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I
ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spètt.
BIBLIOTECA VALDESE
TORBE PBLLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xeni - Num. 10
Una copia Lire 4C
ABBONAMENTI i 1-500 per l’inlemo I « Eco » e « Presenza Evangelica
\ L. 2.200 pCT l’estero I interno L. 2.500 - estero L. 3.70
9
,700
Spediz. abb. postale - I Gruppo
Cambio d’indirizzo Lire 50
TORRE PELLICE — 8 Marzo 1963
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Salmo 119: 105
“La tua parola
è una lampada al mìo piè
ed una luce sul mio sentiero
NOTIZIARIO METODISTA
Nctln scala odierna dei valori, la
parola ha perso molto della sua primitiva importanza. Ha subito una
inflazione, come la moneta. Tutti i
mezzi moderni messici a disposizione dal progresso aumentano il numero delle parole, le fanno circolare più rapidamente, le portano da
un capo airaltro del mondo. La carta, la radio e la televisione contribuiscono in modo meraviglioso a
questo progresso, ma tutto questo
ha anche contribuito, in un certo
senso a svalutarle. Ragion per cui
oggi contano soltanto più gli scritti.
Negli scambi, nel commercio, nelrindiistria hanno soltanto più valore le ricevute, le cambiali, la carta
bollata... la parola scritta insomma,
ed anche (¡¡¡està soltanto fino ad un
certa [tanto. Si mente in pubblico
e in privato, tanto in politica quanto io famiglia... la parola diventa
strumento di denigrazione e di infida propaganda, asservita alle passioni ed agli odi del mondo. Non si
fa più alcun conto della bestemmia
e deila imprecazione che vengono
quotidianamente pronunziate tanto
...sono semplici parole.
E' dunque ancora attuale Vafjermazione del Salmista: ’'La tua parola è una lampada al mio pie' ed
una luce sul mio sentiero"?
Si., perchè è della Parola di Dio
che egli parla. Orbene, quando Dio
dice, la cosa avviene. La Sua Parola è ili per se stessa azione. "Dio
disse: sia la luce, e la luce fu...' .
L’Etimo fa annunziare ad Àbramo
la nascita di un figlio e quel figliuolo nascerà malgrado l’incredulità
della madre. Fa annunziare a Zaccaria che avrà un figlio e così avviene malgrado Vincredulità del padre.
Annunzia agli uomini il Suo amore
per loro e la Sua "Parola è stata
fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi”. E’ quella Parola che
"è una lampada al mio pie’ ed una
luce sul mio sentiero" perchè è "via,
verità e vita".
Questa Parola conserva intatti ed
inalterati il suo valore ed il suo pregio attraverso gli anni. Gli uomini
possono ignorarla perchè non la co
noscono, o non ascoltarla o addirittura disprezzarla. Essa è in tal caso
come un tesoro nascosto il cui pregio non diminuisce. Continua ad
essere la luce che gli uomini fuggono perchè le loro opere sono malvage. Rimane comunque "la vera
luce che illumina ogni uomo" ma
che "il mondo non ha conosciuto”.
Ma a tutti quelli che la ricevono
"ha dato il diritto di diventare figliuoli di Dio”. E’ questa la Parola
che guarisce, che perdona, che consola, che vivifica e che risuscita.
Non subisce inflazioni.
Questa Parola rivaluta la nostra!
Essa sola, posta a fondamento della
nostra, le conferisce un valore che
di per sè non ha, facendola essere
espressione d’amore per il prossimo, testimonianza al Regno di Dio
che viene, rendendola piena di ca
rità, perchè nasce dalla Carità, e di
verità, perchè procede dalla Verità
La nostra parola svalutata dal no
stro peccato, è così rivalutata da Co
lui che solo può rivalutarla. Ritor
na dunque a farci essere ad imma
gine e somiglianza di Dio. Ci per
mette di nuovo di rivolgerci agli al
tri come fratelli e di riconoscere ne
gli altri i nostri fratelli. Non è più
ciò che divide, ciò che avvilisce, ciò
che inganna; è portatrice di salvezza, strumento di liberazione religiosa, sociale ed economica, creatrice
di unione.
Se è vero che la più piccola menzogna divide e separa più che non
tutti i muri o tutte le frontiere che
gli uomini possono erigere o delincare, è altrettanto vero che la parola rivalutata da Cristo, Via Verità
e Vita, oltrepassa i muri e le frontiere, li rende praticamente inutili e
vani... li ignora, li distrugge.
La nostra parola diventa infatti
espressione del nostro essere: non
vi è più divario fra quel che diciamo e quel che facciamo, fra quello
che promettiamo e quello che manteniamo, perchè il nostro essere stesso vive di quella Parola ed in quella
Parola che è veramente "Lampada
al mio pie’ e luce sul mio sentiero”.
Bruno Costabel
Questo notiziario sulla vita e l’openi
della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia, che apparirà agni mese su ’’La
Luce’’, è stato voluto dalla Tavola Valdese e dal Comitato Permanente Metodista, insieme ad un analogo notiziario
che compare su ’’Voce Metodista’’, per
realizzare una sempre maggiore recipro
ca conoscenza fra gli evangelici delle
due Chiese. Esso vuole quindi contribuire allo sviluppo di quella vita eccle
siastica comune fra valdesi e metodisti,
tante volte auspicata dai Sinodi delle
due Chiese. Confrontando i nostri problemi e le nostre speranze, le nostre difficoltà ed il nostro impegno per superarle, i nostri insuccessi e le nostre vittorie, prenderemo sempre meglio coscienza della comune vocazione evangelici
che le nostre Chiese hanno ricevuto e
ricevono nel nostro paese. Ed il nostro
augurio sincero è nel senso che questi
notiziari siano anche un passo avanti
verso l’unificazione dei periodici delle
due Chiese.
Uauionomia
La Chiesa Metodista ha vissuto di
recente un grande avvenimento della
sua piccola storia, celebrando il 4 ot
tobre dello scorso anno la .sua costituzione in « Conferenza » ed entrando
così a far parte della grande famiglia
delle Chiese Metodiste autonome ed
indipendenti. Dopo poco più di cento
anni dall’inizio di una testimonianza
metodista in Italia, la Chiesa che ne
è sorta ha raggiunto cosi la sua piena maturità. Le comunità metodiste
italiane hanno chiesto e chiedono in
preghiera al Signore che questo non
significhi soltanto la fine di uria struttura missionaria, per altro già superata da tempo di latto, ma soprattutto il raggiungimento di una maggiore
statura spirituale che consenta una
più efficace opera di servizio e di testimonianza.
I lettori de «La Luce» hanno avuto notizia della I* Conferenza del 4
ottobre attraverso un servizio pubblicato sul n. 39 del 5-10-62; altre notizie sono state riportate sul numero
di ottobre del periodico valdese-metodista « Presenza Evangelica » ,insieme
ad alcuni brani del messaggio rivolto
in quella occasione dal Vice Presidente della Conferenza, Prof. Giorgio Spini. Ma per coloro che desiderassero
una più dettagliata informazione ricordiamo il numero speciale di « Voce Metodista», dell’ottobre ’62 interamente dedicato aH’avvenimento, nel
quale potranno trovare oltre la cronaca della Conferenza, gli atti che
hanno solennemente sanzionato l’autonomia della Chiesa Metodista italiana, alcime note sulla teologia, la
liturgia e Torganizzazione metodista e
brevi cenni sulla storia del metodismo
italiano.
Questi mesi che sono trascorsi dal
4 ottobre hanno visto la Chiesa Metodista impegnata ad affrontare alcu
ni problemi che la conseguita autooo
mia le ha posto, insieme ai problemi
di fondo comuni a tutto l’evangelismo
italiano,
L^impegno
e vangelistico
Ci sembra significativo ricordare in
questo quadro la decisione di Iniziare
una campagna di evangelizzazione in
piccolo comune dell’Abruzzo, Aitino,
dove da tempo è presente una piccola
comunità metodista e dove sembra
che il Signore abbia aperta una porta
per annunziare l’Evangelo a gente assai lontana dal « miracolo economico », piuttosto dimenticata sia dallo
Stato che dalla... Chiesa di Stato.
Qu^to tentativo vuole essere un segno del proponimento fatto, al momento del conseguimento della autonomia, di riprendere quel cammino
evangelistico che caratterizzò il primo periodo della presenza metodista
in Italia.
La formula con la quale la campagna verrà condotta ci sembra abba
stanza nuova e quindi da segnalare
Sarà infatti all’opera una piccola
:< équipe » di pastori che lasceranno
per alcuni mesi la comunità in cui
servono, per dedicarsi interamente alle* predicazione ad Aitino. In tal mode le comunità, cui i pastori impe
gnati nell’evangelizzazione appartengono, parteciperanno esse pure a questo lavoro, provvedendo da sole alla
propria vita ecclesiastica per quel periodo e seguendo con la preghiera
l’opera che si compie.
Accanto all’opera evangelistica, in
cui via via tutte le comunità dovranno sentirsi maggiormente e direttamente impegnate, resta sempre la necessità di un consolidamento spirituale delle comunità stesse. In questa linea ci pare si debba porre l’interessante documento sui ministeri dovuto
alla penna del Prof. Giorgio Spini,
Vice Presidente della Conferenza, proposto all’attenzione ed alla discussione delle comunità e pubblicato sui
numero di novembre 1962 di « Voce
Metodista ».
# problemi
organizzativi
L’autonomia ha portato con sè alcuni mutamenti alla organizzazione
della Chiesa Metodista in Italia: ad
e.sempio Tassemblea che governerà da
ora in avanti la Chiesa non sarà più
il « Sinodo », ma la « Conferenza »,
cioè quello’rganismo rappresentativo
del corpo pastorale e delle comunità
(attraverso i circuiti) che nella tradizione metodista assomma in sè i poteri di guida spirituale ed amministrativa di una Chiesa autonoma ed
indipendente (l’equivalente, per intenderci, di un « sinodo generale »
nella tradizione riformata), mentre
l’esecutivo non sarà più rappresentato da un organo monocratico — il Sovrintendente — ma da un organismo
collegiale — il Comitato Permanente
Una Conferenza missionaria
A Salisbury, capitale della Rodesia
del sud, si è tenuta al principio di gennaio un’importante Conferenza di delegati di tutte le Chiese evangeliche
africane, per studiare in particolare i
problemi deirinsegnamento e delle
scuole.
Ottenuta l’indipendenza, i governi
africani preferiscono occuparsi direttamente del sistema scolastico, togliendone la responsabilità alle Chiese. L’Africa non vuole più essere sot
to la tutela degli europei; tuttavia la
presenza cristiana è ancora desiderata
e necessaria. I missionari devono ora
sentirsi parte integrante delle giovani chiese africane e saper cercare o
trovare le soluzioni ai problemi attuali, non più da soli ma discutendone
con gli africani, e cercando insieme a
loro l’ispirazione daìFAlto che mostre
rà loro quali siano le nuove vie da seguire e quale sie l’atteggiamento da
assumere di fronte aU’evolversi della
situazione politica africana.
La Conferenza si svolgeva in ingler
se; ma poiché molti dei missionari
hanno come lingua madre il francese,
gli organizzatori avepano chiesto alla
missione dello ZambesU Barotseland)
di inviare quali traduttori quattro missionari; così una signora, due signorine e il direttore della Scuola biblica
di Setola s’imbarcarono su eh uno dei
Dakota che fanno servizio regolare per
trasportare i minatori del Copper
Belt. In tal modo i delegati, mentre
i missionari devono ora sentirsi parte integrante delle giovani chiese africane e saper cercare e trovare le soluzioni al proolemi attuali
l’aereo per mezz’ora sorvolava la grande valle trasformata in un lungnissinio lago, haimo potuto ammirare la
diga di Kariba, colossale opera del lavoro Italiano.
