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ECO
DELLE muí VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVII - N. 43
Una copia lire 50
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i Eco; L. 2.500 per l’interno | Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo bis
\ L. 3.500 per 1’e.Mero ( Cambio di indirizzo Lire 50_________
TORRE PELLICE - 3 Novembre 1967
.Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.CJ*. 2-17557
“NON PORTATE IL LUTTO PER I MORTI» EZECHIELE 24/17
La famiglia non prende il lutto
Celebrazioni luterane in Germania
Recentemente ho fatto questo annunzio in occasione (i’un servizio
funebre; raramente l’ho letto nei
manifesti mortuari, perchè il lutto
è cosa normale anche per le comunità valdesi, in omaggio ad una tradizione per noi recente e nel rispetto dei « qu’en dira-t-on » della gente. Nel Sud, in modo particolare, i
segni ilei lutto si estendono anche
alle porle delle case del defunto,
con enormi strisele nere che impressionano il pellegrino non abituato a
certi riti.
Purlroppo la tradizione del lutto
risale a tempi antichi e precisamente al mondo pagano; talvolta il lutto cuiiijiorlava persino mutilazioni,
incisioni e sacrifici umani, ispirati
dal de.siderio di non lasciar partir
solo ii defunto per il mondo delraldiià... Nelle isole Sandwich, alla
morte del capo si estraeva persino
un deiUe ad ogni suddito! Anche
gli Ebrei osservavano il lutto strappandosi i vestiti e coprendosi il capo di cenere, in segno di dolore. La
usanza <lei vestiti da lutto di color
nero tesale ai Greci e ai Romani.
I primi Cristiani invece vestivano di bianco ed accompagnavano il
defun'o con il canto di salmi ed inni, quale annunzio della vittoria di
Cristo sulla morte. Difatti uno scrittore del tempo diceva: quando un
credente muore, i Cristiani si rallegrano e benedicono il Signore accomps.cnaodo l’estinto come se dovesse si l'.iplicemente cambiare di residenze.. jioichè <c mediante il battesimo iic-llo Spirito Santo il credente
è stato liberato dalla potenza delle
tenebr e trasportato nel regno del
benearnato figliol di Dio... ».
Al tempo della Riforma, e per alcuni seri)li dopo, la comunità protestante iiii dato scarso rilievo alle cerimonie funebri e al lutto: Calvino
infatti è stato sepolto senza un rito
particolare e collocato nel cimitero
di Plautpalais, dove nessuna lapide
o ricordo indica il luogo dove è stato posto. La liturgia della chiesa riformata di Francia prescriveva di
non fare preghiere nè predicazione,
per evitare ogni tentazione di superstizione; e Bucero ricordava che,
in circostanze di lutto, si facesse appello al ravvedimento e alla speranza cristiana, facendo prova di zelo
e sincero desiderio della vita futura, mortificando il vecchio uomo.
La Confessippe elvetica posteriore
ricordava tra l’altro che la memoria
del defunto ci deve stimolare alla carità verso i miseri. La Chiesa
valdese ha serbato anch’essa per
molto tempo grande discrezione nei
servizi funebri e nel lutto, tantoché
il defunto veniva inumato con una
cerimonia molto sobria, con una
preghiera fatta dall’anziano. Con le
due ultime guerre il ricordo dei caduti, con relativa esaltazione del sacrificio per la patria, ha rimesso in
auge il servizio funebre con tutto il
contorno del lutto, lapidi, monumenti, corone, rievocazioni varie,
con richieste persino di preghiere
per i morti, in pieno contrasto con
la Parola del Signore, tanto che si
può leggere oggi ancora in un parco
della Rimembranza queste parole :
« La patria li prese mortali e li rese immortali ».
Non dimentichiamo che un dolore profondo, dovuto alla separazione
d’un membro della famiglia, lascia
una traccia nel cuore: proprio per
questo il dolore non dev’essere esposto all’occhio indiscreto della gente,
che non comprende il nostro stato
d’animo; non dev’esserci esibizione
nel segno di una pura vanità, bensì
un senso di discrezione e di raccogli
mento nel segreto della nostra cameretta. Qui, nell’intimo del nostro
cuore giunge la voce del Consolatore promesso dal Cristo : cc Io pregherò il Padre che vi darà il Consolatore, perchè sia sempre con voi; lo
Spirito della Verità che il mondo
non può ricevere; non vi lascerò orfani ma tornerò a voi ». Del resto
Gesù stesso ci dice: cc Quando tu digiuni non devi essere mesto d’aspetto come gli ipocriti perchè si sfigurano la faccia per far vedere agli
uomini che digiunano; ma tu quando digiuni ungiti il capo e lavati il
viso, affinchè non apparisca agli
uomini che tu digiuni, ma il Padre
tuo che è nel segreto te ne darà la
ricompensa ». Perciò ogni forma
esibizionistica di dolore è riprovata
dalla Scrittura, che ci invita al colloquio intimo, segreto col Consolatore che ci dà la certezza della Risurrezione.
Di,ce ancora il Signore : cc Gli amici dello Sposo (Cristo) possono far
cordoglio finché lo sposo è con loro »? Se il Signore è con noi possiamo forse conservare il vecchio, logoro vestito di usanze, tradizioni
tramandateci dal mondo pagano?
Lo Spirito del Signore è come il vino nuovo in otri vecchi capace di
spezzarli; esso infatti, lo Spirito,
rompe, frantuma il vecchio mondo
di una mentalità paganeggiante e
crea in noi una vita nuova, traboccante di gioia e riconoscenza, perchè sappiamo in chi abbiamo creduto. Perciò se siamo creature nuove « lasciamo i morti seppellire i lo
ro morti ed andiamo ad annunziare
il Regno del Signore »; vale a dire,
siamo esortati a non chiuderci in noi
stessi in un dolore senza speranza,
ma a camminare verso i solitari, gli
incompresi, i disparati, gli ultimi
del mondo, i miseri per recar loro
la Parola, un segno di solidarietà e
di amore.
In questo clima di rimembranze:
i Santi, tutti i morti e IV Novembre, anziché sciupare i nostri soldi
in costose spese destinate al cimitero o al lutto, rechiamo invece un
fiore di crisantemo per le nostre
opere che stentano : asili, ospedali,
orfanotrofi, scuole, opera di evangelizzazione; rechiamo un po’ del nostro tempo libero per le opere concret.'i come il « Rifugio » di San
Giovanni, dove il per-sonale si logoga nel lavoro piò amaro e difficile
senza poter neppure fare le ferie e
dove i nostri incurabili non possono
più èssere accolti perchè nessuno di
noi è disposto ad andare per alleviare le sofferenze dei vivi, tranne
a pretendere sempre dalle nostre
opere quello che noi, sotto il segno
del nostro egoismo, non faremmo
mai!
Questo è il vero segno del lutto
che dobbiamo portare in ricordo dei
nostri cari: il mondo nuovo di Cristo che ci ha insegnato a metterci in
marcia verso tutti 'gli uomini, specialmente i più infelici, verso quelli che non hanno speranza e non conoscono ancora il Consolatore.
Gustavo Bouchard
Una manifestazione nella Wartburg, rifugio di Lutero dopo Worms.
si a Wittenberg e negli altri luoghi cari al
luteranesimo tedesco per partecipare alle
BERLINO EST (BIP). — Qualche settimana fa. il settimanale « Berliner Sonntagsblatt-die Kirche » del vescovo protestante di Berlino Ovest, aveva pubblicato un
« appello al sig. Gerald Gotting » (vice presidente del Consiglio di Stato della Rep.
Dem. Tedesca ed anche presidente dellElnione Democratica Cristiana Orientale) col
quale lo pregava di interessarsi affinchè non
ci fossero troppi rifiuti categorici e draconiani ai visti d’entrata nella R. D. T. per
gli inco ntri dei dirigenti ecclesiastici della
Germania Occidentale, desiderosi di recar
iiiiiiimiiiiiiiimiiiiiiiiiiimi
ALLA VIGILIA DELL'ASSEMBLEA COSTITUENTE DELLA FEDERAZIONE EVAmEUCA riALIAM
Il Sirtnori' non ci chiede una cooperativa di consumi ecclesiastici
Fra qualche giorno, a Milano, sarà
dato ai cento rappresentanti di alcune Chiese evangeliche italiane di fare
ciò che non erano riusciti a fare i
fratelli della generazione precedente,
nel 1920: costituire una Federazione
delle Chiese Evangeliche in Italia. Il
momento è indubbiamente storico
— senza per altro idealizzare la nostra storia. . ,
Molti di noi ricordano la gioia, diciamo pure la commozione, e la speranza
con cui avevamo concluso il Congresso
di Roma, diciotto mesi or sono. Come
mai quella gioia, quell’ entusiasmo,
quello slancio di speranza sembrano
oggi piuttosto affievoliti? proprio ora
che pare raggiunto, se non il traguardo, una tappa decisiva?
C’è anzitutto un senso di profonda
umiliazione. A parte l’attivo manipolo costituito dal Comitato preparatorio che cosa abbiamo fatto, noi? In
che misura è maturata, nelle nostre
comunità, la vocazione risuonata nell’Eliseo di Roma e nei mesi che precedettero quella riunione? A cominciare
dal nostro lavoro redazionale, in profondità, i responsabili si sono preo^cunati con chiarezza e con ferma flducia nella parola di Cristo e nel suo
Spirito, di proporre alle vane coinunità evangeliche le questioni fondamentali sulle quali non c’e pieno accordo fra tutti noi, forse appunto perchè non c’è chiarezza? Insomma, a
diciotto mesi dal voto di Roma si può
dire che non si è fatto un passo sulla
via della chiarificazione reciproca, teo
^°Cefto si è discusso, di statuti e di
rpBolanienti, di uffici e di servizi; ma
rSssuno può sfuggire l’abbassamento di tono. Alcuni che si erano affacciati alla porta, ci sono restati, e magari hanno fatto due passi indietro,
per osservare meglio. Sono state solennemente riaffermate le assolute
eative di autonomia delle singole Chiese e Opere, membri o aderenti della
Federazioni. Il solo fatto positivo
— certo non indifferente — e che a
una federazione di vertici si e sostituita una federazione di basi ; e che i
vari « servizi » saranno, si auspica, po
^^Non'^'èra possibile altrimenti, forse
non sarebbe stato neppure bene data
la situazione. È del tutto gratuito cri
ticare la burocrazia, la « macchina »
ecclesiast'ca, e cos'i pure scaricare ogni
colpa sul geloso orgoglio denominazionale, benché esso non sia certo assente. Il dibattito e il confronto tentati a
Roma erano appena appena avviati, e
non certo su tutte le questioni, nè forse su molte delle più importanti. Dopo, non è stato condotto innanzi per
nulla. Ed è bene dire che le questioni
aperte, non solo fra Chiesa e Chiesa,
ma aH’interno stesso di ogni Chiesa,
sono molte e gravi. Non potremo realmente procedere, al di là delle facciate, finché non avremo affrontato
— con tutta l’umiltà, il rispetto, la
pazienza e la speranza che si addicono a fratelli in Cristo — la questione
della comprensione dell’Evangelo, del
modo di intendere l’ispirazione della
Bibbia, di leggerla e quindi di predicarla e applicarla nella situazione
odierna (ed ecco, legato, il problema
dell’ evangelizzazione e quello della
«presenza al mondo»). Siamo convinti che questo è possibile: che membri
di Chiese cosiddette « storiche » possono, nel diretto colloquio fraterno,
far comprendere a « Fratelli » o Pentecostali che una lettura « storica » della
Bibbia non ci pone fuori della fede,
assolutamente; e che viceversa questi
membri delle nostre Chiese, anche
nelle loro punte più « problematiche »
e « impegnate », possono avvertire .nella realtà della comunione, che « Fratelli » e Pentecostali sono ben lungi dall’essere relitti ai margini della storia,
perchè la loro vita profonda è data
dalla presenza dello Spirito del Signore. Sarà estremamente difficile e impegnerà grande pazienza e perseveranza,
rispetto fraterno e fiducia nell’opera
dello Spirito, umiltà e disponibilità
accanto a una grande fermezza. Molto
più difficile che gestire insieme un
certo numero di uffici e servizi. Ma
possibile, e in ultima analisi molto più
appassionante.
Allora, la generosa affermazione fondamentale fatta al Congresso di Roma — e che su richiesta di numerose
comunità è stata inserita nella Costituzione della Federazione — circa la
nostra convergenza dì fede, mostrerà
crudamente tutti i suoi attuali punti
deboli, ma anche tutte le possibilità di
una reciproca edificazione. Saremo costretti, in questo confronto, a chia
rire a noi stessi e ai fratelli le ragioni
autentiche e non necessariamente antitetiche che stanno dietro il congregazionalismo degli uni e l’organizzazione sinodale degli altri; ci renderemo conto che dietro le questioni «organizzative » e di strutture vi sono questioni teologiche fondamentali; ci troveremo di fronte al problema (aperto)
del battesimo (e della confermazione);
se dovremo cercare di far riflettere
certe comunità evangel’che sul loro
settarismo intransigente, cattolico a
modo suo, avremo anche da imparare
che l’ecumenismo è una cosa seria e
non può ridursi all’abitudine mentale
corrente: perchè in gioco non siamo
noi anzitutto, ma il Signore.
Solo quando questo sforzo sarà stato fatto, nella vita viva delle comunità sorelle, almeno per alcuni anni, potremo dire di aver cercato di rispondere, secondo le nostre capacità, allo stimolo dello Spirito Santo. E può darsi
che allora, non tutti cl troviamo in
piena comunione storica. Ma sicuramente, se avremo fatto con sincerità
questo sforzo, ci ritroveremo tutti più
umili e più saldi nella fede, più chiaramente riferiti al Cristo nostro solo e
comune Signore, quindi realmente più
vicini.
La Federaz one offre alle Chiese che
vi si impegnano, in modo diretto o collaterale, un mezzo per condurre innanzi questo sforzo. Altrimenti essa
non ha senso, o si riduce a una cooperativa di consumi ecclesiastici. Il termine stesso di « federazione » non è
biblico, nè lo è il concetto corrente che
esso esprime: si tratta piuttosto, nel
ricercare una confessione di fede comune, di giungere a stringere quel fraterno « patto di unione », nella fede,
che diversi hanno richiesto, ma che
allo stato dei fatti non è ancora una
realtà.
Non ancora. Il nostro tempo ha visto i « miracoli » molto umani e appariscenti di certi abbracci e convergenze: forse il Signore vorrà darci, nella
misura della nostra fede, i miracoli
oscuri ma autentici di una effettiva
comunione, in molti luoghi in cui fino
a ieri regnavano indifferenza, squalifica, sospetto. Là dove sarà presente Lui.
Gino Conte
grandi manifestazioni giubilati.
Ora, « Neue Zeit » quotidiano dell’Unione Dem. Crisi. Or. e «Neues Deutschland»,
organo centrale del partito socialista unificato, pubblicati ambedue a Berbno Est,
hanno recentemente pubblicato dei commenti identici intitolati tutti e due « Indirizzo errato » e che sono le prime reazioni
al suddetto «appello». Fra l’altro, dicono;
« Dopo le giornate luterane organizzate
in questi ultimi mesi dalle Chiese della
Turingia e della Sassonia a Eisenach,
Magdeburgo e Mansfeld — giornate particolarmente caratterizzate per il loro carattere teologico ed ecumenico — l’interesse
delle Chiese e di un vasto pubblico della
R.D.T. si sta ora concentrando sulle prossime manifestazioni di ottobre per il 450“
anniversario della Riforma a Wittenberg,
ove Lutero affisse le sue tesi.
« Ecco che ora, da parte di Berlino Ovest,
con manovre di diversione che partono dal
seggio episcopale (protestante), si cerca di
ostacolare la realizzazione dei programmi.
Infatti è da lì che provengono degli articoli pubblicati dalla stampa di Berlino Ovest
e che esprimono un disagio sentito dalla
direzione della Chiesa militarista di Bonn.
Questi ambienti che difendono la pretesa
di Bonn di rappresentare essa sola il popolo
tedesco, che alimentano la guerra fredda
contro la R.D.T. e che sono infeudati al
blocco aggressore della NATO, questi ambienti si lamentano di non essere stati invitati alle Manifestazioni Giubilati organizzate dalla nostra Repubblica.
« A questo proposito, dicono che la questione dei visti per recarsi al Giubileo provoca una crescente inquietudine fra i cristiani evangelici del mordo intero. Si tratta di un argomento grottesco, dato che la
lettura di ogni edizione del « Servizio ecumenico di stampa e d’informazione » di
Ginevra prova al contrario che le preoccupazioni dei responsabili delle Chiese in
tanti Paesi si concentrano su ciò che lascia
totalmente indifferente la Chiesa militarista di Bonn e precisamente l'orrore per i
bombardamenti americani nel nord Vietnam, la politica d’occupazione israeliana e
la sanguinosa oppressione dei negri in
America.
« Queste preoccupazioni sono intensamente condivise, da parte dei cristiani che
vivono nella R.D.T., coi loro fratelli in
fede del mondo ecumenico. È per questo
motivo che noi ci rallegriamo per la visita di numerosi rappresentanti internazionali che verranno per le manifestazioni
commemorative nella nostra Repubblica :
esse saranno tutte caratterizzate dal nostro
desiderio di mantenere la pace e di promuovere l’amicizia fra i popoli...
« Disgraziatamente, non è così per i dirigenti in vista della Chiesa evangelica della Germania Occ. Dopo la firma dei disgraziati accordi per la cappellanìa militare che hanno legato istituzionalmente la
Chiesa al regime di Bonn, hanno approvato, tacitamente o apertamente, una politica che sostiene il genocidio in Vietnam
e che non fa nulla per normalizzare le relazioni fra gli Stati ma proclamano la lotta
contro i paesi socialisti in genere e contro
la R.D.T. in particolare.
« Per questi motivi non possiamo acco
CONTINUA
IN TERZA PAGINA
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pw-.
