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Si^.a
LON'30 SELMA
c:as i Va Li ese
70Í-HE PELLTCK
VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
ungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali ovate peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
TORRE PELLICE - 24 LugUo 1959
Ammin. Claudiana Torre Pellìce - C.C.P. 2-17557
Sono Je dieci delia domenica mattina. Come al solito mi avvio lungo
la strada in discesa che, dopo parecchie svolte, mi porterà al tempio.
Mi occorre una mezz’ora per arrivarci senza dovermi atìrettare, perciò sono pmituale nell’uscire di casa; e questo fa sorridere il mio vicino, il quale dice die la domenica
10 sono il suo orologio.
Infatti la strada che devo percorrere costeggia per un lungo tratto la
proprietà del vicino, cosi che, inevi lahilmente, non appena m incanimino, lo scorgo intento a lavorare
nel suo campo o nella sua vigna,
perclie egli è uno di quelli die non
vanno in cniesa, bensì lavorano anche la domenica. Mi accoglie sem
pre con le medesime parole: « Cosi, sono già le dieciC.. iNon capisco
davvero come fai, con tutto il lavoro che c è, ad andare in chiesa! Si
vede die ne hai del tempo, tu!... ».
l\on rispondo più, ormai, perche
mi sono abituato al suo modo di fare, e capisco che non serve discutere; mi limito a fargli un cordiale
cenno di saluto, perdiè ci vogliamo
bene, ci conosciamo hn da ragazzi,
ed egli è per me un buon vicino.
1 uttavia avrei tante cose da dirgli; provo a scriverle qui, sul nostro
giornale: chi sa die egli non le legga e le accolga più volentieri e con
più pazienza di qualsiasi discorso
che potrei fargli di viva voce; senza contare che, scrivendo, forse
riesco ad esprimere meglio il mio
pensiero.
i\on è vero, caro vicino, che io
« ho tanto tempo » per andare in
chiesa: se considero il mio lavoro,
anch’io al pari di te, a rigore di
termini, non avrei il tempio di andarci. Ma non è perchè io abbia o
non abbia tempo che vado in chiesa; bensì perchè desidero andari',
sento ii bisogno di andare; non sarei contento di me, non mi sembrerebbe domenica, proverei un vuoto,
una mancanza, un’ombra se mi assentassi dal culto, e saprei sicuramente di aver sciupato la mia gior
nata. Dunque il tempo non c’entra:
non si tratta di ciò, perchè in deniiitiva, se si vuole veramente una
cosa, si trova sempre il tempo di
farla. Si tratta del fatto che qucll'ora delle dieci e mezzo la domenica mattina ha un grande valore: i'
un’ora di raccoglimento, nella quale rientro in me stesso, mi ritrovo,
riscopro il senso della vita alla luce della Parola di Dio, sento di essere di nuovo un uomo e non solo
un animale da fatica; è un’ora di
frescura per il mio spirito oppresso,
e stanco da sei duri giorni lavorativi, un’ora che agisce suH’animo mio
come una rugiada o una pioggia su
di un campo disseccato.
JNo, non è perchè « ho tempo »
che vado al culto, ma senijilicemente pefchè non posso farne a meno.
IR H: 4<
11 mio vicino mi osserva nel mio
vestito buono, con un sorrisetto che
non saprei definire; mi punzecchia
un poco intorno a quello che egli
chiama il mio « zelo esagerato », e
infine dice: « Si capisce, tu vai in
chiesa perchè sei santo, ma io... ».
Io sono «santo»?! Povero vicino, se tu sapessi come sono poco
santo! Non è vero che vado in chiesa [lerchè « sono santo », ma appuu ■
to perchè non lo sono, c ho bisogno
•lei culto per cercare di santificar-^
mi; ho bisogno della predicazione
della Parola per avere luce, fede,
ispirazione; ho bisogno della comii
DIRO RI RIIO UlCIflO...
nione con i fratelli per trarne forza, iocoiaggiamento, conforto.
Aon è perchè « sono santo », o
jierchè mi credo migliore del mio
vicino che vado in chiesa; al contrario, è proprio perchè mi sento
peccatore, debole, solo, senza fiducia in me stesso, in preda a cento
tentazioni, che devo andare ad udire la Parola e a vedere altri che credono lottano e sperano come me.
Se sapesse il mio vicino quante volte ho paragonato questa mia debolezza spirituale, questo mio contiruo bisogno di aiuto dall’alto, a
quella che mi appare come una strana forza in lui: egli sembra tirare
avanti bene, una settimana dopo
l’altra senza il conforto del culto e
della comunione fraterna; sembra
anzi non sentirne affatto la mancanza...
Mi domando, con stupore, come
ciò sia possibile, come possa conti-.ruare così.
Io non sono un « santo », sono
un peccatore, un debole che ha bisogno del suo Signore; non potrei
durare senza la ricerca continua
della grazia.
Domenica scorsa il mio vicino ha
trovato una nuova frase da lanciarmi mentre gli passavo davanti al
l’cra solita: « Che cosa vuoi: in
chiesa ci possono Andare i signori,
come te; ma a noi, poveretti, tocca sempre sgobbare!... »,
I « signori » come me? ! Non faccio questione di beni materiali, perchè nè il mio vicino nè io possiamo lamentarci: stiamo bene tutti c
due, lavoriamo terreni di nostra proprietà e non ci manca nulla; abbiamo entrambi una bella famiglia. Ma
penso a com’è mancante interiormente la nostra vita^ a come siamo
poveri dentro! Tutti e due poveri
c nudi e spogli di tutto, allo stesso
modo: lui che non va in chiesa c
io che ci vado; tutti e due bisognosi di pentimento e di perdono; tutti e due peccatori, e viventi in virtù
della sola grazia di‘ Cristo.
Vado in chiesa non perchè sono
« un signore », ma perchè sono infinitamente povero, assettato, affaticato; indigènte; ma sarei ancora più
povero e miserabile se non potessi
adorare il mio Signore con i fratelli,
se non potessi con loro cantare le
sue lodi prendergli il culto: la mia
povertà allora sarebbe desolazione
c deserto, mentre ora è un inno di
gratitudine e di amore verso il Signore di ogni riccbpgze.
Voce
il
Ricordate domenica prossima 26 luglio
Convegno al Colle della Croce
8-16 agosto 1959
Ferie ad "Agape „
A.1 lavoro e in vacanza siamo uomini liberi?
Frali sta divenendo un centro di
villeggiatura alpina, ed Agape vuol
aprire le sue porte a quanti han poche vacanze e desiderano trascorrerle in pace con la famiglia, in ambiente sereno e fraterno. Avremo così,
dall’8 al 16 agosto, un « campo internazionale di ferie per operai»: si è
scelto questo periodo, perchè la maggior parte d^li operai ha le ferie in
questi giorni di agosto; il campo è
internazionale per dar modo ad operai di paesi diversi di incontrarsi e
stare insieme; il costo è basso: lire
7.800 che copron tutte le spese
Tutti sanno che Agape è un villaggio costruito da giovani venuti un
po’ da tutto il mondo, e che han dato il loro lavoro volontario per farlo
sorgere. Si è costruita Agape perchè
uomini di idee politiche e religiose
diverse, e di diverse nazioni, potessero star insieme, incontrarsi in modo sereno : vogliamo tutti pace e tranquillità, ed il conoscerci, il vivere alcuni giorni insieme può aiutarci a
capire gli altri, a comprendere che
la « pace » la possiamo costruire anche noi, per noi stessi e le nostre fa
/
mi-gìleiy z
Ogni campo ad Agape hd im argomento generale su cui i partecipant;
discutono amichevolmente: il campo
operai di quest’anno ha come argomento il tema « uomini liberi ». Cer
cheremo cioè di vedere se: siamo veramente « uomini liberi » nel lavoro? siamo liberi nello scegliere le cose che comperiamo (o è la «pubblicità» che ci convince?); le informazioni che leggiamo o ascoltiamo ci
aiutano ad essere davvero liberi? e
così via... gli esempi son tanti, ed
ognuno ne ha in mente di sicuro
uno suo...
L’orario della giornata è questo:
la colazione è alle 8,15; il pranzo alle
12,15; la cena alle 19,00. La sera dopo cena si sta insieme, con qualche
programma studiato di volta in volta (proiezioni, etc.).
Tutti sanno anche che Agape è un
villaggio costruito per una «testimonianza cristiana ». Il nome stesso di
Agape è preso dalla Bibbia: vuol dire «l’amore di Dio». Come l’amore
di Dio, che è dato gratuitamente, anche Agape vuol essere aperta a tutti:
quindi chiunque può venire ad Agar
pe. Noi pensiamo questo : che la « testimonianza cristiana » non è mai
«propaganda» (o imposizione), ma
semplicemente offerta agli altri di
quel che si ha, con amicizia. Questo
« ca^pQ interrmzionale di ferie » è
dunque l’offerta di una vacanza tranquilla che Agape vuol fare. Chi vuol
avere maggiori informazioni, o iscriversi, può scrivere direttamente alla
Segreteria di Agape, Frali (Torino).
