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BELLE
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Qnind icin al •
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quaU avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo...
( Eco: L* 700 per TinterBO Eco • Em Lmce: LV 1200 per 1' interno
ABBONAMENTI ^ ^ ^200 per re.tero | L, 1800 per Testerò
^nno LaXXXlV Niim. 6
Una copia L.
Spedia. abb. poetale II Grappo
Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELUCE - 12 Ma«o 1954
Ammin. Claudiana Torre Pelliee - GC.P. 2-17557
Un pericolo sempre attuale
...è quello denunziato dal vescovo
luterano Smemo, di Oslo, in occasione delle celebrazióni commemorative dell’ottavo centenario della fondazione della diocesi di, Nidaros, antico nome della città di Trondhjem
Egli ha detto, nel suo sermone celebrativo; « ... Un popolo è sempre in
pericolo di ricadere nella pazzia, annullando, così, per sè, ogni grazia
di Dio. Se possiamo pensare che la
vita della Chiesa di Norvegia si sviluppa, oggi, con una ricchezza maggiore che non 800 anni fa, non ne
deriva però che siamo giustificati e
salvati. Perchè, vedete quali manifestazioni e dispensazioni della Grazia
abbiamo ricevuto da quel tempo!
Martiri, re, cardinali, còme ben sapete, non furono che i primi grandi
messaggeri di Dio presso il popolo.
E Dio non cessò mai di visitarlo, con
la Riforma, prima; con l'umiliazione nazionale, la carestia, i lunghi inverni, i mattini di maggio pieni di
sole, Voccupasione e la liberazione,
i movimenti di risveglio e l’appello
all’azione missionaria. Dio ha alternato il dolore con la gioia. Ma soprattutto Egli ha aperto il suo Libro
Santo e dice: Leggete, ascoltate,
comprendete che è la. Grazia che è
la forza su cui ogni cosa si fonda e
che quel ch’io voglio è la pace e la
salvezza ».
Un pericolo sempre attuale per il
pópblffiari^Òi^e^rtM’ ttSS* i^íér“*!!« ^
solo!): ricadere nella pazzia: cioè
cedere alla tentazione di identificare
un certo progresso esteriore, di organizzazione e di attività ecclesiastiche, con un progresso spirituale.
iiiiitii'miiiiM’iiiimiiiii
...mumiimiiiiniHiiiiniuininnuiiHiiniiiiiiuiuiiiinihiiiiiiii
Crisi del Protestantesinio
La crisi del protestantesimo: non
è un argomento molto nuovo; ma si
può trovare un argomento nuovo che
in qualche modo non ci riconduca
alla nostra presa di posizione, in
quanto protestanti, di fronte alla crisi della civiltà occidentale? E prendere posizione di fronte a questa crisi che altro significa se non constatare preliminarmente la nostra solidarietà con l’umanità del nostro tempo? Giorgio Lasserre, professore alla Facoltà di Giurisprudenza di Parigi, ha consacrato uno studio (1)
lucidissimo al « significato della sto?
ria e crisi del protestantesimo ».
Dopo alcune premesse, a guisa di
introduzione, che mirano a lumeggiare lo sviluppo della società umana attraverso i secoli, il Lasserre esamina le caratteristiche della nostra
epoca, destinata a veder la attuazione di una nuova economia collettiva; o se preferite, la necessità di una
trasformazione sociale.
Il progresso della tecnica, il fallimento del capitalismo, l’ascesa della
classe operaia, sono fattori che un
protestantesimo che non voglia sempre essere in ritardo deve studiare,
comprendere per trame conclusioni
impegnative, in vista di una sua^ collaborazione alla nuova città degli uomini.
Il Lasserre è profondamente convinto che non si potrà mai prescindere da una risposta alle esigenze
spirituali dell’uomo, perchè sempre
l’uomo ha bisogno « di rattacher sa
destinée à quelque chose de plus
grand qu’elle, qui la transcende et
lui donne un sens ». Il problema e
di sapere ora in qual modo il prO'
testantesimo è in grado di rispondere a queste esigenze, così come vengono oggi formulate.
Il Lasserre non si nasconde che
Sarebbe indubbiamente stolto negare che vi sia im certo, e, forse, anche, notevole progresso in determinati settori della vita della Chiesa.
Lo stesso movimento ecumenico è un
segno che, sia pur faticosamente, si
cerca di progredire nel campo spirituale.
Eppure il pericolo c’è: quello di
dimenticare che la Grazia è il fondamento di ogni progresso. Dove
manca la consapevolezza della Grazia, si ha dell’attivismo: cioè ima esasperazione di tutte le facoltà umane; la tipica, vecchia, satanica, sottile manifestazione dell’orgoglio umano: IO faccio.
IO!
L’IO del vecchio uomo, dei dittatori, dei tiranni: di Hitler, che cancella dalla Bibbia tutto l’Antico Testamento e tutte le lettere di San
Paolo e tutto l’evangelo della Grazia. Perchè IO non ha bisogno della
Grazia: è forte, ariano, dotato di
ragione, capace di costruire, con le
sue mani e con la sua intelligenza
un mondo nuovo.
Dachau? Buchenwald?
Alla fine, saranno numerosi gli
Anticristi che tenteranno di sedurre
gli uomini. E non sarà difficile riconoscerli, perchè c’è una cosa che
nessuno di essi vuole, ma che Egli,
il Signore, vuole: La pace e la salvezza.
E’ il pericolo della pazzia vecchia
coanT ' 8“t!oglrtììiT!mu
torre » : l’incapacità di accettare un
dono: il dono supremo che tutti gii
altri contiene: la salvezza.
Ma l’uomo non vuole esser salvato.
o. l.
Dice Calvino che
la Comunione do- ^
vrebbe essere ce- •
lebrata almeno
tutte le domeni- _ . . .
che; notate questof
« almeno »: se tutte )e dommiiche è
« almeno » che ccÀa dovrebbe essere il più? Sarebb^il celebrarla, co
me facevano i pripd cristiani e di
cui il libro degli .^i ne fa testimonianza, tutti i gioirli di casa in casa... i*
...Oh! quale forzii sarebbe per noi,
quale gioia inalte&bile e indipendente dalle soflFereij^e di questo corpo forse già per jEnetà rotto e distrutto ma che tutiavia è sempre il
tempio dello Spirito Santo qui ed
ora, e che domani sarà trasformato
in corpo glorioso éì spirituale! Qua
«4;
la grazia della Comunione frequente
le non sarebbe, dico, la nostra gioia
se noi usassimo del mezzo che abbiamo per dominare i dolori ed i combattimenti della carne, per giungere
al cuore del nostro Padre, alla gioia
del, nostro Salvatore, ed alla potenza dello Spirito Santo! Meditate, ve
ne supplico, sullo Spirito Santo!
Leggete e rileggete i discorsi di
Gesù Cristo negli ultimi capitoli dell’Evangelo di Giovanni; l’VHI capitolo dell’Epistola ai Romani, ed il
resto, per conoscere quale potenza
di forza e dì consolazione abbiamo
nello Spirito Santo, che non è che
Dio stesso — Sì, Dio mio. Tu stesso
che vieni ad abitare nel corpo di
questo tuo povero
figlio, peccatore,
miserabile, distrutto dalla sofferenza e dal peccato, ma salvato per
grazia e lavato dal Sangue del Tuo
Figliuolo!
Perchè, avendo delle promesse
così preziose, ci arrestiamo a mezza
strada? , t.
Perchè ci lamentiamo per la nostra fame e la nostra sete, quando
abbiamo davanti a noi una tavola
cosi abbondantemente imbandita,
verso la quale è sulficente stendere
la mano della fede per nutrirci finché siamo completamente saziati, ed
abbiamo vita in abbondanza?...
Les adieux d’Adolphe Monod
iKiiiumiiiKUiiiiK mmitimiiiiiimiiitHiititiMmiiimiii
........................................................................................................................... ii
iiiiiiiiii»iiiuitmiiiiiiiiuiiiiiiiiinimiiiiiiii
IL FISCHIETTO
lo iÉon sono d^sccordo
la risposta marxista è straordinariamente (c adatta alle esigenze religiose dell’uomo moderno »; ne analizza il più intimo contenuto religioso
di una fede conquistatrice a cui non
si può negare più di una probabilità a che siano i marxisti a costruire
il mondo di domani »; anche, anzi,
soprattutto se si è convinti che « il
Cristianesimo (non dico i Cristiani)
dirà l’ultima parola nella Storia,
perchè ha una più profonda comprensione della natura umana ».
Delle possibilità del protestantesimo di rispondere alle esigenze spirituali dell’uomo del XX secolo, il
Lasserre traccia un quadro che non
è precisamente rallegrante, e di cui,
d’altra parte, non ci sembra che sia
facile negare la validità; comunque
si vogliano giudicare certe sue affermazioni, per esempio il suo ottimismo sul Riarmo morale, è certo che
sono pagine che possono indurre a
salutare meditazione.
Nell’ultima parte di questo studio
l’autore delinea le caratteristiche di
un cristianesimo non strettamente
confessionale che potrebbero permettere un proficuo dialogo col marxismo, assimilandone quanto contiene
di valido: un cristianesimo sociale.
a.
(1) George Lasserre: Sens de
l’histoire et crise du protestantisme
- 1 op., pag. 14, 60 frs. - Bureaux du
Ch. social - Paris 8 - Rue de Londres 52.
In nome di ciò che vi è più caro,
non dimenticate che avete in cura
le generazioni future che avrete verso quelle anime che vi sono affidate,
verso l’umanità, verso Dio, la più
tremenda responsabilità che l’essere
umano possa conoscere. Mazzini
Mi è capitato irti le mani un racconto per ragazzi -t- firmato da un
grande nome: Bemamino Franklin
— il quale racconitànon mi ha affatto persuaso. L’an^doto dice così:
Quando ero un b^bo di cinque o
sei anni, i miei genitori ed i loro amici — per il ini<| compleanno —
riempirono di soì^ le mie tasche.
