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7
I
ECO
DELLE miXl VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Se11 i m a D ale
della Chiesa Valdese
Anno xeni - Nuin. 45
Dna copia Lire 4 (!
AJlBO^ AM^,^ I .
I Eco: K. 2.0'.0 per rinlerno
• I.. 2.3ÍI0 per l’estero
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TORRE PELLICE. 15 novembre 1963
Ammin. Clandian* Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
ELOGIO DI ABRAMO
Ci furono uomini grandi per la loro
energia, per la saggezza, la speranza
o l’amore. Ma Abramo fu il più grande di tutti : grande per l’energia la cui
forza è debolezza, grande per la saggezza U cui segreto è follia, grande per
la speranza la cui forma è demenza,
grande per l’amore che è odio di sè
stesso. (...).
Fu per fede che Abramo ricevette la
promessa che tutte le nazioni della
terra sarebbero state benedette nella
sua posterità. Il tempo passava, la po.ssibilità rimaneva. Abramo credeva. Il
tempo passò, la speranza diventò assurda, Abramo credette. E’ pur esistito nel mondo colui che ebbe una
speranz.i. Il tempo passò, la sera fu
al suo declino, e queiruomo non ebbe
la viltà di rinnegare la sua speranza;
così anch’egli non sarà mai dimenticato. Poi conobbe la tristezza; e il dolore, invece di deluderlo come la vita,
fece pel- lui tutto quel che potè e, nella sili! dolcezza, gli dette il possesso
Si) speranza ingannata. E’ umajscer la tristezza, umano condiia pena di chi è afflitto, ma è
i! grande credere, e più confor' benefica cosa contemplare chi
ibramo non ci ha lasciato laioni. Non ha contato tristemen(irni man mano che trascorre!(im ha guardato Sara con oelijuieto per vedere se gli anni
ano rughe sul suo volto; non
'oata la corsa del sole per imi Sara di invecchiare, e di fare
iìiare con essa la sua attesa; per
e la sua pena non ha cantato
un triste cantico. Divenne vec!■ Sara fu schernita nel paese
a-i', era reietto di Dio e l’erede
„___ nromessa, secondo la quale tutte
le n i/ioni della terra sarebbero state
beMi iiettc nella sua posterità (...). Che
cosa significa essere l’eletto di Dio? Si
gniiiea vedersi rifiutare nella prima
vera della vita quello che è il deside
rio della giovinezza, per essere esaudì
to so vecchiaia dopo grandi difficoltà
Ma Abramo credette e serbò ferma
mente la promessa, cui avrebbe rinun
eia! 1 se avesse dubitato. Avrebbe det
to a Oio : « Forse non è nella tua vo
Ioni.; che questo mio desiderio si rea
lizzi Rinuncio dunque al rnio deside
rio, nel quale riponevo la mìa felicita
La vma anima è onesta e noii nascon
de ìii ssun astio segreto per il tuo_ ri
fiuto ». Non sarebbe stato dimentica^
to. Avrebbe salvato molti con il suo
esempio ma non sarebbe diventato il
padre della fede. Perchè è grande cosa
rinu.iciare al proprio desiderio più caro, ma è cosa più grande serbarlo dopo averlo abbandonato (...)- _ _
Poi i tempi furono compiuti. Se
Abrasilo non avesse creduto, sicuramente Sara sarebbe morta di dolore;
e lui, roso di tristezza, non avrebbe
compreso l’esaudimento ma ne avreb
Signore si prendeva gioco di Abramo!
Ecco che, dopo aver realizzato l’assurdo con un miracolo, voleva veder annientata l’opera sua. Che pazzia! Ma
Abramo non ne rise, come Sara aveva fatto quando le fu annunciata la
promessa. Tùtto era perduto! Settanta anni di attesa fedele e la breve gioia della fede esaudita. Ma chi è dunque che strappa il bastone dalla mano
del vegliardo, chi è finalmente, per
esigere che sia il vecchio padre stesso
a spezzarlo! (...) E pure, Àbramo era
l’eletto di Dio, era il Signore colui che
infliggeva la prova. Tutto dunoue stava per essere perduto! La splendida
fama della stirpe futura, la promessa
della posterità d’Àbramo, tutto ciò non
era stato altro che il lampo di un rapido pensiero nella mente del Signore; ed ora era proprio ad Abramo che
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caso di Abramo. Una più grave prova
gli era serbata; la sorte di Isacco fu
posta nel pugno suo insieme al coltello. Tale la sorte del vegliardo di
fronte alla sua speranza unica! Ma
egli non dubitò, non guardò angosciato a destra e a sinistra, non stancò il
Cielo con le sue preghiere. Dunque
l’Onnipotente lo metteva alla prova,
egli lo sapeva, e sapeva anche che quel
sacrificio era il più grave che gli si
potesse chiedere; ma sapeva anche
che nessun sacrificio è troppo grave,
quando Iddio lo richiede. Ed egli levò
il coltello (...).
Se Abramo, sulla montagna di Morlah, avesse dubitato; se, nella sua irresolutezza, avesse guardato intorno a
sè; se, levando il coltello, avesse, per
avventura, scorso l’ariete, se Dio gli
avesse permesso di sacrificarlo invece
be sorriso come di un sogno ^ovanile.
Ma Abramo credette, e perciò rimase
giovane. Perchè chi spera sempre H
meglio invecchia tradito dalla vita;
e chi si dispone sempre al peggio e
presto consunto; ma chi crede serba
un’eterna giovinezza (...)•
Fu gioia allora nella casa di Abramo
quando Sara fu sposa nel dì delle nMze d’oro. Eppure queUa gioia non doveva durare. Ancora una volta Àbramo avrebbe conosciuto lu prova. Aveva lottato contro la scaltra potenza
cui nulla sfugge, contro il nemico la
cui vigilanza mai vien meno lungo gl
anni, contro il vegliardo che sopravvive a tutto ; aveva lottato contro il
tempo e serbata la fede. Ora tutto 1 orrore della lotta si riunì m un solo
istante; « E Dio mise Abramo alla prova e gli disse; prendi il tuo flgbuolo,
il tuo unico, quello che tu ami, l^cco; vai al paese di Monah e offrilo
colà in olocausto sopra uno dei monti
che io ti indicherò ». ,
Così, dunque, tutto era perduto, oh
sciagura atroce più che se il Scadérlo
non fosse mai stato esaudito. Cosi u
Fino a centotrenfanni tu non
eri andato al di là della fode
toccava cancellarlo. Quello stupendo
frutto, vecchio quanto la fede nel_ cuore di Abramo e di tanti e lunghi anni più vecchio di Isacco, questo frutto della vita di Abramo, santificato
dalla preghiera, maturato nella lotta,
quella benedizione sulle labbra del padre, ecco, quel frutto stava per essergli strappato, stava per perdere ogni
significato (...). Quell’ora di tristezza e
tuttavia felice, nella quale Abramo
avrebbe dovuto dire addio a tutto quello che amava, quando, sollevando ancora una volta la sua testa venerabile. splendido il volto come quello del
Signore, avrebbe raccolto tutta_ l’anima sua per impartire una benedizione,
la cui virtù si sarebbe diffusa su tutti
i giorni di Isacco, no, quell’ora non
sarebbe mai venuta. (...).
Il vecchio, al suo letto dì morie non avrebbe steso con gioia le palme sul figlio per benedirlo, ma, stanco di vivere, avrebbe dovuto levare_ su
di lui il pugno in un gesto assissino.
Era Iddio, che lo metteva alla prò
Vii (...)
Tuttavia, Abramo credette; e credette per questa vita. Certo, se la sua
fede fosse stata rivolta esclusivanwnte ad una vita avvenire, sì sarebbe
sbarazzato più facilmente di tutto, per
uscire il più presto possibile da un
mondo cui non apparteneva più. Ma
la lede di Abramo non era di ^
mile genere, se pure ve n’iia di suniU;
perchè, in verità, questa non sarebbe
la fede, bensì la sua più lontana possibilità, che intuisce il suo oggetto al
più iontano orizzonte, tuttavia separatane da un abisso profondo dove
la disperazione si dibatte. Ma Abramo
aveva la fede per questa vita: credeva
che sarebbe invecchiato nella sua terra, onorato da! popolo, benedetto nella sua posterità, indimenticabue in
Isacco, che era quanto aveva amato
di più neUa vita (...). Secondo quanto
afferma il testo : « il tuo figliuolo, quello che tu ami». (...).
Ma Abramo credette. Non prego per
sè, per commuovere U Signore. Non
venne supplicando se non quando una
giusta punizione si abbattè su Sodoma
e Gomorra. _ .
Leggiamo nella Scrittura : « E Dio
provò Abramo e gli disse : Abramo,
Abramo, dove sei? E Abramo rispose.
Eccomi! ». Tu, cui si rivolge questo rmo
discorso, hai tu fatto altrettanto?
Quando hai veduto venire di lontano
i colpi della sorte, non hai detto alle
montagne « nascondetemi! » e alla colline « cadete su di me! »? O, se pur tu
fosti più forte, il tuo piede non si
avanzò lentamente sulla buona
non hai tu sospirato verso gli amichi
sentieri? E quando la chtemata ha echeggiato, sei tu rimasto in silenzio, o
hai risposto, forse piano, mormorendo? Abramo, liri, non rispose cosi. Gioiosamente, pieno di fiducia e a voce
piena, disse; «Eccomi!». .
Leggiamo anche : « E Abramo si levò di buon mattino». S’affretto colpe
ad una festa, e di pruna mattina fu
sul luogo designato, suUa monta^
di Moriah. Non disse nulla a graffi
nulla a Eliezer. Chi avrebbejwtuto
comprenderlo? (..) « Spacco la legna ‘e
gò Isacco, accese il rogo, sfilo il eoltel
fo ». O tu che mi ascolti! Molti padn
han creduto di perdere nel 1“™
il più prezioso tesoro del m®"^“ ® ,
es^re così spogliati di o§ni.si«ranza
avvenire. Eppure nessun figbo e staio
il figlio della promessa n®l .^"®®
cui Isacco lo fu per. Abramo Molti pa^
dri hanno perduto il loro H»**®®.’3
esso fu loro tolto dalla mano di Dio
daU’inesorabile e immutabile volontà
dell’Onnipotente. Affatto diverso, il
’)•)
di Isacco; allora egli sarebbe tornato
alla sua casa, tutto sarebbe rimasto
come prima. Avrebbe avuto Sara presso di sè, avrebbe conservato Isacco
Eppure, che mutamento! Perchè il suo
rilirarsi sarebbe stata una fuga, la sua
salvezza sarebbe stata un caso, la sua
ricompensa un di.sonore, e il suo avvenire, forse, la perdizione. Allora, egli
non avrebbe testimoniato nè della sua
fede nè della grazia di Dio, ma avrebbe soltanto dimostrato quanto sia terribile salire la mi ntagna di Moriah.
