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Anno 119 - n. 28
15 luglio 1983
L. 500
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Gruppo 1 bis/70
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a : casella postale - 10066 Torre Pellice.
Sis. FEIJ.reRIWI Elio
Via Caiuti Liberta’ 3
10066 TORRE PELLIGS
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
Le notizie apparse sulla stampa
non sono così precise da permettere una conoscenza esatta del
l’atto in tutti i suoi particolari;
ma una cosa è certa: il governo
laburista di Malta ha deciso l’esproprio di quelle proprietà della
chiesa cattolica nell’isola che non
abbiano una giustificazione giuridicamente valida (acquisto o
donazione).
Secondo i primi apprezzamenti il provvedimento riguarderebbe circa l’80% delle proprietà
della chiesa. Non è chiaro se l’esproprio è previsto a titolo gratuito o con qualche provvedimento compensativo, come avvenne
a suo tempo in Italia quando analoghi espropri furono compensati con l’istituto della «congrua»,
che costa ancor oggi circa 120
miliardi annui allo stato italiano.
La spiegazione di questa decisione, che arriva con ritardo secolare nei confronti di quanto avvenne in molti altri paesi, sta nel
desiderio governativo di sviluppare l’intervento pubblico nel
campo assistenziale ed educativo,
rompendo il quasi monopolio
della chiesa cattolica e spostando
allo scopo da questa allo stato
un notevole ammontare di risorse.
Naturalmente il provvedimento
ha suscitato vibrate proteste da
parte dell’episcopato locale e del
Vaticano, che intende continuare i negoziati in corso per arrivare ad una soluzione concordata.
E opposizione aperta del partito
democristiano locale, che nelle
ultime elezioni ha dimostrato la
sua forza ottenendo più voti dei
laburisti e meno deputati, grazie
al sistema elettorale assai simOe
a quello inglese.
Che significato può avere oggi
questa vicenda?
Si può intanto rilevare che il
provvedimento impone un riesame delle origini delle proprietà
della chiesa. Sono infatti ben distinte quelle che hanno una origine giuridicamente certa da
quelle la cui origine si perde nella notte dei tempi, con sistemi
di acquisizione che, a Malta come altrove, tengono probabilmente più ad appropriazione di
beni pubblici e/o collettivi, che
non a procedimenti accettabili
oggi.
Si può aggiimgere che il fenomeno chiamato della «mano morta», che irrigidiva il mercato immobiliare impedendone la normale evoluzione ed una maggior
valorizzazione delle risorse, viene in tal modo, se non eliminato,
certo limitato.
È anche sotteso a questa situazione il concetto della responsabilità dello stato nei problemi
della educazione e della assistenza, non delegabili ad altri, se non
per aspetti complementari. È uno
dei problemi che ritardano ancora qui da noi la famosa revisione concordataria. E possiamo infine aggiungere che quanto sta
aUa base delle nostre Intese (il
nessun onere dello stato per le
attività delle chiese) trova una
indiretta riaffermazione nelle decisioni maltesi.
L’approvazione della legge non
è che un principio; rimane da vedere come i contatti in corso
con U Vaticano potranno condizionarne l’applicazione.
Niso De Michelis
INTERVISTA A PAOLO RICCA DI RITORNO DAGLI STATI UNITI
Missili: equilibrio o squilibrio?
Dall’Europa siamo andati ad offrire la nostra collaborazione per una battaglia comune secondo la tesi che l’istallazione degli euromissili non è un fattore di equilibrio ma di squilibrio
Il prof. Paolo Ricca, della Facoltà valdese dì teologia, ha
partecipato ad una settimana intemazionale organizzata da
diversi gruppi cristiani tra cui il « Clergy^ and Laity Concerned», V«’American Friend Service Commission» (Quaccheri)
e il « Movimento internazionale della riconciliazione » sulla
situazione attuale del movimento pacifista negli Stati Uniti e
sull’impegno delle chiese. Alla riunione ha partecipato una
dozzina di personalità di diversi paesi europei. Al suo ritorno
in Italia il prof. Ricca ha rilasciato un'intervista all’agenzia
di stampa nev che riproduciamo.
— In Europa non vi è sempre
un’immagine chiara delle posizioni delle chiese sulla pace in
USA. Si sa dei vescovi cattolici,
che si sono impegnati per la pace, in contrasto col governo e
si sa di gruppi evangelici conservatori che invece stanno col governo. Ma si sa molto poco defie
chiese protestanti che invece costituiscono la maggior componente del cristianesimo americano. Come stanno le cose realmente?
— Le grandi chiese storiche
americane sono molto importanti, anche se in Italia se ne parla
poco: esse hanno posizioni molto vivaci, o quanto meno molto
avvertite, su tutti questi problemi. In effetti anzi sono proprio
queste chiese che offrono spazio
a un’opinione che in Europa definiremmo « di sinistra » e che
negli USA è priva di una sua
propria rappresentanza politica
e istituzionale, non ha strumenti
di partito per esprimersi. I movimenti per la pace vivono in
qualche spazio, che dà loro un
appoggio ideale, e anche materiale.
— Le chiese storiche hanno allora una esplicita posizione pacifista?
— Non credo che si possa dire questo, sarebbe eccessivo. Ma
c’è un raccordo, una comunicazione aperta. Intanto c’è la United Church of Christ che ha deciso di costituirsi come « santuario » per offrire asilo politico e
appoggio economico agli immigrati dai paesi delTAmerica latina oppressi da regimi dittatoriali. Essere tm « santuario », nel
senso dell’Antico Testamento, significa essere una terra di rifugio e offrire pubblicamente protezione, anche in contrasto con
la politica del governo. Vi sono
anche delle comunità locali che
hanno fatto la stessa scelta; si
tratta di un aiuto che non è solo
umanitario, ma vuole essere politico. In queste chiese storiche
il movimento per la pace è relativamente forte e dinamico.
— E gli evangelici conservatori?
— E’ una realtà che esiste, ma
che è stata sopravvalutata. Comunque nel corso del nostro
viaggio da quel settore non abbiamo avuto reazioni.
— E’ stata importante la pre
FEDE EVANGELICA E RAPPORTI INTERPERSONALI - 2
Amore e matrimonio
Mogli, siate soggette ai vostri mariti, come al Signore; poiché il
marito è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa,
egU, che è il Salvatore del corpo. Ma come la Chiesa è soggetta a
Cristo, cosi debbono anche le mogli esser soggette a’ loro mariti in
og;ni cosa. Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, aifin di santificarla, dopo
averla purificata col lavacro dell’acqua mediante la Parola, afiin di
far egli stesso comparire dinanzi a sé questa Chiesa, gloriosa, senza
macchia, senza ruga o cosa alcuna simile, ma santa ed irreprensibile.
Allo stesso modo anche i mariti debbono amare le loro mogli, come
i loro propri corpi. Chi ama sua moglie ama se stesso. Poiché niuno
ebbe mai in odio la sua carne; anzi la nutre e la cura teneramente,
come anche Cristo fa per la Chiesa, poiché noi siamo membra del
suo corpo. Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e s’unirà a
sua moglie, e i due diverranno una stessa carne. Questo mistero è
grande; dico questo, riguardo a Cristo ed alla Chiesa. Ma d’altronde,
anche fra voi, ciascuno individualmente cosi ami sua moglie, come
ama se stesso; e altresì la moglie rispetti il marito.
(Efesini 5: 22-33)
Nel testo di Efesini 5 si parla
esplicitamente del rapporto tra
mogli e mariti.
Vi sarete accorti, leggendo la
vostra Bibbia, che il problema
dell’incontro dell’uomo e della
donna non è sempre affrontato
nello stesso modo. Una è la riflessione sull’amore; altra, parallela, è la riflessione sul matrimonio - la prima riguarda una
tematica generale, la seconda
cerca di esaminare una "istituzione”. Molto semplicemente,
questo vuol dire che può esistere
l'amore senza matrimonio (e lo
si può constatare), ma può anche esistere il matrimonio senza
amore.
E’ anche importante dire che
né l’amore tra uomo e donna né
l’istituzione del matrimonio sono caratteristiche dei cristiani
(possiamo dirlo in questo modo; non esiste una caratteristica
cristiana nel matrimonio, né c’è
il matrimonio cristiano: ci sono
invece dei cristani che si amano,
ci sono dei cristiani che si uniscono in matrimonio). Di questo parleremo quest’oesi, a questi parla la lettera di Paolo agli
Efesini. A loro si dice qualcosa;
non si dice qualcosa sul matrimonio, si dice invece qualcosa
a delle persone che sono mogli e
mariti.
Che cosa dice il testo? Cerchiamo di fare un elenco delle indicazioni:
a) c’è innanzitutto un parallelismo. Ci si rivolge alle mogli (v.
22), ci si rivolge ai mariti (v. 25).
In un tempo in cui le donne, dal
punto di vista legale, non contavano quasi niente, questo fatto ha un significato che non possiamo trascurare (e si può dire
che proprio per questa situazione giuridica diversa il discorso
fatto ai mariti è più lungo!);
b) il rapporto che è indicato
tra marito e moglie e tra moglie
e marito non è assoluto (perché
varia da persona a persona e
non si può generalizzare), ma è
in relazione al Signore Gesù Cristo che ha amato e che si è dato;
c) le persone che Gesù Cristo
ha amato, per cui si è dato, sono
viste come un tutto, sono il corpo, sono la chiesa (questi sono
i termini adoperati): questo significa, mi sembra, che Gesù vede non alcuni aspetti — che possono essere macchie o rughe, non
belli — ma tutto il corpo, la chiesa, « gloriosa, senza macchia e
senza ruga o cosa alcuna simile ». Colui (o colei) che si ha davanti a sé e che si ama appare
santo/a e irreprensibile, diventa
irreprensibile perché amato/a;
d) la descrizione della relazio
Eugenio Rivoir
(continua a pag. 2)
sa di posizione dei vescovi cattolici?
'#'1'
— Certamente lo è stata. Non
tanto per i contenuti, che sono
simili a quelli già espressi, anche da più tempo, dai settori protestanti; ma perché con la sua
forza numerica e la sua centralizzazione, quello che fa la chiesa cattolica finisce per avere un
impatto particolare.
^ In che modo la vostra settimana per la pace si è inserita
nel quadro più generale dei movimenti americani?
— Il tema era quello dei missili e della loro istallazione in
Europa. Dall’Europa siamo andati a offrire la nostra collaborazione per una battaglia che è
comune. Può essere interessante ricordare la tesi centrale, che
abbiamo esposto in più occasioni; e cioè che l’istallazione dei
missili Cruise e Pershing non è
un fattore di equilibrio, ma di
squilibrio. Questo per diverse
ragioni.
Prima di tutto perché gli attuali SS 20 sovietici sono già
« equilibrati », non a terra, ma
per mezzo dell’arsenale nucleare
sottomarino; metterne altri a
terra, in più, significa modificare un equilibrio che già esiste.
In secondo luogo, l’Unione sovietica non ha un reale interesse politico a modificare la situazione europea. Lo status quo le
va bene, perché per lei il reale
confronto si svolge nel terzo
mondo. Infine, i nuovi missili,
Pershing e Cruise, sfuggono più
facilmente ai controlli esterni;
ora se questa minore « verificabilità» può piacere moltissimo
ai militari, essa crea xma complicazione diplomatica: come è
possibile verificare concretamente un disarmo bilanciato, che poi
è lo scopo politico che si deve
raggiungere?
— C’era, nel vostro discorso
sulla pace, un tono o un argomento specifico in quanto rappresentanti di chiese cristiane?
— No e sì. NO, perché in campo politico o militare o diplomatico non abbiamo certo argomenti specifici. Se mai era importante che noi, gente di chiesa, avessimo proprio quelle po
(continua a pag. S)
Sinodo delle chiese
valdesi e metodiste
Il Sinodo, secondo quanto disposto dall’Atto n. 93 della'
sessione sinodale europea 1982 è convocato per
domenica 21 agosto 1983
I membri del Sinodo sono invitati a trovarsi neH’Aula Sinodale della Casa Valdese di Torre Pellice alle ore 15.
II culto di apertura avrà inizio alle ore 15.30 nel tempio di
Torre Pellice, e sarà presieduto dal past. Giorgio Girardet.
Il Moderatore della Tavola Valdese
Giorgio Bouchard
2
2 vita delle chiese
1
IL PUNTO SULL’INTEGRAZIONE VALDESE-METODISTA
Cos'è l’integrazione?
Dopo aver spaziato sull'orizzonte del progetto integrativo
cori l'articolo di Giorgio Spini, torniamo a delimitarne il perimetro costitutivo. Lo facciamo stralciando dalle risposte
che ci ha dato Giorgio Peyrot i dati essenziali degli apporti
delle due componenti e una valutazione critica sulla scarsa
divulgazione che è stata fatta del Patto di Integrazione.
Gli apporti delle due componenti furono attentamente valutati allorché il Patto fu steso,
sulla base di una vastissima documentazione (oltre 1500 documenti) che erano stati prodotti
nei tre decenni di incontri preparatori. Ed un accordo è stato
raggimito, ed il Patto concluso,
proprio nerché si è potuto constatare che ciascuna delle due
parti, e dalle due parti congiuntamente, che attesi gli apporti
rispettivi, valeva la pena di mettersi insieme per tentare di vivere Gesù Cristo in comune. Ciò
perché le differenze erano poche
e gli apporti rispettivi complementari.
Tali apporti risultano in modo
specifico dal dettato stesso degli enunciati del Patto:
Anzitutto i riconoscimenti determinanti e rispettivi, emmciati
negli artt. 1 e 2 del Patto, che
testimoniano dell’innesto integrante delle Chiese delle due denominazioni.
Quindi occorre considerare che
il Patto pone in evidenza i valori
dì ciascimo dei due gruppi di
chiese attraverso quelle specifiche garanzie che le chiese valdesi hanno voluto fossero assicurate a quelle metodiste e viceversa. Tali garanzie pattizie formano l’essenza della avvenuta integrazione e valgono ad assicurare
a ciascuna delle componenti il
proprio apporto continuativamente — ed è questo che conta
— all’insieme di chiese che ne è
conseguito quale « unico corpo
che vive della sola Grazia del
Signore » (a. 4).
