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ANtoUKVI
' . V-Torre-Pellice,
*8 Febbraio 1946
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pi ut. 'istnrs rons
Collegio! Valdese
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-Nulla aia più forte della vostra fede 1
-> IGlanaveile)
SETTIMANALE
DELLA
TORRE PELLTCE !
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ABBONAMENTO
L. 150,
Italia : AnQual*
Estero: ». . . . »
Ogni cam^Hltmeiito d’indirizzo costa Lire Cinque
Semestrale L.
» »
- La, copia Lire 4,
75.
CHIESA VA LOESE
Riguardate alia roccia onde foste tagliai
Isaia LI : 1.
Jt' - , ■ -V ■ . V ^
redazione : Via Sibaud, 7 • Bobbio PsUice
AMMINISTRAZIONE : Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
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Criniani
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e oseudo ■ crisllani
Osservando con rocchio del convertito la
società cosi detta cristiana (e chi non sLfre
già ormai di questo nome la cui intima es
■ senza ben pochi non hanno dinjinticafa o
misconosciuta?), quale oi si presénta dopo
19 secoli dairannunzio di salvezza che così
Radiosi orizzonti doveva aprire ad ogni anima assetata di purificàzione.. possiamo distinguervi, abbastanza chiaramente, tre categorie di persóne. Tali categorie anche la
Bibbia in vari punti contempla perchè esse rispondono ad altrettante peculiari disposizioni della natura umana. Esse vengono definite dei «ferventi», dei «freddi», dei «tiepidi». Sorvoliamo sulla definizióne,di ferventi. Sòno« coloro che hanno aa^ttato l’Evangelo per profonda espefieniza, sono «il
sale della terra », il buon terreno della parabola, costituiscono purtroppo « la piccola
greggia », i pochi eletti, fra i molti chiamati.
Per « freddi » si intendono invece quelli
che di fronte ai cristianesimo assumono un
atteggiamento di aperta ostilità o di confessata indifferenza; sono gli atei, gli scettici
che dell’Evangelo si sono occupati, sia pure
per demolirlo, oppure i mondani che non negano d’ essere tali, cui la consegna del Cristo apparve moppo grave e che non negano
di non ^averla accettata. Neppure costoro costituiscono la categoria più numerosa nè la
più biasimata della R'bbia : essa è invéce
formata dalla grande massa dèi « tiepidi >>
per i quali è pronunciata la terribile parola
deirApocalisse (c. 3, v. 10) : « Io ti vomiterò dalla mia bocca». Tali _« cristiani » si
FÌscantrano kii ogni confessione rcìigiosa, appartengono ad ogni classe sodale, formano la
maggiorahza degli iscritti àlle chiese. Amanti dell’« apparenza della pietà», sono membri abbastanza fedeli per quanto riguarda le
pratiche esteriori del culto : resp'ngerebbero
con orrore un’ape"rta confessione di ateismo,
cosi come saprebbero tacciare di perico’0''a
esaltazione il fervore di un apostolo. La cura
degli interessi terreni che occupa il primo
posto nel loro cuore non impedisce loro tuttavia di pensare all’al di là quel tanto o me
glio quel poco che basti a tranquillizzarli sulla sorte della loro anima.
,Giacché non pensiamo di trovarci di ironìe, almeno nella grande maggioranza, a deg.i
ipocriti, bensì a persone in buona fede calcanti una. via completamente sbagliata, vb
■ gliamo cercare di individuare l’errore fondamentale che sta alla base di tale atteggiamqnto. Si tratta ^ a nostro modo‘di vedere
-rf’Adi uno sbaglio di ragionamento originato
dalla superficialità e leggerezza oon cui i più
considerano i pToblemi dello- spirito, avvalorato per opera di talune confessioni religiose (segnatamente la cattolica romana) che, se
non lo condividono apertanriente in teoria, in
pratica però lo coltivano-è ratificano. Esso
consiste nel crederò di rendere un servizio a
Dio, in parole povere di fare un piacere a‘
Lui, seguendo le sue leggi, vivendo da buoni cristiani. Di qui l’esteriore religiosità di
questa categoria di credenti, l’intima convinzione che basti saldare il debituccio giornaliero di una preghiera distratta, quello settimanale (e ¡neppure sempre) d^una compar
.‘sa in chiesa, e anche, sì,, di una vita « abbastanza » onesta, « abbastanza » retta, migliore infine di quella di tanti altri, per essere a posto di fronte a Dio, a se stessi, .al
mondo. Tragico quanto stolto errore!