Allora nè Abramo nè la montagna di
Moriah sarebbero stati dimenticati.
Questa sarebbe sfata citata non già
come l’Ararat dove sì fermò l’arca, ma
come un luogo di sgòmento. « E’ sta.o
quello — si sarebbé detto — è stato
quello il luogo dove Abramo ha diibitiito ».
Abramo, venerabile patriarca! Quando tu ritornasti da Moriah a casa lua,
non avestì affatto bisogno di un panegirico per consolarti d’una perdita.
Perchè, non è vero? tu avevi guadagnata ogni cosa e conservato Isacco.
Il Signore non te lo pre^ mai più e
tu fosti visto sedere felice a mensa
col figlio tuo, come in cielo per l’eternità. Abramo, venerabile padre! Migliaia d’anni sono trascorsi da quei
giorni, ma tu non hai bisogno di un
ammiratore ritardatario che strappi
col suo amore la tua memoria alle potenze dell’oblio. Perchè infatti ogni
lingua ti celebra ; e tuttavia tu ricony
pensi chi t’ama in un modo straordinario c magnifico. Tu lo fai beato, lassù, nel tuo seno; e, quaggiù, ne abba
gli la vista e il cuore col prodigio della tua impresa. Abramo, venerabile padre ! Secondo padre del genere umano !
Tu che per primo, hai sperimentato e
testimoniato di quella prodigiosa passione che sdegna la lotta terribile con'
tro il furore degli elementi e le forze
della creazione, per combattere con
Dio; tu, che per primo hai sperimentato quella sublime passione, sacra,
umile e pura espressione della freno
sia divina; tu, che i pagani ammirarono, perdona a chi ha voluto parlare in tua lode se male ha ese^guito il
suo compito. Ha parlato umilmente,
come il suo cuore voleva; ha parlato
brevemente, come conveniva. Ma non
dimenticherà mai che cento anni dovettero passare per te prima che ricevessi, contro ogni attesa, il figlio della vecchiezza; e che, per conservare
Isacco, tu dovesti levare il coltello. Non
dimenticherà mai che, fino a centotrent’anni, tu non eri andato al di la
della fede. .
Soeren Kierkegaard
(Da Timore e tremore, nella versione
italiana pubblicata nelle Edizioni di
Comunità, Milano 1963Q.
Cronaca
del
Concilio
Il 4 dicembre si chiuderà la seconda
sessione del Concilio. Se l’assemblea
riuscirà a rispettare il piano di lavoro che era stato preventivato, al termine della sessione essa dovrebbe aver
discusso, oltre allo schema sulla Chiesa, lo schema sui vescovi e sul governo delle diocesi (attualmente in discussione), lo schema sui laici e lo
schema suH’ecumenismo. Sembra improbabile, invece — anche se non è
ancora del tutto escluso — che ü Concilio affronti la questione di Maria,
che pure era stata annunciata e che
avrebbe dovuto essere trattata subito
dopo la conclusione dei dibattiti sullo
schema De Ecclesia, dato che il 29 ottobre il Concilio stesso aveva deciso
di integrare lo schema mariologico in
quello sulla Chiesa. I motivi che rendono plausibile l’ipotesi secondo cui la
questione mariana verrà accantonata
sono in fondo gli stessi che spiegano
l’accantonamento del problema della
rivelazione : in entrambi i casi, si tratta di questioni controverse, la cui trattazione in Concilio potrebbe incrinare la compattezza dell’assemblea dei
« padri » e comprometterne l’unità.
Non appena si profila questo rischio,
si mettono da parte i temi sui quali
è difficile concordare dei testi che possano essere approvati sia dall’ala conservatrice sia dairala progressista dell’episcopato cattolica. Si preferisce
cioè l’equivoco del silenzio al rischio
della divisione.
Se effettivamente il Concilio non si
pronuncerà su Maria, non si sa se, da
un punto di vista evangelico, ci si dovrà rallegrare di questo silenzio, che
i {conlinua in 2" pagina)
Nel centocinquantesimo anniversario dello nascita
Vitalità di
li 5 maggio 1813 nasceva a Kopenhagen uno dei maggiori pensa
tori danesi, e soprattutto uno degli spiriti cristiani più vivi del secolo scorso, che è lungi
dalVaver esaurito la sua
feconda influenza sul
pensiero moderno, e sulla fede cristiana: Soeren
Kierkegaard. In una se.
rie di articoli — che affiancheremo ad alcuni
testi — Bruno Costabel
ci presenterà alcuni lati di questa grande li
gura.
Soeren Kierkegaard
Chi è stato
Soeren Kierkegaard?
Porre questa domanda significa de^
re la stura a molte risposte. Ohi direbbe che è stato un gran filosofo, chi
un teologo forse un po’ confuso riella
esplicitazione di certe sue idee, chi un
profeta staffilatore del cristianesimo
ufficiale, chi un infelice che ebbe la
pretesa di oggettivare, in modo che
fossero valide per tutti, le sue tristi
esfierienze umane. Qualcuno dirà addirittura che fu uno scrittore para,noico dal quale è forse meglio stare
alla larga! Più o meno ben fondate,
più o meno documentate, tutte queste
tesi sono state sostenute. Hanno tutte qualche cosa di vero; K. infatti ci
appare come una personalità complessa, proteiforme, che cerca di chiarire
a se ste.sso il suo pensiero e la sua esistenza, per vivere in accordo al suo
pensiero e per dominare, pensando, la
sua vita. Ed è con passione che egli
tenta questa ricerca, dominato da una
perenne inquietudine e da una continua angoscia che lo spingono sempre
a seguire fino alle sue estreme conse
guenze qualsiasi idea.
Dotato di viva intelligenza viviseziona con ironica freddezza ogni sentimento suo ed altrui- Ha tutte le doti per essere un romanziere, ma l’impegno col quale analizza le varie possibilità di esistenza che vi sono nel
mondo, per vedere quale deve essere
la sua — quindi rimpossibdlità in lui
congenita di scrivere per puro estetismo o per semplice ghiribizzo intellettuale — lo bloccano su quella via. E’
un ragionatore finissimo che compren
de a fondo i vari filosofi, che ai^ira
Hegel, ma che riconosce i limiti delle
sue teorie, dato che questi pensa di
poter, con la sola ragione, risolvere
oggettivamente ogni cosa, quasi fosse... padreterno. Cede quasi anch’egli
all’idea di ideare un « sistema » filosofico, ma un sistema dell’esistenza articolato sulle tre possittlità di vita;
estetica ■— etica — reUgiosa. Ma ha
poi la sensazione che in fondo questo
sistema e assurdo : l’uomo infatti.
*
frutto di infinito e finito, di possibilità e necessità, non può scegliere nelle libertà assoluta di condurre la sua
esistenza imitando un modo di vivere
piuttosto che un altro.
E intanto lui, Soeren Kierkegaard,
come deve vivere, come può vivere?
K. riflette, studia, scrive ; e per chi lo
osserva dal di fuori appare talora come un semplice borghese che vive felicemente di rendita, o come un pazzo
originale che non sa bene quello ohe
vuole. Si laurea in teologia, ma iiresto
scarta la possibilità di fare il pastore ;
la vita del pastore è troppo impegnata in una quotidiana fatica, a contatto vivo con la realtà di ogni giorno,
tra esigenze spirituali altissime e necessità materiali di orari, di amministrazione, di impegni non sempre consoni all’ufficio di ministri della Parola.
Non è adatta per lui. E cosii pure gli
apparirà subito inadatta per il suo carattere la vita familiare con tutti gli
annessi e connessi di imborghesimento e di lotta per il pane quotidiano.
Kierkegaard
e Regina
K ama di grandissimo amore ima
fanciulla. Regina Olsen, ma dopo neppure un anno rompe il fidanzamento.
A Regina però rimarrà fedele per tutta la vita. Non ha amato prima e non
amerà mai qualcun’altra. Per staccare da sè Regina scrive — così confes
será più tardi — il famoso « Diario del
Seduttore» (perchè — pensa — una
ragazza sedotta non odia, malgrado
tutto, il suo seduttore e trova logico,
in fondo, che questi non la sposi). Ma
K. rimunigerà a lungo sul suo modo
di agire. Egli è troppo seguace aeila
idea che, come un’amante, lo assilla,
lo incalza, lo richiama del continuo,
per potersi legare eoa, ad una fanciul
(continua in S» pagina)
2
l'as. 2
15 novembre 1963 — N. 45
Lettera aperta
al fratello Gustavo Bertin
Sono ritornato in Versilia prima che
le nebbie del Nord si richiudessero
sopra ricordi di azzurro e di luce. Ho
fatto in tempo ad entrare ancora nella chiesetta di via Leonardo da Vìnci,
a Viareggio, dove tu hai portato, per
l'ultima volta, il messaggio evangelico, prima della tua partenza definitiva
dalla Toscana. E ho ricordato un
giorno di settembre, cinque anni fa;
un ora dolce di primo autunno, quieta, nel silenzio pomeridiano domenicale, imbalsamato di resina e di salmastro. Fu la prima volta che io e la
mia famìglia ti conoscemmo.
Negli anni della mia giovinezza irrequieta, se mi accadeva di passare
davanti ad una dì quelle chiese silenziose, austere, mi assaliva un senso
di curiosità mista a sgomento, quale
si prova per tutto ciò che sa d’ignoto
e di proibito; quel giorno ho varcato
la soglia di una di quelle chiese e vi
ho trovato Dio.
E’ avvenuto nella mia terra, davanti al mare che incantò la mia adolescenza pensosa; forse perchè nei giorni futuri, leggendo le pagine della
Bibbia in un nuovo spirito di credente, potessi ritrovare il volto di mia
madre e ricordarvi la mia innocenza
di fanciullo.
Mentre ti scrivo questa lettera di
saluto anche a nome di mia moglie
e di mia figlia, ti rivedo come in quella prima volta : eravamo, noi tre, in
attesa di riti e di parole che ci rivelassero la « tua » religione, aspettavamo, silenziosi e raccolti insieme con
gli altri, nella penombra di quella
chiesa disadorna, ■ quando tu pronunciasti le parole iniziali : Invochiamo la
presenza del Signore. Pregammo, con
te e gli altri, seguendo le tue frasi
semplici e toccanti, nella nostra lingua che ci riportava a lontani accenti
di pura fede intimamente vissuta ma
rimasta priva di espressioni genuine;
ascoltammo il suo messaggio, che ancora chiaramente ricordo, sulla venula del Regno di Dio.