Stavo per entrare iè una bottega di
giocattoli qnattSif^— tneàntawMal
suono d’un fischietto che vidi ad im
tratto nelle mani d’un altro ragazzo
— lo supplicai di cedermelo in cambio di tutto il mio denaro.
Tornato a casa, ero così felice del
mia acquisto che incominciai a fischiare in ogni stanza senza alcun riguardo per le orecchie di tutta la famiglia. I miei fratelli, le sorelle, le
cugine — sentendo che, per quell’antipatico fischietto, avevo dato tutto
il mio bene — andavano a gara nel
dirmi che lo avevo pagato dieci volte più del suo valore.
Poi si misero a ragionare mettendo in evidenza tutto ciò che avrei
potuto comprare se soltanto (fossi
stato più avveduto e mi coprirono di
ridicolo a tal punto che piansi di
rabbia e il rincrescimento procurato
dalla riflessione mi procurò maggior
dolore che il fischietto non mi avesse procurato di piacere.
Quella contrarietà, però, mi fu
giovevole poiché ne rimase il ricordo nella mia mente. E più tardi —
ogni qualvolta mi veniva il desiderio di comprarmi qualche cosa che
non fosse del tutto necessaria —- io
dicevo a me stesso: « Non paghiamo
troppo caro il fischietto », e risparmiavo il mio denaro.
A dire ii vero questo racconto mi
ha lasciato perplesso e non temo di
affermare che non sono affatto d accordo. Tutto al contrario!
Conserva certo ancora oggi il suo
valore l’austero principio pedagogico dei nostri vecchi che non bisogna
buttare i soldi dalla finestra, nè sprecarli in futili bazzeccole; ma che —
piuttosto che dei ^ornali a fumetti
— è opportuno comprare dei buoni
libri o, se possibile, fare un bel viaggio istruttivo.
Ma, d’altra parte, si cade in un
grossolano errore nel volere ad o^i
costo ” risparmiare ” e ” rinunziare”. E confesso che mi vien proprio
voglia di tirar da parte l’adolescente Beniamino Franklin e di tenergli
il discorsetto seguente:
— Tu hai fatto davvero molto bene — piccino mio — di comprare
quel fischietto e poco importa se, per
comprarlo, ci hai rimesso tutto il
tuo peculio.
Te lo dico con la più profonda
convinzione : La felicità non ha prezzo. Il Benè supremo consiste nello
sviluppo interiore, nello sbocciare e
nel fiorire, in noi, del nostro migliore IO. Questo appunto — anche inconsapevolmente — tutti desiderano
questo appunto occorre raggiungere
ad ogni costo. Per ottenerlo, non si
tratta di risparmiare, si tratta invece
di wpenderel ■. '
* # *
Per essere felici, il segreto sta nel-,
10 stabilire la giusta scala dei valori
e nel conformare le proprie aspirazioni e la propria condotta a tale scala checché possa succedere. Orbene,
in questa scala, i valori puramente
utilitari sono da porsi non al primo,
bensì all’ultimo gradino.
Il nostro povero mondo — vedi —
va così male perchè s’insegna ai ragazzi a mettere al primo posto l’interesse, l’ambizione, l’arrivismo, il
denaro. Molto meglio andrebbero le
cose se s’insegnasse ai ragazzi a dare
11 primo posto al disinteresse, all’altruismo, alla bellezza, alla bontà; se
— in altri termini — la gente fosse
meno realista e più idealista, meno
materiale e più spirituale.
Il Maestro insegnava a vendere tutto ciò che uno possiede per comprare la ” perla di gran prezzo ” (1).
Egli esortava i Suoi a procacciare
” la sola cosa necessaria ” (2) e lodava la donna che — per onorarlo
— aveva sprecato {diceva Giuda) l’olio di gran prezzo. Non^ra uno
” spreco ”! ” La casa fu ripiena dell’odor del profumo ” (3).
Stiamo soffocando nell’afa della
pianura perchè non siamo capaci di
tonificare il nostro organismo profondo respirando l’aria sana delle
vette.
Occorre stabilire una buona volta
ciò che costituisce la ” necessità essenziale ” nella nostra esistenza u
mana e terrena. E’ la vita — in noi
— dello Spirito!
m * *
Non mollare dunque il tuo balocco
— ragazzo mio — non lo barattare
per nessun motivo. Non badare ai
fratelli, alle sorelle, alle cugine; non
ti curare di tutti gli utilitaristi e di
tutti i canzonatori.
Se m hai hai saputo
acquistare — o magari conquistare
— anche vuotando tutte le tue tasche — ciò che rappresenta per te la
fonte inesauribile della perfetta gioia, continua a soffiare senza stancarti nel tuo fischietto e mettici dentro
tutto il fiato vigoroso dei tuoi giovani polmoni!
Te lo dico perchè ne ho fatto l’esperimento.
La bellezza della vita vai più della vita stessa!
La vita è la prosa, è la materia opaca che ci avvolge; la bellezza della vita è la poesia, è la luce e la
fiamma dello Spirito che ci guida
A una cosa soltanto ti raccomando
di badare...
Per fischiare con' tutto il tuo cuore, scegli un luogo appartato dove le
persone ragionevoli e di buon senso
— le quali, sopra ogni altra cosa, amano ciò ch’esse chiamano ” l’ordine ” — non possano sentirti nè venire a disturbajli. Quei fischi — vedi —• l’infastidiscono e danno loro
noia e diventano per loro insopportabili. Sarebbero capaci di strapparti il tuo fischietto!...
Così avviene quasi sempre della
felicità intima altrui. La gente pacata e giudiziosa è piena d^invidia...
Giovanni E. Meille.
(1) Evangelo di Matteo 13,46.
(2) Evangelo di Enea 10.41.
(3) Evangelo di Giovanni 12,13.
ll■lluulNnlMnllllllllln■llllllm1lnlllll
Orfanotrofio Femminile
TORRE PELLICB
Il comitato per le celebrazioni del
/“ Centenario è lieto di comunicare
a tutti gli amici della nostra benemerita Istituzione di aver stabilito
il seguente programma:
Domenica 4 luglio ore 15: Rievocazione storica con la partecipazione
delle Autorità della Chiesa, della
Commissione degli Istituti Ospitalieri e delle ex alunne dell’ Istituto.
Brevi messaggi, rievocazioni, canti e
visite ai restauri del Centenario.
Sabato 10 e Domenica 11 luglio:
Serata varia offerta dalle alunne dell’Istituto nell’Aula Magna del Collegio Valdese.
Domenica 29 e Lunedì 30 agosto:
Vendita di beneficenza a favore dell’Istituto nei locali del Convitto Valdese. Saranno molto graditi i doni
che gli amici e le ex alunne del n/
Istituto vorranno gentilmente inviarci.
Il Buffet della Settimana del Sinodo sarà allestito per conto dell’Orfanotrofio ed andrà a beneficio del
medesimo. u. b.
2
2 —
L’KCO DELLE VALU VALDESI
RE VALLI
Alcuni dai! atailatlel
Lo spopolamento
Le cifre esposte dal nostro amico
Vaimal nel numero del 29 Gennaio
sullo spopolamento della Comba dei
Carboneri, non sono che un episodio di un fenomeno che le Valli Vaidesi condividono con le zone montane di tutta Italia e di parte dell’Europa. Se non dappertutto da noi
si raggiungono le disastrose percentuali della Comba dei Carboneri, lo
spopolamento è stato e continua ad
essere impressionante nelle nostre
Valli. Ho sott’occhi una relazione in
proposito del Dott. Carlo Barberi,
compresa nella relazione generale
sullo spopolamento della montagna
redatta nel 1932 dall’Istituto Nazionale di Economia Agraria. A più dì
vent’anni di distanza le conclusioni
della relazione Barberi, molto obiettiva e che rende giustizia alle qualità
dei nostri montanari, sono sempre
attuali.
Dalla suddetta relazione e da successivi documenti ufficiali, ricaviamo
le seguenti cifre relative alla popolazione dei comuni e frazioni della
zona alpina nelle nostre Valli.
Comuni o frazioni 1838 1871 Anni 1901 1921 1947 Variasi, tot. per cent.
MasseUo 733 690 562 416 366 — 50
Salze 421 393 347 288 326 — 20
Bovile 241 209 188 197 172 — 28,8
Chìabrano 99 104 138 121 120 •4- 20
Faetto 862 826 699 616 437 --49,3
Maniglia 268 295 270 201 186 — 30,6
Perrero 458 559 630 493 613 -H 33,8
Riclaretto 745 686 515 435 533 — 27,9
Traverse 201 189 171 158 141 — 30
S. Martino 177 215 154 144 110 — 37,9
Frali 846 1.063 1.067 878 904 + 6,8
PramoUo 1.414 1.385 1.414 1.071 900 — 36
Angrogna 2.715 2.434 2.139 1.900 1.840 — 32,7
Villar Pellice 2.393 2.149 1.769 1.614 1.667 — 32,5
Bobbio Pellice 1.648 1.576 1.423 1.221 1.230 — 25,3
Rorà l 694 708 667 614 466 — 32,9
Nello stesso periodo di tempo la
popolazione di Torre Pellice passava da 2.894 a 5.142 abitanti, con un
aumento del 77 per cento, e quella
di Lusema S. Giovarmi da 1.183 a
5.883, con un aumento del 397,5 per
cento; la popolazione di Pomaretto
aumentava sensibilmente e quella dì
S. Germano Cbisone passava da 1.015
a 1.754 abitanti, con un aumento
percentuale del 73 per cento, mentre
quella di altre località non considerate dal rapporto dell’Istituto di Economìa Agraria (Prarostino e Roccapiatta), subiva una leggera contrazione. In complesso la popolazione
delle Valli Valdesi subiva un aumento del 17 per cento circa.
Una valutazione rigorosa del fenomeno demografìco richiederebbe
una laboriosa consultazione delle anagrafi comunali, resa ancor più difficile dalle variazioni nelle circoscrizioni territoriali, non sempre molto
logiche, intervenute nel limgo periodo.
