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1006G TO.m PEILICE
Anno 113 — N. 6
6 febbraio 1976 — Li 150
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
ddk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
IL CONCORDATO HA 47 ANNI
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Cristo Re e il Papa Duce
Estendere i patti lateranensi agli evangelici - Uno scambio di favori - Perché una religione di stato? - La mentaiità concordataria stenta a morire
« L’idea fascista delle gerarchie è in
parte militare, ma in parte principale ecclesiastica. Il fascismo ha per modello il
pontificato romano ».
Così affermava nel 1932 il filosofo ufficiale del fascismo, Giovanni Gentile,
per quanto ne sappiamo senza che questo
suscitasse proteste da parte vaticana. E’
probabile, infatti che il papa dei concordati (Pio XI ne concluse ben ventisei nei
suoi diciassette anni di pontificato) abbia
visto in quest’affermazione un riflesso della dottrina che aveva solennemente affermato neirenciclica « Quas primas »
del 1925 istituente la festa di Cristo re.
Il regno di Cristo, si diceva, è soprattutto
spirituale ma devono sottomettersi ad
esso anche le società umane ed in particolare i loro governanti. Non sarà parso
strano che in quest’ottica, l’Uomo della
Provvidenza, come più tardi Pio XI doveva definire Mussoiini, pensasse alla sua
dittatura come ad una trascrizione politica dell’istituzione papale.
In questa cornice si situa la stipulazione dei Patti Lateranensi. Quale è il nostro atteggiamento oggi di fronte a questi?
Pensiamo che tutti gli evangelici, senza
eccezione, li valutino negativamente e
siano favorevoli non tanto alla loro revisione quanto alla loro abrogazione. Questo non toglie che sul piano pratico gli
atteggiamenti oscillino tra due opposti.
C’è chi propende per un’affinità ed una
estensione alle chiese evangeliche del regime previsto per la chiesa cattolica.
Il ragionamento di questi fratelli è più o
meno questo : « Finché il concordato è
in vigore, è giusto che anche le minoranze
godano dei « diritti » concessi alla chiesa
cattolica e quindi, per esempio, che possano dare l’insegnamento religioso nelle
scuole pubbliche e celebrare matrimoni
validi agli effetti civili ». C’è invece, chi
si orienta in contrasto col regime concordatario con una ragionamento di questo
genere : « Dato che questo è un regime
tipico di una posizione di potere anziché
di servizio, e riflette qundi tutti gli equivoci spirituali e politici della gerarchia
cattolica, non è concepibile che degli
evangelici si allineinò su posizioni affini,
sia pure in maniera provvisoria e per
delle semplici convenienze pratiche ».
In entrambe le posizioni resta comunque il problema dei modi della lotta al
Concordato. Basta combatterlo sul piano
giuridico e istituzionale, oppure il concordato è espressione di una mentalità,
che può non essere sradicata neanche
con un’abrogazione totale di quello?
Noi pensiamo che ci sia dietro il complesso degli articoli patteggiati tra l’Italia
fascista e il Vaticano preconciliare una
visione politica ed un tipo di coscienza
che sarebbero tutto sommato poco disturbate anche da un regime non confessionale.
Il concordato è espressione di scambi
di favori. Al metodo clientelare degh
scambi di favori per il comodo dei due
che se li scambiano dobbiamo contrapporre il metodo della partecipazione per
la produzione di strutture sociali utili alla
collettività. Rifiutare il concordato o,gli
eterni compromessi, storici o no, a cui
l’Italia è stata sottoposta dal quarto _secolo in poi ad opera della chiesa cattolica,
non significa, per degli evangehci, rifiutare la collaborazione con le strutture statali, ma impostarla sulla partecipazione.
Un altro aspetto riguarda la visione
della fede. Il primo articolo del « Trattato » dell’11 febbraio del ’29, riconosce il
cattolicesimo come « la sola religione
dello Stato ». Per noi non è lo stato che
può avere una fede, ma gh uomini. Lo
Stato può solo avere, appunto, una religione, delle cerimonie che gli diano lustro, ma non può vivere la libertà dei
figli di Dio. Il Nuovo Testamento ignora
la possibilità che il cristianesimo diventi
religione di stato.
La lotta alla mentalità concordataria
è compatibile con l’accettazione di alcune
affinità tra lo stato giuridico delle nostre
chiese e il concordato vaticano-fascista?
C, Tron
SETTIMANA ECUMENICA
Il dialogo ecumenico è giunto ad una svolta - Il confronto
libero e franco sulla Scrittura è la sola cosa da fare
La settimana dell’unità, che si celebra
a fine gennaio, per il riavvicinamento delle diverse confessioni cristiane, ha avuto
nel nostro paese vita breve. Si è iniziata
alcuni anni or sono, nel clima di riscoperta e di apertura del Concilio, quando
gli sguardi si orientavano verso il « mondo di fuori », i problemi del mondo, i
« fratelli separati », la società moderna
ecc. Per alcuni anni si sono avuti incontri
a livello liturgico, culti ecumenici presieduti da sacerdoti, in alcuni casi qualche
vescovo, e pastori, o più semplicemente
tavole rotonde fra teologi delle diverse
confessioni. Per molti cattolici è stato
una scoperta, un salto oltre le barriere
confessionali erette dalla tradizione secolare conformista e codina.
LIBANO
Ricostruire ii paese
In questi giorni si susseguono drammatiche corrispondenze dal Libano, un
paese dilaniato dalla guerra civile, che
dura ormai da nove mesi. Come per altre situazioni, è difficile rendersi conto,
daH’esterno, del carattere delle forze in
gioco e degli interessi contrastanti. In
genere, le corrispondenze occidentali tendono a considerare questa tragedia come un affare interno del Libano, una disgregazione di cui soltanto i libanesi avrebbero colpa. Giungono anche delle informazioni abbastanza confuse sul ruolo
dei cristiani e dei musulmani, da cui non
è facile capire quale sia l’effettiva posizione delle Chiese, la responsabilità che
esse portano nel conflitto, il -contributo
che possono dare alla costruzione del
paese.
Nello scorso novembre Claude Reynaud,
pastore a Grenoble, ha tenuto un rapporto al Sinodo regionale della Chiesa riformata di Francia, da cui stralciamo alcu
ne notizie interessanti. Reynaud proveniva da un soggiorno di studio di sette
mesi in Medio oriente, fatto con il contributo àeW'Azione Cristiana in Oriente,
un organismo protestante sorto nel 1922
per soccorrere i profughi armeni in Siria e che oggi si adopera per favorire una
riconciliazione fra cristiani e musulmani.
UN PAESE COMPOSITO
Il Libano è caratterizzato dalla presenza di una grande varietà di organizzazioni religiose. I tre gruppi principali sono
i musulmani, gli ebrei e i cristiani. Ma
i musulmani si dividono in sunniti, sciiti
e drusi; tra i cristiani, i cattolici possono essere maroniti, cattolici di rito greco, armeni, caldei, siriani o latini; gli ortodossi possono essere giacobiti, greco
Bruno Rostagno
(continua a pag. 3)
Questa primavera è stata però di breve durata, dopo avrebbe dovuto venire
l’estate, con dei passi avanti, un lavoro
in profondità, una ricerca comune effettiva sui temi dell’ecumenismo, ed invece
è venuta la stagione del contro-concilio
con la manovra vaticana di ricupero della linea tradizionale del cattolicesimo italiano.Ormai si sta tornando, anche in tema ecumenico al vecchio integrismo di
prima.
Poco è sopravvissuto perciò quest’anno,
in occasione della « Settimana », di tutte
queste speranze; diamo in quinta pagina
alcune notizie di quanto è accaduto qua
e là in Italia. E ormai chiaro che le strade per realizzare il dialogo ecumenico
stanno divergendo in modo abbastanza
netto: da un lato si continuerà a pr<>
pugnare « incontri » generici, liturgici,
spirituali, o confronti dall’apparenza teologica ma a carattere meramente culturale e dall’altra invece si apre la strada
più lunga e difficile ma molto più fecon, da di un colloquio costante .sul .testo biblico. Le due strade sono ormai quelle:
colloqui formali in occasione delle « Settimane » e studi biblici settimanali, la
via del salotto o quella del lavoro.
Dinnanzi a questa scelta le comunità
evangeliche si trovano, non meno delle
cattoliche, messe in questione perché assistere ad una cerimonia e alla polemica
di due teologi è simpatico ed interessante ma costa poca fatica, non impegna,
non coinvolge. Accostarsi alla Scrittura
insieme a credenti di altre confessioni
con altre visuali, con punti di riferimenti
diversi, è molto più difficile perché richiede soprattutto una rilettura della Bibbia.
Un autentico dialogo ecumenico, proprio
perché mette al centro la Bibbia, obbliga
a mettere da parte le proprie sicurezze
anche in tema di lettura biblica, impone
di ricominciare da capo, impedire di
cullarsi nella illusione di sapere già tutto, e peggio di avere il monopolio della
Bibbia. È una lezione salutare.
G. Toum
Ricordare o
dimentìcare
Non è facile dimenticare le cose passate: esperienze, avvenimenti, persone care
che non sono più con noi; e non è neppure giusto. Il senso del ricordo è vivo
anche nella Bibbia; ragione per cui non è
possibile dimenticare senz’altro le « cose
passate » e le « cose antiche », gli eventi
della nostra vita personale e quelli della
nostra chiesa.
Eppure ci sono certamente delle ragioni valide per comprendere il senso delle
parole del profeta. Cerchiamo dunque di
individuarne alcune.
La prima è questa: il passato esiste, ma
non tornerà più. Siamo posti di fronte al
presente e ad un avvenire che appartiene
a Dio, non a noi. Non riviviamo negli stessi termini la testimonianza e la stòria dei
nostri padri; siamo invece chiamati a vivere la nostra fede nel mondo di oggi,
nella chiesa e nella vita di oggi. Ad una
certa età, quando si guarda al passato, lo
si vede in una dimensione molto- ridotta,
anche se abbiamo lavorato e vissuto intensamente. Il passato si riduce a poca
cosa e siamo costretti ad invocare la grazia di Dio, con le parole del salmista: « La
grazia del Signore Iddio sia sopra noi, e
renda stabile l’opera delle nostre mani ».
In secondo luogo osserviamo che molte
volte si guarda al passato per vederlo in
una luce ideale, come se fosse senz'altro
migliore del presente. « Una volta non era
così », si dice e si sente dire. La nostalgia
del passato serve a poco e non ci stimola
a vivere fedelmente oggi la nostra vita
terrena. Talvolta può anche trattarsi di
alibi per giustificare le nostre infedeltà.
Non è il passato che ci rende saldi e coerenti. Dio solo ci dona chiarezza di fede
e costante ubbidienza nella misura in cui
la sua Parola opera in noi e per noi. Le
memorie del passato, anche le più care,
non possono essere soltanto motivo del
nostro prestigio ecclesiastico. Se così fosse, allora le « cose antiche » sarebbero un
ostacolo, non un incoraggiamento a credere e ad operare come credenti.
Infine, vivere nel ricordo e nella contemplazione del passato, può significare
rinchiuderci nel cerchio ristretto della
nostra esistenza, senza volgerci verso Colui che è il Signore della nostra vita e della nostra chiesa. L'Ecclesiaste dice che
« non v’è nulla di nuovo sotto il sole »;
invece c’è sempre qualcosa di nuovo in
colui che è attento alla Parola di Dio.
Molti vanno dicendo: « i tempi sono malvagi, siamo negli ultimi tempi »; tuttavia,
insegni della fine non sono ancora definitivi. Pensando all’oggi e al domani, evitiamo di ragionare come se Dio non potesse
operare in noi e nelle nostre comunità
qualcosa di nuovo, di veramente nuovo:
un cuore nuovo, una testimonianza nuova, una fede rinnovata, una sincera ubbidienza a Gesù Cristo.
Dio è più grande dei nostri ricordi e
dei nostri discorsi. E anche più grande
delle nostre strutture e dei nostri dibattiti: « Ecco, io sto per fare una cosa nuova. Io aprirò una strada nel deserto e farò scorrere dei fiumi nella solitudine ».
Nel nostro deserto e nella nostra solitudine!
Ermanno Rostan
IN QUESTO NUMERO
B Scheda su Israele
■ Uruguay: chiesa e potere
■ Charles Beclcwith
■ Vita delle comunità
B Cronaca delle Valli é
2
a colloquio
con I lettori
Lingua 0 dialetto
Ancora sul tèma della lingua e del dialetto, ma allargando il campo atta nostra
situazione alle Valli. O. Coisson ci scrive
e dal suo scritto citiamo i punti essenziali: . . > ' ' ;
Caro Direttore,
Ho seguito il dibattito Bouchard-Burat e mi
pare che tutti e due praticamente concordano
sulla questione di fondo che è la difesa della
cultura subalterna, intesa come antitesi del modello consumistico della società borghese,, e in
^esto senso anche il colpofta^g^o' e là diffusione
della Bibbia fanno parté di quel patrimònio culturale del popolo delle Valli Valdesi...
Vi sono ancora ora delle famiglie contadine
che, pur sapendo l’italiano e parlando patois in
famiglia,\usano-il, piemontese nei loro rapporti di
lavoro e parlano però in francese ai ìorò bambini.
È questo uno dei valori tradizionali della nostra cultura che dobbiamo salvare e che ci distingue dalla «civiltà di massa ». Tutte le lingue
0 dialetti possono servire per annunziare la Parola del Signore e non vedrei perché non sia
possibile predicare in siciliano a Pachino o Riesi
se ciò potrà favorire la conoscenza deU’Evangelo
ma ciò non esclude che alle Valli abbiamo una
cultura e una tradizione particolare da salvare e
valorizzare proprio come una alternativa alla cultura egemonica e come tale anche una liberazione spirituale.
Cordialmente, Osvaldo Coisson
Mancanza di solerzia evangelica
Il sig. Giacomelli Elio ci invia una fitta
pagina, dal titolo "Nairobi e le divisioni”
per esprimere la sua preoccupazione per
la condizione dette chiese nel tempo d’oggi; diamo spazio a questo lettore ma chiediamo a tutti coloro che pensano come
lui: cosa si costruisce con tali lamenti e
rimpianti generici? La soluzione qual’è?
1 pastori, sempre loro, dovrebbero fare
più visite ai fratelli! Non si va avanti di
un cm. con questi discorsi. Ognuno lavori
piuttosto con i doni- ricevuti dal Signore
e la chiesa si rinnoverà.
Intendo mettere in discussione la divisione nelle chiese e non delle chiese; in quanto
è la mancanza di carità nelle assemblee che regna
sovrana, non la mancanza di regole, che ce ne
sono anche troppe. È la mancanza di carità, la
lacuna da colmare in un cristianesimo divenuto
istituzionale. E come un tarlo roditore, questo
assenteismo della solerzia fraterna che lentamente, ma inesorabilmente, annienterà il cristianesimo istituzionale. Si dice : « Cristo libera ed
unisce »; ma sono solo parole lanciate al vento
quando in tutte le comunità domina un torpore
che le fa distinguere per non affatto evangeliche, mancando totalmente la solerzia fraterna,
unica caratteristica dei veri seguaci del Salvatore. Comunità dove esistono perfino raggruppaménti sociali abituali : meno abbienti, semiaristocratici, correnti di fazioni politiche e via di seguito! Mi scrivono continuamente dalle Vsdli
Valdesi lamentandosi (specie gli anziani) e reagendo al gelido che si è impossessato della chiesa, aUa mancanza di solerzia : « È più di un
anno che non si è visto il pastore ed in chiesa
non possiamo andare per la lontananza; nemmeno i pastori non sono più di una volta, che
andavano di casa in casa a leggere qualche passo deRa Bibbia e fare una preghiera portando
un pò di conforto a chi ne aveva bisogno; adesso
tutto è eambiato ». Elio Giacomelli
Il nostro lettore chiude lamentando ancora che diamo troppo spazio a "beghe
politiche, questioni che con Cristo non
c'entrano” e tali inutilità tolgono spazio
ad altro. Che si passi il tempo a collezionare inutilità non direi, si cerca di trovare un modo di riflettere sull’Evangelo che
sia accettato e capito se non da tutti,
dalla maggioranza.