A Salisbury tutte le Cniese protestanti erano rappresentate: 120 delegati provenienti da 35 paesi; vi erano
pure alcuni osservatori cattolici. Ma
lasciamo la parola alla Missionaria
Marie Borie;
« E' appassionante prender contatto
con tutta questa gente. Indimenticabile l’impressione dei Nigeriani, progressisti e dignitosi, belli nei loro carattenstici ’fuDù 'multicolori; aperti e
semplici, ci sentiamo subito amici, e
cosi e con quelli del Congo, del Gnana, Gabon, Togo, Uganoa, Madagascar, 'Volta, ecc.
Tutti i oelegati sono accolti neU’Unlversità federale della Rhodesia a
Nyasaland, una bella e moderna università plurirazziale, inaugurata nei
1958; edifìci moderni e funzionali, arredati con bellissimi mobili scolpiti m
legno qeuatoriale; giardini spaziosi e
fioriti: tutto ciò crea im’atmosfera
particolare di quieta bellezza. E subito ci sentiamo affiatati gli uni con gl’
altri, godendo insieme dei vantaggi
della civiltà.
«B primo giorno ci distribuirono le
traduzioni che avremmo dovuto fare,
per scritto, delle conferenze, nonché
gel materiale preparatorio. Per fortuna eravamo guidati da una veterana:
una signora giapponee di madre ing:ese, cresciuta in Germania e poi a
Ginevra, sposa di un russo che a Parigi collabora alla ’Cimade’ e dirigo
un ’Foyer’ per studenti d’oltremare;
ques'i/’amabüe giapponese gira da un
congresso all’altro (è stata anche a
Nuova Delhi) mettendo a .servizio il
suo talento d’inteiprete. La sua guida
è .stata preziosa; e di lavoro ce n’è
stato!
« Oltre alle sedute plenarie, ve n'erano in 4 sezioni; in quella in cui ho
lavorato si cercavano nuove prospettiin particolare agU infermi; si è discusso di « centri » per la gioventù,
ecc.; altre commissioni studiavano i
rapporti Chiesa-Stato, i principi deirinsegnamento cristiano, l’evoluzione
politica e la nuova organizzazione scolastica. Ogni riemione cominciava con
uno studio biblico, e mi son rimasti
impressi quelli del pastore tcgolese
Nomenye.
« Nei rari momenti di libertà durante la giornata e ai pasti c’era ancora sempre gente che, desiderando
parlare insieme, doveva ricorrere ai
nostro ai’oto, e fu interessante e sim
patico. La sera, noi traduttori facevamo sempre le ore piccole per mettere
a punto il materiale per l’indomani;
ma il risultato valeva la fatica, e ci
sentiamo tutti assai arricchiti.
« La prima domenica quasi tutti i
delegati parteciparono al culto di S.
Cena anglicano! mentre la domenica
successiva il vescovo anglicano prese
parte al culto di S. Cena in francese;
e fu una gioiosa esperienza dell’unità
profonda e reale della Chiesa».
Da altre fonti si può rilevare che
tutti i dleegati africani hanno insistito sulla necessità di completare l’insegnamento scolastico con imo studio
biblico. Sarebbe un efficace contributo per dare agli Stati africani dei leaders pronti a lavorare con vero spirito
di consacrazione: molti africani hanno insistito su questo lato ; poiché molti sono quelli che criticano i loro capi. incapaci di antepiorre, nella loro
attività, il vero interesse del popolo.
Così sentiamo avvicinarsi sempre
più il giorno meraviglioso in cui uniremo le nostre voci a quelle della moltitudine che canterà : « Alleluia, pioichè il Signore Iddio nostro, l’Onnipotente, ha preso a regnare! Rallegriamo e giubiliamo, diamo a Lui la gloria, poiché sono giunte le nozze dell’Agnello, e la sua sposa s’è preparata. Beati coloro che sono chaimati aila cena delle nozze dell’Agnello ! »
(Apoc. 19: 6-9).
Graziella Jalla
— le cui funzioni sono tate trasformate. L’autonomia ha portato con sè
anche la introduzione nei nostro ordinamento di una figura tipiiia della
disciplina metodista, e cioè il Vice
Presidente della Conferenza che è
sempre un laico. Questa figura, che è
assai più che un simbolo, è la logica
conseguenza della larga parte fatta
ai laici — concretamente e non solo
in teoria — nella vita di ima Chiesa
Metodista.
Un problema che è invece in questo
periodo oggetto di studio è la introduzione nel metodismo italiano dei « sinodi distrettuali », organismo intermedio tra i « circuiti » e la « conferenza». Vi sono non poche perplessità
tra noi sulla opportunità di introdurre questa terza assemblea ecclesiastica, considerata da taluni un inutile
ed eccessivo appesantimento burocratico in relazione alla attuale consistenza numerica della nostra Chiesa.
Il dibattito è comunque in corso e tutti i « consigli di circuito » dovranno
pronunciarsi entro i prossimi mesi
sull’argomento (quello del IP cirouito — Lombardia e Piemonte settentrionale — si è già pronunciato in
una riunione interamente dedicata
alla questione). Ciò che importa è che
questo studio su un aspetto della nostra organizzazione non sia fine a sè
stesso, ma condotto in vista di una
maggiore efficenza comunitaria ed
evangelistica della Chiesa.
Parallelamente allo studio sui distretti una apposita commissione esamina la proposta di organizzare su
base nazionale le attività femimnili,
con apposito segretariato.
La vocazione
ecumenica
Il conseguimento della autonomia
non ha interrotto, ma anzi rafforzato,
la partecipazione della Chiesa Metodista italiana all’opera interdenominazionale. Continua e, sia pure lentamente, si svilui>pa il processo di integrazione con la Chiesa Valdese. I lettori di questo giornale hanno jiotuto
leggere sul n. 47 del 30-11-62 il comunicato stampa suUa riunione congiunta del 1° novembre dello scorso anno
tra la Tavola Valdese ed il Comitato
Permanente metodista ed avere così
una schematica ma esauriente informazione sull’opera comune fra le nostre due Chiese. I rapporti fra valdesi e metodisti costituiscono indubbiamente la punta avanzata nella collaborazione interevangelica in Italia.
Anche se ci dichiariamo non pienamente soddisfatti, poiché li vorremmo veder progredire più in fretta verso l’unione dei due corpi ecclesiastici,
questi rapporti costituiscono ormai
un dato ineliminabile ed un processo
irreversibile nella vita e nell’opera delle nostre due Chiese.
La Chiesa Metodista si è p>oi espres
sa favorevolmente, attraverso un apposito ordine del giorno del suo Comitato Permanente, in merito alla
proposta del N° Congresso della Gioventù Evangelica Italiana (Roma,
1962) di convocare un congresso nazionale italiano. L’Assemblea del Consiglio Federale, cui la richiesta del
Congresso giovanile era diretta, riunita a Roma nei primi giorni delio
scorso gennaio, ha poi accolto alla
unanimità la proposta. Quella del
congresso evangelico è una « vecchia
passione » della Chiesa Metodista che
si espresse in numerosi sinodi del dopoguerra nel senso di una sollecita
convocazione di questa assise del prctestantesimo italiano. Per alcum anni funzionò anche una commissione
sinodale :<per il congresso evangelico » che studiò la questione od elaborò
del materiale. Di fronte alla decisione del Consiglio Federale, che ha trasferito la cosa dalla fase di progetto
a quella di attuazione, i metodisti italiani non nascondono quindi la loro
profonda soddisfazione.
In una recente riunione del Comitaio Permanente è stato anche votalo un documento, che ha per il momento carattere interno alla Chiesa
Metodista, e che costituirà probabilmente oggetto di esame da parte della prossima Conferenza, su un progetto di federazione del protestantesimo
italiano (il documento è stato pubblicato sul numero di novembre ’62 di
« Voce Metodista » e sul numero di
dicembre ’62 di « Gioventù Evangelica»). Franco Becchino
I lellori de « La Imcc » che desiderassero vetler trallali in questo notiziario partdcolari aspetti della vita e dell’opera della
Chiesa Metodista potranno rivolgere le loro richieste a: Dr. Franco Becchino, Via
P. Carla Rione Chiavazza, Biella (Vercelli).
2
pag. 2
N. 10 — 8 marso 1963
LA COMUNITÀ’ VALDESE DI LUCCA
Passato a presente evangelico nella Lncchesia
DAL MONDO DELLA DIACONIA
Laendii
Giovanni Luzzi la chiamava ‘‘la sacrestia del Vaticano!
Scrive Giovanni Luzzi nella sua autobiografia DAIjL’ALBA al raAMONTO, a
pagg. 62-63:
’’Avevo sette anni. A Lucca, oltre la mia,
vivevano altre cinque famiglie evangeliche;
e altre cinque si trovavano disseminate per
la Lucchesia: a Serravezza, al Forte dei
Marmi, a Camaiore, a Fioreggio, a Castelnuovo di Garfagnana; eravamo insomma
undici famiglie, sbandate come pecore senze pastore. Nel 1863 la Chiesa Valdese cominciò ad occuparsi di noi; e nel ’64, Lucca, patria di Giovanni Diodati e uno dei
centri più importanti della Riforma nel
secolo decimosesto, ebbe- il suo piccolo
tempio, il suo pastore, i suoi culti; le famiglie in città furono curate spiritualmente in modo regolare, e quelle sparse in provincia, visitate di quando in quando. Oggi,
a settantanni di distanza da quei giorni-,
io ricordo con viva commozione che in
quel tempietto ricevetti le prime, salutari
impressioni religiose, e che nella cara
Scuola domenicale lucchese imparai ad
amare quella Bibbia, che doveva poi diventare il Libro della mia vita; e a quel
ricordo il mio cuore non può esprimere
tutta la gratitudine che prova per la Chiesa Valdese, che a me ed ai miei arrecò tanto spirituale beneficio”.
percliè altri doni di inembri della fratei
lenza locale sono annunciati.
Abbiamo ridotto al minimo il programma dei lavori, limitandoci a risolvere ¡1
piobleina del pavimento, e rimandando a
più lardi altri lavori pur necessari. La creazione di un nuovo piano, più allo di 20
i-m. del veccliio piano, comporta, con i
muretti, le tavelle, il calcestruzzo e le nuove mattonelle, spese che debbono essere
liilte affrontate: sistemazione pulpito, gradini, ingrandimento della bussola d’ingres
so, elevazione della porta laterale, bocche
di aerazione, sistemazione impianto eletti ico, nuova tinteggiatura, riparazioni ai
banchi, ecc. A più tardi è rimandala la soluzione del problema delle pareti macchiale d’umido della sacrestia (con paretine
staccate dal muro) e il « lambris » di legno
o altro materiale per nascondere le macchie d’umido della sala di culto.
Limitandoci al minimo raggiungiamo la
spesa di L. 800 mila. Vorremmo pesare il
meno possibile sulla Tavola Valdese che è
cosi gravemente impegnata in questo momento. Lanciamo pertanto un appello a
quanti hanno un qualche legame di riconoscenza 0 di affetto per la Chiesa Valdese
Quante volte ho pensalo a queste parole
entrando nel « tempietto » di Lucca, uno
dei più modesti, disadorni, se non addirittura squallidi luoghi di culto della Chiesa Valdese in capoluoghi di provincia!
