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ANNO LXXVI
TORRE PELLICE, 30 Agosto 1946
N. 34
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L ECO DELLE VALLI VALDESI
Nulla sla più forte della vostra ledei
(Gianavello)
SfTTIMANALE DELLA
ABBONAMENTO
Italia : Annuale
Estero : »
■ • . L. 150,— Semestrale L. 100,—
................» 300,— » „ 176 —
Ogni cambiamento d’indirizzo costa Lire Cinque — La copia Lire 4,—
CHIESA VALDESE
Rlgruardaie alla roccia onde foste tagliati
* Isaia LI : 1.
REDAZIONE : Via Sibaud, 7 - Bobbio Pellicé
AMMINISTRAZIONE : Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
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in Vl/Tfl DEL /inODO
Pochi giorni ci separano'ormai dall’inìzio
del Sinodo. L’avvenimento ricorre anno dopo
anno, al tempo stesso come la fase culminante e il punto di partenza della nostra attività
ecclesiastica.
Stiamo per valutare criticamente il lavoro
della Tavola e dei diverbi organismi ecclesiastici, esamineremo nuove idee e nuove iniziative, procederemo alla nomina delle varie commissioni e delle cariche di responsabilità.
L’importanza del prossimo Sinodo è notevole a causa dei numerosi problemi che si
presenteranno, tanto che ci si domanda come l’assemblea, che si riunirà, praticamente, per tre giorni e mezzo, potrà esaminarli
tutti con la necessaria ponderatezza. Infatti,
oltre ai lavori normali, avremo da esaminare il problema dell’autonomia delle chiese,
quello per rinquadramento della gioventù,
quello dell’organizzazione dei distretti, quello della preparazione di pastori laici, ed altri ancora.
Appunto per la sua importanza, diversi
vorrebbero che il Sinodo venisse preparato,
mettendo in antecedenza i membri al corrente degli argomenti. Altri hanno insistito
sulla necessità di disciplinare in modo più
rigido lo svolgimento deH’ordine del giorno
sinodale e l’intervento dei vari oratori. Si è
anche pensato a delle segnalazioni acustiche e luminose...
Però ci sembra che il problema più impo.rt.ante, a1 quale dovremmo dedicare maggiore attenzione, è quello della preparazione spirituale del Sinodo. Un articolo dei nostri regolamenti prescrive che le comunità
debbano e.ssere informate della consacrazione di nuovi Pastori, e invitate a pregare
per loro. E’ commovente per un giovane
Pastore, in uno dei momenti più solenni della sua vita, sentirsi circondato da queU’atmosfera di affetto e di intercessione. Ma
perchè le nostre chiese non si nunirebbem la domenica prima de! Sinodo o il giorno de! suo in'zio per una riunione di pre,ghiera, .o, per lo meno, nel culto della domenica stessa non si inserirebbe una preghiera speciale affinchè Iddio benedica per
la nostra Chiesa il Sinodo e ne inspiri le
decisioni? L’appello alla preghiera dovrebbe
anche essere sentito da tutti i membri di
chiesa, ed è certo che il Sinodo si riunirebbe in un clima particolarmente benedetto,
se per una settimana intera ne facessimo oggetto di preghiera personale.
Questo ci fa pensare che non solo il Sinodo dovrebbe essere preparato dall’intercessione della Chiesa, ma dovrebbe anche
tendere ad elevare sempre più il suo tono
spirituale. Non crediamo con ciò ohe il Sinodo abbia da dedicarsi esclusivamente alla
preghiera e alla meditazione. Vi è da compiere un lavoro amministrativo, vi sono dei
problemi materiali e concreti da affrontare.
Però ci sembra che il Sinodo dovrebbe essere permeato da quello spirito di allegrezza e di ottimismo che sentiamo nel libro
degli Atti, quando gli apostoli, ritornati ad
Antiochia, riuniscono la chiesa e riferiscono tutte le cose che Dio aveva fatte per
mezzo di loro, e come aveva aperta la porta
della fede ai Gentili (14-27).
Il seggio del Sinodo pubblica ogni anno
gli atti sinodali, che sono come il riassunto
schematico dei lavori compiuti. Ma quello
che no: ricercheremo nel prossimo Sinodo
non saranno anzitutto delie deliberazioini,
dei suggerimenti, degli ordini del giorno.
Vorremmo piuttosto sentire nella nostra
massima assemblea una nuova ispirazione
missionaria, che ci accompagni come un incoraggiamento nel nostro futuro lavoro.
Però non possiamo pensare a un Sinodo
senza polemiche, senza discussioni animate, senza contrasti di idee. Il pubblico è
spesso malamente impressionato dalle lotte,
dagli schieramenti opposti che si manifestano nel Sinodo.
Quale fortuna, però, che vi sieno, intorno alle varie proposte, delle idee diverse!
Una buona proposta dev’essere criticata per
dimostrare la sua bontà. Un’altra proposta,
in apparenza buona, quand’è criticamente
esaminata, si dimostra insufficiente o addirittura cattiva. Non dobbiamo perciò scandalizzarci della varietà di opinioni e del contrasto di idee.
Tuttavia, perchè il Sinodo segni quella
tappa benedetta che ci permetterà di riprendere con maggior zelo il cammino, bisognerà che sappiamo contenere la discussione e la critica nei limiti deH’umiltà e del! amor fraterno. Quante volte abbiamo parlato con il tono di chi detiene la soluzione
definitiva dei problemi della chiesa, o abbiamo ribattuti gli argomenti degli altri, senza saper discernere quello che in essi po
teva esservi di buono ! Quello che invochiamo è un Sinodo dove le opposte idee si manifestino liberamente, ma anche dove si senta che siamo « animati dal medesimo sentimento, un medesimo amore, essendo d’un
animo, di un unico sentire ; non facendo nulla per spirito di parte o per vanagloria» (Filippesd 2 : 2).
« De He
Molti attendono con impazienza il prossimo Sinodo. Sono stanchi, dopo un anno di
lavoro diffìcile, forse senza molte soddisfazioni. Hanno speso senza risparmio le loro
forze fìsiche, le loro energie spirituali. Adesso verranno al Sinodo per ritemprarsi al
contatto delFartlore fraterno, per essere incoraggiati dallo zelo e dalla fede dei colleghi e degli amici.
Possa ciascuno di noi con la sua attitudine fraterna, con il suo' apporto positivo alle
discussioni, non deludere l’attesa degli altri. Possiamo tutti riprendere il nostro lavoro dopo aver più profondamente sperimentato che è veramente buono e piacevole ohe
dei fratelli si ritrovino insieme, alla presenza del loro comune Signore.
Roberto Nisbet.
ÌIFLESINI SULLA FESTA DEL )(» ACOSFO
Abbiamo partecipato ad una bella, festa
del 15 agosto all’Inverso di Torre Pèllioe, in
un’atmosfera di raccoglimento e con la presenza di una folla enorme. Ci sia lecito esprimere brevemente alcune considerazioni di
cui, forse, si ipotrà tener conto in avvenire.
Prima di tutto la questione delle bandiere.
Sul palco sventolavano due bandiere tricolori, si intende, senza stemma reale. Non ci
siamo trattenuti dai dire, nel presentare al
pubblico un giovane pastore francese, che
avremmo preferito non vederle su quel palco, non già perchè intendiamo denigrare o
rinnegare il concetto di patria, ma semplicemente perchè le bandiere sul palco della festa del 15 Agosto, come su di un pulpito
qualunque dal quale viene annunziato il messaggio cristiano, non sono al loro posto.
Non c’è alcun motivo storico nè patriottico
che giustifichi la presenza delle bandiere a
quella festa. La bandiera ha il suo significato, ma essa esprime sempre una realtà
terrena e peritura, talvolta straordinariamente mutevole; in certe circostanze della storia,
la bandiera esprime una realtà che divide gli
uomini ed i credenti gli uni dagli altri, mentre
invece dobbiamo abituarci a riconoscere ohe
un segno solo ci unisce tutti ed un nome solo ci affratella tutti : il segno della croce ed
il nome di Gesù Cristo.
In ogni nostra manifestazione religiosa individuale e collettiva quel segno e quel nome
non devono essere contaminati dalla presenza di altri segni e di altri nomi la cui gloria
è destinata a perire.
So che non tutti i Valdesi la pensano cosi
e forse essi hanno ragione. In ogni modo
io credo che, se la nostra Chiesa ha bisogno
di purificarsi da tanti errori e da tante contaminazioni ai quali, purtroppo, siamo tutti
soggetti, essa ha anche bisogno di purificarsi
da quelle manifestazioni di carattere patriottico 0 politico che ne alterano la fisionomia e
l’cistacolano nella proclamazione del suo messaggio.
Parliamo in secondo luogo della località.
Essa era stata scelta bene e, specialmente
nel pomeriggio, quando il pubblico era più
riunito che al mattino, il colpo d’occhio sulla
folla era magniifìco.
Tutto ciò ci porta a pensare che la i^esla de! 15 Agosto dovrebbe possibilmente essere celebrata in una località adatta e
facile da raggiungersi.
Il 15 agosto è la festa del popolo Valdese ;
è giusto che anche le persone più anziane e
quanti non si sentono di salire a 1500 metri
vi possano partecipare.
Odo dei giovani che protestano e dicono :
(( Che idea questa! Che fiacconi quei pa
stori e quelle persone che non vogliono salire
:n alto per paura di stancarsi! Bisogna fare
i! 15 agosto alla Baissasso, anzi più su, sul
Gran Truc o ai Tredici Laghi!».
E io invece, che non sono poi così vecchio e così fiacco, penso che sia meglio celebrarlo più in basso, non dico « al pian di bahi », ma in una località facilmente raggiungibile da tutti, affinchè quella sia veramente
la festa di tutto un popolo che adora e ohe
ascolta.
In terzo luogo parliamo della voce.
Quante voci diverse al 15 agosto! Quanti
^ incontri e quante conversazioni! Diciamolo
pure, quel giorno è anche il giorno in cui si
rivedono amici e parenti e si stringono centinaia e centinaia di mani.
