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ECO
DELLE mLLT VALDESI
Spstt.
biblioteca VALDP<;e»
torre PELLICB ®
CTorino}
Settimanale
della Chiesa f aldese
Anno xcv - Num. 24
Una copia Lire 4U
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Eco: L. 2.000 per Tinterno
^tedizione in abbonamento postale . I Gruppo
Cambio di indirino Lir" 50
TORRE PELLICE — 11 giugno 1965
Ammin. Claudiana Torre PeBice - C.C.P. 2-17557
Uniti per l’Evangelo
[| Protestanteinio
italiano
e il suo niessagio
I
I
_ In stile romano,
questo drappo ornava
ringresso del teatro
Eliseo, sulla Via Nazionale, a Roma.
Quando, verso le 17,30 di domenica
30 maggio, il proi. Giorgio Spini,
proclamando i risultati del voto congressuale, dichiarava apiprovato in
via preliminare il progetto di una
r oderazione delle Chiese Evangeliche
l'aliane, c’era indubbiamente nel teatro Eliseo sincera emozione e gioia
Viva. Lo stesso Presidente del Congresso (metodista) prendeva per mano j Vice-Presidenti che gli stavano
accanto, il past. A. Deedato (valdese)
e il dr. L. Campenni (battista), e tutti si alzavano in piedi, sulla scena e
n.il teatro, lungamente e calorosampnte applaudendo; quindi, di nuovoi
Cl ine alla sessione inaugurale, cantad lancio il « Forte rocca è il
tro Di>». Era il momerito culmiri ote: vissuto con animo diverso forsi piu romantico negli uni, più teso
eie negli altri, alla ricerca e all’impi eno in vie concrete di collaborazione e di vita comune, domani.
Mi dispiace profondamente di non
e; sere stenografo, perchè avrei veran ente voluto fissare sulla carta quello che il prof. Spini, poi, ha detto, a
conclusione dei lavori e valutandoli
con- animo grato al Signore. Un ríenos cimento particolare egli ha reso
a: giovani; senza di loro, molto prob:,ibilmente, il Congresso non si sarebbs fatto, o comunque non ancora; è
evidente che essi hanno in qualche
rr. 'do forzato la mano alle loro Chiese. e non è mancato chi in passato se
ne parecchio seccato; bisogna tuttavia riconoscere che il Congresso è stati. fatto « proprio » con impegno e
slancio dai Consiglio Federale, a.lmeno nella sua maggioranza, e preparato con serietà dal Comitato _ Preparatorio e dalla grande maggioranza
delle comunità e Chiese e Opere, serietà intellettuale e serietà spirituale,
in spirito di preghiera e ricerca di ubbidienza a Dio. I frutti rion sono
niancati. Vi era un’aspettativa di fede, e il Signore ci ha risposto. Nei nostri lavori — se ho ben colto a volo
le parole di Giorgio Spini — abbiamo
cercato' prima ciò che Dio vuole da
ognuno di noi e da ogni nostra chiesa, la nostra vocazione missionaria, e
Dio ci ha dato in sovrappiù di vivere
realmente la comunione dello Spinto,
la comunione dei santi; abbiamo cercato prima di ascoltare la. Parola, di
ubbidire a ciò che lo Spirito dice oggi alle nostre chiese, e Dio ci ha dato
in soprappiù la piacevole e cordiale
democraticità del nostro Congresso,
dei nostri lavori ; abbiamo cercalo
prima Tunità in Cristo, e Dio ci ha
dato in soprappiù una unione concreta, tutt’altro che uniforme, ma
vera, passibile di prolungamenti e ^
manifestazioni locali e generali che
molto dipenderanno' dalla nostra fedeltà a ciò che insieme abbiamo ricevuto. ^
E’ chiaroi che il nostro Congresso
non era un'assemblea costitueme; a
grande maggioranza è stato amento
a un Comitato di stesura di una bozza di statuto federativo, secondo le linee del documento pubblicato qui a
fianco, che verrà sottoposto alle vane
chiese, per la discussione e 1 approvazione di sinodi, conferenze, as^m
blee generali. Non si è tuttavia trattato di un semplice e vago auspicio:
eravamo trecento delegati della m g
Nei prossimi numeri
Che cosa il Congresso ha detto su:
— la situazione religiosa e sociale italiana
— l’Evangelo e i mezzi di comunicazione di massa
— i rapporti con lo Stato
— una stampa evangelica unificata
— l’obiezione di coscienza
Il Centenario del Salutismo
Il 550» anniversario del rogo di Jan
Hus, al Concilio di Costanza.
gior parte delle chiese evangeliche italiane, portavamo i frutti di studio e le
decisioni delle nostre comunità, ed è
chiaro, cerne si esprimeva un congressista, ohe « non si torna indietro » ;
potrà essere discusso il «come» (sebbene anche sulle linee della futura
Federazione siano state già date indicazioni parecchio precise), non più il
fatto, ne sono certo.
Andiamo' dunque verso una Federazione evangelica italiana,- che potrà
presumibilmente essere costituita nella progettata assemblea costituente
del 1967. Questo non significa ohe tut
COMUNICATO
La Tavola Valdes*» proclama
la vacanza della Chiesa di Angro-gna Serre nelle Valli Vaidesi.
La nomina del nuovo Pastore
dovrà farsi a termini degli articoli 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 25 26 dei Regolamenti Organici.
Ermanno Rostan
Moderatore
della Tavola Valdese
Roma, 3 Giugno 1965.
to sia chiaro, che ogni equivoco sia
fugato, ogni difficolta elimitata. Se è
vero che non ci si è lasciati trascinare dal garibaldinismo romantico e
sentimentale, è anche vero che non
è stato pienamente affrontato, mi pare, il problema di fondo che sta nell’alternativa protestantesimo-evangelismo,. due termini e due realtà che
hanno certo molti punti di contatto
ma che non si ricoprono totalmente.
Si tratta insomma di trovare una
forma abbastanza robusta e abbastanza elastica per stimolare e facilitare
realmente un’azione comune, preservando al tempo stesso le caratteristiche, i « doni » particolari di ognuno ;
poiché vi sono divisioni che sono peccato, ma vi sono diversificazioni che
sono pura obbedienza alle sollecitazioni sovrabbondanti dello Spirito.
Crei e rafforzi ogni ^orno, il Signore,
questa meraviglia: ci dia la gioia della nostra particolare forma di confessare e vivere la fede (Tabbiamo sentita tanto vibrare nei pentecostali), e
metta veramente termine al tempo
dello splendido' — anzi spesso meschino — isolamento.
Per la cronaca, come già scrivevo la
scorsa settimana, l’organizzazione è
stata esemplare, ed è costata a un
numeroso gruppo di persone fatica e
impegno senza risparmio; al di là del
caldo ringraziamento espresso a tutti
loro, in particolare al Presidente del
Consiglio Federale, past. Mario Sbaffi dall’applauso prolungato dei congressisti, resta certo in loro la soddisfa.zione per il pieno successo e per
l’accurata funzionalità della manifestazione, dal servizio di segreteria a
quello d’ordine, all’accurata, tempestiva e a volte tumultuosa ciclostilatura di documenti in successive e rivedute versioni, al servizio-stampa,
causa certo non ultima del rilievo che
vari quotidiani, in diverse città italiane, hanno dato al Congresso, anche
se non di rado le accentuazioni di questo o quell’articolo non rendevano
pienamente l’eco dei lavori. Siamo
stati fotografati doviziosamente (persino la TV, un momento, domenica
sera alla sessione conclusiva!), abbiamo spedito ai quattro venti chili di
cartoline riproducenti il manifesto
del Congresso, disegnato da Piero
Gratton, abbiamo sostato negli intervalli ai vari bar, abbiamo curiosato, e
acquistato, agli stand delle case edi
trici evangeliche, che esponevano e
distribuivano purè i vari periodici;
abbiamo goduto della cordiale e generosa accoglienza di famiglie e opere
evangeliche romane.
Le giornate iniiiavano alle 8,30 con
culti presieduti dal past. R. Bracco
(pentecostale), dal col. J. Bordas (salutista) e dal past. M. Affuso (apostolico); la domenica, dopo una sessione di lavoro, ci si è dispersi nelle varie chiese evangelidie cittadine, in
ognuna delle quali presiedeva e predicava un pastore di altra città e denominazione. Il sottoscritto, con parecchi altri valdesi, pure delle Valli, è
stato nella comunità pentecostale di
Via Bruzi: posso veramente dire che
siamo stati colpiti e afferrati da questo culto spontaneo, gioioso, pieno di
slancio, e per nulla disordinato, come
qualche pre-giudizio avrebbe potuto
fare erratamente temere. La vigorc^a,
plastica predicazione del past. Giorgio Bouchard vi ha certo avuto la sua
parte, ma è senz’altro un culto che
non dimenticherò, in cui — ne sono
certo — abbiamo Vissuto come di rado
è dato la comumt-ifie dei santi, la gioia
della presenza dei nostro Dio, la traboccante gratitudine per essere stati
chiamati alla fede. L’accoglienza «on
poteva essere più fraterna, e ci siamo
lasciati con il saluto di pace. Non ero
il solo a pensare che certo sensibilmente simili a quella dovevano essere le prime comunità cristiane ; nè sono stato il solo ad avvertire quanto
più pesante, statico' fosse ad esempio
il culto conclusivo, nel tempio valdese di Piazza Cavour, solenne certo, ma
in cui ben più attutita, anche nella
nella celebrazione della S. Cena, era
la gioia e la gratitudine o almeno la
loro libera e fresca espressione.
Forse non si può richiedere troppo
agli uomini, le giornate erano state
impegnative e anche pesanti, sebbene non lo si fosse avvertito, e quest’ultimo culto lungo quasi due ore.
Presiedeva il past. E. Rostan, il past.
E. Paschetto ha predicato l’Evangelo :
« Pace a voi I Come il Padre mi ha
mandato, anch’io mando voi» (Gio
(continua in 4“ pagina)
Risultati della discussione
sul progetto federativo
La relazione sulle ’ Prospettive per una Federazione delle Chiese Evangeliche in ludm
e stata presentata dal past. Mario Sbajfi: avendo egli ricevuto solo poche diecine-di risjMste
al questionario relativo, il suo rapporto e stato breve — quanto appassionato^ e si e in larga
misura limitato a riprendere i punti fondamentali già presentato nel 2“ fascicolo dei documenti preparatori. Mentre la maggior parte delle risposte pervenute auspicavano la costituzione della Federazione, alcune sostenevano invece: il mantenimento e potenziamento del Consiglio Federale, o la creazione di una -Comunità di Chiese", o una piena e immediata realizzazione delVunità.
L’unità, qui e ora, si dimostra del tutto impossibile, comunque prematura; l’idea di una
"Comunità di Chiese” pub essere suggestiva, ma è poco più che un abbozzo, senza forma preiisa: la sola obiezione di fondo, quindi, 'e: che cosa rappresenterebbe di nuovo, la Federazione,
nei confronti dell’attuale Consiglio Federale’:' ’’Nei documenti preparatori — notava lo bbap
- - abbiamo tentato di spiegare come l’attuale Consiglio Federale sia semplicemente^ un luogo
d’incontro dei responsabili delle Chiese che ne fanno parte per l esame dei problemi e respon-^
sabilità d'interesse comune. La Federazione dovrebbe essere il luogo d incontro non tanto dei
responsabili quanto della base delle nostre Chiese al fine di realizzare una collaborazione coh*
creta in tutti quei settori nei quali non siamo chiamati^ o costretti, ad operare separatamente.
(...) Il Consiglio Federale è costituito dai Consigli direttivi delle Chiese o da rappresentanti
scelti nel loro seno. L'Assemblea della Federazione dovrebbe essere costituita da menibn scelti
a questo scopo, indipendentemente dagli incarichi ecclesiastici ricoperti nella propria Cfuesa.
Il Consiglio Federale e un coordinare dalValto talune iniziative di comune interesse. La tederazione dovrebbe essere il 'vivere insieme' di Chiese le quali insieme esprimano la loro vocazione, insieme diano la loro testimonianza a Cristo e al suo Evangelo, insieme servano ovunque
ciò si mostri possibile e utile. E ciò pur mantenendo ciascuna Chiesa le proprie autonomie e
responsabilità amministrative, le proprie caratteristiche liturgiche e istituzionali, le proprie
accentuazioni dottrinali’*.
Nelle varie sezioni di discussione, il dibattito su questo problema, indissolubilmente legato a quello delle convergenze e. tensioni in fatto di posizioni ecclesiologiche, e stato .il più
animato: aperto, fraterno, tuttavia, e malgrado le divergenze la comunioTW è stata avvertita
e preservata. Sicché si é giunti a occhi aperti, con serietà, ma anche con gioia e speranza, alla
votazione dell’ordine del giorno che riproduciamo qui sotto, e che è stato il momento culminante del Congresso. Il voto positivo è stato a fortissima maggioranza, con una ventina di
astensioni. Per quel che ci è dato sapere, queste astensioni (che sono riserve e non opposizione j
sono essenzialmente state quelle di delegati di Chiese — come quelle pentecostali e avventiste
— che anche ora aderiscono sì, ma non sono pienamente associate al Consiglio h ederale.
Come si vede dal documento pubblicato qui sotto, la base della Federazione e il bel documento ecclesiologico, che possiamo consioterare un abbozzo almeno di una comune confessione
di fede; la Federazione è considerata uno strumento al servizio di tutte le Chiese, o piuttosto
della loro comune testimonianza; ne sono indicate in modo abbastanza preciso le linee direttive: si riconosce trattarsi di un primo passo, e quindi la necessità di un comune centro di ricerca biblica; la prosecuzione delViniziativa del Congresso è affidata a un Comiiaio, che sottoporrà il proprio lavoro alla decisione delle
Chiese e Opere, che restano naturalmente
perfettamente autonome e Ubere.
A proposito della nomina di questo Comitato, ci dispiace di dover fare uno dei pochi
appunti all’egregio svolgimento dei lavori
congressuali. Certo per pure ragioni di risparmio di tempo (si era all’ultima sera e il
tempo incalzava), è stata presentata al Congresso dal Seggio una lista unica, a cui non
restava che applaudire, cosa che i più hanno
fatto, ma che ad alcuni è spiaciuto: perchè,
come primo atto concreto di un organismo
che si auspica veramente espressione della base, non poteva essere più azionato dal vertice!
sia detto in tutta scherzosa serenità. Ci dispiace di non avere in questo momento l’elenco
di tutti i nomi dei componenti questo comitato: sappiamo che due dei dodici posti sono
stati lasciati liberi, nella speranza che, nel
corso dei prossimi mesi, potranno occuparli
rappresentanti degli astensionisti, un pentecostale e un avventista. I membri valdesi di
questo Comitato sono i pastori Ermanno Rostan e Aldo Sbaffi, il giudice Aldo Ribet, il
prof. Mario Miegge. A tutti, buon lavoro!
II manifesto del Congresso,
disegnato da Piero Gratton.
Vogliamo pensare e fare insieme
Il Congresso delle Chiese evangeliche italiane, sulla
base di quanto ;iflerniato nel documento approvato a coaiclusione dello studio e del dibattito sui problemi ecclesiologici :
« Nella nostra fede comune in Dio che per la sua grazia ci ha fatti su: popolo, in Cristo unico Signore della
chiesa universale, e nello Spirito Santo che aduna, conduce e di volta in volta rinnova la chiesa
RICONOSCIAMO la fondamentale convergenza delle nostre posizioni ecclesiologiche che si precisa in particolare :
— nel principio scritturale come unico strumento di ricerca anche nell’ecclesiologia
— nella natura missionaria della chiesa
— nel sacerdozio universale di tutti i credenti
— nella molteplicità dei doni e dei rninisteri
— nella chiesa locale intesa come elemento ecclesiologico primario
RITENIAMO necessario dare alle nostre chiese strumenti che ci permettano di porre in luce, nell’e^rcizio della nostra comune testimonianza nel mondo, queste corivergenze e di confrontare con la Parola di Dio le divergenze che sappiamo esistere tra noi ».
INVITA le comunità locali, le Chiese e le Opere a re^izzare nel più breve tempo possibile una Federazione
evangelica che costituisca un luogo di incontro permanente tra di loro, allo scopo di rispondere in comune alla riconosciuta vocazione di testimonianza
evangelica nel nostro Paese.