L’umidità vi assale alla gola, la vista del
pavimento di mattoni mezzani fradici vi
dà un senso di sconforto vinto solo dal
canto degli inni e dalla lettura della Parola di Dio!
Circa trent’anni fa, la Tavola Valdese,
per sanare le finanze, aveva deciso di vendere tutti gli stabili non redditizi e non
giustificati da un’opera promettente. Lo
stabile di Lucca, che comprende una vasta
sala di culto con facciata di chiesa, e al 1°
e 2° piano due alloggi abitati ora da inquilini (fitto bloccato), un tempo aule per la
Scuola Evangelica e alloggio per il Pastore, fu messo in vendita, ma non si trovò
chi volesse comprarlo per il suo valore.
Qualche anno fa abbiamo studiato la possibilità di cercare un locale più rispondente alle necessità dell’opera, ma abbiamo dovuto rinunciare al progetto. Ci siamo allora accinti ai restauri esterni, su intimazione del Comune. E’ stato rifatto rintonaco della facciata e della parte posteriore, sono stati ripuliti e ripassati i tetti
(vi prosperavano le erbacce), fu fatta una
nuova fognatura secondo le esigenze dell’Ufficio Tecnico del Comune. Il tutto a
spese della Tavola e a cura dell’Ufficio
Tecnico della Tavola diretto daU’Ing. Ravazzini, -che venne ad esaminare i lavori
da farsi e a dare le istruzioni agli esecutori. Per i restauri dell’interno era necessario che la comunità stessa s’impegnasse
seriamente. Anno dopo anno, con l’aiuto
della Cliiesa di Pisa e dei fratelli della diaspora lucchese, è stata messa insieme la
somma di L. 400 mila, ohe sarà superata
Una a Iucca
su Pier Martire Vermigli
Domenica 16 dicembre, alle ore 17, il Pastore Luigi Santini ha tenuto una conferenza sul Riformatore P. M. Vertnigli,
Priore di S. Frediano a Lucca, nel 400“ anniversario della sua morte.
Avevamo chiesto al Sindaco il ridotto
del Teatro del Giglio che ci è «tato negato
da una deliberazione della Girmta, comunicataci ufficialmente. L’avv. G. P. Nicolai, di suo propria iniziativa, si è fatto interprete dello sdegno di molti per tale rifiuto con un coraggioso articolo sulla pagina della Cronaca di Lucca del quotidiano
LA NAZIONE. Su altro numero dello stesso giornale si riferisce «idl’interpellanza di
membri del Consiglio Comunale che disapprovano l’operato della Giunta.
La conferenza, mancando il tempo per
cercare altro locale neutro, è stata tenuta
nella nostra chiesa, dinanzi ai membri della comunità locale e a fratelli convenuti da
Firenze, da Pisa e da Viareggio. Era presente un certo numero di lucchesi non
evangelici, per lo più rappresentanti di ambienti culturali. La commemorazione era
stata annunciata con grandi manifesti affissi alle cantonate e con inviti personali
spediti per posta. Attendiamo ora con epe
ranza la stampa in opuscolo dell’interes
santissima conferenza per farne larga di
stribuzione in città e per ricordare ai lue
diesi il loro passato protestante. All’ora
tore che ha saputo trovare il giusto tono e
inquadirare la figura del Vermigli neUa
Lucca del sec. XVI il nostro ringraziamento vivissimo.
di Lucca, per i Pastori che vi hanno lavorato nel passato, ricordando le persone che
non son più e che, come il fanciullo Giovanni Luzzi, hanno ricevuto in quel temili etto il pane dell’anima.
Un appello speciale alle famiglie italiane
e svizzere della diaspora lucchese e pisana,
e alle famiglie ginevrine originarie di Lucca. Non dubitiamo ohe esse, come già fecero nel -secolo scorso, vorranno darci un
aiuto anche oggi per rendere più sana, più
accogliente, più decorosa la sala di culto
di quegli evangelici che 'sono i custodi in
Lucca di quella fiaccpla che i lucchesi riformati del sec. XVI hanno acceso nella
città e nei cuori e che la pravità dei tempi
ha spento per tanto tempo.
Siamo è vero una pi-ocola comunità (se
fossimo numerosi non chiederemmo aiuto
fuori di Lucca), e, a viste umane, non c’è
da sperare in un miglioramento improvviso della situazione.
Giovanni Luzzi che pure non era facile
alla lode verso la Cluesa Valdese, ha scritto quel che ha scritto dell’opera della Ghiesa Valdese in Lucca, perchè ha sentito che
egli non sarebbe diventato quel che è diventato e non avrebbe fatto quel che ha
fatto se la -sua famiglia venuta dai Grigioni
« nella sacrestia del Vaticano » non vi avesse trovato un piccolo ma reale focolare
evangelico. L’importanza delle piccole cose! Anche oggi che non vi è più un pastore residente in Lucca (ciò potrebbe anche
avvenire presto!), la giovane di Barga che
è qui per ragioni di lavoro, il valdese delle
Valli che ha un’azienda a Segromigno, la
tedesca luterana che ha sposato un fioraio
toscano a Ponte Buggianese, e altri ancora
sanno di trovare in Via Galli Tassi la chiesa aperta, dei fratelli e deUe sorelle in fede e la Parola di Dio ipredicala e ascoltala.
Quando la chiesa sarà più -decorosa forse
vi entreranno di nuovo le famiglie inglesi
i cui uomini sono impiegati alla Cantoni
Coats e che non son più tornate dopo un
culto di Natale, e forse sarà possibile pre
sentarci più decorosamente alla popolazione Iter campagne di conferenze e predicazioni.
Le offerte possono essere inviate direttamente al Pastore Gustavo Bertin - Via Dernu 13 bis - Pisa, oppure alla Tavola Valliese, Via IV Novembre 107 - ROMA, indicando lo scopo del dono. Desideriamo ringraziare quanti hanno già contribuito.
L’elenco dei doni in denaro e in cose è
pubblicato nella clpicolare di Febbraio delle Chiese di Pi.sa Luoca e Diaspora; i doni
che riceveremo saranno pubblicati in una
2' lista nella circolare stessa che sarà inviata a tutti i donatori vicini e lontani.
A Lucca si è -costituito un comitato « per
i lavori » presieduto dal Pastore e formato
dai membri del -Consiglio di Chiesa e da
due rappresentanti della comunità, e da
uno della Diaspora (Erina Ciafrei, Umberto Da Pfato, Maria Neimack, Silvia
Cornelio, Giovanni Schweizer). Hanno collaborato, l’ing. Ravazzini, il geom. AcinelII di Rio Marina, venuto recentemente a
Luoca, il geom. cav. Carrozzi della nostra
chiesa di Luoca.
(Questo è il nome di una Casa di
Diaconesse sorta circa 75 anni or
sono sulle rive del non grande, ma
bel lago di Aegeri, nel cantone di
Zug.
In questo luogo sereno, lontano
dalle grandi città, si svolge una attività intensa a favore di centinaia
di persone; da questo luogo appartato si irraggia l’attività delle 250
Diaconesse di Làndli.
Landli è stato originariamente un
luogo di rifugio per persone esaurite, stanche, ai margini della disperazione. Qui trovavano non solo un
luogo di calma, ma anche una cura
d’anime vivamente efficace che univa una intuizione profonda dei problemi psicologici ad una vivente fede in Cristo.
Un po’ alla volta il campo di azione di Làndli si è aperto anche verso
malati di cuore, di reumi, di circolazione che, inviati dagli ospedali
cittadini, sono qui curati con metodi naturali (molto usati in Germania) dietro la direzione tecnica e
nello stesso tempo appassionata di
una Diaconessa-Dottore.
Non sono pochi coloro che pur
essendo perfettamente sani, passano
a Làndli un periodo di riposo fisico
e nervoso e di ricostruzione spirituale in quel clima particolare che
le Diaconesse hanno saputo dare alla loro opera. Gli ospiti variano da
150 a 250 secondo i periodi deiranno.
L’impegno di servizio per il pros
simo della Casa di Làndli si è
poi
RODORETTO
e
b.
VILLAR PELUCE
Festa serena dì popolo
aU'ombra del campanile
Il 115“ anniversario della « Emancipazione » è stato celebrato dalla nostra Comunità con grande entusiasmo. Il sole splendido
che la mattina del XVII ha illuminato (c
riscaldato anche un po’, per fortuna) tutta
la -valle ed il tempo buo-no, hanno favorito
lo svolgersi delle varie manifestazioni. Già
la vigilia avevano avuto luogo i preliminari
della festa: adunata della popolazione e
ac^en^sione del « falò a in località « Pilun »
e grandi luminarie in tutte le case (Villar
sembrava ira-sformato ed aveva veramente
l’aria di festa).
I bambini delle Si-uole, accompagnati dai
loro Insegnanti e da un certo numero di
persone adulte, Itanno percorso in corteo
le strade del centro e si sono quindi raccolti nel tempio dove, dopo una breve parte 'introduttiva diretta dal Pastore, hanno
svolto, «otto la guida dei rispettivi Insegnanti, lutto un va.sto ed apprezzatissimo
programma di canti e di rccite. Un « bravo » a lutti i piccoli e vispi attori.
Davanti ad un pubblico imponente (il
tempio fra letteralmente gremito di fe<leli)
ha avuto luogo in .seguito il culto di ringraziamento. La Corale vi ha -preso parte ese
guen-do un bellissimo coro di circostanza.
II pranzo in comune, tenutosi come di
ccnsueto nella sala dlle attività, ha avuto
un successone, battendo ogni suo precedente record: 201 presenti (tra commensali e
gentili inservienti). La -sala si è dimostrata
troppo piccola per l’occasione ed una parte dei commensali ha dovuto essere sistemala nell’attigua aula della refezione scolastica. .Squisito anche il « menu », preparato dal nostro impareggiabile (ccordtm bleu»
Sig. Adolfo falla, coadiuvato da tutta una
schiera di bravissimi aiutanti. Sono stati
uditi messaggi portati dal Sindaco Ins. Pao
lo Frache, dal Sig. Geraldo Mathieu c dal
Pastore.
La magnifica giornata di festa si è con
ilusa con una riuscitissima serata della
Gioventù. E’ -stata recitata la commedia
« Coslruire insieme », di E. Schiavo, e pre
»culata una c-silaranle farsa in di.alelto piemontese.
Desideriamo esiprimere un grazie molto
vivo a lutti coloro (sono molto numerosi
e non ci è possibile menzionare tutti i loro
t'oini) (he hanno collaboralo alla riuscita
della magnifica giornata. Siamo molto grati
a lutti e la nostra Comunità conserverà a
Jnngo, con grande riconoscenza, il ricordo
della bella giornata vissuta insieme.
Diversi fratelli e sorelle ci hanno lascialo nel corso di questi ultimi giorni. Abbia
ino infatti accompagnalo e deposto nel caimpo del riposo le spoglie mortali dei se
guenli nostri membri di Chiesa: Albarea
Aniandina, nata Pascal, di anni 74, dei Fonlana, il 7 febbraio; Gönnet Giovanni, di
anni 85, dell’Inverso, il 18 febbraio; Long
tlberlo, di anni 52, del Teynaud, il 24 febbraio; Albarea Davide, di anni 88, dei
l'onlana, il 28 febbraio.
