1
997
r
la
! Anno V
Í numero 46
del 5 dicembre 1997
'aesi
igo
%anni
mità
)ndo
larto
líale
vere.
Irica
snio
delle
la in
) ini'Jella
>n sa
Unea coxitaepd)
spedizione in a. p. 4S%
art. 2 comma 20/B legge 662/96
pjliate di Torino
In caso di mancato recapito
;i prega restituire ai mittente
ìjresso l'Ufficio PT Torino CMP
L Editore si impegna a
corrispondere il diritto di
Ogni
orare
della
,l’arTutu
radei
indoume3 vioersoregi
«Maria entrò in casa di Zaccaria e
salutò Elisabetta. Appena Elisabetta
udì il saluto di Maria, il bambino dentro di lei ebbe un fremito, ed essa fu
colmata di Spirito Santo e a gran voce
esclamò. “Dio ti ha benedetta più di
tutte le altre donne, e benedetto è il
bambino che avrai! “»
Luca 1, 40-42
rlierl
donai
ticati
»rima
voto
il che
queescoebbe
mffi
(enL
I SEGNI DI DIO
PER NOI
yob'
>s\ai
I divisi
flW'
Bo’l"'»!
bel"!
sali'
• oCt« -,
■iii
,9*»'
vet«’”:,#
b»'”,.«*!
it'"* e»
Jet'»*¡|!Í
"'at»* ,
'H’â
'«fl
eta^ M
«
«»'í'
/L racconto presenta due donne: Maria, la più giovane, che si mette in
cammino per visitare Elisabetta, la più
anziana. La parola di Dio ha impresso
alla loro vita un corso del tutto nuovo.
Chi sono Maria e Elisabetta? Ne sap'niamo ben poco: vivono in due villaggi
^talmente oscuri da non essere quasi
nominati nella Bibbia. Eppure Natale
inizia proprio con queste semplici
donne che accettano la parola di Dio;
'datale appare nel loro «sì», nella fiducia e nella fede che hanno avuto in
pio. Questo può significare due cose
<er noi: anzitutto che il Signore ci dota, insieme con la sua chiamata, anche la fiducia per rispondere e persevelare nella sua Parola. Poi che la fede di
oggi non è inferiore alla fede di ieri: come il Signore ha chiamato i suoi nel
tempo passato così chiama i suoi anche oggi. Perché il Signore non guarda
alla qualità o ai tipi che possiamo essere, non guarda se siamo dotati di
molte o poche qualità. Al Signore importa solo un fatto: che la nostra fede,
la nostra fiducia in lui, sia reale; che il
nostro «sì» alla sua Parola sia sincero e
trasparente, che «il nostro sì sia sì»
(Matteo 5, 37), e lui diventi realmente
Signore della nostra vita.
SE proprio vogliamo trovare una
differenza tra la fede di ieri e quella di oggi, non potremmo dire che
spesso abbiamo una fede triste e rassegnata? Che la nostra fede è anche poco
attenta a leggere, nella vita di ogni
giorno, i segni che Dio ci manifesta?
Questo è proprio quello che non accade a Maria. Infatti, perché ha tanta
«fretta» (v. 39) di visitare la sua parente Elisabetta a circa 200 chilometri di
distanza? Forse perché Maria è sola e
la cugina Elisabetta è la sua unica
confidente? O perché tutte e due attendono un bambino? Qual è il vero legame che attrae Maria verso Elisabetta?
Una cosa è certa: esse sono unite dallo
scopo comune creato in loro dalla parola di Dio. Maria infatti ha saputo (v.
35-38) che la sua anziana cugina Elisabetta attende un bambino. Maria
perciò ha fretta di verificare su Elisabetta il segno indicatole daU’angelo, la
verità della Parola di Dio (v. 36). Anche Elisabetta vedrà, incontrando Maria, un segno che la parola di Dio è vera. Certo, sono segni semplicissimi,
quasi banali: un saluto fra due donne
incinte e un sussulto di gioia nel grembo di Elisabetta (v. 41, 44). Ma tali sono anche oggi i segni di Dio per noi.
Anche oggi, infatti, U confronto fra
persone con dubbi e speranze come
noi può aiutare a capire la parola di
Dio e a verificare nella realtà se Dio ci
parla davvero e se la sua Parola è capace di realizzare in noi una speranza autentica. Oggi perciò il Signore ci chiama, sulle tracce di queste due piccole e
grandi donne, a discernere nella nostra
vita i segni della sua presenza e del suo
umore. Ma questo sarà possibile solo
quando riconosciamo in noi il suo dono, la sua presenza, il suo Spirito di vita operante neU'amore. E quando viviamo in ricerca di Dio e degli altri e
scopriamo con stupore la parola di Dio
agisce nella realtà della nostra vita,
approfondiamo il discernimento della
fede e riconosciamo in noi il dono di
datale, os.sia la nascita e crescita di Ge^ù Cristo nella nostra vita (Gal. 2,20).
Thomas Soggin
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
recente tragico naufragio del gommone albanese conferma un infame traffico
La moderna tratta delle schiave
L'umanità conquista gli spazi, «viaggia» in Internet, ma ancora convive col commercio, molto
redditizio, delle donne. La mercificazione del piacere sessuale interroga le chiese e i credenti
DORIANA GIUDICI
SE nasci femmina, in un contesto
familiare o sociale in cui la miseria economica si somma a quella
morale, la tua vita può «valere», per
gli altri, molti soldi ma per te... meno di nulla. È quello che emerge dal
recente drammatico episodio del
naufragio del gommone albanese
nelle acque dell'Adriatico.
La famiglia «vende» la giovane; i
malavitosi poi la violentano e le insegnano il mestiere «del marciapiede». Quelle giovani donne, da
quando entrano nella giurisdizione
dei loro nuovi padroni, non hanno
più né volto, né nome, né identità.
«Le puttane, per fortuna, sono salve!», annuncia per telefono il boss
al compare. Hanno solo l’etichetta
del loro «futuro» lavoro (futuro,
perché ancora, forse, molte di loro
pensano di venire in Italia per trovare una lavoro onesto).
In Italia invece le aspettano solo
la sofferenza, l’umiliazione, le botte, in un progressivo annullamento
della loro personalità. I risvolti
dell’episodio già gravissimo, della
morte e della disperazione, su quel
gommone maledetto, portano alla
luce tragedie umane difficilmente
immaginabili. L’umanità conquista
gli spazi, viaggia in Internet, ma
ancora convive con la «tratta delle
schiave». Sì, perché pur essendo la
prostituzione il mestiere più antico
del mondo, di nuovo sotto il sole
c’è che oggi conviene di più il commercio delle donne che il commercio della droga. Soprattutto è meno
rischioso. Basta comprarle, picchiarle, intimorirle, ricattarle... e se
non obbediscono ammazzarle. Si
riesce sempre a trovarne delle altre.
Non sono esseri umani, quelle
donne, sono «occasioni di profitto». Eppure tutta la Bibbia, dall’Antico al Nuovo Testamento, ci parla
della vita come di un dono; si deve
non solo rispetto alla vita ma, addirittura, ammirazione per le meraviglie che il Signore ha posto in ogni
creatura. Quale profonda corruzione ha sconvolto le menti e i cuori di
quei «boss»? Quale considerazione
hanno di se stessi, delle loro mogli,
delle loro figlie? Quale ambiente è
stato il terreno di coltura di tanto
profondo abbrutimento?
Ma una comunità di credenti non
può limitarsi a porre queste domande, deve aggiungerne qualcuna, anche riguardo alla propria testimonianza. Non sono, forse, dei
«bravi» padri di famiglia quelli che
frequentano le prostitute? Se ce ne
sono tante, su tante strade, è perché i «fruitori» di quella merce sono
molti. Quanti di quelli che oggi, leggendo gli articoli dei giornali e
commentandoli scandalizzati, saranno i futuri frequentatori di quelle schiave? Non sono «belle» do
mande queste. Non è neppure elegante porle. Ma la Federazione delle donne evangeliche (Fdei) continuerà a porsele. Se vuoi fermare un
fiume devi seccarne la fonte. E la
fonte di tanta sofferenza e abiezione sta nella mercificazione del piacere sessuale.
Certo c’è molta alienazione anche nel «cliente» e molta insicurezza e disprezzo di sé e del proprio
corpo, che invece dovrebbe essere
«il tempio dello Spirito Santo».
Quali strumenti ha una comunità
cristiana, per tentare di arginare
tanto disordine? Il convegno che la
Federazione delle chiese evangeliche in Italia e la Fdei stanno orga
nizzando per il 28-29 marzo 1998
su «Donne e violenza» può essere
un appuntamento utile perché, insieme uomini e donne, cerchino di
capire e di intervenire. Avremo
l’opportunità, oltre che di analizzare la questione, in tutti i suoi vari
aspetti, anche di conoscere un’interessante esperienza «pilota» di
alcune chiese scozzesi.
In Scozia si è infatti costituito in
molte chiese un «servizio» per donne vittime di violenza (fìsica, psicologica o sessuale). Può essere questo un tipo di risposta da dare al
nostro problema, ma serve soprattutto all’emergenza, a ciò che è già
avvenuto. Occorre invece, da parte
delle chiese, un preciso impegno
per la prevenzione. Vi è infatti ormai la sensazione che anche un
«tradizionale» modo di leggere la
Bibbia sia corresponsabile della
sottovalutazione della dignità e del
valore della donna.
Per troppi secoli le chiese cristiane hanno partecipato alla marginalizzazione della donna; la riflessione teologica, che ha preparato la seconda Assemblea ecumenica di
Graz, Io ha evidenziato. Non solo,
ma già dal dicembre 1994 esiste un
impegno comune delle chiese europee, la Dichiarazione di Ballycastle,
che invita tutte le comunità a sensibilizzarsi sempre di più sulla condizione femminile e a sperimentare
nuove e diverse strade per lottare
contro la violenza sulle donne.
Ciò di cui, a nostro avviso, c’è assoluto bisogno è che, con coraggio,
le chiese si incamminino su una
strada di «riconciliazione» fra uomo e donna. Se è vero che occorre
una nuova cultura dei rapporti fra i
sessi, è però necessario che dalle
chiese parta anche un richiamo
forte, per un «uso responsabile»
deH’attività sessuale. Questi episodi di «schiavizzazione» di donne
non ci parlano solo dell’abiezione
di «altri» ambienti e società, ma ci
parlano soprattutto di noi stessi e
di questa nostra società. È qui che i
loro aguzzini trovano la loro ragion
d’essere e la soddisfazione per la
loro sete di denaro.
In occasione del secondo turno elettorale e del primo in Sicilia
Il consenso dei cittadini premia il buon governo
JEAN-JACQUES PEYRONEL
I risultati del secondo
turno delle elezioni
amministrative confermano sostanzialmente
quelli del primo turno.
Quasi ovunque viene
confermata la validità
della nuova legge per
l’elezione diretta dei sindaci, che premia la capacità di questi ultimi di
saper gestire, politicamente e amministrativamente, i mille aspetti
della macchina comunale con il consenso della
maggioranza dei cittadini. Lo dimostra la buona
tenuta della Lega in città
come Varese e Alessandria e lo dimostrano soprattutto i risultati del
primo turno in Sicilia.
Anzi la Sicilia, come
spesso si è verificato in
passato, si dimostra ancora una volta un laboratorio politico che anticipa i tempi della politica nazionale. Infatti sia il
sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che quello
di Catania, Enzo Bianco,
sono stati riconfermati al
primo turno non per un
secondo ma per un terzo
mandato. Fu Orlando infatti, con la sua seconda
giunta «pentacolore» nel
1987, a inaugurare con
parecchi anni di anticipo
quello che poi ha portato alla nuova legge per
l’elezione diretta del sindaco, basata sulla personalità o sul carisma del
primo cittadino, e su
una maggioranza risul
tante dalla coalizione di
diverse forze politiche
(fra l’altro non sempre
omogenea alla collocazione politica del sindaco). L’anno dopo, anche
Enzo Bianco tentava
questo nuovo modo di
governare città che, come Catania e Palermo,
erano sempre state dominate dalla vecchia Oc.
Questo non vuol dire
che, improvvisamente,
queste due città siano
passate politicamente
dal centro-destra o dall’estrema destra al centro-sinistra; le elezioni
politiche e regionali del
’96 tolgono ogni illusione al riguardo. Ma proprio a Palermo e a Catania dove per decenni le
amministrazioni comu
nali non sono state altro
che «comitati di affari»
in combutta con la mafia e con i grandi Cavalieri del lavoro, questo
voto dimostra che è
possibile «ridare» la
città ai propri cittadini
nonostante la presenza
tuttora forte e capillare
di Cosa nostra.
In questo senso si può
parlare anche di vittoria
dell’Ulivo; nel senso che
i sindaci e le coalizioni
vincono là dove essi
hanno dato prova di saper governare la città per
il bene comune e non
per il proprio tornaconto, economico o politico.
In questo senso è anche
una vittoria della democrazia, semplicemente. Il
che non è poco.
VIAGGIO NEGLI STATI UNITI. Un paese
sorprendente, di grandi spiritualità e
contraddizioni. L'America di oggi è un
paese forte, duro, conflittuale ma
tutt’altro che scettico. Oltre alle mille
spiritualità e religioni è presente un
protestantesimo molto vivo, pronto ad
agire e a mettere mano al portafoglio.
Il ruolo degli evangelicals. (pag. 4)
INATTUALITÀ DELLA RIFORMA. Le verità teologiche e i valori spirituali riscoperti e vissuti dalla generazione di
Lutero e Calvino continuano ad essere
attuali e importanti per i protestanti,
ma risultano inattuali e incomprensibiII per la maggior parte dei nostri contemporanei che pure pongono una
forte domanda di religione, (pag, 10)
NO A UN BREVETTO SULLA VITA. Il
Consiglio dei ministri dell'Unione europea ha approvato una «Direttiva
sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche». Il «Gruppo di
studio sulla bioetica e le biotecnologie» dell'organismo ecumenico europeo Chiese e società (Eeccs) contesta
questa Direttiva motivando il suo no
alla brevettabilità delle varie manipolazioni del gene umano. (pag. 10)
i
2
PAG. 2
RIFORMA
«Gesù era nato in
Betlemme di Giudea,
all’epoca del re Erode.
Dei magi d’Oriente
arrivarono a
Gerusalemme,
dicendo: “Dov’è il re
dei Giudei che è nato?
Poiché noi abbiamo
visto la sua stella in
Oriente e siamo
venuti per adorarlo”.
Udito questo, il re
Erode ju turbato, e
tutta Gerusalemme
con lui...
Erode, vedendosi
bejfato dai Magi (che
non avevano
mantenuto la
promessa di ripassare
da lui per dargli
notizie più
dettagliate sul
bambino), si adirò
moltissimo, e mandò
a uccidere tutti i
maschi che erano in
Betlemme e in tutto il
suo territorio dall’età
di due anni in giù,
secondo il tempo del
quale si era
esattamente
informato dai magi.
Allora si adempì
quello che era stato
detto per bocca del
profeta Geremia: Un
grido si è udito in
Rama, un pianto e un
lamento grande:
Rachele piange i suoi
figli e rifiuta di essere
consolata, perché non
sono più»
(Matteo 2,1-3; 16-18)
«Così parla il Signore:
“Trattieni la tua voce
dal piangere, i tuoi
occhi dal versare
lacrime... c’è
speranza per il tuo
avvenire: i tuoi figli
ritorneranno entro
le loro frontiere”»
(Geremia 31,16-17)
L'EMANUELE, DIO CON NOI
La nostra malvagità non rende Dio prudente nei nostri confronti, non lo induce a mantenuna distanza di sicurezza dall'umanità. Anzi, lo spinge a rischiare: questo è l'Evangelo
SALVATORE RICCIARDI
Le cronache delle ultime
settimane sono state dominate dalla morte di Silvestro Delle Cave: una morte per
la quale non ci sono aggettivi,
causata da una barbarie sulla
quale c’è poco da elucubrare
alla ricerca di motivazioni immediate 0 remote. Una morte
alla quale, mentre scrivo queste note, i genitori del bambino si rifiutano ancora di credere: forse per una inconsapevole forma di autodifesa contro una realtà che, guardata in
faccia, li distmggerebbe fisicamente 0 mentalmente.
Silvestro mi pare indubbiamente la vittima di una «cultura» secondo la quale l’essere umano non conta nulla, se
non per l’utile che se ne può
ricavare: si tratti di profitto
economico, di egemonia psicologica, di asservimento dispotico o di piacere sessuale.
Senza prescindere dal caso
specifico, senza destoricizzarlo svuotandolo della sua concreta drammaticità per farne
un simbolo, credo che esso
vada iscritto nel quadro del
disprezzo del quale sono vittime i bambini nella nostra
società e nel nostro tempo.
La pederastia (perché questo sarebbe il nome proprio
della squallida piaga, e non
quello, errato, esorcizzante?,
di pedofilia) si sta rivelando
una piaga diffusa, comune a
diversi strati sociali del nostro
paese, del nostro continente e
oltre. Piaga alla quale fanno
corona i neonati finiti nei cassonetti dell’immondizia; i
bambini prodotti allo scopo di
ricavarne pezzi di ricambio; i
bambini percossi e quelli drogati; quelli costretti a sparare
con armi vere contro bersagli
veri, prima di poter capire
perché quel bersaglio debba
essere considerato un nemico
da abbattere; i bambini (e le
bambine) sulla cui pelle prospera quel turismo sessuale
che non dovrebbe neanche
essere immaginato...
glio, dal momento che lui,
Dio, non poteva non sapere
che quella nascita sarebbe
stata occasione di molte morti. Poi mi rendo conto, ovviamente, che si tratta di un interrogativo senza risposta; e
soprattutto senza senso. La
prospettiva è un’altra. Non è
l’intervento di Dio nella storia
umana, la nascita di Gesù al
tempo di Erode, che può essere deprecato come la causa
della violenza omicida del re.
È piuttosto da considerare
che la malvagità di Erode (e
quella di noi tutti) è perennemente latente ma sveglia,
pronta a cogliere ogni occasione... 0 anche a fabbricarsela. Soprattutto, è da considerare che questa nostra malvagità non rende Dio prudente
nei nostri confronti, non lo
induce a mantenere una «distanza di sicurezza» dall’umanità. Anzi, lo spinge a rischiare. Questo è l’Evangelo.
struzione della speranza, la
negazione del futuro... e quindi la impossibilità di ricevere
(e di dare) qualsiasi parola di
consolazione. Non è forse vero che vi sono situazioni più
amare della morte?
ità no\
igoin
a can
iunior
0 ese
evan
:ca (G
ecipa
perr
eleti
enti d
alla P
Mad
ila, da
ia.
!sidenl
il be
etaric
inità, i
ipartei
■ata di
Con
del pa:
che ave
¡sioni pe
ino SCO
gen
fa segrei
Ito missi
i) e pe
Ósce me
lunità si
tienici n
i, oltre a<
aio velo
lavoro.
sì che nessuno possa esi jistimol
Odern
ttutto
L'alba di un nuovo giorno
PERÒ mi sarebbe piaciuto
La «strage degli innocenti» Dio in mezzo a noi
Registriamo, insomma,
I
Preghiamo
Signore nostro,
veniamo a Te con la nostra sofferenza opprimente,
con la nostra impotenza e con la nostra collera,
con le nostre frustrazioni e con il nostro dolore.
Veniamo a Te con i nostri perché senza risposta,
con le nostre risposte non convincenti,
con la nostra rassegnazione scambiata
per sottomissione a Te, con la nostra convinzione
che, come l’esperienza ci insegna,
non è possibile cambiare il mondo,
o, almeno, non è possibile a noi.
Veniamo a Te con la nostra tentazione di fuggire,
col nostro desiderio di isolarci, di non sapere,
di non vedere. Veniamo a Te col desiderio,
col bisogno di un po’ di quiete.
Signore nostro.
Tu vieni a noi col tuo desiderio di spartire con noi
sofferenza, impotenza, collera e dolore.
Tu vieni a noi per dare risposta ai nostri perché,
e per cambiare questo mondo ed il nostro cuore.
Signore nostro.
Tu vieni a dirci che è possibile vincere il male,
che è lecito sperare, sorridere, condividere.
Tu vieni a noi nella debolezza: e questa è la Tua forza,
e la nostra.
Tu vieni a noi per non rispondere al male col male,
e questo è l’inizio di un mondo nuovo.
Signore nostro,
grazie per averci visitati in Gesù Cristo,
grazie per darci, a Natale, la gioia dell’oasi
che permette di ripartire, rinfrancati, in quello che
può essere un deserto, e di camminare fiduciosi,
perché tu sei davanti a noi e accanto a noi.
.una quotidiana, diffusa,
variegata, planetaria, inarrestata «strage degli innocenti»,
perpetrata da un’umanità che
sembra portare nei suoi geni
l’oppressione dell’indifeso e
la sottomissione del debole.
«Strage degli innocenti» è il
termine con cui siamo abituati da sempre a ricordare l’operazione voluta dal re Erode,
un’operazione brutale quanto
superflua: non gli sarebbero
mancati certo i mezzi di polizia capaci di individuare e di
permettergli di colpire il bersaglio «giusto» senza inutile
spargimento di sangue e di orrore... ma tant’è: che vale la vita degli altri? la conservazione
del proprio potere vale bene
sofferenza e sangue.
Gesù scampa, fortunosamente, alla strage. Ma si tratta solo di un rinvio: morirà 33
anni dopo, vittima di giochi
intrecciati di potere, di intrighi politici e religiosi, caricato di colpe non sue, processato quel che basta perché
l’uccisione appaia legale. Ma
ora, in prossimità di Natale,
ci interessa la sua venuta nel
mondo, debole fra i deboli,
indifeso fra gli indifesi.
Qualche volta, leggendo
questo particolare sobrio e
tragico del racconto di Matteo, mi sono sorpreso a chiedermi se Dio non avrebbe fatto meglio a non inviare suo fi
GESÙ nasce. Dio viene in
1
■ mezzo a noi malgrado la
nostra malvagità, malgrado la
nostra indisponibilità a riceverlo. Anzi, proprio a causa di
essa. Accetta di giocarsi tutto
quello che ha e tutto quello
che è, perché questo è l’unico
modo di spezzare sul serio la
spirale della violenza: consegnarsi indifeso e debole, condividere la sorte dei deboli e
degli indifesi. Matteo, che intesse tutto il suo racconto sulla filigrana delle profezie e del
patrimonio culturale e religioso del suo popolo, collega la
soppressione dei bambini di
Betlemme voluta da Erode a
una pagina dolorosa della storia di Israele, fra l’altro di difficile identificazione, in quanto
la citazione ha più il tono della poesia, della lirica, che non
quello del riferimento storico
puntuale. Può trattarsi di un
lamento del profeta sulla (ormai lontana) distruzione del
regno del Nord e sulla dispersione di quelle tribù: tragedia
che stava per completarsi, a
decenni di distanza, con la fine del regno di Giuda.
Forse Matteo, nella cui
mente riaffiora un dato di cui
riscopre l’attualità, e che non
si preoccupa di ricollocare
quel dato in modo esatto dal
punto di vista storico e geografico, vuole sottolineare come all’annientamento fisico
dei bambini si colleghi la di
che Matteo, proprio perché cita Geremia nel quadro
della buona notizia della nascita di Gesù, avesse completato la citazione e avesse invitato la sua comunità, i suoi lettori, noi tutti, a «trattenerci dal
piangere»: ad aprirci alla speranza, a guardare al futuro con
fiducia, malgrado il dolore.
«Trattenersi dal piangere» è
possibile perché, come profetizza Geremia, c’è speranza
per il nostro avvenire (31, 17).
Che cosa ce ne faremmo di un
avvenire senza speranza? E
dove troveremmo la speranza,
se fossimo soltanto in balìa
degli Erodi di città e di provincia... e se per giunta non potessimo far di meglio che adattarci, tacere, non vedere... per
salvare la pelle? Gesù è nato.
Dio non ha avuto paura di venire in mezzo a noi.
Non ha voluto rimanere a
«distanza di sicurezza». Ha
voluto essere l’Emanuele: il
Dio-con-noi. Se Dio è con
noi, ci resta difficile capire
com’è che i violenti possano
continuare a spadroneggiare
e a spaventare: com’è che egli
non usi la sua potenza per
impedire efferatezze, per far
umiliato, strumentaliz:
disumanizzato. Ci resta
Cile capire. É quindi citi
difficile sperare
Gesù è venuto, però. E
è più come prima. Pri
perché è venuto in qui
do, non in un altro. Se,
presentato sulla scena
te, saremmo semplice!«
passati da una soggezioi
all’altra; e per giunta sì
mo passati sotto unasi
gezione alla quale sarei
stato impensabile oppi rm’inter
una qualsiasi resistenza, ¡enzia e(
saremmo stati contenti? : itario ge:
Debole coi deboli, soffei «cumen
te con i sofferenti, vittim» ), Konra(
canto alle vittime: quest (uolo sv
TEmanuele, Dio con noi,« ¡ne ecun
che divide con noi la nostri ell’Est c
ta calpestata, la nostra di|
negata. Proprio perciò ¡ja alle
spuntare l’alba di un gio larietà c
diverso da tutti gli altri: do ¡sgg
rinuncia, unilateralmen ,da un i
definitivamente, alla foc ¡cano i
all’asservimento dell’altro, [rgigher
zi dove ci si spende per i ¡q j^gg
riscatto e la sua dignità, mtocritic
nascere e consolidarsi juanto
speranza per il futuro. Dio jy gjgjp.
noi. Ma anche noi con
Note omiletiche
Coinvolti e associati in q» j)(ale m
ottica nuova, in questa pi ¡jg gg’gju
inusitata. Chiamati dalla! jj ^
grazia a spezzare la spii j
della violenza che asser
umilia. Risponderemo al
sta vocazione? Saremo cai gjjgj^g
di ricevere questo dono? ¿q
(Prima di unii fetà in
di tre mediterà Ma, ha
snio a c
tao fatt
liese de
lo ecum
«guerr
ai cristi
Mi pare che il testo di Matteo 2,15-18 non possa non t8 ìnsapev
conto, se non aitro per un minimo di inquadramento narra?* mi ¡mpc
deli'antefatto narrato ai versetti 1-3 (quanto meno); e miP' le dall’i
anche che la citazione di Geremia 31, 15 vada estesa finoalw ¡ido che
per ia sottoiineatura deila speranza che vi si trova. , libjig sq
Occorre quindi compiere un iavoro esegetico su due fro^ ^
uccorre quinci compiere un lavoro esegetico su due no«“ e limita'
primo è quello di Matteo; l'altro è quello di Geremia, che su^ ij ^ '
non pochi interrogativi: dov'era la tomba di Rachele? a Rama’ , '
Efrata? in quale Sfrata? che c'entra Efrata con Betlemme tfi^
35, 19)? Quale distanza temporale v'è fra il lamento di Raii**
che Geremia sembra far suo, e il fatto che lo determina? 5*1 “Shate c
trebbe continuare. e t
Fatto tutto ciò, si deve scegliere se utilizzare quanto si ri® Ssiastici
dall'indagine nel testo da proporre, propendendo per lo «s?>^ ai collab
biblico»; o tenerlo come sfondo per un discorso diverso,
«predicazione».
lo ho scelto questa seconda strada.
Per approfondire
La minima bibliografia da utilizzare comprende corrtrne''
su Matteo e su Geremia (per quest'ultimo segnalerei fra 9*'*
quello di Derek Kidner, uscito ne! 1987 da Inter-Varsity ™
Downers Grove, Usa, 1987); dizionari biblici, storie di Israelfi J
imi, di
Promis
aitire h
loro eh
"libili £
ricerc;
iser - (
aperti E
tati». T
!sso du
3
SDÌ 5 DICEMBRE 1997
Î^WII
Ecumene
PAG, 3 RIFORMA
Friburgo (Svizzera): riunione del Comitato esecutivo della Comunità
La «polìtica ecumenica» della Cevaa
ito il benvenuto al nuovo segretario generale, Il pastore francese Alain Rey
ìrso una maggiore collaborazione con il Consiglio ecumenico delle chiese
UUCP TAGLIERÒ
novembre ha avuto
¡0 in Svizzera, presso
cantonale di Friburnione autunnale del
esecutivo della Coevangelica di azione
ca (Cevaa), a cui hanecipato i quattro sepermanenti e i sei
eletti nell’esecutivo,
¡enti dal Camerún, dal
¡alla Polinesia FranceMadagascar, dalla
¡cía, dalla Svizzera e
ia.
ìsidente, pastore Njiké,
il benvenuto al nuoetario generale della
nità, il pastore Alain
ipartenente alla Chiesa
ata di Francia, nomitdal Consiglio in sostituii del pastore Marcel Pi[che aveva rassegnato le
bsioni per motivi di saluinno scorso. Il nuovo seBtio generale fu alcuni
fa segretario del Dipartito missionario francese
0D6 ® questo motivo
osee molto bene sia la
3/« lunità sia gli organismi
-lU menici mondiali. Questo
), oltre ad aver permesso
luo veloce inserimento
lavoro, ha anche dato
ssa es4i stimoli e impostazioni
italizz moderne all’esecutivo,
restai Bttutto per quanto ridi dn
Un gruppo di delegate nei giardini deila Casa vaidese di Torre Peiiice, dove si sono svoite ie Assise deila Cevaa nel luglio 1996
guarda la «politica ecumenica» della Cevaa.
Questa è riconosciuta come organismo partner dal
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec) e fino all’anno in
corso ha contribuito finanziariamente al lavoro del Dipartimento missione e evangelizzazione. Con la ristrutturazione del Cec in atto, la Cevaa intende essere un interlocutore attivo deH’organismo
ecumenico di Ginevra, soprattutto nel senso di produrre una riflessione contestualizzata e coerente sulla
Missione oggi. Ma anche nei
confronti della Ceta (Consiglio delle chiese di tutta
l’Africa) la Cevaa può e deve
avere un ruolo propositivo
aggiornato, con l’obiettivo di
sostenere le chiese francofone africane, talvolta emarginate da quelle anglofone. Infine la Cevaa sente la necessità di ricuperare in dignità
nei confronti dei dipartimenti missionari europei (Defap,
francese. Dm e Kem, svizzeri)
i cui ambiti di intervento si
sovrappongono spesso a
quelli propri della Comunità.
Il Comitato esecutivo ha
esaminato i problemi relativi
ad alcune chiese membro e
ha dato inizio alle, pratiche
per l’Azione apostolica comune nel Chaco argentino in
solidarietà con gli indiani Tobas. Per questo la prossima
riunione avrà luogo in Uruguay a fine febbraio 1998, in
comunione con la Chiesa valdese del Rio de La Piata, direttamente coinvolta in questo progetto.
Oltre a questo il Comitato
esecutivo ha anche e soprattutto intrapreso una profonda analisi dei criteri finanziari
che regolano la gestione interna: dagli stipendi dei segretari e degli inviati al costo
degli incontri internazionali,
dalla trasformazione del Consiglio della Cevaa in Assemblea generale, alla politica di
aiuto alle chiese più povere.
Purtroppo la vita della Cevaa è fortemente condizionata dal calo delle contribuzioni delle chiese svizzere, indirizzate su criteri di aiuto diretto e talvolta paternalistico,
che trascurano il sostegno al
funzionamento generale della comunità. In prospettiva
futura desta una certa preoccupazione anche l’unificazione in un solo ente degli organismi delle chiese svizzere
che hanno programmi di aiuto al Sud del mondo (Dm,
Kem, Eper, Pain pour le prochain). Inoltre l’apertura di
programmi di solidarietà indirizzati all’Est europeo in
qualche misura penalizzano
quelli indirizzati verso le
chiese del Sud, in particolare
quelle africane.
Dopo le accuse di scarsa solidarietà
l'operato del
ic durante la guerra fredda
5nita,|
darsi
0. Dio
™,^iser difende
ggem
ita Si
unasi
5 sarei
■ oppo un’intervista rilasciata alteiiza. ^zia ecumenica Eni, il
enti? itario generale del Consi, solfa ecumenico delle chiese
àttimi i, Konrad Kaiser, ha difequesl tuolo svolto dall’organizI noi,fl ine ecumenica nell’Euroi nostri ell’Est durante gli anni
tra dig 1 «guerra fredda». In riarcirr ¡ta alle accuse di scarsa
tin S'^Jarietà con i dissidenti,
tri: doljggg recentemente, fra gli
il™®Tda un noto ecumenista
la forcarlo, il canonico Paul
* ^ iFelcher, Kaiser ha amP®. Po la necessità di un’anaUtocritica in seno al Cec
buanto riguarda alcuni
itti dell’attività di soste1 con aj cristiani dell’Europa
J Itale, ma ha difeso con
scelte di fondo operadal ^ livello, informasPJ la detto Kaiser, il Cec ha
I iborato in misura consi™ irole con i gruppi dissi^ i, anche se forse avrebbe
irto manifestare la sua soi unii ietà in modo pubblico,
ivia, ha precisato, «conti
____. emo a difendere ciò che
*^mo fatto per far entrare
líese dell’Est nel movilo ecumenico, nella pielon ìnsapevolezza delle limilarratl nj imposte loro, per toì Oli pi le dall’isolamento, ben
osi''-, Odo che ciò sarebbe stato
^ ibile solo nel quadro di
j( e limitazioni». Durante la
tamaf fredda», le attività
g (Qeii chiese membro del Cec
RacW i^Ko spes strettamente
la? Sii ‘gliate dalle autorità coiste, e alcuni esponenti
I si fi® l^iastici sono stati accu0 «sW li collaborazionismo con
peii'^imi, di atteggiamenti
“tomissori assunti per
Wtire la sopravvivenza
loro chiese. «Noi siamo
'libili a sostenere sforzi
^<ii ricerca storica - ha detiser - e i nostri archivi
aperti ai ricercatori indii*nti». Tuttavia Kaiser ha
sso dubbi sulla impar
zialità delle ricerche condotte
dallo storico tedesco Gerhard
Besier, che dovrebbero essere
finanziate per mezzo miliardo
di lire dal ministero dell’Interno tedesco. Nelle opere precedentemente pubblicate dal
professor Besier su chiese e
stato nella Repubblica defmocratica tedesca, infatti, secondo alcuni, la dirigenza delle
chiese viene pesantemente e
unilateralmente accusata di
collaborazionismo con la Stasi, il servizio segreto tedesco
orientale. (nev)
Divise dopo il golpe di Pinochet
Cile: verso la riconciliazione
delle due chiese luterane
Le due chiese luterane del
Cile, che si erano divise 22
anni fa in seguito a divergenze sulla questione della violazione dei diritti umani da
parte del regime di Pinochet,
hanno annunciato per la prima volta pubblicamente di
volersi riconciliare. Le due
chiese sarebbero passate da
un «clima di aperta inimicizia» a una situazione di «coesistenza pacifica», come è
scritto in una dichiarazione
comune resa pubblica il 20
agosto scorso in occasione
Dai cattolici romani agli evangelici
Le «istruzioni vaticane» non
piacciono ai cristiani tedeschi
Il recente documento del
Vaticano «Istruzione su alcune questioni circa la collaborazione dei fedeli laici al
ministero dei sacerdoti», con
il quale Roma restringe le
competenze dei laici ha scatenato in Germania proteste
vivacissime tra i cattolici del
movimento «Noi siamo chiesa», così come al vertice della
gerarchia, in aperta sfida al
papa. Infatti, il presidente
della Conferenza episcopale,
mons. Karl Lehmann e il «Comitato centrale dei cattolici
tedeschi» hanno subito preso
una posizione critica nei confronti del documento. Da
parte evangelica l’autorevole
«Istituto per lo studio delle
confessioni» della Chiesa
evangelica tedesca, che ha sede a Bensheim, ha rilasciato
un comunicato stampa nel
quale esprime il suo rammarico per le «istruzioni vaticane» che tendono «a rimuovere nuovamente i laici dall’am
bito dell’altare». Nel comunicato, si legge fra l’altro: «Le
istruzioni vogliono limitare
esclusivamente al clero certi
servizi per i quali in fondo
non serve la consacrazione,
come quello della somministrazione della comunione, e
delegarli soltanto in casi di
assoluta emergenza in qualità
di supplenza ai laici... Così facendo i laici non possono che
sentirsi trattati come “tappabuchi”, la cui collaborazione
è richiesta soltanto se non ci
sono sufficienti sacerdoti a
disposizione». E ancora: «Dal
documento romano non soltanto scaturisce una legittima
. preoccupazione per l’identità
e il futuro del sacerdozio, ma
anche una infondata sfiducia
nei confronti dei laici.
Sarebbe un peccato se queste istruzioni stroncassero
l’impegno ecclesiastico di
donne e uomini, impegno
che ha una funzione guida sul
piano ecumenico». (nev)
della visita a Santiago di una
delegazione della Chiesa
evangelica tedesca.
La ragione della scissione
nella Chiesa luterana, che
era costituita in maggioranza
da ex immigrati dalla Germania era stata il primario impegno civile del teologo tedesco Flelmut Frenz, che allora
era vescovo della Chiesa
evangelica luterana del Cile.
Dopo il golpe militare avvenuto nel 1973 la Chiesa aveva
organizzato sotto la sua guida un programma di aiuti ai
perseguitati politici, un progetto ecumenico di cui avevano beneficiato centinaia di
perseguitati socialisti e comunisti. La maggior parte
delle comunità, i cui membri
appartenevano per lo più alla
media e alta borghesia, si era
opposta a questo programma di aiuti e, abbandonata la
chiesa, aveva fondato nel
1975 la Chiesa luterana del
Cile. Al vescovo Frenz, mentre verso la fine dello stesso
anno si trovava in Germania,
fu ritirato il permesso di soggiorno in Cile.
«Molte persone portano
ancora i segni delle ferite del
passato» ha detto Martin funge, presidente della Chiesa
evangelica luterana che oggi
conta appena 3.000 membri.
Una vera riconciliazione avverrà solo quando sarà fatta
chiarezza sul ruolo delle due
chiese durante la dittatura.
Joachim Barentin, presidente
della Chiesa luterana, che
conta 12.500 membri, ha affermato che la rottura nella
chiesa sta a testimoniare anche una frattura nella società.
