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Anno 127 - n. 44
15 novembre 1991
numero speciale L. 2.000
Sped. abbonamento postale
Gruppo II A/70
In caso di mancato recapito nspedire
a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
MEDIO ORIENTE
I CRISTIANI E L’EUROPA
Il cuore del problema Missione SÌ, ma come?
Anche il prosieguo del
polarizzato sull’annosa
Entro la fine di novembre dovrebbero iniziare gli incontri diretti tra le varie delegazioni arabe e quella israeliana. La sede?
Probabilmente gli Stati Uniti, come alternativa aUa richiesta araba di continuare la Conferenza
per U Medio Oriente nella sede
neutrale di Madrid dove era iniziata, e quella israeliana di trasferirla a turno in Israele e nei
paesi arabi coinvolti. Nocciolo
della questione: la visita di delegazioni arabe in Israele, e viceversa, significherebbe un riconoscimento di fatto di Israele, cioè
la concessione preventiva di un
punto centrale della trattativa;
in più i palestinesi chiedono: e
noi in che paese riceviamo gli
israeliani, che ci occupano?
Da parte libanese e siriana si
chiede, già da Madrid, la fine
della passerella delle varie
« posizioni » a beneficio deUa pubblica opinione e dei negoziati sui
negoziati. Occorre entrare nel
vivo : come trattare, sotto i bombardamenti e con una fetta di
paese occupato (libanesi) e con
una regione annessa dall’avversario (siriani)?
Per i palestinesi non sono rose
e fiori. Hanno dovuto andare a
Madrid come voleva Israele: delegazione monca (niente rappresentanti dell’esilio e di Gerusalemme est), niente Olp, niente
conferenza intemazionale con
garanzie per le popolazioni occupate, altolà aUa richiesta di
un’immediata autodeterminazione. Ma pur continuando a vestire le imposte mentite spoglie di
una delegazione che nulla aveva
a che fare con l’Olp, ed entrata
per la porta di servizio, si sono
affermati come protagonisti e
hanno posto il negoziato diretto
palestinese-israeliano quale perno effettivo della conferenza.
Abili? Certo — ma al di là dello « charme », dell’eleganza diplomatica, del « realismo » dei suoi
rappresentanti, l’inesistente popolo della « terra senza popolo »
ha fatto sapere che sarà inutile
cercare « dirigenze alternative »
a quella accettata, storica, « simbolo della nostra identità e unità
nazionale, la guardiana del nostro
passato, la protettrice del nostro
presente e la speranza del nostro
futuro », come ha affermato nel
suo discorso il capo delegazione.
In secondo luogo è ancora una
volta tornata a galla l’inaffondabile realtà che ogni palestinese ammesso a parlare all’onore
del mondo mette chiara e tonda
sul tappeto: al centro del problema « pace nel Medio Oriente» c’è, come è definita a termini di diritto intemazionale, la
« questione della Palestina »
— cioè l’autodeterminazione di
un popolo sulle proprie terre, e
non una aleatoria « autonomia »
ad anodini residenti, concessa
dal governo occupante.
A uno dei « grandi vecchi », e
grandi critici dello stato d’Israeì®, Y. Leibowitz, fu chiesto: « Ma
perché anche tu, come tanti, stai
qui? ». « Perché siamo stufi di essere governati dai ”goim” », rispose. Bene, i palestinesi chiedono la stessa cosa, di non essere governati dai ”goim”, cioè da
I' nuovo assGtto del nostro continente appare come un’’kairós” - Da
^ parte protestante un approccio che punta suM’ascolto e sul dialogo
gli altri. Si dichiarano pronti
(citiamo sempre il discorso che
riprende le decisioni del Consiglio nazionale palestinese del novembre 1988 ) « a vivere fianco a
fianco [con Israele] su questa
terra e nella promessa del futuro », ma chiedono di farlo « da
ug;uali »: « La reciprocità deve sostituirsi alla dominazione e all’ostilità... la vostra sicurezza e la
nostra dipendono l’ùna dall’altra ».
Infine, pur riaffermando l’imperiosa necessità di uno stato, si
dichiarano « disposti ad accettare
la proposta di ima fase transitoria, purché gli accordi ad interim
non si trasformino' in una situazione permanente». E’ la ’’concessione”, in realtà coatta, sulla
quale, complice I’« ambiguità costruttiva » degli Stati Uniti (la
definizione è di Baker), si giocherà, a grosso rischio per tutti,
ma particolarmente per le genti
della Palestina, la partita delle
prossime e indilazionahiU trattative.
Sandro Sarti
L’Europa è al centro deU’attenzione delle chiese cristiane. Dal 7
al 14 ottobre si è svolta a Creta
la terza consultazione della KEK
(Conferenza delle chiese europee)
sul tema Missione in un’Europa
in trasformazione.
Dal 13 al 18 novembre, a Ssmtiago de Compostela, si terrà il V
incontro tra la KEK e il CCEE
(Consiglio delle Conferenze episcopali europee) sul tema Sulla
tua Parola. Missione ed evangelizzo-zione in Europa oggi. Dal 28
novembre al 14 dicembre si svolgerà in Vaticano l’Assemblea speciale del Sinodo cattolico dei vescovi europei.
Protestanti, cattolici, ortodossi
sono convinti che « il nuovo assetto dell’Europa costituisce il nostro kairós, il tempo favorevole
offerto da Dio ». Che sia davanti
a loro un tempo favorevole per
l’evangelizzazione, per la missione, per l’ecumenismo.
Sul fronte cattolico lo stesso
papa Giovanni Paolo II si è impegnato in modo particolare, per
ché l’Europa è sempre stata sX
centro delle sue preoccupazioni.
Così abbiamo il discorso del 22
aprile ’90 con il quale ha lanciato
l’iniziativa del Sinodo europeo,
la lettera da Fatima sul dialogo
cattolico-ortodosso, la traccia per
la riflessione in preparazione del
Sinodo cattolico, ed infine il Sommarium contenente le risposte al
questionario inviato a tutte le
diocesi cattoliche europee. Per i
cattolici « la fede cristiana ha segnato spesso profondamente le
costituzioni e lo sviluppo delle
nazioni europee » (perciò la Chiesa cattolica vede positivamente il
riemergere della realtà delle nazioni). « La fede si pone come un
elemento della ricostruzione della
cultura, della storia, dell’identità.
E’ la questione delle radici cristiane dell’ Europa... » ( Sommarium). La Chiesa cattolica deve
riprendere coscienza della sua
identità europea per trasmettere
quei valori « quali il rispetto della persona umana e dei suoi diritti », che vanno « non solo pro
LA PREDICAZIONE ALL’ASSEMBLEA DELLA FCEI
Il dolce sonno di Geremia
Geremia 31: 1-6, 23-26
Il risveglio dal sonno non è sempre un'esperienza felice. Innanzitutto può darsi che il sonno sia
l’ambito in cui si svolgono i sogni delle nostre frustrazioni, dei nostri incubi, delle nostre ansie e delle
nostre paure. No, il risveglio dallo spavento di questi fantasmi non è affatto dolce.
Ma vi può essere un’altra ragione per cui il risveglio può essere amaro nonostante il sonno sia
stato dolce. E’ possibile, infatti, che appena aperti
gli occhi vorremmo chiuderli, perché il nuovo giorno e il mondo ci offrono uno spettacolo spaventoso.
La vita quotidiana sovente ci schiaccia, non solo
per le sue fatiche, ma anche per il suo grigiore, per
la sua noia, anche con le sue minacce e per i suoi
bagliori sinistri di morte, di guerra, di fame e di
stenti. No; il risveglio dal sonno può non essere
affatto dolce.
E tuttavia il profeta Geremia, che non era certo
un tipo ottimista, dice:
« A questo punto mi sono svegliato e ho
guardato ; e il mio sonno m’è stato dolce »
(V. 26).
Perché il profeta può fare questa dichiarazione?
Evidentemente perché i suoi sogni non erano né
le ossessioni dell’inconscio, né gli spaventi della vita quotidiana, ma la promessa del Signore, annunciata come possibilità dell'impossibile.
La promessa riguarda Israele, innanzitutto. Si
tratta del regno del Nord, che ai tempi di Geremia
era solo un ricordo confuso, che suscitava o sentimenti di vergogna, dati i compromessi che lo avevano caratterizzato e condannato alla distruzione,
o sentimenti di commiserazione vagamente paternalistici Ma Geremia non si colloca nel filone delle
opinioni pubbliche del tempo, perché a proposito
di Israele egli ha ricevuto una parola che è tra le
più belle dichiarazioni d’amore della Bibbia:
« Da tempi lontani l’Eterno m’è apparso :
”Sì, io t’amo d’un amore eterno, perciò ti
prolungo la mia bontà”» (v. 3).
Questa è una parola dolce, ma anche una promessa incredibile. Possono le ossa ricoprirsi di carne e diventare esseri umani? Può un_ popolo che
non esiste più diventare "popolo mio" (cioè di
Dio) e popolo vivo? Può il popolo figlio dell’ira rinascere come popolo dell’amore di Dio? Questa è
la promessa che il profeta ha ricevuto: parola di
amore e parola di risurrezione.
Ma poi Geremia ha un’altra parola che riguarda
il regno del Sud, il regno di Giuda:
« L’Eterno ti benedica, o dimora di giustizia, o monte di santità» (v. 23).
Anche questa è una parola di amore e di speranza, perché Giuda, sede dei tradimenti, che uccide i
profeti e ignora la verità, è ora riportato al livello
della sua primitiva vocazione. Gerusalemme non
finirà con la sua distruzione; Gerusalemme è destinata a diventare la capitale della giustizia e della
santità. Questa è una parola dolce, ma altrettanto
incredibile dati i tempi che correvano all’epoca di
Geremia.
Ecco, dunque, perché il sonno di Geremia era,
nonostante tutto, dolce: perché il Signore aveva
parlato, aveva annunciato una speranza di rinascita e di salvezza la cui caratteristica era la promessa
di un tempo in cui Iddio, al di là di ogni previsione, avrebbe raccolto il suo popolo da Nord come
da Sud in uno solo.
L'evangelo contenuto in queste parole è rilevante per noi anche oggi: il Signore è colui che chiama tutto il suo popolo all'unità. Ma nel fare questo
eg/i travalica ogni nostra immaginazione o aspettativa. La Federazione, fin dagli inizi, fin dai tempi in
cui la immaginammo, non è e non è stata che un
segno, un segnale della nostra fede nella promessa
che il Signore raccoglie il suo popolo in uno. Questa
convinzione è stata per noi ispirata dal Signore e
deve rimanere ferma.
E’ possibile che in questa assemblea, incalzati
dalle cose da fare, limitati dalle sconfitte del passato, noi perdiamo di vista lo zenit fissato dalla
promessa, del Signore. E allora la nostra fede deve
consentirci di credere che occorre lavorare perché
troviamo forme unitarie Con l’evangelismo italiano
ma, perché no, anche con il nostro interlocutore più
problematico che è la Chiesa cattolica e soprattutto
con quel popolo di Dio, il ceppo e la radice su cui
siamo innestati, cioè il popolo d’Israele (Rom. 9).
Voglia Iddio che non scambiamo il cielo rosso
dell’aurora della promessa di Dio con il tramonto
delle ideologie e delle idealità. Il Signore ancora
oggi ci risveglia dal sonno, perché scopriamo che le
sue parole, anche se un sussurro, sono dolci.
Paolo Spanu
fessati ma vissuti ». In questa Europa la Chiesa cattolica vuole assumere il ruolo di unica depositaria della verità sul bene. La
chiesa inoltre deve ribadire la
propria aqtorità in campo spirituale e culturale.
Il papa non ignora ohe « cospicue comunità cristiane sono di
tradizione ortodossa e protestante », e perciò ha invitato una loro
rappresentanza al Sinodo.
11 discorso cattolico appare abbastanza chiaro nelle sue linee
generali. La discussione del Sinodo potrà però modificarlo, viste
le diverse impostazioni che alcune Conferenze episcopali hanno
dato al discorso sull’evangelizzazione e suirecumenismo, che così
come è stato presentato è inaccettabile sia per gli ortodossi che
per i protestanti. Quattro delegazioni ortodosse non hanno infatti
risposto all’invito (sono quelle
delle chiese russe, rumene, bulgare e greche, cioè una parte molto
significativa degli ortodossi europei) e non saranno in Vaticano
per il Sinodo.
I protestanti invece saranno
presenti in qualità di osservatori
ed alcuni di loro (anglicani) parteciperanno anche alla celebrazione ecumenica prevista a Roma
per il 7.12.1991. Ciò non significa
che le differenze col progetto cattolico non siano grandi. « Crediamo che vi sia il pericolo — è
scritto nel documento finale della
consultazione della KEK a Creta
— che la missione oggi possa essere concepita come il compito
di rievangelizzare l’Europa o di
ristabilire una Europa cristiana,
in un modo piuttosto trionfalistico e infedele all’esempio di Cristo, che ha detto di essere venuto
per servire ». L’allusione all'impostazione del problema data dal
papa è più che evidente.
Dunque c’è nelle chiese una comune preoccupazione per il problema della missione e dell'evangelizzazione in Europa, ma gli approcci sono diversi e anche sostanzialmente.
E noi protestanti italiani? Il
problema è aperto. Ne abbiamo
discusso serenamente alla IX Assemblea della Federazione delle
chiese evangeliche italiane che si
è svolta a Santa Severa dal 31
ottobre al 3 novembre (si veda
l’ampio servizio alle pp. 5-11).
Per noi protestanti il problema
non è quello di riempire semplicemente il vuoto lasciato dalle
ideologie con una proposta autorevole e auoritaria di una chiesa
gerarchica che dice cosa è bene
e cosa è male. Non vogliamo costruire nuovi muri, nuovi recinti.
Vogliamo essere compagni di
strada sia del cattolico che dell’agnostico ner cercare insieme
nuove regole etiche che ci permettano di vivere in democrazia senza creare nuovi idoli, nuovo paure. Il nostro temno, il nostro kairós è anello dell’ascolto,
deirecumenismo, dell’impegno
ner la democrazia, per la pace,
per la giustizia e per la salvaguardia del creato.
Giorgio Gardiol
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2 vita delle chiese
15 novembre 1991
RIESI
I trenfanni
del Servizio cristiano
Due giornate febbrili, in cui si è esaminato il senso e la prospettiva di un’opera che ha coinvolto molte persone di tutto il mondo
Già da giovedì si intuisce che
ài « Servizio cristiano » sta succedendo qualcosa di diverso. Si vedono volti nuovi, si respira un
clima di arrivi e di preparativi...:
è scattata l’operazione trentennale.
Le due giornate del 26 e 27 ottobre hanno l'intenzione di coinvolgere un po' tutti, una sorta di
emione tra passato e presente,
un’occasione per rivivere 30 anni di storia che non sono molti
quantitativamente, ma che lo sono se ripensiamo al percorso
compiuto da quando Tullio Vinay
giunse la prima volta in questa
terra. In effetti, questo «paesone » della provincia nissena è
stato il punto di incontro per
molte persone provenienti da
ogni parte del mondo, persone
anche profondamente diverse ma
legate da un’unica spinta motivazionale. C’è chi ha speso qui
molti anni della propria vita, chi
è semplicemente passato per di
qua... ma sicuramente Riesi e il
Servizio cristiano rappresentano
un tassello importante nel mosaico esistenziale di molti.
Così, tra gli ultimi ritocchi organizzativi, si aprono ufficialmente i festeggiamenti sabato
26.10 alle ore 18. Siamo tutti
riuniti (ben in 200!) nei locali della ex scuola di formazione meccanici, oggi riconvertita in sala
convegni. La serata è caratterizzata da un susseguirsi di vari interventi. Dapprima il moderatore Franco Giampiccoli propone
un breve excursus in questi 30
anni con il proposito di racchiuderli simbolicamente tra le parole di Tullio Vinay da una parte
(cioè che il Signore sia il nostro
programma e il nostro Signore) e
di Giuseppe Platone dall’altra
(cioè di seminare con generosità
e lasciare al Signore il tempo del
raccolto).
Intervengono poi il sindaco di
Riesi e il direttore dei salesiani
con un messaggio di ringraziamento e di augurio. Il past. Platone legge poi brevemente una
serie di messaggi provenienti da
ogni parte del mondo, primo tra
tutti quello di Tullio e Fernanda
Vinay, impossibilitati ad essere
fisicamente tra noi in questa circostanza ma sicuramente molto
vicini col pensiero e la preghiera.
Irene Wigley illustra, sinteticamente ma con molta emozione, il
libro 30 anni a Riesi, un documentario fotografico molto significativo e senz’altro di facile aresa proprio perché oggi preferiamo Timmagine alla parola. Wigley
ricorda le due tappe fondamentali di questa « impresa siciliana »: dal 1961 al 1969 (momento
di slancio, di contatto con la frente del luogo) e dal 1969 al 1984
(momento in cui il Servizio
cristiano si organizza nei vari
settori di attività).
Arriviamo quindi al momento
« clou » della serata: la conferenza-dibattito di Paolo Ricca sul
tema Diaconia e predicazione:
l’esempio di Riesi. Con molta
chiarezza e sistematicità (senz’altro apprezzata dal folto uditorio)
il prof. Ricca sottolinea come diaconia e predicazione non siano
Luna figlia o conseguenza dell’altra bensì sorelle (gemelle!) e figlie entrambe della vicinanza del
Regno di Dio, segnali corposi di
tale vicinanza. La chiesa, dunque,
non può decidere di non fare diaconia proprio perché essa è il
« campo dei miracoli » (l’equivalente delle guarigioni di Gesù, del
suo fare miracoli). Ma quale è
dunque l’esempio di Riesi? Secondo Ricca è proprio tale unità
(nel senso di simultaneità) di diaconia e predicazione e non certo
la grandiosità architettonica (non
ce ne voglia l’architetto L. Ricci!),
l’originalità o il successo dell’opera, La spiegazione del Servizio
di Riesi sarebbe quindi l’agape,
cioè l’amore di Dio, « trait
d’union » tra diaconia e predicazione, spinta a « seguire l’esempio », a rispondere all’invito, a fare agli altri quello che Gesù ha
fatto a noi.
Il prof. Ricca tenta poi di sintetizzare quelli che sono stati (e
continuano ad essere) i tratti salienti delTesempio del Servizio
cristiano. Innanzitutto il Servizio
come comunità internazionale venuta in una terra di sfruttamento e umiliazione. Tale internazionalità è stata spesso discussa e
criticata, vista come indesiderata
« colonizzazione nordica », giunta
a disturbare l’ordine secolare
delle cose. Ma il prof. Ricca rivaluta tale aspetto sottolineando
che esso è una bella e viva parabola di due realtà: in primo luogo l’agape è straniera, giunge a
noi da _ fuori, da lontano (vedi
l’esempio del samaritano...); in
secondo luogo amare vuol dire
varcare molte frontiere di ogni
genere, culturali, sociali, linguistiche, psicologiche, e qui soprattutto, le frontiere del pregiudizio,
del sospetto, della diffidenza e
della paura. A parere di Ricca,
dunque, gli uomini e le donne
passati a Riesi hanno se non altro tentato di innalzare la bandiera della speranza contro la
rassegnata ineluttabilità, e non
con discorsi o promesse bensì
con iniziative concrete e con una
straordinaria vastità del proprio
campo di lavoro.
Sabato sera: « serata sociale »
riuscitissima! Non poteva certo
mancare un momento « lucroso »,
direi tipico del nostro ambiente,
abilmente organizzato e camuffato da... asta, in cui si è riusciti
a vendere le « reliquie » più simboliche facenti parte della Storia
del Servizio cristiano. L’atmosfera si riscalda ulteriormente immergendoci in canti e danze e
La relazione del prof. Paolo Ricca al "Trentennale"
coinvolgendo tutti, bambini, giovani e meno giovani.
La domenica mattina nuova occasione di incontro con il culto
nel tempio di via Farad, un culto molto sobrio, sereno e partecipato. Un culto a più voci, con
al centro la predicazione del past.
Platone sul testo di Efesini 2: 1-10
(le opere che Dio prepara per
noi). Nel pomeriggio, aiutati da
una splendida giornata di sole,
si svolge l’incontro « porte aperte » del Servizio cristiano, cioè
una importante opportunità di
incontro tra popolazione riesina
e il Servizio stesso.
E' molto bello vedere tutta
quella gente aggirarsi tra gli ulivi e spostarsi dalla biblioteca ( dove si svolge un recital dei bambini della scuola elementare) alla
scuola elementare (dove è allestita una mostra-documento attestante la storia viva e vissuta del
Servizio).
In serata, un folto pubblico si
riunisce nuovamente nella sala
convegni per assistere alla simpatica estrazione dei biglietti della
lotteria i cui fortunati vincitori
ricevono in premio tre litografie
del pittore Ernesto Treccani. Infine, quale momento conclusivo
di questa « due giorni » si svolge
un concerto, anch’esso a « più voci » (o meglio a « più mani »),
molto apprezzato da tutti.
Quale il bilancio? Di certo, la
mobilitazione in vista delTorganizzazione pratica è stata generale e notevole. Molto importanti
sono anche stati i momenti di riflessione e di ciò ringraziamo di
cuore che ce li ha offerti.
Per riprendere le parole di Ric
ca, noi non predichiamo le nostre
opere e tanto meno facciamo diaconia per meglio predicare. Se
Gesù ha detto ai suoi discepoli (e
dunque a tutti i credenti) « gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date » e se, in trenfanni
di storia, quasi duecento persone
tra uomini e donne hanno scelto
di dedicare parte della loro vita
alla causa riesina, mi chiedo se
non sia già questa una risposta
ai mille interrogativi sul Servizio
cristiano, che sono poi gli interro
gativi di una vita che si vuol tentare di vivere (pur con tutti i nostri errori) il più vicino possibile
all’insegnamento di Gesù, un uo
mo (riprendendo le parole di Ricca) che non ha mai chiesto nulla,
neppure gratitudine. Ma... non è
tutto! Voglio infatti ricordare che
T« operazione trentennale » è
stata pensata come una articolazione di diversi momenti e di
molteplici iniziative. Brevemente:
il Kirchentag in Germania, lo
stand al Sinodo di Torre Pelli ce,
il convegno medico, questa « due
giorni », una delegazione di cin
que membri della comunità valdese di Riesi attualmente a Bergisch-Gladbach (per un gemellaggio europeo) ed infine (il 10.11)
una giornata comunitaria di raccolta delle olive (raccolta attualmente in fase di svolgimento) e
conclusiva dell’intera « operazione ». Un programma troppo ambizioso e velleitario? Direi di no.
Semplicemente aderente all’attuale direzione in cui si muove il Seivizio, quella cioè (per dirla a mo’
di formula) di una riqualificazione dell’esistente.
Monica Natali
UN CONVEGNO MEDICO AL SERVIZIO CRISTIANO
La nascita vissuta come “momento collettivo”
E’ stato il primo convegno
medico a Riesi quello che si è
svolto sabato 19 ottobre, organizzato dall’équipe psico-medicopedagogica del consultorio del
Servizio cristiano, almeno a detta dei diversi medici di base che,
desiderosi di agganci e di confronti, hanno partecipato al dibattito sul tema: Il parto e dintorni; per una nuova nascita. Al
convegno, tenutosi nel salone del
Servizio cristiano, ha preso parte un centinaio di persone così
alTincirca suddivise: un 40% di
operatori sanitari, provenienti
da diverse province siciliane;
25% di medici di base di Riesi;
20% di pazienti del nostro consultorio e un 15% di pubblico
riesino.
Il parto deve essere vissuto come un avvenimento fisiologico e
quindi tutto il tempo della gravidanza va considerato come un
fatto naturale che non deve subire interferenze o eccessivi controlli con il rischio di creare inibizioni nella donna; questo in
sostanza l’intervento della dottoressa Leonti, ginecologa del centro « Nascita attiva », di Catania,
che tra l’altro ha saputo coinvolgere l’attenzione e l’emotività di tutti nel proiettare un video sul parto in acqua.
Avviso
Il Servizio cristiano di Riesi cerca due persone volontarie:
— una nuova coordinatrice del Consultorio (a partire dall’estate ’92) medico o infermiera o ostetrica; per permettere
un buon passaggio di consegne mettersi in contatto al più
presto;
— una persona che voglia collaborare nei lavori domestici della Casa comunitaria, da gennaio ’92.
Le persone interessate dovranno condividere la vita del
gruppo residente. Per informazioni circostanziate anche riguardo al trattamento economico mettersi in contatto al più
presto con: Direzione del Servizio cristiano, via Monte degli
Ulivi, 6 - 93016 Riesi, tei. 0934/928123, oppure 0934/928139.
Il dott. Trainilo, primario a
Mazzarino, ha ribadito l’importanza di un sistematico controllo durante la gravidanza proprio
in una zona come la nostra, non
solo povera dal punto di vista
socio-economico ma anche sotto
l’aspetto educativo-sanitario.
La presentazione di immagini
sulle patologie uterine, da parte
del dott. Turtulici, primario all’ospedale evangelico di Genova,
ha messo in evidenza il valore
delle ecografie per seguire non
solo il corso della gravidanza
ma anche e soprattutto per studiare e prevenire la mortalità fetale o i rischi di malformazione
fetale; significativo è il fatto che
l’ospedale evangelico di Genova
abbia donato al piccolo avamposto sanitario del Servizio cristiano un ecografo, l’unico in Riesi.
Oggi, in questo paese della
provincia nissena, operano, su
una popolazione di 15.000 abitanti, tre consultori: il nostro, sorto nel 1974, « Amore e vita », cattolico, e quello dell’USSL, nato
mesi fa e che stenta a decollare
benché non gli manchino i mezzi finanziari. Ecco perché il dott.
Borruso, presidente dell’ARECO,
l’organizzazione nazionale dei
consultori, nel suo intervento, ripercorrendo le tappe della nascita del consultorio dell’istituto
« La Noce » di Palermo e del
consultorio del Servizio cristiano, ha evidenziato la necessità
di potenziare il piano consultoriale nelle province siciliane
proprio per raccogliere i bisogni
anche inespressi della popolazione.
Anche Emilio Arisi, primario
ginecologo dell’ospedale di Guastalla (Modena), ha sottolineato
come l’operatore ostetrico debba
avere cultura, umanità, professionalità; una cultura in perenne evoluzione, arricchita da una
buona dose di umanità per agire in armonia con chi ha bisogno; professionalità che deve
permettere di operare con tecniche e con tempi adeguati.
Si è trattato di un convegno
importante anche per i non addetti ai lavori: così Tha voluto
organizzare la dott .sa Miriam Pisani, coordinatrice del consultorio del Servizio cristiano, anche
perché la rifiessione si è spostata dai dati scientifici ai problemi in generale. Un dato ha colpito, quello dell’alta percentuale
di tagli cesarei in Italia: a Catania il 40% e in Umbria si arriva al 60%.
Le donne devono essere attente nel non demandare compietamente alla tecnologia avvenimenti naturali come la gravidanza e
il parto; esse debbono pretende
re dai servizi socio-sanitari quel
sostegno morale del quale necessitano nel periodo della maternità, spesso vissuta in situazione
di completa solitudine e di rapporto conflittuale con il proprio
corpo; su queste realtà ha molto bene argomentato la psicoioga Ancona.
L’assistente sociale del nostro
consultorio, di Vinci, ha ricordato come sia importante all’interno della rete consultoriale creare un rapporto valido tra operatori e utenti.
Nel corso del dibattito alcuni
interventi hanno ribadito la validità del lavoro che svolge il nostro consultorio a Riesi; significativa è stata l’assenza dei politici locali.
Anche se il past. Platone aveva introdotto il convegno con la
bella immagine della nascita come momento collettivo, mentre
la morte è un momento solitario, abbiamo visto come in realtà le donne siciliane spesso vivano nella solitudine e nelTindifferenza i grandi temi della
sessualità e della gravidanza. La
società patriarcale continua a regnare, ma nascono nuovi spazi
di libertà e di riflessione, come
il convegno di Riesi ha dimostrato.