N. 43 — 3 novembre 1967
L’indifferenza di Cristo
”Se riesco a toccare non joss'altro che le sue vesti, sarò
salva” (Marco 5: 25-34).
Dodici sono gli anni insani della lunga penosa impotenza. « Molti medici », « assai avea sofferto », « aveva speso tutto il suo ed era
andata peggiorando ». Queste sono le forti tinte della disperazione.
Chi non le conosce? I nostri anni passano insani, magari con gli
occhi posati con passione sulle pagine dell’Evangelo! Certo siamo
anche noi tra quelli che seguono il Cristo nel pigia pigia della calca.
Contribuiamo a stringerlo da tutti i lati. Egli è un centro di attrazione. Le distanze da Lui sono lunghe o ravvicinate. Si sa qualcosa di Lui,
si parla di Lui, si crede in Lui, si guarda a Lui. Ma è come se Egli
non si muovesse, non venisse. E’ là, ma non ci guarda negli occhi,
non s’interessa a noi; eppure continuiamo a pigiare, forse a gridare!
Perchè tanta indifferenza da parte di Cristo per noi? Quando pensiamo a questo e giungiamo finalmente a dire : « Se riesco a toccare... », allora capiamo il perchè dell’indifferenza di Cristo per noi.
Occorre entrare in contatto con Cristo.
V’è un Evangelo che ci tocca e uno che non ci tocca. L’Evangelo che ci tocca è quello della fede, è quello che ci fa toccare con
mano Gesù. Questo è idolatria? No, è fede. Gesù ha detto a Maria:
« non mi toccare » perchè Maria cercava il contatto diretto col Cristo, quello che scavalca la fede (« Camminiamo per fede e non per
visione », 2 Cor. 5: 7).
L’attenzione di Cristo per noi si risveglia quando è in moto la
fede, quando cerchiamo guarigione. Egli trasale di gioia, si ferma
ad ammirare il vero credente. Anche Dio sa essere contento. E’ proprio vero che « vi sarà in cielo più allegrezza per un solo peccatore
che si ravvede, che per novantanove giusti i quali non han bisogno di
ravvedimento » (Luca 15: 7).
Michele Sinigaglia
Nell'autunno 1933, quando Karl Barth
tenne la conferenza di cui la Claudiana
pubblica la traduzione in questo 450° anniversario della Riforma, l’ascesa delle camicie brune, nel III Reich, era al culmine e
gli eventi che scuotevano la Germania stavano per fare di Barth uno di quegli uomini fuori misura che determinano la storia anziché subirla.
Mentre il cattolicesimo si mise al riparo
con il concordato del 1934. firmato da von
Papen e dal card. Pacelli, che prevedeva il
giuramento di fedeltà dei vescovi al regime
e il divieto ai preti di partecipare a ogni attività politica, i protestanti affrontarono la
lotta in ordine sparso, senza unità organica
e spirituale, in preda a una crisi di cui la
scorsa settimana ha parlato qui M. C. Tron,'
recensendo il saggio recente di S. Bologna
su « La Chiesa confessante e il nazismo ».
La tradizione luterana di sottomissione all’autorità costituita, l’orientamento nazionalista di molti uomini di chiesa, il disprezzo in cui era tenuta ia repubblica di
Weimar, tutto sembrava predisporre la
Chiesa evangelica a farsi inquadrare facilmente in camicia bruna. Il 25 aprile 1933
fu creata una « Chiesa evangelica della nazione tedesca ». basata sulle parole-chiave
« Nazione. Razza, Führer ». Nelle Chiese
La
Riforma
è una
decisione
Editrice Cleudiana
si espongono bandiere con la croce uncinata. si cantano il Deutschland über alles
e il Horst Wessel Lied accanto al corale
di Lutero Forte rocca è il nostro Dio. Alle
elezioni ecclesiastiche del luglio 1933 le liste
dei « Cristiani tedeschi » — il movimento allora in auge, cui Barth fa ripetutamente
riferimento in questa conferenza — ufficialmente appoggiati da Hitler, raccolgono
il 75% dei voti.
Ai primi di luglio 1933 Barth e l’amico
Thurneysen danno vita a una nuova rivista,
«Theologische Existenz heute». «L’oggi della teologia », il cui titolo è come uno squillo di tromba. 11 primo numero è un attacco
violentissimo ai « Deutsche Christen ». alla
Chiesa ufficiale; in un mese se ne vendono
17 mila copie. « Ogni invocazione a un
Führer è vana quanto il grido dei sacerdoti
di Baal: "Baal, ascoltaci!" ». La resistenza
ha trovato la sua voce, il suo siile. Rapidamente escono altri fascicoli (25 numeri
in due anni!) il testo qui pubblicato è il
terzo della serie. La forza di questa resistenza sta nella sua radice teologica, biblica. di fede. La Chiesa confessante si costituisce. L'anno dopo, il 31 maggio 1934. è
Barmen : r< La parola di Dio non è incatenata». Per ulteriori paKicolari. rimandiamo,
oltre che al citato saggio del Bologna, al
bel profilo che Georges Casalis ha dato di
Sola grafia - Sola fide
Sola Scriptura
/ grandi tenni della Rifornia uniscono (anche per domani,
speriamo) tutti gli evangelici della città e dintorni
accadde a.
«0
libri
La Riforma
è una decisione
Karl Barth (edito in versione italiana dalla
Claudiana al principio di quest'anno).
Perchè pubblichiamo oggi, nel 450° anniversario della Riforma, questo testo
barthiano? Sono trascorsi parecchi anni dal
giorno in cui ha cominciato a circolare e la
situazione odierna è totalmente mutata. Si
tratta forse della riesumazione archeologica
o letteraria di un testo ormai « classico »,
ma superato?
No, pubblichiamo questo testo perchè
siamo convinti della sua palpitante attualità che, riprendendolo in mano, ci ha ancora una volta colpiti, con forza. Lo pubblichiamo perchè siamo convinti che nella
congiuntura attuale sia questa la parola
che va detta ; che dobbiamo lasciarci dire e
che dobbiamo dire.
L’ecumenismo, la presenza impegnata nel
mondo, ecco i problemi che assorbono la
riflessione e l’attività, la mente e il cuore
dei cristiani, oggi. La Parola e lo Spirito
del Signore sono senza dubbio, per il credente, all’origine di questa ridesta coscienza, in queste due direzioni. Tuttavia è innegabile che in questo fervore l’uomo ha
gradatamente acquistato spazio sempre maggiore: non più nella sua individualità, ma
nella sua dimensione sociale, sia sul piano ecclesiastico che su quello « mondano ».
11 comandamento dell’amore del prossimo
rischia di assorbire inavvertitamente quello
che è « il primo, grande comandamento »,
l'amore verso Dio.
L’imporsi della dimensione orizzontale
dei rapporti umani fa sfumare, sempre più
sullo sfondo, il rapporto verticale con il
Signore; la Chiesa, o la nuova società (di
qualunque tipo) tendono a sovrapporsi,
inavvertitamente o meno, al Regno di Dio.
Si cerca di evitare Vaut-aut: /’alternativa che
impone una decisione, una scelta non è
conforme allo spirito del secolo. L’ideale è
la sintesi, l'armonica composizione delle esigenze più disparate. E chi pone l’alternativa. spesso lo fa pur sempre per ragioni socio-politiche più che teologiche, umane
più che di fede.
Ecco perchè questo discorso di Barth è
attualissimo. Certo, ci sono profonde differenze fra la chiesa dei « Cristiani tedeschi » e le nostre chiese, fra la sintesi che
essa tentò e quelle che tentiamo noi. Ma la
tentazione antica, di base è in noi: Dio, sì,
ma Dio e l’uomo, Dio e la cultura, la razza, la classe, lo Stato, l’ordine o la rivoluzione sociale, Dio e la Chiesa.
Alla scuola dei Riformatori Barth ci ricorda. con tutto il vigore eccezionale, la
lucidità, la freschezza deila sua riflessione
e della sua predicazione, che la Riforma è
una decisione, sempre; che vivere nella
fede significa sapersi posti di fronte a questa costante, radicale alternativa, chiamati
a decidersi sulla base salda della decisione
già presa da Dio in nostro favore.
Deciderci a che? A credere a Dio. più
che alla Chiesa e alla storia. Ad amare Dio,
prima che la Chiesa e la socieià. Per sapere intendere rettamente la Chiesa e la storia. Per saper servire reKamente l’uomo
nella Chiesa e nella società. g. c.
K. Babth : La Riforma è una decisione. —
Claudiana, Torino 1967 L. 250.
Non è frequente che, in un medesimo
luogo, tutie le chiese evangeliche si accordino per un’attività comune. A Torino, sta
veramente avvenendo qualcosa di nuovo in
questo senso. Riferendo sulla discussa venuta dell’evangelista Billy Graham, concludevamo il nostro articolo con la domanda :
« Siamo forse uniti soltanto in Billy
Graham? » (in lui, veramente, eravamo abbastanza divisi...). Non era una domanda
scetica, era una sfida. E la sfida è stata
raccolta dalle nostre comunità evangeliche.
Nel corso del mese di settembre e di ottobre, un forte gruppo di rappresentanti
battisti, dei « fratelli », metodisti, pentecostali, saluiisti e valdesi della città e dintorni si è riunito per tutta una serie di serate,
a discutere e programmare una celebrazione comune del 450° anniversario della Riforma. Non si è voluto fare la gran festa
superficiale che può accontentare tutti; si è
posto, in tutta sincerità, il quesito; ci
riconosciamo veramente tutti, nella Riforma? A tale scopo, quasi a dare una spina
dorsale alle celebrazioni, è stato elaborato
un breve documento; presentato e discusso
in una delle riunioni preparatorie, abbiamo
sentito con gioia profonda che esso veniva
accettato, con intima e piena partecipazione. da tutti; pochi ritocchi, e il documento
è stato pubblicato, insieme al programma
delle celebrazioni (ne abbiamo riprodotto
il testo su queste colonne, la scorsa settimana); largamente diffuso nelle comunità,
il foglio è pure servito come invito ad amici ed estranei. Le manifestazioni sono state annunciate alla cittadinanza torinese da
parecchi manifesti murali.
In primo luogo ci siamo raccolti, la sera
di venerdì 27, nella bella sala di conferenze nella Galleria di Arte Moderna, gentilmente concessa dal Comune; e il pastore
Ernesto Ayassot, in una vivace conferenza,
ha presentato la situazione storica in cui
scaturì la Riforma e i moventi fondamentali di quest’ultima. Per forza di cose,
si è dovuto limitare alla figura di Lutero,
su cui del resto s’incentrano le attuali celebrazioni. La prosa vigorosa e appassionata
de! Riformatore, cui l’oratore ha dato largo spazio con molta efficacia, ha nutrito
l’uditorio che riempiva la sala e che è stato
confermato, senza boria ma con gioiosa e
grata fermezza, nella coscienza delle grandi alternative, più che mai valide, affermate nella Prciesta.
Sabaio sera, nel tempio di Corso Vittorio. compatta assemblea di evangelici, a riflettere sulla propria innologia. L’assemblea
era presieduta dal past. Enrico Paschetto;
dopo la sua introduzione, che ha centrato il senso del canto comunitario nelle comunità evangeliche, e procedendo a ritroso
nel tempo, sono nlati presentati da quattro
membri di chiesa (« fratelli ». pentecostale,
valdese, battista) quattro coppie di inni, dall’epoca del Risveglio a quella della Riforrha : brevi note che hanno messa in efficace evidenza le caratteristiche salienti delle
varie epoche del nostro patrimonio innologico. Il canto era diretto dal M° Ferruccio
Corsani, che dirigeva un coro assai nutrito
costituito da membri di varie corali evangeliche (col M° Corsani era scesa a Torino
la Corale di Torre Pellice). Il direttore, che
ha pure suonato magistralmente due corali
per organo, coadiuvato dai coristi, ha saputo trascinare la numerosa assemblea che
riempiva il grande tempio in un canto vigoroso. rapido, esemplare. Di ogni coppia di
inni, uno è sfato cantato da tutta l’assemblea, uno del coro. Abbiamo vivamente apprezzato questo equilibrio; si è colta l’occasione per dar l’esempio di ottime esecuzioni (la pronuncia quasi perfetta sottolinea
il valore della parola, nell’inno, della preghiera, della testimonianza di fede) e per
presentare alcuni inni nuovi (nuovi almeno
per una parte dell’assemblea); d’altra parte
si è pure dato, largamente, all’assemblea
la gioia del canto comunitario, vigoroso e
possente, culminato nel « Forte rocca... »,
che ha concluso la riunione. Possiamo con
gioia dire che è stata totalmente assente
ogni sfumatura esibizionistica e ogni aspetto concertistico: si è trattato di un gioioso,
serio culto di riconoscenza al comune Signore; la gioia raccolta dell’Evangelo vibrava e univa tutti.
È questo sentimento che ancora, domenica 29. nel pomeriggio (dopo che ogni
comunità aveva celebrato il suo culto mattutino, ovviamente centrato sulla riscoperta
dell’Evangelo, che non è mai dietro le nostre spalle) ci ha ancora riuniti, nel tempio
di Corso Vittorio gremito, per il culto conclusivo. di ringraziamento e di consacrazione. Presiedeva il past. E. Ayassot. Nel corso
di una liturgia estremamente semplice, l’anziano dei « Fratelli » G. Leila, il pastore
pentecostale F. Toppi (venuto apposita
Per approfondire il quadro storico della ßilbrina
a cura di Carlo Papini
R. H. Baiivton: La Riforma Protestante.
con Prefaz. di Delio Canlimori. Einaudi
- Torino. 1966^, L. 1.000. L’opera più
consigliabile per un rapido inquadramento storico della Riforma.
M. Bendiscioi.i : La Riforma Protestante,
Ed Studium — Roma. 1952. L. 400. Buona esposizione dal punto di vista cattolico.
G. Bitter: La Riforma e la sua azione mon.
diale (con introd. di M. Bendiscioli). Vai
lecchi Firenze. 196.3. L. 1.800. Raccolta di saggi fondamentali del grande
storico luterano.
G. Bitter; La formazione dell'Europa moderna. Laterza — Bari, 1964, L. 7.000.
G. Spiini: Storia dell'Età moderna (in 3 voli.)
- Einaudi — Torino. 1966, L. 3.500.
R. Ro.viano, T. Te^eìnti ; Alle origini del
mondo moderno (1350-1550) (o Storia Uni.
versale Feltrinelli» n. 12). Feltrinelli —
Milano. 1967. L. 1.000. (continua)
mente da Roma) e il pastore battista B. Saccomani hanno presentato in tre brevi messaggi, centrati su altrettanti passi biblici, il
sola gratia, sola fide, sola Scriptura; le predicazioni sono state inframmezzate dal canto di inni, eseguiti dal coro torinese: egregiamente, tuttavia dobbiamo esprimere il
vivo rincrescimento che, a differenza della
sera prima, l'assemblea non sia stata associata al canto, con le voci e non solo in
ispirito : guardandoci attorno vedevamo veramente urgente il desiderio di cantare, e
alcuni lo facevano a mezza voce; non ha
senso ascoltare un inno, quando la fede
urge e vuol cantare.
All'uscita — ma è peccato che la cosa
non sia stata annunciata — un furgone dell’A.V.I.S. accoglieva volontari donatori di
sangue; nelle riunioni preparatorie un medico della Chiesa dei Fratelli aveva chiesto
che si abbinasse alle celebrazioni questa
raccolta, e davvero si trattava di un gesto
di solidarietà, di servizio, di apertura, che
se maggiormente chiarito avrebbe un poco
almeno ovviato al carattere essenzialmente
introverso di queste celebrazioni. Qualcuno
ci diceva, all’uscita del culto conclusivo, che
queste belle manifestazioni sono state essenzialmente « un monologo » ; non nel
senso che fratelli evangelici non si siano
parlali, al contrario, ma nel senso che un
estraneo (difficile dire se e quanti ve ne sono
stati; non molti, probabilmente) non ci
avrebbe-sentiti molto impegnati in un discorso — magari polemico, protestante! —
con il mondo e nel mondo.
Questa critica, che certo non è secondaria, non infirma però affatto la realtà della
comunione fraterna che ci è stata data, grazie all’impegno di tanti, all’apporto di fede
di tutti, o meglio grazie all’Evangelo in cui
tutti troviamo la nostra forza e la nostra
speranza. A guardare l’assemblea, nelle tre
serate, si avvertiva senza ombra di dubbio
la gioia vigorosa, grata e decisa, del solo
Evangelo, il senso che vale più che mai la
pena di essere protestanti. È una salda premessa per un più intenso vivere insieme
degli evangelici torinesi: con questo intento ci siamo separati, domenica sera. C’è
parecchia strada da fare. Lo si può constatare con scetticismo. Noi lo diciamo con
lieta fiducia. g. c.
a cura di Paolo Ricca
Questa rubrica intende offrire ai lettori
una .serie di « istantanee » su momenti ed
episodi della vita evangelica del secolo
scorso: immagini che conservano intatta la
loro freschezza e quasi sempre il loro valore spirituale. Fanno parte della nostra
storia di evangelici italiani, nella continuità della fede e della testimonianza.
Villar Pellice
Il quartiere del Ciarmis, seguente in
questo il buon esempio dato da altri,
ha deciso recentemente, in una riunione dei capi-famigFa presieduta dal
pastore, l’abolizione del gioco del gay,
che è di solito seguito da un ballo pubblico. I capi-famiglia hanno saggiamente deciso di utilizzare la somma
che si destinava a questo gioco per
costituire un piccolo fondo, i cui interessi serviranno a fare le riparazioni
e altri lavori presso la scuola del
quartiere.
(Da Le Témoin, del 4 gennaio 1889).
Luserna S. Giovanni
Una fanciulla ci scrive da S. Giovanni : « Se avete ancora un po’ di
spazio, vi prego di inserire queste poche righe, con la quali desidero ringraziare, a nome di molte fanciulle di
questa parrocchia, i Sigg. Pastori W.
