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Torre Peiltee, 26
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H. 26
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L’ECO DELLE
KLIilfiruardate alla roeeia ende foste fayWaii
£<Isaiaî;Li : 1)
S«»Mí«hm
lie «leU«B C^lai«
v«ia.
Nulla sia 'i>Iú forte della vostra fede!
■i.rwiwir i?—^
Spett. Biblioteca Valdese
TORRE PELLICE
Italia e Impero ^
Estero .
.V, ______stre L. 8
n\
25 — » » 15
(Oianavello)
DIreMore : Prof. CUNO tOSTABBL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Toniu; Peilics
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Pellice "ì'
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
Un solo Mediatore.
Nelle sue consolazioni ad un morènte
S. Ainselm.o scrive:
« Credi tu che Nostro Signor Gesù
Cristo è morto per te ? »
« Lo, credo ».
« Lo ringrazi tu? »
« Lo ringrazio ».
« Credi che non puoi essere salvato
che per la sua morte ? »
«Lo credo».
« Allora metti tutta la tua fiducia in
questa morte., senza appoggiarti su nessun’a.ltra cosa; copriti con questa morte;
ravvolgiti tutto interamente in questa
morte. E se Dio vuol giudicarti, tvi digli:
Signore, io metto tra il Vostro giudizio
e Vanima mia la morte di Gesù Créstò,
e non discuto altrimenti con Voi. E se
Dio ti dice che tu sei un peccatore, rispondi: Signore, io metto la morte di
Gesù Cristo tra Voi e i miei peccati. E
£ se Dio ti dice che hai meritato la dannazione, ristpondi: Signore io metto la
morie di Gesù Cristo tra Voi e le mie
colpe e Vi ojjro i suoi meriti invece di
che dovrei avere e che invece non
^ contro'
I pongo la morte dr Gesù Cristo tra la
Vostra collera e l’anima mia ».
Ed una sola consolazione
« Vorrei adorarti, o Dio, senza misu
s- ra; amarti come devi essere amato, presentarti azioni di grazia per le tue beI nedizioni; vorrei lodarti come lo richiei de la tua grandezza, ma sei l’onnipo^'/tente; vorrei umiliarmi prostrato ai pief di del trono della tua divina maestà;
t vorrei essere puro, come tu sei santo;
vorrei servirti, ma cado ,ad ogni passo...'
[ Vorrei, è il grido dell’anima mia; ma
1 non posso, è la realtà opprimente della
I" mia carne ».
p Ed ecco, sulla via, al pellegrino afI franto, appare Gesù, e cammina con lui,
e tutti i desideri deboli ed inefficienti
diventano un’oifei-ta accettevole, nella
^ comunione col Signor Gesù Cristo che
li compie: Gesù Cristo che è così innalì. zato quanto il Padre, e così abbassato
H quanto il pellegrino anelante.
Tutto quello che in me è difettoso e'
|: limitato, in Lui diventa perfetto e inh finito.
' Egli è il primogenito tra molti fratelli, il nostro Mediatore; Egli è Dio, è
I stato uomo.
I' Così abbiamo la suprema consolazio: ne e la gloria di rendere in Gesù Cristo
i un culto degno di Dio, e dì offrire in
Lui un sacrifizio che compie tutto quel; lo che deve la creatura.
1. Nel nostro nome Egli rende al Padre
g un onore ed una gloria che Dio non può
ricevere condegni che da sè stesso.
l Anonimo.
Per una via sicura
In questa vita non è iperfezione che
non s’accofnpagni a un chie d’imperfetto; ed ogni nostra speculazione non va
pura d’una certa caligine.
E’ più sicura strada per andare a Dio
l’umile cognizione di te che non il profondo scrutamento della scienza. Nè
vuoisi per questo incolpare la scienza, o
qualsiasi semplice Cognizione di cosa
che sia; la quale, presa per sè medesima,
è buona e ordinata da Dio: se le deve
per altro preferire sempre la coscienza
e la vita integra.
Ma perchè molti si studiano piuttosto
di sapere che di vivwe bene, per questo spesse volte errano, e ne ritraggono
poco frutto o quasi punto.
Dall’Imitazione di Cristo.
-V
>Oggi, se vi sono delle questioni, dei
problemi difficili per me, non li risolverò da me stesso, e li affiderò a Dio;
spero neH’Eterno. ' :
jjiOggi, se vi sono dèi conflitti, delle
discussioni, degli urti, non sceglierò da
meV stesso il mm partito, ma è soltanto
Dio che me lo rivelerà: spero nell’E
terno.
'.Oggi, se sono circondato da tenebre,
Io spero nell’Eterno
Isaia 8 : 17-19.
Capisco che questa affermazione ha
il suo lato negativo. Non ho fiducia nella potenza degli uomini, cioè nella mia
propria forza, nel mio proprio giudizio,
nelle mie ammirazioni o nelle mìe personali indignazioni.
ai^ichè eercare la luce degli uomini,
mi^ prosternerò neU’ubbidienza dell’Iddio Santo. Davanti alla Sua faccia, le
tenebre spariscono.
^pero nell’Etemo, la mia anima spera, l’anima mia si affida all’Eterno piùche le guardie guardano al rnattino.
(C. Cellérier trad. O. Cerni.)
Sarebbe farse più esatto scrivere: I
laici ed il culto; comunque la cosa non
ha che un’importanza formale, poiché
nel fatto si tratta di una lunga, lettera
che un amico ci indirizza. Ne daremo i
principali passi in questo ed inrun prossimo ntimérd-, lasciando ' all’autore la
piena responsabilità delle sue noterelle.
Culti freddi
« Nella nostra terminologia ecclesiaistica in questi ultimi tempi hanno avuto
grande fortima alcune espres'sioni per
indicare certe manifestazioni religiose
con le quali si è voluto colpire, attirare
la massa amqrfa; si è parlato molto di
culti di appello, di culti di evangelizzazione; un po’ meno, ma con nostalgia
sempre, di culti di edificazione, o per
meglio dine di pura, edificazione.
Che cosa s’abbia a intendere, con siffatte espressioni, sembra nella realtà
alquanto difficile a definirsi per una
certa imprecisione della terminologia
stessa, poiché al buon laico sembra
quasi ovvio che ogni culto sia e appello
ed edificazione.
Così avviene che il fratello laico si trovi talora a brontolare, trovi a ridire su
molte cose e senta la mancanza di cèrte
cose.