Una conclusione superficiale potrebbe far ritenere che si tratta del
fenomeno consueto delle zone montane: scivolamento a valle della popolazione, dagli ingrati terreni alpestri a quelli più fertili degli sbocchi vallivi. Ma sappiamo che non è
così per le nostre Valli, perchè l’aumento di popolazione nei comuni più
bassi è quasi interamente dovuto a
immigrati non valdesi sìa etnicamente che religiosamente. I registri
parrocchiali fornirebbero dati molto
diversi dalle anagrafi comunali, anche per le stesse regioni montane,
e molto più sconfortanti per noi.
D’altra parte lo stesso aumento nella popolazione totale è ben lungi da
quello generale dello Stato e della
regione piemontese nello stesso perìodo.
Si può quindi a buon diritto parlare di spopolamento delle nostre
Valli. « Dove vanno i mancanti? »
si chiede Vaimal. Poiché nel complesso il numero di originari delle
Valli Valdesi si è senza dubbio considerevolmente accresciuto (basta
pensare alla composizione media della famiglia valdese fino a cinquanta,
quarant’anni fa e al fatto che i 20
mila abitanti le Valli Valdesi nel
1838 discendevano dai tremila o poco più reduci dall’esilio o dalle galere sabaude che le ripopolarono alla fine del XVII secolo), dobbiamo
concordare con L. A. Vaimal nel
constatare che se di molti possiamo
seguire i passi, di tanti altri si perdono le tracce, perchè assorbiti dall’ambiente dominante, perduti per
la Chiesa e le Comunità valdesi (e
ciò spesso senza che si siano allontanati dall’ambito delle Valli).
£’ questa circostanza che conferi
sce un carattere speciale ed una particolare drammaticità allo spopolamento delle nostre Valli.
Movimento demogEofico nelle valli
« Per le Valli Valdesi — scrive il
citato Dott. Barberi — due sono i
periodi di aumento di popolazione:
uno dal 1777 al 1830, in cui godettero di una libertà non mai provata
per l’innanzì; la libertà contribuì enormemente allo sviluppo economico di esse e nella rinnovazione dei
metodi di vita e nell’istruzione; l’altro dal 1860 al 1901, dovuto principalmente al periodo di stasi prece
dente (1826-61), determinato dall’emigrazione europfpa e transoceanica... Le Valli andarono assestandosi
tanto sotto l’aspetto pastorale quanto sotto quello industriale... ».
In realtà l’andamento del fenomeno fu un po’ diverao. I primi decenni dell’800, che p Barberi ci presenta come epoca di progresso economico e culturale, furono invece un
periodo di grande miseria materiale
e spirituale e tale, la descrissero gli
amici stranieri che in qnel tempo visitarono le Valli.’Lo spopolamento
si inizia fin d’all^ra per alcune località più elevate della Val S. Martino, ed in questai valle raggiunge il
massimo nel ventennio 1881 - 1901;
nelle altre zone n^pntane il massimo
dello spopolamei^to si verifica nel
decennio 1911-1921, nel quale colpisce anche i hor^ di fondo valle
come Torre Pellice, che non ha più
raggiunto il massimo livello toccato
nel 1901. Questo massimo negativo
nel movimento demografico coincide con il periodo di massima crescenza dell’industria nella regione piemontese. L’andamento del diagramma demografico non si discosta poi
molto da quello relativo ad altre vallate alpine.
* il
Per quanto imponente l’indice di
spopolamento neMa nostra zona alpina, è pur sempre inferiore a quello di altre zone ^ analoghe condizioni naturali ed economiche. Così
nello stesso periodo di tempo in cui
la nostra popolazione montana calava del 30%, la riduzione era del 62%
in Val Ripa, del 40,8% in Val Pragelato, del 43,6% nell’Alta Valsesia.
Mentre in altre zone lo spopolamento ha continuato dopo il 1921
con ritmo poco diverso, nella zona
da noi considerata esso ha subito un
rallentamento quasi generale, che
per • al cime località^ anche elevate,
ha dato luogo a una inversione del
movimento, specialmente dopo il
1939. Non v’è dubbio che, per il periodo più recentejmuesto arresto nell’èsodo dàRè VaUOÌa 3òvùto'‘in'buo-*
na parte alla dìéoccupazione industriale ed alle accresciute difficoltà
di espatrio. Inoltre la guerra 1940-45
non provocò nelle nostre popolazioni alpine il salasso loro inferto dalla
guerra 15-18.
Cause e Einiedi
Senza dubbio le cause dello spopolamento lamentato sono in gran
parte di natura economica: il basso
tenore di vita, l’economia tradizionale delle nostre Valli, povera ma
non misera, 1’ avarizia del suolo e
del clima, l’isolamento. Ma esse non
sono solo economiche. Molto influisce l’e.emento psicologico, il desiderio di maggiore agiatezza e di una
vita più varia, di un lavoro meno
pesante, anche se meno indipendente, ecc. ^
Nella relazione èitata si accenna
anche ad un motivo che fa onore alla popolazione valdese. L’autore
giunge ad aliermare, con un coraggio notevole, dato il periodo in cui
scriveva, che la Riforma Gentile fu
un grave danno per le Valli Valdesi, provocando la soppressione delle
« scuole casermali » (strana traduzione di (c ecoles de quartier »), onde
« i giovani valdesi di oggi sono molto meno colti dei loro padri ».
Per quanto poco edotti delle attuali condizioni culturali delle Valli, crediamo che 1’ osservazione sia
ancora valida, salvo che presto il
confronto anziché con i padri, dovrà
farsi con i nonnU
Ora la mancanza di scuole locali
spinge le famiglie a trasferirsi là ove
è possibile mandare i figli a scuola.
Altra causa di spopolamento peculiare alle Valli Valdesi è, a nostro
parere, l’alta percentuale di diplo
mati, i quali non possono proficuamente esercitare localmente la propria professione.
L’esame di tutte le cause del fenomeno esigerebbe molto più spazio
di quanto possa concederci l’Eco. Ci
basti osservare che il fatto che esso
non dipende solo da fattori economici, è dimostrato dalla concomitanza di un sensibile aumento del patrimonio zootecnico bovino in cifra assoluta, ancor più notevole come quota prò capite con il periodo di maggior spopolamento: il cinquantennio
1871-1921.
E’ vero d’altra parte che si andò
riducendo il bestiame ovino che era
particolarmente numeroso nell’ alta
Val Pellice. Veniva meno l’amore alla pastorìzia e si perdeva irrimediabilmente la tradizione dei nostri arcadici pastorelli che pascolavano gli
armenti leggendo i poeti ed i classici e preparandosi agli esami per la
Scuola Latina o il Collegio. I meno
giovani tra noi li ricordano ancora
Si riduceva di molto anche il he
stiamo caprino, vittima della perse
cuzione fiscale, sacrificato agli inte
ressi forestali forse con eccessiva pre
venzione. Le capre erano una gran
de risorsa per i nostri montanari e
l’aver Infierito contro dT esse In‘modo troppo drastico fu uno degli errori di una politica economica cui
ancora non si rinunzia. Il rapporto
da noi citato, pur emanando da un
Ente ufficiale, lo dice molto apertamente. (continua in 3.a pagina)
Lire, soldi, denari, punti, atomi
Fra gli usi più caratteristici e più strani
che si perpetuano da secoli in vai San Martino, vi è quello di mantenere in vita le
vecchie misure monetarie del passato, ed
esclusivamente nel campo degli "alpi o pascoli montani”.
Ancora oggi infatti, in quella valle solitaria ed in modo particolare nel comune
di Massello, il valore degli "alpi” è stranamente raffigurato in « lire, soldi, denari,
punti ed atomi »: dove la lira vale 20 soldi, il soldo 12 denari, U denaro 12 punti,
il punto 12 atomi.
Detti "pascoli od alpi”, plurisecolari, sono generalmente indivisi e ne sono comproprietari, in varia misura, la maggior parte dei capi famiglia, dei "particolari” del
comune, in unione con margari della pianura torinese i quali, non è chiaro nè come, nè quando si sono inseriti nel numero
dei comproprietari di quei pascoli e sono
ora coloro che li sfruttano col massimo vantaggio.
Antichi pascoli
Gli alpeggi sono antichissimi e comprendono, si può dire, tutta la zona più elevata
del comune, compresa, grosso modo, fra
i 1.600 ed i 2.700 m. sul livello del mare.
Li troviamo citati, coi nomi attuali, talora
leggermente deformati, nelle più vecchie
carte che parlano delle Valli: cioè fin dal
XIII e XIV secoli, dove compaiono ad es.
i nomi di alpes ’’tredecim lausorum”, ’’boschi de colle”, ’’mandette” per Frali; alpis
’’capraria”, ’’lausona”, ’’rabiosa” per Massello; alpes ’’Vandolini”, ’’Zabareta”,
’’Russa”, ’’Joane”, ’’Possi” per lo valle del
Pellice.
In quei secoli lontani, questi "alpi" appartenevano a Monasteri, Abbazie e Signori feudatari: ma a poco a poco vennero riscattati dalle comunità, in tutto od in parte, mediante il pagamento di somme vistose e tributi annui rilevanti, che stanno a
testimoniare della grandissima importanza
di questi "alpi”, quando la pastorizia era
una delle principali attività delle vallate alpine di tutta l’ampia cerchia delle Alpi.
Infatti, l’occupazione principale era Vailevamento del bestiame: bovino, nelle regioni più ricche di acque e di più lieve
pendio; ovino, in quelle più aride e di
maggior pendenza. Nei più antichi tempi,
i greggi salivano verso i monti dai ricchi
monasteri che, in un modo o nell’altro, si
erano impossessati di quei pascoli, o dalle
Abbazie che numerose si affacciavano agli
sbocchi vallivi della pianura piemontese.
Gli alpeggi più importanti di Massello,
ad es., erano appannaggio dell’Abbazia di
Santa Maria di Pinerolo, che li tenne, in
parte almeno, fin verso la fine del XVIII
secolo; anche se, coti molta probabilità, le
comunità della valle di San Martino ne
avevano già riscattate una quota parte, per
permettere ai montanari del luogo di condurre al pascolo il proprio bestiame, bovino ed ovino, che aveva bisogno assoluto,
nei mesi estivi, di sfruttare gli ubertosi pascoli della parte elevata della valle e di
tutta la sua testata.