Sarebbe forse Iddio ad aver bisogno di
noi e delle nostre miserabili, forzate offerte,
oppure noi di Lui, condizione essenziale della nostra felicità, della nostra stessa esistenza? ^
Correggiamo in noi e attorno a noi que to
falso modo di ragionare, comprendiamo alfine che sta nel nostro interesse, più vero,
-più reale, più immediato, seguire le orme'
del Maestro e non con l’avara consacrazione della minor parte di noi stessi ma con la
dedizione di tutto l’essere nostro ! Oh, ¡ss la
grarids massa dei •« tìepidi'ii potesse cónvin
■ cersi di questo, forse scuoterebbe da sè
quella micidiale indifferenza che le è propria e guarderebbe con occhio assai diverso
alle cgse spirituali ! E se poi, mutato il ruo-:
re di p^ca in cuore di carne i innovasse la
sua vita, ben presto dalle bened zioni che
ricadrebbero sul suo capo‘esperimenterebbe
la verità sempHce e profonda delle parole
dell’antico saggio: «L’uomo benigno fa del
bene a se stesso » (Proverbi 11:17),
Mirella Bein Argentieri.
EVANGELIZZAZIONE
Gii CI DEVE PENSASE?
Chi oi deve pensare? La Chiesa.
Difatti, SI parlava di évangelizzaZ'one
come di una presenza della Chiesa fra gli
uomini. Se dunque è presenza della, Chiesa, oi .pensi la Chiesa, diciamo; e magari aggiungiamo tra noi ; « e ci lasci stare in pace ».
Saremo proprio felici di udire che una ya'^ta
opera di evangelizzazione è stata intrapresa,
con mezzi adeguati, in misura proporzionara
alia sua importanza. Del resto l'opera è di
tale mole che nessuno potrebbe pensare di
incaricarsene privatamenté* o di metter su un
gruppetto di ben intenzionati. No, l’evangelizzazione è opera della Chiesa.
Giriamo alla Chiesa la commissione di
evangelizzare l’Italia.
Ma, un momento, dov’è la Chiesa? Nel
momento in cui stavamo per cominciare un
appassionato attacco contro questa Chiesa assopita che dimentica la sua vocazione e si
perde in questioni organizzative, abbiamo '
voluto vedercela davanti questa Chiesa. E
dov’è ? La Chiesa non è la sua Amministrazione, là Tavola, perchè que=ta è soltento un
Comitato che esegue ¿li ordini del Sinodo;
ma non è neppure il Sinodo, perchè i componenti di questo non parlano in nome nropno (come gli azionisti in una Società Ano
nima), ma In nome delle Assemblee che li
hanno mandati e ne riflettono idee, preoccupazioni e programmi; non è i’insieme dei
pastori, perchè sappiamo benissimo che ess'
nou possono prende.fe decisioni senza l'accordo dei Concistori ; ma non è neppure i On.
cistori, perchè Questi sono emanazione della
comunità e ne riflettono la vita. E allora? La
Chiesa siaiho noi quando ci ritroviamo al cui
to e attorno al tavolo della S. Cena, quando
viviamo insieme la nostra-vita crist-ana. La
presenza dello ^irito in quelle occasiùrti è
quella che ritroveremo nei Concistori, nel
Corpo Pastorale, nel Sinodo, nella Tavola;
le debolezze, il peccato, rindifferenza della
nostra vita di comunità è quella che ritroviamo nella vita generale della Chiesa e che
non manchiamo di rimproverare — allora.
E se talvolta ci sembra che essa « Oiresa »
sia lontana, distante, quasi In opposizione a
noi... è perchè noi ce ne siamo allontanati,
e naturalmente essa è andata avanti lo stesso- Senza di noi e riflette il viver crist'sno
degli altri, di- quell; che non se ne sono disinteressati. Si, forse ci è estranea; ma di
chi la colpa?
Per l’evangelizzazione dunque la cosa deve
partire da noi. Quando noi saremo persuasi
che bisogna fare quest’opera se non vogliamo finire, allora, come la cosa più naturale,
la « Chiesa » lo farà. Sarà difatti la nostra comune convinzione che si tradurrà in az'one
attraverso gli organi normali della nostra vita
ecclesiastica ; Assemblee, Conferenze. Sinodo.
Del resto, già una volta è successo così.
Dopo il. 1848 la Chièsa iniziò la sua opera
di evangelizzazione. La visione del campo
aperto dinanzi a sè e delle ij^nite possibilità dell’Evangelo la spinse all’opera.
Si cominciò nel modo più naturale : si deK
te modo ad alcuni pastori di svolgere un -la-«.
voro al di fuori del quadro normale della vita
parrocchiale nella città di Torino; si cercarono degli eva.ngelisti ; Sì aprirono altre opere a Genova e Nizza. E ogni anno i Smodi
si interes.savano all’opera e non rbancavsno
di votare calde raccomandazioni alla Tavola
perchè faces^, perchè non trascurasse, perchè incoraggiasse... Finché un . giorno, nel
Sinodo del 1860, si disse : se vo'ete c’'e Ì’e"vangelizzazione sia fatta, bisogna mettere
''delle persone ad occuparsi sottanto di questo.
