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Anno 127 - n. 36
20 settembre 1991
L. 1.200
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a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
CUBA-URSS
Il ricatto
della fame
L’annuncio del prossimo ritiro deUe truppe sovietiche da Cuba era nella logica deUe cose,
in questo tempo frenetico di fine del comunismo sovietico. Dopo la ritrovata libertà dei paesi satelliti dell’Est europeo e dopo la disgregazione dell’impero
interno, il mantenimento di Cuba nell’orbita sovietica era già,
nei fatti, un anacronismo, una
anomalia condannata a sparire.
Che i rapporti tra il comunismo castrista e la perestrojka
gorbacioviana fossero da tempo
piuttosto freddi era risultato
evidente in occasione della visita tutt’altro che trionfale del
presidente sovietico all’Avana
neU’aprile di due anni fa. Già
allora Gorbaciov aveva preso le
distanze rispetto alla visione del
partito-stato cara al ’’lider maximo”. Eppure, anche su questa
questione, Gorbaciov sembrava
incline ad una soluzione non
traumatica, dopo trent’anni di
massicci aiuti militari ed economici che hanno fatto di Cuba
un paese assistito e dipendente.
Il fatto che questa decisione
sia stata annunciata in una conferenza stampa al termine di un
incontro col segretario di Stato
americano non sorprende. Anche questo infatti era nella logica delle cose: una logica ferrea, cinica addirittura, in quanto appare come l’ultimo prezzo
da pagare perché il presidente
Bush si decidesse a ’’dar da
mangiare ai popoli sovietici”, secondo l’invito pressante fattogli
recentemente dalTillustre economista John Kenneth Galbraith.
Così, in questa fine del XX secolo, U ricatto della fame è più
forte di ogni pressione politica.
Ma ciò che sconcerta ancora
di più è l’euforia con la quale
è stata accolta la notizia, specie
negli Stati Uniti. Un’euforia non
spiegabile se non in termini
ideologici, come la fine di uno
degli ultimi — e più vicini geograficamente — simboli di quell”’impero del Male” di reganiana memoria. La vittoria ideologica sembra di gran lunga più
importante della vittoria politica, ormai ampiamente dimostrata. Così che il destino scontato
di Cuba rappresenta certamente, per l’inconscio collettivo americano, la rivincita sul Vietnam,
una rivincita tanto più forte
’’moralmente” che, molto probabilmente, avverrà senza spargimento di sangue ma per semplice asfissia economica, così
com’è successo due anni fa con
il Nicaragua sandinista.
Anche per piegare Israele il
presidente Bush sembra aver
scoperto le virtù del ricatto economico, scoperta a cui forse
non è estraneo un ripensamento sulla logica scelta per la guerra del Golfo. Se così fosse, vorrebbe dire che lo spirito rivoluzionario e sostanzialmente pacifico del 1989, indotto dalla politica gorbacioviana, è più forte
della logica delia forza militare.
Ma, per la coscienza cristiana,
una questione di fondo rimane
più che mai aperta: ci è richiesto di « dar da mangiare » a tutti ma anche di non dimenticare che ’’l’uomo non vive di solo
pane”.
.Ìean-Jacques Peyronel
LA JUGOSLAVIA NELLA GUERRA CIVILE
SCUOLA
Siamo ancora molto lontani
dalla "guerra totale" annunciata
dai croati che in questa prospettiva avevano chiesto la mobilitazione generale. La guerra in Croazia sembra piuttosto caratterizzata da azioni cruente di terrorismo. In questo giogo di paura e
di terrore molti sono già i morti (si parla di migliaia), gii sfollati e gli esuli. Il nostro paese
dovrà prepararsi ad accoglierli.
Siamo il paese europeo con più
seconde case: sarebbe tragico che
non potessimo ospitarli e che gli
esuli dovessero essere ancora rinchiusi negli stadi.
I serbi e i militari "federali”
sembrano ignorare gli appelli al
cessate il fuoco, airarmistizio, ai
negoziati che vengono dalla CEE
e dalla comunità internazionale.
Lord Carrington che tenta la
mediazione sembra essersi messo
in un vicolo cieco, preso tra la richiesta della Croazia di uscire dalla Federazione jugoslava e quella
della Serbia di rivedere i confini
con tutto ciò che questo dovrebbe comportare: l’annessione di
una parte della Croazia, della
Bosnia-Erzegovina e del Montenegro da parte della Serbia stessa.
Per risolvere questa crisi ci sono solo tre soluzioni: la mini
Jugoslavia, chiesta dalla Serbia,
dal Montenegro e da una parte
dei dirigenti della Bosnia, la
confederazione tra stati sovrani
Come vogliono i macedoni (che
hanno votato per la loro indipenr
danza), l’indipendenza pura e
semplice come hanno chiesto la
Croazia e la Slovenia.
La CEE ha saggiamente dichiarato che comunque non si tratta
di riconoscere nuovi confini che
derivino da azioni militari. Ma
da quest’orecchio i contendenti
non sembrano voler sentire. Le
posizioni di forza acquisite al
momento del cessate il fuoco verranno utilizzate per rafforzare
questa o quella posizione. Quante
vittime ancora dovremo contare?
Ha senso, neH’Europa che va verso il 2000, morire per Zagabria o
per Zara?
Il principio deU’autodeterminazione dei popoli — che tutti invocano — deve prevedere la possibilità di scelta, se stare o meno
in una federazione. Se questo è
possibile per la Slovenia che è
culturalmente ed etnicamente
omogenea, appare più difficile
l’applicazione del principio di
autodeterminazione al caso della
Croazia dove esistono forti minoranze serbe. Finché lo statuto
delle minoranze non sarà definito,
non vale perciò l’invocazione alla
democrazia di Franjo Tudjman,
DIACONIA
Un intervento liberante
« ...Dell’argento e dell’oro io non ne ho ; ma
quello che ho, te lo dò: Nel nome dì Gesù Cristo
il Nazareno, cammina! E presolo per la man destra, lo sollevò...» (Atti 3: 1-10).
Questo passo del Nuovo Testamento è uno dei
testi biblici più stimolanti per chi, come me, opera
direttamente nel campo della diaconia, in quanto
porta inevitabilmente a confrontarsi, a riflettere
sul proprio servizio, perché sottolinea due aspetti
molto importanti dell’intervento diaconale: la qualità del rapporto con la persona verso cui l’azione
è diretta e la consapevolezza dell’entità delle proprie risorse.
Esaminiamo il primo aspetto. La persona in difficoltà, in questo caso lo storpio, segue le regole
dell’assistenza del tempo: accucciato per terra, all'entrata del tempio, chiede l’elemosina e chi
frequenta il tempio passa, lascia cadere il suo obolo
e prosegue.
Il rapporto fra le parti è minimo, ognuno rispetta il suo ruolo, non ci sono interferenze e tutti sono
soddisfatti. Poi arrivano i due apostoli; alla richiesta dello storpio si fermano e Pietro « ... fissando gli
occhi su di lui, disse: Guarda noil... ».
Lo schema è infranto. Pietro e Giovanni vogliono andare oltre il mero fatto assistenziale, cercano
la persona; infatti, attraverso uno dei mezzi di comunicazione più efficaci, lo sguardo, stabiliscono
innanzitutto una relazione con l’individuo. Dopo di
che compiono un atto di grande coraggio: si scoprono; Pietro non esita a dichiarare^ apertamente le
sue contraddizioni, la sua fragilità: « dell'argento
e dell'oro non ne ho... » e la sua forza: « nel nome
di Gesù Cristo il Nazareno: cammina! ». Quindi conclude il suo intervento intensificando, rendendo ancora più diretto il suo rapporto con l’altro: «presolo per la man destra, lo sollevò ».
Questa immagine è molto bella. Illustra il rapporto che si è man mano consolidato fra le parti, il
loro crescente avvicinamento, ma spiega anche molto bene il risultato dell'intervento degli apostoli. Lo
storpio accucciato davanti al tempio non esiste più.
Di fronte a Pietro e Giovanni c'è ora una persona,
elevata in tutta la sua dignità, finalmente protagonista della sua stessa storia: « ...si rizzò in pie' e
cominciò a camminare ed entrò con loro nel tempio, camminando, e saltando, e lodando Dio ».
Il secondo aspetto, quello delle risorse, che tanto fa discutere le nostre assemblee e tanto preoccupa i comitati delle nostre opere diaconali, è illustrato in modo altrettanto efficace. Di fronte alla
richiesta di assistenza che lo storpio gli rivolge,
Pietro è sereno, perché è consapevole dei suoi limiti e delle sue possibilità, delle sue risorse: « Dell'argento e dell'oro io non ne ho; ma quello che ho,
te lo dò: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno: cammina! » e in base ed esse e ad esse soltando sceglie
di agire. Non si fa prendere dall'agitazione, non si
mette a fare i conti, non si scervella in cerca di
ipotetiche soluzioni. Non sottovaluta le sue risorse,
non si nasconde dietro al fatto che, date le condizioni in cui si trova, non può risolvere tutti i problemi che gli si presentano; né le sopravvaluta,
dando un'immagine di sé più forte di quanto sia
in realtà. Non si sente né scoraggiato, né preso
dall'entusiasmo. Alla fine l'intervento operato, il
servizio reso, non hanno risolto tutti i problemi
dell’« assistito », non è stato un intervento « totalizzante » bensì un intervento « liberante » che ha
trasformato lo storpio in una persona autonoma,
in grado di provvedere a sé stessa, se lo vuole.
Voglia il Signore renderci altrettanto sensibili e
altrettando consapevoli nel nostro impegno diaconale.
Anita Tron
In fuga dal terrore
Quale tipo di accoglienza prepareremo per gli esuli jugoslavi? Tre soluzioni per risolvere la crisi - Parte la delegazione pacifista
1.580
lire
che dice che l’indipendenza croata è richiesta dalla stragrande
maggioranza del popolo della
Croazia.
L’impasse è tutta qui: i diritti
deH’autodeterminazione richiesti
vanno riconosciuti a tutte le minoranze. Altrimenti, dopo la guerra cosa succederà?
Un compito particolarmente
difficile spetta poi alle chiese, in
specifico a quelle cristiane (ortodosse, cattoliche, battiste, metodiste) le quali non sono « nazionali » e sono impegnate nelle azioni
di riconciliazione tra le parti.
Nei prossimi giorni una delegazione di pacifisti italiani partirà
da Trieste e attraverserà tutta la
Jugoslavia portando un messaggio di riconciliazione. Di esse faranno parte anche alcuni credenti
protestanti italiani che recheranno un messaggio di solidarietà
alle vittime del conflitto e invocheranno una pace giusta.
Anche Saverio Guarna, presidente deH’UCEBI (Unione delle
chiese battiste) ha scritto un messaggio di solidarietà al suo omologo jugoslavo Ralevic Simo, presidente dell’Unione battista jugoslava in cui afferma di « essere
addolorato » e di sentirsi « molto
vicino nell’invocare la pace di
Dio per il vostro popolo ».
G. G.
La scuola è iniziata. I problemi sono quelli di sempre: gli insegnanti mancano, si comincia
con gli insegnanti provvisori; i
libri costano sempre più cari
(quest’anno l’aumento è del 10/
15%); le attrezzature e i sussidi sono insufficienti.
Quest’anno due novità di rilievo: la fine del docente unico
alle elementari e, per la prima
volta, un finanziamento alle attività alternative aU’insegnamento della religione cattolica.
Di quest’ultimo vogliamo occuparci. In Provincia di Torino
(non abbiamo notizie circa altre situazioni) il Consìglio scolastico provinciale ha stabilito i
criteri di ripartizione dei fondi
'ministeriali per le attività alternative all’Irc. Quando questi soldi sono arrivati l’Ufficio ragioneria ha inviato a tutte le scuole elementari una circolare in
cui si comunica che per ogni
afiievo delle scuole che frequenta le attività saranno a disposizione ben 1.580 lire.
Nella ripartizione dei fondi si
provvede poi agli arrotondamenti, per cui la direzione scolastica di Noie Canavese avrà 3.000
lire per l’unieo allievo, quella di
Pont Canavese avrà a disposizione per due allievi che hanno
richiesto le attività alternative
ben 3.000 lire!
Al circolo con il maggior numero di optanti per le attività
alternative (U 3° di Orbassano)
toccheranno 631.000 lire per 409
allievi! Al circolo di Torre Pellice toccheranno 383.000 lire per
179 alunni. Tutti i circoli deUe
elementari sono incaricati dal
Provveditore di proeedere alle
variazioni di bUancìo di previsione del 1991; variazione che dovrà poi essere approvata. Non
so quanto verrà a costare tutta
la procedura burocratica ma sicuramente più delle tremila lire
che toccheranno alle scuole di
Pont Canavese.
Le circolari dei vari ministri
che si sono succeduti alla Pubblica Istruzione hanno sempre
scritto che le attività alternative debbono essere qualificate; si
è suggerito ai Consigli di circolo di organizzare corsi sui ’’diritti umani”; nei dibattiti hanno sempre detto che c’era pari
dignità tra l’Irc e le attività alternative.
Ora sappiamo quanto vale la
pari dignità: 1.580 lire per alunno.