Ai familiari di questi nostri fratelli e so
ielle scomparsi desideriamo rinnovare la
espressione della viva e fraterna simpatia
di lima la Chiasa. «.Sia che viviamo, sia
( he moriamo, noi siamo del Signore »
(Rom. 14: 8L
Lt pici ola Katia è venula ad allietare la
< a.sa di Aldo e Elena Charbonmier, del Teynaud.
Le diamo il -nostro cordiale saluto di
benvenuto e presentiamo ai «noi genitori le
nostre più vive felicitazioni.
In occasione del loro penultimo « concentramanlo » i Giovani hanno ricevuto la
gradila visita del Pastore A. Taccia, di .Angrogna, Capo-Gruppo della F.U.F. per le
Valli.
Un’altra visita mollo gradila è siala quel
la degli Studenti in Teologia: Sigg.ri Tom
Vati Dcn End (olandese), Hans Schmocker
(svizzero) e Vezio Incelli.
1 primi due -hanno parlato ai Giovani riuniti, in occasione del loro ultimo « concentramento », al Serre e il Sig. Incelli ha presieduto il culto ne) tempio la domenica 3
marzo.
Ringraziamo mollo vivamente questi fratelli della loro gradita visita e dei messaggi portatici.
Esprimiamo anche la nostra riconoscenza
al Vice-Presidente del Concistoro Diacono
Sig. Stefano Cairus e al Sig. Alberto Lazier, che hanno sostituito il Pastore in due
riunioni quariterali.
E’ proprio vero: «una rondine non fa
primavera ». Ci siamo accorti che è prò
prio cosi. Dopo alcuni giorni di temperatura merlo glaciale a fine gennaio, che ci
avevano -dalo l’illusione che il tempo stesse
per rimettere un po’ di giudizio e che stes
se per arrivare un po’ di tepore, il termometro è precipitato dinuovo di parecchio
sotto lo zero. Anche febbraio non è stato
da meno del suo collega gennaio.
Un inverno proprio coi fiocchi quest’anno, che non dimenticheremo tanto facilmente e che cerìamenle passerà alla storia.
Comunque sia, almeno ufficialmente sulla
caria, la primavera non è più molto lontana, e questo ci autorizza a sperare in un
miglioramento non più troppo remoto. Ne
abbiamo bisogno sia per le nostre scorte di
ccmbuslihile, ormai quasi com-pletamenic
esaurite, sia per i lavori che a.spettano nei
campi.
Favorite dal bel tempo, le celebrazioni
del 17 febbraio si sono svolte secondo il
programma prestabilito. Il sabato sera, dopo aver avuto una abbondante nevicata, ed
una -fitta nebbia fino al tardo pc-meriggio,
il cielo si è improvvisamente rasserenato
permettendoci di accendere i nostri falò.
Meno -numerosi di quelli degli altri anni,
mancavano infatti quelli dell’alta valle, esseuflo i villaggi di Coste, Ri-mas ed Arnaud,
rimasti del tutto spopolati durante l’inverno, ma non per, questo meno sentiti, essi
hanno raccolto la popolazione valdese pe.que.sta tradizionale manifestazione di gioia.
La -domenica un caldo sole ha ralle,grato il
corteo che si è messo al suono del tamburino. Una buona assemiblea, -che avrebbe
potuto però essere migliore, si è raccolta
per il culto, la cui seconda parte era -dedicala agli alunni delle nostre Scuole Domenicali. 1 bambini hanno presentato un nutrito programma di recite apprezzato dal
pubblico, e ringraziamo ancora la signora
Breuza Elena che ha preparato co-n cura
gli alunni delle Fontane. Una ventina di
commensali si è poi riunita per un ottimo
pranzo preparalo dal sig. Pascal Gabriele.
Ricordiamo le gradite visite del missio
nario Roberto Coisson il 13 gennaio e dei
Past. Aldo Comba il 27 gennaio che hanno
presieduto i nostri culti a Rodoretto ed alle
Fontane, e quella dello Studente in teologia olandese Tom Van den End, venuto
alle Fontane il 24 febbraio in occasione
deUa visita degli studenti della Facoltà.
Da oltre un mese i nostri minatori sono
nuovamente in agitazione per il rinnovo
del contratto nazionale di lavoro. Siamo vicini alle famiglie per il notevole disagio recato dalla perdita di numerose giornate lavorative e ci auguriamo che la vertenza sia
risolta al più presto.
Per mancanza di spazio siamo cosi retti a rimandare al prossimo numero alcuni notiziari parrocchiali.
Ringraziamo molto il Missionario Sig
Roberto Coi-sson che ha presieduto il nostro culto in irancese di domenica 24 feb
iiraio.
Sabato 2 marzo una bella assemblea è
confluita nel nostro tempio per ascoltare il
Irei concerto eseguito daU’Organi-sta Luitger
Rielh e dalla Corale Valdese di Torre Pellice.
Il programma prevedeva brani organistici di Dietrich BuxleJuide e di J. S. Bach
(Preludi ai Corali, Sonata in mi min., Toccala 0 fuga in re min. Fuga in sol min.) la
Corale ha eseguito un coro natalizio, il
Forte Rocca con armonizzazione di Bach e
un coro di Bovel (Dieu, nôtre secours).
La tonalità data alla serata non è stala
tanto quella t oncertislica che quella di
un’ora di meditazione religiosa cui i
l.rani musicali sono stali intercalati da letture bibliche e la serata è terminata nella
ineghiera e nel ringraziamento a Dio datore di ogni bene e di ogni gioia.
Esprimiamo qui la nostra più viva riconoscenza all’organista Luitger Rieth e alla
nostra corale per la veramente bella serata
offertaci.
Domenica 3 marzo i nostri due culli sono stati presieduti dagli studenti in teologia in visita alle Valli. Ai Coppieri il culto
è stato presieduto dalla Sig. Gianna Sciclone mentre al centro il culto è stato presienuto dallo studente di Berna Sig. Hans
Schmocker.
Li ringraziamo vivamente e inviamo a
tutta la nostra Facoltà di Teologia un vivo
i-ugurio di un lavoro efficace nella preparazione dei nostri giovani.
sviluppato in altre direzione: si sono aperte nella Svizzera francese al.
cune scuole di economia domestica
con convitto, frequentate per lo più
da ragazze della svizzera tedesca
alle quali le Diaconesse cercano di
dare una impostazione di vita cri.
stiana dando a queste scuole e a
questi convitti una tonalità di calda
vita spirituale, pur non cadendo nel
gretto bigottismo.
Infine v’è in questa Casa una viva
preoccupazione evangelistica e niissionaria. Per questo si è formato un
gruppo di Diaconesse dedito all’opera di evangelizzazione a mezzo di
numerose pubblicazioni in diverse
lingue (italiano, francese, arabo,
giapponese ecc.) mentre alcune diaconesse si trovano nei lontani campi di missione.
In questa viva tensione di vita nel
servizio differenziato e pronto ad
esprimersi a nuovi richiami, la Casa di Làndli ha la gioia di vedere
ogni anno delle giovani impegnarsi
per il Signore nel quattro di una vita comunitaria intensa e ricca. Anche quest’anno sette giovani hanno
cominciato il loro periodo dt preparazione che non sarà breve; due
anni di jtreparazione teologica e di
preparazione alla vita della Comunità e tre anni di preparazione professionale secondo le inclinazioni di
ognuna. /. S.
Perchè
Collegio
viva !
Lii solloscTÌzioiie « Perchè ¡1 Collegio vita! » eonlimta. La ricordiamo sia a quanti
hanno genero.sr.mente già versalo una quota ed liannt; preso l’impegno di continuare
a farlo per più anni, sia a quanti non hanno ancora avuta la possibilità o l’occasione
di testimoniare, con una loro offerta, il sicuro loro attaccamento al vee-thio, ma .sempre utile ed insostituibile, nostro istituto
l’i'Struzione classica, e la loro riconoscenza
per quanto ha fatto, per la loro preparazione professionale, il Collegio Valdese.
In questo primo periodo dell’anno sociale 1962-63, sono pervenute al Cassiere
le somme qui sotto elencate. A tutti i donatori la gratitudine della Associazione
.Amici del Collegio.
Ponis Liliana, L. 4.000; La Rocca Lina,
2.(-00; Chiesa di Genova, 2.500; Tron prof.
Emanuele e Signora, 2.500; Gibert Jean
Louis, 3.0'00; Long Eugenio e Adele, 5.000;
Feyles dr. Jo, 10.000; Schneider Giovanni,
30.000; Orlando Pellini prof. Maddalena,
1.000; Pasqualetti Maria Luisa, 3.000; Bologna Pasqualetti Giuliana, 2.000; Gessner
Franco, 10.000; M. dr. R. e B., 10.000; Rivoiro Pellegrini Cléantlie, in mem. del
Comm. Reg. G. Maggiore, 15.000; Pellegrini cav. Fernando, id., 15.000; Grill ing.
Giovanni, 10.000; Invernizzi dr. rag. Gustavo, L. 2.000; Sottoscrizione « in inem.
del prof. Attilio Jalla », 285.850; Janin Elsa
e Egle, 5.000; Palmery Mariano e Ada,
2.500; Jalla gen. Davide, 2.000; Tourii prof.
Flora, 6.000; Coslabel Elisa, 3.000; Società
di cucito. Chiesa di Torre Pellice, 25.000;
Antico del Collegio, « in mem. della Sig.ra
Luisa Talmone », 100.000; Canal Felix,
12.375; Ports prof. Teofilo, 5.000; JiJla
Margherita, 5.000; prof. Malati Carlo Enrico e Evelina, 30.000; doti. Gardiol Enrico
e Iolanda, 20.000; sig.ra Rivoiro Pellegrini
Cléanlhe, 500.000; Cav. Rivoiro Pellegrini
Ugo, 500.000; sig.na Albarin Maria, 5.000;
prof. Costabel Gino, 10.000.
In memoria
di Roberto Revel
Il ricordo di Roberto Revel è ancora
troppo vivo nei nostri cuori, con la riconoscenza [ter quanto, in silenzio, egli ha
fallo in favore degli Istituti della nostra
fhiesa, che sembra giusto di dtire una forma concreta a questo ricordo.
Vogliamo ci'tè legare il nome di Roberti- Revel all’appello lanciato dagli Ami i
del Collegio in favore del Collegio stesse.
Le .sottoscrizioni In Memoriam di Roberto
Revel possono quindi essere versate al Comitato Amici del Collegio o alla Presidenza
del Collegio stesso o alla direzione del
giornale per « opere di bene ».
I ELENCO
Maria e Finelta Prochet L. 5.000; Clementina Elisa Beneoh 5.000; Martina Bruno 1.000; Giuslello Ettore 1.000; Mafalda
e Hedy Pon-s 2.000; Monnet Rinaldo o
Paola 1.500; Livia e Bruno Besson 1.000;
Georgette et Marie Bounous 2.000; Agli
Irma e famiglia 500; Jourdan famiglia
1.000; Balmas Carlo e G-oss Rizzieri 2.0Ó0;
Ricca Fiorina 1.000; Chauvie Davide 1.000.
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8 marzo 1963 — N. 10
P«g.
Associazione InsegnanH CrisHani Evangelici
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Scuola statale ;e scuola confessionale
Dali sfafisHci ed opinioni disparafe di caffolici ifaliani
La polemica sui rapporti fra scuola statale e scuola confessionale, e soprattutto
quella sulla legittimità di un finanziamento
della scuola privata, e quindi anche confessionale, da parte dello Stato è lutt’altro
die diiusa in Italia, come del resto anche
in altri paesi come ad esempio la Francia
e gli Stati Uniti.
