1
ANNO LXXV
Torra P«ntt<l> ■$ Miwpnilire
N; 4»
? tlr'
Nulla ala più forte della,:vostra fede!
' (Olaoavello)
SETTIMANALE DELLA
CHIESA V |l L O ESE
Riguardate alla roccia onde foste tagliati
Ossia U: 1)
ABBONAMENTO
L. 75,-----
Italia fino al 31 dicembre .
iBtaro .....»* *•
Ogni eawbéamwte d’iadirlsEa aaata L. tre
I* —
La copia Lire TRE
REDAZIONE: Via Sibaud, 7 - Bobbio Penice^
AMMINISTRAZIONE : Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pallice
E*
Perdono
« Rimettici i nostri debili come anche
noi U abbiamo rimessi ai nostri debitori»:
Matteo 6: 12.
Che cosa sono i nostri debiti? Qual’è il
senso (li questa richiesta fatta tante volte a
Dio?
Neiririsegriainento di Gesù appare chiaro
che ogni nostra mancanza verso Dio e verso il prossimo, cioè ogni nostra colpa, ogni
nostro peccato, sono considerati come un debito che noi non abbiamo modo di estinguere, ma di cui il creditore,, Dio, ci pu(> far
grazia senza esigerne il pagamento. Siccome, però, ia parola debito poteva dar luogo
ad una erronea interpretazione e indurre
molti a considerarla nel suo senso vero e
proprio, invece che nìetaforico, alcuni traduttori hanno preferito sacrificare la metafora alla chiarezza e dire: Perdonaci i nostri peccati ovvero le nostre offese, come anche noi abbiamo perdonato ai nostri .offensori.
11 significato, in sostanza, non cambia;
Gesù vuole affermare che noi siamo dei peccatori davanti a Dio, cioè dei debitóri di
Dio. Si profila, quindi,'evidente la necessità
di un perdono da parte di Dio.
Fino a qne.sto punto, la richiesta del Padre Nostro ci appare legittima e giustifica-,
la. Uno dei bisogni più profondi deiranima,
speciaimente da, quando Gesù Cristo ha‘dato
agli uomini una conoscenza più esatta del; la loro natura e delle esigenze di Dio, .è il
re di ogni nomo, lo assilla, lo tormenta, Io
fa gemere, lo sospinge verso qualcuno che
sia in grado di liberarlo dal peso che l’opprime e'-non s’acqueta se non nella visione
della croce del Redentore, nell’umile, fìducio.so, filiale abbandono alla grazia di Dio.
<i Giustificati dunque per fede, abbiam pace
con Dio per mezzo di Gesù Cristo».
Conoscendo per esperienza le nostre colpe e, conié diceva S. Anseimo, qual sia il
¡iCso del nostro peccato, non possiamo ignorare il valore o la neijeasità di queste parole: « Hhneltici i nostri debiti».
IO son queyb. che per anuri di me stesso cancello le tue trasgressioni e non mi ricorderò
più dei tuoi peccati!» (43; 25).
. Il perdono fraterno non è la causa e neppure la misura del perdono di Dio; esso è
semplicemente un dovere, il sacro dovere di
chiunque ha creduto nella l’ealtà del perdono di Dio ed afferma il principio fondamentale che nessuno ha il diritto di présentai si
davanti a Dio per chiedergli il perdono dei
propri peccati, se prima non ha pei donato
ai suoi offensori.
Il concetto del perdono'reciproco e fraterno, nel se:^o della comunità cristiana, non
deve più es.sere alterato dai nostri'en'orl o
dai nostri pregiudizi; poiché chi pensasse di
poter invocare la misericordia di Dio su di
sè senza esser misericordioso verso gli altri, mostrerebbe di non aver lo spirito di
Gesù Cristo e di non aver compreso il significato del Vangelo.
In questi, ultimi anni abbiamo tutti sofferto a causa deH’insegnamento dell’odio e della pratica della violenza. Siamo stati immersi in un mare di vendette che ha .minacciato di travolgere fumanità. Abbiamo visto i frutti della malvagità umana e perchè
non diremmo apertamente ai nostri figli, ai
nostri amici ed alla società in cui viviamo.
che'se noli .siiezziamo la pesante catena delle
I'; 1 a pp tesa glie, e delle contro rappresaglie, sul
I piano della vita individuale e collettiva, del|f le vendette e delle contro'vendette, delle of^ tese che non si perdonano perché non si de%vono ppi donare, noi periremo un giorno o
alilo ■^ot.lo il peso di quella infernale catena. ,
t. ■ Nel mondo ci sono state delle crudeltà
t^^iiiaudih’ che nessuno di noi deve considera»
I le con indulgenza. Più che giudicare e coni dannalo, il cristiano ha, però, il dovere di
I additale ai Suoi fratelli ed àgli uomini del
i-mondo la grande promessa della riconcilia'zione con Dio per mezzo di Gesù Cristo, -riconciliazione che può attuarsi a favore di
tj, tutti gli uomini, anche dei più malvagi e
^ peccatori. . . ,
® Se in molti paesi del mondo, devastati
l'Vdalla guerra, gli uomini possono ben pren" dersi per mano e dire: u Dacci oggi il no
stro pane quotidiano », quegli stessi uomini.
insieme con noi, debbono continuare a pren*?(leisi pm Ulano, solidali nella colpa e nel
v? la promessa di perdono, per dire: ufìimet
'tici i nostri debiti come anche noi li abbia
*.7110 limessi ai nostri debitori».
E. Rostan.
i - Ammisi
QuaFè, perù, il senso della seconda parte
della richiesa; »Come anche noi li abbiamo
rimessi ai nostri debitori»'! Quanto raramente abbiamo riflettuto a queste parole
nella recitazione del Padre Nostro!
Quando diciamo: »Rimetntici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai
■nostri debitori», non possiamo illuderci di
diventare noi stessi, mediante il nostro atteggiamento verso il prossimo, la causa prima, efficiente del nostro perdono e della nostra riconciliazione con Dio. E’ chiaro che,
a questo riguardo, dipendiamo prima di tutto da Dio e che, se così non fosse, non avrebbero alcun senso parole come queste: uNon
che noi abbiamo amato Iddio, ma che Egli
ha amato noi, e ha mandato il suo Figliuolo
per essere la propiziazione per i nostri, peccati» (I Gìov. i: 10).
D’altra parte non si può heppur dire che
il nostro perdono costituiscii la misura del
perdono di Dio, come se Jddio ci perdonasse
soltanto nella misura in cui noi perdoniamo.*
Che cosa potremmo allora sperare da Dio,
noi che così spesso limitiamo, restringiamo,
svalutiamo il concetto del perdono reciproco con le nostre parole ,o con il nostro atteggiamento. Noi diciamo: »io ti perdono, ma
non voglio più aver alcun ropporto con te;
io ti perdono, ma non voglio più vederti; io
ti perdono, ma rion dimenticherò mai il male
che mi hai fatto ! » quando noi non diciamo
addirittura : » No, io non U perdono ! » Che
cosa ci sta a fare quel ma? Udite invece
come parla Iddio per bocca del profeta
Isaia: » Tu m'hai tormentato con i tuoi peccati, m'hai stancato con le tue iniquità. Io,
\'~Iìipioduciamo qui la seconda parte di un
grticolo appaiso svila Riristn »L’Appello»,
1!M3, ri. 6.
Al dibattito costituzionale ci augiiriamo
che i Protestanti italiani vogliano contri- '
buire largamente, con il meglio delle loro
energie, in modo che non si ‘ smentisca la .
loro ineliminabile funzione di ¡minoranza
attiva ed efficace, tanto più che esso, almeno per un settore — quello dei rapporti fra
lo Stato e la Chiesa — li riguarda direttamente. '
In questo settore purtroppo, dal punto di
vista di quello che secondo noi può essere, .
l’unico modo di porre su basi civili ed oneste i rapporti fra il potere politico e le .
religioni in un grande stato moderno, non .
vi sono da registrare finora che degli in-,,
successi. Gli unici rapporti ammissibili sono, secondo noi e secondo la coscienza civile di tutto il mondo, la tutela d'nnn piena
ed incondizionataJiberià di coscienza e di
culto.
