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18 giugno 1976 — L. 150
anno 113 — N. 25
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
BIELiCÌr-CA
10066 TOaRE PEIEICE
delk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Dai teologi non si impara nulla
ma possono servire
In un suo recente volume Carlo Cassola riscopre i valori provocatori
delTinternazionalismo rivoluzionario - Un laicismo coerente ed utopista che rivela caratteri e lacune della cultura italiana moderna
« Come insegna la biologia, la
umanità s’è elevata sopra il livello animale inventando un modo di vita inedito in natura: un
modo di vita, ci ricorda ancora
il biologo, basato sull’intelligenza invece che suU'istinto; un
modo di vita, ci ricorderebbe il
teologo se perdessimo tempo a
starlo a sentire, che fa dell’uomo una via di mezzo tra la bestia e Dio. Benissimo: non abbiamo nessuna nostalgia dello
stato di natura... L’uomo non
può tornare indietro... deve andare avanti nella sua difficile
costruzione di un mando immensamente superiore a quello
animale ».
Questa citazione è molto caratteristica, non tanto per l’idea
generale che esprime: l’uomo
non torna indietro ma deve costruire un mondo abitabile; è
caratteristica per quell’inciso
sui teologi che non servono a
niente. A chi verrebbe oggi in
mente di stare a sentire quello
che un teologo dice? A nessuno.
Chi si esprime così è Carlo
Cassola, scrittore ben noto, di
cui abbiamo letto alcuni romanzi con diletto ed altri meno, in
un suo recente volumetto, un
pamphlet provocatorio dal titolo
Ultima frontiera. Il sottotitolo
esprime bene il tema del libro:
« solo la riproposta dei grandi
temi della ragione rivoluzionaria — l’internazionalismo, il pacifismo, Tantimilitarismo — può
evitare la fine dell’umanità ».
Nella battaglia che la nostra
generazione conduce per la sua
vita, anzi la sua sopravvivenza,
c’è da avere coraggio ed inventiva, finirla col nazionalismo e
gli eserciti, superare le mentalità distorte ed egoiste che i secoli passati ci hanno lasciato
in eredità e marciare coraggiosamente verso l’avvenire. In questa ricerca sul senso della vita
e della storia i teologi cristiani,
ed in fondo i credenti tutti, non
hanno nulla da dire, si perde
tempo a starli a sentire. Questa
non è solo l’opinione della cultura italiana, è l’opinione della
società italiana.
E così perché l’Italja non ha
mai avuto teologi: ha prodotto
molti vescovi capaci, abati eruditi mondani e religiosi eruditi,
uomini di chiesa che hanno vissuto nelle caministeri, nei salotti, nelle biblioteche ma nella comunità quasi mai. La chiesa italiana (quella cattolica s’intende
è la sola italiana!) non ha mai
conosciuto un dibattito, una riflessione, una battaglia teologica che cioè investisse il pensiero, la ricerca di fede, non ha
pensato, pregato, obbedito, papagato anche, pensato alla fede,
mai.
Non è dunque un caso che
tutti gli uomini di cultura da
Croce ai marxisti abbiano così
scarso interesse per la proble
Scheda su Israele
Viaggio nella Repubblica Democratica Tedesca
Heidegger/Monod:
riflessioni parallele?
Dalle nostre chiese
Cronaca delle Valli
4
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6-7
malica teologica, anche quelli
che escono dai seminari.
Abbiamo riportato in pag. 4
due note su Heidegger e Monod, uomini « laici » nel pieno
senso del termine, non credenti ma appartenenti a culture diverse dalla nostra; il lettore si
renderà subito conto della diversità. Quello che si dice di loro non si potrebbe dire di Cassola. Il dialogo con il teologo
non è nel caso loro tempo perso, sciocchezza ma necessità,
proprio per porre nel momento
in cui si pongono le grandi domande sul futuro, sul mondo
umano che va costruito.
Dire questo che significa? Che
la teologia sia la grande verità
a cui tutti devono sottostare?
Che l’uomo non debba pensare
senza chiedere il permesso al
prete? Che senza la teologia non
si faccia nessun discorso, e nessuna esperienza seria? No di
certo. Significa semplicemente
che il teologo cristiano non è
meno qualificato di un qualsiasi uomo per dire la sua sulla
realtà del mondo e dell’uomo;
ha i suoi riferimenti, i suoi criteri, le sue prospettive, e chi
non le ha? Sono relative, discutibili ma quali sono assolute,
indiscutibili? Quelle idéaliste?
Quelle matèrialiste? Quelle marxiste? Il problema non è solo la
lotta contro l’assoluto della fede da parte del libero pensiero,
è la lotta contro l’assoluto del
pensiero nel nome della ragione.
L’atrofia di interesse teologico
ha portato da noi all’ipertrofia
del politico. La nostra società
che ha pensato molto poco in
termini teologici, non ha mai
dialogato con le istanze teologiche è diventata politicizzata al
massimo grado. Lo è con il fa
Giorgio Tourn
(continua a pag. 2)
Senza paura_
I GIOVANNI 4, 18
Mi sembra assurdo contestare alla gerarchia cattolico-romana
come a qualsiasi credente il diritto di intervenire nella competizione
elettorale ormai prossima. Allo stesso modo, va considerata senza
isterismi la scelta di quanti hanno accettato di entrare come indipendenti nelle liste elettorali del P.C.I.
Però c’è una cosa che salta agli occhi, che indignerà sempre il
piccolo protestante italiano, la trascurabile minoranza che siamo noi :
è il tipo d’intervento del cattolicesimo ufficiale, traduzione politicopsicologica di una teologia. Qui si punta sulla paura, da sempre.
Paura dell’eretico e dell’inferno, paura del luterano e del sovvertimento; potremmo continuare e sarà sempre lo stesso modulo;
violenza verbale e paura propinata come antidoto. Questa paura è
stata il flagello della storia d’Italia, ha piegato le coscienze, indebitato i caratteri. Ci ha fatto credere che fosse somma saggezza una
massima degna di Pinocchio : « Meglio aver paura che toccarne ».
Infatti, la storia è lì a dirci proprio che non ne abbiamo mai toccate!
Noi evangelici, anzi : noi protestanti, qualunque sia la nostra
opinione politica, DOBBIAMO — per coerenza di fede, per carattere — rifiutare questa posizione, partire da un concetto opposto:
« Nell’amore non c’è paura; anzi, l’amore perfetto caccia via la
paura... ». Leggeteli bene questi quattro versetti che chiudono il
cap. 4 della I lettera di Giovanni: troverete la ragione del rifiuto
protestante di posizioni, giustificazioni estranee alla nòstra maniera
di vivere la fede. La vostra scelta, qualunque essa sia, non ha che
una intima ragione : l’amore per le creature e la liberazione di ogni
uomo da antiche servitù. A. S.
MOZAMBICO
Una delegazione della Fed.
Giovanile Evangelica Italiana ha visitato la G e'niania Orientale.
Nella foto la
cattedrale ti
Erfurt, Vantico centro della Riforma
luterana.
(Nostro servizio a pag. 3).
MuchacHé visita 1 vaides
SVIZZERA
A quando il grande
concilio ortodosso?
Il « santo e grande concilio della santa Chiesa ortodossa » fa
pensare alla tela di Penelope;
da molti anni è in preparazione
e ancora non si sa quando si
terrà. A settembre avrà luogo a
Chambesy (Svizzera), presso il
grande centro ecumenico ortodosso, una ennesima riunione
preparatoria (dopo quelle di Rodi
e di Belgrado negli anni ’60) in
vista del concilio. Questa riunione dovrà definitivamente mettere a fuoco i temi che tratterà il
concilio; ma una spartizione delle tematiche, per così dire, è già
avvenuta tra le pricipali chiese
ortodosse. La chiesa bulgara ha
esaminato il culto; la chiesa russa e greca separatamente hanno
affrontato la disciplina ecclesiastica; la chiesa rumena le linee
teologiche. La chiesa serba non
partecipa ai lavori di preparazione del concilio non ritenendolo
necessario in questo momento.
II metropolita Melitene, del
patriarcato ecumenico di Costantinopoli, dopo aver compiuto, in queste settimane, un largo
giro di consultazioni per accordarsi con i capi dei grandi patriarchi storici e delle Chiese
autocefale ha rilasciato una dichiarazione — riportata dall’agenzia Ansa — in cui si afferma
la volontà del mondo ortodosso
di arrivare al più presto al grande concilio di tutta l’ortodossia.
C’è ragione quindi di ritenere
che dopo la riunione di Chambesy verranno diramati gli inviti
per il concilio che si terrà in
una località ancora da stabilire.
L’enorme sforzo di preparazione del concilio si spiega con la
struttura democratica della chiesa ortodossa che non ha, come
la chiesa cattolica, un’autorità
centrale che convoca e presiede
il concilio. Nell’ortodossia il concilio è « l’organo supremo della
formulazione e interpretazione
infallibile della dommatica e
della sacra tradizione »; tutte le
questioni da trattare devono riguardare tutte le chiese e il concilio deve esprimere sui diversi
problemi l’interpretazione dell’intero corpo ecclesiale. Infine
le decisioni del concilio dovranno essere approvate dall’intero
« pléroma » cioè da tutto il clero e dal popolo.
Questo spiega, per esempio,
come mai il Concilio Vaticano
II dagli ortodossi è considerato
un semplice sinodo della chiesa
occidentale: veri concili ecumenici furono, per gli ortodossi, i
primi otto della cristianità.
Il pastore Osias Mucache, presidente della Chiesa presbiteriana
del Mozambico, ha trascorso alcuni giorni alle Valli valdesi la
settimana scorsa ed abbiamo avuto modo di avvicinarlo e conversare con lui. La Chiesa che rappresenta (vedi scheda a pag. 3)
ha fatto recentemente domanda
per entrare nella CEvAA, l’organismo comunitario in cui sono impegnate chiese europee, come la
valdese, e chiese africane nate
dall’attività della Missione Evangelica di Parigi.
Il segretario generale della
CEvAA, Victor Rokotoarimanana,
ha effettuato una visita in Mozambico ristabilendo collegamenti fra
le chiese evangeliche di quel paese ed il suo, Madagascar, dopo anni di interruzione e di silenzi. Il
suo parere è stato nettamente favorevole all’ingresso dei fratelli
mozambicani nell’ambito della
CEvAA ma, giustamente, li ha invitati a ponderare le scelte e riflettere. La visita in Europa del
moderatore Mucache è appunto
uno dei momenti di questa riflessione; egli ha potuto prendere
contatto con tutte le chiese interessate al progetto, anche la valdese, e rientra con un bagaglio
di esperienze e di informazioni
di prima mano che gli saranno di
estrema utilità nel suo lavoro.
Durante i pochi giorni trascorsi fra noi ha visitato Angrogna,
Frali, Agape, ha partecipato al
culto con la comunità di Torre
e ad una riunione a Villar Pellice.
Con i membri della Tavola, della
CED ed i responsabili del lavoro
della CEvAA, ha avuto un incontro sabato sera, nel corso del
quale ha tratteggiato i maggiori
problemi del cristianesimo evangelico nel nuovo stato dopo l’indipendenza.
Riassumiamone brevemenfe i
punti essenziali.
RICERCA DI UNITA’
Il primo problema che si pone
all’evangelismo mozambicano è
quello del superare il frazionamento delle denominazioni e la ricerca di una sua fisionomia propria. Le chiese, nate dalle diverse
missioni straniere, sono tuttora
divise in modo molto forte, l’eredità coloniale è la divisione. Alla
presbiteriana segue, con la stessa
consistenza, la chiesa episcopale
(continua a pag. 3)
AFRICA DEL SUD
Il regime di Pretoria
compera
centrali nucleari
Francia. È ormai ufficiale la
notizia che alcune imprese francesi (Framatome, Alsthom e
Spie Batignolles) hanno firmato
un accordo per la costruzione di
due grandi centrali nucleari nell’Africa del Sud. Si tratta di
reattori ad acqua leggera; dal
plutonio fornito da questi reattori è possibile fabbricare delle
bombe H. Il contratto specifica
che l’Africa del Sud s’irnpegna
ad utilizzare i due reattori esclusivamente per fìrii pacifici sottomettendosi al controllo del’Agenzia di Vienna per l’utilizzo
dell’energia nucleare.
Alle energiche proteste della
Federazione Protestante francese conseguenti all’aiuto offerto
ad «un regime che si regge sulla discriminazione razziale » non
va dimenticata la dichiarazione
votata a Nairobi (23 nov. -10 die.
1975) dall’Assemblea Mondiale
del Consiglio Ecumenico delle
Chiese in cui si condannavano i
governi e le imprese private che
aiutavano la Repubblica dell’Africa del Sud nel campo nucleare. Il C.E.C. ritiene che, grazie
al nuovo contratto, l’Africa del
Sud sarà al più presto indipendente nella produzione di uranio arricchito ed energia nucleare utilizzabile sia per scopi
civili sia militari.
2
•„ 18 giugno 1976.
La sorella Maria Davauso della
comunità metodista di Bologna
c’invia una lunga trattazione teologica sui capitoli 6/8 dell’evangelo di Marca. Nel ringraziarla
ci scusiamo, di non poter pubblicare questa "mole" di lavoro
meglio adatta, a comparire su
una rivista che non in, un settimanale come il nostro.
♦ ♦ .*
SEGNO
DI CONTRADDIZIONE
Caro direttore,
Tullio Viuay ancora una volta si
avventura per vie nuove, suscitando
opposizioni, perplessità, speranze, proprio perché queste vie non le vuol
percorrere come privato cittadino, ma
come pastore valdese.
In qualche luogo si parla addirittura di « scandalo » per le coscienze. Cosa significa in realtà il fatto
che Vinay si presenta come « pastore valdese »? Egli lo ha detto chiaramente, quando ha affermato che egli
non può essere altro che « pastore
valdese », perché per tutta la sua vita
non è stato altro che questo e tutto
ciò che ha compiuto, lo ha fatto con
piena coscienza di svolgere una funzione di predicazione. Le distinzioni
si nossono fare in astratto e concettualmente, ma un uomo non si può
sdoppiare: è quello,che è. Perciò Vinay ha 'detto : io non sono altro che
tiesto; se mi volete, sono cosi. E così è stato richiestò, hen sapendo che,
se la testimonianza alTEvangelo lo richiederà, Vinay non esiterà anche a
passare all’opposizione. L’Evangelo
non dà norme né per una strategia,
né per una tattica politica, ma esige
sempre che l’uomo non sia ridotto a
strumento; perciò si può essere sicuri che Vinay — se eletto — manterrà viva l’istanza della libertà e del rispetto di coloro che sono senza potere.
Si è parlato di Vinay come « evangelista » e non « pastore », sussurrando l’i^a che egli dovrebbe dare le
dimissioni da pastore. Certamente la
figura del pastore è in discussione,
perché essa accumula in sé una varietà di funzioniftC di doni,;ehe sono
di per sé molto vari : è una istitu
Dal teologi
noD si impara aúlla
ma possono servire
(segue da pag. 1)
natismo, la violenza, il radicalismo delle fazioni comunali del
Medio Evo.
Tutto nella vita è politico, si
risponde, non c’è nulla che non
tocchi realtà sociale, nemmeno le opiniohi più personali. La
cornice in cui si colloca la nostra vita è la terra, con il cielo,
la società umana non le nuvole, quello che uiìd,sa, pensa", crede lo spirimale ed .il materiale,
la fede ed il lavoro si cpllocano
nella « polis » -cioè nella società.
Vero, ma la cornice non è il
quadro. La realtà è cioè più
composita, più complessa e , ricca di quanto lasci supporre lo
schema politico. Il mondo umano che auspica Cassola è più
difficile realizzarlo di quanto
egli supponga, non basta cioè lo
internazionalismo rivoluzionario
e la soppressione degli eserciti.
Egli potrebbe rileggere la sua
esperienza di scrittore alla luce
di queste considerazioni. Narrare le esperienze ^ovanili o la
Resistenza è relativamente facile,. analizzare l’uomo è più difficile. non basta essere populisti, occorre essere teologi, un
po’ teologi almeno! Kafka, Dostoiewski, Thomas Mann e non
pochi altri lo furono.
Se il teologo non merita ascoltarlo cosa se ne può fare? Niente! O forse sì, qualcosa può fare, lo si può ricuperare per il
arande discorso politico; il contrario del disprezzo o più esatto dire il superamento del disprezzo è la strumentalizzazione.
Nella grande costruzione del
mondò umano, nell'attuazione
del grandioso progetto di una
nuova .società può avere anche
lui i' suo posto insieme ai poeti
nnutili anche loro, anche .se meno spregevoli) ai sognatori, agli
artisti. Tutti insieme fanno il
coro composito di voci che si
avvia col corteo, danno colore,
vivacità, movimento alla grande
marcia.
