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1996:
Anno IV
numero 44
del 15 novembre 1996
L. 2000
spedizione in a. p. comma 26
art. 2 legge 549195 nr, 44/96 - Torino
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si prega restituire al mittente
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corrispondere il diritto di resa.
SETTIMANALE DEl.LE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
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Bibbia e attualità
LA FAME
DEGLI ALTRI
«Quando mai ti abbiamo visto aver
fame e non ti abbiamo assistito?»
(Matteo 25,45)
Lf OCCASIONE di parlare della fame nel mondo, cioè della fame
degli altri, ci viene offerta dalla Conferenza mondiale organizzata in questi
giorni a Roma dalla Fao. Come capita
in queste occasioni, saremo sommersi
da informazioni e dati, poi ci si darà
,appuntamento alla prossima conferenza e si smetterà di parlare del problema. È un rituale che si ripete puntualmente. L’anima è salva, nel frattempo,
c’è chi continua a morire di fame.
A questo proposito vorrei raccontare
yi una storiella: dopo una battaglia
vittoriosa, un re passò in rassegna il
proprio esercito e, come segno di regale
condiscendenza, permise a un soldato
di fargli qualsiasi domanda su un qualunque argomento. Il soldato, molto
concretamente, disse che il soldo era
veramente troppo basso. Piccato dall’osservazione il re fece notare che la
somma totale iscritta a bilancio per le
spese militari era veramente alta, tanto da soddisfare ampiamente le esigenze anche dell’ultimo soldato. Poi, rendendosi conto dell’ignoranza dell’apparato statale da parte del soldato,
prese una manciata di sabbia e la passò nell'altra mano, indicando che ¡questo era il primo passaggio del denaro:
dalla cassa centrale a quella periferica,
poi al Comando militare, poi alla Tesoreria, poi sempre più in giù, fino ad
arrivare nelle tasche del soldato semplice. Ad ogni passavia, la sabbia passava da una mano all’altra. Alla fine
rimanevano in mano soltanto pochi
granelli di sabbia: ecco, disse il re, questo è il soldo di ogni singolo soldato.
S TORIELLA amara, che ben si adatta alla situazione degli stanziamenti di denaro pubblico per la fame
nel mondo. Gli scandali, non ancora
del tutto chiariti, della cooperazione
internazionale e degli aiuti italiani
nei paesi del Terzo Mondo, corrispondono al senso profondo della storiella.
A livello di bilancio dello stato, i fondi
sono assegnati e, per quanto la percentuale sia bassa, la cifra finale è comunque consistente. Investita in progetti mirati, potrebbe risolvere il problema della sopravvivenza di molti
più sfortunati di noi. Già, ma non abbiamo considerato i passaggi di mano
che il denaro deve fare prima di arrivare a destinazione. E tutte quelle mani hanno la colla sulla dita..., una
strana malattia dermatologica che si
propaga a macchia d’olio e che diventa una vera e propria epidemia. La fame degli alni? Un affare per molti.
\JON occorre andare dal dermato1V logo, sarebbe incapace a farne la
diagnosi; si tratta di un affare del cuore, di una malformazione talvolta
congenita, pìfy spesso acquisita, ma
non ha nulla a che vedere con il cardiologo. Ha a che fare con i sentimenti, ma non con lo psicanalista. Si tratta in effetti di un problema etico, che
per alcuni ha radici nella cultura civica e nella sensibilità politica, mentre
per i credenti ha radici teologiche e
spirituali di origine biblica. Nonostante il progresso, nel mondo c'è chi
muore di fame. La semplice esistenza
di persone che non hanno di che mangiare o vivono con risorse al di sotto
del minimo vitale, è di per sé un atto
d’accusa contro di noi, la loro morte è
un giudizio pesante pronunciato su di
noi. Perché esiste un rapporto molto
stretto fra chi ha e chi non ha, fra chi
mangia e chi ha fame, fra il predatore
e il'depredato, fra il ricco Epulone della parabola e il povero Lazzaro.
Domenico Tomasetto
Speranze e incertezze del nuovo mandato presidenziale negli Stati Uniti
Clinton: grandi visioni^ programmi modesti
Il Presidente continua a parlare di una grande visione per l'America del prossimo millennio
ma i suoi programmi sono così modesti da aver rassicurato l'elettorato moderato e repubblicano
GABRIELLA LETTINI
Dalla nostra corrispondente
a New York
VINCENDO le elezioni presidenziali lo scorso 5 novembre, Bill
Clinton è diventato il primo democratico a vincere un secondo mandato alla Casa Bianca dopo Franklin D. Roosevelt. Ma la vittoria di
quest’ultimo era stata molto più
schiacciante, perché comprendeva
anche la maggioranza democratica
al Congresso, una situazione che gli
permise di portare avanti il progetto del «New Deal». Clinton non ha il
vasto supporto di Roosevelt, anzi si
ritroverà a fare continuartiente i
conti con un Congresso repubblicano, e non ha nemtrieno in mente il
New Deal. Nelle ultime battute della sua campagna elettorale. Bill
Clinton ha continuato a parlare di
una grande visione per l’America
del prossimo millennio, ma poi si è
limitato ad offrire solo modesti programmi di minima, nel tentativo di
dare un messaggio rassicurante a
quell’elettorato moderato e ancora
incerto, un po’ spaventato dalle accuse di Bob Dole, che dipingeva il
presidente come indegno di fiducia
e di tendenze troppo radicali. Seguendo l’avviso del suo team di
consulenti elettorali, Clinton si è
presentato al paese come un «buon
padre», che parla di comunità e responsabilità e lavora indefessamente per il bene della famiglia americana. Dopo il suo discorso di accettazione del nuovo mandato presidenziale, tutti gli schermi televisivi
degli Stati Uniti hanno presentato
per alcuni minuti una vera e propria icona della famiglia: Bill Clinton che abbraccia la moglie, Hillary
Rodham Clinton, e la figlia, Chelsea. Sullo sfondo, la più numerosa
famiglia Gore. Da notare che la
strategia democratica ha avuto un’
enorme presa sulle donne: il 54%
dell’elettorato femminile ha infatti
sostenuto Clinton.
Tuttavia anche gran parte dell’
elettorato che ha sostenuto Clinton
ha poi espresso un giudizio negativo sul suo operato al momento de
gli exit poli. La decisione dt votarlo
è spesso stata fatta per non disperdere voti, e non è stata presa a cuor
leggero. La vittoria di Clinton non
lascia quindi troppo spazio per
grandi celebrazioni, dopo i fuochi
artificiaU di Little Rock, Arkansas,
di martedì notte. Adesso, tutti sanno che Clinton dovrà affrontare
tutta una serie di problemi estremamente seri, alcuni dei quali lo
coinvolgono in modo molto personale: ancora l’affare Whitewater, i
finanziamenti esteri della sua campagna elettorale, l’accusa di molestie sessuali dell’ex impiegata statale Paula Corbin Jones. E difficile prevedere se queste questioni
saranno semplicemente un’ennesima seccatura per l’amministrazione democratica, o se potranno
addirittura arrivare a causare una
crisi costituzionale. Per questo, i
prossimi mesi saranno per il presidente un vero e proprio campo minato. Inoltre, se la campagna democratica ha tratto enorme van
taggio dall’apparente decollo
deireconomia del paese, con un
costante sviluppo positivo per gli
ultimi 68 mesi, molti economisti
mettono Clinton sull’avviso: ben
presto si verificherà un’inversione
di tendenza, seppur senza arrivare
a una vera e propria recessione.
Comunque, sia da parte democratica che repubblicana, ci si sta
accorgendo di aver in qualche modo sottovalutato Bill Clinton. Nonostante tutte le critiche mossegli,
gli si cominciano a riconoscere indubbie e fuori dal coihune qualità
di politico. È stato definito un Houdini, un mago, per la sua capacità
di trarsi d’impaccio dalle situazioni
più scottanti con grande ingegno.
Certo molto del credito andrebbe
dato al suo team di consulenti, che
ad esempio lo ha aiutato a preparare un discorso di accettazione, del
nuovo mandato presidenziale così
ricco di citazioni religiose da far invidia a un predicatore. Infatti, come un recente studio della Colum
bia Uiiiversity di New York ha, messo in luce, proprio a cominciare da
Roosevelt i presidenti farmo a gara
nell’uso di un linguaggio dichiaratamente cristiano, democratici
compresi. Clinton ha parlato dell’
enorme supporto spùituale datogli
dai leader religiosi nel formare la
sua visione di un’America dove
ogni cittadina e cittadino possano
sviluppare in pieno il proprio potenziale, un potenziale che viene
direttamente da Dio.
Davanti a questo progetto, che è
una vera e propria chiamata, la nazione deve essere capace di superare le proprie divisioni, per costruire questo ponte verso il nuovo
millennio, e vivere a pieno la sua
Identità divina di «Paese più grande delia storia dell’umanità». Tuttavia, Clinton ricorda che neanche
lui stesso, neanche gli Stati Uniti,
hanno in mano tutte le certezze e
tutte le risposte. In questa vita, ha
detto, «noi vediamo solo come attraverso uno specchio».
Alleanza mondiale battista
Visita del presidente
in Italia e in Vaticano
Il presidente dell'Alleanza mondiale battista
(Baptist World Alliance,
Bwa), il pastore brasiliano Nelson Fanini, e il segretario generale, lo statunitense Dentoh Lotz,
sono venuti in questi
giorni in Italia per incontrare i battisti italiani, hanno visitato comunità e istituzioni a Firenze e Roma, e i responsabOi del Vaticano.
Nel corso di un incontro presso il Pontificio
Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (erano presenti il
presidente, cardinale
Edward Cassidy, il vescoYo Pierre Duprey,
monsignor John Radano
e il presidente dell’Unione battista italiana. Renato Maiocchi) si è convenuto sull’opportunità
di proporre alle rispettive chiese la ripresa delle
«conversazioni teologiche» fra Bwa e Chiesa
cattolica, già svoltesi negli anni 1984-88.
Le «unioni» e «convenzioni» di chiese battiste che fanno parte
della Bvya contano attualmente 40.701.320
membri attivi in 153.310
chiese locali; la popolazione battista nel mondo (inclusi bambini e
simpatizzanti) sfiora i
cento milioni. (nev)
Otto per mille dell'lrpef
Aderiscono gli ebrei
integrano gli avventisti
Il presidente del Consiglio dei ministri. Romano Prodi, ha firmato
il 6 novembre due intese integrative con l’Unione delle comunità
ebraiche e con l’Unione
italiana delle chiese cristiane avventiste del
settimo giorno (Uicca).
L’integrazione dell’Intesa con gli ebrei riguarda la possibilità, per
l’Unione ebraica, di essere destinataria deìlotto
per mille del gettito delrirpef. Per quanto riguarda la Uicca, che già
usufruiva dell'otto per
mille, l’intesa integrativa
riguarda l’attribuzione
delle quote relative alle
scelte non espresse (finora gli avventisti rinunciavano alla quota parte
di attribuzione delle
scelte non espresse, a favore dello Stato; in questa linea continuano a
situarsi le Intese con valdesi e metodisti e Assemblee di Dio mentre i
luterani, al momento
della stipula della loro
Intesa, avevano già deciso di partecipare alla ripartizione delle quote
relative alle scelte non
espresse). L’intesa integrativa precisa inoltre
che le somme devolute
potranno essere destinate anche a interventi di
tipo culturale. (nev)
LA CAMERA ELIMINA UNA NORMA
CHE FAVORIVA LA SCUOLA PRIVATA. Il 6 novembre un emendamento dei
comunisti unitari ha corretto una norma, proposta dall'opposizione e votata
la settimana prima in commissione bilancio anche dalia maggioranza, che
prevedeva che neila riorganizzazione
scolastica nelle zone disagiate del paese lo stato tenesse conto della presenza
delle scuole private, riconoscendo cosi
di fatto il loro pari ruolo. Con l'emendamento approvato, invece, sparisce
ogni riferimento alla scuola privata.
Nel dibattito, il ministro Berlinguer ha
annunciato la prossima presentazione
di un disegno di legge sulla parità.
È MORTO IN GERMANIA IL PASTORE
PETER BEIER. Per un attacco cardiaco,
il 10 novembre è morto a 61 anni il
pastore Peter Beier, praeses (moderatore) della Chiesa evangelica della Renania. Il pastore Beier conosceva bene
la realtà evangelica italiana, in particolare quella valdese, e si era molto
adoperato per sostenere concretamente diversi progetti e istituti diaconali, soprattutto nell'Italia meridionale e la Facoltà valdese di teologia.
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2
PAG. 2 RIFORMA
Della Parola
venerdì 15 NOVEMBRF 1
«Perfede
Abraamo,
quando fii
chiàmato, ubbidì,
per andarsene in
un luogo che egli
doveva ricevere
in eredità; e partì,
senza sapere dove
andava. Per fede
soggiornò nella
terra promessa
come in terra
straniera,
abitando in tende,
come Isacco
■ e Giacobbe, eredi
con lui della
stessa promessa,
perché aspettava
la città che ha le
vere fondamenta
è il cui architetto e
costruttore è Dio»
:,VEN0
(Ebrei 11,8-10)
«Tutti costoro, pur
avendo avuto
buona testimonianza per la loro
fede, non ottennero ciò che era
statò promesso»
(Ebrei 11, 39)
«Anche noi,
dunque, poiché
siamo circondati
da una così
grande schiera
di testimoni,
deponiamo ogni
peso e il peccato
che così facilmente
ci avvolge,
e corriamo con
perseveranza la
gara che ci è
proposta, fissando
lo sguardo su
Gesù., colui che
crea la fede e la
rende perfetta.
Per la gioia che
gli era posta
dinanzi egli
sopportò la croce,
disprezzando
Tinfamia, e si è
seduto alla destra
del trono di Dio.
Considerate perciò
colui che ha
sopportato una
simile ostilità
contro la sua
persona da parte
dei peccatori,
affinché non vi
stanchiate
perdendovi
d'animo»
(Ebrei 12,1-3)
CHE COS'È LA FEDE?
La nostra vita di fede, spesso stanca e scoraggiata, ha bisogno di esempi
stimolanti. L'esempio per eccellenza è quello di Abramo, «Padre della fede»
WINFRID PFANNKUCHE
La fede non è una convinzione, non è una teoria, non è
un prodotto della testa. È fiducia. Possiamo vivere soltanto
con fiducia. La fede, dunque, è
.il fondamento della nostra vita.
La qualità della nostra vita è definita dalla fede, dalla fiducia. È
il massimo di ciò che possiamo
raggiungere in questa vita. È il
bene più prezioso, più grande,
più potente della nostra vita, e
allo stesso tempo più fragile,
criticato e trascurato. Fede, insomma, è vita.
Com'è la nostra fede?
STANCA, tiepida, trascurata.
Senza orientamento, senza
impegno, senza contorni, senza
profilo, senza identità. La lettera
agli Ebrei ha un’idea molto
chiara, uno scopo preciso. Ci dice: “Svegliati! Muoviti!”.
Ascoltiamo bene la Parola della lettera agli Ebrei. Perché
l’ascolto della Parola è l’identità
della nostra fede. Senza lettura
biblica la nostra fede è senza
contorni, senza profilo, la si può
dimenticare. Senza lettura biblica la chiesa è senza profilo, priva di identità e di personalità.
Allo studio biblico siamo riuniti
attorno a un tavolo su cui ci sono solo le nostre Bibbie; un cibo, per carità, non tiepido! Un
tavolo dove c’è sempre posto
per te.
Sei seduto a un tavolo in un
ristorante. C’è molta gente intorno. Tu sei al tuo tavolo fisso.
riservato. Intorno a te discorsi,
rumore. Ma tu non ascolti tutte
quelle chiacchiere e quei pettegolezzi. Senti solo una voce
sommessa che ti pare insicura e
debole, al tavolo vicino. Questa
'voce ti interessa. È la voce che ti
sembra più prossima a te. Parla
di te. Il tuo orecchio non segue
più le voci ad alta volume, le voci potenti, ma la voce fragile come la tua vita, come la tua fede,
che proviene dal tavolo accanto,
accanto al tavolo principale, riservato e fisso della tua vita quotidiana. Su questo tavolo c’è la
Bibbia aperta.
La schiera dei testimoni
sfi la nostra fede
L
madia nostra fede, ^
Ite,
, r tu sei il nostro pastore,
mm
m
4. a nostro maestro,
Signore! ío eelknostravia,
Leggiamo la lettera agii
Ebrei. Il capitolo 11 parla
della fede: la famosa schiera di
testimoni della fede dell’Antico
Testamento, dal pastore di pecore Abele alla prostituta Raab.
La nostra fede ha bisogno di
esempi, di testimoni fedeli. Se
ne avessimo almeno uno nella
nostra .stanca, tiepida comunità! Eppure siamo tutti esempi, testimoni della nostra fede.
La domanda è soltanto: siamo
esempi cattivi e brutti oppure
esempi buoni che edificano la
fragile fede, la vaga vita del nostro prossimo, della nostra cara
(sì, cara!) chiesa?
Che cos’è la fede? Ascoltiamo
l’esempio eccellente, classico,
quello del «Padre della fede»:
Abramo. «Per fede Abramo,
quando fu chiamato...». Così comincia il testo. Abramo ha abbandonato tutto. Tutto ciò che
^i era caro. Aveva fiducia totale
in un Dio che lo accompagnava,
un Dio in movimento, vivo che è
con te ovunque tu vada. Abramo
è stato chiamato, ma non era
questa la particolarità della sua
fede. È stato chiamato come
tanti altri. Come noi al nostro
battesimo: «Npn temere, perché
io ti ho riscattato, ti ho chiamato
per nome; tu sei mio!» (Isaia 43,
I). Abbiamo confermato questa
chiamata il giorno della nostra
confermazione. In particolare
gli anziani, il pastore e i membri
elettori hanno risposto alla loro
chiamata, si sono assunti delle
responsabilità. Ma perché, allora, Abramo è diventato l’eserfipio classico della fede?
«Perché Abramo ubbidì... e
partì senza sapere dove andava».
Fede significa ubbidire, anche
se questa parola non ci piace.
Fede significa partire senza sa
pere dove si va, senza cedere alla stanchezza. La parola «credere» ci porta oggi su una via sbagliata se pensiamo che la nostra
fede sia semplicemente una nostra convinzione che ci distingue dagli altri, dai non credenti.
Bonhoeffer, esempio di fede del
nostro secolo, disse: «Solo colui
che ubbidisce ha fede; e solo colui che ha fede ubbidisce». La
chiamata del nostro battesimo
ci ha tuffati nell’acqua fredda di
questa vita: ora devi muoverti,
nuotare, se non vuoi annegare!
La nostra realtà, la nostra vita è
come un mare in continuo movimento, pericoloso se non hai
la bussola perché senza orientamento, senza contorni, senza
senso, senza meta.
Ubbidisci! Muoviti! Affronta la
realtà! Non rimanere al caldo in
casa tua, non rimanere spettatore del grande spettacolo che
fanno le onde del mare! «Per fede soggiornò nella terra promessa come in terra straniera, abitando in tende...».
Sempre in cammino
cantata. La lettera agli Ebrei lo
sa: finisce il catalogo degli esempi di fede bruscamente: «Tutti
costoro, pur avendo avuto buona
testimonianza per la loro fede,
non ottennero ciò che era stato
promesso» (11,39). In questa vita
terrena non hanno, neanche
Abramo, raggiunto più della fede; e ciò che gli è capitato nell’al
di là chi lo sa? Il famoso filosofo
danese, Soren Kierkegaard, finisce un suo elogio su Abramo rivolgendosi direttamente al «Padre della fede»: «Non dimenticherò mai che tu nei tuoi 130 anni non sei mai andato oltre la fede». Non è un «disincantamento» scoraggiante, ma un incoraggiamento disincantante. Non è
un disinganno scoraggiante ma
coraggio, un sobrio coraggio che
non ci inganna. Vivere la realtà,
la vita così com’è, sapendo che è
come un mare ingovernabile,
che possiamo affrontare soltanto
per fede. Vivere per fede, altrimenti siamo costretti a inventarci un’altra realtà, un altro mondo, un altro Dio che sarebbe
però un idolo vano.
La fede è sempre in movimento, flessibile, sempre
cammino, mai traguardo. La fede è vivere in una tenda, non sistemarsi in una casa. Quante
volte abbiamo scambiato la tenda con la casa! Quante volte abbiamo creduto di essere arrivati,
di esserci finalmente sistemati
in una casa, in una famiglia!
Niente contro la famiglia, la casa, la cucina, la chiesa: ma non
dobbiamo scambiarle con la casa, con la città eterna, la patria
celeste che non cambia più.
Quante volte ci siamo illusi!
E quante volte abbiamo fatto
una bellissima esperienza,
l’esperienza della fede di Àbramo: tuffati nell’acqua fredda
della nostra realtà (ed è questa
la nostra realtà, non illudiamoci!) abbiamo scoperto di galleggiare, già, perché c’è qualcuno
che ci aiuta, qualcuno che ci tiene in vita, in movimento «...perché aspettava la città che ha le
vere fondamenta e il cui architetto e costruttore è Dio».
Piantare ogni sera la propria
tenda un po’ più vicino alla vera
città stabile, alla nostra vera patria, questa è la nostra vita, fragile e piena di fede e di speranza.
Non inganniamoci, l’esempio di
Abramo è un ideale molto lontano, quasi irraggiungibile. Àbramo è una figura quasi mitica, in
Vivere per fede
Vivere per fede vuol dire affrontare questa nostra realtà, sapendo che l’unico punto
fisso nel mare della vita è Dio
solo, l’unico architetto e costruttore. Vivere per fede è nuotare.
Come abbiamo, una volta, imparato a nuotare? Come abbiamo superato la paura di entrare
nell’acqua senza terreno sotto i
nostri piedi? Con l’aiuto di una
cara persona che ti incoraggiava, tua madre, tuo padre, tua sorella, tuo fratello che hai visto
stare nell’acqua chiamandoti
con voce calma e fiduciosa: «Coraggio, svegliati, muoviti, nuota,
abbi fiducia: vieni da me!».
La lettera agli Ebrei finisce i
suoi ésempi di fede rivolgendosi
direttamente a noi: «Anche noi,
dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di
testimoni, deponiamo ogni peso
e il peccato che così facilmente ci
avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta,
fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende
perfetta...». Ascoltiamo la voce
di Gesù e impariamo da lui solo
a vivere per sola fede, sola fiducia in lui.
Nella foto «Abramo e I tre angeli», di Marc Chagall
Note
omiletichi
La lettera agli Ebrei k
l'intenzione di
la fede stanca e scoraJ
giata nelle comunità m
stiane della seconda Z
nerazione (scritta.
prima dell'anno %)
fede dei suoi destina^
non è minacciata da^
legalismo o spiritual
smo, ma semplicettie„w
dalla propria stanche»
(cfr. 2, 1; 3, 12; 12,5.^
38). C'è bisogno di nuo!
va certezza di fede,
speranza (cf. 4, 24; 51
6, 18; 10, 23).
sveglia^
Penso che la nostrj
predicazione si possa anpropriare di questa in
tenzione di incoraggia
mento e di risveglio nei
confronti della realtà
stanca e disorientata
tante nostre comunità
oggi. La domanda è però: come incoraggiare);
La lettera agli Ebrei
propone diverse vie:la
prima è l'esortazioni
Oggi, però, richiederebbe profonda conoscenza
e molto tatto nei confronti della comunità.
:(
//(
Sulla seconda via fau,
tore della lettera agli
Ebrei evidenzia attraverso il confronto tra la ri
velazione dell'Antico e
del Nuovo Patto, l'ii).
commensurabile grandezza della salvezza manifestata in Gesù Cristo,
cosa che si rischia di perdere. Questo metodo di
incoraggiamento è, oggi, da sconsigliare, perché richiede approfondita conoscenza, quasi
pratica quotidiana del
culto al tempio nell'Antico Patto; e, soprattutto, si rischia di provocare
un fraintendimento antiebraico.
Sulla terza via, nelcapitolo 11, l'autore si,
serve dei famosi esempi
di fede per stimolare la
fede nei suoi ascoltatori,
Normalmente gli esempi
negativi sono più intìsivi. In Abramo, l'esempio
per eccellenza, abbiamo
però un ideale quasi mi;
stificato e forse anche
troppo lontano dalla nostra quotidianità, cosa
che in fondo rischia di
creare frustrazioni in chi
cerca di imitarlo.
Gli esempi della fede
invitano senz'altro ad
una predicazione narrativa. Anziché raccontare
dettagliatamente la storia di Abramo consiglierei piuttosto di offrite
esempi quotidiani, cOTprensibili e raggiungibih
che sono in grado noe
solo di descrivere ed illustrare la fede, ma di invitare a vivere nella certezza della fede (cf- le
«pedagogia» di 11,39)
Tema del sermorie èla
fede (vedi la definizione
in 11, 1-3). L'esempio®
Abramo ci indica pef 1°
meno le seguenti Hrree1) la fede proviene dal;
l'ascolto della parola ®
Dio. Per l'autore delia
lettera agli Ebrei non
esiste niente di più al®
e niente di più certo d^
la Parola di Dio; 2) la fé"
de è sostanzialmente ubbidienza a
chiamata che proviene
da fuori; 3) la fede ti
sta tutto; la fede è vita
4) la fede è vivere ne
mare delle incertezze, 1
la fede è vivere una so
certezza: Dio.
■ Per
approfondili
- Meditaziorie di Sai
vatore Ricciardi
11, 1; 8, pubblicata «
Riforma n. 26 del 28 g
gno 1996. f..
- S. Kierkegaara^'
more e tremore.
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1843.
Pi Intervista al Segretario generale del Cec pubblicata dal giornale «La Croix»
Giubileo è una definizione cattolica romana»
Il Consiglio ecumenico delle chiese in quanto tale non è mai stato invitato alla
preparazione del Giubileo. Le proposte del Cec per commemorare il 2000
l'intervista che segue è siaIcj feoltzzata da Jacciues Ber~
set, dell’agenzia stampa catfolica p^ancese Apic, ed è stata
pubblicata dal giornale La
Croix i/ 22 ottobre scorso,
¡^abbiamo ripresa dall’agen¡^protestante francese Bip.
-Il Cec parteciperà alle celebrazioni del Giubileo dell’
anno 2000?
«Il Cec, in quanto organizzazione, ha deciso di non
^esentarsi come organizza^re di un qualsivoglia grande avvenimento, ma piutto■ sto di incoraggiare le chiese
membro a trovare, nel proprio contesto, il modo più
appropriato per commemorare insieme il Giubileo, in
modo veramente ecumenico.
Non c’è mai stato un invito
formale rivolto dalla Chiesa
cattolica al Cec per il Giubileo, che del resto è una definizione cattolica romana,
presentata pubblicamente
iCón la lettera apostolica Tertio millenio adveniente nel
novembre 1994. Questa lettera apòstolica comprendeva
un invito alle altre chiese,
non al Cec in quanto tale, ad
,®sociarsi alla Chiesa cattolica per questo avvenimento.
Da allora, il quadro definito
dalla lettera di Giovanni Paolo II è stato sviluppato dal
.Comitato centrale per l'orga‘pizzazione del Giubileo. All'interno di questo comitato,
il Cec è stato invitato a nominaré un delegato nella sottocommissione per i rapporti
Ecumenici affinché vi siano
rappresentati gli interessi del
Cec e delle chiese-membro.
Esiste anche una comunicazione a livello del gruppo mi
Gerusalemme, la collina del Getsemani
sto di lavoro tra il Cec e la
Chiesa cattolica, in cui si è
iniziato a dibattere la questione di una celebrazione
veramente ecumenica. Se insisto su questa formulazione,
è perché nella loro maggioranza le chiese membro del
Cec, anche se hanno accolto
con gratitudine l’invito del
papa, non considerano t^uesta commemorazione come
sufficientemente ecumenica,
dato che non dovrebbero fare
altro che partecipare ad una
celebrazione organizzata dalla Chiesa di Roma. Questa
celebrazione sarebbe veramente ecumenica se fosse
stata lanciata fin dall’inizio
dalle chiese insieme».
- Non siete stati consultati
prima del lancio di questo
Giubileo?
«Alcune settimane dopo la
mia visita ufficiale in Vaticano è stata pubblicata l’enciclica Ut untim sint sull’unità
dei cristiani. Non ne ero stato
informato e questo non è sta
Presso il Patriarcato ecumenico
Un primo incontro storico
tra avventisti e ortodossi
Il 25 ottobre scorso, una
prima visita storica di alti responsabili della Chiesa avventista del settimo giorno
8lla sede del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli ha
segnato una tappa importante nei rapporti tra la Chiesa
avièntista del settimo giorno
e ie chiese ortodosse. Tuttavia, la questione della presenza protestante in Europa
orientale rappresenta tuttora
un ostacolo al miglioramento
dei rapporti tra gli avventisti
0 gli ortodossi, nonostante
una certa convergenza sulle
questioni morali. Lo ha precisato un portavoce del servigio stampa awentista, Apd,
Con sede a Basilea.
Uopo il crollo del comuniSmo in Europa orientale e
nell’ex Urss, la crescita e le
attività missionarie di molte
chiese protestanti hanno
provocato l’irritazione delle
chiese ortodosse locali che
Vedono in tali attività una
ronna di ingerenza religiosa,
tensioni sono scoppiate tra
pi avventisti e gli ortodossi,
ju particolare in Romania,
"Ove gli avventisti sono relahvamente numerosi, e in
Ulgaria. Ci sono stati inoltre
Cnflitti in Grecia, dove la
"hiesa ortodossa è la più importante e ha una forte inuenza sul governo. Secondo
^d, «l’obiettivo della visita
^ di giungere a una mi^ocomprensione reciproca,
tornare l falsi stereotipi e
di P'*”to sugli elementi
^^one tra i cristiani òrtou e avventisti».
I rappresentanti della Conferenza generale awentista
degli Stati Uniti d’America
che erano presenti all’incontro - Bert Beverly Beach, incaricato dei rapporti interreligiosi, e John Craz, direttore
del dipartimento «affari pubblici e libertà religiosa» hanno definito rincontro
«amichevole». L’incontro faceva seguito ad altre riunioni
analoghe svoltesi tra responsabili battisti e ortodossi.
II portavoce del Patriarcato
ecumenico presso il Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec) a Ginevra ha dichiarato
all’agenzia di stampa Eni che
le discussioni del 25 ottobre
tra ortodossi e awentisti sono state «franche e aperte. È
stata un’apertura nel dibattito relativo al proselitismo in
Europa orientale. È stato deciso che simili incontri proseguiranno». Il portavoce ha
aggiunto: «Nel caso dei battisti, la ragione [dell'incontro]
era di avere una discussione
approfoiìdita sulle attività di
proselitismo e sulla "creazione di chiese” in zone in cui la
Chiesa [ortodossa] esiste da
1.000 anni».
«Il motivo di questa visita
awentista è stato ancora una
volta di discutere sulla questione dell’Europa orientale
e sui limiti della tolleranza e
della libertà religiosa, ma anche di spiegare al mondo ortodosso la base trinitaria della teologia awentista», ha
concluso il portavoce del Patriarcato ecurrienico presso il
Consilio ecumenico, (eni)
fò un tema di converseizione
con il papa. Prendo semplicemente atto di questo fàtto.
Penso che quésto rappresenti
bene uno degli aspetti dei
nostri rapporti: il Cec non è
mai stato considerato da parte del Vaticano come un partner su un piede di parità; il
Vaticano ha dato molto chiaramente la sua preferenza al
dialogo bilaterale con le chiese, anziché ad un’associazione di chiese e attraverso la
Segreteria di stato ha portato
avanti un tipo di azione differente da quello del Cec. Noi
non abbiamo rappresentanza
diplomatica presso i governi:
questa incompatibilità delle
strutture limita le possibilità
di cooperazione».
- Sul Giubileo si è notato
un certo «fastidio» negli ambienti del Cec
«Fastidi, sospetti e malintesi sono dietro di noi. Siamo entrati in una fase costruttiva. Nel giugno scorso, il
Cec ha preso l’iniziativa, che
ha avuto un eco molto positivo, di invitare a Ginevra tutte
le famiglie confessionali e le
grandi chiese che avevano dei
progetti per Tanno 2000. I
partecipanti si sono espressi
per l’organizzazione di un avvenimento pancristiano, un
incontro ad alto livello, che
sia veramente ecumenico, in
Terrasanta, preferibilmente a
Gerusalemme, oppure a Betlemme o a Nazaret. Il Cec è
stato incaricato di esplorare
con le chiese locali (ortodosse, cattoliche e protestanti), la
possibilità di organizzare un
incontro a Gerusalemme».
- I «laici di base» hanno
spesso la sensazione che le dispute interecclesiali siano
«guerre di apparati»...
«Il nostro compito è quello
di sfruttare al massimo Toceasione dell’anno 2000 perché possiamo andare oltre lo
stadio attuale dei rapporti tra
di noi. E perché prendiamo
coscienza che il ristabilimento della comunione tra le
chiese è in realtà molto più
lontanò di quello che talvolta
si dice a livello ufficiale. Per
me questo Giubileo non è soltanto la celebrazione di 2.000
anni di cristianesimo o dell’
anniversario delTincarnazione, è anche la soglia di un
nuovo millennio che sarà
probabilmente molto diverso
dal XX secolo. Come le chiese
intendono rispondere ai cambiamenti culturali, sodali, politici? Ho l’impressione che a
tali domande si risponda con
ricette di un’altra generazione, meramente difensive: io
sono per il pluralismo, perché
penso che il tempo di un’egemonia spirituale, teologica ed
ecclesiale sia trascorso».
i Dopo le chiese anglicana e cattolica
La Chiesa unita d'Australia
chiede scusa agli aborigeni
Dopo le chiese anglicana e
cattolica romana, è toccato
alla Chiesa unita d’Australia
chiedere scusa agli aborigeni
per il ruolo avuto nella separazione delle famigli^ che,
nelTambito della politica di
assimilazione del governo, è
rimasta in vigore fino agli Anni ’60. Anche se non si hanno
dati esatti, viene stimato ad
oltre 100.000 il numero dei
bambini aborigeni tolti ai loro genitori dai vari governi
australiani. Tra il 1903 e il
1930, oltre un terzo dei bambini aborigeni è stato separati
dalla loro famiglia. La Chiesa
unita d’Australia ha presentato le sue scuse davanti alla
commissione d’inchiesta nazionale sulla separazione dei
bambini aborigeni e insulari
dello stretto di Torres (situato
tra il continente australiano e
la Nuova Guinea). Questa
commissione è stata creata
per trovare un modo di indennizzare le vittime.
