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/{ìJNANZITUTTO il regno è di Dio,
non dell’uomo, quindi non possiamo disporne a piacimento, come se
fisse qualcosa di nostra proprietà. In
secondo luogo. Regno e chiesa non si
identificano: possono essere copresenti ma non identici. Anzi, mentre la
chiesa è chiamata a porsi come testimone del Regno, essa talvolta si pone
nei suoi confronti in contrasto, vorrebbe prenderne il posto e presentarsi
pubblicamente come il regno di Dio in
terra, rivendicandone tutte le prerogative. E infine, il Regno è venuto oppure
deve ancora venire? È già venuto ma,
nello stesso tempo, deve ancora venire.
Ha iniziato il suo cammino fra di noi,
ma non l'ha ancora completato. C'è
chi riconosce e accoglie questo regno
che viene, ma c’è anche chi lo rifiuta e
lo combatte. Ma allora, che cos’è il Regno di cui parla Gesù? Non certo un
paese su cui regna un sovrano, perché
in questo senso il regno non «viene».
D'accordo con il pensiero ebraico, dobbiamo intendere l’espressione «regno
di Dio» con valenza verbale: Dio regna, quindi Dio esercita la sua sovranità come Re e Signore. Allora l’espressione della preghiera potrebbe essere
intesa come «venga Dio come re che regna» (questa era l’attesa di molti in
Israele) e quindi ci troviamo dinanzi a
una espressione messianica, presente
in molte pagine bibliche.
Q uando la chiesa primitiva ha riletto questa espressione messianica
l’ha collegata direttamente a Gesù Cristo, acclamato appunto come Re, Messia e Signore. In Gesù la sovranità di
Dio si è manifestata nella sua pienezza. E Gesù ha fatto continui collegamenti fra il suo ministero e la sovranità di Dio per cui l’intero suo ministero viene letto alla luce di questo riferimento pregnante. La sovranità di Dio
si manifesta nel ministero di Gesù in
una triplice dimensione: conflittuale,
restauratrice e pedagogica. Gesù manifesta la sovranità di Dio nel conflitto,
combattendo contro qualsiasi altro potere che pretende di esercitare una sovranità sull’uomo. Che cosa sono le
guarigioni di indemoniati se non il
conflitto fra due sovranità? Per poter
regnare, occorre sconfiggere le forze che
si oppongono a questa sovranità. Dove
c’è il re Gesù Cristo, non c’è spazio per
nessun altro potere. Il linguaggio del
conflitto è parte integrante della nozione di sovranità. La Bibbia è piena di
questi riferimenti. Quindi, ovunque si
combatte contro la prepotenza, la prevaricazione e l’ingiustizia, là si manifesta un segno del regno di Dio.
Gesù manifesta la sovranità di Dio
nell’opera di restauro dell’integrità
totale delle persone: che cosa sono le
Sprigioni operate da Gesù e le risurretLoni se non, appunto, il ripristino del^ totale integrità delle persone? L'azione di Gesù costituisce una «restitutio ad
Integrum»: l’essere umano viene ricon
dotto alla condizione che aveva al mo
ntento della creazione, senza malattie,
morte. Ovunque c’è una guarigione,
là c’è un segno del Regno. Gesù manifesta la sovranità di Dio anche nell’inse^amento: che cosa sono sono le parabole e l’intero insegnamento di Gesù se
tton, appunto, renunciazione delle «regole» che vigono nel regno di Dio? In
quel regno i rapporti sono diversi da
quelli presenti in que.sto nostro mondm.
utti dobbiamo imparare regole e stili
. ^Ita nuovi. Ancora una volta: là dove
st vive quel nuovo stile di vita, là c'è un
segno della realtà del regno di Dio. Il
di Dio è collegato a una sovra. che oggi si manifesta in segni che
^permettono di cogliere la presenza di
^*0 in mezzo a noi.
Domenico Tomasetto
SKTI'IM\NAU: DKU.K ( HIKSI-: KWNiirJJCHK KATTIS ri:, MKrODISTE, VALDhSI
La giustizia non necessita di emotività, ma di rigore giuridico e morale e di misericordia
Processi, condanne e opinione pubblica
Dalla campagna fortemente emotiva^ incoraggiata da altissime autorità civili e religiose a favore
di O'Delf alla sentenza esemplare che dichiara colpevoli, senza equivoci, Priebke e Haas
GIORGIO BOUCHARD
Esattamente 132 anni fa, lungo le strade di Greensville (Virginia) sfilavano mestamente le
truppe della Confederazione sudista, ormai irrimediabilmente sconfitte dall’esercito del Nord. Mercoledì scorso Greens-ville è stata teatro di un’altra sconfitta: l’esecuzione capitale di un uomo.
Ma sia ben chiaro: la sconfitta
consiste nella condanna a morte di
un uomo, non nella condanna di
quell’uomo: O’Dell era colpevole di
stupro e omicidio, anche se probabilmente era innocente dell’omicidio per cui è stato condannato a
morte. Ma insieme a lui, ogni anno
nel mondo migliaia di persone vengono condotte al patibolo: perché?
Dato che O’Dell era americano,
per il suo caso è stata chiamata in
causa l’etica protestante, la tradizione puritana, ecc. Come in tutte
le accuse, anche qui c’è una parte
di verità: la tradizione puritana del
«chi sbaglia paga», il rigorismo che
vige in molti ambienti protestanti
certo pesano nel facile ricorso
americano alla pena di morte. Ma
allora come mai la percentuale dei
cattolici americani favorevoli alla
pena di morte (73%) è esattamente
uguale a quella dei protestanti?
La spiegazione va cercata più a
fondo: l’America è un paese di tensioni sociali fortissime, acuite dalla
tumultuosa rivoluzione tecnologica
attualmente in corso: è vero che
quasi tutti hanno un posto di lavoro, ma è anche vero che tutti hanno
paura di perderlo ed è questa insicurezza, questa precarietà che au-menta il numero dei piccoli e grandi
criminali; senza parlare del fatto
che da Reagan in poi il divario tra
ricchi e poveri è cresciuto in modo
preoccupante. A ciò si aggiunge il
fatto che l’America dal 1945 ha assorbito quasi 50 milioni di immigrati, quasi tutti provenienti dal Sud
del mondo, e continua a riceverne
un milione e mezzo l’anno (e noi ci
lamentiamo per 13.000 albanesi...).
A queste inaudite tensioni sociali
non si risponde mandando al pati
tòRCA UNA PATRIA HIGUORI ^
ÎIMJRATURA PACE FRA 1 POPOLI
La lapide delle Fosse Ardeatine (foto P.
bolo 50 criminali (e qualche innocente) ogni anno, e tenendone in
carcere un altro milione e mezzo.
Si risponde solo con una riforma
sociale e morale di lungo respiro:
anche nella civile Inghilterra c’è
voluta una maggioranza laburista
per abolire la pena di morte,
trent’anni fa.
La macchina della morte può
dunque essere fermata. Ma bisognerà mobilitarsi, a livello mondiale, in una seria crociata contro la
pena di morte: non in manifestazioni emotive a favore di un condannato, scelto quasi «a caso» tra
migliaia di sventurati. In questo il
nostro popolo, incoraggiato da altissime autorità civili e religiose, ha
dato una sconcertante prova di superficialità: proprio nel momento
in cui la lotta alla mafia subiva una
grave sconfitta (l’art. 513), noi ci
mobilitavamo per un singolo caso
giudiziario, dimenticando che la
Romeo). A sinistra Jospeh O’Dell e II governatore della Virginia, George Alien
delitto, non un atto di guerra; e un
delitto è stata la colossale impresa
di dominio e di sterminio condotta
pena di morte è un problema quasi
universale, e tacendo pudicamente
sul fatto che il paese in cui si esegue il maggior numero di condanne capitali è la grande Gina (da 200
a 800, secondo le stime). Di questo
imbarazzo si è fatta interprete «Ellekappa» nella sua vignetta
sulT«Unità»: nel consueto dialogo
fra due figure, Luna dice «La pena
di morte della democrazia americana» e l’altra risponde «Un alibi di
ferro per quella della dittatura cinese». Ma i condannati di Pechino
non si vedono, né di persona né in
televisione: lontan dagli occhi, lontan dal cuore...
Molto meglio esce invece il nostro paese dal caso Priebke. Tanto
com’era stata sconcertante la mezza assoluzione dell’anno scorso,
tanto è esemplare la sentenza del
22 luglio: Priebke e Haas sono stati
dichiarati colpevoli, senza equivoci: le Fosse Ardeatine sono state un
sotto il segno della croce uncinata
e del fascio littorio.
Chiariti i fatti e le responsabilità,
si può (forse si deve) essere misericordiosi {non indulgenti) verso le
persone che di quella terribile vicenda sono state attori consenzienti, e talora volenterosi: cinque
anni di prigione a un ottuagenario
sono una condanna, ma non una
vendetta. La vendetta non apre
nessun futuro: rimescola soltanto
le passioni. Invece una giustizia capace di soppesare le situazioni
umane precisa inequivocabilmente il passato, ma apre anche uno
spiraglio verso l’avvenire: un avvenire che dovrà comprendere il superamento di tanti errori e il perdono di tanti peccati.
Auguriamoci che si tratti di errori
riconosciuti e di peccati confessati.
Il testo approvato dal Parlamento russo privilegia gli ortodossi
Eltsin pone il veto alla nuova legge sulle religioni
Pur pressato dal mondo ortodosso e islamico
il presidente russo Boris
Eltsin non ha firmato il
disegno di legge (già approvato dalla Duma, il
Parlamento russo con
una maggioranza schiacciante di 337 voti contro
5) sulla «Libertà di coscienza e le associazioni
religiose», un testo fortemente restrittivo, che
concede pari dignità a
ortodossia, islamismo,
buddismo ed ebraismo e
prevede il divieto di culto
e di attività pubblica a
tutte le altre chiese e organizzazioni religiose
presenti da meno di 15
anni nel paese; i missionari stranieri potranno
svolgere la loro attività
solo sotto gli auspici di
un gruppo religioso «tradizionale» e quindi già
registrato. Ora la Duma
può modificare la legge o
ripresentarla per la firma
del presidente se confermata con una maggioranza di due terzi.
La nuova proposta di
legge ha comprensibilmente allarmato la Gbiesa cattolica e tutte le denominazioni protestanti:
numerosi erano stati gli
appelli al presidente Eltsin con la richiesta di
porre il suo veto a un te
sto che è «una palese violazione della libertà di
coscienza» (Denton Lotz,
segretario generale dell’Alleanza battista mondiale) e che «favorendo
alcune chiese, tradisce lo
spirito stesso di quel movimento ecumenico che
in anni difficili si è fortemente impegnato per la
libertà della Chiesa ortodossa russa» (Riger Minor, vescovo del distretto
euroasiatico della Chiesa
metodista). Per Viktor
Krushenitsky, awentista,
Amiche lettrici, amici lettori,
per consentire le vacanze dei tipografi e dei redattori il settimanale non uscirà per le prossime
due settimane. Torneremo nelle buche delle lettere e nelle edicole delle Valli venerdì 22 agosto.
segretario generale per la
Russia dell’Alleanza internazionale per la libertà religiosa (Airi), il
provvedimento è «in netto contrasto con le normative internazionali in
materia e con la stessa
Costituzione russa». 11
commento prevalente in
ambito ecumenico è che,
con la scusa di frenare le
possibili attività illegali
delle «sette», si voglia in
realtà portare ortodossia
e Islam a godere di alcuni importanti vantaggi di
posizione, consentendo
allo stesso tempo allo
stato di tornare ad interessarsi di questioni religiose, concedendo o negando autorizzazioni come in un non lontano
passato. (nev)
COPPIE INTERCONFESSIONALI. Si è tenuto a Torre Pellice il 15° incontro internazionale delle coppie interconfessionali in cui si è discusso di battesimo,
catechesi ecumenica, intercomunione,
cammino nella fede di figli e genitori,
doppia appartenenza ecclesiastica e
coinvolgimento delle comunità. La
strada che si deve percorrere è ancora
lunga, ma si deve riconoscere che un
buon tratto è stato compiuto, (pag. 3)
CANDIDATI AL MINISTERO PASTORALE. Uno degli atti più significativi
che compie il Sinodo delle chiese vaidesi e metodiste è la consacrazione
dei nuovi pastori. Quest'anno sono in
cinque a presentarsi all'esame del
corpo pastorale, l'ultimo atto di «verifica» della loro vocazione e delle loro capacità che prevede l'ordinamento ecclesiastico vigente. (pag. 4)
CINA E DIRITTI UMANI. Durante la recente Assemblea mondiale della Federazione luterana, tenutasi a HongKong, si è discusso ampiamente e animatamente dei diritti umani in Cina
decidendo, alla fine di un dibattito
controverso, di non pubblicare la dichiarazione proposta. (pag.8)
2
PAG. 2 RIFORMA
venerdì 1^ agosto
«Or molta gente
andava con lui;
ed egli, rivolto
verso la folla disse:
“Se uno viene a
me e non odia suo
padre, sua madre,
e la moglie,
i fratelli, le sorelle
e persino la sua
propria vita,
non può essere
mio discepolo.
E chi non porta
la sua croce e non
viene dietro a me,
non può essere
mio discepolo.
Chi di voi, infatti,
volendo costruire
una torre, non
si siede prima a
calcolare la spesa
per vedere se ha
abbastanza per
poterla finire?
Perché non
succede che,
quando ne abbia
posto le
fondamenta e non
la possa finire,
tutti quelli
che la vedranno
comincino
a beffarsi di lui,
dicendo:
Quest’uomo
ha cominciato a
costruire e non ha
potuto terminare.
Oppure, qual è il
re che, partendo
per muovere
guerra a un altro
re, non si siede
prima a
esaminare se con
diecimila uomini
può affrontare
colui che gli viene
contro con
ventimila?Se no,
mentre quello è
ancora lontano,
gli manda
un’ambasciata
e chiede
di trattare la pace.
Così dunque
ognuno di voi,
che non rinunzia
a tutto quello che
ha, non può essere
mio discepolo.
Il sale, certo,
è buono;
ma se anche il sale
diventa insipido,
con che cosa gli
si darà sapore?
Non serve né per
il terreno, né per
il concime; lo si
butta via.
Chi ha orecchi
per udire oda’’»
(Luca 14, 25-35)
UNA TORRE E UNA GUERRA
Guardare alla vita così com'è porta all'insegnamento delle due brevi parabole
della torre e della guerra: essere previdenti e non basarsi su false illusioni
GREGORIO PLESCAN
Proseguiamo la nostra riflessione sulla chiesa e il mondo con
una battuta: viviamo in un paese
che crede nei miracoli, o almeno
si comporta come se fosse cosi!
I cambiamenti
richiedono tempo
LJITALIANO e l’italiana medi
non basano il rapporto con
la vita sulla razionalità, sulla
previsione ragionevole di quello
che succederà e su come immaginare il futuro possibile a partire dalle conseguenze delle nostre scelte. Piuttosto sembriamo
mossi dall’idea che il mondo
può cambiare in modo imprevedibile, ma positivo, da sé: lo
«stellone d’Italia», come lo si
chiamava anni fa, in occasione
delle partite di calcio.
Pensiamo ad esempio al referendum popolare, che ormai
tempo fa cambiò il sistema elettorale, passando dal sistema
proporzionale a quello maggioritario uninominale. La convinzione era che i troppi partiti rappresentati in Parlamento, bloccassero l’efficienza della nazione, e si pensò che bastasse un
accorgimento tecnico per mutare radicalmente un modo di
pensare lungo di decenni. Ma il
risultato è stato diverso, perché
la storia non si cambia con un
semplice cambiamento di regole, schioccando le dita. E non è
detto che con il federalismo le
cose saranno differenti.
Tutti sappiamo quanto la no
stra storia sia complessa e intricata, colma di rapporti non
sempre chiari tra regioni e province (anche nei proverbi: «Meglio un morto in casa che un pisano, o quello che volete voi,
fuori dall’uscio...»). Di solito i
cambiamenti di tipo di stato sono frutto di lunghi processi storici. È difficile che un tratto di
penna riesca a mutare il carattere di milioni di persone: più facile che, oggi come oggi, un’ulteriore divisione amministrativa
porti ad altre pastoie burocratiche (forse domani, oltre ad avere una burocrazia per la Repubblica, per la Regione, per la Provincia e per il Comune, ne avremo anche una per la Repubblica
ligure o marchigiana).
Esiste un libro, intitolato
«Storia della stupidità militare»,
che riassume così questo tipo di
rischi: «In ogni organizzazione
le probabilità di piazzare gli uomini (o qualsiasi altra cosa) nei
posti sbagliati aumentano in
misura proporzionale al quadrato della complessità». In altre parole, più si mettono in atto progetti complicati, più è
probabile sbagliare.
vi parabole, presentando una
maniera interessante per guardare alla vita e anche alla politica, al potere e alla sua gestione.
Notiamo innanzitutto che Gesù
non ha tutti i pudori che abbiamo noi, portati come siamo a
mettere in evidenza della Bibbia e della storia gli aspetti che
ci piacciono e ci convincono. Il
Signore parte dal punto di vista
del potente, uno che si costruisce una torre (di vedetta? un
deterrente contro altri come lui
o contro poveracci che vorrebbero prendersi un po’ di roba
sua?) e due re che stanno per
farsi la guerra.
Si può imparare
anche dai potenti
Preghiamo
Signore, quando ci guardiamo intorno siamo costretti a chiederci che cosa abbiamo fatto della nostra fede in te.
Spesso usiamo il tuo nome per consolarci, per dire
a noi stessi che tutto va bene, ma non ti prendiamo
poi così sul serio.
Ti preghiamo, fa’ di noi delle persone desiderose
di ascoltare la tua parola e tradurla in impegno e
azione; fa’ di noi dei credenti e delle credenti che
hanno il coraggio di uscire dal tran tran quotidiano e
buttarsi nella mischia della vita.
Donaci saggezza e lungimiranza, donaci capacità
di progettare la nostra esistenza e di pianificare la vita della nostra chiesa.
Se la Riforma
non fosse stata repressa
Molti hanno tentato di
spiegare le ragioni di questo atteggiamento, mettendosi
sulla difensiva (gli italiani non
sono gli unici al mondo che la
pensano così), oppure con toni
vagamente nostalgici per un
mondo che non è stato (pensiamo a tutti i dibattiti che immaginano come sarebbe potuta essere diversa l’Italia se la Riforma
non fosse stata repressa nel
’500-600 e relegata nelle valli
valdesi). Anche senza eccedere
nell’anticlericalismo «militante», però, non possiamo negare
che il cristianesimo, se non altro
nella sua versione maggioritaria
nel paese, ha avuto il suo peso
nel determinare il nostro atteggiamento collettivo. Basti tra
tutte l’espressione del Machiavelli, antica eppure attuale: «Abbiamo adunque con la Chiesa e
con i preti noi italiani questo
primo obbligo: di essere diventati senza religione e cattivi...».
Gesù racconta queste due bre
GUARDIAMOCI intorno: attorno a noi non ci sono solo
deboli e miti, poveri e mansueti:
ci sono anche ricchi e forti, prepotenti e armati. Secondo Gesù,
noi possiamo imparare anche
da loro, anche se non ci ritroviamo nella loro visione del mondo. Questo brano non è l’unico a
presentare i «cattivi» come esempio. Pensiamo alla parabola
del «fattore infedele»: non è il
caso di farci fermare da falsi pudori, se non altro perché le chiese cristiane, dato il loro sviluppo
storico, si sono trovate più di
una volta nei panni del «re» o
del costruttore della torre. E forse Gesù lo immaginava. Guardare alla vita com’è porta all’insegnamento delle due parabole:
essere previdenti e acuti, disposti ad affrontare il futuro in maniera seria e critica: non basarsi
su false illusioni che tutto vada
bene solo perché vorremmo che
fosse così.
Il nostro atteggiamento nazionale e un po’ avventuristico
sembra aver dimenticato queste
parabole di Gesù applicando la
fede nei miracoli, in questo genere di miracoli. E non è detto
che le nostre chiese siano diverse. Se parliamo di razionalizzare, di far funzionare le cose e le
strutture che abbiamo a disposizione, in teoria siamo tutti d’accordo. Quante volte però l’applicazione pratica di queste idee
alla vita delle comunità, per non
dire alla «strategia delle chiese»,
ci pone su un terreno friabile?
Spesso le occasioni nelle quali si
fanno piani e previsioni realistiche, che comprendono magari
anche dolorose decisioni di abbandonare dei progetti, sono viste come un tradimento.
Le persone si sentono talvolta
amareggiate per come vanno le
cose, ma non sempre il «mugugno» si traduce in analisi, studio
e cambiamento di linea. Pochi
frequentano il culto? Le contribuzioni non sono soddisfacienti? Non molti si mettono a studiare il perché di questi avvenimenti, i più preferiscono recriminare, pensare al buon tempo
andato. Non si analizzano i limiti e le prospettive dei progetti
(l’altezza della «torre» che possiamo costruire, della «guerra»
che possiamo intraprendere) si
preferisce rimanere fermi, lamentandoci che poi non tutto
va come si vorrebbe.
L'insegnamento di Gesù
Gesù, con queste due corte
parabole, ci vuole insegnare alcune cose. Innanzitutto
che non dobbiamo aver paura
di guardare al mondo così com’
è. Valutare se un progetto è attuabile o meno non è una bestemmia, né la negazione della
forza dello Spirito Santo. Questa analisi può anche essere fatta a partire dai criteri del «mondo» (la torre e la guerra). Spesso
possiamo imparare molto più
da chi sta «fuori» dal nostro ambiente. Non dobbiamo diventarne sottomessi, naturalmente,
ma possiamo essere abbastanza modesti da capire che anche
un «re» può offrirci degli spunti
di riflessione.
D’altra parte intraprendere
delle iniziative è giusto, anzi,
indispensabile. Come per la parabola dei talenti, la vita della
chiesa ha senso solo se investita, spesa, messa a rischio. Non
è possibile fermarsi ad aspettare quello che succederà, attendendo un improbabile arrivo
delle folle. Dobbiamo piuttosto
metterci in movimento, con
progetti precisi e realistici, ma
anche ambiziosi. La prudenza è
d’obbligo, ma la rassegnazione
non fa parte del vocabolario dei
cristiani.