Comunque sia, questi pascoli non erano
sfruttati direttamente da coloro che li possedevano, ma erano dati in affitto a margari e pastori del piano, pratici del loro
mestiere, i quali pagavano al Monastero,
all’Abbazia o al Signore una somma annua.
La quale poteva essere rappresentata da un
canone in natura, oppure da una somma
corrispondente, desunta verosimilmente dal
numero dei capi di bestiame, piccolo o
grosso, che si portavano sull’alpeggio, dalla ricchezza e bontà del pescolo stesso e
da altri fattori certamente.
Sistemi monetari'antichi
Ma di qual moneta si servivano, a quell’epoca, nelle Valli?
Dopo la ricostituzione del "sacro romano impero” di Carlo Magno, fu in uso un
po’ dovunque e su larghissima scala il sistema monetario instaurato verso {’800 dal
grande Carlo, in sostituzione di quello bizantino: sistema successivamente imitato da
stati, città e principi al di qua come al di
là delle Alpi, con differenze di valore più
o meno lievi, ma basati tutti sul sistema
argenteo carolingio. Come fece ad es. Emanuele Filiberto per i suoi Stati, con Editto
del 13 marzo 1562, che stabilì come unità
monetaria la libbra buona d’argento, composta di 20 soldi o di 240 denari.
Ed ecco qual’era il sistema monetario stabilito da Carlo, figlio e successore di Pipino, re dei Franchi.
Fra le altre sue opere innovatrici, in campo amministrativo come in quello politico,
Carlo Magno sostituì il sistema monetario
bizantino, a base aurea, con un sistema avente per base l’argento, metallo di minor
pregio e quindi più facile a trovarsi.
In questo nuovo sistema, da una quantità di argento del peso di una libbra, si tagliavano 240 monete dette denari. Dodici
di questi denari costituivano un soldo; per
cui 20 di questi soldi corrispondevano esattamente alla libbra d’argento.
Ora queste due ultime monete, il soldo
e la libbra, erano monete convenzionali o
di conto; mentre il solo denaro era una
moneta effettiva o di conio, e consisteva in
un pezzo d’argento di peso uguale ad 1/240
della libbra: peso che andò però progressivamente diminuendo per l’accrescersi del
valore dell’argento, tanto che, tre secoli dopo Carlo Magno, pare fosse ridotto ad appena un terzo del suo valore primitivo.
Perciò si dovette, col passar dei secoli e
colla progressiva rarefazione dell’ argento,
dopo quella dell’oro, ricorrere ad un altro
metallo più comune, cioè il rame, e si dovettero coniare delle nuove monete, di valore minore, in cui venne frazionato il soldo e a cui vennero dati nomi vari, che per
il nostro assunto non hanno alcun interesse.
* * *
Quel che importa ancora rilevare, è che
ad imitazione delle monete create da Carlo
Magno, come s’è detto, altre ne sorsero successivamente, ad opera dei suoi successori
non solo, ma di comuni e principi che si
diedero a coniare moneta, basandosi sulla
divisione carolingia in lire, soldi « denari,
senza adottare però la stessa misura di peso: sia perchè ciò era vietato dalle concessioni imperiali, sia per la diversità delle
libbre locali, che avevano una grande varietà di peso e che diedero perciò origine
ad una grande varietà di monete, ma sempre lire, soldi e denari.
Comunque sia, questi termini rimasero in
uso in quasi tutta l’Europa occidentale, per
il Medio Evo non solo, ma per tutta l’età
moderna, fino alla sostituzione di questo sistema con quello metrico decimale, introdotto verso la fine del XVIII secolo. Il quale nuovo sistema, basato sul metro ed ordinato in modo che tutti i multipli e sottomultipli si fanno per 10, ha enormemente
semplificato il conteggio, unificando tutte le
misure degli stati europei e riducendo a
10 le frazioni dell’unità' che prima erano
svariatissime: passando da 36 a 24 a 20 a
14 a 12 a 8 a 6 a 4 0 2, ecc.
Soltanto in questo limitato campo dei pascoli sono rimaste valide fino ad oggi le
antiche divisioni e gli antichi valori delle
monete di origine carolingia, con una curiosa contaminazione però, di cui desideriamo tentare appunto di fornire una spiegazione, con lo scritto presente.
Tale essendo stato il sistema monetario
carolingio, e successivamente quello sabau-
3
L’ECO DELLE VAEU TäLDESI
— S
do, si può facUmente arguire còme si sia
da lungo tempo usato esprimere il fitto dei
pascoli alpini, il reddito degli alpi, il carico di bestiame che portava-ogni alpeggio
o bergeria, in lire, soldi, denari, come si
usa ancor oggi nel vallone di Massello.
Ma un ostacolo quasi insormontabile era
dato dal fatto che, oltre alle lire, ai soldi
ed ai denari, c'è ancora da tener conto dei
punti e degli atomi, i quali, per non aver
niente da fare con la riforma monetaria di
Carlo Magnò, erano rimasti fino ad oggi
impenetrabili, nonostante le ricerche e le
investigazioni eseguite. Ma proprio quando
sembrava che U piccolo mistero dovesse per
ora rimanere tale, perchè nessun dizionario
antico (e neppure il Du Cange) ci aveva
rivelato il -valore dei due termini' che in
qualche modo rimanevano dà chiarire, la
sorte ci venne in aiuto, sotto la forma di
un manuale scolastico stampato dal Pomba nel 1836, capitatoci fra le mani solo in
quest'ultime settimane. Sono gli "Eléments
d'arithmétique à Vusage des Ecoles vaudoises du Piémont”, che ci hanno permesso
di chiarirci quel che prima ci sembrava un
vero arcano, un rebus senza via di uscita.
Ed ecco in qual modo.
In una tabella indicativa delle differenti
misure di valore, di peso, di capacità, lineari, agrarie, ecc. mescolate insieme, troviamo in testa le tre monete di origine carolingia: libbra o lira, soldo, denaro, coi
valori su indicati; troviamo inoltre, fra le
misure lineari le due ultime voci, punti ed
atomi, coi rispettivi valori numerici.
Era quindi, se mal non ci apponiamo, accaduto questo.
In un periodo che non è possibile precisare, ma probabilmente dopo che tutte le
ragioni, tutti i diritti di proprietà dei pascoli vennero ceduti dall'Abbazia di Santa
Maria alle comunità della Palle ed ai "particolari" dei comuni dove si trovavano gli
tdpeggi, per la progressiva rarefazione delle
monete da una parte, e per il sempre maggior numero di persone che venivano a possedere una quota di proprietà dall’altra, (o
se vogliamo di ragioni o di diritti sugli alpeggi), come si sentì la necessità di creare
altre monete di rame di minor valore per
la rarefazione dell’argento, così si fece anche sentire quella di aumentare il numero
delle quote, suddividendole, come le altre,
in frazioni dodici volte più piccole. Si adottarono quindi (senza chiedersi che cosa
rappresentassero realmente) i punti e gli
atomi come sottomultipli del denaro. A ciò
indotti non solo dalla necessità di trovare
dei sottomultipli a valori di cui non era
forse più ben chiaro il valore originario,
ma fuorviati dal fatto che certi termini, come libbra o lira, come oncia, come punto,
rappresentavano unità di diverso valore: unità di prezzo o di peso, di peso o di lunghezza, di lunghezza o di superficie.
Per di più; siccome una libbra di peso
valeva 12 once e un’oncia 12 punti ed un
punto 12 atomi, per una facile confusione
fra ’’oncia” peso ed ’’oncia” misura lineare, si finì per credere che punti ed atomi
sottomultipli dell’oncia, lo fossero pure della libbra: come lo erano; ma della libbra
peso anziché della libbra moneta.
Ed ecco perchè si aggiunsero alle libbre,
aTiioÌdi -Bd"Tf*'deHaii''di origine CìlavllHgtà, '
ed effettivamente unità di prezzo, i punti
e gli atomi, che erano in realtà misure di
altra natura, ma che finirono per essere considerate come sorelle minori delle precedenti ed usate a rappresentare, come sottomultipli del denaro, i piccoli valori di quote
dei pascoli alpini che aveva necessariamente condotto con sè l’accentuatissimo ed eccessivo frazionamento della proprietà, immobiliare e mobiliare, caratteristica di tutte
le popolazioni di montagna, ma che è stata, da noi, ancora esasperata da fattori.d’altra natura.
Ed ecco come mai, a dodici secoli di distanza dall’opera innovatrice in campo monetario ed economico di Carlo Magno, in
un minuscolo vallone delle Alpi Cozie, si
parla tutt’oggi, ma riservato al ristrettissimo campo della attività pastorizia, di lire,
di soldi, di denari, di punti e di atomi.
T. G. PoNS
NOTIZIE DALL'URUGUAY
EvaitgBlIxxazIono
a Nuava Paimira
Da diversi anni la CcnnmissitMie di
Evangelizzazione del 6" Distretto non
aveva potuto far altro che organizzare qualche conferenza di argomento evangelistico nelle nostre stesse
chiese. Quest’anno si è voluto cercare di fare una vera e propria campagna di evangelizzazione che portasse alla costituzione di un gruppo
di credenti in qualche località dove
la nostra chiesa non avesse ancora
svolto nessuna attività. Si è scelta la
zona delle città di Carmelo e Nueva
Paimira sia perchè si aveva notizia
che Valdesi disseminati vi abitassero, sia perchè la zona si trova relativamente vicino a chiese valdesi costituite: 50 Km. da Dolores, 70 da
Omhues de Lavalle, 100 da Tarari
ras.
Delle due cittadine nella zona fu
scelta Paimira per ragioni pratiche.