Anche questa è una esperienza molto vicina a noi ed alla
sensibilità italiana.
zione ecclesiastica e non un « ministero » preciso. È auspicabile che tutti i ministeri riconosciuti nelle chiese siano riesaminati alla luce dell’Evangelo, tuttavia rimane; il fatto che '
le nostre chiese presentano una ben
precisa figura pastorale, legata ad un
atto., ufficiale delle chièse, compiuto ■
daU’organo che le rappresenta, il Sinodo, Da noi è pastore, colui che avendo manifestato alle chiese la sua vocazione a dedicarsi con tutte le sue
capacità e tutto il suo tempo alla predicazione dell’Evangelo, ha fatto gli
studi prescritti ed è stato ufficialmente riconosciuto e « consacrato » a questo ufficio. Costui rimane pastore, anche quando non esercita il ministero
in una ben precisa comunità, oppure
ha cessato il servizio attivo. La gran
parte del Sinodo ha chiesto che i pastori « emeriti » non solo rimangano
membri del Corpo pastorale, ma siano anche membri del Sinodo ex ufficio. In questo ben preciso contesto
Vinay vuol rimanere pastore valdese;
se in un domani la figura del pastore
sarà diversamente configurata, allora
il discorso potrebbe cambiare, ma ridurre ora l’unico ministero strutturato nella chiesa alla sola funzione interna alla chiesa mi sembra del tutto arbitrario, quando proprio Vinay
ha esercitato da molti anni un ministero di predicazione al di fuori dello
schema ecclesiastico e parrocchiale e
credo che nessuno gli pòssa rimproverare di non aver predicato l’Evangelo.
E certamente giusto che le chiese
giudichino l’operato dei preditatori,
sul metro della Parola di. Dio'.e su
questo metro anche Vinay potrà essere giudicato dalle chiese, tanto più
che la sua scelta non rimane al 'coperto di associazioni segrete, delle
quali le chiese ignorano sia le"appartenenze, sia le finalità, sia le decisioni, ma è al chiaro.
Diversa può essere la posizione del
pastore Gianna Sciclone che esercita
il suo ministero all’interno di una
chiesa particolare, per cui io penso
che: la sua scelta ,^.a' a^po^giàld dalla comunità in cui opera col consenso di ricerca e di preghiera che una
comunità può avere con un fratello
al quale è richiesto un impegno che
sia indicativo per gente che non può
continuare a vivere ai margini della
società, ma ha bisogno anche di capire che Cristo non è morto perché i
miseri rimangano senza speranza.
Oggi è necessario varcare i confini
del sicuro ed affrontare la realtà che
ci sta attorno, perché anche coloro
che sono stati abituati a vedere il nome cristiano legato sempre ad una logica di potere e di compromesso —
come avviene tuttora per la politica
vaticana — possano anche incontrare
credenti che operano con un’altra logica e che in Cristo ci credono sul
serio, senza aver paura di rischiare.
Noi siamo coinvolti, non in una manovra politica, ma in una scelta di
predicazione,- perché questo è il punto
fondamentale: se le nostre scelte sono
messaggio di liberazione per la gran
parte delTumanità, oppure sono un
tentativo di mantenere il privilegio.
« Vedendo le turbe, n’ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore che non hanno
pastore... » (Matteo 9: 36).
Alfredo Sonelli
5 - ISRAELE: UN PROBLEMA TEOLOGICO
TRIBUNA LIBERA
Ricco e cristiano;
è possibile?
Molte volte, credo di non essere il
solo, mi sono posto la domanda: Si
può essere ricchi e contemporaneamente cristiani? Dal punto di vista
upuanp una risposta * sincera, si presta., v^ui^ente ,4ÌÌ^ci),e ed, è,,fQ3ite:
delle ' più -disparate, interpretazioni.
Evangelicainènté invéce, essa . '$[ presenta chiara e non lascia ùessun dubbio nel rispondere.
Non è possìbile essere l’uno e l’altro, non si può servire due padroni,
Dio e mammona. Gesù non sì è mai
dimostrato troppo tenero verso i
ricchi, anzi ha avuto nei loro riguardi un senso di compassione. Esistono altre ragioni per affermare che
il ricco, nel senso pieno della parola,
non può essere cristiano? Secondo. rinsegñániento racchiuso nel Nuovo Testaménto certamente sì. Basta consultare il libro dì Matteo cap.
19: 24-25, di Marco al cap. 10: 21-25
e di Luca cap. 18: 22-25 e ancora
in Timoteo 2 lettera, al cap. 3: 2 e
in Giacomo cap.. 1: 9-11. Esiste ùna
eccezione e si trova in . Luca 19: 1-10.
Ma, vedi il caso, questo personaggio Zaccheo, donò ai poveri metà delle sue ricchezze e prese Timpegno di
restituire. il quadruplo delle somme
frodate. Il ricco, come tale, viola ed
ha sempre violalo l’8® comandamento
non rubare che comunque si possa
pensare, ha sempre un unico signi
Società
di studi
valdesi
Il Convegno di Studi sulla Riforma e i movimenti religiosi in
Italia, organizzato ogni anno
dalla Società di Studi Valdesi,
avrà luogo anche quest’anno a
fine agosto. Il programma è in
fase di elaborazione, ne diamo
sin d’ora le linee essenziali.
Il 31 agosto, primo giorno del
Convegno verrà ricordato il prof.
Duprè Theseider, recentemente
scomparso, che fu uno dei fondatori di questa iniziativa e dei
sudi maggiori sostenitori.
Il 1° settembre avrà luogo ima
tavola ritonda sul tema "Motivazioni cristiane nelf opposizione
al Fascismo" a cui parteciperanno studiosi e testimoni del periodo.
Il pomériggio dello stesso giorno si avrà una tavola rotonda
con tema "Chiesa e Stato nel
’700", incentrata sull’ultima opera del prof. F. Venturi apparsa
di recente.
Il 2 settembre sarà consacrato
alle relazioni sul 1500.
ficaio, anche se, nel caso specifico,
il furto viene legalizzato e giustificato nel nostro sistema sociale.
Questo mio modo di ragionare, sarà certamente fonte di molti dissensi, ed-a questo proposito (sarebbe bene
che qualche, -fratèllo nel Signore,, per
l’amore che. ci unisce, ; pifi aperto, nella conoscenza, delle Sacre Scritture,
intervenisse; senza inutili polemiche
per chiarire e, se possibile, aiutare
con più esattezza a rispondere all’annosa domanda: Ricchi e cristiani?
Tutti siamo a, conoscenza che la
Sacra Scrittura va intesa nella sua integrità e non solo per la parte che ci
f a..comodo...- . .....
Alla parola di Dio nulla può essere modificalo, j tolto o aggiunto. Analizzando brevemente l’origine della
ricchézza, si,.può dire che essa viene
raggiunta in modo particolare dqlfó
^ruttamento dell’uomo sull’uomo e
dalla ingiusta distribuzione dei „^beni
prodotti dal lavoro. 1 »••(
; Il desiderio di ricchezza è inesauttbile.
’ L’uomo pone tutte le sue energie
Ùer il raggiungiménto di questo obbiettivo, riservando a Dio solo le briciole, accontentandosi di una certa
religiosità accettata dagli uomini ma
respinta da Dio. Il. desiderio di ricchezza é insito in tutti, come il male
e la permanente condizione in cui
Tuomo non trova scampo. La sua
salvezza egli la può trovare solo rifugiandosi nrframore, di Dio ed in
Gesù -suo Salvatore
Ndì tutti elle ' portiamo indegnamente la qualifica di cristiani, siamo
persuasi della nostra impotenza a
creare una società giusta, solo il Signóre' ha questa possibilità.
Però questo non ci esime dall’adoperarci perché la società sia più giusta, più umana, più equa, perché una
piccola minoranza non faccia la parte del leone e una maggioranza non
viva in ristrettezze, né come spesso
avviene soffra la fame.
A questo punto vien da chiederci :
— Se la ricchezza viene così duramente condannata, dovremo rimanere sempre poveri, non adoperarci per
procurare a noi ed ai nostri figli un
avvenire, una vitù più comoda e serena? —
Penso di no, È bene, è giusto che
col nostro lavoro, colla nostra intelligenza, miriamo a queste cose, con
tranquillità, senza timore di diventare ricchi, poiché senza lo sfruttamento del lavoro altrui, operando sempre con onestà ricchi non si può diventare.
Adoperiamoci di più e con zelo,
per procurarci beni nel cielo, ove, come dice il Signore, il ladro non s’accosta e la tignola non guasta. (Luca
. 12: 33-34).
Sergio Ripo.sio
L’ambiguità'» dql movimento sionista ' si ;ritrovano ormai solidificate nello ^Stato di. ISràele stesso.'Vi "^■riscontrano due tipi di
contraddizioni, politiche ^ religiose, strettarnente, intrecciàte. Da un
lato lo Stato di Israele è uno stato che si propone di essere laico,
come, tutti gli, istati moderni, senza , una sua. scelta religiosa,-, lino
■Stato anzi in cùria matrice socialista“ è molto forte. Ma può esistere uno stato laico in Medio .Oriente? Non. può ; esistere èd -'Infatti
Israele non è lino stato laico; non lo può essere anche per la sua
tradizione, per i secoli di storia in cui la coesione nazionale è stata
assicurata dalla religione. Ne deriva una situazione politica di estrema complessità in cui lo’ stato riconosce con la libertà religiosa di
tutti i cittadini, ma con dei partiti religiosi che condizionano la
vita nazionale- I matrimoni sono solo religiosi, le prescrizioni della
legge mosaica sul sabato, i cibi sono strettamente osservate; dai
cappellani militari alla stella di Davide tutto ricorda che siamo
nello stato ispirato dalla Torah.
Questo regime si chiama, in termini storici, una teocrazia, un
sistema politico cioè in cui Dio governa un popolo, si può pensare
allo stato dei gesuiti in Paraguay o alla Ginevra di Calvino. Una teocrazia che poggia sull Antico Testamento e si intreccia con uno stato socilista è impensabile in termini occidentali ma è la profonda
contraddizione in cui si dibatte Israele oggi.
Teocrazia e crisi d’identità
La seconda contraddizione è altrettanto grave e concerne il rapporto fra comunità religiosa e società civile. Tutti gli osservatori, ebrei e non, sono unanimi nel riconoscere che, ad eccezione di
pochi nuclei praticanti e religiosamente impegnati, l’insieme della
società israelita è profondamente a-religiosa, scettica, per non dire
atea. Il riferimento alla fede dei padri è puramente formale, è un
aspetto tradizionale, come quello di molti cattolici italiani che seguono le processioni o cresimano i figli, nulla più. Ma la comunità
religiosa espressa dal suo. rabbinato sembra assolutamente isolata,
avulsa da una problematica spirituale, soddisfatta dalla mera osservanza delle prescrizioni rituali. I rabbini sorvegliano scrupolosarnente la macellazione della carne ma Martin Buber, uno dei maggiori pensatori ebrei del nostro secolo, è stato spesso visto con sospetto per la sua moda di affrontare e leggere la Scrittura.
Un fatto appare chiaro comunque, il sionismo ha aperto una
profonda crisi in tutti: cristiani ed ebrei. Abituati da secoli a considerare gli ebrei un popolo di rigattieri di vecchi rabbini lunatici,
o una massoneria deH’alta finanza, presente ovunque ma senza
corpo, i cristiani si trovano oggi a colloquiare con un « ebreo »
israelita profondamente diverso, non solo quello dei kibbutz ma
un cittadino medio con tutti i problemi della vita cotidiana, in uno
stato moderno, l’ebreo operaio e soldato.
Il sionismo ha anche aperto una profonda crisi di identità nel
mondo ebraico perché lo ha costretto ad affrontare la storia non
da vittima ma da protagonista. Nei ghetti dell’Europa orientale e
nelle gràndi città americane l’ebreo poteva continuare a vivere
coltivando il suo patrimonio religioso, senza responsabilità diretta
nella vita,, poteva vivere idealmente nello spirito della Torah, rivendicare il suo carattere assoluto, ora si tratta di tradurre in principi
concreti, in leggi, usi, prassi lo spirito dell’ebraismo. Dopo 20 secoli di dispersione Israele si ritrova inchiodato alla storia con tutte
le respousabilità df. scegliere. Per secoli altri Mnno scelto pear lui
9^^.'^.'^ '^1 destino ;di altri, vittima-per seP.òli..Qqr.rie. ora.
il rischio di èssere, lui a fare vittime, discríiriináto di discriminare,
oppresso di opprimere. È in questa situazione che appare tragicamente insufficiente la sua coscienza religiosa educata dal rabbinismo più che dalla Bibbia.
Curiosa attualizzazione delle profezie
I cristiani, ed alcuni ebrei stessi, sono spesso pòrtati a leggere
la. vicenda sionista alla luce delle profezie bibliche. ' Si raccolgono
nei libri profetici dell’Antico Testamento parole che parlano del
..« ritorno » in Canaan degli esuli, di un tempo di liberazione, di una
rinascita nazionale, si cita il passo di Isaia che parla del deserto
rifiorito e si applica tutto questo ad Israele.
* In' rèaltà occorre essere molto più prudenti. Le profezie, contetiìlte nei libri biblici, si riferiscono alTèsilio babilonese, sono cioè
'prpjfezie già adempiute. I profeti non sono degli indovini che leggono il ifuturo come i chiromanti, ma uomini che richiamano la comunità alle sue responsabilità presenti, essi parlano perciò dèlTésilio, della- ricostruzione del loro tempio, non di quello che sarebbe successo nel 1930 o nel 1950. Il sionismo è una scelta che gli ebrei hanno ritenuto dover fare sulla base della propria tradizione religiosa e
dei legami che esistevano fra il loro passato e la Palestina, è una
, scelta politica, culturale, religiosa non Tadempimento meccanico di
uria promessa divina; perciò è un fatto carico di responsabilità e
come tale va valutato.
TV - Protestantesimo
GIOVEDÌ’ 10/6/1976
Rete 2 TV ore 18
Con i primi caldi estivi o forse
con la mancanza di fatti d’attualità,
ha prepotentemente fatto il Suo ingresso-in PROTESTANTESIMO la
retorica. Esatto, proprio la vecchia
retorica di liceale memoria, che trovava una pratica applicazione per gli
studenti a corto di idee; e poco importa che l’usare parole roboanti per
coprire la vacuità dei concetti, tradisse uno spunto di partenza almeno
parzialmente valido. Questo è proprio
il caso della trasmissione di questa
settimana in cui l’idea di base, e cioè
un filmato-intervista sulla comunità
valdese di Felónica, nella bassa padana, è stata ridotta ad una pedisseque
congerie di itnmagini senza senso, con
un commento arcaico e vuoto, riducendo il lutto ad uno spreco di tempo (una volta tanto eccessivo rispetto
al tema trattalo). L’accenno alle alluvioni del 1951, l’emigrazione, contrasti tra vecchi e giovarti, necessità
per le comunità di vivere nel mondo e non di rinchiudersi in se stesse
e via di seguilo. Temi usuali e identici per altre migliaia di comuni italiani, con l’aggravante di non aggiungere una parola di nuovo a quanto
più volte ribattuto. Brevi accenni di
più schietto sapore storico (un viag
gio in bicicletta negli anni ’30 fino a
San Germano Chisorte per un ■ sinodo) ò polemico (rcmarginazione della
comunità valdese da parte delle frange clericali più conservatrici) sono
stati lasciati al rango di intenzioni.
Beffe, se.,»vogliamo, ma., solo lecnicamente, le ottocentesche immagini del
Po, dei casolari di campagna, dèi vecchietti alle osterie; soffusa la tristezza di un paese che invecchia e che
vive col sudato denaro dei suoi giovani all’estero, ma scontate le domande (e le risposte), scontate le lacrime per i granelli di cultura di cui
nessuno usufruisce, per un teatro prosaicamente trasformalo in cinema,
per lo stillicidio dei giovani verso altre regioni e verso l’estero.
In tutto questo la comunità valdese (che avrebbe dovuto essere al centro della trasmissione) è appàisa' di' ri
flesso e in margine. Non è infatti pos
sibilo che gli unici problemi da cui
è affetta siano Timmobilismo degli
anziani o lo scarso interesse della gioventù! Di altro non si è parlato, evi
lando, quando il caso poneva lo spun
to in bocca agli intervistati, ogni Se
güito polemico, nonostante la lucida
cronistoria della comunità tracciata
dal pastore Bruno Costabel. Niente di
più : si poteva (e si doveva) fare di
meglio.
P. Andreotti
3
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IBRJdllBSffiiifclCA DEMOCRi^TrCA'i^TEDE^CÄ':
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e capannone
Efficienza e produttività - La dipendenza dall’Unione Sovietica
ve forme di presenza della chiesa
Nuo
Paolo Naso ci ha inviato una relazione su un viaggio nella Repubblica
Democratica Tedesca di un gruppo della FGEI, svoltosi dall’l al 12
aprile. Un redattore ne ha ricavato un articolo per il nostro giornale.
Una folla di qualche centinaio
di persone aspetta di salire sull’ascensore che porta ai 250 metri della torre della televisione.
Questa torre, visibile da ogni
punto di Berlino, est e ovest, è
uno dei simboli della Repubblica Democratica Tedesca. E dimostrazione dell’avanzato grado di
tecnologia raggiunto, e insieme
della tenacia del lavoratore tedesco. Il produttivismo è infatti
l’ideologia più appariscente di
questa società socialista, nata
dalla spartizione della Germania,
pastore raramente riesce ad insegnare, a meno che non accetti
una sede lontana dal luogo dove
il marito svolge il proprio ministero.