(seconda di una serie
di tre meditazioni)
Note 0ß
omiletiche
Una predicazione
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due parabole di Lue,'
potrebbe partire h,
schede di catechismo
scere nella fede. ^
In questo lavoro
scheda n. 16, ai catecù
ni viene proposto dii
il «gioco dei proge,,
una sorta di gioco su. '
cosa vorresti fare da '
de?». Il motivo potr^
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chi va al culto; come
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nità «da grande», didj |suieri®
nel 2007? E, se non ab tecomu
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non li abbiamo? È posi 15“ loco
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periodo di riflessioni ‘prancia,
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ragioni per «vivere, i.Torre P<
giornata». Però è an '¿io.Lei
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presenta una visionei* dell’As!
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ri, Mondadori, 1992. “
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vivere; jorre Pellice dal 12 al 14 luè ani jjo. Le riunioni si sono svolte
• le nos ^jiia biblioteca della Casa
'viddese, mentre l’ottima ospitalità è stata garantita, come
So uT sempre, dalla Foresteria.
‘ssiva La prima mattinata e stata
oi impa, dedicata alle testimonianze,
mondo che sono state vive, concrete,
>sa peni a volte sofferte, a volte gioioleggiai se, che hanno messo in evi'ide spui (lenza il fatto che ogni coppia
lenti ap i^i^glie, nell’assenza di orienontanisi r^menti ufficiali delle chiese,
la sua via per educare alla fedeifigli, per coinvolgere le ri® I*“ I spettive comunità, farle paria paura cammino. L’a
>> esem spirazione delle coppie miste
lei mon, non è quella di una loro dereono off Isponsabilizzazione nell’afer l'edif ¿ontare l’educazione religioimunità Isadei figli, ma è quella di
ome noi‘ sentire al proprio fianco le
piiiese e di vederle impegnate
ta neici-pffjj-iaijjjente nella ricerca
.a, bensì ¿ggg possibili risolu
fare utu ^ esperienze vissute dalle
jetti, eth coppie in Europa, il
a fa'ttibiÌLnstrate al convegno, hanno
nonlit fatto emergere un quadro
ro manti molto variegato di scelte e di
una pri situazioni, determinate an
che dalle diverse realtà di
dialogo ecumenico esistente
nelle singole aree geografiche: per una coppia mista è
molto più facile percorrere
agevolmente un cammino
ecumenico a Lione che non
in altre zone della Francia. Le
aperture concrete delle chiese sono frutto delle iniziative
locali, come per esempio
quella di un vescovo della Lorena che ha affrontato la questione dell’intercomunione,
dando le opportune disposizioni in proposito e aprendo
così una possibilità alle coppie miste di celebrare insieme, in determinate circostanze, l’eucarestia.
Gli argomenti trattati nel
corso delle discussioni sono
stati molti: il battesimo, la catechesi ecumenica, l’intercomunione, la doppia appartenenza, il cammino nella fede
di figli e genitori, il coinvolgimento delle comunità. La
strada che bisogna percorrere è ancora lunga, ma si deve
obiettivamente ammettere
che un buon tratto è stato
compiuto e che l’ecumenismo comincia a registrare risultati concreti di notevole significato. Gli stranieri si sono
rallegrati con noi per il Testo
comune approvato dal Sinodo valdese e dalla Gei nel
1996 e firmato ufficialmente
il 16 giugno 1997, che contiene tante indicazioni preziose
che attendono di essere conosciute e applicate. Questo
documento rappresenta oggi
l’atto più avanzato in Europa
in materia di accordi tra le
chiese su un tema specifico
di grande attualità, come è
quello dei matrimoni tra cattolici e protestanti: almeno in
questo campo l’Italia ha il
merito di aprire nuove prospettive sul piano dell’ecumenismo concreto.
Padre René Beaupère e don
Mario Poiastro hanno invitato le coppie a fare maggiormente sentire le proprie esigenze alle chiese, a insistere
perché esse si facciano carico
dei loro problemi invece di
disinteressarsene come avviene in generale, tranne per
la partecipazione di alcuni
pastori e preti volonterosi. Le
coppie devono altresì tenersi
al corrente del cammino fatto dalle chiese e inserirsi attivamente nella loro attuale ricerca di una catechesi permanente che coinvolga alle
soglie del nuovo millennio
sia i giovani sia gli adulti per
una testimonianza viva e
concreta dell’Evangelo.
Nella giornata di chiusura il
tema è stato trattato in modo
esauriente da due relazioni:
quella di don Giorgio Grietti
sulla catechesi e i sacramenti
nella Chiesa cattolica e quella
del pastore Alberto Taccia su
battesimo, confermazione e
catechesi nella Chiesa valdese. Dobbiamo sottolineare
che a dibattere un argomento
così importante, anche per le
sue implicazioni di natura
ecumenica, erano stati invitati preti e pastori del Pinerolese. La partecipazione da parte
cattolica, guidata dal vescovo
mons. Giachetti, è stata nu
merosa mentre purtroppo è
stata molto ridotta quella di
parte valdese.
Nel corso del dibattito il
pastore Taccia ha posto sul
tappeto un tema di vivissimo
interesse: la gerarchia delle
verità, richiamata esplicitamente nel decreto Unitatis
redintegratio del Concilio Vaticano IL È un tema il cui approfondimento si fa sempre
più urgente e determinante per un cammino ecumenico di riconciliazione. Padre
Beaupère ha riconosciuto
l’importanza dell’argomento
e ha osservato che la fede,
nella concezione cattolica, si
può paragonare a un albero:
nel tronco, colonna vertebrale, si collocano le verità fondamentali, nei rami laterali le
verità secondarie (fra cui vari
riferimenti a Maria). Il sabato
sera il gruppo si è recato a Pinerolo per una bella passeggiata attraverso il centro storico fino alla chiesa di San
Maurizio e ha vissuto un momento di simpatica ospitalità
presso la chiesa di San Lazzaro. La domenica siamo andati a Perrero, dove le due comunità ci hanno accolti per il
culto e la liturgia cattolica
con molto calore e simpatia;
in seguito abbiamo pranzato
a Agape. L’illustrazione delle
attività del Centro e la visita
al museo valdese hanno interessato tutti, in modo particolare gli ospiti stranieri. Al
termine dell’incontro vi è stata la decisione unanime di ritrovarsi tutti fra due anni,
sempre a Torre Pellice.
Intervista a Jacques Stewart e a Jean Tartier, ex e nuovo presidente della Fpf
Una preoccupazione costante per l'ecumenismo
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In occasione del passaggio
di consegne alla presidenza
della Federazione protestante di Francia (Fpf), i membri
dell’Associazione dei giornalisti dell’informazione religiosa hanno intervistato il
pastore Jacques Stewart, presidente uscente, e il pastore
Jean Tartier, nuovo presidente, entrato in funzione il 1“
luglio scorso.
- Un bilancio dopo IO anni
a capo della Fpf.
Stewart: «Vorrei sottolineate tre aspetti: l’attualità, Tecumenismo, la vita della Federazione. 11 nostro coinvolgimento negli affari del mondo, le nostre reazioni all’attualità hanno sempre richiesto tutta la nostra attenzione
6 i nostri sforzi. Poco dopo la
Mia elezione alla presidenza,
la Fpf ha accolto Jean-Marie
Djlbaou che chiedeva il nostro aiuto per fare uscire la
Nuova Caledonia dalla “impasse” in cui si trovava. 11
tuolo che abbiamo potuto
giocare nella soluzione di
guella crisi è stato senz'altro
bn tempo forte. Ce ne sono
stati altri, come il miracolo
dell’evoluzione del Sud Africa. Globalmente però, penso
che le nostre chiese, troppo
prese dall’attualità immediata, non prendono abbastanza
tempo per riflettere sui grandi momenti della nostra stona recente, per rileggerli
Chiedendosi se li hanno afrontati nella fedeltà al messaggio evangelico.
Sul piano dell’ecumeni^d> siamo stati costanteente animati dalla preoccupazione del partenariato,
alla convinzione che il riT®^to deU’gjjerità non è conadditorio con la libertà di
ji^timersi a nome di una
gola chiesa. Non ci sono
Il pastore Jacques Stewart
zone riservate ma, di fatto,
abbiamo concezioni differenti della parola sociale.
Dobbiamo liberarci gli uni e
gli altri dai nostri contenuti
normativi sulla chiesa universale, e andare verso una
parola più franca.
Per quanto riguarda la vita
della Federazione, credo che
l’allargamento della Fpf ad
altre chiese vada nella giusta
direzione. Mi congratulo del
fatto che abbiamo riannodato il dialogo teologico con il
movimento pentecostale più
importante, vale a dire le “Assemblee di Dio". Penso che
dobbiamo rilanciare lo studio
teologico alla base, perché si
va perdendo la nostra vocazione ad essere un popolo di
teologi» (...).
-Ambedue parlate della vostra preoccupazione «costante» per l’ecumenismo. E condivisa dalle altre chiese? Non
è dovuta alla vostra situazione minoritaria in Francia?
Tartier: «Indubbiamente, la
sociologia religiosa gioca la
sua parte. Credo che anche
l’educazione sia determinante. Per quanto mi riguarda, i
miei genitori hanno sempre
tenuto la porta aperta; accoglievano tutte le confessioni e
tutte le nazionalità. Dobbiamo dare molta importanza
all’emergere della sensibilità
ecumenica fra i giovani. Del
resto, il terreno mi sembra favorevole. Certo, viviamo l’ecumenismo in modo diverso,
ma i cattolici e gli ortodossi lo
prendono molto sul serio. Anche se, una volta di più, mi dispiace che non ci esprimiamo
più liberamente».
- Non è necessario risvegliare il Consiglio delle chiese
cristiane in Francia?
Tartier: «Tra i suoi membri
si è instaurato un vero spirito
di colleganza. Ma credo che
effettivamente dobbiamo
concertarci per sapere quali
parole comuni e quali parole
separate possiamo avere, per
meglio delimitare i terreni
sui quali possiamo impegnarci insieme».
- La messa papale del 24
agosto coinciderà con l'anniversario del massacro dei protestanti alla San Bartolomeo
nel 1572. Alcuni ne sono rimasti scioccati. Alla fin fine, i
cattolici hanno proposto una
cerimonia penitenziale. La
Fpf vi ha aderito?
Tartier: «Sono stato contattato a questo proposito da
mons. Lustiger. Noi siamo favorevoli, a condizione che sia
pensata in modo ecumenico
e reciproco, e che si situi nella prospettiva giubilare, con
ad esempio una grande cerimonia di riconciliazione tra
le chiese. Questo comunque
non deve essere fatto in modo precipitoso. L’iniziativa
del dipartimento “Giovani”
della Fpf, con la “Carta del vi
vere insieme”, intende essere
un contributo importante a
queste Giornate mondiali
della gioventù».
- Come reagite ai molti
commenti sul «potere protestante» in riferimento alla
confessione religiosa del nuovo primo ministro francese
Lionel Jospin?
Stewart: «Mi dà fastidio
nella misura in cui, anziché
parlare di una certa originalità protestante collettiva, in
senso democratico, si sottolinea sempre l’idiosincrasia di
questa o quest’altra personalità pubblica».
Tartier: «Mi lusinga, ma a
condizione che si precisi che
i protestanti, credenti o no,
occupano posti di responsabilità di ogni genere in tutti
gli strati della società, non
solo quelli più visibili. Ad
esempio, essi sono molto
presenti nelle associazioni.
Questo ha a che vedere con
una cultura della responsabilità e degli affari pubblici, inculcata loro fin dall’infanzia».
(spp/apìc)
Il pastore Jean Tartier
Dal Mondo Cristiano
Modificate le date della Vili Assemblea
del Consiglio ecumenico delle chiese
GINEVRA — Difficoltà impreMste hanno costretto il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) a cambiare le date della sua
prossima Assemblea, che doveva aver luogo ad Harare, capitale dello Zimbabwe dal 10 al 22 settembre 1998. Il Cec ha annunciato che l’Assemblea si terrà dal 3 al 14 dicembre 1998,
nel campus universitario di Harare. Il cambiamento è dovuto
alla decisione delle autorità dell’Università di riorganizzare
l’anno universitario su due semestri, con inizio delle lezioni
ad agosto. La decisione di tenere l’Assemblea ad Harare era
stata presa nel gennaio 1994 durante una riunione del Comitato centrale a Johannesburg, in Sud Africa. Le altre città candidate erano Amsterdam e Bucarest. L’ultima Assemblea del
Cec si è svolta a Canberra (Australia) nel 1991. Quella del
prossimo anno sarà la Vili Assemblea del Cec e segnerà il 50°
anniversario del Cec, fondato ad Amsterdam nel 1948. (eni)
La Società biblica propone una nuova
traduzione ecumenica della Bibbia
ROMA — Entro il 2000 dovrebbe uscire una nuova versione
ecumenica del Vangelo di Giovanni. Il progetto è stato proposto a tutte le chiese cristiane italiane (protestanti, cattolici e
ortodossi) dalla Società Biblica in Italia. «Perché - dice Valdo
Bertalot, Segretario della Società Biblica - non esiste nessuna
traduzione biblica ecumenica che sia “letteraria” fatta insieme da tutte le chiese e soprattutto utilizzabile da tutti. La nostra vuole essere una proposta per una società multiconfessionale. Si spera di poter pubblicare il testo entro il 1999».
Hanno finora aderito al progetto: la Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, la Tavola valdese, l’Opera per le chiese
metodiste, l’Unione delle chiese battiste, la Chiesa luterana, la
Conferenza episcopale italiana, la Chiesa greco-ortodossa
d’Italia e la Consulta ministeriale evangelica.
Pax Christi propone la smilitarizzazione
dei cappellani militari
BARBIANA — Giovedì 26 giugno, in occasione del 30° anniversario della morte di don Lorenzo Milani, Pax Christi ha chiesto nuovamente che si ritorni a discutere sul ruolo dei «cappellani militari». Anche se il mondo militare riguarda la comunità
civile, il dibattito su di esso, sostiene Pax Christi, può e deve nascere dalla comunità ecclesiale cattolica: è essa che destina alcuni suoi preti a vestire una divisa, assumere un grado, essere
parte integrante di un’istituzione che, al di là degli intenti cosiddetti «umanitari», anche alla luce dei recenti episodi, produce ancora segni estremamente contraddittori. Pax Christi chiede di aprire un dialogo sul ruolo dei cappellani militari, proponendo la loro smilitarizzazione: potrebbe essere un gesto significativo e concreto di conversione, anche alla luce del Giubileo,
per iniziare il 3° millennio più fedeli al Vangelo di Cristo.
Olanda: no al nome di Dio suH'Euro
AMSTERDAM — Il segretario generale della Chiesa riformata olandese ritiene che non sia bene imprimere il nome di Dio
sulle nuove monete Euro. In un’intervista radiotelevisiva, ha
dichiarato: «Non è bene santificare così il denaro profano», alludendo all’iscrizione incisa su alcune monete, come ad esempio quella di 5 franchi svizzeri: «Dominus providebit». (spp)
Mons. Sàenz Lacalle rinuncia alla carica di
Ordinario militare del Salvador
ROMA — «Pax Christi Italia esprime viva soddisfazione per la
rinuncia di mons. Fernando Sàenz Lacalle, arcivescovo di San
Salvador, alla carica di Ordinario miiitare del Salvador. La nomina a generale di brigata dell’arcivescovo salvadoregno, successore di mons. Oscar Romero, testimone dei poveri e martire
della pace, aveva suscitato in noi grande disappunto e profonda amarezza. Quell’incarico lo proiettava al vertice dell’istituzione che nella vicenda dell’assassinio di mons. Romero come
di tanti altri testimoni nel corso della lunga e tragica storia salvadoregna, aveva avuto una posizione quanto meno inquietante. Già in altre occasioni, come movimento cattolico internazionale per la pace, abbiamo avuto modo di esprimere le
nostre perplessità sulla presenza di ecclesiastici "integrati” nelle forze armate dei diversi paesi. Perciò rilanciamo ora, anche
in questa occasione che è motivo di speranza, la proposta che
il servizio di sacerdoti e vescovi, anche presso l’esercito italiano, avvenga in assenza di privilegi e stellette, come pura assistenza spirituale e pastorale dei militari, soprattutto dei giovani. Anche i vergognosi episodi di violenza compiuti da soldati
italiani nella missione Ibis in Somalia possono essere un’occasione importante per riflettere sulla presenza e sul ruolo dei
cappellani militari». (Comunicato di Pax Christi Italia)
; La prima Facoltà di teologia femminista
LIPSIA— Per tre giorni durante il recente raduno evangelico
del «Kirchentag» (18-22 giugno), è stata fondata e ha operato la
prima Facoltà di teologia femminista. Un’occasione simbolica
che dovrebbe avere un seguito anche al prossimo Kirchentag
(Stoccarda 1999). Nei tre giorni hanno tenuto lezioni Dorothee
Sòlle, Elisabeth Moltmann, Luise Schottroff, Maria Jepsen e
Aruna Gnanadason.
Le sfide della comunicazione globale
CHONJU (Corea del Sud) — Pur consci che la tecnologia
esclude dalla comunicazione una gran parte dei popoli del
mondo, siamo chiamati a usufruirne per cercare di creare
nuovi modelli di comunicazione e di comunità. Questa constatazione conclude un documento diffuso al termine del primo laboratorio internazionale sulla globalizzazione della comunicazione, tenuto la settimana scorsa a Chonju nella Corea
del Sud, dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) e dall’Associazione per la comunicazione cristiana (Wacc). «Viviamo
tra Babele e Pentecoste - dice il documento - ma il nostro
scopo è di creare una nuova Ecumene». (nev)
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 1^ AGOSTO
iàone
ine-*“'
La vocazione al di là delle lingue e delle culture
Winfrid Pfannkuche: centralità della Parola
all""'
L'EditofS s
stata forse una rigida
Sinodo t996. Il momento delle consacrazioni
L'amore di Dio ci spinge al servizio degli altri
Massimiliano Pagliai: la voce della fede
, ,T T DIRE una voce lonta
na proveniente da
uno stretto sentiero. Un sentiero delimitato da due file di
alberi che negano lo spazio
agli occhi. Camminare fino a
quando si scopre che il sentiero preso conduce a una
croce. Capire che la voce che
si è seguita è quella della fede. Cosi potrei descrivere la
mia esperienza di fede, poiché la fede non è altro che un
cammino che porta a Dio per
mezzo della croce di Gesù
Cristo.
Un cammino che si intraprende perché si è udito
qualcosa, che ti spinge a
prendere una via che sino a
allora avevi ignorato. Così un
giorno presi la Bibbia leggendola per intero. Scoprii la
grazia e l’amore di Dio, una
grazia, un amore che precedono ogni nostra azione e
desiderio poiché “In questo è
l’amore; non che noi abbiamo amato Dio; ma che egli
ha amato noi e ha mandato
suo figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri
peccati” (I Giovanni 4,10).
Un amore, quello di Dio,
che spinge a mettersi al servizio degli altri. Nacque così il
desiderio di entrare in Facoltà per poter essere portatore dell’amore di Dio. Ecco
un’altra tappa del mio cammino. Un cammino che non
è stato sempre semplice; i
Teologia e confronto reciproco
Daniela Santoro: chiesa
e impegno comunitario
passati ormai
quasi sette anni da
quando, dovendo scegliere la
facoltà universitaria alla quale iscrivermi, alcuni membri
della comunità di cui facevo
parte mi hanno indirizzato
verso la Facoltà di teologia.
Certo allora il pastorato mi
sembrava molto lontano e
avevo ancora molte cose da
verificare e valutare, anche
perché se le esperienze che
avevo fatto fino ad allora mi
spingevano a continuare il
mio impegno nella chiesa,
non avevo pensato seriamente alla possibilità di farlo da
pastore.
Già da diversi anni, infatti,
avevo cercato e trovato un
mio posto nella comunità:
avevo collaborato con le monitrici nell’organizzazione di
incontri per bambini occupandomi soprattutto della
parte musicale, avevo condotto un gruppo della scuola
domenicale, avevo avviato
delle attività con i ragazzi
della mia età.
Certo avvertivo la mancanza di una maggiore prepara
zione biblica e teologica e di
una più ampia conoscenza
ed esperienza di metodologie
e tecniche di animazione, ma
ero soddisfatta di ciò che facevo perché sentivo di essere
veramente parte della comunità, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi
che insieme ci eravamo proposti mettendo a disposizione ciò che sapevo fare. Sono
convinta, infatti, che il lavoro
nella chiesa debba essere
portato avanti comunitariamente coordinando i doni, la
preparazione, la disponibilità
di ogni persona; ma credo
anche che uno dei compiti
della comunità sia quello di
riconoscere i doni dei singoli
proponendo loro concrete
possibilità di servizio.
Gli studi teologici hanno
ampliato i miei interessi, mi
hanno presentato varie problematiche. mi hanno aperto
nuove prospettive di servizio
e soprattutto l’anno trascorso
a Neuchâtel mi ha aiutato a
intuire le interazioni fra teologia, fede e comunità dei
credenti.
Durante il periodo di prova
che ho svolto a Torino, ho
avuto modo di sperimentare
la collaborazione tra le varie
componenti della comunità,
le modalità del confronto,
della valutazione, dell’organizzazione, dell’agire in campi e situazioni diverse, l’impegno di fratelli e sorelle con
cui discutere, programmare,
pregare, operare, sperare.
Mi sono sentita nuovamente parte di una comunità ^
ebe in un clima di collaborazione e sostegno reciproco
testimonia la propria fede
portando avanti il ministero
affidatole».
momenti di difficoltà non 'sono mancati, e sicuramente
non mancheranno neanche
in futuro. Anche nel periodo
di prova ho potuto prendere
coscienza di quante e quali
responsabilità un pastore
debba farsi carico.
In questo arco di tempo ho
constatato e compreso quanto sia importante la comunione con gli altri, la reciprocità dei rapporti. Lungo il nostro cammino non siamo soli; non siamo soli perché siamo con Cristo; non siamo soli perché con noi ci sono altri
fratelli e sorelle che condividono il nostro peregrinare.
La nostra vita è dunque un
cammino che trova la sua
origine in Dio e in Dio trova
la sua meta, a condurci per
mano è Gesù Cristo che ci
mostra come la comunione
con Dio non è una cosa impossibile da realizzare poiché
è desiderio di Dio quello di
entrare in comunicazione
con noi chiamandoci figli».
etica protestante del
lavoro e del risparmio a permettere a una famiglia nella
Bassa Sassonia di una maestra e di un pastore luterano
con quattro figli di passare le
vacanze nel clima mediterraneo del lago di Garda. Da
bambino cresciuto nel duro
clima dei venti piovosi del
Mare del Nord assaporavo
inquieto l’arrivo dei profumi
natalizi, l’aria primaverile
della Pasqua dopo il solito
lungo e duro inverno nordico
e la dolce aria profumata
dell’estate in Italia.
