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^oma, 6 íBennaio ^9^0 = 2lnno m
rubriche? — Scienza e
. viiiii iU-i-HJ » religione. — La buona morte.
— Anime ideali e anime prave. — Profili di riformati italiani — Pagine di storia — Nella peni
‘ sola e nelle isole — Nella romagna appenninica
— Il 28 dicembre a Messina — I nostri morti
— Miss Mackenzie — Oltre le alpi e i mari —
Tra i pagani - In sala di lettura — Pro Piedimonte — Moody — Pensieri — Sotto l’incubo !
e¡
Nuove rubriche?
Non siamo contenti della Luce ; ma non per la
ragione espressaci qualche volta da cari Amici, i quali
vorrebbero un giornale per le persone poco colte esclusivamente. Se quei cari Amici, dimenticassero per un
momento Fambiente in cui con tanto zelo e con fratto
lavorano, e potessero dare una guardatina ai nomi dei
nostri Abbonati, si avvedrebbero che la Luce non può
e non deve divenire un giornaletto terra terra ad uso
unicamente del popolo, che in Italia purtroppo non
brilla per molta istruzione. E’ certo una difficoltà gravissima questa contro la quale ci dibattiamo ; poiché,
alla fin dei conti, la Luce è anche per il popolo, vuol
essere il giornale di tutti. I nostri Amici ci aiutino
a superare, per qnant’è possibile, la difficoltà indicando ai Lettori loro conoscenti poco istruiti le rubriche, gli articoli più adatti per loro. Pretendere che
il periodico divenga tutto popolare da la prima aU’ultima parola è un sogno bell’è buono, il qual prova che
i nostri Amici non si rendono conto esatto dei bisogni
svariati dei nostri Lettori appartenenti a tutta la scala
sociale e intellettuale. Secondo noi anzi, in questi tempi
in cui giornali e periodici — dal Giornale d’Italia al
Coenobium — si occupano di religione, sarebbero necessari articoli sodi (non diciamo astrusi ; ma come
ottenere una chiarezza perfetta, trattando di alti argomenti ?) articoli sodi di apologetica specialmente ; la
quale può fare un gran bene, quando sia fondata non
su premesse dommatiche, ma sui fatti.
Siamo scontenti della Luce ¡ ma per altre ragioni.
La Luce ci sembra troppo fredda, ci sembra un qualche
cosa di troppo cattedratico, ove non si sente abbastanza
palpitare la vita spirituale, la vita del Cristo. E però
noi andiamo ansiosamente pensando, a scoprire un rimedio ; chè a un tran tran pacifico di settimana in settimana
noi non ci rassegneremo mai. Perchè, o Lettori, non
parlate franco e non ci svelate il vostro pensiero ?
perchè non ci aiutate col vostro consiglio a migliorare
la nostra Luce ? Non ci dite però — di grazia —
ch’essa non è abbastanza polemica : la controversia volgare ha fatto il suo tempo ormai. Lotta contro il clericalismo freddo e ipocrita, sta bene; ma sommo rispetto per le anime cattoliche romane che , non sono
ancora riescile a discernere l’errore della loro dottrina
e la soave verità della dottrina cristiana. — Non ci
dite neppure che sarebbe bene d’infiorar la Luce di
versi, di ’poesincole più o meno ben fatte. No, Amici I
La poesia è come la musica : o perfetta, e allora am
malia o, se no, mette addosso la voglia di scappare.
^ Noi vorremmo soppressi tutti gli strimpellatori di
pianoforti e di violini e tutti gli straziatori d’orecchi
che verseggiano per non saper che fardi meglio.
Non ci date di questi consigli, chè — ve lo diciamo
fin d’ora — non li potremmo accettare ; e non pretendete mai che il vostro modo di vedere sia approvato
sempre e senza restrizioni: un altro Lettore potrebbe
averci suggerito un qualche miglioramento preferibile
al vostro. Chiaro è, in ogni modo, ohe i vostri pareri
dovranno passare per il crogiolo del nostro personale
buon senso e della nostra personale coscienza.
Quanto a noi — non sappiamo, se le idee che stiamo
per manifestare, vi vadano — ma noi, ecco, a render
meno freddo il periodico, vorremmo — col vostro consenso — introdurvi nuove rubriche ; queste per esempio :
1) Dei sermoncini, degli schizzi omiletici, per uso
di chi deve spiegar alla semplice l’Evangelo.
-2) E meglio ancora. Una rubrica destinata ai cristiani appartati, che vivono soli o quasi soli in mezzo
a tutta una popolazione o incredula o superstiziosa.
Quanta responsabilità! Quante difficoltà! Se questi
cristiani ci scrivessero, per aprirei il loro cuore, per
chiederci simpatia e incoraggiamento, che bene ne
verrebbe a loro, ad altri testimoni solitari del Cristo
ed anche a noi ! Scriviamo, scriviamo, ma spesso ci par
di predicar in una sala vuota. Non sentiamo il palpito
del vostro cuore, cari Lettori. Manca la « soave corrispondenza » di affetto cristiano tra scrittori e lettori.
3) Inoltre. Una ruhrichetta per le anime angosciate,
assalite dalla miseria, dal lutto, dal dubbio.
4) E poi un vivace carteggio tra i giovani, tra le
giovani e noi, in cui ci palesino le loro debolezze,
i loro sogni, le loro speranze, i loro propositi, I loro
dubbi del pari, i loro entusiasmi, il loro amore per
Gesù Cristo; lasciando però da parte l’eterno tema
obbligato delle cose non pure, che non si devono « neanche nominare » tra noi — come vuole l’Apostolo ______
per trattarne ; ma che sono — come consiglia lo stesso
Apostolo — da nominare solamente per « riprenderle ».
5) E finalmente, richieste di spiegazioni, non sul
* Leviatan », nè sul « Seia », nè sul numero 666, nè
su l’Anticristo; ma sui passi pratici, ove si indovini
un eccitamento all’azione, alla vita, che dev’essere una
imitazione di Cristo !
Tutto ciò, senza pretese per parte di chi ci scrive
di vedere le sue lettere (che potrebbero anch’ essere
lettere di persone senza cultura letteraria) pubblicate.
Guardiamoci da la vanità ! e lasciamoci unicamente
guidare da quel bisogno che tutti dobbiamo provare,
dal bisogno di concorrere al bene nostro e di tutti.
Noi non abbiamo mutata idea, no : un giornale non
, varrà gran che, se non sarà fatto da tutti. Provate,
cari Fratelli, e sentirete lo Spirito di Dio alitare attraverso le colonne del nostro e vostro periodico I
La Direzione
Il Traroonto di Roma dell’eoo padre prof.
G. Barioli è stato tirato in un volume separatamente, € tra breve sarà posto in
vendita.
SCIENZA E RELIGIONE
NON C E’ PI SS IP IO!
Pagine d’ Albo
Avete voi la gentile abitudine di far tesoro dei migliori pensieri che ritroviate meditando o leggendo?
Se l’avete, vi prego d’aggiungere nei vostro Albo le
pagine seguenti.
La prima pagina è di Oreste Murani, professor di
Fisica sperimentale al Politecnico milanese.
« D’onde veniamo ? Che cosa siamo? Dove andremo?
Sono queste le eterne domande ohe gli uomini si rivolgono,.alle quali nè i filosofi nè gli scienziati hanno
mai saputo dare una sicura risposta, ed è molto probabile che non potranno darla mài.
Or non è molto tempo trascorso, dacché alcuni tra
essi avevano creduto di poter confortare colle osservazioni microscopiche le antiche dottrine matèrialiste
« che 1’ anima col corpo morta fanno > ; vale a dire
che il pensiero non è altro che un moto molecolare
del cervello. Ma scoperti, per così dire, i tasti e le
corde dell’ istrumento, si è fatta subito la domanda :
« E qual è l’agente che li mette in moto ? »
È certo che la scienza è progredita sostituendo al
dato deUa fede il rigore della ragione ; ma è questo
stesso rigore della ragione che conduce al dubbio o,
meglio, alia nebbia dell’ ipotesi. »
Quest’ altra pagina — forse più chiara — è d’ un
Francese, dell’Abelous, professore presso la Facoltà di
Scienze all’Ateneo di Tolosa.
« La^ religione e la scienza costituiscono esse due
domini assolutamente incompatibili (irréductibles) t
No, la scienza non è in grado di provar nulla nè prò
nè contro la fede... Lo spirito religioso e lo spirito
scientifico non sono nemici, e l’uno non ha a distrugger l’altro nell’umana evoluzione. Non c’è anzi alcuna
antinomia; bensì piuttosto c’è un vincolo stretto di
parentela tra il vero spirito scientifico e il vero spirito religioso. Che cos’è infatti lo spirito scientifico?
—E’ il bisogno di scoprir la verità circa all’universo.
E che cos’ è lo spirito religioso ? — E’ il bisogno di
scoprir la verità circa alla destinazione nostra, circa
alla nostra origine e al posto che occupiamo nella
natura ».
Adesso, eccovi qualcosa del professor Teodoro Flournoy, docente di Psicologia sperimentale all’Università
ginevrina, autore d’ opere pregevoli, direttore col Claparède degli Archives de Psychologie a cui collaborano dotti d’ogni paese, e anche d’Italia.
Nel suo Genie Religieux il prof. Flournoy dice agli
studenti cristiani ;
: Non abbiate paura della scienza ; perch’ ella diviene anzi un’ amica a chi si dia la briga di saperla
intendere. Soprattutto non temiate eh’ ella possa mai
nulla contro alla fede vostra, perchè la fede e la scienza
appartengono a ordini diversi. La scienza è neutra,
muta, € agnostica » per ciò che concerne il substrato
delle cose, il senso supremo della vita. Abusano di
lei quelli che, in nome suo, stabiliscono dommi, di
qualunque sorta essi siano, dommi materialistici oppure spiritualistici : non le chiedete dunque mai ap-
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LA LUCE
poggio a favore delle vostre convinzioni, che sarebbe
un appoggio ingannatore come quello d’una canna, e
ne rimarreste scalfitti. Sappiate però eh’ ella non
prova nulla del pari a favore delle dottrine contrarie, e che vi illudono o sono illusi coloro che si mettono in testa di poter cavare da essa una metafisica
alla Büchner o alla Haeckel ».
iE notate anche queste altre poche parole, che il
Plournoy ha proferite nel recente Congresso internazionale di Psicologia adunato in Ginevra dal 2 al 7
agosto 1909.
« La scienza non può affermare e non può negare
l’esistenza di Dio.
Dio supera la scienza...
Siate quel che vi garba essere : la vita eccede la
scienza : abbiate cura di non ve lo dimenticare. »
Ancora una pagìnetta pel vostro Albo.
Questa è del professor Pietro Bovet, che insegna
filosofia aH’Accademia di Neuchâtel.
E’ bellina ! Sentite.
^ Le bon Dieu a fait les fleurs (Il Signore ha^fatto
i fiori) : così cantano i bambini svizzeri in un certo
loro inno. Ci son de’ dotti Botanici che potrebbero
cantar come que’ bambini, senza dover per ^ questo
sconfessar nulla dei propri lavori. Del pari, molti
•degli Psicologi che preser parte al Congresso ginevrino — senza punto rinunziare a ragionar di automatismi, di subcoscienza, eccetera — avrebbero
esitato a dire : c Dio è colui che ispirò i profeti e
convertì Saulo da Tarso e Pascal » e non sarebbero
— ciò dicendo — caduti in nessuna contraddizione ».
Sé non erro, da tutte queste nuove paginette, ch’io
vi ho proposte per il vostro Albo, scaturisce più o
meno limpidamente una stessa idea. Questa. tra
sdenta e religione non e’ è dissidio ! E’ un’ idea che
mi piace assai, perchè... e anche... la mia.
