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ARIIAfiD HDGON AtGOSTO
Case Ruare
TORRE PXIXICE.
DELLE miXI VALDESI
Settimanale
delia Chiesa f aMese
Anno XCII - Num. 32
Una copia Lire 30
ABBONAMENTI I * l’interno
V \ L. 1.8
L.800 per Tesiero
« Eco » e « Presenza Evangelica »
interno L. 2.000 - estero L. 2.800
Spediz. abb. .Agosto 1962
Cambio d*iodirizzo Lire SO I Ammin. Clfludiana Torre Pelliee - C.C.P. 2*17557
Si è aperto il Sinodo Valdese 1962
166 delegati e pastori discutono i vari problemi che si pongono oggi all’attenzione della nostra Chiesa
Il sermone del Pastore Umberto Bert
nel corso del culto di inaugurazione
Il nostro Sinodo si apre fra due
eventi di notevole importanza per la
diiesa del nostro tempo; la terza Assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese, a Nuova Delhi, che ha proclamato Gesù Cristo luce del mondo
ed ha riproposto in quella prospettiva l’unità dei cristiani; il Concilio
Vaticano II, pur limitandosi a questioni interne della Chiesa Romana,
ci interessa, e saluteremo con gioia
quanto verrà deliberato per rendere
più conforme al^vangelo il volto di
quella Chiesa, e seguiremo i lavori di
quel concilio con spirito di preghiera.
Un teologo luterano del sec. XVI
ebbe a definire molto opportunamente il cap. 17 dell’Evangelo secondo
Giovanni : « La preghiera sacerdotale
di Gesù ». Gesù infatti in quel mo
mento è veramente il Sacerdote del
Nuovo Patto — come dice l’Epistola
agli Ebrei — che al posto dell’agnello
tradizionale offre sè stesso per togliere i peccati del mondo (1; 29). Quest’opera di amore per la salvezza degli uomini si compie in perfetta unità fra il Padre e il Piglio.
Cristo ama i suoi fino alla fine, ¡preparandosi a morire sulla croce. Nel
richiedere a Dio Tunità dei credenti.
Gesù ci presenta subito il modello di
quell’unità: «Come tu, o Padre, sei
ir, me ed io sono in te ». Perfetta uni,tà, iipp pensabile certo mente
umana, ma facente parte di quella
grande realtà nuova annunziataci dall’Evangelo, per cui abbassamento e
gloria, sacrificio e redenzione, morte
e vita sono indissolubilmente uniti e
tesi ad un unico fine: la salvezza degli uomini.
Essa non dipende certo dall’unità
dei credenti : è il frutto dell’amore del
Padre e del Figlio. Ma questo non significa ohe nel nostro testo non vi sia
un monito chiarissimo affinchè i testimoni di queU’amore trasmettano il
messaggio ricevuto e non infrangano
l’unità che ne dovrebbe essere il frutto, sostituendo alla gloria di Dio la
propria gloria, all’interesse aei Regno
di Dio 11 proprio interesse, velando
così la luce che è stata data afiinché
Il mondo creda.
Non si troverà mai I unità della
Chiesa ricercandone il lonaamento
sulla terra: essa è u frutto di quella
trasmissione d’amore che, compiuta
nel Padre e nel Figlio, viene largita a
coloro che credono ed è condizionata
aall’unione intima con Cristo, per cui
la sua volontà diventa la nostra, il
suo amore per l’uomo il nostro amore
per il fratello, la sua obbedienza la
nostra umiltà.
« Come tu, o Padre, sei m me ed io
sono in te, anch’essi siano in noi».
In Cristo soltanto, in quella carità
che ci costringe, troveremo la via per
varcare i limiti posti dal nostro egoismo umano. E ci sia di conforto e di
sprone ad un tempo il pensiero ohe
Gesù ci ha promesso quell’unità: «ho
anche delle altre pecore che non sono
di quest’ovile: anche quelle devo raccogliere, ed esse ascolteranno la mia
voce, e vi sarà un solo gregge e un
solo pastore » ( 10 ; 16).
Il problema dell’unità, pur essendo
tuttora aperto, avrà il suo compimento nel tempo già segnato da Dio.
CHE SIANO TUTTI UNO
« Ogni regno diviso in parti contrarie sarà ridotto in deserto, ed ogni
città o casa divisa in parti contrarie
ron potrà reggere» — afferma Gesù
(Matt. 12: 25).
« Vi esorto ad avere tutti un ^fdesimo parlare, a non avere divisiorii
fra voi, ma a stare perfettamente uniti in una medesima mente e in un
medesimo sentire... ciascuno di voi dice : Io sono di Paolo e io sono di Apollo e io sono di Cefa e io di Cristo. Cristo è forse diviso?» (1 Cor. 1: 10 ss.).
« Tutte le membra del corpo, benché .siano molte, formano un unico
corpo; così ancora è di Cristo... Voi
siete il corpo di Cristo e membra di
esso ognimo per pvarte sua» (1 Cor.
12; 12 e 27) — afferma l’apostolo Paolo.
Diciamo subito ohe quest’insegnamento biblico sembra aver avuto una
Qiov. 17: 20, 21
immediata attuazione, quando nel li
bro degli Atti ci viene detto: «erano
perseveranti nell’insegnamento degl;
apostoli, nella comunione fraterna,
nel rompere il pane e nella preghiera,
e tutti quelli che credevano erano insieme ed avevano ogni cosa in comune... ed il Signore aggiungeva alla lo
ro comunità quelli ohe erano sulla via
della salvezza» (Atti 2).
Lo stesso libro degli Atti, però, e le
lettere apostoliche -lon tardano a denunciare fratture in seno alle comu
nità, conflitti di dottrine ed eresie a
stento contenute. Le ragioni ne sono
certamente molto complesse, ma alla
base vi è. comunque un atto di infedeltà al Signore e alla sua Parola.
Aggiungiamo subito che Dio non
abbandona la sua Chiesa: quanto più
cloloros-3 furono le fratture, tanto più
fu presente con il suo intervento.
E' doveroso che noi stessi, che siamo stati additati nel corso di questi
ultimi secoli come coloro che hanno
lacerato il corpo di Cristo, ci chiediamo se accanto aU’elemento umane
non ci sia stato soprattutto l’intervento di Dio nella Riforma del sec. XVI.
Le circostanze sono note, e pur am
xwfittendo la pesante realtà delle passioni umane di quel tempo, non possiamo fare a meno di riconoscere i
segni inequivocabili dello Spirito di
Dio ohe irrompe nella storia per richiamare gli uomini ad una maggio
re fedeltà alla Parola.
E’ notevole il fatto che la Riforma
— afferma uno storico — abbia registrato i suoi più travolgenti successi
quando Lutero viveva nell’isolamento
della Wartburg e traduceva in lingua
volgare il Nuovo Testamento. Ogni
pagina, appena tradotta e stampata,
veinva immodiatamente distribuita
per soddisfare la fame della Parola
ohe tormentava il popolo. La Parola
di Dio si rivela allora una potenza
che travolge tetti gli ostacoli posti
dagli uomini. Così rientrano nel piano di Dio le dolorose fratture atte ad
evitare la cristallizzazione e la corru
zione della Chiesa.
Oggi ancora, ribadendo le istanze
della Riforma, riproponiamo alla
Chiesa di Roma l’unicità dell’opera
di salvezza compiuta da Cristo, che
non ammette corredentori e corredentrici.
Oggi ancora riproponiamo alla
Chiesa di Roma la salvezza per grazia
mediante la fede. i.. ,
Oggi ancora riproponiamo alla
Chiesa di Roma il moto verso l’unità
che non potrà e.ssere il frutto di imposizioni o pressioni ma di un serio
e umile ripensamento sul piano bibli
co Giovanni Miegge ha scritto: «Il
moto non può essere : degli uni verso
gl; altri, ma verso la Chiesa, cioè ver
so Gesù Cristo Signore della Chiesa ».
Non crediamo che le Chiese della
Riforma e la nostra Chiesa in parti
colare abbiano la nostalgia di quello
che viene chiamato il «grande ritorno ». Quei che le persecuzioni non
hanno potuto fare, non lo potrà una
versione moderna del medesimo spi
rito d’intolleranza.
A chiarire la nostra posizione il segretario del Consiglio .ecumenico delie Chiese scriveva ultimamente : « Non
penso che ci sia una sola chiesa che
fa parte del Consiglio ecumenico, che
sia pronta ad unirsi a Roma avendo
come base l’eccl<^siologia di quella
chiesa ».
Ma i segni deU’interventa di Dio
li vediamo in alcuni fatti nuovi che
si verificano, anche .in Italia, nell’elemento più aperto e riflessivo del Cattolicesimo di oggi. Ricerca in comune, incontri interconfessionali in uno
spirito di umiltà e di rispetto reciproco rivelano, ancora oggi, che la fame
della Parola di Dio, come già ai tempi della Riforma, non è placata e non
si possono far tacere le esigenze della coscienza con semplici moniti di
condanna.
Le parole di Gesù sull’unità dei
cristiani hanno oggi un sapore d’attualità assolutamente sconosciuto in
passato, E se è fuori di dubbio ohe il
secolo della Riforma ha riudito la
buona novella della salvezza per grazia mediante la fede, il secolo in cui
viviamo, attraverso le vie misteriose
per cui -ci conduce lo Spirito Santo,
ripropone con forza l’esigenza assoluta dell'unità dei cristiani. Ed è sintomatico che questo avvenga proprio
nel nostro secolo: il tempo deH’individualismo ad oltranza è terminato.
gli uomini sembrano ritrovare una
solidarietà ancora incerta, ma piena
di speranza. Non possiamo più vedere o discutere i problemi entro i limiti angusti della città o della nazione
in cui viviamo; la prospettiva ecuinenica è sempre più attuale; i giudizi
di Dio, come le sue liberazioni, ci raggiungono tutti simultaneamente, su
di un pianeta che le recenti scoperte
fanno apparire di dimensioni sempre
più modeste.
CHE SIANO TUTTI UNO AFFINCHÉ’ IL MONDO CREDA CHE TU
MI HAI MANDATO.
Sappiamo quale pesante atmosfera
di materialismo e d’incredulità ci avvolge in questo tempo di progressivo
benessere. Le chiese hanno l’impressione di rappresentare ormai una minoranza, a dispetto delle apparenze
di una civiltà cosiddetta cristiana. In
questo secolo che è stato chiamato
il secolo della Chiesa, l’indebolimento
delle posizioni cristiane è ormai un
fatto scontato. « Ma — dice Calvino
— soltanto nella misura in cui le minacce dei nostri nemici ci commuovono, esse ridestano i nostri sensi e
ciò che quelli temono: l’aiuto di Dio».
Si precisa sempre di più per noi il
dovere di una testimonianza da dare
Le prime giornate sinodali
Il corteo esce dalla Casa "Valdese e (in alto)
SI avvia al Tempio: in lesta i Past. U. Bert
e P. Ricca, poi i membri della Tavola.
