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Anno 113 — N. 18
30 aprile 1976 — L. 150
Soedizione in abbonamento postale
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
RIFLESSIONI
LA POLITICA DELL’AGAPE
A voler parlare della politica dell’agape ^ ci si scontra inevitabilmente contro due schieramenti:
quello di chi accetta 1’« agape »
ma non la politica, e quello di chi vuole
politica ma non sa che farsene dell’agape.
La prima incomprensione parte da questi
presupposti. Tuttavia, di fronte ad una
certezza così evidente non ne esco se non
nella conclusione che le due cose sono unite, e devono esserlo, perché senza la politica umana non regge.
Ai primi direi: l’agape non è un sentimento, ma è azione, è vita.
L’evangelista scrive: « La Parola
è stata fatta carne » (Giov. 1: 14).
Un bimbo della nostra scuola materna diceva, alludendo al crocifisso che hanno in
chiesa, « in chiesa Gesù è morto, ma nella
vita, fuori, è vivo ». Non poteva tirar le
conseguenze di questa sua affermazione,
ma mostrava comunque di aver fede in Colui che è nella vita di tutti i giorni. Gesù di
Nazaret, incarnazione dell’essenza di Dio,
« Dio è agape » (1 Giov. 4: 8) ha partecipato alla vita del suo popolo. Quando si
dice vita si dice rapporto con gli uomini,
con la città, con la tecnica di questo rapporto, cioè politica. Parlando dell’attesa del
Regno, il servizio che Gesù affida ai suoi è
il rapporto con gli uomini (Matt. 24: 45).
La politica non si esprime solo nel quadro
ristretto di un partito, qualunque esso sia,
anzi direi che questo quadro è sempre e comunque insufficiente a contenere l’annunzio dell’agape ed a esprimerlo.
L’agape si esprime in ogni atto della nostra presenza nella vita degli uomini. Poi
quelli che sostengono che non bisogna fare
politica la fanno ugualmente, anche senza
accorgersene, essendo i maggiori sostenitori dello « status quo », avversari di ogni
rinnovamento, persino di ogni ricerca. Gli
esempi storici li si trovano ovunque, dalle
chiese fondamentaliste americane che son
sempre ancora razziste, alla quieta e ben
educata borghesia europea che non vuole
perdere 1 suoi privilegi.
Ai secondi c’è da far rilevare che se
millenni di lotta politiche hanno
lasciato l’umanità nella triste situazione in cui essa si trova oggi,
questo è proprio dovuto al fatto che si è
esclusa l’agape nell’azione politica e, di conseguenza, si è passati sopra l’uomo in vista
di una ideologia più o rneno valida. Si può
forse costruire sul dolore umano, sull’oppressione, sulle vendette, sulle prigioni, sulle vedove, sugli orfani? Non si creano così
le premesse per reazioni altrettanto violente? In più quale struttura umana può reggersi se non ha come fondamento il rispetto dell’uomo? Forse che le leggi possono
sostituire l’agape? O non sono le leggi stesse rese estremamente deboli laddove i rapporti umani non siano improntati ad urio
spirito assolutamente nuovo che sappia
comprendere, e quindi amare, l’uomo fino
in fondo? Una società è solida quando
l’uomo è il soggetto di essa, mentre più si
fa dell’uomo un oggetto più la società è
fragile fino al momento in cui crolla del
tutto. Anche qui non mancano gli esempi
storici dalla Russia dove la dittatura del
proletariato è divenuta dittatura sul proletariato, al Cile dove la vita umana vai
meno del rame in possesso al ITT.
Gesù ha fatto politica? Non ha fatto
sua né la causa dei farisei (i conservatori) né quella degli zeloti (i
rivoluzionari) infatti né la visuale
degli uni né degli altri poteva contenere il
nuovo del suo messaggio, però ogni suo
atto è politica dell’agape, la vera politica,
perché giustamente risponde a Pilato: « il
mio Regno non è di questo mondo » (Giov.
18: 36) perché non rientra negli schemi comuni della politica, di quello in cui viveva,
come non rientra in quelli del mondo d’oggi.
La sua vita intera, però, è politica, cioè relazione col mondo che lo circonda, nei suoi
concreti problemi, per indicarne la salvezza dalle beatitudini alla croce. Già quando
si presenta come « Messia » cominciò ad
insegnare loro che era necessario che il Figliuol dell’uomo soffrisse molte cose, e fosse
reietto dagli anziani e dai capi sacerdoti e
dagli scribi, e fosse ucciso... » (Me. 8: 31)
in netta opposizione all’idea del Messia che
si facevano gli altri tanto che Gesù dice a
Pietro: « Tu non hai il senso delle cose di
Dio, ma degli uomini » (Me. 8: 33) ed indica nel seguito del discorso la vià della
sua politica per la vera redenzione, non
provvisoria, di questo mondo. Egli sintetizza la sua strategia politica in queste parole:
« Chi vorrà salvare la sua vita la perderà;
ma chi perderà la sua vita per amore di me
e del Vangelo, la salverà » (Me. 8: 35), e
questa strategia la attua per primo nella
sua persona dalla quale i suoi discepoli
traggono la forza per seguirlo. Son cose
che oggi più che mai debbono farci riflettere, perché oggi più che mai possiamo domandarci se questo mondo avrà un’uscita
dalla catastrofe se non nella rinunzia a sé
stessi, ai propri interessi, perché l’altro viva ed insieme a lui noi pure troviamo una
vita nuova, cioè con un senso vero e nuovo.
Si potrà dire che tutto ciò è sconcertante
per chiunque si attenga alle politiche, di
vario colore, del nostro mondo, ma è anche
vero che più sconcertante che mai è la persona del Cristo, tanto è vero che Egli è stato e continua ad essere rifiutato da quelle
che, ingiustamente, si chiamano azioni politiche « concrete ». Così Egli, cioè la Sua
agape, rimane perennemente « scandalo »
per chi non vuol fare politica e « pazzia »
per chi pensa di farla « realisticamente ».
E di qui non se ne esce.
Con chi metterci? Nei fatti, in Italia,
in Germania, in Francia, in Svizzera e via dicendo... con chi ci
mettiamo? Non è facile rispondere astrattamente. Dipende dalle situazioni
e dai programmi, dall’azione e dalla contingenza, ognuno può ricordarsi quella parola attribuita al Dr. Martin Niemòller:
« Non ho un programma, ho un Signore ».
Di fronte ad ogni nuova situazione occorre
lo sguardo limpido evangelicamente e saper scegliere in modo da non contraddire
l’agape o esser critici per annunziarla. Più
che programmare un’azione politica occorre essere attenti alle situazioni diverse, senza esser teoricamente bloccati né in un sènso né nell’altro. Ma sempre aperti al nuovo,
perché è il « nuovo » e non il « vecchio »
che ci tende verso il futuro. Chi può esser
rivoluzionario finché è idolatra dei fatti e
delle esperienze? In linea di massima direi
di essere con tutti gli uomini, perché l’agape non crea divisioni, ed in ogni parte ci
può essere ciò che vai la pena di sostenere
o almeno di rilevare come possibilità di
miglioramento.
Tullio Vinay
1 Usiamo la parola greca « agape » per evitare il
frainteso con Tamore umano. Agape è amore, ma
non possessivo come quello dell’uomo, ma dono
completo di sé come lo vediamo in Gesù. In Gesù
l’amore di Dio, l’agape, è divenuto esistenza umana ed in lui ne scopriamo l’essenza.
1° MAGGIO DEI LAVORATORI
Una pagina di Gramsci
« L’operaio Giacosa è stato arrestato il
1° maggio sotto l’accusa di aver lanciato
una mitica bomba in piazza S. Carlo. Una
guardia regia giurò di aver visto coi suoi
occhi il Giacosa a lanciare la bomba.