Daniela Ferrare
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15 novembre 1991
vita delle chiese
ROMA - PIAZZA CAVOUR
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Conoscere per capire Benvenuto!
Alcuni gruppi di lavoro prepareranno dei dossier informativi sulle
fedi e le culture di popoli con cui ci capita di venire in contatto
Conoscere per non emarginare,
per non dimenticare, per potere
incontrare, capire e, dove possibile, condividere: conoscere per
« contrastare il male » che può
avere la forma della diffidenza
che alberga in ognuno di noi verso chi, da noi, è diverso. Così
la relazione annua del concistoro della chiesa di piazza Cavour
ha espresso il senso del progetto Conoscere per capire, approvato dall’assemblea allo scadere
dello scorso anno ecclesiastico.
Un progetto modesto, ma che si
vorrebbe permanente.
Decisa sull’onda dell’angoscia
e del dibattito provocati dalla
guerra del Golfo, l’ipotesi di lavoro prevede la preparazione a
cura di piccoli gruppi di dossier
su fedi e culture di popoli coinvolti in conflitti drammatici.
spesso costretti a esodi, fughe,
esili, emigrazioni verso il nostro
paese. Dove noi vorremmo incontrarli senza pregiudizi, consapevoli solo del fatto che il « nostro » Dio non ci appartiene, ma
è il Signore di tutti i popoli sulla terra. Il primo tema è stato
l’IsIam: il materiale informativo
è stato distribuito all’uscita del
culto durante il mese di giugno,
insieme ad un appuntamento per
settembre.
Così domenica 22 settembre
una cinquantina di persone, tra
cui un bel numero di giovani, si
Sono ritrovate nel salone della
chiesa per un’agape e un incontro con una giovane donna palestinese di fede musulmana, accompagnata dal marito e dal figlio di due anni. In un clima
fraterno e affettuoso si sono sus
scguite domande e risposte sulla
pratica religiosa, sulle difficoltà
incontrate nella nostra città, sul
rapporto con cristiani ed ebrei,
sulla condizione femminile nel
comiplicato mondo islamico. Kàula (questo il nome della nostra
òspite) ci ha colpiti per la sua
serenità e semplicità, ed anche
per la fiducia — nonostante le
molte esperienze dolorose sue e
della sua famiglia — in una soluzione politica dei problemi del
popolo palestinese.
La sua prima frase è stata;
« La nostra religione e la nostra
storia ci insegnano la tolleranza
verso le altre fedi e gli altri popoli ». Per molti di noi è stata
ia prima sorpresa e naturalmente anche l’avvio di upa discussione aperta.
CORRISPONDENZE
Tra metropoli e periferie
FORANO SABINO — Si è riunita domenica 13 ottobre l’assemblea d’inizio attività dell’XI
circuito valdese e metodista.
I lavori sono stati aperti da
ima relazione del sovrintendente, pastore Giovanni Conte, che
ha proposto all’assemblea la verifica di alcuni atti del Sinodo
1991 con particolare riferimento
agli articoli 17, 19, 20, 24, 30, 33,
36, 54, 68.
Dopo aver partecipato al culto con la comunità locale, tenuto dal pastore Eugenio Rivoir, e all’agape fraterna, la riunione è ripresa con una vivace
discussione sulla questione finanziaria e tutti i presenti hanno
approvato la decisione del Consiglio di circuito che ha stabilito per le contribuzioni al circuito stesso una quota proporzionale al numero dei membri di
chiesa.
E’ stata sottolineata anche la
diversità tra le chiese « metropolitane » e quelle « periferiche », mentre l’assemblea ha
proposto al Consiglio di prendere contatto con l’ACEBLA per
la partecipazione alle assemblee
di circuito delle comunità battiste della zona.
L’assemblea si è inoltre rallegrata per tre motivi molto importanti: 1) l’apertura del Centro diaconale a Firenze, strumento essenziale per la formazione dei diaconi; 2) l’accoglienza della Comunità cristiana protestante di lingua francese e,
preso in considerazione il problema degli immigrati, cercherà
di intensificare il rapporto con
il Servizio migranti della FCEI.
L’assemblea ha demandato alle chiese di curare un’ampia informazione sulle attività di questi organi della nostra chiesa.
Tra gli altri atti dobbiamo citare l’appello del Consiglio affinché i concistori comunichino
entro aprile le esigenze di sostituzioni estive, la richiesta dei
presenti di organizzare cicli di
incontri per la formazione dei
predicatori locali e di sviluppare
occasioni d’incontro tra le varie
chiese del circuito -e tra i vari
organismi delle stesse, allargando gli inviti anche ai fratelli battisti della zona.
Nuovo
arredamento
VALLECROSIA — L’attività di
settembre è proseguita con una
presenza media giornaliera di
una novantina di persone. Da segnalare il soggiorno di una comunità evangelica tedesca, di un
gruppo sportivo piemontese e di
un convegno pastorale del 1° Distretto.
Un albergo di Bordighera in
via di ristrutturazione ci ha regalato l’arredamento di una dozzina di stanze: letti, armadi, tavolini, poltrone e divani seminuovi per un valore commerciale che supera ampiamente i 10
milioni. Alla richiesta di conoscere il motivo della scelta della nostra opera quale destinataria di questa importante donazione, ci è stato risposto di essere a conoscenza della Chiesa
valdese in Italia, della sua serietà d’impegno a vari livelli, e
LA COMUNITÀ’ ALLOGGIO PER MINORI
DI VIA ANGROGNA - TORRE PELLICE
in vista di eventuali future sostituzioni
ricerca un educatore
— Requisiti richiesti:
1) cittadinanza italiana,
2) diploma di educatore professionale o diploma di scuola
media superiore con almeno 2 anm di esperienza lavorativa o formativa nel settore comprovati da attestati
di servizio ;
— inquadramento: 5” livello professionale.
Le domande dovranno pervenire entro e non oltre il
2 dicembre 1991 presso la sede della Comunità alloggio: via
Angrogna n. 18 - 10066 Torre Pellice (To).
Per ulteriori informazioni: tei. 0121/91237.
Il Comitato
tutto ciò bastava per favorirci
rispetto ad altri.
Arrivi e partenze
COAZZE — Domenica 15 settembre abbiamo salutato il pastore Giuliana Gandolfo, che dopo quattro anni ci ha lasciato
per servire la chiesa di Sanremo. La ringraziamo per il lavoro svolto nella nostra comunità,
augurandole ogni bene per la
sua nuova at .ività.
• La seconda domenica di ottobre abbiamo avuto l’insediamento del nuovo pastore. Cesar
re Milaneschi. Voglia il Signore
guidarlo e aiutarlo nel lavoro
che svolgerà in mezzo a noi.
• Domenica 21 luglio è stato
celebrato il battesimo del piccolo Giuseppe Ferro, di Mauro e
Angela Pitari. Al piccolo Giuseppe ed alla famiglia, l’augurio affettuoso di tutta la comunità.
• Ringraziamo il sig. Perini
per le sue visite e culti del mese di settembre e il pastore Eugenio Bernardini ed Elena Vigliano che hanno presieduto i
culti di domenica 20 e domenica 27 ottobre.
Un fratello in
Facoltà
SALERNO — Il fratello Luca
Anziani è partito per la Facoltà
di teologia; è la prima volta che
un componente della nostra comunità si prepara a svolgere il
ministero pastorale nelle nostre
chiese.
• Le sorelle dell’Unione femminile si riuniscono settimanalmente per studiare il tema della
nostra testimonianza in una società multirazziale. In particolare si sta studiando quale dialogo sia possibile con i molti musulmani presenti in città.
PROTESTANTESIMO
IN TV
DOMENICA 17 NOVEMBRE
ore 23,30 circa - RAIDUE
Replica:
LUNEDI’ 25 NOVEMBRE
ore 10 circa - RAIDUE
UNA GIORNATA
ALLE VALLI
Con gli studenti del Collegio
valdese.
SAN GERMANO — Sabato 19
ottobre il concistoro si è riunito con i volontari che hanno lavorato al rifacimento del tetto
della vecchia scuola del capoluogo e con chi ha lavorato alla demolizione del tetto del vecchio
asilo, per una cena in comune.
Tutti i presenti hanno potuto
sperimentare quanto « è bello e
piacevole che fratelli dimorino
insieme ». E’ stata anche l’occasione per dare il benvenuto ufficiale al pastore Thomas Josi
e alla moglie, che sono già all’opera nella nostra comunità, e
ai quali auguriamo molta gioia
nel loro servizio.
Il pastore Ribet ha anche ringraziato Aldo Garrone, che dopo
quindici anni lascia Tincarico di
anziano non essendo più rieleggibile.
• Sabato 26 ottobre è venuto
il Gruppo teatro Angrogna, che
con il lavoro « E mi chantou »
ha riscosso numerosi applausi.
Lo ringraziamo ancora vivamente.
• Il nostro pensiero affettuoso e fraterno con l’augurio di
tanta gioia nel Signore va a due
coppie che si sono sposate nella nostra chiesa; Luca Bosio con
Daniela Zorio e Franco Serravalle con Barbara Gaspardone.
• Ci ha lasciati la nostra sorella Lina Long ved. Beux, che
ha chiuso la sua giornata terrena a 78 anni presso l’Ospedale
di Pomaretto, dopo un periodo
all’Asilo. Nella solidarietà ai parenti, ringraziamo il pastore Vinti che ha presieduto il funerale
dando un messaggio di speranza ai molti presenti.
• L’Assemblea del 27 ottobre
ha ascoltato le relazioni dei deputati al Sinodo, a cui siamo riconoscenti.
Solidarietà
PRAROSTINO — La comunità
esprime la sua fraterna solidarietà alle famiglie di Edy Martinat e di Erminio Filippo Gardiol deceduti nelle ultime settimane, e chiede al Signore di sostenerle in questi giorni difficili.
L’assemblea e
le relazioni
BOBBIO PELLICE — Il Concistoro ha deciso che a partire
da quest’anno non si avrà più
l’Assemblea di chiesa in cui i nostri deputati riferiscono sulla
Conferenza distrettuale e sul Sinodo, eccetto quei casi in cui la
nostra comunità è direttamente
interessata.
I motivi:
a) Grazie all’Eco-Luce tutti
i membri di chiesa abbonati sono tempestivamente informati
su dibattiti e decisioni prese,
corredate di tutti i relativi odg
di interesse generale e particolare, sia delle 4 Conferenze distrettuali, sia del Sinodo.
b) Sempre attraverso l’EcoLuce la Tavola, con altrettanta
tempestività, comunica con chiarezza le decisioni più importanti delle proprie sedute che riguardano tutte le chiese valdesi
e metodiste, i rapporti con lo
stato italiano e con altri organismi ecclesiastici e non.
c) La nostra Assemblea di
chiesa può aver luogo soltanto
alla ripresa autunnale, cioè molti mesi dopo la Conferenza distrettuale del 1° Distretto ed il
Sinodo.
d) Generalmente i partecipanti alla nostra Assemblea di
chiesa sono sempre coloro che
si interessano alle problematiche connesse con Conferenza distrettuale e Sinodo, e non hanno alcun bisogno sentirsi ripetere temi ed argomenti già da
molto tempo conosciuti.
e) Anche la scarsità numerica dei presenti all’Assemblea
contribuisce a volte a dare un
senso di vuoto e di inutilità.
f) All’Assemblea di chiesa
solitamente non partecipano i
membri di chiesa cosiddetti « periferici e marginali » della nostra comunità, che rimangono
comunque non coinvolti.
g) Per raggiungere ed informare questi « periferici e marginali » abbiamo Tefflcacissimo
strumento delle riunioni quartierali, dove è possibile discutere
su qualsiasi argomento con la
partecipazione di quasi tutti i
presenti.
• Il fratello Giovanni Giacomo Bertinat non è più tra noi.
La certezza di fede nella resurrezione dei morti in Cristo è il
fondamento della nostra consolazione e della nostra speranza.
• Rinnoviamo le felicitazioni
della nostra comunità agli sposi Nicoletta Negrin e Franco
Bertinat. Voglia il Signore aiutare questa coppia a vivere cristianamente il proprio matrimonio.
• Domenica 17, alle ore 10,30,
avrà luogo il culto con la partecipazione dei giovani compresi nella fascia degli alunni della
scuola domenicale e del IV anno di catechismo. E’ fortemente richiesta la presenza dei genitori di questi nostri ragazzi.
Felicitazioni
ANGROGNA — Nei giorni
scorsi è nato Yuri Pagetto, di Luciano e di Mara Rivoira, membri della nostra comunità. Ci felicitiamo con i genitori, coi nonni e con le zie del piccolo Yuri,
e invochiamo su di lui la benedizione del Signore.
Assemblea di chiesa
TORRE PELLICE — Domenica 17 novembre, dopo il culto.
Assemblea al tempio. All’ordine
del giorno: proposta di una giornata comunitaria con partecipazione attiva di tutti i gruppi di
attività; matrimoni interconfessionali; discussione sul quesito
se sia giusto o meno mantenere l’uso dell’albero di Natale nel
tempio.
• Nei giorni scorsi si sono
svolti i funerali di Edoardo Frache e di Giovanni Davide Beux.
Alle famiglie esprimiamo la nostra solidarietà fraterna nella
comune speranza in Cristo.
Battesimo
POMARETTO — Domenica 10
novembre è stato battezzato Enrico Refourn, di Dante e Marisa Sanmartino. Auguri al bambino e ai genitori.
Riprende il
culto agli Airali
LUSERNA SAN GIOVANNI —
Il culto agli Airali, sospeso in
questi ultimi mesi per passaggio di proprietà del locale, riprende domenica 17 novembre
alle ore 9 in una sala della cascina ex Pavarin, ristrutturata
provvisoriamente per tale scopo.
Domenica 24 novembre
□ CONVEGNO
SULL’ECUMENISMO
PINEROLO — Nei locali di via dei
Mille 1 si tiene, con inizio alle 15,
il convegno organizzato dalla CED, con
interventi del prof. Paolo Ricca, di
mons, Pietro Giachetti e del past. Ruggero Marchetti, sul tema Per un’analisi del nostro rapporto con il cattolicesimo: quali sono le condizioni e quali le prospettive?
4
ecumenismo
15 novembre 1991
DALL’ULTIMO COMITATO CENTRALE
Il CEC dopo Canberra
Il movimento ecumenico deve proseguire, nonostante le diversità fra
le chiese e le preoccupazioni venute dagli ortodossi aH’assemblea
Echi dal mondo
cristiano
« Il movimento ecumenico non
può fare marcia indietro! ». Così
potrebbe essere riassunta la relazione presentata al Comitato
centrale, il 21 settembre, dal segretario generale del Consiglio
ecumenico delle chiese, pastore
Emilio Castro. La diversità delle
situazioni e delle chiese,' i problemi posti dall’evoluzione del mondo attuale, le preoccupazioni ortodosse manifestate all’Assemblea di Canberra non hanno scosso la convinzione del segretario
generale: il movimento ecumenico deve andare avanti.
Questa relazione del segretario
generale, come quella del presidente, l’arcivescovo Aram Keshishian, è fortemente segnata dalla
prospettiva trinitaria e da im riferimento costante ai testi dell’Assemblea di Canberra.
Ricerca impaziente
dell’unità
Il sentimento di impazienza
manifestato dalle chiese nella loro ricerca deU’unità si spiega per
due ragioni: l’unità della chiesa
accompagna il disegno di Dio
sull’unità del creato; la ricerca
dell’unità visibile è un appello appassionato alla condivisione dell’esperienza eucaristica « Ma questa unità visibile — afferma Emilio Castro — dovrebbe esprimere
la profondità della nostra comunione spirituale nel mistero del
Dio trinitario ». La ricerca dell’unità presuppone dei mezzi e in
particolare dei dialoghi bilaterali
•— spesso contestati — e multilaterali. Se una certa diffidenza si
manifesta nei confronti del dialogo bilaterale, è per via delle
« conseguenze che può avere per
i rapporti dei suoi partner con gli
altri membri della famiglia ecumenica ». Il secondo mezzo è la
riscoperta della « tradizione unica all’interno delle nostre diverse
tradizioni ecclesiali », e l’appropriazione da parte di ognuno di
questa, tradizione comune.
Sotto il segno
dello Spirito
Per il segretario generale del
CEC, l’azione dello Spirito santo
nelle chiese è parte della sua azione nel creato; Castro ha invitato
il Comitato centrale a predisporre l’elaborazione di una teologia
della creazione. Questa teologia
implica una riflessione « pneumatologica » sulla creazione e dovrebbe situarsi in una prospettiva trinitaria. Così « lo Spirito che
si manifesta nella lotta per la
giustizia, la pace e l'integrità del
creato è anche quello che chiama
la chiesa all’unità e al rinnovamento interiore ». Si tratta quindi di un appello alla conversione
personale e comunitaria.
Storia ecumenica:
nuovo capitolo
Il segretario generale non poteva fare a meno di accennare
alle gravi difficoltà finanziarie del
Consiglio. Ma, anziché vedervi
un ostacolo all’azione del CEC,
Emilio Castro vi scorge « nuove
interpellazioni » che dovrebbero
stimolare il CEC a discernere « le
scelte e le priorità » essenziali. I
progetti di ristrutturazione sono
la pagina aperta su un « nuovo capitolo della storia ecumenica ».
Per Castro « prima di lutto, le
decisioni che prenderemo riguardo alla vita interna e alle strutture del CEC devono darci la libertà e lo spazio di prendere in considerazione gli impulsi nuovi dello Spirito ». Questa doppia preoccupazione della vita materiale del
CEC e dell’apeftura allo Spirito
santo dovrà guidare la riflessione
dei membri del Comitato centrale.
Una relazione
ben recepita
Secondo i servizi stampa del
CEC, si può dire che questa relazione del segretario generale ha
raccolto l’approvazione dell’insieme dei membri del Comitato
centrale. Diversi interventi hanno sottolineato la novità e l’interesse della visione trinitaria. Alcuni hanno insistito sulla necessità di inserire questo concetto nei
programmi del CEC. Per quanto
riguarda la riflessione sull’ecclesiologia, un delegato ha rilevato
che alcune chiese hanno voluto
salvaguardare la propria identità
a scapito della tradizione comune. Un altro ha invitato le chiese
ad interpellarsi e a riconoscersi
reciprocamente.
Riunione del Comitato
centrale
Dopo una rapida panoramica
sui « cambiamenti che avvengono
nel mondo e sull’evoluzione del
panorama ecumenico », e dopo
aver ricordato la natura e gli scopi del Consiglio ecumenico, i delegati hanno affrontato la proposta riguardante la struttura del
CEC. « Gli orientamenti permanenti e particolari dati ai grandi
compiti del Consiglio » hanno
permesso di definire quattro linee
di intervento: l’unità, la missione, la giustizia e la condivisione. Questi quattro orientamenti
sono diventati lo scheletro di una
struttura fondata su quattro unità: 1 - Unità e rinnovamento; 2 Missione, educazione e testimonianza; 3 - Giustizia, pace e creato; 4 ■ Condivisione e servizio.
Orientamenti e
servizi
Unità e rinnovamento: l’accento viene posto sulla ricerca dell’unità visibile della chiesa negli
anni a venire. Missione, educazione e testimonianza: l’obiettivo sarà di permettere una risposta creativa alle nuove sfide con
cui le chiese sono confrontate.
Giustizia, pace e creato: la rifles
sione avviata a Basilea e a Seoul
trova qui la sua concretizzazione.
Questa unità integrerà l’analisi
teologica, etica, socio-economica e
ecologica. Condivisione e servizio:
l’impegno storico del CEC al servizio della solidarietà — sulla
scia della Commissione CESEAR
— verrà proseguito aH’interno di
questa unità. Segretariato generale: esso verrà potenziato in
risorse e competenze. Comprenderà una sezione « Relazioni e comunicazioni », una sezione « Coordinamento dei programmi » e una
sezione « Finanze e amministrazione ».
Il dibattito
e gli emendamenti
Le implicazioni finanziarie di
questa ristrutturazione sono state seriamente studiate e la richiesta di una diminuzione del 25%
del bilancio preventivo 1992 si è
rivelata impossibile. Durante il dibattito, i delegati si sono preoccupati in particolare del futuro
del personale del CEC, delle scelte da compiere nei programmi,
dello spazio dedicato all’analisi
biblica e teologica e della responsabilità di ogni unità rispetto
all’educazione. Quest’ultimo punto è stato quello maggiormente
dibattuto.
Riguardo alla 3" unità il pastore Turner, della Chiesa presbite-:
riana degli Stati Uniti, proponeva di dividere il paragrafo « Popolazioni autoctone, diritti fondiari e razzismo » in due paradifica permetteva di mettere in
dicalo al razzismo. Questa modifica permetteva di mettere in
evidenza il rifiuto assoluto del
razzismo da parte del CEC.
L’emendamento è stato accolto
aH’unanimità.
Un altro emendamento veniva
proposto dal grande protopresbitero Georges Tsetsis, rappresentante del patriarcato ecumenico,
il quale ¡auspicava che il segretariato generale apparisse maggiormente come l’asse intorno al quale ruotano tutte le attività del
CEC. Per questo, proponeva che
il segretariato generale venisse
menzionato all’inizio e senza numero di unità. I delegati hanno
adottato l’emendamento a fortissima maggioranza.
(SPP)
IL RISULTATO DEI LAVORI
Le risoluzioni
Problemi economici e rapporti interecclesiai
Secondo il Comitato delle finanze, « la relazione finanziaria
e i conti verificati dell’esercizio
1990 non indicano una situazione di crisi finanziaria grave del
CEC ». Risulta però un deficit di
tre milioni di franchi. Il CEC
spiega questo deficit con « il declino delle contribuzioni da parte di un certo numero di chiese
membro e con le fluttuazioni
monetarie e l'inflazione verificatasi in molti paesi, che contribuiscono a diminuire l’importo
effettivo delle contribuzioni ». Il
budget 1991 è di 38 milioni di
franchi. Per il 1992 le previsioni indicano un deficit di 2 milioni e ottocentomila franchi.
Nel campo dei rapporti interecclesiali ed ecumenici, il Comitato centrale del CEC approva
in particolare l’intenzione di elaborare strutture di cooperazione
con le organizzazioni ecumeni
che regionali e con i Consigli nazionali di chiese; inoltre approva l’idea di un incontro dei Consigli nazionali di chiese, organizzato dal CEC e dal Consiglio
pontificio per la promozione dell’unità dei cristiani. L’incontro
potrebbe aver luogo nel giugno
1993.
I delegati hanno inoltre inviato, il 26 settembre, un messaggio alle chiese della Jugoslavia
nel quale essi esprimono la loro preoccupazione rispetto all’evolversi del conflitto jugoslavo. Anche la situazione in URSS
è stata evocata. Il Comitato centrale « si impegna a sostenere le
chiese e i loro membri nei loro
sforzi per instaurare il rinnovamento politico, la libertà e il rispetto dei diritti dell’uomo in
tutte le società che compongono l’URSS ».
(SPP)
La scomparsa di
Philippe Boegner
PARIGI — Philippe Boegner,
secondo figlio del pastore Marc
Boegner, è deceduto a Parigi, il
23 ottobre, all’età di 81 anni. Era
un noto giornalista. Ha svolto
mansioni importanti nella stampa francese, già prima della
guerra, a Paris-Soir, Vu, MarieClaire, Paris-Match. Era anche
membro del consiglio di amministrazione del settimanale Réforme.
Autore di vari saggi o romanzi, tra gli altri quello su Le
Chamtaon-sur-Lignon « Qui gli
ebrei sono stati amati », si era
dedicato molto, in questi ultimi
anni, alla memoria di suo padre,
e dopo aver fatto pubblicare i
suoi appunti sul Vangelo di Matteo, aveva appena terminato la
preparazione di una prossima
pubblicazione dei suoi taccuini
della guerra.
(BIP)
A colloquio De Klerk
e Emilio Castro
PRETORIA — A Pretoria, nei
locali della « Union Building »,
il pastore Emilio Castro, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese, il pastore
Rrank Chikane, segretario generale del Consiglio delle chiese
del Sud Africa e il pastore Barney Pityana, direttore del Programma di lotta contro il razzismo del CEC, hanno avuto un
incontro di un’ora, il 14 ottobre,
con il presidente de Klerk.
Rivolgendosi ai giornalisti, il
pastore Castro ha precisato che
il colloquio era stato « cordiale,
rispettoso e positivo, ma che
rincontro aveva avuto luogo dopo parecchi anni di grave divisione ».
« E’ stato molto interessante
incontrare il presidente de Klerk
— ha dichiarato il pastore Castro — che simboleggia la storia dell’apartheid che noi abbiamo combattuto; io rappresento
l’atteggiamento delle chiese nel
mondo, posizione che il suo governo ha tacciato come ’’comunista” ...Il tempo della divisione
è ora terminato ed il nostro incontro dovrebbe essere un segno
di speranza per la nazione ».
Lo stesso giorno, nel pomeriggio, Emilio Castro ha incontrato Nelson Mandela. Per lunghi
anni il CEC ha dato un appoggio materiale, giuridico e morale alle vittime dell’apartheid. Il
pastore Castro ha riconosciuto
che de Klerk e Mandela sono vicini su alcuni punti essenziali,
ambedue sono a favore di un
cambiamento in senso democratico e per l’eliminazione dell’apartheid, e entrambi si stanno adoperando per la convocazione di una conferenza multipartitica che aprirebbe la via ad
una nuova costituzione.
Emilio Castro ha precisato
che Nelson Mandela aveva posto
l’accento sul ruolo delle chiese
e che il presidente de Klerk aveva espresso la stessa opinione.
Il presidente sudafricano ha interpellato le chiese del Sud Africa ed ha chiesto loro di adoperarsi più attivamente alla riconciliazione tra loro, il che favorirebbe un clima in cui la riconciliazione tra le razze potrebbe diventare credibile.
Ambedue riconoscono che la
violenza all’interno della società
sudafricana non può essere tollerata, ha detto ancora il pastore Castro, ma hanno punti di vista totalmente divergenti sull’interpretazione di quanto si potrebbe fare per fermare questa
violenza. Mentre il presidente
de Klerk chiede che si tenga
conto delle diffìcili condizioni in
cui la polizia compie il suo lavoro, Nelson Mandela ritiene che
si possa fare qualcosa per controllare ciò che sembra essere
una violenza tecnicamente pianificata e orchestrata, con uno
scopo politico.
Emilio Castro ha dichiarato di
non poter credere che « la polizia, in una società così sofisticata come quella del Sud Africa, non possa rintracciare gli autori dei disordini ».
I responsabili del CEC hanno
inoltre chiesto al presidente de
Klerk di rimuovere gli ostacoli
che ancora impediscono la liberazione di tutti i prigionieri politici e il ritorno dei profughi
allontanatisi per motivi di apartheid.
(SOEPI)
Numero zero di
’’Itinéraire”
LOSANNA — Sospeso per motivi finanziari, il settimanale della Svizzera romanda « La vie
protestante » ha smesso di uscire nell’aprile scorso. Oggi, senza
badare a problemi materiali, gli
ideatori di « Itinéraire », capeggiati da Yves Martinat, direttore amministrativo di « VP Hebdo », desiderano innanzitutto conoscere l’interesse o il disinteresse dei protestanti romandi
per un nuovo organo di stampa confessionale. Il numero sperimentale, pubblicato a fine ottobre, va dunque considerato come un sondaggio di opinione.
