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TOREE EELLICE,"^ll'T.bbraio l948
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# SETTIMANALE DELLA
SETTIMANA
DI RINUNZIA
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dei. sacriTOMTwndn m! costino nulia„/"ÿ%
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13/20 Febbraio
jYlessaggio de! J/Ioderaiore
Non dè da
do e pressante aa^Mtiío, ripetendo
datemi i mezzi 0ñtm»daa-i
A tutti I Valdesi!
Presto commemoreremo ancora una volta La aostia Emancipazior
ne, fuigido cororutmento di persecuzioni, di lotte e di sacrifici sedalari e primo inizio della nostra libertà citile e religiosa, che purtroppo
non è ancora compiuta; e presto avremo pure in tale ociMsione, com0 ^
da anni, la ^Settimana di Rinunzia».
Strano modo, si penserà, di celebrare una vittoria strepitosa e una
festa trionfale colla rinunzia e l’astinenza, cioè col digiuno! Ma jqfitesto non è soltanto un segno di lutto, di paura, di umiliazione e di penitenza bensì anche di preparazione ad una particolare impresa spiritimi. Ricordate che Gesù digiunò quaranta giorni e quaranta notti
nel deserto prima di cominciare la sitai missione. La Chiesa Valdese,
libera finalmente per grazia di Dio, ha voluto riprendere, con rinnovato vigore e su più vasta scala, l’antica sua missione, per la quale era
nata: annunziare dovunque ed a tutti l’evangelo di Gesù Cristo.
Impresa grande davvero e che può apparire persino presuntuosa
ove si pensi soltanto al 'piccai numero dei seguaci di questa Chiesa ed
tillft sua estrema povertà. Ma Dio lo vuole! Dio, che la t^iamò all’esistenza e «con braccio steso e mano potente» la guidò attraverso le
alterne vicende della sua lunga e travagliata storia e infine la emancipò dalla sua dura schioivitù; Dio, che ha scelto le cose deboli del
mondo per confondere le forti (/ Cor- 1: 27).
Impresa 'grande, che dev’essere sempre presente al nostro spirito,
ma CUI è bene ripensare in modo particolare durante i giorni, che precedono immediatamente e preparano l’annua celebrazione delle meraviglie compiute da Dio in favore dei nostri padri appunto in vista
di essa.
siujpirù perciò se essa rivolge a tutti i suoi figli un calafyawiio, ripetendo: «Aiutatemi! Datemi gli uomini,
i di cui ho bisogno per la mia missione,,perchè io focaia qu^^kt cka devo fare e sia quelio ohè i^evo essere! La Ta*
vola in, ha già diAkoì Ognuno mmenti dei 25% almeno le site varùg!^
ferte dell’anno soertlo, anche quella della Settimana (H Rittiunaa,' 00^
chi può, dia più,V>teoii>)t; chi nulla ha mai dato oommet ora e sia generasoi ognuno inMlSfnmsione delle sue sostanze. Nata povera,' tale ho
valuto rimanere''W^lkòoli, tale voglio rimanere nelVavvenire ; nessuno mi toglierà il mio vanto. Una sola coso chiedo ai miei figli ; che
essi mi forniscanetr^jpsello che è necessàrio al compimento del mio apostolato, che è p’ita la ratgione stessa della mia esistenzftht, Qu(d figUo
è si snaturato de rifiutare il necessario alla maidre sua?
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Io vorrei che quei sette gienni fossero per tulli noi una settimana
di meditazione, di studi, di preghiere. Di meditazione sul compito
specifico delia nostra Chiesa; dii studi sui modi e i mezzi per attuarlo;
di preghiere ardenti ed assidue affinchè il Signore della Chiesa rischiari cuori e menti e moltiplichi le nostre forze. Nella meditazione, nello studio e nella preghiera ognuno si sentirà spronato a fare per la sua
Chiesa tutto quello che può, spiritualmente e materialmente, come{
forse finora non ha mai fatto-.
Un vasto campo di lavoro sta oggi di nunzi alla Chiesa Valdese e
molli appelli le si rivolgono e molle octrasioni propizie le si offrono;
ma cs.sni purtroppo non ha gli uomini nè i mezzi finanziari che le occorrerebbero, e proprio adesso itine momenti particolarmente difficili.
Figli della ntg^a Chiesa? Certo, Ma, fratelli e sorelle, voi, noi
tutti siamo cfuesta^^ortro grande ed ammirevole e gloriosa Chiesa e la
sua vocazione e Ut:jiua missione son la nostra vocazione e Ìal nostra missione. Chi vuol eiji^re scientemente infedele a questq voemnorve e missione? Chi nini ò&re infedele a Dio, di cui nei prossimi giorni ceìebi eremo le giandXjiherazioni ? Chi vuol essere infedieie ai nostri padri, <|i ewt ricord^eino orgogliosi le gesta ìUustri cpfnpittte V** ubbidienza <t quella vtsèagione ed a quella missione? A- fp^ione (h è stato
detto: mO voi sarfli|e iuissionari» {cioè testimoni dei|a -vostrà fede edi
eitanjeeiiaaaiton), «^non sarete nulla!»
Se tutti, resi mmsapevoli del loro dovere vorranno rispondere Con
prontézza e Ubeetì^(à, durante la settimana che noi indichiamo, tdl’appello pi essunif! dolla loro Chiesa; sa tutti sapranno rinunzUfre ,a
qualeÌie cosa cho-tMiléi tutti sapranno dare in proporzione (ielle
loro sostanze (a molto è stato dato molto sarà fiaomandaio); se
tutti sapratmo ìasehtrsi gu ictro^.d^no spirito di sacrifieio eome i nostri ptfdriy la cii* 'ésistesizd^0^Wi^fmio o naartifio.
mente gli uomini e verranno i-mezzi invocati dalla nastra Chiesa
La quMé, rinfrancata e potenziata, sarà in grado ife proseguire,
con maggior serenità e successo, la sito opera di conservazione e diconquista al servizio di Cristo. .
Celebrate l’Eterno, poiché Egli è buono,
perchè la. Sua benignità dura in eterno.
Prendi, prendi la mia voce — quale araldo del Signor
non si stonc/u della croce -r- d’annunziar l’eterno amor
Prendi l’oro mio, l’argento — tutto, o Padre, t’appartien;
e diventin tuo strumento — nella lotta peri il ben
Guglielmo del Pesco
Se la data del 17 febbraio deve averc per noi mi sifmificalo ancor vivo c(Ì attuale, non è <;erto soltanto
perchè ricorda per la chiesa Valdese la fine dii persecuzioni secolari
nè perchè i Val d eal inneggino alla
libertà di culto del 1848 come ad un
punto fisso, fermo c sicuro 1« eclissi delle libertà politiche e sociali sono state troppe e troppo oscure,
■perchè noi possiamo senz'altro metterle sullo stesso piano di progiesst) della libertà spirituale.
data del 17 febbraio parla ai
nostri cuori perche ci parla della
fondamentale libertà dello spirito,
promessa di tutte le altre libertà temporali. E’ la libertà protoiuÌa, che
è data ai figli di Dio: dì lei ci parla
l’apostolo Paolo quando afferma che
Uno dei segni della presenza (Sello
Spirito è la presenza della libertà o
quando accenna alle catene della
iCriiuzione, che genie ed è in travazlio «aspettando di entrare nella libertà della gloria dei figliuoli di
Dio». Le più belle figure della storia valdese, ugonotta ed in genere
protestante acquistano la loro fisionomia più netta, quando sono viste
sotto questa luce.
Dov’è lo spirito del Signore, quivi è Libertà
.Libertà spirituale
La libertà primaria, che le sofferenac della Chiesa ftdele c’insegna
¡a rispettare è la libertà di Dio: anche nelle formule più difficili ed
astratte (iella teologia riformata questa libertà risplende come l’astro,
■che deve orientarci nella luce della
rivelazione; Dio è nostro libero Signore- Quesliii Sua sovranità comporta sempre un carattere salvìfico e
liberatore nei confronti degl’idoli,
che ogni secolo può innalzare con
maggiore o minore convinzione.