{foto Pellegrin)
Il Sinodo, nella sua sessione 1962.
si è aperto domenica 5 agosto, con il
culto d’inaugurazione presieduto nel
tempio di Torre Pelliee dal Posi. Umberto Bert, che ha situato questo momento essenziale della nostra vita di
chiesa fra due momenti di grande importanza nella vita dell’ecumene cristiana: [’Assemblea ecumenica dì Nuova Delhi e l’ormai prossimo Concilio
Vaticano II. li tempio di Torre è sempre gremito, in quest’(Kcasione, e anche sul fresco sagrato un forte numero
di persone hanno seguito il culto, la
buona predicazione che poneva in una
prospettiva ecumenica i lavori sinodali; al termine del culto, è stato consacrato al ministero della Parola il Pastore Paolo Ricca, a cui rinnoviamo il
nostro augurio fraterno, grati con lui
al Signore per questa vocazione. La
Corale di Torre Pelliee ha cantato con
la valentia consueta un coro di circostanza (e cosi a poco a poco aumenta
il numero di inni che entrano a far
parte del nostro patrimonio innologico).
Ci riserviamo di parlare nei prossimi numeri, in modo dettagliato, dei
lavori sinodali, che sì -presentano intensi anche se, permanendo l’attuale
sistema di lavoro, sembra impossibile
evitare una certa perdita di tempo prezioso nelle discussioni generali dei va
ri temi. Ottima è stata la relazione della Commissione d’esame — esposta
dal suo presidente, Past. Giorgio Bouchard — che ha puntualizzato gli elementi già in parte messi in evidenza
dalla relazione della Tavola, e che con
una serie di odg circostanziati e precisi — anche se discussi — guida ì lavori in modo lodevole. 1 temi su cui
ci si è finora particolarmente soffermati sono stati: le relazioni ecumeniche e in particolare i rapporti con il
cattolicesimo (sarà votato al termine
del Sinodo un Messaggio alle chiese,
.su tale {Sgomento), la situazione finanziaria, le difficoltà e le prospettive
della nostra stampa periodica e non,
l’integrazione con la Chiesa Metodista; altre questioni soru) ancora all’odg., e il programma dei lavori si
presenta assai tarico. Siamo lieti di
poter dire fin d’ora che del buon lavoro viene svolto, in uno spirito dì
fraterna collaborazione, pur nell’inevitabile e benefica divergenza di vedute particolari.
Il Seggio del Sinodo è risultato così
costituito: Past. U. Bert, presidente;
dott D. Rochat, vicepresidente; past.
P. L. Jalla, Giovanni Conte, Paolo
Ricca, segretari; sigg. M. Bianconi e
C. Boiardi, assessori. Membri del Simulo: 148 con voce deliberativa e 18
con voce consultiva.
al mondo; quella dei credenti uniti
nella fede e nell’amore di Cristo.
Purtroppo lo scandalo della divisione non siamo siamo stati noi ad avvertirlo e a denunciarlo: sono state
le giovani Chiese ad aprirci gli occhi
sul significato del nostro testo. Nel
1910, quando si riunì a Edimburgo la
Conferenza missionaria mondiale, un
cristiano dell’Estremo Oriente si rivolse ai cristiani d’Europa e d’America in questi termini: «Voi ci avete
mandato dei missionari che ci hanno
annunciato Gesù Cristo, e di questo
vi siamo grati ; ma ci avete anche portato le vostre divisioni, che ci hanno
turbato; vi supplichiamo d’ora innanzi di predicare soltanto l’Evangelo e
di lasciare che Gesù Cristo per mezzo del suo Spirito faccia sorgere la
sua chiesa in seno ai nostri, popoli».
Il richiamo non è stato vano; da
quel giorno, sotto la guida di uomini
ispirati dal Signore, si è sviluppato
quel movimento ecumenico che da
mezzo secolo ha dato un orientamento nuovo alia storia della Chiesa, che
procede sulla via dell’unità in un modo irresistibile e irreversibile.
Al di là delle divisioni teologiche,
di costiune e di vita, vi sono due caposaldi comuni, che il Signore si com
piace di conservare alla sua Chiesa e
che la Chiesa deve additare con forza.
Là dove Dio si rivela in Gesù Cristo
e trova i cristiani fin d’ora uniti, è
la croce. Non c'è una croce cattolica,
ortodossa o protestante, c’è soltanto
la croce di Cristo, la croce del Calvario di cui ci parla l’Evanegelo. Che i
cristiani divisi lo vogliano o no, essi
sono uniti da quella croce; conoscono il significato di quelle sofferenze
e di quella morte, ed è nella luce della Risurrezione che essi la contemplano come il segno dell’avvenuta Redenzione : « Noi predichiamo Cristo
crocifisso... per quelli i quali sono
chiamati, tanto giudei quanto greci,
predichiamo Cristo potenza di Dio e
sapienza di Dio». In quelle parole
dell’apostolo tutte le chiese cristiane
ravvisano la realtà della loro vocazione e della loro testimonianza.
Un altro caposaldo della nostra unità cristiana ci deve essere rivelato da
uno sforzo comune per «proclamare
la morte del Signore, finché egli venga», come dice il Simbolo apostolico,
«per giudicare i vivi e { morti». Un
vescovo ortodosso afferma che dopo
tutto « le mura che dividono i cristiani non sono così alte da toccare il
cielo». Si tratta per ora di camminare ai piedi di quelle mura sorretti da
una grande speranza. In un mondo
che crede solo nelle realtà che si possono dimostrare, questo alzare lo
sguardo oltre le mura che ci dividono ci accomuna tutti in un’« attesa
escatologica ».
Camminiamo dunque in questa prospettiva ecumenica, anche se il dono
dell’unità non sarà concesso dal Signore alla nostra travagliata generazione, convinti che quello che è impossibile agli uomini è possibile a
Dio.
Ohe cos’ha fatto Gesù per l’unità
dei credenti? Ha pregato.
(continiut a pa/i. -I)
2
pag. 2
lo agosto 1962 — N. 32
i sono tutti ribelli
»»
Borse di studio
della libertà
PRIMO DISTRETTO
Per gentile concessione de La Stampa di Torino (25-7-1962) riproduciamo
quest’articolo scritto dalTavv. A, Galante Garrone quale presentazione dell’opera di S. Mastrogiovanni : "Un protestante nella resistenza”.
« I valdesi sono tutti ribelli », diceva
stizzito un ufficiale repubblichino durante
l’interrogatoa-io dell’operaio Jean Rivoir.
In realtà, l’impegno delle valli valdesi nella Resistenza fu, se non totale, eccezionalmente largo. E non a torto qualcuno —
che valdese non era — definì questa zona
del Pinerolese come a le valli della libertà ».
Facile, addirittura ovvio è scorgere le ragioni storiche di questo singolare impegno
di lutto un ¡popolo nella lotta contro i fascismi : una tradizione di gelosa indipendenza, e di lotte intrepide per conservarla
o riconquistarla, da tensione morale die è
propria di ogni minoranza religiosa, perfino una secolare esperienza di guerra popolare, « partigiana ». I colli a cui si affacciarono i valdesi, nel « glorioso rimpatrio » nel 1689, sono quelli stessi su cui salirono, durante i feroci rastrellamenti, le
bande del 1944. Stabilire un collegamento
ideale tra questi fatti intervallati da secoli,
non è un artificio retorico.
Chi poi volesse vedere le cose più da vicino per rendersi conto di questo risoluto
scendere in campo dei valdesi, non dovrebbe trascurare l’opera di preparazione culturale e morale svolta da uomini come Giovanni Miegge, il pastore di Massello, che
con le sue riviste, « Conscientia » e « Gioventù Cristiana », e il suo apostolato, raccolse attorno a se un gruppo di giovani ohe
più tardi si sarebbero tutti gettati nella Resistenza (e alcuni, tra i migliori, vi caddero da prodi, o ne uscirono mortalmente
stremati).
Miegge insegnava che la fuga dal mondo
non era purezza evangelica, ma viltà; che
il cristiano non deve sottrarsi alle sue responsabilità terrene. L’uomo, diceva, non
può scindersi in due elementi; qui il cristiano, là il polìtico. Questi giovani riuniti
attorno a Miegge si collegavano al moto di
rinnovamento morale del protestantesimo,
promosso in Germania da Karl Barili. E
c’era in loro la fierezza combattiva di un
iNiicmòller.
Furono questi nostri « barthiani » a gettare il seme della Resistenza, ad arare il
campo. Ma bisogna anche dire che il campo era straordinariamente fertile. 1 valligiani — contadini, operai, borghesi — risposero all’appello dei loro pastori, dei loro intellettuali; riconobbero nella loro voce rantìco comandamento dei padri. Senza
questa istintiva adesione dei semplici, la
Resistenza nelle valli del Pinerolese non
avrebbe avuto tanta ampiezza.
Fra i pastori e i giovani intellettuali da
tir lato, e la gente minuta dall’altro, c
(luasi anello di congiunzione fra i primi e
la seconda, spicca la caratteristica figura
di Jacopo Lombardini, che oggi Salvatore
Mastrogiovanni ci rivela in una commossa
liiografia. (« Un protestante nella Resistenza », della Nuova Italia). Era nato a Gragnana, nel Carrarese, fra i poverissimi cavatori di marmo delle Apuane. A fatica,
tra il penare e il morire della sua gente,
aveva .studi-ito, e campava di lezioni private. Repubblicano e mazziniano, fu interventista, e fece di tutto per combattere in
prima linea. Ma non ci riuscì; e anche
questo fu un intimo rovello per lui, gli
diede il senso amaro di una giovinezza perduta, di una vita fallita.
Dopo la guerra, non si piegò al fascismo;
e nella sua Carrara fu bastonato a sangue.
Una crisi reUgioisa lo avvicinò al protestantesimo. Studiò due anni a Roma, ma non
diveime pastore. Tornò a Carrara, a dar
lezioni e far propaganda evangelica. Non
rinnegò mai l’irasegnamento mazziniano, nè
la fede antifascista. Viveva semplice tra
semplici. Poco prima dell’ultima guerra s
stabilì a Torre Pellice. E qui, finalmente,
gli parve di toccare la terra promessa. Così
salutava le valli valdesi: « Vi ho amato an
cor prima di conoscervi: amato per la vo
stra storia che mi parlava di fede e di ar
dimento... Sono venuto a voi come un pel
legrino va ai santuari della .sua fede ».
Era, o piuttosto sembrava, Tapprodo se
reno, la quiete dopo una vita grama e tem
pestosa. 1 giovani si accostavano fidueios
a questo cinquantenne, che parlando d
Mazzini e della Bibbia li educava all’anti
fasci'smc. Ma rarniistizlo dell’8 settembre
propose anche a lui, perentorio, il dovere
dell’azione. E non esitò. Salì in montagna
senz’anni, come « cappellano » laico dei
valdesi, e commissario politico deUe formazioni « Giustizia e Libertà ». I partigiani
10 vedevano comparire allampanato e un
po’ curvo, sorridente, con una Bibbia in
mano.
