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An/10 114 - N. 4
28 gennaio 1977 - L. 150
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /7C
bwuoteca valdese
10066 tobre peu, ice
delie valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
dono diaconale
va oltre il debito sindacale
Le lotte sindacali del nostro tempo non possono sostituire un sacrificio e una dedizione personali che hanno nell’Evangelo la loro origine
PREGHIERA DI UN PASTORE DELLA NAMIBIA
Perchè, Signore?
Che nelle nostre chiese si manifestino opinioni e opzioni differenti, non meraviglia né disturba.
Non per questo leviamo gli occhi
al cielo o puntiamo l’indice accusatore, per carità! Però non è piacevole rilevare che le chiese e i
gruppi cristiani operano — senza
eccezioni — sempre più a rimorchio delle forze trainanti della società in cui sono immersi. E’ una
constatazione ampiamente suggerita da! passato, ma una cosa è
riflettere su quanto è stato ed altra
è viverci dentro.
Negli ultimi decenni siamo stati
affascinati e/o scandalizzati da
tanti suggerimenti che venivano
dall’attualità politica, di costume,
dalla cultura che, svincolatasi,dal
fascismo, apriva un discorsoiaHdtti i livelli. Senza remissione, la
nostra fede comune vive nel--dialogo e, nel confronto. Ma la situazione s’è fatta preoccupante quando, accettata la logica del sistema,
abbiamo trasferito il suo metodo
all’interno della comunità cristiana, dogmatizzando dei fattori nonteologici per combattere altri dogmatismi, altre inquisizioni. V’è
chi ritiene che sia naturale, che
sia giusto così. V’è anche chi osserva con smarrimento lo sconquasso al quale siamo arrivati, c
non se ne dà pace.
Il modello del PCI
Il modello che durante molti
anni ha affascinato i nostri giovani è stato il Pei, un punto di riferimento sicuro, motivato, vincente. Non vogliamo aprire una polemica e non vogliamo chiederci in
che misura (e con quali tecniche,
a quali livelli e settori) noi abbiamo mutuato dalla società civile il
nostro sistema momentaneo. Oggi
il Pei mette a dura prova molta
gente che lo aveva accettato a scatola chiusa: compromesso ’’storico”, posizioni concordatarie, eurocomunismo. Ecco, in quanto evangelici crediamo nel metodo della
carità e nella tecnica dell’uso dei
doni diversi; questo implica uno
spazio di libertà, e porta al pluralismo. Per vivere queste realtà
nelle nostre chiese, negli organismi e nelle iniziative che appartengono loro, non vorremmo essere debitori all’ eurocomunismo,
ecc., ma solo a una resipiscenza e
a una crescita del corpo del Signore, secondo verità e carità.
Abbiamo passato un periodo
di sindacal-protestantesimo esagitato, con tanti amici col pugnetto
chiuso, a invocare la fine dello
sfruttamento nella chiesa, la giustizia per chiunque vi svolga un
lavoro. Confesso due cose; dei
borghesi che giocano al proletariato prima di tutto diffido; non
ho ancora digerito — come altri,
del resto — alcune operazioni
pseudosindacali gestite con quel
massimalismo che Lenin definiva
una « malattia infantile ».
libertà della diaconia
Nella comunità-cristiana, è laddove essa è fragile minòranza in
particolare, la diaconia, il servizio
compiuto come atto di solidarietàs
di collaborazione, la carità adempiuta in contributi di lavoro, hanno sempre avuto uno spazio libero, sindacato solo dalla coscienza
del credente. La passione per
l’Opera del Signore, l’impegno di
chi sente di dare una sua concretezza a questa volontà di servire,
di testimoniare, non possono e
non devono essere monetizzati a
scala sindacale. Bisogna guardarsi
intorno a occhi aperti, e vedere
come nel movimento delle cooperative, nei partiti, in tutti i movimenti con una motivazione ideale,
v’è uno spazio enorme per il Volontariato, vi è una autoriduzione
dei costi per la gestione degli strumenti organizzativi, di propaganda. Lo schiavo è uno sfruttato,
sempre, ma il cristiano che usufruisce della sua libertà per un impegno diaconale, no. Ed è deso
II vescovo luterano Scharf in pensione
Un ministero libero
Il vescovo luterano di Berlino,
Kurt Scharf, è entrato in emeritazione alla fine di dicembre
1976, dopo un ministero durato
dieci anni.
Durante questi dieci anni
un’epoca della storia travagliata della chiesa e della società
tedesca si è chiusa e un’altra si
è aperta.
Quando egli venne eletto a
questo posto di grande responsabilità erano gli anni della guerra fredda, che la politica di Adenauer e di Ehrard avevano sostenuta come ultima frontiera e
anche negli ambienti ecclesiastici era vietato, se non si voleva
essere tacciati di filo-comunismo, chiamare la Repubblica
Democratica Tedesca con quel
nome ; si doveva continuare a
lante osservare come fra noi spesso sono gli anziani che pagano di
persona, mentre i più giovani sono ammorbati dagli appelli d’una
sedicente giustizia sindacale.
Volete qualcuno che compia un
servizio diaconale fra noi? Cercatelo all’estero. Avete bisogno d’un
possibile guaio? Cercatelo in casa.
Certo, questa situazione è particolarmente sofferta dalle ’’istituzioni”, non dai gruppi avanzati; ed è
un altro argomento che meriterebbe attenzione, anche da parte di
chi — non sempre a torto! — contesta certi nostri modi di organizzarci e vivere nella società civile.
Pensiamo che, almeno sull’esempio degli altri, dovremmo finalmente finirla col fare del faeile
giustizialismo sindaeale sulla pelle di chi ancora crede che vi sia
più gioia nel dare ehe nel ricevere. Dovremmo guardarci dalla tentazione degli sfruttatori e finirla
eoi ridurre l’agape, che ha nella
minuta diaconia quotidiana un
luogo d’elezione, a tante frasi suonanti. Noi crediamo, appassionatamente, nell’importanza del sacrificio personale, d’una dedizione
■ alla Causa die si manifesta nella
rottura degli schemi anche sinda■ali.
L. Santini
Tu conosci bene le angoscio dei
miei amici. Tu conosci quello che
provano i miei fratelli, ovunque
si trovino; nella fattoria, nella
cucina del « Baas » con uno spazzolone in mano. Tu conosci la
loro fatica quotidiana dietro alle
pecore, nella solitudine dei grandi pascoli. Tu conosci il disprezzo a cui vanno incontro e gli otto « rands » che ricevono al mese. Tu conosci i loro pensieri, laggiù in fondo alla miniera, dove,
per un salario di fame, si lasciano sfruttare e tormentare. Tu conosci le tombe, ancora fresche,
dei fanciulli di Soweto e ogni giorno, tu vedi, le lacrime amare dei
loro amici e dei loro genitori. Tu
conosci il tradimento e l'impostura del «Turnhalle Tu conosci tutte quelle centinaia di persone che sono nei lager della Namibia del Nord e che vengon torturate. In questo momento quella gente è percossa a colpi di bastone e vengon spente sigarette
sui loro corpi nudi. La nostra
miseria, la nostra distretta, le
nostre sofferenze son forse minori di quelle d'Israele in Egitto?
Ma perché, perché Signore?
Sei forse diventato sordo alle
grida delta sofferenza? Ci hai forse girato le spalle? Fino a quando permetterai che degli uomini
ci calpestino? È dunque vana la
nostra attesa, la nostra speranza? Ma perché perché ci lasci in
questa interminabile attesa?
Perché ci hai creati? Ci hai
forse creati affinché venissimo
poi abbattuti come cani arrabbiati? “ci hai forse creati per essere
disprezzati, oppressi e annientati?
Perché Signore, perché?
Trapani: di chi la colpa?
Pubblichiamo a pag. 5 un servizio sull'alluvione di Trapani e la locale chiesa valdese. Nella foto una veduta- di Trapani allagata, con
le acque in gran parte già defluite.
chiamarla zona di occupazione
sovietica (SBZ). Egli aveva la
responsabilità della chiesa dei
due settori (occidentale e orientale) di Berlino e del Brandeburgo.
Le autorità della RDT, non
diversamente da quanto avevano fatto per il suo predecessore
Otto Dibelius, sebbene lè posizioni di apertura nei confronti
del mondo socialista fossero radicalmente diverse, non consentirono mai a Scharf di visitare
le chiese della sua « diocesi » situate nel territorio della RD"!.
E avvenne che Berlino-Est e il
Brandeburgo, per chiara e cosciente scelta pastorale di
Scharf (ma fu anche una scelta politica) vennero staccate e
affidate a un nuovo vescovo della
RDT, e questo portò dei risutati
positivi.
Venne fortemente coinvolto
(o piuttosto scelse di essere,
coinvolto) negli avvenimenti
della protesta studentesca del
1968 ove egli si adoperò con tutte le sue forze per riportare il
dialogo tra le parti, invece di avallare lo scontro. E quando la
febbre sai’, alle pimte estreme
con le azioni terroristiche della
banda « Baader-Meinhof », il vescovo mantenne una posizione di
apertura, rifiutando apertamenil clima di caccia alle streghe
che si era instaurato nella città
e in tutta la RFT.
Nel 1974 sollevò una ondata di
critiche assai dure quando deci
se di visitare in carcere, dove stava facendo uno sciopero della
fame per protestare contro la
dura situazione a cui era costretta in assoluto isolamento, Ulrike Meinhof ; Scharf seppe chiarire che il suo compito di pastore
non poteva conoscere limitazione alcuna, sottolineando ancora
una volta la dignità della creatura umana, indipendentemente
da qualsiasi altro giudizio di valore politico.
C’è da augurarsi che il successore di Scharf, pastore Martin
Kruse di Hannover, possa nello
stesso modo essere testimone
dell’Evangelo nel nuovo clima di
distensione e nella nuova situazione socio-politica della città
di Berlino e della RFT.
Il tuo amore ha un limite e
non ne siamo fuori? Ci hai creati perché diventassimo schiavi di
altri uomini? Ci hai creati per essere conosciuti come « Cafri »,
come dei « non-bianchi », come
« Bantous »? Ci hai creati per essere ammessi sino alla soglia della cucina del « Baas » e per dissetarci bere in vecchi recipienti di
conserva arrugginiti?
Ci . hai creati per dire: « Sì,
Baas » e « Sì, Missies »? Ci hai
creati per essere solo delle caricature? Perché Signore, sì perché
Signore ci hai creati?
Perché ci hai insegnato che
siam stati creati a tua immagine
e somiglianza? Perché ci insegni
che ogni uomo, senza distinzione
di lingua, di razza o di colore
della sua pelle è uguale, agli occhi tuoi, agli altri uomini; e che
noi dobbiamo accettarci, vederci
e comportarci su uno stesso piano? Perché hai aperto i nostri occhi affinché potessimo vedere
che non siamo più schiavi, ma
creature libere, riscattate dal
sangue del tuo Figlio unigenito?
Forse sarebbe stato meglio rimanere nella nostra ignoranza!
Così avremmo sopportato meglio il nostro destino! Ma ormai
non possiamo più farlo perché
vediamo con nostri stessi occhi d'esser altrettanto preziosi
dei diamanti dell'Oranjemund e
di tutto l'uranio del Rossing.
Perché? Perché Signore hai voluto aprire i nostri occhi?
Perché rimani in silenzio quando noi gridiamo a te dal fondo
della nostra miseria e della nostra sofferenza? Per quanto tempo guarderai ancora alle nostre
lacrime, al nostro dolore? Il giogo della schiavitù ci è diveritato
insopportabile e non vogliamo
trascinarci oltre! Perché perrnetti che l'ipocrisia e l’ingiustizia
regnino su di noi quando tu ci
hai voluto riscattare con la tua_
propria vita? Tu, che sei il re dei
re, ti hanno picchiato con pugni
e bastonate e in segno di estremo disprezzo, ti hanno schernito
facendosi beffe di te. I chiodi ti
hanno terribilmente trafitto le
mani e i piedi; e tutto ciò per
l’immenso e infinito amore che
hai per noi.
Perché? Sì perché resti in silenzio di fronte alle nostre pene,
alla nostra sofferenza?
Dal fondo della nostra distretta noi gridiamo a te: salvaci dalla nostra angoscia! Conducici
verso la Namibia e non nel SudOvest Africano neo-coloniale!
Oh Signore deU’Universo solleva le nostre anime che guardano alla liberazione, alla giustizia,^
al perdono, allo Shalom! Riempi
con i tuoi beni le nostre mani
gonfie e vuote! Spalanca le porte
blindate, togli il filo spinato di
Robben-Istand. Demolisci cam
pi^ ove sono deportati e torturati centinaia di nostri fratelli e liberali!
Dal fondo della nostra distretta, gridiamo a te: liberaci dalle
angoscie. Afferraci con la tua
mano destra e liberaci dalla nostra debolezza e che il mondo,
attraverso di noi, stupisca del
tuo miracolo. Donaci lo spirito
della vita affinché possiamo reggerci ben in piedi e possiamo,
sotto la tua guida, far risplendere su questo Paese la luce del tuo
regno.
Otjimbingwe, 1 settembre ’76
Zephanja Kameeta
Namibia) da: Lutherische
Monatshefte, die. '76.
1 Turnhalle : edificio nel quale si stan
svolgendo, da mesi, le discussioni per
lo statuto del Sud-Ovest Africano a
Windhoek.
2 Campo di Ovambolànd (ài nord della Namibia) in territorio interdetto vicino all’Angola.
2
28 gennaio 1977
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J\ i
FLASH SUI, DISTRETTI; LE VALLI VALDESI
Le comunità del J*rimo Distretto sono tuttora alla ricerca di
una loro fisionomia e di ima loro
collocazione nel contesto della
chiesa valdese. Dicimno « tuttora» perché sono alcuni annij dall’epoca del boom economico se
si vuole fissare una data, che la
crisi, latente nei primi anni del
dopoguerra è diventata acuta.
Non è il caso di ripercorrere
le tappe di questo cammino e ricercarne le cause: spopolamento, migrazione, crisi deH'agricoltura, riassettò deH’area pinerolese ecc. Un fatto, per tutti evidente ed innegabile, ,.è questo: le
Valli non sono più quelle di un
tempo e non hanno ancora trovato una loro caratterizzazione
sotto il profilo della presenza
evangelica.
La stessa protesta contro una
certa linea seguita dalla chiesa
(vera o frutto di supposizione),
protesta che ha trovato la sua
espressione nella petizione presentata al sinodo scorso e si è
idteriormente sviluppata nel movimento di Testimonianza Evangelica Valdese (TEV), è espressione di questa ricerca per un
nuovo volto da dare alle Valli,
nel prossimo futuro.
delle nostre coniufiità, ed hànno
solievató negli ultimi anni il problema del rinnovamento.
Due linee di ricerca
In questo Senso i fratelli che
si esprimono attraverso la TEV
non sono un fatto eccezionale,
imprevisto, anomalo neirinsieme
della vita del Distretto ma non
sono neppure un fattore di novità assoluta. La loro azione non
rappresenta cioè ima svolta, un
cambiamento di rotta ma una
voce, un elemento particolare
neirinsieme di una ricerca generale. Si affiancano così ad altre
proposte.di lavoro^ altre linee di
riflessióne, altre" vtìci che sòno già
presenti jéd attive neirinsie^ne
Vi sono state sin qui almeno
due altre linee di ricerca che si
sono proposte airattenzione deh
le comunità: una prima, intorno
agli anni '60, di rinnovamento
biblico-ecclesiastico ed una seconda, intorno al ’70 di tipo più
politico.
La prima, formata dalla teologia baxthiana e dalle sollecitazioni del lavoro ecumenico, ha cercato di rinnovare la vita spirituale delle Valli con una predicazione biblica, un lavoro teologico, un catechismo più approfondito; si è parlato, da noi come altrove, di formazione dei
laici, sono cominciati i corsi biblici, la preparazione dei monitori, l’attività dei predicatori
laici. Questa linea di lavoro trovava in quegli anni la sua espressione nell’Eco delle ValU diretto
dal past. Conte, anche se molto
presto il giornale è uscito dall’ambito delle Valli ed ha sollevato problemi generali perdendo
forse un po’ il contatto con la
realtà locale..
La seconda linea si è invece
manifestata dqpo il ’68 ei,ue,,.era
un po’ l’espressione; ha ffòvàtò
la sua forjma più organizzata nei
gruppi FGEl attuali, anche se agli inizi non era così definita. La
diciamo « politica » non perché
abbia fatto .più politica di altre
correnti nélla chiesa; politica, interna con manovre, sotterfugi,
mobilitazioiie di gente questo
gruppo di credenti ne ha fatto
forse meno di altri e neppure
politica in senso di attività esterna perché tutte le classi sociali,
dalla borghesia ai contadini hanno agito sempre, anche alle Valli con una, idea politica abbastanza chiara. La definiamo «politicai » perché ha messo l’accento
sul fatto che la crisi delle Valli
non era solo di natura spirituale
ma anche sociale e strutturale;
l’impegno dei credenti non poteva limitarsi a rinnovamento delle comimità ma doveva cercare
un confronto col mondo.
