1
r- ;•
><T;: J^,;
Spétli/ ^
Eibllotica VaMosa - /(Torl^n) H TOP.r.:; I2lXi:3
DELLE VAICI VALDESI
Q u i n d i c 10^11 e
della Chiesa Valdese
Anno LXXXI
n a copia
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo...
IL PROBLEMA DELLA PACE
TORRE PELLICE 7 Dicmbre 19M
Ammin. Clandiana Torre Pellioe - C.C.P. 2-175.57
Può la Pace chiamarsi un problema'¡^ .Si, nel son.so che la pace tra
popoli si presenta come una questione oliremodo complessa da discutere e risolvere, una possibilità di non
lacile attuazione. Invero, neH’epoca
moih'ina, particailarmente nel nostro
secolo, la jiace sta facendosi il problema più tormentoso per la niente
e p( r il cuore defili uomini. La sua
soluzione aj»])i»rc di anno in anno
meno sicura e meno prossima.
Anche fra i jjiù avanzati in età ricordiino ((indh numerose Società per
hi ¡‘are d'una l impiantina d’anni fa,
(iltiv i ,sime hojir.ilutto nel formulare
ordini del liiorno sonori di retorVa
e \ dir.Ulti di sentimentalismo. S’inncfifii.iva alla jiacc come ad un caro
puelK i, ideale; e quanto alla guerra,
h('u pelili la (oiis¡doravano altrimcnli de (oine una eventualità talmente meerta -he quasi non meritava
d^ Css re jircsa in attenta considerazione.
Aon si pensi tuttavia che codesta
fosse stolta incoscienza; era un ingenuo ottimismo alquanto spinto.
l iinto è vero che sorse proprio allora uno che fu il più serio dei movirreiiti p-r la nicc: UAlleanza Mondiale^ per ramicizia internazionale
merliante Te T hiese. Essà“ifavà "àiìSf
tenendo la sua prima riunione costituì lite a Costanza, sul confine
.svi// ro-tedesco, ai primi d’agosto
de! IV Id: nei giorni stessi in cui nel
ciclo M'ieno dclPEuropa sbalordita
sco|t|iio il rulinine della prima guerra 11!.indiale, l'u Vrilleanza Mondiale, to-io ramificata in trcntacinque
nazioni, eh- abbandonò decisamente le vie della vuota retorica sentinient.ile. mirando invece a valorizzare le forze etico-religiose così trascurai ■ dalle ani ielle Società della
Pace; le forze della giustizia e dc.lraniore. il secondo (irande Comandamento divino dato dal Principe
della Pace e da proclamarsi quale unica via per giungere alpaholizione
dc’la guerra. Un movimento, dunque,
«l’ispirazione nettamente cristiana, il
quale (sia detto di passata) durante
un trentennio circa invitava le Chiese d’ogni eonfessione e paese a dc«licarc la seconda domenica di Dicemhre ad appelli e preghiere per
la causa della pace tra i pojioli.
Il tentntivo è fallito, purtroppo,
ma non jicr responsabilità du cristiani di buona volontà, bensì per
«ioljia dei jiseudocrisliani e dei nonBristiani di pessima volontà. E siccome la sccoiula guerra mondiale ha
finito per eoinvolgere gente d’ogni
Stirpe e religione sopra la faccia «Iella terra, eeeo adesso 1’« Alleanza »
varcare alla sua volta i confini della
cristianità, jnir mantenendosi su di
un t-’rreno etico-religioso, anche se,
non esclusivamente cristiano: dovunque si trinino uomini di buona volontà e comunque invochino Iddio,
essa intende «-oalizzare le loro forze
spirituali, arruolandoli tutti nella
Crociata bandita etmtro il tremendo
nemico e disinillore della pace e della vita stessa di tutti i popoli.
Una simile trasformazione della
« Alleanza » dobbiamo ritenerla felicemente ispirala? C’è in essa qualche cosa di più che l’ammissione «li
•in fallimento? QtiaVhe cosa di meglio elle non una tattica nuova suggerita o imposta dalle mutate circostanze? Diverse considerazioni e non
poche ri.serve si potrebbero fare in
proposito; ma quello che ad ogni
tiiodo è doveroso rilevare è il coraggio e la nobiltà «leirinizìativa. Se
non altro, aveva avuto il merito non
piccolo di non aver condiviso il grave errore e l’illusione tremenda della grande maggioranza dei benpensanti, i quali avevano immaginato
che l’abolizione della guerra fosse
raggiungibile sul terreno politico,
con accorgimenti diplomatici, trattati, arbitrati, armamenti, disarmi,
compromessi e via «liscorreiido...
ormai saturo, c«jme mai non fu, d'ipocrisìa e di malafede. Nessuno si
Dal cuore dell’uomo esce tutto
quidlo che ha contaminato e non cessa di contaminare il mondo; la sua
natur.r s’e sempre più rivelata corrotta e incapace di per sè stessa di
fare il bene.
Per l’Avvenfo
Dicono: Pace, pace...
Cosi la prima guerra mondiale è
passala nella storia, poi si è scatenata eil ha infuriato lungamente la scccndr; ed oggi in quale situazione
siamo venuti a trovarci rispetto al
problema della pace, mentre tutti
vivono sotto un incubo continuo, nella trepida attesa d’una terza e ancor
più spaventosa guerra? Guerra voluta o determinata da chi?
Perchè, è... pacifico che nessuno
la vuole : Cioè : nessuno dice di volerla.
Nessuno vuole la guerra. Tutti dicono di volere la Pace, di amare la
Pace, sempre ed unicamente la Pace.
E«l allora, come va che, viceversa
ììSirià •^grande realtà non sembra esser«,' la pace, ma la guerra? Difensiva o aggressiva, subdola o dichiarata, violenta o fredda, dei nervi,
delle menzogne, delle perfide insinuazioni, delle grossolane ingiurie...
sempre la guerra. E, naturalmente,
sono sempre gli altri che la vogliono,
la preparano, sembrano paventarla
ma ardono per l’impazienza di scattarla. Gli altri? E chi sono e dove s«jno questi altri, se tutti i governanti e cittadini d’ogni paese protestano di non volere che la pace?!
Ah : la verità vera, profondamente
sentita anche se non apertamente dichiarata, è che il mondo intero è
fida di nessuno. Come fu con fine
acume definita, l’ipocrisia è l’omaggio che il vizio reùde alla virtù; la
malvagità più perversa s? mette la
maschera per ajiparire come giustizia e bontà, ,sicehè^«juanto più è cinicamente ipocrita, tanto più l’umanità parla di pacq riservandosi di
scoprire bnitalmente il proprio
giuoco non apjiena lo riterrà opportuno.
Leggete queste parole: « Essi dicono: Pace! Pace„mentre pace non
c’è. La loro lingua non proferisce
che menzogne; con la bocca ognuno
parla di pace al prossimo, pur ten~
dendogli insidie nel cuore... S'ingannano a vi( elida, si esercitano a
mentire, si affannano a fare il male
e vivono nella mtdafede ». Non si
direbbero scritte ai giorni nostri da
un corrispondente particolare della
stampa presso una qualsiasi conferenza internazionale? Esprimono invece lo sdegno d’una bella anima
leale, d’una cosciettza sensibilissima
che visse in que.sto povero mondo
ben venlun secoli prima della scoperta deirAmorica e presso a poco ventisei secoli e mezzo prima della nostra seconda gueftra m«>ndìale (cfr.
i cap. 6 e 9 del libro del profeta Geremia).
Non dunque da oggi nè da ieri
soltanto il genere umano appare con
tali segni di corruzione e di decadinmnto, ma in verità le proporzioni di tanto sfacelo morale sono tanto più sconcerunti quanto più è
.avanzato il grado di civiltà che si
pretendeva di avere raggiunto. Ormai: menzogna, perversità, egoismo,
falsila, odio, violenza, inganno, furto, assassinio, crudeltà, vergogne senza nome, ferocia da far inorridire le
belve: tutto questo è causa e frutto
di guerra, tutto è sinonimo di guerra.
Nuove illusioni o nuova
creazione dell'uomo
Perciò, che cosa significa abolire
la guerra?
Significa niente «li meno che trasformare la natura umana, radicalmente: è una trasformazione che può
essere operata soltanto da una energia divina.