Egli stesso ci lasciò scritto, in alcune lettere e in frammenti di diario, che cosa lo
avesse spinto lassù tra ì monti. Prima di
tutto, l’insofferenza del dominio tedesco,
11 disprezzo per la repubblica di Salò (« una
burletta e un’infamia »), la condanna di
« ogni sopruso, ogni prepotenza, ogni dominio dell’uomo sull’uomo », come deU’ignavia degli indifferenti, degli « astenuti »
Ma anclie, così confidava alla sorella, il
prepotente bisogno di fare un po’ di bene.
Solo che per lui la predicazione evangelica, il fare del bene, si risolveva sempre
ia un incitamento all’azione, ad adoprarsi
per creare un mondo migliore, più libero
e più giusto. Una sera, in una stalla, nel
piedicare alla banda di Bobbio Pellice, ricordò le parole di Gesù davanti alla tomba di Lazz-aro: »togliete via la pietra!»
E spiegava : « Occorre che ciascuno, per
quanto può, lavori a togliere la pietra che
chiude il sepolcro ». Nelle sue parole infiammate, c’era un fervore mazziniano ed
evangelico insieme: « Voglio intorno a me
quelli che soffrono, ohe lottano e che sperano ».
La Commissione IMstrettuale del I Distretto «omunica che i giovani .■■he intendono fruire di una delle Borse di Studio
assegnate dalla Commissione stessa sono
pregati di fare pervenire le loro domande
entro il 15 settembre al vice presidente della Commissione stessa Sig- G. Po-ntet, via
Rompicollo, Torre Pellice.
Le domande devono essere corredate dai
seguenti documenti:
al certificato degli studi compiuti e delle
votazioni ottenute nell’anno scolastico
1961-62.
b; stato di famiglia;
i) dichiarazione da cui risulti di quali altri sussidi o borse fruisce eventualmente il candidato.
Sono tcinuti a fare domanda anche i giovani che avendo ottenuto borse di studio
iieirann.} 1961-62 intendano ottenere la
stessa borsa per l'anno 1962-63.
LE RIUNIONI
del XV Agosto
Le feste del XV Agosto avranno luogo quest'anno a VILLAR PELLICE e airiNVERSO RINASCA (« la ruina »).
VILLAR PELLICE
Ore 10 - Culto: Past. Enrico Geymet.
Ore 10,45 - « I Cattolici e noi »: Past. Renzo Bertalot.
Ore 15 - « La Chiesa Valdese in Sicilia: il gruppo di
Past. Tullio Vinay.
La colletta è devoluta a favore del lavoro del « Servizio Cristiano »
a Riesi.
Riesi
La Commissione Distrettuale
INVERSO RINASCA ■ La ruina
Ore 10 - Culto: Past. Alfonso Peyronel (Le Creusot).
Ore 10,45 - « I Cattolici e noi »: Past. Ernesto Ayassot.
« La Chiesa Valdese in Sicilia : L'opera sociale di
Palermo»: Past. Pietro Valdo Panasela. La colletta è
devoluta a favore del lavoro sociale evang. a Palermo.
Ore 15
llimHIMIUHIIIIim
Si può essere “pacifisti,, e cristiani
Era anche un uomo mitissimo, che praticava la virtù cristiana del perdono. Dopo la crisi economica del 1930, aveva sfamato, a Carrara, uno dei suoi manganellatori di alcuni anni prima. Così ora volle
mettere in salvo una spia repiihbRchina
destinata alla fucilazione.
Si sentiva fraternamente vicino anche ai
giovani di altre fedi, cattolici ed ebrei.
Bellissima la poesia die scrisse per la morte di Sergio Toja, con l’aocenno al comune destino umano (1), alla comune resurrezione dopo il martirio. Arrestalo con Emanuele Artom durante un rastrellamento, fu
come lui orrendamente seviziato. Condotto
al carcere di Torino, e di qui a Fossoli, si
spense nel lazzaretto di Mathansen, il 25
aprile 1945. Un compagno di giacigUo lo
ricord i nei suoi ultimi giorni « incredibilmente lungo e magro, le gambe piegate,
i talloni sotto le cosce, neUo sforzo evidente di sottrarre ai suoi compagni il minor spazio possibile », mentre parlava ad
alcuni giovani di letteratura e di poesiii.
Così questo modesto figlio di cavatori di
iiiarmo delle Apuane ha preso il suo posto
nella storia deUa Resistenza neUe valli vaidesi, umile e forse inconsapevole seguace
deirinsegnamento barlliiano, accanto ad altri protestanti che conoscemmo e che ci
furono (ari. Come Francesco Lo Bue, professore e pastore, che tanto ascendente ebbe sui giovani; o l’ingegnere Willy Jervis,
che prima di venir fucilato sulla piazza di
Villar Pellice lasciò cadere ai piedi del
muro una piccola Bibbia, sulla cui copertina nera aveva inciso con uno spillo queste parole destinate alla moglie Lucilla :
« Non compiangermi e non chiamarmi
’ povero ’. Muoio per aver servito- un’idea ».
A. Galante Garrone
Una domanda al Sinodo e a tutta la chiesa
(1) In una nota successiva l’Autore rettifica l’involontaria svista: la poesia non
era stala scritta dal Lombardini ma da
Francesco Lo Bue.
Mi ha molto interessata ia lettura del
rapporto sul convegno tenutosi recentemente a Vallecrosia (vedi « Luce » n. 26), e più
precisamente il paragrafo riguardante il
Comitato dei 100 del quale non sono membro, ma simpatizzante con alcuni dei suoi
principi.
Le convinzioni religiose di Bertrand
Russel non sono necessariamente applicabili ai membri del Comitato dei 100 ed a
chi lavora per esso e con esso, direttamente od indirettamente. In altre parole, se
Bertrand Russel appare ad alcuni come non
credente, ciò non significa die 1 suoi collaboratori non lo siano. Difatti, il Rev.
Michael Scott, pastore deRa chiesa Anglicana, ben conosciuto alle IN azioni Unite
per la posizione da lui presa a favore del
riconoscimento dei diritti civili di alcune
popolazioni del Centro e del ,Snd Africa,
è stato con Bertrand Russel uno del fondatori del Comitato in questione. E’ bene
precisare che in questi due specifici casi
Michael Scott agisce in qualità di singolo
individuo e non come membro della oliiesa suddetta. La stessa linea è seguita dal
pastore battista dottor Martin Luther King
nelle sue attività antisegregazionislc, e cosi
pure da Collins, decano della cattedrale di
San Paolo di Londra, presidente, fra l’altro, della Campagna per il Disarmo Nucleare. Quest’ultimo ha, con altri delegati,
partecipato in qualità di osservatore al congresso mondiale sulla pace e sul disarmo
tenutosi recentemente a Mosca. Stando ad
un articolo riportato sul « Daily Herald »,
sembra che ©gli abbia avuto un’intervista
di un’ora con Nikita Khrushchov nel corso della quale ha pregato il presidente del
Consiglio dei Ministri dell’URSS di non
riprendere le prove nucleari. Per non parlare poi del reverendo dottor Donald Soper della chiesa metodista di Kingsway,
London W. C. 2, presidente della West
Lonidon Mission che, se non erro, si oocu, pa fra l’altro del finanziamento e della
creazione di ostelli per alccolizzati, per ragazze madri, dando altresì un tetto a coloro di cui, per ragioni di età e di malattia, nessuno vuole più occuparsi. Inoltre,
Donald Soper partecipa a dimostrazioni
aiiti-coknialiste, o anli-nucleari c da anni
lo si può trovare ogni domenica dalle 3,15
alle -1,15 all’angolo di Hyde Park Corner,
a discutere col pubblico, esponendo un
punto di vista cristiano su qualsiasi argomento gli venga posto. Anch’egli, se non
CITO, in molte delle sue attività pacifiste,
B.‘ non in tutte, agisce come singolo individuo e non in qualità di pastore della
l'Iiiesa melodista, interessante è notare come vi sia anche il gruppo cristiano della
Compagnia per il Disarmo Nucleare.
Ma passiamo ora al secondo punto sollevalo dal paragrafo concernente il Comitato dei 100. Ho rimpressione che l’articolo
pubblicato sulla « Luce » (19 gennaio 1962)
dica qualcosa sulle cinque persone qui sot
La riunione
ai Goiie
ttaiia Fontane
Damenica 19 agosto, alle ore
15, si terrà la tradizionale riunione al Colle delle Fontane.
Tutti sono cordialmente invitati.
'HuinmiiiiimiiiiHiuiuuumwii».
A! Dentro Evangelico tí! solltlarletà tU Firenze
lierso un ambulatorio medico-sociale
In una circolare ai membri delle chiese
evangeliche fiorentine il ’’Centro Evangelico di Solidarietà” di quella città presenta come ormai imminente la realizzazione
di un progetto da tempo allo studio.
Finalmente, con l’aiuto del Signore e
con la collaborazione disinteressata di medici, assistenti sodali, sanitari delle nostre
chiese e non, e con la concessione di ampi locali da parte dell’Istituto Gould in Via
Serragli, la Comunità Evangelica fiorentina
formata dalle chiese delle diverse denominazioni, avrà il suo moderno, funzionale
e necessario poli-ambulatorio medico.
L’istituzione di un « Centro di Assistenza Medico-Infermieristico », idoneo altresì allo studio di condizioni sociali ed ambientali in una zona della città ove in
passalo la « Presenza Evangelica » fu particolarmente operante, costituisce oggi
l’obbietlivo del nostro Centro.
Assistenza medica ad indirizzo generico
e specialistico, con due direttive di base:
in primo luogo, offrire agli Istituti Evangelici cittadini la possibilità di valersi gra.
luitamente del nuovo « Centro » per le
molteplici necessità di indole sia terapeutica che profilattica (vaccinazioni, rilievi
periodici dello stato di salute, direttive di
igiene amibientale eoe.), particolarmente
senisibili nelle ooUettività a popolazione
giovanile. In secondo luogo, se è v^o che
Enti assicitralwi e previdenziali erogano
un’assistenza medica e farmaceutica a larghi strati della popolazione, è altrettanto
vero che numerosi sono i casi di soggetti
privi di ogni presidio assistenziale: il Cen.
tro Evangelico di Solidarietà che negli anni trascorsi ha seguito, sotto questo aspetto, un numero notevolissimo di persone,
potrà più validamente proseguire questo
lavoro disponendo deH’amòiente e dei mezzi idonei.