L’altro giorno il Giacosa è stato scarcerato, perché prosciolto in istruttoria;
egli dimostrò luminosamente di non aver
potuto lanciare nessuna bomba. Il Giacosa è cristiano devoto; appena scarcerato
egli manda aH”’Avantir' una sottoscrizione di lire dieci con questa dicitura: "Il
compagno Giacosa, per grazia ricevuta,
mette dieci lire per r"Avanti!”. Crede nel
Vangelo di Cristo. Fa voti che Cristo punisca quella degna guardia regia che ha
giurato il falso".
Da questo piccolo episodio si possono
trarre alcune moralità. Un operaio, cristiano, riconosce neir”Avanti!”, nel giornale della classe operaia, il suo giornale,
quello che lo ha difeso, difendendo tutta
la classe operaia aggredita a fucilate il 1°
maggio. Egli comprende che l’idea religiosa non costituisce motivo di scissione
nella classe operaia, come non costituisce
motivo di scissione nella classe borghese.
I socialisti marxisti non sono religiosi;
credono che la religione sia una forma
transitoria della cultura umana che sarà
superata da una forma superiore di cultura, quella filosofica: credono che la religione sia una concezione mitologica della vita e del mondo, concezione che sarà
superata e sostituita da quella fondata
sul materialismo storico, cioè da una concezione che pone e ricerca nel seno stesso della società umana e nella coscienza
individuale le cause e le forze che creano e producono la Storia. Ma pur non essendo religiosi, i socialisti marxisti non
sono nepure antireligiosi; lo Stato operaio non perseguiterà la religione; lo Sta
to operaio domanderà ai proletari cristiani la lealtà che ogni Stato domanda ai
suoi cittadini, domanderà che se vogliono
essere in opposizione questa opposizione
sia costituzionale e non rivoluzionaria.
L’opposizione rivoluzionaria è propria di
una classe oppressa contro i suoi sfruttatori; l’opposizione costituzionale è l’atteggiamento proprio di un ceto ideologico
della classe verso la maggioranza che esercita il potere politico. L’operaio cristiano Giacosa mostra di aver compreso questo nesso del pensiero politico proletario,
se, pure essendo cristiano, egli riconosce
neH”’Avantir’ l’organo della sua classe.
Egli fa voti perché Cristo punisca la guardia regia che ha giurato il falso; il Partito
Socialista non riconosce come buona questa tattica e preferisce la sua: espropriare i capitalisti e con la forza dello Stato
operaio rendere impossibile, anche per
gli operai cristiani, che il giuramento falso di un agente della borghesia faccia
marcire in prigione i proletari ».
Cosi scriveva Antonio Gramsci nella rubrica « Sotto la mole » dell’Avanti, il 16
agosto 1920. È l'anno dell’occupazione
operaia della FIAT. Ma anche l’anno della
sconfitta degli operai, della via libera al
fascismo. È una pagina di grande interesse, di attualità: i nodi non sciolti restano
in gran parte gli stessi, dopo 56 anni di
lotte, di speranze deluse: dalla sconfitta
operaia durante il fascismo all’organizzazione della Resistenza; dalla beffa democristiana alla paziente e faticosa opera
di ricostruzione e di crescita popolare;
nonostante le stragi di stato, le provocazioni continue che hanno cercato di denigrare i lavoratori, usando l’arma della
(contìnua a pag. 3)
Comunione
cristiana
1 CORINZI 1: 9.
Meglio di così non si può parlare
della comunione. Eppure i membri impegnati delle nostre chiese
(e anche i pastori) vedono spesso
le cose in maniera diversa. Che
cosa possiamo fare, che cosa dobbiamo fare, che cosa turba o rompe la comunione tra di noi? Siamo convinti che dalla risposta a
questa domanda debba scaturire
una soluzione al problema della
comunione. In tal caso l’affermazione di Paolo portebbe tranquillamente mantenere intatto il suo
significato come punto di partenza o meglio come conclusione
riassuntiva. Chi costruisce deve
evidentemente costruire sul fondamento già posto; ma d’altra
parte là dove la comunione è vissuta, essa non può essere operante nelle forme e nei modi delle generazioni passate.
Non sono proprio coloro che sono viventi nella fede che, spaventati dalla mascherata spirituale
che viene inscenata, chiedono nuove forme di comunione? In un
punto tutti sembrano essere d’accordo: i conservatori che vorrebbero conservare ciò che ha, secondo loro, fatto buona prova e i
progressisti che sperano e augurano che si trovi la comunione come essa sarebbe significativa e adatta ai nostri tempi.
La lettera di Paolo che inizia con le parole del nostro testo è stata scritta perché i cristiani di Corinto litigavano tra di loro rompendo la comunione. La
bella espressione di Luca secondo
cui i membri della comunità primitiva « erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli
apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle
preghiere » non vuole caratterizzare né la situazione di un paradiso perduto né un ideale (oggi diremmo un’utopia) dietro al quale sospirare: parla del miracolo
dello Spirito Santo. Parla di un miracolo per quelli che lo hanno sperimentato e di un miracolo per noi
che nello stesso modo lo possiamo sperimentare. La premessa
perché questo si realizzi non siamo noi, ma è e continua ad essere LUI che ci chiama alla sua comunione. Se si ragiona di comunione, non ha molta importanza
il fatto che noi possiamo darci
buoni consigli reciprocamente o
possiamo offrire modelli interessanti (per quanto questo possa
anche essere utile!): l’unica cosa
veramente importante è di sapere
se ci troviamo insieme nella comunione con Gesù Cristo. Nulla di
più e nulla di meno, ma Tt è la nostra sola prospettiva. Il miracoloso dei miracoli di Dio è che essi
si possono ripetere, che ci viene
data comunione perché EGLI ci
chiama alla comunione con Dio e
perciò alla comunione nella comunità. Karl Alaski
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Q^^niTO: EVANGELICI E CRISTIANI PER IL SOCIALISMO (CPS)
30 aprile 1976
MILANO
Un clima di fiducia e ia ricerca
Nel numero 40 - 1975, Giorgio Girardet
nfenva sul convegno che i Cristiani per
il Socialismo hanno avuto a Gioiosa Ionica in ottobre, sm problemi del Meridione.
Vorrei ricordare alcune delle sue affermazioni, poiché mi sembra che la realtà dei CpS sia un po’ estranea alle nostre comunità.
G. Girardet riferiva sul loro convegno
e al tempo stesso interrogava le nostre
chiese chiedendo se gli evangelici italiani si limitano a guardare dalla finestra
questo movimento nella sua ricerca di
identità cristiana e nella lotta per la giustizia, o se vi partecipano e in qualche
modo se ne lasciano coinvolgere.
La situazione attuale sembra essere
grossomodo questa; le nostre chiese stanno a guardare il fenomeno cercando di
valutarlo, nei suoi contenuti e nelle sue
formulazioni di lede, secondo i canoni
dell’ortodossia evangelica, mentre i CpS
si aspettano che gli evangelici, che storicamente hanno alle spalle secoli di dissenso dalla chiesa cattolica, mostrino la
loro lede concretamente attraverso opere di giustizia, cioè con i fatti.
Finora il settore più sensibile alla ricerca di rinnovamento portata avanti dal
movimento del CpS è stato quello della
stampa evangelica; Nuovi Tempi, già prima di fondersi con COM, ha dato ampio
spazio alla loro voce, da altri repressa
perché scomoda; la Claudiana ha pubblicato le riflessioni della comunità cristiana di Miraflori Nord e del gruppo
biblico di piossasco (To.), col libro «Una
lede da reinventare», uscito nel ’75, nel
trentesimo anniversario della morte di
Bonhoeffer, alla cui memoria il libro vuole rendere omaggio. L’Eco-Luce sta cercando di sensibilizzare le comunità vaidesi e metodiste al discorso dei CpS, e
le invita a stabilire con i cattolici italiani in crisi un clima di fiducia e di accettazione nei fatti, cioè producendo con
loro concrete opere di giustizia.