UNA CORRISPONDENZA =
Da! Rio do la Piala
Dal nostro corrispondente Fastore
Carlo Alberto Griot riceviamo alcune
notizie sulla vita delle nostre comunità sudamericane.
L’Uruguay e parte dell’Argentina
sono ancora sotto l’impressione delle catastrofiche inondazioni di due
mesi fa, le cui conseguenze, naturalrpente, sono ancora ben lontane dall’essere esaurite. In Uruguay migliaia
di persone sono rimaste senza tetto
e vivono ancora accampate in tende
o in edifici pubblici o locali requisiti;
si tratta in generale di persone che
vivevano nei miserabili « rancheríos »
deH’intemo o nelle casupole delle zone più facilmente inondabili alla periferia delle grandi città. Se la distruzione di quelle miserrime abitazioni è stata in un certo senso un
bene, naturalmente incombe ora su
tutta la nazione uruguayana il grave
problema materiale e morale di ricuperare socialmente quelle migliaia di
persone trovando loro casa e lavoro,
li governo ha nominato una Commissione nazionale per raccogliere e
amministrafe i doni a favore dei sinistrati; le Chiese Evangeliche üell’Uruguay hanno consegnato qualche
settimana fa una prima offerta equivalente a circa sette milioni di lire
italiane, mentre la colletta in denaro
in vestiario ed in natura è ancora
m corso. Come di solito succede in
simili circostanze la gente più povera
e modesta è quella che dà prova di
un maggior spirito di solidarietà.
Sebbene, come già era stato reso noto a suo tempio, non vi siano state
tra i Vàldesi uruguayani delle vitti
me delle inondazioni, tuttavia essi
stanno soffrendo gravi danni per le
condizioni del tempio che ha conti
l’uato a rimanere piovoso per setti
mane di seguito: l’aratura e la semi
na sono in ritardo di quasi due mes
e ci si domanda se sarà ancora pos
sibile avere un raccolto quest’anno
Foichè la gran maggioranza dei Val
desi in Uruguay si dedica all’agricol
tura il danno che ha colpito la no
stra comunità sudamericana è assai
rilevante.
I rapporti della nostra Chiesa in
Italia con il Distretto sudamericano
diventano in questo momento pani
colarmente stretti a motivo delle visite da e per l’America del Sud: infatti a meno di un anno di distanza
dalla visita del Moderatore in Uru
guay ed Argentina sono giunti in Italia Il Pastore Giovanni Tron e signo
ra di Monte video, mentre il Vice-mo
deratore Neri Giampiccoli si recherà
anch’egli a visitare le nostre comunità sudamericane. E’ infatti imminente la partenza del Fastore Giam
piccoli per il Brasile dove, assieme al
Pastore Wilfrido Artus di Colonia
Vaidense, rappresenterà la nostra
Chiesa alla diciottesima assemblea
generale della Alleanza Riformata
Mondiale che si terrà a San Paolo dal
luglio al 6 agosto. Dal Brasile il
Fastore Giampiccoli prolungherà leg
germente il suo viaggio pier trattener
si tra i Valdesi dell’Uruguay e del
l’Argentina: il programma della sua
visita è già stato fissato ed approvato
da tutti i Concistori interessati.
Sempre in relazione aU’Assemblea
di San Paolo è da segnalare la visita
della Sig.na Marga Biihrig a Buenos
Aires ed in Uruguay nella prima metà del mese corrente. La Dott. Biihrig
che si occupa del lavoro femminile
nell’Alleanza Riformata, è stata ospite di Agàpe durante il terzo incontro organizzato dalla Federazione
Femminile Valdese italiana ai primi
di giugno; durante la sua visita a
Colonia Vaidense sarà ospite della F.
F V. sudamericana e potrà così stabilire un legame ideale tra le organizzazioni femminili della nostra
Chie.sa.
Le attività interdenominazionali
nei paesi rioplatensi sembrano esse
re state particolarmente intense negli ultimi tempi: sono state celebrate
infatti le assemblee della Federazio
ne uruguayana delle Chiese evangeliche, della sua omonima argentina
nonché della Confederazione del Rio
de la Piata che comprende le due fe
derazioni nazionali menzionate, nonché la rappresentanza delle Chiese
evangeliche del Paraguay. Ma più
che l’attività di queste assemblee di
carattere prevalentemente amministrativo, possono interessare due mamfestazionì volte direttamente airaflratellamento di chiese di diverse denominazioni ed allo studio dei
iji'oblemi dell’ora.
Si tratta in primo luogo del cosidetto « liistituto de pastores » che è
un congresso annuale di studio che
SI tiene presso la Facoltà di teologia
di Buenos Aires ed al quale sono invitali tutti i pastori di qualsiasi chiesa evangelica rioplateiise per alcuni
giorni di meditazione e studio intorno ad un tema presentato da qualche
personalità del mondo protestante
contemporaneo. Quest’anno un centinaio di pastori hanno ascoltato e discusso le Conferenze del prof. Ernest
Wfiglpt della Università di Harvard
sul tema « Aspetti della tede di Israele ».
Anche di grande interesse è il Secondo Congresso Nazionale Evangelico dell’Uruguay che si è riunito a
Montevideo nei locali della Prima
Chiesa Battista: vi hanno partaci
palo i delegati di 14 denominazioni,
tra cui, naturalmente, la Chiesa Val
dese che era presente con una decina
di rappresentanti, pastori e laici. Tema generale del Congresso : « La presenza evangelica nell’Uruguay di oggi», che si suddivideva in vari sottotemi di analisi della situazione sociale e dì valutazione dei metodi di
azione evangelica. Un prossimo Congresso è previsto per il 1962.
Ci domandiamo se delle riunioni
di un carattere analogo non sarebbero utili anche in Italia. A suo tempo
rincontro di pastori Valdesi e Metodisti ad Agàpe aveva lasciato una
ottima impressione nei partecipanti
ma esso, riteniamo, avrebbe dovuto
non rimanere isolato, ma costituire
l’inizio di una serie; lo spirito ecumenico e l’utilità dei contatti tra diverse denominazioni evangeliche non
devono essere minori in Italia di
quanto lo sono in America del Sud.
a. c.
coA/i[iivir.ATn
La Tavola Valdese proclama
la vacanza della Chiesa di Angrogna Capoluogo.
La nomina del nuovo titolare
dovrà farsi a termine degli articoli 14, 15, 16, 17, 18, 25, 26
dei Regolamenti Organici.
Ermanno Rostan
Moderatore
Torre Pellice, 18 Luglio 1959.
Per i rifugiati
L’Assemblea del delegati della Federa
zione delle Chiese protestanti svizzere ha
di nuovo messo a disposizione dell’EPER
(Entraide pour les Eglises et les Réfugiés)
la somma di 500.000 franchi sv. per l’anno
venturo. L’EPER si occupa attualmente di
2.000 rifugiati protestanti in Svizzera e sostiene inoltre numerose Chiese all’estero.
L’Assemblea ha pure votato un contributo
di 150.000 franchi per la Conferenza che il
Dipartimento per la gioventù del Consiglio
ecumenico organizzerà a Losanna nel 1960.
S.OE.P.I.
POSITIVO
Il governo di Bonn ha adottato alFunanimità una legge sul servizio civile per gli uomini che rifiutano il
servizio militare per motivi di coscien.
za. Il servizio civile sarà effettuato
principalmente negli ospedali e in altri istituti sanitari.
NEGATIVO
Ci son» in Italia 3 milioni di analfabeti (senza contare i semi-analfabeti), e secondo un’inchiesta governativa tale numero continua a crescere
di 30.000 unità all’anno.
2
2 —
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 30 — 24 luglio 1959
n Protestantesimo nei paesi iatini ;
Ginevra
Vaud “ Neuchâtel
Il Protestantesimo latino in Isvizzera comprende le chiese di tre dei cinque cantoni della Svizzera Romanda:
Ginevra, Vaud, Neuchâtel, gli altri
due cantoni: Friburgo et Valiese, sono rimasti cattolici. Le chiese evangeliche sono a maggioranza chiese nazionali, chiese cioè legate allo stato,
sin dai tempi della Riforma, sul piano economico ed in parte amministrativo. Accanto a queste operano le
chiese Libere, frutto del Risveglio del
rsoo.
Il protestantesimo svizzero ha nella
sua stessa composizione due elementi
che nessuno degli altri protestantesimi latini possiede: è un protestantesimo di maggioranza e non ha mai
conosciuto le difficoltà esterne, le persecuzioni, gli esili che hanno caratterizzato la storia di tutte le altre chiese.
La chiesa evangelica è nata e si è
sviluppata in queste terre sin dagli
inizi della Riforma, incontrando certo
difficoltà ed opposizione nei primi anni ma estendendosi poi su tutto il
paese o quasi talché dopo pochi decenni la Chiesa Riformata poteva considerarsi la sola chiesa di quei cantoni.
E da allora è rimasta tale, le sue difficoltà e le sue crisi sono sempre state
caratteristiche delle chiese di massa,
di maggioranza, chiese di paesi dove
si nasce e si muore evangelici senza
travaglio e senza difficoltà.