Quando uscimmo, tutti e tre per
mano, pieni di commozione profonda,
illuminati da una luce nuova, sentimmo che qualche cosa nella nostra vita
era cambiato. Per noi adulti, le scorie
del dubbio, della incredulità, delle
false dottrine, si distaccavano dallo
spirito che si rinnovava, assetato di
Verità e di Luce. Ricordo con vivissima commozione la prima volta, in
quella sera di aprile, che ci accostammo alla mensa per la Santa Cena, insieme con gli altri fratelli, poco più
di dieci in tutti. Il sapore del pane
casalingo placava ogni nostro bisogno
e il sorso del vino dal calice comune
annullava ogni altro desiderio tranne
quello di accettare Cristo come nostra
Salvatore.
Più tardi ho cercato di conoscere
se il fascino della novità o la poesia
del rito ci avessero sopraffatto : no,
la Fede soltanto porta a tali certezze.
Cosi divenimmo una famiglia evangelica alla quale la tua parola fu guida sicura, pronta a chiarire e illum nare.
Voglio ricordarti, qui, un particolare di quel tuo culto, al quale noi
fummo presenti per la prima volta.
Dicesti, affermando resistenza del Regno di Dio, che basterebbe leggere
con fede alcuni passi della Sacra Scrittura per esserne pienamente convinti,
e che. tra questi, bisognerebbe leggere TApocalissc in una atmosfera di
grande raccogiimeulo : a in cima ad
una montagna o sulla riva solitaria
dei mare ». Queste parole mi rimasero così scolpite nei cuore che da allora. per cinque anni, ho atteso, pur
avendo letto molto della Bibbia e della nostra stampa, che capitasse il momento adatto per leggere l'Apocalisse
in quelle condizioni suggerite da te.
E 1 ho letta, per la prima volta, quest'anno, in un giorno di settembre,
sulla cima alta di un vulcano spento,
in un'isola spei^^uta, con il mare che
rosseggiava tutt'intorno nelle luci del
tramonto, e sotto i miei piedi massi
di lava spenta da millenni testimoniavano del Tempo, vincitore delle cose
terrene, schiavo di quelle eterne.
Mi è sembrato così di aver adempiuto ad un invilo che mi avevi rivolto quella sera, tu che sapevi come
il libro di Dio sia più accessibile davanti aH’immediata presenza delle cose che Egli ha creato.
Ho voluto scriverti pubblicamente
questa lettera non per esibire ì miei
sentimenti ma per parteciparli fraternamente a quanti leggeranno il saluto che noi ti mandiamo; a quanti
lì conoscono e ti stimano, a quanti ti
ignorano. Per la nostra vita spirituale, tu fosti uno strumento scelto da
Dio. Ma dopo di Lui, ringraziamo te.
Ora che hai lasciato la « tua » chiesa
di Viareggio, entri a far parte dei ricordi più cari e consolanti di questa
nostra vita terrena; tu fosti per noi
consigliere ed amico, padre spirituale
e fratello. Anche nelle traversie e nelle circostanze più dolorose ritrovare
la tua presenza e riudire il tuo messaggio fu sempre, per noi, un conforto e un incoraggiamento. Tu sei il
oaslorc che per primo ci ha guidato
sulla giusta via, prega tu, sempre,
Dio, che ci mantenga su di essa, oltre
ogni ostacolo del dolore, oltre la palude della debolezza.
Ed ora ti saluto con il nome che
mi è più caro, perchè è quello di un
angelo da te conosciuto prima ancora
che rivestisse sembianze terrene.
Fu il segreto che ti rivelammo una
sera, nella nostra chiesa; non saprei
terminare questa lettera con una più
alta prova di accettazione della Sua
Divina •l'^olontà, con una maggior Fede nella venuta del Suo Regno.
Marco
UNA POSTILLA
Probabilmente Marco non ci pensava; ma siamo lieti che questa lettera
ci sia giunta proprio per questo numero nel quale la nostra attenzione
si rivolge alla nostra Facoltà teologica, ali'inizio del suo anno di attività, e mentre una volta ancora parliamo di vocazioni pastorali. Poiché,
certo, è difficile immaginare una più
viva testimonianza di quale dono il
Signore faccia ad un uomo che Egli
chiama a servirlo, fra i fratelli, nel
ministero della Parola. Molti, materialmente e piu spiritualmente, sono
i lati oscuri, pesanti della vita pastorale, e certo a parecchi essa sembra,
oggi che è quasi ovunque spogliata di
ogni aureola ^’autorevole'", del tutto
priva di fascino, forse segretamente
sterile. Se è lecito accostare le piccole
alle grandi cose, vien fatto di ricordare che Calvino, a coloro che schernivano la sua mancanza di figli, rispondeva fieramente che l’Europa era
piena di suoi figli, per mezzo suo generati alla fede; e simile era certo il
sentimento di Paolo quando scriveva
■ li Corinzi: ’’Abbiam bisogno di lettere
di raccomandazione?... Siete voi la nostra lettera... la lettera di Cristo, scritta mediante il nostro ministerio, non
con inchiostro ma con lo Spirito delVIddio vivente, non su tavole di pietra ma su tavole che sono cuori di
carne’.
Lungi da noi — come dalla lettera
di Marco — il desiderio di dar gloria
alVuomo! E’ piuttosto un inno di riconoscenza — tanto più intensa quanto più gratuito, immeritato e insperato il dono di Dio — che canta in
cuore quando un uomo, attraverso la
sua umile (nel senso vero e non moralistico) opera per adempiere al ministero della Parola, vede disegnarsi
nella mente e nel cuore di un altro
uomo, giovane o adulto che sia, la
fede in Gesù Cristo, sicura malgrado gli enigmi, gioiosa malgrado i
dolori. Allora, grato al Signore perchè
■znche questo calore di amicizia umana gli è dato, come ”in soprappiù", il
’’pastore'" desidera solo di allontanarsi. in punta di piedi, perchè nulla
faccia schermo aU’incontro personale
con il nostro Dio: nulla il pastore desidera maggiormente di questo giungere ad una fede cosciente, personale,
da parte di coloro ai quali annuncia
!a Parola di Dio: e la ‘’paternità’' si
trasforma in una più intensa fraternità. Certo, questo può essere dato —
ed è dato, offerto — ad ogni membro
del corpo di Cristo, nella sua testimonianza personale, nella chiesa e fuori.
Ma è il dono — non ininterrotto ma
reale — che accompagna in modo
particolare la vocazione pastorale, il
’mestiere' del pastore, verbi divini minister. Una simile luce rischiara molta
oscurità.
Gino Conte, pastore
Pro deficif " Eco-Luce
//
Tamietti Lina, Ivrea, L. .'500 — Longo
Giuseppe, Ivrea. .500 — Prof. Bellion B., Torino, 2.000 — Bassetto Mario, Vicenza, 500
— Longo Elba, Torre Pellice, 500 — Monnet Anna, Bricherasio, 1.000 — Godino
John, Pinerolo, 1.000 — Co'isson Lily, Torre
Pellice, 1.000 — Titta Dreher Gabriella, Ror
ma, 1.000 — Jaquet Edouard, Ginevra, 400
■— Grill col. Luigi, Bordighera, 1.000 — Davite Carlo, Torino, 3.000 — Tourn Gustavo,
Milano, 1.000 — falla Guglielmo, Torino,
1.000 — Riccardo Ricca, Torino, 1.000 —
Rivoir prof. Giulio, Torino, 1.000 — Rossi
Delia, Savona, 1.750 — Wenckebach Karl,
Germania, 200 — Peyronel Adelina, Bobbio
Pellice, 500 — Geymonat Elena, Angrogna,
1.000 — Bein Loris, Torre Pellice, 1.000 —
La Facoilà Valdese dì Teologia dì Roma
ha ìnangarato il 109* anno accademico
E| stato inaugurato il CIX anno accademico della Facoltà
Valdese di Teologia, in Roma.
Sabato 2 novembre il prof. Bruno Corsani, nell’Aula Magna, alla presenza di numerosi intervenuti, ha tenuto la prolusione sul tema sesuente; ’’Linee di ricerca per lo studio della
composizione delTEvangelo di Matteo”.
Domenica 3 novembre, alle ore 18, nel tempio di Piazza Cavour è stato celebrato, con la partecipazione di molti membri
delle varie Comunità evangeliche di Roma, il cidto inaugurale
dell’anno accademico, presieduto dal prof. Vittorio Subilia, decano della Facoltà.
Daremo più ampie notizie di quest’inaugurazione; in attesa, pubblichiamo alcune notizie sull’attività della Facoltà Valdese di Teologia e sulle prospettive che le si aprono davanti all inizio del nuovo anno; e formuliamo per docenti e studenti il
più cordiale augurio di fecondo lavoro.
Dopo la parentesi dello scorso anno, in
cui avevamo immatricolato in primo anno
soltanto uno straniero ed un « esterno ». abbiamo avuto la gioia di ricevere, fino ad
oggi, la domanda d’iscrizione di ben quattro
giovani, di cui tre da chiese valdesi. Essi
rappresentano un po' tutta l'Italia, poiché provengono da Taranto, da Centocelle, da Milano e da Trieste. Le chiese e gli amici di alcune di queste località si rendono certamente
conto che da molto tempo non ci avevano
fornito degli studenti : sia per questa ragione,
sia per il numero, non possiamo che rallegrarci, e speriamo che una conoscenza più
profonda dei nuovi studenti, e soprattutto i
risultati dei loro studi, non facciano clic
fortificarci in questo sentimento di gioia e di
riconoscenza.
Può interessare i nostri lettori sapere che
uno dei quattro nuovi studenti ha compiuto
già quasi tutti gli studi di giurisprudenza e
sta per laurearsi in legge, mentre un altro
ha seguito per un anno un'altra facoltà universitaria: segno, crediamo, dì vocazione non
improvvisata e di decisione presa solo dopo
maturata riflessione.
L’estate ha visto studenti e professori variamente impegnati in molte attività; ii
prof. Vinay ha partecipato all'Assemblea della divisione « Fede e Costituzione » del Consiglio Ecumenico, a Montreal (Canada) nel
mese di luglio, al convegno storico su eresia
e Riforma in Italia, a Torre Pellice in agosto: il prof. Subilia ha rappresentato la
Facoltà alle giornate pastorali internazionali
di Agape; il prof. Soggin ha dato un corso
di Antico Testamento allistituto ecumenico
di Bossey (tema : la chiesa della dispersione e
il resto d’Israele) e un altro di quattro studi
biblici sui primi capitoli della Genesi ad Agape al Primo Campo Internazionale della
scorsa estate, il prof. Corsani ha occupato il
posto pastorale di Rimini nel mese di luglio,
curando la predicazione per la comunità locale e per i turisti in italiano, inglese e tedesco; in agosto ha dato un corso al secondo
carso di formazione per laici ad Agape (tema ; il servizio nel Nuovo Testamento).