A me quest’idea — che tra la Scienza e la Religione
non sia inimicizia di sorta —pare bella e giusta, ma
non so se ella faccia il medesimo effetto a voi. Non
ignoro che v’è chi —senza malizia, anzi con ottime
intenzioni — la respinge. Sì che sarà bene eh’ io mi
armi alla meglio e corra arditamente una lancia a
favore di questa che è tra le mie idee maggiormente
.predilette.
Patti chiari !
E......amicizia lunga !
Quando dico : . Tra Scienza e Religione non c’ è
• dissidio » io non penso alla Teologia ; oppure sì, ci
penso, ma penso alla mia teologia. La Teologia è, se
non altro, il concetto (esprimiamoci alla semplice) che
taluno si è fatto della Religione. Di sistemi teologici,
nel mondo, è tale varietà e tale abbondanza, ohe chi
t5i si raccapezza è bravo.
Io vorrei mostrarvi che c’è concordia, o accordo, o
almeno che non c’ è discordo, non già tra la Scienza
e la Teologia così in generale, ma tra la Scienza e
la mia Teologia, cioè tra la Scienza e la Religione
•come la intendo io.
Altri ripeterà il tentativo a favore della Religione
come l’intende lui... Padronissimo ! Faccia pure 1 Io
non ci ho ohe ridire, come non ci ho che vedere. Ciascuno difenda il suo: l’è troppo giusta.
Un’altra piccola avvertenza.
Quand’ io parlo di accordo, di concordia, quand io
dico che tra Scienza e Religione « non c’è dissidio » è
mille miglia lontana da me l’idea ridicola che la Religione e la Scienza siano una stessa cosa o che pos
sano mai coincidere, come coinciderebbero due trian
goli dai lati rispettivamente eguali, se noi li sovrapponessimo 1’ uno all’ altro. No, questa fantastica idea
non mi si è neppur affacciata alla mente. La Scienza
non è la Religione ; a quella guisa cheUa Medicina
non è la Numismatica; a quella guisa che la Numismatica non è una... moneta 1
Si è mai la Numismatica abbaruffata con la Medi
Cina? No, mai, ch’io sappia. E la Numismatica non vive
forse in pace perfetta con le sue monete, antiche, rare,
ch’ella va studiando con tanta cura? A me pare che
sì. Non c’è dissidio!
Ebbene, altrettanto io sostengo per ciò che concerne
la Scienza e la Religione.
(continua)
La Luce in America
Il rapprei^entante’ della Chiesa Valdese
negli Stati Uniti, Prof. Past. Alberto
Clot {86, Romeyn St., Rochester N. Y)
è anche incaricato di ricevere abbonamenti
alla Luce. — Inviargli fin d’ ora L. 5 per
abbonamento 1910.
La buona morte
E’ un po’ tardi per la cronaca occuparsi ancora della
morte di re Leopoldo II ; ma non lo è per gli ammaestramenti tntt’altro che edificanti che essa ci offre.
Quello che è avvenuto per il re del Belgio si moltiplica all’infinito nella Chiesa romana ; il caso speciale
non è altro che l’esponente di un sistema esiziale per
la religione e corruttore per la morale.
Che razza di marito di padre e di cristiano sia stato
il defunto sovrano è noto a tutti : nè anche sul letto
di morte, egli perdonò alle fighe, assai meno colpevoli
di lui. Quando si ha sulla coscienza un passato come
il suo, con gli orrori del Congo e la crapula eretta a
sistema, non si ha il diritto di essere severi verso gli
altri; ma anche se la sna vita fosse stata intemerata
e pura, il più elementare dovere prima di comparire
davanti al Giudice supremo era di perdonare tanto più
trattandosi di figlje sue. « Se voi non perdonate agli
uomini i loro falli, nè anche il Padre celeste vi perdonerà i vostri », ha detto il Cristo.
Con tutto ciò, re Leopoldo ha fatto la fine più commovente e più cristiana che immaginar si possa. Ne fa
testimonianza il parroco di Laeken, il quale versò la sua
compunta allegrezza nel panciotto di un redattore del
cattolico Siècle, a maggior gloria della chiesa e ad edificazione dei fedeli. State a sentire : « il re era in regola
conia sua coscienza, per comparire dinanzi a Dio. Non
ho mai veduto un nomo ricevere con tale sentimento di
pietà e tale rassegnazione i sacramenti. Il re ha voluto
tutti i conforti della religione (come nei soliti avvisi
mortuari) ha ricevuto la comunione, l’estrema unzione
e la benedizione apostolica (questa, viceversa è stata
smentita dal nunzio !), ha compiuto, (conclude il degno
parroco) un bell’atto di rassegnazione ai voleri divini ! »
L’argomento è serio, ma si presterebbe facilmente al
ridicolo. Lasciamo correre, e cogliamo soltanto la lezione
che da questo fatto balza fuori evidente, e la lezione
è questa ; secondo la dottrina e la morale romana, un
uomo può essere stato un birbaccione e aver strappato
tutti i codici e morire impenitente nell^odio che non
perdona, non importa; purché egli compia materialmente e forse macchinalmente i riti imposti dalla chiesa,
egli muore da cristiano. Quando uno è stato confessato
comunicato e unto, si può assicurare, come il parroco
di Laeken, che ha fatto nna buona morte. La vita trascorsa non è stata sconfessata, il pentimento non è
stato sincero, come stanno a dimostrarlo le azioni e i
sentimenti estremi, la conversione non è stata reale e
ci si è rassegnati... perchè non si poteva farne a meno,
(del resto, di tutto questo è Dio solo che può giudicare)
non monta; purché si siano ricevuti i sacramenti a
cui si attribuisce una virtù magica di opus operatum
si ottiene un passaporto in tutte le regole per l’altro
mondo.
Ora codesto è enorme, perchè riduce la religione a
una specie di magia e la morale a una lustra. Quello
che conta, non sono i sentimenti, non è il tenor di vita,
non è la fede personale vivente ; è l’adesione a un sistema, è l’attuazione di alcune cerimonie. Siamo cosi
ricondotti alla religione dei farisei, flaggellata da Cristo,
e dei pagani Ove tutto è esteriorità. In tal modo si
giustifica e si comprende l’incredulità sarcastica espressa
dal poeta :
« Tu che del cielo all’estasi accogli anche i birbanti,
Purché prima di stendere (cinque minuti avanti !)
Pietosi a te rivolgano un pensiero, un accento,
Sicuri sicurissimi, dell’ottanta per cento...
Ecco la figura che la chiesa romana, con le sue usurpazioni e la sna materialità feticista, fa fare alla religione dello spirito e a Dio! Anzi essa si sostituisce
a Dio e « giudica e manda, secondo che avvinghia ».
Certo, la conversione in punto di morte è possibile
e l’esempio del ladrone (non ho mai capito perchè lo
si chiami buono) ne è una conferma. Però quella è l’eccezione e l’eccezione conferma la regola, che è la seguente : come un uomo è vissuto cosi egli muore ; ciò
che avrà seminato, raccoglierà ; tale vita, tale morte.
La vita, tanto quella fisica che quella spirituale, ha
un carattere di continuità, di sviluppo progressivo o degenerativo, fino alla morte e oltre la tomba, procedendo
logicamente da cause ad effetti. La natura non fa salti,
e neppure, salvo per occasione, la grazia. Che cosa ci
si viene dunque e cantare di « coscienza in regola » e
di « morte cristiana » e « di pace con Dio », semplicemente perchè uno ha adempiuto in istato più o meno
inconscio a certe cerimonie che non hanno in sè alcun
valore ? Codesta non è religione, è magia. Del resto,
l’nomo non sa nulla e non può dir nullh Dio’ solò ègiudice.
Di buona morte si può parlare solo allorquando si può*
dire, come Paolo: « per me, il vivere è Cristo; » Kuna
e l’altra cosa ci conceda Iddio 1
Hctfieo
j\niine ideali e anime prave
Penso ài Cattolicismo romano. Checché ne credano
coloro che non lo conoscono abbastanza, il cattolicismo
romano comprende perfin anime che sembrano ideali,
e comprende anime prave addirittura.. Esagerazione?
No, cari Lettori.
Se voi poteste passare una sola mezz'ora in compagnia, per esempio, d’un certo mio amico cattolico
romano, che appartiene al sacerdozio di quella chiesa,,
voi restereste abbagliati da la bellezza di queU’anima
ingenua, tutta splendori di bontà e aspirazioni altissime.
Ma non confondete, di grazia, le anime pie con le
anime clericali del Eomanesimo. Tra di esse c’è là
stessa differenza che tra la luce del giorno e il buio
della notte. Un solo esempio. In uno dei cinque continenti in cui è diviso il globo terracqno vive un cattolico, che fu frate, e frate molto in vista; senza costumi ; fece man bassa sui beni di molti conventi ;.poi
usci dell’ordine e andò a nozze. Avrebbe voluto passare
ad una chiesa cristiana evangèlica: non fui accettato,,
perchè si capi che non era farina da far ostie.
Ora, in quel tale continente, egli emerge in pubblicocome accanito denigratore dell’opera cristiana evangelica !
Non ho aggiunto una virgola alla, verità dei fatti;
anzi ho tolto via qualche cosa prudentemente..
Ditemi, cari Lettori. Dovremmo confondere quest’anima con queiraltra? Dovremmo trattarle entrambe
nello stesso modo? Con carità? Si, con carità:sempre;;
ma la carità richiede che si sopprima il, male.
Persuadetevi. Nel cattolicismo romano sono animeideali e anime prave. Quest’ultimo epiteto non è esagerato per nulla.
La lotta contro l’Evaugelo è condotta, non dai buonii
Cattolici, ma dai Clericali, che sono o increduli, o freddi,,
0 fanatici da partito, o esseri senza coscienza..
Stendiamo una mano fraterna ai pii, ai buoni catlolici romàni. Combattiamo risolutamente, per il loro,
bene e per il trionfo dell’Evangelo, questi nemici del
Cristo, i quali ci assalgono in nome d’un partito e più
spesso in nome dell’interesse loro personale.
La carità vera, non sentimentale nè- nevrastenica, la
carità cristiana, soave e forte ad un tempo, impone
così.
Le anime veramente pie del Cattolicismo romano
lamentano come me per l’appunto, i secondi fini, i costumi corrotti, la preponderanza usurpata, l’accanimento
pocrita dei Clericali, che, dovrebbero rientrar nelle
tenebre del silenzio e non uscirne mai più.
I campioni del Eomanesimo clericale sono tra gli
uomini più spregevoli ! Doloroso a dirsi, ma è cosi.
Giuseppe Serafini
profili di rifoririafi italiani
Bernardino Ochino
« La storia di Bernardino Cebi no, scrive lo storico,
già più volte citato, Jules Bonnet, presenta insieme vivi
contrasti, e notevoli analogie con quella di Martire ».
Nacque in Siena circa l’anno 1482. Portato alle cose,
ascetiche, entrò nell’ordine dei Francescani Osservanti,,
che lasciò ben presto per entrare in quello dei Cappuccini (francescani riformati), non già spintovi dall’arabizione, ma dal desiderio di consacrarsi con maggiore ardore alla religione. Era 1’ anno 1534, e Ochino
era già celebre predicatore. Pochi anni dopo (1539) fu
eletto capo dell’Ordine, e, tanta era la sua fama, che
egli fu nelle principali città come predicatore neU’Avvento e nella Quaresima. Invero la sua eloquenza fu
grandissima. Si racconta che Carlo V, dopo averlo udito
esclamasse : « Quest’uomo farebbe piangere le pietre ! ».
A Napoli aveva pur lui conosciuto il Valdes, il che
gli fu occasione di accostarsi al Vangelo e di conoscere
altri valorosi campioni della riforma evangelica. Nel
1541 fu di nuovo eletto generale deH’Oidine; e nel.l’auno seguente, predicando a Venezia, essendo stato
messo in carcere Giulio della Eovere, usci in questa
nobile apostrofe: « Che mi resta a fare, signori mìei?