Oggi abbandonata, la politica di assimilazione degli
aborigeni è ora motivo di imbarazzo per tutti coloro che\
ne portano la responsabilità:
«Retrospettivamente, realizziamo che abbiamo avuto
torto di collaborare alle politiche di assimilazione allora in
vigore», ha dichiarato il segretarib generale dell’Assemblea
nazionale della Chiesa unita,
Gregor Henderson. La Chiesa
unita, una delie più grandi e
più influenti oggi in Australia,
è stata fondata nel 1977, e
raggruppa le chiese presbiteriana, metodista e congrega
zionallsta. Le chiese presbiteriana e metodista avevano
ospitato i bambini aborigeni
che le autorità avevano separato dài loro genitori tra il
1890 e gli Anni ’60. Nel rapporto che ha presentato alla
commissione, la chiesa esorta
il governo australiano a indennizzare gli aborigeni per
la perdita dei loro diritti fondiari. Riconoscendo che questa separazione ha avuto effetti «traumatizzanti, catastrofici e duraturi», essa spera
che le sue scuse apriranno la
via ad una riconciliazione
completa con gli aborigeni.
Henderson precisa però che
la separazione era stata fetta
con buone intenzioni: «La
chiesa ha pensato di agire con
amore... ma ha chiuso gli occhi sulle teorie razziste che
erano alla base di questa politica e di queste pratiche».
Le prime missioni si erano
sforzate di tenere gli aborigeni al riparo dal «mali» della
società bianca, ha detto ancora Henderson, ma fin dalla fine del 19° sècolo la chiesa ha
riconosciuto l’esistenza dell’
«idea implicita che la conversione al cristianesimo esigesse l’indebolimento dell’influenza spirituale degli anziani e della cultura aborigene
sulla generazione più giovane. Quasi inevitabilmente, ciò
ha portato all’idea che fosse
necessario separare fisicamente i bambini delle fami¿Ue che non vivevano nelle riserve 0 presso le missioni, per
assicurare il loro benessere
spirituale e materiale», (eni)
PAG. 3 RIFORMA
Dal Mondo Cristiano
■ Elena Milazzo Covini è la nuova presidente
del Segretariato attività ecumeniche
ROMA — Domenica 27 ottobre, nella sede del Segretariato
attività ecumeniche (Sae) a Roma, è awenutò lo spoglio delle
schede per la votazione del nuovo presidente delTassociazione,
in . sostituzione della fondatrice Maria Vingiaiii, che da tempo
aveva chiesto di essere sostituita. Due le candidate alla presidenza: Elena Milazzo Covini, siciliana residente a Milano, e Anna Maria Sammartano, lucchese residente a Livorno. I soci del
Sae hanno votato per posta, ed è risultata eletta la prima candidata. Ex insegnante e assistente sociale, dal 1989 al 1995 responsabile del gruppo Sae di Milano, Elena Milazzo Covini,
sessantenne, ha seguito il corso biennale di teologia ecumenica
dell’Istituto San Bernardino di Venezia, e da 12 anni fa parte
della Commissione diocesana per Tecumenismo di Milano. In
rappresentanza della sua diocesi ha partecipato, tra l’altro, a
due assemblee ecumeniche internazionali (Seoul 1990 e Címberra 1991). La presidente neoeletta ha dichiarato al quotidiano cattolico «Awenire» che la sua «prima preoccupazione» sarà
quella di. riprendere subito l’organizzazione delle Sessioni di
formazione ecumenica che il Sae, con l’eccezione dell’armo iii
corso, propone ogni estate con la presenza di un'ottantina di
esperti e oltre 500 partecipanti. Spetta inoltre alla nuova presidente la convocazione del Consiglio dei gruppi locali del Sae,
per l’elezione dei quattro membri del Comitato esecutivo. Come stabilito dall’assemblea dei soci, la fondatrice Maria Vingiani rimarrà comunque attiva nell’associazione come presidente
emerita a vita, con compiti di rappresentanza del Sae negli organisrni ecclesiali. Il Sae, fondato nel 1947, è un’associazione
interconfessionale di laici per Tecumenismo q il dialogo, (nev)
■ Il Parlamento europeo denuncia la Grecia
per la discriminazione religiosa
STRASBURGO — Il Parlamento europeo ha accusato la Grecia di violazione dei diritti ùmani nel campo della libertà religiosa. Lo ha fatto approvando a larga maggioranza, il 17 set-;
tembre scorso, il rapporto annuo sul rispetto dei diritti umani
nell’Unione europea nel 1994, preparato dal Comitato sulle libertà civili e gli affari interni. li rapporto accusa la Grecia di
perseguire gli obiettori di coscienza e di avere leggi che restringono la libertà religiosa di coloro che appartengono a comunità religiose non ortodosse. Il Parlamento europeo «invita
nuovamente la Grecia a cessare di perseguire gli obiettori di
coscienza, a rilasciare quelli che sono stati incarcerati e ad
adottare al più presto una legislazione che riconosca il diritto
all’obiezione di coscienza al servizio militare e che stabilisca
un servizio non militare su base non discriminatoria». Da parte sua, la Corte europea per i diritti umani ha condannato
all’unanimità la Grecia per il caso «Manussakis», scoppiato
nella primavera del 1983, quando un gruppo di Testimoni di
Geova decise di aprire, a Ghazi (Creta), un locale per il culto,
senza avere chiesto l’autorizzazione preventiva delle autorità
ortodosse. Il 26 settembre scorso, a Strasburgo, la Corte ha
condannato, per la seconda volta, lo stato greco per violazione
dell’art. 9 della Convenzione europea, per aver negato di fatto
il principio della libertà religiosa.
S Brasile: nove Bibbie al minuto
RIO DE JANEIRO — Il 1995 è stato un anno record per la
diffusione della Sacra Scrittura in Brasile, dove 13 case editrici
diverse hanno pubblicato 4 milioni e mezzo di Bibbie (vale a
dire 9 al minuto). Fra queste la Società biblica del Brasile
(Bsb) che ne ha distribuito Tanno scorso 1 milione 800.000.
Dal 1948, anno in cui ha iniziato la sua opera nel paese, la Bsb
ha venduto 21 milioni e mezzo di copie della Bibbia. A cosa è
dovuto questo boom? Innanzitutto il Plano Reai del governo
ha elevato leggermente negli ultimi anni il reddito delle famiglie povere, la maggior parte della popolazione, consentendo
loro qualche spesa in più. In secondo luogo sono aumentate
le case editrici interessate aUa promozione della Parola di Dio
che viene presentata in edizioni accessibili a tutte le borse. Ma
il fattore principale della crescita della richiesta della Bibbia è
l’aumento costante degli evangelici in Brasile che ormai sono
più di 20 milioni e rappresentano quasi U 13% della popolazione. Crescente è anche la forza del Movimento del rinpovamento carismatico, cattolico, i cui aderenti sono assidui lettori della Scrittura. La sempre maggior richiesta di Bibbie, Nuovi
Testamenti e porzioni della Scrittina testimonia delle necessità della gente che cerca una risposta alle sue ansie e alle insoddisfazioni della società moderna. (UbsWorld Report)
■ Uganda: migliaia di cristiani contro l'Aids
NAMIREMBE — Migliaia di volontari della diocesi an^icana
di Namlrembe, nel centro dell’Uganda, si sono mobilitati per la
campagna mirante a sensibilizzare la popolazione locale sul
problema dell’Aids. È in Uganda che il virus è stato identiflcato
per la prima volta, nel 1982. Da allora, oltre 100.000 persone sono morte. Si ritiene che circa un milione e mezzo di ugandesi,
su una popolazione totale di 20 milioni, siano portatori del virus. Un’équipe di 10.000 «Buon samaritani volontari» è stata ufficialmente costituita da Samuel Balagadde Ssekkadde, vescovo
dèlia diocesi anglicana di Namirembe. Il vescovo ha sottolinea. to che il contributo dei responsabili di chiesa è essenziale per
incoraggiare la società a modificare i propri comportamenti.
Alcuni medici sono però critici nei confeonti dei dirigenti di
chiesa che si oppongono all’uso dei preservativi per impedire
la propagazione della malattia. Le chiese cattolica romana, anglicana e oriòdossa hanno infatti condannato l’uso del preservativo che, secondo loro, incorala la promiscuità. (eni)
■ Egitto: assassinato un medico copto
KOLOBA — Un medico copto di 40 anni, Michel Ayad Henes, è stato assassinato il 12 ottobre da tre islamici armati che
sqno penetrati nell’ospedale dove lavorava, a Koloba, in Alto
Egitto. Dal marzo '92, gli scontri tra le forze di sicurezza egiziane e gii islamici hanno già fatto ufficialmente circa 1.100
morti oltre a innumerevoli feriti. Dall’inizio della «guerra santa» dichiarata da^ islamici armati, la minoranza cristiana ha
pagato un prezzo molto elevato. (spp/apic)
4
PÁG. 4 RIFORMA
Pubblicata dalla Claudiana una raccolta di testi del riformatore di Zurigo
Zwingli e la sfida della Scrittura
Il ministero pastorale e I suol compiti nella polemica contro i«falsi pastori»
La «Replica» a Geronimo Emser e il confronto con la teologia cattolica \
EMANUELE FIUME
La collana «Testi della
Riforma» della Claudiana
si accresce di un volume ricco di sostanza teologica,
nonché di gradevole lettura.
La sapiente scelta dei testi di
Zwingli* operata dai curatori
ci permette di incontrare il
suo pensiero su temi quali il
niinistero pastorale, la liturgia, l’interpretazione della
cena del Signore e la perseveranza nella libertà cristia:
na, esposti dal riformatore
con solide basi esegetiche e
con argomentazioni briose e
frizzanti.
Nel primo degli scritti proposti, «Il pastore» del 1524,
Zwingli si sofferma lungamente sul tema del ministero
pastorale e lò sviluppa dapprima in modo positivo sui
compiti del ministero insegnati da Cristo stesso, maestro e allo stesso tempo archetipo del vero pastore; poi
in chiave negativa e polemica
contro i falsi pastori che vogliono vivere depredando
avidamente i cristiani e che
possono essere facilmente riconosciuti dai veri credenti
per mezzo dei loro frutti di
malvagità e di infedeltà alla
^ parola di Dio.
Nella «Replica contro Geronimo Emser, assertore del
canone della messa» (1524)
ZwingU reagisce a un trattato
poleniico del teologo cattolico contro la sua riforma liturgicq e attacca quest’ultimo sulle questioni teologiche che rappresentavano il
cuore del problema: Teccle■ siologia, l’intercessione dei
santi, U merito, l’unicità e irripetibilità del sacrificio di
Cristo e il purgatorio, contestando duramente le tesi del
teologo svevo rimasto fedele
a Roma e adoperando una
chiarissima esegesi biblica
La «chiesa sull’acqua» a Zurigo
per confutare le dottrine romane. Nella «Lettera a Matteo Alber» (1524), predicatore
evangelico a Reutlingen nella
Germania meridionale, troviamo Uno Zwingli che depone volentieri 4e armi della polemica in favore della ricerca
di una concordia sulTinterpretazione simbolica della
cena del Signore basata con
chiarezza esegetica (fondamentale è Tutilizzo di Giovanni 6) e teologica (il pensiero dei Padri della Chiesa) sulla sua concentrazione nel significato spirituale della presenza del Cristo glorificato.
I due ultimi testi sono due
prediche tenute a Berna durante la disputa del 1528.
Nella prima, la più lunga,
vengono esposti gli articoli
del Credo apostolico con particolare attenzione all’Ascensione di Cristo, punto di partenza della riflessione zwingliana sulla Cena. L’Ascefisio
ne inaugura l’era della presenza spirituale di Cristo che
perciò non è corporalmente
presente negli elementi eucaristici del pane e del vino (che
secondo Zwingli significano,
e non sono, il corpo e il sangue di Cristo), ma è presente
spiritualmente con la sua natura divina. Nella seconda
predica il riformatore, che si
accingeva a ripartire alla volta
di Zurigo, esorta i fratelli bernesi a perseverare nell’opera
di riforma della chiesa senza
sentirsi paghi dei risultati ottenuti e senza lasciarsi prendere dallo scoraggiamento a
motivo dell’opposizione che
èssa provoca da parte dei fedeli a Roma. La perseveranza
nella Riforma'è nel pensiero
di Zwingli in primo luogo la
perseveranza nella riconquistata libertà in Cristo.
L’impressione generale che
si ricava dalla lettura dei testi
raccolti in questo volume è
quella della sorpresa (non
nuova, però, per chi abbia già
imparato a conoscere e apprezzare gli scritti del riformatore svizzero) per un pensiero teologico profondo e
fondato su una solida esegesi, e tuttavia espresso in modo chiaro e briUante: caloroso e benevolente con i fratelli, pungente e talvolta canzonatorio con gli avversari. Il
rapporto profondo e fedele
con la Scrittura, la conoscenza accurata del pensiero dei
Padri della Chiesa, l’amore
ardente e divorante per la verità di Dio sono le grandi sfide che Zwingli, anche attraverso questi testi, ha coraggiosamente lanciato al cristianesimo del suo tempo.
Queste grandi sfide perdurano tuttora.
M Architetture del sacro
VVright e la sinagoga-arca
MIRELLA LOIK
J L pensiero architettonico
di Wright in riferimento alla progettazione degli edifici
religiosi trova nella sinagoga
Beth Sholom, eretta vicino a
Filadelfia, a Elkins Park,»tra fi
1956 e il 1959 la più alta concettualità di espressione formale. L’edificio infatti si presenta come una grande arca,
biblico contenitore di tutte le
specie, ma nella sua funzionalità si dichiara come enorme spazio per il culto ebraico
e hello stesso tempo un dispositivo di riunione assembleare: e quindi piq che una
costruzione religiosa appare
come un imponente ambiente teatrale.
Per ottenere questo eccezionale senso dello spazio assoluto, l’architetto ha inventato un’enorme copertura a
cono sagomato di vetro opaco che, appoggiata su potenti
pilastri angolari, sembra librarsi tome un’astronave
fantascientifica. Il particolare
trattamento dei vetri del tetto, non trasparenti ma traslucidi a sufficienza per filtrare
una luce diffusa e impalpabile, consente all’interno di ottenere quel magico effetto
che proprio il suo autore ha
voluto e che dipende dalla
composizione esterna dell’
edificio. Le lastre vetrate infatti, a seconda delle circostanze climatiche e dei mutamenti atmosferici anche
giornalieri, captano le trasformazioni esterne trasmet
tendone le qualità lumino,
dentro il tempio, assecn«
dando l’affermazione or»!
gliosa di Wright che soleva*!
petere che la sua sinagoÉ
cambiava aspetto a secoj
della volontà divina.
Questo particolare collo
quio «tra Dio e l’architettivi
stato piu prosaicamente sÌ
luppato da Wright con il raj
bino che ha deciso la costtj
zione e che ha lasciato al pj|
genista anche la facoltà di
tuare, nella forma esteriore,
punta dell’edificio, quel coj.
cerio di montagna sacra che
insito nella tradizione ebr
e che possiede la sua imi
ne storica di rappresene
ne, fin dai tempi di Mac:
v.w, vvvv vvv&x vjii ivjicyjimMl
nel cono di Astarte contend
nel recinto di Biblo. AnÆiÈlese
sminai
Perd
queste
per il i
Giusta:
rione \
, «Imma
^Y'che al
' Giusto
iperché
And ^
all interno il concetto de^ "®onac
montagna sacra è chiaramei
te simboleggiato dalla pavi.
mentazione del tempio, sist?.
mata in leggera salita con® :
metafora del Monte Sinai
Per le parti restanti, il tenpio riporta esplicitamente i
tipici aspetti, strutturali e decorativi, di Wright, sernpri »!
potenti e costruttivamente f
essenziali ma anche atten^ epoca
mente particolareggiati e ro ’
rati, con perizia e senza esagerazione; con quel senso!
attiva distensione spaz%;
che non solo è opportuna pei
un luogo di pace e di incojl
tro spirituale tra gli uomiil!
ma dallo stesso architetto è
considerato indispensabflee
piacevole per un soddi^^ à
cente «comfort» esistenzialej
il con
* U. Zwingli, Scritti pastorali, a
cura di Ermanno Gente e Fulvio
Ferrario. Torino, ed. Claudiana,
1996, pp. 269, L. 36.000.
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■ Protestantesimo
Martin Lutero
e la filosofia
aristotelica
Lutero e la filosofia aristotelica è il tema degli articoli
pubblicati sulla rivista della
Facoltà valdese di teologia
«Protestantesimo» (n. 3 del
1996). Lutero, che cónosceva
bene la filosofìa eiristotelica,
non la condannava in blocco,
ma disapprovava il suo utilizzo quale supporto di una relazione con Dio realizzata
dall’essere umano e «guadagnata»'in qualche modo tramite la propria azione etica.
Gli studi pubblicati (di Stefano Leoni, Theodor Dieter e
Ei^enio Andreatta) sono stati
presentanti in forma di relazioni alla giornata di studio
su Lutero e Aristotele tenuta
nella sede del Goethe Institut
di Roma il 24 novembre 1995,
presidente Paolo Ricca della
Facoltà valdese di teologia.
Infine, con le tradizionali recensioni librarie, vengono
pubblicati due studi critici; il
primo di Debora Spini sull’
opera di Michael Walzer, in
particolare La rivoluzione dei
santi (recentemente tradotto
dall’editrice Claudiana) e Esodo e rivoluzione (tradotto nel
1986 dall’editore Feltrinelli);
il secondo di Fulvio Ferrario
su un recente libro su Bonhoeffer di Alberto Gallas,
Antropos téleios. L’itinerario
di ^nhoeffer nel conflitto tra
cristianesimo e modernità,
Queriniana, Brescia 1995.
Il «Diario» recGntementB pubblicato testimonia della dedizione delPuomo a un ruolo problematico ■
Il cammino di fede di Giuseppe La Scala fra la guerra e il pacifismo
QIORGIO SPINI
IL pastore Giuseppe La Scala (1877-1961) della Chiesa
metodista episcopale fu al
fronte durante la prima guerra mondiale, prima come caporalmaggiore di artiglieria
nell’aprile-maggio 1916, e di
nuovo dal febbraio al dicembre 1918 come cappellano
militare evangelico nella IV
Armata. Di questi due periodi
al fronte tenne un diario, di
cui la Società di sudi valdesi
ha testé promosso la pubblicazione* e Giulio Vicentini ha
curato l’edizione con amorosa attenzione ed esemplare
perfezione filologica. È venuto fuori così un documentò
del più alto interesse sotto
ogni punto di vista.
In primo luogo, questo
diario è un testimonianza di
fede, calda e vigorosa, quanto mai suggestiva. L’autore
non è un teologo né un intellettuale: è un campagnolo di
Mandanici, in provincia di
Messina, che è arrivato al ministero pastorale dopo lunghi anni di servizio militare
in Marina, studi piuttosto
brevi e modesti, e molto lavoro evangelistico nel Mezzogiorno, specie in località
rurali. Però ha una fede sicura, nutrita dell’ascolto della
Parola di Dio e dal colloquio
quotidiano con il Signote
nella preghiera. Grazie a
questa fede, semplice e robusta,'^peula con franchezza
coraggiosa a colti e incolti.
credenti e atei, soldati sem
plici e ufficiali gallonati, senzajombra di timidezza q riuscendo a farsi ascoltare con
rispetto sempre e spesso anche a far breccia nei cuori.
Grazie altresì a questa fede,
affronta fatiche disumane,
disagi e talvolta pericoli, pur
di portare-una parola di
conforto ai fratelli evangelici.
Basta che sappia,di un solo
evangelico perché si metta
subito in viaggio per raggiungerlo: e quasi sempre il viaggio si conclude con ore e ore
di marcia a piedi, magari sotto la pioggia, oppure nel gelo
dell’alta montagna o nel caldo sfibrante dell’estate. Non
di rado quella fatica risulta
vana: quel tale militare è stato trasferito altrove; bisogna
scarpinare daccapo per ritrovarlo. Doveva essere di un fisico di ferro, questo siciliano
testardo per fare una vitaccia
simile mesi e mesi senza finire mai in ospedale. Le pecore
che egli va a ricercare con
tante fatiche sono di ogni
sorta: metodisti, valdesi, battisti, «fratelli», salutisti; c’è
persino un awentista. Ma la
Parola e la preghiera fanno
apparire ogni spirito denominazionale e stabiliscono subito un contatto fraterno
senza riserve.
Il diario del cappellano La
Scala è anche un documento
importante di «storia delle
mentalità». Documenta, con
assoluto candore, quali fos- '
sero le convinzioni diffuse
tra gli evangelici italiani di
allora. Il rinnovamento teologico, che sorse poi sulle rovine della guerra, era ancora
tutto di là da venire.
La fede di un bravo e quadrato evangelico, come il pastore La Scala, era fatta in
parte di ardori piatisti e in
parte di convinzioni di stampo risorgimentale o liberalprotestante. Il cristianesimo
non era visto come una critica radicale delle costruzioni
umane ma come il culmine
della civiltà moderna: una
meta del progresso civile oltre che spirituale, cui tendere fiduciosamente. La guerra
stessa era accettata come
una prova da superare con
coraggio: era la «guerra alla
guerra»; la guerra per la pace
e la democrazia contro il militarismo reazionario. Non
c’era nessun conflitto tra fede cristiana e dovere militare: il buon cristiano evangelico era pure un buon italiano e un bravo soldato.
A noi, oggi, può essere difficile capire come tanto ottimismo potesse resistere di
fronte all’orrore di milioni di
cadaveri però c’era un’innegabile coerenza morale in chi
quell’ottimismo liberalprotestante era disposto a pagare
con la vita. Purtroppo questo
candore aveva come contropartita una disponibilità
sconcertante a lasciarsi infinocchiare dalle bugie velenose della propaganda di guerra. Il diario del pastore La
Scala prova quanto un animo
nobile come il suo potesse
essere preda di certe mistificazioni, ma va detto che
quando egli scriveva il suo
diario, la partita era ancora
aperta: anzi sembrava del
tutto prevedibile che gli 'italiani, dopo la vittoria, avrebbero dato retta al protestante
Wilson e imboccato la strada
della democrazia e della pace. Viceversa, le bugie di una
propaganda velenosa e la
violenza bestiale del manganello ebbero il sopravvento e
l’Italia, dopo gli errori della
guerra, finì nella vergogna
del fascismo. Tuttavia sarebbe iniquo farne una colpa ai
buoni evangelici, come il pastore La Scala, anche se durante la guerra si erano fatti
accecare alquanto dal loro
candido patriottismo.
Come si è detto, Giulio Vi
centini ha prodigato cure
esemplari all’edizione di
questo documento. Ha acci
mulato una quantità impd'
nente di dati biografici e bibliografici, studiando con
pazienza certosina ogni sorta
possibile di fonti a stampa o
documentarie e ricorrendo
spesso anche a font( orali.
Non si esagera, dicendo die
il suo lavoro filologico è utt
vero modello di laboriosa
informazione e di inteiligap'
te penetrazione.
Grazie a Vicentini si coristata come, dopo la guerra» n
pastore La Scaia abbia ripr®so il suo ministero e corno
proprio iui, così pieno di p®'
trìottismo in guerra, sia
sospettato di sowersivisinik
durante il fascismo, tanto d®
essere a lungo vigilato dallo
polizia. Il pensiero corre if'
resistibilmente da questo
umile cristiano, così nobii'
mente fedele al suo patrimo*
nio ideale, al potente sommo
pontefice, che non
nulla di scandaloso nello
stringere un patto con gir
sassini in camicia nera. Wd
a Dio davvero che vi sian
pure stati in Italia dei buom
fedeli servitori come GiuseP"
pe La Scala! '
L'ar
(*) Giuseppe La Scala:
guerra di un cappellano mete“
sta durante la prima
mondiale, a cura di Gi^o
tini. Prefazione di Giorgio »
Chat, collana della Società^
di valdesi, 15. Claudiana, Tom*
1996, pp. 224, £35.000.
BES!
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Testi di meditazione pubblicati dalla Claudiana
Le
RIFORMA
¡ohn, il fratello Charles e la madre Susanna Annesley
propongono unà lezione di vita e di fede ppr tutti i credenti
dalla paifl
apio, sistfr
il ita cor#
3 Sinai,
nti, il tea.
itamentiì
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di incoi)
li uomini
chitet^è
ensabille
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^ «lUAMUEtE PASCHETTO
CON questo sottotitolo 1’
editrice Claudiana pubblica nella collana Meditazioni bibliche un’opera singolare: ima selezione di preghiere, riflessioni e canti, tratta
d¿’enorme tesoro devozionale prodotto da tre grandi
personaggi del ’700 inglese:
folin Wesley, il fondatore del
petodismo, il fratello Charles, autore di migliaia di inni
ancora oggi cantati nelle
Illese evangeliche di tutto il
■ mondo, e la loro madre Sujanna Annesley.
Perché definire «singolare»
questo libro? Innanzitutto
per il titolo: Cuori ardenti.
Giustamente nella presentazione Valdo Benecchi scrive;
‘«Immagino le reazioni ironiche al titolo del libro (...).
¿usto mantenerlo e non solo
;perché rispecchia una certa
epoca...». Si potrebbe dire
efe non si è fatto altro che
^ladurre il titolo inglese della
„raccolta, rispettando l’atmosfera in cui queste preghiere
sono nate, quella particolare
sensibilità e sentimentalità
settecentesca (il XVIII secolo
non è, grazie a Dio, solo l’età
• della ragione!) che fa da ponte tra il Pietismo e il Romantìcismo.
Tuttavia al di là del titolo è
ilpontenuto che ci appare
^gelare, abituati come siamo a confinare questo tipo di
tj^evozione» così intima ed
entusiastica nei recinti de!
^Risveglio»: Sette-Ottocento,
se pi riferiamo al tèmpo, ambiente «fondamentalpietista»
arlsmatico, se guardiamo alspazio. Giustamente ancora ci ricorda Valdo Benecchi:
«Nel Nuovo Testamento 1 teoni delle opere di Gesù
ideano presi “da grande stupore”. Noi non riusciamo più a
CUORI
ARDENl^l..........
Le prei^lìiiTC’
della fimiiglìa l'li’5/£V
a fiiìif à( Mitiiùel McfVhiiìot
sobbalzare o stupirci di fi"onte all’Evangelo che ci raggiunge e ci salva. Tutto scontato, tutto dovuto. Se è così,
ecco un motivo in più per
leggere queste preghiere...».
Che nelle chiese italiane
cosiddette «storiche» si vada
riscoprendo l’importanza
della preghiera, della lettura
biblica quotidiana, della meditazione della parola di Dio
è certamente un fatto positivo: nelle nostre chiese il pendolo si sta nuovamente spostando verso la rivalutazione
della «pietà» personale, dopo
decenni di esaltazione dell’
impegno sociale e politico.
Così si spiegano la formazione spontanea di un gruppo
di studio sul tema della spiritualità nell’ultima assemblea
della Federazione delle chiese evangeliche, il successo
delle meditazioni giornaliere,
le Losungen dei Fratelli moravi («Un giorno, una parola», sempre pubblicato dalla
editrice Claudiana). Ben venga tutto ciò, se non è solo
fhttto dell’«invidia» dei «successi» pentecostali, o la risposta preconfezionata alla
domanda di religiosità che
sale da un’umanità sconcertata e senza speranze, ma soprattutto se saprà conservare
l’interesse anche per i problemi materiali della famiglia
umana.
Tornando al nostro libro la
cosa più singolare è la scoperta delle preghiere di Susanna Annesley, le madre di
John e Charles. La sensibilità
e profondità dei suoi pensieri,
l’umiltà, la fermezza e la dolcezza della sua fede colpiscono profondamente. Dalle parole confidate ai suoi diari
possiamo capire molto di più
della personalità e dell’opera
dei due Wesley di quanto ci
dicano centinaia di pagine di
storia sui fondatori del metodismo. Una forza incredibile
possedeva questa donna, non
in perfetta salute, madre di 19
figli, moglie di un pastore, anglicano che talvolta finiva in
carcere per debiti. Dove trovava il tempo e la serenità per
dedicare ogni giorno due ore
alla meditazione e alla preghiera, per esprimere così
poeticamente le sue riflessioni teologiche, per curare l’educazione di ognuno dei figli,
per reggere le fàtiche della
conduzione di una simile famiglia? 11 segreto è nel suo
rapporto di fiducia totale verso Ü Padre: «O Dio, quale sovrabbondanza di motivi ho di
adorare, lodare e magnificare
la tua bontà e lituo amore!».
Una lezione di vita per i
credenti stanchi, disillusi e
distratti di questo fine secolo.
Questo libro/può aiutarci non
a cercare di riprodurre meccanicamente atteggiamenti
ed emozioni che appartengono a un’altra epoca, a una
cultura diversa dalla nostra,
ma a riscoprire un rapporto
vivo e coinvolgente con Dio
senza rinnegare le esigenze e
le responsabilità del nostro
tempo, senza annullare la
nostra sensibilità e il nostro
modo di esprimerci.
■ Fra le riviste
Sociologia
cristiana
delle origini
La rivista Religioni e società* pubblica 4 brevi saggi
di sociologia del cristianesimo delle origini, proposti da
sociologi e studiosi di università americane, olandesi e
dell’Africa iheridionale, accomunati da un’esperienza
di formazione e ricerca a carattere interdisciplinare: teologica, biblica, esegetica, sociologica.
Lo studio di Donald A. Nielsen (dell’Università di New
York) descrive l’incontro tra
la tradizione ebraica e l’ellenismo partendo da Filone di
Alessandria («La Misura divina: creazione e retribuzione
nel libro della Sapienza e in
Filone»). Nicholas H. Taylor,
docente di Nuovo Testamento presso l’Università dello
Swaziland, illustra i percorsi
teologici e di fede di Paolo di
Tarso, da Calati a 1 Tessalonicesi a Romani, interpretandoli alla luce del modello sociopsicologico della «dissonanza cognitiva».
Sul processo di formaizione
dell’identità del cristianesimo giovanneo si sofferma invece Anthony Blasi, sociologo del Tennessee, sottolineandone l’approdo non sincretistico. «D. W. Biddle e la
funzione sociale di apocalissi
e martirologi» è invece lo
studio dedicato a uno dei
pionieri della sociologia del
cristianesimo primitivo dall’olandese Peter Staples, docente di Studi ecumenici
presso l’Università di Utrecht. Da segnalare infine, nella sezione «Schede», una recensione sul libro di Cristopher Hill The English Bible and thè XVII Century Revolution.{p.i.)
(*) Religioni e società n. 24
(gennaio-aprile 1996): «Giudaismo e cristianesimo delle origini
in prospettiva sociologica», pp
128, £26.500.
laticoW* Riflessioni su un film ambientato in una comunità protestante scozzese
L'amore disperato può fermare le onde dei destino?
RENZO TURINETTO
B ESS vive nel minuscolo
villaggio scozzese (le isole Ebridi?) dove la comunità
protestante è introversa, seWra e bigotta, forse presbitefleha, gli anziani dettano le
regole di comportamento ar<ifti, anche al pastore; in
riiiesa le donne devono tacere e non possono andare ai
onerali; non ci si sposa con
quelli di fuori, chi «muore in
peccato» viene sepolto ma
^dirizzato alTinferno. Per la
Irenà del Signore pane e calipassano tra i banchi men
ìt rny
^lùpard, ma non c’è musica
® le campane sono mute: due
Clementi non indispensabili
per vivere una fede, ma qui
sono simbolo del modo triste
ul)rivere una religione.
"era o finta che sia (il regì®re è bene informato?) in
questa cornice risalta ancor
P‘U la crescente «trasgressione» di Bess: sposa Jan, opermo grosso e tenero ma straniero (svedese?), lo ama per
Diariof
) metodii guert»
ioViceOirgio Rotàdis», Xorii'O'
dutamente, cade in depressione quando lui torna sul
mare. Un grave incidente lo
paralizza poi in un letto tra
casa e ospedale con respiratore artificiale, un caso dove
la morte sarebbe preferibile.
L’unico modo per sentirsi vivo, dice a Bess, è che lei vada
con altri uomini e poi gli racconti tutto. Bess acconsente con passione illogica e inesperienza tragicomica.
È estromessa dalla comunità
(«è così che si onora un mari^
to?»), i ragazzotti le tirano
pietre, la madre la ripudia, il
giovane medico è innamorato di lei è perciò non ne ha
approfittato quando lei gli si
è offerta, ma ora ne chiede il
ricovero, ritiene che si riaffaccino le furbe psichiche
che l’avevano già colta quando le era morto il fi-atello.
Il cerchio si chiude quando
Bess si lascia uccidere da due
clienti SÜ un sinistro battello
dove nemmeno le prostitute
vogliono andare. È convinta
che il suo sacrificio-martirio
otterrà il niiracolo, la guarigione del marito, il quale riprende incredibilmente a
camminare e va alla sepoltura
di Bess, solitaria e senza rito.
Il film* è inseparabile dal
suo autore (come per ogni
prodotto culturale e non?).
Lars von Trier, 40 anni, in
due interviste si riconosce
pieno di fobie per tutto, auto,
treno, aereo, mètro, ingorghi.
Sei anni fa sua madre in punto di morte gli rivelò che non
era stato allevato dal padre
Il regista Cari Theodor Dreyer
(1989-1968)
vero (la stessa cosa l’aveva
appresa a 17 anni il suo grande compatriota, il regista
Cari Theodor Dreyer). «La
mia famiglia era atea e comunista - ha dichiarato -.
Per loro questo film è mistico, sentirnentale, repellente.
Ma io ho bisogno di fede;
Forse non ci credo, ma ci
spero». Von Trier ha sposato
una cattolica, sette anni fa, si
è fatto battezzare con la sua
prima figlia e ora si è innamorato della governante delle fig^e e ha lasciato la prima
mo^e.
Un po’ del suo «disequilibrio» forse l’ha anche introdotto nei suoi personaggi.
Bess parla con Dio e si dà le
risposte da se stessa (diversamente dal Don Camillo); la
sua «Irragionevole» obbedienza spezza la comune nozione di peccato oppure, co
me viene detto nel film, «ella
è affetta da una forma di
bontà e il suo talento è sapere di avere fede», ma la fede
come paradosso che scandalizza la ragione? E la pretesa
di Jan è morbosa fantasia
malata o rimpianto disperato
di ciò che non può più essere
(se siamo ciò che abbiamo
realizzato e mancato, siamo
anche ciò che ricordiamo;
anzi, in tutt’altro contesto, la
«memoria» è fondamento Deuteronomio 8, Ebrei 10,
32)? Certo questa «proposta
indecente» avrebbe sbocchi
differenti in Dostoevskij o Pirandello 0 Moravia, giocosa p
divertita in Shakespeare o
Feydeau, e lasciamo stare
Tinto Brass.
Il titolo originale è Breaking thè waves, frangere i flutti, i marosi. Forse Lars von
Trier provoca per scrostare i
preconcetti: quanti peccati
inconfessabili sono gravi come e più (Ji quelli sessuali. Il
regista viene dalla Danimarca di Kierkegaard e di Dreyer
(il quale in Ordef ha messo,
una resurrezione finale); uh
paese, ironizza Tugualmente
danese produttore della pellicola, «ridicolmente piccolo,
così nordico, deprimente e
forte, che caratterizza queste
piccole società senza gioia né
bontà». Soltanto alla fine del
lungo film ci sarà lo scampanio; emblema per il regista
della sua religione felice?