Con questa somma le scuole
potranno comprare un quaderno o un pennarello, ma come si
farà ad acquistare un testo'? Non
si trova nulla per quei soldi, neppure il manuale per Pire che,
invece, viene diffuso gratuitamente a coloro che si avvalgono.
Con 1.580 lire le scuole potranno sicuramente comprare i francobolli, carta e buste necessari
per scrivere e spedire due lettere da indirizzare a due persone
importanti, il ministro della
Pubblica Istruzione e il Provveditore agli studi di Torino, in
cui in buon italiano e con buone maniere, si ringrazi lo stato
per il munifico contributo economico alle attività culturali alternative all’IRC.
Giorgio Gardìol
2
fede e cultura
20 settembre 1991
IN LIBRERIA
L’equilibrio fra storia
e teologia della Riforma
Un volume che rappresenta l’odierna comprensione del protestantesimo da parte cattolica - Maggior attenzione per Lutero e la Germania
Dopo un secolare silenzio il
problema e la realtà della Riforma protestante hanno fatto
la loro comparsa nelle librerie
italiane e, fatto rilevante di cui
non si può non tenere conto,
in quelle cattoliche. La Riforma
non pare più un tabù teologicopsicologico ma un evento storico che può costituire oggetto di
indagine e di cui si può discutere.
Il volume di Erwin Iserloh '
si colloca così in una serie ormai ricca e varia di pubblicazioni e completa in modo pregevole questa bibliografìa moderna
sul tema della Riforma.
Una grande scuola
storiografica
Superfluo ricordare l’alta competenza dell’autore della scuola
storiografica cattolica di lingua
tedesca, che gareggia con quella protestante per qualità ed impegno. Il volume si segnala per
molte qualità; ne menzioneremo
alcune. Anzitutto, sul piano formale, che è tutt’altro che trascurabile, la sobrietà e chiarezza del linguaggio che permette
a chiunque abbia spirito attento e buona volontà di leggere
situandosi immediatamente nel
cuore del problema.
Secondo merito è l’essere riuscito a mantenere il difiìcile equilibrio fra storia e teologia
(come propone il titolo), dando
pochi accenni storici essenziali
e grandi linee di pensiero molto ben integrate.
Terzo pregio del testo è lo spirito di serena comprensione con
cui è condotta l’indagine. Siamo davvero molto lontani ormai
dai toni apologetico-polemici, alle demonizzazioni dell’avversario,
alla demolizione dell’altro. Siamo in presenza di lavori (questo volume non la eccezione e
si deve collocare in una produzione più ampia) impestati non
solo con rigore storiografico —
scientifico si direbbe in linguaggio accademico — ma con spirito culturalmente aperto; si
tratta di comprendere non solo
la dinamica, la meccanica dei
fatti, ma gli uomini e le loro
motivazioni profonde, anche se
si tratta di uomini lontani dai
propri orizzonti e legati a posizioni avvertite come estranee.
Attenzione e
disponibilità
Sarebbe di notevole interesse
leggere una ricerca storica su
Ignazio de Loyola nell’anno centenario scritta da un luterano
(il ’’Francesco d’Assisi” di Sabatier era stato im esempio del
genere a suo tempo). E proprio
questo spirito di attenzione, disponibilità, comprensione rende
doppiamente interessante il layoro di Iserloh perché delinea
in modo esemplare la comprensione cattolica odierna del ienomeno protestante al suo sor
PROTESTANTESIMO
IN TV
DOMENICA 22 SETTEMBRE
ore 23.30 circa - RAIDUE .
Replica
LUNEDI’ 30 SETTEMBRE
ore 9 circa - RAIDUE
VIVERE LA PROMESSA
Un incontro con il filosofo
Paul Ricoeur.
gere e di conseguenza anche del
suo sviluppo. Le cause della crisi della Riforma (da scriversi
con la maiuscola ricorda l’autore) non sono né i furori scismatici di un frate inquieto né
il calcolo politico di prìncipi e
borghesi desiderosi di impadronirsi dei beni della chiesa (a
questo riguardo si rileva una lucida e calzante precisazione riguardo alle ingerenze dei poteri
civili nelle questioni ecclesiastiche ben prima di Lutero) ma
nascono dalla mancata risposta
dei responsabili della Chiesa alle sollecitazioni che da tante parti giungevano per la Riforma e
di cui Lutero è ’’solo” una voce fra le più appassionate. Se
Alberto di Brandeburge avesse
risposto alle tesi inviategli...! La
passione soggettiva di Martino,
la sua impazienza e mancanza
di tatto fecero il resto.
Le pagine più
interessanti
Lungo sarebbe enumerare le
pagine significative e ricche di
spimti del testo: sulla teologia
agostiniana di Lutero, sulla sua
concezione della giustificazione
più sfumata e complessa della
formulazione forense in cui la
si rinchiude spesso, la collocazione degli avvenimenti del 1525,
Müntzer, i contadini, Erasmo
' Erwin ISERLOH, Compendio di storia e teologia delia Riforma, Brescia,
Morcelliana, 1990, pp, 308, L. 30.000.
L’OPERA DI UN CREDENTE CORAGGIOSO
Uomini di Dio:
i valdesi in Ungheria
Arpacd Gònez tracduce nella pagina scritta l’esperienza di una vita di coerente militanza
Men of God (uomini di Dio) è
un dramma in tre atti, che si
svolge nel 1401 nella città di Sopron, in Ungheria, relativo ad un
episodio di persecuzione di vaidesi ungheresi. Lo scorso anno ne
è stata pubblicata la traduzione
inglese, in un libro che raccoglie
anche altri scritti dello scrittore
ungherese Arpàg (^nez *.
Gonez, nato nel 1922 a Budapest, laureato in legge, ha fatto
parte della resistenza clandestina contro i tedeschi durante la
guerra ed è stato ferito dalla polizia hitleriana. Legale in una
banca agricola di Budapest dopo
la guerra, perde il lavoro con
l’occupazione comunista del 1948.
Nel 1956 prende parte alla rivolta contro il regime stalinista repressa daU’Armata rossa, e viene
condannato alla prigione a vita:
rimarrà in carcere sei anni e mezzo.
Durante la prigionia impara l’inglese e diventa uno dei migliori
traduttori di quella lingua. Le sue
traduzioni sono più di 150, dei
migliori autori inglesi ed americani, che ha fatto conoscere in
Ungheria. La sua opera letteraria
non è da meno. Per questa è stato
giudicato dalla critica internazionale come uno scrittore della
classe dei Shaw, Brecht e Miller.
Men of God è considerata l’opera più politicizzata di Gonez; basata sulla persecuzione medievale dei valdesi in Ungheria, trasferisce il dilemma essenziale alla
vita imgherese dell’era post Ràkosì; così, il ricorso alle armi per
sopprimere i valdesi di Sopron richiama alla mente l'invito di Radar alle truppe russe per sopprimere la rivoluzione del 1956 e il
nome deU’inquisitore, Péter, rimanda a Péter Gábor, capo del
RGB ungherese.
Liberato dalla prigionia nel
1963 in base ad una amnistia generale, ha fatto vari lavori prima
di essere nominato come geologo
ed esperto agricolo all’Università
di Gròdòllo, per poi diventare nel
1965 scrittore e traduttore indipendente ed infine essere eletto,
nel 1990, presidente della Repubblica di Ungheria.
Debbo alla cortesia di Frank
Gibson, direttore della American
Waldensian Society, di avermi procurato una copia di questo volume, alla cui presentazione a New
York ha presenziato lo stesso Arpàd Gonez; in quell’occasione lo
scrittore ha anche incontrato il
direttore della AWS, al quale ha
raccontato come, qualche tempo
prima, interrogato dall’arcivescovo di Budapest su quale fosse la
sua religione, avesse risposto:
« Io sono un valdese ». Un valdese
nel cuore, questo nostro coraggioso fratello che nella vita è stato coerente nella sua fedeltà alla
Bibbia e alla sua visione politica.
Osvaldo Coì'sson
UNA ’’STORIA FOTOGRAFICA”
30 anni a Riesi
120 immagini per rivivere le vicende del Servizio cristiano: un’avventura della vocazione
sotto il titolo molto illuminante
’’Lotta per la comprensione della libertà del cristiano”.
Un’osservazione finale: come
per tutti gli storici tedeschi (indipendentemente dalla confessione) Lutero resta la chiave di
volta, il fondamento, l’anima della Riforma, il suo dramma di
credente e di teologo è percepito e sentito con grande partecipazione e la Germania, la sua
Germania, resta il palcoscenico
su cui si gioca il dramma.
L’Europa è lo scenario o poco più. Tredici pagine dedicate
alla formazione delle chiese territoriali tedesche stanno contro
le dieci che presentano Zwingli
e la Riforma a Zurigo, alle trenta riguardanti i dibattiti confessionali attorno alla Confessio
augustana stanno le dodici dedicate a Calvino, la sua teologia
e la Riforma a Ginevra. Che il
calvinismo resti davvero il punctum dolens della questione religiosa del XVI secolo, lo zoccolo duro, si direbbe oggi, della Riforma? Visto da Wittenberg Calvino è poco più che un
bravo umanista dalla prosa impeccabile; ma visto dall’Europa?
Meriterebbe forse qualche attenzione l’uomo, e anche la sua teologia.
G. T.
Come nel 1968 è stato pubblicato un libro contenente molte
fotografie, oltre ad informazioni
e commenti, sui primi venti anni
di Agape (che quest’anno compie 40 anni), così è stata una
buona iniziativa ricordare il trentennale del Servizio cristiano di
Riesi con una storia fotografica,
arricchita di tre articoli illustrativi. L’opera del Servizio cristiano è nata, infatti, ad Agape, sotto la guida profetica di Tullio
Vinay, per portare avanti il messaggio evangelico che chiama ah
la testimonianza e al servizio.
Nel suo articolo (che è un discorso registrato nel 1989 per l’Assemblea degli Amici del Servizio
cristiano) Tullio Vinay sottolinea la preparazione ad Agape
del primo nucleo della comunità
di Agape che si è stabilito a
Riesi nel 1961.
Una ’’avventura
della fede”
Come membro di quel primo
gruppo, voglio ricordare che tutti i membri della comunità di
Agape hanno partecipato a questa ’’avventura della fede”, come
la chiama Jean-Jacques Peyronel
nel suo articolo d’introduzione,
anche quelli che a causa di vari
impegni di servizio già presi non
erano liberi di venire a Riesi.
Nel primo periodo, chi non poteva venire si era impegnato a
sostenere anche finanziariamente quelli che erano partiti. Non
eravamo, dunque, soli. Poi il
gruppo di amici e sostenitori, che
avevano capito il senso dell’opera, si è notevolmente allargato,
anche oltre le frontiere dell’Europa.
Lo sviluppo
dell’opera
Il libro contiene 120 fotografie, scelte per la maggior parte
dal vasto archivio fotografico del
Servizio cristiano. Illustrano la
situazione di grande miseria di
molti quartieri della città nel
1961, i vari momenti dello sviluppo dell’opera, con la collaborazione di molti cittadini di Riesi,
la presenza della Chiesa valdese
nella città, gli incontri con amici e sostenitori che partecipano
a questo lavoro da varie parti
dell’Europa.
In un’epoca come questa, nella
quale l’immagine è molto adoperata insieme alla parola e spesso ancor di più della parola, per
illustrare situazioni e fatti, JeanJacques Peyronel e Giuseppe Piar
tone hanno avuto una felice idea
nel decidere di pubblicare una
storia fotografica, commentata
da didascalie.
Certo non si possono rappresentare tutti i dettagli di trent’anni di storia con 120 fotografie, né si possono elencare tutti
i nomi delle centinaia di persone
che hanno partecipato in vari
modi, per periodi più o meno
lunghi, all’opera del Servizio cristiano, ma trovo che la scelta
fotografica rappresenta in sinte
si situazioni ed avvenimenti essenziali e particolarmente significativi.
Negli articoli che accompagnano le fotografie, Tullio Vinay
e Jean-Jacques Peyronel (direttore dell’opera dal 1985 al 1990)
mettono in rilievo l’aspetto comunitario del Servizio cristiano.
Anzi, possiamo dire la sua vocazione comunitaria. Anche se la
vita comunitaria comporta a volte tensioni e conflitti, è arricchente sia dal punto di vista
spirituale che da quello pratico.
Peyronel dice: « Non si può essere testimone coerente delVEvangelo da solo ». E Vinay afferma: « La comunità impostata su decisioni assembleari ci
ha dato anche molta libertà
d’azione ». Il credente deve far
parte di una comunità che testimonia e agisce insieme affinché
la sua fede possa esprimersi in
modo concreto. Le decisioni prese insieme sono appoggiate e condivise da tutti i membri della
comunità, tutti essendo pronti ad
accettarne le conseguenze.
Nella sua analisi del lavoro,
dall’inizio fino al 1984, Vinay distingue due periodi: quello iniziale, fino al 1969, nel quale nota
una grande carica di agape e di
entusiasmo, fortemente sentita
anche dalla popolazione nel suo
insieme, nonostante l’opposizione
di certi elementi mafiosi. Nel secondo f>eriodo, dal 1969 al 1984,
nota che con lo svilupparsi e lo
stabilizzarsi di vari settori di lavoro ciascuno ha dei contatti particolari con certe parti della popolazione, secondo il lavoro che
porta avanti.
