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ANNO LXXIV
To쥫)HPetllce,
19 ^
vtmbre 1943
N. 47
I
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L
Nulla sia più forte della vostra fede 1
(Gianavello)
SETTIMANALE'^ DELLA
abbonamento
Italia e Impero . - • Anno L. 20 — Semestre L. 10
Estero . . . * » 30 — » » 15
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira — La copia Cent. 40
Regno di pace
Nel capitolo quinto del primo Lbro dei
Re (v. 2-5) noi leggiaiiio quanto segue:
E SaLomone mandò a dire a Mirami
« Tu sai che Davide, mio padre, non
ha potuto edificate una Casa al Nome
del Signore Iddm suo, per le guerre,, con
Le guaiti i suoi nenwci lo tennero intorniato, finché il Signore gli ebbe posti
sotto la pMuta dei suoi piedi.
« Ma ora il Signore Iddio mi ha dato
riposo d’ogni intorno; io non ho avversario pilcuno, nè smistro accidente;
« perciò, ecco, io delibero di edificare
una Casa al Nome del Signore Iddio
mio, siccome il Signore ne avea parlato
a Davide, mio paidre,-dicendo: Il tuo figliuolo, it quale io metterò sopra il tuo
tronq, in luogo tuo, sarà quello che edificherà una Casa al mio Nome ». ■
Dopo un lungo periodo di guerre onerose, Salomone è unto re d’Isiraele e sue •
cède a Davide, suo padre. E questo regno s’instaura nella pace, nel risitabilimento di relazioni amichevoli con i paesi vicini. Lo stesso Salomone afferma;
« Io non ho avversario alcuno, nè sinistro accidente ». Felice quel re e felice
quel popolo che possono finalmente godere di una vita normale. Gli scambi
hanno r.preso con le popolazioni circostanti. Si importano materie prime, legname prezioso; il commercio fiorisce liberamente.
Quali sono le preoccupazioni del giovane re? Ecco il grido di Salomone: «Ecco
10 delibero di edificare una Casa nei Nome del Signore Iddio mio». Terminate
le guerre disastrosèr i capitali possono
èssere utiUzzati p>er altri scopi, poàchèda" circolazione ridiventa normale. Il monarca, nella sua saggezza e per obbedire agli ordini di Dio, decide di consacrare questo periodo di vita pacifica e
le sue conseguenti possibilità alla costruzione di un tempio all’Eterno. Durante la guerra, e noi siamo oggi in grado di rendercene conto meglio che per
11 passato, le bombe, gli esplosivi di, struggono le chiese, fanno crollare le
cattedrali; si accumulano le rovine e le
devastazioni ovunque. Nella pace si ricostruiscono le Case di Dio.
Sapremo noi approfittare di questa
lezione? Quando la pace verrà e gli uomini saranno restituiti alle loro normali
occupazioni, sapremo noi ricostruire mattnalmente e moralmente il Tempio
dell Eterno? D’altra parte è proprio
quello il compito che ci spetta, se non
vogliamo esporci a delle nuove e prossime catastrofi, peggiori ancora di quelle a cui noi assistiamo. E’ nella pace
politica, nazionale e intem^onale, nella pace con i vicini e nelì’intemo del
paese che si può rafforzare la moralità
di un popolo, che le sue qualità si affermano e che il suo livello spirituale
s’eleva. Ma a condizione, beninteso, che
ci si voglia consacrare i propri sforzi.
f E se noi Scendiamo di un grado nei
nostri paragoni, possiamo anche affermare che il Tempio di Dio si edifica nelle famiglie quanidQ la concordia e l’armonia vi regnano. Là dove regnano rabbuffi, suscettibilità esecrate, discordia,
musoneria, la Casa di Dio non potrà mai
essere costruita, per quanto se ne abbia il desiderio.
Nello stesso modo, nella nostra vita
personale, è nella pace interiore ritrovata, nel Silenzio e nella meditazione,
nella contemplazione delle alte vette o
con la lettura dii buoni libri, che si crea
l’atmosfera favorevole all’edificazione
di quel tempio che noi dovremmo essere. Non vi è forse stato annunziato:
« Voi siete il tempio di Dio? ».
E’ dunque indispensabile che noi tendiamo tutti i nostri sforzi per suscitare
nel nostro povero mondo diroccato, sanguinante, crollante, quella maravigliosa
atmosfera di pace cristiana a cui sospi, rano le anime nostre...