Continuino pure gli uomini di buona volontà a dedicarsi con tutta la
mente, con tutto il cuore e con tutta
1 anima alla causa della pace, ma se
non vogliono accrescere le proprie
illusioni moltiplicando all’infinito le
amarezze che seguiranno inevitabilmente, tengano bene presente che
non è possibile uscire dalla disperata situazione in cui si. dibatte questa
sciagurata razza umana, fino a quandi) Casa rimane estranea alla vita di
Dio e ribelle alle sue leggi.
La guerra ed i suoi orrori non avranno fine che in una umanità riconciliata con la volontà di Dio. Soltanto allora troverà la sua soluzione
il problema della pace. Ci vogliono
i nuovi cieli e la nuova terra in cui
abiti la giustizia;^ la nuova creazione; la palingenesi. Venga il Regno
di Dio!
Frattanto, beati coloro che fino da
ora sono elementi di pace e procacciano la pace così neU’intimo del1 ambiente familiare come in tutte
le manifestazioni della vita sociale;
essi mettono in azione le forze dell«)
spirito, nè si stancano di richiamare
gli erranti sul retto sentiero, come
se tutto dipendesse dalla loro fedeltà e testimonianza, pur sapendo che
tutto dipende unicamente da Dio.
Essi saranno chiamati figliuoli di
Dio.
Ernesto Comba
Le tenebre .non dureranno sempre
per la terra che è ora nell’angoscia. Il
popolo che camminava nelle tenebre vede una gran luce; su quelli
che abitavano il paese dell’ombra
della morte, la luce risplende.
Poiché un fanciullo ci è nato, un
figliuolo ci è stato dato, e Timperio
riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere Ammirabile, Dio
potente. Padre eterno. Principe della pace.
Lo Spirito dell’Eterno riposerà su
lui: spirito di sapienza e d’intelligenza, spirito di consiglio e di forza, spirito di conoscenza e di timor
dell’Eterno.
Lo Spirito del Signore, dell’Eterno, è su me, perchè l’Eterno m’ha
unto per recare la buona novella agli umili; m’ha inviato per fasciare
quelli che hanno il cuore rotto, per
proclamare la libertà a quelli che
sono in cattività, l’apertura del carcere ai prigionieri, per proclamare
l anno di grazia dell’ Eterno e il giorno di vendetta del nostro Dio; per
consolare tutti quelli che fanno cordoglio.
E Gesù disse nella sinagoga di Nazareth: « Oggi, s’è adempiuta questa scrittura, e voi l’udite ».
Egli non spezzerà la canna rotta
e non spegnerà il lucignolo fumante; insegnerà la giustizia secondo
verità. Isaia.
decimo comandamento
Tutti sanno che il decimo Comandamento è stato, dalla eerarchia
rornmrn, diviso artificiosamente in due, per mantenere il numero di
10 Comandamenti, dopo che il secomlo (che proibiva il culto delle immagini) era stato arbitrariamente soppresso.
Ci sembra che qi^to decimo Comandamento non sin abbastanza
considerato; eppure il messaggio ch’osso contiene ha un valore grandissimo anche ai nostri tempi. ®
NON CONCUPIRE! Cioè non lasciarti dominare da un desùlerio
malsano per ciò che appartiene al tuo prossimo. Non desiderare di
poter togliere al tuo prossimo ciò ch’egli possiede; sia questo una
casa o una qualunque proprietà o una persona a lui unita da vincoli
speciali.
Si può dire che l'accresciuta concupiscenza di ciò che appartiene
ai prossimo sia la caratteristica fondamentale della otUerna società
Ognuno desidera occupare il posto di chi gli è al di sopra- ovmmo
protesta perchè c’è chi sta materialmente meglio di lui. Chi ha pochi
campicelli vorrebbe togliere i terreni a chi ne ha molti; e chi non ne
ha punto vorrebbe toglierli agli uni ed agli altri. Tutti concuDiscono:
individui è collettività! ^
Si parla molto di giustizia oggi (anziché di dovere «> di diritto)
e si predica che solo ton Ip violenza si può stabilire maggior aiustizin
nel mondo. Quasi che le differenze di condizione sociale poteLero essere eliminate colla violenza! L’esperienza insegna che, dopo le rivoluzioni per l’uguaglianza degli uomini, è accaduto fatalmente che i
pm capaci o i più prepotenti occupassero i posti di comando, dominando e arricchendo, mentre i molti ingenui si trovavano in posizione
ancor più disgraziata di prima. Perchè la violenza genera naturalmente le dittature — non la giustizia.
Ciò non significa affatto che non si debba ricerche progressivamente una maggiore uguaglianza fra gli uomini, ma non già appoa
gmndùsi sulla egoistica concupiscenza e sulla violenza ^ ' *
_.• i- 1- ■ • I. . .
altri
I ■ ^ o vivirvfiza, ma su alti
Lelementi materiali di vera giustizia, di capacità e d’amore fraterno.
ed affermare che la concupiscenza sfrenata e Te
Jtnto e appaiono preoccupati essenzialmente del loro ventre-\To
dio, spesso arti icioso, di classe che cren abUti „t; ^
1« loro orijioo nella “‘’.T;“. '•"«•<>
ni, dal decima Camandamema. cornioli. cr»l„.
Purtroppo nella natura peccaminosn doW„r,n,.. • •
verso che trova, nella concupiscenza dei beni del prossi'Z'Irsuo^/l
cLrnli Taglio:
re pronta risposta in molti uomini essere certi di trova
rinslZ di sacrificio e di rinunzia da parte di chi
p ssiede p^o o molto, ben pochi risponderebbero. Ma se^si tratta di
invidiare il prossimo e di cercare d’impossessarsi di ciò Zè apmZe
con entusiasmo. Ma con ciòtti mettono fuori dallo spinto di ubbidienza ai Comandamenti di Dio e non
««che se ne hanno talvolta l’iUu
I progressi veri dell’umanità si ottengono, prima di tutto col nreoeTZn ^^duppnre i singoli cittadini, inculcando in loro il rispet
to della legge di Dio ed i concetti fondamentali dell’Evangelo chìriflettono la volontà di Dio; e dopo di ciò, coll’emanare demonici
mente leg^ che si sforzino di limitnre, progressivamente gl’inconve
TmtìiTd UFnofuz ttofi
nu.Z^t rio fare, M lasciarsi prendere la
mano dagl istinti peggiori, cioè dallo spirito di violenza di odio .. di
ef^mo che ponevo le^lmenu,. orf „p?„™ „ Dio T“èl^! a
m^ Commuì,men,o-. Non eencupice ™. alena, d., autCno prt
Paolo Bosio
2
X.'
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
LA PACE E L’INCUBO ATTUALE
Il grosso interrogativo se ci sarà o
no la guerra, una nuova immane
guerra, dipende tutto ed unicamente
dalle relazioni tra Stati Uniti e Unione Soviètica. Questo interrogativo,
gravido di perplessità e pieno di angoscio, specialmente per questa nostra Europa lacerata ancora dalle
miserie e dalle sempre presenti, in
tantissimi luoghi, gravi rovine cagionate dalla guerra, non è soltanto un
problema politico, sociale, economico, ma è, per noi, un problema basilarmente religioso. Se la religione
farà fallimento davanti ad esso, sarà
un nuovo colpo di piccone, dato da
noi che ci diciamo cristiani, alla
Chiesa di Cristo e cioè al Corpo stesso
di Cristo di cui noi non ci rendiamo
abbastanza conto di essere, e di dover essere, veramente le membra.
Io non so se i dislocamenti importantissimi di altissime e ben note
personalità dal campo prettamente
religioso, quale il Consiglio Ecumenico, ai più delicati e cocenti settori
della vita stessa politico-militare americana, stiano ad indicare che la via
che l’America vorrà o vuole seguire
sia veramente quella più aderente
alle concezioni cristiane, comunque
ne sono impegnate (non dico compromesse) tanto l’una istituzione
quanto la grande repubblica americana la cui stessa costituzione tanto
deve allo spirito cristiano dei suoi
ideatori.