Vivere e lavorare
come comunità
Effettivamente, un’opera progettata con varie possibilità di
servizio, mentre in un primo momento coinvolge tutti in un modo più vasto, via via che i vari
settori si definiscono e tendono
a concentrarsi sul loro compito
principale corre il rischio di istituzionalizzarsi. Per questo è così importante vivere e lavorare
come comunità, avere un continuo scambio di informazioni, condividere gioie e preoccupazioni
e potersi consigliare a vicenda
sulle decisioni da prendere.
Ci sono sempre anche le speranze offerte da nuovi inizi, con
il contributo di nuove idee e nuove energie. C’è stato il nuovo
gruppo diretto da Jean-Jacques
Peyronel dal 1985 al 1990; ora
un altro gruppo comunitario da
un anno guida quest’opera con
entusiasmo e con speranza. Giuseppe Platone dichiara, nella sua
postfazione al libro: « Desideriamo vivere quest’affascinante esperienza di servizio a Riesi come una vocazione che il Signore
ci ha rivolto e alla quale la chiesa guarda con speranza ». E aggiunge che non bastano le parole
in questa terra della retorica, ma
che « ...qui occorre lavorare ed
amare "a fatti e in verità" » (I
Giov. 3: 18).
Irene Wigley
' Arpad Goncz, Play and other writings, New York Garland Inc., 1990.
Sabato 21 settembre — FIRENZE;
Presso il Centro comunitario valdese
(via Manzoni, 21) dalle ore 17 alle
ore 19, il Comitato nazionale di coordinamento della Chiesa apostolica italiana organizza una manifestazione pubblica in occasione del decennale della convenzione tra la Chiesa apostolica italiana di Firenze-Prato e la Tavola valdese. Il programma prevede,
dopo un'illustrazione delle "ragioni
della convenzione”, una conversazione
del past, Mario Affuso sui tema: "Credo nella comunione — tra utopia e
realtà".
Lunedi 23 settembre — TORRE PELLICE; Organizzato dal Centro culturale valdese, alle 20,30, presso la sala
della ex biblioteca della Casa valdese (via Beckwith, 2), si terrà un incontro con due gruppi di Malan provenienti rispettivamente dal Sud Africa e dal Sud America. Informazioni
tei. 0121/932566.
3
20 settembre 1991
vita delle chiese
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
CORRISPONDENZE
Le nostre responsabilità Le madri delia fede
PRAMOLLO — Mercoledì 14
agosto, nel tempio, abbiamo avuto un incontro con il pastore Paolo Spanu che, di ritorno
da un viaggio in Albania, ci ha
parlato della ’’crisi albanese e
le nostre responsabilità”. Gli siamo grati per la sua chiarezza
che ci ha aiutati a riflettere su
questo problema e a metterci
per un momento veramente dalla parte di chi vive miseramente e lo ringraziamo anche per
la sua continua disponibilità.
• Salutiamo affettuosamente
tutti gli amici che hanno trascorso un periodo delle loro vacanze qui a Pramollo e speriamo di ritrovarli l’anno prossimo.
Assemblea di chiesa
LUSERNA SAN GIOVANNI —
L’Assemblea di chiesa con la relazione dei nostri deputati al
Sinodo avrà luogo domenica
prossima, dopo il culto, nella sala Beckwith alle ore 10.
Concerto
PINEROLO — Un concerto
corale e strumentale di alta qualità è stato tenuto nel nostro
tempio il 20 agosto da solisti,
coro e strumentisti di Reutingen e dell’Università di Bamberg.
Ringraziamo ancora gli amici tedeschi per la bella serata
trascorsa insieme e diciamo un
affettuoso grazie allo studente
in teologia Winfrid Pfannkuche
rimasto con noi per tre settimane presiedendo i culti e vivendo la vita della comunità.
• Il culto del 25 agosto è stato presieduto da Giaimi Long.
• E’ deceduta la nostra sorella Caterina Stallè vedova Pornerone, del quartiere della Gioietta all’età di 86 anni. Esprimiamo la nostra simpatia cristiana alle due flglie ed al figlio che
piangono la sua dipartita.
Gratitudine
VILLAR PELLICE — Una pa
rola di viva gratitudine al pastore Gustavo Bouchard per il
forte messaggio che ci ha rivolto nel culto che ha presieduto.
• Si sono uniti in matrimonio: Ettore Riccardo Bonnet e
Franca Verné (secondo le norme dell’ordinamento della Chiesa valdese) e Valter Bertalotto
e Giuliana Berton (in municipio). A questi sposi esprimiamo
l’augurio di ogni benedizione del
Signore nella loro vita in comune.
• Rinnoviamo ai familiari della sorella Bianca Dems ved.
Rambaudi, che ci ha lasciato all’età di 60 anni, la fraterna solidarietà della chiesa e nostra.
BOBBIO PELLICE — La co
munità ringrazia vivamente il
predicatore locale Franco Taglierò e i past. Paolo Marauda,
Claudio Pasquet, Giorgio Toum
per il messaggio dell’Evangelo
da loro annunciato in queste ultime domeniche.
AVVICENDAMENTI PASTORALI
Bonne route!
POMARETTO — Domenica 8
settembre la comunità ha salutato i pastori Renato Coìsson ed
Eugenio Stretti, in partenza rispettivamente per Trieste e Venezia.
Nelle parole che la vicepresidente del concistoro. Elsa Rostan, ha letto durante il culto, rileviamo l’impronta del ministero,
durato 15 anni, del pastore Coìsson.
« E' con molto rincrescimento
che la vediamo partire, perché
dopo 15 anni passati insieme ci si
affeziona; purtroppo la vita è fatta di cose più o meno piacevoli.
Io credo di interpretare il pensiero della comunità di Pomaretto nel ringraziarla di tutto cuore
per quello che ci ha dato in questi anni passati insieme. Grazie
per i sermoni, che ci hanno indotto ad essere più buoni. Grazie
per la pazienza da lei dimostrata
quando c'era qualche "rogna” in
giornata. Grazie per il suo sorriso
che, nonostante tutto, rimane sul
suo viso. Grazie ancora per i bei
'^io^Sgi, così bene organizzati. Grazie per la sua disponibilità e, perché no?, per la sua bontà.
Ed ora l'augurio che noi facciamo a lei e a tutta la sua famiglia
è di un servizio pieno di gioia e
soddisfazione, sotto lo sguardo
del Signore, che è sempre il nostro Buon Pastore ».
Negli interventi, seguiti al
Domenica 22 settembre
ore 16
CHIESA VALDESE
di TORRE PELLICE
Nel tempio
CONCERTO DI
MUSICA SACRA
( ottoni e organo )
I trombettieri del Baden
Organista Ferruccio Corsani
ingresso LIBERO
l’agape fraterna, è stata messa in
evidenza la predicazione del pastore Stretti: efficace, puntuale,
appassionata che ha dato molto
alla comunità in questo anno di
servizio. E’ stata rilevata la gioia,
caratteristica fondamentale della
prediccizione di Coìsson: gioia che
guida non solo verso Dio, ma
l’uomo verso l’altro uomo.
E’ stata sottolineata la presenza forte e incisiva della moglie
del pastore: Marie-France, ima
donna attiva, piena di iniziative;
una vera compagna per il pastore.
Il cammino di 15 anni di una
comunità con il proprio pastore
è costellato di episodi tristi, ma
anche di allegri: è difficile capire
quali siano i momenti ohe uniscono di più.
Importante è averli vissuti insieme, questi momenti: aver affrontato le difficoltà con spirito
di collaborazione.
Nel discorso di commiato, il
pastore Coìsson ha voluto sottolineare l’impegno di chi ha dato
la propria disponsibilità anche
quando non era d'accordo. E di
questo è riconoscente.
E’ stato un viaggio fatto insieme, affrontando imprevisti e momenti dolorosi, vivendo momem
ti di gioia e di comunione fraterna. Questo tratto di vita percorso
insieme, sicuri del sostegno e della collaborazione gli uni degli altri, lascia un’impronta indelebile
in ognuno di noi.
Ma ad una certa fermata di
questo viaggio bisogna scendere,
bisogna cambiare vagone, cambiare compagni di viaggio.
E allora: « Bonne route Renato, Marie-France, Jean-Daniel,
Emmanuele, Pier Davide. Bonne
route, Eugenio ».
La comunità seguirà con il pensiero e con la preghiera Renato
ed Eugenio, sperando di poter allacciare buoni rapporti con le
nuove comunità dove essi andranno a svolgere il loro ministero.
Silvana Marchetti
Paola ReveI
• Ci siamo profondamente rallegrati nel Signore per la nascita di Giada Fenoglio, di Ugo ed
Alessandra Catalin. Che la benedizione del Signore sia sopra tutti loro.
• Nel corso del culto di domenica 1° settembre è stata battezzata Elena Pennazio di Carlo
e Stefanina Reynaudin.
• Sandra Davit e Sergio Corrado hanno pronunciato il loro
”sì” davanti a Dio ed alla sua
chiesa. Mentre rinnoviamo la nostra gioia per questa nuova famiglia, ringraziamo il past. Teofllo Pons che ha presieduto la
cerimonia.
Sabato 7 settembre, ancora
nel tempio, è stato celebrato il
matrimonio tra Dante Manavella e Maura Geymonat. Agli sposi rinnoviamo l’invocazione delle benedizioni del Signore.
• Maria Cairus non è più tra
noi. L’Evangelo della vita eterna in Cristo sia per tutti noi il
fondamento della nostra speranza nella resurrezione dei morti.
Lutti
ANGROGNA — Sabato 14 settembre l’Evangelo della risurrezione è stato annunziato nel
tempio del capoluogo in occasione dei funerali di Olga Plavan ved. Rivoira, improvvisamente mancata due giorni prima all’età di 69 anni.
Siamo vicini nell’affetto e nella speranza ai suoi figli Ada ed
Enzo e a tutti 1 suoi cari.
• La nostra comunità ringrazia il pastore Giorgio Toum, il
diacono Franco Taglierò e il predicatore locale Umberto Rovar
ra, che hanno presieduto alcuni
nostri culti nel corso dell’estate.
SAN GERMANO — Il fratello Aldo Fraschia, dopo un limgo periodo di degenza presso
l’ospedale di Pomaretto, ha terminato la sua esistenza terrena;
aveva soltanto 56 anni. Alla moglie, alla figlia che lavora presso il nostro Asilo ed a tutti i
congiunti la comunità rinnova
l’espressione della sua cristiana
simpatia.
• Un vivissimo ringraziamento a quanti hanno presieduto
i culti nel periodo estivo;
essi sono i fratelli Andrea e
Claudio Garrone, Erik Noffke,
Aldo Garrone, Ileana Borrel Lanfranco e il pastore Giorgio Bouchard.
Battesimo
TORRE PELLICE — Domenica 8 settembre è stato battezzato Emanuele Sessa. Al piccolo ed ai suoi genitori, Carlo e
Michelle Jouvenal della chiesa
valdese di Roma, gli auguri della nostra comunità.
• Hanno terminato la loro
giornata terrena le sorelle Edvina Travers ved. Gisletti e Anna Garnier ved. Poèt. Alle famiglie in lutto esprimiamo la nostra cristiana simpatia.
• Saba(;o 14 settembre nel
tempio dei Coppieri sono stati
uniti in matrimonio Regine Quitmann e Massimo Rocchi; nel
tempio del centro Annamaria
Ribet-Ratsimba e Giuseppe Ficara. Il Signore benedica queste
due nuove famiglie.
Culto e canto
VILLAR PEROSA — Il culto
di domenica 18 agosto è stato
rallegrato dal canto del gruppo
della « Thomas Gemeinde » di
Stuttgart.
• Rinnoviamo la nostra cristiana simpatia alla famiglia della sorella Ilda Sappé ved. Jahier,
che ci ha lasciati.
• Ringraziamo Aldo Garrone
per il culto che ha presieduto
domenica 25 agosto.
• Ci siamo rallegrati per il
battesimo di Debora di Guido e
Daniela Conte.
TRAMONTI DI SOPRA (PN)
— Dal 10 al 17 agosto, nel « Centro ecumenico Luciano Menegon », si è svolto un campo studi sul tema « Le madri della fede: il significato dell’esperienza
di fede delle donne nella Bibbia ».
Le partecipanti (ma c’erano
anche alcuni uomini) hanno ricercato nei testi biblici la testimonianza di fede delle donne
credenti, nel corso di un lavoro
comune condotto con tecniche
d’animazione sempre volto ad
una riflessione sull’oggi e sul
nostro modo di testimoniare
l’Evangelo.
Attraverso la ricerca comune
e gli studi biblici, proposti dalla pastora Francesca Cozzi, si è
sempre più delineato il carattere dell’annuncio di Gesù come
l’annuncio del Regno di Dio
aperto agli esclusi ed alle escluse, in cui chi era emarginato
viene invitato al banchetto.
Anche il discepolato al seguito di Gesù di Nazaret è un discepolato aperto ed inclusivo,
che le donne ed i convertiti dal
paganesimo hanno contribuito a
sviluppare all’interno della chiesa primitiva.