Quegl’idoli varieranno con i tempi;
un tempo ebbero nome Baal e Astarte e sarà preoccupazione dei Valdesi dello Spirito ritrovare le linee (fell’Antico Testamento, che fanno vedere l’opejra dell’Eterno degli (jserciti. Quegl’idoli potranno acquistare carattere mitologico o filosofico;
saranno nazionalisti o materialisti,
o am,bedue insieme, saranno anche
ecclesiastici nella concorrenza che
la chiesa è stata e sarà tentata di fare ai «potenti del mcMido». Il credente tiìeve ricordarsi la libertà di
Dio nei loro confronti ; nessun assoluto può ergersi accanto a Dio,
perchè nulla è assoluto se non Dio.
E’ su (piella libertà, ohe si fonda
la libertà del credente. E’ un dono.
Dio parla e la Sua Parola diventa
liberatrice diagl’idoli, dal peccato e
dalla morte- Perciò il credente si
affida a quella Parola e resta libero nel giudizio verso ogni azione,
pensiero o tradizione, che si siano
cristallizzati o ‘si vadano formando
attraverso i secoli. Nè potenza civile, nè potènza ecclesiastica potranno in alcuna maniera limitare la libertà del credente di appellarsi alla Parola rW Dio. di rivolgersi all’Eterno al disopra della congerie degli
idoli e delle creature terrestri o celesti, la libertà del credente di non
lasciarsi soffocare dà pensieri chiusi al soffio della verità.
Lo Spirito del Signore genera la
libertà, perchè crede alla verità. Se
la verità è la più debole, allora si
ao(3clta che le questioni vitali dipendano nelle loro soluzioni dalla lotta
cieca o aperta dielle violenze <;ontrastanti, si accetta il despolismo come unica misura per un ordine materiale o psichico. Chi crede alla
Verità, sa che essa non ha bisogno
di appoggi, che ben presto le diverrebbero fardelli ingombranti- La
Verità ha la sua forza in sè e quindi non vuole imporsi con mezzi non
veritieri. «Non possiamo fare nulla
contro la verità, possiamo soltanto
fate qualcosa per la verità».
Il compito dei Valdesi
Nell’ora attuale è nostro compito
specifico sentire tutto l’ampio respiro della libertà cristiana. Con Lu
lero dobbiamo sapere ripetere: «Un
libe
Ori stiano è un libero Signore sopra
(ygni cosa e non è sottoposto a nessuno — un cristiano è un servo volonteroso in ogni cosa e sottoposto ad
ognuno». Libero perchè figlio di Dio,
servo dei suoi fratelli per amore dell’Iddio, che gli ha dato questa libertà insostituibile. E’ nostro compito mantenerla nel cuore vivida e
ferma, lasciarla illuminare le parti
CARLO GAY
Les beaux textes
i
pasteurs
et fidèles
■S-.,
Il V en a plusieurs au monde"qtU
sont tant difficiles qu'ils ne peuvent
jamais trouver pasteur ou 'ministre qui
soif assez appétissant à leur goût et
qu’ils puissent -longuement endaref.
L’un d'eux est trop savant pour eux,
l’autre est trop ignorant l’m est trop
connu, l'autre trop incomrn; l’un est
/» •
trop jeune, l’autre est trop vieux; l'un
i, -Üf“
est trop subtil: l'autre est trop simple/ »^7
l’un est trop solitaire, l’autre est trop
familier; l'un est trop hautain^ l’autre est trop abject; tm est trop aigre^
l’autre est trop doux; l’un est trop diligent, l'aiÿre est trop, négligent. Bref,
il est bien difficile de trouver unq
... ■ -fv^ ■ ■! '.‘«V •
viande bien appétissante au palais d’un
homme Mgoûté et qui est déjà tant
rassasié de la nourriture voire avaufi
qu’elle soit sur la table, qu'elie^ûu
-.fhnrÿe i’egtomae :pt-ie déaoêêa.
la manne dégoûtait les enfants d’Israël.
Gardez-vous, mes chers frères, de
telles tentations, car elles sont'^ merveilleusement dangereuses- C’est le
moyen le plus propre que Satan puisse trouver pour rendre nonchalants et
retirer de la Parole de Dieu, petit à
petit, ceux-là même qui pensent être
più recondite del nostro spirito, e
permettere ohe essa risplenda nel
complesso della nostra vita nel contatto c(m gli altri. Non dimentiebe_^remo òhi lungo il sentiero della storia ha immolato la propria vita per
obbedire a Dio anziché agli uomini,
per vivere pienamente in quella libertà, ma il loro ricordo non dinvià
diventate vanto di discendenti infedeli, ma fonte d’incoraggiamento
per essere oggi, ovunque noi siamo,
annunzìatorì e facìtoorì della verità,
che ei fa liberi. •
Quella libertà non sarà facile, esigerà sempre dei sacrifici, che ne
Saranno il suggello più autentico,
perchè il mondo, nel quale viviamo,
prcierisce la servitù diel suo principe, che è padre di menzogna ei perchè il nostro cuore è anch’esso infetto da quel mondo e da (juello spirito, che cercherà di contestare il
passo allo Spirito di Dio. Ma anche
allora volgiamo lo sguardo in alto,
sapencSo che l’Iddio, che ci ha dato
quella libertà, non la lascerà cancellare .E potremo nell’ora del sacrificio fare nostre le parole di un
testimone fedele: «Quando la verità mette la spada alla gota, bisogna
baciare la sua mano bianca, anche
se macchiatai del nostro sangue».
des mieux afféclionés envers elle. Ce
qu’il n’ose ou ne peut faire faire sous le
nom du Maître et du Seigneur, il tâche de le faire sous l'occasion du serviteur ou de l’instrument.
Pierre Viret
Extrait de l’épître adressée aux nobles et bourgeois de la ville d’Orbe, 1551.
(Semeur Vaudois)
Il PresUnli iltl [wiillo
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ricev«iie II Centlslle 'federale
Il Consiglio Federale della Chiese Evangeliche in Italia è stato ricevuto il gionw 20 Gennaio dal Ministro dell’Interno On. Sceiba e il giorno 27 Gennaio dal Presidente del
Consiglio On, De Gasperi per trattare argomenti relativi alla futura legislazione, che dovrà disciplinare i
rapporti tra lo Stato e le Confessioni
religiose diverse dalla Cattolica a
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mente dell'art, 8, comma 3, della
Costituzione Italiana. (S. 1- P. I.)
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del Pellegrinaggio
Valdese del 1940
Nel prossimo mese di luglio, le
Colonie Valdesi in Gerinaoia celebreramio 'il 250° anniversario della
loro fondazione. Per quanto mutate nelle forme, esse sono rimaste
nella natura e nell’animo profondamente valdesi. Hanno serbato i caratteri fisici- e morali dei loro oadri,
Oe hanno mantenuta la fede evangelica. E’ quindi giusto che, mentre
essé, rievocando solennemente i ricordi della loro origine, vogliono
confermare la solidarietà fraterna
elle le unisce con tutte le genti vaidesi, noi, Valdesi delle Valli, ci colleghiamo affettuosamente con loro,
rendemSoci conto con più profonda
coscienza dei legami indissolubili
che f^no dS loro e di noi una- niedesinia famìglia.