A mo’ di apertura del dibattito fra noi e
prima di. cedere la parola a specialisti e a
chi sia in problemi costituzionali più competente di me vorrei dare un rapidissimo
cenno di questi insuccessi che si possono .
assai bene smtetizzare con i tre aggettivi
adoperati per indicare là posizione giuri»
dica dei culti non cattolici in tre documenti italiani a cara.ttere ' costituzionale, cioè ;
nello stato albertino del 4 marzo 1848,■ nella ;
legge del 24 giugno 1929, n. 1159 e nei di- •
ti italiani a earettere costituzionale, cioè :
Congresso di- Verona del Partito Fascista
Repubblicano in cui si abbozzano le direi-’
live costituzionali di quella «Repubblica «
So.ciale» italiana che si divide oggi con il
«Regno d’Italia» di Vittorio Emanuele III’®
per quel poco di sovranità che gli occupanti »
(lisdegnano. In questi tre documenti i culti
diversi dal cattolico, apostolico e romano
sono indicati rispettivamente come tollerati,
ammessi, rispettati e tutti e tre rappresenlano un fallimento, rispetto al raggiungimento di una reale e piena libertà di coscienza e di culto giuridicamente garantita
e tutelata. ''|
Se ritalia ha da uscire definitivamente
da una specie di minore età rispetto all’intera Europa quale uscirà daU’attuale contutto, nessuna.,di queste tre formule può sopravvivere. Perchè se si vuole uscire dalratmosfera di compromesso non ci si può
accontentaié, come si è fatto finora, che in
Italia la carta fondamentale dello stato fos.se lineila che lesse, lua poi in pratica non
ci fossei'o state persecuzioni religiose da più
di un secolo -a questa parte.... che la legge
dei culti ammessi codificasse una disegua■ glianza fra i cittadini di fronte alla legge,
ma poi in pratica di atti d’intolleranza troppo palese non si tessero verificati e, cosi
via.,
Mi si potrà subito obbiettare che ii valore di questi tre documenti è molto diverso,
non foss’altro che per la loro durata, poiché lo statuto albertino è durato in vigore
74 anni, fino al 28 ottobre 1922, la legge
«dei culti ammessi» è durata in vigore 14
iuiui fino all’8 settembre 1943 e i diciotto
punti sono solamente nti abbozzo di costituzione ,a cui non si sa se dev’essere attribuito
valore (li legge. Eppure i tre documenti sono
bUettanieiite connessi, sono ciascuno'la continuazione e la conferma- del ¡precedente. Infatti la <( legge dei culti ammessi » fa parte
della legislazione della cosidetta «Conciliazione» cioè di quel Trattato del Luterano e di
(jnel Concordato fra lo Stato sabaudo-fascista e la Santa Sede il cui priìno articolo non
fa che ribadire la prima parte dell’art. 1 dello statuto- albertino riaffermando che la religione cattolica ap^ostolica romana è la sola religione dello Stato, e se L'affermazione
che i culti diversi dal cattolico romano sono
« rispettati » contenuta nei diciotto punti ha
una validità più discutibile, non loss’aKro
che per la sua estrema vicinanza nel tempo; non bisogna dimenticare che essa promana dagli stessi uomini e dallo stesso pensiero che furono artefici dei patti lateranen•si dèi 1929.
Tutta questa legislazione italiana in merito alla libertà di coscienza e di culto dà a
dii le si avvicina la penosa inipiessione di
star in piedi su una lama di rasoio, di
essere sfuggita di stretta misura dal conlroll<3 di fautori della più brutale intolleranza religiosa e di acer il fiato corto dalla
gran corsa defila fuga. La situazione spagnola è stata, sembra, evitata per miracolo:
siamo del parere che tutto ciò debba appartenere al passato, e che ben altro debba escusse re r avvenire. .
In fondo, in tutta la legislazione posteriore, Io spirito dello statuto albertino non è
mai stato sconfessato (dico nella legislazione
e non nella prassi che è stata rfuasi sempre
tollerante), come noo ne è mai stata abrogata la lettera. Confesso che non mi ero finora preoccupato di conoscere lo statuto albertino nella sua .forma letterale, contentandomi di conoscere quel tanto del suo contenuto che un normale curriculum scolastico portava a conoscenza di ciascuno di
noi. Ora ho sotto gli occhi il documento
originale che è veramente, dal mirabolante
preambolo al contenuto.di molti dei suoi
articoli, un ben strano miscuglio di assolutismo monarchico del tipo più rigido, di
paternalismo più illiberale che immaginar
ai possa e di clericalismo più ottusof costretto a cedere a denti stretti ed a malincuore quegli istituti rappresentativi e democratici e quelle libertà fondamentali dai
quali nconosciamo oggi uno stato moderno.
Così nel reale soliloquio del 4 marzo 1848
Carlo Afiierto dice testualmente: «Con ledilà di Re’V con affetto di padre Noi... pren;.
(tendo itiiicamente consiglio dagli impulsi
del Nostro cuore.fh considerando... le istituzioni rappresentative... come il mezzo più
sicuro di raddoppiare quei vincoli d'indissolubile affetto che stringono all'Italia Nostra Corona un popolo che tante prove Ci ha
(iato di t^de, di obbedienza e di amqre.^. n,
E’ un modo certo peculiare di considerare il diritto di un popolo e degli istituti
democratici il vederli solo come mezzo di
raddoppiare, il vincolo del popolo al monarca, e se si pensa che la Costituzione Americana è di 61 anni precedente Io Statuto
.iVlbertino e la dichiarazione dì Lincoln sul
governo del popolo, per il popolo, attraverso
i! popolo gli è di soli quindici anni posterio- ■
re si deve concludei-e o che coesistessero mer,
diiieyo in Piemonte e ygnteàmo sepoffi iB Airiericà o eiie la. luódemit'à dT*Ìingù,àg§Ì0'¥
di concetti della carta fondamentale americana fosse davvero un mirabile inaudit*
portento.
In relazione a tale preambolo non è meraviglia poi che il nostro statuto del ’48 si
inizi con l’affermazione, di per sè dà rigettare, di una <creligione Mello stato», che la
libertà di culto sìa strappata attraverso lo
aggettivo « tollerati », che là libertà di riunione sia data cOn una mano e tolta con
l’altra vietando le riunioni airapèrto(art. 32)
e che la libertà di stampa sia data a denti
stretti e negata per la stampa religiosa che
limane sottoposta agli imprimatur vescovili
(nrt. 28). Il miracolo, se miracolo vi è, è che
la vita pubblica italiana abbia potuto godere
in uu clima in effetti democratico dal ’70 at
1!22 con una siffatta carta fondamentale
(Irilo stato.
Ma tant'è, sia qualsivoglia Favvenire un
fatto è acquisito : allo statuto albertino del
1848 non si tornerà in nessun modo, e allora Tanto, vale proporre alcuni punti fermi
che siano un piccolo contributo- al chiari»
mento della situazione almeno in*questo limitato settore della libertà religiosa:
Punto 1 - dedicato al pensiero politico 1taliano più progredito ed illuminato; di
.grazia, in un momento in cui i vostri migliori uomini, pui’iflcati da una lunga, macerante attesa, sono all’avanguardia del
pensiero politico mondiale e son. forse alla
vigilia di grandi realizzazioni non lasciatevi
ipnotizzare da paure vacue di riaprire la
questione romana nè da un recente, faiInce passato e ricordate che vi è un solo
modo di tutelare la libertà religiosa: la separazione assoluta della chiesa dallo stato.
.Abbiate il sereno coraggio di essere anti( oncordatari e ricolmatevi, voi che siete oggi più in là del marxismo, che non potete
essere in questo settore meno in là. di Cavour.
Punto 2 - dedicato ai cattolici italiani che
.siarto veramente religiosi: di grazia non'accreditiamo più a lungo insieme il malinteso che il popolo italiano sia in massa, totalitariamente, cattolico, apostolico e romano professante, ’Foi e mai sappiarab henis
'.Al
■‘T Á
.-4 ri
2
rrifi'V
'•'S.<
,^y.
^ Í L’I!Ç0' EW
TALDiBi
;«'■
sv
"Í fe,n.
i
M-:h
0p>.
slmo che il popolo italiano, come del resto
, tutti i popoli europei, può a malapena dirsi scarsamente cristianizzato, che le masse
jtaliane sono in complesso masse pagane,più a meno superstiziose, in mezzo alle
-quali stanno in minoranza i cristiani, catto4 Ilei ,0 protestanti che siano. Abbiate il sereno corag-gio di affrontare ad armi uguali
le impy.cazioni della vostra fede e se i vostri correiigionari vivono e prosperano nell'atmosfera di libertà che loro garantisce
una costituzione come ramericana non fogliate di questo bene privare i vostri fratelli delle altre confessioni cristiane nella vostra patria, come non vorreste che privilegi accordati alle altre confessioni cristiane
nei paesi in cui siete in minoranza venissero a togliervi i beneficii di quella libertà
che, benedicendo oltr’alpe, avete finora in
Italia aspramente combattuta (1).
Punto 3.0 - i quattro cardini su cui ci
«embra possa poggiare in uno statuto moderno'la garanzia,della libertà religiosa e .su
cui invitiamo i nostri lettori che siano in
vena di ripensamenti costituzionali a concentiare la loro attenzione, sona 1 seguenti :
a) abolizione della religione di Stato o di
una qualsiasi affermazione da parte dello
Stato di possedere una sua religione ufficiale; b) completa libertà di coscienza e di
-culto; c) assoluta libertà di predicazione, di
discussione e di proselitismo; d) co”mpleta
separazione della Chiesa dallo Stato.
E per iìnire mi si concedano due citazioni cavouriane riferite dal Rufflni: «Cavour
aborriva i concordati, che non avevano fatto mai, secondo il suo dire, se non consentire allo Stato usurpazioni a danno della
Chiesa, e alla Chiesa usurpazioni a danno
dello Stato» è ancora in una lettera del 23
agosto 1854 Cavour scriveva: « Amico quaiii»! |
f/V wm /\l I rt 1 ì i'i A I -¡ .m. . 1 — ^i. ■ y ^
to mai della libertà religiosa la più estesq.
