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I «Gesù stava scacciando un de
® ! tnonio che era muto»
'hi e (Lucali, 14)
Ripensando ai quaranta giorni
nel deserto e allo scontro di Gesù col diavolo, il lezionario del tem
po che precede la Pasqua propone
anche questo testo di esorcismo, in
cui Gesù scaccia un demonio. C’è
poi una discussione in cui Gesù affronta Tacciisa di riuscire nei suoi
miracoli grazie al diavolo. Egli ha
buon gioco a mostrare che nessuno
scaccia il diavolo col suo aiuto, per-.
ché sarebbe contro i suoi interessi. Il
nostro testo, letto nella prospettiva
di Pasqua, ci permette di sottolineare
due particolari di grande rilievo. Il
diavolo che Gesù scaccia è muto (per
Matteo, 12, 22, è anche cieco). Dopo
la tentazione di Gesù in cui il diavolo
cerca di appropriarsi della stessa
Scrittura, la sua forza viene progres
sivamente messa a tacere. La Parola,
la prima e l’ultima, appartiene a Ge
sù e non al diavolo. In Luca questo è
l’ultimo scontro in cui il demonio è
menzionato esplicitamente. È ancora
presente ma è già muto. Quando
una forza è privata della parola è se
gno che sta dando gli ultimi strattoni
prima della morte. I quaranta giorni
nel deserto si sono conclusi con una
grossa discussione col diavolo, ma
adesso se ne sta quatto quatto per
non farsi notare. Sa che i suoi argo
menti sono fragili. Meglio star muto.
Ma anche muto incontra Gesù
che lo scaccia. Il mutismo potrebbe essere sintomo di innocuità,
ma ánche un segno di falsità. Quando
interpelli uno e quello non risponde,
il suo mutismo nasconde quasi sicuramente un imbroglio. Allo stesso
modo, se uno vuole imbrogliarti, ti
dice il meno possibile. Le menzogne
hanno poca memoria. Chi mente dovrà per forza calibrare le sue menzogne sulle esigenze delle varie persone
con cui si confronta. Ma se non si
racconta a tutti la stessa bugia è anche
facile essere smascherati. E la stessa
bugia raccontata da due persone diverse si altera quasi da sola. Due bugiardi insieme dicono forse la stessa
cosa, ma se ne senti uno per volta la
bugia salta già. Forse anche nel nostro
tempo il diavolo è muto, ma non per
questo si può allentare la vigilanza.
GESÜ scaccia il demonio e con
un singolare salto logico Luca ci
dice che «quando il demonio fu usci
to il muto parlò». Non solo il demo
àio era muto lui, ma aveva reso muto il suo ospite. Però, appunto, ospi
te. La persona in cui albergava il demonio non ne era l’incarnazione. Il
diavolo non sa incarnarsi. È Dio che
si è incarnato in Gesù Cristo. Per
quanto ce la metta, il diavolo non
riuscirà mai a far vedere il suo volto
'U quello di una persona. La sua tatrica è piuttosto quella «mordi e fug
8i». Quando si fa il male è meglio
non stare lì ad aspettare i risultati, al
riirnenti si rischia di esserne vittima,
^hi ruba scappa subito: chi mente
cambia discorso appena può. Qua
jUnque aggressione da parte del male
ha cura di restare sul campo il meno
possibile. Nessuna per.sona è incar
hazione del demonio. Tutti quell
^he lo ospitano possono incontrare
*^sù che lo scaccia. Per Gesù è stata
*|UordÙ8 fuggi» anche la morte. Tre
&orni, poi basta. Povero diavolo, gli
* andata male anche questa.
Claudio Tron
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE,* VALDESI
Spedizione in a. p. 45<H) ■ art. 2 comma 20/B legge 66^96 - Filiale di Torino
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord
PIRITUALITAI
Sanan di guerra per Pasqua 2002
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Una chiesa mis^onaria
di FRANCO TAGLIERÒ
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Uno stato per i palestinesi e la sicurezza per Israele, questa è la via per la pace
Per far tacere le armi
Mentre il conflitto si fo ancora più crudele e rischia di infiammare nuovamente tutto
il Medio Oriente, riprende l'attività diplomatica. Si compirà il miracolo del dialogo?
EUGENIO BERNARDINI
OME evangelici siamo con\\ Vj vinti che la pace è il frutto della giustizia, e giustizia in Medio
Oriente oggi significa uno stato per i
palestinesi e la sicurezza per Israele»:
con una lettera indirizzata al sindaco
di Roma, Walter Veltroni, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha aderito alla fiaccolata per
«far tacere le armi» in Medio Oriente,
promossa dal Campidoglio per il 20
marzo a Roma. L’adesione delle chiese evangeliche si aggiunge a quella di
associazioni e personalità laiche e religiose della capitale. Significative in
particolare le adesioni delle due associazioni Italia-Israele e Italia-Palestina, del presidente dell’Unione delle
comunità e organizzazioni islamiche
in Italia (Ucoii), Mohamed Nour Dachan, del. Centro ebraico italiano «Il
Pitigliani». Un piccolo miracolo del
dialogo e della volontà di trovare una
soluzione di coesistenza pacifica reso
possibile anche grazie alla lunga
esperienza e alla tenacia della rivista
interreligiosa «Confronti» sostenuta
anche dalle nostre chiese.
Così come si può considerare un
miracolo la risoluzione del Consiglio
di Sicurezza delTOnu n. 1.397, presentata dagli Stati Uniti e approvata
il 13 marzo con 14 voti su 15 (la Siria
si è astenuta), in cui si parla per la
prima volta in assoluto di uno Stato
della Palestina. Il Consiglio di Sicurezza sostiene «una visione delle regione dove due stati, Israele e Palestina, vivono fianco a fianco alTinterno di confini sicuri e riconosciuti»
e chiede «l’immediata cessazione di
tutti gli atti di violenza, incluse tutte
le forme di terrorismo, provocazione, incitamento e distruzione». Una
risoluzione che accompagna la ripresa dei tentativi diplomatici americani, russi, dell’Unione europea e
delTOnu, oltre a quella di grande rilevanza politica e simbolica delTArabia Saudita che riconoscerebbe finalmente Israele nel contesto mediorientale, cosa fin qui riconosciuta
solo da Egitto e Giordania. Il piano
saudita, in cambio del ritiro di Israele dal territori occupati nel 1967, offre le «piene relazioni» con i paesi
arabi, che è ben più della «piena pace» (cioè la cessazione di ogni ostilità) che propone Invece la Siria.
Segue a pag. 11
Immigrazione
La nuova legge
è inefficace
La coordinatrice del Servizio rifugiati e migranti (Srm) della Fcei, Annemarie Dupré, ha ribadito l’opposizione alla legge Bossi-Fini sull’immigrazione, condividendo le preoccupazioni del presidente di vescovi cattolici, cardinale Ruini, come quelle
espresse da organizzazioni cattoliche
come la Caritas. «È un provvedimento disumano e inefficace rispetto al
male deU’immigrazione clandestina spiega la Dupré-. Un irrigidirsi della
difesa delle frontiere senza offrire
realistiche alternative di immigrazione legale e di corretto accesso alla
protezione come richiedenti asilo,
comporta un aumento degli arrivi irregolari e dello sfruttamento di persone disperate, che rischiano la vita e
spesso la perdono, come è accaduto
purtroppo nei giorni scorsi». (nev)
. ( Commercio di armi
Evangelici per
la legge 185/90
La Tavola valdese ha aderito alla
campagna per la difesa della legge
185/90 (che una proposta di legge
vorrebbe modificare) che repla il
commercio e l’esportazione di armi;
iniziativa promossa da organizzazioni come Pax Christi, Rete Lilliput,
Peacelink, e già sottoscritta da un
ampio numero di organismi fra cui la
Federazione delle chiese evangeliche
e l’Unione delle chiese battiste. Per la
Tavola, la legge del 1990 «pone il nostro paese in posizione esemplare in
Europa per la possibilità di controllo
e di regolamentazione di questo settore» e «può costituire il contributo
essenziale al formarsi dell’identità
europea sulla base della difesa dei diritti umani e del controllo democratico anche di un ambito così delicato
come il commercio delle armi», (nev)
Valli valdesi
Un futuro per il
vino pinerolese
Il vino pinerolese può tranquillamente aspirare a darsi un futuro. È
quanto emerge dal convegno svoltosi
a San Secondo per fare il punto sulle
qualità in produzione, sulla «sociologia» delle persone che lavorano nel
settore e sulla delicata situazione della fase della trasformazione. Se il paesaggio collinare intorno a Pinerolo fa
pensare di essere stato da sempre favorevole alla coltivazione a vigna, in
tempi più recenti sono stati numerosi
gli studi e le prove tecniche per migliorare la qualità del prodotto uva.
Ora si tratta di ottimizzare il livello
della trasformazione per venire incontro alle esigenze del consumatore,
facendo però anche i conti con il passivo della Cantina di Bricherasio.
A pag. 7
AnnoIX-numero 12-22 marzo2002
¡ECO DELLE VALLII
Le chiese e il territorio
di DAVIDE ROSSO
MI L'OPINIONE 1^
LA VERITÀ
PER CAMBIARE
«Pronto?». «Si, ciao sono Raffaele.
Senti, sono qui a Ramallah volevo proporti di fare qualcosa in radio, ieri notte ci hanno sparato addosso senza alcun motivo... dobbiamo raccontare
queste cose. È evidente che ci vogliono
tenere lontano da quello che sta succedendo, siamo stati chiusi in albergo
tutto il giorno e continuavano a far
svents^liare i mitra contro le nostre finestre...». Era la sera di martedì 12
marzo. Era l’ultima volta che ho parlato con Raffaele Ciriello. La mattina dopo aveva sei pallottole all’addome e allo stomaco, la colonna vertebrale e gli
organi interni gravemente lesionati.
Quando è arrivato all’ospedale non
aveva più sangue nelle vene. Il suo ultimo racconto, quella registrazione Tho
riascoltata decine di volte. Mi torna alla
mente anni fa quando, di ritorno dai
suoi viaggi, veniva in redazione a proporre le sue fotografie. Era un’occasione per raccontare, per discutere per
cercare di capire. Ricordo che Raffaele,
dopo un’esperienza in Sierra Leone,
volle fare uno speciale sui bambini-soldato. Era una persona preziosa che riusciva a descrivere con passione e precisione il tormento africano. Era informato e archiviava tutto sul suo computer e poi sul suo sito Internet: «Cartoline dall’inferno» lo aveva chiamato.
È stato il Salmo 121 che lo accompagnato negli ultimi passi. «Ti domandiamo pace. Signore, per Gerusalemme: sia pace a coloro che ti amano, sia
pace sulle tue mura, sicurezza nei tuoi
baluardi, per i miei fratelli e i miei
amici io dirò: su di te sia pace». L’ospedale al-Rayeh è nel centro di Ramallah,
qualche chilometro da Gerusalemme.
Raffaele è stato portato al terzo piano.
Tutto era intriso di sangue, bende,
tamponi, camici degli infermieri e dei
medici. Non c’è poesia, non c’è retorica
nella morte. C’è solo il colore giallognolo di Raffaele con le bende sul ventre. Non era e non voleva essere un
eroe. Oggi è una vittima tragicamente
involontaria, ma era consapevole dei
rischi che correva. Sapeva bene come e
quanto rischiare: era stato trascinato
per passione del mondo e della vita a
occuparsi di storie perdute, di perdenti. Di guerre. Non lo faceva da straniero, si buttava dentro. Aveva potuto vivere il privilegio di essere cambiato
dalle cose che fotografava, che vedeva,
che raccontava. Alla fine di ogni viaggio l’elaborazione, il ricordo e la testimonianza. Poi l’entusiasmo, e il nuovo
progetto. Capita quando si vivono cose
che alterano profondamente il nostro
modo di essere di non riuscire a dormire la notte. La ricerca e l’esperienza
della verità è una di quelle. Sì, perché
la verità non è una cosa astratta: il più
delle volte ha un odore e una storia. In
molti casi parla, spesso anche una lingua diversa dalla nostra. Vive in luoghi
e situazioni inimmaginabili. E quasi
sempre ci cambia.
Quel mercoledì Raffaéle stava testimoniando la nuova invasione dei Territori palestinesi da parte dell’esercito
israeliano. Un’altra volta aveva intervistato il comandante Massud, L’Aquila del Panshir, l’uomo che sarebbe
morto in un attentato poco prima
deiril settembre. Un’altra volta in
Eritrea aveva raccontato le ferrovie
africane. Era ciò che gli faceva battere
il cuore, quello che gli dava il nutrimento interiore per vivere. Raffaele e
tanti come lui, con la verità, ci hanno
dato l’opportunità di cambiare.
Luca Benecchi
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 22 MAI
Adamo conobbe
Èva, sua moglie,
la quale concepì
e partorì Caino,
e disse: “Ho
acquistato un
uomo con l’aiuto
del Signore”.
^Poi partorì
ancora Abele,
fratello dì lui.
Abele fu pastore
di pecore; Caino
lavoratore della
terra. Avvenne,
dopo qualche
tempo, che Caino
fece un’offerta di
frutti della terra
al Signore.
Abele offri
anch’egli dei
primogeniti
del suo gregge
e del loro grasso.
Il Signore guardò
con favore Abele
e la sua offerta,
^ma non guardò
con favore Caino
e la sua offerta.
Caino ne fu
molto irritato,
e il suo viso
era abbattuto.
^Un giorno Caino
parlava con suo
fratello Abele e.
trovandosi nei
campi, Caino
si avventò
contro Abele,
suo fratello,
e lo uccise.
^Il Signore disse
a Caino: “Dov’è
Abele, tuo
fratello?”. Egli
rispose: “Non lo
so. Sono forse il
guardiano di mio
fratello?”.
'°Il Signore disse:
“Che hai fatto? La
voce del sangue di
tuo fratello grida
a me dalla terra.
"Ora tu sarai
maledetto,
scacciato lontano
dalla terra che
ha aperto la sua
bocca per ricevere
il sangue di tuo
fratello dalla
tua mano”»
(Genesi 4. 1-5,8-11)
LA PASSIONE DI CRISTO PER L'UMANITÀ
Dalla parte dei più deboli. «Per l'oppressione dei miseri, per ii grido d'angoscia dei bisognosi
ecco io sorgerò», dice il Signore, «e darò la salvezza a chi la brama» (Salmo 12,5)
GIUSEPPE MORUCCHETTI
PADRE: nome, Adamo (= polvere, argilla, terra rossa). Madre: nome, Eva (= vita, colei che
dà vita). 1) «Ho acquistato un uomo con l’aiuto del Signore»; primogenito, nome Caino {= acquistare, comprare, creare, formare); professione: contadino. 2)
«Poi partorì ancora Abele, fratello di lui»: secondogenito, nome
Abele = vapore, soffio, vanità;
professione: pastore. È un bel
quadretto familiare: un padre,
una madre e due figli non disoccupati. Rapporto con la divinità:
immediato. Meglio di cosi...
Nel principio era la famiglia
Questo inizio delia storia
dell’umanità concentra l’attenzione sui due fratelli. Il personaggio di Abele suscita scarso
interesse, non è un protagonista
ma appare e viene subito eliminato (Ecclesiaste 1, 2 «Vanità
delle vanità»; Salmo 39, 6). 11 testo gli dedica scarso interesse;
nessuno è invitato a immedesimarsi nel suo «ruolo». Caino invece è un «protagonista» sia per
la nascita (infatti è il primogenito) sia per il crimine e per la
condanna, sia per la Grazia che
viene concessa. 11 testo gli dedica grande interesse: si è portati
a immedesimarsi con lui.
Perché ci viene raccontata
questa storia?
CHI ci ha tramandato il racconto, non era certamente
presente all’accadimento della
tragedia che ha colpito questa
famiglia. Egli si poneva delle domande: le stesse che ancora oggi
ci poniamo vedendo e vivendo
la nostra storia. Eccone alcune:
1) Perché il primo nato è anche
il primo che procura la morte? 2)
Perché il fratello uccide il proprio fratello? 3) Perché non sa
stare davanti a Dio come un vero uomo accettando la sovranità
del Signore? 4) Perché, se ce l’ha
con Dio, si sfoga contro il fratello, attuando una vendetta «trasversale»? 5) Perché Dio non Io
elimina, attuando così un senso
di giustizia, «giusta»? 6) Come
mai in un mondo in cui si uccide, c’è ancora speranza?
A ciascuno la propria
«Passione»
Tutto inizia con un culto
Preghiamo
Signore, come il salmista, mi chiedo a volte chi sono
perché tu abbia cura di me?
La mia esistenza non aveva un riferimento stabile e
si dirigeva verso la più inutile morte.
Ma tu mi hai afferrato con il tuo amore, con il tuo
Evangelo.
Che cosa posso darti in cambio? Che cosa posso fare
per te?...
Mi hai fatto conoscere Cristo, mi hai fatto comprendere il senso della sua Passione e della sua morte. Mi
hai perdonato, mi hai reso finalmente libero.
I^ tua Parola ha illuminato il mio cammino, mi ha
permesso di vedere che alla fine della mia strada non
c’è più il «non senso», ma una nuova creazione.
Che cosa posso darti in cambio? Che cosa posso fare
per te?...
Mi hai fatto trovare fratelli e sorelle, anch’essi pieni
di gioia e di riconoscenza.
Insieme abbiamo camminato, parlato, operato sospinti dalla fede in te.
lo non ti ho dato nulla in cambio. Non posso fare
nulla per te.
Posso solo accettare, credere...
Grazie Signore. Rendimi riconoscente e disponibile
per servirti. Amen
La prima cosa da dire è che
Dio non è al di fuori di questa tragedia familiare. Infatti
sembra che la contrapposizione,
almeno all’inizio, non sia tra
r«empio» Caino e il «pio» Abele.
Qui ci sono due persone ugualmente devote e ambedue portatrici di una offerta. Paradossalmente è la fede quella che arma
la mano assassina di Caino: se
vogliamo è una fede che diventa
distorta quando si adira contro
suo fratello e lo colpisce, ma non
prima, quando prepara e offre il
sacrificio. Caino non odia Abele,
è sicuro che il suo sacrificio non
mancherà di essere accettevole a
Dio più di quello di suo fratello.
Può pensare infatti: «Io sono il
primogenito, ho un posto privilegiato davanti a Dio». Abele non
odia Caino, può pensare infatti:
«Io sono il più piccolo, mio fratello è il primogenito, ha molti
vantaggi, ma anch’io posso offrire un sacrificio al Signore».
Da questo momento inizia la
Passione di Dio per l’uomo
e la «passione» dell’uomo per lo
«spargimento di sangue». E profondamente significativo che in
questo primo omicidio vi sia
l’azione di un fratello contro il
proprio fratello. Ogni odio è in
ultima analisi, odio tra fratelli. Il
problema è l’«altro simile». Dovremmo essere uniti, perché siamo parte della stessa umanità.
Tutto dovrebbe concorrere per
farci accogliere l’un l’altro, per
solidarizzare nel percorrere insieme il cammino della vita. Ma
ciò non avviene! Perché le cose
non funzionano? La spiegazione
biblica è la storia di questi due
fratelli: così è stato fin dal principio. «Fratello» ricorre molte
volte nel testo, ma quando lo hai
ucciso, non hai più fratelli, rimani solo. Soltanto Dio dopo
potrà incontrarti.
Noi: Caino e Abele
Lf OMICIDIO resta all’interno
I di quella umanità che comincia la sua storia; sempre e
ovunque si dovrà fare i conti con
la sua presenza. L’opposizione
Caino-Abele è parte integrante
del mondo: Caino e Abele, insieme, sono la realtà umana, così
come la vedeva l’autore del racconto biblico e così come noi la
vediamo oggi. Noi siamo fragili e
malvagi, fragili come Abele e
malvagi come Caino. In ultima
analisi siamo, allo stesso tempo,
vittime e assassini. È la conseguenza del fatto di non vivere
più insieme a Dio in un ambiente protetto. Siamo tutti fuori dal
giardino, ora siamo qui dove c’è
non solo amore, ma anche odio.
te dalle sue vie e vive?» (Ezechiele 18, 23), o in altre parole: «Dio
odia il peccato, ma ama il peccatore» (Lutero). Per questo
prende l’iniziativa per far vivere
una umanità che ha imparato
ad ammazzarsi. Egli non ripete
l’atto di Caino, ma lo salva dal
dover morire e gli offre la prospettiva del dover vivere.
Comincia qui la lunga storia
della pazienza di Dio e del perdono. Dobbiamo riconoscere
che se l’umanità è ancora in vita
lo è solo perché Dio la preserva.
Domenica prossima si ricorderà
l’entrata di Gesù in Gerusalemme. Egli camminerà verso il dono totale di se stesso sulla croce.
Questo momento deve essere
visto alla luce dell’amore di Dio,
anzi del «tanto amore di Dio per
questo mondo» che lo ha spinto
a donare «il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in
lui non perisca, ma abbia vita
eterna» (Giovanni 3, 16). Sotto
quella croce forse ancora una
volta Caino si meraviglierà di
non dover morire. Dio risponde
a un’umanità assassina con un
«Patto» di vita.
Dio sovverte questi pensieri
Forse ì1 peccato di Caino è
quello di non accettare la «Signoria di Dio» che può accogliere
un sacrificio per «sola grazia» o
respingerlo secondo il suo giudizio. Caino giudica un atto sovrano di Dio come uno sgarro che
deve subire e invece di inchinarsi
alla sua volontà, si leva contro
Abele, Io uccide. Elimina così
l’ostacolo e torna ad essere il primo. In questo modo però sta davanti a Dio in un modo sbagliato.
La passione di Dio
per l'umanità
SE ci chiediamo: «Come mai
questa umanità assassina
continua a vivere?», dobbiamo
scoprire un miracolo: «Dio non
ha ucciso Caino». Sembra che
l’autore non voglia tanto sottolineare che Caino abbia ucciso
suo fratello, ma piuttosto che
Dio non abbia ucciso Caino, anzi continua a considerarlo ancora suo figlio. È difficile comprendere questa decisione, ma la
Bibbia ci dice: «Io provo forse
piacere se l’empio muore? dice
Dio, il Signore. Non ne provo
piuttosto quando egli si conver
Cristo è morto
per darti il fratello
DIO protegge Caino. C’è chi
dice: Dio e ingiusto. Chiediamoci: quando? Quando preferisce Abele o quando protegge
Caino e con lui l’umanità? L’umanità, dopo il peccato, si trova
in una situazione di rifiuto di se
stessa: l’uomo è il nemico mortale dell’uomo. Dio però, non rinuncia all’uomo. Anche la vita
più fallita trova Dio quale custode: all’uomo è tolto il diritto di
essere Caino sia contro Abele, sia
contro Caino. Il segno su Caino
indica un assassino che doveva
essere punito con la morte, ma è
stato risparmiato dalla Grazia.
Anche Cristo è stato ucciso dai
suoi fratelli. Noi, i suoi assassini,
siamo stati risparmiati dalla Grazia. Gli uccisori del Fratello vivono sotto il segno che Dio pone
nella loro vita: la croce, questo è
il Patto con il quale Dio risponde
all'uomo: «Egli è stato trafitto a
causa delle nostre trasgressioni,
stroncato a causa delle nostre
iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e grazie alle sue ferite noi siamo stati
guariti» (Isaia 53, 5).