Le garanzie assicurate dalle
chiese valdesi alle metodiste possono riassumersi nelle seguenti:
una struttura amministrativa e
finanziaria loro propria, stabilita
nelTOpcemi (a. 39) quale sicurezza della conservazione del patrimonio; l’autonomia dei rapporti
ecumenici (a. 8) per cui la identità denominazionale propria delle chiese metodiste può continuare ad avere il proprio sviluppo; la conservata identità delle
singole persone aventi parte nelle chiese locali metodiste (a. 10)
e quella delle stesse chiese che,
conservando la propria regolamentazione, permangono nella
condizione da esse prescelta (a.
24); l’inserimento del sistema
dei circuiti nel quadro dell’ordinamento generale comune (a. 28);
Tinserimento alla pari con le
preesistenti valdesi, delle singole
chiese metodiste nell’unico sinodo espressione della « conseguita
integrazione », luogo dove le chiese metodiste e valdesi « manifestano la loro unità di fede e di
discipline » (a. 30); Tinserimento
nell’ordinamento comune di una
più precisa caratterizzazione delle funzioni dei predicatori locali
e di una loro adeguata struttura
(a. 35); Tinserimento nella vita
ecclesiastica comune delle opere
metodiste con i loro caratteri
specifici (aa. 45, 46, 47).
Le garanzie assicurate dalle
chiese metodiste alle valdesi si
possono concretare nelle seguenti: l'accoglimento da parte metodista dell’ordinamento ecclesiastico valdese per tutto quanto
concerne l’impianto dell’integrazione al livello dello sviluppo degli interessi comuni (a. 6); il
mantenimento del corpo ecclesiastico comune nei termini stessi in cui lo esprimeva la disciplina valdese (a. 4); il mantenimento della confessione di fede storica del 1655 (a. 5); l’autonomia
del modo di svolgere i rapporti
ecumenici (a. 8); l’identità personale e quella delle chiese locali secondo le proprie connotazioni denominazionali valdesi .(a
10); la struttura sinodale valdese
quale manifestazione comune
della raggiunta unità di fede e
di discipline di tutte le chiese
integrate (a. 30).
Queste garanzie non rappresentano soltanto delle assicurazioni
oggettive occasionalmente date
in via statica al momento della
stipula del Patto. Esse assicurano il mantenimento dinamico
della integrazione nel tempo secondo quei criteri di armonia e
di equilibrio nei rapporti di presenze, di forze e di capacità
espressive delle due componenti,
rendendo possibile, a partire dal
momento del Patto e in avanti
nel tempo, che vengano resi, nel
quadro deU’integrazione ed ai
termini della stessa, tutti quegli
apporti sui vari problemi inerenti la vita ecclesiastica ed a quella dei credenti nella società umana, che le chiese ed in ispecie
i loro componenti sapranno enun
ciare secondo la specifica ed autentica identità di ciascuno.
Si tratta cioè delle modalità per
assicurare che valdesi e metodisti pur vivendo una medesima
vita ecclesiastica secondo modelli decisi in comime, possano continuare ad essere loro stessi in
tutte le loro connotazioni distintive. Questo in sintesi è Tappor
to delle due componenti che esse
stesse hanno voluto garantire per
il futuro con l’integrazione. Questa infatti non ha voluto essere
una unione od una fusione degli
uni con gli altri, ma un mettersi
insieme per un’azione comune.
Qgnuno può pertanto conferire
nell’integrazione tutto ciò che di
distintivo e di proprio egli ha,
ponendolo a disposizione dell’altro ed avvantaggiandosi delTapporto altrui.
Come venne a suo tempo più
volte precisato, l’integrazione si
attua per somma di caratteri e
di apporti propri a ciascuna delle componenti, in modo che i
contenuti dì ciascuno vengano
valorizzati nell’incontro con l’altro. Ragione questa per cui non
si è voluta un’imione, né una fusione in cui nel sogno di crear
cose nuove, si sottraggono al pa
Iniziano gli incontri estivi
PERRERO-MANIGLIA — Co
m’è tradizione ormai, la riunione
di Grangette ha inaugurato la serie degli incontri estivi all’aperto. È sempre hello rinnovare questi appuntamenti che ci danno la
possibilità di incontrare dei fratelli che Testate ritornano ai villaggi di origine. Le prossime riunioni del mese di luglio si terranno a Lorenzo domenica 10 e a
Parant domenica 31. Inizio ore 15.
anno di vita in comune.Questo
anniversario è stato ricordato
nel corso del culto di domenica
3 luglio, presieduto dal past. B.
Rostagno.
• Agli interessati si ricorda che
sono ancora aperte le iscrizioni
per i due campi di Vallecrosia.
Lutto
• ® improvvisamente mancata
Clementina Pons di anni 69, del
Forengo. Un gran numero di persone ha voluto testimoniare con
la sua presenza al funerale la
simpatia per questa sorella umile e disponibile. Ai parenti tutti
va il pensiero affettuoso della
Comunità.
Riunione alla Balsiglia
MASSELLO — Segnaliamo la
prossima riunione estiva per
Massello, che si terrà alla Balsiglia domenica 31 luglio. Inizio
ore 15.
SAlN SECONDO — Un altro
lutto ha colpito la comunità con
la morte della nostra sorella Giuditta Avondet ved. Bertaiot
(Brea-Miradolo). Stava per raggiimgere il 92° traguardo ma lunghi giorni di sofferenza hanno
troncato la sua vita. Il funerale,
svolto domenica 3 luglio dal pastore Davite appena rientrato
dal Madagascar, è stato seguito
da numerose persone che hanno
voluto circondare la famiglia con
la propria solidarietà.
Rirmoviamo alla figlia Anita
sentimenti di fraterna simpatia.
Culto all’aperto
Lutto
Lutti
FOMARETTO — Due lutti
hanno ancora funestato la nostra comunità. Domenica 3 luglio si sono svolti i funerali dei
nostri fratelli; Rostan Gioele di
Pomaretto (Forte Luigi) deceduto presso l’Ospedale valdese di
Pomaretto all’età di anni 84, e di
Siondino Adolfo di Inverso Pinasca, deceduto anche lui presso
l’Ospedale Valdese di Pomaretto all’età di armi 62.
VILLASECCA — L’Evangelo
della resurrezione e della vita
eterna è stato ancora una volta
per la nostra comunità la forza e
la speranza cristiana in occasione
del funerale di Ida Ciot.
• Domenica 24 luglio, ore 15,
riunione alla Rivoira Superiore
(Riclaretto).
Ringraziamento
Ai familiari di questi nostri
fratelli in lutto la simpatia cristiana della comunità.
Matrimoni
Lunedi 30 maggio la Commissione Istituti Ospitalieri Valdesi
si è incontrata al Rifugio Re
Carlo Alberto con il personale
in occasione della entrata in pensione della cuoca, signora Rita
Fraschia.
FRALI — A Paola Grill di Pomieri e Fernando Long di Inverso Pinasca, unitisi in matrimonio
sabato 25 giugno, vanno gli auguri e la simpatia della comunità.
Gli stessi auguri la comunità
li rivolge a Ida Martinat e a Alessio Genre, di Orgere, che, unitisi in matrimonio nel lontano 1930
stanno vivendo cosi il loro 53°
Apre l’incontro il pastore Cipriano Toum con una breve meditazione biblica centrata sul passo Efesini 4: 13 e seg. e con una
preghiera di intercessione per
gli ospiti e il personale.
Segue una vivace conversazione in cui vengono esaminati alcuni aspetti del servizio al Rifugio; poi in modo più familiare,
il Vice-presidente Emanuele Bo
Partecipazioni
personali
Apprendiamo che la prof.ssa
Marcella Deslex Giacomelli, titolare di lingua francese nella
Facoltà di Magistero di Torino,
è stata recentemente nominata
« Chevalier de TOrdre des Palmes Académiques».
Felicitazioni.
15 luglio 1983
trimonio comune i caratteri distintivi necessariamente diversi
degli uni e degli altri. L’integrazione infatti si realizza sommando gli apporti, cioè ciò di cui ciascuno dispone, molto o poco che
sia, e non cancellando le diversità nella illusione che nelTuniformità, anche se piatta, sorga
l'unione. Per questi suoi caratteri l’integrazione è una esperienza ecumenica di primaria importanza.
Eppure sino ad ora nessxma
iniziativa è stata promossa per
sviluppare la conoscenza della
portata dell’integrazione e le disposizioni del Patto, in seno alle
chiese locali. A tutt’oggi non è
ancora a disposizione del pubblico la raccolta delle discipline ecclesiastiche che sono sorte come
sviluppo della Disciplina generale del 1974 e del Patto del 1975.
L’avvenuto rinnovo della regolamentazione è stato un avvenimento del tutto trascurato. Nella carenza di tale pubblicazione
si sarebbe potuto quanto meno
organizzare ad Ecumene o ad
Agape qualche campo, o approfittare di qualche conferenza distrettuale o riimione di circuito,
per diffondere, sulla base di adeguati seminari, la conoscenza di
cosa comportava la integrazione
e far così maturare una mentalità adeguata alla sua attuazione.
Nulla di tutto ciò. Si è lasciato
che ognuno, ignorando il Patto,
se lo applicasse a modo suo.
Quindi spesso in modo erroneo o
sbiadito.
Giorgio Peyrot
Matrimonio
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
sio (il Presidente è assente per
una improvvisa indisposizione),
rivolge sentite parole di ringraziamento alla signora Fraschia
per i 30 anni di servizio come
cuoca; poi il direttore sig. Franco Sappè offre alla signora Fraschia un ricordo da parte della
direzione, e una collega un ricordo da parte del personale.
Alla signora Fraschia rinnoviamo i nostri ringraziamenti e i
nostri auguri di giorni lieti e sereni nella comunione fraterna.
LUSERNA SAN GIOVANNI
— Seguendo un’abitudine ormai
tradizionale, anche quest’anno in
località Castlusset, domenica 17
c.m. alle ore 15.30, avrà luogo un
culto all’aperto sotto i castagni.
Tutti sono invitati ed in modo
particolare gli abitanti della zoza collinare che non sempre la
domenica mattina riescono ad
essere presenti al culto ai Bellonatti.
• Per la sottoscrizione a favore dei profughi della Nigeria e
delle popolazioni della Polonia
indetta dalla Federazione delle
Chiese Evangeliche in Italia, è
stata collocata alTuscita del tempio una cassetta che rimarrà
esposta per tutto il mese di luglio.
Raccomandiamo a tutti i membri della comunità di essere solidali con chi soffre. L’offerta può
anche essere fatta tramite il pastore od i membri del concistoro.
• Il concistoro è convocato la
sera di martedì. 19 c.m. alle ore
20,30 per comunicazioni e decisioni che non possono essere
rinviate.
(segue da pag. 1)
ne tra marito e moglie e tra moglie e marito non è uguale; questo ha spesso creato problema
(come può il rapporto fra uomo
e donna essere diverso dal rapporto fra donna e uomo se Cristo ha amato l'uno e l'altra? Ricordate? « non c'è più fra voi né
maschio né femmina, perché voi
tutti siete uno in Cristo Gesù » Galati 3: 28). Nella società di
Paolo c'è un rapporto diverso
per legge, per comportamento,
per uso, per abitudine; ma Paolo trasforma dall'interno questa
diversità e fa vedere come nella
relazione con Gesù, Signore della comunità dei credenti. Signore della storia e del mondo, questa diversità scompare. Quello
che sembra non essere uguale,
Gesù lo ha fatto essere uguale
(«mogli siate soggette... come al
Signore; il marito è capo... come
Cristo è capo della chiesa; mariti amate... come Cristo ha amato»), «Questo mistero è grande, dico questo rispetto a Cristo
e alla chiesa »: il credente sa come Cristo è stato capo della chiesa (« io sono in mezzo a voi come
colui che serve »). La disuguaglianza iniziale è fatta diventare
uguaglianza, la signoria diventa
amore. In questo senso l'indicazione può essere capovolta, può
cioè esser valido per l'uno quello che è detto per l'altra (possiamo osare queste affermazioni:
'chi è signore ama', 'chi ama è
signore'?).
Se il testo dice questo a dei
credenti, quale è il messaggio
evangelico rivolto a moglie e marito? Credo che si possa dire questo a coloro che si sono sposati:
'Voi, l'uno e l’altra, avete deciso
di vivere con un patto che avete
voluto rendere pùbblico; questa
è stata la vostra decisione, avete
voluto dichiarare la vostra volontà di vivere in questa vostra
relazione. Come tutti i patti della storia, si tratta di una relazione imperfetta; voi lo sapete, ma
sapete anche che delle possibilità di aiuto vi sono offerte che
vanno al di là del momento, dell'entusiasmo e della passione. Si
tratta di un tentativo di darsi
una mano e di darsi forza; a questo siete chiamati (e accettate
dì essere chiamati) l'uno e l'altra. Insieme si può cercare di capire che cosa voglia dire nel tempo amarsi, sostenersi.
Nel matrimonio non c'è quindi da parte dei credenti tanto
un messaggio da dare quanto
un messaggio da ricevere: i due
sposi ricevono (e, naturalmente,
come possono trasmettono) l’annuncio dell’amore di Dio, lo annunciano insieme. Essi vivono
sapendo che questo annuncio
rimane.
Eugenio Rìvoir
Comunicato
Corali valdesi
Le Corali Valdesi sono ormai
in vacanza, avendo terminato la
loro attività con la bella Festa
di Canto di Villar Porosa ed alcuni concerti. Prima che i coralisti si disperdano per le ferie
estive, la giunta dell’Assemblea
delle Corali ricorda a tutti due
appuntamenti importanti nel mese di agosto. Domenica 21 i coralisti sono convocati per il culto
di apertura del Sinodo à Torre
Penice. Martedì 23 agosto avrà
luogo la serata pubblica del Sinodo che si terrà a Torre Pellice
stessa. Anche per questa occasione la Tavola Valdese chiede il
contributo delle Corali, che potranno animare la serata cantando alcuni inni già preparati per
la festa di canto. Tutti i coralisti disponibili sono convocati per
una prova tre quarti d’ora prima
dell’inizio della manifestazione.
Hanno collaborato a questo
numero: Paolo Cercato - Maria Luisa Davite - Bruno Gabrielli - Dino Gardiol - Lui»
Marchetti - Paolo Ribet - Aldo Rutigliano - Cipriano
Tourn - Dario Tron.