1
io desidero ardentemente di veder giungerei*
-/-Sii tempo in cui sarà possibile di praticarlaa|
"da iu)i, quale essa esiste in America, merc^fi
iassoluta separazione della Offesa dallo 1%
Stato, separazione i:h’io reputo essere una/t
conseguenza inevitabile del progresso deliaci\
civiltà e condizione indispensabile ai buon
andamento della -socieià retta dal principio
di libertà».' In ciò anche .un ritorno puro e
semplice a Cavour è e sarà un progresso
ine.stimabile rispetto alla situazione attuale.
Messane aux ebrto de \m Us pays
Mario Alberto Rollier.
(1) «Osservatore Romano », 6 giugno 1929.
F. tJ- V.
Ctnnggo fiioiiDile a Torre Pellico
25 novembre
il
Tesi del Valdismo”
Ritengo non superfluo nè senza valore nel
presente momento di ristampare su questo
giornale le «Tesi del Valdismo» che furono pubblicate tempo addietro nei numeri de
«La Luce» del 21-10-1942 e del 7-7-1943.
Sorte occasionalmente — come notava il
cronista del tempo — in un fortunato litrovarel In Rorna di,sette rappregentanti,pori
ùfttóali déìia gioventù valdese (2 pastori, 3
laici e 2 donne), dalla animata discussione
sui problemi vitali del Valdismo furono dettate come conclusione : capisaldi indeformabili a chiarificazione della nostra posizione
storica, premessa ed orientamento di principio per sviluppi od azioni future. Trascri;
vo qui di seguito queste cinque prime tesi
nel testo originario, facendo seguire la riedizione della quinta elaborata dalla discrrssione che segiti nell’Unione di Roma in Via
Quattro Novembre.
« 1) - Il Valdisrrio, sorto come eresia medioevale dalla protesta di Lione, si riconosce Riforma al Sinodo di CiaJifoi’an del
1532 e proclama la .sua fondamentale identità con quella.
2) - Tutta Ip dichiarazione di fede di
Ciairforan 1532, ed in particolare i suoi articoli 19-21, sulla elezione, sulla prede.stinazione e sulla salvezza, sancisce chiararneule
'l’adesione del Valdismo alla Riforma nel
suo aspetto pili estremo: il calvinismo.
3) - Il Valdismo idconoscendo che la Rii;prma è vera, e riconoscendosi nella Riforma di Cianforan 1532, sviluppa sino a ma
turità i segni spirituali e dottrinali già in
sè da tre secoli custoditi.
Questa affermazione hp la sua controprova nel comune riconoscimento da parte delle Chiese riformate nel mondo intero di una
Chiesa \ialdese «mater reformaiionis».
4) - Il Sinodo Valdese di Cianforan 1532
costituì il ponte di ingresso in Italia della
Riforma, e ciò in quanto i riformati italiani del XVI secolo, che noh conobUfero il Val
dismo, ma che avevano una coscienza riformata, dovettero uscire d’Italia per rendere totalitaria e completa la loro testimonianza.
Il decennio dal 1532 al 1542 (quest’ultimo
è l’anno critico della Riforma Italiana in
Italia) non fu sufficiente ai riformatori ita
lianì per apiprendere che per Cianforan 1532,
la Riforma aveva acquistato diritto di cittadinanza ed espressione italiana nel Valdismo.
5) - Il Valdismo è popolo ed è Chiesa. Ma
la Chiesa è il popolo di Dio erede della promessa che carne e sangue non erederaimo.
Non si può perciò usare l’espressione popolo
valdese, senza affermare contemporaneamente che in questo senso essa significa
Chiesa e soltanto Chiesa.
Questa affermazione ha la sua controprova nella realtà della missione evangelistica
valdese fuori delle Valli.
5 bis) - Il Valdismo è essenzialmente Chic
sa. Se si vuole raffigurare in esso uni popolo, lo si può vedere solo sotto l'aspetto di
popolo di Dio, in quanto tal» è la Chiesa.
Per mancanza di forza motrice, dovuta al
nubifragio, il giornale non ha potuto essere
pubblicato la settimana scorsa.
L’KCO DELLe VALLI VALESSI
Tutta la Gioventù Valdese del Val Penice è invitata t partecipare al CouVegno in
detto a Torre Felice per rultiina domenica
di Novembre. ^
L’adunata avrà, inizio col culto domenica,
nel Tempio, pre.si-eduto dal pastóre Roberto
Cornbu di Torino e proseguirà, nel pomeriggio, iioirauia sinodale della Casa Valdese.
Nel culto del mattino, come negli studi
del pomeriggio, verrà trattato un argomento di somma attualità per la Chiesa Valdese. Alcuni oratori, >nn parula concisa,
presenteranno i vari aspetti del problema
eppoi verrà data la parola a quanti ne vorranno difeciitoru.
Il Comitato di Gruppo.
Erronea è ogni concezione che voglia identiflcare il Valdismo od una parte di es.so,
come popolo per via di partibolari caratteristiche ehiiclie o territoriali, poicliè essere
popolo di Dìo vuol dire essere erede deli.i
prornes.sa die sangue e earne non erede
ranno.
Questi affermazione trova riscontro storico nella missione di evangelizzazione con-'
dotta con spirito indomito attraverso ogni
difficoltà e per tanti secoli,dal Valdismo nelle e fuori delle Valli Valdesi. li vivere associato costituito dai Valdesi nelle valli dèi Pinerolese non rappresenta altro che una occasione che ha avuto il-Valdismo rii mani- '
testare sul piano umano, più durevolmenTe
e con maggior compattezza f-he altrove, torme di vita associata e di relazioni private
radicate su princìpi derivanti dalla lunga
ed intima dimestichezza avuta da generazioni successive con l’Evangelo. Fenomeno
quesito, umano e storico, che può ripetersi in
altri luoghi, che ò in atto nelle colonie vaidesi delTUriiguay c che avremmo potuto riscontrare in Provenza e nelle Calabrie se le
stragi del 1545 e del 1561 non ne avessero
impedito il perdurare.
Non è preciò consentito di adoperate Tespressipne « Popolo Valdese » senza affermare contemporaneamente che essa significa Chiesa e soltanto Chiesa, i cui membri,
di ogni tempo e di ogni luogo, sono gli eredi dei padri che liarino validamente testimoniato della Verità di Cristo ».
Scopo dei primi estensori era quello di richiamare l’attenzione degli studiosi e dei
giovani sui punti essenziali, quasi cardini
del nostro particolare modo spirituale di essere.
Naturalmente la serie dàle tesi non è
chiusa. Forse oggi, dopo la bufera che è
passata, altri potrà partendo da questi primi enunciati riprendere il tema, ponendo
altri punti fermi su qualche motivo saliente
del nostro essere, oggi più particolarmente
sentito.
L’organizzazione ecclesiastica, i rapporti
i.on lo Stato, le relazioni con le altre Chitse, la missione profetica della Chiesa nella
società, la sua universalità nel mondo, l’essenza del culto reso a Dio solo, la realizzazione nel singolo, come persona dei valori
spirituali conseguenti al «soli Deo gloria»,
sono forse tra gli altri vari aspetti della nostra spiritualità di vita valdese personale e
collettiva, quelli che attendono con maggior
urgenza, nello scambio di pensiero tra le
generazioni già più mature, una rinnovata
chiarificazione per noi tutti... forse qualche
altra, tesi. p.
Ir
ì:
Le Conseil fédéral des Eglises du Christ
en Amérique, le comité américain pour le
Conseil œcuménique des Eglises; et la Con^rence des missions étrangères d’Amérique
du Nord ont publié le message suiyant,
adressé aux chrétiens de tous les pays :
;^..«Que la grâce et-la paix de Dieu le Père
,et de nostre Seigneur Jésus Christ soient
, avec vous.
^ Le Conseil fédéral des Eglises du Christ
en Amérique, le comité américain polir le
Conseil œcuménique des Eglises et la Conférence des missions étrangères d’Amérique
du Nord expriment leur gratitude au Dieu
des nations et au Père de tous les liommas
de ce que les ténèbres de la guerre aient
pris fin. Pendant ces années de conflit nos
frères en la fpi, dans bien des parties du
monde, ont enduré de cruelles privations.
Iis ont connu le danger et la soiiffi'ance, Ils
ont vu le carnage et les catastrophes de la
guerre. Beaucoup ont passé par la vallée
de l’ombre de la mort. D’antres ont été persécutés pour l’amonr .du Christ ^ nombreux
sont ceux qui ont payé de leur vie leur atta■ chemeut à leur foi. |
-Sans que nous rqyons aucunenlent méri. té, nous avons été épargnés: nos villes et
nos campagnes n’ont pas été dévastées, nos
’ églises ri’oiit pas été déti-uites. Nous n’avons
pas dû manger les fruits amers de la tyrannie et de roppi'ession. C’est pourquoi nous
sommes d’autant plus désireux de partager
les souffrances qui se sont abattues .sur nos
frères dans d’autres pays. Nous oieuruns
„ caiiuiie éirx la mort de nos soldats. Le Christ
du'Calvair e veuille faire dé nous les ministres d_e sa com-iiassion dans un monde dé
•t - ■
sole par la guerre.