Meille e H, Pascal, inviati per tenere
in mezzo a noi delle riunioni spe dali
di risveglio.
« Desideriamo esprimere la nostr.i riconoscenza per il bene che ci hanno
fatto le loro predicazioni e le lor.; ardenti preghiere, scongiurandoci ;on
potenti appelli a lavorare alla no- tra
salvezza con timore e tremore, a andare con fiducia a Colui che co i la
sua morte espiatrice ci purifica da
ogni peccato e per mezzo del quai, otteniamo il perdono, la pace e la ita
eterna. E poiché lo sentiamo prt ondamente, possiamo e dobbiamo ri -> a
questi fedeli messaggeri di pace; ion
è invano che voi e tutti colon. ;he
giorno dopo giorno ci hanno r. sdicato l’Evangelo, avete lavorato ì- lottato per la nostra salvezza: poi-- se i
raggi divini dell’amore di Dio tu ino
brillato nei nostri cuori, tanto, che
ormai col Suo aiuto tutti i nostri torzi saranno tesi verso queste Par e
leste, nella quale vogliamo un no
entrare ».
(Da Le Témoin, del 17 maggio 1889:.
1 lettori ci scrivono
Siamo
degli sciocchi?
Un lettore, da Bergamo:
Signor direttore,
causa, anche, mia assenza Le scrivo soltanto oggi due brevi osservazioni riguardo alla forma con la quale
Lei ha presentato, su « La Luce » del
6 p. p., la mia risposta alla sig.na
Munzi di Londra sulla campagna
« per )) il Vietnam.
Spero potrà comprendere la mia
sincerità se Le dico che il titolo « Vi.
sto da destra », da Lei dato alla mia
lettera, è semplicemente sciocco, oltreché inesatto, in quanto, anche prescindendo dal fatto che Lei poteva pur
pensare esser possibile che io non facessi parte d'alcun partito politico e
che non fossi nè liberale di destra, nè
monarchico, nè, tantomeno, missino,
come decisamente non sono, anche
prescindendo da ciò, ripeto, quanto io
ho detto in quello ed in qualche precedente articolo sul citato argomento,
non sono che dati di fatto e documenti, o riferimenti ai medesimi, che
ho ritenuto doveroso citare per la verità storica, o, più modestamente, se
preferisce, per completare il quadro
dell'argomento a quei lettori de « La
Luce » che sono più o meno sprovveduti in materia, specie a coloro che
sono costretti, senza rendersene conto, ad ascoltare soltanto le campane
« politiche » di sinistra più o meno
« estrema » dei periodici religiosi del
Protestantesimo italiano, segnatamente della Chiesa Valdese. Quanto precede vale anche per la domanda « di
commento » che Lei ha voluto porre
in calce al mio scritto.
Inoltre, riguardo ai punti interrogativi ed esclamativi da Lei intercalati dove ho nominato gli « Stati costituzionali dell America Latina », Le
ricordo che nella medesima su venti
Stati circa che la compongono (calcolando gli staterellì che fanno parte
del « Commonwealth » britannico, pur
essendo indipendenti, come uno solo,
ed analogamente gli altri sotto il controllo francese), almeno tredici, ossia
Messico, Nicaragua, Panamá, Guatemala. Salvador. Costarica, Venezuela.
Uruguay, Paraguay. Colombia, Cile e
Bolivia, oltre ai nominati slaterelli del
« Commonwealth », hanno realmente.
da tempo più o meno lungo, goiw.rni
costituzionali d'elez'.one (e non più
dittatori!...). 1 relativi dati storici,
che. del resto, non sono diiTicili da
trovare, glieli potrei, in caso, fornire
io stes.‘?o da fonte diiTìcilmentc « sospettabile ». dato che Lei sembra vo
ler dubitare della mia imparzialità..
Naturalmente non escludo che suliu
politica di detti Stati si facciano pi^i
o meno sentire influenze esterne (pri
ma Stati Uniti, poi Russia e suoi satelliti. ed ora anche Cina), ma so, e
Lei lo dovrebbe pure sapere, che ogf‘%
il sentimento d'indipendenza nazionali
si va sempre più accentuando negl'
Stati più piccoli o più arretrati ds
fronte ai più grandi o progrediti. C<>
munque, sono spiacente di doverli
pregare ancora una volta di approfondire meglio le Sue conoscenze in
argomenti politico-economici prima (h
esprimere giudizi su quelle altrui...
Voglio sperare che Lei pubblicherà
quanto prima tale messa a punto. Distinti saluti.
G, Zavarilt
Lamento
per una fontana
Un lettore palermitano ci invia copia di una lettera inviata al Sindaco
di Torre Pellice.
Nel mese di agosto scorso fui in
codesta bella cittadina per visitarla e
per visitare le opere Valdesi.
Mi sono soffermalo con tristezza
davanti la fontana, donala da Carlo
Alberto alla cittadinanza di Torre Pellice, per lo stato di abbandono in cui
si trova. Non vi è acqua, nella vaschetta ho trovato scatole e terriccio,
la dicitura in testa alla fontana si
legge a stento e quello che è peggio
il lato sinistro della fontana è ridotto ad orinatoio pubblico.
Signor Sindaco, quella fontana deve essere cara alla cittadinanza per
come è cara ai Valdesi, perchè ricorda un fatto storico della storia dei
Valdesi svoltasi proprio nelle vostre
valli.
Signor Sindaco, mi dia la gioia di
rivederla, in altra mia visita costì,
rimessa in stato di decoro, bella in
una bella città.
Lei non mi negherà questo favore
ed io La ringrazio a nome mio e dei
Valdesi lutti.
Carlo Di Diasi
Nuovo indirizzo
Il Pastore Guido Colucci comunica
il suo nuovo indirizzo: Via Leoncino. 22 . telefono 29501 . 37100 Ve
Abbiamo ricevuto
Per l'Ospedale di Pomaretto: «Fiori in memoria di Peyron Guido ». la
famiglia L. 5.000.
3
3 novembre 1967 — N, 43
pag. 8
Da un Congresso all'altro
Rapporto del Comitato preparatorio sul lavoro di diciotto mesi neirEvangelismo italiano
LO SCHEMA DELLA FEDERAZIONE
HEMBI EFFETTIVI
WIESE E UNIONI DI CHIESE
COMUrniA'
MEMBRI ADERENTI
CHIESE ED OPERE
Il Congresso delle Chiese Evangeliche d’Italia, tenutosi a Roma dal 26
Maggio al 30 Maggio 1965, nella sua
ultima seduta della domenica 30 Maggio approvò con 200 voti favorevoli,
nessun voto contrario e 20 astenuti, il
seguente ordine del giorno:
Il Congresso delle Chiese evangeliche iialiane, riunito in Roma dal 26 al 30 Maggio
1965, sulla base di quanto affermato nel
documento approvato a conclusione dello
studio e del dibattito sui problemi ecclesiologici :
« Nella nostra fede comune in Dio,
che per la sua grazia ci ha fatti suo
popolo, in Cristo unico Signore della
Chiesa universale, e nello Spirito Santo
che aduna, conduce e di volto in volta
innova la Chiesa,
riconosciamo la fondamentale convergenza delle nos'tre posizioni ecclesiologiche che si precisa in particolare :
— nel principio scritturale come unico strumento di ricerca anche nella ecclesiologia.
— nella natura missionaria della
Chiesa,
— nel sacerdozio universale di tutti i
credenti,
— nella molteplicità dei doni e dei
ministeri,
— nella chiesa locale intesa come
elemento ecclesiologico primario;
riteniamo necessario dare alle nostre
chiese strumenti che ci permettano di
porre in luce nell’esercizio della nostra
comune testimonianza nel mondo queste
convergenze e di confrontare con la Parola di Dio le divergenze che sappiamo
esistere fra noi ».
INVITA le comunità locali, le Chiese e
le Opere a realizzare nel più breve tempo
possibile una Federazione evangelica che
costituisca un luogo d’incontro permanente
i,ra loro, allo scopo di rispondere in corriUne alla riconosciuta vocazione di testimonianza evangelica nel nostro Paese.
INDUl A quali linee essenziali di questa
Federazione ;
— il pieno rispetto delle singole autonomie,
— la libertà di far parte della Federazione in qualità di membri effettivi, oppure
aderenti.
— Fimpegno di provvedere a servizi comuni nslUi misura in cui essi sono ricevuti
e deside-ati (come quelli che rientrano nella
compete.n.za del Consiglio Federale), quelli
per i iiiiaii il Congresso ha riconosciutio la
necessit.à c possibilità di un lavoro comune
e ogni aUrn servizio che possa essere espresso dalie comunità.
— la convocazione periodica dell’Assem
blea F.- lcr.ale composta dai delegati delle
comunità. C hiese ed Opere facenti parte
della Fe.li razione in qualità di membro effettivi 0 .vierenti, con voce deliberativa per
1 primi . onsui'tiva per i secondi; e con invito aprivi a lutto le altre comunità, Chiese ed ( »angeliche operanti in Italia,
— l’pi. oone- da parte dell’Assemblea, di
un Consv'lin con mansioni esecutive.
SUGili RISCE la formazione di un centro di rl.vica biblica comune nel quale le
nostre convergenze e divergenze possano essere sagacie alla luce dell’Evangelo.
DELlItnRA di nominare un Comitato
che provveda;
^ alla stesura di un progetto di .Statuto
della Federazione nelle linee innanzi precisaCe,
— alia consultazione su tale progetto
delle comunità. Chiese ed Opere.
— alla raccolta dei loro pareri e deliberazioni;
— alla convocazione, entro il 1967, di
una apposita Assemblea rappresentativa per
la definizione e l’approvazione dello Statuto e la costituzione della Federazione.
DELIBERA che tale comitato sia composto da 12 membri eletti dal Congresso
in modo che tra essi siano rappresentate
tutte le denominazioni partecipanti al Congresso e da tre membri della Giunta del
Consiglio Federale, con facoltà a tale comitato di cooptare, secondo la necessità, un
massimo di quattro persone in rappresentanza di altre comunità. Chiese ed Opere ».
Il comitato di cui sopra venne nominato dal Congresso, su proposta del
Seggio e risultò cosi, costituito :
— per la Chiesa 'Valdese ; il Moderatore, pastore Neri Giampiccoli, i
stori Ermanno Rostan ed -Aldo
il prof. Mario Miegge ed il dr. Aldo
Ribet. ^
— Per la Chiesa Metodista; il Pre
sidente, pastore Mario Sbaffì ed n
dr. Ugo Guarnera. „ .
— Per la Chiesa Battista; il Presidente, pastore Manfredi Ronchi ed il
pastore Carmelo Inguanti.
— Per l’A.M.E.I.; il Sovraintendente,
pastore Enrico Paschetto.
— Per l’Esercito della Salvezza; il
colonnello Jean Bordas.
— Per la Ch'esa Apostolica; il pastore Mario Affuso. .
— Per la Chiesa Avventista; il pastore Mario Vincentelli.
Dopo il Congresso, la Chiesa Luterana in Italia aderì al progetto di F derazione e nominò in
to il suo Decano, Pastore ItólfLepsien.
Il sovraintendente dell A.M.E.I., p store Enrico Paschetto, a seguito d _
la prevista confluenza della maggior
parte delle comunità e dei pastori di
tale Associazione, nell’Unione Battista, agli inizi del 1967 si ritiro dal
comitato. . ...
Il pastore Mario Vmcentelh dichiarò fin dall’inizio che 1 Unione Ayventista non desiderava assumere impw
gni nei confronti della Federazione e
che la sua presenza nel eonuteto era
solo in qualità di osservatore. Anche
egli non ha partecipato alle ultime
riunioni del comitato.
Le Assemblee di Dio, invitate ad inviare una loro rappresentanza ai lavori del comitato, hanno declinato
l’invito.
« «
Il comitato, nella sua prima riunione del 4 novembre 1965, nominò a suo
presidente il pastore Mario Sbaffì ed a
suo segretario il Prof. Mario M'egge.
In tale prima riunione vennero anche
costituite tre sottocommissioni;
a) per la stesura del preambolo
(pastori Neri Giampiccoli, Manfredi
Ronchi e Rolf Lepsien);
b) Per la stesura dello Statuto
(Dr. Aldo Ribet e pastori Carlo Inguanti, Enrico Paschetto e Aldo
Sbaffi) ;
c) per i compiti della Federazione
(Uffici, Dipartimenti, ecc.) e lo studio
dei problemi finanziari connessi al
suo funzionamento (Dr. Ugo Guarnera, Prof. Mario Miegge, Col. Jean Bordas e pastori Ermanno Rostan e Mario Sbaffi).
Il comitato ha svolto i propri lavori
in 8 sedute plenarie; 4 novembre 1965;
9 febbraio, 21 aprile e 14 ottobre 1966;
1 febbraio, 5 aprile, 2 giugno e 15 settembre 1967.
Tra una sessione e l’altra del comitato, particolarmente nel primo periodo dei lavori, hanno operato le sottocommissioni, il cui elaborato è stato
poi esaminato nelle riunioni plenarie.
Sin dalla sua prima riunione il comitato predispose il proprio programma di lavoro in modo da adempiere
alle modalità ed ai tempi previsti dall’o.d.g. del Congresso del 1965.
Le modalità prevedevano la consultazione delle Chiese ed Opere mteres
I tempi prevedevano la convocazione della Assemblea costituente entro
il 1967.
Un primo progetto di Statuto venne
preparato in tempo utile perchè i Sinodi, Conferenze, Assemblee generali
del 1966 potessero dare su di esso un
parere di massima.
Un secondo progetto venne elaborato apportandovi le modifiche suggerite dai suaccennati organismi rappresentativi e venne inviato all’esame
delle comunità, circuiti, distretti, ecc.,
con una relazione di accompagnamento.
Un terzo progetto venne predisposto dopo che il comitato potè prendere in visione gli ordini del giorno, osservazioni e suggerimenti delle chiese
su base locale e regionale.
II quarto progetto che è quello presentato alla Assemblea costituente, è
stato predisposto nella seduta del 15
settembre, tenendo conto di quanto
emerso nei dibattiti e negli o.d.g., a
vario livello, da parte delle Chiese che
Iranno dichiarato di voler costituire
la Federazione.
Il comitato inoltre, nelle sue sedute
plenarie, si è occupato della convocazione della Assemblea costituente, fissandone la data, il luogo, il programma, le modalità di partecipatone e
l’organizzazione. Per quest’ultima ha
costituito in Milano una commissione.
Il comitato si è anche occupato degli impegni finanziari che deriveranno alle Chiese dalla costituzione della
Federazione e dalla attuazione dei
suoi uffici e servizi.
iimiimimiiiiliiiiimuiiiHiiiiiii
..................un.....................................
....................................
UNO SI»AVENTOÌ UNA CONSOI^AZIONEI
La dottrina calvinista detta predestinazione
« Ogni dottrina — dice Calvino — che
rende più luminosa la gloria di Dio è buona, santa, divina; e ogni dottrina... che finisce per oscurare la gloria di Dio, non
solo non merita che vi si presti fede, ma
dev’essere nettamente respinta ». Ecco l’intento fondamentale di tutta la teologia e
di tu'tta l’opera di Giovanni Calvino. La
gloria di Dio consiste nell’esercitare. in
tutta libertà, la sua misericordia verso l’uomo. Ecco perchè il Cristo, figlio unigenito di Dio, venuto nella carne, esprime nella sua perfezione la gloria di Dio.
Ma l'uomo rifiuta la misericordia di Dio.
Ignora di aver bisogno di questa misericordia. Non conosce la propria miseria. Si
gonfia d'orgoglio. Occorre dunque che
l’uomo impari a conoscere sè stesso nello
specchio dell’Evangelo. Perciò Calvino, in
pieno accordo con tutti i teologi della Riforma, insisterà con tale vigore sulla dottrina della caduta e del peccato.
la corruzione
RADICALE
Il peccato, per Calvino, è un fatto storico. un avvenimento che si è prodotto nella
storia dell’umanità, ma che egli non cerca di spiegare nè di razionalizzare. La^ dottrina cristiana poggia non su costuzioni dello spirito, ma su fatti. L’umanità ha peccato in Adamo, e questo peccato _ compiuto in Adamo si estende a tutta 1 umanità.
Adamo è stato, davanti a Dio, il rappresentante di tutti gli uomini. Il suo peccato
è dunque il peccato dell’umanità. Non si
può dire che Adamo sia il colpevole e noi
le vittime innocenti della sua colpa « perchè in verità il peccato venuto da lui ri
siede in noi, sì che la pena ci è giustamente dovuta». Come Dio aveva concesso ad
Adamo doni che voleva conferire a tutto
il genere umano, così pure, perdendo quette grazie, Adamo « non le ha perse soltanto per sè, ma per tutti noi ». Il peccato
non è soltanto originale, è anche attuale.
E Calvino non perde il suo tempo, come
certi scolastici • e come certi eretici (egli
pensa in particolare ai pelagiani), a indagare come il peccato abbia potuto divenire
ereditario; guidato dalla Scrittura, e anticipando Pascal, egli sa che l’umanità, davanti a Dio, è come un sol uomo. 'Vi è
dunque in ciascuno di noi il germe del
peccato.
Questo peccato (si noti che Calvino parla
più volentieri di peccato che di peccati)
consiste in una rottura radicale fra Dio e
l'uomo, prodotta dalla disubbidienza di
La predestinazione — o, più precisamente, reiezione eterna di Dio
è, fra i temi centrali della Riforma,
una delle dottrine più fraintese, disconosciute e diffamate, non di rado
nelVambito delle stesse Chiese evangeliche. In questo tempo di riflessione sui grandi temi della Riforma, ci
è parso opportuno riportare un belVarticolo del prof. Roger Mehl, appar.
so qualche tempo fa su ’ Reforme .
L’(i opera prima »
ili usa nuova scrittrice
« Il Messaggero » di Roma (21 ottobre
1967) ha così presentato « Berretto blu », il
romanzo per ragazzi scritto da Alma Calvino Melile, pubblicato ultimamente da Mondadori.