Per rispondere alla dinamica che il proIdetna assistenziale impone, l’assistenza
non può, modernamente, intendersi come
La Corale Valdese di Torre Pellice
comunica agii appassionati
del canto
che SODO stati pubblicati i suoi
dischi di ioni sacri evaugelici
e in particolare
il Giuro di Sibaud
Edizione "Radio Risveglio,,
I DISCHI SONO IN VENDITA ALLA CLAUDIANA
pura e semplice erogazione dì aiuto sotto
qualsivogiia specie: essa va considerala
piuttosto come il momento decisivo conseguente al preliminare lavoro rilevativo
di dati soggettivi ed obbiettivi, atti alla
definizione esatta di situazioni individuali,
familiari, ambientali.
In altri termini, il problema dell’assistenza impone non solo la disponibilità del
qualcosa da elargire, quanto piuttosto la
necessità di mezzi e strumenti per una conoscenza che è studio, valutazione, giudizio: solo una sistematica premessa conoscitiva saprà rendere più dinamica, libera,
valida la relazione assistenziale.
In questo senso il lavoro medico procede di pari passo con queUo deH’assisten.
tato sociale, per una azione in campi diversi, ma strettamente complementari:
Tuno e l’altro ci sforzeremo di rendere
validi, tramite l’adeguata qualificazione
professionale di ciascuno che dovrà peraltro articolarsi in una direttiva di azione
unitaria e tale da non alterare la veste
squisitamente evangelica del centro.
Occorre un luoigo di felice ubicazione,
e tale ci pare l’ambiente di Via Serragli
49: la facile accessibilità, la adiacenza al
giardino del Palazzo Salviati in cui esiste,
attualmente inutilizzala, la scuola del
Gould, su cui potrebbe sorgere in futuro
l’auspicato Asilo Infantile, il carattere
« popolare » della zona, rendono particolarmente interessante la nostra scelta per
il locale.
Occorrono lavori di restauro e una buona attrezzatura strumentale; il poliambulatorio sarà diviso in due comparti: uno
adibito a lavoro medlco-cbirurgico, generico e specialistico, il secondo aUe prestazioni infermieristiebe (terapia iniettiva,
etc.), ma, a parte la necessaria precisazione di carattere tecnico, sentiamo essenzial.
mente l’istituendo k Centro » come un luo.
go di incontro, aperto al coBoquio con
ciascuno: posizione dinamica in un luogo
di lavoro che si inizia con certe promesse
per discliiudersi a più vaste prospettive,
e la cui riuscita sarà condizionata alla misura in cui ciascuno, collaborando, sentirà di rendere una testimonianza.
lo nominate: lan Dixon, Terry Chamller,
Michael Randle, Trevor Hutton liitl’ora in
prigione per circa un anno ancora, a seguilo della marcia su Welliersfield (a cui
segui un processo nello scorso febbraio
sotto TOfficial Secret Act) sono tutti membri della Società degli Amici (Qnacclieri).
Tutti, tranne Trevor Hutton, sono al di
sotto dei 30 anni, tutti hanno rifiutato il
servizio militare ed hanno dei -records formidabili di sentenze (scontate) a più riprese nel corso della loro vita. Ad esempio, Terry Chandler, 21 anni, uscito eil
entrato in prigione per quattro volte, ha
scontato dai tre anni ai sei mesi ogni volta. Per non parlare di Pai Potile, 24 anni,
clic fece la propria difesa durante il processo di cui supra, tenutosi alla Corte Centrale Criminale delPOld Baley. 11 padre di
Pai lu obiettore di coscienza durante la
prima guerra mondiale, e suo nonno imo
dei leaders dei « Chartisls ». (1 « Cliarlisls » erano dei riformatori sociali, 183718181, Ili quanto alla signora Helen Allegranza, anch’essa in prigione, è ora al suo
secondo sciopero della fame in segno di
protesta contro l’esplosione della bomba
« arcolaileno ». (Gli scioperi deUa fame, in
questo caso, sono della durala di dieci giorni circa). Riprendendo il filo del discorso,
uno dei numerosi rimproveri mosso, da
quanto Ilo potuto capire, da parte di una
sezione dell’opinione pubblica inglese contro l’attuale governo, è queRo di trattare
questi sei detenuti come dei criminali. Ditatti lerry lu percosso a due riprese, gettato per terra, rialzato, mezzo svenuto dalie guardie, nella prigione di BarRnnie,
Llasgow. Le guardie, nella loro grande
ignoranza, di cui non sono foìrse completamente responsabili, credono che la violenza, le azioni intimidatorie, le umiliazioni servano da redenzione, servano a curare i delinquenti. Il tragico è die esse non
sanno neanche distinguere il vero anormale e l’obbiettore -di coscienza. Ma non apriremo un capitolo sulle condizioni di vita
delle prigioni neH’Inghilterra d’oggi. « Da
dove prendi questi dati, queste informazioni? » qualcuno mi chiederà. Da contatti personali (che non sono molti) e da alcuni giornali die leggo di sluggita. li caso
di lerry venne pubblicato insieme ad altri profili sul settimanale <i Observer » in
data 14 gennaio 1962, perchè appunto fu
un giornalista ad intervistare i sei leaders
ili prigione. Altri dati li ho raccolti tramile la partecipazione ad alcune marce
ami-nucleari e l’osservazione di una manilestazione di disubbidienza civile. Tutto
questo mi ha, cosi spero, fatto capire
qualche cosa di quanto cerco dì trasmettere a voi tutti. Sento un’altra voce diiedere: « Cosa ti ha portato a scrivere sul Comitato dei 100? ». il puro caso, ovvero
l’arrivo inaspettato dall’Italia del n. 18
(1961) della « Luce ». Da allora ho civninciato ad ìnleresisarnii ed a seguire maggiormente il movimento in questione, visto da
molti con occhio piuttosto critico. La critica, del resto è necessaria ed è un segno positivo. Stando aUe parole di lan Dixon (che
qui riassumo) il Comitato dei lOo è, neU’iiisieme, la fonte principale dalla quale scaturisce l’azìcne non violenta dell’Inghilterri d’oggi. Si pensa inoltre che per agire
in maniera effettiva in campo politico sia
bene che il Comitato segua una linea strettamente aconfessionale e apolitica. Questo
è tulio quanto so sull’argomento; è molto
poco, mi forse sempre meglio che niente.
A conclusione di questi due paragrafi,
vorrei sapere come la FFV intende diffondere intorno a sè i principi della non violeitza ; se vi sia un gnippo ccntro-isud e perchè relemento giovanile, da quanto ho potuto capire dai resoconto, sia -pressoché inesistente; come le soc.ie intendano documeiilarsì, e quali siano inoltre le fonti oggi
esistenti che permettano una documentazione.
Per terminare, formulo l’augurio che il
Sipodo 1962 s’interessi al problema del riconoscimento giuridico in Italia dell’obiezione di coscienza; al problema del disarmo, all’uso delle armi aitomì-che, nonché al
loro transito e stazionamento in territorio
italiano e ne affidi Te-same a delle Commissioni che ne riferiscano dopo attento
studio. Perchè? Perchè penso che tutte le
Cliiese dovrebbero interessarsi di tali queslioni dal momento che i tempi lo esigono.
Lcndra, 18 luglio 1962 Liliana Munzi
3
32
j0 agosto 1962 — N. 32
pag. 3
La democrazia
sta esagerando
libri
Huldrych
il terzo uomo della
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso recentemente di proibire
la preghiera quotidiana nelle scuole
pubbliche dello Stato di New York.
Tale decisione, com’era da aspettarsi,
ha suscitato una controversia nella
quale esponenti fedeli delle tre grandi
confessioni: cattolica, protestante ed
ebraica, hanno espresso con maggiore o minore vivacità, il loro parere.
I cattolici si sono dichiarati unanimi nel condannare la proibizione, i
protestanti sono divisi in due tendenze, gli ebrei sono quasi tutti favorevoli. Fra i protestanti ohe difendono
l’iniziativa della Corte Suprema si
trova il responsabile della Chiesa battista Carlson il quale ha dichiarato
che «una preghiera legalizzata» non
ha alcun significato religioso per i
battisti, e aggiunge che tutti coloro i
quali conoscono la «preghiera autentica» devono ben guardarsi da preghiere che siano preparate da agenti
governativi. Mi sembra questa ima
paura un po’ troppo puerile. Ho letto,
giorni fa, il testo della preghiera appositamente redatto per le scuole americane e approvato dai genitori degli alunni appartenenti alle varie
Chiese. E’ una preghiera molto semplice, devota e chiara, una invocazione a Dio, solamente a Dio, pierchè illumini e assista l’idra di studio e di
pensiero e benedica tutti i presenti.
Non solo l’ebreo, il protestante, il cattolico, potrebbero pronunciarla tranquillamente, ma anche il buddista, il
maomettano, il totemista; i quali pur
rivolgendo la loro devozione a Budda.
Allan, o al fantoccio di legno scolpito, non commetterebbero nessuna deviazione delle loro pratiche religiose
nelle quali pur sempre Dio, il Dio, e
l’Essere Supremo da invocare.
Non comprendiamo, quindi, le pa
iole di M. D M. Kelley, direttore dei
dipartimento del consiglio nazionale
delle chiese per la libertà religiosa,
secondo il quale numerosi cristiani saranno soddisfatti di una tale decisione che proteggerà i diritti religiosi
delle minoranze ed eviterà lo sviluppo
di una « religione delle scuole pubbliche ».
La libertà religiosa ci deve essere,
ma è illogico ritenere che la libertà
delle ininoranze sia minacciata da una
preghiera di tipo universale, elevata
a Dio, m un luogo dove, per eccellenza, si educano e si formano gli uomini del domani. Se queste minoranze
sono « religiose » come possono sentire menomati i loro diritti dal più antico e semplice atto di manifestazione
religiosa, cioè la preghiera, una preghiera beninteso che si rivolge soltanto airEterno, aU’Bssere Creatore,
nel quale ogni cofrente di fedeli può
ravvisare l’Ente Supremo, il Principio, li Verbo, la Natura, senza che per
questo l’invocazione suoni stonata o
assomigli ad una costrizione dogmatica? K quale sarebbe la «religione
delle scuole pubbliche»? Forse quella
del sindaco o del provveditore agli
studi, ovvero secondo il preside di cigni singolo istituto?
E’ vero che la devozione e la fede,
nelle preghiere recitate a scuola prima delle lezioni, c’entrano assai poco.
Si ripetono parole a memoria, con il
cuore rimasto fuori del portone e la
mente intenta al timore di essere interrogato o al più allettante programma della battaglia navale da combattere insieme con il vicino di banco
nell’ora X di lezione. Ma quante preghiere, quanti sermoni, quante riunioni di chiesa non vengono, spesso, seguiti con una medesima scarsità di
partecipazione spirituale !
Non si tratta solamente della preghiera da recitare o no, è il principio,
li riconoscimento di questo atto, di
questa invocazione ohe crea neiU’individuo, specialmente nel giovane, il
senso deH'autorltà divina la quale sovrintende ad ogni arione della vita.