Nous considérons la cessation des hostilités comme .un appel, lancé à t-dîis les chrétiens, içs invitant à travailler, ici el luaüiI' tenant, à l’établissement d’un ordre mondial
juste. Pour nous, nous avons cherché à définir les' principes que nous estimons essentiels à l’établissement d’une paix équitable
£i ..dufable. Nous croyons qu’il est coatraira ,
à rEvaiigile que les nations, en négociant
l’une avec l'autre, soient poussées par un
esprit de revanche et de représailles. Nous
croyons qu’il appartient à notre pays com-.
me aux autres nations de promouvoir et de
sauvegarder le bien-être général de tous les
peuples. Nous croyons ..qu’un gouvernement
qui tire son juste pouvoir du consentement
de ceux qu’il gouverne est la meilleure expression des droits et de la dignité de
l’homme. Nous nous réjouissons de savoir
que des buts de paix, semblables dans leur
esprit et leurs intentions à ceux que préconisent nos Eglises, ont été admis* clairement
et sans réserve jiar une grande multitude
de chrétiens aù-delà des mers.
Nous voyons dans la Cbarte de San Francisco la promesse d’nne" véritable communauté des nations. Nous sommes heureux
que les Etats-Unis aient déjà ratifié la Cbarte. Nous attendons avec impatience le jour
où rOrganisation des Nations Unies remplacera l’anarchie qui résulte de la rivalité des
états pleinement souverains. Nous croyons
que, pour établir une paix durable, il faut
que toutes les nations qui désirent accepter
et remplir les obligations inclnses dans la
Charte, deviennent membres de l’Organisation des Nations Unies. No.us croyons que
le traitement de l’Allemagne et du Japon
doit viser à conduire rapidement ces nations
à entretenir des relations normales avec la
co'mmunauté internationale. Tout comme la
guerre à été une,, guerre mondiale, la paix'
doit être une paix mondiale.
Nous sommes décidés à travailler à éten
dre de plus en plus les*méthodes curatives
et créatrices de l’Organisation des Nations
Unies, à remplir les buts assignés à des or
ganications telles qu eia Cour Internationale de Justice, le Conseil Economique et Social, la Commission pour la Promotion des
Droits de l’Homme qu’on se propose de
créer, et le Conseil des Mandats (Trusteeship
Council). Nous désirons nous associer à tons
les chrétiens dans cette tâche: faire de l’Organisatiori des Nations Unies un Instrument
• efficace pour écarter les' causes politiques,
écoliomiques, et sociales de guerre, pour régler pacifiquement les conflits et établir la
justice dans les-- relations internationales.
Par delà ces buts, notre devoir à nous
chrétiens est d’amener les nations à vivre
selon les commandements divins il^ l’Evan^
gile. Ni lÆ cessation de la guérre ni le projet d’une Organisation des Nations Unies
n’ont rais fin à la crise dont souffre notre
génération. Cette crise est d’un caractère essentiellement spirituel, La société civile a été
et reste conditionnée; dans des proportions
alarmantes, par des conceptions rnatérieiles
d’intérêt et de puissance. L’orgueil de race,
la vanité et l’amour-propre qui dérivent de
la pos-sessio’ti de- biens matériels menacent
les fondements de notre civilisation.
Tous ceùx qui se réclament du -nom de
Chri.=t doivent joindre ieure mains et leurs
cœurs pour, une réforme spirituelle qui enveloppe la terre entière. Dans ce but nous
invoquons llaide du Dieu Tout-Puissant, afin
que, guidés par le Saint-Esprit, nous servions à -apporter au monde des nations la
vérité -salutairé de rédemption, objet de la
foi chrétienne. Ce n’est qu’alors que nous
verrons les creux nouveaux et une terre nouvelle où la justice habitera.
Ce dont le monde a le pins urgent besoin
. est une effusion de l’esprit d’amour étemel
de Dieu. Ce n’est pas à nous, ni à aucun
chrétien, d’assumer une fonction de vengeance qui appartient à Dieu seul. C’est
pourquoi rious nous op,posons à fout es.sai
d’insuffler un esprit do haine et de vengeance dans notre peuple,. Nous désirons que
partout nos frère.s en Christ -sachent que
nous prions pour' le pardon de nus péchés
et des péchés du monde. C’ast dans l’esprit
do perdon que 1 Eglise chrétienne ‘'.out entière sera réconciliée- avec elle-même et avec
le Dieu de notre salut. C’est aussi dans cet
esprit que les nations rnarcherorit sui’ les
sentiers de la paix..
Nous proclarrrous; notre intention de soulager lés souffranees des victimés dù la gœfte—
re. Les affamés, les sans-foyer, les abandonnés, ceux qui ont toutf perdu sont constamment dans nos*prières. Que Christ, le Pain
de Vie, nourrisse, les affamés et que nous
qui sommes se.s disciples nous dormions de
notre pain pour nourrir ceux qui ont faim,
de nos vêtements pour vêtir ceux qui ont
froid. Que Dieu nous délivre du pécùé de
rindulgence envers nous-mêmes et fasse que
nous soyons prêts à céder nos propres biens
matériels pour que lefe foyers soient relrâtis,
tes autels relevés, pour que ceux qui ont
souffert dans les prisons et qui ont été torturés dans les camps de concentration connaissent (le nouveau la bénédiction de l’abondanCe de Dieu.
Nous proclamons encore et toujours c^uenous sommes les citoyens d’un royaume- (qu*
ne connaît pas de divisions géographiques ou
raciales. Nous sommes un en Christ et notre première fidélité est envers Celui à qui
nous appartenons et que nous sei'vons. Nous
désirons renouer au plus- tôt les. liens qui
nous attachent à nos frères en Christ dans
tous les pays. Que tous les chrétiens, à quelque race ou nationalité qu’ils appartiennent*
montrent que ni la guerre ni les suites ds
la guerre ne peuvent nous séparer les uns
des autres .ni nous Sidniier do Bien. Dans
cet esprit nous acciied ctons iiaiini nous Ses
ambassadeur,s, qu’i’s \i -mnnt de pa',s où,
tout récemment en ni ', le Imiit de ta bataille faisait rage, ou (i(- tout pays, pr'oche oii.
«lointain, touché par le djsnslre de la
guerre. Et, au cas où le vœu eu serait exprimé, nous enverrons nos émissaires jusqu’aux confins de la terre si, ce faisant,
nous pouvons fortifier les liens d’amour fra.ternel au sein de la famille de Dieu. Consacrons-nous à ce ministère de réconciliation
dans r assurance que Dieu nous utilisera
pour la gloire de Son Eglise et pour la rédemption des nations.
Et que la grâce, la miséricorde et la paix
de Dieu, Père, Fils et Saint-Esprit, soient
avec vous tous et vous guide dès maintenant et à jamais. Amen». {S.Œ.P.I.}.
3
VAUWI
3
SCUOLA LATINA
DI POMARETTO
Domenica 4 novembre corrente, alle ore
15 nell’Aula Magna della Scuola Lalina di
Pomaretto ha avuto luogo la cerimonia dell’inaugurazione dei corsi di quella Scuola
Presiedette il Vice-Modoratore, sig. Roberto Nisbet, il quale dopo la lettura biblica
inauiiestò la gioia della Chiesa tutta nel
vedere rifiorire la benemerita scuola che
tanto bene ha fatto nel passato, e formulò
l’augnno di una prosperità crescente sotto
allo sguardo del Signore. Rivolse quindi la
parola il prof. Ernesto Tron, insegnante della prima classe. Con elevate parole espose
il programma che 11 corpo professorale, intende svolgere non soltanto in vista della
islrnzioiie. ma anche della educazione morale e religiosa degli alunni che frequenteranno la scuola. Il pastore Oreste Peyronel
a nome degli ex-alunni della Scuola Latina
rievocò umoristicamente alcCmi episodi delia vita stndeTitesca a Pomaretto nel passato,
e il pastore Giovanni Enrico ¡Vieille, a nome
degli ,ex studenti del Collegio di Torre Pellice, (1Ì.SS0 con quale compiaciruento ai suoi :
tempi si vedeva affluire al confratello Istituto di isfruzipne la gioventù studentesca
del Val Balsiglia e invitò gii alunni a creare tra loro salde amicizie che sono fonte di
sante soddisfazioni per la vita, tiiiìne il pastore Guido Mathieu, dopo avere ringraziato rAmministrazione della Chiesa per il privilegio concesso alia Valle con la riapertura
della Scuola Latina,, presentò ai presenti il
corpo professorale *e gii alunni invitando il
pubblico a volere sostenere riniziatìva della
Annninistrazione interessandosi al finanziamento della Scuola che non dovrebbe
gravare sui bilanci' generali della Chiesa.
i.a cerimonia che si svolse a piena soddisiazione dei numerosi uditcri fu un buon
auspicio per l'inizio felice dei corsi,di studio
e per il Inion funzionamento della Scuola.