Scoprire uno scrittore è più difficile di
quanto si creda. Perche se moltissimi scrivono pochi sono, invece, gli scrittori, cioè
coloro che sanno raccontare, accendendo la
fantasia del lettore e quasi stabilendo con
esso un contatto profondo. Ogni edUore consapevole dei valori della sua attivila aspira
alla scoperta di nuovi scrittori. Gli affari, le
tirature, le percentuali sono appannaggio
dello stampatore. L’editore scopre e valorizza. ripagato dal piacere della scoperta, dalla
soddisfazione di vedere confermato il suo
o-iudizio dal consenso collettivo di migliaia
di lettori. Mondadori, che è uno dei più intelligenti editori di casa nostra, presenta ora
la sua più recente scoperta : Alma Metile Calvino. fiorentina di nascita e romana di adozione. La presenta ai lettori pubblicando un
suo romanzo — « Berretto blu » — che può
essere considerato una « opera prima ». Alma Calvino, moglie dell’indimenticabile Vit.
torio troppo immaturamente scomparso, c
scrittrice riflessiva. Lei stessa ci fa sapere
che la vicenda raccontata è stata maturata
nella sua fantasia per molti anni. Ha creato
i personaggi e li ha visti crescere con l’amore che una madre riversa sul propri figli. 11
romanzo è nato quasi d’incanto, per un bisogno di far partecipi altri di una storia di
giorni non lieti ma sempre affrontati con
ottimismo, quell’ottimismo della vita che e
poi l’unica morale che conti. « Berretto blu »
incontrerà certamente il favore dei giovani
scevro com’è di tematiche e di simbolismi.
Un libro sano per gente sana. (g. min.i.
Adamo. L'uomo ha voluto avere la propria legge, ha pensato al proprio onore anziché a quello di Dio. Questo peccato raggiunge la natura profonda deH’uomo, benché egli sia stato creato a immagine di Dio.
L’APPETITO
DI FARE IL MALE
Indubbiamente l’antichità pagana aveva
già pronunciato sulla natura umana giudizi privi d’indulgenza. Ma per quanto radicale abbia potuto essere la critica dell’uomo. rimane pur sempre al di qua di
quella che Calvino muove in nome della
Scrittura. 11 male era infatti concepito,
nell’antichità, come una specie di vuoto, di
crepa nella nostra natura. Per Platone il
male non ha esistenza positiva, è puro nulla, e il vizio non è altro che ignoranza. Mai
potrebbe presentarsi una volontà positiva
di male. Al contrario Calvino sostiene l’idea
della natura positiva del male; «...la nostra natura non è solo nuda e spoglia di
ogni bene, ma è così feconda di ogni sorta
di mali, che non può restare inattiva ».
L'incrinatura prodotta dal peccato originale è tale che vi è nell’uomo l’appetito, la
spinta a fare il male. Si può dire del peccato che è necessario alla nostra natura, essendo ereditario, e al tempo stesso che è oggetto del consentimento della nostra volontà. Non ci troviamo dunque per nulla di
fronte a una concezione fatalista dell’uomo; questi rimane responsabile del suo peccato davanti a Dio. « L'uomo, dopo essere
stato corrotto dalla sua caduta, pecca volontariamente. e non suo malgrado o costrizione: pecca... per la forte inclinazione del
suo cuore e non perchè vi è costretto con
la violenza... pecca con il moto della propria cupidigia e non perchè vi è costretto
dall’esterno: eppure la sua natura è a tal
punto pervertita, che non può essere mosso, spinto, condotto se non al male. Se
così stanno le cose, è chiaro che egli è soggetto alla necessità del peccato ». Teniamo
subito presente questo aspetto dialettico del
pensiero di Calvino. Così grande è il mistero che avvolge la nostra natura... L’uomo. peccatore volontario e peccatore condizionaio, non è forse il paradosso che
esprimiamo nel linguaggio corrente con il
termine « miserabile »? Un miserabile è un
uomo che porta il peso di una pesante fatalità o di una sorte avversa, ma è anche
un uomo che bisogna punire, che la giu
stizia non può risparmiare. L’uomo non
avanzi dunque la sua miseria per giustificarsi ; se quesia miseria è una fatalità, è
però una fatalità alla quale egli non cessa
mai di consentire. Messo a confronto con
il proprio peccato, non deve rispondere
nulla, non può che ammetterlo; perciò il
culto, secondo Calvino, avra un momento
essenziale; la confessione del peccato.
LA CONFESSIONE
DEL PECCATO
Questa confessione del peccato deve avere un senso positivo. Significa che l’uomo ha rinunciato a mettere in causa Dio e
il suo onore. È naturale, infatti, che l’uomo
peccatore scarichi sull’autore della sua esistenza la causa del suo peccato. Convinto
di peccaio, l’uomo è istintivamente portato
ad accusare Dio. Dio è' forse la causa del
male? Poiché è il Creatore della nostra natura, e poiché la natura è radicalmente corrotta, sembra difficile eludere questa conclusione. Senza dubbio, quando si dimentica che Calvino non gioca con dei concetti, ma aggancia il proprio pensiero ad
avvenimenti concreti, al fatto della caduta, a un atto dell'uomo che ha introdotto
la corruzione nella natura ; « ...ricordiamoci
d’imputare sempre la nostra rovina alla
corruzione della nostra natura e non alla
natura che era stata data all’uomo, in principio, e di non accusare quindi Dio come
se il nostro male venisse da Lui. È vero
che questa piaga mortale del peccato è
radicata nella nostra natura: ma è coro
ben diversa se è stata aperta fin dall’origine o se lo è stata in un secondo tempo
e per azione di altri ».
In tal modo Calvino oppone a qualunque
speculazione teorica sulla natura dell’uomo
un metodo del tutto diverso; egli rifiuta di
discutere sull'uomo e sulla natura umana
in modo astratto. Comincia chiedendosi ;
di che uomo si tratta? In quale situazione
storica si trova? Si tratta dell’uomo prima
o dopo la caduta? Questa preoccupazione
storica dell’uomo caratterizza il metodo del
teologo e l’oppone a quello del filosofo,
che pone i problemi in una prospettiva
atemporale.
Da questa dottrina della caduta derivano
altre conseguenze importanti per l’esistenza
dell’uomo.
IL «LIBERO ARBITRIO»
Calvino ne trarrà le conseguenze nel graitde dibattito che la scolastica aveva considerato d’importanza centrale e che, da
quando si è aperto il dialogo fra umanisti
e riformatori, appassiona gli spir.ti; il dibattito sulla libertà. Attribuire aH’uorrio la
libertà, non significa ingannarlo? Dirgli che
è libero, mentre in realtà è schiavo del peccato. non significa beffarsi di lui? Ecco in
quali termini Calvino, sulle tracce di
sant'Agostino, imposta il problema del « libero arbitrio » ; sono quelli « che ci attribuiscono qualcosa olire i nostri limiti, a rovinarci... Infatti, quando ci si insegna a
camminare appoggiandoci alla nostra fot za
e virtù, non significa forse darci come appoggio una canna che non può sosienetei,
ma che si rompe di colpo e ci fa cadere?
...Non è dunque un caso che questa bella
affermazione sia ripetuta così spesso da
sant’Agostino: coloro che affermano il libero arbitrio, lo distruggono anziché renderlo saldo ».
Rifiutando 'tutte le sottigliezze della scolastica, Calvino assumerà una posizione
rigorosa.
Ovvero il peccato ha corrotto l’uomo in
modo radicale, e allora non vi può essere
libero arbitrio; l'uomo ubbidisce alla propria natura corrotta. Ovvero questo peccato, per quanto grave, non è totale, e allora
sussiste ancora nell’uomo un’isoletta di libertà, grazie alla quale può operare accanito a Dio, cioè indipendentemente da Lui ;
l’onore di Dio non è più intiero, l’uomo lo
condivide con Lui.
Non si creda però che questo radicalismo
impedisca a Calvino un esame attento della
realtà psicologica. Egli riconosce perfettamente all’uomo la facoltà di determinare il
proprio atteggiamento con la propria volontà, non per costrizione; in seguito alla
caduta l’uomo « non è stato spogliato della sua volontà, ma della sua volontà sana »
(Inst. 2; 3, 6). Sapendo però che la volontà può essere serva, cioè portare in sè la
sorgente della propria servitù, sapendo che
il potere che si invoca per la volontà è puramente formale, Calvino le rifiuta il nome
di libero arbitrio.
CONTINUA
IN SESTA PAGINA
Oelebrazioni luterane io Germania
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
gliere le lamentele della Chiesa militarista.
Tutti gli uomini di Chiesa della Germania
Occ. che desiderano essere invitati dalla
nostra Repubblica debbono prima di tutto
provare in modo sincero di impegnarsi con
decisione contro il governo di Bonn per
una normalizzazione delle relazioni con la
R.D.T. e per la liquidazione della politica
revanscistica di Bonn. Solamente un atteggiamento del genere può avere l’approvazione del movimento ecumenico ».
Si assiste ad un irrigidimento sistematico.
A questo proposito occorre ricordare che
sin dal mese di giugno il pasilore E. Blake,
segretario generale del Consiglio ecumenico
delle Chiese, aveva già dichiarato che l'atteggiamento di Berlino Est nella questione
dei visti d’entrata per certe personalità ecclesiastiche della Germania Occ. avrebbe
anche potuto provocare una situazione tale che sia egli stesso e sia il movimemio
ecumenico nel suo assieme avrebbero dovuto riconsiderare il fatto della loro partecipazione alle manifestazioni commemorative previste nella R.D.T.
Per contro, l'Qberkirchenrat Heidler,
della Direzione della Chiesa luterana a
Berlino Est, anch’egli membro del Comitato preparatorio ecclesiastico delle manifesiazioni nella R.D.T. ha testé espresso in
una trasmissione a « Radio DDR » la sua
convinzione che, a fianco del Consiglio
Ecumenico delle Chiese, il luteranesimo
mondiale sarà rappresentato in modo particolarmente brillante alle suddette cerimonie a Wittenberg a fine ottobre. Egli fa particolarmente affidamento sulla partecipazione del Presidente e del segretario generale
della Federazione Luterana Mondiale, i
pastori F. Schiotz (USA) e Appel (Ginevra)
dei responsabili delle Chiese luterane d’Europa, d'America, d’Asia e d’Africa.
Amenità
eoumeniche
Sfoggio di cultura religiosa; la storia è autentica, capitata a Torino.
Dialogo intercorso tra due dirigenti
di un grande complesso industriale,
uno valdese e l’altro... quello che è;
L’altro — Voi Valdesi « avete » la
Bibbia, no?
Valdese — E già, anche voi l’«avete»
L’altro — Noi abbiamo il Vangelo
Valdese — Ma il Vangelo è Bibbia
L’altro — Ma va là!
Ancora i due colleghi poco tempo
dopo ; ...
L’altro — Il vostro Papa è 1 Arcivescovo di Canterbury?
Valdese — Brrr...
R. R.
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N. 43 — 3 novembre 1967
NOTIZIARIO EVANGELICO
Vita evan^eliea in terra di Oalabria
CENTRO EVANGELICO DI ADELFIA
VILLAR PERQSA
Numerosi i partecipanti al Culto di ripresa. Il Pastore ha predicato su Ezechiele 33
richiamando la Chiesa nel suo insieme ed i
singoli fratelli alla funzione di sentinella,
posta da Dio per annunziare entro e fuori
Tambito della comunità cristiana la Parola
del Signore con fedeltà totale.
La Chiesa deve parlare a tutti; non deve
tacere nè annunziare un messaggio raddolcito per accontentare i potenti di questa terra. Deve avvertire come la sentinella israelita con la parola profetica che viene dalla
bocca delPEterno. Dì loro: « Come è vero
che io vivo dice il Signore, TEterno. io non
mi compiaccio della morte delPempio, ma
Tempio si converta dalla sua via e viva, convertitevi, convertitevi, dalle vostre vie malvagie! E perchè morreste voi, o casa d’Israele ». Che il Signore faccia fruttare la
parola di Dio, il buon seme seminato e portare frutti. Inoltre il pastore ha voluto rivolgere un breve messaggio ai fratelli del Catanzarese, così formulato : « Cari fratelli nel
Signore, per la grazia di Dio iniziamo un
nuovo anno nel comune servizio ». L’orizzonte di questo mondo continua ad avere
nuvole nere foriere di tristi presagi nè, a viste umane, sembrano intravvedersi luci apportatrici di pace, nonostante il continuo
parlare di pace. Ben può dirsi col Profeta:
« essi curano alla leggera la piaga del mio
popolo; dicono: ’’pace, pace”, mentre pace
non v’è » (Ger. 6: 14).
Lotte aperte nel Vietnam, in Israele, Egitto, Giordania; il sordido antagonismo fra i
blocchi orientale e occidentale...; le intestine dissidenze negli stessi partiti politici...;
la recrudescenza di atti di banditismo...; tutto concorre a confermarci nelTopinione che
viviamo in un periodo in cui il mondo è
come un gran barcone senza timone e perciò
abbandonato ai marosi.
Ma quel che è p‘ù sconcertante e contraddittorio è il vedere noi cristiani timidi spettatori, incapaci di impegnarci a fondo per
il bene e la serenità di questo mondo, incapaci di impegnarci per un mondo nuovo in
Cristo.
Oggi la Chiesa deve sentirsi impegnata
per un mondo nuovo e non deve trascurare
la vocazione ricevuta che ha il fondamento
in Cristo venuto « non per essere servito ma
per servire » (Mt. 20: 28).
Alla luce di questa verità, o Fratelli, iniziamo una nuova tappa della nostra vita di
credenti sapendo che il Signore della Chiesa e del mondo è con noi.
Argomento che gradiremmo non trattare
ma per il quale dobbiamo pur dire qualcosa
sia per ragioni di fede che di necessità è
quello delle finanze.
Come forse non mai, la nostra Chiesa sta
attraversando un critico periodo finanziario
ed un enorme deficit grava su tutta la nostra Chiesa. L’ultimo Sinodo ha chiaramente
affrontato il problema e pur segnalando la
generosità di Chiese consorelle estere disposte ad aiutarci al risanamento del nostro bilancio, il Sinodo ha fatto appello a tutte le
Chiese Valdesi perchè con generosità e con
fede aumentino le contribuzioni per il mantenimento e lo sviluppo della nostra opera
di testimonianza.
Abbiamo fiducia che l’appello nostro non
rimarrà senza risposta e che sapremo dare
anche più parte del nostro denaro per Topera del Signore di quanto sin’ora abbiamo
dato.
Legate alla presenza evangelica in Catanzaro vi sono due attività in connessione diretta, o indiretta che si voglia, con la nostra Chiesa. Esse sono « Bethel » e il Convitto.
(( Bethel », costruendo villaggio ecumenico, sito in amena posizione in Sila a 1400
mt. s. m. è frutto del fecondo interessamento del Pastore Frank Scorza che non ha lesinato tempo e danaro per la realizzazione
di quest'opera. L’estate scorsa si sono continuati i lavori di costruzione sulla base di
un progetto del Geom. Dario Scorza, della
Chiesa di Catanzaro. Per mancanza di fondi
la costruzione non è completa. Pur non rifinite sono già pronte 3 stanzette per dormitori e relativi servizi. Se si creeranno quelle premesse necessarie per la buona riuscita,
contiamo organizzare un campo la cui natura sarà da studiare, per Testate prossima.
Il Convitto Masch ie per studenti ha riaperto i battenti dal !<> ottobre dopo alcuni
restauri eseguiti in economia.
Anche quest’anno presta lavoro volontario
il giovane tedesco Walter Weichel facente
parte del Team Ecumenico che opera in Italia. Pure il Pastore J. Ross. Cappellano Leifder del Team, ha stanza in Convitto e collabora per il mantenimento delTopera. Gli
studenti provengono da vari paesi della provincia e nella quasi totalità sono cattolici.
Il Convitto vuole essere una delle espressioni di servizio della Chiesa per il mondo
fornendo a studenti bisognosi un ambiente
sano e atto a permettere loro uno studio
sereno e proficuo. Ogni venerdì si tengono
studi di carattere vario a cura della direzione.
In luglio scorso, un gruppo di insegnanti
francesi, venuti per ragioni di studio, è stato
ospite per due giorno del Convitto.
Lavoro nella Diaspora. — Sulla linea degli anni passati continua il lavoro in alcune località della provincia. A Falerno il culto è tenuto ogni domenica alle ore 18,30.
Dalla domenica 8 ottobre è ripresa la
scuola domenicale alle ore 16.30. Nel mese
di luglio, per 12 giorni consecutivi, un
gruppo di 20 bambini è stato portato al mare. Durante lo stesso mese un gruppo di 14
americani facente parte delTY.M.C.A. ha
soggiornato in Falerna appoggiandosi alla
nostra Chiesa.
Dopo accordi col Sig. Moderatore e col
Delegato della Tavola Past. Gay, consultato
pure il Comitato Italiano del Team, mercè
il consistente aiuto del Freundskreis der
Waldenser Kirche abbiamo acquistalo circa
5.000 mq. di terreno (con vigneto, olive e
fichi) nelle adiacenze del mare di Falerna
con lo scopo di creare un Centro Marino per
favorire famiglie e bambini bisognosi di aria
e di bagni di mare e di sabbia; per organizzare un centro d’incontro per giovani italiani e stranieri di transito, in visita o di
stanza in Calabria.
Il Centro porterà il nome del martire valdese G. L. Pascale.
A Tiriolo il Culto è tenuto a domeniche
alterne alle ore 15 ed è preceduto dalla
Scuola Domenicale.
A S. Maria (fraz. di Catanzaro) ogni primo e terzo martedì, alle ore 18,30 si ha il
Culto in casa della famiglia Chiodo.
Ogni mercoledì alle ore 17 la Chiesa di
Vincolise si aduna per il culto. A S. Pietro
Magisano, sempre al mercoledì, un breve
culto è tenuto in casa della famiglia Scorza
alle ore 15,30.