Con una tiratura di 25.000 copie, questo numero zero di 28
pagine è stato inviato agli ex abbonati di « VP Hebdo », ai responsabili ecclesiastici della Svizzera romanda e ai lettori di « VP
Régions », il mensile delle chiese cantonali; contiene un dossier che presenta il panorama
della stampa confessionale nella
Svizzera romanda e un questionario preparato con la collaborazione dell’Istituto di sondaggio IPSO. Questo questionario,
di 25 domande, dovrebbe permettere di conoscere l’interesse
e i desideri del pubblico in materia di stampa religiosa.
Qualora la valutazione del progetto risultasse positiva, il lancio di « Itinéraire » avverrebbe
nella primavera prossima. Totalmente indipendente dalle strutture che inquadravano « VP Hebdo », vale a dire l’Associazione
di « La vie protestante », il nuovo periodico sarà « un giornale
fatto con pochi mezzi », come
precisa Yves Martinat. Sarà un
mensile con una redazione composta essenzialmente di volontari. Per poter iniziare, « Itinéraire » dovrà trovare degli sponsor e poter contare su un minimo di 5.000 lettori.
(SPP)
Jean-B. Aristide
ospite del CEC
GINEVRA — In esilio fin dal
golpe militare di settembre, il
presidente haitiano Jean-Bertrand Aristide era di passaggio
a Ginevra giovedì 24 ottobre.
Ospite del Consiglio ecumenico
deile chiese, si è rivolto alla
stampa insistendo sulla necessità del rispetto dell’embargo contro Haiti, decretato dall’Organizzazione degli stati americani
(OEA) per ristabilire la democrazia ad Haiti.
Il prete-presidente ha ricordato le circostanze che lo hanno
portato a capo dello stato haitiano, il 16 dicembre 1990, dopo
le prime elezioni libere e democratiche svoltesi nell’isola dei
Caraibi. Il golpe ha causato almeno un migliaio di morti e migliaia di feriti, ha ricordato Aristide. « La lotta del popolo haitiano vuole essere una lotta non
violenta », ha insistito. Soltanto
un embargo unanimemente rispettato può cacciare i criminali e riportare la democrazia nell’isola.
(SPP)
5
r
15 novembre 1991
assemblea FCEI
DALL’ASSEMBLEA
Aite
chiese
La nona Assemblea della
FCEI, riunita al Villaggio della gioventù in Santa Severa
(Roma) dal il ottobre al 3 novembre 1991, esprime innanzitutto il suo ringraziamento
al Signore per la libertà di
espressione, la ricchezza di
spunti e il reciproco rispetto
che hanno caratterizzato i lavori assembleati.
■ Nell’inviare alle chiese un
saluto di grazia e di pace, desidera anche far pervenire loro un messaggio di incoraggiamento perché perseverino
nella predicazione, nella testimonianza e nel servizio che
svolgono e le invita a impegnarsi nella comune riflessione volta a interpretare la vocazione che il Signore rivolge
loro.
In un tempo in cui divampano anche in Europa lotte
fratricide e contemporaneamente è in atto la Conferenza
di Madrid per la pace in Medio Oriente, abbiamo ascoltato con intensa commozione in
apertura dei lavori il saluto
dell’imam Abdul Haddarah,
del Centro culturale islamico
in Italia e della signora Tullia
Zevi, presidente dell’Unione
delle comunità ebraiche in Italia, che hanno significativamente concluso i loro interventi di saluto con l'augurio
di pace nella loro lingua rispettiva, «salam» e «shalom».
La dimensione ecumenica e
internazionale della nona A5semblea è stata contrassegnata dalla presenza di altre numerose personalità. Erano presenti e hanno portato il loro
saluto rappresentanti delle
chiese e comunità evangeliche
non membro della Federazione, esponenti di comunità di
immigrati, la segretaria^ del
SAE, rappresentanti dell’area
del dissenso cattolico, il rappresentante in Italia dell’African National Congress, membri di rilievo delle organizzazioni ecumeniche mondiali ed
europee.
Il disorientamento
dell’Italia
Nel dibattito ampio, intenso
c partecipato sulla relazione
del Consiglio e sui vari contributi proposti. l’Assemblea ha
rilevato che Vitalia attraversa
un periodo di crisi e di disorientamento. In questo quadro le iniziative del Vaticano
e l’egemonia della cultura cattolica si affermano in modo
diffuso tanto da condizionare
pesantemente anche i niez.zi di
comunicazione di massa generalmente considerati laici.
L’Assemblea è convinta che
questa situaz.ione postuli da
parte delle chiese e delle loro
opere un serio impegno di riflessione e di studio teologico,
oltre che di preghiera, per capire quale messaggio deljhano
portare alla società di oggi le
nostre chiese e la Federazione
in un comune sforzo unitario.
A questo lavoro di analisi e
6 questa ricerca del consiglio
di Dio possono partecipare tutte le chiese che ne ravvisino
l’importanza e ne vogliano determinare gli esiti, dal momento che la Federazione offre la possibilità di collaborare con forme di adesione che
non implicano la piena appartenenza.
Dal dibattito è emerso chia
r "4
Santa Severa — Il canto ha coinvolto i partecipanti all’Assemblea della Federazione.
ro il rifiuto di qualsiasi tentazione di immobilismo o di ripiegamento sul passato e anche la necessità che, sia la Federazione con i suoi servizi, sia
le chiese, si impegnino nella
proclamazione dell’ Evangelo
in forme accessibili a tutti e
SI producano azioni di intervento concreto nelle situazioni
di povertà, di discriminazione
e di ingiustizia.
Le linee
direttrici
L’Assemblea ha individuato
quattro direttrici di sviluppo
della sua azione: ,
— In primo luogo occorre
continuare l’impegno nei problemi sociali e morali del nostro paese a partire dalla nostra fede evangelica, che storicamente ha dimostrato di saper garantire il principio di
laicità dello stato e del pluralismo nella società e nella
cultura.
— In secondo luogo l'Assemblea, proprio perché consapevole dei limiti delle chiese che
hanno parte nella Federazione, ha riaffermato la sua fiducia nella grazia del Signore.
Sulla base di questa fede essa
fa appello alle chiese stesse di
continuare e intensificare quei
rapporti ecumenici che. nel rispetto delle specifiche differenziazioni, ci portano a condividere la fede e la spinta al servizio di volontariato nei luoghi di sofferenza e di degrado
della società. L’Assemblea individua la possibilità di tali
convergenze in larghi strati
del popolo cristiano del. nostro
paese, ivi compfesi quanti —
nel cattolicesimo italiano —
hanno tratto dall’esperienza
conciliare il desiderio di un
attento approfondimento biblico e un rinnovato impegno
di serviz.io al mondo. L’Assemblea ha ribadito che il Mezzogiorno rimane l’area culturale
e .sociale dove le contraddizioni della società e del modello
di sviluppo prevalente tradiscono la pervicace continuità
della corruzione e del processo di degradazione umana che
in altri contesti appare più
mascherata. L’Assemblea riconosce che l’evangelismo italiano è chiamato a verificare la
sua vocazione e la sua fedeltà
al Signore della chiesa proprio
in quel quadro e su quel fronte.
— In terzo luogo l'Assemblea ha preso atto con soddisfaz.ione dell’esperienza positiva della rivista « Confronti »
e delle occasioni di incontro
e approfondimento realizzate
con le Comunità di base in
Italia e con altre esperienze di
fede. Esprime l’auspicio che
gli evangelici rafforzino e allarghino il sostegno alla rivista, anche mediante la sua diffusione, in modo da garantire
il ruolo di strumento di riflessione ecumenica nell’area di
libertà che le è propria.
— In quarto luogo l’Assemblea, pur consapevole che tuttora larga parte dell’evangelismo italiano non si riconosce
nella Federazione, ha sottolineato il fatto che i passi già
compiuti verso forme di collaboraz.ione, come la Commissione delle chiese evangeliche per
' rapporti con lo stato e le iniziative intraprese positivamente per la realizzazione di un
consorzio di radio evangeliche,
sono momenti di incontro e
cooperazione fraterna donati
dalla grazia del Signore. Pertanto l’Assemblea ha latto proprie le raccomandazioni del
Convegno di Firenze e dà mandato al Consiglio di studiare
quali di esse siano realizzabili
e di intensificare il dialogo,
ove possibile, con le chiese e
opere nòn federate, senza improvvide accelerazioni o troppo caute frenate. Essa identifica in convegni teologici e
concrete azioni evangelistiche
i passi da fare in vista di possibili convergenze con la realtà delle chiese non federate.
Incoraggiamento
per il futuro
L’Assemblea, nel rallegrarsi
del patto di reciproco riconoscimento realizzato dalle chiese battiste, metodiste e valdesi
nel Sinodo e Assentblea congiunti (ottobre 1990), ravvisa
nel crescente coinvolgimento
delle altre chiese nella vita e
negli organi della Federazione
un elemento di incoraggiamento e di stimolo per la continuazione del lavoro comune.
In questo modo e nella linea
di queste affermazioni, l’Assemblea augura al nuovo Consiglio un triennio d’impegno
nel servizio in un paese che
è chiamato a risolvere i suoi
problemi interni, come quelli
relativi all’economia, all’ambiente, alla violenz.a, alla riforma politica ed istituzionale,
alla difesa dello stato sociale,
all’accoglienza e all’inserimento dei migranti, anche in un
quadro europeo che veda il
■protestantesimo impegnato in
prima persona.
MESSAGGIO
Alla Conferenza
di pace
per il Mediterraneo
Alle Loro Eccellenze
Signori Ambasciatori e rappresentanti dei popoli
riuniti a Madrid per la Conferenza di pace
in Medio Oriente
Distinti Signori,
noi, cristiani evangelici italiani, riuniti a Santa Severa
(Roma) nella IX Assemblea della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia che ha luogo negli stessi giorni in cui
si svolge la Conferenza per la pace in Medio Oriente, inviamo a'tutti voi il nostro più fervido e partecipato augurio
perché il vostro incontro ponga le premesse per costruire
una vera pace nella giustizia e nella sicurezza per gli stati,
i popoli e le fedi presenti nell’area mediorientale.
Siamo consapevoli delle difficoltà del processo nel quale i rappresentanti dei vostri stati e dei vostri popoli sono
impegnati: la scorsa Pentecoste, in occasione delta Conferenza ecumenica internazionale « Ricostruire la pace, costruire la. giustizia » (Santa Severa - Roma, 19-22 maggio
1991), auspicavamo l’urgente convocazione della Conferenza perché ponesse fine agli attuali conflitti ed avviasse un
rapporto di cooperazione per lo sviluppo, la salvaguardia
dei diritti e la crescita della democrazia.
L’avvio della Conferenza è un passo decisivo in questa
direzione e speriamo con tutte le nostre forze che altri ne
seguiranno.
Con questi sentimenti il nostro pensiero va a Gerusalemme, la città nella quale si incontrano le tre fedi monoteistiche. La nostra speranza è che questa città, che ha visto
troppi conflitti combattuti anche nel nome di queste fedi,
possa diventare il teatro di un dialogo tra le varie confessioni religiose. In questo senso per noi, cristiani evangelici,
la maggiore preoccupazione non è rivolta in primo luogo
allo status dei « luoghi santi », quanto alle vite delle persone — siano esse ebrei, cristiani, musulmani — che per noi
sono sì « sante ». Il nostro augurio, perciò, è che si possa
vincere la sfida della convivenza e della riconciliazione nel
nome dell’unico Signore della pace.
Per questa riconciliazione preghiamo e opereremo. Dio
misericordioso vi guidi e vi dia la forza, il coraggio e la
fiducia per osarne la pace e praticare la giustizia.
Il presidente dell'Assemblea
Piero Trotta
SCHEDA
La FCEI
La Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (FCEI) è
nata il 5 novembre 1967, a Milano, come seguito del Congresso
evangelico del 1965.
Fanno attualmente parte della
Federazione le Chiese valdesi, le
Chiese metodiste, le Chiese battiste, le Chiese luterane, le Chiese
libere, l’Esercito della Salvezza, la
Chiesa apostolica italiana, la Comunità ecumenica di Ispra Varese.
Tutte queste chiese si trovano
a collaborare nella FCEI sulla
base di queste considerazioni teologiche, che costituiscono il
preambolo dello statuto;
La Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia si costituisce per consenso di varie chiese
cristiane evangeliche che insieme
confessano la fede in Dio, che per
la sua sola grazia le ha chiamate
ad essere suo popolo in Cristo,
unico Signore della Chiesa universale, e nello Spirito Santo che
aduna, conduce e, di volta in volta, rinnova la Chiesa.
Le chiese che formano la Federazione riconoscono come unica
regola della fede la Sacra Scrittura, Antico e Nuovo Testamento
e come ragion d’essere della loro
esistenza la testimonianza al Regno di Dio che in Gesù Cristo, Signore e Salvatore, si è avvicinato
agli uomini.
Esse riconoscono la fondamen
tale convergenza delle loro posizioni ecclesiologiche con particolare riferimento:
— alla natura missionaria della
Chiesa;
— al sacerdozio universale dei
credenti;
— alla molteplicità dei doni e
dei ministeri;
— alla chiesa locale intesa come
elemento ecclesiologico primario.
La Federazione vuole essere
uno strumento comune di servizio e di testimonianza, nella consapevolezza che solo la completa
fedeltà alla Parola del Signore
rende possibile il superamento
delle umane distinzioni e la piena
comunione dei credenti.
La Federazione tiene assemblee
ogni tre anni e per il prossimo
triennio sarà retta da un Consiglio composto da Giorgio Bouchard, presidente, e da Lidia Bruno, Anna Franzoi, Erica Naselli,
Giorgio Girardet, Biancamaria
Becchino, Winfried Becker, Domenico Maselli, Marco Jourdan,
Luciano Deodato, Paolo Fabbri,
Sergio Aquilante, Elisabetta Pagano, Sara Comparetti, Franco
Clemente.
La contabilità e l’attività della
FCEI sarà sottoposta a verifica
da parte di un collegio composto da Giorgio Gardiol, Dieter
Stoehr, Alberto Bragaglia, Maria
Caputo.
6
assemblea FCEI
IL SALUTO DEL PRESIDENTE DELLE COMUNITÀ’ EBRAICHE
15 novembre 1991
Insieme per un'Europa
di libertà e di pluralismo
Speranze e timori di fronte al crollo del comunismo e alle nuove
forme di intolleranza - Una sintonia nella tutela delle minoranze
Signor presidente, cari amici,
vi sono grata per avermi invitata all’Assemblea triennale della vostra Federazione e sono lieta di porgervi il saluto dell’Unione delle comunità ebraiche italiane ed il mio personale.
Il saluto dell’Unione, che rappresenta le 21 comunità ebraiche in Italia, intende esprimervi attenzione e stima, e l’impegno che condividiamo nell’operare a tutela di quei principi e di
quei valori che riteniamo indispensabili perché una società
possa dirsi autenticamente democratica e pluralista.
Il saluto mio personale è animato dal sentimento di amicizia che provo verso tanti di voi,
e che spero sia reciproco.
In tempi epocali quali quelli
che stiamo vivendo, penso che
anche un semplice messaggio di
saluto non possa prescindere da
alcune brevi considerazioni sulla situazione in Europa, e particolarmente in Italia, e nel Medio Oriente.
Tra le democrazie
e i nazionalismi
La disintegrazione in atto dei
regimi comunisti nell’URSS e nei
paesi un tempo suoi satelliti sta
determinando situazioni in cui i
motivi di soddisfazione e di speranza si intrecciano a gravi
preoccupazioni per i pericoli derivanti dalle conseguenze di decenni di glaciazione politica e
dalla drammatica situazione economica.
Erompono ansie di giustizia,
di libertà, di democrazia, ma
anche nazionalismi esasperati.
Riemergono, e si diffondono anche nell’Europa occidentale, pregiudizi antiebraici e brutali incidenti che rivelano livelli crescenti di razzismo e di xenofobia.
La tragedia che si è abbattuta sull’ebraismo europeo durante il periodo nazifascista rende
gli ebrei particolarmente attenti
ed allarmati di fronte a questi
fenomeni, che provocheranno altre tragedie se non verranno affrontati e gestiti tempestivamente.
Ricorre fra pochi giorni l’anniversario della caduta del muro di Berlino. Esso coincide con
l’anniversario della Kristallnacht, che segnò l’inizio del programma nazista di « soluzione finale » per l’annientamento dell’ebraismo europeo.
Simbolicamente in quel giorno, il nove di novembre, si riunirà a Berlino l’esecutivo del
Congresso ebraico europeo, che
rappresenta tutte le comunità
ebraiche d’Europa. Vuole essere
un monito — nell’euforia tedesca per le libertà e l’unità riconquistate — a non dimenticare
gli orrori perpetrati in pieno
ventesimo secolo in un continente che si ritiene civile, civilissimo. Orrori che potrebbero ripetersi.
L’Europa
che non vogliamo
E’ facile concordare su quale
Europa noi non vogliamo: una
Europa dominata da ipemazionalismi e da conflitti interetnici, incapace di fornire un adeguato numero di calorie giornaliere a tutti i suoi abitanti, e di
attuare una autentica integrazione economica e politica.
Più difficile è definire l’Europa che vogliamo.
Come appartenenti a comuni
tà. e confessioni religiose che reputano essenziale la libertà di
coscienza e di culto, sappiamo
sicuramente che vogliamo una
Europa libera da tentazioni integralistiche e da monopoli confessionali.
Dall’Atlantico agli Urali, dalla
Spagna all’URSS, è emerso il
TuUia Zevi, presidente detlUnione delle comunità ebraiche.
ruolo rilevante delle chiese cristiane negli eventi che hanno determinato il disfacimento dei regimi totalitari e la travagliata
transizione a sistemi di democrazia pluralista.
Inoltre, i dati rilevati in vari
paesi europei indicano che la religione rimane un importante
elemento costitutivo per l’identità collettiva sia delle maggioranze sia delle minoranze.
Si tratterà di vedere se ed in
quale misura le varie confessioni, ed in particolare la Chiesa
cattolica là dove si trova ad essere ampiamente maggioritaria,
rimarranno dalla parte del cambiamento democratico, o se invece seguiranno l’esempio delle
gerarchie cattoliche in paesi come la Spagna, la Polonia e in
parte l’Ungheria nei distanziarsi
dal processo di democratizzazione e nel reagire in modo revanscista a tutela di modelli integralisti e intransigenti della religiosità cattolica. (...)
Preoccupazioni per
le minoranze
Il riemergere di tendenze egemoniche da parte delle gerarchie ecclesiastiche di confessioni maggioritarie non può non
suscitare preoccupazione fra le
minoranze religiose.
Il Congresso ebraico europeo
si propone di sottoporre un documento all’assemblea speciale
per l’Europa del Sinodo dei vescovi che si terrà prossimamente in Vaticano. Tale documento
raccomanderà che nell’elaborazione del programma annunciato come scopo principale del Sinodo si affermi chiaramente il
principio del pluralismo religioso e culturale, e si riconoscano
tutte le componenti — comprese le minoranze nazionali, culturali e religiose — come espressioni legittime e vitali dell’identità europea, che hanno contribuito alla ricchezza ed alla specificità della sua cultura.
Sugli sviluppi della situazione
nel Medio Oriente, speranze e timori si intrecciano mentre pren
de l’avvio la Conferenza di Madrid.
In un saluto augurale rivolto
a tutti i suoi partecipanti, la
nostra Unione ha auspicato che
la Conferenza segni « una tappa
fondamentale nella storia e nel
destino dello stato di Israele,
dei palestinesi e degli altri popoli del Medio Oriente », ed ha
espresso « la fiducia e la speranza che anche i valori etico-religiosi generati e trasmessi lungo i secoli dall’ebraismo contribuiranno ad instaurare fra lo
stato di Israele e gli altri popoli della regione rapporti che,
nel pieno riconoscimento delle
esigenze di pace e del diritto alla sicurezza di ciascuna delle
parti in causa, consentano di
edificare insieme un futuro fondato sulla riconciliazione, il dialogo e la cooperazione ».
Le prospettive che la Conferenza di Madrid apre e le speranze che suscita consentono un
giudizio più distaccato anche
sulle posizioni di intransigente
pacifismo espresse a suo tempo
contro l’intervento militare contro l’Iraq a seguito dell’invasione del Kuwait, e sulle polemiche fra chi, ricordando le guerre di liberazione e la Resistenza, tendeva a distinguere fra
guerra e guerra, e chi tali distinzioni non ammetteva.
Sono stati molto apprezzati i
messaggi a noi rivolti dal presidente della vostra Federazione,
pastore Bouchard, di solidarietà per Israele colpito dai missili iracheni ed a sostegno delle
richieste di riconoscimento diplomatico di Israele da parte
della Santa Sede.
Le conferenze
ecumeniche
Ai principi enunciati dalle Conferenze ecumeniche a Santa Severa lo scorso maggio, a Seoul
nel 1990 ed a Basilea nel 1989
non possono non aderire quanti hanno a cuore il destino dell’umanità.
Ma se si vuole veramente
contribuire ai processi di pace,
quello che necessita e che non
sempre si ritrova nelle posizioni assunte anche dalle chiese
evangeliche sul conflitto araboisraeliano è una valutazione
chiara e completa delle responsabilità e degli errori di tutte
le parti in causa nel determinare il conflitto stesso.
Vorrei concludere con un breve accenno al paese in cui viviamo ed operiamo, esprimendo
la nostra soddisfazione per la
collaborazione esistente fra la
Federazione delle chiese evangeliche e questa Unione al fine di
condurre iniziative (Congiunte o
parallele su problemi di comune interesse a tutela dei nostri
diritti nell’ambito scolastico,
giuridico, giudiziario e dei mass
media.
Lo scorso dicembre il Congresso quadriennale dei delegati delle nostre comunità ha approvato all’unanimità una mozione di
plauso per questa nostra collaborazione e di invito a proseguirla.
Agli scopi che già insieme perseguiamo, nel pieno reciproco
rispetto delle nostre tradizioni
e della nostra specifica identità,
altri se ne potranno aggiungere
di fronte alle mutazioni che si
verificano ed ai mali che affliggono la società italiana. (...)
Grazie per avermi consentito
di essere qui tra voi. L’iman vi
ha detto « Salam », io vi auguro buon lavoro e vi rivolgo il
nostro antico saluto; Shalom.
Tullia Zevi
Santa Severa. I partecipanti all'Assemblea in un momento dei lavori.
IL SALUTO DELL’IMAM DI ROMA
L’incontro
dei figli di Dio
Dio ha dato agli uomini
le due mani e ognuna ha
una funzione. La mano destra è per salutare,
per dire grazie e per dare.
Invece la mano sinistra è
per chiedere, per prendere,
per ritirare. Un versetto
del Corano che parla dell’uomo, e sono tanti, che
mi ricordo, è molto bello. E’ un appello agli uomini, a tutta l’umanità per
incontrarsi: « O uomini, vi
abbiamo creato in verità
da un maschio e da una
femmina e vi abbiamo fatto popoli e tribù perché vi
conosceste a vicenda. Il
migliore di voi è quello
che teme Dio ». Chi teme
Dio non pensa mai al male
perché sa che Dio è con lui
dove va, sa che cosa pensa,
sa che Dio è con lui e quindi deve essere sotto osservazione, sempre dritto,
sempre giusto e buono.
Perché lui è membro di
questa società. Dio ci ha
creati diversi perché ci conoscessimo; per collaborare, per aiutarci l’un l’altro;
come ho già detto ha dato
due mani: una lava l’altra,
una aiuta l’altra, una regge l’altra.
E cosi siamo tutti: maschi e femmine. Gli uomini sono diversi ma sono
tutti creati da Dio, adorano lo stesso Dio. Volenti o
nolenti, non c’è altro Dio
che lui. Se invochiamo, invochiamo lui; forse abbiamo differenti pensieri, differenti nomi. Non è un
problema; ma nel pensiero e nel cuore sempre c’è
colui che ci ha creati, quello che ha dato a noi la vita, che dà a noi la gioia di
questa vita per essere fedeli a lui, essere fedeli fra
di noi, essere degni di vivere l’altra vita dell’aldilà.
Dobbiamo credere in lui,
dobbiamo operare il bene
e dobbiamo ricordare sempre che c’è la prossima vita che aspetta ognuno di
noi. Sarà il giorno del giudizio secondo la fede di
L'imam di Ruma Abaui tiaddarah.
ognuno, secondo la sua
opera. Se non si opera bene, la fede non basta. Le
opere buone e la fede vanno insieme per l’uomo, per
la persona, per la verità e
per la sua vita eterna. «Per
conoscersi »: nessuno deve fare altro che incontrarsi, salutarsi. Il saluto è
diverso, ma rimane sempre con l’occhio, con il
cuore, in qualunque lingua, ma sempre con la mano aperta, in vista, che
non nasconde niente, la
mano aperta, come il cuore
aperto; quando la mia mano stringe la tua mano, si
crea un contatto fra me e
te. Si vede che siamo allo
stesso livello; non c’è superiore e inferiore.
Siamo tutti fratelli, siamo tutti umani, siamo tutti uomini, siamo tutti per
l’umanità. Se non facciamo così, se non sentiamo
così, se non viviamo uno
per l’altro, non riusciamo
a superare questo secolo
che aspetta noi, che è per
il nostro futuro, perché il
futuro nostro è la continuazione dell’umanità. Dio
ha creato noi diversi, non
siamo una copia uno dell’altro, ma questa diversità
è il segno della forza, della
grandezza del creatore. Per
essere ciascuno di noi
complemento dell’altro,
ciascuno abbraccia l’altro
e dice Salam, pace a voi.
Abdul Haddarah
7
r
15 novembre 1991
assemblea FCEI 7
I MESSAGGI DAL MONDO CATTOLICO
Maria Vingiani
per il SAE
Ciro Castaldo per
le comunità di base
noi uno strumento antievangelico e non conciliabile con uno
stato laico e democratico.
Vorrei dire infine che, dall’interno del mondo cattolico italiano, siamo l'unica voce libera
che si oppone ai Biffi, ai Ruini,
Quando vengo a questi incontri mi sento sempre molto cattolica, cioè mi sento sempre
compresa nel giudizio che -voi
date della presenza cattolica,
mentre invece sono molto di
più, l’espressione deiresperienza
del SAE, che è interconfessionale, ecumenica.
Ho esaminato la relazione del
Consiglio e l’ho trovata molto
importante, non solo perché
pone le premesse per il lavoro
dei prossimi tre anni, ma perché mi ha dato il senso dello
spessore spirituale che c’è nel
cammino delle chiese evangeliche impegnate nella testimonianza in Italia ed io mi sento molto coinvolta con le vicende del
protestantesimo italiano. Ci sono
stati tre grossi eventi ecumenici, significativi ed esemplari,
(parlo dell’incontro tra le Chiese della Federazione e le Chiese
del risveglio a Firenze, l’esperienza del riconoscimento reciproco delle Chiese battiste, metodiste e valdesi, rincontro intemazionale di Pentecoste ’91
che ha rilanciato il protestantesimo italiano sulla via dell’appello per la pace, la giustizia e
l’integrità del creato nel contesto del Medio Oriente) che mi
hanno convinta che il protestantesimo italiano va verso espressioni più alte di fraternità e
di unità cristiana.
Il mondo cattolico italiano rac
coglie la critica dei protestanti,
ma manifesta al suo interno vitalità e differenziazioni.
Il problema che emerge nel
protestantesimo è l’unità, nel cattolicesimo il problema emergente è la diversità. Unità e diversità sono il problema ecumenico del SAE. Se guardassimo concretamente alla umtà ed alla
diversità, allora il cammino ecumemco sarebbe più facile. H
SAE in questi 30 anni si è posto
al servizio delle chiese per svolgere un’azione verso la comunione della realtà delle chiese, nel
rispetto della diversità. Voglio
sottolineare la positività delle
esperienze ecumeniche che abbiamo fatto: traduzione interconfessionale della Bibbia, battaglia
comune per l’insegnamento della religione cattolica nella scuola,
diffusione dell’informazioné della teologia protestante in ambito cattolico, gli incontri della
Mandola.