Il Signore esaudisca le piegliiere e i voti di
tuUi. Giudo Mathiet:.
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦
5i»r CBBcnia Tònr>
Nata a Rricherasio il 3 aprile 1875, Eugenia Tonni ebbe dal padre Giovanni e specialmente dalla madre Tenny Robert un’impronta profondamente cristiana.
Sua sorella Maddalena sentiva tosto Ja
vocazione al diaconato, e partiva per la
Svizzera, dove veniva, consacrata diaconessa nella Casa di Saint Loup. Motti ricordano il suo ministero di quattordici anni'al
Rifugio di San Giovanni, dove improvvisamente veniva a mancare nell'anno 1922.
Eugenia si recava invece come istitutrice
dapprima nel Sud America, iioi in Inghilterra e in Irlanda. Dopo otto anni di permanenza air estero, pratica di quattro lingue, avreblre potuto aspirare a una carriera
rimunerativa, e .soddisfare il suo desiderio
di viaggiare.
Ma da quattro armi si era aperta a Torino, presso l’Ospedale Évangelico, una Casa
di Diaconesse. E’ vero che non contava allora che cinque novizie, ma suor Eugenia
capì che quella era la via che Iddio aveva
scelto per lei.
Dopo due armi di noviziato,, partiva per
Palermo, dove la signora Berta Hirzel, moglie del console svizzero, aveva creato un
piccolo ospedale per forestieri. Nel 1910 la
troviamo suora visitante a Torino, poi all’Asilo Evangelico di Milano, all’Asilo dei
vecchi di San Giovanni, all’ospedale di Pomaretto, e flrialmentei alla materhità di Torre Pellice.
Nel 1943 essa si ritirava alla Casa madre,
dove avrebbe potuto godersi di un meritato
riposo. Ma il suo amore per l’opera e l’alto
sentimento del dovere non le permisero di
rimanere inattiva. Ben lo sanno le suore
che ricorrevano a lei per essere sostituite
durante le vacanze estive, lo sanno quanti
vennero alla Casa madre per invocare assistenza per i loro bimbi.
La tragica giornata del 31' ottobre la doveva sorprendere in piena lattività. Dopo
essersi recata a San Giovanni per la sua
opera di amore, ritornava alla Casa, quando il ponte degli Appiotti, investito dalla
piena del torrente, crollava travolgondora.
Cosi è terminata la giorueda tei'Gnnt .di
questa fedele serva del Signore.
Nella folla che gremiva il tempio il gior
no dei funerali — 2 novembre — si potevano '
distinguere le persone appartenenti alle più ■
diverse’ categorie sociali: ricchi '3 poveri,
tolici, 'Valdesi e israeliti, tutti quelli che
essa aveva curato con eguale amore. Tutti,
si -sono stretti intorno alle suore e alla lamiglia, per offrir loro la muta testimonianza della riconoscenza.
Ora essa ha finito il corso, ma noi sappiamo che la sua attività nel paradiso non
è dissimile da quella c^’essa svolse quaggiù: essa continua a servire, in un servizio
più alto, lo stesso Signote che ha onorato
su questa terra, ,
Ma-anche quaggiù la sua opera , non è finita, perchè ha lasciato alle sue compagne
diaconesse Teserapio e il ricordo di una vita
fedele, una vita di consacrazione, che non
conobbe rimpianti. ■ f R. Nisbet.
mm
Cronaca - Valdoso.
Il nubifragio degli ultimi giorni di ottobre ha causato danni ingenti nelle nostre
Valli. Quasi tutti i ponti dei torrenti sono
siati travolti dalla violenza delle acque. Vasti appezzamenti di terreno, ponti, boschi,
campi, sono scomparsi. Anche piante di alto fusto, come i castagni, sono state divelle', i:
lunghi tratti di strada cosleggianti i princi
pali corsi d’acqua non esisloro più; sono
stati asportati non pochi casolari e purtroppo. non mancano le vittime Umane.
Dopo gli orrori della guerra, dopo i rastrellamenti c gli incendi anche le devas.tazio'id prodotte dall'acqua.
Esprimiamo a. tutti coloro che sono stati
colpiti nei loro affeili e nei loro beni, i sensi
della nostra solidarietà cristiana.
Bobbio bollico
Il nubiiragio scatenatosi sulla nostra zona
gli ultimi giorni di ottobre ha causato gravissimi danni. La popolazione ha rivissuto
l’ansia del J920 quando le acque del Cruello e del Pellice, rotte le dighe, travolsero
un intero Villaggio e fecero numerose vittime umane. Questa volta non dobbiam.o registrare perdita di vite, ma i danni materiali sono ingenti. La popolazione, tutta mobilitata per riattivare le comunicazioni, d i
prova di un esemplar# spirito di colloborazione.
Dal male Dio può trarre il bene ed ^auguriamo che così sia per i nostri montanari
già tanto provati.
— Il culto di domenica scorsà è stato prèsieduto dal pastore Arnaldo Comba, che ringraziamo ancora vivamente. R.
LuiarBia San QiovaiiBil
Il 24 ottobre iia avuto luogo il funerale
del-sig. Elia Goss, deceduto aU’Osp.edale
Mauriziano io età di anni 65. Su coloro che
sono afilitti da questa dipartita, invochiamo
le consolazioni divine.
Il 26 ottobre abbiamo reéo gli ultimi doveri allo spoglia mortale della sig.ra Maria
Plavan ved. Bastia, spentasi serenamente ai
Favout, dopo brevissima malattia, all’età di
80 anni. Alle figlie, ai generi ed ai parenti
tutti le nostre sentite condoglianze.
— Il 27 ottobre sono stati celebrati nel nostro Tempio i matrimoni di Severina Meynier (Bonhet) e Lamy Berlin (Peyrol), di
Maria Bastia (Davit) e Stefano Pordgt
(Blanc), e di Elsa Jalla e Aido Gay (Gay), '
rientrato in seno alla sua famiglia dopo lunghe peripezie, reduce dalle bande di Tito. ,
A tutti questi sposi felici rinnoviamo i nostri migliori auguri implorando su di essi
le benedizioni del Signore.
— Il signor Achille Deodato è stato eletto
pastore della comunità dall’assemblea di
chiesa del 28 ottobre presieduta dal pastore <
E. Boston, segretario della Commissione distrettuale.- V
— Il 1.0 novembre ha avuto luogo, con '
larga partecipazione di parenti e conoscenti, il funerale del nostro venerato fratello si- ^
gnor Enrico Rivoire, deceduto dopo penose
sofiereiaze all’età di 88 anni, alla Caveia. Ai
figli e particolarmente a colei che ha circon--t
dato in modo particolare il suo amato podre delle sue cure, la nostra vivissima simpatia. ■
Il 5 novembre un mesto corteo scendeva ^
dalla Caveia per accompagnare al Campo ^
del riposo la spoglia di Silvio Bounou^, de- %
ceduto dopo breve malattia, all’età di 81
mesi. Ai genitori, ai nonni, ai parenti tutti*
respressione della nostra profonda simpatia. ^
— 11 3 novembre, nel nostro Tempio, alla
presenza di molti giovani e conoscenti si
sono sposati Bianca Ricca (Pecoul) e Carlo
Malan (Turin), direttore della Scuola domei.
nicale e membro del Seggio delle Enioni Giovanili. Formuliamo per essi, a nome anqhe
dei loro numerosi amici, i migliori auguri #
di felicità nel Signore.
«
— I19novembre è- stato celebrato il funerale del sig. Lorenzo Bqrtin, della Bastia di
Angrogna, deceduto dopo lunga degenza all’Ospedale Mauriziano in età di anni 71. Al
figlio ed ai parenti le nostre vive condoglianze.
— Sabato 10 novembre è stato celebrato,
nel nostro Tempio, il lyatrimonio di Vera
Giusiano (Ciàbot die Mosche) e Luigi Gaydon (Garola), reduce dalla Germania. IT Signore assista questi sposi colla Sua benedizione.
Pcrrero • 'MaBilglla
Il 3 novembre è stato celebrato, a Maiii^ glia,-il matrimonio di Long Enrico Marcello
della parrocchia di Pomaretto (Inverso Pi.nasca) jcon Barus Adriana, della Baissa.
Riimoviaiho agli sposi i nostri migliori auguri cristiani.
— Ringraziamo i pastori E. Tron, di Mas^
sello, e G. Mathieà, di Pomaretto, che hanno presieduto rispettivamente i culti a Maniglia. ed a Ferrerò la domenica 14 ottobre.
— L Unione Giovanile ha ripreso la sua
attivila con zelo rinnovato. I soci sonò per
ora ima ventina ma abbiamo fiducia che
moltj giovani si uniranno a noi per svolgere
un lavoro proficuo in favore della comunità. Da notare che i giovani si sono decisi a
presiedere a turno le sedute e a presentare
dei lavori.