11 presidente del Consiglio
della Chiesa evangelica tedesca, Klaus Engelhardt, vescovo del Badén, predicando a
un culto comune per le due
chiese ha invitato entrambe a
superare le divisioni che sono sempre dolorose. (epd)
Cristiano
Per la prima volta nella storia dei battisti
nominata una pastora sovrintendente
LONDRA— 75 anni dopo l’ammissione di donne pastore, i
battisti d’Inghilterra e del Galles hanno nominato la prima
donna sovrintendente. La nomina di Pat Took al posto di sovrintendente per la zona di Londra costituisce una prima per i
battisti di tutto il mondo. Maureen White, segretaria internazionale dell’Unione battista di Gran Bretagna, ha dichiarato
all’agenzia ecumenica Eni che, a sua conoscenza, non vi è alcuna altra donna sovrintendente nel mondo, pur precisando
che la segretaria generale dei battisti svedesi è una donna. Un
portavoce dell’Unione battista ha spiegato che i sovrintendenti sono dei «pastori presso i pastori» e le loro famiglie, incaricati di promuovere l’unione e di rappresentare i battisti
nel contesto ecumenico. Pat Took e due uomini sono stati
scelti per occupare i tre posti di sovrintendenti lasciati vacanti. Dal 1985, Pat Took è pastora della Chiesa battista multirazziale di Leytonstone, a Londra. «Dei battisti del Ghana e
dell’Africa vi hanno portato una nuova vita - ha detto -. Ci sono molte cose appassionanti da fare». Ha quindi precisato che
la flessibilità e l’indipendenza delle chiese battista permettono loro di conservare i loro membri più facilmente di alcune
altre chiese che registrano un forte calo. L’Unione battista
della Gran Bretagna conta 150.000 membri. (eni)
I quaccheri Usa contro l'embargo all'Iraq
WASHINGTON — I quaccheri americani invieranno al Segretario di Stato, signora Albright, migliaia di cartoline che raffigurano un bambino iracheno morente, nell’ambito di una
campagna tesa a impedire la continuazione dell’embargo statunitense all’Iraq e un’eventuale nuova guerra nel Golfo. «Noi
non crediamo che la violenza possa risolvere i conflitti tra i popoli» ha dichiarato Kathy Bergen, coordinatrice del Gruppio
quacchero per la pace nel Medio Oriente, specificando che, secondo dati rilevati dal Gruppo, ogni giorno in Iraq muoiono almeno 100 bambini per le conseguenze dell’embargo. (nev)
Vietnam: soccorso dell'agenzia avventista
Adra alle vìttime del ciclone
SAIGON — Nel mare dell’informazione internazionale, poco
rilievo ha avuto la notizia del ciclone che il 2 e 3 novembre ha
spazzato il Vietnam meridionale causando oltre 300 morti e
2.000 dispersi, con danni materiali valutati oltre 180 milioni di
dollari. Nell’opera di assistenza alle vittime è attiva l’Adra,
l’agenzia internazionale avventista di sviluppo e soccorso, che
sta raccogliendo contributi per la ricostruzione delle case di 500
nuclei familiari. La Chiesa avventista italiana ha messo a disposizione 100 milioni dalle quote dell’otto per mille. Adra-Italia,
lungotevere Michelangelo 7,00192 Roma, tei. 06-3609591. (nev)
Nicaragua: no delle chiese evangeliche
allo sfruttamento della foresta
MANAGUA — Chiese evangeliche e organizzazioni ambientaliste unite in Nicaragua per contestare la concessione governativa alla compagnia sudcoreana Solearsa per lo sfruttamento di 62.000 ettari di foresta sulla costa atlantica. Secondo un
portavoce del Cepad, il Consiglio delle chiese evangeliche, lo
sfruttamento della foresta non solo causerà danni all’intero
ecosistema, ma sconvolgerà anche la vita delle popolazioni indigene Sumo e Misquito che vivono nella zona. (nev!ale)
L'attività del Seminario teologico
battista internazionale dì Praga
PRAGA— Nell’anno scolastico 1996-97 al Seminario teologico battista internazionale di Praga, sei studenti (quattro ragazze e due ragazzi) hanno terminato il corso di studi. Fra questi
due italiani: Nunzio Lojudice, di Altamura, che è stato accettato come pastore in prova nell’Unione battista italiana e ba preso servizio presso la chiesa di Mottola, e Alessandra Fusi, di Firenze, che prosegue gli studi per specializzarsi in Nuovo Testamento alla St. Andrews University in Scozia. (The Link)
Venezuela: vietate dal governo
le attività della setta «Moon»
CARACAS — Le autorità del Venezuela hanno vietato le attività della setta Moon sul territorio del paese. I missionari e i
membri della setta entrano nel paese con visti turistici ma
non si comportano da turisti, ha spiegato il viceministro della
giustizia . Le autorità hanno preso questa decisione in seguito
alle denunce della stampa locale che ha affermato che la setta
propaga la poligamia e rapisce i bambini. La setta Moon, fondata dal coreano San Myung Moon nel 1954, sviluppa il suo
proselitismo in tutto il mondo. Conta qualche centinaio di
addetti nel Venezuela e da qualche anno porta avanti una
grande offensiva in tutta l’America Latina, ricomprando o
creando potenti gruppi di stampa. (spp/apic)
Israele: scoperto il porto di Askelon
ASKELON — Scavando in mare per la costruzione di un
porto sono stati trovati nelle vicinanze della città israeliana di
Askelon dei relitti di navi che in parte risalgono a 4.000 anni
fa. Alcune di queste navi hanno ancora l’allestimento e il carico. Le più recenti, ricoperte di sabbia, sono di epoca medievale. Gli archeologi ritengono di aver individuato l’antico porto
della città biblica di Askelon, rimasto fino ad ora sconosciuto.
Probabilmente sul luogo dei ritrovamenti verrà allestito il primo museo subacqueo di Israele. Subito dopo la scoperta gli
archeologi dell’Università di Haifa hanno effettuato un primo
rilievo da cui risulta che l’antica Askelon non possedeva un
porto protetto ma solo dei moli d’attracco. Le navi dovevano
attendere in mare aperto prima di essere scaricate. Tra gli oggetti ritrovati vi sono numerosi recipienti di rame ornati, lampade, monete e statuette di divinità. La maggior parte degli
oggetti è di epoca romana. (epd)
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 5 DICEMBRf
Un mese negli Stati Uniti d'America per un ciclo di conferenze organizzate daH'American Waldensian Society
Un paese sorprendente^ di grandi spiritualità e contraddizioni
L'America di oggi è un paese forte, duro, conflittuale ma tutt'altro che scettico. Oltre alle mille spiritualità e religioni
è presente un protestantesimo molto vivo, pronto ad agire e a mettere mano al portafoglio. Il ruolo degli evangelicak
GIORCIO BOUCHARD
)(ìonf
eèst
Arriviamo a New York
un venerdì sera' e subito
notiamo qualcosa di insolito;
le strade sono piene di ebrei
vestiti a festa; gli ingressi delle sinagoghe sono affollati,
gli uomini hanno la kippà in
testa. Di colpo ci rendiamo
conto che questa sera comincia il Kippur, la grande festa
ebraica: nel nostro inguaribile cristiano-centrismo^ ce
l’eravamo dimenticato. 1,1
giorno dopo ci affacciamo,
per curiosità, a una chiesa
«unitariana»" e la troviamo
affollata di ebrei; per partecipare alla festa indossiamo la
kippà e il taled, e poi chiediamo spiegazioni. Ce le danno
molto cortesemente: hanno
affittato la chiesa unitariana perché la loro sinagoga è
troppo piccola. Loro però, sono degli ebrei reconstructionist, che si limitano a affermare alcuni grandi valori della tradizione ebraica: la fede
in un Dio personale non è un
requisito obbligatorio per appartenere alla loro comunità.
Restano un po’ male quando
diciamo che noi, invece, in
un Dio personale ci crediamo
davvero, e lo preghiamo tutti
i giorni. Ma perché l’atmosfera è così commovente? Perché la donna che officia ha
dei gesti così autentici? Possibile che si tratti solo del culto
d’una venerata tradizione da
parte di una minoranza minacciata? O non siamo per
caso di fronte a una ricerca
dell’Assoluto diversa da quella a cui eravamo abituati noi,
europei di cultura classica,
radicati nel Medioevo di
Sant’Anselmo d’Aosta" e nella
rigorosa geometria àeW’Istituzione di Calvino?
La sera, ceniamo in un piccolo ristorante su Columbus
Avenue (abbiamo scelto questa strada perché mai, come
in queste quattro settimane,
ci siamo sentiti tanto italiani,
tanto europei). Un uomo solo
che mangia lì vicino ci rivolge
la parola: facciamo amicizia,
ci invita a casa sua. Notando
un lampo di paura nei nostri
occhi, ci dice: io sono democratico, ma devo ammettere
che da quando è sindaco Rudolph Giuliani la criminalità
è crollata ai livelli del 1970.
Andiamo: la casa è un monolocale ben arredato; l’ignoto
ospite ci offre un bicchierino
di whisky e poi si mette a raccontare: «Io sono uno dei
tanti omosessuali cattolici ci dice - e mi dispiace che la
mia chiesa non voglia capire
che noi abbiamo dei bisogni
religiosi autentici».
Ma dov’è finita la New York
laica e scettica che avevo conosciuto dieci anni fa? La domenica mattina andiamo al
culto a Riverside, la «cattedrale» protestante costruita
da Rockefeller, dove hanno
predicato Martin Luther King
e Daniel Ortega. La chiesa è
piena di gente fra i 30 e i 50
anni: bianchi, neri, cinesi, coreani. Molta gente sola. In
mezzo a una splendida musica e a una coreografia fin
troppo elaborata, tutta una
famigliola viene presentata,
nome per nome, alla comunità; c’è il battesimo del primo figlio. Subito dopo viene
battezzato un adulto: la pastora si limita a proporgli la
seguente affermazione di fede: «Noi dichiariamo Gesù
qual Signore» (We affirm Jesus as Lord). Al suo limpido
«yes», lo battezza senz’altra
cerimonia. Segue il sermone:
macché sermone, è piuttosto
un comizio d’estrema sini
stra, in cui una giovane pastora metodista del Tennes
see elenca puntigliosamente
tutti i difetti della società
americana, chiedendo ai presenti impegno, poi impegno,
poi ancora impegno. La gente applaude, ogni tanto ride
di gusto, si abbraccia. Non
siamo soltanto in chiesa, siamo nell’unico organismo di
massa esistente neH’America
dei computer; i partiti sono
delle semplici associazioni di
interessi e di opinioni; i sindacati, benché in ripresa dopo la lunga parentesi reaganiana, non hanno neppure
lontanamente l’importanza
che hanno in Europa. Se si
vuole trovare la gente bisogna venire in chiesa: magari
non si sente un vero e proprio sermone (l’unico che ci è
capitato, guarda caso, è stato
a Valdese...), ma si è ben dentro la società americana, le
sue tensioni, le sue speranze,
la sua disperazione, anche.
Dall’altra parte di Manhattan, giù in fondo e vicino a
Wall Street c’è una chiesa episcopaliana, la Trinity Church. Con il suo bello stile neogotico fa un singolare contrasto con il colonnato classico
di Wall Street: l’altro tempio,
quello del denaro. E «Trinity»
fa tutto il possibile per fare
presente a tutti che è lei, il
vero tempio, e quell’altro che
si adora a Wall Street è un falso Dio. La chiesetta è circondata, orgogliosamente, dal
suo cimitero, dove sono sepolti alcuni fra i più bei nomi
della storia americana. Intorno, come pareti dolomitiche,
si ergono i grattacieli più famosi del mondo: a Trinity
hanno offerto non so quanti
miliardi (di dollari) per avere
quel terreno, promettendo
poi di ricostruire la chiesa,
pietra per pietra, in una amena località dei suburbi, dove
vive la gente. Il Concistoro
(vestry) ha risposto orgoglio
Il past. Bouchard nella piazza del municipio, a Pasadena
sámente di no: loro restano
lì, tengono le porte aperte per
tutto il giorno, e c’è sempre
qualche giovane businesman ■
che entra per pregare: forse
eviterà di suicidarsi perché
pochi metri più in là le azioni
su cui aveva puntato tutto sono crollate. I tentati suicidi in
America sono 500.000 l’anno;
quelli «riusciti» sono 18.000.
Forse vale la pena di essere
accoglienti, per diminuirne
un po’ il numero.
Intanto dai giornali ci arrivano altre statistiche: è vero che la criminalità è fortemente diminuita, ma 1 milione e 700.000 persone soggiornano nelle prigioni americane, sorvegliate da un esercito
di 600.000 guardie carcerarie.
Forse il liberismo non ha risolto proprio tutti i problemi.
Questa è la ragione principale (a nostro umilissimo avviso) della nuova ondata di risveglio religioso che da anni
pervade il continente: gli
evangelicals. Noi europei li
confondiamo di solito con i
fondamentalisti di destra,
una minoranza rumorosa e
aggressiva, ma pur sempre
una minoranza. Ce ne siamo
resi conto a Pasadena (California), nel più grande seminario evangelical d’America (2.600 studenti, comprese
le sedi distaccate): ragazzi e
ragazze in blue jeans, raccolti
nella grande cappella, ascoltano degli inni smpendi e poi
pregano a mani alzate, come
gli «oranti» delle catacombe.
Poi predica il cappellano del
Seminario: è un nero di 60
anni, amico e collaboratore
di Martin Luther King. Anche
lui dice, come quelli di Riverside, che «Gesù è il Signore»,
ma non chiede solo impegno
sociale: chiede ravvedimento. Possibile che abbia torto?
Il giorno dopo predica una
simpatica ragazza, membro
fedele della Chiesa ortodossa:
ringrazia di cuore gli amici
evangelical ma dice che lei
non diventerà mai protestante: Dio la chiama (dice proprio così) a diventare prete
ortodosso. Sa bene che la via
sarà lunga e difficile, ma
«questa - dice - è la mia vocazione. Fratelli evangelici,
pregate per me». Di nuovo gli
studenti alzano le mani nella
preghiera, qualcuno muove
le labbra con discrezione,
mentre la pace si diffonde sul
suo volto: sta parlando in lingue. Lo Spirito soffia, è inutile negarlo: soffia persino
su di noi, europei incalliti
nel nostro razionalismo che
scambiamo per razionalità.
Ce ne siamo accorti anche
nella Carolina del Nord, dopo
esserci commossi sulle tombe (e durante l’incontro con i
vivi) a Valdese. Certo, siamo
nel Sud nostalgico e conservatore; certo, gli attuali leader della Convenzione battista del Sud sono dei reazionari (chiamarli «fascisti» come fa qualche europeo frettoloso ci pare una definizione
impropria, oltre che un insulto gratuito). Ma l’America è
un paese profondamente segnato dalla rivoluzione liberale del Settecento", e anche i
reazionari devono fare i conti
con la tradizione liberale": nel
più conservatore dei seminari, poi, abbiamo trovato bianchi e neri insieme, e un sacco
di ragazze, anche se i «capi»
dicono loro che potranno fare di tutto nella chiesa, ma
non le pastore.
Noi non siamo liberali,
questo è vero: siamo degli
europei socialisti, sempre
sull’orlo della secolarizzazione. Ma perché allora ci commuovono tanto i pastori del
Baptist Hospital di Winston
Salem, che espongono pacatamente come si deve fare
oggi la cura d’anime ai malatiL e spiegano che l’essenziale è aiutare il malato (e il
sano) a capire che e come
Dio sta guidando la sua vita?
In fondo, ci crediamo anche
ELIO
1(1 «comi
ippon
lusati
y quest
ino insi
con
ì: quel
Bosair
bne
Asiano
BSO '
noi: ma allora perché ne
liamo così poco, con
pudore, con tanta retii
e possibilmente solo da]
pito? Il mistero è presto
lato: questi pastori spo(
zati in medicina e mot
psicologia sono quasi
battisti «del Sud», liben
te membri di una chiq
vorrebbe portarli «a di
ma non ci riesce. Sono
tutto dei cristiani, e poli
gente libera, e nessuno]
attentare a questa libei
di loro c’è anche quali,
che è stato licenziato dai]
damentalisti perché rita
troppo «liberal»: ha subii
cevuto decine di offerte
tre organizzazioni, ha tri
una nuova cattedra, un
vo pulpito.
Gli esempi potrebl
continuare alTinfinito;
merica di oggi è un paesefcere. L
te, duro, conflittuale:i ;arispe
anche un paese pieno di te il prc
denti sinceri, che amano! a tre na^
gnore in un modo fon pera e :
po’ sentimentale, mai la pilas
sempre pronti a agire, a itale se
pegnarsi, a mettere mai (done,
portafoglio. Forse vale la ara pm
na di ricordarcene, qui
leggiamo le brillanti su[
cialità di cui sono costei
le pagine dei giornali itali
(1) Nell’ambito di un
conferenze organizzate
merican Waldensian Societ]^
(2) Da non confondersi!
Cristoccntrismo.
(3) Che non crede nel|j
nità.
(4) Quello delle prove d$|
stenza di Dio.
(5) Mi richiamo qui aii
dizi di Hannah Arendt.
(6) Rimando alla mia
recensione del libro di Ma
L. Salvadori. {Riforma deli
tobre 1997).
(7) Questi concetti sonoi
sti diffusamente neU’articdil
Massimo Aprile sul protó
dell’eutanasia (Riformai."
16 maggio 1997).
marmo
me a u
ità, pur
i attuate
:ondo i
ipo.
[fi mae
ila coi
0 sii
di Can
ire e d
ale (I
Ita Re
-1337
A colloquio con Jane Dempsey
La questione delle donne è un
Douglass, già presidente dell'Alleanza riformata
problema che riguarda tutte le chiese
PIERA ECIDI
JANE Dempsey Douglass,
una elegante signora dal
sorriso dolce, ci accoglie con
il marito, l’economista Gordon Douglass, nella sua bella
casa di Princeton, dove è tornata a insegnare Storia del
cristianesimo dopo la fine del
suo mandato di presidente
della Alleanza riformata
mondiale (Arm) a cui è stata
chiamata dal 1990 al giugno
di quest’anno. È la prima
donna a aver ricoperto il
massimo incarico di questo
organismo, che. rappresenta
oltre 70 milioni di riformati di
tutto il mondo. Le chiedo
quali sono state le idee-guida
con cui ha operato in questi
anni cruciali. «L’Arm - mi dice - aveva davanti alcuni
compiti: innanzitutto aiutare
le chiese di tradizione riformata a mantenere e approfondire i rapporti tra loro.
In secondo luogo, approfondire il dialogo con le altre tradizioni cristiane. Io poi ero
stata molto impegnata sul tema dei diritti umani, e desideravo che l’Arm continuasse
questo impegno. Infine la
causa che molto mi coinvolgeva era quella delle donne
nelle chiese. In tutti questi
compiti c’è stato un impegno
collegiale; avevamo un ottimo esecutivo di 32 membri e
uno staff molto forte, con il
prezioso apporto del segretario generale Opocenskij».
- Quante sono attualmente
le chiese che fanno parte
dell’Arm?
«Nel mio settennio, le chiese membro sono passate da
170 a 211. Molte erano piccole chiese, magari nel mondo
ce ne sono molte di più; per
questo c’è attualmente una
ricerca in corso del centro
"John Knox” a Ginevra, per
cercare di fare una completa
ricognizione. Un problema
fondamentale era riprendere
i rapporti con la Chiesa del
Sud Africa, sospesa nel 1982
per il razzismo, che adesso
ha cominciato a manifestare
il desiderio di tornare nell’Arm. Era necessario vedere
se aveva ottemperato alle
condizioni poste, e cioè 1)
ammettere persone di ogni
razza; 2) aiutare le vittime
dell’apartheid; 3) attuare ufficialmente il ripudio della giustificazione teologica dell’apartheid. Nel 1993 sono
stata in Sud Africa, e la più
bella esperienza è stata di vedere come le chiese nere erano aperte e disposte a perdonare. Allora le chiese nere e
meticce stavano negoziando
una unificazione, e adesso
sono una chiesa unica. Questa primavera sono tornata
ancora in Sud Africa, e molti
passi in avanti erano stati fatti. Abbiamo invitato la Chiesa
riformata bianca all’Assemblea generale senza diritto di
voto, e alla fine ci siamo accordati su una dichiarazione
Giorgio Bouchard e Jane Dempsey Douglass
comune tra chiesa bianca,
nera e meticcia, che poi è stata accettata dall’Assemblea.
Se questa mozione verrà approvata anche dal Sinodo
della Chiesa bianca del Sud
Africa del prossimo anno, potrà rientrare e essere pienamente membro dell’Arm».
- Qual è stata la linea portata avanti nel dialogo ecumenico?
«Nel 1992 si sono riuniti a
Princeton quei riformati che
fanno parte del diversi gruppi
di dialoghi bilaterali, per valutare che cosa si era realizzato negli ultimi 20 anni e quali
dovevano essere i passi successivi. Nel ’96 sono iniziati
gli incontri con le chiese pentecostali; in alcune ci sono
donne pastore, e io spero che
questa questione venga di
scussa. Il prossimo passo sarà
il dialogo multilaterale tra le
varie confessioni cristiane. Io
sono d’accordo sulla proposta di Konrad Raiser che le
varie assemblee confessionali
sfocino in un Concilio».
- E per quanto riguarda il
problema delle donne nelle
chiese?
«Sono convinta che la questione del posto delle donne
nelle chiese non è un problema delle donne, è un problema delle chiese; io sono molto
coinvolta in questo problema,
e ritengo che bisogna promuovere gli studi biblici a tutti i livelli, donne e uomini insieme. Siamo riformati, e
quindi bisogna partire da quel
che dice effettivamente la
Bibbia. Ritengo che la Bibbia
parli di una chiesa inclusiva».
asioi
Idi Ga
fetiter
Énola
to De
äSnserv
lidia d
tafo L
è un ha
Ito Ispi
solo d
de con
0. quai
stroso,
le. De
Ito a N;
- E i giovani?
«Alcune chiese lavot
bene, altre no. L’AsseB
giovanile riformata ès
splendida, e i giovani de
ravano un loro rappreseli
te nell’esecutivo, ma poi
ro candidati non sonoi pr
eletti. Questo ci dispiacei 'senza
to, e dobbiamo trovare rvisj de
soluzione». ite dire
- Le nostre chiese rifon io ma
in Italia sono chiese di w |oa, pe
ranza: c’è un’attenziomì toadizi
ticolare a queste chiese? tonata
«Molte chiese riformat^^ di (
no di minoranza, e noi
mo sempre cercato di
derle nei dialoghi bilate» a pt
per poter discutere i proli“ un
non solo del passato ma'
che del presente. Per qti'
riguarda l’Italia, io ho
grande ammirazione
valdesi, per il loro cora|
per l’impegno nella quest
sociale. Ho ricevuto c]
della dichiarazione
Ghiesa di Palermo coni
violenza, e l’ho manda®'
tre chiese in situazioni '
un
® inter
dubbi
*'UgU!
lo dell
0 Ci
ti da
le dern
te il rie
he so
Olo ic
larter
li, e hanno trovato che et
documento che le aiu*^
Ammiro anche Timp*
ecumenico nella vostra'
sa; ho l’impressione che^
rìati» rr\n aranHp franCH
“ aÌ ì>rob
is»!
riate con grande fruncí Uiifoi
ma anche con amore.
sto è il modo in cui b® ¡
lavorare. Perciò rir
valdesi, e vi ringrazio (
ci "prestato” il pastore
tore Ricciardi, che ha
grosso contributo a tutO
'lo, Ost
Mont
5
5 DICEMBRE 1997
PAG. 5 RIFORMA
Firenze celebra l'anniversario della costruzione della propria cattedrale
Sette secoli per Santa Maria del Fiore
ioni Lo 07o/f/ / grandi artisti che collaborarono al complesso di piazza del Duomo
icais 0 è stato un'opera chiave del passaggio all'epoca e alla cultura rinascimentale
fché n{,
- conti
a reti!
ìolo dal"
prestoj
Ti spei
e moi
quasi
. liberi
i chiei
i «a di
. Sono
. e poii
essuni
1 libei
e quali
iato
±é riti
aa subi
rfferte
i, ha
Ira, un
ELIO BIWAI-DI
«compleanno» si conippone al perdersi delnsato dairinfinito si^ questi mesi, un com' lo insolito, di tutta la
Ine con un’eco internale; quello di Firenze che
osamente ci ricorda
iiano trascorsi ormai
jette secoli dalla fone del suo Duomo di
aria del Fiore,
ma pietra, posta nel
Jia sfidato il tempo ateo vicende storiche e
ità; è sintomatico che si
data sempre maggiore
iria di quegli immortali
itegli artefici di un così
lesso monumento, amie per la singolare tecni)otrebl*truttiva in tutte le stoifinito; l’architettura italiane e
npaest iere. Lo sviluppo deltuale: n a rispecchia sostanziallieno di té il progetto «arnolfiaamanoi atre navate, con le volte
lo fors( pera e i costoloni sostee, mai la pilastri cruciformi. La
agire,! naie severità di questa
3re mai iizione, evidenziata dal! vale li lata purezza delle forme
ne, qui narmonioso insieme,
inti sup ene a una razionale oro coste ità, pur nelle trasformalali iti attuate successivamen
.. , tondo il gusto stilistico
di una °
rapo.
maestri si occuparoìlla costruzione, sia altmo sia all’interno: Ardi Cambio (1245-1302),
e e disegnatore della
ale (prima denomina!taReparata): Giotto
1337), pittore e co
1 Sodetpj
indersi
de nel
Un particolare della facciata di Santa Maria del Fiore
struttore del famoso campanile: Francesco Talenti che lo
completò nel 1367 e il Brunelleschi (1377-1446) che,
con la novità della Scienza
della statica, «voltò» senza armature da terra l’ardita cupola di S. Maria del Fiore. Questa segnò la fine dell’architettura medievale e ispirò la
successiva basilica di San
Pietro in Roma da parte di
Michelangelo, il quale sosteneva, a proposito di Santa
Maria del Fiore, che era diffi
cile imitarla e impossibile superarla. La cupola rappresenta l’idea rinascimentale dell’uomo centro dell’Universo,
in virtù della Ragione.
Leon Battista Alberti (14061472) nel De Pictura dedicato
al Brunelleschi, la definì:
«Structura sì grande, erta sopra i cieli, tanto da choprire
chon sua ombra tutti i popoli
toscani». Attraverso la formulazione della legge della visione, secondo il metodo
prospettico, fu realizzata una
ti sono _
di’articoli
al protti
rma n.l!ll1
A colloquio con Luciano Gannito, battista e coreografo
molte musiche dell'800 napoletano
ccasione delle celebraìdi Gaetano Donizetti
bicentenario della nascita
stimolato la fantasia di
erto De Simone, direttore
Conservatorio San Pietro
riella di Napoli, e il copafo Luciano Gannito
bun battista) a creare un
Irto ispirato non tanto e
e lavoi 5q[q musica del
Assetti ¿g compositore bergaata es q,quanto dal personag/ani dei stroso, poliedrico, pasppreset jjg Donizetti infatti è
ma poi Ito a Napoli per 20 anni,
1 sono! ijJq profondamente la
ispiacei (Senza però riuscire a innovare fyjjj ¿gj tutto (voleva diäre direttore del conserse riff äo ma non vi riuscì). La
’se di Iti jea, per rinverdire una
nzioml ^adizione, è stata comhiesel tonata ai giovani della
formati di composizione del
e noi ab ^f^atorio: si tratta di ben
to di itti il maestro De Si
i bilatel ®ha parzialmente riunigi probi risultato quanto
iato iitti ® interessante e a tratti
Per qtii ®^ubbio stimolante,
io ho®linguaggio musicale e
rione®® tifila danza - spiega
) corag^’tn Gannito - sono intti dalla contaminazio® deriva dal voler consi® il ricco insieme di cul’ite sono transitate, an^lo idealmente, nella
'ärtenopea, lasciandovi
la quest
vuto o|
ione
o con'
andato;
biotti c
) che er
le aiur
l’impj
rastra
ne chetT
una traccia. Ecco quindi le citazioni di Stravinskij, Bartók,
Gershwin che si accompagnano a quelle più numerose
di musica donizettiana dal
Don Pasquale al Roberto Devereux». La canzone Te voglio
bene assaje, attribuita a Donizetti, ma non con certezza,
viene più evocata che citata e
dà il titolo allo spettacolo più
che altro per rammentare il
carattere eclettico del grande
musicista, che non si tira indietro di fronte alla musica
leggera. «Abbiamo voluto
rappresentare - prosegue il
coreografo - il mondo dell’opera nel’800 napoletano,
collocato nel cotesto di una
città che vede contrapposto il
mondo dei salotti, irrigidito
nei suoi riti, e quello popolare, scintillante di vita e fantasia, il tutto visto con gli occhi
di giovani di oggi».
Il balletto ha una sua vicenda che costituisce più che altro un canovaccio su cui innestare musica e danza per
evocare atmosfere e sentimenti. Un compositore del
Nord, in cui si ravvisa Donizetti, si reca a una festa di
Madame Barbaja (Patrizia
Manieri), moglie del potente
impresario realmente vissuto
nell’epoca, viene colpito dalla
grazia e dalla vivacità di Rosina (Ambra Vallo), comme
Pisioterapista diplomato C.T.O.
Esegue
r ,,rhei , J®rapia riabilitativa ortopedica e neurologica
Pi massaggi rilassanti. Specializzato
¿jpi’Obleml vertebrali (scoliosi, lombalgie, cervicalgie)
Sedute a domicilio nelle zone di Roma;
iz'o Ostiense, Carbatella, P.zza Navigatori, Poggio Ameno, Fiera di
store^ '^■Montagnol;
I ha àf
a tutti”
Piramide
Renzo Spanu: tei. 0338/7392585. dalle 14 alle 21
diante popolana, che porta in
scena la strada, con le sue
maschere, metafora dell’imprevisto e dell’imprevedihile.
Rosina sta al gioco ma la padrona di casa non accetta di
essere messa da parte.
La passione e la gelosia,
due elementi chiave dell’opera donizettiana, si scatenano
in un alternarsi di polke, mazurke, valzer, fortemente evocativi dell’atmosfera rarefatta del salotto, contrapposta alla tarantella, ai movimenti aerei rapidi, veloci,
connessi all’idea della strada,
in una scena delimitata in alto da quadri di paesaggio cittadino sospesi dallo scenografo Giovanni Girasi, quasi a
disegnare una Napoli metafisica, lontana dalla usuale immagine oleografica. Madame
Barbaja flirta con Pasqualino
(Ugo Ranieri), fidanzato di
Rosina, complicando la vicenda, finché non arriva il
marito (Stefano Fortuna), che
fa tornare tutto alla normalità: le coppie si ricompongono e il musicista resta solo
con una misteriosa cantante,
metafora della sua musica,
che sarà per lui l’unica fiaccola nel buio della pazzia.
Lo spettacolo nel suo insieme, interpretato dal corpo
di ballo del teatro San Carlo
di Napoli con 65 ballerini, è
gradevole, con qualche caduta di tensione in alcune
scene corali della seconda
parte. La musica, come è
comprensibile con tanti compositori, presenta momenti
assai interessanti e altri piuttosto banali però l’insieme
riesce a rappresentare con ottica originale una vicenda e
un mondo in cui Gaetano
Donizetti è pur sempre un
protagonista. P-f
misura razionale creando
un’architettura «a misura
d’uomo», in cui ogni parte è
armoniosamente coordinata
e proporzionata al tutto.
Soffermandoci ancora sulla
cupola, la cui lanterna fu costruita verso il 1434-38, dobbiamo tenere presente che si
deve a un professore contemporaneo di Scienze delle
costruzioni. Salvatore Di Pasquale dell’Università di Firenze, l’avere individuato il
sistema di edificazione inventato dal Brunelleschi: Di
Pasquale ha dimostrato come la struttura a pianta ottagonale a doppia calotta stia
ritta da sé per «anelli successivi» senza bisogno di armature (impalcature di sostegno). Vanno poi ricordati i recenti restauri delle opere pittoriche nell’intradosso della
cupola, con gli affreschi, poco noti, di Vasari e Zuccari (di
cui si parlò a suo tempo su
Riforma): pitture che sviluppano il tema dominante del
«Giudizio universale» dove,
però, non appare la terribilità
michelangiolesca della Sistina, ma una tradizionale maniera di gusto illustrativo.
Si tratta di valori artistici
che si accomunano a quelli
delle regioni colpite dalla calamità: però, pur nella tristezza della prova, il credente sogna, anzi è in attesa, di
quella città che non sarà più
ideale, ma spiritualmente
reale, dove «non sarà più
morte, né cordoglio, né grida, né dolore, perché le cose
di prima sono passate» (Apocalisse 31).
Nuova serie delle cantate di Bach
La «navigazione»
come metafora della vita
PAOLO FABBRI
Lf OTTAVA serie dell’esecuI zione integrale delle cantate di Bach curata dai Concerti del Quartetto, è iniziata a
Milano, nella chiesa di San
Satiro. Questa serie, secondo
la linea già tracciata, segue un
duplice indirizzo: l’unità tematica e quella cronologica.
Un discorso a sé meritano i
film delle sei Suites per violoncello solo eseguite da Yo Yo
Ma, dialogando con artisti di
altre discipline sotto la guida
di famosi registi e il concerto
di musica elettronica alternato a brani per clavicembalo,
che sarà eseguito al Museo
della Scienza e della tecnica.
Il tema del primo concerto
è stato il «violoncello piccolo», strumento amato da Bach, che aveva a disposizione
solisti particolarmente validi.
L’orchestra è stata l’Ensemhle baroque de Limoges, diretto da Cristophe Coin, che
ha condotto studi particolari
sullo strumento protagonista
e dispone di un magnifico
violoncello a cinque corde
coevo a Bach. La prima cantata eseguita è stata la Bwv 56
(«Porterò volentieri la mia
croce») dell’ottobre 1726. Il
testo di autore ignoto rappresenta la vita come una dura
prova, una navigazione che
approderà alla morte come
porto agognato, che darà riposo e beatitudine alla presenza del Signore: «Là nella
tomba per sempre deporrò
ogni pena, e il mio Salvatore,
di sua mano, asciugherà il
mio pianto».
L’avvio del brano è del basso, che si inserisce in una
complessa polifonia a quattro
Lutto per il dialogo ebraico-cristiano
È morto Pinchas Lapide
«Dei cristiani mi hanno
messo in campo di concentramento, dei cristiani mi
hanno aiutato a fuggirne», diceva Pinchas Lapide. Aveva
conosciuto buoni e cattivi sia
tra gli ebrei, sia tra i cristiani.
E cercava ciò che è buono,
ciò che può aiutare a legare
gli uni agli altri.
Pinchas Lapide era un discepolo dello studioso di religioni e traduttore della Bibbia Martin Buber, che si era
anche dato da fare per rendere la Bibbia ebraica più vicina ai cristiani. Per Pinchas
Lapide questo compito divenne lo scopo della sua vita. Già nella sua tesi di laurea
aveva affrontato il tema:
«L’ebraico nelle chiese». Poi
seguirono oltre quaranta libri che egli scrisse quasi
sempre insieme con sua moglie Ruth, senza la quale non
sarebbe riuscito a fare quel
che fece nella sua vita. Per
questo spesso anche nelle
conferenze usava il «noi»,
non certo come un pluralis
majestatis, ma per includere
sua moglie quando esponeva i risultati di una ricerca.
Molti si sentirono a disagio
quando Lapide disse ai cristiani che dovevano leggere il
Sermone sul Monte con occhi ebrei e quando agli ebrei
disse che il Sermone sul
Monte era un testo di grande
importanza per la loro fede. I
titoli dei suoi libri in proposito sono significativi: «Non è
costui il figlio di Giuseppe?
Gesù nell’ebraismo contemporaneo» (1976) e «Leggere la
Bibbia insieme ad un ebreo»
(1982). Talvolta poi si sedeva
tra gli uni e gli altri. Alcuni
teologi trovarono le sue interpretazioni bibliche poco
precise e troppo estetizzanti.
Per altri era troppo mite, come quando prese le difese di
quelli che non ritenevano
Kurt Waldheim così malvagio. Non solo con i suoi libri,
ma anche come professore e
conferenziere Pinchas Lapide sapeva sostenere il dialogo fra ebrei e cristiani.
Quando ci si occupa della
Bibbia, questo era il suo pensiero, o la si prende alla lettera 0 la si prende sul serio:
«Noi ci siamo decisi per la
seconda via». Fedele a questa
scelta Lapide, che fu definito
un «viaggiatore tra le cose di
Dio», non ha soltanto dato
impulso al dialogo tra l’ebraismo e il cristianesimo,
ma ha anche riportato alla
luce per molti cristiani le radici ebraiche della sua fede,
mostrando che Gesù di Nazareth era ebreo, e che non
può essere compreso al di
fuori della sua ebraicità.
Pinchas Lapide era nato a
Vienna il 28 novembre del
1922. A 15 anni dovette assistere alle umiliazioni inflitte a
suo padre dopo l’«Anschluss»,
l’unione dell’Austria alla Germania, a cominciare dalla costrizione a scopare le strade
con lo spazzolino da denti.
Poi Lapide fu internato in un
lager, ma riuscì a fuggire dopo poche settimane e a raggiungere la Palestina. Prestò
servizio militare nella brigata
ebraica dell’esercito britannico e più tardi nell’esercito
israeliano. Nel 1945 tornò a
Vienna come ufficiale di collegamento. Poi fu nella diplomazia israeliana a Milano indi
addetto stampa del governo
israeliano. Laureatosi a Colonia, viveva dal 1974 a Francoforte, dove è morto alla fine
di ottobre, dopo una lunga
malattia. (Reformierte Presse)
Johann Sebastian Bach
voci ed esalta le difficoltà della vita con una struggente
aria che dipinge il quadro
della croce da portare come
metafora di quelle difficoltà.
Uno splendido recitativo rappresenta la navigazione come
metafora della vita e subito
dopo un fitto dialogo tra il
basso e l’oboe sfrutta il virtuosismo di entrambi. Ancora
un recitativo che si conclude
con un adagio intriso di tensione verso la beatitudine celeste, poi il corale conclusivo
che esplode nell’invocazione
della morte liberatoria, «Vieni, morte, sorella del sonno».