(Terza di una serie
di quattro meditazioni)
Note
omiletick,
Abele. Si trova cw
cune volte nel Nua
stamento, i' —
nome
suo ruolo
rizza I
non ha voce, è un «t
lo. Nel rapporto '
viene indicato
«ni,
quali
VENE!
sto (Luca 11, 51; Ek
4). Cè da sottolinea,
Gesù non è il
Abele» (Ebrei 12,
è la decisione e'||,
nei quali Dio agisce,
vore dell'umanità
il segno posto su(
può avere un senso,]
vezza cristologica.
Dov'è tuo fratello^
sta domanda è la se
che Dio rivolge all'
nità: «Dove sei?»,] '
ad Adamo; «Dov'è
fratello?» domandai
no. Dio parla con Cai
non accenna all'assaj
ma gli dice che noni,
puto mantenere
ruolo, il suo postoli
al fratello. «Dov'è?»;,
allontanato lui 0 tis
lontanato tu. Caino
nel posto sbagliato.
Separazione è II d,
ma dell'umanità: sep
zione da Dio e dai fra ,
Quando risponde spi,
zante: «Non sono il j j
diano di mio fratelloi
una risposta sbaglii
Questa risposta però]
come un macigno, pj
ogni volta che la si
terà, bisognerà and»
petere quel «mio fra
lo». Non c'è più Ab
non c'è più il glardi
non c'è più neppun
possibilità di intontì
Dio. Qra l'uomo può
varsi soltanto nel pi
sbagliato e dare rispi
sbagliate. Il giudizio
lontananza da Dio. Loj
no da Dio significa esj
senza protezione: Cai
ha esercitato laprop'
giustizia, ora ha paura
incontrare altri che ài
come egli è; teme di'
contrare un secondo!)
no; tenta di avere Dio '
la sua parte, vuole un
tettore che impedist
fargli ciò che egli hai it
La paura inventa la f
gione della protezii I
Dio invece della religii I
gli fa grazia. Gii viene 1
posto un segno con ili
le Dio dichiara che ei
sotto la sua protezione
Qui c'è un Dio, che
risponde secondo la lo ■
di Caino («Ho ucciso, 1 '
que dovrò essere ucci!
ma risponde preservai'
la peggiore vita conosei 1
fino a quel momento.!
Dio contro la pena dio
te. La vita, rappresent
dal sangue, appartieo '
Dio soitanto; questo!
che ogni attentato
suoi confronti vengaci)
derato un attentato di
to a Dio. La logica di
passione e della morti
Cristo, non è la vende ^
ma il perdono. La sego
te citazione è tratta dai
sti di «Un giorno una
rola» del 28 febbraio21 i
«Non c'è in cielo e ii
terra miracolo più P '
del perdono dei peccai
anche il più grande m
ro, che sconfina nel iN
ro di Dio». Esdra 9,
«Tu, nostro Dio, ci hai ■
niti meno severamenti
quanto le nostre co
avrebbero meritato’
Corinzi 5, 21: «Colciù
non ha conosciuto
to, egli lo ha fatto di'
put
inciu
ftiorii
tatot
qudl
scopt
niam
Israel
stina
di ur
fatti I
lerifi
pace
taco
possi
zia a
gosci
inter
atroc
In
peril
imm
straz
dent!
tare peccato per noi,
ché noi diventassimo,
stizia di Dio in lui».
Per
approfondili
Vedi i commentari
dalla Paideia, sia P®i
Genesi sia per gli
Vorrei citare un libi"
po' diverso per Ieg9®
racconto di Caino e A
In principio di Isaac ,
mov, ed. Mondadori. ■
Invece per i racconlj,
la «Passione», consig
le note riportate
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^fjERDÌ 22 MARZO 2002
PAG. 3 RIFORMA
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Può appdrìre strana la scelta di porre
. questa stessa pagina un immaginario
enologo di Maria Maddalena ambien^to accanto alla tomba vuota, proprio
aualche minuto dopo la sconcertante
reverta, e due drammatiche testimonianze sul sanguinoso conflitto in atto in
Israele e nei territori occupati della Paletina, una di un'attrice palestinese e una
di uà fisico israeliano. Il contrasto è infatti stridente. Da una parte le emozioni,
te riflessioni solitarie di una donna semplice che 2.000 anni fa si trovò confrontata con l’inaudito incontro con il rabbi di
Hazareth, risorto dalla morte, e con l'imggssibile compito di portare quella notila al mondo intero. E dall’altra, gli angosciati concreti appelli per un urgente
intervento internazionale che fermi le
atrocità in Palestina.
In questi giorni, mentre ci prepariamo
mr la Pasqua, gli eventi si susseguono e le
immagini ci raggiungono sempre più
strazianti, cresce il senso di impotenza
dentro di noi che sia mai possibile trovare
una soluzione, mentre altri inquietanti
scenari di guerra si preparano sinistri. E
allora ci rendiamo conto che vivremo
proprio così quest’anno l’annuncio di Pasqua. Le chiese cristiane avranno nel cuore, mentre canteranno, leggeranno i racconti evangelici e pregheranno, tutto
quanto sta accadendo nel mondo e specialmente in quella terra dove il Signore
visse, morì e risuscitò. Non pregheremo
allora tutti insieme che l’annuncio di risurrezione si trasformi in speranza concreta per tutti i crocifissi della terra?
Se è così, allora, l’animo turbato di Maria di Magdala, che non riesce a credere ella stessa a quanto ha vissuto in prima persona, non è anche specchio della nostra
poca fede? Non è anticipazione ed emblema di quello scetticismo che è anche il nostro, quando stentiamo a credere che dalla
morte possa venire fuori la vita e dall’odio
l’amore, quando è Dio ad operare?
Noi crediamo, è vero, in Gesù risorto
ma facciamo di questa fede un fatto personale, intimo che ha tutt’al più valenza.
con la sua promessa di eternità, per la nostra vita individuale. Questo è importante, certamente. Per il resto, però, non riusciamo a capire come questa fede può in‘ sinuarsi nel corrotto tessuto della storia
umana e rigenerarlo, capovolgerne gli
esiti e aprire alla speranza. Eppure la fede
nel Cristo risorto era alle origini una sfida
a cambiare il mondo (questo mondo, se
pur in vista del Regno), era «La Via», non
era la nascita di una nuova religione.
Qualcuno mi ha détto recentemente
che la parola «speranza», come noi la
usiamo, è forse la parola più disperata
che esista. Si dice: «Speriamo!» quando
ogni reale speranza è già svanita, e non
crediamo più che ci siano soluzioni. La
speranza nella Bibbia è un’altra cosa: è
attesa operosa del Dio che mantiene le
promesse anche quando sembra tardare.
Tre giórni durò, quella volta, l’attesa. Tre
giorni bui in cui Gesù attraversò l’inferno.
Per sconfiggerlo. Per questo possiamo oggi sperare davvero. Contro la nostra stessa
incredulità. (Anna Maffei)
fy Non dimentichiamo ciò che accade nel mondo, specialmente in Israele e Palestina
Scenari di guerra per la Pasqua 2002
Con l'animo turbato di Maria Maddalena di fronte alta tomba vuota di Gesù, ma anche
con la sua speranza nella risurrezione, pregheremo perché l'odio sia superato dall'amore
Il testo che segue è stato diffuso, in inglese, dal sito www..
homiliesbymail.com, privo
del nome del suo autore o delTfl sua autrice. Basato sul metodo dell’esegesi narrativa, il
monologo di Maria Maddalena si trova fra le proposte liturgiche per il culto pasquale
dell’alba.'Le comunità che
hanno già nel passato sperimentato questo tipo di culto,
■ambientato all’aperto o nei
locali della chiesa, alternano
la lettura di testi come questo
0 dialogati, con musica, canti
e preghiere lette o spontanee.
In alcuni casi si accompagna
la liturgia con la luce di candele e qualche particolare
simbolismo, come l’unzione
dei partecipanti con olio pro:fumato. Dopo il culto, o come
parte dello stesso, spesso si fa
colazione insieme.
«Ho bisogno di qualche
minuto per rimettere insieme le idee prima di correre
dagli altri a dire quèllo che
ho visto e udito. Loro penseranno sicuramente che sono
pazza... di nuovo. Non mi
crederanno. Perché dovrebbero? Non ci credo neppure
io a tutto quello che ho visto
e udito oggi!
Forse i demoni sono ritornati! Dicono che ero posseduta da sette demoni. Che
giorni bui! Come stavo male!
So bene quanto anche il mio
corpo rivelasse l’angoscia
che attraversava la mia mente. Fu proprio in un momento terribile come questo che
sentii parlare per la prima
volta di un rabbino itinerante chiamato Gesù. Dicevano
che aveva il potere di guarire, ma io non ci credevo. Ero
troppo depressa per sperare che qualcuno potesse aiutarmi. Ma le altre donne di
Magdala avevano deciso di
andare da lui, così ci andai
anch’io. Forse una piccola
parte di me era ancora capace di sperare. Andammo su
tina collina fuori paese e
l’aspettammo.
Arrivò insieme a un gruppo di persone, poi molti altri
si aggiunsero. Eravamo davt^oro tanti, ma quando cominciò a parlare tutti si misero ad ascoltare in silenzio.
Io normalmente non riuscit'o a concentrarmi per più di
pochi minuti ma quella volta
pentii una profonda calma
mteriore. Non sapevo che mi
conoscesse, se qualcuno gli
aveva parlato di me o semPheemente aveva capito tutto dal mio viso teso e soffetente, quello che so è che si
avvicinò a me e mi si ingi^'mphiò proprio accanto.
Ricordo che cominciai a
remare proprio come sto faeendo ora. Mi guardò negli
°cchi e mi chiamò per nome,
Ptoprio come ha fatto stamat
tina. Non so come, ma sapeva .
il mio nome. Disse; «Maria,
Maria, sii libera dai tuoi demoni». E poi mi guardò con
amore, tanto amore. Come
poteva amarmi così, lui, uno
straniero? La mia stessa famiglia non mi amava. Il più delle
volte neppure io stessa riuscivo ad amarmi. Ma ecco, era lì
e l’amore splendeva nei suoi
occhi, i miei invece si riempivano di lacrime. Potevo amare me stessa come lui mi amava? Potevo aver fiducia in me
stessa come lui ne aveva di
me? “Tu sei preziosa: sei guarita”, mi disse e io non dimenticherò mai quel momento
finché vivo. Fu in quell’attimo
che capii che lui era il messia
che aspettavamo.
Il suo sguardo d’amore
cambiò tutto in me. Mi sentii
"tutta intera” per la prima
volta nella mia vita, sebbene i
demoni della paura, dell’ansia
tornino ancora qualche volta
a turbarmi e a tentarmi, come
fanno in questo momento. Gli
affidai la mia vita. Feci i bagagli, lasciai casa per seguirlo.
La mia famiglia non capì. Dissero che ero ancora pazza. Gli
uomini, loro sì che possono
seguire un rabbi itinerante,
possono imparare cose nuove
sul regno di Dio, ma una donna no. Se lo faceva era pazza o
posseduta. Io però partii lo
stesso e non fui l’unica. Anche
Susanna e Giovanna e altre
donne erano pazze come me.
E Gesù non ci rimandò a casa.
Anche a noi ha insegnato tante cose del Regno...
Ma poi è morto. G’erano
ancora tante cose che volevo
imparare, tante di più che lui
aveva da fare. Gome hanno
potuto? Loro, sacerdoti, uomini santi... Io li seguivo
quella notte, isterica, fuori di
me come non lo ero da tempo. Lo sballottarono da una
corte all’altra fino ad ottenere
quello che volevano: crocifiggerlo. E i suoi discepoli? Loro,
semplicemente, noh c’erano.
Solo Pietro lo seguì per un
po’, ma poi per paura scomparve anche lui. Dopo averlo
battuto, umiliato, Thanno inchiodato ad una croce... Io
ero lì, con le altre... Quel
supplizio sembrava non finire mai... G’era sotto la croce
chi inveiva contro di lui, lo
malediceva. Io derideva. Ma
lui diceva, incredibilmente:
“Padre, perdona loro perché
non sanno quello che fanno”.
E poi sono io la pazza!
Ma il mio dolore mi ha fatto davvero quasi impazzire di
nuovo. Tremendo. E anche se
sono passati tre giorni la pena non si attenua, le lacrime
non si fermano mai. Non
posso credere che sia morto.
Non posso credere che io sono di nuovo sola. Ma no, ma
no... Ho visto davvero la
tomba vuota? E due angeli
proprio lì dov’era il suo corpo? O è tutto sogno, una fantasia che viene dal troppo dolore... Era proprio lui che mi
parlava? Come ho potuto
confondere la sua voce con
quella di un altro? Come ho
fatto a non riconoscerlo subito? Era proprio lui? E se non
fosse stato un sogno ad occhi
aperti? Potrebbe allora vivere
ancora? Sono così confusa...
Nessuno mi crederà... Non
me, non me. Certamente.
Crederanno che il dolore mi
ha fatto andare di nuovo di
volta il cervello. Un segno di
pazzia. Eppure io so cosa ho
visto. Era lì. Dal profondo del
mio cuore so che era Gesù.
Mi ha parlato con quella voce
che conosco bene, quella voce che mi ha calmato tanto
tempo fa. È risorto! Allora era
davvero il Messia! Non sono
più sola, non lo sarò mai più.
II mio dolore è trasformato in
gioia. Diranno che è un segno di pazzia. Ma io so cosa
ho visto.
Ma lui è risorto e mi ha detto di andarlo a dire ai discepoli. Oh Gesù, perché proprio io? Perché mandi proprio me? Solo perché per il
dolore non riuscivo a stare
lontano dalla tua tomba.? O è
una coincidenza? No, tu mi
hai scelto. Maestro. Sento
che dovrei correre... subito.
Ma non posso. Non sono la
persona giusta, perché dovrebbero credere ad una
donna? Una con la mia reputazione e la mia malattia, che
sia guarita oppure no. Perché
dovrebbero credere a una
che non sa scrivere e non sa
leggere le scritture? Gli uomini non mi crederanno mai.
Mi prenderanno in giro, mi
umilieranno. Ho paura. Che
devo fare?
Gesù, guardo alla tomba
ormai vuota, e so che non
posso tenere per rne questo
segreto. Sei tornato, hai conquistato la morte e non ci lascerai mai più. Lo devo dire a
qualcuno. Anzi lo devo dire a
tutti. Dopo tutto quello che
hanno fatto a te in questi
giorni, quello che faranno a
me è poca cosa. Ma altri crederanno. Vedranno la tomba
vuota e si ricorderanno delle
tue promesse. Io servo un Signore risorto! E se anche sono pazza, è una pazzia gloriosa. Una pazzia che durerà
per l’eternità. Vado, Maestro,
ora vado...».
Vermeer: Cristo in casa di Marta e Maria
Non posso fare niente
per aiutare la mia gente
Betlemme, 11 marzo 2002
Cari amici, in questi ultimi
quattro giorni ho iniziato
tante volte a scrivere per dirvi
che cosa sta succedendo qui.
Ogni volta mi sembrava che
fosse inutile. Voi avreste solo
ascoltato e risposto, mentre
chi ha il potere non avrebbe
battuto ciglio. Ma una cosa è
quello che è successo negli
ultimi quattro giorni, con la
terza invasione di Betlemme
e dei suoi tre campi profughi,
e un’altra cosa è ciò che è accaduto questa mattina.
Durante tutta la notte del
10 marzo, il campo profughi
•di Dheisheh ha subito l’attacco di carri armati, F16, elicotteri e soldati israeliani. Tutto
questo ha portato, questa
mattina, all’arresto di centinaia di giovani uomini che sono stati braccati come pecore
da portare al macello. Questa
mattina centinaia di giovani
uomini sono stati radunati in
uno stabilimento di lavorazione della pietra, vicino al campo profughi, occupato dai soldati israeliani. È stato chiesto
loro di togliersi gli abiti e
quindi sono stati perquisiti,
mentre le mani erano legate
con fili di nylon e gli occhi coperti da centinaia di pezzi di
stoffa bianca preparati apposta per loro. Poi i soldati li
hanno spinti in un’altra parte
dello stabilimento. Queste
scene sono state riprese da un
cameraman e trasmesse da
una televisione locale.
Questa mattina, dopo una
lunga notte con il rombo di
missili, bombe ed elicotteri,
mi sono svegliata presto per
vedere alla televisione molti
dei miei amici del campo di
Dheisheh che venivano portati al macello. Mi sembrava
che mi esplodesse la testa.
Sono così arrabbiata, così furiosa per il trattamento inumano che i miei amici stanno
subendo. E ancora non so
che cosa succederà loro. Mi
sento così impotente nel vedere i carri armati che li circondano e nel non poter far
nulla per aiutarli. Ma se io
non posso, so che molti di voi
possono. Per favore, urlate,
manifestate, fate qualsiasi
cosa possa servire per fermare questa ingiustizia. Fermate
tutte queste brutalità. (...)
Io non so per quanto tempo potremo resistere. Ma credetemi, la gente esploderà. E
invece di una bomba suicida,
ce ne saranno centinaia. Noi
non possiamo continuare a
vedere i nostri parenti e amici trattati in questo modo e limitarci a guardare. Non è
normale che i bambini siano
svegliati dai boati dei missili,
delle bombe e dei carri armati. Non è normale che i neonati muoiano con le loro madri perché non è stato loro
permesso di raggiungere gli
ospedali. Non è normale che
i bambini muoiano mentre
vanno a scuola e che i padri e
i fratelli muoiano mentre
vanno a lavorare.
Per favore, non ditemi di
resistere e di sperare. Non
credo di poter continuare a
farlo. Noi siamo in guerra,
che lo crediamo o meno.
Molti edifici dell’Università di
Betlemme sono stati distrutti.
La scuola Dar Al-Kalemah è
stata occupata dai carri armati israeliani, così come il centro infantile Ibdaa del campo
di Dheisheh e molte abitazioni. Le case di Beit Jala, Betlemme, Al-Khader, Al-Dohah
e del campo di Aida sono state colpite da missili e carri. In
quattro giorni sono stati uccisi più di 70 palestinesi in Cisgiordania e Gaza. Che cosa
ci aspetta ora? Solo Dio sa che
cosa gli israeliani ci hanno
preparato...! A tutti quelli
che hanno ancora a cuore
l’umanità, con affetto
Marina Barham
Inad Theatre - Beit Jala
Difendere la popolazione civile
Abbiamo ricevuto questo
messaggio da Daniel Arnit, fìsico teorico israeliano, che insegna alla Sapienza a Roma
oltre che alTUniversità di Gerusalemme, impegnato nel
movimento che si chiama
Taa’Yush («vivere insieme»)
composto da israeliani e palestinesi: quello che si è recato,
con più di 100 persone, una
decina di giorni fa a donare il
sangue in un ospedale palestinese di Gerusalemme Est, e
Daniel è andato apposta da
Roma. (Alberto Clarizia)
L’esercito israeliano è entrato a Ramallah e ha completamente occupato e imposto un coprifuoco su tutta
la città, il centro dell’autorità
palestinese e di tutte le organizzazioni umanitarie. L’esercito israeliano ha fatto
l’invasione con carri armati
sotto la copertura di elicotte
ri Apache, e bombardando
molte aree della città. L’esercito rifiuta il passaggio di più
di una ambulanza, congelando così l’intervento medico e
lasciando molti feriti senza
soccorso. Tre palestinesi sono stati uccisi e decine feriti.
Molti edifici sono stati occupati e in molti palazzi stanno
forzando tutte le famiglie ad
ammassarsi insieme in un
appartamento, occupando il
resto. La scorda notte l’esercito israeliano ha Invaso il
campo per rifugiati di Jabalia, nella striscia di Gaza. 18
palestinesi sono stati uccisi
finora. La notte scorsa Sharon ha condotto un massacro
graduale di palestinesi uccidendone circa 160 dall’inizio
di questo mese in aggressioni
a Nablus, lenin, Tulkarem,
Qalpilya, Betlehem, Gaza e
ora Ramallah e portando il
numero dei feriti a oltre un
migliaio di persone. La popolazione civile palestinese non
ha modo di proteggersi dalle
aggressioni di Sharon (il criminale di guerra di Sabra e
Shatila) che continuerà i suoi
attacchi sulla Palestina a meno che forze internazionali
non lo impediscano. Facciamo urgente appello alla comunità internazionale a intervenire e a fornire protezione internazionale alla popolazione palestinese.
4
PAG. 4 RIFORMA
CUMENE
venerdì 22 MARZO
'"ir'?::
A dieci anni dagli avvenimenti che portarono al crollo deH'Unione Sovietica
La sfida delle chiese nell'Europa dell'Est
Le comunità cristione che col regime comunista dovevano limitarsi a celebrare il culto, hanno
ripreso le attività caritatevoli e pedagogiche. Fondate centinaia di nuove associazioni cristiane
Dieci anni dopo la spettacolare serie di avvenimenti
verificatisi in Europa orientale, che hanno portato alla disintegrazione dell'Unione Sovietica nel dicembre 1991, il
ruolo delle chiese in quella regione dagli aspetti complessi
continua a suscitare l’interesse e le controversie. Il rinnovamento visibile della vita religiosa, che si manifesta attraverso la ricostruzione di magnifici edifici, i pellegrinaggi
pubblici, il fiorente arte sacro
e le attività caritatevoli, è impressionante. Ma questo periodo è stato soprattutto segnato dal ritorno delle chiese
nello «spazio pubblico» dove
esse svolgono ormai un ruolo
politico e sociale importante.
Alexander Belopopsky, membro dell'ufficio «Europa» presso il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) a Ginevra, analizza le sfide alle quali si sono
trovate confrontate le chiese
durante questo periodo di
transizione.
ALEXANDER BELOPOPSKY
Praga: il monumento a Jan Hus
IL decennio trascorso ha
certamente rappresentato
un periodo di libertà senza
precedenti, ma anche di
cambiamenti, di sconvolgimenti, persino di distruzione
delle società d’Europa orientale, queU’«altra metà» del
continente. (...) La rapidità di
questi cambiamenti non è
stata meno vertiginosa per le
chiese e le comunità religiose, molte delle quali avevano
subito un periodo di persecuzioni, di manipolazioni e di
emarginazione sistematiche.
11 terrore leninista ebbe il suo
apice negli Anni 30, con le
esecuzioni in massa di membri del clero e di monaci, e si
continuò a chiudere e a distruggere le chiese fino agli
Anni 70. Gli ultimi prigionieri
di coscienza vennero liberati
da Gorbaciov soltanto nel
1986 e tutte le attività delle
comunità religiose, ad eccezione del culto, rimasero
proibite per legge nella maggior parte dei paesi comunisti fino al 1990. In Polonia, il
riconoscimento internazionale del cattolicesimo romano grazie all’elezione di Gio
vanni Paolo 11, primo papa
slavo, assicurò una relativa libertà di azione a questa chiesa, mentre l’ateismo esacerbato che imperversava in 2^1bania vietava ogni forma di
espressione religiosa fino al
1991. All’inizio degli z^nni 90,
le chiese erano indebolite a
livello intemazionale e politicamente isolate.
regime comunista, dovevano
limitarsi a celebrare il culto,
hanno ripreso le loro attività
caritatevoli e pedagogiche.
Centinaia di nuove associazioni cristiane sono state fondate in tutta la regione e sono
state stampate numerose
pubblicazioni religiose.