Purtroppo, è inutile nascondercelo, anche tra gente globalmente
chiamata cristiana, vi sono mille
fattori anti-cristiani o per lo meno
acristiani che operano, daranno questi piu forti di quelli che meritano
di essere veramente riferiti ad ispirazioni eristiche o divme? E’ questo ti grosso problema che, fortunatamente, agita, e deve agitare, tante ottime religiose cosciènze di cittadini'anche d oltre oceano*, de verameUteile-Nforzeti^irituaiÌ acS«moii>fossero^^goscienti ^^e^ ^cQionqi valori deilo spirito, e ueua ioio euettiva potenza, non si baiiocctieieouero a lanciare anatemi o scumun.cne
conuo cfii proiessi idee luu ai piu
non cunxoriiii a<ie luiu, e spesso iiuO
pe^g.oii ue.le luiu, ma p..usoieooelo aa esciuueie, se mai, uai tuiu
seno chi ne e veramenie moe^uo o
perche spinge all ouio ueii uomo
contro 1 uomo, o perche si vaie nella propria autorità per organizzare
quelle uccisioni m massa cue i inumana stona umana troppo spesso
tenta di presentare come eioismi ui
Ione e non piuitosio cne come lo.iie
d uomini amuiziosi ui uomiuio o ui
lubrica fama. iNe rispaimieieubero
quella plutocrazia, alleata ueiia tecnocrazia piu mcoscienta, che pemno
rihuterebbe un pane, e butterebbe
sui iastrico, chi si riliutasse di tabbricare armi o qualsiasi aitra cosa
destinata non già alia vita ma alla
morte di altri uomini, che pur sono
innegabilmente bgli d uno stesso
Padre, d’uno stesso Dio.
E’ sotto l’assillo di queste umane
abberrazioni che le Chiese, tutte le
Chiese, dovrebbero pariare chiaro e
forte se ancora vogliono, o pretendono, essere esse le depositarie di
un verbo divino, di una parola di
fratellanza e di pace. Se non sentono questa URGENZA la colpa delle
incredulità presenti e future ricadrà
tutta su di esse. E ricadrà su di loro
anche quando attraverso parole equivoche cercheranno o di lavarsene le
mani o di non saper colpire, con l’ardore e la verità severa con cui Cristo
li colpiva, gli odierni farisei delle
potenze terrene.
Per questi motivi segnalo con gioia,
a chi non ancora li conoscesse, gli
sforzi di gente che, cosciente della
potenza operante della loro concezione religiosa, lavora intensamente
alla soluzione deH’incubo « Stati Uniti • Unione Sovietica » che opprime Pumanità tutta quanta: intendo
alludere alla Società Religiosa dei
Quaccheri. Questa Società, che conta meno di duecentomila aderenti in
tutto il mondo, lavora per la pace
più assai, e con più coraggio, di
quanto forse non facciano tutte le
chiese del mondo. I giornali hanno
parlato delle interviste dei Quaccheri con lo stesso Stalin. Non aitrettanto hanno potuto fare nei riguardi del
vasto lavoro di vera riconciliazione
che essi compiono dovunque (sia in
Germania, sia in Austria) tra le popolazioni dell’oriente e quelle dell’occidente europeo.
Ma forse il contributo più permanente, e controllabile, c’è stato dato
dalla pubblicazione che i Quaccheri
d’America hanno fatta sul problema
a Stati Uniti e Unione Sovietica » e
che si trova tradotto in francese
presso la Société Religieuse des Amis
(Quakers), 12 Rue Guy de la Brosse,
a Parigi. Questo lavoro, redatto nal
1949, è interessantissimo perchè era
giunto, prima assai che talune proposte fossero formulate dalle parti
che sembrano più interessate ad esse, a proporre soluzioni che, venendo da americani, assumono un’importanza enorme e fanno vedere
quanto di veramente giusto, cristianamente, vi sia in esse, prima, fra
tutte, la proposta che per decidere
o poter decidere sulle questioni che
dividono l’URSS dagli USA occorre
che siano convocate le CINQUE
GRANDI POTENZE DEL MONDO
e non solo quattro di cui tre saranno
sempre, presumibilmente, aUeate
contro una.
Questa necessità di un piu giusto
equilibrio fra le potenze che devono
o dovranno discutere o decidere sulla pace o (quoc^Deus avertati) sulla
guerra è nella più basilare logica
della politica, nè si può obbiettare,
quando si blandisce e si tratta con i
guanti la Spagna reazionaria, di non
potere considerare non solo la potenza materiale ma tutto il substram
antichissimo di valori spirituali che
l’Asia rappresenta nel mondo e ra|M
presentò assai prima che il Nuovo
Mondo stesso fosse scoperto.
Nel loroi libretto, i Quaccheri, anche se non tutto ¡quanto propongono
può essere approvato da tutti, hanno dimostrato qù'anto la chiaroveggenza morale possa e debba essere
applicata persino ai più difficili pròb^ mi della sociologia e della politica. Per questo giustamente il libro
afferma ehe « cqn l’aiuto di Dio,
l’uomo può, in larga misura foggiare il proprio destino ».
Non per nulla'il non lungo studio
dei Quaccheri americani è stato, con
molta simpatia commentato da personalità di tutti i campi e da numerosissimi giornali e riviste.
Ci piace perciò concludere con
l’abate Boulier che « fin dai giorni
dì Guglielmo Pean, i Quaccheri, at~
traverso le ingiurie, hanno sempre
lavorato alla pace, con un coraggio
tranquillo e sorridente. Ancora oggi
essi danno un grande esempio. Spero che saranno ascoltati e seguiti ».
Anche noi lo speriamo e ardentemente lo invochiamo, credenti, co* me siamo, neUe limmani forze dello
Spirito.
Silvio Pons
Da un confínenle a
America Latina
t
In vari paesi deU’Àmerica del Sud il
messaggio delle Chiese Evangeliche è accolto favorevolmente e le Chiese compiono ' dei sensibili progressi. Più dì mille <
einissioui radiofoniche p,-otestanti sono
diffuse ogni mese nei paci dell’.America
Latina, secondo quanto afferma un rapporto della Federazione delle Chiese evangeliche del Rio de la Piata. Soltanto il
Perù, il Messico e l’Argentina pongono
delle restrizioni alle trasmissioni radio
protestanti.
La stazione protestante più importante
è quella della a Voce delle Ande » a Quito. Equatore. Funziona regolacmente da 20
anni e trasmette in 18 lingue, raggiungendo un vatto uditorio. La sua azione di civiltà è stata riconosciuta dal gove.no dell’Equatore che le ha concesso la a croce al
merito » per la sua opera culturale e di
solidarietà sociale. Nel Brasile poi è degna di nota la collaborazione tra le Chiese Evangeliche nel loro vasto campo dì lavoro.
Scozia
In occasione del suo ultimo Sinodo, la
Chiesa Presbiteriana di Scozia, ben nota
a molti Valdesi, ha preso varie decisioni
in merito alia evangelizzazione, alla missione, al problema internazionale ed alla
questione sociale.
Per dare un’idea dell’opera di evange'izzazione e di missione interna, basterà ricordare che dal 1945 ha costruito 23 nuove chiese per una somma di più di 200
milioni di lire. Nei luoghi di lavoro (officine, università, ferrovie, ospedali) sono
Da Dio dobbiamo imparare cos’è l’amore, perchè Egli è Colui che per primo ci ha amati (1 Glo. 4; 10),
e cos’ Egli è il nostio primo Maestro il quale con l’amarci c'insegnò l’amore perchè noi potessimo
amarlo. E quando alla line ti vedrai preparato il letto di morte; quando ti sarai messo a ietto per non
alzarti più; quando attorno a te crescerà il silenzio e a poco a poco se ne andranno gli amici e parenti
e il silenzio crescerà perchè non reslerrnno che i più ii timi; quando i più intimi se re andranio anch’essi d il silenzio crescerà perchè non vi saranno che gii intimissimi;... quando poi anche l’ultimo
si sarà allontanato, uno solo resterà al letto di morte: Colui che era il primo: DIO. Kierkegaard
.1
Leggete i nostri libri
E’ in corso la propaganda libraria
indetta dalla Tavola Valdese per la
settimana dal 2 al 9 dicembre: una
settimana, s’intende, che potrà faci'mente prolungarsi oltre i sette
giorni stabiliti.