All’opera!
L-L. B.
(Tradotto dalla «Vie Protestante »)
VALDESE
’'WS Spett. Biblioteca Valdese
. *;;sTorre PELLICE
Rigruardate alla roccia onde foate tatrilati
asal'a LI: 1)
^«raller« ! Pref^ «INO COSTAJML
Q-’li'. . ________
AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE:
Via Carlo Alberto, 1 bis — TORRE PELLICE
■n e i a
La vita scolastica, nelle nostre parrocchie, ha potuto, grazie a Dio, riprendere normiatlmente. Qualche piccola o
grande difficoltà connessa con le esigenze del momento eccezionale che noi •
viviamo è stata affrontata con spirito
di comprensione ed i nostri ragazzi, con
maggiore o minore entusiasmo hanno
ripreso il noto cammino verso le piccole, vecchie e gloriose scùolette di
quartiere, verso i begli edifìzi del capoluogo, verso l’antico Collegio...
Verso quale metal
Potrà forse sembrare strano che ci
vogliamo qui proporre una tale domanda. La -meta sembra così evidente: si
va a scuola per «■ istruirsi », per imparare a leggere, a scrivere, a far di conto;
per imparare a conoscere la storia dielle
civiltà antiche e moderne, la lingua dei
popoli stranieri, ecc., ecc. E tutto ciò
innegabilmente costituisce una meta. I
genitori mandano i loro figli a scuola
perchè essi possano godere, in maggiore 0 minore misura, del benefìci della
« cultura ». E questa « cultura » viene
poi considerata dalla quasi totalità dei
genitori come la meta ultima dei loro
sforzi; è sul piano della,« cultura » che
essi impostano una relativa collaborazione con gli insegnanti; è quindi legittimo ,lo stupore che Ij colpisce quando
incontrano dei maestri che avanzano
delle riserve.
Discussione di problemi teorici, — osserverà qualche lettore, — estranei al
clima arroventato nel quale viviamo.
Ci permettiamo di ritenere che teorici non sono affatto; del resto non bisognerebbe dimenticare che l’aver volutamente rifiutato di discutere a fondo
i così detti problemi teorici, per essere
pratici, solamente pratici, ha spesso offerto l’occasione a uomini senza scrupoli, in possesso di una teoria bell’e fatta, di offrirla in pasto alla naturale pigrizia intellettuale degli Uomini, aggiogandoli al loro carro per trascinarli magari nell’albisso.
E così per nulla problemi come questi possiamo ritenere estranei alTangoscia del nostro tempo; anzi, se non erriamo, sono tali, per il loro contenuto,
che una accurata indagine potrelbbe costituire il più prezioso apporto ad una
più esatta valutazione della crisi che
travaglia l’umanità. Sotto l’ossessione
dei problemi pratici, talvolta, per molti,
angosciosi che le necessità materiali della vita quotidianiai ci impongono, abbiamo finito col ridurre il concetto di crisi
a un sinonimo di difficoltà economiche;
sentiamo bene che così non è, che queste difficoltà del tesseramento, questi
turbamenti della circolazione cartacea
sono soltanto manifestazioni esteriori,
ma non sappiamo più esercitare la nostra facoltà critica: dimentichiamo che
crisi è giudizio.
Giudizio di chi?
Giudizio su che cosa?
« « «
I nostri ragazzi hanno ripreso la via
della scuola per conoscere più da vicino
questo mondo della cultura; cultura «che
vuol dire, — osserva J. Huizinga, -—
orientamento, sempre teso a un ideale,
il quale è più che l’ideale di un individuo; è l’ideale di una comunità ».
La cultura, cioè, non è, non può, non
deve esser fine a sé stessa. Se così inve
^ "il,
n o s 1
r’ce fosse, la cultura diventepeb» un
I ìftKimento inutile, un qualche ©osa di
i Sminile all’erudizione, estraneo alla vita.
la scuola non servisse che ad''àp-'’
iplèndere delle nozioni senza utilità pra^ ila per. la vita, essa tradirebbe il suo '
| s|ppo. ,Ci si obietterà, a questo propor
che il pericolo non esiste, per il fatì to che le scuole non sono mai state così
l ifÌcìllate come oggi, in tutti gli ordini,
I tftto che si è reso necessario l’introdu' liitnie del numerus clausus per limitare
I llifflusso degli studenti in certe Facoltà.
li4*!'Adbiamo per altro rimpressione che
Iqtóesto affollam,ento sia tutt’altro che
^probante; sia cioè una pura e semplice
m^iMestazione di quella caccia al diplo. ma; ' al titolo di studio indipendentemente dal valore della cultura come
orientamento, e strettamente connesso
; invece ad una radicale, seppure inconisapevole svalutazione di una sana cul’|ùra, ad un totale disprezzo dtei valori
i^beali.