(*) Le onde del destino, di Lars
von Trier, con E. Watson, S. Skarsgard. Danimarca, 1996.
■ Monografia della rassegna «Israel»
La lingua «multistrato»
della cultura yiddish
Lingua degli ebrei dell’Europa orientale, lo yiddish è fatalmente considerato lingua
scomparsa, nonostante la sua
sopravvivenza fosse ancora
mantenuta da alcune riviste
specialistiche: una di esse, in
Francia, ha da poco cessato le
pubblicazioni. Lingua di stratificazioni diverse, di «compresenze» di espressioni e costruzioni mutuate dal tedesco, dall’ebtaico biblico ma
anche da russo, polacco e
ucraino, è necessariamente
oggetto di complesse operazioni di studio ogni volta che
si cerca di tradurne i testi.
È così anche per il bel volume della «Rassegna mensile di Israel»* dedicato a un’
antologia letteraria di quella
tradizione. Al volume, curato
da Elèna Mortara Di Veroli e
Laura Quercioli Mincer, ne
seguirà un secondo che conterrà una serie di studi critici
sulla letteratura yiddish stessa. I nomi di scrittori noti,
come il premio Nobel Isaac
Bashevis Singer (quello della
Famiglia Moskat, Shosha,
Gimpel l'idiota, Il mago di
Lublino), Sholem Aleichem
(quello della Storia di Tewje
il lattivendolo, ripubblicato
già più volte da Feltrinelli),
Mendele Mokher Sforim, si
alternano a altri che pochi
lettori in Italia avranno apprezzato sinora.
Di ognuno viene tracciato
un profilo biografico che introduce a racconti, novelle,
composizioni poetiche, e
ognuno di essi mette il lettore
in contatto con una realtà
complessa eppure, al tempo
stesso, espressione probabilmente irripetibile di una precisa identità. Nonostante i
vari apporti (dotto, sacro, popolare e folclorico) che informano i vari testi, e al di là delle complesse stratificazioni
linguistiche dovute alla disseminazione della diaspora
(dapprima neH’Europa «romanza» di Francia e Italia del
Nord, poi nella Mitteleuropa
di parlata tedesca, poi ancora
più a Est), la letteratura yiddish, la cui nascita si può far risalire «come veicolo con di
gnità letteraria soltanto a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento» esprime fra l’altro una
«capacità di sopravvivenza
(...) al di fuori del suo vecchio
contesto» (le citazioni vengono dall’introduzione delle curatrici), al di là dello sterminio perpetrato dal nazismo e
delle purghe staliniane. Il
mondo che evoca è quello di
una «comunità originaria e
protettiva», «un mondo dove
l’arcaico coabitava con la modernità e dove gli ebrei erano
la cerniera e il punto d’incontro fra le steppe selvagge d’
Oriente e la più profonda cultura occidentale».
Una estrema rievocazione
di questo mondo è quella fatta, nell’ultimo testo antologizzato, da Joaquin Sokolowicz, il giornalista scomparso
prematuramente poco più
d’un anno fa; argentino di
nascita, ebreo di discendenza
polacca ma residente per
tanti anni in Italia, era stato
fra l’altro inviato speciale del
Gr3 e autore di libri sulla
questione mediorientale, ma
nel volume di Israel si cimenta, in italiano, con la rievocazione, nelle strade del vecchio ghetto romano, dell’ambiente e dei «suoni» yiddish.
All’estremo opposto, quasi a
incorniciare la raccolta dei
veri e propri testi yiddish, il
racconto di Mendele Mocher
Sforim (1833-1917) e scritto
originariamente in ebraico.
La novella Vittime del grande
incendio (1897), che narra
.della distruzione di una ipotetica città, è intessuto di riferimenti biblici, debitamente
e scrupolosamente riportati
dalle curatrici del volume:
ma è da notare che i versetti
vengono ora presi in prestito
letteralmente, ora «per contrasto», ora addirittura parodisticamente: il tutto, ovviamente, con perfetta aderenza
allo spirito della cultura biblica e talmudica.
(*) II mondo yiddish: antologia letteraria. «Rassegna mensile
di Israel», n. 2-3 (maggio-dicembre 1995). Roma, Unione dellé
comunità ebraiche italiane, 1996,
pp 299, £50.000.
Cracovia, Il ghetto nel 1938
6
'■f"ì " 'N.
PAG. 6 RIFORMA
k
»
VITA- Delle Chiese
Presentato a Torino il progetto di ristrutturazione e rilancio dell'opera
Si amplia ^Ospedale evangelico valdese
Si realizzerà un moderno centro sanitario nel cuore della città e, col tradizionale
servizio aperto a tutti, si contribuirà al recupero del quartiere San Salvario
EUQEmO BEBNABDINt
Lf IMMAGINE di un semI plice mattone in campo
bianco e blu e una scritta:
«Anche poco. Per realizzare
* ^ un grande progetto». Con
questo manifesto è iniziata la
campagna di sensibilizzazione promossa dal «Comitato
promotore per la ristrutturazione e l’ampliamento dell’
Ospedale evangelico valdese
di Torino». Gli obiettivi sono:
realizzare nel cuore della
città un centro sanitario moderno, contribuire al recupe' ro del quartiere torinese di
San Salvarlo, ben noto nelle
cronache nazionali di questi
ultimi mesi, continuare una
tradizione di solidarietà aperta a tutti
Il 30 ottobre, nel corso di
una conferenza stampa in
cui sono intervenuti molti
operatori dell’informazione,
sono stati illustrati i contenuti e finalità del progetto di
rilancio dell’ospedale, nonché della campagna di comunicazione rivolta alla cit, tadinanza, ad enti ed istituzioni della città per raccogliere presso U più vasto pubblico possibile i fondi necessari. Sono intervenuti U presidente dell’ospedale, pastore Giorgio Bouchard, il presidente del tornitalo promotore, Angela Tedino Forapani, il coordinatore generale
dell’ospedale. Luigi Stabile.
«L’Ospedale valdese di Torino - ha detto il pastore Giorgio, Bouchard - è una delle
più .antiche istituzioni ospedaliere della città. L’inizio
della sua attività risale a più
di 150 anni fa, al 1838, quando il pastore Amedeo Bert avviò l’apertura di un “Rifugio”
che prestasse opera di assistenza agli evangelici malati e
poveri. In seguito successive
elargizioni benefiche hanno
consentito la realizzazione di
un vero e proprio ospedale e
la sua ricostruzione, con un
primo ampliamento, in seguito ai gravi danni subiti
durante l’ultimo conflitto
mondiale. Grazie alla qualità
dei suoi servizi'medici e alla
costante e particolare attenzione prestata alle esigenze di
assistenza e di conforto ai pazienti, conformemente alla
tradizione e all’etica evangelica, l’Ospedale valdese è divenuto, nel tempo, un centro sanitario apprezzato da tutta la
cittadinanza».
Oggi infatti l’ospedale, pur
essendo di proprietà della Tavola valdese, è inserito nell’ambito del Servizio sanitario
nazionale: è aperto a tutti e il
suo personale medico e paramedico viene assunto per
normale concorso pubblico.
Ma, per poter proseguire degnamente la sua opera, avvalendosi delle tecnologie più
avanzate e aprendosi sempre
più ai bisogni che emergono
dal territorio, l’ospedale ha
bisogno di urgenti interventi
di ristrutturazione e di ampliamento. I lavori, già iniziati, sono fermi da tempo, a
causa della mancanza di fondi. «Per questo - ha concluso il
presidente Bouchard - abbiamo deciso di rivolgerci a tutta
la città: ai cittadini, ¿Ile istituzioni, agli enti economici e finanziari, per chiedere di aiutarci, anche con poco, a realizzare questo progetto, che può
assumere risvolti significativi
per la città, anche al di là degli
aspetti medico-sanitari.
ilde
L’Ospedale valdese, infatti,
si trova nella zona del quartiere San Salvario, che sta conoscendo complesse problematiche sociali e culturali, di
ordine pubblico e di degrado,
ormai a tutti note. Riteniamo
Angela Tedino Forapani, il pastóre ùiorgio Bouchard e Luigi Stabile
che il rilancio di una strutta-.^
ra, aperta al pubblico, situata
in questa zona, costituirebbe,
oltre che un intervento di)riqualificazione urbana, un segno di attenzione alle particolari emergenze di questo
quartiere».
Al termine dei lavori, grazie alle opere di ampliamento, è intenzione dell’ospedale
dotarsi, tra l’altro, di un Servizio di pronto soccorso: è
evidente che essO potrebbe
costituire un punto di riferimento essenziale, per offrire
una risposta ad alcune esigenze primarie sia della popolazione del quartiere, dove
alta è la presenza degli anziani, sia degli immigrati extracomunitari, qui residenti, e
divenire anche un naturale
punto di ascolto delle dinamiche sociali presenti in quest’area cittadina. Successivamente Angela Tedino Forapani, presidente del Comitato promotore, ha illustrato la
campagna di sensibilizzazione e di comunicazione, rivolta alla cittadinanza: «Il Comitato ha deciso di promuovere
una pubblica sottoscrizione ha detto -, in quanto l’ospedale, essendo una struttura
privata anche se offre un servizio pubblico, non può accedere ai normali ed ordinari
fondi pubblici, destinati ai
presidi ospedalieri. Del Comitato fanno parte esponenti del
mondo imprenditoriale e finanziario, delle associazioni,
delle professioni; condividono
le nostre finalità Alessandro
Galante Garrone, Tiziana Nasi, Gianni Vattimo, che ringraziamo per la disponibilità
ad affiancare la nostra azione. Il successo della campa-,
gna dipende, innanzitutto,
dall’attenzione che riceveremo dagli organi di stampa,
per dare ampia divulgazione
alla notizia».
«Desidero premettere un
dato - ha proseguito Angela
Tedino Forapani la gestione dell’ospedale non presenta
problemi di tipo finanziario,
grazie ad una amministrazio
ne attenta e oculata: un esempio raro nella sanità italiana!
Non esistono, quindi, situazioni pregresse da sanare. Ciò
che verrà devoluto al Comitato, e di cui daremo pubblicamente conto, verrà integralmente e immediatamente utilizzato per migliorare ed ampliare l’Ospedale».
Le opere progettate sono
state ripartite in due lotti. Gli
interventi del primo lotto sono realizzabili entro im armo
dall’inizio dei lavori; la spesa
ammonta a più dì 7 miliardi
e mezzo, di cui 4 sono già
stati assicurati dalla Tavola
valdese, attraverso i proventi
dell’ «8 per mille», e oltre 2
miliardi da un contributo già
stanziato dalla Regione.
Manca, dunque, circa 1 miliardo e mezzo per poter paitire: la raccolta pubblica di
questa cifra è il prossimo
obiettivo. Tutto l’insieme
complessivo delle opere previste è di circa 17 miliardi,
per un totale di circa 3 anni
di lavori ma, per raggiungere
più facilmente questo ulteriore traguardo, è indispensabile realizzare una prima
qualificazione delle attività e
dei servizi dell’ospedale.
La campagna di comunicazione a sostegno della raccolta dei fondi coinvolgerà tutta
la città e la sua area, con il ricorso a diversi strumenti di
diffusione. Già sono stati affissi circa mille manifesti in
punti strategici della città;
verrà inviato, nelle case, un
primo lotto di 20.000 dépliant, con allegato il modulo
per effettuare offerte attraverso il conto corrente postale. Manifèsti e dépliant porteranno indicato sia fi numero
di conto corrente postale (cc
postale 36294106 Torino), sia
il numero di conto corrente
bancario (c/o Istituto Bancario S. Paolo di Torino, ag. 40
cc n. 10/500). Infine, in date
diverse, usciranno annunci
su quotidiani nazionali e periodiciJocali.
Infine ha preso là parola il
coordinatore generale dell’
ospedale. Luigi Stabile, che
ha illustrato gli interventi
stmttùrali e di dotazione tecnologica che si intendono
realizzare, evidenziando i
nuovi futuri servizi e prestazioni, alcuni dei quali sono
già stati in parte avviati, attraverso processi di riorganizzazione attuati nell’ambito delTattuale struttura. Le opere
infrastrutturali prevedono,
oltre all’ammodernamento delle camere di degenza e
ambulatoriali, la realizzazione di nuove sale operatorie.
«La nostra intenzione - ha
poi detto Stabile - eia nostra
speranza sono di riuscire a
realiziare un centro di eccellenza ospedaliera: gestionale,
organizzativo, di attenzione
al malato. Gli indirizzi, lungo
i quali pensiamo di sviluppare le prestazioni dell’Ospedale, sono sostanzialmente tre:
a) l’attività ambulatoriale, finalizzata ad accertamenti
diagnostici integrati, per fornire una rapida risposta bile
esigenze di pronta diagnosi;
b) day hospital e day surgery
(interventi chirurgici eh procedure diagnostiche e terapeutiche invasive o seminvasive, in regime di assistenza
diurna) e assistenza domiciliare, per quelle patologie che
offrano la possibilità di deospedalizzazione; c) ricoveri,
in aree di degenza medica o
chirurgica, dove la tradizionale organizzazione in Divisioni di medicina e chirurgia
generale venga superata da
una più stretta integrazione
fra le unità operative, attraverso équipes interdisciplinari. Tra i settori di chirurgia, a
cui si intende dare un impulso, le prestazioni di chirurgia
specialistica».
Se il progetto procederà nei
tempi sperati, entro tre anni
si dovrebbe aggiungere il Servizio di pronto soccorso. Alcuni servizi dell’attività ambulatoriale e di diagnostica e
alcuni interventi di dotazione
tecnologica innovativa sono,
invece, già stati attivati.
Struttura
SCHEDA TECNICA
■■
Situazione attuale
Piano terreno
Servizio RX
Sezioni di Medicina Generaie
Cardiologia • DH Oncoiogico
Ambuiatorio Medicina
e Chirurgia Generale
1“ Piano
2° Piano
3° Piano
Divisione di Chirurgia
Generale (47 posti ietto)
Saie Operatorie
Divisione Medicina Generale
(45 posti letto)
Situa/ione a seguilo
risti utiurazione o norganizyazone
Servizio RX • C.U.P.
Ambulatori Plurispecialistici
Medicina/Chirurgia, Prelievi,
Diabetoiogia e Dietologia,
Ocuiistica, Gastroenteroiogia, Cardiologia, Angioiogia
Pronto Soccorso
Saie Operatorie D.H. Medico
e Specialistico (10 posti letto)
D.H. Surgery Oculistico
Vascolare (10 posti letto)
Maxillo-facciale • Neurochirurgico
Chirurgia plurispecialistica
ORL • URO • OC (15 posti ietto)
Area di Medicina Generale
e Specialistica (45 posti letto)
Area di Chirurgia Generale
e Specialistica (40 posti letto)
Nuovo complesso Operatorio
VENERDÌ 15 NOVEMBR^Qn^
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Anche poco.
Per realizzare un grande progetto.
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Anche un piccolo contributo ci aiuterà a realizzare un grande progetto.
La ristrutturazione e l’ampliamento deH'Ospedale Evangelico Valdese di Torino.
Per adeguare i nostri servizialle esigenze sanitarie e sociali moderne.
Per prestare cure gratuite'*agli ammalati poveri di qualunque fede.
Per proseguire nella nostra missione, più che centenaria, di solidarietà.
Insieme per fare tanto. Per tutti.
COMITATO PROMOTORE PER LA RISTRUmiRAZIONE
OSPEDALE EVANGELICO VALDESE
TORINO
Il manifesto della campagna di sensibilizzazione
Da «rifugio» a ospedale
Più di 150 anni di servizio
L'Ospedale evangelico valdese di Torino è una delle più
antiche istimzioni ospedaliere della città. L’inizio della
sua attività di solidarietà verso i sofferenti risale a più di
150 anni fa. Infatti nel 1838,
grazie all’iniziativa del pastore Amedeo Bert, il Concistoro
della comunità evangelica torinese approvò il progetto di
un ospedale che potesse accogliere gli evangelici, malati
e poveri, per i quali non era
facile ottenere adeguato ricovero. La limitata disponibOità
economica consentì, nel
1843, di allestire soltanto alcune camere nell’abitazione
stessa del pastore Bert. Fu
qui che, con il nome di «Rifugio», iniziò l’opera di assistenza dell’Ospedale.
Soltanto nel 1871 l’Ospedale evangelico, grazie alla generosità del banchiere svizzero Luigi Long, si trasferì in
una sede propria costruita
sull’attuale area tra le vie
Berthollet, Ormea e Silvio
Pellico. L’incremento della
comunità evangelica, italiana
e straniera, e il buon nome
che l’istituto andava facendosi anche in alti ambienti citta
dini, consigliarono negli anni
ripetuti ampliamenti, aeconipagnati da miglioramenti
edilizi che di attrezzature.
Nel corso della secondi
guerra mondiale l’Ospeddl^
fu gravemente danneggiatij,Ripetutamente colpito dai
bombardamenti del 1942-43,1
dovette dapprima limitarei;
poi interrompere la sua attività. Dopo la fine del conflitti
fu ricostruito ed ampliato. La
ricostruzione fii effettuata'in
parte, per i danni di guelia,
con il concorso del Geniddvile e in parte con un laÉto
del banchiere Carlo Myliua.;
Grazie a questa donazione,fu
anche possibile avviare unj
notevole ampliamento nt®'
diante la soprelevazione di,
un’ala dello stabile.
La crescita della popolazione torinese e il proporzionale aumento della comunità evangelica hanno reso
l’Ospedale, anche nelle sue
attuali dimensioni e strutture, insufficiente per poter rispondere in maniera'adeguata alle richieste di assistenza. Da qui nasce il progetto di ristrutturazione e
ampliamento.
L’Ospedale evangelico negli anni ’40 e, nella foto sotto, come i
tera al termine della ristrutturazione
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¿/Édltor® Sì impegna à corrispóndere il diritto di resa.
. Fondato nel 1848
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Inaugurata sabato scorso alla presenza di autorità locali,
provinciali e regionali, dei parlamentari della zona Merlo e
Passone, la 17^ edizione di Tuttomele a Cavour ha visto su.feito una grande affluenza di pubblico. È un po’ tutto il paele a trasformarsi in una grande vetrina di commercio, agricoltura, spettacoli: tutto ruota intorno a un frutto così semplice come è la mela. In questa edizione è stato raggiunto
un risultato sorprendente: la catalogazione di oltre mille
specialità di mele, provenienti da tutte le zone d’Italia e non
solo. La presenza di delegazioni di Gap in Francia, dell’alta
Valtellina, di gruppi musicali e folcloristici del Sud Titolo e
della Sicilia qualifica e sottolinea il successo della manifestazione che si concluderà domenica 17 novembre.
VENERDÌ 15 NOVEMBRE 1996 ANNO 132 - N. 44 URE 2000
Non mi pare proprio che il
Comune di Ferrerò, approvando le modifiche al regolamento di polizia mortuaria, abbia dato una sistemazione adeguata ai cimiteri (almeno stando a quanto riferisce l’autore della notizia apparsa su L’eco delle valli del
1° novetpbre). Se infatti il
Comune ha inteso riconoscere il carattere «parrocchiale»,
consolidato da secoli, a un
certo numero di cimiteri che
non sono del Comune, non ha
mantenuto «inalterato» il carattere proprio dei cimiteri
valdesi. Infatti «parrocchiale»
è aggettivo che si addice perfettamente alla, locale parrocchia dell’altra confessione religiosa diversa dalla valdese
presente nel territorio comu
CIMITERI VALDESI
«
CONCISTORIALI
»
QIORQIO PEYROT
naie, in quanto per tale confessione per chiesa si intende
o l’edificio 0 l’organismo ecclesiastico di carattere diocesano presieduto da un vescovo, di cui appunto la parrocchia di Ferrerò fa parte. Fer i
cimiteri valdesi, invece, tale
qualifiea è deturpante della
identità della Chiesa valdese
di Ferrerò, nella quale i cimiteri appartengono al Concistoro, organo-ente e persona
giuridica per antico possesso
di stato. I cimiteri valdesi sono sempre stati e sono tuttora
«concistoriali» e non «parrocchiali», piaccia o no al Comune di Ferrerò.
Questa è l’identità di detti
cimiteri, che erano addirittura sorti al tempo napoleonico, mentre prima, per buona
grazia dei Savoia e dei responsabili della religione dominante, i valdesi non pote
Val Pel lice
Un'agenzia
1er integrare
e risorse
Fino dal 1995 la Comunità
montana Val Fellice si è dotata del «Fiano di ecosviluppo
della vai Fellice», che si basa
su una logica di sviluppo territoriale integrato. Fer consentire la valorizzazione integrata delle risorse è necessario un soggetto animatore
dello sviluppo, ovvero quella
che è stata chiamata «Agenzia di valle». Un progetto per
attivare tale agenzia è stato
inviato alla Regione Fiemonte per un finanziamento e un
contributo cospicuo è stato
concesso e sarà confermato
con la presentazione di un
frogetto esecutivo entro la fine del corrente anno. L’agenzia va intesa come punto di
ÎJïdnfronto fra le diverse com-ponenti del sistema economico e sociale, come luogo di
coordihamento delle iniziative e centro propulsore di atti' yità per il lancio di uno sviluppo sostenibile. Fer poter
((Perseguire questi scopi l’a'^^enzia deve essere concreta.ihente organizzata attraverso
il lavoro comune del pubblico
® del privato realizzando per
’^èmpio opere infrastrutturali> occupandosi della gestione
dei servizi turistici e culturali
® di strutture ricettive, orgawzzando manifestazioni pubbliche, partecipando a mostre
6 fiere, occupandosi della gestione di servizi informativi e
telematici, favorendo la promozione e la vendita di prositi e servizi al pubblico.
Primo passo verso l’attivazione dell’agenzia deve essere la
formazione di un comitato
promotore, composto da rapPf^esentanti del pubblico e del
privato importanti per lo sviteppo socio-economico della
''«le. In questo senso gli amministratori e i funzionari
'mila Comunità montana e aleuni operatori turistici si incontreranno il 20 novembre
i rappresentanti delle
m«tà socio-economiche.
Un documento per ì cittadini redatto dagli ospedali valdesi di Torre Fellice e Pomaretto
Una Carta per migliorare ^accesso ai servizi
PIERVALDO ROSTAN
Gli ospedali valdesi di
Torre Fellice e Fomaretto si sono dotati della loro
«Carta dei servizi»; si tratta
di un documento di un centinaio di pagine che da un lato
fotografa lo stato attuale dei
due ospedali, i servizi che vi
si svolgono, individua i responsabili dei vari settori e
nello stesso tempo indica le
linee su cui muoversi per
migliorare il servizio, segnala degli obiettivi, definisce il
rapporto con il cittadino
utente. Franca Coìsson è da
poche settimane presidente
della Ciov e illustra il significato di questo documento:
«La “Carta dei servizi’’ è stata redatta nel corso dell’estate e ora entra nella sua fase
operativa; verrà ad esempio
consegnata agli operatori sanitari di base in modo che
ogni cittadino possa conoscere esattamente quali servizi i
nostri ospedali possono offrire. La Carta ci aiuta anche a
riflettere sul senso stesso dei
servizi, al rapporto operatorecittadino da concepire in modo diverso da quello che
L’Ospedale valdese di Pomaretto
spesso troviamo nella sanità
pubblica, codificando disponibilità e rapporti umani tradizionalmente riconosciuti in
un documento ufficiale».
La Carta consente anche di,
progettare le future realizzazioni, di pensare alle occasioni di miglioramento dei servizi; ogni salto' di qualità verrà
registrato, informando i cittadini delle novità, delle nuove
possibilità: «I nostri ospedali
potranno arricchirsi di nuove
tecnologie - continua la presidente -, offrire una gamma
più vasta di servizi ed è estre
mamente importante che vi
sia informazione costante e
puntuale in modo che ogni
cittadino conosca tutti i servizi di cui può disporre sul territorio».
I due ospedali hanno per altro in atto delle ristrutturazioni; il mutamento degli ambienti porterà a cambiare
l’erogazione dei servizi, cosa
che la Carta dovrà registrare
puntualmente: «L’ospedale di
Torre Fellice - spiega Franca
Coìsson - sta ultimando la sistemazione dei laboratori e
della fisioterapia offrendo gli
attuali servizi in ambienti più
adatti; si sta lavorando per
l’abbattimento barriere architettoniche, senza dimenticare
il problema parcheggi per cui
si dovrà trovare una soluzione. A Fomaretto si sta lavorando al terzo lotto e in contemporanea anche al quarto
finanziato per 1,5 miliardi
con fondi regionali sui Mondiali di sci e per 1 miliardo
con fondi propri. Al termine
dei lavori ci sarà una sistemazione definitiva per la fisioterapia, per i laboratori, per la
radiologia ultimando in sostanza la ristrutturazione».
La Carta dei servizi verrà
distribuita nelle prossime settimane, a tutti gli operatori
che lavorano sul territorio
delle due valli, nei due distretti, in modo che vi possa
essere la massima informazione ai cittadini; naturalmente anche chi si troverà ricoverato in un ospedale avrà modo di conoscere tutti i suoi diritti di malato sanciti dalla
carta e i servizi che può trovare nella struttura. La Ciov
si aspetta anche critiche e
suggerimenti nella costante
ricerca del miglioramento.
Seguire le vicende del giovane tenente
Giacomo Vertu e della sua famiglia,
nel periodo napoleonico, apre una finestra
sul piccolo mondo valdese e sui suoi sforzi per uscire dai ristretti confini del ghetto
in cui è, suo malgrado, costretto a vivere.
Abbiamo visto come il padre si muova
con la collaborazione di altri valdesi impiegati nel commercio per fargli pervenire una somma di denaro che gli consenta
di vivere la sua «prigionia di guerra» in
maniera il meno dura possibile.
Ma le campagne militari di Napoleone
rovesciano la situazione e, a seguito della
pace di Luneville del febbraio 1801, il
nostro Vertu viene liberato e riconsegnato all’esercito francese nel marzo dello
stesso anno. Egli viene riconfermato nel
suo grado da una disposizione del ministero della Guerra di quel mese e assegnato alla piazza di Saluzzo, dove è comandante di piazza un altro valdese,
Giorgio Muston. Qui lo raggiungerà, nel
maggio 1802, urta richiesta del generale
IL FILO DEI GIORNI
IL TENENTE
BRUNO BELLION
Jourdan, amministratore generale che, citando una nota del ministero, gli ricorda
di aver abbandonato il suo posto di prigioniero «dimenticando» di saldare il
conto dell’albergatore Hillebrand che reclama da lui la somma di 3 fiorini e 30
kreutzer, per spese di vitto. Dunque agli
ufficiali napoleonici prigionieri dell’Austria era consentito farsi fornire i pasti da
un albergatore locale. H Vertu sdderà il
debito il giorno stesso in cui ha ricevuto
la comunicazione versando 7 lire di Fiemònte come controvalore. È interessante
osservare come si ristabiliscano rapporti
tra gli stati che consentono il recupero di
somme anche relativamente piccole a favore dei cittadini della potenza sconfitta.
Fuò essere curioso sottolineare che tra
i valdesi arruolati vi è una serie di rapporti che servono non soltanto per far
passare notizie del loro paese d’origine,
ma anche notizie su quel che sta accadendo in Europa, in particolare nella
Francia di cui ora essi si sentono pienamente cittadini. Si scoprono così le prospettive di seguire le spedizioni militari
(fi cui si parla, sia verso Oriente sia verso
Occidente. Per dare una indicazione
dell’atmosfera che si respira alle Valli, si
può segnalare che, in previsione di una
speifizione progettata verso le Americhe,
un valdese imparentato con la famiglia
Vertu, si dice certo che non farà mai più
ritorno alla sua casa. E dal tono della lettera non pare proprio che ciò sia dovuto
al timore del pericolo di una campagna
militare, ma piuttosto la prospettiva di
stabilirsi in quelle lontane terre che offrono prospettive migliori del ghetto.
vano averne. Oggi l’identità
valdese deve essere riconosciuta e consentita anche ai
cimiteri. Possibile che i consiglieri comunali ignorino
questa realtà che da 12 anni è
tutelata dall’Intesa del 21/
2/84, a cui la Repubblica ha
dato piena applicazione su
Lutto il territorio con la legge
n. 449 del 13/8/84? L’art. 2 di
tale legge dispone’ che la Repubblica dà atto dell’autonomia e indipendenza dell’ordinamento valdese, per cui è
evidente che le cose interne
appartenenti alle chiese vaidesi debbono essere regolate
unicamente dalle norme delr ordinamento valdese. H Comune può invece prendere
decisioni nel campo delle
nórme generali.
In Questo
Numero
Per il cittadino
Due nuclei di valutaz.ione interna sono stali istituiti presso l’Ausl 10 al fine
di dare corso operativo
agli impegni presi con la
«Carta dei servizi». Verranno verificati tanto la
corretta gestione delle risorse quanto il rispetto degli standard previsti per le
varie prestazioni.
Pagma II
Bobbio Pellice
prosegue il (fibattito sulle ipotesi di collegamento
con centri francesi. In una
«tranche» di progetti Interreg si parla infatti di collegamento ferroviario a cremagliera per unire i due
versanti alpini. Il Comune
di Bobbio ha chiesto in
proposito uno studio di fattibilità.
Pagina II
Cara Siae...
Là Siae tutela gli autori
musicali (e non solo) ma
pone delle, condizioni a
volte molto gravose per
manifestazioni che non
hanno fine di lucro. E giusto tutto questo?
PAGDSAin,
Elezioni a Pinerolo
. Domenica 17 novembre
si tiene il primo turno delle
elezioni amministrative
che dovranno dare a Pinerolo il nuovo sindaco e' il
nuovo Consiglio comunalé. Presentiamo i programmi e le schede personali
dèi cinque candidati, unitam^te ¿le liste in competizione.
PMJINÈIV-V
lo VORREI...
Le aspettative dei cittadini pinerolesi di fronte
alla scadenza elettorale
elle darà loro il prinn) cittadino.
Pagina VI
8
. K
. '
PAG. Il
Partigiani ai Ticiun in occasione di un anniversario
RICORDATO L’ECCIDIO DEL TICIUN — Malgrado la
giornata non particolarmente favorevole domenica 10 novembre è stato ricordato al Ticiun di Pramollo, con la presenza di partigiani, cittadini e amministratori, l’eccidio di
partigiani operato durante l’ultimo conflitto bellico.
ANCOIU CASSONETTI INCENDIATI — Sono ormai sei i
nuovi cassonetti della carta incendiati nel corso del 1996 fra
Torre Pellice e Lusema San Giovanni; sabato 9 novembre
intorno alle 20 i vigili del fuoco di Torre Pellice hanno dovuto intervenire a spegnere le fiamme che si levavano alte in
un contenitore nei pressi di piazza Muston a Torre Pellice.
L’inutile atto di vandalismo ha gravemente danneggiato il
cassonetto; come al solito gli autori del gesto sono ignoti.
LA CARTA IN MOSTRA — All’Asilo dei vecchi di San
Germano fino al 7 dicembre, dalle 14 alle 17,30, resterà
aperta la mostra «Trovare il tempo e la gioia di lavorare insieme», dedicata a oggetti e scenette create con la carta,
proposta e ideata da Efisa e Franca Beux. Chiunque voglia
provare a giocare con la carta potrà sabato 30 incontrarsi
nei locali della mostra con Franca Beux. È inoltre in previsione una mostra per il maggio 1997 e chiunque, gruppi,
scolaresche o singoli, vogliano proporre dei lavori realizzati
con la carte, dei collages, delle tavole o altro, dovranno far
pervenire la propria adesione entro il 15 marzo 1997. Per
informazioni e visite telefonare al numero 0121-58855.
TRASPORTI NEL PINEROLESE — Dal 1° novembre per
imziativa dell’Assessorato ai Trasporti, la Provincia di Torino ha istituito un servizio di autolinea urbano e suburbano
che interessa la città di Pinerolo e le sue frazioni (Abbadia
Alpina, Baudenasca, Costagrande, Riaglietto, Riva di Pinerolo e Talucco) e i Comuni di Osasco, San Pietro Val Lemina e San Secondo di Pinerolo. Il servizio, affidato in concessione alle aziende Cavourese e Sapav, è stato istituito
con il contributo del Comune di Pinerolo e degli altri Comuni interessati. Le tariffe per le tratte urbane saranno di
1.4(X) lire la corsa semplice con validità di un’ora, 48.000
lire l’abbonamento mensile. È allo studio l’integrazione tariffaria delle tratte suburbane nel sistema Formula.
PENSIONATI E PROVINCIA — La presidente della Provincia, Mercedes Bresso, e l’assessore alla solidarietà sociale, Maria Pia Brunato, hanno recentemente incontrato i rappresentanti dei pensionati aderenti ai sindacati confederali
per l’esame dei problemi della terza età e per studiare nuove possibili forme di collaborazione. La Provincia potrebbe
diventare il soggetto che coordinerà un’attività preliminare
con questi obiettivi: creare una rete di relazioni per i servizi
a domicilio, attivare un numero verde (forse entro l’anno)
con funzioni informative in senso ampio, realizzare una
«banca del tempo» che valorizzi l’anziano come risorsp e
proporre infine soggiorni turistici nelle valli della provincia.
INAUGURATO IL PALAGHIACCIO DJ TORRE PELLI
CE — Con una semplice cerimonia, a cui ha fatto seguito
una dimostrazione di pattinaggio artistico, è stato ufficialmente inaugurato venerdì 8 novembre il palaghiaccio di
Torre Pellice chiuso per quattro anni per i lavori di copertura e adeguamento alle norme di legge. Presenti sindaci e
amministratori, esponenti del mondo dello sport del ghiaccio, gli assessori regionale Angeleri e provinciale Accossato, il presidente della Comunità montana Giorgio Cotta Morandini ha brevemente ricordato la storia della struttura e
sottolineato le potenzialità dell’impianto. La pista è aperta
al pubblico per il pattinaggio il pomeriggio e la sera oltre
alla domenica mattina; chiusura settimanale il lunedì.
STAGE DI DANZA E MUSICA — Con il patrocinio della
Comunità montana e del Comune di Torre Pellice e l’organizzazione della Cantarana, di Mouzico e Dansa d’Oc, si è
svolto alla Foresteria valdese, dal 31 ottobre al 3 novembre,
uno stage di danze e musiche tradizionali. Sono intervenuti
come docenti il direttore del Conservatorio occitano di Toulouse, Pierre Corbefin, lo specialista basco di fandango Patxi
Perez, Pino Gala e Tamara Biagi, ricercatori e etnocoreologi
di danze del Centro Italia. Circa 150 i partecipanti che hanno potuto seguire anche lezioni di organetto e ghironda.
TESI DI LAUREA SULLA MONTAGNA — Il Cai è disponibile a sostenere tesi di laurea riguardanti aspetti culturali
(etnografia, antropologia, beni culturali, tradizioni, ecc.)
presenti nelle zone abbandonate del territorio montano. Il
gruppo «Terre alte» del Cai può offrire supporti di tipo logistico e operativo, garantendo anche la pubblicazione del materiale. Per informazioni scrivere a Gruppo Terre Alte del
Cai, presso la sede centrale, via Fonseca Pimentel 7, Milano.