Air università sono favoriti i
figli di operai, ma si limita Tafflusso di figli di professionisti o
di laureati, per evitare il formarsi un’élite privilegiata.
Anche Tiscrizione al Partito Socialista Unificato, che è il maggior partito di governo, è limitata ai marxisti non credenti. I cristiani che desiderano impegnar
Eugenio Rivoìr,
e Bruno Cartoni
della delegazione EGEI, con
Il past. Köhler di
Eisenach (RDT),
sullo sfondo la
«.Wartburgn dove Lutero tradusse Il Nuovo
Testamento,
nel 1949, e Costretta >a far fronte
alle proprie necessità >senzà aiuti
dall’estero e con scarsa manodopera, mentre il Piano Marshall e
i capitali americani favorivano
il decollo dell’altra Germania.
Tutto lo sviluppo della RDT è
condizionato dalla scelta che i
suoi dirigenti hanno fatto, di dimostrare la superiorità del socialismo entrando, in competizione
con Toccidenté; e questo significa puntare, tutto sulla produzio.ne. I « consigli di fabbrica » sono
organismi che si preoccupano
dell’efficienza tecnica e produttiva della fabbrica. All’entrata di
ogni aziènda spno esposte le foto degli operai migliori. Si fende
a impegnare le dònne in ugual
misura degli Uomini.
Dietro la torre della televisione c’è la stòria' di unà nazione
che trent’ànni fa era ridotta ad
un cumulo di macerie ed oggi è
al nono posto fra i paesi più industrializzati.
si politicamente, militano quindi nel Pàrtito Cristianó Déinòcratico; altre forze trovano spazio
nel partito liberale o nel partito
dei contadini. ^
LA CHIESA NEL QUARTIERE
Ma le prospettive di questa nazione si possono vedere non tan
to a livello ufficiale, quanto nei
luoghi dove si promuove la partecipazione della popolazione all’elaborazione di una società socialista, come nei quartieri. Lo
stesso accade nella chiesa. Caduta dalla sua posizione di chiesa di stato, la chiesa luterana
conserva alcune prerogative: gestisce istituti per handicappati e
minorati psicofìsici, amministra
grosse proprietà, che le sono più
di ostacolo che di aiuto, i suoi
pastori conservano una posizione
sociale elevata.
Alla chiesa guarda la grande
massa di coloro che si sono adattati aila nuova situazione senza
intima partecipazione, anzi, spesso con coperta avversione. Non
che la chiesa gestisca lo scontento, ma è un’isola in cui non si
parla di politica, non si sente la
propaganda ufficiale, si può trovare un angolo della vecchia Germania. E lo stato favorisce questa tendenza, impedendo che i
cristiani si impegnino nella costruzione del socialismo. Davvero qui non si capisce chi sia il
più ottuso. Ma Timmaginé di ciò
che la chiesa può diventare, anche in questo paese, si ha nei
nuovi quartieri popolari (intorno a tutte le città stanno sorgendo questi immensi quartieri nuovi, che in pochi anni dovranno risolvere il problema degli alloggi), dove gruppi di cristiani stanno inventando nuove forme di
presenza. I templi continuano a
essere nei vecchi centri, e il piano regolatore non ne prevede la
costruzione di altri. A Rostock
hanno risolto il problema acquistando due carrozzoni da circo e
adattandoli per incontri e culti.
La rigidat divisione gui itende a
scompariré,>e si"fe stràda;‘ con
le difficoltà che si incontrano in
ogni paese, una presenza cristiana aperta, dove i cantieri hanno
appena finito di costruire e la
gente comincia appena a vivere.
Dóve può nascere un modo più
creativo di intendere il socialismo, e il cristianesimo.
QLIMPIADI DI RUSSQ
In un teatro di Berlino, la città di. BertqldÙ Brecht, si replica
da più di tre mesi uno spettacolo che è pubblicizzato come uno
dei più meritevoli di attenzione.
Ma né la recitazione, né il rapporto tra attori e pubblico di discostano dai canoni del teatro
borghese. L’impressione viene
confermata nella visita a un
grande magazzino, dove i dischi
di Rita Pavone sono tra i più
venduti. Tra la gente esiste il mito dell’occidente, cioè il desiderio di poter fruire degli stessi
generi di consumo e degli stessi
mezzi di distrazione.
Non che lai scuola non cerchi
di dare una formazione in senso
socialista. Ma tale formazione è
data forse in modo troppo rigido ,e troppo poco creativo, I
metodi sono ancora ..molfo tradizionali;-, dagli allevi sinpretende. discipiina, applicaizione,. Buon
rendimento. Si cerca di stimojare, ili’.,rendimento gt.fraverso .,la
competizione: ogni anno, ,.P9r
esempio, si svolgono, le olimpi^'
di di .russo; i vincitori ricevono
un viaggio-premio a Mosca..,
Del resto si, direbbe che il primo obbiettivo sia di formare una
classe dirigente sicura e fedele.
Così fin dalla scuola elementap
i maestri devono condividere in
pieno l’ideologia ufficiale; i maestri cristiani vanno incontro a
molte difficoltà: una moglie di
SCHEDA
Chiesa presbiteriana
del Mozambico
La chiesa presbiteriana del Mozambico è stata fondata
nei 1Ì887 dalla chiesa evangelica libera dèi Cantóne di
Vaud (Svizzera).
L’arrivo del primo missiónàriò europeo, Paul Berthoud, nel 1887 in Mozambico fù la risposta alTappello
lanciato dal mozambicano Joseph Mhalamhala, un minatore convertito e membro della prima comunità cristiana
Tsonga del Nord del Transvaal.
Un gruppo d’insegnanti e di catechisti accompagnarono Paul Berthoud nel suo lungo viaggio missionario attraverso il Mozambico. Grazie a questi collaboratori, Paul
Berthoud insieme ad altri missionari venuti dalla Svizzera, riuscirono a fondare delle « stazioni » missionarie dove si trovavano già piccoli gruppi di cristiani costituiti
principalmente . da minatori convertiti nelle miniere del
71* 3,ri S V 3, &r I
Nell’équipe di Paul Berthoud c’era l’insegnante Calvin
Maphophe, un uomo eccezzionalmente attivo, che, dopo un
adeguata preparazione teologica, fondò nel 1911 là prima
parrocchia protestante diretta da un africano. Nel 1917 è
già presente sul territorio del Mozàmbico un buon gruppo
di pastori formatisi alla scuola ' evangelistica di Ricatla.
Il 1948 vede la, completa àutonoinia finanziaria della
chiesa mozambicana. E nel 1963 vien pubblicata là convenzione della completa autonomia della chiesa presbiteriana
del Mozambico dal Dipartimento, missionario delle chiese
della Svizzera Romapda.
Nello stesso , annp un africano,' il pastore Zédéquias
Manganhela, vièp^ fletto, .Presidente del Consiglio Sinodale, Con iìi là'5(^, la c^i^sa presbiterariàna, dèi MO¿am af-’
froóta,la pip grave,p^oya della sua breve stòria : Zédéquias
Manganhelà'yiène,,artàstato e morirà m carcere. Da questa
crisi la chiesa , nioziambicanà uscirà ranotz'àta^
svòlgere la, spa òpera. 'Il, lavoro 'di'évángeltózaziprie della
chieda présbiteriànaj é sempre stato 'àccòmpàgriatp da
opere sociali, oggi nazionalizzate ; ospedali,, scuole, e ' cèntri di formazione professionale. Attualmente la chiesa présbiteriana conta 20.000 membri circa, divisi in 16 parrocchie. Il corpo pastorale è costituitò da 20 pastori e un missionario svizzero, Attualmente il problema all’ordine del
giorno è Tadattamento della chiesa alle nuove strutture
sociali del Mozambjco. Infine la chiesa presbiteriana mozambicana ha presentato domanda d’ingresso nel Consiglio
Ecumenico delle Chiese mantenendo férme le relazioni con
il Dipartimento missionario delle chiese svizzere romande.
Leopoldo Luna Soto '
Cile
Leopoldo Luna, 27 anni,
celibe, era professore di
scienze sociali presso l’Università cattolica di 'Valparaiso. È stato arrestato il 12
settembre 1973, all’indomani
cioè del rovesciamento del
governo Allende. Attualmente è detenuto nella prigione
di 'Valparaiso e versa in cattive condizioni a causa dei
trattamenti inflittigli nei primi mesi dell’arresto. Egli è
uno di due civili in un gruppo di 60 persone tutte accusate — i nomi sono riportati in un dossier d’Amnesty
International — d’ammutinamento nella marina poco
tempo prima che avvenisse il
« golpe ». È accusato d’aver
incitato alla disobbedienza alcuni cadetti di marina nei
confronti dei loro ufficiali.
Nei suoi confronti è stata richiesta una pena detentiva
di 15 anni. Benché il processo sia iniziato nel ’73 nessu
no dei 60 accusati è stato fOf-“
malmente condannato perché
le autorità marittime cilene
non hanno ancora deciso
quando riprendere questo
processo. In Cile, quando im
prigioniero è stato condannato, può richiedere che la
sua pena venga commutata
in esilio e Luna benché abbia già un visto d’espatrio
non può utilizzarlo perché
non è stata ancora ufficialmente pronunciata la sua
condanna.
Nel frattempo Luna deve
subire un’operazione, nel
prossimo futuro, parecchio
delicata poiché versa già in
gravi condizioni e la epidemia di tubercolosi che si è
diffusa nel carcere di "Valparaiso fa temere maggiormente per la sua salute. Il settimanale svizzero « La vie protestante» ha segnalato questo caso invitando i suoi lettori ad inviare una richiesta
di rapida scarcerazione per
il prof. Leopoldo Luna alla
ambasciata del Cile.
Sentenze capitali
in Africa del Sud
Nel processo contro sei uomini di colore accusati di aver
partecipato a manifestazioni nel
corso delle quali aveva trovato
la morte il ministro Ovambo Filemon Elifas, il tribunale di Swakopmund ha pronunciato il 12
maggio due sentenze capitali. Si
tratta di Aaron Mushimba e
Hendrik Shikongo, presunti
membri dell’organizzazione popolare dell’Africa del Sud-Ovest.
Due altre accusate, le infermiere Rona Nambinga e Anna Nghihondjwa, sono state condannate
a sette e cinque anni di carcere. In particolare l’accusa per
Mushimba è di avère portato
con la suà(, macchihà'; alcuni udmiriì ' davariti al bar' dove poi' è
stato ucciso Elifas. Le infermiere sono state riconosciute colpevoli di avere dato denaro àd
un certo Usko Nambinga il quale lo doveva trasmettere agli attentatori.
Di fronte a queste condanne
a morte hanno preso posizione
sette personalità del protestantesimo sudafricano, in una conferenza stampa tenuta a Ginevra le condanne a morte vengono consideratè 'un pericoloso
contributo alla ’’escalation"' della
violenza, óapaci di provocaré
una serie di disordini e di'spargimentò di sangue.
Analoghe , prese di posizione
sono da registrare dà parte del
Consiglio Ecumènico delle cinése, della Federazione mondiale
dèlie chiese liiterane, con un
particolare appello a lutti 1 gò
Barth; fu espulso
0 se oe ande?
Uno, storico di Colonia ripro
pone l’espulsione di Karl Barth
dalla Germania nazista “fiel 1934
sotto una luce nuova. Cpm’è noto Barth aveva rifiutato' il giuramento di fedeltà al governo
nazista e perciò era stato destituito dal SÜO incarico, di professore ordinario, alla Facoltà
teologica dell’Università di Bonn.
Finora si era sempre considerato che la sentenza rii espulsione
fosse il, vero motivo, del ritorno
di Barth in Isvizzera. injealtà,
sostiene lo storico Hans Prolingheuer, Barth ricorse ' al tribunale di Berlino e 111 venne riabilitato., , . .. . • ,
,.Secondò ' questa .Tesi Rarth
avrebbe,'.dùnque potuto continuare ,,'ii suo, insegnamento-, a
Borin> ,e lo, .avrebbe anpbe fatto,
se non si fosse trovato isolato
nella stessa chiesa confessante
tedesca, pbè alla luce dei docu;
menti prodotti dallo storieo pitato, appare fortemente, divisa e
incapace di testimoniare al.« padre della chiesa confessante »
una vera solidarietà. Cosi Barth,
deluso e scoraggiato, preferì, accettare l’incarico che gli veniva
offerto dall’Università di Basilea.
verni perché facciano pressioni
presso il governo sudafricano
invitandolo a non dare seguito
alle condanne.
Dal canto suo l’organizzazione popolare dell’Africa del SudOvest ha precisato che intènde
liberare i due condannati prima
dell’esecuzione e che già sono
state rafforzate le disponibilità
di armi e munizioni e i guerriglieri scateneranno una nuova
ondata di attentati.
Spagna: seminario
sul protestantesimo
.per la prima volta nella -storia
della Spagna si terranno ;alTun,H
versità di Madrid dei seminari
sul protestantesimo e sulla visione protestante delTuomo e della
società. I seminari saranno diretti dal dott. Daniel Vidal, presidente della chièsa evangelica
spagnola e rettore della sua scuola teologica. (EPD).
Un aiutò al Friuli
Il consiglio di chiesa di Zurigo
ha deciso di stanziare a favore
dei terremotati 20.0ÓO fr. svizzeri
che potranno essere utilizzati
per una costruzione nella zona
recentemente colpita dal sisma.
(ÈPD). .
SPAGNA
CROLLA IL SOFFITTO
DELLA CHIESA
Almeria. Sei. morti e quattordici feriti, questo il triste bilancio
dovuto al crollo del soffitto, durante il culto di domenica 16
maggio, nella chiesa dei fratelli
di Almeria. Al momento della
tragedia si trovavano nel locale
circa quaranta persone. La soletta crollata sosteneva, al piano
superiore, una sala di attività
che era vuota al momento del
crollo. (BIP).
Mucache
visifa i valdet
(segue dà pag. 1)
metodista, poi le congregazionaliste, la metodista wésleyanà, la
chiesa del Nazareno, i metodisti
liberi, gli anglicani, la chiesa di
Beira, i battisti.. Nessuna di quc:
ste denominazioni ha mai avuto
un riconoscimento dallo ■ Stato
portoghese essendo ■ l'a chiesa cattolica Tunica' chiesa ufficiale;'
La marcia iniziata con molti
sforzi è quella di creare un Cónsiglio Cristiano, chè non solo riunisca le diverse chiese ma Ottenga
un riconoscimento come irealt.à religiosa, diversa dal cattolicesimo.
Il consiglio ha già un segretario
a pieno tempo che lavora in questo senso. L’avvenire dirà quanto
rapidamente si potrà camminare
su questa Strada.
4
18 giugno 1976
HEIDEGGER/MONOD - RICERCHE PARALLELE?
UN MONDO NATO DAL CASO
CHE VA VERSO IL NULLA
La recente scomparsa del filosofo M. Heidegger e dello scienziato (prernio Nobel per la medicina) Jacques Monod, due
personalità che hanno avuto un incidenza significativa nella
cultura europea, ripropongono alla nostra attenzione la questione ’’scientifica” e il problema della fede.
I sentieri nel bosco
Fede e cultura nel pensiero di Heidegger
commino
verso il Regno
Una ricerca scientifica che diventa uno stile di
vita; gli interrogativi di Jacques Monod
verso
autentica
la
di
Heidegger non si è considerato un filosofo accademico ma un
uomo che pensa. Criticò ogni volontà di erigere sistemi scegliendo di mettersi invece aH’ascolto
di ima parola che viene da fuori,
dalla poesia. Avendo coscienza
che gli si ponevano interrogativi,
pose lui stesso interrogativi: perché siamo oggi al punto in cui
siamo, disperati, stanchi, angosciati? Perché il mondo è logoro
in modo irrimediabile e mette
tutto il suo impegno stesso per
sfuggire al suo logoramento?
La volontà umana vuole dominare sfruttare, pianificare e per
fare questo si vale della ragione
che e capace di calcolare e misurare tutto e di trasformare le
qualità in quantità. La volontà e
la ragione si sforzano di proteggerci contro il nulla a cui tutto
ritorna. Tutte le filosofie idéaliste o matèrialiste coprono questo orrido vuoto. In realtà esse
sono agenti del nihilismo. Analogamente la cultura (letteratura
arte, religione) e le scienze potenziano il nihilismo favorendo
la tede menzognera nel nro.gresso. ^
Siamo giunti all’ora del crepuscolo. Eppure l’aurora si annunper il pensatore-poeta. La luce diffusa che lo risveglia lo invita a cercare il cammino che lo
condurrà dal mondo
« patria », verso la
mora dell’uomo.
Heidegger ha mostrato in modo esemplare che i tecnici hanno
condotto a termine quello che i
filosofi avevano, dall’epoca di Platone, cercato in modo teorico: il
combattimento contro l’usura del
tempo. L’uomo, animale ragionevole, è di fatto buttato nel mondo per trovarvi la morte, è immerso nell’inquietudine e nella
colpa, cerca di sfuggirvi rifugiandosi nella folla anonima, dove diventa essere smarrito in una società indifferenziata, uomo che
assistito, passivo, alla morte
dei suoi dei, si è allontanato dal
suo Dio, privato del divino e del
sacrOi Questo rivela al pensatore
la parola poetica.