La nostra opera a Paimira e stata
relativamente facile nel suo aspetto
organizzativo: basti dire che la prima volta che vi abbiamo messo piede nel giro di due o tre ore abbiamo convenuto l’aflGtto di un cinema
per conferenze religiose e di una saletta per i culti. Il furgoncino (prestato dalla chiesa metodista) che faceva propaganda con altoparlanti e
distribuzione di opuscoli non ha ricevuto che dimostrazioni di attenzione; in altri paesi avrebbe probabilmente ricevuto parolacce e sassate...
Le quattro conferenze nel cinema
sono state rese particolarmente attraenti dalla partecipazione delle
Corali valdesi di Miguelete, Tarariras, Colonia Vaidense e Colonia. Più
tardi un gruppo di giovani ha visitato le persone che avevano dimostrato qualche interesse per l’opera
nostra e finalmente alla fine di settembre si iniziava la scuola domenicale e il culto. Da allora l’opera è
diretta dal sig. Guglielmo Hill di
Tarariras con la sovrintendenza del
Pastore Ernesto Tron e la collaborazione del sottoscritto.
Per Natale si è organizzata una festa dedicata ai bambini e il cui programma è stato presentato dalla scuola domenicale di Ombùes de Lavalle
e dalla corale di Miguelete. Almeno
700 bambini, in gran maggioranza
poveri, hanno visto per la prima volta una festa di Natale e ricevuto un
piccolo regalo. Si può dire che quasi
tutta la città ha assistito alla festa.
Le 18 persone del primo culto sono passate adesso a 35. In buona parte si tratta di valdesi disseminati e
che vivevano quasi o del tutto separati dalla chiesa. Alcuni non valdesi
frequentano pure i culti, ma se l’aspetto organizzativo della campagna
è stato relativamente facile, ben più
difficile è adesso la penetrazione tra
iiiiiiiimiii»iniiiiiTiinnnts»tiiwn!immtiiiituinnniiimiiiitfir»ininiiwtni'‘.’iiiH
Spopolamento delle valli
(Continua dalla 2.a pagina)
Si potrebbe credere che, dati gli
ultimi risultati statistici, il moto di
spopolamento stia per arrestarsi nelle nostre Valli. Sarebbe una pericolosa illusione. Per infrenarlo occorre estendere a tutta la zona alpina
quelle provvidenze che, attraverso
le statistiche, si dimostrano efficaci
là dove sono state attuate. Esse sono
principalmente viabilità e comunicazioni (l’elettricità oramai è giunta
dapertutto); occorre moltiplicare i
telefoni. Fortunatamente non è da
noi che bisogna sollecitare la popolazione a non aspettare tutto dal Governo: ovunque esiste una possibilità, le iniziative turistiche sorgono
e arrecano qualche beneficio economico, aumentando le risorse locali.
{Forse questo giudiào è alquanto
ottimista, caro amico! Abbiamo
purtroppo l’impressione che sia proprio questo spirito di iniziativa che
manchi da noi. Red.)
Provvedimenti essenziali e atti a
trattenere sul posto le popolazioni
montane sono evidentemente le bonifiche, il rimboschimento, ma soprattutto, . e ciò sembra meno facilmente compreso dalle Autorità superiori, una minore fiscalità.
Particolarmente preoccupanti sono le condizioni di Rorà, che non
presenta alcun miglioramento della
situazione in questi ultimi anni.
Possano queste considerazioni statistiche spingere i nostri montanari
a cooperare più che nel passato a
riportare anche le zone più alte delle nostre Valli al livello demografico
ed economico che è nei voti di tutti.
Poiché, oltre ai rimedi valevoli per
tutte le zone montane, per la nostra
ce ne sono altri di natura particolare e di ordine spirituale, dettati
dall’amore per la nostra terra e per
la nostra Chiesa.
M. Eynard
ihHiiniHnuiiHiiinmiiiiiimuiiiiniimHnii
E’ USCITO
CHE COSA E’ Il
del Prof. Francesco Lo Bue
L. 500
Un manuale indispensabile in ogni famiglia evangelica.
LEGGETE:
MAMMINA, MI AMI?
dì Hélène Kocher
L. 350
Un libro che ha avuto grande successo e varie edizioni in Isvizzera.
Un libro che ogni mamma leggerà
con commozione.
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice (Torino)
i cattolici da un lato e i materialisti
dall’altro; per questo sarebbe necessario poter disporre dell’attività di
liti pastore residente in loco. Comunque sia, l’Evàngelo è annunziato a
Paimira e un gruppo di credenti si
riunisce per udirne la predicazione.
Presto, probabilmente, bisognerà abbandonare l’attuale saletta per cercarne una più grande.
Attività della Goral!
Quest’anno le Corali delle nostre
Chiese dell’Uruguay hanno voluto
esperimentare un nuovo modo di lavorare. Appositamente contrattato
dalle Chiese Valdese e Metodista, il
Maestro Edoardo Caràmbola, specialista in canto corale, ed evangelico egli stesso, ha dedicato parte del
suo tempo alle nostfe corali visitandole periodicamente, guidandone il
lavoro ed assistendo con opportuni
consigli i direttori che preparavano
le voci tra una sua visita e l’altra.
L’effetto dì questo lavoro si è visto
alla Festa di Canto celebrata a Colonia Vaidense alla metà di novembre. Sebbene non si possa dire che
le singole corali prese separatamente abbiano molto migliorato il loro
livello artistico, bisogna però riconoscere che gli inni d’insieme hanno accusato un sensibilissimo progresso e diversi corali di Bach sono
stati eseguiti da più di 300 voci in
maniera soddisfacente, se non proprio impeccabile.
Si spera che l’attività del M” Caràmbola possa continuare l’anno
prossimo modificata in base alle esperienze di questo primo anno.
Inaugurazione
de! Liceo di Ombùea
Il 31 ottobre alla presenza del Ministro della Istruzione Pubblica e di
quello dei Lavori Pubblici, di vari
senatori, deputati ed autorità si è
inaugurato l’edificio del Liceo di
Ombùes de Lavalle, costruito su terreno donato dalla Chiesa Valdese.
In* questa occasione', il Pastore di
questa Chiesa ha pronunziato tm discorso sottolineando l’importanza
che la chiesa ha sempre attribuito
all’istruzione ed i suoi sforzi per favorirla fin dai primi tempi della colonizzazione di questo paese quando
molte scuole furono organizzate dalla chiesa come anche lo fu ü liceo
di Colonia Vaidense, il primo liceo
uruguayano stabilito in località dì
campagna, e fondato più di 60 anni
fa.
L’edificio del liceo di Ombùes, del
valore di 50.000 pesos (circa 10 milioni di lire) è stato costruito con doni della popolazione ed i professori
(reclutati tra gli intellettuali delia
zona, tra cui il Pastore e la.sua Signora) da tre anni i danno lezioni
gratuitamente in à^Csa che lo Stato
possa disporre di pififeSsori di ruolo.
I Valdesi non sono che una minoranza nella zona, di iOmbùes de Lavalle, ma essi hatuto fornito la maggior parte dei meàRi finanziari, la
quasi totalità dei nìémbri del Comitato promotore e ht maggioranza dei
professori.
Anniveraàrio
del Tempio di La Paz
Il Tempio di La Paz (indicata generalmente come La Paz C. P. per
distinguerla dalle molte La Paz che
esìstono in America meridionale) ha
celebrato in settembre il sessantesimo anniversario della sua dedìcazìo
ne.
La pietra fondamentale di questo
tempio era stata posta nel 1868, poi
la costruzione era stata sospesa sia
per mancanza di fondi, sia specialmente per tremende liti sorte in seno alla colonia riguardo al terreno
dove si voleva costruire il tempio.
Per anni ed anni la Chiesa fu amareggiata dalle lotte tra quelli « di
sotto » che volevano il tempio a La
Paz e quelli « di sopra » che lo volevano a Colonia Vaidense. Così si
spiega l’intervallo di 25 anni intercorsi tra la collocazione della pietra
fondamentale e l’inaugurazione. Assopite più tardi le discordie e decisa
la costruzione di un tempio a Colonia Vaidense, anche quello di La
Paz potè essere terminato. E’ comunque il più antico tempio valdese di
questo Distretto.
Alla commemorazione dell’anniversario della dedicazione presero
parte diversi pastori valdesi ed un
folto pubblico; il culto fu presieduto dal pastore Wilfrido Artus di Colonia Vaidense e la rassegna storica
fu presentata dal Pastore Ernesto
Tron.
La Ghieaa di Montevideo
I lettori dell’cc Eco » ricorderanno
forse un articolo pubblicato diversi
mesi fa relativo alla costituzione della Chiesa Valdese di Montevideo avvenuta il 22 giugno 1952. Per tutto
l’anno ’52 i culti a Montevideo furono presieduti da Pastori delle altre
Chiese valdesi a turno, ma la Conferenza del marzo 1953, comprendendo l’impossibilità di continuare
il lavoro in quelle condizioni decideva l’invio di un pastore a Montevideo. Fu designato per questo incarico U Pastore Giovanni Tron. Sot
H problema di Montevideo è rappresentato dalla mancanza di locali
propri!. La costruzione degli edifici
necessari alla nostra chiesa richiederebbero una somma che oscilla tra i
50 ed i 100 milioni di lire. Si pensa^
che la costruzione 4i un tempio a
Montevideo sarebbe un degno modo
di celebrare nel 1957 il centenario
dell’arrivo dei primi coloni valdesi
in Uruguay. Aldo Comba.
La Santa Cena
ed il perdono dei peccati
to il suo impulso la nostra chiesa
nella Capitale dell’Uruguay ha progredito in modo notevole; ultimamente si sono celebrate diverse cerimonie che hanno segnato la conclusione del primo anno ecclesiastico normale: l’8 novembre sono stati confermati i catecumeni Carlo
Trucido, Elva Benech, Violetta Félix e Nella Rivoir, quest’ultima proveniente da’-la Chiesa di Angrogna.
Il 15 novembre l’Assemblea di Chiesa eleggeva come Anziano il sig. Daniele Benech e come diaconi il sig.
Oliando Schaffner, la Signora EsteU
la Trucido Malan e la Signorina Celia Planchon.