Rettifica
Nella lettera del past. Gino Conte, apparsa nell’ultimo numero, il senso di una
frase risulta incomprensibile per, il salto
di una riga. Riproduciamo' il periodo con
la riga mancante in corsivo:
...affermo il dovere-diritto evangelico del discernimento degli spiriti; il dovere-diritto triste
e sofferto di dire anche a chi apparentemente dovrebbe essermi più vicinò ciò cbe sento di dover
dire a cattolici, ortodossi, settari « evangelici » :
non riconosco nell’ Evangelo che predicate,
VEvàn'gelò biÒlic'o nella sua pienezza e nella sua
unicità, VEvangelo che ho creduto ».
LA SPEZIA
Sabato 10/1 nella chiesa battista di La Spezia
durante l’incontro con il Consiglio della Federazione Evangelica ChieserLiguri, è.stato illuitfrato
il programma per il 1976 e si è gettato unoi
sguardo alle àtfiVità S;?òltè’(campagna di'¿vangeli^azione, giornata della Bibbia). Maggior^ decentramento delle attività federative, e nomina
di due commissioni-„(giuridico-eeipsultira, Servizio studi); questo le due novità di maggior rilievó ’per il futuro. Il patto fèder'atìvo non deveri
tosi soffocare le singole denominazioni che concórrono un pluralismo necessario.
ISRAELE: UN PROBLEMA TEOLOGICO
I cristiani
di fronte
ebraico
La recente condanna da parte delTassembléa deU’ONU dersionismo còme razzismo ha riaperto una volta ancora il
problema dello Stato di Israele, della sua
esistenza e legittimità, il problema ebraico insomma. Anche in questo caso, come
in occasione della guerra dei sei giorni,
nel 57, o quella recente del Kippur le opinioni sono state nettamente contrastanti,
in gran parte già predeterminate dalle diverse posizioni politiche p culturali degli
interventi. Non è nòstra intenzione riaprire questo problema, entrando nel dibattito a questo livello di discorso, molto
più neCfessariò ci pare invece cM-càre di
situare il problema di Israele nel contesto di ima riflessione teologica sia pure
molto semplice e provvisoria data la
complessità del problema.
Questo ci sembra necessario per due
motivi. Anzitutto perché nel problema di
Israele la componente religiosa ha una
portata determinante; si può anzi dire
che questa è una delle situazioni politiche moderne in cui il fattore religioso
gioca un ruolo primario. In secondo luogo
l’esistenza di Israele come comunità spirituale non meno che come realtà politica -è un fatto di portata fondamentale
nella vita stessa della chiesa cristi£ma; i
cristiani infatti non possono fare come se
Israele non esistesse come se fosse una
realtà a loro estranea.
Vediamo brevemente quali sono stati
in passato e quali sono oggi gli atteggiamenti dei cristiani nei confronti di Israele. La teologia e la sensibilità delle chiese
cristiane nei secoli sono state dominate
da un atteggiamento di sostanziale opposizione o di critica nei confronti della
realtà spirituale e dell’esistenza'stessa del
popolo ebraico.
L’ebreo errante
La leggenda deirebreo errante, che domina la fantasia popolare del Medio Evo,
illustra bene questo atteggiamento: gli
ebrei sono responsabili della morte di
Cristo, hanno ucciso il loro Messia e di
conseguenza Dio li ha maledetti, rifiutati
come popolo suo, maledetti e rifiutati
portano il peso del loro peccato senza
trovare pace; è giusto che sia così perché la loro colpa, un deicidio (uccisione
di Dio in Gesù) è senza remissione.
Il disprezzo, il rifiuto dell’ebreo non è,
nella cristianità medievale, meno sentito
della guerra contro l’infedele, è, a suo
modo, anche lui un infedele, di ritorno,
ma comunque fuori, del popolo di Dio.
Non è ;un caso che sia nel clima di guerra Santa- delle cròciate che nasce la repressione antiebraica. I crociati che atIravérsano , la Germania pér domibattefe
i mussulmani e conquistare la Terra Santa cominciano col massacrare gli ebrei
dei ghetti che incontrano sulla loro strada.
La chièsa autoritaria di Innocenzo III,,
quella che organizza l’inquisizione, legalizzerà la repressione contro ogni infedele; mussulmano, ebrèo, valdese eretico.
Ai due estremi deH’Europa, nella Spagna
cattolica del 1400 e nella Russia ortodossa
del 1800, la persecuzione degli ebrei sarà
vista come una inevitabile e necessaria
espressione della fede cristiana.
Dà alcuni Unni, specie dopo lo choc
della seconda guerra mondiale, si è creato un clima diverso ed il rapporto fra cristiani ed ebiei è mutato. È ormai chiaro
infatti a tutti i credenti che l’antisemitismo è un attèggiamento insostenibile dal
punto di vista evangelico e come tale va
rifiutato. Una progressiva presa di coscienza si ha anche a livello teologico sia
pure con estrema lentezza. Un sintomo
di questi mutamenti si è a-vuto nella decisione presa da Giovanni XXIII nel 1959
di sopprimere nel canone della messa del
venerdì santo l’espressione « perfidi Judei ».
Queste affermazioni di principio non
hanno però irifluenzatò in modo determinante la sensibilità popolare che stenta a
liberarsi da condizionamenti secolari. Gli
atteggiamenti cristiani nei confronti di
Israele si possono raggrupparsi in quat
TRIBUNA LIBERA
ràzjòhél sT1hà cóme?
Ho letto con attenzione e con crescente meraviglia l’articolo di Giorgio Peyrot
apparso su « La Luce » del 23 gennaio c.a.
n. 4, dal titolo appetitoso e già di per sé
un po’ provocatorio « Integrazione e Integralismo ».
Con questo intervento il Peyrot contesta la validità e la liceità, dopo l’awenuta approvazione del Patto di Integrazione, dell’assemblea pastorale metodista
tenutasi ad Ecumene nel settembre scor-.,
so, rimproverando al tempo stesso alla ‘
suddetta di aver stilato, al termine dei
suoi lavori, un «documento».
Sono certo che il Comitato Permanente, nella sua prossima riunione, si soffermerà sull’articolo in questione e sui problemi di fondo che esso sòllévà ed esprimerà quindi la sua posizione in merito.
Credo comunque doveroso, sia purè á titolo personáis, fare alcune precisazioni.
La decisione di convocare i pastori ad
Ecùmene per una assemblea, o per un
« convegno » se qualcuno preferisce questo, termine, fu presa nell’ambito dell’ultima Conferenza e non fuori di essa. In
quella sede fu infatti espressa l’esigenza
che i pastori si riunissero, insieme a tutti quei laici che avesserò avuto la possibilità di intervenire (ed alcuni laici sono
infatti intervenuti!), per iniziare una ri
Coliettivo Teologico
Toscano
« Il popolo di Dio e la fede vissuta helFÀntico Testaméntto » su qùestto tema, sabato 17 gennaio, il' pasl. Sinigaglia, pressò l’Istituto Goifld,
ha introdotto i lavori del Collettivo. Sono stati
ampiàmente sviluppati il eoncetfo di « storia della salvezza », e della presènza di Dio nella stòria
d’Israele. Il gruppo ha poi discusso il testo della
predicazione (Colossesi 3: 1-4).
Nel corso del dibàttito sono emerse le -varie
angolature teologiche (teologia naturale, lettura
fondamentalista, néo-ortodossià prostestante) da
cui si può osservare e capire il testò biblico. Nella giornata di domenica, dopo il culti), Eugenio
Rivoir ha introdotto, àftraverso esempi di létturé fondamentaliste e testimonianze udite presso
la recènte sessione del Tribunale Russel II, la
problematica; fede-politica. Ne è seguito un’ampia discussione che lascia ben sperare per il lavoro del collettivo. La prossima riunione avrà
luogo sabato -28 e domenica 29 febbraio.
flessione ed un dibattito sulle linee di lavoro tratteggiate in un preciso o.d.g. votato dalla Conferenza. Non vedo davvero
quanto tutto questo possa minare l’integrazione e tanto meno quanto possa far
accusare il corpo pastorale metodista di
integralismo;
Ma c’è da aggiungere che l’integrazione, nella sua attuale fase di attuazione,
non prevede affatto l’abolizione della Conferenza' Metodista che, come è risaputo,
si componè di una sessione pastorale e di
una sessione plenaria. Di qui ne consegue, a mio avviso, che -la Conferenza Metodista : allo stato attuale mantiene, per
quanto riguarda eventuali iniziative di
lavoro, la sua autonomia decisionale.
Aurelio Sbaffi
tro tipi che ci riproponiamo di esaminare
brevemente.
Vittime
Israele è una comunità religiosa, vittima della intolleranza della storia, che
merita tutta la nostra pietà ed in nostro
rispetto. Gli Ebrei esistono, vanno considerati e rispettati, come si rispetta ogni
minoranza etnica e religiosa, rispettabilissima, con cui è possibile avere un colloquio come si può avere con ogni persona di buona volontà. Si tratta però di una
religione diversa, con i suoi riti e le sue
cerimonie, sullo stesso piano degli indù e
dei mussulmani, che non ha nulla a vedere con la fede cristiana.
È in quest’ottica ad esempio che è stato creato nel clima del Concilio il « segretariato » vaticano « per le religioni
non cristiane » e, che si interessa dèi rapporti con tutti: indù, ebrei, mussulmani,
buddisti. ' ■
I II problema cbe nasce qui è di natura
tipicamente teologica: Israele, inteso come popolo ebraico, è davvero una « religione » fra altre, sullo stesso loro piano
o'Israele è nel suo rapporto con la fede
cristiana in una situazione particolare?
Luogo Sacro
Un secondo atteggiamento consiste nel
pensare ad Israele unicamente come ad
un luogo sacro. È la Palestina, la terra
dove Gesù ha vissuto, sono i luoghi santi
della sua vita e della sua passione, la grotta della natività e il Calvario. Che quella
terra sia stata per secoli abitata da un
popolo che vi ha espresso una sua civiltà
e che vi 'si riferisce ancora oggi non ha
nessun interesse.
C’è tutta una cristianità specie di tipo
orientale che vive la sua fede in relazione con il culto dei luoghi santi'.
Qui sorge però la domanda: la Palestina è unicamente la « terra santa » cristiana e gli Ebrei sono semplicemente una
religione o sono un popolo che ha con
quella terra una qualche relazione? È il
problema del sionismo e della sua legittimità. '
Pagani da convertire
Il terzo atteggiamento può essere espresso dalle molte sette protestanti che
lavorano in Palestina, come in tutto il
rnondo, nello sforzo di operare una conversione alla fede cristiana.. Gli Ebrei sono in questo caso visti come dei pagani
che devono convertirsi a Cristo accettando di considerarlo il Cristo, il Figlio di
Dio. In questo caso Israele come realtà
teologica e sociologica non interessa, ci
son degli ebrei da convertire e basta.
Qui sorge la questione: deve esistere
Israele o no? E se esiste la necessità di
una testimonianza di che tipo deve essere?
Profezie
Vi è infine un ultimo atteggiamento cristiano che vede in Israele un elemento
fondamentale della storia umana da leggersi alla luce delle profezie bibliche.
Israele è il popolo di Dio, anche se ribelle alla sua volontà, ed il suo ritorno in
Palestina è un fatto' necessario previsto
dalle profezie. La storia degli ebrei è un
po’ un barometro della storia umana; la
ricostituzione del popolo ebraico in Palestina è. indice che la fine del mondo è
vicina. Lettura questa molto frequente in
grupi settari di tutti i tipi. Qui sorge la
domanda: Israele è il popolo eletto o no?
E la sua vicenda è davvero scritta nelle
profezie bibliche?
Con molta buona volontà giovedì 29 alle 18,15
ci apprestavamo a vedere la trasmissione « Protestantesimo ». ' ■'
Dopo un’interessante operazione chirurgica sulla spinta dorsale abbiamo saputo cbe il programma era spostato a sabato 31 alle ore 18. Il seguire la trasmissione è così diventato problematico.
In questo numero « Protestantesimo » portava
delle informazioni sul móndo' evangelico cbe ci
sono parse ben presentate e veramente alla portala di chiunque. Molto interessante' perché presentava notizie che non vengono divulgate dai
normali servizi di informazione: un reportage
sulla situazione delle chiese nere in Africa ci
ha reso noto che c’è ancora chi combàtte affinché
ognuno abbia la libertà di scegliere la propria fede senza dipendenze ésterné. Lai'parte sul tema
dell’ideologia Cattolica che ihètteva bene in evidenza i concetti Si « mediazione geràrchià » fra
uomo-Dio e uomo-società, ha contribuito a far
comprendere quale sia veramente il pensiero di
noi evangelici. .Anché= il servizio sulla situazione
irlandese e il suo significato ci ha spiegato che
non si tratta di guerra di, religione perché allora
il tema della Conferenza di Nairobi: «Gesù libera e unisce » noli avrebbe più validità.
Unico argomento poco chiaro è stato quello
Sui movimenti femminili, forse era solo una notizia di esistenza di ' questo gruppo e degli argomenti che dibatte. In ultimo vi è stata la Scheda Libraria nuova rubrica senz'altro interessante
ed anche abbastanza ben presentata.
Nel complesso ci sembra che la trasmissione si
sia portata su livelli più consoni ' alla comprensione di tutti, protestanti é nm '
D. BrU.sco, L. Operti
Prossimamente ,
Trasmissióne del 12/2 (II canale, ore 18.15).
Il past. Tullio Vinay rientrato di recente" dal
Sud Vietnam; già > intervistato nella rubrica
«'G7 »; vedi pag. 8, riferirà del isùo viaggio e
delle esperienze • fatte ih quel'-paeSe dii’cùi ha
sedilo con lahta passione'le ■ vicende. '
3
6 febbraio 1976
Ricostruire il paese Echi dal mondo cristiano
fv
(segue da pag. 1)
ortodossi, armeno-ortodossi. Per non parlare dei gruppi minori.
E qui troviamo una prima spiegazione
del conflitto libanese. In questo paese si
era infatti realizzato un delicato equilibrio tra le varie confessioni e le varie
culture, un equilibrio che poteva costituire un’indicazione di primaria importanza per tutto il medio oriente, e soprattutto di fronte a Israele. Era infatti la
dimostrazione della possibilità, anche in
terra araba, di una società pluralista,
possibilità che Israele ha sempre negato
e nega, affermando che uno stato, anche
laico, deve necessariamente essere confessionale, cioè privilegiare una confessione, quando è situato in un contesto
arabo e musulmano.
L'esempio libanese era una vivente confutazione di questa tesi israeliana, ed è
perciò che la rottura dell’equilibrio gioca, per il momento, a tutto favore di
Israele.
LE RESPONSABILITÀ’
DEI MARONITI
X.
Nella rottura dell’equilibrio hanno d’altronde giocato cause vecchie e nuove,
che si possono riassumere in questo dato: la classe dirigente maronita, favorendo Tafflusso di capitale occidentale e conducendo una politica di amicizia verso
Israele, ha conquistato una supremazia
che le ha permesso di concentrare nelle
proprie mani la maggior parte delle risorse del paese.
Questa situazione ha origini antiche:
nel 1840 tra maroniti e drusi, fino a quel
momento pacificamente conviventi, scoppia un conflitto che si trascina fino al
1860; ma dietro i primi stanno gli interessi francesi, dietro gli altri gli interessi inglesi. Le due maggiori potenze dell’epoca, per stabilire la propria influenza sulla zona, non esitano dunque a
scatenare la guerra in un paese pacifico.
È un caso che si ripeterà spesso. Nel
1860 i francesi sbarcano nel Libano e riescono a legare il paese alla propria economia. Nel 1919 vi stabiliranno un protettorato Che durerà fino al 1941. In seguito il paese passerà alle dipendenze del
capitale inglese, e infine di quello statunitense.