Pòmarelle
Domenica 4 novembre corrente subito dopo
il culto del mattino, nel Tempio, abbiamo
invocato la benedizione del Signore sopra i
'"coniugi eazzeifa Pierino e Durand Ganton
I.eliz'ia, di Perosa,' i quali celebravano le
loro nozze d’argento. Partecipò alla simpàtica cerimonia la Corale, di' cui il sig. Bazzetta è direttore, con l’esecuzipne di un inno
di circostanza. Rinnoviamo loro i nostri fervidi auguri.
^ — Porgiamo pure il nostro fraterno augurio ai nostri giovani fratelli Long Marcello,
della Faiola, e Marchetti Alessio, dei Masselli, i quali hanno celebrato le loro nozze,
il primo con una signorina di Maniglia ed
il secondo con una signorina di Carema, nel
paese di origine delle spose, alle quali por=
giamo il più caldo, benvenuto fra noi.
---■ Sabato 10 corrente si sono uniti in matrimonio Bombe Eugenio e Bernard Ines,
entrambi del villaggio dei Cerisieri del Podio. Rallegrandoci con loro rinnoviamo i
nostri auguri.
— Inaugurazione monumento ai Caduti.
Con una cerimonia suggestiva, domenica 11
novembre corrente è stato inaug-urato nel
nostro cimitero di Pomaretto un piccolo monumento eretto alla memoria dei nostri Caduti Valdesi militari, partigiani e civili. Il
piccolo monumento consiste in un cumulo
di blocchetti di pietra a forma piramidale
sormontato da un’alta stele di pietra, grezza. Sullo zoccolo, sormontato dallo stemma
valdese scolpito sul marmo, vi è la scritta
a caratteri di bronzo: «Ai Caduti Valdesi A.D. 1949-45)1. Davanti al piccolo monumento tre grandi pietre tombali coprono i loculi
su cui riposano le salme dei caduti partigiani trasportate dai vari cilniterì dove erano
state provvisoriamente tumulate.
La cerimonia deU’inaugurazione si svolse
in una atmosfera di profonda commozione,
alla presenza di una numerosa folla riverente. Dopo la lettura biblica fatta dal Pa
store, che aggiunse alcune parole di circo
stanza, pronunziò Torazione ufficiale il comandante dott, Ettore Serafino, il quale
guidò il pensiero, dei presenti nelle vie della
fede verso le realtà che non passano. La signora Benyr-Balmas Alice, a nome .delle famiglie dei Caduti, rivolse una commossa parola di riconoscenza a quanti hanno collaborato alla erezione del piccolo monumento
il quale ha da essere una ricordanza in peTpetu®.
La Corale di Pomaretfo cantò l’inno della
fede cristiana e la Banda Musicale lidi Pomaretto, diretta dal sig. Arturo Bernard,
prastò servizio. La'cerirnonia si chiuse con
resecuzione del «Giuro di Sibaud» da porte
della Corale accompagnata dalla Banda.
Santifichi il Signore le emozioni provate
’ in quella occasione e conéoli i cuori di coloro che hanno rinnovato nel loro intimo il ■
dolore delTamaro distacco dai diletti con- giunti Caduti.
Sono stati presentati al S.‘ Battesimo, Rièet Sergio di Flavio e di Bertalmio Mary
(Masselli) e Costantino Valdo di Guido ^ di
Genre Clementina (Ayrnars. del Podio). Possano essi crescere nel timore' di Dio e continuare ad essere la gioia dei genitori.
— Si sono uniti ih matrimnoio: Zampieri
Remo di Giosuè (Perosa Argentina). con Ribet Ernestina di Giacomo (Inverso Pinasca),
e Bertalmio Emilio fu Alberto (dot Inverso
Pinasca) con Artusio Nella di Giuseppe (Villar Perosa). Per questi nuovi focolari che
si sono costituiti sotto lo sguardo del Signore, formuliamo i migliori auguri.
— Abbiamo accompagnato al Campo del
riposo dì Vivian la spoglia mortale di Oliva
Bartolomeo, di anni 80, deceduto dopo breve malattia il 15 ottobre u. s. al dot dell'Inverso Pinasca. Alla vedova ed ah figlio
rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia cristiana.
— Domenica sera, 28 ottobre u.s., alle ore
20, nel nostro tempio ha avuto luogo un
culto di rendimento di grazie per i reduci.
Vi ha partecipato una numerosa assemblea
formata per lO' più di giovani e vi ha regnato uno spirito di devota riconoscenza al Signore. Dopo il culto è stato offerto un ricevimento nel salone a piano terreno del' Convitto, cui hanno partecipato 160 giovani e
signorine in una atmosfera di schietta cordialità e fraterr^ gioia.. Dopo il Pastore ha
rivolto la parola ai convenuti il Comandante Ettore Serafino, mentre alcune scenette,
poesie e dialoglù àdatti alla circostanza vanivano recitati da vqlontari.» In complesso
una.bellissima serata che domandiamo al Signore di volere benedire per il bene di tutta
la nostra gioventù. s
— La domenica 21 ottobre hanno avuto
luogo le premiàzioni dei bambini merite,vòli
delle Scuole domeiiìcali di Pomaretto é del
Podio. Hanno ottenuto il primo premio : Baret Ines, Gardiol Frida, Laetsch Simonetta,
Mathieu Laura, Mathieu Lucilla, Tron Elsa,
Tron Olga, Bernard Fernanda,. Casino' Sergio, Rostagno Paola; secondo.premio : Bounous Nadia, Genre Bruna, Grill Paimira,
Jahier Maria Rosa, Laetsch Marta, Salvadori Massimo, Villiel Nino, Vinçon Attilio, Pastre Vilma e Baret Giuseppina; terzo premio : Chiurato Lilliana, Leger Elsa, Tron
Emma; quarto premio: Bertalmio Anna,
Tron Nino. '
— Esfirimiamo la nostra viva simpatia
alla famiglia Charrier Severino, delle Gra
vere di Pinasca, la di cui casa è stata in
parte distrutta dal. Chisone in piena la sera
del 31 ottobre u.s., nonché ai numerosi proprietari dell’Inverso Pinasca per la perdita
di vaste estensioni di prati fecondi ed irri.gui, per la stessa causa. Mentre ringraziamo il Signore per avere rispanniato le persone.
Rorà
Il prossimo Centenario del Tempio.
11 6 gennaio p.v., ricorre il centenàrio dell’inaugnrazione del Tempio^ di Rorà.
La nostra comunità si prepara a celebrarlo con entusiasmo .malgrado le vecchie e
nuove liniitazioni che impoveriscono le sue
possibilità.
Dopo Te recenti ferite della guerra con numerosi morti ed oltre sessanta case bruciate ci viene ora inferta quella della emigrazione, Rorà, esausta e denudata non ha più
pane per i suoi figli ed essi emigrano verso
il piano dove — malgrado la disoccupazione
generale —- il pane è meno scarso che tra i
ceppi dei boschi rasi al suolo. Partono almeno sei famiglie con armi e bagagli ed alcune decine di giovani e giovanette, e sono
assai troppi per una comunità pìccola come
la nostra !
Ciò malgrado, vogliamo festeggiare con
tutte le nostre forze l’imminente solennità.
Abbiamo fissato in una Assemblea di»Chiesa tenuta dopo la liberazione, tutto un programma di opere da compiere i)er la circostanza: . - ~ ,i
Lo La costruzione di una sacrestia di cui
la necessità è molto sentita.
4
mkjmn
2.U Varie migUorie al. tempio fra cui_ la si:V'stemfuiópe deirimplauto di lliuntina/.ione, là
■¡; sostituzione dì molti vetri'rotti, uu‘ àbbelli^ mento" dall’abside, la''ripulìtara-della iaccìa
■- i- '
ta esterna...
'•'AV'tÌ’'
3. Un harmonium nuovo per il tempio, es^
sendo quello vecchio in condizioni assoluta
.mente indecorose. . , ,
4.0 Apertura di una Casa-pensione ùnìo
:"':'!nista; . ■ - . ■; : ■ ■';■
. - . ■ •
,v 5.0 Arredia per la Casa Unionista; rodio,
Ligliardo, ecc...
6,é Un corredo di banchi per la Sala del. la Gioventù, v '
T.oStampa di una guida di- Horà.
. Per attuare un simile programma i mezzi
ci mancano quasi totalmente. Confidiamo
natta Provvidenza divina ed in tutti quei nostri Amici che vorranno farsene gli strumenti benedetti.
San tarmano Chisona
Si è addormentata nel Signore alle Chenevièies, il J2 corrente, in età di anni 83,
Long Elisa ved. Geme, madre del defunto
.pastore Errnanno Genre; credente dalla fede
ferma e molto affezionata alla Chiesa.
Alla famiglia afflitta esprimiamo cristiane
condoglianze. . '
Nel cimitero' dell’Invèrst Porte è stata seppellita, ii 30 ottobre; fCom 6 a Lina di Aldo e
di Bouchard Vilma, del Sarei dei Martinat,
piccolo angioletto che non ha visto la luce
del sole di questa terra.
