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LU BUOM NOVELLI
GIORNALE RELIGIOSO
PKliXXO »’ARSOCIA%IO.\'K
(4 domicilio)
Torino, per un anno L. 0,00 L.7,00
— per sei mesi » 4,00 « .i,50
Per le provincie e l’estero franco sino
ai conlìni, un anno . . L. 7,20
per .sei mesi , " 3,20
AJirfleiovTi; iè è'jàyittn
Seguendo la verità nella cariti
Epes. IV. 15.
L’UfRcio delia RUONA NOVKLLA è in
Torino, presso la libreria Evangelica
di GIACOMO BIAVA, viaCarlo Alberto,
dirimpetto al Caffè Diiei.
Le associazioni si ricevono in Torino allo
slesso Uflìcio.
Gli Associati delle Provincie potranno provvedersi rii unvaglia postale,
inviandolo franco aila libreria Biava.
Tolleranza religiosa. — L’ammiraglto Baudic, — Studii storici sul Purgatorio li.
— Missioni «vangeliche. — Felicità sulla terra. — Notizie religiose. —Cronachetta
politica,
TOLLERANZA RELIGIOSA
1 clericali nnn possono essere tolleranti, cosi a nome di quella fazione
proclamava Della Camera elettiva di
Torino il 2-i gennaio 18oo un deputato prete, colmato di elogi per tale
confessione dall’ Armonia e dal Cattolico ; ma la ingenua confessione era
accolla fra la disapprovazione della
Camera ed i rumori delle gallerie.
Veramente una confessione d’intolleranza, anzi d’impossibilità ad essere
tolleranti noi la credevamo un eccesso
di quella cinica franchezza, che ci
asteniamo dal qualificare, propria sollanto ad alcuni individui. Però dobbiamo ricredei'ci allorché sentiamo uu
.Arcivescovo di una grande diocesi
in un paese eminentemente libero
proclamare pubblicamente che l’in
tolleranza e la persecuzione dei cosi
detti erelici è una dottrina immutabile della Chiesa cattolica.
11 Semeur Canadien, giornale che
si pubblica a Montreal, nel suo numero del 2 giugno riporta un brano
di un articolo pubblicato da monsi-
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gnore M. P. Richard Arcivescovo di
s. Luigi nel Missouri nel suo giornale
Il Pastore della Valle {thè Shepherd
of thè Valley), brano chè noi traduciamo alia lettera dal Semeur Canadien non avendo il gior^iale dell’Arcivescovo Richard.
......Ebbene allora questa dottrina
della tolleranza religiosa è cristiana,
0 non lo è? Viene dal cielo o daU’iiiferno? —da Dio o dal demonio? Troviamo forse nella Bibbia, nei Padri,
nelle azioni o nei scritti dei santi, nei
trattati dei dottori della Chiesa qualche traccia di una tale tolleranza? Si
parlava di tolleranza prima che nascesse il protestantesimo ? Non è forse
stata condannata dal Concilio di Costanza? e poi uua tale condanna non
è stata forse rinnovata dai papi? È
essa qualche cosa di più di ur>a comoda teoria, inventata affinché i
cattolici che vivono fra i protestanti
potessero incontrare minore opposizione? Chi sono i suoi più zelanti
avvocati se non che i filosofi francesi
ed iloro discepoli? Ha essa giammai
avuto altra esistenza che una esistenza
teorica, eccettochò ove è stato praticamente impossibile di mettere in
esecuzione i principii che essa condanna? S. Tommaso non aveva egli
ragione quando diceva; « è un più
grave delitto di corrompere la fede
che dà la vita all’anima, di quello che
non sia falsificare la moneta la quale
non è che una facilità per la vita
temporale? » Dalle quali premesse
non ha forse egli logicamente tirala
la conseguenza che i principi temporali possono con tutta giustizia punire
gli eretici? Possiamo noi non aspettarci che la Chiesa ed i governi cristiani tornino ad agire come agivano
altra volta? Non è forse nostra gloria
di sapere che la Chiesa non cangia
giammai? E poi la sua istoria non è
forse un libro aperto nel quale iutti
possono leggere, e che noi, sebbene
volessimo, non potremmo chiuderò?
Anzi noi siamo soliti di dire che non
abbiamo motivo di vergognarcene.
« Però noi diremo, per quello che
ci spetta, che non sarebbe nostro avviso di arrostire (rólir) gli eretici; e
che se tale modo di procedere dovesse
tornare in uso (sebbene nei tempi
malvagi in cui viviamo sia assolutamente impossibile, dacché gli uomini
non si curano più di propagare alcuna credenza, e ché non ne esiste
alcuna per la quale volessero soffrire);
se la persecuzione dovesse rinnovarsi
noi saremmo piuttosto le vittime che
gli agenti: ciononostante noi non niegheremo i fatti storici, nè apporteremo
il nostro biasimo sui sanli di Dio, e
sui dottori e pastori della Chiesa per
quello che hanno fatto o sanzionato.
Diciamo dunque che là punizione
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temporale della eresia è una pura
questione di convenienza ; die i protestanti non ci perseguitano in questi
paesi perchè non possono ; e che in
quei paesi ove noi ci asteniamo dal
perseguitarli, essi non ignorano che
É SOLO PERCHÈ NON POSSIAMO FABLO
o perché crediamo che facendolo noi
comprometteremmo la causa che vogliamo servire ».
Questo discorso dell’arcivescovo
Richard è una preziosa rivelazione;
esso ci fa conoscere qual è la dottrina
d«i clericali intorno alla tolleranza,
quali sono le loro speranze, quale è
la loro tattica infernale allorché si
mostrano tolleranti. Riduciamo difatti
questo discorso alle più semplici
espressioni. L’ arcivescovo Richard
insegna sulla tolleranza religiosa 1 °
che la doltrina della tolleranza non
è cristiana : 2“ che viene daH’infemo
e dal demonio: 3° che non si trova
nella Bibbia, nei santi Padri, nelle
azioni dei santi, negli insegnamenti
dei dottori : 4" che è una dottrina inventata dai protestanti ; 5° che è condannata solennemente dalla Chiesa
catlolica nel Concilio di Costanza, e
nei decreti dei papi posteriori: 6"
che è una doltrina che non ha per
difensori che gl’increduli. Queslo è
per riguardo alla dottrina. Coloro
dunque ehe difendono la dottrina
della tolleranza religiosa, che non
predicano la persecuzione e la crociata contro gli eretici come un Domenico Guzman ed un Torquemada
non sono cattolici, perchè difendono
una dottrina non cristiana, una dottrina diabolica, contraria alla Bibbia,
ai Padri, alla pratica dei santi, una
dottrina protestante, condannata dai
concilii e dai papi, e che non è difesa che dagl’increduli.