Va ribadito che la lotta per la giustizia si fa nelle organizzazioni e con gli
strumenti che si dà il Movimento Operaio, storicamente protagonista di questa lotta, cosi, come la lotta partigiana è
stata fatta con gli strumenti che il Movimento di Liberazione si è dato, e non
con il desiderio di creare strumenti cristiani. La giustizia si costruisce nel mondo, fra gli uomini, con le categorie politiche della scienza marxista.
Quanto all’identità cristiana, è notevole lo sforzo di ricerca biblica portato
avanti dal movimento. La Bibbia è del
popolo; con questo slogan l’Isolotto ha
letto e discusso il libro dell’Epodo, attualizzandolo. Così « Una fede da reinventare» propone di riprendere i Salmi, come scuola di preghiera per l’oggi. Già
Bonhoeffer diceva 30 anni fa che le due
cose essenziali, il programma massimo
per la fede oggi, sono pregare e praticare la giustizia.
Sarebbe importante che il materiale di
ricerca biblica prodotto e attualizzato
dai gruppi CpS circolasse di più fra noi,
quei ciclostilati o quelle pubblicazioni
frutto di una lettura biblica non rituale,
ma riscoperta nel vivo della lotta.
Alcuni gruppi CpS si propongono di
portare avanti, con la PGEI, qualche iniziativa riguardo all’ora di religione nelle
scuole statali. Si sa che la chiesa ufficiale sta tentando un rilancio dell’educazione religiosa apparentemente aggiornata,
ma in chiave sostanzialmente conservatrice.
Sarebbe da prendere in esame la possibilità di distribuire un questionario fra
gli insegnanti di religione, oppure di or
ganizzare in massa l’esonero dall’ora di
religione scolastica, dibattendone le ragioni nei quartieri e nelle sedi in cui è
possibile portare avanti questo discorso
anticoncordatario ancora poco sentito
ma che bisogna far maturare anche a livello di massa.
A questo proposito, va ricordata la
condizione di ambiguità in cui si trovano gli insegnanti di religione, che da un
lato hanno alle spalle il discriminatorio
e ingiusto privilegio concordatario di insegnare la religione cattolica come « fondamento e coronamento » dell’istruzione ;
daH’altro si trovano, rispetto agli insegnanti ^ altre materie, in una posizione
più indifesa in quanto il loro incarico di
insegnaniento è annuale e non a tempo
indeterminato, e il « placet » perché venga rinnovato dipende dalla Curia, cioè
da un organismo non statale.
Questo significa in pratica un grosso
ricatto economico nei confronti di quegli insegnanti di religione che ritengono
di dover affrontare un insegnamento alternativo, magari politicizzato ma non in
senso concordatario. Perché quelli che
fanno la politica concordataria sono al
riparo da ogni ricatto, col pretesto che
« non fanno politica » in classe, anche se
martellano con argomenti che di volta in
volta possono essere antidivorzisti (1974)
o antiabortisti (1976).
Per gli insegnanti di religione le richieste sindacali CGIL-CISL-UIL in vista del
nuovo contratto triennale prevedono l’incarico a tempo indeterminato ; qm va
chiarito, anche in sede sindacale, che
mentre da una parte vanno difesi i diritti dei lavoratori della scuola, dall’altra questo non deve escludere che si cerchi di far maturare una coscienza anticoncordataria.
Oriana Beri
FIRENZE
VITTORIA
• Dal Centro Evangelico di Solidarietà.
Mercoledì 5 maggio 1976, ore 20,45, nel
Salone del Centro comunitario valdese
(g.c.) saranno proiettati tre films (durata
45’) dal titolo; « Verso la vita » (problemi
— limitazione delle nascite), con discussione alla presenza di esperti.
Venerdì 7 maggio 1976 alle ore 21 per il
Cinefonim, sempre in v. Mazzoni, sarà
proiettato il film di Preminger; Exodus
Oscope-colore 1961).
Domenica 30 maggio la Corale Evangelica di Roma si presenterà al pubblico fiorentino per un Concerto a totale benefìcio
del "centro"; programma; Vivaldi « Gloria »; « Gente a gente » (composizione moderna).
GENOVA
Domenica 4 aprile si sono uniti a Casella bambini, monitrici, catecumeni e
genitori delle Chiese Valdesi, Metodiste
e Battiste. Tema dell’incontro ; « l’adolescenza e i suoi problemi ». Le monitrici
hanno condotto un breve culto ed hanno
invitato i presenti a portare le loro esperienze nella discussione generale. La signora Maria Romeo e la dott. Vera Darbesio hanno introdotto il dibattito, la
prima trattando brevemente il problema
dell’adolescenza dal punto di vista familiare, medico e psicologico, soffermandosi in particolare sulla crisi dell’adolescenza nella Chiesa e sulla collaborazione fra Chiesa e famiglia... Ci si è chiesti
se l’allontanamento dalla Chiesa è da ricercarsi nell’esempio di incoerenza cristiana che i giovani trovano nelle loro
famiglie, nella mancanza di un modello
valido. Si è discusso anche sul problema
dell’educazione sessuale che la famiglia
non deve trascurare né affrontare con
l’autoritarismo, che l’adolescente di oggi
rifiuta, ma con un discorso che non crei
opposizione. Lasciare quindi libero l’adolescente nella sua crisi che può essere
familiare, religiosa, sessuale, che è pur
sempre ricerca per il passaggio all’età
adulta, ma discutere con lui dei suoi problemi in un rapporto di parità.
Il 10 aprile ’76, dopo breve malattia, il
Signore ha chiamato a sé la Sig.na Filomena Di Gennaro, maestra emerita della
Chiesa Valdese. Era ospite della Casa di
Riposo di Vittoria da ben 30 anni e moltissime volte sostituiva il direttore nel
presiedere il culto del mattino e qualche
volta anche il pastore in chiesa.
La Sig.na Di Gennaro, conseguito il diploma di maestra a Vallecrosia svolse pure attività di sorvegliante nel nostro istituto. Successivamente servì la chiesa come maestra a S. Lucia di Quistello, a
Mantova, Falerna, Pachino e infine anche
a Vittoria ove diresse l’asilo infantile per
poi rimanere come ospite della Casa di
Riposo-.
Ebbe sempre alto il senso del dovere e
concepì il suo servizio alle dipendenze
della Chiesa Valdese come obbedienza ad
una vocazione ricevuta da parte del Signore.
In chi la conobbe, lascia un grato ricordo ed un esempio di fede vissuta serenamente.
PALERMO
Nel breve giro di due mesi la comunità
valdese è stata provata da tre lutti;
Emanuele Gallegra, nato a Castelbuono (PA) nel 1882. Da giovane si era stabilito a Palermo dove nel 1923 aveva conosciuto l’Evangelo ed era stato accolto come membro dalla Chiesa Libera. Quando quest’opera venne chiusa a Palermo,
egli passò nelle fila della chiesa valdese
(1934) e della comunità valdese restò
membro attivo sino alla fine del suo terreno pellegrinaggio;
Vincenzo Mazzarella, nato a Grotte nel
1897 da famiglia valdese. Giovanissimo
si trasferì a Palermo per cercare lavoro.
Fu un fedele testimone dell’Evangelo nel
seno della famiglia, nell’ambiente di lavoro e nella comunità (per vari anni fu
membro del consiglio di chiesa).