Nel 1943, 17 comunità religiose, di cui
sette di maggior peso (4 cristiane e 3
musulmane), e dieci di minore entità (tra
cui una israeliana), stipulano un « patto
nazionale », che dovrà servire di base al
funzionamento delle istituzioni. Per effetto di questo patto, il Presidente della
Repubblica (che secondo la costituzione
detiene il potere esecutivo, come negli
Stati Uniti) sarà un cristiano maronita, il
Capo del Governo un musulmano sunnita
e il Presidente dell’Assemblea nazionale
un musulmano sciita. Cosi pure tutti i posti dell’esercito e dell’amministrazione sono divisi secondo una rigida proporzione
confessionale. La confessione di appartenenza è del resto segnata sulla carta di
identità di ogni cittadino (come in Israele), e questo determina le possibilità di
lavoro di ciascuno.
Di fatto, però, la classe dirigente maronita non rispetta lo spirito del patto, ma
usa il potere a suo esclusivo benefìcio.
UN CONFLITTO PIU’ POLITICO
CHE CONFESSIONALE
Per cominciare, la minoranza maronita
si è comportata come elasSe al potere,
opponendosi a qualunque progresso sociale. In Libano non esiste previdenza
sociale, non esistono assegni familiari né
indennità di disoccupazione. Le scuole
private godono di una situazione di privilegio e servono alle famiglie benestanti
che possono pagarne le rette. Gli altri
mandano i loro figli alla scuola statale,
che ha pochi mezzi e strutture inadeguate.
Un altro esempio: a Beirut per sei mesi all’anno l’acqua potabile manca tre
^orni su quattro, soprattutto nei quartieri poveri. Queste discriminazioni non
sono che un aspetto del disegnò della minoranza maronita, di affermare un predominio cristiano su tutto il paese. È il
principale del programma del partito Kataeb, che si serve di una propria milizia.
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« EcO'Luce » - Torre Pellice (Torino)
la falange libanese, per realizzarlo. Le
forze che compongono questo partito mirano a un fascismo temperato, tipo Salazar.
Si comprende così come mai i libanesi
del sud siano stati abbandonati alla mercé delle incursioni israeliane. Si tratta di
una popolazione in maggioranza musulmana sciita: l’esercito non è stato incaricato della sua difesa, che è stata assunta
dalle milizie dei partiti di sinistra e dalla
resistenza palestinese.
La presenza di quest’ultima, è stata
l’elemento che ha fatto precipitare la situazione, in quanto la minoranza al potere vede in essa il profilarsi della supremazia islamica sul paese, che essa teme
come un pericolo mortale. Si confrontino
le recenti dichiarazioni di Rabin in proposito.
D’altra parte il conflitto non ha caratteri puramente religiosi. Tra i maroniti
vi è un’ala progressista, che propugna la
coesistenza e la collaborazione con i musulmani, e i cui componenti combattono
attualmente a fianco della resistenza palestinese.
Ma esiste pure una « terza forza », composta da cristiani, da musulmani e da
noli credenti, che lavora per realizzare le
condizioni per la fine del conflitto e per
la costruzione di una società più rispettosa dei diritti dell’uomo.
Queste informazioni ci aiutano indubbiamente a capire che cosa è ih gioco
realmente nella crisi libanese.
d^ia
INDIA DEL NORD: Il Muthidan (un
pugno di grano messo da parte da ogni
madre di famiglia per il.Signore) ha molto successo nei villaggi delle campagne,
per chi possiede i propri campi.
Nel 1974 in India si è svolto im incontro mondiale di donne nel quadro di' una
cultura non occidentale intorno al tema
«pienezza di vita per tutti», con studi
su interdipendenza economica, sfruttamento, sviluppo internazionale e responsabilità cristiana.
Gerusalemme (Relazioni Religiose) —
Il Ministro degli Affari Religiosi in Israele, ha recentemente affermato che manca una qualsiasi forma di controllo sul
titolo di « rabbino » nel suo paese. L’ufficio di Ytzhak, riferisce l’Agenzia Relazioni Religiose, ha infatti ricevuto molte lettere di protesta da parte di numerose istituzioni in Israele e all’estero, a causa di
persone che si sono attribuite il titolo
di « rabbino ». Dato che manca quel genere di controllo per cui un individuo
può presentarsi sul suo biglietto da visita come ingegnere solo se lo è effettivamente, chiunque pup definirsi « rabbino ». Altri, ha notato ancora il ministrò,
ottengono l’ordinazione rabbinica da rab
bini dalla dubbia qualifica. Questo clima
di laissez-faire, getta ima macchia sulla
classe dei rabbini, ha detto Raphael. Per
ovviare alla situazione è stato istituito
un comitato di tre persone, che riferirà
al ministro sui termini nei quali sarebbe
necessario delineare una proposta di legge da presentare al Parlamento per controllare la definizione « giuridica » di
« rabbino ».
iuh&ha
URUGUAY
Intervista con padre Rouve
Berlino Est (E.P.D.) — In totale sono
401, di cui 187 donne, gli studenti in teologia iscritti nelle sei diverse Università
della Germania Orientale. Così suddivisi;
65 a Berlino-Est, 45 a Greipowald, 75 a
Halle, 72 a Jena, 105 a Lipsia e 39 a Rostock. Mentre nelle scuole teologiche che
dipendono dalla Chiesa studiano, al momento attuale, 484 studenti. Queste scuole preparano diaconi, predicatori, responsabili ecclesiastici. Pur non dipendendo
dalla università il livello degli studi può
essere considerato imiversitario.
Amsterdam (Bip/Snop) — Fondata congiuntamente dal Consiglio Ecumenico
delle Chiese e dal Consiglio Cristiano dei
Paesi Bassi (comprendente la Chiesa cattolica romana) la cooperativa ecumenica
per lo sviluppo ha iniziato le sue attività
da un mese a Rotterdam. Là nuova banca delle chiese accumulerà le economie
delle chiese ricche d’Europa e dell’America del Nord per prestare poi denaro a
tassi bassi; varianti dal 2 al 5% per nuovi
progetti nel terzo mondò.
Alle informazioni date nello scorso numero sulla situazione in Uruguay aggiungiamo ora un nuovo documento. Si tratta di una intervista
che padre Rouve, espulso dal paese
nel 1974 ha rilasciato alla agenzia
Adista e da questa pubblicata nel
suo n. -530-31 del 26-27 gennaio.
— Qual’è, in linea generale, la situazione dei rapporti della chiesa con la dittatura di Bordaberry?
— Negli ultimi due anni, da quando
cioè la dittatura militare si è consolidata, vi è uno sforzo continuo di addomesticare la chiesa, di renderla favorevole
alla politica repressiva del governo. Occorre dire che questo sforzo è sostanzialmente fallito per quanto riguarda preti e suore impegnati da anni in una pastorale sensibile ai problemi sociali, e
anche nei confronti della gerarchia non
si può dire che il disegno governativo
sia del tutto riuscito.
— Molti sacerdoti che lavorano in Uruguay sono stati arrestati e-d alcuni di
essi espulsi, come è avvenuto anche a lei.
Con quali accuse?
— Le solite accuse, sovversione, filomarxismo, epe. In realtà basta dimostrare un minimo di solidarietà a militanti
comunisti perseguitati (o assa,ssinati),
basta denunciare in forma chiara la violenza repressiva del governo per avere
contro la stampa del regime, e tutti
quelli che con il governo attuale vedono
meglio garantiti i loro interessi. Naturalmente, anche alTintemo della chiesa vi
sono di quelli che stanno bene con il regime attuale, e non si preoccupano di aprire gli occhi sulle disastrose condizioni
di vita della maggior parte del popolo,
il quale non può neppure protestare.
— Quali sono gli obiettivi dei filogovernativi all’interno della chiesa?
— Soprattutto Temarginazione di quei
preti e vescovi che con più decisione denunciano l’oppressione del regime. E il
caso dell’amministratore apostolico di
Montevideo, mons. Partelli, un uomo indubbiamente coraggioso. II metodo per
attaccare questi oppositori è duplice:
campagne di calunnie e ricorso a Roma tramite la nunziatura apostolica.
Questa seconda forma di pressione è
servita, ad esempio, ad imporre dei vescovi favorevoli al governo in sedi diocesane rimaste vuote. Uno degli ultimi
casi è la nomina di mons. Mpllin nella
diocesi di Minas.
chi, ed ora vi è quella del nunzio in Argentina. Dalla Santa Sede non arriva
certo molto aiuto a quei vescovi e preti
del popolo perché conoscono davvero i
problemi del popolo. Il Vaticano ad esempio ha favorito Toperazioht che ha
molto diminuito l'incisività del CELAM.
Questo organismo interepiscopale era
nato bene ed aveva raggiunto il sùo culmine con la conferenza di Medellìn del
1968. Poi la vecchia dirigenza (Brandao
Vilela e Mac-Grath) è stata tolta di mezche sono veramente impegnati a favore
zo e sostituita con vescovi più moderati.
Attualmente chi fa il buono e il cattivo
tempo nel CELAM è il segretario generale mons. Lopez Trujillo, che ha centralizzato tutti gli uffici dell’organismo a
Bogotá, andando Contro l’intuizione del
fondatore del CELAM, il vescovo cileno
Manuel Larrain, il quale aveva progettato un organismo interepiscopale con dipartimenti dispersi in tutto il continente, quindi fortemente decentrati proprio
per aiutare i vescovi a prendere maggio^
re coscienza dei bisogni e dei problemi
della gente.
tìli
Hca
Lambarene (E.P.D.) — Quanto mai incerto è il futuro dell’Ospedale fondato da
Albert Schweitzer. La sovvenzione per la
costruzione del nuovo Ospedale da parte
dello stato del Gabon, nonostante i fondi già raccolti in Svizzera dal comitato
dell’Ospedale Albert Schweitzer, non giunge a concretizzarsi. Lo stato del Gabon
ha invece nominato una commissione di
inchiesta per esaminare tutta la situazione concernente la fondazione Schweitzer;
nel frattempo tutti i progetti e i lavori
sono fermi.
Hanno collaborato; Agostino Garufi, Marco
Russo, Luigi Santini, Vincenzo Sciclone, Eugenio Stretti, Liliana Viglielmo, Gruppi stampa di Pamaretto e Prarostinò, Gruppo controinformazione Villar Perosa.
DICHIARAZIONE DELL’ASSEMBLEA DI NAIROBI
Sull'accordo di Helsinki
Le chiese coinvolte nei. compiti dell’accordo
programma non-violento
Verso un
— Tocchiamo qui un tema interessante, quello del ruolo dei nunzi apostolici
in America Latina. In generale, come
agiscono nel continente i rappresentanti
del papa?
—' Generalmente sono più a destra degli episcopati nazionali. Vi è stata TeCeezione del nunzio di Cuba, mons. Zac
La firma dell’accordo di Helsinki sulla
sicurezza e la cooperazione in Europa è
stato anche il risultato'di un lungo lavo-,,,
ro che ha impegnato molte chiese ed organizzazioni ecumeniche d’Europa. Per
questo l’accordo di Helsinki è Stato considerato ben più di un, tomplice accordo
raggiunto sulla carta ntia innanzitutto come segno di speranza in un mondo dilaniato tra opposte ideologie e diviso da
conflitti d’interesse. ' . ’
La 5“ assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese ha recepito il-significato di
questo accordo che ha rivolto un appello
a tutti i governi firmatari perché sia rispettato in tutte le sue clausole. Evidentemente, perché queste clausole siano rispettate occorre un clima di reciproca
fiducia: fiducia che potrà nascere dal rispetto dei 10 principi che regolano le relazioni fra le nazioni diverse.
’ 1) Uguaglianza sovrana, rispètto- dei
diritti inerenti alla sovranità.
2). Rinuncia alle minacce e alEuso della forza. Í
• 3) Inviolabilità delle frontiere,
4) Integrità territoriale degli Stati. ,
5) Soluzione pacifica dei conflitti.
6) Non intervento negli affari interni.
7) Rispetto dei diritti delTuomo e della libertà fondamentali, compresa la libertà di pensiero, di coscienza, di religione 0 di, credènza.
8) Uguaglianza dei- diritti e auto-cjeterminazione dei popoli.
9) Cooperazione fra gli Stati
lo) Applicazione in buona fede degli
obblighi stabiliti dal diritto internazS(>
naie.
Le chiese hanno il doVere, ogni qual
volta si renda necessario, di dire chiaramente che la sicurezza e lo sviluppo delle
relazioni, umane autentiche fra paesi di;
versi, vanno di pari passo. Le Chièse dovrebbero preoccuparsi in modo del tutto
particolare della necessità di stabilire
delle regole di condottà destinate a prevenire il rischio dell’azione violenta in vista
di nuove misure <ffie possano assicurare
il rispetto della dignità degli uomini e
delle donne in’ Europa. Si refiitono anche
necessarie delle ‘strutture^nomholente per
risolvere i conflitti fra le. nazióni (per ès.
il,« Progetto di convenzione ‘ di, uri sistema europeo di soluzione paciiipa dei coiir
flitti »).
4
6 febbraio 1976
Da Waterloo alle Alpi
Lo Storia di John tCharies Beckwith
Due sono i personag^ che nel secolo
scorso hanno saputo riscuotere la stima
di tutti i valdesi: il re Carlo Alberto e
il generale John-Charles Beckwith. Di loro molto si è detto e molto si è scritto,
non sempre tenendo conto di tutti gli elementi che avrebbero potuto illuminare
completamente la loro figura particolare,
ma lasciandosi per lo più trasportare dai
sentimenti di riconoscenza per quanto
essi avevano fatto (o si supponeva avessero fatto) a favore della popolazione
valdese o della chiesa valdese.
Così, per esempio, si è esaltata la figura di Carlo Alberto per il suo editto di
emancipazione del 17 febbraio 1848 (e per
lo « statuto »), ma si è volutamente ignorata la sua intenzione nella costruzione
della chiesa romana di Torre Pellice e si
è detto che ciò poteva al massimo costituire un cedimento alle forze più conservatrici e reazionarie della sua corte, ritenendo che egli fosse stato talmente conquistato dall’accoglienza festosa dei vaidesi (ai quali ha anche dedicato un monumento) da non cessare mai di avere
per essi sentimenti più che generosi. Allo stesso modo si dimentica che dopo la
concessione della emancipazione Carlo
Alberto rifiutò di ricevere i valdesi « per
non sottolineare in modo alcuno la concessione delle Patenti », come precisa
A. Armand-Hugon.
Nello stesso modo si dimentica che
Beckwith abbandonò le Valli nel 1856
non solo e non tanto per motivi di salute, ma per dissensi piuttosto profondi con
la chiesa valdese per il modo in cui procedeva nella sua opera di evangelizzazione
e per come essa vedeva i suoi rapporti
con il cattolicesimo. Ma è meglio procedere per ordine.
LO STATO DEI VALDESI
E LA LORO SCOPERTA
DA PARTE DEGLI INGLESI
Le persecuzioni periodiche e la peste
del 1630 avevano fatto sì che fin verso la
metà del 1700 ia popolazione che risiedeva entro i limiti, peraltro piuttosto ristretti, fissati dal trattato di Cavour del
1561 non fosse troppo numérosa sì da non
potersi procurare, sia pure a costo di
grandi sacrifici e di duro lavoro, un nutrimento sufficiente. Dopo il rimpatrio i
valdesi non avevano più subito persecuzioni massiccie, al massimo qualche vessazione certo fastidiosa, qualche « rapimento » di fanciulli secondo le fonti vaidesi, qualche « spontanea conversione »
secondo le fonti cattoliche. Ciò aveva fatto sì che la popolazione andasse aumentando notevolmente e di conseguenza, essendo il territorio disponibile e coltivabile sempre lo stesso, aumentasse il numero di persone in condizioni economiche disastrose. Al fenomeno della sovrappopolazione va forse aggiunto il formarsi
di una borghesia terriera che, avendo guadagnato capitali ingenti all’estero, aveva
saputo investirli in ntaniera redditizia,
vivendo della « rendita »‘delle sue cascine.