C’è il laico che trova\he manca un’atmosfera adatta al formarsi del senso
deiradorazìone; e sì può udire taluno
affermare che meglio bisognerebbe utilizzare le varie risorse che un’arte, religiosamente intesa, può offrire in tutti
i campi: dall’architettura del Tempio
alla ifiusica, ai cori; e la cronaca dei nostri culti vede, a questo proposito,
spesso ritornare, non forse a caso, questa od altre consimili espressioni: un
coro, un a solo, ecc., ecc., hanno potentemente contribuito alla maggiore edificazione deU’assemblea.
Si'lamenta insomma spesso il fratèllo
laico che vi sia, nel culto, qualcosa di
freddo e di arido; e siccome egli sente,
perfettamente che, come è stato giustamente «servato « gli elementi del culto, canto, lettura, preghiera, predicazione non comportano di per sè stessi
questo senso di freddo e di aridità », il
buon laico ise la prende con il Pastore,'
sub spiecìe sermonis se cosi posso dire.
Egli sa infatti che la Parola è il centro
del culto, che il Pastore è « serriteur du
peuple en la Parole »; quindi tutte le
sue critiche, tutto il suo malcontento
sì rivolgono alla predica che sarà a volti a volta troppo moralistica o troppo
spiritualistica; gii può perfino accadere
di magnificare la suggestività dei culti
liturgici, senza la predica, e di vedere
negli annunziati culti speciali, di appello e di edificazione il tòccàsana miraco-loso di tutte le deficienze della sua vita
spirituale; la risposta al suo desiderio di
maggiore edificazione nel culto.
Una domanda preliminare
Laico, io vorrei porre, ai fratelli laici,
una domanda préliminaire. Questo desiderio che sembra così nobile, è un diesi. derio legittimo? Oppure, per quanto ciò
possa sembrarè 'strano, questo desiderio
di essere maggiormente edificati *dal
culto in genere, e dalla predicazione in
particolare, non rappresenta per caso
solo la mianifestazione esteriore di una
larvata, ma reale, incomprensione spirituale deU’essenza del idulto evangelico
stesso? L’insistenza con cui si ricercano
modificazioni della liturgia in uso, o la
particolare valorizzazione di certi elementi ideila liturgia stessa, sembra permettere l’illazione che da queste modificazioni certi buoni laici si aspettino
quasi automaticamente una maggiore edificazione. L’ironia con cui si suole
parlare del buon Valdese che arriva in
ritardo al culto perchè crede che il culto cominci solo con la predica, permette
forse di affèrmare che il desiderio di
maggiore edificazione nel culto, così
come isi jpresenta, non è veramente legittimo, o meglio che il problema non
è posto nei suoi termini esatti.
La sola risposta
E diciamolo pure francamente; ci dispiace che il buon Valdese arrivi in ritarldo in chiesa, e. creda che la predica
sia tutto; però qualche cosa di giusto e
di buono c’è ancora in lui. Sarà magari
l’influenza inconsapevole della tradizione Valdese e dell’educazione protestante, ma egli ha rintuizìone che la
Parola di Dio rappresenti ancora oggi
la sola risposta veramente attuale ed ef
ficiente .alle domande che egli, homo
laicus, si pone, nel campo dello spirito."
Perchè il buon Valdese ha il suo tormento ed il suo affanno: tormento ed
affanno che, sotto una veste quiasi sempre materiale, nasconde pure, quasi
sempre, un problema d’ordine Spirituale. Questo suo problema il fratello laico,
nella gran maggioranza dei casi, forse
non riesce neppure a formularlo in modo approssimativo; però egli entra. in
Chiesa portando tutto il suo mondo e
nella Chiesa' egli ha, quasi d’improvviso, l’impressione che ci sia come una
soluzione di continuità nella sua esistenza.
La meschinità della sua esistenza,
chiusa tra le quattro mura di un uf^io,
ricurva sull’aratro, con le sue miserie,
le sue ribellioni sconosciute, gli insospettati tentativi di evasione, egli, l’uom,o laico, non può abbandonarli sulla
soglia del tempio; egli, pertanto, vuole,
esìge di essere edificato ed affolla tutti
quei culti speciali dove speri di trovare
una parola che rischiari il grigiore di
tutti i suor giorni, purifichi i sogni di
evasione e li legittimi, faccia, insomma
di lui, invece di un titano senza speranza, un atleta santificato.
Il buon Valdese ha l’intuizione che la
Parola di Dio è la sola risposta, ma dot
trine ed insegnamenti umani gii hanno
fatto dimenticare l’essenza vera del
culto « fatto dai fedeli e non per i fedeli »: un culto vivente, dove rassemblea
risponde, isul terreno di una profonda
vita interiore, di una fede vissuta.
Il mio fratello laico ha così trovato
più comodo di applaudire al tentativo di
influire ¡sullo spirito mediante laocorgimenti di una tecnica quasi spirituale
che agisse sul sentimiento, suscitatrice,
nei cuori, di sante, come sì suol dire,
emozioni; 'sante, non sappiamo fino a
qual punto, emozioni certamente, che
forse si possono non ingiustamente assomigliare ai sogni con cui cerca dì cullarsi una natura ribelle alla sum vocazione, e che per edificazione intende trovare nel culto una effusione di sereno
ottimismo, un oblio delle sue responsabilità. ,
Ed anzi, il mio fratello laico, si è appassionato a queste disicuBSioni: mi piacerebbe ricordare le epiche dispute in
talune parrocchie, ad lesemipìo sul modo
di pregare e di cantare in piedi o seduti;
le non edificanti dispute suUa disposizione dei banchi o del pulpito; le dotte
dissertazioni sulla maggiore o minore,
diciamo, spiritualità di un momento
musicale evocatore di .un’atmosfera prepredìcatoria.
Ha discuisso, si è appassionato, ma
non si è edificato e non ha edificato,
perchè sostanzialmente egli ha dimenticato il senso della sua vocazione laica.
(segue) Laiews.
Villeggiatura Evaugeliea
a RÍIHA’
. Le possibilità logìstiche della nostra
parrocchia sano naturalmente più modeste che in passato. Tuttavìa, vari fratelli villeggianti degli anni scorsi ci '
hanno già preannunciato il loro ritorno
e qualche posto isolato sì può forse ancora trovare. Come in passato, il Pastore presterà volentiiari la sua assistenza
ai fratelli in fede che lo desiderano.