La Tavola fa quello che può, ma ha già un
suo lavoro normale che naturalmente non può
-trascurare; Bisogna che là Chiesa-si impegni
1 e che si prenda, la responsabilità di dessina' Te delle persone soltanto a quel preciso in‘ carico, e con sufficiente libertà. Allora si potrà parlare di evangelizzazione. Co i nacque
il Comitato di Evangelizzazione, cHe^lToric.gine non era affatto quel Comitato che tu poi
V abolito, con ragione, nel 1915. Era un.Co-, mitato di persone incaricate di tutto ciò che
HAI RINNOVATO
L’ABBONAMENTO A
in Kill mill Hiit»!
fosse costruzione di nuòvo e non amministra' zione di vecchio. Leggete gli articoli della
sua costituzione originale.
Tempo fa un giornaletto delle Valli se ne
uscì con questa richiesta: Vogliamo un Cof mitato di Evangelizzazione. Non s^poiarro
j-che cosa intendesse il giornaletto, perchè poi
: non Io ha spiegato ; ma, chiamatelo come vo; . lete, bisogna che la nostra Chiesa voglia (e
può volerlo soltanto attravèrso i suoi organi
costituzionali) che un certo numero di persone, pastori e laici, si occupino deH’e'vangeKz
zazione per suo preciso incarico e con tutto
i! suo appoggio. Soltanto così la Chiesa p nserà a compiere il suo dovere di evangel zzazione. Giorgio M, Girardet.
. Regolamento originario
del Comitato di Evangelizzazione
Dagli Atti del Sinodo 1860 :
Art. 1. - La'Commission d’Evangélisât on
est composée d’un Président et de quatre
autres membres élus par le Synode; deux de
ces membres au moins devront être min's- •
très de la Parole ; elle pourra choisir son Trésorier hors de son sein.
Art, 2. - La Comthission est chargée dè
tout ce qui concerne l’Evangélisation.
Art. 3. - Elle emploie touS~les moyens en
son pouvoir pour se procurer les fonds nécessaires à l’œuvre.
Art. 4. - La Commision $e réunit régulièrement chaque mois et plus souvent si le
Président et le Sécrétaire s’accordent pour
la convoquer.
Art.' 5. - La Table remettra au Trésorier
de la Commission tous les fonds qu’elle pourra recevoir pour l’évangélisation.
Art. 6. - Une Commission d’examen formée de la même manière et nommée an
même temps que la Commision d’examen
de la gestion de la Table présentera un rapport au Synode pour la gestion de la Corn- '
niissioni.
Lik Bisca
L’annunzio di una eventuale apertura a
JTorre Pellice della famigerata biscasuscitato nel nostro ambiente vivissima indignazione, come tisuìia anche dalle due lettere
che volentieri pubblichiamo, ringraziandone
gli autori. Red.
Ho letto con interèsse, e non senza una'
certa apprensione, la notizia, contenuta in cotesto periodico', relativa alla possibile apertura di una casa di giuoco a Torre Pellice. Sottoscrivo a due mani il commento accorato e
dignitoso del giornale. Sarebbe.bene che tutti i Valdesi si unissero in una formale protesta, per impedire lo sconcio, e i danni morali che potrebbero derivare da una simile
istituzione, '
Un caso simile si è verificato a Varese,
dove purtroppo un referendum ha dato l’esito sorprendente^ e vergognoso dell’80.% dei
voti favorevoli all’apertura di una casa di
l’apertura
giuoco.
Un giornale di Bergamo ha. pubblicato in
proposito il commento che mi permetto includere.
Intanto piando aU’iniziativa di cotesto giornale d’aorire le sue colonne alla tra’tazione
di quistioni d'interesse pratico e sociale
*■ Ing. Emilio Eynard.
j. Una bisca di più, una vergogna di più
per l'Italia. C.
(«Giornale del Popolo», 15-1-1946 - Bergamo).
• * •
Quando ieri l'altro lessi del referendum di
quella città, mi sentii avvilito, io, che sono
un infatuato delle autonomie locali.
Dopo la fuga dei nazifascisti e proprio a
pochi giorni dal ritiro degli Alleati e conseguente consegna all'Amministrazione italiana anche del territorio del Nord, era quella
la prima manifestazione di libera espontanea decisione in affari di pubblico interesse,
e questa decisione si prendeva in pro di una
bisca!