Tramonti ha offerto anche l’occasione di passeggiate tra il verde e puntatine rinfrescanti ai
torrenti, oltre alla possibilità di
conoscerci e di incontrare anche delle donne cattoliche che
hanno partecipato attivamente
alla riflessione comune.
A chi ha partecipato sono rimasti un bel ricordo, nuove amicizie e la voglia di tornare l’anno prossimo.
Le ragioni
di una fede
IVREA — Prima dell’estate si
sono conclusi gli ultimi due incontri organizzati insieme ad una parrocchia cattolica. ’’Cristiani perché: le ragioni di una fede negli anni ’90” con il pastore Gianni Genre e don Renzo
Gamerro che hanno analizzato,
con riflessioni personali, il percorso di ricerca di significato
nella vita del credente di oggi.
’’Quale libertà per la donna
nelle chiese cristiane” con la pastora Letizia Tomassone e la teologa Adriana Zarri, che hanno
esaminato quale dovrebbe essere
il ruolo della donna nelle chiese
oggi, anche attraverso una nuova lettura della Bibbia e la riscoperta delle radici della libertà nella predicazione.
Entrambi gli incontri hanno
visto la partecipazione di un pubblico numeroso e attento che ha
animato interessanti dibattiti.
• Durante l’estate c’è stata
una perdita dolorosa per la comunità: Giuseppe (Pinotto) Lungo, predicatore locale, per diversi anni membro del Consiglio di
chiesa, sempre presente ai culti e sempre disponibile all’aiuto
fraterno. Tutta la comimità si
è stretta intorno alla moglie e
al figlio nel giorno del suo funerale.
• In occasione dell’ultima vicenda degli albanesi arrivati in
Italia, trattenuti e rimpatriati, il
Consiglio di chiesa ha inviato al
presidente del governo, Giulio
Andreotti, la seguente lettera:
”11 Consiglio della chiesa di
Ivrea, riunito il 12 agosto 1991,
ha preso atto con amarezza e
sdegno dell’incivile trattamento
praticato nei confronti degli albanesi recentemente giunti in
Italia.
Deplora tale comportamento
privo del minimo spirito di soccorso e l’inefficienza, i disguidi,
i ritardi delle strutture e degli
apparati appositamente creati da
uno stato il cui popolo si definisce cristiano”.
Un lutto per
la nostra chiesa
NAPOLI — Un incidente di
taxi ha stroncato a 34 anni la
vita terrena del maestro Ferdinando Calcaviello. Nato in una
famiglia evangelica molto amica
della musica, Ferdinando aveva
scelto presto la sua strada e a
21 anni era già docente di violoncello al conservatorio di Salerno; trasferitosi a Roma, presto si affermava a livello nazionale e internazionale, e sotto la
guida di direttori come Abbado
e Von Kara jan partecipava a
concerti di successo nelle grandi sale d’Europa e d’America.
Ma si affermava anche come solista, come dimostrano le numerose incisioni discografiche dei
suoi ’’pezzi” migliori.
Il funerale ha avuto luogo domenica 8 settembre nel tempio
di Roma piazza Cavour, gremito di parenti e di amici. La chiesa di via dei Cimbri — e in
modo del tutto particolare i ragazzi della scuola domenicale —
si stringono intorno a Rina, Lello, Fiorella e Violante in questo
momento tremendo che tuttavia
non lascia vacillare la nostra
speranza.
Con i ragazzi di
Pietrasanta
CARRARA — Il 23 e 24 luglio
il pastore Carmen Trobia ha organizzato per i ragazzi e le ragazze della comunità un incontro nei locali della chiesa.
L’iniziativa, nata due anni fa,
riunisce ogni estate i ragazzi di
Carrara con quelli della diaspora di Pietrasanta. In tutto 12 ragazzi, dai 13 ai 19 anni, che programmano e preparano insieme
le due giornate, dormendo nel
vecchio appartamento pastorale.
Davanti a una tela peruviana,
che rappresentava la moltiplicazione del pane e dei pesci, i ragazzi hanno affrontato molti argomenti seri. In seguito hanno
lavorato con pennarelli, carta,
forbici e colla per raffigurare i
temi dello studio.
In un pomeriggio, zainetti in
spalla, i partecipanti hanno fatto anche una lunga camminata
al castello di Moneta.
Attività estiva
VALLECROSIA — Nella prima parte dell’estate la Casa valdese ha ospitato tre gruppi di
centri psicoterapeutici; dopo la
Conferenza del II distretto abbiamo avuto un primo turno di
colonia, e momento centrale è
stato il Campo cadetti diretto
da Milena Beux. I ragazzi hanno proposto un lavoro teatrale
sulle figure dei riformatori Lutero, Calvino e Bucero.
sm
MOBILIFICIO
esposizione e laboratorio :
via S. Secondo, 38 • tei, (0121) 201712
(di fronte alla caserma alpini)
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
4
4 prospettive bibliche
20 settembre 1991
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Ripensare onnipotenza
e creazione di Dio
La quasi totalità dei cristiani, cattolici, ortodossi, protestanti, confessa la propria fede dicendo « Credo
in Dio, Padre onnipotènte, creatore
del cielo e della terra ». Non è un versetto biblico. Ma è la prima frase del
Credo, il simbolo degli Apostoli.
Ma, che siamo cristiani o no, non
riusciamo a capire che Dio sia il creatore onnipotente del cielo e della terra, delle valanghe, dei maremoti, dei
terremoti, degli uragani, della peste,
del colera, del cancro e dell'Aids. Ma
vorrei tentare di chiarire un malinteso a questo proposito.
Dio padre
Il Credo non dice: credo in Dio, il
creatore onnipotente del nostro mondo. Ma dice: « Credo in Dio, Padre
onnipotente ». E dopo aggiunge:
« creatore del cielo e della terra ».
Non è la stessa cosa. L’onnipotenza
non è una caratteristica di Dio in
quanto creatore del nastro mondo.
E’ una caratteristica di Dio in quanto
Padre. Dio è il Padre onnipotente.
Se, per esempio, dite che il signor
Tizio è un padre il cui affetto è molto
forte, non dite che egli ha affetto in
quanto padre. Per i suoi figli. Allo
stesso modo il Credo dice che Dio è
onnipotente in quanto Padre. E solo
in quanto Padre. Ma allora, che cosa
vuol dire che Dio è Padre? Ciò vuol
dire che egli è una forza che genera
la vita e che ama la vita di coloro di
cui è il Padre. E infatti la forza che
genera la vita è onnipotente, perché
riesce ad imporre la vita anche nelle
condizioni più avverse. Basta pensare ai miliardi di miliardi di vite apparse nel nostro mondo fin dall’orine dei tempi, malgrado appunto le
epidemie, le guerre, le catastrofi.
Dio creatore del cielo
e della terra
Il simbolo degli Apostoli aggiunge
poi che Dio, in quanto Padre onnipotente, è anche il creatore del cielo e
della terra. Che cosa vuol dire? Vi
propongo un’immagine — che è biblica — per tentare di riflettere su
questo punto. E’ l’immagine di un
vasaio che, a partire dall’argilla, riesce ad essere creatore di una ceramica, di un’anfora per esempio. Ma
vorrei prima di tutto insistere su un
punto: non è detto che Dio è il creatore del nostro mondo, con i suoi difetti, i suoi microbi, le sue catastrofi
naturali. Ma è detto che Dio è il creatore del cielo e della terra. Il che non
è la stessa cosa.
Il vasaio che lavora l’argilla per
Creazione e onnipotenza di Dio: quante volte abbiamo difficoltà e
proviamo malessere nel comprendere questi due termini. La creazione
nella quale viviamo, con tutte le sue sofferenze, la rigidità delle sue leggi
(tra le quali anche il nostro dover morire) e il suo progressivo esaurimento, corrisponde a quella creazione «buona» di Genesi 1 e 2? E quella
descrizione corrisponde ad un dato originario, perdutosi a causa del nostro peccato, oppure è la versione biblica del mito dell’età d’oro oppure,
ancora, è l’enunciazione di un progetto di Dio?
L’intervento che pubblichiamo vuole essere uno stimolo per ripensare
il tipo di lettura dei primi capitoli della Genesi e degli altri dati biblici
sulla creazione. (red.)
farne una ceramica non è il creatore
dell’argilla. E’ il creatore dell’anfora.
Non è la stessa cosa.
L’argilla e il vasaio
Dio è dunque simile ad un vasaio
che, a partire dall’argilla, è il creatore di un’anfora, di un’opera d’arte
conforme al suo progetto. Vediamo
come il profeta Geremia ci presenta
Dio come un vasaio: « Io scesi in casa del vasaio ed ecco egli stava lavorando alla ruota; e il vaso che faceva
si guastò, come succede all’argilla in
man del vasaio, ed egli da capo ne
fece un altro vaso come a lui parve
bene di farlo. E la parola dell’Eterno
mi fu rivolta in questi termini: ”0
casa d’Israele, non posso io far di voi
quello che fa questo vasaio? Ecco,
quel che l’argilla è in mano al vasaio,
voi lo siete in mano mia” » (Geremia 18: 1-6).
E’ un po’ questa stessa immagine
del vasaio che il primo capitolo della
Genesi utilizza per descrivere la creazione del cielo e della terra.
Sì, questa creazione, da parte di
Dio, del cielo e della terra, è simile
alla creazione di un’anfora da parte
di un vasaio. Anch’essa si effettua a
partire da un’argilla caotica, che il
libro della Genesi chiama tohu-bohu,
cioè deserto informe. C’era dunque
qualcosa, un tohu-bohu, che esisteva prima che Dio cominciasse a creare il cielo e la terra, e che continua
a esistere dopo, quando Dio tenta di
creare il cielo e la terra, così come
il vasaio tenta di dare forma al tohubohu della sua argilla.
La creazione continua
E’ ciò che dice il primo versetto
della Bibbia: « Quando Dio cominciò la creazione del cielo e della terra, la terra era tohu-bohu » (traduzione TOB). Poi il racconto di Genesi 1 e 2 prosegue facendoci vedere
come Dio, in sette tappe successive,
trasforma quest’argilla caotica in un
mondo che è la sua creazione, la sua
anfora, se volete. Ma, a parer mio,
ci si sbaglia spesso sul significato di
questo racconto. Si crede generalmente che sia il racconto di una creazione che sarebbe avvenuta quindici
miliardi di anni fa e che sarebbe, da
allora, terminata. Ma nient’affatto!
Si tratta piuttosto della descrizione
di una creazione che deve impiegare
la totalità del tempo, daH’inizio del
mondo fino alla fine del mondo.
Per cui la Bibbia e il simbolo degli
Apostoli non dicono che Dio è il creatore del nostro mondo, con i suoi deserti, i suoi microbi e le sue catastrofi. La Bibbia e il simbolo degli
Apostoli dicono che Dio è il creatore
del cielo e della terra. Non è la stessa
cosa. Il nostro mondo è l’argilla del
vasaio. Il cielo e la terra sono la
creazione che il vasaio vuole fare.
La fine della creazione
Il cielo e la terra appariranno solo
alla fine dei tempi, quando Dio il
vasaio avrà finito la sua anfora. Il
cielo e la terra sono il mondo conforme alla volontà di Dio, cioè riconciliato insieme in una sola e unica
creazione.
Il cielo e la terra saranno il Regno di Dio. La volontà di Dio sarà
fatta in terra come in cielo perché
essi saranno stati riconciliati.
Vedete, il primo versetto della Bibbia non dice: « In principio, Dio creò
il cielo e la terra ». Ma dice, se seguiamo la traduzione di Raphaël Dray:
« Con una serie di ricominciamenti,
Dio crea il cielo e la terra » e, in
ebraico, il verbo « creare » esprime
qui nello stesso tempo un passato,
un presente e un futuro. Questa creazione, dunque, è iniziata nel passato.
Prosegue nel presente. E si concluderà nel futuro. Oggi è in corso.
Chiedo scusa se qualche lettore rimane sconcertato. Ciò che descrive il
racconto della creazione in sette giornon è il racconto della creazione del
nostro mondo. E’ la descrizione del
progetto della creazione del cielo e
della terra quali Dio li vuole. E la
realizzazione di questo progetto deve effettuarsi in una serie di tappe,
di ricominciamenti, simboleggiati
dai sette giorni del racconto. Vi è
l’apparizione del mondo, poi quella
della vita, poi quella dell’uomo. C’è
stato Noè, Abramo, l’uscita dall’Egitto, che sono tappe con le quali Dio
ha cominciato e ricominciato a sviluppare il suo progetto. Ci sono state
poi la nascita, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo, con le quali la
forza del progetto di Dio si è incarnata e realizzata nella storia di un
uomo, il Figlio di Dio.
Le tappe future
E ci saranno senza dubbio, in futuro, altre tappe. Così, a poco a poco,
il tohu-bohu diventerà il cielo e la
terra creati e voluti da Dio. E l’umanità, anch’essa, sarà creata da Dio alTimmagine di Dio, cioè eternamente
e veramente vivente. E tutto ciò si
fa in conformità con il programma
di Genesi 1 e 2 il quale prevede che
la creazione dell’uomo ad immagine
di Dio avverrà nella penultima tappa
della storia del mondo.