Giuseppe Nicosia, nato a Caltanissetta
nel 1889 da famiglia valdese. Con borsa
di studio del Comitato d’evangelizzazione,
frequentò la Scuola Normale a Pinerolo
ove conseguì, il diplòma di abilitazione all’insegnamento. Dal 1906 fu al servizio
della Tavola — per alcuni anni — come;
Maestro-Evangelista a Grotte, Rio Marina, Salle (Chieti). Nel 1925 si trasferì a
Palermo ove vinse il concorso di Direttore didattico e nel 1953 fu nominato ispettore scolastico e con questo incarico fu
collocato a riposo nel 1956. Sino ad un
anno fa frequentava regolarmente i culti
e le assemblee con vero interesse. In questi ultimi tempi era molto amareggiato
di non poter più frequentare i culti ma
restava sempre legato alla comunità.
FELONICA PO
• Il 27 maggio a Felónica Po avrà luogo
1 Assemblea dell’VIII Circuito che comprende le chiese Valdesi e Metodiste di
Mantova, Bologna, Piacenza, Parma, Felónica Po, Rimini, con relative diaspore e
gruppi più o meno isolati curati da queste
chiese. Sarà quindi un’occasione di incontro fraterno e di meditazione sui vari problemi riguardanti il nostro circuito e sul
lavoro che esso compie. I lavori si svolgeranno nella sala grande e sin da ora si
richiede la collaborazione di tutti per organizzare ogni cosa con decoro e con ordine.
Intervista
ai protestanti
socialisti
« Quanto alle finalità il GPS ritiene
che, oggi più che mai, il cristiano debba
dare la propria personale testimonianza
e operare concretamente a favore degli
altri attraverso un diretto e responsabile inserimento nella società, della quale
i partiti politici (come del resto i sindacati) sono strumenti attualissimi ed
essenziali. Quanto al riferimento al PSI,
molto semplicemente esso si deve al fatto che i promotori dell’iniziativa militano o simpatizzano per esso ». Così scrive
Aurelio Penna, metodista di Milano, al
quoticUano « Repubblica » per rettificare
la notizia sulla nascita del « Gruppo Protestanti Socialisti» (vedi pag. 4). il giornale in questione infatti aveva presentato la cosa come la nascita di un’ulteriore
corrente interna al PSI... Siamo andati
a Milano a trovarli (il gruppo si ritrova
in Via P. Lambertenghi, 28, « a questo indirizzo si possono inviare le adesioni »,
mi precisa un fondatore) e abbiamo rivolto loro alcune domande ;
— Quali sono le finalità del « GPS »
che coglie, come abbiamo detto da queste colonne, tutti noi di sorpresa?
— Il nostro forse è un discorso provo
_____________(continua a pag. 4}
MILANO
Le comunità metodista e valdese di
Milano sono state profondamente colpite
dalla tragica ed improvvisa scomparsa
del Pastore Vezio Incelli. Durante il Concistoro del 9 marzo è stato ricordato lo
scomparso sia per l’opera che svolgeva
nelle comunità, sia per la triste situazione familiare che ha lasciato.
La Chiesa Metodista infatti ha già aperto una sottoscrizione per venire incontro con regolarità alla vedova ed ai
tre figli, di cui due gravemente ammalati.
La Chiesa Valdese, si è associata a
questa iniziativa e raccomanda vivamente ai suoi membri di esprimere con i
fatti la loro solidarietà.
Giovedì 22 aprile 1976
Rete 2 TV ore 18
Dopo alcuni numeri monografici, come di consueto la rubrica PROTESTANTESIMO ha dedicato ad un ampio notiziario la trasmissione di
questa settimana.
Probabilmente il servizio che maggiormente
può stimolare un costruttivo dibattito è stato
quello di apertura, relativo al convegno svoltosi il 4 di aprile a Roma presso la Chiesa Metodista e avente come argomento i rapporti tra
Scuola e Religione.
Come è noto uno degli articoli dèi Concordato tra lo stato fascista e il Vaticano, dice testualmente :
« L’Italia considera fondamento e corónamento dell’istruzione pubblica l’insegnamento della
dottrina cristiana secondo la formula ricevuta
dalla tradizione cattolica ».
Appare evidente come una disposizione del
genere contrasti non solo con i diritti delle piccole minoranze religiose ma anche con i più elementari diritti sanciti dalla costituzione. Impossibile è perciò su tali basi qualsiasi discorso
di autonomia e di laicità per la scuola italiana,
ma i protestanti sono in grado di restituire al
problema la giusta validità che comporterebbe
una maggiore libertà del singolo e non solo, come allo stato attuale, il diritto (di malavoglia
concesso) per lo studente di non assistere alle
lezioni di religione.
La nostra democrazia continua a trascinarsi
dietro dopo trent’anni molte delle pastoie del
passato regime e su basi rese infide dalla palude su cui erano state edificate, ogni discorso di
riforma diventa lungo e difficile. A questo l’aiuto che le comunità protestanti possono dare, anche se non rilevanti di numero nel computo della pojMilazione delTintero paese, non è insignificante. A patto di riuscire a trovare un interlocutore privo di preconcetti.
Brevi cenni e filmati sono stati dedicati al
convegno dell’Unione delle Chiese Evangeliche
Battiste previsto a Rimini per la fine di aprile
e al convegno che si è svolto a Ginevra il 10 di
aprile avente come argomento Autonomia. Solidarietà e Giustizia Internazionale.
Qualche riga in più è doveroso dedicarla invece al resoconto dell’incontro tra operai protestanti Italiani e Francesi .svoltosi quest’anno
a Parigi. Dopo l’incontro dell’anno scorso, ospitato dal centro di Agape a Frali, in provincia
di Torino, concorde è stato il giudizio positivo
dei partecipanti su questa iniziativa e concorde
l’intenzione di estenderla in futuro anche a compagni di altri paesi. Il poter toccare con mano
la realtà di lotta e di lavoro degli altri paesi costituisce un prezioso contributo per la comprensione tra le comunità e un aiuto alla risoluzione
dei problemi che ne travagliano l’esistenza.
Paolo Andreottì
3
30 aprile 1976
VALLI CHISONE E GERMANASCA
Comunità Montana
Feste di canto Precongresso FGEI
La seduta del Consiglio della Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca, che ha avuto luogo il 23 aprile, è stata dedicata in modo particolare all’istituzione delle commissioni miste che dovranno in futuro lavorare come collegamento tra Giunta e Consiglio e anche
favorire la partecipazione della popolazione all’attività della Comunità Montana. La proposta iniziale della Giunta
era di istituire una commissione per
ognuno di questi settori: agricoltura, assetto del territorio, servizi sociali, lavoro e occupazione. L’insistente richiamo
del sindaco di Fenestrelle a non trascurare il turismo ha convinto i presenti ad
aggiungerne una per turismo, artigianato e commercio.
La composizione di ogni commissione
è stata discussa a lungo ; è stato infine
raggiunto l’accordo sul numero di quindici membri ; quattro consiglieri della
PRAROSTINO
• È stata battezzata nella riunione quartierale di martedi 20 al Collaretto Gönnet Daniela di Sergio e Nella.
• Assemblea di Chiesa di chiusura il 2
maggio con resoconto delle attività e rendiconto finanziario, saranno inoltre effettuate le votazioni per i delegati al Sinodo e alla Conferenza Distrettuale. Nel
pomeriggio alle ore 14 si terrà il consueto Bazar preparato dall’Unione Femminile.
• È deceduto alla Casa di Riposo di San
Germano il fratello Bianciotto Giovanni
Federico. Alla famiglia vada ancora tutta la nostra simpatia.
• L’I e 2 maggio Festa dei Lavoratori;
il programma prevede spettacolo teatrale per i bambini, danze, corsa campestre
e giochi popolari.
Si è inaugurata a Pinerolo venerdì, 23
al Palazzo Vittone, Piazza Vittorio Veneto 8, la mostra storico-fotografica documentaristica « Faro della Libertà ». La
mostra sarà aperta fino al 2 maggio con
questo orario: giorni feriali; 15-18; festivo; 10-12; 15,30-18,30.