Chi prega, chi invoca la presenza di
Dio, trova sempre, anche nella più trita abitudine un riferimento, una ragione per segmtare a credere, o almeno per non divenire del tutto miscredente.
La « preghiera legalizzata » cui allude l’esponente della Chiesa battista
ha certamente minor valore della
spontanea solitaria preghiera, ma
proibirla, quale vantaggio morale arreca? Riteniamo piuttosto che essa
rappresenti un completamento de!
culto reso in seno alla famiglia e, ove
questo .sia raro o addirittura assente,
un sia pur minimo mezzo perchè non
del tutto si spenga il lucignolo fumigante. Qualcosa può sempre riaccendersi.
Abbiamo detto che da parte catti>
lica le proteste sono state assai vibranti, si è parlato di scandalo, di
stravaganza; anche il cap>o della Chiesa Ortodossa Greca delle due Aineriche ha affermato che la decisione
« lascia campo libero ali’ateismo ».
Secondo « Christian Century », il
settimanale protestante, la decisione
della corte Suprema rende m gran
servizio alla religione e all’integrità
dello Stato contro quelli ohe eventualmente usare il potere per costringere
la società a conformarsi a certe id^
logie religiose o politiche. Non vediamo quali siano queste « certe ideologie » contenute in una preghiera, ripe
tiamo ancora, elevata solamente a
Dio, per chiedere luce alla mente di
chi studia e di chi educa. Non vediamo quale abuso di potere possa scaturirne, quale conculcazione derivi, dei
diritti altrui, in quelle parole che vanno bene per tutte le fedi e le confessioni. Questo è maccartismo.
Abbiamo notato che il Presidente
Kennedy ha bonariamente commentato la controversia dicendo òhe in tal
modo viene lasciata a ciascun individuo la cura di pregare in casa propria
o in chiesa e che la nuova disposizione dovrebbe incoraggiare gli americani ad avere una più attiva vita religiosa. « Ogni famiglia americana, ha
detto, deve ricordare che si può pregare in c^a, ciò permette di mostrare ai nostri bimbi il vero significato
della preghiera». Forse che iniziando
le lezioni, cioè l’atto più importante
e decisivo per la formazione e l’educazione del bambino, con una bella
preghiera, non gli si mostra il vero
significato di quell’atto religioso? Mettere la scuola sotto la protezione dell’Eterno, fin dal primo giorno, fin dalle prime ore, non la nobilita?
Il poeta Vincenzo Cardarelli scrisse
che « gli americani sono fanciulli che
si lamentano di essere cresciuti». Adesso, a quanto pare, cominciano a
lament.irsi di essere religiosi; non tutti, ma quelli della Corte Suprema e
chi dà loro ragione, purtroppo.
Marco
Pubblichiamo volentieri Ut presa di posizione di Marco, con il quale, tuttavia, questa volta, non concordiamo pienamente.
Non staremo a ripetere quanto scritto sul
n. 29 deW’Eco-Luce; ricordiamo soltanto
che ci rallegravamo per la decisione della
Corte Suprema americana non in nome delta ’’democrazia”, ma di una fede cristiana
{nel Cristo delle Scritture, di cui testimoniano profeti ed apostoli) che non lui nulla
da guadagnare e molto da ¡terdere a confondersi con la religiosità naturale dell’uomo, e che si banalizza disastrosamente ad
esser conumdata dalle autorità e imposta
come esteriore cappello alte manifestazioni
di, vita di una società che non è, nel suo
insieme, cristiana.
Convitto Valdese
di Pinerolo
Sono aperte le iscrizioni per il Convitto Valdese di Pinerolo.
Data la-ibnitazione deir posti letto
disponibili, si rende noto che sarà data la precedenza agli studenti provenienti dalie Parrocchie Valdesi di
montagna e a coloro che hanno riportato le migliori medie agli scrutinii dì giugno.
Le domande di ammissione dovran
no pervenire al Comitato del Convit
to. Via dei Mille 1, Pinerolo, corredate
da una presentazione del Pastore, entro il 26 agosto.
Per quanto Barili ci abbia avvertito dei
pericoli inaili nel motto Ad fontes ebe da
aU-uni decenni orienta il lavoro della teologia storica e dogmatica protestante, inducendola, dopo la crisi liberale, a rifarai le
ossa col l ibo solido della teologia della Riforma (ma fu proprio Bardi a far sentire
alla losciemta ecclesiastica europea del nostro secolo la vitalità e la ricchezza del
pensiero della Riforma e a suscitare una
rallegrante rinascita di studi sui Riformatori, alquanto in ribasso fin dal tempo deb
rOrtodossia e della Scolastica protestante); per quanto dunque il motto Ad fontes
possa celare una carenza di pensiero proprio 0 forse anche una indolenza intellettuale e spirituale o — peggio — una sfiducia nello Spirito ohe offre ad ogni generazione, inaieme alla Paròla, amJie ¿li
slrmnenti necessari per udirla e confessarla nella sua storicità — malgrado questo
non si può non accogliere con viva soddisfazione ogni volume che ci porta la viva
vox dei Riformatori. soddisfazione aumenta quando si tratta di una voce poco
nota quale quella di Zwingli. Al quale, sia
per il raggio limitato della sua azione riformatrice, sia per esser stato a torto considerato solo come un discepolo di Lutero
(ma non lo fu, anche indipendentemente
dalla controversia stilla Santa Cena: la
conversione di Zwingli dall’umanesimo all'Evangelo della sola grazia avvenne in
larga misura fuori dall’influsso luterano),
il protestantesimo ha finora prestato poca
attenzione. Peccato, perchè, se non altro,
i lesti zwingliani, avrebbero forse potuto
clfrire al protestantesimo quello che da
tempo va cercando aIfannosamente e che
Lutero non sembra avergli dato, e cioè
una sociologia.
La Raccolta di Scritti di Zwingli, curai.»
ila E. Kiinzli, pastore a Zurigo e professore presso rUniversilà, edita nel marzo di
quest’aniiu dalla Zwingli Verlag, si racconianila sia [ter la sua ampiezza sia per la
scelta (lei lesti che, partendo dal tempo an
tccedenle alla Riforma (pastorato a Glariisi e coprendo via via lutto Tarco della
vita del Riformatore, illustrano il sorgere
in Zwingli della coscienza e dell’esigenza
riformatrice, documentano poi la sua azione di riforma vera e propria sia come abolizione del cullo caitolico e creazione d*
una teologia e prassi ecclesiastica evangelica, sia come energica revisione dei rapIMirli politici e sociali allora esistenti, sia
cxjme lotta confessionale su tre fronti: il
cattolicesimo, i movimenti ana<battisti e Latterò; danno infine un saggio del lavoro di
Zwingli co-me esegeta (prediche e commenti su lesti dell’Aulico e del Nuovo Testamento). Tutti i lesti sono resi in tedesco
moderno e corredati dtl- note di carattere
storico.
Può essere interessante per noi la menzione che Zwingli fa dei Valdesi nel suo
Commentario sulla vera e falsa religione,
quando, a proposito delia discussione sulla
Santa Cena, afferma : « Sento dire che un
tempo Wiclif ed oggi ancora i Valdesi son
dell’idea che ”è” stia qui per ’’significa”»
(ip. 226).
In generale, dopo la lettura di questa
raccolta zwingliana (iche raccomandiamo
vivamente a chi crede che valga ancora la
pena di leggere 1 Riformatori e, tanto più,
a chi non ci crede...) si può osservare; 1)
il pensiero di Zwingli è fondamentalmente
cristccentrico e anche là dove traspare la
formazione umanistica del Riformatore, la
sostanza è sempre genuinamente evangelica; la rottura di Zwingli con rumanesimo
si può situare verso la metà del 1520, assai
presto, dunque, e prima di iniziare la sua
opera di riforma; la restitutio Christianismi
non può avvenire, come voleva l’umanesimo, attraverso le virtù umane, ma, secondo Zwingli, per l’opera della sola grazia;
2> Zwingli è forse, tra i grandi Riformatori, quello che più di o^i altro ha sentito e vissuto la portata politica e sociale
della Ì*arola di Dio, quello che con ma*
gior audacia ma auche con grande souplesse ha impostato e risolto il problema
dei rapporti tra EvaugMo e società. Egli
doppio
La storia di tutti i popoli, in ogni tempo ed in ogni circostanza, è sempre una
storia di colpe, percltè la natura umana
compie il male anche quando persegue le
vie del giusto e del bene. Lo stesso popolo ebreo, il popolo eletto al quale era stata rivolta la Parola dell’Etemo, non fu
esente da colpe nel corso della sua storia.
E’ neiiessario dunque saiper distinguere tra
bene e male, e condannare quest’ultimo
sempre, ovunque, comunque e da chiunque commesso; bisogna saper scernere in
questa umana confusione tra bene e male,
superando le nostre passioni, le nostre
simpatie e antipatie. Così facendo, i giudizi appaiono spesso contraddittori e generano equivoci. E’ il prezzo che si deve
pagare ogni qual volta ci si sforza di essere
oihietiivi in un mondo in cui tutto è relativo. Con rincrescimento ricordiamo che,
avendo una volta accennato, in questa stes.
sa rubrica, agli orrori commessi dagli ungheresi insorti contro il governo comunista, fummo acciisalt di essere contrari alla
libertà del popolo ungherese, tacciali quindi d’esser comuniisti, ed un lettore giunse
a disdire rahlionamenlo al giornale.
I lettori che ci hanno seguiti sanno dun.
que che siamo, per principio, contro ogni
violenza, contro lo spargimento di sangue,
uiiclie se (e vorremmo dire «sopra tutto
se ») conseguenza di aspirazioni e ideali
umani legittimi ed onesti.
Durante questi ultimi anni, nei quali
si è svolto il dramima algerino, non abhiamo mancato di condannare gli orrori
commessi in quel territorio, la tortura incontestabilmente praticala dai francesi ; nè
ci sentivamo per questo contro la Francia,
contro il popolo francese. Oggi, sulla tormentata terra d’Algeria sembra che possa
tornare la calma e la pace; un saggio accordo tra le due opposte fazioni algerine
sembra abbia scongiurato die si ripetesse
in Algeria la situazione del Congo, come
ritenevano alcuni ucceliacri i quali mal
volentieri vedono nuovi popoli porsi sul
Le Scuole Domenicali d'Irlanda
hanno celebrato il loro centenario
Il Cristianesimo fu portato in Irlanda
da Patrizio, St. Patrick, verso la metà del
quinto secolo d. C. Nel volgere di due
secoli, tutta l’isola fiorì di monasteri dove insieme all’ideale della vita santa sì
perseguivano degli studi severi: Bangor,
Airmagh, Dowupatrick e altre località ove
ancora si vedono rovine di antichi centri
monastici. DaU’Irlanda partirono numerosi missionari per predicare e insegnare in
altre terre. San Colomba verso la Scozia,
Colombano verso il continente, Aldano
verso l’Ingliilterra, Virgilio verso la Baviera. L’organizzazione ecclesiastica era
la Chiesa Celtica Antica, poi assorbita nella chiesa cattolica che andava accentrando proigressivamente le diverse organizzazioni periferiche. Dopo la riforma, immigranti inglesi vi trapiantarono i’episcopalìsmo, mentre gli Scozzesi vi creavano una
chiesa presbiteriana. Il risvegliò wesleyano
pure vi lasciò le sue tracce, e oggi tutte
queste correnti sussistono l’una a fianco
deU’allra, in compagnia di varie sette.