L’entità dell’istruzione confessionale in
llaliii, in base ai dali dell’ultimo Annuario
Statistico dell’Istruzione Italiana, Voi. XIII,
1961 - JSTAT, Roma, 1962 - può essere
illustrata dalla tabella riassuntiva seguente,
in cui diamo per ogni tipo di scuola: a;
1 età di frequenza, b) il numero compie*
sivo di allievi frequentanti neR’anno 1959
1960 scuole pubbliche, .private laiclie e pri
vale confessionali, c) la -percentuale di al
lievi frequentanti scuole ufficialmente con
siderale dall’ISTAT come « gestite da enti
religiosi »:
a) W C)
Scuole di grado preparatorio 3.5 1.132.312 25,34%
Scuole elementari 6-lff 4.424.255 5,62
Corsi postelementari 11-J3 44.571
Avviamento professionale 11-13 660.852 3,96
Scuoia media 11-13 650.152 15.02
St uoie tecniche 14-15 40.714 4,00
Istituti professionali 14-16/18 44.216 4J1
Istituti tecnici 14-18 299.577 4,08
Istituti magistrali 14-17 103.168 24,90
Licei scientifici 14-18 57.213 10,77
Ginnasi-licei classici 14-18 144.050 15,21
UniveirBità 18/19-21/25 176.193 5,44
Non sono valutabili le percentuali riguardanti 1 istruzione artistica (allievi: totali 29.31.8, privali 7.022), i convitti (allievi: totali 137.761, privati 132.159) e i corsi
di ist; uzio!io tecnica e professionale per lavoratori (allievi totali 487.213).
La tabella indica chiaramente in quali
settori dell’istruzione l’influenza della scuola confessionale è più grande, in particolare negli Istituti magistrali (un quarto del
totale degli allievi) che indirettamente ga
lantisee un conlrollG sulla scuola elementa
*■' • .......pio del 5,62% rappresentate
.t..„l. ..II.,,, Ii-equeiitanti scuole elementan eoiiiessiOIlah.
li —.......amento statale del settore pri
........ ' '-.fessionale della scuola si Ira
.1..--..|„, ..i. v.Labilmente in un ulteriore in
.Lb„l.(Iella scuola pubblica, già iu. »0.1,........ Lw.i.e strutture ai suoi normali
campili c più ancora a quelli ben più graV clic rallcndono nel prossimo futuro, oltiei lu MI un ulteriore inasprimento della
IralUira tra scuola pubblica e scuola confessioiiale e in un maggior controllo e più
ampia influeiiiza confessionali su un largo
settore della educazione e quindi della vita
nazionale.
Nonostante talune recenti ancora mollo
rigide prese di posizioni ufficiali del clero
c del partito cattolico, sembrano farsi strada Ila i cattolici opinioni più aperte ad
una valutazione più positiva della « scuola
di luni y, e quindi ad una minor considerazione della scuola confessionale, come
dimostra una incliiesta della rivista cattolica /.cggere (sett.-ott. 1961) fra ottunla rapprescnianli della cultura cattolica.
Le risposte si schierano su un fronte ass.ai ampio, che va daU’inlegralismo confessionaJe jaiù intransigente fino ad una piena
e cliiara accettazione della scuola di Stato
tome strumento necessario di vita democratira e di formazione di cittadini liberi
e responsabili.
Ritondicu ad esempio una posizione di
« integrità ii del primo tipo D. Giuseppe
Albicro, della Direzione de « 11 Regno »,
che SI dicliiara « per una nuova scuola libera, decisamente -cattolica, senza essere
clericale, non come l’attuale in cui vi è
una iinpo'sizione tassativa dei programmi.
La scuola neutra è un equivoco: ci ha riempito l’Italia di una massa colta ag-nosti-ca,
laica, -scettica. Il fatto che nel mondo cattolico italiano non è in genere avvertita una
sLuazione di disagio, è dimostrazione lampante che tutti, anche i migliori, hanno il
sangue avvelenato di laicismo, por cui lo
si ingerisce senza sentirne disagio o -malessere; il classico sdoppiamento: cattolico in
chiesa, laico fuori cliiesa; la duplice morale, quella della domenica e quella del
giorni feriali. La tesi che la scuola statale
possa rappresentare uno strumento di educazione non è valida. La scristianizzazione
della nostra gioventù ha origine dalla scuola; non perchè sia scuola di ateismo, ma
semplicemente perchè è scuola di neutralismo agnostico ».
Di più — secondo Nino Badano, Direttore de « 11 Quotidiano » — in quanto « non
è un mistero iter nessuno che la scuola secondaria e ancora di più l’Università sono
ormai gravemente insidiate da infiltrazioni
comuniste. Per troppi anni si è permesso
che la « cultura » passasse per le mani dei
comiinisii: abbiamo lasciato a loro, non solo i -premi letterari, ma anche, o -almeno
troppo spesso, le commissioni per le libere
docenze e per le cattedre ».
.Altri — come don Benvenuto Matteueci
— si richiama ad « una precedenza e concretaimente ad una originalità anagrafica
delle scuole cattoliche (anche profossionali) elle lo Stato non può ignorare, ma latnciita die purtroppo è latente fra noi un
pregiudizio e un risentimento laicista e
spesso anticlericale, che considera la presenza della religione lesiva di una educazione civile e professionale, quando non
umana. La chiusura in tal caso è espressione di una discriminante laicista, non di
Una discriminante religiosa ». Egli allude
inoltre « alla sopportazione dell’insegnamenlo religioso neUe scuole secondarie e
airesclusione delPinsegnamento teologico
nelle Università, la cui carenza si rende
sensibile non solo in indagini storiche e
filosoficlie, ma anche in opere di critica
saggistica e nella tematica narrativa. A dif
ferenza di altre nazioni, in Italia si avverte nei riguardi dei problemi religiosi, die
sono problemi dell’uomo e delle civiltà,
una incredibile ignoranza in contrasto con
le tradizioni della nostra cultura, le cui
fondazioni reclamano, per essere valutate
e comprese autenticamente, una conoscenza direlta del pensiero religioso». E si ridiia-m-a alla « vitalità che deriva all’in-lerno
da -una problematica religiosa o teologica
alle oi>eire letterarie di un Dostoieyskij, di
un -Melville, di un Unamuno... ».
Altri ancora trova per la scuola libera
co-n-fe-ssio-nale delle gi-ustifioazioni politiche.
« Lo sialo moderno — afferma Francesco
Vito, Rettore della Università Cattolica del
Sacro Cuore di -Milano — ha gradualmente
perduto il primitivo carattere di manifestazione unitaria di sovranità, suscettibile
di irrigidirsi nell’accentramento di potere
c di funzione fino ad arrogarsi anche quella -educativa. E’ divenuto un organismo,
iiell’am-hito del quale vivono corpi e aggruppa-men-li non statali che in modi e con
intensità diversi fanno sentire il proprio
peso nella vita politica. In altre parole ci
troviamo davanti a u-n pluralismo politico
a cui non si addice, a -prescindere da motivi di principio, proprio per ragioni funzionali, il monopoilio scola-stico. Al pluralismo politico deve corrispondere il pluralismo scolastico ».
Vi è d’altra -parte olii invece paventa proprio questo pluralismo scolastico, soprattutto se appoggiato finanziariamente dallo
Stato. Giovanni Cristini, -pubblicista, « a
parte la difficile interpretazione del testo
della Costituzione, trova logico clic se esistono fondi disponibili, essi siano impiegati -seriamente nella scuola di Stalo e per
la scuola di Stato, ... perchè ne ha maggior bisogno (mentre la scuola privata è
generalmente dopo tutto una industria redditizia); iperdiè l’obbligo da -parte dello
Stato di finanziare la scuola -privata potrebbe costituire un precedente pericoloso (che
cosa succederebbe domani se lo Stato dovesse finanziare una scuola libera di carattere marxista?) e anche perchè la scuola
di Stalo è la scuola di tutti, è la scuola che
affettivamente riflette le esigenze culturali,
psicologiche, sociali e morali dell’intero
paese ».
« -Dato che — aggiunge Sergio Ristuccia,
pubblicista — in Italia il governo, da più
di quindici anni, è in mano ai democristiani, ritengo che non sia cosa seria l’affermazione di un preteso contrasto tra scuola slata-le governata da cattolici e scuola
non statale quasi esclusivamente cattolica.
A me sembra che quando si afferma ciò, si
è fuori dalla realtà a ragione di pregiudizi
integralisti die viziano ogni obbiettiva valutazione dei fatti. Se prendiamo come
« test » l’efficacia deH’insegnamento religioso nelle -scuole statali c’è anzi da diiedersi quanto si può contare snU’efficacìa di
quello imipartito -nelle scuole religiose.
Quando serenamente si giudichi al dì fuori da ogni gioco od interesse di potere, il
nocciolo della questione non sta nell’estensione graduale delle scuole religiose, di
cui molto spesso è da dimostrare il reale
mordente a-postolico, nè tanto meno, nelle
sovvenzioni da dare alle scuole non statali.
La sostanza delle cose una volta di più è
nella necessità di dar vita in quest’Italia
col 90% di battezzati ad una più autentica
cultura cattolica, o per meglio dire ad una
effettiva ripresa di interesse, da -parte dei
ca-tlolici, ai temi propri della loro problematica spirituale e religiosa ».
« I cattolici — secondo Marcello Camiliucci, scrittore — intelligentemente preoccupati dei destini della educazione, dovrebbero anteporre al loro impegno ad avere
scuole confessionali quello di essere presenti ed agguerriti sul piano della scuola
statale per non vederla im giorno in mano
delle forze laiciste e marxiste. Sarebbe davvero un bel risultato quello di possedere
un’attrezzatura scolastica privata e perdere
nel contempo il controllo della scuola pubblica! Il che non esclude, inoltre, che 1
marxisti s’impegnino a farsi finanziare, domani, dallo Stato una propria scuola privata... ».
« Una scuola cattolica — afferma invece
Marcelio Vigli, ordinario di storia e filosofia nei licei —- tende alla formazione di un
mondo cattolico e alla diffusione di una
cultura cattolica dialettioamente contrapposti ad un mondo e ad una cultura laici.
Rafforza lo steccato fra guelfi e ghibellini,
dà esca al clericalismo e al laicismo... Se
d’altra parte s’intende la formazione del
giovane come aiuto e assistenza perchè egli
accetti liberamente ideali reUgiosi e principi morali e non come sforzo tendente ad
imporgli un conformismo esteriore ed una
religiosità ufficiale, nutrita spesso di ipocrisia, non è forse più idonea, nei nostri
tempi, la scuola pubblica? ».
Ben più esplicito e radicale è a questo
proposito Wladimiro Dorigo, direttore di
Questita-Iia. « Servirebbero qui slatisticlie
che nessuna scuola cattolica avrebbe il coraggio di pubblicare: quanti degl, allievi
di queUa scuola provengono da famiglie
caìloliohe e quanti da famiglie indifferenti
o francamente non praticanti o peggio?