Ora una bisca, la si volti e rirolti, la si
condisca con tutte le possibili ed impossibili
salse, la si tenti con tutti-i prctesìi dì necessità di bilancio, di lavoro ai dismcùpati, di
inderogabili opere pubbliche da amare o di
impellenti ed improrogabili provvedimenti in
pro dei diseredati... una bisca è, e resterà
pur sempre un affare sporco e come tutti gU
affari sporchi, non piace e fa pensare. ’
• Tanto più fa pensare perchè quella plebiscitaria percentuale in una città nostra, lascia supporre che tutte le altre città d'Italia,
l avrebbero ripetuta. Quale abbassamento
morale! Ancora lo stesso, che .spinceva i dieci, i cinquantarhila servi, cori o senta camicia nera ad osannare sulle pubbliche piazze
al loro bene amato duce.
Lo ricordo con dolore io, che non c4 fui,
ma ne ero ferito dalffj, sola eco; se lo ricordino con dolore e umiìinziorie. se non con i-er^
gogna, quelli che ci furono ed ora osannarlo
ad una libertà che neppure Capiscono e tantomeno si meritano.
E' tem/po di risollevarci e di redimerci.
Questo è il problema vero, e non ghetto di
savere se mettendoci al. desco .troveremo il
litro dì vino 0. frugando nelle tasche, il pacchetto di sigarette.
Mi assedio aM campagna deirECó
contro la temuta apertura di una bisca a
Torre iPellice.
Evidentemente l’ideale sarebbe che tutta la popolazione della Valle ((protestante e
cattòlica) vivesse di una cosi profonda vita
spirituale e cristiana da non temere l’apertura di una bisca, la quale sarebbe, nel giro
di poche settimane, costretta a chiùdere i
suoi battenti con il danno e le beffe pei suoi
loschi promotori. Le bettole, le sale da ballo, le bische, le case d’appuntamento, ecc,
non prosperano in mezzo a comunità veramente cristiane! Purtroppo la realtà è quella che è... Ed allora cerchiamo di ridurre
al minimo le occasioni di peccato, degradamento e rovina.
. Mi sembra che sarebbe bene affiancare la
campagna di stampa con una immediata azione pratica, che potrebbe ánche essere la
seguente :
I Pastori, i Concistori, le persone influen
ti per vita cristiana e dirittura morale, ecc.
prendano contatto con le Autorità della Chiesa Romana e con ì maggiori esponenti l i”'
delle varie comunità cattoliche del'a Vale
(anzi delle Vallile magari fino a Piilerolo
compresa) per concordare razione da svolge
re in comune. Si promuova una pubblica
riunione in Torre Pellice (per es. ne’''Aul-s
Magna del Collegio, o nel 1Te'’tro Trente, eccettera) dove un paio di oratori per ogni confessione religiosa illustreranno al pubblico
ed alle Autorità, espressamente jnvi’a’e. le
ragioni spirituali, morali e materiali cne si
opp'.ngono a" ape-tu-a dì una bisca in Torre
Pellice od in qufisias' altro Comune dei dinterni. .
Si presenti alle Autorità di Torre Pelb'ce
('* r-’' conoscenza olla Prefettura di T rmo)
una petizione perchè non venga conccsca alcuna apertura di bische od altre case di ma!
affare. Non sarà difficile raccogliere in detta r’nnione pubblica, centinaia di firme e
superare entro pochissimi gioirni il migliaio.
Questo non è che un modesto suggerimento senza pretese; sarò lieto tuttavia se .
esSo avrà contribuito, a tener lontane dalle
nostre care Valli alcune, almeno, delle forze
dèi male che avanzano.
Ermanno Costabel.
Pjssìamo assicurare il nostro corrispondertìe che le Autorità religiose e civili delia
Valle hanno reagito energicamente e tempe-'
stivamenfe contro l'inconsulta deVberazione
della Giunta ComunaleTorre Pellice, adoiiando quei provvedimenti atti ad astacolaré e< si spera, ad evitare lo scandalo di una
bisca nel cuore delle VaOj. Rgjj.
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L’ECO DELLÈ VALLI VALDESI
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Le Comité^dvl 'Departement'®de Recons
truction du Conseil uícuménique des Egü'
ses s’est réuni à, Genève le 6 décembre
1945, sous Îa présidence du pàsteur Koechlin. . .
Depuis la dernière séance du ' Comité,
'bien du chemin a été parcouru.. Des voyages ont été entrepris par les secrétaires du
Département en ' Scandinavie, ^ollande,
France,_Allemâgne, Tchécoslovaquie, Hongrie. Si la base même du travail de reconstruction reste d’ordre spirituel,, il est impossible d'établir une discrimination "totale entre l’aide matérielle et l’aide spirituelle, qui
s'interpénétrent sans cesse.