Dal 1921 rirlanda è divìsa in due parti,
la più grande è l’Irlanda del sud, o Eire,
a governo repubblicano, capitale Dublino, in gran maggioranza cattolica (97%).
L’irlanda del Nord è politicamente unita
alla Cran Bretagna, pur avendo un parlamento proprio. La sua capitale è Belfast,
ed è prevalentemente non-caltolica. Tutte
le chiese riconosciute hanno libertà di
accedere alle scuole pubbliche per l’insegnamento religioso dei loro aderenti.
LA SCUOLA SABBATIANA
Questo nome non è, come alcuni potrebbero affrettarsi a pensare, un tentativo di spostare l’istruzione religiosa daUa
domenica al sabato per permettere l’esodo
domenicale delle famiglie: è l’antico nome che si dava alla Scuola Domenicale e
che non è più usato per indicare quest’attività, ma è rimasto nel nome ufficiale del.
la società ebe incoraggia il loro lavoro :
« thè Sabbath School Society for Ireland »,
che ha lo scopo di fare, su molto più grande scala, quel die cerca di fare modestamente il nostro Comitato delle SS.DD.:
provvedere materiali di insegnamento, pre
parare monitori e dirigenti giovanili, organizzare attività d’assieme ecc. La Società dispone di due operai a pieno tempo: una signorina per il lavoro con i più
piccoli, e un pastore per il lavoro con le
altre età. Inoltre gestisce una grande libreria religiosa nel centro di Belfast, i cui
redditi permellono il finanziamento della
società.
IL CENTENARIO
L’anniversario della fondazione ricorreva nel Marzo scorso, ed è stalo festeggiato
con varie manifestazioni. E ricordando la
parola di Cesù che « più beata cosa è il
dare die il ricevere », per la sua festa
centenaria la Scuola Domenicale d’Irlanda ha scelto di dare: ha dato infatti l’oapdtalità più fraterna, calda e generosa a delegali di tutto il mondo (85 paesi!) per
diversi congressi e conferenze che hanno
avuto luogo nel mese di Luglio a Belfast:
un Congresso sul posto dell’Educazione
Cristiana nelle Facoltà Teologiche, una
Consultazione sul lavoro coi bainbini, un
« Istituto » per dirigenti e collaboratori
di SS. DD., l’Assemblea amministrativa
quadriennale del Consiglio Mondiale delFEducazione Cristiana to Associazione
Mondiale delle SS.DD.). Questi congressi
hanno avuto il loro centro ndl’Università
di Belfast, signorilmente messa a disposizione di queste riunioni, mentre numerosi altri enti si prodigavano per l’ospitalilà nelle forme più varie, dall’alloggiamento dei delegati alla libera circolazione
sulla rete autotramviaria cittadina!
DIALOGO DI SORDI?
Vorrei terminare questa nota con un
conimento al primo congresso menzionato. Esso riuniva rapipresentanti di Facoltà
Teologiche (Basilea, Heidelberg, Belfast,
Brisbane, Bengalore, Camerún, Giamaica,
Princeton, Scùl, Taìnan, Buenos Aires,
Il Cairo, Parigi, Serampore, Filippine,
Indonesia, Metodista di Francoforte, e numerose Facoltà o Colleges degli Stali Uniti e di altri paesi missionari o ex-missionari) insieme con esponenti di enti o comitali per l’islimzione religiosa. Lo scopo
del dialogo era di sottolineare l’importanza dell’insegnamento pratico e il posto da
dargli nelle Facoltà Teologiche. Questo
argomento è stato svolto nei mesi scorsi
sotto forma di simposio, per alcuni paesi
euroipei, su « La Scuola Domenicale ». Ma
a Belfast si è avuto un po’ un « dialogo
fra sordi », per due ragioni: anzitutto per
la fisionomia degli interlocutori (le Facoltà teologiche erano infatti rappresentate, in grandissima maggioranza, da rettori e professori di paesi anglosassoni o
di chiese-giovani o missionarie, dove l’applicazione pratica del messaggio cristiano
e le discipline relative lianno nelle Facoltà Teologiche una rilevanza, rispetto
alle materie teoriche, superiore che nei
paesi europei i quali finivano per essere
d’accordo con gli esponenti deU’Educaztone Cristiana coi quali avrebbero dovuto dialogare); e poi per i sospetti reciproci anche se taciuti, da una parte sospetto
e difiidenza nei riguardi della tradizionale
formazione teologica di tipo europeo ritenuta. spesso, tro;ppo teorica, arida e remota dalla realtà viva degli uomini, e
dall’altra parte diffidenza dell’enfasi americana suR’educazione « cristiana », ritenuta spesso di impostazione pelagiana, viziata di superficialità e colpevole di eccessive pretese di tempo e di attenzione
da parte degli studenti in teologia nei
loro programmi, pretese di tempo non sostenute poi da un contenuto sostanziale di
progratnma tale da giustificarle nei riguardi deUe discipline tradizionali compresse
in limiti di programma e orario insuperabili.
Il pessimismo di questa impressione, bisogna anche rilevarlo, era corretto da un
certo grado di autocritica sia da parte di
elementi europei che nordamericani, e
dalla mediazione delle chiese giovani del
Sud-.America, dell’Africa, dell’India e del
lontano Oriente
Un pensiero di viva gratitudine, insieme
con un augurio di un altro secolo di proficua attività, alla Sabbath School Society
per aver voluto celebrare il suo centenario con una manifestazione così utile per
tanti amici vicini e lontani! B. Corsani
Zwingli
Riforma
giunge ad esempio a stigmatizzare, ceUe
sue prediche, i prezzi della merce al mercato, così come non teme di chiamare
apertamente «reazionari» gli aristocratici e
i signori del suo tempo (non per nnBa la
Svizzera non ha conosciuto una guerra dei
contadini); la Riforma è stata — per cosi
dire — un momento profetico della storia
deRa Chi(^, una ^>ecie di revival del profetismo bibUco, del qimle riecheggia molti
temi, a cominciare da queUo fondamentale
della penitenza e col quale ha in comune
(questo vale in modo particolare per Zwin
gli) una appassionata esigenza di giustizia
sociale.
Paolo Ricca
HULDRYCH ZWINGLI, Auswahl seiner Schriften, edito da E. Künzli,
Zwingli Verlag, Zürich-Stuttgart
1962, pp. 340.
taglio
10 stesso piano dei vecchi popoli die li
avevano dominali nel passato. Tuttavia,
diverse notizie, non sempre controllate ma
purtroppo attendibili, ci fanno temere che
la pace, l’indtpendenza, la ricostruzione
nazionale, non escludano e non escluderanno altri atti di violenza. Comtprendiamo
la nwessità di una giustizia: ognuno sia
giudicato in base alle proprie responsabilità e chi Ila sbagliato paghi. Ma ciò che
non vorremmo è la vendetta, la mancanza
di una garanzìa nei giudizi e nelle condanne, le ragioni appoggiate unicamente sulla
forza, la tentazione del vincitore di annientare il nemico. Tutto questo temiamo,
ed abbiamo ragione di temerlo, perchè la
storia fi ha insegnalo, tra l’altro, a conoscere la natura umana. Per questo il Regno
di Dio, che dovrà essere Regno di pace
nella giustizia, potrà adempiersi soltanto
dì là dalla storia.
«ss
In lutto il mondo si è sollevato un allarme per le conseguenze di alcuni farmaci
usati come tranquillanti da donne gestanti.
E’ ormai accertato che molli bambini sono
nati deformi a causa di tali droghe. Occorre quindi porvi riparo. Lo stesso presidente degli Stati Uniti se ne è preoocupato. Si devono, innanzi lutto, adeguare le
norme giuridiclie ai nuovi tempi.
Ma la realtà è che in questi «nuovi tempi» l’uomo non vuole sottoporsi più ad alcun sata'ifiicìo: far denaro lavoraiùlo il meno possibile, entrare in carriera evitando
gli esami di concorso e... far figli senza
dover soffrire dolori.
Adeguiamo dunque le leggi civili, ma
ricordiamoci anche delle leggi morali. Le
parole dell’Eterno ad Èva : « con dolori
partorirai figliuoli », non debbono significare soltanto castigo per una colpa commessa, ma altresì riscatto ed olocausto. Vi
sono popoli primitivi e pagani che nulla
risparmiano alla partoriente, perchè ciò
che conta è che una nuova vita emerga dal
travaglio. E’ certe eccessivo, e penante
selva ggie. Ma comunque, occorre andar
cauli nello sconvolgere le leggi della natura, perchè tali leggi, fatte dal sommo
Creatore e Legislatore, racchiudeno anche
una legge etica che bisogna saper scoprire
e rispettare.
s « s
Siamo ormai in pieno periodo estive. Le
scuole si sono chiuse da tempo, gli ultimi
esami sono terminali; negli uffici il personale è in gran parte in vacanza, ed anche
11 Parlamento ha sospeso per ferie i suoi
affannosi lavori legislativi. Il caldo, specie
nel nostro paese, sospinge chi può permei,
terselo verso il mare o verso i monti. Per
molti, è realmente un meritalo riposo, il
ragazzo che ha studiato per nove mesi con
l’assillo delle interrogazioni e degli esami,
si godono adesso alcuni giorni di riposo,
in un ambiente diverso da quello ove svolgono normalmente le loro attività, per ritemprare le forze e lo spirito e riprendere
lavoro e studio con rinnovate energie.
Ma non per tutti può esser così. Questo
periodo è anche un periodo nel quale maggiormente e più evidentemente emergono
le differenze sociali, le sperequazioni economiche, le velleità umane, la mancanza
di senso morale. E’ il periodo in cui molli
si sentono liberi, sciolti da ogni ritegno,
da ogni vincolo etico. E’ realmente, per
alcuni, il periodo delle «‘licenze». Per altri, invece, costituisce un periodo di redditizio lavoro: lavorare per coloro che non
lavorano, per coloro che riposano.
Nei paesi socialmente progrediti, ove vige il regime delle ferie pagale, un buon
numero di lavoratori, anche di condizioni modeste, può jrermet tersi di riposare.