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Alboi sonore
Dall’Autorità Militare è 'giunta noti
zia alla famiglia che l’Alpino
GENRE GIORGIO
di Beniamin e fu Meytre Luigia, è caduto in combattimento sul fronte russo
il 18 maggio. Egli era nato a Serrevecchio nel 1916 ed era membro della
Chiesa di Rodoretto.
In quesfora di lutto e di tristezza i
membri della Chiesa di Rx>doretto vicini
con lo spirito alla famiglea dell’eroe, il
cui fratello trovasi tuttora al servizio
della Patria, le augurano la véra consolazione nel nome del Signore. A. G.
NotiziedainostfiÀlpiiiì
Alle notizie dai Fronte Russo date
ultunamemte sull’Eoo, fanno seguito altre notizie, ricevute di recente.
Mi scrive un alpino di Bobbio, Stefano Catalin, e mi raioconta con parole
di ccHnmozione quasi fraterna la ctaduta
in combattimento del suo compagno
Giorgio Genre:
Dice tra l’altro: « Il noertro caro e amato fratello Genre era sempire cosi allegro e sempre pensava alla sua cara
Anna e alla sua amata casa patema. Fu
colpito alla testa le cadde a pochi passi
da me e Airtus. Siamo corsi, gli abbiamo
rialzato il capo, era morto. Gli levai
l’elmetto, lo chiamai, non diede più nessun segno. Tre giorni dopo abbiamo potuto ricuperare la salma e lo abbiamo
seppellito in un piccolo camposanto.
Ci è molto rincresciuto non iroter leggeoe alcuni Testi della Bibbia par la
sua sepoltura, ma si doveva ajndare avantì. Tutti gli alpini Valdesi si uniscono
a me per inviare ai suoi le nostre più
fervide condoglianze^ Che il Signore
benedica tutti i suoi cari in lutto e dia
loro la certezza che « Iddio ha dato il
Suo Unigenito Figliuolo affinchè chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia
vita eterna ».
E poi continua: « Noi ora siamo ih riposo: da due domeniche facciamo un
piccolo Culto tutti insieme. C’è anche
Chiavia vicino a noi. Così Artus ci fa
lui da Pastore: prende l’Eco, legge
qualche culto di famiglia, legge alcuni
testi della Bibbia, si fanno alcune preghiere e poi si ritorna all'accampamento ».
Ora questo Eco che vuol daire ai Vaidesi in Italia le notìzie dei Valdesi lontani, arriverà anche nelle terre di Russia e ai mostri fratelli che sono laggiù
vuole dare con queste righe im segpo
del_ nostro affetto. Noi sappiamo che i
nostri Alpini che combattono non hanno solo bisogno delle loro cartuccie e
del loro rancio, ma hanno anche un cuore e hanno bisogno del mostro affetto.
Hanno bisogno che sia la loro Chiesa
- i loro Pastori e i loro fratelli - che li
pensa, che li segue, che prega per loro.
Questo fa loro del bene e li aiuta e noi
vogliamo assicurarli che cosi è.
E vogliamo dire quanto ci rallegra
sapete che fanno il loro culto: vedia
mo idire che questa è ama testimopianza
per noi. Loro ricevono la benedizione
di Dio" attraverso la Sua Parola, e noi
me riceviamo un .tempio e foirse una lezione.
Si, è la lezione più grande che potete
dare ai vostri fratelli che sono niella
Cauesa in' Italia, i quali hanno molto
tempo per leggere la Bibbia e forse non
la leggono, mentre voi trovate , il momento per farlo; i quali hanno la possibilità di un culto staibilito e forse non
lo frequentano, mentre voi vi organizzate un culto; i quali hanno dei Pastori ma ne stanno lontani, mentre voi vi
create un Pastore perchè sentite la necessità di Dio.
Continuate in questo-spirito di semplicità e di adorazione: Dio vi vede e non
può che rispondere alla vostra ricerca e
alla vostra fede con le Sue benedizioni.
Aosta, giugno 1942-XX. B. S.
L’opera in favore dei pri0onieri di
guerra e degli internati tedeschi.
Dal principio della guerra la « Evangeliischesi Hilfswerk » (opera della Chiesa étrangelica luterana tedesca in favore degli internati e dei prigionieri di
guerra tedeschi) invia in tutti i campi
di prigiomierì e^di ¡conoentramento delle
pubblicazioni tómestrali illustrate d’ispirazione religiosa, libri religiosi, tecnici e ricreativi, degli istrumenti musicali ecc., per incrementare in quei campi la vita religiosa ed intellettuale. Le
lettere ricevute dagli internati testimoniano del valore di questa attività.
Un internato così scrive dall’Egitto:
« Vi ho già comunicato di aver ricevuto
la Bibbia ohe vi avevo domandato. Ora
che possiedo una Bibbia sono io che ne
approfitto meno di tutti! Ogni giorno
uno o due dei miei camerati di prigionia viene a chiedermela in preatito per
qualche ora. Sono io stesso m,eravigliato di questo interessamento. Il nostro
bibliotecario è venuto anche lui da me
e mi ha dietto che se volevo fare una
buona azione dovevo consegnargli la
Bibbia con una dedica per la biblioteca
del campo ».
L’Opera delle Diaconesse in Germania.
In giro per il Mondo
Creazione di una Chiesa ortodossa
autocefala in Croazia.
Seicondo im decreto del capo dello "
Stato, Paglaynik, ulna Chiesa ortodossa
croata autocefala è stata creata; questo
decreto concerna circa due milioni e
mezzo di fedeli attaccati fino ad ora alla ,,
Chiesa ortodossa.
E’ stato poi presentato un progetto
di legge relativo ai sussidi di Stato iper
la Chiesa cattolica ed ortodossa! Per
ora ogni sacerdote in carica in una parrocchia di almeno 200. anime ha diritto
ad un'sussidio dello Stato. Il numero
dei sacerdoti autorizzati in ogni parroc- 4'
chìa sarà determinato dal Ministero dei
Culti.
Lo sviluppo della vita della Chiesa
dimostra sempre più che le istituzioni
lavoranti a fianco della Chiesa sono
centri vìventi di abnegazione cristiana,.
Fra queste istituzioni un posto d’onore
La Chiesa ortodossa nell’U. R. S. S.