Ma siccome è un fatto innegabile
che cattolici rispettabilissimi han difeso e difendono la doltrina della tolleranza religiosa, l’arcivescovo Richard
per ¡scusare un tale fatto che non
potrebbe accordare coi principii suesposti, ci spiega qual è la tattica dei
clericali allorquando si moslrano tolleranti. Essi non sono giammai tolleranti, nè possono esserlo, ma riguardano alle volte la tolleranza come
una comoda teoria per non incontrare
opposizione nei paesi protestanti,
come una teoria che non deve essere
messa in pratica ove è possibile di
perseguitare i prolestanti: che ove i
cattolici non perseguitano è evidente
che non perseguitano perchè sono impossibilati a farlo, o perchè facendolo
comprometterebbero il loro parlilo. K
bene che un arcivescovo faccia una
tale confessione nella libera America.
Gli Americani e gli Inglesi conosceranno cosi qual è la tolleranza cattolica. Difatli il giornale dal quale noi
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abbiamo eslralta la confessioue di
mons. Richard conchiude con queste
parole:
« Noi ringraziamo vivamente l'arcivescovo di San Luigi per la sua
professione di fede intorno alla tolleranza religiosa. Noi sapevamo già da
un pezzo che ia Chiesa RonGana non
ammette la libertà di coscienza, e che
ovunque essa domina come sovrana
perseguita tutti quelli che vogliono
sottrarsi al suo giogo. Ma sul continente americano il romanesimo avea
una maschera , si era fatto l’amico
della democrazia, ed avea professalo
la libertà religiosa : ciò gli ba giovato
per un tempo; ma ora si crede abbastanza forte per togliere la maschera
e presentarsi al pubblico nel suo prò
prio aspetto. Ebbene, poiché possiamo
vederlo in faccia, contempliamolo attentamente, penetriamoci di tult’i suoi
lineamenti, e se amiamo la libertà, se
apprezziamo i sacri diritti della coscienza , rompiamo per sempre con
una Chiesa che si fa un dovere di
versare il sangue. 11 Cristianesimo è
essenzialmente una religione di amore,
e il solo fatto che la Chiesa Romana
professi dottrine così crudeli, basterebbe per provare che essa ha abbandonato la Fede primitiva, che ha calpestato le sublimi dottrine di Gesù
Cristo, in una parola, che essa è...
« Gli scrittori cattolici si guardino
bene dallo appoggiarsi sulla Scrittura
per giustiflcare tali abbominevoli principii e le loro crudeli persecuzioni.
Non vi è nulla che sia più contrario
alla lettera ed allo spirilo della Bibbia
quanto lo spirito di persecuzione. La
religione della Bibbia è piena di carità , e raccomanda di fare il bene
anche a coloro che ci fauno male ed
a coloro che ci perseguitano ».
1 nostri clericali d’Italia approveranno certamente le teorie dell’arcivescovo Richard, imperciocché sono
quelle stesse che essi hanno le mille
volte proclamato nei loro giornali, e
bandite dai loro pergami: ma noi
vorremmo che i legislatori e gli uomini pubblici si penetrassero di lali
dottrine, e conoscessero una volta che
coi clericali non vi può essere mai
speranza nè di pace nè di accomodamenti sinceri e durevoli-, che quando
ancora sono resi nell’ impotenza di
perseguitare, deplorano la malvagità
dei tempi, desiderano i beati tempi
del Guzman e del Torquemada, affrettano tempi migliori per loro, cioè
tempi di barbarie , d’ignoranza , di
fanatismo, di medio evo. Essi lo confessano, la loro dottrina di persecuzione è immutabile, la loro Chiesa
non cangia mai, e se si astengono in
qualche luogo ed in qualche tempo
dal perseguitare, è solo •perchè non
possono farlo. Accarezzare tali per-
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sone è come riscaldarsi la vipera nel
seno.
BAUDW.
Il giorno 10 giugno si fecero con
solenne e straordinaria pompa in Parigi i funerali dell’ammiraglio Baudin,
gran croce della [.egione d’onore, senatore dell’Impero , ed uno dei più
grandi uomini della Frauda attuale.
Nato cattolico, avea abbracciato per
convinzione la Fede Evangelica, ed
era divenuto presidente del consiglio
centrale delle Chiese riformate di
Francia. Quesl’uomo, che i giornali
politici chiamano una delle, grandi
illustrazioni della Francia, non si
era mai vergognalo di esser uomo
profondamente religioso. Pochi giorni
prima della sua morte dettava il seguente biglietto alle Chiese Evangeliche di Parigi. « L’ammiraglio Baudin, preso da uua malattia dolorosa,
desidera di ottenere le preghiere della
Chiesa, non già perchè i suoi giorni
sieno prolungati su questa terra, ma
afiìnchè Uio gli faccia la graxia di
trovare la pazienza e la rassegnazione
necessaria per la contemplazione delle
sofferenze e della morte del nostro
divino Maestro e Redentore Gesù Cristo i>. Egli mori il 7 giugno nella
pace del Signore. Prima di morire
prese la mano del Pastore che lo as
sisteva, e mettendola sul suo capo,
quel vecchio militare diceva; «Mio
caro Pastore, beneditemi ancora una
volta prima che ci separiamo ».
I funerali furono celebrati con tulta
la solennità che si convenivà al suo
grado ed alla stima che godeva. In
mezzo alla gran pompa militare, un
Pastore in toga ed un membro del
Concistoro protestante tenevano i primi cordoni della bara, gli altri quattro erano tenuti dal vice-ammiraglio, da due senatori e da un altro
personaggio che rappresentava il ministro della marina. L’Imperatore
stesso mandò due sue carrozze con
due ciambellani. Sua Altezza il principe Girolamo era anche esso rappresentato. Generali, senatori, contrammiragli francesi e stranieri erano
nel corteggio. In mezzo a tanta pompa
funebre, il solo carro ov’era il cadavere era della più grande semplicità,
era sollanto ornato ,di qualche bandiera tricolore. Celebrato il servizio
funebre secondo il rito evangelico ,
prese la parola il pastore Grandpierre,
altri discorsi furono pronunciati dalr ammiraglio De Mackau, dal viceammiraglio De La Place , dal signori
Doret e Laugier, e dal pastore Coquerel.
La perdita deU’ammiraglio Baudin è
pianta cordialmente da tutta la Chiesa
Evangelica francese.
6
STUDII STORICI SUL PCRGATORIO.
n.