Appunto per tale scopo la Società di Studi Valdesi ha consacrato alla fondazione di quelle Colonie l’Opuscolo commemorativo del XVII
Febbraio. Ne consigliamo a tutti i
Valdesi là lettura. E ad illustrarne
l’esposizione con un esempio pratico, vogliamo brevemente rievocare
qui i ricordi dell’origine e del primo sviluppo di una di esse- La stoTia potrebbe ripetersi, con 8^olgimento più o meno analogo, per tutte
le altre: storia semplice e piana,
ben diversa da quella tragica e tu •
multuosa delle comunità delle Valli; eppure avvincente pel suo significato ideale.
traversate le pianure e le colline
boscose della Germania meridionale.
L’arrivo dei pellegrini
In uno degli ultimi giorni dii luglio dell’anno 1699, un centinaio e
mezzo di pellegrini valdesi, carichi
di masserizie e dì bagagli, arrivava
nella regione ondulata dell’Assia Homburg, che dal poggio del Taulais digradlà a sud-ovest verso la pianura. Era una regione boscosa d’aspetto selvaggio, silenziosa e deserta. Una sessantina d’anni prima, durante la feroce guerra dei trent’anni, era stirta crudelmente disertala
dalle truppe francesi. Da allora in
poi era rimasta tristemente desolata. Si scorgevano ancora fra gli ster
Ogni passo li aveva allontanati
dalla patria, aveva aumentato in loro l’ansiosa nostalgia delle Valli
perdute. Di tappa in tappa, erano
arrivati.
Cou viva emozione si rilegge l’elenco dei pellegrini valdesi di Dornholzliausen, quale ci è stalo ».onservato. Erano 46 famiglie, 169 persone, una piccola comunità saldamente unita dalle medesime tragiche esperienze e dalla medesima fede.
Li guidava, come un patriarca provvidenziale, il pastore Davide Jourdan, cinquantenne, proveniente dalla chiesa di Villar P., che aveva con
sè la valorosa moglie Anna Vulson,
essa stessa figlia di pastore, ed una
nipote di 13 anni, Caterina Besson,
orfana. Lo accompagnava il maestro
Giacomo Gallet, già da 22 anni insegnante nelle Valli, insieme con la
moglie e tre figlioletli tra i 5 e 12
anni. Seguivano le famiglie Jourdan,
Bertaiot, Combe, Lageard, Heritier, Micol, Talmon, Vinçon, Piston, Jouvenal, Frache, miracolosamente superstiti attraverso le persecuzioni e gli esili; seguivano giovani vedove, giovani orfani e orfanelle, tragicamente privati dei loro
sostegni. Si osserva con stupore quanti giovani, quanti bambini si trovassero fra loro; inaspettata manifestazione di robusta vitalità e di
fede nell’avvenire. E ciascuno aveva portato fin là con coraggiosa fiducia il peso delle terribili prove
sofferte.
La nuova Colonia
£i le rovine d’un piccolo villaggio,
f
ornlwlzhausen, che dava ragione
al proprio nome, la Casa dei rovi.
<Là appunto quei Valdesi avrebbero
dovuto stabilirsi."
Nell’agosto dell’anno precedente,
essi, con circa tremila convalligìanì, ^
erano stati spietatamente espulsi
per una seconda volta dalle Valli
natie. Erano rimasti qualche mese
ospiti della Svizzera. In primavera,
in seguito all’efficace interessamenU» (Sei loro capi, i pastori Enrico
Arnaud c Giacromo Papon, avevano
ottenuto quelle terre abbandonate,
come loro rifugio, da Federico II
di Assia - Hom^rg. Avevano perciò
ripreso il loro pellegrinaggio verso
il nord. Taciti come un gregge intorno al loro pastore Davide Jourdan. Avevano passato il Reno, e at
Appena arrivati presero conoscenza della natura del territorio ch’era loro concesso gratuitamente come rifugio e come tiuova patria. Era il pendio ondulato del Reisberg.
esposto a mezzogiorno, solatìo, a•perto su un vasto orizzonte: oltre
trecento giornate di terreno, naturalmente tutto incolto, parte coperto di boschi d’abeti e di querce,
parte costituito da praterie sterpose, invase «ia erbe selvagge. Era pure loro assegnata una parte della
vasta foresta di Hohenmark, donde
potevano trarre il Icigpame per la
cucina e per le costruzioni.
Subito si misero all’opera. Noi
possiamo seguirne le varie attività
in una diligente relazione che una
sessantina d’anni fa ne ha redatta,
su documenti originali, un insegnante 'del luogo, 1’Oberlehrer A. Achard.
Anzitutto si diediero a costruire ri
f»ari provvisori pel periodo inizì^e di vita, vi si adattarono come poterono; ed al più presto iniziarono
coraggiosamente la costruzione del
nuovo villaggio di Domholzhansen,
sulle rovine rleirantico.
Naturalmente i primordi furono
duri c (lifiicili. Dovevano costruire
tutto, provvcclcn' a tutto, unicamen» le col loro lavoro. Sopraggiimse il
gelido inverno settràtrionale, tanto
più aspre- di quello a cui erano abituati nelle loro Valli ridenti. Nell’animo poi sentivano continuamente
l’assillo del ricordo nostalgico della
patria irrimediabilmente perduta
Ma erano lavoratori tenaci, intei
ligenti, inÉaticahili.'i, Erano sostenti
ti (5a ima fede a tutta prova. Seppe
ro quindi superare le più ardue dif
ficoltà. Di più furono largamente
protetti ed aiutati dal Signore del
luogo, il generoso margravio Federico II, jdalle autorità minori, dai
potenti amici di'Ólanda, d’Inghilterra, di Svizzera-. Non ebbero più a
soffrire la fame *éd il freddo. Poterono finalmente godere dell’inestimabile dtmo della pace e cSella libertà religiosa e civile.
In tali eoiidizioni, sorsero tosto
le abitazioni, sorse il nuovo villaggio. Le Case furono costruite solidamente in legname, tutte sullo stesso modello. Alcune sussìstono tuttora; casette d’un sol piano, con la
facciata verso la strada e l’entrala
da un lato; tre vani sufficic.ilemente vasti, la cucina al centro, una camera a destra, un'altra a sinistra;
il tetto ripido, spiovente. Dietro,
oltre una corte, si costruì una tettoia ed una stalla; intorno, un otto ed un frutteto. Poi appena poterono, iniziarono la coltivazione de
campi. Ad! ogni famiglia furono as
segnate circa sette giornate di terre
no. A poco a poco, dov'erano rov
ed erbacce e boschi intricati, si for
marono fertili campi e piali fioreii
ti. S’introdussero le coltivazioni mio
ve per quelle terre, tHel gelso e del
le patate, con semi forniti da Euri
co Arnaud.
Il pastore Davide Jourdan si dimostrò una vera provvidenza per
la comunità- I documenti del tempo ne fanno fede. Mentre attendeva egli stesso alla costruzione della
sua casa ed alla coltivazione dlel suo
campo, continuamente si prodigava
per il bene degli altri, consigliando, confortando, assistendo, aiutando, con uno spirito di sacrificio illimitato. Nei primi tempi, ebbe
nella proprià casa i culti, le riunioni (li preghiera che si avevano tutte. le mattine, le lezioni d’istruzione
religiosa. Coi contributi offerti da
amici esteri, potè far costruire il
primo tempio del villaggio, un modesto tempietto in legno, che fu inaugurato alla presenza del Principe Guglielmo II e della sua corte.
Sulla cornice del pulpito si vedeva
Si-olpito il caratteristico stemma (;lic
la comunità si era scelto: una colomba, ohe portava nel becco un ramo-scello d’ulivo; e sotto, ¡’iscrizione:
Je trouve lei inon asile.
Anclie il maestro Gallet si era subito consacrato al bene della comunità- In casa sua aveva aperto al
pili presto la scuola, ai bambini dei
coloni impartiva il programma tradlizionale delle scuole delle Valli :
la lettura e la scrittura franccsii, il
cateohismo, lo studio della Bibbia,
il canto (lei Salini. Solo più tardi
aggiunse, per chi lo volesse, qualche nozione d’aritmetica. Ai culti,
egli aveva le funzioni usuali del maestro valdlese: la lettura della Bibbia e la direzione del canto.