3
LA LUCE
perchè mi affaticherò io più a consumare invano le
forze? Nobile Venezia, regina dell’Adriatico, se lo
spionaggio, le carceri e i ferri attendono gli nomini
che ti annunciano il vero, in quali città, in quali campagne troverà la Santa Parola un asilo ? Ah ! se noi
potessimo liberamente proclamarlo questo vero, quanti
ciechi mai che oggi errano fra le tenebre ; vedrebbero
la lucei » A queste parole, davvero coraggiQsèj il
Nunzio, che si trovava fra gli uditori, interruppe il
predicatore e gli intimò il silenzio. Venne quindi citato
a Roma per essere giudicato dall’Inquisizione che
Paolo III con la bolla « Lìcet ab initio » del 21 giugno
1542 avea riorganizzato. Ochino prevedendo quello che
gli sarebbe toccato, dopo avere visitati alcuni buoni
amici, quali il Contarini, il Carnesecchi, M. Antonio
Flaminio, da tutti approvato, fuggi il 24 Agosto del
1542, recandosi dapprima a Ginevra. Si crede che sia
stato il primo riformato italiano che giunse in quella
città e che primo vi predicò il Vangelo in italiano.
Da Ginevra scrisse, per giustificare ia sua fuga, che
aveva suscitato il più alto clamore in tutta Italia, let.
tere ardenti fra le quali una nobilissima ai Signori dj
Siena. Ochino non stette molto nella città di Calvino^
e la sua vita fu assai errante e poco tranquilla. Lo
ritroviamo difatti in Augusta, in Inghilterra, poi a
Zurigo, quale pastore dei Locarnesi, che la pietà e la
santità di Carlo Borromeo aveva cacciati dalla patiia
loro. Ma neppure qui potè terminare in pace i suoi
giorni. Già ottuagenario fu attaccato per certi suoi
« Dialoghi » : e non ostante le sue proteste, e l’illibata
vita, nel 1563 fu costretto a lasciare Zurigo per andare a morire nell’anno seguente in Moravia.
Bernardino Ochino, chiamato dallo storico Benrath,
l’Ulisse della Riforma italiana lasciò parecchi scritti,
fra i quali sono notevoli i « Sette Dialoghi », composti
quando era ancora generale dell’Ordine.
Ent<ieo fWeyniep
pjtQIHE PI STORIjt
Luigi XII ed i Valdesi
Nel 1494, moriva Giovanni Baile, Parcivescovo di
Embrun che avea trattato in modo cosi, spietato i
Valdesi della sua diocesi. Gli successe Rostain d’Ancezune, bramoso di godere le rendite di qneH’arcivescovado, accresciute dei ricchi vigneti confiscati
agli eretici. Non potè però essere insediato che nel
1497. L’anno appresso, moriva Carlo Vili, altro
complice dell’atroce crociata. Il suo successore fu
Luigi XII, che si meritò poi il nome di Padre del
popolo. I Valdesi si fecero rappresentare alla sua
incoronazione e lo supplicarono di ordinare che i
beni confiscati fossero loro restituiti. Ne ebbero
buone promesse, rese però illusorie dalla presenza
di Rostain e dalla remissività del re, che voleva
ingraziarsi l’infame papa Borgia per ottenere il divorzio e sposare poi la vedova del suo predecessore.
Un’inchiesta fu fatta, dietro la quale si impose larestituzione dei beni ; ma il prelato, e gli altri che
si erano arricchiti colle confische, rifiutarono di obbedire, dicendo di aspettare che una sentenza papale
assolvesse gli eretici dalla scomunica. E si che uno
dei commissari regi aveva detto che non si poteva
essere migliori cristiani degli evangelici di Freissinière 1 Del che il re stesso potè convincersi quando
soggiornò ad Embrun, nel settembre 1499, marciando
alla conquista del milanese. Ond ò che, il 6 aprile
1501, i Valdesi (che accettavano ancora i sacramenti
dal clero romano) ottennero da Alessandro VI rassoluzione dalla scomunicai ed il 12 ottobre, da re
Luigi, una sentenza di riabilitazione e di reintegrazione nei loro beni, confermata ancora da un editto
del gran Consiglio, del 27 maggio 1502. Altri ordini pontifici e regi seguirono, tutti favorevoli ai
Valdesi ; cionondimeno, i detentori delle belle proprietà di S. Crèpin, S. Clèment, Chàteauroux e
Chanteloube, riuscirono ad eluderli, Rostain col dire
che egli non poteva rinunziare ad acquisti fatti legalmente dal suo predecessore, gli altri col dire che
il primo a restituire dovea essere il prelato che
aveva la maggior parte dei beni. Cosicché, i poveri
valdesi, malgrado i ricorsi, i viaggi costosi e le
sentenze favorevoli non riebbero nulla. Re Luigi mori
nel 1515, implicato negli affari d’Italia, e gli successe
il gaudente Francesco I da cui era inutile sperar giustizia, La .crescente miseria provocò nuove emigrazioni, che si diressero specialmente a Volturara, nelle
Puglie. - ■
Giov. Jalla
jfclla Penisola e nelle Jsole
Vaile Ó.1 Praffelato (Piemonte).
Apprendiamo con gioia che i professori Falchi e G.
Jalla — nostri collaboratori — evangelizzano questa
valle, resa cattolica romana con la violenza due secoli
or sono.
Como.
(P. Sala). — La festa dell’Albero a Como, a cui convengono bimbi delle due nazioni vicine, assume un carattere suo proprio, ragione non uy;ima per la quale
vi assiste sempre un buon pubblico..
Commovente, infatti, era il vedere fanciulli che per
il resto dell’anno ricevono la medesima istruzione religiosa nelle rispettive patrie, accomunati pel Natale
attorno ad una pianta luminosa, simbolo della luce che
rifulge da alto nei loro cuori, e quivi udirli recitare
ora in una, ora in altra lingua cose belle e gentili. Si
suol dire essere quella dell’Albero la festa dei bambini ; ma la commozione che si leggeva sul volto dei
grandi, bene esprimeva la poesia che invadeva l’animo
di ognuno sentendo proclamare dalla bocca dei piccoli
il nome di Colui che recò fra gli uomini la paiola
d’amore e di pace.
« Siamo tutti fratelli nel Natale di Cristo » ebbe a
a. dire con forza una bambina, e questo ripetevamo
uscendo, mentre dal cuore mandavamo, piccoli e grandi,
un ringraziamento al degno pastore, signor Revel,
alla sua signora e alla sua signorina, che tanto si
adoperarono per preparare il ben riuscito trattenimento.
Ben vengano pertanto queste feste se hanno virtù
di rafforzare i vincoli fraterni tra i membri sparsi di
una medesima, Congregazioue e di effondere un soffio
di nuova vita pel bene comune e all’avanzamento del
regno di Dio.
Felonio a Po.
. Il signor R. Negri ci scrive, ricordando l’opera benedetta compiuta in questo comune da vari pastori ed
evangelisti, descrivendoci la festa dell’Albero di Natale
dovuta alle cure del nuovo evangelista signor Virgilio
Sommani, ed esprimendo a nome della Chiesa, viva riconoscenza aLnuovo giovane conduttore e al Comitato
d’Evangelizzazione,
Venezia.
Togliamo dal « Gazzettino » :
« lersera nella Chiesa Evangelica Valdese a Santa
Maria Formosa ebbe luogo la simpatica festa dell'Albero di Natale che, sotto l’abile direzione del signor
Buffa e della sua signora, riusci egregiamente.
V’intervennero molte signore e moltissimi bambini ;
il programma vario e divertente, comprendeva proiezioni luminose a soggetto biblico, poesie, dialoghi, cori
ed infine la distribuzione dei doni che rese felice il
mondo minuscolo ed allietò le mamme ed i babbi ».
Sanremo.
(Matnzio). — Durante l’Avvento oltre le predicazioni speciali tenute nelle quattro domeniche, ebbe
luogo una pubblica conferenza del nostro pastore sul
tema : « La reale natura dell’uomo, ecc. ». Grande concorso, e molta soddisfazione negli uditori. La questione
dell’immortalità trattata alla luce della filosofia dell’immauenza impressionò molto. Durante le feste, il pastore
incontra un professore, il quale gli strìnge la mano ed
augura le buone feste : « Coi sentimenti — aggiunge —
ch’ella ha risvegliati in noi con le recenti conferenze,
specie con l’ultima ». E qui ebbe luogo un interessante
colloquio da cui il pastore ritrasse la convinzione che la
nostra opera evangelizzatrice produce frutti più copiosi
di quelli che è dato accertare con le statìstiche della
Chiesa. Le ultime conferenze ci hanno procurati, fra la
classe colta, alcuni nuovi frequentatori assidui, attenti,
zelanti, ai Culti Domenicali.
Magnifico riuscì il Culto di Natale. La Chiesa era
sobriamente, ma esteticamente ornata di verzura. La
mensa della S. Cena era ornata di fiori bianchi.
Il Tempio fu letteralmente gremito di membri della
Chiesa e di simpatizzanti, tanto che fu necessario che
alcuni prendessero posto nella galleria. Numeróse assai
le comunioni, la qual cosa impressionò molto in bene
persone simpatizzanti che frequentano il Culto. Ciò ha
pure la sua nota melanconica, quando si pensi che —
volendo —¡tutti ì nostri Culti Domenicali potrebbero
uguagliare per concorso di fratelli, animazione e slancio,
quello magnifico del recente Natale. Perchè non succede?
— Anche la domenica, 2 gennaio, abbiamo avuto numerose partecipazioni a la S. Cena. E mi piace dirvi
che in detto giorno ha per la prima volta partecipato
con noi alla Cena del Signore una nuova sorella proveniente dal romanesimo. Laus Dea !
— La festa dell’Albero ha avuto luogo nel Tempio
il 28 dicembre. Il numeroso uditorio fu molto contento
della riuscita di tutto. Amici forestieri delle nostre
Scuole ne rimasero entusiasmati ed avrebbero voluto
una replica della festa.
Firenze.
(Fabio). — Il 30 del mese passato ebbe luogo l’Albero di Natale nella Chiesa dì Via dei Serragli, n. 51.
Quasi 200 bambini rallegrarono la festa con reci te e
canti molto bene riesciti, ed il pastore sig. G. E. Meille
parlò in modo semplice e attraente, narrando loro che
l’Albero, che splendeva là davanti ai loro occhi estasiati,. gli aveva il giorno innanzi fatto delle confidenze,
rimpiangendo la vita felice che òsso conduceva prinia di
essere tagliato dalla sua foresta. Ma quando comprese
che con la sua morte avrebbe recato tanta gioia ai
bimbi, l’albero buono si era sacrificato volentieri per
loro. Cosi ognuno, seguendo l’esempio di Gesù, deve
sapersi sacrificare per procurar gioia e felicità al prossimo.
Dopo un coro dei Monitori, la festa si chiuse con la
cosa più attraente : la distribuzione dei regali !
Quasi tutti quei bambini sono nuove rqclute, atti •
rate alla Scuola Domenicale daU’Edncatorio (1) fondato
dal nostro pastore. Ed è meraviglioso il vedere che progressi questi bambini ignoranti affatto di religione, indisciplinati, veri monelli di strada abbiano già fatti in
cosi pochi mesi ; questa dell’Educatorio è veramente una
bella e utile opera ; raccoglie quei poveretti ogni giorno
dall’uscita delle scuole comunali e li trattiene fino a
sera in locali sani e comodi, ove possono fare i compiti,
divertirsi ed imparare molte cose utili, quali il cucito,
il disegno,' il canto ! Essi popolano del pari la Scuola
Domenicale, che per la chiusura delle scuole quotidiane,
era rimasta assai decimata. Il pastore signor G. E.
Meille e la sua signora sono davvero ammirevoli per
l’entusiasmo e l’attività con cui hanno intrappresa
l’opera in mezzo a mille difficoltà e l’hanno ormai
molto bene avviata.
Cosi noi incominciamo l’anno nuovo, rallegrati dall’espressione giuliva di tinti visetti di bambini (molti
dei quali smunti e pallidi) che attorno aU’albero hanno
gustato un’ora di felicità, forse l’unica che abbia loro
recata la cara festa del Natale.