,rt,i Perchè vai a scuola? ».
1': « Oh! bella! Perchè così otterrò un
tfWo di studio, che mi permetterà di
tfoyare più facilmente un buon im
piego».
Invece si tratta, fondamentalmente,
di orientamento. Nel caso nostro, il problema potrebbe, in un certo senso, apparire semplificato per il fatto che, teoricamente, rideale dieirindividuo e quel* lo della comunità, del giovane Valdese
e della comunità Valdese, ooincideirebbero. Si dovrebbe trattare cioè di un
ideale Duramente spirituale: l’onore di
Dio.
Quella cultura con la quale il giovane
viene in contatto a nuiraltro dovrebbe
servirgli se non a comprendere che vi
sono varie speci eh ideali: di potenza, di
ricchezza, di forza fisica (il divismo del
pugilato!), di conoscenza, ecc.; ma che
il solo ideale per ü quale valga la pena
di vivere e di morire è: l’onore dì Dio.
Ma nella coscienza della comunità valdese questo ideale ha ancora un suo significato? E’ ancora attuale? Oppure
questa espressione; onore di Dio altro
non è più se non l’eco di una tradizione che ci è diventata estranea, che è
ormai entrata a far parte del campo riservato aUe inldagini della Società di
Studi Valdesi, qualcosa di passato che
si conserva in un museo o negli scaffali
di una biblioteca?
♦ * ♦
I nostri ragazzi hanno ripreso la via
della scuola. E’ proprio soltanto un problema dei ragazzi, quello scolastico?
Quella mancanza di collaborazione tra
genitori ed insegnanti che sempre si ode
lamentare non è forse il sintomo di un
male molto più profondo che non una
semplice considerazione di tecnica pedagogica? Quando noi ripetiamo che la
nostra meta è di orientare i ragazzi verso l’ideale supremo: l’onore di Dio, noi
non intendiamo fare della retorica, ma
affermare qualcosa di tremendamente
impegnativo, per noi insegnanti, per loro
ragazzi; mi si permetta di aggiungere,
anche se è sottinteso: anche e sopratutto per i genitori. Intendiamo dir loro
che la vita è un servizio in forza del
quale ciascuno di noi deve servire Dio,
non in astratto, ma nella persona del
suo prossimo.
Intendiamo cioè porci tutti, maestri e
scolari e genitori, sullo stesso piano,
con quella divensità di esperienza che
gli anni ci concedonò, con quella stessa
coscienza della stessa infedeltà nel quotidiano servizio che gli anni non cl tolgono.
Intendiamo, in particolare modo, affermare che se da questo servizio si toglie Dio tutto redifizio della comxmità,
ogni possibilità di convivenza sociale e
di vita familiare scompare, perchè giustizia, virtù, carità, sapienza divengono
parole puramente umane.
Ora noi abbiamo il timore che il disinteressi di tanti, di troiai genitori
provenga appimto dal fatto che per essi
queste affermazioni sono diventate qualcosa di estraneo.
Per essi servizio e coscienza non sono
più indissolubilmente uniti. Il primo è
diventato, nella migliore delle ipotesi, im
vago senso di filantropia in cui Tamore
del prossimo è sostituito da una calcolatrice carità. La seconda si è trasformata
in un tenue senso morale che cerca di
mantenersi in equilibrio tra un masrimo
di vantaggi ed xm minimo di rischi.
* * *
Ancora e sempre i genitori mandano
i loro figli a scuola perchè sono convinti che la cultura permetterà loro di godere più sicuramente di un certo benessere o di uri certo grado di potenza con ‘
un maggiore o minor grado di sicurezza.