Infatti il racconto di Genesi 1 e 2
fa una differenza tra, da un lato,
quello che chiama Adamo l’uomo
originario, il melmoso, Targilloso che
esiste fin daH’inizio della nostra storia e, d’altro lato, quello che chiama
ha hadam, l’Uomo con la U maiuscola
che è, lui, ad immagine di Dio.
Allora l’uomo sarà effettivamente
ad immagine di Dio; la volontà di
Dio si farà in terra come in cielo. Il
mondo sarà effettivamente il cielo e
la terra voluti e riconciliati da Dio.
A mo’ di conclusione
E’ proprio ragionevole credere e
sperare che, come dice il libro di
Isaia 51: 3: « L’Eterno renderà il deserto pari ad un Eden, e la steppa
pari ad un giardino »? Certo no.
E’ ragionevole credere che l’uomo,
l’Adamo argilloso, potrà un giorno
essere ha hadam, Ì’Uomo ad immagine di Dio? No di certo.
Ma cosa volete, è vero, la fede, la
speranza e l’amore sono dei partitopreso irragionevoli. Sono attitudini
di spirito che dipendono da una vocazione a difendere una scommessa. La
scommessa che un Dio di buona volontà ha egli stesso scommesso sul
mondo e sull’uomo. Dobbiamo scommettere sulla scommessa di Dio.
Alain Houziaux
(Alain Houziaux, 49 anni, pastore della
Chiesa riformata di Francia, è laureato in
teologia e dottore in filosofia; è da poco
pastore della chiesa di Paris-Etoile, dopo
essere stato pastore a Paris-Port Royal).
5
20 settembre 1991
ecumenismo
COMITATO GENERALE DELL’ALLEANZA RIFORMATA MONDIALE
Una sfida inquietante
La « provocazione » evangelica si concretizza nel rapporto con i poveri del mondo - Teologia e società - Un documento suH’ecumenismo
Rua Néstor Pestaña, nel centro di Sào Paulo, è una breve
strada in salita a forma di L.
All’inizio si trova un’agenzia immobiliare, alla fine due night
club. A metà, nell’angolo della
L, ci sono da un lato il quartier generale dell’YMCA, dall’altro i locali della ’’Prima chiesa evangelica presbiteriana indipendente del Brasile”, che nella prima decade di agosto ha
ospitato simultaneamente i lavori del Comitato generale dell’ARM e quelli dell’AIPRAL (Associazione delle chiese presbiteriane dell’America Latina).
Questa contemporaneità mi
ha dato l’occasione di incontrare una sorella e un fratello vaidesi di Paysandù, di fare amicizia con loro grazie ai brevi dialoghi dei momenti di pausa, di
scoprire conoscenze comuni: anche così si costruisce o rinsalda quella fraternità che è un
aspetto non piccolo del nostro
essere chiesa, e che non sempre
trova spazio adeguato nei momenti d’incontro istituzionali.
Domenica 4, nella chiesa grande e luminosa di rua Pestaña,
membri dell’AIPRAL e dell’ARM
abbiamo condiviso con la comunità locale il culto: l’ascolto della Parola, la preghiera, il canto
(sorretto da una corale eccellente), la partecipazione al pane e
al vino: parti di una liturgia talmente usuale nella nostra esperienza di credenti che forse è
bene poter vivere ogni tanto con
persone e in maniere diverse,
per poter riscoprire un valore
che l’abitudine talvolta appiattisce. Altrettanto direi del culto
di chiusura dei nostri lavori, un
’’normale” culto con Santa Cena, condotto secondo la liturgia
più tradizionale. Ma è bastato
che fossimo seduti in cerchio e
che prima della Santa Cena ci
scambiassimo tutti un abbraccio
augurandoci lo ’’shalom” di Dio,
perché ci sentissimo tutti e ciascuno più direttamente coinvolti.
Il rapporto
del Segretario
Le giornate di lavoro sono state segnate dal Rapporto del segretario generale, Milan Opocensky, il quale ci ha resi attenti
al momento storico in cui cadeva la riunione. Elenco qui di
seguito, in brevi ’’flash”, quelli
che mi sono sembrati i punti
essenziali:
— la guerra del Golfo ha spento l’euforia generata dagli eventi del 1989 e ha segnato un grosso passo avanti nello sfascio
ecologico del pianeta;
— democrazia e capitalismo
hanno prevalso sul vecchio apparato burocratico del mondo
socialista. Ma questo è bastato
per costruire una società più giusta e solidale? non sembra. E
non sembra neppure averne posto le premesse. Quel che ora
conta è il godimento di qualche
libertà individuale e di alcuni beni di consumo;
— il crollo del polo socialista
ha inoltre generato alcuni interrogativi nei popoli dell’emisfero
meridionale, che dalla nuova situazione possono apparire più
vulnerabili e isolati. Alcuni di essi hanno perso la speranza di
un’alternativa;
— la fame e il sottosviluppo
sono rimasti ben lungi dall’essere affrontati seriamente; e le
conquiste tecnologiche sempre
più avanzate non compensano la
sensazione diffusa (specie tra i
giovani) che la vita sia vuota
di signiflcato;
— l’unificazione dell’Europa
dovrà affrontare il problema dei
rapporti fra il vecchio continente e i paesi del Terzo Mon
do: saprà dire qualcosa quel sinodo delle chiese evangeliche
che alcune di esse caldeggiano
ma che non sembra di facile realizzazione?
— il 500° anniversario della
’’scoperta” dell’America sarà occasione per una riflessione autentica, per un pentimento non
di maniera né di facciata, per
una ricerca ecumenica dei compiti delle chiese nel campo del
’’sociale” e in quello della teologia?
Ovviamente, questi sono solo
alcuni dei problemi proposti. Bastano però, io credo, a mettere
in evidenza l’intreccio fra problematiche di carattere teologico e problematiche di carattere
sociale verso cui deve restare
desta l’attenzione di coloro che
Gesù vuole ’’preservati dal maligno” ma non estraniati dal
mondo, bensì in esso testimoni
dell’E vangelo.
Il lavoro dei
dipartimenti
Due giornate di lavoro sono
state condotte separatamente
dai tre ’’dipartimenti” in cui il
Comitato è suddiviso: finanze,
cooperazione e testimonianza,
teologia.
Tralasciando quanto discusso
nel primo (possiamo immaginarne i problemi), mi limiterò a
dare semplicemente una lista
(incompleta) dei paesi presso i
cui governi l’ARM ha effettuato
interventi a proposito di situazioni di violenza e di ingiustizia,
di mortificazione dei diritti umani e di violazione delle libertà:
Bulgaria, Romania, Canada, Repubblica del Centro Africa, Iraq,
Giappone, Corea, Isole Marshall,
Filippine, Sud Africa, Taiwan,
Unione Sovietica.
Interventi vengono anche fatti
presso rONU, talvolta congiuntamente ad altre organizzazioni
umanitarie non governative (in
questo la politica dell’ARM si
differenzia da quella del Consiglio ecumenico e da quella di
Amnesty International, che rifiutano di condurre campagne insieme con altre organizzazioni).
Per ciò che riguarda il dipartimento di teologia, segnalo, fra
le molte cose degne di nota, il
documento ’’Verso una comune
comprensione della chiesa”, che
conclude la 2“ fase del dialogo
tra cattolici e riformati. Il nostro sìhodo 1992 dovrà darne una
valutazione perché nel ’93 il Comitato, raccolti i pareri delle varie chiese, lo approvi in via definitiva.
Relazioni
ecumeniche
Non ho qui lo spazio e il tempo per dilungarmi su questo testo, che è stato analizzato in
modo approfondito e puntuale
dalla nostra Commissione consultiva per le relazioni ecumeniche, dalla quale se non erro le
chiese riceveranno idoneo materiale di studio e notevoli aiuti.
Ricordo solo che lo studio accurato di questo documento mi
sembra indispensabile per le nostre comunità, proprio perché
viviamo in un paese che ci mette a contatto di gomito col cattolicesimo più di quanto non accada ad altre chiese.
I dialoghi in corso tra FARM
e molte altre famiglie confessionali, nonché con altre religioni,
ci richiamano poi anche a riflettere accuratamente sulla nostra identità riformata e sui collegamenti tra ’’prima” e ’’seconda” Riforma.
Per finire, due parole sulla città. Avevo pochissimo tempo da
dedicare al turismo, e ho cerca
to di tenere gli occhi più aperti
che potevo.
Fra l’aeroporto di Guarulhos
e la città ci sono poco meno di
40 chilometri di autostrada. Nel
percorrerli, mentre l’orizzonte
viene a trovarsi delimitato da
una selva di grattacieli bianchi,
si materializzano per un buon
tratto, a destra e a sinistra, baracche inverosimili, costruite
con ogni tipo di materiale, dalle pietre alle stecche di legno
delle cassette per la frutta e al
cartone pressato.. Le ’’favelas”
cessano così, brutalmente, di essere qualcosa di cui ho semplicemente sentito dire e mi mettono duramente a confronto con
la realtà.
Poi si arriva al centro, in una
città che di bello mi ha rivelato poco o nulla. Un formicaio
in cui brulicano 17 milioni di
persone, dove il cemento fa da
padrone assoluto, la presenza del
verde è più che altro simbolica, le strade sporche, il traffico
demenziale, frequenti le pattuglie di poliziotti o di vigili.
Coloratissimi i mercatini di artigianato e le bancarelle di frutta. Passo davanti a una vetrina
di elettrodomestici, dove troneggiano apparecchiature di ogni tipo. Costano più o meno come
da noi; ma se calcolo che lo stipendio con cui vive una grandissima parte della popolazione non
supera i 70 dollari, non posso
non domandarmi per quanti anni si debba impegnare la famiglia che decida di comprare una
lavatrice.
A decine, di notte
per le strade
Fuori dell’albergo in cui siamo alloggiati si depositano ogni
sera, sul marciapiede, i sacchi
della spazzatura. Non passano
dieci minuti dalla formazione
del mucchio che i ”barboni” arrivano a frugare in cerca di avanzi.
Decine di persone dormono, di
giorno e di notte, sulle panchine o per terra, con un cartone
per materasso.
C’è un giovane simpatico, la
faccia inequivocabile dell’alcolista, che staziona notte e giorno
fuori la chiesa di rua Pestaña.
Ci raccontano che ha lasciato la
famìglia borghese e gli studi, sopraffatto psicologicamente dal
senso di impotenza di fronte all’ingiustizia e alla miseria. Ha
fatto la scelta del barbone. Non
molesta nessuno, saluta gentilmente tutti, non chiede l’elemosina. Vive di quello che raccatta, e quando è sobrio rende piccoli servizi alla gente. Per esempio, in vista delle nostre assemblee, si è dato da fare per mettere un po’ in ordine il giardino della chiesa. Utilizza di ràdo
i locali della chiesa: o per lavarsi, o per dormire, se proprio
fa freddo.
Un paio di mattine, arrivando
alla seduta, l’ho visto ancora addormentato sul marciapiede. Per
terra, accanto al suo ’’letto”, un
fazzoletto bianchissimo sul quale erano depositate due o tre pagnotte appena sfornate: un
omaggio del fornaio lì accanto,
o di qualche ignoto donatore.
Non mi sono potuto impedire di pensare al tavolo della Santa Cena e forse mi sarà difficile parteciparvi, per un po’, senza collegarla con quella visione
che resta per me, cittadino di
un paese ricco e industrializzato, sfida inquietante rivoltami da
colui che ha voluto farsi povero tra i poveri. ”In quanto l’avete fatto ad uno dì questi miei
minimi fratelli, l’avete fatto a
me”. Sarò capace, avrò voglia
di raccogliere questa provocazione e questa promessa?
Salvatore Ricciardi
SCHEDA
Cos’è l'ARM?
L'ARM (Alleanza riformata mondiale) è una delle "famiglie confessionali” in cui chiese della stessa tradizione evangelica confluiscono per
trovare un luogo di incontro, di reciproco sostegno e stimolo, di solidarietà e condivisione. Analoghe "famiglie" riuniscono, ad esempio, battisti, luterani, metodisti, ecc.
Sono tutte collegate col Consiglio ecumenico delle chiese, di cui
però non vanno considerate né dipendenze né sottosezioni.
L'ARM è costituita da quasi 180 chiese sparse in 86 paesi del
mondo. Ad esse fanno capo circa 78 milioni di credenti.
L'ARM tiene un'Assemblea generale ogni 7 anni (l’ultima ha avuto
luogo a Seoul nel 1989). L’Assemblea nomina un Comitato esecutivo che
tiene i rapporti con le varie chiese, le visita, le sostiene moralmente
e se occorre materialmente nella loro opera di testimonianza in situazioni difficili, fa circolare le notizie, conduce il dialogo con altre "famiglie confessionali".
il Comitato si riunisce di regola una volta l'anno.
INTERVISTA
Luoghi di speranza
— Che cosa può dire dei processi di democratizzazione?
Un pomeriggio chiediamo al
pastore Pires Abival de Silveira,
uno dei vicepresidenti dell’ARM,
presidente deH’AIPRAL e pastore
della chiesa che ci ospita, di raccontarci rapidamente qualcosa
del Brasile e dell’America Latina.
Risponde alle nostre domande
con serenità e naturalezza, anche
se molte delle cose che dice non
possono certo essere rasserenanti.