A P^LI APRONO GLI IMPIANTI SPORTIVI — Domenica 17 novembre aprirà in parte lo skilift Bric Rond; per
l’occasione ci sarà una prova di materiali (sci e surf) organizzata da un gruppo di negozi sportivi di Torino. L’abbonamento giornaliero costerà quest’anno 29.(XX) lire.
Delle Vaii.i mDESi
VENERDÌ 15 NOVEMBRF.
Discussione aperta a Bobbio Pellice
Una cremagliera
tra Italia e Francia?
Il dibattito sui possibili collegamenti transfrontalieri Italia-Francia prosegue in varie
sedi, compresa quella istituzionale; del resto, se si è tornati a parlare di collegamenti
è perché ciò è previsto all’intèrno della seconda tranche di
interventi Interreg e perché
da parte francese è stata avanzata la proposta di un collegamento di tipo ferroviario a
cremagliera. Sui due versanti
proseguono gli incontri e le
verifiche; così, mentre in vai
Pellice la Comunità montana
sta raccogliendo le prese di
posizione, le proposte e le
critiche provenienti dai singoli comuni, il sindaco di Guillestre, Abrard, smentisce in
una lettera inviata al presidente della Comunità montana vai Pellice e al consigliere
regionale Bellion, di avere
mai rilasciato interviste a
giornali italiani {L’eco del
Chisone ndr) esprimendo posizioni sul progetto di collegamento a cremagliera a cui
promette «il proprio sostegno». Ma intanto si sta organizzando un ulteriore incontro per il fine settimana, in
Francia.
Di una certa rilevanza la
presa di posizione dell’amministrazione comunale di
Bobbio Pellice, più volte in
passato a favore di collegamenti transfrontalieri: «Per'
una scelta oggettiva - scrive
il sindaco, Aldo Charbonnier
- si impone un impegno serio
almeno per uno studio di fattibilità a tutto campo sulle varie ipotesi avanzate nel tempo. Tale studio deve basarsi
su: ricaduta economica sulle
aree geografiche transfrontaliere cointeressate; fattibilità
tecnica, economica e ambientale dei vari progetti». In sostanza da parte della giunta di
Bobbio si prospettano due
possibilità: «ipotesi di valore
strettamente locale: cabinovia
Bobbio-Abries e cremagliera
sulla stessa tratta; ipotesi di
valore interregionale: estensione della rete ferroviaria di
collegamento tra le Ferrovie
di stato italiane e francesi, il
cosiddetto traforo turistico».
Il Comune di Bobbio chiede in sostanza uno studio di
fattibilità che valuti molte
ipotesi: traforo turistico stradale, collegamento viario a
cielo aperto, collegamento
ferroviario fra le due reti nazionali, cabinovia, cremagliera e relative ricadute economiche sul Pinerolese. «Tutte le proposte - conclude Aldo Charbonnier - non devono
comportare nuovi insediamenti o infrastrutture consistenti in zone di montagna,
puntando piuttosto a ridurre
lo scompenso fra flusso turistico estivo e quello invernale. Bisognerà infine valutare
la capacità di dare concrete
risposte all’aumento di flusso
turistico per quanto riguarda
la realizzazione di strutture e
infrastmtture».
Intervista a Giovanna Purpura Calvetti
Donne consigliere
nei Comuni delle Vali
Tre sole donne candidate a
sindaco nel Pinerolese nelle
elezioni comunali del 1995,
nessuna eletta; per Giovanna
Purpura Calvetti furono solo
8 i voti che separarono il neosindaco Giorgio Bonis dalla
candidata della seconda lista’
di Pomaretto. Una manciata
di voti fece sì che mentre un
gruppo politico si accingeva a
governare il paese, l’altro fosse relegato al ruolo di opposizione. A oltre un anno di distanza si può tentare un bilancio della vita amministrativa
«secondo la minoranza».
«Fin dalla costituzione della lista - spiega Giovanna
Purpura - ho cercato di documentarmi sul ruolo deir’amministrazione; mi è parso subito evidente il rischio, a causa della nuova legge elettorale, di veder concentrati troppi
poteri nelle mani del sindaco.
Il risultato elettorale ci ha penalizzati e abbiamo iniziato il
nostro impegno in Comune
dai banchi dell’opposizione:
inizialmente c’è stata una forte tensione nei rapporti; i nostri suggerimenti non sono
stati recepiti malgrado la nostra volontà propositiva. Fra i
punti che ci hanno visti maggiormente impegnati c’è stato
il progetto di ampliamento del
ponte sul Germanasca: abbiamo cercato in ogni modo di
salvaguardare gli insediamenti abitativi presenti che vedrebbero il ponte passare a 7
metri dalle loro porte. A un
Stui
co
ymuu !>iumu nMicÌfiiJ -rfainO
avere opinioni unanimi risa it la t
to alla Provincia ma negli i - è stat
timi tempi il sindaco haac4 ^nessu
tato quanto proposto dai ul krealm
nici della Provincia facendo r\4bbiai
forte di un pronuncianisié ■'"■"'Chi c
del Consiglio che in realtà^ fi
aveva visti perplessi». T oUetti
Sembra dunque esserd| |, -|nedi
comunicabilità fra le|aii | Epp
«In realtà - continua Gion ‘i’ di mei
na Purpura — abbiamo^a^ Iiì gempi
anche momenti di ‘ ^ male?
zione; penso in particoh è la
alle manifestazioni legatei ^'c’è la
gemellaggio con il Comm ifti
francese di Mirabel-et-B^ ' litàde
cons che ha prodotto imeré sto en
santi iniziative». Ci avviti scopo
niamo alla fase di red^ioj i'^ioè 1
del bilancio preventivo pai ,-quindi
1997, sul quale la minorai
vuol dire la sua; «AbbitiM':- pront
già avuto delle anticipatiti j .avrei (
__ rime» cinr»r»rQ BLi •
- dice ancora Giovanna P®
pura -; si profila un dìsctxm
zo ed è stato anche coinvolti
nella discussione un comi
gliere di minoranza: Non m ,i
piamo però come proseguid, '
la discussione». C’è un pi»,
getto che vorreste assoluta'
mente veder inserito fra It
opere prioritarie? «Sono utgenti lavori di sistemazk^ f
quest
mino,
compì
tassà 1
lì mi
certo
l’arte
dividu
nessui
to,di c
ciagol
sia un
della viabilità come la realfe
zazione di un parcheggiop
l’ospedale - conclude il»
pogruppo di minoranza-‘jd
augureremmo però un nu^
giore coinvolgimento di grupj
pi e cittadini nelle sceM
dell ’amministrazione».
Ausi 10: «nuclei» di valutazione interna
Uno strumento
Per un mese a Luserna San Giovanni
a garanzìa del servizio
Con l’intenzione di non lasciare sulla carta gli impegni
verso il cittadino e gli obiettivi dichiarati nella «Carta
dei servizi», il commissario
dell’Ausi 10, Enrico Bighetti,
ha istituito due specifici nuclei di valutazione interna
dell’azienda. Innanzitutto un
primo gruppo di funzionari
che fa parte del cosiddetto
nucleo di valutazione-controllo interno, che risponde
direttamente al direttore generale e che relaziona periodicamente dell’attività svolta.
Questo gruppo verifica la
realizzazione degli obiettivi,
la corretta ed economica gestione delle risorse, l’imparzialità e il buon andamento
dell’azione arnministrativa;
ha libero accesso a tutti i documenti amministrativi e deve ottenere risposta a qualsiasi necessità di informazioni
presentate ai vari responsabili
dei servizi.
Il secondo nucleo di valutazione, coordinato dal dottor
Angelo Grillo, responsabile
del dipartimento di Salute
mentale dell’Ausl 10, ha invece un altro specifico obiettivo; la verifica del rispetto
degli standard delle prestazioni sanitarie realmente fomite
in rapportò a quelle dichiarate
attraverso la «Carta dei servizi», nonché l’analisi dei cosiddetti «processi critici» ovvero dei servizi che presentano particolari problemi, già
individuati nella «Carta», e la
successiva collaborazione
con gli stessi operatori dell’azienda nel perseguire e
raggiungere soluzioni idonee.
Quella del nucleo di valutazione degli impegni assunti dall’azienda attraverso la
«Carta dei servizi», è un’esperienza pilota innovativa a
livello nazionale, recentemente portata a modello dalla
Regione Piemonte al ministero della Sanità. Si tratta infatti di iniziative che, ancorché
previste nella normativa di riferimento, non hanno ancora
trovato applicazione pratica
nell’ambito di aziende sanitarie e ospedaliere. Una nuova
forma di garanzia del cittadino che le associazioni di volontariato hanno dichiarato di
apprezzare e che, come nel
caso del Tribunale dei diritti
del malato, si sono impegnate
a sostenere con ìa collaborazione di appositi gruppi di
cittadini volontari.
Cercando la «globalità
dei linguaggi»
Per circa un mese, dal 12
novembre al 3 dicembre, a
Torre Pellice e Luserna San
Giovanni saranno attivati laboratori, si svolgeranno mostre e feste per promuovere
un viaggio tra se stessi e il
mondo, secondo la metodologia della globalità dei linguaggi, a cura degli operatori
del Ciao. Il laboratorio dedicato all’udito sarà nella sala
mostre, la sala d’arte e l’auditorium di Lusema San Giovanni, per costruire stmmenti
musicali, giocare con la voce,
ascoltare musica, in previsione di un concerto. Il laboratorio che propone il viaggio intorno al tatto sarà nella sala
Paschetto del Centro culturale
valdese a Torre Pellice e consentirà di sperimentare percorsi tattili, abitare sculture.
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via Nazionale, 41-10069 Villar Perosa (To)
lasciare impronte. Della
si occuperà il laboratori!
ospitato dalla succursale dell
scuola media di Lusema "
Giovanni per costruire di
sitive, dipingere con wit
tecniche, proiettare immagifl
Chi vuole combinare esser®
profumate, preparare sacchut'
ti aromatici, riconoscersi ‘
traverso l’olfatto potrà and®
al laboratorio che si troW
presso la Foresteria valde^
di Torre Pellice; infine s
al gusto nel laboratorio
tato dal Ciao di Torre
via Volta 5, dove si cuciB®
per trasformare, assaggi^
riconoscere i propri gusti. Ti*
i progetti legati ai labora
ci sono inoltre rorganizz®®®"
ne di due feste (sui cibi W®"
sicani e su quelli della OOsW
valle, accompagnati da suo®
e musiche locali), una inos
fotografica e un mercatino
odori e profumi. L’appuo*
mento per tutti è dunque f
martedì 12: i gruppi po'
accedere ai laboratori
9,30 alle 12,30 e dalle
16 tutti i giorni (esclusi
to e domenica), la po]
ne potrà frequentare i
tori solo il pomeriggio
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L’Eco Deue Valli ValdESI
Via dei Milie, 1 - 10064 Pinero'“
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tei. 0121-323422; fax 32M31
redazione Torre Pe''"^»o
tei. 0121-933290; fax 9324tW
Sped. in abb. post./SO
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Reg. Tribunale di Pinerolo n.
Resp. ai sensi di legge Piera cg^
Stampa; La Ghisleriana
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Studio la cultura popolare e
con altri appassionati suo•niamo e portiamo nelle piazze la musica che ci piace, che
è stata creata da tanti e da
nessuno; siamo un gruppo
(realmente sconosciuto, non
Abbiamo nemmeno il nome.
Chi ci'chiama per suonare
non fa mai pagare alcun biglietto: non ha quindi alcun
fine di lucro. Eppure...
Eppure lavoriamo sempre
di meno. I «no, grazie» sono
sempre di più. «Suoniamo
male?». «No, siete bravissimi
-- è la risposta - ma sapete:
c’è la Siae». A questo punto
mi sono informato sulle finalità della Siae e ne sono rimasto entusiasta! Pensate: il suo
scopo è la tutela degli autori,
cioè la base dell’arte. Ho
quindi deciso di iscrivermi a
'questa società. Mi è stato
prontamente risposto che
avrei dovuto superare un esamino, una formalità, come
compositore, e poi pagare una
tassà annuale di iscrizione. E
lì mi sono bloccato, e non
certo per la tassa, ma perché
l’arte è un fatto di libertà individuale e collettiva e quindi
: nessuno può aiTogarsi il diritto, di dire che gridare a squarciagola tre monosillabi non
sia una composizione artistica. Perciò rinunciai ad iscrivermi, pensando che richiedere un esame per essere giu. dicati artisti fosse davvero
uno strano modo di tutelare le
forme d’arte.
Continuai così a comporre
musica non tutelata e ad ese. guire brani di altri autori ano' Itimi. Ma la storia che poteva
smbrare conclusa era invece
appena iniziata. Infatti appresi che chiunque si fermi a fischiettare all’angolo della
strada, o anche a casa sua,
con 0 senza pubblico, deve
prima passare alla Siae a pagare i diritti d’autore. Ma di
quale autore? Sia quello affermato che quello che non
esiste, 0 quello sublimato.
Data l’assurdità della regola
suddetta, nei fatti viene temperata. Si chiudono non uno
ma entrambi gli occhi con gli
imbianchini, che tradizionalmente cantano eseguendo il
loro lavoro accompagnandosi
col movimento del pennello,
ma mai e poi mai con i cori,
dato che il fatto è commesso
in concorso da più persone.
Tutti zitti dopo cena! Chi can-,
fa accompagnandosi con la
chitarra dopo una cena può
■ mettere nei guai non solo lui,
ma anche l’inconsapevole
proprietario del ristorante.
Ogni manifestazione di arte o
pensiero (musicale, teatrale,
cinematografica o libraria)
deve pagare all’Autore i suoi
^tti, anche se l’autore non è
iscritto alla Siae o è scono
sciuto. Se gli autori sono noti
e indicati dall’esecutore, andrà loro una parte non elevata
di quanto ricavato dalla Siae,
se invece non sono noti, beh,
allora... allora che cosa?
«Fermo restando il principio
che i diritti d’autore vanno
sempre pagati per ogni manifestazione, se gli autori sono
sconosciuti i versamenti saranno destinati “ad altri fini’’». Ma quali altri fini, mi
scusi, illustrissima società? Se
tutelate gli autori il fine può
essere solo quello, non potete
destinarli alla costruzione di
una tangenziale! Non ci pensai su: l’osservazione era acuta e sicuramente la esprèssi
chiaramente perché dopo un
po’ la Siae rispose: «Fermo
restando che per ogni manifestazione o spettacolo i diritti
d’autore vanno sempre versati, se gli autori sono sconosciuti, i soldi saranno devoluti
agli orfani degli autori conosciuti»! Di fronte agli orfani e
alle opere pie mi airesi, come
mi arresi a suo tempo di fronte airOnmi.
E se gli autori, sebbene noti, sono stranieri, come la
mettiamo? Anche qui vi fu
una puntuale risposta: saranno versati alla corrispondente
Società straniera, decurtati
delle spese. E non avemmo
problemi, finché non invitammo il gruppo di musica popolare sudamericana: là purtroppo non esiste la Siae.
In conclusione, cara Siae,
dovresti cercare di riformarti,
e non solo per comodità nostra, ma per rispettare appieno quelle che sono le tue finalità, tutelando davvero gli
autori ma tutelando anche chi
è ancora convinto che l’arte
debba soprattutto servire allo
spirito e non al tuo portafoglio. Ti proporrei alcune riforme, per esempio: fare una
netta distinzione fra spettacoli di gruppi noti da quelli di
gruppi sconosciuti, non solo
differenziando la tassa, ma
anzi favorendo la messa in
scena degli spettacoli dei secondi, versando, anziché esigendo, una tassa agli organizzatori: ciò signiifica anche
che la Siae dovrebbe allargare la sua tutela agli esecutori
(attori e suonatori); abolizione di esami di ammissione e
tasse di iscrizione; abolizione
dellà tassa per gli spettacoli a
ingresso libero e differenziazione della tassa per gli spettacoli a pagamento, a seconda del fine perseguito; distinzione fra gli spettacoli su un
palcoscenico e/o che usano
apparecchi di amplificazione
e spettacoli per la strada o seduti su uña sedia; abolizione
di tasse sulle musiche di autori anonimi o non più tutelati; favorire le minoranze etniche detassando le loro manifestazioni.
Assemblea Delle Corali Del I Distretto Concerti e attività nel periodo novembre-dicembre 1996
I6 nov. ore 21: La eorale di San Germano offre un eoncerto nel tempio di Torre Pelliee.
3Dnov ore 21: La corale di Rorà offre un concerto nel tempio di Rorà.
1“ die. ore 10: La corale di Lusema San Giovanni partecipa al culto e visita gli ospiti dell’Asilo valdese di San Giovanni nel pomeriggio.
6 die. ore 21: Il coretto di Torre Pellice offre un concerto nel tempio di Torre Pellice.
H die. ore 21: La corale di Torino offre un concerto con la par- 'tecipazione di altri due cori nel tempio di corso Vittorio,
die. La corale di Torre Pellice partecipa ci pomeriggio . comunitario prenataliiio.'
72 die. ore 21: La corale di Villar-Bobbio Pellice offre un concer- to di Natale nel tempio di Villar Pellice.
28 die. ore 21: . . l Le corali della vai Germanasca offrono un «Con- certo natalizio» nel tempio di Pomaretto.
PIERVALDO ROSTAN
L5 impressione è veramente quello di una casa famiglia dove tutti sanno
gioire per un avvenimento
positivo e intristirsi in occasioni meno piacévoli; parliamo della Casa per anziani
Miramonti di Villar Pellice,
nata come tale su volontà
dell’assemblea di chiesa nel
1979. L’edificio, di proprietà
del Concistoro valdese, era
allora una casa per ferie utilizzata però in un periodo di
tempo limitato, in estate: a
fronte di ingenti lavori di ristrutturazione si decise di dar
vita a una Casa per anziani.
«C’erano molte persone anziane che pur essendo ancora
abbastanza autosufficienti non
èrano più in grado di vivere
da sole oppure vivevano molto isolate in case periferiche spiega la direttrice, Italia Cairus -. Con la decisione di dar
vita a questa struttura l’assemblea di chiesa si assunse
anche l’impegno di sostenerne l’attività con un’attenzione
particolare verso quelle persone che non fossero in grado di
pagare interamente la retta».
Oggi la Miramonti ospita
25 persone, in gran parte provenienti dall’alta vai Pellice:
di loro si occupano IO persone dipendenti oltre ad alcuni
volontari iscritti all’associaziqne evangelica di volontariato; molti membri di chiesa
rispondono volentieri in occasione di particolari lavori, dalla manutenzione ordinaria al
taglio della legna.
Un buon numero di ospiti è
ancora autosufficiente ma per
molti occorre un’assistenza
assidua essendo solo parzialmente autosufficienti. All’interno della casa vengono organizzate varie attività: «Una
volta la settimana - prosegue
Italia Cairus - abbiamo il culto; ci sono poi dei volontari
che aiutano gli anziani nel cucire 0 lavorare a maglia, si
praticano giochi di società, si
hanno dei momenti di ginnastica dolce, incontri con gruppi di attività delle chiede delle
valli. Nella bella stagione si
fanno gite, potentate dove gli
ospiti stessi aiutano nella preparazione per non parlare della giornata che si organizza
d’estate che coinvolge tantis-simi volontari e naturalmente
è una festa per tutti».
La Casa è, come si è visto,
scelta e proprietà della locate Chiesa valdese e il pastore
è presidente del comitato di
gestione. L’attuale pastore,
Gianni Genre, dopo aver esercitato il proprio ministerio pastorale fuori dalle Valli, si è
trovato ad occuparsi di questa
struttura anche nei suoi aspetti
gestionali: «Non nego di essere stato perplesso, all’inizio,
rispetto di’impegno diaconale
che te chiese delle Valli portano avanti - dice Genre - mi
sembrava che ci fosse un eccessivo peso della diaconia rispetto alla predicazione. Ho
cambiato abbastanza rapidamente idea nel senso che queste Case per anziani che rispondono direttamente alla
chiesa locale svolgono un
ruolo importantissimo anche
come testimonianza e i membri di chiesa avvertono queste
opere diaconali come realtà
loro: c’è in sostanza un forte
radicamento nella comunità
assai oltre la, parteèipazione al
culto domenicale. Direi però
che il radicaménto riguarda
Finterò paese perché l’opera
viene vissuta; non come confessionale ma al servizio di
tutta la comunità civile».
C’è un impegno diretto del
Concistoro nel sostegno economico alla vita della casa
Miramonti? «Ci rendiamo ,
conto - aggiunge il pastore che te rette, per coprire interamente i costi di gestione sempre più elevati rischierebbero
di diventare insostenibili per
chi ha una semplice pensione;
cerchiamo dunque di sensibilizzare là gente, i parenti degli
ospiti e nel contempo cerchiamo di organizzare iniziative
di autofinanziamento. Non
dobbiamo dimenticare che costantemente ci troviamo di,
frónte alla necessità di nuovi
interventi, spesso assai onerosi, per l’adeguamento delle
strutture e degli impianti». /
Pur cercando di non gravare troppo sugli anziani, te rette oramai si aggirano sul milione e 400.000 lire, con alcune differenziazioni che tengono conto delle diverse condizioni degli ospiti. Dietro l’angolo anche' una novità nella
direzione: la signora Cairus
lascerà presto e veffà sostituita da Silvia Geymet, un passato all’Asilo valdese di San
Giovanni e da sette anni alla
Miramonti, una dimensione
più piccola che dà alla Casa
la dimensione familiare che
molti hanno avuto modo di
apprezzare. <
Posta
Ricordo
di Delia
Il vuoto che la morte improvvisa di Delia Michelin
Salomon ha procurato in noi,
e in chi con tei ebbe rapporti
di lavoro e amicizia, sarà colmato dalla comunione che si
ha con chi ci ha lasciato. La
comunità di Villar Pellice con
larga partecipazione al servizio funebre svoltosi il 31 ottobre ha attestato la sua solidarietà alle figlie e parenti e
testimoniato la sua riconoscenza per il servizio di Delia
come diacona.
Noi la vogliamo ricordare
quando frequentava l’École
d’'économie dortiestique a
Marcelin (Svizzera), dove sf
preparava come futura collaboratrice e insegnante per la
nascente Scuola di agricoltura
e di economia domestica ai
Monnet di Lusema San Giovanni intorno al 1950, dove
rimarà per diversi anni.
All’Asilo dei vecchi di San
Germano Chisone come direttrice, chiamata nel momento in cui suor Velia Bosco lasciava l’istituto, vi rimase per
non meno di tre lustri, e si
diede senza misura di tempo
ai compiti che in quegli anni
si richiedevano alla direttrice
anche nel campo dell’assistenza agli anziani e morituri.
Possiamo affermare che tei
è stata forse l’ultima direttrice di nostri istituti, avviati ormai alla loro trasformazione
strutturate, a spendersi come
sapevano farlo te diaconesse.
La specifica inclinazione di
Delia all’assistenza di anziani
verrà poi spesa, all’indomani
del suo pensionamento, come
volontaria alla Casa Miramonti di Villar Pellice. Delia
è stata un esempio di come si
può servire il prossimo con
sentimento di allegrezza spirituale fortemente presente in
lei. Le siamo riconoscenti e
con noi molti altri.
Doretta Casini, Antonio
Kovacs - Torre Pellice
im
arredamentr
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - « 0121^01712
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FA VIVERE LA TUA CASA
«Vaudois»
0 «valdais»?
Fra le varie pubblicazioni
della Regione Piemonte, assessorato al Turismo, Sport e
Tempo libero, tutte con belle
illustrazioni e veste elegante
e in varie lingue, allo scópo
di attirare visitatori alla nostra regione, ho avuto occasione di scorrere il fascicolo*
«Montagna amica» nell’edizione in lingua francese, e da
questa ho imparato che in
Piemonte vi sono te «Vallées
Valdaises» abitate da gente di
«Religion valdaise».
Ho sempre tradotto in francese il nome «valdese» con
«vaudois» ma ora ho imparato che noi siamo in francese
dei «valdais» e non dei «vàu‘dois», il che conferma la nostra origine dal termine geografico valle (abitanti di una
valle), anziché da Valdo.
Osvaldo Coisson
Torre Pellice
DIACONIA — Domenica 17 novembre la colletta sarà dedicata da tutte
te chiese alla diaconia in
occasione della giornata
omonima.
ANGROGNA — La
prossima riunione quartierale sarà alle 2Q,30 di
martedì 19 novembre al
Martel. Domenica 17 novembre alte 10 assemblea
di chiesa con all’ordine
del giorno: carrellata sui
lavori del Sinodo, informazioni sugli stabili, elezione di un anziano/a.
BOBBIO PELLICE
— Domenica 17 novembre il culto sarà in francese. La prossima riunione
quartierale sarà il 19 novenibre, alte 20, ai Campi.
LUSERNA SAN GIOVANNI ■r- Riunioni quartierali: giovedì 14 novembre ai Peyrot, venerdì 15
agli Airali, lunedì 18 a
Bricherasio. Mercoledì si
tiene lo studio biblico a
cura del pastore Berutti.
PERRERO-MANIGLIA: L’Unione femminile si trova alte 14,30 di
martedì 19. Riunioni quartierali: mercoledì 20 alle
15 località Bessè^e alle
20.30 a Ferrerò; giovedì
21, alle 15, a Forengo.
POMARÉTTO — Riunione quartierale giovedì
14 alle 15 Inverso Paiola.
PRALI — La prossima
riunione quartierale si
terrà, lunedì 18 novembre
alle 20 a Ghigo e martedì
19 alte 19,30 a Villa.
TORRE PELLICE —
Le prossime riunioni
quàrtierali si tengono venerdì 15 agli Appiotti alle
20.30 e martedì 19 alte 20
ai Simound.
VILLAR PELLICE —
La prossima riunione
quartierale sarà lunedì 18
novembre all’Inverso.
VILLASECCA —
L’Unione femminile si ritrova giovedì 14. Domenica 17 si svolgerà l’assemblea di chiesa per la decisione della cura pastorale
per i prossimi sette anni.
Riunioni quartierali: martedì 19 novembre alle
14.30 in località Trossieri
e alle 20 a Villasecca,
mercolectì 20 alle 20 in località Trussan, giovedì 21
alte 20 alla Roccia.
14 novembre: dalle 16,30,
in piazza Verdi, Alberto Barbero incontra i cittadini; con
lui i candidati delle liste che
lo sostengono.
15 novembre: dalle 16,30
Alberto Barbero e i canditati
delle liste che lo sostengono
incontrano i cittadini al bar
Tiffany per raccogliere indicazioni e chiarimenti sul programma.
Usato garantito
Sviluppo © stampa
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10
PAG. IV
YAÌII \MJ)ESI
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¡aie èlézionì
In vista delle elezioni comunali abbiamo chiesto...
Età: 42 anni.
Lavoro; docente universitario.
Figli: Gianfranco, 7 anni.
Hobby: numismatica.
Ultimo libro letto: La città (;lel
sole di T. Campanella.
Ultimo film visto: Bàlia col lupi, di K. Costner.
Mezzo di'trasporto preferito;
automobile.
Tel; 0336-726000.
Mario Ardizzoia
Sono un professionista non iscritto ad alcun partito politico.
Intendo amministrare la città con le stesse modalità con cui si
opera nel mondo del lavóro, ossia con razionalità e buon senso,
senza esagerare nella pianificazione sterile e nei progetti farao- '
nici. Il mio impegno per la cittadinanza mi costerà una fatica fisica ed economica sicuramente notevole. Quindi non vado alla
ricerca di consensi più o meno facili, ottenuti con proposte deni^gogiche o con promesse irraggiungibili ma mi propongo
semplicemente per quello che sono. Ritengo che la mia candidatura rappresenti una sfida alle regole classiche della politica
e spero che i cittadini laTnteipretino come tale.
In merito all’apparentamento politico che mi sostiene, io mi
dichiaro perfettamente in linea con il pensiero del centro-desha. Penso inatti che essere di centro-destra significhi cercare
di risolvere i problemi che via via vanno affrontati, dando il
m^simo spazio all’iniziativa privata e soprattutto sfruttando il
più ^ssibile le potenzialità degli individui. Sono perfettamente
sensibile alle problematiche delle classi più deboh, ma ritengo
\che queste non possano essere risolte con la cultura dell’elemosina ma vadano ag^edite alla base, creando posti di lavoro e
migliorando le condizioni di quelli già esistenti. In quest’ottica
-credo che sia necessario favorire in tutti i modi, pur nel rispetto
delle leggi ed evitando le speculazioni, qualunque attività imprenditoriale, sia che questa provenga dall’estemo sia, ancor
megho, che questa nasca dalla città stessa.
Per quanto concerne le attività dirette del Comune, mi propongo di oper^e coniconcretezza. I problemi da affrontare in
modo prioritario sono: riordino della macchina comunale; allestimento dei posteggi in vista della realizzazione di una vera
isola pedonale nel centro storico; lancio dell’area industriale;
miglioramento dello stato delle strade urbane e del loro arredo;
realizzazione definitiva dei collegamenti autostradali e ferroviari con la città.
Alberto Barbero
Età: 55 anni.
Lavoro: insegnante di italiano
e storia.
Figli: Marco (29 anni) e Luca
(27 anni).
Hobby: montagna e lettura.
Ultimo libro letto:// signor Mani, di A. Yehoshua.
Ultimo film visto: Sostiene Pereira, di R. Faenza.
Mezzo di trasporto: in città le
gambe; mezzi pubblici.
Tel: 795064 (scuola); 321771
(casa).
Chiedere un voto ai cittadini per anuninistrare la città è impe-gnativo. La situazione sociale ed economica è tale che chi si
presenta come detentore di formule risolutrici non è credibile.
Conosco la città e so che occorrono idee, energie, risorse per
dare risposta ai suoi problemi. Ma non è pensabile ricondurre e
ricercare la soluzione solo all’intemo della città stessa. Pinerolo vive in un tessuto di rapporti che non possono essere trascurati. Localismo, campanilismo e autarchia non hanno spazio nel
mio programma. Nessuna città è un’isola.
Pinerolo deve avere ben presente questo principio per poter
essere capofila del Pinerolese, per sviluppare le potenzialità
economiche, culturali, paesaggistiche, ambientali. Questo per
Pinerolo è un dovere, ma anche una risorsa, occasione di sviluppo, di lavoro, di costruzione di identità sociale e culturale.
La qualità della vita dei cittadini non è tutelata là dove c’è
degrado economico, sociale e culturale. Per questo sottolineo
che uno sviluppo complessivo di area in termini economia sostenibile è la condizione per potere costruire una città aperta alla solidarietà, in cui si possa abitare e vivere. Per questo occorre una politica per il lavoro, per la cultura e il turismo, per i servizi, per la partecipazione e la responsabilità dei cittadini.
Il mio progranma parte dall’assunto che «tutti i cittadini sono uguali» per diritti, ma «non tutti i cittadini sono uguah» nei
fatti e che pertanto occorre lavorare per dare a tutti uguali opportunità. Chi mi conosce sa che queste non sono'solo parole.
La mia esperienza politica e amministrativa si sostanzia infatti
della coerenza e della passione con cui ho cercato di perseguire
questi principi e questi valori. È stato un percorso costruito con
tpti anùci e compagni di strada. D’altro canto se non mi sentissi radicato in questa tradizione non mi sarei candidato a sindaco. Credo nella responsabilità individuale che si traduce in
impegno quotidiano, non credo invece nel «leaderismo»
dell’individuo che presume di risolvere e decidere da solo. Per
questo chiedo il voto di coloro che vorranno «affaticarsi» con
me: per Pinerolo.
Elvio Rostagno
Età; 35 anni.
Lavoro: architetto libero professionista.
Figli: 2 figlie, di 7 anni e di 9
mesi.
Hobby: la bicibletta (quando
posso).
Ultimo libro letto: Sull’amore
di Hermann Hesse.
Ultimo film visto al cinema: Il
Re leone.
Mezzo di trasporto preferito:
auto e bicicletta.
1) La qualità della vita. Pinerolo deve ispirarsi alle più avanzate città europee per quanto concerne la qualità della vita e dd
servizi, essa va analizzata in tutti gli aspetti: dalla viabilità ai
tempi della città, dall’ambiente (la città, il verde) alla collocazione dei servizi, dallo sport a tutte le proposte per il tempo libero, dalle prospettive economiche per quanto concerne il lavoro alle proposte cul|turali per far crescere la comunità, ecc.
2) L’economia possibile. L’aìnministrazione lavorerà per il
^turo della città, i cui presupposti positivi si creano solo se si
individuano serie e concrete opportunità di sviluppo economico
territoriale. Con la collaborazione degli altri ènti territoriali,
delle organizzazioni di categoria e sindacati si strutturerà un
progetto economico che impegnerà in modo unitario i vari enti
nel prossimo futuro. Un’attenzione particolare dovrà essere posta al settore «non profit» che rappresenta una duplice risorsa
per l’aspetto economico occupazionale e per il grande contenuto in termini di valori sociali e culturali.
3) La città dei piccoli. Una città socialmente avanzata deve
prestare una particolare attenzione ai soggetti più deboli. Investire sulla qualità della vita dei bambini e di conseguenza della
famiglie equivale a investire sul futuro benessere della nostra
' città. Ci sono momenti della vita come la malattia, la morte, la
solitudine che colpiscono tutti, i ricchi come i poveri. Una città
viva e attenta non può lasciarli vivere nell’indifferenza. «Pinerolo, la città dei piccoli» sarà un laboratorio di iniziative anche
nell’ottica della prevenzione al disagio. Un tema importante sia
culturale e, di conseguenza, per i risultati ottenibili in termini di qualità della vita, sia per le possibili e non
trascurabili prospettive economico-occupazionali.
i 4) L’efficienza dei servizi. Le prospettive proposte dal presente programma sono realizzabili solo se la «macchina comunale» si adegua ai livelli di efficienza delle attività private. Perché questo accada sono necessari investimenti in formazione
del pmonale, in scelte strategiche della sua organizzazione, in
dotazione di sistemi avanzati. Efficienza dei servizi sarà la sfida di questa amministrazione comunale.
Livio Trombotto
Età: 52 anni.
Lavoro: funzionario Coldiretti
in pensione; consulente tributario.
Figli: Daniela, 28 anni, e Andrea, 22.
Hobby: il gioco delle carte,
«Belotte».
Ultimo libro letto: Pinerolo tra
cronaca e storia, di G. Visentin.
Mezzo di trasporto preferito:
automobile.
Tel. (municipio): 361111.
1 messaggio elettorale che il movimento «Insieme per Pinerolo» propone agli elettori è semplice: «Fuori dai partiti, dentro la
città».
Siamo un gruppo che è rappresentato armonicamente da candidati con esperienza amministrativa (6 su 25) e da candidati
nuovi che porteranno la loro competenza professionale e sociale maturata in tutti i settori che animano la comunità.