La cantata Bwv 55, «Me pover’uomo, schiavo del peccato», è della stessa epoca e
esprime la profonda consapevolezza del peccato ma anche della grazia che procede
dalla misericordia di Dio. Lo
spunto viene da Matteo 18,
13-35 (parabola del servitore
spietato) oppure da Matteo
15 (parabola dei talenti). C’è
nel testo, di autore ignoto, la
chiara nozione di uno dei
cardini della teologia luterana: la salvezza per grazia. Il
solista, qui un tenore, esprime la consapevolezza angosciosa del peccato collocando il suo canto nel contesto
di un’orchestra guidata dal
flauto traverso e dall’oboe
d’amore verso una tormentata introspezione, che prosegue anche nel recitativo seguente, sfociando nell’invocazione «Abbi pietà di me» e
nel perdono.
Dopo uno scintillante concerto di Telemann, contemporanep di Bach, per viola da
gamba, flauto, fagotto e basso continuo, la cantata Bwv
49 «Io vado cercando con desiderio». Si tratta di un brano
basato su un dialogo simbolico fra Gesù (basso) e l’anima (soprano), secondo uno
schema assai usato in epoca
barocca. La metafora che
regge il tutto è lo sposalizio
tra il Signore e l’anima che
può evolvere nell’unione tra
Gesù e il popolo dei credenti
sulla terra. L’inizio è con una
gaudiosa sinfonia che sostituisce il coro e prepara l’atmosfera di tutto il pezzo esaltando il virtuosismo dell’organo contrapposto agli strumentisti. Il basso cerca la sua
diletta sposa nell’aria successiva, mentre il recitativo poi
sviluppa il dialogo tra i due
innamorati, con una forte
tensione amorosa evidenziata dagli archi. Seguono un vero e proprio duetto tra innamorati e poi un quartetto cameristico con violoncello
piccolo, oboe d’amore, soprano e basso continuo. Intenso il recitativo seguente
del soprano, centrato sul
«Come sono felice». Nel corale che chiude la cantata al soprano è destinata la melodia
di un celebre pezzo di Philip
Nicolai, che fa prevalere il soprano sul basso, inducendo a
pensare a un’identificazione
di ciascun credente con questa voce che diventa metafora della chiesa universale. Eccellente l’esecuzione dell’Ensemble, che ha espresso una
splendida varietà di colori e
tonalità: molto buona anche
l’esecuzione dei solisti.
6
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 5 DICEMBRP i
Un volume a più voci pubblicato dalla Claudiana
Mutazioni della famiglia
L'evoluzione della società viene posta a confronto con le
visioni cattolica e protestante in un approccio interdisciplinare
PAWEL GAJEWSKI
SAREBBE un’affermazione
piuttosto banale ricordare l’importanza della famiglia
e di una continua riflessione
su di essa anche nell’ambito
delle nostre chiese. Sta però
di fatto che nella situazione
italiana la voce dominante in
questo campo è sempre quella della Chiesa cattolica. Lo
nota Giorgio Girardet nel suo
saggio «Critica ed elogio della
famiglia in una prospettiva
biblica» che apre questo libro* che può essere considerato una sorta di tavola rotonda. Una tale soluzione editoriale porta molti vantaggi, particolarmente quello di
riportare sull’argomento una
pluralità di opinioni e di considerarne diversi aspetti. Si
nota subito una linea molto
chiara nella presentazione: la
prima parte, composta da tre
saggi di G. Girardet, E. Bein
Ricco, C. Molari, traccia un’
ampia prospettiva teologica e
storica dell’argomento: la seconda, con due contributi di
tipo sociologico e psicologico
di C. Facchini e di R. Gay
Cialfi, presenta al lettore lo
«status quaestionis» ovvero
uno sguardo sui problemi
della famiglia in Europa e in
Italia. Già in questa impostazione è abbastanza evidente
il modo di affrontare le questioni: partire dalla parola di
Dio per poi confrontarla con
la situazione esistenziale. Il
secondo compito spetta al
lettore stesso: gli autori forniscono gli strumenti necessari, presentano la situazione
per poi lasciare al lettore quel
fondamentale spazio di giudizio critico radicato nella libertà e nella responsabilità.
Nella prima parte del libro,
va segnalata la presenza di
Carlo Molari, una voce cattolica nota e autorevole. Per chi
è però abbastanza al corrente
dei recenti pronunciamenti
del magistero, risulta subito
evidente che Molari dà più
spazio alla sua personale impostazione teologica, soprattutto nel campo della sacramentologia, che alla linea
«ufficiale». L’esposizione di
Molari rischia così di diventare un classico caso di «pars
prò toto» e cioè fornisce una
parte, o meglio un’interpretazione, indubbiamente bella, valida e piuttosto aperta,
che può essere facilmente
identificata con tutto l’insieme della dottrina cattolica
la quale però, purtroppo, è
molto più complessa e spes
NUOVI
VOLTI
PEL LA
FAMIGLIA
TRA LIBERTÀ E
»«SPONSABILITA*
hRísiífu Ü
lííd ffcft ( ¡<1^}
<iii miti
iàirltL Mükiri
so molto meno aperta al dialogo, rispetto alla proposta
contenuta nel libro.
Un invito all’approfondimento è anche lo studio di
Rita Gay Cialfi sui «Modelli
familiari e relazioni interpersonali». L’elenco dei fenomeni affiontati da Gay è più che
esauriente, è ovvio però che
molti di questi argomenti,
specialmente il problema
delle famiglie «ricomposte»,
le relazioni libere ovvero non
certificate, i nuclei omosessuali, sono i classici temi che
richiedono sempre un approccio applicato alle situazioni concrete ed esistenziali,
altrimenti possono facilmente generare conflitti e polemiche che non portano a
nessuna conclusione
Particolarmente da segnalare è, a giudizio di chi scrive,
il saggio di Elena Bein Ricco:
«La famiglia tra modernità e
protestantesimo». Il pregio
principale di questo studio è
la straordinaria chiarezza del
discorso. Il pensiero della Riforma e dei riformatori è presentato molto francamente e
sempre con un preciso riferimento al mondo moderno.
Questa parte del libro insieme al saggio biblico di Girardet costituisce l’elemento
fondamentale per la precisazione del pensiero protestante in merito. È una cosa molto
importante perché qualche
volta si potrebbe avere l’impressione che manchi una
chiara posizione da parte delle chiese protestanti storiche
nelle «grandi discussioni» e
che il cristianesimo in questo
contesto venga troppo spesso
identificato con il cattolicesimo romano e con la voce del
papa che, dal canto suo, non
esita a prendere in proposito
posizioni molto discutibili ma
piuttosto chiare. Perciò è veramente da apprezzare questa iniziativa della Claudiana,
che può diventare un invito
alla discussione e al confronto sia all’interno del protestantesimo italiano che nel
quadro del dialogo interconfessionale e interdisciplinare.
(*) Aa.Vv.: Nuovi volti della famiglia. Tra libertà e responsabilità. A cura di Elena Bein Ricco,
Collana «Nostro Tempo», n. 59,
pp.215.
_J Tradotto un altro libro di meditazioni di Jörg Zink
Per una mistica della vita quotidiana
EMMANUELE PASCHETTO
JÖRG Zink è uno degli autori preferiti dai lettori
evangelici italiani, come dimostra il successo delle sue
opere pubblicate dall’editrice
Claudiana di Torino. Il suo
Come pregare, uscito in italiano nel 1988, è stato infatti
ristampato nel 1995, anno in
cui è apparsa anche una seconda opera dal titolo Una
manciata di speranza. La
stessa Claudiana propone
ora uno degli ultimi libri di
meditazioni di Zink, dal titolo
Cento giorni con Gesù*, uscito nel 1995 a Stoccarda.
Jörg Zink, 75 anni, ha scritto nella sua vita oltre un centinaio di opere che hanno
raggiunto complessivamente
circa 16 milioni di copie, solo
in tedesco. Pastore e teologo
luterano, ha fatto tesoro delle
varie esperienze della giovinezza (la morte prematura
dei genitori, il nazismo, il servizio militare durante la seconda guerra mondiale) impegnandosi a fondo nella maturità, e spesso fu denigrato
per questa sua attività, contro
il riarmo della Germania negli
Anni 50, per l’ecologia, nel
movimento per la pace, contro l’insegnamento della religione a scuola. 11 suo impegno concreto nell’attualità
non gli ha impedito di scavare nell’intimo del cuore e le
sue opere riflettono la sua capacità di tenere uniti con naturalezza questi due aspetti
fondamentali della vita.
In una intervista al Refor
mlertes Forum del novembre
1995 Zink diceva: «Alla nostra
Chiesa evangelica manca una
spiritualità approfondita. La
gente non sa come trasferire
ciò che ascolta la domenica
nella pratica, cioè nel suo stile di vita personale. Io parlo
di mistica... di un tipo semplice di mistica, la mistica nel
quotidiano». La coscienza di
questa carenza e la ricerca di
strumenti per superarla sono
dunque alla base dell’opera
di Zink. Le sue meditazioni ci
parlano di Gesù e del Regno
dei cieli, di amore e libertà,
del dolore e della morte, di
Dio e del futuro, con profonda semplicità, inserendo nella nostra vita fragile e contraddittoria la forza della fede
e la luce della speranza. Con
semplicità: «Quando cammino nel bosco con un bambino cerco di spiegargli quali
forze sono all’opera nella natura, dicendogli che tutto
questo può essere chiamato
Spirito di Dio. Oggi a un bimbo non parlerei subito di un
Padre celeste, perché non sono molto sicuro che i padri
odierni possano esser presi
come esempio. Comincierei
dallo Spirito Santo, percorrendo così in un certo modo
le antiche vie della mistica».
Cento giorni con Gesù ci iuta a riflettere sulla figura di
Cristo e su tutto ciò che si
muove intorno alla sua persona e al suo messaggio partendo da un versetto biblico
o lasciando libero il pensiero
di ricamare su uno spunto,
con la concretezza aderente
alle realtà, con un’estrema
disponibilità e fiducia verso il
creatore: «Donaci delle immagini ponderate e chiare
per comprenderti, o Dio. Entra nella nostra interiorità, in
ogni attimo, con ogni nostro
respiro, per essere presente
in noi, anche se non riusciamo a comprenderti», dice
una delle tante preghiere che
affiorano nel testo.
Cento riflessioni, ciascuna
di due pagine, raccolte in otto capitoli i cui titoli scandiscono un itinerario. Non un
ripiegarsi su se stessi, ma un
alzarsi e camminare sospinti
dal dolce sprone di una serie
di imperativi: Da' una direzione alla tua vita, Cerca il
tuo io interiore. Va’ verso il
tuo prossimo, Segui la via diritta, Parla con Dio, Guarda
verso il futuro.
All’Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche del 1994 si affermò quasi
con prepotenza l’esigenza di
creare e scoprire semplici
strumenti che potessero aiutare i credenti a vivere nella
generazione attuale quella
«pietas» che aveva caratterizzato r«homo evangelicus»
nelle generazioni del passato.
11 libro di Zink si inserisce in
questa ricerca con la sua serena e limpida spiritualità,
con la ricchezza delle sue
suggestioni. Lo raccomandiamo vivamente ai nostri lettori, certi che non ne rimarranno delusi.
Jörg Zink: Cento giorni con
Gesù. Claudiana, Torino, pp 224,
£ 29.000.
Il
libro di Valdo Spini e Fabio Isman sull'esercito
Una nuova concezione delle Forze Armate
ALBERTO CORSAMI
CHE anche l’Italia, come il
resto del mondo occidentale, si trovi di fronte alla necessità di un profondo ripensamento delle finalità delle
proprie forze armate è indubbio: il mutare dello scenario
mondiale, con la fine della
contrapposizione per blocchi
Est-Ovest e anzi con i’ingresso di alcuni paesi dell’Europa
orientale nella Nato, e d’altra
parte l’acuirsi di tensioni e
conflitti locali soprattutto nel
Sud del mondo richiedono
strumenti nuovi e più appropriati: strumenti militari di
rapido spiegamento, ben addestrati, di dimensioni contenute ma di elevata qualificazione anche nell’apparato di
supporto tecnologico. Lo provano le missioni a cui l’Italia
ha concorso, anche fuori dal
territorio nazionale.
Il libro di Valdo Spini e Fabio Isman*, presidente della
Commissione difesa della
Camera il primo, giornalista
del «Messaggero» il secondo,
si inserisce dunque in un dibattito più che mai attuale, e
vi si inserisce prendendo una
posizione favorevole all’esercito di mestiere, che non è
conforme a quella del governo (il ministro Andreatta è
ostile alla completa professionalizzazione e il «Nuovo
modello di difesa» prevederehbe un sistema di forze armate in parte professionali e
in parte di leva; Spini dal
canto suo non condivide
l’ipotesi del governo di un
servizio civile obbligatorio
per tutti coloro che non ven
gano incorporati dalla leva),
ma ha il pregio di basarsi su
un accurato lavoro di indagine e su una grande conoscenza delle soluzioni adottate in altri paesi, esaminate recandosi negli stati europei
come al Pentagono. L’inchiesta di Isman d’altra parte appura, basandosi anche sui
dati forniti dall’insospettabile
Archivio disarmo, che il «sentire» popolare non si riconosce più nell’esercito di leva,
ormai ritenuta perdita di
tempo e ostacolo pratico alla
ricerca di un lavoro stabile
per i giovani.
Si tratta, secondo Spini, di
fare i conti non solo con la
politica mondiale, ma anche
con una mutazione comunque avvenuta nella nostra società: si pensi all’incremento
delle domande di obiezione
di coscienza (neanche 7.000
nel 1982, quasi 48.000 Tanno
scorso): l’abolizione della coscrizione obbligatoria comporterebbe anche il risparmio sulla spesa per gli obiettori. In un domani non troppo lontano, scrive, «stante il
calo demografico, [la crisi] riguarderà l’insufficienza del
numero dei coscritti residuali
rispetto agli obiettori» (il problema che si pone a questo
punto è la scarsa risposta che
finora gli italiani stanno dando in termini di volontari e di
«professionali» per i quali bisognerebbe trovare incentivi). Spini è anche favorevole
all’ingresso delle donne nelle
forze armate, e fa notare che
a questo traguardo l’Italia arriverà per ultima in Europa.
Tutto il lavoro (il docu
mento politico di Spi«
Tanalisi condotta da 2'
anche attraverso intervia
generale Carlo Jean, al 2
logo Giuseppe De Rita)?
molante per il dibattiti,*’
corso, e pone interroga
concreti ai militanti
. . ... P®C||
interrogativi non nuoviT
difficile soluzione: con^
può estrinsecare un’obiwt
ne della coscienza in a?
inazione di professionali»
zione delle forze armatj)
d’altra parte è giusto
servizio civile vadano, fc'
oggi, soprattutto i gi7*
meno penalizzati dallem,
dizioni economichee
glt.2«
mease
p'Edltoi
«garantiti» dalle loro fai
(che sono per ovvimi
quelle con meno probleiJ
bilancio)? |
Resta tuttavia anche tu j
terrogativo per il mondoi,
litico nel suo complesso:| ^
ché il «Nuovo modello 4
fesa», redatto ai tempi,
ministro Rognoni (199|
stato fin qui oggetto di«
vegni (come «Il nuovo«
cetto di difesa e la condiàj .
militare», Roma, setteml
1994, i cui atti sono pub#
ti dalla «Rivista militam,
6/94), di interventi autori
(cfr. Carlo Jean, L'usoì '
forza, Laterza, 1996), dipi
vedimenti su materie spet |’
che (come la recente app \
vazione della riforma c'
tici militari) ma nondiii|
discussione generale ni
sedi competenti, di froi
all’opinione pubblica?
(*) Valdo Spini-FabioIsi
Naia? No grazie. Milano,
ni&Castoldi, 1997, pp.2i!,ÌH'
20.0000.
Pubblicati gli atti di un interessante convegno del 1®
Arte e teologia, un dialogo possibile
SERGIO N. TURTULICI
Ricordo una letteratura
aspramente polemica di
qualche anno fa alla redazione de La luce. Il giornale aveva pubblicato un’immagine
di Cristo crocifisso, il volto
segnato dalla tortura e dalla
sofferenza. La reprimenda
del lettore rammentava alla
redazione che teologia e fede
protestante rifuggono dalle
immagini di Dio, di Cristo,
quelle della croce come quelle della gloria. La teologia basata sulla rivelazione di Dio
condanna gli idoli, sospetta
di idolatria la rappresentazione del divino. Se la fede cattolica privilegia Testetica,
quella protestante privilegia
l’etica, si dice. Ma arte, estetica, rappresentazione simbolica nel linguaggio e nella comunicazione di fede, nella liturgia sono sempre e comunque idolatria? Non è affatto
così scontato e oggi se ne discute. Se ne è discusso a Roma, nell’incontro biennale di
teologia protestante dei paesi
latini, settembre 1995.
La Facoltà valdese ha mandato ora a stampa un libro di
110 pagine con le relazioni
del convegno*. Jérôme Cottin, nel suo intervento, ha rimarcato che non sono le immagini a essere condannate
dalla teologia della rivelazione e della croce, ma gli idoli,
cioè tutte le rappresentazioni
di Dio che si basano sul successo, sul merito, sulla forza,
sulla ricchezza. La teologia
della croce può essere invece
teologia dell’immagine, fondamento di un’estetica riferita a Dio. Può esserlo se, a partire da questo Dio che non si
colloca nelTinvisibilità dell’idea ma nelle cose visibili,
l’immagine è espressione della corporeità e del sensibile in
contrapposizione alle verità
metafisiche, sperimentazione
dell’autenticità umana, situa
ta eticamente. Nella sensibilità attuale l’arte tende a essere «non più bella» ma «vera»,
può chiamare in causa le fratture e il dolore esistenziali, le
relazioni tra Dio e l’umano,
l’impegno etico e militante.
Göttin fa degli esempi, richiama fra gli altri il fondo sorprendentemente cristiano di
un’espressione d’arte come il
cinema italiano neorealista,
un film come La strada di Fellini, «parabola cristiana sul
rapporto di Dio e la sua creazione», la lettera a Fellini di
una donna: «Mio marito mi
trattava come Gelsomina.
Siamo andati a vedere insieme La strada, ha pianto e mi
ha chiesto perdono».
Paolo Ricca, replicando a
Göttin, si chiede se sia proprio necessario collegare così.
strettamente l’arte e la croce,
la croce e la bellezza e osserva
che nella relazione di Göttin
non v’è menzione dello Spirito Santo che pure, gli sembra,
dovrebbe svolgere un ruolo
importante in un saggio di
estetica teologica. Richiamando Matteo 6, 28 («i gigli
della campagna») e Agostino,
Ricca concorda che la bellezza e l’arte in tutte le sue espressioni sono un dono di
Dio, regalo gratuito e misterioso che accompagna la nostra vita, può alleviare la nostra anima, calmarla e anche
stupirla e interrogarla. L’arte
ricrea il mondo e lo trasfigura. In questo senso è sorella
alla teologia.
Nel suo denso contributo,
Eric Fuchs riflette sulle opportunità e affinità di approccio che la ricerca teologica
vede aperte dal modo di essere dell’arte contemporanea, e
cita Adorno: «La missione attuale dell’arte è introdurre il
caos nell’ordine» e «L’arte è la
magia liberata dalla menzogna di essere vera». L’arte di
oggi (Fuchs propone Marcel
Duchamp come artista em
■ Noa
‘ria 10
: finiti
blematico) contesta l'orifcjtempi
stabilito, si assume essa* [f pratic
sa il ruolo iconoclasta difi feveva
turnare le immagini, inttoi Ivo da
ce nell’ordine il caos peri
struggere l’idolatria dell'li
mutato. Fuchs, docente!
Etica all’Università diCi
vra, sottolinea le impila
talora utilitaristiche, mei
tifi di una produzione
ca libera da ogni propensi
a rappresentare il realee
ogni pretesa metafisica. B
la teologia deve lasciarsÜ
terpellare dalTevoluzi*
dell’arte moderna e conti 5
poranea nella quale puòf ! ® '
cepire l’evoluzione delh^ ¡ P
sa coscienza del nostro te | ^
po, con le sue domande i ™
propria solitudine e sulp' 'pistra
prio difficile rapportoj
l’Essere: «La situazione^ stanzi
arte contemporanea, sw {tanno
tra il rifiuto della pretej^ t“®terr
dire il vero e la necessità® t ti, obi
schiare questo dire, coi’ (direzi
sponde al modo stesso set* | cati d
do il quale la teologia p® |Talutc
deve funzionare oggi». T
Gli interventi di Bisc^ t^one
Prigent, De la Brosse riii^ (torio
no su arte e teologia in* (jità j
periodi per i quali Romaici s
testimonianze importä®.,
quello dell’arte paleo
na, catacombale, quei'fjltji jqc
barocco. Neipp ha sottol» .
toTimportanzadadareaJiy
te nella pratica delle etn^j
Reymond Timportanz¿
arte nei percorsi forni*® |i:
SU
delle facoltà di Teologia.
(*) Autori vari: Arte e tenj^ ì del T;
Torino, Claudiana, Collana^ .i
Facoltà valdese di teologi’ r ..
pp. 110, £24.000.
alle r
^ Í ferali
ij «C’è
Notizie evangeli*^"^ "e
agenzia stampa
abbonamento annuo L.
da versare sul ccp 82'
intestato a Nev - Ro’’’®
t ze pre
Ipercei
>riiici e
i fermi
Massi
bre è
cordo
sinda
ziend
Î]
zioni
/ buna
\ éonli
i Iato t
tori. 1
ptoas
¡;%io
7
>ate r
Spin,
^ Ism,
ntervist,,
spedizione in a.p. 45%
jrt.2comnna 20/B legge 662/96 - Filiale diTorino
le caso di mancato recapito si prega restituire
il mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
[,'Edltore si impegna a corrispondere il diritto di resa.
Fondato nel 1848
m,ali
iOcii
■Rita) è.
‘battitoi
‘b Pac||
nuovi (,
le: con,,
un’ ■
1 inuiiaj
’Sionali;^
armate)
usto ■
ano,
iche 6|
>ro fani|
vvi mo|
arobleiDii
ache unii
mondoji
plesso: n
dello
tempii
ai (1991
■tto dica
lUOVOffli
condiàti
setteulj
0 pubbli
lilitarei
1 autore
L’uso (t
'6), dipi
3rie spec
inte ap
ma dei»
aon dia
graie ai
, di
lica?
i frai
*ABI0 I»
ilano, Si
, pp.2il
QUARTO FESTIVAL DEI MESTIERI DI MONTAGNA — Dal 3 al 6 dicembre si svolge a Martigny (Svizzera) il 4° Festival dei mestieri di montagna. Ospitato nel ’95
a Pinerolo, nel ’98 sarà nuovamente a Chambery dove fu
l’anno scorso e all’esordio nel ’94. Saranno quattro giornate
intense, fra stand e dibattiti: una esposizione di circa 1.400
metri offrirà a più di cento mestieri di presentarsi, ai giovani
e alle persone in cerca di lavoro in genere, di approfondire
informazioni sui mestieri possibili in montagna. Formazione e prospettive di lavoro, telelavoro, nuovi impieghi nel
settore turistico, produzione e commercializzazione, mondializzazione dell’economia: saranno questi alcuni dei temi
affrontati durante la kermesse della prossima settimana.
D:
< A
A
VENERDÌ 5 DICEMBRE 1997 ANNO 133 - N. 46 LIRE 2000
Scuola in fermento, scuola
in movimento. Non è
chiaro quale sarà la scuola del
futuro, quello che è certo invece è, leggendo in questi
giorni le notizie sulle manifestazioni di studenti e insegnanti, tenendo conto delle
assemblee sindacali promosse
recentemente in molte scuole
del nostro territorio, che mai
come in questi ultimi mesi
l’immobilismo che per anni
ha incatenato banchi e lavagne si sia finalmente incrinato. Anche da parte delle nostre
chiese l’attenzione al mondo
scolastico è aumentata: tutti
noi abbiamo avuto modo di
ascoltare direttamente o di
leggere buona parte delle conclusioni a cui è arrivato il dibattito sulla scuola, al centro
UN INTERESSE CRESCENTE
QUALE SCUOLA?
CARMELINA MAURIZIO
dell’attenzione durante lo
scorso Sinodo. Sono molte e
difficili da considerare in questo spazio le spiegazioni storiche e politiche che stanno dietro a questo aumento di interesse nei confronti della scuola; quali che siano si può però
forse essere ottimisti: che il
dibattito infatti abbia avuto
origine sulla diatriba scuola
pubblica-scuola privata, che si
parli e si sia parlato di autono
mia, sembra comunque che
sia ormai opinione comune il
fatto che la questione scuola
sia riconosciuta come fattore
strategicamente essenziale per
lo sviluppo non solo economico, ma per l’assetto civile del
nostro tempo.
Molti con il mondo della
scuola hanno rapporti sporadici e temporali, limitati magari all’epoca in cui la si frequentava da studenti, o agli
ita fori
e essa
istadi
ni, into
aos per
'ia def
Jocentei
¡Ausi in Piemonte
Annullate
le nomine
Idei direttori
»
Novità nell’azienda sanitaria 10 di Pinerolo. «Sono definitivamente tramontati i
tempi in cui i dirigenti erano
''praticamente inamovibili, non
lavavano alcun preciso obietti[fvo da raggiungere né scadenze prefissate e nonostante ciò
Kpercepivano incentivi econo
ÍCìnici erogati a pioggia» ha affermato il direttore, dottor
r m Massa. Lo scorso 19 novem^ stato raggiunto un aconeart» Scordo con le organizzazioni
pindacali della dirigenza a1 reale]|^ : ziendale (medica, tecnica,
¡ amministrativa) che ha molto
^^oluziol innovativo, almeno per il
e conti i sanitario. L’accordo
le puòp Riguarderà all’incirca 40 re> della® Rponsabili di servizi, 200 meÌostrot# Mici c 30 fra biologi, psicolonande# |.gi> farmacisti, dirigenti ammi; e sulp' ?.aistrativi. Gli incentivi ecoiportot' ) nomici (in tutto sono stati
LzioneÌ ^(stanziati circa 9 miliardi) verlea, sti^ (tanno corrisposti a fronte di
pretesi' 'determinati obiettivi raggiun:essitài^ rtl, obiettivi concordati con la
lire, coll (direzione aziendale e verifiessosei^ |cati da un apposito nucleo di
ogiap® M^lutazione.
L’AusI punta alla certificajZione Iso 9000 per il labora^‘torio di analisi, alla possibili di accesso agli esami al
iR^i^uto, dalla riduzione dei
ijti tempi di attesa delle refertaìteoc ^ aH’aumento di almeno
|il 10% delle prestazioni am|bulatoriali a Medicina generale e all’aumento di prestaci 2ioni a Radiologia del 20% a
i Oculistica del 50%. Ma intani te su tutta la sanità piemontei te si è abbattuta la sentenza
: del Tar che ha dato ragione a
filanti fecero ricorso rispetto
, ®'te nomine dei direttori generali da parte della Regione.
*0’è un difetto di motivazio¡ ne nelle scelte» ha detto il tri/ banale amministrativo che
I con la sua decisione ha annul,lf p lato tutte le nomine dei diretf teri. La Regione ha presentaI te a sua volta ricorso al Conc: *‘g>io di Stato.
F
'gl». , t
li Bisco"' í¡'
sse
)gia in
quello j
sottoliJJ
dare al’]
Ile chif
tanzaj
forma'“
ilogia
e e tedi
^ollanix
ologia.'^
Ricorre domenica 7 dicembre la tradizionale «Giornata dei predicatori locali»
La predicazione coinvolge tutta la comunità
PIERVALDO ROSTAN
In tutte le chiese riformate
del mondo il ruolo del predicatore locale è riconosciuto
e apprezzato; domenica 7 dicembre anche le chiese evangeliche italiane (sono un centinaio le persone che svolgono
questo ministero particolare
dopo un periodo di formazione specifica) ne ricorderanno
l’importanza in quella che
viene normalmente definita la
«Giornata dei predicatori locali». «La Riforma ha in qualche modo restituito al popolo,
dunque a tutti quanti, il ruolo
della predicazione della parola - puntualizza il pastore
Gianni Genre, membro della
Tavola valdese siamo tutti
predicatori nelle comunità in
cui siamo chiamati ad operare. Se pensiamo alla vicenda
valdese la cosa è ancora più
importante; la prima traccia
di un processo a un valdese in
realtà è un processo a una
donna che a Pinerolo è stata
arsa sul rogo nella piazzetta
San Domenico nel 1310: questa donna era una predicatrice e fu condannata perché
predicava». Una donna che
Il culto all’Assemblea dei predicatori locali del 1997 a Santa Severa
predicava: era quella una situazione quasi «rivoluzionaria»; ma anche oggi molti dei
predicatori locali sono donne.
Oggi alle Valli il numero
dei predicatori è assai ridotto;
c’è chi parla di crisi di vocazioni o chi più semplicemente
parte da una considerazione:
la presenza per ognuna delle
chiese locali di almeno un pastore di fatto stimola poco alla
formazione di laici impegnati
nella predicazione. «Le comunità delle Valli sono troppo
“pastore-dipendenti” - dice
ancora Gianni Genre forse i
pastori stessi dovrebbero fare
un passo indietro spingendo
fratelli e sorelle al servizio
della predicazione. Oggi in
Italia vi sono alcune comunità
che .sono totalmente affidate,
per la cura pastorale, a dei
predicatori locali con ottimi
risultati». Caso «anomalo»
nella valli valdesi è quello di
Chiotti-Villasecca, dove da
anni presta il suo servizio
Claudio Tron, per l’appunto
predicatore locale: «La situazione delle Valli può essere
vista sotto un punto di vista
negativo, purtroppo - afferma
Tron il predicatore locale
continua ad essere visto, malgrado tutto, come un “tappabuchi” del pastore quando
egli è assente. Siccome alle
Valli la situazione pastorale è
buona questo finisce per non
costituire stimolo a nuove vocazioni. Talvolta si è cercato
anche di avviare un vero e
proprio corso di formazione,
penso in particolare al terzo
circuito, ma pur avendo inizialmente tre o quattro iscritti, col tempo il numero si è ridotto fino alia sospensione
del corso stesso».
I predicatori locali vengono
comunque inseriti nei normali
turni di predicazione coordinati dagli incontri pastorali
dei vari circuiti; in vai Pellice
una delle poche predicatrici è
Valeria Fusetti, che spiega:
«Non credo si possa parlare
di delega al pastore per la
predicazione e la catechesi;
mi pare di poter dire che nel
mondo delle chiese riformate
c ’è una forte tradizione che si
affida per la predicazione cd
pastore. Anche negli Stati
Uniti, se un pastore manca
per qualche ragione, viene sostituito da un altro pastore».
Il nome dell’inglese Edward Whymper
(1840-1911) è legato soprattutto alla
prima salita del Cervino (1865). Incisore
di professione, Whymper lavorava nel
campo dell’illustrazione di libri e si avvicinò all’alpinismo per caso, in seguito alla commissione di alcuni schizzi delle
principali vette alpine. In occasione di un
suo soggiorno in Delfinato l’alpinista
venne in contatto con un frammento di
storia valdese. Salendo verso il Pelvoux,
poco sopra il villaggio di Ailefroide, la
vista della «Grotta dei valdesi» gli fa
scrivere nel suo libro*; «Lo scenario era
adatto al diabolico delitto perpetrato in
quei luoghi circa quattrocento anni prima: l’uccisione dei valdesi della Val
Louise nella grotta che ora era visibile,
nonostante fosse molto più in alto delle
nostre teste. La loro storia è veramente
triste. Pacifici e industriosi, per più di tre
secoli essi avevano tranquillamente abitato queste valli appartate, in serafico
isolamento.)...] Nell’anno 1488 Alberto
IL FILO DEI GIORNI
LA «GROTTA»
MARCO FRASCHIA
Cattaneo, arcidiacono di Cremona e legato di papa Innocenzo Vili, anticipò la
barbarie che in seguito avrebbe provocato l’indignazione di Milton e 1 timori di
Cromwell ma, respinto ogni volta dai
valdesi del Piemonte, lasciò la zona e valicò il Montgenèvre per attaccare le valli
dei valdesi in Dauphiné, più deboli e
scarsamente popolate. Alla testa di un
esercito che si dice fosse composto da
vagabondi, ladri e assassini [...] e affiancato da truppe regolari, Cattaneo discese
nella valle della Durance. Gli abitanti
della Val Louise fuggirono di fronte ai
nemici, dieci volte superiori a loro nel
numero, e si rifugiarono nella grotta, dove avevano accumulato scorte sufficienti
per due anni. Ma l’intolleranza è piena di
zelo e meticolosità: il loro nascondiglio
venne scoperto. Cattaneo aveva un capitano la cui personalità trovava riunite
l’ingegnosità di un Erode e la crudeltà di
un Pelissier, il quale calò con l'aiuto di
corde i suoi uomini fino all’entrata della
caverna, dove questi appiccarono il fuoco a rami d’albero ammucchiati, soffocando la maggior parte di coloro che si
trovavano all’interno; i sopravvissuti
vennero trucidati. I valdesi furono inesorabilmente sterminati, senza alcuna distinzione di età o sesso. Si dice che più
di tremila persone siano morte in questo
spaventoso massacro; una storia di trecentocinquant’anni fu stroncata in un sol
colpo, e la valle ne rimase completamente spopolata».
(*) E. Whymper: La salita del Cervino, a
cura di Anna Balbiano d’Aramengo. Torino,
Cda, 1996, pp.43-44.
anni in cui vi sono andati i
propri figli. D’altra parte le
riforme mancate o quelle approvate ma non sostenute da
risorse adeguate, hanno nel
tempo appannato l’immagine
collettiva della scuola, malgrado l’impegno e la professionalità che comunque nel
tempo non sono mai mancate. Oggi la nuova attenzione
al sistema scolastico è già un
traguardo importante, ed è,
nonostante il futuro incerto
per insegnanti, personale,
studenti e famiglie coinvolte,
un’occasione per tutti per ricordarsi quanto ribadisce la
Costituzione stessa a proposito dell’istruzione, in quanto
strumento di elevazione umana, di libertà e uguaglianza
per i cittadini.
Val Germanasca
La «Gianna»
aperta
al pubblico
Nella prossima primavera si
aprirà al pubblico il patrimonio minerario della Gianna in
vai Germanasca; in vista di tale appuntamento, la scorsa
settimana il Consiglio della
Comunità montana valli Chisone e Germanasca ha dato il
via alla società a responsabilità limitata per la gestione
dell’iniziativa. Lo statuto prevede l’adesione di enti pubblici e di privati; la Comunità
montana verserà 200 milioni
mentre la quota di partecipazione è fissata in 1.000 lire: la
società dovrebbe in qualche
modo raccogliere e valorizzare tutte le iniziative turistiche
della zona. La discussione
consiliare si è soffermata sul
numero dei membri del Consiglio (nove), sui rapporti fra
enti pubblici e privati (da evitare che questi ultimi prevalgano sui primi) e sul nome
della società; alla fine è stato
deciso di ricorrere a un nome
locale, di facile comprensione: «La tuna».
Un secondo argomento ha
impegnato il Consiglio: il piano di protezione civile. Dati,
mappe e indicazioni piuttosto
consistenti sono stati messi insieme a costituire un elemento
di utilità in caso di catastrofe:
si va dalla segnalazione dei
gruppi antincendio alla collocazione dei presidi sanitari,
dall’indicazione dei siti franosi ai punti a rischio per valanghe. Inoltre tutto il Pinerolese
è classificato come zona a rischio sismico. Il Consiglio ha
poi determinato di aumentare
la quota procapite da versare,
da parte di ciascun Comune,
per i servizi socio-assistenziali: si passerà a 24.000 nel
1998 e a 32.000 nel 1999. In
ultimo è stato discusso il regolamento suH’ordinamento
dei servizi e degli uffici e sul
diritto di accesso alle informazioni e alla documentazione in
possesso degli uffici della Comunità montana.
8
PAG. Il
PREOCCUPAZIONE PER LA FERROVIA — Al momento
di esaminare la bozza del nuovo piano dei trasporti regionale, il coordinamento pendolari si è accorto che le richieste
avanzate nei mesi scorsi mediante petizioni firmate da 5.200
cittadini (raddoppio della Torino-Pinerolo e stazione passante di Pinerolo) non sono state considerate. «Ci sono proposte
nuove per altre linee - dice Rodolfo Duo del coordinamento
pendolari - e per la nostra nulla». Comunità montane e Comune di Pinerolo si sono mossi ottenendo un’audizione in
Regione ma senza grosse concessioni. Sembra invece che
possa essere affrontato, eliminando finalmente le sovrapposizioni, il problema del parallelismo con l’autobus, lasciando il tratto Pinerolo-Torino al solo vettore ferroviario.
LA PROVINCIA PRESENTA IL BILANCIO — La giunta
della Provincia di Torino presenterà la prossima settimana
il bilancio di previsione 1998 presso le sedi dei quattro circondari. La previsione, indicata anche in Euro in vista della
moneta unica, indica un bilancio di 493 miliardi; fra i settori di maggiore intervento la viabilità (39 miliardi) e l’edilizia scolastica (24 miliardi). A Pinerolo la giunta arriverà
giovedì 4, alle 17,30, nella sala consiliare del municipio.
6353 MILIONI PER IL POLO DI SVILUPPO DI PINERO
LO — La Regione Piemonte ha suddiviso fra i vari progetti
presentati i fondi europei a favore degli insediamenti produttivi. Si tratta di 213 miliardi a sostegno di parchi tecnologici,
aree attrezzate, recupero di siti degradati, poli industriali;
per quanto riguarda il polo integrato di sviluppo di Pinerolo
sono stati assegnati dalla Regione 6 miliardi e 353 milioni.
Bisognerà ora valutare quale interesse c’è, da parte dell’imprenditoria, a collocare nuovi insediamenti nel Pinerolese.
DUO MUSICALE ALL’UNITRE — Il duo Walter Turicchi
(violoncello) e Stefania Salvai (pianoforte), dotato di grande
talento interpretativo e molto affiatato, con perfetto equilibrio sonoro ha regalato all’Unitrè di Torre Pellice un bel pomeriggio musicale lo scorso 20 novembre. Il brano, pensoso
e mesto «Elegia» di Fauré, ha preceduto la sonata in La
maggiore di Boccherini, virtuoso egli stesso di violoncello, e
la sonata op. 69 di Beethoven, drammatica e luminosa. Due
bis hanno premiato gli applausi sinceri e calorosi e il desiderio di sentire ancora questi brillanti e validissimi esecutori.