Questo benessere o questa potenza rappresentano il loro ideale. Non osano forse contrapporlo apertamente all’ideale
tradizionale della « comunità », ma si disinteressano: svalutano, è bene ripeterlo, nel modo più radicale tutto quello
che forma la ragione d’essere del nostro lavoro di insegnanti cristiani. O meglio: si interessano a rovescio per cercare raccomanidàzioni alla vigilia degli
esami, scuse per tutte le miarafchelle, ricorrendo a vere e proprie deformazioni
della verità per nascondere la pigrizia
o la cattiva volontà.
Acuiscono cioè questi genitori in modo
inesorabile.(e forse anche questo male
è un bene!) il dissidio' non solo scolastico tra dàritto e dovere: diritto al benessere, al godimento dei beni di questo
mondo — essere in debito di rinunzia, di
sacrificio, di obbedienza.
Vedono solo più il diritto.
* * *
Benvenuta dunque questa, ripresa di
vita scolastica che ci permette di riconfrontare il senso intiniiO della nostra obbedienza in presenza del giudizio.
Cl.
Quesiti
Tutti gli anrÉ, nel mese di novembre,
dall’alto dei rvostri palpati viene ricordato che sono aperte le liste elettorali.
Vi possono essere iscritti tutti i membri
comuniecmti che ri trovano rielle condizioni richieste dal regolamenti ecclesiastici e ne faoociano regolare domanda.
Le condizioni sono curcinote e non stiamo a ripeterle quA. Si possono brevemente riassumere nelTimpegno di partecipare attivamente alla vita della
Chiesa, di contribuire secondo i propri
mezzi, di esser regolartmente presente ai
culti.
Quante sorto annioalmente le domande di nuove iscrizichii nelle varie par
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L’ECO DELLE «VALLI VALDESI
' ■. ,;^ ' rocchie? Non possediamo^ dati precisi,
*• : ma ahbmTrw Vimipressione o(ie ?i tratti
di pochissime unità. Tl dUfinieresse ge~
^"nerale ^‘acoompagna e segue W^ita at- ; rtiva della Chiesa.
Nella migliore delle vpatesì qvMche
brav’uomo vi dirà: <
« Per me, faste come volete, sarà sem' pre ben fatto ».
E’ la sciita atmosfera deprimente alla
quale si deve reagirà, perchè questa bonomia: sarà sempre ben fatto è la madre prolifica del dàsmteresse, della manoasma di senso di responsabilità, dell’abulia, e di molti altri malanni, non soltanto ecclesiastici. Quando si dice così
gentilmente: sarà sempre ben fatto è
spesso perchè in fondo si pensa che quello che gli altri fanno, e di cui noi non
nogàamo assumerci la responsabilità per
paura o per ijicapaoità, è sempre mal
fatto.
Un dato curioso, nel campo statistico,
è offerto dal diverso comportamento del
numero delle ammismoni dei membri
comunicanti. In questo campo abbiamo
invece, ogni anno, un discreto apporto.
Eppure, se le condizioni sono diverse,
in fondo anche in questo caso si richiede fondamentdlmente senso di responsabilità, impegno a prender parte alla
vita -della Chiesa. Orbene, è noto come
ogni anno, in massa, i catecumeni dopo
il quarto anno vengono in massa ad arricchire di muovi elementi le file non
stremenzite dei membri comunicanti.
E’ bensì vero che proprio in massa
non è, perchè ciascuno deve individualmente fare la sua domanda, per cui bi• sognerebbe dire: individualmente 'in
massa; ma è una quistione di parole. Il
fatto non cambia.
E’ un segno di maggior vita spirituale il fatto che tanti giovani, dopo il quarto anno, domandino di entrare a far parte attivamente della Chiesa, oppure è
un segno di maggior maturità spirituale, di maggior consapevolezza della propria infedeltà, il fatto che cosi pochi
siano i giovani che chiedano dì diventare membri elettori, cioè di cooperare
attivamente alla vita della Chiesa?
Anzi, di, quei giovani che individualmente hanno chiesto in massa di diventare membri comunicanti, quanti sono
quelli che, raggiunta l’età regolamentare, chiedono l’iscriìiione nella lista dei
membri elettori?
Cos’è accaduto in quegli mini? Perchè
si sono allontanati? Ma si sono veramente allontanati, oppure, nonostante le
apparenze, non erano mai stati vicini
alla Chiesa?
E’ un bene o è un male?