Chiediamo il voto per completare un lavoro impostato di lunga programmazione e confidiamo di offrire ai pinerolesi alcuni
elementi essenziali di sviluppo di un’area in crisi economica.
Questi elementi possono essere:
1) può partire l’area industriale come Polo integrato di sviluppo creando a regime un certo numero di posti di lavoro;
2) andranno completate alcune opere pubbliche del settore
sport: palazzo del ghiaccio, piscina, tennis, bocciodromo, iniziate nell’amministrazione passata;
3) dovremo caratterizzare questi 4 anni puntando al recupero
del patrimonio storico-culturale: Palazzo Vittone, Palazzo degli
Acaja, Casa del Senato, Chiesa S. Maria Liberatrice
(Sant’Agostino), Teatro sociale.
Le priorità non sono predeterminate, ma andranno verificate
in base all’interesse della città coinvolgendo la gente.
j^drà svolto con incisività il ruolo della città quale polo catalizzatore dell’area pinerolese con offerta di servizi sovracomunali, con intensificazione delle iniziative di richiamo, per
caratterizzare anche dal punto di vista turistico la nostra Pinerolo.
1^1 poco spazio rimasto ritengo fondamentale offrire tranquillità 4i pinerolesi assicurando che verrà mantenuto lo stato
dei servizi in atto nel settore sociale, puntando a migliorare e
razionalizzare, non a togliere!
Età: 49 anni.
Lavoro: Insegnante in pensio,;
Stefano Drago
ne; scultore.
Figli: Alice, 18 anni e CamiflQ
8 anni. |
Hobby: alpinismo. , ,
Ultimo libro letto: Alle porti
d'Italia dì E. De Amicis.
Ultimo film visto: The (a/imltodì R. De Miro.
Mezzo di trasporto preferito,|
camminare a piedi.
Tel: 0121-794132.
La scelta di Stefano Drago è un’indicazione precisa, è unst
stegpo dato alla riconversione produttiva di tutto il Pineroles^y
Il problema fondamentale che deve essere affrontato durante la’
prossima legislatura è quello occupazionale. Il programnji
proposto dalla Lega Nord diversifica obiettivi e strategieT^,
propone la centralità dell’impresa privata nel processo produ(|
rivo di ricchezzà, garantisce lo stato sociale non basandosi suli
la mera divisione delle risorse esistenti ma sul frutto deU’ingeJ
gno e del lavoro di tutte le categorie attive. |
I primi obiettivi specifici del programma di governo dellj
Lega Nord riguardano: s
1) lo snellimento delle procedure burocratiche, con la revi-i
sione di tutti gli articoli che ostacolano il naturale funzionaci
mento dell’impresa privata e la gestione territoriale federalista^
e europea;
2) la ricerca delle risorse finanziarie sul territorio e sui mer-\,
cati finanziari; (risparmio e controllo della spesa pubblici
erezione di consorzi e Spa, coinvolgimento dei Comuni delles
valli nella gestione dei servizi scolastici e culturali, solo perfcj
re alcuni esempi); |
3) un piano organico di rilancio di Pinerolo città turistica;;
che comprenda tra l’altro un’area pedonale o Ztl attrezzata e
norma Cee;
4) un piano pluriennale di affidamento dei servizi ai priva»,
(mense, asili nido, verde pubblico, manutenzione fabbrica^
trasporto alunni, servizio bidelli, gestione parcheggi a j
mento, gestione teatri e musei).
5) interventi sulle opere pubbliche (Teatro Sociale, Cavalle
ria, impianti sportivi. Biblioteca, impianti fognari, e altri).
Appoggiare Stefano Drago significa battere la propostale,
riadozione di un modello di sviluppo assistenziale, consodai^^
vo, arretrato e orientato secondo i principi dello statalisn^iL
centralista e conservatore o del socialismo reale, ridare vita«
spazio alla cultura e alle tradizioni locah, garantire oggi la pii'
ce sociale e evitare irresponsabili indebitamenti per le generazioni di domani.
Sono
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Pinerolo e i suoi siniJaci
Cinquantanni
di primi cittadini
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GUIDO CASTICLIA
Molta storia è passata da
quel lontano 25 aprile
del 1945: Pinerolo era stata
nel corso della seconda guerra
mondiale un luogo di sfollamento ma anche un importante nodo logistico e strategico
militare, all’imboccatura delle
valli. Relativamente vicino al
confine era diventata, soprattutto con il nascere della guerra partigiana; un punto d’appoggio per gli uni e di attacco
per gli altri. Da queste esperienze emerge la figura del
primo sindaco, l’avvocato
Mario Risso, liberale, appartenente al Cln. Il mandato di
Risso scadrà presto, il 22 aprile del ’46, giusto il tempo di
accompagnare la cittadina
fuori dal conflitto. In seguito
il Partito socialista esprimerà
due sindaci: il comm. Tommaso Giustetto e l’avvocato
Arnaldo Pittavino, che lascerà
la sua carica il 26 giugno del
’51; sono gli anni di Sceiba e
delle violente repressioni ai
danni dei contadini.
La Democrazia cristiana
«regnerà» a lungo nel territorio pinerolese: il dottor Teresio Guglielmone (sindaco dal
’51 al ’52), il prof. Alcide
Asvisio (sindaco dal ’52 al
’56), l’avvocato Francesco
Giacomo Bona (primo sindaco riconfermato, infatti amministrerà dal 14 luglio 1956 al
10 gennaio 1965), il prof. Au
relio Bernardi (sindaco dal
’65 al ’70 e riconfermato fino
al ’75), il dottor Dario Debà*
nardi (sindaco dal ’75 aH’80)i^
il dottor Francesco Caraussd,.
(sindaco dall’SO all’85) e infi-/
ne Livio Trombotto (sindaco
democristiano dall’85 al ’90).
Dopo la fugace amministta'4
zione del sindaco socialista^
Pietro Rivò, che è durata po*Ì
co più di due mesi (dal 25/
giugno al 2 settembre del'
’90), sopraggiunge la crisi dei
partiti, l’annientamento del.
vecchio partito socialista, la
spaccatura della Democrazia
cristiana e la metamorfosi
della sinistra. Questi fatti politici nazionali portano a Pinerolo il Comissario prefetti-^
zio Raffaele Rega che, dal 3 :
settembre del ’90 al 20 dicembre del ’91 congela la vita cittadina in una dimensione
di obbligata ordinaria aninu*
nistrazione.
Ed eccoci arrivati all’ultimo sindaco: Livio Trombotto
ritorna a amministrare, con
una coalizione curiosa che ha
espresso uomini di diverse
provenienze politiche, tra cui
due. assessori, Alberto Barbero e Elvio Rostagno, che sono
oggi impegnati nella campagna elettorale per la nuova
elezione insieme allo stesso
Trombotto e agli altri esponenti Drago e Ardizzoia. Ora
sarà il voto a decidere chi, insieme alla sua giunta, dovrà
dare il meglio a Pinerolo.
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Come
si vota
Sono 30.184 (16.056 donne
j 14,128 uomini) i cittadini
pinerolesi chiamati alle urne
domenica 17 novembre per il
primo turno delle elezioni comunali. Le operazioni di voto
inizieranno domenica alle
j30 per concludersi alle 22;
jè urne verranno richiuse e
riaperte la mattina di lunedì
-18 per effettuare lo spoglio.
Se nessuno dei cinque candidati Otterrà un voto più del
50% si andrà al ballottaggio,
nella giornata di domenica 1°
dicembre; in quel caso lo
scrutinio avrà luogo immediatamente dopo la chiusura
dei seggi. L'ufficio elettorale
del Comune di Pinerolo sarà
aperto nei giorni della vigilia
jryjnterrottamente dalle 9 alle
19, nel giorno delle elezioni
dalle 7 alle 22.
Per la prima volta si vota a
Pinerolo col nuovo sistema
elettorale; gli elettori avranno diverse possibilità per
esprimere la propria scelta.
'■ Votare segnando una delle
liste che appoggiano un determinato candidato a sindaco; in questo caso è possibile
aggiungere, accanto al simbolo di lista, anche una sola
preferenza, scrivendone nome e cognome. L'eiettore poanche semplicemente fare
iin segno sul nome del candidato sindaco e quindi il voto
non varrà per nessuna lista in
Articolare. Potrà infine esse
;enera
ite espressa un'indicazione di
voto doppia, per un candida?tOi a sindaco e per una lista
diversa da quelle che sostengono il sindaco prescelto: in
qq^o caso dovranno essere
effettuati due segni sulle due
distinte caselle.
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Santiano Franco Manganiello Carmine Gillio Duilio Riva Flavio
Neri Umberto Fazia Mario Bruera Marcejjo Conti Maggiorino
Mercol Renzo Ferrari Giorgio Aimaretti Marco Passerò Salvatore
Tomassini italo Bessone Claudia Amoroso Francesco Abbruzzino Candido
Barale Laura Adorno Riccardo Barra Pierluigi Beltramo Mauro
Barale Piero Giorgio Bucarelli Elena Bergantino Michelino Buenz^/Michele
Barducco Vanni Cu relio Angelo Calamani Giovanni Calabrò Gianni
Benso Eros Gai Paolo Canavosio Mauro Chindamo Carmelo
Bermond Romano Giuva Barbara Canova Yvette ved. Brussino Costa Luciano
Bessone Giovanni Jocer Piero Cassé Emanùele Antonio Cusumano Giacomo
Brusa Guido Ingegneri Laura , ‘ Crosetti Claudio Di Maggio Fabrizio
Casalino Francesco Lamberti Manuela Gualtiero Andrea Gaietto Valerio
Cordisco Giovanni Marra Rita Mensitieri Luigi Gaspari Andr^
Fenoglio Alida Maso Laura Percivati Ezio Gennero Valter
Ghigo Marco Melita Claudio Perrone Maria Vittoria Griot Giovanni
Mollica Francesco Musso Silvia in Calamai Lancellotti Anseimo
Mullineris Claudio Nieddu Andrea Rainà Anna Maria Lauritano Vittorio
Paimero Tiziana Poglio Federico Ras Pietro Lerda Maurizio
Pilotti Gian Luca Ripaccioli Barbara Richiardone Giuseppe Mangano Placido
Priano Elio Rossi Adriano Torchio Egidio Carlo Marchetti Vincenzo
Rostagno Claudia Russo Matteo Tron Daniele Marcorello Lucia
Tose! lo Federica Sanmanrtino Flavio Vignolo Mauro Meli Salvatore '
Tribolo Fabrizio Scocozza Domenico Montaldo Chantal
Vitaiiti Carmelo Solero Sonia Pentore Fausto
Zappa Lorenzo Staiano Gianfranco ReveI Aida in Landi Mina
Tomatis Pier Giorgio Scollo Maria Manuela
Vignale Cristina } Secchi Santina
Vincon Andrea Toniato Enrico
Violi Armando Vaschetto Francesco
Violante Claudio Venturelli Fulvio
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Saccbi Claudio
Mourglia Fiammetta
Falcone Grazia
Belletti Agostino
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Alberto Romano
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Boemia Anna
Corino Pierina Maria
D*Alessandri Maurizio
Della Valle Sergio .
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Comesi Pierpaolo
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Agemo Oreste Algostino Franco Distaso Angelo Bassani Alberto
Aimaretti Gianluca Benech Francesco Berti Giuseppina Baù Albino
Alifredi Enrico Berger Sergio Ughetto Marcello Bruno Antonio
Badariotti Carlo Bianco Carlo Misino Giacinto Spinnato Giuseppe
Bordignon Corrado Brugiafreddo Monica Combina Ezio Cleri Gianpaolo
Bosia Emanuele Calliero Umberto Masciotta Angelo Alchera Tiziana
Buffa Rosella Canal Giorgio Covato Paolo Balestra Massimiliano
Chiabrando Emiliana Chinotti Antonio Cardona Alberto Baudino Raffaella
Chiapperò Paolo Chinotti Marco Calabrò Alberto Benedetto Matilde Valentina
Coalova Mauro D’Agostino Sofia Costantino Roberto Bianciotto Elisa
Davicino Giuseppe Fino Laura Augello Salvatore Bono Salvatore
Dal Col Adriano Fratta Francesco Bobba Paolo Bruera SHvina ^
Debernardi Luca Granata Claudio Bonelli Alessandra Cavigliasso Mario
Fiorillo Paolo Levorato Lino Buffa Angelo Clement Gian Piero
Gioia Roberto Long Eros Fasano Fulvio Panni Roberto
Melano Valentina Pavan Giuseppe Franzoni Domenico Fenoglio Luigi Stefano
Merlo Cristina Peirano Marco Gallina Luigi Massiitio Gonzales Castro Maria Teresa
Peres Sebastiano Piccato Armando Giorno Giuseppe Griot Paolo ^
Puglisi Giovanni Pivaro Paolo Juvenal Pasquale Imparato Arcangelo
Sanmartino Gian Carlo Possetti Egle Latino Manuela Lo Presti Samantha
Sartori Alberto Schiavon Mauro Lisa Luigi Antonio. Losano Mario
Trombotto Carlo Serafino Andrea Milana Francesco Malano Piero
Vergnano Massimo Sorrentino Salvatore Ranieri Angelo Marro Bernardo
Toma Massimo' Saracco Carlo Novero Paolo
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Toscano Ferdinando ' V Ponso Patrizia Maria
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Partito democratico
della sinistra
Lista:
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Pinerolo: la città verso le elezioni amministrative
Che cosa si aspettano i pinerolesi
dal nuovo sindaco?
FEDERICA TOUHN
Le elezioni a Pinerolo sono ormai imminenti. 1
candidati hanno presentatoci
loro prograriimi, li hanno diffusi e illustrati: le proposte (e
le; promesse) sono state stampate, lette, ascoltate e ora, alle urne, la parola toma ai cittadini. Ma che cosa si aspettano i pinerolesi dal loro futuro sindaco e dalla nuova amministrazione? Quali sono i
problemi da affrontare per
primi? «Il lavoro - dice senza
indugi il titolare di un negozio di alimentari bisogna
tentare di eliminare la disoc' cupazione e soprattutto tutelare la posizione degli operai.
In secondo luogo la pulizia
della città, la manutenzione
delle strade». «Bisogna costruire dei parcheggi - aggiunge un edicolante - le
strade sono larghe: si potrebI bero istituire dei sensi unici e
sfruttare un lato della carreggiata per i posti auto». La
questione della viabilità è
molto sentita, soprattutto in
relazione al disagio creato
dalla recente chiusura del
centro storico a Zona a traffico limitato, véro punto dolente per i cittadini interpellati.
E non è tutto: «L’illuminazione delle strade deve essere
migliorata - propone la proprietaria di una panetteria dovrebbe essere istituito un
servizio di vigilanza di sera,
per evitare episodi di vandalismo come l’incendio dei
cassonetti dell ’immondizia».
Un altro richiamo ricorrente è
quello delle tasse comunali,
clje devono essere «giuste»;
Il mercato cittadino
così come, d’altronde, il sindaco deve essere innanzitutto
«onesto». «Se il sindaco è
onesto e si circonda di persone oneste - ribadisce un operaio — la . metà dei problemi è
già risolta».
Non ultimo, l’interesse p>er
la qualità della vita. «Il sindaco deve vivere con i cittadini tutti i giorni, per rendersi conto delle loro esigenze:
le infrastrutture per giovani e
anziani sono insufficienti,
l’ospedale fornisce spesso
dei servizi inefficienti - si lamenta un impiegato - non è
possibile fare code di tre ore
per una visita specialistica».
«Un po’ di attenzione deve
essere riservata anche all’aspetto culturale della città
- aggiunge uno studente universitario — non c’è un cinema d’essai, le librerie raramente organizzano incontri
stimolanti e le biblioteche
riescono a soddisfare a malapena uno studente liceale e
allora bisogna andare a Torino, ma i collegamenti sono
lenti e scomodi: bisognerebbe potenziare la linea ferroviaria, quello sì!».
Emerge sottile una certa
sfiducia diffusa: si spera che
«alle parole seguano i fatti, a
differenza di come è stato finora». Un anziano, pensionato, sorride: «Che cosa mi
aspetto dal nuovo sindaco?
Poco». Poi aggiunge: «Case
popolari, solo quello; perché
vivo in affitto e pago troppo».
Un coordinamento tra amministrazioni del Piemonte
I Comuni per la pace
LUCIANO CAMBEtLOTTI
Dal 1995 al 1996 la spesa
per la difesa è passata da
più di 26.000 miliardi a più di
31.200 miliardi. Per il 1997 la
legge finanziaria, attualmente
in discussione in Parlamento,
vede un ulteriore aumento di
più di 100 miliardi. Se è vero
che la maggior parte di questa
spropositata spesa è destinata
al pagamento degli stipendi e
delle paghe, solo per l’acquisto di armi e la ricerca bellica
sono previsti più di 5.300 miliardi (a fronte dei 4.600
dell’anno scorso).
Influisce su questi aumenti
la riforma dell’esercito per
scopi di intervento diretto in
zone di conflitto (ovviamente
lontane dal territorio nazionale, non essendo l’Italia realisticamente minacciata dall’
esterno) dove si rende necessario, nell’ottica di una politica' interventista e di-protezione di interessi economici,
l’uso della forza. Si prevede
l’acquisto di nuove armi (il
carro armato Ariete, il costosissimo caccia Efa, ecc.) e
l’aumento dei reparti professionali. Così, mentre l’Africa
esplode sotto il peso dello
sfruttamento delle risorse e
dei popoli l’Italia, come il resto dell’Europa, affina gli
strumenti di repressione e di
controllo intemazionale.
Di fronte al tentativo di ridurre il deficit statale, gravando sulla qualità della vita
dei cittadini, andando a tagliare i capitoli di spesa che
più qualificano’il livello di civiltà di un paese (sanità, previdenza, scuole, occupazione), riducendo l’impegno per
la cooperazione e mettendo in
difficoltà gli enti locali, riducendo drasticamente i trasfe
rimenti, risulta paradossale
promuovere un ambito di
spesa per il quale la Corte dei
Conti hà denunciato 2.730
miliardi di sprechi.
Su queste contraddizioni,
che toccano direttamente la
popolazione, sia sul piano dei
diritti, sia sul piano sociale
(aumento della povertà, immigrazione dai paesi poveri)
si stanno muovendo anche gli
enti locali. ISono questi, infatmti
ti, i contenuti degli ordini del
giorno approvati dai Consigli
comunali, per ora, di Rivalla,
Alpignano, Vercelli e Chieri,
che richiedono ai ministri
competenti e al Parlamento
di ridurre gli stanziamenti per
il ministero della Difesa al livello del 1995, e di impostare
una politica estera non aggressiva e rispettosa del dettato costituzionale. Per queste stesse richieste un consigliere del comune di Chieri,
Marco Amitrano, sta digiunando ormai da tre settimane
aderendo all’iniziativa di digiuno portata avanti da padre
Cavagna.
Proprio per rafforzare l’impegno per la pace degli enti
locali, da circa un anno si è
costituito il «Coordinamento
Comuni per la pace»
provincia di Torino', ck
pone gli obiettivi di <J
muovere, sostenere, valot
zare attività e progetti c
perseguano Paffermaziom .
il radicamento sul territoà
una cultura di pace attrave
un processo di éducazio
permanente che permett
tutta la comunità locali
prendere coscienza e fare«,
pri valori fondamentali qui ■
la cooperazione, la so^
rietà, la tolleranza, la difei
ed il rispetto dei diritti um^
lo sviluppo sostenibili
convivenza pacifica, la ¿
chezza delle diversità, lalài
ticulturalità, il rispettosi
legalità, lo sviluppo umauii
la condivisione, la nonvioi
za, il rifiuto di ogni gu¿
come risoluzione dei cotti
ti» (art.2 dello Statuto).
Hanno aderito al Coordk
mento, per ora, 23 COnij
della Provincia, capoluoji
compreso, tra cui, della zoi
limitrofa al Pinerolese Ai»
sca, Cumiana, Piossasco, Rj.
valla. Volverá. Per infortm
zioni rivolgersi al Comunet
Rivalla o alla Lega obietta
di coscienza di Torino (td
011-535739).
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- OFFERTE E SOTTOSCRiZI
Pubblichiamo in questo numero la
prima metà di un elenco di doni ricevuti dagli istituti e opere valdesi
delle Valli (I distretto), espressione
della solidarietà dei membri di chiesa e di amici e sostenitori in Italia e
all’estero. Nel secondo numero di
dicembre concluderemo la pubblicazione di questo elenco, che si riferisce ai doni pervenuti entro il mese
di settembre.
Pramollo; Vilma Ribet, Pramollo.
£ 200.000: Gustavo, Ada e Daniele
Long, Pramollo.
£ 220.000:1 coscritti del 1943 ricordando il loro amico Ugo Gallian, San Germano Chisone.
£ 250.000: Martinat Emilio, riconoscente, San Germano Chisone.
£ 500.000: dal Bazar 1995, Pramollo.
Pro Asilo valdese di
Luserna San Giovanni
■ Pro Ospedale valdese
di Pomaretto
Doni pervenuti da aprile
a settembre 1996
Doni pervenuti da aprile
a settembre 1996
£ 40.000: Silvio Sola, Porosa Argentina.
£ 50.000: Elvina Peyronel ricordando il
caro marito Mario Sappè, Pramollo:
Davide Jahier in memoria del fratello
Alberto, Pramollo; Gino Long e Vanda
ricordando Ugo Gallian, Pramollo; Italo
Long e Miranda ricordando il padrino
Giorgio, Pramollo; Aldo Long e Palmirà
ricordando il cognato Giorgio, Pramollo; B. E. in memoria dei suoi cari, Prarostino; Daniela e Mario Ribet con Eli- ^
sa in occasione del 1® anniversario
della carissima nonna Luigia Bouvier
Ribet, San Germano Chisone; Anglesima e Annalisa, nel ricordo affettuoso di
Emestina, San Germano Chisone.
£ 100.000: Ester Bosco, Porosa Argentina; Emma e Silvio Travers, Pramollo: la moglie in memoria di Alberto
Jahier, Pramollo; llda Peyronel Griot in
ricordo di Silvio Peyronel, Pramollo:
Vilma Ribet in ricordo di Silvio Peyronel, Pramollo; Armida Ribet ved. Bertalot, Pramollo; 25® anniversario di Tullio
e Giuliana: zia Emestina, Pramollo:
25® anniversario matrimonio di Tullio e
Giuliana Long: Elso, Paola e Fabio,
Pramollo; Denise Bounous ricordando
Ugo, Pramollo; Ada Beux Bounous con
riconoscenza per l’assistenza ricevuta,
Pramollo; Luigi e Alma QardioI in memoria del pastore Cipriano Toum, Prarostino; LuigiaBert riconoscente. San
Germano Chisone; Elena Beux ved.j
Patrone in memoria della cognata Frida Beux Pastre.
E 150.000: Le sorelle e il fratello, ricordando Remicio Pontet, San Germano
Chisone; ricordando il caro Alberto
Jahier: le cognate, I cognati, i nipoti.
£ 20.000: Franca e Marco Eynard;
Unione femminile valdese di Luserna
San Giovanni fiori in memoria di Zizi
Malan; sig. Merzt; Unione femminile
valdese di Luserna San Giovanni fiori
in memoria di Ines Long.
£ 25.000: Nelly Zecchin.
£ 30.000: Fam. Danna, Odino, Ainardi.
£ 40.000: Onoranze funebri GobelloBessone-Perassi; Enrica Malan.
£ 50.000: Rodolfo Norter; Bice Bertarione, Chiesa valdese di Ivrea; N. N. 4,
Chiesa valdese di Ivrea; Carlo Barberis
in memoria della madre Morando Delfina Barberis e di sua zia Morando Marta Rabagiio; llda ed Elsa Comba iri
memoria della cara zia Zizi Malan;Nella Malan Depetris per festeggiare l’arrivo della nipotina Serena;N. N.; {.ivia e
Bruno Besson alla cara Giovanni di
Maria Malan ved. Buffa; Battaglino Lucia; la moglie Lelia in memoria di G..
Jalla; Giovanni od Ester ReveI in Giovanni di Elisa Rivoira; Scursatone Rosa; Lina Caffarei Malan riconoscente;
Liliana Albarin in mem. di Renato Goss
0 Renato Paschetto; B. E., Prarostino
in memoria dei suoi cari; E. B.; Nini e
Piero Boer; Unione femminile della
Chiesa evangelica valdese di Pinerolo
ricordàndo Margherita Rivoira (Mariuccia): N. N.; Aldo Toum.
£ 60.000: J. C., Torre Pellice.
£ 65.000: Eunice Biglione.
£ 75.000: Sauro Gottardi, Albisola.
£ 80.000: Luisa Giampiccoli, Torino.
£ 100.000: Emilio Perotti; Elvira Genie
Talmon in memoria dei suoi cari; Maria
Passetta Alliaud ricordando Lisette Alliaud; Martini Armand-Pilon Erika; Maria RomanoLuca Pons; Emilio Perotti in
mem. della moglie Ribotta Enrichetta;
Enza Molineri per i bagni ricevuti
aH’Asilo; Jean Daniel Rollier ringrazia
per l’ospitalità offertàgli in occasione
del suo battesimo; Flora Pons in memoria del marito; Dario Bessone; Laura
Long Lodi; Corale valdese di Torre Pellice; Rina Bertin in mem. di Mariuccia
Rivoira; Giovanni Peyrot; Lina Revel
Masse! in memoria dei fratelli e sorelle;
Elisa Rivoira Grill in mem. del marito
Giovanni Grill e della cognata; Romano
ed Elsa Prassuit ricordando Maria Malan Buffa; Clelia Gaydou in Giovanni di
Marcello Gaydou; dottor Giovanni Peyrot; Malanot Anna in mem. dei suoi cari; Luisa Piccinini ved. Jourdan; N. N.;
Alfredo Rostagno in occasione del novantunesimo compleanno; Miletto Fede; dottor Giovanni Peyrot.
£ 130.000; Gianfranco Lombardo, Venezia.
£ 135.000: I colleghi e le colleghe di
Marina Anerdi per la dip. del padre.
£ 150.000: Etiennette e Pierluigi Jalla
riconoscenti: Rita Alimonda; dr. Boer;
Zagrebeisky (gesto di solidarietà): Rino
e Renata Buffa in memoria di Maria
Malan ved. Buffa.
£ 200.000: Febe Mollica Giolitto in memoria dei suoi cari; Ciafrei; Cooperativa sociale «Macramè» di Luserna San
Giovanni; Elsa e Carla riconoscenti in
memoria della cara mamma; Maria
Delfino in mem. di Luigi Jourdan; Odette Balmas per i 97 anni della suocera
Juliette e in mem. del marito Predino;
Emilia Giordan Barone; Olga Rivoir.
£ 210.000: un piccolo pensiero in memoria della cara e indimenticabile
mamma di Marina Buffa da Nadia e
Marco,’ Nelly e Giovanni, Claudio e Romina, Laura e Mauro, Ida e Beppe,
Vanda e Giorgio, Michélina e Giovanni,
Jole ed Aldo, Lidia e Renato, Concetta
e Cesare, Edo e Chiara, Franca (mamma di Chiara) e Mario, Luisella e Franco, Laura e Claudio (Chinacco).
£ 226.800: Maria Marchi.
£ 250.000: Bounous Irene, Pinerolo.
£ 300.000: Ritin, Laura Long, Enrica
Malan in memoria di Zizi; Mirjam Bonnet Giolito; Ivonne Costantino Godino;
Unione femminile valdese di Luserna
San Giovanni per tondo di solidarietà.
. £ 322.085; Vigna Ribet, Parigi.
£ 400.000: Le colleghe della figlia Elena in memoria di Mirella Jahier.
£ 405.000: Amici di Ivrea in ricordo di
Mariuccia Rivoira.
£ 500.000: Francesco Cerotti e Margherita Canova in occasione del loro
anniversario di matrimonio (65 anni): il
figlio Daniele e la mamma in rie. del loro carissimo Eugenio Tron, Chièsa di
Torino; N. N.; Ada e Umberto Rovara in
memoria del figlio Enzo; Jolanda Villa
Rivoiro Pellegrini in ricordo dei suoi cari; Graziella Revel in mem. di Clara, Albina e Dino; Edda Bounous in occasione dei 50 anni di matrimonio di Ada
Bounous e Umberto Rovara; le nipoti
di Clementina Odin ved. Bertalot in sua
memoria.
£ 600.000: Giovanni Peyrot.
£ 881.575: Montaldo.
£ 1.000.000: Giuliana Gay Eynard; Lina Goss; Valentina Rivoira per i suoi 89
anni; Cesan Michelina; N.N. ricordando
con affetto Bebelle; Irgens Gerd Koch;
Delfina Giordan; gli eredi in memoria di
Parise Alfredo; Enrica e Aldo Malan.
£ 1.344.000: Comitato Zurigo.
£1.350.000: N.N.
£ 5.000.000: Olga Rivoir; Ivonne Costantino.
£ 5.38fl.114: Comitè Vaudois des Eglises Reform. Vallonnes des Pays-Bas.
£ 555.000: N.N.t
£ 600.000: Renato Breuza in memoii»
dei suoi cari, Pinerolo;
£ 624.124: Hope Jeanette e Montai
E. M.,Usa;
£ 800.000: Gallo Maria Luisa, Torre R
Doni pro ristrutturazione
Pro Casa valdese
delle diaconesse
Doni per soiidarietà
Dal Ingannalo ai 30 settembre
£18.000: N. N.;
£ 20.000: llda Buffa .Torre Pellice;
£ 25.000: Rita Alimonda, Genova, Zecchin Nelly,Venezia;
£ 30.000: N. N.;
£ 40.000: Costanza Peyrot,Torre Pellice, Liliana Ribet,Torino;.
£ 45.000: N. N.;
£ 50.000: Torre Pellice: Anna Balla, Olga Chiavia, Gruppo ginnastica; Emma
Beux in mem. di suor Margherita Giordan, Torino;
£ 75.000: N. N.;
£ 100.000: E. E. Breda in memoria di
Emma e Alda Cougn, Flaminio Rignano. Torre Pellice: N. N., Corale valdese, suor Ermellina Pons, Camilla e Lucia Mantuetto,Torino;
£ 150.000; Do Cristofano, Torino, N.N.,
N. N., Gruppo di tedeschi;
£ 175.000: Merkii Hanni.Svizzera;
£ 200.000: Welma Cpzzutto, USA;
£ 300.000: N.N.;
£ 350.000: Nelly Giordan, Torre Pellice;
£ 432.000: Gruppo di Dortmund;
£ 500.000: Vera Mourglia, Tore Pellice;
£ 527.000; Franca Vasario,Tofino;
Dal gennaio al 30 settembn
£ 20.000: Torre Pellice: in mem. di Faderico Sarò: Margherita Lavalle, Ffid!
Malan, Vera Mourglia, Giuseppi*
Rampi, Giovanna Tagliaferro.
£ 25.000: in mem. di Federico Sarit
Maria Luisa Gallo.Torre Pellice.
£ 5.0.000; Domenico Abate, Alma Bertinat. Giorgina Giacone,; Matilde Beneeh, Graziella Revel.
£ 60.000; Ivette Bertin, San Secoflrt®
di Pinerolo.
£ 70.000: in mem. di Federico Sarìid®
vicini di casa.
£ 75.000; Bollettino n° 1 Casa valdese
delle diaconesse.
£ 80.000; Bianca Prochet, Torre PelHee'
£ 100.000: Torre Pellice: Alda BeiWi
Ernesto Giampiccoli, Catterina Lottaf
mem. di Federico Sarà, Ruben Od®
Elio Giacomelli, Venturina, Marghert®
Lavalle, Torino, Ernesto G.Pini.Gorlft
£ 200.000; Torre Pellice: Carla BadJ
llda Buffa, Susanna Long in meni^
Federico Sarù, Angrogna: Lam^e
ly Bertin in mem. di suor Susartnft
lafranca Piemonte: Paolo e Ines “
simino.
£ 300.000: Adriana Travers,Torre P'
£ 298.000: Concerto Soirée Français®
£ 371.000: Famiglia Svizzera.
£ 500.000; Torre Pellice: Alma nat, AldoComba, Judith Elliott, Msr
gherita Long in memoria del marito r
derico Sarù.
£ 600.000: Renato Breuza, Pinerolo.
£ 850.000: John e Jane Andrus,USA
£ 1.000.000: Letizia Baret, Pomarsi»
Chiesa valdese di Bergamo, Torre
lice: Nelly Giordan, Heydie HenWf'ij
Ermellina Pons, Sandra Theylaf
mem. del marito, fam. Bruno Matre
in mem. di Federico Sarù,Torino. •
£ 2.000.000; Aldo Governa e Pem
Autolitano in mem. di Rosa Pwiw
Roberto Peyrot, Torre Pellice,
£ 2.350.000: Unione femminile Miiaiw£ 3.000.000: Rosa Renaldini, Torre
£ 10.000.000: Torre Pellice: La«'
Avondetto, Collegio valdese.
£ 18.124.360: Bazar e Mercatino.
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I distretto: iniziative per giovani
Scout valdesi
al via ì primi gruppi
E Eco Delle vai.o ^ldesi
Un opuscolo da Luserna San Giovanni
Il funzionamento
della Chiesa valdese
PAG VII
INES POHTET__________
Quando sentiamo parlare
di «scout», almeno in Itajia, si pensa subito alla divisa
e i fazzolettini colorati intorno al collo, quindi agli scout
^priamente cattolici. Abbia"mo chiesto a Massimo Long,
jmimatore giovanile della vai
Pellice, di raccontarci com’è
nata l’idea di organizzare dei
gruppi di scout nell’ambito
; ^Ue chiese valdesi del I distretto: «Nel nostro paese
,, quest’attività si è sviluppata
' solo nelle chiese cattoliche,
? contrariamente a quanto è avvenuto invece nei paesi anglosassoni o in Francia. Quello
. che abbiamo pensato noi differisce sia dall’una che dall’
altra esperienza, anche se co' nie tipo di approccio è per
forza di cose più vicino a
quello francese».
( -Qual è lo scopo?
«Lo scopo è di offrire a raì gazzi (per ora in una fascia
'd’età compresa fra gli 8 e gli
11 anni, che in seguito si potrà ampliare) uno spazio di
tempo abbastanza lungo da
mettere di conoscersi me0, frequentandosi in modo
dù assiduo (pensiamo una
;blta al mese) rispetto per
isempio a un campo di Aga¡pe 0 alla colonia estiva. Vor‘ :mmo cercare di formare
bini che possano diventadegli adulti liberi e responsabili, facendolo in modo
aconfessionale. Ci siamo posti degli obiettivi precisi: lavorare sulla loro personalità
in modo che ognuno scopra le
ricchezze di ogni individuo;
sul senso della realtà, facendo
ricerche sui temi dell’ambiente, della società e anche di se
stessi; sul “senso dell’altro’’,
imparando ad accogliere il
prossimo rispettandone l’identità e la cultura. Voglio
sottolineare che l’iniziativa
nasce in seno al I distretto
delle chiese valdesi, ma è rivolta a tutti, indipendentemente dall’appartenenza a
una confessione di fede».