Per raggiungere un risultato positivo nel senso di una larga penetrazione della stampa evangelica nel
nostro, ambiente confidiamo nell’impegno delle singole chiese e nella
collaborazione di molti Valdesi. La
Casa Editrice Claudiana (Torre Pellice - c. c. p. 2-17557) possiede una
produzione libraria capace di raggiungere un vasto pubblico; purtroppo, bisogna riconoscere che molte volto i suoi libri sono ignorati,
sopratutto a causa del colpevole assenteismo delle nostre comunità, dove la gente non esita a spendere il
denaro nell’acquisto di settimanali
illustrati, ma lascia i libri di cultura
evangelica ad un troppo modesto
gruppo di lettori.
Alcuni giorni or sono ci trovavamo in una remota scuoletta di quartiere, ai piedi delle montagne di Rodoretto. Due giovani unionisti delle
Fontane, uno dei quali è il presidente de’l’Unione giovanile, (udite, udite, voi giovani che non riuscite più
a sobbarcarvi a qualche fatica nella
chiesa!) non avevano esitato a fare
un’ora di strada a piedi (non in motoscooter, cari giovani!) per portare
a spalle nella piccola scuola di Campo Clot nientemeno che una bella
cassa di libri della Claudiana. La
presenza di quei libri sul tavolo di
una scuola di montagna e poi ancora aU’uscjta del culto domenicale
aveva tutto il suo significato morale, oltre che finanziario; e i Valdesi
di Rodoretto hanno anche saputo riconoscerlo con il loro reale interes*
nell’Evangelo. TVoppi si accontentano di vaghe nozioni religiose e tralasciano di dare alla loro fede un
fondamento più saldo mediante la
lettura di un libro che istruisca, faccia riflettere, aiuti a meditare la Parola di Dio e fornisca le armi per la
difesa della Verità di fronte all’errore ed alle negazioni.
Questo tempo prenatalizio può essere nelle nostre chiese un tempo di
efficace propaganda libraria, a tutto
interessa della nostra produzione e
a beneficio dei lettori.
Nella serie storica:
STORIA DEI VALDESI - di E. Comba - L. 800.
Quarta edizione. Un libro degno
d’esser letto da tutti e specialin nte
dalla gioventù che rischia di ignorare la storia dei padri.
UN SEMINATORE RACCONTA
di P. Bosio - L. 400.
Episodi, bozzetti di vita evangelistica. Un volume di facile lettura
che può penetrare in ogni famiglia
ed esser letto con molto interesse.
uscito:
l'opuscolo di Carlo Lupol
Chi ha ragione ?
Acquistatelo jiresso
la C'iau liana e fatelo
penetrare in ogni Tarn iglia \’a Idese.
LUTERO - di G. Miegge - L. 500.
Il primo volume di una chiara e
documentata rievocazione della figura e dell’opera del Riformatore Protestante.
Nella serie biblica:
BRUTSCH C. - L’Apocalisse (Commentario dell’ultimo libro della
Bibbia. Ottima guida nella comprensione del suo messaggio attuale e profetico) - L. 650.
Nella serie polemica e apologetica si possono scegliere i seguenti
volumi :
DEHN G. - Il fieho di Dio ■ (Commentario del Vangelo di Marco necessario allo studio approfondito del testo biblico) - L. 650.
CRISTIANESIMO E CATTOLICESIMO ROMANO - di E. Comba L. 1000.
Nella serie per i fanciulli:
I SETTE FIGLI DI ANACLETO
BUFFETTI - di J. Carlon - L. 500.
LA ZIA DI TUTTI - di S. Longo
L. 320.
samento.
Che cosa fanno o che cosa faranno le grandi chiese? Sono esse impegnate in quest’opera mediante la
quale in molte case valdesi potrà penetrare un buon libro di edificazione o di cultura religiosa? Bisogna
convincersi che il mondo evangelico
ha bisogno di formarsi una preparazione biblica e culturale per rimaner fermo nella sua fede in Cristo e
Un volume di grande valore e di
fondamentale importanza, adatto al
grande pubblico dei lettori.
RACCONTI DI NATALE - L. 320.
LA VERGINE MARIA
ge - L. 450.
di G. Mieg
Uno studio approfondito di tutto
il dogma mariano e del culto di Maria nel Cattolicesimo Romano.
Inoltre, tutte le opere di Giov.
Rostagno, la serie del Centro Evangelico di cultura, opuscoli di C. Lupo e di altri autori, libri per ragazzi.
(Red.).
IL CATTOLICESIMO RICHIAMATO ALLE FONTI - L. 80
e vari altri opuscoli di polemica.
stati creati 250 nuovi posti per cappellani.
La missione in terra straniera tiene un
gran posto nel cuore dei presbiteriani
scozzesi. La loro Chiesa ha versato per
quell’opera nel 1950 ben 400 milioni di
lire Nel nuovo Sinodo, 39 nuovi missionari sono stati consacrati, dei quali due
soltanto erano pastori, gli altri: medici,
professori, infermieri, librai, stampatori,
ingegneri ecc. ecc.
Anche in quella Chiesa, malgrado inestimabili debolezze, si vede che io Spirito dì Dio è all’opera.
Polonia
Il pastore Exbrayat di Nîmes, al ritorno
da un suo viaggio in Polonia, ha pubblicato un opuscolo intitolato « TESTIMONIANZA SU VARSAVIA » c pubblicato in
parte dal « Semeur Vaudois ».
Stralciamo alcune notizie che riportiamo
a titolo di documentazione, senza formulare attorno ad esse alcun giudizio.
s
La vita di famiglia è rispettala. Le otto
ore di lavoro giornaliero si fanno di seguito, affinchè genitori e figli possano ritrovarsi il più a lungo possibile. E i graziosi alloggi — sebbene situati in grandi
stabili. — sono indipendenti, con cucina c
sala da bagno: nulla dunque di un sistema collettivistico che potrebbe nuocere all’intimità del focolare. Inoltre, il « bistrot »
tipo francese, non esiste. Lo Stato lotta
severamente, onde la Polonia moderna non
giustifichi il ben noto prove.-bio : « ubriaco come un polacco ».
Presso tutti, piccoli e grandi, si nota
una grandissima sete d’istruirsi. Da cinque anni, si seno costruite migliaia di
scuole. Corsi serali hanno permesso a due
milioni di analfabeti adulti di riparare la
ingiustizia di cui erano vittime. 11 24 per
cento del bilancio generale va all’Educazione nazionale. La domenica, sui corsi
delle città, si trovano deile librerie ambulanti statari che, con un sistema di lotteria,
consentono a quasi ogni numero la vincita di libri che sarebbe difficiie acquistare diversamente.
In Polonia, paese molto cattolica, il Protestantesimo è numericamente debole. Ciò
■ nondimeno,, i »suoi, editici devastati., dalla
guerra sono stati ricostruiti al pari de.le
chiese Romane a per priorità ». Cosi a
Va. savia, i tre templi distrutti nei 1945
sono stali riediiitali, tome tutte le chiese
e le sinagoghe. Netta mattinata di una
domenica, ho visitato tre chiese calto.ithe; erano alfolíate da parecchie migliaia
di ic.Juii, tra i quali ino.ti uomini (atcuni inginoccliiali sul pavimento ge.ido)
ed anche militari. Mi sono poi rcia.o ai.a
Chiesa rilormata. 1 due pastori mi hanno
accorto cordialmente; mi hanno invitato a
prendere pa. te attiva al cutio, con un messaggio tradotto da una signora dcu’udilorio, che aveva vissuto in t‘iuniia.
Credo di poter attestare clic la lihi-rtà
religiosa all’interno degti edifici di i-uito
esiste, tanto per la predicazione, quanto
per l’istruzione religiosa dei ianciu.it; insegnamento che viene impartito pure nene,
scuote pubbliche.
Vi sono tuttavia alcune restrizioni che
debbo segnalare, perche mi semh.ano riticrescevoli e inammi.-,sibiti. U aitronde, l’a-,
baie Boulier fa le medesime risrrve ne.la
notevole p.-etazione da lui scritta al libro
di Pierre Debray « Un cattolico di ritorno
dall’U. R. S. S. ». I movimenti giovanili
confessionali sono vietati; ic riunioni di|
Evangelizzazione, all’infuori dei locali di
cutto non sono autorizzate; la stampa religiosa è obbligata a passare per le sliiuiperle statali.