Profano
La Chiesa nel mondo
Apostolato laico
L’attività del diaconato gode, nel protestantesimo tedesco, di un accresciuto
favore. Molte Chiese evangeliche, come
quelle di Amburgo, della Vecchia Prussia, della Baviera e dello Hannover han ■ •
no recentemente emanato delle ordinanze concernenti iP diaconato. Non solo
nelle grandi città, ma anche in campagna, i diaconi prendono parte alla vita
delle parrocchie. La carica di diacono
distrettuale è stata creata in numerose
provinole.
La camcelleria della Chiesa evangelica tedesca ha raecomanidato, recentemente, di emanare disposizioni chiare e
di coordinare le varie norme concernenti il diaconato, e di considerarlo in
modo ben definito come una carica ecclesiastica. (S. p. p.)
Isiilnlii Finióle Volto
di Vallecrosia
Il pastore signor Davide Pons ha mandato, di questi giorni, agli am'ci e sostenitori, una succinta ma succosa relazione del 74° anno dell’Istituto Femminile Valdese di Vallecrosia. Ne vogliamo qui brevemente dar cenno per rallegrarci anzituto del risultato felice che
il direttore ha potuto conseguire con
l’aiuto di Dio.
L’azione spirituale si è esercitata in
• ’<* profondità ed i risultati si devono cons.dérare più che soddisfacenti, come lo
provano non poche testimonianze di
fanciulle e di famihari. L’insegnamento
religioso e l’azione personale sono stati
particolarmente curat, poiché la formazione spirituale delle giovam, come osserva giustamente la relazione, è il primo compito deiristituto.
Nel campo della preparazione tecnica i risultati sono pure buoni,
Natriralmente non sono mancate le
difficoltà, pairticolarmente di ardine economico ed organizzativo, ed è con un
vero senso di liberazione che il Direttore può annunziare che l’esercizio 194243 si è chiuso senza "deficit. E se si pensa che ben 34 sono state le fanciulle accolte a Vallecrosia durante l’anno, non
si può non ripetere il grido di riconoscenza ali’Eterno che fin qui ha provveduto, ai benefattori per la loro generosità, e, aggiungiamo, anche alla Direzione per la fede e la tenacia con cui
ha affrontato i vari problemi.
Non sono mancate le difficoltà, e non
mancheranno purtroppo, anzi indubbiamente si moltiplicheranno. Perciò siamo certi che vecchi e nuovi amici dell’opera accoglieranno questi due appelli che il pastore D. Pons rivolge:
1° Affinchè tutti facciano pervenire qiumto prima le loro offerte che verranno accantonate, se possibile, in vista
del fabbisogno dei prossimi mesi, poiché
le comunica:zioni non sono sempre facili. I versamenti si possono fare sul
Conto corrente postale N. 4-4076.
2° Si trovano, attualmente nel nostro Istituto Femminile di Vallecrosia
due alunne provenienti da Napoli e dalla Calabria ed i cui sostenitori sono nell’impossàbilità di mantenere i loro impegni finanziari coll’Istituto, trovandosi
in regioni occupate.
Se qualche anima buona volesse prendere a suo carico le spese di mantenimento di coteste due fanchdle, farebbe
opera cristiana e patriottica, dì cut saremmo grandemente riconoscenti.
Per ulteriori informazixmi, rivolgersi
direttamente ài signor Davide Pons, direttore, Vallecrosia (Imperia). Cl.
Segnalazioni
Virgilio Sommani, moderatore della
Chiesa Valdese, non ha potuto dimenticare i ragazzi, i suoi ragazzi che egli
ha sempre amato ed a cui ha sempre
saputo parlare ü linguaggio del cuore
{ricordate Buccino ? il direttore del
Gould?). Per Natale egli ha preparato
per loro una graziosa novella:, il gatto
nero C”). I ragazzi la leggeranno d’un fiato. Non ne facciamo una recensione, perchè il suo tessuto è di fili delicati, di
sfumature sopraffine; è un cuore che
parla ai cuori. Benvenuto il gatto nero
nelle case dei bimbi Valdesi. Un’avventura maravigliosa è la sua, e pure così
naturale! Nel mondo dei ragazzi per i
quali il passaggio dalla fantasia alla
reiiltà è quistione di un sogno, esso potrà essere fonte di sogni d’oro!
Ed una parola ancora per la veste artistica: il pastore Guido Miegge ha ideato una copertina suscitatrice di atmosfera fiabesca, riuscitissima. Cl.