Grande rinnovamento
religioso
Eppure questa regione ha
vissuto un rinnovamento religioso senza precedenti nel
corso dell’ultimo decennio.
Le chiese dell’Europa centrale
e orientale, principalmente gli
ortodossi ma anche i cattolici
(in particolare in Europa centrale) e le minoranze protestanti tradizionali hanno beneficiato tutte di questo rinnovamento e del cambiamento. Per esempio, nel 1989, la
Chiesa ortodossa russa contava meno di 7.000 parrocchie
attive, mentre erano più di
18.000 nel 1997. Migliaia di
persone hanno chiesto di ricevere un’istruzione religiosa
e di essere battezzate. Le comunità cristiane che, sotto il
Rapporti ecumenici
e interecclesiastici
Questo rinnovamento religioso però non è sinonimo di
rinnovamento ecumenico.
Sotto il regime comunista, alcune chiese avevano istituito
forme notevoli di coesistenza
e di cooperazione ma queste
stesse chiese fanno spesso fatica a portare avanti questa
collaborazione nel nuovo
contesto, mentre si sforzano
di ritrovare la loro identità e il
loro ruolo specifici. L’impegno ecumenico internazionale si è spesso rivelato diffìcile
ed è stato a volte fonte di conflitti. Durante la Guerra fredda, la politica era sempre pre-sente all’interno delle delegazioni delle chiese dell’Europa
orientale. Mentre l’Occidente
mobilitava le sue forze ecumeniche per lottare contro
l’apartheid, esso sembrava
indifferente alle persecuzioni
crudeli di cui erano vittime i
cristiani in Europa dell’Est, il
che indebolì notevolmente il
credito delle istituzioni ecumeniche agli occhi dei credenti. 1 cristiani che avevano
duramente sofferto per avere
il diritto di praticare la loro
fede non accettarono che i
missionari occidentali tacciassero le loro credenze di
sbagliate o superate.
Iniziati alla fine del 2001 e sospesi dal governo israeliano
Bloccati i lavori della moschea di Nazareth
La Chiesa cattolica romana
si è congratulata per la decisione del governo israeliano
di bloccare definitivamente la
costruzione di una moschea
nelle vicinanze della basilica
dell’Annunciazione a Nazareth. Precedenti governi israeliani avevano sostenuto la costruzione della moschea che
diversi gruppi cristiani consideravano come una provocazione. Temendo che il progetto venisse bloccato, diversi
musulmani avevano manifestato nel periodo di Pasqua
del 1999. \j3i posa della prima
pietra in quello stesso anno
aveva portato a proteste da
parte del Vaticano.
1 lavori erano iniziati alla fine dello scorso anno nonostante una decisione del tribunale. Il governo israeliano
aveva sospeso la costruzione
nel gennaio scorso, e aveva
istituito una commissione incaricata di prendere una decisione finale in merito. 11 3
marzo il governo israeliano
ha accettato la decisione della commissione di bloccare la
costruzione della moschea.
Padre Pier Battista Pizzabolla, prete francescano di Geru
salemme, e portavoce locale
della Chiesa cattolica su questa vicenda, si è rallegrato per
questa decisione. «È una decisione molto saggia ed energica e ha la nostra benedizione». Ma alcuni leader musulmani di Nazareth, tra cui il
vicesindaco della città, Salman Abu y^hmed, hanno reagito con rabbia: «800 anni fa
abbiamo respinto i crociati e
oggi sconfiggeremo i nemici
dell’Islam», ha detto.
La moschea in questione
era prevista in memoria di
Shehab el-Din, nipote di Saladino, eroe musulmano del Xll
secolo che sconfisse i crociati
cristiani a Gerusalemme. Salman Abu Ahmed è convinto
che questa decisione sia giunta dopo le pressioni esercitate
dal papa e dal presidente Usa
Bush il quale ha accennato alla questione in occasione di
colloqui con il primo mini.stro
israeliano Sharon. Natan Sharansky, ministro israeliano
della casa e della costruzione,
che dirigeva la commissione
governativa, ha giustificato
questa decisione sottolineando che i militanti musulmani
avevano occupato il luogo
con la forza e lanciato minacce, con l’altoparlante, contro i
loro oppositori cristiani. Autorizzare la costruzione della
moschea in quel posto sarebbe stato visto come un cedimento alla violenza, ha detto.
«Abbiamo l’obbligo di proteggere i luoghi santi nonché i
diritti delle minoranze e la loro libertà di religione».
Contemporaneamente la
commissione ha annunciato
che avrebbe proposto altri
sette siti per la costruzione di
una moschea a Nazareth. Ma
non è affatto detto che questo gesto soddisfi i musulmani di Israele, in particolare
nel contesto attuale di violenza tra israeliani e palestinesi. 11 Vaticano ha chiesto
che venga ristabilita la coabitazione pacifica nella città.
«Vogliamo che la coabitazione tradizionalmente armoniosa tra cristiani e musulmani a Nazareth, che era stata minacciata da un’iniziativa
provocatrice, riprenda con il
contributo delle autorità delle due parti e di tutta la popolazione», ha dichiarato il portavoce del Vaticano, Joaquin
Navarro-Valls. (eni)
La questione
del proselitismo
Anche se il proselitismo
straniero ha avuto solo un’influenza limitata nella regione
nel corso dell’ultimo decennio le chiese tradizionali (in
particolare gli ortodossi, che
hanno conservato il ricordo
delle aggressioni religiose
dell’Occidente) continuano a
considerarlo come una grave
minaccia. Dopo il 1990, diversi paesi promulgarono leggi
che autorizzavano la libertà
religiosa, e molti gruppi religiosi stranieri ne approfittarono per introdursi in Europa
orientale. Alcune inchieste
mostrano che, nel 1997, nella
sola ex Urss, si contavano circa 6.000 missionari protestanti occidentali e coreani.
Le recenti visite del papa in
Ucraina e in Georgia, alle
quali si opponeva la maggioranza dei cristiani autoctoni,
non hanno fatto che rafforzare, purtroppo, l’idea che il
cattolicesimo abbia delle mire «espansionistiche».
Tendenze al ripiegamento
Confrontate a questa nuova situazione, alcune chiese
hanno cercato rifugio nell’isolazionismo e in un atteggiamento ultra conservatore.
Le chiese ortodosse di Georgia e di Bulgaria hanno abbandonato il Consiglio ecumenico delle chiese per protestare contro quello che percepivano come liberalismo e
tendenza ai compromessi in
materia di dottrina. 1 battisti
dell’ex Unione Sovietica hanno praticamente posto fine a
ogni relazione ecumenica e
alcuni gruppi riformati e luterani si sforzano di riallacciare i contatti con gli ambienti fondamentalisti occidentali, dai quali aspettano
un appoggio. In altri contesti,
infine, le chiese hanno chiesto l’appoggio dei governi.
(1 - continua)
(tratto da Œcuménisme-Informations n. 322, febbraio 2002,
secondo il «Courrier de l’Acat»
del dicembre 2001. Traduzione
dal francese dii.-). Peyronel)
Resa nota conversazione con Nixon
Billy Graham chiede scusj
agli ebrei americani
Billy Graham, il famoso
evangelista americano, ha
presentato le sue scuse per le
osservazioni fatte trent’anni
fa quando disse che gli ebrei
americani avevano «l’egemonia» sui media. Durante un
colloquio registrato nell’ufficio ovale dell’ex presidente
Nixon e reso noto la settimana scorsa dagli archivi nazionali, si sente Billy Graham dire; «Questa egemonia deve
essere rotta, se no il paese rischia la rovina».
dovette dimettersi dopoi
scandalo del Watergate. p~
cedenti registrazioni avevan
mostrato che Nixon faceva
volte commenti antisertiit
ma il fatto sorprendente!
questa ultima registrazione
che Billy Graham e Nixo,
sembrano avere lo stesso pi
rere sulla questione degl
ebrei e dei media. *
Le scuse di Billy Graham
Nel presentare le sue scuse,
ritrasmesse il 1° marzo scorso da una società di relazioni
pubbliche del Texas, il pastore della Chiesa battista del
Sud, oggi ottantatreenne, ha
dichiarato: «Anche se non ricordo questo colloquio, provo un profondo rammarico
per questi commenti che a
quanto pare ho fatto neU’ufficio ovale durante una conversazione con il presidente
Nixon... circa trent’anni fa.
Queste osservazioni non rispecchiano le mie vedute e
presento scuse sincere per
ogni offesa che esse abbiano
potuto causare». Graham, nel
ricordare che cercava da
tempo di gettare ponti tra
ebrei e cristiani, ha riaffermato che avrebbe continuato «a
sostenere energicamente tutti gli sforzi futuri miranti a
rafforzare la comprensione e
il rispetto reciproco tra le nostre comunità».
Nixon concorde
I commenti rivelano che
Billy Graham, durante quell’incontro del 1972, aveva
detto che gli ebrei dominavano i media negli Usa. Nixon
aveva risposto che aveva la
stessa opinione ma che non
poteva esprimerla pubblicamente. «Non potrò mai dirlo,
ma lo penso», aveva detto.
Graham aveva quindi aggiunto che se Nixon «fosse
rieletto una seconda volta, allora potremmo fare qualcosa». Graham confida poi a
Nixon di avere molti amici
ebrei. «Essi sono tanti intorno a me e mi testimoniano
amicizia, perché sanno che
ho simpatia per Israele. Ma
non sanno qual è il mio sentimento reale su quello che
essi stanno facendo a questo
paese, e non ho né il potere
né il modo di fare alcunché».
E Nixon gli risponde: «Non
deve farglielo sapere».
Le registrazioni di conversazioni del presidente Nixon
nelTufficio ovale sono state
rese note insieme a documenti storici riguardanti la
presidenza di sei anni di
Nixon, che si concluse nel
1974 quando il presidente
Il parere di Martin Marty
Martin Marty, grande spe
cialista della Storia dell]
chiesa presso l’universitàj
Chicago, si è detto stupiti
dalle rivelazioni e deluso it
Graham. «Queste osservazio.
ni non sono tipiche del Bj,
ly Graham che conosciainoi
ha detto, precisando cheli
chiesa conservatrice di Bi|.
ly Graham era prò Israele
«Graham è noto per esse«
un amico di Israele; su que.
sto non c’è alcun dubbio»,In
aggiunto lo storico che hi
sottolineato che Billy Gra.
ham aveva mantenuto rap
porti cordiali con la comunità ebraica degli Usa.
Billy Graham si è sempre
detto non partigiano e apolitico, ma le registrazioni mostrano che provava simpatia
per Nixon, ha detto ancoralo
storico. Eppure, Martin Martj
confessa di avere una certa
simpatia per Billy Graham, il
quale ha avuto di recente problemi di salute e beneficia
della^ «buona volontà che ha
accumulato nel corso degli!
anni». «Pochi fra noi vorreb-l
bero subissarlo in un momea-l
to in cui è in contraddizione
con se stesso e si trova in imbarazzo», ha detto Marty.
Ma per Abraham Foman,
direttore nazionale della Legai
antidiffamazione (organizza-!
zione ebraica) che si mostri;
meno comprensivo, queste^
osservazioni «terribili suscitano raccapriccio». «È vergognoso che uno dei leader religiosi più rispettati d’America,
un consigliere spirituale di
diversi presidenti, creda e approvi simili sciocchezze antisemite di un altro tempo», ha
lamentato. (etiH
Billy Graham
In una statistica dell'lrlanda del Nord
Belfast: cresce il fossato
tra cattolici e protestanti
Secondo uno studio realizzato su 4.800 famiglie di Belfast, capitale dell’lrlanda del
Nord, il fossato tra protestanti e cattolici si è allargato
dall’inizio del processo di pace nel 1994. Oggi esistono
meno rapporti tra cattolici e
protestanti rispetto a dieci
anni fa. Le persone interrogate abitano lungo quello
che viene chiamata «la linea
di pace», fatta spesso di reti
metalliche o di muri di mattoni che dividono le zone di
abitazione dei protestanti e
dei cattolici. Secondo quello
studio, il 68% delle persone
tra i 18 e i 25 anni non hanno
mai avuto una vera conver
Situi
tea
Qi^
diacoi
posto
panti
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e «Mi!
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feriso
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prese
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terzo
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riore
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le di
sazione con un membro dell’altra comunità.
Il 60% delle persone interrogate, di tutte le età, hanno
indicato di essere state, dopo
il 1994, vittime di aggressioni
verbali o fisiche da parte dei
membri dell’altra comunithLa stessa percentuale è de
parere che il clima tra i pattili
..................................Udei
si sia aggravato dall’inizio <
processo di pace. Secondo i
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responsabile scientifico
l’inchiesta, Peter Shirlo ’
questi risultati indicano eh '
durante i negoziati, i respon
sabili politici hanno taSS*'*.
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desideravano. »
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55 Vita Delle Chiese
I II convegno degli istituti e delle opere diaconali tenutosi il 9-10 marzo a Firenze
«Vision» e «Mission» della diaconia
Situata tra stato e mercato, la diaconia evangelica può anche utilizzare categorie e strumenti
tecnici aziendali per valutare la qualità del servizio reso e le proprie prospettive di impegno
^j^M-IACQUESPEYRONEL
Qual è la «Vision» e quale
la «mission» della nostra
diaconia? Questo il tema pronosto quest’anno ai partecioanti all’ormai tradizionale
«convegno delle opere» che si
è tenuto al Gould di Firenze i
9 e 10 marzo scorsi. «Vision»
e «Mission» sono due termini
tecnici anglosassoni che si riferiscono alle finalità e al modo di operare delle imprese, e
ai quali si ricorre per stabilire
e valutare la qualità del loro
servizio. Ovviamente vi è un
nesso tra «Vision» e visione, e
tra «mission» e missione come di solito intendiamo questi due concetti nella nostra
vita di fede e in particolare
nel nostro impegno diaconale che, come ha ricordato in
apertura del convegno Marco
Jourdan, presidente della
Csd, è parte essenziale della
missione della chiesa.
In un approfondito studio
biblico su Efesini 1, 15-23, il
pastore Bruno Rostagno, dopo aver accennato a due tipi
di visione, indiretta e diretta,
presenti in alcuni libri profetici dell’Antico Testamento
(Amos, Geremia, Isaia, Ezechiele), si è soffermato su un
terzo tipo di visione che troviamo nel Nuovo Testamento: quella della visione interiore, che si situa tra la risurrezione e il compimento finale della nuova creazione.
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«L’oggetto di questa visione è
essenzialmente la speranza»,
ha detto Rostagno che ha citato la seguente affermazione
di Dietrich Bonhoeffer: «Esistono cristiani che ritengono
cosa poco religiosa sperare in
un futuro migliore terreno. Si
sottraggono con una fuga pia
dal mondo, alla responsabilità per la vita delle generazioni future, per nuove realizzazioni. Può darsi che domani venga il giorno del giudizio, allora metteremo da
parte l’impegno per un futuro migliore, prima però no».
In quanto «corpo di Cristo»,
la chiesa ha una missione
specifica, che è quella di rendere testimonianza all’azione
di Cristo e che consiste nel
dare a ogni cosa la sua pienezza, il suo pieno sviluppo
secondo il piano di Dio, ha
concluso Rostagno. Le nostre
opere diaconali operano in
un ambito particolare, quello
che viene chiamato «terzo
settore», per differenziarlo dal
«primo settore» che è lo stato,
e dal «secondo, settore» che è
il mercato. Giancarlo Sanavio,
di Padova, membro della
Fondazione Zancan, è intervenuto sulle «trasformazioni
dello stato sociale in Italia» e
sul ruolo del «non profit» (altra denominazione del terzo
settore). A partire dagli Anni
90 il ruolo dello stato nell’ambito dei servizi sociali, assistenziali e sanitari cambia: es
CONVEGNO DELLE OPERE
FIRENZE 9-10 MARZO 2002
«Vision» e «Mission» della diaconia evangelica
Dopo alcuni anni di lavoro sul senso e sugli obiettivi della
nostra diaconia, i partecipanti al convegno delle opere vogliono condividere alcune riflessioni con le comunità invitandole a un approfondimento comune.
La «Vision» della diaconia evangelica
«Lasciatevi guidare dall’amore di Dio e fatevi servi gli uni
degli altri» (Gal. 5,13)
Riteniamo che sia elemento qualificante della «vision»
della diaconia evangelica considerare l’impegno diaconale
di ogni credente come espressione ed esigenza della propria fede.
Siamo convinti, quindi, che solo come chiesa nel suo insieme possiamo vivere un rapporto di aiuto con le persone
che Dio ci permette di incontrare.
La salvaguardia e l’affermazione della dignità di ogni
persona sono gli obiettivi primari per cui sentiamo di lavorare, nel tentativo di offrire ad ognuno la possibilità di
esprimersi nella sua completezza.
La «Mission» della diaconia evangelica
«E da questo vi riconosceranno» (Giov. 13,35)
Consapevoli dei propri limiti, consideriamo elementi indispensabili dell’operare delle chiese e delle opere
- il coraggio del mutamento, la capacità di sognare,
l’apertura al nuovo, la voglia di sperimentare, lo «sperare
contro speranza» (Rom. 4,18);
- l’amore, la speranza, la libertà che provengono dalla
certezza della venuta del Regno caratterizzano il nostro impegno e permettono di tentare di cogliere i bisogni che la
società estremamente frammentata esprime;
- una gestione corretta, trasparente e partecipata deve
essere uno strumento essenziale nel nostro operare quotidiano a tutela delle persone con cui e per cui le chiese e le
opere lavorano.
OPERA PER LE CHIESE EVANGELICHE
METODISTE IN ITALIA
ISTITUTO EVANGELICO METODISTA «INTRA»
Siamo lieti di invitarvi aINnaugurazione della Casa
di accoglienza per immigrati che si svolgerà sabato
d aprile 2002 alle ore 16 nei nostri locali di corso
Mameli 19, a Verbania-Intra.
domenica 7 aprile alle ore 10,30: culto con santa
cena con predicazione del pastore Valdo Benecchi,
presidente Opcemi.
Il presidente del Comitato dell'Istituto II presidente dell'Opcemi
Bruno Polombini Voldo Benecchi
^oniQ, marzo 2002
so diventa programmatore e
verificatore, e non più gestore. Questo dà un ruolo molto
importante al «terzo settore»,
spesso impegnato proprio in
questo tipo di servizi attraverso le associazioni di volontariato, le cooperative sociali,
gli enti ecclesiastici (fra i quali
si trovano le nostre opere).
Che cos’è infatti il «terzo
settore»? Sono organizzazioni
private che per operare devono avere un riconoscimento
pubblico. Attualmente regna
ancora molta confusione all’interno di questa galassia.
Le organizzazioni che ne fanno parte devono pertanto fare chiarezza al loro interno
per definire la propria identità, iscrivendola in uno statuto. Secondo Sanavio, il rischio esistente è di leggere il
«terzo settore» in una logica
aziendalistica, sulla base dei
criteri dell’efficienza e dell’efficacia, e cioè in una logica
propria al «secondo settore».
Inoltre, in Italia, vige tuttora
un’antica cultura secondo la
quale il «sociale» è legato ai
poveri, per cui esso viene
considerato come un settore
residuale dell’economia in cui
si investe pochissimo. Negli
Usa invece, investire nel sociale appare una scelta più sicura in quanto l’utenza, fatta
di anziani, malati, emarginati,
disoccupati, ecc. è in continuo aumento. E chi investe in
questo settore accresce molto
la propria immagine pubblica
(vedi Bill Gates, ad esempio).
Per Sanavio, il futuro delle organizzazioni del «terzo settore» sta nella riscoperta della
comunità locale e nei valori
che esse cercano di attuare attraverso i servizi che svolgono, primo fra tutti la centralità
della persona.
Gianfranco Mathieu ha poi
presentato le leggi statali e
regionali relative alla gestione dei servizi sociali, emanate di recente nell’ambito della nuova legge quadro sul
riordino dei servizi (legge
328). Se da un lato questa
legge favorisce lo sviluppo
delle associazioni a scopo
non lucrativo (Onlus), dall’al
tro si inserisce nel quadro
delle normative europee caratterizzate da un orientamento crescente a introdurre
elementi competitivi e da
una forte spinta alla omogeneizzazione dei servizi.
Infine Giorgio Tourn, parlando delle radici e degli attuali sviluppi della nostra diaconia, ha messo in luce come
fino a metà dell’800, così come avveniva nella chiesa primitiva, la diaconia veniva fatta all’interno della chiesa ed
era compito dei diaconi della
comunità. Essa rispondeva a
un bisogno drammatico che
era quello della sopravvivenza. Oggi invece, essa si situa
all’interno del «welfare state»
europeo e più che a un biso
gno impellente risponde a un
diritto alla vita del cittadino.
L’inserimento delle nostre
strutture diaconali nella programmazione pubblica ha
portato a un processo di «aziendalizzazione» delle stesse.
L’interrogativo che si pone
oggi è se sia possibile mantenere l’evangelicità all’interno
di strutture aziendali. D’altra
parte, ha concluso Tourn, sarebbe un errore ridurre tutta
la diaconia della chiesa alle
sole opere.
Il dibattito è poi proseguito
in quattro gruppi di lavoro
che hanno cercato di definire
la «Vision» e la «mission» della
nostra diaconia. Come si può
vedere dal documento finale
che ne è emerso (vedi qui a
fianco), la discussione si è
concentrata più sulla «visione» e la «missione» che hanno
o che dovrebbero avere le nostre chiese rispetto alla diaconia in generale, piuttosto che
sulla «Vision» e la «mission»
delle nostre opere diaconali.
Ciò è dovuto alla convinzione
di tutti i partecipanti che la
diaconia deve essere impegno
di tutta la chiesa, non solo degli «addetti ai lavori», e che il
suo obiettivo ultimo è di tessere relazioni di amore con
chi ci sta vicino, nella prospettiva del Regno che viene,
contribuendo così a ricostruire il legame sociale, oggi fortemente frammentato.
C.S.D.
CASA BALNEARE
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al 21 aprile e dal 6 al 18 maggio 2002 per
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AGENDA
23 marzo
FIRENZE —Alle 17, al Centro culturale protestante P. M.
Vermigli» (v. Manzoni 19/a-21), Patrizia Sciumbata e Walter
Balzano parlano sul tema «Le scoperte di Qumran e Nag
Hammadi». Modera l’incontro la past. Gianna Sciclone.
MILANO — Alle 17, nella sala della libreria Claudiana (v.
Sforza 12/a), per la serie di incontri del Centro culturale protestante «Le religioni di fronte alla guerra». Bruno Segre parla sul tema «Educazione alla pace in una situazione di conflitto; l’esempio di Nevè Shalom/Waahat as-Salaam».
24 marzo
TORINO — Alle ore 16,30, nel tempio valdese di corso Vittorio Emanuele II, incontro ecumenico di Pasqua in cui, per
la prima volta, ci sarà la partecipazione di due componenti
missionarie delle chiese cristiane: per la parte cattolica il
Servizio diocesano Terzo Mondo e per la parte evangelica il
gruppo Cevaa-Comunità di Chiese in Missione. A cura di
«Insieme per Graz»-Coordinamento ecumenico torinese. Saranno raccolti fondi per interventi di solidarietà per il popolo
Tobas, un’etnia indigena del Chaco argentino.