Il SAE potrebbe passare la
mano ad esperienze diverse, ma
quello che ci preme è che il
cammino ecumenico vada avanti; a livello della base cattolica,
delle parrocchie, il SAE è importante mentre manca rapporto
della base evangelica.. Oggi abbiamo i pastori e i teologi che
vengono al SAE, non la base.
E l’ecumenismo va avanti solo
con il coinvolgimento delle chiese e delle comunità.
Ormai è prassi consolidata
che le comunità cristiane di base riservino alla realtà dell’evangelismo italiano la loro attenzione che si esplicita in vari
momenti come l’Assemblea della FCEI, in diversi modi nelle
più articolate situazioni locali,
o in rilevanti concreti atti di
testimonianza in percorsi comuni che, comunque, vanno sempre ricercati, pur nel rispetto
delle reciproche particolarità e
scelte.
Un’attenzione quindi, ed un
saluto non formali ai vostri lavori che rivelano, semmai ce
ne fosse bisogno, una realtà
di chiese dove la democrazia si
manifesta in modo esplicito se
non addirittura costituisce uno
degli elementi essenziali — a
parte ovviamente il riferimento
alla Parola — per coniugare annuncio e testimonianza, libertà
e prassi evangelica, profezia ed
utopia, impegno politico-sociale
e scelte concrete, realizzazione
del Regno e convergenze storiche, ricerca teologica e fedeltà
al Vangelo, esperienza comunitaria e quotidianità.
Sono questi filoni che le comunità cristiane di base perseguono, e più specificatamente
nell’ottica della riappropriazione e dell’autoconvocazione. Vorrei qui ricordare che quella delle comunità di base è una pro
GLI OSPITI DELL’ASSEMBLEA
Verso l’Europa del futuro
Nonostante le concomitanze
(negli stessi giorni si teneva a
Lille l’Assemblea della Federazione protestante di Francia, con la
quale la nostra assemblea si è
collegata telefonicamente) sono
stati molto numerosi gli ospiti
stranieri:
Patrick Taran porta i saluti del
Consiglio ecumenico delle chiese.
Esprime apprezzamento per il
contenuto simbolico e concreto
del lavoro della FCEI e per io spirito di apertura rappresentato
dalla presenza dell’imam di Roma e dal rappresentante delle
comunità ebraiche. Il Consiglio
ecumenico è cosciente del fatto
che molte chiese protestanti sono
fortemente minoritarie nei propri paesi. La questione del rapporto con gli evangelicali è discussa un po’ ovunque nel mondo.
mente in direzione Sud-Nord. I
cristiani sono chiamati ad appoggiare i diritti di tutti gli esseri
umani. Chiede all’Assemblea di
inviare un messaggio al governo
italiano perché ratifichi la nuova
convenzione internazionale per la
protezione dei diritti dei migranti
e delle loro famiglie.
Allo stesso tempo si sente chiamato, come cristiano, a vivere la
fede, non solo a professarla. In
questo contesto ritiene che sia
necessario per i paesi sviluppati
cambiare il proprio stile di vita,
il rapporto con il Terzo Mondo,
diminuire i propri cosumi. Esprime l’apprezzamento del WCC per
la solidarietà espressa dalla FCEI
verso persone in difficoltà nel
mondo.
Un numero crescente di cristiani appartiene non più alle
chiese storiche ma ai gruppi fondamentalisti. Questa è una sfida
importante per il movimento ecumenico, una sfida non solo a parlare ma anche ad ascoltare la posizione dei protestanti italiani attraverso i mass media. Sovente i protestanti hanno un talento particolare per nascondere
la luce sotto il secchio: ma ritiene che la FCEI stia cercando
di fare l’opposto. Come segretario del Comitato migranti del
WCC, apprezza il livello di priorità che la FCEI ha dedicato al
problema dei migranti. Il lavoro
della FCEI in questo canapo è di
esempio per la cristianità.
Constata che rinteressamento
della FCEI è aumentato enormemente in questi ultimi tre anni,
e questo è necessario perché i bisogni in altre parti del mondo
continuano a crescere. L’Italia è
vista dal mondo come una delle
grandi potenze industriali, un
paese in grado di dare piuttosto
che di chiedere, e si augura che
nonostante le difficoltà sia possibile per la FCEI proseguire sulla
strada dell’autofinanziamento dei
propri progetti. Esprime solidarietà alla FCEI ed ai suoi programmi, augurandosi che questo
possa tradursi in un accresciuto
scambio e collaborazione in futuro.
L
La migrazione oggigiorno è un
fenomeno mondiale, che coinvolge 100 milioni di persone, cioè un
cinquantesimo della popolazione
del mondo. Ritiene che il fenomeno delle migrazioni sia lo specchio dei maggiori problemi del
mondo: la guerra, lo sfruttamento delle risorse ambientali, le ingiustizie economiche, il fallimento dello sviluppo, sono le cause delle migrazioni, special
Jan Missen (CCME/CEME) rivolge all’assemblea il saluto del
comitato esecutivo. Presenta il
lavoro del Comitato migranti:
« La preoccupazione principale
dei governi europei sembra essere
quella di tenere chiuse le porte.
Qui le chiese hanno un compito
molto importante nel chiedere
una politica di immigrazione
aperta ed accogliente. Questo è
ciò che il nostro comitato cerca
di fare e siamo contenti di avere
la FCEI come membro del comitato.
posta di chiesa, non un modello
istituzionale di chiesa da contrapporre: è una prassi, un’utopia, una speranza per una chiesa diversa, non di potere, contro un potere restauratore e repressivo.
Vorrei aggiungere che la nostra è una prassi di fede non
allineata, è indubbiamente forte
ma è dura da portare avanti
soprattutto neH’attuale contesto politico, sociale, culturale,
ecclesiale. E’ una ricerca che,
tuttavia, si scontra con il "consolidato” nella società e nella
chiesa, la comunità può costituire anche un superamento del
collettivismo e dell’individualismo. E’ un’esperienza di fede,
la nostra, che non può essere
né valutata nell’immediato, né
commisurata con parametri di
efficienza proselitistica che non
rientrano nella nostra logica;
non siamo un movimento istituzionale, né tanto meno garantito: è un rischio ed una scommessa.
Un nostro impegno forte è
per un reale ecumenismo, non
da tavolino. Un ecumenismo
proiettato in avanti nel contesto dell’interdipendenza e della
planetarietà dei rapporti umani
per superare barriere religiose
ed abbattere fondamentalismi,
integralismi e supremazie teologiche, per impegnarci tutti insieme per la nonviolenza, la giustizia, la pace, contro il razzismo.
Un altro impegno forte per
noi è la lotta al Concordato, in
tutti i suoi aspetti, che resta per
ai tanti Wojtyla esistenti. Procediamo insieme nel cammino
della liberazione per rispondere
alla chiamata del Vangelo e per
testimoniare la nostra fede nel
Gesù liberatore.
Sergio
Goretti
per la GEI
Contrariamente a quanto avvenuto
nelle ultime assemblee, nessun rappre-sentante ufficiale della CEI ha presenziato ai lavori. UAssemblea ha ricevuto il seguente telegramma:
Nome cardinale presidente
CEI et Segretariato ecumenismo dialogo impossibilitato partecipare causa impegni
pastorali irrinunciabili sono
lieto porgere lei et partecipanti mio cordiale fraterno
saluto stop Auspico che famiglia cristiana fedele suo
unico Signore cresca nella
unità nell'annuncio e nella testimonianza et contribuisca
a creare una Europa fraterna
ed accogliente.
Sergio Goretti
presidente Segretariato
ecumenismo e dialogo
INTERVISTA A STEPHEN GAWE
Pensiamo di poter a nostra volta aiutare le chiese italiane informandole di ciò che succede in
sede europea e promuovendo i
contatti tra organizzazioni che
svolgono gli stessi servizi. Dio
benedica il vostro lavoro ».
Keith Jenkins ringrazia per
l’opportunità di partecipare all’Assemblea. Rivolge all’Assemblea un triplice messaggio: innanzitutto porta i saluti della
Commissione europea ecumenica
« Chiesa e società », alla quale la
FCEI porta un contributo importante di uomini e di idee .La
Commissione ecumenica europea
è un organismo che ha il compito di aiutare le chiese ad aprirsi
alla dimensione europea e a facilitare le comunicazioni.
Continuate a
pregare per noi
In secondo luogo vuole condividere la riflessione sulle questioni centrali dei prossimi anni:
cosa sarà la Comunità europea
del 1992? Sarà una comunità democratica, porrà prima il denaro
o la gente? Si accorgerà di quello
che sta succedendo nelle varie regioni europee? Sono le stesse domande che ho sentito qui all’Assemblea. Si chiede quale sarà la
relazione futura tra la Comunità
europea e le nazioni nell’Europa
orientale. Man mano che la Comunità europea diventa uno stato, quale sarà la relazione tra
chiesa e stato? Ritiene che le
chiese evangeliche italiane, in
quanto chiese di minoranza’ abbiano qualche cosa da dire in’pronosito.
Stephen Gawe è il nuovo rappresentante dell’African National
Congress in Italia. Ha sostituito
Benny Nato il quale, dopo circa
trent’anni di esilio, ha potuto tornare nel suo paese. Credente, figlio di un pastore, è in Italia da
poche settimane ed è stato invitato a partecipare ai lavori della
IX Assemblea della Federazione a
S. Severa. In una pausa, ha gentilmente accettato di rispondere
ad alcune domande.
— Che cosa ci può dire dell'attuale situazione in Sud Africa?
— Continua ad essere preoccupante, anzi orribile in questo momento. Ma negli ultimi mesi si
sono avuti degli sviluppi interessanti, che ci danno grande speranza. Uno di questi è l’accordo
firmato verso la fine di settembre
tra il governo, l’ANC, il partito
Inkhata e gli imprenditori. L’altro è la recente conferenza del
Fronte patriottico, di cui si sono
già avuti dei riscontri positivi
sulla stampa britannica.
Questi due eventi insieme segnano un progresso delle forze
di liberazione contro l’apartheid.
— Alla luce di una situazione di
fatto modificata, con nuove aperture e nuove speranze che stanno
emergendo, avete delle richieste
particolari da rivolgere a livello
internazionale?
— A mio parere, la cosa più importante oggi è che si esercitino
delle serie pressioni perché il Sud
Africa cambi veramente: è proprio questo il genere di aiuto che
cerchiamo da parte del mondo, il
genere di aiuto che chiediamo alle delegazioni internazionali che
vengono in Sud Africa.
Non bisogna permettere che il
governo si rimangi le promesse
che ha fatto, non solo a noi, ma
alla comunità internazionale, perché il Sud Africa vada incontro
ad un cambiamento irreversibile.
E’ invece chiaro che negli ultimi
mesi il governo sta tentando una
strada diversa, quella di proporre dei cambiamenti che in realtà
facciano rimanere la situazione
uguale a prima.
— Ci sono delle richieste specifiche che possono essere fatte
alle nostre chiese?
In terzo luogo si interroga su
quale potrà essere il futuro dell’umanità. « Ci battiamo per un
mondo in cui abbiamo la possibilità di partecipare ai processi decisionali che lo riguardano, in cui
il sistema economico è sotto il
controllo democratico e risponde
ai bisogni della gente, in cui l’ambiente è protetto e nel quale i
fattori ecologici giocano un ruolo
nelle scelte economiche. Se condividiamo questa visione, credo
che potremo lavorare insieme ».
— Politicamente, quale sarà il
vostro prossimo passo?
— Nell’immediato, chiediamo
che il governo ponga un termine
alla violenza: è ormai abbastanza
chiaro che la violenza che sta insanguinando il paese è di fatto
sponsorizzata dallo stato. Noi vogliamo poi che il governo convochi subito tutti i partiti per delle trattative sulle modalità del
cambiamento. Cambiamento che
la gente chiede ormai a gran
voce.
—Certamente: le vostre chiese
sono state tra coloro che hanno
guidato il movimento contro
l’apartheid e per il cambiamento
democratico del paese. Noi vi
chiediamo di continuare in questo impegno. Ma vi chiediamo anche di continuare a pregare per
noi apertamente, di farci sentire
il suono della vostra voce, di esserci vicini in questo modo, così
come cercate di essere vicini alle
altre cause che richiedono la vostra preghiera.
A cura di
Alberto Bragaglia
8
8
assemblea FCEI
io novembre 1991
SANTA SEVERA, 31 OTTOBRE-3 NOVEMBRE
Uno solo il Signore di tutti
Quattro giornate di intenso dibattito e di partecipazione per tracciare i percorsi da seguire nei prossimi anni Libertà, laicità, Bibbia, riconciliazione, impegno sociale: le riflessioni hanno ruotato intorno a queste parole
LA RELAZIONE DEL CONSIGLIO
Testimonianza e dialogo
nell’Europa di oggi
La testimonianza dei protestanti di fronte ai mutamenti del nostro
paese, al nuovo equilibrio mondiale e al fenomeno delle migrazioni
Le ultime tre Assemblee della
Federazione (Vico Equense '82,
Palermo '85, Firenze ’88) hanno
avuto come filo conduttore il
Mezzogiorno e la sua rinascita,
la predicazione e la testimonianza delle chiese in questo contesto.
La IX Assemblea, pur non abbandonando questo tema lo ha
visto in im’ottica europea, di
un'Europa profondamente modificata dai recenti avvenimenti derivanti dal crollo dei sistemi politici comunisti.
La relazione del Consiglio ha
situato il lavoro della Federazione nel contesto europeo, della
« nuova Europa, il cui perimetro
spirituale si può disegnare sulla
base di questi fatti: la caduta del
muro di Berlino, la guerra civile
iugoslava, la crisi sovietica, il traguardo del ’93. Questi avvenimenti delineano una nuova Europa
tutta da costruire. Un campo di
impegno appassionato e rischioso. Dopo che la III Intemazionale
ha concluso la sua parabola spirituale, mentre rinascono i più
vieti particolarismi e il cattolicesimo ripropone il suo antico
modello egemonico, noi evangelici ci troviamo di fronte ad alcune importanti novità: il protestantesimo tedesco esce riunito e
rafforzato dalla prova, le consistenti minoranze evangeliche degli altri paesi riprendono con
qualche diritto il loro discorso
pubblico.
Il nostro augurio è che in tutta
Europa le chiese evangeliche possano instaurare un dialogo costruttivo con quelle forze che si
ispirano al socialismo e al liberalismo democratico. Solo una coalizione di questo tipo potrà evitare che l’Europa unita sia una
versione riveduta e corretta dell’Europa della Restaurazione ».
Gli altri punti cardinali della
relazione sono stati il mutato panorama spirituale e culturale del
nostro paese, con la riaffermazione della centralità della istituzione cattolica accettata anche
dai laici, la lotta per una società
multirazziale e multiculturale, la
questione meridionale, il nuovo
equilibrio mondiale e l’impegno
per la pace dopo la guerra del
Golfo.
La discussione sull' Europa e
sulla testimonianza dei credenti
e dei protestanti in particolare è
stata molto viva ed in un certo
senso è andata anche oltre le
frontiere grazie ad un collegamento telefonico con l’Assemblea
della Federazione protestante di
Francia.
Paolo Naso afferma che in Europa non sembra così pacifica l’egemonia cattolica. « Ci sono — ha
detto — le scortesie ecumeniche
degli ortodossi, il mondo cattolico non è tutto appiattito su posizioni wojtyliane. Si può dunque
tentare una proposta protestante
che non sia autoaffermazione di
una storia, ma come realtà di comunità che operano secondo principi di laicità, di pluralismo, di
ecumenismo, di giustizia, pace é
salvaguardia del creato ».
Per Claudio Martelli « c’è una
nuova ventata poliziesca ih Europa; lo dimostrano le leggi contro
gli zingari. C’è dunque bisogno di
un richiamo alla libertà, della
tensione verso la libertà che è
caratteristica della cultura protestante ».
« L’Europa è le nostre radici
— ha affermato Sergio Ribet —
ma facciamo attenzione a non
identificare il polo liberale e
quello neosocialista con i prote
LA DISCUSSIONE
L’etica protestante
L’Europa e l’Italia hanno bisogno di un rinnovato senso
etico. La crisi dei valori piiò
produrre nuova violenza, razzismo, irresponsabilità. L’etica
protestante può e deve essere
la base su cui rinnovare i valori
della nostra società in crisi. Di
questo sono consapevoli i delegati all’Assemblea della FCEI.
«Noi non ci siamo sufficientemente impegnati — ha affermato Valdo Spini, sottosegretario
I 4 presidenti che la FCEI ha fin
Giorgio Bouchard, Piero
qui avuto: da sin. Aldo Comba,
Bensì, Aurelio Sbaffi.
al ministero degli Interni — nello sforzo di far conoscere la
minoranza protestante in Italia.
In Europa è in corso una ricerca di nuovi valori. Si sta
dibattendo se il vuoto creato
dalla caduta delle ideologie debba essere preso da una certezza organizzata gerarchicamente
o dalla libertà di coscienza e
dalla assunzione personale delle responsabilità. In Parlamento mi definiscono moralista
perché ho proposto una legge
che impedisce la candidatura di
persone che sono colpevoli di
alcuni crimini, senza aspettare
la Cassazione. Si parla molto,
si fanno proposte, ma senza
cambiare. Di fronte a questo
propongo di rifondare un vero
laicismo che rinnovi la coscienza della gente e affermi il pluralismo ».
Per Sergio Aquilante « la FCEI
deve essere uno spazio di dibattito e riflessione sulla democrazia e la laicità. Si tratta di aiutare i cittadini ad assumersi la
responsabilità nella società civile. Questo è il senso della diaconia oggi ».
« Oltre a questo — sottolinea
Giorgio Gardiol — occorre ridurre la distanza tra l’etica della
convinzione e quella della responsabilità. Non viviamo m una
società senza limiti. Il nostro
limite è l’altro. Per questo dobbiamo cambiare noi stessi ».
stanti e il polo democristiano con
i cattolici: la realtà non è così
schematica ».
Hartmut Diekmann, pastore luterano a Napoli, afferma che « i
protestanti italiani dovrebbero
osare di più la ’’pazzia” » e propone di organizzare un Kirchentag in Italia. Proposta che piace
anche a Giuseppe Platone.
Winfried Becker ricorda l’urgenza di operare sui temi della
« pace, della giustizia e della salvaguardia del creato. Temi sui
quali in Europa le chiese riflettono. Autorevoli scienziati danno
un tempo di 30 anni come limite
di salvaguardia della vita sulla
terra ».
« L’ecologia — osserva Mimmo
Guaragua — è importante, ma
non è tutto: in Europa non è risolta la questione sociale. Stiamo
per arrivare ad un-conflitto drammatico dove i poveri delle metropoli, cioè quelli del Mezzogiorno
italiano, verranno usati contro i
poveri del mondo, cioè gli extracomunitari costretti ad emigrare ».
Insomma un dibattito ricco di
spunti che sarà ripreso nel lavoro del Consiglio, come recita una
decisione dell’ Assemblea. La
FCEI aiuterà le chiese a crescere nella responsabilità verso la
nuova società europea.
G. G.
Una veduta d’insieme dell'Assemblea.
CATTOLICESIMO ED EVANGELISMO
Gli interlocutori
«presenti-assenti»
Il mondo cattolico, e chiese ed
opere evangeliche che non si riconoscono nella FCEI, sono stati gli interlocutori presenti-assenti con i quali maggiormente
si è dialogato nei dibattito generale e nei gruppi di lavoro, in
questa nona Assemblea della
FCEI.
Interlocutori presenti-assenti:
in campo evangelico avevano inviato osservatori, per esempio,
le Chiese dei fratelli e l’Unione
delle chiese cristiane awentiste
del settimo giorno, ma non erano presenti le Assemblee di Dio
(pentecostali). In campo cattolico, la Conferenza episcopale italiana si è limitata ad inviare un
messaggio, e non abbiamo avuto
un ospite come invece era accaduto in altre assemblee FCEI;
sono intervenuti invece rappresentanti delle Comunità di base
e ospiti cattoUci di organismi
ecumenici come il Segretariato
attività ecumeniche (SAE) e la
rivista Confronti.
Ma non si trattava solamente
di avere o no in mezzo a noi
queste realtà; nel dibattito si è
ampiamente discusso sul rapporto che, con queste realtà, la
FCEI ha e avrà e sul valore di
questo rapporto. E anche nel lavoro dei gruppi lo stesso tema
ritornava costantemente.
Riguardo al cattolicesimo, come ricorda anche il messaggio
che l’assemhlea ha rivolto alle
chiese, abbiamo registrato positivamente « il desiderio di un attento approfondimento biblico e
un rinnovato impegno di servizio al mondo » che si registra in
vari ambiti, in particolare nel
volontariato (che tuttavia andrebbe attentamente analizzato
perché le motivazioni e le espressioni pratiche del volontariato
sono diversissime tra loro), mentre a varie riprese si è denunciato un condizionamento pesante, anche attraverso mezzi di comunicazione « generalmente considerati laici », da parte dcU’egemonia della cultura cattolica e
del Vaticano.
Rispetto al variegato ambito
delle chiese evangeliche non federate si sono riconosciuti « 1
passi già compiuti verso forme
di collaborazione, come la Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo stato
e le iniziative intraprese positivamente per la realizzazione di
un consorzio di radio evangeliche », ci si è richiamati al convegno « Comunione e fedeltà.
L’evangelismo italiano alla pro
va degli anni ’90», che ha avuto luogo a Firenze nella primavera del 1990, e si è invitato il
Consiglio della FCEI a promuovere convegni teologici e «concrete azioni evangelistiche ».
Non si è precisato di più quest’ultimo punto, ma molto si è
parlato, pur senza giungere per
ora a conclusioni operative, di
un possibile « Kirchentag » evangelico italiano, un incontro di
fratelli e sorelle che possa essere aUo stesso tempo occasione
di conoscenza, scambio di idee
e prospettive, testimonianza.
La preoccupazione di un dialogo con mondo cattolico e mondo « evangelica! » non è stata solo presente nel dibattito generale, ma è ricomparsa nel lavoro
dei gruppi, prevalentemente dedicato all’esame dei vari settori
di intervento della FCEI, nel
« servizi » e nelle linee di fondo
che la FCEI si dà in accordo
con le chiese membro.
Oltre a questi due temi che
hanno percorso tutti i lavori dell’Assemblea credo si debbano segnalare i contesti che sono stati
tenuti in considerazione.
Sotto il profilo spirituale si è
segnalato a più riprese che questo dialogo intercristiano si svolge in un contesto più ampio, che
deve essere attento al dialogo
interreligioso (non a caso erano
tra gli ospiti l’imam Abdul Haddarah, del Centro culturale islamico, e la signora Tullia Zevl,
presidente dell’Unione delle comunità ebraiche) e che deve, all’interno della FCEI stessa, migliorare e sviluppare i rapporti
tra componenti di diversa sensibilità, importanza numerica e
spiritualità.
Sotto il profilo politico si è
sottolineato come l’azione delle
chiese oggi si colloca tra un impegno nel Mezzogiorno, che « rimane l’area culturale e sociale
ove le contraddizioni della società appaiono più evidenti e gravi », e una Europa nella quale
il protestantesimo ha una presenza storica e un compito nel
presente.
I grandi problemi dell’economia, della difesa dello stato sociale, dell’aecoglienza e dell’inserimento del migranti, della salvaguardia del creato, della violenza, e via dicendo, non possono lasciare indifferenti le chiese, che vengono pertanto invitate « a interpretare la vocazione
che il Signore rivolge loro oggi »
Sergio Ribet
9
r
15 novembre 1991
assemblea FCEI 9
COLLABORARE CON GLI EVANGELICI
L’Italia
e il Mezzogiorno
Un dialogo con le chiese non federate - Confrontarsi con la tradizione laico-socialista
Gli anni del cambiamento in
Europa sono stati anche gli anni
del cambiamento in Italia e nel
Mezzogiorno. « L’istituzione cattolica gode di una crescente egemonia — osserva la relazione del
Consiglio — soprattutto a livello
dei sistemi simbolici e ha visto
un accrescersi massiccio del suo
prestigio e dei suoi privilegi. Quello che chiamavamo in passato
"dissenso cattolico" sembra ormai emarginato e sconfitto e talvolta ha scélto di autoghettizzarsi
nel sociale. Grandi ideologie (come il marxismo italiano) hanno
ormai rinunciato al ruolo di alternativa e si attendono proprio
dalla Chiesa cattolica una legittimazione della loro funzione politica e sociale; i laici lasciano ad
ebrei e protestanti la difesa della libertà nella scuola e si limitano ad intransigenti dichiarazioni
di principio, che non trovano riscontro nemmeno nei moduli di
iscrizione scolastica dei loro figli.
Dall’altra parte la comunità cattolica, mentre cerca di consolidare i suoi privilegi e cede facilmente ad antiche tentazioni egemoniche (Centesimus annus), manifesta una crescente pluralità di
scelte e una indubbia attenzione
ecumenica ».
Al dì là delle
chiese storiche
In questa situazione « sta emergendo un’area — continua la relazione del Consiglio — protestante evangelica più vasta di
Il pastore Ignazio Barbascia, intervenuto a nome delle Chiese
avventiste.
quella delle chiese storiche. Ai
circa 50 mila membri delle chiese
della Federazione fanno riscontro
probabilmente 150 mila membri
dì quelle chiese. E’ raro ormai in
Italia che un italiano non conosca
un protestante. C’è nell'italiano
medio una predisposizione favorevole ai protestanti. Più ostile l'intellighenzia che rimane fedele all’equazione: religione = cattolicesimo. Tertium serio non datur.
A meno che non sia l’Islam.
In questa situazione riteniamo
che sia giunto il momento di stabilire col mondo evangelico non
federato rapporti più stretti di
scambio e dialogo sia a livello di
istituzioni centrali che a livello
periferico. Non con la pretesa di
assimilare o negare le differenze,
ma per capirci nelle nostre diversità. Dovremo pensare seriamente a qualche azione comune
sul piano dell’evangelizzazione ».
Questa offerta di dialogo è raccolta da Ignazio Barbuscia, del
l’Unione delle chiese avventiste
che, pur riconoscendo che la spinta aU’incontro è avvenuta da momenti laici (rapporti con lo stato,
insegnamento della religione nelle
scuole, ipotesi di network di radio evangeliche) afferma ohe vi
sono tra federati e non federati
« una serie di legami comuni: la
Bibbia, l’evangelizzazione, i servizi sociali, una migliore conoscenza dei protestanti anche attraverso . il meccanismo dell’8 per
mille ». Per questo Barbuscia
chiede di passare a una « fase
più impegnativa centrata sulle
cose concrete, quali quella dell’organizzazione della giornata
degli evangelici e la presenza di
osservatori non federati nella
FCEI ».
Se queste sono le prospettive,
rimangono le contraddizioni della
realtà italiana che tm recente libro pubblicato a cura della FCEI
(Per un socialismo cristiano, di
Sergio Aquilante) ha messo in
evidenza e su cui, per tutta una
serata, l’Assemblea ha dibattuto.
« Ripetizioni
dell’esistente »
La testimonianza da un « osservatorio meridionale » di Aquilante ha messo in rilievo come nel
Mezzogiorno « le novità si rivelano sovente ripetizioni dell’esistente. Il Cristo che si vuole offrirei
sempre quello della vecchia religiosità, anche se esteriormente
rinnovato. Nel Mezzogiorno una
predicazione cristiana autentica è
l'unica possibilità di rottura, di
cambiamento. Cambiamento che
va nel senso di una riforma politica, sociale e spirituale. Questo itinerario politico è diaconia».
Anche per Salvo Rapisarda « la
situazione del Sud sfida la capacità di predicare l’Evangelo in
una situazione difficile. La mafia
non si combatte con le misure di
repressione ma con la predicazione dell'Evangelo che modifica
le mentalità ».