Quanti degli aRievi che escono da essa si
distinguono per senso religioso della vita,
e quanti mostrano di aver seguito soltanto
la scuola -più facile, meno formativa, dei
pigri e dei « figli di papà »?... Se la scuola
pubblica è esente oggi da un -difetto, questo è quello di una sua partigianeria laica
ostile alla religione e alla Ciiiesa. Il caso
recente del prof. Radice, sospeso percliè
leggeva agli scolari il « Paradiso Perduto »
mi sembra faccia testo. La scuola pubblica
è oggi tutta da rifare, ma il difetto anticlericale non l’ha certamente, e -non soltanto
per Foccliiuta superiore vigUanza, ma soprattutto per una ragione strutturale: clic
la maggioranza dei suoi insegnanti è di
orientamento cattolico e quelli politicamente ostili cosliluiscoiio una infima minoranza... Penso dunque che sia ben possibile
costruire ex novo, ove io si voglia, una
scuola pubblica che sia non soltanto di tulli, ma alleile elle serva obbiettivamente,
pacificamente, senza discriminazioni ideologiche, senza razzismi culturali, a tutta la
nostra società ».
Quanto al finanziamento della scuola privata, egli aggiunge, « i sostenitori di questa aberrante richiesta non si accorgono che
essi chiedono, in pratica, di ideologizzare
profondamente e faziosamente, fino a creare delle strutture iucomnniicabili, la scuola, tutta 1-a scuola: quella cattolica, per diftaidere una « visione religiosa della vita »
clic si esplica in soldoni, per esempio nel
far fare agli allievi indigestione di Manzoni e neli’ignorare Leopardi; quella privata d’altra origine, che potrebbe essere anille marxista; e infine quella pubblica, clic
dovrebbe essere ideologizzata per forza —
ex contrario — nel senso più accesamente
laicistico... con la conseguenza... di lacerare intimamente la società nazionale fin
dalla più tenera età dei fanciulli (quando
cioè non è immaginabile il dibattito, il raffronto di opinioni), di gettare fin dalla
scuoia, nel modo più incuntroliabilmente
fazioso, una intolleranza letale per la democrazia. E tutto ciò a spese dello Stalo,
lioè di tutti i cittadini ».
Perciò, conclude Dorigo, « seriamente
non si può parlare oggi che di rifacimento
iiHegrale della scuola pubblica, liberi tutti
coloro che credano di avere qualcosa da di
re, qualelie idea da sperimentare, di creare le loro scuo-le, di pagarsele, di finalizzarle a qua-lsiasi scopo lecito e legittimo.
Chi vuoi ancora sperare di o-perare alla
creazione di una società democratica, in
cui tutte le fedi siano ammesse, in cui tutte le opportunità siano date di persegtiire,
da parte di ciascuno, lo sviluppo della, propria personalità, non può non impegnarsi
oggi a-lla radicale riforma della scuola pubIdica, perclic diventi, senza alcuna aprioristica eccezione, la scuola di tutti. Negare, a questo punto, qualsiasi fina-nziamento alle scuole di parte diventa un corollario indispensabile ».
Per quanto frammentarie e parziali, le
citazioni su riportate possono dare una indicazione della varietà di posizioni caltolii lie di fronte al problema della scuola, che
sommariamente potremmo schematizzare
in tre tipi: 1) un integralismo iradizionaie
die ancora crede nella segregazione della
scuola confessionale come strumento valido
per conservare alla cultura italiana il suo
carattere caUolico e —- nei casi migliori —
un reale contenuto di idealità e di ispirazione religiosa; tale integralismo non esita
ad acoellare un pluralismo scolastico (Vito) che, come osserva Dorigo, si tradurrebile in una totale ideologizzazione della
scuola ili lutti i suoi ordini e gradi; 2) ujia
accettazione, diversamente formulata, della
scuola di Stato come scuola di lutti, fondamentalmente non anticattolica, anzi già
largamcmte cattolicizzata, e quindi controllabile dalia Chiesa Cattolica senza dover
sotpporlare i pesanti oneri finanziari di una
ancora più estesa scuola privata cattolica;
da tale accettazione non esula la preoccupazione — a cui aocenna anche A. C. Jemolo in un articolo su La Stampa del 7 settembre 1962 — ohe la scuola libera, sovvenzionata dallo Stato, possa domani essere anche quella « comunista, improntata ad
tuia ifilosofia materialista, alila eoonomia
Da vari anni l’Associazione
Insegnanti Cristiani Evangelici
svolge la sua preziosa attività
di collegamento, di studio; la
sua funzione — e la sua ambizione — non si limita però alla
cerchia ristretta (ma relativamente ampia in proporzione al
numero degli evangelici italiani) degli insegnanti appartenenti a chiese evangeliche: l’AICE
vuole piuttosto essere a fianco
di formazioni e organizzarioni
laiciste, esempio di un atteggiamento cristiano laico, e al tempo stesso farsi agitatrice dei
problemi educativi e culturali in
chiese a volte dimentiche di come il Protestantesimo abbia
sempre considerato con attenzione particolarmente sostenuta la scuola, con tutto il complesso di problemi che questo
termine risveglia.
Siamo perciò assai lieti di questa prima « pagina deU’AICE »,
e ci auguriamo che essa tomi
regolarmente sul nostro settimanale. In questo numero si
trova riportato l’essenziale del
materiale relativo al Congresso
AICE dell’estate scorsa: accanto ad una breve relazione, il
sermone predicato nel corso del
culto introduttivo, e un’ampia
e ricca relazione sullo scottante
problema della confessionalità
della scuola, quest’ultima dovuvuta al presidente dell’Associa
zione, prof. Giorgio Peyronel.
solo motore della storia »; 3) una più aperta e più positiva valu-tazio-ne della scuola
di Stato come luogo di effettivo, onesto e
libero confronto di opinioni e di reciproco
rispetto per la formazione, da un lato di
una -personalità libera, anche religiosamente, e di una coscienza democratica non viziala all’origine da discriminazioni e da
razzismi ideologici.
Non possiamo evidentemente esprimere
un apprezzamento positivo e anche la nostra simpatia die per questo terzo tipo di
atteggiamento, in quanto da esso esuli, a
differenza dei primi due, un sentimento e
un intento egemonici, perenne tentazione
del cattolicesimo, e in quanto alla eouola
pubblica si riconosca una sua libertà pedagogica e morale che nuUa ha a che fare
con rindifferentìsmo, l’agnosticismo e lo
scetticismo, lamentati da diversi degli interventi, e che sono — proprio essi —
frutto e a loro volta causa di -una negazione della libertà.
Giorgio Peyronel
Chi vive nel servizio dei piccoli,
quello è il più drande
"...per via avevano questionato
fra di toro chi fosse il maggiore.
Ed Egli...: — Se alcuno vuol essere il primo, dovrà essere l’ultimo
di tutti e il servitor di tutti —; ...e
preso un piccolo fanciullo...: ■—
Chiunque riceve uno di tali piccoli
fanciulli nel nome mio, riceve
me —” (Marco 9: 33-37).
CONGRESSO
A.I.C.E.
Ogni anno ha luogo a Torre Pellice
tra agosto e settembre un incontro nazionale di insegnanti evangelici italiani aderenti all’A.I.C.E. Durante la
giornata di Congresso vengono presentati temi di rilevanza educativa o
socio-pedagogica, comunicazioni varie;
i partecipanti (un gruppo della sezione Valli Valdesi, qualche rappresen
tante delle varie sezioni) portano con
la discussione i loro punti di vista ed
eleggono il oomitato direttivo nazionale per un anno.
Nel corso dell’ultimo Congresso tenutosi a Torre Pellice il 13 agosto ’62
abbiamo udito; ima meditazione biblica di Franco Calvetti; una chiacchierata della prof. Frida Malan su
uno stage organizzato dalla Ligue
Française de l’enseignement à Epinal
nei Vosgi e vertente sui problemi educativi nell’Africa.; una relazione del
prof. Giorgio Peyronel su un problema attuale della Scuola in Italia.
Inoltre ci è stato portato il saluto
degli insegnanti valdesi di New York
da parte del pastore Janavel e quello
del pastore Bertalot di Torre Pellice.
L’associazàone non esaurisce la sua
attività indicendo questo Congresso
ma invita le sue varie sezioni (Oalabro-Sicula, Veneta, Fiorentina, Valli
Valdesi) a lavorare regionalmente, organizzare Convegni o giornate di studio, a impegnarsi seriamente per l’opera.
Fra i tanti ostacoli alla vera vita,
alla vita autenticamente cristiana il
più costante, il più insuperato, il più
diabolico è quello della preoccupazione di sè stessi.
Persino i discepoli di Gesù che pure trascorrevano al giornata col Maestro dolce e umile di cuore sono accecati dalla preoccupazione per la loro
persona, per il loro avvenire, per il
loro « avanzamento di carriera ». Come Gesù ha ,potuto vivere con questi
uomini? Egli, pure, ha passato la sua
vita terrena con loro, con noi; è vero
che a varie riprese, fino alla morte,
Egli riprende con dolce autorità gli
sperduti, i lenti nella fede.
Guardiamolo a Capernaum: cerca
di inculcare ai suoi allievi una lezione
e vuole che abbia la massima efficacia
Alla domanda, formulata con precisione e concretezza: — Di che discorrevate per via? — eccoli -presi in
sbaglio, in flagrante da Colui che legge a libro aperto. Ma Gesù non inquisisce, li chiama, li riavvicina come
il buon pastore che ama le sue pecore
anche e soprattutto le più inquiete.
Non li giudica ma mostra loro ciò
che può esservi di bello e di giusto in
questo voler primeggiare. — Se qualcuno vuol essere il primo... — dice
Gesù; dunque, è ipermesso, è raccomandato farsi avanti, spiccare. Non
discepoli che devono farsi trascinare,
non scristiani rammolliti. Dio richiede dei credenti e adoratori impegnati
integralmente, zelanti. Dio promette
e offre loro la sua -potenza, quella
stessa che ha creato il mondo e risuscitato il Figlio. — La promessa è per
tutti — dirà Pietro, la promessa di vita piena, di gioia, di forza, di slancio
— ...fino a che siate riempiti della pienezza di Dio —.
Solo, ecco, perchè questo sia possi
bile si tratta di essere diacono, l’ultimo di tutti: il servitore. Lezione difficile per i discepoli, per noi. Difficile
ma necessaria, vitale. Per dare maggiore efficacia alla lezione Gesù (da
pedagogo « nuovo ») la illustra. Prende un bambino, lo tiene fra le braccia... — chiunque riceve uno di tali
piccoli nel nome mio riceve me... —
Non si fa questione di accogliere semplicemente un bambino sia pure con
cura, amore. Il fatto ha da essere inteso come un’esemplificazione del servizio di cui ha parlato prima... il servitor di tutti. Nel prendere e neU’accarezzare un hambino Gesù mostra ai
discepoli, a noi che cosa sia la grandezza nel senso del Regno di Dio. Il
bambino suonava agli uomini del
temipo di Gesù come ciò che è piccolo, senza importanza. E Gesù chiama
a servire proprio il bambino. Accogliere il bambino è -portare il peso degli altri, servire con la semplice naturalezza di chi sa che non ha importanza essere il più grande nel senso
degli uomini.
Chi vive, nel servizio dei piccoli, degli altri, delle cose umili quello è primo, quello vive, quello siederà a destra o a sinistra del Maestro, nel Suo
Regno. Franco Calvetti
A. I. C. E.
Comunicato
Tutti gli insegnanti evangelici sono
invitati a partecipare al Convegno
della sezione Valli Valdesi, che avrà
luogo D. v. a S. Germano Chìsone il
19 marzo.
.Sarà trattato l’argomento dell’insegnamento religioso. Il programma particolareggiato verrà pubblicato sul
prossimo numero.