Ascoltavo le storie della fede in famiglia, all’asilo, alle
scuole statali e domenicale e
facevo attività scoutistiche. Al
Liceo umanistico e nella letteratura tedesca mi trovavo
sempre in mezzo all’incontro
delle due culture; di lì a poco
questo si sarebbe per me tradotto in termini confessionali, nell’incontro tra il mio
mondo protestante e quello
cattolico. Scambi scolastici
mi hanno legato in amicizia
con famiglie fiorentine che
mi hanno insegnato la lingua
italiana. Interruppi il mio
studio di teologia iniziato a
Gottinga per andare a Roma,
con l’intenzione di confrontarmi con la cultura e la teologia cattoliche. Un puro caso mi fece incontrare amici
valdesi e vivere in Facoltà.
Dopo due sostituzioni pastorali nelle chiese di Pinerolo
e Palermo che hanno lasciato
un’impronta indimenticabile,
tornai nella terra di Lutero, a
Lipsia, zona natia di genitori e
nonni, dove finii i miei studi
Candidati al ministero pastorale
1/ giorno prima dell’apertura del Sinodo delle chiese
valdesi e metodiste, il corpo pastorale «esaminerà» i candidati al ministero pastorale che presentiamo in questa
pagina. Sarà l’ultimo atto di «verifica» della loro vocazione e delle loro capacità che prevede l’ordinamento ecclesiastico vigente. Se questa verifica avrà esito positivo i
candidati sottoscriveranno la confessione di fede e quindi
saranno consacrati pastori nel corso del culto solenne che,
nel tempio di Torre Pellice, apre ogni anno il Sinodo.
La presentazione, l’esame e la consacrazione di nuovi
pastori e pastore è uno degli atti più significativi che viene
compiuto ogni anno nel corso dei lavori sinodali.
Ilpr
tre 10
ce, pei
con una tesi suH'ecclesioloà
del Concilio di ì'rento. U
nella bassa pianura razionai
sta e atea della Sassonia, ù
contrai mia moglie (un’abr®,
zese delle Valli). Con molli
curiosità accettai la decision
della Tavola di svolgere il sei
vizio pastorale nel rigido cl
ma alpino di Pramollo, doti
si sta concretizzando lamii
vocazione vissuta in amiche
vole comunione con perso»!
carissime. Mi occupo inoltri
della cura d’anime all’Asilo i.
San Germano e all’Ospedal
civile di Pinerolo.
Ovunque mi trovo, il luogt ì
la lingua e la cultura sonol ^
variabile, la Parola rivoltan
dal Signore della mia vitali
costante. Mi interpella,
spinge, mi contraddice, di i LOIT
strugge ogni giorno le mi|;
convinzioni personali,
questo spirito duro è lo steseP
spirito dolce che mi edifici
mi accoglie e non mi abbaij^
dona. In quest’incontro imjj lDU
possibile ebe in Gesù Cristi
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diventa possibile trovo la mii per
casa, la mia identità. Tutto D>.
La famiglia e l'evangelizzazione
Massimo Marottoli:
un compito ineluttabile
,, Q ONO nato in una famiv3 glia originaria di Orsa
ra di Puglia, piccolo paese
nell’appennino dauno, in
provincia di Foggia. Qui sono
cresciuto e qui ha avuto inizio l’impegno personale di
testimonianza dell’Evangelo.
Il bisnonno Giuseppe è stato il primo evangelico della
famiglia; artigiano, fu nel
gruppo di anticlericali (significativamente tutti artigiani:
Cerinola, Cercato, Curdo,
ecc.), che aderirono all’iniziativa di alcuni orsaresi, diventati presbiteriani e rientrati nel 1898 dagli Stati Uniti, di chiamare a Orsara il pastore Gaio Gay, allora in servizio a Napoli.
Nell’impegno di coloro che
hanno contribuito a fondare
questa chiesa, poter vivere e
testimoniare liberamente la
fede in Cristo in termini pratici equivaleva alla necessità
di avere, anche a Orsara, una
predicazione evangelica, e
con questa la speranza della
liberazione dal potere oppressivo di una cultura cattoiica, fatta di superstizione e
di fatalismo, di violenza e di
miseria. È una storia comune
a molte realtà delle nostre
chiese. Eppure, inizialmente,
la consapevolezza e l’orgoglio di far parte di questa storia, in me hanno trovato la
forma della vocazione alla testimonianza e al servizio, in
un impegno crescente nella
chiesa di Foggia e in un personale, difficile confronto
con i professori e i compagni
di scuola.
La decisione di iniziare gli
studi teologici è maturata più
tardi e in un contesto diverso: Agape. Lì ho scoperto tante altre piccole, grandi storie
personali, unite dall’esigenza
di esprimere il loro valore; di
rappresentare i termini, anche problematici, della fede e
della testimonianza. Agape,
però, mi ha fatto comprendere qualcosa in più: nello spirito del confronto e del dialogo, quell’esigenza della fede
diventa “compito”. Un compito al quale non ho potuto
sottrarmi.
Dopo un anno propedeutico al Collegio valdese di Torre
Pellice ho studiato teologia a
Roma e ad Aberdeen (Scozia),
dove ho raccolto il materiale
per la tesi, dedicandomi con
passione allo studio di problemi attinenti alle metodologie
della ricerca scientifica, secondo un approccio analitico.
E un campo di studio molto
vasto, poco visitato dai teologi
europei continentali ma che,
a mio modo di vedere, forse
soltanto sotto l’aspetto più
tecnico risponde all’esortazione evangelica; “Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti
quelli che vi chiedono spiegazioni” (I Pietro 3, 15)».
La chiesa e il pastorato
Eric NoiYke: una
scelta quasi obbligata
,, O ONO nato il 12 novem''O bre 1968 nella base militare americana di Camp
d’Arby (Pisa), ma qui ho passato solo i miei primi mesi,
iniziando da subito quella vita nomade che tutti i figli di
pastore conoscono. Avendo
pellegrinato tra gli Stati Uniti,
Roma, Livorno e Pramollo,
non posso vantare una vera
“patria”, anche se in parte
sento le mie radici alle Valli.
Aggiungendo un altro trasloco alla lista già lunga, dopo la
maturità decisi di andare in
Facoltà. Ammetto di essere
partito spinto più dalla curiosità, dal desiderio di chiarirmi le idee sulla mia fede che
dalla volontà di fare il pastore
e, infatti, nei miei anni di studio ho più che altro approfondito i campi che mi interessavano: le scienze bibliche e la storia della chiesa
delle origini. Attualmente sto
cercando di focalizzare i miei
studi (ora sono iscritto a lettere classiche a Torino) sullo
sviluppo del giudaismo dal
ritorno dal-l’esilio babilonese
alla nascita del cristianesimo.
Nonostante l’incertezza
iniziale su un mio futuro pastorato, dopo il periodo di
prova passato a Frali ho deciso di chiedere la consacrazione. Questo non ha significato un ripensamento sulla
mia scelta precedente di dare
un taglio più specializzato ai
rniei studi (che ho intenzione
di continuare). Oggi ritengo,
però, importante il mio lavoro nella chiesa come pastore
in quanto essa è il campo
privilegiato dove si vive e si
sperimenta la teologia, la
«base» dalla quale è nata la
testimonianza dell’Evangelo
e alla quale essa è rivolta. Il
pastorato mi sembra una
scelta quasi obbligata, perché offre una veste privile,
giata per ricoprire allo stessoi
tempo il ruolo di «indagatore» della scrittura e di testH
mone dell’Evangelo.
Vorrei dire così di crederti
di aver sentito una vocazio-.
ne, anche se mi piacerebba
averla ricevuta un po' piri
chiaramente, come i profeti
Invece posso solo affermare
di sentire dentro di me chela
mia storia personale è legata
alla Chiesa valdese. A quate
se a quella dei miei sogni oppure a quella della realtà'
non saprei ben dire; temo soprattutto alla prima, ma sW
imparando a conoscere
1 I I 1 «.i I IVJ 1 1 UC) V. t-1 “
lavorare nella seconda. Orala
tro
mia speranza è di saper
vare un giusto equilibrio traH
lavoro, lo studio e la vita familiare, Un sogno? VedremoPenso, però, che a raggiungere questo obiettivo potrà aim
tarmi la mia convinzione cV
la fede sia essenzialmente
gioia per la scoperta della salvezza nel Signore».
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5
^one in a.p. comma 26
549/95 - nr. 37/96 - Torino
^ gio ài mancato recapito si prega restituire
’ *^nte presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
' 3 si impegna a corrispondere ii diritto di resa.
Fondato nel 1848
esiologi
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Il primo commento degli organizzatori è stato: «Dopo oltre 10 anni di Giornate di Radio Beckwith e Feste della pace, per la prima volta non abbiamo avuto una goccia di pioggia». In effetti alla base del successo di queste feste all’aperto c’è sempre anzitutto il bel tempo: la scelta di spostare la
tradizionale festa della radio evangelica nel cortile del Collegio valdese è risultata nel complesso apprezzata: spazi più
ampi e ombreggiati, minor traffico automobilistico, più verde anche per i numerosi bambini. Notevole anche la frequenza ai due dibattiti, quello sull’Occitania organizzato in
collaborazione col Centro culturale valdese, e quello sul libro di Angelo Dina sui ricordi di un ragazzino ebreo durante
il fascismo e ancora al culto domenicale presieduto dal pastore Deodato. Elevatissima la partecipazione di pubblico
nel complesso delle tre serate musicali e gastronomiche.
venerdì 1® AGOSTO 1997
ANNO 133 - N. 30
LIRE 2000
Quando si hanno dei problemi con le tubature di
casa di solito ci si rivolge a un
idraulico; se si deve fare il
pieno alla propria auto si va
alla pompa di benzina; se si
desidera un mobile in legno
pregiato ci si rivolgerà a un
artigiano, mentre per comprare del pane si va dal panettiere. Se per quanto riguarda artigianato e commercio le cose
paiono addirittura lapalissiane, non sono così evidenti invece nell’ambito della cultura.
In questi ultimi anni si è assistito nella nostra zona al fiorire di molteplici iniziative da
ogni dove: mostre, seminari, corsi, conferenze, concerti,
escursioni, competizioni sportive, animazioni. Ci rallegriamo di vivere in un paese di
CIASCUNO FACCIA IL SUO
I MESTIERI
INES PONTET
persone intraprendenti, dotate
di grande vivacità intellettuale
e spirito aggregativo, ma si
raccolgono anche lamentele
sull’accavallamento di attività
ugualmente interessanti alle
quali la popolazione vorrebbe
poter partecipare.
Si ha insomma l’impressione di una saturazione. La causa sarà davvero solo lo scoppio del fenomeno «turismo»?
Perché ormai, e qui torniamo
al discorso dei «mestieri», si
ha l’impressione che chiunque si senta autorizzato a lanciare qualunque tipo di iniziativa, senza chiedersi se questa
gli competa davvero o se non
sarebbe più semplice segnalare la propria idea a chi si sta
occupando delle stesse cose,
magari da anni, e quindi con
maggiore esperienza e professionalità. Questione di ordine,
in fondo. Invece alcune asso
ciazioni sembrano avere nei
propri statuti liste lunghissime
di finalità; aziende agrituristiche sorte per avvicinare il visitatore ai sapori contadini organizzano visite guidate sul
territorio e nei musei, mentre i
commercianti si improvvisano
Pro Loco. Forse si tratta di un
naturale evolversi delle cose,
almeno in certi casi: certo è
che se ci fosse più unione di
forze fra enti e associazioni su
problematiche comuni, i risultati e la partecipazione del
pubblico sarebbe più concentrata, meno superficiale e i risultati di gran lunga più visibili. Nei vecchi proverbi popolari c’era molta saggezza;
«A ognuno il proprio mestiere» e «il troppo stroppia» mi
paiono i due più espressivi.
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Í Comunità montane
Fondi per la
montagna
per il 1997
La giunta regionale del Piemonte ha proceduto alla ripartizione dei fondi della legge
sulla montagna. Alla definizione delle somme concorrono una quota del 20% delle
addizionali sul consumo del
gas metano, la quota regionale
del «fondo nazionale per la
montagna», risorse destinate
in maniera specifica allo sviluppo della montagna di proìienienza statale o dalFUnione
Jiuropea oltre ad altri slanzia.qienti provenienti dalla Regione, quali ad esempio una parte
dei proventi derivanti dalle
ì^ncessioni su caccia e pesca.
In sede di definizione delle
quote a favore delle varie Comunità montane, l'assessore
regionale Roberto Vaglio ha
^dicato quali sono le quattro
priorità per la montagna:
«Mantenimento dei servizi
pubblici a livelli che consentano all’utenza la stessa qualità
di vita dei residenti nelle pianure, eventualmente attraverso forme di gestione alternati''e e tipiche delle specialità
morfologiche del territorio;
incremento della residenzialità; incremento delle attività
di manutenzione ambientale e
forestale; attivazione di forme
di imprenditorialità legate allo
sfruttamento ecocompatibile
delle risorse locali».
I finanziamenl consentono
®ile Comunità montane soprattutto di avviare progetti e
proporre servizi a vantaggio
‘fnlle popolazioni delle vallate
nlpine; oggi le Comunità monInne possono rappresentare un
vero e proprio centro motore
Pnr scuole, uffici, servizi di
Irasporto, poste. Nel dettaglio
ni Pinerolese arriveranno, sillín base della ripartizione dei
tondi ’97, 1.16.^ milioni così
suddivisi; vai Pellice (22.648
abitanti), 397 milioni; valli
Unisone e Germanasca (19
mila 491 abitanti) circa 567;
inerolese pedemontano
‘12.491 abitanti) 202 milioni.
Gli anni di studio secondo i diretti interessati in una indagine condotta dal Centro Pannunzio di Torino
I giovani fra la scuola e la difficile ricerca di un lavoro
FEDERICA TOURN
La scuola superiore è capace di dare una preparazione professionale ai ragazzi? Dà loro una formazione
culturale effettiva? In.segna le
lingue? Fa ancora bene a insistere sull'insegnamento del
latino (e del greco), almeno
nei licei? La scuola, anche
adesso che è chiusa, rimane al
centro di molti interrogativi,
sempre in attesa di una rilorma che le dia un volto nuovo,
più attuale e calibrato sulle
trasformazioni della società,
finalmente meno «gentiliano». Se lasciamo per una volta commentare la scuola a chi
la frequenta, a chi ne è appena
uscito con gli esami di maturità, il giudizio generale è che
il sistema scolastico continua
a fare acqua da tutte le parti.
Almeno questo è il quadro
che emerge da una ricerca
compiuta dal Centro Pannunzio di Torino, da cui apprendiamo per esempio che il 69%
dei 989 intervistati non crede
che la scuola sia capace di dare una reale formazione, contro il 17% di ottimisti e il
14% di dubbiosi, e che addi
rittura il 47% prosegue gli
studi dopo la maturità per rinviare il problema del lavoro;
bocciate su tutta la linea anche le lingue: il 74% ritiene
che siano insegnate male o
comunque in modo inadeguato per un futuro impiego lavorativo. I ragazzi sembrano sfiduciati sulla possibilità di trovare un’occupazione coerente
con il titolo di studio (solo
ril% pensa di riuscirci) e
ben il 61% è convinto della
necessità di una raccomandazione per potere occupare il
sospirato posto di lavoro.
Non si può che trovare disarmante il quadro abbozzato
da queste percentuali, per
quanto l’osservatorio analizzato dal Centro Pannunzio, di
cui dà notizia La Stampa del 3
luglio, sia giocoforza limitato.
Se questo succede a Torino,
quali sono le risposte del nostro territorio? Volendo curiosare sulle intenzioni e sui pensieri dei ragazzi che hanno
appena finito gli esami di maturità nelle nostre valli, e dovendo anche in questo caso limitarci ad ascoltare soltanto
alcune voci, scopriamo innanzitutto una maggiore fiducia e
Studenti davanti ai Coiiegio vaidese
un migliore rapporto con la
scuola che hanno appena lasciato. Gli ex studenti del
Collegio valdese di Torre Pellice non lesinano le lodi nei
confronti del liceo europeo,
che ha dato loro un metodo di
studio critico e soprattutto ha
agevolato gli scambi con
l’estero: «Arrivavo da una
scuola statale - racconta Karen - e ho subito notato, in
meglio, la differenza di preparazione che dà il Collegio; anche le attività extrascolastiche
sono formative: per esempio
l’estate scorsa, sempre tramite
la scuola, ho lavorato come
volontaria in un centro per
portatori di handicap nel nord
della Germania». Le lingue
sono insegnate bene, grazie
anche ai lettori di madrelingua, e gli scambi con l’estero
aiutano a padroneggiarle meglio. I punti dolenti arrivano
con le domande sulle prospettive di lavoro, ma sono dolori
«strutturali», se vogliamo, vista la risaputa crisi dell'occupazione: «Il liceo non ti offre
molte opportunità se non vai
all'università - sostiene Simone - gli studenti delle
scuole professionali hanno
più sbocchi lavorativi». E il
Ponzio Mogliacca abbracciò la
carriera delle armi e fu uno dei
sette eroici capitani del presidio di Cuneo, i quali nel 1557 difesero la città
dall'assalto del Maresciallo di Brissac.
Ne! gennaio del 1565 è tra i riformati
più zelanti e con la moglie e i figlioli interviene alla predica dei Ministro evangelico Galatero (che seguiva anche i
gruppi evangelici di Scduz.z.o. Savigliano,
Carmagnola, Levaldigi e Villafalletto).
L’editto del 10 giugno non fiaccò né la
sua fede né il suo ardimento. Non
abiure), non fuggì come altri sui monti
del Vernante o sulle terre del Marchesato di Saiuzzo, ma come contravventore
dell'editto del Duca e come eretico pericoloso egli fu arrestato e dal Giugno
all’Ottobre del 1565 fu rinchiuso nelle
prigioni di Torino*».
Fin dalla metà del '500 le idee della
Riforma protestante provenienti dalla
Francia erano largamente penetrate in
Piemonte e nella città di Cuneo era sorta
IL FILO DEI GIORNI
IL CUNEESE
ALBERTO TACCIA
una forte comunità evangelica di cui si
denunciano oltre 140 capifamiglia tra cui
molti nobili possidenti, ufficiali
deU’esercilo, magistrati, notai ecc.
Ma l’ottusa, ingrata e intransigente
mentalità clericale determinò l'editto del
10 giugno 1565, per mezzo del quale
Emanuele Filiberto imponeva ai riformati che rifiutavano un ritorno ai riti e alle
dottrine della Chiesa cattolica di uscire
dalla città e dagli stali ducali entro il termine massimo di due mesi. Il tempo sutficiente per vendere i loro beni di cui
certamente qualche buon fedele doveva
largamente approfittare. Ma Ponzio Mo
gliacca non resistette oltre alle sofferenze
del carcere e finì per accettare l'abiura.
«Riconquistata la libertà si ritirò nella
sua abituale residenza in Borgo San
Dalmazzo. Ma il rimorso per la momentanea deholezz.a e per la simulata conversione non tardò ad assalirlo e a tormentarlo a lai punto da costringerlo a
venir meno alle promesse fatte per il
riacquisto della libertà e indurlo ad abbandonare famiglia e patria per correre
una sorte ignota di sacrificio e di dolore
in terra straniera*».
Ecco una triste pagina di una storia fin
troppo sconosciuta anche a noi valdesi,
troppo concentrati sulla «nostra» storia.
Ma in questo tempo di ricerca di identità
e di radici e di riconciliazione delle memorie, chi andrà a Cuneo o nelle terre del
Marchesato a restituire a questi paesi la
memoria della «loro» storia?
(*) A. Pascal; Una famiglia di riformati cuneesi: i Mogliacca. edizioni 01schki. Firenze, 1955.
latino? «A me piace molto confessa Andrea, appena uscito dal Liceo scientifico di Pinerolo - non avrà utilità pral'ica ma credo che soprattutto in
Italia la cultura classica sia indispensabile. E poi mi fa paura una scuola troppo professionale, che sia solo preparazione al lavoro».
Ma dopo l’eventuale università ci saranno queste chimeriche possibilità di lavoro
a coronare anni di studio? 1
ragazzi non ci vogliono pensare adesso: meglio andare avanti e poi si vedrà. Che il
mondo del lavoro sia difficile
a cominciare dal suo pericolante ingresso lo sanno, ma
tanto vale provarci lo stesso e
«studiare per piacere», come
dice Sabrina, anche lei appena uscita dal Collegio valdese, oppure sperare che una
carriera universitaria impeccabile apra qualche porta in
più, come ipotizza Karen.
Forse qualcuna in più della
famigerata raccomandazione.
Quindi auguriamo loro di
trovare un lavoro, magari proprio quello che desiderano (in
una galleria d’arte, come vorrebbe Sabrina, o in un parco
naturale come spera Andrea;
o un lavoro qualsiasi, anche
manuale all’inizio, ma che lasci aperte tutte le possibilità,
come progetta Simone), e
chiediamoci: resteranno qui
questi ex studenti, o scapperanno verso la città in cerca di
prospettive? Il tema non solo
non è nuovo, ma abusato: eppure ci tocca riproporcelo
sempre, inventando nuove risor.se per far crescere con il
lavoro e le persone, il nostro
territorio. Loro, i ragazzi, ci
incoraggiano in questo perché, dicono, alle Valli stanno
bene e vogliono rimanere.
Con Fuscita di questo numero redattori e tipografi
vanno in ferie. «L’eco delle
valli valdesi» sarà nuovamente in edicola e arriverà
agli abbonati il 22 agosto.
6
PAG. Il
Cronachi:
GIORNATA DEL RIFUGIO CARLO ALBERTO — Giornata di fe.sta domenica 27 luglio al Rifugio Re Carlo Alberto; i numerosi visitatori hanno incontrato personale e ospiti
della Casa e potuto contribuire all’attività della stessa con
l’acquisto di prodotti esposti al tradizionale bazar (foto). Al
Rifugio Re Carlo Alberto sono organizzati due pomeriggi
musicali alle 15,30 domenica 3 agosto con i suonatori occitani della vai Pellice e domenica 10 con concerto per musica da camera, piano, violino e violoncello; musiche di
Beethoven, Brahms, Turchini. Ingresso libero.