", - - - '.r . iv;^ .
Nessuna di queste proposte, di
queste predicaziorii ha potuto e
saputo sin qui agglqrnerare i credenti in una nuova visione di fede, nuova nel senso di essere qderente alla situazione che si vive; nessuna ha saputo fornire Ur
na chiara linea di comportamento. Molte energie, moiri sforzi,
molta buona volontà in parecchi,
alcuni scontri, qualche polemica
ma non si è ancora dato il giro,
come si dice per una malattia.
no oggi più numerosi di un tempo; le Unioni giovanili sono
scomparse ma le scuole domenh
cali crescono come momento di
riflessione.
Assenza di vita
Proposte trascurate
Mentre la proposta che definiamo biblico-barthianà non ha provocato reazioni particolarmente
violente da, parte di coloro che
non la condividevano ed è stata
semplicemente ignorata, lasciata
cadere, gli anni dopo il ’68 hanno visto invece momenti di scontro passionale, basti ricordare la
battaglia per gli istituti di istruzione, il Collegio.
Dedichiamo questa pagina al primo distretto (Pinerolo e Valli
Valdesi). Altre seguiranno sugli altri distretti. E’ evidente che tutto
non si può dire in così breve spazio. La nostra intenzione è quella di
avvicinare il lettore alla realtà del distretto, ai suoi problemi, alle
sue prospettive. La realtà del primo distretto è particolare rispettò
a tutti gli altri per la sua alta concentrazione di popolazione evangelica, per le sue tradizioni e per le numerose comunità valdesi. Tuttavia non mancano le analogie con altre situazioni di diaspora e evangelizzazione. Nel quadro che qui vien tracciato dalla Commissione
Distrettuale oltre ad un'analisi generale sulla situazione, si parla dei
tre circuiti e di alcune nuove iniziative.
La Commissione Esecutiva Distrettuale aveva, anni or sono,
dato alcune indicazioni: confronto col cattolicesimo in un quadro non di polemica ma di ricerca, approfondimento della cura
d’anime nel senso di preparare
i credenti al loro impegno, rinnovamento delle forme di vita della comunità. Di questo programma poco è Stato attuato sin qui;
la tendenza è àll’isolamento più
che al confronto, al tradizionalismo più che alle novità e ad una
vita ecclesiastica molto impostata sulla figura del pastore sono
tuttora le caratteristiche delle
nostre comunità.
. D’altra parte è molto difficile
per chi sta vivendo una situazione darne una valutazione esatta,
Ognuno è condotto in base alle
sue preferenze ed alla sua esperienza a dare importanza a certi elementi più che ad .altri.
Si può còsi, considerare con
inquietudine la situazione delle
chiese delle .Valli se si prende
come criterio la frequenza ai culti, davvero molto inferiore a
quello che potrebbe essere ma si
può invece valutare positivamente il fatto che oggi i laici impegnati e spiritUalmente^^; maturi sia
La mancata riuscita delle diverse proposte di rinnovamento
cui abbiamo accennato e la difficoltà a dare una valutazione
concorde di quanto sta avvenendo attorno a noi porta però i
fratelli a dare una valutazione
non solo critica ma negativa. Il
nostro non è un tempo di scontri e di passioni ma di stanchezza e di rassegnazione. Le polemiche, quando ci sono, non sono
scontri di posizioni, di idee ma
punzecchiature astiose, personali, risentimenti. Tutto questo deve essere superato se si vuole
trovare uno sbocco costruttivo.
La parola d’ordine potrebbe essere in questo momento questa:
non stancarsi ma continuare a
sperimentare ed a cercare. Non
stancarsi se una proposta non
trova risposta, se una iniziativa
cade, se uno lascia un impegno.
Ricominciare da capo ed inventare nuove forme di testimonianza, di vita, di incontro, di riflessione; inventare del nuovo o rinnovare l’antico non importa ma
mettere vita nelle cose, coraggio
e prospettive nelle realtà.
lezioni di reiigione:
manca ancora
una iinea chiara
IJ CIRCUITO
Inizio di
Primo circuito: un utile strumento
di stimolo e informazione
una ricerca
L’Assemblea di Circùito si è
riunita solo aU’inizio di dicembre ed è perciò presto per poter
indicare quali sono le linee su
cui si procederà.
Significativo che, a differenza
degli altri due Circuiti che'compongono il Distretto, sia stato
eletto sovrintendente un laico:
Franco Rivoira, di Pinerolo.
Due problemi sembrano comunque occupare maggiormente l’attenzione del Circuito: la
Scuola Domenicale e la Dia
spora.
, il primo, già si è avuto a
! ^fine novembre un incontro xJi
" tutti 1 responsabili per esaminare le varie situazioni, il materiale e il modo in cui viene utilizzato e si sta studiando la possibilità di avere una preparazione
comune per tutti i monitori, con
maggiore possibilità di scambio
di esperienze, per ùiténsificare
la ricerca in questo delicato settore della vita delle chiese.
Il problema della Diaspora riguarda innanzitutto la chiesa di
Pinerolo, ma vuole essere inteso come responsabilità di tutto
il Circuito.
La zona di Piossasco. si presenta come particolarmente interessante, perché vi -confluisce
una forte immigrazione proveniente sia dalle Valli sia ite Torino. Lo scórso anno è stata
aperta una saletta per gli incontri di stùdio) biblico e di-scuola
domenicale. In particolare merita attenzione il fatto che la sala
è gestita in comune dalla .chiesa valdese e dalla comunità dei
fratelli, i quali si alternano: nella presentazione dello studio biblico. Ultimamente si è decìso
di ospitare nello stesso locale
anche la comunità di base di
Piossasco, e questo fatto si presenta certamente interessante
per t possibili ' ulteriori sviluppi
di contatti e di reciproco arri©chimento;-"^"> ■ ■ i.-i-.-'f ■
Il nuovo Consiglio di Circuito,
eletto nell’Assémblea del 28 novembre, ricorda in una sua circolare ai Concistori phe, secondo 1^ indtg^ioni delTAssemblea
stessa,;4il"Ùì)rcuito non intende
divèntare; dà, organismo burocratico, né porsi come una sovrastruttura amministrativa e
tanto menq ^vrapporsi ài Concistori, la cui autonomia di decisióne TÌiimnè' assoluta e indiscussa.
Il Circuito vuole essere unicamente un organismo di collegamento a livello operativo tra le
sei comunità, il cui compito è
quello di « far incontrare » i va.i, ri gruppi di attività, avanzare
‘^proposte, stimolare iniziative,
raccogliere e riproporre suggeri-'
menti, dar spazio al dibattito riguardante i problemi, la vita, la
situazione delle Comunità della
Val Pellice. Un simile organismo
può funzionare bene soltanto se
lo scambio delle informazioni e
delle comunicazioni è’ rapido e
se i Concistori desiderano vetùmente servirsene come mezzo
di collegamento.
- i.Claudiq^: La Conferenza Ristrettitele dd giugno ’76 a Villar,
I%llice ' chiedeva tei Consigliò)) dóì
I Circuito, « considerata l’importanza della Libreria Claudiana
dì Torre Pellice come servizio
alle Chiese . del Distretto», di
« farsi promotore di propóste
concrete da discutere nell’ambito del I Distretto, per sostenere
e valorizzare questo servizio,».
. Il Consiglio ha avuto un incontro con i responsabili del negozio da cui sono emerse alcupe
interessanti proposte, che vengono sottoposte 'alfa discussione
degli altri due Circuiti e innanzitutto ai Concistori della Val
Pellice.
Innanzitutto viene ventilata la
possibilità di un sostegno finanziario alla Libreria, che potrebbe ad esempio consistere nel
: prendere a carico, da parte delle'Chiese,, ionere finanziàrio dell’affitto dei locali. Per questo il
Consiglio ha elaborato un pro..gètto di .suddivisione tra le varie
'icttese^e deve essere‘approva,?tó' dai Goncistórii ' ' < " ‘ *
Si invitano le Comunità a predisporre un deposito libri; a
propagandare largamente le pubblicazioni; a usare TI materiale
pubblicato dalla Claudiana per
studi biblici) spunti per argomenti di dibattito o di trattazione nelle riunioni, gruppi giovanili, catechismi ecc.
Inoltre il negozio di Torre Pellice dovrebbe poter diventare un
punto di riferimento e di incontro per pastori é membri delle
Comunità, non solo per acquisti
ma anche per dare suggerimenti
e proposte per migliorare il servizio, affinché il negozio possa
diventare strumento di servizio
a favore delle chiese e di testimonianza all’esterno.
Il progetto ^di,. revisione ¡.del
Concordato; ; ha.; rimesso in r primo pianof; la ' questione ; dell’istruzione rèligiosa nelle scuole
di stato e dell’ora di religione.
Alle Valli, a causa di una maggiore presenza nelle scuole elementari di alunni non cattolici,
l’ora di religione si svolgeva in
un modo un po’ particolare. Era
infatti pacifico che gli alunni
valdesi avessero una lezione di
religione alla pari con i loro
compagni cattolici.
Questa situazione di placido
accomodamento è stata però criticata proprio dagli stessi insegnanti valdesi. Che la ritenevano
) poco coerente con i nostri , principi.’ Una conferenza distréttuale appositamente convocata, invitava le chiese a ritirarsi da posizioni di quasi compromésso
con l’istituzione cattolica.
Al 'momento attuale manca
una linea dì condotta chiara e
consapevole: è possibile che da
parte cattolica ci giungano proposte per risolvere una situazione che crea disagi in- molte scuole. Non è detto però che queste proposte siano evangelicamentè, accettabili. La risposta
che daremo sarà quindi dì notevole importanza.
Pagina a cura
della Commissione
Distrettuale
Una società che cambia nel terzo circuito
Il 3” circuito comprende l’Alta
Val Qrermaqasca con le comunità di Frali, Massello, Ferrerò,
Vlllasecca ed il fondo valle con
Pomaretto, che per molti è punto di arrivo dopo aver abbandonato Ip borgate di montagna.
Il circuito ha quindi risentito
degli stessi fenomeni dì èsodo di
tutte' le’àltré zone valli ve, dal
fatto che per scélta sono stati
spostati verso la pianura gli insediamenti ' industriali'. ‘
Questa trasforraaaione repentina, ha truyato la gente impreparata ad) affrcmtarlB. .f ì; stato
quindi un esodo di jslugoli, senw.possibiUlA di: dibattito. Anche
le- comunità, vissute per secoli
ueoond-o.;, schemi socialir<cqllaudatl, si sono ridimensionate cer
cando disperatamente di garantirsi il piu a,lungo possibile, la
presenza, di nn pastore. Ci si
chiede quindi oggi, a fenomeno
ormai' qUasi compiuto, che cosa
si può farei È tutto perduto?
Oppure) è- necessario prendere
coscienza che i nuovi insediamenti sul fondo valle creano comunque dei problemi per .gli uomini, per cui. anche la chiesa
può essere Sensibile a queste esigenze ed impegnate' dei credenti
a ricercare: formerdi presenza
nella vita amminisriativa, sociale e di fede?
A questo lnt€srrogati.vo : è urgente« rispondere,? ma prima di
tutto il fenomeno migratorio deve tessere riportato rin;:nuinCTi
aflìnché sia- possibtìe.vP'eompten
Tri.)
derlo in tutta la sua portata. Bisogna definire , chiaramente sia
le cause, sia le linee di tendenza
per il futuro. Si tratta di capire se è possibile ricucire un tessuto smagliato, non tanto perché ricucito sarà come prima
(indietro non si torna), ma perché, senza una identità non si
può pensare di inserirsi in nuove realtà senza perderci. L’impegno è forse troppo grande
per le-nostre forze? D’altra parte non lo possiamo evitare. Le
nuove realtà emergenti esigono
una presa di coscienza approfondita e si sia in molti ad inserirsi nei problemi «. per farli
lievitare.' Anche la. predicazione
dovrà tener conto di questà
nuova, realtà, pena lo -scadimento a pura azione di consolazio
ne. L’assemblea del circiUto svoltasi in autunno ha approvato la
costituzione di un gruppo di te
voro che sta raccogliendo dati e
situazioni da portare poi al dibattito nelle riunioni quàrtierali. È un’occasione per valutare il
fenomeno non in termini di singoli ma come collettività, superando i confini parrocchiali. In
questa azione si conta di coinvolgere non solamente le comunità e i loro pastori, ma ¡altri
operatori che vivono in zona
(amministratori, insegnanti, cittadini). La ricerca dovrebbe poi
avere un momento importah-te
nell'assemblea di circuito che- ta
primavera sulla base dèi dad
emersi cercherà di fiidlvlditeire
alcune linee di intervento ì pratico. i ì
3
28 gennaio 1977
Q U A t E F E D E E QUALE POLITICA
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L’accordo del 1929 non è un episodio unico bensì l’inizio di una serie
impresssionante di leggi a favore della Chiesa cattolica - .
È il Concordato del 1929 che ha
provocato la legislazione sui culti ammessi, ma mentre il Concordato fu un accordo fra lo
Stato italiano e la Chiesa cattolica fatto in un regime di coordinamento guidato e controllato
dalla Chiesa cattolica, la Legge
sui culti ammessi fu una regolamentazione unilaterale emanata in regime prettamente giurisdizionalista. Il che è ovvio: tanto più la Chiesa cattolica detta
legge allo Stato, tanto più lo
Stato detta legge alle Chiese non
cattoliche.
La « logica » del 1929 è quindi quella del « potere » : ciascuna delle parti contraenti cerca
di assicurarsi la maggior quantità di giurisdizione, cioè di facoltà di dettar legge. Ciò spiega la
cospicua ingerenza della Chiesa
cattolica nell’ordinamento giuridico statale e lo strapotere dello
Stato nei confronti dei culti ammessi (che, per fortuna loro,
non furono parti contraenti) visibile non tanto nella Legge sui
culti ammessi quanto soprattutto nel testo unico di P.S. e nelle
disposizioni regolamentari e di
esecuzione con le quali lo Stato
fascista attuò quella legge. Si
aggiunga a tutto ciò la totale assenza, tipica dei regimi dittatoriali, di un controllo della magistratura sugli atti di governo e
si avrà un quadro completo di
come, per esempio, l’ordinamento giuridico della Chiesa valdese
(che non trae origine da alcun
decreto statale ma solo dalla sua
stessa storia per cui gli Stati ne
hanno dovuto prendere atto) fu
spesso e volentieri mortiflcàto;
Che poi tanti valdesi non si rendessero conto di ciò e trovassero
addirittura provvidenziale (ma
di- quale pròvvidfenza* della Provvidenza per gli 'uòniini é dell’Uo'della 'p'rov’^idehza?)" là Lègge sui culti amrrièsSi del 1929 è
cosa éhè’'deve fàr riflèttere. Potrebbe serhplicèmehte dimostrare che anche da nOi la Chiesa
veniva perdendo la tensione verso gli ultimi tempi e, come la
società del tempo, diventava
sempre più conservatrice, tanto
da rifugiarsi sotto il manganello fascista che, con la sua logica
del potere, le garantiva ordine e
mantenimento dello status quo.
Il Concordato è il connubio
dell’aspersorio con il manganello: l’uno benedice, l’altro protegge. Sul piano giuridico il Concordato è un privilegio convenzionale: la Chiesa può concedere o
no determinati privilegi allo Stato’e richiederne. Concesse benedizioni, ottenne una ventina di
leggi a suo favore: 15 dal fascismo e 4 dalla repubblica italiana.
Il tributo del Fascio
1) trattato tra la S. Sede e
l’Italia (che riconosce l’indipendenza dello Stato della Città del
Vaticano e riconosce che una
trentina di immobili della Chiesa cattolica, fuori della Città del
Vaticano, godono di extraterritorialità con esenzione da espropriazione e tributi).
2) Concordato 11/2/1929.
3) Legge 27/5/1929 n. 846 (relativa al matrimonio, con notevoli ingerenze della Chiesa cattolica nell’ordinamento giuridico
dello stato italiano).
4) Legge 27/5/1929 n. 848
(sulle nomine a uffici e benefìzi
ecclesiastici e sul riconoscimento agli effetti civili degli enti cattolici di culto).
5) Legge 24/6/1929 n. 1159 sui
culti ammessi (che, indirettamente, tùtela e favorisce la Chiesa cattolica).