Gli studenti, come è tradizione, sono stati
impegnati in sostituzioni estive più o meno
lunghe e hanno potuto conoscere vari aspetti
del nostro campo di lavoro.
* ^
Anche quest’anno diversi studenti saranno
ospiti di Università e Collegi teologici all’estero; Vezio Incelli a Richmond (Inghilterra),
Ennio Del Priore a Edinburgo (Scozia), Bruno Bellion a Bonn (Germania Occ.), Paolo
Giunco a Ginevra. Salvo errore, è la prima
volta che un nostro studente frequenterà
corsi airUniversità della capitale federale della Germania Occidentale, e siamo particolarmente grati, per questo, agli amici che
hanno provveduto questa opportunità.
* H: ❖
il movimento di contatti e compenetrazione di ambienti e esperienze diverse non sì
svolge in un senso solo : anche quest’anno diversi studenti ed amici saranno con noi per
continuare i loro studi per un anno alla nostra Facoltà. Menzioniamoli in ordine di distanza! Prima di lutto due pastori statunitensi; quindi un pastore francese all’opera
neirAPrica settentrionale: questi tre amici
usufruiscono di un anno di studio per Tappro.
fondimento della loro cultura teologica. Abbiamo poi quattro giovani studenti tedeschi,
e un quinto studente da Ginevra.
Questi studenti, oltre a proseguire i loro
studi, hanno modo di conoscere le caratteristiche dell’opera evangelica in un paese come
il nostro a grande maggioranza cattolica.
Inoltre schiudono ai nostri studenti italiani
uno spiraglio su altri ambienti culturali e
u tre situazioni religiose ed ecclesiastiche
che completa e arricchiùce la loro formaziol
ne. Per tutti noi poi è uno stimolo e un motivo di soddisfazione il vedere che la nostra
piccola Facoltà sia così conosciuta anche all’estero.
if! * *
Una interessante conseguenza del soggiorno a Roma di studenti stranieri si è andata
sviluppando ultimamente, e in forma del
tutto spontanea; alludiamo all'assistenza che
molti nostri ex-studenti prestano ai lavoratori italiani emigrati in Germania. Giovandosi della conoscenza della nostra lingua,
questi nostri amici hanno preso a radunare
in diverse località i nostri connazionali ________
ora in sale di comunità, ora in case private
— e si prodigano non solo nell’assistenza
spirituale, ma anche in tante forme Hi premura, di consiglio e di vicinanza agli altrui
problemi, che fanno sentire di meno alTemìgrato il peso della sua solitudine in un ambiente estraneo.
Questo lavoro, còsi spoìilaneo e disinteressato, è un frutto indiretto del soggiorno a
Roma e giunge provvidenziale in un momento in cui la nostra penuria di ¡¡astori
non ci permette di fare di più fra i lavoratori italiani aH’estero.
* * *
Alla fine di giugno gli studenti hanno
eletto « praeses » per il nuovo anno accademico lo studente di IV anno Mario IL BeruUi, di Torino. Molti auguri per la sua
nuova responsabilità!
* * *
Le offerte sono sempre prezioso e *»p.
prezzatissime — nel sostenere l I
vari Iati della sua attività. R i eie
esse possono essere versate sia sni r n .. num
1/27855 intestato alla Tavola • \i.,
IV Novembre 107, Roma, sìa sul nnm
2/12886, intestato al prof. Bfiino i
Via Pietro Cossa 42, Roma, sppmhi’.-.'iriQ
causale del versamento. L'in»^- i.. (:ì.
rardet, Via Carlo Poma 2, Rotn:i_ rrc-vf in.
vece le quote di associazione al soiinii/u* rp»,
gli Amici della Facoltà. /. (
Cronaca del Concilio
Mariologia: si preferisce l’equivoco del silenzio
al rischio della divisione
(segue dalla 1» pagina)
Gay Evelina, Pinerolo, 1.000 — Siegenthaler
Annemarie, Berna, 200 — Sr. Jacqueline
Rouge, Svizzera, 200 — Long. ing. Arturo.
Pinerolo, .3.000 — Long Alice e Adelina, Pinerolo, 2.000 — Vigano Xenia, Milano, 3.000
— Conte Lalla, Torino, 2.000 - Dr. Peyrot
Enrico, Torino, 1.000 — Castiglione T. R.
Ginevra, 1.000 — Prelato Eanny, ToCno,
.300 — Bertin Enrichetta, Torino, ,500 —
Coisson Giovanni, Milano, 500 — Artus
Martinelli Susetta, Crema, 3.000 — Giordano Emilia, Torre Pellice, 300 — Beux Liline, Luserna S. Giov., 1.000 — Vinçon Aldo, S. Germano Chisone. 500 — Giorgiolè
Ester, Livorno, 500 — Trobia Ester, Pachino, 500 — Long Richard Alice, Svizzera, 150.
Grazie. (continua)
lascia le cose al punto in cui sono.
Certo, è meglio tacere piuttosto che
parlare quando la bocca di Dio è chiusa, come lo è .sulla questione di Maria. Ma .sarebbe ancora meglio se il
Concilio, prendeodo il coraggio a due
mani, desse inizio, sia pure con tutte
¡e cautele del caso, a quell’opera —
tanto attesa — di evangelizzazione
della pietà e della teologia cattolica,
in modo che esse diventino meno mariane e più cristiane. Sembra che il
Concilio, ne! .sue insieme, non abbia
queste cniaagio- il silenzio conciliare
su Maria — se ci sarà — conterrà certo un aspetto positivo, nella misura
in cui esso dimostra la reticenza di
una parte cospicua delTepiscopaio cattolico ad avallare ulteriori sviluppi
della dottrina mariologica. D’altra
parte questo silenzio, proprio perchè
frutto di un compromesso, non sembra essere l’indizio sicuro di una ferma volontà del cattolicesimo di ritornare, a proposito di Maria, su posizioni evangeliche.
* ^ *
Il 30! ottobre Tassemblea coniciliare
è stata invitata a rispondere a 5 domande relative ad alcuni punti cruciali del dibattito sulla Chiesa. Si trattava di un sondaggio d’opinione ch.e doveva rivelare Tcrientamento di massima dei Concilio in merito al problema
della natura e dei poteri del collegio episcopale (che è Tinsieme di tutti i vescovi della Chiesa cattolica) e
in merito al problema del diaconato.
A questo proposito del collegio dei
vescovi il Concilio, a grande maggio
ranza, ha affermato quanto segue: 1)
il collegio dei vescovi succede al collegio degli apostoli; 2) il collegio dei
vescovi, in unione con il pontefice romano, il cui primato su tutti i vescovi. sacerdoti e fedeli rimane inalterato, gode dei pieni e supremi poteri su
tutta la Chiesa; 3) il collegio dei vescovi, unito! al pai>a, ha questi poteri
per diritto divino. Cosa pensare di
queste risposte? Il problema di fondo
è, ovviamente, quello del governo della Chiesa, II Concilio ha affermato che
l’autorità suprema nella Chiesa è il
collegio dei vescovi in unione col pa
pa. Il dogma del primato del papa e
dei suoi poteri esclusivi viene espressamente ribadito, ma risulta in qualche modo temperato' dalla affermazione parallela dei poteri dei vescovi. Il
papa resta ¡’autorità suprema nel senso che il collegio dei vescovi non può
nulla senza il papa. Nello stesso tempo si afferma che per diritto divino i
pieni poteri nella Chiesa non appartengonc al papa da scio, ma, al papa
insieme ai vescovi o ai vescovi insieme al papa. Il collegio dei vescovi viene integrato nel dogma dei poteri universali conferiti al pontefice romano
dal Concilio "Vaticano I,
Da un punto di vista evangelico
questi orientamenti del Concilio sono
positivi in un senso e negativi in un
altro. Seno positivi nel senso che viene riconosciuto il principio della collegialità ne! governo della Chiesa: i
vescovi non sono dei semplici esecutO'
ri degli ordini e delle direttive del pontefice romano, ma partecipano direttamente e con autorità divina al governo della Chiesa. Questo è senza dubbio un progresso, dato che nessuna
LUTTO
In questi ultimi giorni è giunta la
notizia della dipartenza della Signora
Fernanda Long nata Menotti, moglie
del Pastore Valdese Silvio Long, attualmente residente a Fray Bentos,
nell'Uruguay.
Partecipiamo vivamente al lutto
del Pastore Silvio Long e della sua
famiglia, così dolorosamente colpiti.
Giunga loro l'espressione della simpatia cristiana di tutta la Chiesa Valdese e l'incoraggiamento a « ritener
fermamente la confessione della nostra speranza, perchè fedele è Colui
che ha fatto le promesse ».
Ermanno Rostan
forma di governo della Chiesa è più
contraria all’Evangelo che quella di
tipo monarchico-assolutista. Nello stes.
se.’ tempo, però, gli orientamenti del
Concilio lasciano alquanto' perplessi:
in primo luogo raffermazione perentoria che il collegio' dei vescovi .succede al collegio degli apostoli non è affatto comprovabile in base ail’Evangelo; in secondo luo'go vengono mantenuti i dogmi del Vaticano I, il cui
carattere non evangelico, anzi antievaingelico è noto a quanti hanno dimestichezza con la Parola di Dio ; in
terzo luogo — e questo è il fatto più
grave — si ha la netta impressione
che il riconoscimento dei diritti dei
vescovi nel governo della Chiesa abbia
segnato una nuova vittoria dello spirito gerarchico (che non sembra avere molto a che fare con lo Spirito Santo): si ha cioè Timpressione che la soluzione del problema del governo della Chiesa sia stata ancora una volta
vincolata e condizionata dal principio
gerarchico, per cui la partecipazione
dei vescovi al governo della Chiesa
sembra affermata non in base ad una
concezione comunitaria della Chiesa
ma nel quadro della sua struttura gerarchica: e questa struttura gerarchica, non solo non viene minimamente
incrinata, ma al contrario risulta ulteriormente rafforzata.
In merito al diaconato, 1588 « padri » (su 2.120) si sono dichiarati favorevoli a reintrodurloi come un ministero permanente e a sè stante (anziché concepirlo, com’è avvenuto .sinora, solo come un gradino verso il sacerdozio). Questo è un fatto positivo,
in quanto inrroduce una maggioie differenziazione dei ministeri nella Chiesa e offre al laicato cattolico la possibilità di partecipare, sia pure in posizicne subordinata, all’opera sacerdotale, ovviando da xm lato alla carenza
di sacerdoti e contribuendo dalTaltro
a diminuire la disianza che tuttora
separa il clero dai fédali.