(1) Nel prossimo N* altri particolari su questa Istituzione, dovuti ad A. G. M.
(N. d. D.).
Ftio-Marina.
Le nostre Scuole di Rio-Marina sono sempre numerose e promettenti, ad onta dell’ opposizione che incontrano e della concorrenza delle Scuole clericali. Il
numero dei bambini che le frequentano supera già i
150 e le iscrizioni continuano ancora neU’Asilo infantile. Ad onta che parecchi bambini fossero ritennti in
casa da indisposizioni, ben 108 si presentarano ultimamente agli esami bimestrali.
Una maestra ha avuto la gioia di vedere ritornare
quest’anno tre alunne, che avevano lasciato la nostra
Scuola per quella diretta dalle monache, e che ora,
dopo l’esperimento fatto nelle Scuole clericali, sono
tutte felici di compiere la loro istruzione da noi.
B. Eevel.
Zia Maddalena.
(Lux). — La vigilia di Natale ebbe luogo il consueto
Albero di Natale, per rallegrare e premiare la nostra
piccola e brava Scuola Domenicale. ■
Un grazie di cuore va dato alla gentile signora Andolfi, che preparò i cori, e che tanto ha già lavorato
per l’incremento dell’opera nostra.
Tra i nomi delle persone — e furono diverse — che
ci aiutarono a preparare questa piccola festa e a dare
alcuni premi ai nostri studiosi alunni, dobbiamo segnalarne uno assai noto, quello di Donna Francesca Garibaldi. L’evangelista signor Clerico, visitandola a Caprera, venne incidentalmente a parlare dell’Albero che
dovevamo preparare. L’egregia signora, con slancio
spontaneo, elargì subito la somma di venti lire, per offrire ai nostri bimbi qualche regalo.
Roma. ■ ]
(T. C.) — Anche a Roma due lieti Alberi di Natale,
tra quelli a cui abbiamo potuto assistere. L’uno nella
4
LA LUCÈ
Chiesa nostra di Via Nazionale, pei bambini della Seuola
Domenicale; l’altro per beneficenza presso la sede dall’Associazione Cristiana delle Giovani. A quest’ultimo
ha contribuito anche l’Associazione maschile.
Lasciamo la parola ad X :
« Giovedì, 30 dicembre, attorno ad un grande Albero di Natale, erano raccolti giulivi i bambini della
Scuola Domenicale, i quali superano di non poco il
centinaio. Cantarono magnificamente i loro cinque cori^
diretti dal signor Boriglioni, e recitarono gran numero
di poesie. Il Tempio era gremito di parenti ed amici.
Festa riuscitissima, favorita anche da un tempo stupendo.
— fK.),- Nella Chiesa Valdese di Via Nazionale i giorni
di Natale e di Capodanno vennero cantati due cori che
molto apprezzati dal pubblico che affollava il Tempio^
contribuirono alla solennità del Culto e all’edificazione
di tutti. Erano stati con zelo istruiti e furono con abilità' diretti dalla signora Schiavoni-Bjsio ; l’organo era
tenuto dal valente maestro Manlio di Veroli.
Da diverse parti si espresse in seguito la speranza
di veder sorgere in séno alla Chiesa Valdese di Roma
una permanente Società corale ; e noi siamo lieti di
udire che sta già per organizzarsi quello che molti desiderano. E’ vero che non fu mai trascurata, fin qui,
nel passato, la parte musicale, e che (a giudizio degli
estranei e degli amici di passaggio) si canta assai bene
da tutti i fratelli ; ma il bisogno di cori speciali si fa
sentire in certe circostanze solenni, ed è d’altronde assai
opportuno che un nucleo di voci forti ed esercitate guidi
e sostenga il canto degli inni.
Ben venga, addnque, questa Società corale ; auguTÌamo ai componenti di essa entusiasmo e perseveranza ».
Fteffffio Calahrià.
Dal signor Panasela ricevemmo, quando il numero
«corso era già in macchina, un articolo sul Natale a
Reggio, pieno di mesti ricordi del terremoto. Se lo pubblicassimo adesso con tanto ritardo, non offrirebbe più
la sua vera attrattiva. Cogliamo l’occasione per invitare i nostri corrispondenti a scriverci a tempo. 11 periodico s’impagina il mercoledì ed esce il giovedì.
Messina.
La « Gazzetta di Messina e delle Calabrie », che
Tede la luce nella distrutta e risorgente Messina, recava un ampio resoconto della « commemorazione del
28 dicembre » e del maestoso corteo di 60 mila persone che trasse al campo dei morti a depor corone. Tra
le varie rappresentanze la « Gazzetta » nomina anche
la « Chiesa Valdese di Messina », T « Associazione
Cristiana della Gioventù di Messina », e il « Circolo
Studenti Cristiani ».
Grotte.
(Vittorio P. Tróhia.) — Secondo una buona vecchia
usanza, in occasione del Natale, anche quest’anno furono beneficati ben cento e sei poveri del paese, i quali
ricevettero pasta, carne e un buon panettone. Venticinque persone più dell’anno precedente! La miseria
pur troppo va sempre crescendo e noi dobbiamo essere
più larghi nel dare. Se ci sarà possibile, il 17 febbraio
distribuiremo ai medesimi poveri qualche oggetto di
vestiario. Se qualche buon amico volesse venirci in
aiuto !
— Per economia, non fu preparato l’Albero di Natale,
però i bambini della Scuola Domenicale ebbero in dono
dolci, arance e noci ; ai più assidui fu anche regalata
una copia dell’Arpa Evangelica.
— Un nuovo fratello è venuto ad accrescere le nostre
file. Speriamo di poter ammettere alla Santa Cena nella
festa di Pasqua un bel numero di giovani che frequentano ora assiduamente il corso catechetico.
Castroffiovannl.
Apprendiamo che un giovane socialista incredulo
distribuisce agli avventori della macelleria, in cui lavora, foglietti volanti e opuscoli religiosi evangelici.
La « Campana », organo cattolico romano, protesta.
Ma a noi pare una buona cosa invece che un giovane
ateo si senta attratto verso la religione, a segno da
far da propagandista.
Catania.
(0. 0.) — Splendida è riuscita la giornata di Natale, tanto per la moltitudine delle persone intervenute
al culto come per il bel sermone, proferito dal signor
Senarega, su la « nascita del Grande dei Grandi e del
Re dei Re. »
La sera del 30 ha avuto luogo la festa dell’Albero
piacevole come sempre, innanzi a un pubblico numerosissimo. Recitarono anche tre bambini tedeschi non
appartenenti alla Scuola domenicale.
Un ringraziamento a tutti i cooperatori e una lode
speciale al pastore sig. Fasulo e alla consorte di lui.
J/eUa 7(omagna appenninica
Forli—Ostinatezza... interessata! — I preti Forlivesi si sono comprata una... « Madonna di Lourdes »
e se l’ànuo collocata in fondo a una chiesa, sopra un
ampio masso, con tanto di dedica « alla bianca Signora
de' Pirenei », con tanto di grotta, di piscina, di lampade, e di robinetto.
Essi poi, ànno decretato che solo al credente che
fa un’offerta in denaro il robinetto getta la... famosa
acqua, le lampade s’accendono, la piscina si riempie,
la grotta s’illumina e la Madonna... opera. Il meraviglioso spettacolo (che peccato !) non è visibile a tutti,
come un eclissi ! E siamo nel secolo dei... lumi ! !
— Tattica sbagliata. — Gli animi erano ancora riscaldati dalla brillante... filippica del Podrecca, contro Lourdes, e il filosofo tomista—Padre Gemelli —
ebbe la malaugurata idea di salire il pergamo Forlese
per distribuire qualche... doccia fredda ! Male glie ne
incolse ; e — tirate le somme — potè chiamarsi fortunato se — invece di dare... la conferenza, non si prese...
delle legnate dai sovversivi piazzaiuoli. Noi — Cristiani Evangelici — stigmatizziamo questo metodo teppistico di sciocca protesta 1 Non vale la pena, adunque, di andare^ a strombazzare ai quattro venti la
« Libertà di Pensiero » per e.ssere poi, i primi a conculcarla, a soffocarla ! ! Chi ha — o crede avere — dalla
sua parte la verità, la ragione non à punto bisogno
di commettere codesti atti incivili e riprovevoli, che
danno, del resto, maggior credito e più forza —presso
il gran pubblico — al difensore dell’errore e della superstizione ! !
Meno chiasso, più giudizio 1
♦
• ♦
Castrocaro — Circolo • Francùco Ferrer ». — Anche
questo paesucolo — d’ ora innanzi — ha il suo bravo
circolo anticlericale, intitolato al • martire della tonaca nera ». Peccato che pure qua — come altrove si
fece e si fa, pur troppo — non si combatta solo il
prete, il romanesimo, ma Dio, il Cristianesimo che
« à fatto il suo tempo, che è sconfitto dalla scienza ».
Ah, sì? Dopo che ha portato in ogni dove la civiltà,
il progresso, il benessere, l’equilibrio morale, sociale
e politico, il Cristianesimo ha fatto il suo tempo ? Lo
dite voi; provatelo, ed io lo crederò! La Scienza l'à
sconfitto ? Ma, di grazia, quale scienza ? La vostra ?
Uhm!! La scienza piazzaiuola, tribunizia? Quante
ridicole e insane incoerenze dicono coloro che non
vogliono sradicare e bruciare il loglio, per nutrirsi e
rifocillarsi col grano ! Meno chiacchiere, più serietà !
«
4: *
Dovadola — Albero di Natale.— Mentre i preti imitano le pratiche superstiziose di Lourdes, gli Evangelici festeggiano la gloriosa nascita del Redentore
con la sincerità del culto semplice, spirituale, vero.
Nella sera del 25 u. s. si affollò nel tempio una tale
calca di gente che —per dirla col Manzoni — non sarebbe caduto a terra un granello di miglio. Ammirato r Albero luminoso, scintillante ; applaudito il
programma svariato, attraente : graditi i regali buoni,
utili 1 Ordine e silenzio dappertutto ; contentezza e
soddisfazione in tutti !
Subito dopo la cara e riuscita festicciuola — questo
è motivo di vera consolazione — la Scuola domenicale
contò più alu ini di prima e il culto ebbe più uditori. Sia lodato e ringraziato il Signore 1
— Scuole Serali. Un ordine del... papa ! ! — Le
Scuole Evangeliche, assai numerose (la serale conta
45 inscritti e quella Domenicale 42) e le adunanze,
molto frequentate, hanno scosso il « quieto vivere »
e messo nell’orecehio del prete uno di quegli animaletti acrobati (per usare un... gentile... eufemismo !) I
reverendi (qui ce n’ è una caterva) cosa fanno ? Abituati al commercio si attaccano alla sicura risorsa
della concorrensa e aprono anch’ essi, non una ma
due nuove scuole serali, frequentate (tra parentesi)
da pochi paolotti ! ! E sapete quali argomenti adducono i maestri in cotta per giustificare l’apertura di
dette scuole? Combattere quelle protestanti? Nemmen per sogno ! ! Non vogliono far conoscere di aver
imparato da noi a istruire il popolo ! « Il papa à dato
ordine (!) di aprire una scuola serale in ogni parrocchia! » E c’è chi la beve! Oh, santa ingenuità! Ma il
buon Sarto, tra i discorsi da tenere ai giovani cattolici, gli affari inaspriti di Francia da sbrigare, i leoncini da allevare e, forse, l’automobile da guidare, non
ha tempo di pensare alle scuole serali ! !... Eppoi, la
Nave del Vaticano è sempre filata a gonfie veie sul1’ Oceano dell’ ignoranza e deii’ analfabetismo medievali ! ! Meno paura e più sincerità.