Per Giorgio Bouchard tra la
tradizione evangelica « che la sinistra italiana ha sottovalutato »
e la tradizione socialista e quella
laica « ci debbono essere forme
di collaborazione. Non propongo
una collaborazione politica, ma
spirituale. Dobbiamo trovare spazi di dialogo. La spiritualità evangelica è una spiritualità che si
esprime in dialettica con la libertà. Di questo hanno bisogno l’Italia e il Mezzogiorno ».
G. G.
I
DECENNIO DI SOLIDARIETÀ’ CON LE DONNE
Il rapporto uomo
donna nelle chiese
evangeliche italiane
Un questionario per verificare l’attenzione e la sensibilità sulla
vita quotidiana e sui rapporti uomo-donna: all’esame i risultati
In avvio del decennio di solidarietà delle chiese con le donne (1990), la FCEI ha inviato
alle chiese un questionario, nell’intento di sollecitare nei singoli e nelle comunità un’attenzione ai problemi legati alla vita quotidiana e, in essa, ai rapporti tra uomini e donne.
La stesura del questionario
non è stata affidata, a tecnici,.
perché il suo scopo non era
quello di rilevare dati statistici, ma solo di sollecitare una
riflessione, favorire un confronto di ’’punti di vista” all’interno
di coppie, gruppi familiari, in
momenti di incontro nelle chiese e fuori. Lo strumento questionario è sembrato più agile
di un documeno con una serie
di interrogativi.
Michele Campione, coordinatore
del collegio dei revisori.
Una questione
complessa
Le domande, divise per settori (donna-uomo; uomini e donne nel mondo del lavoro; uomini e donne nella casa e nella
famiglia; donne e uomini con i
figli; donne e uomini nella chiesa; donne e uomini nella Bibbia)
erano tante — qualcuno ha detto troppe — ma le risposte hanno dimostrato che altre ancora sarebbero state utili per far
emergere la complessità del sentire e dell’agire in una sfera
così poco tenuta in considerazione, eppure così determinante
nella strutturazione dei nostri
comportamenti.
L’unica provocazione del questionario è consistita nel porre
le stesse domande ad uomini e
donne, senza operare una preventiva distinzione (salvo in un
paio di casi) tra i tradizionali
ruoli maschili e quelli femminili, Per invitare a una verifica,
non certo per giudicare.
Alcune domande
campione
Per quanto detto sopra non
era prevista né possibile una
elaborazione dei dati. I 281 questionari compilati e restituiti
alla FCEI sono però stati esaminati. Per questa comunicazione all’assemblea è stato presentato un panorama delle risposte
ad alcune domande campione
(una per settore, tre per ’’donne
e uomini nella chiesa”) in forma del tutto... artigianale. Vale
quel che vale, naturalmente, essendo stati fatti due soli intrecci: con l’età e con il sesso.
Da questo saggio e dalla lettura delle risposte agli altri quesiti, ci sembra comunque possibile fare qualche considerazione.
In generale, si può affermare
che all’interno della chiesa si
riflette la distinzione di ruoli
presente nella società; la chiesa
non si caratterizza come area
particolarmente arretrata, ma
neppure emerge da questo punto
di vista come il ’’laboratorio”
di una società rinnovata e di
relazioni profondamente diverse
da quelle che agiamo al di fuori
di essa. Anche nelle posizioni
più tradizionali, però, emerge
sempre un grande rispetto per
le posizioni diverse e il bisogno
di motivare con molta serietà
le proprie.
Alcuni dati incoraggianti e significativi vanno però segnalati come il fatto, a nostro avviso
molto positivo, che nel settore
Le chiese devono continuare a interrogarsi e a riflettere sul ruolo
occupato dalle donne al loro interno.
relativo al rapporto ’’donna-uomo”, alla domanda sul significato della ’’fedeltà” la grande
maggioranza delle risposte in
ogni fascia di età (uomini e donne) non sceglie come risposta
l’esclusività sessuale, ma il non
tradire la fiducia dell’altro/a e
raffrontare apertamente cambiamenti e crisi. Prevale quindi
un’attenzione alla relazione di
coppia piuttosto che una visione statica del rapporto che lega
un uomo ed una donna.
Altrettanto positivamente possono essere valutate le risposte attinenti ai settori del lavoro e dei ruoli in casa e nella
famiglia. Un’alta percentuale
(circa la metà per il settore lavoro, la maggioranza per l’altro)
sostiene che in caso di necessità di assistere una persona anziana malata si chiedono a turno permessi dal lavoro e che
la divisione dei lavori domestici
avviene sulla base della diversa
disponibilità di tempo e delle
diverse abilità. Una esigua ininoranza sostiene che la divisione dei lavori domestici si basa
sul sesso. Questi dati restano
significativi anche se, dal confronto con altre risposte, abbiamo avuto l’impressione che le
domande siano state recepite
più come richiesta di un’opinione (cosa pensi sia giusto) che
come rilevamento di una realtà di fatto (cosa accade in casa
tua).
il rapporto
con i figli
Una netta distinzione tra le risposte delle donne e quelle degli
uomini si registra nel settore
del rapporto con i figli. La domanda campione chiedeva: ”A
quale attività hai dovuto rinunciare quando hai avuto un figlio/a e per quanto tempo?”.
La grande maggioranza degli
uomini non ha rinunciato al lavoro (nemmeno per alcuni mesi) e le rinunce si registrano,
temporanee, nello sport, nel turismo, nella militanza. Le risposte femminili registrano rinunce
su tutte le voci segnalale, in
particolare la rinuncia al lavoro,
definitivamente o per anni. La
scelta — comune — di avere
figli incide dunque molto di più
sulle donne. Una percentuale significativa di donne (36) risponde di non aver rinunciato a
nessuna attività. Ci pare che il
dato segnali un lieve mutamen
to di tendenza nell’impostazione della vita familiare, anche
se il dato andrebbe compreso
nell’intreccio con quello che
emerge nel rilevamento delle
professioni, che indica per un
terzo del totale delle dorme l’occupazione di casalinga.
Nell’ambito ’’vita della chiesa” emerge una diversità netta
fra donne e uomini per quanto
riguarda la presidenza di un’assemblea di chiesa: qui, in tutte
le fasce di età di risposte femminili, prevale il no, mentre il
sì in quelle maschili. Ci pare
questo un dato rivelatore di una
situazione in cui ancora in ruoli di governo, mediazione pubblica e sintesi sono prevalentemente presenti e disponibili gli
Il pastorato
femminile
Un vero e proprio suffragio
si è avuto per le pastore. Alla
domanda: ’’Sceglieresti una pastora per la tua comunità?” registriamo fra le donne 166 sì
contro 10 no e fra gli uomini
83 sì contro 6 no. Un dato
positivo: le perplessità delle chiese sul pastorato femminile sembrano oggi superate.
Alla domanda che chiede se
il sessismo debba essere confessato come peccato delle chiese,
si registra una risposta prevalentemente positiva nei giovani e
prevalentemente negativa negli
anziahi/e. Bisogna segnalare però molte risposte incerte; alcuni dichiarano di non comprendere la domanda. Probabilmente quest’ultima non era formulata con sufficiente chiarezza.
Per il settore Bibbia emerge
un consenso generale sulla consapevolezza che nei secoli è prevalsa una lettura patriarcale
della Parola di Dio.
Fin qui i risultati. Ci auguriamo che alcuni degli interrogativi suscitati dal questionario
possano rimanere come stimolo
a continuare la ricerca e la
riflessione nelle comunità.
L’obiettivo, non certo soltanto del questionario ma di questa riflessione, è di riuscire ad
avere una maggiore circolazione
non solo di idee ma anche di
opportunità e di responsabilità
nelle quali crescere nella fede e
costruire rapporti più fraterni
e consapevoli nella vita comune.
Maria Bonafede
10
10 assemblea FCEI
15 novembre 1991
UN UNIVERSO MULTIMEDIALE
SIE
Informazione evangelica istruzione biblica
Servizio stampa, radio, televisione; un settore fondamentale per
uscire allo scoperto in una società che ha pochi spazi di pluralismo
Un’attività fondamentale ma un po’ nascosta:
chiesto un maggior coinvolgimento alle chiese
Quello deirinformazione è ovviamente un settore nevralgico
per la Federazione; soprattutto
in un'epoca come la nostra dove,
parafrasando il detto di un nom
filosofo, si potrebbe dire: "Video, ergo sum”. Esiste, insomma, solo ciò che emerge dal
silenzio e viene portato a conoscenza delle masse, sia attraverso la radio, e meglio ancora la televisione, sia attraverso la stampa. E’ chiaro che
resistenza delle nostre chiese,
la loro realtà e consistenza, la
loro ragion d'essere, il loro principio e la loro fine, non dipendono dai mezzi d'informazione.
Ma l'accesso a onesti è importante ai fini dell'evangelizzazione.
Il culto radio, nato nei giorni
convulsi, della Liberazione e
riuscito a passare indenne nel
processo di ricostruzione democristiana (di scelbiana memoria) del nostro paese, è un servizio umile e poco appariscente. Eppure, a dispetto della collocazione oraria, o forse grazie
ad essa, vanta circa un milione e seicentomila ascoltatori
ogni domenica (dati Auditel),
solo in Italia. Già, perché la
scoperta stupefacente di questi
ultimi tempi è che eravamo
ascoltati anche in Albania. Le
comunità ortodosse, alle quali
il regime comunista aveva imposto la cessazione del culto,
hanno pregato e cantato, letto
la Bibbia e udito l'Evangelo con
noi durante tutti questi anni.
Ma noi non lo sapevamo. Oggi
ci scrivono e ci chiedono Bibbie.
L'assemblea non poteva non
esprimere un giudizio positivo
sul servizio in generale. In particolare è stato apprezzato lo
sforzo di rinnovamento innologico, la novità della rubrica
"Parliamone insieme" che, con
la "nota di Piero Bensi", riscuote un alto gradimento. Tuttavia
vanno curati alcuni aspetti. Il
primo, quanto mai importante,
riguarda la predicazione vera e
propria. 11 principio del sacerdozio universale non vuole dire
che tutti siano in grado di predicare. Perciò l'assemblea ha
chiesto che sia fatta una scelta dei predicatori e che sia curata la loro predicazione radiofonica. Il secondo riguarda il
notiziario. E' giusto dare rilievo ad attività e incontri locali,
per far vedere che esiste concretamente un mondo evangelico, protestante, che si interroga, pensa, dialoga. Ma non va
dimenticata anche la realtà intemazionale; siamo parte di un
mondo molto più ampio sul quale, in Italia, l'informazione è
quanto mai scarsa. E' un nostro
dovere cercare di colmare questa lacuna.
Un consorzio di
radio evangeiiche
Sempre sul fronte della radiofonia, l'assemblea ha affrontato quest'anno un argomento del
tutto nuovo, quello di un eventuale consorzio di radio evangeliche. Di che si tratta?
Già da un po' di tempo radio
libere chiedevano una "copertura" alla Federazione per poter
esercitare la loro attività. Poi
le radio degli avventisti (alcune
decine in tutta Italia) hanno
proposto di dare vita ad un
consorzio. A parte il fatto che
con l'entrata in vigore della legge Mammì sulla radiofonia si
porrà Un problema di sopravvivenza per molte radioline locali,
la proposta è parsa quanto mai
interessante e del tutto consona
ai fini della Federazione, che
sono quelli di dare vita a dei
servizi comuni in vista della
testimonianza evangelica.
Sono state contattate circa
130 radio diverse; una cinquantina di loro ha dato una risposta positiva; si attendono le risposte delle altre. Ma nel frattempo si è già provveduto a
stilare uno statuto provvisorio
nel quale ogni radio, pur mantenendo la propria autonomia,
si consorzia con le altre godendo così della copertura giuridica e dei vantaggi che la legge
prevede per tale genere di associazione.
L'assemblea non poteva che
incoragaiare una tale iniziativa,
che promette di diventare un fertile terreno d'incontro con chiese e movimenti evangelici, caratterizzati in genere da una forte
carica evangelizzatrice, ma con
i quali il dialogo è sempre stato un po' a distanza.
Il consorzio, dunque, si costituirà. L'augurio è che esso sia
l'inizio di una fase nuova del
lavoro della Federazione.
Rinnovamento
tecnologico
Non è una novità, ma subirà
un profondo rinnovamento il
NEV (notiziario evangelico), il
bollettino stampa della Federazione; nato sul modello di altri
fogli d'informazione (come il
SOEPI, BIP-SNOP, SPP, LWF
ecc.) è, come loro, entrato in
crisi tecnologica. La notizia oggi
va diffusa immediatamente ad
agenzie e giornali con strumenti come il fax o il videotel. Il
NEV oggi ha un andamento
mensile. Se poi si aggiungono i
tempi postali, risulta che il suo
periodo è mediamente di 45
giorni! Un po' troppo per i tempi convulsi che viviamo.
Ma rinnovamento tecnologico
vuol dire anche ripensare globalmente questo servizio. Per
poter essere presenti nelle redazioni dei giornali bisogna curare la tempestività e anche la
qualità delle notizie. Parlare certo del nostro mondo evangelico,
ma anche delle chiese protestanti oltre i nostri confini. Commentare fatti e problemi del
mondo cattolico, ma secondo
un'ottica protestante. Dare informazioni su altre minoranze religiose presenti in Italia.
L'assemblea ha approvato il
progetto presentato, rendendosi
conto che la migliore risposta
al pesante clima di indifferenza dei mass media nei nostri
confronti è proprio quella di potenziare e riqualificare questo
servizio.
Fra l'altro si prevede l'invio
di un bollettino settimanale a
mezzo Postel e la costituzione
di una banca dati, in modo tale
da poter funzionare come archivio per chiese, singoli interessati, organi di stampa.
Non possiamo pensare al NEV
senza associarlo a due persone:
Giorgio Girardet e Maria Sbaffi
Girardet. Quest'ultima, in particolare, ne ha portato la responsabilità in questi anni recenti.
L'assemblea (e non è sua consuetudine il farlo) ha voluto esprimere con un atto apposito la
riconoscenza delle chiese a Maria
per il lavoro svolto con "passione, intelligenza, creatività".
I fedelissimi
delle "veglie”
Parlare di "Protestantesimo"
vuol dire parlare di veglie notturne, in attesa di un evento
che, come l’avvento del Regno,
si verificherà certamente, ma
non si sa quando. Eppure, nonostante tutti gli intralci inventati dal diavolo, pare che un
discreto numero di telespettatori segua questa trasmissione.
Anzi, pare addirittura che vi
sia stato un incremento in questi ultimi tre anni e che l’ascolto medio si sia ora assestato
intorno ad una quota di 400 mila persone, con punte fino a
700 mila. Tra le trasmissioni di
più alto gradimento è da sottolineare il culto. Assistiamo dunque a questo paradosso: mentre
i nostri membri di chiesa disertano il culto domenicale, perché
lungo, noioso, statico ecc., agli
italiani invece piace. Sia ben
chiaro che Protestantesimo non
è una rubrica cultuale, ma culturale e se anche la differenza
fonetica è poca, ovviamente la
forma cambia.
L’assemblea ha tuttavia deciso che siano trasmessi, in diretta o in differita, alcuni culti
(2 o 3 all’anno) e, sempre su
questa linea, che vi sia un momento biblico.
Ma. Protestantesimo vuol dire
anche un grosso sforzo di fantasia, inventiva, professionalità. Il
gruppo che attualmente vi lavora deve poter contare sulla collaborazione di tanti e sul loro
apporto d’idee. Da qui la necessità di avere un comitato allargato che definisca le linee di
fondo della rubrica.
Il futuro
di "Confronti”
L’assemblea si è anche occupata di "Confronti”, una pubblicazione che non appartiene alla
Federazione, ma del cui destino
essa si sente investita, e non
solo per il fatto di essere socio
della cooperativa che la edita.
La rivista, accogliendo le risultanze di un convegno tenutosi ad Ecumene nelT89, si è profondamente rinnovata e nella
grafica e nei contenuti, ed ha
volto la propria attenzione a
quelle che vengono definite le
"nuove frontiere”; dialogo con
l’ebraismo. l’IsIam, le fedi viventi. Naturalmente è continuato il
dialogo sulle antiche frontiere,
rappresentate soprattutto dal
cattolicesimo che resiste all'ondata normalizzatrice dell’era
wojty liana.
"Confronti — si legge nel
rapporto presentato all’assemblea — ha uno spazio originale
e proprio come giornale, quindi strumento di informazione
e dibattito, che si specializza in
una lettura 'ecumenica' dei processi culturali che attraversano
tutte le società. Proporre una
lettura 'ecumenica' significa accettare il confronto e il dialogo
con le altre fedi, spiegare la diversità delle testimonianze delle
chiese e dei credenti quando
l’informazione religiosa si appiattisce sulla confessione maggioritaria, documentare il pluralismo della ricerca teologica,
porre l’accento sulle sfide etiche
e politiche che la modernità propone alla coscienza cristiana.
Insomma, Confronti, più che
specchio di un'area, dovrà essere un servizio informativo tra
aree diverse, ma accomunate da
un interesse ecumenico e da
un’attenzione 'laica' nei confronti dei valori di fede e delle testimonianze dei credenti".
In base a questo programma
l’assemblea ha ritenuto opportuno mantenere un sostegno, sia
pure non nella medesima entità del passato, a questa rivista
che, nel panorama italiano,
esprime un’esperienza originale
e preziosa.
Luciano Deodato
Il lavoro svolto dal Servizio
istruzione ed educazione (SIE)
è, nell’ambito dei servizi della
FCEI, uno degli impegni più importanti e, al tempo stesso, il
più nascosto. E’ un settore importante perché, come dice la
relazione del Segretario, «l’istruzione biblica ai giovani è il termometro per misurare il livello
di risposta al mandato ricevuto
dal Signore ».
E’ un lavoro nascosto perche
non fa vetrina pur investendo le
energie di molte persone (oltre
alla « struttura minima » costituita da un teologo, un pedagogista, im redattore delle pubblicazioni ed un contabile comprende una vasta rete di collaboratori volontari).
Il lavoro di questo ultimo
triennio si è rivolto alle scuole
domenicali, alla produzione di
due serie di schede per la catechesi (Antico e Nuovo Testamento) ed alla pubblicazione di una
antologia di fonti e documenti
sul protestantesimo del Cinquecento e del Seicento, pensata per
le scuole medie superiori.
Vivaci sono stati i contatti internazionali che hanno permesso un profìcuo scambio di esperienze, di metodi e di materiali
di lavoro.
Dal punto di vista finanziario
si è constatato che il conto di
cassa è costantemente in passivo, anche se questa situazione
è parzialmente spiegabile con il
fatto che le entrate provenienti
dalle vendite delle varie pubblicazioni si diluiscono nel tempo.
Il gruppo di lavoro sul SIE,
all’Assemblea di S. Severa, ha
sottolineato l’importanza di que
sto settore di impegno della
FCEI che per il futuro deve tener conto di tre elementi:
— l’allargamento delle collaborazioni ad altre denominazioni;
— la più vasta diffusione dei
materiali prodotti;
— il coinvolgimento delle famiglie a cui spetta la responsabilità primaria dell’educazione in
vista della fede.
I programmi futuri comprendono un nuovo ciclo di sequenze per la scuola domenicale per
gli anni ’93-’99, pensate anche
per le famiglie evangeliche isolate, un lavoro di catechesi per
adulti coordinato con le commissioni per la catechesi delle chiese federate interessate, la prosecuzione del lavoro antologico
(sul '700 e l’SOO) per la presentazione del pensiero protestante
nella scuola e in vari ambiti culturali.
Tutto questo sarà possibile se
ci sarà uno sforzo congiunto ed
un sostegno da parte delle chiese della FCEI, non solo in termini finanziari ma anche ideali.
Spesso si registra, infatti, un
atteggiamento di sufficienza nel
confronti del materiale prodotto
che implica non solo un calo delle vendite, ma anche un disinteresse per il materiale stesso.
Pur essendo ovviamente lecite le
critiche e ben accetti i suggerimenti, gli sforzi delle scuole domenicali e dei catechisti dovrebbero coordinarsi maggiormente
con il SIE per non vanificare un
lavoro che richiede molti investimenti e rappresenta un servizio prezioso.
Erika Tomassone
AL TERMINE DELLA DISCUSSIONE
Le decisioni sui media
Potenziamento ____
L’Assemblea rileva che gli spazi di
libera espressione e di pluralismo si
stanno restringendo nella società italiana, e che l'attenzione dei mass media nei confronti del mondo protestante va sempre più diminuendo mentre
l'informazione, ià dove viene data, non
è sempre conforme alla realtà;
ritiene pertanto che il SSRTV debba:
— essere potenziato e rinnovato;
— coprire spazi di informazione e
controinformazione interna ed internazionale;
— aprire nuove possibilità di dialogo interreligioso.
Il nuovo NEV
L'Assemblea, valutando positivamente il lavoro svolto dal NEV nel contribuire a creare una sensibiiità della
stampa in generale nei confronti del
mondo protestante, approva il progetto del nuovo NEV con i seguenti scopi:
— essere l'ufficio stampa della FCEI;
— dare informazioni tempestive in
merito alle attività del mondo evangelico italiano;
— trasmettere informazioni sul mondo protestante internazionale;
— informare sui cattolicesimo secondo un'ottica protestante.
Network radiofonico
L’Assemblea ritiene significativo
giungere ad una forma di associazione e collaborazione tra le radio evangeliche operanti sul territorio nazionale;
— si rallegra per le prospettive che
si sono recentemente aperte con il
progetto di un consorzio di radio evangeliche sul territorio nazionale;
— dà mandato al Consiglio di adoperarsi affinché si possa giungere al
più presto alla definizione e approvazione dello statuto del consorzio, secondo linee di piena autonomia delle
radio locaii e con la collaborazione
della FCEI.
Culto radio
L'Assemblea, apprezzando le novità
introdotte nel culto radio in quest'ultimo triennio, incoraggia il Consiglio a
proseguire su questa linea;
— ritiene in particolare che possa
essere intensificato il dialogo con gli
ascoltatori e che il notiziario debba
contenere, oltre a notizie e appuntamenti locali, un maggior numero di informazioni sul mondo protestante internazionale;
— raccomanda al gruppo operativo
di curare particolarmente la scelta e
la preparazione radiofonica di coloro
che sono chiamati a svolgere il servizio della predicazione.
« Protestantesimo »
L'Assemblea esprime un giudizio positivo sulle trasmissioni della rubrica
Protestantesimo. Suggerisce:
1) che la trasmissione tenga conto
dei fatti delle nostre chiese, privilegiando queM'informazione che abbia im
interesse più generale;
2) che la riconoscibilità venga sentita come esigenza permanente;
3) che venga mantenuto il momento
biblico, potenziando la ricerca di un
linguaggio adeguato al mezzo;
4) che si trasmettano due tre volte
l’anno culti delle nostre chiese.
invita inoltre il Consiglio a valutare
la possibilità di modificare i metodi
di programmazione come segue;
— costituzione di un comitato ampio che serva a definire le linee di
fondo della rubrica e si riunisca due
o tre volte l'anno;
— possibile utilizzo di consulenze
esterne remunerate;
— costituzione di gruppi di lavoro
su temi specifici.
invita infine il Consiglio a valutare
con attenzione la possibilità di un utilizzo sinergico di tutto il personale
SSRTV.
11
r
15 novembre 1991
assemblea FCEI 11
SERVIZIO DI AZIONE SOCIALE
SERVIZIO RIFUGIATI E MIGRANTI
Un momento di svolta impegni in aumento
Al Servizio rifugiati e migran
Le cooperative non sono decollate, mentre i villaggi svolgono un L^|fupiiV\tvor?Sl^^^^
ruolo importante nel territorio - Studi sulla questione meridionale te^aicme%ropo^^^^ dei
giorno che sono poi state discus
Durante tutti gli anni '80 il
lavoro del SAS (Servizio di azione sociale) è stato al centro dell’attenzione della Federazione
per il suo impegno massiccio
e diversificato nelle zone colpite dal terremoto del 23 novembre 1980. All’indomani del sisma, l’ampia solidarietà intemazionale delle chiese evangeliche
aveva permesso — e, in un certo senso, dettato — un vasto
programma di interventi di
carattere sociale, assistenziale,
economico e culturale che, come si diceva allora, avrebbe impegnato la Federazione per circa un ventennio. Così nacquero
le cooperative zootecniche di
Ruvo del Monte e di Senerchia
e i villaggi per terremotati di
Monteforte Irpino e di Ponticelli, nonché iniziative minori a
Salerno e a Napoli.
Trascorsi dieci anni ed esauriti i fondi destinati alTintervento l’assemblea, su invito del
Consiglio, ha dovuto prendere
atto, non senza tristezza e preoccupazione, del fallimento dell'intervento socio-economico (le
cooperative). I villaggi, invece,
dopo la fase dell’emergenza, si
sono trasformati in centri socio-culturali per la popolazione
del luogo e in centri di incontro e di formazione per le comunità evangeliche (e altre) della Campania. Già l’assemblea di
Firenze, ne] 1988, aveva deciso
di chiudere l’esperimento di
Ruvo del Monte, liquidando la
cooperativa, e di concentrare
l’intervento sulTesperimento di
Senerchia dove, oltre alla cooperativa, si era formata una piccola comunità evangelica, grazie soprattutto alla predicazione-azione del pastore battista
Giuseppe Tuccitto.
Ma, anche lì, le difficoltà di
gestione e di programmazione
si sono rivelate tali da convincere la Federazione ad abbandonare l’esperimento. Dopo un
dibattito sofferto su questa questione, all’intemo del gmppo di
lavoro sul SAS, l’assemblea decMeva di dare « mandato al Consiglio FCEI di procedere, entro
il termine massimo di un anno,
al recesso della Federazione dalla qualità di socio della cooperativa di Senerchia ».
In ogni caso continuare a investire. dopo dieci anni, in imprese che non sono riuscite a
decollare e a camminare con le
proprie gambe avrebbe significato sancire quella politica di
assistenzialismo che è una delle
maggiori piaghe dell’economia
meridionale.
Il destino dei villaggi si presenta diversamente, per fortuna,
anche se la proposta del Consiglio di affidare il Centro evangelico di Monteforte alla Tavola valdese e il Centro ’’Emilio
Nitti” di Ponticelli all’OPCEMI
ha suscitato vivaci reazioni nella maggior parte dei delegati
aH’assemblea. In questa proposta parecchi hanno visto, e denunciato, una politica liquidatoria da parte del Consiglio, proprio nel momento in cui vengono a mancare i mezzi finanziari per assicurare la gestione ordinaria e patrimoniale dei due
centri. Del resto, la stessa relazione del Consiglio diceva a questo proposito: « Se queste conclusioni verranno accettate il
•SAS, COSI come si era configurato negli anni ’80, potrà considerarsi sciolto ». L’assemblea decideva invece di sostenere e di
rilanciare l’attività del centro di
Monteforte, da poco affidato alla
direzione di Gianni Sagripanti.
come « una espressione esplicita dello spirito unitario che indica all’evangelismo italiano un
concreto cammino comune ».
Il centro "Emilio Nitti" di
Un momento del lavoro in gruppi.
Ponticelli invece è pienamente
inserito nella realtà socio-culturale di un quartiere napoletano
in piena espansione e ad alto
rischio sociale. L’azione culturale, assistenziale e di testimonianza evangelica che, fin dall’inizio,
caratterizza il centro fa sì che
non esista nessun dubbio sulla
necessità di portare avanti e di
sviluppare l’opera intrapresa.
Per quanto riguarda la gestione
finanziaria sono state ipotizzate
tre possibilità: continuazione della gestione FCEI, inserimento
neH’ambito delle attività sociali previste nello statuto della
Fondazione evangelica Betania,
affidamento all’OPCEMI.