6) r.d. 28/2/1930 n. 289 (sull’attuazione della legge 1159 con
altre discriminazioni a favore
della Chiesa cattolica: si peitói
che le cerimonie religiose , evap
geliche,;;/6econ(jo qù^stà legge.
talia ed il Vaticano sui servizi
telegrafici e telefonici (da notàr
re l’art. 16 : « lo Stato italiano
provvederà subito a sue spese a
collegare la Città del Vaticano
con le stazioni radioelettriche di
S. Paolo e della Cecchignola... »);
9) convenzione doganale 30/
6/1930 tra Italia e Vaticano;
10) r.d. 10/7/1930 n. 1010:
programmi per l’insegnamenta
della religione cattolica nelle
scuole medie inferiori;
11) Codice Penale 19/10/1930
(gli art. 402-406 contengono co- ^
spicui privilegi in teiflà di iutelà ‘
’^délla religione' cattó^a^-^^ •
12) accordo flnanziarto 2/9/
1931 per cui lo Stato italiano
versa alla Chiesa cattolica lire
750’milioni di allora, Ipari, a circa 400 miliardi di oggi* a titolò /
di indennizzò (sic!); “
13) accordo 2/9/31 per l’applicazione dell’art. 43 del Concordato (riguarda l’Azione cattolica) ;
14) r.d. 27/10/1932 n. 1422
per l’esecuzione dell’art. 10 del
Trattato laterahensé sui dignitari della Chiesa cattolica che
« saranno sempre ed in ogni caso esenti dal servizio militare,
dalle giurie e da ogni prestazione di carattere personale (ri
guardano 44 cariche e 58 funzioni per ùh'tòtaìe imprecisabile di
persone percdié certe cariche e
certe funzioni riguardano addirittura congregazioni, ^ abbazie,
affisi, *àee.)r; ? " ' v
15) accordo 5/4/1939" in materia di servizi radiofonici.
Anche la Repubbica
Dallo Stato italiano repubblicano furono fatte le seguenti
leggi in conseguenza sempre del
regime concordatario imperante :
1) Legge 13/6/1952 n. 680 sugli impianti radio-vaticani in
territorio italiiano ;
2) Legge 9/4/1952 n. 450 con
Roberto Jouvenal
(Continua a pag. 7)
L’« ALTRA CHIESA » IN ITALIA: GLI EVANGELICI
Ad ognuno lo sua lacuna
Con l’intervento di un valdese e di un cattolico concludiamo la discussione del libro di Bouchard e Turinetto in attesa della loro replica
E i valdesi?
Ho letto il recente volume della Claudiana L’« altra chiesa » in
Italia: gli evangelici, a cura di
Bouchard e Turinetto. Devo dire
che non ne sono rimasto soddisfatto, non per quello che vi si
dice, ma per quello che non si
dice: infatti in tutto il volume,
non una parola sui Valdesi, che
pure costituiscono una parte non
spregevole dell’aZira chiesa; e
non Una riga di spiegazione su
questa Scelta evidentemente voluta. ‘ ,
Sìcché.il lettore comune, che
nulla sappia, delTesistenza di una
cristianità, aiterpativa alla chiesa
cattolica, alla fine della iettuta
avrà/ tptte, le infprmazioni .spi
dere una spiegazione agli autori
0 alla Claudiana, la quale presenta anche il libro come « una guida ad una componente troppo ignorata della cultura italiana ».
Spiegazione che forse ci verrà
data, ma che lascerà pur sempre
perplessi: perché essa non raggiungerà il lettore del libro, al
quale precisamente andava chiarito il motivo del silenzio sulla
più significativa componente del
Protestantesimo in Italia, e cioè
la vecchia chiesa valdese.
A meno che, come ha interpretato qualche maligno^ il volumetto sia stato scritto non tanto per
1 cattolici, ma proprio per noi
Valdesi, per farci conoscere meglio, gli « evangelici », fratelli delia protesta... ,,
» Scherzi -a parte, v’è qualcosa
di più:, infatti, in un discorso rivolto all’italiano comune circa
. perché privarsi
delTopportunità di iniziarlo pro
tanti altri fatti, hanno deci^mente un « sapore » di italianità
che dovrebbe interessare
Vorrei fosse chiaro che da questo mio discorso deve essere lontano il sospetto di ima specie di
mortificazione, perché i prirni
della classe sono stati dimenticati: nell’economia della testimonianza evangelica in Italia, è
ben altro che conta, è chiaro;
ma nel discorso che si fa verso
Testemo mi pare giusto che la
nostra sensibilità debba tenere
conto del pubblico a cui si vuol
giungere e della sua quasi/ totale ignoranza per le nostre storne.
Sine acerbitate... r
Augusto Armand Hugon
„ .. . __ « guêpier abominable des sectes
pOssònò essëré tenute in luogM protestantes » (il vespaio abomi
aperti ' abTmbbttctr
store officiante è formalmente j^e si esprimeva il Cavour tutte prio da quella chiesa che da,'®t
riconosciute»idallo- Sln^),; - je vqlte ch| era cqâ^etfo ad.Si^i*| 'tô sécigli/êsiste ]^rêt^s|iAfiite ih
7) Lègge/5/6/1930 H.süh v. terveriiïé iiï difesa m ’ColportGci ttadiâ-?"e'p'èr la qi&Îe* la’^_scüola
l’insegnamento religioso cattoli- ed evangelisti di ogni sorta), ma dei barbi di Milanp come il mas
co nelle scuole superiori; della,,chipga.s,valdese I*' sacro dei Valdesi ,4i;A/alabr%|.l^^
Vbiicrisà/j ■ ' ' 'S'f /’ /»■ ‘pérser.iizlnhi contro ile ■'Valli CÒ
8) r.d. 9/6/1930 n. 1183 che
sanziona la convenzione tra l’I
' igiii ’coga//.
Siamo quindi, costretti a chiq
‘pér secuzioni, Qontr òjle/"V allí, /còme Teditto albertino, del 1848, e
TERZO CONVEGNO NAZIONALE DI CRISTIANI PER IL SOCIALISMO
Il movimento ha ripreso fiato
Molta attenzione da parte di partiti e organizzazioni delia sinistra - Il lavoro delle 3 commissioni - Un consenso generale sulla necessità che il movimento continui la sua esperienza
Dopo la scadenza elettorale del
20 giugno scorso. Cristiani per
il Socialisirio ha subito una bat/
tuta d’arresto i cui motivi sonò
in parte inerenti al momento delicato che sta attraversando il
paese, in parte alle diflìcoltà che
di riflesso hanno dovuto affrontare molti compagni militanti.
Si comprende perciò l’importanza del 3" convegno nazionale
che si è tenuto alTEur tra il, 7
e il 9 gennaio sul tema « Cristiani della sinistra militanti nelle
lotte di liberazione ». Non a caso c’è stata una notevole partecipazione e attenzione da parte
dei partiti e delle organizzazioni
di sinistra e particolarmente significativa è stata la presenza e
l’intervento del sindaco di Roma
Giulio Carlo Argan.
La relazione introduttiva, preparata dal comitato nazionale,
non ha portato grosse novità e
per altro è stata anche oggetto
di critiche in alcuni casi per la
generalità con cui esprimeva
certe posizioni. Del resto essa
non intendeva né poteva « dare
risposte definite o definitive a
tutti i problemi che ci stanno di
fronte (o ci vengono comunque
posti), e non soltanto per la loro obiettiva e straordinaria complessità, ma anche perché su alcuni (o molti) di essi, a causa
delle implicazioni di carattere
più generale e di visione strategica che comportano, verifichiamo risposte diverse al nostro
stesso interno». - : ■
I punti in cui si è articolata
la relazione sono -i seguenti: al
cuni cenni sulla crisi internazionale e lotte : dei popoli e fra le
classi, riconoscimento dei limiti
e delle contraddizioni di esperienze anche in paesi che si proclamano socialisti e quindi esigenza di lavorare ad una sintesi
più avanzata, analisi dell’impegno dei cristiani nelle lotte di liberazione, riaffermazione (come
già a Bologna) del « nesso inscindibile tra iotta per il socialismo e impegno per il rinnovamento evangelico delle chiese»,
spunti di analisi del 'mondo cattolico’ dal Concilio Vaticano II
fino al referendum.
La secónda parte della relazione è più legata ai problèmi e
al ruolo dei CpS: superare la
tendenza a chiudersi presente
nelle componenti originarie che
dettero vita a CpS in Italia (sinistre Adi e Cisl, comunità di
base, riviste, comunità protestanti, EGEI...), accenni alla vasta area di cattolici-democratici
e quindi al convegno Evangelizzazione e promozione umana
(ove si è ribadita la ’libertà condizionata’ dei cattolici in politica, ci si è collocati ancora una
volta sul piano delia storia delle idee senza un’tinalisi adeguata
della prassi e delle contraddizioni storiche, c soprattutto il
punto di riferimento non è stato ancora « la comunione ecclesiale nella confessione di Cristoma Tecelesiologia cònvairiona;
le »). Questi per altro sono stati
i temi, svolti e discussi meila seconda commissione^ i
L’impegno di CpS sulla « que
stione cattdica e la critica, a livello teologico , e politico sulla
aiienazione rdiigiQsa », insieme
al problema dèi Concordato sono stati i punti discussi nella
prima commissione che ha ribadito i punti più importanti emersi già nei documenti di Bologna
e Napoli e la volontà anche di
superarli andando più in pròfondità; ci si è orientati, rispetto al problema dell’ideologia religiosa, verso un impegno rafficale basato su analisi scientifiche e inserito in un disegno.più
vasto di rivoluzione culturale.
Per quanto ritarda il ConcoÉdatò si è óercàta una 'med|aziofte fra le diverse posizioni'
(quella abrogazionista -- maggioritaria - e quella più ’realistica’
di una revisione non perdente
già in partenza) in quanto CpS
è e deve continuare ad essere
un movimento unitario, senza
che questo lo porti all’immobilismo, all’indecisione. Il no al
progetto di revisione proposto
da Andreotti è comunque stato
generale e puntualizzato. In continuità con la posizione contenuta nei precedenti documenti,
il rifiuto del Concordato e di revisioni sul tipo di quella che è
in discussione in Parlamento avviene per due motivi essenziali;
1) come credenti che lotttmo per
una chiesa povera, senza poteri,
più fedele all’evangelo, non possiamo accettare compromessi,
spartizioni, privilegi;' 2) dalTaltra '■ non ■ possiamo imo» lottare
per uno Stato jHtonamente'idefhocratico e laico.
Infine l’ultima parte della relazione introduttiva poneva i
punti di partenza per i lavori
della terza commissione: il rapporto tra fede e politica ( « La
nostra esperienza ci permette di
affermare... che la fede non è in
contrasto con la rivoluzione e
che d’altra parte non la consacra: la fede non si riduce alla
prassi rivoluzionaria e questa
prassi non ha bisogno di un
fondamento di fede.
Nell’ambito della commissione vi sono state, anche alcune
riunioni di compagne di CpS
che hanno particolarmente discusso e portato’èome contributo in assemblea ii problema del
rapporto tra personale e pubblico e soprattutto un invito a
imparare dalTesperienza del movimento delle donne che hanno
saputo lottare con chiarezza (al
di là anche delle divisioni partitiche) su problemi forse aficora più complessi e scottanti.
Complessivamente credo si possa dire che questo è stato un
convegno senza sorprese ma certamente ricco di fermenti, in cui
forse tutti (consciamente o inconsciamente) hanno ’ripreso
fiato’ e fiducia, in cui si è 'sentito’ che almeno per il momento i CpS devono' dòntinuare ' la
loro esperienza proseguendo Stilla strada della lotta, della mòbilitazione (la prosShna scadènza
è a febbraio per il'Gòneordatò),
della ’riletturà’ dèlia 6ibbia,/delllmpegno e della militanza-póstica..llllfl
Linda Aimone
titerfà.reiigìòsa?
Vorrei aggiùngere qùàlctìe osservazione alle intirviste. ed alla recensione del recente volumetto: « L’altra Chiesa,in Italia,Gli Evangelm »; opeW mtìlèv e
necessaria, mà '— á .-iòio-ì mod&
sto avviso — partorita a metà.
Uria’ grave lacuna sta nel non
aver chiesto álTufficío le^le delle Chiese Evangeliche d’Italia la
documentazione sui processi e
le relative sentenze che coinvolgono non solo le tre (ora due)
chiese storiche del protestantesimo italiano, ma tutte le chiese più o meno piccole dal dopoguerra (ed anche prima) sino ai
nostri giorni. Vi sono sentenze
che sono anche pietre miliari
nella vita democratica del nostro Paese (come la sentenza del
Consiglio di Stato del 1956 che
ha tolto l’obbligo del Ministro
di Culto autorizzato per l’apertura di , nuove sale evangelici^ sentenià promossa dal pasL Cline Rex Paden della Chiesa di
Cristo ‘).
Un’altra lacuna, forse meno
grave, a mio avviso, è il non
aver inserito un capitoletto su
quei movimenti pseudocristiani
(io non li chiamerei nemmeno
para-cristiani): Testimoni _ di
Geova, Bambini di Dio, Chiesa
Unitaria di Moon, Mormoni ecc...
che il lettore cattolico crede siano moviménti evangelici mentre
appunto non sono nemmeno cristiani.
Circa il giudizio espresso ne)
capitolo La Chiesa dei Fratelli
sulle mezze culture che con la
scusa della « sana dottrina » cercano di dominare le varie comunità o le correnti che in esse si
formano, questo giudizio dico,
andava esteso anche ad altre
chiese ove esiste la stessa situazione sotto la voce « Disciplina
della o nella Chiesa« per cui
chiese un tempo profetiche in
Italia si sono ridotte — salvo
qualche singola voce -— ad essere delle conventicole indaffarate
a giudicare a destra ed á manca
ed a gloriarsi del proprio statò
di * puri cristiani unici al mondo ». . .
Giovani L. Giudici
1 Notare che l,’autori0'di'.;».lnqnisizione Addomesticata » ,'lavvocatO 'fcl fom
di Roma, è Rosapepe Giacomo-<e non
Luigi.
4
28 gennaio 1977
60 partecipanti
Signor Franco Giampiccoli',
Leggo sull’« Eco » n. 2 1’« affermazione teologica? » che più di 60 persone, in una riunione, aperta a tutti, a
Torre Pellice, hanno... affermato. Peccato, sull’« Eco » non si sia entrato in
merito alla questione sollevata... Ma
non credo che più di 60 persone avrebbero dovuto firmare — molte persone
che non temono di guardare in faccia,
senza distintivo, ma di fronte all’Evangelo.
E. M. Chauvie
Perché non firmo
LUia Malacrida di Como scrìve chiedendo che venga pubblicata la seguente rìsposta da lei inviata alla T.E.V.
Testimonianza evangelica valdese.
Ho ricevuto, a suo tempo, la lettera
richiedente una firma di approvazione alla vostra iniziativa. Devo dire che
di tale lettera ed atto di costituzione,
sono rimasta piuttosto male impressionata. Credevo che con la decisione
del Sinodo tutto fosse ritornato tranquillo ed ognuno avesse la lodevole intenzione di lavorare veramente per il
bene della chiesa, cercando il dialogo
caritatevole e proficuo con l’altro, con
chiunque venisse a contatto. So che
vi sono persone che se avessero capito
esattamente quello che firmavano,
non Tavrebbero fatto. Dite non essere
vostra intenzione creare divisioni nelle comunità — mi sembra che la via
che volete seguire, sia la più adatta
per creare confusione e formare proprio dei partiti. Dopo la lettura di
quanto mi avete mandato, (ignoro completamente chi lo abbia fatto e chi diriga questo movimento) ho avuto la
sgradevole impressione di avere a che
fare con persone che si sentono elette
da Dio e chiamate da Lui a compiere
un rinnovamento spirituale nelle chiese. Questo seme di bene ognuno di noi
dovrebbe cercare di darlo, con semplicità ed umiltà, molta umiltà : con
l’esempio, con il dialogo sincero, con
riunioni benevoli e fraterne, con
amore.
Non sono una patita per alcun partito, ma penso che l’evangelo, l’agape
di Cristo va predicato sempre ed ovunque, specialmente dove più grande ne
è il bisogno. Sono d’accordo che nei
sermoni non deve esserci politica, ma
che gli evangelici si occupino della sorte del proprio paese, lo reputo un dovere. Così lo avessero fatto molto prima e se molto prima dei veri credenti
fossero entrati nel nostro parlamento,
non saremmo giunti alle pietose condizioni di oggi. Con il pastore Vinay
abbiamo la certezza che vi sarà almeno una persona seria ed onesta nel
nostro governo. Se, dopo molto riflettere e consigliarsi, ha deciso di accettare quel partito, avrà avuto le sue
buone ragioni, che saranno sempre
mosse da un senso di servizio (a Dio
ed al prossimo) e di onestà. Se tutti
avessimo la sua fede e la sua chiarezza, l’impostazione della nostra vita ed
i nostri reciproci rapporti ne sarebbero molto avvantaggiati.