Il pino del... Natale — Un fratello mi condusse da
un signore a cui, gentilmente, chiesi un pino per la
prossima festa del Natale. Lì per lì non disse di no:
» domani le farò avere una risposta »—Grazie. Buona
sera ! — Il giorno dopo trovò il figlio del mio compagno e gli diede quest’ambasciata : « Di’ a tuo padre
se non si vergogna di condurre il Ministro Evangelico a chiedere favori a noi che siamo sempre in
chiesa col prete, e questi, a sua volta, è sempre in
casa nostra ! » Il pino, però, c’è, e la festa. D. V. si farà
lo stesso, malgrado la guerra dei messeri...
Che carità evangelica insegnano i .preti eh ? E si
dicono i seguaci di Cristo. Ne portano il nome, ma
non ne annunziano le verità, non ne praticano le dottrine ! ! Meno gesuitismo e più fede !
Un buon esempio.—In questi tempi di rilassamento
religioso morale, quante coscienze appisolate hanno
bisogno di essere fortemente scosse e ben influenzate ! ! Ecco un fatterello che sarà, appunto utile ai
giovani, forse più dei minuti resoconti dello Sport o
del Tribunale ! Un nostro fratello — fidanzato con
una pecorella romana — ricevette da Lei una lettera
in cui gli disse: « Se vuoi che si faccia il matrimonio
devi ribattezzarti cattolicamente e seguire la mia religione, eoe... ! 1 » C’era sotto, la mano del prete ! Il giovine le rispose subito per lettera : « La mia religione
non la sacrifico, neppure se fossi certo di essere arrestato e mandato a morte. Io sono stato battezzato
da coloro che rigettano la parola dell’ uomo ma che
credono al Santo Libro di Dio, da coloro che combattono le falsità religiose del prete, ma che difendono la verità eterna di Cristo ! Nulla si può nascondere agli occhi di Dio, ed io non voglio ch’Egli abbia
da vedere un suo figlio rinnegare la propria fede !
Se il prete ti permettesse di leggere la Sacra Bibbia
conosceresti che io sono sulla via della Verità e della
Luce e tu, invece, sopra quella dell’errore e delle tenebre ! » Oh, se fossero numerosi, nelle nostre chiese,
i giovani di tale tempra ! Quanto potente e benedetta
sarebbe 1’ attività cristiana dei laici ! Meno parole e
più fatti !
Enrico Robutti
Il 28 Dicembre a THessina
Gli Evangelici di Messina, in occasione della solenne
pubblica commemorazione della Messina d’un tempo,
ridente al pari del mare e degli aranceti che d’ ogni
parte la cingevano, presero anch'essi parte al comune
cordoglio, unendosi aH’immenso doloroso corteo, che
dal diroccato Municipio si dirigeva, fra un silenzio
mortale fino al Camposanto cittadino. Una corona di
fiori, offerta dai membri della nostra chiesa, già ristabitisi nella infelice città, disse lo strazio dei parenti edegli
amici. La deputazione nostra, guidata dal Pastore ,C.
dalla, ha ritrovato poi tra le infinite tombe delle vittime del terremoto nella grande spianata a’ pie’ del
Camposanto il luogo dove riposano i corpi di Adolfo
Chauvie, della moglie Marcella e del figlio Riccardo.
I tre nomi sono scolpiti sur una piccola rozza croce di
pietra. Non altro segno li distingue nel grande comune
campo della morte.. Perchè i colleghi e gli amici del
caro pastore non si unirebbero per erigere un monumento
che esprima tuttofi cordoglio degli Evangelici d’Italia,
per aver perduto nel terribile disastro un pastori ancora giovane e forte e tanti diletti fratelli in fede ?
La Chiosa di Messina vorrebbe inalzare questo monumento a perenne memoria dei cari defunti ; ma essa,
un tempo forte e ricca, non può più dare oggi che
lagrime e fiori, in silenzio. C. Jalla
J nostri morti
La nostra Congregazione registra ancora una gran
perdita con la morte del nostro carissimo amico
Pietro Giordano
distinto patriotta e valoroso veterano delle patrie battaglie.
Egli, anima schietta e liberale, uomo di tempra adamantina, benché non comparisse sui registri delle nostre chiese, pure volle rimanere sempre un credente
sincero. Studiando assiduamente le S. Scritturo, imparò
a conoscere la verità che salva in Cristo.
Durante la sua grave malattia che lo condusse a la
tomba egli gradì l’assistenza fraterna del ministro
valdese.
« Chi crede in me, ha detto Gesù, benché sia morto
viverà ; e chiunque vive e crede in me non morrà
giammai in eterno » Ecco le parole che ripeteva con
vivissima fede l’egregio estinto.
Un lungo stuolo di fratelli e di amici ne accompagnò
la salma al cimitero.
Il culto in casa del defunto riuscì commovente e il
numeroso uditorio potè comprendere che la fede in
Cristo trasforma « il re degli spaventi. »
« 0 morte ov’è il tuo dardo? Ringraziato sia Iddio
che ci dà la vittoria per Gesù Cristo. »
Anche al camposanto, presenti molti amici, si rese
omaggio a la Verità.
5
LA LUCE
Le parole del cap. XXI 3-4 dell’Apoc. trasportarono
i nostri cuori là, tra gli splendori del « nuovo cielo e
della nuova terra »
Il nuovo Arcivescovo di Reggio, trovandosi per caso
al cimitero, fu visto tra 1’ incerta luce del crepuscolo
ascoltare a distanza l’evangelica orazione funebre.
Noi speriamo che la Parola viva dell’Evangelo abbia
prodotto buona impressione sul novello rappresentante
della Chiesa Romana in Reggio.
Il credo apostolico e Formazione domenicale chiusero
la mesta funzione.
Vadano ora le nostre sincere condoglianze ai figli
tutti, ai parenti afflitti, e possa l’esempio dell’egregio
estinto condurre molti ai piedi della Croce del nostro
buon Salvatore Gesù Cristo.
Reggio Calabria. B. Panasela
Zilìss é* ZìTachenste
bi €binburgÌ7
S’è spenta quest’altra bella esistenza I
Il suo è stato un placido tramonto. La lunga sua
esistenza (aveva raggiunto gli ottantanove anni) fu
tutta materiata d’interesse e d’amore per gli altri. Era
Identificata con tutte le opere filantropiche e caritatevoli della sua città. Di spirito largo, ecumenico, contava amici in tutte le denominazioni e in tutti i paesi.
Gli studenti forestieri che si recavano a Edimburgo
non dimenticheranno mai l’ospitale dimora di Moray
Place, dove Ungheresi, Boemi, Francesi, Svizzeri, Belgi
e Italiani, fraternizzavano e ricevevano dall’ottima padrona di casa, a titoli) gentile, apprezzate lezioni di
lingua inglese !
Quante generazioni di studenti Valdesi hanno trovato
presso la signorina Mackenzie una amica simpatica, che
col calore del suo cuore faceva loro sentire meno gelide le raffiche dell’East wind e meno tetre le grigie
nebbie della Scozia. Benedetta sia la sua memoria 1
Miss Mackenzie apparteneva a nobile prosapia, i suoi
nonni paterni e materni erano amici del gran romanziere Walter Scott, che essa conobbe da vicino. '
L’Autore di « Waverley » scrisse a loro intenzione
« Lament for thè last of thè Seaforths » e « The Man
of Feeling ».
Miss Mackenzie s’interessò generosamente all’Italia
nostra, che aveva visitato con cura ed intelligenza.
Meta dei suoi pellegrinaggi sul continente furono pure
le Valli Valdesi, dove molti la ricorderanno col suo
geniale sorrìso sulle labbra e la dolce sua fisionomia.
Mandiamo alla fedele di lei compagna ed amica Miss
Maegregor l’espressione delle sentite condoglianze della
Chiesa Valdese, che Miss Mackenzie amò e dalla quale
fu sinceramente riamata.
Arturo Mnston
OLTRE LE aiVÌ E I flrtRI »
Francia
Secondo E. Doumergue, il primo che scrisse intorno
all’autorità delle S. Scritture e alla giustificazione per
fede non fu Calvino, non fu Lutero, ma Giacomo Le
Fèbvre (Fabri) nato il 1435 ; il cui commento in latino
su le epistole di S. Paolo comparve fin da l’anno 1512
— Fungerà da governatore di Madagascar Enrico
Cor, uomo da lo spirito largo e imparziale. Dio ne sia
ringraziato I
— Sotto la direzione del Loisy, riprende le sue pubblicazioni la « Revue d’hìstoire et de littérature religieuse ».
Parigi. — La signora T. Combe, notissima antìalcoolista, tenne a Parigi delle conferenze che la « Vie
Nouvelle » giudica profondamente efficaci.
— L’Accademia di Scienze morali e politiche ha
eletto al posto di socio straniero, lasciato vacante dal
testé defunto filosofo evangelico svizzero Ernesto Naville, l’ex presidente degli Stati Uniti, Roosevelt.
— La stessa Accademia ha conferito il premio Cronzet al pastore evangelico E. Roehrieh, per un lavoro
sui « Principii filosofici della Pedagogìa »
— Nel « Siècle », si attira l’attenzione del pubblico sui
manuali scolastici, che non tendono solamente a sopprimere i doveri verso Dìo, ma anche i doveri verso
gli nomini, cioè a sopprimere la morale 1
— Secondo Salomon Reinach, i modernisti in Francia
sarebbero 15000. Secondo l’abate Loisy, neppure 1500!
Bordeaux. — In un documento testé pubblicato, il
Cardinal Andrieu, arcivescovo di Bordeaux, dopo aver
contestato .all’uomo il'diritto di scegliersi una religione
secondo la propria coscienza, assicura che ì Cattolici
francesi continueranno a dire al Papa le parole rivolte
da S. Pietro a Gesù; « A chi andremo noi? Vostra
Santità ha le parole della vita eterna ! ».
- Svizzera
Ginevra. — Eugenio Choisy, il neoprofessore dì
storia ecclesiastica all’Università di Ginevra, fu insediato mediante una solenne cerimonia, alla quale presiedette il decano ' dei professori di quella Facoltà teologica evangelica, il Prof. Balavoine, ed era presente
anche il rettore dell’Università prof. Chodat. Nel discorso con cui rispose al Balavoine, il Prof. Choisy,
ricordati ì suoi illustri predecessori, Turrettini, Lullin,
Picot, Chastel e Chantre, disse voler far opera utile
nou solo all’Università, ma alle Chiese, concorrendo
a formare pastori colti e pii.
Oltre a trattare per intero in un corso triennale la
storia ecclesiastica da le origini del Cristianesimo ad
oggi, il Choisy si occuperà, in un corso separato e
aperto a tutti, di alcune grandi anime religiose, cominciando da Giovanni Calvino.
. — L’ottimo Ufficio internazionale contro la letteratura immorale ha raggiunto il suo 17“ anno di attività. Esso fu il promotore dei congressi di Berna,
Colonia, Bordeaux e Milano, ed ha esercitato una vasta
influenza.
La « Semaine Religieuse » racconta che il P. Giacinto,
or ora rimasto vedovo, s’ei'a sposato nel 1872 a Londra
ed aveva poi avuto la benedizione nuziale in segreto
a Roma dal vescovo cattolico Monsignor Passavalli,
intimo di Pio IX, che gli aveva commesso il discorso
inaugurale al famoso Concilio Vaticano.
—^ La « Tribune de Genève » dà conto dell’Albero
di Natale, che raccolse attorno a sé un gran numero
di bambini di ogni provincia italiana ; bambini che il
pastore Carmagnola ammaestra nell’Evangelo domenica
per domenica. Nella festa — oltre ai bambini che recitarono e cantarono — fecero udir la lor voce il signor Carmagnola stesso e il pastore Mittendorf, presidente del Comitato che s’occupa di quella bell’opera
religiosa a prò degli Italiani.
Losanna. — Come annunziammo a suo tempo, il
tema generale delle conferenze apologetiche (ormai già
tenute a Losanna) era questo : « La religione dello spirito ».