Prudentemente, nella domanda sul
diaconato, non si menzionava la questione del matrimonio dei diaconi: un
minimo accenno in questo senso sarebbe probabilmenite bastato per bloccare ogni cosa. Paolo Ricca
Per mancanza di spazio siamo costretti a rinviare vari articoli e corrispondenze; ce ne scusiamo. red.
3
15 novembre 1963 — N. 45
pa* 3
Vitalità di Sœren Kierkegaard
(segue dalla 1® pagina)
la che come tutte le donne — tale è
la sua convinjàone — non può che vivere neirimmedialo, nel finito, nel contingente. Un tipo cerebrale non può
vivere per sempre con ima donna, con
nessuna donna! Lo turba però il riirorso per la rottura del fidanzamento: infatti egli si era legato con ima
promessa a Regina. Davanti a Dio,
perchè è questo che conta, davanti a
Dio è egli un bugiardo, uno spergiuro?
•Ecco nascere alcune opere che studiano questo problema, ma in modo
cggettivo, tanto che il lettore ignaro
della biografia kierkegaardiana può
considerare i temi in esse trattati indipendentemente dal fatto, per così
dire contingente, che li ha creati, che
eflettivamente esse superano di gran
lunga. ,
«Timore e Tremore » studia il pro
blema della sospensione teologica della morale; Abramd, davanti a Dio
non è colpevole nel trasgredire la morale comune che vuole che i genitori
proteggano i figli. Abramo ama Isacco ma se rifiutasse di sacrificarlo, ner
proteggerlo, trasgredirebbe gli ordini
di Dio. Il tempo vola per K. immerso
nei suoi pensieri e travagliato daH’inquifctudine e dalla passione. Porse si
e sbagliato pretendendo di dover sacrificare Regina, come Abramo sacrificò Isacco. Eppure egli l’ama, e non è
questa la prova più chiara che non la
sacrifica per egoismo personale?
Forse però è possibile trovare nel
matrimonio un equilibrio tra vita estetica e vita etico-religiosa, tra le esiuenzp cerebrali e quelle della vita quotidiana. K. prospetta questa possibiliià nei^Ppera « Aut - Aut », in cui tenta di iiescnvere ira l’altro la bellezza
della vita matrimoniale (pubblicherà
però V' nn sol volume il Diario del
Seduttore e. chiamiamolo così, Telogio
de' matrimonio).
Pe r-n di riallacciare la relazione con
Regi' •• e scrive «La Ripresa», naturalmw.ie come studio oggettivo su|
probi vaia della possibilità o meno di
npr) Il SII pure in un’altra maniera f: per cos', dire ad uno_ stadio superio'"'' un dato modo di vivere, una
rei arici'.e. o di provare o meno gli stesc, se ' nenti e le stesse sensazioni di
un t- vcpo neH’incontrare le medesime
pei-s-, n° e nel trcivarsi negli stessi luoghi 'in tempo. La ripresa è impossib’!'' bisogna rassegnarsi, decidersi a
viveva rinunziando ad avere sempre
tutto K. sembra quindi riconoscere
— tornando al suo problema personaje _ elle iJLsno compito religioso è di_^
sposare" Regina anche se questo lo
spingerà a rinunziare a certe sue particolari e forti inclinazioni estetiche ed
eticì'.e nel senso non comune della parola Nel frattempo però Regina si e
iidap.oata con Fritz Schlegel ed allora
K„ che non ha ancora pubblicato Topera, venuto a conoscenza di questo
fatto : vi aggiunge alcune pagine e scrive con gioia che ha finalmente, veraUìente ia ripresa; in senso diverso da
queT."' che si era aspettato, è vero, rtia
ccmiuique Tha avuta; ha ottenuto la
libertà di seguire l’idea di cui è schia
vo. Co=',, la questione « matrirnonio »
è definitivamente risolta. Regina occuperà sempre il primo, anzi Tuiiico
posto nel suo cuore, ma ora ©gli è libero di dedicarsi completamente al lavoro intellettuale.
Le nozioni di paradosso
e di scandalo
K. continua a scrivere, a rifiettere,
a pubblicare. Finanziariamente è
ro da preoccupazioni. Abbastanza amip. nel far fruttaxe i suol scritti,^ pubblica discorsi edificanti e libri originalisimi che hanno una parola da dire
nel campo della psicologia, della fllcsefia e della teologia. Continua a chiedersi come deve vivere per adempiere
la volontà di Die. E naturalmente
cuesto problema non può essere riso'to senza un ripensamento delle conseguenze per ogni singolo individuo dali’apparizmne nel mondo di Colui che
è Via, Verità e Vita. Con la venuta
di Cristo ecco apparire le nozioni di
« paradosso » e di « scandalo » che stanno necessariamente alla base della fede («La Fede ha sempre come base
il paradosso, come Venezia il mare »).
E lo scandalo è l’urto del paradosso,
che si presenta alla ragione dell uomo, e che fa soffrire chi non è vinto
completamente da esso, perchè la ragione soffre del fatto che il « totalm^te diverso », le appaia come qualche
cosa che può capire, ma, che non e Im
gico. E’ solo‘ quando Dio si rivela alTuomo, che questi accetta il paradosso come base della conoscenza della
verità sui mondo intiero, senza soan
dalizzarsi specialmente nell oj^ra
« Briciole di filosofia » —. E approfondendo queste nozioni K. nota come il
parallelo fatto talvolta tra (pr^to e
Scorate n'cBi sia esatto, perchè Socra
te come massima punta delia sua filosofia mirava a staccare il discepoli dai
maestro', mentre per C)ri&to è tutto
l’opposto; la Verità è Cristo stes^ che
è insieme la Via e la Vita. La fede e
quindi un salto che permette alla ragione di accettare come ragionevole
quello che non è 'ragionevole”, perchè Dio nella sua sovranità e nella
sua libertà vuole rivelarsi così all uomo; Egli, infinito apparendo in un
deto momento nella storia come tolto (sebbene non rinchiuso nella fini
tezza). Egli, eterno, manifestandosi
come uomo mortale (sebbwie non prigioniero della morte). Non dobbiamo
I->erò immaginare che K. pensi ad un
brutale « sacrificium mtellectus » quando riconosce che la ragione è vinta
dalla Rivelazione K. precisa che la
fede è una passione, ed anche una inquietudine. L’ucmo inquieto cerca con
passione la Verità, e quando questi
viene a lui e lo vince, non si può neppure dire che soffra molte per il latto
che il suo ra^onamento logico è vinto, CCS', come in fondo non soffre molto (anche se un po’ gli dispiace di
Caricatura-ritratto, del Marstrand
aver perso la sua libertà, dopotutto è
però contento di averla persa) il giovane che sente di non potere più amare altre fanciulle perchè in una -—
nella sua fanciulla — ha finalmente
trovato l’amore. Non vi è sconfitta,
poiché inconsciamente è proprio questo che la ragione voleva: essere 'vinta da qualche cosa di più forte di lei.
L'individuo
"eli peccato
K. si sente anche spinto a mettere
in risalto l’importanza delTindividuo
di fronte alla Verità: questa infatti
non è un qualche cosa che si riferisce
ad una società in genere, ad un
masso di gente qualsiasi. Ogni individuo tormentato dalTangoscia (tema
che K. sviluppa appunto ne «Il concetto dell’angoscia » e amplifica ne
« La malattia mortale ») finisce col
cadere neirerrcre, nel « peccato », e si
dispera perchè di fronte alla conoscen
za dell-a sua caduta (davanti a Dio
che gli fa conoscere il suo vero stat.o
di uomo finito e peccatore) resiste, e
vuole e-sere quello che non è o non
vuole essere quello che è. Vuole essere
tutto infinito o tutto finito, per cui o
si smarrisce nel campo nelle possibilità o resta soffocato dalla cappa della necessità che lo opprime. Ma 1 individuo supera questo stato di pecca.c
quando, « mettendosi in rapporto con
se stesso, volendo essere sè stesso, 1 io
SI fonda, trasparente, nella potenza
che Tha posto» (S. Kierkegaard; La
malattia mortale, a cura di M. Corseen - Milano, 1947, pag. 163).
Le nozioni di individuo e di peccato
saranno anche quelle che spingeranno il pensatcìre danese a combattere
il sistema di Hegel in particolare ed
ogni speculazione filosofica in generale, perchè « la serietà dal peccato
sta nella sua realtà nel singolo, sia
ir. me sia in te », mentre invece, « speculativamen'te si deve prescindere dal
singolo, il che vuol dire; speculativa
mente non si può parlare del peccato
che in un modo frivolo. La dialettica
del peccato è d’rettamente opposta a
quella della speculazione» (OP- “ipag. 149). , . .
Tutta la polemica ohe e possibile
leggere nell’opera kierkegaardiana contro la «fella», il «pubblico», la «società» poggia su basi religiose. Non
è per un sentimento aristocratico o
per certa qual coscienza di superiorità verso gli altri che continuamente
K. fa delfa polemica in questo senso.
Egli vuol soltanto mettere in evidenza la concezione cristiana che dà risalto ad ogni singolo iridividuo, per
piccolo ©d ignerato che sia.
Oggettività
e saggettività .
K. si rende conto che quanto egli
viene mettendo in luce può anche non
essere creduto dagli uomini. Non sa
può dimostrare la Verità, non si può
parlare oggeitivamente della salve:^
recata dai «totalmente diverso», che
prende l'aspetto umano, alTuomo che
vive nel peccato, nell’errore ! Il rai^
corto con il « totalmente diverso » avviene nel segreto delTuoino, nel suo
foro interiore. Ecco allora il pen^tore
danese proclamare che la verità e la
soggettività dell’ interiorità, perchè
quésta è la verità del paradosso.
E K. sferza con la sua feroce ironia
1 partigiani delTobbiettività, i professori che si interessano della storia universale, i docenti che scrivono volumoni interi su pretese verità e tutto
sempre dimenticando di essere essi
stessi « esseri esistenti ».
E’ assurdo parlare di un « io puro »
oggettivo, quando non si può spiegare
come si faccia a parlarne e quale sia
la relazione che corre tra il povero individuo esitante, quale è ogni uomo su
questa terra, e quel fantastico « io puro ».
Vediamo così, quale incompatibilità
di carattere esista tra il pe^iero kier
kegaardìano e quello cartesiano ed hegeliano. Sono l’uno l’opposto degli altri. Le categorie del «singolo», delle
« scandalo », della « incarnazione »,
dell’« interiorità » e della « soggettività » sono tutte premesse di un pensiero che si oppone nettamente a quello della filosofia idealista.