Fra i compiti del SAS non
rientra soltanto la gestione di
centri socio-culturali o di attività socio-economiche. Fin dall’inizio degli anni ’70 il Servizio
ha via via sviluppato un’attività di ricerca e di dibattito sul
meridionalismo, che si è concretizzata attraverso vari convegni e alarne pubblicazioni, fra
cui l’ultimo recente libro di Sergio Aquilante Per un socialismo
cristiano. La "questione meridionale” infatti non solo è "ricorrente” a livello nazionale ma
ora, dopo il 1989 e alla vigilia
del 1993, va necessariamente inquadrata e analizzata nel contesto di una nuova Europa policentrica e di un sistema nordoccidentale costretto a fare i
conti con tutti i Sud del mondo.
In questo contesto, anche se
esigue e ignorate, le chiese evangeliche in Italia, e in particolare
al Sud, possono contribuire a
ricostruire la politica in termini laici ed etici.
Jean-Jacques Peyronel
se e votate dall’intera assemblea.
La ricca relazione del SRM
iniziava con due importanti novità che hanno interessato il Servizio nel passato triennio: la sostituzione nel compito di segretario generale del past. Bruno
Tron con il past. Paolo Spanu
e l’assunzione da parte del Servizio migranti del lavoro dell’ufficio italiano per l’emigrazione
del Consiglio ecumenico delle
chiese, che si occupava dei rifugiati, e che ha dovuto chiudere.
Il Servizio si chiama quindi ora
« rifugiati e migranti ».
Il SRM si avvale attualmente
di una impiegata a mezzo tempo e di due a tempo pieno, oltre ad una diacona e alcuni volontari, ad esempio per le lezioni di italiano agli immigrati.
Il triennio che è trascorso dall’ultima assemblea della Federazione, tenutasi a Firenze nel
1988, è stato caratterizzato dai
noti eventi nell’Est europeo che
hanno influito anche sul lavoro
del Servizio; sono infatti aumentate le immigrazioni dai paesi
dell’Europa dell’est, e si teme
che la guerra civile in Jugoslavia provochi un’ondata di profughi. Senza dimenticare coloro
che migrano in Italia dai paesi
africani e asiatici, anch’essi in
aumento.
La sanatoria prevista dalla legislazione in materia di immigrazione, che permetteva agli immigrati di regolarizzare la loro
posizione, ha dato molto lavoro
al Servizio, che è stato di grande aiuto nello svolgere le loro
pratiche legali necessarie, molto
diffìcili per persone non pratiche
della nostra^ burocrazia e della
nostra lingua.
Uno dei campi di lavoro del
SRM è quello politico, che si tra
VERSO UNA RACCOLTA AGGIUNTIVA PER L’INNARIO
Per rarricchimento del canto
comunitario
« Gruppo innario » è il nome di
una delle sezioni in cui si è divisa
l’Assemblea FCEI : un nome che
fa pensare più di quello che in
realtà è stato, persino che si sia
cercato di rifare (o rivoluzionare) l’Innario cristiano del 1969.
Nulla di tutto questo: lo scopo
del gruppo era soltanto quello di
tracciare delle linee orientative
per mettere insieme materiale
in vista di una « raccolta aggiuntiva » di inni e canti per attività varie delle nostre chiese
(non dimentichiamo che l’innario in uso, per esempio, ha lasciato da parte la sezione per
la scuola domenicale).
A un lavoro di questo genere si
è già dedicato il Gruppo musica
evangelica (GRUME) che opera
daH’anno scorso in Federazione
per gli aspetti musicali dei culti
radio. Non è un gruppo di rivoluzionari: una delle sue proposte
è anche il « ripescaggio » di
un’altra ventina di inni daH’innario del 1922 (oltre ai 110 che sono
già inseriti nell’innario del 1969,
più altri 34 con parole diverse).
Si è parlato — per esemplificare
— di inni come il 23, il 27, il 41, il
137 (del vecchio innario), e altri
che rappresentano non indecorosamente il modo di sentire e vivere la fede nelle nostre comunità.
Molto più difficile e impegnativo l’altro lavoro : cercare o produrre musiche e parole che rispecchino altri temi e altre sensibilità spirituali.
Già, cercare: dove? Anzitutto,
naturalmente, nel patrimonio innologico del protestantesimo
mondiale. Come abbiamo fatto
nostra la forma del corale e del
salmo dell’epoca della Riforma,
che nel vecchio innario era ridotta al minimo e ora invece è
molto usata nei culti delle nostre chiese, certamente sapremmo fare nostre anche altre forme che possono andare dalla religiosità della Chiesa ortodossa
a quella delle chiese nere degli
Stati Uniti (spirituals) o di altre parti del mondo. Devo dire
che su questo punto il gruppo
è stato molto cauto, anzi ha
espresso una netta distinzione
fra ritmi adatti per il culto e
ritmi più dinamici che si prestano soprattutto per il canto
dei giovani e dei bambini.
Più difficile è l’ipotesi di cercare anche nella tradizione musicale italiana musiche già nate
come inni o adattabili a questo
scopo. Nell’innario ci sono almeno 14 cognomi che sembrano
italiani, fra i 92 compositori
elencati alle pp. 339-340: perché
non arricchire il protestantesimo mondiale con un apporto
più consistente della nostra tradizione? La sfida è lanciata a
tutti — sia per trovare e adattare musiche esistenti, sia per
produrle con parole adatte. In
particolare, si sente la mancanza di inni che diano voce a testi biblici di grande bellezza,
come Isaia 40, Isaia 55, Romani
8, 1 Corinzi 13, brani di Efesini o dell’Apocalisse, i « discorsi » evangelistici degli Atti... Il
gruppo ha dedicato anche un po’
di tempo a un improvvisato laboratorio pratico, cercando di
adattare parole tratte da Isaia
40: 29-31 a una pagina musicale di origine battista. In questo momento pratico mi sono
permesso di far conoscere il
« Padre nostro » che si canta
nella Chiesa valdese di San Secondo.
Anche se ci si è dati appuntamento alla prossima Assemblea (1994) il lavoro va impostato sui tempi lunghi: ci vuole tempo per trovare il materiale, e tempo per sperimentarlo.
Le chiese non sono solo il destinatario di questo lavoro, devono diventarne il soggetto. Il
gruppo ha anche raccomandato
di cercare di lavorare con fratelli e sorelle appartenenti a
chiese, gruppi e movimenti non
federati: come buona parte del
nostro innario è accettabile e
accettata anche da loro, certamente le chiese che sono nella
FCEI sarebbero arricchite da
esperienze innologiche nate in
altri ambienti evangelici. Se nel
prossimo secolo ci fosse un innario comune a tutti gli evangelici italiani, non sarebbe soltanto un successo di testimonianza: l’abbattimento dei costi
di produzione permetterebbe di
fare una raccolta più ampia e
più varia. Ma un coinvolgimento di tante forze non può avvenire che attraverso un lungo periodo di contatti fraterni, di
scambio di opinioni, di esperienze comuni.
duce nello studio della legislazione vigente e nelle pressioni sulle forze politiche perché venga
migliorata. Ad esempio, questa
legge non prevede norme specifiche per rifugiati, lavoratori stagionali e per studenti. Altro
grande problema è che le leggi
europee non concedono lo status di rifugiato a chi fugge.da
un paese dove ci sia una guerra in corso, a meno che ci siano altri motivi personali.
Un atto dell’assemblea chiede
al governo italiano di firmare e
ratificare la « Convenzione internazionale per la difesa di tutti
i lavoratori migranti e delle loro famiglie », approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni
unite.
In una frase molto significativa di questo atto l’assemblea riconosce che « ...tutti i rifugiati
e migranti sono prima di tutto
esseri umani davanti alla società e davanti a Dio, hanno diritti
fondamentali che devono essere
promossi e rispettati quali che
siano le politiche dei governi
a proposito di migrazione ».
Altro campo di lavoro del
SRM è quello chiamato « Essere chiesa insieme », tema a cui
il Servizio ha dedicato un convegno nell’autunno dell’anno
scorso.
Molti immigrati hanno necessità di cura pastorale e assistenza non solo materiale ma anche
spirituale; per questo un atto
dell’assemblea chiede al Consiglio di adoperarsi perché le comunità romane studino la possibilità di garantire la presenza
regolare di un pastore o di una
pastora, facendo magari dei turni, presso TufBcio romano del
Servizio.
Già da alcuni anni la presenza di immigrati ha fatto sì che
sorgessero diverse comunità evangeliche, come ad esempio
quella pentecostale di etiopi,
quella di evangelici cinesi, ecc.,
che riuniscono quindi persone
che vengono dallo stesso paese
o che parlano la stessa lingua.
In alcuni casi queste comunità
si riuniscono nei locali delle chiese membro della Federazione.
Con questo non si vuole però
escludere la possibilità di avere comunità miste di italiani e
stranieri, magari con il culto a
più lingue, per favorire un reciproco arricchimento ed evitare
che diversità di lingua o di modo di esprimere la propria fede
causino ghettizzazioni.
Un altro atto dell’assemblea
prevede che il Consiglio studi
la possibilità di far diventare la Federazione una « Organizzazione non governativa »
(ONG), cosa che faciliterebbe la
sua partecipazione a progetti e
informazioni a livello internazionale in modo da poter agire, insieme ad altre ONG, anche nei
paesi di provenienza degli immigrati, per lavorare così anche
sulle cause dell’emigrazione.
Con Taumentare del lavoro del
Servizio sono aumentate anche
alcune esigenze, ad esempio quella di avere locali più ampi di
quelli attualmente utilizzati in
via Firenze a Roma, senza però
allontanarsi troppo dall’ufficio
centrale.
Fondamentale per il lavoro del
Servizio è il collegamento con
le comunità locali; alcune di esse svolgono un’importante funzione nella zona in cui si trovano, ad esempio nel Sud del nostro paese dove la maggior disponibilità di lavoro nero fa sì
che molti immigrati si fermino
nelle zone in cui le organizzazioni mafioso li sfruttano con paghe bassissime.
Il lavoro con i migranti sarà
comunque inevitabilmente sempre più parte della diaconia delle nostre chiese. A questo scopo
il SRM può fornire informazioni, consigli, materiale alle iniziative nascenti o già avviate. E’
quindi indispensabile un migliore collegamento tra queste iniziative di gruppi o comunità e
il Servizio stesso.
Bruno Corsani Marco Cisoia
12
12 assemblea FCEI
15 novembre 1991
Le principali decisioni dell'Assemblea
Dopo la discussione e i lavori nei gruppi, ecco le mozioni che indicano le linee del futuro lavoro, articolato nei
vari settori di attività: gli impegni sono tanti, tutte le chiese devono sentirsi coinvolte in queste opere
Servizio istruzione e educazione Servizio rifugiati
e migranti
Approvazione
t: * f '/,
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La nona Assemblea della FCEI, riunita al Villaggio della Gioventù in S.
Severa (Roma) dal 31 ottobre al 3 novembre 1991, discussa la relazione sull'operato del SIE, l'approva;
a) conferma che l'educazione in vista della fede è compito e responsabilità delle famiglie e delle chiese che
sono chiamate a sostenerle;
b) presa visione della proposta del
nuovo ciclo di sequenze per la scuola domenicale per gli anni 1993/99
l'approva nelle sue linee generali e in
particolare per quel che riguarda le
schede monografiche e le « narrazioni
bibliche » che, ai termine dei ciclo,
potranno essere raccolte in due volumetti e costituire materiale utile anche per le famiglie isolate;
c) si rallegra deH'awenuta pubblicazione delle schede di catechesi
« Chiamati a libertà », sull'Antico e sul
Nuovo Testamento, utili strumenti per
la formazione biblica;
d) si rallegra inoltre dell'avvenuta
Nuovi inni
La nona Assemblea della FCEI
— prende atto con soddisfazione del
lavoro presentato dalla commissione
GRUME;
— ritiene che sia estremamente
utile che tale lavoro non venga interrotto e disperso, e quindi dà mandato al Consiglio di curare la prosecuzione di questo lavoro, eventualmente
integrando la Commissione con altre
esperienze;
— auspica la stesura di una raccolta aggiuntiva di inni per le varie attività delle nostre comunità, come primo obiettivo da presentare alla prossima Assemblea, e la creazione di un
» osservatorio musicale » come supporto tecnico alla Commissione;
— in particolare raccomanda che la
Commissione, basandosi sul lavoro già
fatto, concentri l'attenzione sui seguenti punti:
1) recuperare aicuni inni dell'innario
del 1922;
2) operare un'oculata revisione dei
testi di inni appartenenti al nostro patrimonio innologico;
3) produrre nuovi testi e nuove melodie mediante un lavoro di ricerca
anche all'interno delle comunità;
4) favorire una collaborazione al di
fuori delle chiese membro della Federazione alio scopo di creare un patrimonio innologico comune;
5) selezionare e tradurre il meglio
della produzione innologica ecumenica
ed internazionale.
Emergenze
L'Assemblea invita il Consiglio a costituire un fondo che permetta di far
fronte con tempestività alle diverse
emergenze che possono verificarsi a
livello nazionale e internazionale.
Lo autorizza ad accantonare a tale
scopo eventuali sopravvenienze attive
ed una quota dal 5% al 10% delle
collette speciali attualmente in corso
e di quelle future.
Segretario
esecutivo
L'Assemblea, richiamato l'atto n. 38
dell'Assemblea di Firenze, valuta positivamente l'applicazione che ne è stata fatta con la deliberazione n. 9 del
Consiglio; autorizza il Consiglio stesso a continuare ad avvalersi di un segretario esecutivo per il lavoro della
Federazione: invita il Consiglio a predisporre un regolamento che definisca
i compiti, le funzioni nonché le modalità di selezione della persona cui
affidare tale compito.
Tutelare i diritti
La presidenza dell’Assemblea: da sin. Biancamaria Becchino, Anna
Pranzai, Piero Trotta (presidente). Franca Long.
pubblicazione del primo volume antologico « Protestantesimo nei secoli Fonti e documenti », curato da E.' Campi, utile strumento per la presentazione del pensiero protestante nella scuola e in vari ambiti culturali.
di incoraggiarne la diffusione anche al
di fuori dell'ambito delle scuole domenicali (genitori, predicatori locali,
studio biblico, ecc.), anche per contenerne i costi in termini accessibili
alle nostre chiese.
L'Assemblea
— riconosce che la cura pastorale
e sociale degli stranieri è una preoccupazione fondamentale delle chiese
membro della FCEI, poiché tutti i rifugiati e migranti sono prima di tutto
esseri umani davanti alla società e
davanti a Dio, hanno diritti fondamentali che devono essere promossi e rispettati quali che siano le politiche
dei governi a proposito di migrazione;
— prende atto che nel 1990 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite
ha approvato la Convenzione internazionale per la difesa dei diritti di tutti i lavoratori migranti e delle loro
famiglie. Convinta che tale Convenzione sia uno strumento essenziale per
la difesa dei diritti fondamentali dei
migranti, chiede al governo italiano
di prendere le necessarie decisioni per
arrivare alla firma e ratifica di tale
Convenzione quanto prima;
— sollecita gli esecutivi delle sue
chiese membro a presentare analoghe
mozioni al governo.
Potenziamento SRM
Appello alle chiese
Commissioni
L'Assemblea,
ascoltati i chiarimenti dei SIE sulla
sua situazione finanziaria, rivolge appello alle chiese e al comitato ICA,
affinché sostengano questa attività con
adeguati contributi, incoraggia il Consiglio ad assicurare le necessarie anticipazioni di cassa;
— raccomanda alle chiese di avvalersi del materiale prodotto dal SIE e
L'Assemblea dà mandato al SIE di
integrare opportunamente e coordinare
le commissioni per la catechesi delle chiese federate interessate, al fine
di costituire un gruppo di lavoro che
produca materiale per la catechesi per
gli adulti. Le singoie componenti risponderanno alle rispettive assemblee
e sosterranno le rispettive spese di
funzionamento.
L'Assemblea
— riconoscendo che le politiche di
immigrazione a livello nazionale sono
fortemente influenzate da quelle che
si svolgono a livello europeo, sollecita che tale armonizzazione non avvenga solo in modo restrittivo ma nel
riconoscimento dei diritti dei rifugiati
e migranti, come espressi nelle Convenzioni europee e nelle Convenzioni
delle Nazioni Unite;
— auspica il potenziamento del
Servizio di azione sociale
Recesso della FCEI
L'Assemblea ritiene che sia arrivata a termine la fase della compartecipazione della FCEI nell'attività economica nell'area terremotata. Pertanto
dà mandato al Consiglio FCEI di procedere. entro un anno, al recesso della Federazione dalla qualità di socio
della Cooperativa agricola zootecnica
senerchiese valutando, d'intesa con il
eda della cooperativa, le possibili soluzioni dell'attività cooperativistica e
collaborando alla loro attuazione; confermando la destinazione del fondo riserva a copertura delle spese legali
per la vertenza giudiziaria in corso e
per le connesse spese tecniche.
re in termini di volontariato e di utilizzo del Centro;
3] di procedere alia stesura di uno
statuto del Centro che preveda, nel
comitato di gestione, la presenza di
rappresentanze delie chiese evangeliche campane.
Centro « E. Ritti
Partecipazione
L'Assemblea, ritenendo;
a) che il villaggio-centro incontri di
Monteforte Irpino rappresenti una realtà frutto della presenza e della testimonianza evangelica svolta in questi
anni nell'area terremotata;
b) che esista un terreno fecondo
di relazioni con le chiese locali federate e non federate, con realtà non
ecclesiastiche e movimenti laici, e le
espressioni del cattolicesimo attivo
nell'intervento sociale e nella ricerca
teologica;
c) che il Centro possa essere un'espressione esplicita delio spirito unitario che indica all'evangelismo italiano un concreto cammino comune;
d) si tratti di un esperimento, un
progetto con prospettive di sviluppo
che va sostenuto e rilanciato.
Considerato che si sono esauriti i
finanziamenti ricevuti nei quadro degli interventi a favore delle aree terremotate. dà mandato al Consiglio
FCEI, in accordo con gli esecutivi:
1) di esplorare quali possano essere le modalità di sostegno economico
per i prossimi anni, in vista di un'autonomia gestionale ed organizzativa
che va concretizzandosi;
2) di favorire la partecipazione delle chiese evangeliche italiane ed este
L'Assemblea, dopo analisi e discussione dell'attività del Centro « Emilio
Nitti » di Ponticelli, considerata l'importanza di questo lavoro nell'azione
di testimonianza evangelica in un'area
drammaticamente sempre più caratterizzata da nuove emergenze sociali,
ritiene che si debba consolidare, continuare e sviluppare il lavoro di questo Centro, nelle linee che finora lo
hanno caratterizzato.
Individua, tenendo conto che è giunto a termine il relativo sostegno economico, una serie di ipotesi volte a
dare concrete e immediate garanzie finanziarie.
Dà mandato al Consiglio di esplorare a breve termine la soluzione più
adeguata tra lé ipotesi di seguito sottoelencate:
1) continuare nell’ambito FCEI l'attività del centro « Emilio Nitti » con
modalità da definire;
2) coliegare con la Fondazione evangelica Befania di Napoii la gestione
del Centro stesso, che rientrerebbe
così nell'ambito delle attività sociali
previste nello Statuto di questa Fondazione;
^ 3) affidare la gestione del Centro alI OPCEMI che ha dato in questo senso la sua disponibilità e si è impegnata a mantenere il carattere e lo
spirito interdenominazionale del Centro stesso.
to. nel proprio lavoro, delle seguenti
esigenze:
1) il collegamento della ricerca sul
Mezzogiorno alla problematica europea
emergente;
2} l’organizzazione, nel corso del
triennio, di almeno due incontri allargati;
3) il collegamento tra la ricerca, la
produzione di materiale informativo e
formativo e l’impegno delle comunità
locali;
4) il rapporto organico tra la ricerca e ia dimensione delia predicazione
e della diaconia delle chiese.
Finanze
Mezzogiorno
L Assemblea ritiene che la commissione di studio sul Mezzogiorno debba essere riconosciuta come Commissione studi della Federazione. Raccomanda alla Commissione di tener con
L'Assemblea FCEi di Santa Severa,
udita la relazione delia Commissione
di iavoro sulle finanze, preoccupata
del fatto che le previsioni a breve
termine indicano la possibilità di consistenti deficit di gestione, considerando che i contributi diretti deile
chiese membro, ancorati ad aumenti
percentuali della cifra storica, attualmente non coprono che il 50% delle
spese delle attività generali e di coordinamento. invita ii Consiglio a;
a) ridefiriire la partecipazione finanziaria dei Servìzi alle spese di attività generali;
b) ridefinire le voci che attengono
a questo servizio:
c) richiedere alle chiese membro
di partecipare alla copertura delle spese di attività generali definendo tale
partecipazione a partire dal preventivo tendendo gradualmente alla copertura totale, senza che questo significhi un vincolare il preventivo all’approvazione degli esecutivi.
Invita infine il Consiglio ed i Servizi a sviluppare nel modo più accurato ed esteso la diffusione di prodotti/servizi, allo scopo di favorire un
rapido rientro dei fondi.
SRM per il mantenimento dei rapporti
con il governo italiano su questa materia;
— chiede ai SRM di mantenersi in
stretto contatto con le organizzazioni
ecumeniche affini, e in particolare con
il CCME.
ONC
L'Assemblea incoraggia il Consiglio
a esplorare le possibilità ed eventualmente avviare il processo che consenta alla FCEI di assumere lo status di ONG per avere accesso a informazioni, interventi, progetti che riguardano i movimenti immigratori sia
nei paesi di arrivo che in quelli di
partenza.
Formazione
L'Assemblea chiede al Consiglio di
curare, in collaborazione con gli esecutivi delle chiese, l’organizzazione di
seminari per la formazione di operatori e operatrici per la gestione di
rapporti amministrativi con gli enti
pubblici.
Cura pastorale
L'Assemblea
— chiede al Consiglio di adoperarsi
affinché ie raccomandazioni scaturite
dal convegno « Essere chiesa insieme »
(autunno 1990) siano realizzate dai vari soggetti;
— chiede al Consiglio di ricordare
agli organismi preposti all'insegnamento e aggiornamento teoiogico di organizzare programmi di formazione specifica per la cura pastorale agli immigrati nell’approfondimento degli aspetti teologici dei concetti di migrazione e asilo, in contatto con gli organismi ecumenici relativi a questo
settore, ed in partiepiare di appoggiare il lavoro di ricerca del CCME;
— raccomandi) al Consiglio di curare rapporti regolari con chiese evangeliche di immigrati già costituite.
Presenza pastorale
L'Assemblea raccomanda al Consiglio:
— di adoperarsi affinché le comunità evangeliche romane studino la
possibilità dì una presenza regolare
presso l’ufficio romano del SRM di pastori nel « lavoro di ascolto » per la
cura d'anime degli immigrati e per il
sostegno agli operatori;
— di attivarsi per la ricerca di spazi più adeguati all'ufficio del SRM di
Roma.
Realtà locali
L'Assemblea, preso atto che la diffusione di immigrati sul territorio nazionale ha indotto molte chiese a intraprendere iniziative locali con essi,
dà mandato ai Consiglio dì elaborare
una prassi di scambio tra il Servizio
e ie realtà locali volta a ottenere
chiarezza nei ruoli ed efficacia negli
interventi.
Modifiche
statutarie
L Assemblea invita il Consiglio del"
la Federazione a mettere allo studio
ed a presentare alla prossima Assemblea proposte di modifica dello Statuto che, nel rispetto deirecclesiologia
delle chiese, unioni di chiese ed opere membro e della natura e degli scopi della Federazione consentano l’elezione del Consiglio, avendo prevalente riguardo ai doni delle persone.
Avvertenza
Il testo degli ordini del
giorno e del messaggio finale è ufficioso in quanto l’Assemblea ha demandato al
Consiglio della Federazione
l’approvazione definitiva degli
atti.
J
13
r
15 novembre 1991
ralli valdesi 13
LUSERNA SAN GIOVANNI
RIORDINO IDRICO
Situazione tesa
Dimissioni fra gli amministratori - Cassato
dal Coreco un articolo dello Statuto comunale
Fase propositiva
Incontro fra amministratori sul disegno di
legge Galli: saranno presentati emendamenti
Luserna S. Giovanni: una veduta del complesso sportivo.
E’ di nuovo ingarbugliata la
situazione politica lusernese, anche per la concomitanza di episodi di diversa origine ma che
finiscono per gravare suU’andamento deH’amministrazione comunale.
Da alcune settimane si parla
ormai delle dimissioni del vicesindaco, Carla Maurino, dimissioni motivate con impegni di
lavoro (Maurino dovrebbe trasferirsi a Luserna alla nuova filiale dell’Istituto bancario San
Paolo); nel frattempo il Coreco,
che in un primo tempo nulla
aveva eccepito circa l’inserimento nello Statuto del ruolo dei
consiglieri delegati, ha successivamente cancellato questa pos■ sibilità. Così l’accordo raggiunto
all’interno della DC per una suddivisione degli incarichi fra i vari aspiranti (Colomba, Merlo,
Bruera) veniva di fatto vanificato.
In più, proprio in settimana,
sono arrivate le dimissioni da
assessore in Comunità montana
di Livio Gobello, socialista, rappresentante di Luserna. « Le mie
dimissioni — ci ha detto Gotaello — sono legate a difficoltà a
portare avanti l’incarico con serenità e non sono legate alle vicende lusernesi. Non aggiungo
altro per evitare illazioni ». Na
turalmente c’è chi illazioni ne fa
e tende ad inserire questa vicenda in quella lusernese.
Preoccupato si dice anche il
sindaco, Longo, che a questo
punto prevede la possibilità di
un rimpasto più ampio a livello di giunta di Luserna, « magari arrivando a coinvolgere le altre forze politiche della sinistra,,
come si era indicato nella famosa proposta del cartello dei 10
subito dopo le elezioni del maggio ’90 ».
Ma il PDS ci starà? Qualcuno ricorda che recentemente il
voto dell’ex PCI da contrario si
è spesso trasformato in astensione... E i Verdi? Lascerebbero
l’opposizione alla sola Lega
Nord? D’altra parte in un ipotetico valzer delle poltrone i posti a disposizione non sarebbero nemmeno molti.
Non è detto che una soluzione si trovi entro il prossimo
consiglio, che si svolgerà probabilmente ai primi di dicembre.
P. V. R.
Si è svolto lunedì 11 novembre
a Collegno un incontro fra amministratori locali, rappresentanti
di consorzi ed enti di gestione di
acquedotti con il sen. Pagani, relatore presso la Commissione
ambiente del Senato sull’or mai
noto disegno di legge ’’Galli” sul
riordino in materia idrica.
Come è noto Comuni, Comunità
montane e singoli amministratori
hanno nei mesi scorsi espresso le
loro forti perplessità rispetto alla
proposta di legge, in quanto la
risorsa acqua verrebbe sottratta
ad ogni controllo da parte degli
enti locali della montagna per
passare sotto la gestione diretta
di un’autorità di bacino e di società che per la maggior parte saranno probabilmente privati,
dunque legati ad un’ottica sostanzialmente di guadagno e non
di servizio.
Il sen. Pagani ha illustrato la
legge cosi come è stata approvata
alla Camera, prefigurando anche
i termini della discussione tra i
senatori. Il dibattito in Commissione dovrebbe iniziare verso la
fine del mese (cioè dopo l’approvazione della Finanziaria) e si sa
già Che parecchi emendamenti
verranno presentati; il provvedimento dunque dovrà tornare alla
Camera per l’approvazione definitiva: ciò accadrà prima delle
elezioni di maggio? E’ possibile;
qualcuno se lo augura, altri preferirebbero discutere più a fondo la questione.