25 marzo
TORINO — Alle 18,30, al Centro teologico (corso Stati Uniti
11/h), Anna Segre presenta il libro di Claudia De Benedetti e
Luisa Sacerdote «La Pasqua ebraica» (Zamorani editore).
Modera Paolo De Benedetti. Saranno presenti le autrici.
TRIESTE — Alle 10, nella chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione, incontro ecumenico di preghiera per la Pasqua.
BARI — Alle 19,30, nella chiesa San Francesco da Paola (v.
Lecce 35), Isaia Saliani, Hero Grittani e Francesco Megli parlano sul tema «La nostra comune responsabilità in Europa».
26 marzo
BOLOGNA —Alle 21, nella sala dell’Angelo (v. Mamolo 24),
Alfio Filippi e il past. Massimo Aquilante presentano il libro
di Pietro Bolognesi e Leonardo De Chirico «Il movimento
evangelicale» (Querùiiana). Saranno presenti gli autori.
ROMA —Alle 18, al Centro evangelico di cultura (aula magna
della Facoltà di teologia, via P. Cossa 40), il prof. Stefano Rodotà parla sul tema «2004: appuntamento con la Costituzione
europea. Una carta laica per un’Europa multireligiosa».
MILANO — Alle 18, nella sala della libreria Claudiana (via
Sforza 12/a), il Centro culmrale protestante organizza l’ultimo studio biblico a cura del past. Giovanni, Anziani sul tema
«Il Dio della Bibbia e la violenza» (riconciliazione).
TORINO — Alle 16,30, alla sede Ywca-Ucdg (via San Secondo 70), Caterina Garibbo Siri e Jole Beatrice Sabbadini presentano i propri libri «Per filo e per sogno» e «I racconti del
mare». Coordina Piera Egidi.
27 marzo
rVREA — Alle 21, nel tempio valdese (v. Torino 217), il past.
Mauro Pons presenta il libro di W. Countryman «Sesso e morale nella Bibbia» (Claudiana, 1998).
TORINO — Alle 21, nel tempio valdese di corso Vittorio
Emanuele 23, l’organista Chiara Cassin e il Coro valdese di
Torino diretto da Elavio Gatti eseguono musiche di Bach,
Galuppi, Bàrdos per la serie «Musica e pregierà».
CRONACHE DALLE CHIESE M
ROMA — Domenica 10 marzo l’assemblea della Chiesa valdese di piazza Cavour ha eletto deputati alla Conferenza
del III distretto Giorgio Monti e Cristina Scatamacchia
(supplente Annemarie Dupré); al Sinodo Giancarlo Sabbadini (supplente Paola Rostan Ponzo). Sono stati inoltre
eletti due nuovi membri del Concistoro; l’anziano Giovanni Mica e la diacona Piera Tomasello Troja. L’assemblea ha invocato la benedizione del Signore sui nuovi
eletti e sugli uscenti, Jean Elliot e Paolo Tempio.
PRAROSTINO — Fla destato profonda commozione la scomparsa di Paola Monnet Bertalot, di 49 anni. Con la sua
modestia, la disponibilità e la generosità che la caratterizzavano nella vita e nell’impegno sociale, Paola lascia in
quanti l’hanno conosciuta un grande rimpianto. Il suo
modello di vita e i valori in cui ha sempre creduto non
possono essere dimenticati: essi dovranno rappresentare
uno stimolo e una guida per tutti coloro che questa morte
improvvisa ha lasciato nel dolore. Ci ha lasciati anche, dopo lunga infermità, Dino Davide Pietro Fomerone, di 76
anni. Alle famiglie di Paola e di Dino rinnoviamo la nostra
affettuosa solidarietà nel lutto.
PRAMOLLO — L’assemblea di chiesa del 17 marzo ha nominato Romina Long e Patrizia Sappé deputate alla prossima
Conferenza distrettuale (supplenti Rina Ferrerò e Remo
Travers) e Claudia Travers deputata al Sinodo (supplente
Ivana Costabel). È stata rieletta in Concistoro l’anziana Elvina Peyronel per il terzo quinquennio. La giornata del 17
febbraio è trascorsa nella gioia, con la predicazione del
culto tenuta dal pastore Eric Nofflce, che tutti hanno rivisto
e ascoltato con molto piacere, e la recita allegra e briosa
presentata dal gmppo della filodrammatica, parzialmente
rinnovato e ringiovanito. A tutti un grazie per l’impegno e
la disponibilità. La comunità esprime solidarietà cristiana
e simpatia a Milena Mattinai per la perdita del papà.
TELEVISIONE
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 10 del lunedì successivo. Domenica 31 mapo,
ore 24 circa, andrà in onda: «Dibattito in studio sull'Europa
che sarà»; interverranno la senatrice Tana de Zulueta, il prof.
Paolo Ricca, con il contributo di Sergio Velluto e del gruppo
musicale Klezmer. La replica sarà trasmessa lunedì 1” aprile
alle ore 24 e lunedì 8 aprile alle ore 10 circa.
6
PAC. 6 RIFORMA
LA TERRA
NON Cl ASPETTA
JUTTA STEICERWALD
Il tempo c’è, come il giorno e
la notte. L’interazione umana
con il clima è diffìcile da capire.
L’aria non si vede. Risparmiare
energia sa di povertà. Guai a chi
ci tocca l’automobile! La vita
moderna con lo sviluppo industriale del sempre di più e sempre più veloce è centrale nel
cambiamento climatico. Chi già
soffre dalle conseguenze del
cambiamento del clima si trova
soprattutto nel Sud del Pianeta
e nelle isole.
Per 10.000 anni, la variazione
di C02 si è mantenuta intorno al
10%. Dall’inizio della rivoluzione industriale, gli esseri umani
hanno emesso U 30% di C02 oltre al ciclo natu- _________
rale. Il C02, gas
messo politico, lontano da
quanto sarebbe necessario per
la stabilizzazione del clima. I
paesi industrializzati si impegnarono a ridurre complessivamente del 5,2% le emissioni dei
principali gas serra entro U periodo compreso tra il 2008 e il
2012. Per i paesi dell’Unione europea (Ue) nel loro insieme la
riduzione deve essere dell’8%.
Ci vollero altri cinque anni perché rUe si impegnasse, all’inizio
di marzo, a ratificare il Protocollo entro il 1“ giugno 2002, poco prima del nuovo Vertice Gnu
sullo sviluppo sostenibile a
Johannesburg (settembre 2002).
Finora hanno ratificato il
Protocollo 47 padi cui solo
est.
che contribuisce j\jQp ^ QfìCOrO diltiOtO
maggiormente al l’Annex 1 (cioè
riscaldamento ¡p \/iqore il PrOtOCOllO industriadell atmosfera, lizzati e paesi di
ha tempi di resi- (jj KvOtO SUl QOS S&fQ economia in tran:nza di 100 an- ^ sizione). Il Proto
stenza di 100 an- ' sizione)________
ni. Anche se a- DopO lo Ue, Cl SOià la collo potrà entradesso un cam- re in vigore solo
biamento radi- ratifica dell'Italia? quando lo avran
cale nella produ- ~ no ratificato 55
zione industria
le, agricola e di consumi quotidiani fermasse il C02 aggiunto
nell’atmosfera, quello finora
emesso ha ormai provocato
cambiamenti chimici e fisici,
con consequenze sul clima.
Dagli Anni 80, ambientalisti e
scienzati hanno attirato l’attenzione su questi fatti. Ci sono voluti quasi vent’anni perché la
comunità internazionale, a Kyoto, nel 1997, si mettesse d’accordo per affrontare seriamente
questo problema. La convenzione quadro sul cambiamento climatico fu approvata a New York
il 9 maggio 1992, alcuni mesi
prima del Vertice Gnu su sviluppo e ambiente a Rio de Janeiro.
Là venne concordato di ridurre i
gas serra del 4% al di sotto del
livello del 1990. I maggiori gas
serra individuati sono l’anidride carbonica, il metano, il protossido di azoto, gli idrofluorocarburi, i perfluorocarburi e
l’esafluoruro. Causa principale
dell’anidride carbonica è l’impiego di combustibili fossili in
tutte le attività energetiche e industriali e nei trasporti. L’agricoltura moderna, l’industria
chimica e le discariche partecipano alle emissioni di metano e
di protossido di azoto.
Nel 1996 una revisione della
situazione confermava che l’anidride carbonica era responsabile dell’80,5% dei gas serra
provenienti dai paesi sviluppati.
Una lunga e intensa discussione
anticipò l’accordo sul Protocollo di Kyoto, che fu un compro
paesi rappresentanti il 55% dell’anidride carbonica dei paesi industrializzati. E
qui entriamo in un altro problema. Gli Usa da soli producono
un terzo dell’intero CG2, la Ue il
24,3%. Il presidente Bush ha ritirato la presenza degli Usa dalla Convenzione sui cambiamenti climatici nel luglio 2001 dicendo che né lo stile di vita americano né l’economia americana
erano aperti a trattative. Un regalo all’industria petrolifera, dicono altri. A questo punto, per
fare valere il Protocollo di Kyo
to, è necessaria la ratifica da
parte di quasi tutti gli altri paesi
industrializzati, Russia, Cina e
Canada inclusi.
In questo contesto politico, la
decisione dell’Ue è positiva. Rappresenta un passo nella direzione giusta. Per l’Italia questo
comporta prima la ratifica del
Parlamento, poi l’obbligo di ridurre le emissioni nazionali del
6,5% rispetto al 1990, ma in
realtà del 17,5% se si include
l’aumento di CG2 avvenuto nel
frattempo e distribuito nell’aria
anche oltre l’Italia. Il sole, l’aria,
l’acqua e la terra che ci fanno vivere, sono un regalo del Creatore
per tutta l’umanità, datoci per
custodirlo e per vivere. Una stabilizzazione del clima e dei flussi
energetici naturali dovrebbe essere nell’interesse di tutti, anche
riguardo ai propri figli e al mondo che lasceremo loro. La Terra
con i gas aggiunti va avanti e fa il
suo lavoro. Spetta a noi, ognuno
al proprio posto, fare il nostro.
Riforma
L Eco Dfxle Vmj»:'«
ht “
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011 /655278 - lax
011/657542 e-mail: reda2iorie.torino@riforma.it;
REDAZIONE NAPOLI;
Via Fona, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185
fax 081/291175, e-mail: reda2ione.napoli@riforma.it;
REDAZIONE PINEROLO.
Via dei Mille, 1 - 10064 Pinerolo, tei. 0121/371238
fax 0121/323831, e-mail: edipro@tpellice.it
DIRETToHE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
Maffei. IN REDAZIONE; Alberto Coreani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan, Federica Toum,
COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrano, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio GardioI, Mauriaio Girolami. Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitri, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pons, Gian Paolo Ricco,
Fulvio Rocco, Marco Rostan. Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE; Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
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EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l.-via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
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Italia ordinarlo: euro 57,00; ridotto; euro 44,00: semestr; euro 30,00;
UBUB *-^7 sostenitore: euro 105,00.
Estero r^> ordinario: euro 90,00; v. aerea: euro 105,00; semestr: euro 47.00;
-v sostenitore: euro 130,00.
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La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. t75/51 (modifiche registrate il 6dicembre1999)
Il numero 11 del 15 marzo 2002 è stato spedito dall'LIfficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 13 marzo 2002.
2001
AsMciato ella
Unione etampa
periodica Italiana
Commenti
La (discussione sul caso di don Franco Barbero di Pinerolo
Oltre il confine dell'ortodossia?
La riflessione e la prassi della Comunità di base pinerolese e del suo
animatore sono veramente eretiche? Non diamo risposte superficiali
MARIA BONAFEDE
SONO settimane che mi
interrogo sul perché mi
ha tanto colpito la vicenda
delle affermazioni scomunicanti del vescovo di Pinerolo
a proposito della pratica e
della riflessione di don Franco Barbero e della Comunità
di base di Pinerolo. Avrei voluto scrivergli, perché anche
se non Io vedo da quasi vent’
anni ho sempre cercato, purtroppo solo in modo episodico e disordinato, di sapere
qualcosa della ricerca, della
fede, e delle avventure spirituali di Franco Barbero e della sua comunità.
Sono stata prontamente avvertita di questo episodio di
repressione ecclesiastica dagli amici dell’area delle comunità di base di Roma perché volevano condividere con
noi valdesi il loro dispiacere,
il loro sdegno per l’accaduto,
e anche la solidarietà per
Franco. Ho provato a parlarne qua e là con diversi fratelli
e sorelle valdesi, per vedere
come far giungere a Frànco il
senso della nostra fraterna vicinanza, ma in alcuni colloqui avuti ho trovato perplessità insieme a una diffusa solidarietà, e qua e là emergeva
la posizione espressa da Gregorio Plescan, su Riforma
dell’8 marzo, di sostanziale
comprensione più per il vescovo di Pinerolo che per
Barbero. Quella di Plescan è
una risposta indubbiamente
possibile, che ha persino elementi di verità, eppure è una
risposta facile, troppo facile
per essere vera. Ed è una risposta comoda, la risposta di
chi sta alla finestra a vedere
qualcosa che in fondo non lo
riguarda più di tanto.
Tuttavia sono
anche ctfatti nostri»
Credo invece che la vicenda di don Barbero non siano
fatti altrui, ma fatti miei e nostri molto più di quanto sembri. E ritengo superficiale risolvere la questione dicendo
che in fondo il vescovo ha ragione perché Barbero si è posto al confine, o al di là dell’ortodossia della sua chiesa.
Per molti motivi alcuni dei
quali provo a elencare: tralascio il più evidente, che riguarda il pulpito dal quale
parliamo, che è il pulpito della storia valdese, storia di eresia e di condanna, di repressione durissima e secolare.
Un pulpito che ci rende comunque attenti al fatto che
dove c’è repressione probabilmente c’è anche qualcosa
di scomodo e di vero che viene affermato. Forse Plescan è
informato sul pensiero e la
pratica di Barbero quando af
LUNEDI 11 marzo l’America ha ricordato in modo
solenne i primi sei mesi dalla
tragedia delle Torri Gemelle.
A Manhattan, presso il luogo
del disastro, una cerimonia
tipicamente americana, con
brevi discorsi e canto di una
corale di giovani di colore.
Nella Pennsylvania, sul luogo
dove è caduto il quarto aereo
per la volontà eroica dei passeggeri, si sono raccolti in silenzio i parenti delle vittime,
attorno a una stele di marmo
eretta in ricordo dei morti.
11 nocciolo delle cerimonie
è stato però il discorso pronunziato a Washington dal
presidente davanti ai rappresentanti di 120 nazioni. Un
discorso pieno di una determinazione violenta e minacciosa. Bush promette guerra,
guerra senza fine, guerra ovunque, guerra contro chiun
ferma che il vescovo dà prova
di serietà nel dire quello che
dice. Io ho cercato e letto la
risposta documentata e puntuale di Franco Barbero al
suo vescovo e non sono riuscita a trovare nulla di non
cristiano. Ma i motivi che mi
premono di più sono altri, e
sono scomodi anche per noi.
Confessare la fede
cristiana oggi
Barbero si sta ponendo il
problema sacrosanto e urgente di confessare la fede
cristiana nel tempo presente,
cioè di trovare le parole per
dirla, per dire ad esempio la
parola «trinità» che significa
che la pluralità e la dialettica
stanno addirittura dentro il
concetto di Dio, che pure rimane Uno e Santo, per dire
in termini che ci coinvolgano
che Cristo è «vero uomo e vero Dio», che sono i punti centrali della dogmatica cristiana. Per farlo, sperimenta insieme a una comunità, e non
solo nella solitudine del suo
studio, parole nuove, tenta
itinerari, si cimenta nello
scrivere in proprio la fede cristiana senza trincerarsi dietro
alle formule dogmatiche accreditate e condivisè, persino
in ambito ecumenico. Non so
se è tutto condivisibile quello
che dice, probabilmente no,
ma ha un coraggio esemplare
che è il coraggio di una fede
vissuta che interpella la dogmatica e che si lascia interpellare dalla vita degli uomini
e della donne che incontra. A
me pare molto, davvero molto, e mi piacerebbe che in
ogni comunità cristiana, non
importa se cattolica o protestante, si rischiasse di sbagliare per eccesso di riflessione, di amore, di studio, di
elaborazione, piuttosto che
non sbagliare mai per difetto
di pensiero e di amore. Mi
piacerebbe discutere di posizioni in odore di eresia piuttosto che discutere di poche
cose, sempre meno.
Le unioni Omosessuali
Barbero è stato bacchettato
per aver benedetto unioni di
persone omosessuali e lesbiche nella sua comunità. Probabilmente questo è il motivo
scatenante della dichiarazione del vescovo. A me sino a
ora non è mai capitato di dover prendere una posizione
personale e pastorale in proposito e non so cosa risponderei se accadesse. Ma non
possiamo nasconderci dietro
a un dito: il problema c’è e lo
conosciamo, è dentro le nostre porte, non fuori di esse. È
una realtà che vive nelle nostre chiese valdesi, metodiste
e battiste; gli omosessuali sono uomini e donne credenti,
spesso impegnati nelle nostre
chiese e nelle nostre opere,
persone che pregano ogni domenica insieme ai fratelli e
alle sorelle della loro comunità, che partecipano a pieno
titolo alla vita comunitaria,
spesso anche in posizioni di
responsabilità. Però vivono di
nascosto la loro affettività,
spesso nella tacita consapevolezza e simpatia delle loro
comunità, ma non lo possono
manifestare e non oserebbero
mai chiedere un momento di
culto in cui si interceda per
loro e si condivida la loro
gioia che, così, negherebbe
l’emarginazione almeno nella
comunità dei credenti.
Se accadrà discuteremo
animatamente nelle nostre
chiese, ci confronteremo e ci
scontreremo e non sarà indolore. Sono convinta però che
sarà un confronto fatto, nell’espressione delle diverse
posizioni, alla presenza del
Signore e per amore della sua
parola e del nostro prossimo.
Almeno per questi motivi non
mi sento estranea ai fatti che
riguardano Franco Barbero,
nel quale riconosco un fratello in Cristo, e ritengo profondamente sbagliata la posizione di quanti dicono con facilità che il vescovo, essendo
tale, non poteva fare altro.
PIERO bensì
que, guerra per negare anche
all’ultimo terrorista «persino
un letto dove dormire in pace». E ha detto chiaro agli ambasciatori presenti che in
questa guerra non ci possono
essere paesi neutrali se non
quelli che coprono i terroristi
e che verranno puniti.
È stato un discorso sul quale non possiamo non riflettere con molta attenzione. Gli
Stati Uniti si pongono senza
esitazioni come la polizia del
mondo, dando per scontato
che tutte le nazioni che fanno
parte della coalizione antiterroristica siano con loro in
questa lotta. Ma non è detto
che sia proprio così. Può anche darsi che gli alleati di oggi
diventino i nemici di domani.
Se vi sarà un attacco da parte
americana nella zona mesopotamica si rischia una guerra di proporzioni mondiali.
Le reazioni non sono assolutamente prevedibili. È giu
COBRIERE DELLA SElh
Europa e chiese
In due pagine di unìfl
tervista di Paolo Valentin
alla vigilia del vertice con;
premier italiano Berlusco
ni, il cancelliere Schrodei
viene sollecitato (7 marzo
a dire la sua sui riferimenti
che la «Carta dei diritti» po,;
irebbe o dovrebbe dare alle
radici cristiane. Domanda
«La Chiesa italiana insistè
sulla necessità di inserire
riferimento alle radici cri.
stiane dell’Europa nella
Carta dei diritti. Lei cosa ne
pensa?». Risposta «Non
nessun problema. Ma auguro buona fortuna,
penso alla mentalità laicista
della Francia su questi temi
Nella preparazione della
Carta è stata ribadita una
netta separazione fra Stato e
Chiesa. In ogni caso - precisa il cancelliere - si dovrebbe parlare delle Chiese«
non della Chiesa».
Munire
Radici europee
Una risposta giunge l’indomani sulla prima pagina
del quotidiano della Cela
firma Giorgio Ferrari, che
precisa: «...non è “solo” la
Chiesa cattolica italiana a
porre questa istanza, bensì
la Commissione che raggruppa tutti gli episcopati
europei, e segnatamente!
vescovi tedeschi». E soprattutto stupisce il commentatore «l’insospettabile delega
in bianco conferita alla
Francia». Per quanto riguarda quest’ultima, «secoli di laicismo cresciuto sulle
ghigliottine dei giacobini
[sic!] stanno a guardia di
questa specie di linea Maginot, il cui testimone passa
di mano in mano - da Napoleone Bonaparte a Lionel
Jospin [anche quest’ultimo
giacobino e fautore della
ghigliottina?, ndr] - senza
che la laicità venga mai meno. Il problema tuttavia (...)
non sta in qualche opinabile primato della religione
rispetto allo Stato. È semplicemente e unicamente
un problema di radici».
Conclude l’articolo proprio
su questo tema: «Di queste
radici (...), più profonde di
ogni memoria delle armi si
chiede di recare testimonianza nella Carta europea
che verrà. Testimonianza,
che significa riconoscimento di un patrimonio colletti;
vo; l’unico, a ben vedere, di
cui l’Europa possa davvero
dispórre e del quale dovrebbe avere un giusto orgoglio e nessuna paura».
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per quei pochi pazzi. Allodi
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mandanti, ma si tratta di vendetta. E L’Evangelo ci mette®j
disposizione un’arma ben p®i
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punire i colpevoli, ma signifl'
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le loro nazioni. Non trasfoi'i
miamo la giustizia in vendei-,
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ne», dice Paolo.
(Rubrica «Un fatto, un co^
mento» della trasmissione di ^
diouno «Culto evangelico» cur^
dalla Federazione delle ehm
evangeliche in Italia andata n
onda domenica 17 marzo)
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Terreni e caserma a Abbadia Alpina
Nuova Scuola di cavalleria
Il Comune di Pinerolo ha tempo quattro mesi per acquisire i
terreni e l’ex caserma Botta ad Abbadia Alpina (un’area di circa
1 milione 600.000 metri quadri) che dovranno servire per la
realizzazione della sede della nuova Scuola di cavalleria. La
settimana scorsa la Regione ha annunciato il finanziamento
del primo lotto di lavori (10 miliardi) per la scuola che alla fine
ne costerà più di 20 essendo previste la realizzazione di aule di
istruzione, una foresteria, gli alloggi per 50 allievi e un ristorante. Soddisfazione ovviamente a Pinerolo, espressa anche
pubblicamente in un incontro tenutosi a Torino dal sindaco,
Alberto Barbero, dove finalmente vedono avvicinarsi la realizzazione di un progetto inseguito per anni.
Una iniziativa pasquale dell'Anfass
Un «uovo» di solidarietà
Sabato 23 e domenica 24 marzo, l’Associazione delle famiglie di disabili intellettivi e relazionali (Anfass), allestirà un
banchetto sotto i portici di via Buniva a Pinerolo per una vendita straordinaria di uova di Pasqua. I fondi raccolti durante
l’iniziativa saranno destinati all’attivazione di un laboratorio
di musicoterapia aperto ad anziani e disabili. Acquistare uri
uovo di Pasqua presso il banchetto dell’Anfass significa quindi
manifestare la propria solidarietà a un’importante associazione che opera sul territorio e soprattutto significa contribuire
particolarmente alla riuscita di questa interessante proposta
di percorso riabilitativo: una terapia innovativa e già sperimentata in alcuni istituti per anziani delle Valli.