Interiorità
ed esteriorità
K. proclama queste verità al mondo, ma diviene sempre maggiormente
cosciente di doverle anche ricordare
alla Chiesa, al cristianesimo ufficiale, che fa di ogni persona un credente, che considera tutti cristiani e par1-a di Cristo come dì qualche cosa di
oggettivo e fa delTEvangelo una dottrina -che si impara anch’essa oggettivamente. Nella vita e nel pensiero
di K. notiamo un crescendo nelTenfasi con la quale queste verità vengono ricordate allo speculativo XIX secolo ed alla Chiesa. E questa enfasi
finisce per spingerlo a contraddire
persino sè .steisso.
In « Timore e Tremore » si era sforzato di spingere il lettore a fare un
movimento verso l’interiorità e si era
sffannato a mettere in risalto che «il
paradosso della fede consiste nel fatte che c’è un’interiorità incommensurabile alTesteriorità ». Aveva fatto la
descrizione del « cavaliere della fede » che non si distingue in nulla da
un uomo qualsiasi, benché in realtà
sia totalmente diverso da esso perchè
ad ogni istante, qualsiasi cosa faccia,
è in rapporto con l’infinito; ma questo rapporto non si vede e sul piano
normale della mor ole comune il « car
valiere della fede » appare uguale agli
altri anche se « si è irifinitamente rassegnato a tutto per potere riacquistar
re tutto in virtù delTassurdo », come
Abramo che ha ri.wuto in dono Isacco, ma proprio perchè aveva rinunziato per sempre ad averlo. Nella « Postilla scientifica alle briciole di filoeofìa » K. criticherà questo suo modo di
concepire la morale, riconoscendola
effettivamente troppo teorica ed estetica dal punto di vista descrittivo, ma
manterrà ancora fermamente l’idea
che Tinteriorità è incommensurabile
alTesteriorttà. Però questa concezione
etica cambierà con Taccentuare Timitazione di Cristo, e cambierà tanto
che K. giungerà persino al punto di
accusare di seguire una scappatoia chi
Dati cronologici sulla vita
di Sœren Aabye Kierkegaard
— 5 maggio 1813:
Nascita in Kopenaghen.
— 20 aprile 1828 :
Confermazione nella Chiesa Parrocchiale di Nostra Signora.
— .30 ottobre 1830 :
K- si iscrive aU'Università.
— 2-3 luglio 1840 :
Si laurea, con la menzione « laudabilis », presso la Facoltà di Teologia.
— 10 settembre 1840:
Fidanzamento con Regina Olsen.
— — 11 agosto 1841 :
K. rimanda l'anello di fidanzamento a Regina.
— 11 ottobre 1841:
K. rompe definitivamente il fidanzamento con Regina.
— luglio 1843:
Viene a sapere che Regina Olsen si è fidanzata con Fritz Schlegel.
— 18 dicembre 1854:
K. inizia la battaglia contro la Chiesa ufficiale in Danimarca.
--24 maggio - 25 settembre 1855:
Escono i fascicoli de « L'Ora », atti di accusa al cristianesimo del Regno di Dani-,
marca.
— 2 ottobre 1855 :
K. è raccolto privo di sensi sulla via e ricoverato all ospedale.
— il novembre 1855:
K. muore all’ospedale.
— 18 novembre 1855:
Solenni funerali.
sostiene che vi è un’interiqrità non
commensurabile aU’estertorità. E dirà che sono i pastori che hanno inventato la categoria dei « cristiani nelTmteriorità segreta ».
Il vero cristiano è invece colui che
vuole « testimoniare per la verità e
patire per essa ». Imitare Cristo significa soffrire come Egli ha sofferto.
« La sofferenza che il Nuovo Testamento inculca come sofferenza specifica è proprio il soffrire che viene da
parte degli uomini. Dio vuole essere
amato, ma, per contrasto, amare Dio
deve significare che con ciò tu entri
in collisione con gli uomini ». Questa
idea spìnge K. a combattere ogni forma di cristianesimo ufficiale, o meglio
di Chiesa i.stituzionalizzata. Contribui.sce anche ad accrescere in K. l’odio
contro le forme -visibili del cristianesimo l’esasperazione della categoria
dei singolo che lo spinge (questo è
particolarmente evidente nel « Dia^
rio ») a respingere tutto quel che è
società, comunità, unione sia pure di
individui coscienti del rapporto intercorrente tra infinito e finito, interiorità od esteriorità. Il vero cristiano è
colui che è deriso ed odiato da tutti,
perchè in lui è, diremo meglio, rivive,
quella verità che Cristo ha portato
agli uomini e per la quale è stato crocifisso.
L'attacco
alla cristianità
K. non sviluppa queste idee, non descrive soltanto la figura delTimitato
re di Cristo, odiato e perseguitato dal
mondo, ma la vive, (o comunque vuole viverla). Poiché il vescovo luterano
Martensen aveva chiamato, nel corso di un elogio funebre, il suo predecessore Mynster «testimone della verità », K. scrive un articolo contestando la validità di questo appellativo.
Martensen risponde. K. controbatte.
La polemica si allarga, coinvolge tutto il cristianesimo di Stato della Danimarca. Il giornale « Il corsaro » at
tacca K. mettendolo in ridicolo anche
con caricature. Questi sente salire con.
tre di lui l’ondata di malcontento per
le critiche che pubblica in fascicoìetti da lui intitolati «L’ora» (o «L’istante», a seconda dei traduttori) che
in quattro mesi raggiungono il numero' di nove. Il pensatore danese ha la
impressione di essere finalmente, veramente, im vero « testimone della verità», che imita giustamente Cristo.
Continua ferocemente a criticare il
cristianesimo del Regno di Danimarca, e non soltanto quello. Anche al di
d’oggi — come tutte le opere di K. —
questi fascicoli non sono letti in vano {jerchè il loro contenuto suptera di
gran lunga una polemica contingente.
Le energie di Kierkegaard sono logorate da questo sforzo. Il 2 Ottobre
1855 cade in una via di Kopenhagen
e viene ricoverato all’ospedale dove
muore TU Novembre. Ma il suo p»ensiero continua ad avere grande imptortanza e a esercitare la sua influenza anche oggi, anzi è forse più apprezzato oggi che non allora.
Bruno Costabel
LUSEBHA S. GlOVAHHl
Benvenuto. ■— Doihenica 10 novembre,
nel tempio dei Bellonatti. durante il cullo
delle 10,30, è stato presentalo ad una numerosa assemblea il nuovo secondo pastore
della Comunità. Candidato in tcoiogia Teodoro Magri da Brindisi, il quale ha dato la
pì'cdicazione in una forte testimonianza personale ispirata al testo 1 Criovanni l ; 1-4 :
« quel che abbiamo udito... veduto con g/i
occhi nostri... e che le nostre mani hanno
toccato della parola della vita... noi lo annuiizlamo anche a voi.. ».
La Corale, con un canto intonato alla circostanza ha anch'essa espresso il gioioso benvenuto della Comunità al nuovo giunto pastore e alla sua famiglia.
Poche ore più tardi, nel pomeriggio, nella
nostra Casa Valdese, rCiiione Femminile convenuta dai più lontani quartieri, gremiva il
proprio locale per dire alla Signora Anna
Magri-Fiume il più aiicituoso benvenuto fra
noi. Al messaggio della presidente, la Signora Magri rispose esprimendo, in commosse
parole, il suo ringraziamento e la sua gioia
di trovarsi alle Valli. Il gruppo delle più
BARI
Giovedì 7 Novembre, nella nostra chiesa
gremita dì parenti e di amici, è stato celebrato il matrimonio della nostra sorella signorina Laura Laurora col Prof. Vito Carofiglio. Prossimamente gli sposi si trasferiranno a Milano, presso ia cui Università insegna lo sposo.
Al rimpianto di questa partenza si accompagna la certezza che la nostra cara Laura
porterà nella Comunità di Milano il contributo della sua fede, coUaborando alle varie
attività col suo giovanile entusiasmo Al saluto che indirizziamo agli Sposi uniamo il
nostro augurio di ogni benedizione da parte
del Signore nella loro vita individuale e familiare, oltre che nel loro lavoro. Ci congratuliamo anche con i genitori e tutti i parenti.
E. Co.
giovani unioniste esegue quindi con vivo
sentimento un coro preparato per Loccasione.
Al termine della simpatica riunione cui
gentilmente presenziavano anche le colleghe
Sig.ra Elvira Colucci e Laura Bertin, giunta
in ultimo, il pastore Magri reca alle convenute il suo primo saluto e, su loro richiesta,
fa loro parte, in una interessante conversazione, delle profonde esperienze che hanno
segnato la decisiva svolta del suo ministero
cristiano.
Un « thè n preparato con superba arte casalinga dalle nostre sorelle e il canto di un
inno concludono il fraterno incontro coi nostri nuovi colleghi.
Ringraziamenti. — La nostra Corale ha
compiuto, in occasione delle festività di principio novembre, una bellissima gita sociale a
Firenze, partecipando ad una serata evangelistica a Tavarnuzze e al culto ecumenico del
la domenica della Riforma. Al pastore San
tini e alla ospitale comunità fiorentina tutt
ì. coralisli ridicono la loro viva gratitudine
Viva riconoscenza esprimiamo altresì ai
pastori S. Colucci e G. Bertin che hanno fra
ternamente sostituito il pastore assente, pre
siedendo i culti domenicali del 3 novembre
e i servizi religiosi per la dipartenza di due
fratelli della Comunità.
Verso le rive eterne. — Due famiglie della
Chiesa sono state provate dalla improvvisa
dipartenza di due cari fratelli: Bartolomeo
Maiali, richiamato dal Signore il 30 ottobre,
in età di 78 anni, e Pietro Cougn dipartitosi
dai suoi familiari il 2 novembre, in età dì
70 anni. Alle famiglie nel duolo rinnoviamo
Tespressione della nostra solidale cristiana
simpatìa.
Nuovo focolare — Il 9 novembre abbiamo
celebrilo nel nostro tempio il matrimonio di
due cari giovani e attivi membri della Comunità: Stefano Girardon (il primo dei sette
fratelli) e Nella ReveL ai quali va ancora
Taffetluoso augurio di una vita felice al servizio del Signore.
/ culti quartierali si inizieranno con la riunione ai Peyrot giovedì 14 novembre e la
riunione a Fondo S. Giovanni (neU'aula della Scuola dì Economia Domestica) venerdì 15
novembre alle ore 20. /.
PRAMOLLO
— Domenica mattina, 27 ottobre, al termine del culto abbiamo celebrato il matrimonio di: Long Alice (Ruata) e di Gabutti
Ettore Virginio (Villar Perosa), circondati da
un numeroso gruppo di parenti e di amici.