Il Comitato Sezione Valli,
4
pag. 4
8 marzo 1963 — N. lo
ECHI DEL ZVII FEBBRAIO
RORA
In favore degli Istituii Valdesi
Un monito o un incitamonto
M m DI mm
E II 17
FRALI
Un
— In un’atinosfera di vra’a Comunione
fraterna e con un vivo sentimento di lode
e di ringraziamento al Signore abbiamo celebrato anche quest’anno il nostro 17 febbraio. £d è stato per noi ancora una volta
un monito del passato nel nostro tempo
presente e un incitamento a rendere la nostra testimonianza evangelica alle Valli, non
solo, ma anche in tutta la penisola. 11 tempo che era stato molto inclemente nei giorni precedenti, tanto da fare disdire a molti
ospiti forestieri la loro partecipazione, si
è mostrato poi mollo splendido con il sole
fulgente e forse troppo caldo. Tutti j preparativi che già fervevano durante tutte le
scorse settimane hanno avuto il loro degno
compimento. La celebrazione Ita avuto praticamente inizio sabato 16 alle ore 20 con
Taccensione del falò a Cadimassa dove abbiamo sentito l’unità del nostro popolo anche se sparso ovunque sino nelle lontane
terre americane. Molti sono stati i giovani
e anche non più giovani che nonostante l’aria pungente hanno voluto recarsi là a rendere la loro testimonianza colla loro presenza. La domenica seguente nel tempio si
è avuto il culto speciale per i bimbi della
scuola domenicale e alle 10,30 il culto solenne con celebrazione della S. Cena. Durante il culto la nostra Corale, diretta dalla
Sig.ra Rutigliano, ha eseguito due inni di
circostanza riscuotendo il vivo plauso di
tutti. Alle 12,30 le Madri dell’Unione hanno deliziato il nostro gusto nella preparazione delTAgape fraterna nei nostri locali
sociali. A loro vada tutto il nostro ringraziamento. Ma non possiamo fare a meno di
esortare le madri a trovare un modo diverso di servizio affinchè anche esse possan >
partecipare al culto principale di questa
storica ricorrenza. Non dobbiamo mai rischiare di essere tante « Marta » che si affaticano e s’inquietano intorno a molte faccende e dimenticano a la buona parte » che
non ci sarà mai tolta. Ci hanno onorati
con la loro presenza la Giunta Comunale
con il Sindaco e il Doti. Meynet, vice sindaco, e molti dei fratelli dalle Fucine, dai
Rnmer e dal Centro.
Alle ore 15 abbiamo potuto ascoltare con
vivo interesse la recitazione di alcuni dialoghi e poesie da parte dei nostri bimbi.
ARa nostra signorina Frache, insegnante
della scuola del Centro e aU’lnsegnante dei
Rumer esprimiamo il nostro vivo ringraziamento nell’impegno preso per preparare
i -bimbi.
Anche quest’anno siamo stati onorati dalla presenza del dott. prof. Rotta, anche più
gradita in quanto egli non è potuto essere
con noi all’Agape ma ha voluto ugualmente salire fino su a Rorà per il legame di
amicizia che lo unisce a noi. E anche quest’anno il dott. prof. Rotta ha portato un
dono per i bimbi della nostra scuola Domenicale.
Durante la serata ha funzionato egregiamente un servizio di buffet gentilmente e
con amore preparato dalle Madri della nostra Unione.
Anche se non ha potuto partecipare, come per il passato, per ragioni di salute,
vogliamo ringraziare la Sig.ra Paimira Rivoira per aver realizzato da sola un’attivi
tà molto apprezzata e di grande interesse
per tutti.
E siamo anche molto riconoscenti verso i coniugi Pontet che hanno offerto moltissimi numeri per la pesca di beneficenza,
ricchissima di tanti doni preziosi.
— Fra alcuni giorni noi perderemo a
causa del servizio militare uno dei nostri
giovani più impegnati nel servizio per il
Signore. E’ il nostro Rinaldo Tourn, figlio
dell’anziano Aldo. Per lui formuliamo i
voli migliori affinchè durante il servizio
militare possa rendere la sua testimonianza
evangelica, e le nostre loreghiere lo accompagnino sempre.
— Non è ancora tornato tra noi, ma già
sappiamo che le condizioni di salute del
nostro anziano Aldo Tourn sono sensibilmente migliorate e che è stato già dimesso
dall’Ospedale in cui è rimasto per alcune
settimane. 11 Signore colmi di benedizioni
lui e la sua famiglia che lo aspetta.
-- Il Concistoro è convocato per Domenica 10-3-1963 alle ore 15 al Presbiterio.
Anche quest’anno la sottoscrizione alla
RIV di Villar Porosa a favore degli Istituti Valdesi di assistenza in occasione del
17 febbraio è stata lusinghiera.
I dipendenti valdesi ringraziano -coloro
che hanno collaborato e quanti, colle loro
generose offerte, hanno dimostrato solidarietà verso chi si trova nel bisogno.
-La sottoscrizione ha fnutlalo la somma
di L. 455.500 di cui Direzione RIV Lire
100.000 e Maestranze L. 355.500.
La somma stessa è stala cosi distribuita:
Asilo dei vecclii. San Germano L. 91.50Ü;
Asilo dei vecchi. San Giovanni 42.000; Rifugio Re Carlo Alberto per incurabili. San
Giovanni 91.000; Orfanotrofio Torre Pellice 84.000; Orfanotrofio, Pomaretto 63
mila; Artigianelli Valdesi, Torino 84.000.
Totale L. 455.500.
altoparlante al servizio
del Signore
Particolarmente ben riuscita quest’anno
la celebrazione del XVII Febbraio anclie
se -la coincidenza della festa con una domenica faceva -temere che l’interferenza
delle attività -turisticlie con quelle ecclesiastitshe avrebbe finito per -soffocare queste ultime. Invece non è stato cosi: la sera
del 16 si -sono accesi regoliuroente i falò,
menlTe ognuno ricordava la tempesta di
vento elle Tanno scordo ci aveva Impedito
di farlo; intanto nuinieroisa gioventù ha
circondato i fuochi di gioia occupandosi di
lanciare razzi; si è udito ripetutamente il
suono del corno ma sarebbe stato simpatico udire anche il canto di qualche inno,
invece purtroppo il canlo sta attraversando un periodo difficile. Le manifestazioni
della serata sono state completate da una
inagnìifica fiaccolata che dalTAlpet è scesa
fino alla stazione a valle della Seggiovia,
mentre gli altoparlanii difl’ondevano per
S. GERMANO CHISQNE
Il senso della nostra vocazione
— Il 3 Febbraio -la -nostra Unione Femminile ha ricevuto la gradita visita della
sig.ra Etieunette Jalla -del C.N. Il tema
della sua conversazione era: la donna
nelle giovani -chiese (difficoltà e speranze). E’ stata una buona occasione per riflettere -sul senso della -nostra vocazione
-messa a confronto Coen quella di altre donne che vivono in ambienti cosi diversi dal
nostro. Ringraziamo la sig.ra .lalla per la
sua gradita visita.
— Abbiamo ospitato, -uilimamenle, l’Unione Giovanile -di Poimaretlo. Il -tema
trattalo è stato: la testimonianza cristiana.
Abbiamo
Il XVII
Febbraio nel Vallone d’Angrogna
I
— Forse per la prima volta nella storia
delle chiese di Angrogna si registra un 17
febbraio celebrato a Pra-deltomo. Non che
i vari 17 siano trascorsi inavvertiti nel passato. Spesso in tale data si faceva il culto.
E talvolta accadeva ohe anche l’agape fraterna avesse luogo se non propria il 17 almeno nella domenica più vicina. Ma poi
a poco a poco la situazione mutò, molti
scesero in pianura e anche l’unico albergo che vi era, si chiuse ed un certo senso
di abbandono e di solitudine, accresciuta
dal fatto che non vi fosse più in loco un
pastore od un evangelista, sembrò segnare
l’inizio dell’agonia del piccolo borgo e della chiesa valdese rimasta in minoranza. Ma
ecco che da qualche tempo in qua, come
giustamente scriveva il Pastore Conte la
settimana scorsa, l’atmosfera cambia. La
prospettiva che nel volgere di pochi anni
la strada giunga fino a Pradeltorno, ed il
.-■orgere della foresteria « La Rocciaglia »
che rompe l’isolamento della borgata segnano indubbiamente un inizio di ripresa.
La festa del 17 febbraio ne è aippunto stato
una chiara dimostrazione. Nello stesso giorno hanno avuto luogo le agapi fraterne al
Capoluogo ed a Pradeltorno. Un gran numero di persone ha così potuto partecipare sia la mattina alle celebrazioni sia poi
al pranzo. La giornata a Pradeltorno è stala magnifica. Dopo la neve e la nebbia del
sabato la domenica, rischiarata da un bellissimo sole, ha messo in tutti nn senso di
grande letizia. Tutti hanno partecipato al
culto nel tempio e in seguito si sono ritrovati, all’aperto, nel cortile della sua casa,
attorno alla signora Clementina Buffa, madre Blvino per festeggiarla in occasione del
suo compleanno, cantando qualche inno
francese. La Foresteria aspettava poi con
nn’impeccabile erganizazzione chi si era
prenotato per l’agape. Vi è stalo posto soltanto per i pradellornesi residenti in valle
o fuori. Cinquantasei commensali si riiro
varono intorno alle tavole, spiacenti sci
tanto del fatto che il salone pure già gran
de avesse avuto il triplo delle due dimen
aloni per accogliere molli altri che avreh
Itero voluto imlervenire. Inutile dire ohe i
pranzo, come ai prevedeva, fu ottimo per
chè evidentemente la società per azion
« Pradeltorno n che gestisce la Foresteria
non ha avuto di mira alcun lucro organiz
zando l’agape. Ma è forse utile dire che
veramente l’aspettativa di tulli fu di gran
lunga superata e dalla quantità e dalla qualità delle portate.
Al levar delle mense non mancarono naturalmente i tradizionali diseonsi. A quello brevissimo del pastore locale, nonché
« attento cronista » della giornata seguirono
quelli del Dr. Guido Ribet, del Pastore Gi
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Toi
HO Conte, che lutti rivedevano con gioia a
Pradeltorno avendo imparato ad amarlo t
ad apprezzarlo nel periodo in cui era stato
conduttore della comunità delTalta valle di
Angrogna, del sig. Bertin Silvio, consigliere comunale, proveniente dalla Chiesa del
Capoluogo, si rivelò addirittura poeta leggendoci un’ottima poesia in « angrognino »,
piena di spirito e densa di pensiero tale da
richiamare argutamente, ma anche chiaramente e con un vivo senso di responsabilità i Valdesi al genso della loro vocazione.
Dopo il discorso dell’attuale maestro valdese di Pradeltorno, sig. Ernesto Pons ed
il saluto dato dall’anziano Emilio Buffa a
tutti, fu assai gradita la sorpresa fattaci dalla insegnante signora Emma Armand Bosc
ved. Bertalot, del Serre. Dopo avere partecipato alle manifestazioni del 17 febbraio
al Capoluogo, con tutta la sua scolaresca,
non mollo numerosa ma sempre bene preparata, eccola giungere con i suoi piccoli
attori anche a Pradeltorno. Cosi la parola
fu ceduta ancora una volta ai bimbi. Diciamo ancora una volta perchè al mattino alcuni scolari di Pra-deltomo, al termine del
cullo, avevano recitato delle poesie. Ma dopo tulli i vari discorsi, al pomeriggio, le
rondes et i dialoghi dei baotnbini del Serre hanno portato un vero senso di freschezza e di gaiezza nel salone, proprio quando
si incDiminciava a sentire il desiderio di un
momento di distensione. Segui, cantata in
Irancese, da un gruppetto di pradeltornesi
e di torinesi la « complainte » del colportorc valdese ed il giuro di Sibaud. E quindi
molti ripresero la via del ritorno verso il
fondo o la metà della valle. Una nota di
vivacità e di gaiezza era data dalle varie
cuffie dei costumi valdesi nere e bianche e
dei loulards colorati che spiccavano sullo
sfondo della neve!