, Ed ecco ora i temi particolari delle varie conferenze:
La religione dello spirito preparata presso gli Ebrei
(Westphal). — Insegnata da Gesù Cristo (Breitenstein). — Attuata in modo elementare nei due primi
secoli (Fornerod). — Pervertita da la Chiesa (Durand
Pallet). — Ristaurata nel secoloXVI (Frank Thomas). —
Finalmente capita e praticata (Fiilliqnet).
Ogni conferenza è riuscita attraente e edificante, secondo il € Semeur ’Vandois ».
— Si ebbe, pure a Losanna, un’altra serie di conferenze storiche su Calvino.
Zurigo. — Il celebre giurista Hilty, di cui annunziammo la morte, era un gran lettore della Bibbia.
S)il suo tavolino da lavoro, il sacro libro teneva il
posto d’onore. Il volume era pieno zeppo di sottolineature e di annotazioni. A un tale, che lo visitava, lo
Hilty disse: « La causa del Cristo è invincibile ».
S. Gallo. — Certo Lorenzo Borellini fu condannato
a .30 franchi d’ammenda per aver venduto F « Asino » di
Roma.
Austria
A Praga si celebrerà, nell’anno 1915, il quinto centenario del martirio di Giovanni Huss, e, in quell’occasione, si inaugurerà un monumento al martire arso
vivo. La Chiesa czeca e morava fonderà un edilìzio destinato ad albergare gli evangelici che si recano a
Praga por Congressi e Conferenze evangeliche, e Fedifizio, che possederà una biblioteca e un museo di memorie della Riforma boema, sarà intitolato « la Casa
di Huss ».
Germania
Vi sono in Germania società — dice F « Evangéliste »
— denominate « Tabita » (Fatti apostolici 9,39) che procurano vestiario ai poveri ; società denominate « Lidia »
(Fatti 16,14) che aprono alle giovani, lavoranti nei
magazzini, rifugi e sale di onesto svago; e società denominate « Marta » (Luca 10, 40) che si occupano delle
ragazze viaggianti o in cerca d’impiego.
— (P. Calvino). — La conversione al papismo di
un « Privat docent » Prof, di storia, dell’Università
di Halle, della quale conversione tanto vanto menano
i giornali papisti, è nn fatto vero. Ma siccome a quel
signor Dott. Albert von Ruville, ex ufficiale jlelFesercito prussiano, tutti i suoi colleghi non muovono alcun
rimprovero, anzi esternano il rispetto dovuto alla libertà di coscienza, cosi hanno i papisti un bel esempio
com’essi dovrebbero trattare i propri correligionari che
abbracciano la religione cristiana evangelica.
Düsseldorf. — I direttori delle Scuole Secondarie, per
opporsi alFìnvasione della letteratura immorale, hanno
richiesto ai genitori degli alunni la promessa scritta
di vigilare minuziosamente su le letture dei figlioli.
Russia
Secondo nn periodico diretto dal quel clero « ortodosso », F « ortodossia » russa sarebbe seriamente minacciata da la propaganda cristiana evangelica.
Belgio
Brusselle. — Il « Chrétien Belge » contiene un
notevole giudizio intorno al re Leopoldo II, testé morto.
« Pascal distingue tre ordini di grandezza; la grandezza materiale, la grandezza intellettuale e la grandezza morale. Non si può negare che Leopodo II abbia
avuto la grandezza materiale e la grandezza intellettuale ; ma non ha avnto la grandezza morale. »
— Per l’esposizione, che avrà luogo quest’anno a
Brusselle, si vorrebbe dispensare un gran numero di
foglietti volanti e di trattatelli religiosi.
Spagna
Le idee liberali fanno ' strada. Si prevede una gran
lotta nelle prossime elezioni politiche. I clericali si
mostrano più accaniti che mai, e il vescovo di Madrid
ha perfino abusato dei propri poteri, leggendo in pulpito un precetto concernente la politica.
I clericali mirano a sopprimere l’insegnamento laico,
le scuole evangeliche, e tutto quello insomma che non
è cattolico romano. « La lista di proscrizione » dice
la « Vie Nouvelle » « è già pronta e si trova nelle
mani di detto vescovo ». Gli Evangelici resisteranno.
II nuovo Ministero liberale tratterà con ia S. Sede
per una riforma del concordato del 1851. Le modificazioni concernerebbero la libertà di coscienza e la riduzione degli ordini religiosi. L’ambasciatore spagnolo
presso il Vaticano avrebbe già intrappreso le trattative.
Stati Uniti
La città più temperante del mondo sarebbe — secondo « La Vie Nouvelle » —la città di Worcester;
ove veramente benefiche leggi proibitive hanno ridotto
immensamente il numero delle vittime dell’alcoolismo,
con enorme vantaggio della morale pubblica.
Falestina
Il pastore evangelico Luigi Schneller ha fondato a
Gerusalemme un orfanotrofio siriaco, un aitro armeno,
un terzo per le bambine arabe, laboratori di vari mestieri, una scuola primaria con 300 alunni, un asilo
con 120 alunni, un ricovero per 50 ciechi, una scuola
d’agricoltura, una chiesa ; e per dì più ha fondato una
colonia agricola, con un orfanotrofio annesso, a Bìrsalem.
India
Si crede che nell’India siansi ritrovate alcune reliquie del corpo di Budda, morto 480 anni avanti Cristo.
Anche il Buddismo è idolatra.
Tra i pagani
Il Sig. D. C. (Couve probabilmente) dà, nel c Journal
des Missione », un riassunto della Missione evangelica
in Corea. Diamo qui una pallida idea di quest’ opera
meravigliosa.
Il regno dì Corea è rimasto chiuso ad ogni influenza
esterna fino al 1876, anno in cui fu firmato il primo
trattato di commercio col Giappone.
Già, nel 1782, alcuni Coreani, che si erano procurati
dei libri cinesi in cui era parlato del Cristianesimo,
erano andati a Pechino a chiedere informazioni ai missionari cattolici romani. Uno di essi era stato battezzato
Fanno seguente e, tornato in patria, vi fu imprigionato
e soffri il martirio nel 1791. Seguirono alcune altre
conversioni ; ma questo cattolicismo coreano era un
cristianesimo assai imperfetto. Nel 1794, nn prete cinese
riuscì a penetrare in Corcai ma la persecuzione infierì
quasi sempre, di modo chè fu in mezzo a mille difficoltà
che fu fondata una chiesa cattolica coreana, figlia della
cinese. Vari prèti francesi tentarono più volte di penetare nel « regno eremita », ma invano.
Nel 1832, il missionario tedesco Gntzlaff, che tanta
parte ha avuta nella missione in Cina, sbarcò nell’ìsola
« Basil’s Bay » e vi rimase nn mese spargendovi Bibbie
e libri cinesi. Verso il 1860, il Sig. Thomas, della
Società delle Missioni di Londra, il quale, in Cina, si
era occupato di alcuni Coreani dai quali aveva avuto
lezioni nella loro lingua, chiese d’ essere mandato ia
Corea. Ottennio il consenso nel 1866, sali, in qualità
d’interprete, a bordo d’un vaporino americano, il « Ge-
6
e
neral Sherman » che si proponeva di forzare l’entrata
in Corea. Non si seppe mai più nulla nè del vapore,
nè del Thomas.
Qualche anno dopo, 1877, ì missionari Boss e Mac
Intyi’e di Mukdeu cominciarono l’evangelizzazione dei
Coreani stabiliti sui confini della Mancinria, sulle rive
del fiume Yalu. Un loro convertito, Soh Sang Eynn,
stabilitosi in Corea, qual colportore, può chiamarsi il
fondatore della missione coreana, iniziata dai presbiteriani d’America nel 1884, e poi anche dai metodisti.
I primi missionari che vi lavorarono erano dei medici che, acquistata la fiducia e la protezione della
corte, ebbero bentosto una grande ifluenza, introducendovi la vaccinazione e fondando a Seul un ospedale per
le malattie infettive. Per venire in contatto personale
coi Coreani buddisti, i mi.ssionari diedero delle lezioni
d’inglese, e cosi prepararono il terreno alla evangelizzazione. — Un letterato chiamato No, trovò in un libro
cinese questa espressione che « tutti i popoli occidentali appartenevano al Cristianesimo, religione piuttosto
volgare ». No trovò strano che i popoli praticanti la
religione più volgare fossero i più potenti, e volle spiegarsi quel fatto: frequentò allora uno dei circoli di
studio fondati dal Dott. Ailen e vi scoperse la perla
di gran prezzo. E fu cosi che cominciò la missione
coreana.
Nel 1890, i missionari si radunarono in conferenza a
Seul e vi adottarono i principii seguenti :
1. Ogni convertito rimarrà nella posizione che occupava prima e vi lavorerà come testimone di Cristo.
2. Gli organismi ecclesiastici verranno sviluppati
man mano che la chiesa indigena potrà assumerne la
direzione e le spese.
3. Quando la chiesa indigena potrà fornirne i mezzi,
verranno messi da parte degli uomini per far l’opera
di evangelisti.
4. Gli indigeni dovranno erigere da sè i propri
templi nello stile del paese.
Si deve certamente a questi principii se i cristiani coreani sono sempre stati attivi, zelanti, amanti della
lettura della Bibbia e dell’ evangelizzazione del loro
paese. — Tanto è il desiderio d’istruirsi nelle cose di
Dio che vi son di quelli che fanno, a piedi, dalle 40
alle 175 miglia di strada per assistere ad uno studio
biblico. — Il Sig. Mott, jSegretario della Federazione
degli studenti cristiani, che vi tenne delle riunioni
alcuni anni or sono, ha potuto avere degli uditorii
di 6000 uomini.
La generosità dei cristiani coreani è pari al loro desiderio d’istruirsi. Infatti, à stato calcolato che, per
ogni dollaro dato dalle Società americane delle missioni,
gli indigeni ne contribuiscono otto. Una sola chiesa di
Seul fa le spese di sette predicatori e quattro maestri;
ogni membro di chiesa dà, in media, 50 lire all’anno. —
Il Dott. Moffet si stabili a Pyeng Yang nel 1892; nel
1908, la sua chiesa contava 6000 membri, e l’anno
scorso ha avuto 2206 battesimi. — Vi à pure a Pyeng
Yang una scuola di teologia con 50 studenti. — L’articolista dà poi una tabella statistica, dal 1903 al 1906,
che ci permettiamo di completare con notizie pervenuteci recentemente:
La chiesa presbiteriana mantiene in Corea 99 missionari americani tra pastori consacrati, medici, mogli di
missionari ed altri operai, uomini e donne, 7 pastori
consacrati e 124 predicatori locali con 706 altri operai,
tutti indigeni. Ha 42 chiese organizzate e più di 600
altre stazioni o luoghi visitati, 59,787 aderenti, 19,654
membri comunicanti, 16,625 catecumeni, 564 scuole con
12,264 alunni e 61,454 allievi nelle scuole domenicali.
Vi sono 6 ospedali e 6 dispensari medici in cui furono
curati, l’anno scorso, 47,764 malati.
*
He H!
Che le conversioni siano sincere lo prova già il fatto,
che abbiamo menzionato, dei sacrifici che ì conveititi
sanno imporsi in denaro ed in lavoro. Altri fatti ancora lo provano. Ecco una donna di 60 anni che fa sette
miglia di strada per assistere ai culti, e non manca
ad uno solo, anche se il tempo è pessimo.
Appena convertita, sarà poco più d’un anno, volle
imparare a leggere, e già comincia a leggere la Bibbia
da sè. A Song Pa un’altra donna si può dire credente
da due anni ; ma non ha potuto essere ammessa perchè,
insieme col marito, pagàno, tiene una rivendita di liquori. Siccome varie volte s’è rifiutata a vendere, il
marito la percosse e la minacciò di cacciarla di casa
insieme coi suoi bambini. Ultimamente promise di non
più aver nulla da fare col commercio illecito, qualunque cosa potesse costarle, e di pregare per la conversione
del marito.