Ma r ascolto di questa voce
poetica sia quella di Sofocle o di
Hölderlin lo impegna però a cercare la via verso il tempo del1 origine, un itinerario verso la
patria perduta. Nella meditazione, nel raccoglimento e grazie al
ripensamento originale l’uomo
che pensa impara nuovamente
dai poeti il linguaggio delle cose
perdute, il linguaggio interiore,
il linguaggio dell’essere autentico.
Che posto ha^ la fede in questo
cammino? Heidegger distingue
filosofia e teologia, sapere e ere-,
dere. Non vi è infatti continuità
frg il pensiero che interroga e la
léjge reale, non c’è passaggio;
CIO che le avvicina è forse la follia del pensatore cosciente del
fatto che il nulla è presente nel
cuore stesso della volontà e della ragione, la follia della croce
dove Dio annulla le sapienze
umane con la loro pretesa di
salvare dal nulla.
Credere significa rimettersi totalmente a Cristo, diventarne testimone e servo, senza cercare
di conoscere. Quando conosco
non credo, il mio credere cessa
quando comincia il mio sapere.
Se mi insedio nella scienza abbandono i luoghi della rivelazione. La conoscenza apre le porte
al dubbio, la fede è invece fondamento della certezza. L’incredulità annulla la fede, cessare di
essere vigilanti significa cadere
nel peccato. Paolo ha udito la
parola della croce ed ha obbedito nella obbedienza di fede.
Analogamente Lutero. Per Heidegger il cristianesimo ha tradito questa parola, si è compromesso con le filosofie, con le
scienze e le tecniche, contribuendo all’avvento dell’ateismo
moderno. Ha ucciso gli dei, ha
soppresso il sacro si è smarrito
dimenticando la parola delle origini.
Heidegger non si pronunzia
sull’ avvenire del cristianesimo.
Non si considera teologo (pur
avendo iniziato studi teologici)
né credente. Sente la sua vocazione a porre interrogativi ed
aprire strade di cui non conosce
la meta esatta. È come pensatore delPesistenza, uomo di ascolto ed interprete del linguaggio
interiore, che ha provocato un
profondo e decisivo choc in parecchi teologi cattolici e protestanti, per menzionare solo due
dei più noti: K. Rahner e R.
Bultmann.
Gabriel Widmer
Molto probabilmente, quando
si parlerà in futuro-di Jacques
Monod, premio Nobel di medicina e fisiologia, morto recentemente a Cannes, non si mancherà di citare questa sua frase dal libro « Le hasard et la
nécessité » ^ : « L’antico patto è
infranto, l’uomo sa finalmente
di essere solo nell’immensità indifferente dell’Universo da dove
è emerso per puro caso. Il suo
dovere, non più di quanto lo sia
il suo destino, non è iscritto in
nessun luogo. Sta a lui scegliere fra il Regno e le tenebre».
( Strana frase di un ateo, che inizia con una espressione dell’Antico Testamento « Antico Patto » e finisce con una espressione del Nuovo « Regno e tenebre »).
Questo libro lucido e pieno
di vita è apparso alla fine del
1970. Lucido e freddo perché
esponeva la sua teoria dell’origine del mondo : l’essere vivente è un accadimento casuale.
che è stato conservato e riprodotto da un meccanismo di alta fedeltà, si è cosi, mutato in
ordine, norma e necessità perché a partire da quel momento
si è operata una selezione.
Piena di vita è anche questa
opera, perché il pensiero scientifico, molto matematico e rigoroso, si accompagna in Monod
con una volontà di creare nel
mondo un ordine morale in cui
l’uomo possa vivere autenticamente, difeso da istituzioni che
trovano in lui il soggetto ed il
creatore del Regno.
A qualche giorno di distanza
dalla morte di Jacques Monod
si può cercare di enunciare i
due interrogativi che egli ci ha
posto.
Il meccanismo dell’evoluzione
biologica che ha descritto non
è stato contraddetto dagli uomini di scienza. Egli lo ha collocato in un universo freddo e
muto perché i dati della scien
za sono freddi e muti. Già
Darwin aveva detto che le
speci evolvono secondo le
proprie possibilità di vita.
I sentimenti che abbiamo di fronte a questa
realtà non sono diversi da
quelli che proviamo quando gli astronomi ci dicono
---- che giunge oggi a noi la
luce di stelle ormai spente.
Riceviamo uno choc analogo
a quello delle generazioni passate quando hanno dovuto ammettere che la terra non è piatta, il cielo non è « sopra », il sole non è immobile e non stiamo
al centro dell’universo.
Le scelte che facciamo, riguardo all’origine ed allo scopo della vita, si precisano così,. Vi sarà indubbiamente fra gli uomini sempre meno teologia naturale... E se vi è un « antico patto », che è bene infrangere, è
quello che sembra unire la fede
nel Dio di Gesù Cristo ad una
credenza genericamente confermata dalla natura, secondo cui
« qualcuno deve pur esistere su
di noi ». Questa nuova definizione della fede ha conseguenze
pratiche assai profonde in campo morale perché non esiste teologia senza programma di vita.
Ed è questa la seconda domanda che Jacques Monod ci
pone: se un uomo come lui, che
considera l’uomo come un essere « solo, nell’immensità indifferente dell’universo », è stato
così impegnato nelle battaglie,
dove le libertà dell’uomo erano
minacciate, ed è stato così, preoccupato di scegliere il « Regno
anziché le tenebre » non lo dovrebbero essere a maggior ragione coloro che dicono esservi
oltre il terrifico meccanismo
dell’universo un progetto ed un
senso?
Freddy Klopfenstein
' « 11 caso e la necessità ».
Caro Joseph, quando la teologia
diventa politica... UNA LETTERA DI KARL BARTH
« Karl Barth ha terminato i suoi corsi alla fine del semestre estivo
del 1961, dopo aver compiuto, il 10 maggio, 75 anni. La sua morte è
avvenuta il 10 dicembre 1968. Durante questi ultimi 7 anni ha pubblicato poche cose, si è espresso poco, ma ha letto e discusso molto,
lasciando un'intensa corrispondenza. Kant si era imposto di non
pubblicare nulla a partire dai suoi 74 anni, nonostante avesse dato
alle stampe ormai cinquantasettenne la sua prima grande opera: « La
critica della ragion pura»; Kant infatti dubitava di poter mantenere ^ uajmi aveva nei
fino alla fine il pieno controllo del suo pensiero. Leggendo alcune del- lontano 1938 indirizzato la sua famosa lettera contro il nazismo, in
cui sosteneva la necessita cristiana della resistenza armata contro
Hitler. Pubblicheremo prossimamente Tinteressantissima risposta di
Hromadka.
Montpellier) il prof. Dumas, della chiesa riformata di Francia, apre
la presentazione di alcune lettere da lui tradotte daH’edizione tedesca (Karl Barth, Briefe 1961-1968, Theol. Verlag Zürich, 1975, V, p.
600), fra le 325 comprese fra il 1961 e 1968, pubblicate nel 5° volume
dell’edizione completa dei suoi scritti. Lo spazio di cui disponiamo ci
dà appena la possibilità di tradurre una di queste lettere di Barth:
abbiamo scelto quella scritta il 18 dicembre 1962 all’amico e collega
Josef L. Hromadka, noto teologo di Praga a cui già Barth aveva nel
le ultime lettere di Barth non si potrà dire che gli siano mancati il
vigore e lo sforzo di penetrazione, né la capacità di farsi capire ».
Con queste osservazioni (apparse sull’ultimo numero della rivista di
Caro Joseph,
quando i tre amici di Praga,
venuti da noi come i tre magi
d’Qriente, dopo aver lasciato
ovunque ottima impressione
stavano per riprendere la via del
ritorno, volevo consegnar loro
una lettera per te; possano dunque essere queste righe come
un post-scriptum a quanto ti
hanno riferito.
I tre amici ti avranno sicuramerite detto che qui a Basilea,
una domenica pomeriggio, ci
siamo occupati abbondantemente di « giuseppologia », vale a
dire dell’interpretazione della
teologia politica o della politica
teologica di Joseph Hromadka.
Pochi giorni dopo ho ricevuto
anche il tuo scritto: « Fine della crisi? », nel notiziario della
vostra chiesa del novembre 1962.
Da Basilea ti sono state già
scritte due lettere. Dopo averci
ben pensato ritengo utile aggiungere qualcosa di mio su
questa questione. Una cosa bellissima con te è che ti si può
parlare con estrema franchezza, senza timore che tu chiuda
gli occhi alla ricerca di una sempre nuova e migliore comunione con te, cosa che è al tempo
stesso l’unico senso di un parere che sia in contrasto col tuo.
Caro Joseph, si tratta di ciò
che mi ha inquietato nelle tue
dichiarazioni pubbliche da giorni e da anni. Nel tuo ultimo
scritto è stato per me come ricevere un pugno. Lo esprimo in
senso negativo: la mancanza di
un punto d'osservazione che sia
al di sopra delle nebbie delle
ideologie, degli interessi e delle
forze che si affrontano e si combattono nella « guerra fredda »
di oggi. In senso positivo: l’arbitrarietà con cui impegni non
solo la tua persona per uno dei
partiti di questi fronti, ma pretendi che la chiesa ed il mondo
facciano causa comune con te.
Ciò che io reputo giusto, anzi,
direttamente comandato secondo l’evangelo, nella situazione
attuale, è quanto sostiene il comune amico Lochman nella sua
conferenza apparsa sulla rivista
« Junge Kirche » dal titolo: « Bilancio dell’umanesimo europeo ».
Lo ha fatto in modo esemplare
(molto meglio di quanto potrei
farlo io). Si tratta di una presa
di posizione in cui potremmo
aiutare con solidarietà, con la
nostra parola, nel nome di Dio,
l’uomo in quanto tale (e quindi
gli uomini a destra e a sinistra,
quelli che soffrono e quelli che
combattono, i giusti e gli ingiusti, i cristiani e gli atei, i partigiani deH’umanesimn A.B.C. e
D., restando, in modo comprensivo, critici verso tutti). Ciò che
io noto quando la tua teologia
diventa politica — cosa in sé
pienamente corretta — è qualcosa d’altro: fai pressione su di
noi con l’esigenza di riconoscere il mondo nuovo e migliore, il
mondo che cresce, il mondo della libertà e della pace, totalmente incarnato nelle figure di
Nikita, di Mao ed ora anche di
Fidel, mentre, per contro, dovremmo percepire nella figura di
Kennedy un’incarnazione radicale del vecchio ordine sociale
e giuridico, sorpassato sin dal
1917 e che, d’allora in poi, altro
non è se non un ordine che cade in rovina. I miei capelli si
arricciano contro questo modo
di considerare le cose in bianco
e nero, cosi come contro la pretesa di farmelo adottare.
Non ho nessuna intenzione di
avviare una discussione sugli
elementi politici concreti, contenuti, implicitamente o esplicitamente, nel tuo scritto: avrei
naturalmente, delle riserve o dei
correttivi da proporre. Questo
però ci porterebbe ad una discussione da cabaret, e non è
questo che cerchiamo. Per me
si tratta del metodo e dello stile
della tua esposizione, nei cui
confronti non posso tacere il
mio vecchio dubbio, che tu conosci: cioè che le prese di posizione e le esortazioni cristiane che ne derivano, sono totalmente determinate da Una visione della storia sostanzialmente
identica a quella di uno dei Leviathan che oggi lottano per il
potere. Certo questo è per te
una cosa estremamente seria;
ma dal mio punto di vista completamente unilaterale, quando
tu gli dai come basamento il riferimento a Gesù Cristo e a tutta la Santa Scrittura.
Caro Joseph, non riesci ad accorgerti che Emile Brunner,
Reinhold Niebuhr e lutti i nostri altri padri della chiesa occidentale fondano, esattamente
con lo stesso metodo e con lo
stesso stile, la loro visione occidentale della storia? Che possono fondarla e di qui mettere in
atto 1^ loro crociata rontro il
comunismo con lo stesso metodo che usi tu in senso inverso,
la stessa « guerra fredda »? Sin
dall’inizio, nel ben conosciuto
uccello progettato da Picasso
non ho visto altro che un avvoltoio antiamericano e non già
la' colomba che reca la consolazione per tutto il popolo; né ho
potuto prendere sul serio e quindi sostenere col mio nome il cosiddetto « Movimento della pace » (in questi ultimi tempi fattosi significativamente silenzio
so). Dovresti vegliare di modo
che la « Conferenza della pace »
di Praga, essenzialmente ispirata e diretta da te, si tenga sotto
un simbolo chiaramente distinto da questo avvoltoio.
Martin Schwartz e Hans Ruhti hanno detto o indicato quanto tu renda le cose difficili a
noi, tuoi amici occidentali, con
questa impostazione che emerge
in modo così inquietante nel tuo
ultimo scritto. Non posso considerarlo semplicemente una
preoccupazione tattica. Si tratta
invece di una linea strategica in
assoluto! Come volevasi dimostrare. Ecco cosa diranno gli
oscuri bravuomini sulla « Baslèr Nachrichten », la « Neue Zuercher Zeltung », la « Welt Woche », « Reformatio » ecc., se il
tuo scritto — che gli angeli custodi possano impedirlo! — viene a cadere nelle loro mani. Sicuramente non ti abbandoneremo. Ma come chiarire, a loro
come a tutta 1a cristianità e la
umanità che vive da questa parte della cortina di ferro, che per
noi (ed in fondo anche per te,
non è vero?) non si tratta della
pace anti-comunista né della pace comunista, ma della pace di
Dio che è al di sopra di ogni intelligenza e della giustizia (nel
sen.so biblico del termine) che
vale contro tutti e per tutti?
Ah, caro Joseph, come mi rallegrerei di constatare (sarebbe
in certo senso il più bel regalo
di Natale) da parte tua una rottura, in questa direzione — ma
dovrebbe essere una vera rottura, energica!
Insieme agli altri buoni auguri per i giorni di festa, in ogni
circostanza, fedelmente tuo
Karl Barth
5
Italia
milano Assemblea della torino
Incontro
evan
gelica
Federazione regionale
ALLA RADIO
Da circa 15 anni la « Voce della Bibbia » trasmette più volte
alla settimana il messaggio evangelico da Radio Montecarlo. Ora
Radio Roma - MHz 104
domenica ore 13.45
luned'i ore 13.45
Radio Parma - MHz 102
lunedì, ore 19
Radio Modena - MHz 102
Teleradio Bologna - MHz 105
domenica ore 8.45
lunedì ore 7.45.
DALL’ESERCITO
DELLA SALVEZZA
I Brigadiere Leone Calzi e la
moglie Perside, ben noti al
mondo evangelico italiano, da
parecchi anni residenti a Torino e responsabili del lavoro che
l’Esercito della Salvezza svolge
nella città, sono andati recentemente in riposo per raggiunti
limiti di età. Siamo certi che ciò
non costituirà per loro un motivo di disimpegno o di rallentamento della testimonianza che
hanno portato avanti fedelmente
per tanti anni.
DALLA
CHIESA AVVENTISTA
Sabato 7 febbraio, a Bagheria,
grosso centro del palermitano,
, è stata costituita ufficialmente
la Comunità Avventista locale.
Alla cerimonia è intervenuto il
presidente della Federazione delle Chiese Avventiate Italiane Antonio Bueno.
DEI FRATELLI
Sui numeri di marzo ed aprile del mensile « Il Cristiano » sono apparsi due articoli sulla V
Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese svoltasi a Nairobi nel novembre e dicembre
scorsi.
La posizione che i due articolisti prendono nei confronti del
CEC è assai negativa e riflette
del resto l’atteggiamento generale di molti ambienti fondamentalisti, fortemente critica e
prigioniera di una « spiritualità » piuttosto astratta e individualistica.
Soprattutto l’autore dell’articolo comparso sul numero di
marzo attinge, ampiamente all’arsenale ormai tradizionale dell’antiecumenismo, accusando il
CEC di occuparsi solo di politica e di problemi sociali, di fame
e di sfruttamento e di quanti
chiedono giustizia e rivendicano
la dignità umana, trascurando di
denunciare la situazione di peccato in cui gli uomini vivono e
non ponendo gli stessi dì fronte
alla necessità della conversione.
Il CEC avrebbe un « atteggiamento di ambiguità, di infedeltà e spesso di sospetto nei confronti della Bibbia », ed essendo
costruito sulla sabbia, sopravvive solo per il « sincretismo religioso voluto da Satana, in vista
dell’avvento della religione universale dell’Anticristo e del suo
Falso Profeta ».
Certo, dice l’articolista, « i cristiani autentici devono essere
concretamente sensibili, nella
preghiera e nell’azione, verso i
drammi dell’uomo, ma... » ma
attenzione perché se la loro sensibilità diventa un po’ troppo
concreta questi cristiani non sono più tali m_a sj tramutano in
stumenti di Satana;
A nostro avviso prese di posizione simili sighifloano. voler
chiudere deliberatamente la porta ad una discussione seria e
coerente, umile e biblicamente
fondata sui problemi che travagliano l’umanità, sulle aberrazioni della società, che sono si
manifestazioni del peccato, ma
hanno dei nomi precisi; fame e
miseria, sfruttamento ed emigrazione, guerra e tortura.