Tu sei invitato per grazia al perdono dì tutti i tuoi peccati. Ascolta
bene; prendi la parola alla lettera:
tc II perdono di tutti i tuoi peccati »;
tu devi potere allontanarti dalla Tavola Santa, in senso religioso, con il
cuore leggero come un nato di nuovo al quale nulla pesa ormai, ed ancora più leggero sebbene molte cose
hanno oppressa l’anima tua. Alla
Tavola santa nessuno ti imputa i tuoi
peccati se non te stesso. Gettali dunque lontano da te con il loro ricordo per non più custodirli. Rigetta
anche il ricordo di averli gettati, in
modo da non avere più nulla di essi
in te. Getta questo fardello. Tutto
quello che puoi fare è di sbarazzartene per mezzo della fede, liberarti
di tutto ciò che ti pesa e t’inciampa.
Che vi è di più facile? Generalmente si pensa che sia più grave caricarci di pesi che non di sbarazzarcene!
Kierkegaard
Impressioni di un giovane vaidese deile valli
IL XVII FEBBRAIO A VALDESE
Mezzanotte del 17 Febbr. 1954.
Il dolce sogno, il piacevole incanto di poche ore è svanito. Ho trascorso brevi istanti nella comunione
del nostro piccolo popolo valdese, ed
ora, nuovamente, l’ingranaggio della vita mi riprende... Mi desto come
da un sogno, al tavolo di lavoro della mia cameretta, penso e ripenso...
Il 17 Febbraio è passato, ed ho avuto la singolare opportimità di trascorrere la serata, con tanti cari vaidesi, a migliaia di chilometri dalle
nostre Valli! Per poche ore, si è,
in me, come fermata la tipica vita
americana, che sto conducendo da
alcuni mesi, e mi sono trovato, come d’incanto, nella vasta sala... di
una delle nostre Parrocchie delle
Valli!
La semplicità della costruzione,
parzialmente in legno, esprime la tipica austerità calvinista dei nostri
templi. E i volti, che vedo per la
prima volta, non sono essi volti già
conosciuti, incontrati nelle nostre
Valli? E non son forse gli stessi nomi dei nostri villaggi: e Ghigo, e
Martinat, e Pons, e Tron e tanti altri? Ed il costume valdese è più frequente ancora, questa sera, qui nel
North Càrolina che in tante chiese
delle Valli. E la conversazione, il
gestire, il temperamento, persino il
cibo così diversi da quelli che incontro nel mio ambiente quotidiano...
Oggi mi sento di nuovo cc chez moi ! »
Mi colpisce il discorso ufficiale, al
termine dell’àgape: parole per me
insolite nella ricorrenza cara al nostro cuore: Yankees, Dixie, Masón,
Dixon - line, e la democrazia di Washington e di Jefferson (quanto sei
lontano Carlo Alberto!), intrecciate
nell’apprezzamento della nostra storia e della nostra testimonianza.
« Voi, Valdesi, siete stimati ed apprezzati da quanti vi conoscono ».
E’ la voce del Pastore Metodista di
Hickory ; e così prosegue : « Sono lieto di essere con voi, in questa ricorrenza, perchè con voi. Valdesi,
mi sento perfettamente a mio agio ».
E non mancano le musiche valligiane e la danza della classica « curenta »!
Da ciò che ho sentito, da ciò che
ho visto in poche ore, ho avuto la
chiara impressione che i nostri fratelli di Valdese, ormai lontani dalle
Valli da oltre mezzo secolo, hanno
saputo conservare tenacemente le
tradizioni avite, hanno coscienza di
ciò che il patrimonio ideale valdese
rappresenti anche oggi.
Nella notte silenziosa,, mentre il
« campus » del College è immerso
nel sonno, ripenso alle secolari vicende del nostro piccolo popolo, ed
all’emigrazione valdese moderna,
che ha portato tanti figli delle nostre Valli in America. E mentre il
mio pensiero vola, rapido, dalle Alpi alle regioni meridionali degli Stati Uniti, apro 1’ Enciclopedia Spagnuola, ed alla voce « Valdenses »,
che ci descrive, come al solito, quali
eretici pericolosi, noto tuttavia questo strano riconoscimento: cc La historia de los Valdenses es de las mas
dolorosas que se conocen, siendo forzoso admirar la constancia de esta
pequeña población luchando contra
las fuerzas, con frequencia unidas,
de los reyes de Francia y de los
duques de Saboya ».
Si, lotta, per affermare i diritti
insopprimibili di una fede, per dare
al popolo italiano, che dico?, a tntti
coloro in mezzo ai quali i Valdesi
sono chiamati a vivere, nel vecchio
e nel nuovo mondo, la coscienza del
valore della libertà religiosa, che si
conqmsta e si mantiene a prezzo di
grandi sacrifici...
Ma le ore sono passate rapide...
la notte è avanzata; tra poco suonerà la sveglia che rimetterà in moto la vita febbrile del College e si
chiude così, per me, la parentesi nostalgica del XVII Febbraio.
Bruno Valdo Eynard
Davidson N. C.
NICODEMO
Per la fine di marzo nscìrà il N. 2 della
collana « La Scena e la Fede », diretta dal
don. T. Balma. D fascicolo conterrà il lavoro in 5 atti « Nicodemo », del prof. Edmond Pidoux, di Losanna.
Della produzione teatrale del prof. Pidoux, di forte ispirazione biblica, la stampa evangelica ha già fatto cenno. Qui aggiungiamo che il dramma di imminente
pubblicazione, che è una commovente realizzazione per la scena della vita e dell’esperienza religiosa del Fariseo Nicodemo
(cfr. Evangelo secondo Giovanni, cap. Ili),
è di facilissima messa in scena (quadro nnico) e particolarmente si presta ad esser
rappresentato nel periodo pasquale, come
un vero e proprio dramma sacro. Il lavoro stesso vinse un concorso a Ginevra..
Il fascicolo, come il precedente N. 1, esce
a cura della Libreria evangelica e di cultura di Torino, via Principe Tommaso 1 B,
alla quale bisogna rivolgersi per' le ordinazioni. Prezzo del fascicolo L. 200,
4
4 —
UECO DELLE VALU VALDESI
4¡
voce
Pinerolo
Le celebrazioni del 106° anniversaria della Emancipazione si sono svolte in un’atmosfera di serena gioia e di solidarietà nella
fède. Larga partecipazione di fedeli al culto
del 14 febbraio con celebrazione della S. Cena. n Pastore ba parlato su questo argomento: Il prezzo della libertà. La Corale
ha cantato un coro della raccolta ’’Cento
canti” e un inno dell’Innario cristiano.
Nella notte del 16 febbraio, limpidissima
notte d’inverno, molti hanno contemplato
10 spettacolo dei « falò » accesi nella vasta
zona che da Prarostino sale verso Pramollo: una tradizione, questa, che ha il suo significato storico e spirituale. La gioventù
dell’Unione di Pinerolo si è raccolta, al
canto di vari inni, attorno a due fuochi .accesi sulla collina dell’Abbadia. Due celebrazioni storiche il giorno del 17 febbraio:
una a Pinerolo (Past. L. Marauda), l’altra
a S. Secondo (Past. Rostan), con rievocazione nelle due località della figura del
Moderatore e Sotto Prefetto di Pinerolo
Pietro Geymet, oltre ad un messaggio di
attualità sul significato della festa della Emancipazione. Pubblico numeroso aUe due
celebrazioni. Poi ben tre agapi fraterne: a
S. Secondo e a Ponte S. Martino a mezzo
giorno, la sera a Pinerolo, con un comples
so di circa 140 partecipanti. Armonia fra'
terna, canti, brevi recite, alcune proiezioni
di carattere storico Valdese, messaggi dei
Pastori, del dott. Ralo Mathieu e una cor
diale lettera deU’Avv. A. Pittaviuo, Consi
gliere Provinciale. Nei cuori, rimane il ri'
cordo di alcune ore buone e benefiche; deve soprattutto rimanere in noi l’impegno
deciso a combattere il buon combattimento
della fede.
— La Commissione Distrettuale ha effettuato la visita di Chiesa dal 24 al 23 febbraio. 11 Past. G. Bouchard, di Rorà, ha
assolto gran parte del lavoro, recando ovunque il messaggio cristiano e l’appello
ad una vita vissuta in Gesù Cristo. Due riunioni, a S. Secondo e a Ponte S. Martino;
messaggi aU’Unione Femminile di Pinerolo, alla Scuola Domenicale di Pinerolo, ai
catecumeni dei quattro corsi; buona riunione delle due Unioni giovanili con studio e
discussione su alcuni aspetti della testimonianza protestante nella gioventù contemporanea; culto domenicale seguito dall’assemblea di chiesa presieduta dal Sovrintendente Past. R. Nisbet. Dopo il pranzo in
comune con i membri del Concistoro, riunione conclusiva dei responsabili deUe varie attività ecclesiastiche, con messaggi dei
Pastori.
La comunità ha ricevuto del bene da questa visita, è stata spiritualmente arricchita,
Ne ringrazia caldamente la Commissione
Distrettuale e riprende il cammino per la
continua, perseverante edificazione dei fedeli.
— U Pastore ha iniziato, il giovedì sera
a Pinerolo, una serie di studi sugli argomenti che verianno affrontati nel corso della prossima Conferenza ecumenica a Evanston, negli Stati Uniti. Gli studi avranno
luogo durante tutto il mese di marzo.
— n 6 febbraio è stato celebrato il matrimonio del dott. Sergio Giovanni Martinat con la sig.na Amelia Falco. Agli sposi
l’augurio «ristiano della fedeltà aUa promessa fatta.