Àlbori di vita
La vita civile e religiosa della
nuova Colonia fu regolata dalla convenzione emanata dal Margravio
Federico II il 4 maggio 1699, con
' -AH V*
^2
i7
Ala la Parola di Dio non è incatenala
un senso straordinariamente largo
di libertà e di tolleranza, una cordiale comprensione delle .''ondìzioni
e del c-a ratiere particolare dei Valdesi, un profondo rispetto delle loro convinzioni e tradizioni, uno spirito di solidarietà cristiana -, veramente ammirevole.
Per quante» riguardava la vita ci
vile, la comunità godè della più am, pia autonoimia ; potè cosà Sistemare
’■ un’organizzazione- analoga a quella
delle Valli, con un Consiglio amministrativo, un siuidlaco, un segretario,
dei consiglieri. Al Consiglio fn anche riconosciuta una funzione giudiziaria per le imputazioni e le vertenze di minore importanza. Ai coloni fu assicurata piena libertà di
lavoro, ' di produzione, dì commercio, di circolazione nei limiti dello
stato.
Deljla medesima autonomia ])otè
godere per quanto riguardiava la vita
ecclesiastica, la quale (¡uindi si organizzò come alle Vali : il pastore, direttore e guida della comunità in tutte le manifestazioni religiose e civili;
il concistoro, formato' d'anziani e
di diaconi, eletto dall’assemblea dei
capi-famiglia,, regolatore e giudice
della vita religiosa e morale dèi coloni; il maestro, nominalo dal concistoro, circondato da tutto il prestigio
del l’educatore. Si riprese il programma t{fei culti ch’era tradizionale alle
Valli: la riunione di preghiera tulle
le mattine, culti regolari la domenica
e due sere per settimana.
Nelle relazioni pubbliche e private,
. religiose e civili fu integralmente conservata la lingua francese, come
espressione naturale del pensiero; cd
insieme, nella vita famigliare, il
patois delle Valli. Risulta particolarmente impressionante la cura appassionata di conservare intatti i caratteri valdesi, come popolo e come
chiesa. Con le yiopolazioni tedesche
circostanti i coloni stabilirono a ])0co a poco rapjrorti cordiali. Ma vollero tenersi gelosamente raggruppati fra loro, respingendo risolutamente, anche con notevoli sacrifici, ogni
infiltrazione deU’ambiente. Mediante questo acutissimo senso di conservazione tradizionale, grazie all’intelligente tolleranza c al fedele rispetto dei governanti, la colonia potè mantenere quasi integralmente
per oltre un secolo c mezzo la propria autonomia, la propria personalità valdese, tanto nel campo sociale
quanto in quello spirituale.
In questo ambiente di liberlfi e di
pace, la comunità valdese di Dornbolzhausen potè considerarsi un paese felice, perchè non ebbe più storia;
ehè storia non si può dire i vari suecessivi cambiamenti di pastori, di
maestri, di sindaci; le fliiltuazinni
dell’attività agricola e della vita economica, gli incidenti ed i piccoli
contrasti dblla vita locale.
Due fatti d’indole generale vi determinarono un sensibile cambiamento, che dobbiamo notare concltidendo la nostra esposizione. Anzi
tutto, l’agricoltura non essendo |)iù
sufficiente a provvedere al bisogno,
a causa dell’aumento die!la popolazione, sorse tosto quasi spontaneamente rirtdiistria artigiana doincstica della fabbricazione di calze e di
maglierie, in dipendenza di analoghe importanti fabbriche esistenti
nella vicina città di Homburg. Quasi ogni casa diventò un modlesto laboratorio di lavori femminili- I»e
condizioni economiche se ne avvantaggiarono notevolmente.
In secondo luogo, relemenlo germanico dell’ambiente esercitò a lungo andare una graduale inesorabile
penetrazione nella comunità valdese, la quale cedette a poco a poco,
C(5 inevitabilmente, dopo la prima
guerra mondiale, divenne tedesca,
alm(*no nella forma, sia dal punto
di vista sociale e linguistico, sia da
quello ecclesiasti(«>. Ma realmente,
nella natura e nell’animo, essa è rimasta profondamente valdese. Come
tale, saluta con gioiosa riconoscenza
il suo 256' anniversario.
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E’ stato giustamente osservato che
¡agh aActes des Sgnodes F<M/,rfow» teste
mbblioati dalla i}o>cietà dd Studi Val’
costitiiisvo'fi/o un documento di
iffrande interesse f>er stona della
nostra Chiesa, dal Etmjtalrio all’E^¿ntancipauone.
E’ tutto un mando che glassa davanr4i ai nostri occhi ,con le sue qualità
f ed i suoi dÀfetti, coi suo’t problemi e
'ii.ie sue ansietà ma anche colle SM.e) gw,ie e realizzazioni : perchè la vita, degli individui come delle comunità^ è
sempre una cosa molto complessa, che
^ ha dei giorni sereni e dei gimmi nuAiolosi, dei piaceri e dei dolori, delle
•luci e dellf, ombre.
Perciò l(x lettura di quelle, vetuste
pagi rie che contengono, riassunta in
periodi 0 articàli sinodali, la
stona dei nostri '¡mdri può costituìuna profic-ìMi^ utile leziodi umiltà, ma anche di fiducia e
riconoscenza
a Dio, per le liberta
.Stoni di cui siamo siati oggetto nel
•Vi» pcts>,ato, per la fedele testimonianza
riÿW , .
nostri padri, che chiede la fedele
•^‘'testimonianzn dei figli.
Se poi ci addentrmm.o un po’ nella
■^^'dettvra di, quegli antichi.' documenti,
'd I problemi sorgono nél nostro
.spinto, quante situazioni particolari
■attraggono là 'nostra comprensibile
purwsifàf E quante domande., si affollano nella, nostra mente, che poii(
rimangano inappagate per la mancan^^za di elementi e d.¿ dati atti a. giusti
Ífluire delle nsposte soddisfacenti!
Quest'oggi vogliamo sempliceine'nte
•espone, alcune delle, riflessioni più
■’Ovvie, che sono sorte in noi, leggenda
iUi ticolo dopo articolo i sobri atti si-'.
nodali dei nostri antenati
spnme. l’art. 3 del sinodo del 1697.
Ora il sinodo precedente è quello del
05 ottobre 1696, temutosi alla Torre,
Ma in esso non si trova alcuna allusione ad un sigillo ■ delle Volii, e neppure nel sinodo del 17 giugno dello
stesso (Pnno, pure, tenutosi al,la Torre,
nè in altri precedenti. Ciò lascierebbe supporre un simad,o tenutosi nel
1696,wio- di cui non è rimasta traería
alcuna. Salvo che, come è forse più probabile, sia errato il riferimento al sinodo e che l’ordine di prepara,re il sigillo
delle Valli risalga, non al sinodo, ma
ad un ufficiale, del medesimo, il Moderatore 0 rAggiunto^ che avrebbe potuto
darlo tra un sinodo e l'altro; o salvo
a presumere, nel segretario del sinodo del 1695 una trascuratezza tale da
fargli addirittura dimentichre di insj^rir^ 0 trascrivere negli atti l'articolo concernente il sigillo.
Comunque sixi, Ìl s-igillo ufficiai,e
delle Chiese valdesi venne effettivamente preparato, e lo troviamo in un
documento dell’agosto del 1699, accanto
alla firma degli ufficiali del sinodo ;
candeliere con candela, le sette stelle e la dicitura “lux lucet in tenebris”,
in 'un ovale disposto con l’asse maggiore ili posizione: verticale.