Che Dio mandi su tutta l’umanità il
Suo Spirito Santo e la Sua luce, affinché impariamo veramente ad amarci, a tenderci la mano, a capirci.
Cordialmente.
Lilia Malacbida-Rocchi
Rallegrarsi?
CED II DISTRETTO
• Si è riunita a Milano la CED
del II diiStretto che ha fissato
la data della proi^lùaw Conferenza distrettuale.' dalle'9.3Q del 4
giugno al pomeriggio di domenica 5. La Conferenza, che si
terrà nei locali di via Porro
Lambertenghi a Milano, sarà
centrata sulle relazioni della
CED e della conunisSione d’esame, dei 6 circuiti che compongono-il distretto e degli istituti
ed opere del distretto. Particolare spazio sarà dato alle 2 librerie Claudiana, alla Casa evangelica di S. Marzano e all’Istituto Artigianelli di Torino. Luca
Zarotti è stato incaricato di seguire l’evoluzione statutaria di
di questi due ultimi istituti.
• Il lavoro nelle diaspore è il
tema che la CED sottopone ai
circuiti per una indagine conoscitiva e con alcimi suggerimenti di attività. Incaricato di questo settore è Paolo Dogo. A lui
è stata ugualmente affidato lo
studio sulle possibilità di realizzare un convegno estivo EGEI
a Tramonti di Sopra sui «Rapporti con i Cristiani per il Socialismo ».
o La CED ha preso atto dell’intenzione dell’Istituto Uliveto (Luserna S. Giovanni) di partecipare all’attività del I distretto anziché a quella del II di cui farebbe parte dipendendo dalla
Chiesa di Torino, pur richiamando l’attenzione sui possibili conflitti di competenza in materia
patrimoniale.
• Sono state recentemente visitate le chiese di Udine e Gorizia.
Il vice presidente è stato incaricato di coordinare il lavoro in
vista delle «pagine distrettuali»
per la Luce.
La prossima riimione avrà
luogo a Torre Pellice il 19 marzo nel pomeriggio.
FELONICA PO
Nel pomeriggio di Natale hanno avuto luogo alcune recite che
costituivano come un commento-rifiessione su testi biblici riferentisi alla nascita di Gesù.
L’ultima sera dell’anno una
trentina di persone, dai più anziani ai più giovani della comunità, si sono ritrovati per aspettare insieme il nuovo anno e
varcarne le soglie con una preghiera allo scoccare della mezzanotte: l’attesa è stata simpatica, varia e interessante. Una
cena preparata da mani volenterose, oltre la tradizionale “tombolata” e alcuni "giochi di società", ha completato la serata.
Siamo lieti che tutte queste
occasioni di stare insieme siano
state colte dalla comunità che
le ha vissute con letizia, in uno
spirito di serenità e di fraternità.
A Santa Lucia di Quistello,
diaspora di Felonica, il culto di
Natale ha avuto luogo il pomeriggio del 26 dicembre. Il gruppetto continua a riunirsi regolarmente ogni quindici giorni:
nel periodo invernale il culto si
tiene qua e là nelle famiglie che
offrono ospitalità e molto più
calore che nel tempio, anche da
un pimto di vista... termico; e
a minor prezzo!
BERGAMO
La comunità di Felonica si è
anche riunita compatta in due
dolorose circostanze, per esprimere la sua solidarietà nella sofferenza e per udire l’annunzio
della risurrezione con i familiari e gli amici di Borsari Gildo,
morto all’età di 53 anni ad Acarigua (Venezuela) il 3 dicembre.
La salma è stata tumulata a Felonica il 16. Molti ricordano Gildo membro della nostra comunità prima dell’espatrio e la madre, di Calto (Ro), che ha intenzione di ristabilirsi in Italia.
Boni Giuseppe, di 76 anni, deceduto quasi improvvisamente
per scompenso cardiaco successivo ad un attacco di paralisi.
Il funerale ha avuto luogo il 15
gennaio. Il tempio era gremito
di gente che dimostrava così
l’affetto per « Boni » che aveva
lavorato per molti anni come
scarriolante lungo gli argini del
Po.
LA SPEZIA
Protagonisti assoluti sono stati i ragazzi, nella giornata comunitaria del 9 gennaio che si
è svolta a La Spezia con la partecipazione di alcuni amici di
Carrara. Dopo il culto, a cui ha
partecipato la Scuola domenicale, vi è stata im’agape in cui
non è mancato movimento, vivacità e sereno piacere di stare insieme nel nome del Signore.
Nel pomeriggio i giovani hanno offerto alla comunità un programma sul tema del Natale
composto da brevi recite e irruenti rappresentazioni di «ombre cinesi », inframmezzate dai
canti della corale che i monitori hanno organizzato e preparato scegliendo i cori dal canzoniere di Agape.
La spontaneità e l’esuberanza
dei giovani hanno trascinato tutti i presenti nella gratitudine a
Dio non solo per il dono del suo
Figlio, ma anche per quello della vita di ognuno di noi.
Il pastore Naso ha dovuto interrompere per gravi motivi di
salute la sua attività dal mese
di maggio fino ad ora, ma possiamo ora rallegrarci del sensibile miglioramento che si è verificato. E ne ringraziamo il Signore. Lo sostituisce attualmente il pastore emerito Silvio Long.
Dipartenze. - Nelle ultime settimane hanno risposto alla chiamata del Padre Celeste la sorella Bianca Steiner n. Stampa,
la decana della nostra comunità poiché fra pochi mesi avrebbe compiuto i 96 anni. Gli ultimi anni della sua vita come la
sua dipartenza sono state segnate da una grande serenità che
era senza dubbio l’espressione
della sua fede e della pace « che
sopravanza ogni intelligenza ».
A Lugano, dove risiedeva da
pochi anni, è deceduto, dopo
lunga malattia, il fratello in fede signor Fredy Legler, di 83
anni. A queste famiglie colpite
dal lutto assicuriamo la nostra
fraterna, affettuosa simpatia.
Bazar... speciale. - L’Unione
femminile che per ragioni di
forza maggiore non ha organizzato il suo bazar natalizio a beneficio di diverse opere assistenziali della Chiesa valdese ha lodato una iniziativa singolare invitando tutte le famiglie della
comunità a versare un « contributo-dono » più o meno equivalente a quanto le famiglie avrebbero speso in occasione del bazar. Il risultato? Lo possiamo
considerare ottimo poiché la
somma raccolta in questo modo ha superato i SJOff.OOfl lire,
cioè un buon terzo di più del
solito. Giunga ai generosi donatori il vivissimo ringraziamento
deU’Unione Femminile e delle
varie opere alle quali perverrà
un buon dono natalizio da parte della comunità di Bergarno.
Il gruppo della FGEI si riunisce regolarmente nei locali di
Via Tasso — come lo fanno la
Scuola Domenicale, il gruppo
dei catecumeni e TÙnione Femminile — che si presentano in
modo molto più accogliente dopo le opere di restauro dirette
dall’arch. Giovanni Frizzoni, a
cui va il nostro sentito ringraziamento.
I culti natalizi e di anno nuovo sono stati ben frequentati,
presieduti dal pastore S. Long
e dal Vice Moderatore G. Bouchard.
XVI CIRCUITO
Volumetto della Claudiana sul Deuteronomio
Per capire l’AT
Sig. Direttore,
Le scrivo per pregarLa di voler inserire nel nostro giornale una rubrica
dedicata alla trasmissione televisiva
« Protestantesimo ». Per un periodo di
tempo c’è stata poi è scomparsa : credo che al posto di tanti articoli non
adatti ad un giornale che è pur sempre ancora il settimanale della Chiesa
Valdo - Metodista, essa vi troverebbe
giusta collocazione.
E’ opinione mia e di molti altri che
questa trasmissione così com’è è un’occasione mancata, un’opportunità che
sprechiamo malamente e che travisa
completamente il pensiero protestante.
Credo che i nostri « responsabili »
dovrebbero pensarci seriamente e non
lasciare che ci si debba rallegrare che
la trasmissione sia ad ora cosi tarda
affinché non siano in troppi a seguirla
e a farsi un’idea errata del « protestantesimo », perché di protestante la
trasmissione ha soltanto la musica e la
presentazione.
Grazie se pubblicherà e, molti saluti.
Ade Gardiol
Un’opera che non solo guida e fa
capire la lettura del Deuteronomio, ma
che apre la strada alla comprensione dì
tutto l’Antico Testamento. Questo perché il quinto libro della Bibbia è fondamentale per la teologia di Israele,
base della propria fede e intepretazione
della vita e della storia intesi come
schema interpretativo che esclude ogni
apparato dottrinale.
R. E. Clements, docente di A.T.
presso l’università di Cambridge, pur
tenendo conto dei risultati degli studi
sul Deuteronomio di G. von Rad e quelli prima e dopo lui, si impone, da
buon anglosassone, in chiarezza e in
qualche punto in originalità.
Dopo aver esaminato l’origine del
Deuteronomio e la problematica suscitata intorno al suo ritrovamento sotto
Giosia secondo il racconto di 1 Re 22
e la riforma della vita religiosa del
popolo della elezione operata sulla base
di questo « librP della legge » e dopo
aver passato in visione il rapporto esistente tra culto centralizzato a Gerusalemme e culto del cuore; tra culto e
elezione d’Israele a n popolo consacrato al Signore », passa negli ultimi due
capitoletti all’esposizione di alcuni temi dove l'autore fa risaltare tutta l’importanza e la centralità del Deuteronomio. Il valore di questo libro risiede nell’essere e nello stabilire un canone e « il principio normativo dell’autorità canonica » che acquista decorso di Parola di Dio con la quale
devono misurarsi le autorità religiose
e politiche del tempo. Al centro del
culto e deUa vita di Israele sta il Patto di Horeb tra Dio e il suo popolo. Il
Deuteronomio è il documento normativo del patto che ingloba e supera le
tavole della legge : « Da breve sommario della legge si allargava a documento del patto fino a coprire le basi essenziali della vita politica e religiosa
di Israele », (p. 59).
Il Deuteronomio è presente nella
predicazione profetica e nell’interpretazione che Israele ha fatto della sua
storia a partire da Giosuè sino a 2 Re.
Si tratta di una predicazione che attualizza costantemente le antiche tradizioni di Israele che associa le idee
ricorrenti alle istituzioni di Israele e
che mantiene queste tradizioni mettendole davanti ad ogni generazione come
Parola di Dio nell’ambito dell’elezione
e dell’incorporazione nel patto : « Patto
e canone sono strettamente legati e, nel
sorgere della scrittura canonica in
Israele, noi po.ssiamo vedere una forma di testimonianza, scritta alla realtà
dell’elezione di Israele » (p. 67).
Leggere il Deuteronomio vuol dire
scendere nel profondo del messaggio
non solo dell’Antico, ma anche del
Nuovo Testamento e il libro del Clements rappresenta un valido aiuto in
questa lettura.
M. Sinigaglia
R. E. Clements : Un popolo scello da
Dio. Guida alla lettura del Deuteronomio. Claudiana - Torino. L. 1800.
Mercoledì 12 gennaio 1977
presso la Chiesa Valdese di Catania ha avuto luogo il secondo
incontro dei Pastori e dei fratelli impegnati nelle Chiese del
XVI Circuito. Il primo incontro ebbe luogo a Caltanissetta
l’8 novembre dello scorso anno.
Scopo di questi incontri è
quello di tentare di instaurare
la programmazione di un lavoro comune e di spezzare l’isolamento in cui hanno vissuto le
varie comunità dell’isola, anche
in dipendenza delle notevoli distanze tra le varie località in
cui sono ubicate le chiese. Tale
lavoro ha anticipato il programma che la Tavola e il C.P.M.
dovranno definire nello spirito
dell’art. 12 degli Atti del Sinodo
1976 che ha rilevato la necessità di un incisivo intervento nelle Chiese del IV Distretto.
Nell’incontro di Caltanissetta
sono stati trattati vari passi del
Vangelo di Giovanni, testi fortemente cristologici, per una rifiessione in comune sul significato di Gesù. Nell’incontro di
Catania è stata discussa la prima lettera di Paolo ai (Corinzi
per affrontare i problemi delle
comunità al giorno d’oggi, alla
luce della situazione deU’epoca.
Nella trattazione e nella discussione è emerso il problema del
rapporto tra la predicazione di
Paolo e lo gnosticismo e di conseguenza il rapporto della noj
stra predicazione e le correnti
culturali del nostro tempo. È
stato inolti-e introdotto il tema
della '"ultura cattolica e l’evangelizzazione, sia in senso storico
che nei riguardi delle nostre attuali responsabilità.
La trattazione dei vari passi
del Vangelo di Giovanni, che sono serviti di base per la predicazione del mese dell’avvento,
formeranno testo di studio per
il Campo di Lavoro che avrà
luogo nella prossima estate ad
Adelfia, per la formazione dei
predicatori laici e monitori.
CATANIA
• Il problema dell’aborto e la
posizione degli evangelici è il tema richiesto dal Consiglio di
Istituto e trattato dal past. Samuele Giambarresi nell’àula magna del liceo scientifico «Boggiolera » il 13 gennaio. Altri temi richiesti sono quello della
droga e quello della posizione
degli evangelici durante il ventennio fascista.
Il 21 gennaio, nella sede dei
laureati cattolici, ha avuto luogo la manifestazione pubblica
per il lancio pubblicitario della
versione interconfessionale del
Nuovo Testamento. Un professore del Seminario Arcivescovile ha illustrato i risultati che sono stati conseguiti, mentre il pastore della Chiesa Valdese ha
illustrato il metodo cosiddetto
delle « equivalenze dinamiche »,
usato per la traduzione in italiano corrente.
Il 23 febbraio, nella sede del
Consultorio di Psicologia, gestito da cattolici, sarà la volta di
un altro argomento che ci viene
richiesto da varie parti: Sesso e
matrimonio nelle tradizioni delle chiese cristiane non cattoliche.
• A questo interesse della città
verso di noi, corrisponde un nostro interesse per la questione
che oggi è posta ad ogni italiano. A partire dal 29 gennaio, tre
profiessori di filosofia — Luigi
La Via, Salvatore Navarria e Letizia Panascia — terranno 5 lezioni pubbliche sul marxismo,
nel nostro salone di via Cantarella. Le lezioni saranno seguite
da dibattito e, a conclusione, ci
sarà una tavola rotonda.
La comunità fa rilevare che
al tempo delle polemiche col cattolicesimo, nelle Chiese evangeliche, si davano spesso delle lezioni sul cattolicesimo. Ciò era
necessario, perché, allc.ra, il nostro interlocutore, nell’opera di
evangelizzazione, era solo il cattolico. Oggi, c’è anche il marxista e non si vede perché non
dovremmo fare uno sforzo per
conoscere il pensiero e il linguaggio anche del nostro interlocutore marxista. Inoltre, si fa
rilevare che il recente Sinodo
valdese ha invitato le chiese ad
una ulteriore riflessione sul tema « fede e politica ». Questo tema sarà affrontato successivamente in Assemblea di chiesa
su base biblica. Ma, intanto, è
bene prepararsi anche dal punto di vista politico.
Consiglio della Federazione
Sul servìzio Radio-TV
La seconda riunione del nuovo
consiglio della Federazione, svoltasi a Roma l’il e 12 gennaio, è
stata dominata dai temi organizzativi soprattutto in rapporto all’esigenza di rafforzamento operativo dei servizi.
Al centro dei due giorni di dibattito è Stato il problema di
una più larga e incisiva presenza
delle chiese rappresentate dalla
Federazione nelle trasmissioni
televisive e radiofoniche, intesa
non soltanto come spazio specifico di testimonianza ma anche
come intervento nel dibattito generale religioso, culturale e politico.
La complessità dei temi concernenti la struttura e l'iniziativa
del servizio radio-televisivo-stampa ha indotto il consiglio a riconvocarsi a breve scadenza per le
decisioni conclusive e per affrontare subito dopo le questioni di
fondo poste all’assemblea di Bari tra cui, in primo luogo, il rapporto con i « non federati ».
Quest’anno è dunque in bilancio un’ attività particolarmente
intensa de! consiglio e della giunta per far fronte agli impegni di
rilancio della Federazione.