LUSERNA: IL SINDACO IN COMUNITÀ MONTANA
— A seguito delle dimissioni in Comunità montana del
consigliere Caffaro, di Luserna San Giovanni, il Consiglio
comunale della scorsa settimana ha preso atto della scelta
della giunta; sarà direttamente il sindaco, Piergiorgio
Ghibò, come per altro previsto dalla legge, a rappresentare
il proprio Comune in seno all’ente di valle. Negli ambienti
politici lusemesi c’è chi coglie dietro questa .scelta la volontà della maggioranza di esercitare un controllo più diretto sull’operato della giunta e dell’assessore Grand, espresso a sua volta dal Comune di Luserna.
NUOVO STABILIMENTO PER LA TURATI — E stato
raggiunto un accordo fra Unione industriali, sindacati. Regione, Comunità montana vai Pellice e Turati 1892; nell’ex
area Omef di Luserna San Giovanni sorgerà un nuovo stabilimento della filatura Turati 1892. Verrà abbandonata la
vecchia fabbrica, ormai non più adatta alle esigenze di produzione, per realizzare una nuova area coperta. E una buona prospettiva anche per l’occupazione locale che vive momenti non facili in questi giorni; nella nuova sede dovrebbero essere impiegate, una volta ultimati tutti i lavori di
realizzazione, circa 180 persone.
RICORDANDO VINCENZO TACCIA — Verrà inaugurata
mercoledì 20 agosto alle 17, presso il Centro culturale valdese di Torre Pellice, una mostra ricordo di Vincenzo Taccia nel centenario della nascita. Autodidatta nell’apprendimento delle materie artistiche del disegno, della pittura,
della decorazione e nelle tecniche del dipinto Taccia, trasferitosi dalla natia Sicilia a Torino, vi portò anche la sua
verve artistica. Dalla pittura su tela e su legno passò, nel
1929, alla produzione di vetrate artistiche che costruì egli
stesso con grande creatività. Passò agli inizi degli Anni 70
alla costruzione di pannelli su ceramica vetrosa, divenne
esponente di spicco nella categoria artigiana del suo settore; una sua proposta di dar vita a un laboratorio scuola di
artigianato non venne colta e così, alla sua morte, avvenuta
nel 1978, la sua amata bottega venne chiusa. La mostra di
Torre Pellice sarà visitabile fino al 10 settembre.
IMPIANTI TERMICI: PROROGA E NIENTE BOLLO
— Due novità per quanto riguarda le autocertificazioni in
materia di impianti termici; i termini .sono stati prorogati
dal 31 luglio al 31 dicembre e il ministero della Funzione
pubblica ha chiarito che le dichiarazioni non devono più
essere soggette ad autenticazione di firma qualora questa
venga effettuata in presenza del dipendente addetto. Niente
più marca da bollo da 20.000 dunque; con la beffa però per
quanti avevano rispettato i primi termini indicati e avevano
apposto la marca allora richiesta sull’autocertificazione.
CONTRIBUTI EUROPEI — In vista della prossima apertura dei bandi europei per i finanziamenti previsti dal regolamento 2081/93, la Comunità montana Pinerolese pedemontano ha deciso di organizzare un ufficio di consulenza
a favore di imprese ed enti pubblici non a scopo di lucro.
Le consulenze dovrebbero sostenere le imprese nella predisposizione di progetti, valutandone la fattibilità e la convenienza. Il servizio, nella fase di informazione, è gratuito
e sarà attivo dal 1° agosto; tei. (ore ufficio) 0121-77246.
PINEROLO: NEGOZI APERTI LA DOMENICA — Dal
3 agosto al 14 settembre i negozi di Pinerolo potranno essere aperti anche la domenica; lo ha deciso la giunta comunale in considerazione di alcune iniziative di rilevante
interesse, capaci di portare in città un elevato afflusso di
turisti come la manifestazione «Mille e una... notte» nel
centro storico e la rassegna di artigianato.
NUOVO SEGRATARIO COMUNALE — Dal 16 luglio il segretario generale Vincenzo Chiaramonte. titolare della segreteria di Giaveno.è incaricato della reggenza a tempo pieno
della segreteria generale di Pinerolo. L’ufficio del difensore
civico del Comune sarà chiuso per ferie fino al 10 settembre.
TRASPORTI
E ONORANZE FUNEBRI
VAL PELLICE
di Giachero & Giacotto s.n.c.
Funerali ovunque
Via 1” Maggio 8,10062 Luserna San Giovanni (To)
tei. e fax 0121/954340 (notturno e festivo)
Eco Delle Yalli muEsi
VENERDÌ U AGOSTO
Comunità Pinerolese pe(Jemontano
Accordo sui servizi
DAVIDE ROSSO
Passano da due a dieci le
quote che la Comunità
pedemontana del Pinerolese
ha sottoscritto nella costituenda Atl della vai di Su.sa e del
Pinerolese. La decisione, presa nel corso del Consiglio
della Comunità che si è tenuto il 21 luglio, si è rivelata
necessaria a seguito della sottoscrizione di nuove quote da
parte delle Comunità montane della vai di Susa, comportamento questo che il presidente della Comunità, Cavallone, ha definito un «blitz per
acquisire un peso determinante nella nuova Atl»; blitz che
le Comunità del Pinerolese
hanno neutralizzato adeguando le loro quote a quelle della
vai Susa riequilibrando così
la situazione.
Nel corso dello stesso Consiglio è stata anche presa la
decisione di rimandare a settembre la preparazione di un
documento sulla gestione da
parte della Comunità pedemontana di alcuni servizi ora
comunali. «In questo momento - ha detto il vicepresidente
della Comunità, Luca Veltri c’è bisogno di una pausa di
riflessione visto il non completo accordo fra i vari Comuni riscontrato nell’ultimo
Consiglio informale». La
bozza di accordo sui servizi
dovrebbe prevedere il coordi
Azienda Usi 10
Numero verde
attivato per la
Guardia medica
La sanità del Pinerolese da
ora in poi potrà fare conto su
un numero verde; l’Ausl 10 si
è infatti dotata del 167233111 per unificare in tutto
il territorio il servizio di chiamata della guardia medica. Il
numero verde è in funzione
dal 26 luglio e servirà esclusivamente nelle ore notturne di
tutti i giorni (dalle ore 20 alle
8), nei giorni festivi (dalle ore
8 alle ore 20) e in quelli prefestivi (dalle ore 10 alle 20)
per attivare il servizio di guardia medica. L’iniziativa prende origine dalla constatazione
che l’attuale organizzazione
del Servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica)
prefestiva, festiva e notturna,
con la sua rigida suddivisione
territoriale senza interconnessione e collaborazione tra i
vari punti di chiamata, ha
creato e crea tuttora alcune disfunzioni organizzative legate
a uno squilibrio di carico di
lavoro tra i vari posti di chiamata, all’assenza del medico
di continuità assistenziale dovuto allo spostamento anche
per parecchi chilometri in caso di visite, all’uso della segreteria telefonica che può
creare confusione specie per
le persone anziane, all’incertezza deH’avvenuto recepimento della chiamata con il
conseguente dubbio di un
tempestivo intervento del medico (e il pericolo che l’an.sia
peggiori la patologia del paziente), e infine alla notevole
quantità di tempi morti legati
al ritorno costante alla sede
per rilevare le chiamate e alla
successiva corsa dal successivo paziente. Inoltre non bisogna dimenticare che si tratta d
numero verde e quindi il costo è di un solo scatto telefonico qualunque siano il luogo
e la durata della telefonata.
namento da parte della Comunità pedemontana di servizi come il difensore civico,
l’ufficio tecnico, la polizia
municipale. Non bisognerà
invece attendere settembre
per sapere l’ubicazione della
nuova sede della Comunità.
Dopo le varie ipotesi che
erano emerse in questi mesi
(le ultime in ordine di tempo
l’ex clinica Pinardi in via Saluzzo e un immobile in via
Mazzini a Pinerolo) la Comunità pedemontana sembra
aver localizzato la sua futura
sede nei locali dell’ex bar dei
viali a Pinerolo. L’edificio,
posto all’angolo fra piazza III
Alpini e via Diaz, di proprietà
del Comune di Pinerolo, è
composto da due piani fuori
terra e da un seminterrato per
un totale di 350 metri che potranno essere ampliati ottenendo così 400 metri di uffici
e 180 metri di magazzini; la
spesa dell’operazione dovrebbe andare da 1 miliardo a un
miliardo e mezzo a seconda
degli ampliamenti che effettivamente si eseguiranno. La
nuova sede presenta il vantaggio di essere in centro e facilmente raggiungibile dal pubblico, dicono alla Comunità
pedemontana, caratteristiche
queste che la fanno apparire
sicuramente interessante, ora
si tratta solamente di raggiungere un accordo definitivo
con il Comune di Pinerolo.
Campolasalza
Mostra
fotografica
sui toponimi
In montagna, dove la proprietà privata è frazionata fino
all’inverosimile, la puntigliosa
denominazione di ogni piccolo appezzamento di terreno
era fino a poco tempo fa la
condizione necessaria per potersi orizzontare. Molto più
pittoreschi e significativi dei
numeri delle mappe catastali, i
toponimi sono ormai poco
usati quasi dappertutto, e la
loro decadenza va di pari passo con l’abbandono delle attività agricole.
Ai toponimi di Massello è
dedicata, quest’anno, la mostra di Campolasalza, dove
vengono illustrate, con l’aiuto
di fotografie, le caratteristiche
dei luoghi; villaggi, prati, boschi, picchi montani ecc. Il logo della mostra è il singolare
«Bric d’I’Om e la Fènno», due
spuntoni rocciosi che, in controluce. assumono la forma di
due figure umane. Ogni tabellone raccoglie i nomi delle località, a seconda del significato che veniva loro dato da chi
li usava; gli argomenti sono;
la forma e la somiglianza, i
punti di riferimento, le presenza; animali e vegetali, acqua e
pietre; la funzione; il governo
degli animali ed altre attività
quotidiane, infine la storia, famiglie e leggende. La mostra
è visitabile tutti i giorni nella
scuoletta sempre aperta di
Campolasalza e sarà esposta
fino all’autunno inoltrato.
SOCIETÀ DI STUDI
VALDESI
A causa di impedimenti postali il bollettino n. 179 non
può momentaneamente essere spedito. I soci che lo
desiderano potranno ritirare
la propria copia presso la
sede, dal lunedì al sabato
ore 9-12 e 14-16,30.
Massello: assemblea informale
La caccia, oppure...
LILIANA VIGLIELMO
Gli insoddisfatti del dibattito inserito nel Consiglio comunale di Massello
dell’11 luglio si sono velocemente riuniti la domenica 20
in un’assemblea informale,
per esaminare le*possibili
strategie alternative all’uso di
una parte del territorio per uso
venatorio. Molto meno affollata della precedente quest’ultima riunione, ed è comprensibile, perché il declino delle
attività produttive nel vallone
è stato fino ad oggi pressoché
inarrestabile e occorre una
buone dose di iniziativa per
invertire le rotte.
A dire il vero neppure la
trovata dell’azienda faunistica
rappresenta un punto di partenza per la rinascita del paese, a parte la modesta somma
versata nelle casse del Comune e forse un affitto ai consorzi degli alpeggi che consentono di aprire i loro confini ai
cacciatori. Soltanto nell’Inghilterra dei grandi proprietari
terrieri la caccia favoriva attività collaterali, dall’allevamento dei cavalli alle locande
che ospitavano i cacciatori; a
Massello le dichiarazioni più
ottimistiche fatte dai promotori dell’azienda faunistica parlano di un solo posto di lavoro
per un guardiacaccia locale.
Che cosa si può fare invece
se si vuole aprire qualche pos
sibilità concreta di lavoro
piano locale? Il volantino
invitava alla riunione eleni
4
icai
varie proposte, dalla comy
cializzazione del fieno e
legname alla promozione
un turismo qualificato, dall,
caperò delle borgate alla ctt
zione di laboratori artigian,
La condizione necessaria
rebbe di riunirsi in coopera
va per non disperdere le em
gie e i contributi. L’ipot,
della cooperativa è stataci!
cata come i
ininfluente p .[¡¡tivamer
l’opposizione all’azienda fj
nistica, che svolgerebbe la j
attività in un ambiente divi
so; rimane quindi ancora
ta la questione, che molti m
sellini non riescono proprio
digerire, dei nove anni di co
cessione a estranei di una
te dell’area montana.
L’incontro, che voleva
tanto essere un assaggio de cresta) e
disponibilità delle varie pen
ne a riflettere sui problemi]
cali, si è concluso come e ,Monviso
prevedibile senza grandi da do, e su
sioni. L’impegno per il ftiti -alle Alp
è di esaminare tutte le possil parte e
lifò fi rt o ri-Tt o T-rt f-/-v /-»Vi« yvX J^111nlf**<
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lità di finanziamento che ot
la legislazione attuale e q» j
forme associative risultino prue, un
appropriate. La disponibiHica la d
degli uffici comunali perthiausun (
gli adempimenti burocraticil’in auto d
stata assicurata dal sindarcon la sti
che non ha potuto partecipipra il La
alla riunione; i consiglierilallago di
minoranza non erano presenive, super
_______________________________^giunge fi
Nelle
Chiese Valdesi
via dei L
aPrali). 1
tri segnai
un sentie:
¡so il pu!
ìLazzarà.
Mentre
del Gran
CAMPO DONNE — Si svolge dal 27 luglio al 3 agosto,
Agape, il campo donne sul tema «Il luogo della \ erità». iSappé, u:
III CIRCUITO — Alle 15 di domenica 3 agosto riuniou|dpristino
al Colle delle Fontane. saggiata
CORALI VALDESI — I coralisti che desiderano cantarci ^^'P^ril
culto di apertura del Sinodo possono incontrarsi alla Cas ®^ohe
unionista a Torre Pellice, domenica 24 agosto alle 14,31
per provare «Le Sauveur est ressuscité» e l'inno 103.
BOBBIO PELLICE — Riunioni estive il 10 agosto allei
al Podio e il 17 alle 15 ai Cairus.
MASSELLO — Domenica 3 agosto è prevista una «Ce» jgUa
di mezza estate» all’aperto a Porte, preceduta alle 17,3Ìj)oiti no
dalla riunione quartierale; chi intende partecipare è invi regionale
tato a portare cibo, o vino o bibite, se il tempo sarà bruti vede, pei
la riunione si svolgerà ugualmente a Porte ma la cenai m’^nu
Reynaud; la colletta sarà destinata ai tetti Agape. Lti spec
PERRERO — Alle 15 del 10 agosto riunione alle Granwssere et
di Forengo. singoli c
PINEROLO — Domenica 10 agosto culto con predicazioiffettuarl
ne del pastore Alfred Janavel. ! Finora
PRALI — Venerdì 1° agosto, alle 21, nella sala, terzo e utóK '
mo incontro sul tema «che cosa credono i valdesi?». Sa|°'h,'’ibu
bato 9 alle 21, nel tempio, concerto de Les harmonies.
PRAROSTINO — Domenica 3, alle 10, culto a RoccapiattCg^^^’'|‘
a seguire giornata comunitaria a Pralarossa. Domenica iftjjg L ^ .
culto a S. Bartolomeo e, alle 16, riunione a Collaretto, 'zialism^*
ROpORETTO-FONTANE — Domenica 10, alle 15, ri'*^stituire
nione a campo Clot; domenica 17 culto a Fontane alle9.
RORA — Domenica 3 agosto si svolge il bazar con gioma*^montano
ta comunitaria al Bric. <!ostituir(
TORRE PELLICE — Domenica 3 agosto culto ai Coppia'di
ri con predicazione di Alfred Janavel, pastore a Ne« "finora
York. Per il «tempio aperto», domenica 10 agosto alle fi) /aito
nel tempio, il pastore Platone parlerà su: «Gesù era
esorcista?»; domenica 17 agosto, alle 17, il pastore Bruì)*
Tron parlerà .su: «Lo straniero ed io; lo straniero e Dio»VILLAR PELLICE — Venerdì 8 agosto alle 21, nel tempto
il pastore G. Tourn parlerà sulla vicenda valdese a I50a»’
ni dal 1848. Domenica 10, «Giornata prò Miramonti» ci’*
bazar, pranzo e culto alle 11.30. Lunedì 18 agosto alle 2li
nel tempio, il pastore Gianni Genre parlerà sul diffonden»
dei nuovi movimenti religiosi legati al New Age.
VILLASECCA — Alle 9 di domenica 3 e 17 agosto, cu)®
a Combagarino. Domenica 10, alle 15, riunione aH'apert®
a Combagarino.
mi (
Centro culturale valdese - Torre Pellice
via Beckwith, 3 - tei. 0121-932566
Giovedì 21 agosto 1997
Giornata «GIOVANNI MIEGGE» (ore 9,30- 19.30)
dal titolo
Le politiche culturali dei Centri evangelici italiani
Interventi di Ermanno Genre, Mario Miegge, Erika Tomassone
le
7
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lavoro
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AGOSTO 1997
t Eco Delle Yalii \äldiesi
PAG. Ili
^pramollo si lavora per la manutenzione della montagna
Rivive la sorgente di Friero
marco rostan
eiencji-^di nuovo accessibile la
conuj, 'fj;freschissima sorgente di
~priero, situata poco sotto
l’Asotta, nel vallone di PraI, grazie alla pulitura del
realizzata dal locale
gruppo Ana e da altri volente^si, che hanno provveduto a
i^miciare i segnali rossi anre leejl'jiie di altri sentieri e a siste' ’ Afflare utili cartelli segnaletici
in legno. In tal modo è ora re
'cnte p lutivamente agevole percorreienda fj
bbela
nte divi
cora ai
re la bella gita ad anello che,
dall’ultimo tornante
della strada per il Lazzarà
ipi(dove si può giungere in au
circa un ora
nolti Hi tu), percorre per
la bella cresta con panorama
sulle montagne della vai Chili una pi sene e Germanasca, tocca per
l'appunto il bivio per la fontana suddetta (a 15 minuti dalla
{testa) e sale con evidenti se^lifino al Gran Truc.
Splendido il panorama sul
come ( .Monviso, nebbia permetten" ■ do, e su tutta la pianura fino
alle Alpi Marittime da una
le possi parte e al Rosa e Cervino
) che of dall’altra. Una cinquantina di
ile e qii jietri sotto la punta del Gran
ultinopTruc, un evidente segnale inponibilidica la discesa verso l'Alpe
li per tikausun (raggiungibile anche
rocratim auto dalla vai Germanasca
1 sindarconla strada militare che, solartecipfora 0 Lausun, prosegue fino
siglieriial lago della Cialancia da do3 preseive, superando il Colle, si rag
_______'giunge facilmente la seggio
’via dei 13 Laghi per scendere
aPrali). Dall’Alpe Lausun al'tri segnali riportano attraverso
lira sentiero a mezza costa verqSI so il punto di partenza del
Lazzarà.
Mentre scendo dalla punta
idei Gran Truc incontro René
iSappé, uno dei promotori del
riunioii|ripristino di questa bella passeggiata e mi congratulo con
antarei bel lavoro. Mi comu
illa Gas sentiero è stato se
lg J43I gnato anche a partire da San
jQ3 ’ Germano, passando per il
'il . foggio dei Pini. 11 discorso
“ cade sull’importanza di questi
le altri lavori di manutenzione
^ ™ntagna e dei sentieri:
Ile 17,31 molti jjQjj sanno che la legge
e e invi regionale della montagna pierà bruti vede, per queste piccole opere
1 cenalgi njanutenzione. dei contributi specifici che dovrebbero
‘ Grangt essere concessi ai montanari,
jSingoli 0 associati, disposti a
tdicaziofffettuarli.
Finora le Comunità montazo e uiD’l'’^’ hanno ricevuto questi
sosto,
erità».
si?». Si'^®h’ibuti (si tratta di alcune
nies. di milioni) non han
■jltj;“o attivato questa possibilità
miM studiata, per evita
;tto.
W discriminazioni o assisten. ¡^'^lismo, potrebbe invece coli q un valido strumento
mllev. per mantenere il territorio
1 giorna-montano e al tempo stesso per
'Costituire una piccola integraCoppii àone di reddito alle famiglie.
. a Ne« '‘Finora noi dell'Ana ahhia) alle tutto volontariamen
j era uf ■- mi dice Sappé - ma certo
-e Brun®
■ Dio».
I tempi“'
I50au
mti» eoi
I alle 2li
■fonderf
se non chiediamo che ci paghino il lavoro, potrebbero
almeno darci un per’ di soldi
per la vernice rossa e per gli
attrezzi, per i segnali».
Estate a Pramollo: un vallone relativamente meno noto
rispetto alla vai Pellice o a
Prali ma piacevole e soprattutto tranquillo. Le borgate si
ripopolano: girando dai Beux
ai Bouchard, dai Sappiat ai
Bouciardun sono tante le case
aggiustate, a volte in modo
intelligente, più spesso senza
la minima considerazione per
l’intorno. Non metto in dubbio il fatto, di per sé positivo,
che la gente ritorni ad abitare
la montagna, anche se per un
breve periodo: ma anche qui
un po’ più di attenzione, sia
da parte dei privati che dei
geometri e del Comune non
guasterebbe. Va benissimo
che la casa all’interno abbia
tutte le comodità, ma bisognerebbe sempre ricordarsi
che da fuori la vedono anche
gli altri. Non pretendo che
tutti i tetti siano fatti in Iosa
(che costa tre volte di più delle tegole), almeno fino a
quando non si preveda qualche incentivo economico, ma
per le cose che costano uguale, come le ringhiere, le recinzioni, gli infissi, si potrebbe
certo evitare di farli tutti diversi e soprattutto brutti.
Infine, passando dal Gran
Truc come montagna al Gran
Truc come ristorante, gira
una brutta notizia: pare che
gli attuali gestori intendano
chiudere l’attività. La chiusura dispiacerebbe ai tanti che
in questi anni ne hanno apprezzato Tospitalità e l’ottima
cucina, e costituirebbe un
danno per tutto il paese. E
sempre difficile, non solo a
Pramollo, trovare un accordo
tra l’interesse pubblico e
quello privato, ma spesso ci
vorrebbe, da parte del pubblico, più sensibilità verso le
iniziative private che portano
vantaggio al paese e comunque fanno affluire delle persone, e da parte dei privati la
capacità di valutare la propria
attività non esclusivamente
sotto il profilo del tornaconto
economico.