Poi ci sono le voci del canto, un po’ deboli,
in verità, perchè molti non cantano per incapacità 0 per spontànea decisione. In questi
tempi ciascuno è ben libero di aver la sua
idea sul canto e di dire ; « Oggi non voglio
proprio cantare! Anzi oggi lascierò il cantico
a casa! ».
Infine ci sono anche le voci dei pastori
incaricati di parlare : voci tonanti, voci ohe
richiedono un consumo di parecchie energie,
voci che assumono talvolta il tono del grido
0 dell’urlo, perchè si vede che c’è tanta gente e vorrebbero raggiungere tutti.
Ecco, siamo al nocciolo della questione.
Quand’è che, nelle nqstre grandi assemblee
all’aperto ci decideremo a mettere degli
amplificatori della voce, affinchè tutti odano
quel che si dice, senza sottoporre gli oratori
ad uno sforzo eccessivo? E’ tempo che ci
modernizziamo un po’, anche a questo riguardo, e ohe non temiamo di affrontare una
qualche spesa nelEinteresse generale e spirituale deH’assemblea.
Mi si dirà che la voce degli alto parlanti
non è più la voce naturale degli oratori e ne
convenga. Ci sono indubbiamente dei vantaggi nella parola diretta e personale, ma la
parola che giunge a tutti e che tutti interessa
ed edifica ha forse un vantaggio maggiore.
Ragione per cui i prossimi organizzatori
del 15 agosto, cioè i membri della Commissione Distrettuale, possono prendere in esame la cosa e vedere se, in alcuni casi almeno, sia possibile attuarla.
Ermanno Rostan
IMPRESSIONI SVIZZERE
lumii
PRIMO TEMPO
Dopo un bagno di sudore nelle stazioni e nei
treni, eccoci in Svizzera all’uscita della galleria
del Sempione. Emozlome intima e sentimento di
lode a Dio. Quante volte, ho pensato che non
avrei più rivisto il paese che amo di più dopo l’Italia. La Svizzera, che per milioni di senza ipatria
e di perseguitatj è stata, ed è oggi ancora l’unica
possibilità di salvezza, rappresenta per tutti un’oasi di refrigerio spirituale ed una preparazione
aH’ardua ripresa.
Per curiosità e anche un po’ per biso^o,
poiché^ tutte le mie ricchezze m franchi svizzeri
per (1 l’argent de poche » consistono in poche monetine gelosamente custodite da 7 anni e che ci
permettono di affrontare le spese più urgenti,
chiedo allo sportello di Cambio al posto di frontiera, quanti franchi svizzeri posso avere con
100 lire italiane. L’impiegato mi risponde con un
sorriso un po’ canzonatorio e pieno di pietà e di
simpatia: « iVon ne vai la ^ pena n, «Ma quanto»
^ ^g^lungo io. E mi pare di udire <(65 centesim ». Rimango interdetto. 65 centesimi svizzeri
100 lire. Mi si apre dinanzi in una visione terriheante l’abisso in cui l’Italia è caduta. Siamo economicamento rovinati & quel che è piu grave, anche moralmente. Solo la concordia, la volontà
di ricostruzione materiale e spirituale, l’amore del
lavoro, del risparmio, delle cose oneste e buone
e perchè non riconoscerlo, l’aiuto delle nazioni
ohe sono ramaste in piedi dopo la grande tormenta. e specialmente e al disopra di tutto la grazia
e l’aiuto di Dio, potranno trarci a salvamento.
Giunti a Losanna abbiamo confemia delle espressive descrizioni deH’Aumònier Cantonal de
Jeunesse di quanto egli stesso oi aveva scritto,
delle lettere di alcuni dei giovani della comitiva
aei 70 e di ciò che ci aveva detto il dott SeraHno che li aveva aocompaignati. Sono giunti dopo
un ottimo viaggio la sera del 26 luglio accolti a
braccia e a cuore aperti dal Comitato di soccorso alla gioventù valdese, e quindi distribuiti
Il giorno seguente fra le varie famiglie che s’e^
reno iscritte per riceverli.
Abbiamo avuto Toccasione di incontrare alcuni dei nostri giovani tutti col volto raggiante
di salute e di contentezza. Parecchie famiglie
hanno organizzato per gli ospiti valdesi delle gite
dr diporto e in parecchie parrocchie l’Unione Giovanile ha indetto una serata in loro onore. A
Mont-la-Ville l’animazione della festa in onore
della Pramoilina è stata tale che il Pastore si è
rotto un piede. La domenica seguente ha dovuto
essere trasportato al tempio in automobile e
predicare sul pulpito da seduto, e lunedi il piede
ha dovuto essere ingessato. Infortuni delia zelante e amorevole ospitalità svizzera.
I giovani vorrebbero prolungare il loro eoggior
no, le famiglie chiedono di poterli trattenere
ancora, ma le disposizioni della Polizia Svizzera
sono tassative : alle ore 24 del 24 agosto tutti debbono lasciare la Svizzera. Generosità nell’aprire
le frontiere, rigore nel richiuderle. Rigore necessario per far posto ad altri giovani, ad altri adolescenti, ad altri fanciulli. Tre giorni fa è giunto
in Isvizzera il 100 millesimo fanciullo forestiero
accolto durante e dopo la guerra dalla piccola
Svizzera.
Questo ci dà un’idea delia liberalità di questa
nazione che è stata, è vero, meravigliosamente
protetta e benedetta, ma non si è rinchiusa nell’egoismo e nel razzismo come noi italiani avremmo forse fatto al loro posto.
li pastore di Pampigny col quale mi rallegravo
per i restauri del suo tempio antico, e al quale
esprimevo la mìa impressione che nelle giornate
dì sole la luce poteva essere eccessiva, mi rispose : « Abbiamo progettato vetrate a colori e
anche l’oFgano)), mais — aggiunse in tono signir
ficativo — les œuvres « d'abord », prima le
opere ».
•••
Domenica 11 agosto; Régionale du VI Arrondissement a Pampigny, cioè Convegno della Jeunesse Paroissiale della regione a ponente di Losanna.
Chi è quello spilungone che scende dal treno
in mezzo ad un gruppo di J. P. con bandiera in
testa? E’ Giorgio che già si è arrotondato il viso.
E quella'ciclista disinvolta che arriva con altre
compagne? E’ Mirella con le guance più colorite del solito. E’ là quel torinese, quelle Bubfarele... chi li distinguerebbe dai J. P.?
Ah sì che questa volta siamo usciti dal nostro
isolamento, che abbiamo trovato altra gioventù
che la pensa come noi, che ci vuol far del bene
e colla quale d si sente in perfetta comunione
di spirito. Di questi sentimenti ho avuto la prova
durante tutta quella giornata : nelTattenzion© commossa con cui ruditorio ha seguito il sermone
che l’Aumônier Cantonal ha voluto ch’io tenessi
al suo posto, 6 il pomeriggio nel convegno all’aperto in una magniflca radura, nelle espressioni
di simpatia che ci sono state rivolte, nel gesto
che i J. P. hanno fatto alzandosi in massa per appuntarci all’occhiello il loro distintivo, e nella
fraternità di cui l’atmosfera era impregnata.
Osserviamo Io svolgersi del Convegno e notiamo : la correttezza dei giovani, il pronto accorrere alle chiamate per gli studi e i giochi, un messaggio di un memibro laico della Commission
Synodale (Tavola) felice di vedere la gioventù all’opera della chiesa, il discorso pieno di «verve»
del capo della Jeune Garde della Chiesa Nazionale di Ginevra, il pastore Armand Payait, i giochi collettivi ai quali tutti i giovani, dico tutti.
partecipano con grande «entrain» e disciplina,
compresi 1 sei pastori presenti, compreso H padre di quei grandi giovanotti e perfino quel vec-
2
t’ECp DELLE VALDESI
chio pastore dai capelli bianchi ohe, eoi colleghi
più giovani fa il «loup» che acchappa les «brebis». Decisamente in questo movimento di gioventù di chiesa mai c’è puzzo di sacrestia.
Ma è tempo di parlar© del pastore Glrardet.
Lo vedo al lavoro in Isvizzera come l’ho visto
alle Vaili, in città, in campagna, nel suo studio
seduto al suo scrittoio a scrivere per giornali
religiosi e per i quotidiani, sbrigando metà de!
suo lavoro per telefono che suona spessissimo anche durante i pasti.
Se gli altri membri del Comitato hanno fatto
la loro parte, ali’AumOnier Cantonal ' dobbiamo
l’organizzazione « Io svolgimento della campagna
che ha permesso alla maggior parte dei 70 giovani
valdesi di essere ospitati 'per un mese in Isviz
zera e che consentirà altre iniziative per l’aweniré. Giù gli è costato una somma di lavoro di
cui non abbiamo idea. Basti il-dire che ha rinunciato alte vacanze estive, diritto sacro e invioW>He
di pastore svizzero.
La Federazione delle Unioni Valdes^ ha in
isvizzera un sostenitore che per le sue qualità
eccezionali dii animatore di gioventù, per la considerazione di cui gode © il posto che occupa, il
fatto che tutte le sue iniziative riescono e vede
allargarsi continuamente il campo delle sue responsabilità e della sua sfera d’azione, sarà sempre più per noi un amico prezioso.
Se il movimento della gioventù di chiesa ha
« le vent dans les voilss » il vento in poppa, secondo il giudizio di un oppositore è perchè oltre
alla bontà del principio su cui si fonda, ha degli
uomini, Glrardet ed altri che ho avuto il bene di
conoscere e conoscerà ancora, i quali sanno tenere il timone.
«**
Per finire, e queste non sono impressioni, ma
risultati e dati di fatti compiuti e da compiersi —
sempre, se piace a Dìo, ecco il calendario dei
rapporti italo-svizzeri per quanto concerne la nostra F.U.V. :
1) - Le 1000 copie di Pleines voix donate dai
J. P. alle nostre Unioni e le altre mille che abbiamo ordinato, sono in macchina.
2) - Presentiamo ai campisti di Praly e ai Congressisti i delegati della Jeunesse Paroissiale del
Cantone di Vaud :
Pastore Paschoud, di La Tour de Peilz
Mad.elle Violette Friedrich, della stessa città.