INDICA quali linee essenziali di questa Federazione;
— il pieno rispetto delle singole autonomie
— la libertà di far parte della Federazione in qualità di
membri effettivi oppure aderenti
— rimpegno di provvedere a servizi comuni nella misura in cui essi sono ricevuti e desiderati (come quelli
che rientrano nella competenza del Consiglio Federale; quelli per i quali il Congresso ha riconosciuto
la necessità e possibilità di un lavoro comune e ogni
altro servizio che possa essere espresso dalle comunità)
— la convocazione periodica deH’Assemblea Federale
composta dai delegati delle comunità. Chiese ed Opere facenti parte della Federazione in qualità di membri effettivi o aderenti, con voce deliberativa per i
primi e consultiva per i secondi; e con invito aperto
a tutte le altre comunità. Chiese ed Opere evangeliche
opieranti in Italia
— reiezione, da parte deirAssemblea, di un Consiglio con
mansioni esecutive.
SUGGERISCE la formazione di un centro di ricerca
biblica comune, nel quale le nostre convergenze e divergenze possano essere saggiate alla luce dell’Evangelo.
DELIBERA di nominare un comitato che provveda:
— alla stesura di un progetto di statuto della Federazione nelle 'linee innanzi precisate ;
— alla consultazione su tale progetto dalle comunità.
Chiese ed Opere
— alla raccolta dei loro pareri e deliberazioni
— alla convocazione, entro il 1967, di una apposita Assemblea rappresentativa per la definizione e l’approvazione dello Statuto e la costituzione della Federazione.
DELIBERA che tale comitato sia composto da 12 membri
eletti dai Congresso in modo che tra essi siano rappresentate tutte le denominazioni partecipanti al Congresso, e da tre membri della Giunta del Consiglio Federale, con facoltà a tale comitato di cooptare, secondo
le necessità, un massimo di quattro persone in rap
presentànza di altre comunità. Chiese e Opere evangeliche.
2
[>ag. ¿
N. 24 — 11 giugno 1965
ECHI DEL SECONDO CONGRESSO EVANGEUCO
Le nostre posizioni
ecclesiologiche :
UNITA’ E TENSIONE
lìn settore del teatro Eliseo, durante la
sessione inaugurate del Congresso: l'assemblea
canta: ‘"Forte rocca e il nostro Dio...'".
Un po di ristoro e quattro chiacchiere all ingresso dell Eliseo, durante un intervallo.
1 passanti osservano i manifesti e i cartellini
ali occhiello.
La relazione su a Le nostre posizioni ecelesiologiche: unità e tensione» è stata presene
tata al Congresso dal Past. Neri GiampiccoU.
Nella sua premessa, egli ha notato di essersi
dovuto basare più sui documenti preparatori
che sulle risposte delle chiese. « scarse di
numero e non sempre molto ricche di contenuto ». Al di là del ritardo dei documenti
e del fatto che il questionario su questo tema
era assai limitato e poco felice, come spiegarsi
queste scarse rispote? « Forse il problema
ecclesiologico è dato per scontato, ovvero
sembra essere problema puramente organizzativo, strutturale, di secondario interesse di
fronte a temi più pressanti e avvincenti? Ma
il problema dell"essere e del modo di essere
della Chiesa nel mondo, del suo raccogliersi
insieme come popolo di Dio per il servizio
del mondo, è assolutamente primario sia nella vita interna delle singole Chiese, sia nelVespletamento della loro missione. Tanto più
che il problema sollevato dal nuovo corso ecumenico del cattolicesimo romano pone proprio in primo piano la questione ecclesiologica. come uno dei punti su cui più chiara
mente debba essere espressa non la divergenza. ma il radicale dissenso. Questo però e
esprimibile con conoscenza di causa solo se
la nostra ecclesiologia evangelica è stata affrontata a fondo ».
Dopo aver notato che nella preparazione
sono affiorate, più che posizioni ufficiali, « tendenze tipiche in seno alle Chiese, per l’evidente ricerca di rinnovamento, di nuova comprensione », il relatore passa ad esaminare i
tre grandi temi proposti dalla- Commissione
studi ( concetto di Chiesa, problema dei ministeri, prospettive unitarie), dando quel panorama, quella sintesi dei vari documenti ecclesiologici di cui molti hanno sentito, nella
preparazione, la mancanza: comprendiamo
che si era voluto restare su un piano di
obiettività, affiancando semplicemente le varie posizioni: in realtà è forse questa una
delle ragioni essenziali delle risposte poche e
vaghe, e d’altro lato la relazione è risultata
singolarmente obiettiva ed equilibrata. La riproduciamo qui sotto quasi integralmente,
poiché essa spiega il valore e il senso della
progettata Federazione.
Il concetto di Chiesa
La Commissione studi ha ultimamente proposto non un confronto di documenti ecclesiologici, ma il comune riferimento ai dati
neotestamefitari in merito. Questa impostazione ha orientato la ricerca degli estensori
dei vari studi e deiresame che le Chiese
ne hanno dato in seguito. Questo ci permette di rilevare subito un punto di partenza
(nè poteva essercene un altro) comune a
tutti in egual misura : e cioè il fondamento
scritturale come unico strumento di ricerca
e di strutturazione deirecclesiologia.
Occorre d’altra parte rilevare che il richiamarsi allo stesso titolo al cc sola Scriptura » non significa ancora scoprire un consenso pieno sul modo con cui i dati neotestamentari vengono usati nel riflettere sull’ecclesiologia. Difatti i vari documenti non solo
Il presidente del Congresso, mof. Giorgio
Spini: alla sua destra il pa.st. A. Deodato.
segnalano una diversità di comprensione del
tema e di diverse ecclesiologie biblicamente
giustificabili, ma rivelano che il problema
è affrontato cpn criteri ermeneutici (interpretativi) assai diversi: poiché da taluno i
dati del N.T. sono letti come la norma
esplicita e definitiva della strutturazione della Chiesa, da altri invece sono intesi come
« l'ordine di servizio » che manda la Chiesa
nel mondo per recarvi TEvangelo. Talvolta
si potrebbe anche supporre che determinali
presupiM>sli dommatici orientino poi la scelta
e Tacccttazione di taluni lineamenti ecclesiologici ncoleslamenlarì.
Tutti gli studi preparatori c le risposte
delle Chiese insistono concordemente sulla
confessione della fede nel Cristo, unico capo
della Chiesa: consenso di fondo questo che
non trova alcuna liserva. La Chiesa è fondata sul Cristo, che ha operalo il riscatto definitivo e sufficiente, è sottoposta al suo governo che non ammette costituzioni vicarie
di alcun genere.
Ma se la Chiesa è la Comunità dei chiamati da Dio Padre, in Gesù Cristo, per mezzo delTazionc attuale dello Spirito Santo (come chiaramente affermano alcuni studi) occorrefà precisare ulteriormente e riflettere con
più attenzione sulla struttura trinitaria delresistenza della Chiesa nei mondo: essa è il
popolo di Dio da Lui chiamalo per la sola
sua grazia alla fede in Cristo. Signore e Salvatore. e da Lui mandato nel mondo per
essere testimone dell’Evaiigelo delia salvezza,
per mezzo della potenza operante dello Spirito che determina il ravvedimento e la
fede (...).
Allo stesso modo si può constatare un consenso senza eccezioni neH’aifermare la natura missionaria della Chiesa. Essa è il popolo
di Dio per il servizio dell'Evangelo nel mondo,
la comunità della fede chiamata ad indicare
i segni del Regno nella storia: è debitrice
dell’Evangelo a lutti gli uomini. Non può
dunque vivere ripiegata su se stessa, intenta
solo ella propria edificazione, contentandosi
della testimonianza che la sola sua esistenza
può offrire, e dì fatto offre, ma in maniera
così implicita e indistinta da non essere più
un linguaggio chiaro e cf^mprensivo per
l’uomo moderno.
Ma il considerare la natura missionaria della Chiesa come essenziale aPa sua esistenza,
implica talune impostazioni e conseguenze
ecclesiologiche che non sono forse del tutto
chiarite allo stato attuale del confronto. Il
problema è di sapere se il fine dell’azione è
nella Chiesa stessa che testimonia delLEvangelo, ovvero nell’oifrire il messaggio gratuitamente. La risposta pare ov^da : gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Ma
sotto il profilo ecclesiologico il problema sì
pone ugualmente e si può precisare in questi
termini : la Chiesa può essere considerata la
Comunità dei santi, separata dal mondo, alla
quale vanno aggiungendosi i nuovi convertiti, ed è quindi in se stessa una società
perfetta: in tal caso il fine della missione
sarà prevalentemente raggiungere nuovi membri alla comunità, perchè essa si sviluo’^i e
divenga forte e più influente. Le strutture
ecclesiastiche saranno altresì considerate allora inamovibili e definitive, nè si porrà altra
possibilità aH’esistenza della Chiesa che quel,
la che viene comunemente chiamata la « Par.
rocchia ».
Oppure la Chiesa può essere considerata
come il popolo pellegrino verso il Regno, chiamato a testimoniare del perdono e della grazia di Dio e a darne i segni concreti nella
storia del mondo; ¡n tal caso essa si preoccuperà meno di se stessa e del proprio arricchimento spirituale e numerico, per cercare invece di rendere attuale la propria testimonianza tra gli ucmini. Essa sopporterà allora
di mettere in discussione anche le proprie
strutture, si sforzerà magari di riconoscere il
carattere di Chiesa anche a quello che non
è propriamente parrocchia, come determinate
opere o movimenti o gruppi comunitari, non
per creare artificialmente del nuovo, ma per
1 unica preoccupazione di recare nel mondo
i segni del vivente Regno (...). Il problema
del rapporto Chiesa-mondo trova dunque accentuazioni diverse, secondo il giudizio di
valore che si tende a dare alla funzione missionaria della Chiesa.
A questa antitesi, che sarebbe difficile e
ingiusto individuare in questa o quella Chiesa ma che è forse in parte comune a tutte,
soggiace il problema del rapporto Chiesa-Regno di Dio. Sia i documenti preparatori che le
risposte delle Chiese vi accennano talora,
forse un po' marginalmente: ma esso non
dovrcblie essere trascuralo, anche nel quadro
dell ecclesiologia, proprio perchè la fede e la
attesa del Regno determinano in larga misura non solo il quadro missionario della
Chiesa, ma anche la coscienza che essa ha
di se stessa. Lo scadimento della speranza del
Regno produce inevitabilmente una accentuazione degli aspetti istituzionali della Chiesa,
che rischiano di soffocare una ecclesiologia
dell’attesa, preoccupata non di se stessa ma
di offrire i segni del Regno, anche a costo
delle più difficili rotture con la società. La
Chiesa che perde il senso della dimensione
escatologica della sua esistenza, sarà allora
istintivamente portata ad integrarsi nella so
cietà, a guidarla, a determinarla, a porre
se stessa a modello di società perfetta. Tradotto in termini ecclesiologici, questo significa di nuovo immutabilità delle strutture,
divenute di per se deposito della verità (...).
Parlare dunque di rapporto Chiesa-mondo
e Chiesa-Regno significa avvertire che la necessità di una continua revisione ecclesiologica, di un confronto attento con le indicazioni bibliche, non nasce dal bisogno di fare
del nuovo e di adattarsi al tempo in cui viviamo, ma dalla stessa vocazione missionaria,
concordemente riconosciuta predominante in
tutte le nostre Chiese.
Parlare di Chiesa significa riferirsi innanzi
tutto alla Comunità locale, assemblea dei credenti che si riuniscono in un determinato
luogo : i documenti preparatori, talora con
misura prudente, talora con maggior enfasi
(ad eccezione del documento luterano), rilevano concordemente questo significato primario del termine nel linguaggio del N.T.
Qualche riserva appare in merito nelle risposte delle Chiese, quando affrontino l'argomento, ma in generale si può rilevare un
consenso di fondo sul fatto che la Chiesa non
è prima di tutto una istituzione generale, m,a
il raccogliersi insieme di uomini consapevoli
della vocazione di Dìo in un ben determinato
quadro storico e topografico.
Questo consenso, biblicamente fondato,
comporta conseguenze notevoli in riferimento
al tema del governo nella Chiesa: anche qui,
con accentuazioni diverse, si può rilevare una
base di consenso nel riconoscimento dell’autorltà delPassemblea dei credenti nelle decisioni fondamentali e nel riconoscimento dei
doni e dei ministeri. Il rifiuto di soluzioni
gerarchiche e di qualsiàsi primato appare
a tutti biblicamente indiscutibile: ne segue
ohe solo la singola Comunità è responsabile
sia nella prospettiva missionaria locale che
in quella del governo 4ella comunità. Tale
consenso è largamente avvalorato dalla convinzione ohe soltanto nelTassemblea dei credenti (e non nelle gerarchie e nelle monarchie) io Spirito del Signore conduce la sua
Chiesa al ravvedimento ed alla continua riscoperta delia sua vocazione nel tempo.
Il problema sì fa più complesso, ed il consenso molto meno evidente, quando si passi
a considerare la questione del rapporto intercorrente tra le singole Chiese locali, cioè il
problema: la Chiesa e le Chiese: problema
reso più complesso dairinlrodursi di strutture intermedie, ignote al N.T., quali le strut.
ture confessionali e denominazionaJi, di cui
peraltro si parlerà più avanti. Qui sì ascoltano risposte diverse : per gli uni infatti la
realtà della Chiesa si esaurisce localmente ed
il rapporto tra le singole Chiese sì definisce
sul piano della comunione, della solidarietà,
della coordinazione; per altri invece tale rap.
porto è maggiormente strutturato, non nel
senso gerarchico, ma sulla linea dell’incontro
accettato e riconosciuto dalle singole Chiese
nelle assemblee comuni (Sinodi, Conferen
ze, ecc.), che si riuniscono solo in quanto
esistono le Chiese locali ed esprimono insieme la loro unità fondamentale nella fede e
nell ordinamento. Quasi tutti i documenti concordano però nel riconoscere che queste pur
diverse espressioni unitarie sono rese manifeste attraverso le assemblee dei fratelli, convenuti insieme per ricercare alla luce della
Parola e sotto la guida dello Spirito le decisioni c gli impegni vocazionali comuni. Soltanto che per gli uni tali decisioni divengono, per essere state prese concordemente,
ugualmente valide per tutti; per altri invece
esse sono ancora sottoposte al giudizio delle
singole comunità.
Comunque sia vai la pena di sottolineare
questa convergenza nel riconoscere alle assemblee dei credenti, ai diversi livelli, quella
capacità di confessare la fede, orientare la
vita ecclesiastica e precisare la testimonianza
comune, che sono elementi di primaria importanza nel riconoscere in Cristo Eünico
capo della Chiesa, da lui governata « dove
due o tre sono riuniti nel suo nome » per
mezzo dello Spinto Santo.
Che le nostre Chiese concordino nel riconoscimento dei due soli sacramenti neotestamentari, il battesimo e la Santa Cena, par
quasi superfluo dirlo. Se però vi è una dottrina che può considerarsi fondamentalmente
comune (con l’eccezione della posizione luterana) sulla S. Cena, al punto che tra talune nostre Chiese vi è piena intercomunione
e intercelehrazìone, il discorso si fa più com.
plesso quando si tratta del battesimo.
Taluni documenti preparatori e certe risposte delle Chiese vi fanno allusione, collegando sempre il battesimo e la fede e rico-.i,
noscendovi, concorde affermazione, il segno
dell’entrata nella comunità di Gesù Cristo.
Non si può qui entrare nel merito della
questione battesimale, ma solo vederla nella
prospettiva ecclesiologica. Il problema però
non si pone tanto come contrasto tra una
nozione di Chiesa di professanti soltanto e
quindi battezzati da adulti e sottoposti ad una
severa disciplina ecclesiastica, ed una nozione istituzionale di chiesa-popolo, massa indiscriminata di credenti e di semi-credenti,
quindi battezzati da bambini. Si trovano infatti molto spesso questi due elementi mescolati ed in tensione fra loro in non poche
Chiese. Il problema va invece proiettato proprio nella prospettiva missionaria del popolo
di Dìo per il servìzio del mondo : constatato
il consenso sul legame intercorrente tra il
battesimo e la fede, quindi l entrare a far
parte della Chiesa, cercare insieme il significato del battesimo come « un atto di consacrazione missionaria in seno ad una chiesa
di professanti ».
La questione è quindi strettamente collegata al tema bìblico dei doni dello Spirito
nella vita della Chiesa : il che ci conduce ora
a considerare il secondo aspetto della ricerca
comune, la dottrina dei ministeri.