3
15 luglio 1983
fede e cultura 3
PASTORATO E RAPPRESENTANZA POLITICA GERMANIA OVEST
TRIVENETO
Il Sinodo è sovrano
Sul N. 25 Anno 73, del 24 gìujeno 1983 del settimanale « La Luce »
sono stata invitata ad intervenire ancora una volta sul problema
« pastorato e rappresentanza politica ». Ecco il mio intervento.
Come ogni organismo umano
e sociale anche la Chiesa Valdese
possiede una « linea ». Questa,
secondo la sua Costituzione, viene data da] Sinodo, che è la suprema autorità della Chiesa Valdese: il Sinodo è sovrano. Anche
la Tavola Valdese (art. 4 dello
statuto della T.V.) agisce secondo le direttive del Sinodo.
I Sinodi, fino ad oggi — se
sbaglio, per favore, desidero essere corretta — non si sono pronunciati contro una eventuede attività politica dei suoi pastori.
Nel 1976 Tordine del giorno
presentato dal past. Bertin («Il
ministefo pastorale è incompatibile con un’attività politica, in
qualsivoglia partito, a qualunque
livello. Il Pastore dev essere la_
guida, il consigliere, l’amico di
tutti i membri della comunità.
Egli deve poter annunciare l’Evangelo, tutto l’Evangelo, a tutti
gli uomini di tutti i partiti, in
tutte le situazioni. Il predicatore
dell’Evangelo deve essere libero
da tutti per poter annunziare a
tutti — anche alle autorità e ai
partiti di questo secolo — le esigenze dell’Evangelo, qui ed ora»)
è stato respinto, non approvato
dal Sinodo. Nemmeno con la
clausola: ad eccezione di Tullio
Vinay!
Non mi risulta che dopo la
bocciatura di quell’ordine del
La testimonianza
profetica non basta
giorno ne siano stati votati altri
su questo argomento in Sinodi
successivi.
Ancora: non mi risulta che, dopo l’ordine del giorno votato dal
Sinodo 1962 che riconosceva piena validità al ministero pastorale delle donne. Sinodi successivi
si siano espressi su limitazioni o
diverse interpretazioni o apnlicazioni di ordini del giorno sinodali da imporre a un ministero pastorale esercitato da donne.
C’è dunque una « linea » del
Sinodo in materia. Accettando la
candidatura alla Camera offertami dal Partito Comunista Italiano non sono andata contro la linea espressa dai Sinodi della
Chiesa Valdese.
Per questo contesto al direttore de « La Luce », pastore Franco Giampiccoli, l’atteggiamento
assunto nei riguardi della mia
candidatura. Esso risulta « fuori » dalla « linea » dei Sinodi.
« L’Eco-Luce » è il settimanale
ufficiale delle Chiese evangeliche
valdesi e metodiste. Il suo direttore è vincolato alla linea generale della Chiesa, non può — o
non dovrebbe! — e se lo fa, abusa fortemente del suo incarico —
far passare come posizione della
Chiesa considerazioni personali
— e passionali!
Nel caso della mia candidatura il problema è stato falsato fin
dall’inizio. Franco Giampiccoli
ne ha fatto un caso personale, ha
acceso una polemica nei miei
confronti in piena campagna elettorale, usando il settimanale delle chiese valdesi e metodiste per
fare propaganda elettorale, negativa, contro la mia specifica candidatura.
Il problema poteva venire sollevato, non sul mio caso specifico, ma generale a campagna elettorale terminata in vista del Sinodo, non in vista delle elezioni
come è stato fatto.
Su questo chiedo un chiaro
pronunciamento del prossimo Sinodo. Infatti la mia candidatura
alla Camera è stata attaccata in
modo diretto e subdolo, senza interruzione, durante tutto il pe^
riodo elettorale, a tutti ì livelli
possibili esistenti nella Chiesa
valdese, con la ferma intenzione
di bloccarne un’eventuale riuscita.
Chiedo spazio al nostro settimanale ancora nel prossimo numero, per dare un resoconto della mia campagna elettorale.
Gustav Adolf:
portare i pesi
gli uni
degii altri
Due incontri
Si è svolto dal 24 al 26 giugno
a Lörrach, nel Baden, regione
meridionale della Germania Federale, l’annuale festa del Gustav
Adolf Werke (vedi Eco n. 30 del
1982). Il tema delle giornate fitte di incontri era « Portare i pe;
si gli uni degli altri » e gli ospiti
intervenuti da numerosi paesi
europei hanno centrato i loro interventi sull’aiuto reciproco che
le chiese nella diaspora possono
portarsi. Da parte della Chiesa
valdese hanno partecipato il Coretto di Torre Pellice e un gruppo della chiesa di Vasto in Abruzzo.
Giuliana Gandolto
CAMBIO INDIRIZZO
Il past. Liberante Matta si è
trasferito da Trieste Monfalcone
a Pordenone: Chiesa evangelica
battista, via Grigoletti 5, 33170
Pordenone, tei. 0434/32.431.
Il Coretto era ospite della comunità di Efringen Kirchen ed
ha portato il suo contributo di
canti ad ima serata di informazione sulla Chiesa valdese e sugli evangelici ungheresi. Un fratello della chiesa abruzzese ha
dato la sua testimonianza durante gli incontri domenicali seguiti
al culto. E’ stata come sempre
una occasione estremamente interessante per la possibilità di
contatti personali con i numerosi amici della chiesa valdese in
Germania.
Caro Giampiccoli,
vorrei esporre alcune considerazioni
sui rapporto tra fede e politica, questione recentemente tornata alla ribalta in
seguito alle valutazioni da te espresse
sulla candidatura del pastore Giuliana
Gandolfo,
Mi dispiace sia nato il caso Gandolfo », anche perché i toni personalistici
non aiutano a capire fino in fondo il
problema: quale testimonianza recano
i credenti — pastori o meno — nella
politica, avendo come dato di partenza
che essi vivono la politica come una
delle forme di servizio a Cristo e al
mondo e, inoltre, che si fa politica per
mutare in meglio la realtà. Vorrei dire
subito che è improduttivo illudersi di
cambiare la realtà solo con la testimonianza profetica; la politica è un'arte
che si basa sui rapporti di forza, sugli
equilibri, sulle opportunità: muoversi in
questo mondo ignorandone le regole o
volutamente non tenendole in considerazione è assolutamente improduttivo e
addirittura pericoloso. La seconda considerazione è che, pur facendo politica
con autentico spirito di servizio, è difficile definire con esatta chiarezza che
cosa è giusto e che cosa non lo è,
perché in politica non esistono valori
assoluti, ma solo valori relativi, tutti
commisurabili unicamente al fine che
ci si prefigge. Un cristiano pon può
stare tranquillo solo perché, facendo
politica 0 amministrando la cosa pubblica, non ha commesso illeciti: tra ciò
che è lecito e ciò che non lo è esiste
un immenso spazio indefinito di comportamenti corretti, meno corretti, coerenti, incoerenti, coscienziosi, contrari alla propria coscienza. Dico queste
cose non per negare valore alla politica
e all’impegno dei credenti in questo
campo, ma per dire che la strada dei
credenti che fanno politica è irta di
ostacoli e di dolorose crisi di coscienza: l’Evangelo è troppo eversivo del
comuni valori umani per convivere pacificamente con qualsiasi programma
politicol
Credo che dobbiamo fare politica con
impegno, con onestà, con spirito di
servizio, con concretezza, evitando
slanci utopistici che non mutano la
realtà e al tempo stesso evitando di
lasciarci invischiars nelle logiche spesso grette e partiglane dei partiti, col
rischio di dimenticare che noi siamo
solo sottoposti a Cristo e a nessuna
autorità umana.
Nel tuo intervento mi pare serpeggi
una preoccupazione che, in parte, condivido: è davvero produttivo, per la testimonianza all'Evangelo, sciogliere il
ministero pastorale nella laicità della
politica? Attenzione agli insorgenti clericalismi (sono nettamente contraria ad
inserire nel Regolamento divieti di sorta ai pastori), ma attenzione anche ad
illudersi che la testimonianza all'Evangelo si esaurisca tutta nella laicità della politica. Dobbiamo riflettere di più
sui caratteri della Chiesa per affermare
che essa, come comunità di credenti,
testimonia Cristo Crocifisso e Risorto
per la giustificazione dei nostri peccati
senza lasciarsi condizionare dalla politica dei partiti. Questa testimonianza
non frammentata nell'individualità di
ciascun credente, ma corale nella dimensione della Comunione dei Santi,
comporta un raffronto quotidiano di
ciascuno con l'Evangelo, una ricerca comune di tutti i fratelli, indipendentemente dalla loro collocazione politica. Non
possiamo rischiare che le nostre comunità diventino una somma di impegni politici individuali e non abbiano
alcuna identità di testimonianza.
Giuliana Gandolfo è libera e responsabile: nessuno può giudicarla o sostituirsi a lei nella scelta che ha compiuto.
A te e a tutti i fratelli pongo una
domanda: come rendere viva una testimonianza all’Evangelo di Cristo che sia
della Comunità, pur nella diversità di
collocazione politica dèi credenti?
Carla d’inverno Valerio, Vercelli
fosse stato accolto, si sarebbero evitati
sette anni di dispute, di incomprensioni,
nonché il sorgere della TEV (e questo
sia detto con buona pace di coloro che,
per partito preso, continuano ad arrampicarsi sugli specchi per escogitare dei ■■ distinguo »).
Devo tuttavia ammettere che anche
da parte dei firmatari della petizione
vennero commessi errori, e II più grave fu certamente quello di non aver aderito in massa alla TEV (per non compromettersi, per non volersi impegnare,
per timore di « perdere il posto » nei
concistori o in altre cariche ecclesiastiche, per non andare contro corrente,
eco.); con la loro diserzione, oltre due
terzi dei firmatari diedero infatti chiara dimostrazione di non credere nell'azione di protesta che avevano promossa, per cui riuscì abbastanza facile accantonare il problema e ignorarlo nei
Sinodi degli anni seguenti.
Le auguro comunque. Signor Direttore, che la « battaglia > che Lei sosterrà
nel prossimo Sinodo ,« per il futuro
della chiesa ■> venga capita e recepita e
costituisca la svolta d’inizio dell'auspicato rinnovamento spirituale delle nostre comunità.
Cordiali saluti.
Guido Baret, Pomaretto
Il concetto di
chiesa missionaria
La TEV aveva
ragione
Egregio Signor Direttore,
Come firmatario della nota petizione
rivolta al Sinodo 1976, ritengo sia ora
opportuno fare alcune considerazioni.
Se la memoria non mi tradisce, l’O.d.G.
scaturito dalla petizione, presentato e
clamorosamente respinto, chiedeva appunto ciò che Lei intende sostenere
ai prossimo Sinodo, cioè l’approvazione di « una norma che stabilisca con
chiarezza l’incompatibilità fra ruolo pastorale e professionismo politico ». Risulterebbe quindi perfino troppo facile,
ma logico, argomentare che, se l'O.d.G.
Caro Direttore,
mi sia consentita qualche considerazione in margine al caso Gandolfo, Mi
ha non poco stupito il fatto che mentre
alcuni noti intellettuali comunisti (AsorRosa,, M. Cacciari] si siano allontanati, piuttosto delusi, dall'attività politica
parlamentare, qualche nostro pastore
pensi ancora di poter fare di più a
favore degli emarginati, diseredati, oppressi, ecc., dai banchi di Montecitorio
che non attraverso il ministero pastorale. Data la nota inefficienza, pletoricità, farraginosità del nostro Parlamento, al massi.mo si riesce solo in
quella sede a far passare qualche più
0 meno utile legge; mentre i! pastore,
attraverso II contatto quotidiano con
giovani, anziani, donne, lavoratori, handicappati, eco., della propria comunità
e non, ha molte più occasioni di impe
Alcune
considerazioni
«Lutero e la Riforma nella
scuola » e un « Concerto » della
corale della chiesa ev. battista
di Pordenone su canti e inni di
Lutero e della Riforma questi i
due appuntamenti organizzati recentemente dalla Federazione regionale delle chiese ev. del Triveneto. E’ precisamente il 1° a
Tramonti di Sopra (Pn) presso
il Centro ec. «L. Menegon»'nei
giorni 21 e 22 maggio u.s. e il 2“
nella chiesa luterana di Venezia
dei SS. Apostoli, domenica 19
giugno u. s.
Due incontri organizzati nell’ambito del 500' anniversario
della nascita di Lutero, diversi
per le sedi in cui si sono svolti
e per i contenuti dei messaggi,
ma entrambi molto riusciti come dimostrato dal «tutto esaurito» presso il Centro Menegon
di Tramonti di Sopra e dalle numerose persone (evangeliche e
non) che hanno affollato la chiesa luterana a Venezia. Delle tre
relazioni ascoltate a TramontL
due sono state di insegnanti di
religione (laici). « Non trasformare la cattedra in pulpito, ma
quando se ne presenta l’occasione, come evangelici, fare informazione culturale» è stato uno
fra i tanti vivaci e interessanti
interventi che hanno caratterizzato le due giornate di studio.
A Venezia, invece, i fratelli della chiesa ev. battista di Pordenone con canti e inni di Lutero
e della Riforma (molto ben eseguiti) hanno dato un particolare
messaggio di testimonianza e di
evangelizzazione ; ancora una volta il canto corale è stato un atto di culto al comune Signore.
gnarsi « concretamente » a faVore di
quanti soffrono, per le più disparate
ragioni, e di svolgere un ruolo e una
funzione altamente pedagogica, educativa, di formazione e crescita umana e
intellettuale, oltre che di testimonianza
e di servizio, al fine di promuovere
quella « metanoia », senza la quale nessuna legge, per quanto buona, acquista
efficacia, come l'esperienza insegna. Al
limite, poi, avrei an^mirato molto di
più la Gandolfo se fosse andata, che
so, a svolgere il proprio lavoro e a
spendere la sua vocazione tra le braccianti pugliesi, calabresi, napoletane (o
i lavoratori di quelle zone), che non
intraprendere un « cursus honorum' »,
forse più facile e gratificante, certamente più strumentalizzabile ed ambiguo,
che non si vede bene a chi possa giovare (ha ragione, credo. Gönnet, quando esclama: cui prodest?). Mi corrono
alla memoria le figure di una Simone
Weill, dei preti-operai francesi, di un
Albert Sweitzer, che la loro fede. Il
loro amore del prossimo, il loro impegno, l’hanno vissuto concretamente a
fianco dei minimi.