5
28 gennaio 1977
- 5
À IVorigine dell'alluvione di Trapani non c'è
Zm una incontrollabile fatalità, bensì precise
responsabilità politiche e amministrative —
afferma l'Unità in un articolo dell’8 dicembre (Ecco le prove e ¡ perché deiralluvione di Trapani). L’affermazione si basa su una precisa documentazione raccolta dalla Federazione comunista
di Trapani che costituisce uno scottante « libro
bianco » che intende contrapporsi all’esasperante
lentezza dell’inchiesta giudiziaria sui fatti del 5
novembre.
Al centro del dossier comunista sta il « canale
di gronda » a monte di Trapani che avrebbe dovuto evitare non solo la disastrosa alluvione del 5
novembre ma anche i periodici allagamenti della
città che non giungendo a dimensioni disastrose
non arrivano sulle pagine dei giornali nazionali. Il
canale, il cui progetto fu deliberato nel 1968 sarebbe passato attraverso un’incredibile serie di
rinvii, modifiche, intralci, insabbiamenti, senza mai
vedere uno sbocco. Ad illustrare questa storia
l’Unità cita tra l’altro un documento del dicembre
1971 con cui il comune proponeva una « variante »
per il progetto del canale di gronda ormai irrealizzabile ■ nel suo disegno originario. Infatti, « il
tratto di canale compreso nel primo lotto ricade
su una sede stradale; il tratto del secondo lotto interessa una strada di accesso alle cave a monte
del canale di gronda; il terzo non può essere realizzato perché sono nate (sic!) alcune case della ditta Rosario Bertolino e Giovanni Adrangna ».
Fanno da contorno a questo piatto forte il mancato risanamento della rete fognante (che avrebbe
inghiottito 2 miliardi senza l’ombra di un lavoro)
€ la dccBnHCilc c ben pTOtettu speculazione edilizia.
Si tratta di affermazioni tendenziose, esagerate
o veritiere? Non è certo nelle nostre possibilità
giudicare. Ma mentre ringraziamo per il servizio
SU Ttapani che pubblichiamo in Quésta pagina, la
Chiesa valdese e il suo pastore Paolo Giunco, esprimiamo il voto che siano i nostri fratelli di 'Trapani a vagliare queste affermazioni e a studiare la
situazione della loro citta. Non crediamo ohe questo compito esulerebbe dalle responsabilità di una
comunità di credenti che rifiutano l’ingiustizia e la
cui gioia è nella verità (I Cor. 13: 6) e che in Cristo hanno trovato la possibilità di una^ ricerca della verità e della giustizia nella libertà.
In questo senso speriamo di poter ricevere da
Trapani un seguito a questa pagina.
red.
La comunità valdese di Trapani col suo conduttore, past. Agostino
Garufi (primo a destra) al tempo della sua costituzione, alla metà
degli anni '50.
TRAPANI: TRE MESI DOPO
Il disastro dello scorso novembre, ultimo anello di una catena di « disgrazie » non naturali
ma amministrative - Come sono sorte e si sono costituite le chiese di Trapani e Marsala
Quasi tre mesi or sono, la sera del 5 novembre, la radio e
la televisione italiane annunziavano a tutta la nazione che la
città di Trapani era stata sommersa da un mare di acqua e di
fango con danni incalcolabili e
decine di morti. In effetti, dopo
ti? Tutto bene? Si, grazie al cielo. Con grande sollievo ci si assicurò che tutti si era salvi a parte spaventi, angosce, e qualche
danno di rilievo. Poi la comunità
tutta, sia pure in ordine sparso, prese parte ai primi soccorsi, il più fortunato accorrendo
un mare di fango
una pioggia leggera ma continua
di 24 ore, alle 17 cominciò il temporale che, in poche ore, divenne
nubifragio, alluvione, diluvio.
Sui due terzi della città si riversò non solo l’acqua del cielo ma
anche quella ben più catastrofica del vicino Monte Erice e dei
torrenti circostanti, che portò
il livello dell’inondazione a un
metro, a un metro e mezzo e finanche, in alcuni punti, a due
metri d’altezza. Centinaia di
case e negozi a pianterreno sepolti da fango e detriti, decine
e decine di macchine laloccate
e sommerse per le vie, interrotti
il telefono e la luce, centinaia
di famiglie separate e, per una
intera notte, nell’angosciosa incertezza gli uni degli altri.
Il giorno dopo, il rovinoso
quadro apparve in tutta la macabra realtà del suo insieme.
Mentre si contavano i morti e i
dispersi, si facevano i primi calcoli dei danni a decine di miliardi. Per le strade, sui marciapiedi, davanti ai negozi melmosi,
sfilavano, come a Venezia, barche e canotti, mentre elicotteri
gettavano pacchi di viveri sulle
terrazze e trattori dalle ruote
mostruose ricongiungevano le
membra disperse delle famiglie.
E la comunità valdese? Al di
sopra delle acque si incrociarono le telefonate dei fratelli.
Come va? Scampati? Ricongiun
in aiuto del meno fortunato, par.
tecipando quindi alle varie manifestazioni di cordoglio e di
protesta, a questa o quell’altra
riunione di commissione o di
comitato, al doloroso rito funebre per le vittime tenuto nella
èattedrale. Il 23 dicembre prese
parte nel Centro Universitario
Trapanese ad una veglià natalizia organizzata da credenti di
diversa estrazione, calata nella
triste realtà dell’alluvione e trasmessa il giorno di Natale dalla
locale Radio Trapani. Non si
può dimenticare nel triste ricordo di quei giorni indimenticabili
la fraterna solidarietà delle comunità del circuito che, dietro
il premuroso invito del sovrintendente, offrirono le collette
di una o dUe domeniche come segno tangibile dei loro sentimenti.
Trapani, l’antica Drepanon,
deve probabilmente il suo nome
alla forma falcata della sottile
lingua di terra protesa nel mare
verso le isole Egadi ' e su cui si
formò come porto di Erice. Essa
divenne città nel 260 a.C. ad opera di Amilcare il quale vi costruii la torre detta poi della
Colombaia che, nel 241, vide la
vittoria di Lutezio Catulo sulla
flotta cartaginese.
L’aspetto moderno della città
è caratterizzato dal dinamismo
dei suoi ottantamila abitanti,
dall’intenso traffico marinaro,
agricolo, industriale, turistico
che si svolge all’intorno, dagli
eccezionali monumenti e resti
archeologici sparsi per tutta la
provincia, dagli stupendi panorami che da Erice a Marsala e mille altri posti affascinano l’occhio
dei turisti.
Il mare coi suoi magici colori
non è solo l’elemento suggestivo
della città, ma è anche con le
sue saline fonte non secondaria
di lavoro e di reddito. Le saline
si stendono infatti per lunghi
tratti della costa, divise come
graziosi laghetti da bianchi muretti che, intersecandosi in mezzo alle acque imprigionate alla
Questa pagina è stata curata dal pastore Paolo
Giunco di Trapani.
sete del sole che ne beve, assaporandole lentamente, le dolci
stille, intessono, su mobilissimi
colori riflessi dalla varietà del
cielo, un mirabile ricamo di fate.
Anche il grande porto naturale
porta un aiuto non indifferente
all’economia tanto che un detto
clientelismo che si colloca anche la catastrofica situazione
idrica di Trapani, che da decenni vive sotto Tincubo continuo
delle alluvioni, ^a parte più a
monte di essa, che anticamente
formava una grande distesa di
saline, una volta bonificata, ri
si poteva evitare
malizioso della vicina ed emùla
Marsala afferma che « se Trapani non avesse il porto - a quest’ora sarebbe morto ».
Il detto ci introduce nella visione dell’altra realtà di Trapani, quella del sottosviluppo, della depressione, comune al Meriridione e in particolare alla Sicilia tutta che, dopo 25 anni e
passa di autonomia regionale,
ha visto aggravati invece che risolti gli annosi problemi della disoccupazione, dell’emigrazione,
deH’immobilismo economico, della tragica insufficienza edilizia
ad ogni livello, della mafia imperante, e di tutto quello che è
il riflesso dello sfacelo morale,
della corruzione generale dello
Statò.
È in questo quadro di disinteresse pubblico, di personalistico
opportunismo, di esasperato
due giovani chiese
La nostra comunità sorse negli anni euforici del dopoguerra
per iniziativa di alcuni valdesi
isolati come le famiglie Vitozzi
e Palermo cui si unirono alcuni pentecostali dissenzienti. Erano gli anni caratterizzati dagli
abbondanti aiuti americani che
facevano spuntare le comunità
come funghi per ogni dove: Castelvetrano, Mazara, Campobello, Vita, Pantelleria, Marsala.
La veduta aerea di Trapani mostra chiaramente come l’Erice che
sta alle spalle della città costituisca una continua minaccia in caso
di nubifragi se le sue acque non sono convenientemente canalizzate.
Dopo un’assistenza provvisoria
da lontano da parte del pastore
di Palermo del tempo, la Tavola provvide a mandare sul posto un conduttore stabile. Furono anni di grandi speranze e di
impegnativo lavoro, ma man mano che gli aiuti americani si assottigliavano anche le varie comunità. si dissolvevano come
nebbia al sole lasciando qualche
nostalgico ricordo nella sincera
conversione e perseverante fedeltà di una, due, tre famiglie
sparse qua e là. Il fatto per cui
a Trapani e a Marsala rimangono ancora due nuclei consistenti dimostra che qui la questione
materiale ebbe solo un’influenza
marginale laddove lo Spirito del
Signore muoveva realmente alcune anime. Tutti ricordano
persecuzioni e lotte, gli sfregi
alla porta del tempio, le diffide
dei carabinieri, le pietre dei bravi ragazzi dei vicini Salesiani. In
benedizione è ancora la memoria del fratello Mario Pace, uno
dei sottoscrittori della petizione
alla Tavola, il cui cambiamento
di vita e poi i funerali furono
una valida testimonianza di fede per molti. Sulla stessa lapide
tombale ha voluto egli fosse ricordato a tutti come «evangelico », talmente decisiva aveva
sentita la scoperta liberatrice del
Vangelo.
Oggi, dopo la partenza di alcuni, la defézione o la morte di
altri, la popolazione valdese si
aggira intorno alla quarantina
qui, a Trapani, e alla ventina a
Marsala, con un numero però
più ridotto di membri vivi ed
impegnati. Per il lato tecnico a
parte il locale di culto, un lungo e capace magazzino la cui
bruttezza e umidità sono efficacemente nascoste da ben disposti tendaggi e tappeti di plastica, manchiamo di molte cose come armonium, stufe contro il
freddo e l’umidità, un ciclostile
e altro cui speriamo di provvedere anche con l’aiuto degli amici. Saprà la comunità di Trapani superare la crisi di stanchezza e d’immobilismo che la caratterizza e rispondere positivamente alle speranze della Chiesa e all’attesa di un mondo bisognoso quanto mai di una testimonianza autenticamente cristiana? È quello che speriamo
vivamente ricordando a quanti
non hanno rinnegato il nome di
valdesi l’ammonimento del Signore alla chiesa di Efeso : « Ho
questo contro di te: che hai lasciato il tuo primo amore. Ricordati dunque donde sei caduto e ravvediti, e fa le opere di
prima» (Apoc. 2: 5).
mase affossata in modo tale che
basta una normale pioggia per
allagarla senza dire cosa può
succedere con un’alluvione portatrice oltre che delle acque del
cielo anche di quelle dei Vicini
torrenti e del sovrastante Erice :
è il diluvio, il flnimondo, la morte. Un canale di gronda ai piedi
del monte e il rinnovo delle fognature vecchie ormai di un secolo avrebbero risparmiato tanti lutti e darmi nell’arco di undici anni. Ebbene, di questi progetti si parla sin , dal lontano
1959. Varati, approvati, addirittura finanziati, furono dimenticati, quindi rispolverati, aggiornati nella spesa per ben tre volte ma mai iniziati; forse, si dice,. per mancanza d’accordo sui
possibili profittatori, certo per
mostruosa incoscienza delle varie amministrazioni di centro o
di centro-destra avvicenda.tesi
al comune. Ma il bello è sentire
il popolino che da trent’anni vota immancabiltnente missino e
democristiano e che si arrabbia
se sente parlare di partiti, ripetere pappagallescamente che qui
la politica non c’entra e perciò
non bisogna strumentalizzare,
fare propaganda inutile, ognuno
fedele al suo ideale voto di sempre.
GRATIS
l’EcO'Luce
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6
28 gennaio
j\ á 'r ^■
VJ..?
cronaca
valli
questi seònósciuti
Invito a conoscere la dìfflclie realtà dell’Istituto Uliveto di Liiserna San Giovanni
Vogliamo dar seguito ad un discorso iniziato ormai da anni e>
a quanto pare, non ancora del
tutto recepito, per dire qtialcosa
sugli handicappati noi che viviamo, insieme.
L’articolo suU’interclasse della
scorsa settimana ce ne ha fornito l'occasione.
Chi sono questi bambini che
portano tanto scompiglio in questo Comune, soprattutto ora che
si vuole farli uscire dal ghetto
delle scuole speciali e finalmente
farli vivere insieme agli altri?
Certamente, sono un po' meno
provveduti da madre natura e
quindi incapaci di rispondere in
modo adeguato alle richieste di
questa società.
Innanzitutto « handicappato »
è im termine generico che si riferisce a qualsiasi individuo, bambino o adulto, che per vari motivi, momentaneamente o per
sempre, non ha tma funzionalità
fisica o psichica e quindi una capacità di adattamento all’ambiente. In questo caso si tratta
di bambini.
Esaminiamo perché sono così
e perché sono qui àll’Uliveto.
Tutti sappiamo che un parto
difficile, Una malattia pre o postnatalé può provocare delle lesici
ni al cervello e queste cose capitano piutroppo anche nelle migliori famigliei ma ci sono anche
altre'cause ché noi definiremo
sociali. ^ •
, Sovente la mìsèrià, la superstizipnè, la mancàiiza di educazione sessuale, ;^g^ònp in miódo
negativo f sui ba^l^i^^ ne impe
t:;. . -, iA ; 0 ?'■' tt.h.IvC
Val GermanàsÉa
(formato tascabile)
Presentata in edizione tascabile, con una moderna impostazione' tipografica, la « Guida della Val Germanasca» dimostra
la cura ricevuta dai suoi autori,
conosciuti ed apprezzati nella
valle per la loro profonda competenza e per l’amore che hanno
saputo dimostrare per queste
montagne.
La « Guida » è, nonostante le
ridotte dimensioni, molto completa, ricca di fotografie spesso
non prive di valore artistico,
juleguatamente fornita di notizie
"distribuite in modo equo fra le
varie località della valle. Dopo
una prima parte introduttiva
(cenni di storia, il «patois», fiora e fauna, elementi di cultura
locale), la « (3uida » si sofferma
ad esaminare ogni paese, fornendo al turista e, forse, spesso anche a chi abita sul posto,
tutte le notizie utili e suggerendo itinerari di visita molto particolareggiati. Questi itinerari,
presentati in base alle loro difficoltà, spaziano da proposte di
visita', breve ma fiori affrettata,
limgo le strade percorribili in
automobile, a più impegnative
gite a piedi limgo le mulattiere
ed i sentieri di alta montagna,
a suggerimenti, riservati a pochi, di percorsi alpinistici impegnativi. Per chi non fosse alpinista, questi ultimi possono
valere per qualche viaggio, non
privo di suggestione, condotto
con l’aiuto di tm buon binocolo!
Alla «Guida» è allegata una
carta della valle studiata in modo da essere di immediata'consultazione. Nonostante il suo
aspetto, a prima vista, povero di
indicazioni, la carta si rivela,
nell’uso pratico, fornita di tutte
le informazioni necessarie, comprese le tracce degli itinerari
suggeriti in precedenza, estremamente chiara e di facile„let'
tura.
M. E.
discono il normale sviluppo psico-fisico.
Abbiamo cosi disturbi del linguaggio, disturbi motori, disturbi del carattere. Questi sono i
bambini di cui ci occupiamo qui
nell’Istituto Uliveto. Non a caso
l’averli rimossi dal loro ambiente ci ha consentito di recuperarli in parte e metterli in grado di
frequentare le scuole normali.
Pertanto il soggiorno in istituto, lungi dall’essere una reclusione per motivi di sicurezza (non
sono più aggressivi dei loro compagni normali) è un modo per
aiutarli a risolvere i loro problemi con terapìe adeguate, che at
tualmente le famiglie non sono
in grado di svolgere.
Certo il pròbiemà è ben più
vasto, ma néH’attesa che ta nostra società maturi e giunga a
soluzioni più efficaci cl occupiamo di questi bambini. Certamente il nostro lavoro è arido se
rimane circoscritto al nostro ambiente. Perché un bambino si
realizzi a tutti i livelli ha bisogno
di ogni supporto di cui una società democratica può disporre.