Il problema dei ministeri
Lo Spirito Santo opera nel credente e nella
Chiesa, rendendo attuale la Parola del Signore determinando il ravvedimento e la fede,
guidando e governando la Chiesa nelle sue
decisioni vocazionali : questo aspetto della
confessione della fede ci è comune senza
alcuna riserva.
Il problema sorge quando ci si chiede
come questo avviene, di quali strumenti lo
Sjiirito si serve per guidare la Chiesa, ai vari
livelli ove essa si raccoglie insieme. Rimane
però concordemente esclusa la soluzione auto,
ritaria: cioè la soluzione per cui certi uomini soltanto, investiti di particolare autorità
e ordinali a questo, divengono interpreti autorizzati delTazione dello Spirito e offrono la
garanzia sicura della verità {...).
E dunque possibile rilevare un consenso
altrettanto netto sul tema del sacerdozio universale di tutti i credenti. Questo concetto è
al lemj)o stesso limitativo di ogni tentazione
autoritaria come pure di ogni anarchia spiritualistica. che faccia del singolo credente la
misura della verità. Sotto il profilo ecclesiologico, sacerdozio universale significa jiarlecìpazione al sacerdozio nnico di Cristo, cioè
inserimento nel popolo di Dio chiamato a
raccolta per il servizio nel mondo, per la
testimonianza deirEvangelo della salvezza, per
la proclamazione del Regno di Dio in mezzo
agli uomini (..,). Se è vero che le tradizioni ecclesiastiche, in teoria c in pratica,
oscillano sempre tra autoritarismo istituzionale e anarchia individualistica, il N.T. ci
esorta ad essere insieme obbedienti alla Parola. illuminata dall’azione dello Spirilo nelle
comunità dei credenti.
Ma lo Spirito opera nella Chiesa « distribuendo i suoi doni a ciascuno in particolare
come Egli vuole ». E* stato giustamente rilevato che il dono dello Sjùrìto consiste essenzialmente nel fatto che es^o prende una
persona con le sue particolari caratteristiche
e qualità e se ne serve per l’opera sua ». E’
questo dono dello Spirilo, che sì configura in
modi liberi e diversi, che crea nella Chiesa
dei ministeri, cioè dei servizi, perchè la
Chiesa possa adempiere la sua missione.
Se fin qui vi è un sostanziale accordo tra
tutti, accentuazioni diverse ricevono invece
i problemi del ministero pastorale e degli
altri ministeri, pur riconoscendosi concordemente che ogni forma di ministero è sempre
e soltanto ministero della Parola del Signore
e non sacerdozio mediatore di grazia. Vi è
comunque il riconoscimento di quella forma
particolare del ministero della Parola che è
il ministero pastorale o deU'anziano predicatore; per alcuni esso è fondamentale, indispensabile all'essere stesso della Chiesa: per
altri invece non è insostituibile, è soltanto
un aspetto, primario ma non nnico nè monopolistico. del ministero comune di tutti i
credenti. Certo una riflessione critica su que.
sto tema conduce a rielaborare i fondamenti
biblici ed a valutare, talvolta con severità,
la tentazione di accentrare tutto il ministero
della Parola in una sola persona, particolarmente qualificata. Non è escluso che questo
rìschio, o questa realtà di fatto, si trovi anche nelle Chiese che appaiono meno tradìzionalisle su questo tema.
Questa riflessione critica ci ha del resto
condotti a riscoprire nella testimonianza neotestamentaria la notevole diversità di doni
spirituali, e quindi di ministeri, nelle Chiese
primitive. Alcuni tra noi pensano però di
dover assumere le indicazioni delle epistole
di Paolo come elenchi definitivi e completi
di ministeri: altri ritengono invece che tali
elenchi siano prevalentemente indicativi e
che lo Spirito del Signore possa suscitare nella
Chiesa doni diversi secondo le situazioni missionarie concrete in cui le Chiese si trovano
ad operare.
E’ giusto peraltro constatare come attraverso queste ricerche si posa constatare una
tendenza comune, anche Se non interamente
condivisa, probabilmente, airinferno delle sin.
gole Chiese, che sì può caratterizzare in que.
sii termini.
Le ricerche sul tema dei doni dello Spirilo e la testimonianza che di essi ne danno
le singole Chiese, conduce a riconoscere la
pluralità dei ministeri nella Chiesa, perchè
10 Spirito opera nella libertà chiamando i
credenti a diversi servizi.
Tutti i credenti ricevono in loro il dono
necessario per il servìzio al quale sono chiamati; è compito dunque della Chiesa saper
riconoscere questi doni per la comune edificazione. in vista del ministero generale del
poDolo di Dìo nel mondo. Le vocazioni speciali. che comportano la messa a parte di de
terminali uomini per determinati servizi, noi
11 pongono però in posizione di autorità gerar
chica sugli altri fratelli.
Il ministero pastorale è essenzialmente sci.
vizio della Parola nella Comunità, al fine eh:
questa sia itrutturata per la sua missione
Non è detto che ad esso siano inevitabilmenl<
collegati i doni di presidenza o di governo
ma è evidente che il ministero della predi
cazione e deirinsegnamenlo è necessario alh
comunità perchè essa sia edificata nella cono
scenza attuale della Parola in vista del su<
disperdersi nei mondo per testimoniare dell»
stesso Evangelo.
L’affermazione che vi è nella Chiesa un
pluralità di ministeri e che lo Spirito è liberi
nella sua scelta, non significa però che s
debbano trascurare, o considerare decaduti, ;
ministeri biblici del pastore, dottore, evan
gelista, anziano e diacono. Quello che occorre
semmai, è riflettere, nel reciproco confronto
sul reale contenuto biblico di questi mini
steri e sulla necessità di una loro piena riva
lutazione nella vita della Comunità.
Prospettive
unitarie
A questo punto si pone inevitabilmente ■
problema denominazionale. Esso può esseiv
considerato da due punti di vista diametra]
mente opposti; vi è chi giudica l’esistenz
delle confessioni storiche come il « peccalo
della Chiesa, frattura deH’unità del corpo ci
Cristo; vi è invece chi si richiama alla es'
genza della fedeltà cU’Evangelo che non pu
conoscere compromessi. Non è possibile ii
questa sede rivedere le ragioni storiche
confessionali che hanno portato all'attuale cri
stallizzazione delle denominazioni: ma ci parevidente che il problema vada ridimensionato, tenendo presente queste considerazioni ;
— non è possibile cancellare di colpo il
significato e la portala della confessione sitirica della fede, riducendo la vita della Chiesa
e il suo modo di testimoniare ad una pura
attualità senza riferimenti con il passato;
— non è possibile pretendere di possedere
definitivamente la verità dell’Evangelo perchè si ha una storia e sostituire quindi impli.
citamente la storia all’Evangelo;
— la tensione tra queste due affermazioni
antitetiche conduce alla necessità di un costante confronto con la confessione della fede
di ieri e l’esigenza missionaria dì oggi; la
misura della validità deU’una e dell’altra è e
rimane soltanto la Parola di Dìo, ascoltata
attualmente nella Comunità dei fratelli.
Considerare il problema denominazionale
con questi presupposti significa non essere
superficiali o teologicamente informi, ma al
tempo steso di'^nonibili perche la confessione
di fede della Chiesa oggi sia veramente det
lata dalla Parola e dallo Spìrito. Ciò potrà
portare alla scomparsa o alla attenuazione di
antichi motivi di dissenso, di certe forme di
diffidenza o di patriottismo denominazionale
per giungere alia questioni essenziali; al ri
conoscimento recìproco dei doni e delle re
sponsabilità, alle impostazioni di fondo della
esatta comprensione dell’Evangelo.
Vale la pena a questo punto di richiamarsi alle ricerche di Vittorio Subilla sulla
unità della Chiesa secondo il N.T. (« Protestantesimo » 1964/3): dopo aver criticalo il
mito di una chiesa primitiva senza fratture,
senza dissensi, senza problemi, Tautore descrive il problema dell’unità, come concetto
di relazione : « la Chiesa è una solo quando
è in relazione di comunione e di ubbidienza
col suo Signore... essa non è nè un essere
nè un avere, non consiste nel fatto che la
Chiesa sia o possa diventare una, abbia o
possa acquistare Tunità ; consiste nel fatto
clic la Chiesa si riferisce ad un unico punto
di riferimento ». Di qui l’importanza essenziale della critica che la Chiesa esercita su
se stessa per non essere tentata di fare di se
il punto di riferimento dell’unità, e al tempo
steso la gravità del problema della fede e del
modo con cui questa fede viene confessata e
testimoniata.
L'idea dell’unità come concetto di reldzione con runico Signore affiora frequente
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
3
11 giugno 1965 — N. 24
pag. 3
Il 2 luglio 1865, nell’East End di Londra,
nasceva il Salutismo
1/ centenario
deii^Esercito
della Salvezza
Il 2 luglio 1865 è considerato data
inaugurale del Salutismo, corrispondente all’inizio della missione di William Booth nell’East End di Londra;
una tenda piantata in un vecchio cimitero ospita alcune centinaia di persone; sono creature della strada, tratte dai bassitondi che il Gccat, biogratc del Booth, descrive così, : « des gens
rapés, sales, exhalant une odeur epaisse de tabac, de boisson et de traaspiration... »; verso questi relitti um.ani, abbandonati da Dio e dagli uomini si orienteranno i pensieri e l’opera
del fondatore del Salutismo,
SITUAZIONE SOCIALE
Per comprendere la grande missione del Nostro occorre accennare all’ambiente sociale e spirituale di quel
tei!,po. Apparentemente la vita inglese sembrava ideale: l’industria era
prc spera, si sviluppavano le ferrovie,
la : larina mercantile, le fabbriche con
CO! ieguente accumulo di potenza e
rie hezza; in concreto però il benesS8! era monopolio dei pochi mentre
il l'oletariato viveva nella più squalliò miseria economica e morale: la
pa ; era bassissima, l’orario raggiunge : anche le diciotto ore; le donne
pò lavoravano' anche la notte senza
rie lardi alla maternità; alcune erano
pè' ino inviate nei pozzi delle miniere
asi eme a ragazzine e bimbi di cinqu anni con una disciplina ferrea;
i c occupati inoltre, piccoli o grandi
ve; 7ano inviati nelle famigerate
«V rkhouses» dove il lavoro era obbli torio, e le condizioni di vita orrioiì
( està povera umanità era costretta X vivere negli squallidi alveari
un, ni, sovrappopolati, privi di aria e
i merenda degli anziani, a Roma; in
r, la festa degli isolati, a Torino.
lue aggiungasi poi lo squallore della ita morale, sia nelle fabbriche, sia
ne! e, abitazioni, con conseguen.c de
gradazione della creatura umana ner
me :zo dell’alcool, la cui vendita era
fac ilitata dalle autorità, e della nrostit azione come fonte di guadagno
per la donna.
11 quadro' della situazione è stato
presentato al mondo dalla letteratura, specialmente dal Dickens con i
suoi famosi romanzi sociali « Pickwick » e « Oliviero Twist », dalla Barrett col « cri des enfants ». Inoltre
una chiara denuncia dei mali sociali
deiringhilterra fu fatta allora dal
Carlyle e da Federico Engels che accusò la nazione inglese di « delitto sociale ».
In quel clima si creano le organizzazioni delle « Trade-Unions», e Karl
Marx si trova quasi contemporaneamente al Booth a Londra con la moglie ed i figli, vivendo del sussidio dell'amico Engels e del monte di pietà;
l’ambiente era adatto per lanciare il
suo « Manifesto » e ideare il suo « CaDitale». In quelloi stesso clima nasce
pure il movimento salutista.
WILLIAM BOOTH
William Booth nasce a Nottingham
nel 1829 e trascorre quivi l’infanzia e
l'adolescenza: la sua prima esperienza religiosa la riceve appena quattordicenne in una cappella wesleyana
dove un predicatore proclama : « una
anima muore ad ogni minuto». Que
sta frase lascia nel suo cuore un’impressione profonda ; rapidamente si
delinea la sua conversione e la rottura totale con l’ambiente di prima.
Due anni dopo un predicatore americano orienta decisamente la sua vita
per l’opera di evangelizzazione; ed eccolo in movimento per condurre i giovani meno raccomandabili nella chiesa metodista con grave scandalo dei
diaconi; s’impone una disciplina morale rigida ed una grave scrupolosa
osservanza della domenica; per questa ragione egli perde il posto e viene
coi riassunto poco tempo dopo, avendo il padrone compreso- che una coscienza COSÌ! scrupolosa poteva essere
molto utile per il suo lavoro. ’Tra le
regole che s’era imposto ricordiamo :
1) alzarsi presto la mattina per poter
consacrare qualche minuto alla pre
ghiera; 2) evitare il pettegolezzo ed
essere di esempio neU’umiltà e nel
sacrificio; 3) leggere almeno quattro
capitoli della Bibbia al giorno cercanr’c la comunione con Dio e la santità
Dopo qualche anno egli abbandona
la chiesa metodista Wesleyana per
aggregarsi ai « reformers » wesleyani
in qualità di evangelista a pieno
tempo.
CATERINA BOOTH
In questa circostanza egli conosce
la futura consorte : Caterina Munferd. Questa donna eletta è contemporanea di altre donne famose come
la Florence Nightingale, Josephine
Butler, Elisabeth Fry, la cui vita fu
spésa al servizio dei diseredati. La
Munford rivelò sin da piccina un
e more intenso per gli infelici; si ricerda come rm giorno vedendo passare un povero carcerato alla prigio
ne e circondato da una folla urlante,
si affiancò aH’infelioe e lo accompagnò sino al carcere. L’esperienza religiosa matura nel crogiuolo di malattie
c di lotte interiori che sfociano ben
presto in una conversione gioiosa e
neirabbandono totale della sua vita
per la Causa del Signore. Anche lei
abbandona i metodisti wesleyani e si
unisce ai « reformers ». In questo teinpo in cui conosce il Booth, ha inizio
la battaglia per raflermazione dei diritti della domia a predicare l’evange
10 in virtù del principio dell’uguaeiianza della donna nei confronti dell’uòmo. Ben presto convertirà il marito a quest’idea e l’Esercito della Salvezza potrà annoverare nei suoi ranghi migliaia di donne la cui missione
è stata in benedizione per l’opera del
Signore.
In appoggio alla sua tesi Caterina
Bc-oth cita I Cor. 11-2, ricordando poi
come il primo messaggio della risur3zìone sia stato dato ad una donna;
inoltre cita questi versi significativi
sulla donna; « Elle n’a poit donné le
aiser de Judas, et ses lèvres n’ont
pas renié le Sauveur; mais elle est
Eous la croix demeurée la dernière,
elle est, au Saint-Sépulchre, apparue
la première ». Nel 1860 Caterina Booth
rivolge il suo primo messaggio ufficiale, dopo la confessione dei suoi peccati, lasciando un’impressione profonda
neiruditorio.
ULTIMI CONTATTI
COL METODISMO
Verso il 1854 il Booth abbandona i
« Reformers » ed entra in un’altra
frangia del Metodismo, denominata
« Nuova Connexion », nella quale i
laici avevano un posto preminente.
Secondo il regolamento della nuova
chiesa egli deve seguire dei corsi di
studio; non è molto entusiasta, soprattutto dell’ambiente degli studenti
poco animati da spirito evangelistico ;
allora egli ricorda la famosa frase di
Wesley: « meglio bruciare tutte le biblioteche del mondo che essere colpevole della perdizione d’una anima ».
Per qualche tempo lavora nell’ambito di questa chiesa, fino alla conferenza di Liverpool del 1861 : il Booth voleva consacrarsi interamente all’opera di evangelizzazione mentre la Direzione io proponeva capocircuito di
Newcastle con piena libertà di consacrare del tempo libero per l’evangelizzazione; ina dalla galleria si senti
la voce ferma della consorte ; « Mai ».
11 Booth abbandona la « nuova Connexion », mentre le varie Conferenze del
Metodismo mettono in guardia le
chiese circa fiopera di risveglio dei
Booth; la storia — dice il Gout — si
ripete : il Metodismo era stato respinto dalla Chiesa angUcana ed ora
esso respinge il Salutismo.
VERSO IL SALUTISMO
Il momento è difficile per la famiglia Booth. D’altra parte, se le chiese
fi chiudono al suo messaggio, egli non
disarma e affitta dei circhi, tiene riunioni all’aperto alle quali prendono
parte migliaia di operai, alcoolizzati,
criminali, gente perduta per il mondo ;
e le conversioni di questa gente costimiscono l’autentico miracolo delio
Spirito di Dio; basti citare l’esempio
d’uri famoso pugile, depravato, rovinato dal vizio dell’alcool e del gioco, che
non temeva la forza della polizia; un
giorno, mentre gli parlavano del Booth
che era capace di convertire al Signore le creature più ribelli, diceva : « Un
tipo come me. sottomettersi, mai ! » ;
ed ecco che alla riunione all’aperto egii è vinto e può dichiarare al banco
dei penitenti : « Cristo mi ha vinto ».