Di questo passo occorrerebbe
rimproverare anche Gesù quando fa pendere la bilancia in favore di coloro che si interessano di chi ha fame e sete, di chi
vive nella miseria e nella malattia, di chi si trova incarcerato o
emigrato. L’affamato e l’assetato, l’ignudo e il carcerato andrebbero prima catechizzati
dovere sul peccato ; origine
conseguenze, sostanza e
denti. Poi si vedrà.
Termina l’articolo in questione : « Voglia il Signore che il nostro discernimento sia particolarmente sensibile alla Sua voce
e dipendente dalla Sua Parola! ».
Amen, diciamo noi. Amen!
E. Paschetto
Nella Sala Valdese di via Fr.
Sforza a Milano si è tenuta il 2
giugno l’Assemblea della Federazione Regionale Lpmbardia Piemonte orientale.
La Federazione ha proposto
alle Comunità la discussione su
quattro possibili ipotesi. La proposta di « estensione interdenominazionale» è utopistica a causa delle divergenti posizioni esistenti tra le varie correnti del
protestantesimo italiano.
È conveniente allora ridimensionare le attività della Federazione, riducendole ai compiti essenziali, come proporrebbe la
linea di « concentrazione efficientista »?
Il rischio poi di fare della Federazione un inutile duplicato
del lavoro portato avanti dalle
singole denominazioni è notevole se si propende per la terza
ipotesi, quella di « impegno unitario ».
Le decisioni della Federazione
rispecchierebbero infine le posizioni dei pochi gruppi in un certo qual modo progressisti se la
scelta cadesse sulla « linea di
lotta », che non corrisponde alle attuali opinioni della maggior
parte dei membri.
« Quale dovrà essere — ha
osservato Comba — la nostra
azione, quando alcune forze politiche ci chiederanno un parere su questioni di attualità, come in un prossimo futuro potrebbe essere il caso della revisione del Concordato? ». « Può
realmente la Federazione esprimere il consenso generalizzato
dei protestanti italiani? ».
Molte altre questioni sono
state messe in luce nel dibattito che ha seguito la relazione
del past. Comba (presidente della Fed. delle Chiese Evangeliche Italiane). Una parte rilevante dei membri delle nostre
Comunità non è al corrente del
lavoro svolto dalla Federazione.
Ad immediata riprova di ciò è
stata la presenza all’Àssemblea
solamente di una cinquantina
di fratelli e sorelle.
La recente integrazione ValdoMetodista costituisce un osta
colo oppure un contributo allo
sviluppo delle attività federative? Come è possibile rendere
operative a livello locale le decisioni maturate in seno alla
Federazione?
I lavori sono ripresi nel pomeriggio con la relazione della
Federazione Regionale. L’Assemblea ha quindi deciso di invitare le Chiese ad incrementare la
presenza della Claudiana, mediante la costituzione di depositi locali di libri, facilitazioni
d’acquisto ed una maggiore presenza nelle manifestazioni culturali o nei festival popolari.
La discussione ha poi toccato
i problemi dei convegni di studio al « Centro P. Andreetti » di
S. Fedele d’Intel vi e delle visite alle Comunità. Infine si è proceduto al rinnovo delle cariche
elettive. L’Assemblea, preso atto della rinuncia del Presidente
uscente, past. Th. Soggin, ha
eletto quale nuovo presidente il
past. Salvatore Briante.
II Consiglio Esecutivo è risultato composto dai fratelli: Maria Soggin, Bianchi, Carri, Cavazzutti. Di Pierro, Nicolai.
BAR I________________________
Abbiamo ricevuto dalla chiesa
battista di Bari una mozione, votata all’unanimità daU’assemblea
di chiesa, che, in vista delle elezioni politiche ; « ribadisce, come già nelle elezioni politiche
del ’72, la convinzione che solo
un voto a sinistra, oggi più che
mai, potrà avviare una reale
svolta politica che incida profondamente nelle strutture sociali ». La mozione prosegue esprimendo ; " niena solidarietà con
quanti, tra credenti, hanno inteso presentarsi nelle liste delle
organizzazioni politiche della sinistra italiana» e conclude riaffermando « la piena legittimità
per ì CTedenti di vivere la propria fede all’interno di una prassi politica che, quantunque intesa a realizzare l’amore, la pace e la giustizia tra gli uomini,
non esaurisce la fede in Cristo ».
con candidati cristiani
nelle liste comuniste
Martedì. 8 giugno si è svolto
presso il teatro ’Carignano’ di
Torino l’incontro con la popolazione di alcuni cristiani indipendenti candidati nelle liste comuniste.
All’ingresso del teatro, che era
pieno all’inverosimile, veniva distribuito un modulo per rivolgere eventuali domande scritte
agli oratori. Così dopo ima lunga introduzione di Raniero La
Valle, che spiegava rifacendosi
persino a Togliatti e Gramsci
(sull’importanza del rapporto
con i cattolici) la possibilità di
sviluppare un rapporto politico,
pur essendo e rimanendo credenti, con il movimento operaio,
iniziava il dibattito.
Tra gli oratori cattolici. La
Valle, Manfredi e Allegra, candidati come indipendenti nelle
liste del P.C.I.; era presente anche il pastore valdese Tullio Vinay. Dalle risposte che si susseguivano pimtuali alle svariate domande è emerso, da parte
cattolica,, una sostanziale condanna del trentennio democristiano (« Chiedere alla DC di
rinnovarsi sarebbe come chiedere ad una donna anziana di
essere feconda») accompagnata
da un prudente giudizio sulla
chiesa. « La nostra — dice La
Valle — è stata una scelta laica
ma non antagonista alla comunità ecclesiale ».
Vinay, nel suo discorso, dopo
aver attaccato lo spauracchio
del comunismo che serve a coprire certi privilegi, ha relativizzato le divisioni confessionali ed ha presentato l’immagine
di una chiesa che sa guardare
in avanti — « il peccato è lo spirito di conservazione» — compiendo delle scelte coraggiose.
Alla domanda : « Ha incontrato
difficoltà nella chiesa valdese
quando ha deciso di candidarsi
come indipendente nelle liste
del P.C.I. »?, Vinay ha detto che
ne ha discusso con la comunità in cui lavora ed ha consulta
to alcune personalità del mondo evangelico prima di operare
definitivamente questa scelta ;
non ha, in ogni caso, incontrato difficoltà semmai solidarietà
e comprensione.
Questa osservazione non è
suonata banale perché ha avuto il pregio di stabilire una diL
ferenza ecclesiastica fondamentale ( specialmente dopo le recenti dichiarazioni della GEI sui
cattolici candidati nelle liste di
sinistra) che ha impresso all’intervento di Vinay quel carattere di continuità storica alla propria scelta di vita cristiana che
— e frequenti applausi l’hanno
sottolineato — non è vicenda di
ieri ma affonda le radici in una
lunga esperienza che si è sviluppata coerentemente. In ogni
caso gli oratori son stati concordi nell’impostare col P.C.I.
un rapporto politico dialettico
(«un marxismo non totalizzante. non dogmatico») che non
solo sapnia cogliere e valorizzare ciò che di nuovo è emerso
nel P.C.I. nei confronti dei cattolici ma anche qualificare il
pluralismo di questo partito insieme ad un approfondimento
del « compromesso storico ». .
LA SPEZIA
Ricordando
un predicatore laico:
E. Forma
A tre mesi dalla sua scomparsa, avvenuta il 14 marzo u.s.,
la comunità metodista di La
Spezia rinnova il ricordo del
fratello Emanuele Forma, valente e consacrato predicatore
laico iscritto nell’apposito ruolo
della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia.
Nato in seno a famiglia evangelica il 27 ottobre 1899 in La
Spezia, fece parte della locale
Chiesa Battista dalla quale si
staccò nel 1930 aderendo alla
a
e
acci
comunità wesleyana di via Da
Passano, nella quale rimase attivamente impegnato fino al sopraggiungere del male che doveva por fine ai suoi giorni terreni.
Sin da giovanissimo sentì, fortemente la vocazione al servizio cristiano e la conseguente
esigenza di impegnare i doni di
intensa spiritualità e di parola
di cui Dio lo aveva dotato nel
cooperare liberamente alla proclamazione dell’Evangelo e dell’amore di Dio che in esso è rivelato. L’amore di Dio in Cristo Gesù ha costituito sempre
la spinta alla sua partecipazione ad ogni iniziativa tendente a
unire i cristiani, come quella da
lui data all’Associazione Cristiana dei Giovani (ACDG, qualcosa come la EGEI del primo
quarto di secolo). Ed è stato
l’amore di Dio la nota tematica
della sua predicazione fino all’ultimo suo sermone sul testo
di I Giovanni 4:11 e che fu una
viva esortazione all’amor fraterno.
Durante le fasi più dolorosamente cruciali dell’ultima guerra, quando il sopruso clericofascista privò la comunità spezzina del proprio pastore (Mario
Sbaffi), E. Forma, nonostante
tutte le preoccupazioni che gli
venivano dal suo lavoro di impiegato al quale si affidavano
incarichi di grande responsabilità, si dedicò a tenere uniti
quanti erano rimasti nella città; e, quando anche il tempio
di via Da Passano fu distrutto,
aprii la sua casa per le riunioni,
in modo che la vita della comunità proseguisse senza interruzioni e, nello sfacelo della guerra, il vincolo della fraternità
nella fede si rafforzasse alimentato dalla costante meditazione
della parola di Dio e dalla comunione della preghiera. In tutto sostenuto ed incoraggiato
dalla moglie. Barbara Canese,
unita a lui nella fede e nella disposizione al cristiano servizio
sin dal giugno 1927.
L’impegno d’amore del Nostro non si limitò alla predicazione, ma si espresse (come ha
ricordato il past. Enos Mannel
li nel messaggio rivolto nel corso del funerale) nel prodigarsi
a favore degli altri malgrado la
difficilissima situazione economica; senza pensare a se stesso
quando, nonostante i rischi che
comportava, percorreva in bicicletta la strada verso Carrara
o le vie della città dilaniata dalle bombe per recare il conforto dell’evangelo.
Tutto questo, ed il molto altro ancora che di lui potrebbe
dirsi, la Chiesa Evangelica Metodista d’Italia volle riconoscere
quando, nel Sinodo del 1948,
istituendo il ruolo ufficiale dei
Predicatori Laici, gli conferì il
diploma numero uno. E per tutto questo al suo funerale il sovrintendente del X Circuito (il
quale negli anni del proprio ministerio in La Spezia lo ebbe
prezioso collaboratore) ha recato la testimonianza della gratitudine della Chiesa tutta per
l’opera fedele sempre svolta da
Emanuele Forma, ed alla famiglia l’espressione della solidarietà nel dolore della separazione e la consolazione della sicura
speranza cristiana che nell’amore di Dio ha il suo fondamento
e nella risurrezione di Cristo la
preziosa garanzia.
Alfredo Scorsonelli
TRIESTE
La nostra comunità ha manifestato, in vari modi, la sua solidarietà ai terremotati del Friuli. La nostra Assemblea del 30
maggio ha suggerito a,lla Federazione delle chiese di iniziare
subito i progettati lavori di ristrutturazione della Colonia Menegon di Tramonti e di offrire,
prima deH’ihverno, i nostri locali per ospitare alcune famiglie di terremotati. Siamo lieti
di apprendere che anche la Federazione Regionale del Triveneto si muove in questo senso.
IVREA
Mercoledì, 2 giugno, un pullman di cinquanta persone (ragazzi della Scuola domenicale e
adulti) ha compiuto il tragitto
Ivrea-Prali in una giornata di
tempo splendido. La prima fermata presso il Convitto di Pomaretto ci ha offerto l’occasione di salutare Adriano e Carla
Longo e di ricevere, con un gradito rinfresco, alcune informazioni sulla situazione attuale dell’Istituto.
Giunti a Frali, abbiamo visitato il tempio accolti dal past.
Bruno Rostagno. Poi siamo saliti ad Agape dove abbiamo consumato il pranzo al sacco, di
fronte alla magnifica catena di
montagne ancora coperte di neve. Di ritorno a Ghigo e dopo
una breve visita al vecchio tempio, attualmente museo valdese, siamo discesi a valle e ci siamo fermati a Villar Perosa per
visitare il tempio ; dopo di che
siamo stati accolti dalla signora Pons e da un gruppo di collaboratrici che ci hanno offerto
un ricco tè con contorno. Al pastore Teofllo Pons, alle sorelle
in fede di Villar Perosa, giungano ancora i nostri pensieri riconoscenti.
Nel corso del culto dell’Ascensione a Viering è stato battezzato il piccolo Luca Spiezio di
Ciriè. La delegata della chiesa
di Ivrea alla prossima Conferenza Distrettuale a Milano è stata
Cinzia Vitali di Ivrea.
Mercoledì 2 giugno, mentre
gli eporediesi salivano a Frali,
i ragazzi sangermanesi della
Scuola domenicale in gita nel
canavesano si sono fermati ad
Ivrea. In assenza del pastore
sono stati accolti da alcune collaboratrici, hanno celebrato il
culto, mentre Bice Benedetto,
membro del Consiglio di chiesa
ha rivolto loro alcune parole di
benvenuto. Il bel tempo ha favorito questi incontri e ne siamo stati beneficati.
La Scuola domenicale ha concluso l’anno d’insegnameiito domenica 6 giugno, domenica di
Pentecoste. Dopo un breve messaggio introduttivo del pastore,
alcuni ragazzi e ragazze hanno
rievocato la figura e l’apostolato di Paolo, l’apostolo delle genti. La colletta di Pentecoste, insieme ad alcuni doni già pervenuti prima, è stata destinata ai
sinistrati del Friuli. La somma
raggiunta è di L. 220.000 da parte della chiesa di Ivrea e dei
gruppi della diaspora.
I danni patiti dalla Cappella,
gravemente lesionata, e quelli
delle proprietà private potranno godere delle sovvenzioni della pubblica amministrazione.
Al culto di Pentecoste abbiamo accolto, nella piena comunione della chiesa, Rina Guzzo,
Giovanna e Brunella Colombin
alle quali auguriamo di essere
fedeli alla loro professione di
fede.
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18 giugno 1976
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PR ALI
Pinerolo
Incontro con Vinay
La candidatura di Tullio Vinay è stata una sorpresa a, cui
i pralini hanno reagito con stupore, alcuni con disapprovazione. Si è detto anche qui : « i pastori facciano i pastori », aggiungendo però: «Se tutti fossero come lui, allora varrebbe
la pena, ma cosa può fare un Vinay contro un ambiente in cui
tutti pensano soltanto al proprio interesse?».
Tullio Vinay è salito a Frali
sabato 12 mattina, dopo una serata ad Àsti che si era protratta come al solito fino a tarda
ora. « Non lo faccio per campagna elettorale — ha detto — ma
per affettò verso i pralini ». La
giornata era bella, c’erano i lavori della campagna e lavori già
progettati in alcune borgate : a
Orgere la nuova conduttura di
acqua potabile, a Malzat una
strada da sistemare. Una cinquantina di persone ha tuttavia
trovato il tempo per venire a
sentire Vinay.
Non c’era — e non ci poteva
essere — pieno consenso, ma
c’era il desiderio di sentire le
sue ragioni. « Un uomo che ha
sempre faticato per gli altri»,
secondo le parole di un minatore, non può avere degli interessi personali.
« Sono stato e sono pastore »,
ha esordito Vinay. « Ero pastore quando nascondevo gli ebrei
a Firenze, ero pastore quando
portavo i sacchi di cemento ad
Agape, sono pastore quando mi
occupo di problemi agricoli e di
lavorazioni industriali a Blesi.
Ho sempre pensato che la parola di Cristo va portata dove
la gente vive. Anche adesso non
faccio altro che parlare del nuo
vo mondo di Cristo, e trovo che
la gente ascolta, anche gli atei
ascoltano ».
In Italia c’è innanzitutto il
problema di sostituire la classe
politica al potere, che ha dimostrato di non saper governare.
Secondo Vinay bisogna fare uno
sforzo perché nella politica acquisti il maggior peso la cultura contadina e operaia. Le indicazioni su come si deve vivere
e come si deve lavorare devono
venire dal basso.
« Dopo tanti guasti — ha concluso Vinay — cambiare è difficile. Ma bisogna cominciare ».
b. r.
Discorso
di Sorgio Eyoard
Nel pomeriggio di sabato 12,
Sergio Eynard, candidato al Senato per il Partito Repubblicano,
si è rivolto ai pralini e villeggianti presenti sulla piazza di
Ghigo.
« Siamo dell’ opinione — ha
detto Eynard — che non si tratta di fare appello alle paure, agli
isterismi, ai sentimentalismi della popolazione. Bisogna affrontare con la ragione i problemi
concreti che ci stanno davanti ».
Eynard ha quindi esposto le linee di politica economica del
PRI, e ha affermato che alle giuste esigenze dei lavoratori si deve rispondere non aumentando
la conflittualità sindacale, ma
adeguando i provvedimenti alle
risorse esistenti e dando la priorità all’ incremento del reddito
nazionale.