Per il resto, sono ampiamente d'accordo con te e spero che su questi problemi, prima e durante il Sinodo, si faccia una più approfondita riflessione. E
soprattutto si recuperi un concetto importante e fondamentale: il concetto
di Chiesa come missionaria (« Noi ti
mandiamo... »), che presuppone un momento di riflessione, di elaborazione
comunitaria e collettiva e quindi la successiva solidarietà e sostegno di tutta
l’istituzio.ns, di tutta la Chiesa per coloro che si impegnano nei vari ministeri, nelle varie attività prescelte.
Arturo Cericola, Lus. S. Giov.
Nel dibattito sulla candidatura alla
Camera di Giuliana Gandolfo, vorrei far
emergere alcune considerazioni:
1) come comunità di Torino siamo
stati piuttosto assenti nei suoi confronti, non ci siamo fatti vivi con lei
per esprimerle il nostro parere, anche
quelli di noi che poi l'hanno votata:
praticamente abbiamo lasciato che pre
valessero le critiche rispetto alla partecipazione.
2) I più di 5.500 voti ottenuti, anche
se non sono stati sufficienti a farla eleggere, attestano comunque una approvazione non indifferente delia sua
scelta, al nostro interno e all’esterno.
3) Il fatto che un pastore accetti la
candidatura usando la sua qualifica di
pastore vaidese desta molti probiemi
all’interno della chiesa, ma è recepito
con favore all'esterno: chi intende appoggiare col voto qualcuno che sia portatore di riferimenti di fede cristiana
aiternativi rispetto a quelli dominanti,
di un modo laico di vivere la politica,
non vede in quella qualifica un'operazione clericale, ma un semplice punto di
riferimento e di orientamento, che non
emergerebbe se il candidato non si
presentasse per quello che è.
4) All’Interno, invece, i problemi
nascono non solo, ma anche, perché
il pastorato è sentito meno nella sua
dimensione di « posto di lavoro » e
più nella dimensione di « vocazione al
servizio di tutti »: il posto di lavoro,
da non confondere con le cariche tipo
presidente di regione, sindaco, ecc.,
che in molti casi generano incompatibilità, se non sbaglio è tutelato dalla Costituzione che (art. 51) dice: « Chi è
chiamato a funzioni pubbliche elettive
ha diritto di disporre del tempo necessario al loro adempimento e di conservare il suo posto di lavoro ». Perciò è auspicabile che II Sinodo, se affronterà la materia anche in vista dell'estendersi del Ifenomeno, non elevi
sanzioni che la Costituzione non prevede.
5) Infine come donna. Giuliana Gandolfo è stata più esposta ad una disapprovazione eccessiva, che si è manifestata nel confronti della sua candidatura. Non che agli scritti firmati da uomini siano attribuibili a priori intenzioni volutamente discriminatorie, ma l'averla paragonata in negativo a Tullio
Vinay (L'Eco n. 21/83), anche se nelle
intenzioni non era certo una discriminazione sessista, ne ha acquistato l'aspetto. L’aver poi coniato l’espress'ione
(L'Eco n. 24/83): ,« complesso femminicolista eccessivo che stinge in una
crisi di identità », è un atteggiamento
mentale, oltre che un linguaggio, non
proprio ugualitario, da cui emerge che
se capita di vivere una crisi, una lacerazione o qualcosa di sìmile, è chiare che !s dorino la vivranno in modo
« femminicolista », mentre gli uomini,
secondo quel che la frase citata veicola, saranno Immuni e razionali.
Oriana Bert, Torino
Ir.
4
4 ecumenismo
15 luglio 1983
UN COMMENTO Al DUE INTERVENTI DI RICCA E LACONI
CONFERENZA CRISTIANA PER LA PACE
Maria e la chiesa
La mariologia, specchio della chiesa, è il luogo teologico in cui si
ripropone l’antico dissidio sulla salvezza per fede o per opere
L’opera di G. Miegge sulla Vergine Maria, ristampata dalla
Claudiana con aggiornamento di
A. Sonelli, non poteva trovare
presentazione più adeguata sul
nostro giornale di quella avutasi
nel n. 26. Ricca e Laconi hanno
espresso con tutta la sincerità e
la competenza che si poteva desiderare i punti di vista, diversi
ed opposti, delle chiese evangeliche e delle chiese cattoliche romane (usiamo intenzionalmente
il plurale) su questo problema.
Meglio di così non si poteva
dire e più di così non è il caso
di dire; un dubbio però si è venuto facendo strada nella mia
mente, mentre leggevo e ripensavo poi al tema, un dubbio che
vorrei vedere sciolto in un dibattito. « In ultima analisi chi ha
ragione? ». Personalmente parteggio per la posizione di Ricca. E
quanto egli ha scritto è sottoscritto da tutti gli evangelici, ma
pur riconoscendo che è vero,
esatto, definito, mi chiedo se è
pertinente. Anche padre Laconi
ha ragione quando dice che bisogna guardare al Concilio, ai
teologi biblisti anziché a S. Alfonso e rivendica il nuovo corso
mariano, vero e sacrosanto, ma
è vero che una mariologia meno superstiziosa e idolatreggiante è più biblica?
Molto schematicamente cercherò di esprimere questo dubbio in
una serie di tesi.
Sei tesi
1) La mariologia, sia nell'aspetto di culto che di riflessione teologica su Maria, non è una
sovrastruttura teologica del cattolicesimo romano e dell’ortodossia orientale, ma è una struttura fondamentale della fede.
Sono di conseguenza convinto
che la mariologia non può essere eliminata dalla fede cristiana come è vissuta nella sua forma « romana » ed « orientale ».
2) La mariologia non è una
dottrina teologica ma ecclesiologica. Esprimendoci in modo meno schematico: non riguarda il
fondamento della fede, che resta
Gesù Cristo ed il suo sacrificio
vicario, ma il modo di sentire e
vivere la fede; non tocca cioè il
secondo articolo del credo ma il
terzo, solleva il problema dello
Spirito non della salvezza.
L’evangelico si adombra non
appena sente parlare di Mariologia (ed a mio avviso ha ragione)
perché vede nella figura di Maria
un’antagonista a quella di Gesù,
una sottrazione ingiustificata della sua divinità e regalità (ed in
questo ha torto). Il cattolico che
afferma di andare « a Cristo in
Maria, per mezzo di lei, con lei »
non solo è pienamente sincero,
sul piano soggettivo, ma dice
esattamente, in termini oggettivi, quella che è la sua fede.
3) Maria è stata raffigurata
fin dai primi secoli in molti modi: come madre di Gesù, donna
che tiene in braccio il Cristo
bambino, o, come nella pietà, ne
custodisce il cadavere, o come
spettatrice addolorata della crocifissione o come protettrice che
accoglie sotto il suo manto i fedeli. In tutti questi casi l’immagine di Maria è però intercambiabile con quella della chiesa. La chiesa genera Cristo, lo
segue al Calvario, ne custodisce
puntuale e coerente traduzione
della ecclesiologia romana.
Non è un caso che la riflessione su Maria chiuda al Vaticano
II il decreto sulla chiesa. E nel
catechismo degli adulti edito dalla CEI le 8 pagine consacrate a
Maria (notare: 8 su 550!) sono
giustamente nel contesto di una
riflessione sulla chiesa.
4) La ecclesiologia del concilio di Trento non è quella del Vaticano II, la Maria di Alfonso dei
Liguori non è quella di Lyonet, vero, e di questo si dovrà tenere conto; ma affermare
che la seconda è più « evangelica » della prima soltanto perché
è depurata dai suoi elementi di
pietà tardo barocca è inesatto, si
può solo dire che è cattolica in
modo moderno.
Quale Maria
e quale chiesa?
5) Il problema mi sembra
debba porsi in questi termini: la
chiesa che si riflette in Maria e
trova in essa il proprio simbolo
e la propria proiezione, che chiesa è? E’ l’ancella del Signore che
vive della grazia, certo, ma è anche l’immacolata e la corredentrice. La grazia e solo la grazia
è aH’origine della salvezza, ma
l’opera della grazia trasfigura
l’uomo (e la chiesa) facendoli
compartecipi di sé e rendendoli
capaci di produrre merito in vista della salvezza.
La Maria « graziata » dei protestanti produce il Magnificat di
LESOTHO
Apprezzamento
lavoro di Laura
per il
Nisbet
In una lettera indirizzata alla
Chiesa Valdese il pastore Nthabane della chiesa evangelica del
Lesotho rivolge un vivo apprezzamento per il lavoro svolto da
Laura Nisbet non solo come insegnante missionaria ma come
« tramite » di una viva solidarietà concreta nei confronti del lavoro evangelico a Morija (Lesotho). A propostito della difficile
situazione in cui versa il piccolo
paese africano in pastore Nthabane aggiunge: « Sulla scena politica vediamo che il nostro paese
sta andando incontro a dei tempi
molto diffìcili. Ma è sorprendente che il popolo di Dio riesce ancora a tenere la testa alta in
mezzo alla confusione. Noi sappiamo di poter contare sull’aiuto
di Dio a causa delle preghiere
dei cristiani sparsi nel mondo.
Vi chiediamo di unirvi a noi
nel ringraziare Dio che ci ha permesso di ricostruire i dormitori.
Però la parte della scuola che è
stata incendiata non è ancora agibile. La casa del direttore è
quasi finita, mentre sono in corso
i lavori per la ricostruzione della
cappella. Il reparto amministrativo e la biblioteca sono ancora in
sospeso per mancanza di fondi.
Infine preghiamo Dio perché vi
benedica abbondantemente nella
vostra testimonianza al suo meraviglioso amore ».
Lutero, l’inno alla fede della Maria credente; il « grafia piena »
della Vulgata (che non significa
che fa grazia ma che trabocca
della grazia ricevuta) produce la
Maria di Lourdes.
6) La mariologia è perciò
dopo il Vaticano II il luogo teologico in cui si ripropone in forma moderna il dissidio radicale
della Riforma: salvezza per fede
o per opere. Il dissidio non è più
oggi a livello di salvezza individuale, ma di concezione della
chiesa come luogo di salvezza.
La più eloquente sintesi di questo discorso è data dal già citato
catechismo della CEI (p. 321)
che trascrivo:
« Maria è immagine della Chiesa proprio in quelli che sembrano i suoi privilegi irripetibili:
anche la Chiesa è chiamata ad
essere piena di grazia, senza macchia e senza ruga; anche la Chiesa deve restare vergine, riceven'do Cristo come dono assolutamente imprevisto e gratuito, e
donandolo senza affidarsi ai poteri della terra; anche la Chiesa
deve farsi madre, dando a Gesù un’iunanità, e inserendolo visibilmente nella nostra storia;
anche la Chiesa è chiamata a risorgere, senza lasciar niente di sé
al potere della morte ».
Giorgio Toum
(nev) — « Nuova fase di riarmo o primi passi per il disarmo? Quale può essere il contributo delle chiese a favore del
disarmo?». Su questi interrogativi di grande attualità e importanza si è polarizzato il dibattito
alla riunione della Conferenza
cristiana per la pace, tenuta a
Budapest, su invito del Consiglio ecumenico delle chiese ungheresi. Vi hanno partecipato
150 rappresentanti di 28 paesi,
tra cui l’Italia, oltre ad osservatori del Consiglio ecumenico delle chiese, della Conferenza delle chiese europee, dell’Alleanza
riformata e della Federazione
luterana mondiale. Numerose le
personalità politiche, i rappresentanti della stampa e, da segnalare, una folta delegazione di
cittadini statunitensi impegnati
nel movimento per la pace.
In un documento approvato al
termine dei lavori, la consultazione ha fatto im po' il punto
su quanto i cristiani, chiamati a
vivere l’amore di Cristo, possono fare per il progresso della
distensione e del disarmo.
In particolare i partecipanti
hanno posto l’accento su sei misure politiche giudicate essenziali :
— il congelamento immediato
delle armi nucleari ;
— la conclusione di un trattato
di non aggressione tra i paesi della NATO, del Patto di
dal mondo
cristiano
a cura di Renato Coisson
La setta Moon è
associazione
criminale
(BIP) — La Corte Suprema
della Repubblica Federale Tedesca ha confermato che è lecito
detoire la setta Moon (che si fa
chiamare Chiesa delTunificazione) « associazione criminale »,
perché sottomette le persone ad
un terrore psicologico, proclama
un sistema fascista e giunge perfino a spingere dei giovani al suicidio. I giudici federali di Karlsruhe hanno così confermato il
giudizio del tribunale di Francoforte che aveva assolto quattro
pastori protestanti accusati dai
rappresentanti della setta di calunnia.
Si è saputo che la setta fondata da,l sud coreano Sun Moon, ha
acquistato la terza banca dell’Uruguay. L’acquisto di questa
banca, che conta 29 filiali e 600
impiegati, è stato autorizzato di
recente. L’Uruguay sembra dunque al centro degli interessi e
delle attività della setta in Sud
America. Sono già di proprietà
della setta, l’Hôtel Plaza un quotidiano ed un grattacielo.
Premio buddista
a Helder Camara
(Soepi) — Una fondazione buddista giapponese ha attribuito all’arcivescovo di Recife e Olinda
il premio della pace Nivano « per
i suoi sforzi in favore della pace
nel mondo e la cooperazione fra
le diverse religioni ». Nel corso
della cerimonia di consegna del
premio, il presidente della fondazione Nivano ha dichiarato che
Helder Camara aveva aiutato i
poveri per portarli ad essere autosufiìcentl, in grado di difendere
i propri diritti.
Di passaggio da New York, nel
suo viaggio di ritorno dal Giappone, Helder Camara ha dichiarato « I cristiani dovrebbero collab orare non soltanto con i cristiani delle altre confessioni ma
anche con i credenti delle altre
religioni come pure con i non
credenti nelTazione a favore della pace e della giustizia ».
Africa: famiglia e
educazione cristiana
(Soepi) — Trentàcinque delegati in rappresentanza di 10 paesi africani si sono riuniti a Yaoundé (Camerún) per discutere
sulla vita di famiglia e l’educazione cristiana. Protestanti e cattolici, uomini e donne, laici e pastori si sono soffermati sui problemi socio economici e politici
che toccano la vita di famiglia in
Africa discutendo sui grandi obiettivi delTeducazione alla vita
di famiglia, la fertilità fra i giovani, la contraccezione, e le relazioni fra uomo e donna.