Ci auguriamo vivamente
che con la buona volontà di
tutti si possa evitare la chiusura del Gran Truc e che, nel
to, cult®
ll’apert»
^ellic«
30)
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lÓnO PCI BONUMOR
... nel vostro tempo libero
per una partita a bocce, a calcetto o
a ping pong nel nostro dehor estivo
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(a 2 km dal centro di Torre Pellice in direzione Bobbio Pellice)
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Chabriois - tei. 91887 (gradita prenotazione)
caso la decisione degli attuali
gestori sia irrevocabile, i pramollini, il Comune, la Chiesa
valdese si diano da fare per
continuare in qualche modo
un’attività di accoglienza e di
ristorazione: senza il Gran
Truc aperto non ci sarebbe
più a Pramollo, come del resto a Angrogna, neppure un
posto per prendere un caffè!
Alta vai Chisone
Musica folk
a «Festivalli»
Si chiama «Festivalli» ed è
una manifestazione che mette
insieme la tradizionale festa
della ghironda di Pragelato e
una nuova iniziativa al forte
di Fenestrelle, sempre nell’ambito musicale: insieme ne
nasce una settimana all’insegna del folk etnico internazionale. Si comincia il 3 agosto al forte con gli Abourasqui e i Rabaska; il primo
gruppo ha un consolidato repertorio di musica occitana .
Il 4 agosto sarà la volta, sempre a Fenestrelle, di Lou Magnaut big band che fonde insieme sonorità folk, rock e
jazz a formare un insieme di
grande vitalità; nella stessa
serata ecco i French Alligators, formazione francese non
nuova per la nostra zona, che
propone la tradizione musicale cajun della Louisiana. Si
prosegue il 5 con una serata
all’insegna della musica zigana dei paesi dell’Est con i
praghesi dei Perumos e il più
noto gruppo italiano di musica irlandese, i Birkin Tree;
tutte le serate iniziano alle 21.
A Pragelato dal 3 al 10, presso il ristorante La ghironda,
mostra «La ghironda nelle
Alpi meridionali»; dal 7 al 9
due stages di danze e di ghironda e poi serate all’insegna
del ballo folk, dell’animazione musicale per le vie del
paese; sabato 9 agosto, alle
21,30, nella palestra comunale seminario improvvisazione
con 15 ghirondisti e musiche
celtiche dalla Germania con il
quartetto Extra Drai, novità
assoluta per l’Italia.
Un gruppo della chiesa di Villar Pellice in visita in Sicilia
Il paesaggio e la testimonianza
GIGLIOLA DALMAS
FRANCA LONG
Abbiamo ancora negli occhi il giallo dei campi di
grano bruciati dal sole, il nero
dei prati inceneriti dall’uomo,
il verde argentato degli ulivi e
il verde brillante delle viti e
degli agrumeti, il rosso intenso degli oleandri e degli ibischi giganti, il blu dalle tante
sfumature e trasparenze di un
mare incantevole. Siamo tornati da una settimana ma i
numerosi contrasti di colori,
di luci, di sensazioni che ci
hanno accompagnato nel nostro viaggio attraverso la Sicilia, ci sono rimasti impressi
e ci hanno lasciato un forte
desiderio di tornare per conoscere meglio questa terra.
Il viaggio organizzato da
un gruppo della comunità di
Villar Pellice, durato poco
più di una settimana, ci ha
permesso di conoscere alcuni
Torre Pellice
Torna Berteli
in concerto
Sabato 23 agosto, alle ore
21,15, tornerà a Torre Pellice
Pierangelo Bertoli, che tanto
successo riscosse nella sua
esibizione di due anni fa nel
tempio valdese. Allora, causa
la dimensione ridotta del locale, molti dovettero rinunciare al concerto; alla fine di
quella esibizione, realizzata
con un organico di due soli
chitarristi per l’accompagnamento, ci fu una quasi promessa di un prossimo ritorno
con un gruppo più completo,
ed ecco il cantautore di «Eppure soffia» ma anche di
«Spunta la luna dal monte»
nuovamente a Torre Pellice.
A proporre il concerto è ancora una volta Radio Beckwith, questa volta in tandem
con l’associazione «La luna
che ride»; il luogo dello spettacolo sarà il palazzo del
ghiaccio coperto capace di
garantire lo svolgimento della
serata con qualunque clima.
Si consiglia comunque di arrivare nel luogo del concerto
un’ora prima; sarà possibile
parcheggiare, oltre che nella
vicina piazza Cavour, anche
nelle adiacenze del palazzo
del ghiaccio.
Il costo del biglietto è di lire 22.000. Prevendite presso
Foto ottica Gariglio di Perosa
Argentina, Bonetto dischi e
Rogirò di Pinerolo, Sibille
Hi-fi di Torre Pellice, Top
Sound Saluzzo, Birreria Ca’
Piana Villar Pellice, Britannia
pub Torre Pellice, Teleimpianti San Secondo, Gelateria
Oasi Villar Perosa, Punto musica Bagnolo Piemonte.
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Il gruppo di villaresi a Blesi
aspetti particolarmente interessanti dal punto di vista turistico, quali Agrigento con la
sua suggestiva Valle dei
Templi, gli splendidi mosaici
della Villa del Casale a Piazza Armerina, Siracusa con il
teatro greco, F anfiteatro romano e le altre splendide resta, le pendici dell’Etna dove
la strada asfaltata si apre un
varco tra il nero della terra lavica in cui spicca il giallo
delle ginestre in fiore. Abbiamo visto Taormina con il suo
suggestivo teatro che dall’alto
domina la costa orientale
dell’isola. Noto con i suoi palazzi barocchi oggi purtroppo
in decadenza. Erice, borgo
medioevale superbamente
conservato e curato dalle caratteristiche piazzette e dalle
viuzze lastricate, dai cortili
pieni di fiori e rigogliose
piante verdi, Segesta con il
suo solenne tempio greco.
L’elenco potrebbe continuare ancora, ma vorremmo
soffermarci su un altro aspetto del nostro viaggio che ci
ha portati a conoscere da vicino opere attraverso le quali la
nostra Chiesa valdese tenta di
testimoniare concretamente
dell’Evangelo di Cristo: il
Servizio cristiano di Riesi, la
casa di riposo di Vittoria,
l’asilo infantile di Pachino, il
Centro diaconale «La Noce»
di Palermo e il Centro giovanile evangelico «Adelfia» di
Scaglitti. Strutture diverse
che in posti e in modi diversi
con stili diversi e con risorse
scarse cercano di lavorare in
una direzione comune, per offrire servizi sociali e opportunità lavorative in una terra
dove i servizi sociali e il lavoro non sono ancora un diritto di tutti e questo in un’ottica di serietà, professionalità,
rispetto della diversità e della
dignità di ciascuno.
In modo particolare ci ha
colpito la molteplicità delle
attività che il centro «La Noce» riesce a proporre alla popolazione del suo quartiere e
della città in generale per rispondere a reali e urgenti esigenze del territorio: una scuola materna e elementare dove
il lavoro svolto è all’avanguardia sia nella didattica sia
nell’integrazione di bambini
extracomunitari, disadattati e
handicappati, grazie anche al
supporto di un’équipe di
esperti; un servizio di educazione domiciliare per far
fronte al problema dell’abbandono scolastico; una comunità alloggio e una foresteria. Nei responsabili del centro che stanno portando avanti questo lavoro abbiamo colto due atteggiamenti molto
importanti: il coraggio di
guardare sempre avanti con
speranza e fiducia, senza lasciarsi frenare e abbattere dalle tante difficoltà che un lavoro di questo tipo porta inevitabilmente con sé, e la disponibilità e l’umiltà a rivedere e
a riverificare la validità del
lavoro che si sta svolgendo,
pronti a cogliere nuovi segnali e nuove esigenze cui tentare di dare una risposta.
Il viaggio, piacevole dal
punto di vista turistico, interessante nel farci conoscere le
nostre opere, è stato anche
per tutti noi all’interno del
gruppo un’occasione per fraternizzare e per conoscerci
meglio al di fuori degli schemi consueti della vita comunitaria. Per concludere, crediamo che valga la pena immergersi almeno un momento
nei colori, nei profumi, nei
gusti della «Vucciria» a Palermo; crediamo che valga la
pena andare in Sicilia per vedere e conoscere da vicino la
difficile realtà sociale e i tanti
onesti tentativi di cambiamento; crediamo che come
evangelici del Nord abbiamo
il dovere di creare dei ponti
che ci avvicinino ai fratelli e
alle sorelle del Sud, in risposta a chi cerca di separare
l’Italia per creare una Padania
indipendente.
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via dei Mille, 1 - 10064 Pinerolo
tei. 0121-323422; fax 323831
redazione Torre Pellice
tei. 0121-933290; fax 932409
Sped. in abb. post./SO
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. ai sensi di legge Piera Egidi
Stampa; La Ghisleriana Mondovì
Una copia L. 2.000
Città di Pinerolo
^ Provincia di Torino
Il dirigente del Settore Sport rende noto che l'amininistrazione comunale intende procedere aH'espletamento di
una gara di appalto per raffidamento della gestione del palazzetto dello sport, dei campi di calcio, spogliatoi e pista di atletica
leggera del complesso polisportivo «F.lli Martin» sito in via dei
Rochis con il metodo del pubblico incanto e il criterio del prezzo
più vantaggioso ai sensi dell'alt. 73 lettera c) e art. 76, commi 1°,
2° e 3° del R.D. 23.5.1924 n. 827. Tutte le ditte che sono interessate a partecipare alla gara possono prendere visione del bando
integrale che sarà pubblicato all’Albo Pretorio o ritirare copia
airUfficio Sport, piazza V. Veneto I. esclusivamente nei giorni
dal lunedì al venerdì, ore 9 - 12,30; 13,30 - 16,30. L'importo a
base d'asta è di Lire 36.000.000 oltre Iva. Scadenza per la presentazione dell'offerta: ore 12 del giorno 14.8.1997.
Dalla residenza municipale, 28.7.1997
Il dirigente del Settore Sport
(Corrado Crepaldi)
8
PAG. IV
Eco Delle Valli moESi
VENERDÌ 1^ AGOSTO 199?
29 luglio-3agosto — TORRE PELLICE: Ai giardini di
piazza Miiston «Festa de
¡’Unità»: giovedì 31 cena e
ballo liscio alle 21, ingresso lire 7.000; venerdì 1° agosto cena e musica rock con il gruppo
«Loscki boski»; sabato 2 pranzo alle 12,30, pomeriggio con i
bambini (lire 4.000), cena e
ballo liscio alle 21 con «Marina e i Garas Boys», ingresso lire 7.000; domenica 3 alle 10
incontro con i pensionati, pranzo alle 12,30, alle 17 presentazione del libro di Diego Novelli «La democrazia umiliata»,
con la presenza dell’autore, e
ancora cena e ballo liscio. Tutti i giorni alle 17 lo stand Arci-gola sarà presente con vini
e stuzzichini.
31 luglio, giovedì — BOBBIO PELLICE: Dalle 16,30
alle 19. presso la sala polivalente di via Sibaud, prelievo di
sangue a cura della Fidas.
1“ agosto, venerdì — BOBBIO PELLICE: Alle 21,30,
nel prato adiacente la chiesa
valdese (nella sala polivalente
in ca.so di pioggia) per «Cinema in piazza» «Il ciclone». Ingres.so lire 5.000, ridotti 3.000.
1" agosto, venerdì — FENESTRELLE: Alle 21,30, nel
cortile della Fortezza, l’Assemblea-teatro presenta «11
rossetto sull'ostia». Ingresso
lire 15.000.
degustazione frittura di gramelle e lacetti, vino rosso.
2-3 agosto — TORRE
PELLICE: Presso il circolo
Mûris mostra filatelico-numismatica «Michelangelo Buonarroti», «La cappella Sistina», «Le divise militari della
Repubblica di San Marino»,
«Monete commemorative della
Repubblica Italiana», dalle 10
alle 19, aperta a tutti. Eventuali
espositori possono telefonare
allo 0121-932727.
2 agosto, sabato — LUSERNETTA: Alle 21,30 in
piazza Sant’Antonio si proietta
«La tregua»; ingresso lire
5.000, ridotti lire 3.000.
2-3 agosto — PERRERO:
Festa dell’Albarea a cura del
gruppo Gs dell'Albarea.
3 agosto, domenica —
FROSSASCO: Sagra degli
Abbà con mercatino delle pulci, giochi dei Borghi nell’acqua, Palio degli asini, sfilate
storiche, tornei sportivi, spettacoli musicali.
I" agosto, venerdì — BRICHERASIO: Alle 21,15 nel
giardino di Villa Daneo (nella
chiesa parrocchiale in caso di
cattivo tempo) concerto del
quartetto Athenaeum, viola,
violino, violoncello e pianoforte. musiche di Mahler, Manzino. Bettinelli. Brahms.
3 agosto, domenica — BIBIANA: All’area polivalente
di Villa Bodo (nella sala parrocchiale in caso di pioggia)
alle 21,30 «L’ottavo giorno»,
film sulla tolleranza e la diversità. Ingresso lire 5.000, ridotti lire 3.000.
1-2 agosto — ROURE: Venerdì 1“ agosto festa patronale
della borgata Clea, sabato 2
festa alle borgate Gleisolle e
Garnier al Roubinet, con commemorazione dell’incendio al
Bourcet.
2 agosto, sabato — TORRE PELLICE: Per via Repubblica esposizione quadri.
3-17 agosto — FENESTRELLE: Alle 16 di domenica 3 inaugurazione della 3’
edizione della rassegna «Le
Fenestrelle, parole, suoni e immagini nell’incanto della Fortezza» con il gruppo «La Marsaglia» e concerto bandistico.
4 agosto, lunedì — SEj STRIERE: Al Palazzetto dello
! sport, alle 21,30, l'Assemblea! teatro presenta «Fuochi»; in! gresso gratuito.
I 6 agosto, mercoledì — FENESTRELLE: Alle 21,30, nel
cortile della Fortezza, MicroI band presenta «Grazie Ludwig», omaggio burlesco alla
I storia della musica. Ingresso liI re 15.000. Alle 16 presentazio1 ne del depliant «11 priorato di
' San Giusto di Mentoulles».
7 agosto, giovedì — FENESTRELLE: Alle 21,30 alla
Fortezza, Tenaglie occidentali
Theatrum Rebis presenta «Cantico Siddharta», sul mito intramontabile creato da Hermann
Hesse. Ingresso lire 10.000. Alle 16 presentazione del romanzo «Venne un uomo».
7 agosto, giovedì — VILLAR PELLICE: Alle 21,30 in
piazza Jervis verrà proiettato
«La carica dei 101»: ingresso
lire 5.000, ridotti lire 3.000.
8 agosto, venerdì — PRALI: Alle 21,30 in piazza, l’Assemblea-teatro presenta «Una
goccia di miele da un giorno di
fiori», studio per la messa in
scena di uno spettacolo sugli
angeli, ingresso gratuito.
8 agosto, venerdì — TORRE PELLICE: Alle ore 17,
nell’isola pedonale, «Acqua a
catinelle», spettacolo per burattino e oggetti; alle 21,15 in
piazza Muston «1 tetti e la luna», spettacolo di luci e controluci. Ingresso gratuito.
9 agosto, sabato — PEROSA ARGENTINA: Alle 21,30
al parco Gay Assemblea-teatro
presenta lo spettacolo «Pellerossa», proposta multimediale
sui nativi d'America. Ingresso
gratuito.
9 agosto, sabato — TORRE PELLICE: Per via Repubblica esposizione quadri e
sculture di Angelo Meitre, Guy
Rivoir, Enrico Collet, Giusiano
e Albino Pons; assaggi di pomodori sardi e ravanelli.
Claudiana, pre.senta il suo ultimo romanzo «Un altro pezzo
di mondo»; interverrà l’attrice
Gisella Bein che leggerà alcuni
brani del libro.
9 agosto, sabato — TORRE PELLICE: Mercatino biologico nell’area pedonale dalle
galle 17.
10 agosto, domenica —
ANGROGNA: Festa all’alpeggio della Sella; a San Lorenzo festa patronale; veglia di
San Lorenzo a Barfè.
10-11 agosto — ROURE;
Domenica 10 festa di Santa
Caterina in frazione Castel del
Bosco, lunedì 11 festa alle Putrelle.
11 agosto, lunedì — FENESTRELLE: Alle 21,30 nel
cortile della Fortezza, «Una
goccia di miele da un giorno
di fiori», con l’Assemblea-teatro. Ingresso lire 15.000. Replica mercoledì 13. Alle 16 incontro con lo scrittore professor Gambarotta.
12 agosto, martedì —
BOBBIO PELLICE: Alle
21,30 nel prato adiacente la
chiesa valdese (nella sala polivalente in caso di pioggia)
proiezione del film «Spice
Jam», ingresso lire 5.000, ridotti lire 3.000.
9 agosto, sabato — ROURE: «Proumenaddo», marcia
non competitiva tra le frazioni
e le borgate con partenza in
frazione Villaretto e arrivo a
Castel del Bosco.
9 agosto, sabato — TORRE PELLICE; Alle 15,30 alla
casa valdese Marina Jarre, con
l’associazione «Amici della biblioteca valdese» e la libreria
12 agosto, martedì — FENESTRELLE: Nel cortile
della Fortezza, alle 21,30, il laboratorio Itsos presenta «Jack
Frusciante è uscito dal gruppo», ingresso lire 10.000. Alle
16 pomeriggio con i ragazzi e
con lo scrittore Guido Quarzo.
12 agosto, martedì —
CRISSOLO: Dalle 16 alle 18
incontro con Robi Janavel, autore della mostra «Le meraviglie dello stambecco».
13 agosto, mercoledì —
RORÀ: Nei giardini di piazza
Fontana, alle 21,30, si proietta
«11 ciclone», ingresso lire
5.000, ridotto lire 3.000.
13 agosto, mercoledì —
PERRERO: Festa per i bambini.
13 agosto, mercoledì —
SESTRIERE: Alle 17 in piazza Fraiteve replica pomeridiana per ragazzi dello spettacolo
«Il libro delle fantapagine»,
con la compagnia 11 melarancio, ingresso gratuito.
13- 17 agosto — RINASCA;
Per i festeggiamenti patronali
mostra «Agosto pinaschese»,
luna park e elezione di Miss
Ferragosto.
14- 15 agosto — PERRERO: Gli «Amici di Bovile» organizzano la festa di Bovile.
14- 29 agosto — TORRE
PELLICE: Al Collegio valdese tradizionale esposizione delle «Tavole imbandite» dal titolo «L’espressione della natura:
fiori e frutta in tavola».
15 agosto, venerdì —
TORRE PELLICE: Al circolo Mûris Festa di Ferragosto,
con giochi vari a premi, concorso fotografico libero a tutti
(le fotografie dovranno essere
con.segnate su supporto rigido
entro le 16 del 14 agosto).
15 agosto, venerdì — CAVOUR: Fiera equina e passeggiata non competitiva a cavallo.
15 agosto, venerdì — FENESTRELLE: Alle 18 incontro con il giornalista Piccinelli.
Alle 21,30 nel cortile della
Fortezza, Assemblea-teatromusica pre.senta «Si va leggeri in
certi viaggi»; segue festa danzante sino a tarda notte.
15- 31 agosto — PINEROLO; In piazza III Alpini è aperto il parco dei divertimenti.
16 agosto, sabato — TORRE PELLICE; In piazza Muston, alle 21,15, il gruppo Teatro agricolo del Montevaso
presenta «Giullarata dantesca»:
un estratto dello spettacolo
sarà presentato alle 17 nell’isola pedonale. Ingresso gratuito.
16 agosto, sabato — FENESTRELLE: Alle 21,30 nel
cortile della Fortezza «E il
matto illuminò la notte», con
r Assemblea-teatro. Ingresso
lire 15.000. Replica domenica
17 agosto.
16 agosto, sabato — PER.
RERO: La Pro Loco organizza la StraPerrero.
16-17 agosto — torre
PELLICE: Per via Repubblica
sabato e domenica esposizione
di quadri e sculture in legno di
Guy Rivoir, Angelo Meitre,
Enrico Collet, Giusiano, Albino Pons, esposizione di fotografie di Lina Gavina; assaggi
di prosciutto e melone e vino
rosso domenica 17.
17 agosto, domenica —
ANGROGNA: Festa del Sap,
a cura del Rifugio del Sap.
17 agosto, domenica — SESTRIERE; Alle 17 in piazza
Fraiteve replica pomeridiana
dello spettacolo per ragazzi
«Gromitolo»; ingresso gratuito.
18 agosto, lunedì — ROURE: Giornata di festa campagnola a Chambellier.
22 agosto, venerdì — BOBBIO PELLICE: Alle 21,30
nel prato adiacente la chiesa
valdese (nella sala polivalente
in caso di pioggia) proiezione
di «La tregua»: ingresso lire
5.000, ridotti lire 3.000.
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vecchi-antichi e oggetti vari:
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1 12 AGOSTO 1997
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA.
morto in Sicilia il pastore valdese Liborio Naso
La vita intensa di un predicatore
ft/iio il suo servizio pastorale è stato animato da una fede
risvegliata e da un grande zelo per l'evangelizzazione
LUCIANO DEODATO________
f IBORIO Naso appartiene
Launa di quelle famiglie di
psiche, come gli Scroppo, i
jyzzanghera, i Calamita, i
potenza (tanto per citare alcuni nomi) non solo hanno
' un contributo sostanalla causa delI’Evangelo
^Riesi stessa e in Sicilia, ma
jjche hanno saputo collocarsi nel campo della cultura
con posizioni originali e creatrici. I Naso, certo, tra tutte
(uelle famiglie meritano una
menzione particolare: su sei
figli due pastori, Liborio e Ernesto, e una diaconessa,
Francesca.
Liborio era animato da una
profonda fede risvegliata e
mosso da un grande zelo per
l'evangelizzazione. Nato nel
1908, dopo aver frequentato
lascuoìa tecnica, studiò al
Ìinnasio-Liceo di Torre Pelli;e per conseguire la maturità
classica e potersi iscrivere allaFacoltà di teologia. Comliuto a Roma il triennio regolamentare, nel ’35 va a Hernhut, la nota comunità fonlata dal von Zinzendorf, per
inare lo studio della teologa nella facoltà dei Fratelli
oravi. Fa un’esperienza
:ofonda: vive in prima linea
fétemperie politica e teologiradi quegli anni in Germa'flia. Capisce le ragioni pro;fendeche animano la Beken
!
Liborio Naso ai Sinodo (1991)
ntniskirche (la Chiesa confessante) nella sua opposizione
al nazismo e ne informa la
Tavola. Si appassiona talmente alla questione da volere sviluppare una tesi su «11
regno di Dio, la guerra e il cristiano»; ma poi ne farà un’altra sulla preghiera.