Dans tous lès pays dévastés, les Eglises
et les institutions chrétiennes ont souffert
des dommages terribles. En attendant la réalisation d’un plan à longue échéance pour la
reconstruction de ces bâtiments, il a fallu
aller au plus pressé : doter tous ces pays de
baraquements de bois, afin d’abriter les communautés et de permettre un travail de secours et d’évan^'safion. En France seulement, 20 baraques ont déjà 'été envoyées,
dans lesquelles les équipes de la « Cimade »
reçoivent lès évacués, les réfug'és, président
à dfô études bibliques, organisent la distribution du lait aux enfants et des goûters
pour les vieillards. 15 nouvelles baraques
sont en construction ; beaucoup d’autres partiront prochainement pour la Hollande, l’Allemagne, l’Autriche, la Belgique, la Norvège
et la Finlande. ^ ■
Dans le Finmark (Norvège), les pasteurs
se trouvent sans toit, sans moyens.de transport. Il a fallu prévoir pour eux l’ackat d’un
bateau-moteur, avec deux hommes d’équipage. Ce presbytère flottant ira de fjord en
fjord porter la Bonne Nouvelle.
Partout, des foyers pastoraux sont dévastés; il faut pourvoir à leur rééquipement
complet : chaussures, vêtements, batterie de
cuisine, literie, meubles, etc. Les pasteurs,
qui desservent parfois d’immenses paroisses, manquent des moyens de transport indispensables. Il faut les pourvoir en bicyclettes, en motocyclettes, en aut<», pour leur
permettre d’exercer leur ministère.
Le papier manque partout et la diffusion
de .lg littérature ¡religieuse en est^compromise.’' il a taau ¡wneier 185 tonnes ae papier en Suedei qui seront envoyées un peu
partout en Allemagne pour l’impression oe
50.ÜÜÜ recueils de cantiques, de 5,UÜ0 uiextes moraves », et de S.uüü exemplaires de
Téffioignage, recueil des écrits du pasteur t
Bonnoeiter, fusille peu avant d effondrement [
du naiional-socialisme; en France,.pour la i
réimpression des oeuvres de Calvin • en Hol- j
lande, en Italie, en ¡Bologne, en Auinche et
en Belgique pour des J)uts anaiogues.
11 est impo^ble de donner ici des détails
sur tous les aspects du travail de reconstruction ; aide aux pasteurs, sous la lo, me
de «relève»,' et de supplément aux traitements'pdstoralÈix ; rééquipement et reconstruction des institutions chrétiennes, orphelinats, éctfles, hôpitaux, centres d éoucation
pour la jeunesse, etc. (détail piquant : parmi
les demandes validées le 6 décembie, il y
avait des vaches, qui nous viennent des
Etats-Unis l) ; littérature, avec aide aux périodiques protestants, envoi de livres et de
bi'.othèques aux Eglises et aux pasieurs sinistrés; aide aux réfugiés, pour lesquels une
Commission se réunira à Londres au début
de février; aide aux œuvres de jeunesse, aux
universités (des fonds ont été envoyés à Paris pour l’achat de lits pour les étudiants) ;
bourses et autres facilités à accorder aux étudiants en théologie; enfin secours matériel,
sous forme de médicaments, vêtements, vivres. . .
Une tâche immense incombe au Comité ;
l’assistance à apporter à l’Europe centrale et
orientale, d’où parviennent des rapports déchirants. Dès que les communications seront
rétablies ayec ces pays, une œuvre de grande envergure s’imposera, qui n’est qu’ébauchée pour le moment.
Parmi les faits qiÿ ressortent des rapports
présentés au Comité, l’un d’eux est significatif ; les Eglises du Danemark, aù lieu de
re'ster penchées sur leurs propres problèmes,
ont consacré leur offrande de la paix à la
reconstruction de deux églises, en Norvège
et en Finlande, A elles, comme à l’Eg.ise
de Macédoine, pourrait s’adresser le témoignage de Saint-Paul : .« Eprouvés par beaucoup d’afflictions ils ont, dans leur pauvreté
profonde, répandu large'ment les richesses
de leur libéralité », (2 Cor. 8 : 2),
(S.Œ.P.I.).
Per una drammatica Valdese
Come presidente della « Commissione perle produzioni drammatiche valdesi» ho letto con interesse l’articolo di L. Santini nelr« Eco delle Valli » del 25 gennaio « Per una
drammatica vsddese », ma ho trovato il ra
gionamento alquanto inconcludente.
La « Società di studi Valdesi » che si propone lo scopo specifico di promuovere la
conoscenza della storia valdese ha pensato
che quella conoscenza potrebbe essere estesa, approfondita e resa più immediata, viva
e4)alpitante mediante il teatro, e aH’uopo ha
nominalo una speciale commissione che studiasse i mezzi più idònei per favorire la pro- •
duzione di nuovi drammi storici.