Ecco alcune cifre relative alla Chiesa
Ortodossa nella Russia sovietica: *
La fede è soprtavissuta alia propa- ■
ganda dei Senza Dio in 60 milioni di
persone.
Nel 1914 la Chiesa Ortodossa aveva
aperte 57.172 chiese e 23.503 cappelle;
oggi ha solo più 4.225 chiese e qualche
cappella.
Complessivamente la Chiesa ha perso
dal 1914 ad oggi un terzo dei suoi fedeli, tre quarti dei suoi vescovi, il 90
per cento del suo clero, il 90 per cento
dei suoi locali dì culto, e O 97 per cento
dei suoi monasteri.
occupa la casa delle diaconesse luterana
dove le suore sono incaricate di occupazioni diverse nel campo religioso, oltre,
naturalmente, ai loro doveri imméldiatì ,
di curare gli infermi.
Il numero delle suore deli’« Istituto
delle diaconesse luterane» a Carlsruhé
è di 650; esse! compiono ü loro ministerio ned dispensari parrocchiali, negli ospedali, negli asili dei vecchi e nei pensionati fenuninili.
- A Casse! è stata creata una nuova
Casa destinata alla formaziotìe delle
giovani candidate al diaconato.
r. m.
I s tantanee
Il piccolo toma trionfante da scuola
con la s^la cartella e, la sua pagella.
« Mamma, c’è da firmare ».
E mamma, che segue con attenzione
gli studi del piccolo, che gli fa recitare
le lezioni, ammonisce ed incoraggia secondo i casi: sa che la firma è una cosa
seria, molto seria per il piccolo. Quindi
si siede, legge con attenzione i risultati,
osserva che qui il piccolo avrebbe potuto e dovuto far meglio, che, qui c’è
stato up pìccolo progresso di cui essa
è soddisfatta; insomma fa un po’ di
quello che in gergo scolastico si chiama
« morale ». Ed il piccolo ascolta compunto, succhiandosi la punta del dito, il
che gli attira i fulmini della buona
mamma ohe gli ricorda:
« Insomma, ricordati che non sei più
un piccolo ». E tutto potrebbe finire lì;
ma il nostro scolaretto ha in serbo una
sorpresa: tra la copertina e Tultima
pagina di uno iscartafaccio ha nascosto,
preziosamente, un’altra pagellina :
quella della religione. E’ una novità,
che vuole la sua brava firma.
E qui la mamma... scoppia:
« Uffa! àncora la religione ci voleva!»
Uno scatto, uno scatto solo, perchè
mamma è prudente e sa che se gli ingegnanti hanno escogitato questa pagellina, qualche buona ragione ce la
possono anche avere; e del resto, anche
se questa buona ragione non ce la vede,
essa è ima mammina prudente e sa
che bisogna sostenere l’autorità dei
ma^ri aniohe quando si dissente su
qualche punto.
Il guaio però si è che il piccolo è molsveglio e quell’« Uffa » lo ha colto al
volo; il piccolo ha pure la memoria molto buona, e sì ricorda che, una volta,
quando non aveva voglia di fare H suo
esercizio di bella, copia e gli era sfuggito
« Uffa », la mammina gli aveva detto:
« Sai, non sta bene dire icosì, non è una
bella' parola: significa (come mi annoia
fare questo; e tu non devi dire uffa.
quando fai il tuo dovere; il dovere non
deve mai essere noioso, ecc., ecc. »
Il piccolo si ricorda molto bene di
quella predica (egli chiama predica tutti i discorsi alquanto lunghi, pieni di
« morale » e di colore oscuro) ed è tutto
stupito che ora, quando vede la pagellina di religione, la mammina faccia
anche lei « uffa » f siccome però è sveglio, ha già osservato che i grandi possono dire molte cose che proibiscono di
fare ai piccoli; e viioeversa possono fare molte cose che proibiscono di dire.
Perciò sta zitto. Però prende preziosamente nota di questo « uffa », e lo incasella attentamente in qualche cassetto del suo cervello. Purtroppo, quei cassetti non sono vuoti, mammina buona.
Ci sono già altri « uffa », e, per strano
caso, si riferiscono tutti alla religione!
« La domenica, almeno si potrebbe
dormire un’ora di più; inveiae c’è la
scuola domenicale! Uffa! »
« Sono già le nove, ed è ora di andare a letto; ma ci sarebbe ancora la religione da studiare; uffa! la studierai
domattina... »
Il piccolo è sveglio, tace e ricorda.
Ricorda che si potrebbe dormire un
ora di più la domenica, se non ci fosse
la religione.
RicoMa (ohe prima c’è raritmetica, la
(Stona, la geografia, lece., jeloc., qppoi,
se c’è tempo, la religione. ' .
Ricorda che la religione si potrà studiare ...domattina, o magari dopodoma
ni.
Un bel giorno, meglio forse un brutto giorno, la buona mammina si stupirà di scoprire che il pieaolo è diventato improvvisamente srrande, che non
ha veglia di andare alla acùola domenicale, che la lezione di religione lo an- ^ noia, che la religione è l’abito che si
metterà domani! Si stupirà ed incolperà la Chiesa che non sa fare, i pastori
che non vogliono fare, le dìmienticherà
tutta la catena di piccoli e grandi compromessi per cui essa, proprio lei, ha
rinunziato a far sentire al isuo piccolo
che la religione è qualcosa di più di una
materia di studio. Essa si stupirà’^ e parlerà di metodi antiquati, di cattivi compagni (0 di tante cose, che potranno anche essere vere; ma un fatto rimane:
nella sua casa il piccolo ha sentito che
la religione è una cosa di cui in fondo
in fondo nella vita^ concreto tessuto di
fatti concreti, si può aspettare che venga un tempo più comodo, un tempo
per oziare.
Il fotografo.
Liceo Ginnasio Yalta Pareggiato
Torr« Pellico
Scuola Nadia
LIcao Qlnaaslo
i
1
Promossi alla lì classe: Avondet Erich, Bertin Umberto, Buttier Filippo,
Costabel Bruno, Decanale Andrea, Dulicchio Piergiorgio, Ferregutti Francesco Germ’ano Samuele, Miohialino Marco, Nisbet Giorgio, Pellegrini Elio, Penna Luciano, Peyrot Alberto, Pons Franco, Scarabeilo Gianpaolo, Tornassi Ermanno, Bouissa Lia, Cairus Ada, Croce
Anna Maria, De Magistris Ada, Filippone Giuliana, Gaietto Giuliana, Galli«
Maria, Gai Liliana, Gottero Fanny, Hugon Germana, Long Alda, Merlo Luigia,
Micol Adriana, Oddino Maria, Pasqualettì Giuliana, Pontet Nella, Revello Elvira, Rodi Carla, Rostan Liliana, Sannini Adriana, Trossarelli Lidia.