Oggi, l’apostolato può ugualmente esercitarsi con frutto per mezzo del contatto
individuale e nel Santuario. Cosi, -a piecola Chiesa Metodista (quasi tutti i protestanti sono luterani) la quale non contavi.
che 3.00U membri in Polonia, s’è accresciuta in questi ultimi anni sino a raggialigere 14.000 fedeli. Nel centro stesso di
Varsavia, sul corso principa.e, si trova Uj
« Casa della Bibbia », dove le Sa-re Scrft^5
ture sono messe in vendita a buon pre*-^‘
zo. Bisogna credere che, in seno a quelli'^
popolazione, c’è una sete profonda deliaci
Parola di Dio; poiché gli stessi catlolici^
hanno recentemente fatto uscire una edi-J
rione di 100.000 Nuovi Testamenti. tigi
(Seineur Vaudois) .
A che serve la felicità se nessuno la df*.i
vide con noi? Una felicità solitaria è
pesante fardello. Ch. von Grahbe.
La disgrasia è il nostro più gramle maestro e il migliore amico. Essa ci insegna
il senso della vite.
Anatole France.
Buon umore è necessario per ogni buott^
esito. J. von Mü ler.
7'u non vivi di mese in mese, mj di
condo in secondo. J. P. Fr. Richter.
3
L’ECO PELLE VALU VALDESI
(Da « Il libero Evangelo »)
A. ROMERO
TOMA DCTTO DIDIMO
Se si toglie Giuda, non c’è discepolo di Gesù che più di Toma sia
stato bistrattato e calunniato tra i cristiani. Eppure Toma non ha rinnegato nè tradito. Ila solo dubitato: semplicemente dubitato. Dovrebbe invece esserci caro che tra i discepoli di Geisù ci sia anche un Toma,
il discepolo che dubita. In questo campionario di uomini che Gesù ha
eletto a suoi discepoli doveva esserci anche liti: a incoraggiamento di
quanti per natura stentano a credere, e a confusione dei farisei della fede
’’ Didimo ”, così era detto Toma. E' Vevangelo di Giovanni che ci
riporta questo soprannome, che vi è usato tre volte. ” Didimo ” vuol
dire duplice, gemello; nato cioè con un altro. Ma Giovanni, che è un
veggente ed un mistico, doveva certo attribuire al nomignolo un significato spirituale: quel " Didimo ” cioè ” duplice ”, doveva alludere
per lui al fatto che Toma in un certo qual senso era nato ” didimo ”,
cioè era nato con un altro (un altro se stessoJ o se più vi piace aveva
una duplice natura.
Ed in realtà, da quel.poco che ce ne mostrano gli evangeli, pare
che in Toma ci fossero davvero due uomini. V’è l’uomo del cuore, impulsivo e generoso. E v’è l’uomo della ragione, freddo e calcolatore.
Guardiamolo in un’occasione. Gesù si è ritirato nelle campagne,
perchè minacciato Ji morte dai Giudei. Ma giunge la notizia che Lazzaro è gravemente ammalato; Gesù parla di tornare indietro. Stupore
ed allarme dei discepoli : « Maestro, i Giudei cercavano or ora di lapidarti, e tu vuoi tornare la? » ,1 questi pesdmisti Gesù doveva spiegare
che si muore nell’ora segnata, nè prima nè dopo. « Non vi sono dodici
ore nel giorno?... » Non sappiamo se i discepoli si lasciarono amvincere. Ma Toma no di certo: per lui tornare era andare a morire. Ed ecco
lo scatto del Didimo, dell’uomo che ha la testa fredda ed il cuore caldo: « Andiamo anche noi per morire con lui! » Scettico e generoso,
così era Toma. Con la fredda ragione non può seguire Gesù, ma lo può
con l ardente suo cuore, pronto a farsi ammazzare con lui.
Fediamo ora Toma in un altro momento. Gesù è morto. I più sono
convinti che tutto sia finito, e Toma è di questo numero, naturalmente. Con il suo carattere, la tristezza e la disperazione debbono essere
immense e forse per dar sfogo nella solitudine al suo dolore s’è tratto
in disparte dagli altri discepoli. Difatti « Toma detto Didimo non era
con loro quando Gesù venne »,
E quando Toma ricompare e gli dicono ” Abbiamo veduto il Signore! ” all’entusiasmo altrui egli contrappone la spietata freddezza
del suo cervello. Toma non permetterà che il suo cuore si illuda ancora!
a Sa io non vedo... se io non metto il mio dito,, e se non pongo la mia
mano... io non crederò ».
Questo Toma, che non crede se non tocca con mano! Distaccatelo
per un momento dalla cornice evangelica in cui si muove e portatelo
nel nostro cristianesimo ecclesiastico, in cui il credere ha un valore
-.cat^gorieo. Voi vedete subitoiquale scandalo, quale rapina costitairebbe un Toma! ” \
Ma noi vediamo anche da quale lontananza (lontananza da Gedt)
giudichiamo di solito quando adoperiamo il metro della fede ecclesiastica. Come faremo a misurare un Toma, il quale per caso è anche
Didimo?
E’ un fatto che Toma, il quale non crede nella resurrezione di Cristo, non viene scomunicalo e buttato fuori come eretico. Evidentemente i discepoli di Gesù non erano ancora la chiesa e potevano far posto
anche ai Didimi. Lo scandaloso incredulo rimane. I amo vero che a otto giorni dopo i discepoli eran di nuovo in casa, e Toma era con loro.. »
7 orna questa volta c’era. E questa volta Gesù venne proprio per
lui, che se non avesse toccato con mano non avrebbe creduto. « E venne Gesù a porte chiuse e si presentò in mezzo a loro., e disse a Toma:
porgi qua il dito,, porgi qua la mano... E non essere incredulo, ma
credente! »
E non essere incredulo! Tutto questo gli disse Gesù. E in questo
dolce e amoroso rimprovero anche noi riconosciamo Gesù, quel Gesù
che in un’altra occasione aveva detto con sconfinata dolcezza e modestia: «Voi credete in Dio, credete anche in me! » Toma, così a ragione
detto Didimo, twn ebbe bisogno di tendere il dito, di tendere la mano:
egli era anche l’uomo dal cuore sensibile e pronto, e gli bastò di riconoscere l’amore di Cristo per cadere in ginocchio. Quale lezione per
noi, cristiani, che facciamo spesso così conto, per piegare l’incredulità
altrui, delle nostre risorse dialettiche o di chissà quali prestigiose manifestazioni esteriori. Tutti i dubbi si dissolvono dinnanzi all’apparizione dell’amore di Cristo. Proprio quell’amore di Cristo che così spesso non compare quando siamo cdle prese con chi dubita.
E’ un fatto che di Didimi il mondo è pieno e ch’essi son talvolta
i migliori degli uomini. Molte delle cose che vengono proposte alla
loro fede urtano disperatamente contro un raziocinio abituato al controllo e alla positività. Ma essi sono anche dei cuori naturalmente onesti e generosi, che sono giunti ad afferrare in modo netto e deciso che
almeno una cosa è sicura: che vi è un bene e vi è un male, che si può
salire in alto, come si può scendere in basso. Fate che questi uomini
tncontrino un giorno Gesù, un Gesù come quello che parla ed agisce
nelle pagine dell’cvangelo. Immancabilmente essi riconosceranno che
Gesù è la più alta e compiuta espressione di ciò che è il bene e la via
giusta. Ed ameranno anch’essi questo Gesù, e saranno pronti in cuor
loro a seguirlo ed a schierarsi al suo fianco, se non interverremo proprio noi ” cristiani ” a farli recedere con le pretese del nostro ’’credo”
c la mediocre dimostrazione di quanto ci ha giovato Cristo!
Come non si diventa santi tutt’una volta, nemmeno nella fede si
diventa perfetti in breve tempo. Quel che conta è amare Gesù di tutto
cuore, essere fedele al Cristo thè ci si è rivelato, e come ci si è rivelato
seguirlo fedelmente. Anche il granello della nostra avara e patita fede
darà un giorno il suo frutto e ci aprirà i tesori senza fine delle rivelazioni del Cristo. Nessun altra gioia sarà paragonabile a quella di .sentirsi dire quel giorno come a Toma, con dolcezza ed indulgenza infinite: a. Porgi qua il dito., porgi qua la mano..! »
i; Pionniers des Missions
uerite Coisson née Nisbet
■ti
■f
■f ■
16 mars 1871 - 13 juillet 1951
Les Sociétés des mÌMÌons de La Tour
ont ^ inauguré ensemble leur année de travail pa- une réunion le 21 octobre 1951,
sous la pré idence de M.lle Emi ie Co'ssan.