E Ecx) Delle ^lli
VENERDÌ 5 DICEMBRE
DALLA SVEZIA A TORRE — Un gmppo di giovani svedesi
sarà a Torre Pellice la prossima settimana su invito del Collegio valdese; giovedì 11, in mattinata, offriranno un saggio
di canti natalizi svedesi alle scuole della zona al cinema
Trento; verrà anche proiettato un video sulla Svezia. A fare
gli onori di casa sarà il console di Svezia, Sergio Eynard.
CORSO DI AGRICOLTURA BIOLOGICA — La Comunità montana vai Pellice organizza, grazie a un finanziamento del fondo sociale europeo, un corso di agricoltura
biologica della durata di 160 ore, completamente gratuito
che si svolgerà fra dicembre ’97 e giugno ’98. Verrà data
particolare attenzione ai settori orticoltura, frutticoltura,
zootecnia. Le iscrizioni si ricevono presso gli uffici tecnici
della Comunità montana in via Caduti per la Libertà a Torre Pellice entro il 12 dicembre; è necessario presentarsi
muniti di iscrizione alla Camera di commercio.
CRISI ALLA COMUNITÀ MONTANA PEDEMONTANA
— Alla Comunità montana pedemontana del Pinerolese è il
momento degli incontri informali e della riflessione dopo la
crisi apertasi in Consiglio la settimana scorsa con la presentazione di due documenti di sfiducia da parte dei Comuni di
Frossasco e Cantalupa a cui hanno fatto seguito le dimissioni dell’intera giunta. Martedì 25 novembre in Comunità si è
tenuto un incontro in cui sono emersi sostanzialmente due
schieramenti, da una parte i favorevoli a procedere all’avvicendamento previsto dagli accordi del ’95, con la nomina di
Luca Veltri presidente della Comunità, e dall’altra chi chiede una verifica, un chiarimento interno, una discussione su
quanto accaduto. Su questa posizione si schiera il Comune
di San Secondo che si è occupato di questo argomento anche
nel suo Consiglio comunale di venerdì 28 novembre. La soluzione non sembra dietro l’angolo e intanto continuano gli
incontri informali per cercare di trovare una soluzione.
AUMENTI TELEFONICI — Con il 3 dicembre sono scattati
aumenti non indifferenti per la bolletta telefonica. La nuova
normativa istituisce infatti la tariffa urbana a tempo (Tut)
anche a quelle zone che ne sono finora state escuse, come
tutto il Pinerolese. Questo significa che lo «scatto» di 200 lire non vale più a tempo indeterminato ma solo per una conversazione di meno di 4 minuti: di lì in poi ci sarà uno scatto
ogni altri quasi 4 minuti, cioè ogni 220 secondi (400 notturne e festivi). II costo dello .scatto sarà di 50 lire per i primi
100 scatti al bimestre (circa 1,5 al giorno), di 366 lire per i
successivi 120 scatti e, infine, di 127 per tutti gli altri. In altre parole «sforando» di un solo scatto per tre telefonate al
giorno (parlando cioè 5 minuti) si dovrebbe avere in bolletta
un aumento di 13.000 lire che diventerebbero circa 34.000
nel caso di 12 minuti chiacchierati in più. Per quanto riguarda un uso continuativo dell’apparecchio il costo, .sempre per
le telefonate «urbane» cioè quelle senza prefisso, dovrebbe
aggirarsi sulle 100 lire/minuto. Iva compresa. (s.a.h.)
Luserna San Giovanni e Colonia Vaidense in Uruguay hanno antenati comuni
Gemellati per cercare le proprie radici
FEDERICA TOURN
(dalla nostra inviata)
Con 30° all’ombra e sotto
un sole caldo di novembre, davvero anomalo per chi
vive in Europa, si è sancito il
gemellaggio tra Luserna San
Giovanni e Colonia Vaidense
in Uruguay: venerdì 28 un
lungo corteo composto da tutti i gruppi e le associazioni di
Colonia ha guidato la delegazione di Luserna davanti alla
sede della «Junta locai» (il
municipio) per i festeggiamenti dell’«hermanamiento».
Intorno al tavolo delle autorità c’erano il presidente della
Junta locai, Elvio Cougn, il
sindaco di Luserna, Piergiorgio Ohibò, l’Intendente del
dipartimento che comprende
Colonia, Carlos Moreira, oltre al consigliere regionale
Bellion, a quello provinciale
Colomba, al vicesindaco di
Luserna San Giovanni, Vignola, e agli assessori Delladonna e Merlo. Alla cerimonia hanno preso la parola anche l’ambasciatore italiano in
Uruguay, Egone Ratzeberger,
e il console. Cavalieri, che
hanno voluto sottolineare con
la loro presenza l’importanza
di questo gemellaggio. «Nel
nostro paese non si fanno gemellaggi - ha detto a questo
proposito il pastore di Vaidense, Hugo Gönnet - perché
non fanno parte della nostra
cultura: la lingua diversa e la
lontananza con l’Europa appaiono alla gente difficoltà
molto grandi. In questo caso
però la presenza di una forte
tradizione italiana in Uruguay
ha reso più facili i contatti e
questo gemellaggio voluto
proprio per il bisogno di cercare le proprie radici».
Le aspettative infatti sono
molte: il desiderio comune
La sala unionista a Colonia Vaidense
(foto C. Pasquet)
espresso dai rappresentanti
dei due paesi è stato quello di
andare oltre le formalità e di
cercare di costruire un percorso comune partendo ovviamente dalle origini comuni.
Infatti, come è noto. Colonia
Vaidense è stata la meta di
diverse emigrazioni, dal 1856
al 1951, e oggi circa l’80%
dei cittadini è valdese. C’è
dunque un legame molto sentito con le valli valdesi; sulla
base della comune fede religiosa in questi ultimi anni Livio Gobello per parte italiana
e Walter Charbonnier per
parte uruguaiana hanno portato avanti i contatti tra le due
comunità.
L’accoglienza della popolazione al gruppo di cittadini
lusemesi è stata calorosa; gli
italiani, ospitati nelle famiglie, sono stati trattati con affetto. E apparso chiaro che i
discendenti di quei primi coloni dalle Valli nonostante
siano pienamente integrati
nella nuova realtà locale, tanto che quasi nessuno parla
più l’italiano, hanno ancora
un interesse vivo per la terra
di origine.
Siamo stati ricevuti con en
tusiasmo anche a Dolores,
dove abbiamo pranzato nella
sede della società XX Settembre, fondata nel 1888.
Dolores, una cittadina di circa 17.000 abitanti situata nel
dipartimento di Soriano, a
nord-ovest di Colonia Vaidense, è nota come centro del
grano dell’Uruguay; «Qui si
concentra il maggior numero
di aziende e cooperative che
raccolgono e macinano il grano del paese - racconta il presidente della società italiana,
Enrique Armand Ugon -; sono stati costruiti anche dei silos sotterranei, oltre al mulino
di San Salvador, funzionante
dal 1889». Nel cortile della
società è stata fondata, nel
1980, una scuola italiana che
ospita oltre 100 alunni, figli e
nipoti degli immigrati piemontesi venuti in Sud America a coltivare pesche e vigne,
0 a fare i calzolai e i sarti. Tra
1 partecipanti al pranzo conosciamo' anche Mario Favout,
emigrato da Luserna e fratello del partigiano Poluccio.
Sono molti anche i giovani
e i bambini: a Dolores in ottobre c’è la festa della primavera e 50.000 persone si
A colloquio con la presidente, Franca Coïsson
Convenzione Ciov con il «118»
Il 18 novembre è stata firmata la convenzione tra la
Ciov e il Servizio di emergenza sanitaria 118, a completamento del protocollo
d’intesa firmato alcuni mesi
or sono con l’Ausl 10. «Con
questo accordo - dice la presidente della Ciov, Franca
Coisson - gli ospedali valdesi
di Torre Pellice e Pomaretto
sono inseriti nella rete dell’emergenza e possono ufficialmente accogliere i pazienti che hanno bisogno di risposte nell’area della medicina;
sono esclusi i casi traumatologici e di chiara pertinenza
chirurgica o di particolare
gravità che verranno inviati al
Dea di Pinerolo.
La Ciov di converso deve
fornire alla centrale operativa
del 118 un suo infermiere
professionale di chiara competenza, che rimarrà economicamente a suo carico e diventerà il collegamento operativo tra 118 e territorio. Saranno pure attuati corsi di formazione per gli infermieri
collocati al pronto soccorso
nelle due sedi di Torre Pellice
e Pomaretto in collaborazione
con il Dea di Pinerolo». Fra
le novità dagli ospedali va
segnalata anche la ripresa del
culto evangelico all’ospedale
di Torre Pellice la cui soppressione, legata essenzialmente a motivi logistici, aveva suscitato qualche malumore: «Giovedì 6 novembre
- annuncia soddisfatta la presidente della Ciov - è ripreso
regolarmente il culto; l’assemblea del primo circuito
svoltasi in ottobre a Rorà
aveva deciso di affidarne il
compito ai pastori che con le
comunità del circuito si alterneranno ogni giovedì alle
16,30 nella sala al primo piano. Chiunque vi può partecipare, contribuendo così a
rendere più intesa la solidarietà verso chi soffre».
A proposito di solidarietà
va infine segnalato che la
Ciov (con un aiuto diretto di
2 milioni di lire) e soprattutto
i colleghi di lavoro di Nando
Busin, centralinista all’ospedale di Pomaretto che ha
avuto la casa distrutta dallo
scoppio di una bombola
nell’alloggio al piano inferiore, hanno voluto essere accanto al loro collega con un
gesto di grande sensibilità:
tra il personale degli ospedali
è stata raccolta la cifra di
9.165.000 lire, corrispondente a 510 ore di lavoro volontariamente devolute da 126
dipendenti Ciov, 81 a Pomaretto e 45 a Torre Pellice. Si
tratta dunque di un segno
tangibile di collaborazione e
di impegno per la ricostruzione della casa dello sfortunato centralinista.
ATTIVITÀ SCOUTISTICHE
Il prossimo incontro per il gruppo scout della vai Pellice si terrà sabato 13 dicembre al presbiterio dei Coppieri
dalle ore 16,30 alle 18,30. Per informazioni si possono
contattare i responsabili Miriam Ballio (91815), Marinella
Lausarot (932969), Massimo Long (953107).
affollano per le strade per ve,
dere i carri addobbati dai ragazzi; è una tradizione che
ogni anno impegna gli sta.
denti, anche economicamente: un carro può costare fino a
5.000 dollari!
Continuando la visita ai
Comuni vicini a Colonia Vaidense, abbiamo attraversato
Colonia Suiza e visitato lo
stabilimento della Parmalat
dove lavorano circa 300 di'
pendenti: un operaio riceve
un salario di 400 dollari al
mese (circa 680.000 lire: non
è molto se si pensa che il costo della vita è più elevato
che in altri paesi del Sud
America). Non sono mancate
le escursioni nella aziende
agricole (la proprietà di Rie.
cardo Favout vicino a Dolores, il «tambo», la fattoria dei
Pons a 80 km da Vaidense, il
parco della residenza estiva
del presidente della Repubblica Sanguinetti) e le puntate
nei laboratori artigianali e
nelle officine per conoscere
più da vicino una realtà per
altri versi molto rurale.
L’incontro delle due cittadinanze è culminato in una cena
offerta dalla «famiglia piamontesa» di Colonia Vaidense, che conta circa 160 iscritti
e il cui presidente attuale, Silvio Rivoira, è originario dei
Bellonatti di Luserna San
Giovanni- Tra canti tradizionali, abbracci e promesse di
un prossimo incontro a febbraio a Luserna, partiamo à
Colonia con la consapevolezza di aver imbastito un gemellaggio per molti versi non facile da portare avanti. «La distanza fra le nostre città!
molta - commenta il sinda»
Ghibò - e questo rende difficile avera rapporti continui; li
volontà e la speranza è comunque di poterlo fare».
Sindacati
Elezioni valide
per i delegati
alla Skf
Il Comitato dei garanti die
venerdì 28 novembre ha esaminato il ricorso del sindacato
Alp contro l’esclusione delle
sue liste ad opera del comitato
elettorale degli stabilimenti di
Skf di Villar Perosa e Pinerolo, ha ritenuto valide le elezioni. Il Comitato dei garanti
che è composto da un rappresentante dell’Ufficio provinciale del lavoro, da rappreseti;
tanti dei sindacati firmatati
dell’accordo sulle elezionj
delle rappresentanze sindacai
aziendali, e da rappresentanti
dell’Unione industriale, non
ha però esaminato nel mente
(cioè se Alp avesse diritto e
meno a presentare le liste)’
ma ha osservato irregolare
formali del ricorso e lo ha dichiarato non ricevibile. Se
condo Alp la parola passi
;età
alla magistratura. Intanto
del
la questione si sta occupand®
anche la Commissione lavote
della Camera, interessata e
una richiesta dei Verdi ed'
Rifondazione comunista.
TRASPORTI
E ONORANZE FUNEBRI
VAL PELLICE
di Giachero & Giacotto s.n.c.
Funerali ovunque
Via 1’ Maggio 8,10062 Lusama San Giovanni (To)
tei. e fax 0121/954340 (notturno e festivo)
LABORATORIO ARTIGIANALE
di PASTICCERIA
di Sergio Moller
Apertura al pubblico di un punto vendita al minuto àt
pasticceria fresca e secca - rinfreschi - specialità torrest
salatini - torte nuziali.
Torre Pellice, via Matteotti 5 (cortiie interno) tei. 9328^
0D
0
QO
oo
0
e?
«
I
9
1997
)er Velai rale che
H staamenfino a
fita ai
la Valersato
ato lo
malat
00 di!
riceve
lari al
■e: non
: il colevato
¡1 Sud
lancate
iiende
li RicDoloiria dei
;nse, il
estiva
3ubbli'untate
mali e
oscere
Ità per
cittadila cena
ia pia'aldeniscritti
le, Silrio dei
la San
adizioesse di
a febimo da
jvolezgemeilon fa:<La dicittà Í
ónda»
e diffiinui;li
1 è co
lide
iti
nti che
ha esaidacato
e delle
imitate
lenti di
Pinerole eiegarantii
rappre
jrovinpresen;
-matari
ezioiti
ndacali
rentanti
le, no»
merito
iritto 0
listel
;olari»
) ha di'
le. Selasserà
Ito dei'
upando
lavoro
sata d?
di e di
>di
resi
a
0^
0)
CIO
0
G0)
m
m
-2 01
.3 cj
co c
ro
O 01
.§
(13
O
O
(C
O
S-.
O
„ o
0 S ■ ^
(o n
^ 'UU o
01 o .
'13' j2
•7^ ~ 3
^ o
^ .2
3 Q
a-s
— cC
^ co
-2 js
> ^
o ^
"O
t;=! e
(Ü
CD ^
9.
fC3 ‘-(C
• ^ C
*“■ O
^ u
O —
Cl- 01
C
3 01
èj
CO C
(C3
■3 ^
fC
E
o
o
‘C
CD
(/D
£ '■£
&-§
fO c
—' tc
§ s
01 0)
-2 o
"g Q
fO
c
0)
>
■>
_o
o
_o
g
(75
(13
(C
N
S-i
0
M—I
'E
S-H
01
S-.
01
I
o
CL
(0 1^
■(75 01
O 2
•3 -2
E o
2 a
S^-oi
E
fC 01
^ o
O o
o -3
o O
^ c/)
co
2
o
(0
o' S
•g 3
E
co o
__ 3
!=5 cr
CD
(D
"TD
01
01
"O
o
c
3
3
cr c
c
-O
01
'T3
(0
u
IS
X)
3
C
3
■3 Q
O 3
O TD
0) -5:
.e-E
CD 01
^ E
T3 £ CD
5 E
§ "g ^
13 o ^
oa .3 o
ir o -2
Cl cr> in
(0
in
O
cj
o
‘O
a
<0
o
(0
J2
"òi
c
oT
CJ
2
c
3
C
C
3
"O
E
3
T3
C
CO
B
S
01
>
o
Q
'O
0
E
2
in
co
01
01
01
i-i
01
(/)
in
01
2 CD
-(—I
3
01 3
—' 0)
c o ^
N
3
in
O
O S"
a Q
co
_ co
co ^
■-3 01
3 O
C cf)
^ in
01
3 ^
"S .2
in
CD 01
'd -g
01 ^
3 ■&!
C CO
E 0)
0)
c
o
o
_Q1
01
Ql
0 2
01 -3
go
—' 01
■ ■ i-l
3 3
3 "CJ
K §
¿S3
CD TI5
^ o
£ 3
o .2
"3 ^
CO co
=2 a!
3 3
01
01
S-.
01
-I—I
o
CL
"oi
TO
o
g
(75
in
3
B
o
c 3
g >-3
‘Ñ
co 01
-t-J S-H
'tD
2 c;
K 0)
^ co
3
3
3
'C
3i
3
01 3
a 3
S-. 3
01 cr
P,
3
01
C3 01
in
3
01
3 CJ
3 '3
cr o
___ -t-i
3
"3
01
3
cr
3
■3 o 2
3 3
:2 o
o
0 o
3
in s_
o> »
3 ""
•Ñ
2 .2
co N
o
3
-3
o
3
O
s ^
TD (ì)
sa
3
01
3 "3*
3 -I—I
<3
3
'Ñ
3
S-i
CT)
_3
3
i-i
3
-I—«
’u
CD
C/5
UJ
s
3
o
a
a
2
co
o
u
3
3
Zj
3! ^
3 3
É "3
O 3
-8
•55 "E
‘di .2*^
co ir
o £
5-, O
o —
2 3
3 s-,
3 ili
,, O
3 —.
3 £
3 3
-a £
_2 E
3 ^
3 2
3 ex
3 3
O 5~0 eri
— 01
(rt r
2 U
3 52
3 C
. cr
'3 ^ "O
•3 3,^
a
3
3
3
3
3 3
3
-S o
-4—1
3
.*—I
3
"O
£
3
3
3
8
3
E 0
3 S'
flá 42
"o 33
^ O
'3 '3
3 3
S“' ^
CO o
3 3
— 3
3
2 3
3 -Ìh 3'
3 .2
a* á
2 3 2
o
3
w; iNj
”3-2
O U o
c -3
3 3 CD
CÚ '3
E 3*'
in N
2
3
p 3
> '' .2
3 3 N
"O > 3
- O p
^ to
ex P
3
o
o
3 3"
N
O
O
3
2
2
"3! -0
-j-r 3
-+C -C
3 ^
XI
_o
3 ^ N
(D -g
3
3 3
-4-4 -4-4
3 c«
■(75 3
S-.
'3 3
"O
O
3
3
3
3
3
3
O
"O
3
O
CJ
3
3
3
-4—1
3
3
'2
•(75
3
O
o
3
s
3
3
3
O
"O
3
3
3
3
3
co
O
3
'3
_3
3
S-i
3
3
3
CO
CD .b
'§ E
^ o"
3 -g
"S I
cE -8
3 —.
3 3
cr -C3
2 o'
s •■=
O 3
O td
^ 3
3 O
n ^
3 2
O
3 '3
3 —
•pri ^
3
£ :2
£ ex
3
3 Cv.
co
if) jz
'3 CO
2 o
O 3
3
3" 2
§ 3
0 ^
C =£
0 -0
2 3
2“ .2
£ cn
3 3
in 3
3 c
(rt 3
in A"
01 —
■{75 3
3 -g
C/) ^
Si 5
On
On
3
o
z
ai
•o
o
3 '3 S¡
3
S-H
3
-4—1
3
o
u
42 "3
■3
T3
3
'Q
•3
•Jo 3 3 3 3
3'' 3 c
3 0 0
D- 3 ~o
ex 0 3
3 3 3
,. 3 3
3 3 •Ñ 3 3
3 0 CO 0
X3 CD 0
■5 3 iC c/) C/)
o
t4 E
o .5
ex ^
ex o
2 E
2 .0 3
O -3
2
3
3
2 "" -8
-o s
3 ,^-y
3 CJ
3 co
• »»-H
t;3 >-•
£ o
JO cn
§
O
3
3
O
U
co
3
3
Vh
3
a
3
-4—1
co
3
3
3
■Ci
3 3 E
O 175 3
•c75 .2 •&
(O _3 U
3 -tj 3
■ 3
£
3
3
co
co
3
S-I
3
ex
3
o
■3
3
-4—4
co
O s
ex
ex
S
3
co
3
3
g
■Ñ
3
3
3
3
O
"O
O
co co
3 _
^ 3 .2
ex 3 co
3
~a
3
3
in
in
co
^ CD
c 'd
o S
3 O
s- Q
3
ex
-3
-3
u
3
ex
CV.
E o
co eg
.2 E
-g 2
•g ^
3 3
■3
01
3 3
3 O
•g -Ñ
> 3
O
« &
3 Tj
(O
3
i-<
ex
jo
3
E £
2 3
£ '3Í
o ^
M—I
^3 E
— 3
c75 3
or M
"2 2
s -i
•O g
3
- -4—1
2 3
£ E
o
.8 o
3
-3
o
E ec
3
3
^ 2
co
CD
£ "3
eo 2
u 3
co co
O 2
3 £
E o
o 3
2
ex 'T3
£ 3
3 3
co zg
3 3
■0 42
S (O
3 -4—1
3
3
3
-4—4
3
3
£
IS
3
_o
o
3
E
3
CO
o
a.
.2
S
o
s
o
ÜJ
3"
U
O
a,
0
c
1
Q
im
-=S
S'g
■¡g-g
a) O
: G iS
o S
a.S
iS-iS
Oc </D
tZ
2 E
<S 40
-T3
a) o
■S
V t:
-a 05
V4D ^
S
ro J2
=3 <i)
^ S
^ J)
-St O
-H
3 ^
.S 2
n ex
a 8
10
00
co
ça
3*
o
(O
C/)
r>
sr
A
m
n
o
SI
0)
Bi 3
»• Mi
A
o
•o
o
(A
I
o
A
a
A
3
3
M«
3.
5*
3
o
A
O
Ö
I
A
A
8
^ sr
S'
w. I.
S o
3 co
n M«
S S-^ S 8
D. 3 S- . .
~ a. ~ Q ° S ®
^g|o §Ig
Go 5 ^ = 1^
S, nv O CO
0-3 ni kj Ä
(6 A
"" A
A
3
3
S
cr
o
DJ 3'
o
c
DJ
a.
A
O
O
3
A
>
3
DJ
3
3
DJ
§ §li
S 3
KÍ
Ö. fi)
Q)
2P
o'
DJ
O
3
A
O'
O
C
o
c
DJ
co
co
O
3
A
DJ
Q.
DJ
<:
co
3'
DJ
?0
o
DJ
A
tn
DJ
CO
co
O
3
A
ËL
DJ
3
A
o
3
3.
o*
s
o.
A
Q
3
3
O
3
(A
•o
3.
s
3
b:
01'
A
3
3
A
■o
DJ
CO fi)
o^• ai
co fi)
e - -4
5 g-|
^ ni cj
0-3
o £S
6 5 =
SD. ^ o N . ni 3
■ ~ o a. 2
O Í5 2. ^ 2
i
3 3 05
^ ^ O '§
^ 3 '>—
C Q § 5
— - ■' 3 ^
Û- -- e' Ö 5'
- “ £. o g
Q 3 X3 Co Q
^ (X) =L
8 CÇ <T q1
~ S c/5 *Q
ÍM* C
N O ^ Q
Q 3 3
— -j o»
W il <3 Ö Ö
(5 Ö s- s- s- s
B- '=»■ $2. g-i 52. 52.
I
O
E*, ‘r?' Tì'
52.^ s ^ ^
i
m
m
0
a
OQ
Si
a
ti
©
D
63
m
0
a
CiJC
Si
a
0
œ
tiO
Ü
a
$
•4
0
i
(3
l!
a
&
2S
dO
0
ei>
m
09
0
0^
a
oo
0»
0S
oo
0
Î9
m
<0
i
i
11
i
í«i
EL
EL
í
ti
0
0
D
0
0
0
i.?
íL
3C
uJ
EL
ÜÜ
o
0
0
ü
0
0
i
-J
oa
0
eí>
S5pr
M
m
(0^
0
Sv>
ao
(5^
oo
0
ííiasí
<0
I
Q) JS
= <0
Û)
co
co ^
<i) -H
•4»< O
i.'S
Q)
=:0
<0 E
_Q) O
3 Jj
- § ó S
Sí S
ís 0) Q o
§ 3.'S c
5 = ^-2
-P p Û)
«3 ^(0 ^
Û) "tí Û)
^2i:§
</i
*2 Ti
JO c:
g 6^ 2
<0 E 3 8
c
_o j5 (Ö J2
3 S-2J2^
^ ^15 R5i
'S a Ö 'S
-a;g « <0 ^
>- T3 .-3
0> - T3 S)
(tj C
•c'^ D.
g^-g 2
^ D) S a
g O ci. E ^ ^
& -Ö
o
■a-js
o O)
0.13
«3 3.“
S"o ^
Q) Qj o
ié'â â-S ö
;- •& ® o ™
§ s o c o
b «Je Q. CO C
^ tr O .2
Vh <0 o ífi t/í
uLS :c!
c
W JO 0) ?=s
3 ^ .S 0)
o g
û)"? "6
^:§ J“^
Q) *g in ÍO
jC C - ^ ^
(J íO
^ 0) íO";^
y-S fc ce:
2 c) q3 .
Q. o X3
Ç ^ ^ fO ^
O 0) sza ^
C §
0) ^
'(O (0
co "ó
■g «
(O
(O
Q) ^
S §
o S
(O S
Q) Q>
1o Ç
C .b
C {/)
íO 0)
(O ‘Ä
^ I -i 'S a §
o S’ ÿ ^ "O p
g- « fe ^ o „
-a o 5 S> S’—
JüürofiSil.'i'r
1-;. sl.i.3:s-e
-e
(O
o'^-o
■“ 5 g ^
§ SBa)3gS
= 0-0 « £ §-g
(O
QJ O
■2 I
N b
c o
Ö a
4U .-M
(O
<i)'g (O á'^'s ^
- -Sí b •— C «X ^ '0) CO
g^d.ril=is:2-S
c JS 2 •§ 5
8 „r.§ -5 “
^ r»r “
!« .5Ì 's:
^ Q) ~ fT
lOTÍ^tJ
ÿ to
.& O)
CO C
(O c
(ì) o
:2 3
Q)
2 2
-5 e
N
g 'S
S O
.o ti
— Q)
O 2?
OI
(O o
0)
Q>
«
O (O c
o
(O c
u^b
(0
ÇJ — QJ W
O. g o. -g 2 3 _
g O. ¡o c
2 o-(O o ^"0:^
SDitoSoPT-y
íO o
03:g|.S
^S’S.
- QJ
to
.2 d to .x:
g -I « ^ s .2'^
q .li — .S’ 2 0)
•-3 ^ co co C t*
M i
ce P
O ^ ^
0) *D3 o ^
—í ^ O- cT ^ è ^
O - .. .
^ e s O
^ ••= ‘C
p3
2 ^
13
CL (O
C co
o ce
CJ -D
o
05 ^ 03
Q> "Ü
ce
^ > ce
¿a ce -b
c"^ o
c -o c
JO ce
o
n 3-i
8-gl
2 o
0 .S .£
1 i s
cuQjsjpopg-gp
._ x: c o
2 o.O a g S'2^^
8 2
05 C <¿3
co*s .íú
S3 § "5
g .2 fe « "<3 -p E
2itt a.2 J
•a S
*05 O .2 b
8 S2 o. íS 0,
0) co"a b
Q. 0) o
^ o -S'*2 ai'jo
a cp^
55
c^
■X3
C
íO
ce
ce 0)
13 o
.■tí ce
3 c
OÍ£
Q>
0)
c
o
(0
(0
(0
E
|2
(0
N
O
S .2
8 i
C,pj
<0
2 3 2
P i) g
Q (O i- —
o (0 ä K o
g
O
3
2
"O ^
0^0
.23 c
" B
a. o
<i)
- c
co o
co
co
x>
Lo
o
o có ^
£
ce 0) ce
2
_D J3
0) 0) ^
S .2.S
"2 IO 'S
■i OË
CO ^
C
-- 0) «X -H
rtj 13 2 O
13 c «
.— 0) 0) _
■ c -•- 0) o
3 e pro 2 ^ ^
Q)
ce
£.3'
a <D o
g ^ -
§ ^ g s -s
C
05 . .b
<i5 Jvx^
c g’ CO
05 V) ce
g o fe
ego:
a g
0) -n
(j ^
-2 -2
- ce
05 ■
c
c íá
ce ce •
ce
05
3
O 05
co "O
05 'u
2 O
s s
0^-2
o o o
c
o
£ - s
■C.O g
S
s! ce
e-g
.t -C .i
•s.-^ £
^g-g
co
O —
g.^
ce
5 2 2 c
•T3
05 i2
-C ^ ^ *co
^ ^ ’S O) ce
g a S .q ^
S 10
.S co
03
ce c> ^ ^ ce to o
ce
^ to Ç
ce ^
ce -o O'
05 ^ o
ce
10 N
P liH^
s 3 ato
P P «13 1T2
ce j2
05
- e .
3 -2 .2
0*13 -q3
m ra 2
o
cu-y
ti
tu
- ë|
3 •« 'tu
cr cu
O
3 -O
a c
ex 2
o .Sí
^ 3
.— o*
05 C
05
iS O
S E
o
o
.S
Ci5
c75 ce <\) J2
m 0)
|“sSÍÍ^oÍg|^
O ^.£PS’^-§-P.Sp o
■ b •—1 Q) Tn *c ^ .S ^
.ig^aco^ ^'5-a g y_g
05 c 05'^J3 -.2 ^ ^
s
8 P
ce
3
.ce
§5 ^
.S3"D
05
Ö5-S ^
° -cS
■5 8 Sí
C b 05
ce o c/5
tu £ y '5
“la
S y
§)J2
q
o
- -a «
!S c =
— S ’S
y O .S r;;
y E-b
05
O ce
O
o 8
2 tu
05
‘S 3
ce S
E ^
3
O
^-y^ P
ce O p
o â « £
-o 'S .a .2
q ■— Q. in
2 E .2
o “ “ S
Q-a'S B
¿s b ce 3
T3 O •;=
.— P -P
3 —
P
05 P
P
ce
P c ce -b C
“ y ë .§ to -25
•?T> •=• M- -hi ^ Jv
Q, P
C P
p
B* p
p
p B
b o
8p
•3 3
p
T3 ce
^ p p
'P
Ü
co ■
P
b c ce .
P 05 P P
p
ce
2 P
o i-i
=3 =
en -*—' ^
E ce 05
3 «13
05 ^ P
g’:9 55
£- P ‘3
cu o a •£ a « s
>tjCli-.tn.-.'° _________
CU-fe«0,y0.ir3«tuS<U‘o
-qql D.uH D.C0'Ci3 qH u
^ E
co b
P -c: —
p
3
b o
o '
ex
a.
a-i"^
= 8-2
/-X £ ce
° 2 S’.
P P
05-ä
C b
3 _
05 ?
O P
b ce
Bto
o
.. G
ce ce
S t:
o t3
:3 ce 4S
p Lo
'P
w P
p 3 -fí
“ o ^
3
ce ^ -co P ^
eP co jC
tt: O p p
Ä o. nï y
q
10
S_9
§ ^:s
- 05«-3
ex O
n) 5 10 -S q
a a-g «o
S.g.ia’8 É
P P b _P P.
’ co g
P ^
O^
3 :c3
2 c
3 3
8 a
q tu
P«
'ce
3 (e
^3 05
^ 'S
O P
a ^
o P
’c7) Lo to -3
'5 'S a c
^ S'Siâ „
q a> y s
^ g^ 2^
= '5|
w -S QJ 3 g
I S y.3«
q O a . -Í2
ce 05 b (0 H
q q <0 N y
« a q a -2
O 2‘^1 O
P O ce ex-^
y s s §
s °
—J
cj '
=; p co
•g fe 8
3 05 §
ceO
3 .-.
3 -a
.p p
p p
t/5 "TS
P
ce b «b
jg j2 p
^ O O
y O 'S
f/1 ^
tu p "O fe
a s
p X
^ ° O “
y 2-§ a
cv> '■^ p 3
-O y E"y
ga q.
b CO
'' -b P
ce
sa y
3 .t O
=■ -%
y 1:3 Ota
l'p
ce O "O
CM
ya go
S I '3 O
|;go< a ^■- 3
C p
c'y 21 <0
'P
O
3
P
ce
3 —.
05 ^
P •=
c^ 3 ...
3 O" P
8 2 =
a «
-5-- E
"O ce p
- -C
ce c
.b P O
ce b ^
I 3 3 ri
■=•3 §
- O
p
£ ô a.sa E a’~''f
Qoqj — tofeigo”
° - 8-11^0 «
y ..q O .2 £
T\ »-*
P V ce
p O
2 -3 hn
-3 P Ä
^ ce
ce
to 'P
p t/)
3 —
CT-O
g sa
,2 fee
s '<0 y
5g«
— . (U
y .2, c
3 c c a
00 g
tu 'u) iy
tu i8a"5
a =• tu y
ôa
ce P *
“lit
a|l^
C
co
N b rS .i
y 2 2
P CO
•S 2-Ô 2 y^û
p
P O
fAl ^
3 .S is .S á '3 =
"yog^ogS
ce
ce
§=5
p 3
^ P
P g^p
to
CT c •
n. C N
y tu 10
a S 'q O
ra a .2 -â
<0 10 y tu "Tô ‘°
3 O i= S'a a <
« ,“-: ena g^a
s can
O 0
ce P ^ H
S-* — '?:i- ^
p
-3
p
2 - P
b C“^ 5VJ .ü Î=* r- 'b P C
3atjq«tsii3££cc:i33 aai-i
O
Ci
p
s
E
ui
O
05
P
_ce
3
p
05
05<N
P
co .Ü4
P
2"^
co p
aa
y
"3 cd
P
P
V—
p p b
p “O
.Ü2 « P
"O —
S p
<e O
b« p b
2^ 3«-2
-S .2 s-
~ « 10 a
co ii2 }— ^
R *-3 3
P
âÎ
c^ X3 ce
3 a<
U Q
Ö .S
ce »
p •'
p
‘55 P P ce O
* b? 3 0
oy.^ tu D.
vy tr P OÌ .—
P >- C Si cH
T3 P 3 .g ^
-3 p" ° 's ^
'■y .2 § «
tu «S-3-^ a
*3 co -O fxx co
c <e ^
CÖ O — p
-JJ ex g P co
ce tt: G
P
^ g-2
.2 û
O 55
P UÜ
3 ,P
P
le .S2
Eco
p
p
t:
ce
CJ
jS ce .—
p
.Q
co
ce
O p
CX.Í2
Cu~o
3
O ^
O O
«
a'u-i “ .5 tu
E • gx) D.
.s O Xh c
t! y s O
■5^
je jg
'§ 2
le ce Ä
£03
M y
ce
y 5
P -*—•
P ce
(O
p
CO
p P ê
>“■ AX
ce P
p 3
p O
05
y^
' O
; 'O
p
-3
p
CXJ
P
^ C
.0 CJ
P *co
b p
3 3
p p
£ü
_ rtfx2 q
• P
Q> 'P 3 a
E-t—t h. b
•<o fO P O
co
)^£
■5) p 05 ^
.£ "S 2 3
ce O O
O
3
O
iS "O
3
a -Ñ
'O p
p
(O
3 ^
a p
CO
a£ 05
O O
I
8 a 3 y ^
l’E I 1'^'
-a G 0^ Q)
P
ce
p 1S 'S
05 cv.
■=q P
p
g &-§
P C P
p c
p CO
c -b
O
■55 P
-3
05 .
P P
O C
ex fo
ex
ce
S H
C'..
-J 1:3 '■^*
p 2^ O
co 05;s
im r\i
P
ce
H c:
G 3 ÇÎ
n P
G E'LU
ce
£
p
05
2 c
^ p
^ y
CO
00
g g
g (C O c
a -ra
10 to 3 y -^
O" '
2 a >
= O 10 'y
3 -IT! .1;=; O
'-'JÄ
_P û.
ce '
■" O
S.
ce
p ce ^ O
J-. CJ 3 O ?s
P co 3 P £
^ *3 -S JS 8
“’’y 3'S
tu "D —I O
fe £
3 y- oa
y g -tt §
y y s
3 ÿ
3
D
p .:
cx-^
"O 3
1/1
O ^
S'a:
ce
3
cr
ce
p
p
O
Ñ
<C
<U
C
O
(0
(0
(0
E
ß
ra
‘Ñ
<E
O
■Ö
(0
3
U
(0
§
O
S
Ö5
S
3
3
£
O
W Í— S CJ
M—■ C 3 G
^ CO ce p
'O .9* è e:
O P p
2 P “O _
p b ^ O
3 ce O p
Ì--5 •§
O ^.S
9 O
p ^ "b
Q- s a
. O
> 00 -O p
'S^;£’ y
> 1—I co
O .ib I p
no ^ O ^
p^ 8
3 P
O 'T3 X)
"P "p
è
ce .X
co "0
Cü) b
âJ 3
O. -Ih
3'1-y a 'B. 10
a . X) Q. q
■g O a p-^e
O O, ? Sx
p ex ^ ^ O
3 p p O
fea-S s
co
<0
■§ .£ ’5 ce
X X- p (O
2 p 3 -O
I B-'S’a
- Q £"
tt 3
3 O
Dh
p
3
(O
"O
3 3
ce
p
p
p
co
P
I
ce /
p
-JJ p
O ^
b p
■3 B
.C^
O
(O 3
p “O O •
O
ex
p
p
■3
p ^
a"o
.. o'^
tu
■y _ _
2 O y .2 y
^ 01I0 -C
.3 q ■> UJ y
y- .y tu .y
n,-'y I0 q
q a .a P
s «a
1“ tu 10
tu y 3
Ô oa
■tu
^a 'S
¡3 y -2
I« 0I
O’ to -g g
£
P
ce .-H
O
a
p
p -3 «
3 t
P
P
•5
<5 O
ex g "g
p
co
P ■
^ aQ
p
0 '
e O
-Se
y D. fe
° ,0 'CO ¿rs
"o ex
p ,ce
b p 05
^ S ^ O '05-;
J2
3
O ^ ^
c/3 ‘p ^
O ^ c
a.- O
—.3 c
3 0«
^ S,
I
05 N
ce 3
05
05
§
05
3
•3 :o p
p ^ ^
-3 p ^
P ex p
-— ce
■" s
iS P
-O -O
s c
ce ce
^Tb S S 3-h P p
0 t: a S -2 a_§
3 3 ûi .b c ■■« jb p
05 05.tfN3P-ajt
- «I
ce
ce ,«
_ - "S
c O ce O
“J q £ a
a — O 2
'S.S'y g
asa §■
a -a O
<0 to
O y .
g- Oex -b
X B y 2
ex 05 3
O _X CT 05
-a P
S|^E
-3l J
•-J p -3
P
rr P (O __
8-g Siî y
/r^ ^ r\n
O
ce p b
Í« •*—* ^
0= “> ro
y- gax:
-S y O -y
O O y
«3 s
q ""
2 y
3 c
S’ O
O ‘fTÎ
O)
s
co
co
ce p
p 3
-3 p
O C/5
s
ki
O
■3 S-2^ p
^ £ s ^ :
•X r- ^
O
"O CO
O ^
3 p
^ J-.
co
s
ce
O
E
O p p p
c p ei p
•b 3 O c p
3 p ço O ^
||ay.|
O g i
-l'S^ g «
-b p r* b
Q 0-3 Sx"^
3 3
— CO
«•ce 0«
O .