Messasi all’opera immediatamente, detta
Conomissione ha bandito un concorso a'premi, e. fedele al principio che l’aveva fatta
' sorgere, ha riservato quei premi esclusivamente a dràmmi che illustrino « un fatto della storia Valdese o del Protestantesimo italiano»;
Questo non garba a L. Santini. Non solo
egli propone di abolire ogni limitazione in
favore dei drammi storici valdesi ma, di fatto, sconsiglia se non addirittura esclude,
quel drammi stessi. La sua tesi, alquanto,
paradossale se si tiene conto della Società
banditrice del concorso, poggia su due argomenti.
Anzitutto il dramma stoiico in genere. Valdese in ispecie, è un genere/< piuttosto difficile » e perciò poco accessibile ai nostri autori; anzi questa pretesa inaccessibilità è
causa di tutti i mali, e qui con feroce stroncatura L. Santini dà un giudizio stermina' torà dèi nostri drammi valdesi. La massa
del hostro teatro^ a suo parere, è formata
di «mediocrità spaventose», di «tremende
scenate » che « ormai non sperano pietà che
dai pubblici degli angoli più remoti delle nostre provincie».
Fin qui nulla di eccepire. 1 gusti son gu\ sti; e quelli, probabilmente raffinati dell’articolista gli impediscono di gustare semplicemente le modeste produzioni popolari di
cui si dilettano i nostri umili pubblici. Ma
quel che ci pare strani ò la sua)persnasione
semplicista che basterebbe sostituire al
dramma stòrico il «dramma contemporaneo»
perchè d’incanto il pullulare di <( spaventose
mediocrità» si tramutasse in un fiorire di
autentici capolavori, quasi 'che il dramma
contemporaneo fosse, un piccolo scherzo accessibile al primo capitato.
D’altra parte L. Santini sostiene che il
dramma storico non solo è un genere difficile, ma un genere falso. Il passato è passato e non »’interessa più e solo ciò che è
attuale, ciò che è «contemporaneo» può appasionarci. Teoricamente l’autore ha ragione ma quel che non vede è che la funzione
del dramma storico consite precisamente nei
rendere attuale il passato, nel farlo rivìvere davanti al nostri occhi come se fosse
pr.^ente, nel coglierlo nei suoi aspetti innani
cd eterni che hanno uno stretto rapporto con
' la vita individuale e sociale del nostri tempi.
Animato da questo preeoncetto contro il
dramma storico, t. Santini concepisce il
« dramma valdese » esclusivamente o come
rappresentazione sacra o come drammk con
temporaneo. L’autore che sembra appog. giarsi su discutibilissime idee espresse in un
opuscolo di V. Subilia e T. Salma, non ci
dice nulla di chiaro nè sul concetto chè egli
si fa della rappresentazione sacra specificamente « VaJdese » nè sui criteri che si dovrebbero seguire nel dramfiia contemporaneo. Siccome- sono concetti essenziali alla
nostra drammatica gli saremmo grati se, ad
edifieaziohe dèi probabili -autori, egli volesse ulteriormente cfiiarirci le sue (dee.
' S. Tron
3 lettori scrivono
Signor Direttore,
In relazione alla polemica sorta, circa il
sistema elettorale vigente, mi sia concesso di
intervenire in appoggio alla tesi sostenuta
dal sig. Besson Ernesto.
Benché personalmente sia elettore, ho sentito numerose persone che protestavano non
avendo diritto al voto.
'Cercai far loro qapire che non avevano
ragione perchè ritenevo che da parte loro ci
fosse troppa negligenza, quando con una
semplice domanda formale, avrebbero facilmente ottenuto il diritto al voto. Ma tant’è.
Accusando addirittura la Chiesa di formalismo, si trincerano dietro una specie di orgoglio ferito e'fanno gli... offesi-.
Stando le cose a questo punto si profila la
minaccia di un sempre maggiore disinteressamento da parte di gruppi sempre più numerosi di persone che sono però sinceramente credenti (a modo loro).
I quali gruppi chiedono in sostanza questo : Che il diritto di voto sia acquisito, come
nel campo politico, senza formalità di sorta nell’età stabilita. Sono, a mio avviso, quei
gruppi, i lumicini, a cui alludeva Gesù, e
che pure non bisogna spegnere.
Propongo quindi che da parte dei conduttori spirituali e dei loro collaboratori, parta
l’iniziativa di andare incontro a una massa
considerevole di persone, ritenendo ché il fenomeno Ibon si verifichi .solo nella nostra
parrocchia.
Quando il problema sarà discusso e ben
vagliato, se sarà il caso modificheremo, democraticamente, qualche articolo del regolamento, se tornerà a vantaggio di qualche
apima.
Grazie dell’ospitalità.
Enrico Pavout.
Pacchi senza indirizzo
Sono arrivati dall’America alcuni pacchi
senza indirizzo preci'M destinati a :
Michelin Salomon Giulia; Goss Enrichetta;
Odin Rachele; Armand Hugon Cario, Ezio,
Emma; Musso Amos Paolo, Franco, Sal’a,
Myriam, Erica; Riroire Liliana, Violette, Silvio; Eynard Marie, Joseph; Jourdan Paolo.