- Finora che risposta c’è
stata?
«Al week-end organizzato
a metà ottobre hanno partecipato quasi esclusivamente ra-,
gazzi di Pineròlo. Gli animatori invece provengono da
Pomaretto e da Torre Pellice.
Colgo l’occasione per lanciare un appello a giovani di Pinerolo che avessero piacere
di occuparsi di uno dei tre
gruppi: daremmo così l’avvio
a un gruppo per ogni circuito
per poi ritrovarsi una o due
volte l’anno.
A novembre ci saranno degli incontri con i genitori dei
bambini interessati: l’appuntamento è per il 16 novembre
alla Casa unionista di Torre
Pellice alle 17,15 per la vai
Pellice, alle 16 presso l’Eicolo grando di Pomaretto per la
vai Germanasca».
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Torre P.
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(0.
liornata di valutazione aTrali
Le guide del museo
ERIC NOFFKE_______
11 23 ottobre si è tenuta a
Frali una serata di valutazione dell’esperienza delle
guide al nostro piccolo museo. Per la prima volta, infatti, quest'estate un gruppo di
volontari si è reso disponibile
per illustrare ai visitatori il
percorso del museo, garantendo la sua presenza due pomeriggi la settimana. I volontà si sono preparati nel mese
fi giugno nel corso di alcuni
incontri in cui, lavorando proprio all’interno del museo, è
In film su P^ama
i PELLICE — Al
Sèma Trento, alle ore 21,
awedì 19 novembre, pro■'onc del film «L’imbro'-di Panama» suirinva^
be Usa del 1989, Interèite il comitato CentroJterica di Napdli
stata ripassata la storia valdese e sono state date alcune indicazioni su come condurre la
visita guidata.
Al momento dell’attuazione
pratica le cose sono andate
nell’insieme molto bene. Certo, ogni tanto c’è stata qualche dimenticanza, ma nei mesi di luglio e agosto siamo
stati in grado di fornire un
buon servizio (gratuito) ai turisti che hanno visitato il nostro museo. L’esperimento ha
dato dunque un buon esito e
verrà ripetuto la prossima
estate, sperando magari di migliorare. Ma l’aspetto più positivo che vorrei mettere in
evidenza è l’importanza fondamentale di un buon gruppo
di volontari senza il quale i
nostri musei non potranno
mai né reggersi in piedi né
fornire una valida testimonianza a quell’ampio pubblico che ci conosce più per le
nostre sedi museali che per i
nostri culti.
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TeToTaT^^^ooisSo
MARCO ROSTAN
Confesso di non aver mai
ben capito che cosa sia il
precatechismo. Ai miei tempi
si passava dalla scuola domenicale al catechismo (4 o 5
'anni) e si studiava parecchio.
Fra i tanti esami universitari
sostenuti dopo e quello di catechismo, fatto a Pinerolo nel
’58 davanti al Concistoro
schierato, con domande di
teologia non proprio semplici, ricordo quest’ultimo come
di gran lunga il più ansioso e
difficile. Ma, se si è ritenuto
utile inserire il precatechismo
ci saranno certamente dei
buoni motivi. Uno di questi ci
viene illustrato da Come funziona la nostra chiesa, un utile ciclostilato (in realtà una
serie di schede aggiornabili)
proposto dall’esperienza di
Lusema San Giovanni; ne sono autori Claudio Benech,
Marco Fratini, Susanna Cardio! e Tullio Parise e si rivolge a monitori, pastori, catechisti, animatori, adolescenti
e loro genitori, ma va benissimo per tutti i membri di chiesa. «L’idea ci è venuta nel
1991 - scrivono gli autori
nella prefazione - perché ci
siamo accorti che nei corsi
mancava qualcosa che spiegasse che cos ’è e come funziona la Chiesa valdese». Infatti, scrive il pastore Pasquet
nella presentazione, «Spesso i
ragazzi e le ragazze di undici
anni arrivano al Precatechismo avendo visto poco o nulla della chiesa». Il testo è
suddiviso in due parti; la prima descrive la comunità loca
le e la sua struttura, la seconda parla della chiesa valdese
in Italia e delle altre chiese
evangeliche.
Il documento è stato sperimentato positivamente negli
ultimi quattro anni e ora viene proposto per un utilizzo
più vasto, ánche nel quadro
dell’evangelizzazione. Naturalmente ogni chiesa può
adattare alla situazione locale
la prima parte mentre molti
capitoli, come quello sul culto, hanno validità generale.
Copie del fascicolo possono
essere richieste a Tullio Parise, Asilo valdese di Lusema
San Giovanni, tei. 0121900285.
Un unico appunto, ma importante, proprio perché
quando ci si propone di fare
una lodevole opera di «formazione ecclesiastica», bisogna essere precisi (soprattutto^
alle Valli): così sarebbe stato
meglio includere nella presentazione della Chiesa evangelica valdese il panorama
sulle chiese metodiste, che ne
fanno parte integrante (e dunque non fanno parte delle altre chiese trattate nell’apposito paragrafo); così la Tavola
valdese non doveva stare nel
capitolo sulle organizzazioni
ecclesiastiche dal momento
che è una commissione sinodale amministrativa; fra le
chiese membro della Fcei ci
sono inesattezze e manca
l’Esercito della Salvezza.
Piccolezze? Apparentemente sì, per un giovane di 14 anni; ma da queste piccole inesattezze vengono anche i pregiudizi degli adulti.
Tra San Secondo e la vai Chisone
La variante di Porte
Non è ancora dietro l’angolo la soluzione per la variante
sulla statale 23 della vai Chisone aU’altezzà del Comune
di Porte. La lunga battaglia
politico-amministrativa non è
risolta ma deve fare i conti
anche con i problemi sollevati, per la seconda volta, da
San Secondo.
In vista della conferenza
dei servizi che avrebbe potuto
dare l’ok alla realizzazione
dell’opera (ben inteso con i
finanziamenti ancora da trovare), l’amministrazione comunale di San Secondo ha
espresso tutte le sue perplessità e riserve. Il tracciato della nuova strada prevede il
passaggio sul versante destro
del Chisone nella zona di Abbadia, dunque sul territorio di
San Secondo. «La strada passerebbe a dieci metri da alcune case del nostro Comune spiega il sindaco, Luciano
Martinat -; le finestre si troverebbero sullo stesso livello
della sede stradale con gli immaginabili problemi di inquinamento acustico g dell’aria.
Non possiamo accettare che
per risolvere i problemi dei
cittadini di Porte se ne creino
altri a quelli di San Secondo». A seguito della presa di
posizione dell’amministrazione Martinat, c’è già stato un
primo interlocutorio tentativo
di sbloccare la situazione la
scorsa settimana; un altro è
previsto in questi giorni.
Certo è che il Comune di
San Secondo ha il dente avvelenato anche per altri problemi di viabilità non legati
alla statale 23 e che riguardano la Provincia. «Il nostro
paese - continua Martinat - è
al centro di una rete viaria
che vede le nostre strade inta
sate da chi arriva dalla vai
Pellice e dal Cuneese e punta
sulla vai Chisone o il Sestriere; molto frequentemente i
camion che dovrebbero andare alla nostra zona artigianale,
non essendo adeguatamente
segnalata dalla Provincia finiscono in paese per poi raggiungere la strada della vai
Pellice. Abbiamo urgente bisogno di un progetto generale
per la viabilità nel basso Pinerolese, altrimenti finiremo
soffocati ^ traffico».
La delibera negativa del
Consiglio comunale sulla variante di Porte, par di capire,
potrebbe essere rivista: il Comune di San Secondo chiede
però garanzie sulla tutela del
pròprio territorio e dei propri
abitanti. «Mi auguro che dietro il no di San Secondo ci sia
soltanto una carenza di informazione su un progetto che la
precedente amministrazione
aveva già accettato - dice il
sindaco di Porte, Giancarlo,
Griot -; certo è stato spiacevole presentarsi alla conferenza dei servizi con posizioni divergenti degli enti locali
dopo tutte le richieste che la
vai Chisone aveva avanzato |
negli anni scorsi». Il presidente della Comunità montana valli Chisone e Germanasca, Erminio Ribet, spiega:
«Nel corso di un ulteriore incontro si sono chiariti alcuni
punti: sono anche state individuate alcune soluzioni (muri fonoassorbenti coperti di
edera) che dovrebbero attutire
l’impatto ambientale. Non va
però dimenticato che se a San
Secondo alcune case si troverebbero a una decina di metri
dalla strada à Porte molte abitazioni hanno la strada davanti alla porta di casa...».
Presentato a Torre Pellice il libro di Renato Bottura, specialista in geriatria
Vecchiaia: un pianeta che si visita con stupore
ALBERTO TACCIA
Recenti studi statistici
hanno evidenziato che,
se nel 1950 in Italia si contava
un ottantenne ogni 92 persone, oggi si è arrivati a uno
ogni 27 e nel 2040 ce ne sarà
uno ogni 10. Quest’anno gli
ultrasessantacinquenni hanno
superato il numero dei ragazzi
sotto i 15 anni. Queste indicazioni statistiche ci aiutano a
essere sempre più consapevoli
di una situazione reale, disponendoci a attribuire alla condizione anziana il massimo di
accettabilità e vivibilità nel
senso della qualità della vita.
La «Bottega del possibile»
Si Torre Pellice, nel quadro di
un seminario di riqualificazione di assistenti domiciliari,
ha indetto una serata aperta
per la presentazione del libro
di Renato B ottura. Il tempo
della canizie: viaggio con
stupore nella vecchiaia*. L’
autore è un medico con specializzazione in geriatria,,
operatore presso una casa di
riposo a Mantova e collaboratore nell’Associazione Italia
malattie di Alzheimer.
Il libro di Bottura vuole innanzitutto affermare la necessità per ognuno di «vivere
con piena coscienza critica la
nostra età, qualunque essa
sia», come è detto nell’introduzione. Quindi dobbiamo liberarci dalla mentalità che
tende a conferire valenza negativa all’età avanzata. Dopo
aver descritto con competenza professionale, con vivacità
e con profonda penetrazione
umana, «questo straordinario
rtNEROLO TEL / FAX 0121-
fenomeno che è l’invecchiamento umano», le sue immense potenzialità sempre da
scoprire, la fatica e la quotidianità della decadenza, il che
significa anche «introiettare
in sé Tinvecchiamentp, anticiparlo e non posticiparlo con
affanno impaurito. Più si accetta il vecchio che si ha dentro, la morte che ci morde con
dolcezza i giorni, e più si invecchia con intelligenza»,
l’autore, che ha 43 anni, passa a analizzare il contesto
umano e sociale in qui la persona anziana si colloca. Si
tratta di costruire una cultura
nuova, accogliente, in cui gli
anziani non siano emarginati,
esclusi dai processi culturali,
sociali e produttivi (per quanto compatibili), condannati a
una vita vuota e inutile.
Tuttavia l’accettazione della condizione anziana non
deve limitarsi agli stati di
buona salute. «Ricordare a
tutti, specie alle giovani generazioni, che esiste anche la
malattia lunga e faticosa, è
indispensabile. L’occultamento che spesso si compie
di queste realtà estreme è un
errore gravissimo. Crescere
con l’inconscia copvinzione
che non esiste il decadimento
fisico o psichico, la sofferenza, la morte è un grave depauperamento dei bambini e
dei giovani».
L’autore infine rivela, in
una profonda motivazione cristiana, una delle componenti
importanti che animano il suo
pensiero e il suo comportamento. Gli incoritìri giovanili
di Taizé, in questa comunità
ecumenica francesè,,diventano per lui «un punto di riferimento, un segno irrinunciabile di preghiera e nel contempo
un laboratorio di speranza e di
lotta». Bottura così riferisce la
propria esperienza: «Nei successivi anni di studi universitari si iniziò a allargare in me ,
questa duplice appartenenza:
alle scienze mediche e alla
scienza di Dio, cioè alla relatività e all’assoluto contemporaneamente, all’immanente e
al trascendente. L’incontro
con il malato anziano, fragile
e apparentèìaeflié, vuoto di
senso fece scoppiare in me
questo straordinario e misterioso incontro tra il finito e
Tinfinito».
Un libro non solo appassionante perché capace di trasmettére la passione che c’è
dentro, ma che deve aiutarci a
costruire un rapporto nuovo,
sempre più umanamente autentico, proprio verso coloro
che sembrano perdere, nella
decadenza della vecchiaia,
quei caratteri di umanità che
la nostra società moderna tende sempre più a identificare
unicamente nella prestanza fisica, nella buona salute, nel
benessere economico e nel
successo.
(*) Renato Bottura: D tempo della canizie: viaggio con
stupore nella vecchiaia, Guaraldi, 1996.
Dello stesso autore sono stati
pubblicati Letti a rotelle e Storia dal carcere; per la Guaraldi
anche La nebbia dell’anima,
dalla sclerosi alla demenza senile: un itinerano di conoscenza e solidarietà.
14
HOCKEY GHrACClO
VARESE-VALPE 8 a 3. Una
yalpe più tonica di quella salita a CMavenna la settimana
precedente ha affrontato domenica la tfarferta di Varese;
Ne esce un confronto a tratti
anche bello con una ^alpe capace di passare addirittura in
vantaggio con luca Giòrdan
nei primi itìihutt; t ioftibardi
pareggiano presto, trovaiio il
vantaggio in sùperìorità numerica e a una manciata di secondi dalla fine si portano sul
3 a I. Il secondo tenipo sancisce la superiorità varesina con
altre due reti ma le reti di Orsina e Gamba fiori bastano a
contenere il punteggio; finisce
ififatti &-3 per il Varèsè. La
Val]()fe attende tenipi migliori e
il recupero degli infortunati
Zancanaro e Agli. Nelle altre
partite if Tòfìfio è andató a
vitìcere ad Aosta per 5-1 e il
Chiavenna ha vinto a Zanica
per 2-1; in virtù dì questi risultati le tre lombarde (Zanica, Varese e Chiavenna) sònb
al comando con 6 punti, il Torino 4, la Valpe 2 e Aosta 0.
PALLAMAÍSÍ0
IL 3S A PARIGI: Si è'disputato nell’ultimo fine settimana
a Tremblay, nei pressi di Parigi, un grandissimo torneo europeo di pallamano con la
presenza di giovanissimi atleti
della eoiriunità europea. Ha
partecipàtò alle mafiifestazione anche là fòrinaaone del 3S
Luserfià con un numeroso
gruppi di gióvanissimi atleti
al limite dei 12 anni. Oltre
200 ragazzi della Cee si sono
dunque ritrovati insieme per
—
TaGabanda a Villar Pellice
svizzere
un incóntri unico nel suo gènere còri fina non stop di sport
e di amicizia. La manifestazione si è conclùsa còri ùria
visita a Eurodisiìéy. Iiriairio è
inizìàto il campiòfiatp di G
per la squadra nata dalla collaborazione fra 3S e Rivalla;
nel derby con il Città giardino
di Torino il Rivalla ha prevalso per 20 a 19 dimòStrafidó
già una buona intesa anche Sè
con qualche pausa.
, Dopo il bèllissimo spettacolo musicale offerto sàBàto
Sco'rsìò a Bòbbiò dal gruppo
Sicilia dei Tariiriiorrà, Tacabanda arriva sabuto 16 fiovembfe a Villar Pellice, nel
tempiò Valdese. Là serata avrà
come òspiti il gruppo svizzero
«Aù temps qui passe», tiri trio
che ei presenta il repertorio
più àritico della Svizzera di
lingua fiancese, un’area tradiziorialmente vicina alla vai
Pellice ma relàtivàriiente sconósciuta sui piano musicale.
Scòpriaino così le danze tìpiche della zona, riioritfelriries, Sàuteuses, cofaùles, sùo
nate oltre che da ghironda,
mandolino e organetto, dallo
«hackbrett» (strumento locale
simile al cimbalo ungherese,
cón delle corde tese su una
cassa armonica percosse con
delle bacchette),-e le canzoni,
in gran parte imparentate cori
quelle diffuse nelle nostre valli. I tre comporieriti del gruppo
(Diego Abriel, ghironda, canto, percussioni; Ernest Haenni, mandolino, mandola e cafi'to; Nikita Pfister, organetto,
hackbrètt, eànto) vantano una
lunga militanza nei gruppi più
noti del folk revival; l’inizio
del concetto è alle 21,15.
PALLAVOLO
Giornata negativa per il volley pinerolese con tutte e tre
le formazioni sconfitte; il
Body Sistem in B2 maschile è
stato battuto per 3-2 in casa
dal Mofiza, il Magic Traco in
B1 femminile è stato superato
a Calasse per 3-1 mentre il
Gold Gallery è stato sconfitto
per 3-0 in casa ad opera del
Chivasso.
Settimana positiva per le formazioni giovanili del 3S Nova Stria; fra i Ragazzi successo per 3-0 sul Body Cisco e,
sempre per 3-0 della squadra
B sul Cus Torino. Ancora uri
3/0 ha sancito la vittoria delie
ragazze della Juniores a Moncalieri, mentre nei tornei Storello e Baudrino le formazioni
del Morgan hanno virilo per
3-0 Sri Villafranca e Piseinèse;
il Barge ha infine battuto il
ViUaf PeroSa pèr 3-1.
TENNIS TAVOLO
Quest’anno la polisportiva
Valpellice ha iscritto 2 squadre al campionato provinciale
di D2. La squadra A, composta da Battaglia e dai fratelli
Picchi, ha vinto 5 a 0 contro il
Crdc Torino, mentre la formazione B (Peracehione, Girardon e Mazzaglia) è stata sconfitta 5-1 da Poste Tónfio B.
14 rioVeihbre, giovedì —
TORRE PELLICE: Nella sede
dei donatori Fidas, ex scuola
ìriarifìziafia, corso Gtairisci 1,
prelievo di s-angúe collettivo
dalle 8,30 alle 11,30.
15 novembre, venerdì —
PEROSA ARGENTINA: Alle
16,45, presso la sede della Comunità montana, via Roma 22,
per il corso di formazione «Leggere il territòrio», incontro con
Michele Ottino su «L’ambiente
naturale, la componente climatica, floristica e faunistica, inquinamento e ambiente protetto».
15 novembre, venerdì —
PINEROLO: Alle 16,30 a Palazzo Vittòrie si inaugura la mostra personale di Germana Albertòne, pittrice torinese, con i
suoi paesaggi verdi e simbolisti.
La móstra resterà aperta fino al
24 novembre con orario feriali
15.30- 18, festivi 10,30-12 e
15.30- 18, lunedì chiuso.
15 novembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle 20,45
nella sala consiliare della Comunità ttiòntana, corso Lombardini 2, per il gruppo di studio
Val Lucerna il professor Giòrgio Róthat parla sul tema «La
battaglia di Adua (1896-1996)».
15 novembre, venerdì —
LUSÈRNA SAN GIOVANNI:
Dalle 20,45 fino alle 22,30
presso «Le tricot», via I maggio
11, inizia il corso di Patchwork
che in questa prima serie di lezióni ha per tema il Natale. Per
informazioni Valeria Fusetti,
tei. 0121-944405.
16 novembre, sabato —
TORINO: Dalle 8,30 alle 13,
presso il Centro incontri della
banca Crt di cofso Stati Uniti
23, terzo convegno sui problemi
legati al morbo di Parkinson.
16 novembre, sabato —
TORRE PELLICE: «La spiritualità protestante dal ’500 al
’700» è il filò conduttore del
concertò che la corale valdese
di San Germano Chisone, diretta da Riccardo Bertralmio, terrà
alle 21 nel tempio.
16 novembre, sabato — PINEROLO: ÀHe 17,30 prèsso la
libreria Vólarè, corso Torino
44, incontrò con la scrittrice
Chiara Zocchi autrice del romanzo «Olga».
16 novembre, sabato — PINEROLO: Al Teatro-incontro
di via Caprini 31, alle 21,15,
rappresentazione di «A la larga
da le suocere», commedia brillante in tre atti. Ingresso lire
12.000, ridotto lire 8.000.
17 novembre, domenica —
ROURE: Gara di ciclocross in
frazione Castel del Bosco organizzato da «Equipe ’96».
17 novembre, domenica —
TORRE PELLICE: A partire
dalle ore 15, con un tè presso la
Foresteria valdese, il Gruppo
Italia ’90 Val Pellice di Amnesty International festeggia i 13
anni di attività.
18 novembre, lunedì —
TORRE PELLICE: Presso il
Centro culturale valdese si apre
la mostra fotografica a cura della Comunità montana «Il recuperò delle borgate» che resterà
aperta fino al 9 gennaio.
18 novembre, lunedì — PEROSA ARGENTINA: Presso
l’istituto comprensivo «Gouthier», viale Duca d’Aosta 1,
per il IV corso di storia e cultura locale, incontro con Fulvio
Trivellin su «Pensiero magico e
leggendario stregonico».
18 novembre, lunedì — PINASCA; Appuntamento annuale con la fiera a Dubbione.
18 novembre, lunedì —
TORRE PELLICE: Alle 17
presso il Liceo europeo-Collegio valdese, per il corso del
gruppo Lend del Pinerolese per
gli insegnanti dell’area linguistica, incontro con Graziella
Pozzo su «Le abilità nell’educazione linguistica».
VÄLI *
GfffBOME > GERMANAS«^
Guardia medica:
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VAL PELLICE
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Il compost: uno risorsa dai rifiuti
L’utilizzo del materiale organico dei nostri
rifiuti per là produzione di compost (terriccio ricco di humus) può essere sicuramente un esempio di come i rifiuti possano essere trasformati in risorsa, ma non è
sicuramente un’invenzione dei nostri tempi, in oriente, ad esempio, viene praticata
da millenni la tecnica di mantenere la fertilità del suolo attraverso l’utilizzo di un
compost fatto còn scarti vegetali, deiezioni e limo dei canali e fino ad un tempo
non molto lontano anche i nostri contadini
nelle concimaie realizzavano una sorta di
compostaggio mescolando alle deiezioni
animali e alla paglia i rifiuti della preparazione dei cibi ed altri scarti organici. Oggi
molti operatori del settore dicono che il ritorno all’utilizzo del materiale organico di
scarto per la produzione di compost, anche a livello familiare, può rivelarsi utile in
funzione soprattutto di una riduzione della
produzione di rifiuti da smaltire.
Il compostaggio moderno è concettualmente molto vicino al metodo utilizzato
dai nostri contadini un tempo, anche se
ovviamente è stato razionalizzato grazie
alle recenti conoscenze scientifiche. Oggi
per chi ha un orto o un giardino il compostaggio è un metodo relativamente semplice per ottenere da sè, utilizzando sfalci
d’erba, residui di potatura delle piante,
scarti organici della preparazione del cibo
ecc., del terriccio da utilizzare come substrato per la coltivazione. In commercio a
questo scopo si trovano già diversi modelli di compostiere pronte all’uso ma nulla vieta di fabbricassi da sè la propria
compostiera in legno o addirittura di ricorrere all'antico metodo del cumulo, più
spartano ma sicuramente più economico.
Ma quale è il metodo consigliato oggi per
preparare li compost? In sintesi il materiale organico deve venire miscelato, nella
compostiera o nel cumulo in parti circa
uguali di materiale secco (legno sminuzzato, foglie secche, ecc.) con materiale
verde ed umido (erba, scarti di cucina,
ecc.) questo per impedire il compattamento del materiale umido e facilitare così la circolazione dell’aria nel cumulo favorendo in questo modo la decomposizione aerobica che consente di evitare ia
formazione di cattivi odori (l’abitudine di
un tempo di interrare i rifiuti impediva una
buona ossigenazione del materiale e fa
Anche II prodótto della potatura è recuperabile con il compost
vorlya la formazione di molecole responsabili dei cattivi odori e di effetti tossici
verso le piante e gli organismi del suolo),
una più rapida mineralizzazione e il conseguimento delle più idonee condizioni
per la formazione dell’humus; il cumulo
viene poi tenuto sotto controllo, i primi
mesi, affinché la temperatura interna non
scenda al di sotto dei 30740° in tal caso
si procede al suo rivoltamento: entro 912
mesi si ottiene il «compost maturo» che
dopo essere stato vagliato (per separarne
le parti leonose eventualmente indecomposte) può essere utilizzato essendo ormai diventato terriccio.
Il processo del compostaggio, come
abbiamo visto, è relativamente semplice
e può essere fatto dalle singole famiglie,
proprio in quest’ottica ii Consorzio Acea
di Pinerolo ha allo studio un progetto per
la distribuzione di compattatori in via
sperimentale. Ma il compostaggio può
dare buoni frutti anche se praticato in
grande scala soprattutto tenendo conto
della necessità sempre crescente ormai
di ridurre la quantità di rifiuti che finiscono in discarica ed è con questa intenzione che l’Acea ha presentato recentemente agli enti competenti un progetto
per la costruzione di un impianto di compostaggio. L’impianto dovrebbe sorgere
nei pressi dell’attuale discarica del Torrione e coprire un area di circa 31.000
metri quadri (l’impianto sarà dotato di capannoni per lo stoccaggio dei materiali,
per la trasformazione accellerata degli
stessi, per la loro post maturazione e per
la raffinazione, di un trituratore ecc.) e
dovrà provvedere al compostaggio di
6530 ton. annue di rifiuti verdi, sfalci, legname di potatura provenienti dalle aree
sovracomunali di raccolta differenziata,
di 5000 ton. annue di fanghi digeriti e disidratati derivanti dagli impianti di depurazione e di 3470 ton. annue di rifiuti organici provenienti da utenze selezionate
(mense, mercati ecc.).
Dopo un trattamento di circa quattro
mesi dalle circa 15.000 ton. annue entrate nell’impianto si otterranno circa 3650
ton di compost raffinato di qualità, come
dimostrano analisi effettuate su un impianto simile già operante nell’albese,
pronto alla commercializzazione. Un impianto quindi, importante e con una tecnologia avanzata per trasformare rapidamente i materiali di scarto in risorsa, riducendo di pari tempo la quantità di rifiuti
in discarica, problema ormai non più procrastinabile.
Davide Rosso
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15 NOVEMBRE 1996
PAG. 7 RIFORMA.
Catanzaro: un seminario curato dal circuito valdese e metodista
Tutti i «perché» della chiesa
^esperienza di animazione catechetica, la prima di una serie prevista
nel corso dell'anno, ha ottenuto il gradimento dei giovani partecipanti
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dy esperimento è riu( scito. Pienamente riuSjjito». Questa la valutazione
unanime dei tre catechisti e
della ventina di catecumeni/e e giovani del 15° circuito
delle chiese valdesi e metodiste (Calabria e Messina) che
dal 1° 3 novembre hanno
animato presso la chiesa valdese di Catanzaro il primo di
una serie di seminari catechetici promossi dal Consiglio di circuito per l’anno eclesiástico 1996-97 su man■dato deH’assemblea del 19
maggio e raccolto il necessario benestare dei Consigli
delle chiese locali. Vediamo
alcune delle reazioni fra i
partecipanti. «È stato bello ritrovarsi in tanti anziché in tre
0 quattro come al solito»,
hanno riconosciuto in molti.
Sembrava di stare a Bethel»,
hanno commentato con entusiasmo gli "abitué” del centro sulla Sila Piccola. «Ho imparato un sacco di cose importanti e mi sono anche divertita. Forse è stato merito
■ del tèma» è la valutazione di
( Monica, 16 anni, di Catanzaro. «Per me è stata un’esperienza bellissima, anche per: ché dove abito io non c’è una
chiesa costituita e perciò non
, ho mai potuto frequentare
«Uvero e proprio corso di catechismo. La mia fede si è decisamente rafforzata» ha testimoniato Stefania, 18 anni,
di Taurianova. «Io non volevo
lieanche venire. Temevo che
Grandi e piccoli a Bethel
mi sarei annoiato e avrei perso del tempo. Invece sono
stato subito catturato!» confessa Giovanni, 15 anni, di
Reggio. «Perché non facciamo un convegno così ogni fine settimana?» hanno proposto i più avventurosi.
E perièare che il programma del seminario, dal titolo
«Chiesa perché», ha lasciato
libera per giochi di aggregazione la sola serata di sabato,
tenendo i partecipanti impegnati per quasi 12 ore complessive di studio (quasi là
metà del monte ore effettivo
di un anno di catechismo tradizionale, di solito non più di
un’ora la settimana da ottobre a maggio) sia pur opportunamente animato con le
tecniche abituali dei campi
nei nostri centri giovanili:
prima col «gioco degli schieramenti» sull’affermazione
gui
din:
«La chiesa è un’istituzione
divina», poi col lavoro in
gruppetti «Costruisci l’ordinamento della tua chiesa» sebo da una sessione di fotoInguaggio e di confronto con
il Nuovo Testamento sulle
immagini della chiesa, da un
«brainstorming» sul significato delle affermazioni del credo niceno-costantinopolitano «Credo la chiesa una, santa, cattolica, apostolica», da
una «ragnatela» che iniziava
con le parole «la chiesa dovrebbe...», dai gruppetti crescenti sulle domande: «Quali
sono i mandati affidati alla
chiesa dal suo Signore?» e
«Qual è il mandato più importante?» a partire da Matteo 10,7-8 e dalla VI tesi della
confessione di Barmeii e, per
finire, dà un sintetico bilancio di storia della chiesa in vista della pròssima scadenza
del suo secondo millennio
che traeva dalla visione del
film «Mission» sull’esperienza gesuitico-comunistica della repubblica Guarany (Sud
America, metà del ’700), una
delle pagine al tempo stesso
più belle e più brutte di quella storia.
Inoltre il gruppo ha partecipato al culto domenicale
con la comunità locale preparato e presieduto dal gruppetto di Dipignano con la
guida del candidato Andreas
Kohn, ultimo e già molto apprezzato acquisto pastorale
del circuito. Ideata per ovviare alle difficoltà di molti ragazzi e ragazze ad assicurare
la loro frequenza ai catechismi settimanali locali (che alcune chiese locali hanno
pensato di mantenere comunque) e quale contributo
all’ottimizzazione delle forze
pastorali auspicata dall’atto
20 del Sinodo 1995 l’esperienza dei seminari circuitali
di catechismo proseguirà, secondo il programma stabilito
dal consiglio di circuito, il 1819 gennaio 1997 a Messina,
l’8-9 marzo a Dipignano e il
3-4 maggio a Betìiel, cOnclud^dosi possibilmente con la
vi^ta ad una delle principali
opere diaconali della nostra
chiesa in Sicilia verso la fine
di maggio.
Il coro napoletano «Ipharadisi»
Una serie di concerti sul
tema della riconciliazione
A partire dalla fine di novembre il coro evangelico di
Napoli «Ipharadisi», diretto
dal maestro Carlo Leila, dà
inizio a un programma di serate sul tema della riconcilia- “
zione, presso diverse chiese
evangeliche e cattoliche.
Nell’ambito di queste serate
il coro proporrà l’esecuzione
di canti della tradizione ecumenica mondiale arricchiti
da alcuni testi simbolici, letture provenienti da vari ambiti confessionali e testimonianze da zone attualmente
in coiiflitto, facendo emergere in particolare quelle voci
che, spesso sommerse, faimo
della riconciliazione e dell’
accettazione dell’altro il proprio punto di forza. È questo
il contributo che il coro, di
sponibile ad eventuali altri
appuntamenti, intende dare
a quel processo di riconciliazione che sfocerà il prossimo
giugno nell’Assemblea ecumenica europea di Graz. Il
primo concerto si terrà il 24
novembre aUe 18 nella chiesa
metodista di Albanella (Sa).
Coordinamento giovanile bmv
Un riuscito incontro
con i riformati di Parigi
PAOLO SERRA
Nei giorni 1“, 2 e 3 novembre un gruppo di 18 giovani del Coordinamento bmv
dei giovani della Lombardia e
del Piemonte orientale hanno incontrato i loro coetanei
della Chiesa riformata del
Luxembourg di Parigi, grazie
anche al sostegno del 6“ circuito e dell’assemblea regionale battista. Un’occasione
cercata, ricercata dopo la pri
INIZIATIVA PER I LETTORI DI RIFORMA
Il 31 ottobre di ogni anno le chiese protestanti di tutto il mondo ricordano l’anniversario della Riforma iniziata nel 1517.
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- /
ma visita fatta da loro a Milano nell’aprile scorso.
Di Parigi abbiamo visitato i
punti essenziali che ogni
buon turista deve visitare: la
Tour Eiffel, Nôtre Dame, les
Champs Elysées, il museo del
Louvre con la «Gioconda» e la
«Venere» di Milo con la madre del presidente dell’Associazione giovanile della chiesa del Luxembourg, che nella
vita di tutti i giorni è guida di
professione. Inoltre abbiamo
avuto l’occasione di visitare
luoghi meno battuti dai turisti, dove è possibile ancora
respirare un’aria «bohémienne», dove la cultura e i costumi francesi sono più genuini
e non plastificati per il turista.
Durante questo tour siamo
stati ospiti della Fface, corpspondejite della nostra Fgei,
dove abbiamo anche incontrato i nostri due rappresentanti. Il lato fortemente positivo di questi incontri è il piacevole rapporto di amicizia
che si instaura sia con il gmppo giovanile ospitante che tra
lo stesso gruppo italiano. Per
molti di noi è stata la prima
esperienza in comune con altre realtà protestanti all’estero. Il 3 sera siamo ripartiti con
la promessa d’incontrarci ancora, in Italia, in Francia o
magari organizzando un campo insieme in una terza nazione. C’era la speranza, quasi
la certezza di riuscire a formare un’unica grande rete di
amicizie, conoscenzè e esperienze fra i giovani protestante di questa nuova Europa.
Ringraziamo vivamente
quanti hanno collaborato alla
piena riuscita di questo gemellaggio, in modo particolare il pastore Sahagian e il
gruppo organizzatore della
chiqsa di Luxembourg.
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■ Palermo
Kirner Gasparin
un esempio
per tutti
EDI SCHMIDT
VORREI ricordare su queste pagine la cara Kirner
Gasparin, membro della comunità metodista di Palermo, presidente dell’attività
femminile ed ex membro del
Comitato nazionale della Federazione femminile evangelica valdese-inetodista. Parenti, amici, conoscenti, sorelle e fratelli di chiesa, venerdì 1" novembre, l’hanno
salutata per l’ultima volta
con le parole di Alfonso Manocchio che, ricordando la risposta di Dio alle tante sofferenze di Giobbe (cfi". cap. 11,
13-18), ha tratteggiato bene
la sua figura dinamica, energica e piena di vita. Kirner se
ne è andata al mattino, quasi
in punta di piedi per non disturbare. Così faceva sempre,
hi teneva a essere indipendente e a dare a piene mani
nonostante i suoi problemi
personali, dei quali non si lamentava mai, e che metteva
da parte per le questioni più
urgenti della vita comunitaria. Con lei se ne va gran parte dei nostri ricordi di via Rosolino Pilo, la grande chiesa
per dii il suo avo, all’inizio
del secolo, aveva raccolto
fondi e che, pur nqn essendoci più, rimane un punto di
riferimento per tutti noi e anche per Palermo.