La potente organizzazione della gioventù di
Chiesa della Svizzera tedesca, la [unge Kirche
colla quale siamo entrati i» contatto per corrispondenza da alcuni mesi ed ora direttamente é personalmente, sarà rappresentata dal Pastore Arsuffl di Murgenthal, cantone di Argau..
3) - Visita nella prossima primavera del Cappel~
km Oiraréet all© Valli, con puntate alle Unioni
di Lombardia, Liguria e Toscana.
4) - Partecipazione ai campi svizzeri dell'esitate prossima di una forte rappresentanza di Responsabili Unionisti, senza Hipi'ti di età.
Questo cailjendario non esclude altre possìbili
iniziative.
Dalla città-campeggio della Jung© Kirche giungano in questo 15 agosto a tutti i nostri Unionisti
delle Valli che vedo in ispirito alle grandi riunioni della Baissassa e dell’Inverso di Torre, festosi
e fraterni saluti.
Gwatt, 15 agosto 1946.
LA PftGlWA DELLt GIOVENTÙ
LAPABOLIALIE GIOVANI
Soldati di Cristo
Leggo neirEoo delle Valli del 26 luglio
che il Pastore E. Rostan chiede la collaborazione dei giovani Valdesi ed io, accogliendo
il suo kivito, vengo ad esporre brevemente
il frutto delle mie riflessioni fatte dal mese
di marzo a questa parte.
Ho letto l’opuscolo; u Aimez-vous le
Christ? Aimez-vous l'Eglise? Aimez-vous la
jeunesse? », del Pastore svizzero A. Girardet
e, come già feci leggendo l’Eco del marzo
u. s.,mi sono ancora‘una volta soffermata
su questo titolo, dato al Pastore Girardet ;
« Aumônier)), tradotto in italiano con la parola « Cappellano ».
Da noi si chiamò Cappellano il pastore
dei nostri soldati in tempo di guerra ed ora
io credo che questa parola « Cappellano della gioventù » abbia un profondo senso di verità.
Anche fa gioventù è, come i nostri soldati
di ieri, in un campo di battaglia, in un combattimento, sulla breccia per la causa di Cristo.
E’ e dovrebbe essere soltanto così.
Da bambini, noi dobbiamo essere preparati
a questa lotta ; da giovani,, noi dobbiamo combattere; nell’età avanzata, pur continuando
a lottare, noi scorgeremo da lungi l’aurora di
un giorno novello, l’aurora del giorno della
fine, della pace, del riposo. E, nell’età avanzata, noi raccoglieremo, spiritualmente parlando, i frutti di questa nostra lotta, poiché
ci sentiremo più forti, più puri, più buoni,
E più la preparazione sarà stata profonda e
reale, più la lotta sarà stata pora^iosa e
continua e più i frutti saranno soddisfacenti
e ne ringrazieremo Iddio. La speranza del
riposo e la raccolta dei frutti che cadranno su
di noi, per bontà di Dio, come la manna nel
deserto, come la rugiada sui fiori riarsi e
stanchi, saranno il nostro premio su questa
terra.
Ma ora siamo giovani e nostra è la lotta.
Essa sarà più cosciente se la nostra preparazione sarà stata reale e profonda. Ma se la
preparazione è stata nulla o scadente, come
sarà ta nostra condotta nella lotta ? Come faremo a lottare e con quali armi? Non ci
stancheremo ben presto? Non malediremo
noi questa lotta continua? Vorremo noi lottare con Cristo e per Cristo o non preferiremo fermarci, disertare, dimenticare le nostre
ansie e le nostre pene nella via « larga e
spaziosa» del mondo?
Dobbiamo lottare, perchè così vuole Gesù Cristo; dobbiamo lottare, perchè Cristo
ci attende alla foie per coronarci di vittoria ;
dobbiamo lottare, perchè senza una tale lotta
la nostra vita sarà una vita inutile; dobbiamo lottare, perchè la nostra vita ci è stata
data da Dio affinchè la vivessimo per Lui,
perchè la lotta-del soldato di Cristo èNl crogiuolo attraverso il quale la nostra anima deve liberarsi dallo scorie del mondo e del
nostro peccato per poter ritornare pura a chi
l’ha creata .
Ma la lotta è dura, lunga, sconcertante e
richiede tutto di noi stessi. E talvolta noi
vorremmo impigrirei E’ cosi dolce la calma,
è così allettante il riposo! Spesso siamo soli
spesso siamo sconosciuti nella mischia ;
spesso siamo derisi e odiati.
Ecco perchè la lotta è dura, dico io.
Ma lotti per chi, amico mio? Per Cristo o
per U mondo? Se è per Cristo, che t’importa
di essere solo, sconosciuto ed odiato? E se
è per il mondo, non sei soldato di Cristo
e il tuo orgoglio ti porterà verso il mondo.
Ma voglio lottare per Cristo!
Allora... allora via l’orgoglio, i falsi pudori
e il timore! Lotta con le armi che Cristo tt
porge nel Vangelo, chiedi ad ogni piè sospinto e con umiltà la forza e l’aiuto : tu vincerai in Cristo e soltanto in Lui.
Una Valdese.
Cattolico o Valdese
è tutto lo stesso...
Questo è il titolo di uno studio tenuto recentemente in un Convegno giovanile e vorrei oggi applicarlo ad un aspetto molto pratico della nostra vita.
Ho trascorso alcune settimane al mare in
una pensione di famiglia, frequentata unicamente da signorine e da giovani mamme con
i loro bimbi.
Mi si era detto che costi vi era anche una
signorina evangelica, perciò, entrando nella
gran sala della pensione ove le ospiti attendevano che la campana suonasse per il pranzo,
sostai in un angolo sperando, in attesa delle
presentazioni, di riuscire ad individuare colei che doveva essere mia «sorella in fede ».
Intanto mi ero messo ad osservare quelle
mamme e quelle signorine tutte dall’aspetto
per bene, ma con l’inevitabile rossetto sulle
labbra. Ormai, si sa, anche le signorine serie hannd preso quest’abitudine. Io capisco
lo si faccia quando si deve andare in società :
ad un ballo, ad un ricevimento,, ma qui, lontano dai mariti e dai fidanzati, in pieno mezzogiorno. .. insomma, mi direte ; « è la forza
deH’abitudine » ; lasciamo dunque andare.
In un angolo della sala c’era, tra le altre,
una signorina carina d’aspetto, intenta a leggere, ma con le labbra così rosse che era una
esagerazione. « No, non sarà certamente
quella», pensai. E guardai oltre.
Ebbene, volete sapere chi era poi la mia
correligionaria? Proprio quella signorina esageratamente dipinta. Con questo non crediate che si vergognasse di essere Valdese! Lo
Al NOSTRI COLLABORATORI...
e a quanti diventeranno tali
Alle nostre richieste di una più intensa
collaborazione dei giovani alla Pagina della
Gioventù, tre sorelle in fede ci hanno risposto. Due articoli sono pubblicati su questa
stessa Pagina, un terzo lo sarà in avvenire.
Ringraziamo le nostre gentili collaboratrici
e le esortiamo un'altra volta a lasciar da parte lo pseudonimo per dire chiaramente al
pubblico chi esse sono.
Comprendiamo la loro modestia, ma è bene anche phe la gioventù si conosca attraverso gli articoli dei giornali..
Mentre le nostre sorelle in fede pensano e
scrivono le loro riflessioni, i giovani che cosa
fanno? Temono essi di esprimere i loro pensieri ovvero non hanno nulla da esprimere?
Che cos’è che spiega rassenteisrno di quasi
tutti i giovani Valdesi, studenti, diplomati,
laureati? Persino le marmotte si svegliano
dopo un lungo torpore e fischiano ch’è un
piacere! Che cosa aspettano i giovani per
svegliarsi e fischiare contro la Pagina della
Gioventù... o per dare il loro contributo al
modesto lavoro che facciamo a favore dei
giovani della Chiesa? E. Rostan
proclamava a voce alta e dipeva che era fiera
della sua religione.
lo mi sentii subito attratta da viva simpatia
per lei, ma, ogni volta che la guardavo, pensavo : o Perchè fa come tutte le altre?».
Purtroppo le donne Valdesi al giorno di
oggi si truccano quanto le cattoliche. Persino signore serissime, che sono ottime madri
di famiglia e buone credenti. Perchè?
Sorelle mie, non vi pare che sarebbe più
bello se restassimo naturali come il Signore ci ha fatte? Questo dovrebbe essere uno
dei segni di distinzione fra noi e le altre donne che non sono Viddesi,
Pensate un po’, quando un estraneo incontrasse una signora o una si^iorina per la
via, in società, al mare, ai monti, e, osservandola, potesse dire : ,« Strano, questa persona non si dà il rossetto; dev'essere una
Valdese ».
Essere diverse dalle altre donne della folla; diverse, non solo interiormente, a causa
della nostra fede, ma anche esteriormente!
Allora non si direbbe più : «cattolica o
Valdese è tutto lo stesso!».
Sorelle mie, che avete preso l’abitudme
di truccarvi, volete sforzarvi di ritornare voi
stesse, cioè Valdesi in tutto il senso della
parola?
Mi appello ai vostri mariti e ai vostri fidanzati perchè vi aiutino a vincere questa
vostra debolezza. — Ve lo chiedo per la dignità della nostra fede e perchè anch’’0, come voi, sono Valdese.
Si dice sovente che la nostra Chiesa ha
una costituzione fra le più democratiche ; si
ha però Timpressione che questi bravi principii democratici esistano certe volte più
sulla carta che nella pratica. Bisogna tener
presente che i giovani sono oggi assai più
sensibili di un tempo a queste questioni (li
sentiamo parlare di autogoverno, di giustizia sociale eoe., ecc.).