Oltreché maggioritarie le chiese
evangeliche svizzere non hanno mai
conosciuto le innumerevoli difficoltà
delle sorelle belghe spagnole o italiane, non hanno mai conosciuta la repressione, le crociate di cui sono state vittime le prime, è loro ignoto il
clima di angherie e di silenzio in cui
vivono le seconde, mancano del contatto cotidiano con il cattolicesimo
della Curia che è la caratteristica nostrana. Sono dunque chiese che han
no potuto liberamente crescere e svilupparsi, pensare ed operare senza
l’assillo cotidiano della sopravvivenza. Da un punto di vista umano dunque chiese privilegiate, che avrebbero
potuto fare di questa situazione vantaggiosa e privilegiata un merito ed
avrebbero potuto rinchiudervisi.
E’ invece terza ed essenziale caratteristica di quelle chiese l’essere state
attraverso tutta la storia un luogo di
rifugio per i fratelli nella difficoltà. Il
protestantesimo svizzero si è venuto
caratterizzando come la chiesa antica,
fedele, disinteressata delle chiese latine. Amica nel duplice significato, nell’accogliere e nel dare. Esuli di tutte
le terre hanno trovato a Losanna, a
Ginevra accoglienza, conforto, aiuto.
Hanno ricostruito le loro famiglie,
riorganizzata la loro opera, si sono
fortificati e curati. In questo senso la
Svizzera protestante è stata la « terre
du Refuge » per migliaia di evangelici.
Fraterna nell’accogliere fu altrettanto fraterna nel dare. Chi potrebbe
enumerare gli uomini, i sussidi, gli
interventi che quelle chiese hanno
dato senza economia alle chiese sorelle? Sono le chiese svizzere che hanno dato al protestantesimo latino il
suo pensiero, la sua teologia, con le
loro Università, le loro accademie, le
loro scuole. Esse furono il cuore del
protestantesimo latino nei suoi due
momenti di maggior vita : la Riforma
del sec. XVI ed il Risveglio del sec.
XIX.
D’altro lato è pur vero che il Protestantesimo svizzero è stato quello
che è stato grazie anche alla notevole
aliquota di stranieri che lo hanno potenziato e rinnovato da Calvino a Vinet. Ma il suo dono è stato di non
accumulare per sé ma di saper tener
in serbo per gli altri quanto aveva da
Dio ricevuto.
berne Soleure ftSIe-VlII« Bile-Campagne ArgevJe SchafThou» Zurich Thurgovle
Una vìsita a Crèt-Uérard
Trovandomi per alcuni giorni in
Svizzera, ho avuto l’opportunità ed
il privilegio di poter visitare Crétllérard.
Onesta Casa mi era stata presentata come « l’Agape svizzera »; ma,
se ha dei punti di contatto con Agape, se ne differenzia assai. Infatti, Crét-Bérard non è tanto un centro di incontri giovanili ed internazionali, quanto piuttosto un luogo
per « retraites » (ritiri spirituali).
Vi si recano pastori con i loro catecumeni, o con i loro Concistori,
per alcuni giorni di raccoglimento
(■ di studio.
Il luogo non potrebbe essere più
adatto allo scopo. Crét-Bérard sorge su una zona collinosa al disopra
di Chexbres, in mezzo ad una ampia distesa di prati e boschi, a perdita d’occhio. Come costruzione, presenta quasi l’aspetto di una abbazia.
Oltre aH’ampio salone-refettorio, a
vetrate, alle sale pili picroie per
studi in gruppo, alle camerette,
(che non abbiamo potuto visitare
perchè tutte occupate da una comitiva di americani), vi è un piccolo
chiostro, quanto mai suggestivo, con
le sue colonnette, dal quale si accede alla cappella. In mezzo al chiostro una fonte zampillante, che, t ome spiega la nostra guida, non vuole essere soltanto un ornamento, ma
è il simbolo di queU’acqua viva
« che scaturisce in vita etern.a ».
Crét-Bérard è stata inaugurata
sei anni or sono, nel Settembre 1953,
e da allora non vi è parrocchia del
Cantone di Vaud che non vi sia stata rappresentata. Anche qui, come
ad Agape, il lavoro, iniziato nel
1949, è stato compiuto da un grup])o di volontari, assistiti da tecnici, ed anche i materiali sono stati
in parte donati.
Vi risiede una piccola comunità
di 12 persone, che presiede al buon
andamento della Casa; tre volte al
giorno, mattina, mezzogiorno e sera, essi si riuniscono nella Cappella
in preghiera ed ogni Domenica è celebrata la Santa Cena.
E non ho ancora parlato del bel
campanile, dal quale si gode di un
panorama esteso e magnifico.
Crét-Bérard, mi ricorda l’invito
di Gesù ai suoi discepoli: a Venitevene ora in disparte, in luogo solitario, e riposatevi un po’ ». (Marco 6: 31). E’ veramente un luogo
solitario, in disparte, in mezzo alla
natura, atto al riposo... con Gesù
Luogo di raccoglimento e preghiera, tanto più necessario nel nostro
tempo di agitazione febbrile, in cui
è così difficile sapersi veramente
raccogliere, perseguitati come siamo, anche nel no.stro riposo, dalla
radio, la televisone, ecc. ecc. Là
tutto è. silenzio e pace.
E penso che quanti vi soggiornano, non possano che ricavarne un
beneficio spirituale.
Chi, fra i lettori dell’Eco, avesse
occa.sione di recarsi in Svizzera, non
manchi di fare una visita a CrétBérard, e .sono certa che tale visita riuscirà interessante ed edificante.
Selma Longo
Anociacton tfej paroit$«i
protestancci de la Suisse
centrale et du Tessin
Eglise Evangelische
méthodiste Gemeinschaíi
suisse m der Schweiz
Genive Vaiati
Le Chie.'ie evangeliche riforniate nel vari cantoni elveticL
unite nella Federazione delle Chiese protestanti svizzere
PER MEGLIO CONOSCERE
Il Protestantesimo svizzero
EAAILE MARION ; La Suisse Protestante unie pour mieux
servir - Fédération des Eglises protestantes de la
Suisse - Labor et Fides, Genève 1957, pp. 72.
Un interessante e vivace sguardo d'insieme sull'attività
in comune del Protestantesimo elvetico. (Opera già prei
sentata sull'Eco delle Valli).
CHARLES CHENEVIÈRE : L'Eglise de Genève de 1909 à 1959
- Esquisse historique de son organisation, suivie
des diverses modifications de sa Constitution - Labor
et Fides, Genève 1959, pp. 132.
Un quadro rapido ma completo e documentato della
vita e dello sviluppo, in tutti i campi, della Chiesa ginevrina nell'ultimo cinquantennio.
Les origines de la Réforme à Renèi/e
avant Parrivce de Calvin
Au momc.ii où Genève a célébré le
450«! anniversaire de la naissance de
Calvin et le 400«' anniversaire ds la
fondation du Collège et de l’Université, il est nécessaire, pour bien comprendre l’histoire de cette ville, de
connaître les événements qui y firent
triompher la cause de la Réforme.
C’est un allemand qui peut être
considéré comme un des premiers
propagateurs des idées luthériennes.
Il -s’établit à Genève en 1521. Par l’entremise d’un jeune homme de Bâle,
il obtint des traités de Luther et
c'est ainsi que les idées de la Réforme ont pénétré dans cette petite ville épiscopale. Par sa position géographique, cette cité du Saint Empire
romain-germanique, convoitée par les
ducs de Savoie, était im carrefour des
idées qui se répandaient en Europe.
Les premiers évangéliques de Genève ont donc bénéficié de la Réforme
allemande et de la Réforme française.
Malgré les sévères avertissements
du pape Clément VII et de l’empéreur Charles Quint, adressés aux magistrats et au dqg de ^Savoie, « on se
piéoccupe donc toujours plus de
Christ », comme disait une lettre de
cette éiKique. Ceux qui se réunissaient
pour lire la Bible se nommaient « les
amateurs de la Sainte Evangile ». Le
culte était célébré en secret, dans les
maisons,
La première manifestation publique des réformés eut lieu le 9 juin
1532. Ce jour-là, les passant purent
lire une affiche collée contre un mur
de la cathédrale et dont le texte é
tait le suivant : « Dieu notre père
céleste promet à chacun pardon de
tous ses péchés, sous la seule condi
tion de la repentance et d’une foi sincère aux promesses de Jésus-Christ ».
C’était una allusion directe au trafic
des indulgences. Désormais, les esprits étaient excités et Genève con
nut une période très troublée.
Après je synode de Chanforan, en
septembre 1532, le réformateur Guillaume Farei, accompagné par Antoine Saunier, quitta les Vallées vaudoises et arriva à Genève. 11 y lut rejoint par son ami Robert Olivétan
de Moyon en Picardie le futur traducteur de la Bible en langue française. Dès que les Evangéliques de
Genève apprirent la nouvelle de l’arrivée des réformateurs, ils accoururente pour les entendre. Farei les
exhorta par ces mots : « Ne regardez
m le nombre, ni la multitude des ennemis qui sont autour de vous, mais
legardez notre Seigneur qui est plus
lort que tout; en Lui votre esperance ». Mais soudains des hommes d ar
mes arrivèrent avec le secrétaire de
l'Evêque et deux syndics et arrêiè
rent les réformateurs. Les autorités
expulsèrent Farei et ses deux compa
gnons.