Poco dopo la morte di Origene comparve nella Chiesa l’eresia dei Manichei. Manete persiano di nascila ue era il fondatore. Egli era stato educato fra i Magi ed
apparteneva alla loro casta prima di abbracciare il Cristianesimo. Era uomo di
grande ingegno e di una fantasia talmente
accesa , che lo portava sovente al fanatismo ed alla stravaganza. Geloso di Origene che aveva unito al Vangelo la fdosofìa
di Platone, volle anche egli a sua volta
applicare la dottrina dei Magi al Cristianesimo e spiegare l’una coir altra. Per
realizzare una tale idea sosteneva cheGesù
Cristo avea lasciato la sua dottrina imperfetta, e che egli (Mauete) era il Consolatore promesso per condurre i Cristiani in
ogni verità. L’eloquenza di cotesto entusiasta, la sua gravità, la purità e semplicità de’ suoi costumi gli guadagnarono
un gran numero di partigiani in guisa che
in poco tempo la setta dei Manichei divenne assai considerevole. Non staremo
ad esporre gli errori dei Manichei, ma
indicheremo soltanto la doltrina di Manete
intorno al Purgatorio.
Egli insegnava che le anime di coloro
che credevano al Vangelo secondo che era
spiegato da lui , avevano il graudissimo
vantaggio di essere purificale per gradi
dal contagio della materia; però essendo
impossibile che fossero interamente purificate in quesla vita, dopo la morte do-'
veano passare per due prove, quella dell’acqua e quella del fuoco prima di essere
ammesse nel cielo. Le anime dunque, secondo la teoria di Manete, andavano addirittura nella Luna, la quale, secondo lui
non era che un grande ammasso di acque
salutevoli, e là dopo essersi lavale per
quindici giorni passavano nel Sole, il di
cui fuoco distruggeva tutta la loro corruzione e cancellava le loro macchie.
Questo però era il Purgatorio per i Manichei, ma per quelli chenon volevano credere che Manete era lo Spirito Sanlo , vi
era un Purgatorio assai più rigoroso. Le
animedi quei tali passavano dopo la morte nei corpi degli animali ove rimanevano
lino a che avessero espiali i loro delitti :
e le anime dei più colpevoli erano consegnate agli spiriti folletti, che le tormentavano in mille maniere. Allorché una
grande porzione di coleste anime sarà stimata degna di essere ammessa nella luce
celeste, Iddio farà uscire dalle caverne
della terra un fuoco consumatore che
compirà la purificazione di quelle anime
e distruggerà la terra. I principi delle tenebre saranno cacciali nell'inferno, ove
staranno eternamente e le anime dei reprobi saranno ordinate a battaglia intorno
all’inferno, e saranno in continua guerra
co’ demoni per impedirgli d’uscire.
La Chiesa condannò tali empie pazzie,
e la dottrina del Purgatorio screditata dai
sogni di Manete, condannata nella doltrina di Origene si sarebbe interamente perduta senza l’aiuto dei libri sibillini.
Non è qui luogo di parlare ea? professo
di tali libri, i quali secondo l’opinione dei
più dotti critici sono opera dell’ eretico
Montano, però nel quarto secolo erano ia
gran voga. In questi libri fra gli altri errori si insegnava, che tutte le anime senza eccezione alcuna sarebbero passate per
lo fuoco, per quel fuoco che alla fine dei
secoli distruggerà la terra, ed allora le
anime dei buoni sarebbero purificate
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come rifuse. Una tale dodrina fu seguita
ed insegnala da Gregorio Nazianzeno,
Gregorio Nissenn, Lattanzio, fìafilio, Ambrogio, Girolamo, Agostino ed allri Padri della Chiesa. Anzi un vesligio di lale
dottrina noi lo Irnviamo nel ntesaBle romano nella lilurgia del morii, nella ((iiuie
a prova di questo fuoro si invoca la le.stimonianza della Siliillo , fes/e David cum
Sybiìla. i)i più nella stessa liturgia romana esiste ancora un’ amica preghiera che
si fa tiitt’ora .sui morti ove è chiaramente
insegnala la doltrina di un ultimo giudizio che farà Iddio per mezzo del fuoco ;
ecco lo parole della preghiera; « Liberami, o Signore, dalla eterna morte in quel
tremendo giorno nel quale i cieli e la terra
saranno smossi mentre tu verrai a giudicare il mondo per lo fuoco ».
Arahrogio insegnava la stessa doltrina
nel sermone ventesimo sul Salmo 118:
M Bisogna che noi tulli passiamo per il
fuoco, fosse anche Giovanni ['Evangelista, della morte del quale molli dubitano;
noi [wrò non possiamo dubitare che egli
non debba passare per lo fuoco «. Lo
stesso doltore interpretando il Salmo 3ü
dice: 0 Noi tutti saremo esaminati per lo
fuoco.....alcuni vi resteranno, allri saranno salvali, ma come per lo fuoco ; e se
noi non siamo consumali, saremo però
bruciali ». Girolamo era dello stesso sentimento. Al capo 46 sopra Ezecliiellu dice
cosi ; « Ogni creatura essendo macchiata,
bisogna che sia purgala per lo fuoco |>rima di entrar nel riposo dal Signore ». Lattanzio nel libro della rimunerazione divina
diceva, che« Uiltele anime sono trattenute
in un luogo lino a che giunga il tempo di
essere esaminale per lo fuoco ». Trala
sciamo per amore di brevità di citare allre
testimonianze.
Due cose però doiibiairio osservare intorno alla dotirina di questi Padri. La prima è cbe la dutirina ili Origene sul Purgatorio era s,lala di molto modifii'ala; imperocché Orisene l uléva che il Purgatorio
fosse per tulli, anche per i dèmoni, mentre i Padri da noi citati non auimeltevano
la espiazione che |>er i giusti. La seconda
osservazione è la malafede di ah;uni leologi quando cilano Origene, Lattanzio,
Ambrogio, Girolamo td altri Padri anlirhi per dimostrare che essi credevano al
Purgatorio: noi non neghiamo che essi
ammettessero una specie di Purgatorio ,
ma il Purgatorio che essi ammettevano
non lo ammellavano mai come domma
di Fede rivelalo nelle Scritture: e poi
era i:osi diverso da quello ammesso dal
cardinal Bellarmino e socii, che ci vuole
la più insigne malafede per far credere
che quei Padri insegnassero le stesse
dottrine che insegnano i teologi moderni. Di fatli quei Padri non insegnavano che la espiazione era solíanlo per
coloro che morivano in peccato veniale,
per la semplice ragione che il peccato veniale non si sapeva cosa fosse, ma insegnavano invece che nessuno era esente da
quelle pene. Inoltre essi non hanno mai
insegnato che le anime possano essere
tratte da quelle pene per messe o danaro
dato ai conventi, ma che doveano restare
in esse fino all'intera purificazione.