SINODO
E POTERI CIVILI
IL SIGILLO
DELLE CHIESE VALDESI
Un prMe/ma agitato nei Sinodi
valdesi della fine del 600 è quello del
'^.'sigillo dèlie Valli”, del ’’cachet des
rVallées que le Synode précédent a
/’Ordonné de faire fnire”. Cosi si e
Sebbene i Valdesi si siano sempre
mostrati gelosissimi della loro autonomia réiigiosa nei confronti dello
Stato, sempre invadente, ed abbiano
difesa questa loro libertà contro ogni
attentato, anche opponendosi alla pi'esenza del delegato ducale òHe assemblee ed adunanze di carattere religioso,
tuttavia, in alcune circostanze particolari, quando avevano esaurito tutti
i mezzi minatori a loro disposizione
e qualche caparbio o.riòttoso non ce'déva alle reiterate ingiunzioni di carattere d/iseiplinare, in più d’un caso', èssi furono trasciiiaii a fa/re dello
zelo alla rovescia minacciando gli incorreggibili dà ricorrere oll’autorità
IL PIU' FORTE
Fra i rododendri e l'erica, sul colle
Di Cassùlè, coi suoi s'era accampato
Gianavello — né urgeva ora il periglio —
E del più forte a lui fu domandato :
— Quale fra noi il più forte, Gianavello ?
\
Forti campioni tuli!: saldi, audaci,
Montanari tagliati nella roccia,
Ampie le spalle, quadrati i toraci,
Tendeano pugni duri come sassi :
Ferrigni, aiiusti, subiti allo scatto
Dei muscoli possenti. Occhi di talco,
Intenti al gioco come a un serio palio,
Miravan Gianavello dentro gli occhi;
Egli sorrise I — Gianavello, il vero i —
Li guardò lentamente ad uno ad uno:
Il volto calmo diventò severo:
— Quegli ! — E accennò lontano sotto un pino,
— Quegli, di tutti voi certo è il più forte I —
Un giovanetto, adolescente ancora,
Pregava là con le pupille assorte.
— Non voi, ma il vostro Dio j non forze umane,
Ma Spirito ! Il più forte è Quei che crede...
Valdesi, e dunque al mondo non vi sia
Niente più forte della vostra fedel —
L.
ADA MEILLE
dai volume "O paese, paese, paese,.
fjf.
„ i-'S'J i ly* f
t.
tg, riferiscono àU'a^emblèa la loro
Si
Ciò
sue
I a n a V e
Ho
statale o deferire ad es,sa qualche caso speciale, che certame,nte rilevava,
più del potere, ririle che <U quella religioso.
Così troviamo che nel sinodo dei
1711 {art, 21), la Chiesa della. Torre,
è minacciata, di essere deferita alla
giustizia ordinaria,. se essa non pagherà immediata.'wente gli arretrati
dovuti a sette, pastori: arretrati di
cui si erano già interessati, ma, invano, i sinodi jn-ecedenti.
Nel sinodo d,egli (irmi successivi, eTimo minacciati di essere consegna ti alla giustizia secolare colorò che, convinti di ■parole oltraggióse ’e di bestemmia, non avessero ottemperato agli obblighi disciplinari loro imposti dal
sinodo, per punirli h di tali atti riprovevoli in sè e condcmnabili.
Un cdtro caso del genere, ma, più
strano, viene illustrato dall’articolo
5 del sinodo del 179hr nel quale addirittura si decide ài ricorrere, prima
di farlo presso S. M., al Vescovo locale, “modèle de l(z douceur, de l’équité,
ainsi que de toutes les vertiis”, onde
ottenere che il parroco di Pramollo
venisse ripreso dal suo superiore e,
.Se del caso, allontanato, per un, atto da
lui compiuto (juivi F. suscettibile di
portare la discordia nella com,vnità
di l’ìamóUh. Il Vescovo di Pinerolo
oggetto di così hello elogio ei'a un
savoiardo, Giovanm Battista d’Orliè,
che era stato elevato alla carica di
prim.o vescovo della dic/cesi pineroìese nel 1749, e che nutrì pochi anni dopo, il 2 settembre Vot ò,
E nello stesso sinodo, che. fu piuttosto
agitato e tempestoso, si decise ancora,
abbastanza leggemunìtc a dire zi vero, ma -per fortuna senza conseguen
ze, di ricorrere al re pereh’egU no■minasse un delegato speciale per gindiearr, in ultima analisi, delle divergenze Sftrte sulla ap/ilicazione delle
deliberazioni sinodali.
CASI STRANI
DI 250 ANNI FA
dre che viene a lamumtarsi di essere
stata, aggredita a Campiglione da
(piatirò cavalieri che, dopo averla màimenata.e derubata, le ripresero la sua
figliuola che essa era andata a cercare a Saitigliano, dove si trovava; o
(in elio dà un individuo qualsia^, di
un uomo della strada che, essendo stato derubato di due, mucche, si rivolge
alla venerabile assemblea sinodale
per chiederle dà essere in qualche modo assistito ed indenizzato della perdita subita.
soddHfeifzioiie’/-janzi. Ìa loro amrniroej-.
zione per(.i jpr.ogr'essi considerevoli
conseguiti dal giovinetto“: ’’ méme an'
delà de o© qu’on devaìt «tpérer, ruoiQobataiit les 'beaux talenta doni Dieu
l’a fait dépositaire’*. . ■<
z In un altro sinodo' poi,'c’imòattia..ma'in una d’eliberanqne'ali'izànto'stra■na, "almeno nelì'a sua formulazsione^ e
'chg può sembrare, almeno, a pèima
vista, essere stata vergata da- wn.segretario bisrlon^ ■ ó -uh po' malevolo
verso ■un suo collega. i:'
• Ecco infatti quali -sono le condizioni'pòste dal ministro Lorenzo Bertin,
per il suo trasferimento dalla chiesa
dà Morà a quella di S. (ferrruim: ”un
gag© raiaonnabll©, saiwiàr la,«Mnme dé
400 Jiv.rie® anniuelle®, le boi» et le foin,
«Ole mai^n avw gon jurdin et lea
meublee ordinaires et raisonnahiles, suriout dés tanneàux,,.
Gondizioni veramente strane e che
nessuno, si sapàtbe imnuagimlo ;li trovare in un libro sinodale. Mg. se le
ponderiamo attentamente e se non dÀnientichiàTno gli eventi dà, queà lontani anni di guerra niella nostra regione, in cui furo'no prese queste deliberazionà ed altre del genere, comprendiamo allora ohe esse rivelano
semplicemente la triste situazione economicà 'In cm' si trovavano allora
.i pastori che erano costretti a chic
dere, allo scopo di integrare il loro
magro stipendio, pur esso molto aleatorio^ un alloggio conveniente càl suo
mobilio e delle derrate alimentari.
Ed allora il nostro sorriso ironico si
càmbièrà in un sorriso di comprensio- ne e di, compassione, accompagnato
da un sentimento d% viva gratiiudinè per la migliorata situazione di oggi.
léctor
ALTRI
CASI CURIOSI
Altri^easi interessanti, curiosi ed
istruttivi si presentano qua e là, a
chi si compiace dà leggere i più antichi atti sinodali e che vale la pena
di brevemente ricordare.
In un sinodo, ad esempio, si presenta il Not. Davide Eorn&ron, per chiedere che, suo figlio Filippo venga &•
saminato sui progressi compiuti negli
studi effettuati sotto la guida pater
■na. Sono immediatamente nominati
due esaminatori che,, a prova avvenu
Valdismo significa anche subordinazione degli interessi materiali airideale. Non solo disprezzo della morte, ma queU’eroismo pure grande, che consiste nei ricostruire ciò che fu distrutto, nei rinunziare ài necessario per non rinnegare le proprie
idee. Intatti ò la coerenza un’elitra
voce che si leva dalia storia valdese. Pino alla fine éòn coraggio
e con forza : che la fede dei vaidesi non fu mai una fede di pusll>
■animi, ma di forti.