(’*) V. Sommani: « Il gatto nero » (Novella di Natale) - Libreria Editrice Claudiana ■* Torre Pellice — L. 1.
Vita vissuta
In una Pagina dedicata alle donne,
« La Vie Protestante » ha, recentemente, pubblicato, dei frammenti del diario
della moglie di un pastore evangelico
della Francia meridionale. E’ un documento che rum era destinato alla pubblicazione, ma che faceva parte di uno
scambio di impressioni pastorali molto
in uso, attualmente, nella Chiesa Riformata. Ne traduciamo aldini passi come
documentazione dello stato d’animo degli ambienti religiosi, dei focolari pastorali di quella Chiesa. Non vi facciamo
commento, perchè le cose pa/rlano, e
parlano un linguaggio cosi umano che
sentiamo quanto debba essere la nostra
umiUazione.
1-VI. « Si prepara il Sinodo. Dopo
molte preoccupazioni abbiamo finalmente la certezza che si potranno provvedere i pasti. Il problema delle camere
rimane sempre insolubile; esse sono tutte impegnate...; è un via vai continuo
di autocarri e di motociclette »,
15-VI. « Per noi è giunta ormai la fine
deH’attiVità ecclesiastica. E stato un
^ anno tutto seiicj.1,0, e saaimo pioprio al hinaie. oraixia miensamente n momeni,o
ili CUI i ana pura nempira 1 nostri poimo.ni e in cui si potra sperare di aver
qualcosa aa mettere neiio stomaco... ».
2U-VÌ. « Avr emo li campo delie cadette: ne portero docUci con me; non e
un aliare aa poco, perene esse escono dai
loro n^ao per la prima volta; sono tutte
hgiie di minatori. Ce ne sono di veramente cariite, e mi. sono molto affezionata ad esse, in lohdo, tutta la mia attività na dovuto limitarsi a ciò, a parte naiurdimente la società di cucito... E
poi, oni, e poi no ratto la coda e lavoro
di cuerna lino ad averne le ossa rotte!!!
rrno a Pasqua no potuto avere una ragazza « alla pari » che iru dava qualche
pomeriggio, ma che sopratutio trasportava i miei viveri al suo domicilio, per
non so cm.,. Dopo Pasqua no avuto una
donna da fatica che veniva tre volte la
settimana, quando veniva; da quindici
giorm essa è ammalata. Aririvo comunque a fare tutto e ringrazio D.o che mi
dà.la salute necessaria per tenere.
Preghiamo molto le une per. le altre,
per i nostri focolari pastorali, per i nostri mariti. Quale cumulo di responsabiLtà sulle nostre e sulle loro spalle.
Alla ripresa invernale bisogna eh essi
siano forti, e noi con essi, per andare
avanti e compiere un’opera feconda.
Malgrado i tempi così tristi e così tumultuosi, bisogna rimanere equilibrati
in mezzo a tanta gente disorientata ».
24-VI. « Sono sopraffatta: Pietruccio
ha avuto la scarlattma; Michele l’angina con la febbre a 40° proprio nei
giorni deda « confermazione » di Daniele. ;..Ma Dio è presente e ci sostiene
quando le forze mancano.
« Da un mese non abbiamo più avuto
alcuna distribuzione di legumi freschi
e si tira avanti, come si può, con choucroute di rape, cipolle e vecce a 35 franchi al chilo. Bussano continuamente alla
porta del presbiterio persone scoraggiate che non hanno più nulla da dare a.
loro figli o ai loro malati...
« Abbiamo avu'o una bella giornata
con la « conferrfiaznone » di Daniele. Egli
s’è dato a Dio due anni fa ed ha tenuto
duro; siamo stati commossi dai suoi sentimenti veramente cristiani ».
8-VII. « Qui le cose vanno come sempre. 11 Risveglio non c’è ancora. Quanta difficoltà prova la gente a pregare. Il
Circolo femminee per contro ha avuto
un gran successo ».
Cronaca Va/des e
ANGROGNA (Serre)
Martedì 9 corrente, nel corso della
riunione quartierale a Oacet, abbiamo
posto il segno del Patto sul bambino
Ernesto Pietro Monnet di Giovanni e di
Amandina. Benedica Iddio questo fanciullo ed ispiri Egli i suoi genitori nel
mantenimento delle promesse fatte.