La cause de la Réforme semblait
compromise. Le petit village d’Yvonand, dans le canton de Vaud, servie.
Come le precedenti, questa doppia pagina sul Protestantesimo latino, è stata preparata dal Pastore Giorgio Tourn
de quartier général à Farel et à ses
collaborateurs. L’un d’eux, le jeune
Antoine Fromment, originaire du
Dauphiné, arriva bientôt à Genève
et y ouvrit une école dans une salle
d’auberge. Les élèves petits et grands
affluèrent bientôt et apprirent à lire
la Bible. Une femme, Claudine Levet,
vint un jour entendre Fromment, bien
que très hostile aux idées réformées.
Après avoir écouté sa prédication, elle lui demanda un Nouveau Testament et passa 3 jours et 3 nuits à le
lire. Elle se joignit alors au groups
des premiers réformés et son infiuence fut très grande.
L’histoire de ces premiers témoins
de la Réforme nous montre la puissance de l’Evangile transformant des
vies.
Le l.er janvier 1533, les auditeurs
de Fromment ne pouvant trouver
place dans la salle d’auberge, devenue
trop petite, et débordant d’enthou
siasme. se mirent à crier: «Au Mo
lard ! Au Molard ! ». Cette place, qui
existe encore, a toujours joué un rôle important dans l’histoire de Genève.
Etienne Dada, originaire de Milan,
qui possédait un jardin dans un faubourg de la ville, y réunit le petit
groupe des adhérents à la foi nou
velle. 80 personnes participèrent ainsi à la première célébration de la
cène, le jeudi saint 1533, aux premièree heures du jour, suivant les ins
Il actions de Farel.
Dès 1534, les réformateurs, grâce à
l’appui de Berne, purent rentrer à
Genève. Une maison des Rues-Bas
ses fut aménagée en salle de culte ei
c’est là qu’eut lieu le premier baptême réformé dont un bas relief du monument de la Réformation rappelle
le souvenir. Puis la foule des réformés se rendit au couvent de Rive, de
là elle s’empara de l’église de la Madeleine qui fut dépouillée de ses statues. Le 8 août 1535. le peuple se rendit à la cathédrale, les prêtres s’enfuirent et le 10 août la messe fut abolie et l’Eglise fut réformée conformé
ment à la Parole de Dieu.
Enfin, lé 21 mai 1536, le Conseil
général (ensemble des électeurs) s
assembla et vota à mains levées la
adhésion de Genève à la Réforme e;
l’instruetion publique obligatoire.
En juillet de la même année, Jeari
Calvin, de Noyon en Picardie, de passage à Genève, y fut retenu par Farel. Avec l’arrivée de Calvin s’ouvr.'’
une ère nouvelle dans la vie de l’Eglise de Genève.
Jacques Picot
iJn iirui>im iH I iihli'si i’iiu’vritii, dopo il
rullo, (lavimli al lempio ili .Icrviiis. Ora
culti in iiaìiaiio si tengono nell’Oratoire rinnovato
pero
Da ricordare...
Nei cantoni di Ginevra (siflvo una piccola frazione: Eglise évangélique libre) e Neuchâtel v’è una sola Chiesa riformata che, con sfumature diverse, pur essendo separata dallo Stato vive tuttavia in stretto
rapporto con questo. Nel cantone di Vaud, invece, i due rami sorti dalla
scissione del. secolo scorso (un po’ ovunque nel Protestantesimo riformato: ortodossia-liberalismo) sono ancora divisi (Eglise nationale e
Eglise libre), anche se non mancano sforzi di riunione, di cui abbiamo
pure riferito sul nostro giornale.
Le Chiese riformate della Suisse romande fanno parte della Federazione delle Chiese protestanti svizzere (costituita nel 1926), partecipando attivamente al lavoro delle sue varie commissioni: teologica, sociale, ecumenica, per le Chiese svizzere dell’estero, per gli affari internazionali, per il cinema, la radio e la televisione, per la stampa (con due
agenzie: S. S. P. e E. P. D.), per la Missione interna ed esterna, per la
gioventù, per l’assistenza : E. P. E. R. ( Entraide Protestante pour les Eglises et les Réfugiés) e H. E. K. S. (lïillswerk der Evangelischen Kirchen
der Schweiz).
Vige nella Svizzera un regime di piena libertà e pace confessionale:
la Costituzione federale impone tuttavia due limitazioni alla Chiesa
cattolica: la impossibilità di aprire nuovi conventi, e l’interdizione del
l’Ordine dei Gesuiti; un movimento è sorto in favore dell’abolizione
di questa restrizione, sostenuto anche da alcuni protestanti (mentre
certi cattolici non u-ascondono il loro poco entusiasmo per un eventuale ritorno dei Gesuiti...), ma non pare possibile che la maggioranza dell’opinione pubblica (necessaria per la modifica costituzionale) potrà
( ssere raggiunta.
La Svizzera, c Ginevra in particolare, è luogo preferito d’incontri
internazionali, e sede di molte (circa 70) organizzazioni internazionali:
oltre agli uffici europei dcll’O.N.IJ., alTUfficio Internazionale del Lavoro, all’Alto Commissariato per i Rifugiati, ecc., ospita il Consiglio Ecumenico delle Chiese, l’Alleanza riformata mondiale, la Federazione luterana mondiale, la F.U.A.C.E. (Féd. llniv. Associations Chrétiennes Etudiants), l’U.C..T.G., rU.C.J.F., ecc.
Quattro delle sette Facoltà teologiche elvetiche si trovano nella
Svizzera romanda: Ginevra due a Losanna (nazionale e libera), Neuchâtel. li loro irraggiamento, specie delia prima, e assai vasto,
I principali giornali protestanti della Svizzera di lingua francese
sono La Vie Protestante, con una triplice redazione: a Ginevra, a Ncu
châtcl c per il Giura b-'-rnese; e, per il paese di Vaud, il Semeur VtMi’i
dois.
Rispettivamente a Ginevra e a Neuchâtel hanno sede due delle principali Case editrici protestanti di lingua frane'se: Labor et Fides
Delachaux et Niestlé.
Nei pressi di Ginevra, a Céligny, sorge TLstituto ecurnenico, instai
lalo nel castello di Bossey. Presso Neuchâtel, sul lago, si trova il b «
noto campo giovanile di Vaumarcus, mentre nei Cantone di Vaud è sorta
in questi ultimi anni la casa protestante di Crét-Bérard,
In questi ultimi .anni si sono dedicate cure particolari all’evangelizzazione nei centri urbani, mentre assai sviluppata è l’attività sociale
delle Chiese: a Ginevra opera ad esempio un attivo Centre Social Protestant.
3
24 luglio 1959 — N. 30
L'ECO DELLE VAUI VALDESI
— 3
le ChiesD nella Svizzera francese
Ginevra e l'Italia
Non si può parlare di Ginevra e
del Protestantesimo in Ginevra senza
accennare sia pur brevemente all’importanza eccezionale che questa città
e questa chiesa hanno avuto per noi
in quanto italiani ed evangelici.
I contatti degli italiani con Ginevra
non iniziano con la Riforma; i banchieri e gli uomini d’affari del ’400
erano di casa in questa città, centro
di traffico europeo di grande importanza.
Ma è dopo la Riforma di Calvino
allorquando diventò il centro religioso d’Europa, che Ginevra diventò per
i protestanti italiani una città di grande importanza. Era infatti la prima
città che si presentava sul cammino
degli esuli che per la loro fede evangelica cercavano rifugio fuori dei confini d’Italia. 11 numero di questi evangelici italiani che chiesero asilo entro
le mura della città di Calvino andò
crescendo a mano a mano che la situazione in patria peggiorava, e raggiunse verso la fine del secolo la cifra
elevatissima di 4-5.000. Questa colonia italiana ricevette asilo e protezione e quanto sopra ogni cosa desiderava; libertà di professare la sua fede
e costituì presto una Chiesa Italiana,
Fondata dal marchese Caracciolo nel
1552 questa comunità visse fino alla
line del 1600 e fu certo per tutto il
secolo la maggiore comunità evangelica italiana della nostra storia. Saldamente organizzata con i suoi ministri, catecheti, i suoi quattro seniori
(anziani) ed i suoi diaconi che formavano il Collegio (concistoro), la Chiesa Italiana si segnalò nella Ginevra
del tempo per la sua severa disciplina, per l’ordine che regnava in essa,
per la moralità dei suoi membri ed a
differenza di profughi francesi per il
vivere riservato e tranquillo dei suoi
membri. Tutte caratteristiche che non
sembrano italiane!
Costituita da italiani di tutte le regioni d’Italia, dal Piemonte alla Sicilia, di tutte le categorie sociali, comprendeva un numero rilevante di persone colte, di studiosi, di nobili. Elite
di altissimo valore e di sobri costumi
che diede a Ginevra un contributo notevole di pensiero e di scienza: giuristi e teologi come il traduttore della Bibbia Diodati, o come il grande
Turrettini.