Gli interessati possono rivolgersi al Pastore G. Comba, Via IV Novembre, 107, Roma. ,
.Cponaica Valdlesç
Domenica 3- febbraio, lieta, giornata di
fraternità tra la parrocchia di Rorà e le due
parrocchie di Angrogna. Una bella delegazione deiru.G.V. di Rorà, guidata dal suo
pastore, è venuta a passar la giornata quas- •
8Ù. E’ stata notata la loro compattò presenza ,al.culto ed il loro fervido contributo ai
canti. Nel pomerìggio la scuola era stipata:
l’Unione delle Madri occupava quattro fitte
file di posti e la gioventù il resto.
Il pastore Geymet ha esaltato l’amore dei
' Valdesi per la lol-o terra e la necessità di collàborare con la Pro Valli per darle puovo
incremento dal lato materiale ^ome da quel' lo morale ed intellettuale.
poi i giovani di Rorà hanno recitato due
drammi : « Amore e peccato » e « Amore e
martirio»; l'amore guidato solo dagli istinti conduce alla degradazione, iha quando è
sorretto e guidato dalla fede conduce alle
vette della sublimazione. Un-messaggio che.
era ad un tempo una, coraggiosa testimonianza cristiana, è stato recato dairanziano
Aldo Tourn.'
Infine la ben nota commediola : « Il mugnaio di Ciantarana», eseguito con spontaneità e disinvoltura, ha aggiunto una nota
di gaiezza al fraterno incontro.
Ringraziamo vivamente il Pastore e l’Unione di Rorà per la loro buona e benefica
visita. Benefica perchè il provento della, recita è andato a beneficio della parrocchia di
Angrogna ed all’opera fra la sua gioventù.
— Sono stati celebrati i seguenti matrimoni ; Sarù Giovanni, di San Secondo di Pinerólo, con Rivoira Maria di Giovanni, dei
Zonart; Sevcnni Cesare, di Gàgliola, con Rivoira Lina di Alessio, dei Stringai; Rertot
Enrico Att^s di Luigi, dei Malans, con Buffa. Alice di Alessio, del Bouscias.
La benedizione'del Signor« scenda su questi nuòvi focolari.
Martedì 29 gennaio, nel corso della riunione qiiartierale ai Coisson, è stata presentata al S. Battesimo la bambina Malan
Vanda di Alberto ed Elda (Coissons).
' Benedica il Signore la bambina ed ì suol
genitori.
--- Desideriamo ancora da queste colonne
esprimere la nostra viva, fraterna ricofioscenza al pastore Enrico Gcyuiet ed alla
U.G.V. di Rorà, per la loro graditissima visita e per la piacevole ed edificante serata
che essi ci hanno fatto trascorrere domenica scorsa, nel Tempio del Serre. A loro diciamo ancora: «Arrivederci presto a Rorà,
se piace a Dio». e. a.
era
Sabato 26 gennaio ebbe luogo la^epqltura della signora Edith NiccoliniSron, vedova del pastore A. B. Tron, deceoma àH’età
di 90 anni. Una gran folla ha assistito alla
cerimonia funebre in Chiesa ed al Cimitero
Evangelico. La nostra venerata sorella in
fede lascia un ricordo benedetto di operosità e di fede nella Chiesa e fra le antiche
alunne deiristituto di Vallecrosia, dì cui è
stata direttrice zelante ed esperta dal 1891
al 1913. Fino ai suoi ultimi giorni fu assidua fréquentatrice dei nostri culti, cui non
mancava mai, anche se il tempo era sfavorevole e grande la distanza per recarvisi.
Non cessò di interessarsi a tutte le opere
della Chiesa e a non poche Istituzioni filantropiche e benefiche cittadine e nell’ambito
della Colonia Inglese, facendo opere di bene
finché potè farle, fino cioè ai tristi giorni
dell’ultimo procelloso inverno che, con i suoi
terribili bombardamenti dall’aria, da terra
e dal mare, ebbero gravi ripercussioni sul
suo fisico, specialmente in seguito a ferita
dovuta allo scoppio di una granata nel rifugio dove si trovava.
Rinnoviamo alla famiglia afflitta l’espressione della nostra simpatia cristiana.
S. Cio’ranni
Il 30 gennaio, con larga partecipazione di.
parenti e cdnoscenti ha avuto luogo il funerale del sig. Davide Rertin, deceduto dopo
breve malattia alla Carierà di Bricherasio,
in età di 78 anni.
Il 29 gennaio è improvvisamente e serenamente.spirato il siS- Giovanni Amoulet, in
età di 65 anni, in via 1“ maggio 66, presso
alle sorelle, ch’egli era andato a visitare.