Appunto per evitare che certi casi particolari, verificatisi ultimamente, di procedura
poco democratica, li portino ad una posizione
di critica e di risentimento che, generalizzata, sarebbe ingiusta, abbiamo voluto accennarvi, augurandoci — e l’augurio è una ferma richiesta — che in avvenire si procuri
di ovviare anche a questi incovenienti ed
in particolare che :
1) eventuali assegnazioni di viaggi e soggiorni gratuiti all’estero, posti in colonie
ed altre simili facilitazioni siano preferibilmente concessi a chi, per le proprie
condizioni di famiglia, non potrebbe offrirsi simili « agréments » ;
2) le decisioni da prendere in questo senso
siano il risultato della consultazione di un
Concistoro o Comitato piuttosto che del
giudizio di una sola persona.
Riguardo ai criteri di scelta e di procedu
vorremmo porre un interroigativo a cui crediamo sarebbe bene rispondesse il prossimo
Congresso della F. U. V. a Pomaretto, in
mancanza di norme precise nello Statuto : a
chi spetta la nomina di eventuali rappresentanti delle Unioni giovanili Valdesi ai Congressi giovanili internazionali?
Infi.ne, un ultimo interrogativo che è posto dinanzi a ciascuno di noi, perchè vi rispondiamo neH’intimo della nostra coscienza.
Esso ci si presenta quando riflettiamo sul
magnifico sforzo finanziario compiuto dai nostri amici J. P. a favore dei settanta fortunati giovani valdesi che hanno goduto della
generosa ospitalità svizzera. Questo sforzo
testimonia del loro spirito di solidarietà e
della loro fede, operante per mezzo dell’amore ; essi affermano di compierlo come un
loro preciso dovere di «jeunesse épargnéo).
Ma domandiamoci un po’ se non c’è anche
da noi della gioventù che è stata risparmiata
nella persona e nei beni, in questi anni passati ; sappiamo che essa c’è, grazie a Dio!
Ebbene, sente essa questa sua responsabilità? Lo sentiamo noi tutti il dovere ed il
privilegio di poter compiere qualche reale
sacrificio a favore della nostra Chiesa e delle
infinite necessità dell’opera di Cristo?
Diciamolo pure francamente, ci pare molto
bello che altri ci vengano incontro nelle nostre difficoltà, ma se accanto a questi noi
non sapremo mettere i nostri sforzi, non potremo mai spiritualmente prosperare, nè come individui, nè come comunità.
ipi.
Di NO DAI 1AFDKDI
Riceviamo e pubblichiamo alcune parti di
un messaggio inviato 'da un militare sud africano in occasione della festa del 15 agosto :
« A i miei amici Valdesi ;
Oggi è il 15 agosto, la grande celebrazione storica dei Valdesd. Questa festa ricorda
a me ed a molti soldati sud africani quanti
meravigliosi amici abbiamo trovato nelle
Valli Valdesi e quale felice giornata abbiamo
tra^rso con voi, ranno scorso, sulle alture
di Pragiassaut.
Per quanto il Sud Africa sia lontano da
voi migliaia di chilometri, non vi dimentichiamo affatto e non passa settimana senza
che parliamo dei bei giorni trascorsi con voi.
Ricorderemo sempre la vostra gentilezza nell’invitarci alle vostre case, ai vostri culti,
nelle vostre vallate...
Debbo confessarvi che sono stato meravigliato dellai vostra abilità nel salire sui
monti e, quando chiedevo ai miei amici se
volevano assistere ad una riunione con i
Valdesi, spesso mi si chiedeva : « Per favore, quanti chilometri dobbiamo percorrer© a
piedi? )).
Ci avete dato una grande gioia e l’impressione di una fede fin qui sconosciuta.
Noi avremmo gran desiderio di essere con
voi in questo nuovo 15 agosto per partecipare
al vostro culto e riudire le voci delle Corali
delle Valli.
Un giorno o l’altro spero di visitare di, nuovo le Valli, anche se dovranno passare ancora molti anni prima di poterlo fare.
Vi auguriamo una felice giornata e vi mandiamo i nostri più cari pensieri ed i nostri
più sentiti ringraziamenti.
Charles Robb».
Noi pure ringraziamo i nostri amici sud
africani per lo spirito di fraternità cristiana
che hanno recato fra noi durante la loro permanenza alle Valli. Li ricordiamo con affetto e, nel mandare loro il nostro saluto^ ci
auguriamo che i vincoli di solidarietà che
sono stati stretti nel passato possano fortificarsi ancora neU’avvenire.
(e r.)
I a m\
(2-11 agosto)
iSono appena tornato dal campeggio dei cadetti
a Frali. La bellezza del luogo rni ha subito incantato. 11 campo sorge infatti in mezzo ai larici,
sovrastato da un alto monte, in parte coperto di
alberi. Vicino vi è il villaggio dei Pomieri e la
cascata. Dairaltro versante la montagna, che sale
più dolcemente, è coperta dai larici. In fondo si
vede ia Grande Aiguille, con ancora un po’ di
neve.
Le tende sono messe in mezzo a dei baraccamenti invernali per truppe, che a noi servivano
come magazzini. Una cosa simpatica balza subito agli occhi : le tende non sono militari e mimetizzate, ma hanno un bel colore azzurrino, e si
vede subito che sono nuovissime : sono divise In
due gruppi ; uno, per i ragazzi, ed un altro cento
metri più giù, per le cadette. In tutto eravamo
circa trentacinque.
La mattina, quando non vi erano gite, la sveglia suonava alle sette e mezzo. Alle otto si faceva di solito la colazione ; subito dopo, il pastore T. Vinay faceva un piccolo culto. Poi veniva
l’ora del lavoro; ciascuno aveva un compito da
eseguire ; quasi sempre un pezzo di campo da ripulire. Quando tutti avevano finito, ehi si metteva a giocare al pallone, chi a croquet, e chi andava nella propria tenda. 11 pomeriggio, i pastori Vinay e Giampiccoli facevano una «conversazione biblica ». L’ora più bella era però dopo
cena ; allora ci raccoglievamo tutti intorno ad un
grande falò e fino verso le dieci e mezzo cantavamo degli inni o delle canzoni.
Abbiamo fatto spesso delle gite anche abbastanza lunghe; siamo stati a « Bout-du-col » ; in cima
alla Roccia Bianca, al lago d’Envie; ai Tredici
laghi e in punta al Roux ; a Massello.
Non abbiamo mai camminato molto presto ; per
non stancarci facevamo tre quarti d’ora di marcia ed uno di ri|K>so. Una gita è stata particolar-
3
L’EGO DELLE^VALLl VALDESI
mente bella e interessaaite : quella alla Roccia
Bianca e al lago d’Envíe. Partiti la mattina, siamo giunti a piccole tappe e camminando molto
lentamente a delle cave di talco. Là abbiamo mangiato e i più pigri si sono fermati. Poi, camminando più velocemente siamo giunti in cima a
Roccia Bianca. Dopo esserci rifocillati, abbiamo
ripreso la strada per il lago d’Envié, dove abbiamo trovato un bel po’ di neve, approfittandone
per fare a palle. Appena giunti al lago si mise
a piovere. Sotto un gran masso abbiamo 'fatto il
tè, incuranti dell’acqua e della grandine. Poi, una
gran corsa fino all’accampamento, dove abbiamo
saputo che molte tende erano state buttate giù dal
vento.
Ma la vita del campeggio non era tanto bella
materialmente quanto moralmente. Era lo spirito
di fratellanza, forse, era qualcosa per cui si aveva più fede, e ci si sentiva più buoni. Era una
vita così diversa da quella solita, che ci si sentiva «diversi», e si vedevano le cose dal lato
del bello e del buono. L’ultima sera abbiamo fatto una recita in uno dei baracconi, e do-po è
stato acceso il soilito falò.
11 giorno seguente siamo partiti tutti piuttosto
tristi di dover lasciare un luogo dove abbiamo
goduto tanto e dove speriamo di poter tornare
l’anno prossimo. Giovanni Jervis.
Jì soni arrivés !
Enfin. Les J. P. attendaient avec impatience
ces 70 jeunes Vaudois du Piémont invitfe à venir passer un mois dans nos paroisses pour reprendre ici, force, santé et confiance. Notre jeunesse avait généreusement recueilli plus de dix
raille francs pour assurer les frais du voyage et
de l’hospitalisation de ses jeunes protégés et tout
avait été soigneusement préparé pour les recevoir, Effervescence en gare de Lausanne, jeudi
soir, où les jeunes italiens arrivent, sont aocueillis à bras ouverts et reçus comme des frères
par leurs camarades des J. P. de Suisse, Ils ont
passé la nuit dans les chambres fleuries de la
caserne et le lendemain matin, ils ont gagné en
toutes directions, les familles et les J. P. qui
sont heureux de pouvoir procurer à ces jeunes
malheureux un peu de joie et de réconfort. Nous
croyons que nos Jeunes paroissiens accomplissent là leur devoir de jeunesse épargnée. Notre
Eglise s’en réjouit et ne manquera pas de les en
remercier.
(Dal Semeur Vaudois del 3 agosto 1946).
IL Xï AGOSTO ALLA BAISASSO
« LA BAISSASSO » — la località ideale per
un’adunata del XV agosto — ha visto accorrere di nuovo una numerosa, simpatica folla, come
nei tempi andati. Maravigliosa, nel suo solitario
incanto alpestre, è specialmente adatta al raccoglimento in quanto non arrivano, lassù, i rumori
discordi del mondo nè i frequentatori non desiderati dei nostri culti aH’aperto. L’atmosfera spirituale vi è pura come l’aria che vi si respira.
Cosi fu ancora quest’anno; specialmente questo
anno, dopo la penosa interruzione.
Di buon’ora, piccole comitive e lunghe sfilate
Ji gente ascendevano i due pendìi del monte od
arrivavano dalle vette. 11 tempo era splendido ;
limpido e soleggiato, con l’arietta vivificante delle
cime e qualche passaggio, in giornata, di nebbie
leggere. Solenne e sino alla fine sostenuto, il raccoglimento dell’imponente udìtO'rio — un 1500
persone, in maggioranza giovani, ma in cui non
mancavano uomini e donne di età matura ed arzilli vecchietti.