Quest’interessantissima Chiesa Italiana si caratterizzava ancora per la
sua grande carità: provvedeva a tutti
1 suoi bisogni interni, ai suoi stipendi, seguiva i giovani bisognosi nei loro studi all’Accademia se era il caso,
provvedeva la dote alle ragazze povere, manteneva con sussidi e viveri
le famiglie nel bisogno, la « Borsa Italiana » provvide all’assistenza dei Vaidesi durante il loro transito verso l’esilio con la somma elevatissima di 18
mila scudi.
Le migliaia di italiani profughi a
Ginevra ricevettero la pace e la vita
ma seppero dare alla loro città d’adozione un contributo che mai è stato
contestato e che è bello ricordare.
Le discussioni e le dispute non mancarono però nel « Refuge Italien » e,
caso strano per degli Italiani, furono
sempre e solo dispute religiose. Alcuni tra i migliori e più vivi spirili
della colonia dovettero prendere la
via dell’esilio a causa delle loro dottrine eretiche e costituirono quella
strana e commovente schiera di uomini inquieti che vagabondò per l’Europa alla ricerca di una terra ove scrivere, discutere e pensare in piena libertà.
La storia piena di interesse di questa comunità evangelica a Ginevra
non è però il solo punto di contatto
che quella chiesa ebbe con il nostro
evangelismo. Innanzitutto i riformatori Farei et Saunier che con la loro
presenza a Chanforan decisero i Vaidesi ad unirsi alla Chiesa Riformata,
E via via per i secoli : fu Ginevra che
istruì e formò la prima generazione
di pastori italiani che .seppero con la
loro parola e la loro consacrazione
organizzare le comunità valdesi : i
Varaglia, i Pascale, i Lentolo. E’ Ginevra a fornire dopo la peste del 1630
parte dei pastori che sostituirono i
colleghi valdesi morti durante l’epidemia. In quella città Gianavello trovò asilo dopo la sua espulsione dalle
Valli e vi furono accolti i Valdesi liberati dalle carceri piemontesi nel
1687 con una premura ed un affetto ’
che oggi stupiscono.
Da Ginevra ci è venqto Félix Neff
ed il Réveil, quel movimento che tanta importanza ha avuto per la chiesa
valdese alla vigilia del 1848.
.A queste che possono dirsi le manifestazioni straordinarie, eccezionali
si dovrebbe aggiungere una lista inesauribile di prove di simpatia e di
aiuti d’ogni genere.
A Ginevra non dobbiamo però soltanto pastori, libri, aiuti ed appoggio;
c’è un contributo non religioso ma
politico che questa città ha dato alla '
nostra patria. In quella città fu
educato Carlo Alberto e vi ricevette
la sua formazione Cavour. Nell’anno
delle commemorazioni dell’indipendenza non. è forse male ricordare che
questo uomo politico cui l’Italia deve
tanto ha ricevuto molto dalla città di
Calvino. Molti studiosi vanno mettendo oggi in evidenza l’influenza che
Ginevra ha avuto attraverso i suoi uomini di cultura sul nostro risorgimento, influenza che è spesso difficile da
determinare ma che è certo reale.
Valdesi
nella Svizzera
romanda
Secondo i dati deirultimo rapporto al Sinodo (1958) abbiamo
nella Romandie due Chiese
Valdesi : Losanna, con 161 membri, e Ginevra con 21 membri;
bisogna però notare che a Ginevra molti Valdesi, residenti
colà stabilmente, si sono iscritti nelle chiese riformate della
città, mentre un gruppo di essi, in gran prevalenza giovani,
continua a riunirsi, come Unione Valdese.
Dato il gr^de afflusso di
italiani, per ri^ioni di lavoro,
vi sono fra loro delle possibilità evangelistlche effettive, anche se non da sopravalutare.
E' con questo scopo che sono
sorte a Ginevra quattro « Case
valdesi » d’accoglienza per questi lavoratori, per lo più stagionali. Senza che venga naturalmente esercitata la minima
pressione morale, si cerca in
tal modo di far conoscere l’Evangelismo e la Chiesa Valdese' in particolare, agli ospiti.
Parte del personale di queste
Case è evangelico, italiano.
Le Réveil à Renève
C’est un écossais, Robert Haldane, qui, le premier apporta à Genève le idées du Réveil. Il entra en
contact avec quelques étudiants en
théologie et présida des études bibliques sur l’épître aux Romains.
Les Moraves qui s’étaient établis a
Genève exercèreni également leur
in/lucnce sur ces croyants.
Fn jeune pasteur, César Malan,
qui ai)partenait à une famille vaudoise originaire de Mérindohen Provence, prononça, le jour de Pâques
1817, un sermon sur la justification
par la foi, qui eu un grand retentissement. Mais la compagnie des pasteurs voulut s’opposer à ce retour
aux doctrines qui avaient fait la force des réformateurs. « Elle promulgua un édit qui enjoignait aux ministres de l’Eglise de ne pas prêcher
sur la divinité du Christ, sur le péché originel, sur la manière dont la
grâce opère et sur la prédestination ». Malan se vit refuser Faulorisation de prêcher dans les temples; il construisit une chaj)clle dans
son jardin et créa une communauté
indépendante. ,Ius(ju’à sa mort, il
HéHtiers de Calvin
On peut dire que depuis un demisiècle l’Eglise de Genève a connu un
essor réjouissant. La constitution
qu’elle s’est donnée en 1908 maintient
clairement son caractère multitudiniste mais fait un devoir à ses membres qui veulent y exercer le droit de
vote de le manifester par une démarche personnelle. La déclaration de
principes qui ouvre cette constitution, sans avoir le caractère d’une confession de foi contraignante, lui rend
son visage chrétien en affirmant qu’elle a pour seul chef Jésus-Christ Sauveur des hommes, et qu’elle place la
Bible à la base de son enseignement,
le libre examen étant sauvegardé.
Dans l’agglomération urbaine, qui
n’avait formé jusqu’alors qu’une seule
paroisse, la création des Conseils de
parois.se en 1903 donna naissance à
l’essor de la vie paroissiale, caractérisée par la floraison des maisons de
paroisse, des sociétés, activités et
groupements divers. L’accroissement
de la population conduisit au morcellement des paroisses trop grandes, à
la création de nouveaux postes pastoraux, et place actuellement l’Eglise
en face de gros efforts à fournir pour
édifier de nouveaux sanctuaires.
Les chiffres sont ici éloquents: il y
avait 21 paroisses en 1907, desservies
par 37 pasteurs et quatre suffragants;
il y a aujourd’hui 37 paroisses, avec
63 pasteurs et deux suffragants, plus
dix ministères spécialisés, sans corn
pter le six professeurs de théologie et
les auxiliaires féminines apparues il y
a une trentaine d’années.
Cet accroissement et cette diversification du travail paroissial conduisirent à modifier la composition du
Consistoire. Il comprend aujourd’hui
37 délégués paroissiaux, plus dix ecclésiastiques et un groupe de laïques.
Total : 66 membres. On a érigé en exécutif la Commission exécutive formée
de sept membres siégeant chaque semaine. Le poste de Secrétaire général de l’Eglise, confié à un pasteur,
assure la marche mieux coordonnée
d’une Eglise en plein développement.
Quant à la vie spirituelle, elle ne
se pèse ni ne se mesure. Notons qu’offerte quatre fois l’an pendant quatre
siècles, la sainte Cène l’est aujourd’hui
chaque dimanche dans les temples
urbains à tour de rôle. Une nouvelle
liturgie, parue en 1945, enrichit les
cultes. L’intercession groupe des assemblées ferventes lorsque la situation internationale le commande. Les
groupes paroissiaux de mères comprennent de vivantes cellules de prière et pratiquent, activement l’entr’aide. Les cercles d’hommes, créés
il y a quarante ans sur le plan amical
et civique, évoluent dans le sens d’un
service plus précis de l’Eglise et de
la paroisse. En 1952, trois mille laïques se lèvent pour une vaste offensive de visites pendant une quinzaine
précédant la Semaine sainte. Des grou
La Suisse exporte
•••
Joli nml isti qnement, (''rsl-à-ihrc
siniiiiiniroiiieiu (mais non sans e.xacliluilo), on pant ilirc (¡ua ici Suisse
est lin pays (le chocolats, de mon1res et de pasteurs.
Nous avons en effet nos nionta¡¡iies, sur (¡noi paissi‘nt nos vaches,
ii sciiielles produisent le lait crémeux
i/iii alimente des chocolateries bien
connues.
Nous avons nn plateau, on s'incril
lin réseau d innombrahli’s vallées:
votre industrie fine, horlogère notamment, s'y est partout inffltiée. et
partout développée.
hinfin, nous avons nos Eglises proti stantes qui sont ici — et c'est une
I :(eeptioii en ti‘rres latines - majolitaires. Eu montagne comme en
plaine, en ville comme en campagne,
les clochers des temjiles refformés
rassemblent autour du Dieu vivant
ERRATUM
Pi^r un errore nhhUtmo ¡mhhlìcato la
scorsa seUimana la notizia ilello svolgersi
del Camini Quadri F.tJ.I, Esso iu*n Im iris
vece, polulo aver luogo per assoluta manranza di ¡scrini. Ci scusiamo dell’errore.
eitu-diiis et paysans, ouvriers et montagnards des cantons protestants.