La città che noi ricordavamo non è più quel gioiello al
quale eravamo affezionate
ma è stata ed è^mr sempre la
nostra Palermo con i suoi tesori artistici e le iholtè pecche. Serberemo sempre il ricordo di Kirner Gasparin, che
deve essere di esempio e di
sprone per noi. Durante il
culto la sorella Òarmelina
Bozza ha (etto alcuni brani
della meditazione che Kirner
j^aveva scritto sulla circolare
«Palermo protestante» per fi
Natale 1995. Anche il predicatore locale metòdistà Vi:
vian Wiwoloku, nigeriano, ha
voluto ricordare la sorèlla così come l’ha conosciuta, sempre attiva nella vita della
chiesa e nel lavoro del gruppo femn^inile. Esprimiamo il
nostro córdoglio ai suoi familiari, soprattutto alla sua cara
cugina Irene Wigley.
Notizie evangeliche
agenzia stampa
abbonamento annuo L. 50.000
da versare sul ccp 82441007
intestato a Nev - Roma
16
PAG. 8 RiFORMA
Vita Delle Chiese
Un ricordo del pastore valdese Luigi Santini, recentemente scomparso
Uno storico delrevangelismo italiano
Studioso capace, nutriva un amore sincero per la nostra storia evangelica
in particolare per quella,^intrecciata col Risorgimento, del diciannovesimo secolo
DOMENICO IIAWU.I
Tra tante personalità evangeliche, Luigi Santini
era una delle più poliedriche.
A parte la sua grande personalità di uomo di fede, che si
rivelava nel modo in cui aveva saputo reagire alla sua
malattia, mettendo chi lo avvicinava immediatamente a
proprio agio, egli aveva un
profondo senso pastorale.
Buon giornalista, è stato uno
dei migliori direttori del giornale «La luce». Personalmente ho sperimentato anche il
valore della sua amicizia per
luiìghi anni e la sua capacità
di intervento nel sociale. Pochi sanno che quando Bob
Me Connel si trovò per strada
con un centinaio di bambini,
fu proprio Santini a aprire le
porte della ex Casa di riposo,
permettendo di trovare poi la
sede di via Aretina dove nacque il Cares.
Fu anche sempre aperto al
dialogo ecumenico, sia che
si trattasse delle comunità di
base, della Chiesa cattolica o
dell’Amicizia ebraico-cristiana. Non posso dimenticare
l’amicizia che lo legò a Luigi
Rosadoni, uno dei più chiaroveggenti esponenti del dissenso fiorentino e italiano,
così come l’amicizia con
l’arcivescovo di Lucca Giuliano Agresti. Ma questo nostro fratello, così semplice
nel parlare e così aperto al
dialogo, aveva una grande
predisposizione per gli studi
storici che coltivò per tutta la
vita. Ñon si trattava solo di
una notevole capacità di studioso, ma anche di un amore
sincero per la nostra storia
evangelica. In questo senso si
doveva vedere la profonda
sintonia che Io legava alla Assemblea dei Fratelli di via
della Vigna Vecchia.
Dal punto di vista storiografico non vi era periodo
della storia dell’evangelismo
italiano che egli non conoscesse e sul quale non si sia
misurato. Era uno degli esponenti di una grande generazione di storici evangelici tra
cui ricorderò Giorgio Spini,
Valdo \Tmay, Giovanni Miegge, Amedeo Molnàr, Giovanni
Gönnet, Salvatore Caponetto.
Il primo amore della sua vita
di storico era stato per il grande riformatore italiano Pietro
Martire Vermigli, che continuò a studiare per tutta la vita, così che ancora negli Anhi
’80 poteva ritornare sull’argomento, scrivendo un articolo
in un’opera collettiva da me
diretta, dimostrando tra l’altro come vi'fosse stato un interscambio con il più noto
studioso del Vermigli, Philip
Me Neif, presente spesso a
Firenze. Il nome di Santini è
poi legato a quello tanto caro
al mondo valdese di Amedeo
Molnàr, di cui ha tradotto in
italiano e adattato alla nostra
mentalità il primó volume
della «Storia dei valdesi» edita
in occasione del centenario di
Valdo nel 1974.
Il secolo preferito da Santini fu però il XIX a cui si riferiscono.due grandi libri, la biografia di Alessandro Gavazzi e
la storia della comunità di
Bergamo. Il primo {Alessandro Gavazzi. Aspetti del problema religioso del Risorgimento, Modena, Soc. tipografica editrice modenese, 1955)
inaugurò con Risorgimento e
protestanti di Giorgio Spini e
con Gli evangelici italiani a
Londra nel Risorgimento di
Valdo Vinay la grande stagione della storiografia protestante sul Risorgimento italiano. Là simpatia non fece
velo all’oggettività storica del
pastore Santini che seppe vedere i limiti teologici di un
■
I I Il Valdi»mo ieri e oggi
1
CBITttCt CLAUDIANA TDftIMO '
personapio così notevole
nella storia del protestantesimo italiano, pur mettendo in
giusta l’importanza dell’ex
cappellano di Garibaldi. Lo
spirito irenico, anche se toscanamente arguto, di Santini non poteva non valutare ¿i
aspetti negativi di un anticlericalismo chiassoso e impietoso come quello del Gavazzi.
Altrettanto importante è il
lavoro sulla comunità svizzera di Bergamo {La comunità
evangelica di Bergamo. Vicende storiche, Claudiaiia,
1960), che gli permise di costruire accanto alla storia
deUa città anche alcuni riferimenti a persona^ della letteratura italiana come il Fo
scolo e il Manzoni o ai primi
esperimenti di scuola pestalozziana in Italia a opera di
Gaspar von Orelli. Ne è risultato un affresco a tutto tondo
della vita di Bergamo nell’Ottocento, che mostra la capacità dell’autore di esaminare
vaste realtà religiose, politiche e culturali. Tra i tanti saggi degli ultimi anni, poi, citerò quello sul. pastore Banchetti e sul mondo evangelico nel primo Novecento.
Vorrei qui ricordare un’altra grande dote di Gigi Santini: la capacità di sintesi dimostrata in particolare nella riedizione del Sommario di storia del cristianesimo di Heussi-Miegge, che resta un’opera
base per la conoscenza della
nostra storia. Nella brevità
del testo di Heussi, Miegge e
poi Santini hanno saputo
porre delle note che hanno
permesso di far capire ai nostri studenti e alle persone di
media cultura Io sviluppo
della storia del cristianesimo.
Mentre saluto da questa
pagina un amico fraterno,
esorto tutti a rileggere i suoi
scritti, che lo dimostrano uno
dei grandi pastori valdesi studiosi di storia, nella tradizione di Emilio Comba, Giovanni Miegge e Valdo Vinay.
Si riunisce nei locali della chiesa valdese di Livorno
Una nuova chiesa metodista coreana
LEONARDO CASORIO
J N Corea, quasi 200 anni
fa, è entrata la buona
novella di Dio e oggi ci sono
30.000 chiese e dodici milioni
di fedeli». Così ha esordito il
pastore Choi Si Young, responsabile della Chiesa metodista coreana di Carrara e
di Livorno, quando il 10 novembre, nel tempio valdese
di Livorno, la comunità si è
raccolta in preghiera in canti
in comunione con i tanti fratelli e sorelle (oltre 30) di origine coreana presenti nell’alta costa tirrenica: per lo più
giovani coppie con numerosi
bimbi. «Vorrei dirvi che sono
molto contento che noi possiamo fare insieme il servizio
nel nome di Dio - ha proseguito Choi Si Young per
prima cosa cerchiamo di costituire comunità per celebra
, Fuori è uscàto(
‘ t:
. , - - • • p •
- . ' •••‘fi '
Giof^ròGimrd^
ine rivedum «aggiornala
8 tav. f.l con 12 Hi^ni, L. 20.000
lé la *|protfléf)fi
1(8 Cristo oOri' I
daflésua vali- ’ '
(fltà. f pnri»9^8|^^hanno sfaboifriO
■ 'uweuia«»«Mti^K3e 4Htla loio
ga storia; sapiwiieno un niewaiiti^
òfigtnaJe ad uikL»tna di vita triia'
riinno anoora fiioHct da dire net'ritih
iriro mondo, a fn jMrtioolara nel ugh .
atro passe. Uq (Rxp apprezzato òtìe.
viene pieeenutó in una nuova
alone riveduta e ^
gfomata. ' ^
ncultuté, i'Mriore cl
iüiñSÉis
• C.C.K ssmum
re Dio con sforzo di fedeltà in
tutto il mondo. Pregherò perché possiamo insieme realizzare la benedetta amicizia
con un reciproco sentimento;
spero che la pace e la gloria di
Dio siano sempre con voi e
con la chiesa».
Il Consiglio di chiesa di Livorno non ha esitato ad accogliere fraternamente nei
proprio locali il gruppo di sorelle e firatelli coreani che vive e lavora nelle vicinanze,
per celebrare un culto nella
loro lingua nel pomeriggio di
ogni domenica. Il culto in comune, nelle due lingue, è
stato condotto anche con
traduzioni in inglese dalla
pastora Ursel Koenigsmann,
e ha voluto sottolineare la disponibilità dei valdesi, livornesi a un riconoscimento di
un’identica fede nel Gesù
salvatore e liberatore.
Con grande sorpresa ed
emozione le due comunità
hanno cantato diversi inni: la
potenza e la dolcezza del canto del coro coreano hanno
suscitato emozioni indimenticabili, lasciando la nostalgia
e una punta di gelosia per la
fireschezza e l’affiatamento riscontrato.
Il presidente del Consiglio
di chiesa, Gabriele Lala, ha ricordato come la Chiesa val■ dese quando era straniera fra
stranieri ha sviluppato una
particolare sensibilità per una
solidarietà fraterna in nome
dell’amore del comune Signore. Dopo il culto le due
comunità hanno potuto godere di momenti fraterni e
hanno consumato insieme
un pasto della tipica cucina
coreana, unitamente a dolci e
bevande approntate dalle sorelle del gmppo femminile.
^ Un seminario a Aosta
La religiosità del bambino
LILM DURAND
IL gruppo dei monitori della Chiesa valdese di Aosta,
con il sostegno del 4® circuito, ha organizzato venerdì 1°
novembre un seminario di
studio, aperto anché ai genitori, sulla religiosità nel barnbino. L’incontro è stato condotto da Daniela Santoro,
candidata al pastorato che lavora a Torino ed è specialista
delTargomento. È stato trattato, anche con una fase di
esperienze concrete, il tema
della comunicazione secondo le varie modalità e con i
relativi riscontri. Abbiamo
approfondito nel dettaglio lo
studio della mentalità del
bambino fra 1 5-6 e i 12 anni
per poter corrispondere con
più efficacia alle sue necessità di concretezza, sapendo
tener meglio conto del livello
delle sue risorse e della conoscenza da lui già acquisite.
È stato inoltre puntualizzato che alla scuola domeiii
cale il lavoro del monitore
non consiste solo nell’istruire, ma soprattutto nel mettere il bambino in relazione
con i personaggi della Bibbia, far conoscere U rapporto
con Dio avendo la Bibbia lì
aperta: perché sia chiaro che
non stiamo narrando favole
ma stiamo testimoniando la
parola di Dio in cui crediamo. Mólto tempo è stato lasciato alla discussione, permettendo così di esprimere
le necessità individuali, le risposte, le aspettative e le
problematiche che animano
il nostro gruppo. L’incontro
è piaciuto così tanto che è
stato deciso di organizzarne
un altro molto presto. Grazie
di cuore, dunque, a chi ha
partecipato e a Daniela per
la sua disponibilità e la sua
preparazione, e arrivederci a
primavera.
Congresso della Fdei Lombardia
Le donne verso Graz
SANTINA HABITO BRIANTE
IL 26 ottobre a Milano, nei
locali della Chiesa valdese
si è tenuto il congresso Fdei
Lombardia dal titolo «Verso
la seconda Assemblea ecumenica di Graz». L’incontro
ha avuto un carattere interconfessionale e interdenominazionale ed è stato introdotto da Fernanda Comba.
La relatrice ha illustrato il
simbolo e lo scopo di questa
Assemblea, che vuole facilitare il dialogo dove ci sono separazione e conflitto, affinché la diversità sia vissuta come dono di arricchimento reciproco, e non come ostacolo
insormontabile. Molte sono
le difiìcoltà che le chiese hanno sperimentato: la presenza
di storie conflittuali non ancora risolte; i nazionalismi
che si rivestono di motivazioni religiose e tradiscono la le^ttima identità dei popoli; gli
integralismi e i fondamentalismi che esasperano le diversità e si autopropongono come unici depositari della verità; la mancanza di informa
DÏ
^battista
della B
zione; lo scorretto —j.™™
delle chiese con il territori
il proselitismo che non ri*
spetta la dignità e la testinjo]
nianza delle chiese; la vioU.
za contro la natura, che
no di Dio; la persistente dj,
sattenzione verso la digniji j
la cultura delle donne; letj.
correnti manifestazioni*
ràzzismo e antisemitismo^»
Nel corso delTesposiziojt efficace e coinvolgente, tori Pii
latrice si è particolarmea* Socco
soffermata a rilevare il ru« (^on il
delle donne nella chiesa^ conia
mitiva, evidenziando divei« ni frnt
figure: le figlie di Filippo, lestito
scilla. Lidia, l’apostola Gl®
nia, i doni e i contributi dei’
quali sono stati spesso a
valutati e presto dimen
. Meditare sul tema della®!
conciliazione significa pet ij
chiese un impegno costaijj
i
stente i
nelli. ni
5,'aattini
L’oci
comui
paese.
Liucoc uu mipeguu COStaiJI r“”
per la solidarietà e la dispo^
bilità reciproche; è neces^
rio considerare l’anno gii
lare innanzitutto un’occt
ne per creare dei ponti,
ne di superare i pregiiirii
che sono di intralcio allaves
conversione a Cristo.
iontat
. oppori
nonli
■all’invi
Ospite della Chiesa valdese di Pfali; p™
(e solo
•presen
Jessica, pastora malese
ERIC NOFFKE
La sera del 29 ottobre la
Chiesa valdese di Frali ha"
avuto il piacere di ospitare,
presso i locali del tempio,
una giovane pastora malese,
Jessica Aliah Umbukan. Con
l’aiuto di alcune diapositive
Jessica ci ha raccontato la
sua esperienza, prima in un
villaggio della campagna malese, poi come animatrice
giovanile nella sua chiesa. Da
ques’ta storia personale ha
tratto spunto per darci un
quadro di una chiesa cristiana minoritaria in una nazione musulmana.
Certo, come ci ha fatto notme la pastora Umbukan, le
discriminazioni non mancano: non è possibile testimoniare l’Evangelo pubblicamente alla nazione malese
(per definizione musulmana), pen^ la detenzione del
predicatóre e l’esilio per il
convertito: è proibito far circolare al di fuori dell’ambito
ecclesiastico pubblicazioni
cristiane. La chiesa, però, go
de di una buona liberti di
azione all’interno dei gruppi
etnici non malesi presen| itaziom
nel paese: «indigeni», cinei^ifcistem
indiani.
'ehe, in
non ha
die lor
no visi!
mostra
sopratt
dentes!
pático
ferles
Inso
¿chiusui
Questa peculiarità de]
«Basel Christian Church
Malaysia» è di interesse an*,[' f
che per noi: la convivendo
aH’interno della stessa
minazione che ha un rettO'
terra riformato e luterai», di
tre gruppi di lingua diversa:|
cinese, inglese e malese!
(quest’ultima è l’unica che
riunisce le varie tribù
ne del Borneo malese). Si
tratta di una struttura ot
nizzata nel pieno rispetto
delle autonomie ma riui
sotto un vescovo, la
permette alle tre «nazioni» di
essere una chiesa del
re, superando così le bi
linguistiche e culturali; una
realtà nell’insieme giovani
(la chiesa indigena è nata selo 25 anni fa), vitale e mul"
tietnica dal cui esempio la
nostre chiese potranno i»'
parare lo slancio per affiott".,
tare le sfide future.
Lai
Cronache
CABRAR — La Chiesa metodista si è congedata con molli;
cordialità e gratitudine dalla pastora Carmen Trobia CetO" ■
ronl che per 10 anni ha curato, vivificato e amato la coipO'
nità. Importanti sono stati gli sviluppi e gli impegni del suo
continuato lavoro, e i risultati raggiunti: dalla scuòla domi"
nicale, rinata e cresciuta di anno in anno, al piccolo gtuP^ j
giovanile, che nei «minicampeggi» ha imparato a sentim
«^ppo evangelico»; dallo studio biblico, per molti punto
d’incontro settimanale prezioso, alle gite sociali alle opei* <
della chiesa: dalle conversazioni con le scolaresche carraresi e massesi all’ammissione in chiesa di numerosi nuOH;
membri, italiani ed esteri, avvicinatisi come simpatizzUrj J
Con la sua guida e il suo esempio Carmen ha fatto riscopra,»
re ai membri della comunità che ogni credente ha un dono.]
per servire, che ogni progetto inizia con un piccolo primo ;
passo e che tutti siamo responsabUi. ]
DIPIGNANO-COSENZA—Le due chiese valdesi hanno dato®
benvenuto, domenica 27 ottobre, al loro nuovo conduttra
re, il candidato Andreas Kòhn, che a causa di un incident»
atttomobilistico avuto nel mese di settembre, fortuiiaio^
mente senza gravi conseguenze, ha potuto raggiungete
sua destinazione solo nel mese di ottobre. La presentalo'
ne alle comunità è avvenuta nei rispettivi culti e prec»^
mente alle ore 9 a Dipignano, dove la parte liturgica è sta»
svolta dal sovrintendente di circuito Franco Viaplana, o
pochi giorni ripresosi da un infartò e al quale tutti han”
augurato una ^arigione completa, e alle ore 11 a
dove la parte liturgica è stata svolta dal segretario Fun
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Au c Siala svuiia uoi scgiciax*''
Crucitti. La predicazione in entrambe le comunità è -•
tenuta da Andreas Kòhn che ha centrato il suo messagP",
su I Corinzi 1,10-14.1 numerosi partecipanti hanno
festato simpatia e affetto a questo giovane che dalla ^
mania ha deciso di spenderò una parte del suo cammino
fede in questa terra calabra.
17
îRE
dia
' rapporti
territoriof
>e non tj.
a testínio^
RIFORMA
La mostra allestita nella chiesa battista di Mottola
La Bibbia è sempre giovane
■ cheèdfl.
stente di.
* dignitì,
nne;leti.
nazioni di
itismo,
posizioi
!nte,larfr
•lartneiite
Un'occasione per proporre alla cittadinanza l'attualità
della Parola di Dio e per testimoniare la propria fede
VIBGIWIA MAHIANI
Dal21 al 27 ottobre è stata ospitata nella chiesa
battista di Mottola la «Mostra
della Bibbia». Gli organizzatori Pinuccia De Crescenzo e
Hocco Lamanna, in accordo
re U ru(^ con il Consiglio di chiesa e
'■ ^ con la collaborazione di alcu
ni fratelli e sorelle hanno allestito l’esposizione, consistente in 53 Bibbie e 31 pannelli, nel locale di culto, che è
staio apèrto, per l’occasione,
h: mattina e pomeriggio.
' L’occasione, nuova per la
comunità ma anche per il
paese, non è stata colta dai
presidi delle scuole che, pur
Iflijtattati personalmente e
opportunamente informati,
non hanno fatto seguire
all’invito alcuna circolare di
informazione, né dai preti
.che, invitati fin dall’inizio,
non hanno comunicato nulla
alle loro parrocchie né hanno visitato personalmente la
mostra. Proficui sono stati
soprattutto gli inviti fatti di
: persona agli amici e amiche
(e solo questo ha garantito la
^ presenza di studenti e studentesse) e, in parte, il simpatico volantinaggio fatto
perle strade.
Insómma, i sospetti di
ichlusura mentale e impreparazione culturale sono stati
tristemente confermati da un
diesa pd
lo diveni
lippe, Pii.
dola Gl
ibuti deli.
'SSO sotn
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Fica perle
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ei grupii
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», cinese
La mostra sulla Bibbia ailestita nei locaie di cuito di Mottola
clima, è il caso di dire, duro a
mitigarsi soprattutto nei paesi. Sintomatico è, inoltre, che
sia ancora imperante l’idea
che la Bibbia che leggiamo
noi non sia la stessa della
Chiesa cattolica.
A questo si può aggiungere
il fatto che la Bibbia è considerata un testo bello e prezioso per la sua «veneranda età»
e non per. il suo contenuto,
sempre attuale e contemporaneo a ogni periodo storico,
per la diffusione del quale dal
XVI secolo si profondono im
pegno e sostanze. Per coloro
che però hanno l’hanno apprezzata, la mostra è stata
un’occasione di ulteriore arricchimento e crescita spirituale, anche perché è stata
supportata nella serata di giovedì 24 ottobre da un interessante momento di presentazione e illustrazione e dal culto serale della domenica successiva: quest’ultimo è stato
vissuto, oltre che nell’atmosfera della Riforma, nella
completa e fisica «immersione» nella Parola.
ità deUt
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Riprese le attività alla Chiesa battista di Siracusa
La fede anima un impegno rinnovato
Ressio Calabria
Seminario
di studio
sulla preghiera
EHZO CAHALE
IL 1“ e 2 novembre la comunità battista di Reggio Ca
ENRICO MALTESE
ALL’APERTURA del nuovo
anno di attività della
chiesa evangelica battista di
Siracusa* nel vedere, dopo
iHolti anni, ben due classi di
scuola domenicale, l’immagine che ho colto è stata quella
descritta dal profeta Isaia al
capitolo 35: «Il deserto e la
terra arida si rallegreranno, la
solitudine fiorirà come la rosa; si coprirà di fiori e festeggerà con giubilo e canti
d’esultanza».
Se torno indietro nel tempo, e penso al deserto che si
prospettava per la nostra comunità, quello che stiamo vivendo oggi è veramente un
miracolo. Eravamo rimasti in
pochi, per lo più anziani, i locali erano tristemente fatiscenti, le prospettive dopo
l’ultima vacanza pastorale
PiOn erano per niente rosee,
t^me si dice spesso in queste
situazioni, non è il numero
Che conta ma la qualità. Per
Hot questo detto è diventato
maltà, perché nonostante le
apparenze abbiamo creduto
ttella qualità, non la nostra
certamente, ma quella del
Vangelo predicato. E così,
Prima con l’impegno di popoi man mano che il Sici faceva incontrare alto fratelli e sorelle, con il loro
“into, la chiesa è cresciuta;
non Solo numericamente ma
*®che neU’entusiasmo, nell’
impegno e nella volontà di
essere presente nella città per
testimoniare l’Evangelo. Non
avrei mai èreduto che in pochi anni la comunità avrebbe
subito una trasformazione
così profonda.
Veramente le occasioni e le
possibilità che il Signore ci
mostra sono per noi impensabili. Il nuovo anno è cominciato con tanta voglia di fare
cose nuove. Ai tradizionali
culti domenicali e allo studio
biblico settimanale si è affiancata una serata dedicata
al canto, così da formare un
coro polifonico, nuovo motivo di entusiasmo e di impegno. Un ringraziamento va alla sorella Lina Rapisarda che
con gioia e disponibilità sì dedica alla cura del canto comunitario. Poi ci sono gli incontri ecumenici, che già da
qualche anno abbiamo intrapreso insieme a una comunità cattolica. A partire da ottobre abbiamo iniziato lo studio della 1“ lettera ai Corinzi,
che sarà tenuto sia nella chiesa battista, a cura del pastore
Salvo Rapisarda, sia in quella
cattolica a cura di don Carlo
D’Antoni. Alla fine di ogni
mese le due comunità si incontreranno per confi:ontarsi
sui t?mi più impprtanti emersi durante lo studio.
A quelle della comunità si
affiancheranno le attività del
centro culturale «Martin
Luther King». Per/quest’anno
Dn PANOIUUI
¡Abbonamento annuo L.
¿8.000 - Estero L. 33.000
Sostenitore L. 35.000 copia L. 3.500 da yerf^ve su c.c.p. n. 14603203
totestato a «L'amico dei
anciulli - Tavola Valdese» - 20159 Milano - Via
'•^ovro Lambertenghi 28.
sono in programma conferenze, serate musicali e mostre. Abbiamo programmato
inoltre delle visite alle locali
chiese valdesi e metodiste
con scambio di pulpito fra
pastori e gruppi musicali.
Questo per far sì che il reciproco riconoscimento/ oltre
ad essere un bel documento,
si incarni nelle nostre realtà.
Tutti questi progetti potranno essere realizzati se avremo la capacità di donarci per
il regno di Dio, pur sapendo
che andremo incontro a difficoltà e incomprensioni. Preghiamo che il Signore ci conceda L’entusiasmo ma anche
la perseveranza e il coraggio
di credere fino in fondo che
nonostante le apparenze «il
.deserto fiorirà».
labria ha svolto il primo seminario sul tema della preghiera. È stata l’occasione per
presentare il libretto «La preghiera» pubblicato dal Servizio didattico della chiesa:
un’opera di 55 pagine frutto
di un accurato lavoro di riduzione di un vecchio libro di O.
Hallesby (edito dall’Opera
battista nel 1954)' che per le
sue dimensioni non incoraggia il lettore di oggi, più fi-ettoloso e svogliato di un tempo. Il Servizio didattico ha
compiuto ariche un’operazione di «adattamento» del contenuto ai traguardi teologici
ed ecclesiologici del battismò
italiano contempòraiieo.
La prima sera del seminario Ester Labate e Angela Mafrica hanno sviluppato, sulla
falsariga del libro, i temi: «La
preghiera come lavoro e come lotta» e «Come preghiamo e come Dio risponde alle
nostre preghiere». La seconda sera Lucia Malara ha svolto una relazione introduttiva
al Patere Nostro e chi scrive,
pastóre della chiesa, ha concluso con una relazione sul
tema dell’«Onnipotenza di
Dio e persistenza del Male».
Ogni sera Le discussioni (per
gruppi e in assemblea generale) hanno consentito gli approfondimenti e i chiarimenti necessari.
Dopo l’agape della prima
sera Teresa Canale ha guidato la comunità in una rivisitazione degli inni più belli,
sempre sul tema della preghiera, ripescati dall’Innario
cristiano del 1922: un’operazione necessaria per riappropriarsi del loro patrimonio
spirituale e poetico, ancorché
veicolato da un linguaggio
desueto. Un adagio suona
così: «La comunità vivente
prega molto perché lavora
molto e lavora molto perché
prega molto». Il seminario ha
evidenziato che il Signore, in
questo «tempo intermedio»,
alimenta la speranza della
sua chiesa (esortandola a vederlo «venire nelle nuvole del
cièlo»); nello stesso tempo lo
pone sulla «strada che scende da Gerusalemme a Gerico», per compiere le opere
belle che danno gloria a Dio;
e infine ha consegnato a lei
l’arma della preghiera, proclamandola sua «assistente»
(Cullmann) nella persistente
guerra contro il Male.
m
\ ....
Nella collana «Nostro tempo» è uscito il n. 56
. Paolo Naso
IL VERDE.E L’ARANCIO
’ Sforia, politica e religkkte '
nel'conflitto deirirlanda derNord..
Prefazione di Filippo Qentildnl
pp.152,14 lll.ni f.t., L. 23 000
\
tt verde e raianclo i colon delle due
conulraia protagoniste del conflitto che
da decenni Jnaangulna l'irlanda dai
Nord. Le Chlaaa moteetantì e cattolica
- ctw tànta responsabilltà hanno in
queaio conflitto - sono oggi trai prota
Inleti del (jrocesso di pace, impagnain jtuove rame ongmali di edudazxialla pece e riconciliazione Ma lo
acontrp è tutt^altro Che risolto MasOH'
■sep, con stile giomaiisiioo par
« doeumentato le ragioni ttxl'rÈp^'pMilche à’ótidioee «jet à
ÎK dsi labiée dbHa paée'«
‘ .V
cÊaiÊ
. ' VIA PRINCIPE TOMMASO. 1
181.011/668.98.04-FAX 01 «/I
httpa!/www.atpmUt/'
Agenda
BERGAMO — In occasione del ciclo dì incontri sul tema «La Riforma protestante e il
federalismo» organizzati dal Centro culturale protestante, aUe ore 2X, in via Tasso 55,
Elena Bein, insegnante di storia e filosofia e
membro del Comitato direttivo del Centro
culturale valdese di Torre Pellice, parla su «L’idea del “Patto” nell’esperienza puritana: una proposta da rimettere in
gioco nel nostro tempo». Per informazioni tei. 035-238410.
NAPOLI — La Consultazione ministeriale evangelica, organo per l’Italia del Lewe (Patto di Losanna per l’evangelizzazione del mondo) organizza rm incontro, con la partecipazione di Tom Houston, direttore esecutivo del Lewe, dalle
ore 17,30 alle 19,30 presso la chiesa evangelica pentecostale in via Scippa, a Secondigliano. Intervengono Giancarlo
Rinaldi, Luigi Roncavasaglia, Eduardo Zarazaga.
TRIESTE — Per il ciclo di conferenze «Ricordando Lutero
nel 450° anniversario della morte tra storia e attualità»
proposto dal Centro culturale Albert Schweitzer, alle ore
18, presso la sede del Centro in piazza San Silvestro 1, il
prof. Silvano Gavazza dell’Università di Trieste parla di
«Lutero e l’Italia: dottrine e libri luterani nell’Italia del
’500». Per informazioni tei. 040-632770.
MILANO — La Consultazione ministeriale
evangelica, organo per l’Italia del Lewe (Patto di Losanna per l’evangelizzazione del
mondo) organizza un incontro, con la partecipazione di Tom Houston, direttore del
Lewe, presso la chiesa evangelica «Bethel» in
via Biella 17, dalle ore 17,30 alle ore 19,30. Intervengono
Pietro Bolognesi, Salvatore Ricciardi, Eduardo Zarazaga.
COAZZE — «Rispetto della natura-sviluppo
industriale e modelli di vita» è il titolo di una
conversazione tenuta da Walter Giuliano,
assessore alle Risorse naturali e culturali della Provincia di Torino, e Giorgio Guelmani,
, direttore della rivista «Gioventù evangelica»,,
nel tempio valdese di via Matteotti alle ore 16. L’incontro è
propósto dal Centro culturale «À. Pascal» con il patrocinio
del Comune di Coazze. Per informazioni tei. 011-6508970.
GENOVA — In occasione di «Esodo», XVI
ciclo di incontri interreligiosi di cultùra é di
formazione al dialogo proposto dal Sae, alle
ore 17,30 a Palazzo Ducale, padre Innocenzo Gargano, docente di Patristica all’ist.
Sant’Anselmo di Roma, parla su «Lettura
cristiana dell’Esodo dalle origini al Medioevo». Per ulteriori informazioni tei. 010-566694 oppure 211473. ^
UDINE — In occasione del ciclb di conversazioni bibliche sul libro della penesi proposto dal Circolo culturale evangelico «Gui^
do Gandolfo», alle ore 18 nella sala della
chiesa evangelica metodista in piazzale
D’Annunzip 9, il pastore Claudio H. Martelli
tiene una conferenza su «Le storie di Giuseppe». Per ulte
riori informazioni telefonare allo 0432-522434.
BERGAMO — In occasioiìe del ciclo di incontri sul tema «La Riforma protestante e il
federalismo» organizzati dal Centro culturale protestante, alle ore 21 in via Tasso 55,
Massimo Rubboli, docente all'Università di
Firenze e specializzato in storia religiosa e
politica degli Stati Uniti e del Canada alle Università di
Vancouver, Toronto e New York, parla di «Federalismo e
rivoluzione americana: la nascita degli Stati Uniti d’America». Per informazioni tei. 035-238410.
TRIESTE — Per il ciclo di conferenze «Ricordando Lutero
nel 450° anniversario della morte tra storia e attualità» proposto dal Centro culturale A. Schweitzer, alle ore 18, presso
la sede del centro in piazza S. Silvestro 1, il prof. Ermanno
Gdhre della Facoltà teologica valdese di Roma parlerà su
«L’esperienza dello spirito in Lutero». Tel. 040-632770.
TORINO — «Il significato della cristologia
classica» è il titolo del dibattito proposto
dal Centro evangelico di cultura «Arturo
Pascal», comunità cristiane di base, corso
per animatori biblici, gruppo donne credenti, redazione de «Il Foglio», Sae e Ywea.
Introducono l’incontro, che si tiene alle orq 15,15 nel salone valdese di cor^ Vittorio Emanuele II 23, Carlo Collo,
teologo cattolico e Fulvio Ferrarlo, teologo evangelico. Per
ulteriori informazioni telefonare allo 011-6692838.|
TORINO — Alle 15,30, presso la sala valdese di via San Pio V15 (primo piano) verran' no proiettati i video del padre comboniano
Alex Zanotellì (<<A quando le rondini») e di
Beppe Grillo («Un grillo per la testa»). Seguirà un libero dibattito.
MARCHERÀ—Nella chiesa battista di via Cadetti 27 l’Abne
(Associazione battista Nord-Est) in collaborazione con la
Fcene (¡Federazione chiese evangeliche del Nord-Est) propone un pomeriggio di «omiletica» a partire dalle ore 14.
ALESSANDRIA — Alle ore 21, presso la sala
Torriani (via del Vescovado 3,1 p.) il dott.
Carlo Carozzo parla sul tema: «“Al mattino
ascolterai la mia voce” (Salmol2, 7), La preghiera nella vita quotidiana».
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul ^rimo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie dal
mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica teleidsiva di
Raidue a cura della Federazione delle chiese evangeliche, trasmessa a domeniche alterne alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì
della settimana seguente alle ore 8,15 circa.
•. \
18
PAG. 10 RIFORMA
Riforma
Adottati per
«mancanza d’amore»
Fiammetta Cullo*
Il problema dell’adozione dei minori continua a far notizia. La Corte di Cassazione ha ribadito in questi giorni
una sentenza che prevede l’allontanamento dei figli per
gravi incajpacità nella cura, affetto, sostegno psicologico
ed educativo da parte dei genitori.
La vicenda: una timisina immigrata da molti anni in
Italia si era gettata dalla finestra insieme alle due figHp di
otto é sei armi e al maschietto di pochi mesi per sfuggire
alle assistenti sociali. Il bambino era morto, le figlia avevano riportato ferite non gravi e la dorma è rimasta paralizzata. La signora non era stata giudicata punibile per il
gesto dalle conseguenze così drammatiche perché le era
stato riscontrato imo stato momentaneo di incapacità ad
intendere e volere; ma dopo cinque anni dal fatto, sebbene avesse «recuperato le capacità mentali», per la Corte
di Cassazione era rimasto da parte delle figlie «un rifiuto
e distacco dalla famiglia naturale».