Tornato in Italia svolge il
periodo di prova nella vasta
diaspora abruzzese: Carunchio, Casalanguida, Castel di
Sangro, San Buono, Lentella... nomi in parte spariti
dalla nostra geografia ecclesiastica. E qui si scontra con
la dura reazione di un clero
cattolico che suborna contro
il giovane pastore evangelico
le autorità di polizia inter
pretando in modo restrittivo
le «leggi sui culti ammessi!»
del ’29-30. Il questore e i carabinieri si adoperano con
grande zelo ad impedire
qualsiasi attività evangelistica e di cura d’anime.
Dal 1941 al ’52 Liborio Naso lavora a Vittoria, dove dirige anche il locale Asilo per
anziani. Poi viene mandato a
Venezia (’51-62), e di lì passa
a Basilea, dove rimane fino
al momento della sua emerltazione, avvenuta nel ’78. È
un periodo di grande attività, durante il quale Liborio
utilizza la sua conoscenza
delle lingua tedesca ed è libero di esprimere il suo afflato evangelistico e risvegliato tra i numerosi italiani
emigrati in Svizzera e nella
vicina Germania. La sua casa
e la sua famiglia sono il normale punto di incontro di
tanti evangelici.
Poi il periodo delTemeritazione, riempito di molti contatti, viaggi in Italia per far
conoscere la realtà delle nostre chiese ad amici e fratelli
stranieri. Infine l’ultimo periodo, costretto praticamente
alla immobilità. La morte lo
ha sorpreso a Taormina, nella Sicilia dalla quale era partito per portare ad altri quell’Evangelo che lui e la sua famiglia avevano ricevuto. Il
funerale è avvenuto a Messina il 16 luglio.
Chiese evangeliche di lingua italiana in Svizzera
La spiritualità secondo la Riforma
EMANUELE FIUME
Nella prima settimana di
luglio si è tenuto il raduno delle chiese evangeliche
di lingua italiana nella suggestiva cornice dei monti della vai Bregaglia. La fraterna
ospitalità dei bregagliotti e
l’attenta e intelligente organizzazione hanno rilanciato
questa grande festa di popolo, dopo più di un decennio
di astinenza, e hanno fornito
un’occasione di incontro paragonabile non per numero,
ma certamente per livello e
per passione al «fratello maggiore» tedesco, il Kirchentag.
Il raduno è stato incentrato
sulla spiritualità, sia come
patrimonio dell’eredità della
Riforma sia come cuore della
vita cristiana da riscoprire e
da rivivere per ogni generazione e per ogni credente. Il
comitato preparatore aveva
fornito alle chiese del materiale ad hoc, che ha permesso
di sviluppare 11 tema rendendo comuni le riflessioni sulla
spiritualità che ogni comunità aveva sviluppato nel corso dell’anno ecclesiastico.
Il raduno si è aperto con un
convegno storico che aveva
come obbiettivo una riflessione sulla possibilità di elaborare una storia del protestantesimo di lingua italiana
nella Svizzera, a partire dalla
Riforma del XVI secolo fino
alle grandi immigrazioni di
pochi decenni fa. Senza nulla
togliere all’alta qualità delle
relazioni, la grande sorpresa
è venuta dalla buona partecipazione del pubblico (fino a
La cena comunitaria
80 presenze) e dall’interesse
critico e curioso che il pubblico ba dimostrato nei confronti di questa storia ponendo domande e chiedendo approfondimenti. Si è colta la
sensazione che la storia è un
elemento costitutivo della
spiritualità protestante e che
un rilancio della spiritualità e
della vita della chiesa non
potrà avvenire senza un rilanciato amore per la propria
eredità storica.
Nel giorno seguente i partecipanti si sono divisi in
gruppi per affrontare direttamente il tema della spiritualità. Dopo discussioni appassionanti e molto spesso chiarificatrici, il lavoro è stato
sintetizzato da un documento sulla spiritualità che vuole
ribadire la libertà della spiritualità cristiana di essere presente in tutti i campi dell’agire e del vivere dei credenti.
La spiritualità non può essere
limitata alle mura delle cbie
IL COMITATO ESECUTIVO DELL'UCEBl INFORMA
La situazione dell'Unione delle chiese battiste
1 - Situazione generale
In diverse occasioni, nel corso degli
.ultimi mesi (incontri con le chiese del
Kemonte, convegno delle chiese di
Sicilia e Calabria, convegno dei pastori) e particolarmente nel corso del
convegno nazionale dei cassieri, abbiamo cercato di chiarire nelle sue liuee generali e nel dettaglio le difficoltà economiche e finanziarie che
l’Unione sta vivendo.
Abbiamo spiegato, ma conviene ribadirlo in ogni sede, che il nostra
problema non è di carattere patriooniale (l’Ucebi possiede un ampio
patrimonio immobiliare che ne garantisce la solvibilità) ma di carattere
economico (il deficit accumulato anso dopo anno) e finanziario (mancanza di liquidità e conseguente
esposizione debitoria verso le bancheeverso terzi).
Certo, se non correggiamo questi
bue squilibri, che divorano risorse
sotto forma di interessi passivi e blocc^o gli investimenti necessari a miSliorare il reddito del patrimonio imsrobiliare, saremo costretti a intaccale tale patrimonio per coprire interèssi f spese ordinarie, innescando una
spirale perversa che ci porterebbe a
lui progressivo impoverimento.
Perciò, se da una parte sono ingiustificati gli allarmismi di chi confonuele difficoltà finanziarie con la sijuuzione patrimoniale, dall’altra doblaitio assolutamente adottare tutte
u ipisure necessarie per modificare
■a Situazione.
Attualmente il Ce sta lavorando su
fronti:
rin^ pareggio del bilancio ordina,. > Secondo i dettami dell’Assemeadel ’96. Tutte le chiese hanno livuto il preventivo per il 1997, che
avvicina a questo traguardo, sia
p attraverso tagli dolorosi e imposi m*' prima parziale verifica al
5iJ^^Sgio scorso indicherebbe che
stn L.^^^ustanza in linea con que
obiettivo.
pripT®, tlismissione di alcune proedili7-’ *'1 porte già previste dal Piano
te tje ?'™anziario del 1995 e in parsuccessivamente, al fine di
caipp®^® 0 perlomeno ridurre drastiitiuig”^® ^0 situazione debitoria accue l’avvio di un progetto edili
zio che dovrebbe produrre nuovi locali per una nostra chiesa ma anche
un consistente utile commerciale.
Purtroppo qui abbiamo incontrato
ogni sorta di difficoltà. Ci siamo trovati a dover monetizzare una frazione del nostro patrimonio immobiliare nel bel mezzo di una crisi senza
precedenti dei mercato del mattone.
Dopo mesi e mesi di trattative, sembra ora che qualche operazione stia
andando in porto.
2-11 Piano di cooperazione
Il Piano di cooperazione resta ovviamente il principale pilastro in grado di assicurare l’equilibrio economico dell’Unione, una volta superata
l’emergenza. Il quadro complessivo
appare, come si usa dire, a macchia
di leopardo. Il divario tra chiese che
hanno maturato un’adeguata responsabilità contributiva e chiese in
ritardo è ancora troppo ampio.
Tuttavia c’è qui anche un dato positivo da registrare: finora ben 21
chiese hanno assunto per intero o
persino superato l’impegno proposto
dal Ce. Questo significa che l’obiettivo ideale, sul quale da due anni a
questa parte viene calcolato l’impegno proposto di Ce (cioè la suddivisione fra tutte le chiese, in base al numero dei membri, della somma minima necessaria a pareggiare il bilancio
ordinario) non è un traguardo fuori
della realtà. Se in un arco temporale
ragionevole riusciremo a conseguire
questi due obiettivi: riequilibrare la
situazione finanziaria e portare la
maggioranza delle chiese al livello di
quelle più mature, avremo posto le
premesse di un futuro più sereno per
la nostra Unione e potremo pensare
nuovamente al suo sviluppo. Proprio
perché questo obiettivo non appare
irraggiungibile, abbiamo bisogno
dello sforzo spasmodico di tutti in
questa fase di transizione.
3 - Movimenti di pastori
Dal 1° luglio il candidato Nunzio
Loiudice, che ha concluso i suoi studi
«magna cum laude» al Seminario
battista internazionale di Praga, inizia il suo periodo di prova presso la
chiesa di Mottola. La sua destinazione, accolta con favore dalla chiesa.
consolida la tendenza al riequilibrio
delle forze pastorali, con particolare
riguardo al Sud, che l’attuale Ce ha
cercato di promuovere e, per quanto
di sua competenza, di attuare.
Durante l’estate, il pastore Umberto Delle Donne si trasferirà dalla
chiesa di La Spezia alla chiesa di Roma Garbatella.
La pastóra Adriana Pagnotti Gavina
ha chiesto e ottenuto un anno di
aspettativa che trascorrerà negli Stati
Uniti, per un periodo di ulteriore
specializzazione dottorale nel campo
della supervisione pastorale clinica.
Prima di partire, il 23 giugno scorso,
ha discusso la sua tesi presso la Facoltà valdese, conseguendo la laurea
in teologia.
Il pastore Donato Giampetruzzi è
stato destinato alla cura delle chiese
di Bisaccia, San Gregorio Magno e
Senerchia, con residenza a Bisaccia,
sulla base di un programma di lavoro
delineato in un incontro con il Ce. Il
Comitato si propone in questo modo
e attraverso momenti periodici di
confronto e di verifica di offrire un
sostegno ai pastori che operano in
condizioni di isolamento.
4 - Collaborazione Bmv
Sta per partire un nuovo progetto
di collaborazione territoriale Bmv. La
Chiesa valdese di Felonica Po e la
Chiesa battista di Ferrara hanno raggiunto un accordo che prevede una
cura pastorale congiunta da parte
del pastore Carmine Bianchi, con
parziale coinvolgimento della pastora Lidia Giorgi. La Tavola e il Ce, che
hanno favorito per tutto ciò che stava in loro questo risultato, guardano
con trepidazione e speranza a ogni
nuovo progetto di questo tipo e si
augurano che altre comunità ne vengano contagiate.
5 - Convegno sull'8 per mille
e convegno sul ruolo pastorale
In adempimento del mandato assembleare (atto ll/Ag/96 e atto
18/Ag/96) il Ce ba deliberato di convocare un convegno nazionale sull’8
per mille e un convegno nazionale
sul ruolo pastorale. Data la ben nota
situazione economica e finanziaria, il
Ce ha preferito convocare i due convegni in consecutivo, dal 5 all’8 dicembre prossimi, a Santa Severa, allo
scopo di risparmiare sui viaggi.
Esortiamo tutte le chiese e ogni
singolo fratello e sorella a fare ogni
sforzo per assicurare un’ampia partecipazione a questi convegni. Nella
nostra condizione di chiese di diaspora, le occasioni di riflettere insieme, in una cerchia sufficientemente
larga e fuori dai tempi obbligati delle
assemblee, su temi cruciali per la nostra stessa identità battista, sono rare
e quindi preziose.
6 - Ospitalità
presso templi cattolici
Sono ormai almeno tre in ambito
Bmv, di cui due battiste (Lodi e Ariccia), le comunità che per un periodo
di tempo restano prive del locale di
culto e per questo hanno ricevuto
un’offerta di ospitalità da parte cattolica.
Crediamo sia giusto far conoscere
alle chiese l’atteggiamento che abbiamo tenuto in questi casi, affinché
possano giudicare se abbiamo correttamente interpretato il loro sentire.
7 - Personaba
Il pastore Franco Scaramuccia, per
la cui salute abbiamo trepidato, si sta
rapidamente riprendendo. Possiamo
finalmente guardare con fiducia, dopo una convalescenza che è ancora
in corso ma che già lo vede operoso,
a una vicina e totale guarigione.
Infine un’altra grande gioia: l’8 giugno scorso, a Centocelle, è stata organizzata una festa per ringraziare Dio:
Ruben ha superato il lungo periodopostoperatorio e può ora liberamente
correre, saltare, mescolarsi agli altri,
riprendere in pieno la vita sociale e
scolastica. Dio ci ha visitati, e pur coscienti che fino al giorno della manifestazione piena del suo Regno tutto
è effimero, tutto ciò che ci è dato ci
può essere tolto, malattia e morte sono sempre in agguato per i giusti come per gli ingiusti, noi esprimiamo la
nostra riconoscenza per il dono che
ci è stato fatto di questo fanciullo restituito alla vita: a Dio siano la lode e
la gloria, in sempiterno.
se, ma può esprimersi in tutti
i luoghi nei quali vi sia una
vocazione alla testimonianza.
Questa vocazione a una spiritualità confessante è tanto
più preziosa e stimolante in
quanto espressa proprio in
un ambito di chiese di popolo quali sono le chiese cantonali delia Svizzera.
La sera del sabato è stata
allietata dalla festa delle corali provenienti dalla Svizzera
e dall’Italia del Nord (Milano
metodista e valli valdesi), con
un repertorio che ha spaziato
dal canto gregoriano agli spiritual. Ha colpito positivamente un’esecuzione da parte della corale di Bivio del
verdiano «Va’ pensiero», che
in Svizzera è comunque assolutamente privo di qualsiasi
riferimento politico.
La domenica mattina il raduno si è raccolto in assemblea all’ascolto della parola di
Dio nel tempio di Vicosoprano gremito di partecipanti. La
predicazione è stata tenuta
dal decano del Sinodo retico
Alberto Pool e il culto è stato
trasmesso in diretta dalia televisione della Svizzera italiana. L’assemblea ha poi continuato la discussione, mentre
i giovani che si erano ritrovati
per un campeggio durato l’intero raduno, hanno poi presentato le loro riflessioni sulla
spiritualità.
L’impressione generale è
quella di un tentativo molto
ben riuscito di collegare le
varie realtà del protestantesimo italofono della Confederazione, dalla ricerca storica
alla vita attuale delle chiese,
dalla chiesa di popolo delle
valli grigionesi alle piccole
comunità della Svizzera interna, per riflettere insieme
sufl’eredità e sufl’attualità
della propria vocazione.
•Torre Pel lice
Casa delle
diaconesse
in festa
Malgrado il cattivo tempo,
giovedì 3 luglio, il salone dell’Hòtel du Pare (ora sede degli ospiti della Casa delle diaconesse di Torre Pellice) era
gremito di persone venute a
ammirare la proiezione di
splendide diapositive di fiori;
tutti si sono poi trasferiti nella sala conferenze dove erano
stati allestiti i banchi vendita.
Tra la folla che si dirigeva infine verso il bar, dove un
trionfo di fiori di carta dava
l’impressione di immergersi
nella natura, si è avuta la
gioia di incontrare anche un
gruppo degli ospiti dell’Asilo
dei vecchi di San Germano.
Il pomeriggio seguente, dedicato alla lettura di poesie e
ascolto di brani musicali, ha
contribuito ad aumentare
quella delicata atmosfera che
voleva essere all’insegna del
fiore e del colore. Un altro
giorno, sfidando le nuvole incombenti, i ballerini del Panda Club di Bricherasio si sono esibiti sulla pista della terrazza al suono di valzer e musica rock.
Una domenica radiosa ha
invece consentito ai visitatori
di ammirare il ricco allestimento floreale del vivaista
Enrico Charbonnier, intrattenersi nei diversi atelier di decoupage, fiori di carta, pittura
su ceramica e su stoffa, visionare le varie bancarelle e infine assistere al sorteggio dei
premi della lotteria.
Gli organizzatori di questa
festa sono grati a tutti coloro
che, vicini e lontani, hanno
generosamente contribuito
al successo delle giornate di
«Festa del fiore» della Casa.
10
PAG. 6 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 12 AGOSTO
-----------------------ISIlif ,
Palermo: il Centro diaconale «La Noce» e la città
Per ì diritti di tutti
È stata fondata un'associazione che lavora per la pace
contro la mafia e l'«antistato» a favore dei cittadini
FRANCO CALVETTI
Nel tentativo di ridelineare e ridefinire la nostra
diaconia abbiamo preso a
prestito alcuni attributi quali
«leggera», prospettica, o altri.
Questa volta per aiutarci a
esporre un nostro convincimento in fatto di direzione
verso la quale la nostra diaconia dovrebbe avviarsi, collegbiamo la diaconia con il
termine qualificante «aperta». Spesso, e ne sono testimonianza gli atti sinodali, le
lettere alle comunità, i documenti politici, abbiamo evidenziato che siamo in servizio presso le nostre opere per
rispondere ai bisogni della
società, che dobbiamo essere
in grado di saper leggere la
realtà con la quale conviviamo, che dobbiamo impegnarci per incidere con la nostra visione teologica e etica
nel mondo che ci accoglie.
Proprio per rispondere a
questa chiamata vocazionale
il Centro diaconale La Noce
di Palermo si è attivato, insieme ad altri, per avviare e
mettere a punto un’associazione per la pace, contro la
mafia, per i diritti dei cittadini. 11 19 giugno, in un afoso
fine pomeriggio, eravamo in
tanti riuniti nel salone polivalente (aula magna della scuola e luogo di culto per la comunità valdese e metodista
di via Di filasi) a dire ancora
una volta i motivi per cui era
bene procedere in modo ufficiale a questa aggregazione.
D’associazione nasce dalla
In Centro diaconale a una manifestazione contro ia mafia
presenza e dall’attività pregressa di un Comitato costituitosi in modo informale e
che ha ritenuto che per incidere con maggiore efficacia
fosse necessario assumere
veste ufficiale con tanto di
statuto sociale regolarmente
registrato.
Lo statuto, che si presenta
assai agile ma ben connotato,
stabilisce che l’Associazione,
che agisce nell’ambito della
legge quadro sul volontariato
266/1991 e della legge regionale siciliana 22/94, si costituisce per fini di solidarietà.
Nell’art. 3 enuncia gli scopi e
si differenzia da altri statuti
similari perché vuole dare risposta alla realtà siciliana e ai
problemi che vi si fronteggiano. Fra l’altro si fa appello al
raggiungimento di una maggiore coscienza, prima riferita a se stessi e poi agli altri.
Nella sottocultura della mediazione propria delle abitudini isolane, questo suona
Croxache
MOTTOLA — L’Unione femminile, concludendo il 22 giugno i
propri incontri settimanali, ha condotto e curato il culto di
adorazione con meditazione sulle parabole del seminatore
e del granello di senape, sottolineando il dovere dei credenti di portare frutti nel mondo.
• 11 26 giugno, nella parrocchia del Carmine, si è celebrato il
matrimonio della sorella Sandra Larucci con Roberto Quero; i vari momenti liturgici sono stati accompagnati dal
canto della solista Virginia Mariani.
• Il 27 giugno si è svolta nel locale della chiesa battista una
liturgia ecumenica di riconciliazione, in verità non molto
partecipata. L’incontro è stato comunque occasione di
confronto e rinnovata comunione.
• Il 19 giugno, nella comunità battista di Martina Franca,
diaspora di Mortola, è stato celebrato il funerale del fratello
Fedele Semeraro, con predicazione del pastore Ibarra.
VILLAR PELLICE — Ringraziamo il pastore Teofilo Pons che
ha presieduto il culto del 6 luglio.
• Ci ha lasciato il fratello Paolo Frache. Ai familiari esprimiamo ancora la simpatia di tutta la comunità.
Radio e televisione
CULTO EVANGELICO; ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie dal
mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
RAIDUE
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di
Raidue a cura della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche
alterne alle 23,40 circa e, in replica, il lunedi
della settimana seguente alle ore 9,50 circa.
Domenica 10 agosto andrà in onda la trasmissione: «Giovani: identità e valori; la Torre dei miracoli:
viaggio estivo in una delle realtà della destra religiosa americana; terza di copertina». l,a replica sarà trasmessa lunedì
18 agosto. Domenica 24 agosto andrà in onda: «Apertura
del Sinodo; la diaconia delle chiese valdesi e metodiste;
tradurre la fiibbia nel fiurkina Faso; terza di copertina». La
replica sarà trasmessa lunedì 1" settembre.
La Casetta - Bari (via Gentile 106)
CAMPO GIOVANI
v-B settembre
L 'Albania: conoscenza e solidarietà
Programma autogestito. Costo £ 60.000
I partecipanti diventano soci onorari 1997 del centro «La Casetta».
Per informazioni: Simonpietro Marchese (tei. 099-4774680: 03386085631) 0 Mimmo Palumbo (099/5315853).
come un appello; si sottolinea l’impegno civile dei cittadini rispettosi della differenza e delle distinzioni. Il lassismo e l’omertà del passato
sono banditi; si chiede di lottare contro il maltrattamento
dei cittadini. Dopo i maltrattamenti e le violenze subite
da molti bambini del quartiere Albergheria, questo riferimento chiama alla denuncia.
Dopo questi proclami di
ordine etico e comportamentale, si passa a mettere in
campo progetti e intenzioni:
formare volontari, promuovere una reale fruizione dei
beni artistici della città, sostenere le produzioni artigianali, realizzare spazi per le attività espressive, organizzare
occasioni di incontro fra le
comunità straniere a livello
di quartiere e di città, valorizzare gli anziani depositari di
esperienze e di memoria storica, aprire sportelli informatici per fàr circolare informazioni. Nel corso del dibattito
tutti hanno auspicato che
l’Associazione possa entrare
in rapporto con l’Amministrazione della città, con altre
associazioni, con i progetti
europei, con i cittadini.
Il Centro diaconale sarà
rappresentato in seno al Consiglio dell’Associazione dal
suo direttore Marco Jourdan.
Siccome poi, per preparare
cittadini impegnati e coscienti, occorre lavorare fin dall’infanzia, voglio qui ricordare
un altro gesto significativo
compiuto all’interno del progetto educativo e formativo
della scuola valdese della Noce: la nostra presenza nella
primavera scorsa all’inaugurazione del Fondo Gelsomino, un’immensa area bonificata dagli ambientalisti di
Palermo a meno di un chilometro dal nostro istituto. In
quell’occasione tutti i nostri
alunni e noi stessi eravamo
molto fieri perché oltre a bonificare l’immenso terreno
nel cuore di Palermo da detriti da discariche, si è proceduto anche a una ripulitura morale: le catapecchie, i camper,
le basse costruzioni nascoste
nella boscaglia, che servivano
da rifugio, in piena città, alla
manovalanza maliosa, sono
spariti per sempre.
Anche in quell’occasione
abbiamo rappresentato la
«frontiera irrinunciabile al
Sud» per battersi contro
r«antistato» e abbiamo dimostrato che il nostro servizio diaconale può per giusta
ragione dirsi «aperto».