Invitati da un fratello convertitosi in
Germania e per l’espresso desiderio dì un
gruppo di simpatizzanti ci rechiamo pure a
Magisano dopo il culto di Vincolise. Se il
Signore opererà contiamo recarci ogni mercoledì a Magisano per annunziare anche la
Parola di Dio.
Cari fratelli, poniamo termine a questa
panoramica sulle varie attività della nostra
Chiesa, ripromettendoci di raggiungervi altre
volte con questo stesso mezzo. Il Signore Vi
benedica e Vi guardi da ogni male.
Vostro in Gesù Cristo
Enrico Trobia
Assemblea di Chiesa. — Domenica 24 settembre in una Assemblea di Chiesa vivace
e seguita con passione anche da elementi
giovanissimi i delegati al Sinodo, Carlo Venturi e Davide Subilia, hanno riferito sui lavori sinodali ai quali avevano partecipato.
Alle espressioni di ammirazione e di lode
per la bella visione di forza e di vitalità loro
offerta dalla grande Assemblea della Chiesa
Valdese hanno fatto riscontro anche delle
espressioni di delusione : il tempo eccessivo
richiesto dalle finanze. La poca attenzione
dedicata all’opera di evangelizzazione. Il
tentativo per fortuna fallito di modificare
la composizione dei Sinodi Valdesi con una
procedura di sapore discutibile ecc. ecc.
Dopo aver udito i pareri espressi dalla Tavola e dalla Commissione d’Esame al Sinodo
a proposito dei progetti della Chiesa di Villar Perosa, l’Assemblea ha votato alla quasi
unanimità il seguente O.d.g. : « L’Assemblea
di Chiesa di Villar Perosa prende atto di
quanto la Tavola Valdese e la Commissione
d’Esame hanno riferito al Sinodo circa la
costruzione del suo Tempio. Decide di porre immediatamente all’Ordine del Giorno anche la costruzione del presbiterio e dei suoi
locali accessori, fermo restando tuttavia il
fatto che per dovere di onestà le somme ricevute per la costruzione del tempio (progetto Vay) non possono essere stornate per
uno scopo diverso e che il voto della Comunità rimane quello di veder costruire il suo
tempio con una priorità sia pur simbolica e
di modesta misura ».
Visite. — In agosto abbiamo avuto la visita gradita dì un gruppo giovanile di Kircheim che ha messo le sue tende attorno alla nostra cappella. Invitato a Perrero per
una fraterna serata, ha pure preso parte alla
CERIGNOLA
— Ai primi di luglio sette dei nostri Cadetti guidati da Miriam Castiglione parteciparono per il secondo anno consecutivo al
Campo Cadetti di Adelfia. Siamo fieri di sapere che la loro partecipazione agli studi è
stata molto apprezzata.
— Durante 4 domeniche, due volte in luglio, quando il Pastore dovette recarsi a Taranto e a Corato per presiedervi il culto, e
due volte in agosto durante il Sinodo, il pulpito fu tenuto, con soddisfazione e edificazione da parte della comunità, dal nostro giovane collaboratore, l’universitario Giacomo
Campanelli. Il Consiglio di Chiesa gliene è
grato.
— Domenica 8 ottobre la Scuola Domenicale, oltre 40 bambini dai tre ai dodici anni, affidati alle cure di due monitrici, la sorella Insegnante Nella Scivales in Russo e
Miriam Castiglione, subito dopo il sermone
fece il suo ingresso nelTOratorio non per
una fotografia o in ossequio ad una buona
abitudine di iniziare insieme Tanno ecclesiastico, ma per un impegno solenne di froii.
te al Signore da parte dei genitori e delle
monitrici a curare con amore le creature
che Egli ci affida.
— VUnione Giovanile mista, molto più
numerose le giovani e le giovanotte, meno i
giovani, venerdì 6 ottobre ha ripreso le sue
riunioni. Interessante la relazione sul Campo Cadetti ad Adelfia fatta da Teresa Lo
Conte e da M. Castiglione.
— L’t/?iìone Cadetti ascende quest’anno a
20 iscritti tra studenti di scuola media, gio
vanetti operai, giovanette apprendiste del la
boratorio. Giacomo Campanelli, il loro Istruì
tore, li ha intrattenuti domenica 8 pomerig
gio nel Ricreatorio sul tema : « La Chiesa
e il Mondo ». Grande l’entusiasmo. I canti
e giochi di famiglia sono un felice corolla
rio di queste riunioni. Domandiamo al Si
gnore di benedire questa che, nel quadro
delle nostre attività, è fra le più importanti
SAN SECONDO
— All’età di anni 82 si è addormentata
nel Signore, nella sua casa ai Barbe, Forneron Lidia ved. Codino. Ai suoi funerali,
che hanno avuto luogo il 3 ottobre, ha partecipato una numerosa folla. La nostra sorella fu sorretta durante tutta la sua vita
da una grande fede in Dio, che ha amato e
servito con gioia.
Alla famiglia aiHitla rinnoviamo l'espressione della nostra sincera solidarietà cristiana.
Sabato 14 ottobre, circondati da un bel
gruppo di parenti ed amici sono stati uniti
in matrimonio nel nostro tempio. Menusan
Valdo (Pramollo) e Griglio Franca (Tomalina). Agli sposi che si stabiliscono a Pramollo auguriamo una vita serena e fedele
sotto lo sguardo del Signore.
Vogliamo pure ricordare il matrimonio di
PascheUo Remo (Solerà) e Godino Alba
(Chiarvetto) celebrato a Prarostino il 2 settembre e quello dì Gardiol Ugo (Ciambeirè)
e Leger Amata (Orgere) che ha avuto luogo
a Prali il 21 ottobre. Anche a questi sposi
giunga Taugurio di una vita benedetta dal
Signore.
— Il 15 ottobre è stato presentato al Battesimo il piccolo Gianni Rostan di Sergio e
Davit Maddalena.
Il Signore faccia crescere nella Sua grazia
e nel Suo amore questo piccolo agnello della
Sua greggia.
— Abbiamo iniziato i corsi di Catechismo.
— UAsllo Infantile, riordinato nella suppellettile e rinfrescate di calce le mura, accoglie 30 tra bimbi e bimbe; provengono in
gran parte da famiglie numerose; li abbiamo
affidati all’Insegnante nostra sorella in fede
Russo Arcangela, che sarà coadiuvata dalla
cuoca e da una giovanotta.
E’, il nostro, un servìzio vieppiù apprezzato anche da parte delle Autorità Comunali
che come nel passato ci hanno elargito un
sussidio annuo dì L- 100.000.
— Le ragazze del Laboratorio, che si sono
concesso il riposo dì una sola settimana, durante il ferragosto, hanno continuato a lavorare. Per alcune il lavoro significa il sostentamento di tutta la famiglia. Nello strettissimo locale, ex saletta del pulpito, non ci
si muove più da quando abbiamo accolto, e
non ne potevamo fare a meno, tre apprendiste, due delle quali evangeliche.
Siamo ben felici di rendere un simile servizio alle famiglie, mentre siamo dolorosamente mortificati di non poter estendere lo
stesso beneficio alle tante che bussano invano alla nostra porta.
G. E. Castiglione
B
festa del 15 agosto. Nella nostra cappella abbiamo avuto una bella serata fraterna con
scambi di messaggi, canti e diapositive.
Durante questi ultimi mesi abbiamo goduto il privilegio di udire i messaggi di vari
servitori del Signore: il 13 agosto ha predicalo il Pastore Santoro di Torino; il 20 il
Pastore Panascia di Palermo; il 27 il Past.
Giunco ex prete che ci ha raccontato la storia della sua conversione. Il 3 settembre la
diaconessa Anna Rivoire di Pinache ci ha
rivolto un ottimo messaggio in italiano; il 10
la signora Mondon del Baden che è stata per
14 anni missionaria in Cina, ci ha pure dato un fraterno messaggio in francese; il 3
ottobre ha predicato il Pastore Enrico Tron
e il 10 il Pastore Jahier. Tutti questi messaggi sono stati come un arricchimento per
la nostra comunità e chiediamo al Signore
di benedire coloro che ci li hanno offerti.
Battesimi. — Abbiamo posto il segno dell’appartenenza al Signore sui piccoli : Ivan
di Silvano e Ilda Roccione ; Oriana di Giovanni e Fiorangela Rivoira; Susi di Gino e
Piera Coucourde.
Nozze. — Il 10 seti, la nostra giovane sorella Silvana Stocco ed il sig. Ermanno Camussi di Torino hanno celebrato il loro matrimonio nella nostra cappella circondati da
un folto gruppo di parenti ed amici.
Gli sposi hanno fissato la loro residenza al
Villar. Invochiamo di cuore sul loro focolare le benedizioni del Signore.
Si è pure sposato Franco Tron della Rull
con Vera Peyran di Perrero. Formuliamo i
migliori auguri per questo giovane focolare
e diamo un cordiale benvenuto fra noi alla
gentile sposa.
Dipartenza. —: Il 22 agosto un lungo e
mesto corteo ha accompagnato al campo del
riposo delle Chenevières le spoglie mortali
della nostra sorella Luisa Bocchiardo in Rochon di anni 67 deceduta improvvisamente,
lasciando nello sconforto il suo compagno, le
figlie e particolarmente la diletta Rina. Che
il Signore consoli questa famiglia afflitta e le
dia la sua pace!
Felicitazioni vivissime alla nostra giovane
sorella Tina Chambon che si è diplomata in
ragioneria.
Le attività della chiesa stanno riprendendo il loro ritmo normale. Il 2 settembre sono
giunti in mezzo a noi una cinquantina di
giovani evangelici della chiesa di Recklinghausen (Germania) accompagnati dal loro
Pastore. Abbiamo trascorso una intera serata
con loro, facendo loro conoscere l’opera della Chiesa Valdese in Italia. Canti in tedesco
e in italiano hanno rallegrato l’incontro che
si è svolto sotto il segno della fraternità
evangelica.
Il Pastore emerito Enrico Tron ha presieduto il culto ad Ivrea domenica 8 ottobre.
La comunità è stata lieta di salutarlo, insieme con la sua signora, al termine del culto
e lo ringrazia vivamente del messaggio evangelico annunziato con vigore sempre giovanile.
Una bella e numerosa assemblea si è riunita domenica 15 ottobre per il culto di ripresa delTinsegnamento religioso alla Scuola
Domenicale e nei corsi di catechismo. Erano
presenti anche le famìglie valdesi residenti
a Rìvarolo Canavese. Domenica 22 ottobre,
dopo un breve culto liturgico, l’assemblea
ha ascoltato ed apprezzato la relazione sul
Sinodo Valdese Valdese fatta dal delegalo
Angelo Arca.
In occasione dì culti domenicali sono stati
battezzati : Luca Rossetto, Daniele Di Giorgio, Luca e Maria Cristina Baratto.
Sabato 21 ottobre è stato celebrato a Coazze il matrimonio di Giorgio Ollearo e Odette
Caisson, residenti ad Ivrea, ai quali rivolgiamo Taugurio di una vita benedetta dal Signore.
II fratello in fede Massa Camillo Nicola è
deceduto il 13 settembre dopo alcuni giorni
di ricovero in ospedale. La comunità si è
stretta attorno alla vedova ed ai congiunti
nell'ora del lutto.
L’Unione Giovanile si è recata in Francia,
il 14 e 15 ottobre, ed ha avuto un incontro
con giovani della Chiesa Riformata nei pressi di Mcgève. Culto in comune e convegno
pomeridiano sul tema : « La testimonianza
del cristiano ».
A Tramonti di Sopra
Si inaugura
ia cappeiia vaidese
rinnovata
Domenica 5 novembre a Tramonti
di Sopra, alle ore 15,30, con un culto
seguito da Santa Cena, verrà inaugurata la cappella valdese, interamente
rinnovata.
Gli evangelici valdesi tramontini invitano gli « amici » e i Pastori del Triveneto a raggiungere quella domenica
Tramonti di Sopra e a unirsi a loro
per ringraziare Iddio.
Dopo il culto, nei locali del Centro
Evangelico « Luciano Menengon », ci
s: incontrerà per partecipare a un fraterno trattenimento offerto dalla comunità. M. T.
POMARETT
Martedì 7 novembre: ore 20,30 riunione
quartierale ai Pons, nella Scuola Beckwith.
Venerdì 10: ore 20,30 riunione biblica
presieduta da Franco Giampiccolì.
Domenica 12: culto del mattino, presieduto dal Pastore Giampiccolì e nel pomeriggio,
alle ore 14,30, al teatro riunione di tutte le
mamme (invito particolare alle giovani), presieduta dalla Dr.ssa Giampiccolì, specializzata in pediatrìa.
Martedì 14: ore 20,30 riunione a Pomaretto; tema: Il divorzio (con discussione).
Ilivoluzioue sociale
e non violenza
Campo del Movimento Internazionale della Riconciliazione (M.I.R.)
Dal 10 al 20 settembre 1967 si è svolto ad
Adelfia il Campo Studi del MIR « Rivoluzio.
ne sociale e nonviolenza ». A causa della data
— troppo vicino all’autunno — i partecipan.
ti erano pochissimi, ma grazie alTaiuto spon.
taneo del direttore di Adelfia, il pastore Scuderi, si è potuto interessare parecchia gente
locale, specialmente per le due conferenze
pubbliche. La domenica mattina durante il
culto nella chiesa valdese di Vittoria hanno
dato un messaggio Tullio Vinay, Hedi Vaccaro e Jean Goss (cattolico segretario internazionale del Movimento della Riconciliazione).
La base di tutto il campo era il Sermone
sul Monte (prima parte), gli studi biblici furono fatti in modo comunitario colTaiuto del
libro di Leonhard Ragaz « Il Sermone sul
Monte » ed. Comunità. Appoggiandoci sulTEvangelo di Luca a Beati voi che siete poveri... guai a voi ricchi » (cap. 6) oltre quello
di Matteo che si cita sempre, abbiamo sottolineato il duplice aspetto materiale e sjiirituale del « beati i poveri », la connessione
tra (c i poveri » e la fame nel mondo e le spese militari in tutto il mondo. Abbiamo visto
che, malgrado i tanti sforzi la miseria, Tnbìs.
so tra i paesi poveri e quelli ricchi, industrializzali non diminuisce ma aumenta “>gni
anno poiché l’economia dei primi è basata
sull’esportazione di materie prime e i’ìmportazione dei prodotti industriali. 11 ;alo
dei prezzi delle materie prime fa sì cIt tutto l’aiuto accordato a questi paesi no;- raggiunge la perdita che essi subiscono: dv^que
i nostri paesi ricchi industrializzati. cristiani » si arricchiscono ancora di più ; scapito dei paesi poveri.
Visto che avevamo tra noi delle pt T)ne
esperte abbiamo dedicato due sedute p«-‘ 'eridiane allo studio comunitario del tema ; i’..du.
cazione e Pace ».
Jean Goss, tornato poco fa dal Sudas: rrica
dove egli si reca ormai ogni anno per .vitare la Rivoluzione sociale nonviolenta. jelle
sue due conferenze ad Adelfia e Vitto-,a ha
portato il messaggio della nonviolenzi attiva con esempi recenti dalTAmerica > atina
(Sciopero vittorioso di 600 operai diu io 5
anni di lotta nonviolenta, lotta non\ :cnta
di 30.000 abitanti poveri di Rio con ' la
distruzione delle loro case per fare p -o a
dei palazzi di lusso, coronata di ,^sso
ecc.).
Tullio Vinay nella sua Conferenzu • ìnnunzio del Regno e Rivoluzione sociaie » ha
sottolineato la relazione tra la nuova oologia della «Morte di Dio» e la tendi.-; a di
voler risolvere il problema della mise nel
mondo colla violenza. « Se Dio e moe» dobbiamo fare noi la storia... Prima di :-i il
Cristo ha avuto la sua tentazione di correre alla violenza... Il senso dell Eva-i-.x io e
la risurrezione del Cristo, non dobbian-. , agire da soli, ma ubbidire al Risorto, agi.' , nel.
la fiducia che il Risorto conduce la torìa
attraverso i credenti e i non credenti... Oggi
è indispensabile definire la ricchezza come
peccato e spingere i politici economisK a ricercare una via nuova, un'economia ni^ìva ».
I giorni 19 e 20 settembre sono s!,-; dedicati alle visite del Servizio crìstiai;» di
Riesi e del lavoro di Danilo Dolci. Specialmente quest’ultimo era molto imp<-ìiante
per il proseguimento del lavoro dei VIIR
per una rivoluzione sociale nonviolenC' nel
Sud America. Già due volte Danilo L'olci
su invito del MIR è andato nel Sud Vmerica per aiutare nella formazione di (leadri
attivisti locali. Abbiamo avuto la pi.'iide
gioia dì vedere tra l’altro la immensa ¡liga
dello Yato frutto di molti anni di ja\oro
nonviolento, paziente, accanito di Da.Tilo.
Questa diga darà lavoro e sviluppo a latta
una zona. Siamo contenti che con ({ucsto
campo sia rafforzala la collaborazione l»’a il
MIR e Danilo.
H. V.
Le Conferenze verranno pubblicate dal
MIR, Via Rasella 155, e mandate su richiesta.
MiMiiiiiiiiiiimiiiiimii
iiniiiiiiiiiiiiiiiiiiii
iiiriiiiiiiiiiiKimiti
CAMPOBASSO
Domenica 24 settembre, la comunità di
Campobasso ha assistito alla cerimonia dell’insediamento del Past. Salvatore Carcò, mi.
nistro designato dalla Tavola in sostituzione
del Past. Elia Libonati.
L’avvenimento, indimenticabile, per tutta
la chiesa è stato motivo di gioia e di tristezza al tempo stesso. Infatti, mentre da
una parte si salutavano allegramente gli arrivati. dall’altra si scambiavano gli ultimi
abbracci con le persone con cui per ben nove anni siamo stati insieme, legati da affetti
che la comune fede in Cristo ha consolidati
e rafforzati indistrutlìbìlmenle come si conviene a una famiglia cristiana.