Ai giovani sposi che hanno fissato- la loro
dimora a Villar Perosa rinnoviamo il nostro
augurio fraterno di una vita in comune benedetta dal Signore ed al Suo servizio.
— Domenica 3 nov^embre con mi culto
seguito dalla celebrazione della Santa Cena
abbiamo ricordato la Riforma protestante ?
dato così inìzio a tutte le attività ecclesiastiche in seno alla nostra comunità.
— Giovedì 7 novembre un lungo corteo
di parenti e di conoscenti ha accompagnato
alla sua ultima dimora terrena la spoglia
mortale del nostro fratello Sappè Erminio
(Allieri), deceduto a seguito di breve ma
violenta malattia aH'elà dì 52 anni all'Ospedaie Civile di Pinerolo. martedì 5 novembre.
Alla moglie, alle figlie,* agli anziani genitori, ed a tutti i familiari, così improvvisamente visitati dal lutto, esprimiamo la nostra
profonda simpatia cristiana
Un (( diàcono )) n Ginevrn
Ginevra. — Per la prima volta nella sua
storia la Chiesa nazionale protestante di Ginevra ha consacrato un diacono. Frère Jean
Gerber si è formato nel corso di venti mesi
nella scuola del Diaconato maschile romanzo — fondato trent'anni fa — e ha poi trascorso un periodo di prova di due anni in
una comunità.
Riconoscendo ufficialmente una nuova forma di servizio consacrato, (juesta Chiesa ha
sottolineato la diversità dei ministeri, la necessità di ripartire le funzioni fra molte ]()ersone, piuttosto che affidarle tutte ad un pastore. Rimane ancora da definire lo statuto
dei diaconi e da vedere se le altre Chiese
Iella Svìzzera francese prenderanno questa
vìa. (soepi)
4
pag. 4
15 novembre 1963 — N. 45
T
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
MILANO
POMARETTO
Attività ecclesiastiche
GENOVA
Recentemente il maestro Franco Calvetti
ha dato un prezioso messaggio al tempio. Lo
ringraziamo molto per la sua collaborazione
e gli facciamo molti auguri per il tempo di
assenza dalla nostra comunità.
Domenica 10 novembre il colportore De
Caro Paolo ha dato la sua testimonianza molto apprezzata dalla comunità. Il fratello De
Caro inizierà presto la sua missione alle valli
e sin d'ora chiediamo alla nostra chiesa di
accoglierlo con gioia e di acquistare dei libri.
Sabato 9 novembre è stato celebrato il matrimonio di Rinaldo Beux e Iris Long alla
presenza di un folto gruppo di persone. Il
Signore benedica il nuovo focolare che s’è
costituito alla sua presenza.
Domenica 17 alle 14,30 avrà luogo Tunione delle madri al Clot Inverso.
Giovedì 21 c. m. alle 20,30 avrà luogo una
riunione ai Maurini presso la famiglia del
geometra Gino Rostan. Tutte le famiglie della zona sono caldamente invitate.
Gli abbonamenti all’Eco sono accettati dal
cassiere entro il 15 dicembre. Dopo tale data
bisogna farli direttamente.
Invitiamo tutte le famìglie ad abbonarsi
anche all’Amico dei Fanciulli.
TORBE PEUICE
— Il 27 Ottobre sono ripresi i nostri culti mensili in francese. Essi sono stati I»resieduti dal Past. E. Ganz e dal Past. G.
Bertinatti a cui va la nostra riconoscenza.
'— Domenica 3 Novembre abbiamo ricordato la Riforma ed abbiamo celebrato la S.
Cena. Ai Coppieri il culto è stato presie
duto dal Past. S. Colucci che ringraziamo
di cuore.
Nel pomeriggio del 3 Novembre le
Madri si sono riunite per il loro incontro
mensile od hanno ascoltato uno studio sulla vita e l’opera di Martin Lutero. Nello
stesso pomeriggio abbiamo ripreso i culti
alla Cappella battista.
— Le riunioni di quartiere hanno riaperto le porte. Purtroppo il tempo non ci
è stato molto propizio, ma speriamo bene
per il futuro. In queste prime riunioni ci
siamo soffermati sull messaggio del Sinodo
alle Chiese. In seguito seguiremo il tema
proposto dall’A'Ueanza delle chiese riformate: Lo Spirito Santo.
— Intanto le nostre due Unioni giovanili
de! Centro e dei Coppieri hanno ripreso la
loro attività. Hanno eletto i loro seggi ed
anche quest’anno i Presidenti sono rispettivamente Attilio Sibille ed Attilio Pasquet.
All’Unione del Centro ci si propone di trattare il tema dell’Unità della Chiesa, di chia
, rificare in particolare alcuni aspetti deUa
nostra posizione di fronte al cattolicesimo,
ci sono anche in programma degli studi biblici «u temi proposti dagli unionisti. In
programma ci sono anche tante altre cose
ma sarà meglio parlarne quando saranno attuate. Ai Coppieri abbiamo avuto alcuni
studi di carattere polemico e una lettura
del bollettino di Riesi. Qui il programma
non è ancora chiaro, ma speriamo di avere
Un buon lavoro. Occorrerebbe che molti
giovani, che non frequentano le Unioni,
venissero a rinforzarne le fila, specialmente
quelli che a 20-25 anni dicono di essere
vecchi !
— Il Sig Sonelli, dopo una assenza dovuta ad esami che doveva soistenere alla
nostra Facoltà di Teologia, è ora definitivamente fra noi con la Signora e il bamibino.
— Domenica prossima ci sarà la serata
di apertura della società «Enrico Amaud»:
speriamo che i membri di questa società
intervengano numerosi per impostare insieme il programma dell’anno che ci sta dinanzi.
— Abbiamo aoeennato alle diverse « attività » iniziate o da iniziare. Ma la vita di
una chiesa è soltanto in piccola parte costituita dalle « attività » ; essa è assai più
varia e coimpilessa. Così queste ultime settimane nella vita della noistra -comunità sono state caratterizzate da diversi avvenimenti dolorosi; alcune nostre famiglie hanno conosciuto l’ora del lutto, altre hanno
avuto momenti di grande ansia e dispiaceri
gravi. II Signore voglia aiutare questi nostri fratelli nelle loro ore difficili e ci dia
sempre più di essere solidali gli uni con
gli altri.
PERRERO-MANIGLIA
Quello che era da tempo un nostro grande desiderio si sta avverando: la sala delle
nostre attività che necessitava grandi riparazioni è stata rimessa in efficienza. I lavori
sono stati eseguiti con molto amore e perizia da un buon numero di -collaboratori
volontari guidati da due persone esperte;
l’anziano -sig. Alberto Ferrerò ed il vice
presidente dell’Unione giovanile Elvio Chi
go. Vogliamo celebrare il coronamento d
questo bel lavoro compiuto, con un ìncon
tro dei membri della comunità invitando!
tutti ad un thè di beneficenza, per aiutare
a sostenere le spese incontrate per l’acqui
sto dei materiali, domenica prossima 17 novembre a partire dalle ore 15 nella sala
rinnovata. Raccomandiamo vivamente questa riunione benefica e rinnoviamo a tutti
i nostri preziosi collaboratori -che ricordiamo tutti, anche se non li nominiamo persottalmente, per la grande somma di lavoro
compiuto, unitamente all’infaticabile anzia
no Ferrerò ed al dinamico giovane Elvio
Ghigo.
Sforzo evangelistico
interdenominazi on ale
Le varie Chiese evangeliche di Genova
hanno dato l’avvio ad uno sforzo evangelistico in comune. Per tre sa-ba-ti, a partire dal 9 novembre, è stato prenotato il
Teatro dei Mutilati, capace di 600 posti, e
tre oratori terranno conferenze di evangelizzazione. Ha iniziato la serie il past. Ernesto Ayassot (« L’angoscia dell’uomo moderno ») ; seguiranno .1 past. Franco Sommani (« La solitudine ddl’uomo modano ìì) e il past. Manfredi Ronchi (« La sfiducia dell’uomo moderno ») ; per avere una
collaborazione più diretta di tutte le varie
Cbie.se era stato pure invitato il past. Bracco
delle Assemblee di Dio in Italia, ma egli
è stato costretto a declinare l’invito a causa
di .altri impegni inerenti al suo ministero
di responsabile delle Chiese pentecostali
in Italia. Queste tre conferenze saranno in
qualche modo integrate da tre riunioni di
evangelizzazione che nelle domeniche susseguenti si terranno rispettivamente nella
Chiesa Valdese di Via Assarotti (past. Aldo
Sbaffi), nella Chiesa dei Fratelli di Via Saluzzo e nella Chiesa Battista di Via Vernazza (ipast. Emidio Santilli). Per la prima
volta nella nostra città questa attività evangelistica sarà -compiuta con -l’impegno di
tutti gli evangelici genovesi, incinsi i « Fratelli » e i Pentecostali. Tutti insieme vogliamo dire ai nostri -concittadini : « In un mondo in rapida -trasformazione. Cristo è la sola realtà permanente b.
— L’Assemblea di Chiesa della ripresa
ha rivolto un messaggio di saluto e di ringraziamento al past. Roberto Nisbet e alla
Signora, che hanno lasciato Sampierdarena
per Vallecrosia, e un cordiaile benvenuto al
eand. Bruno Rosiagno che oltre ad avere
Il cura della comunità di Sampierdarena
Sestri, si occuperà pure delle attività gio
vanii] a Genova; ha udito la relazione del
Sinodo, da parte del delegato. Anziano Federico Schenone; ha riconfermato come
Anziano il sig. Alberto Durand e come
Diacono il dr. Carlo Rapini', a sostituire il
Diacono dr. Manlio Gay, che ha declinato
una rielezione e che è -stato ringraziato, ha
eletto la sig.a Lily Gay; dopo nn’intevessante scambio di vedute sull’opportunità di
continuare gli « incontri » mensili della comunità, è stata nominata la commissione
che quest’anno sarà resnonsabile della loro
organizzazione (sig.a Lily Gay, sig.ne Graziella Gay e Elena Pcyrot, sigg Ruggero
Hrnking e Pietro Rizzi).
— La sera di giovedì 7 c. m., con la
paitecipazione del past. E. Ayassot, presidente della Commissione distrettuale, ha
avuto luogo un’Assemblea di Chiesa s'.raordinaria, per affrontare e discutere sulla base
di informazioni precise. La situazione finanziaria della nostra Chiesa e le respon
sabilità particolari della nostra comunità,
anche sul piano di una -colaborazione fra
le comunità e i loro gruppi più impegnati
e volenterosi, nell’attuale carenza di uomini e di mezzi e nella purtroppo diffusa fiacchezza di vita di fede.