Nascono in quel tempo le « bande alleluia », formate da creature ricuperate dal Booth, dai bassifondi della città, con la camicia rossa stile garibaldino, che muovono alla conquista del
popolo con l’eloquenza dei convertiti,
convinti dell’amore di Dio. L’azione di
Booth si estende nelle città industriali
per concentrarsi poi nel famoso Est di
Londra. Siamo alla vigilia dello storico 1865 ; i fermenti sociali non mancano- due Pastori della Chiesa anglicana, il Kingsley e un collega, con il lo
ro’messaggio cristiano sociale rendono preziosi servizi al movimento cooperativistico ; nascono i sindacati, che
si raggruppano nella Confederazione
generale o Congresso delle Trade
Unions, mentre a Londra in occasione
della Esposizione Universale si gettano le basi della « prima internazionale ». Il Booth e soprattutto il figlio
Bramwell, pur non creando una particolare struttura sociale, saranno un
lievito prezioso per la trasformazione
della società inglese; difatti il loro
messaggio tendente a guarire l’anima
malata del popolo inglese elimina la
vera causa delle piaghe sociali della
nazione. Non dimentichiamo che in
quel tempo accanto al dramma sociale, vi era una profonda crisi religiosa
per influenza del razionalismo, delle
idee di Darwin e del positivismo, o soprattutto per l’indifferenza delle Chiese ufficiali, immemori della infelicità
del popolo, sorde o insensibili a quello che l’autore dei «Miserabili» chiamava la « dannazione sociale ».
Quest’opera di ricupero sarà compiuta dai Booth nella zona più infelice d’Inghilterra, nell’East End di
Londra. Il Gout cita nel suo libro una
cruda descrizione di quella zona, fatta
dal Booth in uno dei suoi libri: « Ah
les pavés de Londre, s’ils pouvaient
parler, que ne raconteraient-ils pas?
Mais sur les ruines et les cadavres l’on
a jeté le manteau des conyentions et
des hypoorisies de la civilisation mo
derne... Honte à notre christianisine...
ces église qui, au milieu des multitudes perdues ou bien dorment ou demeurent insensibles... à quoi bon tout
cet appareil de temples... alors que pas
une main secourable ne se tend pour
les tirer de l’enfer de la vie presente? »...
LA GRANDE DATA;
2 LUGLIO 1865
Il Booth nel giugno del 1865 inizia
questa nuova missione nell’East Enei
di Londra in mezzo alle « colonies des
esclaves sociaux, de paiens... pauvre
William Booth — dichiara il Gout —
qui avait l’odorat très délicat et qui
sentait, en ces chaudes après-midi do
juin, ces odeurs de l’East End! ». Eppure Cristo era .morto per le creature deU’East End. Andava e veniva in
quella zona desolata, osservava gli
uomini e le donne che entravano nei
caffè, nelle bettole e ne rimaneva impressionato Una sera due evangelisti
appartenenti alla « comunità cristiana » lo notarono e prima di terminare
la loro riunione lo invitarono a dare
un messaggio: l’impressione fu grande. Qualche giorno dopo gli fu chiesto di dirigere l’opera sotto la tenda
in so.stituzione di un predicatore; senza grande entusiasmo egli accetta e
la domenica 2 luglio 1865 ha inizio la
grande missione che lo porterà ad organizzare la sua opera che più tardi
prenderà il nome di « Esercito della
Salvezza ».
Quella domenica il Salutismo era
nato. od
(continua
al prossimo numero)
CONFERENZE
DISTRETTUALI
Primo Distretto
Villar Pellìce - 16-17 Giugno
La conferenza ha inizio alle ore 17,30
Si prega di prenotare tempestivamente pasti e pernottamenti presso
il Past. Micol.
Seconido Distretto
Ivrea - 28-29 Giugno
Chiesa Valdese, Via Bertinatti 25 - Pa
store Giorgio Bouchard - Via Pavone
2 A - Banchette-Ivrea - Telefono 37.82
28 giugno : ore 20,30 Culto. Ore 21,30
preliminari, elezioni Seggio e decisione ordine dei lavori, orario ecc.
29 giugno: (orario da stabilire); lavori della Conferenza, mattino e pomeriggio, con interruzione per il pranzo in comune.
Inviare le relazioni, e relativo materiale al Past. Ernesto Ayassot, Via
Pio V 15 Torino, entro il ^ c. m.
Istituto Artigianelli
Vaidesi
L’Istituto Artigianelli Valdesi, rimodernato
di recente in occasione del centenario deU’attuale sede, dispone in questo momento di un
certo numero di posti liberi e di alcune offerte
di lavoro per apprendisti.
L'Istituto è aperto ai giovani che abbiano
compiuto il quindicesimo anno di età, che
provengano da famiglia evangelica e desiderino avviarsi ad una attività artigianale o
tecnica.
I giovani ammessi vengono collocati presso
ditte della Città esercenti l’attività scelta dal
ragazzo e frequentano le scuole serali di avviamento professionale nel ramo più idoneo
ad ottenere un perfezionamento nel mestiere
stesso. .
II funzionamento dell’Istituto è quindi
quello di un convitto in cui l’attività professionale viene svolta all’esterno sotto la vigilanza del Direttore che mantiene periodici
contatti con la Direzione delle Scuole e con
le Dille presso cui i giovani imparano il
loro mestiere.
Per le modalità necessarie all’accettazione
c le relative condizioni rivolgersi al Direttore
Sig. Girardi Bruno presso la sede del
Via Berthollet 34, Torino.
istituto
GOTT MIT UNS
L’equivoco della civiltà cristiaoa
« Perchè le cose vanno male? » Questa è in sostanza ia domanda che
Israele si pone in un momento critico della sua esistenza, trovandosi privo di un capo riconosciuto e di fronte
alla minaccia dei Filistei che hanno
già vinto una battaglia. La domanda
di Israele denota una certa fede nell'Eterno («Perchè l’Eterno ci ha egli
oggi sconfitti davanti ai Filistei? >')
ma non contiene una risposta. Se
Israele rispondesse con coraggio e
onestà, come altre volte ha risposto,
sarebbe condotto a riconoscere nella
propria infedeltà la causa deltó sconfitto, del pericolo e della rovina che
gli stanno davanti. Invece non c’è risposta, ma solo la decisione di far andare bene le cose ad ogni costo, di
piegare in proprio favore quel Pio che
oggi lo ha sconfitto davanti ai Filistei, di prendere Dio' dalla propria
parte, di servirsi di Lui per vincere.
Questo è il contenuto della decisione
di far venire da Sciloh l’arca del patio deH’Eterno, segno della presenza
dell’Eterno.
Non è male come idea. Se Dio è ve
rumente l’onnipotente, cosa c’è di meglio per vincere se non usare questa
potenza? Ma Dio non si lascia usare,
non si lascia manovrare, non e possesso di nessuno, neppure del suo popolo, nessuno si può servire rii Lui.
n’arca va in battaglia con i due figli
del sacerdote Eli; Israele ha con sè il
segno della presenza dell'Eterno ; ma
questa è presenza non di vittoria bensì di sconfitta, non di grazia, bensì, di
giudizio. Israele è sconfitto e Tarca
ael patto, la presenza di Dio, gli è
perfino tolta.
Nella tradizione di Israele questo
episodio è rimasto come un avvertimento della santità di Dio che non e
al servizio del suo popolo, che non
può essere manovrato e usato a piacimento. Questo avvertimento spesso è
rimasto inascoltato in Israele (basta
pensare ai Giudei che al tempo di Geremia pensavano di nuovo- di avere
nel tempio di Gerusalemme una garanzia di protezione e di salvezza legata alla presenza di Dio in mezzo al
popolo), così, come è spesso rimasto
inascoltato nella storia dell’occidente
cristiano che ha raccolto anche in
questo l’eredità ebraica.
La nostra storia è piena di esempi
di popoli, di gruppi, di classi, perfino
di chiese che in determinati momenti
della loro esistenza hanno voluto risolvere le cose a proprio vantaggio
servendosi di Dio. Sembra essere una
legge storica — ha osservato Reinhold
Niebhur, un teologo americano — per
« Perchè l’Eterno ci ha oggi sconfitti davanti ai Filistei? Andiamo a prendere a Sciloh l’arca del patto dell’Eterno, e venga essa in mezzo a noi e ci
salvi dalle mani dei nostri nemici! »
(I Sam. 3, 4: 1-11)
cui nel sorgere e decadere delle civiltà,
degli imperi e dei governi umani,
quando un popolo, o una classe o un
gruppo di potere inizia la sua fase discendente cerca sempre di difendere
la sua posizione servendosi di Dìo,
■affeimando idolatricamente che il proprio tipo di società non solo è il rnigliore e il più giusto, ma è l’unico compatibile con la volontà di Dio, l’unico
voluto da Dio. Così, prima della rivoluzione francese, i’arìstocrazia tentava di difendere la società feudale
servendosi anche di Dio, teorizzando
tra l’altro la monarchia assoluta come unico sistema di governo possibile
centro il caos, come unica forma_ di
governo rispondente al diritto divino,
unico potere legittimo voluto da Dio...
Inutilmente, osserva questo teologo;
questi gruppi o classi o popoli cadono
inevitabilmente, e non cadono per un
cieco girare della ruota del destino,
ma proprio a causa della loro idolatria, proprio a causa delle loro pretese, per avere tentato di difendersi servendosi di Dio.
A questo si potrebbe aggiungere che
questo tentativo di prevalere servendosi di Dio non è solo caratteristico di
classi o popoli o gruppi di potere che
tentano di prevalere in una fase offensiva. L’esempio più vicino e piu
terribile di questa possibilità è Teserei to nazista che 25 anni fa sparpagliava i suoi soldati che recavano impresso sulla fibbia dei loro cinturoni
il motto Goff mit uns, Dio con noi.
Di fronte a questi esempi della nostra storia rimane il piccolo episodio
del lontano popolo di Israele che prende una lezione chiara e inequivocabile per aver voluto servirsi di Dio. Lezione inascoltata.
Oggi il mondo occidentale si sente
minacciato, come allora Israele si sentiva minacciato. Certo le proporzioni
cambiano e cambiano i Filistei, ma
non cambia molto questo schema storico.
Oggi tutti sono concordi in occidente nelTaffermare che « le cose vanno male » e se ci si chiede perchè le
cose vanno male, come allora manca
una risposta onesta e coraggiosa che
riconosca nella propria infedeltà la
causa del pericolo e della rovina che
si profilano all’orizzonte. Se una risposta ufficiale viene data, questa è
la. risposta degli USA, di quari tutti i
governi europei alleati, del nostro m
prima fila, «le cose vanno male per
colpa dei Filistei ».
Di qui a dire : « gettiamo sul nostro
piatto della bilancia il nostro Dio» il
passo può non essere lungo. Può. darsi che domani ci sentiamo invitare a
portare l’arca in battaglia, che ci sentiamo invitare a servirci di Dio, dei
valori cristiani, per difenderci da chi
vuol distruggere la «civiltà cristiana»,
da chi ardisce alzare la mano contro
la Chiesa, contro il popolo- di Dio, che
ci sentiamo invitare a difendere que
sta nostra società come Tunica so
cietà iTOSsibile, come Tunica società
voluta da Dio.
Stiamo attenti. E' questo- il tempo
in cui si può ancora vagliare le posizioni riflettere, ascoltare. Più tardi
può non esserci più tempo per vagliare le posizioni, riflettere ed ascoltare.
Ascoltiamo ora il messaggio dell’antico avvertimento. Prepariamoci ora a
rispondere NO all’invito a servirci di
Dio per difendere noi stessi. Non perchè siamo dei Filistei camuffati (come qualcuno afferma dicendo che ogai si predica Marx invece di Cristo);
ñon perchè i Filistei hanno necessariamente ragione; non perchè i Filistei sono ì più forti e conviene quindi
mettersi dalla parte del più forte ; ma
perchè dobbiamo finalmente rinunciare a servirci di Dio per difendere noi
stessi; perchè dobbiamo rinunciare a
mescolare l’arca con il sorgere e il
decadere delle civiltà e delle società,
se non vogliamo che essa ci venga
tolta; perchè dobbiamo imparare ad
essere servi e non padroni di Dio, dispiosti a ricevere da Dio non solo !a
Parola della grazia, della protezione e
della consolazione, ma anche del giudizio, del castigo, del « basta ».
Di fronte a questo racconto che descrive un Israele chiuso, che tenta di
servirsi di Dio, ecco il racconto della
vocazione d^ Samuele, simbolo della
nuova fedeltà, colui che si riconosce
solo servo di Dio, che riceve la Parola di Dio. E la prima parola che riceve è una parola di giudizio sul popolo che ha pensato di potersi servire
impunemente di Dio. Questa Parola
che rischiara e illumina l’antico avvertimento illumini e rischiari le nostre scelte. Amen.
^Sermone predicato il K> maggio a Torino dal pastore Franco GiampiccoIJi)
4
pag. 4
N- 24 — 11 giugno 1965
Prospettive
unitarie
{segue dalla 2“ pag.)
mente nei documenti sottoposti alla nostra
attenzione. Questo fatto è significativo, perchè indica chiaramente, se mai ce ne fosse
bisogno, che nessuna Chiesa pretende di porre
se stessa come criterio deU'unità. Si deve
peraltro osservare ehe questa relazione, questo comune punto di riferimento che è al
di fuori della Chiesa, determina un tipo di
rapporto tra le diverse Chiese, denoininazionalmente intese, che è visto da taluni come
puro fatto spirituale, al punto da diventare
alquanto evanescente e prohahilmente inoperante nella realtàt da altri invece è inteso
come necessità di esprimere una vera unit.à
associativa, organica, visibile.
Ma noi dobbiamo riflettere piuttosto alla
necessità di esprimere in modo unitario la
fede e la testimonianza, piuttosto che rimanere nel vago oppure sognare ' una super
Chiesa prohahilmente non autentica. E’ su
quella ricerea che occorre muoversi, poiché
soltanto confessando insieme la fede e offrendo la testimonianza unitaria del Regno, è
possibile far riferimento all'unico Signore
della Chiesa. Ciò non toglie, anzi implica
necessariamente, che confessione di fede e
testimonianza comune siano resi evidenti non
solo in un congresso, ma attraverso la vita
quotidiana delle nostre Chiese che si incontrano a tutti i livelli e nei servizi che esse
esprimono a seeonda dei doni che hanno ricevuto.
Sottrarsi oggi a questo imperativo vocazionale temere di esprimerlo, per pigrizia
o per diffidenza, nelle decisioni comuni, poirebbe essere un venir meno all’ordine del
Ignore della Chiesa per la nostra generazione,
Traendo le conclusioni, il relatore affermava che le nostre Chiese presentano una
ecclesiologia convergente e in vari punti una
ecclesiologia sostanzialmente comune Indi
‘ '^o'^'^'^’-Senza (conver
genza non unita), da intendere nel conte
Zi iT""
rZo 0^ ^‘^^erse, presenti del
resto allo stato ainamico di ricerca e di ri
flessione all interno di ogni Chiesa, secondo le
inee delle ecclesiologie diverse rintracciabili
■tei Nuovo 1 estamento. Le sessioni di studio
e discussione, sezionali e plenarie, su questo
tema sono indubbiamente state le piii animate; ma nel complesso, i punti di convergenza indicati da N. Giampiccoli sono stati
accettati alla quasi unanimità con il volo
conclusivo del seguente documento.
Nella nostra fede comune
in Dio che per la sua srazia ci ha fatti suo popolo,
in Cristo unico Signore della Chiesa
Universale,
e nello' Spirito Santo che aduna, conduce, e di volta in volta rinnova la
Chiesa,
RICONOSCIAMO la fondamentale
convergenza delle nostre posizioni
_ ecclesiologiche che si precisa in par.
«colare :
— nel principio scritturale come unico strumento di ricerca anche nell’ecclesiologia
— nella natura missionaria della
Chiesa
— nel sacerdozio universale di tutti i
credenti
— nella molteplicità dei doni e dei
ministeri
— nella chiesa locale intesa come elemento ecclesiologico primario
RITENIAMO necessario che siano dati alle nostre chiese strumenti che
ci permettano di porre in luce nell’esercizio della nostra comune testimonianza nel mondo queste convergenze, e di confrontare con la
Parola di Dio le divergenze che sappiamo esistere fra noi.