I Nuove iniziative con la comunità di Fiume-Abbazia
Solidarietà con le famiglie di profughi
RENATO COISSON
Domenica 6 luglio la
....
bella chiesa evangelica
di Abbazia ha visto raccogliersi una numerosa assemblea di membri delle comunità di Fiume-Abbazia, della
Chiesa valdese di Trieste e di
un gruppo pentecostale di
Trieste. Era presente il pastore Edgard Popp, l’ex senior
della Chiesa evangelica luterana, al quale il pastore Carlo
Gay aveva lasciato la responsabilità della comunità quando aveva dovuto abbandonare la zona.
Già domenica 22 giugno il
pastore Popp aveva presieduto un culto di rendimento
di grazie per le nozze d’oro di
una coppia che aveva sposato a Zagabria 50 anni fa. Oltre
che dal pastore Popp, il culto
del 6 luglio è stato presieduto
anche dal pastore norvegese
Eric Noddeland, che ha preso
il posto del pastore Lino Lubiana, rientrato in Norvegia,
dalla pastora di Venezia Laura Leone e da chi scrive. Grazie all’aiuto della professoressa Acacio abbiamo potuto
districarci nel groviglio delle
tre lingue usate, croato, italiano e inglese. Il messaggio
di fede e di speranza del Salmo 23, sviluppato in tre brevi
predicazioni, e il canto di inni comuni agli innari croato e
italiano, hanno unito nell’ascolto e nella lode l’assemblea, che ha poi avuto modo
di fraternizzare.
La settimana precedente
avevamo incontrato i responsabili del servizio diaconale
della comunità di Fiume per
mettere a punto un piccolo
progetto di animazione per i
profughi. Nel mese di maggio
aveva avuto luogo l’ultima distribuzione di pacchi viveri
finanziata dal Servizio rifugiati e migranti della Fcei.
Purtroppo siamo giunti al
termine delle nostre possibilità finanziarie e abbiamo dovuto interrompere questa
azione umanitaria condotta
fin dal 1992. A 55 famiglie
delle 180 che erano state aiutate, quelle in situazioni più
precarie, saranno ancora distribuiti dei pacchi viveri grazie a un piccolo fondo che la
comunità ha avuto da alcuni
Campo a San Marzano Olivete
Una piantina di gratuità
Nicolas di 18 anni, Dominique di 31, Cristelle di 21, Lorent di 18 e Prokop di 19 sono
francesi; Nagdalena, 22 anni e
Petra, 21, sono ceche; Mikko,
18, finlandese; Lubica, 20,
slovena. Maria e Itziar, di 20 e
21, sono spagnole; Sandra è
di Nizza; Andrea, il «capocampo», è di Canelli; stanno
divorando la cena preparata
scrupolosamente da Bruno
Giaccone, col chiasso proprio
di tutti i giovani quando si
trovano insieme, le diverse
lingue si accavallano senza
difficoltà. Dall’esterno sembra Babele, ma per loro è come Pentecoste.
Si tratta di un «campo di lavoro internazionale», organizzato dall’associazione
«Lunaria» collegata a sua volta con l’Associazione per la
pace, che il pastore Bruno
Giaccone per il terzo anno
consecutivo riesce a far approdare a San Marzano. La
casa della Chiesa evangelica
metodista ha le strutture
adatte per ospitare il gruppo
(e qualunque gruppo simile
che ne facesse richiesta): proprio grazie a questi campi internazionali di lavoro è stata
ripristinata nella sua funzionalità. La sua utilità si era rivelata in pieno già al tempo
dell’alluvione che colpì anche Canelli nel ’94, ospitando
numerosi gruppi di volontari.
Questo campo, che dura
due settimane, è stato messo
a disposizione del Comune di
San Marzano, e bisogna vedere con che solerzia questi
giovani, in maggior parte studenti, «tirano a lucido» gli infissi degli edifici pubblici, i
cancelli del cimitero, i campi
di gioco dei ragazzi... Comprensibile l’ammirato stupore dei paesani, forse più abituati, come tutti, al «qui non
si fa mai niente». Forse ha ragione Bruno, il pastore: «È
una piantina piccola ma suf
ABBON AMENTI 1997
ITALIA
- ordinario
- ridotto
- sostenitore
- semestrale
£ 105.000
£ 85.000
£ 200.000
£ 55.000
• ordinario
- via aerea
- sostenitore
• semestrale
ESTERO______
£ 145.000
£ 190.000
£ 250.000
£ 75.000
■ cumulativo Riforma + Confronti £ 145.000 (solo Italia)
Per abbonarsi: versare l’importo sul ccp n. 14548101
intestato a Edizioni Protestanti s.r.i., via S. Pio V15 bis, 10125 Torino.
fidente a dire che la gratuità
non è morta, che i giovani
non sono proprio una generazione perduta... e se proprio vogliamo metterla sul
religioso, che l’ecumenismo
può (e quindi deve) partire
anche da rapporti di amicizia
e collaborazione». (g.p.J
Torre Pel lice
Iniziative
culturali
in agosto
Nel mese di agosto il Centro culturale presenta alcuni
appuntamenti importanti.
Mercoledì 20 alle ore 17 nella
Sala Paschetto, si inaugura la
mostra di Vincenzo Taccia,
che resta aperta fino al 10
settembre.
Giovedì 21, alla biblioteca
della Casa valdese, con inizio
alle 9,30, si tiene la Giornata
«Giovanni Miegge» dei centri
culturali evangelici italiani.
Due scadenze successive,
invece, oltre al Convegno storico che inizia il 31 agosto, riguardano la Società di studi
valdesi. Sabato 23, alle 17
nell’Aula sinodale, si tiene
l’Assemblea ordinaria dei soci. Domenica 24, alle 20,45,
sempre nell’Aula sinodale, ha
luogo la serata culturale della
Ssv con presentazione del Dizionario occitano della vai
Germanasca-valli valdesi,
nuova edizione del Dizionario
di Teofilo G. Pons, riveduta e
ampliata da Arturo Genre.
amici esteri. Il nuovo py
progetto è stato reso posi
le da un finanziamento
hoc: si vuole aiutare i pj.
ghi a superare i problemi,
cologici che attraversano!
aprirsi a nuovi sbocchi od
pazionali con l’appreiJ
mento di nozioni dibil
È stato programmato mj
contro con gli interessati}
poter capire meglio in qj
direzioni muoversi: unai
ma idea è di insegnare an
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possibile trovare alcune nji
chine per cucire fra i loti,
del giornale per la realiS')^*® ^
zione di questo progettolKI®®''®.'^*
rebbe necessario recapitS;®^'^*®
a Trieste presso la ChiesJ ®®ha
vetica-valdese, prendeii sdi qui
contatto preliminarmentei
lefonando allo 040-63277l| ®
I rapporti che ci leganj s^ipaf
questi fratelli e a questetf
relie devono orientarsi inf °
me nuove di collaborazioiii
devono essere condotti iik *
stessa ricerca di corhunii P*
fraterna, così importante!-® ®
gli uni e per gli altri. ^
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Prarostino
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La chiesa di PrarostiiMiazione
ospiterà quest'anno il ti Siabe
dizionale incontro del 11 tiiazioi
Agosto. La località presti àenoi
ta è Badoni, a circa Ite/sdainsi
da San Bartolorcieo. Si rM, ma d
giunge agevolmentelWela:
auto, ma chi ne ha la po' vere ne:
sibilità può anche recarvi giunto
a piedi. Da San Battoli partisa
meo, giungendo da Stuguali
Secondo, superato il muif thè nell
cipio, si prende a sinistriifahe se
poi di nuovo a sinistra.!.« Anzic
strada ombreggiata daitalismi
stagni discende gradai^lutti rifl
mente per giungere infit lu di :
in un ampio pianoro chei quanto
affaccia sulla pianura,cd ludi ba
tornato da castagni. Lai ^ute A
calità appartata fu teati diGraz
di un tragico episodio tl uuiessi
rante la Resistenza. ' ?une n
Il programma prevel
alle ore 10 il culto, a al ® '
della chiesa di Prarostid ™lulo
che sarà animato da gn|
e non ii
pi vocali e strumentalilg^I
tema della giornata ji„ , .
centrato su due interveoi jy
uno di Claudio Pasqueti ®
l'altro di Giorgio Tourn,(
«L'alba del 1848», e vud
essere una introduzio»
alle prossime celebrazit*
del 150° anniversario del
«Lettere patenti». Accani,
a questo vi saranno br^
interventi e messaggi M
La chiesa di PrarosW
organizza un servizio!
buffet freddo e caldo!
quant'altro necessario f
trascorrere una sereH'
giornata insieme. In
di maltempo ci si app<i)
gerà al tempio di San
tolomeo e alla pista copO
ta della Pro Loco.
Uno
lubbli
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Bifomni
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Il nuaif
Nord, V
11
DÌ 1- AGOSTO 1997
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recapita]
I Chiesaf
) rendevi
H Riconciliazione
ergente
In se&iito a quanto apparso neg^ ultimi numeri di
«Biformi» a proposito della
situazione di crisi riguardante le chifese di Trieste, Udine
gGoriz». riteniamo, nostro
ejalgrado, di dover intervenite come Consiglio di chiesa
Metodista di Trieste su queLpenosissima vicenda,
ii Ciò si rende necessario in
ipanto l’ampio spazio riserlirato dal giornale ai fatti acca' jd'he provocato i successivi
jterventi che non solo non
{ontribuiscono a un chiarijnento degli avvenimenti, ma
ioncorrono invece a fornire
’/lina visione parziale e non
corretta di quanto è successo
e di quella che è l’attuale si
irmenttl
-63277|| Chi legge questi interventi,
'i IppJ e in particolare quello di Pie
queSe? r^^g*"** ^
tarsi ini Brunschweiler, rimane
oorazior 1““^° ""1"° \7«certato
idotti ™¡' sembrerebbe che, sol•omunl P®'" «leggerezze» e
ortantei «omissioni», improwi
-j 1 sámente e in maniera sproporzionata un Consiglio di
-------itóiesa (quello che secondo le
no Ijnostre discipline è associato
'al pastore nella guida e nella
, 1 responsabilità della chiesa)
IStO 1 in contraddizione con i valori
e gli insegnamenti dell’EvanfìHI 8cl0i dimostra in fondo di
‘-'III ■ avere un cuore duro e di non
: essere disposto alla riconci‘rarostii'i dazione.
ino il ti Sia ben chiaro che la riconro del ì tìliazione non è un concetto
tà presa ite noi rifiutiamo e che ci lairca 1 b'scia insensibili come credeneo. Si rM, ma da parte nostra non si
mentelvedela necessità di sottoscriha la pi' vere nessun documento cone recar« giunto o concordato che tifi a rtok partisca in parti più o meno
0 da Spugnali una responsabilità
lo il muif che nella sostanza sta da una
1 sinistrai^^ssola.
inistra.l Anziché fare del facile moata dairalismo sarebbe bene che
grada»tatti riflettessimo, a proposilere infil-ta di riconciliazione, su
loro chef guanto scritto nel documennura, col ® di base presentato alla regni. Lai ®ttte Assemblea ecumenica
fu tea# ta Graz su questo tema: «(...)
isodio if llmessaggio della riconciliaza. t?*0tte non annulla la ricerca
preveP®**® giustizia. Purtroppo per
' molti “riconciliazione” è di
to, a al
rarostirt un vocabolo comodo
) da gn| impegnativo, essendo
nentali.ji.**®l° spesso usato per neonata sai'f^'^^ttre la colpa e stendere
ritervenl uua falsa indulgenza
Pasqueti uwenimenti che avrebbe
Tourn.S
», e vuol
oduzioil
lebrazioi
;ario del
>. Accani
nno br^
aggi v3i|
'rarostiiv
sevizio »,
a caldo!
ssario
a sereni
e. In ri’
si appo!
i San B*
sta copi
AI LETTORI
D nostro settimanale non
3>ubbllca lettere anonime.
Sono tali anche quelle che
non riportano l’indirizzo
®>nipleto (che owiamento
non pubblichiamo} o ne ripartano uno di fantasia.
ro richiesto una elaborazione
critica. (...) Chi infrange il diritto deve essere obbligato a
subire la punizione. L’autore
di una ingiustizia non può
pretendere la riconciliazione,
così come non ci si deve attendere una disponibilità al
perdono per cosi dire automatico da chi ha subito il
danno».
Pertanto la cosiddetta riconciliazione delle memorie
«indicataci dai massimi organismi dirigenti» (per usare
una terminologia cara alla
Egidi), l’abbiamo ritenuta e la
riteniamo tuttora un tentativo di coprire la verità e i fatti.
Desideriamo ancora far
presente che si può scrivere
ciò che si vuole, ma di ciò che
si scrive bisogna essere in grado di documentare ogni cosa
e a quanto ci consta i fatti accaduti e la relativa documentazione attestano una realtà
completamente diversa.
Inoltre, ci meravigliamo
che una nostra richiesta di
chiarimenti, avanzata nella
sede più idonea che è il Consiglio di chiesa, sia diventata
sinonimo di accuse.
Infine, vogliamo esprimere
il nostro ringraziamento alla
Commissione esecutiva distrettuale per la relazione
chiara e imparziale che su
questo argomento ha presentato alla Conferenza.
Il Consiglio di chiesa metodista (Raul Matta, Valdo Cozzi,
Liliana Liso De Luca, Laura
Rimetti Cartari, Zola
Serajfini, Livio Taverna)
L'incontro
delle scuole
Caro direttore,
le scrivo in merito alla
«Consultazione delle scuole
valdesi e metodiste» che, con
il patrocinio della Tavola valdese, Opeemi e Csd, si è tenuto a Palermo sabato 5 luglio. In quanto membro della
locale chiesa metodista e insegnante elementare nella
scuola pubblica, ho raccolto
l’invito e con me altri membri e simpatizzanti della nostra chiesa. Alla richiesta di
partecipazione di colleghi e
simpatizzanti, mi è stato risposto che la riunione era
«tra noi...». Mi sono trovata
sola tra i responsabili di opere; come definirmi: «privilegiata o testarda»? Alla fine
della mattinata mi è stato comunicato che nel pomeriggio
la consultazione da pubblica
diventava privata.
Di fronte alle mie rimostranze mi è stato concesso
assistere ai lavori del pomeriggio, «senza diritto di parola». Ho precisato in quella sede e lo preciso ancora che su
Riforma del 20 e del 27 giugno è scritto: «Chi, pur non
essendo direttamente impegnato nelle nostre scuole, si
sente attratto da questi argomenti e ritiene di poter dare
un contributo alla riflessione
542
ica !
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icalQi^
no, Fief’*
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Riforma
E-Mail (Torino): riforma@alpcom.it
E-Mail (Napoli): riforma.na@mbox.netway.it
Uri: http:/Aivww.alpcom.it/riforma
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BIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: An
Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Emmanuele Paschet«®an-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan (coordinatore de L’eco delle valli) Fe“®rtca Tourn. COLLABORANO Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avemmo Di
Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Giorgio Gardiol, Maurizio
^ Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro,
Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirelnioc^°®®Bi, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
Bcu,LJORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi,
EV SIONE EDITORIALE .Rtelin Armand-Huoon: GRAFICA: Pietr
Romeo
Actis.
Acu,f....r ^ ritorvjl'IOMDILC MI 9CIVOI Ln ------^
EDITORIALE:Stelio Armand-Hugon: GRAFICA: Pietro
DISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela A
EDiTnot,' ®liisteriana s.n.c. Mondovi -tei. 0174-42590.
ttORE; Edizioni Protestanti s.r.l.-via S. Pio V, 15 bis -10125Tonno,
——rwi II I I viczoiai tu 0.1.1, — VIO s-». • • ’ • '
^bblieazione settimanale unitaria con L'Eco delle valli valdesi;
pubblicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000, Partecipazioni: millicolonna £ 1 .goo. Economici: a parola £ 1,000.
n nTn»! testata La Luce registrata dal Tribun^e di Pinerolo con il
llnurSp!! Le modifiche sono state registrate ^
Nord^?|®25 luglio 1997 è stato consegnato per l'inottro postale all Ufficio CMP
■ uia Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 23 luglio 1997. __________
Pagina Dei Lettori
PAG. 7 RIFORMA
sarà il benvenuto».
E ancora: «Non c’è dubbio
che, rispetto alla scuola, siamo alla vigilia di cambiamenti significativi e bene ha
fatto la Tavola valdese a proporre questo tema fra le priorità da discutere al prossimo
Sinodo». Le chiedo: perché è
stata pubblicizzata tanto
questa Consultazione se, come mi è stato affermato prima e durante, aveva carattere
privato? Perché incoraggiare
la partecipazione di chi vive
ed è impegnato nella società
sia semplice cittadino, simpatizzante o membro di comunità evangeliche? A mio
parere viviamo una sorta di
schizofrenia: da un lato con
la nostra diaconia-opere sosteniamo di testimoniare
l’Evangelo, dall’altro ci chiudiamo al confronto con l’esterno o addirittura con le
nostre comunità, che sono
costrette a guardare.
Carmela Bozza - Palermo
No a ogni
accanimento
Ormai l’eutanasia è una
realtà comprensibile. Suppongo che al sig. Bruno di
Napoli manchino degli elementi per giudicare obiettivamente e spassionatamente. Quello che mi stupisce,
nella sua lettera, è l’assenza
di qualsiasi riferimento alla
dignità della morte. Come se
non esistesse altro bene che
la vita attuale con le sue
enormi contraddizioni. Anche Ippocrate terrebbe un altro linguaggio se vivesse nella
nostra epoca.
Sono semplicemente una
vecchia infermiera che ha
contemplato quello che può
essere il quadro repellente
dell’attuale fine umana. Più
che di se stessi, è insopportabile assistere alla fine miserevole e alla degradazione di
persone care. Grazie a Dio,
non tutte le morti sono di
questo genere. Però può capitare. Mi sembra quindi ovvio che ciascuno di noi esprima per se stesso, mentre è
ancora in grado di farlo, la
sua volontà in vista delle condizioni in cui intende morire.
È questo un sacrosanto principio di libertà. Se pensassi
come il sig. Bruno, il mio primo dovere sarebbe quello di
non ostacolare la volontà del
mio prossimo.
Lo scandalo vero per me
consiste nel fatto che la legge
attuale vigila scrupolosamente sul «diritto del testamento»
relativamente alle mie cose,
mentre nega ostinatamente il
mio diritto di fare rispettare
la mia volontà che concerne
la mia pelle. L’anima, lo spirito mio esistono nel mio corpo e non nei miei averi.
Usare della meravigliosa
medicina e chirurgia moderna «per vivere meglio» non
giustifica il servirsene abusivamente per sopravvivere a
ogni costo perché si ha paura
Le contraddizioni del cammino ecumenico
Cercare l'incontro nel nome di Gesù Cristo
Non è trascorso molto tempo da quando,
come studentessa, vivevo il disagio di quell’ora che di «religione» non aveva niente se
non l’insegnante, a volte prete; disagio tanto
maggiore quanto più insistenti erano gli inviti a rimanere in classe, perché «è piacevole
confrontarsi con le compagne sui problemi
del mondo giovanile». Questo alle superiori.
Alle elementari, qualcosa di più cattolico si
faceva: a Natale ci raccontavano la storia biblica della natività e, nel momento in cui dovevamo fare un lavoretto, io sbottai a piangere perché, anche se costretta a rimanere in
classe, (c’era allora soltanto l’esonero) non
potevo fare religione; ma probabilmente
piansi anche perché ci dissero che a mezzanotte Gesù «apparve nella mangiatoia»: la
notizia dovette scuotermi non poco, data la
sapiente e doverosa informazione che dai
miei genitori mi era pervenuta in materia di
sessualità. E poi l’angelo custode, che veglia
e consiglia, o la preghiera mattutina, quasi
sempre un Ave Maria, a volta un Padre Nostro, comunque racchiuso e protetto dall’immancabile segno di croce.
Oggi ritorno a scuola sotto un’altra veste,
quella più adulta e determinata (forse)
dell’insegnante supplente e, preparata soltanto a trovare un crocifisso in ogni classe
con l’inevitabile ramoscello d’ulivo rinsecchito, davvero mi disorienta la presenza nei corridoi di quel metro di gesso celeste e «mariano» attorniato da lumini e immagini di Padre
Pio. Ma il culmine del disagio lo raggiungo
all’inizio delle lezioni quando, quasi in coro,
si alza un «maestra, la preghiera!».
La preghiera? Quale? Perché? Credevo che
non si facesse più e non so che fare, ma l’insegnante di sostegno dà loro l’avvio: è una
preghiera rivolta a Gesù, abbastanza ecumenica e moderna, ma proprio per questo la
sensazione di presa in giro è troppo forte e
ancora più forte è quella delTimperversante
camaleontismo cattolico.
Dopo i giorni dedicati alla riconciliazione,
a tutto ciò si aggiunge lo sconforto per la decisa intransigenza e il timore che le ricchezze delle diversità degenerino sempre più in
accentuate divergenze. Mi dico che spesso
quelli che contano sono i piccoli gesti quotidiani tra la gente semplice (come per esempio gli incontri ecumenici di preghiera con le
parrocchie del mio paese, a cui segue la ritrovata fratellanza e sorellanza), e non i
grandi incontri al vertice, ma poi come interpretare il rifiuto di una chiesa cattolica, a
Martina Franca, di ospitare la celebrazione
del funerale di un fratello battista, chiesa
che, pochi mesi prima, ci aveva invitato a vivere la piacevolezza di un accogliente incontro ecumenico?
Era, è vero, la prima volta che questa chiesa, in una città davvero chiusa, dava Tawio a
questo tipo di incontri (tanto è vero che a
me, che porgevo il saluto dei battisti, chiesero di inchinarmi, mentre entravo con la
schiera degli «alti» rappresentanti, verso Taltare); perciò mi dico, ancora, che i percorsi
di comprensione sono diversificati, personali, locali e che anche i tempi di crescita sono
diversi: soltanto non bisogna mai stancarsi
di cercare l’incontro e di credere nel confronto, sempre nel nome di Gesù Cristo.
Virginia Mariani - Mottola
di morire. I veri medici non
accettano di buon grado che
ogni organo sia mantenuto in
vita da macchinari sofisticati.
Se amo Dio la morte non
mi fa paura. Però è meglio
pensare e decidere ciascuno
per sé piuttosto che per altri.
Per questo trovo molto utile
raccogliere in uno scritto,
mentre si può, il risultato della nostra riflessione. Capita
troppo sovente di risvegliarci
paralizzati, privati in un
istante della possibilità d’intendere o di parlare. Allora
sarà troppo tardi.
Lucietta Tenger
Villar Pellice
; L'incontro
Caro direttore,
leggo su Riforma del 4 luglio 1997 la corrispondenza
da Bologna su un «culto ecumenico di intercomunione».