È stato constatato che la maggior parte dei paesi africani si
trova in una situazione di crisi
sociale, politica ed economica. La
consultazione ha lanciato un appello ai governi perché raggiungano almeno due obiettivi negli
interessi della vita di famiglia:
rispondano ai bisogni fondamen
tali della vita dell’uomo (nutri
rnento, vestiti, casa, cure sanità
rie, scuola) e salvaguardino il ri
spetto della dignità della perso
na (diritto all’inviolabilità dell’individuo e diritto di espressione).
Svizzera: fusione di
giornali evangelici
(SPP) — Vi sono due periodici
che si rivolgono ai protestanti di
lingua italiana in Svizzera. Il bi
Le chiese
il disarmo
Varsavia e tutti gli stati non
allineati interessati;
— il rifiuto di ricorrere per primi alle armi nucleari;
— l’istituzione di zone denuclearizzate, in particolare in Europa ;
— la convocazione a Stoccolma
di una conferenza per il disarmo europeo;
— la proclamazione di una pausa di riflessione per tutte le
parti coinvolte, almeno per
tutta la durata dei negoziati
di Stoccolma, che avranno
luogo probabilmente prima
della fine dell’anno.
E’ stata inoltre sottolineata
fortemente la necessità di passare nei rapporti internazionali
da una politica di confronto ad
una politica di trattativa. Tra
gli atti approvati dai delegati
a Budapest, infine, una lettera
di solidarietà per i cittadini di
Comiso e per quanti in Sicilia
si sono pronunciati contro la costruzione della base missilistica
NATO.
Per l’Italia ha partecipato alla consultazione una delegazione
formata da Gioele Fuligno, vice
presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia,
Valdo Benecchi del Comitato di
lavoro della Conferenza cristiana per la pace e Luciano Deodato, membro della Commissione
BMV per la pace e il disarmo.
mensile Vita evangelica destinato alle tre comunità che costituiscono la chiesa riformata del Ticino fondato nel 1966 e Voce evangelica mensile che si rivolge
alle comunità di lingua italiana
di tutta la Svizzera, fondato nel
1936.
Guardando i lettori dei due periodici i giornali non si sovrappongono. Però il Sinodo della
Chiesa Riformata del Ticino ha
espresso il desiderio di un avvicinamento, invitando le tre comunità a compiere i passi necessari per aderire all’assemblea
generale di Voce Evangelica che
potrà in seguito essere proposta
a tutti i protestanti ticinesi.
Se una qualche integrazione
sembra ora possibile, la fusione
appare però ancora lontana.
Battisti europei a
convegno per la pace
Rappresentanti delle Unioni
battiste di 14 paesi europei e dell’Alleanza Mondiale Battista si
sono riuniti a Sjòvik, Svezia, per
discutere il tema della pace e
del disarmo. Facendo riferimento alla recente conferenza « Vita
e Pace » di Stoccolma e alla necessità di applicare l’Atto finale
di Helsinki (1975), hanno esortato i governi « ad osare di aver
fiducia gli uni negli altri nei negoziati SUI disarmo e ad essere
disposti ad affrontare anche dei
rischi pur di creare un avvenire
più sicuro per l’umanità ».
Rivolgendosi ai loro fratelli
battisti li hanno invitati a operare e pregare per la pace, ad imE>egnarsi concretamente nel campo dei programmi educativi per
cancellare una « falsa immagine
del nemico », a « considerare resistenza delle armi nucleari come contraria alla volontà di
Dio» e a promuovere scambi e incontri culturali e religiosi per
contribuire ad abbattere le barriere di timore e di diffidenza reciproci»^_________
Non si deve sempre pretendere che uno dica molto; basta che
non dica nulla di cui non sia
convinto.
A. Manzoni
5
¡.f::
p'
15 luglio 1983
obiettivo aperto 5
UN APPELLO PER L’IMPEGNO DEI CREDENTI, DAL CENTRO DI VILLEMETRIE
Le speranze degli uomini di fronte
aiie contraddizioni deli'economia
Presentiamo in questa pagina una sintesi dell’appello di un
gruppo di lavoro del Centro protestante di Villemétrie (Parigi) animato dal prof. Claude Gruson, presidente della Commissione economica e sociale della Federazione delle Chiese Protestanti francesi,
e che raccoglie tra le altre le firme di André Bieler, Marc Faessler,
Gerard Markhoff, André Micaleff, Paul Riceur. Si tratta di un appello agli «uomini e donne di speranza » perché essi prendano sul
serio l’esigenza di una riflessione etica per l’impegno nella trasformazione delle strutture economico-poliche ingiuste del nostro mondo. Il testo di questo appello (che è richiedibile alla nostra redazione dietro rimborso delle spese) è stato fatto circolare in tutta
Europa e si sono costituiti già alcuni gruppi di riflessione.
Gli uomini e le donne che firmano questo appello hanno lungamente lavorato insieme su invito del Centro di Villemétrie,
l’organismo di studio del protestantesimo francese creato nel
195-4.
Economisti, sociologi, teologi,
responsabili di imprese, impegnati nelle attività amministrative,
universitarie, ecclesiàstiche o negli affari, siamo attenti al mondo nel quale viviamo e profondamente preoccupati per il suo avvenire.
Alcuni di noi sono attivi nella
chiesa e la lettura che essi fanno
deH’Evangelo li incita a vivere
nella prospettiva di un mondo
rinnovato, giusto e fraterno. Altri, a partire da quadri di riferimento diversi si sforzano di condurre una azione per far scomparire le miserie, le violenze e le
ingiustizie dal mondo. Tutti noi
siamo uomini di speranza, una
speranza di lungo termine, che al
di là dei nostri limiti, ci fa respingere ogni idea di menzogna,
violenza e ingiustizia.
Una responsabilità
nuova
L’azione degli uomini è oggi
strettamente dipendente dal sistema sociale nella quale si inserisce. Senza che noi ne siamo
sempre coscienti le nostre libertà
sono racchiuse in norme e limiti
di una organizzazione economica
e sociale sempre più complessa.
Ci è perciò difficile prendere le
distanze rispetto al sistema sociale nel quale viviamo e siamo
qomplici delle oppressioni e delle
ingiustizie, che esso genera.
I sistemi economici, sociali e
politici inoltre, sono continuamente modificati da soluzioni tecniche, in risposta a problemi specifici, che introducono però nel
mondo nuove forme di dominazione e nuove contraddizioni.
Ma niente esclude che queste
innovazioni, strettamente controllate possano portare ad un
allargamento degli spazi di libertà e permettere la creazione
di un mondo nuovo in cui le ingiustizie e le violenze siano progressivamente ridotte.
Questa nuova possibilità apre
una nuova dimensione alla ricerca etica.
Una situazione
di emergenza
Siamo in una situazione di
emergenza. Il rifiuto a riconoscere l’altro nella sua differenza e
nella sua libertà, dopo essere stato pagato con milioni di morti
a metà di questo secolo, è nuovamente presente nella ripresa
generale dei conflitti. Il gusto della guerra riprende vigore nel
mondo contemporaneo.
— Nei’ rapporti Est-Ovest assistiamo ad una diminuzione della capacità di negoziazione ed ad
Tina crescita, che ha superato i
limiti dell’assurdo, degli armamenti;
— Nelle economie occidentali
assistiamo alla crescita della disoccupazione e della violenza nella concorrenza internazionale;
— Nelle società dell’Est assistiamo all’incapacità del potere
ad accettare un reale pluralismo,
il che compromette lo sviluppo
di qùestl paesi;
— Nei paesi in via di sviluppo,
l’irruzione brutale delle tecniche
moderne, senz’altra logica che
quella del mercato mondiale, provoca gravi rotture nel tessuto sociale (squilibri demografici, spreco di risorse, fame e pauperizzazione delle masse). Le imprese
multinazionali indirizzano la loro azione più verso il loro profitto che verso lo sviluppo delle nazioni. Sul piano internazionale le
preoccupazioni immediate hanno
la prevalenza rispetto alla solidarietà a lungo termine. I rapporti
Nord-Sud sono caratterizzati dall’iniquità delle strutture nazionali
e dall’assenza di giuste regole internazionali.
Di fronte a queste tensioni noi
siamo vittime di una rete di interdipendenza sempre più grande
(commercio, industria, finanza,
società, cultura, scienza e tecnica). La nostra vita è dipendente
da ciò che si decide altrove e la
vita degli uomini dipende da un
consumo sfrenato di risorse, non
rinnovabili.
Dal modo in cui si affronterà
questa interdipendenza dipenderà resistenza stessa delle future
generazioni. Alla necessità di pensare alle dimensioni mondiali dell’economia si aggiunge dunque
anche la dimensione del tempo.
Queste emergenze ci spingono
alla costruzione di un mondo rinnovato. Dobbiamo porci due domande: « dove vogliamo andare? » e « dove possiamo andare? ». Sono due domande complementari.
Disordine
fondamentale
e possibilità di sceita
Le cause di questa situazione
sono molteplici, e noi ne mettiamo in risalto solo una: la complessità del momento tecnico-economico. La storia della tecnologia ci mostra come le scoperte
scientifiche e il progresso tecnico dipendano oggi da interessi
militari e dalle grandi industrie,
più che dalle esigenze di vita degli uomini. L’innovazione tecnologica, stimolata dalla concorrenza, appare sempre come progresso anche se non se ne conoscono
tutti gli effetti. In sé il rinnovamento tecnico economico non è
da condannare: i risultati possono essere positivi; ma le modalità e il ritmo che lo caratterizza evidenziano una situazione
imprevedibile e anarchica.
In questa situazione di incertezza sulle prospettive sono prese tutte le decisioni fondamentali. Esse riguardano anche le
« strutture pesanti » della economia e della società (infrastruttu
re produttive, sistemi di insegnamento, modelli di vita, sistemi
di informazione). Si tratta di
strutture che una volta create
non possono essere modificate se
non dopo lungo tempo e con costi molto elevati. Esse condizionano dunque il nostro avvenire.
Perché queste decisioni vengano prese in un progetto di società coerente occorre che siano
rese compatibili con un progetto
di società futura sufficientemente
esplicito.
Rifiutiamo l’idea di un futuro
imprevedibile. E questa una scelta etica urgente, che oggi però si
può appoggiare su possibilità tecniche nuove.
Dibattito realmente
democratico
Siamo infatti convinti che le
tecniche attuali ci permettono di
chiarire e orientare il nostro futuro. Oggi è possibile inserire in
un progetto di società pluralista
aspirazioni multiple e diverse, e
gestire le contraddizioni più pericolose.
Bisogna creare dunque istanze
capaci di rendere possibile e permanente un vero dibattito politico e adottare nuove regole per
assumere decisioni coerenti.
In questa prospettiva noi insistiamo innanzitutto sul problema dell’informazione. Certo non
è sufficiente avere una buona informazione perché la decisione
sia coerente ed,^ efficace, ma la
màhcàhzà'di informazione conduce ad una azione senza futuro.
Oggi ci sono le possibilità di
capire la situazione, prevedere ed
orientare democraticamente il
futuro, se sono soddisfatte cinque condizioni fondamentali:
1) sforzo di collezione, sintesi
sistematica e diffusione delTinformazione in materia economica
e sociaie con particoiare riguardo
ai fenomeni tecnologici.
Le tecniche deH’informatica sono oggi in grado di dare efficacità a questa condizione, se non
si limitano come è stato fatto
finora all’analisi dei fenomeni a
corto termine.
2) Volontà di instaurare una
gestione decentralizzata in tutti
i settori della vita economica e
sociale.
La decentralizzazione è necessaria per assicurare la democrazia in una società i cui membri
avranno un livello culturale e
mezzi di comunicazione accresciuti.
3) Volontà di ottenere visioni
generali sulla interdipendenza e
la solidarietà tra gli uomini at
traverso una ripartizione geogra
fica e politica e una organizzazio
ne adeguata dei mezzi di parte
cipazione, di informazione e di
previsione.
4) Creazione di un dibattito
democratico su tutti i punti che
evidenziano le caratteristiche di
una società.
In una società in rapido cambiamento è necessario avere chiari progetti politici e che avvenga
un dibattito democratico per consentire le scelte.
5) La pratica delia partecipazione ci spinge verso il coordinamento delle decisioni per evitare
decisioni unilaterali che potrebbero generare rischi incontrollati.
L’economia di mercato si è
dimostrata incapace ad assumere
queste condizioni. Una reale libertà e capacità di scelta dei cittadini la si avrà non nella libera
concorrenza, ma in una programmazione il più possibile chiara e
realistica.
I grandi cambiamenti tecnolo
II transistor lo renderà capace di partecipare alle decisioni politiche?
gici della robotica, deU’elettronica e della biologia che stanno
modificando la nostra vita non
devono essere decisi nel segreto
dei laboratori tra poca gente, ma
dopo un reale dibattito democratico.
La cosa non è facile perché i
sistemi politici, sociali ed economici hanno una tendenza all’inerzia e alla violenza difensiva che
deriva da meccanismi di determinismo economico.
Lanciamo dunque
un appello
Quest’appello si indirizza dunque agli uomini e alle donne di
speranza che vivono in Europa,
alle chiese e ai loro militanti, e
alle istituzioni preoccupate dei
principi etici che regolano i rapporti tra gli uomini e i popoli.
Ci indirizziamo alle chiese perché molti membri del nostro
gruppo sono militanti di chiese
e pensano che questa ricerca è
conforme all’esigenza deH’annuncio delTEvangelo al mondo.
— Il Dio della Bibbia, il Dio
dell’Evangelo non è forse il « Dio
che viene? ». È il Dio davanti a
noi. É il « Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe » ma non è il
Dio della sacralizzazione del passato, il garante delTordine stabilito, delle verità possedute e immutabili.
Chi crede nel « Dio che viene »
agisce nel presente con la consapevolezza di un avvenire che
resta completamente aperto.
— Il Cristo non è forse l’anticipazione di un avvenire compiuto: « Dio con noi »? Annunciando l’imminenza del Regno di
Dio, ci chiama al rinnovamento
e introduce in noi la forza trasformatrice della speranza e della libertà.
Inserendosi nella tradizione
profetica, Gesù si è schierato
senza ambiguità a fianco dei poveri, degli esclusi, e delle vittime
dell’ingiustizia del suo tempo,
che sapeva preferiti dai Padre.