Questa aflermazione fondamentale, che ha
costituito la vera base delTo.d.g. sulla Federazione evangelica, riconosce onestamente che
accanto alle convergenze ( del resto, riconoscere "/a chiesa locale come elemento ecclesiologico primario” non significa per tutti
accettare il congregazionalismo, ad es.) sussistono divergenze, essenziali quelle sull'interpretazione biblica (fondamentalismo e non)
o sulla giustificazione per sola grazia (su cui
occorrerà un chiarimento, con gli avventisti).
Ci auguriamo sinceramente che, visti i risultati. pure i luterani italiani (e altre chiese
di lingua italiana?) possano unirsi a noi in
questa ricerca comune.
l’EVlGELO ALLA KA«1«-TV
DELIA miMU ITALIANA
Domenica 20 giugno - Radio della Svizzer.i
Italiana • Conversazione evangelica
Guido Rivoir, 9,15.
Televisione della Svizzera Italiana •
La Parola del Signore - Guido Rivoir
alle 22 eirea.
Domenica 27 giugno ■ Radio della Svizzeri
Italiana - Conversazione evangelica •
Olio Raucli, ore 9,15.
IH LIBRERIA
A C. JEMOLO : Chiesa e Stato in Italia dalla unificazione a Giovanni
NXIII. Piccola Biblioteca Einaudi,
Torino 1965, p. 348, L. 1.500.
ANTONIO RUSSO, Marc’Antonio De
Dominis, Arcivescovo di Spalato e
apostata (1560-1624). Istituto della
Stampa, Napoli 1965, p. 200, h. 1.800.
Si apre il Congresso Evangelico. E’ ancora sulla scena il Comitato preparatorio, che lascierà
tosto il posto al Seggio. Sul fondo il coro dell'Istituto battista ’’Betania”.
LA COMPOSIZIONE
DEL CONGRESSO
Delegati
Valdeii 100
Battisti 60
Metodisti 50
.Assemblee di Dio 20
AMEI 15
Eseriito della Salvezza 15
-Avventisti 8
Aposiolii'i 5
Osservatori
Parieiipavano al Congresso erma
osservatori, con diritto di parola ma
con solo volo consultativo, i meni
bri del Consiglio Federale e quell
del Comitato Preparatorio del Con
gresso. i conferenzieri, i relatori, gli
incaricati della predicazione, i rap
pre.tentanti del Consiglio Ecumenico
e delle organizzazioni internazional
cui partecipano le Chiese che fan
no parte del Congresso. I rappre
sentami delle chiese e opere evan
geliche che agiscono in Italia e eh.’
nen sono parte del Congresso.
Invitati
Un certo numero di « inviti » è
’.tato messo a disposizione delio
singole Chiese per i pastori e i laici
che non partecipano al Congresso m
qualità di Delegati o Osservatori.
IL
NTEEI
ITALIANiI
(segue dalla 1® />ag.)
Novità Claudiana
libri
Ristampe od opere nuove?
LUIGI SANTINI: Il Vaidismo ieri e
og^gi. Piccola Collana Moderna n. 7,
Claudiana, Torino' 1965, p. 78, co:i
12 illustrazioni f. t., L. 500.
Alciinj anni or sono Luigi Santini, con la
fresca vivacità della sua prosa die porta
agilmente i frulli di un sodo lavoro storico,
aveva tracciato un breve e succoso profilo
del movimento vablese e della Chiesa valdese; un volumetto oggi non più disponibile, e die ba avuto fortuna anche nella sua
: dizione leilesca.
Bisognesi come siamo di opere agili die
presenlino, con serietà, il « fenomeno d valdese, bene ha fatto la Claudiana a ristampare quest'opereUa. E ci rallegriamo ¡n modo particolare che autore e editore non sì
iano limitati a una semplice ristampa. Tnfat'.i, non soltanto il testo è stato interamente riveduto e il volumetto si presenta
1 simpatica veste, nella fortunata « Piccola
Collana Moderna », arricchito da un cerio
numero di illustrazioni fuori testo; ma la
novità di questa seconda edizione sla nel
ÌaUo die Paulore ha voluto, con molla opportunità, rendere più viva, e più documentala. la presentazione del Vaidismo oggi,
delle linee su cui si muove, delle posizioni
die assume in vari campi, pubblicando in
appendice ai suo scritto un florilegio abbastanza ampio di citazioni da Atti sinodali,
a partire dal 1945, e in particolare dai Messaggi che il Sinodo a più riprese, negli ultimi anni, ba rivolto alle comunità su temi
particolari (ad es. i rapporti con il Callolicesimo ,il problema della violenza e del
disarmo, Fimporlanza della lettura e della
conoscenza della Bibbia, ecc.). Completa il
tiiUo una piacevole documentazione fotografica, e un^ulile tabella cronologica dello
svolgiment-o della storia valdese.
Allo s-ato attuale, siamo veramente a
CONVEGNO
DELL’A.I.C.E.
Il giorno 30 maggio u. s., la comunità di
Villar Pollice ba accollo il Convegno primaverile dell’A.I.C.E., in un dima di grande
cordialità, anche se il tempo non lo è stato
ahreltanio. Dopo il cullo del mattino ed il
pranzo in comune, il pomeriggio è stato
dedii’aUi allo svLlgimento dell tema fìssalo,
e cioè: «La scuola alla salvaguardia della
agricoltura alle Valli ». Il collega Dosio ri
ha brevemetile in trai temi li suirargomenln,
dimostrando il suo amore per le nostre terre
eil il desiderio di vederle ripopolate. Secondo Foratore, Fiinico sistema per prevenire
Fe.sodo giovanile dalle Valli alla pianura sa.
rchbe Fisliluzionc dì numerose cooperalive
agrii’ole — e citava Fesempio della Germania e della Svìzzera —- onde evitare lo sprc; u di energia e di denaro. Dimostrato <‘he
( Fiinione fa la forza », occorre che aiichc
alle Valli si superi quelFinvincibile senso
individualislìi’o che spesso domina, per inliaprcndere con fiducia la via del rei iproco
aiuto. Bisogna, (nollre, ricordare (he gli agri.
( >ll' ri, oggi, sono assai aiutali dalla Provincia e dallo Sialo e in ciò appunto deve inier.
venire Fonerà dcllFinsegnante valdese, per
cl'.iarirc alla popolazione quali siano e quali vantaggi comportino questi aiuti. La seno
la stessa deve fare amare al giovane la terra
che il padre lavora, deve metterlo al corrente dei nuovi tipi di lavorazione, di rayJonalizzazioiK' del lavoro, per porlo in una
situazione tale per cui non nasca in lui
l'Invidia ner chi conduce, forse appareiilemeiUc, una vita più tranquilla e sicura,
anche dal punto di vista della regolarità
dello stiiieiìdio (cosa alquanto aleatoria per
chi lavora in campagna). Dopo un’animata
discussione, la (biliosa villarese ha offerto
un tè squisito, di cui ancora ringraziamo.
R. E.
corto di opere che presenlino questa storia
al pubblico italiano e alFinlerno stesso delle nostre chiese; perciò — attendendo Fopera
elle i proiT. A. Mobiàr e A. Arimand-Hugoii
stanno preparando, ampia e approfondita salutiamo con lauto maggior piacere la comparsa di questo bel vclumello, assai curalo
pure tipograficamente, e auguriamo a questo « profilo » largo successo. Ci permettiamo di raccomandarne pure la versione in
alcune lingue straniere: sarebbe senz’altro
uno strumento prezioso e ricercato per i
numercsi fratelli di lingua francese, inglese
e tedesca che ogni anno vengono in contatto
con noi, giungano essi in visita alle Valli
o nelle nostre comunità cittadine, ovvero
siano raggiunti dai nostri « inviali speciali » oltralpe...
Ci auguriamo pure che, nel rinsaldarsi
della solidarietà fra gl; evangelici italiani,
molli fratelli di altre denominazioni vogliano leggere questa garbata e calda presentazione di un valdese che, come pochi
altri, è pienamente italiano. g. c.
ROBERTO NISBET: Ma il Vangelo
non dice così. XV ediz. riveduta e
accresciuta, Editrice Claudiana, Torino 1965, p. 184, L. 650.
Quante migliaia di copie dì quest’opera
fortunata, nelle sue ormai 15 edizioni, circelano da anni per le mani di italiani, in
pi’tria e all’estero (per non parlare delle
edizioni in inglese e in francese)? Non sappiamo esattamente, ma certo alcune diecine. E ad ogni edizione Fopera si è arricchita, limala, ulteriormente documentata e
giornata, pur senza mutare d’un pollice Firn,
postazione di fondo. Un’impostazione di
iondo discussa, specie neU’attuale clima interconfessionale — che solo in pochi e ben
precisi casi porta a manifestazioni e atteggiamenti che hanno diritto di esser definiti
ecumenici.
Discussa da due punii di vista diversi;
quello degli « ecumenici » ad oltranza, che
;rcvaiio superata e soprattutto sconveniente
questa polemica; e quello di coloro che
pensano che un’esposizione di questo tipo
rischia di ingenerare nel lettore corrente, o
confermare in lui il pensiero che le differenze fra protestantesimo e cattolicesimo
vertono su una serie di punii, (’erto collegati sorellamente fra loro ma paralleli, allo
slC'So lìvoilo, equidistanti dalFEvangelo: in
altri termini — pensano alcuni — un’impostazione di ({ueslo tipo espone al rischio di
vedersi spezzare in mano le armi polemiche,
via via che il Cattolicesimo in fase di aggiornamento raccomanda la lettura della Bibbia, sjr.oliiìea Fimporlatiza della Scrittura,
il valore del laicato, celebra la messa in voigare, ecc., cioè via via che il Cattolicesimo
incamera, l’orzandoli nel proprio sistema e
(tuindi inlimamenle defonnandoli, «valori»
proleslanli secolari.
Quest’opera del Fasi. Nisbet accetta quesa discussione: non è opera settaria, orgogliosa e sicura di se; con un’umillà che
pochi autori sanno avere, egli ha ad esempio aerellalo, per questa nuova edizione, che
è profondamente riverliila, tutta una serie
di note crilìclie su vari punti. Ai passionari
del « dialogo », il Nisbet ha sacrificalo, edizione dopi; edizione, crudezze di tono e di
espressioni, senza per questo svigorire la sua
convinzione e la sua forza d’urlo; e nel
piano generale dell’opera e nelFinlroduzione egli ha cercato -- questo forse non ancora in misura abbastanza marcala c avvertibile dal Icltcre comune — di ricondurre
le svariate divergenze ai punti fondamentali,
al contrasto sulla nonna di fede, al problema della Chiesa, elle c poi, rovesciato, il
problema di Dio (« Bisogna che Egli cresca
e elle io diminuisca »...}, in modo che sia
( liiaro clic am ile una somma infinita di riformelte ntn costituisce ancora per nulla la
riforma.
Non abbiamo da augurare fortuna a questo volninetlo (die si avvia a diventare vo
lumel;; è un best-seller, ormai. Grazie all’autore, per la perseveranza della sua fatica: ci permeUerà di dirgli, sorridendo, che
anclie in lui appare chiaro che aggiornamento — serio, scrupoloso e volenteroso —
non significa affatto mutamento di fondo;
e che in questo caso ce ne rallegriamo.
g. c.
Notizie da Lugano
Siamo siati lieti di accogliere per una
visita fraterna la comunità di San Secondo
col suo Pastore che hanno passato con noi
la domenica assistendo al culto; la visita è
stata restituita ed i Luganesi hanno visitato
dopo il culto a San Secondo Terre Pellics
come centro del movimento Valdese. Speriamo che queste visite possano ripetersi
in vista della affiliazione della nostra Comunità alle Chiese Valdesi, come chiesa
autonoma. Vediamo soltanto così, in cappi rt¡ più stretti colla Chiesa Valdese che
ha fondalo la chiesa evangelica dj lingua
italiana e francese nel Ticino, un buon avvenire dell’opera in italiano ne] nostro
Cantone. Naturalmente in buona armonia
con gli evangelici di altro idioma.
La Televisione (e lo dico per molti nel
nord Italia che possono captare) ci ha offerto per Pentecoste un culto del pastore
Niemiiller da Franroforte sul Meno tradotto e cemmentato in italiano. Chi può captare la Televisione della Svizzera Italiana
guardi attentamente i periodici che indicano le trasmissioni Svizzere perchè potrà
di tanto in tanto udire la parola del Vangelo sia la sera verso le dieci, sia nelle
principali feste Cristiane, alle dieci del
mattino culti evangelici. Per la radio è
altra cosa avendo anche in Italia un culto
evangelico. 11 nostro ha come orario ogni
doinenic.o dalle 9,15 alle 9,30.
Guido Rivoir
vanni 20: 21); fra le ultime parole
del Signore risorto, queste fondano e
precisano la missione, e il tipo di missione dei discepoli.
Mi resta da segnalare un elemento
di grande importanza. La scorsa settimana ho riferito della bella conferenza su « I protestanti in Italia » del
prof. Giorgio Spini. Sabato sera ha
avuto luogo, con gran concorso d’intervenuti che gremivano l’Eliseo, la
seconda conferenza pubblica: il prof.
Vittorio Subilia ha parlato su « Cattolicesimo e presenza protestante in
Italia». Speriamo vivamente che queste due conferenze siano pubblicate,
e rapidamente : sono state veramente
due perle incastonate nel buono svolgimento del Congresso, e parte integrante di esso. Quanto alla conferenza del prof. Subilia, sappiamo che da
anni ormai di decano della Facoltà
Valdese di Teologia studia alle radici
il fenomeno cattolico, di fronte al
quale egli ha assunto e va ccntinuamente precisando un atteggiamento
di rigore teologico che alcuni discutono ma che ha dato molto a noi in
Italia e in altri paesi, una individuazione e una chiarificazione dei prò
blemi di fondo che non esito' a definire determinante, confortato dalla
messe di riconoscimenti che sta raccogliendo, all’ektero dopo che in Italia, il suo saggio sul Problema del Cattolicesimo, prolungato dai rapporti
che egli stende per l’Alleansa Rifo mata Mondiale, di cui è stato osservatore presso le ultime due sessioi-i
del Vaticano II (rapporti già in par e
comparsi su The Reformed and Pr
sbyterian World). Se la conferenza tii
Giorgio Spini ci aveva avvinti e tr-;scinati, quella di Vittorio Subilia i
ha (quasi tutti) con gran vigore messi di fronte alla tentazione dell’int ■grazione, che minaccia sempre og; i
chiesa, ma che il Cattolicesimo ha a ■sunto e santificato come propria fo
ma di pensiero e di vita: la tentazi
ne di capitalizzare i beni e i vaio i
della cultura, della civiltà ambientai ,
di integrarli con un sapiente, secol lre lavorio in un sistema sincretistir t
(miscuglio di religiosità e filosofie >
culture) che avrebbe mosso a invid: r
la religiosità e spiritualità gnostic ..i
del mondo mediterraneo dei primi tt 3
secoli dell’èra volgare, in, mezzo a ci:i
l’Evangelo ebbe a combattere le si e
fatali deformazioni; Cattolicesin: )
che tende oggi a presentarsi al mondo
come la religione delTumanità, cap: ■
ce di riassumere e sublimare in >
tutti i maggiori valori umani. Contr :)
questa tentazione e questa colpa cr:
stiana, ha più senso e più urgenz i
che mai la protesta della Riforma, i
condizione che sia sempre vigilme:
te rivolta pure contro noi stessi e ¡e
nostre tentazioni e i nostri cediment
Queste due conferenze ci hann o
insomma ravvivato in sommo grado
il gusto, la passione di essere prot istanti, e di esserlo nella nostra Itali i
guelfa, ghibellina e marxista (il f- nomeno democristiano, religiosame: te e politicamente, è senza dubbio f
nomeno patologico e ce ne accorgi,imo) ; ci hanno permesso di « vedi r
grande », di individuare con più precisione da dove veniamo e dove dolìbianio andare. Grazie!