Faut-il des chiffres? En voici
deux lini suffiront; la Sui.s.se protestante est de l'ordre de trois millions de personnes, soit .56% de lu
population ; la Suisse protestante de
laiigiie frali (luise ( et italienne, très
peu nombreuse), qui est comprise
dans ce total, est, elle, de l'ordre de
61)0.000 personnes.
Cette situation particulière explique notre, boutade: la Suisse de langue friiiu;aise "exporte" des pasteurs en France, en Belgique, dahs
rFnion fraihçaise, en Italie parfois
inissi, ailleurs encore: ils sont approximativement 200 actuellement
qui servent à l'étranger. Le " camp
letranché-f* continue d'idimenter, en
hommes et .souvent en argent, les
troupes qui, au loin, sont nu front.
En échange, la Siiis.se protestante
Ile ce.sse de recevoir, de ses soeurs
latines, ce renouvellement de. vie
dont un peuple préservé a .si grand
besoin pour ne. pas s'ns.soiipir dans
la facilité.
Jean Marc Cha|)jmis
(lîrforinc, .31 niai 1958)
pes de visiteurs continuent de fonctionner dans la plupart des paroisses,
comme aussi des groupes bibliques.
Les ministères spécialisés étendent
le rayonnement de l’Eglise parmi les
intellectuels (Centre protestant d’Etudes), dans le monde industriel, dans
le secteur de la vie de famille et dans
celui du relèvement (Mission intérieure), sur les ondes de la radio et
de la télévision, ainsi que dans la
presse. La jeunesse n’est pas oubliée,
puisque quatre ministères spéciaux
lui sont consacrés: aumônier des étudiants et collégiens, deux agents de
jeunesse (masculin et féminin) et un
animateur du Foyer de jeunesse, ces
trois derniers coordonnant leur action
avec celle des U.C.J.G. et U.C.J.F.
L’Qffice social de l’Eglise, créé il y
a vingt-cinq ans est aujourd’hui englobé dans un organisme plus vaste: le
Centre social protestant, qui comprend un bureau de placement et un
service qui développe activement les
camps et colonies de vacances.
Genève est enrichie spirituellement
et intellectuellement par la présence
des secrétariats du Conseil oecuménique, de l’Alliance réformée mondiale et de nombreux mouvements
chrétiens. Mais, sur le plan local, on
constate que l’essai, amorcé en 1941.
d’unité avec l'Eglise évangélique libre
n’a pas abouti jusqu’ici. Quant à l’Assexiation chrétienne évangélique, née
autour du ministère puissant de Frank
Thomas, elle a contribué à l’évangélisation de Genève et à la préparation
positive d’une Eglise séparée de l’Etat; mais elle est aujourd’hui en voie
de disparition.
Ainsi, la flamme allumée par Calvin sur la colline de Genève continuera de briller, à la seule gloire de
Dieu. Max Dominicé.
fut un véritable évangéliste, publia
de nombreux traités et composa des
cantiques devenus célèbres dans toute nos églises.
Un genevois, Félix Neff, apporta
les idées du Réveil aux Vallées vaudoises, après avoir consacré sa vie
aux protestants français des Hautes
Alpes. C’est une des personnalités
les plus attachantes de cette époque
et son influence fut grande. N’est-ce
pas le Réveil qui a permis aux Vaudois d’être prêts à obéir à l’ordre
de Beckvrith: « ou vous serez missionnaires, ou vous ne serez rien »?
Félix Neff avait été jardinier, puis
sergent d’artillerie. Il se moquait,
avec ses camarades, des membres
d’une petite église indépendante qui
se réunissait dans une maison de la
place du Bourg-de-Four. Un jour.
César Malan, qui visitait les soldats,
lui remit une brochure religieuse:
« Le miel découlant du rocher ». La
lecture de ce petit traité fut pour
lui una révélation. Il eut alors une
véritable conversion, passant d’une
piété toute traditionnaliste à une foi
vivante et devenant plus tard celui
qu’on appelle « l’apôtre des Hautes
Alpes ».
Ses jugements sur les Vaudois de
l’époque sont sévères, mais son passage dans les Vallées fut une bénédiction pour beaucoup. Neff épuisé
par son travail, mourut à Genève le
12 avril 1829 à l’âge de 32 ans.
La Société évangélique, créée en
1831, fonda à Genève une école de
théologie indépendante qui avait
son siège dans le temple de l’Oratoire de l’Eglise évangélique libre.
C’est là qua les étudiants vaudoi.s
furent,envoyés jusqu’en 1855 pour
faire leurs études et de là ils répandirent l’influence du Réveil en Italie. L’un des plus célèbres fut Paolo Geymonat qui, le premier, prêcha en italien à Florence.
Ce sont ces étudiants vaudois de
la faculté de l’Oratoire qui eurent
l’idée de grouper leurs compatriotes et fondèrent en 1845 la « Société de secours mutuel des Vaudois du
Piémont de Genève » qui existe encore aujourd’hui.
Ainsi, de Genève, le Réveil s’est
répandu dans de nombreux pays
d’Europe et a su, malgré ses faiblesses, ramener une foi vivante dans
nos églises réformée*.
Jacques Picot
in memoriam
Etienne Grill
Mr. Etienne Grill le doyen de notre communauté nous a quitté pour la patrie celeste le 30 Mai dernier à l’âge de 84 ans.
D’Etienne Grill reste le souvenir beni
d’une vie active et fidèle. Il a aimé son
Eglise et il l’a servie que ce fut à Pral, à
la Tour, ou à New York. Enfant de la
vieille Roclie de lui on peut dire avee
S. Paul:
« J'ai combattu le boit combat, fai achevé la course, fai gardé la foi ».
A M.nie Lucie Gril] sa compagne vaillanle et dévouée notre sympathie émue,
ainsi qu’au fils Etienne, à la famille et à
tous le.s parents. Un ami
COMUNICATO
II Corpo Pastorale della Chiesa Valdese è convocato in seduta ordinaria per
Martedì 11 Agosto alle ore 9
nell'Aula Sinodale della Casa Valdese di Torre Pellice.
Ordine del Giorno :
1 ) Esame di fede dei Candidati al Ministero:
Bogo Giovanni
Conte Giovanni
Giampiccoli Franco
Rostagno Sergio
2) Relazione della Commissione della Liturgia ed esame del lavoro
compiuto.
I Pastori sono pregati di portare con sè i progetti di Liturgia che
sono stati loro inviati.
3) Varie.
II Corpo Pastorale terrà seduta anche nel pomeriggio.
Ermanno Rostan
Torre Pellice, 18 Luglio 1959. Moderatore
4
Npì abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi e vi
abbiamo creduto.
1 Giovanri! 4 -. 16
L'Eco delle Valli Valdesi
Se uno dice : io amo Dio, e
odia il suo fratello, è bugiardo
1 Giovanni 4 20
I LETTORI CI SCRIVONO...
Molto c’illudevamof quando la settimana
scorsa chiudevamo la discussione originata
dall articolo di G. Tourn, ” fiduciosi che
nessuno ce ne avrebbe tenuto rigore ”! he
più vivaci reazioni ci sono pervenute, e
dalle due parti; e siamo stati rimproverati
sia pure cordialmente, di scorrettezza nel
modo partigiano di concludere. Ora,
al nostro orecchio redazionale altre voci
eran pervenute^ più discrete: quelle di lettori che pensavano che al problema, cosi
come impostato, era stato dedicato spazio
sufficiente (oltre all*articolo iniziale, tre
intere pagine, in tre numeri successivi).
Per quanto pensiamo che il problema sul
tappeto sia di primaria importanza, non
vorremmo venisse a noia, con inevitabili
ripetizioni', con polemiche su questioni marginali e con personalismi. Ora D. Jalla
ci chiede di pubblicare ancora una sua lettera, in quanto... l’imputato ha diritto all’ultima parola, ed egli desidera difendersi
da certe accuse che gli sono state rivolte.
Glielo concediamo; ma poiché chi ha aperto la discussione è stato G. Tourn, pubblicheremo ancora la sua risposta, se crederà
di inviarcela. E poi faremo punto, veramente.
Ci dispiace però di aver avuto, un poco,
un dialogo di sordi; se D. Jalla sente di
non essere stato compreso, credo che lo
stesso può dire G. Tourn. C’è stato, di
nuovo, un po’ di sufficienza nel nostro
discutere; forse poco rispetto; e fino a che
punto è stato tutto un dialogo da fede a
fede, in carità (che ha da essere più serio
rispetto che effusione sentimentale)? Questo, sul modo della discussione, che sul
fondo del problema abbiamo già espresso
la ferma fiducia che abbia fatto pensare
Ma un’altra questione è man mano affiorata nella discussione, e riappare ora nella
lettera di D. Jalla e in quelù di E. Girardet (che pubblichiamo perchè è l’unica di
un giovanissimo pervenutaci, e perchè pone
appunto quest altro problema) : il disagio
di membri di chiesa di fronte ad un
^ trinciar giudizi ” pastorale; o ancora
l’appello, rivolto da A. Jalla sul ” Pellice” ai Pastori, a ’’farsi più popolo col
popolo”. Forse qui vai la perni di discutere; saremmo lieti che i membri di chiesa — e forse sono molti — che comlividono
questo sentimento, lo chiarissero ai fratelli
che hanno fra loro il ministerio della Parola, per loro ammaestramento, e perchè
possano eventualmerUe rispondere. Scriveteci con franchezza e responsabilità: non
siete affatto dei ” ¡toveri e modesti laici ”.
diamine, siete membri, ognuno insostituibile e pienamente responsabile, del Corpo
di Cristo.