Ma quasi ovunque la villeggiatura costituisce ancora un godimento riservalo a po.
chi, e soltanto chi è munito di mezzi adeguali può accordarsela.
Il perìodo estivo dunque non è neppur
esso un periodo dell’anno eguale per tulli. V’è chi deve continuare a lavorare, perchè se solo un giorno rimanesse senza lavorare, quel giorno non mangerebbe; v’è
chi riposa sdraiato dietro una finestra s<>«chiusa della propria casa; v’è dii parte per
luoghi di villeggiatura, modesta o lussuosa, secondo i mezzi dì cui dispone. Per la
così delta «alla classe» questo periodo nou
è di riposo, ma forse di maggiore impegno: alle attività mondane invernali si
debbono sostituire quelle estive e i modi
per farsi notare ridiiedono un certo sforzo immaginativo. Vi sono poi le vacanze
dei grandi, che si svolgono spesso, con
scelta sospetta, in paesi lontani, stranieri,
e ohe richiedono grandi preparativi e ac
(continua in 4.a pag.)
4
peg. 4
lo a*o«o 1962 — N. 3J
/ lettori
Cl scrivono
Una lettrice, da Milano:
Loisi su « La Luce » l’articolo su
G. Pascoli. Relativamente ad esso
una mia amica, giornalista ad Amburgo, mi domandò se conoscessi
gli scritti di V. Alfieri, e in particolare « Della tirannide », ove sono
espreose con incredibile cliiarezza
/cose riguardanti la Chiesa cattolica.
Ritengo che i lettori della « Luce »
possano interessarsi anche di queste.
Geltrude Fischer
Saremmo molto lieti che i nostri
lettori conoscessero ’’Della tirannide’ (ne è disponibile un’edizione
economica — L. 70! — ndla ’’Biblioteca Universale Rizzoli”). La
letteratura che tocca i punti deboli
della vita cattolica è ricchismma ;
dobbiamo però tener presente che
essa, in genere, considera un aspetto soltanto del Cattolicesimo.
Abbiamo ricevuto...
...in risposta all’aipipello pubblicato sul n. 30 del nostro settimanale,
ih favore della famiiglia Bianco Prévôt di Meana di Susa: Giuseppina
Loger ved. Long (Pramollo) lire
5.000; J. C. (Luserna S. Giovanni)
500; G. G. (Firenze) 1.000; N. N.
(Torinol 1.000; N. N. (Torino)
2.500; G. P. (Napoli) 700; N. N.
(Torre Pellice) 1.000. Totale: L.
11.700, trasmesse.
Da una lettera .stralciamo:
’’...prego il Signore affinchè moltiplichi la mia piccola offerta ed
avrei piacere che la sorella bisognosa non conoscesse da chi vengotw
queste mille lire: esse sono mandate
a lei dal nostro Signore e non da
una persona. Vorrei solo dire ad
essa che preghi il nostro Dio e non
si scoraggi poiché se Dio ci manda
delle prove è sempre per il nostro
bene e quando meno se lo aspetta
verrà la liberazione. Io stessa mi sono trovala in circostanze non buone
e la provvidenza divina ha risposto
alle mie preghiere che sono salite
al suo trono dal profondo del mio
cuore”.
E così ci ha risposto la Signora
Alba Bianco Prevot:
Caro signor direttore
Le saremo ^sempre riconoscenti per
quello che ha fatto per noi; per favore, potrebbe scrivere sull’Eco e
La Luce i nostri ringraziamenti?
Ringrazio tutti i fratelli che m’hanno inviato e invieranno il loro aiuto
sia materiale che spirituale e vi saremo smnpre riconoscenti par quello che fate per noi e il Signore vi
mandi a tutti tanta benedizione.
Bianco Prevot Alba
DOPPIO
TAGLIO
AVVISO
Il posto pastorale della COMUNITÀ’
EVANGELICA RIFORMATA di POSCHIAVO (SVIZZERA) è vacante.
Pastori disposti ad assumere la cura
spirituale della nostra Comunità vogliano scrivere al Pres. G. Semadeni
Poschiavo (Grigioni - Svizzera).
musica
L’invito ad effettuare alcune registrazioni di inni religiosi, rivolto Ma Corale Valdese di Torre Pellice da parte del Dipartimento per la lingua italiana di ’’Radio
Risveglio” (Lugano), è opportunamente
venuto a colmare una lacuna fortemente
sentita in sene alle nostre famiglie ed alle
nostre comunità, e potrà finalmente soddisfare le numerose richieste che già erano pervenute.
Si hanno ora a disposizione del pubblico
evangelico italiano 4 dischi a 45 giri per
un complesso di 16 inni, tratti in previdenza dal fascicolo ’’Inni nuovi” edito dalla
Commissione di revisione dell’Innario Cristiano.
Questi inni, ormai sottoposti al vaglio
dell’esperienza, si sono rivelati un efficace
strumento di edificazione.
La linea melodica sobria e pura, e l’ar.
monizzazione bene si prestano al canto delle nostre assemblee e facilitano di molto il
compito ai nostri maestri cantori. Non possiamo dimenticare la forte impressione ricevuta nel corso di uno dei nostri culti do
religiosa
menicali iu cui uno di questi inni venne
egregiamente guidato, oltre che dalCorgano, dalla massa dei bimbi della Scuola Domenicale. Ma soprattutto, le avvenute regisirazioni soddisferanno ie -esigenze dei
gì appi evangelici dispersi nella vasta diaspora italiana, degli isolati, degli infermi,
dei nuclei familUÌri all’ora del culto quotidiano o nelle particolari ricorrenze religiose (Natale: chi non partecipa con tutto il
cuore al canto del lievissimo ’’Con vivo e
santo giubilo”?).
l testi, che rivelano una seria ispirazione teologica, vengono ad arricchire il pati imonio religioso della nostra innologiu
evangelica e sono un validissimo commento al messaggio della Parola.
Particolarmente efficace, al riguardo, si
rivela l’accostamento, sul disco RR 4512 A
tra l’inno ”La parola antica” (il ben noto corale di Criiger) con ”Il giuramento di
Sibaud”, tanto caro al cuore di ogni buon
valdese. Menzioniamo ancora ’’Lode all’Altissimo ’ e ” A Dio cantate un canto nuovo” (Disco RR 4514 A): il primo fu intro
dotto per hi ¡.rima volta nella liturgia del
cullo di apertura del Sinodo Valdese il
5 Agosto u. s.i B secimdo (la cui incisione
è ¡Htrticolarmente felice), impressionò fortemente i convenuti alle ultime feste di
canto alle Valli Valdesi.
Ci auguriamo che questi dischi, in vendita presso la Libreria Claudiana, vadano
ad arricchire le discoteche delle famiglie
evangeliche italiane, e siano seguiti, a breve scadenza, da altri.
Ringraziamo la Corale Valdese di Torre
Pellice ed il suo direttore M- Prof. F.
Corsimi per questo nuovo servizio reso alla
Chiesa.
iiitititimitiinrtii
lilltitlltiutlltittlllllllltlllllllilll
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELLICE
VILLAR RELUCE
Ringraziamo di cuore il Pastore Alberto
Ricca il quale ha gentilmente accettato di
sostituire, presiedendo il nostro culto del
29 luglio, il Pastore locale eonsentendoigli
in tal mode di presiedere il culto al Convegno italo-franeese del Colle della croce.
Ci rallegriamo del buon numero di partecipanti al Convegno suddetto, di cui gii
è -Stato dato il resoconto nel numero scorso
del giornale. Abbiamo notato con viva soddisfazione il diminuito numero delle radioline portatili nella zona; purtroppo perdura ancora la nota stonata dei gruppi che
si sistemano a poca distanza dal luogo ove
si svolge il culto e la riunione e fungono
da spettatori ed anche da... disturbatori!
Come se non vi fosse posto altrove per sistemarsi! Ci auguriamo die andie sotto
questo aspetto, l’inconveniente lamentato
ila parecchi abbia a cessare gli anni venturi.
— In occasione della inaugurazione del
tempio di Frali, un buon numero di mem
br! della nostra Comunità vi ha preso gioiosamente parte col proprio Pastore. Oltre
ad uii capace pullman, vi sono stati mmierosissinii che hanno raggiunto Frali con :
propri mezzi. 11 forte ed incisivo messaggio del signor Moderatore è valido evidentemente anche per i membri della Parroc
ihia di Prarostino. Ci auguriamo perciò clie
lulli sappiano trarne le logiche conseguenze.
— La Comuniiì ed il Pastore, ringraziano molto vivamente il diacono Marco Avondet per avere presieduto il culto domenica
29 luglio.
— Lunedì 6 agosto abbiamo deposto nel
cimitero del Capoluogo i resti mortai! del
nostro "rateilo Gönnet Giovanni, delle Buffe,, deceduto improvvisamente all’età di 77
anni. Viveva da lungo tempo solo.
// XV Agosto
Il Concistoro della chiesa valdese di Villar Pellice rende noto che la località prescelta per
la festa del 15 agosto è quella
dei boschi di castagni a monte
di Fienminuto (Inverso).
In caso di tempo molto incerto l'adunata avrebbe luogo nei
prati retrostanti al tempio.
Entrambe le località si possono raggiungere con le macchine
per le quali anche sono predisposti opportuni parcheggi.
Conuinic-hiamo ai partecipanti che la colletta al enllo del Co-nvegno Ita dato il seguente risultalo: lire italiane: 13.626; franl'hi francesi: 24.432, al cambio: L. 30.540;
mani tedeschi: 1, a! cambio: L. 152; totale generale colletta: L. 44.318, devoluta,
come è stato di comune accordo deciso, tramite la Tavola Valdese, al gruppo del
« Servizio Cristiano » all’opera a RtesI sotto la guida del Pastore Tullio Vinay.
e. a.
— Domenica 19 alle ore 15, nel cortile del Tempio, avrà luogo un Bazar.
Contiamo sull’intervento di molti!
Avvertiamo che, a causa delle ferie,
il settimanale non uscirà, la prossima
settimana.
.imiliiHiiiiiiiiiHiMiiniMOMMiOMm»
La seduta annuale della
Società di Studi Valdesi
Il 2 giugno nel Tempio ili Maniglia
è stato celebrato il matrimonio di Renato
I igUelmo di Villaisecica e Marina Pascal
dei Ribelti di Ghi-abrano. Agli .sposi, stabilitisi ai Chiotti, gli auguri di molte l>eiiedizioni nel Signore.
— La doiinenica 3 giugno, abbiamo avuto la gioia di avere con noi al culto di
Ferrerò, il past. E. Ceymet di Villar Felliee con una buona rappresentanza della
sua comunità e della sua corale. Ringraziamo questi nostri fratelli per la loro visita ed in particolare il past. Geymet per
le sue parole, 1-a Corale ed i bambini per
i loro canti.