— Il culto della Domenica dello Riforma
— in assenza del past. Sbaffi impegnato a
Roma per le sedute periodiche della Tavola Valdese — è stato presieduto dal past.
Gino Conte, che ringraziamo per la sua
( o-llaborazione. In occasione deUa celebrazione della Riforma la vetrinet-ta affittata
dal Consiglio di Chiesa, nel pubblico sottopassaggio di Piazza Corvetto, e curata dal
Diacono Papini ha presentalo aj -passanti
pubblicazioni e dccumenti.
— Segnaliamo i prossimi culli nella diaspora: NERVI, do-meinica 15 dicembre,
ore 15,30; CHIAVAR I, domenica 22 dicembre, ore 16.
— Sono stati battezzati, ultimamente, Enrico Liggeri e Paolo Giovanni Samuele
Coldberg. La comunità si rallegra per questi fanciulli elle entrano a far parte della
famiglia di Dio e invoca su di loro e sulle
loro famiglie ogni benedizione da parte
dell’Eterno. Ci è pure dato di guardare con
fiducia agli anni che vengono, e nei quali
pare ohe la nostra piccola Scuola Domenicale sarà ben rinforzata, se l’emigrazione
per ragioni di lavoro non disperderà molte
giovani famiglie.
Per i sinistrati
del Vajont
Si comunica che la somma finora
raccolta dalle Chiese Valdesi per i
sini-strati della sciagura del Vaiont è
di 2.500.000 lire.
Alcune Chiese non hanno ancora
inviato il loro contributo e pertanto
inviamo loro un sollecito in questa
occasione.
Le offerte raccolte dalla Chiesa
Valdese saranno aggiunte a quelle
di altre Chiese Evangeliche in Italia.
Provvederemo ad inviarle al più presto al Consiglio Ecumenico delle Chiese allo scopo di cooperare alle iniziative che sono state prese sul piano dell'assistenza locale ai sinistrati.
Moderatore Ermanno Rostan
Partenza del Signor Rostagno. Una simpatica riunione ha raccolto un gruppo di membri di chiesa, soprattutto di responsabili di
attività, per salutare il signor Bruno Rostagno chiamato dalla Tavola Valdese a dirigere
la Chiesa di Sampierdarena e Sestri.
Egli hà lasciato la nostra città dopo tre
anni di permanenza in cui, non solo ha collaborato all opera di Milano e diaspora, ma
ha dato 1 avvio ai corsi di istruzione religiosa
protestante alla Scuola Europea di Varese.
Particolarmente tra i giovani egli ha lasciato un vivo rimpianto. Ua chiesa gli rinnova l’espressione della più viva riconoscenza
per quanto a fatto in mezzo a noi.
Nella stessa occasione abbiamo dato il benvenuto al signor Rebeaud venuto a sostituire
il signor Rostagno e alla sua Signora. Auguriamo loro un buon lavoro qui a Milano.
Ripresa delle attività. Con il cullo di
Santa Cena della prima domenica di ottobre
si sono riaperte le attività di Chiesa.
Scuola domenicale e catechismo. Il culto
della seconda domenica di ottobre è stato
anche culto di apertura deUa Scuola Domenicale. Secondo la consuetudine in quella occasione, si sono radunati i genitori ed i bambini per un culto in comune; con la domenica 20 ottobre la Scuola Domenicale ha ripreso il ritmo normale di attività: ore 10 della
domenica mattina breve culto dei bambini;
ore 10,30 classi di istruzione religiosa.
Vi è una novità fra i responsabili della
Scuola Domenicale: il signor Lorenzo Bonetti
non può quest’anno continuare la sua attività
di monitore. Gli siamo grati per quanto ha
latto nel passalo e per l’interesse con cui ha
seguito il suo gruppo. Siamo lieti di dare il
bentornalo fra i monitori al signor Giordano
Bonomi il quale ha accettato di occuparsi
nuovamente di un gruppo di bimbi; gli è
stato affidato il gruppo dei bimbi della quinta elementare.
Cultura religiosa. Abbiamo iniziato il nostro corso di cultura religiosa con una conversazione nel salone in mi abbiamo affrontato questo argomento: La festa della Riforma ha essa ancora un significato?
Come corso biblico di quest’anno noi studieremo il libro di Susanna Dietrich : « Il
-nono di Dio ». E’ un libro in cui si cerca
di far comprendere quale è la trama fondamentale della Bibbia e questo per aiutare i
lettori a comprendere i passi che stanno leggendo. Noi seguiremo quest'anno i vari capitoli di questo libro e soprattutto avremo su
di esso una conversazione clic sarà molto interessante.
La Corale. Anche la Corale ha ripreso la
sua attività e naturalmente, come ogni anno,
si pone il problema della frequentazione di
questa attività da parte dei membri di Chiesa. Per il momento i presenti alle riunioni
dei lunedi sera sono molto limitati di numero e ciò anche per la partenza di qualcuno
degli ex-membri della Corale. D’altra parte
speriamo che nuove reclute vengano ad aggiungersi e che questa attività possa continuare regolarmente, almeno come per il passato.
Vorremmo mettere in evidenza l’importanza del canto nella attività di Chiesa: ricordiamo che la Riforma « è proceduta cantando », 1 interesse per il canto sacro è anche
un segno di spiritualità in una comunità.
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caccia e pesca
ÜD priniu tenlativu io Svizzera;
accogliere gli operai stranieri
Direttore reap.; Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To'
Rispondendo ad um voto espresso dal Sinodo del Vaud, le eomuinità di Dailiens e
di Oulens hanno organizzato, qualche tempo fa, una serata per operai stranieri residenti nel loro territorio. A Penthalaz,
invitati con lettera personale, 83 stranieri
eu 178 si sono riuniti nella sala della coniunità, accolti calorosamente dalle autorità parrocchiali e civili. Qualche cortometraggio e un ottimo spuntino hanno ravvivato la serata che è stata festosa. A Ouleris le piccole dimensioni della comunità
hanno permesso di procedere più famigliarmente. Gli operai Stranieri erano accompagnati dai loro datori di lavoro e dalle famiglie presso cui alloggiano. Su una
trentina d’invitati v’erano... 40 presenti,
poiché parecchi avevano a loro volta in
vilali compagni dei villaggi vicini. La riuscita di queste serate dimostra il valore
dell’iniziativa. La cosa più rallegrante è
che gli operai, prima riservati e discreti,
sono diventati cordiali e aperti. (spp)
IId nnuvo (juutidiano leligioso a londra
Cattolici e protestanti messicani
diffondono insieme la Bililiia
Cattolici e protestanti collaborano, nel
Messico, nei loro sforzi per far leggere la
Bibbia. La socetà biblica nazionale cattolica si è proposta di distribuire 500.000
esemplari deUa S. Scrittura, il prossimo
anno. Aa Cittaà del Messico, su domanda
del viscovo Méndez Arceo, i protestanti
hanno partecipato a un’asposizione di Bibbie. Con l’accordo di papa Giovanni XXIII
questo vescovo ha autorizzato i suoi fedeli
a «leggere le Bibbie protestanti». (sppi
.\lcune personalità britanniche progettano il lancio di un quotidiano a base religiosa. Il rev. H. S. Goodwin, che è stato
giornalista per 40 anni, ha reso nota ultimamente la sua intenzione di creare un
giornale, il «Daily Leader ì>, che ogni
mattina « insisterà sul bene piuttosto che
sul male » e darà aUa nazione « una ferma
l oiidot'ia di vita »; l’idea è di dare importanza a fatti positivi e di lottare contro il
declino dei costumi provocaudo un risveglio della vita nazionale. Il comitato di
redazione attorno al rev. Goodwin comprende rappresentanti delle Chiese metodista, congregazionalisU, dei Quakers, del1 Esercito della Salvezza. Per poter vivere
il quotodiano deve poter contare su 80.000
letteri, in partenza. Sarà stampato nella tipografia del « New Daily »,
(spp)
Abbiamo a disposizione un direttore di corale
che è appassionato e capace, abbiamo a disposizione una corale che può aiutare il canto ecclesiastico: una volta ancora vogliamo
richiamare tutti coloro che lo possono a contribuire al potenziamento del canto anche
partecipando alle attività della Corale.
Unione Giovanile. La nostra Unione Gio.
vallile ha ripreso anch’essa la sua attività e
si è messa con entusiasmo al lavoro. Il comitato direttivo è formato dal signor Enrico
Rostan, presidente; dall’ingegner Liggeri e
dal signor Bogo e dalle signorine Manfredi e
Costabel. Ci auguriamo che il lavoro di questi giovani possa essere coronato da abbondante successo per il bene della nostra comunità. Invitiamo tutti i giovani che sono
liberi il giovedì sera, a voler frequentare la
nostra Unione Giovanile Valdese.
Lega Femminile Valdese. La L.F.V. ha tenuto la sua Assemblea annua il 14 ottobre
ed ha riconfermato, nel Comitato Direttivo, la
Presidente sig.ra Ribet e le sig.re Pia Isenburg,-Luigia Stein, Adriana Tagliabue. Nenia Vigano; ai posto delle sig.re Nella e Lena
Rostan, che avevano espresso il desiderio di
essere esonerate dall’incarico, sono state nominate le sig.re Anna Bonomi e Ada Molinari. L’Assemblea ha espresso la sua riconoscenza alle sig.re Lena e Nella Rostan per il
buon lavoro compiuto nei Comitato.
Le sedute hanno ripreso regolarmente e.
novità di quest'anno, vi sarà contemporaneamente alla Riunione del Lunedi un centro di
ricreazione e di preparazione dei compiti dei
bimbi nella sala al primo piano e ciò per
permettere alle madri di assistere serenamente alle riunioni mentre i loro figli som, affidati a catecumeni di ultimo anno.
Profondamente commossa per la
grande dimostrazione di simpatia tributata al caro scomparso, la famiglia
di
Luigi Bertin
nell’impossibilità di farlo per;j)nalmente ringrazia quanti si sono associati al suo dolore.
Ringrazia particolarmente il D,. De
Eettini, la Sig.na Giorda, il Pa.rtore
Sig. Sommani, la S.M.S. Mazzoi: s.
Torre Pellice, li 6-11-1963
Il Signore ha richiamato imp; avvisámente a Sè il 1<> novembre in Montevideo l’anima di
Fernanda Menotti
in Long
Addolorati ma fiduciosi nelle pr.jmesse divine ne danno il doloroso arraunzio il marito Silvio Long pastore valdese, i .figli Ines, Franco con le rispettive famiglie, Ivonne, la sorella Àlargherita, cognati, cognate, nipoti.
« Anima mia acquetati in Dio
solo perchè da Lui viene la
mia speranza» (Salmo 6"; 5)
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