Dopo rillustrazione della legge
da parte del sen. Pagani, molti
interventi hanno sottolineato la
bontà del provvedimento, in un
paese che per la metà non è ancora servito a sufficienza di
acqua potabile e con un enorme
frazionamento di acquedotti ed
enti gestori. Rispetto alle perplessità degli amministratori della
montagna c’è stato chi ha parlato di effetto ’’psicologico” di questo provvedimento, riferendosi
alla sottrazione della risorsa acqua senza contropartita.
Nemesio Ala, consigliere comunale a Torino, Piervaldo Rostan
e Paolo Gardiol, consiglieri comunali in vai Penice, in successivi interventi ribadivano invece
che se la legge dovesse passare
così com’è essa rappresenterebbe
un grave impoverimento delle
comunità montanare, a cui già
molti servizi sono stati sottratti
in nome della razionalizzazione.
Ci sono Comuni che riescono a
pagare dei dipendenti con i proventi dell’acqua: cosa accadrebbe? E che ne sarebbe dei consorzi
irrigui che hanno una funzione
ben legata al territorio e che
dovrebbero praticamente sparire?
Altri interrogativi sono stati
posti riguardo all’ampiezza dei
cosiddetti bacini : fino a che
punto il mezzo milione di abitanti diventerà vincolante?
Desta poi non poche preoccupazioni il fatto che, nella giusta
ipotesi di gestione complessiva
del pacchetto acque e dunque acque potabili, irrigazione, depurazione, tutti i cittadini finirebbero
per pagare un’unica tariffa complessiva sia dell’erogazione sia
della depurazione, compresi gli
abitanti delle borgate che hanno
la fontana e non hanno depurazione. Questo è stato definito un
punto ’’qualificante” della legge,
ma quale sarà l’ente gestore che
si preoccuperà dello smaltimento
e della depurazione nei villaggi o
di garantire l’acqua alle case
sparse quando decine di migliaia
di persone si trovassero in carenza d’acqua in pianura?
Il dibattito procede ora sia a
livello locale sia, fra poco, al Senato: « Proposte di emendamento che tengano in conto questi
problemi saranno tenute nella
giusta considerazione », ha concluso il sen. Pagani.
O. N.
Taccuino
elettorale
Verdi
Sabato 16 novembre dalle ore 15
alle ore 18 in piazza Verdi i candidati
dei Verdi (Soie che ride) informeranno i cittadini deiie ioro proposte sull'agricoltura biologica (mercatino, informazione aiimentare, marchio) attraverso mostre e dibattiti con gii interessati.
Rifondazione comunista
il coordinatore nazionale del Movimento per la rifondazione comunista,
on. Sergio Garavini, incontrerà i cittadini di Pinerolo domenica 17 novembre, aile ore 20,30, presso l'auditorium.
PLI
I liberali hanno organizzato per domenica 17 novembre una visita all'ospedale Agnelli ed un incontro pubblico, nel pomeriggio, presso la sede
del partito in via Virginio.
PDS
Serata comizio per il PDS lunedì
18 novembre, alle ore 21, presso l'auditorium di corso Piave; interverrà, oltre ai candidati, anche Massimo D'Alema.
DC
All'auditorium di corso Piave si riuniranno ancora i democristiani sabato 16, alle ore 18, sul tema; « Per una
politica di solidarietà ».
Questo autunno, riprendendo
un linguaggio di qualche anno fa,
potrebbe a buon diritto definirsi
’’caldo”, per il mondo deH’agricoltura.
Dopo i bollettini per il versamento dei contributi previdenziali contenenti aumenti del 150%, è
la volta ora di una lettera delriNPS che contiene un riepilogo
dei contributi versati negli anni
passati; ricevono le stesse lettere
anche persone che agricoltori dicono di non esserlo mai stati; per
sapere di cosa si tratta abbiamo
sentito il responsabile della Confcoltivatori del Pinerolese, Marco
Bellion.
« Si va indietro al 1957 quando
una legge aveva fatto sì che i coltivatori diretti potessero essere
assimilati agli altri lavoratori autonomi e potessero dunque versare una loro quota per la pensione
e l’assistenza sanitaria.
Un primo discorso va fatto per
il periodo '57-61: in quegli anni
non era obbligatorio versare la
quota per la pensione per tutte
le unità attive dell’azienda; così
magari si iscriveva il titolare ed i
membri della famiglia, ma non si
versava il contributo previdenziale per i figli. Nel ’61 il versamento divenne obbligatorio.
Tornando alle lettere ricevute
in questi giorni, a molti potrà accadere di vedere, alle caselle
"giornate lavorative’’, ■ tre zeri; in
questo caso, vuol proprio dire
che i contributi non sono stati
versati, pur in presenza di iscrizione, ma c’è la possibilità, sia
per chi è coltivatore diretto, sia
per chi esercita altre attività ma
che evidentemente proviene da
famiglia di agricoltori, di recuperare questi anni con versamenti
successivi. La casistica può essere molto vasta, per cui consigliamo in ogni caso di mettersi in
contatto con i nostri uffici, tuttavia posso già affermare che le
somme da versare saranno contenute e che nel contempo questi
anni potranno andare a confluire
nel totale degli anni contributivi,
ai fini della pensione.
Esiste anche il caso, abbastanza frequente, di persone che sono
state iscritte dai genitori copte
coltivatori diretti ma che nello
stesso periodo esercitavano altre
attività; in questo caso, anche se
sono stati versati contributi doppi, non si possono contare gli anni due volte ai fini del raggiungimento del tetto dei 35 anni di
contributi ».
La lettera dell'INPS vuole anche essere una verifica con l’interessato della propria posizione
contributiva; se risultano discordanze, come deve comportarsi
l’agricoltore?
« E’ in effetti possibile' che ci
AUMENTATI ! CONTRIBUTI PREVIDENZIALI
Agricoltura: «autunno caldo»?
PINEROLO Un provvedimento che rischia di penalizzare ulteriormente l’attività, in particolar modo quella montana - Un ’’dispositivo” complesso
siano delle diversità tra quanto
si ritiene di aver versato e quanto indicato dall’INPS; bisogna fare una verifica molto attenta sia
di questo aspetto che dei dati
dell’azienda, anche per snellire al
massimo le pratiche burocratiche
che si dovranno affrontare al momento di andare in pensione. Ritengo comunque molto positiva
questa iniziativa dell’ente previdenziale che decide di instaurare
una forma di dialogo con i lavoratori ».
I recenti aumenti dei contributi previdenziali stanno inducendo
degli agricoltori ad abbandonare?
« L’aumento di quest’anno darà
il colpo di grazia all’agricoltura
montana; pagare quasi due milioni a persona per un’azienda agricola delle valli significa chiudere: è dunque chiaro che la gente,
appena può, abbandona l’agricoltura. E’ inoltre notizia di questi
giorni l’inserimento anche della
montagna nelle zone che possono
usufruire del contributo per l'abbandono della produzione del latte. Finalmente si tiene conto della montagna, si potrebbe dire da
un lato, ma dall’altro ciò può dare un ulteriore colpo al settore ».
Con quale ripercussione sull’assetto del territorio sarà facile verificare fra qualche anno.
Piervaldo Rostan
Oggetti d’arte
PINEROLO — Per il comune
intento di un gruppo di operatori d’arte, nel luglio scorso è
nata l’Associazione Pinarte, prima del genere nel Pinerolese.
I soci della Pinarte propongono oggetti d’arte e d’antiquariato, offrono garanzia di serietà
e qualità del loro lavoro e intendono altresì sviluppare ogni
azione che possa condurre al miglioramento del mercato settoriale.
Come prima iniziativa Pinarte
presenterà, al Circolo degli artisti di Pinerolo, piazza Vittorio
Veneto 21, una mostra allestita
con la partecipazione di tutti i
soci, ciascuno dei quali esporrà
alcuni pezzi significativi.
L’inaugurazione avrà luogo il
23 novembre alle ore 18, con
chiusura l’8 dicembre; l’orario è
dalle 17 alle 22,30, la domenica
anche dalle 10 alle 12,30.
Manifestazione
TORINO — Sabato 16 novembre, in piazza Castello, davanti
al palazzo della Regione, alle
ore 10, si svolgerà una manifestazione promossa dall’ANFFAS
per chiedere una maggiore tutela dei diritti delle persone con
problemi mentali.
La qualità della vita di queste
persone e delle loro famiglie diventa sempre più insostenibile,
denuncia l’ANPFAS; con questa
manifestazione si vuole denunciare la mancanza di servizi, il
cattivo funzionamento di troppi
di quelli esistenti, il disinteresse di politici ed amministratori
a tutti i livelli rispetto ai bisogni degli insufficienti mentali.
Carenze vengono riscontrate nell’assistenza, sia domiciliare che
ospedaliera, nell’inserimento scolastico e, ancora una volta, nella predisposizione dei preventivi
di spesa e nella legge finanziaria, che penalizzano sempre i
più deboli.
Alfa Teatro
TORINO — Nel corso dell’anno è stata fondata la compagnia
Alfa Teatro; a stagione inoltrata, e in un teatro chiuso da anni ma ristrutturato, sono stati
messi in scena alcuni lavori che,
a parte suscitare la curiosità della gente, volevano essere anche
dichiarazione di intenti. Cosi sono stati messi in scena « Macbeth» dì lonesco e, dello stesso
autore, « Delirio a due »; dal 13
novembre al 4 dicembre, presso la sede di via Casalborgone
16, viene presentato il melodramma « Il concilio d’amore »
di Oskar Panizza: in un improbabile paradiso, un dio ormai
troppo vecchio per agire viene
informato che in terra gli uomini si abbandonano al peccato...
Centro
culturale
valdese
Convegno
su G. Miegge
Per favorire la partecipazione
del maggior numero di persone
al Convegno è in progetto l’organizzazione di un pullman in
partenza da Torre Pellice (con
fermate a Pinerolo ed eventualmente Torino) venerdì 6 dicembre intorno alle 6,45 e rientro
sabato 7 sera alle 22. La sistemazione a Savona, curata dalla
comunità, è presso l’ostello della gioventù.
La spesa complessiva di viaggio, ospitalità, pasti compresi è
di L. 80.000. Per prenotare si
prega di telefonare al più presto al Centro culturale, n. 0121/
932566.
14
14 valli valdesi
15 novembre 1991
CENSIMENTO DELL’AGRICOLTURA
DIBATTITO A PEROSA
Forte calo di addetti
Pubblicati i risultati dell indagine svoltasi I anno scorso - Minori anche le superfici utilizzate - Zootecnia; segnali contrastanti
Un anno fa tutte le aziende
agricole italiane erano state
coinvolte dal censimento generale dell’agricoltura; i risultati sono stati resi noti in queste settimane. La tendenza è poco incoraggiante, specie in montagna,
ma il recente raddoppio degli
oneri previdenziali, proprio nelle aree svantaggiate, rischia di
dare un ulteriore duro colpo all’economia agricola in generale
e montana in particolare.
Cominciando con le aziende
agricole, balza subito all’occhio
il netto calo sia in termini numerici che di superficie utilizzata.
Esse, nel 1961, erano 376.000,
nel 1982 erano già scese a 242.000,
oggi sono poco più di 195.000.
« Quelle economicamente valide
— rileva l’ass. regionale Lombardi — non saranno però più di
50.000 ».
La superficie totale delle aziende è scesa di 141.000 ettari rispetto all’82: oggi siamo a
1.779.978 ettari e, se guardiamo
a trent’anni fa, la diminuzione
è addirittura di 400.000 ettari.
Una parte di queste superfici è
stata abbandonata, un’altra ha
cambiato la sua destinazione.
Oggi le aziende agricole costituiscono il 70,1% della superficie
territoriale, mentre nel ’61 arrivavano all’85,8%.
In diminuzione, di conseguenza, è anche la superficie agricola utilizzata; oggi si coltivano in
Piemonte 1.127.601 ettari, quasi
92.000 in meno rispetto al 1982,
con una caduta di 11.000 ettari
all’anno. Rispetto alla superficie
territoriale, si ha un uso del suolo pari al 44% (era il 48% nell’82, il 52,5% nel ’70, il 62,6%
nel 1961). Le perdite più rilevanti si sono registrate, come previsto, nelle aree di collina e di
montagna, le più soggette a spopolamento.
« Queste cifre rispecchiano un
generale stato di cose della nostra agricoltura — commenta
l’assessore — ma segnalano anche dei positivi aggiustamenti
del settore attraverso l’abbandono dei terreni meno vocati ed
una maggior concentrazione di
capacità e risorse sulle zone di
più alta potenzialità qualitativa ».
L’analisi dei dati a livello di
singole province dimostra che
Cuneo è quella che « tiene » meglio di tutte: in trent’anni le
aziende sono scese di 20.000
unità, mantenendo il 92% della
superficie totale e il 75,6% di
quella utilizzata. Torino riduce
di un quarto la superficie a vite e di più della metà il numero delle aziende.
La produttività delle aziende,
grazie ai progressi realizzati in
trent’anni, è aumentata notevolmente: nel 1990, con la metà di
giornate di lavoro, il valore della produzione è aumentato, in
termini reali, del 40% rispetto
al 1970.
Le cifre confermano che la
manodopera che presta la sua
attività nelle aziende agricole è
prettamente familiare: essa costituisce infatti il 95% delle
giornate lavorative. Queste sono
in costante diminuzione, in quanto da 80 milioni del 1970 si passa a 38 milioni dello scorso anno.
« Le cause del calo delle giornate lavorative — spiega Lombardi — vanno essenzialmente
ricercate nella diminuzione del
numero degli addetti e nell’innovazione tecnologica, che ha
permesso di razionalizzare il
processo produttivo sia come assorbimento di manodopera che
come redistribuzione del tempo
di lavoro ».
Passando alla zootecnia, i segni positivi e negativi si alter
TORRE PELLICE
Più spazio per gli anziani
Stanno procedendo bene i lavori per la ristrutturazione e l’ampliamento della Casa di riposo
San Giuseppe di Torre Pellice,
l’opera della parrocchia cattolica
di S. Martino destinata a diventare im altro importante centro
di assistenza per gli anziani della
vai Pellice.
« Effettivamente — dice don Armando Girardi — la Casa ha ottenuto il riconoscimento come
Residenza sanitaria assistenziale;
ciò consentirà l’inserimento della
struttura nella programmazione
della USSL 43 e dunque la possibilità di concludere una convenzione che permetterà ai cittadini
residenti nei 9 comuni della valle
di diventare ospiti della Casa. Parte delle rette sarà dunque pagata
col contributo dell'ente pubblico ».
L’edificio ha ormai preso corpo; quali saranno i tempi per la
disponibilità della struttura?
« La parte squisitamente muraria è a buon punto; si sta co
struendo il vano montalettighe, la
scala esterna di sicurezza, gli impianti idro-sanitari, elettrici e termici. Credo ci sia una buona speranza che il tutto venga ultimato
entro i tempi previsti, e cioè la
fine di gennaio ».
Dietro questo ampliamento c’è
un grande impegno di denaro e
di persone...
« Il preventivo di spesa per la
costruzione e l’arredamento di
questo primo lotto è di 1 miliardo
e 100 milioni; al momento sono
stati versati circa 350 milioni. Crediamo di poter far fronte alla
somma che manca senza ricorrere ai mutui. Da alcuni mesi si è
costituito un comitato che, oltre
a coinvolgere la popolazione per
ottenere i fondi necessari alla ristrutturazione, intende anche proporsi come strumento di coordinamento di iniziative, di promozione di volontariato all’interno
della Casa e di animazione verso
gli ospiti ».
nano. I bovini censiti lo scorso
anno erano 975.000, 200.000 in
meno rispetto all’82, e si localizzavano per lo più in pianura
(57%, contro il 30% della collina e il 13% della montagna).
Più della metà del patrimonio
bovino piemontese si trova in
provincia di Cuneo, che registra
tra l’altro un aumento di 80.000
capi rispetto a trent’anni fa.
^ Sostanzialmente stabile è il
pumero degli ovini (87.000), mentre aumenta quello dei caprini
(dai 42.000 del ’61 ai 54.000 dello scorso anno). Un forte balzo
in avanti è invece compiuto dal
dato riguardante i suini, che in
trent’anni sono passati da 154
mila a 750.000. La loro presenza è preponderante in pianura
e soprattutto nel Cuneese (486
mila).
Piervaldo Rostan
Scoperta dell’America
e ruolo dei cristiani
La realtà di sfruttamento di un continente in
cui ricchezza e disperazione sono a contatto
« 500 anni dall’invasione delle
Americhe; il ruolo della teologia
cristiana » : già il tema dell’incontro, organizzato da Agape e dal
III circuito il 7 novembre a Perosa, esprimeva a dovere il pensiero del teologo americano Richard Shaull sulla cosiddetta
’’scoperta” dell’America.
Invasione, ma anche sfruttamento, sterminio, emarginazione : questa la tragica attuale realtà di un continente di per sé ricchissimo, ma dove si concentrano
miseria e disperazione in misura
sempre crescente.
Richard Shaull ha percorso
l’America meridionale in lungo e
in largo e, pur appartenendo come cultura al protestantesimo
storico, non ha tardato ad ac
PINEROLO PEROSA ARGENTINA
Biblioteca:
il programma
1992
Sono state recentemente presentate le linee programmatiche
per il prossimo anno per la biblioteca comunale « Alliaudi ».
Proseguirà anzitutto la ricatalogazione che ha fin qui consentito di mettere a disposizione,
sia a Pirierolo che nel Pinerolese, un numero di informazioni
biljliograflche nettamente superiore a quelle fornite dai vecchi
cataloghi, confermando cosi la
necessità di tale operazione per
il settore di storia locale.
Il contributo regionale di 6
milioni di lire nel 1989 ha consentito la duplicazione fotografica della parte più consistente
delle mappe e delle carte concernenti le rappresentazioni del territorio pinerolese conservate
presso l’archivio storico, che ha
sede presso la biblioteca.
Nel 1992' si dovrebbe effettuare la ripresa fotografica delle descrizioni iconografiche ancora
rinvenibili negli archivi.
Queste iniziative consentiranno di mettere a disposizione degli studiosi della storia di Pinerolo materiale più completo e di
agevole consultazione.
La biblioteca intende inoltre
programmare per il 1992 un ciclo di conferenze avente per tema « il viaggio » visto nella sua
realtà fisica e metaforica. Le prime tre conferenze dovrebbero
vertere su « Homo viator », « Vie
di comunicazione e percorsi nel
Pinerolese medievale », « Visitatori e viaggiatori nelle valli vaidesi ».
Infine la biblioteca intende migliare a programmare una serie
di incontri pubblici che offrano
l’occasione di rilanciare l’interesse per la storia di Pinerolo nei
suoi diversi aspetti (urbanistici,
economici, sociali e culturali).
Quale futuro
dopo
l'industria ?
Giovedì 7 novembre ha avuto
luogo il primo degli incontri culturali promossi dalla Comunità
montana, per il solito ciclo autunnale. Gino Barai, Raimondo
Genre e Dario Seghe, che hanno
curato con la collaborazione di
alcuni amici la preparazione di
tre audiovisivi sulla Comunità
montana valli Chisone e Germanasca, li harmo presentati ai partecipanti, tra i quali c’era un bel
gruppo di giovani francesi della
zona del Queyras. I temi degli
audiovisivi, della durata di circa
20 minuti ciascuno, sono rispettivamente le possibilità escursionistiche nelle valli della Comunità; la struttura degli insediamenti umani, a cominciare dalle
epoche più remote fino ai nostri
giorni; e le strutture monumentali della zona (in particolare
chiese, musei e fortificazioni).
Al termine della presentazione
il dibattito si'è concentrato soprattutto sulle possibilità di vita
futura in una zona fino a ieri in
fase di rapida industrializzazione
e oggi in presenza di un progressivo smantellamento delle industrie. Il confronto con la situazione francese del Queyras, che ha
puntato maggiormente sulle attività agro - turistico - pastorali, a
detta degli ospiti della regione,
non è risolutivo. La struttura del
territorio e la cultura hanno probabilmente condizionato di qua e
di là delle Alpi scelte diverse in
modo difficilmente aggirabile.
Perciò il problema resta aperto.
Non sappiamo se le valli Chisone e Germanasca siano destinate
a cadere nella nebbia dell’oblìo o
a rifiorire come una fresca vegetazione di primavera.
MOBILIFICIO
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - tei. (0121) 201712
(di fronte alla caserma alpini)
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
corgersi come la spinta di risveglio che anima le popolazioni indigene e le fa insorgere contro
una schiavitù secolare si rivolga
più che alle chiese come istituzioni, colpevoli di aver appoggiato
gli oppressori, a movimenti spontanei che si raccolgono intorno
alla Bibbia per riscoprirne il messaggio di speranza. Questo obiettivo comune non tiene conto delle differenze confessionali ed è
egualmente malvisto dalle dirigenze ecclesiastiche.
Anche i presenti in sala, cattolici e valdesi di vari gruppi, dimostravano che una riflessione
su tale tema interessa tutti i credenti, ma è certo che non lascia
indifferente neppure chi non si
colloca in una chiesa costituita.
Per la comunità di base di Pinerolo, Franco Barbero si è detto molto preoccupato per la repressione che la gerarchia cattolica esercita sulle comunità del
Sud America e sui teologi della
liberazione. Shaull ha riconosciuto che molte voci autorevoli sono
state ridotte al silenzio, ma si è
detto fiducioso nelle nuove forze
che emergono dal basso e riescono a farsi ascoltare dal mondo
intero.
L’incontro col teologo americano è stato veramente interessante ed altre iniziative seguiranno
sullo stesso argomento nel prossimo anno.
Liliana Viglielmo
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva; prat<
so Ospedale Valdese di Pomaret
to - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 17 NOVEMBRE 1991
San Germarto Chisone: FARMACIA
TRON - Telef. 58766.
Ferrerò: FARMACIA VALLETTI - Via
Monte Nero. 27 - Tel. 848827.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. ZZOfet
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica ;
Notturna, prefestiva, festiva; Tele
fono 932433.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 17 NOVEMBRE 1991
Lùserna San Giovanni: FARMACIA
GRIBAUDO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
Ambulanza :
CHI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricheraslo: tei. 598790
SERVIZIO ATTIVO INFERMIERISTICO: ore 8-17, presso I distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA, elicottero; tei. 116.
Traslochi
Preventivi a richiesta
e trasporti per
qualsiasi destinazione
Attrezzatura con autoscala
operante dall’esterno fino a
m. 43
SALA GIULIO
Vìa Belfiore 83 - Nichelino
Tel. 011/6270463
15
r
15 novembre 1991
lettere 15
OMISSIONE
DI SOCCORSO
Al ministro della Sanità
al presidente del Consiglio
al presidente della Repubblica
Egregi Signori,
come cittadini italiani e cristiani
evangelici, sentiamo il dovere di esprimere la più profonda indignazione per
il fatto accaduto In questi giorni al
giovane Francesco Giustiniani di Viterbo.
Non ci pare ammissibile che questo
Paese non sia in grado di garantire
ai suoi cittadini l'assistenza sanitaria.
E' sintomatico il fatto che questo
episodio sia accaduto proprio nel momento in cui si è scelta la strada
di ridurre la spesa sanitaria anziché
quella del suo potenziamento.
Ancora una volta l'arretratezza civile e statale del nostro Paese ha mietuto una vittima ohe poteva, forse, essere salvata. Ci auguriamo che una seria ed accurata inchiesta a livello nazionale possa sradicare una volta per
sempre questa funesta omissione di
soccorso e siamo certi che gli uomini
e le donne di buona volontà possono
realmente adoperarsi per un mondo in
cui il soccorso verso il prossimo possa coronare la parola di Gesù: Quando lo fate ad uno di questi minimi è
come se lo aveste fatto a me ».
Distinti saluti.
Studenti Facoltà
valdese di teologia,
Roma
(seguono 14 firme)
SOLIDARIETÀ’
CON I TEOLOGI
Le recenti « defenestrazioni » dei
teologi Leonardo Boff ed Eugen Drewermann, destituiti dai loro incarichi
di insegnamento presso le rispettive
Facoltà di teologia, pongono ancora
una volta il problema della libertà dei
cristiani nella chiesa. Da anni, con
una estensione e capillarità fino ad
oggi sconosciute, le voci profetiche e
anche lievemente critiche nei riguardi dell'istituzione cattolica ufficiale vengono sistematicamente emarginate e
sconfessate. Particolare diffidenza viene alimentata verso coloro che vivono
la loro esperienza di fede e la loro
ricerca teologica in modi che mettono
in discussione la cultura della sottomissione e dell'unanimismo.
Se la « nuova evangelizzazione », di
cui tanto si parla, pone come premessa una ricompattazione ecclesiale che
elimina ogni vera libertà di ricerca,
allora ci stiamo avviando a grandi passi verso una chiesa in cui alia libertà
dei figli di Dio si sostituisce il livellamento delle persone e l'annientamento della dignità battesimale.
Di tutti questi episodi, che rappresentano iè punte più note di una manovra quotidiana intessuta di tante vicende meno conosciute ma non meno
significative, non si discute nelle chiese locali, che spesso non offrono ai
credenti spazi e stimoli per una condivisione delle responsabilità e delle
decisioni.
L'involuzione che la Chiesa cattolica, nelle sue componenti gerarchiche,
sta incoraggiando e realizzando non
promette nulla di buono neanche in
rapporto alla società civile, alla quale
la stessa gerarchia presume di poter
impartire lezioni circa la democrazia
e i diritti umani,
Prima di tutto vogliamo esprimere
piena solidarietà ai teologi colpiti dalla censura vaticana. Lo facciamo perché ci è noto II loro impegno di fede
e anche perché, da molti anni, la loro
ricerca ci offre strumenti e stimoli per
la nostra sequela di Gesù.
Pertanto: 1) nell'esprimere la nostra
piena solidarietà a questi fratelli intendiamo dire apertamente che condividiamo le loro posizioni teologiche ed
apprezziamo il loro sforzo di vivere e
presentare la fede cristiana con grande attenzione al vissuto delle donne
e degli uomini di oggi, a partire da
quelli che soffrono; 2) chiediamo che
nella chiesa locale si creino momenti
pubblici in cui, sia possibile discutere
le vicende che li riguardano e far conoscere i libri che sono censurati (L.
Boff, Chiesa: carisma e potere. Ed.
Boria; E. Drewermann, Parola che salva, parola che guarisce. Ed. Queriniana; P. Eicher, ia controversia sui chierici, Ed. Queriniana); 3) chiediamo alle comunità cristiane, specialmente cattoliche, di esprimere il loro punto di
vista proprio perché all'interno delle
chiese locali non venga soffocato il
dono prezioso della libertà evangelica.
Comunità cristiana di base, Pinerolo
(seguono 61 firme e le adesioni
delle CdB di Cavour, Piossasco,
Alpignano, Torino, Chieri)
LE DONNE E
IL LINGUAGGIO
L
delle valli valdesi
settimanale deUe chiese valdesi e metodiste
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato (vicedirettore), Giorgio Gardiol (direttore). Carmelina Maurizio, Jean-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan.
Comitato editoriale: Paolo T. Angeleri, Mirella Argentieri Bein, Claudio
Bo Alberto Bragaglia, Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitti, Piera Egidi,
Adriano Longo, Emmanuele Paschetto, Roberto Peyrot, Sergio Ribet,
Mirella Scorsonelli. . . . .„
Collaboratori: Daniela Actis (segreteria), Mitzi Menusan (amministrazione), Stello Armand-Hugon, Mariella Taglierò (revisione editoriale),
Loris Bertot (spedizione).
10066 Torre
Stampa: Coop Tipografica Subalpina - via Arnaud. 23
Penice - telefono 0121/91334
Registrazione: Tribunale di Pinerolo n. 175. Respons. Franco Glampiccoll
REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE: via Pio V, 15 - 10125 Torino ■ telefono
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Italia
Ordinario annuale
Semestrale
Costo reale
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Da versare sul c.c.p.