Bocciature
alla scuola media
Parla il sindacato
La Sezione Sindacale di questa scuola, in relazione ai casi
di bocciature verificatisi nelle
classi prime della Sede, esprime
profondo rammarico per tale
scelta fatta dalla maggioranza
degli insegnanti presenti nei
Consigli delle classi interessate.
Questo significa ancora una
volta frustrare, e comunque rendere vani, i compiti di -t promozione umana e sociale che sono
stati affidati alla scuola dell’obbligo, in cui l’attenzione va rivolta al ragazzo, ai suoi interessi, difficoltà e problemi e non
già allo schematismo dei programmi e ai problemi di fiscalizzazione legati al voto.
In presenza di una struttura
scolastica di cui abbiamo potuto
rilevare, genitori e insegnanti
le gravi carenze inadeguatezze,
la scelta di bocciare così come
si è espressa, significa far paga-,
re ancora una volta ai ragazzi,
ed in modo quanto meno irresponsabile, il peso di una istituzione « educativa » che si regge
ancora su basi del passato, selettive e conservatrici.
Si invitano i genitori e i lavoratori della scuola a proseguire
il dibattito e la lotta contro tali
forme di emarginazione sociale
e culturale e contro chi consapevolmente le persegue rifiutando
ogni discorso di rinnovamento
democratico della scuola nelle
strutture, nei contenuti e nei
metodi.
La Set. Sindacale Unitaria
CGIL-CISL-UIL - Media San
Lazzaro
UNA TESTIMONIANZA
COMUNITÀ’ : MONTANA
Valli Chisone e ( àermanÉsca
L’incontro con la popolazione,
programmato per discutere la
bozza di regolamento di polizìa
rurale elaborata dalla Comunità
Montana, ha avuto luogo a Perorerò venerdì 11 giugno.
Era presente l’assessore all’ecologia della Comunità Montana, Luigi Vignetta, che ha diretto la discussione, molto rumorosa, 'Sulla bozza di regolamento,
articòlo per articolo. Particolarmente vivace il dibattito sulla
regolamentazione dei percorsi i
motociclistici fuori strada. Gli
appassionati di questo sport,- accòrsi a difendere il loro punto di
visto, hanno polemizzato con i
rappreàtótafitj. della'^ seztose cacciatori,'! qùàli scfstenevano i diritti della selvaggina. Alcuni dei
presenti, inoltre, hanno ricordato
che la montagna appartiene anche alla gente comune che non
spara e noil va in motocicletta.
Vista l’impossibilità pratica di
destinare al costosissimo sport
del fuori strada percorsi appositi, si è proposto invece di' vietare
ai motociclisti l’accesso di alcune zone destinate al ripopolamento della fauna; si è pnche
auspicata una regolamentazione
che impoffga ai veicoli l’obbligo
della targa, del silenziatore e
dell’ assicurazione. Per evitare
poi che la discussione si prolungasse troppo su questo punto, i
rappresentanti delle varie categorie sono stati invitati ad incontrarsi nella sede della Comunità Montana per trovare un’intesa.
Sugli altri ¡.punti i presenti sono Stati sostanzialmente d’accordo; per la .tutela, della fauna, è
stato.;Mop<>sto- 4i.-yi?tare .la..csttr
tura di rane e chiocciole per ,lu
anni almeno, dato che queste
specie sono minacciate di estinzione. Anche la controversa questione della ràccblta dei funghi è
stata trattata alla svelta, perché
esiste in proposito un progetto
di regolamèntazione su base regionale. Naturalmente, essendo i
partecipanti alla riunione quasi
tutti residenti nel Comune di
Perrero, non poteva mancare
l’approvazione a provvedimenti
?n forò favore; sarebbe stato in
teréssante conoscere anche l'opinione dei turisti abituali od occasionali. '
L’assessore Vignetta ha assicurato che i suggerimenti raccolti
in questa òpcasione, come in altre analoghe,,, sarebbero serviti
per la stesura definitiva del regolamento.
La riunione ha avuto indubbiamente un aspetto positivo, perché ha fatto capire alla gente
che si possono fare i regolamenti collàborando tutti insieme; è
invece discutibile questo « collage » di leggi statali, disposizioni prefettizie, ordinanze comunali é regolamenti regionali. Una
regolamentazione* semplice a cui
venga data la massima diffusione e un’opera educativa per prevenire gli abusi: su questi aspetti più che sulle contravvenzioni
si dovrebbe puntare per ottenere come risultato una convivenza civile.
Liliana Viglielmo
PREMI CEE PER VITELLI
Si rende noto che è stato rinnovato il preàiio di nascita vitelli concesso dalla Comunità Economica Europea.
L’importo di L. 25.000 è concesso
per tutti i vitelli maschi o femmine
nati dopo il 3 marzo 1976.
L’agevolazione vale per tutti i vitelli che. oasceramio. fino, al 2 .. marzo 1977.
Per avere diritto al premio oecorre pre-seritare domanda presso la Copipnità , entro ' un mese-, {dafla • B.asojta
del vitello ed impegnarsi a tenere in
vita ‘il vitèllo per almeno' 6 tttiéSi. '
Per i vitelli nati dal ' 3 ' marzo à
tutt’oggl si accettano le domande aO^
che se trascorso più di un mese dalla' nascita. ' ’
Occorrerà presentare domanda ' di
liquidazione del premio quando i vitelli compiranno 6 mesi.
Ricordiamo ancora una volta che
i vitelli bollati 1’aniio scorso alla nàscita hanno diritto ad un altro pre
mio di L. 24.000 se sono in vita al
12" mese (portare il numero della
fascetta ' verde).
fr’ ftnc'lc femmine" di rttzza>e .risanate
ebe si .intendono • allevare vi, è inoltre un altro, premio di L. 100.000.
Presentarsi :con il foglio ,di risanamento, qiiaqdo , le., vitelle hanno 12 .
mesi.
PREMIO PER IL, BESTIAME
PORTATO ALL’ALPEGGIO
— Bovini di stalle completamente risanate L. 2Q.000.,
— Bovini . dì sfalle che aderiscono al
risanámeñtó L, 15,000.
— Ovini è caprini L. 3.000.
Come negli anni passati, anche per
il 1976,: viene concesso un premio
per il. bestiame, r risagalp. che viene
poetato àll’glpeggio (monticazione).i
Quest’anno il premio è di L-. 20-.000
per ogni Rovino di stalla compietamente riianittii; .
di L. 15.000 per ogni botano proveniente da stalla che aderisce ai risanamento e il cui allevatore si impegna ad allontanare al più presto il
bestiame risultato infetto.
' Pèr fili ovini ed i caprini il premio è di L. ' 3.000 per capo.
Coloro che sono interessati, sono
pregati di presentarsi in Gomunilà
ai. più presto (non oltre il 30 giuano). Portare, per i bovini, il foglio
di risanamento.
Orario: tutti i giorni lavorativi
dalle 8,30 .alle 12; dalle 13,30 alle
17,30: sabato dalle 9 alle 11,30.
Collettivo Bonhoeffer
H Coliettivo . Bonhoeffer ha
chiuso sabato e domenica il suo
4° anno di attività. Il programma previsto ; ,alTini?iio delTanno
ha purtroppo dovuto essere rnodificato. Cosi gli ultimi incontri
sono statiH spaziati» nel ¡tempo
facendo* psrdete- il contatto ed
il collegamento che si era man»
tenuto molto vivo nei 'primi mesi. L’esperimento è stato nel
complesso anche quest’anno nettamente positivo e tutti coloro
che ne hanno • beneficiato non
possono che esserne riconoscenti. Il prossimo anno vi saranno
novità a catìsa della partenza
del prof. Ricca ma si prevede
egualmente una prosecuzione di
attività.
Dalla Sicilia alle Alpi
Nel compiersi del 50mo anniversario dela mia ammissione e professione
di fede nella chiesa evangelica valdese
(Pentecoste 1926, Catania) reputo doveroso testimoniare dell’immenso tesoro acquistato mediante la fede per
la potenza della grazia di Dio.
Tempi tristi e difficili quelli intorno agli anni 1921-24; ero giovane,
allora, e nato in famiglia di stretta
osservanza cattolica partecipavo alla
vita della Parrocchia e delle associazioni giovanili. Ma venne il tempo in
cui i giovani volevano discutere, chiarire la problematica religiosa; si anelava ad un rinovamento religioso nella chiesa e un civile progresso, mentre già calava sugli italiani la mortificante tirannide provocata dall’avvento del fascismo. In seno a gruppi
giovanili cattolici si discuteva animatamente e si faceva vivo il desiderio di una maggiore fedeltà della chiesa alI’Evangelo, cosi al « Giosuè Sorsi » come alla FUCI molto animati erano i dibattiti. Ad un certo momento gli (c assistenti ecclesiastici » imposero il silenzio; bisognava credere e
tacere. Sbocciò la crisi, alcuni giovani ci allontanammo da madre chiesa; poco dopo entrammo in contatto
con l’associazione cristiana dei giovani, correva l’anno 1924; dirigeva quel
movimento il pastore Gius. Fasulo.
In quella associazione cattolici ed evangelici si fraternizzava; la discussione era libera, ogni passo del Vangelo veniva chiarito, gli studi biblici
erano seguiti con straordinario interesse. Fummo attaccati dalla stampa
cattolica, insultati, tacciati da venduti allo straniero (l’oro americano!); in
una pastorale del tempo., il vescovo
diceva ; « è lecito sperare in qualche
cosa di buono da coloro i quali scossa
interamente dall’animo la fede, dopo
aver felicemente riposato nell’ovile di
Cristo vanno da esso ora vagando
lontano,... e potrebbe il vescovo tacere senza tradire il proprio ministerio
dinnanzi al reclutamento di tanta gioventù . c^e il:’Y.M.C.A. ’va cQpipiendo
in questa nostra stessa città? »; aggiungendo : « basta osservare il trattamento più che accaparrante che viene
fatto ai giovani..., a contatto con pastori e compagni di altra fede, le loro conferenze non scevre da errori,.,
la lettura dei loro libri e della stessa
Bibbia e del Vangelo falsificati secondo l’uso protestante..., quale cecità!».
Con lo slancio del neofita partecipai alla vita della nuova Comunità
cristiana, nella chiesa e nell’A.C.D.G.
tutto preso- dalle meravigliose verità
deH’eVangelo, della scoperta di un
Cristo vivente, unico Sigrioré e Salvatore per ogni creatura; e mi recavo
in ogni città e paese della mia Sicilia
visitando Comunità e gruppi evangelici quale che fosse la denominazione,
presièdendo ovunque culti, riunioni e
dibattiti fili nel salone* dell’arcivescovado di Catania alle prese coi preti,
sul tema:' « Lutero e^ la Riforinai»';
Anni " indimenticàbUi ^ nelÌa Comunità e nel movimento delle A.C.D.G.,
con i Campi di Taormina ai quali portavano il frutto della loro cultura e
spiritualità uomini quali Mario Falchi, Romolo Murri, Gius. Fasulo, Eugenio Revel, Cesare Gay, Ugo Janni,
Ernesto Buonaiuti e, tanti altri.
Dalla Sicilia, più tardi, passai al-'
le Valli; anche qui il Signore nii ha
concesso di servirlo nell’umiltà delle
mie forze ricevendo da Lui ricche benedizioni, sempre disponibile alla testimonianza e con ‘ VIVO il senso dell’impegno nel contesto sociale.
Perché che vale pregare : « Signore il tuo regno venga, che la tua volontà sia fatta sulla terra come in
cielo... » se noi credenti non lottiamo per l’emancipazione del prossimo,
in difesa aei minimi, dei perseguitati
per cagion di giustizia, degli sfruttai,
di quelli che brancolano nell’oscurantismo, per tutti gli emarginati?
Per cui comprendo benissimo la
prps"§' di posizione . di quel sincerò ed
onesto. ’prédeni^'!^,ciié\' e ‘fùlÌiq Viii^
per la*s,oeltà,.4a iui.iat.tà di^Jpàrteòi;^a
re alle civili compètizioni.*
sqelta, egli dice « è il logico proségiiiirieiitò ' ài qbantd'^ Kb sempré predicato, cioè che là Chièsa non può* esséi^
un ghetto, ma ih sub pósto è sulla
piazza dòVe pùlsà là vita della città.
Se Cristo è la Via per la vita degli
ùoffiÌfiT egli' noft io è solo per la chiesa ma per il mondo tutto. Ciò che
è vero in teologia deve esserlo anche in economia, in politica^ in sociologia, ecc. Cristo morì per tutti gli
uomini affinché quelli che vivono non
vivano più per loro stessi (li Cor.) ».
Il Signore ci illumini e sia Lui
sempre la nostra guida; è tempo che
noi cristiani ci rituffiamo nella Pentecoste per trarne rinvigorimento e operare per il popolo di Dio alla riscoperta del valore inestimabile del (c mistero del Regno ».
Domenico Abate
Comunità Montana
_________________Val Pollice
Premi C.E.E. 1975-76
Si ricorda agli agricoltori che hanno
presentato la domanda di premio CEE
per vitelli nati nel periodo 3 marzo
1975 al 2 marzo 1976, che per i medesimi, naturalmente che siano detenuti
nella stalla, deve essere presentata domanda per la corresponsione del secondo acconto al compimento del dodicesimo mese di vita del vitello stesso.
Premi di allevamento bovine
Gli agricoltori che detengono nella
propria stalla bovine che abbiano compiuto il dodicèsimo mese di età e che
intendono portarle fijio alla gravidanza, possono accedere al contributo regionale previsto dalla Legge n. 51/1975
di lire 100.000 per ogni vitella.
Per la compilazione delle domande, gli
interessati sono invitati a rivolgersi ai
Veterinari condotti
Contributo di monticazione
Si avvertono gli interessati che il 25
giugno c.a. scade il termine per la presentazione della domanda di contributo per il bestiame bovino, ovino e caprino portato all’alpeggio.
Per la compilazione delle domande
ci si può rivolgere sia presso rUfficio
Tecnico di questa Comunità sia ar Veterinari condotti'dei rispettivi Coniuni
di residen'zíá; fìfèsentatìdù’jfl- 'foglio' del'
risanamento (¡’Ultimo in ordirié di' térnpo).
Come si può facilmente intuire, tutta
questa serie di provvedimenti, che si accumulano contribuisce, ndla maggior
parte dei casi, a creare confusione e
inadempienze da parte degli operatori
agricoli ai quali questi provvedimenti
sono rivòlti. S’iiivitano quindi gli agricoltori a rivolgersi pressò l’UfRcio Tecnico delta Comunità Montana, 'costantemente a disposizione per ogni tipo
d’informazione. ’
Premi C.E.É.'1976-77
Si, comunica qgli agricoltori della Valle che in applicazione del Regolamento
CEE n. 620/76 dd, 19 marzo 1976»
prosegue presso questa Comunità Montana la raccolta delle, domande di premio per i vitelli- nati dal 3 . marzo 1976
in, poi.
Si precisa che il jjrqmip. è esteso a
tqtti i vitelli sia maschio che femmina
di qualsiasi razza ; e che a differenza
dello scorso anno il premio verrà corrisposto in un’unica, soluzione al compimento del sesto mese di età del vitello, purché presente nella stalla.
I sondaggi
deirEco del Chlsone
a favore della DC
L’Eco del Chisone pubblica
nell’ùltimo numero i risultati di
un suo sondaggio elettorale nel
pinerolese su uri campióne di
200 persone. I risultati sono
questi : il 40% voterà DC, il solo
22% PCI, il 15%' PSI, 2% PR,
4% PSDI, 8% PRI, 4% PLI,
2% MSI, 3% DP. Alla' domanda
se sia un bene od un itìale che;
|1 PCI Vada al governo», il'36%'
ha risposto chè è un-bène, iT42'!i);
fche è un „male, il 22% che norit
bambia 'rùtila. AH’altra'“dòfrian»
da, se sia un bene .o un:raaie,x;hè
a DC resti al governo, il 40%
ha risposto che è un male, ij
37% che è un bene, il 23% che
hon 'càmbia nùlla. , ' ’ '
: Naturalmente i sondaggi sono
javvenuti per telefono ; in. Altre
parole il mondo operaio e contadino che generalmente non ha
al telèfono non è stato toccato
da questi sondaggi che pertan:
:to non hanno grande valore in.
dicativo.
7
18-giügno 1976
CRONACA DELLE VALLI
PINEROLO
■I?; ;
•4
!■
"■•iti-
« C’è qualcuno in sala che si
considera credente e che voterà
D.C.? ». Una domanda, se voglia^
mo, provocatoria rivolta al pubblico che affollava, lunedì 14 sera> il Teatro Primavera per
ascoltare la tavola, rotonda op
ganizzata dai « Cristiani per il '
socialismo ». Cinque oratori, tra
cui Gianni Tosano delle ACLI e
don pranco Barbero delle ’’Comunità di base”, hanno spiegar
to pubblicamente perché molti
cattolici, il 20 giugno, voteranno
a sinistra. L’iniziativa ha riscosso un vivo successo di pubblico
anche se è mancato un dibattito con l’altra parte ; cioè quella
che continuerà a votare D.C.