Questa, a grandi linee, la situazione del
che il colonnello Charles Beckwith, ormai
tagliato fuori dalla carriera militare a
causa di una brutta ferita alla gamba riportata combattendo contro Napoleone a
Waterloo, fu spinto da un desiderio irresistibile di toccare con mano la realtà di
questo popolo straordinario, anche se ebbe a confessare che, leggendo il libro, si
figurava di trovare un popolo di tutti angeli e invece dovette accorgersi, conoscendoli meglio, che tra i valdesi c’era più di
un diavolo!
Nel settembre del 1827, pochi mesi dopo la lettura del libro del Gilly, eccolo arrivare alle Valli e prendere contatto con
uno dei pastori allora più in vista nella
chiesa valdese, il pastore di Torre Pietro
Bert. Egli si interessa immediatamente
alle sorti di questa popolazione così disgraziata, da buon organizzatore quale è
intravvede possibilità di miglioramento,
ma si rende conto che i valdesi da soli
difficilmente sarebbero in grado di metterle in atto, per cui egli stesso si impegna in prima persona sia finanziariamente sia con progetti e opera " di convincimento per ottenere ciò che gli sta a cuore.
CIO’ PER CUI I VALDESI
SI RICORDANO DEL
« COLONNELLO
GAMBA DI LEGNO»
Uno dei campi in cui maggiore fu il suo
impegno è l’istruzione, a livello elementare e secondario, non trascurando ciò
che allora era trascurato da tutti o quasi,
l’istruzione delle giovanette, nella convinzione che, divenute queste madri di famiglia, avrebbero saputo trasmettere alle nuove generazioni un senso elevato della disciplina, dell’ordine, della pulizia, dell’onestà, il tutto fondato sulla fede certa
e profonda in Gesù Cristo. Non è il caso
di scandalizzarci di queste associazioni
di idee: il Beckwith ragionava evidentemente come un uomo del 1800 e per di
più come un ufficiale di carriera.
Moltissime furono le scuole di quartiere, cioè scuolette con un solo locale dislocate in posizione decentrata rispetto
al centro del villaggio, per permettere ai
giovani discepoli di frequentare comunque la scuola, anche quando le condizioni climatiche renderebbero impossibile,
soprattutto per i più piccoli, raggiungere
la scuola centrale.
Occorre precisare che questa non è stata una invenzione di Beckwith: già assai
prima della sua venuta esistevano di queste scuolette, ma è vera l’osservazione che
in molti casi esse erano situate in ambienti inadatti, malsani, poco luminosi e che
diffìcile sarebbe stato per gli abitanti dei
quartieri sostenere le spese necessarie al
rifacimento di queste scuole o alla loro
costruzione nuova.
Ma in moltissimi casi intervenne anche
per la costruzione della « grande école »
in diversi villaggi. La « grande école » era
quella che funzionava normalmente dieci
mesi l'anno, frequentata dai ragazzi del
centro del villaggio e dai più grandi dei
E’ Fi che si insegnano le grandi verità
sconosciute a Socrate e a Platone.
la popolazione valdese quale la scopersero i viaggiatori inglesi dei primi anni
del 1800.
Aggiungendo a queste note già di per
sé così proprie a suscitare i sentimenti
di filantropia di cui gli inglesi non hanno mai fatto difetto la convinzione che i
valdesi avessero conservato intatta fin dai
tempi apostolici la vera dottrina apostolica, si comprenderà facilmente come il
libro di uno dei primi visitatori inglesi
delle Valli, il rev. William Stephen Gilly,
abbia avuto un successo strepitoso, con
4 edizioni nel giro di quattro anni.
È proprio dalla lettura di questo libro
quartieri periferici, da quelli cioè che
avevano già frequentato per alcuni anni
la scuola di quartiere ed erano « sgrossati », cioè sapevano già leggere e scrivere.
lÙuscì p>ern a convincere i valdesi che
non era sufficiente spendere denari p>er la
costruzione di edifici scolastici più dignitosi: per il buon funzionamento delle
scuole occorrono anche maestri preparati. Così trovò dei giovani i quali, a sue
spese, andarono per qualche tempo in
Isvizzera, a Losanna (non dimentichiamo
che a quei tempi la lingua che i valdesi
parlavano era il francese), pér frequentarvi la scuola normale, che aveva lo
Un ritratto del generale Beckwith. Il re Carlo Alberto che
gli aveva deliberatamente impedito di partecipare ad alcuni sinodi lo nomina cavaiHere dell’ordine Mauriziano.
scopo appunto di preparare i «régents»,
i maestri. Ed era poi evidente che i maestri così preparati, per potersi dedicare
pienamente all’istruzione (e all’aggiornamentol, sottolinea il Beckwith) devono
avere un trattamento economico conveniente. E qui ancora convinse i valdesi
e li aiutò anche personalmente, a trovare i fondi necessari per gli stipendi dei
maestri.
Fu anche animatore insieme al Gilly,
della fondazione del Collegio della Santísima Trinità (così si chiamava il Collegio di Torre Pellice) e personalmente ne
controllò i lavori; procurò locali convenienti alla scuola latina di Pomaretto; co
struì le case per i professori di Torre
Pellice; ricostruì il presbiterio di Rodoretto distrutto da una valanga e provvide al progetto e naturalmente contribuì
alle spese per la costruzione dei templi
di Rodoretto e di Rorà.
Come progettista però le sue due opere particolarmente significative sono i
templi di Torre Pellice e di Torino, i due
primi edifici di culto costruiti fuori 'degli antichi limiti dopo il 17 febbraio 1848
(nella parte bassa di Torre Pellice infatti era vietata qualsiasi riunione a carat
Bruno Bellion
(continua a pag. 8)
Scheda biografica
1789 - 2 ottobre - Nasce a Halifax (Nuova Scozia).
1803 - DaM'Amerlca si reca in Inghilterra per intraprendere la carriera militare.
Fino al 1814 - partecipa alle varie campagne dell'esercito inglese in Europa. Diventa maggiore.
1815 - Nella battaglia di Waterloo viene ferito gravemente alla gamba sinistra che dovrà essergli amputata. E' promosso tenente-colonnello sul campo di battaglia.
Fino al 1827 - Durante la lunga convalescenza e subito dopo si dedica a studi di suo interesse,
tra cui la musica, la storia, l'economia politica, l'agricoltura e la teologia.
1827 - Durante una sua visita al duca di Wellington,
suo comandante per molti anni, legge nella
biblioteca di quest'ultimo alcune pagine della narrazione del Gilly sulla sua visita alle
Valli e sulla origine dei Valdesi. Acquista
poi il libro e decide di visitare quel popolo
così straordinario.
1827 “ Autunno - Prima visita di pochi giorni alle
Valli.
Fino al 1833 - Ogni autunno Beckwith torna a Torre
Pellice, presso il pastore Bert.
1834 - Fino al 1839 - Si stabilisce a San Giovanni
presso il moderatore Giov. Pietro Bonjour.
Fino al 1841 - Torna in Inghilterra.
1841 - 1851 - Abita a Torre Pellice.
1848 - V iene nominato cavaliere dell'ordine di San
Maurizio e Lazzaro, il 15 dicembre.
1850 - Suo matrimonio con la signorina Carolina
Volle, il 20 giugno.
1851 - 1856 - Risiede a Torino, occupato alla co
struzione dei templi di Torre Pellice e Torino. Segue molto da vicino l'opera di testimonianza evangelica nella città, per opera
del pastore Meille e dell'evangelista Luigi
De Sanctis.
1856 - 1861 - A segu ito di divergenze di vedute
con la Tavola e con molti membri del pastorato, si stabilisce in Francia, prima a Parigi
e poi a Calais.
1861 - Primavera - Ritorna aile Valli e sì stabilisce
a Torre (Case dei professori).
1662 - 19 luglio - Muore a Torre Pellice e ivi
viene sepolto. La chiesa valdese contribuisce
ad erigergli un monumento funebre.
DALLE LETTERE
Applicate la vostra attenzione essenzialmente
alle vostre scuole quartierali; il benessere dei
vostri fanciulli dipende in gran parte dalla loro
efficacia. È in questi vivai (pépinières) che si
gettano i primi semi di quelle grandi verità sconosciute a Socrate e a Platone. È li che si innesta su questi teneri germogli la parola immutabile che proclama « Gesù Cristo crocifisso, solo mediatore tra Dio e gli uomini », la parola di
colui che è « la via, la verità e la vita »... teologia capace di salvare un mondo!
Ss incontrerò nel mondo avvenire una vecchietta e due fanciulli tra i Bubiarels (sono gli
abitanti di Bobbio, al cui pastore è indirizzata la
lettera) che avranno tratto profitto della mia semina e del mio patois (dialetto di origine provenzale ancora usato correntemente nelle comunità valdesi delle Valli), mi stimerò ricompensato di tutti i sacrifici che ho fatto a favore di queste università delle capre, dove il poco che viene insegnato è assolutamente vero e assolutamente buono, in quanto è fondato sul pentimento
verso Dio e la fede in Gesù Cristo (6 gennaio
1840).
Il lato debole dei vostri pastori (votre dergé)
è attualmente la sua cultura esclusivamente francese, che lo rende poco adatto al compito che
gli avvenimenti degli ultimi anni gli hanno affidati. La sua educazione, i suoi punti di vista, le
sue abitudini, le sue idee, la sua lingua e financo
i suoi pregiudizi sono quelli di una chiesa plasmata su modelli che non sono adatti all’opera
che ci si ripromette, .La sua separazione dalla società piemontese la rende poco atta ad avere una
parte in Piemonte... (11 ottobre 1855).
Il mio scopo era di fondare in Piemonte una
chiesa visibile, capace di ospitare dei cattolici
e non dei protestanti-calvinisti forestieri; di mettere in evidenza l’antica chiesa che aveva, come
testimonianza a suo favore, la sua storia, le sue
tradizioni, i suoi diritti, la sua fedeltà, il suo
martirio; di riassumere in una liturgia in lingua
volgare la sua regola di fede scritturale, la sua
lettera, il suo spirito e il suo carattere; ...di esercitare una direzione e come una coercizione morale sugli spiriti ostinati, perversi, mal informati, vani, indifferenti, irriverenti; di còlmare la
lacuna presente in tutte le chiese protestanti,
cioè l’assenza di azione diretta su tutti i membri del gregge all’infuori del tempio, assenza
tanto più sensibile nei confronti dei neofiti
cattolici; ...infine di porre le basi di una obbedienza ragionevole agli uomini, nella istituzone
di Cristo, per provare in tal modo l’obbedienza
che professano per Dio, e mettere cosi una diga
a quel torrente di pretese personali, di ragionamenti sconfinati che conducono tutti allo stesso
risultato: fare ciò che piace a ciascuno e non
cedere mai all'autorità in nulla che possa urtare
le proprie idee (14 luglio 1847).
5
6, febbraio 1976
Il ministero della parola
nel pensiero della Riforma
{segue dal numero precedente)
Allora il parroco sta di fronte alla sua
comunità non come uno che ha ricevuto
un particolare incarico dalla comunità
stessa, ma come uno che ha ricevuto un
mandato dal Signore. « La vocazione al
ministero evangelico per mezzo della chiesa avviene rettamente soltanto riconoscendo il vis-à-vis di parola di Dio e chiesa, cioè riconoscendo l’istituzione divina
del pubblico ministero della predicazione» (K. Schlink). Questo vis-à-vis viene
fortemente accentuato sia nelle confessioni di fede luterane che in quelle riformate.
Le confessioni della Riforma intendono il ministero in senso funzionale. Ciò
che importa sono le funzioni (predicazione, amministrazione dei sacramenti,
governo della chiesa, cura d’anime, diaconia), non le persone che le compiono.
Questo significa che il vero soggetto della funzione è e rimane sempre il Signore. I ministri sono lo strumento di cui
egli si serve per compiere l’opera sua.
Perciò sia luterani che riformati sono
antidonatisti. Tutto essi ricevono « della
stessa mano di Dio », indipendentemente
dal carattere morale dei ministri.
Poiché il ministero stesso non è motivato sociologicamente, ma presentato
come istituzione divina, non è condizionato nella sua sostanza dall’evolversi dei
tempi. Esso è un elemento costitutivo
della chiesa e dura quanto dura la chiesa. E il termine della chiesa è il regno.
Nella storia dell’umànità essa non verrà
mai meno. L’articolo VII della Confessione d’Augusta (De ecciesla) comincia appunto con questa confessione di fede;
« ...che la chiesa una e santa rimarrà in
perpetuo ».
Un compito della predicazione dev’essere quello di mostrare ai governanti del
popolo qual è la sfera della loro azione
e i limiti di essa. Non si tratta di una divisione della sfera politica da quella spirituale, quasi che il Vangelo non debba
interessare alla politica e la politica debba essere esclusa dalla predicazione. È
semplicemente una distinzione delle due
sfere che però devono essere interessate
l’una all’altra, come è vero che la legge e
il Vangelo devono essere costantemente
distinti, ma non divisi, non estranei l’una
all’altro. Compito del ministero della parola è di far sì che questa distinzione sia
sempre riconosciuta e osservata. È necessario per la libertà del Vangelo.
Se è vero che la chiesa non deve intervenire direttamente nelle faccende politiche, è altresì vero che la predicazione
dei suoi ministri influisce indirettamente sulla vita della città e dello stato e
manifesta ciò che il Vangelo ha da dire
a coloro che portano la responsabilità del
governo della nazione. In questo senso
Lutero ha mostrato qual è il compito e
quale la responsabilità politica del predicatore. Il suo appello Alla nobiltà cristiana delia nazione tedesca, i suoi scritti e
discorsi sulla guerra contro i Turchi, e
la guerra dei contadini, la rivoluzione sociale, i doveri dell’imperatore e dei cittadini, sull’istruzione popolare e le scuole, sull’istituto matrimoniale sviluppano
gli argomenti della sua predicazione politica, argomenti di importanza vitale per
la società del suo tempo. La predicazione evangelica di Calvino ebbe un effetto
politico e una risonanza ancora più forte
nell’Europa del XVI secolo.
Il concetto di elezione, vocazione e ordinazione è il medesimo nelle confessioni luterane e in quelle riformate. Le une
e le altre parlano di una elezione dei futuri pastori da parte della chiesa o dei
suoi deputati, di una ordinazione fatta
SCIGLI
Ecco un esempio, piccolo ma significativo, di come gli imprenditori concepiscono la riconversione industriale. In una
fabbrica di imballaggi di Scicli l’amministratore delegato incominciò lo scorso
novembre il disbrigo delle pratiche per
collocare in cassa integrazione gli operai. Questi ultimi, hvuto sentore delle
intenzioni della direzione dell'azienda e
rendendosi conto delle notevoli possibilità di assorbimento del mercato nella
richiesta di imballaggi, decidono di abbandonare la fabbrica, di costituirsi in
cooperativa e di autogestire la produzione. La cooperativa in questo mese è già
in piena attività lavorativa ed il ricatto
padronale, per il momento, è stato positivamente respinto (Adista).
Forse che i fratelli di Scicli sono in
grado di fornirci maggiori indicazioni?
con preghiere e imposizione delle mani.
Esigono l’approvazione del popolo, rifiutano il carattere indelebile del sacerdote.
Secondo i luterani l’ordinazione non è
necessariamenté per tutta la vita, per i
riformati si. Concordano che l’ordinazione non va impartita senza speciale chiamata da parte di una parrocchia al servizio pastorale.
Gli uni e gli altri sono inclini a riconoscere il carattere sacramentale dell’ordinazione, ma per opposizione alla Chiesa romana non la annoverano quale terzo sacramento. Entrambi ritengono che
i ministri dell’ordinazione sono i pastori.
La missione divina dev’essere trasmessa
all’ordinando da quelli che l’hanno ricevuta. Dànno grande importanza alla preparazione esegetico-teologica dei pastori,
perché la trasmissione è essenzialmente
trasmissione del messaggio evangelico.