E questi Supporti li può fornire in larga parte la Scuola. Ma
una Scuola intesa come luogo in
cui, lavorando insieme si impara
a conoscersi ed accettarsi per
quello che si è.
Ai genitori che hanno espresso
delle perplessità circa la opportunità di questo inserimento, noi
vorremmo fare un invito. Venite
a trovarci alTUliveto. Saremo felici se, facendovi conoscere più
a fondo i nostri bambini riusciremo a fugare le vosffe ansie
peraltro legittime finché ignorate quésta realtà.
DIBATTITO
era filofascista?
L'équipe educativa dell'Uliveto
A PRAROSTINO
Problemi agritnli
neH’incontro con ia Pedemontana
Il 14 gennaio, nell’àula consiliare, si è avuto un incontro con
la giimta della Comunità Montana Pedemontana Pinerolese.
L’incontro era dedicato ai problemi dell’agricoltura é, sebbène il numero dei presenti fosse
piuttosto limitato, il dibattito è
stato vivo'eà interessante, anche
perché l’agricoltura rappresenta
ancora rattività principàle della
popolazione t>rarostifiese. ■
E questo nonostante’ le dfficoltà dì variò genere incontrate
dagli apicoltori; dalla pòliticà
clientelare; del partito di màg0orahzA , Ìtàlìàlio,* àDà'’ impostazione dei’ programnii della ’Cpmimità Europea che sembrano
privilegiare i possi agricoltori a
daimo dei piccóli, che dà noi sóno la stràpafide maggioranza.
A Prarostìno si sono tentate alcune nuòve vie, in collaborazione con la Pro Loco; imbottigliamento di alcufiè partite di vmp
da vendere direttamente in conferioni speciali. Ma se questa
iniziativa per ora limitata si iniporrà, occorrerà sistemare un
impianto di filtrag^o e imbottigliamento.
Altro problema di attualità è
quello del legname, per cui rite
niamo possibile rimpianto boschivo che ,possa diminuire il disavanzo della bilancia dei pagamenti limitando le quantità di
legname importato. Occorre però che questi impianti vengano
effettuati in zone che offrirebbero con altre colture, uno scarso
reddito per la. conformazione del
terreno. ;
E’ però urgente che . si .prendano decisioiii ifi ‘ i'papo reiativanièfitè breve, con ppirvèdimènti
a favóre' dè^li agricoltóri; ricordiamo che a Prarostino l'.80%
dèi-coltivatpfij ha superato i 40
i giovani si
inseriranno in questa professione se non avranno, la garanzia di
fin rèdtìitò dighitq^.
In un recente articolo su questo periodico Guido Rivoir sostiene che nella Chiesa si è sempre fatto politica. Non mi dilungo su questo argomento perché
esìgerebbe più spazio di quanto
mi sarebbe consentito, e anche
perché sarebbe anzitutto necessario precisare il significato del
termine « politica », diventato
ambiguo, indicando concetti diversi secondo chi lo adopera.
Vorrei però rilevare la critica
sulla « politica pro fascista » della Chiesa Valdese durante il ventennio. Noi anziani che abbiamo
vissuto e sofferto quel periodo,
siamo in dovere di spiegare alla
giovane generazione come si sono svolti i fatti, specialmente
per quello che riguarda certe dichiarazioni dei Moderatori e dei
Sinodi.
Bisogna anzitutto tenere presente il clima in cui venne a trovarsi la nostra Chiesa all’epoca
del Concordato. Basta leggerlo
per comprendere che allora la
sorte delle Chiese Evangeliche
in Italia appariva segnata ; la
confessionalità dello Stato veniva ribadita; l’insegnamento nelle scuole doveva ispirarsi alla
dottrina della Chiesa Romana;
si doveva eliminare nell’Urbe
qualsiasi manifestazione in contrasto con il carattere Sacro della città, ecc.
In quei frangenti gli evangelici trattennero il flato, convinti
che essi avrebbero fatto le spese per l’ennesimo connubio fra
Chiesa e Stato.
Viceversa, contrartottiente alíe
aspettative, venne fuori la; légge sui,; cólti amrixéssi. Ifi segiiito
questa' si 'dinxòètrò una' legge capestro, di.'.cui sitojrofiò le . conseguenze specialrrienté i Feritecostali e l’Esercito dèlia Salvezza. Ma' allora Ta Chiesa Valdese
trasse un sospiro; >dt: -sollievo; La
B Sabatò 5 febbraio serata éi ■ varietà al New-Pab, entrata 'gratuità a
tutti i scoi, complesso gK armonicii "
■I Domenica 13 febbraio, ore 1^^
staffetta motp-sciistica-podistica a San
Bartolomeo.
B Sabato 19 febbraio serata di proie.zioni diapositive su Prarostino e il suo
folklore. Serata dedicata alla ricostruzione del Friuli, interverrà il dott. Peyrot che ha già condotto l’iniziativa nella Val Germanasca.
Per non fermarsi, già allora, ci voleva il carburante. Il
nostro carburante è l’abbonamento e costa anche poco.
Abb. annuale 1977: ordinario lire 5.000; sostenitore lire
10.000 intestato a ECO/LUGE
c.c.p. 2/33094 - Torre Pellice
(Torino)
COMUNITÀ' MONTANA VAL CHISONE E GERMANASCA
Incentivazione agricola
Anche quest’aimo è concesso un
contributo per gli allevamenti stanziali in montagna.
Contrìbuto per il bestiame bovino;
Al contributo di L. 10.000 hanno diritto tutti i capi bovini'provenienti da
stalle risanate con più di un anno di
età.
Contributo per il bestiame ovino e caprino:
Per gli ovini ed i caprini è concesso
un contributo annuale di L. 1.500 per
ogni capo di età superiore ai sei m^i.
Le domande vanno presentate entro
il 20.3.1977 presso la Comunità Montana.
Portare, per il bestiame bovino, il
foglio di risanamento.
zioni migliori di quanto previsto in un
primo tempo.
La Comunità Montana inoltre, è intervenuta con un contributo di L. 10
mila/q.le sugli acquisti, pertanto il
prezzo delle Bintjé, ad esempio, si aggirerà sulle 50.000/q.le.
Come gli anni passati verrà comunicato agli interessati il giorno della
consegna.
CORSI SERALI
DI ISTRUZIONE PROFESSIONALE
IN AGRICOLTURA
ACQUISTO BESTIAME
SELEZIONATO
Alcuni agricoltori, durante la visita effettuata il 23.10.1975 all’allevamento di bovine valdostane di Castellamonte, chiesero di poter acquistare
bestiame; selezionato, indenne da Tbc,
iscritto al libro genealogico.
Il Servizio è in grado di fornire indicazioni per l’acquisto di bestiame
bovino, ovino e caprino selezionato
delle principali razze allevate in Piemonte. -.rTì'.
PATATE DA SEME
La Comunità Montana, in accordo
con la Regione Piemonte, organizza
dei corsi serali di istruzione professionale agricola.
I corsi sono liberi e gratuiti e si svolgeranno in tre distinte sedi:
— Ferrerò, per i residenti in Val Germanasca (Prali, Salza di Pinerolo,
Massello, Perrero).
— Fenestrelle, per i residenti in Alta Val Chisone (Pragclato, Usseaux,
Fenestrelle).
— Pomaretto, per 1 residenti nei Comuni di Roure, Perosa Argentina, Pomaretto, Pinasca, Inverso
Pinasca, Villtir Perosa,- Pramollo,
S. (fermano Chisone, Porte.
P. Davite, R. Genre : Guida d(rila Val Gecmaoasca, Claudla
... '
Sono stati Ordinati attraverso il nostro servizio '700 qli di patate da seme
e grazierai «glosso ordinativo, la Ditta
fornitrice ha offerto la merce a condi
Se non si raggiungerà il numero
minimo di quindici, allievi per sede,
verrà svolto un unico corso presso i locali della Comunità. . .
Coloro che intendono iscriversi o
chiedere informazióni sono pregati di
comunicarlo alla Comunità, tei. 81497
— 81190.
Requisiti per l’ammissione al corso:
— età compresa tra i 18 e 65 anni;
— qualifica di coltivatore diretto.
Sono comunque ammessi in quaUtà
di partecipanti senza diritto all’attestato di profitto tutti coloro che sono
interessati ai problemi agricoli.
Le iscrizioni si accettano fino al 15
febbraio.
Al termine del corso deUa durata
approssimativa di 90 "ore coloro che lo
vorranno, potranno sostenere un esame colloquio al fine del conseguimento di un attestato di profitto (riservato
per legge ai coltivatori diretti).
In Comunità è disponibile il programma del corso che riguarderà soprattutto i seguenti argomenti :
— Agricoltura: concimazione, lotta alle erbe infestanti, le foraggére, i
prati ed j pascoli, frutticoltura, lotta antiparassitaria.
— Zootecnica: alimentazione del bestiame, razionamento, tecnica della
mungitura, igiene degli animali e
deUa stalla, salute degli animali.
— Informazioni di economia generale,
legislazione regionale, nazionale e
comunitaria e di contabilità aziendale.
Le lezioni teoriche e le esercitazioni
pratiche si svolgeranno durante due o
tre serate- settimanali.' ‘ •
L’orario verrà stabffito in accordo
con i partecipanti. Verranno visitate
aziende agricole. I còrsi inizieranno- ai
primi di marzo, ,
‘ -' II . Presidente> '■
(Maccari dr. Eugenio)
crisi parve superata anche perché il Moderatore ottenne di essere ricevuto da Mussolini, fiquale dette ampie assicurazioni
che la Chiesa Valdese avrebbe
potuto continuare indisturbata
la propria missione.
È in questo clima, che andò
poi gradatamente deteriorandosi, che il Sinodo del 1936 inviò
il primo telegramma di ossequio
a Mussolini, su proposta di Ernesto Comba, a cui si associò
prontamente la Commissione di
esame (Enrico Tron, Giovanni
Miegge, Eric Rollier).
La quale Commissione aveva
concluso la sua esposizione con
queste parole : « Quando pensiamo alle drammatiche ore trascorse nei mesi dello scorso inverno, riconosciamo che ogni timore era giustificato e perciò
eleviamo i nostri cuori riconoscenti a Colui che ci ha sostenuti fin qui».
Ed ecco che oggi si afferma
che il Moderatore di quel tempo
era «prò fascista» e i giovani
naturalmente ci credono.
Sarebbe interessante sapere
da Guido Rivoir se anche Giovanni Miegge ed Eric Rollier
erano « prò fascisti » perché hanno approvato il telegramma a
Mussolini.
In fiduciosa attesa
Roberto Nisbet
Educazione
Con il corrente anno' scolastico, hanno ripreso ila .ioilOi attivAtà
i Centri Sociali di EdutEazb^S^
Permànenteii CùS .B:E che (baOrio
lo scopo 'dicproiriboveffe. l’educa^
zione popolare attraverso-forniè
varie di attività, a seconda delle
esigenze della popolazioirei.Mtenr
te è delle sedi. A -questi;'Centri
sono preposti degli insegnanti Sr
lementari che conducono, le attività ed organizzano gli interven-r
ti, d’intesa con gli Enti locali
(Comune, Comunità Montana) e
la scuola.
Nel Circolo didattico di Torre
Pellióe funzionano quattro Centri: uno a 'Torre Pellice che è
quello nato per primo sotto forma di Centro di lettura; uno a
Rorà, uno ad Angrogna e, per la
prima volta, uno a Bobbio Pellice. Il Ministero della P.I. ha fissato l’inizio delle attività nei vari Centri per il 1° dicembre 1976;
nei Centri di Rorà e di Bobbio
Pellice, l’attività è cominciata un
mese più tardi per mancanza di
personale (sostituzione del dirigente del Centro o sua nuova
nomina).
Accanto alle attività tipiche
del Centro, e oltre l’orario svolto dal dirigente, si stanno volgendo programmi di tipo diverso, a seconda delle richieste dei
frequentanti: corsi di taglio e
cucito, consi di pronto soccorso,
corsi di lingua inglese, corsi di
veterinaria, corsi di chitarra. La
frequenza a tali attività è aperta
a tutti.
In molti casi, l’insegnante assegnato. al Centro svolge un periodo del suo servizio presso le
scuole elementari, per avviare
un programma di integrazione e
di arricchimento di possibilità
educative; in pratica, si attuano
corsi di lingua (francese a Bobbio Pellice, Rorà, Angrogna; inglese a Torre Pellice), di libera
espressione con gli alunni della
scuola delTobbligo, alleggerendo
le Amministrazioni comunali di
alcuni oneri e realizzando così
un collegamento fra le varie età.
I Centri hanno già avanzato richieste per poter effettuare gite
Culturali, così come già è avvenuto lo scorso anno con l’attuazione di viaggi a l^Loma-Napoli
per il Centrò di Rorà' é a Venezia
per il Centro di Angrogna, con
notevoli contributi da parte dell’Amministtazioné. scqlasticBL Ci
à augura che anche per questo
anno sia possibile realiztore questa fórma 'di sèrviriò.
Roheiriò'feynàird "
7
28 gennaio 1977
CRONACA DELLE VALLI
Il profitto^^ ^ ^
del Concordato
I
(segue da pag. 3) ~
cui lo Stato, italiano raette a'djsposjziqne del Vaticano- là ?ua
Zecca, e riconosce corso legale in
Italia alle monete vaticane;
3) Legge 14/6/1955 n. 503 sui
programmi didattici per la scuola elementare (sull’obbligo in
classe del segno della croce, dell’Ave Maria, del Salve Regina,
ecc.);
4) Costituzione italiana, art.
7 ed altri che risentono del clima concordatario.
Se la Chiesa cattolica ha fatto un concordato è perché esso
salvaguarda tutta la sua autorità e libertà. Un concordato è
fatto sempre in eterno dalla
Chiesa cattolica e solo gli Stati
lo denunziano. Con il Concordato il cattolicesimo ridiventa
'« religione dello Stato » non più
nel significato che ebbe dal 1871
al 1929, ma nel senso che, in
cambio della benedizione, il fascismo difende la Chiesa cattolica dagli errori (compresi quelli dei culti ammessi) quand’essi
diventano pericolosi.
Rompere la logica
del Concordato
Pertanto dobbiamo rompere la
logica concordataria, perché essa è un tradimento dell’Evangelo. Al potere contrapponiamo il
servizio ed al privilegio l’uguaglianza, nella libertà di tutti per
tutti. Non vogliamo benedizioni
di sorta perché solo Dio può,
nella Sua misericordia, benedire,
per le vie misteriose a Lui solo
note, ciò che vien fatto nella
storia. Alla Chiesa cattolica dobbiamo ricordare che anche lei,
come noi, vive del perdono dei
peccati (compreso quello del
Concordato), cosi, come allo Stato vogliamo annunziare che non
vogliamo protezioni che ci compromettano con il potere mondano (sarebbe un cedere alle
tentazioni diaboliche del « tibi
dabo »).
Il Concordato va, sic et simplicitér abolito. L’unico atto ispirato che lo Stato potrebbe compiere sarebbe, nell’interesse stesso della Chiesa cattolica, di denunziare unilateralmente il Concordato e di abrogarlo, abrogando, conseguentemente, la Legge 1159/29 sui culti ammessi. La
forza della Chiesa, sia essa cattolica od evangelica non sta nella legge, perché Dio rende forti
le cose deboli di questo mondo
e confonde le potenti. La legge
è solo strumento di ordine per
la Chiesa. E questo ordine per
le chiese tutte deve essere ricercato attraverso le intese, previste dall’art. 8 della Costituzione.
Non c’è nessuna ragione perché
anche la Chiesa cattolica nori
debba regolare i suoi rapporti
con lo Stato attraverso le intese ex art. 8 e debba, invece, essere privilegiata mediante un
concordato (sia pure revisionato nelle sue norme più anacroni-,
stiche) come lo è attraverso
l’art. 7.
SERVIZIO MEDICO
Comuni di ANGROGNA - TORRE:
PELLICE - LUSERNA S. GIOVANNI
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Dal 29 gennaio al 4 febbraio
Dott. PRAVATA' SALVATORE
Via Bellonatti, 2 - Tel.90182
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VIGILI DEL FU0C0<
Torre Pellice :^Tel, 91.365 - 91 ^300
Lusernà S. g! Tei, 90.'8N - 9Ò.Ì05 ‘
•4. V y
"■ li’’
incontrapastorale
Il prossimo incontro
pastorale avrà luogo lune(Elì 5 ;#ii ■ ^Ì5Ì0
alle ofié 9,15 nella sala' della ChieSa'Valdese a Pinerolo.