• Gustavo Comba, responsabile
della organizzazione « Amnesty
International », ha parlato per
il partito radicale, martedì, 8, in
Piazza Pacta a Pinerolo, Comba, che è candidato per il Senato nel collegio pinerolese, da
diversi anni esprime una linea
antimilitarista che ha trovato
neH’ambito radicale (basti pensare alle lotte di questi anni degli obiettori di coscienza) il suo
naturale sbocco.
• Domenica scorsa un piccolo
gruppo di catecumeni del III e
IV anno mantenendo l’impegno
assunto a suo tempo hanno
partecipato ad una gita-visita ad
Angrogna. La mattina partecipazione al culto, visita alla chiesa della Tana e Chanforan. Al
Serre, dove ci eravamo rifugiati a motivo della pioggia, per illustrare il significato del Sinodo di Chanforan, abbiamo avuto una interessante conversazione con due persone cattoliche
di Pinerolo, giunte per caso al
Serre e che hanno dibattuto
molto fraternamente con noi il
problema della salvezza per
fede.
L’insieme della giornata è stata molto interessante e significativa per tutti; se ve ne fosse
ancora bisogno, ha mostrato
che molte cose si possono fare
anche nel campo dell’educazione dei giovani, assai più-Interessanti e , fruttuose che un. corso ,
tradizionale di catechismo settimanale. La scoperta delle comunità valdesi, della gente che le
costituisce, delle opere, dei problemi, è molto più educativo
che una lezione a tavolino con
un pastore.
• Domenica 6 è stata battezzata
nel corso del culto Mara Bo-.
rnano di Italo e Maria Lucia. Il
Signore le dia di crescere nella
fede e nella conoscenza dell’Er
vangelo.
L’assemblea di chiesa, tenutasi domenica, ha approvato il
preventivo di spesa per Tanno
in corso, ha udito anche una relazione sul problema della Federazione, ma per mancanza di
tempo non ha potuto esprimere
un parere; l’avviso è stato che
il tema è importante e dovrà essere studiato in autunno, prima
delTAssemblea di Bari sulla base della relazione di una apposita commissione.
. VlLLAp PELLICE
Gina Gay, pittrice, espone
presso il Cojr|une J,e'jsue tele. La
mostra rimarrà aperta sino al
13 giugno.
PRAMOLLO
SERVIZIO MEDICO
fsstìvo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE
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- LUSÉRNETTA - RORA'
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Luserna S. G. Tei. 90.884 - 90.205
Nel pomeriggio di domenica 6
giugno, il Signore ha tolto alTaffetto dei suoi céri, alT-età di 75
anni, là -sorella Maria Ribet n.
Long (Bocchiardi), dopo raggravarsi di una malattia che la
affliggeva già da molti anni. A
tutti i familiari colpiti da questo
lutto rinnoviamo la nostra fraterna solidarietà e simpatia, nelal certezza che il Signore li consolerà.
• Durante il culto di domenica
13 è stato impartito il battesimo
al piccolo Igor Sappé di Filiberto e Marisa Long, ai quali formuliamo l’augurio di saperlo educare nella fede in Dio.
• Un grazie di cuore vada ancora a tutte quelle persone, anche di altre comunità, che hanno
voluto, con i loro graditi doni,
contribuire alla buona riuscita
del nostro bazar che quest’anno
ha permesso la realizzazione di
un incasso notevole.
VILLAR PERORA
Il battesimo è stato ainministrato a Loretta di Costantino
Vito e di Collet Ida; la grazia
del Signore accompagni questa
bambina ed i suoi familiari.
Nel corso di queste ultime settimane abbiamo accolto nelle 2
case di proprietà della Chiesa i
seguenti gruppi di fratelli e di
sorelle provenienti dalla Germania : anzitutto una ventina di
giovani facenti parte del Gruppo Diaconale delle Chiese Evangeliche del Badeh, guidati dal
pastore W. Schellenberg. Hanno
preso contatto e lavorato tre
giorni negli Istituti Ospitalieri
delle Valli e nel Convitto per minori « Uliveto », presentando poi
le loro impressioni alla comunità durante il culto che abbiamo
avuto in comiipe.
’ Aiia- fine delló seórsò mese-di
maggio ed all’inizio di questo
mese è stato in mezzo a noi un
gruppo femminile della Westfalia, che ha pure partecipato àd
un culto con la chiesa ed ha visitato le Valli.
Il terzo gruppo era costituito
da una diecina di Pastori del
Circuito di Heidelberg con le
loro mogli, sotto la guida del
sovrintendente pastore Hermann
e del pastore Moldenke. Hanno
trascorso una mattinata con al-,
cuni 4?.astori ..delle Chiese delleValli interessandosi ai problemi della nostra chiesa valdese
e nel loro giro hanno avuto occasione di visitare i nostri Istituti d’istruzione secondaria.
Nel rinovare a questi amici un
fraterno saluto, desideriamo ringraziare vivamente la sig.na A.
Geymet e le, sig.re D. Montrucchio e R. Tourn per la Joro
sempre preziosa collaborazione
nell’attuazione di questi incontri
nonché le componenti il Comitato ricevimenti per la loro grande disponibilità.
• Il risultato dell’annuale bazar, organizzato dalTUnione
Femminile, è stato discreto; un
sincero ringraziamento giunga
a tutti coloro che in un modo o
nell’altro con doni e prestazioni
di mano d’opera hanno recato
il loro apporto a questa attività
utile alla Chiesa.
• ' Domenica 13 corr. m. un
bel numero di fratelli e di sorelle ha partecipato ad una gita
con mèta Coazze-Sagra di San
Michele e Laghi di Avigliana.
Al mattino abbiamo partecipato
al culto con la comunità di Coazze con la quale abbiamo fraternizzato ancora nelle prime ore
del pomeriggio. Rinnoviamo viva
gratitudine al pastore A. Rutigliano e Signóra ed alle sorelle
di quella Chiesa péi la lóro àdcoglienza e per il rinfresco offèrtoci.
• La Chiesa ringrazia anche lo
anziano della comunità di Pomaretto sig. Luigi Marchetti per
il messaggio rivoltole nel corso
del culto ch’egli ha presieduto.
Hanno collaborato: Umberto
Bert, Dino Gardiol, Arnaldo
Genre, Laura Leone, Giuseppe Platone, /ve Pons, Teofilo
Pons, Marco Rossi, Ermainno Rostan.
AGAPE
- Colla visita dei „pastori
francesi all’inizia della, settimana sono iniziate ad
Agape le attività estive;
proseguiranno con il campo cadetti ed i campi internazionali in concomitanza anche dell’inizio dei
lavori di restauro di cui
parleremo prossimamente.
Amici stranieri
in visita alle Valli
In queste ultime due settimane due gruppi di pastori con le
loro famiglie hanno visitato le
nostre valli, incontrando alcuni
colleghi del distretto.
Il primo gruppo, proveniente
dalla Germania federale, ospitato presso il convitto-foresteria
di Villar Perosa, è stato accompagnato dalia sig.ra Ruth Tourn.
Si è avuto uno scambio di idee
sulla situazione ecumenica delle
nostre chiese ed in particolare
sulla situazione politica del nostro paese certo non facile da
capire per i nostri amici tedeschi.
Il secondo gruppo era formato da una sessantina di pastori della chiesa riformata di
Francia, con le loro famiglie,
appartenenti alla . regione Centre-Ales-Rhone,- la regione cioè
che comprende la vallata del
Rodano e le Alpi fino a Lione.
Ogni anno ; ha luògo,,,, allá , finé
delle attività- ' flcclesiàstiche un
incontro (-una -« pastorale » come viene detta nel linguaggio
ecclesiastipp franqgse) .pqr. uno
scambio '. di 'yedufe ® Smpréà- ^
sioni. <3uest’aftho il TttogO' prescelto era Agape. L’incontro,
concordato con la Com. Esecutiva Distrettuale dèi I distretto,
è stato estremamente interessante, riccò di scambi di idee, di
esperienze. Nel programma hanno trovato posto alcune conversazioni: il pastore Paolo Ricca
ha presentato la situazione dèi
cattolicesimo italiano, nelle sue
linee. essenziali, il pastore Sonelli ha tracciato alcune linee
sul problema delTetica; inflné il
pastore Giorgio Bouchard, con
brio ed humor ha preseiitató la
situazione politica italiana, rispondendo alle numerose domande dei colleghi francesi.
Una volta di più d Si è accorti quanto importanti siano
questi scambi di opinioni, di informazioni che si possono ricevere e dare in slmili incontri.
Soprattutto si è visto quanto i
problemi delle nostre comunità
siano vicini a Quelli che stanno
affrontando i fratelli francesi ;
varrà la nena, nei prossimi anni, intensiffcare questi incontri
con i riformati di Francia.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Nei locali della scuola elementare di Luserna S. Giovanni frazione di S. Giovanni,, venerdì 25
e sabato 26 giugno 1976, dalle ore
9 alle 12 e dalle ore 15,30 alle
18,30 vi sarà una mostra sul tempo pieno. Alle ore 21 di sabato
26 giugno si terrà una proiezione
di diapositive sul tempo pieno,
alla quale farà seguito un dibattito.
Il presidente della Chiesa
presbiteriana del Mozambico,
pastore Osias Mucache, accompagnato da un Anziano del concistoro, dopo una rapida visita
a Fra del Torno, al collegio dei
« barbi », al tempio del Ciabas,
al Rifugio Carlo Alberto, è stato ospite, sabato pomeriggio,
del nostro Asilo Valdese.
Accolto con la solita cortesia
dal direttore, si è interessato in
modo particolare della nuova
costruzione, ha visitato i vec
chi locali in fase di ristrutturazione ed ha risposto alle varie
domande del personale che ha
voluto gentilmente offrire all’illustre ospite la tradizionale
tazza di té.
• Durante il culto di domenica
sono stati battezzati: Devit Massimo, Gönnet Federica Michela
e Paschetto Cristina.
La grazia del Signore accompagni questi bambini ed aiuti i
genitori nella loro responsabilità di cristiani.
• L’assemblea di chiesa, convocata per sabato 12 giugno, ha
ascoltato la relazione morale e
finanziaria del Concistoro ed
approvato il preventivo di spesa
di questi prossimi 6 mesi (giugno-dicembre). Per affrontare
questa nuova situazione ed évitare dei gravosi ritardi nelle
contribuzioni, il Concistoro ha
deciso, secondo la prassi accolta dalle altre comunità, di inviare, insieme alla Relazione annua
(che sarà* ciclostilata per ridur
rè le spese di stampa), .un’unica
bustina ..per le éontribùziorii d
questi sette mesi, invitando i
membri della comunità a versare subito la somma che intendono dare per la loro chiesa,
evitando cosi dei nrestiti onerosi presso le banche.
S. GERMANO
GHISONE
Doni per l’Asilo
di Luserna S. Giovanni
(Doni pervenuti nel mese di maggio)
Maria Jon Scotta (To) L. 5.000; Mirella e Silvio Tourn 10.000; Pastore
Hans G. Schweigart, Pfr., Buchschlag
(Germania) 1.721.170; Rivoire Adriano, in mem. zia Armandine (Pinerolo) 10.000; Tessa Silvia Jenny, in
mem. nonna Jenny (Pinerolo) 5.000;
Elsa e Gianni Boero Rol, in mem. di
Arnaldo Boero Rol 10.00; Peyronel
Cesare (Villasecca) 10.000.
Giordan Edmond e Emilia, Flavio,
Daniele e Stefania, in mém.'dP-GiOrdan Margherita in Armand-Hiigon
(T. P.) 5.000; Jourdan Desiderato, in
mem. di Jourdan-Lavalle Rosa (T. P.)
10.000; Unione Eemminile di S. Secondo di Pinerolo 35.000; Lilly, Bebe,
Emma, in mem. di Maddalena AUio
(Roma) 15.000; Emma Rostagno, in
mem. del marito Emilio Rostagno
(Riclaretto) 30.00; Coniugi Santonastaso (To) 5.000; Varese Carlo e Jolanda (To) 5.000; Priotto 5.000; Tourn
Boncoeur Linda e famiglia, in mem.
zio Nello e Felicita (Bora) 10.000;
Nino e Angiolina Campasso, in mem.
della mamma Felicita MoreLved. Cairnpasso 100.000; Tere Campasso, in
mem. della mamma 30.000; Ribet G.
Cesare, in mem. di Morel Felicita e
IMiglìSnr-Nello -10.000;- Un - amteo.
delTAsilo 15,000; N. N. 50.000; Scuole ' Doinemctìi dei ' Bellonatti ed Aitali-30.Ó()0; Tamburini B-Osa (Livorno)
5.000; ProL Emanuele Tion 5.000;
Citemesi Paola (To) 10.000.
Doni perv. in gennaio-febbraw c.a.
omessi prec. pnbbl.
Gino Juan (Lucca) L. 2.000; Boccione Davide (Pinerolo) 5.000; Breuza
Renato (Pinerolo) 20.000; Bouchard
Edvico. in mem. suà cara Irma (S. C.
Chisone) 20.000; Balmas Amalia in
mem. del fratello Rodolfo (S. C. Chisone) 25.000; Belli Myrto (Modena)
10.000; Decker Guido e Elvira (To)
15.000.
Tra le decisioni prese, nell’ultima seduta dei Consiglio (Comunale segnaliamo : lo stanziamento di L. 150.000 per la strada di Feugiorno e L. 40.000, come sovvenzione a 4 persone ricocoverate nella casa di riposo.
Son stati inoltre elargiti due
contributi; il primo va alla banda musicale sangermanese (lire
300.000) e un piccolo « flore » alla sezione Avis di L. 50.000. Infine il Consiglio ha chiuso il capitolo relativo alla recente mostra zootecnica solvendo l’ultimo residuo di L. 200;000.
MOBILI
ARREDAMENTO
LIBRALON
Via Nazionale, 52
Telef. 51.037
VILLAR PEROSA
Precisazione
NeH’articoIo « Servizi geriatrici »
pubblicato la settimana scorsa ed inviatoci dalla Comunità Montana Valli
Chisone - Germanasca, dobbiamo rettificare una inesattezza: gli anziani
visitati non sono stati 20 bensì 320.
Ci scusiamo per questa involontaria
riduzione!
RINGRAZIAMENTO
La famiglia della compianta
Bounous Jenny nata Martinat
commossa e riconoscente per la grande dimostrazione di stima e di difetto tributata alla sua cara mamma e
nonna, sentitamente ringrazia tutti
quanti hanno preso parte al suo dolore.
Un particolare ringraziamento rivolge alla Direzione ed al Personale
deir Asilo dev Vecchi Valdese ed al
dr. Avanzi per le amorevoli cure prodigatele, ai sigg. Pastori Taccia e Rivoir, a Suor Susanna ed al Personale
del Rifugio Re Carlo Alberto.
Luserna S. Giovanni, 3 giugno 1976.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia commossa per la dimostrazione di stima e affetto tributata
alla cara
Maria Long in Ribet
neirìmpossibilità di farlo singolarmente ringrazia tutte le persone che
in qualsiasi modo hanno preso parte
al suo dolore, i medici curanti, il pastore Genre e i vicini di casa per gli
aiuti prestati.
« Io alzo gli occhi ai monti donde mi verrà l’aiuto, il mio
aiuto vien dall’Eterno che ha
fatto i cieli e la terra ».
(Salmo 121)
Pramollo, 8 giugno 1976: '
Gli amici prendono parte ài lutto
della famiglia Monnet per la tragica
scomparsa di
Enrico
Torre Pellice, 14 giugno 1976.
È stata aperta una sottoscrizione in
memoria di Enrico Monnet. Preghiamo chi volesse aderire a questa dimostrazione di solidarietà di rivolgersi al signor Charbonnier Sergio,
presso il Caffè d’Italia.
8
8
■i':
18 giugno 1976
TORINO - DOCUMENTO FEMMINILE
Le donne nella chiesa: un'analisi
DIBATTITO SULLE ELEZIONI
Il gruppo di studio della comunità valdese di Torino, che
ha esaminato l’o.d.g. sinodale
sulla posizione della donna nella chiesa, ha preso in esame la
liturgia, le pubblicazioni e la
prassi ecclesiastica della c. v.,
ha compiuto un’indagine campione sulla predicazione e il catechismo locale, ha rilevato la
funzione della donna nelle nostre comunità ed alcuni dati statistici sulla composizione degli
organi direttivi della chiesa valdese.
Liturgia. In quella matrimoniale del 1953, ancora in vigore
ma non più in uso, colpisce il
diverso testo delle promesse richieste allo sposo e alla sposa;
a lui « di aiutare e proteggere
la moglie », a lei « di assistere
e curare il marito »..
Nella liturgia del 1970 non c’è
sostanziale cambiamento, salvo
raggiunta al testo precedente
di « amare e servire » per entrambi.
L’ultimo progetto, del 1975, tiene conto del nuovo diritto di famiglia e propone tre formulazioni diverse per le promesse,
ma tutte e tre uguali tanto per
lui come per lei.
Al pastorato femminile si é
giunti dopo anni di discussioni
sui principi; altrettanti o quasi
ce ne sono voluti per la sua realizzazione pratica, cioè l’immissione nei ruoli delle donne pastore. Oggi non resta che incoraggiare le giovani a prendere in
considerazione anche questa
possibilità perché nella chiesa
nessun ministero è sessualmente predeterminato.