Un‘'rappo-t fut présente, sur les activités
des sbciétés missionnaiijes, par M.lle Coisson et le Pasteur E. A^assot, repré entant
de la Société des Missions de Paris. Mais la
partie la plus émouvadte de cette réunion
fut la commémorations de ' Madame Marguerite Nisbet, veuve ^u Missionnaire Auguste Coisson faite par sa fille. C’est au
travers des lettres et des mémoires de sa
mère, que Ml.e. Coissod rappela la vocation
et la carrière d’une personne qui fut pendant toute sa vie intimement liée à la cause missionnaire.
Elle était née à l’île Samoa. Son père, M.
Henri Nisbet, était déjà missionnaire, et
sa mère, Mme Lydie Lantaret, soeur du
Modérateur Pierre Laptaret, était la première femme.des Vallées Vaudoises partie
en mission. Elle avait six ans, lorsque son
père mourut d'un coupfide soleil. Sa mère,
déjà souffrante, la ramena en Italie avec
son petit frère James Ni bet, pè"e du pasteur Robert Nisbet. Elle mourut bientôt et
les orphelins furent élevés au Pomaret par
une cousine, Mlle Adèle Lantaret.
Race de missionnaires, nous ne sommes
pas étonnés de la trouver fiancée avec un
jeune missionnaire, M? Augurte Coisson.
C’est avec un sentimenï de profonde vocation qu’elle se prépara au mariage et au
départ. « Notre coeur sera plein de tristes
LA GIUSTIZIA
I loro piedi corrono al male, ed
essi s’affrettano a spargere sangue innocente; i loro pensieri son pieni di
iniquità, la desolaàone e la rovina
sono sulla loro strada. La via della
pace non la conoscano e non v’è equità nel loro procedere; si fanno
dei sentieri tortuosi, chiunque vi
cammina non conosce la pace.
Perciò la sentenza liberatrice è
lungi da noi e non arrivg fino a noi
la giustizia; noi aspettiamo la luce,
ed c&pò de tenebre; .iispetttamo. il
chiarore del dì, e camminiamo nel
buio. Andiam tostando la parete come i ciechi, andiamo a tastoni come
chi non ha occhi; inciampiamo in
pieno mezzogiorno come nel crepuscolo, in mezzo all’abbondanza sembriamo morti.
T u vai incontro a chi gode nel praticare la giustizia, a chi comminando nelle tue vie, si ricorda di te; ma
tu ti sei adirato contro di noi, perchè abbiam peccato; e ciò ha durato
da tanto tempo... faremo noi salva i?
Isaia.
lo li redimerei, ma essi dicon menzogne contro di me; essi non gridano a me col cuor loro, ma si lamentano sui loro letti; si radunano ansiosi per il grano ed il vino, e si ribellano a me! Essi tornano, ma non
all’Altissimo; son diventati come un
arco fallace.
Seminate secondo la giustizia,
mietete, secondo la misericordia, dissodatevi un campo nuovo! Poiché è
tempo di cercare l’Eterno. Osea.
se quand il nous faudra quitter parents et
amis pour aller au devant de l’inconnif...
Mais nous comptons sur notre Dieu. Nous
obéissons à son appel, et nous savons que
nous pouvons compter sur ses promesses et
sur son secours. Nous nous sentons impatients de partir pour nous mettre à l’oeuvre
et aller grossir tes rangs des ouvriers au
Zambese. Nous sentons notre faiblesse et
notre indignité—, mais nous comptons sur
notre Père qui a dit: "Ma force s’accomplit dans votre faiblesse" ».
• a a
Mariés le 18 février 1897, les jeunes missionnaires partent des Val-ées le 5 mars, et
débarquent au Cap, après trois semaines
de navigation, le 5 avril. Puis, voici le départ vers l’intérieur, d’abord en chemin
de fer. « Quelle différence entre les trains
d’alors et ceux d’aujourd'hui », écrira Mme
Coisson plusieurs années après... « Alors,
pas de wagon-restaurant. Chacun voyageait
avec sa caisse à provision, son réchaud à
alcool et ce qu’il faut pour cuisiner... Pour
faire le thé on allait demander de l’eau
bouillante au chauffeur de la locomotive;
c était plutôt primitif! » Après le train,
c est le long voyage à travers le désert, en
cha- à ^boeufs « l\ous voyagions très coniortahlenient dans notre wagon. La moitié
de devant, vers le timon, était pour le bagage, au milieu duquel l’Evangéliste mossouto. sa femme et sa fillette, s’installaient
quand on était en marche. La nuit, ils s’installaient sous le wagon pour y do mir à
l abris de la rosée et du froid. Nous, no~ s
occupions l’arrière du wagon, qui était
transformé en chambre par des arceaux,
allant d'un côté ô l’autre du wagon, et sw
lesquels était fixée une grande bâche formant le toit et les murailles des deux côté-.
Les pans, aux deux extrémités, étaient libres: on les relevait de jour et les abaissait de nuit. Le lit était formé par un cadre
de bois avec des lanières de cuir. s’entrecroisant. Sur ce cadre on posait matelas et
couvertures. Sur le lit il y avait un espace
libre pour la batterie de cuisine, les provisions de route et le nécessaire pour camper. Le long des parois. Papa avait fixé
des pochettes pour tous nos petits objets:
peignes, brosses, papier, remèdes, livres
etc. Nous étions vraiment comme des coqsen-pâte ».
Que de péripéties de toute sorte dans ce
premier voyage! Que de contretemps qui
venaient soudain changer tous les projets,
souvent pour de longs mois! Enfin, voici
nos missionnaire i sur leur station, aux
Chûtes Victoria: « Fers deux heures du
.matin nuus^ ayripions jenfin ” chez nous”!
Une clairière avec quelques huttes et de
beaux arbres tout autour... La reconnaissance remplissait nos coeurs ».
• * U
Après quelques années de travail intense, en 1903, premier congé en Europe, lis
trouvent des vides aux loye ; mais iis ont
avec eue quatre entants, et le cin ;uicmc
naît peu lant le congé, à La Tour. Et voi. i
de nouveau le dépa.t. Mère dans Tâmc,
Mme Coisson connut un v.ai déchirement
à l’instant de quitter les quatre aînés qui
restaient en Europe. « Au mois de mai ce
fut la séparation; mais avant il fallut avoir
une réunion d’adieu avec discours, bons
voeux, chants de circonstance. Depuis lors
je n’ai plus aimé le chant: "Entends-tu
l’appel du Maître!" surtout le verset qui
dit: "Abandonne la patrie, ta famille sans
regret , que les bons amis vous chantent en
y meUtinl tout leur coeur. On peut le chanter à des missionnaires partant pour la première fois, mais pas à des missionnaires,
surtout à une mère laissant ses enfants!
Bien des personnes croyent qu’une mète
missionnaire n’a pas de coeur, parce que
Dieu lui donne d être forte et même souriante en quittant ses enfants, afin de leur
le courage de la voir partir.
Oh! cette séparation! Elle fut cruelle... »
En arrivant à la station, mauvai e surprise: « Des gens peu scrupuleux l’avaient
visitée et en avaient emporté plusieurs choses, parmi lesquelles les matelas et une
partie des outils de menuisier... ». Trois
ans plus tard nos missionnaires sont envoyés sur le haut Zambese, qui deviendra
leur champ de travail pour tout le reste de '
leur vie africaine. Dès lors, les années
passent de plus en plus vite. Séjours en
Afrique, courtes vacances en Europe, nouveaux départs et séparation, deux autres
naissances, des deuils aussi. C’est toute une
vie humaine, avec ses joies et ses larmes,
ses ombres et ses lumières, qui se dérouie,
ju qu’au dernier départ pour l’éméritaiiou.
Et puis, le tranquille déclin, dans la maison hospitalière des Appiots, toute imprégnée d’esprit missionnaire.
U • *
Elle ^ aimait passionnément la mission.