Un saluto e un abbraccio calorosi a chi
viene e a chi va. Al Past. E. Libonati e alla
sua signora, destinati ad un altro campo di
lavoro. Brindisi, la comunità porge un fraterno e affettuoso augurio di buona prosecuzione nell'opera di testimonianza al nostro
Signore Gesù Cristo. E’ il caso di ringraziare, anche da queste colonne, il Past. Libonati
per quello che ha qui fatto. Forse la figura
che meglio può illustrare il servizio da lui
svolto è quella delTabile muratore intento
laboriosamente a costruire, a cementare pie
tre, mattoni ecc. con la cazzuola della propria esperienza.
Demolire è facile, costruire è arduo. Ebbene il Past. Libonati ha costruito una comunità, all'inizio del suo minislerìo, scossa da
tristi avvenimenti che, se non affrontati con
la sua forza di carattere, avrebbero pollilo
compromettere la testimonianza valdese in
questa città. I più vecchi lo sanno ed i pin
giovani ne siano informati: la comunità di
Campobasso è giunta a tanto grazie all’opera
di una persona che ora ci ha lasciato.
Questo elogio doveroso, espressione dei no.
stri caldi sentimenti, è segno della nostra
riconoscenza e della nostra stima.
Al suo stimalo successore la comunità porge un simbolico bacio fraterno e augura celesti benedizioni.
Una pagina sì è chiusa, un’altra se ne
apre, ma sempre alla Gloria dì Dio. Gli
onori di casa e del V Distretto sono stati
fatti dal Presidente della Comm. Distr.. Pastore Enrico Corsani.
Aldo Palladino
5
3 novembre 1967 — N. 43
pag. 9
NOTIZIARIO EVANGELICO
ROMA
La savia follia
della predicazione
La celebrazione della Riforma coincide con l’inaugurazione
del li3° anno accademico della Facoltà Valdese di Teologia
Sabato 28 ottobre si è inaugurato il
113“ anno accademico della Facoltà
Valdese di Teologia, a Roma, con una
prolusione del proi. Giorgio Spini
— dell’Università di Firenze, membro
■consultivo del Consiglio di Facoltà,
delegato dalla Chiesa Metodista — su
« Movimenti evangelici popolari in Italia nel secolo XX ».
Il prof. Spini ha tracciato uno schizzo storico sull’ origine delle chiese
evangeliche della diaspora italiana,
dal Piemonte alla Sicilia, descrivendo
vivacemente la situazione ambientale
delle chiese valdesi, metodiste, battiste, darbiste e pentecostali sorte dopo
il 1848, ma livellando — troppo, a noatro parere — la vocazione particolare
delle varie denominazioni, che nella
sua analisi sembrano risultare come
un unico movimento dalle varie etichette, ispirato a un vago anticlericalismo e in dati momenti parallelo all’anelito socialista del tempo. Ci sembra che se l’epoca esercita sempre
un’influenza sul messaggio cristiano
— grandezza e miseria della Chiesa di
ogni tempo — non possiamo non vedere il messaggio che è proprio alla
Chiesa e che essa dà attraverso vari
■■e dissimili tentativi di esprimere
l’Evangelo. Ignorarlo o tacerlo equivarrebbe a dilapidare il tesoro della
lede.
Il culto d’inaugurazione, nella chiesa di Piazza Cavour, è stato presieduto dal Moderatore Neri Giampiccoli e
ha coinciso con la celebrazione della
Riforma. Un forte messaggio sul sola
grafia (centrato sul testo di I Cor. 1
sulla potenza dell’Evangelo scandaloso nella sua debolezza e follia per il
mondo) riscoperto dalla Riforma, ha
riunito in una medesima speranza i
NOV1T.4 CLAUDIANA
Karl Barth
Domande a Roma
(Ad limina Apostolorum)
Prefazione di Giorgio Tourn _
pp BO, sovraccoperta a colori,
L. 600
Per la prima volta
Barth parla del ConciUo!
Un vivace resoconto del viaggio
a Roma e in Vaticano - Il testo
completo delle domande rivolte
ai teologi cattolici - Le novità
delia costituzione sulla Rivelazione - Una lettera sulla Mariologia.
Un libro che solleva problemi di
straord'naria importanza per la
Chiesa d’oggi.
ROBA
venuto a mancare improvvisamente il
nostro caro amico Paolo Durand. E stato
per lutti noi motivo di tristezza anche se sapevamo delle sue non perfette condizioni di
salute. Ma di fronte a questa dura realtà
della morte l urgenza del ravvedimento e della conversione al Signore che chiama a Se
chi vuole e quando vuole. Il messaggio della riconciliazione in Cristo che è stato predicato ha dato a tutti ancora una volta la
certezza del perdono.
A sua moglie Nini ed ai parenti tutti vadano le rinnovate espressioni della nostra
simpatia cristiana.
— E’ sialo amministrato il s. Battesimo al.
la piccola Martina Marina di Pierino e Malvina Mourglia; a Marinella Roman di Sergio
e Elda Tourn ed a Fulvio D’Alessandro di
Cianfranco e Clelia Tourn. E’ per noi sempre motivo di rinnovata gioia trovarci in siniili circostanze, ma lo è stato in maniera
particolare a proposito di Marinella e Fulvio
perchè primogeniti delle due sorelle Tourn,
figlie del nostro anziano Oreste e perchè legami di vecchia amicizia ci vincolano fin da
quando esse erano soltanto delle piccole
bambine.
■— In un'atmosfera di gioia e di festa è
stalo celebralo il matrimonio tra Poèt Bruno
e Long Elda. Ha rivestito particolare importanza questa simpatica cerimonia perchè gli
Sposi pur essendo rispettivamente di S. Giovanni e Torre Pellicc hanno voluto scegliere
Rorà come luogo per la celebrazione del proprio matrimonio.
Mentre apprezziamo questo gesto facciamo
loro ancora voti perchè questa loro unione
sia sempre posta sotto lo sguardo del Signore.
professori e gli studenti della Facoltà
che si affaticano a meditare l’Evangelo in vista della pazzia della predicazione e i credenti delle comunità che
a Dio è piaciuto salvare per mezzo
della predicazione dell’Evangelo.
Non si può tacere, però, che questo
è il secondo anno consecutivo in cui
le comunità valdesi non hanno espresso alcuna vocazione pastorale. Per
una Chiesa che sa — o dovrebbe sapere — di vivere soltanto della Parola di
Dio e della predicazione di essa, questo dovrebbe essere un giorno di profonda umiliazione. Non senza speranza, come per ogni cosa che è in mano
a Dio.
A. I. C. E.
Convegno d’autunno
Tutti gli amici e i colleghi (dalla
Scuo’a Materna a quella Secondaria)
sono caldamente invitati a partecipare al convegno d’autunno che avrà
luogo D. V. domenica 12 novembre a
Bobbio Penice con il seguente programma :
mattino : culto - pranzo in comune ;
ore 14,30; relazione del dott. Roberto Eynard sul tema; Presenza dell’A.I.C.E. in campo internazionale, con
proiezione di artistiche diapositive a
colori. Il C. N.
LUSERNA S. GIOVANNI
Per Giardino dTnfanzia Valdese di Luserna S. Giovanni: in mem. della cara Signora Emilia Jahier, nell’anniversario della morte: sig.na L. Jotti L. 7.000; G. e H. Bogo
3.000; in mem. del past. emerito Enrico Pascal: Sig.ra Adelina Pascal 10.000; in mem.
del marito: Sig.ra E. Fattori-Pons 10.000;
Ricordando le zie, N. N. 3.000; Sig.ra Elisa
Benech 5.000; Sig.ra Emilia Peyrot-Gay
5.000.
iniiii(i>iimimiiiuiiiiii
TORRE PELLICE
Il Pastore Sommani ha lasciato Torre Pel
lice per la sua nuova sede di Firenze. Do
menica 17 settembre egli ha rivolto alla Co
munita il saluto predicando sul testo di I Co
rinzi 3: 4-23. Nel pomeriggio in un tratte
nimento fraterno nella Sala della Foresteria
Valdese numerosi membri di Chiesa si rac
colsero attorno al Pastore Sommani e alla
sua famiglia per manifestare loro la simpa
tia e l’affetto. A nome della Comunità i
maestro Edgardo Paschetto espresse al Pa
store e alla famiglia la riconoscenza di tutta
la chiesa di Torre Pellice. Il pastore Sonelli
parlò a nome del Concistoro ricordando Firn
pegno e la chiarezza teologica della predica
zione del Pastore Sommani ed il Pastore
Jahier dell’apertura d’animo verso i colle
ghi. Alla fine del trattenimento veniva con
segnato al Pastore Sommani un album con
tenente le firme dei membri di Chiesa e un
assegno per un dono ricordo del suo mini
stero in Torre Pellice.
Il Pastore Sommani rispose commosso ed
espresse la sua riconoscenza per la collaborazione di molti membri di Chiesa.
La domenica 1“ ottobre, il pastore Davite,
presidente della Commissione Distrettuale,
ha insediato il Pastore Sonelli dinanzi ad
una numerosa assemblea. La Corale diretta
dal Maestro F. Corsani ha espresso al Pastore la gioia di tutta la Comunità col canto
di un inno : « O Christ, nos coeurs chantent
à ton nom beni! Alleluia! Alleluia! ».
Testo della predicazione del Pastore Sonel.
li: I Epistola ai Corinzi cap. 12 v. 11.
Nel pomeriggio ha avuto luogo Pinaugurazione delle Società Missionarie con una
buona partecipazione di membri di Chiesa.
11 missionario R. Coisson ha letto la relazione annua ed il Pastore Sonelli ha svolto
il lesto di Giovanni 4: 34 a 38 : c< Il mio
cibo è di fare la volontà di Colui che mi ha
mandato... L’uno semina e l’altro miete, io
vi ho mandati a mietere quello intorno a cui
non avete faticato ». Paragonando l’impegno
missionario tradizionale che si è preoccupato dell’aspetto individuale dell’evangelizzazione all’impegno sociale delle nuove generazioni vediamo che questa nuova sensibilità
sociale esprime la sensibilità missionaria moderna, ma non dovrà mai perdere di vista
l'annuncio dell’Evangelo. I giovani sono
spesso chiamati a mietere dove i loro padri
hanno seminato.
6 Ottobre. Riunione nel Tempio di tutti
gli alunni delle Scuole Elementari per la
inaugurazione dell’Anno Scolastico.
15 Ottobre. Culto di inaugurazione delle
Scuole Domenicali e dei Corsi di Catechismo
con la partecipazione di tutta la Comunità.
Testo; Esodo 1: 22; Esodo 2: 1-10, il primo episodio biblico di « Domenica mattina ».
libro adottato nelle nostre Scuole Domenicali. Il Pastore ha esortato i genitori a collaborare perchè l’insegnamento biblico dia
dei buoni frutti.
18 Ottobre. Inaugurazione deUa Società di
cucilo con una meditazione del Pastore e la
relazione della vicepresidente signora Ade
Varese Theiler. Anche la Corale, le Unioni
del Centro e dei Coppieri hanno ripreso la
loro attività.
19 Ottobre. Nei locali dell’Asilo Infantile
che ha riaperto le porte ai primi di ottobre
per accogliere una trentina di bimbi, si sono
riuniti il Pastore, l’insegnante sig.na Gardiol, i genitori ed il comitato dell’Asilo. 11
Pastore ha parlato con cognizione di causa
delle esigenze generali, dei nuovi problemi
posti dalia legge sulla Scuola, della necessita
di perfezionare l’Asilo per il bene dei bambini e per dare una buona testimonianza
nella società in cui viviamo. L'insegnante
ha esposto i suoi criteri pedagogici ed ha
chiesto la collaborazione dei genitori mediante incontri mensili. Il sig. Robeto Coisson
ha esposto la situazione economica piuttosto
passiva chiedendo offerte spontanee ai genitori che ne abbiano maggiore possibilità.
Il 22 ottobre il pastore Bruno Rostagno
è stalo presentato alla Comunità di Torre
Pellice ed ha dato il suo primo messaggio
sulla parabola dei talenti (Matteo 25 : 14-30).
La Corale ha cantato l'inno 351 : « Siam gra
Nelle Chiese Battiste
ti a Te Signor, col cuore e con gli accenti ».
Siamo riconoscenti alla Tavola Valdese
che ci ha concesso un secondo Pastore, il suo
ministerio affiancato a quello del Pastore
Sonelli sarà un grande aiuto per la nostra
Chiesa. L’indirizzo del signor Bruno Rostagno è: Via Beckwith 12, telef. 91.476.
29 Ottobre. Assemblea di Chiesa nella Sala delle attività, col seguente ordine del gior.
no: 1) Relazione della delegata al Sinodo;
2) discussione sulla Relazione Annua; 3) celebrazione del 450® anniversario della Riforma; 4) discussione sulla ripresa delle attività per il nuovo anno ecclesiastico.
— Dal mese di maggio alla fine di ottobre la nostra Comunità è stata colpita da
molti decessi: Francesca Bertramo vedova
Toscano, Ferdinando Bounous (Villa I), Adelina Pasquet in Peyronel (Villa II), Giovanni Coisson (a Milano), Linette Bein in Berlin (Ramelli), Emilia Colosimo ved. Vezzosi
(Villa I), Alice Roland in Benedetto (Inverso), Maria Lidia Eynard ved. Giordan, Long
Iolanda in Gardiol (Villa II), Mario Piacentini (da Roma), presidente di sezione della
Corte di Cassazione, Giovanni Daniele Eynard, iPetro Malan (S. Margherita), Isa Bert
in Jouve (Villa II) e Luigi Jouve (Villa li).
A tutte le famiglie afflitte rinnoviamo le
condoglianze della Comunità.
— Si sono sposati: Bruno Comba e Margherita Iolanda Jourdan. Silvana Fontana e
Claudio Fontana (dal Veneto), Stefano Rostan e Denisia Elena Chauvie, Enrico Bein
e Mirella Gardiol, Valdo Rivoira e Bianca
Genre, Anna Maria Cendola e Eros Cogno,
Wanda Costantino e Nicola Lettini, Ferruccio Cavaliere e Mirella Benedetto, Davide
Jahier e Paola Di Francesco.
Al matrimonio di Mirella Gardiol ed a
quello di Mirella Benedetto alcuni bimbi
hanno espresso col canto la riconoscenza della Comunità per la loro opera veramente preziosa svolta durante molti anni nella Scuola
Domenicale dei Piccoli.
— E’ stato amministrato il battesimo alla
piccola Roberta Aovndet di Silvio e Ida
Monnet, a Pier Paolo Rivoira di Renato
(Villa li), a Ines Marta Pontet di Alfredo
e Elena Vigne, a Cristina Frache di Carlo
e Iris Rostan (Giordanotli), a Anna Maria
Bounous di Ugo e Elena Gönnet (Ravadera),
a Paola Rostan di Dino e Albertina Gönnet
(Coppieri), a Alessandro Revelli di Attilio e
di Ivette Arnoulet (da Torino), a Elena Ricca di Marco e di Giovanna Galbani (da Firenze), a Luca Pasquet di AttUio e di Ida
Rostan (Coppieri), a Marco Giampiccoli di
Ernesto e di Clara Sibille (Dagotti), a Giuliana Rostan di Valdo e Giorgina Stallè (Ravadera), a Marina Geymonat di Dante e di
Romana Ruffini.
La Comunità ha accolto con gioia tutti
questi cari bambini.
Lina Varese
RICORDO DI
FERDINANDO BOUNOUS
Per ben 5 lustri egli è stato cassiere e vicepresidente del Concistoro della Chiesa di
Torre Pellice ed ha svolto il suo compito
con entusiasmo, bontà d’animo e grande
umiltà durante il ministerio dei pastori Giulio Tron e Ernesto Ayassot.
Nel 1951 egli ha diretto i lavori di restauro del nostro tempio ; rivestimento in le.
gno dei muri e dell’abside, pittura tipo legno delle gallerie, illuminazione efficiente,
ottimo riscaldamento ad aria calda.
Con un’opera di persuasione cortese ed
intelligente ha avviato il nostro Asilo verso
una certa autonomia, chiedendo un contributo alle famiglie interessate per diminuire
le spese della Chiesa, ha provveduto ogni
anno ai doni di Natale e del febbraio e come cassiere ha adottato una contabilità precisa e moderna, quella stessa usata nella sua
azienda che egli aveva saputo creare a Torino. A qualche mese dalla sua dipartenza
ci è caro esprimere alla sua memoria, un
pensiero di ¡rrofonda riconoscenza a nome
della nostra Comunità.
Lina Varese
11 Comitato Esecutivo dell’ Unione
Cristiana Evangelica Battista d’Italia che,
per decisione dell'Assemblea Generale delle Chiese Battiste, riunisce in sè i compiti
e le attribuzioni dei due precedenti Comitati, sj è riunito in Roma, sotto la presidenza dal Dr. Carmelo Inguanti, nei giorni il,
12 e 13 ottobre. Esso ha provveduto a dividere e fissare i compiti dei tre segretari
(Unione. Evangelizzazione ed Ente Patrimoniale) e su raccomandazione dell’Assemblea ha nominato il Pastore Manfredi Ronchi Segretario dell’Ente Patrimoniale. In
questa sessione ha potuto ritoccare l’onorario dei Pastori in servizio e del personale in pensione operando un vero atto di
fede; i vari aumenti stabiliti sono stati
messi in gran parte a carico delle Chiese.
Ha disposto anche un piccolo piano di
trasferimenti per venire incontro ai bisogni
di varie Chiese.