Promossi alla IH classe: Benech Enrica, Bertaimio Giorgetta, Beux Maria,
Boero Rol Letizia, Bouchard Giorgio,
Calza Laura, Castagno Ines, Chauvie
Eliana, Chentre Elsa, Ducco Andreina,
Gardiol Arturo, Gherardi Alnna Pia,
Jahìer Elisa, Lehner Silvio, Malan Maria, Malan Mirella, Merlo Germano,
Paltrinieri Lucio, Pascal Ettorina, Pastre Enrica, Pellenc Feriruccio, Peyrot
Paola, Vesco Ive.
ì
Ammessi alla IV Ginnasio: Bouissa
Silvio, Bounous Laura, Charrier Angelo, Goss Paola, Jahier Marina, Jourdan
Fernanda, Lesca Riccardo, Pontet Maria Luisa, Sannini Lidia, Trosisarelli
Luigi.
Promossi alla V classe: Bounous Gustavo, Bourlot Mario, Carrera Edda,
Duoco Fausto, Fattori Emilio, Long Roberto, Martignon Remo, Ricca Ester,
Tron Genoveffa, Corsani Ferruccio.
Ammessi al Liceo: Lagostena Laura,
Pascal Alberto, Peyrot Emilio, Rollier
Paolo.
J’romossi alla II Liceo: Comba Laurentia, Qersoni Marina, Pons Teofilo,
Ravera Aldo.
Promossi alla III Liceo: Corsi Carlo,
Goss Margherita, Menghi Giorgio, Richaud Nella, Rollier Franco, Ughetti
Cesare, Corsiani Bruno.
Dichiarati Maturi nello Scrutinio finale: Amisano Gino, Bertalot Germana,
Bosco Renzo, Comba Aldo, Geymonat
Daniele, Sibille Andrea;
Per Cascina vicinanze Pinerolo 45
giornate - bestiame da latte . cercasi
famiglia 2-3 uomini - contratto bovaria - per S'. Martino prossimo, Rivoiaersi al giornale. -
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CRON/IC/1 V/ILiyE5E
Ì>eiM»ERO-NANIOLIA
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La comumità ha avuto, domenica 14
comelnte, la gxiadita visita del pastore
plrof. Luigi Micol che fu il conduttore
di questa parrocchia durante 10 anni é *
che da 10 anni l’ha lasciatta per consacransi airinsegnamento (al Collegio di
Torre Plellice.
‘fr -, . .
Un gran ninnerò dei suoi ex parrocchiani hanno voluto salutarlo e ringraziarlo per il suo messaggio particqlaranente adatto' ai tempi attuali, ricordando altresì il suo minisiterio in seno
a questa congregazione.
— La vendita di beneficenza* tenuta
nel ipomeriggio della domenica 14 corrente ha dato risultati ottimi. Kingraiziamo sentitamente le numerose famiglie che hanno contribuito e tutti coloro che vi hanno partecipato.
#INEDOLO
.Sabato, 20 corrente, è iStato celebrato
nella nostra Chiesa il matrimonio di
Peyrcmel Corrado, da S. Germano, la
cui famiglia è oriunda di Bramollo, con
Pons Emma, sorella deU’anziaino di San
■Secondo, sig. Pons Remigio,
• Dio benedica questi cari sposi ed il
doro nuovo focolare!
PRAHOaTlNO
Battesimi. Forneron Guido e Evelina
(Roc dar Gay) e CostautìTiQ Ado Giò■vanna (Massera). Il Signore accompagni, con la sua grazia, queste tenere
creature.
Matrimonio. Sabato 20 coir, sono stati uniti in matrimonio Giordan Bartolomeo e Bocchiard Lina. Ai novelli sposi, stabiliti ad Angrogna, i piu fervidi
auguri di celesti benedizioni.
— Lunedì 15 giugno, malgrado il
l', tempo incerto, i bimbi della nostra
i Scuoila domenicale hanno fatto la loro
annua gita ed hanno trascorso juna giornata incantevole al colle della Vaccera.
— La colletta dei nostri due culti della domenica 28 giugno andrà a favore
«delPEco ai militari. La raccomandiamo
i 'vivamente a tutti..
SAN GCRMAMa CmSCffiKE.;
i
I TORBE PELLICE
Il culto di domenica prossima 28 corrente, alle ore 10.30, sarà presieduto dal
pastore Ermanno Rostarù Tutte le famiglie dei nostri,soldati in Balcania potranno, dopo il culto, chiedere notizie
dei loro cari al Cappellano che terminata la breve licenza, ripartirà per raggiungere il suo posto dì missione,
— Domlenica sconsla ha avuto luogo il
Saggio dell’Asilo Infantile. I bimbi hanno ottimamente recitato e cantato sotto
resperta e amorevole guida della sigma
Lisetta Rostan. G. B.
Ï
Domenica prossima, 28 corrente, a'vranno luqgo due riunioni: uhai, alle ore 15, presieduta dall’evangelista sig.
‘Oorsani, ai Simondi; l’altra, pure alle
ore 15 aU’Inverso Bruni.
Iddio ha richiamato dia questo mon,«do la signora Davit Maddalena vedova
'Gwrdano, all’età di 75 anni. Essa era
.molto conosciuta in Torre PeUice, il suo
lavoro mettendola giornalmente a
contatto con molte persone. Molte
sofferenze ebbe durante la sua vita, e
»ella le sopportò coraggiosamente con
Faiuto celeste. Il Signoire mandi il suo
spirito da consolatorie sulla famiglia afflitta.