Con la sua predicazione, coi suoi
gesti, colla sua morte e colla sua
resurrezione la liberazione è effettivamente entrata nella storia.
— Colla forza dello Spirito, liberati dai legami del passato e
da un attaccamento angoscioso
allo « statu quo », rivestendo
« l’uomo nuovo » con la partecipazione alla morte e alla risurrezione di Cristo, nell’attesa del
Regno ricevuto come dono di
Dio noi siamo liberi per assumerci una responsabilità rispetto
alle sfide del presente. In questa
prospettiva l’amore del prossimo
non è solamente « carità interpersonale » ma anche, « carità a
lungo termine», che si realizza
attraverso le mediazioni delle
strutture e delle istituzioni e che
si apre alle dimensioni della storia.
Affermando con forza la possibilità di agire sulle strutture
delle nostre società, i cristiani
daranno all’attesa del Regno e
all’esigenza evangelica una risposta più chiara.
Ci indirizziamo anche agli uomini e alle dorme di speranza
dell’Europa non solo perché tra
noi ci sono dei non credenti che
hanno la nostra stessa esigenza,
ma anche perché non c’è una ricetta unica per costruire ima società complessa che sia capace
di far vivere sei miliardi di persone all’inizio del prossimo secolo.
Non possiamo sfuggire alla
questione decisiva: « come controllare, dirigere, orientare il dinamismo tecnico ed economico
delle società attuali, per costruire
nell’insieme del mondo una democrazia più fraterna, piuralista,
capace di efficacia e di innovazione? ».
Molti oggi cercano una soluzione « alternativa » al margine
della situazione istituzionale.
Questo appello va oltre: invita a
non allontanarsi dal sistema istituzionale, ma a padroneggiarlo
in modo che esso favorisca le
iniziative di tutti e non solo quelle di pochi, marginalizzando gli
altri.
Cosa domandiamo?
Il nostro progetto è quello di
ricordare alle istituzioni che
considerino i problemi non solo
sotto l’aspetto della congiuntura,
ma anche sotto quello del lungo
termine, rispondendo alla questione fondamentale: «dove andiamo? dove possiamo andare? »
In questo senso noi proponiamo
a coloro che lo desiderano, di unirsi a noi per sviluppare l’analisi
che abbiamo abbozzata e poi di
costituirsi in un gruppo per porre queste questioni ai partiti, alle
istituzioni, ai sindacati, ai governi.
La situazione presente in Francia, come in altre parti, esige un
progetto globale. Siamo confrontati a grandi difficoltà contii^enti, ma non dobbiamo dimenticare
di non perdere di vista le condizioni fondamentali per l’instaurazione di una vera democrazia e di
una vera partecipazione a livello
europeo e mondiale.
Inseriti nel mondo attuale,
complici delle sue Ingiustizie e
delle sue violenze, noi viviamo
nella più completa contraddizione. Come superarla? Come superarla insieme?
6
6 cronaca delle Valli
15 luglio 1983
AL COLLE DELLA CROCE IL 24 LUGLIO
Al di là
del mito
Cresce la domanda di conoscere meglio e più da vicino le Valli Valdesi. Non solo da parte di
famiglie evangeliche italiane o
gruppi di stranieri ma anche di
organizzazioni diverse. Così per
esemiño il Comune di Torino ha
allestito, nel quadro di « Estate
Ragazzi '83 », un fitto calendario
— in questi giorni in pieno svolgimento — di visite guidate nei
luoghi più suggestivi della storia
valdese. Inoltre, per la prima
volta, la Foresteria Valdese di
Torre Penice lancia l’idea, per
agosto,^ di avere un 'campo' di
dieci giorni destinato a singoli o
a famiglie sotto il tema 'Conoscere le Valli’ prevedendo contatti con responsabili locali e
escursioni nei diversi luoghi della nostra regione. Ma c’è anche
chi vuole di più. Così non è mera coincidenza che siano sempre
più numerosi i casi di coloro
che, essendo evangelici, cercano
un alloggetto o un rustico da
riattare come seconda casa alle
Valli Valdesi.
Ci sono zone, nell’Italia delle
montagne, più belle della nostra
ma qui la vacanza può diventare facilmente cultura e approfondimento. E questo non c’è
dappertutto. C’è un primo motivo psicologico che lega il popolo
protestante alla realtà delle Valli dove, appunto, essere evangelici non Costituisce un fatto eccezionale ma una realtà di popolo. Però il motivo dominante
che spinge l’evangelico da queste
parti è un altro, ed è duplice: da
un lato c’è l’interesse storico nei
confronti dell’antico ghetto valdese, ricco di suggestive e tragiche vicende, e dall’altro c’è un
andare alla ricerca delle proprie
radici spirituali e di fede. E poco importa se il cognome non
finisce per consonante. Insomma
non ci sono soltanto belle montagne e stupende passeggiate —
anche questo certo è un motivo
che conta — ma c’è un popolo
che vive, pur in mezzo a contraddizioni ed errori, la propria fede evangelica. E questo è un polo d’attrazione fortissimo. Perciò,
mi pare, che al turista che transita rapidamente o a quello residenziale sia importante far capire che accanto a musei, storia
e tradizioni oggi qui si dibattono Í problemi di ogni italiano.
Non siamo né un’isola dorata né
un grande museo vivente ma una
realtà culturale e sociale, certamente particolare, ma non per
questo lontana ed estranea dai
problemi di tutti. Tutto questo
sarebbe ovvio se non vi fossero
persone che hanno ancora una
visione mitica delle Valli oppure, all’altro estremo, ritengono
che qui si viva nell’isolamento
sociale e culturale.
Dal punto di vista religioso addirittura c’è pòi chi, a volte, ci
accusa di 'essere tagliati fuori’
dal dibattilo ecumenico che si
sta svolgendo in Europa. In sostanza per verificare il 'sentito
dire’ l’unica cosa da fare è di venire alle Valli di persona. E accanto ai libri di storia, alle passeggiate, ai culti e alle visite ai
musei cercare il contatto diretto
con la gente e le comunità. Perché solo dall’intreccio tra storia
e attualità può emergere il volto
vero di questo angele d’Italia
che, piaccia o no, è un punto di
riferimento per tutto il protestantesimo italiano. E la cui vocazione è quella di voler guardare al futuro. Senza per questo
dimenticare il lungo passato che
lega le generazioni tra loro.
G. Fiatone
50° anniversario dell’incontro
Una ’’rencontre” iniziativa in epoca fascista per affermare la fratellanza dei popoli e dei credenti - La storia dagli inizi
Il motto del Convegno sta lì, inciso sulla croce in alto al Colle...
« Affinché siano tutti Uno ».
Andiamo, andiamo con sano
proponimento, la gioia nel cuore,
l’amore di Cristo pienezza della
nostra vita; saliamo al Colle con
l’auspicio che questo cinquantesimo incontro confermi il patto
di fraternità e solidarietà fra i
popoli poiché noi vogliamo vivere per un mondo senza armi, senza confini, senza paure, a godere
le primizie del Regno.
Domenico Abate
Referendum sui
missili a Comiso
PEROSA ARGENTINA — Domenica 3 luglio il comitato per
la pace e il disarmo ha iniziato a
raccogliere i voti per il referendum sull’installazione dei missili a Comiso. La votazione, che è
stata fatta nella piazza del mercato, continuerà domenica 17 luglio dalle ore 8 alle ore 12. L’affluenza è stata buona. Si invitano tutti coloro che non l’hanno
ancora latto, ad esprimere il loro parere partecipando alle prossime votazioni.
L incontro al Colle nel 1938, alla vigilia della crisi mondiale.
Jacopo Lombardini nei giorni
della dura lotta antifascista incitava i giovani delle Valli con versi indimenticabili;
« ...venite quassù, la montagna
è avvolta di nubi e di vento,
ma in dito c’è il sole!
In alto, fratelli, nel sole
bello come la Libertà
...l’ascesa è dei forti,
ora salite con noi... in alto: a la
brua! ».
Questo appello il partigiano
Lombardini soleva rivolgere ai
giovani angariati dal fascismo;
noi lo ripetiamo per quanti amano la montagna, il ritrovarsi fraternamente insieme per vivere
almeno alcune ore in evangelica
comunione.
Contiamo essere in molti a festeggiare questo 5CP della « rencontre », questa « rencontre » che
non è nata per merito di alcuna
Conferenza distrettuale ed ancor
meno per qualche voto sinodale
e per la verità storica, essa è il
frutto del Convegno-Congresso
delle Unioni cristiane dei giovani
(A.C.D.G.) radunate al Castagneto di Villar Pellice sul finire dell’agosto 1933.
Campo-Congresso che, promosso dal Comitato Nazionale del
tempo (i proff. Mario Falchi, Attilio Jalla, Cesare Gay e Emilio
Eynard), vide raccolti centinaia
di giovani provenienti dalle decine di Unioni sparse per tutta
Italia che furono fervidamente
stimolate da Franco Falchi, allora alla direzione dell’Ufficio Unionista di Milano. E bisogna
precisarlo che fu Franco Falchi
che tanto si adoperò per la riuscita di quel Convegno, e con un
ricco scambio di corrispondenze
incitò gli amici d’oltr’Alpe a partecipare al Castagneto mettendo
in fraterno contatto i pastori
Jacques Meyer e J. Monod con
Roberto Jahier cui tosto si aggiunse J. Cadier.
In tempi tristemente difficili il
rnovimento giovanile Unionista
sì trovò a combattere su due
fronti: con le pastoie denominazionali e le paure della Tavola
valdese del tempo che pretendeva
che i giovani stessero come pulcini sotto le ali di mamma chioccia: « per Cristo e per la chiesa »
e dall’altra parte l’aberrante fascismo totalitario: la gioventù
non poteva avere altre organizzazioni al di fuori di quelle del
partito. E niente rapporti col
mondo intemazionale!
Ma intorno agli anni ’30 forti
erano i fermenti, vivo il desiderio di Libertà, e le A.C.D.G. non
intendevano mollare i loro rapporti coi movimenti giovanili internazionali. Bisogna ammetterlo, riconoscerlo che l’atteggiamento del C.N. Unionista fece un
atto di coraggio organizzando il
Campo-Congresso del Castagneto
ove parteciparono uomini di alta formazione teologica e culturale: per citarne alcuni: Giov.anni Miegge, Fernando Geremia, Ernesto Buonaiuti... M. A. Rollier,
Giorgio Spini, Gius. Renzi e tanti altri non in odore di santità
codina!
Fu così che daU’incontro al Castagneto, in molti decidemmo di
trovarci proprio al Colle della
Croce, al di là del filo di ferro
spinato guardato a vista dalle milizie fasciste, e previ taciti accordi nel settembre del 1933, si fece il primo « incontro » in barba
ai militi ed alle autorità dell’alta
Val Pellice. Italiani e francesi si
fraternizzò; Roberto Jahier, Ch.
Meyer, Ch. Monod ed altri ed un
folto gruppo di laici nel nome
del Cristo stabilirono di ritrovarsi ogni anno al « Colle ». Così la
tradizione di quel convegno è entrata nel calendario, con alcune
pause specie nel periodo bellico.
24 LUGLIO 1983
50“ incontro
al Colle della Croce
PROGRAMMA
Ore 10: Culto con S. Cena a cura dei pastori Gilles Pivot
e Claudio Pasquet.
Ore 14; Incontro fraterno a cui interverranno: past. Michel Hoeffel, segr. generale deUa Chiesa Luterana di Alsazia
e Lorena; past. Bruno Rostagno, presidente della Commissione esecutiva del I Distretto; I quali parleranno sul tema:
«Problemi e questioni all’attenzione delle Chiese protestanti,
in Francia ed in Italia ».
Interverranno anche alcuni dei «veterani» di questo incontro e alcuni membri del Coretto di Torre Penice.
C. M. VALLI CHISONE E GERMANASCA
Raccolta funghi
PEROSA —■ Un’accanita discussione sul regolamento per
la raccolta dei funghi ha concluso la riunione del Consiglio della
Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca tenutasi l’8 luglio. Può parere un argomento
di scarsa rilevanza rispetto ai
più gravi problemi delle amministrazioni locali, ma è in realtà
uno dei punti di frequente attrito tra gli amministratori e gli
abitanti delle valli, i quali mal
sopportano limitazioni a ciò che
ritengono un loro diritto acquisito.
Fatte salve le disposizioni della legge regionale n. 32, che non
si possono comunque eliminare,
il Consiglio ha deciso su tre punti di propria competenza : la
quota da pagare per il tesserino, i giorni in cui è permessa
la raccolta dei funghì, le modalità di pagamento. Quindi, chi
vorrà d’ora in avanti dedicarsi
a questa attività dovrà versare
diecimila lire sul conto corrente postale della Comunità Montana, conservando la ricevuta come tesserino valido per un anno.
La quota è uguale sia per i residenti, sia per i non residenti
e la raccolta è autorizzata unicamente nei giorni di martedì, giovedì e sabato.
Altre difficoltà per gli enti locali sono state messe in luce da
interventi che segnalavano le
nuove e restrittive disposizioni
di legge che vietano le assunzioni di personale nella forma alla
buona che fin qui si usava. In
questo modo, gli incarichi di bibliotecario e di addetto alle pu
lizie possono soltanto essere affidati a ditte o a cooperative,
con dei costi evidentemente superiori. Sul territorio esiste infatti la cooperativa di lavoro « La
Dua Valadda », che ha assunto
tutti i servizi dell’USSL 42 e anche di Comuni come quello di
Frali. Sarà dunque questa la
strada obbligata per chi dà e chi
cerca lavoro? Sembra proprio
di sì.
Non ha causato invece discussioni, ma solo interventi di apprezzamento la conclusione del
faticoso iter del Piano Regolatore generale intercomunale del
quale è stata approvata l’ultima
parte, relativa alla Val Germanasca. Non resta ora che attendere l’approvazione da parte della Regione e in seguito la prova
di buon funzionamento che verrà data unicamente dalla sua
applicazione nella realtà del territorio.
L. V.
Giornata del Rifugio
Re Carlo Alberto
domenica 31 luglio 1983
Avrà luogo come di consueto nel pomeriggio l’intrattenimento con buffet e bazar.
La famiglia del Rifugio invita tutti gli amici e vi attende in gran numero!
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7
15 luglio 1983
cronaca delle Valli ^
Creare un
partito valdese?