(f Olov. Corradinl)
oC ^ osservatore politico
Bfoglinndu gli cAtti sinmlaliy., si è
fra l’altro rolpiti della nafnraìezza e
semplicità con la quale certe reysoue
chiedevano al sinodo il, suo parere in
casi che ad esse appari rana molto
complicati e deiHimiì, e la pazienza,
falm'a la solennità, con cui il sinmio
rispondeva ai /mstulanti. falsi shani
che fanno oggi sofridere e ci paiono
ben poco meritevol.i di ocevpare, fijmtutamenfe anrfic, l’atU nzione di
una assemblea, ecclesia stira di grande
importanza pcc f-a collefiività dei fedeli di tutte le Gfiiese. Ga.si che -oggi,
sarebbero di. competenza, dei givdàci
conciliatori „ futt’iA/. più def, pretore.
Vosi, incontriainn ora. il caso di
un manto che fqrmuìa delle accuse,
contro sua moglie, e chieda. Iai separazione da. essa^ o di un altro che chiede di riamere la. tua libertà per risposarsi, dato che sua moglie ha disertato
il tetto cordugalt: ora il calo di una
niagUe (he rivolge all'assemblea una
domanda analoga a suo favore, pretestando, non si sa bene, se la morte
dal. manto o la di lui volontà dà non
voler più rimanere sotto lo stesso tetto.
Altrove è. invece, il caso di ■una. ma
—La probabile imminente entrata
delTItalia neU’lInwne Europea è
l’argomento di grido in questi giorni. Sia mi piano interno, oiie l’orientamento futuro della nostra politica estera trova, l’un contro l’altro
armati i fautori della collaborazione
con l’Oriente e con l'Occidente e i
fautori della neutralità, sia sul piano
internazionale ove lo spostamento
dell’Italia sull’uno o l’altro .scacchiere è seguito con non celata attenzione e con la coscienza dell’importanza politico-strategica- economica
della penisola, si parla oggi di questo decisivo avvenimento deprecandolo od auspiciauione la dófinitiva realizzazione.
Difficile esprimere un apprezzamento sulla opportunità di quanto
sta accadendo, rendendo un apprezzamento che a tutti sia accetto. Rir
tengo pertanto che se è vero che da
tutti è voluta sinceramente la pace,
se questa pace deve da tutti essere
intesa non come conquista di un nuovo statu quo, ma come il mantenimento, sia pur suscettibile di miglioramenii, d’una situagione di ’’non
urto” (e col tempo lamie altre ragioni di dissenso scompariranno}., se
per pace si intende lievitare nuovi
lutti e sciagure anche a costo di taluni piccoli sacrifici di privilegi o dì
orgoglio, ogni mezzo inteso a perseguire tale obbiettivo dev’essere bene e concordemente, accetto.
E se la costituzione di una unione
Europea è destinata a rendere più
probabile, se non certa, la conquista di UH simile risulta, ben venga
detta unione ad affratellare i popoli,
a gettare un messaggio di concordia
oltre i confini, ad unir le forze di
tutti a difesa non solo di coloro che
i'i concorrono, ma del. mondo intero.
Se per contro Wnione Europea
è un macchiaveltico ritrovato per fioprevalere Luna delle due fazioni che
si contendono il mondo, e per riparare colossali interessi dall’assaitio
di miovi principi sociali che non han
bisogno di guerré per affermarsi
perchè nasoon dal cuore delle genti
e dalla evoluzione dei tempo., non
venga tale Unione ad ingannar coloro che sognano la piace, e solo la piace, ma in un clima di giustizia e di
umana solidarietà.
C’è da augurarsi che la prima
delle due ipotetii sia quella giusM, il
che pternteuerebbé di salutare; il
sorgere di una nuova era, di veder
realizzato il primo pMSSo verso quella Federazione di Stati che ha agitalo, in attesa fiduciosa, anime nobili nei diversi paesi.
Per intanto s’asSiste dall'un capto
4
•íPi^* Sei v|^of»e «á tHM gi¿mt*> . _ „
mt.h^tißa rntílatm^ íft«'««(l*’.Xi|j
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C#e gwott « rìsene doversi on
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tradimanale praitiK) oomameBioraítivo.' I
ONA' (Capoliiogo) »«>«< #»«*á « f«*«» •»
- ‘ ■ '' Tiatoncwíhaiia Eynr**^*í SelkauitAi.
’ Martedì 1 «wr. abbiamo deposito n«á jL¿ gQ
. --V ■ *
p^e' datt'üjí.
episodio
^ Vúu'iUí ' Hwlto^^indiretteaHmte
, — ---, :—I-----».
mortaio del »ostro frabellllo Odin Ste--\ ^ gapata oon la
fono deoediuto ai Malans iufexiori aj> --' 'Jaante Oomimiediia
l’ietà d,i aomd 72, dopo breve malattia...''leori parte d
'Mercoledì 2 oorr.; si sono svolti d fu- _____
.%■
'V
■ .. -jlS --ÎÇ - .l'i
ni Presidente amésicano dal generaV Ussrnio sometico, d’incontrarsi pon
bit vH Russia, Cecoslovacchia o Po^~
'Mercoledì 2 oorr.' si sono svolti d fu- Vogliamo augu
nerali deU nostro fratelflio Monnei Pie- moraaLone dola sa
tro dleoeduto aJJa Saraa all’età dd a»- . ,più deaiaa'
k' ‘"f-''
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ionia. Truman à sua volta dichiara
. efte l’incontro^ non può avvenire (die
' « Washingtim: fu volontà di pace
dev’essere, dicon gli (smericani^ ben
diversamente dimostrata e poi.-. StaHh non s’è mai scomodato ad uscir
MÌZe me mura di ferrod lo faccia almeno oggi se qualcosa di bu4>no ha
da proporre dopa Umti inutili incontri dei grandi. Si vedrà prossimameiUe se si arriverà ò meno a un
inconero e se, sopratutto, questo incontro darà risultati positivi.
A Parigi intorno la battaglia tra Ocasdente ed Otiente n è ... curiosa.mente tre^qntQ , nell’aula della X
Siezione del Tribunale ove si disruite il proixsso in seguito alla denuncia per diffeancadone presentata dallo serittore esule russo Kraucenho
contro il settinuaude francese filoconwnista~ Lettres Françaises cfie ovetyi espresso apjweisìsamenti ingiuriosi nei cotdrontì. dello scrittore
russa (scxuSandolo di ntm aver s(xit
ni S9>idc>po violenta malattìa
■Ài fanrigliaan ed ai parenti nel lutto ridioiainio la loostra fraterna simpatia. ' '' • • ■ . e g.
QODiseirivare e a di'
l’eredità proziiosa
smessa.
LUSERNA S. GIOVANNI
Eie *i potesse giiidioare la vitalità
di una CHiieaa oonaideTaodo le su« varie attività aTremmo rasotìvo di sentir cd «inooiriaggiati : buon ^lavoro svolto
ndlle nostre cinque iSouéfle Ilomenioa- *
li, rdunioni settimanali nei quartiew,
aìibastaaiae ben frequentate, numerosa gioventù rdunita per lò 8V'o3giment«>
di un programma vario e intereffiante, fiorente Unione delle Madri, operosia Sooìetà di oueito, assemiblee
numerose e raoeolte ,*i nostri Oulti
domeniìoald.
tre nella Sialla
offriranno
una brdllumone di
I Cbra/le.
la oommeoi porti
.nasiome a
. fedellmeinte
tifata tra
S. Battesie di Perro
bamibana
E’ stato amimi
lEùo a Etevel Vera
Olga.
Il Eignqro iben
« i suoi genitori.
Dall 15 novembre JÌOoriiQ^ i6d oggi pareocbie famiglie nòstra comuni
tà sono «tate dolofoéaaAente provate
nei loro affetti, .libiamo infetti acGoonpatgtnato al oÉPop*^ riposo :
Riooa, Susanna, |n' Peilegain Oiov.