Perrero-Maniglia
Grazie a Dio là giornata del 17 febbraio
è stata maravìgliosa sotto ogni aspetto :
tempo splendido che aveva già favorito, la
vigilia, l’accensione dei «falò»; buona la
affluenza dei partecipanti ai cortei mossisi
contemporaneamente da Maniglia e da Per.
rero; giulivo l’incóntro a Brio Faucie; adunanza nel Tempio di Maniglia gremito di
piccoli e di grandi; culto e commemorazione con la partecipazione degli alunni
deUe Scuole che partecipano e cantano ben
preparati dagli Insegnanti ai quali rinnoviamo i nostri ringraziamenti. A mezzogiorno, agape fraterna allestita e servita
dai signori A. e G. Tron e collaboratori a
piena soddisfazione dei settanta commensali. Alle 20, serata con la saletta stipata
presenti anche gli Alpini valdesi di passaggio a Perrero per il campo invernale: con
l’aiuto di Dio gli attori hanno riscosso molti applausi e per la recita e per gli intermezzi quadro-corali.
Simpatizziamo cordialmente con i fratelli in lutto per la dipartenza di qualche loro congiunto avvenuto fuori Parrocchia: 11
Cristo ha detto : « lo sono la risurrezione
e la vita ».
Pramollo
/ nostri scomparsi:
La sera del 22 febbraio, dopo una breve
malattia, ha terminato la sua lunga e faticosa giornata terrena Jahier Enrico, dei
Bocchiardoni. In autunno egli si era trasferito, insieme alla sua compagna, alle Case Nuove dei Ciotti. Il suo cuore però era
rimasto quassù e al principio di gennaio
aveva voluto ancora (con grande fatica) tornare a vedere la vecchia casa dove aveva
trascorso tutta la sua vita. In ossequio al
suo desiderio, le sue spoglie mortali sono
state trasportate quassù e deposte nel cimitero della Ruata dove riposano non lontano da quei luoghi che egli ha tanto amato.
Aveva 81 anni.
Alla vedova, al figlio, alla figlia e rispettive famiglie ed a tutti i parenti tutta la
nostra cristiana simpatia.
Durante i mesi invernali sono saliti fino
a Pramollo per portarci il loro messaggio
11 Sovrintendente Sig. Roberto Nisbet e,
accompagnato da un gruppo di catecumeni
di S. Giovanni, il Pastore Sig. Roberto Jahier.
La loro visita ci è stata molto gradita e
diciamo loro ancora tutta la nostra riconoscenza.
Un’altra-yisiba. gra^tissìma è stata apella
fattaci a principio .gennàio dalla Filòtb'ammatica di Villar Pellice, accompagnata dal
Pastore Sig. Geymet e da un numeroso
gruppo di Unionisti Villaresi. Le ore trascorse insieme sono state pochissime, il
tempo appena di assistere ad una magnifica rappresentazione. Speriamo che la prossima volta i cari amici Villaresi possano
disporre di un po’ più di tempo, in modo
da poter anche fraternizzare un po’ insieme. Intanto... in attesa, grazie di tutto cuore per la magnifica ed apprezzatissima recita.
XVII Febbraio.
La festa del XVII febbraio, favorita anche da un tempo splendido, è stata'celebrata daUa nostra Comunità con il consueto entusiasmo. Le celebrazioni hanno avuto
inizio la sera del 16 quando, ad uno speciale segnale della campana, si sono accesi
i « falò » dei diversi vihaggi. Al mattino
corteo fino a Ciatèl, poi culto di ringraziamento, poi pranzo in ^comune presso i sigg.
Jahier della Ruata ed infine « serata » offertaci dai membri della filodrammatica. E’
stata recitata con particolare bravura « Rinnegata ». A questo dramma hanno fatto seguito due brillanti farse, alcuni canti della
Corale ed un intermèzzo musicale offertoci
dalla banda di Pomeano.
La Comunità esprime il suo grazie a tutti
coloro che hanno collaborato alla riuscita
deUa festa.
In occasione del XVII febbraio diversi
Pramollini assenti hanno scrìtto ed hanno
inviato ì loro saluti alla Chiesa. Ricambiamo di cuore i loro saluti e mandiamo loro
i nostri migliori auguri.
Torino
— E’ uscito il numero speciale del Piccolo Messaggero con la cronaca del Centenario, il discorso celebrativo del Centenario e le notizie della chiesa. Cinque clichés
arricchiscono questo numero doppio del bollettino. D’ora innanzi il Piccolo Messaggero uscirà mensi-mente, per rendere più regolari e frequenti i contatti fraterni.
La Colletta del Centenario ha superato i
tre milioni. Un milione e mezzo è stato
messo a disposizione deUa Tavola per contribuire alla costruzione di un locale di
culto di una chiesa del Mezzogiorno.
— Le Celebrazioni del XVII Febbraio.
Sono state preparate da una serie di conferenze storiche. Domenica 14, al culto delle ore 17,30, le due comunità si sono riunite nel tempio di Corso Vittorio per U
culto di Commemorazione e di Testimonianza. 11 Pastore Bosio ha parlato con forza
e convinzione sul tema: « Luci nelle tenebre ». La Corale ha eseguito cori valdesi.
La sera del XVII, 143 commensali si sono
riuniti nel salone per un pranzo fraterno,
servita dalla benemerita Commissione dell’Agape e da gentili signore e signorine in
costume valdese. Quest’anno la serata è stata associata all’agape, novità simpatica. Dinanzi al salone gremito, il Pastore Bertin
ha narrato dei falò e della festa del XVII
ai quali aveva assistito la vigilia e il giorno stesso in una parrocchia delle valli e a
salutato la partecipante più anziana all’agape, la signora Noélie Malan (91 anni) presente con la sua famiglia (abbiamo contato
4 generazioni). Un saluto auguale è stato
inviato con applausi al Moderatore Pastore
Achille Deodato in missione in America.
11 Pastore Bosio ha rievocato il « Finn Valdese » dal quale è stata tratta una scena
pubblicata nel Libro del Centenario. L’Unione Giovanile ha quindi svolto un programma interessantissimo ed avvincente.
Non sono naturalmente mancati i canti tradizionali valdesi. Domenica 21, alle ore
10,30, culto di rendimento di grazie per
l’Lmancipazione, e alle ore 15 nel saione
la Festa del Centenario e del XVII febbraio
per i fanciulli delle due Scuole Domenicali
e per le loro famiglie. Conferenza del Pastore Bertin con proiezioni luminose sul
Centenario (filmina preparata dal sig. Al.
Ribet); bellissima l’ultima veduta a colori
del tempio illuminato di notte. Conversazione storica del Pastore Bosio. « Rondes »
e canti dei fanciulli delle Scuole di Corso
Vittorio e di Corso Principe Oddone. In
ultimo la distribuzione dell’opuscolo del
XVII, di cartoline del Centenario e dell’arancia.
1 Valdesi di Torino non possono accendere i falò sulla coHina, ma hanno ugualmente cercato di lodare Iddio per le sue
liberazioni, e di rallegrarsi e di far festa
per ricordare il giorno che l’Eterno ha fatto e per trarre incoraggiamento per il buon
combattimento della fede.
Le Chiese o Unioni Giovanili che volessero organizzare una serata con conferenza e proiezioni luminose sul Centenario
del Tempio dì Torino, possono chiederci
in prestito la filmina e provvedersi del Libro del Centenario per la spiegazione dei
quadri.
— Evanston. Al culto del 24 gennaio abbiamo meditato sull’argomento centrale della prossima Assemblea ecumenica : « Cristo
speranza della chiesa e del mondo »; la sera del 3 febbraio il dr. Elio Eynard di Zurigo ha tenuto una applaudita conferenza
sull’aspetto sociale di questa affermazione.
L’Unione Giovanile sta studiando con serietà di propositi i documenti del quaderno edito dalla Rivista « Protestantesimo ».
Abbiamo celebrato la Domenica delle
Missioni con un culto nel quale è stata presentata alla chiesa l’esigenza missionaria e
con una interessantissima conferenza del Pastore Er. Ayassot di Torre Pellice sulla vita
e sul pensiero di Alberto Schweitzer.
— Sabato 6 febbraio ha avuto luogo una
importante Assemblea di Chiesa con l’intervento del Vice-Moderatore Dr. Alberto Ribet e del Dr. Steiner deUa Commissione
distrettuale. Molti fratelli hanno preso la
parola per esporre le loro idee sulla situazione finanziaria della Chiesa Valdese. Abbiamo buona speranza dì avvicinarci alla
mèta.fissata dal Sinodo« nonostante i molti
gravami della nostr;^ Chiesa e le coUette
straordinarie.
— Atti liturgici. ^ Battesimo: 20 dicembre: Rapetti Claudio dì Aldo e di Gambaccini Elda.
Matrimonio: 4 febbraio: Volpi Àbramo
e D’Amico Maria.
Dipartenze: 25 gennaio: Rostagno Davide
Ludovico, di anni 69; 11 febbraio: Bordone Giuseppe, di anni 70,
— La Santa Cena sarà celebrata nel tempio di Corso Vittorio la prima Domenica
di marzo al culto deUe ore 10,30.
— Prediche di Quaresima (Past. Gustavo
Bertin, Tempio Valdese di Corso Vittorio
Em. II, 23). Domenica 7 marzo, ore 17,30:
Gesù, i Sacerdoti e i Preti operai; Domenica 14 mtirzo, ore 17,^0: Gesù e Giuda; Domenica 21 marzo, ore 17,30: Gesù e Pietro;
Domenica 28 marzo,' ore 17,30: Gesù e Pilato; Domenica 4 E^ile, ore 17,30: Gesù
e il popolo. Invito a tutti.
Rorà
XVII febbraio.
Nei vari quartieri sono stati accesi i falò
di riconoscenza a Dio, con larga partecipazione dei bambini^ sempre più sensibili
ai ricordi del passato. Nel giorno della ricorrenza è stato celdtrato il culto, seguito
dalla Santa Cena; l’àgape fraterna, organizzata daU’unione deUe madri, in collaborazione con la gioventù, è stata apprezzata da tutti i commensali: una cinquantina di rorenghì hafùio ricordato con dei
messaggi storici e di carattere attuale la
storica data; il sindàCo Morel Giacomo, lo
anziano e consigliere Aldo Tourn, nonché
il Pastore hanno interessato gli invitati con
opportuni richiami aUa storia passata e presente. Sono stati inviati alcuni messaggi ad
amici assenti e roreaghi ammalali. La filodrammatica ha completato la giornata con
la recita « La rinne'gata », particolarmente
applaudita dal pubblico intervenuto dai vari quartieri. I bambìM hanno festeggiato la
data assieme alle insegnanti dei due quartieri. Siamo grati gR’unione delle madri
per la cura con cui hanno preparato la festa assieme all’unioné giovanile.