— Che cosa vuol dire che l’America Latina è un paese povero?
— Innanzitutto non è povero:
è misero. In 20 anni la popola
Milan Opocensky, segretario generale dell’ARM.
zione è passata da due a cinquecento milioni di persone, e per il
2000 saremo seicento milioni. I
bambini sono innumerevoli: il
letto dei poveri è fertile.
Da 10 anni non riceviamo aiuti,
e i debiti che abbiamo con l’estero, in Brasile, ci costano ogni anno 806 milioni di dollari, solo per
parlare degli interessi. Se non si
cambiano le regole del gioco in
materia di debito internazionale,
sarà impossibile risollevarsi.
— Ha parlato di innumerevoli
bambini: come crescono?
— Fino a circa 20 anni fa il
Brasile aveva ottime scuole pubbliche. La situazione ora è completamente capovolta, e le scuole
degne di questo nome sono soltanto quelle private. Ma costano
talmente che per le famiglie di
classe media non sono in nessun
modo abbordabili. Così i bambini vivono per la strada, o lavorano precocemente coi loro genitori, ammesso che questi ultimi lavorino in qualche modo. W
un enorme capitale umano che si
sacrifica sull’altare del profitto e
dell’ingiustizia.
— Si riescono a mantenere le
tradizioni e la cultura indigene?
— Il nostro modo di vivere
complessivo dà l’idea di una società occidentalizzata, direi europeizzata. Ma questa « cultura »
non è la nostra. La nostra è un
mosaico di culture diverse, indigene e africane. Ma queste non
hanno alcuna possibilità di affermarsi.
Sono lenti e difficili. Da decenni le dittature hanno fatto il
loro mestiere: dare una parvenza
di ordine e di legalità, esercitando un controllo forte, a volte
spietato sulla gente, alimentando
ii culto della personalità e costruendo monumenti faraonici. 11
Brasile sta andando verso una
« democrazia parlamentarista ». e
nel 1993 avrà luogo un referendum popolare circa questa forma di regime. E’ già stata varata
una Costituzione che lo prevede,
ma vi sono ragioni per temere
che essa rimarrà inefficace almeno per un po’. Per evitare una eccessiva limitazione dei suoi poteri, anche quanto alla durata, il
presidente in carica ha « ricompensato » alcuni parlamentari anche con la concessione di erriittenti radiotelevisive. Purtroppo,
anche qualche parlamentare evangelico è caduto nella trappola.
— Come si presenta il quadro
religioso?
— Nel quadro tracciato è facile
immaginare che la domanda di
« religione » sia forte. I disillusi, i
senza speranza, gli impossibilitati a realizzare alcunché si attaccano ai miti, si aggrappano ai
messianismi, fabbricano simboli,
sviluppano tendenze millenaristiche. I simboli non hanno nulla di
Il simbolo dell’Assemblea mondiale del 1989.
sbagliato in sé. Il problema è che
si vive solo di quelli. Ogni religione diventa buona, se aliena e
offre certezze metafisiche.
—Che cosa possono concretamente fare le chiese?
— Essere soprattutto luoghi dove si vivono la fraternità e la speranza. Luoghi dove si guarda al
Regno di Dio che viene, ma si
compie qui e ora la sua volontà.
Una chiesa può essere testimone se è una chiesa appassionata.
Appassionata per Gesù Cristo e
la sua predicazione, per la giustizia e la fraternità, per la costruzione della comunità dei credenti
e di una società che somigli il
più possibile a quella che rivela
l’amore di Dio per tutti i suoi
figli.
6
railí valdesi
20 settembre 1991
/ libri per
la pace
(Riceviamo e volentieri pubblichiamo)
Venerdì 6 settembre gli incaricati dell’esattoria comunale sono
venuti a casa mia per pignorare
l'equivalente di oltre 200.000 lire
per ricuperare l’obiezione fiscale
alle spese militari da me compiuta nel lontano 1986.
Martedì 24 settembre, presso la
rnia abitazione in via San Martino, 4 (località Ponte San Martino) verranno messi all’asta i II
bri pignorati. Nell’invitare tutti
coloro che ritengono necessario
che l’impegno pacifista e antimilitarista prosegua a partecipare
all’asta e ad aquistare i libri desidero aggiungere alcune considerazioni sulla vicenda.
Innanzitutto l’obiezione fiscale
da me compiuta è consistita nel
non versare al fisco nell'anno 1986
una cifra di 36.000 lire, devolvendo la stessa ad un fondo per la
riconversione dell’industria bellica e dando comunicazione al fisco tanto dell’avvenuta « evasione » quanto della sua destinazione.
Le motivazioni che mi hanno
spinto all’obiezione sono comuni
agli altri obiettori fiscali: la volontà di esercitare con questo atto una pressione per la diminuitone delle spese militari, e la richiesta che sia approvata una legge che permetta di scegliere se le
proprie tasse debbano essere
utilizzate per le spese militari o
per aiuti umanitari.
Oltre a questo c’è ovviamente
la considerazione che di fronte all attuale capacità distruttiva delI apparato bellico mondiale non
sta possibile tacere e che anche le
forme di protesta individuale, e
per certi versi con una valenza
più morale che politica, siano da
adottare.
Questo è tanto più vero dopo
la guerra del Golfo, dove in nome
della democrazia l’Iraq è stato
® state uccise oltre
iW.m persone. Poco importa che
Hussein sia ancora ben in sella,
che la democrazia sia ben distarìte dall’Iraq quanto dal Kuwait e
che gli USA abbiamo fatto la
guerra per avere il pieno controllo sul petrolio e per ribadire la
propria egemonia mondiale.
Interessante è poi la storia di
questa obiezione fiscale: nella dichiarazione relativa all’anno 1986
ho comunicato al fisco di aver
evaso 36.000 lire. Nella primavera scorsa ho ricevuto la richiesta
di pagare, con gli interessi di mora, oltre 60.000 lire. Essendomi io
rifiutato di pagare, sono stato sottoposto e oggetto di attenzioni diverse. dalle minacce di pignorarmi il televisore (atto terribile in
questa società dell’immagine), al
farmi capire che se fossi stato più
accondiscendente nel chiudere la
vicenda, la cifra da pagare poteva
ridursi di molto.
Di fronte al mio rifiuto siamo
arrivati al pignoramento che è
cresciuto fino alla ragguardevole
cifra di oltre 200.000 lire di beni
pignorati.
Così va l’Italia e il meccanismo
di governo di questo sistema: tra
l’inchinarsi al potere o per non
subire il bastone o per mangiare
la carota, continuo a preferire la
costruzione di una società diversa di cui la vostra solidarietà sarà un segno tangibile. Vi aspetto
martedì prossimo.
Paolo Ferrerò
___________approvato lo statuto a inverso rinasca
Il patois in Consiglio
Il testo fa proprie le affermazioni di autonomia contenute nella
Carta di Chivasso - Occorre tutelare i piccoli comuni di montagna
Anche il Comune di Inverso Pinasca ha il suo Statuto; è stato
approvato dal Consiglio comunale la scorsa settimana, dopo alcuni mesi di gestazione. Sindaco
e consiglieri ne hanno a lungo
discusso, si sono confrontati con
amministratori di altri comuni,
hanno, ad esempio, letto attentamente, facendole proprie, le affermazioni di autonomia conte
TORRE PEUICE
Lavori al
Palaghiaccio
Inizieranno già nell’autunno i
lavori di copertura del palazzo
del ghiaccio di Torre Pellice?
E’ quanto si augurano i più
ottimisti degli amministratori
della vai Pellice dopo che è stata confermata la concessione di
im mutuo a totale carico dello
stato per un importo di 1 miliardo e 105 milioni, frutto di
una domanda presentata a suo
tempo nell’ambito di quella legge per interventi per lo sport
con cui si costruirono gli stadi
per il campionato mondiale di
calcio.
Dopo molti ’’tira e molla”, solo nei mesi scorsi è arrivata la
conferma della concessione del
mutuo; nel frattempo i costi rischiano di aumentare e gli enti
locali dovranno preoccuparsi
della copertura della differenza
di costi. Il Comune di Torre Pellice ha fermo da anni im finanziamento di circa mezzo miliardo che doveva servire per lavori dì adeguamento delle strutture e che dovrebbe essere impiegato nel nuovo progetto.
Tra l’altro, il Magistrato del
Po ha chiesto una modifica del
progetto stesso, con l’arretramento di alcuni piloni troppo
vicini al torrente Pellice. La copertura avrà così forma ottagonale e sarà per il momento solo un tetto per la pista e le tribune, senza chiusure laterali;
verrà anche costruita una centrale termica di cui fruirà anche la vicina palestra comunale.
Intanto è stato rifatto il ghiaccio sulla pista, che risulta dunque aperta al pubblico.
nute nella Carta di Chivasso, sono stati considerati i valori
espressi dalla Resistenza.
« E’ in particolare l’articolo 2
del nostro Statuto — ci diqe il
sindaco Ribet — che segna le linee fondamentali, le caratteristiche del nostro Comune. Sono due
pagine dense di affermazioni di
principio, in cui partendo dalle
vicende storiche e culturali di
questo Comune si tracciano le
linee del governo del paese».
Un aspetto caratteristico di
questo Statuto, come di altri nei
comuni delle valli alpine, riguarda 1 uso in Consiglio di lingue diverse dell italiano; « Abbiamo
riaffermato ciò che già accade oggi -— aggiunge Erminio Ribet —
e cioè che se ciò serve ai consiglieri per meglio esprimersi, è
possibile parlare in patois, piemontese o francese. Si tratta anche di valorizzare delle caratteristiche culturali e d’altra parte,
specialmente da quando anche il
segretario comunale è della zona, credo proprio che in giunta si
parli molto di più piemontese o
patois che italiano ».
Si è svolto nella scorsa primavera un interessante dibattito sulle prospettive di una provincia alpina per i comuni delle valli; avete inserito anche questa possibi
TORRE PELLICE
Statuto contestato
Il Comitato regionale di controllo ha chiesto chiarimenti rispetto allo Statuto approvato nel
giugno scorso dal Consiglio comunale. In particolare due sono
stati gli argomenti su cui sono
state poste delle riserve: l’organizzazione degli uffici e dei servizi e la decisione di estendere ai
cittadini residenti sedicenni la
possibilità di partecipare ai referendum consultivi previsti dalla
legge 142/90.
Sul primo argomento il Consiglio ha risposto formulando un
nuovo articolo che tiene conto
dei suggerimenti del Coreco, mentre sull’altro tema è stato ribadito quanto deciso a suo tempo,
visto anche che la legge in base
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alla quale è stato redatto lo statuto parla chiaramente di cittadini e non di elettori e dunque
concede questa possibilità, cosa
decisa da molti altri comuni in
tutta Italia.
Fra gli altri argomenti discussi
si segnala la proroga della convenzione con Lusema San Giovanni per la gestione dell’asilo
nido; dopo la chiusura del ’’nido”
di Luserna si arrivò ad una conche prevede la disponibilità per le famiglie di Torre
di 20 posti e per quelle di Luserna di 10.
Recentemente è stata avanzata
richiesta di un ampliamento di
posti sia da parte di famiglie dei
due comuni sia da parte di residenti in altri comuni. Si è perciò
parlato di riaprire im servizio di
’’nido” a Lusema, nei locali che
un tempo lo ospitava e che ora
sono utilizzati dalla scuola materna. Sarebbe l’unica possibilità
per vefiire incontro anche alle famiglie di altri comuni, ritornando in qualche modo a quello che
era il progetto originario che vedeva le due strutture fare riferimento rispettivamente per l’alta
e la bassa valle.
Per ora non se ne farà comunque nulla, sia per moltivi di spazio. che economici e burocratici.
Una possibile soluzione potrebbe
trovarsi dopo la costruzione delle
nuove scuole medie di Luserna:
i tempi, come si vede, si allungano.
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In breve
lità nello Statuto?
« C’è un riferimento preciso anche perché riteniamo vadano ricercate tutte quelle forme che garantiscano autogoverno alle aree
montane; noi poi auspichiamo
che si possa arrivare ad una riorganizzazione territoriale che veda insieme i paesi alpini di qua e
di là del confine. Sempre sulla linea di tutela dei piccoli comuni
di montagna abbiamo inserito
tutta una serie di riferimenti ai
servizi sul territorio, naturalmente in un quadro che vede la Comunità montana-USSL come strumento fondamentale ».
Lei è anche presidente della Comunità montana valli Chisone e
Germanasca; avete iniziato il lavoro anche per lo Statuto della
Comunità?
«Per il momento stiamo seguendo attentamente quanto si
sta facendo a livello regionale per
la ridefinizione territoriale (area
metropolitana, quali nuove province ecc); non mi pare ci sia
una gran chiarezza né che si preveda.no tempi molto brevi. In
ogni caso dobbiamo tener conto
che la nostra Comunità montana
ha già un suo Statuto e che dunque non si partirà certo dal nulla ».