Nei giorni 21, 22 e 23 ottobre è stato
in Italia, per contatti con l’Unione Battista,
il Dr. J. B. Cauthen, Segretario Esecutivo
del Comitato delle Missioni Estere della
Convenzione del Sud; egli è a capo del’organizzazione missionaria dei Battisti del
Sud che mantiene 2.282 missionari Battisti
in 65 diverse nazioni. Accolto dai maggiorenti dell’Unione Battista, ha avuto con
essi un colloquio che gli ha permesso di
rendersi conto della situazione dei Battisti
Italiani. La riunione è stata caratterizzata
da un fraterno spirito di collaborazione
che ha giovato moltissimo ai buoni rapporti
dell’Unione con il Comitato delle Missioni,
il Dr. Cauthen ha rivolto, domenica 22 ottobre un messaggio ai battisti romani che,
a nome di tutti i battisti italiani, lo hanno
salutato esprimendo la speranza di rivederlo in Italia in un più lungo soggiorno.
I Battisti Italiani, malgrado le loro
deboli forze numeriche e finanziarie mantengono, attualmente, tre Pastori all’estero ;
due di essi operano in Svizzera ed un altro
in Germania. L’Unione Battista ha sentito
il bisogno di assistere spiritualmente e materialmente molti dei fratelli emigrati e fa
ogni sforzo per aiutarli a restare uniti alle
loro comunità di origine.
■y^ Gli stessi stanno compiendo, e non
da ora, un notevole sforzo finanziario per
potere raggiungere la completa autonomia
finanziaria sia delle singole Chiese che dell’Unione. Attualmente 15 Chiese sono finanziariamente indipendenti. Malgrado la
povertà delle loro congregazioni, durante il
1966 hanno fatto dei sensibili passi in
avanti. Secondo i dati statistici forniti dall'Unione, la contribuzione media di ogni
membro battezzato è stata di oltre 17.000
lire annue. La punta più alta è stata raggiunta dalla Chiesa di Roma che ha dato
L. 52.094 prò capite nel 1966.
Secondo la deliberazione deH’Assemblea Generale delle Chiese, il Comitato
Esecutivo dell’Unione ha provveduto a nominare collaboratori responsabili de « Il
Messaggero Evangelico » organo dell’Unione, i Pastori Franco Ronchi e Paolo Spanu.
Essi affiancheranno il Direttore, Pastore
Manfredi Ronchi, nella redazione della rivista.
■y^ La Scuola Teologica Battista che ha
sede in Rivoli Torinese, ha ripreso le sue
lezioni il 23 ottobre. L’inaugurazione Ufficiale dell’Anno Accademico avrà luogo il
5 novembre alle ore 20,30 con una prolusione del Preside della Scuola, Dr. A. B.
Craighead, su « Una Nuova Riforma ».
•y^ Anche la Scuola Biblica Femminile
che ha sede in Roma ha ripreso le sue attività inaugurando i nuovi corsi alla presenza del Dr. Cauthen, il 22 ottobre.
L’Unione Battista sta preparando,
sotto la guida del Segretario dell’Evangelizzazione, Dr. Piero Bensì, una campagna
evangelistica che dovrà svolgersi, col volere
di Dio, nella primavera dell’anno entrante.
Molto materiale è già stato preparato e
stampato e nelle singole Chiese vi è un fervore di attività per la preparazione accurata
di questa campagna. Vi è già una grande
benedizione: l’interesse e l’attività delle
Chiese che « sentono » il bisogno di essere
testimoni della Grazia.
iiiiiiiiiniiiiiimmid .....................................................
Nelle Chiese Metodiste
Sulla vita delle Comunità che fanno parte della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia c’è poco e molto da riferire. Se consideriamo la missione che il , Signore della
Chiesa ha affidato ad ogni singolo credente,
affinchè gli uomini sappiano e credano che
« Iddio ha tanto amato il mondo da dare
per esso il tutto di Sè stesso, cioè il Suo Figliuolo », e confrontiamo tale nobile ed
impegnativa missione con le nostre iniziative ecclesiastiche, non possiamo fare altro
che confessare la nostra pigrizia e la nostra
infedeltà. Purtuttavia, tenendo conto degli
insignificanti mezzi umani dei quali anche
la Chiesa Metodista d’Italia dispone (piccole Comunità sparse in tutta la Penisola,
pochi pastori, scarsità di risorse finanziarie,
ecc.), dobbiamo elevare continue preghiere
di lode al Signore per le « grandi cose »
Ch’Egli ha compiuto servendosi anche delle
povertà della povera Chiesa Metodista
d’Italia.
Ecco qualche cenno di alcune attività
svoltesi in questi ultimi mesi.
— Il 13 luglio scorso, con la partecipazione del Presidente Pastore Mario Sbatti,
del Sovrintendente di Circuito Pastore Alfredo Scorsonelli e dei Pastori operanti nel
2“ Circuito, è stata festeggiata la « copertura » dell’imponente complesso sorto in Savona per conto della Chiesa Metodista
d'Italia. Si tratta di un’opera edilizia di
grande rilievo nella quale è compreso un
vasto e moderno tempio per la testimonianza evangelica in Savona. Si prevede che il
Culto radio
domenica 5 novembre
Past. ROBERTO COMBA
Roma
domenica 12 novembre
Past. ROBERTO COMBA
Roma
tempio e tutto il complesso saranno ufficialmente inaugurati nel mese di maggio 1968.
— Durante l’esta>ie, come nelle altre Chiese, le varie iniziative di carattere extraecclesastico sono state in piena attività. Ad
esempio citiamo: 1) il villaggio di Ecumene dove, fra l’altro, ha avuto luogo un
Convegno pastorale che ha raccolto in una
atmosfera fraierna tutti i pastori e gli evangelisti metodisti che operano in Italia. In
tale incontro, oltre vari argomenti, sono
stati definiti alcuni particolari della nuova
liturgia che viene usata nelle Comunità Metodiste d'kalia; 2) la Casa Evangelica in
S. Martano Oliveta, in continuo sviluppo;
3) la partecipazione attiva al Centro interdenominazionale di Tramonti di Sopra: e
altre iniziative svolte dai vari Segretariati
della Chiesa.
— La Conferenza (il supremo organo
normativo, disciplinare ed amministrativo
della Chiesa Metodista), nella sua convocazione del maggio scorso, aveva stabilito diversi trasferimenti di Pastori. Taluni sono
stati effettuati in settembre, altri saranno attuati entro novembre: Samuele Carrari a
Trieste. Tullio di Muro a Salerno. Vezio
Incallì a Vercelli, Gino Manzieri a La Spezia. Paolo Sbatfi a Napoli. Angelo Incelli a
Vicenza, Giovanni Battisita Nicolini a Terni,
Giacomo Cavanna a Intra e Igino Carera e
Novara.
11 Comitato Permanente (l’organo esecutivo delle deliberazioni della Conferenza),
nella sua seduta del 12 settembre, ha deliberato la pubblicazione del Regolamento
della Chiesa Metodista con le nuove no;me
approvate dalla Conferenza. Tali nuove
norme sono entrate in vigore dal 1“ ottobre.
In questi giorni, in cui è convocata la
Costituente della Federazione delle Chiese
Evangeliche, tutta la Chiesa Metodista d’Italia si sente impegnata sovrattutto nella preghiera, onde lo Spirito del Signore guidi le
importanti deliberazioni che l’Assemblea di
Milano prenderà per la realizzazione di
quella unità che potrà essere una forza delTEvangelismo italiano. g.
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Giovanni Travers
sentitamente ringraziano la direzione
della Casa di Riposo, i Medici curanti,
i Sigg. Pastori, i compagni di leva e
tutte le persone presenti al funerale e
coloro che le furono di aiuto durante
la lunga malattia.
S. Germano Chisone, 3 novembre 1967
«Il Signore è il mio Pastore,
nulla mi mancherà»
(Salmo 23: 1)
Sorretta dalla fede è mancata all’affetto dei suoi cari
Maria Di Gennaro
in Cannillo
Ne danno l’annuncio il marito, i figli,
la sorella, la nuora, il genero, le nipotine, cognati, cognate e parenti
tutti.
Si ringraziano i Sigg. Pastori Aldo
Sbafiì e Odoardo Lupi, per l’assistenza spirituale.
« Io sono la via, la verità, la vita ;
nessuno viene al padre se non
per mezzo di me »
(S. Giov. 14: 6)
Milano, 25 ottobre 1967
RINGRAZIAMENTO
I fam bari del compianto
Giovanni Simondi
ringraziano commossi tutte le persone
che con la presenza ai funerali, scritti,
fiori, parole di conforto presero parte
al loro profondo dolore.
Pramollo, 25 ottobre 1967
6
pag. 6
N. 43 — 3 novembre 1967
Notiziario
ecumen ico
a cura di Roberto Peyrot
IL SEGRETARIO DEL C.E.C.
FA IL PUNTO SUI PRINCIPALI
PROBLEMI ECUMENICI
Evanston, III. (S.OE.P.I.) — « Una collaborazione fruttuosa fra il CEC e lo Chiesa
romana nel campo politico e sociale permetterà di risolvere più rapidamente tutti gli
altri problemi dell’unità cristiana » ha dichiarato il pastore C. Blake, segretario generale del CEC durante una conferenza che ha
recentemente tenuto al « Garret Theological
Seminary » di Evanston. Essa aveva per titolo: «I principali problemi del CEC».
Il primo problema, ha detto Blake, è di
sapere se il CEC deve progredire più rapida,
mente o se al contrario, deve procedere più
prudentemente. Su questo punto — egli ha
notato — vi sono divergenze di opinioni,
perfino fra coloro che sono favorevoli alrecumenismo. Alcuni sono impressionati
dalle rapide trasformazioni della società e
pensano che la Chiesa vi si debba adeguare,
per restare in contatto coll’uomo d’oggi. Altri si augurano che si proceda meno in fretta « per consolidare i risultati concreti già
raggiunti dall’ecumenismo durante gli ultimi cinquant’anni ».
Il secondo problema è sollevato dalla « crisi della fede ». « Le affermazioni fondamentali della Bibbia e della teologia dei pensatori cristiani sono rifiutate molto seriamente
in nome del materialismo o dell’esperienza
scientifica, dell’umanesimo o del positivismo,
dell’esegesi biblica o dell’ermeneutica... La
domanda che viene oggi posta alla Chiesa è
questa: Come formulare la verità eterna dell’Evangelo in modo tale che sia comprensibile all’uomo moderno e lo convinca ».
Il terzo problema si può così porre : « Come giungere ad una collaborazione più dinamica colta Chiesa cattolica romana ». A
questo proposito il past. Blake ha fatto notare come la collaborazione si riveli assai più
facile per quanto riguarda i servizi resi all’umanità, mentre è più difficile per i problemi di ordine teologico.
Nel riconoscere che esistono fra i cristiani delle divergenze importanti d’ordine etico, sociale, economico e politico, Blake ha
peraltro affermato che « in queste questioni,
le differenze fra protestanti e cattolici o protestanti ed ortodossi sono di poca importanza. E’ evidente che nei prossimi anni, le nostre istituzioni riunite dovranno trovare i
mezzi per portare alle grandi questioni economiche, politiche e sociali tutto il peso
della buona volontà e della convinzione cristiane ».
In quarto luogo, il CEC deve adoprarsi in
ogni modo affinchè « questo mondo di individui che si affiancano diventi una vera comunità mondiale al più presto possibile, prima che sia troppo tardi (...)».
Questa comunità mondiale esige valori,
leggi ed organismi sociali comuni, unitamente ad una reciproca fiducia.
« E’ evidente che oggi siamo lontani da
ciò. Ma la Chiesa deve ricordare a tutti noi
con fermezza che solo l’antica visione di un
mondo unico sotto il regno di un Dio unico
sarà capace di evitare il disastro ».
I CRISTIANI GIAPPONESI
INVIERANNO TECNICI
IN VIETNAM ED IN INDIA
Tokyo (S.OE.P.I.) — La divisione Aiuti
del Consiglio nazionale cristiano del Giappone ha deciso di mandare dei tecnici in
Vietnam ed in India. « Non possiamo mandare delle tonnellate di viveri, al pari delle
Chiese europee ed americane, ha dichiarato
il pastore K. Buma, segretario della Divisione, ma possiamo inviare dei tecnici sperimentati ».
La Divisione ha deciso di lanciare un appello per cinque tecnici agronomi. Due di
essi, specializzati nelle culture del riso ed in
avicoltura, ■fevoreranno con una équipe vietnamita. Gli altri tre parteciperanno ad un
programma contro la fame nello Stato del
Bihar (India).
Vien chiesto alle Chiese giapponesi di
partecipare a questo programma aiutando a
trovare il personale qualificato e portando
un contributo finanziario; vi partecipa anche la Conferenza cristiana dell Asia orientale.
ECUMENISMO
IN SUD AFRICA
Kimberley (S.OE.P.I.) — Le opposizioni
manifestatesi in Sud Africa contro i cattolici romani non paiono indebolire i progressi deU’ecumenismo.
Le diocesi cattoliche ed anglicane di Kim.
berly sono infatti giunte ad un accordo in
vista del reciproco riconoscimento del battesimo. Le condizioni sono le seguenti : impie.
go della formula trinitaria ed abluzione od
immersione.
Inoltre, sempre nella stessa provincia ha
avuto inizio un nuovo esperimento nel campo del giornalismo religioso. Il « Kehilwenyane », rivista mensile cattolica, in lingua tswana e che ha undici anni di vita, è
stato dotato di un comitato di redazione composto da tre rappresentanti della Chiesa cattolica e da tre pastori della Chiesa anglicana.
Su quest’aria della viola d'amore «ecumenica»
SPIGOLANDO NELLA STAMPA
Non vogliamo ballare Echi della settimana
Direttore resp. : Gino Conte
Keg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. .Subalpina s.p.a. . Terre PeUice (To|
Fra le anticipazioni sul rapporto del
Gruppo misto di studio Vaticano-C.E.C.,
presentato al Comitato centrale del C.E.C.
a Heraklion, v'era stato l’annuncio che il
Consiglio ecumenico era impegnato a « collaborare alla preparazione del programma
del III Congresso mondiale dell'apostolato
laico » cattolico, che si è poi tenuto a Roma nelle scorse settimane. Avevamo espresso — isolati, a quanto ci è stato dato di
constatare, nella stampa evangelica nostrana ed estera — il nostro aperto dissenso in
un nostro articolo « L’ecumenismo sta perdendo la sua carica profetica ». Ci sarà
stato qualcuno che ci avrà biasimati per la
nostra « chiusura ». A conti fatti, le nostre
riserve e il nostro dissenso hanno trovato la
più ampia e penosa conferma.
Gli osservatori al Congresso cattolico romano sono stati ottantacinque; oltre a varie Chiese ortodosse, erano rappresentati il
Consiglio ecumenico delle Chiese, il Consiglio mondiale dell’educazione cristiana, la
Comunione anglicana, la Federazione luterana mondiale, l’Alleanza mondiale riformata e il Consiglio internazionale congregazionalista, il Consiglio mondiale metodista, il Consiglio mondiale delle Chiese di
Cristo, il Friends World Committee for
Consukation e, per la prima volta (« L'Osservatore Romano » non ha mancato di sottolinearlo) due rappresentanti dell’Alleanza mondiale battista, l'inglese dott. C. R.
Guilding, segretario aggiunto dell’ A.M.B.
e lo svizzero prof. Claus Meister, docente al
Seminario teologico di Riischlikon. A questo proposito saremmo molCo interessati a
conoscere il parere dei fratelli battisti d'Italia. Finora i battisti non si sono sentiti di
entrare nel Consiglio ecumenico delle Chiese; non pone loro problemi di cominciare
a collaborare con la Chiesa di Roma? Poiché di questo a Roma si è trattato, non di
pura li osservazione », ma di collaborazione.
Sarebbe grcettesco che i battisti mondiali
fossero portati a entrare nel C.E.C. dalle
stesse ragioni che potrebbero portare noi a
uscirne! Continuando la lista degli osservatori, vi era — naturalmente — il priore
di Taizé, Roger Schiitz; inoltre due invitati
italiani, il past. Renzo Bertaloi e il pastore Mario Sbaffl, che ha delegato a sostituirlo il past. Pier Paolo Grassi.
Se tale rappresentanza si fosse veramente limitata all'osservazione, non avremmo
avuto ragioni particolari per protestare,
malgrado l'inflazione del fenomeno e la
sempre spiacevole presenza di superficiali
admiratores fra gli observatores. Ma quesiia
volta si è fatto un passo avanti, o meglio
indietro. Vogliamo documentare e lasciamo
rigorosamente la parola all’« Osservatore
Romano » (non c’è stata alcuna smentita).
Il 12 ottobre « si è svolta la prima riunione dell’Assemblea dei Capi Delegazione.
Moderatore dell’incontro è stato il direttore della radio di Colonia (Germania Occ.)
Klaus von Bismarck .presidente del Dipartimento dei Laici, osservatore consulente al
Congresso per il Consiglio Mondiale (alias
Ecumenico) delle Chiese ». Nel medesimo
incontro ha parlato «la signora Anna
Jiagge, magistrato del Ghana, presente al
Congresso come osservatrice consulente del
Consiglio Mondiale delle Chiese ».
Il 14 ottobre « nell’auditorium di Palazzo Pio si è svolto uno speciale programma
per gli uditori, organizzato dalla Pontificia
Commissione "Justitia et Pax”... Il protestante Valdo Galland (Uruguay), Segretario Generale della Federazione Mondiale
degli Studenti Cristiani (e qui chiediamo agli
amici del Movimento Cristiano Studenti se
non ci starebbe bene un'altra letterina indirizzala a Ginevra... n.d.r.) ha osservato
dal canto suo che ”il linguaggio tecnologico dev’essere cambiato per proclamare a
un mondo in rivoluzione la rivoluzione di
Cristo”, ponendo l’accento sulla urgenza
di una cooperazione tra i laici delle varie
confessioni cristiane nell’operare per lo
sviluppo ».