« E’ volere del Padre mio che è nei cieli
die neppure un solo di questi piccoli perisca» (Matteo 18 : ,14). ,
~ Domenica 28 ottobre hanno ricevuto il
Santo Battesimo Paget Jole di David© e di
Grill Giacomina, delle Gressine, e Riùet Marisa di Tedilo, e di Long #olatida, dei Menusan. Auguri di ogni vero bene a queste
bimbe e alle loro famiglie.
-- Sabato 27 ottobre è stato celebrato nel
tempio il matrimonio di Avondet Clemente,
della Sibunia, e Comba Ida, dei Beri. Che
Gesù sia l’ospite costante di questo nuovo
locolaro.
Valdese affidava nell’ ótti^re
|%&Ì9;hÌ pasdorè Guglielm'o del Pesco la direlezióne delTopera di evangelizzazione a Trie-,jnehtp’quale non‘'s’era più visto da- noi da“ ,.;ifiste in successione del pastore Francesco Romolti ,^anni. A tutti i partigiani ed ai rei-‘ ,1 stan) che la iniziava nel dicembre 1918 e al
'parrocchia hanno celebrato una festa
mentìcabile. f Dopo il messaggio del .Pastore ^
e'del Segfretarip.'è stato offerto un ricevi
— Una importante Assemblea di Chiesa è
stata tenuta nel pomeriggio di Domenica 21
Ottobre. La Lettera Pastorale he riferirà àm^
piamente. Ci -limitiamo a brevi cenni.
Istruzione elmentare : siano fatti i passi
necessari perchè tutti gli alunni valdesi possano frequentare la 4 e la 5 classe:.
Il francese', il culto sarà celebrato una
volta al mese in francese, e le riunioni di
quartiere una in francese ed una in italiano.
Frequentazione dei culti: ogni domenica
almeno una persona per ogni famiglia deve
venire al tempio.
Col 1.0 novenfflre saranno ripresi i cmIti serali nel tempio. Avranno luogo una domenica su due.
Gli uomini e la Chiesa. Saranno indette
delle riunioni speciali per i capi-famiglia.
La Casa Valdese. Per rispondere ai bisogni -dell’opera, nel dilemma : se occupar© per
le attività ecclesiastiche i locali affìttati al
Comune per le Scuole o gli alloggi affìttati
a privati, è stata scelta questa via, al fine
l'i vedere ancora nei nostri locali gli alunni
\ ddesL I locali lasciati liberi dagli inquilini
so: IO stati utilizzati per le attività ecclesiastiche.
Vion nominato a diacono di Villa con funzioni di segretario, il signor Eli Long.
Il quartiere del Viiiar, smembrato dai traslochi avvenuti dopo i bombardamenti, ritorna a- far parte del quartiere- dell© Cheneviéres.
UNIONE GIOVANILE. - Due bellisinie
manifesti::doni hanno .avuto luogo recentemente. Dt menica 14 il 1.0 Convegno Interquartieralv della Ripresa.
Su prnpo ta del Presidente eletto dopo la
Hbcrazione, ì a gioventù, 90 presenti, con scrutinio segreto ha voluto che il Pastore della,
pairocchiii ri irendesse la direzione dell’Unione Gibvaiiiio. Il Pastore rende omaggio
allo zelo del Si: nor Giordano Emilio il quale viene eletto o'ia unanimità segretario. Il
nuovo Gruppo i Azione di cui daremo l’elenco completo /..dia Lettera Pastorale, si
jiropoiie di svolgere colla collaborazione di
tutti j.in’attività in; cnsa.
Domenica 28 coir, abbiamo dato il benneiiuiù fraterno ai r mpagni che la guerra
nvern disper.'io .?i/i m.- riti o in terra straniera. Nella sala che l’ai no passato era depociio di anni dei ÌQdc.schi, 110 unionisti della
duci (anche a quelli che non hanno potuto
interveixire) è stato offerto un segno di libertà e di fede : gli u Psaumes et Cantiques»
6 ai presenti, un pacco sorpresa. Molti canti
e una commedia fine e esilairmte hanno completato la festa.
Terminate le feste si tratta ora p'er tutti i
giovani e per tutto'il mondo di rifarsi una
nuova esistenza chà'sia normale. E la normalità per noi significa : casa e lavoro e in
più: chiesa:. Chi si limita alle due prime
sfere di vita rimane ancora .sempre nella anorinalità perchè l’uomo jion vive di solo
pane ina di ogni parola' che procede dalla
bocca di Dio.
Questè due belle manifestazioni giovanili
fanno sperare- che vi sia nella maggior parte della gioveiitù un sincero desiderio di comunione fraterna e di azione buona.
Le riunioni del venerdì sera bamio avuto
inizio con una partecipazione mai vista nel
passato.
fiQfri». Pfiiiif«
E’ stato celebrato il matrimonio del signor
Aldo Pons con la sig.na Ilda Raima. Invochiamo sul nuovo focolare le benedizioni di»
Dio.
— Di una grave sciagura sono siate vittime Suor Eugenia Tourn ed il signor Eugenio Costantino, La tragicità della loro dipartenza ha causato viva emozione nella
nostra cittadina, che ha tenuto a dare alle
famiglie provate una prova della sua profonda simpatia intervenendo molto numerosa ai funerali.
Il Signore spanda nei cuori afflitti la Sua
divina consolazione.
— Una serie di conferenze pubbliche molto
interessanti sarà tenuta in Torre Pellice nel
0
le prossime settimane dai Professori del
Collegio Valdese, seguendo un suggerimento espresso dal recente Sinodo Valdese, con
lo scopo di promuovere un'opera di cultura e di sana propaganda, spirituale. Sarà
svolto Ü seguente argomento generale: Le
Chiese Cristiane nel crogiuolo della guerra.
Saranno suocéssivamenta. esposte le dram-^^
matiche situazioni e IB coraggiose attitudini
delle Chiese Cristiane nei vari Paesi d’Eu. ropa durante la guerra, nella difesa delle
libertà più sacre contro Toppressione nazista, illustrandele con ricordi, riferimenti storici ed episodi d’un alto valore morale. Le
conferenze, precedute da una breve introduzione religiosa presieduta dal pastore signor
Giulio Tron, saranno tenute nella Sala dell’Asilo Valdese, ogni quindici giorni, la domenica alle ore 20.30. Domenica prossima
18 corrente, la prima conferenza sarà svolta dal prof, Giovanni Miegge sul seguente
■argomento: Le Chiese EvangeUche in Italia
dal Concordato alla guerra ed alla liberazione. L’ingresso è libero. Il pubblico è caldamente invitato ad intervenirvi.
Trittst«
Sul XXV anniversario di questa Comunità,
U diacono, rag. Tito Dolfl, scrive Unione e
Forza, ci ha mandato per incarico del Consiglio di Chiesa un lungo articolo, di cui lo
ringraziamo sentitamente.
Il 24 giugno scorso, egli scrive, la nostra
cliiesa presentava, durante il consueto culto domenicale, l’aspetto, chiamiamolo così,
delle grandi occasioni.
Mojti fratelli, grandi e piccoli, elvetici e
valdesi, hanno voluto essere presenti quel
giorno, il cuore ripieno di gioia e di riconoscenza al Signore, desiosi di poter dimostrare al loro padre spirituale, il caro signor
Pastore, tutta la loro commossa gratitudine
per quanto da lui elargito durante utt’intelo vita di ministerlo dedicata al bene delle
aiiinic nostre ed. alla crescente prosperità
nostra chiesa.
Indi, dopo gentili ed affettuose espressioni verso la nostra persona — la quale deve
semnpurire dinanzi alla nostra missione —
:'i-osegue:
Il iio.stro segretario, signor Paolo Arma;ii, al quale ci siaaio rivolti, ha voluto gentilmente fornirci alcuni dati importanti, che
liportiarno qui sotto e che speriamo potr.an;:a interessare tutti coloro che, non essendone a conoscènza, desiderino essere edotti
'egli avvenimenti che hanno portato alla
lon'dazione (fella Comunità Valdese a Trieste
e successivamente aU’unione di questa con
la coasorella Comunità Elvetica.
cui sposto subentrava a Pasqua dell’anno
dòpo il pastore Davide Revel. La comunità
valdese lu fondata la domenica 21 giugno
1920 con 6l i urlìi comunicanti ed una popolazione di lu6 anime, e il 21 gennaio 1921,
paiere favorevole del Ministro .Guardasi
Ìgilli^ on. Fera, e per delega impartita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ve!g nlva ' ufficialmente riconosciuta^, a tutti gli
I effetti legali, con decreto speciale del ComI missaiiato Generale Civile per la Venezia
Giulia.