Il 2'6 giugno 1983 tornavo alle Valli
Valdesi dalla mia residenza estera, per
partecipare alle elezioni nel paese che
mi ha visto nascere. Sia ben chiaro:
venivo a fare il mio dovere, prima ancora che come cittadino italiano, e
prima pure che come uomo di partito,
soprattutto come Valdese. In concreto,
per dare II mio voto a dei candidati
valdesi, sia per il Senato che per la
Camera dei Deputati. Mi sentivo — e
mi sento tuttora — Valdese « avant
tout ».
Giunto alla sezione elettorale, e preso conoscenza dei nomi dei candidati
valdesi, e loro rispettive liste, ebbi la
prima, grande delusione.
I candidati valdesi, erano sparsi qua
e là in tutte le 15 (circa) colonne dei
partiti! Sia ben chiaro anche questo;
10 ero venuto come Valdese, per dare
11 mio voto a uno o due o anche tre
uomini che avrebbero rappresentato i
miei interessi valdesi, cioè la mia concezione valdese della vita civile, la mia
nozione valdese delle battaglie civili,
le mie prospettive valdesi di una civile
autorità governativa, la mia soluzione
valdese dei problemi morali e sociali
che travagliano la mia patria. Sia ben
chiaro; non ero venuto per votare bianco, rosso 0 nero, ma per votare Valdese. E lì. nella sezione elettorale,
non potevo votare a quel modo, per la
abnorme dispersione dei candidati valdesi!
La seconda delusione, l'ho poi provata alla lettura dei comunicati ufficiali
sulle avvenute elezioni. Di Valdesi eletti, neanche l’ombra! Su cinque o sei
candidati, magari ne sarebbe potuto
uscire uno; ma uno solo, e in un partito di minoranza. Cera da aspettarsela.
E allora? Sia ben chiaro, io non propongo nessuna soluzione politica. Ma
perché non c’è stata una coalizione
valdese, per far confluire tutti i voti
dei Valdesi onesti e sinceri, sopra un
solo gruppo, voglio dire sopra un solo
quantitativo di candidati valdesi, tutti
raccolti in un solo partito?
Ho espresso questo mio pensiero ad
un amico delle Valli e Valdese egli
stesso.Egli mi ha detto che i vari candidati valdesi avevano svariate idee in
politica, e perciò schieravano sotto
diversissime banji,; e: che non c'era
una <• lista » ■ desa, e perciò bisognava votare i! "ome di un Valdese non
già secondo una premessa valdese ma
secondo un., ■»remessa politica, vele a
dire bianco, ' rosso, o nero, eco.
le ho ribattuto: ma come? non potevùi.o i candidati chiedere, magari
■come indipendenti, di esser tutf presentati da una sola lista politica.' Ho ricevuto questa risposta: ■■ Sarebbe stato
un compromesso ». U t Valdese forse lo
avrebbe arcettato, ma un partito no. E
ancora un ■ volta ho detto: Poiché politicamente si doveva votare, non poteva avver.if -! ;ne tutta quanta la popolazione delie Valli votasse a favore di
jn solo 'Sirtito, a condizione che quel
partito accr'p':.-!sse fra i suoi candidati
uno 0 due Valdesi? E la risposta è
stata: Sono cose irrealizzabili ». E
questa è s'ata la terza delusione.
“^nrà così, sarà cioè vero che non è
possibile votare Valdese, che I Valdesi
hBliani non possono votare Valdese,
che insomma l’Italia politica se ne
frega dei Valdesi. E forse, sarà anche
vero che I Valdesi se ne fregano di
esseis degli Italiani valdesi e si contentano di essere dei Valdesi Italiani.
E sarà riero, infine, che non contiamo
nulla, noi Valdesi, nelle Valli geograficamente chiamate Valdesi (anche noi,
per la grande patria, siamo soltanto
una ■■ espressione geografica », che
l’Italia ha dimenticato di essere stata
nel passato, per secoli); e che pertanto, quando ci sono le votazioni. Il nostro voto non è più « nostro », ma è
rosso, o nero, o bianco. Poveri Valdesi! Povero popolo-chiesa non legato ad
un pattol I nostri padri tennero testa
a forze militari che erano dieci e venti volte loro superiori. Oggi non siamo
neppur capaci di costituire un partito
(come hanno fatto I pensionati, I triestini, eco.), ohe s’intitoli magati « partito degli evangelio! valdes! ». Già, le
popolazioni della Valli, sapendo che,
sotto l’aspetto economico e finanziario,
gli eventuali eletti non farebbero quei
miracoli che fa... un governo nazionale, direbbero magari pubblicamente di
sì a quel partitine; poi, come han fatto l’altro giorno, voterebbero bianco,
nero o rosso. Perché non per niente il
voto è segreto e, all’interno della cabina elettorale, la menzogna è facile.
lettera firmata
^integrismo non ci piace. Abbiamo
sempre combattuto questa ideologia
quando si è manifestata nel mondo
cattolico, non possiamo perciò accettarla per il mondo valdese. Diceva un
contadino di queste valli ’’meno partiti
cristiani e più cristiani nei partiti”:
ecco una risposta ’’valdese” all’interrogativo del nostro lettore.
(g-g-)
Il PRI è un
partito riformatore
Caro Direttore,
Tre sobbalzi mi ha provocato l’utile
pagina dedicata alle Elezioni politiche
'83, a p. 9 deli’« Eco/Luce » n. 26. Il
primo perché ho constatato a colpo
d’occhio che qualcosa non funziona
nella tabella numerica. Il terzo sobbalzo non è forse del tutto irrelato, anch’esso, al rispetto dell’aritmetica, che,
per quanto riguarda i [jartiti, è una variabile indipendente dalla loro posizione nello schieramento parlamentare. A
sinistra, al centro e a destra, infatti,
ci sono partiti i cui programmi economici sono Tirrealistica trascrizione di
tesi politiche (o di allettamenti clientelari) e altri partiti che fanno i conti,
e presentano programmi realistici. Interpella chi ti pare fra gli economisti
di vario orientamento politico del secondo genere; tutti ti diranno che i
programmi economici del PRI, sin dalle
scelte del primo centro-sinistra e dalla
Nota aggiuntiva di Ugo La Malfa nel
1962, presentano un chiaro indirizzo riformatore e una forte componente dirigista. Altro che « programmi conservatori in economia » su cui possa fondarsi « una politica conservatrice e liberista »!
Quanto al secondo sobbalzo, me lo ha
prodotto la descrizione di Gardiol, secondo cui, in pratica. Tunica ragione
della forte crescita del PRI nelle Valli
valdesi sarebbe che I cattolici del Plnerolese non seguono più I consigli del
parroco. Anche questo fattore avrà il
suo peso. Ma ho una mia modesta
esperienza di candidato che contraddice una tale semplificazione. Come
sai, ho appreso della mìa candidatura
nelle liste del PRI mentre stavo per
andare in vacanza, e quasi nulla ho potuto fare lo scorso mese per il mio
partito, restando poi piacevolmente sorpreso delle mie quasi 700 preferenze.
Come avviene ad ogni candidato, ho
però raccolto, malgrado ciò, le spontanee confidenze di un certo numero di
elettori. Di questi, una ventina circa
appartenevano al settore del « cambiamento », e fra loro erano circa pari numero coloro che abbandonavano il voto DC e quelli che abbandonavano ' il
voto PSI/PSDI. Due autorevoli miei elettori avevano, nelle precedenti ,« politiche », votato PCI. Infine, rientra solo
collateralmente in questa piccola statistica il caso di una giovane elettrice, figlia di un mio caro amico, valido
esponente — se pur non candidato —
di DP, che mi ha fatto sapere di aver
dato al PRI il suo primo voto. Non cer
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to per una scelta conservatrice o economicista!
Augusto Comba, Torino
Sul primo sobbalzo: sono d^accordo
che la matematica non sia una opinione. Si trattava di un errore che abbiamo già corretto nello scorso nume~
ro. Sul terzo sobbalzo: non sono il solo
a definire il PRI come un partito conservatore. Vi sono insigni sociologi della politica che si sono espressi in questo senso commentando il voto: ricordo
A. Parisi e G. Martinotti. Nella parola conservatore non c’è un giudizio
morale ma semplicemente un giudizio
politico. Il moderno conservatorismo
infatti agisce entro un orizzonte culturale in cui si afferma che sono le
leggi economiche *’naturaW* a determinare la forma dei rapporti di potere e la politica. La politica e dunque
determinata dalle leggi economiche e
non vi sono soluzioni innovative rispetto alla soluzione prevista dalle
leggi capitalistiche.
Tale mi sembra infatti il programma economico del PRI.
Sul secondo sobbalzo. Sto compiendo una analisi del voto dei valdesi e
quando sarà ultimata la fornirò alla
redazione delVEco per una eventuale
sua pubblicazione. Per il momento mi
limito ad osservare che la media di
aumento alla camera per il PRI è stata
del 4,89% ìlei comprensorio mentre la
DC perde il 6,92%. Nei comuni valdesi il PRI è generalmente sotto questa
media di aumento: perde a Rorà
(— 1,3%),e aumenta ad Angrogna
(+ 4,13%) Inverso Rinasca (+ 1,21
per cento), Luserna {+ 3,69%), Massello (+ 4,40%), Perrero (+ 0,84%),
Pomaretto (+ 4,16%), Proli (+ 4,17
per cento), Pramollo {-}- 1,15%), Salza {-\- 1,32%) San Germano (+ 4,13
per cento), Torre Pellice (+ 3,96%)
Villar Pellice (+ 4,74%) mentre è
superiore alla media solo a Bobbio Pellice (+ 6,74%) e a Prarostino (+ 5,25
per cento).
In questi comuni valdesi il travaso
di voti è avvenuto generalmente alVinterno del ^*polo laico*’ (soprattutto
a danno del PSDI) mentre nei comuni a maggioranza cattolica il PRI beneficia del crollo della DC. Caso a parie è Villar Perosa. Questi dati credo
confermino la mia prima impressione: il PRI ha beneficiato in primo
luogo della fluttuazione dei voti democristiani del pinerolese.
(g-g-)
La fognatura
dei Coppieri
Al Sindaco
del Connine di Torre Pellice
Signor Sindaco,
i sottoscritti, proprietari, residenti e
villeggianti del quartiere Coppieri di
Torre Pellice, chiedono;
a) che vengano immediatamente sospesi i lavori per la costruzione della
fognatura; b) che vengano ripresi soltanto quando la popolazione interessata sarà stata preavvertita nelle forme
dovute, quando sarà stata consultata
ed avrà espresso opinione favorevole (a
maggioranza) sulTutilità della costruzio.
ne suddetta; altrimenti, signor Sindaco, riteniamo si tratti o di sopruso o
forse di sperpero dì denaro pubblico:
0 quanto meno di opera destinata a
creare disagi e danni anche gravi ad
alcuni, e forse pubblico malcontento,
per lo meno a causa dello stato di
disinformazione in cui si trovava la popolazione alla data di Inizio dei lavori
(4 luglio 1983).
Cordiali saluti
(seguono 45 firme)
INCONTRO MATRIMONI
INTERCONFESSIONALI
Il Comitato di prosecuzione, che promuove e coordina gl’incontri sui matrimoni interconfessionali, si è riunito
il 28 aprile ed ha deciso di fare una
riunione di programmazione domenica
25 settembre, ore 15 presso la Parrocchia di S. Lazzaro (Via San Lazzaro 3,
Pinerolo).
Ordine del giorno; 1) Valutazione degli incontri dei 1982-83; 2) Proposte per
l’83-84; 3) Come coinvolgere maggiormente le comunità locali.
COLLETTIVO BIBLICO
PINEROLO — Segnaliamo fin d’ora
l’incontro del Collettivo biblico ecumenico di Pinerolo di giovedì 15 settembre
- ore 20.45 - presso la Chiesa Valdese
di via dei Mille, 1.
Ordine del giorno: 1) Valutazione del
lavoro svolto dal Collettivo; 2) Proseguire 0 chiudere?: 3) Quale programma
per il 1983-84?
TORRE PELLICE
La scuola media stanale di Torre Pellice ha istituito una borsa di studio
per un alunno di terza, meritevole per
l’impegno scolastico dimostrato, bisognoso di aiuto per continuare gli studi
ed iscritto a una scuola superiore, intitolata a « Anita Gamba » nostra ex
alunna, immaturamente e tragicamente
perita nel rogo del cinema Statuto. A
tale borsa di studio hanno contribuito
gli alunni di tutte le classi, i docenti, la
preside -e la somma raccolta è stata di
L. 225.000. Purtroppo ignoti ladri, penetrando nottetempo nella scuola asportarono la somma di L. 143.000, che si
trovava chiusa in un cassetto, cifra
che è stata integrata dal prof. Mario
Tarditi, vile p.eside della scuola.
Secondo le indicazioni emerse dal
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RINGRAZIAIVIENTO
I famMiaid deRa compianta
Clementina Pons
commossi e riconoscenti, ringraziano
tutti coloro che, in quidsiasi forma,
hanno preso parte al loro dolore per la
perdita deïï’amata congiunta.
Un ringraziamento particolare alrOspedale Valdese di ‘Pomaretto ed al
Pastore Paolo Ribet.
Chiabrano di Perrero, 1 luglio 1983
II Signore ha chiamato a sé
Guido Vinçon
A funerali avvenuti, con grande tristezza ed infinito rimpianto, ne annunciano la scomparsa la moglie Frida Jahier, i figli Florclisa col marito Giorgio Long e figUe Nicoletta, Elena e
Luisella; Roberto con la mogUe E3ena Beux e figlia Roberta; Giorno con
la moglie Mirella Berlin e figli Paolo
e Marco; la sorella Irma Vinçon ved.
Pons, i cognati Jahier e ScheRembannn ed i nipoti.
Pinerolo, 11 lugRo 1983
Enzo e LiRy prendono viva parte
ai lutto dei cugini per la dipartita del
caro
Aldo Broda
Torre Pellice, 11 lugRo 1983
« L’anima mia s’acqueta in Dio
solo; da Lui viene la mia salvezza. In Dio è la mia salvezza
e la mia gloria; la mia forte
rocca e il mio rifugio, sono in
Dio »
(S;ilmo 62: 1, 7)
U 1° luglio 1983 è piaciuto al Signore di richiamare a Sé l’anima di
Maria Nicosia Charbonnier
di anni 84
Ne danno R doloroso annuncio il marito, la figlia, la soreHa, i nipoti Charbonnier Cogno, Pitau, Van Eecldiout
coRe rispettive famigRe e parenti tutti.