Piervaldo Rostan
Scuole per infermieri:
domande in aumento
TORINO — Si è registrato
quest’anno un notevole incremento nelle domande di iscrizione alle scuole per infermieri
del Piemonte; questo è il primo dato che emerge all’indomani della chiusura delle iscrizioni. Nelle 42 scuole della regione sono infatti pervenute ben
2.432 domande, tant’è vero che
in alcune USL sono stati superati anche i posti a disposizione. Unica eccezione Torino, dove niancano 119 aspiranti infermieri rispetto alla programmazione per cui sono stati riaperti i termini di tempo utili per
accettare nuove donfande. Fin
dal primo anno di corso gli allievi percepiscono un assegno di
studio che attualmente è di 150
mila lire che aumenta nei due
armi successivi.
Tutta la campagna per l’ampliamento del numero di allievi
in questi corsi tiene conto soprattutto della forte carenza di
infermieri riscontrata da tutte
le USL che consente di fatto ai
nuovi infermieri di avere im’occupazione praticamente sicura
fin dal conseguimento del diplo
ma.
Miniera: scontro
tra direzione e
lavoratori
PINEROLO — C’è crisi nei
rapporti fra i lavoratori e la RizBorax, la multinazionale che nei
mesi scorsi aveva rilevato la
Talco e Grafite.
Nei primi tempi — dicono i
lavoratori — c’è stato accordo
sulle proposte di ristrutturazione che prevedevano anche cassa integrazione, prepensionamenti e riduzione dell’orario di
lavoro.
Lo scontro è nato quando
l’azienda ha proposto la sosti• tuzione degli attuali escavatori
alimentati a corrente elettrica
con altri di tipo diesel.
La proposta aziendale fu quella di provare nelle gallerie questi mezzi e di verificare le emissioni di gas. « Dopo 40 giorni
di prova — dicono i lavoratori
in un comunicato — le interpretazioni divergono nettamente »;
l’utilizzzo del diesel, nonostante
i valori rientrino nei parametri
legislativi, procura effetti che nel
tempo potrebbero provocare
conseguenze irrimediabili; si riscontrano infatti bruciore di gola, dolore alla testa ed arrossar
mento agli occhi.
Perciò fin dalla scorsa settimana vi sono stati, fra i lavoratori della miniera, degli scioperi.
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7
20 settembre 1991
lettere
QUAL E’ IL
SESSO DI DIO?
Su questo interrogativo, simiie a
queilo sul sesso degli angeli, Sergio
Quinzio ha riempito due "coionne" de
La Stampa del 28 luglio scorso che
meritano ogni eiogio ed attenzione.
Quando Quinzio scrive: "Se si può
accusare ii cristianesimo di avere una
concezione maschilista di Dio..., l’accusa opposta non solo è possibile farla, ma è stata ripetutamente fatta,
per esempio da parte protestante (il
neretto è mio), in relazione al culto
di Maria Santissima Vergine e Madre,
che sia nella Chiesa d'Qriente che in
quella d'Qccidente ha innalzato una
donna al rango di « Madre di Dio »"
certamente non ignora che, purtroppo,
anche da parte di "femministe” non
digiune di una certa teologia protestante, è stato fatto o si sta facendo
quel tentativo di manipolare Dio secondo i nostri propri gusti dimenticando che, tra le tante definizioni dell’Essere supremo tramandateci dalla testimonianza cristiana, la più pregnante mi sembra quella che troviamo nel
colloquio di Gesù con la samaritana:
"Dio è spirito” (Vangelo secondo Giovanni 4: 24). Qra lo Spirito non ha
sesso, come non lo avranno i risuscitati che siederanno alla destra di
Dio al termine del giudizio universale
(Vangelo secondo Matteo 25: 34-40).
Sergio Quinzio ha ragioni da vendere sia quando osserva che le "femministe” cristiane (tanto cattoliche
quanto protestanti, aggiungo io) si ribellano al fatto che l’Incarnazione sia
stata fatta a favore del sesso maschile o che l’unica preghiera insegnataci da Gesù abbia inizio con l’invocazione al "Padre nostro che è nei eieli” (Vangelo secondo Matteo 6: 9),
sia quando mette in guardia contro i
vari tentativi di vedere in Dio un essere bisessuale o contro l’idea bislacca che egli non fosse libero, incarnandosi, di scegliere un sesso piuttosto che l’altro.
Una sola osservazione; non c'è
dubbio che l’idea di un Dio-donna ha
subito il riflesso del millenario culto
della madonna, ma contro di esso non
si è opposta soltanto la migliore teologia riformata, ma anche l'Ingenua
sensibilità biblica di una parte degli
eretici medievali, tra cui i valdesi.
Giovanni Gönnet, Roma
LIBERTA’, VERITÀ’
E GIUSTIZIA
Caro Direttore,
pensavo che il giornale non avrebbe potuto passare sotto silenzio (come ha fatto) un evento che considero
un "segno dei tempi”, nell’attuale fase regressiva della politica e dell’orientamento della pubblica opinione
nel nostro paese. Mi vedo costretto
a scrivere alcune righe, trattandosi di
un argomento non irrilevante per dei
credenti; la libertà dell’uomo, in relazione alla verità e aila giustizia.
Mi riferisco alle nuove condanne che
la Corte d’Assise di Milano ha inflitto a quattro ex esponenti di "Lotta
Continua”, di cui Adriano Sofri, il più
conosciuto e per questo bersaglio simbolico di un’azione giudiziaria e di una
campagna di stampa tese a sancire
una sorta di "normalizzazione" della
società italiana, dopo gli eventi dell’89 e lo scioglimento del PCI.
Non posso, per motivi di spazio,
elencare le incongruenze dell’accusa,
sostenuta da un "pentito” che risulta
aver avuto dei contatti segreti coi carabinieri (senza che esista alcun verbale di quei colloqui) per 17 giorni,
prima di fare la sua denuncia alla magistratura. Questo « pentito » si è andato contraddicendo varie volte nel corso dell’istruttoria e del dibattimento
di primo grado, senza che la Corte
mostrasse interesse per questa circostanza. Nel processo di appello è stata respinta l’istanza di prendere in considerazione qualsiasi altra circostanza
o elemento di prova che avrebbero
potuto concorrere alla ricerca della
verità (come una perizia balistica sulla presunta pallottola omicida).
” Non ho mai avuto particolare simpatia per "Lotta Continua”; mi limito
ad osservare che in questa circostanza i diritti dell’uomo (qui, nella democratica Repubblica italiana) sono stati
platealmente calpestati, come è accaduto, e tuttóra accade nei regimi dittatoriali di ogni colore, che con giusta ragione abbiamo condannato e condanniamo.
Penso che il momento critico che
stiamo vivendo nella storia dell’Italia
repubblicana, in cui si tenta di riscrivere, perché "obsoleta", la Costituzio"
ne, non potrebbe essere illustrato meglio di come io è da questo processo
CONSORZIO
PINEROLESE
ENERGIA
AMBIENTE
NJb\
ener^gia-ambiente
mam LAMBIENTE
Ciao,
sono solo uno
piccola goccia
d'ocquq, ma ci
siamo già visti un
socco ai volte!
Lo strado che
faccio ogni giorno
3er arrivare fino o
e è un servizio del
CONSORZIO e
dell'ACEA!
Le mie radici
sono forti, lo mio
chioma è bello e
folto perché gli
operatori ecdoqici
di CONSOm
e dell'ACEA, col
servizio di
raccolta e
smammenta
rifiuti, lasciano il
mio ambiente
pulito!
Il CONSORZIO e
l'ACEA hanno
pensato anche a
rne!
^on il servjzio di
)urazione
acque
posso tornare a
saltare felice e
contento .nell'acqua dei
Il metano è
energia pulita!
La mia fiamma è
allegra, ti riscalda
e non inquina.
Tanti vantaggi:
pensaci,
anche questo è
un servizio del
CONSORZIO e
dell'ACEA!
che offende il senso di giustizia e
l’anelito alla libertà del nostro popolo.
Riflettendo, peraltro, sul degrado della vita civile e dell’ordine pubblico,
che non può dissociarsi dalla corruzione esistente ai livelli più alti della
nostra società, mi viene alla mente il
testo di Amos 5: 15: "Odiate il male
e amate il bene, riportate la giustizia
nei tribunali: allora forse il Signore,
Dio dell’universo, avrà pietà del superstiti d’Israele”.
Marco-Tullio Florio, Napoli
VILLA OLANDA,
CASA PER ANZIANI
Sul n. 34 il past. L Deodato, riferendo sulla discussione sinodale su
Villa Olanda, scrive: "La popolazione,
soprattutto della vai Pellice, è orientata a un recupero, con tre ipotesi
di utilizzo: casa di riposo per anziani
autosufficienti, oppure non autosufficienti e, infine, centro di accoglienza
per migranti o profughi. L’orientamento generale, come emerso dagli interventi privilegerebbe, tuttavia, un
utilizzo a favore dei migranti...’’.
A me sembra, invece, che la popolazione della vai Pellice non voglia
salvare Villa Olanda per motivi sentimentali di utilizzo ad ogni costo della struttura, ma abbia dimostrato in
questi anni di volere continuare e migliorare il servizio ohe, da diversi anni, è di assistenza a molti anziani.
Proprio per questo motivo si è creato un Comitato, che ha raccolto o avuto promesse di denaro per tale scopo.
E' vero che qualcuno al Sinodo si
è espresso per una diversa soluzione,
ma altri hanno subito sostenuto che
non basterebbe accogliere dei profughi 0 dei migranti, senza la possibilità di dare loro del lavoro.
Deodato aggiunge: "C’è una linea
di tendenza, che vede la vai Pellice
trasformarsi lentamente in un immenso (sic!) nosocomio”.
Vorrei osservare che:
1) Villa Qlanda è già, ora, una
casa di riposo. Il migliorarla non
estenderebbe il "nosocomio”!
2) La vai Pellice gode di un’aria
salubre, di un ottimo clima per anziani e la conduzione dei nostri istituti.
Villa Qlanda compresa, è ottima.
3) Assistere gli anziani è una realtà sempre più ampia e necessaria.
4) Molti anziani della vai Pellice
non possono permettersi di essere ricoverati in costose case private, dove gli ospiti sono vergognosamente
sfruttati e trattati in modo inadeguato.
Il problema resta, mentre non so se
chi si è impegnato a versare del denaro per uno scopo preciso sarà disposto a vederlo dirottato per altri
scopi, sia pure nobili, ma assai vagamente precisati.
Aldo Rostain, Luserna S. Giovanni
fVei mio articolo ho scritto « gerontocomio » (e non « nosocomio », che
significa ospedale), perché così è stato
detto in Sinodo.
L. D.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardib medica:
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto ■ Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 22 SETTEMBRE 1991
Porosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 Telef. 81261.
Ambulanza :
Croce Verde Penosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 22 SETTEMBRE 1991
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON,
Via Repubblica 22 - Telef. 91328.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricheraslo: tei. 598790
SERVIZIO ATTIVO INFERMIERISTTCO: ore 8-17, presso I distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA, •lleo^
tero: tei. 116.
RINGRAZIAMENTO
« Benedici, anima mia, VEtemo
e non dimenticare nessuno dei
suoi benefici »
(Salmo 103: 2)
E’ mancata all’affetto dei suoi cari
Luigia Peyran in Artero
Il marito ed. i familiari ringraziano
tutti quanti hanno preso parte al loro
dolore. Un grazie particolare ai medici
ed al personale dell’Ospedale valdese di
Pomaretto ed alla Croce Verde di Porosa Argentina.
Pomaretto^ 7 agosto 1991.
RINCRAZIAMENTO
(c Non temere, solo abbi fede »
{Marco 5: 36)
A novantuno anni si è spenta la professoressa
Laurina Monastier
Lo annunciano Adriano Chauvie e
famiglia.
Un grazie particolare al pastore Bruno Bellion, al direttore dell’Asilo dì Luserna S. Giovanni, signor Gobello, ed a
tutto il personale dell’istituto.
Angrogna, 8 settembre 1991.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia della cara
Giovanna Michelin Salomon
in Pons
impossibilitata a farlo singolarmente,
ringrazia sinceramente tutti coloro che
hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare ai parenti, ai medici e a tutto il personale
deirOspedale valdese di Torre PeUice,
a tutti i colleghi e dirigenti della Caffarel e agli amici dell’Associazione incendi boschivi.
Luserna S. Giovanni, 18 settembre ’91.
RINGRAZIAMENTO
« Alzo gli occhi verso i monti...
Da dove mi verrà l’aiuto? Il mio
aiuto vien dall’Eterno, che ha
fatto il cielo e la terra »
(Salmo 121: 1-2)
La famiglia di
Arturo Albarin (Alba)
nell’impossibilità di farlo individualmente, ringrazia tutti coloro che hanno partecipato al suo dolore.
Un ringraziamento particolare al
dott. Genesi, alle infermiere deUUSSL
43, all’Associazione dei partigiani, all’amico Aldo Bounous e aUa moghe
Elvina, al personale del Rifugio Carlo
Alberto ed al pastore sig. BeUion per
le parole di conforto.
Luserna S. Giovanni, 18 settembre ’91.
RINGRAZIAMENTO
« Invocami nel giorno della distretta; io te ne trarrò fuori e
tu mi glorificherai »
(Salmo 50: 15
I figli ed i familiari tutti della cara
Edvina Travers ved. Cisletti
commossi e riconoscenti per la grande
dimostrazione di stima e di affetto triImtata alla loro cara, ringraziano sentitamente tutti coloro che con scritti,
fiori, parole di conforto e presenza al
funerale hanno preso parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare al pastore Bruno Rostagno.