L’autorità dei pastori è quella della
parola, non delle persone. Il potere d’in
segnamento e di governo è in funzione
della parola del Signore. Perciò i ministri sono tutti di pari dignità e autorità
quanto alla potestà dell’ordine (predicazione, amministrazione dei sacramenti,
cura d’anime). Nel potere di giurisdizione (governo della chiesa) vi sono delle
differenze fra i parroci e i sovrintendenti
0 moderatori. Ma il potere di giurisdizione è di diritto umano, e non divino. Comunque il « potere » è servizio e non dominio, e i riformati lo esercitano collegialmente.
La successione apostolica è tanto per
1 luterani quanto per i riformati una sucsione kerygmatica e catechetica, cioè della predicazione, dell’insegnamento e 'della norma di vita. Ciò che loro importa
è l’apostolicità del messaggio e della vita
della chiesa. E la continuità è garantita
soltanto dal Signore. In questo concordavano con i Valdesi medievali.
Valdo Vinay
S. FEDELE INTELVI
Il 24 e 25 gennaio si è svolto a S. Fedele d’Intelvi, organizzato dalla Federazione regionale lombarda, un convegno
sulla lettura materialistica dell’Evangelo.
Nela prima giornata Bnmo R,ostagno
ha introdotto il dibattito ponendo la
lettura materialistica in rapporto con la
crisi della scienza biblica accademica e
situandola nel contesto della ricerca dei
credenti impegnati nella lotta per il socialismo. Successivamente, Rostagno ha
illustrato il metodo seguito da F. Belo
nella sua interpretazione dell’Evangelo di
Marco.
Divisi in gruppi, i partecipanti hanno
poi fatto un esperimento di lettura analizzando Marco 11; 11-26, con gli strumenti elaborati dal Belo.
Nella seconda giornata si è passati a
esaminare i principali risultati a cui il
Belo perviene, concentrando poi la discussione sull’interpretazione della resurrezione.
La maggior parte dei presenti ha riconosciuto la validità di questo tipo di
ricerca.
La conclusione è stata; il Belo può e
deve essere utilizzato, anche se la sua
antropologia appare fortemente riduttiva nei confronti del messaggio biblico.
SETTIMANA DELL’UNITA’
un dialogo che qua e là continua
VENEZIA
Anche quest’anno abbiamo svolto a Venezia le consuete attività nella settimana
di preghiera per l’unità delle chiese (1825 gennaio). Questi incontri avvengono
sempre tra evangelici (valdesi e metodisti) e cattolici. Dobbiamo, però, ricordare che nella nostra città, pur cogliendo
l’occasione di questa settimana particolare per una più intensa testimonianza
pubblica, gli incontri ecumenici continuano con un ritmo regolare (quindicinale
a Venezia e mensile a Mestre) durante
tutto l’anno in riunioni di gruppi per una
comune lettura e meditazione della Bibbia.
In questa settimana le riunioni di preghiera sono state tre; una a Mestre (nella chiesa di S. Marco) e due a Venezia
(nella chiesa dei SS. Apostoli e nella chiesa valdese). A Mestre la predicazione è
stata fatta dall’anziano della chiesa valdese Guido Colonna Romano e dal parroco di quella chiesa. A Venezia nella
chiesa cattolica ha predicato il pastore
valdese, mentre in quella valdese ha predicato don Germano Pattaro. Numerosi,
come sempre, sono stati i presenti. Le
tre collette sono state raccolte a favore
del Consiglio Ecumenico delle Chiese da
destinare all’« impegno di liberazione
umana in tutte le sue forme ».
Naturalmente non è mancata la tavola
rotonda che, come sempre, costituisce il
momento culturale più importante di confronto e di testimonianza della settimana. Pure quest’anno essa è stata fatta in
duplice edizione; una a Venezia e una a
Mestre. Il tema era quello di Nairobi;
« Cristo libera ed unisce », con particolare riguardo all’argomento trattato nella prima sezione di quell’Assemblea ;
« Confessare Cristo oggi ». Per gli evangelici ha parlato il pastore Paolo Ricca.
A Venezia egli ha commentato la confessione di fede di Pietro (Marco 8; 27-29)
seguendo uno studio presentato all’Assemblea di Nairobi da un teologo americano. A Mestre ha commentato un episodio di una S. Cena celebrata recentemente senza pane e senza vino in una
prigione brasiliana. Per i cattolici ha parlato il prof, don G. Pattaro, sottolineando che la confessione cristiana è l’annuncio di Cristo vivente. Il pubblico è stato
numeroso e attento, e a Mestre si è fermato per un dibattito che si è concluso
in modo piuttosto vivace, e speriamo pro
re per l’unità, attratti, come è stato detto, dal fenomeno carismatico dei « linguaggi strani » che oggi si manifestano
anche tra i cattolici. Con sorpresa però
si sono trovati a dover recitare in còro
preghiere tratte dai Salmi, intercalate da
canti e litanie. ^
A completare l’idillio ecumenico c’è
stata una conferenza-dibattito tenuta da
un vescovo cecoslovacco che tra l’altro ha
detto che «l’unità dei cristiani vincerà
l’ateismo comimista » ; l’unità naturalmente si fa con Roma e col Papa.
L’ultima sera un docente dell’Istituto
Ecumenico di Bari, reduce quale osservatore dell’Assemblea Ecumenica di Nairobi, ha fatto una relazione esaltando ciò
eh’è avvenuto laggiù in Africa sul piano
teologico circa la comunione eucaristica
e altri problemi spirituali, rimasti in sospeso; e ha volutamente taciuto le decisioni prese da quella Assemblea intorno
ai problemi sociali e politici più importanti sulla situazione dell’Angola, SudAfrica, Medio Oriente, USA e URSS.
Non sappiamo ora, in merito a questi
incontri tra cattolici e i fratelli di Bethel,
se riprenderanno a breve scadenza o
l’anno prossimo alla stessa data. Ma quale ripercussione vi sarà nella Comimità
di Bethel, che pur facente parte del GEO
(Consiglio Ecumenico delle Chiese) non
è stata mai informata di quello che succede in questa organizzazione mondiale
protestante e che quest’anno in un modo
parziale e strumentale ha dovuto avere
questa informazione da parte cattolica?
La Chiesa cattolica non fa parte del
C.E.C. però vorrebbe a tutti i costi farne
parte e cerca alleanze non solo per questo fine, ma anche per fare fronte unico
contro il cosidetto ateismo comunista,
oltre l’integrismo religioso per prevalere
come l’unica e la sola Chiesa, sotto im
solo capo, il Papa! Ci pensino i fratelli
di Bethel!
FIRENZE
Hanno avuto luogo tutte le riunioni segnalate da Diaspora Evangelica ed altre
« messe » della curia vescovile sembra
che non abbiano ottenuto « l’alto gradimento » dei protestanti; quella col vescovo Florit è stata addirittura disertata. Ricordiamo con gratitudine lo studio biblico guidato dal magg. Longo, dove non è
mancato nemmeno il contributo profetico del prof. La Pira. Al Gignoro don Pesci
ha presieduto una lettura e spiegazione
biblica; è stata un’ora di semplice, autentica fraternità. Da più parti abbiamo udito che la nostra protesta per un ecumenismo a misura della strategia vescovile
era capita e accettata; sì è detto di rivederci ancora, ’’fuori orario”. Vediamo.
MILANO
COSENZA
Da qualche anno s’è tentato di coinvolgere gli evangelici a ritrovarsi in chiesa
cattolica in occasione della Settimana di
preghiera, ma senza esito.
I Valdesi perché non hanno condiviso
questo tipo di Ecumenismo e i fratelli
Pentecostali di Bethel perché non sono
stati messi al corrente della iniziativa
cattolica.
Quest’anno però questi fratelli di Bethel con il loro pastore sono andati in
massa in una chiesa cattolica per prega
Anche nel mese di febbraio proseguono le consuete riunioni della « Cintura
Nord-Milano ». Questi incontri si tengono
ogni seconda domenica del mese nei locali della Chiesa Metodista in via Porro
Lambertenghi n. 28. Dopo il culto del mattino e l’agape fraterna che seguirà, l’8
febbraio prossimo si tratterà un argomento quanto mai di scottante attualità. Com’è noto proprio alcime settimane or sono la Chiesa Cattolica ha diffuso un nuovo documento su alcuni problemi di etica sessuale. Un tentativo insomma, almeno secondo la Commissione che lo ha redatto, di mettere un freno al dilagare dei
« cattivi costumi » che caratterizza la nostra epoca. Nel bene o nel male ne ha
parlato mezza Italia. E sono sorte polemiche sulle prime pagine dei quotidiani
più prestigiosi. In via Porro Lambertenghi, alle ore 14,15 esatte, il dibattito sarà
introdotto dal pastore valdese di Torino,
Paolo Ricca, e da Laura Conti.
Laura Conti, medico e scrittrice, è stata rieletta nelle liste del PCI il 15 giugno
scorso al Consiglio Reponale Lombardo
ed ha una lunga esperienza nell’ambito
dei problemi dell’assistenza sanitaria. H
tema della discussione è davvero allettante. Speriamo che vi sia una buona affluenza.
• Doménica 15 febbraio la Comunità Valdese di Milano commemorerà l’emànci
pazione concessa ai Valdesi il 17 febbraio
del 1848. Per l’occasione ritornerà tra noi
il Moderatore Aldo SbalH, che per molti
anni è stato pastore nella nostra Comunità. Aldo Sbafiì presiederà il culto con
Santa Cena e si tratterrà all’Agape prevista per le ore 13. Nel pomeriggio terrà
una conversazione sui molti problemi
emersi.,in occasione dell’Assemblea Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, tenutasi a Nairobi in Kenya nei mesi
di novembre-dicembre scorsi ed alla quale ha avuto l’occasione di assistervi personalmente.
Per prenotarsi all’agape telefonare ai
pastori entro il 12 febbraio.
____________________________ROMA
Il 22 gennaio è mancata Tina Soltesz,
moglie di Paolo Soltesz, per anni custodi
della Facoltà di Teologia e della Chiesa
Valdese di Piazza Cavour, e oggi ancora
così valido aiuto alla Libreria di Cultura Religiosa.
Generazioni di studenti, oggi pastorij
ricordano con riconoscenza la « Signora
Tina », che ha saputo sempre dare a
tutti tutto l’aiuto che poteva, con la
umana semplicità che la distingueva.
Una parola di affettuosa solidarietà
al Signor Paolo da quanti lo hanno conosciuto e conservano un afféttuoso ricordo della Tina.
6
alle valli oggi
Tullio Vinay
alla TV
Un gruppo di catecumeni di una parrocchia valdese, alle Valli, catecumeni
deiVultimo anno, fra qualche settimana
confermeranno il loro battesimo, si impegneranno a vivere nella comunità, giovani vivaci ed aperti come lo sono la
maggioranza dei giovani di oggi, malgrado il male che se ne dice spesso.'
La lezione verte sulla vita ed i problemi della chiesa valdese oggi; nulla di strano infatti che vi sia uno scambio di idee
fra pastore e catecumeni sulla realtà
della chiesa nostra.
Le domande sono molte ed incalzano:
“siete già stati al Sinodo?”. “Chi sono e
quanti sono gli anziani della vostra comunità?". "Quanti sono i valdesi nel mondo?”. "Quali chiese evangeliche conoscete oltre quella valdese?”. "Dove studiano i
pastori per prepararsi al ministero?".
"Quali giornali evangelici conoscete?”.
Le risposte sono altrettanto numerose
e varie, non sempre però sono rapide e
tempestive. Molti silenzi lasciano intendere che la conoscenza è poca, i vuoti
sono molti: al sinodo nessuno è mai andato, ed i valdesi nel mondo sono tre
rmjioni, ne esistono perfino In Australia,
il 70% dei ragazzi non ha mai visto un
giornale evangelico.
Nel campo delle conoscenze storiche
la situazione non è molto più rosea, si va
à tastoni confondendo date e persone.
D’altra parte non si può pretendere che
tutti sappiano tutto, ci si deve accontentare di alcune idee fondamentali.
Questo esperimento di confronto e di
verifica delle conoscenze prosegue con altri catecumeni, in altre situazioni, sempre interessante ed istruttivo, l’ultimo è
di pochi giorni or. sono. Domanda: "conoscete un valdese che si chiama Tullio Vinay?". Risposta: oltre il 50% rispondono
negativamente, questo signore non sanno
chi sia, sconosciuto, può essere un pastore del 1500, un evangelista del secolo scorso come-un qualsiai anziano di ìoggi in
qualche -chiesq delle Valli. Deli restante
gruppo alcuni lo conoscono, il nome lo
hanno leggiucchiato sul giornale della
chiesa, in casa qualcuno ne ha parlato, il
padre o la nonna, e ce ne sono di quelli
che addirittura lo hanno visto alla Televisione pochi giorni prima in una trasmissione informativa sulla situazione in
Vìet Nam.
Fin qui tutto normale, tutti guardano
la TV ed è meglio ricordare Vinay che
Carosello. La cosa interessante è che questi ragazzi ne hanno sentito parlare in TV
per la prima volta!
Certo Vinay non è la chiesa valdese ma
come punto di riferimento è fra i più noti. Ha trascorso anni alle Valli, scrive libri e parla in giro per l’Europa, ma il 50
per cento dei giovani valdesi lo ignora e
degli altri, la metà scopre chi è in TV.
La lezione qual è? Che la chiesa valdese
non è una famiglia ma un conglomerato
di individui, isolati; in una famiglia ci si
conosce l’un l'altro, qui niente, si vive
ognuno in un àngolìno suo, una coscienza di comunità non esiste più. Ma a casa
loro questi ragazzi di cosa sentono parlare? Questo è il problema.
COMUNICATO
In seguito alla nomina del pastore Cipriano Tourn quale pastore titolare della
Chiesa di Prarostino, la Tavola proclama
la vacanza della Chiesa di Villasecca a
partire dal 1® gennaio 1976. La designazione del nuòvo pastore dovrà aver luogo
entro il 30 giugno 1976 in base agli arti.
17, 18, 19, 20 dei BR. OO.
Aldo Sballi
Moderatore
della Tavola Valdese
Roma, 6 gennaio 1976.
LUSERNA S. GIOVAnTh
• Il gruppo di aggiornamento biblico ha
iniziato il secondo ciclo di studio, dedicato alle parabole di Luca. Dopo una breve
presentazione esegetica del testo, tre sottogruppi discutono il tèsto separatamente per poi confrontare insieme le diverse
riflessioni. . La terza domenica di ogni
mese, la predicazione con discussione del
sermone è fatta,-sul testo studiato, in
gruppo. .
Il prossimo incontro avrà luogo sabato
14 febbraio anziché venerdi 13 pre^o l’Asilp. alle 20,30., Sono., molti i .fratelli ,tóhe
potrebbero aggiungersi per questo studio !
• È stato annunciato ,1’evangelo della re
surrozion© per la, d^rtenza dii ;Qiulip
Palchi, di 72 anni. ¡. r mV.'c ole¿-j
PEROSA ARGENTINA
Lotte degli operai
alla Gütermann
La Cascami Seta ha presentato al governo, tempo fa, tm piano di ristrutturazione della propria azienda prevedendo
l’accortamento della Giitermannr
Tale piano di ristrutturazione prevede
un fìnanziariamento da parte dello stato
di 2135 milioni di cui 900 milioni per la
Gutermann e 1235 per la Cascami Seta,
oltre al piano di finanziamento sono state presentate alla Gutermann, al sindacato e al C.d.F. delle precise condizioni, indispensabili, dicono i padroni della Cascami, per continuare a parlare di «acquisti » della Gutermann. Le condizioni più
importanti sono:
1) un diverso utilizzo degli impianti
con un nuovo orario di lavoro — il 6 x 6
— cioè 6 ore di lavoro per ogni turno con
quattro turni al giorno per 6 giorni alla
settimana ;
2) cassa integrazione per circa 200 lavoratori che nel tempo si trasformerà
praticamente in licenziamento.