Presiede il culto il pastore -di Villasecca e parlano successivamente i pastori P. Bosio, U. Bert,
e A. Alessio.
La lettura della Bibbia è ispirata dal contrasto
fracchi sale nella bella natura di Dio per profanarla ó per adorare ; fra il popolo idolatra, che «offre
sacrifizi e poi si alza per danzare » e Mosè che,
assetato della gloria di Dio, sente « passare davanti
a sè tutta la bontà dell’Eterno» (Esodo 32-33).
La meditazione della Parola di Dio è fatta sul
passo : Colossesi 3 : 1-3; aurea indicazione per il
credente, in questi tempi di « ricostruzione » —
vanamente sognata, ove non abbia per base : « il
morire » al mondo ; « il risuscitare » col Cristo ;
«il vivere» della vita di Luì, che è vita nascosta al mondo, il quale perciò non comprende,
per es. quella giovane che rinunzia ad un brillante matrimonio, o quel cristiano che rifiuta un
affare lucrativo... quando si tratti di non perdere la propria anima; vita interiore, ispiratrice
indispensabile ad ogni ricostruzione morale.
Gii spunti di Storia valdese portano all'origine
dei culti all’aperto il dì dell’Assunzione, il forzato
riposo, cui l’intolleranza passata costringeva i
nostri Padri in tal giorno, li indusse di buon’ora
a riunirsi in, adorazione a Dio, Possiamo noi,
loro figli, attendere dall’imminente nuovo assetto
della Patria, piena libertà da cui esuli ogni traccia di passate limitazioni? Segni rallegranti fanno sperare in bene ; la nostra fiducia è in Dio.
Le notizie dell'Opera di Evangelizzazione sono
quelle del campo Ligure. Provati, quei fratelli,
dai terribili bombardamenti si mantennero tuttavia compatti e serrarono subito le file alla ripresa. Ora, a Sampierdarena come in tutta la Grande Genova, in comunione fraterna con le varie
Denominazioni ivi all’opera, si è riusciti a portare la luce del Vangelo oltre i limiti angusti delle
chiese, fuori del Tempio; ottenendo risultati incoraggianti e promesse per l’avvenire.
L’adunanza si chiude con la preghiera pronunziata dal pastore A. Janavel e con la colletta
che frutta lire 5000 a favore della Evangelizzazione,
Riuscitissimo fu pure cdl pomeriggio valdese»,
malgrado motivate previsioni pessimiste. Doveva
infatti essere organizzato dalla F.U.V. ; il cui incaricato però... non si fece vivo (eppure, questa
volta, non c'era la tradizionale «nebbia pramollina » per spaventare i pavidi della montagna !). Ma
il pastore Janavel, informato pochissimi giorni
prima, era coraggiosamente corso ai ripari : organizzò alla svelta; presiedette; e fu un,magnifico
trattenimento.
Era stato indetto per le 15; ma un’ora prima,
eravamo già tutti a posto. Il <c clou » fu una recita offerta dai giovani della U.G.V. dei Chiotti,
i quali, con ispirito veramente encomiabile, avevano accettato di sostituire all’ultimo momento chi
non c'era. Ottima l’esecuzione, preceduta da oppoitune parole introduttive del sig. Janavel e da
un discorso del dott. Alberto Ribet, con interessanti particolari sulla sua opera evangelistica. Poi,
molti canti giovanili, giovanilmente diretti dal signor Giordano, deH’Unione di S, Germano. Esilarante monologo del sig. Revel, da Torino ; giochi, sana e benefica allegria... ; finché l’ora tarda
disperse i partecipanti.
Luminosa giornata ! Il ricordo ne rimanga per
tutti in benedizione. l. m.
Radio-trasmissioni
Partecipo assiduamente ai culti-radio della stazione di Torino che sono in benedizione per molti (evangelici e non) e penso non sia inutile esprimere la nostra gratitudine ed il nostro incoraggiamento agli organizzatori, ai Pastori che si alternano al microfono ed alle varie Corali : in modo
speciale alla piccola Corale di Torino che con
tanto zelo e sacrificio partecipa alla quasi totalità
dei culti.
Ascoltando alcune domeniche fa le parole cosi
profondamente fraterne e cristiane che il pastore
sig. Ermanno Rostan rivolgeva agh isolati, agli
ammalati ed ai sofferenti tutti, pensavo al gran
numero di essi che avrebbero ricevuto aiuto e
coùforto da quel messaggio cristiano che tuttavia
non erano in grado di udire per mancanza di apparecchi radio.
Evidentemente non possiamo dare un apparecchio radio ad ogni ammalato ma penso che potremmo fornirne a tutti i reparti dei nostri vari
ospedali, asili, orfanotrofi, eoe. e — perchè no —
anche alle » Scuole di quartiere » delle Valli o
quanto meno, per ora, a quelle più lontane dal
centro di ogni Parrocchia. (Nei villaggi sprovvisti di luce elettrica gli apparecchi radio si potrebbero innestare su accumulatori). Nelle «scuole li
quartiere » potrebbero recarsi (ed in certi casi anche essere trasportate) le persone anziane, sofferenti, inferme, che, specie d’inverno, non possono recarsi al Tempio : nella scuola partecipare
al culto-radio insieme a coloro che, pur avendo
presenziato al culto del mattino desiderassero ancora^ partecipare a quello radio del pomeriggio.
L apparecchio radio in ogni villaggio ed in ogni
scuola di quartiere potrebbe costituire la cellula
intorno alla quale si raggrupperebbero varie altre attività 0 nuclei già costituiti : le » F.U.V. »
e le fiA.C.D.G. », le varie »Dorcasn, «Réunion
des Mères », (( Zambezia », eoe. potrebbero iniziare le loro riunioni periodiche con il radioculto evangelico. Inoltre potrebbero essere trasmessi (su nostra richiesta) programmi speciali
per le nostre Valli, in lingua francese, dalle stazioni protestanti francesi e svizzere; programmi
destinati di volta in volta particolarmente ai giovani, ai catecumeni, agli studenti, agli agrico’tori,
alle madri, agli ammalati, ecc. Programmi non ’
solo spirituali ma anche culturali, professionali,
ricreativi, «oc.
Ho l’impressione che quasi nessuno alle Valli
ascolta i culti-radio e che non apprezziamo ancora nella giusta misura le infinite possibilità di
questa predicazione che può giungere a grandi
masse e negli ambienti più impensati ed impenetrabili. Ignoriamo se avremo in Italia uno sfato confessionale cattolico e quali limitazioni verranno da esso poste alle nostre attività e libertà.
Comunque potremo pur sempre ricevere ' programmi esteri se riusciremo a dotare di apparecchi radio riceventi i nostri Istituti ospedalieri ,e
le nostre scuole di quartiere per raggruppare Intorno ad essi la vita e le varie attività di ogni
villaggio, magari sotto la responsabilità e direzione dell’Unione giovanile locale. Son certo che potremo svolgere un lavoro benedetto in tutti i campi e specialmente in quello della gioventù, 'distogliendola dalle osterie e dalle infette sale da balio, migliorando il suo livello spirituale, morale,
culturale e professionale.
Apriamo dunque una grande sottoscrizione, organizziamo collette, recite, rappresentazioni, bazars. Ognuno di noi dia il suo contributo finanziario, il suo appoggio morale, la sua collaborazione fattiva. Chiediamo il contributo dei nostri
fratelli Valdesi residenti all’estero, delle chiese
protestami straniere. Mecenati se ne trovano dovunque : basta saperli interessare e indirizzare la
loro generosità verso scopi precisi e ben determinati. Syn certo che ogni comunità valdese d’America darà facilmente tutti gli apparecchi radio
necessari ad una Parrocchia delie Valli, indicandone 1 a destinazione. Una delle maniifestazioni
esterne della nostra gratitudine potrebbe consistere nell’invio — ad ogni donatore di un apparecchio — di un quadretto (dipinto dalle nostre
valenti pittrici valdesi) raffigurante il villaggio beneficato e recante le firme dì tutti gli abitanti.
Lancio quest’idea affrettata sperando che altri
voglia studiarla a fondo, rapidamente, facendone
magari (^getto di dibattito in occasione dei numerosi convegni giovanili o del sinodo imminente, Son fermamente convinto che, entro un anno,
migliaia di Valdesi sarebbero messi in grado di
partecipare ai culti-radio e di seguire altri eventuali nostri programmi trasmessi da stazioni nazionali od^stere. La Ven. Tavola, da parte sua,
considerando le immense possibilità e gli sviluppi che possono avere nel campo evangelico ed in
quello cattolico le nostre radio-tramnisaonì, darà
loro tutto il suo appoggio e ne affiderà la direzione e responsabilità alle persone più qualificate, specializzate e che possano consacrarsi unicamente 0 quasi a questa attività.
Ermanno Costabel.
Il Lutero evocato da Giovanni Miegge nella
sua recente pubblicazione (1) è stata per me
una rivelazione e una grata rivelazione. vNon avevo mai avuto per il riformatore tedesco una grande simpatia, ma al Lutero di Miegge voglio francamente un gran bene. E perchè? Se non vi dispiace ve ne darò tre ragioni.
In primo luogo TAutore ha saputo dare dell’uomo ciò che veramente conta, il pensiero.
Noi siamo tutti un impasto di materia e di spirito. Come il più bel flore del giardino che schiude al casto bacio del sóle la sua candida corolla, affonda le sue radici nel letame, così ogni figlio d’Adamo affonda le sue radici nelTanimalità. Siamo tutti creatùre di carne, anzi di fango ; e si può dire, come è stato giustamente osservato, che nei grandi uomini, massime nei santi, dotati di organi più sensibili, l’animalità si
fa sentire in modo più prepotente. Il merito delTuomo non è già di essere dotato da natura di
un temperammo angelico ma di costruire sul suo
temperamento, quale egli possa essere, un carattere veramente degno di quel nome. Ora, siccome Lutero, come tutti i mortali, affonda profondamente le sue radici nella carnalità, vi sono
stati dei biografi del riformatore che con sadismo veramente... escatologico hanno preso un
gusto matto a scavare la terra intorno al sub
tronco e, mettendo a nudo le radici, mostrare
che il terriccio che alimenta è ricco di elementi
tutt’altro che spirituali. L’Autore, che evidentemente non ignora quegli elementi, preferisce sottintenderli e limitarsi a mostrarci il flore in tutto il suo splendore : il pensiero del riformatore.