PER ECO Al MILITARI
Gay Emanuele, L. 10 - Forneron Giòvanni, 5 - Unione Giovanile Valdese di
Prali, 100 - Long Adolfo, 15 - Classe 4*
e 5® dì Rorà, 34 - Margherita Monnet, 5
- Chiesa di Angrogna, Serre, 150 - Su-samna e Luigi Poet, 50 - Carlo Gay, 5
- S. Ten. Gay Enrico, 50 - Azzcmi Anita
e Rivaroli Angelo, 10 - Anita Turin, 20
- Gay Palmira, 5 - Brigadiere Giovanni
Chiavia, 25 - Peyrot Emilio, 20 - Viglielmo Amandina, insegnante, 15 - Famiglia Toum, 10 - Caperai Magg. Gardiol Arnaldo, 20 - Amoul Clementina,
2 - Ricca Anna, 5- Dal ricavo dì una serata prpmilitari, l’Unione Valdese di
Torino, 100 - Blesmat Giovanni, 10 Genre Elvira, 5 - Colletta Pesta Corali
a Pomaretto, 260 - Cannoniere Lageard
FiUberto, iriconosoente di aver potuto
leggere il giornale sulla sua nave da
battaglia, 20 - Famiglia Rochon Carlo,
20 - Balmas, 10 - Geniere Bleynat Enrico, 20 - Leger Giosuè, 5.
Doni Ricevuti dal Cassiere
410,
Per Collegio:
Colonia Valdese di Ginevra L.
Per Emeritazione:
Maria Viertu, neli’ann. morte
madre ^ » 500,—
Per Asilo dì Vittoria:
Salvatore Giandinoto, Catania » 10,—
Celi Viola, Catania » 2,—
Firatelli Leotta, Catania, in
mem. dei loro cari defunti » 150,—
Adelaide Suecois, in mem. past.
Emilio Rivoir » 50,—
Maria Fortuna » 25,—
B. Panasela, in rie. past. Banchetti » 50,—
Id., Id. Muston » 50,—
Per Istituto Gould:
Caveglia Giulia, Torre Pellicie » 100,—
Adriana e Gius D’Orìa, in mer
moria giov, P. Kasser > » 50,—
Giovanni Carrozzi, Novara » 100,—
Per Istituito femminile di Firenze:
Vittoria D’Angelo Cecchini » 100,—
Mimi Ebert, in mem. Paolo Otto Kasser » 25,40
Lìly Gìatmpiccoli, in occasione
sue nozae » 500,—
Adolfo Giampiccoli, in occasione nozze figlia » 1000,—
Maria Fitamaurice Solari » 100,—
Colleitta Pasqua Carunchio e
Diaspora ‘ » 91,—
Per Istituto di Vallecrosia:
Ezio ed Enrictr RnstoTi, .<=1
mano » io,—
Elena e Mary Vinçon, Id. » 20,—
Macchioro Bianca » 20,—
Per Orfanotrofio di Pomaretto:
Adolfo Giampiccoli, in occasione nozze figlia
LRy Giampiccoli, in occasione
sue no?:ze » 500,—
Mirella e Sergio Bianconi, in
mem. cuginetta Nella Bert » 25,—
Coniugi Immovilli, Levanto, in memoria
de» loro Cari:
per Orfanotrofio di Pomaretto » 25,—
per Istituto di %’allecrosia » 25,—
per Istituto Gould » 25,—
per Istituto Femminile di Firenze » 25,—
per Diaconesse » 25,—
per Orfanotrofio di Torre Pel. lice » 25,—
per Rifugio Carlo Alberto » ■ 25,—
per Asilo di San Germano » 25,—
per Asilo di Vittoria » 25,—
per AsUo di S. Giovanni » 25,—
per Asilo Italia » 25,—
Jìl memoria di Arturo Manswino, lo Famiglia:
per Asilo di S. Germano » 50,—
' per Rifugio Carlo Alberto » 50,—
per Diaconesse » 50,
per Orfanotrofio di Pomaretto » 50,—
per Orfanotrofio di Torre Pellice » 50,—
per Istituto di Vallecrosia » 50,
per Ospedale di Torino » 50,—
» 1000,—
TORRE PELLICE; Due appartamenti,
con mohilia si affittano, preferibilmente
a operai della Chiesa. Rivolgersi al Pastore.
Per il culto di famiglia
Lunedi Lettura: Salitni 38; Giobbe
29 Olugno 25 e 26.
«EU mondo passa via con la sua
concupiscenza, ma chi fa la volontà di
Dio dimora in eterno » (1 Giov. 2:17).
« Mondo » è tutto quanto si oppone
a Dio ed al Suo Régno. Il sonore, il
principe di questo mondo è Satana.
Móndo è la nostra vita quando non è
diretta, governata, determinata dalla
Ptarola di Dio, ma da altri signori e da
noi stessi. Il mondo fuori di noi ha un
potente alleato in noi: Fuomo carnale,
l’uomo vecchio, l’uomo Hel peccato in
noi sempre risorgente che ci invita a
non approfondire il senso e lo scopo della nostra vita ma a viverla egoisticamente nella concupiscenza .della carne e
diegli occhi, nella superbia.
SMa questo « mondo » talora maestoso
ei potente, talora umile e seducente che
ci vuole, servi suoi e che continuamento ci tenta e seduce è destinato a. perire
con la sua , concupiscenza. Questo Fannninzìo della Scritturlai II mondo con
tuto sua potenza- èj in realtà un
mondo già vinto da Cristo. Questa vittoria di Cristo sul mondo non la vediariio'’oggì; siamo chiamati a « crederla »;
la S?)edremo qu|and<i( til Regnò di Dio
veajpà.
Chi è servo del mondo pietìrà con
ei^; dimora in eterno solo chi /a la volontà di Dio: cioè chi crede in Colui
<àie Dio ha mandato e lascia che la sua
vita sia un continuo ed umile servizio,
liitìa 'Silenziosa e fedele obbedienza a
Colui che ha dato per noi la sua vita
e:.Ci ha rigenerati col Suo Spirito onde
non camminassimo più nelle tenebre,
ina in novità di vita ala Sua gloria.
Hsrtwil Lettura: Atti 12; 1-17;
SOOfugBo Giobbe 27.
« Non vi lascerò orfani: tornerò a
voi » (Giov. 14; 18).
..I discepol ai qual Gesù rivolgeva
questa promessa erano chiamati a non
lasciarsi scoraggiare dal fatto che Gesù
stava per lasciarli ma a protendere lo
sguardo della loro fede costantemente
verso il giorno in cui Gesù Cristo sarebbe tonnato a loro neUa, gloria del
Suo Regno. jqueista sparimza- doveva
illuminare la loro vita.