£.2
.2 0
s
y
£
y D.
Sa fe
D. D. y ^
B tg O -- ô
O ^-S
y q -g ô y
H 3 a CL.
3 O
S’!.
s
a O
D.
y
çj '(e
s fe
to '*"
g y
ß -fe
0J O
p
3 3
95 8
CQ
P O
co t:
■aS
E £
p ^
co O
P £
CN
•- -2 cK
S"o 8
ce c*
b- ce .b
û. 5
p ^ i»
11-§
p 3 b
'S s.
Sa^
'O « y
y a —
S^'’^
co-y -u;
sa O
y 10 -g
tu 10
•■«a g
q 13 O
§ to y
a 1C SC
13 a y
O 8 S
q £.y
■K “-0
«y g
ce /n
P 42 O
■3 '5 G
p 3 O
P — 05
O C
J3-H ^
P '
.<^
(O W5
3 çy
3 CJ
P *3
S”--s
10
y £
ó
O -T3
rr
â|
a ’S
g^
3
3
O
<0 2
3 ^
3 ce
O ^
p^
p O
(O
p
O p
b ^
c^ .2
3
p
£ 2
ce b
05.--^
p —
=S (O
O
u
-80 a
O P ce
S
Q
je _p
^ 2
a-c
P
¡ -3
p
000
3 -p 3
2 n e:
ê 8 ^
E p -3 CO
.0 ce
à:g
p g
CO <r
"O ^
ce
a
E ^
p p
y O
P Ü /n
_ -O -3 ce
co P '•— >
P « S
O P 05,
P p
2^
S co
a
^ ilJ O “O p
.b 3
p 8
3
O
-d £
3 ce
ex 3
3
Q)
CO
O p C
S
10
05
sg SCÌ
P P
5) — P b -O ce
p "O
•g a
p *x
co 3
ts ce
■3 p
-O Ê
p
co
ce
2 8=£ -y a
g-g
^ g
O’
p
O =
a-^
cx^
£ O
fe-g
10 y
'y fe
y .
a Í3
== '5
2 8 0.
’TS
— c£ > 13
/n r>x *nî
O “O
c •
O -Cp
P p
3 P
P
3
p
4j p
p 43
3
P
ce
X ^ p
b p
'ce O
p ^
b /rt P
^ .b 2
■55 "3 ’d.'^
■"S y
O ig
y O
^a O
S'?
O
O
O
p
-O
p ce
43 'p
P
3
^ O
co ço
ce
ex
co
p
O
P ce
■ ce "3
b
p CJ
3 co
p
05 .X'
ce
a c ti O
£ g .q ê
ig q y y
bî
p
3
p
•5
go
p to
ex P
O P
c8>
p
. 'G
ce co ‘5)
3
S’
I
ee
3
p
p
8 ÿ-B aig
cr so. g O 3
B B S-a5
u y -g 13
■” n, tí en O
y y D.
O S
a -g
'■' O
u
y
10
D.
£
B y .2 2 S
O o>i3a e
.B SI O =
2 ° “€.1.
ex_p JO G
p p 3 O .2
G ^ (O p ex
O '3
G a
?>£
y
;a
S y
2 O
q y
i
12
n.
*a
<a
O
C
D
cr o
—
O a.
D (t)
</> ^
~ CL.
O co'
co D CO
O
3
O Q)
Q>
O- —
O D
Q- N.
O
^ Cl- —2 Oi V)
Q)
I: 8
0) —
PT r>
-t 51)
ÛÎ -o
9l2 a
o
Q) cw
co O
c D
o
c
CÇ rt)
Q co
q: fO
5
co ^
tQ cT
o
c
SL§
r* Û)
CD
co
CD Di
s
&- ro
2- 3
-S
a
S co
=!T3
D>
Di
C
<D
Di
O
Di X5 _
2 S ùi
CD
Di
co
Di
D
n
O
(D
(D
3
N rS
Di 2
D" ^
(D O)
2- 0-“
co
Di
“d
c
o
è: 3
(D Di
^ S
(D 3
3
(D
Di
.¡S
u> 3- "" o
5- sr gra
2 N co
3 5 CO
ro ro
3 S
Û) <D
3
o w __,
o cr 3 3.^
ùi (0 NI c
3. s 3
S o" ^
^ C' o
a- o ^
<* ^ S
(D Q ^
3
-5 CD
ro ^
5-ETI-o
Ì.^|P
5-g
O- 3 O
y. — (D Di
CD
'O ro
5ß
S o §
ro(T
9rg^^
s R
3 O CO
* dTP ^
Di
CO
O s
o
(D
SS ^
K 5t
H o rö“ R 3
^ 3 -g. o 0.3“ o 3 3- 9
D- g
ro 2 ._
c= g T3
r^\ 3 r
(D
CD
Ö
^ 3
Di (D
O- ^ H
(D (D Ä 9- CD
Brsi ro
8 srsr-a
5:§
^ 3 ..
ÌD (0 _
O 3
O
O
n" 9:
N3
§ig.
rt c. Ç? (T^ ^ m ^ o
Di'
co
3.
. Di
!=t
O O
O, Vi. Br
O
3
CX
o
s 1
co X
ÌD
9I
(D
T3
(D
3
CD
3 ?
CD
3
C
^ ^ o
^ s
-D (—f
r— Ü. O
k) Di
3 O Di 3
CD 3
3 X
(D
S -3 ^
E=r D
a-3
§ <5 5^ n
èi § O
^!iÌ 3
3 S S
r> co
O 3
3
O
• (D
3
o 3
SLS
2 k' 3
g Q)
CT- ii- (tì
"• O SS
o 5 -i®
o ^ —
Di
O _
£ ?
(D (D
CO
g ro S 2 § c
3 S Q, g 3 ^ o
Q-*0
I r? " s-rii
,. fc3-3
(D
"> S-o
c 2
55 3 3
o’ to’ g
§ ^S.2Ì.^
ro 2:° 3 O'
CD <0 se
slS “• ?
nT O ^ n
CD 3*N
Ì8 o
X
. . (D
O ■“
ci. o
O 2
iTo !z:
x§ ê
O Di CD
3 9
:■ ET- (D co
O Di _ <ti
3 CO 00
3 5; g
£8 9rö
o c Di
Di 3 "O
° "a "o
«.e a
^ ^
3 O o)
ro — «
,r, 3
ÌD co —
3 3 ÏÏ
< (D cr
Di <D
3 ==
Q- $ß "O cT 9- o
Di^P' O 3 (D P
^ ^ ^ CD*
R i
5^3 .
Q) (D (D
^ O T3 •
DI- Hr o N
lu £ •-?
^^8 o ^
(D (D 3 S- O
, CD
CD
3 Di
Di
T3
o
3. Di TD
O <
^ Ùi (0
mg
_3
Sj-o
a o Ü
<■ ^ 9
Ùi fD 5
^ <D
3 R S.S'
e § i
2 3 N o
o 3- 3 "a
09^ Di
Di oi ^
(D , I. n gr
3^-2
§ ro
¿5 <D
3 2
^ a
<5 (0
a 3. a
g ro SL
O
;• Di
Cl, n
Di _
N
r\ [—■
g 3 2
8
'U g-o;
2-0 2
o Û) o
(D
Di
CO
° R §■
. ;:-Q
Di e
(D
O* ù>
(D D>
2T p'
C/)£. Di
Di “
G. Di
•d
(D
CO
CD
S-'d
(D
3
(D
Di
^ Di
O (D
o ro -a 2.
(D Si*
3 -< O'
9-0
Bt o
o
S i-3 3 Rcs-g Ää
fO "rt '**i - X- rt» 3*
X o
o 9 ^
0 g 9.CI.
— co ^ O — ^
— T3 O 3" — O
co 9 O Di 3 3
0(Dsr3<Di O ,9 3 (D 5T
I- ^
•cS
: 3
Di
(0
CO
(0
ifi §
g o
s. 3.
5:8-“° fa
a 3. a. g; 8^•
§ a sTg 5 w
* ÛJ o a ^ .
Q- ro o-cg. g) 2 O Ü e
'"“öS a;T3 2 a §
- a" 5- a o <
DJ 9 ^ CO
^3^—3
2- dT p 9 o o
o ^ N n
9r —Di o
^3 3°
O o 3
a 9-0 ,§
CO CO co
- - co co co
3- o’ O
u' V- - g!° 9
g. G- CO Gr §
3- o G. 9
O Q. ro-2 2
e CO
vu
-• X
n Û- o
§
3 Ì2
3
a “ *3 e
“ 2 Ö’ 3
e 3 (O
2 S5
3 3
T3
3 O" O)
Sag
ro
3 -a
Si- g e
L " CO
Di o ÇÛ
tir- O Di
9- ^
PÎ CO
ex gl O
9.0-0
3* 9* ^
2. O CO
co
co — e
Di Di g
e
a- ö' 3 9: “ •§
a -------
i 2 §
g 2 a
ro
3' o.
O
q; Di O 3 3 p
P XJ f=t 5 2 ^
co co ss
2 P"
3 Di e
o x§
3 o ^
3 ^
- B 2
^ /*\
CD
Di
8
Siï
8" 2- 2.
3 a
-- ^ O Q
fS ^ " CO
■ X 2. o
o
3
3
O ^ ^
9- Di Di
3 -*5 Ü.
3 CO o
co 9- 3
3 co co
Di P". Di
o a^g
9-“■'a
ÍT^ r>i
Qi-a
a 8
3 S
(0 o
D- 3 3
a ìff a
a 2
e
T-i a
^.-a
C' o
3
»— ■ I j
“ a o
<. a g a
S. ro
“'■a c§ R
^ CO 2.
P N CD
•t Di'
-j O
o ùi
Q-^
CD
3 O
23-S ^
^ Si--'
9 3
CJ- 0)
GrP S
co co
p- 3
Di
ùi ^
*d e
'S ^
o ä
Di Di O.
So.®
a (o (/)
o.r a
g. §•§ I %
■ O ùi
o srg- a-g
a C« TO- cg o
^ se
CD co
0“ 3
?4-* ss
Di
O T3
3 Di
DÌ Di 9X3
i-illa
X 9- co
“9-0
0“
co
co
o
X
"d -i-,
^ co Di T3
^ 3 O CO
CO
O
Q- O
O
O
co
*d
9 ^
co
O
G SL
?=v NJ
S SS
CD
DÌ O
fi- 9- OL
P^ ^ co
b (0 ^
5 o n _
< •• nr 3
Di T-< CO' co
P ^ 2
9rS
"P Di
CO
: CO
O 3
co -i
CO Xì
o 9
Di
3
X
O
-, J. 3
d
P^ :ir
3 Di co
Q- p^ X
o ^ g“
— Di
0^X3
q ^--Di^
q CO 3 CO §
p. xp g
o co
* 3
X X
BL o
3 SD
r-t- d“
Di (O ^
— co
H CO
2- g a a
>2 o 3
^ o —
X3
CO
co co
P 2
o 9
co
O '—'
o Cn
3 O
3
qT o
g èi
5Ï' iT
V-/ Q. ci)‘
a- 3 =
» B-a>
g- Ö
_ o) a
o a _
a a 8
D- o 2
° a 3
o a
a a
a a. ö
o) o 2:
a- 3
ai a'
a ró a
■g 8 8
e 2- 3
; CO
>TJ
^ ùi
Di _
— O
0.^ 3
cu
0>
S 8
3. a .
a g _
a “ rd
CO ^ co
_ 9rJ3 O
a e -3
(O Xi CO -Î
3 R
ro o
—-0
a 3,
■9 “
e (0
gL(0 O
SLo"o
— CO 3
a' 5- I
Di 3
3 [d co
2 ^ Di
9 2 3
3- <"i s
— :r 13
!-r co
co
3.
3 P “d
co £ Di ^
S- 3 ro
Ö (0 —
093
CO X
^X3
R
o X r*
o
O
O
r>
o
<
n
-1
n
O
S:a-9
sra i
O
a o 3
O e ,N
^5 S'
co co I
9 a g 8. e Ö
^ O p co
(O
2 co
2“ ^ rv
3-R
^ co
X
O
3
3
3
a 0.3- S
2-0 5 R
9 8 2. 9
o
Ck
S
3* CO
P o
co co _
^ co < co
9r S
CU Ç
Ô a-i
a e
5- 3 s
^ 2 9 CO
3’S
cu 2
a- orca Z a. e
a e 3 o 3
“■3 2 ° a s
2 ^ 9- a. 3 n
o o a (0 g
2 a.g a S
- 3 (0 c+
“• V> a. (0
|s-S I^R g
a. o_ a (o [— o. 3
ro. 0, _ g o in
a- cr 3 CQ o
^^äg gg Sr
•p q Ü. Di e
O
3
*C
3
cp O
h ë
o 3
a S
NI A.
DJ 2
^ i2. d
• 3 U' S
3. a a, a. g
< Ä p 0^"' ùi 3
so y co rQ p
D o g- S so
o
3 o
e qT P SS)
g- 8 8‘ « à
O X
X
Di
X ^
a^ §
0.0
CO
-3 a ’S.
3 i “
Q-izir
CO
g
a
*d X CÇ
*8 S=8
^ Di 3
<
CO O
9 CO
803
g' o o
a oa 3
o. 5" ¡a.
e: o q
-8 I
0x2<0 c±
9L o
co s=
3 o
3
P 3
g O
X Di
3
O
CO
3 3
3 CO
O o
9>
co
; -0
- O
CD O
co'9
CO
^ co
2
^ ÿ ^
CO .
co
" e
9 co
P 3
a-ö^
-+.33
Di 3 r*
xP
O P
m
X
r- • S=
-••d o 3
8 - ^a
= 0-'"
Di
co
^ g to. p
£L g-r 3
a a
5 SO
o Di G. >
3 _ co !-^ w
^ O X
5; Ç 9r D) a
CO Di
ex •-Ì
O CD
a Q8 o
CO' 3
Di ^
Ä SO
51 ^
Di CD
dT o
3' o '
^CQ
Di S*
^ 2- P
co co 2.
O. ^ ^ =
p "d q ■-5
so 3^
3 2-"8 "o
a a -i 2
r*+- NI I rX
Di' K‘ co o
3 3“ o 5^ 3 *d
O Di g 9 Di :3
=11 X
ro CO
3 CO
o ÌÌ
3 *d
e o
O so Û) —
o 3 a 3 R
w 8 o a-^5 _
3'Ìro9-;:g 5
“• D- 3 a U1 o
S 2. g g 2.3
•3 CT-c 9-S
q o j3
g 0-9
^ R a
Se e 3^ £f o
^ R" X
<0 2. ^
e 3
11^'^
CD
3l
9
Di G
co
O
X 3 X X
S^ CD , o O
3 3 3
™ P 3 3
XI o (0 a
iSr^R
— Di ^ O
8 SO C^o*
3 £ CO
co 3
co X5
9 e
S- SD
O o
^■i^.
3
ES
DÌ g
N 3
o’ SSi
X
3 2
CD O
P 2
3
M/ » O
N O
o'*S3 Q
3
SLO co
^ s2. Q)
X 3 O
Ö S p
I Q
® ilB-- 3 S-i"
"- sr a S- a
^■5 ^ -q ra S.
CO CO CO
^‘*2 V,
O O
3 <0
^ X ùi
Di CO S7
3 Sui
. CO
•3
o p
o 3
0“ 3 T3 *d X g
"" o 3 3 so SD
3 xxB'S
e e e 9: Di
X) g XI
eoe
co Vi, CD
X (/) X
O 3" SD
co
Si
co O
co
-P- 9
co e
^ g-o 5 a §
8“ §■ s F 3.^
co
o
p co
dì
a 8.
CD X
8-8
o O
O ^
o " 2
Û) Di ùi
CD
5 o sr
o s:?
ÙO co O
Di O
—• CO
3 co
O
•g a
o
o. 5J- o '9-S a
O- ^ Tt
CU o ^ —
o-_a- 3
a_ 0) (o Cl. g -a
a o. a. §- o
■¡3 'T' r-h
o a
Ö-3 g
o a a
Q- a 2
è 8 I
TD O" 3
e
9
c|P§- § jg
co ^ 3
Di
xd Ü.
G* so o
3. co
•o "O X
e co
o d =
8-0 “
P:
CD
SO r-r
CO QJ
co 3
3 *2
3 SO
co
Sfi. -• CO
. CO
V^CQ
CO Di
3 ^
N3 d3
Û) —e
co
se: so
= e
Iti
a ^
3 -a Se: n a.
I T3 X3 ro 2. 3 a
•• y r- —Ç O irt
G V)
CD 3
X S
co T
5 8 a. g. 3; 5?. Ö
a- k>
CD
oT DÌ* o —.3 3
2:
Di
X O N
3. 5)
Srg
XI 3
e CD
co C=:
e . .
CD • 3 0
2" r-* Di __
S^ Di
a cu 8"
3 b.
ro o' g
a C' Ö 9r (0 g g
— S- Se-g 5T 9. 3
- — 8 a
3- m
a a
— 0)
Di 3
G. 0.
X O CO SD
O P- - •
gag
co Lj:
Di
3
Di
3 a
g a
S. co
w a ^a o) S SS
in ^ a ao £S) a
e O
3 a
o 5 T3
3 so ^
d“ p p
Q. 3 R- § I? !2.
•a 2. s; 3 -T3 q; a.
‘èr 9 a “• R a' o a- 0
i3. CO
< so
co 5'
^ 2
g ^
x5*
X) e
e Di
co 3
ri 2 9
Di 9 co
•O o" °
“• On-Q,3
-3 O “
’■'C 2 < 3
a =ia g
S a <• 3
o 9rg TJ
— e
» —, co
Di co \ co
e: o ^ ^
3 1-3 o
O so 3:> -5
•-S co fc o
Di so P; P ss ^
X O
e ' ■
SD- ^* o G
Ä /— CD
CO e
CD
i;3
o“ a B
3-3 2
882
a ft"
»03
— 3. 5;
9-3
CO
co
x^
co o
a g.
a. Q) 9
a o 'S'
CO •-? SS':
O O Di
3 DÌ
§ sr-g.
e •-{
o G.
O '
d §
0*1.
rt so
e
2 ÿ
X e
5D V)
co
3^ 3
Di CO
^ Ùi
TD N
CD o g8^3
SD ùi ?
3- Ä- CO
a o .»
18 gi8 S
“ :i ¡a, Q. a
- CO
■ co 3
3 O
&DJ
ù) 3
CD O
G, S2
CD o
■z; vu •—'
S. a a
Q 3 g
3 Q
a
9-"3 »
a_ cu
° S|
CO 3 y^
<00
^ Q)
CD
CO' O co.
CD O
co H-.
2
e 3.
o
CQ O
■g^
Di
3
CD
Fa
a o
CD
— -5 CQ
n 3 ^
DJ co
CD 3 n ^
“ co CD —
S- X d
2- G- X
2
3 X so
o io X
X S co_
2?3 —
SD se
ù) so
2.(5' a. Ra “■ 3 3 T3
o a o Q (o
^ 3 -a q- —
» 3 ■3 a g g g
a c 3 U g 3_
o Fr o » o o, c
O. “
< 'S
a 5
<
ri il
' Di
ù §
3. 2
.G 3
D) d
. . O
>±L = „ 3. a I
a. f- o q- _. I
o 3 3 a 3 <
3 d^ Ùi SO
Di
O
3
f~h
a eu
en o
— a » a et a m
q._ o 3 N d-.cQ a
9 q; 9 9 S a 9
»
3 -o “
o “• q^eO- 3
8“ C 5' O
a ni" 3
« -g g g
a a g o
c q^aF
5T§
oBB
3 g §
000
CO
îii r\5
5Ï‘ Di ù)
X 3 r
CO d
—? 0“ f—1
isi
Sù 2^ CO
CO 3
3
3
o
a- ^
o D
eu
g. o Q.
« Q. a
s sa
a- S.-a
a- a _
2-Ba .
Si-R c 3
B o » a'
^ g. a a
a a c a.
~in 3 2.
R S a' pu
§
§ S 3
3 R- g
a o
■■g.§
i a
a g
a 3
— 3'
a
O.
_ o _
ma __o a
™ 8. 5T g o
â||=T3
a g
« Di sr*
C so
Ä o N
'S OJ
'd O CD
o CD ^
. ^ ^2 Q• (0
Di “
< Di
g Di p
1 S. s^
2 Di
Di
d5 .
. P4: ço CD
grB-2
sfi- O
CO
g CO
CO r-)- CO
O Di CO
qrm a
ôa
O ^
Di
8-S^ ^
8 S-S g
9 F 3:0
l5
G. O
CO ^
a S
a
&8 a R
<; g T3 O
O
o a a
° o O
g"? a.
a »
a a a S
a eu Q
ST S
3 g:
a a
o a& a eu
O ^
— 2 SO
CD 3
g
qra"'®
“ “a3 eu “• a
a < <r'
F B a 0
3 ° 8 a
a |;a
O ■ ■ •—* »
Gr P CD Ùi
3. SD
Di 27
o 2
e
o
3.9 3
a 3 s
SO' 3 o
3
O
5Ì
CO'
Di
CO
O
O
0T 2e
f-*- *73
Di ^
O
3
Di
Di
Di
P* Cl
eo s .
O P
O
CO
Hr 3"3
p S. O 3 d3
cS G. q-o g
CJ- 2 3 2
O
•§ 13
CO e 9
-“î A
Di o
n so
CO _
I—f- £ O
33^.
.SD 2- _
Q ^ s
o 2Î
. 3
- O
P *d
CO
ùi
ù) 5
CO
g qi §. 3. iü,
5T 9 9 a 9
(O
aB °
CD p Ùi^
3.
CO
' G.
Di 3
^ 5
2 g
o 2
sr o
‘“'S 3 CO
a a aq
8-a.a
O p es
__ 2 N
=r* so. Q,
CO
CO
CO
O,
O
ta
c6‘
X
CO
■ F, P
X D) ûi 2“
C0_ G. P
5T O. c ta -g
o a a a- c
a a R. q^
a -S T)
“• o
S" "O
3 SO
‘
asri- S
a a
^ Fa "
ts ►G
Ni 2
û) Di
Di Di Di CO
^ ^ X DJ
>- CD Cf:
ûi
(O ta (P X
S^ ûi
3 ^ S'S
3 de CD
^ N CQ C-.
ââ 8
a g a P. a -a g
si W^^qB
Q
a
3. l-pS.-O g 3 ~f^a'
«.3co,BgOc^|
3' 'A ^
8-â §
SD CT 2
to
“ 05T^
a 9° g. S
g-a 1 8. “
N. a tu 8
S R aS S.
° 3 g â8
g- a 5T- a ro
ro eu eu _
a o r-t- q
a g < Q
la U, a ro
a
N. 3
a. CT
o ro
I3SI
CD
CT
CO
CO
^ CD
3 O O
et “ O
3 S ^
CO
cr
‘ > “
o ?;
a^ q
a'ig
■i^niF
ro'S-.30 O
8-9 a
3 .^a tu
g-i| °
■5a a a
o m
5^9“
CD
P
“• ^ro 8
K 2-a3
o R I
âltil
O o' 2
2-p CO CO tD
"d CD
^ 3 CO
^ so CO
p
^so^*£^ 2^3c
1 3- a •'^3 ^ 8 a g
CO
3
3
O
2*3 5'
2-Pî 3
I—I — ^
O CD
x^
CO 5.
CO
o’
o X SD so
-o ùi
CO
ùi ■— -_
&Fg :r
3 3. a
g'm
S81 „
a a 8"^
N a o
PI- a " ro S
a 3- 2. g
»- ro' a p
Plr S- a X
m a 3 ro
P ro ro
g ro
PI- 3 3
Q. a a.
ro a a
3 g a
I a g.
3 CO
F'a
X a tu
ao-T
■pa c 3
CO
SD ÿ
CO
• *2.
D- 3- qr —
a a-tg ro S
^ eu
■ =• 2
O
X
e
p
CO
^ CD CO
a a S
X = O
G- SD
ùT D>
^ ^-8
CO
3
‘ o
CO
___ CD
a'-o gag
^ c' I-1 a
g. qf ro eu o
R. 8 -g a &
g o Ö “ .
3 Q. •
ro
(O
3
9r g
3 O a
CO ùi
§ R a
5 o R
CT 3
2 O
8 a
ro
&5S
R. ro
5 R
ro a
8 ta.
g2-a
F B
<T Q
^ O
Di ^
S-Fa
SD' 3 3
. 2. ùi' *nrt
ûTiQ ^ 5?
_ sr d CO
(S'a g. a
ro U) £1
a ac
ti- ag
eu rt\, X*
3 *Xl ^ 5^ 3
CO ùi X
• CO £D a- X
CO e e
< CD G.
û)
X
G* o
CD ;2
£: NJ
Ûi
G. § p ï X d 2
O s: O ôr “■ £ CO
2. p 3 ^ 3. 3 “
Di
CD
0-3
CO
X
CO
e
3
NJ
3. ùi
îfi. O
— ■:? e
CD
ûi
SD s: ^ p
ûi ùi 2 iü
NJ
XO *d
ùi d.'d
G 8 2
Ä o
5 Q
CD
CO CO
co
Di
27 ù>
a a-R
^ CO
Ü. S
O ~ e >
3 Ä-0 O
ro g. q- a
q. tu g
1-a a ro
5 o 3 Q
2 2- S5. R
Di ùi CT so
P ùT £rP
CD
3
G- v>
la
X SO ^
X
(O
2“^
co
CD
co T-5
SD 2
SG ^
o
co
^ X
Di CO
et
o X
co G
2:
Di X
•d
Di X
co
Di e
3‘ S Q
3 "o
o G
2T ^
CTT O p
Di 3 ■ e
o
X
er
co
co
N CO
ro g a
Fa q
Sili
a acR
a “ 8
9r <
p 1"^ "d
5D CD p
— Ùi
p t- g - dì
R Ö g ro a
g- o 8 § S
a 2. S Q. a
s’ s s; °
“ a o' § g.
— a a a
tu
= 3 8 a
» (0 a _________
5' < -i3 a a
ro o
cu
q? e
ro 2_
2 a «1
a 3 e
o ro 35
3. a- a
CO — p
^ ^ 3
Ig ^
o g -d
ùi CO
X SO
5c3
o
<
•d •
Ä
Di CO
P
: co
. co
^ 3“
S g a ro
. co
O
3
O
cr
s^ 2;
-§ R.
o
SD
SD .0
P
G
p
cr
CQ
x9r§
2-9:^
o
CQ
3
Q- s. 3
ro öa
tu (t5
"B R
» o
CT. 3
ro ro _
Fg S
5'FI
SrlS
G. 3
0 K
O O'
»8.
& ro
“• 3
^a
K) I
£93
_.ta
celi p
O S=i
3 Br
P 2.
o°c
3.
Ä SD
O ù>
8 §
il
5F
3 g
g 2.5
3 Di CD
(T
O
O
CQ
o’
CD
O
2 3’ <
2 X* o
R 8 a
O-qr 2 a
?• ro 2- O
§• a q- 3
ffbI:
D> ^ ço V).
qr-a o' a
& a ro Ö
. S.
_ pieu ro
R F
O ùi
3 -.s
CO X
CD =*
C
■9 3
2 N.
o p
XSiQ
SD rç
^ ùi
. O
p
“ ' <« 3
ro- ISO c (D
g Cai a D_
ro a
<R-i§
9. g ro ro
a 3 “'Ö
1 B 'S- 2
ro a 8 3
X G so NI
ûi ' 2
ro s <^ §
9 F ' g
g P <
3 3
3 ^ ^ o
a 3 ro r
a ° o O
a 'S tg ta
P SO 3 2
2. c £
R en a a
2. ro o a
ro 3 -t G.
a<
§ a 5j-g.
1 S-S ro o
~ CT ro O D
S 8. g- ro o'
O CQ X CO
^, 2 O P e
g ro ta ^ '
8 t-v a'tg g
a XI q- 5
O ex S-S
3 5 p 3 so cô 5
o 3 o. g g^-g.g
R Qg g a â-g a
“ ^ ^ dî
n
^ X cr CD ^
3 0i_ ^ CO N
3 c= p T3 o
G D) o p d
Di ùT s §
o ^
CO
F so
d ^
2- ûi
CD
ë 3
o o
3' o' S- 8
G. 3 so
CO
d'^£3
X 1—, so p
- 5p c/^
G o .-e p'
2 X S' §
3 ùi
p CO X
3-^'
o a 3 a
a ro ro
R ' a s
a g. ç
q. G ro
CT ro CT CT-ct
alla 9
S -S s. 3 “
la s
s g
5' s
03
2- 0' 0 3 p -t p p 3 e 3
JD p 0 0 e'
3 X X p 3 G. 3 CD
Di 3 0 G. P' 3.
ûi
3
o
§'p ¿-"g*
p
3. <
û3 X
CD
Di
o
O 2.
^ P Ä
SD 2? ?■
OR
< O
cr
PTsr
Di K
o
^ ^ X ûT' SD
< 3.
ûi o
X
e
CO
r 2
2- o ‘O g
o o 3
— g pQ
S- ^
^ f s CT< _
^ 'T' O _ q- tu tu
a tu
3 p
X 5
, .. O 3.
r p G- G.
" tu
>
3
O
3
(D
SU
<
w'
5‘
m O
Ci m
E3
o
^ 2
CO CO
p û^ so
CO -T-i
aro R
ro
R 0
7 » 7
- ro G.
CT a
R a' —
a a g
CT. as
q- q- o
I.-eritS i ct JV
X ^ S- p' CO CQ 3 B'
8^ ai § B s a
“lalF BrS F
og
o
tsoro ^
-Süg “
eu -
a
q: ai7
O a 2
q ro O
B tO'R ^
ro ro I » a. a
g g g Q -•
a G. G- g
O CD CD I
P —
X CO
CO 3
O G O
><00
o 3
S
S. —
öS a
O P p
a B-T3
F° 2
a S ::
ro i 8
R 5TO
o CT R
3 o 2
g 9r a
t3 to 5T
R |8
R F a
a. 5'3
<T CO
CO
(O
CO
G sy^
3 CO
21 —
CO ^
ûi CQ
p o
3 ^
o* CO
CD o
CO
CD d X C/i
3 o ^ so
g- d ùi 3- ^
B' X CD p
3- ^ c: ^ Ï=?
ù) p 3 o Ûi_
a F g' I I.
§ S-F ¿R
3 __, CQ X p
co.dJ P ûi ^
CT ro o g. R
g R ro ro a
1 o g 6 a.
R. a to
o 8 R
2 P 2
a g.a
0-0 P
lüTO
CD *d
Xd3
û)
3 N
2. o'
8 3,
CD
?o’
s p o
3 ùi
CO X p
- - o
CO
CO —'
£0
CD o
3. 3
o CD
o _
3 p
p
G-“'
“■ G.
roi
F“
a- 8'
a g
SO
^ 5=^
S' S’
d N
O o’
ct8
5 8
R. R
g °
2 3
CO
^ X o
? ^ 3
^ ùi.- o CO o
F c a a
8 S ^ §
8 a a-P a
Fa “ 'a -O
S S FS R
ir R. CT q- ro
c O g ° a
P P ^ dì
F ro R 1; O'
S.
SD . P X
2 — CQ c
— s R 2
H.» CO ^* 3 Q;
:qg=i^2DLpco^
“tag-o |5T5ra
i “ B S 8 &3;8
X ^ — tD ^ SO
G SO d X. SO P ^
S‘ & X ^ X -• G*
^ — “(D d ^
3.
o
CO
a E
g 8
^ Ùi
£ “2
^ p
lt§
o %
a 2.
CT ro a
to ■ CTS
-CT t—"9
a g
•T-s 2
ûi
CO
CO p- 5-i.
ÜÙL^. 2 3
Qi
\j, —
CO O
CO 2
CO
(O X
V) X
CO G
a âo g ta
ro"-a ö g- P
ro eu
S R FR 3
g. CT. F ro a
p o so CO d
SS CO CO p
2 p CD CO
liii-pii
aRFCT°“<'>a
oRrogaG-ato'
_R R ro G-“-i=g
“ R CT 2 g ro q- 8
-OoCTCTHîCT®
â o S B ro ro tu
x^copd d-.
^ - CO X X 9r 2
a “ 5T-0 ° “ 'S F
CT S CTO G G. g ro
g.wQ.3Dro=;'CT
gaggaroroqöS STct g B ^
g tu aa-o a a§
R IcntG-q-a —c
aro'C2°roG3
3RG-“(«oCTa
o-a_G.ffi'2a_
ala g ro 9
Di CO
O
CD
CO
O
O
3
e
3
CD
N 2 ^
Ùi CD e
d so
X N Ä
CD o
c> ^ ^
§ 5 g
CTl 8
tsj e SO
^ o
CT ro
g o
g CT
ro ro
2 n
o
CT°
ro 2
X û)
p ■"*
d ^
Sù â
_ X
X o
(O X
“ p
S'-d
o
o
o
CD
CO
CO
CO
p
o.
o
d w.
SD sr
CD
O
CO' O
X pj"
CO ^
o
ifi. so
=^CQ
CD
. O
Fro CT.
g a a
CO CO d
8 3 I
° 3.|
G. d ^
' ^.3 G
2. CD
■-laro F-g
“ ÇO O
X ûi
O
CD K
SD G- p
O 3 S.
2 ÙLO
. ûi
o N X
““ (Tl /~i
(f) g
o P
3 B
e X. X
p SD
O CO
O r: —
3 cr ùi
o ùi
e
, 3
2 G.
CO
CD
ûi
£ S .
Fct
Al .SS
cÔ N.
O
CO' r- 9
û)
o ùi CÓ
3X0
CO
3
rr 2
O 2T X
3. O p^
O X SD
“t§ 3
FF'
CO
O
CT a 1
3 p
o G- s
R
315'
a 3
ro
à B
^ 2
CD Di
CO X
O
G O £.
o p- ""•
CD
X- Q) d
CQ ûi 2 ÇO
3 “ roto Q
CTO 5'
a » —
ro ro
g § 3.
F CT 3
ro o eu
g CT 0
a
F o
CT 3
a n
& o
o 2
ro
a
CT
o
N CT
N
CD
NJ
O SO N. §
^ d
rP SO G
O
CO
ùi
G' 2
< e
p* (T\
3.-a
CT 8
p —
ùi"
CT3
F
e
d
ûi
CD
..CQ
X
3 0”
“ 3 S
ro „CT
tu o
CT
o a
CT a
ûi' ùT
3
X
o
ûi
O
CD 3
X^ ùi
il O
SD _ o
3 ùic§
ata 5
° R' ro
(«an
o n' g
a g- 0
g - to,
Fsrg
ro c o
/rT* CD r)..
™ CQ ^
ûi
xi 2T
G CO
^2
3 §
ûi o
X ^
o so
• CO
X p
CD CD
0-2 ro
F 2
CO G.
o X
o *“•
3 X
X o
Nj’ 3
o‘ 5
o ..
X o
CO d
o X)
■ g
b =
(O
o
x2“
brr P
X
P
o =:
-&8
CT qr 0
R N O
F“ 3
3
CD
3
NJ
S' _
ro' .a ö 5
§ â3
S o F
■ to a
< n' CT
O a a
a. D- g
a CTR
CT q 3
0.3 a
—■ q- ro
2 5' CT
c a
X
o
3
3
P
g ûT'P
o X CD
SD
CO
X
ûi
3
3
O
£
p
o p CD
D. o 3
o
p
SD 3
^3 *0
P NJ e
o p CD
9 p 3
Gr
punto
llnì^
m
eî
tllJO
ual
SERGIO
D
Ci
Ü
æ
jun con
(ganizzi
litBitote
fltlà di I
{0tÌ lOCi
{lozione
idiplom
il punì
E
dio sia
etto chf
^ità d
le a rete
fono pi
e corsi
sidi laui
tesi, di pi
iione, ht
Itore dor
datori de
iianni L'
la i prò:
iper i co
Ipercorsàrtenza
iatori de
¡Strazio
vicini
Ito offri:
prestigi
tativa. I
lapossib
(•formati
tato ai e
sndale. È
t, che o
jità per
(dei po
¡a può di
(necittatli
Ée pariti
' 'isentai
orare ;
iiofess
enei ce
lomia, i
qua
no raggi
ices elid
1^12
m
ea
a
Sjì
(S
a
Q
u
63
[OCRE
LPEVI
tato di I
Ila per !
di hoc
fisti alla
’punti i
amalde:
te quasi
fisiziom
(5-0;
sa sulla
Assen
Itovi ini
’per sce
la ha fa
tale un
Barcatu
ate da i
ad Erir
tea, Agl
fanello,
e Bott
dell
S’altro il
eroe
V/ ié
13
E Eco Delle Yaui moEsi
PAG III
punto in un recente convegno
jniversità a Pinerolo
alì prospettive?