Se a quente dottrine si aggiunge un costume che s’introdusse nella Chieiìa \erso
la melà del secolo ii, si spiegherà meglio
r origine della doltrina del Purgatorio :
questo costume è la preghiera per i morti.
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Tertulliano in lulta l’anlichilà è ii primo
che parli della preghiera per i morii, ed
ecco come s’introdusse un tale rito.
L’uomo é naturalmente inclinato a manifestare ii suo amore anche dopo la morte
verso quelle persone cbe egli ha amato in
vita; quesla inclinazione lo porta naturalmente, se la religione non glie lo impedisce, a pregare per i morii, ed a credere
che la sua preghiera giovi ad essi. I Pagani convertiti al Cristianesimo contribuirono molto a stabilire maggiormente un
tale costume; imperocché una parte assai
considerevole della religione dei Gentili
consisteva nelle oblazioni e ne’ sacritìcii
per i morti. 1 Gentili passando al Cristianesimo credevano che la preghiera per i
morti fosse un alto di pielà, e cbe il Cristianesimo, cbe era la religione della carità, non doveva impedire tali preghiere.
A tutlo ciò si aggiunga la dottrina di Platone applicata al Cristianesimo da Origene , e le opinioni dei libri Sibillini, ed
avremo I’ origine della preghiera per i
morti.
Le quali preghiere al principio erano
preghiere private, e la Chiesa non vi prendeva alcuna parte, come ce lo attesta Tertulliano nel capo decimo del libro della
Monogamia, ma ben presto alla preghiera
privata si aggiunse una elemosina che si
faceva ai poveri nel giorno della sepoltura,
le quali elemosine si convertirono poscia
in veglie e festini, come se ne lamenta
sant’Agostino nella lettera 6-i. A lali preghiere private incominciarono ad esservi
chiamati i preti , poscia s’introdussero
nella Chiesa insieme colle oblazioni che le
prendevano i preti per distribuirle (s’intende) ai poveri.
Dionigi, ehe passa per essere l'Areo
pagita, nel suo libro della Gerarchia ecclesiastica al capo settimo descrive il rito
di una tale preghiera: « Quando qualche
Cristiano , egli dice, è vicino a giungere
al fine del suo combattimento, si riempie di una santa allegrezza ed entra nella
via della beata rigenerazione con molta
gioia. I parenti del morto lo chiamano
beato, come lo è in verilà, essendo giunto
al termine delia vittoria desiderata, e
cantano inni di ringraziamento a Dio pregandolo di essere ammessi nello stesso
riposo. Dopo ciò prendono il cadavere e
lo portano al vescovo, come se da lui dovesse ricevere la corona : il vescovo riunisce la Chiesa, e fa una preghiera di
ringraziamento a Dio per avere distrutto
l’impero tiranuico della morte e dell’ ìdferno: dopo le quali cose i minislri leggono le promesse della parola di Dio intorno alla risurrezione, e la Chiesa cauta
degl’inni sulle stesse promesse.Dopo il canto il presidente rimanda i catecumeni, e
richiama alla memoria dell’assemblea gli
altri defunti Cristiani ai quali aggiunge il
presente, quindi bacia il cadavere, e tutti
gli astanti fanno lo stesso : allora il vescovo versa dell’olio sul cadavere, il quale
dopo l’unzione è chiodato nella bara e
sepolto «.
Questa descrizione dei funerali cristiani
ci fa vedere qual fosse ai tempi di Dionigi
l’oggetto e lo scopo della preghiera sui
morti. i\on si pregava per suffragare i
morti, ma per ringraziare Iddio , e per
consoliire i viventi sulla certezza della risurrezione, e in tutta la liturgìa descritta
così minutamente da Dionigi, non vi è
neppure una parola che dimostri una credenza sul Purgatorio.
/'Continuai
9
MISSIOM EVANGELICHE
Traduciamo dalla Semaine Religieuse
una lettera di Calcutta io dala del 29
aprile scritta dal missio»ario La Croix,
nella quale si danno dettagli preziosi sui
progressi della evangelizzazione delle
Indie.
«.............Voi apprenderete senza
dubbio con gran piacere che malgrado le
molle diflicollà le operazioni missionarie
si conlinuano con grande attività in questa parte del globo. Ma le promesse di
Dio sono assicurate, e questa antica fortezza di Satana, siccome tutte le altre
nazioni della terra, dovrà un giorno appartenere al Signore. Quesla sola prospettiva sostiene il mio coraggio, e sono
felice di potere assicurare che dietro sintomi numerosi ed evidenti, le ossa aride
che sono nel lìengal cominciano a dare
segni di vita, e noi vediamo ogni giorno
cadere quei pregiudizi che fino ad ora ci
senribravano tante barriere insormontabili
ai progressi del Vangelo. Ve ne citerò
uno come per esempio. Un'associazione
d'Indous letterali ha fatto ultimamente
in pubblico la proposizione d’abolire fra
loro le caste come essendo un'istituzione
cattiva, e sebbene la mozione non sia
passata, e sia stala giudicata prematura
dalla maggioranza dei membri presenti,
ciò nonostante il solo fatto di una tale
proposta per parte degli Indous, dimostra
che l'opinione pubblica è in gran progresso.
'< Io ho ancora il piacere di osservare
che gl'indigeni illuminali adottano delle
viste più sane inlorno aH’educazione delle
loro figlie. Alcuni di loro hanno incomin
ciato a farle istruire nelle proprie case.
Quanlo all’educazione (pubblica applicala
alle femmine troviamo ancora una tale
opposizione nei sentimenti e nei costumi
sociali degli Indous anche i più rispettabili, che non possiamo per ora sperare
nulla da quel lato. Del resto quesla osservazione non si applica che alle classi superiori della socielà, imperocché le fanciulle delle classi inferiori frequentano
generalmente le scuole.......... Ciò che
manca più frequenlemente per le donne
indiane sono i libri che siano alla loro
portata. Vi ho scritto altra volla che la
mia figlia, madama Mullen aveva composto un libro in bengalese per le cristiane
indigene. Quel libro fu pubblicato dalla
societù dei trattati di Calcutta, ed ha bene
corrisposto al suo scopo. Ora essa è occupata a comporne un altro per le donne
pagane, e da quello che ne ho Ietto lo
credo ulili.«simo nel suo genere quanto il
precedenle. Potete comprendere quale sia
la tuia soddisfazione vedendo così aM’opera una delle mie liglie.