(continua da pag. 3)
corgiraenti. Frattanto, giornalisti e fotografi vanno alla caccia di dive, magnati
della finanza e uomini politici, e ladri
professionisti e dilettanti cercano di fare
grossi colpi ai danni di rioohi e incauti turisti .
E’ un periodo dell’anno dunque nel qua.
le il mondo sembra più pazzo del salito.
Ed è in effetti il periodo nel quale l’uomo
più si allontana da Dio. Si allontana da
Dio non perchè la villeggiatura lo distolga dal culto domenicale. Che si vada o no,
alla domenica, in chiesa, in questo periodo si è lontani da Dio, non soltanto col
pensiero, ma sopra tutto nelle nostre azioni, più ohe mai non conformi alla nostra
qualità di cristiani. Non è soltanto il ladro che approfitta deH’imprevidente turista per derubarlo, ma tulli, in questo periodo, rubiamo qualcosa, principalmente
a noi stessi.
Poi, la vita riprende, o per dir meglio ci
riprende. Soltanto allora potremo accorgerci se abbiamo riposato come avremmo
dovuto. Ma, ahimè, i più non si accorgono
di nulla. Riprendono la loro vita al punto
in cui l’avevano interrotta, e proseguono
per la loro via. Mentre il mondo, senza o
come senza che essi se ne accorgano, continua a girare, a girare. Perchè, nonostante tutte le autostrade costruite dall’uomo,
nonostante tulli gli alberghi edificati dall’uomo e tutti i centri turistici e luoghi
di villegigiatura, non è l’uo-mo il Signore
del mondo. E. V.
Ancora quest’anno la Società di Studi
Valdesi ha convocato i suoi soci e gli amici nell’aula sinodale, domenica 5 agosto:
non troppo numerosi i primi, scarsi i secondi; i pastori, in modo particolare quel,
li delle Valli cosidette Valdesi, brillano
per la loro assenza: mala tempora curmnt.
Il presidente della società, prof. Augusto
Armand Hugon, dà inizio alla seduta presentando una breve relazione dell’attività
svolta nel decorso anno sociale: pubblicazione di due bollettini, dell’opuscolo del
XVII febbraio ; organizzazione del convegno di studi dell’eresia. Questa attività
potrebbe esser opiporlunaimente potenziata,
con l’aggiunta di una collana di testi ereti.
cali ; purtroippo la situazione finanziaria
non permette ancora l’attuazione di questa iniziativa, che taluno potrebbe forse
considerare come un lusso, ma che corrisponde alle esigenze di una società die è
l’unica a rappresentare il A'^aldismo sul
piano della ricerca storica.
Il successo delle due giornate del convegno di storia dell’eresia sta a dimostrare quanto sia a,pprezzato il lavoro silenzioso e modesto della nostra società.
Il presidente ricorda quindi i soci defunti nel decorso anno sodale; rievoca la
molteplice attività in vari campi »volta dal
prof. A. Jalla.
Accenna quindi al problema del Museo
storico, a quello del Museo foldorislico,
alla sistemazione del vecchio tempio di
Frali: argomenti verranno discussi nella
seconda parte deUa seduta.
Dopo la lettura della relazióne finanziaria fatta dal cassiere, signor Arturo Vola,
con la consueta perizia, il presidente prof.
Augusto Armand Hugon dà la parola a se
stesso per la tradizionale conferenza sinodale: Vicende europee di una famìglia
valdese durante tre secoli di storia.
Una garbala « causerie » nella quale rivivono le vicende della famiglia Pellegrini (Pellegrino-Pellegirini) dalla fine del
500 fino alla soglia dei giorni nostri: una
storia nella quale si riassume tutta la storia valdese, con le sue luci e le sue ombre: una storia che soUeva problemi finora
trascurati (l’emigrazione valdes» — gli
aspetti sociali di questa emigrazione). Una
causerie die merita il caldo applauso che
la saluta.
«ss
ed illuminaa attività di studioso che ha,
ancora recentemente, ottennio un meritalo riconoisciimento dalla Deputazione Subalpina di Storia Patria, il pubblico sfolla e rimangono, pochi e sempre gli stessi,
i soci superstiti.
La sistemazione del museo di Torre Pellice e del vecchio tempio di Frali sono
argomento di alcuni interventi, fra cui
quello del Moderatore E. Rostan, che precisa la sua posizione di fronte ad un certo
immobilismo e tradizionalismo imperanti :
egli auspica un museo che esca dal consueto schema di una raccolta di armi ed
oggetti e documenti; per diventare una
vera e propria presentazione della storia
della Chiesa Valdese nel passato e nel presente.
Anche in merito ad una sistemazione definitiva del museo folcloristico i pareri sono diversi: sistemazione in locali di affitto o costruzione di uno stabile ad hoc
(qualcuno si preoccupa dei soldi!).
In conclusione si dà mandato al Seggio
di nominare una commissione di competenti che studi (e non soltanto studi) la
migliore soluzione della sistemazione del
Tempio di Frali (d’accordo col Concistoro di Frali e la Venerabile Tavola Valdese).
* ♦
Per acclamazione viene riconfermato il
Seggio. rep.
II 9 giugno abbiamo accompagnalo al
campo del riposo la spoglia mortale del
nostro fratello Alberto Pacini, di anni 55,
deceduto dopo poche ore di malattia a Pomarat. Alla vedova ed ai parenti rinnoviamo le nostre fraterne condoglianze.
— La Domenica 17 giugno il cullo è stato celebrato dal presidente della commissione distrettuale past. F. Davite, die lui
pure presieduto l’assemblea di chiesa, la
quale si è pronunciata favorevolmente perdiè il pastore, giunio al termine del settennio, conliiiui il suo ministero in seno alla
comunità.
— II 24 giugno i baiiibiiii delle scuole
domenicali, accoiinpagnali anche da alcuni
parenti, hanno latto una gita a Chanforan
ed alla Chieisn della tana. Qui hanno avola gioia d’incontrare una rappresentanza
della Ghiosa ortodossa dì Montaldo Dora,
di cantare insieme degli inni ed ascoilare
il messaiggio del past. E. Ayaissol. Oltre
quelle di Angrogna lianno visitato alcune
altre i hiese delle Valli.
— Il 10 luglio abbiamo celebrato il funerale del mostro fratello Ciovanni Emanuele Peyran, deceduto improvviisameiite,
all’età di anni 83 al Serre di Maniglia. Alle figlie ed alle loro famiglie, alle sorelle
ed ai parenti tutti l’espressione della nostra profonda simpatia.
Sernuiiie d«l Pastore limbertn Bert
ai rullo d’iflau^uraMóne del Siuode
ORDINAZIONI:
Lilireria Claudiana, Via Principe Tommaso, 1 - Torino - c.c.cp. 2/21641
Libreria Claudiana, Torre Pollice (per le
Valli Valdesi) c.e.p. 2/17557
Prezzo di ogni disco microsolco 45 giri
Ext. Play Lire 1.000 + IGE = L. 1.100
(continua da ¡Mg. 1)
Travt^liati dalla sofferenza i»r le
separazioni, umiliati per lo spirito di
intolleranza che ci anima, portiamo
questa nostra angoscia a Dio, con una
preghiera che sia supplica appassionata e perseverante, che crei in noi
uno spirito di disponihUità per compiere la volontà del Signore: una vera lotta con l’angelo, come quella di
Giacobbe a Penici, per ottenere da
Dio la sua grazia e la sua liberazione.
Caro candidato, che stai per essere
consacrato ministro della Parola, noi
ci rallegriamo perchè hai udito la
chiamata del Signore: tu appartieni
ad una famiglia pastorale di antica
tradizione valdese, sei nato fra que
ste secolari parrocchie delle Valli: ora
noi ti mandiamo, fondandoci su una
lunga e bella tradizione, a predicare
la riconciliazione tra gli uomini nel
segno dell’unità della Chiesa, nella
bella prospettiva ecumenica del nostro tempo. Ti mandiamo per recare,
nel nome del Signore, quello Spirito
di verità, di amore e di pace che è il
fine ultimo della nostra testimonianza.
Desideriamo ripetere oggi con te
l’atto di consacrazione con il quale il
nostro delegato a Nuova Delhi ci ha
tutti impegnati : « Noi confessiamo
Gesù Cristo Salvatore degli uomini e
luce del mondo; tutti uniti ci sottomettiamo ai suoi comandamenti e
rinnoviamo il nostro impegno di testimoniare di Lui in mezzo agli uomini; offriamo noi stessi per il servizio
di tutti gli Uomini, nell’amore che solo Gesù suscita; rinnoviamo la nostra
vocazione di rendere visibile la nostra
unità in Lui e chiediamo che, per l’adempimento di questo compito, ci sia
concesso il dono dello Spirito Santo ».
Amen.
E’ mancata ail’affetto dei suoi cari,
il, Parigi, dopo lunghe sofferenze
Elena Macchiavelli
nata Bouchard
di anni 59
Con profondo dolore, lo annunciano
le famiglie Macohiavelli, Bouchard e
Robert.
« Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati »
(Giovanni 13: 34)
Prarostino 15 luglio 1962
Il Signore ha richiamato a Sè
Olimpia Paschetto
vedova Meynier
di anni 82
addolorati, ma confortati e sorretti
dalla Fede ne danno l’annuncio i figli: Ilda ved. Long, Guido con la consorte Ohambon Alice, Adele con marito Giacone Aldo, Bianca col marito
Pavoni Ugo ; la nuora Avondet Clelia
ved. Meynier, la nipote Bounous Laura in Sapino, i nipioti e parenti tutti;
la figlioccia Vinçon Irma in Pons e
la fedele Bertin Anna.
« O Eterna, fa’ ch’io sappia
quanto sono frale. La mia speranza è in Te. Non aprirò bocca, perchè sei Tu che hai agito» (Salmo 39: 4-7-9)
S. Germano Chisone, 24 luglio 1962
AVVISI ECONOMICI
lAMIGLIA torinese ire persone cerca ragazza età 15-25 lavori doineslici. Rivolgersi dr. Malanol - Corso De Amici« 111 Lnserna S. Giovanni.
Direttore resp. : Cino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tot
Convitto Maschile Valdese
di Torre Peiiice
Nella seconda parte, dopo un saluto affettuoso al prof. Pascal per la sua operosa
E’ indetto un concorso per il godimento di due borse di studio (metà
retta) per l’anno scolastico 1962-63
presso il Convitto Maschile Valdese di
Torre Pellice.
Titolo valido per concorrere: le votazioni conseguite al termine deU’anno scolastico 1961-62. Sono ammessi a
concorrere solo i ragazzi le cui famiglie sono in condizioni economiche
molto modeste.
Tempo utile per la presentazione
della domanda: 25 agosto.
Per informazioni e ulteriori dettagli rivolgersi al Direttore del Convitto
Doti. Franco Girardet, Torre Pellice
(Torino).
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vi troverete certamente qualche oggetto interessante
TORRE PELLICE — Corso Fiume 6