La mostra ci sembra abbia raggiunto
lo scopo che si prefiggeva nel senso che
ha inteso far conoscere la storia di un
piccolo comune come Prarostino.
• Ci siamo rallegrati di aver rivisto fra
noi il giovane Vanni Paschetto di ritorno dall’Ospedale delle Molinette in seguito ad un grave incidente automobilistico.
dalla prima
menzogna politica, della polizia e della
magistratura. Proprio come quel lontano
1° maggio 1920.
Forse mai come quest’anno il ricordo
del 1“ maggio, dal dopoguerra, è così denso di insicurezze: per il diritto al lavoro,
per le sorti del paese, un momento in cui
il marcio delle istituzioni democratiche
si mostra a tutti con spaventosa evidenza.
Un 1° maggio che molti lavoratori trascorreranno lontano dai raduni festosi e popolari con la fisarmonica e le bocce, presidiando le fabbriche contro i sabotaggi
che rischiano di rivoltarsi ancora una
volta contro di loro.
Certo i Giacosa del 1920 non sono pm
il modello degli operai del 1976: ma sarebbe sbagliato pensare che il mondo dei
lavoratori non sia fatto anche di operai
che vivono così il loro cristianesimo. Per
degli evangelici è indubbiamente una posizione inaccettabile, come lo è per molti
cattolici. I rapporti fra socialismo e cristianesimo sono oggi ben diversi dal tempo di Gramsci. Ma se è vero che il messaggio evangelico va vissuto nel^ concreto
della realtà, delle lotte, è altresì un messaggio liberatore da ogni falso assolutismo
che si voglia attribuire alla classe operaia. Anche per questo la storia c^l'operaio Giacosa è significativa. E. O.
Comunità, sei membri scelti dai Comuni
tra i consiglieri comunali o tra i seipplici cittadini, purché residenti, un rappresentante ciascuno dei tre partiti maggiori: DC, PSI, PCI e due rappresentanti
delle associazioni sindacali. Le cornmissioni verranno formate con un paziente
lavoro di dosaggio delle forze politiche
rappresentate nel Consiglio e al di fuori,
in modo da raggiungere un perfetto equilibrio. Esse si daranno un regolamento
orientativo, rimanendo poi libere di scegliere il metodo di lavoro ritenuto più
opportuno.
Oltre a questo argomento, che ha attirato anche un po’ di pubblico in sala, -il
Consiglio ha discusso con più vivacità
sui corsi professionali e sulle iniziative
nel settore agricolo. Riguardo ai corsi
professionali, la Comunità Montana, che
fino ad ora ha organizzato soltanto un
corso per segretarie e stenodattilografe
a Villar Perosa, si propone di organizzare qualcosa di più e di meglio soprattutto nel campo dell’agricoltura di montagna. Il corso di Villar Perosa ha ricevuto
un contributo regionale di oltre sette milioni, ma la Regione ha anche proposto
di servirsi di enti pubblici e non più, come in questo caso, di enti privati. Per
l’agricoltura si è proposto di stanziare
un milione per la sperimentazione di coltivazioni erbacee e arboree. Sono già in
atto, a quanto pare, coltivazioni sperimentali di patate da semina in alcuni
Comuni delle due valli. Non è stata invece approvata la proposta di acquistare
un certo numero di stazioni meteorologiche che avrebbero dovuto fornire dati
utili alle coltivazioni, perché la richiesta
è parsa troppo vaga e non sufficientemente documentata.
Servizio di coordinamento
ed incentivazione agricola
Si ricorda agli allevatori che i vitelli
bollati alla nascita per il PREMIO CEE
che è di lire 24.000, hanno diritto a ricevere un secondo premio di uguale importo al compimento del 12® mese.
Presentare domanda presso la Comunità Montana portando il numero scritto
sulla fascetta auricolare verde, poslta al
vitello all’atto delia marcatura. ' ‘
LUSERNA S. GIOVANNI
Ai ritardatari!
Rinnovate
l’abbonamento
per il 1976.
^hb. annuo 1976
L. 5.000
Da versarsi
sul c.c.p. 2133094
intestato a
L’ECO-LVCE
Torre Pellice (To)
• L’assemblea di chiesa convocata sabato 24 ha eletto i deputati alla Conferenza Distrettuale ed al Sinodo. Sono risultati eletti per la Conferenza: Nini Boer,
Franco Fenouil e Renato Mirabile ; per
il Sinodo; Patrizia Peyrot, Dino Bellion
e Livio Gobello.
• Domenica 25, durante il culto, è stata
invocata la benedizione sul matrimonio
di Meynier Giuliana ed Enrico Charbonnier, che si erano sposati il giorno prima a Rorà. Il nostro più sentito augurio
a questi fratelli per una vita serena ed
impegnata al servizio del Signore.
• Martedì 27 si sono svolti i funerali del
fratello Carlo Bouvier, di anni 72, di Lusernetta, deceduto domenica in seguito
ad un infarto che lo aveva semiparalizzato. Alla famiglia, in modo particolare alla Sig.ra Fries Maria, vada ancora l’espressione della nostra solidarietà fraterna nella comune speranza cristiana.
• La 16 maggio vi sarà una giornata in
comune dei ragazzi del I e II anno di
catechismo a San Marzano Olivete, nella casa di vacanze gestita dalla comunità
metodista locale. È in programma anche
una breve visita alla parte storica di Asti
che sarà presentata dal direttore del centro di San Marzano.
Ringraziamo sin d’ora i fratelli che ci
ospiteranno. I catecumeni sono pregati
di non mancare a questo incontro.
• Da Pasqua è in vendita l’opuscolo edito dal gruppo FGEI sull’inchiesta svolta
nella comunità durante un anno e mezzo. Un documento che varrà la pena discutere insieme e che offre un’informazione generale sulle attività della comunità, la sua composizione sociale, i problemi emersi da un campione di interviste svolte nelle famiglie. L’opuscolo è in
vendita al banco libri della chiesa e presso la Claudiana di Torre al prezzo di
lire 1.000.
Domenica 2 maggio, ore 15: Tempio;,
del Serre di Angrogna: Festa di Canto
delle Scuòle Domenicali.
Appuntamento per i pulmann ; ore
14.10 precise sulla piazza di AngrognaCapoluogo. Prova d’insieme: ore 14.30
nel tempio del Serre. Ritorno; Sosta a
Chanforan ed alla Ghieisa della Tana.
Domenica 9 maggqo, ore 15: Tempio
■Valdese di Corso Vittorio, Torino: Pesta
di Canto delle Corali Valdesi.
Prova d’insieme : ore 14.15 nel tempio.
Viva preghiera a tutte le Corali di essere
puntuali.
Il pubblico è cordialmente invitato a
queste manifestazioni.
la Commissione del Canto Sacro
BOBBIO PELLICE
Mercoledì 14 aprile il Consiglio Comunale ha approvate il nuovo regolamento
di polizia rurale. Degna di nota la decisione dei Consiglieri di sospendere per
circa due ore la seduta, per dar modo
ai presenti di esprimere la loro opinione e di manifestare le proprie osservazioni. Cosìi si può dire che il nuovo regolamento esprime, almeno nelle sue
grandi linee, la volontà della popolazione di Bobbio.
Gli àcbpi che ci si prefigge con questo
nuovo regolamento sono essenzialmente
due ; difendere l’ambiente da ulteriori degradazioni dovute all’uomo e salvaguardare le persone che traggono il loro sostentamento dal lavoro agricolo o dall’allevamento del bestiame. Una delle
preoccupazioni infatti che è emersa con
maggiore insistenza è stata quella di non
ostacolare in alcun modo la vita e l’esplicazione delle attività agricolo-pastorali.