55?
Ci
Ü
*0
MHOIO N. TUBTULICI
un convegno a Pinerolo
«anizzato dal Consorzio
^to tra ir 95 e il ’96 tra
«ttà di Pinerolo, aziende
jjti locali per sostenere
Unzione nella città di cor¿iploma universitari si è
) il punto sulle prospettiiiture. È possibile che Pijlo sia uno dei poli del
ftto che sta studiando 1’
srsità di Torino di estenlearete dell’Ateneo nel
ilorio piemontese, prevee corsi di altre Facoltà,
i di laurea? Parleremo di
usi, di programmi, di prorione, ha proposto il mol6)re don Vittorio Morero
{latori del convegno.
Hanni Tosano, a suo temja i promotori del Comiper i corsi di diploma, ne
¡percorso la storia. L’idea
lartenza era un corso di
iatori della pubblica amistrazione, stante anche
la vicina Francia avrebbe
ito offrire l’ajjporto della
prestigiosa Ecole ammirativa. Poi anche per via
la possibilità di stages praformativi in azienda, si è
■tato ai corsi di economia
lodale. È possibile andare
e, che cosa chiede FUnisità per fare di Pinerolo
idei poli della rete, che
sapuò dare l’amministra(«è cittadina? Una comrnisle paritetica Università"ssentanze locali potreb'orare al disegno,
itofessor Bocchino, doe nei corsi di diploma in
Domia, ha sottolineato il
elio qualitativo che essi
no raggiunto. Alte perforices didattiche grazie al
rapporto numerico ottimale
studenti-docenti, alta qualità
di studenti che hanno superato le diverse tappe, bassa
quantità di abbandoni.
L’aspettativa ora è di corsi
di laurea e master in turismo,
di corsi di laurea in pubblica
amministrazione. L’intervento più atteso, quello del professor Bertolino rettore dell’Università di Torino, ha gettato una buona quantità d’acqua sul fuoco degli entusiasmi. Parliamo di ipotesi, ha
avvertito, non di programmi e
di promozione. Si possono disegnare tre piani di estensione a rete dell’Università nel
territorio piemontese. C’è
quello dell’eccellenza di alcuni corsi, quello di decentrare
corsi di laurea interi, quello
di decentrare corsi istituzionali come i bienni propedeutici e, ogni volta, bisogna
creare le strutture necessarie.
Pinerolo ha raggiunto standard di eccellenza nella didattica, negli studenti che portano avanti con profitto i corsi
ma l’Università è anche ricerca e biblioteche, e qui lo standard non è elevato.
Le strutture, i luoghi e momenti di ricerca per delocalizzare un’Università non si costituiscono da oggi a domani.
Un sistema a rete è importante, si costituisce con realismo,
con processi chiari. Bisogna
dare atto a Alberto Barbero,
sindaco di Pinerolo, di avere
espresso realismo nell’ultimo
intervento della serata. Abbiamo pochi contenitori,
strutture in piedi per l’Università, ha detto il sindaco;
abbiamo solo progetti e per
finanziare i progetti ci vogliono quattrini.
Vertenza Luzenac
Verso una
soluzione
positiva
Si prospetta una conclusione positiva per la vertenza che
oppone la direzione della Luzenac e i sindacati sul futuro
della miniera di Rodoretto. È
quanto è emerso nell’incontro
di venerdì 28 novembre tra i
dirigenti dell’azienda, che fa
parte del più grande gruppo
minerario mondiale, il Rio
Tinto Zinc, e i responsabili
dei sindacati, alla presenza di
numerosi sindaci della valli
Chisone e Germanasca, del
presidente della Comunità
montana, Erminio Ribet, di
funzionari della Regione e del
sen. Elvio Passone.
Entro il 2000 dovrebbe essere messa in coltivazione la
nuova miniera di Rodoretto,
ma alcune decisioni dell’azienda (la riorganizzazione
della produzione, la decisione
di sospendere i lavori preliminari affidati a una ditta esterna, e la sostituzione di alcuni
dirigenti tecnici) e la sospensione delle trattative per
l’apertura della nuova miniera, avevano fatto temere ai lavoratori una possibile chiusura del progetto. «Niente di tutto questo - hanno detto i dirigenti della Luzenac - c’è la
volontà di proseguire, però i
sindacati devono essere più
ragionevoli e accettare di lavorare al sabato per aumentare la produzione, di incrementare la produttività spostando
le operazioni di cemita al Malanaggio, e di non danneggiare l’immagine dell’azienda». I
sindacati si sono dimostrati
disponibili. La trattativa vera
e propria si terrà in Regione
sulla base delle note raccolte
dal sen. Elvio Passone e dal
presidente Erminio Ribet che
saranno inviate alle parti.
Luserna S. Giovanni
Musica
sudamericana
per chitarra
Ancora una serata alla palestra di Lusema San Giovanni
per il Tacabanda ’97; sabato
6 dicembre, ore 21,15, arriva
la musica latinoamericana
con i chitarristi Mario Corradini e Juan Sgolastra. Si tratta
di un duo italoargentino di
chitarristi che dal repertorio
latinoamericano traggono
spunti e suggestioni, filtrati
attraverso una sensibilità artistica orientata dal jazz. Una
ricerca musicale improntata
al virtuosismo e all’improvvisazione, per un concerto che
ci porta, letteralmente, dagli
Appennini alle Ande, ripercorrendo i brani contenuti nel
loro ultimo disco «Guitarra &
guitarra» è il titolo emblematico, sottotitolato significativamente «Storie di emigranti». Il biglietto, prezzo unico,
è a lire 8.000, con ingresso
gratuito per i bambini fino a
10 anni. Segue il ballo. Il sabato successivo Tacabanda si
concluderà con una serata introduttiva al clima natalizio
nel tempio di Torre Pellicecon il gmppo «Calendan».
PRIVATO acquista mobili vecchi-antichi e oggetti vari: tei 0121-40181.
VENDESI furgone Renault Trafic unico proprietario km 180.000 anno 86 £
6.500,000. Tel 0121-500435.
PRAROSTINO vendes!
porzione fabbricato ristrutturato mq 185, n. 3 servizi, cantina, garage volendo terreno.
Tel. 0121-500435.
AFFITTASI alloggio in
Borghetto. Tel. 0121-598194.
m
0
t D
0.
(0
œ
Q
Ü
G0
OCKEY GHIACCIO:
LPE VINCENTE — Si è
tato di una trasferta tranUa per l’H.C. Valpellice
di hockey su ghiaccio;
tosti alla Lariana ancora a
il punti i valligiani hanno
iamaldeggiato mandando
te quasi tutti gli uomini a
losizione. Il punteggio di
0 (5-0; 6-0; 5-0) la dice
sulla differenza di va■ Assenti Sbicego e Cottovi infortunati e Vaccatper scelta disciplinare, in
taha fatto l’esordio statole un Burrato in forma,
toarcature sono state reaate da Marauda (3), Ma,od Ermacora (2), Berti,
®a. Agli, Doglio, Donato,
[anello, Marchetti, Burra0 Bottecchia. Ma la nodella settimana è
Ì altro il pareggio del Co
mo a Zanica col Bergamo dopo un tempo supplementare.
Il Como resta capolista con
19 punti, davanti a Falchi e
Valpellice con 15. Giovedì a
Torre arrivano le Civette Milano, domenica 7, ore 18,30,
trasferta a Chiavenna.
TENNIS TAVOLO: UNA
GIORNATA NO — Giornata no per la Valpellice; in C2
i valligiani sono stati battuti
dalle Poste Torino per 5-4 (2
punti di Malano e Sergio Chiri), in DI la sconfitta con lo
stesso punteggio è arrivata
dal Crdc Torino (2 punti di
Prats e Giuliano Ghiri). La
partita col Ciriè in D2 è stata
rinviata per problemi della
formazione canavesana. Ora i
campionati si fermano per
una lunga pausa legata ad altri tornei.
PALLAVOLO — Brutta
giornata per le due squadre
pinerolesi di volley opposte a
formazioni toscane; il Body
croci ugonotte in oro e argento
tesi
& delmastro
(gioielli)
trieste 24, tei. 0121/397550 pinerolo (to)
Cisco in B2 maschile ha perso a Pisa per 3-0, mentre le
ragazze del Magic Traco in
B1 sono state battute in casa
per 3-1 dal Prato.
Nel settore giovanile molte
le partite della settimana: nella categoria Ragazze l’Antares ha battuto il 3S per 3-2;
fra i Ragazzi successo del
Parrella A sul 3S per 3-0
mentre nel settore Juniores rivincita per i lusernesi che
hanno superato il Parella per
3-0. Altra sconfitta per il 3S,
questa volta nel settore femminile juniores con la valligiane battute per 3-0 dal Borgata Paradiso. In seconda divisione femminile il 3S ha
perso a Orbassano per 3-1
mentre i ragazzi hanno battuto il Montanaro per 3-1. Nel
torneo femminile «Baudrino»
il Volley La Torre ha perso a
Villafranca per 3-0 e il 3S ha
vinto a Airasca per 3-1. Per il
trofeo maschile «Storello» il
Volley la Torre ha vinto due
volte, 3-1 sull’Ottica Ughetto
e 3-2 sulla Panetteria Vicentini e guida così la classifica
con 6 punti.
PALLAMANO: 3S BATTUTO — Irriconoscibile il
3S visto a Casale, nella seconda di campionato. Errori banali in tutti i settori, lentezza
di esecuzione, difesa sguarnita. Un ottimo Barberis tra i
pali e la buona partita del giovane Rivoira non sono bastati
a sopperire alle carenze. L’assenza dell’allenatore Comoglio non ha certo agevolato in
quanto a precisione degli
schemi, così come alcune assenze. In settimana riprenderà
la preparazione, si rivedranno
alcuni aspetti sull’organizzazione di gioco e sull’impegno
dei singoli. Il punteggio è fin
troppo netto a vantaggio del
Casale (18-7) al di là delle
aspettative della squadra di
casa. Il ritorno, a Pinerolo,
potrebbe essere diverso.
ASS icru R AZION 1
Gajppo di Assicurazioni
la Basilese
^MasileseLUihìmiUhm
Società collegata con gruppo
Banca Carige
Agente
Maria Luisa POGGIO GÖNNET
Agenzia generale
via Raviolo, 10/A- Pinerolo
tei. 0121-794596-7Ó464
4 dicembre, giovedì — TORRE PELLICE: Alla biblioteca
della Casa valdese, alle 15,30,
per rUnitrè, concerto con Daniela Pilotto, soprano, Gianluca Fasano, tenore, Clelia Spinelli, pianoforte; musiche di Verdi, Bellini, Leoncavallo, Puccini.
5 dicembre, venerdì — VILLAR PEROSA: Presso la scuola
professionale Agnelli alle 16,45
incontro sul tema «L’industrializzazione della valle», con il
professor Valter Bruno.
5 dicembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle 21
presso la sede della Comunità
montana incontro organizzato
dalla Cri sul tema «Traumi e incidenti domestici»; sarà rilasciato un attestato di frequenza. Per
informazioni rivolgersi dalle 20
alle 23 del giovedì al 932073.
5 dicembre, venerdì — LUSERNA SAN GIOVANNI: Alla
sede Avis ci sarà un prelievo collettivo di sangue ore 8,30-11,30.
5 dicembre, venerdì — PINEROLO: Al Teatro-incontro,
alle 21,15, per la rassegna
«Aspettando l’inverno», la compagnia «Cavallero & Fantechi»
presenta «Otello buffo». Ingresso
lire 15.000, ridotto lire 10.000.
5 dicembre, venerdì — SAN
SECONDO: Alle 21, al centro
polivalente, incontro sul tema
«Smettere di bere si può, parola
di chi lo ha fatto», a cura del Cat
267 di San Secondo. Intervengono il dott. Renato Gaietto e medici di base della zona.
5 dicembre, venerdì — PEROSA ARGENTINA: Per la
rassegna Videoforum presso il
Centro anziani alle 21 «Il decalogo (Uno e due)» di Kieslowski.
5 dicembre, venerdì — TORRE PELLICE: Alle 20,45 nella
sala consiliare della Comunità
montana, per il Gruppo di studi
Val Lucerna e il Centro culturale
valdese il professor Giorgio Baimas, sovrintendente al Teatro
Regio, terrà una conversazione
sul tema «Parliamo di musica...
esperienze di ieri e di oggi».
5- 6 dicembre — PINEROLO: Al Palazzetto dello Sport
«24 ore di sport per la vita», partite tra giovani e meno giovani a
tutte le ore del giorno e della notte per Telethon ’97.
6 dicembre, sabato — TORRE PELLICE: Nel tempio valdese, alle 21, concerto con il coretto valdese e il coro «Les harmonies» a favore della Croce
Rossa per l’acquisto di un’ambulanza per rianimazione.
6 dicembre, sabato — PINEROLO: Alle 17,30, al circolo
tennis «Barbieri», torneo di tennis «Il diritto e il rovescio della
solidarietà», per Telethon ’97.
6- 9 dicembre — PRAGELATO: Nella palestra comunale «3“
Mostra artigianale per un dono»
dalle 10 alle 19.
7 dicembre, domenica —
PRALI: Air hôtel ristorante Miramonti, alle ore 19, presentazione del libro «Recettari occitan»,
di Valla e Bertino, a cui seguirà
alle ore 20 una «cena occitana».
Verranno eseguiti dal vivo brani
musicali appartenenti alla tradizione occitana con ghironda e altri strumenti.
7- 8 dicembre — TORRE
PELLICE: NelTatrio comunale
esposizione natalizia a cura della
Croce Rossa, con raccolta fondi
per l’acquisto di un’ambulanza
per la rianimazione.
8 dicembre, lunedì — TORRE PELLICE: Per le vie del
paese fiera autunnale e mercatino
naturale natalizio dalle 8 alle 17.
Il dicembre, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle 15,30,
nella biblioteca dalla Casa valdese la dott.ssa Franca Debenedetti
Loewenthal parlerà sul tema
«Essere ebrei oggi», per l’Unitrè.
11 dicembre, giovedì —
TORRE PELLICE: Presso le
ex scuole mauriziane prelievo
collettivo di .sangue ore 8-11,30.
12 dicembre, venerdì — PINEROLO: Al Teatro-incontro,
alle 21,15, ultimo appuntamento
con la rassegna «Aspettando F inverno» con lo spettacolo «Ti ha
piaciato?» di e con Mimmo
Chianese, al pianoforte Giacomo
Cavo. Ingresso lire 15.000, ridotto lire 10.000.
Neue
Chiese
Valdesi
CEVAA — Domenica 7 dicembre, dalle 14,30, alla Foresteria di Torre Pellice, pomeriggio di solidarietà con la
Cevaa organizzato dalla società delle missioni-Cevaa.
CULTO OSPEDALE — Giovedì 4 dicembre il culto
all'ospedale di Torre Pellice
sarà a cura della chiesa di
Torre Pellice, giovedì 11 a cura di Luserna San Giovanni.
COLLETTIVO TEOLOGICO
— Domenica 14 dicembre,
nella chiesa di San Secondo,
alle 17, incontro del collettivo teologico «Giovanni Miegge; lettura da «La cristologia» di Dietrich Bonhoeffer.
BOBBIO PELLICE — Domenica 7 dicembre nella sala
delle attività dalle 9 alle 12,
con interruzione durante il
culto, e dalle 14 in poi bazar
natalizio a cura dell'Unione
femminile. Riunione quartierale martedì 9 dicembre alle
20 al Podio.
LUSERNA SAN GIOVANNI
— Sabato 6 dicembre l'Unione femminile visita l'asilo e
cura la meditazione biblica.
Domenica 7 nella sala Albarin
la Società di cucito tiene ii
suo bazar invernale dalle
11,15 fino al tardo pomeriggio non stop. Riunione quartierale: giovedì 11 ai Peyrot.
MASSELLO — Riunione
quartierale al Roberso alle 15
giovedì 11 dicembre.
PERRERO-MANIGLIA —
Riunioni quartierali: giovedì
4 dicembre alle 15 a Forengo.
PINEROLO — Lunedì 8 dicembre, a partire dalle 14,30,
bazar dell'Unione femminile:
tutti sono invitati per trascorrere insieme il pomeriggio.
POMARETTO — Riunioni
quartierali; venerdì 5 dicembre alle 15 all'Inverso Clot,
mercoledì 10 alle 20,30 a Pomaretto, giovedì 11 alle 15
all'Inverso Paiola, venerdì 12
alle 20,30 a Perosa. Culto al
Centro anziani venerdì 5 dicembre. Incontro dell'Unione
femminile mercoledì 10, alle
14,30, a Pomaretto.
PRALI — Domenica 14 dicembre, alle 10, culto con assemblea di chiesa.
PRAMOLLO — Riunioni
quartierali: martedì 9 dicembre alle 20 borgate Ruata e
Rosi, mercoledì 10 alle 19,30
borgate Sappiatti e Bocchìardi, giovedì 11 alle 20,30 ai
Pellenchi.
PRAROSTINO — Riunioni
quartierali: giovedì 4 alle 15
a Pralarossa, martedì 10 alle
20,30 al Roc, mercoledì 11 alle 20,30 a San Bartolomeo.
RORÀ — Giovedì 4 dicembre, alle 20,30, riunione quartierale alle Fucine. Domenica
7 dicembre, domenica dedicata ai predicatori locali, il culto
sarà presieduto da Maddalena Giovenale Costabel
SAN GERMANO — All'Asilo dei vecchi, dal 12 al 28 dicembre è aperta con orario
14-17,30 la mostra di Natale:
artigianato artistico e idee
per regali.
TORRE PELLICE — Riunioni quartierali; venerdì 5 alla
Ravadera, martedì 9 all'Inverso, mercoledì 10 ai Chabriols,
venerdì 12 agli Appiotti. Domenica 14 dicembre Piera
Egidi parlerà all'Unione femminile della visibilità delle
donne nella chiesa e nella società, in occasione del Decennio di solidarietà delle chiese
con le donne, che termina
nel 1998.
VILLASECCA — Riunione
quartierale venerdì 12 dicembre alle 20 a Villasecca.
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via dei Mille, 1 -10064 Pinerolo
tei. 0121-323422; fax 323831
redazione Torre Pellice
tei. 0121-933290; fax 932409
Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. ai sensi di legge Piera Egidi
Stampa: La Ghisleriana Mondovì
Una copia L. 2.000
14
PAG. IV
VENERDÌ 5 DICEMBRE 19q^
FILM CICLONE"
19,500
ipiÄiil
ili
^ STAMPANTE CANON
BJC 4200
SISTEMA MINI PHILIPS
FW335
359,000
TVC PHILIPS 14 PT 1332
299,000
FORNO MICRO ONDE
MOULINEX Y55
289,000
•X
ENCICLOPEDIA
MULTIMEDIALE
OMNIA ^98
149,000
TVC PANASONIC TX 28 MD3
979.000
VIDEOREGISTRATORE
DAEWOO DVG-892
479,000
ASABm
mm
LA TUA SCELTA VINCENTE
firn
C3pit
JEAN
DI SO
chi
ainerica
il»,
tori dipccett
sotto la
■ c
fòt Rot
ila fai
fen». 1
opre
damtie pi
s«io pii
sono se
guàrdia
politici!
primo i
della se
con le
^nerica
de !
sta e pe
lo dai pi
idler i
Un
I Ebber
uno di q
'sadica!
sopno n
pubblio
democr
insieme
slato so
memor
Usa. Jir
22jiove
iifere
litica
Ione d
jl'orino,
^po di'ui
; pastore
telli ed
innn U
deitant
Washini
isolati c
quartie
«gang»
noto co
stituzioi
a; un q
tdità in
nell’Ho
l’évasioi
_i% del
liisoccu
Irettor
>ers (fc
pota ne:
raglia a
^li es
ttìizzaz
Unai
15
5 DICEMBRE 1997
Vita Delle Chiese
Torino: incontro con Jim Wallis, direttore della rivista «Sojourners»
Il volto sconosciuto degli evangelici americani
finii Wallis è pastore della Chiesa dei Fratelli in uno dei quartieri a rischio della
Capitale Usa. Un fondamentalista lontano mille miglia dalla «Christian Coalition»
PAG. 7 RIFORMA
^JBAN-JACQUES
PEYRONEL
DI solito, in Italia, si pensa
che i fondamentalisti
” ■ '■ i cosiddetti «evan
», siano tutti conserva[uri di destra che vanno a
Incetto con i repubblicani,
la regia di abili televan|feti come Jerry Fallwell o
^Robertson, il fondatore
la famosa «Christian CoaI». Invece non è così: da
pre negli Usa esistono
amentalisti, cioè credene prendono la Bibbia sul
5io più che alla lettera, che
sono sempre stati all’avang\®-dia delle lotte sociali e
gitiche. Così è stato con il
^no leader abolizionista
della schiavitù, così è stato
con le prime femministe
Secane, così è stato con il
fede movimento antirazzista e per i diritti civili, guidatoWal pastore battista Martin
ilther King.
Un fondamentalista
«radicai»
JS)bene, anche Jim Wallls è
■aio di questi fondamentalisti
» che non si ricononé nella politica dei repùlhlicani né in quella dei
democratici di Clinton, che
iMieme hanno distrutto lo
stato sociale di rooseveltiana
memoria, mandando allo
¡iiraglio milioni di cittadini
Usa. Jim Wallis, che sabato
!2fiovembre ha tenuto una
èrenza su «Religione e
idea negli Usa di oggi» nel
[(me della Chiesa valdese di
in presenza purtrop'po di uno scarso pubblico, è
pastore della Chiesa dei Fratelli ed è da anni impegnato
iiHin lavoro sociale in uno
dei tanti quartieri a rischio di
Iff^hington, situato a soli 20
dolati dalla Casa Bianca: un
quartiere dominato dalle
«gang» giovanili, con il ben
noto contorno di droga, pro^taizione, illegalità e violenza; un quartiere dove la mortalità infantile è più alta che
aell’Honduras, dove dilaga
IWasione scolastica e dove il
15% della popolazione nera è
^occupato. Wallis è anche
Vettore della rivista Sojour^rs (forestieri, pellegrini).
Jota negli Usa per la sua batglia a favore del poveri e
'i esclusi e per una «motffizzazione» della vita pub
Jim Wallis
blica. Sojourners rappresenta
una spina nel fianco permanente nei confronti del potere politico e delle chiese tradizionaliste: negli ultimi anni
si è fatta promotrice di due
iniziative significative, una
chiamata «Cali for renewal»
(appello, chiamata al rinnovamento) e una intitolata
«Who speaks for God?» (chi
parla per Dio?). Ambedue sono nate da una forte reazione
nei confronti della Destra religiosa che, fino alle ultime
elezioni presidenziali, pretendeva di rappresentare la
vera cristianità americana, in
particolare protestante. A
questo fine, secondo Wallis,
la «Christian Coalition» ha
tentato una vera e propria
operazione politica con il
Partito repubblicano che ora
le si sta ritorcendo contro. La
parabola della Destra religiosa ha raggiunto il suo apice
nel 1994 con le elezioni di
medio termine e con l’elezione di Newt Gingrich alla presidenza della Camera dei
rappresentanti. Ora sta calando e sta crescendo invece
un po’ dovunque un nuovo
movimento interconfessionale che punta su un rinnovamento al tempo stesso spirituale e politico.
Ridare un fondamento
morale alla politica
Nella loro grande maggioranza infatti gli americani sono diventati molto scettici
nei confronti dei politici e
sempre di più si stanno convincendo che se la politica
perde, come di fatto avviene,
il suo fondamento morale e
di valori si riduce a una sorta
di operazione commerciale,
di competizione economica
in cui inevitabilmente prevale la logica della legge del
mercato. Di fronte a questa
situazione, da tempo il popolo americano pensa che ci sia
qualcosa che non funziona
nelle chiese: anziché essere
fermento all’interno della società, esse si sono messe in
conflitto le une contro le altre, non riuscendo a dare una
guida morale alla società. Ora
però, le cose stanno cambiando, a partire dal basso,
nella realtà quotidiana dei
quartieri dove le chiese sono
inserite. 11 «no» alla violenza,
all’emarginazione, al degrado
della vita civile, agli unici due
«valori» della società attuale
(comprare e divertirsi), comincia sulla soglia della propria casa e della propria chiesa, e si coordina con altre
esperienze locali in tutto il
paese. Così, di recente, si è
giunti ad organizzare una
conferenza di tutte le chiese
americane sulla riforma dello
stato sociale. Vi è stata una
mobilitazione generale che
ha coinvolto pastori, preti,
operatori sociali, sindacalisti,
politici. In quell’occasione le
chiese hanno detto chiaramente che lo stato non può
scaricare le proprie responsabilità sulle spalle delle
chiese, e hanno ricordato che
il loro ohiettivo non si esaurisce nel loro impegno a fianco
dei poveri ma intende attaccare le cause (politiche ed
economiche) della povertà e
dell’esclusione sociale. Insamma, ha detto ancora Wallis, non è più tollerabile una
società in cui lo stipendio di
un grande manager è 230 volte più alto di quello di un
operaio, e dove il presidente
della Disney guadagna 97.000
dollari l’ora! Questo non è solo ingiustizia, è «peccato» nel
senso biblico del termine e va
denunciato e combattuto,
come facevano i profeti dell’Antico Testamento. Così come vanno combattuti la violenza, la prostituzione, la
droga, il razzismo, e l’emarginazione sociale che ormai
colpiscono milioni di cittadini americani. Questa lotta dal
basso deve coinvolgere tutte
le persone di «buona volontà», a prescindere dal loro
credo religioso o politico, in
nome di Gesù Cristo.
Così, da buon pragmatico
americano, Jim Wallis ha presentato il suo lavoro e ha parlato del rapporto tra fede e
politica nell’America di oggi.
Lo ha fatto con molta semplicità, raccontando delle storie
(vere o immaginate), dei fatti,
degli episodi, lontano mille
miglia dai discorsi teorici e
intellettuali ai quali noi europei siamo abituati. Wallis era
accompagnato da sua moglie
inglese, Joy Carroll, sposata
tre settimane fa. Nel 1994, Joy
fu una delle prime donne
della Chiesa anglicana ad essere ordinate preti. Anche lei
è stata sempre molto attiva
nel lavoro di quartiere della
sua parrocchia a Streatham,
una periferia a sud di Londra.
Joy Carrol a Londra nel 1994
Sessualità e fede cristiana
Alcuni credenti evangelici - appartenenti a varie denominazioni, donne e uomini, omosessuali e eterosessuali hanno deciso di dare vita a una rete di collegamento, a livello nazionale, fra tutti/e coloro che hanno a cuore i diritti
dei gay e delle lesbiche nelle chiese e nelle società. Fra gli
obiettivi, quello di rilanciare alTinterho delle nostre chiese
il dibattito su sessualità e fede cristiana. Per informazioni
sulle iniziative previste, scrivere a Henry Olsen, via della
Stella 5,00036 Palestrina (Roma).
Il tempio olandese-alemanno
Livorno rivaluta la presenza
storica dei protestanti
MAURO DEL MISTA
IL progetto di ristrutturazione e utilizzo del tempio
della Congregazione olandese-alemanna e anche del cimitero monumentale è stato
inserito dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Livorno
e dal Comune nel «Protocollo d’intesa» fra la Regione
stessa e gli enti religiosi del
territorio in ordine agli interventi previsti per il Giubileo
del 2000. Le due strutture
storiche protestanti, utilizzate da chi si trovava a risiedere in Livorno e fosse di confessione riformata risultano a
pieno titolo «cointeressate»
all’itinerario denominato
«Luoghi della fede».
Complessivamente il costo
del progetto redatto dal nuovo Consiglio della Congregazione si aggira intorno al miliardo e 800 milioni. Per il
Giubileo, lo stato ha messo a
disposizione il denaro occorrente e la comunità protestante di Livorno ha sottoscritto la richiesta, anche se il
tentativo di restituire alla
città i «mezzi» utilizzati per
fare testimonianza era stato
avviato nel 1993. Si reperì la
documentazione presso i discendenti diretti dei membri
che per tre secoli e mezzo
erano stati parte attiva della
Congregazione, talché quella
raccolta iconografica e documentale costituisce oggi un
unicum da pubblicare e far
conoscere come elemento
arricchente che può ravvivare la testimonianza evangelica di sorelle e fratelli che
ci hanno preceduto. Anche
questo era un obiettivo desiderato ma mai raggiunto.
Tutto questo materiale,
esaminato dall’editore, ha
determinato il costo in 210
milioni comprensivo della
traduzione in tedesco: un dato che lascia intendere l’importanza della Congregazione rispetto ai paesi europei. Il
progetto in corso d’opera travalica però il contesto cittadino, regionale e nazionale. La
Livorno medicea, poi lorenzese sino all’Unità d’Italia e
dopo si presenta come embrione degli «Stati uniti d’Europa» non ancora realizzati. È
in questo antico porto franco
che la comunità ebraica e
quella riformata sono state
artefici della creazione e dello sviluppo, in ogni settore, di
una città senza un passato
medievale e ciononostante
Il tempio olandese-alemanno
«nuova», nel senso di una
esperienza sociale-religiosaeconomica unica e non ripetibile dal 1602 al 1920. Quando parliamo di testimonianza
occorre contrassegnarla in
quell’arco di tempo e di conseguenza nei giorni nostri.
La domanda perciò ora è
questa: riusciremo a terminare complessivamente una simile impresa? Considerando
dove la fiducia nel Padre ci ha
condotti potremo rispondere
positivamente. Tuttavia un
briciolo di umanità la conserviamo, e nonostante le prove
e le opere che il Signore ha
preparato perché le compissimo, crediamo sia più che
comprensibile la tensione
vissuta per l’obiettivo che, allo stato delle cose, risulterebbe raggiungibile. A ogni buon
conto, come nel 1993 e più di
allora, il tentativo corrente è
sorretto dalle parole: «Tutto
quello che la tua mano trova
da fare, fallo con tutte le tue
forze». Seguire questo invito,
e non altro, ci evita di cadere
in problemi di identità o in
crisi di ministero; determinante è ciò che dice Nehemia
(2, 1; 20): «La benefica mano
del Padre è su di noi e ci darà
buon successo».
Comunque vada a finire,
non possiamo esimerci dal
ringraziare con il cuore e con
la mente il Signore vivente
che ci ha utilizzati e coinvolti
in un’opera tale che la ragione stenta a credere riuscita.
Ma la sola fiducia in lui e non
in noi stessi, se è pazzia per le
menti, in genere, ancora una
volta è sapienza di Dio.
Animazienc «m>T. LO ,SPIILiTO DI DIO
coppie (A himbinl che. s\ posizionano in on cercb» o
1
f 5t UO 5flRKO
51 Muove iw nt
IO CANTO COHE. PAVID
(se i tem&ini wo
IO ù^WTO, IO CAWlO, IO CA*J‘fO
COME. PAì/IP
^ I >£ LO SPIRITO PI PIO,
2 I SI MUOVE IM ME
IO LOTTO <rH£ PAVIO
lo LOTTO. IO UOTTO....
S£ LO SPIRITO DI pio
SI MUOVE |M HE
\I0 PAhlZO OOHE
lo DANZO, IO PAWZO...
opwieogtidre
^ ;e i hdmbini w
^Ah<ÀÌ Ono|«^iArC
Scendio il ^Mondo)
tombini ■fermi - twtìi'fo di wdni
Scambi, problemi, informazioni dalle ecuole domenicali
a cura del Servizio istruzione e educazione della Fcei
Perché è bene non fotocopiare i materiali
SANDRA Rizzi
ooctta dìfronTe
bamrU oli marti
áfterna+e
girotondo
n
( n petere figura.)
girotorido
o Q_ coppia di fmrrie,
Uwccio agaandato
alternato ,Tartro sul
• \ fianco, girotondo a
n'-L'-' PS e poi cambio
posizione braccia
Cnpetere fìgora) e a SN
4
Una
St LO 5FIRITO PI PIO
SI MUOVE IN HE
V lo FR.E50 COME PAVIP
«
^E60 , IO PRE^O .
proposta di animazione
girotondo
T
(ripetere figura)
■fotti in toiJo
nocebi o
in ginocchi
si dii na la tesb.
verso il cetìtro
del condilo
Durante l’ultima riunione del Comitato Sie a Milano ho appreso che
molte scuole domenicali preferiscono
acquistare una sola copia dei quaderni
di lavoro così da poter duplicare «in casa» le schede sulle quali opereranno i
bambini. Se da un lato posso arrivare a
comprendere il desiderio di risparmiare, vorrei comunque proporre una riflessione sull’importanza del quaderno
personale rispetto alla fotocopia conservata (nella migliore delle ipotesi) in
un raccoglitore. I nostri bambini sono
inseriti in un contesto dove il libro, il testo scritto, è «qualcosa» di importante.
Pensiamo alla valenza emotiva/affettiva
del primo libro di favole letto dal genitore 0 da un adulto amico. Al bambino
spesso si rivolgono frasi del tipo: «È un
libro speciale, devi sfogliarlo con attenzione, non sciuparlo», proprio per fargli
interiorizzare l’importanza del leggere.
Quando inizia la scuola i genitori si
affannano a spiegare che i libri non si
sciupano, che sui quaderni non si fanno
«orecchie», anzi si acquistano megacopertine plastificate proprio per evitare
le pieghe ai fogli. Da ultimo tutta la letteratura pedagogica e metodologica sollecita e illustra strategie atte a fare nascere l’amore e l’interesse per il libro e
la lettura. Fin dalla scuola dell’infanzia
le docenti attivano metodologie basate
suH’anticipo della lettura e sulla «lettoscrittura» mentre, amara sorpresa, nelle
nostre scuole domenicali ai bambini
per il primo approccio al testo biblico si
offrono delle fotocopie volanti.
Nel bagaglio di esperienze del bambino il foglio è qualcosa che si trasforma,
si disegna, si colora, ma che si può anche arrotolare, piegare e anche sciupare
perdendo così di importanza e di pregnanza. Valutiamo la gratificazione provata a aprire un libro e raccontare a altri
che cosa si è fatto alla scuola domenicale contrapposta alla situazione di sfilare
da una cartellina un foglio che perde in
quel momento sequenzialità e contestualizzazione.
La mia riflessione diventa un appello
a tutti i monitori a considerare quali
«persone» anche i bambini più piccoli
delle nostre comunità (che hanno diritto di avere il loro quaderno sul quale
scrivere il loro nome, perché passa an
che così il primo senso di appartenenza
a un gruppo) e a valutare che anche per
i ragazzi medi-grandi è importante poter rivedere, ripercorrere in sequenza
quanto è stato sviluppato per la rielaborazione personale e la «considerazione
di serietà» per quanto si sta facendo.
In ultimo valutiamo anche i rapporti
con le famiglie, sempre meno collegate
con l’attività della scuola domenicale. Il
quaderno portato a casa periodicamente può essere lo strumento di un colloquio monitori-genitori. Non perdiamo
questa opportunità!
Queste, per me, sono le motivazioni
pedagogiche-metodologiche che impongono a tutti noi (monitori, catechisti, genitori e pastori) la diffusione e
l’acquisto del materiale prodotto dal
Sie. Non dimentichiamo che il Servizio
istruzione educazione è una struttura
della Federazione delle chiese evangeliche italiane, struttura che abbiamo in
qualche modo tutti noi auspicata e ricercata: sosteniamola quindi non solo
con il voto nelle Assemblee della Federazione ma con la presenza costante
che si esplicita con l’uso generalizzato
in tutte le chiese appartenenti a essa.
16
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 5 DICEMBRE 19Q^
A Casa Cares il corso per operatori nei servizi
Accoglienza al Centro di Monteforte
La diaconia è parte delLEvangelo
Argomenti tecnici e biblico-teologici hanno ribadito
il ruolo di testimonianza attiva e di servizio del diacono
FRIDA DELL’AQUILA
SILVIA MARINI
Alla fine di ottobre si è
tenuto a Casa Cares il
corso per operatori nei servizi e nella diaconia con la partecipazione di circa una ventina di persone. Chi scrive,
per esempio, vi ha partecipato in rappresentanza della
Foresteria valdese di Venezia.
Come da programma ci si
è occupati della legge 675
(legge sulla «privacy») a proposito della «Tutela delle
persone rispetto al trattamento dei dati personali», tema introdotto da Luciano
Giuliani, direttore dell’Ospedale evangelico di Genova.
Adriano Longo ha invece
esposto e approfondito alcune caratteristiche della legge
626 in materia di sicurezza e
salute dei lavoratori.
Domenica 26 ottobre il
culto, nella chiesa metodista
di Firenze, è stato tenuto dagli studenti del Centro di formazione diaconale e nei
giorni seguenti il prof. Paolo
Ricca ha analizzato la figura
del diacono e quella della
diaconia, così come sono intesi nel Nuovo Testamento e
nella tradizione, mentre il
prof. Daniele Garrone ha
trattato «L’ubbidienza nella
Bibbia» e infine Franca Coisson, presidente della Commissione istituti ospitalieri
valdesi, ha tenuto una relazione su «Rapporti tra ordinamento valdese e ordinamento statale; quando ubbidire, quando resistere».
Come si è visto, il corso ha
proposto temi più «tecnici» e
altri più «riflessivi», che possono stimolare la ricerca su
che cosa significhi oggi essere diacono. Il termine diaconia deriva dal greco e significa servizio: è termine adoperato da Gesù per descrivere
se stesso, per autoidentificarsi: servo dell’Eterno tra i
discepoli e in mezzo alle persone. Gesù è profeta, è pastore, ma si identifica e si
colloca nella diaconia per essere servo con e per tutti
quelli che gli sono intorno.
Gesù predicava e guariva, ha
pensato alla salvezza delle
persone predicando il perdono dei peccati e ha pensato
alla salute del corpo guarendo i malati e resuscitando i
morti.
Come la diaconia non è
conseguenza del Vangelo
(inteso come parola e azione) ma è parte di esso, così
diacono e diaconia designano il modo cristiano di essere. Quella del diacono, quindi, è una condizione o posizione con straordinaria flessibilità, un’invenzione permanente che deve avere un
volto umano perché è a uomini che si rivolge. Se si percepisce la diaconia come
un’ubbidienza alla legge del
Signore non bisogna interpretarla da un punto di vista
negativo: un’ubbidienza passiva, forzata. L’obbedienza al
Signore scaturisce dalla consapevolezza della propria libertà, senza timori, e deve
investire l’intera esistenza.