Parigi, 1° luglio 1983
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Borse di studio
Collegio docenti de' 1.6.33, si è stabilitò di suddividere la cifra in tre parti,
assegnando una bf- sa di studio per ogni
anno per tre anni consecutivi, seguendo
i criteri sopra esposti.
Nell’anno scolastico 82/83 la borsa di
studio è toccata, per designazione unanime della Commissione, all’alunna Bruna Gamba della ili B per i buoni risultati ottenuti alla licenza, ma soprattutto
per l’impegno dimostrato nell’arco del
triennio in modo particolare nell’ultimo
anno, a cui va la cifra di lire 80.000.
Con gli stessi criteri è stata assegnata anche la borsa di studio « Olga
Sibille » in memoria di una ex docente
della scuola, all’alunno Walter Gönnet
della Ili C per la serietà e l’impegno
dimostrato.
USL. 42 - VALLI
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Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Veraci
Guardia Farmaceutica:
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Perrero: FARMACIA VALLETTI - Via
Monte Nero, 27 - Tel. 848827.
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Ambulanza:
Croce Verde Porosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
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(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USL 43-VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 17 LUGLIO 1983
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Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefeno 91.996.
8
8 uomo e società
15 luglio 1983
UN’INDAGINE DEMOSCOPICA DI ’’PANORAMA”
I sette volti dell'Italia
Scelte e tendenze, abitudini e preferenze degli italiani condensate
I sette tipi e collegate ai rispettivi, opinabili, orientamenti politici
L’italiano è conservatore, l’italiano è aperto alle novità. È consumista, è risparmiatore. È dongiovanni, è inibito. È religioso, è
indifferente. E così via. Quante
volte abbiamo letto e udito perentorie affermazioni di questo
genere, in un senso o nell’altro.
E quante volte, confessiamolo,
le abbiamo fatte anche noi (magari per cercar di spiegare certi
comportamenti riguardo al lavoro di evangelizzazione). Altre volte, per tentar di dare una spiegazione ad atteggiamenti divergenti, abbiamo fatto ricorso a
vaghi schematismi sociologici,
conditi con generalizzazioni classiste; ma tanti problemi restavano insoluti. Così, la città è più
progressista della campagna. Per
questo Modena è rossa (però Padova è bianca); per questo i contadini veneti sono bianchi (però
quelli toscani sono rossi)...
Ora, se vogliamo un quadro più
vicino alla realtà, e soprattutto
alla realtà in movimento, dobbiamo abbandonare gli schematismi
ideologici e accostarci alla ricerca sul campo.
È quello che sta facendo la
Motótor Demoskopea, con una indagine « motivazionale » sistematica e continuativa, per poter studiare le dinamiche di fondo che
stanno trasformando il Paese. Ne
riferisce la rivista « Panorama »
(4.'7.83) con un inserto speciale
intitolato: « Le sette Italie ».
La ricerca si svolge in due fasi: la prima, di tipo qualitativo,
tende a rilevare, senza soluzioni
di continuità, al loro apparire, i
segnali di cambiamento (con un
questionario sui valori e gli stili
di vita); la seconda — effettuata
ogni 18 mesi — è (ü tipo quantitativo, e punta a quantificare le
tendenze individuate, attraverso
un vasto campione rappresentativo.
Da questa ricerca emerge il
quadro di una Società italiana
che, oltre a non essere divisibile
secondo la tradizionale ripartizione in classi, non è riconducibile neppure al moderno luogo
comune della «società di massa»,
con individui pilotati dall’alto
verso bisogni, comportamenti.
« L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Rodazione; Franco
Becshino, Mario F. Baratti, Franco
Carri, Dino Ciesch, Niso De Michelis, Giorgio GardioI, Marcella Gay.
Adriano Longo, Aurelio Penna. JeanJacques Peyronei, Roberto Peyrot,
Giuseppe Platone, Marco Rostan,
Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Via Pio V, 15
- 10125 Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
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• L’Eco delle Valli - La Luce ».
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luglio (semestrale).
Redazione Valli: Via Arnaud. 25 10066 Torre Pellice.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm.
49x49) L. 7.000 (oltre IVA).
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280 - sottoscrizioni 150 - economici
200 e partecipazioni personali 300
per parola (oltre IVa) .
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
Intestato a « La Luca; fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 . Torino.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
ideali standardizzati e omogenei.
Al contrario, sembra palesarsi una realtà sociale estremamente
frammentata e differenziata, coagulata intorno a numerose culture, che talora coesistono ignorandosi, talora interagiscono o entrano in conflitto. In base all’addensarsi dei dati e alla loro frequenza, la Monitor Demoskopea
ha così proposto una suggestiva
mappa di sette italiani-tipo.
Ogni gruppo si caratterizza per
scelte, tendenze, abitudini prevalenti (il che ovviamente non significa che tutti gli appartenenti
si comportino allo stesso modo).
Vediamo ora le principali caratteristiche di ciascun gruppo (tra
parentesi la percentuale sul totale della popolazione).
1) Progressisti (11,5%). Penetrati dai valori post-industriali,
si sentono meno isolati, perché
tante loro istanze critiche sono
ora accolte anche da altri gruppi. Sono in declino, perché tendono ad emigrare nel gruppo 2.
Grandi lettori di quotidiani, riviste di qualità, libri impegnati, del
lavoro privilegiano gli aspetti
« politici » (iniziativa, partecipazione), piuttosto che l’occasione
di guadagno. Molto politicizzati,
votano a sinistra (della quale non
considerano parte il P.S.I.). Tolleranti verso il P.R.I.
2) Emergenti (14,8%). Buona
cultura, poco attratti dai consumismo, sono sensibili ai nuovi valori (informalità, uguaglianza fra
i sessi). Molti nutrono sentimenti religiosi, moltissimi seguono
l’astrologia. In parte provengono
dai gruppi 4 e 5, in parte sono
esemplari « maturati » del gruppo 3. Potrebbero essere loro gli
italiani più tipici degli Anni Ottanta.
Vita intensa (anche culturalmente), divisa tra casa e « fuori». Sono delusi e insoddisfatti
del sindacato e della politica. Per
buona parte « ex » della Sinistra,
hanno antipatia per la D.C. e affinità coi radicali; tra di essi si
concentra la maggiore percentuale di astensionisti.
3) Consumisti moderni (15,6
per cento). Unica loro aspirazione divertirsi, avere successo,
guadagnare molti soldi (« la felicità si compra»). Edonisti e
consumatori sfrenati, farebbero
La Bibbia
alla radio
(nev) — La Bibbia sarà letta ogni domenica mattina sulla terza rete radiofonica della RAI, per tutto il corso dell’estate, dalle ore 10,30 alle 11,
a partire da domenica 3 luglio fino al 25 settembre. Il
testo è letto da Luciano Alto
e Ughetta Lanari, con introduzione e un breve commento di Giorgio Girardet. I testi scelti sono dall’Antico Testamento e precisamente dalla Genesi, Esodo e alcuni capitoli del Deuteronomio. Scopo della trasmissione, diretta
da Priscilla Contardi, è quello di un’idea complessiva del
contenuto della Bibbia, dando uno spazio più ampio possibile alla lettura del testo.
qualsiasi cosa per conquistare
gli « status-symbols ». Il mensile
« Capital » è la loro bibbia. Nessuna sensibilità religiosa e per i
problemi spirituali. Poca o niente politica, avversione accesa per
la sinistra, antipatia per la D.C.
(per le sue austere radici cattoliche), sono orientati prevalentemente verso il P.S.I. e i laici; potrebbero facilmente emigrare in
massa verso un partito di destra
moderno. È un gruppo in forte
espansione.
4) Cipputì (13,7%). Così denominati dal personaggio di Altan.
In loro prevale l’avversione, non
l’aspirazione. Sono definiti frustrati, arrabbiati, rigidi, chiusi,
autoritari. Avversi al consumismo e al concetto di spendere,
odiano la pubblicità. Scontata la
antipatia per la D.C., sorprende
che le loro preferenze politiche
vadano, oltre che al P.C.I., anche
al P.S.I. e al P.S.D.I.
5) Puritani (13,7%). Cattolici
tradizionali, costituiscono un
gruppo sostanzialmente immobile, destinato a sopravvivere senza grandi mutamenti per il medio
periodo. Positiva la sensibilità
sociale, negativa la tendenza al
privato. Sono seri, sobri, sinceri,
saldi nei loro principi. Spiccata
affinità politica con la D.C., ma
rifiuto della destra.
6) Conservatori (17,1%). Sono
i « borghesi piccoli piccoli », per
lo più meridionali, in forte espansione, per la modernizzazione dei residui strati pre-industriali: costituiscono la versione
molto più arretrata dei « consumisti moderni ». Sradicati dall’ambiente contadino di provenienza, sono alienati, disorientati, frustrati, instabili: per questo
costituiscono un gruppo potenzialmente esplosivo, che può evolversi in una direzione piuttosto
che in un’altra, a seconda anche
dell’evoluzione deireconomia. Vera miniera per D.C. e M.S.I.
7) Arcaici (13,6%). Legati a
una civiltà contadina in estinzione, sono ossessionati dalla « paura della violenza » e dalla « mancanza di scopi ». Rifiutano il mondo moderno e i consumi. Votano
D.C.
A. P.
SICILIA
_________________L’INCISIONE DEL NOTO PITTORE PER L’ECO-LUCE
Il Lutero di Scroppo
Nell’« anno di Lutero » l’A.I.P.,
come già annunciato, offre ai lettori dell’« Eco-Luce » un’opera
d’arte ispirata a Lutero, creata
espressamente per quest’occasione da Filippo Scroppo che ancora una volta ha offerto i suoi
« talenti » come servizio alla comunità.
Filippo Scroppo è artista internazionale da decenni partecipe
di quelThumus creativo torinese
che tanta parte ha ed ha avuto
nella storia dell’astratto e dell’informale in Europa.
In modo del tutto originale rispetto aH’itinerario della sua opera, in questo caso l’artista ha
fatto per così dire un tuffo nel
figurativo proponendoci un’incisione che ritrae il volto giovanile di Lutero. Una contraddizione? Un ripensamento? Molto più
probabilmente una scelta artistica coerente ed eccezionale che,
rifacendosi alle tradizionali incisioni cinquecentesche, ha il senso dell’omaggio e del riconoscimento alla straordinaria personalità del Riformatore che, come
teologo, musico, poeta, politico
e guida morale non ha bisogno di
ulteriori interpretazioni.
L’umiltà propria degli artisti
veri ha suggerito a Scroppo questa interpretazione che d’altronde attraverso la forza del segno
rivela inconfondibilmente la personalità dell’autore al di là della
specifica scelta formale.
L’opera è un’incisione su linoleum tirata in 150 esemplari numerati in numeri arabi e firmati dall’autore. Altri 50 esemplari, numerati in numeri romani e firmati dall’autore, saranno messi in vendita durante la « Giornata dell’Eco » che avrà luogo a Torre Pellice sabato 27 agosto p.v. Il prezzo è di
sole 35.000 lire. L’occasione è ovviamente irripetibile.
Espulsione
da Comiso
Non siete graditi: vi invitiamo
pertanto a lasciare l’Italia e a
non mettervi piede mai più.
In questi termini, in sintesi,
si è espresso il Ministero degli
Interni rifiutando un rinnovo del
permesso di soggiorno a Martin
Köhler e Jochen Lorenten, due
giovani tedeschi che da diversi
mesi lavorano a Comiso per la
pace e contro l’installazione dei
missili nucleari Cruise nella località siciliana, il primo presso il
locale Comitato unitario per il
disarmo e la pace (CUDIP), il secondo presso il Campo internazionale per la pace. Il provvedimento nei loro confronti — sebbene colpisca due figure chiave
del movimento per la pace a Comiso, soprattutto, ma non solo
per quel che riguarda i rapporti
internazionali — sembra essere
solo il primo atto di una prassi
destinata a, divenire abituale e a
fare di Comiso una località sottoposta a speciali restrizioni delle libertà democratiche, in nome
della pubblica « sicurezza »: d’ora
in poi, tanto per cominciare, gli
stranieri che giungeranno a Comiso non potranno soggiornarvi
per più di un mese. Le chiese
evangeliche siciliane hanno reagito immediatamente aH’accaduto, trovandosi tra l’altro direttamente colpite nella persona di
Martin, il quale, esponente dell’organizzazione evangelica per la
pace « Actzion Suhnezeichen »
nonché partner della chiesa valdese di Catania, lavorava a Comiso come volontario su mandato concordato dalle chiese evangeliche tedesche con la Tavola
valdese. Ogni forma di pressione esercitata nei confronti del
Ministero degli Interni perché
revochi il provvedimento — da
telegrammi di protesta, come già
hanno fatto il Cons. Naz, della
FGEI e dell’Azione giovanile evangelica e la Chiesa valdese di
Pinerolo, a comunicati stampa
come quello emesso dalla Fed.
delle Chiese Evangeliche di Sicilia e di Calabria che sottolinea
la minaccia che tale provvedimento rappresenta per la cooperazione tra le nazioni nel campo della costruzione della pace
e insieme, sia pur indirettamente, « per la libertà religiosa » —
può essere utile.
B. G.
Missili
(segue da pag. 1)
sizioni. Sì, però, nella misura in
cui cercavamo di allargare il discorso da quello della pura e
semplice sopravvivenza, della situazione di emergenza che si è
verificata nel mondo e che ovviamente non si può accettare, per
parlare della necessità di creare
una cultura della pace.
— Ma questo impegno dei movtaenti per la pace e dei cristiani non è alla fine anche un po'
velleitario? Quali sono gli strumenti politici per imporsi?
Questo è senza dubbio uno
dei nodi del problema, sui quali
più di una volta ho richiamato
l’attenzione. E’ il problema della democrazia. In altre parole:
è proprio qui che si misura meglio quanto sia grande, immenso il divario fra coscienza popolare e volontà governativa, fra
opiifione pubblica e apparati politici. Che nel mondo e anche
negli USA vi sia una maggioranza per la pace è fuori dubbio. Ma poi, in quale modo si
esprime, si manifesta? Però
quando ho posto il problema, ho
trovato stupore e anche sconcerto, perché resta forte il dogma che l’America sia un paese
in cui la democrazia funziona.