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I Fondato nel 1848
f:.c Un convegno a San Secondo fa il punto su ambiente, coltivazione e fase di lavorazione
Il vino pinerolese ha un futuro
Favorita dal paesaggio collinare, la coltivazione della vigna deve essere orientata sulle peculiarità
locali Tuttavia il problema della trasformazione non può prescindere dalla crisi della Cantina sociale
MASSIMO CNONE
IL vino pinerolese ha
un futuro, o almeno ne
ha tutte le potenzialità;
quésto è emerso dal convegno organizzato dal
Comune di San Secondo
nell’ambito dei festeggiamenti per l’annuale fiera
di San Giuseppe. Ottenuta da diversi anni la doc
(denominazione di origine controllata) la vitivinicoltura della nostra zona
è a una svolta. 1 due nodi
principali sono legati al
mondo della produzione
di uve (età mediamente
avanzata degli agricoltori, modalità di allevamento della vite) e alla
successiva trasformazione (crisi della Cantina sociale di Bricherasio). Per
affrontare entrambe le
questioni sono in atto diverse azioni.
Le colline pinerolesi
sono da secoli modellate
nel loro paesaggio anche
dalle vigne, segno che
questa coltivazione ha
qui una sua vocazione;
certo, se la linea deve essere quella della qualità
del prodotto offerto (e
non ci sono sostanzialmente alternative), occorre che, a partire dal vivete, si mettano in pratica tutti quegli accorgimenti che serviranno a
migliorare la qualità del
vino. Dall’anno scorso la
scuola Malva di Bibiana,
■tell’ambito di un progetto sul «rosso pinerolese»,
ita Iniziato una ricerca su
diverse aziende locali.
Grazie alla loro collabora
Un vigneto all’imbocco della vai Pellice; nella foto sotto la sede della Cantina sociale di Bricherasio
zione si sono verificate le
tecniche colturali, le potature invernali e quelle
sul verde estivo, il numero di grappoli per pianta,
i tempi della vendemmia.
È infatti noto che una minor quantità di uva ottenuta coincide con una
maggior gradazione zuccherina dell’uva; e se si
parte con un’uva buona il
vino sarà a sua volta buono. L’altro aspetto negativo della produzione viticola della zona è dato
dall’acidità dell’uva, a sua
volta destinata a ripercuotersi sul prodotto finale. «La qualità è data da
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due elementi - ha sottolineato fortemente il dott.
Vincenzo Cerbi, dell’Università di Torino, che sta
seguendo il progetto -;
certo è importante la “tipicità”, ma il vino deve
essere riconosciuto come
morbido, piacevole dal
consumatore. Quindi non
si può fare vino di qualità
se da una pianta si ottengono 5 kg di uva (si deve
scendere moltissimo), né
con una forte acidità».
Fatto un salto di qualità nella coltivazione
della vite (e non sempre
ciò è facilissimo con operatori anziani e abituati a
lavorare in un certo modo da decenni) l’altro nodo è quello della trasformazione. A parte alcune
aziende agricole più intraprendenti che vinificano in proprio, la grande potenzialità è data
dalla Cantina sociale di
Bricherasio. Oggi sommersa sotto il peso di debiti per più di 2 milioni
di euro verso le banche e
i soci, vede in atto un
tentativo di salvataggio
da parte degli enti pubblici, tutti coinvolti (dalla
Regione in giù) nel rilanciarne l’attività. Ciò comporterà probabilmente
ulteriori sacrifici da parte
dei soci ma, con l’avvio
della nuova società a capitale misto «Il tralcio» si
dovrebbe lavorare fortemente sul miglioramento
della produzione e sulla
commercializzazione.
Le doc pinerolesi
Alcuni anni fa si arrivò al riconoscimento della doc
per alcuni vini pinerolesi: barbera, bonarda, dolcetto,
freisa, rosso, rosato, Doux d’Henry e ramìe. Un potenziale di 4.200 ettolitri di vino, oggi raggiunto al
70%. A dire degli esperti, alcune tipologie avranno
sempre grosse difficoltà a imporsi sul mercato; altri, e
con ben altre storie e strutture alle spali,e producono
barbera o dolcetto.
Caratterizzare un buon «rosso pinerolese» è uno
degli scopi degli studi in atto: le prove di vinificazione
mescolando uvaggi diversi (barbera, bonarda più altri
vitigni minori) hanno dato, quando seguite con cura,
risultati più che dignitosi, in termini di gradi alcolici e
di bassa acidità, dunque in piacevolezza. «Un settore
su cui vale la pena lavorare molto è però quello dei
vini veramente tipici, il Doux d’Henry e il ramìe», ha
affermato il dott. Cerbi a San Secondo. Sono vini originali un territorio ben preciso; certo occorrerà arrivare a produzioni molto più omogenee delle attuali
per quanto riguarda le caratteristiche principali. Altrimenti si confonde il consumatore.
ICONTRAPPUNTOI
ABITARE NEI PICCOLI
COMUNI
DAVIDE ROSSO
Dall’ultima tornata di
Consigli comunali aUe Valli
emergono tre dati relativamente costanti. Innanzitutto le statistiche sulla popolazione dei Comuni della
Comunità montana Pinerolese pedemontano e di
quelli dei fondo valle delle
valli Chisone e Pellice parlano di un aumento e di un
ringiovanimento e della
popolazione.
La tendenza in
alta valle è invece alla stabilità. Dopo anni
di «fuga» sembra che la situazione si stia
ribaltando o
meglio si assiste in quella
parte del territorio più vicina alla pianura a una discreta immigrazione proveniente dalla città o dai comuni della prima fascia cittadina. Secondo dato, comune praticamente a tutte
le amministrazioni, è il lamentarsi per gli scarsi trasferimenti di fondi dallo
stato cosa che ha determinato in questi ultimi anni
un prosciugamento dei bilanci e l’aumento degli oneri comunali a carico dei cittadini, giustificati questi ultimi con la «necessità di
mantenere inalterato il livello dei servizi». Terzo dato, la cultura dei servizi associati comincia a prendere
piede anche perché si spera
di spendere meno offrendo
magari un miglior servizio.
Quasi in risposta a questi
tre problemi, che ovviamente non sono solo dei
piccoli Comuni delle Valli,
la settimana scorsa la commissione ambiente della
Camera ha cominciato a
prendere in esame un progetto di legge, sottoscritto
da più di 100 parlamentari,
che prevede, semplificando
molto, agevolazioni fiscali
per chi «fugge» dalla città
per trovare tranquillità in
comuni con meno di 5.000
abitanti. L’intento della
proposta di legge è quello
di «tutela dell’ambiente,
dell’ecosistema e dei beni
culturali, nonché delle attività economiche, sociali e
culturali esercitate nei piccoli comuni». Per far tutto
questo la legge proposta
prevede incentivi economici e facilitazioni: agli insediamenti agricoli; a chi si
trasferisce, dichiarando di
rimanere per almeno 10
anni, nei piccoli comuni; ai
progetti di recupero ambientale; alla gestione associata del trasporto scolasti
co e dei servizi sociali; agevolazioni fiscali per i residenti che investono sul territorio; incentivi per il
mantenimento dei servizi
postali e delle scuole.
Insomma una proposta,
anche se l’iter in Parlamento è ancora lungo, che sembra andare incontro alle
preoccupazioni e ai proble—mi sollevati
Agevolazioni
fiscali e incentivi
in una recente
proposta di legge
alla Camera
dai Comuni
piccoli .come
quelli delle
Valli. Tutto
questo però
va gestito in
maniera attenta. È posL
tivo l’arrivo
di nuova popolazione ma
c’è il rischio
di facilitare il trasferimento
delle famiglie dalle grandi
città verso la collina e la
montagna trasportando in
campagna le loro abitazioni
e i loro usi «cittadini». Ne
deriverebbe uno scarso beneficio per il territorio e si
amplierebbe semplicemente la fascia dei villaggi dormitorio. L’associazione dei
servizi poi va pensata con
attenzione e con un occhio
rivolto al territorio nel suo
insieme. La legge, se ci sarà,
va infine finanziata seriamente perché non rimanga
una strada individuata ma
non realizzata allo sviluppo
dei piccoli comuni.
Nel caso la proposta andasse avanti, la responsabilità di tutti Sarà quella di
non guardare alla nuova
legge come a un’opportunità in più di ricevere finanziamenti ma come un mezzo per programmare uno
sviluppo credibile. Uno
strumento per pensare il
territorio comunque nel
suo insieme evitando sem
plicemente di assecondare
un processo di migrazione
già in corso. Vi sono poi i
problemi con cui molti Co
muni si stanno già confrontando: quello del nascere di
un nuovo tessuto sociale e
quello della necessità di
programmare servizi sociali
adeguati che diminuiscano
la differenza qualitativa tra
centro e periferia. Il tutto
potrebbe essere l’occasione
per ripensare il territorio
magari avendo qualche soldino in più ma occorre preparare il terreno con una riflessione programmatica
concreta altrimenti il tutto,
se andrà in porto, non sarà
che l’ennesima possibilità
mancata su cui comunque
tutti si butteranno per avere
qualche finanziamento da
inserire nei magri bilanci.
8
PAG. 8 RIFORMA
FERROVIE: IL MINISTRO RISPONDE — Rispondendo a una interrogazione dell’on. Merlo sulle
disfunzioni e sulle prospettive della linea ferroviaria Torino-Pinerolo-Torre Pellice, il governo
ha sottolineato alcuni punti: la disponibilità delle Fs, attraverso la società Rfi (Rete ferroviaria
italiana), a un cambio d’uso della tratta Pinerolo-Torre Pellice con servizio di tramvia; la Regione Piemonte dovrà comunque fare la sua parte
essendo sua competenza il traffico locale. Per
quanto riguarda la tratta Pinerolo-Torino le Fs
hanno in previsione il rifacimento dell’arredo
delle carrozze a doppio piano nonché la ristrutturazione dei convogli leggeri di tipo «Ale».
SINGOLARE STORIA DI UN PALLONCINO — Un
palloncino al filo del quale era attaccato un foglio con una poesia in francese; è questo il «ritrovamento» fatto mercoledì 13 marzo nel suo
giardino a Torre Pellice dal maestro Edgardo Paschetto. Il palloncino aveva scavalcato le Alpi essendo stato lanciato da un bambino della scuola
«Albert Camus» di Pertuis, a nord di Aix en Provence. «Merci de nous envoyer un petit mot si
vous trouvez ce poème», era scritto dopo la poesia sul foglio e prontamente Paschetto ha risposto indicando il luogo dove la missiva era planata: in terra valdese (frères des Huguenots
français), in un luogo dove molti abitanti parlano francese e a casa di una persona che per 40
anni ha svolto l’attività di maestro...
IL 23 MARZO A ROMA CON LA CGIL — Anche il Pinerolese si sta attrezzando per partecipare alla
manifestazione indetta dalla Cgil per sabato 23
marzo a Roma per protestare contro la modifica
dell’alt. 18 dello statuto dei lavoratori sui licenziamenti, contro i tagli alla sanità, la riforma della scuola, l’aumento delle tasse. Un pullman partirà nella tarda serata di venerdì 22 marzo da
Torre Pellice con fermate a Luserna e Bricherasio. Quale contributo alle spese di viaggio viene
chiesta un’eventuale-offerta. Per prenotazioni telefonare ai humeri 0121-55176, 900260, 932029,
328-3539823. Anche Rifondazione comunista ha
prenotato quattro carrozze di un treno che partirà venerdì 22 alle ore 24 da Torino P. N. e arriverà a Roma verso le 7 di sabato. Il ritorno avverrà partendo alle ore 23 da Roma per arrivare
verso le 7 di domenica a Torino P. N. Ci sarà inoltre un pullman organizzato dalla Fiom di Pinerolo: la partenza dovrebbe avvenire da Pinerolo attorno alle 20,30 di venerdì 22 e il ritorno subito
dopo la fine della manifestazione. L’arrivo a Pinerolo è previsto nelle prime ore di domenica.
PROFESSIONALE DI VILLAR PEROSA: APERTE LE
ISCRIZIONI — Sono aperte le iscrizioni ai corsi
per l’anno scolastico 2000-2003 alla scuola professionale di Villar Perosa. I corsi, completamente
gratuiti, sono indirizzati ai ragazzi e ragazze con
obbligo formativo ed età superiore ai 15 anni. Per
informazioni e iscrizioni, si può telefonare in orario d’ufficio allo 0121-3160 oppure rivolgersi alla
segreteria della scuola, in via Nazionale 14.
I CORISTI TORINESI E L’ACCADEMIA CORALE DI
SALUZZO A PINEROLO — Il Coro polifonico
«Turba Concinens» organizza il concerto de «1
coristi torinesi», diretti da Massimo Peiretti, e
della «Accademia corale Città di Saluzzo», diretta
da Ivano* Scavino. L’appuntamento è per sabato
23 marzo alle 21 al tempio valdese di Pinerolo.
ALLUVIONE: 260 MILIONI DI EURO PER LA REGIONE — In un incontro tra le Regioni alluvionate e il dipartimento della Protezione civile, è
stato stabilito che un ulteriore contributo di 260
milioni di euro (oltre ai 206 milioni individuati
nella Finanziaria) andrà agli alluvionati piemontesi. Secondo la Regione con questi fondi (500
miliardi di lire) si chiuderà la partita dei privati,
che entro il 2002 riceveranno un altro acconto.
PEROSA: INCONTRO SULL’EMIGRAZIONE IN
SUD AMERICA ALLA FINE DELL’800 — «Mamma mia dammi cento lire che in America...». È
questo il titolo dell’incontro organizzato dall’associazione Amici della Scuola latina e dalla Comunità montana per sabato 23 marzo, alle ore
16, nei locali della Comunità montana a Perosa.
Tema dell’incontro: l’emigrazione dalle Valli, in
particolare verso l’America Latina.
A LUSERNA SI RICORDA PONTEVECCHIO — Sabato 23 e domenica 24 marzo a Luserna San
Giovanni, si ricorda la battaglia di Pontevecchio. Il 21 marzo 1944, iniziavano i rastrellamenti che dovevano annientare i partigiani di
vai Pellice, vai luserna e vai Angrogna. I nazifascisti incendiarono case e fienili e nei combattimenti, che si prolungarono per tre giorni, caddero nove partigiani e quaranta furono fatti prigionieri. La manifestazione inizia sabato 23 alle
9,15 in piazza Partigiani e prosegue alle 10,45 a
Pontevecchio davanti al monumento ài caduti.
Nel pomeriggio il via alla gara bocciofila che
continua nella giornata di domenica 24.
E Eco Delle Yalli ^desi
Futuro di ombre alla Sachs di Villar Perosa
«Solo» 50 in esubero?
L'ammodernamento dei macchinari potrebbe far tagliare
decine di posti, ma forse meno di quelli già previsti
DAVIDE ROSSO
CONTINUANO le preoccupazioni per il
futuro anche occupazionale alla Sachs di Villar
Perosa. Un ulteriore passo nella vicenda dovrebbe essere stato fatto martedì 19 marzo all’Unione
industriale a Torino, con
il giornale già in stampa,
in un incontro per altro
previsto per il 7 e poi saltato, in cui la dirigenza
della Sachs dovrebbe
aver presentato il piano
industriale di ristrutturazione ai rappresentanti
dei lavoratori.
Il tutto era iniziato alcuni mesi fa con l’annuncio dell’azienda di voler
procedere a una ristrutturazione degli stabilimenti
villaresi con la messa in
mobilità di un centinaio
di lavoratori a cui è seguito poi il cambio ai vertici
dell’azienda in Italia, avvenuto in febbraio, con
l’allontanamento dell’
amministratore delegato
Rinaldi sostituito da un
direttore generale proveniente direttamente dalla
Germania, Rolf Siegei. Il
piano ora presentato dovrebbe prevedere investimenti per 6 milioni di euro di cui 5 verranno investiti nel riammodernamento dei macchinari.
Gli esub'eri invece dovrebbero essere valutati
dall’azienda nell’ordine
di 50 unità, contro le 100
previste inizialmente, ma
occorrerà aspettare l’esito della riunione di martedì per poter avere notìzie più certe.
«Le commesse - assicura comunque la dirigenza
Sachs - stanno aumentando rispetto al recente
passato e quindi quello
che ci preme al momento
è puntare sulla qualità dei
macchinari che dovrebbero essere riammodernati con un operazione
che dovrebbe essere conclusa entro sei mesi». Critici i sindacati che già in
un paio di incontri pubblici a Villar Perosa, l’ultimo dei quali sabato 9
marzo al teatro con presenti oltre ai lavoratori e i
sindacati anche molti politici valligiani e i parlamentari locali Giorgio
Merlo e Elvio Fassone,
avevano manifestato perplessità sulle cifre previste nel piano, considerate
troppo basse per una reale operazione di rilancio
degli stabilimenti. Anche
le istituzioni politiche del
territorio sono preoccupate per la situazione della Sachs: per questo la
Comunità montana ha
chiesto, ma per ora non
ha ancora ricevuto risposta, un tavolo regionale
di trattativa. Intanto il
presidente della Comunità montana, Roberto
Prinzio, ha incontrato la
settimana scorsa il direttore Siegei per manifestare le preoccupazioni dell’ente e ascoltare le posizioni della Sachs che fa
capo alla tedesca Zf.
Sempre sul fironte lavoro intanto, a livello Pinerolese, si sta preparando
lo sciopero generale contro lo stralcio dell’articolo 18 (sui licenziamenti
senza giusta causa) dello
Statuto dei lavoratori
messo in discussione in
questi mesi dal governo.
Forse già a giugno riaprirà la storica locanda
Angrogna riavrà il Pomo d'oro
Ad Angrogna riapre il
«Pomo d’oro». Dopo la
chiusura di una decina di
anni fa, la storica locanda
di San Lorenzo potrebbe
presto diventare (forse il
prossimo giugno, ma una
data precisa non c’è ancora) un nuovo riferimento per le buone forchette e gli amanti della
cucina locale. Protagonista dell’awentura è l’associazione «Lou cialoun»
di Luserna San Giovanni,
che da qualche giorno ha
stipulato un contratto
d’affitto con i proprietari
dell’immobile. Ma non
sarà la «lince» («cialoun»
in patuà) a occuparsi del
«Pomo d’oro». A tale scopo tre soci del Cialoun
hanno costituito una società, la «Liagò Snc», alla
quale è stata data in gestione la locanda. «L’intervento diretto dell’associazione - spiega Annalisa Pascal, socia Liagò sarebbe stato troppo oneroso, quindi abbiamo optato per la società».
Due sale ristorante, il
bar, la cucina, quattro
stanze da letto e un grande salone indipendente
sono gli spazi, compietamente rinnovati, che la
ristrutturazione operata
dai proprietari ha consegnato ai nuovi gestori. La
Liagò ha già presentato
una richiesta di finanziamento pubblico nell’ambito dei progetti per la
microimprenditorialità giovanile. «La società
continuerà a mantenere
stretti rapporti con Lou
Cialoun - dice Annalisa
Pascal -: il "Pomo d’oro”
potrà essere utilizzato
per le attività istituzionali
dell’associazione e c’è
anche la volontà di collaborare con altre associa
zioni del territorio». All’inizio dell’estate, oltre
che un nuovo primo cittadino (il 26 maggio gli
angrognini saranno chiamati alle urne per il rinnovo del Consiglio comunale), il capoluogo di
Angrogna potrà avere
nuovamente il suo bar,
dopo che proprio su un
progetto di riconversione
del «Pomo d’oro» si era
dissolta la maggioranza
del sindaco Sappé, costretto a interrompere
prematuramente il suo
primo mandato, (m.g.)
VENERDÌ 22 MARZO
Incontro a Perosa Argentina
Sportelli unici
realtà da scoprire
Nel Pinerolese ci sono
3 sportelli unici per le
imprese (a Pinerolo, in
vai Pellice e in vai Chisone): esse vogliono essere
strumenti di semplificazione e di velocizzazione
delle pratiche legate all’insediamento di attività produttive; il problema, però, è che sono uno
strumento tutto sommato ancora da scoprire e
da lanciare.
Anche per questo i responsabili dello Sportello
delle valli Chisone e Germanasca hanno organizzato, mercoledì 13 marzo, un incontro pubblico
nella sede della Comunità montana a Perosa.
«Lo Sportello unico - dicono in Comunità - ha
aperto gli uffici a Villar
Perosa ormai quasi due
anni fa eppure c’è ancora
poca conoscenza delle
procedure e della sua
funzione». Nel corso del
l’incontro di mercole
proprio per aumenta^
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La sede dello Sportello unico della vai Chisone
Un dibattito a Torre Pellice
La nuova scuola
Di fronte a un pubblico
attento e partecipe a Torre Pellice, al teatro del
Forte, si è svolto la scorsa
settimana venerdì 15
marzo, un incontro dedicato a una riflessione sui
problemi e le questioni
poste dalla proposta di
riforma della scuola presentata dall’attuale ministro, Letizia Moratti. A organizzare il dibattito dal
titolo significativo «La
scuola che vorremmo per
il futuro dei nostri figli,
del nostro paese, della
nostra valle» è stato un
gruppo di genitori di Torre Pellice e Luserna San
Giovanni, che hanno voluto chiedere ai parlamentari locali e ad alcuni
responsabili di enti pubblici e dirigenti scolastici
che cosa ne sarà della
lan, parlamentare delP
lo, sia Giorgio Merloel
vio Fassone, rispettlv
mente deputato e sei
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hanno messo in luce
più importanti novitàcl _
la riforma porterà nel
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Per una legge contro la speculazione finanziaria
«Tobin Hood» arriva alle Valli
GIORGIO GARDIOL
Lf IDEA fa presa. Ci sono persone
I che hanno deciso di raccogliere
50.000 firme per imporre un piccolo
obolo a quelli che vivono di speculazione finanziaria. Sono gli aderenti ad
Attac Italia, una associazione internazionale presente in più di 40 paesi nel
mondo, che vuole combattere la speculazione e i paradisi fiscali. L’idea è
quella di Janes Tobin, Premio Nobel
per l’economia, recentemente scomparso, che negli Anni 70 fece una proposta semplice: introdurre una tassa
piccola piccola sui capitali speculativi che si spostavano con la logica del
mordi e fuggi. Fu accasato di voler limitare la libertà del mercato, anche se
Tobin ripetè più volte che lui era favorevole alla libertà di movimento di
capitali, ma di quelli che andavano a finanziare investimenti produttivi. Di
quella tassa quindi non si fece poi nulla.
Oggi la Tobin tax è tornata d’attualità, grazie al rilancio che ne ha fatto
Attac, come freno al liberismo selvaggio, dal quale trarre risorse per riparare
i danni provocati ai paesi in via di sviluppo. Ogni giorno nel mondo vengono effettuate transazioni speculative
per circa 1.500 miliardi di dollari. Una
tassa di appena lo 0,1% su questi capitali pirata frutterebbe ogni giorno 1,5
miliardi di dollari: una cifra enorme da
destinare allo sviluppo.