Quindi obbedienza come
sottomissione positiva, costruttiva: obbedire al Signore
è vivere nella libertà delle
proprie azioni.
se ci consideriamo liberi
nella responsabilità e responsabili nella libertà non
possiamo non tenere conto
del nostro ruolo di diacono,
inteso anche solo come colui
che dona un po’ del proprio
tempo: bene prezioso che
non ci verrà mai restituito.
Servo per servire: non come
missione ma come condizione; non come accettazione
Casa Cares ha ospitato i lavori
degii operatori neila diaconia
sottomessa ma come slancio
nella gioia e libertà: «Signore,
quando mai ti abbiamo veduto aver fame e ti abbiamo
dato da mangiare? O aver sete e ti abbiamo dato da bere?
Quando mai ti abbiamo veduto forestiero e ti abbiamo
accolto? O ignudo e ti abbiamo rivestito? Quando mai ti
abbiamo veduto infermo o in
prigione e siamo venuti a
trovarti? (...) In verità vi dico
che in quanto l’avete fatto a
uno di questi miei minimi
fratelli, l’avete fatto a me...»
(Matteo 25,38-40).
Mediterraneo: profughi
curdi fra i «Boat people
»
ANNEMARIE DUPRE
Quando la guerra del
...
Vietnam giungeva alla
catastrofe finale, centinaia di
vietnamiti fuggivano dal loro
paese con qualunque mezzo,
in genere con imbarcazioni
precarie e zattere di fortuna.
Fu allora che il termine «boat
people», gente di barca, fu
coniato. Tutta l’Europa si
mobilitò allora che dar loro
soccorso, per aiutarli, per
proteggerli.
Viviamo già da molti mesi
una situazione simile nel Mediterraneo: come allora imbarcazioni precarie portano
rifugiati, profughi e migranti
dal Marocco a Gibilterra, dalla Tunisia in Sicilia, dall’Albania alle coste della Puglia.
Questi citati sono solo alcuni
fra i percorsi che persone disperate attraversano, rischiando tutto pur di fuggire
dal proprio paese. In questi
ultimi mesi arrivano (o non
arrivano) uomini, donne,
bambini, che affrontano il
mare, anche in pessime con, dizioni climatiche. Una decisione così pericolosa si prende solo se non si vede nessun
altra via d’uscita.
Sentiamo dalla televisione
e dalla stampa di persone che
annegano durante questi
viaggi. Tra di loro ci sono
donne e bambini. Nel Centro
Qualificata presenza protestante alla prima iniziativa
Il Comitato veneziano di bioetica discute
dei diritti e della volontà del paziente
Da poco più di un anno è
nato a Venezia un Comitato
di bioetica, che si è subito
caratterizzato per suo spirito
di apertura e di indipendenza: ne fanno parte, oltre a
medici e avvocati, un rappresentante della comunità ebraica, un teologo cattolico e
Laura Leone, pastora valdese
di Venezia. La prima «uscita
pubblica» del Comitato è stato un grande convegno sul
tema: «La volontà del paziente». Gli evangelici presenti
(in rappresentanza della
chiesa di Venezia e dell’ospedale evangelico di Torino)
hanno subito avuto una piacevole sorpresa; la relazione
principale era stata affidata a
un luterano, il prof. Dietrich
von Engelhardt dell’Univer
Gor^ìxmti
Ultimi posti per il
«Viaggio della memoria»
Seminario itinerante sui temi
della deportazione,
della Shoah,
del razzismo
Roma-Carpi-FossoliNonantola-Dachau-Strasburgo
16-19 dicembre 1997
Per informazioni sul
«Viaggto/seminario itinerante»
e per chiedere una copia omaggio
della rivista Confronti^
telefonare allo 06/4820503; fax 4827901
sità di Lubecca. In un italiano impeccabile, il prof. Engelhardt ha impostato il suo
discorso in un arco di riferimenti chef andavano da Platone a Jaspers, passando per
Galeno, Bacone e Kant. Oppressi dal consueto frustrante pragmatismo, abbiamo finalmente respirato l’aria della grande cultura.
All’estremo opposto si è
collocato il prof. Carlo Flamigni, dell’Università di Bologna, il quale ha sferzato
l’uditorio con una visione
francamente laica della vita e
della medicina, ma lo ha anche arricchito con informazioni, proposte, nuovi problemi. In mezzo si sono situati tutti gli altri oratori:
l’aw. Alfredo Bianchini, atti
vo e efficace presidente del
Comitato, Carlo Crêpas, direttore generale dell’Auls di
Venezia, Augusto Forti, Vittorio Crespi, Roberto Bassi,
Corrado Viafora, Giorgio Sacerdoti, Mario Marigo, Sergio
Lafioca, Umberto Marcello.
Nel dibattito sono intervenuti sia pastori evangelici sia
sacerdoti cattolici.
Come evangelici, siamo
usciti arricchiti e incoraggiati
da questo incontro. La bioetica è una «nuova frontiera»,
vale la pena di continuare nel
solco già tracciato dalla Commissione di bioetica della Tavola valdese; si può, si deve
dialogare con i «laici» senza
rinunciare alla nostra fede e
alla grande tradizione di cultura di cui siamo eredi, (g.b.)
12
DICEMBRE 1997
Antigiudaismo
Cristiani ed ebrei a confronto
Feci
Dove va il protestantesimo italiano?
Usa
Oltre il pluralismo, il dialogo
Algeria
A monte del fondamentalismo islamico
Lavoro
Gli operai diventeranno imprenditori?
Confronti-, una copia lire 8.000; abbonamento annuo lire 65.000;
(sostenitore lire 120,000 con libro in omaggio). Versamento sul ccp 61288007
intestato a coop. Com Nuovi Tempi, via Firenze 38, 00184 Roma.
Chiedete una copia omaggio telefonando allo 06-4820503, fax 4827901,
(indirizzo Internet; Httpy/hella.stm.it/market/sct/home.htm)
della Federazione delle chiese evangeliche di Monteforte
Irpino sono ospitati oggi 12
dei 23 curdi che in Italia hanno richiesto asilo politico. Sono tre nuclei familiari, fra loro ci sono ben 6 bambini, di
cui l’ultimo non ha ancora
quattro mesi. Sono anch’essi
arrivati in Puglia con una di
quelle imbarcazioni della disperazione. Queste persone,
come la maggior parte degli
altri, sono state derubate,
maltrattate, sfruttate, prima e
anche durante il viaggio.
Molti non arrivano mai {sull’argomento il presidente
della Fcei Tomasetto ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Prodi, ndr).
La situazione assomiglia
moltissimo a quella degli
«boat people» vietnamiti, ma
mentre allora l’Europa si mobilitò per soccorrere i disperati, oggi del fenomeno, che
avviene davanti a casa.nostra, non si parla se non con
toni allarmistici. Questi uomini, donne e bambini non
sono chiamati profughi, ma
clandestini. Non si parla di
fuga ma di immigrazione
clandestina e di invasione.
Dove è ora la solidarietà europea? Ogni paese cerca di
scaricare la propria responsabilità sugli altri.
In questi mesi invernali,
ma anche l’inverno scorso,
ogni giorno e ogni notte
muoiono persone nel Mediterraneo, persone che in un
atto di disperazione hanno
tentato di raggiungere l’Europa per fuggire alla violenza, la
fame, la guerra. Muoiono vicino alle isole greche, ad
Otranto, nelle vicinanze di
Pantelleria. Non possiamo
farci intimidire dal terrorismo dei numeri: sono tanti,
ma in molti casi il peggio potrebbe essere evitato. Non è
questa neppure una questione che un paese europeo da
solo possa gestire. È necessaria una collaborazione europea. Gli accordi di Schengen
e di Dublino non rappresentano una risposta adeguata.
Va superata una prospettiva
troppo eurocentrica e di difesa dei nostri interessi economici. Abbiamo bisogno di lucidità per pensare a qualcosa
d’altro per un’Europa ebe
tutti a quanto pare vogliamo
veramente unita.
Cerignola
La testimonianza
dopo reiezione
del sindaco
FRANCESCO CARRI
Domenica 16 novembre
i cittadini di Cerignola
sono stati chiamati alle urne
per l’elezione diretta del sindaco e del Consiglio comuna,
le. A spoglio ultimato risulta
vincente la coalizione del pg.
lo di centro-destra, e riconfermato il sindaco uscente
Fon. Salvatore Tatarella di Alleanza nazionale (An). Pre.
miata non tanto la coalizione
ma il sindaco, infatti molti so.
no stati coloro che pur votando la lista di centro-sinistia
hanno scelto quale sindaco il
candidato del «polo delle libertà». È ancora presto per
valutare questa strana «anomalia» e il segnale che lancia.
Mentre il voto del ’93, che
consegnò Cerignola «la rossa»
al governo di centro-destra,
fu considerato un voto di protesta sull’onda delFemotività
del momento, questo del
1997 è un voto «ragionato»
che esprime apprezzamento
e fiducia per le cose fatte e da
fare. È idea corrente infatti
che Tatarella abbia portato}
compimento quello chela
precedente amministrazione
di sinistra aveva progettato, e
si è impegnato a dare un volto nuovo alla città. Tutti i cittadini attendono di vedete
nei prossimi anni i risultati di
questo impegno. Da parte
sua l’opposizione che manda
in Consiglio comunale 12
consiglieri, ribadisce un’opposizione dura e costruttiva
nell’interesse della città. li
questo contesto la locale
(Ihiesa valdese, che da sempre ha investito sue forze nel
la militanza a sinistra e cte
alla vigilia delle elezioni ha
promosso due incontri nei
suoi locali con i candidati
sindaco, rilancia una sua presenza e testimonianza che favorisca il dibattito, il confronto dialettico per la salvaguardia della democrazia, per lo
sviluppo sociale e culturale
della popolazione. Da tempo
in collaborazione con altre
associazioni e movimenti di
base, si è creato un certo interesse per la storia e la presenza valdese metodista in questa parte della Puglia, che rimane a tutti i livelli un laboratorio di esperienze e di possibili sviluppi.
(^ERl
í¿
a.
tIATT
cult
dietro h
era apei
[on utt t-i
i’ Bene
no aw
;e, co
¡senta;
if. Ald(
icitore
della I
0, C(
iscim
Uolto
illa pre
licontrc
jaziand
Dprof.
i®te de
pj’utile
pso del
itimom
p,politi(
Peccles
poi
[Ciliare
non V
luna re
[ambite
uità ha
E tonale
sitivo,
ito coir
ina e p
pttura <
jttva del
into fra
nega
:hé no
che il
RONACHE
MILANO — L’assemblea della Chiesa valdese, nel corso del culto di domenica 16 novembre, ba confermato nel Concistoro
quale anziano Giorgio Guelmani e quali diaconi Paola VIsintln, Gianluca Incerti e Maurizio Sens, e ha proceduto
all’elezione di due nuovi anziani, AchUle Carminati e Valentino Scuratti. A chi continua e a chi comincia l’augurio
sincero per un proficuo e benedetto lavoro al servizio della
comunità. Ai membri uscenti del Concistoro, Mit Rollier e
Carlo Tagliabue, che hanno completato il loro mandato, va
la nostra profonda riconoscenza per il loro fedele servizio.
DOME]
si è s
Ma di ir
Miti e Ct
te dalla
tese eva
Í, dedic!
iesa insi
rivati gl
line, Ro’
8, per u
inore ris
contri, c
ttembre,
te colIo(
ulto più '
te scola
in ger
tao stati
(oro fer:
tee di Ve
Iprimo
Ihiaccio
CASORATE PRIMO — La comunità battista ha la gioia di annunciare che un nuovo pastore succede al tanto amato ®
compiato pastore Carmelo Inguanti. Bruno Colombo ini"
zierà quanto prima il suo ministero pastorale per la nosti®
chiesa, che invoca le benedizioni divine sulla sua missione
che sarà certamente alla gloria del Signore e per il bene ®
tutta la comunità.
Sl0
gioventù evangelica
SOTTOSCRIZIONE 1998
normale........................L. 45.000
sostenitore.......................90.000
estero............................60.000
«3 copie al prezzo di 2».........90.000
cumulativo GE/Confronti...........90.000
versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 intestato a:
gioventù evangelica
via Porro Lambertenghi, 28
20159 Milano
lg...
ibato 20
ätfo coi
Tom Li
Free V
Ginget
taienica
btro cot
Tom Li
Anno I
Mecn 22
btro Poi
Edwin
irtedl 23
btro Pol
' Paiata
'The Co
Pranci;
I>9liettl
^»0 II Ci
P'f. Mac
^oche si
^Jpforn
Nctus®
17
U997
ïnza
me
vembre
fignola
lie urne
del sin.
3niuna.
' risulta
del PO.
: ricon.
iscente
la di Al.
1). Pie.^
alizione
lolti so.
r votansinistra
idaco il
ielle li.
Sto per
a «ano! lancia,
33, che
a rossai
■destra,
I di prò.
notivitì
sto del
onato»
amento
tte e da
infatti
artato a
che la
razione
ìttato, e
un voliti i cit
vedere
ultati di
1 parte
manda
raie 12
un’optruttiva
ittà. In
locale
la semrze n^‘
a e ck
ioni ha
Uri nei
lidati a
;ua prêche faonfronvaguar, per lo
ilturale
tempo
in altre
lenti di
to intepresenin quache rin labodi pos
,fNERDÌ 5 DICEMBRE 1997 vr r
Vita Delle Chiese
Iniziata la stagione del Centro culturale protestante a Firenze
Un'idea sconfitta ma non vinta
Ls discussiond sul volume di Aldo L^ndi su «Concilio e pspdto» si è estesd.
anche all'epoca contemporanea e alle esperienze ortodossa e protestante
PAG. 9 RIFORMA
GINO CONTE
cattività del Centro
|j culturale protestante
dietro Martire Vermigli» si
¡la aperta a metà ottobre
(Oti un concerto corale in via
¡e’Benci. L’8 novembre si
3 avviate invece le confe:e, con un pomeriggio di
•sentazione del saggio del
if. Aldo bandi, miglior coscitore in Italia del periodella lotta per il conciliano, Concilio e papato nel
lascimento. Un problema
Jsolto (Claudiana, 1997).
)#a presentazione del libro
^contro si è però allargato
pgziando fino all’oggi (e al
^ani).
n prof. Marco Ricca, presijlente del Centro, ha fatto
^l'utile scorsa storica sul^0 del termine concilio in
mi momenti e ambienti, ciI, politici prima cbe religione ecclesiastici. Il prof. Paolo
^ca, poi, ha definito quella
jnciliare «un’idea sconfitta
»non vinta», capace anzi
ytna resistenza pervicace,
l ambito cristiano la concittità ha la sua origine emdonale in due fatti: l’uno
iitivo, il cristianesimo è
Ito come comunione frala e paritaria, per cui la
ittiua «conciliare» è costiiva della chiesa (un riferiénto fra tanti: Matteo 18), e
p negativo: c’è il concilio
ché non c’è il papa, e via
[che il papato emerge e
vuole affermarsi, fra duri
contrasti e vigorose opposizioni, viene respinta la conciliarità (riferimento nella
chiesa antica: Atti 15).
Come tanti altri aspetti della vita della chiesa cristiana,
anche per la conciliarità c’è
un prima e un dopo Costantino. Prima la realtà conciliare
è vasta e diffusa, ma non si
hanno concili «ecumenici»,
universali; ecumenico è un
termine politico e infatti soltanto l’imperatore è l’autorità
centrale che convoca tutti. E
se è vero che i primi quattro
grandi concili ecumenici, da
Nicea a Calcedonia, sono
quelli che con audacia e genialità hanno «sagomato» fino a oggi il cristianesimo nella sua grandissima maggioranza, è anche vero che questa conciliarità ecumenica di
stampo «imperiale» ci segna
fino a oggi. Poi vi è stata un’
eclisse dell’esperienza conciliare.? Nel cattolicesimo, malgrado molte lotte e resistenze,
documentate fra l’altro con
dovizia di documentazione
dal libro di bandi per ciò che
riguarda il loro periodo più
vivace, nel ’400, il concilio
non esiste senza il papa: è un
organo del governo papale.
Nel protestantesimo, andata disattesa la speranza riposta da tutti i riformatori in un
concilio, si può riscontrare
una larga e profonda esperienza «conciliare» (le chiese
protestanti sono assemblear!.
sinodali), ma circoscritta nazionalmente e poi confessionalmente: anche se si poteva
ricordare l’ormai più che secolare riunirsi in assemblee
delle grandi alleanze confessionali mondiali. Nell’ortodossia la situazione è ancora
più drammatica e, fino a un
passato recente, l’esperienza
conciliare vi è stata di fatto
paralizzata dal cesaropapismo da un lato (la sudditanza
delle chiese ortodosse al potere politico di volta in volta
in sella), dall’autocefalia
dall’altro (ogni chiesa ortodossa nazionale è assolutamente autonoma e sovrana).
Sicché si può dire che la conciliarità è addomesticata nel
cattolicesimo, paralizzata
nell’ortòdossia, frammentata
nel protestantesimo. Contro
questa «eclisse» ha voluto e
vuole reagire il movimento
ecumenico, e molti avvertono
via via l’esigenza di un «concilio realmente universale»,
ecumenico: anche se non è
assolutamente chiaro da chi e
come convocato, in che modo (conforme? difforme?) costituito, capace di quale autorità, volto a quale scopo.
Il prof. Riccardo Fubini
(Università di Firenze), da
studioso e collega ha naturalmente concentrato la sua relazione nel discutere con vivo
apprezzamento il grosso, accurato e certo lungo lavoro di
Aldo Landi. Messa in evidenza la compónente politica
Pier Martire Vermigli
dell’istanza conciliare vissuta
con tanta passione nel ’400.
Per cui quelle pagine di storia, estremamente mosse,
hanno sia un interesse politico-amministrativo sia naturalmente un interesse ecclesiastico-religioso.
Si è poi sviluppata, in dialogo con gli oratori, una discussione vivace sull’ieri e
sull’oggi, in cui si sono segnalati gli interventi del pastore Alfredo Sonelli e del
prof. Giorgio Spini. Infine
l’autore del libro è intervenuto a ringraziare per l’interesse al suo lavoro e per questa
presentazione, e ha sottolineato due aspetti risultati
chiari dalla sua ricerca: è pericoloso affidare la fede a un
uomo solo; e ben tortuose sono state le vie dell’opposizione papale al conciliarismo.
• Una ricerca dei giovani delle chiese evangeliche del Nord-Est
l£ vie della collaborazione per essere chiesa insieme
GIADA LA FATA
del cuiicistoro
loia Viiceduto
ti e Va
augurio
io della
[olliere
lato, va
vizio.
idi animato
ibu ini'
I nostra
lissiono
benetli
Domenica 16 novembre
si è svolta la terza glorila di incontro di adole8itti e catecumeni organizito dalla Federazione delle
wse evangeliche del NordR dedicata al tema «Essere
(fesa insieme: come?». Sono
Bvati giovani da Trieste,
tee, Rovigo, Treviso e Meffi, per una partecipazione
inore rispetto ai precedenti
contri, che si erano svolti a
ttembre, forse a causa della
te collocata in un periodo
cito più critico dal punto di
te scolastico e degli impefiin genere. Per il lavoro
tao stati ospitati dal Dopotoro ferroviario della stalle di Venezia.
11primo passo per rompere
giaccio è stato il gioco di
presentazioni e per facilitare
l’operazione ognuno aveva
un cartellino con il proprio
nome, il simbolo della Federazione e il versetto «Allarga
le tue tende e rafforza i tuoi
paletti» (Isaia 54, 2). In seguito Pierdavide e Emanuele
Coisson ci hanno illustrato il
progetto Madagascar con diapositive, cartelloni, foto, danze, canti e esperienze personali. Ci hanno portato la testimonianza dei loro problemi
ambientali dovuti al clima, alla scarsa tecnologia e conoscenza. Un’organizzazione, il
Saf, aiuta da vari punti di vista questa popolazione con
interventi sanitari, agricoli e
sociali. La Chiesa evangelica
in Madagascar è veramente
grande rispetto alle nostre
chiese, e i culti sono molto
più lunghi (forse troppo?); ci
Per il quarto anno consecutivo,
Musictus organizza la rassegna
Asti-Gospel, vero e proprio festval
con quattro appuntamenti
nel periodo natalizio
Ibato 20 dicembre
Hro comunale di Costigllole d'AstI
' Tom Lane, cantautore e chitarrista
• Free voices, coro Astigiano diretto da Lidia centa
' Cinger Brew, cantante statunitense
“taenica 21 dicembre
litro comunale di Moncalvo d'Asti
Tom Lane
' Anno Domini Gospel Choir, corale torinese
lAedì 22 dicembre
litro Politeama di Asti
' Edwin Hawkins and Singers, Band, Strings
»tedi 23 dicembre
^tro Politeama di Asti
* Palata Singers, quartetto originario del Congo
' The Gospel Girls, quartetto femminile proveniente da San
Ptancisco
saranno in prevendita a partire dal 17 novembre
II circuito Box Office Italia e in numerosi punti vendita
^il. Maggiori dettagli saranno disponibili nel prossimi glor'^che sul sito Internet http://www.musictus.com.
^Informazioni: tei. 0141 9S5 046, fax 0141 955 066, manto:
%ictus@musictus.com
sono anche gruppi di scout,
femminili e altre attività. Nel
1998 un gruppo malgascio
verrà in visita per un mese in
Italia, come è già avvenuto
nel 1994: stiamo cercando di
organizzare al meglio la loro
permanenza per un arricchimento interiore sia loro sia
nostro. Nel 1996 invece una
rappresentanza italiana era
andata in Madagascar e si
spera di poter ripetere l’esperienza nel 2000.
Per riflettere su «Pace, fame, guerra, collaborazione e
aiuto» abbiamo inventato degli acrostici con queste parole
[riportati qui di seguito, ndr],
facendo emergere diversi
aspetti di questi importanti
concetti. Ogni gruppo (formatosi attraverso un gioco)
ha inoltre espresso le proprie
idee riguardo agli interventi
che potremmo attuare per
aiutare questa popolazione.
Una delle proposte è stata
l’organizzazione di una giornata «Pro Madagascar» con
vendita di prodotti tipici del
luogo, preparazione di piatti
della cucina malgascia, danze
e canti (da noi già sperimentati); il ricavato sarebbe loro
devoluto. Stiamo cercando di
avere l’indirizzo del gruppo di
scout malgascio per poter
creare una relazione di corrispondenza, soprattutto fra
noi catecumeni, per allacciare e rafforzare i rapporti con
questa meravigliosa cultura
tutta da scoprire. Speriamo
che anche altre persone da
tutta Italia si interessino al
Madagascar e ci aiutino a
rendere possibili 1 contatti.
Acrostici
Pace, guerra, aiuto...
Pace
- Parola antica che edifica.
- Per aiutare collaborando efficacemente.
- Per avanzare con entusiasmo.
Fame
- Forse anche mangiando evangelizzo.
- Fornire al mondo energia.
- Famiglia agiata mangia esageratamente.
Guerra
- Guerra: un esercito rovina, rapisce, ammazza.
- Gli uomini eseguono razziste rappresaglie antisémite.
- Grande urgenza, entrare rapidamente, risolvere adeguatamente.
Collaborazione
- Correre oltre lunghi labirinti aiutandosi benché organizzazioni
razziste ancora zittiscano incessantemente ogni nazione extracomunitaria.
- Con ogni logica lavoriamo aiutando benevolmente ogni razza a
zigzagare in ogni nuova esperienza.
- Correre oltre la luna a bloccare ogni razzismo, a zappare insieme ogni nazione esclusa.
Aiuto
- Amicizia in unità, tutto opera.
- Aspirando immediatamente unione tra ognuno.
-Anche in unione trovare operatività.
Agenda
5 dicembre
TORINO — Per il ciclo di incontri sul tema «Politica e violenza, nonviolenza e politica» che si svolge presso la sede
del Centro studi Domenico Sereno Regis di via Garibaldi 3
in collaborazione con il Mir, il Centro studi Piero Gobetti e
«Il Foglio», alle ore 17,30 Antonino Drago parlerà su «La po
litica nonviolenta in Italia tra azione dal basso e predomi
nio delle istituzioni». Per informazioni tei. 011-532824.
BERGAMO — Alle ore 21, presso il Centro culturale protestante (via Tasso 55, 1° piano), Pietro Zappalà (Università
di Pavia) parla sul tema: «La cantata sacra protestante in
ambito tedesco dalla fine del ’600 all’800». È previsto
l’ascolto di brani significativi.
TRIESTE — Alle ore 17,30, nella basilica di San Silvestro il
pastore Fulvio Ferrarlo, nel 5° centenario dalla nascita, par
la sul tema: «Melantone, fede e cultura tra Rinascimento e
Riforma» per il Centro culturale «Albert Schweitzer».
6-7-8 di
re
RIMINI —^All’Hótel Punta Nord di Torre Pedrera si tiene il
XII Convegno nazionale delle comunità cristiane di base sul
tema: «Giubileo e potere: il tempo nelle religioni e i tempi
dell’umanità». I lavori, che iniziano alle 15,30 del 6 dicem
bre, prevedono interventi di Clara Gailini, Giovanni Franzoni,-Giancarlo Gaeta, Salvatore Manna, Gianna Sciclone, Luigi Sandri, Pappino Coscione. Tel. e fax 081/5534150.
JMsmk&
GENOVA — Alle ore 17,30, presso la sala nell’Ala Est (piano
ammezzato, ascensore 2° piano) di Palazzo ducale, per il
ciclo di lezioni del Sae dedicato a Abramo, il prof. Brunetto
Salvarani, direttore della rivista Qol, parla sul tema: «Quella
bella storia di Abramo» (Kierkegaard). Le voci letterarie e
filosofiche su Abramo.
12 dicembre
SONDRIO —Alle ore 21, presso il Centro evangelico di cultura (via Malta 16), il prof. Mario Declich parla sul tema:
«Psicoanalisi e religione».
13 dicembre
GROSSETO — Alle ore 21, nella chiesa evangelica battista
(via Piave 19), la corale «Giacomo Puccini» diretta dal
maestro Francesco Piromallo lannitti eseguirà un concer
to natalizio con musiche di Palestrina, Bach, Bruckner,
Monteverdi e altri compositori di musica sacra.
14 dicembre
ROMA — Alle ore 16, presso il Sae (via Giusti 12), si tiene
una tavola rotonda sul tema: «Vita secondo lo Spirito e responsabilità dei credenti». Intervengono il prof. Ermanno
Genre, il teologo cattolico Carlo Molari e Juvenalie lonascu.
15 dicembre
BARI — Alle ore 18,30, nei locali della biblioteca «G. Ricchetti» (via Sparano da Bari 149), si tiene una tavola rotonda dal titolo: «Spirito Santo e servizio di amore nella chiesa». Intervengono la pastora battista Anna Maffei, padre
Salvatore Manna, e l’ortodosso romeno Costin Spiridon.
Organizza il Gruppo ecumenico di Bari.
17 dicembre
SIRACUSA — Alle ore 18,30, presso la Chiesa evangelica
battista di Siracusa (via Agatocle 50), il Centro culturale
«Martin Luther King» organizza una conferenza-dibattito
sul tema: «Fecondazione assistita e nuove scoperte della
bioetica». Relatrice Lea Barreca.
27 dicembre -1° gennaio
CASA CARES — Il campo di fine anno, sul tema: «Insegnaci
a pregare! Un laboratorio per imparare insieme», inizia con
la cena di sabato 27. Sono previsti canti, giochi, animazione, escursioni. Relatori i pastori Raffaele Volpe e Piero Bensì. Quota £ 230.000, sconti per famiglie. Iscrizioni entro il
giorno 8 dicembre (tei. e fax: 055-8652001).
2-6 gennaio
SAN FEDELE INTELVI — Il Coordinamento giovani bmv
Lombardia organizza presso il Centro evangelico «Pietro
Andreetti» un campo Invernale internazionale sul tema: «I
giovani protagonisti del cambiamento nella chiesa». Relatore il pastore John Bremner. Per ulteriori informazioni rivolgersi a Paolo Serra (tei. e fax 02-57606674).
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul
primo programma radiofonico della Rai, predicazione e
notizie dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTAN'TESIMO: rubrica televisiva di Raidue a cura
della Federazione delle chiese evangeliche, trasmessa a
domeniche alterne alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì
della settimana seguente alle ore 9,30 circa. Lunedì 8 dicembre andrà in onda: «La libertà religiosa in Italia; incontri (rubrica biblica)». Domenica 14 dicembre: «Tra i senza
casa di Manhattan: le chiese protestanti americane e la
riforma dello stato sociale»; «Riforma, un settimanale
evangelico»; incontri, rubrica, biblica. La replica sarà trasmessa lunedì 22 dicembre.
Per la pubblicità su i
tei. 011-655278, fax 011-657542
18
PAG. 10 RIFORMA
Riforma
Inattualità
della Riforma
Giorgio Tourn
Si parlava alcuni anni or sono deirattualltà della Riforma; è forse il caso oggi di prendere in considerazione la
sua inattualità. Non nel senso che le verità teologiche e i
valori spirituali riscoperti e vissuti dalla generazione di
Lutero e Calvino abbiano perso (a nostro giudizio) la loro
attualità, ma perché risultano inattuali e incomprensibili
per la maggior parte dei nostri contemporanei.
Non più attuale la Riforma, o il protestantesimo, in
quanto i valori, gli stimoli, le proposte di cui era espressione nel XVI secolo (il libero esame, la Ubertà di coscienza, la democraticità delle relazioni ecclesiali) sono ormai
entrate a far parte del patrimonio della cultura moderna
e avendo perso di conseguenza il loro carattere innovativo sono ormai depotenziate, ed è privo di senso mantenerle isolate in una struttura organizzata a sé quali sono
le comunità nate dalla Riforma stessa.
Inattuale è altresì il protestantesimo come forma storica
della fede cristiana perché ormai superata dalla coscienza
moderna. Una fede «inattuale» per due motivi. Anzitutto
perché legata a una visione di Dio in categorie di verità assoluta. Ora, la pretesa di conoscere la Verità con la maiuscola, cioè il vero in assoluto, o di poterlo porre a fondamento della propria esistenza e di poterlo comunicare,
non può che condurre all’integrismo e all’integralismo.
Ma inattuale è anche questo approccio al fenomeno religioso in quanto delinea una immagine di Dio, cioè della
trascendenza, dell’Assoluto, sganciata dall’esistenzialità
nostra e ad essa contrapposta: Dio sta là, noi qua.
Verità assoluta e trascendenza sono categorie inaccettabili per pensare in termini contemporanei. È singolare
il fatto che questa problematicità sia emersa in un incontro con il filosofo Gianni Vattimo e in numerose altre occasioni in cui al centro del dibattito era il mio volume
suU’Italia e gli evangelici. L’interrogativo posto dal titolo
{Italiani e protestantesimo. Un incontro impossibile?,
Claudiana) è stato sempre superato rapidamente e il
quesito di fondo è stato proprio quello del rapporto fedecultura, e cultura intesa nel senso di religiosità. Non casuale era pertanto il riferimento di Vattimo a Novalis, il
celebre esponente del romanticismo tedesco, né casuale
è stata in altre sedi l’insistente evocazione degli uomini
del liberalismo protestante. Il grande esponente del romanticismo tedesco non ha forse rivalutato il cattolicesimo e la sua capacità di comprensione dell’umano e di ciò
che di più profondo e misterioso è nell’uomo? I liberali
non hanno forse rivalutato la coscienza, il sentimento, la
vita? E inevitabUe risorge in ogni occasione il fantasma
del Dio totalmente Altro di Karl Barth, la teologia inaccettabile per l’uomo di oggi.
Mi viene perciò Inevitabile la domanda se a costituire il
problema dinanzi a cui si trova posto oggi il nostro evangelismo sia ancora la riforma della chiesa, il puro Evangelo, la lettura della Scrittura, o non piuttosto l’idea stessa
di Dio. Se il conflitto radicale in cui slamo oggi coinvolti
non sia proprio quello fra Dio e il divino, e paradossalmente questo rende di estrema attualità forse non la
Riforma come fatto della cristianità occidentale, e il protestantesimo come suo prodotto storico, ma l’interrogativo della Riforma e della teologia di Lutero in particolare.
Per quella generazione infatti essenziale non fu il problema della riforma della Chiesa ma quello della riscoperta
dell’Evangelo nella Scrittura, cioè la riscoperta del Dio di
Gesù Cristo, del Dio rivelatosi in Gesù Cristo.
Il XXI secolo sarà molto probabilmente quello che aveva previsto André Malraux, il secolo religioso (come lo è
stato il primo dopo Cristo) e la contraddizione che rende
la nostra predicazione difficile da formulare per noi ed
enigmatica per i nostri uditori sta forse nel fatto che i nostri contemporanei chiedono religione, hanno sete di divino, e noi proponiamo loro Dio e l’acqua della fede, insipida e poco gratificante rispetto alle mUle bevande terapeutiche e inebrianti del religioso.
E-Mail (Torino): riforma@alpcom.it
E-Mail (Napoli): riforma.na@mbox.netway.it
Uri: http://www.aipcom.it/riforma
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
Via Foria, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via dei Mille, 1 -10064 Pinerolo-tei. 0121/323422-fax 0121/323831
DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Coreani, Marta D'Auria, Emmanuele Paschetto, Jean-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli) Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Giorgio GardioI, Maurizio
Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro,
Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE:Stelio Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l.-via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
PuttUcaMione setttmnale unitaria con L'Eco della valli vaU^I;
im può essere vené^i^miUmiaida
Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000. Partecipazioni: millimetro/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 176 del 1® gennaio 1951. Le modifiche sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 45 del 28 novembre 1997 è stato consegnato per l’inoltro postale all'Ufficio
CMP Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 26 novembre 1997.
VENERDÌ 5 DICEMBREj^
0^
Contestata una Direttiva approvata dal Consiglio dei ministri delTUe
No a un brevetto sulla vita
l'o\
dell
Il «Gruppo di studio sulla bioetica e le biotecnologie» dell'Eeccs motiva il no all^ | Tayl
brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche quando riguardino il gene umano
ime c
un bi
Il 27 novembre, a Strasburgo, il Consiglio dei ministri dell'Unione europea ha
approvato - con l'astensione di Italia e
Belgio e il voto contrario dell'Olanda - la
«Direttiva sulla protezione giuridica delle
invenzioni biotecnologiche» già votata dal
Parlamento europeo il 16 luglio scorso. La
Direttiva ora torna al Parlamento europeo
per l'approvazione definitiva. La questione è complessa e controversa: lo si deduce
dal voto non unanime del Consiglio dei
ministri europei (in cui, tra l'altro, l'Italia
aveva proposto lo slittamento della deci
sione per consentire un'ulteriore riflessione) e dal fatto che nel '73 e nel '95 le decisioni europee erano state di segno opposto.
Bisognerà ora vedere se e come Italia, Belgio e Olanda sosterranno la loro posizione
critica per impedire la ratifica definitiva.
Pubblichiamo la sintesi di un documento del «Gruppo di studio sulla bioetica e le
biotecnologie» della Commissione ecumenica europea per chiesa e società (Eeccs)
che già nell'ottobre del 1996 esprimeva
profonde critiche alla Direttiva europea. Il
«Gruppo di studio» è costituito da speciali
sti di chiese protestanti europee e di osso, i
dazioni ecumeniche di Francia, Gertnf.\
nia, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito,
zera e del Consiglio delle chiese del JVofj
Europa. L'Eeccs promuove le relazionifn\
le chiese protestanti, anglicane e ortodossi
e le istituzioni dell'Ue e del Consiglio d'Eit. I
ropa. La sintesi del documento è di Anm
Rollier che fa parte del «Gruppo di studia,
e che è docente di genetica molecolare
la Facoltà di medicina di Milano, nottin
membro della Commissione di bioetiai,
della Tavola valdese.
ANNA ROLLIER
IL «Gruppo di studio sulla
bioetica e le biotecnologie», constatando che la Direttiva è stata concepita in
un’ottica strettamente economica, privilegiando il punto
di vista dell’industria e senza
tenere conto delle obiezioni
che avevano motivato il voto
contrario del Parlamento nel*
1995, e muovendo dalla convinzione che il modo con cui
gli esseri umani classificano
gli oggetti determina la loro
interazione con essi (quindi il
considerare brevettabile la
materia vivente influisce implicitamente sulla relazione
esistente tra uomo e natura),
ha espresso le seguenti opinioni sulla Direttiva:
1) Nella questione della
brevettabilità della materia
vivente, viene sottolineata
l’importanza del ruolo della
biotecnologia nel promuovere la crescita economica senza far riferimento alle altre
conseguenze (sociali, ambientali, etiche e morali) che
lo sviluppo biotecnologico
avrà per le popolazioni europee. Nessun accenno viene
fatto ad altri criteri possibili
per valutare l’impatto dell’innovazione biotecnologica come, per esempio, il benessere
della specie umana e delle altre specie viventi, la sicurezza, l’attenzione per la povertà
e la malattia nei paesi in via
di sviluppo, la qualità della
vita in generale.
2) La dimensione etica è rimasta in secondo piano nella
disciplina giuridica dei brevetti: finché ciò che si brevettava era costituito da oggetti
e processi inanimati questo
era accettabile; quando però
si comincia a considerare la
brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche e degli organismi viventi, allora è indispensabile che questa dimensione diventi parte integrante e centrale del brevetto, alla stregua dei concetti di
novità e utilità.
3) Ci sono ragioni di ordine
morale per proteggere il diritto di chi ha investito nella ricerca e inventato qualcosa.
Ciò non implica, però, che
tutto sia brevettabile: esistono
criteri etici che sanciscono ciò
che è brevettabile e ciò che
non lo è, criteri che sono diversi da quelli giuridici standard (che riguardano i para
ARRIVA una lettera da Milano e affronta il problema di quel che succederà dopo la morte. Si tratta di uno
scritto bello, pieno di pensiero, riempito dalla riflessione
su quel che nel passato su
questo tema si è detto e ascoltato. A un certo punto sembra
che l’ascoltatore sappia bene
come stanno le cose; dice, per
esempio: «La verità rivelata
sarebbe che vi sarà la resurrezione dei morti per atto gratuito di Dio ma non immortalità dell’anima, e quindi nessuna forma di sopravvivenza
dopo la morte del nostro corpo». Poi, dopo una serie di annotazioni precise, l’ascoltatore di Milano conclude così:
Una sessione del Parlamento europeo
metri di novità, applicabilità,
utilità delle invenzioni).