Così è per noi oggi chiamati ad essere la Chiesa « del Signore ». Noi siamo oggi nella notte; ma nella notte in
cui camminilamo siamo lluminati già
dal riflesso della luce del Regno dì Cristo che sta per veinire e questa luce
deve costàntemiente orientare la nostra
vita quotidiana; la Chiesa offri non è
ancora unita a Cristo il suo sposo, ma
essa, fonejata sulle promesse di Dio, sa
che lo sposo verrà ed il suo campito è
di attendere, vegliando e pregando senza stancarsi mai, il Signore che viene.
Là Chiesa è oggi sotto la croce in un
mondo che crocifigge il Figlio di Dio,
ma sulla croce cadono i raggi dell’imminente mattino del giorno della resurrezione.
« Tornerò a voi »: questa promessa è
il segreto ,e lai sola ragione della , vita
della Chiesa: è la luce che brilla nella
notte. In questa notte lo Spirito mandato dal Padre tei attesta che la nostra
attesa non è vana; in questa attesa noi
spezziamo il pane e beviamo il vino della Cena, segni della nostra povertà e
promessa della nostra ricchezza in Cristo annunziando senza s-liaincarci la morte e la resurrezione del Sìginore « finché Egli venga ».
NercoUdl Lettura: Ebrei 2: 1-10;
1 Luglio Giobbe 29.
« Come il Padre mi ha amato, così
anch’io ho amato voi: dimorate nel mio
amore ». (Giov. 15; 9).
Gesù Cristo ha amato noi come il
Padre ha armato Lui. Inutile da paarte
nostra tentare di « farci un’idea » della
« larghezza, lunghezza, altezza, profondità di questo amore ». E’ un amore che
sorpassa o^ cònoscenza nostra limita- '
ta ed umana. Non possiamo neanche
lontalnamente concepire l’intensità di
amore con *^oui il Padre ha amato il
Piglio. E qualunque concezione noi ci
facciamo dell’amore onde Gesù Cristo ci
ha amati sarà sèmpre lontana dalla
realtà di questo amore. L’amóre di Gesù Cristp per boi ha un segno; la croce;
la croce davanti alla quale la sapienza
e la conoscenza umana tacciono o* sì
scandalizzano neUia iincomprensione; la
croce davanti alla quale un solo atteggiamento è possìbile: la fede. L’amore
di Dio per noi in Cristo non cì è spiegato dalia Scrittura, ma ci è « annunziato » come la buona novella straordìnalria ed isscomprensibile alla ragione
nostra.
Questa buona novella noi siamo chiamati ad udire, ricevere, ciredere, vivere.
« Dimorate nel mio amóre» dice Gesù. Ciò significa che dobbiamo badiatre
di non rendere vano il dono delFamore
di Cristo per noi con la nostra incredulità e la nostra tiepidezza. Il modo di
' dimorare nel Suo amarle ce lo indica
Gesù steteBó al versetto 10: « sie osservate i miei comandamenti diin,orerete hel
mio amore». Quando cioè l’annunzio
delFamore di Cristo per noi ricévuto
per fede farà di noi degli uomini riconosdenti ed ubbidienti alla Parola del
Signore, viventi non più per sé stessi
ma per Dio, servitori Suoi, che Lo amano e si amano l’un l’altro, allora noi dimoreremo nell’araore di Cristo in quanto. Egli dimorerà costantemente in noi.
VP
Giovedì Lettura:: Atti 12: 18-25;
2 Luglio Giobbe 28: 1-11,
« La, parola del Signore permane in
eterno. E questa è la Parola della Buona Novella che vi è stata annunziata ».
(1 Pietro 1: 25).
L’apostolo Pietro ricorda ai credenti
che chi li ha riscattati e rigenerati, chi
purifica le loro anime, chi crea e mantiene tra loro i saldi legami di un amore
intenso e non finto è la P.arola di Dio.
La Parola di Dio è il solo fondamento su cui deve mantenensi la vita della
Chiesa. Ogini altro fondamento su cui
la Chie:^ può essere tentata di costruire la sua vita crolla inevitabilmente
trasOinandoia ,can...sè... Ma. neanche-le .
porte tìell’infemo potranno ^muovere
quella Chiesa che è saldamente edificata .sula Parola del Signore. Infatti
questa Parola, dice l’apostolo e prima
di luì il profeta, « permane in eterno ».
E’ la Parola rivolta da Dio anticami^nte ai patriarchi ed ai profeti; è la
Parola fatta carne in Cristo Gesù. E’
Gesù Cristo infatti che edifica, guida,
protegge la Sua Chiesa dagli attacchi
di Satana e del mondo. La vera Chiesa non conosce la voce degli estranei,
ma solo quella del Suo Signore; non
vive delle parole degli uomini di quei
sto mondo, ma della sola Parola del
suo Dio. ,
Ogni doinenica, nei nostri templi, im
uomo sale su un pulpito. Che cosa fa
quell’uomo ? Un discorso più 0 meno
riuscito ? No. Egli nella sua debolezza
di uomo e sorretto unicamente dalla
certezza della sua vocazione e dalla sua
fede annunzia alla Chiesa la Parola della Buona Novella, fa conoBcere, ispirato da Dio, alla Chiesa il suo Signore.
E nella debolezza di quell’uomo, Dio,
per grazia, compie la Sua potenza;
nella sua infedeltà Dio rimane il Fedele, nella sua parola umana Dio si compiace annunziare alla Sua Chiesa la
Sua parola vivente che crea la fede e la
vita ed opera efficacemente in chi crede.
Senza la Parola di Dio non vi è Chiesa,
non vi è vita, non vi è salvezza. Senza
Cristo non siamo nè passiamo, fare
«nulla». 'I .-r
Venerdì Lettura: Ebrei 1; Giobbe'
3 Luglio 28: 12-28.
« Ravvedetevi dunque e convertitevi
onde i «ostri peccati siano cancellati, affinchè vengano dalla presenza del Si-
4
t»'_ r. ' y* ÿ
INMD -tìltlS'■ WAIJUI lÀLMEi
5
,^¡1*
gnore dei tempi di refrigerio e Ch’Egli
vi mandi il Cristo che v’è stato destinato ». (Atti 3: 19-20).
L’Evangelo ci annuncia la venuta del
« giorno del Signore », giorno nel quale
Gesù Cristo verrà nella Sua gloria a
giudicare il mondo. Questo giorno sarà
per il mondo senza Dio^un giorno d’ira
e di sgomento. Allóra il mondo che
avrebbe potuto e non ha voluto ^credere in Cristo, vorrà credere ma non- potrà
più.