Saranno pubblicati in volume, a c tira del Seggio del Congresso, gli Alti
del medesimo ; ci rallegriamo di ritr:vare cob'; raccolti, fra non molto, i
testi delle relazioni,, delle conferenze,
delle comunicazioni, dei documenti
votati, poiché, senza forse rendercene
tutti ben conto, abbiamo fatto un
pezzetto di storia. Speriamo, soli Deo
gloria. Gino Conte
Un lettore, da Lugano:
Caro Direttore,
in occasione dei vent'anni dalla liberazione dal nazismo neU’Europa
intera, sono nuovamente affiorate
discussioni a proposito di Chiesa e
fascismo. Valdesi e fascismo. Secondo alcuni in Germania ed in Italia i nazisti e i lascisti erano una
rarità, nessuno lo era in fondo...
lierò ¡¡li applausi all’impero non
erano soltanto di gente comandala,
nella euforia della vittoria, la quasi totalità di tedeschi ed italiani applaudivano. Molto meglio una confessione di peccato che Tipoerisia
di « fingevamo soltanto ma non lo
eravamo «, Sopratutlo poi per la
Chiesa. Se una distinzione si deve
fare fra Valdesi ed altri si jiolrehbe dire ehe i Valdesi, come in genere nelle campagne almeno del
nord Italia, non aderivano al fascismo, erano più refrattari per la loro storia. Ma gli intellettuali Vaidesi non erano meglio degli altri
in genere e la Chiesa è stata decisamente fascista in un certo periodo. Tranne rare eccezioni. E’ inutile discutere quando i documenti
parlano. Si riesumino i verbali delle discussioni sinodali, si vedano i
telegrammi al duce voluti perchè si
usava così altrove... Non certo imposti, ma per ingraziarsi chi comanda. SI legga il verbale nel quale un certo Moderatore accettava
la elezione a cond zione di avere
pieni poteri poi ccneessi e che il
Sinodo non clegge.sse ehe la Tavola
preparala da lui. Il sistema fascista
era entrato nella Chiesa. Si legga la
circolare del Moderatore del tempo
ai pastori nella quale con parole
che sono una chiara indicazione
esprimeva la sua commozione per
esser stato presentalo in privalo, nel
suo studio, al grande Mussolini.
Non vogliamo ora imitare ¡1 mondo
che i-erea di ingannar sè stesso e gli
altri, ma confessiamo i nostri peccali. Se il Vicario ha un valore è
per richiamarci tutti, anche noi, a
riconoscere il peccato della Chiesa
e con l'aiuto di Dio non cadere ancora. Guido Rivoir
Una lettrice, da Torre Pellice:
Vorrei precisare alla Sig.a Rita
Gay, che le « Note Omiletiche » a
cui si riferiva nella sua lettera apparsa sul N. 22, furono battute (con
errori!!!! da quattro giovani volontarie della Unione Giovanile di Torre Pellice. Tengo inoltre a precisare elle, se ci furono errori, essi erano dovuti in parte alla scarsità di
empo a dispo.sizione di tali giovani, le quali sono impegnale sia nella vita civile, che in quella di Chieu.
Cordiali saluti.
Vna delle quattro volontarie
(lettera firmata)
5
11 giugno 1965 — 24
pag. 5
Visita a Berlino
Il ((muro)) (' la aUiiosa della j)
Fa una certa impressione discendere con l’aereo nel bel mezzo di una
grande città. Questa impressione la si
prova giungendo aH’aercporto di Tem
pelhof di Berlino. Mentre il comandante comunica le ultime raccomandazicni in vista dell’atterraggio, passano sotto di noi i laghi ed i boschi
che circondano Berlino e che sono una
delle caratteristiche della grande città,
poi ecco proprio sotto a noi i rioni popolosi e pieni di movimento di Berlino. Siamo» arrivati.
E’ difficile riassumere in poche parole le impressioni che si provano nella
visita, sia pure rapida, di Berlino. E’
vivissimo il senso di trovarsi in un
ganglio vitale, forse il più vitale, di
tutta la Germania occidentale: ovunque attivismo, abbondanza, produttività, ricostruzione; e tutto questo in
una cornice estremamente varia di
giardini, parchi, laghi e massicce, modernissime costruzioni, quartieri residenziali, rioni popolari.
Galante Garrone in un recente articolo su « La Stampa » dice che « Sotto lo sfarzo e la concitazione della moderna città, si sente il bruciore di una
ferita non, rimarginata. E’ la lacerazione di Berlino, il constrasto anche fìsico, visivo, tra le due città, in ima
parola, die Mauer, il muro » (La Stam.
pa, 26 maggio 1965). Questa impressione è comune a tutti i visitatori della città. « Il muro » è una presenza
assurda che non solo colpisce e stupisce, ma che dà un senso di rivolta.
Ma "iene da domandarci se esso non
sia !’ espressione sconcertante di
altri muri altrettanto saldi ed invalical ili che si ergono fra uomini e nazion , fra partiti, fra classi sociali,
fra idi diverse: muri che attraversar
no i lungo ed in largo il nostro» mondo i tero e di cui, purtroppo, ci scan
La Siiliiie-ChristiKirche (Chiesa della
espiazione di Cristo)
nel quartiere di Charlottenburg. BerlinoOvest.
è stato possibile che la nostra Patria
sia stata lacerata in modo ancora peggiore di quanto lo era già prima. Il
compito della Chiesa cristiana è di
aiutare a rimanere nella pace, di richiamare alle realtà particolari là dove le passioni si accendono, esortare
all'amore là dove l’odio minaccia di
ingoiare tutto e di testimoniare di
quella fede che vince le pene e gli
enigmi della vita. Noi vi invitiamo
tutti a questo nostro compito : non vi
perdete in amarezze ed in odi... ».
Cosi la chiesa si sforza di essere
un ponte di fraternità al disopra dei
muri e delle frontiere. Il compito non
è facile sopratutto per una chiesa che
nella Germania occidentale cammina
in cosi grande concordia con le realtà politiche del prc^rio paese: gli slittamenti sono facili ma ci pare tuttavia che la Chiesa abbia qui preso coscienza della necessità di inserirsi nella realtà storica e politica in cui si è
trovata a vivere.
Infine vorrei accennare ad una interessante visita fatta a due chiese,
una evangelica e l’altra cattolica: sono due chiese nuove, create per le necessità di due nuovi quartieri popolari: esse sono chiamate Sühne-Kirche, cioè: Chiesa dell’espiazione. Esse rappresentano la coscienza della
Chiesa tedesca circa il peccato del
CELEBRATA A VITTORIA
la VII Giornata delFAnziano
Tras^eorrere gli anni della propria anzianìià in una situazione di inopercsilà. a
volle forzala a motivo di sofferenze fisiclie,
è una prova che diffieilmente viene supe*
ri la persino da coloro che, dopo una lunga
vita operosa hanno avuto la preziosa pos.dbllità di essere accolti in una Casa di Riposo e di ritrovare con le cure e Tassisten;i spirituale, di cui hanno bisogno, un
ambiente accogliente e familiare che, per
quanto possibile, faccia loro rivivere i ricordi migliori del passalo. E’ perciò, che
il sapersi circondati da premure, il consta
// muro dinanzi a
cui passano i ¡edeli
che si raccolgono
nella Siihne-Christi
Kirche: Golgatha
Flötzensee - Ausch
witz . Hiroshima
Muri, sanguinose bar
riere. Una chiesa che
ogni volta che si
raccoglie si richiama
così all'esigenza del
pentimento, e certo
una forza di rinnovamento in mezzo al
dalizviamo troppo poco. Lo squallore
della divisione deU’uomo, Tincapacità
della vera pace rimangono evidenti in
quel ’.uro di pietra e di filo spinato.
La Chiesa Evangelica come quella
Catt.'Uoa Romana hanno affermato
di mantenere runità malgrado la divisione delle due Germanie e malgrado le enormi limitazioni di comunicabilità seguite alla costruzione del muro. Poco dopo l’erezione del muro il
Dr, Soharf, Presidente del Consiglio
delle Chiese Evangeliche in Germania e il Vescovo' luterano di Berlino
Dibelius in una lettera alle Comunità dicevano fra l’altro : « ...Non dobbiamo chiederci come e in qual modo
popolo.
Tuomo e del popolo. All’entrata della
chiesa evangelica c’è un lungo muro:
una scritta dominante con le parole
di Dio a Caino : « La voce del san.gue
di tuo fratello grida a me dalla terra» e poi dei nemi: Golgotha - Plòtzensee (il carcere di Berlino ove erano giustiziati dopo tortura i nemici
del regime) - Auschwitz - Hiroshima Muri.
Una chiesa che ogni volta che si
raccoglie nel tempio si richiama cosi
alla esigenza del pentimento sarà certo una forza di vero rinnovamento
in mezzo al suo popolo.
Franco Sommani
Un tratto del « muro » che divide Berlino. sulla Sebastianstrasse. Una lacerazione. una presenza
assurda, che non solo colpisce e stupisce. ma dà un senso
d\ rivolta.
AGAPE
14-23 LUGLIO
Processo
alla tiberià religiosa
Dai 14 al 23 luglio di quest’anno
Agape inizia la serie dei campi internazionali con un incontro sul tema t
« Processo alla libertà religiosa ». Sarà un incontro cui parteciperanno
cattolici, ortodossi e protestanti. Il tema della libertà religiosa verrà affrontato nella prospettiva di una società moderna in cui Talune tensioni
tradizionali tendono a sparire, mentre altre se ne presentano. Si parla
della necessità di concedere libertà di
culto a tutte le minoranze religiose in
tutti i paesi, ma al tempo stesso si
presenta il problema, per esempio, degli obiettori di coscienza.
11 campo sarà diretta dal Prof. Georges Crespy dell-a Facoltà Teologica
Protestante di Montpellier. Ad esso
parteciperanno come oratori o per gli
QUADERNI
TURISTICiI
FaETO:
la vetta di Puglia
studi biblici, i religiosi cattolici Padre Jordy Llimona, spagnolo e Pére
Claude Gerest, francese, il Prof. Giorgio Peyrot. professore di diritto ecclesiastico nella Facoltà Teologica Valdese, i Pastori Renzo Bertalot e Giorgio Tourn (valdesi) e Miroslav Meryàn (ceco), il Dr. Konrad Panrer
(marxista). Inoltre è probabile la partecipazione di un rappresentante della Chiesa Ortodossa di Romania. Durante il campo sarà fatta una gita
in Val d’Angrogna e a Torre Peilice
per visitare i luoghi della storia valdese.
Le iscrizicni sono aperte presso la
Segreteria di Agape. Prali (Torino)
Costo del campo L. 11.250, più L. 1.600
di iscrizione, più presumibilmente L.
j.OOO per la gita.
Ottimo ci pare il proposito dell’E.P.T. di
Foggia, di creare una collana di «: quaderni turistici )), con lo scopo di far conoscere le varie regioni, i paesi caratteristici e
le più leggiadre località della provincia, ad
una cerchia sempre più vasta di lettori. In
tal modo i visitatori eventuali saranno subito in grado di apprezzare e di adeguatamente comprendere le città visitate e le
zone percorse, conoscendone le vicende storiche più importanti e la situazione sociale
attuale : grazie a questi agili volumetti che
svelano Tessenziale di ogni singolo paese.
C'è qualche cosa da imparare anche per
altre zone dell'Italia pedemontana, in questo campo di seria ed utile informazione turistica.
Hi ^
Faeto. il comune più alto della Puglia,
è situato là dove le due provincie di Benevento e di Avellino si congiungono; là dove
Campania felice e la fertile Puglia, e si
estende fra gli 880 metri ed i 1000 s.I.m. Domina un verdissimo orizzonte, fra monti,
mare, pianura e centinaia di altri borghi e
villaggi, creati dall'infaticabile operosità della gente dauna : con sullo sfondo lontano il
maestoso Maiella della terra molisana.
Un tempo r,on lontano, la zona, circondata da ricchi e beneiici boschi e fortemente
popolata ed intensamente operosa, si era
meritato l'appellativo di Svizzera della Puglia. che però l'attuale progressivo spopolamento farà inevitabilmente scomparire,
come già è scomparsa la ricchezza delle sue
foreste.
Ma quel che oggi costituisce la caratteristica più rara di Faeto e del limitrofo comune di Celle San Vito, è il fatto di rappresentare — non l’unica, diciamo noi, ricordando Guardia piemontese e le terre vicine, in provincia di Cosenza, anch’esse di
analoga origine allogena — una delle due
notevoli colonie linguistiche franco-provenzali del territorio peninsulare italiano. Poiché, dopo sette secoli dalla loro origine, le
popolazioni di Faeto e di Celle — come
quelle di Guardia e delle limitrofe terre
cosentine — si sono conservate provenzali
negli usi. nei costumi e soprattutto nel dialetto.
Hi
Passando in seguito al problema del primo insediamento in loco di una popolazione allogena, d’origine franco-provenzale,
ecco com'esso ci viene prospettato da Leonardo Rubino. Il quale cita le opinioni del
prof. Vicino, autore d'un'ojoera sulle origini
di Faeto, che egli riferisce ad un ordine di
Carlo I d’Angiò, del 30 olt. 1274, da Foggia, richiedente che dalla Provenza venissero scelti uomini fidati, disposti a trasferirsi
con le giovani famiglie a Lucerà, a sostituir\i i Saraceni, trapiantativi da Federico II
e di cui rangioino voleva sbarazzarsi. Così
varebbe avvenuto ed in un secondo tempo,
questi provenzali, mal sopportando il caldo
della pianura, si sarebbero poi trasferiti sui
.noiiti vicini, ove avrebbero costruito i villaggi di Faeto e di Celle.
Più o meno dello stesso parere sarebbero
gli altri storici locali, Ricchetti di Castellucoio, arciprete, e il canonico di Palma;
mentre è nota ai nostri lettori le tesi del
Gilles o Gìllio — e non Giles — storico
delle Chiese riformate ricordalo dall'autore,
ma in modo un po' confuso o impreciso:
poiché i Valdesi che durante il periodo dì
residenza della Corte pontificia ad Avignone si rifugiarono in Calabria, donde poi si
sarebbero recati a fondare Monteleone. Faeto. la Cella e la Motta, in Puglia, sono erroneamente denominati « valdesi ■ luterani )>.
un secolo e mezzo prima dell'apparizione di
Martin Lutero.
Quafè dunque rorigìne della colonia franco-provenzale di Faeto e Celle? Secondo il
Rubino essa è quella data dai due studiosi
don Pietro Galiuccio, scolopio. nei suoi
(( Cenni storici dì Faeto b e il sacerdote prof.
Maurilio de Rosa, nella sua « Storia diplomatica di Faeto ». La riassumiamo brevemente.
H* * *
Quando Carlo I d'Angiò diventato re di
Sicilia .stringeva d'assedio i Saraceni in Lucerà, con un editto dell'S luglio 1262 spediva 200 soldati provenzali nel castello di
Crepacore ed ordinò che altri 700 uomini
si recassero con pale, zappe ed altri arnesi a
Montecalvo per il 14 luglio, onde portarsi
di lì a restaurare il malridotto castello di
Crepacore ed opporsi alle scorribande dei
Saraceni. La guerra fu favorevole al d'Angiò e Lucerà potè essere espugnata e dispersi i Saraceni che la presidiavano. E nel 1272
Carlo spedì la maggior parte del suo esercito in Sicilia concedendo agli altri suoi soldati varie località in terra di Puglia. Così ai
200 provenzali del castello di Crepacore assegnò una porzione del territorio omonimo,
corrispondente press’a poco all'attuale agro
di Faeto, ove si fusero con i pochi abitanti
preesistenti, che ne adottarono usi, costumi e linguaggio. Ben presto vennero ivi raggiunti dalle famiglie dei 200 provenzali, richiamatevi da un editto di Carlo del 20 ottobre 1272, che nello stesso tempo faceva
venire dalla Provenza altri 700 uomini destinati a Lucerà.
Ma, a causa de le rinnovatesi scorrerie
dei Saraceni sulle coste pugliesi, (quando
oramai dal 1282 era caduto a Caltabellotta
il breve regno angioino di Sicilia, sostituito
da quello aragonese), dieci delle famiglie di
Casale Crepacore, per maggior sicurezza, si
ritirarono nel castello abbandonato di San
Felice, da dove più tardi andarono ad occupare la vicina dimora estiva dei frati di San
Nicola, ove formarono un borgo al quale
posero il nome di Celle, dalle celle primitive dei monaci ivi esistenti. E due anni dopo,
cioè nel 1347, le rimanenti 190 famiglie
provenzali del Casale di Crepacore si trasferirono anch'esse a circa 4 km. di distanza, presso un cenobio dei benedettini, chiamato del Santissimo Salvatore dì Faiti.