Il tema del malitino, introdotto dà M. Ayassot e
A. Rùtigliano, sarà; «Gesù mediatore». •'
Al pomeriggio sarà discussa la « Relazione sui
criteri per una disciplina
comune dei ministeri nelle nostre chiese », della
commissione per Tintegrazione valdo-metodista.
Ili Circuito
Incontro Monitori
Il secondo incontro monitori del III Circuito avrà
luogo a Ferrerò domenica
30 gennaio con inizio alle
ore 14,30. Programma:
I) discussione sullo svolgimento pratico di una lezione del nuovo programma.
II) L’insegnamento del
canto nella scuola domenicale.
SAN SECONDO
• Ci rallegriamo con Ivana Gardiol in Aime e col marito per
la nascita del loro primogenito
Matteo avvenuta a Torino il 19
gennaio e porgiamo i nostri più
affettuosi auguri al bimbo ed ai
suoi genitori.
• Il nuòvo giro di riunioni (il 4“)
che è iniziato questa settimana
ci porta alla conoscenza di una
chiesa Sorella delia CEvAA: la
chiesa evangelica della Polinesia.
Nel , corso delia riunione si
proietteranno diapositive scattate in quelle chiese, poche settimane or sono.
• Ricordiamo l’assemblea di
chiesa convocata per. il 31 con ì
seguenti, argomenti : Bilancio
1976; eiezione di.anziani ber"
Brusiti e Comba; data delle celebrazioni del 17 febbraio.
LUSERNA
SAN GIÒVÀNNI
Assemblea dei genitori dei bambini in età di Scuola Domenicale.
Il gruppo dei monitori delle
S. D. degli Airali e dei Bellonatti hanno convocato i genitori
dei bambini valdesi in età di
scuola domenicale (dalla I alla
V elementare) nelle rispettive sedi, per dibattere i problemi relativi al programma, al metodo
di lavoro, alla frequenza, alla
partecipazione alle attività collaterali, in modo da informare,
responsabilizzare e coinvolgere
maggiormente i genitori nel lavoro della Scuola Domenicale.
Le assemblee avranno luogo alle 20,30: giovedì 3 febbraio presso la Sala degli Airali e venerdì
4 febbraio presso la Sala del Presbiterio ai Bellonatti.
• Il gruppo filodrammatico ha
presentato sabato mattina in visione riservata, la recita « Riforma ieri e oggi» a un folto
gruppo di studenti (oltre 200) e
ad alcuni professori delle scuole medie superiori di Plnerolo è
del Biennio di Luserna. La ma
nifestazione ha voluto essere un
atto di testimonianza e una proposta di dibattito sul tema storico e teologico della Riforma e
sulle nuove possibilità di impegno per i credenti nel nostro
tempo.
• La Comunità di San Giovanni con profondo senso di partecipazione e solidarietà si raccoglie attorno alle famiglie Giovo
e Gatalin per la gravissima scia
gura che le ha colpite con la
tragica morte di Gino e di suo
padre. Con particolare affetto
pensiamo alla giovane moglie
Rosi e alla piccola Miriam, chiedendo al Signore che è resurrezione e vita, di consolarle nella
fede e nella speranza. Auguriamo pure alla mamma, coinvolta
nel tragico incidente. Un completo ristabilimento.
• Domenica prossima il culto
in lingua francese sarà presieduto dal past. Giorgio Toum.
MASSELLO
Domenica 23 c. m. ha avuto
luogo l’assemblea dì ^esa etm
reiezione del nùovn
Risultano cosi eletti; O^ar Barai, Edda Tron.Micol, Roberto
’Tron.
Doni per l’AetIo ^
di LüBéTñá S. Giovanili
Ricordando
Dino Olivetti
Molti ex-studenti della mia g-enera^one. ricW*fetanno lo studente del Collegio Valdese di Torre Pellice, Dino
Olivetti,, deceduto improvvisamente a
Milano, Ja mattina del 24 dicembre u.s.
Era figlio di CamUlo Olivetti, fondatore della ditta Olivetti, oggi conosciuta in tutto il mondo; sua madre,
Luisa Revel, era. figlia del pastore valdese di Ivrea, Giovanni Daniele Revel.
Dopo gli studi compiuti à Torre
Pellice, Dino aveva ottenuto la laurea
in ingegneria generale; negli Stati Uniti dove terminò i suoi studi, ricévette un incarico di insegnamento presso
un famoso istituto di tecnologia, si
sposò con Posy Castle, presbiteriana,
ed ebbe tre figli: Davide, Alfredo e
Filippo. Rientrato in Italia fu per alcuni anni direttore generale tecnico
della società. La morte lo ha colpito
iinprovvisamente all’età di 64 anni.
Qui lo ricordiamo come compagno
di studio a Torre Pellice, è, possiamo
ben dirlo, come compagno della squadra calcistica Gruppo sportivo studentesco assieme ad Enrico Gardiol, Achille Deodato, Renato e Corrado Tamietti
ed altri ancora; sotto la guida del compianto Mario Jahier.
Maltrado i suoi molti impegni,
egli rimase affezionato al Collegio-Convitto Valdese di Torre Pellice e volle
sostenere quegli istituti in modo tangibile e generoso.
Il suo funerale ha avuto luogo mercoledì 29 dicembre u.s. e, in assenza
del pastore locale, il servizio funebre
è stato presieduto dal pastore Achille
Deodato nel reparto evangèlico del cimitèro di Ivrea. Unà numerosissima
folla vi partècipò, formata ' dà molti
anziani della Ditta Olivetti e da una
buona rappresentanza della chiesa valdese di Ivrea.
' Alla vedova, alle sorelle ed ai loro
congiunti giunga l’espressione della
nostra, partecipazione al loro lutto.
PROMOZIONE
A Roma li Maggiore Commissario dèll’ésercito Aldo Bròda e
stato recentemente fiòniinato'
Tenente Colonnello. Auguri!
ROBA’
VILLASÉCCA
Il culto di questa domenica 23
gennaio è stato tenuto dai nostri due giovani predicatori laici
Emilio Rostan e Roberto Rostaing. La recita che era in programma per il 23 gennaio npn
ha potuto aver luogo causa il
cattivo tempo. La stessa recita
verrà presentata domenica 30
gennaio, nello stesso luogo, alle
ore 14,30.
Pro loco. - Sabato 29 gennaio
alle ore 14,30 incontro della Pro
loco rorenga presso la sala sottostante delle attività. Un cordiale invito a tutti per discutere
le iniziative di questo 1977.
; i
• Venerdì, 4 febbraio avremo
con noi il gruppo giovanile di
Prarostino. A partire dalle 20,30,
nella sala delle attività, avrà
luogo un dibattito aperto sul tema: « Comunità cristiana e comunità civile ». Al dibattito parteciperanno anche i sindaci di
Prarostino e di Rorà. La popolazione è cordialmente invitata.
BOBBIO PELLICE
L’Unione Femminile ha avuto
il piacere di ricevere la visita
di due membri del Consiglio della Federazione Femmiidle Valdese : le 'signore Niny Boe'r e Maria Tamietti. L’incOntro è stato
molto interessante e le sorelle
di chiesa hanno seguito con piacere la presentazione del lavoro
della PFV, illustrato anche da
alcune belle diapositive del Congresso e di un campo di Vaumarcus a cui aveva partecipato
una delle ospiti.
• Sabato 22 gennaio, presso l’ospedale di Luserna, dove era ricoverato da alami giorni, è deceduto Augusto Charbonnier dell’Abses, all’età di 61 anni. I funerali hanno avuto luogo nel
tempio di Luserna San Giovanni, dato che «Gùstu » era da
alcuni anni solito trascorrere
l’ipverno presso la figlia ai
Alla moglie ed a tutti i familiari
esprimiamo le nostre condoglianze,. nella flducjosà
della rèsurrezione e della vita
eterna in Cristo Gesù.
ANGROGNA
• Nel corso delle riunioni quartlefali di questà settimana è stata presentata la nuòva traduzione interconfessionale del Nuovo Testamento. Alcuni hanno
acquistato deUé .copie del volume •dimô^fahâo coià'ijt’ loro ìn-..
teressamentò a questa .importante iniziativa editoriale. Altre copie restano a disposizione di chi
è interessato presso il presbiterio.
• Domenica 23 sera sul-2° canale è andato in onda,, nella rubrica «Protestantesimo», un
servizio sul « Gruppo 'Teatro
Angrogna». Son stati trasmessi
brani della rappresentazione
« La Boje » a cùi ha faito sè^ito un breve dibattito con alcuni
attori del « Gruppo ’Teatro ». La
trasmissione, più yi'V'ace del' sòlito, ha susèitato interrogativi ,é
problemi che varrà là péna di
riprendere nelle riunioni quartier ali o in : altre occasioni d’incontro comunitario. ■ -
Hanno coilaboratò''à' questo
■ numero: Evelitia CaciaH Boga, Franco Davite, Licia Albonetti Falcinelli, Dino Gardiol, Samuele Giambarresi,
Silvio Long, Filippo Pasquini,
Alberto Taccia.
Bibbia aiia radio
. Domenica. 6 febbraio 1977
Trans World Radio trasmetterà
alle ore 21,15 nel suo programma per gli italiani all’estero su
onde medie 14'66 ' fcf/z = 205 m.
un messaggio biblico del pàstórè Liborio Naso ’di Bc^iléà siti
tema «Vocazione cristiana r>.
• Il culto di domenica 23 gennaio è stato presieduto dal pastore emerito Edoardo Micol,
che ringraziamo molto per il suo
messaggio. E stata per molti
bobbiesi una gioia di rivedere e
riascoltare il pastore Micol, che
col suo ministerio di 14 anni nella vicina chiesa di Villar Pellice
era molto conosciuto e amato
anche dà noi. Era un po’ anche
il pastóre di Bobbio, anche per
le sostituzioni che egli ha fatto
del pastore di Bobbio ogni volta
che ce n’è stato bisogno.
Falò Inquinanli?.. ,
./ , .
Nell’ imminenza della celebrazione
del 17 febbraio desidero richiamare
l’attenzione sul modo col quale è celebrato in molte località deUe VaUi Vaidesi il ricordo di questo fondamentale
avvenimento della comunità valdese.
Mi riferisco ai falò che e, d’uso, accendere la vigilia per commemorare
l’Editto Si Emancipazione. Mi pare
cioè che lo spirito di libertà che accompagnava le originarie manifestazioni di esultanza abbia lasciato il posto a <t raccoglitori di copertoni d’auto
usati »!, Certamente, cosi facendo, il
compito del preparatore del falò è
facìRtato; ma si evidenzia .altresì
una - pigrizia, e decisamente una mancanza totale di buon gusto non solo nei
confronti della stessa manifestazione
ma, cosa della quale gli Organizzatori
pare non si rendano conto, nei confronti di chi non vuol saperne di respirare
« petrolio condensato » (oltre a quello
che già si respira di giorno per le
strade!). Non è forse meglio, precipuamente dal punto di vista religi(W> nonimemorativo, comunitario, (e igienico!)
dedicarsi, per es. la domenica precedente al 17 febbraio, «Ha raccolta in
comune di rami e. legna nei boschi
(che ora purtroppo, per lo spopolamento, abbonda)? .......
Ripeto, non si tratta di voler estere
tradizionalisti a tutti- i «osti. E non
comprendo nemmeno come si possa
stare per delle ore accanto ad un simile
falò. Fots® faisi' vedere càpaci di
sopportare il puzzo fa sembrare piu
cittadini, cioè più «èivJli'»?! . ' ' ,
.-:i- 'r!
--MATtCsiÌa.» Bow» ■
0-
pervenuti; a ii>76;
■' PRólisFfciT-ii/i,.;'
Emilia Nicolai-Pisani L. 24.000;
Reynaud Lea (o^ite AsUo) 10.000;
sYyìtoe Zecèhin
•i.(Vep*àiaJ;i0.60i Mafi^ EpiBia, In ineè
moria dei suoi cari 10.000; Bertin Benedetto Lina 10.000; Rivoir Ilda (o^
spile Asilo) ■'SÓ.lk)Ó; Belììori Matilde
((»pite. Asilo) 10.000;-. Bevei Brune e
Gèrla 24.Ó0Ò; Monti Long Emilia (ospite Asilo) 30.00; Favai Tourn Charline
10.000; Geymonat Chauvie Hélene (ospile Asilo) 10.000; Gobello Ciordanino Elisabetta (ospite Asilo) 24.000.
Balbiano Maria Antonietta L. 12
mila; Bonino Guido 24D00; Elena Michelin Girando 30.000; Fani Gino 24
mila; Coniugi Ligustro Bianco 24.000;
Bonino Emma 24.000; Long Eugenio
e Adele SO.OOO; Jofer e Laura Liodi
10.000; Chauvie Gino e LeUa 10.000;
Casabeltrame Bertone Maria (ospite
Asilo) 25.000; BeUion Dino 100.000;
Vittone Alfieri e Elena 12.000; Pons
Renato e Flora 24.000; Yvonne e Bruno
Paschetto, in mem. dei Genitori e di
Dina Pinasco 24.000.
Richard Aldo e Bianca L. 50.000;
Boer Niny e Piero 24.000; Bonjour
Stefano 24.000; Martinat Eglantine e
Emanuele 24.000; Roman Sergio e
Edda 12.000; N. N. 2Ó.000; Revel
Boer Margherita, in memoria del marito Samuele Revel (ospite Asilo) 40
mila; B.B.L., Torre Pellice 20.000;
A.P.A., in memoria del pastore Renato Bertin 20.000; Revel Boer Margherita (ospite Asilo) 30.000; Pons Rivoir Maria (ospite Asilo) 30.000; Bonjour Giovanni e famiglia 24.000.
Peyrot Giovanni L. 25.000; Buffa
Giovanni Enrico 12.000; Jalla Pier
Luigi e Etienette 24.000; Chauvie
Piero e Elda 10.000; Malan Caffarel
Emilia L. 10.000; Revel Margherita
24.000; Umberto e Franca Plavan 25
mila; Rachele Odin 24.000; Rivoira
Attilio e Pier Valdo 25.000; Il Tuo
Regno. Venga 12.000; Malan Toscano
Yvonne 10.000; Malanpt Adriano. e
Elena 10.000; Gnone Mario 12.000;
Gaydou Delio e Ada 24.000.
Goss Renato 24.000; Benigno Giorgio 25.000; Meynet Benigno Maria
Luisa 25.000; B®ttigù“ Adriana 50
mila; Goss Lina 24.0Ó0; (Siarbonnier
Aldo e Fausta 25.00Ò; Gàydou Guido
e Mary 25.000; Bonjour Maria e
Gieyafliià 24.000*.
Meynier Severìna L. 5.000; Giovanna Meynier Galliano 5.000;, Vittone
Maria Rosa. 5,000; TGiulio e Giovanna Lapisa, in memoria di Turck Rodet Elena 5.000; Alda Toselli Mbarin 25.000; Adriana .“'Albaiin 30.000;
Rossi Tourn MireUa 6.000; Tartarìni
Bonnet Umberto e Evelina 6.000; Goletti Pons Mara 25.000.
Malan Maria ved.: Bosio 6iÒOO; Beneèh Irene 25.000; Bouchard Bianca
(ospite Asilo) 25.000; Buffa Elsa
10.000; Priotto Virginia 10.000; Bonnet Oreste e Elsa 3.000; Bertalot Daniele 10.000; Gardiol Dino e Marthe
24.000.
Impegnati per lire 2.000 mensili:
Gonin Emma (Asilo), Parise Giulia e
Silvio, Béne'cchio Tourn Marcella; Parise Giuseppe e Franca, Re Giancarlo,
AVVISI ECONÒMICI
Quest’anno la Gasa Valdèse per Feriè. Rio Marina, Isola d’Elbà, aprirà
dal 15 giugno. Chi desidera una vacanza familiare in ufi ambiente evangelico è pregato di scrivère il più presto possibile al past. Alberto Ribet, Via
G. Verdi, 15, Livorno, per prenotarsi
o per ulteriore iriforinazione.
RINGRAZIAMENTO
« Ritorna, anima mia, al tuo
_ riposo, perche tfEterna ti ha colmata di bene »' (Salmo 116: 7).
I familiari della compianta
Elisa Gay yadova dalla
profondamente commossi per la dimostrazione di stima e di affetto, tributata alla loro cara _ scomparsa, ringraziano di cuore i Pè^ori A. Tàccia e C.