Cette âme de femme, que nous avons vue
s’emporter contre la réthorique conventionnelle des chants d'adieu, et pour qui chaque nouvel e séparation d’avec ses enfants
était un déchirement auquel on ne s’habitue pas, avait pour la mission un amour
tout à fait comparable à son amour maternel, un amour d'autant plus profond qu’il
avait été nourri de ces déchirements-mêmes :
l’amour des a noirs » et de la brous e immense, caressée par le vent des tropiques.
Son coeur était resté là bas. Elle le réa.isait
toujours mieux, à mesu -e que l’éloignement
s’accentuait. Ses souvenirs, ses pensées revenaient toujours à l’Afrique; jusqu’à son
dernier soupir. Et c’est ainsi que nous l’avons vue dispa altre : comme un témoin,
comme un symbole de cet âge aventureux
et hé oique des débuts de la mis ion en
Afrique équatoriale, vers la fin du XIX siècle. 1! val lait la peine de rappeler sa mémoire. Ji.
LA PACE
Torna, o infedele Israele, dice
l’Eterno; io non vi mostrerò un viso accigliato, giacché io son misericordioso, dice l’Eterno, e non serbo
l’ira in perpetuo.
Essi curano alla leggera la piaga
del mio popolo: dicono: a Face, pace », mentre pace non v’è.
La tua ferita è incurabile, la tua
piaga è grave. Nessuno prende in
mano la tua causa per fasciar la tua
piaga; tu non hai medicamenti per
guarirla-. Tuui^Ltuai^manti t’hanno
dimenticata; non si curano di iél Ma
io medicherò le lue ferite, dice l'Eterno, ti guarirò dalle tue piaghe.
Sì, io t amo d’un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà.
Geremia.
Prendete con voi delle parole e
tornale all’Eterno, ditegli: « Perdona tutta l iniquità e accetta questo
bene; e noi t’offriremo, invece di
giovenchi, l offerta di lode delle nostre labbra ». Osea.
Cesti, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Egli disse: Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho untato voi. Nessuno
ha amore più grande che quello di
dare la sua vita per i suoi amici. Io
vi lascio pace, io vi do la mia pace.
Io non vi do come il mondo dà. Il
vostro cuore non sia turbato e non
si sgomenti.
Or dunque, dice l’apostolo Paolo,
queste tre cose durano: fede, speranza, carità, ma la più grande di esse
è la carità.
Credo che gran parte del male di cui i
cristiani soffrono sia dovuto certamente ad
essi e poi al diavolo. Egli dice a Gesù: ”E’
vero che, poiché ti seguono, hai potuto riscattnrh, ma dal momento che ogni tanto
dimenticano di camminare mano in mono
con te, per andare a cogliere qualche fiore
sai mio sentiero, ho certamente il diritto
di farli passare ogni tanto attraverso il fuoco de( mio inferno. Peccato che te li devo poi. in gran parte restituire, perchè
non molli danno colpa a te delle loro sofferenze, ma, se non a me, con gran ragione a loro stessi — maledetta umiltà!
Quando affanni, dolori e il freddo ci tormentano, consoliamoci presto pensando che
non siamo inchiodali sulla croce, come Colui che soffrì mille volte più di noi, che
tu battuto ed umiliato, portando i nostri dolori, che fu trafitto a motivo delle
nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità.. (Isaia 5ì). Potremo mai
ringraziarlo abbastanza di aver pace, perche ha portato il nostro castigo?
Oh Dio, libera dalle idee ingiuste tutti
coloro che l’ingiustizia rende cattivi. Altorma la lerra^ dei Tuoi divini raggi di gius izia, affinchè anche dagli specdti sparisca
PENSIERI
l’onibra nera che falsa lutto e mette in luce il male, anziché il bene.
Oh voi che avete paura della morte, perchè non cercate Gesù che vi toglierebbe ogni paura.’’ Un figlio ha forse paura di an
dare a casa, anche at.traver.so la tempesta,
quando è certo che vi giungerà e ni troverà
tanto riposo e gioia?
Non .si vive per essere felice. Si vive per
adempiere una legge: Soffrire! Muori, ma
sii quello che devi essere: un uomo!
Romain Rolland.
Se vuoi diventare buono, credi prima
che sei cattivo. Epillcto.
Per non dover lamentarli di subire danni, pensa a ciò che dici e dove lo dici.
RUckert.
Sii fedele a te stesso e non potrai essere
falso verso nessuno. Shakespeare.
Si è felice o miserabile per un'idea,
vive o .si muore per un’idea.
Anatole Franco.
Si
Gl sono degli esseri che vedono del male
ovunque e di quelli che non vedono che
Ilei bene. I primi trovano il modo di lamentarsi anche durante la felicità e gli altri di rallegrarsi anche nella distretta. Gli
uni gettano del fiele in ogni vaso di miele,
gli altri del balsamo in ogni ferita. Gli uni
i offendono di tutto, gli altri perdonano
ogni olfesa. I primi sono degli infelici paragotutbili a notte di tempesta. Gli altri so•nigiàa-io a notti di maggio ove tutto rinasce, verdeggia e profuma.
Jeremias Gotlhe’f.
Dite bestie nascono solo delle hesliè,
dall’uomo de'le anime. Questo è la prava della sua natura divina. ^
Jeremias Goitbe’f.
Un uomo forte non deve temere la vergogna. Questo è orgoglio.
Dostoiewski.
■Se un debole ti offende, risparmialo! Se
un forte ti ->ffende, risparmiati!
Uegener. j
L’uomo che si padroneggia si libera dalla potenza che lega ogni essere.
Goethe. '
F. Maurìn
4
L’ECO DELLE VALLI'VALDESI
A
Voce delle comunità
Domeaica della Pace
In comunione con le Chiese Evangeliche di tutto il
mondo, anche le nostre
Chièse Valdesi' sono invitate a dedicare il culto di
Domenica 9 Dicembre
alla intercessione per la Pace.
Torino
Nel tempio di Corso Vittorio Emanitele, il Pastore Ernesto ‘Ayassot
terrà prossimamente due conferenze, sotto il titolo generale di
«c Due sfide al materialismo ».
Le conferenze avranno luogo nell’ordine seguente:
Domeaica 9 dicembre - ore 17,30:
Esiste veramente Dio?
Domenica 16 dicembre - ore 17,30:
Abbiamo veramente un’anima?
Il pubblico è caldamente invitato
ad intervenire.
Angrogna (Serre)
Sabato 1 dicembre è deceduto agli EUgarts Davide Simond di anni 79. Alle famiglie colpite da questa subitanea dipartenza rinnoviamo la nostra simpatia fondata sulle promesse dell’Evangelo.
La Società Pradeltorno farà una serie di
riunioni nella parrocchia col programma
seguente; domenica 9 dicembre scuola domenicale e culto a Pradeltorno.
Poi la sera alle ore 19 riunioni: lunedi
10 agli Odin Bertot; martedì 11 a Cacet;
mercoledì 12 ai Coisson Ricca; giovedì 13
al Serre; venerdì 14 a Buonanotte.
Confidiamo che questi giovani saranno
accolti dovunque con affetto e generosità.
L’assemblea di Chiesa è convocata per
domenica 16 a Pradeltorno e al Serre.
Rorà
Offerte ancora per l’Appello Speciale del
Sinodo Valdese:
Luigi Giusiano L. 100 — Umberto More! 100 — Margherita Giusiano 500.
Promollo
Nuovi focalori:
Sono stati uniti in matrimonio: Melchioni Galliano Pietro Franco Giovanni (Dubbione) e Pe^rronel Anita il 23 settembre;
Long Ermanno {Ciotti) e Long Lilia (Va-*
set) il 29 settembre; Bounons Elio e Piavan Angela (Poineano^ il 3 novembre e
Bounous Armando e Plavan Vilma il 24
novembre.- ,f <
Che la grazia e la pace del Signore riposino sempre su tutti questi focolari.
Battesimi:
E’ stata battezzata la piccola Fulvia Bertalot di Luigi e Lina degli Aglieri.
La benedica Iddio e la faccia crescere non
solamente in. statura, ma anche in grazia
ed in bontà davanti a Lui e davanti agli
uomini
Bobbio Pellice
Si sono uniti in matrimonio: il 10 novembre; Pontet Aldo e Pontet Ida; il 1
dicembre: Artus Francesco e Charbonnici
Anna. II Signore benedica e sia l’ospite
dì questi nuovi .focolari.