Certo taluno potrà così accusarlo di aver fatto
di Lutero non una storia ma un’apologià, ma
vedrei per conto mio che la storia dei grandi uomini fosse sempre intesa in un senso cosi apologetico.
Ma, e questo costituisce il secondo merito che
voglio rilevare, il prof. Miegge, del pensiero luterano sa far spiccare la parte esenziale, veramente vitale e « moderna ». Fra le caratteristiche più salilhti che egli si compiace di sottoilineare in Lutero vi è quella di «uomo moderno». Vi è difatti nel riformatore tedesco un
modo talvolta tutto nuovo di impostare vecchi
problemi teologici. Certo la grande «modernità » di Lutero va cercata prima ancora che nel
contenuto del suo pensiero, nel fatto stesso di
aver pensato, di avere avuto in materia religiosa un pensiero personale, di aver avuto l’audacia inaudita in quei tempi, di fronte a una millenaria tradizione ecclesiastica, di esprimere
apertamente un pensiero originale, di aver detto
ad alta voce quello che migliaia di persone sentivano confusamente nell’intimo della loro anima. Ma c’è ne] pensiero, stesso del riformatore
un contenuto veramente vivo; ed il prof. Miegge, con abile lavoro di cernita ha saputo, dal
minerale greggio, scartare le scorie e ricavare
il metallo puro. Quante idee luterane potrebbero oggi ancora, con grande interesse nostro, essere riprese e meditate : la grandiosa concezione della Chiesa « Corpo di Cristo », la teologia
della Croce, la funzione dei Santi, il sacerdozio
universale, la concezione francamente democratica e laica deU’organizzazione ecclesiastica !
Il prof. Miegge ha saputo inoltre, ed è questo un suo terzo merito, studiando il riformatore, limitarsi nel tempo e analizzare la parte veramente positiva e creatrice della sua opera. Vi
sono due specie di genii : vi è il genio metodico che svolge il suo pensiero in un crescendo
lento e progressivo, e vi è il genio vulcanico
che in un’esplosione subitanea dà il megiio del
suo pensiero. Lutero appartiene alila categoria
dei genii esplosivi. Dal vulcano ardente viene
fuori il flutto della lava incandescente che si
espande lungo le pendici ; poi la lava si raffredda, si ferma s’irrigidisce. Fino a Worms Lutero
è in periodo di eruzione : è il periodo creatore
in cui la parabola sale. Dopo Worms, e specialmente dopo la Wartburg, la lava si raffredda, la
parabola comincia a discendere. U grande riformatore, dopo avere in un impeto mirabile d’ispirazione, espresso le sue idee, come un’aquila
caduta nei lacci dell’uccellatore, sente le sue
grandi ali di poeta e di profeta impigliate nelle
maglie della politica — e di quale politica, ahitttè ! — e nelle reti della dommatica e dell’ecclesiasticismo. Mi auguro perciò che, invece di
darci un secondo volume su Lutero, Giovanni
Miegge impieghi il suo magnifico dono di storico ad illustrarci altri riformatori dandoci della loro opera e del loro pensiero quello che è
vivo.
Il volume che abbiamo analizzato, un grosso
volume di 560 pagine, benché storicamente documentato e preciso, si legge con vivo interesse e, se si prescinde da alcuni capitoli dove
certe vecchie teologie vengono esaminate tropPo dettagliatamente, vi afferra come un romanzo.
(1) Giovanni Miegge : Lutero . vol_ 1 : Fino
a Worms - Torre Pellice - Libreria Claudiana.
Samuele Tron.
Nécessités essentielle«
i”'"' de vue des «intentions» comme du
point de vue de « 1 organisation », l’accueil réserve aux étrangers lorsqu’ils entrent en Suisse
est vraiment digne de tous les éloges.
On a d’abord le souci que les hôtes de l’Helvétie «n’aient pas faim». Dans ce but — après
une visite sommaire et fort courtoise de vos bagages dans 1© train le douanier suisse a un
¡este touchant. Il tire de sa poche un ticket, il
vous le remet et vous explique : —- Voici des
coupons de repas pour .les trois premiers jours.
Vous donnerez deux coupons pour chaque repas.
Il y a aussi quelques demi-coupons ; vous vous
en servirez pour le petit déjeuner, ou pour une
légère collation l'après-midi.
C’est parfait ! EÎe cette façon le voyageur, où
qu’i] débarque, a déjà dans sa poche de quoi satisfaire à une nécessité essentielle. Il donnera
deux coupons peur un repas complet, mais —
afin qu’il n’y ait aucun gaspillage — il n'emploiera qu’un demi-coupon pour un léger repas.
Le Gouvernement helvétique a un autre souci concernant ses hôtes : il désir© qu’« ils soient
propres ». Dans ce but — lorsque vous vous
adressez à n’importe quel Bureau des Etrangers
pour avoir d’autres coupons de repas — on vous
remet certains minuscules carrés de papier en
vous disant : — Avec cela vous pourrez avoir du
savon.
C’est, j’allais dire encore plus parfait I N’esi
ce pas aller à la r^icomre de la deuxième nécessité essentielle, n’esèce pas satisfaire les deux
grands besoins dont on a bien souffert chez nous
pendant les années de guerre : pouvoir se nourrir... à fond, pouvoir se laver... à fond?
• • *
Ce point de vue est le même qui a inspiré
l’infirmière-chef à la maison de santé de Bellelay. On y attend une cinquantaine de jeunes filles des Vallées Vaudoises du Piémont qui vont
arriver pour prêter main forte àu personnel en
qualiié d’élèves-infirmières.
— Pour souhaiter la bienvenue à vos compatriotes — me dit Mademoiselle A. de Rougemont
— nos Infirmières suisses ont mis des fleurs dans
les chambres. Et elles on eu l’idée d© placer sur
chaque coussin une plaque de chocolat... et un
morceau de savon.
J’avoue que cette charmante pensée m’a beaucoup touché. C’est toujours la même préoccupation de satisfaire les deux nécessités essentielles ; «nourrir le dedans, nettoyer le dehors».
« * •
Et voici que ma pensée accomplit son geste
habituel. Elle se déplace de la façon la plus inattendue du domaine du corps à celui dç l’âme,
de la sphère des besoins matériels à celle des be.soins spirituels.
c( Nourrir notre âme », abondamment et surabondamment ; la nourrir de tout ce qui est vrai
et bon et beau dans notre existence terrestre ;
l’alimenter,^ la préparer, l’éduquer, l’entraîner —
par une saine nourriture — en vue de l’existence céleste.
Et « laver notre esprit » de toutes ses impuretés, de toutes ses faiblesses, de toutes ses faillites, de toutes ses déchéances ; le laver dans la
source d’eau vive qui jaillit pour la vie étemelle.
Ce sont toujours les mêmes «nécessités essentielleç » que 1© Gouvernement helvétique pense à satisfaire en vous faisant remettre par ses
douaniers les coupons de repas et les bons d©
savon dès que vous avez franchi la frontière
de la « Suisse chérie ».
* * •
Lors-de la dernière prolongation de séjour accordée à mon passeport, la ville de Berne a même ajouté des bons pour 375 gr. de sucre. Mais
Berne... c’est la capitale. J. Henri Meille.
U lesta del XV dáoste a PsaaeíDs
I Valdesi della Svizzera hanno celebrato
la Festa del XV agosto, quest’anno ancora,
seguendo un’antica e simpatica tradizione,
sulla ridente spiaggia di Prangins, la domenica, 11 agosto.
La giornata splendida, ricca di luci e di
incanto, favorendo l’affluire numeroso di Vaidesi e di amici svizzeri da Ginevra, da Losanna e da svariate località dei cantoni di
Vaud e di Ginevra, contribuì a render più
solenne e più imponente, davanti all’obelisco di Prangins, ornato di magnifici fiori, la
celebrazione felicemente organizzata dall’attiva direzione della Società Valdese.
La lettura d’un Salmo ed un forte ed impressivo discorso del pastore valdese Tron
dott. Enrico, di Milano, segnarono l’inizio
della cerimonia.
La storia del popolo valdese è la storia
di un piccolo popolo, proclama il pastO're
Tron, ma che riposa sopra un fondamento
prezioso: essa è la storia deiramor di Dio;
le benedizioni del passato e del presente
contengono una promessa per il suo avvenire nello stesso tempo che un impegno per
le generazioni che verranno.
Dopo che il venerato presidente della Società Valdese, signor Benech, ebbe portato
i! suo saluto e comunicato le primizie di recenti ricerche svolte dalla sig.na M. Van
Oostveen intorno al grande Enrico Arnaud,
il pastore svizzero Augsbourger recò il suo
messaggio cordiale ed il saluto del pastore
Paul Metraux, direttore del Semeur Vaudois.
II prof. Giovanni Gönnet parlò in seguito del problema assillante della libertà di
coscienza, della libertà piena e completa nel
campo religioso, alla quale aspirano, oltre
che gli evangelici, le menti più elette del'a
nuova Italia.
Da ultimo il messaggio affettuoso del Sindaco di Prangins. I canti patriottici valdesi
riecheggiarono in felici intermezzi eseguiti
da una corale provetta.
Il signor Emilio Pasquet, l’instancabile
organizzatore, nel presentare e nel ringraziare a nome dell’intera assemblea i singoli
oratori, espresse con genialità e gentilezza
squisita i sensi di viva soddisfazione e di riconoscenza per una commemorazione tanto
benefica e cara al cuore d’ogni valdese presente.
CAPTAIN
S. A. K. WISELY
Ci è giunta la dolorosa notizia del decesso, a
Londra, del capitano Wisely. Grande amico e
benefattore della nostra Chiesa che conosceva
intimamente, aveva svolto, anche in collaborazione con la sua Compagna, un’opera efflcaed^inAa
per sostenerne le Opere.