Non si conosce la sentenza nella sua Integrità e le motiv^oni della stessa vengono riportate per sommi capi dai
giornali e neppure, naturalmente, si conosce la situazioni
delle minori, ora in attesa di una nuova famiglia. La delicatezza della materia è tale da non consentire toni scandalistici, ormai di moda nella comunicazione di massa, e
neppure un semplicistico consenso. La novità che fa discutere è questa: può la «mancanza d’amore, di guida psicologica ed educativa da parte dei genitori» essere motivo
per l’allontanamento dei figli? Può un’incapacità genitoriale essere punita al punto di perdere definitivamente i
propri figli anche senza la volontà di volerli abbandonare? Secondo il parere della Corte di Cassazione questo è
possibile «ogni qual volta si verifichi una obiettiva carenza di quel minimo di cure materiali, calore affettivo e aiuto psicologico necessario per assicurare al minore un ambiertte idoneo a consentirgli lo svUuppo».
\Chi scrive esercita da vent’armi la professione di assistente sociale e, come tutti coloro che lavorano accanto ai
minori privi delle adeguate cure e sofferenti per le umilia;tioni affettile e Sociali, sa quanto è difficile valutare
quando per l’interesse del minore è necessario recidere i
I egami con i genitori. Tuttavia la sentenza risulta dura anche per noi che lavoriamo con famiglie con difficoltà a
volte inconciliabili con le esigenze di attenzioni che i figli
richiedono. La legge 184 del 1983 che regolamenta l’adozione, indica già come motivo di allontanamento dalla famiglia il fatto che «i minori [siano] in situazioni di abbandono perché privi di assistenza morale e materiale da
parte dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi...».
Questa sentenza quindi ne osserva il principio base che è
l’obbligo del genitore a provvedere ai figli per una crescita adeguata, anche se sembra privilegiare l’aspetto di «cura» educativo-affettiva su quella materialé.
I problemi che a mio parere questa sentenza solleva
chiamano in causa, prima dei criteri valutativi dei magistrati e l’interpretazione della legge sull’adozione, il ruolo dei servizi sociali, perché sono quelli che dovrebbero
garantire il sostegno alle famiglie in difficoltà. Manca
una legge (quella in vigore è del 1890) sull’assistenza che
sappia rispondere in modo adeguato a quelli che sono i
problemi della società contemporanea. In Italia i servizi
sociali sono disomogenei e carenti, in modo particolare
quelli in favore dei minori. È necessario che venga estesa
a tutto il territorio nazionale quella rete integrata di servizi che adesso è privilegio di poche situazioni, in modo
tale che si arrivi non solo a im maggior sostegno delle situazioni di difficoltà, ma anche alla formazione di criteri
valutativi omogenei che permettano ai magistrati di decidere in modo il più possibile razionale.
- * Assistente sociale
[ IlR)BMA
E-Mail; Riforma 6 Alpcom.lt
Uri: httpi/Avww.alpcom.lt/riforma
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
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Federica Toum. COLLABÓRANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino
Di Croce, Paolo Fabbt1,#ulvlo Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Giorgio GardioI, Maurizio Glrdaml, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan,
MireHa Scorsonelli, Florence VftitL Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABIU Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE:Stelio Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangla; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
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EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. -via S. Pio V, 15 bis -10125Torino. '
TsrNteinssrdonlputMloHariK ainadulo (42,5x40 nm)£30.000. PartMipiBionl: milllnMtoiioalonna £ I EOO. EoiMonilGl: a parala € 1 eoo.
Rifonna è II nuovo titolo della testata La Luce cegfsaata dal Tribunale di Pinerolo con
Un. 176 dell'gennaio 1951. Le fflodMche sono state registrate H 5 marzo 1993.
0 nuifwto 43 del 8 novembre 1996 è stato consegnato per l'Inoltio postale airufficio
CMP Nord, via Reiss Romoll 44/11 di Torino mercoledì 6 novembre 1996.
Continua il dibattito sulla «questione settentrionale» e la secessione
Secessione: non è peccato ma...
Le piccole patrie secession iste sono funzionali a un'Europa fortemente liberisti
con uno strapotere delle banche centrali e dei governi a danno dei Fkrlamenfi
GIORGIO GUELMANI
Lf ARTICOLO di Ettore Micol (Riforma del 25 ottobre) ha il merito di usare toni
pacati nel sostenere la secessione della Padania, e di invitare gli oppositori a fare lo
stesso senza ricorrere alla retorica patriottarda e risorgimentale. Tanto per cominciare gli do ragione su un primo punto: parlare di secessione non è peccato. Cosa
ovvia per dei protestanti, a
cui però si potrebbe ribattere, paolinamente: tutto è lecito ma non tutto è utile...
Nel giusto intento di rifiutare la retorica e il moralismo, Micol cade però nell'eccesso opposto di negare qualunque valenza «morale» ed
etica al discorso e all’azione
politica della Lega. Mi pare illusorio e ingannevole parlare
della Lega come semplice «sismografo» dei fermenti della
società del Nord, uno strumento neutro che registra fedelmente il volere della «gente», senza portarne un’oncia
di responsabilità. Partiti, lobbies, movimenti d’opinione,
in realtà creano l’opinione
pubblica (senza arrivare a
manipolarla), dettano l’agenda dei problemi, .influenzano
la stessa percezione della
realtà. Tutti, i leader e la «base», gli opinionisti e la «gente», sono soggetti etici e responsabili. Chi proclama che
lo stato unitario si è irrimediabilmente disgregato, chi
incita alla rivolta fiscale, chi si
fa «imprenditore politico»
delle pulsioni razziste presenti nella società compie una
scelta ben precisa, deUa quale
deve rispondere, anche perché le dichiarazioni e i proclami, amplificati dai mass
media, retroagiscono sui
comportamenti sociaii (tra
Venezia, lembo,estremo della «Padania»
parentesi, visto che nella storia le secessioni sono state
spesso violente, chiedersi se
la Lega è «gandhiana» o meno
non è per nulla accademico).
Al contrario di quel che dice Micol, anche la secessione
è stata inventata dalla Lega,
quando ha constatato che la
parola d’ordine precedente
(il federalismo) si era banalizzata perché adottata da
tutte le altre forze politiche.
È un fenomeno ricorrente in
politica come in pubblicità,
tant’è vero che Bossi ha dovuto inventare gesti e simboli (le camicie verdi, l’ampolla
di acqua del Po) per creare
un’identità «padana» che
ben pochi sospettavano di
avere (prova ne sia che, a
tutt'oggi, nessuno sa quali
sarebbero i precisi confini
del nuovo stato). Questo dimostrerebbe l’esattezza della
tesi di Benedici Anderson (fi
cui Comunità immaginate è
stato recentemente tradotto
dalla Manifestolibri), secondo cui le «patrie» e T«identità
nazionale», e tutto il loro apparato di simboli per cui milioni di persone sono disposte perfino a uccidere e a farsi uccidere, non sono residui
atavici, ma creazioni recenti,
tipiche della modernità, dal
Settecento in poi. Se ciò è vero, anche T«italianità» è un
artefatto culturale, quanto la
«padanità», solo un po’ più
stagionato.
Allora anche i nostri odg di
Conferenze distrettuali e Sinodi, fatta salva l’esattezza
storica del richiamo all’impegno risorgimentale dei nostri padri, dovrebbero guardare avanti, e non indietro.
Se è vero, che gli stati si formano e dividono «cercando
di adeguarsi al momento storico e alle esigenze dei loro
popoli» (Micol), dobbiamo
chiederci: a quale momento
storico e à quali esigenze è
funzionale la secessione? La
divisione politica tra regioni
povere e ricche è uno dei
possibili esiti della globalizzazione dell’economia. So
stiene l’economista giani«
nese Keinichi Ohmae (ia^
dello stato nazione, ed. Bài
ni e Castoldi) che lo stato «
come lo conosciamo è ini
mediabilmente obsolet8;|
un’epoca in cui le impreae,
capitali si spostano a gra«
velocità facendosi beffe de
frontiere; l’assetto politi,
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sembrare a prima vista) il®
verno mondiale, ma ài i ^
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che ci mostra che non
appellarsi alla futuribile 0nione europea per scongiuft
re il pericolo della secessi
ne, perché il problema o«|
non è più «quale Italia»; m
«quale Europa?». Le
patrie secessioniste sotì
estremamente funzionai
un’Europa come quella clu
le classi dirigenti ci stanS
preparando, con moneta uni
ca, liberismo estremo, sto
potere delle banche centri?
dei governi a danno dei P®
lamenti. Se vogliamo (mali
vogliamo?) un’Europa div^
dinaria
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I1.1.
ci serve ben altro; primai
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inventare) tra istituziotfsO' l|azzi e
vranazionali, adeguafew
complessità dei problem
globali, e istituzioni locdi, vicine ai cittadini e da lofi
controllabili. Qui non ci al»
Mento,
sua vo(
dubbia
Iva e fai
^sal mej
tano né il patriottismo itaiit iranno 1
no né quello padano, e sari
meglio lasciarli entrambi il
soffitta senza rimpianti. ‘
Il presidente Scalfaro ha invitato nuovamente alla riconciliazione e all'unità
Pacificazione nazionale delle memorie non significa
mettere sullo stesso piano torti e ragioni, valori e disvalori
EUGENIO BERNARDINI
A pacificazione e la riconcilia
à cifiazione delle memorie.
Da un po’ di tempo il presidente della Repubblica, Scalfaro, e altri esponenti istituzionali e politici invitano gli
italiani a voltare pagina
sull’ultima grave lacerazione
del nostro paese: quella che
divise gli italiani tra fascisti e
antifascisti, tra partigiani e
repubblichini. Nelle celebrazioni del IV Novembre il presidente Scalfaro ha scelto di
dedicare «il primo devoto
pensiero» al «ricordo e alla
preghiera per la memoria di
coloro che hanno combattuto anche in posizioni opposte, ma con onestà di intenti,
fino all’estremo sacrificio. Un
invito alla pace». Pensiero
che è piaciuto molto, e si capisce, agli esponenti della
destra che erano presenti per
'a prima volta alla messa di
suffragio in occasione della
giornata delle Forze armate:
Giulio Maceratini, Mirko Tremaglia, Alessandra Mussolini
e Pino Rauti.
Non riusciamo a capire bene che cosa ci sia dietro questi ripetuti richiami alla «pacificazione nazionale» se non
la volontà di stringere i ranghi di fronte al crescere della
proposta secessionista della
Lega. Come dire: siamo tutti
italiani, superiamo le divisioni del passato (anche perché.
al di là del fascismo e dell’antifascismo, siamo stati tutti
patrioti) e uniamoci a combattere il germe secessionista. Oppure c’è il timore che
il nuovo sistema elettorale,
in buona misura uninominale, spacchi in due schieramenti contrapposti non solo
la rappresentanza parlamentare ma anche il popolo italiano facendo rivivere più
antiche e drammatiche contrapposizioni.
Inoltre c’è chi, come Gianni
Vattimo su La Stampa del 4
novembre, ha valutato positivamente che l’ultimo richiamo del Capo dello stato sia
coincisa con una celebrazione religiosa perché è «davanti
aU’eternità» che «si possono
superare le divisioni di parte,
l’impegno appassionato per
un sistema di valori contrq altri sistemi di valori e dimenticare (ma è meglio dire: perdonare) le colpe commesse
contro la vita e i beni degli avversari o di tanti che si ritenevano fuori dal conflitto».
A questo punto vanno dette chiaramente alcune cose:
là sincerità degli intenti è certo lodevole ma non può impedire la distinzione tra chi
ha avuto torto e chi ha avuto
ragione. Né può impedire il
^udizio storico, morale e religioso tra chi era per la dittatura^ il razzismo la violenza e
la guerra e chi le combatteva
in nome della libertà, dell’
uguaglianza, della democrazia e della pace. Così come
non si può mettere sullo stesso piano la pianificazione
della violenza terroristica con
la rappresaglia contro i civili
operata dal nazifascismo con
le necessità imposte da una
dura guerra partigiana. Pacificazione e riconciliazione
non significano mettere sullo
stesso piano valori e disvalori, neanche in nome della
sincerità degli intenti, ma significano superare la contrapposizione e l’odio che
portano alla demonizzazione
del nemico e alla sua eliminazione, oltre che con le armi, anche con le parole e le
Immagini.
Pacificazione e riconciliazione significano anche ritrovare una possibilità di dialogo e collaborazione, pur nella
differenza anche netta delle
opiiiioni, ma alTinterno di
quei valori accettati dalla
grande maggioranza delle
persorre. Questo è stato, in
fondo, il nuovo patto nazionale promosso nelTimmediato dopoguerra con l’amnistia
di Togliatti, la rinuncia a una
profonda epurazione dei fascisti e dei simpatizzanti del
fascismo e la Costituzione del
1948: dare a tutti la possibilità di jrartecipare alla ricostruzione materiale e morale
dd paese, ma airinterno di,
quei vidoil civili e democratici che sono stati propri della
guerra antifascista e non 1»
quella fascista.
Siamo dunque felici chel
egli ha
rione d
Gignon
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di intei]
amore
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confort
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nalmente la destra italiaaSi,
salvo una piccola frangiai“'
sia liberata da ideali incoffl’
patibili con una moderna®
civile democrazia e che, a®'
cattando quei principi ptijl
aspramente combattuti e^
risi, partecipi ora pienamff
alla vita politica del paese, 1
ci auguriamo che questo^
cesso vada avanti e si raffi^
zi. Ma non è necessario, P®
questo, riscrivere la sto^
salvo che si vogliano difeb®
re, senza dichiararlo, dtriB'
teressi e altre prospettive. 1
Non siamo invece felici^
fatto che si continui a 6**^
tendere il perdono cristian«
(che è sempre «grazia a
Negli
jirezzo») con il
(che è sempre «grazia
mercato»); e nemmeno s»
mo felici che, anche dopo
revisione del Concordato «
1984 che ha riconosciuW
principio, civile e deinocr^
co, che lo stato non pub
re una propria religione to"
ciale, si continui a far
messa» (e ovviamente
che®
accetti di «dire m- ^
nome del popolo
delle sue istituzioni. Lo > .
luppo civile e democra^
ìfTTTlOll^’ ^
del nostro paese impon^;^
si superi ahehe il mono®]«
fessionalismo religioso ^
ricordiamolo, è stato un
lore» del fascismo.
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JPRDÌ15 NOVEMBRE 1996
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f Luigi Santini
testimone
del Signore
La notizia della morte del
«astore Luigi Santini, comu-.
Starni la mattina del 31 ottobre, l’ho avvertita e sentita
come l’interruzione improvvisa di una conversazione
fraterna di oltre trent’anni,
iniziata fin dal mio arrivo a
Firenze. Santini mi mancherà
coltissimo e mancherà a tutta la comunità valdese fiorentina perché egli, come pochi altri pastori, non passava
accanto ai fratelli, ma stava
vicino ad essi e cercava di conoscerli con discrezione, con
simpatia e con affetto.
Bicorderò sempre la sua
partecipazione al dolore di
®a figlia Sara, e di tutti noi,
per la perdita del suo giovane
marito. Sebbene Marco non
appartenesse alla nostra comunità, egli seppe confortarlo negli ultimi mesi della sua
;jnalattia, come nessun altro
iseppe farlo. Per la sua straordinaria capacità di ascoltare
gli altri, si parlava volentieri
con lui delle nostre esigenze
e delle nostre difficoltà di lavoro e di famiglia con una
confidenza che io non ho
avuto con altre persone della
famiglia dei credenti.
Luigi Santini è stato un
servitore del Signore, che
seppe affrontare con coraggio e pazienza la prova tremenda di una malattia giovanile, che ne menomò le risorse fìsiche. Era portato agli
Studi e avrebbe potuto continuare le sue ricerche sull’
Ìfnmngelismo italiano dell’Otitocento, iniziate con la bella
(anóSíá vhiografia di Alessandro Ga
:$azzi e dedicarsi all’insegnalìiento, ma preferì seguire la
sua vocazione pastorale, indubbiamente più impegnati
e da lon 'va e faticosa. Certamente as
lori
e non '
ilici che fia italianSi
frangia^'
ili inco»'
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ettive.
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c:
sai meglio di me altri illustrejranno quanto di prodigioso
egli ha compiuto nella direzione della casa di riposo «Il
Gignoro», alla cui organizzazione ha profuso le sue doti
di intelligenza, di cultura e di
amore per persone bisognose di cure, di sostegno e di
conforto. Mi sono soffermato
sulla sua attività pastorale in
quanto essa era il compimento del suo annuncio dell’Evangelo di Gesù Cristo.
Una predicazione, la sua,
volta all’essenziale del chiarimento della Scrittura, sobria,
elegante, e mai appesantita
da emdizione o sfoggio culturale. I suoi sermoni facevano pensare e riflettere.
Negli anni ’60 ho collabo
rato con lui alla ricostruzione
del Centro evangelico di cultura. Sotto la sua guida intelligente furono organizzate
conferenze e incontri, che
ben figurarono nel panorama
culturale, così ricco e vario,
dell’ambiente fiorentino. Luigi Santini è stato uno studioso acuto del protestantesimo
italiano del ’900.1 suoi articoli meritano una riflessione
critica, che andrà fatta in modo più pacato nei prossimi
mesi. Tuttavia egli sarà ricordato a lungo come uno dei
maggiori protagonisti dell’
evangelismo italiano di questo secolo. Un protagonista
silenzioso e operoso nell’età
delle chiacchiere e delle apparizioni televisive.
Salvatore Caponetto
Firenze
35 anni di
collaborazione
pastorale
«Un altro spezzone della
mia vita che se ne va», riflettevo fra me al funerale del
collega e amico Luigi Santini.
Un anno fa ho perso la mìa
metà (la metà migliore di me)
e ora questo nuovo distacco.
Pesante. Sì, perché ormai
eravamo abituati l’uno all’altro. Credo che Santini ed io
abbiamo battuto il record di
anni di collaborazione fra un
pastore valdese e uno battista
nella stessa città: 35 anni!
Collaborazione fattiva, intensa, sulla stessa lunghezza
d’onda teologica, insaporita
di tanto in tanto (ma forse tre
volte in tutto) da qualche sana e fraterna disputa pastorale, sempre nella stima e
nell’affetto reciproci.
In particolare ci siamo trovati sulla stessa sponda
quando abbiamo deciso insieme di accettare il colloquio con la Chiesa cattolica,
osteggiati da altri colleghi che
ci ripetevano: «Ma tanto non
serve a nulla». Può darsi che
né lui ha visto né io vedrò nel
corso della nostra esistenza i
frutti di questo gran lavoro: i
nostri nipoti e pronipoti lo
vedranno. Questa era la nostra certezza.
Santini era un amico la cui
forza d’animo e tenacia nel
combattere ogni giorno la
sua battaglia contro il male
fisico facevano apparire trascurabili i nostri piccoli mali!
Grazie Santini! Ai figli Lea e
Marco i pastori e responsabili
di attività di Siena, Prato e Firenze (che ho il privilegio di
rappresentare) esprimono
tutta la loro fraterna simpatia, profondamente sentita.
Da oggi gli evangelici fiorentini sono un po’ più tristi.
Piero Bensì - Firenze
zia a
con/fetìi
11
NOVEMBRE 1996
La diplomazia delle religioni
Medio Oriente:
Ebrei, cristiani e musulmani
di fronte a Gerusalemme.
Ebraismo:
L’uomo, la donna, il Sabato.
Islam:
La sfida dei diritti umani.
Parole di senso:
Che cos’è la coscienza?
Bosnia:
L’Europa ricomincia da Sarajevo.
" wMi una copia lire 8.000; abbonamento annuo lire 66.000;
^*»jtore lire 120 000 con libro in omaggio). Versamento sul ccp 61288007
' ' ^’^statoaeot^.ComNuoviTemirf, via Firenze 38,00184 Roma.
Per mformazioni teleiboo 06-4820503, fa* 4827901.
t*. '¡»dirizzo Internet. Http-y/hdln.*tm.ittoiarket/sct/honie.hUii>
1ì
Forze armate
solo per difesa
Egr. direttore,
in merito alla probabile
prossima ridùzione della durata del servizio di leva a 10
mesi e alle proposte di ulteriore riduzione a 6 mesi, vorrei fare notare che questo
comporta un maggior numero di militari professionisti e
quindi maggiori spese solo se
si vogliono Forze Armate in
grado di compiere operazioni
all’estero, eosa doppiamente
incostituzionale perché la
Costituzipne repubblicana
vieta ogni utilizzo delle Forze
Armate diverso dalla difesa
da aggressioni militari esterne e impone la leva obbligatoria, escludendo la possibilità di Forze Armate professionali (proprio per mantenere un controllo «popolare»
anche sulla politica militare).
Se invece si volessero Forze
Armate esclusivamente difensive, 6 mesi di leva basterebbero ampiamente, senza
ricorrere al reclutamento di
professionisti, rispettando la
Costituzione e magari anche
riducendo le spese militari
(giunte ormai a più di 31.000
miliardi con un aumento del
20% negli ultimi due anni).
Fausto Angelini - Lega
obiettori di coscienza, Torino
Vito Catofiglio
un testimone
«implicito»
Su queste pagine avrebbe
dovuto apparire una meditazione sulla vita e sulla morte
che Vito Carofiglio aveva deciso una decina di giorni prima di affidarmi, perché fosse
pubblicata in esclusiva su
«Riforma», un periodico che
gli era caro e che lui, non credente, leggeva con maggiore
interesse di altri, credenti.
Ma il male di cui soffriva da
pochi mesi soltanto, quel
«mio diavolo», come diceva
tra il serio e l’ironico, non
glielo ha perihesso. Sarebbe
sicuramente stata una di
quelle sue ardite e appassionate scorribande nell’interiorità più profonda che negli
ultimi anni l’avevano attratto
a margine dei suoi lavori accademici.
Su questo settimanale, nel
numero delT8 marzo di quest’anno, era stato ospitato un
suo intenso articolo sul grande poeta ugonotto Agrippa
d’Aubigné, nel cui titolo si
soffermava suH’«esperienza
del dolore» nell’autore di «Le
Tragiques». Era un pezzo che
gli avevo strappato agli impegni molteplici di cui la sua vita era sempre stata affollata.
i Collettà delle chiese valdesi e metodiste
17 novembre/ dbm^ìca della diaconia ii, =
Nell’elenco delle «dome-«
niche dedicate a.“.» delle
chiese valdesi e metodisté,
da alcuni anni compare, al ,
17 novembre, la Domenica della diaconia. È importante
che, almeno una volta l’anno, le chiese dedichino la lo- .
ro riflessione a questo aspetto così importante della loro ’
vita di fede. In realtà, quando si parla di diaconia il*
pensiero corre immediatamente alle opere sociali. *
Questo fatto non è di per sé
un male, ma è certamente
una limitazione: il credente
deve saper esprimere in
molti modi la sua gratitudine per l’opera dì salvezza
che il Signore ha compiuto
in Gesù Cristo. Tra questi
modi vi è il dono di sé all’altro, vi è il servizio nei confronti di chi ha Disogno di
noi nella vita quotidiana.
Questa è la diaconia e non
Una classe etemantaFe del Centro diaconale «La Noce» di Palermo
è uh male che la chiesa sin ri- diversi campi, tra cui quelli.
chiamata a essa. La colletta, molto importanti, della for?
poi, sarà dedicata alla Cora-.,- mazione del personale e dpi
missione sinodtrie per la dia-' comitati e della riflessione
conia, che è stata da pochi
anni costituita per coordinare un certo numero di opere
che lavorano nel campo sanitario e sociale. Questo lavoro
di coordinamento si .svolge in
teologica e sociale. La raccolta delle collette consentirà a
questa giovane commissióne
di consolidarsi c di offrire
con maggiore puntualità il
.suo servizio. . ■
Figura carismatica per il suo
aspetto di profeta biblico o
santone indiano dai lunghi
capelli sciolti e la barba fluente, per il suo sguardo penetrante e la voce gradevolmente sonora, di ambiente
familiare modesto, dopo gli
studi all’Ateneo, di Bari, era
diventato presto libero docente e poi ordinario di letteratura francese all’Università
di Milano.
Tornato a Bari con la moglie Laura Laurora, figlia
dell’anziano della Chiesa valdese, aveva moltiplicato i
suoi impegni culturali e sociali, scrìvendo libri e saggi
sul ’700 e ’800 francesi, dirigendo riviste, stringendo mtese culturali con Francia,
Canada, Israele, ricoprendo
incarichi accademici di prestigio e poi, più recentemente, coltivando il suo grande
amore per il teatro e la poesia
con varie e fortunate trasposizioni di classici in vernacolo barese. Questo fervore intellettuale, pur appesantito
da incarichi amministrativi
nella direzione dell’Istituto
francese, nelle commissioni
del senato accademico e nel
centro interdipartimentale
delle arti e dello spettacolo,
non aveva appannato la sua
innata simpatia per gli umili
e i semplici, il suo intransigente senso della giustizia sociale e del rigore morale, un
amore per la libertà e per la
dignità di ogni individuo, che
forse la contiguità con gli
ambienti evangelici aveva
rafforzato in lui.
L’immenso corale dolore
dei suoi studenti, colleghi, in
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numerevoli amici, compagni
di militanza politica nella sinistra, attori e intellettuali,
che si è sprigionato ai funerali laici nell’aula magna dell’università, è stato il segno
visibile di una vita piena di
significato, anche se incomprensibilmente stroncata nel
vigore degli anni. La sua spiritualità non tollerava confini
confessionali e il suo razionalismo materialistico che professava aveva troppe crepe
per consegnarlo a un ateismo
senza spiragli di assoluto.
Amava leggere la Bibbia, in
particolare i libri profetici e
poetici, ma non disdegnava
la meditazione coranica e la
saggezza zen. Ha attraversato
molte vite illuminandole e
galvanizzandole con la sua
gioia vitale e la sua straordinaria umanità e siamo certi
che il Signore l’ha accolto
presso di sé perché, come dice il salmo 37, 18, letto alle
sue esequie, «L’Eterno conosce i giorni degli uomini integri; e la loro eredità durerà in
perpetuo».
Nicola Pantaleo - Bari
Kiing e Messori
In relazione alla reazione
di Vittorio Messori alle «10
tesi» di Hans Kiing pubblicate dal «Corriere della sera»,, il
nostro abbonato Sergio Margara (Vercelli) ha scritto a Indro Montanelli, titolare sul
quotidiano milanese della
«Stanp» che porta il suo nome, dove vengono pubblicati
i contributi dei lettori. Margara replica aU’affermazione
di Messori, il quale sostiene
che ciò che Kiing vorrebbe
riformare e già fallito a suo
tempo con Lutero.
«Vittorio Messori si scaglia
contro kiing - scrive Margara
-, ritenendolo il solo che voglia portare una qualche riforma in seno al cattolicesimo,
probabilmente uno scrittore
così legato al Vaticano e al papa non sa (...) che ciò che in
realtà propone Kiing lo propongono milioni di cattolici
in Europa». Tutto questo si
saprebbe, dice Margara, se si
leggesse il libro Noi siamo
chiesa pubblicato recentemente dalla Claudiana, dove
si può «toccare con mano il
grande fermento che c’è in
Europa in seno al cattolicesimo, un cattolicesimo che ha
veramente fame di una Riforma». Quanto al legame stabilito da Messori fra l'azione di
Riforma nel Nord Europa e la
violenza dei Principi, Margara
ricorda le stragi compiute dalle truppe pontificie nei confironti di valdesi e ugonotti.
«In pace mi coricherò
e in pace dormirò
perché tu solo, 0 Eterno,
mi fai abitare in sicurtà»
Salmo 4,8
La comunità evangelica valdese di Rio Marina ricorda con affetto il pastore
Luigi Santini
che tanto operò per essa.
Rio Marina, 15 novembre 1996
Come ricerche i propri antenati valdesi
Il 1® marzo 1997 si terrà a Parigi il primo incontro |su
«Come ricercare i propri antenati valdesi del PiemcÀV'
te. Consigli pratici», a cura di Michel Poét e Georges
Pons. , ^
t ^ ore 15, presso la sede del»
‘ “'f ltaliens»,''3 rue dèrTurbigp,
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20
PAG. 12 RIFORMA
ILLAGGIO
La visita nel Madagascar di un gruppo di 9 evangelici delle valli valdesi
Viaggio attraverso l'Isola Verde trasformata in Isola Rossa
PAOLA REVIL
Antananarivo, la capitale del Madagascar, è
una città che viene definita
dalle guide come una delle
capitali più attraenti in assoluto: case allegramente colorate, abbarbicate sui fianchi
delle 12 colline, il verde smeraldo delle risaie che circondano la città, i panni multicolori stesi ad asciugare sulle rive dei fiumi, le miriadi di bottegucce aperte sulla strada.
Ma oggi, come scrive il quotidiano malgascio «Midi Madasikara» in un articolo del
27 agosto ’96, «lo splendore
della capitale se n’è andato in
fumo, come il municipio e il
Rova, il palazzo della regina».
La capitale è in totale rovina, sporca e fatiscente; il Madagascar è uno dei paesi più
poveri al mondo: una popolazione che sta moltiplicandosi,
un suolo in rovina a causa del
«tavy^>, la pratica del «taglia e
brucia». Tagliare le foreste e
la boscaglia per ottenere pascoli e terreni coltivabili ha
fatto sì che il 90% delle foreste dell’Isola Verde sia andato
letteralmente in filmo. Il terreno rosso, lateritico, è diventato preda dell’erosione che
ha aperto voragini terribili, i
«lavaka», che non si rimargineranno mai come le cicatrici
di tremende ferite. Questa distriiziòne ambientale continua, mentre la popolazione
in aumento richdede sempre
più terra da coltivare. Quasi
vent’anni di politica filocomunista hanno lasciato dei
segni profondi, quasi come i
«lavaka». L’Isola Verde è diventata l’Isola Rossa.
Le famiglie più bisognose,
finiscono spesso per arrivare
nella capitale, attirate da chi
ssà quali miraggi di guadagno; i bambini, che ne sono
la parte più vulnerabile, vivono sulla strada, dediti all’accattonaggio e a piccoli furti;
circa 1.500 persone ad Antananarivo sopravvivono con
quello che gli altri buttano
via e questa miseria non può
lasciare indifferente il turista
europeo che viene circondato regolarmente da bambini
che reclamano bonbon, monnaie, cadeau. Purtroppo poche monete, una biro, dei
mandarini non possono contribuire a risollevare un paese, anzi sono deleteri perché
il bambino che riceve del denaro può essere sfruttato da
parte di adulti senza scrupoli.
È possibile aiutare questo
paese attraverso l’operato
della Chiesa di Gesù Cristo in
Madagascar; entrare nella
grande sfida attraverso dei
progetti che il Dipartimento
per lo sviluppo (Saf) sta portando avanti in 39 zone di
sviluppo, con 23 Centri di approvvigionamento e servizi, 6
Centri di formazione, 10 Cen
tri di apprendimento e produzione, 31 Centri medici.
Un mese di turismo («ecclesiastico» o responsabile, se
vogliamo chiamarlo così) ha
permesso a un gruppo di 9
evangelici provenienti dalle
valli valdesi di visitare molti
di questi centri e di rendersi
conto dell’enorme mole di lavoro effettuato. In particolare
presso le popolazioni rurali.
Più di una volta abbiamo ammirato l’abUità di meccanici
dei malgasci e le loro qualità
tecniche nel recupero di materiali e nella costruzione di
strumenti di lavoro.
In molte zone, la costruzione di un acquedotto e delle
fontane di villaggio ha permesso un lavoro di pieno
coinvolgimento della popolazione e l’uso dell’acqua potabile sta conducendo all’eliminazione di alcune malattie
gastroenteriche in un paese
dove le strutture sanitarie sono ancora molto carenti. Nel
villaggio di Ampay non c’è
l’elettricità ma l’acqua potabile ha portato molti vantaggi
Veduta parziale di Antananarivo. In primo piano il lago Anosy
in termini di salute, particolarmente per i bambini, che
sono numerosissimi. Tre giorni di permanenza nella città
di Mahajanga ci hanno permesso di conoscere un laboratorio molto particolare,
l’atelier dei «pousse-pousse»,
carrettini con lunghe stanghe
destinati a volte al trasporto
di merci di vario genere e a
volte, come a Mahajanga, come taxi per le persone. I conducenti che lavorano per questo atelier del Saf sanno costruire i loro mezzi di sostentamento, li riparano, ne sono
responsabili, gestiscono la loro piccola azienda e ne sono
anche i proprietari, a differenza degli altri conducenti di
«pousse-pousse», che lavorano spesso per dei padroni.
Percorrendo le strade dissestate, abbiamo visto spiagge meravigliose di sabbia finissima e bianca, le rosse case in mattoni dell’altipiano,
la selva degli ombrelloni del
mercato di Tanè, le distese
blu dell’Oceano Indiano solcato dalle antiche piroghe a
bilanciere, il grande baobab e
il «Cirque Rouge», la Montagne d’Ambre.
Ampary, Mahajanga, Marovoay, Antsohiy, Diego Suarez oggi non sono solo delle
città che abbiamo visitato,
sono dei volti, delle persone,
un lavoro importante per
aiutare il Madagascar a uscire dal labirinto della povertà
senza perdere la sua identità
culturale, la sua dignità e la
sua integrità. Quel che è più
importante, abbiamo tessuto
una rete di rapporti umani
che si situa perfettamente
nell’ottica della condivisione,
principio che le chiese appartenenti alla Cevaa cercano di
mettere in pratica.
Cartoline dal Sud Africa
Neri sui tralicci (lungomare di Durban)
______' ADRIANO ROANO
foto Adriano Boano
DURBAN (Kwa Zulu, Natal): le vigne coltivate dai neri a
Stellenbosch lasciano in dissolvenza il posto ai muratori
africani in spiaggia sui tralicci, mentre i bianchi cavalcano
le onde sullo sfondo dell’Oceano.
Il 18 luglio i minatori di Goldfields (Northern Transvaal)
scioperarono, perché le compagnie minerarie continuano a
discriminare: i capi sono tutti bianchi e i salàri diversificati
in base al colore della pelle. Una realtà di discriminazione
che U Sud Africa non ha mai smesso di sperimentare e che
traspare ariche in Occidente nel progetto delle gabbie sala’ii
riali. Una situazione resa possibile dal fatto che ai neri sono
stati sottratti anche i pensieri, proprio per poter perpetuare
lo sfruttamento. Usare un taxi abusivo a Cape Town è
istruttivo: vi sono stipate quindici persone, come sui pulmini balinesi, ma qui gli occupanti, tutti di colore, non vedono
nemmeno il bianco, seduto di fronte. Il loro sguardo passa
attraverso, perché continua ad appartenere a un mondo a
parte, parallelo, che non contempla la presenza di bianchi;
su un pulmino balinese il viaggiatore è un essere con cui in- '
terloquire, a Cape Town è un’entità inespressiva e svuotata
(Seconda di una serie di 4 «cartoline dal Sud Africa»)
Riforma
“La chiesa è sempre in riforma”
(Martin Lutero)
Ä intervista a CflStW»'” .
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