Alle famiglie provate da questi lutti ed ai
^ai’efiti tutti, ie nostre sentite condoglianze.
— li 2 febbraio è stato celebrato, nel no"stro Tempio, il matrimonio del sig. Albérto
Odin (Tetti Fratti), colla slg.na Olfvia Rivoire (Fucine di Rorà). Ai giovani .sposi i nostri migliori auguri.
—i L’annivei’sario della nostra emancipazione sarà celebrato, domenica 17 corrente,
con un culto commemorativo alle 10.30, nel
nostro Tempio. Alle 12.30, nella Sala Alharin, ci sarà la tradizionale agapef (Le iscrizioni si ricevono improrogabilmente, fino al
12 febbraio, presso la Cartoleria Bonilet, agli
Airali, e presso la Tabaccheria Eynard a
San Giovanni). Una serata famigliare sarà
pure .organizzata dalla gioventù per i membri della Comunità, alle 20.30, nella Casa
Valdese. . ' '
■>e»rara-lflani^lij
Nell’assembTea di chiesa del 27 gennaio
sono stati rieletti, con lusinghiera votazione,' gli anziani dei quartieri di Traverse e
del Forengo, sigg. Umberto Poét e Pascal
Edmondo: A revisori dei conti per l’anno in
corso, i signori Poèt Filiberto e Ribet Adolfo.
COMUNICATO
E’ aperto il concorso per l’assegnazione
della Borsa di studio «Generale Martinat»
per l’anno 1945-46. Possono concorrere tutti gli studenti valdesi delle parrocchie della
Val Germanasca, San Germano e Pramollo. La domande devono essere rivolte, entro
un mese dalla data del presente comunicato, al Concistoro delia Chiesa di PerreroManiglia.
l»ellÌC4
E’ deceduto all’età di 77 anni, il signor
Giacomo Armand Rose (Ravadera), dopo
breve malattia.,Esprimiamo ai parenti la nostra viva simpatia cristiana.
—• L’assemblea elettorale ha riconferUiato
nella loro carica i signori Ferdinando Bonnous, Daniele Costàhel e Enrico Margiuiiti,
anziani rispettivamente dei quartieri di Villa I, Coppi.eri e Villa II, ed ha eletto tre
nuovi anziani per i quartieri, dei Simound,
Santa Margherita e Tagliaretto nelle persone della signorina Virginia Beux, insegnante, Silvio Rivoir e Giovanni Stallé.
PERSONALIA
I nostri migliori auguri al doti, Roberto
Peyrot, già studente del nostro Collegio, che
ha conseguito a pieni voti, presso l’Università di Torino, la laurea in Filosofia.
Culti per* radio
XoRiN«: Ogni domenica dallo or# 11.15 olio
ore 11.45.
Milano: ogni domenica dalle ore 11.15 olle
ore 11.30.
yBNKZiA: ogni domenica dalle or« 11.30 alle
ora 11.45.
Firenze: ogni domenica dalle ore 19.30 olle
ore 19.50 (lunghezza onda no. 281).
Roma : ogni domenica dalle ore 15 olle
ore 15.15.
Trieste: ogni-domenica dalle ore 12 olle
ore 12.30,
Cagliari; ore 7.45 (aUa domenica - quindicinale).
culto radio TORINO
Domenica 17 febbraio, alle ore 14.15, la
stazione Radio di Torino trasmetterà una
commemorazionq^^ della Emancipazione dei
Valdesi.
La Corale della Chiesa di Torino canterà
¡1 «Giuro di Sibaud».
Alberto Ricca: Direttore
Autorizzizione N. P 356 dcIi’A.P.B.
LINO TIPO ARTI GRAFICHE - TORRE PELUCl
LINEA FERROVIARI A
Torre rdlice — BricLerasio — Pinerolo — Torino
Torre Pellice
Bricherasio
Torino
Torino
Bricherasio
Torre Pellice
P
a.
P
a.
P
a.
P.
a.
4.40
4.56
5.12
6.40
5.20
5.35
6.18 8.55 12.25 16.35 18.25
6.33 9.10 12.41 16.50 18.41
6.35 —— 12.45 . 17,00 18.48
8.15 14.20 18.25 20.30
6.25 7.55 13.10 — 18.30
8.06 9.19 14.41 — 20.00
8.19 9.30 14.45 17.10 20.02
8.35 9.45 15.00 17.25 20.18
I viaggiatori in partenza da Torre Pellice alle ore 4.40 ed alle ore 16.35 trasborderanno a Bricherasio sui treni provenienti da Barge.
T viaggiatori in partenza da Torino alle 7.55 proseguiranno da Bricherasio su apposito treno. , _
Sono soppressi alla domenica i seguenti treni ;
p. Torre Pellice 12.25— p. Torino 13.10
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