4) Riteniamo dunque che
non tutto sia brevettabile: è
necessario, infatti, distinguere fra le nozioni di brevetto di
un organismo intero (come
per esempio una pecora) che
abbia subito delle modificazioni genetiche', di un nuovo
costrutto genico (come quello
che si otterrebbe inserendo
un gene umano nel genoma
di una pecora), e il processo
utilizzato per compiere la
modificazione. Brevettare il
processo mediante il quale si
è ottenuta la modificazione
non solleva problemi etici,
mentre ci sono delle obiezioni profonde all’idea di brevettare sia un intero organismo
che una sequenza genica.
5) Considerando il fatto
che gli organismi viventi hanno uno statuto morale e etico
diverso da quello degli oggetti, delle macchine, dei processi chimici, quale forma di
protezione dei diritti di proprietà intellettuale può essere
adatta alla biotecnologia di
cui gli organismi viventi costituiscono la materia prima?
6) La Direttiva, estendendo
la brevettabilità alla materia
vivente, assume che questi
organismi possano essere
considerati come «annessi»
degli oggetti inanimati, senza
tenere conto della loro caratteristica peculiare fondamentale: la vita. Siamo abituati a distinguere tra «persone» e «oggetti» tanto dìe la
legislazione relativa alle due
categorie è profondamente
diversa. La legislazione sui
brevetti ha introdotto il concetto di proprietà intellettuale sugli oggetti inanimati:
estenderla automaticamen
te agli organismi viventi implica classificarli come cose
Gli organismi viventi hanno
un senso in sé, come prodotti
della natura e non possono
essere visti in un’ottica antropocentrica di utilità per gli esseri umani alla stregua dei
prodotti dell’industria. Dunque gli organismi viventi, geneticamente modificati o no,
non sono brevettabili. Ogni
animale, pianta o microrganismo deve la sua creazione a
Dio e non allo sforzo umano,
e non può quindi essere considerato, nel senso comune
dei termini, come invenzione
o processo. Anche negli organismi modificati geneticamente, soltanto una piccola
parte della costituzione genetica è il risultato dell’opera
degli scienziati.
7) Riteniamo che i geni umani non possano essere
brevettati sia che si tratti dei
geni che si trovano normalmente nelle cellule del corpo
umano, sia che essi siano stati «costruiti» in laboratorio,
cioè clonati, come copie di
geni normali o come sequenze geniche modificate. Questa posizione è sostenuta dalla Convenzione di bioetica
del Consiglio d’Europa il cui
scopo è di «proteggere la dignità e l’identità di tutti gli
esseri umani» e il cui articolo
21 recita: «Il corpo umano e
le sue parti non devono essere, come tali, fonte di profitto». Chiedere di brevettare
una parte del corpo umano
(come, per esempio, un gene) implica il suo utilizzo come fonte di profitto. L’articolo 3 della Direttiva, dunque, è
in aperta contraddizione con
la Convenzione di bioetica.
8) Quando i geni vengono
"1
., À'-s ‘7
C i ; i Í L
JiJ liJUFi')
EUGENIO RIVOIR
«Allora mi chiedo: dal punto
di vista puramente escatologico, in che cosa consiste la novità del cristianesimo?».
Io vorrei, di fronte a una domanda di questo tipo, rispondere molto modestamente e
umilmente: nella storia del
mondo, come capisco io, c’è
una sola novità, la presenza di
un uomo chiamato Gesù, Gesù di Nazareth per la precisione. Di lui dicono le pagine
evangeliche che è colui che ha
vinto la morte, di lui parlano
come del Signore della vita e
della morte: un uomo morto
in croce, abbandonato e di
simo c
etti pi
ese
mare :
sulla
zio.
lO e fi
ìvange
iaconi
mino
itione
la ste
gelic,
;hé si 1
di b
istituto
un n
catriì
clonati in laboratorio, noi
perdono la loro identità ori^.
naie poiché continuano a essere portatori della stessipo con
informazione genetica, ciii ie la mi
ad avere la stessa funzio® nza glo
dei loro corrispondenti pie. ipur ac(
senti nel corpo umano. Se da prof
uno scienziato affermadi che per
avere identificato uñase- to con
quenza genica umana, eli nicolo e
che ha identificato è una scó- 40 del 2
perta e non può perciò esseu )lo «An
brevettato. Se la sequenza) me» rig
brevettabile perché noni ^orem
uguale alla sequenza nel|¡ risultai
stato naturale, allora lo sdì jti quas
ziato non può affermare
avere identificato la seque®!
naturale, ma un suo derivato,!
9) Siamo contrari aH’affei!
mazione che elementi isol
dal corpo umano mediai
procedimenti tecnici siaito famig
«artificiali» e, in quanto ti| r vari n
rientrino nella categoria de| gazion
invenzioni. Gli uomini ni e, prot
stanno forse affermando coi ilismo,
di aver inventato qualcoa nadegr
che è stato creato da Dio? à è in g
10) La Direttiva non senÉl ideimi
tenere conto della gravitàdd- iella co
le conseguenze derivantip (ene si
one
Taylor
anzian
lambir
gli 8 e i
mente
gli agricoltori dei paesi inni
di sviluppo, dalla brevetti
ne delle piante geneticame* si con u
ìr®io so
apparto
iale dei
modificate e dei loro prodo#
Numerosissimi sono i problef bilanci
mi etici sollevati da quesÉorse qu
eventualità come per ese»lo stan
pio: a) la necessità di offri nti è st
una dovuta ricompensa pi lori, chf
l’utilizzo delle conosceni lunità
tradizionali delle comuni fine s(
contadine dalle cui terre ¡posso:
piante sono state prese p |^ia o j
essere poi brevettate dal ¡uno da
compagnie multinazionali ¡sorronc
dalle industrie di ricerca; W^ttura
possibilità che l’espansiol ite e im
dei brevetti porti a un ulteti qualchi
re aumento del divario eco» alla coi
mico esistente tra nazioni ri tse ecot
che e nazioni povere. ua iniz
11) Risulta chiara e urger spese e
la necessità di elaborare! fendere
nuovo sistema legale, divei rpassej
dal brevetto industriale, d ¿ione,
preveda forme alternative' sportivi
protezione della proprietài }e solo
tellettuale e che si sviluppi ¡tore, n
partire dalla distinzione fe ri, prei
damentale fra materia in® nziare
mata e organismi viventi- ftà che
anche indispensabile la coi ionsidei
tuzione di un «forum», 3 neri e «i
vello europeo e di ogni sin| lucator
la nazione, per il dibatti luramer
pubblico sui problemi eti _______
sollevati daH’applicaziei “
delle biotecnologie ai set« | j
della salute e dell’agricoltut
sprezzato ma vicino a chi H
sapeva cosa dire e cosai
La storia del mondo è
sue mani, la storia del noj
futuro, di singoli e di colW
vità, è nelle sue mani, div
le pagine evangeliche.
Molto di più, caro asc<jj
tore milanese, non saprajj
re. Ma, a colui che accf
questa parola di vita, serefl
e fiducia vengono date. ^
che è stato crocifisso ed <
sorto entra in dialogo coitj
e ci accompagna nelle noj
azioni e nella nostra ricerif
(Rubrica «Parliamone
me» della trasmissione
diouno «Culto evangeliee*jt^ ai n
rata dalla Fcei andata d *J^ia in\
domenica 30 novembre) una f
19
ÍE199, «ffRPl S DICEMBRE 1997
Galla
I L'opera
dell'Istituto
Taylor
® Osso,
i. Geririg.
^ito, Svk.
del Nom
azionifn
G^ÌOdojjj
piod%.
e di
di studia
■alare
a, nondi
i bioetiti
)no, non
itità orisi.
i9'
m^HO credenti non farem* un buon servizio se dolinio condividere solo gli
ietti positivi delle nostre
e se ci limitassimo a raare solo sui numeri e
sulla qualità del nostro
[zio. L’investimento uiO e finanziario del monievangelico sul campo del¡aconia, e dell’assistenza
^minori in particolare, è
bone troppo importante
la stessa testimonianza
igelica in questo campo
;hé si possa ridurre ai pali di bilanci. Ho lavorato
Istituto G. B. Taylor fino a
un mese addietro come
ano aes.Bucatrice con i minori e
stessi sso con serenità affermare
fica, ciij lela mia è stata un’espefunzioDt tiza globalmente positiva
lenti pie. jpur accompagnata, a tratnano. Se da profonda frustrazione,
ferma di iche per questa ragione ho
' una se- to con estremo interesse
lana, ciii rtìcolo apparso su Riforma
1 una SCO- 40 del 24 ottobre 1997 dal
ciò esse» jlo «Anziani e giovani inquenzai me» riguardante l’Istituto
hé noni ^or e mi rallegro degli otti;a nel s* risultati raggiunti riguar1 lo sciei uri quasi esclusivamente la
irmarei nazione economica,
sequela ITaylor accoglie oggi, oltre
derivatOi ¡anziani, un gruppo di noi all’affei- bambini di età compresa
nti isolai 8 e i 13 anni temporainedianl unente allontanati dalla
lici siano :o famiglia di origine che
lantoti, rvari motivi quali la di'oria del ^azione del nucleo famimini noi e, problemi psicologici,
andò coi dismo, tossicodipendenqualcoii inadeguatezza genitoriale,
i Dio? j è in grado di prendersi
)n senta idei minori. L’inserimenravitàtó- iella comunità educativa
vantip iene su indicazione del
tesi in« iiÉio sociale del Comune
evettaffl- appartenenza e in alcuni
ticamet neon un decreto del Tri) prodoi naie dei minori.
) i proble- ¡bilancio del Taylor è stala questi brse quasi sanato ma an>cr standard di vita degli
di offrii nti è stato impoverito. I
aensapi ¡ori, che rimangono nella
riosceni lunità educativa anche
:omuni fine settimana perché
li terre [possono fare rientro in
prese p ¡j^ia o perché non hanno
:ate dal juno da cui poter andare,
izionali corrono il loro tempo nelerca; b) ruttura che li ospita, fatipansiol Ite e inadeguata, in attesa
m ulteni qualche educatore, afflitrio eco® lolla continua assenza di
azioni» rse economiche, conduca
i- tua iniziativa i minori a
e urgeJ spese e con mezzi propri
jorarei rendere un gelato o a fare
le, divei [passeggiata. Le gite di
rriale, d azione, il cinema, le attirnativer sportive sono attività vaaprietà» te solo quando qualche
sviluppi atore, reperito dagli eduzione fo' iri, prende l’impegno di
;ria in^ Oziare alcune di queste
viventi- ità che altrimenti vengole la cos ionsiderate «eccesso» per
um», 3 Dori e «divertimento» per
gnising lucatori.
dibatti Puramente, queste carenlemi di
licazid
ai setti
ricolttit
ze sono dovute anche all’esiguità della retta giornaliera
che il Comune di Roma versa
per ogni minore e che non è
sufficiente, ma questo non è
solo un problema del Taylor,
a coprire tutte le spese di gestione, ma allora occorre fare
una scelta di campo. Non è
possibile, cioè, tagliare su alcuni aspetti che fanno parte
della crescita psico-pedagogica dei minori e per i quali ci
vengono affidati, perché altrimenti avremo fallito il nostro
scopo che non è quello di
chiudere e isolare dei minori
ma è quello di farli uscire, di
farli aprire all’altro, di stimolarli a essere curiosi e se si riesce gioiosi: di aiutarli a non
essere demotivati e apatici.
Oggi il famoso piatto di minestra calda e un letto non sono
più sufficienti, la realtà è
complessa, poco lineare e ha
bisogno di numerosi modelli
interpretativi molto diversi
tra loro che necessitano di
competenze e professionalità.
Abbiamo una grossa responsabilità davanti a questi
minori che faticano infinitamente per ottenere risultati a
scuola, nello sport, nella vita
quotidiana, per cercare di essere sereni perché alcuni di
loro non hanno conosciuto la
gratuità dell’amore materno,
hanno visto usare, e subito,
violenza, hanno conosciuto
tutto quello che noi speriamo
non accada mai. Non tradiamo la loro fiducia e se problemi e difficoltà ci sono è
importante esprimerli alla
pari dei successi. Apriamo i
cancelli, abbattiamo i muri,
iniziamo a discutere, a conoscere e a parlarne di più perché più che un bilancio sanato vale un bambino recuperato ai valori della comunità
e alle esperienze della gioia e
dell’amore.
Lucia Cuocci - Roma
Il bilancio
del «Taylor
»
Ho letto sul n. 40 di Riforma l’articolo sull’istituto Taylor. La mia attenzione si è
soffermata sulla parte che riguarda il risanamento del bilancio che da un risultato negativo di 234 milioni nella
previsione del consuntivo ’96
sembra passare a un risultato
negativo di meno di 60 milioni nella previsione del consuntivo ’97; un miglioramento di almeno 174 milioni. Un
risultato ottimo e una notizia
molto confortante.
Tuttavia mi chiedo; a che e
a chi giova questo panegirico? Le sorelle che firmano
l’articolo si espongono notevolmente a esaltare un risultato gestionale senza mostrarci un bilancio. 11 miglioramento, che a me più che
straordinario sembra impossibile, come è stato ottenuto?
Non è detto. Le sorelle sembrano anche garantire per un
notevole miglioramento delle
condizioni di vita degli ospiti,
ma non dicono che cosa è
cambiato. Insomma, a me
pare che l’articolo non con
Inaugurazione a Vittoria
le.
o ascoi
sapteij
e accr
a, seri
late,
äo ed ^
yo cori
ille noi
ì ricei
jortOifj,
one»''
eeliCO'
ta in
ne)
Ho letto l’articolo «Anziani
e giovani insieme» apparso
su Riforma il 24 ottobre. Mi
rammarico che, avendo saputo di un fratello deceduto
legato alla comunità battista
di Teatro Valle il quale avrebbe lasciato in eredità all’Istituto Taylor una cospicua
somma di denaro, questa notizia non sia apparsa sull’articolo indicato.
Come mai quando c’è da
piangere su noi stessi si piange apertamente mentre invece quando il Signore dispone
che ovunque e sempre le testimonianze di singole persone continuano a lasciare piccoli o grandi segni questi ultimi non vengono almeno segnalati? L’eredità di questo
fratello non ha avuto e non
avrà alcun peso sul risanamento del deficit economico
dell’Istituto e quindi sulla vita dei suoi ospiti?
Sarebbe opportuno al riguardo avere una risposta su
questo giornale nel più breve
tempo possibile.
Daniele Musso - Roma
Con riferimento all’articolo
sull’Istituto G. B. Taylor apparso su Riforma n. 40 del 24
ottobre, vorrei cortesemente
fosse spiegato, a me e alle sorelle e fratelli che leggono il
nostro giornale, il miracolo
che ha permesso il quasi totale risanamento del bilancio
dell’Istituto stesso, perché di
miracolo deve trattarsi visto
che non viene esplicitato come e da dove siano pervenuti
i fondi necessari.
Leggendo e rileggendo l’articolo non mi sembra siano
aumentati gli ospiti paganti
e, di più, è stata effettuata
una ristrutturazione che leggendo e rileggendo, facendo
piccoli conti, dovrebbe essere costata qualche decina di
milioni.
Vogliamo cortesemente, da
buoni credenti, essere chiari,
limpidi e trasparenti? Vogliamo scrivere articoli senza incognite?
Roberto Manno - Roma
Disservizio
postale
Caro direttore,
devo approfittare dell’abbonamento a Internet di un
mio vicino di casa per leggere
le ultime notizie di Riforma.
Infatti le Poste italiane funzionano sempre peggio e
Riforma arriva sempre più in
ritardo. Propongo al ministro
Berlinguer di destinare i 110
miliardi stanziati per la scuola cattolica alle Poste per migliorarne la qualità, convinto
che ne guadagnerà anche la
cultura e l’educazione in generale.
Bruno Giaccone-Asti
PAG. 1 1
RIFORMA
tenga notizie e quindi che
ancora non ci sia affatto motivo per essere tanto ottimisti
quanto le nostre sorelle.
Cristina Porta - Roma
Le chiese battiste e Lotto per mille
Il sì non è una rinuncia alia libertà
PIERO bensì
MI è stato chiesto di prendere ufficialmente posizione sul problema deH’8
per mille (Opm). Io sono decisamente sul
fronte del «sì» (come sono sempre stato).
Credo che tutti gli argomenti in favore del
«sì» siano stati espressi da queste colonne e
non li ripeto. È chiaro ormai che accettare
rOpm non implica nessuna rinunzia alla nostra libertà. Vorrei solo aggiungere una considerazione a quanto è stato scritto.
Noi siamo una piccola Unione, le nostre
chiese sono comunità molto modeste. Negli
^ni 60 e 70 ho portato avanti una campagna
iritensissima in favore della decima, ben coadiuvato dal Movimento femminile. Abbiamo
ottenuto buoni frutti al punto che la gran
maggioranza delle comunità è diventata autosufficiente, da due che erano nel 1959.
Per tante nostre opere eravamo fortemente
aiutati dai nostri fratelli americani. Ora questo aiuto non c’è più, ma le persone anziane
che si sono affidate a noi, il centro giovanile,
le persone che lavorano nelle opere sono
sempre lì e hanno bisogno di sostegno o di
stipendio. Le nostre chiese non ce la fanno a
provvedere a tutto questo. Che fare? Aumentiamo le rette in modo esorbitante? Questa
sarebbe veramente una contraddizione insostenibile. E allora perché non accettare un
aiuto che ci viene non dallo stato, ma dai cittadini che vogliono darci una mano a fare del
bene? O abbiamo paura di sporcarci le mani
con soldi che non sono puramente «battisti»?
Non mi sembra che Gesù avesse di questi
scrupoli, quando si trattava di aiutare i sofferenti: «Io domando a voi; è lecito, di sabato,
far del bene o far del male? Salvare una persona o ucciderla?» (Luca 6,9).
La cultura
dell'accoglienza
È amaro constatare quanto
poco ci sia di cristiano nell’atteggiamento tenuto da coloro che stanno duramente
contestando il dormitorio
pubblico in via Filadelfia 242
a Torino. Sembra paradossale
questa protesta con accenti di
incredibile violenza verbale e
con notevole indifferenza da
parte di alcuni abitanti del
quartiere, i quali temono che
dando un ^aciglio notturno a
tanti infelici (perché di questo si tratta) possano perdere
la loro tranquillità e vivibilità.
Possiamo dire a questo riguardo che pur abitando nelle immediate vicinanze del
dormitorio pubblico di via
Marsigli, funzionante dal
1985, non abbiamo mai avuto
problemi da queste persone
senza fissa dimora o comunque meno garantite, che alla
sera cercano un riparo dal
freddo invernale. Si può constatare come la nostra III Circoscrizione non ha mai pensato di convocare Consigli
aperti per discutere se questo
dormitorio avesse o meno
giusta collocazione.
Questa è pertanto l’ennesima prova di come certe forze
politiche siano comunque e
sempre contrarie a quanto il
Comune sta cercando di fare
sul piano sociale. D’altra parte è facile aggregare gente che
effettivamente ha paura di situazioni di precarietà in cui si
trovano alcuni quartieri di
Torino. Bisogna considerare
che da noi non esiste la cultura delTaccoglienza; siamo
fuorviati, talvolta a ragione,
da tanta delinquenza straniera che ovviamente andrebbe
stroncata con più severità.
Ma è un teorema troppo
semplice collegare la venuta
di tanti stranieri che non trovano né lavoro né casa al fatto
che saranno persone costrette
a delinquere. Si stanno emettendo leggi per interrompere
e regolamentare seriamenteN
questo ininterrotto flusso di
gente disperata del proprio
futuro. Speriamo solo che ol
Villaggio della gioventù
Lungomare Pirgy, 13 - Santa Severa (Rm)
Il «Villaggio della gioventù» vi invita a partecipare al
Campo formazione staff 1997
29 dicembre: cena ore 20-3 gennaio ’98: colazione
Ogni anno il gruppo di lavoro che organizzerà 1 campi
estivi si arricchisce di nuovi contributi. Questo spazio un
momento di riflessione, di organizzazione, di ricambio, di
formazione.
In questi giorni, opportunità di approfondimento su:
• gli obiettivi di un Centro evangelico;
• le motivazioni a un volontariato come staff di campo o
di lavoro;
• la classe pastorale da coinvolgere nel lavoro di un Centro;
• esperienze a confronto sull'organizzazione dei campi.
Informazioni e iscrizioni presso il Villaggio entro
il 22 dicembre: prezzo complessivo L. 130.000
tre alla giusta severità non
siano dimenticati i principi di
solidarietà umana, patrimonio di ogni civiltà. Cerchiamo
di distinguere almeno coloro,
come il popolo curdo, che
cerca in Occidente uno spiraglio di vita e di lavoro. Sia
concesso pertanto asilo politico a costoro, che ormai senza
patria sono perseguitati dall’Iraq, dall’Iran e ancora dalla
Turchia. Gli occhi imploranti
dei bambini curdi che abbiamo visto in televisione ce lo
chiedono; non togliamo loro
l’ultima speranza.
Ermanno Aimone - Torino
Jean Gönnet
in Marocco
Su Jean Gönnet molto è
stato detto perché molto egli
rappresentò per la tribù vädese. Voglio evocare di lui un
aspetto forse poco ricordato:
la sua fierezza di essere valdese. Nella sua qualità di addetto culturale delI’Ambasciata d’Italia in Marocco negli Anni 70 ebbi occasione di
collaborare con lui per diversi anni. In tutti gli incontri
ufficiali si presentava con il
suo titolo e poi, con enfasi,
segnalava sempre di essere
valdese e, con una bella risata, eretico. Nel presentarmi a
tutti egli soleva precisare
«mio correligionario».
Quando il discorso si faceva più articolato Gönnet dava
un’impareggiabile testimonianza della nostra minoranza in Italia invitando poi gli
interlocutori, con semplicità
e un pizzico di provocazione,
a andare ad ascoltarlo nelle
domeniche in cui presiedeva
il culto al tempio della Chiesa
riformata di Francia a Rabat.
Il suo modo di dire e di fare
mi ha aiutato nel tempo a
non nascondere mai la mia
identità confessionale e a
porgerla agli altri come una
differenza, segno di ricchezza. Jean Gönnet mi è stato
maestro nell’incoraggiarmi a
difendere la laicità nella società, il carattere pubblico
della scuola di stato, il coraggio della divergenza.
Grazie, Jean, per sempre
presenza di guida paterna.
Franco Calvetti - Pinerolo
Politica
e nonviolenza
Proseguono a Torino gli
incontri di studio dedicati al
tema «politica e violenza,
nonviolenza e politica», organizzati dal Mir, Movimento nonviolento nel 50“
anniversario della morte di
Gandhi e nel 30“ dalla morte di Aldo Capitini e Martin
Luther King. Gli ultimi due
appuntamenti del 1997 sono il 5 e 11 dicembre presso
il Centro studi «Domenico
Sereno Regis» (via Garibaldi
13). Nel primo Antonino
Drago parla su «La politica
nonviolenta in Italia tra
azione dal basso e predominio delle istituzioni»; nel secondo Nanni Salio interviene su «Economia nonviolenta». Il corso riprenderà
poi il 20 febbraio e prevederà interventi di Hildegard
Goss-Mayr («Esperienze di
nonviolenza attiva») e Giuliano Martignetti (23 marzo
su «Violenza e nonviolenza
politica negli anni ’70»).
Il diacono Sergio Nisbet,
ora in emeritazione, comunica il suo nuovo indirizzo: via
Coppieri 21, 10066 Torre Pellicé (tei. 0121-91185).
RINGRAZIAMENTO
«La mia grazia ti basta»
I Corinzi 12, 9
Il marito e I familiari tutti di
Ester Bertalot CoYsson
ringraziano tutti quanti in qualsiasi
modo hanno preso parte ai ioro
dolore. In particolare si ringrazia
, la direzione, il personale dellAsilo
di San Giovanni e tutte le persone che hanno contribuito assistendola amorevolmente.
Angrogna, 5 dicembre 1997
RINGRAZIAMENTO
«Il vostro cuore non sla turbato;
abbiate fede in Dio
e abbiate fede anche in me!»
Giov. 4, 1
I familiari del compianto
Alfredo Monnet
(Fredou d’Ia Ciava)
di anni 83
commossi e riconoscenti, ringraziano di cuore tutti coioro che con
presenza, scritti, offerte e paroie
di conforto hanno preso parte al
loro dolore. Un ringraziamento
particolare al dott. Bruno e al personale tutto dell’Ospedale valdese di Torre Pellice, alla Croce
Rossa, al pastore Franco Taglierò, alla sig.ra Rivoira, ai vicini di
casa, agli amici, a Claudina, all’ex
sindaco Franca CoTsson, all’amico sindaco Jean-Louis Sappé, all’amministrazione comunale, ai
presidente dello Sport Club Angrogna, a Fernanda, alla sig.ra
Canale e agli amici del Foyer.
Angrogna, 5 dicembre 1997
SPEDIZIONI IN
ITALIA
ALL’ESTERO
CROCI UGONOTTE in oro 18 kt
Sconto 10% ai fratelli evangelici
20
PAG. 12 RIFORMA
Globale
VENERDÌ 5 DICEMBRE 19Q7
Il direttore dell'Unesco al Forum mondiale dell'acqua svoltosi a Marrakech
Mayor: «Dobbiamo adottare un nuova etica dell'acqua»
Circa il 70% della superficie
terrestre è ricoperto d’acqua
(...) ma sulla massa totale, solo lo 0,26% è costituito da acque dolci. E la maggior parte è
prigioniera dei ghiacciai dell’Antartico e della Groenlandia. Ci rimane disponibile solo lo 0,007%, pochissimo di
fronte ad una domanda fiume
che, in un secolo, è aumentata due volte più rapidamente
della popolazione. Entro i
prossimi 50 anni, la crisi rischia di scoppiare se i livelli di
vita continueranno a migliorare e se gli abitanti dei paesi
in via di sviluppo adotteranno
poco alla volta il modo di vita
prediletto del mondo industrializzato. «Non possiamo
sperare di sfuggire alla legge
dei rendimenti decrescenti
con una semplice aggiunta di
tecnologia - ha dichiarato il
direttore generale deH’Unesco, Federico Mayor, al Forum mondiale dell’acqua, nel
maggio scorso a Marrakech
(Marocco) Il problema posto dalla crisi dell’acqua è an. ch’esso fondamentalmente
un problema di valori... Dobbiamo incoraggiare l’adozione di un nuovo comportamento nei confronti dell’acqua; andrei fino a parlare di
una nuova etica dell’acqua».
In altri termini questo vuol
dire apprezzare al suo giusto
valore una risorsa così spesso
sprecata. Ciò implica di modificare le politiche tariffarie
affinché i consumi vengano
pagati al giusto prezzo, e di
applicare il principio dell’inquinatore pagante; ma le soluzioni finanziarie si fermano
qui. Per andare al cuore del
problema, bisogna passare
attraverso l’educazione. Per
questo, i proiettori sono pun
tati sul «Programma idrologico internazionale» (Phi)
dell’Unesco, l’unico nell’ambito dell’Onu che affronti il
problema dell’acqua dolce
attraverso le scienze e l’educazione. Lanciato una ventina di anni fa, esso dispone di
un budget di 2,83 milioni di
dollari per il prossimo biennio e si svolgerà in tre direzioni: la lotta contro il degrado delle acque sotterranee, la
valorizzazione delle zone aride e semiaride e le situazioni
di urgenza e di conflitto. Un
terzo della popolazione mondiale dipende dalle acque
sotterranee, ma spesso le falde freatiche fanno più presto
a svuotarsi che a riempirsi
sotto l’effetto della pioggia e
dello scioglimento delle nevi.
L’inquinamento complica ulteriormente le cose in quanto
è difficile epurare le acque
sotterranee per via della durata del loro rinnovamento. E
un’acqua con forte tenore di
nitrati, ad esempio, può essere pericolosa per i neonati.
Per individuare i problemi,
i comitati nazionali del Phi si
riuniscono per armonizzare i
loro metodi nonché le diretti
ve sulla creazione di inventari regionali della contaminazione delle acque sotterranee. Essi vorrebbero inoltre
mettere in piedi un sistema
di allerta rapido poiché, secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della salute), oltre cinque milioni di persone
l’anno muiono di malattie legate all’acqua. Sorgente di vita, e di morte, perché non fare dell’acqua anche una fonte
di cooperazione? Per cominciare, una gestione efficace
ridurrebbe le tensioni nate,
in particolare nelle zone aride e semiaride, dalla scarsità
delle risorse, coniugata ad
una forte crescita demografica. 1 rendimenti agricoli sono
già inferiori a quello che potrebbero essere, in quanto
cattivi sistemi di drenaggio
provocano una salinizzazione dei suoli. Pur cercando di
capire meglio i processi idrologici, il Phi continuerà a
concentrarsi sulle tecniche di
conservazione stabilendo
manuali, rapporti tecnici e
dispositivi di cooperazione
regionale, e puntando sulla
formazione e la sensibilizzazione. Più in generale, esplo
ra canali politici nuovi con
progetti pilota come quello
sull’acqua e la civiltà. Si tratta, secondo Janos Bogardi,
specialista dell’educazione
presso il Phi, di riconoscere
che i conflitti hanno spesso
una forte componente culturale, dovuta a percezioni differenti del valore dell’acqua.
Atelier, studi di casi, programmi informatici saranno
dedicati ai negoziati e alla gestione dell’acqua in Medio
Oriente, nel Sud-Est asiatico
e nel bacino del Danubio.
Tale azione si iscrive nella
prospettiva di una convenzione internazionale, obiettivo ambizioso se si tiene conto che alcuni paesi rifiutano
di scambiare informazioni
sull’acqua in nome della sicurezza nazionale. Dato che
gli accordi bilaterali sono difficili da negoziare, perché
complicare le cose con uno
strumento multilaterale?. «Il
corso delle acque non rispetta le frontiere - risponde Adnan Badran, direttore generale aggiunto dell’Unesco -.
L’accesso all’acqua è un diritto. Abbiamo quindi bisogno
di una convenzione che fissi
il principio fondamentale di
una cooperazione per garantire una condivisione equa».
Badran prevede un trattato
che getti le fondamenta indispensabili per la soluzione
dei conflitti legati all’acqua,
con un tribunale internazionale che abbia il potere di
sindacare in caso di rottura
dei negoziati: «Per ora, è solo
un’idea. Ma spero che il Phi
sarà alla testa del movimento, in collaborazione con altre organizzazioni».
A.O. (da Sources Unesco
n. 93, settembre 1997)
Ha causato finora 1.500.000 morti ^
Sudan: porre fine alla guerra
Gli stati .dell’Africa orientale e gli Stati Uniti d’America
stanno sollecitando le parti
che conducono la guerra civile in Sudan a intavolare
conversazioni di pace. Diversi governi si sono impegnati
per far incontrare in Kenia il
presidente del Sudan, Omar
Hassan al-Bashir, e il capo
dei ribelli, John Garang.
Questo impegno è stato assunto a Nairobi, la capitale
del Kenia, dove nel luglio
scorso si è svolta una conferenza dell’Organizzazione interstatale regionale per lo sviluppo (Igad) di cui fanno parte Kenia, Uganda, Somalia,
Eritrea, Etiopia, Gibuti e Sudan. Nel quadro delle iniziative deirigad già nel 1994
c’era stato un tentativo di
mediazione del conflitto sudanese, scoppiato nel 1993.
Secondo quanto riporta
l’agenzia Inter Press Service
(Ips), anche gli Stati Uniti
premono per nuove trattative i
di pace. La diplomazia ante- l
ricana ha chiesto a John Ga-a
rang, capo dell’esercito po.i
polare di liberazione (Spia) 3
di partecipare all’incontro djf
Nairobi. La guerra civile in^
Sudan ha causato sinora oltre
1 milione e 500.000 morti. Lo
Spia, nella parte cristiana del
Sudan, lotta contro l’oppressione praticata dal governo
che si ispira al fondamentali,
smo islamico. L’anno scorso
lo Spia si è unito all’organizzazione di opposizione denominata Alleanza democratica
nazionale che è guidata da
Sadiq al-Mahdi, primo ministro del Sudan, destituito da
un colpo di stato nel 1989.
(Reformierte Presse)
Le ultime norme sul porto d'armi
Texas: in chiesa con la pistola
Secondo Associated Baptist
Press (il servizio stampa battista americano), i cittadini
dello stato del Texas (Stati
Uniti) che hanno il permesso
di portare un’arma possono
portarla in chiesa, nascondendola, a meno che ci sia un
segnale di divieto affisso sulla
porta della chiesa.
Secondo l’ultima edizione
dell’elenco delle regole riguardanti il porto d’armi,
pubblicata dal Dipartimento
per la sicurezza pubblica, e
comprendente le riforme
adottate durante l’ultima sessione del Parlamento del
Texas, d’ora in poi le chiese
sono tenute a precisare se intendono vietare le armi da
fuoco nei propri locali. Spetta
quindi al proprietario dei locali o alla persona che agisce
a nome suo, indicare «per
iscritto o oralmente» se il
porto d’armi è vietato.
Praticamente, se Una Chiesa intende vietare il porto
d’armi, deve indicarlo molto
chiaramente all’entrata dei
propri locali. È quanto ha
precisato Phil Strickland, direttore del dipartimento delle
questioni morali, della Chiesa battista. (eni
0...AI
i(¡uaru
finché
le vostri
e la
setto d
ijuercia
po. E d
popolo
CIRC
sali
$.iama
Unte, a
del re;
soprusi
come 0
peggior
codea,
mone
iiDio.
ioli cui
me, pei
sguem
itine. 1
él'iniz
]gillan\
uvan
prono
dità t
101 ni
’tsaw» il
del suo
fino al
prende
chiame
popolo
«Sono,
pure le
tòrca 4
Riforma
L’occhio attento ai fatti...
compri
no gli
orecchi
parte á
Musa,
proprie
si lami
tfuandi
\ ................
...in una prospettiva evangelica
RIFORMA, il settimanale evanselico di attualità e informazione
più ampio e completo del panorama italiano, oltre 800 pasine all’anno.
Con una piccola spesa, comodamente a casa tua osni settimana.
Il settimanale delle chiese battiste, metodiste e vaidesi vi aiuta a riflettere, in una prospettiva evangelica, su avvenimenti piccoli e grandi del nostro tempo.
Abbonatevi o rinnovate subito il vostro abbonamento, utilizzando il c.c.p. n. I4548I0I intestato a: Edizioni Protestanti s.r.l. - via San Pio V, 15 bis - 10125
Torino, oppure il bonifico bancario sul conto n.
10/15867 presso l’Istituto bancario San Paolo di Torino, Agenzia 2, via Sant’Anselmo, 18, 10125 Torino
(cod.ABI OI025 -C.A.B.OIOO2).
E-Mail: Riforma@Alpcom.it; Uri: http://www.alpcom.it/riforma
.
oSSisll
\ Iti' S . .-(jpiu’ir
„assi ves uso" " , „nice i”
<cn'e«''"l ,„n7iiva'-' " (,an;
tcn/.a - »n
Gran cos' no» ^
ABBONAMENTI 1998
ITALIA
ESTERO
■ ordinario
■ ridotto*
• sostenitore
■ semestrale
£ 105.000
£ 85.000
£ 200.000
£ 55.000
-ordinario f 160.000
-via aerea f 195.000
- sostenitore £ 250.000
■ semestrale £ 80.000
■ cumulativo Riforma -t- Confronti £ 145.000 (solo Italia)
Gli abbonamenti decorrono, per dodici o sei mesi, dal
giorno di ricevimento della prima copia del giornale
* Coloro che hanno un basso reddito familiare possono utilizzare questo abbonamento.
rnhrinW
,K)|P
iiinrc
nri i-f
dimoili esce
, .dogo.
l’nrJgp'"
itrm l”’’',
„i, wnsl
,„„,ienlo
ItinmP"'”
.jclcriro'
lief s'*o
, il ■II’"" ',
,li Girifol’W
' Le, fMgO’
,p ICO'»'- s\ SU'" ,
di 'il''“?. Arti'"'“,"''*,,'
ss r
voto dVSÆ WV
mento «leñen
ncs’mna fimh 1?^^^ ma
contenn'« „ \w\k\ „fitìche
co.nenn'«;f
ctementaP”" pfiaOf'O.StW.) P«t
te ""r noeti ñoaní- at' e
.-hé ftl' one‘. ,-Tcsdta e«p.iiwii co» A iw»»'“'il Ili»»»
„„iooi’l’' „*S»SSP***
jjfi^^cnn ^ ,„tc 1 ic n
col ."noncoté-.
col nt'''--oncnic.-’ pu-sen
siÄgSlssS
.•ì'UÌ' SOOO - _a7'C t^Ot , ,0cUt'
,hev, la Pt' 0. ec«-.. Ì ch
’"‘'"Lnaccettaio o ' t o«»»
pta't ha etca"' de)
voto ,^„ponen
Si&SlSiSí
m una «voh 00«un' ■ .
c i'«"” *' ’
soatetn'ot'
10 tott
«I»«"’
ÂStÎA
nenh solle VO 0,0t
îï“S''-)
del tta"?' cUtttP®.
i\cr»n>-/'on p0fiatg*”i,
„»■""tí
%
'S!
"á
"soc
ope»:
' Ut
rô" Ai'i'S-''''
ptoblen"
nece«''’?'v to. losp"t" .J1
noi rclatlomaoel' ^ .
pctstnntñ't ^
''f 1 una
iotfchic „„Woioso .„„„vie»'«'
PnOi
Ij m e
Aggi Pi
me i
in crisi
'aróla
igosc
Opref
di allo
$gni
or
«on ht
per dii
Íisten
nza
di Sem
della E
di que
dneon
plore
itnprei
$iato
dìnuo
ue
nc
itato I
profeti
Ig/i hi
|on m
^attei
Jtiome
ehe ris
riava t
ef è na
mpac
7B).È
che nb
kpro
s«o p,
PopoZ,
IPtida,
feraz
k-Qu