« Un gran numero d’Indous i più illuminati si occupano intorno al male che
cagiona dal lato morale e sociale la legge
che proibisce alle vedove di rimaritarsi.
La stampa indigena si occupa quasi giornalmente di un lale soggetto, e si spera
che fra poco tempo la legge sarà abolita
col consenso universale. L’efTetto che
produrrà una lale cosa sarà favorevole
alla causa missionaria, imperciocché l'abolizione di una tale legge religiosa inculcala cosi fortemente dai loro preti, farà
diminuire nello spirito del popolo la loro
autorilà, e li condurrà a non essere più
rispettali sopra altri punti.
.......Ullimamente in una pubblica
10
— ró!t —
seduta il dotto IIozo Chondro Dutt, ha
trattato la questione dei costumi sociali
e doinesllci del Bengalesi, cd ha espresso
a molte riprese e con molta forza l’opinione interamente sfavorevole che egli ha
dell’indouismo come sistema religioso.
Ogni allusione ch’egli faceva all’idolatria,
al braminismo, alle caste, e ad allri soggetti somiglianti, era ricevuta dalla intera
assemblea con fragorose acclamazioni. Gli
uditori dimostravano cosi che simpatizzavano colle vedute dell’oratore. Io era
presente alla seduta, e non posso esprimervi i moti del mio cuore nel sentire le
acclamazioni spontanee e coraggiose di
più di 5tJ0 giovani, mentre che gli si
esponevano gli errori del loro sistema
religioso. Ciò faceva nascere in me l’impressione che l’indoiiismo è vicino alla
sua fine, e che il tempo non è lungi nel
quale saranno rese testimonianze dirette
e più preziose all’Evangelo.
« Se si vuole rimontare alla cagione di
un tale cambiamento nella opinione, non
si può attribuire che alla predicazione,
alla stampa, alle relazioni giornaliere degl’Indous cogli Europei, e sopratutto, io
credo, alle scuole stabilite dai missionari,
dal governo e dagl-i altri. Tutti questi
mezzi nelle mani della Provvidenza hanno
contribuito potentemente a scacciare le
tenebre che hanno per tanto tempo coperto il paese.
Il Nello scorso febbraio è stalo aperto
al pubblico e consacrato a Dio con la
preghiera il bellissimo edifizio che la società di Londra ha fallo elevare in Bhowanipore vicino a Calculta. Questo edifizio racchiude una vasta sala per gli scolari
(classe room) quindici camere per scuole
ed una biblioteca. Gli scolari sono incirca
900. Molte altre istituzioni dello stesso
genere esistono in Calcutta ; per esempio
quella della chiesa stabilita di Scozia che
contiene 1000 scolari ; quella della chiesa
libera scozzese che ne contiene HOO;
quella della chiesa d’Inghilterra cbe ne
contiene SOO ; quella della società dei
ballisti che ne contiene 300 ; in guisa che
a Cali^ulta solamente si possono coniare
3,800 giovanetti che godono dei benelicii
di una educazione così ricercata nella parte
scientifica e religiosa come potrebbe trovarsi nelle migliori scuole d’Europa. Gli
scolari sono quasi tutli Indous ed appartengono alle classi le più rispettate della
società. Allorquando avranno compili i
lorc studii non potranno non esercitare
una grandissima influenza su lutta intera
la popolazione ; e chi potrà calcolare il
bene cbe essi faranno quando saranno
dispersi nel paese e saranno divenuti capi
di famiglia?
« Oltre queste numerose scuole dei
missionarii bisogna ancora coniare quelle
del governo ed allre private che contengono più di 2,000 scolari. E sebbene io
abbia il dispiacere di dirvi che in queste
scuole è escluso l’insegnamento religioso,
pure esse fanno anche del bene dissipando
almeno l’errore e l’ignoranza.
« Il fatto seguente vi farà giudicare dei
progressi cbe alcuni giovani Indous hanno
fatto nella cognizione. Il sig. Meur funzionario di alto grado (haut •piaci) ed ottimo cristiano, promise, sono ora 18 mesi,
un premio di SOO rupim (1230 fr.) al migliore trattato popolare che si sarebbe
fatto in inglese sulla religione naturale e
rivelata, con riserva di poterlo far tradurre in lingua del paese. Il giurì esaminatore era composto di tre membri, ed
11
io ebbi l’oDore di farne parte. Sede diflerenti autori, nel numero dei quali qualche
missionario europeo, inviarono l’opera nel
tempo stabilito ; mu il premio è stato dal
giuri accurdato all’iinaniniitù a liaboo
Isbore Das, nativo convertilo ed ora isliluture ca(io della soiiulu niissionariu a
Fuliyghur. La sua opera ha una superiorità incontestabile su quelle de’ suoi cumpelitori, e non è stato cbe con grande
mia sorpresa cbe ho veduto con quale
giudizio, e COD quale profonda cognizione
ba trattato II soggetto.
« Uno dei rami i più importami deiropera missioDaria è di formare al santo
ministero giovani nativi convertiti: quindi
voi apprenderete con piacere cbe alTislifuto della società di Londra in lìhowanipore, si è aggiunta una scuola di teologia
composla pel momento di sei studenti [lii
che danno grandi speranze per l’avvenire.
Essi hanno volontariamente abbandonata
ogni speranza d’impiego civile lucrativo
per consecrarsi unicamente alla propagazione del Vangelo fra i loro compatriotti
ancora pagani. Le diverse parti dell’insegnaniento che mi sono state confidate
sono ; il cristianesimo esperimentale prendendo per testo il pellefirinaggio del crjs/iano dì Bunyan ; la teologia pastorale,
la confulazione del sistema indou, e la
composizione dei sermoni. Tutte le mie
lezioni su questi diversi soggetti si danno
in bengalese, e noi insistiamo moltissimo
presso gli studenti di aggiungere alla teoria
la pratica. Per quello che riguarda particolarmenle la predicazione, essi vanno ad
evangelizzare le popolazioni vicine ogni
volta che i loro studii lo permettono ».
(Continua).
FELICITA SULLA TERRAli.
l’erciocchè gli occhi del Signore mio
sopra i yiusli. (ili occhi del Signore souo
sopra lutti, nia egli guarda iu mudo particolare i suoi figli. Qual possente motivo
ci da qui l'apostolo per amar la uta e
veder buoni giorni! Gli occhi del Siguore
sono sopra i giusti. Quesla espressione
non vuol dir solamente che Din ei vede,
ma che egii ha una cura particolare di
noi. Egli col suo occhio vede il mouilo
intero, ma il suo sguardo si fissa sopra i
suoi figli, i suoi occhi sono sopra di loro,
per cousiderarli cun paterna aiTezione, e
per guardarli dal male; niun male dunque
potrà nuocere ai figli di Dio, imperciocché
gli occhi del Signore souo sopra di loro.