La sua casa, sempre accogliente, era aperta
ai nostri delegati che vi trovavano generosa e
signorile ospitalità.
Tesoriere per lunghi anni della W.A.S. d’Inghilterra, s’interessò dei nostri problemi, condivise le nostre difficoltà, si rallegrò de! nostri
successi.
In lui avevamo un amico fedele.
Alla sua memoria l’omaggio della nostra riconoscenza.
4
L’eco DBLLE VALU VALBBU
i|icotio$c(nza.Vallte$e
Non sappiamo se nella reaUà la nconoscenza sia una virili molto sparsa n^li auiia
agitati cne viviaino in questo tragico dopoguerra otie da visto un così vasto © cosi generale cumulo di rovine materiali © apirituali cne non è ancora fiuscno a rendersi conto della estrema povertà in cui è stato ridotto dalla guerra bestiale ohe per un sessennio da insanguinato tuui i continenti ed
arrossati tutti i mari.
Forse è vero che la riconoscenza e la benelicenza, neJJa realtà come nella favola,
SI guardano con indifferenza, come fanno
dtife persone cne non si conoscono e che s’incontrano per la prima volta nella vita. Eppure, quanti motivi abbiamo oggi per manifestare la nostra gratitudine per tutti i benefici di cui siamo l’oggetto come italiani,
come valdesi, come comunità e come individui 1
Mai forse, come in questo momento della
nostra storia, siamo stati oggetto di un così
vivo interesse collettivo ed individuale, da
parte di correligionari e non correligionari,
vicini e lontani, d’Europa come d’America,
e mai abbiamo avuto occasione più propizia
per far sentire ai nostri benefattori che non
è spenta nei nostri cuori la voce deUa riconoscenza, viva, profonda, sentita, che dobbiamo a coloro che si sono fraternamente
interessati a noi e ci hanno teso, al di sopra di ogni frontiera terrena, la mano soccorritrice.
Così hanno fatto tutti quelli che ci son
venuti in aiuto con sussidi di varia natura,
coll’opera della Croce Rossa, col «Dono
Svizzero», con 1’« U.N.R.R.A. ».
Cosi han fatto con un senso di grandissimo affetto per noi i Valdesi che vivono in
Svizzera e tutti gli mnici numerosi e generosi che la nostra Chiesa conta oltr’Alpi,
in ogni cantone della nobile nazione elvetica alla quale dobbiamo riconoscenza imperitura : per quel che ha fatto di grande per
noi nel passato e per quanto fa oggi, con lo
stesso spirito e con la stessa abnegazione,
che vorremmo essere sicuri di meritare.
Alludiamo in modo particolare a tutto il
lavoro compiuto dal Comitato Valdese di Ginevra e dagli innumerevoli amici svizzeri
che lo hanno così efficacemente coadiuvato,
rendendo così possibile il duplice generoso
invio alla Chiesa Valdese di una grande
quantità di indumenti d’ogni specie, per sovvenire ai bisogni più urgenti dei membri
delle nostre comunità, provate dalle vicende del cataclisma ohe ha sconvolto quasi tutti i paesi d’Europa e degli altri continenti.
L’opera efficace e preziosa del nostro Comitato Ginevrino ha reso possibile, in autunno, un primo invio di vestiario alle Valli
ed un secondo in primavera, che è stato possibile distribuire alle Chiese ed agli Istituti
valdesi di beneficenza solo alla fine dello
scorso mese.
Per dare ai nostri lettori una idea dell’entità di quest’ultimo invio, diremo che essa
fu di 121 casse e colli, di varia grandezza,
provenienti da vari centri di raccolta ; Lugano,
Ginevra, Losanna, Le Sentier, Zurigo. Di
questi colli, una cinquantina vennero assegnati completi ai diversi enti destinatari : gli
altri dovettero essere aperti ed il loro contenuto smistato e destinato alle 18 Chiese delle Valli ed ai 14 Enti ed Istituti di beneficenza della Chiesa Valdese in Italia ; orfanotrofi, ospedali, asili, Rifugio, Casa delle Diaconesse, eoe., vennero in tal modo distribuiti circa 8.300 capi di vestiario, grosso e minuto. generalmente nuovo ed in buono stato, e vasellame da cucina : testimonianza
chiara, evidente, tangiibiJe dello spirito di
carità cristiana dei nostri generosi benefattori svizzeri e dell’attività alacre ed appassionata dei componenti il Comitato di Ginevra,
il quale va associato a tutta la schiera dei
donatori, anonimi o conosciuti, nel ringraziamento che loro rivolgiamo dal profondo
del nostro cuore, a nome di tutti i beneficati, perequante hanno fatto per soccorrerci
nella distretta.
Colui che tutto vede e sa. che scruta i cuori e le coscienze, saprà ricompensare coloro che hanno dato da mangiare a chi aveva
fame, da bere a chi aveva sete e rivestito
quelli che erano ignudi. T.G. P.
PROCEDURA SINODALE
Succede talvolta che il nostro Sinodo ha davanti a sè un notevole compito da svolgere ed
un ordine del giorno piuttosto lungo e pesante.
Sarebbe naturale in siffatte circostanze che le
discussioni fossero limitate al mìnimo indispensabile per poter esaurire il compito. Ma — senza farlo apposta — ecco che gli oratori si moltiplicano e prendono magari repficatamente la parola. (Un amante della statistica ha notato Che
certi membri dei Sinodo hano parlato 50 e magari 70 volte in una sola sessione).
11 risultato di questa procedura si ha verso la
fine del Sinodo quando 1 lavori si svolgono a
grande velocità e non sempre con la dovuta
ponderarione e compostezza.
Non sarebbe possibile fissare fino dalla prima
seduta una nuova procedura? Noi proporremmo,
ad esempio, che su ogni singola relazione, coloro che intendono prender parte alla discussione,
chiedano la parola « prima che si inizi la discussioHe ». Ciò implica naturalmente riflessione e
preparazione alla discussione, ma ne risulterebbe una m^giore serietà. Chi, non potendo parlare, non consentisse con gli oratori, esprimerà
il suo pensiero aU’atto della votazione, con voto
contrailo.
Qualora qualcuno di^M oratori avesse da re■ pilcare agli argomenti presentati da altri — gli
può essere concessa la parola una seconda volta per non più di tre minuti.
Gli oratori sono impegnati ad astenersi dalle
questioni personali. Qualora un membro del Sinodo avesse nomiimeno da replicare per motivi
personali lo farà per iscrìtto all’ufficio di presidenza, die ne darà comunicazione airassemblea
alla fine della seduta.
Ci sembra che in questo modo il Sinodo non
perderebbe del suo interesse, ma si guadagnerebbe tempo ed i lavori si svolgerebbero con
maggiore utilità. a. C.
HCHIiALDESE
Domenica 18 agosto sono stati battezzati : Barone Gi^into, Benech Margherita (Giovo) e Bertin Villi di Carlo e Chiavia Eufrosina (Bonneton). Benedica il Signore questi teneri agnelli
della Sua greggia.
— Domenica 25 agosto, dopo lunga infermità,
si è addormentata nel Signore Lidia Travers, dei
Rossenghi, dopo una vita tutta spesa nel servire, con fedeltà veramente esemplare. A tutti i
congiunti, e particolarmente alla sorella Giustina, esprimiamo la nostra viva e profonda simpatia cristiana.
Domenica 11 agosto abbiamo avuto il nostro
culto all’aperto al Iago della Sella Vecchia. Mentre scarsa era la partecipazione dei valligiani ilocali, abbiamo avuto con noi un buon gruppetto
di Rovani della Comunità di Villar Pellice ed è
pure con gioiosa sorpresa che abbiam visto giungere puntualmente per l’ora del culto un vegliardo di ben 81 anni, salito la mattina stessa, malgrado il tempo, incerto, da Riclaretto, accompagnato da due sue figlie. Ci è grato segnalare questo esempio di fedeltà, augurandoci che esso serva di monito e di stimolo a certe persone le quali ombrano solite anteporre le loro comodità e
magari i loro divertimenti all’adorazione del Signore.
Ringraziamo lo studente in teologia sig. franco
Sommani il quale ha presieduto la domenica 11
agosto il nostro culto nel Tempio del Serre.
Culti domenica 25 agosto : ore 10,30 ; Tempio
di Pradeltorno; ore 14,30; Tempio del Serre.
Bobbi«» l»otli«;o
Il 17 agosto abbiamo celebrato il matrimonio
di Giovanni Charbonnier e di Giovanna Baridon. Vivissimi auguri.
— ’Ringraziamo i signori Aldo Comba, Emanuele Tron, Achille Deodato che hanno presieduto rispettivamente il culto del 2 *■’"gHo, 4 e
11 agosto. H.
Il 4 luglio, nella suggestiva Cappella Germanica di Nervi, la Signorina Yvonne Jallà, figlia
del missionario Luigi Jallà, che fu uno dei piu
amati veterani dell’Opera Evangelica nello Zambesi, si univa in matrimonio col simpatico sig.
Harry Brayshaw, di nazionalità inglese. 11 matrimonio fu celebrato dal Cappellano militare
cap. Humphey, con la partecipazione del Pastore Peyronel della Chiesa Valdese di Genova. Agli sposi, che stanno per partire alla volta dell’Inghilterra, rinnoviamo i nostri fraterni voti dì felicità nella luce della fede che li unisce.
Ifl4
»11«»
La Chiesa di Massello ringrazia con profonda
riconoscenza i seguenti signori Pastori che, durante il mese di agosto le hanno rivolto messaggi
di cosi fraterne esortazioni e pressanti appelli ;
prof. Giovanni Mìegge (4 agosto), pastore Carlo
Lupo (11 agosto), pastore Eli Bertalot (18 agosto) e il pastore di Milano, sig. Enrico Tron (25
agosto).
— Dopo otto anni e mezzo di assenza è finalmente ritornato sano e salvo in patria, dal lontano Kenia, l’ultimo nostro prigioniero di guerra,
il candidato in teologia, tenente Edoardo Micol.