Gay, il Dott. E. Qardiol, i Proipasóri,
Dottori e il personale tutto deÙ’Ospedale Evangelico Valdese di Torino . e
tutti coloro che si tono imiti_-a lòto
in questa, triste circostap»®Luserna $i Gioifanni),i,32 genn. 1977
. . K Io . serpo la resurrezione « la
r, ,-. . ,vitoi ehi. crede in me, . anche
se muoia,: vivrà((5iov. XI : r2i5)
Il Signore ha rlchiamaW:a Sé :
. . Etnilé RÓston
. di anni; 82■■ '
-■Fidètiti'’'néBe proifiesse divine,' nè
danno l’annuncio la figUa Mariè, Tè
sorella Nora Gay e famigUa, i cognati ed i nipoti Rostan, Bendiscioli, Pascal* ediT*^arentì tutti.' "l ■
8
8
28 gennaio 1977
______CONSIDERAZIONI PSICOLOGICHE SULL’USO DELLA DROGA
Viaggio senza ritorno
La crisi profonda di una società vuota e frenetica e l’illusione di potersi fermare nell’« escalation » dei vari tipi di droga*
Dietro scarne notizie di cronaca che ci raggiungono ormai
quasi ogni giorno dalle pagine
dei giornali, prendiamo rapidamente coscienza di im pericolo
gravissimo, crudele nell’uccidere, e, quando non uccide, spietato nel reclutare le sue vittime
e nel moltiplicarle con velocità
spaventosa. Ormai si parla dì
questo pericolo come di una malattia che è necessario arginare
prima che dilaghi e diventi inarrestabile. Abbiamo visto sparire
la poliomielite, conteniamo i tumori illustrando e istruendo l’opinione pubblica sui suoi sintomi iniziali, escogitiamo norme
sempre più complesse per frenare lo stillicidio continuo degli
incidenti stradali; ora è il turno
della droga. La cronaca registra
le sue vittime, mentre la polizia
corre inutilmente dietro ai suoi
inafferrabili spacciatori perché
alle spalle della droga si muovono capitali immensi. Chi si lascia adescare ad usarla, entra in
un mondo dove le dimensioni
comuni sono alterate e confuse;
tempo e spazio viaggiano su altri metri, sembrano categorie di
un mondo travolto in un pazzo
carnevale o spettrale nelle sue
visioni di incubo. Al risveglio il
drogato narra di essere vissuto
in un tempo che non sa definire
quanto sia stato lungo su una
terra distorta dall’immagine rotonda, solida e sicura che pensiamo immutabile ed eterna per
abitudine millenaria; nel breve
intervallo della sua esperienza il
drogato ha perduto la sicurezza
di questa abitudine e al di là
della stranezza del sogno al fondo di questa perdita scopre l’angoscia.
Si sogliono dividere le droghe
in. « pesanti » e « leggere ». L’inditìduo inizia generalmente da
quelle leggere che pubblicazioni
interessate e ima propaganda
capillare sostengono non essere
daimose. Così, l’individuo si lascia attirare, ma succede fatalmente per l’alto prezzo delle droghe anche leggere che, drogandosi, finisca di essere costretto
a pagarsi la droga vendendola
ad altri; quindi la droga che
riuscirà ad usare sarà il risultato della sottrazione fra droga
ricevuta e venduta e generalmente per incrementare questo
risultato non ha altra possibilità che far aumentare i valori dei
termini della sottrazione. A questo punto la droga si paga da sé
e il drogato ormai spaccia indifferentemente droghe leggere e
pesanti perché « gli hanno sof
flato » che, se non spaccia quelle pesanti, non avrà nemmeno
più quelle leggere.
Tuttavia supponiamo che il
drogato sia ancora nel periodo
in cui ritiene di giustificarsi perché la droga che usa non è dannosa. Nessuno più di lui è competente a dirlo; non è dannosa
perché lo esperimenta ; stando
fermo, viaggia e, secondo lui,
nei suoi viaggi non corre più
pericoli di quelli che corrono
coloro che viaggiano per terra,
per mare o per aria. Sa naturalmente che è pazzia usare droghe pesanti perché sono dannose, perché forzano l’organismo
a richiederle, perché da mezzo
voluttuario diventano rapidamente un bisogno. Evitate queste, secondo lui, le droghe leggere non dovrebbero essere proibite. Ma lo sono, per cui il giovane fuma marihuana o haschisch non solo per il piacere
in sé, ma per un oscuro senso
di ribellione. Tutto ciò che è
proibito, se è innocuo, è prevaricazione, sopruso dell’uomo sull’uomo, limitazione alla sua libertà personale. Fumare finisce
di essere un bene. L’uomo è veramente tale quando ha la coscienza di opporsi ad una violenza fisica e psichica perpetrata nei suoi riguardi. L’individuo
in questi casi, se lo potesse, lo
griderebbe ai quattro venti ;
glielo proibiscono ; allora proclama la sua libertà con razione; la proclamazione gli procura la gioia di sentirsi più giusto
degli altri, anche se costoro con
le loro leggi repressive affermano stranamente di essere più
giusti loro; in realtà, secondo il
drogato, sono suggestionati e
retrivi.
Il dramma della droga inizia
a questo punto, nella distorsione psichica in cui cade chi si intossica di essa, irretito da una
propaganda che reclamizza la
sua innocuità con la falsa assicurazione di basarsi su solidi
fondamenti scientifici. Naturalmente nessuno sostiene che le
droghe leggere sono mortali, ma
si sottovalutano le conseguenze
psicologiche del loro uso sia per
le peculiarità di chi cede all’allettamento della droga, sia per
le caratteristiche del contesto
sociale in cui viviamo. Coloro
che iniziano e continuano a drogarsi svelano, una labilità psichica preoccupante, una facile suggestionabilità e la realtà di un
dramma a cui non siamo estranei per gli atteggiamenti e il nostro modo di vivere. In costoro
la sensazione estatica di vedere
il mondo diverso da quello solito di tutti i giorni è l’espressione di una fuga da questo mondo che non si fa amare perché
arido e freddo; drogandosi, costoro esprimono il bisogno di
evadere da una società troppo
presa nell’affanno di accumulare
ricchezze che poi non distribuisce secondo giustizia, troppo
egoista di fronte ai frutti del
proprio lavoro quasi fossero
stati nell’intenzione iniziale non
un mezzo, ma un fine, troppo
febbrile nella ricerca quando si
tratta di problemi di tecnica e
di commercio, assente o chiusa
quando l’uomo chiede una ricerca di valori più alti, come amicizia, solidarietà, spirito comunitario. Sotto questo punto di
vista, l’uso della droga è l’espressione di una crisi profonda, l’alternativa al silenzio in
cui viviamo, alla disperante fatica ' di comunicare, alla solitudine che ci accompagna nelle
vie piene di gente, ma strane come fossero vuote, al senso di
frustrazione fra chi siamo e saremo e la schiera di tutti coloro che una pubblicistica spicciola illustra, intervista, magnifica,
esalta.
La diffusione della droga è la
denuncia di una gioventù che
non crede alla vita come gli anziani l’hanno costruita dopo la
seconda guerra mondiale; questa gioventù vorrebbe che la società fosse diversa senza sapere
per altro come dovrebbe essere
0 come farla cambiare, condizionata, com’è, dalle stesse abitudini degli adulti, di cui anch’essa non può far a meno, abitudini che nessuna generazione
possedette mai nella storia dell’umanità, studiate per accelerare la vita fino al, parossismo e
dare un’occupazione ad ogni
istante libero, come fosse sconveniente stare in ozio o non occupare ogni sera occhi e orecchie nei programmi televisivi o
trasformare ogni domenica in
un giorno più faticoso di qualsiasi giorno feriale. Da qui il
senso di estraneità che pervade
1 nostri rapporti familiari e sociali e le stesse ore passate a divertirsi insieme ; è « un essere
insieme » fisicamente, ma in
realtà « soli » con noi stessi in
una desolante aridità.
Oggigiorno per molti giovani la droga personifica soggetti
tramontati per sempre, misticismo religioso, sublimazioni amorose, ricerca di qualcosa che
plachi le contraddizioni insite
nel fatto di vivere e di non saperne lo scopo, di dover morire
e di rifiutare delle concezioni
che davano alla morte un significato morale. Di fronte a ciò
l’opera educativa è diffìcile e scoraggiante se non si muta la società in cui viviamo.
Franco De Carli
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE
a cura di Tullio Viola
La politica contro le umiliazioni
Sulla situazione politica interna dell’Europa Orientale, che
si aggrava di anno in anno, o
forse di mese in mese, si leggono sempre più numerosi e interessanti articoli. Ad es. K. S.
Karol, sul « Manifesto » dèi 9. c.,
dopo aver riassunto le ultime
notizie dalla Polonià e dalla Cecoslovacchia (si pensi alla lettera collettiva, cosiddetta « Carta
77 », contro la violazione dei diritti del cittadino, fatta giungere alla stampa occidentale), scrive, sotto il titolo che qui sopra
riportiamo:
« Da dove viene, in realtà, questa ondata di contestazione?
Perché proprio ora si manifesta,
con un'insistenza e una forza che
non hanno precedenti? Mi sembra che l’origine di questo fenomeno non vada ricercata negli
accordi di Helsinki o nelVemergere dell’“eurocomunismo”, ma
nel degradarsi della situazione
interna in questi paesi. Raramente il disagio economico è stato
così insopportabile come ora:
raramente i PC al potere sono
stati così apertamente impotenti
di fronte alla crisi e privi di
qualsiasi prospettiva.
L’epoca delle promesse “produttivistiche” o '“revisioniste”
sembra appartenere ad un passato trascorso e lontano. I PC dei
paesi dell'Est, pur continuando
a governare, sono i grandi assenti sulla scena politica. I loro
segretari generali dissertano sull"‘ Internazionalismo proletario”
alla conferenza di Berlino, ma
ai loro propri militanti e cittadini essi non hanno niente da dire.
Nei loro messaggi d’inizio d’anno, essi annunciano un periodo
difficile in un linguaggio apertamente andreottiano, ma non si
danno neanche la pena di spiegare come si è arrivati a questo
punto e dove si va di questo
passo.
In queste condizioni, la politica si coagula necessariamente
altrove negli ambienti intellettuali, tra i giovani, nella chiesa
(in Polonia soprattutto). Molto
recentemente Karol Modzelevski,
un dissidente comunista polacco
che, dopo aver fatto anni di prigione, sembrava essersi ritirato
dall’attività politica, ha scritto
una lunga lettera a Gierek (e ha
mandato la copia ad Enrico Berlinguer), per avvertirlo che la
Polonia è un paese assolutamente imprevedibile, incontrollabile
e all’interno del quale una rivolta selvaggia può esplodere dall'oggi al domani. I vecchi protagonisti del “nuovo corso” a
Praga, non hanno sicuramente
letto quella lettera, non avendo
alcun rapporto diretto con i polacchi, ma la loro analisi della
situazione cecoslovacca si avvicina a quella degli oppositori di
Varsavia. Questa situazione ■ è
insopportabile: la gente non può
vivere nel vuoto politico, facendo la coda davanti ai negozi.
Per loro, il problema non è quello di sapere se questo è socialismo (...), ma come por fine a
questa umiliazione. Per la prima
volta, nel mese di novembre, più
di 800 operai polacchi della "Ursus" hanno firmato una lettera
collettiva a sostegno dei loro
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Ricciardi, Torino; Giaiero Valdo, Rivoli; Corrado Viviana, Torino; Tagliaferro Giuseppe, Torino; Giampiccoli
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Mary, Torre Pellice; Rostan Adolfo,
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Piuerolo; Vitaletti Costantino, Roma;
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Gallavate; Tomasetta Elisa, Napoli;
Pons Evelina, 'Torino; Decker Guido,
Torino; Rovara Umberto, Luserna; Revel Giulio, Luserna; Mantelli Giovanni, Alessandria; Andrich Franco, La
Spezia; Mosconi Arturo, Milano; Giorgi Eco, Pisa; Gaydou Giuseppe, Torino; Massel Francesco, Riclaretto; Rostagno Emma, Riclaretto; Jahier Vitale, Pomaretto; Muston Jean Pierre,
Svizzera; Ghelfi Gordone Fina, Roccapietra; Sommani Ernesto, Roma; Sciclone Gianna, Vasto; Pasqualini Anna
Maria, Genova; Scorzon Ernesta, Venezia; Platania Angelo, Pisa; Ribet
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Torre Pellice; Prelato Bruno, Perosa
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Maria, Roma.
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Godino Virgilio, Pinerolo; Griot Alfredo, id.; Breuza Renato, id.; Griva
Elsa, Abbadia Alpina; Tron Ermanno,
Porte; Campese Genre Mary, Pinerolo; Albarin Aurora, Luserna S. Giovanni; Zecchin Irma, Venezia; Ghigo
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ved. Vinçon, S. Germano; Long Mary
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Beux Liliana, Luserna; Quara Carletta, Ivrea; Maciotta Alpina, Balma
Biellese; Ribet Remo, Pomaretto; Calvetti Irma, Pomaretto; Rochon Alice,
Inverso Pin.; Giaiero Renato, Inverso
Pin.; Beux Soulier Elisa, Inverso Pin.;
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Torre Pellice; Lodi Laura, Luserna;
Gay Ester, Torre Pellice; Soulier Bartolomeo, Torino; Boero Emilia, Coazze; AUoa Boero Nella, Coazze; Rosa
Brusin Ambrogio, Coazze; Rostagno
Edoardo, Luserna; Ostorero Andrea,
Coazze; Micol Ernesto, Porte Tourn
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Ferruccio, Collegno; Peyronel Ferruccio, Pomaretto; Charrier Elvina, Perosa Argentina; Travers Emilio, S. Germano; Soulier Ida ved. Ruffino, Villar
Perosa; Mensa Florence, Inverso Pinasca; Gay Ida, Pinerolo; Taglierò
Franco, Torre Pellice; Bounous Edda,
Luserna; Olivieri Enrico, Torino; Grill
Alessio Luigi, Prali; Gay Enrico, Luserna; Tron Enzo, Pinerolo; Janavel
Caterina, Villar Pellice; Olivero Fernando, Villastellone; Bufalo Olindo,
Noceto; Angiolillo Guglielmo, Roma;
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Elena, S. Secondo; Coucourde Vittorio,
Inverso Pinasca; Peyronel Levy Torino; Vidossich Giorgio, Pino Torinese; Gay Vincenzo, Torino; Paschetto
Giov. Paolo, Rorà; Genre Berto Pietro, Pomaretto; Rosa Brusin Lidia,
Coazze; Bogo Alice, Venezia; Comba
Fiorella, Pomaretto; Mglanot Grill
Melania. Riclaretto; Viglielmo Giulia,
Ferrerò; Leger Elsa in Clapier, Mb«toulles; Montaldo Paolo, Riva; Romussi Roberto, Cuneo; Massel Ettore, Riclaretto; Gaydou Bruno, Torre Pellice;
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Luigi, Luserna; Pavarin Giacomo, Luserna; Giovannini Gino, Roma; Roccione Davide, Pinerolo.
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Anita, Genova; Benigno Adriana Sviz
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Long Oreste, Pramollo; Sig.re Borsalino, Como; Long Secondo, Luserna;
Giordano Giulio, Torre Pellice; Peyronel Alessandro, Villar Perosa; Toma
Francesco, Sansevero; Endrici Berta,
Gardolo; Coisson Nella Milano.
compagni licenziati. Per la prima
volta, in questi giorni, nella lista dei ni intellettuali che reclamano una commissione d’inchiesta sulla repressione dopo
10 sciopero di giugno, si trovano nomi di professori cattedratici di tutte le università polacche. Questi storici, sociologi,
biologi, chimici, scoprono la politica, rischiando i loro privilegi,
perché sentono la pressione dell’opinione pubblica e comprendono che, se questa volta non
parlassero, domani li si tratterebbe come semplici collaboratori di un regime comunque condannato... Ma il. vero limite
dei dissidenti è che la loro lotta
si svolge su di un terreno che
non consente alcuna mediazione. La libertà di espressione e di
organizzazione è una concessione
che nessun regime orientale può
fare senza suicidarsi. Per di più
l’URSS non lascerebbe a nessuno
la libertà di fare una simile scelta. Chiedere "soltanto” la democrazia, significa chiedere il rovesciamento del sistema, con il rischio di un’invasione sovietica.
Certo, non è nostro compito
formulare programmi per le opposizioni nell’Est, che devono
tener conto dello stato reale delle proprie classi operaie (più
combattive in certi paesi che in
altri). Ma quello che dobbiamo
sapere qui, hic et nunc, è che
l’anno 1977 può facilmente diventare un anno di battaglie asprissime nelle democrazie popolari,
con conseguenze imprevedibili
per tutti. È questo che annuncia
11 dissenso intellettuale in questi paesi ».
Comitato di Redazione; Bruno
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Reg. Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
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Terre Pellice