E le sue orecchie sono inlenle alla loro
orazione, lo qualunque tempo, in qualunque luogo il cristiano prega, le orecchie del Signore sono intente alla sua orazione: qualunque supplica egli presenti
al trono della grazia, egli è certo che le
orecchie del Signore sono intente alla sua
orazione Questa maniera di parlare del
nostro apostolo ci sembra indicare che
Dio è tutto il contrario dei grandi di questo mondo. Quando noi vogliamo parlare
ad uno di costoro, bisogna attendere il
luogo, il tempo, il momenio opportuno
che egli possa 0 voglia ascoltarci : ma le
orecchie di Dio sono sempre intente alla
preghiera dei giusii: quando il giusto
vuol pregare non deve attendere nè il
tempo, nè il lungo, nè il momento nel
quale piace a Dio di ascoltare, raa in ogni
luogo e in ogni lempo è Dio cbe attende
la preghiera dei giusti, le sue orecchio
sono intinte alla loro orazione ; ed ecco
12
il perchè la vita del cristiano dovrebbe
essere una continua preghiera, perchè
Iddio è sempre intento ad ascoltarci.
Un altro documento che possiamo trarre
da questa parola delTapostoio è assai interessante nella vita pratica del cristianor
tante volte il cristiano prega e non è esaudito, egli è però certo di essere ascoltato, le orecchie del Signore sono intente
alla sua orazione. Se dunque non è esaudito è per il suo bene; la nostra piccolezza, la nostra miseria ci fa alle volte
domandare delle cose che ci sarebbero
nocevoli se le avessimo ottenute, e perciò
il Signore tante volte non ci esaudisce
appunto perchè i suoi occhi sono sopra i
giusti, e le sue orecchie sulla nostra preghiera.
-\lcune volte accade ancora che Dio
esaudisce la nostra preghiera senza che
noi ce ne avvediamo. E come può ciò accadere? L’apostolo S. Paolo in presenza
di una terribile tentazione pregava il Signore di esserne liberato: egli grida al suo
Dio con tutta la liducia propria del gran
predicatore della fede, e il Signore gli
risponde; La mia grazia ti basta: cosa fà
il grande apostolo ! Si lagna forse di non
essere esaudito? Tutto al contrario: egli
si gloria molto volentieri nelle sue debolezze acciocché la virlù di Cristo lo ripari:
2. Corinti XII. Ecco l’esempio che dobbiamo avere innanzi agli occhi se nella
nostra preghiera per noi o per i nostri
fratelli, Iddio non ci libera dalla prova in
cui siamo, se Iddio non ci dà lelleralnienie quello che gli domandiamo, non
dobbiamo lagnarci di non essere stati esauditi: se Iddio ci risponde dandoci una
nuova misura di pazienza, di forza e di
pace non dovremo noi contentarci, non
dovremo noi dire esaudita la noslra preghiera?
Chi s’impazientisce nella sua preghiera
non ha fede : non crede che le orecchie
di Dio sono iulenle alla sua orazione, non
si meravigli dunque se non è esaudito.
Il profeta Davide, uomo di grande esperienza nella preghiera, c’insegna quale
deve essere la nostra conclusione allorché
le nostre preghiere non sono subito esaudite <t Dio mio, Dio mio, perchè mi hai
lasciato I perchè stai lontano dalla mia
salule e dalla parola del mio ruggire?
0 Dio mio, io grido di giorno e tu non
rispondi e di notte ancora e non ho posa
alcuna»: Salm. xxii, 1 e 2. Davide però
non ne tirava quella conclusione cbe ne
traggono gli uomini leggieri nella fede':
egii non era esaudito ; ma non perciò
lasciava di pregare; ma non perciò si lagnava di Dio ; ma non perciò litubava
nella fede, che anzi a rincoraggiarsi diceva : « E pur Ul sei il Santo, il permanente, le lodi d’Israele. I nostri padri si
sono confidati in te, e lu gli hai liberati •>.
Ecco quale deve essere la nostra conclusione : non siamo noi esauditi ? raddoppiamo la preghiera, eccitiamo maggiormente la nostra fede, e Dio ci esaudirà
quando e come meglio a lui piacerà.
tVa il vallo del Signore è contro quelli
che fanno male. Non vi è giusto mezzo
innanzi a Dio: o essere giusti , o essere
malvagi : o santi o empii : o amici di
Dio 0 nemici di Lui. Questa antitesi è frequentemente impiegata nella Scrittura
tanto nell’antico che nel nuovo Testamento. Questa antitesi è assai chiara per
confondere coloro che vorrebbero essere
cristiani a melà, e conciliare Cristo e
Belial : 0 amici di Dio per la giustizia
13
che è in Gesù Crislo; o nemici di Dio per
il peccato che è in noi : o giusti per la
fede cbe è in Gesù Cristo; o peccatori
per le opere che sono io noi. Qual fonte
di consolazione nella vita cristiana è questa parola ! Ci porti pure la vita cristiana
agli scherni del mondo, alle persecuzioni
del mondo, ci sarà di gran consolazione
il sapere che gli occhi e le orecchie del
Signore sono voliate verso di noi ; m»
che la sua faccia è contro a quelli che
fanno il male. Il Signore è quello che
prende le nosire difese. Allorché vediamo
prosperare i esilivi , la loro prosperità
noD fa che eccitare la nostra compassione
verso di loro; imperciocché noi sappiamo che ii volto del Signore è conlro di
loro. Cosi eravamo un tempo ancor noi,
raa cbi ha fallo vollare verso noi la faccia
del Signore? sono stale forse le nostre
operazioni? Ah no! è stalo la grazia di
Dio in Gesù Crislo nostro Signore
E chi sarà colui che vi faccia male se
VOI seguite il bene. Ecco ancora un motivo d’ incoraggiamento per i cristiani ;
il cristiano deve e.ssere tranquillo anche
in mezzo alla più terrihile persecuzione,
sapendo che nessuno gli può far male
se egli segue il hene. L’espressione dell'originale sembra alquanto più forte : letteralmente si Iradurrebbe : chi vi farà
male se seguite quello o colui che è buono? Richiama qui l’Apostolo ali’allo principio dell’imitazione di Gesù Cristo, Dio
manifestalo in carne : ecco dunque la
grande sicurezza del vero cristiano : se
egli è veramente figlio di Dio non ha
nulla a temere nè del mondo, nè del
demonio. Ma per godere di questa sicurezza bisogna che egli non vi si abbandoni leggermeute, ma cte esamini
seriamente se slesso e veda se egli è
veramente imitatore di colui cbe é buono;
se egli è tale, sappia che quegli che è
in lui è maggiore di quello che è nel
mondo : I Giov. IV, 4.