Siamo grati all’amiiano Aldo Tourn per
i messaggi rivolti recentemente alla comunità rorenga, collaborando efficacemente per
l’opera di testimonianza nella parrocchia.
Inviamo un pensiero affettuoso a tutti i
rorenghi lontani, se^atamente agli ammalati, affinchè possartp. sperimentare la Grazia di Dio, preziosa jper la' salute dèi corpo
e dell’anima al tempo stesso.
.....mi...........
Pei monìtip e unionisti
Il 19 Marzo, a Pinerolo, nei locali
della Chiesa Valdese avrà luogo un
convegno per monitori, monitrici e
responsabili delle Unioni col seguente programma:
Mattinata: ore 9-12,30 convegno
monitori con studio del Pastore Franco Davite.
Pomeriggio: Convegno responsabili: ore 14-16,30. I membri del Comitato di gruppo Marco Gay e Pastore
Gustavo Bouchard introdurranno
due importanti argomenti: la Gioventù e la Chiesa; la Gioventù e la
Morale. Il capogruppo dr. Theiler
farà un resoconto del lavoro svolto
ed esporrà il programma futuro dei
convegni.
I monitori. Tenitrici e responsabili dtdle Unioni sono caldamente
invitati a prendere parte ai due convegni della giornata.
Si pregano i partecipanti di portarsi la colazione al sacco.
ArupietU • Louis XIV, sa cour et
le régent'- 1819
Jéan-Baptiste Thiers • Traité des
superstitions qui regardent les sacrements - 4 vol. • 1777
Frank Thomas - Bonheur et mariage
Jules Simon - La liberté de conscience • 1857
G. T. Fechner - La vita dopo la
morte
Gregorii XVI - Index Libromm prohibitorum - 1862
Id. - Dictionnaires des paraUèles,
concordances et analogies bibliques - 1856
C. H. Vosen - Rudiments Linguae
hebraicae - 1862
» 300
» 500
» 50
B 100
» 50
B ^ 100
» 100
» 200
300
G. B. Orcesi - I martiri, o il trionfo
della Religione cristiana - 1844 » 200
Ordinazioni alla Libreria Clandiana - Torre
Pellice (Torino) - C. C. Postale n. 2/17557
.........i«Miuiiitiiinniiiiiiiiniiiiii»ii'HiiimniiininimininiimniiiiiuniiiiuiMiniiliiiniiniiuuitiiiiiiiamuiiiiii
Doni ricevuti dalla 0. I. 0. V.
per l’ospedale valdese
IN MEMORIA
di Lina Coisson Frache, i figli Clara e
Roberto 10.000 — della diletta Elda, Papà
e Mamma, 1.000 — di Giovanni e Rosa
Pons Karrer, Maria Luisa Pons, 500 — del
marito e Padre, GriU Elena e Dina 1.000 —
di Rostan Beniamino, Richard Susanna Ved.
Rostan 1.000 — di Carlo GriB, Fam. Grill
10.000 — di Sua Madre, Pauline Montaldo
(U. S. A.) 6.120 — di Genre Bert Lidia, la
Famiglia .5.000.
Garberò Dino 20.000 — N. N. N., Torino 30.000 — 'Waldesian Presbyterian Church
Chicago ' 9.030 — Avsyi Giovanni Agnelli in
occ. delle nozze della Sorella Maria Sole
100.000 — Rocchi Biagio 6.000 — Dott. Stanislao Rocchi 2.000 — Ribet Carlo 2.000 —
Gelato Michele 3.000 — Heritier Oreste
1.200 — Long Tullio 1.286 — Ghigou Susanna 3.000 — Balmas Emma 3.000 —■ Pons
Antonietta 500 — Barai Elena 269 — Nelly
Kramer 748 — Alma Ilario Coucourde 4.000
Past. Debely 2.150 — Artus Giovanni 500
— Canavese Teresina 1.200 — Aldo ed Evelina Rostan 3.000 — Charrier Giulia 500
— Rochon Aldo 2.000 — Grill Edmondo
1.000 — Rostan Daniele 1.000 — Erminia
Ghigo 5.000 — Jourdan Davide 500 — Fontana Fiorinda 500 — Legger Lina 1.000 —
Teubel Francesca 1.000 — Volpe Maria 800
—■ Morel Cesare 500 — Isabelle Caterina
5.000 —- Pasquet Gustavo 2.000 — Gardiol
Albertina 500 — Re Anna 775 — Charbonnier Riccardo 300 — Pagetto 500 — Rostan
Vittorio 1.000 — Montanari Alice 500 —
Sartirana Clara 1.300 — Dott. Mario Ghe
rardi e Signora 10.000 — Nicolina Antoni
na 160 — Gaydou Maria l.OOQ •— Odiardi
Silvio 1.000 — Peyrot Guido 1.000 — Con
solini Alba 1.000 — Clot Irma 5.000 — Ba
ral Severino 1.000 — Pons Giulio 1.000 -—
Bertalot Maria 1.000 — Ribetti Giovanni
1.000 — Travers Giacomo 2.000 — Lilia
Malacrida 2.000 — Bociardi Mario 1.500 —
Beux Remo 3.000 — Barai Secondina 1.000
— Ribet Ernesto 1.000 — Genre Giulio 2.000
— Carezzi Cecilia 2.000 — Costabel Dino
1.000 — Tron Dorina 1.000 — Zoccola Giuseppe 400 — Baret Celina 5.000 — Vinçon
Arduina 1.000 — Long Alessandrina 1.000
— Ricciardi Giuseppe 1.000 — Susanna Ghighou ved. Jouve 5.000.
Doni collettati dal sig. Beux Enrico per
l’acquisto di un apparecchio radio: Walter
Bachstadt 2.000; Samuele Bouchard 500;
Cav. Avondetto 1.000; Davide Bouchard
100; Ba'ma Arturo 500; Costa Giulio 500;
Dott. Gustavo Ribet 500; Cav. Gay Ernesto 200; Beux 200; Rostan Ottorino 1.000;
Gustavo Margiuntì 500.
11'niniwniiiiiiniinn
LIBRI D’OCCASIOIVÌE
Napoléon Roussel - Les nations catholiques et les nations protestantes - 1854. 2 tomes - 1 col. L. 500
A. Bianchi-Giovini - Le prediche
domenicali - 2 vol. » 1.000
Luigi del Pozzo - Quadro storico
cronologico e morale della religione presso gl’israeliti ed i cristiani - 1841 » 300
L. Gaussen - Théopneustie ou Inspiration plénière ' des Saintes Ecritures (con alcune note manoscritte dell’autore) - 1842 » 300
Andrea De Gregorio - Storia Ecclestiasticà - 1855 » 300
Ch. Weiss - Histoire des réfugiés
protestants de France - 1853 - 2
vol. B 400
P. Parfait - L’Arsenal de la dévotion - notes pour servir à l’histoire des superstitions Le dossier
des pèlerinages - suite de l’Arsenal de la dévotion » 300
Paul de P. - Ligue des nobles et
des prêtres contre les peuples et
les rois - 1830
Ospedale
dì Torino
PERSONALIA
Apprendiamo che il sig. Alessandro Nicod, anziano evangelista a Rodoretto, ha avuto il dolore di perdere il proprio padre, in Isvizzera. Gli
esprimiamo i sentimenti della nostra fraterna simpatia cristiana.
La signorina Lidia Cavo, figlia dell’anziano della Chiesa di Sampierdarena, si è brillantemente laureata,
il 24 febbraio, all’Istituto Universitario di Magistero di Genova, discutendo una tesi su: « La poesia di
Clement Marot ». Rallegramenti ed
auguri.
E’ deceduta alle Molinette di Torino la signorina Angiolina Lasagna,
sorella del nostro linotypista signor
Mario, al quale inviamo le nostre
più sentite condogRanze.
L’Ospedale Evangelico di Torino ha da
tempo stipulato convenzioni con le princìpaU Mutue e può pertanto ricoverare tutti
o quasi gli ammalati che lo desiderino: è
sufficiente richiedere formalmente al medico curante della Mutua il ricovero nell’Ospedale Evangelico.
Non vi sono motivi perchè questo desiderio non possa venire accolto, semprechè
la malattia non aia cronica o mentale o contagiosa.
Anche chi non usufruisce di Mutue può
essere ricoverato come pensionante.
Gli evangelici riflettano al bene che essi
hanno dì potersi trovare, in caso di malattia, amorevolmente accolti e spiritualmente
assistiti in una casa di cura bene attrezzata
e favorevolmente nota.
AVVISI
CONIUGI VALDESI — anziani ma ancora
in gamba — sono lieti di offrire nel loro
ciabòt di montagna (m. 1.200) il soggiorno gratuito di un mese estivo (vitto sano
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in buona salute, disposta coadiuvare nelle faccende domestiche. Scrivere alla
Amministrazione del giornale.
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ottime referenze. Buon salario. Buon trattamento. Scrivere S. M. presso Tipografia Subalpina - Torre Pellice.
Le famiglie Bounous - Gallian sentitamente ringraziano tutte le persone che, in vari
modi, hanno partecipato al loro lutto iti
occasione della dipartenza delia loro cara
mamma
Beux Cesarina ved. Bounous
deceduta in San Germano Chisone il giorno 22 febbraio 1954.
Direzione e Redazione: Past. Frmanno
Rostan - Via dei Mille 1 ■ Pinerolo •
Telef. 2009.
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo, con decreto del 27XI-1950.
Tipografia Subalpina S. o. A.
Torre Pellice (Torino)
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riceve in Torre PeUice viale
Fuhrman t (presso Dr» Gardiol)
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