Una lettera da Fusan racconta le visite del Signor
LA
LUCE
Un uomo a coi un pare
tore, tornò a casa sua, co
di Cristo e, dopo alcuni
zazione del loro paese,
vennero da vari luoghi,
Smith alle isole che -trovansi davanti a quel porto ed
ove egli ha sempre dei buoni uditorii.
iute aveva parlato del Salvaiminciò subito a testimoniare
mesi, vi sono in quel paese
20 persone che professane il cristianesimo. In un altro
villaggio, dove, alcuni anni or sono, eravi una vedova
sola che, osservasse il giorno del riposo, e ciò in mezzo
a molte persecuzioni, trovansi ora 15 cristiani pronti a
tutto soffrire per il Maestro.
Il missionario Kerr, in una lettera da Chai Eyong,
parla di una serie di riunioni da lui tenute ad una
classe 0 a delle classi di cristiani che desiderano esser
sempre meglio preparati ed agguerriti per l’evangelizE furono oltre mille persone che
da vicino e da lontano, per
ritemprarsi in quelle riunioni."Ogni mattina, per tempissimo, la chiesa si riempila di fedeli che venivano a
invocare la benedizione di Dio sul lavoro della giornata,
li rimanente delia mattinata ed il pomeriggio erano
consecrati ad esercizi di danto, conferenze varie e preghiere. E non erano soltEjnto i missionari bianchi a dirigere le classi, ma anche dei pastori ed anziani indigeni,
pieni d’entusiasmo, che dettero prova di un’abilità sorprendente. Ci volle poco perchè cotali adunanze si trasformassero in riunioni di risveglio ; giacché, alle esortazioni, agli appelli, seguirono le preghiere, poi le confessioni pubbliche. Però, pon si parlava al sentimento
solo, anzi si faceva appello anche alla volontà. Venne
spiegata una gran cartai della Corea, tutta nera con
alcuni punti bianchi ; e tutti compresero che bisognava
trasformare quella carta, cioè la loro diletta patria.
Tutti i mille iscritti alle j classi erano lì, ogni giorno,
colla loro Bibbia, un libro! dei cantici, con carta e lapis
(poiché è per loro una passione lo scrivere sotto det
giorni furono compiuti, tutti
via di casa, desiderosi solo
di ricominciare la propaganda e di consecrare più appieno le forze loro al servizio del Eedentore,
Altrove, il missionario Gale enumera alcuni dei cambiamenti avvenuti in Cored durante i 20 anni della sua
attività in quel regno :
1. Venti anni fa, la Cprea era il « regno eremita » ;
adesso essa è aperta a tutti.
2. Allora era sotto-la protezione della Cina ; adesso
del Giappone.
3. Allora si viaggiava o a piedi, o a cavallo o nelle
portantine; adesso il paesp è solcato di ferrovie; vi sono
carrozze, biciclette e perfino delle automobili.
4. Allora la posta si spediva mediante corrieri o
con seguali da montagna a montagna; adesso vi sono
le stazioni di segnalazione, il telegrafo, il telefono.
5. Allora erano soltanto le schiave che apparivano
in pubblico ; adesso le più grandi dame della società
assistono alle pubbliche funzioni ed attraversano la
città col viso scoperto.
6. Allora l’istruzione comprendeva soltanto gli antichi classici cinesi ; ora s’insegna tutta la scienza
occidentale.
7. Allora nessuno avi
tatura). E quando i dieci
ripresero allegramente la
eva mai udito parlare dì giornali; adesso se ne pubblicano quotidianamente in tre
lingue : tedesco, coreano
8. Allora il Coreano
nè avrebbe mai attentato
stiano dal cuore
mente aperta.
A.bbonamen.ti
La ristrettezza dello spazii
pubblicazione degli abbonati
nei prossimi numeri.
Di fiPttnPi • '^»^oriteci,
ni lllliiUlli persone a c\i;
Luce. E grazie fin d’ora.
e cinese.
era timido come un agnello,
alla vita del pro.ssimo ; adesso
egli può tenere la sigaretta in una mauo e la rivoltella
nell’altra sotto il naso dell’avversario,
9. Allora non vi erano dieci cristiani intelligenti;
adesso saranno 100,000, se' contiamo i battezzati, gli
aderenti ed i bambini.
10. Allora le classi iùferiori erano oppresse e sprezzate; adesso fanno progressi sorprendenti negli affari,
nelle scienze, nelle arti e nella conoscenza del Cristianesimo.
11. Allora non avevano alcuna pubblica riunione;
adesso sanno trattare ogni quistione alla pari dei popoli occidentali.
12. Allora il Coreand era un fannllone, indifferente
e molle ; adesso ha già dato prova di essere un buon
operaio, un bravo minatore, ingegnere, conduttore, un
eccellente chirurgo, scrittore, pensatore, un ottimo cri
generoso, dall’ occhio vigile e dalla
F. Grill.
agati :
0 ci impedisce di continuare la
che han pagato. Li pubblicheremo
e ne preghiamo, molti indirizzi di
mandare nnmeri di saggio della
IN SALA DI LETTURA
Pierre — Così va la vita... — (Tradotto da Vanda) ino).
Volentieri segnaliamo questa buona pubblicazione
della solerte tipografia Claudiana.
E’ un insieme ben composto di novelle di varia lunghezza, che, svolte con semplicità e naturalezza, si
leggono con vero diletto anche da chi è già lontano
oramai dalla tenera e giovine età, per cui questa raccolta è stata fatta in modo speciale.
Non abbiamo qui le eterne storielle insipide, che,
pur sotto forma diversa, vengou fritte e rifritte invariabilmente per ogni Natale o Capod’anno. Qui, invece,
v’ è qualcosa di nuovo, v’ è una nota moderna specie
nel mostrare 1’ attitudine e il dovere del cristiano d
fronte alla miseria del basso popolo, — come comunemente si dice. Si legga, a mo’ d’ esempio, per veder
quanto ho detto, la novella intitolata : « U esperiensa
del Borgomastro » e più specialmente l’altra : « La
Chiesa dei dispréssati » in cui in modo interessantissimo è narrata 1’ opera grande e feconda compiuta da
un pastore — vero servo di Dio — in mezzo alle classi
più disprezzate e abbandonate. Lontane dalla Chiesa
che le trascurava e che, per loro, era oramai la chiesa
dei ricchi, lontane da Dio, esse vivono nel fango e nel
peccato. Ma ecco che giunge in mezzo ad esse qualcuno
che le ama veramente. L’antica chiesa abbandonata si
riapre, si ripopola a poco a poco e di nuovo cantici di
lòde e di ringraziamento, erompenti da petti non più
chiusi al soffio dello Spirito divino, echeggiano sotto
le sue volte e salgono a Dio, — mentre in un amore
sempre più intenso e profondo, che trasforma i cuori
e illumina le menti, 1’ antagonismo e 1’ odio di classe
svaniscono e tutti, 1’ operaio e il capitalista e il professionista si stringono, riconciliati, attorno alla comune tavola del Signore.
E’ con questa bella novella, che, per la tirannia della
spazio, ho dovuto riassumere cosi imperfettamente, che
si chiude il libro, il quale, oltre che pel suo buon contentto, va lodato anche pel suo stile generalmente curato e per la sua elegante veste tipografica.
E. del Pesco
Pro Viedimonfe
(1)
Così s’intitola un opuscoletto edito a Petrella Tifernina e destinato a S. S. il Beatissimo Padre.
E’ una raccolta di buoni attestati di persone autorevoli
e professionisti e di sottoscrizioni popolari a lode e onore
del P. Gennaro Piedimonte da Castelbottaccio, da 20
anni arciprete di Lucito. Conoscendo i fatti, potrei
dilungarmi su i medesimi; ma preferisco accennarli.
Il Piedimonte è in pace col suo ovile ed è lodato
da Bisceglia, Nuonno e Balzano suoi vescovi ; ma quando
questi ha fatto per viltade il gran rifiuto, le cose camffiano.
Il Vescovo Carlo Pietropaoli, di Trivento, delegato
da la Curia romana a reggere quale Amministratore
apostolico la vacante Curia di Termoli ; con triste parodia dice — egli che a i Sanniti avea minacciata l’onta
de le forche Caudine — « non venni a portar la pace,
ma la guerra » e il Piedimonte si vede prima minacciato, poi lusingato e in ultimo sospeso da la messa,
da la confessione e da 1’ ufficio parrocchiale con sequestro de la congrua.
Per quali motivi però ?
Ex informata conscientia ! 1 !
Il popolo tumultua contro l’editto vescovile, profana
il tempio di Dio con urli, fischi, schiamazzi e, ignaro
de la missione redentrice di Cristo Signore, la mattina
del 10 Gennaio profana il tempio di Dio.
E’ proprio il caso di ricordare con dolore il grido
messianico : « la mia casa sarà chiamata casa di orazione, ma voi ne avete fatta una spelonca di ladroni ».
Intanto solo il solerte, energico e sagace intervento
del Sindaco Cav. De Eubertis e del Brigadiere dei
EH. CC. potè impedire che, sotto le volte de la Cattedrale, si spargesse il sangue.
Pietropaoli, però, che — nuovo Pllato — ha per motto
« Io ho scritto ciò eh’ io ho scritto », non recede e il
Piedimonte chiede giustizia al « Beatissimo Padre ».
Se egli però non imita Eenzo che va dal dottor Azzeccagarbugli, constaterà la verità di quanto disse
Santa Brigida « la curia romana non vuole pecorelle
senza lana ; ascolta chi dà, a chi non dà serra la porta
in faccia ». E [poi può il Vescovo de i Vescovi condannare r operato di un suo unto ? Ma nè anche per
sogno anche se questi meritasse l’apostro'fe del Giusti
7
L A LUCE
di « crocifero babbeo ». Quanti infatti, quanti altri ricorsi sono giunti a carico del Pietropaoli a Roma, ma
sempre con esito negativo se bene fondati su la giustizia e su la verità!
Nè vale appellarsi al Diritto canonico, chè « le leggi
son ma chi pon mano ad elle ? » Ninno.
E allora ?
Mio caro fratello, signor Piedimonte ; « non ogni
male viene per nuocere ». Dico cosi, perchè sembra
che per tale tu voglia stimare il fatto tuo, ma io lo
stimo un bene.
La persecuzione, che tu piangi, è una vocazione del
Signore ed io, suo servo, ti chiamo a lavorare ne la
vigna sua. Sarai un operaio del mezzodì, de l’ora nona,
ne la tua età di 47 anni — è vero — ma la tua mercede non sarà inferiore a quella de gli operai del mattino. « Beati coloro che son perseguitati per cagion di
giustizia, perciocché il regno de i cieli è loro» e tu
entra nel vero regno di Dio, e da buon cristiano chiama
ad esso i tuoi igliani. Il tuo vescovo ha creduto legarti, imbavagliarti e seppellirti, ma tu « Lazzaro,
vieni fuori ».
Cristo non avrà più per te l’apostrofe di « sepolcri
imbiancati » tu sarai sacerdote se(;ondo vuole il Signore
e secondo ammaestrano Pietro e Paolo ne le loro epistole. Chè se Trivento, Termoli e Roma ti scaglieranno i loro fulmini, ti chiameranno apostata, scomunicato, non perderti d’ animo, chè è Cristo il nostro
duce e il nostro consolatore.
Basilio Mastronardi
*
• •
(1) Questo articolo esce con notevole ritardo, per cause indipendenti da la nostra volontà.
N. d. D.
Dal Chiosco alla Libreria
L’Alba. N' 8, anno X. Direzione, Sig.na. E Meynier, Abbadia Alpina (Torino). — Amministrazione : Sig.ra L. Bonnet,
Corsa Viti. Em. 82 Torino.
*
Perchè pregare ? del D.r Frank Ballard — Versione dall’inglese di Luigi Bossi. Milano, 1910.
*
L'Avanguardia. — 5, 6, Novembre dicembre 1909. Anno
2’ — Redazione e Amministrazione : G. E. Meille, Via Serragli
61, Firenze.