NOTIZIK UEUGIOSE
Piemonte — Torino. Fino dall’ anno
scorso i preti avevano stabilite in quattro
chiese delle conferenze contro i proteslanli , nelle quali si sfogavano impunemente a denigrare il protestantesimo con
menzogne e calunnie. La novità della cosa
attrasse da principio molle persone ad un
lale genere di prediche: ma il buon senso
del popolo piemontese fu ben tosto stancato e stomacalo delle grossolane calunnie di quei predicatori, e li abbandonò
Ora i preti per attrarre il basso popolo
specialmente e le donnette hanno inventata una nuova conferenza. Due preti salgono su due pulpiti uno di rimpetto all’altro ; uno di questi preli la fa da protestante, l’altro da teologocattolico.il prete
che la fa da protestante parla gofTamente
il dialetto piemontese, ed espone le dottrine proteslanli nella maniera la più indegna ed in modo così ridicolo, ed in
termini così triviali come potrebbe farlo
un saltimbanco, il teologo confuta facilmente «luelle dottrine così esposte. luían
lo nella Chiesa è un conlinuo ridere e cicalare per le buffonale che dice il prete
cbe fa la parte da protestante. Noi non
abbiamo mai potuto assistere a lali conferenze; ma una persona che vi ba assistito ci assicura di avere inteso dire, non
dal protestante ma dal teologo, che si dedeve adorare Maria, perchè essa fu ehe
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nelle nozze di Cana operò il miracolo del
caDgiamenlo dell’aequa in vino: miracolo
che Gesù non volle fare. Tali dialoghi si
fanno nella Chiesa della Trinità la domenica, il martedì ed il giovedì alle ore
8 l|i.
Fara (provincia di Novara), in questo
comune di circa 2000 anime non è mai
stato un pastore od un missionario evangelico, eppure la potenza della Parola di
Dio si è manifestata. Un lai Bartolomeo
Borgia , lavorante di forme per scarpe,
sentì parlare tempo fa del movimento
evangelico in Piemonte , e volle da sè
stesso vedere cosa si fosse. Trovò il Vangelo, divenne possessore dì una Bibbia ,
raunò attorno di sè la sua famiglia, e si
mise a leggere la Parola di Dio. Trovò la
cosa così seria e così importante che non
guardava a fatica alcuna per istruirsi nella
verità : di tanto in tanto camminava a
piedi venti lunghe miglia di Piemonte solo
lier andare a cercare da un fratello più
istruito di lui una qualche spiegazione.
La piccola casa del Borgia divenne un
santuario in ispirilo e verità; gli amici di
lui ne erano edificati, ed assistevano al
suo culto di famiglia. Una tale cosa irritò
esiremamente i preti, i quali secondo il
solito, incominciarono a sparlare del Borgia ed a calunniarlo. Ma vedendo che
nulla profittavano per quella via, vollero
farne un alTare eclatante. Sua Eccellenza
Reverendissima il vescovo diNovara scrisse una lunga lettera in data del 7 maggio
al povero fabbricante di forme Borgia ,
nella quale dopo avere coi soliti complimenll trattati da empii i protestanti, e
flopo di avere proclamato che nella sola
Chiesa romana vi è salvezza ; minaccia il
Borgia della scomunica , dicendogli che
userà in fine di quelle armi spirituali ehe
mette in mano de’ suoi ministri la S. Chiesa; e finisce per invitarlo ad andare a Novara da lui. I preti prima di consegnare
la lettera vescovile al Borgia la fecero circolare per varii giorni nel paese per darle
tutta la possibile pubblicità. Il Borgia non
si sentì volontà di andare a Novara ; ed
allora molle persone furono mandate da
lui per eccitarlo ad andarvi, e lo intimidivano con minaccie dì processi criminali
per avere abbandonata la religione dello
Stato, e gli dicevano cbe se non andava,
il vescovo era risoluto di venire a Fara
col giudice ed incominciare il [irocesso.
Infatti il 3 giugno il vescovo era a Fara ed
incominciò la scena. Si portò solennemente alla Chiesa e predicò sul solito tema
obbligato, cioè contro i protestanti; poscia il sindaco istigato da monsignore intimò al Borgia ufficialmente e con biglietto
di presentarsi immediatamente in casa dèi
M. Reo. sig. Arciprete. Il Borgia alla intimazione dell’ autorità obbedì. Giunto
avanti al vescovo s’incominciò a discutere, e l’umile discepolo di Gesù Cristo colla
Bibbia alla mano distruggeva tutte le ragioni vescovili. Allora il vescovo cambiò
tuono, ed usò tutte le possibili gentilezze, e cercò di carpire al Borgia una firma
presentandogli una carta che aveva già
preparata. Il Borgia vedendo un procedere così inqualificabile in un vescovo, gli
volse le spalle e partì. Tanto rumore-è finito con ima disfatta vescovile.
Francia. — Leggiamo nel Christian Times dì Londra che un distinto personaggio inglese, membro del Parlamento, ha
scritto all’ imperatore pregandolo di togliere tutti gli ostacoli che si opponevano
in Francia all’esercizio della libertà dei
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oiilti. Si dice che dopo questa lettera l’imperalore facesse chiamare il miaistro del
culto per domandare ragioni di tali violazioni dellacostiliizione, eche il ministro
negasse tutto. Allora il corrispondente di
Londra avendo citato i falli dei Cl processi, sembra che l’imperatore sia disposto ad interpone la sua autorità onde
cessino le persecuzioDi conti o gli evangelici.
.Stati Uniti. — Un fatto misterioso per
alcuni è l’aumento del clericalismo negli
Siati Uniti. Egli è un fallo certo cbe i protestanti americani non divengono caltolici , fratlanlo i clericali vantano continuamente i loro progressi in America.
Ecco come tutto è spiegalo: le vicende
politiche; l’ordine, la libertà e l’agiatezza
che si gode in America, e la miseria eccessiva che si soffre in molli paesi catlolici ha spinto molli ad emigrare in America. Gli emigrati erano caltolici, ma la
più gran parte di solo nome e di nascila:
i preti han saputo profillare di una tale
circostanza per vantare le loro immaginarie vittorie. Quello che vi è d’ indubitato
in que.sle vittorie è il fatto seguente, che
.si ricava dalle lamentazioni di'gli slessi vescovi americani; che cioè in meno di unquarlo di secolo 2,000,000 di catlolici,
specialmente irlandesi, sono divenuti proteslanti in America: ecco le grandi vittorie dei clericali!