Della cosa in sé mi rallegro.
Ma un’altra mi lascia perplesso: viene fatta menzione
di un «bishop» (sic!). Domando: si tratta di un vescovo
(anglicano, metodista?) e in
caso affermativo perché usare il titolo esotico e non chiamarlo vescovo? O non era un
vescovo, e allora perché usare il termine inglese?
Alberto Soggin - Roma
Il rilievo è giusto; dovevamo
indicare in italiano il titolo di
vescovo del reverendo anglicano Devenport. faremo più
attenzione in futuro.
TAVOLA VALDESE
Corpo pastorale
Per venerdì e sabato
22-23 AGOSTO 1997
è convocato il corpo pastorale, col seguente ordine
del giorno:
venerdì 22 ore 9-19: Commissione culto e liturgia,
Commissione permanente per la formazione pastorale, Pastorale dei carcerati. Atto dichiarativo di accettazione, Confessione di fede;
sabato 23 ore 9-17,30: esame di fede dei candidati Massimo Marottoli, Eric Noffke, Massimiliano Pagliai, Winfrid Pfannkuche, Daniela Santoro. Varie ed
eventuali.
Tutti le/i pastori sono tenuti a partecipare alla riunione
del corpo pastorale (prenotarsi tempestivamente presso la Foresteria). Le sedute del corpo pastorale, salvo
particolari momenti, sono aperte a tutti i membri delle chiese valdesi e metodiste.
Il moderatore della Tavola valdese
Gianni Rostan
Con gli ultimi
È uscito da poco il volume
de «Il regno», annale della
medesima rivista 1997. Di esso mi preme segnalare ai fratelli delle chiese riuniti nel Sinodo che affronterà il modo
di impiegare i fondi provenienti dall’otto per mille,
quanto il monaco camaldolese G. Dal Praz suggerisce ai
cattolici circa il mantenimento, la chiusura, la fondazione
di nuove opere: «Forse c’è
anche troppa preoccupazione di salvare opere, istituzioni, presenze. E quando ci si
accorge che tutto ciò non è
possibile, allora cresce l’angoscia. (...). È il momento difficile della prova che fa toccare con mano come le nostre vie non siano sempre
quelle del Signore. Il pericolo
da evitare è quello di essere
come la moglie di Lot, desiderosi di volgersi indietro, di
rimanere legati a un passato
indubbiamente glorioso, ma
anche capace di impedire
nuove vie! Se al presente nulla ci suggerisce una ripresa
numerica che ci tolga dalle
nostre difficoltà, non è tuttavia questa ragione sufficiente
per eludere l’impegno a essere testimoni coraggiosi della
carità là dove si collocano le
frontiere sguarnite del dolore,
dell’emarginazione, della povertà; nei luoghi dove nessuno ha il coraggio di essere presente; nelle condizioni di
maggior abbandono e smarrimento [il corsivo è mio]. È un
coraggio che non può venire
da prudenti alchimie, ma da
un fiducioso affidamento al
Signore della storia, nella
consapevolezza che è sapienza evangelica riconoscere nel
grano che muore la spiga del
raccolto futuro» (pp. II-III).
Mi permetto di aggiungere
un suggerimento: da Napoli a
Palermo la situazione dei
malati di Aids è terrificante,
le stesse strutture ospedaliere
che li ospitano sono spesso
fatiscenti. Omosessuali e tossicodipendenti non riescono
a far valere i loro fondamentali diritti umani. Così dicasi
delle carceri ove molti di loro
sono reclusi. Sino a quando.
Signore?
Giovanni L. Giudici - Mestre
RINGRAZIAMENTO
«Fattosi sera, Gesù disse loro:
Passiamo all’altra riva»
Marco 4, 35
La moglie e i familiari di
Paolo Frache
neirimpossibilità di farlo personalmente, commossi e riconoscenti,
ringraziano tutti coloro che con
presenza, scritti, parole di conforto e offerte hanno fraternamente
partecipato al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
al pastore Gianni Genre e a tutto
il personale medico e infermieristico che ha ultimamente seguito
il loro caro.
Villar Pellice, 19 luglio 1997
conto corrente postale n. 11234101
intestato a La Luce, via San Pio 15,10125 Torino
Con il rendiconto precedente abbiamo proposto di appoggiare un progetto di istruzione e formazione giovanile in uno
dei quartieri più degradati di Tirana. Questo progetto da realizzare in Albania è portato avanti dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) ed è sostenuto, naturalmente,
non solo da noi ma da molte chiese e organismi evangelici in
Italia. Entriamo così anche noi in questa significativa azione di
solidarietà delle chiese evangeliche del nostro paese alla quale
vogliamo anche noi portare il nostro contributo.
OFFERTE PERVENUTE IN MAGGIO-GIUGNO
£ 300.000: Febe Giolitto.
£ 100.000: Lidia Podio; Mirella Argentieri Bein; Delia Fontana;
A. C. San Germano.
£ 50.000: R. J. San Germano; Silvio Campanelli (in mem. sorella Lucia).
£ 25.000: NN Verbania.
Totale offerte: £ 825.000
Totale precedente; £284.919
Versate per tassa bollo sui cc
per il primo semestre 1997: £ 54.000
Totale: £ 1.066.919
12
PAG. 8 RIFORMA
BALE
VENERDÌ P AGOSTO
IX Assembl6a dolía Firn svoltasi a Hong-Kong
Cina e diritti umani, un dibattito controverso
Alla vigilia del terzo millennio, la Federazione luterana
mondiale (Firn), che ha tenuto la sua IX Assemblea a
Hong-Kong dall’8 al 16 luglio
1997, ha ribadito il proprio
impegno a favore del dialogo
ecumenico con le altre chiese. Durante l’Assemblea si
sono avute lunghe discussioni sul dialogo con la Chiesa
cattolica romana e sulla questione teologica della giustificazione. Di conseguenza, le
due tradizioni dovrebbero
presto porre fine alla divisione su questo punto, che risale alla condanna di Martin
Lutero nel XVI secolo.
Si è anche parlato dei rapporti molto stretti tra le chiese
luterane e le chiese anglicane
e riformate. I legami tra i luterani e queste chiese si sono
rafforzati molto in questi ultimi anni, tanto che in alcune
regioni vi è oggi intercomunione. D’altra parte, i delegati
hanno affrontato le questioni
dei diritti della persona, dell’aiuto ai paesi in via di sviluppo e del rafforzamento del
posto delle donne e dei giovani all’interno della Firn e delle
sue chiese-membro.
In una dichiarazione pubblicata al termine dell'Assemblea viene raccomandato, tra
altre priorità, di sostenere gli
sforzi di pace nelle situazioni
conflittuali in Africa, il divieto
mondiale delle mine antipersona, i «Dalit» poveri e oppressi in India, le persone
colpite dall’Aids. L’Assemblea
ha inoltre riaffermato la partecipazione delle donne nella
chiesa e nella società, e ha esortato le chiese membro a
promuovere «l’insegnamento
religioso e la formazione quadro fra i giovani».
Per quanto riguarda la questione dei diritti umani in Cina, invece, l’Assemblea ha
deciso di non pubblicare la
dichiarazione proposta, dopo
l’intervento di diversi delegati di Hong-Kong. Alcuni delegati infatti hanno fatto presente che il messaggio proposto, che comprendeva critiche nei confronti del governo cinese, sarebbe stato con
siderato come un’offesa, visto che l’Assemblea ha avuto
luogo in territorio cinese. Tali
critiche, hanno detto, potrebbero nuocere alle relazioni
tra le chiese di Hong-Kong e
quelle del resto della Cina.
Diversi delegati delle chiese luterane di Hong-Kong
hanno manifestato la loro
opposizione e chiesto la soppressione di due frasi della
dichiarazione che peraltro
salutava i progressi, della Repubblica popolare cinese in
vari campi (miglioramento
del livello di vita, democratizzazione in Cina continentale,
garanzia data dal governo cinese che Hong-Kong avrebbe
conservato le sue libertà).
Le due frasi controverse,
che sono state respinte con
159 voti contro 106 e 29 astensioni, erano: «Esistono
tuttavia alcuni aspetti della
situazione in Cina che, in
quanto chiese, sono motivi di
preoccupazioni serie e legittime. Ciò concerne in particolcure la detenzione e il trattamento dei dissidenti, l’applicazione frequente della
pena di morte, l’assenza di
procedure proprie di uno stato di diritto nei processi criminali per le forme persistenti di detenzione amministrativa».
Dopo la soppressione di
queste due frasi, alcuni delegati hanno allora suggerito
che era meglio astenersi di fa
yv-i L'intervento di un teologo cinese
Come affrontare la questione
dei diritti umani in Cina
Un professore di teologia
asiatica ha esortato le chiese
e i governi a non impegnarsi
sulla via del confronto diretto
con il governo di Pechino
sulla questione dei diritti della persona. Se prima si guadagna la fiducia e l’amicizia
della Cina, ha detto, si capirà
che sui punti sensibili si otterrà molto di più ricorrendo
al dialogo.
Il prof. Choong Chee Pang,
professore di teologia al Trinity Theological College a
Singapore e dal 1988 professore invitato all’Università
di Pechino, ha affermato,
nel corso di una conferenza
stampa tenuta durante la IX
Assemblea della Federazione
luterana mondiale (Firn) a
Hong-Kong: «I cinesi, come
la maggioranza degli asiatici,
non apprezzano il confronto
diretto. Vorrei vedere l’Occidente, in particolare i capi di
governo, sviluppare un rapporto di fiducia reciproco
con la Cina, perché una volta
che i cinesi vi danno fiducia,
è più facile interpellarli».
II prof. Choong, pastore luterano di origine cinese, educato nella Malaysia occidentale, ha sottolineato, durante
la conferenza stampa e nel
suo discorso all’Assemblea,
che le questioni dei diritti
della persona sono spesso
percepiti dagli asiatici come
una preoccupazione occidentale: «La preoccupazione
percepita come occidentale
della questione ha incontestabilmente messo in pericolo la natura universale del
suo principio, nonché la validità della sua applicazione ha detto -. Inoltre il dossier
dei diritti umani dell’Occidente non è più cosi impressionante, tanto storicamente
quanto moralmente. D’altra
parte, né le sue norme né la
sua pratica evidenziano molta coerenza».
Interrogato dai giornalisti,
il prof. Choong ha ammesso
che vi sono violazioni dei diritti umani in Cina, e ha aggiunto che questo lo preoccupa ma ogni cosa deve essere ricollocata nel suo contesto. «Se si fa un paragone con
la situazione in Cina negli
Anni 50 e 60, in particolare
durante la Rivoluzione culturale (1966-76), l’atteggiamento del governo attuale è ragionevole». ha detto.
Alle domande riguardanti
le difficoltà incontrate da alcuni cristiani in Cina continentale. ha risposto che una
parte del problema deriva
dall’applicazione disuguale, a
livello locale, delle direttive
deirufficio degli affari religiosi a Pechino. (eni)
re una dichiarazione sulla Cina se non era possibile pubblicarne una che fosse «credibile». Questa proposta è stata
appoggiata ed è stato deciso
di fare soltanto una dichiarazione sui diritti della persona,
senza menzionare alcuna nazione in particolare.
Il dibattito sulla Cina ha
dominato le ultime ore dell’Assemblea ed ha suscitato
gli interventi più animati dei
dieci giorni di conferenza.
Durante il dibattito, uno dei
delegati della Chiesa evangelica luterana di Hannover,
Hans Schmidt, ha ricordato
che le chiese tedesche avevano «avuto l’esperienza» del
terzo Reich durante il quale
«le chiese erano rimaste silenziose quando regnava l’ingiustizia politica, e hanno dovuto confessarlo più tardi».
Le chiese, ha aggiunto, «devono parlare quando la gente
viene torturata, o quando i
suoi diritti vengono violati.
Non dobbiamo stare zitti».
Ma due delegati di HongKong, il pastore Kin Kai
Chung e il vescovo Kin Sung
Pong, hanno dichiarato che
l’Assemblea non doveva criticare il governo cinese. «Perché nominare la Cina e non
l’America o la Gran Bretagna?» ha chiesto il vescovo
Pong. Una simile critica «potrebbe urtare i sentimenti dei
cinesi di tutto il mondo» e
metterebbe profondamente
in imbarazzo le chiese luterane di Hong-Kong, che hanno
accolto l’Assemblea.
Invece il direttore del seminario luterano di teologia di
Hong-Kong, Lam Tak-Ho, ha
chiesto all’Assemblea di incoraggiare la Cina a migliorare la situazione e si è pronunciato a favore del mantenimento delle due frasi controverse. «Sono cinese, amo il
mio paese, ma amare il proprio paese non vuol dire cbe
si deve approvare tutto quello che fa il governo». (eni)
La testimonianza di una donna polacca a Graz
Il traffico della prostituzione in Europa
________GABRIELA LIO________
// T ^ Polonia arrivavano di" A verse offerte di lavoro da
altri paesi europei. Chiedevano donne per lavorare in
Olanda come cameriere. Mio
marito mi aveva lasciata e
non avevo più sue notizie.
Dovevo occuparmi del mantenimento dei miei figli e nonostante avessi finito i miei
studi di ingegneria non trovavo lavoro nel mio campo.
Avevo trovato solo un lavoro
da commessa ma lo stipendio
era molto basso. Mi accordai
così con mia sorella che si sarebbe occupata dei bambini
mentre io andavo a lavorare
in Olanda. Così risposi a quella inserzione e fui convocata
per informarmi sul lavoro che
avrei dovuto svolgere. Cerano per noi, come ci dissero,
solo posti di cameriere e accompagnatrici. lo dissi che
non conoscevo nessuna lingua straniera ma “Robert”,
l’organizzatore, rispose che
non c’era problema, che per
gli olandesi l’importante era
"essere carine” con loro.
Chiesi se c’era pericolo che
io finissi nella prostituzione e
la risposta fu che la prostituzione era proibita in Olanda e
tutto quello che dovevo fare
era bere insieme ai clienti.
Partii all’inizio di marzo e
quando arrivai a Rotterdam
con alcune amiche ci dissero
che avrebbero trattenuto dal
nostro stipendio il costo del
viaggio. Appena arrivate firmammo il contratto. C’era
scritto che avremmo dovuto
fare degli spettacoli, ma non
si parlava di spogliarelli, lo
venimmo a sapere solo dopo.
All’arrivo sul posto di lavoro
mi chiesero di consegnare il
passaporto. Io non volevo ma
mi minacciarono di mandarmi in Belgio. Io avevo paura
ed ero stanca, così lo consegnai. Dormivamo in sette in
una stanza con due letti matrimoniali senza lenzuola.
C’erano spettacoli 24 ore su
24 e funzionava così: dovevo
fare lo streap-tease e poi se il
cliente mi sceglieva dovevo
dormire con lui. Se rifiutavo
non mi pagavano la giornata.
Non avevo denaro neanche
per mangiare. Alla fine andai
col cliente nella stanza. Mi
restituirono il passaporto dopo due giorni, ma io non dissi
niente al poliziotto perché
avevo paura. I proprietari del
bar erano infatti lì presenti».
Questa è stata una testimonianza condivisa a Graz in un
workshop organizzato nell’
ambito del programma «La
strada», sostenuto dalla Fondazione olandese contro il
traffico delle donne, dall’Yw
ca della Polonia, dall’Associazione femminista polacca e
da un centro di consultazione per progetti di donne con
sede nella Repubblica ceca.
«La strada», che attraverso
una sua rappresentante ha illustrato nel corso dell’incontro la situazione del traffico
della prostituzione in Europa
e denunciato lo scarso impegno dei governi per debellarlo e il silenzio delle chiese si
occupa in primo luogo di far
conoscere il problema e di
influenzare l’opinione pubblica sul tema del rispetto dei
diritti umani. II programma
mira a dare supporto alle vittime e ad informare le donne,
anche attraverso l’attivazione
di una linea telefonica, sui
falsi lavori che vengono loro
proposti e su possibilità alternative di lavoro.
È in corso anche una campagna di assistenza sociale
per le vittime che tornano ai
paesi d’origine e un grup,
professionisti volontari
vocati, psicologi, assis
sociali) lavorano nei vari
si per offrire loro aiuto e
porto. La partecipazi
Graz è stata per molti
non solo un momento <\
flessione e confronto su
ma della riconciliazione,
anche un’occasione unici
raccontarci i problemi eh
frontiamo nella nostra ri,
e per inserirci in reti gi' i
stenti che lavorano pei
frontare e debellare situi
ni come quella esposta]
traffico di donne a scop
prostituzione, che dal 19
attivo ed in crescita anch(
paesi dell’Est, oltre che
l’America Latina e da
paesi africani, è coinvolta
che l’Italia. Forse anche i (
tatti presi a Graz ci consf
ranno di rompere il silem
renderanno la nostra
più incisiva nella società.
Per i silenzi durante l'apartheid
Sud Africa: gli anglicani
confessano le proprie colpe
La Chiesa anglicana è la
prima grande chiesa del Sud
Africa ad aver confessato
pubblicamente le proprie
azioni durante gli anni dell’apartheid. Lo ha fatto presentando un documento al
comitato incaricato delle violazioni dei diritti della persona della Commissione «Verità e riconciliazione». Nel
confessare i propri errori, la
chiesa ha lanciato un appello
agli anglicani che hanno avuto un ruolo attivo nel sistema
dell’apartheid affinché confessino le loro colpe.
La Chiesa anglicana ha
confessato pubblicamente di
non avere lottato abbastanza
contro l’apartheid, anche se
l’ex primate della Chiesa anglicana, oggi presidente della
Commissione, il vescovo Desmond Tutu, è stato uno degli oppositori più decisi al sistema razzista. La Commissione è stata istituita dal nuovo governo per fare luce sulle
violazioni dei diritti perpetrate durante l’apartheid.
Nel documento presentato
alla Commissione il 2 luglio
scorso, la Chiesa anglicana
riconosce di essere colpevole
di aver fatto certe dichiarazioni senza accompagnarle
con un’azione che avrebbe
potuto migliorare la situazione. Ha inoltre confessato che
ci sono state occasioni in c
con il silenzio dei suoi di
genti o delle sue parroccl
(...), «un torto immenso è s
to fatto a coloro che sopp(
lavano il peso della violer
dell’apartheid».
La Chiesa anglicana, prò:
gue il documento, «con
molti membri, fra i quali l
sultano quelli che sono sti
implicati nella continuazioi
dell’eresia dell’apartheid
della violazione dei diritti à
la persona. Chiediamo lori
presentarsi davanti alla Co:
missione». Il documento pi
cisa che la Chiesa ha soffè
sia per la sua azione sia per
sua mancanza di azione coi
tro l’apartheid. 1 suoi dirigi
ti e alcuni dei suoi mem
sono stati spiati, incarceri
senza processo... Hannir pai
to ferite fisiche, morali e s
rituali, e sono stati gettati
prigione, come il vesco
Njngonkulu Ndungane, sin
cessore di Desmond Tutu
Città del Capo: «In quan
chiesa, rendiamo omaggio
coloro che erano pronti ad
frontare la collera dello sta
siano essi anglicani o no.
ploriamo il loro perdono, pet
ché non abbiamo sempre sa
puto portare loro il confort«
del nostro ministero, né il nu
stro sostegno, come avrebbt
fatto il Cristo». (enil
«Le
terra
già fi
Dio c
lontà
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Ginevra: in una conferenza stampa presso la sede del Consiglio ecumeniO%
Un I69d6r ci'istidno nordcorssno dìf6nd6 il proprio p36S6
Un responsabile di un’organizzazione cristiana della
Corea del Nord ha preso le
difese del proprio paese e del
suo leader, Kim Jong li, dichiarando che le predizioni
di alcuni che annunciano un
crollo imminente della Corea
del Nord sono senza fondamento. La Corea del Nord,
uno degli ultimi regimi comunisti, si trova oggi in una
situazione gravissima in seguito alle alluvioni che hanno
devastato il paese in questi
ultimi anni.
La Corea del Nord conta
circa 12.000 cristiani. Per 40
anni, dalla divisione della penisola coreana alla fine della
seconda guerra mondiale, i
cristiani sono stati isolati dai
cristiani dell’estero. Ma dal
1986, una serie di dialoghi tra
cristiani della Corea del Nord
e della Corea del Sud, incoraggiati dal Consiglio ecume
nico delle chiese (Cec), e svol
tisi in Svizzera, hanno permesso alcuni contatti ristretti.
Nel quadro di uno sforzo
per stabilire relazioni con i
cristiani dell’estero, una delegazione della Federazione
dei cristiani della Corea (Kcf),
principale organizzazione
cristiana della Corea del
Nord, ha partecipato al Kirchentag di Lipsia. Il 23 giugno scorso, la delegazione è
stata accolta alla sede del Cec
a Ginevra, accompagnata da
Kim Dong VVan, segretario
generale del Consiglio nazionale delle chiese della Corea,
principale organismo ecumenico della Corea del Sud.
Durante una conferenza
stampa Kang Young-Sup, leader della delegazione nordcoreana e presidente del Comitato centrale della Kcf, ha
espresso la sua gratitudine
per l’aiuto in viveri e in soc
corsi di emergenza (otto milioni di dollari) fornito dalle
chiese membro e dagli organismi di aiuto legati al Cec.
Circa cinque milioni di persone (circa un quarto della
popolazione della Corea del
Nord) sono minacciate dalla
carestia, ha detto.
Da diversi anni, ha rivelato
Kang Young-Sup, i cristiani
delle due parti della penisola
coreana pregavano affinché il
1995, il 50" anno dalla divisione e anno del giubileo, portasse la riunificazione del
Nord e del Sud. Ora, in coreano, «anno del giubileo» si
pronuncia quasi come «anno
di carestia». «Può darsi che
Dio si sia sbagliato», ha detto
Kang Young-Sup, il quale è
convinto che «con la benedizione di Dio», la riconciliazione pacifica avrà finalmente
luogo. Rispondendo alle domande postegli, Kang Young
Sup ha detto: «Come forse
saprete, molte pressioni vengono esercitate dalle superpotenze occidentali perché il ^
nostro paese crolli, sul piano
economico e politico. (■■■)
Ma, nonostante queste forze
ostili, la gente del mio paese
ha mostrato di essere in gra;
do di sopravvivere. E secj
riesce, è perché il leader del
nostro paese e il suo popolo
sono totalmente uniti». «Pof
favore - ha detto ancora a'
giornalisti presenti - aspettate un po' e non scommettete
così presto sul crollo del nostro paese». (enti
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