Così, si è ritenuto di non dover procedere alla emissione di,tesserini per autorizzare la raccolta dei funghi, ritenendo
sufficiente a porre un limite alle scorrerie dei cercatori (che non raccolgano sul
proprio fondo) la determinpione dei
giorni utili il martedì, gioved', e sabato.
Così, i locali non sono sottoposti alla formalità burocratica di richiedere autorizzazioni. , ,
È vietata in tutto il territorio del comune la raccolta dei fiori di lavanda che
crescono allo stato spontaneo. Ciò, a detta degli esperti, perché essa sta scomparendo dal .feritorip, peralto liinitató, su
cui crescé spontanea,,
È auspicabile che nel giro di' pochi anni, quando l’esperienza di applicazione
avrà dimostrato quali sono i lati negativi e quelli positivi del regolamento di
Bobbio e di quelli degli altri comuni, la
comunità montana riesca a farsi promotrice di un regolamento umeo per tutti
i comuni, in modo che il cittadino, locale e forestiero, sappia ciò che è lecito e
ciò che non lo è. Forse questo è un elemento indispensabile per giunpre ad
una educazione dei visitatori estivi e domenicali.
Come già segnalato sul n. 15 del 9 aprile, il sabato 1® maggio avrà luogo presso
la Foresteria di Villar Perosa" il'precofigresso FGEI del Piemonte. I lavori inizieranno alle ore 17 precise. Continueranno la domenica 2 dopo il culto in cornune con la comunità locale che ringraziamo per l’ospitalità.
SAN GERMANO
• Nelle prime ore di sabato 24 una grandinata si è abbattuta su tutta la zona e
sebbene i chicchi siano stati molto misti
ad acqua i danni causati sono sensibili
soprattutto ad alcune qualità di frutta e
alle culture di ortaggi precoci che haimo
sofferto non solo per i colpi ricevuti, ma
anche per il gelo portato dalla grandine.
• L’Unione Giovanile ha partecipato al
culto del giovedì; santo con la lettura del
testo biblico, fatta a gruppo secondo le
indicazioni date dal saggio della nuova
traduzione della Società Biblica.
• Il culto del venerdì ha dimostrato di
avere una buona vitalità nonostante la
giornata lavorativa.
A Pasqua il culto con Santa Cena è
stato frequentatissimo e la corale che vi
ha partecipato con due canti ha dimostrato buona preparazione e capacità interpretativa.
• Il 21 l’Unione femminile si è riunita
per festeggiare i 94 anni della sorella Eugenia Rostagno Paschetto; hanno partecipato anche alcuni ^ovanissimi della
scuola domenicale. Rinnoviamo ancora
alla nostra sorella gli auguri più fraterni, ripetendo con lei le parole del salmo 71: « Ed anche quando sia giimto alla vecchiaia ed alla canizie o Dio non abbandonarmi... ».
• L’Assemblea di chiesa si è riunita il 25
per eleggere alcuni membri del Concistoro. Essi sono : Elvina Gardiol Godino
(Barbé), Edmea Bertin Grassi (Centro),
Sergio Fomerone (Prima). Sono pure
stati elètti i deputati alla Conferenza distrettuale; Iris e Delio Paschetto e Giulio Griglio; supplente: Hda Paschetto.
Per il Sinodo sono stati désignât Daniele
Ghigo e Delio Paschetto; supplente Emilio Gardiol. È pure stato eletto un revisore dei conti nella persona di Renato
Romano. , ,
• Le sorelle* delle Unioni femminili di
S. Secondo e di Praròstino si sono recate a Borgio Verezzi per trascorrere una
giornata di distensione e di fraternità. Il
tempo freddo ed incerto non ha favorito
l’aspetto « turistico » della gita, ma ha
forse contribuito al carattere comunitario della giornata.
ANGROGNA
« La Boje » è lo spettacolo del « Gruppo Teatro Angrogna» che sta riscuotendo un impressionante successo nella valle. Esso verrà ripresentato nelle sere 1 e
8 maggio presso la Sala unionista alle
ore 21. Si consiglia di arrivare per tempo per trovar posto.
TORRE PELLICE
Doni pro Uliveto
Scuola Domenicale Corso Vittorio, Torino
L. 150.000; Unione Femm. Torre Pellice 20.000;
in mem. del papà Gamba Virgilio, il figlio
50.000; Gino Conte 10.000; Albertina Bertin
Bertalot, ricordando il marito Jean Bertin 2.000;
Pierina Marturano Canaregio (VE), in memoria di Vierra Vardella 30.000; in memoria della mamma Teresa Giudici, il figlio ba donato
una collana di opere di pedagogia e psicologia.
Rivolgiamo ai donatori un sentito ringraziamento.
Colportaggio
• Il gruppo colportaggio si riunirà a
San Secondo il 29 aprile anziché il 30 come precedentemente annunciato.
ERRATA CORRIGE
Nella cronaca di Torre Pellice della
scorsa settimana, avevamo attribuito la
conferenza su « Une page d’histoire Huguenotte au desert cévenol en 1742 » al
past. André Richardot, in realtà la conferenza era stata fatta dal past. Jean
Barrai, mentre il past. A. Richardot ha
tenuto il culto domenica 25 aprile.
Incontro pastorale
L’incontro pastorale del mese di maggio è fissato
LUNEDI’ 10 MAGGIO
AL CASTAGNETO (Villar Pellice)
con inizio alle ore 9.30.
Il programma, fissato nell’Ultimo incontro, prevede un dibattito, introdotto
da A. Sonelli, sul tema delPetica evangelica nel mondo moderno, in vista della
redazione di un documento per l’incontro della Federazione a Bari.
Nel pomeriggio i problemi del distretto.
Chiusura ore 16.
La Commissione distrettuale
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA . RORA'
Dal 1° al 7 maggio 1976
Doli. DE BETTINI GIANCARLO
Via D'Azeglio, 8 - Tel. 91.316 - Torre Pellice
FARMACIE DI TURNO
TORRE PELLICE
Domenica 2 maggio 1976
FARMACIA INTERNAZIGNAIE ( Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
Martedì 4 maggio 1976
FARMACIA MUSTON (Dr. Menassero)
Via della Repubblica, 25 - Tel. 91.328
LUSERNA SAN GIOVANNI
Domenica 2 maggio 1976
FARMACIA DOTT. PRETI
Via Inversegni - Tel. 90060 - Luserna
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 90.118 e 91.273
VICILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91.365 - 91.300
Luserna S. Giovanni; Tel.90.084 - 90.205
4
UOMO E SOCIETÀ’
Nella grande famiglia del «dovere»
la politica è malafemmina...
Al principio del prossimo mese di maggio dovrebbe iniziare presso la Corte di
Assise di Roma il processo nei confronti
del generale Tozzi e del capitano Timbretti, imputati di « istigazione di militari a
disobbedire alle leggi e al prestato giuramento ». Il procedimento ha preso origine
da una denuncia del « movimento suttufficiali democratici ». L’accusa si riferisce
al un articolo scritto dal suddetto capitano (mentre il Tozzi è stato denunciato in
quanto direttore responsabile) sulla rivista mensile « Il corriere dell’aviatore »,
che è un periodico delTassociaz. naz. ufBciali aeronautica. Nel testo sono state riscontrate dai denuncianti « affermazioni
antidemocratiche e programmi eversivi ».
Vi si parlava infatti della democrazia come di una malattia e si prospettava la
necessità di « tenersi pronti » per eventualmente « correggere » certi sviluppi politici.
Un libro r^entemente apparso, edito da
Mazzotta, di Giancarlo Lehner, dal titolo
« Parola di generale », fa una dettagliata
rassegna della stampa destinata alle forze armate e c’è da rimanere veramente
allibiti su quanto viene scritto e ripetuto
su decine di riviste che si rivolgono a militari in servizio e in congedo: si tratta
di milioni di copie annue — per di più pagate dal contribuente — che invadono le
caserme (dove trova difficile accesso la
stampa democratica, come fa notare Ton.