Torre Pellice, 20 settembre 1991.
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Via Arnaud, 23 - •© 91334
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20 settembre 1991
SVIZZERA
AMNESTY INTERNATIONAL
Esiste il segreto
professionale per i pastori?
Prigionieri
del mese
derVla^Mrta facendo discutere: è lecito chiù- Da molte parti del mondo giungono sempre
P te a un uomo che si sa colpevole di un reato? notizie di casi di violazione dei diritti umani
BRUSIO — La maggioranza
della Federazione dei pastori
(donne e uomini) della Svizzera ha reagito con indignazione
e preoccupazione alla seconda
istanza del «processo Scopacasa ». La Federazione ha sostenuto la famiglia Scopacasa e chiesto di presentare ricorso in appello al tribunale del Canton Ticino: « Affinché questa solidariefà diventi qualcosa di concreto
— dice im documento — abbia
mo pensato di fondare un gruppo di lavoro che rifletta sul problema del segreto professionale.
Tutto questo perché siamo dell’idea che la sentenza del « caso Scopacasa » metta in discussione il nostro lavoro. I fatti:
nel 1989 la famiglia Scopacasa
(pastore battista, ndr) ha ospitato per qualche ora un detenuto in fuga. In seguito, con la
violenza, questi ha costretto la
famìglia a portarlo via con la
MADAGASCAR
Protestantesimo
e movimento popoiare
Nel conflitto che oppone da
circa tre mesi il popolo malgascio al presidente Ratsiraka, il
Consiglio delle chiese cristiane
del Madagascar sta giocando un
ruolo di primo piano nel tentativo di dar vita ad im governo
’’neutro di transizione”. All’interno di questo Consiglio le chiese
protestanti (riformata, luterana,
anglicana) sono all’avanguardia
nella lotta per la giustizia, la democrazia e la pace.
Come scrive Aristide Ratsimhazafi in un articolo apparso sul
settimanale francese ’’Réforme”
del 3 agosto, « non è la prima
volta che le chiese protestanti
prendono parte in modo così
rilevante alla vita politica nazionale malgascia ». Certo, nella
’’grande isola” così come nella
vicina Africa, il protestantesimo
è stato importato, ma in poco
tempo è avvenuta un’inculturazione notevole che ha fatto sì
che « il protestantesimo è diventato una componente irriducibile dell’animo malgascio, che influenza i comportamenti quotidiani di una parte sempre più
larga dell'élite intellettuale ed
economica malgascia ».
Giunti nell’isola nel 1818, mandati dalla ’’London Missionary
Society” per predicarvi l’Evangelolo, i pastori gallesi riuscirono
ad alfabetizzare le popolazioni
degli Altopiani e quindi a diffondere la lettura e la scrittura per
mezzo di una massiccia scolarizzazione. Riuscirono anche a crea
re e a sviluppare l’artigianato.
Così che « il protestantesimo è
diventato la carne di questa comunità » e conta oggi 4.500 chiese. Nulla di strano, quindi, che
l’amministrazione coloniale abbia
fin daH'inizio considerato il protestantesimo come la leadership
dei movimenti anticolonialisti. Il
che spiega le azioni, spesso violente, portate contro i protestanti. A partire dal 1906 il dr.
Augagneur, deputato e sindaco di
Lyon posto a capo della colonia,
perseguitò deliberatamente i protestanti, le loro scuole e altre
opere sociali. La UCDG non fu
autorizzata ad aprire una sede
nella capitale dell’isola. Il 24
dicembre 1915 il colonnello Garbi!, successore di Augagneur, fece arrestare pastori, studenti ed
impiegati protestanti, accusati di
essere cospiratori antifrancesi.
Nel 1946 anche il grande partito
per l’indipendenza e il rinnovamento, l’MRDM, venne accusato
di essere una creatura degli anglosassoni, e dei protestanti in
particolare, per eliminare gli interessi francesi in Madagascar.
E la repressione contro la rivolta contadina del 1947 colpì duramente centinaia di pastori, evangelisti, catechisti e notabili protestanti dell’isola. Ma il fermento di liberazione rappresentato
dal protestantesimo non venne
mai meno ed è particolarmente
attivo in queste drammatiche
settimane.
J.-J. P.
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio GardioI
Vicedirettore: Luciano Deodato
Redattori: Alberto Corsani, Adriano bongo, Jean-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan.
Stampa: Coop. Tipografica Subalpina - via Arnaud, 23 10066 Torre
Pellice - telefono 0121/61334
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sua auto. La famiglia non ha
esposto alcuna denuncia.
La prima sentenza accusava
gli Scopacasa di favoreggiamento e li condannava a tre mesi
di carcere. Ma già in seconda
istanza la sentenza era cambiata, poiché non esiste per i norniali cittadini obbligo di denuncia. La trasgressione consisteva
allora nell’aver fatto entrare in
casa l’individuo che la famiglia
conosceva in quanto detenuto.
Entrambe le sentenze mettono
in questione il lavoro pastorale
di cura d’anime, e dimostrano
a causa della loro evidente contraddizione, un’insicurezza e
confusione del diritto. Dove finisce il segreto professionale nel
lavoro pastorale? Debbiamo decidere davanti alla porta se offrire o rifiutare disponibilità?
Dobbiamo forse rifiutare persone che vivono nell’illegalità
soltanto perché così facendo
possiamo anche noi essere perseguiti? Per questo ci aspettiamo un’altra sentenza su questo
caso che può diventare esemplare. « Crediamo fondamentale
— prosegue il testo — nella nostra società, e in particolare nel
lavoro pastorale, il segreto professionale. E’ importante che esseri umani che si trovano prossimi a situazioni di confine abbiano uno spazio di protezione
a loro disposizione. Ognuno di
noi può vivere una volta nella
vita una situazione in cui è importante avere uno spazio e persone disponibili ad ascoltare e
anche a tacere. Il lavoro pastorale e anche la casa pastorale
possono rappresentare questa
possibilità. Se questa possibilità
viene cancellata la funzione del
nostro lavoro viene pesantemente limitata. Per questo vogliamo
nei prossimi mesi promuovere
una ampia e approfondita riflessione e attendiamo contributi ed
esperienze di colleghe e cclleghi
in particolare su questo tema ».
(da Reformierte FORUM)
Il Notiziario di Amnesty di luglio-agosto illustra tre casi di
prigionieri per motivi di opinione: Sheikh Samir ’Ali al-Ribeh,
Arabia Saudita, To Thuy Yen,
Vietnam, e Rafia Odinga, Kenia!
In quest’ultimo paese, mentre il
Notiziario andava in stampa.
Rafia Odinga, uomo d’aflari,
scienziato, già vicepresidente del
Kenia dal ’64 al ’66, arrestato a
Nairobi il 5 luglio 1990 quindi
in detenzione amministrativa a
tempo indeterminato, veniva rilasciato.
Presenteremo dunque ai lettori gli altri due prigionieri, pregandoli di rivolgere appelli in loro favore.
Sheikh Samir ’Ali al-Ribeh
ARABIA SAUDITA
30 anni, studente di teologia.
E’ stato arrestato con la moglie
e le due figlie nell’ottobre 1990
all’aeroporto di Riad, proveniente da Damasco. In seguito la moglie e le figlie erano state rilasciate. Samir era sospettato di
appartenere alla proscritta Organizzazione per la rivoluzione
islamica, che era stata fondata
nel 1975 ed era il principale
gruppo sciita di opposizione al
governo. Scopo di questa organizzazione era quello di ’’educare e illuminare le masse”. I suoi
seguaci non hanno mai usato la
violenza né istigato altri ad
usarla. Essi sostengono che gli
sciiti sono discriminati in Arabia Saudita e vogliono diritti di
eguaglianza. Sin dal 1979 gli sciiti sono stati incarcerati a centinaia per lunghi periodi senza
accusa né processo. Amnesty ritiene che Sheikh Samir sia stato imprigionato per aver espresso in modo nonviolento il suo
credo politico.
Si può rivolgere un appello in
inglese o italiano per il suo immediato ed incondizionato rilascio a:
The Custodian of thè Two Holy
Shrines
King Fahd bin ’Abd al’Aziz
Office of the Custodian
of the Two Holy Shrines
Riyadh - Arabia Saudita
To Thuy Yen - VIETNAM
50 anni, poeta e scrittore. E’
stato arrestato il 13 novembre
1990 presso la sua abitazione
nella città di Ho Chi Minh. Era
già stato arrestato nel 1975 e
condannato a cinque anni di
campo di rieducazione e poi nel
1980 era stato condannato a 11
anni di lavoro forzato in regime
carcerario.. Nel 1985 era però
stato rilasciato. Dopo essere stato in libertà per 5 anni, veniva
di nuovo incarcerato con l’accusa di scrivere poesie ostili al governo e di essere in corrispondenza con stranieri ’’nemici” e
di ricevere da loro denaro e anche cassette con brani registrati
di sue poesie messe in musica
Non è stato ancora processato.
Sua moglie è costretta a portargli il cibo quotidianamente, senza però mai vederlo.
51 può scrivere, in inglese o
italiano, cortesemente, per chiedere il suo immediato ed incon
dizionato rilascio a:
Dò Muoi
Chairperson of the Council of
Ministers
Hoi Dong Bo Truong
HANOI
Socialist Republic of VIETNAM
Rilasciati
Amnesty International è venuta a conoscenza che i prigiotlieri di opinione cubani Edgardo
Llompart Martin e Mario Fernandez Mora, nonché Elizardo
Sanchez Cruz, ’’prigionieri del
mese”, sono stati rimessi in libertà.
Amnesty ringrazia tutti coloro
che hanno inviato appelli per la
loro liberazione.
A cura di
Anna Marullo Reedtz
Storia di Faruk: atto II
IMMIGRAZIONE
Ci sono a volte delle storie che ci danno un po’ di speranza: quando le capacità e le potenzialità di un individuo possono realizzarsi
Tempo fa pubblicammo il racconto delle prime esperienze italiane di Faruk, immigrato nordafricano. La sua vicenda ha poi
avuto un seguito positivo, di cui
riferiamo qui di seguito,
dopo il periodo di ospitalità, ha chiesto di far parte integralmente della comune del
Centro Jacopo Bombardini di Cinisello, quindi di condividere fino in fondo responsabilità finanziane e di gestione del Centro
e delle sue attività. Così è successo che, mentre nei corsi di
italiano che abbiamo aperto l’ottobre scorso per gli immigrati
ci sono volontari italiani che insegnano ad arabi e latinoamericani, nel corso per la licenza
media riservato agli allievi itahani Faruk insegna matematica!
Grazi© alla sua innata predisposizione per i numeri, Faruk è
diventato anche il cassiere della comune, esperto in prezzi e
attento controllore delle entrate
dei vari membri, nonché delle
spese quotidiane. Quando il circolo culturale ha organizzato un
ciclo di studio sulle religioni abbiamo avuto la possibilità di
ascoltare da lui storia e teologia
dell’Islam e differenze (cospicue!) tra un islamico come lui
e uno come Saddam Hussein!
Positive le influenze anche nei
pasti alla comune: meno carne
di maiale — che fa male a tutti! — e meno vino! E il rispetto delle regole decise collettivamente!
Faruk è laureato in odontoiatrìa, ma purtroppo il suo titolo
di studio non è valido da noi:
c’era già a Cinisello una cooperativa pronta ad offrirgli lavoro
in uno studio dentistico, ma non
ha potuto accettarlo. Pensate:
dovrebbe reiscriversi all’Università, fare alcuni esami e soprattutto iscriversi all’Ordine dei
medici, per poter esercitare. Allora abbiamo cercato altre strade: così Faruk ha trovato lavoro in una cooperativa di servizi cui il Comune di Cinisello appalta l’assistenza agli anziani a
domicilio. Il suo inserimento in
questo settore è stato un successo: amatissimo da tutti per
la sua disponibilità, è costantemente reclamato da vecchiette e
vecchietti che gli telefonano anche alle 7 di mattina per trovarlo! E, come Faruk ha scritto nella relazione di quest’anno.
la cosa divertente e bella è vedere alcune di queste vecchiette, bigotte e paolotte (come si
chiarnano qui i cattolici-democristiani fino al midollo) occuparsi di lui durante il ramadan (il
digiuno musulmano): attente a
che Faruk non venisse meno alle regole alimentari islamiche
durante i vari inviti a pranzo
che riceve!
Insomma, per farla breve: nel
giro di alcuni mesi Faruk è veramente diventato uno di noi,
uno del Bombardini e della comune, nonché un cittadino impegnato nella città di Cinisello.
Dipenderà da lui? Dipenderà dal
Bombardini? Forse.
Ma questa vicenda dimostra
anche che, con poco sforzo, con
nessuna spesa, solo con un po’
di fantasia e di coraggio nel modo di organizzare le nostre vite, le nostre famiglie, le nostre
comunità, si possono ottenere
risultati assai più importanti
che non con i centri di accoglienza e le grandi imprese assistenziali. Naturalmente per alcuni, ma forse questo è proprio
il nostro compito e la cosa che
siamo capaci di fare.
Marco Rostan