Dopo una sospensione delle trattative,
si sono ripresi gli incontri tra sindacati
e Cascami Seta.
Il sindacato e il Consiglio di fabbrica,
tenendo presente sia l’interesse che la Cascami Seta avrebbe rilevando la Gtìtermann (otterrebbe cioè i milioni del finanziamento e resterebbe praticamente
senza concorrenti, a livello nazionale, nella produzione di filato di seta) sia la
pesantezza delle condizioni poste ai lavoratori, non hanno accettato tale piano.
Sui diversi punti: No ai licenziamenti Cassa Integrazione contenuta in un certo tempo, pe.r un numero molto minore
di lavoratori e a rotazione. Utilizzo degli
impianti senza turno di notte per le donne senza annienti dei carichi di lavoro
ecc. È ora la Cascami Seta che deve pronunciarsi.
In questa settimana intanto, il sindacato, i C.d.F. della Giitermann e del Vallesqsa, i gruppi di base, le forze politiche,
gli Enti locali, attraverso il constato di'
lotta, si preparano ad affrontare una precisa informazione alle fabbriche e alla
popolazione, sulla situazione occupazionale per la manifestazione di venerdì 6
febbraio.
La manifestazione indetta dalle organizzazioni sindacali, dovrebbe convogliare a Perosa Argentina, dove ci sono i gravi problemi della Gutermann e del 'Vallesusa, i C.d.F., gli operai e tutte le forze
interessate del pinerolese per un corteo
con assemblea finale.
La manifestazione sarà quindi da una
parte un momento di confronto tra varie
realtà, sul tema occupazionale — dall’altra un punto di partenza per iniziative di
lotta alla Gutermann nel caso, peraltro
molto probabile, che la Cascami Seta
non voglia cedere alle « contro condizioni » sindacali.
Su questo terreno è necessario impostare delle precise proposte; già il comitato di lotta, nella riunione del 31 gennaio ne ha individuate alcune come l’occupazione della fabbrica per imporre la
requisizione e la nazionalizzazione da parte deiràutorità amministrativa e del governo per sbloccare in modo netto la situazione. Il problema a questo proposito
è complesso ma la cosa essenziale è che
questa, come molte altre proposte che
potrebbero uscire nei prossimi giorni, siano effettivamente discusse, affrontate seriamente e fatte proprie dagli operai;
solo in questo caso avrebbero un senso e
una forza.
— cronaca
Confondere
per non chiarire
Domenica 18, visita alle 'Valli delle suore evangeliche di Darmstadt-Eberstadt,
sezione staccata di Via della Storta a
Roma. Nessuno s’inganni, la visita alle
Valli è stata organizzata da alcuni sacerdoti cattolici che hanno invitato le suddette suore prima a un incontro presso
la Casa del Colletto vicino a Pinerolo,
poi alla Parrocchia di Torre Pellice dove
hanno « animato la messa» e presentato
un film sulla loro opera, quindi presso
le suore di Via Pralafera. Di sfuggita
un breve incontro con un Pastore e una
brevissima capatina alla Casa delle Diaconesse. Le suore di Darmstadt pur
proclamandosi evangeliche nutrono una
forte pietà religiosa che si esprime in
forme tipicamente cattoliche (più ancora, ci pare, dei fratelli di Taizé!) unita a una radicale e dichiarata posizione
anticomunista ; il comunismo espressione massima del satanismo incombe come il pericolo più spaventoso sull’umanità: la Chiesa deve prenderne coscienza e unirsi per la difesa, l’opposizione, e
la resistenza. Comprendiamo le diiHcoltà ecumeniche del cattolicesimo pinerolese con gli evangelici nostrani, ma l’alternativa delle suore di Darmstadt ci
pare un po’ radicale e comunque non
molto utile per la chiarificazione delle
reciproche posizioni.
COMUNITÀ’ MONTANA
Val Chisone - Germanasca
Un’atmosfera di diffuso imbarazzo e
una quasi totale assenza di discussioni
hanno caratterizzato la seduta del Consiglio della Comunità Montana che si è
tenuta a Pomaretto venerdì, 30 gennaio.
Più che ad un dibattito di amministratori pubblici su problemi locali, pareva di
assistere ad una conferenza del Presidente, il quale forniva ai presenti una
serie di informazioni « comunitarie », a
cui gli ascoltatóri replicavano ben poco.
Anche l’ordine del giorno non era di molto aiuto: una serie di ratifiche alle deliberazioni della giunta con approvazioni
già scontate in partenza.
Gli argomenti principali erano, il programma di opere ed interventi per il quale è stata stanziata la somma di 94.261.700
lire e il bilancio preventivo 1976 che pareggia su un totale di entrate e uscite
di lire 264.305.850. La parte più rilevante
Consiglio comunale a Bobbio
Il 29 gennaio si è riunito il Consiglio
comunale. Si è rinnovato il servizio raccolta e trasporto immondizie, che continuerà ad essere gestito dai fratelli
Charbonnier. Le adesioni a questo servizio per ora sono facoltative, ma si prospetta la possibilità di renderle Obbligatorie, visto il forte calo di adesióni negli ultimi tempi.
Si è deciso di rinnovare il servizio di
assistenza domiciliare per l’anno 1976 ;
cosii pure l’incarico al dott. Paternoster
del servizio geriatrico. Un’altra delibera
è stata quella di mantenere il posto di
farmacia, nell’eventualità che un giorno
o l’altro si trovi un farmacista che non
abbia eccessive pretese. Si è poi deciso
la liquidazione delle spese di rappresentanza (corone per i Caduti in occasione
di festività nazionali).
Sono state prese in esame le domande
dei signori Mondon Davide, Baridón Stefano e Rostagnol Paolo, volte ad ottenere gratuitamente dal comune le piante
di larice necessarie al rifacimento del
tetto delle loro rispettive baite, agli alpeggi o « furest » ; le domande sono state accolte a condizione che per almeno
10 anni dette costruzioni non vengano
adibite' ad usi che non abbiano attinem
za con l’agricoltura.
Si sono nominati i revisori dei conti
per l’anno 1975, nelle persone dei consiglieri Charbonnier Adolfo e Granero
Giuseppe per la minoranza. Infine si è
varato il progetto di regolamentazione
della posa delle tende negli alpeggi del
Pra e del Pis .della Rossa; tale progetto
è stato fatto, in base ad accordi .presi
precedentemente con gli allevatori interessati a -detti alpeggi, i quali hanno in.dicato le zone adatte (luoghi in cui non
si arreca dshno, ai pascoliyj né. disturbo
sia per gli animali che per i campeggiator.i)i Tali; zone .^sayanno indicate da appositi: 'Segnaletica. ^i spera- tooltre di
poter dotare in futuro queste zone dei
serivizi igenici più necessari. Viene inoltre deciso di spostare più a valle il punto di chiusura dell’accesso all’alpeggio
del Pis della Rossa, e precisamente al
bivio della strada per il colle Barant,
dove esiste un piazzale che può contenere agevolmente oltre 200 autovetture.
Si procede inoltre all’ adeguamento
dell’indennità integrativa speciale alla
impiegata per il semestre 1” gennaio*30
giugno 1976. Si rivede anche il suo inquadramento e quello del messo-guardia in
nuovi livelli retributivi. Si autorizzano
pure i dipendenti e il segretario a prestare lavoro straordinario per l’anno ’76.
Psr ultimo si approva il bilancio preventivo 1975-1976 e il conto consuntivo 19741975 del patronato scolastico.
Adolfo Charbonnier
della spesa è destinata ai servizi sociali,
seguiti dalle attività di assistenza tecnico-agricola, dai contributi per l’acquisto
di mezzi meccanici stradali e dalle spese
per il personale.
Durante la stentata discussione, sono
emerse comunque alcune proposte formulate dai consiglieri : occuparsi anche
del turismo e di tutti i problemi che ne
derivano (impianti sportivi, parchi-gioco,
sgombero dei rifiuti); interessarsi alla
crisi dell’occupazione in vai ChiSone e in
vai Pellice; nominare commissioni eh®
riferiscano su determinati argomenti ;
cercare contatti personali con i pochi
agricoltori ancora esistenti e creare un
centro cooperativo di valle.
Il consigliere regionale Bontempi ha
comunicato all’assemblea che la Regione,
oltre ai servizi per i minori e per gli anziani, sta predisponendo un piano di servizi per aiutare a risolvere i problemi
della vita familiare e sessuale; sempre
valendosi dei Comuni e delle Comunità
montane.
La seduta ha avuto termine con la nomina dei revisori dei conti consuntivi
1973-’74 e ’75.
La Comunità Montana, Valli Chisone e Germanasca ha stipulato una convenzione con l’Ospedale Valdese di Pomaretto per un programma di
visite geriatriche e scopo, preventivo per tutti coloro che hanno superato i 60 anni. Per prenotarsi
rivolgersi all’Ufficio del proprio Comune o al
Servizio Sociale della Comunità Montana di Pomaretto (tei. 81497).
350 agricoltori delle Valli si sono recati a fine
gennaio a Erba (Como) per visitare la Mostra
Europea di Coniglicoltura. L’iniziativa promossa
dalla Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca ha riscosso il più vivo successo. Oltre alla
Mostra la comitiva ha visitato, nello stesso giorno, un grande centro di allevamento di bovini.
VILLAR PEROSA
Locali da utilizzare
j Le, ex .scuole frazionali delle borgate Caserme
6 Càscinette Sono finalmente agibili alla popolazione. Questa la decisione del Consiglio comunale nella sedum del 29 gennaio.
La giunta di Agnelli è stata di fatto costretta
ad aprire Je ex scuòle frazionali alla popolazione,
dopò una lunga lotta con. la sinistra e le spinte
della popolazione. Il regolamento per la concessione e l’uso gratuito' delle ex scuole dice, tra
l’altro: « I locali.;, possono essere concessi ad
organizzazioni culturali, assistenziali e sportive
per dibattiti, fcònferenzè, incontri sempre aperti
al pubblico, indetti sia da queste organizzazioni
che da partiti polìtici,- ass. sindacali,, gruppi sportivi - -, . ■ — . -, , ' .
Nonostante . la procedura tipica della burocra
zia italiana (occorre presentare domanda scritta
al sindaco su modulo fornito dal Comune!), la
apertura delle ex scuole rappresenta una conquista di estrema importanza in quanto offre alla
popolazione la possibilità di fin momento di
confronto e di analisi sui diversi problemi del
Comune. •
Disappunto invece per la mancata apertura
dei locali ai gruppi di .studi ) fc di ricerea (ma il
regolamento dice anche che: «1 locai', -uodetti
non potranno essere, utilizzati dal MSI..,») perché, come ha dichiarato un membro .del Consiglio : K II gruppo dì studio può risolversi in un
alibi per svolgere attività contro l’amministrazione comunale ». ,11 che si commenta da sé. .
7
delle valli
>:•
BORA’
PRO LOCO RORA’
Comunicato
Si rende noto che nella riunione del
3.1.1976 si è formato in collaborazione fra
TAmministrazione Comunale e un gruppo di giovani il Comitato promotore per
la istituzione della Pro Loco Rorà.
Pertanto si informa che sono aperte le
iscrizioni onde poter procedere alla convocazione di una assemblea pubblica al
fine di rendere operativa la Pro Loco
mediante un programma concordato da
tutta la Comunità.
Per le iscrizioni ed eventuali informazioni rivolgersi al bar di Piazza Fontana
presso il sig. Tourn Boncoeur Paolo.
Il Comitato promotore
FRALI
Dopo quaranta giorni di sole, la neve
è tornata a imbiancare i pendi! di Prali,
portando sollievo a quanti cominciavano
a temere per l’esito della stagione turistica. Domenica mattina all’Alpet la neve aveva già raggiunto il livello di mezzo
metro; mentre stiamo scrivendo, la nevicata continua.
Le piste si presentano in condizioni
soddisfacenti, per cui si può prevedere
per il prossimo week-end un buon afflusso di turisti. Intanto è giunto da Lione
per una settimana bianca un gruppo di
70 figli di emigrati italiani. L’iniziativa,
che si spera possa avere un seguito in
futuro, è del locale consolato italiano.
PRAROSTINO
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA - RORA'
Dal 7 al 13 febbraio 1976
Do». DE BETTINI GIANCARLO
Via D'AzeglIo, 8 - Tel. 91.316 ■ Torre Pellice
FARMACIE DI TURNO
TORRE PELLICE
Domenica 8 febbraio 1976
FARMACIA INTERNAZIONALE ( Dr Imberti)
Via Arnaud. 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
Martedì 10 febbraio 1976
FARMACIA MUSTON ( Dr. Manassero)
Via della Repubblica, 25 - Tel. 91,328
LUSERNA SAN GIOVANNI
Domenica 8 febbraio 1976
'f , . ?.3i
farmacia VASARIO (Dott. Gaietto)
Via Roma, 7 - Telf,^90.031 .y ■
---------------^ i—^^—:--------——
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice; Tèi.'90.118 e fi •iZi'S
VIGILI DEL FUOCO ,
Torre Pellice: Tel. 91.365 - 91.300^
Luserna S. Giovanni : Tel.90.084 - 90.205
POMARETTO
Nella seduta del Consiglio Comunale
del 23.1.’76, alla presenza di un discreto
numero di persone si sono vagliati i seguenti punti;
1) approvazione per l’acquisto di un
terreno da adibire a parcheggio in San
Bartolomeo, nella superficie di circa 3850
metri quadrati per una spesa inferiore
ai 2 milioni;
2) approvazione del progetto per la
asfaltatura di 16.450 metri quadrati di
strade per una spesa preventivata di circa 60 milioni ;
3) emendamento allo statuto dell’acquedotto; esso prevede: l’aumento del
minimo di consumo per le aziende agricole da 36 metri cubi a 50 metri cubi, restando invariato a 36 metri cubi per le
case residenziali. Il prezzo al metro cubo
sui minimi di consumo sarà di L. 60 ; il
superamento di questi minimi di consumo comporterà un aumento sul prezzo
di L. 90.
La stipulazione del contratto dovrà essere seguito entro i 3 mesi daH’allacciamento da parte dell’utente.
Il costo deH’allacciamento sarà così
suddiviso: mezzo pollice di fornitura lire
250.000; Vi lire 300.000; un pollice lire
-400.000.
La regione ha dato parere favorevole
allo statuto di polizia rurale. Quest’ultimo è stato creato per la salvaguardia dell’ambiente ecologico e naturale della zona.
• Siamo felici di accogliere tra di noi il
piccolo Raffaele di Rita Avondetto e
Renzo Costantino.
• La comunità ringrazia Attilio Forneron, che ha presieduto il culto di domenica 25 gennaio. Informiamo che lunedi
2 febbraio, inizierà il secondo turno di
riunioni quartierali.
Il Concistoro di Pomaretto comunica
che l’assemblea del 1<> febbraio 1976 ha
designato il pastore Renato Coisson quale nuovo pastore della comunità.
Ha votato il 68% dei membri elettori.
S. Rostagno
VILLAR PERORA
Dal 28 al 31 gennaio u.s. abbiamo avuto occasione di ospitare una trentina di agricoltori
del Badén (Germania Occ.), guidati dal loro
Pastore F. Wernz e dal suo collega alsaziano
Sig. Brunnel. Dopo essersi fermani alcuni giorni
a Milano ed aver visitato diverse aziende agricole
nella Bassa Padana, questi fratelli e sorelle hanno trascorso le loro giornate con un ricco programma che avevamo precedentemente tracciato
in collaborazione col Dott. G. Bounous (S. Germano Chisone), laureato in agraria ed esperto di
problemi agricòli presso la Comunità Montana
delle Valli Chisone e Germanasca, Hanno cosi
potuto prendere contatto con alcune aziende
agricole del Pinerolese, salire nel Comune di
Usseaux per vedere le stalle di un tempo, recarsi
alla Scuola di Frutticoltura di Verzuolo, allá Distilleria Martini e Rossi di Pessione nonché alla
Cooperativa del latte di Bobbio Pellice, chiudendo il loro giro con una visita al Museo di
Storia Valdese di Torre Pellice. Durante una
riunione svoltasi nel'tempio, organizzata dal Dott.~
Bounous e da un gruppo di giovani e di ragazzi
della Chiesa di S. Germano Chisone con un programma di canti, di brani musicali suonati all’organo e col flauto ed una serie di bellissime
diapositive delle Valli, ci siamo poi accommiatati da questi ospiti.