Anderlini nell’introduzione) con un contenuto a dir poco « qualunquista, spesso fascista, sempre intriso del peggior nazionalismo ».
Con ciò non si vuol generalizzare ma
appare evidente — da questa indagine del
Lehner — che troppa stampa militare
svolge una più o meno velata opera di vilipendio delle istituzioni, della Costituzione e della Resistenza sotto lo sguardo,
per lo meno indifferente, della classe politica ed in particolare di quella governativa: più che mai, anche in questo settore così importante qual’è quello della
stampa, le forze armate paiono un « corpo separato ».
Per meglio illustrare la cosa riporteremo alcune frasi prese qua e là, fra le più
significative.
Da « Il nuovo pensiero militare », che
si definisce « quindicinale politico indipendente di critica costruttiva ». A proposito del golpe cileno: « Il problema non
può stare nella scelta tra il regime democratico che, prima o poi, sempre ed ovunque, degenera in anarchia, e la dittatura,
che può avere indole e funzioni diverse...
La dittatura militare nel Cile era Tunica
soluzione logica, possibile e salutare ». E
ancora, venendo all’Italia: « La dittatura
fascista, sorta col sostegno dei Militari,
salvò l’Italia dal bolscevismo, in cui precipitava per colpa di quella democrazia
che sempre degenera ». Sulla Resistenza:
« Il sanguinoso sacrificio si è svolto in
modo particolare nell’Italia del nord ove
si era concentrata, colla costituzione della
Repubblica Sociale Italiana Testrema difesa nazionale all’avanzata degli eserciti
alleati... La vera Italia è quella che anche
nelle ore tristi seppe emergere con dignità, fede e coraggio, che seppe sempre
guardare in faccia lo spietato ibrido vincitore pluto-bolscevico che ci odiò a morte, che ci usurpò subdolamente le nostre
terre, che ci inflisse una falsa democrazia ».
Passiamo ora alle riviste edite direttamente dai comandi delle tre armi. Prendiamo ad esempio le teorie « antisovversive » della « Rivista aeronautica »: « La
famiglia e la scuola non affrontano generalmente il problema della preparazione
ideologica dei giovani, che sono spesso
Comiuto di Redazione: Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
MIchelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Direttore responsabile: GINO CONTE
Amministrazione: Casa Valdese, 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094 Intestato a L'Eco
delle Valli - La Luce ■ Torre Pellice
Abbonamenti : Italia annuo L. 5.000
semestrale L. 2.500
estero annuo l. 7.500
Una copia L. 150, arretrata L. 200
Cambio di indirizzo L. 100
Inserzioni : Prezzi per mm. di altezza, larghezza una col.; commerciali L. 100 - mortuari l. 150 - doni 50; economici L. 100
per parola.
8 luglio 1960
Reg al Tribunale di Pinerolo N. 175
Coop. Tipografica Subalpina - Torre Pellir«»
esposti ad una propaganda pericolosa per
la saldezza dell’istituto militare » per cui
«una funzione di indottrinamento deve essere svolta nell’àmbito dell’esercito» senza violare il principio della libertà di pensiero (sic), senza assumere carattere politico di parte (sic) ». Si tratta in effetti
di « contrastare un’ideologia di origine forestiera opponendole un’altra ideologia »
che, secondo l’articolista è « civiltà di valori morali. « Vi sono poi le tentazioni
« colonnellistiche » ed infatti vien detto
che « oggi non si può affermare che il
mantenimento della pace... è un affare
troppo complesso per essere lasciato in
mano ai soli politici ».
La « Rivista Marittima » (che fra gli altri ha avuto come collaboratore fino all’aprile 1973 il fascista e tramatore nero
Giannettini) è a favore dell’alta opera rieducativa che possono svolgere le caserme: « Il tempo libero genera la decadenza delle consuetudini, affievolisce e distrugge quei valori spirituali e profondamente umani che sono alla base del senso della famiglia e dell’ideale di Patria...
Se vogliamo preparare un futuro degno
di essere vissuto, dobbiamo compiere noi
— finché il nostro ambiente si mantiene
sano — un serio sforzo affinché l’uomo
sia formato in funzione dei compiti che
lo attendono ».
La « Rivista Militare » (mensile dell’esercito) invita « la pubblicistica militare
a tener presente che oggi il quotidiano
affianca i libri di testo nelle scuole e che
pertanto si offre una occasione propizia
per aiutare i giovani a far la prima conoscenza colla grande famiglia del dovere ».
Che non sia il caso, magari di istituire un
corso di « cultura militare »?
Vi è poi una panoramica sulla miriade
di pubblicazioni delle associazioni militari (fra cui ricorderemo « Aeronuatica »,
il quindicinale diretto dal gen. Fanali, ex
capo di Stato maggiore, già sotto inchiesta perché implicato nelle trame golpiste
ed ora coinvolto nello scandalo Lockheed).
Infine, i giornalini agganciati ai partiti
di centro-destra. Prendiamo ad esempio
« Primalinea » che si definisce « foglio di
combattimento per la redenzione e la libertà d’Italia ». Che cos’è, secondo questo
foglio, il 25 aprile (anniversario della Liberazione)?: è una data discriminatoria
e quindi anticostituzionale? Che cos’è la
politica? « una malafemmina che ti dà
un bacio e ti contagia la sifilide ». Chi so
no i partiti? Vi è il « grillo democristia
no » il « furetto repubblicano », il « bicipi
te bestione socialista », mentre i cornimi
sti vengono generalmente chiamati « bel
ve ». Ai missini, per contro, vengono at
tribuiti virtù, coraggio e virilità. L’ultima
pagina di questa rivista ospita un altro
vero e proprio giornale: «L’Ardito d’Itaha ». In occasione del 52° anniversario
della fondazione della M.V.S.N. (la famigerata milizia del regime fascista) si invia « a tutti i commilitoni il più caldo e
cameratesco saluto » e si ricorda che « la
gloria militare della Milizia — Quarta
Forza Armata dello Stato — è ormai consegnata alla Storia e siglata da un sigillo
a fuoco ».
I commenti sono del tutto superflui. Ci
limitiamo a constatare, coll’autore del libro, che con queste pubblicazioni viene
consentito ai frustrati della sconfitta di
30 anni fa di allargare a macchia i loro
« neri^» umori, dando vita ad una vera e
propria ideologia alternativa fascistoide,
reazionaria, e tanto più pericolosa in
qupto si avvale, oltre che della complicità e del lassismo della leadership politica, di mezzi e strumenti tutt’altro che
trascurabili.
Roberto Peyrot
la settimana internazionale
a cura di tullio viola
ISRAELE E SUD-AFRICA...
■¡ir ...hanno recentemente stretto rapporti amichevoli, concludendo anche consistenti affari economici e militari. E massicce forniture di armi affluiranno presto
in Israele dal nuovo paese amico.
Riportiamo da « Le Monde » (del 18-19
aprile ’76) una satira feroce pubblicata
da B. Mikael sul giornale israeliano « Haaretz », a proposito della visita d’amicizia
che il primo ministro sud-africano John
Vorster ha fatto, giorni fa, in Israele. È
la descrizione d’una scenetta scolastica.
«Presto, bambini, in classe! È arrivato
il maestro! Oggi egli c’insegnerà il modo
di risolvere il problema delle minoranzeche sono, di -fatto, la maggioranza. Ci
spiegherà che importa la qualità, non
la purezza della razza, della nazione, dello
Stato e dell’ambiente.