E su di una sottostante collina, a circa
300 m. i provenzali fecero sorgere un piccolo borgo di rustiche capanne che, grazie
alla ricchezza dei boschi ed alla fertilità delle terre coltivabili e dei pascoli, furono ben
presto trasformate in comode case, recinte
da mura protettive. Nasceva così il borgo
Faeto, così chiamato dal nome del preesistente monastero benedettino.
* * *
Con il loro incessante lavoro i nostri provenzali si procurarono un meritato benessere sempre crescente, nei secoli successivi.
E poiché fine dei quaderni è « quello di
divulgare la conoscenza della nostra zona,
nostro paese, delle sue origini che gli conferiscono una particolarità unica (?) ed una
caratteristica tutta sua ». non è più compito dell’autore riferirne gli avvenimenti ed
episodi successivi. Perciò nulla ci dice più
della colonia provenzale e delle sue ulteriori vicende religiose, dopo l'eccidio dei calabro-valdesi del 1560-61.
Procedendo nel suo studio storico turistico. l'autore riferisce ancora alcuni dati sul
dialetto franco-provenzale di Faeto e di Celle, studiato nel secolo scorso dal Morosi ed
attualmente dal prof. Melillo Michele, docente di glottologia airUniversilà di Roma.
Riporta anche qualche saggio poetico di autori viventi che han scritto in quel dialetto: ((Lo traije s'angele de Falle, le figUj^
de Celle, lo gione de Faiti ».
Nel passato, costituivano le fonti delle risorse del paese, la forza motrice del Gelone,
con una decina dì mulini e mandrie di bovini e numerosi greggi di ovini. Ma. prosegue il Rubino. « favvento della civdllà meccanica e l'aifermazione di novelli principi
al governo della economia nazionale, in passato, hanno distrutto queste due attività,
cardine del benessere del paese, che. dì
conseguenza, ha visto farsi sempre più precipitosa la corsa verso la miseria ».
{continua a pag. 6)
lare di ostiere stati ricordati da qualcuno, è,
per l’anziano, un motivo di ìntima gioiosa
soddisfazione spirituale ohe esercita una benefica infuenza sulla sua particolare psicologia.
E per questo die la celebrazione della
VII giornata delFanziano è stata ner lutti
noi una otcasione di gioia oltre che una
possibilità di sperimentare visibihneiite la
simpatia che l’opera della Chiesa Valdese
riscuote nella considerazione delle autorità
della nostra cittadina di Vittoria.
Il programma di domenica 16 maggio, die
era stato inviato alle autorità, prevedeva un
cullo particolare alle ore 11 in Chiesa, quindi la visita alla Casa dì Riposo e da ultimo
un incontro con i ricoverali.
Oltre ai numerosi presenti, sono intervenuti alla cerimonia il Vicesindaco, ¡1 Comandante dei Vigili urbani, il presidente
deU’E.C.A., il presidente della «Pro Loco»,
I assessore alle finanze, il medico curante
delFAsilo accompagnalo dalla sua gentile
Signora, ed il corrispondente locale per la
stampa, prof. Marino, al quale siamo grati
per il lusinghiero articolo pubblicato su
La Sicilia » del 21-5.
Il Culto è stato nresieduto dal Pastore
• uderi. Direttore deUa Casa di Riposo.
Egh ha predicato sul testo di Matteo 25: 40:
« in quanto lo avete fatto ad uno di questi
minimi fratelli, lo avete fatto a me ».
II Pas'tore ha precisato che a nessun credente è lecito sottrarsi al dovere di manifestare la propria solidarietà con parole, ma
soprattutto con azioni concrete di servizio
cristiano, verso coloro che, per la loro oggettiva condizione di anzianità e di indigenza, indipendentemente dalla loro situazione personale che può essere soggettivamente determinata da complessi di natura
psicologica o psichica, economica o sociale, e quindi implicare gravi problemi spirituali e d ambientazione, devono essere considerati -come i (( minimi » fratelli di Cristo, e
quindi fratelli nostri, e pertanto devono essere assistiti, compresi ed amati. In essi infat
ti noi non incontriamo c non dobbiamo incontrariì 1 uomo, bensì Gesù Cristo personalmente, ohe nel bisognoso ama ancora incarnarsi in una misteriosa reale, attuale presenza, sulle vie di questo mondo.
Dopo il culto gli invitali hanno visitato
la Cavsa di Riposo, complimentandosi per
la dignitosa e sobria eleganza con cui la
casa è arredala in ogni particolare, quindi
si sono intrattenuti con i ricoverati nella
saia dove era stato preparato un rinfresco.
Il Prof. Assenza, Presidente dell’E.C.A ,
a nome delle autorità presenti, dopo aver
espresso il proprio apprezzamento'per il
messaggio « alto e nobile » udito durante il
culto, ha ringraziato per l’invito, ed ha rivolto ai ricoverati parole di sentita simpatia elle hanno commosso i nresenti. Insieme al Vicesindaco, avvocato Giudice, e-li
ha poi distribuito dei pacchetti di dolci che
la direzione - aveva preparato per ciascun
anziano. A noine degli ospiti dell’Asilo, un
ricoverato ha espresso i sentimenti di riconoscenza e di gioia dei vecchietti, leggendo una poesia da lui composta per l’oL
iasione. Dopo la cerimonia gli invitati hanno visitato la scuola di ricamo, esprimendo
un vivo plauso per l’opera di servizio criStiano che vi vSi svolge.
E’ inutile aggiungere che in nrivato la
lieta celebrazione ha avuto un seg'uito prêtlamente gastronomico; infatti una delle gioie
niaggiormente apprezzala dagli anziani, è
quella della buona tavola dinnanzi alla quae tu:ti improvvisamente dimenticano i malesseri quotidiani e non avvertono minima
mente il bisogno di attenersi alla dieta ed
alle limitazioni alimentari impcste dal me
dico.
E stato un giorno di gioia per i ricoverati, uno di quei giorni che, come dicevamo. rimane motivo e argomento di lieto
ricordo comune, per quanti nella Casa di
Kiposo. formano una piccola comunità familiare.
La nost.-a Casa è al servizio di tutti gli
evangelici anziani e soli; e mentre ciè
grato esprimere il più sincero ringraziamelilo a tutti gli amici che con le loro offerte
c'i ststengono nelle difficoltà quotidiane, cogliamo l’occasione per ricordare che vi sono
qui a Vittoria ancora dei posti liberi per
quanti hanno bisogno di compagnia e di
as.sistenza.
G. S.
A Roma : festa di canto
delle Scuole Domenicali
Per simpatica iniziativa, nuova crediamo
nella storia dell’evangelismo italiano. Domenica 23 maggio u. s. nel tempio di via
TV Novembre ha avutn luogo una ben riuscita festa dì canto delle Scuole Domenicali
di Roma cui hanno partecipato sei Scuole
Domenicali di diversa denominazione (Ballista, Metodista, Pentecostale, Valdese). Più
dì 1.50 i bambini convenuti lieti di una così
bella ed eccezionale occasione di incontra
per rendere gloria al Signore, insieme, con il
canto.
Tanto i canti di insieme, diretti dal Pastore Stanley Crabb, quanto gli inni cantati da ogni singola Scuola Domenicale o
gruppo di cantori sotto la guida dei propri
direttori o direttrici, sono stati di grande
edificazione per lutti i presenti. Dì particolare effetto gli inni cantati dal Coro della
Scuola deiristituto « Betania » di Tor Lupara e da quella della Scuola dell’Islitulo
« Taylor » di Cenlocelle. Nel corso delFincontro il Pastore Guido Malhieu ha sotto
linealo con appropriate parole il significalo
della <( festa » ed il Pastore Manfredi Ronrlii Ila porto un messaggio biblico da lutti
ascollato con vivo interesse, mentre altri
Pastori presenti hanno presieduto gli altri
elementi della liturgìa; all’organo il signor
Nino Grassi.
•\l termine dell’incontro una piccola refezione è stata distribuita ai bambini, mentre i Direttori e i Monitori si sono ritrovali fraternamente attorno ad una tazza di
lè. offerte dalla Chiesa ospitante e da bambini di Scuole Domenicali svizzere per diletto ìuieressamenlo del Pastore Guido Ceni,
ha, cui va la nostra gratitudine.
Per unanime consenso Fìniziativa sarà,
D. V., ripetuta in avvenire sia come occasione di incontro sotto allo sguardo del Signore, sia come mezzo adatto per dare incremento fra le nuove generazioni all’amore per il canto sacro.
« Arrivederci, dunque. Fanno prossimo e
buona preparazione »!
08828211
6
pag. 6
N. 24 — 11 giugno 1965
NOSTRE COMUNITÀ
P0MÄRETT0
Domenica 13 M Culto avrà inizio alle 10
presieduto dalla Commissione Distrettuale
per la rielezione o meno del Pastore.
Domenica 20 il Culto sarà presieduto dal
Maggiore salutista Levato e Signora in occasione del centenario dell’Esercito della
Salvezza.
Nel pomeriggio, egli presiederà la riunione al Clot d’inverso, contrada Ruina.
LUSERNA S. GIOVANNI
Miiiiiimiiiimiiuiiihi
IL CENTENARIO
della Scuola Latina
La domenica 27 giugno a Pomaretto sarà celebrato Ü primo centenario
dell’attuale edificio della Scuola Latina. Il Comitato organizzatore prevede il seguente programma : al mattino culto alle 10,30, presieduto dal Moderatore; seguirà l’agape fraterna, poi
visita dell’esposizione dei lavori degli
alunni ed ex alunni nonché dei ricordi fotografici della Scuola e ricostruzione in miniatura della vita della
Scuola e Convitto nel passato. La sera, nel teatro, recita rievocativa del
passato della Scuola.
Racco'mandiamo a tutti gii alunni,
ex alunni ed amici di farci pervenire
i loro lavori in vista dell’esposizione
oppure offerte in denaro il più presto
possibile. Inoltre siamo grati a quanti faranno pervenire materiale fotografico, scolastico, ricordi inerenti al
passato della Scuola Latina.
Il Comitato organizzatore
— La Cemunilà è «tata rallegrata (Iella
visita, il 29 maggio, di un vivace gruppo di
giovani studenti dell’Istituto Avventista di
Firenze, accompagnati in gita storica alle
Valli, dal loro direttore sig. £. Long, che
hanno celebrato il culto nel nostro plurisecolare tempio del Ciabas.
— Domenica sera, 6 giugno, abbiamo
avuto la gioia di accogliere una quarantina
di fratelli e sorelle germanici con i loro
pastori, provenienti da diverse comunità di
Mannheim. Alla mensa fraterna nei locali
della nostra Casa Valdese, ha seguito un
cordiale incontro con la comunità, allietato
da interessanti proiezioni a colori sulla
grande città protestante Renana e da canti
eseguiti dalla nostra Corale e dal gruppo
degli ospiti.
— Il 2 giugno 22 nostri catecumeni, con
i confratelli di altre 5 comunità delle Valli,
si sono recati, in due robusti automezzi, in
gita al mare, generosamente accolti negli
ariosi locali dell’Istituto Valdese di Borgio
Verezzi dai suoi nuovi direttori, sigg. Cbia
via ai quali rinnoviamo, con la nostra già
titudine, i nostri migliori auguri..
Muovi focolari — Persevera fra noi una
felice fioritura nuziale. Sabato 5 corrente,
nel nostro tempio dei Bellonatti, abbiamo
unito nel lieto vincolo matrimoniale due
cari giovani collaboratori : Stefano Danna
e Giovanna Long, figliuola del nostro Anziano Eugenio Long; e domenica abbiamo
avuto la gioia di unire nel sacro vincolo
altri due cari sposi, originari di Villar Pellice : René Baridon e Alma Planchon, (die
andranno a stabilirsi negli Stati Uniti. La
Corale ha espresso col canto, agli uni e
agli altri sposi, il suo affettuoso augurio.
Avvisi — Il Concistoro è convocalo in
seduta, sabato 12 corrente alle ore 21, al
Presbiterio.
L’.Assemblea di chiesa è convocata in seduta di fine anno domenica prossima 13
giugno alle ore 10. 11 culto iniziale sarà
presieduto dal Pastore Cipriano Tourn in
visita alla comunità che serba di lui il più
grato e affettuoso ricordo. j.
VILLAR PELLICE
BOBBIO PELLICE
Ringraziamo il Pastore Sig. Emilio Ganz
ed il sig. Aldo Varese i quali hanno presieduto rispettivamente il culto serale delrAscensione ed il culto di domenica 30
maggio nella nostra comunità.
Nell’Assemblea di Chiesa di domenica 23
maggio sono stati riconfermati quali revisori dei conti i nostri fratelli Charbonnier
Alberto fu Davide (Abses) e Re Paolo fu
Giovanni Battista (Via Cromwell).
Tutti i catecumeni neo-confermati hanno
partecipato alla ottima gita che è stata organizzata per loro mercoledì 2 giugno a
Borgio Verezzi dove lianno trascorso una
magnifìca giornata e ringraziano la Casa
Balneare Valdese per la ospitalità ricevuta.
c. a.
Diverse volte nel corso di queste ultime
settimane abbiamo dovuto riprendere la
strada del cimitero per accompagnarvi le
spoglie mortali di alcuni fratelli e sorelle
giunti al termine della loro giornata terrena. Ci hanno infatti asciato per rispondere
alila suprema chiamata : Fontana Lidia
(Ciarniist, di anni 65; Geymonat Paolina
nata Talmon (Centro-Sabbione), dì anni 64;
Monnet Erminia nata Bau (Praferrero), di
anni 58; Gaydou Paolo (Cenlro-Saret), dì
anni 86.
Per alcuni la chiamata è giunta improvvisamente; per altri invece dopo un breve
periodo di malattia. Ai familiari e ai parenti tutti di questi nostri scomparsi rinnoviamo l’espressione della nostra sincera e
fraterna simpatia ed imploriamo su di loro
le consolazioni che vengono da Alto.
— Il S. Battesimo è stato amministrato a:
Alma, Marco, Luigi e Claudio Ranibaud
(Centro-Saret), di Aldo e Susanna e a Bruna
Berton (Inverso-Cognetti), di Alberto e
Ernestina. Il Signore accompagni con la sua
grazia questi agnelli della sua greggia, insieme ai loro genitori, padrini e madrine.
— La Comunità ringrazia i Pastori Sig.
Franco Sommani e Sig. Seiffredo Colucci
e il Sig. Alberto Lazier, che — in assenza
del Pastore - - hanno presieduto un funerale e due culti nel tempio.
’— Grazie alla generosità di molti amici
e dei membri di chiesa il « bazar » annuale. organizzato dalle due Unioni delle Mamme e delle Giovani, ha avuto un esito lu
Casa Materna, Portici
In 60 anni ha accolto oltre 10.000 fanciulli
La Casa Materna di Portici (Napoli) è
in festa domenica 13 giugno dalle ore 16
alle 20. I bambini della Casa Materna presenteranno un programma di canti e di recite per festeggiare la data del ÓO® anniversario della fondazione della Casa. Oltre ai
160 interni vi sono altri 250 fanidulli esterni che daranno il benvenuto agli ospiti e
tra questi ultimi vi saranno molti vecchi
alunni della Casa Materna.
lu 60 anni di vita più di 10.000 fanciulli
sono usciti dalla Casa dopo anni di studio e di
cure affettuosamente prodigate loro dalla
famiglia Santi e dai loro coadiuvatori. Molti hanno già inviato il loro contributo e
la promessa di partecipare a questa manifestazione che in primo luogo vuole essere nu atto di ringraziamento a Dio per
quanto Egli ha compiuto per una si grande famiglia e di riconoscenza agli amici
che con fedeltà hanno sostenuto l’opera
attraverso gli anni.
Casa Materna dispone di un magnifico
parco e di ben 7 edifici e il programma
della festa verrà interamente svolto nel parco tra i grandi fabbricati della scuola, dei
dormitori e dell’infcrmeria. Situata alle falde
del Vesuvio ella gode di una magnifica
vista sul mare. Durante i mesi estivi la
Casa Materna accoglie molti altri fanciulli
che hanno particolarmente bisogno di cure
marine. I piccoli ricoverati sono felici nella loro Casa e vivono una vita veramente
familiare. 1 loro volti sono giulivi e sorridenti quando possono mostrare la loro Casa,
il loro giardino ai visitatori. Sono bambini
orfani e abbandonati e se hanno i loro genitori sono in Casa Materna per sfuggire
allo stato di abbandono, di povertà, di sofferenza in cui si trovano. Sono bambini che
hanno vissuto in comunità isolate e non
hanno avuto quindi l’opportunità di stu
A Torre Pellice in fresca e amena
località in mezzo ai monti
VACANZE
O PREPARAZIONE
AGLI ESAMI
da! 29 giugno al 31 agostoi presso il
Convitto Valdese. Giochi e passeggiate - Tennis - Campo di foot-ball - Palla
a volo - Piscina coperta - Soggiorno
minimo 20 giorni. Prospetti e illustrazioni scrivendo a Convitto Maschile
Valdese - Torre Pellice (To) tei. 91.230
diare. Entrano in Casa Materna tra i 5-8
anni per rimanervi fino ai 16.