L’apostolo, in vista di quel giorno,
ci invita a ravvederci ed a convertirci
onde quel giorno sia per noi un tempo
di refrigerio.
Ravvedetevi, cioè rivedetevi da un
punto di vista radicalmente diverso da
qitóllo che avete adoperato sinora. F’nora avete esaminato voi stessi alla luce
del vostro buon senso, della vostra ragione, della vostra morale, della vostra
coscienza; ora esaminatevi alla luce
della Parola di Dio icihe è lo specchio
die solo non vi inganna sul vostro vero
stato di peccatori davanti a Dio.
Convertitevi, cioè voltatevi, camminate in senso opposto a quello sinora
seguito. Allora ciò che per voi era l’essenzialie diventerà insignificante o relativo e ciò che forse prima era solo ai
margini della vostra vita diventerà invece eiSsenziale, dominante nella vostra
esistenza.
Voi siete chiamati (non una volta
per tutte,* ma continuamente) a non
conformarvi ai vostri pensieri ed alle
vostre Vie, ma ai pensieri ed alle vie di
Dio. E se non c’è ogni giorno in voi questo capovolgimento di valori, l’Evange
10 è rimasto estraneo alla vostra vita ed
11 vostro Cristianesimo non è/altro che
un abito, una pia ipocrisia.
Lasciate che l’Evangelo compia in voi
la sua opera, apra la vostra mente, trasformi, vivificando, ü vostro cuore. Allora il ^orno del Signore sarà per voi
giorno di paces, di gioia alla presenza del
Cristo che vi è stato destinato.
Lettura: Ebrei 2: 11-18;
4 Luglio Lam. 3: 22-32.
« Poiché non abbiamo qui una città
stabile, ma cerchiamo quella futura.
(Ebrea 13: 14).
•La città futura di cui parla l’autore
della epistola è Gerusalemme celeste,
il Regno di Dio.
Il credente è chiamato a vivere nel
mondo sapendo che la figura di questo
mondo passa; è chiamato ¡ad essere
quaggiù un pellegrino. La via è aspra
talvolta e siamo tribolati ed angustiati
da prove le tentazioni; ma la speranza
del Regno che viene ci sorregge e ci
sprona. Talvolta la via è comoda, spaziosa, piacevole; siamo tentati di fermarci, di riposare, di addormentarci, ma
la Parola ci avverte nuovamente che
non siamo ancora alla mèta e che ci tocca ancora camminare, credere, sperare.
Noi non viviamo abbastanza nella
luce del Regno. Siamo per natura inclini a vivere come se l’economia presente
fosse definitiva e ci attacchiamo a tutto
ciò che rende o sembra rendere la vita
comoda, facile, piana, ricercando il nostro benessere prima di tutto e fuggendo ciò che rende la vita incerta ed aleatoria.
Fondiamo la nostra esistenza su ciò
che vediamo e non su ciò che crediamo.
Ma siamo invece chiamati a cercare e
ad (attendere, come 'Abramo, la città
celeste di cui per fede siamo già fin da
ora cittadini quaggiù, la città eterna il
cui costruttore ed architetto è Dio.
Edoardo Aime.
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Via P. Clotilde, 44 - Torino Luserna San Giovanni (Torino)
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Indiriizl di Chiese Valdesi
I DISTRETTO:
Angrogna — Pastore : Arnaldo Combà.
Angrogna (Serre) — Pastore Edoarda »
Aime.
Bobbio Pellfce — Paatore : . Alberto
Ricca.
Luserna San Giotxmni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico TTon.
Perrero — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu.
Prali — Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastóre : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclàretto — Pastore r Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
S'ari Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino — Chiesa: Corso Vittorio Em.
II (angolo Via Principe Tommaso) Cappella: Corso Principe Oddone, 73
- Pastori: Elio Eynard, Via Pio V, 15
- Roberto Comba: Via Berthollet, 34.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jai
hier.
II DISTRETTO:
Abbazia: « Chiesa dì Cristo ». Culto alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiume.
Aosta; Chiesa: 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo
n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza Funicolare Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Forneron (ivi).
Carema: Da Ivrea: seconda domenica.
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Cpazze: Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felonica Po: Chiesa Valdese - Pastore
Lami Coisson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (eulto ore 10) - Pastore C. Gay,.
Salita F. Colombo, 8.
Ivrea: Chiesa Valdese: Corso Botta, 5
- Pastore A. Vinay, Casa Bavera,
Via Cascinette.
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Pastore Enrico Tron - Via Euripide, 9
Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Pìedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alberto - Cidto prima domenica del mese
(da Ivrea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Felonica Po).
Susa: Chiesa: Via Umberto I (da Torino).
Tmmonti di Sopra: Chiesa Valdese (da
Trieste: Chiesa: Via S. Maria Maggiore
- Pastore Guglielmo Del Pesco, Piazza Libertà, 6.
Torrazzo Piemonte: Chiesa Valdese (da
Venezia).
Ivrea) terza domenica.
Verona: Chiesa: Via Duomo (da Brescia).
Viering: Chiesa Valdese (da Aosta).
Venezia: Chiesa: Palazzo Cavagms S. Maria Formosa - Pastore E. Ayassot (ivi).
m
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III DISTRETTO:
Barga: Chiesa Valdese (da Pisa).
Borrello: Chiesa Valdese (da Carunchio).
Bordighera: Chiesa ai Piani di Vallecrosia - Pastore Davide Pons - Piani
di VaUecrosia (Imperla).
Campobasso: Chiesa Valdejse: Pastore
P. V. Panaacia.
Carunchio: Chiesa Valdese - Evangelista S. Scuderi.
Firenze: Chiesa: Via dei Serragli, 51 Pastore Emilio Corsani (ivi) - Chiesa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. Vinay (ivi).
Forano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese
- Pastore Enrico Pascal.
Genova: Chiesa: Via Assarqtti - Pastore: Francesco Peyronel - Via Curtatone, 2.
La Maddalena: Chi^a Valdese (da
Roma).
Livorno: Chiesa Valdese - Via G. Verdi
3 - Pastóre A. Ribet (ivi).
Lucca: Chiesa; Via G- Tassi, 18 (da Pisa)’
Pescolanciano: Chiesa Valdese (da Carunchio).