Le Christianisme, religión sociale par Georges Lasserre
de l’Union des Socialistes Chrétiens.
iht
Bene sociale, dicembre 1909, — Redazione e Amministrazione : Via Manzoni 13, Firenze.
*
• •
Il Messaggero Cristiano, periodico mensile ; Via Orfane
27, Torino.
MOODY
liortbfield.
Aprite l’atlante geografico. Cercate la carta dell’America del Nord. Ecco qui, tra il Canadá e il Messico,
un’ immensa regione : sono gli Stati Uniti, il forte
paese delle idee originali, del lavoro e del progresso.
Tre degli stati, confinando, si toccano in un punto :
sono gli stati del Massachusetts, del New-Hampshire
e del Vermont Proprio al punto di congiunzione di
questi tre stati, è una cittadina piena di movimento
e di vita, ricca di scuole e di istituzioni benefiche. Si
chiama Northfield.
Questo cantuccio della Nuova Inghilterra ci è stato
descritto come veramente splendido : un gran fiume,
il Connecticut, che « scorre maestosamente in silenzio » tra le sponde popolate d’alberi giganteschi ; vaste praterie ; fertili e amene colline, e laggiù all’orizzonte, verso il Nord e verso 1’ Ovest, le cime ardite
delle montagne Bianche e delle montagne Verdi, che
si disegnano limpidamente su lo sfondo del cielo quand’è sereno: una veduta pittoresca.
Anni sono, Northfield non era che un villaggio microscopico, un povero gruppetto di case coloniche,
ignorato dal mondo dei viventi.
Qiorno d’allegrezza.
Una di quelle case coloniche attira la nostra attenzione. È miserrima, ma pulita come uno specchio : è
l’abitazione d’un muratore.
Il muratore si chiama Edwin Moody.
In quella casa, egli ha condotta sposa, nel gennaio
1828, Betsy Holton, un’ottima donna, tutta brio e intelligenza, tutta freschezza e salute, una di quelle
donne che sembran sfidar la vita ed essere destinate
a campare fino ai novant’anni.
Gli antenati di Betsy Holton erano fuggiti da l’Inghilterra, per sottrarsi alla persecuzioue religiosa che
infierì contro i puritani ; e, con tant’altri di questi
Soifo rincuBo!
Proprietà riservata — Biprodazione proibita
L’amore solo, credilo, mamma, è il domma fondamentale del Cristianesimo ; ed è un domma, vedi, che
permette, tanto al cattolico quanto all’evangelico, di
aspirare alla salvezza eterna e di darsi la mano quaggiù
su questa misera terra.
E’ giusto, è giusto, figliol mio, quello ohe tu
dici ; le tue parole mi scendono in fondo al cuore e
mi commuovono. Per me, così vicina al termine dei
miei giorni, esse sono un balsamo, perchè mi fanno
intravvedere chiaramente la beatitudine di quella vita
nella quale entrerò presto, e che sarà tutta trascorsa
nella pienezza dell’amore divino. Ma, ahimè, la Chiesa,
la Chiesa....
— La Chiesa, mamma ? — Don Angelo s’interruppe,
e una leggera nube passò sopra il suo volto. — La
Chiesa !.. Essa non può rimproverarmi la carità cristiana I La Chiesa, che è custode dell’ insegnamento
di Cristo, non può rimproverarmi d’esserne un ardente
seguace. Ah, cara mamma mia, perchè ti affatichi e
ti tormenti con inutili timori ? Non essere ingiusta,
mamma, e del resto affidiamoci alla bontà di Dio che
sa proteggere i suoi figlioli.
Passando un braccio attorno al collo della madre.
Don Angelo l’attiro a sè e soggiunse con tenerezza;
— Io benedirò il Signore finché avrò vita, per avermi
concesso il tuo amore e per avermi donato quei tre
angioletti che dormono di là. S’Egli mi ha tanto benedetto fin qui, perchè dovrebbe adesso abbandonarmi ? *
— No, no, non è possibile — disse la vecchia signora sottovoce, molto sottovoce, quasi parlando
a sè stessa. — Poi, levando i buoni occhi di nuovo
sorridenti verso il figliolo, soggiunse : — Tu sei
stato e sei la mia gioia. Angelo; Dio ti ricompenserà.
Restarono a lungo in silenzio, così stretti l’uno ac-canto all’altro, guardando la valle inondata di luce
pallida, col pensiei’o rivolto alle cose sublimi di cui
fino allora avevano ragionato.
Regnava nella natura una pace profonda; nel
silenzio delle cose la voce di Dio parlava più possente
a quelle due anime cristiane.
D’improvviso giunse ai loro orecchi nn rumore ancora lontano di ruote correnti sulla via maestra. Don
Angelo si scosse dalla sua muta contemplazione e stette
in ascolto. Iljeumore s’avvicinava.
— Sarà il medico che ritorna — disse il prete. —
10 vado subito da lui per domandargli notizie di De
Prezzi.
La signora scese col figliolo nel giardinetto, per accompagnarlo fino al cancello.
Ma in quel frattempo il carrozzino, invece di fermarsi dinanzi alla casa del dottore, attraversava a
gran trotto il villaggio e proseguiva fino alla breve
e ripida salita che conduceva al presbiterio. Quivi si
arrestò. Un contadino giovane e gagliardo ne scese,
d’un balzo e gettate le redini sul dorso del cavallo,
si avviò in fretta verso la casa del parroco.
Don Angelo lo vide e gli andò incontro pieno di
dolorosi presentimenti.
— Accorra, Don Angelo — disse il contadino con
voce affannosa. — Il signor Enrico sta per morire e
chiede di lei.
— Vengo, vengo subito — rispose il prete agitatissimo.
Si volse verso la madre, la pregò di non stare in
pena per lui e di mettersi a letto tranquilla : probabilmente egli non avrebbe potuto rincasare che all’indomani mattina, se davvero lo stato del suo amico
era tanto disperato.... Ma chi sa... chi sa... c’era forse
ancora rimedio...
— Fatti coraggio. Angelo — gli suasurrò la signora,
mentre gli stringeva àffettuosamente le mani. — E
fa’ coraggio a quella povera figliola. Oh, come vorrei
poter venire con te per esserle vicina, per confortarla...
Don Angelo montò in vettura ; il contadino voltò
11 cavallo, tenendolo per la briglia, salì accanto al
pàrroco, schioccò la frusta e ripartì al galoppo. La
vecchia signora rimase un momento immobile a guardare, poi, scrollando mestamente il capo, rientrò un
po’ curva, un po’ tremante nel giardino, e richiuse
il cancelletto.
Fra le piccole aiole profumate, fra le rose e i garofani odoranti, nell’immenso silenzio della notte la delicata, sottile figura della vecchia signora passò grave
e triste, e sparve dietro la porticina del presbiterio.
tenaci e ardimentosi puritani, eran venuti, nel 167S
a stabilirsi nella Nuova Inghilterra, in quel territorio
medesimo, ove ora sorge Northfield, la cittadina vivace, colta e religiosa.
Dopo alcuni anni di matrimonio, nel 1837, i coniugi
Edwin e Betsy Moody eran già allietati da una vispa
corona di figlioli. Eran cinque i figlioli, e un sesto
stava per nascere. E nacque infatti il 5 di febbraio.
Quel giorno il Connecticut scorreva meno silenziosamente del »solito; le vette delle montagne Bianche e
delle montagne Verdi, coperte di neve, sembravano
sorridere, splendendo, di lontano: tutto pareva fai;^
festa. Ed era festa davvero. Betsy Moody compiva il
suo trentaduesim’anno (poiché era nata il 6 febbraio
1805) e Betsy Moody, in quel giorno anniversario della
sua nascita, regalava al marito un nuovo figliolo.
Qhe allegrezza per que’ genitori all’antica e per quei
fratellini, il maggiore dei quali, Giorgio, non aveva
che nove anni o press’ a poco. Ed io credo che quel
giorno fosse allegrezza anche in cielo, tra gli angioli
di Dio. Perchè? —Il perchè si vedrà poi.
Il sesto figliolo dei coniugi Moody fu battezzato
con due nomi discretamente curiosi per noi Italiani,
e forse intraducibili nella nostra lingua: Dwight Lyman
Pensieri
Quando vedete la ragione far progressi prodigiosi solo dal momento che fu predicato l’Evangelo,
voi dr vete riguardar la fede co.me un’alleata, non già
come nemica.
Nessun filosofo potè mai avere influenza solamente
SUI costumi della strada (.ive dim ra; alcuni uomini, j
del resto assai rari, hanno avuto influenza sui costumi del popolo di cui facevan parte.
Gesù Cristo apparisce, e senza veruno sforzo, senz’altro appoggio che alcuni pescatori, poveri ed ignoranti, Egli estende la sua influenza sopra tutte le
razze umane e sopra tutti i secoli.
Il giudaismo, il sabeismo, la religione di Zoroastro
striscian nella polvere. 11 culto di Tiro e di Cartagine
è_ caduto con quelle città potenti. La religione di Milziade e dì Pericle, quella dì Paolo Emilio e di Catone
non sono più. Quella di Odino è annichilita ; la lìngua
stessa di Osiride, diventata quella dei Tolommei,è ignorata dai loro stessi dispendenti ; il puro teismo iion è
mai esìstito. Solo il Cristianesimo è rimasto in piedi in
mezzo_ a tante vicissitudini e nel fracasso di tante rovine, incrollabile come il Dio che n’è l’Autore.,... Io
sono costretto di credere e di ammirare! ■ Y.
(Da Voltaire), • ’
Domenico Lriocoli, gerente responsàbile
Tipografia dell’Istituto Gould Via Marghera 2, Roma
■ ... IL
La vettura che portava Don Angelo verso la casa
dell’amico correva velocissima, e in breve tempo furono percorsi i quattro chilometri che separavano la
palaMetta del signor De Prezzi dal villaggio di Pietraviva. Lungo la via Don Angelo interrogò ansiosamente il contadino, e le risposte che ne ebbe furono
tali da non lasciargli nessuna speranza.
Da parecchi giorni il signor De Prezzi non stava
bene, lo si vedeva al pallore della faccia, alla lentezza
dell’andatura, alla tristezza dello sguardo. Ma nessuno mai avrebbe imaginato che ad un tratto, così
proprio d’un colpo, egli avesse potuto ridursi in fin
di vita. La signorina ? Ah c’era da imaginárselo. Dacché
aveva compreso che la cosa era tanto grave, non
aveva fatto che piangere. E straziava l’anima il vedere quella creatura così giovane, così bella, così
buona, immersa in un dolore inconsolabile, indescrivibile...
Don Angelo eccitava anche lui con la voce il cavallo ;
gli pareva che quella strada fosse interminabile.
Quando non ebbe più nulla da domandare e il contadino più nulla da rispondere, egli ritornò inconsciamente col pensiero al passato. Erano bambini,
erano piccoli bambini lui e De Prezzi e facevano il
chiasso insieme sul piazzale alberato,’là fuori del
paese; erano scolari,seduti nel medesimo banco, uniti
sempre nel bene come nel male, nei premi come nei
castighi, inseparabili, lieti, pieni il cuore di slanci:
generosi, pieni 1 anima giovinetta di ideali onesti o
puri. Essi eran cresciuti, come pianticelle rigogliose,
l’unO' accanto all’altro, sènza contese, senza invidie.
Poi improvvisamente le loro vie si erano separate. Lui,^
colpito da una tremenda sventura, la morte del padre,
si era sentito spinto alla carriera ecclesiastica ed era
entrato in seminario, appagando nel medesimo tempo
i suoi desiderii e quelli di sua madre ; De Prezzi,
quasi contemporaneamente, aveva pure lasciato il villaggio per proseguire gli studi in città ed avviarsi alla
carriera dell’ingegnere. Si rivedevano nelle vacanze
e riannodavano l’antica amicizia. Poi gli anni erano
passati, i vecchi De Prezzi erano morti, le loro terre
erano state vendute ed Enrico non aveva più fatto
ritorno al villaggio.
(continua)
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