— Domeaaica 21 corrente è convocata FAssemblea di Chiesa nel corso del
nostro culto pomeridiano al Serre, dalle 14 alle 15. Anche i bambini sono invitati a questo culto nel corso del quale vari argomenti riguardanti le attività ecclesiastiche saranno trattati. I bambini maggiormente meritevoli per buona frequenza e votazione alla Scuola
domenicale saranno premiati.
e. a.
BOBBIO PELLICE
La domenica 14 corrente la nostra
copxunità ha ayuto la periodica vìsita
di Chiesa. La Commissione Distrettuale lera rappresentata dal suo presidente, pastore Roberto Nisbet e dal vicepresidente, dott. Leopoldo Bertolè. Il
culto fu presieduto dal sig. Nisbet che
rivolse un incisivo messaggiq. Costituitasi l’Assemblea di Chiesa, i tìue visitatori e Ü pastore locale prospettarono
il problema della scarsa partec'pazione
degli uomini alla vita ecclesiastica. Dopo
FAssemblea seguì un fraterno scambio
di idee con i membri del Concistoro.
Nel pomeriggio, in una bella riunione della gioventù, i graditi ospiti rivolsero efficaci messaggi, come avevano già
fatto il mattino ai bambini della Scuola
domenicale.
La comunità ringrazia i signori Nisbet
e Bertolè per la loro apprezzata visita.
— All’età di 67 anni è deceduto, al
Ciampas, Giovanni Baridon. Rinnoviamo ai congiunti Fespressione delia nostra viva simpatia. R.
LUSEIWA SAN GIOVANNI
Sabato pomeiigg,to 13 novembre, si
^sono svolti i funerali dei nostro venerato fratello pror. .cav. Giovanni Pietro
Guy,-'addormentatosi serenamente nel
Signore uopo oreve maiaitia, all’età di
84 anni, ai Maianot. Egli aveva iniziato
la sua carriera quale maestro nene
scuole del nostro comune, poi Qttenùta
l abiii [azione per Fm^^namento della
lingua francese, aveva continuato la sua
missione di educatore — accettata con
vera vocazione— per lunghi flrmi a
Verceili. Grande e sincero fu sempre il
suo amore per la sua chiesa, nella quar
le fu membro attivo del Concistoro e
ooUaboratore costante del pastore, sentendosi sempre chiamato a testimoniare della sua fede; opera alla quale si
era preparato seguendo i corsi del pastore L. Pilatte, di Nizza.
I funerali furono presieduti dal pastore della nostra parrocchia, ove da
alcuni anni egli risiedeva, e dal vicemoderatore pastore L. Marauda, al cimitero di San Secondo, dove la salma
venne tumulata.
Alla vedova che lo assistette con tanto amore, ai figli rag. cav. Ernesto e
rag. Gustavo, dott. bav. Arturo che non
ha potuto essere chiamato vicino al suo
venerato padre ed' alle loro famiglie, inviamo una volta ancora l’espressione
della nostra profonida simpatia e viva
comunione di fede nelle sicure promesse del Redentore.
PERRERO-MANIGLIA
Abbiamo appreso con profondo dolore la inorte di Pietro Ferrier, di anni 42,
originario del Pomarat, deceduto in un
oispedale psichiatrico in Lombardia. Ai
parenti vada l’espressione della nostra
viva simpatia.
— Il 13 corrente, in una riunione
quartierale al Crosetto, è stato battezzato Luciano Peyrot di Emilio e di Angela Pons. La domenica 15 corrente ha
pure ricevuto il battesimo Alma Margherita Ghigo, nono della serie, di Alessandro e di Margherita Tessore.
Che il Sigrwre faccia crescere in sapienza, in statura ed in grazia questi
teneri agnelli della sua greggia!
L’il novembre, alle ore 12, si spegneva in Lusema San Giovanni il
Prof. Cav. Pietro Gay
La famiglia, daridone il mesto annunzio, ringrazia sentitamente quanti le furono di aiuto e di conforto in quella dolorosa circostanza, i signori pastori L.
Rivoira, L. Maranda, e quanti intervennero al funerale a Lusema San Giovanni e a San Secondo di Pinerolo.
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VALLI NOSTRE
Calendario 1944
— L. 6
Prof. Giso CosTABEL, Direttore responsabile
ARTI GRAFICHE “ L’ALPINA Torre Pellice