Le sciiole interne sono riconosciute dal
Provveditorato agli Studi e sono molto apprezzate dalla popolazione de; paesi vesuviani. Ogni anno un centinaio di ragazzi
si presentano per gli esami del primo e secondo ciclo della scuola elementare p in
questi ultimi anni non vi è stato un ragazzo
solo che non abbia 'ittenuto Tapprovazione.
Vi è anche l’insegnamento pratico che
viene dato a Casa Materna neH’officina meccanica, falegnameria e Radio Televisione.
Le bambine si interessano dei vari aspetti
dell’economia domestica e imparano il taglio, il cucito, il ricamo. Vi è anche una
banda musicale e una trentina di ragazzi si
esibiranno nel programma del 13 giugno.
La Cappella di Casa Materna è aperta al
pubblico nei culti domenicali ed è la sede
di battesimi, di luogo di raduno per le
classi dei catecumeni. Molti ex alunni hanno
celebrato le loro nozze in (juesto luogo.
Sul frontone principale della Casa vi è la
scritta: « Lasciate i fanciulli venire a Me o.
E’ un richiamo per gli uomini di fede e
di buona volontà a condurre i fanciulli a
Gesù e in quelle parole vi è tutto un programma da realizzare.
Fu nel 1905 che il Pastore Riccardo Santi
in una piazza di Napoli si imbattè in due
orfani e sentì il suo compito. Una voce
come venisse da lontano gli diceva; «Accogli questi bambini, fai qualcosa per loro
ed io ti benedirò ». Con l’aiuto di Mamma
Santi la Casa Materna andò avanti per
molti anni con risorse economiche molto
limitate.
Dei quattro figliuoli di Papà e Mamma
Santi, Luisa la primogenita mantiene vivi
i contatti della Casa con i benefattori dell’opera in America. Emanuele è il pastore
e il consigliere dei bambini. Teofilo, l’amato
dottore con Emanuele dirige la Casa. Fabio
per anni prodigò tutto se sKisso fino al giorno che la sua vita fu troncata improvvisamente a causa di un incidente automobilistico. Livia Santi, la moglie del dottore è
oggi la mamma di tanti fanciulli. Coadiuvano al benessere della Casa una (pjarantina
di insegnanti e di membri del personale
interno. Casa Materna è un’opera che vive
con l’aiuto che riceve da innumerevoli amici
e Chiese in Italia e all’estero. La Casa Materna ha il suo compito fino a che vi sono
fanciulli che soffrono ed è (juello di tenere
le braccia aperte per offrire un’oasi di pace
e di tranquillità e la possibilità di una vita
abbondante e di premesse divine.
La presenza del pubblico alla festa servirà
di sprone e di auspicio per il futuro di
questa grande famiglia di bambini.
singhiero. A lutti i generosi donatori vada
l’espressione della nostra più viva riconoscenza.
Insieme ai loro compagni di Bobbio Pelliie, S. Giovanni, S. Secondo e Pramolb, i
Catecumeni di 4“ anno si sono recati in
gita a Borgio Verezzi il 2 giugno. Là essi
sono stati accolti molto cordialmente alla
Casa Valdese ed hanno trascorso una bella giornata in riva al mare. Alla Signora e
al Signor Chanvie, direttori della Casa Valdese, e a tutti i loro gentil; collaboratori
diciamo ancora il nostra grazie molto vivo.
— A motivo del tempo incerto il (( radu
no » estivo della gioventù, indetto a Chiol
d’ia Sella per la domenica 13 giugno, e
rinviato alla domenica 11 luglio. I giovani
prendano buona nota del cambiamento di
data e riservino fin d’ora la nuova domenica
indicata per la hoslrà piccola gita « a
piedi ».
Per la domenica 20 giugno è in programma la gita dei giovani dell’Unione del Centro e dell’Unione del Teynaud a Serre Pon5011 (Francia).
— La nostra Comunità avrà il privilegio
quest’anno di accogliere la Conferenza Distrettuale del 1“ Distretto, che si svolgerà
nei giorni 16 e 17 giugno. Siamo grati di
questo privilegio e porgiamo fin d’ora il
nostro più cordiale saluto di benvenuto ai
fratelli e alle sorelle delle altre Comunità
(he saranno in tale occasione tra di noi.
Accoglieremo i nostri ospiti alla Miramonti, ma per la notte offriremo loro ospitalità
nelle nostre case. Iste famiglie della Chiesa
che hanno una stanza disponibile, e che
sono disposte ad accogliere qualcuno di
questi graditi ospiti, sono pregate di comunicarlo al più presto al Pastore. A rappresentare la nostra Chiesa sono stati eletti alla prossima Conferenza Distrettuale:
la -signora Luigia Ferrari, il sig. Umberto
Pascal e il sig. Umberto Alilo; al Sinodo:
la signorina Maria Dalmas e il sig. Stefano
Cairus; supplente il sig. Stefano Fontana.
— Incominciano a giungere i primi ospiti estivi, fra di essi sono diversi Villaresi
lontani da tempo, alcuni dei quali giungono dalla lontana America. Ci rallegra molto il pensiero di poterli avere per un po’
di tempo in mezzo a noi; li salutiamo tutti
mollo cordialmente ed auguriamo loro un
ottimo soggiorno tra di noi.
MASSEL
GENOVA
BENVENUTO — 11 Pastore Silvio Long
è stato invialo dalla Tavola Valdese a Genova per un periodo di quattro mesi, per
collaborare con il Pastore locale. La decisione della Tavola è stata accolta con gratitudine dalla Chiesa di Genova. Da vario
tempo si sentiva il bisogno dì una più intensa cura pastorale nella Comunità.
11 Pastore Silvio Long è giunto fra noi
in aprile ed è già ben conosciuto ed apprezzato. In questi due mesi egli ha già
visitato oltre cento famiglie ed ovunque è
stalo accolto con gioia. Oltre alle visite
pastorali ed alla frequente predicazione,
Ila anche dato nuovo impulso all’attività
della Corale.
CONFERMAZIONI — Il giorno di Pentecoste sono stati confermati ì seguenti
Catecumeni ; Amodeo Sandra, Cougn Giulio, De Pilla Roberto, Gerwien Corinna,
Giìleron Hans, Mori Angela, Saettane
Giorgio, Salai is Simona, Simeoni Sandra,
Szabo Stefano.
Abbiamo accolto con gioia questi nuovi
Membri d; Chiesa e li esortiamo a perseverare nella fede e ad essere disponibili
pei un servizio fedele in seno all’evangelismo italiano. Da parte nostra siamo impegnati verso di loro in una testimonianza di
solidarietà nella preghiera e neH’esempio
di una vita rinnovata dallo Spirito Santo.
CONFERENZE DI EVANGELIZZAZIONE — Anche qui desideriamo inviare il
nostro pensiero di alto apprezzamento e
riconoscenza ai Pastori Giorgio -Bochard e
Piero Bensi ed al Giudice Franco Bacchino
per le conferenze tenute a Seslri Ponente.
11 messaggio dell’Evangelo è stato annunziato in un linguaggio aderente alla realtà
del mondo operaio ed ai problemi che si
agitano nel nostro tempo.
Abbiamo avuto ultimamente un incontro
dei Consigli di Chiesa di Genova, Sampìer
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 13 GIUGNO
Sergio Carile
DOMENICA 20 GIUGNO
Liberante Matta
Notre paroisse et un grand nombre d’amis
ont entouré la famille de Tron Henry de
Bt'lcille lors de rensevelissement de Joséphine Tron, qui nous a quitté après une
longue et douloureuse maladie. Puisse son
exemple de foi et de soumission demeurer
vivant parmi nous.
Nous remercions chaleureusement Mr. Re.
nalo Coï-sson et Claudio Raima du Po-maret
qui ont présidé nos cultes de l’Ascension et
de dimanche 30.
L’Union féminine a terminé son activité
en réalisant jeudi sa vente annuelle avec
beaucoup d’entrain et de bonite volonté;
malgré le temps froid et pluvieux les résultats de cette journée ont été excellents. La
loterie est renvoyée à plus tard, dans le
mois de juin avec la soirée que les jeunes
ont l’intention de réaliser.
Il serait trop long d’énumérer toutes les
personnes qui ont collaboré à la réussite de
ce bazar: un merci à ceux qui ont offert
des dons en nature et à tous les vaillants
collaborateurs.
F.ÌET0: la vetta di Puglia
Il reddito delFattuale attività agricola è
bassissimo, forse insuilìciente a coprire financo le spese di produzione. Per cui il sorgere
e raffermarsi del fenomeno assai triste delTesodo in massa, per sopravvivere! Per cui
Faeto, che aveva nel passato non lontano 5
mila abitanti, forse non tocca più, oggi, i
due mila.
Chiudono il simpatico volumetto altre notìzie di carattere turistico su questo borgo
dal bel nome montanaro, a 47 km. da Foggia e il cui agro è di circa 2.815 ettari, in
parte incoltivabili. Ha una bella Chiesa parrocchiale, una Scuola materna del Sacro
Cuore, una Sala di attività deirEsercito della Salvezza, un Comando di carabinieri e
conserva un bel numero di usanze particolari che rendono caratteristico il volto di Faeto, nel vasto panorama dei comuni agricoli
della provìncia di Foggia e di tutta la pianura pugliese. T. G. PoNS
avvisi economici
ADELPHIA
Centro Giovanile Evangelico
CAMPO STUDI
18 luglio - 1 agosto 1965
Iema: Attualità e validità del messaggio
della Riforma dopo il Concilio Catinino II.
Direttori: Pastori Alberto Taccia ■ Salvatore Briante.
Domenica 18 luglio - Arrivi e sistemazioni.
Lunedì 19 - Lutero: un’altra Chiesa, o la
stessa ma riformata?
Martedì 20 - Studio comunitario: E. 4: 1-6.
Mercoledì 21 - Scrittura e tradizione: la
fonte o le fonti della rivelazione?
Giovedìi 22 - Studio comunitario: 2 Tini
3: 10-17; 4: 1-5.
Venerdì 23 . L’autOTÌIà nella Chiesa: il problema della collegialità.
Sabato 24 - Studio comunitario: Matteo
18: 15-20.
Domenica 25 - Culto a Vittoria.
Lunedì 26 - Sacerdozio universale o collaborazione laica?
Martedì 27 - Studio comunìlario: I l’Ietro 2: 1-10.
Mercoledì 28 - Fermenti nuovi nel caltolicesimo: accidenti e sostanza.
Giovedì 29 - Studio comunitario: Cala
ti 2: 1-10.
Venerdì 30 - Il Congresso Evangelico Italiano.
Sabe'o 31 - Relazioni ed impressioni sul
campo.
Domenica I» agosto Nella mattinata: partenze.
Quota di partecinazione a tutto il camoo
lire 10.500 più lire lOOO di iscrizione.
CAMPO CADETTI
5-16 luglio 1965 . Età dai 13 ai 16 ani
Tema; La nostra fede.
DìRettore: Pastore Giovanni Scuderi.
Lunedì 5 luglio - Arrivi e sistemazione.
Martedì 6 - La rivelazione: scrittura e
dizioine.
Mercoledì 7 - Studio comunitario ; I
2: 1-5; Luca 1: 1-4; Giov. 20: 29-31
Giovedì 8 - Libero esame e magisteri'
clesiaslico.
Venerdìi 9 - La Parola di Dio ne! culli;
predicazione
Sabato 10 . Studio comunitario -. .Alti 2: 1
Domertica li - Culto a VlrtOria.
Lunedì 12 La Parola di Dio nel culti
liiturgia.
Martedì 13 - La Grazia.
Mercoledì 14 - La fede.
Giovedì 15 - Studio comunitario: I C
zi 3: 1-15.
Venerdì 16 - Partenza dei campisti.
Quota di partecipazione Lire 8.00(1
L. 500 di iscrizione.
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darena e Sestri Ponente per esaminare i
probl(ani inerenti a questa attività svolta in
comune tra le varie Chiese Evangeliche di
Genova. Sono state sollevate obiezioni sui
metodi seguiti nella nostra opera di evangelizzazione. Nell’incontro che avremo il
21 giugno prossimo, verranno presentati
degli studi biblici che possano chiarire,
sulla base del Nuovo Testamento, il problema del contenuto, dei melodi, del linguaggio delle campagne di evangelizzazione. Noi speriamo vivamente che questa
attività di evangelizzazione possa essere
continuata in Genova ed ancora in comune
con le Chiese Battiste, Metodiste, dei Fratelli ed alle Aessemblee di Dio.
RIUNIONE DELLA COMUNITÀ’ — Il
Comitato di studio ha (ontinuato il suo lavoro con impegno notevole. Abbiamo cosi
avuto altre riunioni della Comunità per lo
studio dei documenti del Congresso.
NeU’ultima riunione, avuta il 16 maggio
u. s., abbiamo ripreso lo studio del documento della Commissione mista ValdeseMetodista. Già lo scorso anno avevamo
avuto la possibilità di esaminare il documento dopo la esposizione che ne fece a
Genova il Pastore Neri Gìampiccoli, Presidente della Commissione. In seguito alle
discussioni sinodali, il problema torna di
nuovo aH’esame delle Comunità. Data l’importanza del problema non abbiamo voluto affrettare la conclusione delle nostre discussioni: così ci ritroveremo la domenica
13 giugno per preparare i nostri ordini del
giorno al riguardo.
E’ giunto anche il documento della Commissione permanente per l’istruzione secondaria. Lo studieremo.
NELLE COMUNITÀ’ — Domenica 23
maggio è stato presentato al Battesimo Andrea Schenone. Alla famiglia Schenone
Franco la Comunità esprime voli di ogni
benedizione nel Signore.
— Domenica 25 aprile u. s. si sono uniti
in matrimonio Ferdinando Olandese e Clara Galletto. Agli sposi rinnoviamo l’augurio di serenità e fiducia nel Signore.
Culti a Chiavari il 13 giugno (ore 16) c
a Nervi il 20 giugno (ore 15, 30).
Per informazioni rivolgersi: Pastore Gio
vanni Scuderi - Via Garibaldi, 60 . Viiiori.-i
(Sicilia).
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
□. 175, 8-7-1960
Cip. Subalpina s-p.a. - Torre Pellice (Toi
RINGRAZIAMENTO
Le sorelle Malan, commosse p; r la
testimonianza dì affetto e di si apatia ricevuta nelle dolorose circost nze
della lunga malattia e della dipa tita
della loro cara.
Amilda
nell’ impossibilità di farlo singolarmente esprimono la loro riconoscenza
a tutte le gentili persone che con fiori o di presenza hanno voluto partecipare al loro dolore. Ringraziano^ particolarmente il dottor E. Gardiol che
l’ha assistita per lunghi anni, il Past.
F. Sommani e il Missionario R. Coisson e il sig. Agli.
« Le malheur atteint souvent le
juste, mais l’Eternel l’en délivre toujours ».
(Psaume 34: 20)
RINGRAZIAMENTO
La vedova ed i figli del compianto
Alessandro Lageard
commossi per la dimostrazione di stima e di affetto tributata al loro caro
estinto, ringraziano tutti coloro che
di persona o con scritti hanno preso
parte al loro dolore.
Ringraziamento particolare al medico curante dott. Peyrot ed al Past.
Rivoira.
Pomaretto 30-5-1965
AFFITTASI camera luglio-agosto, Inverso
Torre, ex-cascina, appartata, riposo, fitto
da convenire. Scrivere Claudiana, Torre
Pellice.
ACQUISTEREI pianoforte occasione, buono
stato. Scrivere Claudiana, Torre Pellice.
La SCUOLA VALDESE DI ECONOMIA DOMESTICA, sistemata nella
nuova sede di Torre Pellice, accoglie
per i mesi estivi un numero limitato
di bambine bisognose di un periodo
di vacanza in luogo salubre.
Per informazioni rivolgersi a: Pastore Franco Sommani - Torre Pellice
( Torino.
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RIMIMI.