I culti dell’ll e del 25 novembre, sono
stati p-esiedutì rispettivamente dal maestro
Edgardo Paschetto e dal Pastore Enrico
Geymet. Grazie ancora per i loro messaggi.
E’ deceduta in Argentina la Signora Davi! Micbelin Salomon Susanna, originaria
degli Alloeri, dì anni 70. Alla numerosa
famiglia esprimiamo la nostra sincera simpatia cristiana.
Conferenze
In alcune Città l’azione di testimonianza della nostra Chiesa si è svolta
ultimamente o si sta svolgendo a base di pubbliche conferenze.
Il Past. Paolo Boato è stato a Sampierdarena per un ciclo di conferenze
evangelistiche e, in questi ultimi tempi, a Torino.
A Bergamo i Pastori Neri Giampiccoli e Carlo Lupo stanno presentando
alla riflessione del pubblico « Il messaggio della Riforma nel nostro tempo ». Anche a Roma, nella Chiesa di
Piazza Cavour, si sta svolgendo un
corso di conferenze domenicali sui valori della Riforma Protestante.
II problema religioso rimane sempre al centro dell’attività e delle preoccupazioni della nostra chiesa, in un
tempo come questo in cui la generazione contemporanea ha bisogno di
essere posta di fronte alla realtà di
una fede cristiana robusta, pensata e
costruita non Sulle mobili sabbie del
pensiero umano, ma sulla Verità di
Cristo.
L. 75.000
Vendita anche a rate
Compagnia HOOVER
Australia — Belgio — Canadá — Francia — Inghilterra
— Italia — Nuova Ziclanda — Olanda — Siati Uniti
—- Sud Africa - .Svizzera
Concessionario per la Valle del Pellice
Ditta PELLENC ROBERTO
Torre Pellice Tel. 2-12
2000
CUCINE
ECONOMICHE
iorjo a disposir.ione della mas-fa ope^
rata, impiegati e pen-ftonati per sole
5000 mensiU
Potete acquistare la cucina che non teme concor^
' >rén*a per la sua robustezza ed ele-janza. p’-esso la
Ditta DELL'ERBA GIOVANNI
RISCALDAMENTO - FUMISTERIA • IDRAULICA
TORRE PELÎ.ICE
Vi» Garibaldi, 4
PEROSA ARGENT.
Via Roma, 5
P I N E R O L O
Via S. Pellico, 12
IN" VENDITA
La Claudiana ha in vendita i seguenti mi“meri di annate arretrate dell’Appello, Gioventù Cristiana e Protestantesimo:
APPELLO
1941: N. 11-12 copie 1.
1942: N. 1 (éop. 4), N. 2 (cop. 1), N. 3
(cop. 2), N. 4 (cop. 6), N. 5 (eop.15), N. 6 (cop. 4).
1943: N. 1 (cop. 2), N. 2 (cop. 2),
N. 3 (cop. 41, N. 4-5 (cop. 6), N, 6
(cop. 11).
Lire 150 cadmio.
PROTESTANTESIMO
1946: N. 1 feop. 4).
1947: N. 7 (cop. 3), N. 3 (cop. 16),
N. 9 (cop. 13), N. 12 (cop. 1'.
1948: N. 1 (cop. 1).
Lire 100 caduno.
RESOCONTI CIABAS
Umanesimo e Antiumanesimo (1942)
copie 5
Chiesa e Stato (1943) copie 46.
CrÌElianesimo <,d Occidente (1946) copie 26
La Chiesa nell’armistizio presente (1947)
copie 9.
I Quaderni dei Resoconti sono in vendita al prezzo di Lire 200 raduno.
GIOVENTÙ’ CRISTIANA
1935; N. 5 (copie 1)
1936: N. 2 (copie 1)
1933: N. 4 (copie 1).
Ogni copia Lire 150 caduna.
PERSONALI A
Presso l’Università di Torino sì è laureato a pieni voti in Ingegneria elettro
meccanica Bertalot Silvio figlio del prof.
Ernesto.
Al neo Ingegnere ¡felicitazioni ed auguri.
Direnione; Vi« dài Mille, 1 -Pinerolo
Telefono 20(t9
Amministrax.ione:i Claudiana - Torre
Pellire *
C. C. Postale S-17557 della Libreria
Claudiana — Torre Pellice
Uir. tìrsp. Ernuinno lioshifi
Autorizzazione Decreto 27 - XI - 1950
Tribunale di Pinerolo
Tip. Subalpina, a. p. a. - Torre Pellice
La figlia di
LEONE MEYNET
profondamente riconoscente per la dimostrazione di simpatia, ringrazia quanti hanno voluto prender parte al suo dolore.
Torre Pellice 30 novembre 1951
AVVISI ECONOMICI
C. I. O. V. cerca persona 30-40.enne disposta incaricarsi di un reparto dell’Asilo dì San Germano Chisonc. Offerte;
chiarimenti: Via Angrogna, 12, Torre
Pellice.
FAMIGLIA svizzera due persone, cerca
va .dose tutto fare, pratica casa molto signorile, stipendio 150-200 franchi. Scrivere o rivolgersi alla Signora Ostorero
Ines, via della Rocca 35, Torino.
CERC.àSI donna di servizio per lavori in
piccola famiglia a Lnserna S. Giovanni.
Rivolgersi Claudiana, Torre Pellice.
Doti. Badalamentì
Medeo Chrurgo Dent sta
SPECIALISTA
TORRE PELLICE - Va 1 n 1 i, num. 1
ORARIO; Martedì dalle 15 alle 19
Venerdì dalle 8 alle 12
Vili IMlitiCANE PUNTE FRUITIFEilE
OSCAR CODINO • Pinerolo!
Mere» Psrlelto ■ Goraniio ossolutg
ORECCHI
NASO - GOLA
Doti. DANIELE ROCHAT
riceve tn Torre Pellice, viale
Fahrman 1 ipresso Dr- Gardiol)
il VENEHDF
dalle ore 10 alle 12,
a Torino riceve gli alm'giorni,
dalle ore 14,30 alle 16 in ria
Berthollet, 36 ^OspedaleEvans
gelico 1.
OROLOGERIA I
OREFICERIA
Le migliori case svizzere Riparazioni accuratissime
PINEROLO
Via Giuseppe Chiapperò, 8
(già via Carlo Alberto)
Massima garanzia -
eeeeeee
jUtfenzlone! p
1
GRANDI RIBASSI TROFERETE
DA MARTA
Giocattoli e articoli da regalo
Via della Repubblica, 6
T0>RE"PEI LICE
Esposizione tutte le Domeniche
dalle ore 14 alle ore 22
Sartoria e Confezioni
E. BRUNO
PINEROLO Via del Pino, 5
Per la prossima stagione. m algrado gii
aumenti, continueremo la rendita dei no stri
Soprabiti • Impermeobili pum fot One
doppio tc.s.suto. cl;i L 11.000 1 n [Mil
PalstOt pura lana da 1. 14.000 MI jmi
Giacconi da L. 8.000 1 lì più
Mantelle da L. .5..500 r n JM II
Vestiti uomo da L. 10.000 M) |)Ìll
Vestito uomo pura Jan cardata. co It (czionato su misura per L. 1.3 000
Un grande assortimento tagli DRAPPERIA e PALETOT
che confezioneremo su ordinazione del cliente
TUTTO A PREZZI DI ASSOLUTA CONCORRENZA
OROLOGERIA Dino LflZZDRO
OREFICERIA
ARGENTERIA
— Ottimi prezzi per spo,fi
— Orologi rii tutte le marche
Oggetti da regalo
—“ Riparazioni e vendite rateali
V^ia Ca Lcquio» 2 _ pinerolo
R I C O R DA T E
dall’Ortopedico
R. G. miiesi
Piazza San Donato, 11 - PINEROLO - Telefono 2035,'
CINTI GARANTITI PER LA CONTENZIONE di QUALSIASI J
ERNIA
CALZE ELASTICHE - VENTRIERE PF.R ABBASSAMENTI
Di STO.MACO e per onerati in genere
Vasto assortimento di BUSTI - VENTRIERE - REGGICALZE
e REGGIPETTI
Speciale lavorazione su «nisnra dei medesimi
con le migliori stoffe attoaimente in commercio