Viva gratitudine a tutti coloro che in un
modo 0 nelPaltro hanno permesso e facilitato
Tattuazione di quest’incontro. In modo particolare desideriamo ringraziare sentitamente ancora
il Dott. G. Bounous, la Prof. Sig.na A. Geymet,
le Sig.re R. Tourn e G. Cericola nonché il Pastore B. Bellion ed il Dott. E. Peyrot.
Ci rallegriamo con Evelina e Renato Long
(Zona Municipio) per la nascita del loro primogenito Devid Enrico : la grazia del Signore
riposi su questo piccolo e sui suoi genitori.
Gruppo stampa
e colportaggio
TORRE PELLICE
Venerdì 30 gennaio 1976 ha avuto luogo
a Pinerolo la periodica riunione cui partecipano i responsabili dei gruppi operanti
in seno alle singole comunità. Dopo una
presentazione fatta dal prof. A. Armand
Hugon della attività della società di studi valdesi, è stato esposto il resoconto
della vendita di alcxmì titoli della Claudiana con lo sconto speciale del 40% avvenuta durante il mese di dicembre in
tutte le comunità del distretto.
In totale sono stati venduti libri per
circa L. 300.000, cioè un terzo dei libri disponibili. I libri più venduti sono stati
quelli per bambini (Kreativ) biografie di
personaggi storici e romanzi (M. L. King,
Calvino, Cucchiaino) mentre quelli a carattere più specifico di riflessione biblica
(Pane al pane, N.T.A., Evangelo .secondo
Giona) non sono stati molto venduti.
Si auspica un sempre maggior impegno
da parte di tutti coloro che si interessano della stampa evangelica per la sua
diffusione anche al di fuori del nostro
ambiente.
La prossima riunione del gruppo stampa e colportaggio è fissata per venerdì 30
aprile, alle ore 20,30, nella sala delle attività della Chiesa Valdese di S. Secondo.
PINEROLO
Corso ministeriale per bibliotecari
Il Ministero ai Beni Culturali ha autorizzato
un corso di preparazione ai servizi nelle Biblioteche Pùbbliche che si terrà nella Biblioteca di
Pinerolo dal 28 febbraio al 1.7 aprile a cura del
Sistema Bibliotecario Provinciale. Le lezioni saranno di tre ore ciascuna e sì svolgeranno nei
giorni di sabato pomeriggio e domenica mattina.
Per informazioni scrivere o telefonare alla segreteria della Biblioteca Centrale di Pinerolo,
V.C. Battisti, 11, tei. 7.45.05.
Si ricorda che questo è il primo corso mìnbteriale che si tiene in Piemonte, da tre anni.
L.F.B.
Assemblea sul bilancia
L’Amministrazione Comunale di Torre
Pellice ha indetto per sabato 7 febbraio
1976 alle' ore. 20,45, presso la sala consiliare una pubblica riunione sulla presentazione della bozza di bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 1976, in
relazione alla discussione sul bilancio che
si terrà venerdìrLS c. m. in Consiglio Comunale.
Pranzo del 17 febbraio
Il tradizionale pranzo del XVII Febbraio non
essendo disponibile la Foresteria per diversi plausibili motivi, si terrà nel salone del Ristorante
Seggiovie Vandalino.
Le penotazioni, come al solito, saranno effettuate presso la Libreria Claudiana.
Dibattito sull’aborto
Considerando l’importanza e l’attualità del problema dell’aborto e ritenendo
che gli argomenti più scottanti debbano
essere conosciuti da ogni individuo inserito in un contesto sociale, si è creduto opportuno offrire la possibilità alla
popolazione locale, di intervenire al pubblico dibattito sull’aborto che si terrà
nell’Aula Consigliare di Torre Pellice
venerdì 6 febbraio 1976, alle ore 21.
Esporranno l’argomento: 1 Medico; 1
Giurista; 1 Sociologo; 1 rappresentante
della Chiesa Cattolica; 1 rappresentante
della Chiesa Valdese..
Tutta la popolazione è cordialmente
invitata.
Centro d’incontro - Biblioteca
Comunale - Centro Sociale di
Educazione permanente.'
_____________SAN GERMANO
• Il gruppo giovanile ed una buona rappresentanza della scuola domenicale hanno partecipato alla serata offerta venerdì
30 gennaio ad una trentina dì agricoltori
evangelici del Baden dalla Chiesa di Villar Perosa. Giovani e ragazzi hanno cercato di presentare la' stòria e la vita attuale del popolo valdese con brèvi discorsi alternati a canti. La sig.na Amalia Geyrtiet traducèva in tedesco e le siamo riconoscènti per questo. Grazie ai nostri
responsabili ed al pastore e alla comunità villarese per la sua accoglienza sempre molto calorósa.
* Giovedì, 12 febbraio,. riunione ai Gianassonì, ore ,20,30.
AVVISI ECONOMI CI
TRASLOCHI, irasporti per qualsiasi destina■ ziotte, preventivi a rièhiesla. Giuliq- Sala, via
Belfiore 83, Nichelino, Tel. (011>6270463-.
PERRERO
Due anziani fratelli della nostra comunità ci hanno lasciato in queste ultime
settimane : Luigi Peyran, di 88 anni, negoziante, primo sindaco di Ferrerò dopo
la liberazione, e Caterina Poet, delle Grangette, di 94 anni, da alcuni anni ospite
della Casa di riposo di S. Germano.
In presenza della morte anche quando
giunge « ad una bella età », l’attesa è quella del tempo messianico descritto dal
profeta : « Non vi sarà più, in avvenire,
bimbo nato per pochi giorni, né vecchio
che non compia il numero dei suoi anni;
chi morrà a cent’anni morrà giovane...
Non costruiranno più perché un altro
abiti, non pianteranno più perché un altro mangi; poiché i giorni del mio popolo saran come i giorni degli alberi ; e
i miei eletti godranno a lungo dell’-opera
delle loro mani» (Isaia 65; 20,22).
Per rarchivìo di G. E.
« La redazione di Gioventù Evcangelica, per
potere completare il proprio archivio, necessita
delle seguenti annate complete della 'rivista;
1947, 1948, 1949, 1950, 1951, 1952, 1954, 1958,
1959, 1960, 1961, 1962. Si ricercano inoltre i numeri 15 (nuova serie) del 1972. Chi potesse fare
dono alla rivista delle annate e dei numeri richiesti, può mettersi in contatto con la redazione,
Via Mantellini n. 224 - 00179 .Roma.
Sono intdtre a disposizione raccolte complete
della rivista dal 1969 ad oggi, a L. 25.000 ». ■
COLONIA MARINA
per bambini e bambine dai 6 al 12
anni. -
Turno unico: ,2-28 luglio 1976.
Quota globale; L. 45.000.
CAMPO CADETTI
per ragazzi e, ragazze dai 13 ai 16
anni. .
Turno unico; 12-ÌÌ luglio 1976.
Quota globale ; L. 55.000.
I posti in Colonia ed al Campo Cadetti sono limitati. Chiedere l moduli d’iscrizione alla „
Direzione della Casa yaldese
18019 Vallecrosia (IM)
Ospedale di Pomaretto ,
■Doni per rinnovò impianti Ospedale Valdese di
Ppmaretto: , "j
Gariglio Giovanna, Castelnuòvb di Pinàsca, in
■ memoria dei suoi cari'L. 10.000; Unione Femtaiiiiile Valdese di Pomaretto, in niemoria «fi Ir?ma Rostagrtd-Rosfan L. 60.000. i.'.r;..
Doni per l’Asilo
di Luserna San Govanni
Doni pervenuti , nel mese di ditembre 1975:
Colletta/effettuata alla riunione delle Fucine di
Rorà presieduta daU’Anziano Dino Gàrdiol 14.760;
Colletta effettuata alla riunione a San SecondoCentro, presieduta dall’Anziano, Dipo Gardiol
30.250; Contributo della Direzione Personale e
Organizzazione RlV-SKF di V.'P. 100.000; Malan Ely 10.000; Gönnet Marianna in' Catalin e
Gönnet Stefano, in mem. di Gönnet Lina in
ViUa (B. P.) 15.000; Danna Elda in Botta, in
mem. suoi cari 10.000; Pastore-Bertot Irene, in
mem. di Gonnet-ViUa Lina (Roma) 5.000; Masliana Lidia (To) 2.000; Martini Efisia (To)
10.000.
Comba Gustavo (T.P.) L. 20.000; Monnet-Benech Celina, in mem. di tante Margherita Simon 5.000; famiglia Giacone (S. G. Ghisone)
10.000; Mariuccia JoU Scotta (To) 10.000; Ribet
Liliana in mem. di Elisa Benech e Margherita
Comba (To) 20.000; Diakonisches Werk H. N.
(Germania) 1.706.000; Niny 6 Piero Boer, in
occasione nascita l” nipotino Mattia Boer 10,000;
Beux Liline, in mem. del Pastore Jahier 5.000;
Matilde e Jean Rostagnol 5.000; N.N., Bellonatti
10.000; in mem. della mamma, famiglia Bertalot-Castagnoli 10.000.
Giacone Adele e Aldo, in mem. di Irene LongBouchard (S. G. Chisone) 10.000; in mem. di
Eliseo Montabone, i nipoti Augusto Montabone
e Mirena Montabone-ChaUier (ToJ 85.000; Revel
Madeleine (Mi) 10.000; famiglia Russo-Visentin
(To) 100.000; Peyrot Angela e. Franco 10.000;
Jeanne Bertalotdourdan Angrogna 10.000; De
Bettini Elvira, in mem. di PaoUna Vffla-Gonnet
(T. P.) 2.000; N.N., riconoscente al Signore
20.000; Reynaud Lea, ospite deU’Asilo 15.000.
Malan Carlo, Bianca e Rinaldo L. 10.000;
Comba Ferdinando e Pina, in mem. di Enrichetta Danna-Revel 2.000; N.N. 10.000; Odetto
Ivonne, neU’anniversario morte di Edmondo Vola
10.000; Silvio e Liliana Tourn 10.000; Odino
Evelina Siisstiunk (S. Secondo di Pin.) 10.000;
Mourglia Giovanni 10.000; Romano e -Elsa
Prassuit, ricordando i rispettivi genitori, la cugina Alma ed il Pastore Jahier 50.000.
(Continua)
Doni Eco-Luce
Cbauvie Geymonat Elena, Lusérna S. Giovanni
L. 900; Tessoui Cinzia, Parma 2.000; Ribel Liliana, ’Torino 1.000; Cornelio Falchi -Milea, Torre Pellice 5.000; Palmieri Ida, Pescara 2.000,
Cocito Giovanni, Orbassano 1.000; Gay Evelina,
Pinerolo 5.000; Angiolillo Guglielmo, Roma
1.000; jBeusi Giordano, ' Novara 2.000; Taccia
Evelina, Torino 1.000; Chiesa EvangeUca Valdese, Bari 5.000; Mantelli Giovanni, Alessandria
500; Actis Angelo, Nichelino 1.000; Cane Alberto, Bologna 500; Eudrici Berta, Gardolo 2DOO;
D’Ari Ada, Riminl 2.000; Giordan Giovanna,
Angrogna 500; Selti Alberto, Torino 2.000; Boero Emilia, Coazze 1.000; Boero ARoa NeUa, Coazze 1.000; Rosa Brusin Ambrogio, Coazze 500;
Ostòrero Andrea, Coazze 500; Mattone Elvidio,
Coazze 500; Fam. Boero, Brasile 500; GrìU Bonjour Attilia, Pinerolo 2.000; Sasso Ennio, ArenFerrari Febee, Arquata Scrìvia 500; Gatto Salvatore, Luserna S. G. 5.000; Malanot GriU Melania, Riclaretto 1.000; Assely Coisson, Perosa Argentina 1.000; Longo Carla e Adriano, Pomaretto 5.00CÚ Peyi;ònel, Giovanna, Torino 5.000;
Ehrhamdt Heinrich, Germania 2t500; Toma
Francesco,- Sansevero 2.000; Desana Mario, Torino 2.210; Fcnóxfil; Pons Enrichetta',^Torino 500;
Rostan AMo,' Pinásca ' 50Ò; Laetech Giovanni,
Pomaretto 1.500.
Gardiol Lidia, Riclaretto L. 500; Rosa Brusin
Lidia, Coazze 1.000; Kesselring Erica, S. Giovanni Lupatoio 3.000; Bandizol .Germanet Annita,
San Germano Chisone 2.000; Genre.-William,
Inverso Pinasca ■ 1.000; Bogo Abcè, Venèzia
1.000; Giardini Luciano, Torino 1.000; Cornuz
Paul, Vevey 9.500; Ribet Giosuè, Perosa Argentina 500; Ribet Edoardo, Portofino 2:000.
Bonnet Franco, Luserna S. Giovanni 1.000;
Bosìo Emanuelé, Pinerolo 2.000; -Bogo Arturo,
Venezia 3.000; Guerrini Clorinda, Firenze
10.000; Jurato Guglielmo, Firenze 1.000; Rossi
Roberto, Firenze 1.000; Sibille- Matilde, Torre
Pellice 2.000; Long Luciano, Pinerolo- 5,000;
Guderzo Giacomo, Coazze 1.000 ; ■ Ispódamia. Bruno, Ge-Sampierdajena 5.000. ■' •
Grazie!, . (continua.)
Offerte pet VAsilo dei Vecchi'di San Germano
Chisone: . .
Edoardo, Giovanna, Renata, GabrieUa, Paola
Bert, Biella, in'memoria'di Gustavo Teofilo Béri
50.000; Liliana Eertj in memoria del fratello
Teofilo Bert 50.Ò00.
RINGRAZIAMENTO,
La Signora Vincenza Sprapo, vedova'Libonati
commossa dall’affetto fraterno dimMtratole con
viva riconoscenza ringrazia tutti colorò thè le
sono stati vicino nel momento' del dolore.
RINGRAZI AMENTOi
I nipoti della coippianta
Caterìnà Poét *
. riconoscenti ringraziano i pas£. ,t)eodàto L. e
Tourn C-, la Direttrice,, il personaje cfella casa
di riposo di S. Germanp, e tutti cploro^ che .gqào
stali lóro vicini in questa triste circostanza.
Chiòtti, 2*7'GeAnàio'1976 ’■
8
TORINO - ULTIMO LIBRO CLAUDIANA
Dibattito sulla lettura
Tullio Vinay
a «G7»
Tra CIA e KGB
politica deir Evangelo
Circa 200 persone hanno partecipato,
venerdì 30 gennaio, nell’aula magna di
Palazzo Nuovo a Torino, alla presentazione del nuovo libro di Giorgio Girardet: «Il Vangelo della liberazione. Lettura politica di Luca ». L’incontro, organizzato dalla redazione torinese di « ComNuovi Tempi», di « Torino-Acli» e dal
nostro settimanale è stato introdotto dal
teologo cattolico don Franco Ardusso da
Guido Braghieri delle Adi e dall’autore
del libro. Braghieri ha ricordato come
la verità biblica non è mai al di sopra delle parti e quindi la lettura ’partigiana’ dello Girardet aiuta i militanti a trovare ima
soluzione al problema della fede (coniugando i mezzi tradizionali della anaiigi
teologica con la militanza cristiana) Questa ’lettura’ — ha detto Braghieri — permette la riappropriazione della Bibbia da
parte dei poveri, delle classi subalterne
ed esprime un giudizio radicale sulle classi dominanti. Il Gesù, che presenta Girar^et — dice Braghieri — è quello storico in sintonia con la nostra epoca in cui
la lotta ha un predominio sull’astratta
confessione di fede.