La domenica 15 ottobre « nel pomeriggio
gli osservatori consulenti non cattolici hanno avuto all’istituto Maria Rimoldi uno
scambio di impressioni sul Congresso. Klaus
von Bismark, del Consiglio mondiale delle
Chiese, ha sottolineato il dovere degli osservatori non solo di fare conoscere i risultati del Congresso nei loro Paesi, ma
anche di contribuire alla sua attuazione. Il
Metropolita Emilianos, rappresentante del
Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, ha
parlato del problema dei laici nella sua
Chiesa; l’anglicana Kathleen Bliss ha elogiato l’alto livello dei laici presenti ai
"Carrefours” e alle sessioni plenarie; Hans
Ruedi Weber, del Consiglio mondiale delle
Chiese, ha espresso la sua soddisfazione
per la vitalità liturgica del Congresso e specialmente per le nuove preghiere che hanno permesso ai non cattolici di pregare con
i cattolici. "Non posso parlare di un vostro
— ha detto Weber, che fu l’unico non cattolico presente al Congresso del 1957 come
giornalista — ma di un nostro Congresso.
I vostri errori sono anche i nostri e le vostre conquiste, spero, sono anche le nostre ».
Il 16 ottobre a « un simposio sull’Anno
della Fede », hanno partecipato fra gli altri
« la signorina Margaret Shannon, osservatrice consulente protestante degli U.S.A. »
e « il segretario aggiunto del Dipartimento
dei Laici del Consiglio Ecumenico delle
Chiese, C. I. Itly ».
Il 17 ottobre «gli uditori hanno partecipato neirAuditorium di Palazzo Pio a un
incontro sull’ecumenismo, organizzato in
collaborazione con il Segretariato per l’unione dei cristiani. Vi hanno partecipato la
Dott. Maddalena Barot (Francia) del Consiglio Mondiale delle Chiese, etc. ».
Il 18 okobre nella mistica penombra di
S. Paolo fuori le mura, si sono raccolte per
una « preghiera ecumenica » « oltre duemila persone, mescolando le loro voci di
tante parti del mondo — ed i loro cuori di
fedi diver.se ». Verano naturalmente tutti
gli osservatori al Congresso « ed accanto
agli osservatori del Congresso erano stati
invitati, ed in molta parte erano intervenuti, i rappresentanti non cattolici delle
comunità residenti in permanenza a Roma». Subito prima che inizi l’avvincente liturgia, « l’altoparlante discreto annuncia: il
Padre A bate è pronto a salutare tutti i
rappresentanti delle Comunità non cattoliche che hanno voluto accettare l’invito a
questa preghierà; e poi dopo la cerimonia
sacra gli stessi ospiti sono pregati di volersi
intrattenere con il cardinale Bea ». Allo
svolgersi della liturgia collaborano un anglicano e due delegati del C.E.C.
Il 19 ottobre, alla seduta plenaria di chiusura ; « Per gli osservatori-consulenti ha
parlato il dott. Hans Ruedi Weber, del
Consiglio Mondiale delle Chiese. Egli ha
detto di sentirsi "come a casa” e che il
congresso ӏ stato veramente nostro e non
soltanto vostro”. E poi ha espresso un’opinione ardita: ”È maturo il tempo di fare
congressi per tutti: protestanti, ortodossi,
cattolici, siano essi appartenenti al laicato
oppure alle gerarchie ecclesiastiche delle
diverse confessioni” ».
C’è da chiedersi quanti di questi delegati
patentati abbiano letto e meditato i documenti conciliari, abbiano avuto una visione
chiara e realistica del cattolicesimo. Il mito
della sirena (liturgico-apostolica) s’impone
nella sua attualità. O questi fratelli non
sanno che cosa il cattolicesimo « in stato
di concilio » intende per apostolato laico,
e in tal caso sono di una superficialità imperdonabile, o lo sanno e lo condividono,
e in tal caso si incamminano a non più essere fratelli nostri nella confessione della
fede.
Sempre su « L’Osservatore Romano »
(15-10-1967) si pubblicava con compiacimento un'intervista a mons. Emilianos Timiadis, rappresentante del patriarca Atenagora di Costantinopoli, che avrebbe detto fra l’altro ; « il mondo di oggi ha bisogno di apostoli; ma non bisogna identificare gli apostoli con i sacerdoti o con i missionari. Ogni laico deve ritenere di poter
essere un apostolo, un ’’Chistus prolungatus” (sic!) o un ’’alter Christus” (sic!) secondo la terminologia patristica ». Chiunque legge a occhi aperti i documenti conciliari, non ha dubbi sul programma di
neo-clericalizzazione che sta dietro la « promozione laica » nel cattolicesimo contemporaneo.
Vorremmo sapere l’opinione dei signori
consulenti-delegati e ospiti su queste parole
che, anche in loro presenza. Paolo VI ha
detto nel corso di una solenne « concelebrazione » (per questa volta, senza partecipazione non cattolica, ancora) in San Pietro : «Invero a nessuno farà meraviglia...
che, nella Chiesa, l’efficacia sia proporzionale all’adesione di ciascuno a coloro che
Cristo ”ha posto come custodi a pascere la
Chiesa del Signore” (cfr. Act. 20: 28).
Chiunque tenti di agire senza la Gerarchia
o contro di essa, nel campo del Padre della
famiglia, può essere paragonato al ramo
che si atrofizza perchè non è più connesso
con il tronco che gli provvede la linfa. Come la storia ha dimostrato, costui sarebbe
soltanto come un rigagnolo che si separi
dal grande corso dell’.acqua e che finisca
miserabilmente per perdersi nella sabbia ».
La prova storica di Paolo VI è quanto mai
singolare e discutibile; il suo pensiero
— autorevole e normativo — è comunque
chiaro. 1 congressisti laici cattolici lo condividono, alla radice se non in tutte le sue
implicanze pratiche. I nostri « rappresentanti » si sentivano rivoletti che annaspano
per rientrare nel grande flusso materno e
vitale?
Ecco le nostre conclusioni ;
1) Constatiamo che la partecipazione
dei rappresentanti di Chiese e movimenti
evangelici e del Consiglio ecumenico delle
Chiese, a differenza di quanto avvenuto sinora, non ha avuto semplice carattere di
« osservazione », ma è stata una partecipazione di collaborazione, altiva, impegnata,
concorde, sì da non poter evitare al pubblico l'impressione del fronte unico cristiano (ad es., anche la RAI l’ha registrato in
una sua trasmissione; e, sinceramente, quanto abbiamo pubblicato sopra non può non
confermare largamente quest'impressione).
2) Deploriamo nel modo più reciso
questo ulteriore contributo alla confusione
ecumenica in atto e pensiamo che il C.E.C.
in particolare si avvicina pericolosamente a
un punto di rottura; sarebbe grottesco che
barattasse la modesta ma autentica comunione di fratelli della prima ora ecumenica
per un piatto di lenticchie liturgiche in
San Paolo fuori le mura o di lenticchie neoclericali nel programma comune di
una consecrado mundi stile e formaio ultime decadi del XX secolo.
3) Riaffermiamo che sul piano della
testimonianza a Cristo — che altro è il cosidetto apostolato laico? — non vi può
essere vera azione comune se non vi è autentica comunione: una condizione che oggi, con tristezza, vediamo verificarsi sempre meno nel confronto fra le confessioni
di fede evangeliche e quella cattolica. Di
conseguenza impostare ufficialmente e a
livello istituzionale un’azione comune con
la Chiesa di Roma significa, per le Chiese
della Riforma, accantonare consciamente o
inconsciamente la propria confessione di
fede: ed è quanto ci rifiutiamo di fare, direttamente o attraverso chi ci dovrebbe
presentare.
Gino Conte
(S.OE.P.I.) I Luterani battezzali sono 74
milioni e mezzo. Certi paesi hanno guadagnato degli adepti, altri ne hanno persi, specialmente fra le Chiese evangeliche unite
della Germania deH’est (con una diminuzione totale di 20.665 membri). Il numero
degli adepti è aumentato negli USA, in Canadà, Afriea ed Australia, ma è diminuito
in Europa (dove erano i più numerosi), come pure in Asia ed in America Latina.
a cura di Tullio Viola
UNA NUOVA RELIGIONE: IL PENSIERO DI MAO TSE-TUNG IN FAMIGLIA.
Un nuovo impegno viene richiesto
ai Cinesi dall’agenzia « Nuova Cina ». Questa ha lanciato ai Cinesi l'invito a studiare,
recitare e praticare il pensiero di Mao
Tse-tung in famiglia. La consegna è: «Dare nella famiglia il primo posto al pensiero
di Mao ».
«Un movimento in questo senso si sviluppa già in molte regioni della Cina »
— riferisce l'agenzia, che descrive un'esperienza del genere nella provincia di Sciangai, il Kiangsu. La descrizione è la seguente.
« Ogni famiglia costituisce il suo piccolo
"gruppo di studi del pensiero di Mao Tsetung”. U nonno o qualche parente anziano è riconosciuto come responsabile. Un
figlio, o una figlia, o altro individuo giovane della famiglia, già istruito (spesso
guardia rossa), assume l’ufficio di monitore.
« Ogni giorno il piccolo libro rosso delle
citazioni di Mao è studiato ed imparato a
memoria da tutti. Esso serve da faro per
risolvere i problemi familiari, o i problemi
che sorgono nel lavoro. Una o due volte al
mese, tutta la famiglia si riunisce in seduta
di critica e d'autocritica. Genitori e figli vi
discutono i successi e gl’insuccessi che
hanno ottenuto nell’applicazione del pensiero di Mao. Vengono esaminati gli errori degli uni e degli altri, e così pure le possibilità di porvi rimedio. Si vede allora il
marito insegnare alla moglie, i figli far lezione ai genitori. Quando la famiglia si
mette a tavola, essa recita insieme alcune
formule del piccolo libro rosso. Oppure,
al momento d’andare a letto, ognuno ripete
un ultimo versetto. Così — conclude l’agenzia — ogni famiglia si trasforma in una
vera piccola scuola del pensiero di Mao ».
Abbiamo meditato sull’ idillio familiare
qui descritto: non ci è affatto antipatico!
Molti cosiddetti cristiani non ne potrebbero
imparar qualcosa? Eppure non riusciamo a
scacciare dalla nostra mente l’impressione,
un po’ penosa, del « culto della personalità »...
IN SPAGNA LA DESTRA E LA SINISTRA SI UNISCONO NELLE DIMOSTRAZIONI ANTI-USA.
« Lunedì 23 c., bandiere del Vietcong
e ritratti del ’’Che” Guevara addobbavano
il grande anfiteatro della facoltà di filosofia
dell’Università di Madrid. In queliti sede,
1.500 studenti hanno tenuto una riunione
di protesta contro la guerra del Vietnam.
È stata data lettura pubblica d’uno studio
sulla penetrazione del capitalismo americano in Spagna, e il generale Frqnco è stato
accusato di "vendere la patria all’imperialismo yankee”. Poi gli studenti hanno tentato d’organizzare una manifestazione, esibendo grandi cartelli sui quali si poteva leggere: "Yankee, abbandonate il Vietnam e
le basi spagnole di Rota e di Torrejon”.
Ma essi sono stati dispersi dalla polizia ed
alcuni anzi arrestati.
« l sentimenti antiamericani crescono di
giorno in giorno in Spagna, manifestandosi con crescente violenza. La sinistra accusa gli U.S.A. d’essere ”il più solido bastione. la roccaforte del franchismo”; d'altra parte gli ambienti ’’ultras” del regime
ritengono Johnson ”un allealo infedele”,
perchè sostengono Franco in modo insufficiente, "com’è accaduto recentemente
quando gli U.S.A. si sono astenuti all’O.N.U., in occasione del voto sulla questione di Gibilterra” ».
I disordini in Spagna sono gravi. « Un
centinaio di dirigenti sindacalisti sono sempre in prigione. Fra loro ve ne sono 31 che
sono stati messi a disposizione del gimlice
del tribunale d'ordine pubblico ».
PROCESSO D'UNA GIOVANE INTELLETTUALE.
« Lunedì 23 c. s’è chiuso a Varsa
il processo alla Signorina Nino Kar\:
scrittrice polacca. Questa ragazza di 26 t
ni è, da molto tempo, lo segretaria de
scrittore e storico polacco Szymon Szeclv
di 48 anni, cieco.
« La ragazza è stata arrestata nell ag, •
1966, sotto l’accusa di "preparazione e
servazione di materiale estremamente r
vo allo Stato”. Sono stati trovati ir-,'
presso di lei dei manoscritti rigiianr
la vita dell’Università, in particolaw
avvenimenti relativi all’arresto, nel
di due conferenzieri che avevano crirut. ,
regime e il partito. Tali manoscritti, s,
do r accusa, sarebbero stati destini!
’’Radio Europa Libera” ed alle edizion
lacche "Kidtura”, che alcuni esiliati
gono a Parigi.
«Il processo s'è svolto a poi te i'.,L’accusata, fin dalla prima seduta, dn,- ■
ch’essa si sarebbe mantenuta muta, sa:
che le sue dichiarazioni non sarebbe! te rese pubbliche.
« La sentenza è attesa da un giorii .
l’altro. Stando ai capi d’accusa, l’imp ■
è passibile d’una pena che va da un
mo di tre, a un massimo di quindici aii -,
prigione. Essa aveva dato le dimission. ,
partito nel 1964, insieme al sig. Szec! ■
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(Da « Le Monde » del 25 ottobre
La dottrina calvinist
della predestinazioni
SEGUE DALLA TERZA PAGINA
IL PECCATO
È VOLONTARIO
Ecco un tema sul quale Calvino continuerà a tornare con insistenza: il male non
è es>ierno alla nostra volontà. Il peccato
non concerne soltanto il mio corpo, la
parte istintiva del mio essere. Non dipende da una data situazione storica, sociale,
psicologica, contingente, in cui mi trovo.
No, procede proprio dal mio intimo, dalla
mia volontà più profonda. « L’uomo, infatt,
dopo essere stato corrotto dalla sua caduta,
pecca volontariamente, non suo malgrado
o per costrizione: pecca, dico, per la forte
inclinazione del suo cuore e non perchè vi
è costretto dall'esterno: eppure la sua natura è così pervertita che non può essere
mosso, spinto, condotto se non al male ».
Malgrado questa perversione, la volonià resta formalmente una volontà; resta autonoma, ma tale autonomia nei confronti
delle ' costrizioni esterne, è interiormente
una servitù. Pur criticando certe formule
equivoche utilizzate da alcuni dei Padri,
Calvino è persuaso che il suo radicalismo
sia conforme alla più autentica tradizione
cristiana e fa sua la formula di Crisostomo :
« L'uomo non è soltanto peccatore per natura: non è altro che peccato ».
Ma che significa questa sì costante volontà dell'uomo di rivendicare, come se gli
appartenesse di diritto, una libertà che in
realtà non possiede? Calvino non esita a
vedere in questa pretesa dell’uomo l’essenza stessa del peccato.
Calvino, per pessimismo naturale, vuol
dunque ignorare che c'è gente onesta, che
ci sono uomini che fanno il bene e lo ricercano? No, certo. Ma quest'onestà significa soltanto che Dio nella sua misericordia
fa in modo che il peccato di fondo dell uomo non produca tutti i suoi frutti. Dio
contiene gli effeKi del peccato. Questo non
ci faccia credere che il peccato sia meno
grave.
La volontà non costretta e 1 intelligenza
dell'uomo si esercitano anche nel campo
delle realtà terrestri, e Calvino intende con
queste espressioni « la dottrina politica, il
modo di reggere bene la propria casa, le
arti meccaniche, la filosofia e tutte le discipline dette liberali ». H che gli perrnette di
fare un vivo elogio della cultura antica che
conosce così bene. Ma tutto ciò è stato possibile unicamente per una grazia speciale
di Dio, che in Gesù Cristo rigenera i cuori
e dona la vera libertà, la quale è al servizio di Dio e del prossimo, può illuminare
pure il cuore dei malvagi e degli empi « nel
mondo e nella misura che a Lui piace».
Tuttavia tutte queste virtù deU'uomc ::aturale non permettono di attribuirgl; ¡naveta libertà che egli possa possedere come un bene proprio. Tulio è grazia.
LA CONSOLAZIONE
Se Calvino insiste con tale vigore ul
peccato radicale dell'uomo, non lo fa m come di un pessimismo umano. Nulla sar-- bepiù errato che eliminare l'importanz.; di
questa doKrina, spiegandola con il ciicutere di Calvino, istruito dal pelagiamccro
e dal semipelagianismo che regnavano nc ia
teologia scolastica e che fiorivano neU'ui v.inesimo, Calvino sapeva perfettamente che
appena si fa qualche concessione su que-Uopunto, tutta la dottrina della grazia si
sfascia.
Calvino non conta però sulla sua argomentazione per convincere l'uomo di peccato. Sa che caratteristica dell’uomo è appunto il non voler riconoscere il proprio
peccato: «Infatti finché la nostra contemplazione non supera i confini della terra,
più che soddisfatti della nostra personale
giustizia, sapienza, virtù, ci aduliamo e ci
applaudiamo e poco ci manca che ci consideriamo dei semidèi; ma appena volgiamo
la nostra meditazione al Signore e riconosciamo qiiant’è perfetta la Sua giustizia, la
Sua virtù, sulla cui norma dobbiamo misurarci, ciò che prima ci piaceva e ci sembrava giustizia, ci apparirà contaminato da
gravissima iniquità ».
Non conosciamo il nostro peccato se
non quando ci troviamo in presenza del
Dio vivente. Non conosciamo il nostro peccato se non quando ci troviamo in faccia
alla croce di Gesù Cristo. Ciò significa chela scoperta del peccato nen lascia l'uomo
nella disperazione e nell'abbandono. Nel
medesimo istante gli è rivelata l'infinita misericordia del Dio che salva. La concezione
calviniana de! peccato è appunto la sorgente della consolazione dell'uomo.
Roger Mehl
Pensione Balneare
Ualdese
BORGIO VEREZZI (Savona)
Direttore; F. Chauvie
Spiaggia propria
Ideale per soggiorni
estivi e invernali