Riguardo alle pubblicazioni
della Claudiana, l’apertura a
questi problemi è sentita da anti. Nella collana «Attualità protestante » sono comparsi 9 opuscoli : Il divorzio - Liberi in due
- Rapporto su matrimonio e divorzio - La prostituzione - La
coscienza cristiana davanti all’aborto - Il documento del Sinodo v. sul matrimonio - Liberazione della donna in una prospettiva biblica - Evangelo, divorzio e referendum - Il nuovo
costume sessuale.
Nella collana « Nostro tempo »
è uscito; Controllo delle nascite
nel pensiero protestante.
Sui giornali Com-N.T., La Luce e G. E. la tematica è presente in modo positivo. In particolare su La Luce; molto apprezzati gli articoli di commento
esegetico ad una serie di testi biblici controversi, presentati dal
prof. Bruno Corsani.
L’indagine campione sulla predicazione e il catechismo ha messo in luce che nelle 4 chiese torinesi non è stata data alcima
rilevanza al tema nella predicazione, mentre nei catechismi,
due pastori hanno presentato e
discusso il problema rapporto
donna-uomo e relative implicazioni.
Esaminando 1 conipifi che la
donna svolge all’interno delle
nostre comunità, appare che ad
essa sono delegati in particolare quelli di; assistenza e diaconia (visite ai malati, anziani, soli; ricevimento degli ospiti); reperimento ^dì fondi (bazar, società di cucito); educazione re
ligiosa come monitrici; lavori
di segreteria.
Quando però da questo livello (sovente di manovalanza) si
Comitato di Redazione: Bruno
Bellion Valdo Benecchi, Gustavo
Bouchard, Niso De Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Dir. responsabile; GINO CONTE
Amministrazione; Casa Valdese,
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ciali L. 100 - mortuari 150 - doni
50 - economici 100 per parola.
Reg. Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Cooperativa Tipografica Subalpina
Torre Pellice
passa a quello di dirigenza, la
situazione si capovolge, la discriminazione è netta: le donne
vi sono pochissimo rappresentate. Lo documentano alcuni da'ti statistici desunti dalle circolari della Tavola V.
Comitato della PCEI; 1 donna su 15 = 6,6% ; Tavola valdese : 1 su 7 = 14% ; Commissioni
distrettuali ’75-76: 3 su 19 =
16%; Comm. circuito; 11 su 69
= 16%; Concistoro To. ; 4 su 26
= 16%; Concistori Valli; 12 su
169 = '7%; nel corpo pastorale:
2 su 80 = 2,5%
Questo fatto della posizione
minoritaria della donna nei centri decisionali, mentre è in maggioranza nelle assemblee cultuali e nelle varie attività, ha
due motivazioni: una sociologica, il condizionamento della società in cui viviamo, che affida
alla donna un ruolo subordinato
e passivo; e uno ideologico: la
lettura, fondamentalista di un
certo numéro di passi biblici,
che sono stati sempre letti ed
usati senza tener conto del contesto biblico in cui si trovano é
neppure dell’epoca storica in
cui sono stati composti.
Dopo questa ricerca che ha
permesso in un certo senso di
fotografare la situazione, dal
gruppo di studio sono emerse
alcune proposte: da presentare
alle comunità:
1) nominare un equo numero di donne e uomini nei vari
comitati a tutti i livelli;
2) associare maggiormente
gli uomini all’attività dell’assistenza, in cui la loro presenza
sarebbe particolarmente utile
per certi tipi di visite (ès. negli
ospedali psichiatrici ) ;
3) riesaminare sulla base
della moderna critica biblica,
tutta una serie di testi dell’A. e
N. T., riguardanti il ruolo della
donna nella storia della creazione e redenzione. Questo può avvenire sia nella predicazione domenicale normale, sia in alcuni
culti tenuti da donne, in cui sia
possibile presentare anche i problemi attuali della condizione
femminile nella chiesa e nella
società ;
4 ) come aiuto per questo
lavoro, chiedere alla Claudiana
di stampare gli studi di esegesi
del prof. Corsani, già citati.
Concludiamo con un paragrafo (52) del rapporto della quinta sezione dell’assemblea ecumeca di Nairobi: «La libertà e l’unità sono doni che Giesù Cristo
fa alle due metà della comimità; perciò è indispensabile ed
urgente preoccuparsi di realizzare la piena partecipazione delle donne, nell’interesse della
chiesa e dell’umanità».
Dal primato dello spirito
al primato della politica
RISPONDE IL SEGRETARIO DELLA FGEI
Anche in occasione delle elezioni si è chiamata in causa sulle
pagine dell'Eco-Luce la FGEI,
per cui ritengo opportuno scrivere alcune righe sull’argomento,
anche se preferirei che il tema
politico, che ovviamente sotto elezioni appassiona, fosse tema
più presente alla coscienza dei
credenti anche in altri momenti.
Il prof. Peyrot sul n. 23 scrive,
in margine ad un precongresso
FGEI, cose molto giuste, con la
consueta puntualità e sintonia
critica con i temi che la FGEI
dibatte. Direi che il precongresso FGEI di S. Severa ha colto un
nodo reale ma non ha indicato
una soluzione soddisfacentemente chiara, nonostante l’eccellente
intenzione. Penso che la mozione
del Consiglio FGEI, pubblicata
sul n. 22 del giornale, dia conto
in modo più preciso di una posizione che vuole essere di impegno politico ben radicato nella ,
fede ma senza concessione alcuna all’integralismo.
C’è tuttavia un punto sul quale varrà la pena di meditare anche « dopo il 20 giugno ». Peyrot
è preoccupato di sottolineare che
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE a cura (Ji Tullio Viola
Un enigma oscuro e crudele
S’intuisce di essere di fronte a un tale enigma, quando si
seguono, giorno per giorno, le vicende del Libano. Queste sono in
rapidissima trasformazione, tanto che le valutazioni che nel precedente n° di questo settimanale
avevamo tentato di farne, sia pure con molta cautela, sono già
sorpassate.
Breve è stata la tregua delle
armi, e la nostra prima impressione che la spedizione siriana,
le cui truppe sono ormai alle
porte di Beirut, potesse avere alcunché di « benefico », s’è dimostrata errata.
Avrebbe cercato l’esercito siriano di difendere i musulmani
del Libano, in particolare i palestinesi ivi rifugiati, comunque i
loro fratelli arabi? E, in caso di
Pondo
di solidarietà
Dopo le notizie che abbiamo
dato nei numeri precedenti, diamo ora una situazione aggiornata del nostro Fondo, che si
può rilevare dall’elenco che segue. Ricordiamo ai lettori che
continua la raccolta dei fondi sia
per il terremoto del Friuli che
per quello del Guatemala, mentre sono pure aperte le iniziative per gli aiuti al Vietnam ed al
programma di lotta al razzismo
del CEC.
Come già annunciato, abbiamo effettuato due settimane fa
un primo invio sia per il Friuli
(L. 500 mila) che per il Guatemala (L. 1 milione), e quanto
prima contiamo di inviare un’altra offerta, condizionata peraltro dalle sottoscrizioni dei lettori.
Le offerte vanno inviate al conto corr. postale n. 2/39878 intestato a Roberto Peyrot, corso
Moncalieri 70, Torino, indicando possibilmente la causa del
versamento.
Ecco ora relenco aggiornato ;
P. Corbe (due vers.) L. 6.000; N.N.
con simpatia (id.) 30.000; I. Gander
50.000; Z. De Carlo 20.000; I. Santini 30.000; Anonimo 1.000; S.M.F.
Eyiiard 15.000; C. Gilento 5.000;
E.P.R. 5.000; Alcuni fratelli Chiesa
vald. Susa 40.000; N. Cocorda 30.000;
G. e K. Comba 200.000; R. Tamburini 5.000; G. G. 30.000; Con. Muston Jahier 50.000; Con. Togliatto
Jabier 40.000; E. Allio 10.000; D.
Griot 25.000; E. Pons 10.000; L. e
L. Gay 100.000; A. Jouve 10.000;
Matteo 6:2, 10.000; N. Coucour.Te
Onex 51.458; G. Galli 20.000; N. N.
Roma 1.000; E. Pini 20.000; fam.
Cattaneo 5.000; E. e S. Maurin 2.000;
Chiesa valdese S. Secondo 238.000;
A. e M. Bessone 5.000.
Totale L. 1.064.458; prec. 1.620.303
= L. 2,684.761. Inviate L. 1.500.000;
in cassa L. 1.184.761.
opposizione della minoranza cristiana, o piuttosto dell’agguerrita
Falange, che è la prepotente e
crudele milizia di quella minoranza, avrebbe combattuto contro quella milizia? Niente di tutto questo, anzi esattamente il
contrario! Leggiamo nell’articolo
di testa de « L’Espresso » del
13.6.’76; « Un amaro destino conduce il popolo Palestinese a ricalcare, tappa per tappa, la stessa tragedia dei suoi antagonisti
israeliani Prima ha perso la casa
e la terra, poi ha conosciuto l’esilio e la persecuzione, e infine gli
è stata inflitta anche la peggiore
delle pene, quella di morire per
mano dei propri fratelli. Il libro
delle sofferenze palestinesi, a
questo punto, non è più che una
replica penosa e sinistra di quello delle sventure bibliche ».
E Tagenzia sovietica Tass dichiara: « La guerra fratricida nel
Libano, in cui Arabi combattono
altri Arabi, diventa sempre più
sanguinosa ». Intanto « gli avvenintenfi del Libano (prosegue la
Tass) superano il quadro nazionale, e ciò è provato in particolare dalla dichiarazione della Francia, relativa all'eventuale invio
d'un corpo di spedizione militare.
Le forze navali americane incrociano al largo delle coste libanesi, così come prima. L'URSS ha
già fatto sapere che la situazione, nel Libano e nell’insieme del
M. Oriente, potrebbe ulteriormente aggravarsi, qualora non si
riuscisse a por fine ai tentativi
d’interventi stranieri negli affari
interni del Libano. (...)
La Repubblica araba di Siria
ha fatto, più d’una volta, delle dichiarazioni secondo le quali le
truppe da lei introdotte nel Libano, avevano una missione:
quella di concorrenza a far cessare lo spargimento del sangue.
Invece si osserva che il sangue
continua ad essere versato nel
Libano, anzi più abbondantemente ancora ».
Il giornale « Le Monde » (delri 1.6.76), nel quale è riportata
questa dichiarazione sovietica, la
considera « una netta critica dell’azione condotta dalle truppe siriane, una condanna aggravata
dall’elogio che, poco dopo, la dichiarazione fa dei palestinesi.
“Sono centinaia dt migliaia ( prosegue la nota) i palestinesi che
hanno trovato rifugio nel Libano, raccolti nel loro movimento
di resistenza. Ed ecco che ora,
malgrado tutto, essi sono coinvolti nella sanguinosa guerra fratricida e lottano coraggiosamente” ».
Ci sembra di poter intravedere, in questo orribile pasticcio, una delle solite, scaltre e perverse manovre del segretario di Stato americano. Chi può dire in
quale groviglio di ricatti, la diplomazia USA abbia irretito la
piccola Siria! E due dettagli importanti ci confermano in questa nostra impressione:
1) La decisione, tempestivamente presa dai falangisti del Libano, di « non 'intervenire in
quello che essi già chiamano il
"conflitto siro-palestinese" ».
2) La dichiarazione fatta da
Yasser Arafat (il capo dell’Organizzazione ner la Liberazione della Palestina) alla recente riunione dei ministri della « Lega Araba » al Cairo: « Se i governi arabi non manterranno i loro impegni, saremo costretti a chiedere l’aiuto di tru^'^e d’un altro
paese, com’è accaduto in Angola... Non si può lasciare che i siriani compiano l’opera iniziata
dal Nerone di Amman K.. Dove
può andare il popolo palestinese?
Esso non ha le navi con cui salpare per Cipro, o per emigrare in
Australia. Sicché noi dobbiamo
restare sul luogo della battaglia,
e cercare di superare auest’altra
prova... ». (Da « La Repubblica »
del 10.6).
I Re Hussein di Giordania.
POLEMICA IN SVEZIA
Raccolta di firme nelle chiese
svedesi contro il progettato film
del danese Jens Thorsen sulla
vita sessuale di Gesù. Dopo aver girato mezzo mondo alla ricerca di finanziamenti, Thorsen
si è rivolto all’Istituto cinematografico svedese che non avrebbe
rifiutato di finanziare questo
film. La pubblicazione di alcune
parti del manoscritto ha fatto,
tuttavia, scattare la molla della
protesta negli ambienti cristiani
svedesi. In questo film, Gesù
Cristo, si comporterebbe come
un pervertito; un libertino del
proprio tempo.
I vescovi luterani hanno fatto
rivolgere una inteipellanza in
Parlamento sulla liceità del fi
nanziamento e hanno rivolto delle critiche, al ministro della Pubblica Istruzione, che tra l’altro
è un pastore evangelico, al finanziamento del suo dicastero all’Istituto cinematografico svedese
che, come già detto, non sarebbe
alieno dal finanziare questo
film. La polemica è in corso e
vede uniti ( almeno in questo )
cattolici e protestanti che non
vogliono veder utilizzato il denaro pubblico per un’opera
« scandalistica » di nessun valore culturale. Deciderà l’Ente radiofonico svedese che ha diritto
di veto sulle decisioni dell’Istituto cinematografico se mandare avanti o meno la proposta del
regista Thorsen.
un evangelico è « anzitutto un
uomo di fede », ritiene doveroso
« che sia l’evangelico che si impegna prima ancora del cittadino
o del militante », e così via.
Questa preoccupazione è sana
e legittima ma richiede continui
aggiustamenti e chiarimenti, che
avevamo avviato su GE 34 cercando di precisare che cosa intendiamo per « centralità del socialismo » e che cosa intendiamo
per « centralità di Gesù Cristo ».
Vorrei fare se possibile un passo avanti nella stessa direzione.
Stiamo passando da un mondo
culturale che affermava il primato dello spirito (hegeliano e
derivati, non lo Spirito Santo!) a
un mondo culturale che afferma
il primato della politica. L’una e
l’altra affermazione si prestano
a deviazioni idolatriche; ma il rischio mi pare maggiore per la
prima, in quanto, per l’equivoco
insito nei termini, lascia pensare
che vi sia una parentela tra « valori » culturali e « valori » di fede, mentre la seconda è assai
più chiaramente una proposta
puramente umana e laica, e diretta ad una pratica più che ad
una ricerca di « valori ».
Di nuovo, va riproposto il biblico « tutto è vostro, ma voi siete di Cristo» (I Corinzi 3: 22-23)
e, in questo senso, è fondamentale che l’istanza laica sia fondata
per noi teologicamente.
Allora, tuttavia, i candidati
protestanti nelle diverse liste
(non solo della sinistra), saranno legittimati a usare o a non
usare la loro caratterizzazione di
credenti secondo una motivazione strettamente laica e legata alla politica che intendono mandare avanti: per esplicitare, il pastore G. Sciclone avrà valutatopoliticamente di presentarsi non
come indipendente ma come militante di un partito e il pastore
T. Vinay di presentarsi come indipendente; il condirettore di Agape Giorgio Gardiol avrà valutato politicamente di presentarsi
senza aggettivazioni qualificanti
in senso evangelico e M. Rostan,
dirett. di GE, presentarsi come
tale, ecc. e così via per i vari
candidati. Essi saranno conosciuti o non conosciuti come credenti non dalla etichetta che si
danno, ma dalla predicazione che
hanno svolto nel passato, che
svolgono ora, e che svolgeranno
doniani.
Non credo che, per dei credenti coscienti, il problema sia
quello di « nascondere » o di « ostentare » la loro fede: si tratta,
a mio parere, di valutazioni politiche e teologiche diverse, ancorché non necessariamente contrastanti, su cui è necessario un
confronto nelle chiese.
La sig.na Evelina Pons sul n.
24 si rammarica perché tra le indicazioni di voto proposte dalla
FGEI non vi sia quella al partito
radicale. Non, si tratta di dimenticanza, ma di valutazione politica.
Si può apprezzare l’azione di
M. Pannella, alcuni gruppi FGEI
gli hanno espresso solidarietà
(personalmente tuttavia ne temo
la violenza e l’intolleranza), ma
credo che sia illegittimo dare una
qualificazione di « sinistra » ai
radicali, se non si usa il termine
sinistra in modo puramente emotivo. Per «sinistra» nella FGEI
si è sempre inteso un riferimento esplicito al marxismo, a concetti come proletariato, lotta di
classe, anticapitalismo, a lotte e
indicazioni fatte proprie e guidate dalla classe operaia e dai suoi
alleati; in questo quadro non ci
pare si collochi il partito radicale, che è erede invece del migliore liberalismo; possiamo stimare questo partito ma non confonderci le idee e lasciarle confondere.
Vi possono essere alcuni radicali che hanno fatto propri alcuni punti di vista marxisti, ed è
da augurarsi che i partiti che bene o male si rifanno al marxismo
imparino molte cose dallo spirito libertario; ma non si fa chiarezza confondendo le due cose:
anche qui, non servono i compromessi.
Sergio Ribet