Anche a Pinerolo è nato un movimento, un comitato Attac, che sta raccogliendo le firme per trasformare ogni
cittadino in un Tobin Hood, una persona che vuol tassare i ricchi speculatori
per consentire al miliardo di persone
che vive con meno di due dollari al giorno di non morire di fame. Si può firmare ai banchetti organizzati dai comitati
0 presso le segreterie dei Comuni.
scuola nei prossimi an
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PAG. 9 RIFORMA
0. Presentato il progetto del nuovo impianto di Torre
Il volto del Palaghiaccio
In parte interrato, si presenta come scaturito dalla
montagna. 2.500 posti a sedere, servizi e foresteria
Mentre prosegue la discussione sull’utilizzo
olimpico del Palaghiaccio di Pinerolo (hockey
femminile o curling?) si
comincia a vedere le forme del nuovo palazzetto
¿1 Torre Pellice. È in fase
¿¡redazione il progetto
preliminare (entro la fine
di marzo i progettisti,
coordinati dall’architetto
Claudio Lucchin di Bolzano, consegneranno gli
elaborati) e una bozza è
già stata visionata dagli
amministratori della vai
Pellice e dalle società interessate all’hockey.
La struttura sarà parallela all’asse della strada
provinciale (e questa è
una piccola novità rispetto alle prime ipotesi)
e si articolerà in tre «blocchi» di diversa altezza, a
richiamare altrettanti
blocchi di pietra caduti
lai monti sul prato a
monte del Gilly. Le altezze varieranno dai 7 ai 17
metri limitando quindi
llnpatto visivo; una parteimportante della struttura sarà interrata e sui
lati esterni ampie vetrate
consentiranno una visione dell’ambiente circostante. Come richiesto
dalle amministrazioni locali, nella parte più alta è
prevista la realizzazione
di una foresteria (al momento sono ipotizzati 24
posti letto ma, per poter
ospitare una squadra e
relativi accompagnatori,
ne sarebbero necessari
quasi il doppio).
Il resto dell’impianto
appare assai funzionale,
dalle tribune con 2.500
posti a sedere, agli spogliatoi, alle palestre, agli
altri servizi; sono inoltre
previsti due piazzali, uno
antistante e un altro dietro, con circolazione degli
automezzi, a senso unico.
I tempi? In 3-4 mesi la
progettazione dovrebbe
essere ultimata, poi si
passerà all’esecuzione;
per la primavera del 2004
il nuovo Palaghiaccio dovrebbe essere realizzato;
pur col rischio di qualche
slittamento, dalla stagione 2004-2005 si dovrebbe
pattinare.
E proprio sulle prospettive di attività si addensa
no le maggiori nubi; c’è
infatti il forte rischio che
la precarietà del palazzetto di Torre Pellice, scoperto dopo l’alluvione del
2000, unita alla chiusura
dello stadio di Pinerolo
per i lavori di adeguamento, penalizzino in
modo irreparabile il «movimento hockeystico» del
Pinerolese. «È una nostra
grande preoccupazione sottolinea il presidente
della Comunità montana,
Claudio Bertalot -; per
questo abbiamo chiesto
al Toroc garanzie sulla
possibilità di avere sempre almeno una pista a
disposizione. Non escludiamo sistemi, seppur
temporanei, di copertura
della pista di Torre Pellice». E intanto prende
consistenza un’altra iniziativa; far nascere a Torre Pellice (domani nel
nuovo Palaghiaccio, da
subito in loedi del Comune) un museo dell’hockey
su ghiaccio; un modo,
aspettando di pattinare,
di mantenere alto l’attenzione e la passione per
questo sport.
ALuserna San Giovanni
Bilancio approvato
fra le polemiche
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La bozza di progetto per il nuovo Palaghiaccio di Torre Pellice (sezione)
I rapporti fra la maggioranza e l’opposizione sempre più tesi a Luserna San Giovanni. Nel
Consiglio comunale del 5
marzo, con forti critiche
arrivate dai banchi della
minoranza, è stato approvato tra l’altro il bilancio di previsione, che pareggia a circa 6 milioni e
mezzo di euro. Ne parliamo con il sindaco, Piergiorgio Ghibò. Quali sono
i punti principali di questo bilancio?
«Purtroppo il bilancio
è stato elaborato sulla
base della nuova legge finanziaria, che prevede
un aumento massimo
del 6% delle spese ordinarie rispetto a quelle sostenute nel 2000. Siamo
nella situazione che, anche se abbiamo delle disponibilità, non possiamo spenderle; così ci siamo in un certo senso arrampicati sui vetri per
adeguarci ai criteri imposti dalla Finanziaria. Tra
le opere straordinarie ci
sono la sistemazione delle strade in località Colletto e Ruà, il collettore
fognario in località Bersaglio e la facciata del
municipio. Entro breve
tempo istituiremo anche
un gruppo di lavoro per
lo stabile dell’ex cinema
Santa Croce di Luserna
Alta, che vorremmo adibire a sala polivalente».
- La minoranza ha lamentato uno spreco di
soldi pubblici per la Fiera
dei santi 2001: che cosa
risponde il sindaco?
«I fatti oggetto delle accuse della minoranza
non riguardano il bilancio di previsione e comunque il consuntivo
2001 dovrebbe chiudersi
«Chiesa e territorio»: prosegue il dibattito nelle chiese del I distretto
La chiesa contribuisce al progetto futuro
DAVIDE ROSSO
CHIESA e politica. Partecipazione e responsabilità. La chiesa
ha qualcosa da dire sui cambiamenti in atto in generale nella nostra società civile o, più semplicemente, sulla necessità di progettate un futuro a un territorio, quello
ttalligiano, attraversato da una
ptofonda crisi occupazionale ed
economica? L’assemblea del 2°
a due» circuito ha affrontato questi temi
nella sua riunione di domenica 10
marzo a San Secondo e lo ha fatto
partendo dagli interventi di polititi ^tecnici locali valdesi.
' !| la carne messa al fuoco e
® • ¡,1 ’ punti di vista espressi ma
rise® le linee emerse alla fine sembrano
:izzazi andare più o meno tutte nella
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invitali tutti insieme un futuro di svilupitiere ^ po nuovo alle Valli ma serve andi '•'l stimolare la partecipazione,
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Ti cerchia del campanile.
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’f/i à f anche alla politica dove
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i da le piccole particolarità.
^ Gloria delle industrie valli
^ storia che parla di inW passato da fa
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ini perché attratti dalle
*^*^*"^i ^ dalla situazione
alla momento. Si pensi
ne Der cotonifici e ai setifici,
sulto»*^^ alcuni esempi. Il ri
itali®’*||^’ato, negli anni, è stato certa
occupazione, crescita eco
nomica ma anche perdita di una
cultura della piccola e media imprenditorialità, un essere legati al
grande traino delle industrie e
l’abbandono dell’iniziativa privata. Oggi che i grossi gruppi industriali tendono a ritirarsi dalle posizioni che hanno alle Valli, ma
più in generale a non avere più
un legame particolare con una
realtà locale, la risposta che può
essere data, da parte di chi amministra 0 vive sul territorio, non
può che essere quella di cercare
vie alternative di sviluppo, aumentare la capacità di attirare investimenti dalTesterno, pensare a
una formazione di eccellenza che
oggi non c’è.
L’obiettivo non può che essere
quello di recuperare la tranquillità economica e questo anche attraverso il recupero delle risorse
esistenti. Occorre però una progettualità a lunga scadenza che
parta dalle risorse umane, prima
di tutto, ma anche culturali e ambientali che ci sono. Il turismo è
già stato individuato in valle come una delle vie di questo sviluppo alternativo ma non basta, occorre anche formare all’imprenditorialità, creare i presupposti perché nascano nuove attività. Bisogna poi anche tener conto che gli
esuberi comunicati in questi anni
dalle imprese in vai Chisone sono
500 e non è pensabile recuperare
500 posti di lavoro solo col turismo. Del resto occorre differenziare lo sviluppo. Poi ci sono le
Olimpiadi di Torino 2006 spesso
viste come la panacea di ogni male, o almeno come strumento per
creare opportunità sul territorio.
Ma ci sono anche i dubbi, le in
certezze, il rischio che si trasformino in un autogol.
La chiesa in tutto questo come
si inserisce? Non c’è forse una risposta precisa. Dal dibattito però
anche in questo caso sono emersi
alcuni punti fermi o quanto meno
condivisi. La chiesa può stimolare
la partecipazione contro il rischio
della delega (ma qui forse si potrebbe aprire tutto un altro capitolo di riflessione sul recupero del
ruolo delle assemblee nella chiesa). Poi non bisogna dimenticare
che, con le sue opere, la chiesa è
uno dei grandi datori di lavoro in
valle e quindi non può che avere
delle responsabilità .anche di tipo
occupazionale. C’è la «risorsa»
valdese da «tutelare» ina anche da
valorizzare in una prospettiva di
sviluppo turistico-culturale. C’è
infine, non detto forse in modo
esplicito nell’assemblea di circuito ma da sottolineare, la necessità
di cercare di produrre una lettura
critica della situazione generale e
aver presente, e ricordare, che i
progetti e le azioni programmate
non dovrebbero servire semplicemente ad attrarre investimenti
particolari ma a produrre sviluppo generale inserendosi in un
processo condiviso.
Insomma il ruolo della chiesa,
ovviamente, non può essere quello di schierarsi per questo o quel
partito, non quello di chiudersi in
se stessa a riflettere, ma farsi parte attiva nel processo di sviluppo
essendo conscia che se non esiste
probabilmente uno specifico valdese nel far politica sono però
uno specifico valdese da rendere
condiviso con la partecipazione e
la responsabilità.
con un avanzo di oltre
200 milioni di lire. Inoltre
la Fiera dei santi, come
d’altronde negli anni
scorsi, ha avuto un grande successo, anche se un
ente come il nostro non
può permettersi di organizzare delle fiere. A farlo
devono essere altri enti,
come le Pro Loco; effettivamente la Fiera ha causato molto lavoro, anche
straordinario, da parte
dei nostri uffici. Comunque speriamo che questo
evento possa ripetersi».
- Ma alla fine quanto si
è speso per questa fiera?
«Circa 160 milioni».
- A Luserna, a Villa
Olanda, è stato da poco
inaugurato l’Istituto europeo della Pietra: quali
sono le prospettive?
«Il nostro Comune ha
capacità ricettive molto
limitate e la Foresteria di
Villa Olanda potrebbe rispondere a queste carenza. In secondo luogo la
pietra è un prodotto che
“tira” sempre. Si potranno organizzare dei corsi,
dei master, magari organizzati dal Politecnico».
- Il Comune di Luserna
ha scelto di non delegare
alla Comunità montana
alcuni servizi alla popolazione. Perché?
«Capisco che la Comunità montana riceve dei
finanziamenti per istituire dei nuovi servizi, ma il
nostro Comune offre già
questi servizi; dalla protezione civile all’ufficio
stranieri. Confermiamo
un giudizio positivo rispetto ai servizi sociali,
ma per gli altri significherebbe decentrare un
servizio che abbiamo accentrato, senza nessun
vantaggio per il cittadino. Siamo comunque disposti a collaborare».
Villar Pellice
Musica
e letture
Si può coniugare musica, buona lettura, fascino
e bellezza di una vecchia
fabbrica ristrutturata, come testimonia il felice incontro che si è svolto T8
marzo a Villar Pellice, alla
Crumière, organizzato
dal Comune, con la collaborazione di tutta la comunità villarese.
L’iniziativa è nata come proposta culturale
che il sindaco. Bruna Frache, in prima persona ha
portato avanti, volendo
in questo modo anche ricordare la festa delle
donne, non come vuoto
momento consumistico
ma come spazio per il
piacere dell’ascolto. La
serata ha visto oltre a una
significativa partecipazione di pubblico (oltre
60 presenti), un interessante concerto didattico
del maestro Walter Gatti,
organista e insegnante,
che ha alternato bràni
eseguiti al clavicembalo a
brevi ma toccanti e interessanti visitazioni nella
storia della musica, raccontando con semplicità,
con aneddoti e riferimenti storici (dal XV al
XVIII secolo) della vita e
delle opere di celebri musicisti. Bruna Brache ha
letto alcuni racconti di
Piera Egidi; al termine
sono stati offerti mimose
e rinfresco per tutti.
NELLE CHIESE VALDESI
INCONTRI TEOLOGICI «MIEGGE» — Domenica 24
marzo, alle 17,30, nei locali della chiesa di via dei Mille
a Pinerolo, incontro telogico «Giovanni Miegge».
FGEI — Dal 22 al 24 marzo, campo Formazione
Fgei, a partire da venerdì 22, alle 18, a Villar Perosa.
CAMPI AL BAGNOÒU — Campo cadetti dal 5 all’ 11
luglio, campo grandi dal 13 al 19 luglio, campo piccoli
dal 21 al 25 luglio, campo medi dal 26 al 31 luglio; per
informazioni tei. 0121-944182.
ANGROGNA — Giovedì 28 marzo, culto a Pradeltorno, alle 20,45; presiede l’Unione femminile, celebrazione della cena del Signore. Venerdì 29 culto al
Serre, alle 20,45; presiede la corale, celebrazione della
cena del Signore.
BOBBIO PELLICE — Domenica 24 marzo, alle 10,
culto nel tempio; sarà battezzata Morena Agli, confermeranno il battesimo Paolo Bertramino e Paolo Gemesio. Venerdì 29, alle 21, culto nel tempio con santa
cena. Martedì 26, alle 20,30, riunione ai Campi.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Riunioni quartierali,
alle 20,30; venerdì 22 marzo agli Airali, martedì 26 alle
Vigne. Domenica 24, alle 10 culto unico nel tempio
dei Bellonatti, hanno chiesto il battesimo Stefano Canale, Cristina Chiavia, Matteo De Fazio, Roñal Mirabile, Elisa Pons, Monica Pons, Elisa Rivoira; hanno
chiesto di confermare il loro battesimo Samanta Bertin, Jessica Ferrerò, Sylvie Gaydou, Luca Giachero,
Isabel Giordan, Ilaria Martinat Parise, Valerio Mondón Marin, Jessica Pontet, Laura Stringai. Ha chiesto
l’ammissione nella chiesa di San Giovanni anche
Marco Fornerone, che riceverà il battesimo nella
chiesa di Prarostino. Alle ore 20,45, alla sala Albarin,
spettacolo della filodrammatica di San Secondo. Giovedì 28 marzo, alle 21, culto ai Bellonatti, nel quale
viene in particolar modo ricordata l’istituzione della
santa cena. Venerdì 29 marzo, alle 21, ai Bellonatti,
culto di commemorazione della crocifissione e morte
del Signore Gesù Cristo.
MASSELLO — Venerdì 22 marzo, alle 20,30, riunione ,a Reynaud. Venerdì Santo, 29 marzo, celebrazione, alle 17,30 nel tempio, del culto di ammissione in
chiesa dei catecumeni Silvia Tron e Erik Tron.
PINEROLO — Giovedì 21 marzo, incontro
dell’Unione femminile con la dottoressa Miriam Pisani sull’omeopatia. Domenica 24, alle 10, culto delle
Palme. Venerdì 29 marzo, alle 20,45, culto con santa
Cena, a cura della corale.
POMARETTO — Domenica 24 marzo, alle 10, culto
al tempio; hanno chiesto il battesimo o la confermazione Stefano Barai, Alex Bounous, Patrizia Bounous,
Dalila Carlin, Giacomo Corsani, Elisa Costantino,
Marco Gardiol, Fulvia Gaydou, Ramona Giai Checco,
Valentina Giaiero, Daniele Jahier, Davide Jahier,
Gianni Paschetto, Roberto Peyronel, Massimo Pons,
Simona Pons, Alex Simondi, Massimo Tron. Giovedì
28, alle 20,30 culto con santa cena. Venerdì Santo, alle
20,30, culto con santa cena all’Inverso, partecipa la
scuola domenicale. Mercoledì 27 marzo, riunione
quartierale, ai Maurini, alle 20,30.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 24 marzo, alle
10, culto alla sala delle attività a cui sono invitati coloro che sono entrati a far parte della comunità negli
anni 1991-2001. Giovedì santo la comunità partecipa
alle 17,30 al culto a Massello.
PRALI — Venerdì santo, alle 10,30, culto nel corso
del quale confermeranno la loro fede nel Signore
Alessia Baud, Luca Garrou e Davide Pascal. Riunioni
quartierali; mercoledì 27 marzo, alle 20, a Cugno; giovedì 28 a Villa.
PRAMOLLO — Martedì 26 marzo, ore 20,30, incontro sul tema «Ricchezza e povertà nel mondo» con la
partecipazione di Simone Lanza. Mercoledì 27 marzo, ore 19, incontro dei giovani; giovedì 28, ore 20,30,
culto con santa cena.
PRAROSTINO — Giovedì 28 marzo, culto a San Bartolomeo, alle 20,45. Domenica 24, battesimo di Lorena Combe, Marco Fornerone, Andrea Pastore, confermazione di Simone Codino, Fabrizio Pastre e Anthony
Reynaud; alle 12,30, al presbiterio pranzo dei confermati e dei loro familiari. Venerdì 29 culto al Roc alle 10
e alle 15 a Pralarossa, entrambi con santa cena.
RORÀ — Domenica 24 marzo, alle 10, culto al tempio; verrà battezzata Soledad Davit e confermeranno
il loro battesimo Michael Rivoira, Ramon Rivoira e
Stefano Tourn. Venerdì 29, alle 20,45, culto al tempio.
SAN GERMANO CHISONE — Domenica 24 marzo,
nel corso del culto, saranno confermati Matteo Rochon, Igor Orticola, Giorgio Long.
SAN SECONDO — Mercoledì 27, alle 10, culto con
cena del Signore a casa Turina, a cura della chiesa di
Prarostino. Giovedì 28, alle 21, culto liturgico del giovedì santo, con cena del Signore, animato dalla scuola domenicale e dal precatechismo.
TORRE PELLICE — Riunioni quartierali, alle 20,30;
venerdì 22 marzo agli Appiatti, martedì 26 all’Inverso.
Sabato 23, dalle 10 alle 14, precatechismo. Domenica
24 marzo, al tempio Villa, alle 10, saranno battezzati o
confermati Alessia Adelfio, Michel Armand Pilón, Luca Avondetto, Elena Beiforte, Giulia Bellion, Francesca Cossu, Abel Costantino, Gilbert Davit, Lara Paolucci, Andrea Rampa, Simona Stallò, Elisa Taccia. Lunedì 25 marzo, alle 20>30, studio biblico.
VILLAR PELLICE — Sabato 23 marzo, alle 21, rappresentazione del gruppo teatro di Luserna San Giovanni, in «Arsenico e vecchi merletti», alla sala polivalente Domenica 24 marzo saranno confermati o battezzati Valerio Catalin, Stefano Davit, Roberto Fostel.
VILLAR PEROSA — Domenica 24 marzo, culto con
battesimo e confermazione. Hanno chiesto l’ammissione in chiesa Diego Barus, Mirco Bertetto, Emanuele Costabel, Paola Leger, Andrea Meytre, Cristina
Tonghini, Fabio Vignolo. Venerdì 29, culto della passione, alle 21, nel salone del convitto.
VILLASECCA — Riunione quartierale, venerdì 22,
alle 20, a Trossieri.
10
PAG. 10 RIFORMA
E Eco Delle Valli ^ldesi
VENERDÌ 22 MARZO
SPORT I
PALLAVOLO
Nella 20“ giornata di serie C
femminile vince ancora la Cerutti
Technosquare che resta anche
questa settimana sola al comando
della classifica con 51 punti. Questa volta a soccombere davanti alle ragazze di Pignatelli è stato il
Lingotto, battuto per 3-0. La formazione di Pinerolo ha giocato
con Piena Gennaro in regia, Federica Tosello opposta, Federica Roso libero, Francesca Brunel e Manila Romano, alternatasi con Concetta Miceli, al centro, Stefania
Arondello ed Elisa Mauro, poi sostituita da Fabrizia Manfrin, in
banda. Dopo un primo set iniziato
non troppo bene, le padrone di
casa reagiscono e si aggiudicano
senza grosse difficoltà gli ultimi
due parziali.
In serie C maschile grande
trionfo per i ragazzi della Volley
Pinerolo contro la Palmar San
Paolo, formazione da tempo imbattuta al vertice della classifica
che dopo questa sconfitta scende
in seconda posizione. Punteggio
finale 3-1 con parziali di: 25-23,
25-16, 28-30, 25-23.
«Una bella partita - commenta
Davide Scali - abbiamo giocato al
meglio in tutti i fondamentali, ritrovando un buon livello di gioco
di cui dovremo fare tesoro per il
resto del campionato». Nota di
merito per Mauro Rizzo, che ha
giocato al centro al posto di Andrea De Pasqua, infortunato.
1 prossimi incontri saranno decisivi per la formazione pinerolese: «Apparentemente abbiamo un
calendario piuttosto favorevole continua Scali - in quanto dopo
aver incontrato tutte le squadre
più forti ci avviciniamo adesso ad
un periodo più tranquillo. 11 pericolo a cui andiamo incontro è di
rilassarci troppo e di perdere la
rotta: dobbiamo invece continuare a crederci». Sabato prossimo incontro con l’iveco Mondovì, ultima in classifica a quota 9.
Nei campionati giovanili il Volley Pinerolo è stato sconfitto
nell’under 15 maschile per 3-0 dal
Sant’Anna Pescatori; in terza divisione femminile under 15 il 3S Pinerolo è stato battuto al tie break
dal Chieri; in terza divisione femminile la Piscinese ha vinto sul
campo del 3S Luserna per 3-0 e in
terza divisione maschile under 17
il Volley Pinerolo è stato battuto
per 3-0 dal Valsusa. Unico successo per il 3S dalla terza divisione
maschile con il 3S Sai Luserna vincitore a Leinì per 3-0.
HOCKEY GHIACCIO
Si sono concluse le stagioni agonistiche della Valpe in serie C e
dell’All stars femminile in serie A;
per i ragazzi valligiani il campionato ha avuto alla fine il premio del
primo posto nel play out grazie ad
una serie di vittorie (l’ultima per
11-0 sul Cus Milano) che hanno un
po’ rinfrancato società e giocatori.
Per le ragazze, che hanno cullato a
lungo il sogno della qualificazione
ai play off, nell’ultimo fine settimana doppio confronto a Pinerolo
con le Crocodiles Merano per l’assegnazione del 5“ posto. Le piemontesi si sono imposte in entrambi gli incontri (6-4; 3-1) centrando così l’obiettivo.
CALCIO
Il Pinerolo allunga il passo alla
guida del girone B deU’Eccellenza;
domenica i biancoblù si sono imposti per 1-0 sul Sommariva Perno
mentre l’Orbassano Venarla si faceva rimontare dalla Nóvese uscendo battuto. Così ora il Pinerolo
ha sette punti di vantaggio sulle seconde e un calendario in discesa:
domenica trasferta a Centallo.
Due recenti pubblicazioni contengono gravi errori storici e geografici
Confusione fra Occitania e valli valdesi
JEAN-LOUIS SAPPÉ
LO ha scritto e riscritto
Giorgio Tourn, ma la
storia si ripete a ogni edizione di libri sulla vicenda valdese, allorquando
gli Autori (uso di proposito la lettera minuscola)
sono persone sicuramente degnissime, ma estranee al nostro mondo. Ecco quindi volumi pregevoli, ma pieni zeppi di errori, anche grossolani.