Due epoche... due stili
Caro Direttore,
Mi è ' parso che il dibattito rispecchi
bene il disordine di pensiero che caratterizza il momento attuale. Da un lato, abbiamo i rappresentanti di un’epoca passata
e che, d’altra parte, stimo profondamente
(alludo ai combattenti della guerra 15-18).
Dall’altro, abbiamo coloro che hanno, a ragione, subito lo « chock » dell’ultima tragica guerra. Dico la verità: mi sento a disagio sia con gli uni, sia con gli altri.
Due epoche, due stili. Una è serena: possiede una morale precisa, è conscia della
esistenza dei propri doveri civili e sa che
essi sono in accordo o, per lo meno non
in contrasto, con la propria fede. L’altra è
piena di problemi e lo è fin troppo, è consapevole della tragedia umana, è piena di
dissidi, è insottomessa a qualsiasi scuola, è
irriverente del passato e si compiace della
stravaganza, direi quasi dello scandalo. Ha
il pregio delja sincerità ma manca spesso
di tatto, ed è più portata a giudicare piuttosto che ad agire.
Ultimamente due fatti mi hanno portato
a fare delle riflessioni contrastanti.
Ascoltavo alla radio un programma di
rievocazioni storiche della guerra 15-18.
Bisso consisteva nella narrazione delle sofferenze del soldato di allora tramite il canto delle canzoni che egli stesso aveva composte. Erano quelle vecchie e belle canzoni di alpini che non potevano non passare alla Storia. Amore per i propri cari
lontani, rassegnazione nella sofferenza, certezza della necessità di compiere il proprio
dovere, ne erano i motivi fondamentali.
Fra me, pensavo, forse quei ragazzi erano
vittima di un mito ora sfatato, ma dovevano essere certamente molto migliori di noi,
giovani di oggi (io incluso: ho 24 anni).
Per questo guardo con simpatia i raduni
di vecchi compagni d’arme; essi hanno ben
il diritto di ricordare insieme il loro passato aggiungendoci una nota di allegria.
Ho ricevuto una cartolina da Berlino.
La fotografìa mostra lo scorcio di una città
modernissima, attiva e vivente, ma in mez.
zo al traffico si erige, a grande monito per
tutti noi, la imponente e lugubre facciata
dì una Chiesa semidistrutta; ai lati di essa
sono state ancora lasciate delle macerie.
Leggo nella cartolina il contrasto stridente
tra l’attivismo di oggi e la grande tragedia
della guerra, che ancora pesa sulla umanità
e che spetta a noi di sapere evitare. Mi domando se è utile a questo scopo il raduno
d’arma dei Granatieri e degli Alpini.
Il mondo ha sete dell’Evangelo, perciò
mi dispiace quando un credente e, in particolare un Pastore, assume un atteggiamento intransigente verso il suo prossimo.
Il mondo attende da noi « l’Evangelo predicato con amore »; per questo evitiamo di
strillare sulle colonne dei giornali delle
afferinazioni troppo categoriche di cui forse
non si sono valutate a pieno le conseguenze. Facciamo in modo che il « sale » possa
riuscire a « salare » il resto della pasta,
evitando che rimanga inutilizzato, lontano
dalla pasta stessa.
Mi accorgo che la via del Pastorato è
estremamente difficile. Che il Signore ci
aiuti tutti nella nostra opera dì testimonianza sia laica, che pastorale.
Roma, 15-7-59 Enrico Girardet
S. Germano Chisone, 21-7-59
Egregio Direttore
Ho seguito con molto interesse il dibattito suscitato dall’articolo di G. Tourn,
che ha provocato la reazione immediata
dei Militari e dei militaristi, ed in seguito
anche gli interventi dei sostenitori di
Tourn, cosicché abbiamo sentito, come suol
dirsi, le due campane.
Ora lei ha giudicato che convenisse chiudere la discussione, ed io non ho nulja a
ridire. Solamente mi sembra che, anzitutto
l’argomento abbia suscitato un interesse
enorme, e che, troncata così, la discussione rischi di lasciare il tempo che ha trovato; e dico questo soprattutto in riferimento a due degli ultimi articoli apparsi,
in cui per gli articolisti, (Rostagno e Bertinatti) sembra sempre valido il concetto,
un tempo famoso di « Libro e moschetto ».
Per queste ragioni, se lei crede di concedermi un po’ di ospitalità, desidererei
con questa lettera, proporre a tutte le parrocchie, e non solo delle Valli, di portare
questo argomento all’O.d.G. in sede di assemblea di Chiesa, assemblea cui dovrebbero partecipare numerosi, gli ex combattenti di tutte le guerre ed i giovani che
ancora devono prestare servizio militare.
L’esito di queste discussioni potrebbe eventualmente essere portato in seguito, alla
prossima Conferenza Distrettuale.
__________________________ Beux Armando
«raRGO ai Giovaaii»
e cha Dio i:e la mandi buona
Carissimo Direttore
La reazione al famoso articolo di fondo
iniziale di G. Tourn, ha indubbiamente
avuta una eco assai più vasta di quanto il
suo stesso autore si fosse mai sognato di
poter suscitare. Ne ho letto gli ulteriori
sviluppi nei vari articoli o lettere o prese
di ^sizione pubblicate nel n. 24 del 10
luglio, in cui mi si taccia un po’ da ogni
parte di reazionario, di guerrafondaio, di
fascista, di... (che so altro ancora) e ben
poco mi interessa perchè sono tutte elucubrazioni provenienti da persone che credo
di non avere il piacere di conoscere, per lo
più giovani pastori tendenti, con i loro
scritti, spesso così privi di quella « carità
cristiana » che essi vanno pure continuamente predicando... per gli altri, a sorreggere colui che così inconsciamente ha dato
fuoco alle polveri!
E stato tutto un deprecabilissimo travisamento, una volgare mescolanza di sacro
e di profano, di citazioni bibliche più o
meno appropriate ed affiancate subito dalle
più... comuni espressioni perchè, logicamente, ad un pastore che scrive, anche se
prende delle cantonale, tutto è permesso.
Avevo perciò deciso di non ribattere, ampiamente pago della piena ed affettuosa
fiducia che ancora in questa occasione mi
hanno dimostrato tantissimi amici, alpini
o non, combattenti o non, ma cristiani nel
vero senso della parola anche se possono
non avere, certe volle, una presenza mollo
ortodossa in'e;a nel .senso puramente pastorale.
Ma ricevo ora il n. 25 del 17 luglio ed
allora mi sento veramente costretto a riprendere la parola, non fosse che per ringraziare sentitamente Serafino, Emilio Rostagno ed E. Bonnet che hanno, a mio
modo di vedere, compreso perfettamente
lo spirito delle mie parole ed hanno puntualizzato in modo così efficace taluni argomenti sui quali non mi dilungo ora.
Molti non comprendono l’immenso beneficio morale che lutti noi alpini o non,
appartenenti ad associazioni varie combattentistiche o non, possiamo trarre da] vivere così frequentemente in mezzo al popolo, ad occuparci dei suoi bisogni, ad esprimergli in modo così tangibile, come lo si
fa del continuo, la nostra profonda solidarietà morale e cristiana, anche se siamo poveri e modesti laici, senza il diploma della
Scuola di Teologia che a taluno, specie fra
certe volte sembra veramente
di aver dato alla testa... tanto è diverso il
loro modo di predicare da quello del loro
agire!
Faccio punto finale per timore di riaprire nuovamente una polemica che rìchiederebbe altra intiera facciata del tuo giornale, ma prima di chiudere debbo ringraziarti per avere, almeno tu, che conosci
bene il vecchio zio, voluto ricordare che
tanti di noi, appunto per non aver voluto
approvare l’operato del fascismo, quando
poteva fare molto comodo farlo, (e molti
lo hanno fatto ed ora « siamo tutti uguali ») abbiamo sofferto il calvario dei campi
di concentramento tedeschi: al qual proposito non rispondo airagnellino tedesco di
Agape perche non lo conosco e perchè ne
avrei di belle da dirgli!
Con i tempi che corrono pensiamo davvero tutti a vivere fraternamente uniti, perchè non possiamo sapere che cosa ci possa
riservare il domani anclie se tutti gridano
del continuo che « non vogliamo più la
guerra » e chi meno di noi la vuole, mutilati ed invalidi, reduci di tre guerre, solo
chi non ci conosce ci può attribuire simili
insensati propositi... ma si sa l’argomento
di moda è... robiezione di coscienza !
POSI a RETTO
Recentemente è stato celebrato il matrimonio di Griot Giovanni Enrico e Revel
Giulia, rispettivamente di San Germano
Chisone e di Inverso Pinasca. La cerimonia, armonizzata col messaggio dell’Evangelo, è stata seguita da un gruppo di amici;
invochiamo sugli sposi la grazia e la benedizione del Signore.