10125 Torino
stampa: n. 00961 voi. 10 foglio 481
ABBONAMENTI 1992
Estero
L. 52.000 Ordinario annuale L. 85.000
L. 27.000 Ordinario (via aerea) L. 150.000
L. 75.000 Sostenitore L. 170.000
L. 90.000 Semestrale L. 45.000
1. 20936100 Intestato a A.I.P. ■ via Pio V. 15
che si tratti semplicemente di immagini, di paragoni, quasi di parabole, dove l'Eterno rivela al suo popolo che
egli lo ha trattato come una madre
che consola il figlio o che gli ha insegnato a camminare sorreggendolo per
le sue braccia. Saremmo di fronte,
cioè, ad un tipico mezzo di espressione dei linguaggi orientali, in cui alle
categorie aristoteliche fatte proprie dalla Scolastica medievale sono preferite
appunto le « parabole » o le immagini
equivalenti, non prive a volte di giochi di parole (cfr. l'ormai famoso e
contestatissimo passo di Matteo Ì6:
18: « Tu sei Pietro e su questa pietra... »)
re un esempio, rimane per sempre legata al suo nome.
Sarebbe questo il grande, autentico
» democratico » di cui cianciano in
questi giorni i democristiani?
Come evangelici e come cittadini
abbiamo il dovere di non dimenticare
e qualcuno dei nostri storici ci aiuti
a non dimenticare, dedicando qualche
ricerca alle persecuzioni subite dagli
evangelici nel secondo dopoguerra.
Giacomo Quartino, Genova
Nuovi numeri
di telefono
Sono modificati i numeri telefonici
dei pastori: Cesare Milaneschi: 011/
6506092; Mario Castellani: 0125/45726;
Luciano Deodato; 081/5590840.
Giovanni Gönnet, Roma
GÜ EVANGELICI E
LA REPRESSIONE
Servizio cristiano:
sottoscrizione
Mi rincresce sinceramente che l'intervento da me fatto sul giornale del
20.9.'91 sia stato interpretato come una
» condanna senza appello » o peggio
come un - processo a priori ». Era
semplicemente un tentativo di dialogo,
dove una delle parti esprime opinioni
diverse proprio perché essa non condivide quelle dell'altra parte.
D'altronde non mi convincono le citazioni da Isaia 66: 13 e da Osea 11;
3 addotte da Marie-France Maurin. A
me pare — ma non sono un esegeta
di professione — che in esse I Eterno non è chiamato « padre-madre », ma
Caro Direttore,
questa mattina a « Prima pagina » di
Radio Tre un fratello di Milano di nome Sergio ha contestato al giornalista
di turno, certo dott. Cangini, editorialista de « Il Tempo » d| Roma, la dura azione repressiva esercitata dal
'< ministro di polizia » Mario Sceiba,
ora defunto, contro tutte le chiese
evangeliche, specialmente nel Mezzogiorno.
Il Cangini, anziché rispondere su
questo che era il motivo centrale dell'intervento di Sergio, ha approfittato,
con tipico escamotage avvocatesco,
dello sfogo finale di Sergio, che si era
lamentato del silenzio stampa intorno
alla vita delle chiese evangeliche italiane, per limitarsi a rilevare che l'esiguità del numero dei protestanti legittima la loro emarginazione nell'informazione e che, del resto, questi hanno ben poco da dolersi, se alcune
delle loro chiese possono perfino figurare sul modello 740 per concorrere
all'8 per mille o se un'apposita trasmissione televisiva può essere loro
dedicata sulla rete nazionale Due, sia
pure ad ora tardissima.
Giustamente Sergio aveva ricordato
che la repressione democristiana si era
estesa assai più di quella fascista e
aveva investito anche chiese che il
fascismo aveva lasciato tranquille.
Mi sembra giusto che il giornale
dedichi all’occasione della morte di
Mario Sceiba un ampio articolo che
rievochi le angherie, le sopraffazioni
e le intimidazioni che per suo ordine
furono commesse in quegli anni dalla
polizia e dai carabinieri contro .gli
evangelici di quasi tutte le denominazioni.
Per lui il protestantesimo in Italia
era una « quinta colonna del comunismo », come ebbe a dichiarare una volta, coerentemente con le sue famose
espressioni di disprezzo per la cultura
e per la Costituzione (da lui definita
« una trappola »). Indubbiamente, leggi
fasciste e mafia erano assai più utili
per gli scopi suoi e del suo partito.
Portella della Ginestra, solo per fa
II 3° premio dell’estrazione del trentennale del Servizio cristiano di Riesi
(litografia autentica di Ernesto Treccani) corrisponde al biglietto n. 000678,
venduto a Agata Vasta, presumibilmente di Torino, che è pregata di mettersi in contatto con il Centro.
Libri
TORRE PELLICE — Il Centro culturale valdese organizza sabato 16 novembre, alle 20,45, presso la Sala della Biblioteca (via Beckwith, 3), un incontro con Elena Ravazzini Corsani,
sul suo libro L’aquilone sull'armadio,
ed. Claudiana.
SAN GERMANO — Venerdì 22 novembre, alle ore 20,30, presso I Asilo
dei vecchi, si tiene una presentazione
del libro Civiltà alpina e presenza protestante nelle valli pinerolesi, a cui
interverranno gli autori. Parallelamente,
nel quadro delle iniziative « Ieri e oggi » si tiene una mostra che sarà aperta fino al r dicembre, dedicata alle
foto storiche e curata dalla libreria .« 11
cavallo a dondolo » di Pinerolo.
Concerti
Cinema
TORRE PELLICE — Il cinema Trento ha in programma, venerdì prossimo, per la rassegna di film d'autore,
con inizio alle ore 21,15, « Leningrad,
cow-boys go America », di Ari Kaurismaki.
Incontri
PEROSA ARGENTINA — Presso la
sede della Comunità montana USSL
42, giovedì 21 novembre, alle ore 20,30,
nel corso di una serata dal titolo « La
cultura materiale: uso dei suoli »,
Claudio Tron presenterà i primi risultati di uno studio recentemente avviato sull'elemento dominante dell'economia e della società valligiana: la terra.
Teatro
PINEROLO — Per la rassegna di
teatro deH’associazione Vicolo Cabaret
nella sede di via Trento 64, giovedì
21 novembre, alle ore 21,45, verrà presentato « Cinema... che passione » di
Bagatto.
Politica
VILLAR PEROSA — Per sabato 16
novembre, alle ore 19, presso la Foresteria valdese, il PDS organizza una
cena-dibattito sul tema: « La sinistra
in Europa oggi »; partecipano A. Tridente, R. Bontempi, A. Barbero.
RINGRAZIAMENTO
« Il Signore è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23)
Le famiglie Taglierò e Fraclie, annunciano l’improvvisa scomparsa di
Edoardo Frache (Nino)
ringraziano quanti hanno loro espresso
simpatia e solidarietà nella triste circostanza.
Un grazie particolare a Nella, Hélène e al pastore Claudio Pasquet.
Torre Pellice, 2 novembre 1991.
RINGRAZIAMENTO
(c Ho combattuto il buon combattimerito, ho finito la corsUf
ho serbato la fede »
(II Timoteo 4: 7)
E’ improvvisamente mancata all’affetto dei suoi cari
Ailda Salvagiot ved. Rivoira
di anni 96
SAN GERMANO — Sabato 23 novembre, alle ore 20,30, presso la Sala valdese, si tiene un concerto del
coro « Arco alpino » di Chieri. L’ingresso è libero.
I familiari commossi e riconoscenti
per le dimostrazioni di affetto ricevute,
ringraziano tutti coloro che sono stati
loro vicini nel momento del dolore.
In particolare i vicini di casa, la guardia medica, i pastori Gardiol e Tourn.
fiorò, 5 novembre 1991.
VILLAR PEROSA — Giovedì 21 novembre, alle ore 21, nella chiesa di
S. Pietro in vincoli, il quartetto di
ì tromboni » Four Bones » presenterà
musiche di Praetorius, Gervaise, Gabrieli, Telemann, Dvorak, Gershwin.
<c ...Chi ascolta la mia Parola e
crede in Colui che mi ha mandato è passato dalla morte alla
vita... »
(Giov. 5: 24)
Il 1" novembre 1991 ci ha lasciati il
nostro caro
FONDO DI SOLIDARIETÀ’
Arnaldo Eynard
Settori di intervento
Nel pubblicare l’elenco dei doni pervenutici nei mesi estivi, ricordiamo che attualmente il nostro Fondo ha due destinazioni,
come abbiamo già ricordato nel
numero del 4 ottobre scorso.
La prima è a favore dell’azione sostenuta dal Consiglio delle
chiese del Medio Oriente nei confronti^ dell’enorme numero di
profughi della guerra del Golfo
le cui sofferenze sono ben lungi dal concludersi. La situazione
è infatti sempre drammatica e
sempre più aggravata da malattie ed epidemie.
La seconda iniziativa è a favore della Casa Eben-Ezer per
malati di Aids. Come è noto si
tratta dell’iniziativa di alcuni
fratelli e sorelle evangelici del
Veneto che, fra molte difficoltà
finanziarie ed ostacoli di vario
genere, portano avanti la loro
testimonianza nei confronti di
alcune vittime di questo male
che va sempre più diffondendosi, come dicono gli ultimi allarmanti rapporti medici.
Le offerte vanno inviate al
conto corr. postale n. 11234101
intestato a La Luce - Fondo di
solidarietà - via Pio V, 15 - 10125
Torino, possibilmente indicando
la causale del versamento.
Addolorati, ma fiduciosi neUe promesse del Signore, lo annunciano la moglie
Margherita Dioner, i figli Willy, Silvia e Marco con le rispettive, famiglie,
i fratelli ing. Giancarlo ed Elena, la
cognata Gabriella Steiner, i nipoti Eynard, Ginoulhiac, Cristini e Bernardini.
Bergamo, 15 novemltre 1991.
AVVISI ECONOMICI
Offerte pervenute in luglio, agosto e
settembre.
L. 1.000.000: Giuliana e Italo Eynard.
L. 200.000: Olindo Bufalo.
L. 100.000: Delia Fontana: Mirella e
Ernesto Belo; Leonardo Coviello; Aldo
Cianci; Mirella Argentieri Bein.
L. 80.000: Alcune signore del Gignoro, Firenze; Luigi Masciavé.
L. 50.000: Alessandrina Vicentini;
Edvige Schmidt; Luigi Guise.
L. 20.000: Luciano Kovacs in memoria di Oliver Balbiano; Pino Sacchelli.
Totale L. 2.050.000.
Totale precedente L. 6.075.039.
In cassa L. 8.125.039.
LA CHIESA VALDESE DI TARANTO
cerca un personal computer di modeste prestazioni con relativa stampante ed una fotocopiatrice, anche
usati, per le nec«.ssità della chiesa stessa. Chi dovesse disfarsi di una o più
delle predette macchine per altre di
più elevate prestazioni, è pregato di
contattare, scrivendo o telefonando,
il past. Odoardo Lupi, via Gen. Messina 71. Taranto, telefono 099 331017.
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e draghista. Tel. 0121/73876.
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d’epoca. Tel. 011/9407243.
PRIVATO acquista mobili vecchi e antichi, oggetti vari. Tel. Pinerolo
40181 (dopo le ore 18).
16
16 fede e cultura
15 novembre 1991
CONVEGNO A TORINO
Il cristianesimo e le altre religioni
Il messaggio cristiano vive un contrasto tra la pretesa di assolutezza e l’apertura all’universalità - L’incarnazione come piena unità tra realtà e presenza - Il dialogo aiuta i cristiani nella conoscenza della realtà di Dio
Un importante convegno internazionale su Cristianesimo e religioni, promosso dalla rivista Filosofìa e teologia ' e da tre Università (Torino, Macerata, Roma Tor
Vergata), si è svolto a Torino il
18 e 19 ottobre. II pluralismo religioso sfida oggi la filosofia, la
teologia, le scienze religiose. Maurizio Pagano, dell’Università torinese, ha introdotto evidenziando,
tra i nuclei teorici di questa sfida, la tensione tra pretesa di
assolutezza e apertura alTuniversalità. Al riguardo incontriamo 3
posizioni: esclusivismo («extra
ecclesiam nulla salus »), inclusivismo (la salvezza vera è nel cristianesimo, che invera gli elementi positivi delle altre religioni), pluralismo di principio (tutte
le religioni sono vie di salvezza,
il cristianesimo deve abbandonare le pretese di imicità). Ma oggi
il dibattito si restringe alle ultime due posizioni, rappresentate
in modo eminente rispettivamente da Wolfhart Pannenberg (Monaco di Baviera) e dalTinglese
John Hick (Claremont, California), relatori in questo convegno.
Pluralismo
di principio
Hick (Il cristianesimo tra le religioni del mondo) distingue le
«istanze veritative ■» (confronto
fra le credenze) dalle « istanze
salvifiche » (confronto tra l’efficacia salvifica delle diverse religioni). Tutte le religioni sono salvifiche. In quale senso? Nel senso, comune a tutte le tradizioni,
di una salvezza/liberazione che
consiste nella « trasformazione
dell’esistenza umana dal naturale autocentrismo a un orientamento nuovo centrato nella realtà trascendente » (pur diversamente concepita), cioè nella conversione all’amore. In tutte le religioni troviamo santi, persone
così trasformate (è stato un argomento classico dell’apologetica
cattolica). Questo cambiamento
reale, o redenzione, comincia
nelTindividuo e, in modo più incerto, si incarna nelle società.
Hick si chiede se possiamo
classificare le religioni per gradi
di efficacia salvifica e risponde
che « non è plausibile pretendere
che una tra esse sovrasti le altre
come chiaramente superiore, (...)
come quella che ha avuto il maggior successo nel trasformare gli
individui o nel moralizzare le società ». Alla nota posizione di
Pannenberg, che oppone a questo
concetto di salvezza quello esca
tologico neotestamentario, Hick
riconosce che « Gesù si vedeva
nel ruolo unico del profeta escatologico », ma afferma che tornare a questa fede delle prime
comunità cristiane è « affidarci
alla canna spezzata di una profezia errata » del regno imminente. Il compimento escatologico non è in conflitto con la salvezza intesa come trasformazione
effettiva dell’uomo fin da ora. Sul
problema della salvezza, dunque,
Hick propone: né esclusivismo
né inclusivismo cristiani, ma una
sola salvezza in molte religioni.
Sul problema della verità teologica (le diverse concezioni della
realtà ultima), Hick non accetta
né un pluralismo assoluto né
l’inclusivismo cristiano (reso inutile dalla capacità salvifica di tutte le religioni), ma propone la
distinzione tra Dio in sé e le diverse conocenze umane di lui,
che sono come lenti attraverso
cui lo pensiamo. In tutte le grandi tradizioni, la realtà divina trascende i concetti umani di essa.
Questo è relativismo? Sì, se ciò
significa che le dottrine religiose
non dicono la realtà divina in sé,
ma quale è colta attraverso particolari complessi di idee e pratiche, nella storicità delle religioni.
Così intese, le diverse dottrine
non sono più in conflitto. In questo senso i cristiani dovrebbero
relativizzare la loro dottrina nel
mondo di oggi. « La vecchia presunzione che il cristianesimo sia
la sola religione profonda, umanamente edificante e spiritualmente appagante, non è più plausibile per un gran numero di persone ».
Dunque molti modi di pensare
e dire la realtà ultima e di farne
esperienza danno lo stesso frutto,
quello che Paolo (Calati 5: 23)
chiama i frutti dello Spirito.
Nel dibattito, Pannenberg contesta a Hick di ridurre la salvezza all’etica, non riferita alla
realtà divina. Ma Hick aveva parlato di ricentramento da sé alla
realtà ultima. Hick afferma che
il cristianesimo assume un valore superiore alle altre religioni se
Cristo non è solo colui che coglie
nella maniera più profonda il divino, ma è l’incarnazione perfetta
di Dio.
L’inclusivismo
di Pannenberg
Le religioni nella prospettiva della teologia cristiana e l’autocomprensione del cristianesimo
Appuntamenti
16-22 novembre — IVREA: Presso la
sala S.ta Marta si tiene una mostra
dal titolo I valdesi: storia e testimonianza di cristiani dissidenti, che si
inaugura sabato 16 alle ore 17.
Nella stessa sede, venerdì 22, ore
21, conferenza-dibattito con il pastore
Giorgio Tourn sul tema L'identità protestante oggi.
Giovedì 21 novembre — CINISELLO
BALSAMO (Mi): Alle ore 21, presso
Villa Ghirlanda (via Frova, 10), terzo
Incontro della serie • Ouaie ordine
mondiaie? ». P. Toccagni, del direttivo
Università verde di Milano, parla sul
tema Modelli di sviluppo, consumi, risorse alle soglie del 2000.
21-24 novembre — MONTEFORTE IRPINO (Av): Presso il Villaggio evangelico (via Rivarano) si tiene un campo
di studio su fede e omosessualità dal
titolo Chiamati alla gioia. Partecipano
Letizia Tomassone (Agape), U. Santinelli (socioiogo) e un sacerdote cattolico.
Venerdì 22 novembre — ASTI: La
scuola biblica ecumenica organizza il
terzo Incontro sul tema dell’Antico Te
stamento. Alle ore 21 il past. Fulvio
Ferrario parla sui tema: Mosè e la
nascita del popolo.
Sabato 23 - domenica 24 novembre
— CHIAVAR! (Ge): Si tiene un coliettivo teoiogico suil'argomento deile
« Colombiadi »: Cristianizzazioni e conquiste... i cattolici nel Centro America
e i protestanti nel Nord America.
Martedi 26 novembre — CINISELLO
BALSAMO: Il Centro Lombardini organizza il secondo incontro sul tema La
vita comune. Alle ore 21 introduce il
past. Alfredo Berlendis, presso il centro stesso (via Montegrappa 62/b).
Martedì 26 novembre — MILANO:
Il Centro culturale protestante organizza il terzo incontro sui Salmi, coordinato dal past. Salvatore Ricciardi.
Appuntamento alle ore 18 nella saletta di via Sforza 12/a.
Giovedì 28 novembre — VALENZANO: Il Gruppo ecumenico di Bari organizza per le ore 19, nella chiesa
parrocchiale di S. Rocco, un incontro
di preghiera interconfessionale con interventi di don Angelo Romita e del
past. evangelico Isaia Saliani.
nel suo rapporto con le religioni
esterne alla chiesa è il titolo
della relazione di Pannenberg.
Egli ricorda le condizioni del dialogo autentico, che separa i conflitti non necessari dalle opposizioni essenziali, vero oggetto del
dialogo, da non tacere. Il confronto nonviolento è in sintonia
con i principi di ogni religione,
ma le religioni non sono soltanto delle vie differenti verso l’unico Dio, anche se tutte hanno a tema comune il rapporto dell’uomo con la realtà divina.
Tre domande
Pannenberg ha posto tre domande, da un punto di vista cristiano: 1) le altre religioni hanno
a che fare con la stessa realtà divina a cui si volge la fede cristiar
na? Ha risposto di sì; 2) si può riconoscere che altri culti offrano
un rapporto con la divinità e una
partecipazione alla salvezza paragonabili a ciò che si dà con la
fede in Cristo e tramite i sacramenti? La sua risposta è no; 3)
nel dialogo con le altre religioni i
cristiani possono trarre insegnamenti per la loro conoscenza della realtà di Dio? La sua risposta è sì. Vediamo in estrema sintesi le singole argomentazioni.
1) La Bibbia presuppone che
i gentili « conoscano assai bene il
Dio unico e creatore ». perciò sono rimproverati per le loro deviazioni idolatriche. Contro la maggioranza dei teologi, Pannenberg
conclude che gli uomini di altri
culti e religioni hanno a che fare
con lo stesso Dio, ma non lo
conoscono così bene come nella
rivelazione biblica. Ebrei e cristiani sono divisi dal rapporto
che pongono tra la realtà divina
nell’aldilà e la sua presenza nel
mondo: per i cristiani l’incarnazione realizza una piena unità
tra realtà e presenza, che non c’è
per gli ebrei. Mentre per gli ebrei
il dogma trinitario « pone in questione l'identità del Dio dei cristiani col Dio dell'Antico Testamento^ », per i cristiani il Dio di
Gesù è senza dubbio lo stesso dell’Antico Testamento. La stessa
differenza tra realtà e presenza
di Dio nel mondo intercorre tra
cristianesimo e Islam.
2) Se si intende una salvezza
senza Gesù, la risposta cristiana
è no: gli altri culti non sono in
ciò paragonabili al cristianesimo.
Ciò non è intolleranza, perché rispondere sì sarebbe una rinuncia
alla missione, essenziale al cristianesimo. (Qui sembra di vedere Un circolo vizioso tra necessarietà di Gesù e missione,
che si apnoggiano l’una all’altra).
Pannenberg ha affrontato varie
interpretazioni della necessarietà di Gesù, che mi pare di poter
schematizzare così:
2/1) «extra ecclesiam nulla
salus ». Così dicendo si fa Cristo
= chiesa = regno, mentre invece
apparterranno al regno molti non
uniti a Cristo nella chiesa, ma
uniti nei fatti alla volontà e giustizia di Dio (vedi Màtteo 25 e le
Beatitudini). Qui Pannenberg converge implicitamente sulla tesi di
Hick di una sola salvezza in molte religioni, consistente nella
conversione all’amore.
2/2) « extra Christum nulla
salus ». Il criterio del giudizio finale è Gesù, ma non la sua conoscenza esplicita né l’appartenenza alla sua cerchia in terra.
Si tratta di un invito a credere in
lui, che non esclude quelli che
non lo rifiutano espressamente, a
meno che non lo abbiano mal
compreso. « Gesù, col suo messaggio, dà forma (nelle Beatitudini) al criterio per giudicare della vicinanza del regno di Dio; ma
la promessa che vi si esprime non
è limitata alla cerchia dei disce
poli ». Insomma, le religioni non
cristiane possono condurre a tale salvezza, pur senza garantirla
come fa il cristianesimo, oppure
allontanano dal vero Dio?
Pannenberg non dà una risposta
generale e non esclude che precetti non cristiani possano aiutare nella ricerca di Dio.
2/3) extra Spiritum nulla salus ». Questa interpretazione
Pannenberg non l’ha proposta,
ma possiamo aggiungerla, sulla
linea del suo discorso: gli uomini sono salvi « quando nei fatti
la loro vita corrisponde al messaggio di Gesù ». Ma Gesù ci ha
lasciato lo Spirito, sua attuale
presenza presso gli uomini, diffuso oltre i limiti della chiesa e
della conoscenza del messaggio.
Gesù ha detto che anche il peccato contro di lui sarà perdonato,
ma non quello contro lo Spirito
(Matteo 12: 31-32), cioè solo il rifiuto della luce divina interiore è
perdizione e dunque la salvezza
è nell’ascolto dello Spirito effuso
nelle coscienze, al di là della conoscenza di Cristo.
imparare dalle
altre religioni
3) Alla terza domanda,
Pannenberg risponde che sì, i cristiani dal dialogo con le altre religioni possono trarre insegnamenti per la loro conoscenza
della realtà di Dio. Altrimenti
il dialogo sarebbe solo un
reciproco chiarimento di posizioni, oppure il superamento di incomprensioni, o una collaborazione pratica nel mondo. Gttime
cose, ma troppo poco. Il sapere
cristiano è approfondibile perché
non è definitivo e concluso: è
definitivo il contenuto dei dogmi,
ma la loro formulazione provvisoria e correggibile non solo obbliga alla tolleranza interna ed
esterna alla chiesa, ma è aiutata
dal dialogo. Sembra dunque chiaro che per Pannenberg il dialogo
interreligioso serve ai cristiani,
in definitiva, per conoscere meglio la propria fede e. il rapporto
degli uomini con essa, per approfondire il proprio tesoro e non
per ricevere qualche ricchezza.
Si dà una pluralità di fatto,
non un pluralismo di principio.
Poiché la verità è una sola, la
diversità delle concezioni è un
elemento di conflitto. La fede nella rivelazione definitiva di Dio
in Gesù collega fortemente: a)
la pretesa esclusiva di conosce
re Gesù come unico salvatore, b)
il pensare tutti gli uomini compresi nella rivelazione del Figlio
in quanto creature di Dio. Appartengono insieme all’autocomprensione del cristianesimo, senza Separazioni né alternative: a)
l’esclusiva pretesa cristiana di
possedere la verità, b) la ricomprensione di tutti gli uomini nella fede nella rivelazione del loro unico Dio, c) il riconoscimento di un pluralismo di fatto nei
confronti della verità.
Queste le conclusioni di Pannenberg, che hanno avuto l’adesione soprattutto dei teologi presenti, assai critici verso Hick,
mentre i filosofi hanno avanzato
obiezioni come questa: una forte carica di salvezza e una debole pretesa di verità stabilirebbero differenze che non invocano il conflitto ma il confronto,
Timparare dagli altri (Sorrentino). Si potrebbe osservare che
anche le religioni, come le persone, si autocentrano (è stato
obiettato che anche in un’altra
religione le tre domande di Pannenberg riceverebbero le stesse
risposte) e che anche per loro
la salvezza è nel ricentrarsi sugli altri e sulla realtà ultima.
Pannenberg risponde che Gesù è
« la presenza non definitiva del
definitivo net tempo untano ».
Per motivi di spazio tralasciamo del tutto le altre relazioni
(dotata di forza teorica quella del
filosofo Virgilio Melchiorre, I nomi del sacro. Per un’ermeneutica delle differenze) e diamo solo un cenno su quella di Claude
Geffré, di Parigi (La singolarità
del cristianesimo nell’età del pluralismo religioso), che Pagano ha
riconosciuto sulla stessa linea
della filosofia ermeneutica di Pareyson, il maestro torinese recentemente scomparso. Geffré ha
mostrato efficacemente, con un
lavoro che merita di essere studiato, che proprio la cristologia
fonda la dialogicità essenziale
del cristianesimo, che l’ebraismo
e le altre religioni rimangono irriducibili al cristianesimo e che
ciò è nel disegno di Dio, che la
differenza specifica cristiana porta alla disassolutizzazione del
cristianesimo e alla pluralità di
principio delle religioni.
Enrico Peyretti
' La rivista Filosofia e teologia è
pubblicata dalle Edizioni scientifiche
italiane, via Chiatamone 7, 80121 Napoli, Si trova a Torino nelle librerie
attorno alle Facoltà umanistiche. Gli
atti del convegno usciranno sul n. 1
del 1992.
ROMA
Gli inni metodisti
Venerdì 18 ottobre, nel pieno
del convegno di studi sui centotrenta anni di storia del metodismo italiano, si è tenuta presso la chiesa metodista di via XX
Settembre una serata musicale
dedicata all’« Innologia metodista deH’800 e del primo '900 ».
« Il canto ha un ruolo fondamentale nella strategia evangelizzatrice di Wesley — ha spiegato Franco Chiarini introducendo la serata — e i vari missionari giunti in seguito in Italia
mantengono questo ruolo ». In
realtà, attraverso gli inni, le chiese non proclamano semplicemente la loro fede in Gesù Cristo,
ma testimoniano anche il loro
impegno per gli ideali di giustizia e di libertà sociale. A questo
proposito, ha ricordato Chiarini,
spesso ci si limitava a creare un
testo che si adattasse a melodie
già note o già scritte per altre
occasioni. Nel caso degli inni proposti all’ascolto, per uno era stata utilizzata una melodia di J.
J. Rousseau, per un altro di G.
Donizetti.
L’esecuzione degli inni è stata
affidata alla corale della Chiesa
metodista di via XX Settembre,
guidata da R. Chiesa, e alla corale della Chiesa valdese di piazza
Cavour, guidata da S. Duprè.
Anche il numeroso pubblico, che
ha rnostrato di gradire molto la
manifestazione, è stato coinvolto
nel canto del primo e deH’ultimo
inno in programma, per ricordare meglio che il canto è prima
di tutto un’esperienza comunitaria.
A. B.