Due esempi, recentissimi: la costosissima, peraltro criticata anche nel
la stessa cerchia degli occitanisti, Valadas Occitanas e Occitania Orando},
che si avvale di un cospicuo finanziamento regionale e di una prefazione
dell’assessore alla cultura, Giampiero Leo. Nelle
non molte pagine dedicate alla presentazione
della realtà valdese, spiccano alcune perle: sarebbe stato Enrico 111, anziché Enrico IV, a promulgare nel 1598 l’editto di
Nantes, con la celeberrima frase «Paris vaut bien
une messe»-. Henry Ar
naud, «capitano dei vaidesi», sarebbe nato in vai
Varaita e non, com’è noto, a Embrun, in Francia;
l’orientaleggiante «Gheisa» d’ia Tana è posta, come è scritto, tra gli importantissimi siti di «Carlevar» {Carlèvà) e del
«Vengier» (Vengie), dimenticando di pensare
che si trova in vai d'Angrogna, peraltro mai citata nella guida; Carlo Alberto, il 17 febbraio 1848,
avrebbe concesso ai vaidesi libertà di culto, invece dei diritti civili.
L'ECO
DELLE VALLI VALDESI
S e 111 m a n a I e
della Chiesa Valdese
"Gettai* lungi da eoi tutte I* vostre trosgrettionl per le qucdl avete peccalo, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito r
Nel primo numero del febbraio
1952, L’eco delle valli valdesi pubblica
gli articoli della Costituzione che riguardano la libertà religiosa, sollecitando gli evangelici a conoscerli e soprattutto a farli rispettare «in un tempo in cui sono ancora facilmente in vigore norme e decreti di un’epoca passata e limitativa della libertà». Accanto
a questa vigilanza civile il giornale sottolinea l’attenzione al «totalitarismo
cattolico», che viene denunciato in un
articolo di Gustavo Ribet, di commento alla nomina di Gedda a presidentè
dell’Azione cattolica. Non sembra più
sufficiente il ruolo della Democrazia
cristiana, scrive Ribet; con questa nomina «il cattolicesimo romano intende uscire dalla sfera puramente religiosa per venire a ispirare e controllare tutta la vita dello stato e conseguentemente dei cittadini, nel campo
della cultura, dell’economia, della finanza, della politica interna ed estera,
ecc.». I toni da crociata anticomunista
e antiprotestante dei famosi «comitati
civici» di allora sono lontani: non invece la pretesa cattolica di imporre allo stato la sua visione: basti pensare
alla scuola o al divorzio.
Fra le notizie dalle chiese, apprendiamo che dopo un ampio restauro, il
10 Febbraio è stato riaperto alle attività il tempio di Villasecca, con un
culto solenne, la corale, la banda musicale di Pomaretto, il ricordo di tutti i
pastori, dal 1556 (data di fondazione)
a Giovanni Pietro Micol «che eresse il
nuovo luogo di culto ai Chiotti». Altrove si ringraziano le «Maestranze
delle officine Riv di Villar Perosa» che
hanno offerto il pranzo del XVTl Feb
braio al personale e agli ospiti dell’Asilo dei vecchi di San Germano
Chisone e un dono generoso per
quelli di San Giovanni. Per appoggiare Tùiiziativa dell’Aice (l’Associazione
degli insegnanti evangelici) di sostenere con borse di studio i ragazzi delle Valli, i professori della Scuola latina
hanno deciso di aiutare in vari modi il
locale Convitto «che ospita attualmente i due terzi degli alunni della
scuola... onde non solo se ne possano
migliorare le attrezzature ma si possano accogliere nuovi convittori a
sempre più miti condizioni». Tra gli
introiti si ricorda quello ottenuto grazie ai «bravissimi attori di San Giovanni» che hanno recitato per Poìtnaretto la commedia «Partita a quattro»
di Nicola Manzari.
L’attuale area rioplatense della
Chiesa valdese si chiamava allora VI
distretto: spulciando fra le notizie troviamo il past. Aldo Comba che partecipa come presidente della Confederazione della gioventù evangelica dell’Uruguay al Congresso della gioventù
latinoamericana a Buenos Aires, insieme al past. Wilfrido Artus che era presidente della Federazione giovanile
valdese e al past. Bruno Corsani, incaricato della direzione degli studi bibli-,
ci. Infine, un valdese è stato nominato
membro della Corte internazionale di
giustizia dell’Aia: si tratta del giudice
Enrico Armand Ugon, figlio del past.
Daniele, «grande organizzatore dellà
Chiesa valdese in questo distretto». Il
giudice era già stato membro dell’Alta
Corte in Uruguay e rappresentante del
pròprio paese all’Onu.
(a cura di Marco Rostan)
L’altro libro è un tomo
di 354 pagine, formato
A4, del ministero dell’Interno, e dal titolo significativo: Minoranze, una
ricchezza europea^. Anche in questo caso lo spazio destinato alla nostra
minoranza è esiguo. Si
parla molto, e in modo
appropriato, di Occitania, e si fa una piccola insalata di catari e valdesi,
concludendo con questa
perla: «Una particolarità
della minoranza linguistica è rappresentata dal
Comune di Guardia Piemontese, in provincia di
Cosenza. In questo paese
si raggrupparono i superstiti delle Colonie valdesi
di Bobbio Penice. Lasciate le vallate piemontesi
fra il 1300 e il 1400 si insediarono in Calabria».
Nulla da togliere, per carità, ai simpatici bubiarèl,
peraltro protagonisti di
pagine memorabili della
storia valdese, ma le recenti ricerche storiografiche attestano con molta
probabilità che Guardia
Piemontese (in origine
detta Guardia Lombarda), Montalto, San Sisto e
Vaccarizzo furono fondate da coloni, sì di lingua
occitana, ma provenienti
dalla Provenza e impiantati nell’Italia meridionale durante il regno di Carlo I d’Angiò'. Che nella
seconda metà del Trecento in Calabria ci fossero dei coloni «valdesi»,
e dunque anche dei bobbiesi, è probabile, ma è
una affermazione che
manca di verifica.
(1) ANr,nii.ANrr, Bianco,
Peli.f.hino, Vai i.a: Valadas
Occitanas e Occitania
Granfia. Rien d’autre qu’
una partía de la pianeta.
Ed. Chambra d’Oc, Torino,
novembre 2000.
(2) Ministero dell’Interno, Ufficio centrale per i
problemi delle zone di
confine e delle minoranze
etniche: Minoranze, una
ricchezza europea. Cultura e immagini dei gruppi
linguistici di antico insediamento in Italia. Primo
rapporto, Roma, 2001.
(3) A. Moi.nar: Storia dei
valdesi 1. Dalle origini
all’adesione alla Riforma,
Claudiana, Torino, 1974.
APPUNTAMENTI
21 marzo, giovedì
PINEROLO: Nella sede dell’associazione Stranamore, alle 21, presentazione del libro «Una Costituzione
senza popolo?», ed. Giuffrè, con l’autore, il politologo
Sergio Dellavalle.
ANGROGNA: Alla Sala unionista, alle 21, incontro su
«Come valorizzare, proteggere e gestire durevolmente
gli habitat naturali in vai Pellice», con Paolo Varese,
associazione botanica Alpi Cozie, presentazione dei
risultati finali del progetto Interreg di cartografia tematica per la protezione, gestione e valorizzazione
della biodiversltà del Queyras e della vai Pellice.
TORRE PELLICE: Nella.biblioteca della Casa valdese, alle 15,30, concerto con Margherita Monnet, violoncello,.e Stefania Salvai, pianoforte, musiche di
Beethoven, Debussy, Brahms.
22 marzo, venerdì
PINEROLO: Nella chiesa di San Giuseppe, nella sala Italo Tajo, concerto del gruppo vocale e strumentale, violino, violoncello, organo, «Eufonè», direttore
Alessandro Ruo Rui. Musiche di Monteverdi, Buxtehude, J. S. Bach, Rachmaninov, Ghedini, Duruflè,
Britten, Ruo Rui. Ingresso libero.
TORRE PELLICE: Al teatro del Forte, alle 21,15, Alfredo Minutolo presenta «Una vita da single». Ingresso euro 6,20, ridotto 5,16.
PINEROLO: Alle 21, all’auditorium di corso Piave,
incontro su «Di ritorno dall’Afghanistan e dal Kashmir», con la giornalista Lucia Vastano.
TORRE PELLICE: All’Hotel Gilly, alle 20, cena con
menù francese (euro 23), prenotazione obbligatoria.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Nella saletta d’arte, alle
21, conferenza su «Come imparare a guarire da soli»,
con il dottor Roberto Charbonnier.
TORRE PELLICE: Alle Officine Colors «Grange is
dead?». Minerva, Morgana, Fragore, Ruach, concerto,
mostra, documenti.
VILLAR PEROSA: Concerto di Pasqua dell’ensemble
dell’Accademia Musicale Sabauda, al teatro, alle 21.
PINEROLO: Al teatro Incontro, alle 21, la compagnia
«Elfo Bianco» presenta «Tigri», a cui seguirà la microrappresentazione «Frammenti» sugli ospiti del canile
di Bibiana, a cui sarà devoluto l’incasso della serata.
TORRE PELLICE: Alla «Bottega del possibile», alle
20,45, per gli iimontri del Gruppo studio «Val Lucerna», Alberto Corsani parlerà sul tema «Modernità del
cinema comico muto».
PINEROLO: Alle 20,45, all’aula magna della Sumi,
incontro su «C’è posto per un bambino nella tua famiglia?», l’affidamento familiare, dati e testimonianze:
l’esperienza dell’équipe sovrazonale del Pinerolese.
23 marzo, sabato
PEROSA ARGENTINA: AUe 16, nel salone della Comunità montana, in via Roma 22, incontro sul tema
«Mamma mia dammi cento lire che in America...», il
fenomeno dell’emigrazione dal Piemonte e dalle nostre valli verso l’America.
PINEROLO: Alle 21, nel tempio, concerto de «I coristi torinesi» e della «Accademia corale Città di Saluzzo», curata da «Turba Concinens».
PRAGELATO: Nella sala consiliare del municipio
mostra su «In festa sulla neve», aperta fino al 1° aprile; le migliori foto realizzate durante la manifestazione «Racchettinvalle».
25 marzo, lunedì
PINEROLO: Nella chiesa Madonna di Fatima, alle
21, concerto con l’orchestra «L’estro armonico».
26 marzo, martedì
PINEROLO: Alle 21, aH’Accademia di musica, concerto «Mozart, la gioia di vivere, il terrore di morire».
28 marzo, giovedì
PEROSA ARGENTINA: Alla biblioteca comunale,
alle 17, incontro con Brano Gambarotta.
29 marzo, venerdì
TORRE PELLICE: A Villa Elisa, alle 15,15, conversazione sulla condizione della donna nel Medio Oriente, con Mauro Pons.
BAGNOLO: Al cinema teatro Silvio Pellico, spettacolo di Walt Disney «Matilde sei mitica».
«Cantavalli» arriva a Pomaretto
Jouer de l'accordéon
Sabato 23 marzo, ore
21,15, il Cantavalli 2002
approda a Pomaretto dove, nel tempio valdese, si
esibiscono «Christian
Maes & Emmanuel Pariselle, musiques et chansons pour 2 accordéons».
Una coppia di organetti affiatati ed eclettici che
si completano naturalmente: al controllo e al
senso ritmico e melodico
di Emmanuel, legato alla
tradizione francese e al
cajún, si contrappone il
virtuosismo e l’irruenza
di Christian', specialista
del repertorio d’Irlanda e
del Quèbec. Una proposta a tutto campo, che
spazia dai paesi dell’Est
alle coste del Canada,
giocata in chiave dinamica, ma con una vena di
lirismo nelle ballate un
po’ malinconiche care ad
Emmanuel Pariselle.
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marzo, ore 21,15, Ln
break; sabato 23, ore;
22,30, Il favoloso moi,
di Amélie; domenica
ore 16, 18,15 e 21,15,
nedì 25, ore 21,15 Bj
stro matrimonio ¡neri
VILLAR PEROSANuovo cinema propi,
sabato 23, ore 20e2{
Moulin rouge; domai
24, ore 16, 18,30 e 21,
e lunedì 25, ore 21,15,
zero a dieci.
PINEROLO — Lan
risala Italia ha inp
gramma, alla sala
to». Monsters & Cole
li: 20,30 e 22,20, sai
20,30 e 22,30, domei|
ore 15, 16,50, 18,40,
e 22,20. Alla sala «2cei
A beautiful mind:
19.45 e 22,20, sabato
45 e 22,30, domenical
45.17.20.19.45 e 22,21),
BARGE — Il cinei
Comunale ha in pi
gramma, veneifirlUi
ore 21, L’uomo che4<
c’era; sabato 23 ore!
La rapina; domenica,t
15, 17, lunedì e mart.;
ore 19,30 II dott. Dol
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Precisazione
Si dice
«Sarass»
Egregio direttore.
A pagina 11 di R'f®
del 1“ marzo c’è un*
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tutelare, che si rifen*
un sottoprodotto w
lavorazione del lu^
nome esatto è: «seit*
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piemontese protesto,
glio sperare che Id'
nome della denioct®
pubblicherà la prò*®*
Distinti saluti.
Renato MellanO''^^ñ
Dopo l’entusiasmante
concerto di Cantavalli
’98 e l’uscita di «Coup de
vent», il loro primo Cd,
un nuovo appuntamento
con un duo che ha sviluppato il proprio repertorio e il proprio stile, in
vista del secondo disco,
in preparazione.
Questa lettera cl po'
di fare una volta ancori
rezza. NeH’avviare. iu''
alla Provincia di Toriu®'
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del Pinerolese e all Uni'' ■
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VENERDÌ 22 MARZO 2002
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Per far tacere le armi
in Israele e Palestina
Insomma, riprende l’attività diplomatica mentre infuria la guerra in Israele-Palestina. Il premier israeliano Sharon, con la sua escalation militare giustificata dalla necessità di ribattere colpo su colpo
agli attacchi terroristici palestinesi, ha infiammato l’intera
area, inasprendo il conflitto
come non mai, non risparmiando nessuno, civili in particolare, giornalisti e fotografi
(ricordiamo in questo stesso
numero il fotografo italiano
Raffele Ciriello ucciso a Ramallah da una raffica di mitra
sparata da un tank israeliano),
case, scuole, ospedali, ambulanze, personale e strutture
mediche, sedi di organizzazioni internazionali.
L’il marzo, a Betlemme,
truppe israeliane hanno occupato, per la seconda volta
in pochi giorni, una scuola
luterana e un centro di riabilitazione per bambini e adulti
dell’area sud della città. La
scuola Dar al Kalima (240
studenti) della Chiesa evangelica luterana, ha dovuto sospendere ogni attività e, secondo le testimonianze degli
operatori locali, ha subito
gravi danni materiali a causa
dell’occupazione israeliana:
negli stessi locali, la scorsa
estate, la rivista «Confronti»
aveva realizzato una «scuola
di mosaico»: era un modo per
distrarre giovani e donne dalla violenza, per aiutarli a qualificarsi professionalmente.
All’intervento militare israeliano nei locali di Sar al Kalima è seguita la dura protesta
del segretario generale della
Federazione luterana mondiaJe (Firn), pastore Ishmael
Noko che, in una lettera indirizzata al primo ministro
israeliano Sharon, ha chiesto
l’immediata cessazione dell’occupazione da parte delle
truppe israeliane: «Luoghi
come la scuola luterana di
Betlemme - ha scritto - sono
oasi di speranza in un deserto di violenza, e l’occupazione israeliana di tali strutture
è una grave violazione di tale
speranza e dei principi del
diritto internazionale». Noko,
inoltre, ha ribadito quanto
più volte affermato dalle varie organizzazioni ecumeniche internazionali, tra cui il
Consiglio ecumenico delle
chiese, e cioè la fine dell’occupazione militare di Gaza e
della West Bank e ha esortato
le autorità israeliane a prendere iniziative chiare per
spezzare la spirale di violenza
e restituire speranza alla popolazione palestinese.
Insomma, Sharon che aveva vinto le elezioni israeliane
promettendo più sicurezza ha
invece causato più insicurezza, più morti, più sofferenze,
più ingiustizia. Inoltre sta dilapidando un patrimonio di
credibilità e solidarietà intorno a Israele, facendo correre il
rischio dell’isolamento dall’Occidente dell’unica democrazia occidentale nel Medio
Oriente. La sua sciagurata
idea di approfittare della «distrazione» causata dalla guerra al terrorismo internazionale e dall’intervento in Afghanistan per indebolire, se non
liquidare, l’Autorità palestinese si è rivelata miope e ha
causato l’imbarbarimento del
conflitto e il rafforzamento
dell’ala palestinese più estrema. Se ne stanno accorgendo
sempre più gli stessi israeliani, non solo quelli che hanno
sempre avversato la politica
di Sharon, ma anche quelli
che lo hanno votato.
Ora si dice che l’iniziativa
diplomatica degli Stati Uniti
per riappacificare la zona
serve loro unicamente per
potersi scagliare liberamente
contro l’Iraq di Saddam Hussein. Speriamo che non sia
così. Ma in ogni caso, ben
venga qualsiasi iniziativa (e
quella del Consiglio di Sicurezza dell’Onu non è proprio
una iniziativa «qualsiasi»)
pur di ridare la parola alla
trattativa politica e non alle
armi. Il Medio Oriente ha bisogno di un miracolo, il miracolo del dialogo.
Eugenio Bernardini
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ancorai
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TorineJ
lità moijj
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tre che ;
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L’Unione cristiana
evangelica battista d’Italia
ricerca
un direttore/dìrettrìce
per l’ISTITUTO G. B. TAYLOR
Casa di riposo e Comunità educativa per minori
di Roma, via delle Spighe n. 8
Titolo di studio: diploma di scuola media superiore o laurea
Caratteristiche personali
- sensibilità, capacità di sestione delle dinamiche di sruppo, attitudine all’ascolto e alla formazione di un sruppo solidale, capacità
dialettiche e relazionali;
- rnotivazione vocazionale per l’aspetto di testimonianza evanselica del servizio.
Competenze professionali
- capacità di sapersi relazionare con gli ospiti, con il personale e
con gli utenti dell'Istituto;.
- capacità di gestione della qualità dei servizi e di soluzione dei
problemi;
- capacità di rappresentare l’Istituto nei rapporti con enti pubblici
2 privati e con altre istituzioni;
■ capacità di organizzazione e coordinamento del personale finalizzata alla motivazione e allo sviluppo delle qualità professionali;
- capacità di gestione e di analisi dei processi amministrativi e contabili;
- conoscenza e padronanza dei metodi di gestione e tenuta del
bilancio;
■ capacità di concretizzare le decisioni prese e lavorare per proSetti;
■conoscenza di programmi e procedure informatiche.
Costituiscono titolo preferenziale
■ la conoscenza dell’ambiente e dell’organizzazione delle chiese
evangeliche in Italia;
■ esperienze lavorative presso Istituti similari;
' ìa conoscenza dell’inglese.
'tpuadramento; da concordare
le domande, accompagnate dai rispettivi curriculum vitae, vanno
inviate entro e non oltre il 15 aprile 2002
all’Ente patrimoniale dell’UCEBI
piazza San Lorenzo in Lucina, 35 - 00186 Roma
tei. 06-6876124 - 6872261 - fax 06-6876185 - e-mail: ucebit@tin.it
3raduatoria dei candidati/e verrà fissata da una commissione esaminatrice
Lettera
dal futuro
Sono costretto a contestare
l’interpretazione delle «lettere dal futuro» ricevute e palesate dal past. Giorgio Girardet: infatti posso ora dire che
le ragioni che procurarono il
Grande Collasso, almeno per
quel che riguarda l’Italia, furono altre. Poiché mi fu dato
fortunosamente di conoscerne i motivi da una cronaca
anonima postuma, mi affretto a esternarvi il contenuto:
«L’evento più eclatante del
tempo fu l’ennesima lacrimazione del santo di turno, proclamato ancora una volta dal
vigente potere ecclesiastico:
l’ennesimo santo, epigono del
partenopeo Gennaro e dell’apulo Pio Padre, che faceva
emotrasudare le lapidee effigi
0 dar di pianto a lignee madonnine, in questa o quella
italiana valle di lacrime. Sembra che fino al 2035 si era infatti andati avanti per stupefacenti beati rinvenimenti da
parte dei devoti, con tanto di
beneplaciti curiali, e repentini
smascheramenti da parte delle forze dell’ordine, con tanto
di avvisi di garanzia (a mo’ di
bilanciamento, così da non
scontentare nessuno...).
Il vescovo di Roma di turno,
epigono del Polacco che governò la Chiesa cattolica infino al 2022 (così trasmisero le
cronache...), ebbe un gran da
fare, or l’uno or l’altra, a beatificare. E seguirono tali e tanti festeggiamenti e si ebbero
tali e tanti oboli e si eressero
tanti bei nuovi templi, che
non un angolo dell’italico verde (una volta) suolo rimase
d’essi sprovvisto: dalle Alpi alla Sicilia, dal Brennero a Pantelleria fu tutto un pullulare di
pie architetture, tant’è appunto che, a vista d’occhio,
potevasi trasvolare dall’una
all’altra cuspide, dal cono
dell’Etna alla cima del Cervino, per intenderci. Invase furono le calli e occupati i colli,
la gente aveva perso definitivamente interesse per la politica e l’economia: talché non
più lavorando e producendo,’
ebbero gran daffare a percorrere su e giù la penisola. Configuravano file interminabili,
come quelle delle formiche
che un tempo popolavano la
penisola, finché queste non
furono, per dichiarata inutilità, soppiantate da una catena genetica vegetale.
In tutto questo frangente,
che cosa facevano gli evangelici italiani, detti anche protestanti, per il loro conclamato
vezzo di negare sempre l’evidenza delle oftalmiche lacrimazioni dell’alme petrose
immagini? Furono di nuovo,
per l’ennesima volta, confinati in una di quelle vallate
pedemontane del Nord Italia,
onde, come si disse, tra il residuo verde dei boschi e i residui torrentelli, non avrebbero avuto contro chi protestare: di poi corse vpee che
erano tanto presi da quella
strana abitudine di leggere
un libro e cantare alcune inesplicabili canzoni (il canto
essendo andato in disuso nel
2017). Che cosa ci fosse di
tanto interessante, non è ancora dato di saperlo...».
Sono queste le tracce telematiche, avute per misteriose
quanto incomprensibili vie,
di un ignoto italico abitante
del 2058.
Franco Campanelli
Cerignola
Aiutare il Congo
Siamo gli alunni delle classi 3* B e 3» C
della scuola media statale «Via de’ Rochis»
di Pinerolo. 'Vi ringraziamo di aver pubblicato per 4 settimane articoli sul Congo e in
particolare sugli sradicati di quell’infelice
paese. Già lo scorso anno due terze della nostra scuola avevano conosciuto don Piumatti, un missionario che da 30 anni opera a
Muhanga, in Congo, ex Zaire. Noi abbiamo
continuato la corrispondenza epistolare con
alcuni ragazzi del villaggio e aderito con entusiasmo al progetto «Ponte» di gemellaggio
tra la nostra scuola e la loro.
Abbiamo conosciuto Concetta, ostetrica
da 26 anni in quello stesso viUaggio che è
stato, nel 2001, per ben quattro’'volte depredato del poco che hanno (zappe, il vestito di
ricambio, coperte contro il freddo dei 2000
m) da vari gruppi armati che rendono la vita
dei congolesi veramente poco sicura. 112002
è iniziato malissimo, tanto che don Piumatti
ha dovuto abbandonare il «suo» villaggio.