Il teologo Ardusso ha rilevato che nessun autore italiano, salvo Girardet, ha
fatto una lettura politica del Vangelo. Pur
condividendo gran parte del contenuto
del libro, Ardusso ha notato come l’elemento ’fede’ dalla lettura politica venga
soffocato. Il Cristo della fede, ha detto,
rischia di diventare evanescente. È un libro ’vuoto’ di cristologia (come del resto
lo stesso Evangelo di Luca) che può favorire una nuova pericolosa teologia delle
opere. Qual’è, si è cosìi chiesto Ardusso,
la vera lettura dei Vangeli?
L’intervento di Girardet ha sottolineato
che il suo libro è innanzi tutto una raccolta di articoli apparsi su «Com-Nuovi
Tempi » che tentano una lettura ’alternativa’ dell’Evangelo. Il libro, quindi, vuol
esser soprattutto una proposta di lettura,
un primo passo verso una lettura realmente marxista. Questo, dice Girardet,
lo si iK^à realizzare più coinpiutamente
lavorando in ^uipe interdisciplinari composte da biblisti, teorici del marxismo,
sociologi etc. Questo commentario a Luca è nato da un’esigenza espressa ad un
conv^o di comunità di base in cui era
sorta la necessità di una lettura ’diversa’,
non estranea alle lotte di classe. Nel dibattito che è seguito si è posta la questione della legittimità di questo metodo di
lettura. Ogni epoca — ha detto l’autore —
ha prodotto la sua lettura. Bisogna vedere quindi se la lettura borghese ha pre
dicato Cristo ai borghesi e se noi, con
questa lettura ’diversa’, stiamo predicando Cristo al movimento operaio. Mentre
Cristo raccoglieva le masse, è stato osil discorso cristiano è
di "élite”? Stiamo sgomberando le macerie del crollo dell’antica civiltà cristiana
che ha ’edulcorato’ il vero messaggio di
Cristo. Quando il movimento operaio avrà
lasciato le sue misure ’difensive’ (ateismo,
rifiuto della religione, anti-clericalismo
etc.) perché non saranno più necessarie,
saprà riappropriarsi della Bibbia. E il
nostro, dice Girardet, è un primo passo
in quella direzione.
Il dibattito emerso ha, in ogni caso,
sottolineato il valore stimolante di quest’ultima pubblicazione della Claudiana.
Venerdì 30 gennaio alla TV sul nazionale durante il propamma ”G7” è stato intervistato il
pastore Tullio Vinay sulla situazione attuale del
Vietnam. Egli ha spiegato come il popolo vietnamita sta procedendo, con l’aiuto del governo,
alla ricostruzione del proprio paese devastato da
anni di guerra.
L’intervista è stata particolarmente efficace
grazie alla carica d’autenticità e di conoscenza
diretta della situazione da parte del pastore
Vinay.
Ne è saltata fuori un immagine positiva di un
popolo che dopo anni di lotta contro Tinvasore
sta affacciando alla rinascita materiale con
quella carica spirituale che non ha mai perso
neppure durante l’interminabile parentesi della
guerra.
Le notizie che ha riferito Vinay nel corso
dell’intervista contribuiranno certamente nello
sforzo di solidarietà internazionale con il popolo
vietnamita ed aiutano tutti noi a formarci una
informazione esatta sulla ripresa post-bellica al
di là di tutte le strumentalizzazioni possibili dell’informazione faziosa.
Da Waterloo alle Alpi
(segue da pag. 4)
La settimana
internazionale
a cura dì 'Tullio Viola
« Richard Rose, docente dì scienze
politiche all’università di Strathclyde
(Inghilterra del Nord), ha cercato in un
libro di prossima pubblicazione, “Norther
Ireland: a Urne of choice (Irlanda del
Nord: tempo di decisioni)", di esaminare
tutte le possibili alternative a disposizione di^ Londra », per salvare la situazione
nord-irlandese. Egli fa uno studio completo di tutte le soluzioni che gli sembrano, a priori, possibili: « Autogoverno
(inteso come un ritorno alla situazione
di 20 o 30 anni fa); Indipendenza totale
■' (col rischio che la maggioranza protestante prevalga suÌÌà minoranza cattolica con una definitiva sopraffazione); Integrazione definitiva all’Inghilterra (soluzione contraria alla tendenza generale del parlamento inglese a concedere
maggiori autonomie a tutte le sue province, compresi la Scozia ed il Galles);
Unificazione con la Repubblica Irlandese
(col rischio di far scoppiare la guerriglia
dei protestanti contro Dublino); Passaggio alla Repubblica Irlandese delle sole
province a maggioranza cattolica (il rischio sarebbe lo stesso del precedente,
sebbene meno grave) ecc.
"Qualunque sia la scelta (è la conclusione del Rose), nessun sistema è destinato a funzionare o a risultare accettabile a tutti.. (...) Subentra la coscienza
della propria impotenza. Qualsiasi forma di governo, per durare, deve reggersi sul consenso. E, in una comunità divisa come quella nord-irlandese, è proprio
questo l’elemento che manca e che sembra destinato a mancare per sempre" ».
(Da un articolo di Enrico Verdecchia
su « Panorama » del 27.1.76).
tere religioso, sebbene i valdesi vi potessero abitare, esattamente come San
Giovanni, il cui tempio fino al periodo
della dominazione francese era situato
in territorio di Angrogna, al Ciabas).
Finché Beckwith si limitò a progettare, costruire e finanziare, i suoi rapporti
coi valdesi furono ottimi. E questo è
quanto, solitamente, si ricorda di lui. A
buon diritto le scuole di quartiere sono
state soprannominate « scuole Beckwith »
e 1 importanza che esse hanno avuto non
può essere trascurata.
CIO’ CHE SI E’ DIMENTICATO
Pero del nostro generale (tale fu promosso nel 1846) rimane un aspetto molto
significativo che viene invece solitamente trascurato: il suo interessamento per
le cose della chiesa (o la sua « ingerenza » negli affari della chiesa, come dicevano i suoi avversari). Va detto innanzitutto che Beckwith era anglicano, membro cioè della chiesa di stato inglese, che
accanto ad una posizione di fede fortemente influenzata dalla Riforma del XVI
secolo, conosce una vita liturgica e anche rnolte affermazioni dottrinali (per
esempio la successione apostolica in forma diretta e materiale) che la collocano
molto più vicino al cattolicesimo di
quanto non si possa dire per le chiese
riformate, come lo era e lo è la chiesa
valdese.
In secondo luogo è bene precisare che
l’interesse di Beckwith per la chiesa valdese era dettato dal preciso convincimento che essa costituisse un ponte tra
la Riforma e il cattolicesimo, insistendo
più sulla antichità e la sua presunta origine apostolica che non sulla sua collocazione tra le chiese riformate. Uno dei
rimproveri che frequentemente egli rivolge ai pastori valdesi (e non a torto)
è quello di essere culturalmente molto
più vicini a Ginevra che non al Piemonte. Ma probabilmente egli avrebbe desiderato ben più di un semplice Inserimento culturale in terra italiana: quello che
veramente gli stava a cuore era di poter
presentare una chiesa che nella sua organizzazione (se non nella sua fede) si
presentasse meno lontana da ciò cui gli
italiani erano abituati, cioè dal cattolicesimo. In questa direzione va vista la
sua proposta di avere un moderatore a
vita. Si sarebbe trattato di* un vescovo,
eletto dal sinodo, che avrebbe esercitato
il suo ministero e la sua funzione senza
alcun termine stabilito (in fondo nulla,
allora lo vietava; la regola dei sette anni
non era ancora stata inventata). Questo
progetto suscitò molte discussioni tra i
valdesi, i quali però non ne discussero
ufficialmente, fingendo di ignorare le sue
proposte. Rimaneva fermo il principio
che Tavola e Moderatore non sono in
alcun modo un ministero di istituzione
divina, ma sono chiamati dalle chiese ad
un particolare compito, di cui devono
rispondere alle chiese stesse.
Analogo insuccesso ebbero le traduzioni di parte del nuovo testamento in
lingua piemontese o in patois. Con l’impulso dato alle scuole, tutti i valdesi erano in grado di leggere e di compriendere
il francese (e in parte anche l’italiano)
per cui questi testi di difficile lettura non
incontrarono il favore né dei pastori né
del popolo dei fedeli. E le liturgie che egli
fece tampare, nell’intenzione di fornire ai
credenti un testo sul quale seguire lo
svolgimnto del culto e un libro di pietà
per la vita ¡familiare (a imitazione dell’anglicano libro di preghiere) non ebbero miglior successo.
Così il Beckwith, avendo compreso che
su questi punti i valdesi non sarebbero
stati disposti a cedere, si allontanò da
loro per alcuni anni, riprendendo i contatti con la chiesa anglicana, pur mantenendo frequenti contatti epistolari con
alcuni dei suoi vecchi amici, ribadendo
frequentemente le sue opinioni ma ripetendo anche che non era possibile né giusto che egli si intromettesse negli affari
interni della chiesa valdese.
Personaggio composito, di estremo interesse, che forse ha lasciato una traccia più profonda di quanto si pensi nella
chiesa valdese. C’è da chiedersi se alcune
delle idee propugnate dal Beckwith non
accettate allora, non abbiano poi in seguito esercitato, forse inconsapevolmente, per esempio nei rapporti della chiesa valdese con l’evangelismo italiano, una
influenza ben precisa.
Discesa libera
della lira
il punto di
svalutazione
La quotazione del dollaro, che
riferimento per comprendere la
della lira, in questi giorni è salita sino a 776 lire
per attestarsi poi a 770. Il che equivale. ad. una
svalutazione media del 13*Vb. Nella giornata di
martedì, rispetto alPinizio del cedimento (venerdì 30 gennaio) la moneta italiana ha perso
n,88 per cento sul dollaro, l’l,90 per cento su
tutte le valute estere e l’l,94 per cento sulle monete della Comunità Europea. Il dollaro, a mercato nero, è offerto a 880-890 lire. Quali misure
prenderà il governo-in-crisi per « sostenere » la
lira? Si prevede un nuovo ’’pacchetto” di prelievi fiscali per rastrellare moneta fresca di sostegno. Ma difficilmente le nuove misure fiseali
riusciranno ad arginare le ingenti fughe di capitali dall’Italia e la speculazione che aumenta
data l’incertezza della nostra situazione politica.
Evidentemente la crisi di governo, aperta dai socialisti alla fine dell’anno, è la prima causa della
’’caduta” di questi giorni.
ROMA
Convegno teologico del MIR sul tema
« Cristianesimo e nonviolenza »
Al Pontifìcio Istituto S. Alfonso, ’V^ia Merulana, 31
PROGRAMMA
Martedì 24 febbraio, ore 16: Tavola rotonda
su « Violenza e nonviolenza nella teologia morale » con la partecip. di P. A. Mongillo dell’Angelicum, P.P. Valori della Gregoriana, P. de la Torre deU’Alfonsianum, Sr. Carmen de Foronda.
Evet. P. B. Haering dell’Alfonsianum; ore 18:
dibattito.
Mercoledì 25 febbraio, ore 9: Meditazione biblica comunitaria e Gruppi di studio (Past. Mario Sbaffi); ore 16: Tavola rotonda su «Quale
liberazione ci ha portato Gesù » con la partecipazione di PJ. de la Potterie del Biblicum, P.
Basco della Gregoriana, P.F. Uricchio del Serafìcum; Prof. B. Corsani della facoltà Valdese di
teologia, P. Alzarez Verdez 'delllAHonsianum;
ore 18 : Dibattito.
Giovedì 26 febbraio, ore 9 : Meditazione biblica comunitaria e Gruppi di studio; ore 16 : « Come vivere la nonviolenza » P. Saverio Peano
comboniano; Past. Jean Lasserre, Fabrizio Fabbrini ed altri; ore 18: Relazione dei gruppi e dibattito conclusivo.
Probabilmente nelle prossime settimane si sapranno i nomi dei 21 ’’politici” italiani e dei
giornalisti, una quarantina, finanziati dalla Central Intelligence Agency (C.I.A.) americana.
Lo spionaggio americano ha inviato in Italia
dal 1947 ad oggi più di cinquanta miliardi di lire
che sono finiti in tasche per il momento anonime.
Gli uomini politici accusati, per il momento sono quattro, Giulio Andreotti, Carlo Donat Cattin,
Giuseppe Saragat, Vito Scalia, smentiscono recisamente ogni accusa. « Questa storia non deve
restare sospesa a metà. Se non saltano fuori i
nomi dei ventun politici che hanno preso i soldi della CIA, resterà sempre il sospetto su tutti
e la possibilità dj gettare il discredito su tutti ».
Così ha dichiaràto»il ministro Andreotti, lunedì,
all’inviato di « Stampa Sera » il giornale che per
primo ha rivelato i pagamenti della CIA e i
nomi dei suoi beneficiari.
La situazione per il momento è in alto mare;
la parola spetta ora alla magistratura che dovrà
aprire un’inchiesta.
Nel frattempo, e di tempo ce ne sarà data la
velocità con cui procedono le inchieste, potrebbero saltare fuori nuove prove per es. pubblicando il rapporto Pike (400 pagine sulle attività
segrete della CIA) da cui il « New York Times »
ha tratto, e per l’Italia « Stampa Sera », le notizie sui legami esistenti tra i servizi segreti italiani e la CIA.
Ma il discorso non va tutto in un senso. Il settimanale « Panorama » pubblica nel numero di
questa settimana nominativi dell’« altra grande
barricata spionistica » quella russa (Kgb) che
opera, pure lei, in Italia. Ma sul KGB si sa molto meno (deriva dalla tristemente famosa CEKA
di Stalin) — 100 mila agenti professionisti e
400 mila collaboratori secondo la rivista « Panorama » — è un terreno ancora tutto da sco
pnre.
Tempi quindi apparentemente duri e difficili
questi per le agenzie spionistiche internazonali
che si vedono messe al muro (ma sarà vero?)
dalla valanga di nuove e scottanti rivelazioni. Ma
sono tempi effettivainente ancor più duri per chi
di colpo prende coscienza di abitare in un paese
che almeno per 30 anni è stato guardato, giorno per giorno, ai raggi X.
Tango al rogo
La Corte di Cassazione ha definitivamente,
com’è noto, condannato al rogo tutte le copie e
il negativo del film di Bernardo Bertolucci : « Ultimo tango a Parigi ».
Il regista del film ha rivolto al Presidente della Repubblica una « domanda di grazia » per
salvare almeno in extremis un film che ha già
visto mezza Italia.
La singolare domanda, sotto forma di lettera
personale al Presidente, rileva le contraddizioni
tra l’art. 21 deUa Costituzione: «Tutti hanno il
diritto di manifestare liberamente il propro pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di
diffusione » e la realtà del codice penale. Dice
la lettera di Bertolucci : « Il forno crematorio è
costituito dagli, articoli di un Codice, che non è
inutile ricordarlo, lo stesso compilatore, il ministro Rocco, nel presentarlo al Re d’Italia, definiva ”la più alta espressione della filosofia del
*Rritto dello stato fascista”. Eppure ai vertici
della nostra Magistratura ci si accanisce a non
voler rilevare l’abnorme contraddizione tra le
norme penali del Codice fascista e il dettato costituzionale ».
Questa lettera pubblicata per intero dal quotidiano La Repubblica” di domenica ha già riscosso l’adesione di molte personalità della cultura e della politica.
Indipendentemente dal valore del film che può
essere giudicato soltanto dal pubblico (è la storia della crisi esistenziale di un uomo accompagnata da alcuni elementi pornografici) vien da
riflettere sulla determinazione con cui la giustizia in Italia riesce a stroncare, in fretta e bene,
le rappresentazioni artistiche.
Se lo stesso zelo fosse applicato sulla risoluzione dei grossi scandali politici potremmo cominciare a credere che non ci sono due metri e due
misure in una legge che è uguale per tutti.
Comitato di Rodaziono: Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrol,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Toum, Tullio Viola.
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25 marzo 1960
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