Molli si ritrovarono ancora la sera al capcluogo di Angrogna per la recita di prammatica, a cura dei giovani dell’unione del
Prassiiit-Veraé. E cosi terminarono insieme
la giornata del 17 tanto gli Angrognini d’iai
come quelli d’sai der Vengie! E il cronista
si rallegra nel potere scrivere elle anche
rincontro di parte della sua comunità con
1,1 conuinit;i del Capolnogo è ben riuscito,
lite il tamburino anche quest’anno ha fatto udire il suono del tuo tamburo più che
centenario, che il corteo non ha deluso
malgrado la forzala assenza di molti abitanti del Serre recatisi a Pradeltorno e che
(O.si, insoin-ma, l’unità nella fede e nella
comunione fraterna non ha mancato malgrado le distanze.
— Ringraziamo vivamente il Cand. llieol.
ì «zio Incelli della Chiesa Metodista, studente alla F’acoltà Valdese di teologia di
Roma, per la predicazione tenuta al Serre
il 24 febbraio. Certamente la sua presenza
Ira di nei ha fallo si che lo comunità si
senta e si sentirà maggiormente in futuro,
vicina al lavoro della nostra Facoltà di Roma ed al lavoro che in essa compiono professori e studenti.
Sabato due marzo si sono uniti in matrimonio, nella Chiesa del Serre Chauvie Aldo di Buona>notte e Benech Miranda del Ca<el. Rinnoviamo agli sposi gli auguri di una
lunga vita mningale benedetta dal Signore.
(Capolaogol
Una giornata limpida di sole tiepido ha
rallegralo la festività del XVll febbraio ad
Angrogna, conlribuen-do notevolmente alla
sua buona riuscita. « O farlo bene o non
farlo più » è stata la parola d'ordine lanciata quesCanno in riferimento al tradizionale corteo e la risposta è stata positiva : alle nove del mattino si raccoglieva sulla
piazza di San Lorenzo un folto gruppo di
bambini (rappresentanti delle varie scuole
d’Angrogna), di giovani delle Unioni Giovanili, di membri della Corale, del Concistoro, uomini e donne con la coccarda sul
petto, il viso allegro e, le donne, col bel
costume valilese. 11 corteo si avviò lentamente verso il « confine » del Vàngie. Le
numerose bandiere delle Scuole sventolavano mentre i loro colori vivaci risaltavano
fortemente sidlo sfondo bianchissimo della
neve.
Al Vangie, tamburino in testa, era in attesa il corteo venuto -dal Serre. Prima di
tornare verso il Capoluogo in un unico
gruppo, i partecipanti si unirono nel canto
solenne del « Giuro ». Nel Tempio, particolarmente affollato la manifestazione è
iniziata con un vero e proprio Culto presieduto dal Past. Taccia, che predicò brevemente sul testo dì Giosuè 1: 8. La fedeltà alla tradizione più vera e genuina -del
popolo valdese non sta nella più o meno
ben riuscita celebrazione del XVII febbraio, ma nel ritorno di tutti i valdesi ad
un amore più grande per la parola di Dio,
unica guida per la vita del nostro popolo
c per la nostra esistenza di tutti i giorni.
Segui una serie di brevi recile, canti, cori,
rondes preparati con oiligenza e inesauri
bile jrazienza dalle nostre brave insegnanti.
La Corale partecipò con l’esecuzione di un
coro e di una canzone svizzera, molto ap
prezzata. Più tardi il pranzo raccoglieva in
.serena atmosfera di letizia una ottantina
di convitati. Un plauso a Ricou della Sca
e ai suoi valorosi collaboratori per la buona riuscita di questo aspetto della manifestazione. Al levar delle mense pochi, ma
apprezzali discorsi, alcune poesie edite e
inedite, alcuni -canti improvvisati 'hanno
concluso rincontro. La sera l’UGV del
Pras'snil-Verné offri la serata ricreativa, otiimainente interpretando il dramma « Abnegazion-; ili madre », -preceduto dal bozzetto « l’altra mamma », eiilra-mbi molto
patetici e commoventi. Molto buona la recitazione del ben affiatalo gnipim di giovani attori, tra cui notevole, ancora una volta, la interpretazione della nostra bravissima Renala Roman. Negli intervalli la Cerale ha fatto udire la sua voce armoniosa
in una serie di corsi, anch’ossi a-pprezzali.
— Sabato 9 febbraio è stata accompagnata al Cimitero di Angrogna la salma di
Pons Eleonora, deceduta improvvisamente
Ire giorni prima. Esprimiamo una parola
di affcltiiosa simpatia al fratello, .'Uberto
Pons, che nella stessa settimana aveva già
subito il decesso di un altro fratello.
— Ci rallegriamo vivamente con Gino c
Claudina Bonnel della Revellera per la nascita del secondogenito Willer.
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Paolo Balmas
ne-ll’impossibilità di ringraziare singolarmente, esprimono la loro commossa gratitudine a quanti con la presenza al funerale, scritti, parole di
conforto, manifestarono i sentimenti
del proprio cordoglio per la dipartenza del loro Caro.
Un ringraziamento particolare al
Pastore U. Bert, ai vicini di casa.
Praz. Gorge, S. Germano Chisone,
2-3-1963.
I familiari del com-pianto
Fornerone Lorenzo
entrato nel riposo Celeste il 10 febbraio u. s., neirimpossibilità di farlo
personalmente, ringraziano tutti còlerò che in quella dolorosa circostanza sono stati vicini con il loro aiuto
:1 loro affetto e la loro simpatia. Particolarmente ringrazia il medico Dctt
Bertolino, i pastori Sigg. Bert e Genre, le famiglie Avondetto, Comba e
Galliano.
La promessa che Egli ci ha
fatto è la vita eterna.
(S. Giovanni 2: 25)
San Germano Chisone, 10-2-1963.
tutte le montagne le note del Giuro di Sibaud.
Più lie-to ed animato del solito è stato
quest’anno il corteo che la mattina del
XVII (ha percorso le vie del concentrico
con -tutte le bandiere spiegate ed accompa-gnaio da u-n buon numero di persone.
La Band-a di Prali ohe in anni passati a«,
com-pagnava -sempre il corteo non ha po.
luto farlo quest’anno percliè decimata sia
dalla partenza di alcuni dei musicisti, sia
dal latto -che parecchi altri erano impeguati al lavoro: il -suo direttore -sig. R.
Long aveva però -provveduto a registrare
alcune esecuzioni della Banda, le cui n-ote
< i hanno piacevolmente accompagnato durante il corteo.
1-1 mito, ben frequentalo, ha voluto
esprimere la sempre rinnovala riconoscenza della chiesa per la grande libertà di
cui gode atlualimeii-te, e ricordare che il
cristiano non è soliamo Ubero da qualche
cosa, ma è principalmente libero per qual
presentalo l’argomen-to da un
d-nplice pii-nio di vista: dal punto di vista
hiblico c con frequenti riferimenti su
qu-anto è stalo affermalo a Nuova Delhi
c -da un punto di vista pratico analizzanilo Jc diverse circostanze in cui il giovano
c chiamato a tosti,moniare della sua fede.
— Le celebrazioni del 17 febbraio hanno riproposto alla nostra meditazione rimpegno che deriva per ognuno di noi dalla
nostra condizione di ('redenti lihcri e responasbili. Abbiamo ricordalo la costanza
e la fede dei padri -tullora valide c di
ammonimento a c.h-i, troppo facilmente,
si confenn-a al presente secolo.
Ringrazia-mo -liilti coloro che ha.nno collaboralo per la buona rinscila di quella
intensa -giornata vi-ssnia sotto il segno della fede -e in modo particolare il sig. Sindaco di S. Germano-, I-a Corale, la Banda
Musicale, le insegnanti e le inonitrici, i
responsabili della Filodraniiimalica e dell’Orchestra e le gentili persone che hanno
coadiuvato il sig. Beux per l’organizzaz-ione del nostro pranzo comunitario.
— Il 28 Febbraio, in occasione della
giornata mondiale di preghiera, -un buon
gruppo di signore delle Unioni Femminili
di Pinerolo, Villar Perosa e S. Germano
si raccolse in meditazione -per nn cullo di
intercessione -pre-sieduto dal pastore Bert.
La meditazione è stala recata dalla studentessa in teologia sig.na Sciclone. Ringraziamo la vice-presidente della F.F.V.
per essere intervenuta ed averci recato il
suo messaggio.
L’offerta a favore dell’Asilo Infanlile
di Cerignola è stala di L, 26.000.
cii-no: libero, -cioè, per servire il Signore.
11 tradizionale pasto fraterno ha visto
riuniti nella sala parrocchiale una quarantina di uomini e signore della comunità di
Prali. E' la prima volta in moh-i anni che
questo pasto anziché avvenire in un albergo si effettua n-ella -sala di recente costruzione: ciò ha contribuito a creare una
al-niosfera veramente simpatica c fraterna, mentre la qualità c quantità del riho
cil il prezzo sono stali part-icolarnien-l«
ronvenicnli grazie -alla perizia ed alTimpegno con cui il Si-g. F. Bergcr ,■ Signora, circondali -da un griip-pc-llo di volonterosi, hanno diretto la preparazione del
pranzo.
.‘V -chi-iiisura della giornata u-n programma di -recita, preparalo dai ham-hini d-elhi
Sciiiola Domenicale sotto la direziono della Sig.na L. Vi'glielmo, ha ancora racroilo
nella -sala u-n buon n-uimcro di persone;
il programma comprendeva inoli re mi discorso di rievocazione storica -e la
zionc di alcune diapositive.
Un gruppo di -giovani, a cui l'orario di
lavoro ha impedito di partecipare al programma organizzalo, si è rinn-iUi in privalo per una cene-ila fraterna che nello
spirito e neirinlenizione voleva soildarizzare con la gioia di -imia la -cn-numilà.
proie
avvisi economici
RIMEITESI avvialo iieirozio inurcorie e
ooniiezioni nel centro ili Torre Te!¡¡ce. Rivolgersi alla Claudiana.
IMPARARE il tedesco ? Cercasi signorina
italiana per il 15 aprile in fa-mi-glia tedesca, tre ba-mbini, presso -Go-llingen, Durata -niini-ma 6 mesi. Informazioni presso
Sohiinemann, 34()1 Nikolausberg, GOETTIN-GEN (Germania).
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Per informazioni e prospetti
rivolgersi a: Gustavo Albarin l'Userna San Giovanni - Torino,
eppure direttamente al Sig. Egidio Revel - Elite Hotel Miramari! - Rimini, citando sempre quest o giornale.
PROF. DOTT.
mmm eicseppe
Docente in
urinarie e
malattie
genitali
PINEROLO
presso l’Ospedale Civile « E.
Agnelli » ;
— martedì dalle 10 alle 12
— giovedì dalle 8,30 alle 10
— sabato dalle 10 alle 12.
TORINO
Corso G. Lanza 110 (su
puntamento telefonico)
n. 653.563.
ap
tei.