Domenica 19 Luglio è stato battezzato
Claudio Ferro di Oreste e di Tron Ida:
che il Signore benedica la tenera creatura
che Egli ha donato nella Sua Grazia e nel
Suo Amore e nel contempo dia la forza ai
genitori di mantenere fedeltà alla promessa
di educarla nelle vie del Signore
II culto del lo Luglio e stato presieduto
dall’evangelista Bertolino Archimede all’o'pera nel Basso Lazio: lo ringraziamo per
il .suo messaggio e per la sua visita.
Uomenica 26 Luglio il Pastore presiederà il, culto all’Inverso mentre al Centro predicherà il Pastore Roberto Nisbet. L’uno e
l’altro culto saranno tenuti alle ore 10.
Il 2 Agosto avrà luogo una riunione all’aperto per ¡1 quartiere della Faiola alle
ore 15 nella località tradizionale Ira il
Reynaud e la Faiola.
Naturalmente anche i parrocchiani di altri quartieri sono invitati ad intervenire.
aiVGROGIVa (Serre) aWGRRGla (Capoleogo)
1 culti nelle tre prossime settimane avranno luogo nelle seguenti località secondo
l’orario consueto :
Domenica 26 Luglio, al mattino, nel
tempio del Serre alle ore 10, al pomeriggio al Bagnau alle 14,30.
Domenica 2 Agosto al Sap alle ore 10
ed a Barfè alle 14,30.
Domenica 9 Agosto, come di consueto
ogni quindici giorni, al Serre, nel tempio,
alle ore 10 e al Bagnau, nel pomeriggio alle 14,30.
RODA’
— Domenica scorsa ha avuto luogo la
annunciata riunione al Muragliene delle
Fucine, con Tintervento di alcuni villeggianti e con un buon numero di rorenghi.
— Ricordiamo che domenica prossima,
26 luglio, avrà luogo il Bazar di Chiesa
alle Fucine, ore 15. Tutti sono cordialmente invitati ad intervenire.
— Ai molti villeggianti che sono già
giunti diamo il nostro più caldo benvenuto, sperando che siano solo i primi di un
foltissimo stuolo di amici!
Convitto Maschile Vaitiese
Torrs PsUìoe (Torino)
Sono aperte le i.scrizioni per il prossimo anno scolastico al Convitto
Maschile Valdese di Torre Pellice per alunni che frequentino le SCUOLE
ELEMENTARI. LA SCUOLA MEDIA, IL GINNASIO E LICEO CLASSICO^ E LE SCUOLE DI AVVIAMENTO INDUSTRIALE.
E’ indetto altresì un concorso per il godimento di 3 posti semigratuiti
(metà retta).
I titoli validi per concorrere sono le votazioni conseguite alla fine
del pre^nte anno scolastico. Sono ammessi solo ragazzi le cui famiglie
siano di modeste condizioni economiche.
Tempo utile per la presentazione della domanda : 31 Agosto.
Per informazioni e per ricevere prospetti illustrati scrivere semplicemente, anche su cartolina pastoie, a : CONVITTO — TORRE PELLICE
(Torino).
Domenìva 19 luglio nel corso del nostro
culto nel Tempio del Capoluogo è stalo
posto il segno del Patto della grazia in
Gesù Cristo sulle bambine Malan Marisa e
Malan Ivana di Carlo .Alberto e di Beneeh
Rina (Pouìse).
La grazia del Signore e la Sua benedizione accompagnino e circondino sempre
le bambine ed i genitori. I
Culti all allerta: domenica 26 luglio, ore
Somigliette; domenica 2 agosto, ore 15:
rons.
Domenica 2 agosto nel corso del nostro
culto nel Tempio del (^apoluogo è convocata la Assemblea di Chiesa la quale dovrà
procedere alla nomina della Commissione
Consultiva incaricala di ricercare i euggerinienii della Tavola' Valdese in merito
alla elezione del nuovo Pastore della Comunità. Preghiamo i membri elettori di
essere presenti. e a
RODORETTU
Sabato, 11 corr. m. nel Municipio di Frali^ si sono uniti in matrimonio la signorina
Iran Liliana di Campo Ciot ed il signor
Barai Maurizio di Villa di Rodoretto. La
l>enedizione del Signore ed i nostri fervidi
auguri accompagnino questi sposi.
II culto di domenica 19 corr. m. è stato
presieduto dal Pastore Signor Robert-o Nisòoi che ringraziamo vivamente per il messaggio ch’egli ci ha rivolto.
san SEGuaiDU
Domenica 19 corr. il cullo nel nuovo
Tempio è stato pre.sieduto tlaU’egregio
prof. Gino Costabel, il quale ha coraggio
sámente sfidato la torritla caldura, venendo su una modestissima... bicicletta.
La comunità lo ringrazia caldamente per
¡1 prezioso suo messaggio, sulla coraggiosa
testimonianza dei primi cristiani, malgrado la feroce persecuzione contro i seguaci
di Cristo, da parte del pagano impero
E chiudo davvero mandando un pensiero
a quel bel monumento aj pastore Enrico
Arnaud che è posto così appropriatamente
all’angolo del giardino della Casa Valdese
di quella mia natia eìttadina di Torre Pelliee, ove spero ritornare presto a rivedere
lami cari amici: giovani pastori che .sembrate non voler comprendere il mio linguaggio, soffermatevi talvolta a guardare
quel monumento ed a pensare che cosa sarebbe oggi di noi Valdesi se anche Lui ed
i nostri Antenati avessero adottato il troppo
comodo adagio che voi indicate a guarigione di tutti i mali della nostra e delle pas■sate generazioni.
Ma la vocina lontana del « pastorello »
dissidente ed inesperto sembra mi sussurri
bonariamente, perchè lui sa tutto e di tutti,
à altri tempi... altri tempi! ».
^ Allora termino salutando caramente e
ringraziando i lettori benevoli che mi hanno, con tanta pazienza, letto od ascoltato e
dicendo « largo ai giovani » e che Iddio ce
la mandi sempre buona!
Ed intanto i bonari, pacifici, semplici
raduni alpini o simili, per fortuna, continueranno certamente per il vero beneficio,
di chi sa apprezzarne rintim'a essenza che
e profondamente diversa da quella che volulamente .si crede di poter modificare per
tarla apparire sotto tutta altra luce.
Generale Davide Jalla
Caro Direttore,
vorrei rispondere all’interrogativo die
pone nel suo articolo sul1 E<o del 17 Luglio: «Perchè non si è tenuto un culto alle 9, nel Tempio di Torre
Pellice, per loro? ». Premetto che ai Coppieri c era il culto, normale naturalmente,
alle ore 9 e non credo che gli Alpini si
scor^aggino se xi sono 20 minuti di strada
da fare’ ma di Alpini a quel culto non ne
abbiamo visti. Forse nessuno ne ha saputo
dell esistenza, ma in questo caso rimandiamo il problema agli organizzatori del
raduno, diversi dei quali appartengono alna nostra Chiesa di Torre Pellice.
Poteva anche venire in mente agli organizzatori del raduno di sistemare la giornata m modo die tanto i valdesi che i cattolici che lo desiderassero potessero partecipare alle funzioni religiose delle rispettive chiese. Forse non ci hanno pensato.
Quanto invece a un culto speciale per
gli Alpini debbo dire la mia perplessità, in
merito. Mi pare che vi sia una rassomiglianza con la richiesta che taluno ei fece
tempo fa di spostare il culto settimanale
del Giovedì sera al Mercoledì per poter
venire al culto e nello stesso tempo godere
dello spettacolo televisivo « Lascia o raddoppia ». (Juesto continuo accomodare il
culto con le varie faccende nostre non mi
pare savio: lo facciamo già troppo ognuno
di noi nella nostra vita privata e non credo sia cosa buona che la Chiesa si metta su
quella strada.
D’accordo coH’Avv. Serafino che in quelI occasione si sarelibero potute dire opportunamente molle cose, ma d’altra parte
questi culli per occasioni speciali, dove
X animo dei più è tutt’altro che preparato
e disposto a ricercare la Parola di Dio, mi
pare che possano facilmente condurre a
quel falso atteggiamento, già tanto frequente nel nostro popolo italiano, di considerare « la religione » (come si dice) come il prezzemolo che ci vuole in tutte le
pietanze, ma che ha sempre valore di complemento; oppure uqa certa mania eccle■siashca di essere sempre presenti dappertutto per mostrare quanto sia onnipresente
la Chiesa (vedi messe al campo ecc...).
(-oneludendo dirò che personalmente non
.sono troppo favorevole ai culti di aceompagnamenlo a cerimonie civili o militari.
Franco Sommani.
l familiari ed i parenti della rimpianta
Arnoul-Monastier
Susanna
ringraziano tutti coloro che .si sono in vano modo adoperati nel corso della .sua malattia e che hanno ¡mrtecipalo al loro lutto.
Buonanotte di Angrogna, 20 luglio 1959.
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Redattore: Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/175,57
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Drof. Ur. Franco Uperti
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di Torre Pellice: previo appuntamento
Prof. Dr. A. Boniscontrn
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