(Essa s'accresceva d’anno in anno, pur in
mezzo a non poche difficoltà, grazie specialmente ai corsi di conferenze tenuti dal Paì -store ^ che sì vasta risonanza suscitavano
'* nella nostra città.
h L'opera valdese era nata e s’era sviluppata nel tempio della Comunità Elvetica per
: gentile, fraterna concessione del suo Presbiterio, e le relazioni fra le due comùnità consorelle s’erano fatte sempre più cordiali. Era
naturale perciò che il nostro Pastore proponesse, già nel 1923, Funione delle due coraunità; Ma per varie ragioni'la sua proposta
i non potò realizzarsi che alla fine del 1926.
r Nei luglio 1927, per accordo concluso colla
,, Ven. Ta.vola Valdese, egli era eletto ad ynaf'nimità di voti pastore della 'comunità elveosì veniva a trovar.si a capo d’uh
,.,tica e
.C. ijv.l,
'¿gruppo di circa 400 evangelici. Poco dopo
- avevano inizio i lavori di restauro della noI sira chiesa, da tempo desiderati dal sig. Del
lupesco; lavori Che essendo la nostra chiesa
■j;,'monumento nazionale, furono assunti e comàTpiuti, con intelligènte amore, dalla Sovrin
; concorso
.i'tà elvetica, ma anche della Sovrìntendenza
i ste.ssa e del comune di Trieste. La domeni■' ca 6 maggio 1928 una folla inverosimilé —
Villasttcca
nostra sorella Pevrot Maddalena ved. Pey
ran.
—Í ‘ . ^
^tendenza alle opere d’Antichità e d’Arte, col
finanziario non .solo della comuni
nella quale spiccovano i rappresentanti delfle più alte autorità civili e militari della no'stra-città e i capi delle varie Comunità cristiane non cattoliche-roma.ne . anglicana, luterana, metodista, ' greco-ortodossa e serboortodossa — si pigiava nella nostra veUista
t basilica per una doppia, solenne cerhnoinia :
. lp_ _ricon8ac,razione -al culto della (,hi©sa,^g,
l’insediamento del nostro Pastore nella carica di parroco della Comunità lilveiica; doppia cerimonia presieduta dal Vice-Moderatore dèlia Chiesa Valdese, pastore V. A. Costabel, venuto appo.sta da Milano.
Ricordiamo ancora che nel 1927 il^sig. Del
Pesco fondò Unione e Forza, organo delle
Comunità Evangèliche unite Elvetica e Val■ dese.
Altro vorremmo dire in relazione all’opera svolta fra noi dal Pastore durante questi
2.9 anni di ministerio; ma egli desidera che
siamo sobri e brevi, e noi... ubbidiamo. Però
prima di .conci udere vogliamo esprimergli
ancora tutto la gratitudine di cui ci sentiamo ripieni, pregando in pari tempo il Signore di concedergli la grazia di poter continuare tra noi per lunghi anni la .sua santa missione.
Alla iainiglia è giunta giorni or sono la
notizia della morte avvenuta in Germania
del giovane Clot Augusto di Giovanni Augusto e di fu Bounous Giovanna Jenny,
nato il 1.0 gennaio 1916.
Fatto prigioniero in Jugoslavia dopo F8
settembre, egli era stato deportato in Germania dove, in seguito alle continue privazioni cadeva gravemente ammalato soccombendo fatalmente al male alla vigilia della
liberazione, e cioè il Lo aprile 1945.
La sua salma riposa nel cimitero di guerra italiano di Hemer (Iserihori).
Una breve commemorazione funebre ha
avuto luogo nel tempio dei Chiotti domenica
mattina 28 ottobre- alle ore 9.39, con larga
partecipazione di amici e deila popolazione
Tutta.
Alla famiglia cosi duramente colpita — fldente-però nelle promesse del Signo-re — abbiamo espresso e rinnoviamo ancora il senso della nostra profonda simpatia cristiana.
— Martedì 30 ottobre il Signore richiamava a Sè, esaudendone così la preghièra, la
aJFetà di 81 anni.
. Il funerale, cìie ha avuto luogo 11 Lo novèmbre, è stato una dimostrazione della stima e (iella simpatia di cui era circondata
la nostra sorella.
Al figlio residente a Marsiglia, ai nipoti
ed ai parenti tutti va la .nostra simpatia.
Ufi -particolare ringraziamento esprimiamo
'alla buona Catterina.Leger ed alla famiglia
Pous, (iei Gtiiotti, per le cure premurose
.cori cui hanno assistito l’Estinta. .
Il 29 settembre è stato celebrato il m'a'' trimonio del reduce Genre Attilio, dì Bovb
le, con Poet Irma, di Faetto.. Agli sposi felici rinrioviamo gli auguri.
— Soiio state pi'esentate al Batte.sirno:
Pegiol Enrica di Giulio e di Gerire Alberti-:
uà, di Bovile, e Peyronel Laura Enrica di
Ferdinando di Bounous Maria, del Seri’e
Marco.
— Malgrado il tempo inclemente, appx’oflttando di un breve soggiorno bèlla parrocchia del pastore Giov. Enrico Melile, abbfamo avuto in queste ultime sere tutta una ser
rie di riunioni di famiglia e di quartiere.
Col più profondo gaudio spirituale sono stati accolti i messaggi della Parola di Dio, ed
è col più grand© interesse e piacere che
sono state seguite le letture di poesie e di
meditazioni fatte con quell’entusiasmo equU’arte che al sig. Melile riconosciamo.
Un grazie di cuore al sig. Melile ed un
grazie pure a tutti coloro che: ci hanno accolto con sì generosa e fraterna ospitalità.
F. U. V,
Offerte per i Campi Giovanili, in memoria
: di FRANCO DOSIO :
Paolo e Anita Bosio L. iO.OOO
Tutte ie offerte a tale scopò, saranno ricevute con gratitudine dal Cassiere dell%
F.U.V. sia direttamente, che con versamento sul c.c. postale N. 1-1216 intestato a Alfredo Giocoli - Via 4 Novembre, 107 - Roma;
Il Cassiere : Alìhedo Giocoli.
Allo scopo di onorarne la memoria di una
opera di bene, un gruppo di fratelli delle
Chiese di Roma, ha deciso di creare un fondo permanente a Lui intitolato la cui rendita annua sai'à devoluta alFOpera di Diaconia della Chiesa di Piaizza Cavour. L’invito a partecipaivi è esteso a tutte le jicrsone che desiderino appoggiare la benefica
iniziativa.
In memoria di PAOLO ROLAND :
Per la Scuola sussidiata delVljiverso : Carlo,' Mary e Alberto Roland, L. 1000 - Elena e Ernesto Jervis, 300 - Anna e Cornelio
^Vinay, 300 - Maria Bnischettini Roland, 500
Hilda Brusehettini Roland, 500 - Cugini
Brugehettinij 500 - Cristina e Gianni Barberis, 500 - tí'ugenio, Alberta e Guido Jahier,
1000 - Dott. -Giancarlo De Bettini e Ada, 300.
Pro Collegio : Carlo, Mary e Alberto Roland, L. 1000 - Elena e Emestó Jerrlé, '700 Anna e Cornelio Vinay, 700 - Maria: Briischettini Roland e famiglia, 1000 - Hilda
Bruschetiini Roland, 1000 - Cugini Brnscliettini, 1000 - Cristina e Gianni Barberis, 1000
- Eugenio, Alberta e Guido Jahier, 1000.
‘ 'l'orie Pellice: Laura
Roland Jahier, L. 1000 - Cario, Mary e- Alberto Roland, 1000 - Eleiia e Ernesto Jervis, 500 - Anna e Cornelio Vinay, SW - Hilda
Brusehettini Roland, 500 - Cugini Brusdiettini, 500 - Cristina e Gianni Barberis, 500 Eugenio, Alberta e Guido Jahier, 1000..
I Libri
S.-u.NT Sivio.N: Nouveau Ch'iisliavisme.
vendita presso Chiantore, Torino.
In
/ Pescaioli, di H.iNS HiRK, pagg. 428, L. 250.
Frà'ssineili, editore, Torino.
u1! iT'tnanzo ha por iirotagonisti alcuni
! escato-ri dane.si paiterdpi a un movimento
di ri,sveglio. Questi pescatori ci riescono simpatici ed umani, percliè il loro pietismo non
è gretto ■ costume e ipocrita bigotteria, ma
sincera fede religiosa, severa, combattiva ed
invàdente che ci richiama alle origini del
movimento». {Dalla prefazione).
La famiglia COSTANTIN e parenti tutti
sentitamente ringraziano tutti coloro Che con
la loro presenza o con scritti hanno preso
parte al loro grande dolore in occasione della dipartenza della loro diletta
MARIA COSTANTIM nata VIN(OPI
Un ringraziamento particolare al pastore
sig. Bertin ed ai vicini di casa che generosamente. si sono prestali in questa penosa
circostanza.
S. Germano Chisone.
novembre 1945.
La famiglia del compianto
■UttlttNIO COSTANTINO
ringrazia quanti si sono uniti nel loro immenso dolore con scritti e preghiere.
In paiiicoUii modo ringrazia i parenti, i
signori postoli. Beri e Tron, i vicini di casa,
lì lìrigadiere. comandante la staziorie dei
llU.ee. e i Pompieri dì Luserna San Giovanni, il sig. Dernaria Luigi, gli ex partigiani che si sono prestati nelle ricerche e tutti
colai 0 che sonò siati di aiuto e conforto.
. 5 novembre 1945.
ALBERTO RICCA, Direttore
Arti Grafiche uL’.Alpina» - Torre Pellice
Vi .
l 'y.f
*