Davide ; Stalle (ìio^ Daniele ; Duirand
Antonio ; Uoiinot Mairià ved, Mondon;
Ohaibonnier Ptjoli?'Rivoira PaoJdno
Alessio ; Enrieu A%dna, vedooa Mar
lanot; Agù lOater&à; Pontet Oiov.
biglietti sono in vmxdita preaso la làbroria Hugon, al piesBo di h. 4SO. Por
evitane oonfusdoni, è stato deciso che
i tposti siamo numerati, .eoi ‘numero
^riapondent* a quello de! biglietto
aoq'ufstato.
L’opuscolo storico per Ila rieorrensa del 17 Febbraio, redatto dal prof.
Attilio Jalla, tratta delle Colonie
Valdesi in Oermamla, del/la cui fondaaione sarà cjblebrato nel prossimo
luglio ili 250" anniversario; segue una
rievocazione dell© Celebrazioni Oentonarie dell’anino scorso. Il bel fasoiodlo di 3% pagine è in vendita nelle
Librerie ikKoali al prezzo di L, 30 la
oopia. I Baatori- passiono ritirare le
copie prenotate alla Tipografia Alpi
. C o R V.9.C a 11««
AnilaiitR EllacenI’
na.
BIBLIOGRAFIA
Ben sappi^ però cfce biisogna guar- Daniele ; MichelSailoraon Giovaaiaire allo spirito ohe anima tutte oue- r--, cu~ì_____ n___
daire allo spirito ohe anima tutte queste cose e sentiamo pertanto di doveroi
sempre umiHare ndl cospetto del Signore il qnalle non giudica, dalle appairenize esteriori.
Lni solo conosce venalmente di che
aonó fatte le nostre opere e a Lui rivolgiiamo ila nrotra pn^hiera, aiffin-*
chè tutto quello che faooiamo neH'ambito della 'Oomunità dÌTeuti sempre
più espressione vera del-a fede opeTsmte'per mezzo dcl.l’amcrfc.
ni; -Benedh Giov.? Stefano; Berbin
Luigi; Malanot Paolo.
A tutte queste femiglic rinnoviamo i’ospressione 4ella nostra simpatia, esortandole a^ pcraeverare nella
fede in 'Colui che' è la Vita.
TORRE PELLICE
CELEiBRAEIONE DEL XVII FEBBRAIO.
Ricordiamo òhe sarebbe bene uniformarod alila veoohia tradizione e
aooeodieire i nostitt fiiocbi di j^ia la
PEL XVII FEBBRAIO oomuniChiamo il proigramma della celebrazione. / fuochi di gioia seranno accesi, seoondlo Ila conBuetudine, la bara
del 16 febbraio, Vigilia dell’anniversario. Il giovedì 17 febbraio, nella
mattinata,- avrà luogo nell Tempio
Valdese la grande TÌunione giovaniltej
preceduta dal bradmioinale òorteó II
Ruth Paxson: Fiumi d’acqua viva
Sii amo lieti di poter annunziare H a
pubblicazione di questo aureo libretto' Òhe tanto bene ba già fatto in Ingbilterra e ini Francia. L’autrice è
una missionaria ohe ha consacrato la
sua vita all’opera evangelica fra le
donne cinesi.
Il volume è stato tradótto in italiano da luna giovane che ha offerto andh’essa Ila sua vita al Signore, la dott.
De Giustina, ex alliieva della scuola
bilica di Vennes, e siamo sicuri òhe i
cristiani d’Italia, ohe Io leggeranno
con uinriltà e preghiera, ne ricaveranno un notevole beneficio spirituale.
Circa &000 copie sono state sottosdriiitte dall’estero, perciò il libro, che colle
sue 100 pagine coeterebbi; oltre 200 lire, può essere venduto ail prezzo ridotto di L, 100.
In deposito presso la Libreria Clauddana di. Torre Pollice e »presso le LI-brerie Evange'lidhe. B.
to a libro ”Ho s^to la lìbe^” e vigilia del 17 febbraio. Ali falò delW ritrovo degli alHevi dello scuòle è
sostenendo che comunque quanto
scritto nel volume sulla Russia non
corrisponde d| vero.
Cosi atndene che di un processo
qualunque, come se ne fan miUe
nelle nostre Preture, si fa un processo alla Storia ed a due paesi e sistemi di vita, e tutto ciò dimostra
purtroppo come sia sciaguraUenente diviso e disposto a odiarn U mondo
B, in definitiva, d si può chiedere, a che serwà la sentenza del modesto magistrati/ perigino^
La sentenza migliore e piu giusta
possono e debbono trovarla gli uomini nei loro cuori. Non altri.
e. a.
Banchina deglj, Odin sana rivolto ai
oonvenuìn un breve messaggio di circoatamiza. -. :■
. Gdovectì 17 » Febbraio all« or« 9 dinanzù all piazzade del Tempi« si formerà il corteo con in testa i nostri
bamibdni « Ile. baoi'diere.
Alle ore 10,30 reoite dei bambini e
Oommemorazione nel Tempio oon un
Gul'to di ringraziamento.
Alile ore 12,30 à^ape » fraterna nella
Baila Alibarin.. Le prenotamoni per._D
prainao sono rioevnite presso In Garto
fissato alle or^ ppejcise daYanti
al tempio. La popolazione è invitata
a esporre 1« bandière naziotìàlii, come un’affermazioBH»' unanime di libertà e tolidarieto)' peittia, iLa sera alle
20,30’ neirAldi Itfaghia, la gioventù
valdese offriasà 'tn sòlita festosa seiSar
ta, la quale Baii4 ripetuta da sera di
sabato 19 oorr.''Dòrnénica 20 oorr. nel
Tempio Vialldesei «alle ore 10,30, avrà
luogo il solùnnè» Culto oelòbrativo.
Nello stesso g!<»iio, «ile ore 12,30,
nel 'Otìoivitto VaMese, avrà luogo di
ORf[[iHiii!e^í¡gLii
Or. DANIiLi ItOCHAT
riceve in Torre Penice
(viale Mazzini num. 10)
martedì e venerdì dalle ore
10 alle 12 ’
a Torino riceve gli altri
giorni, dalle ore 14,30 alle
ore 16,10, in via Bertbollet, 36 (ospedale evangelico)
Doniricevuti dal Cass t c re della Tavola Valdese
FarrdgUa ImmovUìi, in memoria loro
iCaari :
Per Orfanotrofio di Torre Pelldoe,
1.000 — Per Orfanotrofio^ Poanaretto
1.000 — Par Rifugio Carlo Alberto,
1.000 — Per Ospedale di Torre Peñioe, 1.000 — Per Asilo di San Germano
Ohisone, 1.000 — Per Dìaoonesae 3.000
— Per Asilo Italia, 1.000 — Per Istituto Gould, 1.000 — Per Istituto Fem
r. I-1 ,• . t. . minile Evaingeldco di Firenze, 1.000 —
Dono per gflì Istituti ospitalieri Pej- Asilo di vittoria, l.OOO — Per A
silo di San Giovanni, 1.000 — Por I
Un gruppi di amici a inesco di Ovr
gissimo Pone di New Fork in memoria dii lOelestina Orili elargiscono L.
61000 'per gli Istituti Ospita'Heri Vaidesi.
sbituto di VaUecpoaia, 1.000 —
Per Rifugio Carlo Alberto
BrdouJer, 2.000 —
Per Collegio..