Allarmati da queste testimonianze, abbiamo
iniziato a cercare notizie sui quotidiani, nei
documentari e telegiornali, senza però trovare molte tracce di questa guerra che sta
causando morte e distruzione alla popolazione del Congo, che in realtà potrebbe essere uno dei paesi più ricchi al mondo. Abbiamo cercato di capire chi combatte contro
chi, ma abbiamo solo chiaro che ci sono
bande di soldati, (tra cui molti bambini anche di soli 7 anni, ma armati e che sparano
veramente) che si oppongono ad altre bande, e che ci sono enormi interessi economici
da parte delle più grandi potenze economiche mondiali, che vogliono sfruttare le ricchezze di questo paese. Il sottosuolo, infatti,
è molto ricco di òro, diamanti, ma soprattutto di coltan, un minerale molto usato per
computer, cellulari e nuove tecnologie.
Vorremmo quindi chiedervi, cortesemente, perché sui giornali, alla tv non si parla di
questa tragedia? Per favore, occupatevene
ancora! Forse riusciremo a cambiare la sorte
dei nostri amici del Congo ai quali abbiamo
mandato i vostri articoli perché sapere che
cerchiamo di diffondere le notizie che ci
mandano e tentiamo di far parlare della loro
situazione li fa sentire meno soli e disperati.
Vi sembreremo certo ingenui ma, a volte,
una forte pressione internazionale smuove i
potenti della Terra!
Vorremmo ancora segnalare che pochissime persone conoscono la vergognosa storia
della conquista del Congo da parte dei belgi,
per conto del loro re Leopoldo IL Le nostri
insegnanti ci stanno leggendo parti del libro
Gli spettri del Congo (ed. Rizzoli) che segnaliamo a tutti perché molto illuminante sul
colonialismo.
gli alunni delle IIIB e C e le loro insegnanti
■ POSTA
Gli evangelici
nel Mezzogiorno
La Chiesa valdese di Taranto e quella di Grottaglie si caratterizzano, come molto comunità del Mezzogiorno, per
la spiccata capacità di evangelizzazione in alcune persone semplici negli studi, ma
profonde nella testimonianza di fede. Figure come Michele Trani di Grottaglie che
si converte al mercato di Luserna San Giovanni intorno
agli Anni 20 e fino alla sua
morte (1944) evangelizza la
Puglia meridionale o Andrea
Cristadoro (morto nel 1952),
evangelista e anziano della
chiesa tarantina non possono solo essere consegnate alle memorie dei singoli o ai libri di storia locale (cfr. Evangelici e Mezzogiorno d’Italia,
Cosenza, Periferia, 1993).
Gaetano Valentini si converte all’Evangelo, insieme ai
capofamiglia Rusco, Sardiello. Campi, Ruggieri, Mannara e altri, grazie alla testimonianza di Armando Russo
(1910-1985), semplice arsenalotto, conduttore della
scuola domenicale insieme
alla sorella Zemira De Carlo.
Accanto alle eminenti figure
pastorali di Gustavo Bertin,
Giuseppe Castiglione, Davide Cielo, Ernesto Naso e Salvatore Ricciardi questi anziani, non per titolo ma di
fatto, hanno testimoniato
l’Evangelo anche a rischio
della propria persona. Ricordiamo fra tutti il fratello Michele Mandrillo di Pulsano,
arrestato temporaneamente
dai carabinieri in occasione'
della visita di Benito Mussolini a Taranto (1934).
Gaetano Valentini ha conosciuto l’emigrazione a Torino, l’Evangelo lo ha segnato,
come soleva ripetere, in maniera definitiva e «dinamica».
Mentre esprimiamo, nella
speranza della resurrezione
dei corpi, il nostro cordoglio
alla moglie e ai figli, ci rallegriamo nel Signore per un
così «gran nuvolo di testimoni» (Ebrei 12,1-2).
Eugenio Stretti - Siena
SPECIALE PROTESTANTESIMO
domenica 31 marzo 2002 - ore 10,5 RAIDUE
CULTO EVANGELICO DI P
dalla chiesa cristiana evangelica metodista di Roma
Presiede il culto il pastore Valdo Benecchi
Partecipano la comunità francofona e quelle metodiste
coreana, filippina e italiana
La scoperta
dell'acqua calda
Mi domando se è lecito
continuare a invocare il conflitto di interessi in Italia e su
Riforma. Esiste un imprenditore padrone di tre reti televisive, giornali, società immobiliari, assicurative e finanziarie. Questo imprenditore è
ben conosciuto da tutti, anche dalla magistratura. A
maggio del 2001 si vota per le
politiche. Gli italiani lo votano con preferenza plebiscitaria e con il suo partito e relativo aggregamento del «polo»
raggiunge la maggioranza alle Camere. È incaricato di governare dopo cinque anni di
centro-sinistra.
Esplode il caso, l’opposizione scopre e colpevolizza
l’acqua calda cercando così
una falsa autoassoluzione
politica. Perché dobbiamo
essere tanto ipocriti da non
ammettere che gli italiani
hanno votato il «conflitto di
interessi», oltretutto legalizzandolo di fatto? Quale alternativa avevano gli italiani?
Potevano votare per coloro
che propongono i temi di
uno stato veramente laico:
della libertà individuale di
coscienza: delle ignobili carceri: dei mostruosi tempi della magistratura. L’elenco è
lungo, conosciuto ma volutamente ignorato dal potere
dei professionisti della politica. Costoro preferiscono certamente farci dissertare sul
sesso degli angeli affinché si
voti loro, come sempre.
Roberto Mollica
San Mauro Torinese
PARTECIPAZIONI
I compagni della Cgll-scuola
di Pinerolo salutano
Paola Monnet
esempio di impegno civile, grande maestra nella vita.
Ci stringiamo accanto alla sua
famiglia.
Pinerolo, 22 marzo 2002
Cgil-scuola di Torino e Piemonte partecipano al lutto della
famiglia per la scomparsa di
Paola
compagna generosa e amica
sincera.
Torino, 22 marzo 2002
«Soit fidele jusqu'à la mort et je
te donnerai la couronne de vie»
Apoc. 2, 10
Ha raggiunto nella grande pace il suo adorato Hellos l’anima
nobile e generosa di
Mercedes Varese
ved. Querci
Ne danno II triste annuncio I
figli Roberto con Gabriella, Liliana con Cesare, l’adorato nipote
Lorenzo e la sempre amata sorella Ella «Cucca».
Gode, 11 marzo 2002
RINGRAZIAMENTO
«Sappiamo infatti che se questa
tenda che è la nostra dimora
terrena viene disfatta,
abbiamo da Dio un edificio,
una casa non fatta da mano
d’uomo, eterna, nei cieli»
Il Corinzi 5, 1
Ci ha lasciati
Pier Paolo Martinat
di anni 58
Maddalena, Irma e Milena ringraziano per la grande dimostrazione di affetto.
vaiar Perosa, 13 marzo 2002
RINGRAZIAMENTO
«Non più il sole sarà
la tua luce, nel giorno;
e non più la luna ti illuminerà
con il suo chiarore: ma il Signore
sarà la tua luce perenne.
Il tuo Dio sarà la tua gloria»
Isaia, 60,19
I familiari di
Dino Fornerone
nella impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro
che hanno partecipato al loro dolore circondandoli di affetto e
simpatia.
Molare di Prarostino
12 marzo 2002
RINGRAZIAMENTO
«Tre cose durano: fede,
speranza e amore; ma la più
grande di esse è l’amore»
I Corinzi 13,13
I familiari della cara
Elsa Roman ved. Riva
di anni 81
Profondamente commossi per
la dimostrazione di affetto e di
amicizia ricevuti in occasione del
loro dolore, nell’Impossibilità di
farlo singolarmente, ringraziano
tutti coloro che sono stati loro vicini in questi ultimi difficili momenti.
Un sentito ringraziamento va
al dottor Genesi, alle infermiere
dell’Adi, agli amici del Rifugio Re
Carlo Alberto, al pastore Daniele
Bouchard, alle associazioni Avo
e Cri di Torre Pellice, e a tutti coloro che con la presenza, parole
di conforto, scritti, fiori e opere di
bene hanno voluto ricordare la
cara Elisa.
Luserna San Giovanni
22 marzo 2002
I necrologi si accettano entro le 9 del lunedì. Tel. 011655278-fax 657542.
12
PAC. 12 RIFORMA
SS
VENERDÌ 22 MARZO 2002
Intervista a Zoraida Dalmas, valdese, assistente sociale nella città di Riconquista
Argentina: una chiesa missionaria...
«La chiesa deve cambiare per andare sulla frontiera, insieme agli sradicati, ai poveri, vecchi e
nuovi. La diaconia deve essere ripensata in funzione dei problemi posti dalla società odierna»
FRANCO TAGLIERÒ
T tempi odierni mettono
«li
. nuovamente in evidenza, e con forza, che la chiesa
deve cambiare, uscire dai
rassicuranti muri dell’istituzione, per andare sulla frontiera, insieme agli sradicati,
insieme ai poveri, vecchi e
nuovi. La diaconia deve essere ripensata in funzione dei
problemi reali posti dalla società odierna più che in funzione del mantenimento delie strutture esistenti talvolta
non più totalmente rispondenti ai nuovi bisogni».
Questo il senso di un’intervista che, nell’ambito del Sinodo rioplatense, ci ha rilasciato Zoraida Dalmas, mo, glie di pastore e assistente sociale nella città di Riconquista, nel Nord argentino, impegnata innanzitutto come
semplice credente a sviluppare una strategia legata al
baratto e all’accoglienza dei
bambini del «Barrio Nuevo».
Questa iniziativa, simile per
esempio a quella più stmtturata che si sviluppa al Barrio
Borro a Montevideo, anche
con l’aiuto dell’otto per mille
della Chiesa valdese in Italia,
consiste nel riunire i bambini
del quartiere nei pomeriggi
doposcolastici, seguirli in varie attività e offrire loro il
«merenderò», la merenda-cena che spesso è l’unico pasto
della giornata.
Dice ancora Zoraida: «Le
opere della chiesa sono state
create nel tempo per rispondere a certe necessità. L’obiettivo è di eliminare le cause del disagio originale. Se
queste cause non sono più
attuali, o sono scomparse per
lasciare il posto ad altre, eb
____li .J
Il Comitato rioplatense della Cevaa
bene allora bisogna cambiare. Al Barrio Nuevo noi lavoriamo non solo per dar da
mangiare ai bambini affamati, ma per eliminare le cause
della fame!». È per questo che
ultimamente anche a Riconquista come a Buenos Aires
fin dal 1995 o in altre città e
non soltanto latinoamericane è stato riscoperto il sistema del baratto («trueque»).
Chiediamo a Zoraida di
spiegarci come avviene effettivamente questa pratica antica, ma in qualche modo rivoluzionaria. «Ci sono delle per^
sone che si riuniscono e creano un’associazione; si cerca
un luogo nel quale riunirsi, ci
si mette d’accordo sul valore
delle cose, degli alimenti, dei
servizi, di tutto quanto si possa barattare. Una volta la set
timana ci si riunisce: ognuno
comunica agli altri ciò che ha
da offrire e ciò che gli serve.
Per esempio, io ho un bambino che ha bisogno di essere
aiutato a migliorare il rendimento scolastico e posso offrire un maglione di lana. C’è
qualcuno che può darmi l’aiuto che cercavo per mio figlio, ma questa persona non
ha bisogno di maglioni. Le do
allora un biglietto di credito,
che potrà essere a sua volta
scambiato. Prima o poi qualcuno verrà da me a esigere il
maglione, in questo modo il
circolo sarà chiuso».
Chiediamo ancora se la
chiesa, nel suo complesso, si
rende conto che queste azioni di solidarietà hanno una
valenza missionaria importante. «Quando abbiamo co
minciato il baratto oppure
l’azione del Barrio Nuevo,
che facciamo come individui
credenti, membri della Chiesa valdese, molti tra i fratelli e
le sorelle ci consideravano un
po’ originali. Poi, poco alla
volta si sono ricreduti e hanno cominciato a capire che
l’impegno della chiesa non è
soltanto quello che si svolge
là dove ci sono persone ben
sistemate e comode nel loro
posto al culto. Molti esigevano che facessimo corsi biblici
o culti per bambini. Forse un
giorno questo si farà, non bisogna aver fretta: la missione
è e deve essere opera di solidarietà nei confronti dei più
deboli. L’Evangelo deve essere radicato nella vita di tutti i
giorni. E oggi, in Argentina, la
vita è molto difficile!».
i Dopo gli scontri tra indù e musulmani
India: i cristiani del Gujarat
accusano il governo locale
Militanti cristiani hanno
chiesto il licenziamento del
governo dello stato del Gujarat dopo l’esplosione di violenze tra comunità indù e
musulmane che ha provocato la morte di centinaia di
persone. Diversi cristiani e
vari gruppi di musulmani e
di laici hanno chiesto al primo ministro Atal Behari Vajpayee di licenziare il governo
dello stato per via della sua
impotenza nel far cessare le
violenze. Per i militanti cristiani, queste violenze sono
dovute all’inazione del partito prò indù Bharatiya lanata
Party (Bjp) al potere, e tale
fallimento è una conseguenza diretta della sconfitta subita dal Bjp nelle ultime elezioni politiche.
Le violenze avvenute sono
il risultato deU’«immenso
sentimento di frustrazione»
provato dai sostenitori del
Bharatiya lanata Party dopo i
risultati delle elezioni, ha fatto notare il pastore Valson
Thampu, della Chiesa dell’India del Nord, lohn Dayal, un
cristiano che milita attivamente per la difesa dei diritti
della persona, è dello stesso
parere: «È la frustrazione
provata dopo gli insuccessi
elettorali che ha causato
l’inazione del governo». Le
uccisioni di musulmani,‘i
saccheggi e l’incendio delle
case, dopo l’attacco al treno,
«non si sarebbero estesi in
questo modo se il governo
avesse agito», ritiene John
Dayal, portavoce di un forum
ecumenico laico, il Consiglio
cristiano di tutta l’India.
Il 24 febbraio scorso, nelle
elezioni per le Assemblee legislative negli stati dell’Uttar
Pradesh, dell’Uttaranchal e
del Panjab, il Bjp e i suoi
partner al potere hanno registrato una schiacciante scon
fitta. Nel lasciare le «mani libere» ai gruppi affiliati al Bjp,
il partito cerca di rianimare il
sostegno che ha perso, ha
detto il pastore Thampu. Il
Bjp, che aveva solo due seggi
sui 545 che contava il Parlamento nel 1984, aveva esacerbato il sentimento nazionalista indù, portando questa cifra a 180 seggi nel 1996.
Nell’ambito di questo processo, esso ha militato a favore della costruzione di un
grande tempio consacrato al
dio indù Rama nel sito controverso di Ayodhya, nello
stato delTUttar Pradesh, anche se più tardi ha moderato
tale campagna dopo il suo
accesso al potere nel 1998. La
maggior parte delle persone
morte nell’incendio del treno
erano pellegrini indù che stavano tornando da un raduno
ad Ayodhya.
Il primo ministro del Gujarat, Narendra Modi, è stato
accusato di avere tardato ad
inviare militari per far cessare le violenze, e di avere giustificato gli attacchi contro i
musulmani dicendo che la
violenza era «una reazione»
all’incendio del treno. Il governo non ha ancora aperto
campi di soccorso per i
150.000 musulmani che hanno perso le loro case a Ahmedabab in seguito alle violenze, ha detto il prete gesuita
Cedric Prakash, portavoce
del Forum cristiano unito per
i diritti delia persona nello
stato del Gujarat. Il governo
dello stato ha annunciato che
una somma di 200.000 rupie
(circa 400 dollari) sarebbe
stata versata per indennizzare le famiglie delle vittime
dell’incendio del treno, per lo
più indù, mentre i parenti
delle vittime delle violenze
successive riceveranno soltanto 100.000 rupie. (eni)
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L'obiettivo è quello di dotare la clinica delia municipalità di Oventic di una attrezzatura idonea e di personale specializzato
Un progetto «otto per mille» della Chiesa valdese nello stato messicano del Chiapas
MANFREDO PAVONI GAY
CONTINUIAMO il viaggio
tra diversi paesi del Sud
del mondo che hanno ricevuto finanziamenti dalla Chiesa
valdese per realizzare progetti in favore delle popolazioni
locali. Questa volta siamo in
Chiapas, uno stato del Messico in cui vivono circa tre milioni e mezzo di persone, la
maggior parte indigeni di origine maya.
La povertà
delle popolazioni locali
In questo stato si incontrano una delle più grandi varietà biologiche e animali del
pianeta, che si concentrano in
particolare nella selva Lacandona, una delle ultime riserve
naturali mondiali. Purtroppo,
in questa regione, si trovano
importanti giacimenti petroliferi e minerari. Ogni giorno
infatti la Pemex (Petrolifera
messicana) estrae 92.000 barili di petrolio e 516 milioni di
metri cubi di gas, e il 55%
dell’energia idroelettrica. Proviene da questo stato, che fornisce l’intero Messico, il 20%
di tutta l’energia utilizzata.
Nonostante queste enormi
ricchezze, come vivono le popolazioni chiapaneche? Ecco
alcuni dati: la metà dei chiapanechi non ha acqua potabile e due terzi non hanno fognature. Ben 12.000 comunità indigene non hanno altre
vie di comunicazione che i
secolari sentieri costruiti dagli antenati. Dal punto di vista scolastico e sanitario la situazione forse è ancora più
drammatica. Il 72% dei bambini non termina il primo gra
data dal vescovo Samuel Ruiz
e l’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln). Nel
gennaio del 1994, durante
l’entrata in vigore del trattato
Nafta (un trattato di libero
scambio commerciale con gli
Usa) infatti gli indios zapatisti guidati dal subcomandante Marcos fanno la loro prima
uscita pubblica in diversi
città del Chiapas, occupando
simbolicamente e pacificamente le municipalità per
qualche giorno e rendendo
pubblica la loro esistenza e le
loro richieste.
Una famiglia di indios del Chiapas
do e in qualsiasi comunità è
normale vedere i bambini che
trasportano mais e fascine di
legno durante l’orario scolastico. Quasi tutte le scuole
nelle piccole comunità sparse
per le alture chiapaneche
hanno un solo maestro per
lutti i tre cicli primari.
La situazione sanitaria
La situazione sanitaria, così come ci viene raccontata
direttamente dal centro «Diritti umani Fray Bartolemes
de las Casas» della diocesi
chiapaneca è ancora più
drammatica. Un milione e
mezzo di persone non hanno
nessun servizio medico, ci
sono 0,2 consultori medici,
0,5 medici e 0,4 infermieri
ogni 1.000 abitanti, due volte
della già bassa media nazionale messicana, che al con
trario vanta ben 7 abitazioni
ogni 1.000 turisti. Il 54% della
popolazione chiapaneca è
denutrita e nella regione della selva questa percentuale
sale all’80%. Le richieste delle
comunità indigene di rispetto dei diritti umani di base e
di democrazia e servizi essenziali, sono stati sempre in
gran parte disattese per ragioni etniche e di opportunità economica.
La chiesa
e l'esercito zapatista
In questo contesto due attori fondamentali si oppongono alle politiche che per la
prima volta nel 1994 il movimento zapatista denuncia
come neoliberiste. La diocesi
cattolica di San Cristobai,
una delle più attente e aperte
diocesi latinoamericane, gui
Zapatisti e società civile
Da quel giorno il movimento zapatista nel quale si riconoscono, oltre gli indigeni,
ampi strati della società civile
messicana, ha attuato numerosi tentativi di negoziazione
pacifica attraverso alla mediazione della Conai sostenuta
dalla diocesi e dal vescovo Samuel Ruiz che hanno portato
agli accordi di Sant’Andrès
ma non applicati daU’allora
presidente Zedillo. Da allora
le comunità indigene, in particolare quelle che sostengono l’Ezln, subiscono una pesante occupazione militare
che aumenta notevolmente i
disagi alimentari e sanitari,
anche a causa della moltitudine dei «desplazados», i profughi cacciati dalle loro terre
dall’occupazione.
Nel frattempo diverse associazioni e Ong (Organizzazioni non governative) operano
nei territori delle comunità
zapatiste, in particolare a
Oventic dove nasce la clinica
«Guadalupana» e nei consultori di Polhò Simon Hovel,
Teneapa e Pantelhò. In questi anni sono state effettuate
circa 4.000 visite delle popolazioni indigene delle suddette località, e un migliaio di
interventi chirurgici. Sbno
anni nei quali le patologie già
presenti in abbondanza in
questi territori e caratterizzate da dissenterie gravi, parassitosi intestinali, colera, morbo di Dengue, febbre gialla,
malaria, malattie respiratorie, ecc. diventano patologie
endemiche. Chi scrive è stato
testimone, durante un periodo di osservatore internazionale nella municipalità di
Oventic, della morte di una
piccola bambina chiapaneca,
affetta da dissenteria.
Il problema
dell'assistenza medica
Da parte del governo, l’assistenza medica è di fatto
inesistente in tutto il territorio del Chiapas; i pochi Centri sono sprovvisti di qualunque presidio e gli indigeni
che vi si recano sono quotidianamente maltrattati, arrestati, comunque non curati.
In questa drammatica situazione le comunità indigene
hanno sempre fatto affidamento sulla medicina tradizionale, gestita da uomini
della religione o cosidetti
«curandeiros»: purtroppo
però la medicina tradizionale
non è in grado di risolvere
tutti i protilemi sanitari della
popolazione, in particolare
per i problemi legati a infezioni e alla malnutrizione.
Durante alcuni viaggi l’Associazione «Ya basta» ha rilevato che la clinica di Oventic
presentava carenze infra
strutturali, come la mancanza di un laboratorio per le
analisi e di attrezzature minime per diagnosi nutrizionali,
carenza di attrezzature per
raggi, ecografia, e sala operatoria poco e male attrezzata.
Il progetto 8%o
della Chiesa valdese
Il progetto finanziato dalla
Chiesa valdese è un progetto
fatto da un consorzio di associazioni e Ong, che comprende il Comitato di salute clinica
di Oventic, Africa 70, Architetti senzafrontiere e l’associazione «Ya basta». L’obiettivo è
quello di dotare la clinica di
Oventic di un’attrezzatura
idonea e di personale specializzato, in grado di fornire alla
popolazione un’assistenza sanitaria di secondo livello e di
coordinare l’azione dei posti
di salute di base, e di costruire
inoltre quattro microconsultori a Pantelhò, Simonhovel,
Elbosque e Magdalena, in
grado di fornire alla popolazione locale un’assistenza sanitaria e nutrizionale.
Un altro obiettivo, infine, è
aumentare la prevenzione
delle patologie da denutrizione e infezioni, mediante formazione della popolazione, e
valorizzazione delle tecnologie locali. Il finanziamento
con i fondi dell’otto per mille
ha permesso dunque alla
Ong Africa 70 di partecipare
alla realizzazione di una rete
sanitaria che restituisca alle
centinaia di migliaia di indigeni chiapanechi, il diritto di
avvalersi di cure elementari e
di un aumento delle attività
di prevenzione, che aiutino le
comunità a non scomparire.