— Leggiamo ncll’£co d'Italia :
M. Bedini avanti lasua partenza di NewYork avea segretamente incaricato il vice
console romano della misteriosa e delicata
missione di presentare nel di lui nome
un ultimo e prezioso regalo ai caltolici
degli Stati Uniti e del Canada. Questo
consisteva nel Daguerroiipoche egli disse
aver portato seco, e trailo dalla famosa
Vergine di Kimini che durame il 1831 e
1832 si volle far credere movesse miracolosamente gli occhi e dal quale si sono
riprodotte oggi delle migliaio di slampe.
Quello che è però da osservarsi è che
la Madonna di Himini, una vecchia tela
dijiinla alcuni centinaia d'anni sono, rappresenta piulloslo un'imagine di una ripulsanle africana, niAilre al contrario il
Daguerrotipo e slampa che Redini ha voluto produrre come copia fedele, eseguito
del resto da un eretico di Nuova York,
rappresenta una bella seducente e volutluo.sa figura di cui ha tolta di testa In corona per renderla seuza dubbio più in
accordo alle idee democratiehe di questo
paese.
— Un corpo di circa 150 cittadini americani assisteva domenica scorsa nella
città di Brooklyn ad una riunione protestante religiosa; qunndo di ritorno in NewYork si trovarono a.ssaliti da una partita
molto maggiore d'irlandesi che gli attaccarono foriosamente lanciando pietre e
projettili che gli venivano alle mani. Fortunatamenle alcuni dei primi avevano seco
alcune (listole e poterono con queste far
fronte ai loro assassini, fintantoché la milizia essendo giunta sul luogo giunse a
di.-^perderli arrestando trenta o quaranta
di (|iie.“ti rivoltosi.
CUON.4CS1ETT.4 POLITICA
ToiitNO. — Da qualche giorno corrono
tanlo in Torino come in provincia sinistre
voci di torbidi per il caro del pane. Il
buon senso della [lopolazione piemontese
ci fa sperare che essa non uscirà dalla legalità.
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■ - Il giorno 28 ad un’ ora e mezzo antimeridiana è mono il principe Carlo Alberto, duca del Cliiablese. Egli era in elà
di Ire anni e 20 giorni. Era perfeltamenle
guarito dall’idrocefalo che lo aveva tornienlalo nello scorso inverno ; ma una
fosse convulsiva ha fatto riprodurre con
tale impeto la prima malattia che in pochi
giorni lo ba porlato alla tomba. — Era il
quarto genito della famiglia reale.
— È imminente l’esperimento di un
orologio elettro-magnetico di nuova invenzione. Uo solo rsgiilatore indicherebbe
l’ora, il miniilo ed il secoodo in tulle le
case, ed anche in tulle le camere di Torino.
Napoli. - Il decrelo che proibisce la
esportazione de’ bestiami sembra che sia
stato cagionalo dal fatto seguente: Un
agente francese comprava bestiami onde
approviginnare l’armala alleala d’Oriente:
saputosi ciò dal governo fu pubblicato il
veto. Se cosi fosse la cosa, non si Iratlerebhe di semplice neulraliià, ma di ostiiilà contro le potenze occidentali a favore
della Russia.
— Il re si è ritirato a Gaeta per passarvi rettale: intanto l’ha fatta munire di
viveri, e fa travagliare coniinuamente
sulle fortificazioni.
Inghilterra. I giornali Inglesi si occupano di nuove della pace. Secondo molti
giornali il vecchio principe di Melternich
avrebbe fatto un progetto di pace io un
memorandum che sarebbe già stato approvalo da lord Aberdeen.
Spagna. Un leutaiivo insurrezionale
ebbe luogo alle Isole Filippine, ma che fu
toslo represso coirincarceramento ed esecuzione capitale del suo autore, .signor
Cuesta, comandante del guarda-coste di
NuevaLeijn.
Vien.na. si scrive da Vienna all’Opinione, che la situazione dell'Austna a
fronte della Russia è sempre equivoca. SI
dice che i niovimenli delle truppe russe
nou sono direni contro l’Austria che in
apparenza, e siano già stati dati da Pietroburgo diversi ordini circa i movimenti
inllllari che accennano ad un accordo tra
l’Austria e la Russia.
SI parla di un secondo abboccamento
dell’imperatore d’Austria col re di Prussia.
Bbriino. In 24 ore le sottoscrizioni al
prestito furono sì numerose che copersero tutli i io milioni di talleri fin qui
emessi.
11 prestilo russo che fu qui aperto dalla
casa Mendeishon non trovò finora amatori.
GtìEciA. — Le ultime notizie d’Atene
sono del 17. Hadgi-Petros ha ceduto alle
rimostranze degli inviati delle potenze alleate, ed ha rinunciato all’insurrezione,
sotlo promessa che i cristiani dellaTessaglla saranno protetti dagli alleati. 1 ministri greci han chiesto conto a certi capi
degli insorti del danaro loro affidato.
I pirati scompaiono.
Russia. 1 danni cagionati al commercio
russo per il blocco del Mar Nero e del
Baltico, possono essere soltanto approssimativamente apprezzati da ciò che nel
1852 più di 3,800 navi approdarono nei
porti ballici, ed il numero dei legni che
ne uscirono fu presso a poco eguale. Nel
Mar Nero entrarono 2,600 aavi della capacità di 1,500,000 tonnellate.
DISPACCIO ELETTRICO
Parigi 29 giugno.
Vienna, 24. Estratto dal Moniteur:
L’Armata austriaca sarà fra lo giorni
in numero di 300,000 uomini, disposta a
scaglioni dalla frontiera della Dalmazia a
quella della Bukovlna. Il movimento dì
ritirala del Russi non può essere messo
In dubbio ; II suo scopo soltanto è ancora
un mistero
La convenzione con la Porta assicura
l’occupazione dei Principali per parte
dell’Austria, ma questa ne fisserà le disposizioni solo dopo aver ricevuta la risposta alle sue uliime intimazioni, come
anche alla nota prussiana, recata dal colonnello MiinleulTel, il quale dovette giungere a Pielroburgo il 20 e potrà essere di
ritorno nei primi giorni di lufjlio.
La nomina del generale Hess, la cui
capacità è di prim’ordine, è altamente
significativa. Gli ufficiali superiori, comandanti le qualtro armate, godono lulti
di bella fama, a motivo della loro esperienza e della loro bravura.
Direttore P. G. MEILLE.
Grosso Domenico gerente. _
TIP. SOC. DI k. PONS B CO.MP.