Ettorina od Alberto Pascal, Mani-,
glia, 2.000 —
Per Istituto Govld
A. M, in memoria Nemesio Oomelio 250 — fiiocietà Cucito, Napodi 5.000
Per Istituto Feminmile Nvctngelieo di
Firenze
Società di Cucito, Napoili 6.000 —
Per Orfanotrofio di Torre Pdlice
Società di. Cueìto, Napoli 6.000 —
Per Orfanotrofio di Portuaretto
I vanne e Einirioo Ooatantino, Perrero lOOO — Elena o Osvaldo Peyran,
Perrero, 1.000—■ Tilde e Guatavo Vinay
1.500 Adele Peyran 50 — Ettorina e
Alberto Pascal, Maniglia 2.000 — Società di Cucito, Napoli, 5.000 —
Per Ospedale di Pomaretto
rero, ,300 — Aded« Peyran, Maniglia,
Adele e Emanuele Bertalot, Perso — Pietro Augusto Barus, Ferrerò,
100 — Ettorina e Alberto Pascal 2.000
Per Rifugio Carlo Alberto
Società Cucito, Napoli 5.000 —
Istituti Ospitalieri
Ermanno Vinay e Signora, Perrero
500 — Armandiiua Giai Oheoco, Maniglia 200 —
Per Asilo di Vittoria
Irene e Elide Scatamacchia, in memoria V. Tancredi l.WX) —
Per Asilo Italia
Società Cucito, Napoli, 2.000 —
Per Diaconesse
Società Cucito, Napoli, 5.000 —
La domexdca 27 Febbraio avran,-^
no luogo due Convegni di Anziani s
Diaconi; uno a Pomaretto e l’alt«e>
a Tórre PelKce.
I Convegni avranno inizio alle
re 14,30.
Daremo il programma nel prossimo^
nu-mero,
E fin d’ora rivolgiamo un viviasi-mo appello a tutti i membri dei nostri Concistori perchè siano presenti» ,
ai raduni espressamente convocatii
pw loro
Diresionét^N^s- dei Mille, 1 -Pinerolo
Telefono 4ÌÓ9
Amministrazione! Clandiana - Torre
Pellice I
C. C. Postale 2-17557 della Libreria
Claudiana - Torre Pellice
Dir. Resp. Ermanno Rostan
ARTI GRAFICHE "L'ALP INA„
7 orre Pellice
La famiglia e i congiunti del correi".^
pianto
aUlCAMO CARMAN
commossi dèli'imponente dimostraziontrh
'di simpatia ricevuta in occasione del^
loro recente lutto, nell’impossibilità di ,
ringraziare direttamente tutte le per--sone, esprimono la loro sentita e sin-n
cera riconoscenza al Pastore C. Bert^
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TORINO-PINEROLO-TORBE PELLICE e viceversa
Tortao S ,| | 6,25 I 7,55 | | 112,28 | 13,05 117,05 I 118,20
Airases 5,401 | 7,131 8,46 | | | | 13,52 | 17,51 | | 18,46
Pinerplo ( |7,38|9,86| | 113,07114,201 18,171 | »9,01
BriciNrssie | 631 8,05 | 9,261 93112,481 13,24 1 i4,42 | 18,45 I 18,521 19,18
Torre PsWce I 631'8,251 I 9,50 113,02 114,œ 115,03 I 119,07 11»3 I »,24 | 23,13
I 18.30
I 19,16
I 19,43
|»,02
213
22,14
22,25
22,55
Torre Pellice
Brlcheraslo
Piacroio
AiraKs
Toriao
I
4,351
4,50 I
4,201 5,18 I
4,39 I 5,431
331 6,301
I
6,13 1
6,451
531
6,11 I
6,27 I
6.521
731
6.101
6,30 I
631
7.161
8,101
7,051
7,»l
7,361
7,»|
8,301
9,3
9,19
I 12,20 I----I 13,13 I 16,30 | 19,42 |
I 123 I >3>40 I 13,26 I 16,46 | 19,58 |
I I 13,04 I 13,40 I 17,07 | 203 I
I I 13,32 I I 17,33 I 20,45 |
I 114,201 14,301 18,3121,351
DRiCHBRASlO-BAROE e viceversa
Bridicr.
Barge
5,16.1 »3113.35 f 143118,501 »,15
531 83113,54 I 15,14 119,101 »,36
Barge 4,25 1 6,06112,3 | 14,06 116.» | 19,3
Brlcher. 4,47 | 6.» | 12,401 143 I 16,40 | 19,52
TRANVIA PINEROLO-VI LLAR-PEROS A AROENTINA e viceversa
Piaerolo
Pcroea
4,3
5,31
5,45 I 6,31 8,151 10,15 M13 I >2,40 | 14,40 | 17.» | 19,15 |
6,37 1 7,401 9,10 Iti,» 112,3114 | 15,401183 I ».KH
Perasa
Piacroio
431 5.» I 7 I
6 1 6,451 7,55
8,» ( 9,40111,45 113 116,05 | 17,40 |
9,10 I 16.40 \ U3 I M3 1 >7 I 18,35 |
1831
19,451
Autoservizio e tramvia
PI NEROLO-ORSASSANO-TORINO e vicev.
(1) <2) (I) (2) (1) (I) (2)
Pinerolo 6,15 | 8,» j 11,25 | 12,50 | 13,35 | 18,10 | 18,45
Orbasi. 7 | 9 112,05 | 13,30 | 14,15 | 18,50 t 19.30
Torino 7,401 9,38 | 12,43 | 14,08 | 14,51 | 19,37 | 20,08
Torino 6.» | 8,25 | il,» ) 14,25 | 14,45 | 18,15 1 18,55
Orbas. 7,03 ( 9,04 | 12,08 115,01 | 15,33 | 18.59 | 19,35
Pinerolo 7,43 1 9,14 112,461 15,411 16,13 119,39 I 20,15
(1) FtrlaU — (2) FtsUvo
Linea Automobilistica
TORRE-BOBBIO PELLICE e viceversa
Torre Pellice
Bobbio Penice
(1)
8,35 I 11,30 I 15,15 I 19,45
9,05 I 12 I 15,45 I »,15
(1)
Bobbio Penice 6,05 I 7 I 12.» I 18,»
Torre Pellice 6,35 I 7,30 I 12,50 I 19
(1) Soia il Vsntriì
Autoservizio Sapav-SattI
PEHOSA AROENTINA-PINEROLO-AIRASCA-TORINO c viceversa
Orario giorni feriali Sapav-Saftl
Pinerolo
Airasca
Torino
Sapav Satti Sapa» Setti
7,40 ! 11,40) 13,451 18,35
7,54) 11,54 I 13,59118,49
8,25 I 12,25 I 14,» I 19,20
Torino
Airasca
Pinerolo
Satti Sapav Sotti Sapav
■ 7,20 I 11.50 I 17 I 18,40
7,51 I 12,21 I 17,31 I 19,11
8,05 I 12,35 I 17,45 | 19,25
Pinerolo
Airasca
Torino
7,40
8,25
8.»;
8.44
9,15
Orario giorni festivi Batti
19,50 Torino
20,04 Airasca
20,35 Pinerolo
13,10
13.24
13,55
7,20 I 12,15 I 18,25
7,51 I 12,46 I 18,56
8,05 I 13 I 19,10
Perosa
Penestrcllo
Praiclatoi
Sestriere
9,25
10,15
10,55
11,45
Auto
(1)
»,»
21,10
21,50
PEROSA ALTE VALLi
(2)
Sestriere
Präge lato
Fenestrelle
Perosa
5.50
6,10
6.50
(3)
14,10
14,35
15
15,45
(4)
16,50
17,15
17,40
18,25
(1) Da FtneslrtUt a Pragttato solo tl venerdì e sabato
solo al sabato e domenica — (3) Feriale — (4) Festivo —
servizio si effettua soltanto al martedì, giovedì e festivi.
N,
(2) Da PtageUrio a Fenestrelle
B. Fra Pragelaio e Sestriere II
Perosa
Perrero
9.» I 20,»
9,» I »,»
Perrero
. Perosa
6.» I 15,»
6,45 I 15,45
T