Tutto questo il maestro ci spiegherà
con delle diapositive. E un maestro di
grande esperienza, un vero amico, uno
degli ultimi amici che ci restano. Porterà
con se un libro di leggi scritto in ’’afrikaans’’, una lingua che assomiglia molto
allo ’’yiddish”. Ci spiegherà le differenze
che passano fra neri e bianchi, e il modo
di far progredire gl’indigeni.(...) Come assicurare ai primitivi il pieno impiego, come impedire le manifestazioni e soffocare gli scioperi, come risolvere i problemi
dei matrimoni misti, calmare gli spiriti,
come mantenersi a galla, anzi ritti in piedi e... restare il popolo eletto.
Tutti i bambini sono pregati di portare
in classe un bastone e una carota ».
È necessario che diciamo che questa
nuova amicizia ci è profondamente antipatica? Non lo crediamo. Crediamo invece di dover cogliere l’occasione per precisare meglio quanto abbiamo più volte
già detto sul razzismo in Israele.
Il razzismo in Israele esiste, e vi è anche rilevante, quindi pericoloso. Ma esiste
anche in Italia, in Inghilterra, in Svizzera ecc. (Anzi confessiamo di non conoscere alcun paese che non abbia, più o meno,
del razzismo): si tratta di quantità, non
di qualità. In altre parole: il razzismo in
Israele non è diverso da quello in Italia
(per es. da quello di Torino, che conosciamo molto bene personalmente). Esso non
è inerente, per definizione metafisica, al
sionismo, e neppure allo Stato d’Israele
come tale.
D’altra parte, il discorso non ci sembra
sostanzialmente diverso da quello che si
potrebbe fare persino sul razzismo sudafricano. In un’intervista concessa nel lu
glio 1964, Karl Barth si è espresso, in argomento, con le seguenti parole.
« Qualunque giudizio si voglia dare della politica TUzziule sudafvicana, bisogna
guardarsi dal bollare a fuoco troppo a
buon mercato quella nazione: altro è .giudicare la coesistenza di tre milioni di bianchi e di 15 milioni di neri, altro è giudicare da lontano la (molto errata!) politica
razziale.
Son forse chiamati proprio i cristiani
degli Stati Uniti, a mettere alla sbarra il
tazzismo sudafricano? Come si comporterebbero gli svizzeri \ se dovessero convivere insieme con un gran numero di
non-bianchi? Che posizione prendiamo
(noi svizzeri) di fronte ai 900.000 lavoratori ospiti che provengono dal Sud, ma che
sono ancor sempre della nostra stessa
razza?
Qualcosa che è vero e giustificato (il
”no” al razzismo sud-africano), diventa
inopportuno e privo di forza se proposto
e discusso in sede lontana. In questo caso, una condanna di principio e solitaria
è semplicemente insufficiente ».
Queste opinioni del celebre teologo
svizzero ci trovano pienamente consenzienti.
' E noi aggiungiamo: gl’italiani.
Vescovi italiani
n” stipendi a consigliare
alla Chiesa di non diminuire i vescovi.
Per il Vaticano il problema principale è
Il potere. Un gran numero di vescovi sipifica avere un rappresentante dappertutto, ficcare il naso dovunque, controllare ogni cosa». Cosi dice Tavv Mauro
Mettieri all’inviato del settimanale «Panorama », n. 523, che in un lungo articolo
esamina la posizione politico-culturale dei
218 titolari di diocesi italiane. Età media
58 anni, schierati su posizioni conservatrici e integraliste, (fanno eccezione cinque di loro, tra cui Pellegrino di Torino)
hanno ancora credito presso le masse —
secondo Von Siebenthal, psicoanalista tedesco — grazie all’ignoranza della grande opinione pubblica cattolica, abituata
per secoli a dare ascolto, in modo completamente acritico, alle parole dell’episcopato.
Costituito il Gruppo
Protestanti socialisti IGPSI
Il 29 marzo si è costituito a Milano il
Gruppo Protestanti Socialisti con lo scopo di raccogliere, a titolo personale, i
protestanti italiani che militano nel PSI
o quanto meno si riconoscono nella tradizione politica da esso espressa.
Tale Gruppo respingendo ogni concezione confessionale e integralista della
politica, si pone in una dimensione rigorosamente unitaria, laica e di classe. Suo
intento è di collaborare, con un proprio
originale contributo, all’evoluzione politica dei cristiani italiani verso il socialismo, facendo del PSI un punto di riferimento privilegiato; e, nel medesimo tempo, collaborare all’evoluzione culturale
delle sinistre nei confronti del problema
della libera espressione dell’uomo, anche
nel campo della fede religiosa.
(comunicato stampa)
Intervista
ai protestanti
socialisti
(segue da pag. 2)
catorio perché privilegiamo chiaramente una parte politica. Partendo dalla
sponda religiosa ci rendiamo conto che
oggi 11 cristianesimo, più che mai, ha bisogno di una traduzione concreta e noi
cerchiamo gli strumenti più idonei, più
opportuni che già esistono nella società,
per operare concretamente; cioè il partito e i sindacati. Ovviamente facciamo
riferimento al PSI, non perché crediamo che sia il migliore dei partiti, ma si
dà il caso che noi ci militiamo dentro.
È uno dei tanti strumenti che opera, in
rnodo per noi convincente, per il socialisino. Abbiamo contemplato Tipotesi che
altri protestanti per esempio i comunisti o i protestanti di Avanguardia operaia e altri se lo ritengono opportuno
facciano altrettanto, sono tutti modi per
attualizzare un impegno concreto e per
uscire dal ghetto in cui i missionari anglo-americani e il valdismo, in misura
minore, ci hanno relegato.
A noi sembrava necessario operare
una precisa scelta in questo momento
storico che vede grandi masse cattoliche
schierate sul fronte socialista.
C’è una preoccupazione elettorale,
dato il clima di questi giorni, alla base
della vostra iniziativa?
— No, è casuale; l’iniziativa si è concretizzata un paio di mesi fa, ma da molto tempo era nell’aria.
Vi riconoscete nel programma della
FGEI?
— Bisogna riscoprire il pluralismo della EGEI; non esiste solo il PCI o i
« gruppuscoli » ma esiste anche il PSI.
C’è infatti tutto un largo settore protestante che si riconosce nello PSI. Noi non
vogliamo dividere ulteriormente il protestantesimo ; prendiamo solo atto che queste divisioni già esistono e cerchiamo solo di chiarirle. Porse quello che potrebbe
dare fastidio è la nostra militanza nel
PSI; fosse il PCI, o PDUP o Manifesto
sarebbe più facile.
— Come vi collocate rispetto ai CpS e
cosa pensate di Com-Nuovi Tempi?
Non abbiamo ovviamente nessuna
preclusione perché quello è un ambito
che ci interessa. Rileviamo tuttavia che
Com-Nuovi Tempi non ha il coraggio forse per opportunità politica, di affrontare
certi temi come per es. l’aborto o il compromesso storico. Infine ci è spiaciuto
che « Com » non abbia voluto pubblicare
il nostro comunicato perché sarebbe, secondo loro, un’ipotesi neo-integrista.
— Rispetto al protestantesimo italiano
come pensate di muovervi?
— Evidentemente non vogliamo fare
propaganda allo PSI nel protestantesimo
o viceversa; siamo per la sprovincializzazione del-mondo protestante che si deve confrontare puntualmente con i grandi temi politici attuali perché, pensiamo,
ha qualcosa da dire, il nostro gruppo
raccoglie valdesi, battisti e metodisti che
già si riconoscono o simpatizzano per il
PSI in una gamma di sfumature politiche. Siamo contro quella logica di sinistra che legittima la presenza dei cristiani solo a livello di vertice (v. la Polonia)
o strumentalizza la loro posizione. Sappiamo che i cristiani proprio nel partito,
sono presenti come elemento di democrazia, quindi non abbiamo da giustificare la nostra presenza, semmai la qualifichiamo. E non abbiamo timore di dire come la pensiamo.
(intervista raccolta da G. Platone)