Gli diamo il nostro cordiale benvenuto !
Bin«»>«»l«»
E’ giunto ultimamente dalla prigionia in Palestina il nostro giovane fratello Pastre Aldo. Ci
rallegriamo con la famiglia Pastre che ha li privilegio di ricostituirsi dopo la guerra e diamo
al giovane Aldo il nostro cordiale benvenuto.
Con luì sono ritornati tutti i militari della nostra comunità ancora in prigionia.
La settimana scorsa due angioletti siono stati
improvvisamente chiamati da Dio ad un più aito
servizio. Sono Ornella Ferrerò dì due mesi del
Lorenzo e Vera Beri di quattro anni dei Ribetti.
Su coloro che sono stati cosi duramente colpiti
invochiamo le benediizionì dì Colui che ha il potere di benedire e di risanere là dove egli ha lacerato.
— I due cultì della Domenica 21 luglio sono
stati presieduti dallo studente in teologia Pons
Teofllo. Ringraziamo il caro studente per il suo
buon messaggio e gli auguriamo abbondanti benedizioni nella trita ch’egli ha scelto sotto lo
sguai^ del ^gnore.
— CULTI : Il Culto di Domenica 25 corr. è
stato presieduto dal Sig Moderatore cui la Chiesa
è grata per il suo messaggio fraterno.
Il Culto di Domenica 1 Settembre sarà presieduto, come già annuncialo dai Pastore Paul
Mentraux di Lausanne Direttore del « Semeur Vaudois». Il Culto sarà naturalmente in lingua fransece.
Sempre Domenica l Settembre, ma al pomeriggio alte ore 15 il Pastore presiederà il Culto
nella Chiesa dei Coppieri, in lingua italiana.
I Cultì del Giovedì sera hanno avuto inìzio
Giovedì 22 con un concorso di fedeli superiore
alle nostre stesse aspettative. Siamo stati oltremodo lieti ed Incoraggiati nel constatare, sia dal
numero dei partecipanti al Culto che dalle numerose t^tìmonianze giuntoci poi, che l’iniziativa
è gradita ed apprezzata e che molti intendono
sostenerla e con entusiasmo. Ringraziato ne sia
il Signore. Il prossimo Culto Giovedì 29 oorr.
ore 21. continuando lo studio sulle 7 Lettere alte
Chiese dell’Apocalisse il Pastore parlerà sul tema :
LA CHIESA TRIBOLATA. (La settimana del
Siqodo il Culto del giovedì sarà sospeso per dar
luogo alle varie manifestazioni Sinodali).
— La preannunciata ASSEMBLEA DI CHIESA
per il pomeriggio di Domenica scorsa è riuscita
numerosa ad indicare l’interesse suscitato nella
parrocchia tutta del problema all’O.D.G. Il Vicepresidente del Concistoro Sig. Bounous ha reso
conto deU’operato del Concistoro stesso nel periodo antecedente rinsediamento del nuovo Pastore circa la proposta della Tavola Valdese di
addivenire alla divisione deila Parrocchia di Torre
in due distinte Parrocchie (Villa e Coppieri). 11
Concistoro, consapevole di interpretare il sentimento quesi unanime della Chiesa ed in particolare dei quartieri interessati si oppose nettamente alla divisione stessa, dichiarandosi però
propenso ad una divisione del lavoro tra due
Pastori in seno alla Parrocchia. Dopo la relazione
il Sig. Moderatore espresse, con sentimenti di
caldo affetto per la nostra Chiesa, te ragioni che
avevano indotto la Tavola a fare la- proposta in
quistione basandosi su decisioni dì molti Sinodi
e Conferenze Distrettuali aH’unico scopo di intensificare il lavoro spirituale nel cuore delle Valli
ed in modo particolare in Torre Pellice, la piccola Capitale del nostro mondò Evangelico Italiano. Un lungo scambio dì idee seguì per circa
due ore di cui le due insistenti note tematiche
si riassumono nelTO. d. G. che riferiamo e che
fu votato a grandissima maggioranza, malgrado
il parere di accorato, ma scoraggiante pessimismo, circa le sue possibilità di attuazione pratica
presentato dal Vicemoderatore Sig. Nisbet.
L’O. d. G. Suona cosi ((L’Assemblea della
Chiesa di Torre Pellice dopo esauriente esame
della situazione creatasi in seguito alla proposta
della Tavola Valdese per la divisione della Parrocchia in due (Coppieri e Villa), uditi i pareri
di numerosi convenuti e particolarmente degli
anziani dei quartieri interessati, si esprime contraria alla divisione della Parrocchia, ma, ritenendo si debba promuovere l’incremento del lavoro ecclesiastico, si pronuncia per la richiesta
alla Tavola di un Coadiutore ».
— BATTESIMI ; abbiamo accolto nella greggia
del Buon Pastore. la piccola Autolitano Claudia
Rina che chiediamo ancora a Dio di benedire assieme alia sua famiglia tutta. Abbiamo anicbe battezzato la piccola Nadia Davit, di tre settimane e
gravemente ammalata. Il Signore la benedica e
sostenga col Suo conforto la mamma ed il babbo
lontano.
— FUNERALI ; abbiamo accompagnato al Cam
po del rij»so ia salma della nostra sorella in fede
Maria Giustetti Eynard (Inverso) e del nostro
fratello in Cristo Enrico Stallé (Guichard). Ambedue innanzi negli anni hanno risposto serenamente alla chiamata del Signore e sono entrati
nel Suo riposo. Alte famiglie afflitte tutta la nostra simpatia. E. A.
Vili«.««««:«.
— Una graditissima visita è stata fatta alla
nostra Chiesa il 4 corr. dall’Unione Qiovanite
di S. Secondo la cui partecipazione al culto ed
alla riunione della ((Selietta» di Faetto è stata
animatrice ed apprezzatissima. Mentre torniamo
a ringraziare questi cari giovani, ripetiamo l’augurio che tali contatti fraterni si mantengano e si
perfezionino.
Ghigo Alberto e Guglielmet Elsa si sono uniti
in matrimonio 11 3 corrente. Rinnoviamo i migliori auguri al felici sposi.
Rifflglo CARLO ALBERTO
In seguito all’aumento di lavoro ed alla diminuzione di personale le nosjre buone Diaconesse
non sono più in grado di far fronte a tutto il lavoro. Abbiamo urgente bisogno di una assistente oppure assistente-infermiera. Rivolgiamo un
appello alle giovani delle nostre chiese nella
speranza che qualcuna senta la vocazione a questo servizio sociale.
L’Amministrazione assicura un trattamento
conveniente.
Presentare domanda e referenze alla C.l.O.V.
- Via Angrogna, 12 (Orfanotrofio Valdese) Torre Pellice.
SOCIETÀ’ DI STODl VALDESI
L’assemblea annua della Società di Studi Vaidesi avrà luogo il 2 settembre corrente alle ore
20.30, nell’Aula Sinodale, col seguente Ordine
del giorno ;
1. Relazione morale e finanziaria.
2. Un episodio della storia dei Valdesi in America ; Valdesi e Mormoni. Pastore Ernesto
Ayassot.
3. Relazione della Commissione esaminatrice
del Concorso per produzioni drammatiche vaidesi.
4. Comunicazioni ed osservazioni.
5. Discussione sulle Relazioni annute.
6. Progetto di ¡modificazioni allo Statuto sodale.
7. Proposte varie.
8. Elezione del Seggio.
Il pubblico è cordialmente invitato ad Intervenir© a questa importante assemblea.
Pro Valli
SI chicle per la ((Maison d’éducation pour enfants diffidles de Vennes sur Lausanne - Canton de Vaud - Suisse » uno studente oppure maestro 0 pastore o altra persona che si interessi di
problemi educativi ^r fare un soggiorno di qualche mese quale assistente addetto alla sorveglianza di ragazzi dai 12 ai 16 anni.
Alloggio, vitto gratis, piccolo compenso di oirca 50 Frs. sv. mensili, serate libere. Per avere
particolari o rispondere alla richiesta, prendere
contatto al più presto con Rita Rollior - Villa Filadelfia - Torre Pellice.
Sono convocate ; Genre Bert Céline, Genre
Bert Elda, Bounous Olga, Peyronel Elda, Peyronel Angiolina.
Abbiamo ricevuto buone notizie per Marta
Pons, Irene Salomon, Aurora Casino, Magda Farengo, Coucourde Violetta, Peyrot Alma.
Ci sono richieste numerose cuoche e domestiche.
DUE APPELLI SPECIALI : Cerchiamo una
cuoca 40-45 anni, intelligente, dotata di senso di
responsabilità, disposta a recarsi a Roma per dirigere la mensa di un istituto della chiesa.
Cercasi in Torre Pellice un allóggetto di quattro camere con cucina e bagno.
TERRENI da VENDERE : cascinotta 5 giornate ottima posizione, in Prarostino, vendesi
causa malattia. Rivolgersi a Carlo Jahier - 'Torre
Pellice.
Alberto Ricca: Direttore
Autorizzazione N. P 356 dell’A.P.B.
Lino Tii'o Arti Grafiche - Torre Pellice
La famiglia della compianta
LIDYA TRAVERS
ringrazia tutti coloro che le dimostrarono la loro
simpatia.
Uin piaiTticolare ringrari amento alla Signora
Marta Selve, al Dott. Prof. Stefano Batìistini,
al Dott. Corrado Besson, al Pastore Sig. Arnaldo
Comba, aH’amica Sig.a Margherita Gaydou ved.
Bonjo,ur. alla sua compagna di lavoro Sig. Adelina Morel.
«Il giusto vivrà per la sua fedeltà i>.
JAbacuc 2 ; 4).
Angrogna (Rossenghi), 27 Agosto 1946.
FLLi MONNET
¥ESSU¥I NOVITÀ’’
VIA CARLO ALBERTO, 1
Casa dei Portici
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ORECCHI - NASO - GOLA
Il dr. Daniele Rochat assistente del
prof. Arnaldo Malan visita tutti i
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presso il Dott. GardioI - viale
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ed il sorriso tornerà sulle Vostre labbra.
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