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ECO
DELLE miLT VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Cbiesa Valdese
Anno XCV - Num. 15
Una oopia Lir#» 40
ABBONAMENTI \ Eco: L. 2.000 per rinterno
f L. 2.800 per 1 estero
Spedizione in abbonamento postale - I Gnxppo
Cambio di indirizzo Li’"'^ SO
TORRE PELLICE — 9 Aprile 1965
Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Osanna!
E’ un giorno festoso, quello delle
Palme? E’ la sola occasione — oltre alla sosta davanti alla tomba di
Lazzaro — nella quale, secondo la
testimonianza degli evangeli, Gesù
ha pianto : e proprio sulla chiesa,
di cui il suo sguardo penetrava l’incredulità, l’indifferenza, l’incoeren
za, la superficialità; una chiesa che
da secoli e per secoli vive unicamente protesa nell’attesa del tempo
in cui sarà « visitata «, e quando lo
è. non sa o non vuole riconoscerlo.
Indubbi.amente per il Cristo non
è stato un giorno lieto; anzi, amari-simo. E’ stato il primo giorno
di Ma settimana santa, della settiman di ])assione; tutta l’ostilità e la
iì '■•in pi elisione di cui nemici e
a ei l'hanno circondato e accom]i aito jier mesi e mesi, pare sale di temperatura e concentrarsi
in niiesti giorni drammatici, che,
i' laciamente forse, devono aver
I ,'ique segnato, per la loro inti ila. 1 discepoli e testimoni, poiei iiienlre nel complesso i racconti iii;;elici sono abbastanza corsiV > cronisticamente imprecisi fin
qn , questi giorni li possiamo segeee quasi ora per ora, in un
dr ’iimatico crescendo. Gesù piange non su di sè, ma per noi, per
qi sta cocciutaggine dell’incredulità per questa durezza di cuore, per
qi sta ottusa incomprensione, per
qi esta timorosa incoerenza, che
stilino per fare della città santa una
lra|)])ola mortale per il suo Signore.
!>!•,.pi=o qui, alla vigilia delì i p isii.in, , Gesù ancora accetta di
ij.i ttei-i a Esposizione degli altri,
a «•u.i .jiie-t i amara « journée des
ili (Mi ,1. (die umanamente dev’esse ' ipparsa una tragica farsa, per
ai iio'lm. Non per sè, ma per
lì- !h‘«i! è entrato messianicamente I Gerusalemme. L’evangelista
(L liuii nota: «Non compresero
ah quello che gli facevano, ma
lo eiqire-ero dopo ». Dopo la risili /.ione, dopo che Dio ebbe fatto •iianiente e fino in fondo quello • le e«si, a modo loro, avevano
voi -Ui fare con notevole e incomprc isiva leggerezza in quel giorno.
n Sei re? » — « Lo dici. Ma il
mio regno non è di questo mondo »,
la mia autorità non viene da riconosi ¡menti o investiture umani, nè
si esercita secondo i metodi urna
ni. L’investitura è l’eterna elezione
del Padre, il metodo... a dorso di
somarello (secondo le profezie). Ma
la sua potenza esplosiva rotolerà la
pietra tombale.
E dopo i discepoli ricordarono
e compresero, ’videro’ e credettero.
Allora l’osanna riacquistò nei loro
cuori e sulle loro labbra il .=uo senso vero : non fu più un ’evviva ! ,
un ’iirrah!’, come si grida in piazza, in una pubblica manifestazione,
all’uoino o all’evento del giorno.
Riacquistò, quell’osanna, tutto il
suo senso profondo: « O Eterno,
salva! », l’acclamazione diventò una
gioiosa confessione di fede e una
fervida invocazione al solo che può
riscattare la condizione umana, e
che viene a farlo.
Per noi, Gesù ha accettato la festosità ambigua, carica d’incomprensione e di tradimento di quel
giorno. Viviamola gioiósamente questa festa, noi e i nostri giovani che
in tante comunità fanno la loro pubblica professione di fede. Ma ci può
essere gioia vera, salda, durevole,
solo se la viviamo « dopo » la passione e la risurrezione, solo se abbiamo « compreso » non che la vicenda è a lieto fine obbligato, ma
qual’è il senso e la promessa della
regalità di Cristo, il Benedetto che
viene nel nome cioè con la potenza
di riscatto del Signore.
Cmnciatoi*e
Aiit 17s 18
La definizione che gli ateniesi danno di Paolo è davvero crudele: cianciatore dice la nostra riveduta, cornacchia dice il greco
(letteralmente in dialetto ateniese significa un uccello che raccatta
dei semi in terra, gente che vive di chiacchiere insoimma).
Quest’uomo, che rappresenta per noi credenti il simbolo dell’evangelista, del missionario perfetto, l’apostolo certo più fedele al
Signore, non è per gli ateniesi istruiti ed intelligenti che un ciarlatano venditore di fumo.
Grande lezione di verità ci danno questi filosofi ateniesi, cercatori di verità ma gran chiacchieroni essi pure ! L’Evangelo che
predichiamo e di cui viviamo non è una verità folgorante, una
idea improvvisa che impressioni e seduca chi ascoltai Noi sentiamo
che è così, abbiamo piena coscienza di annunziare la salvezza per
l’uomo che accoglie Gesù, ma questa certezza rimane un dato interriore, un atto di fede.
La nostra illusione è di riuscire a convincere tutti, a trasmettere il messaggio che urge dentro, a dare a tutti il dono della fede che
ci è stato fatto. Nutriamo l’illusione di far gli altri partecipi della
nostra speranza e della nostra indignazione, della nostra vita insomma e di farli penetrare nel mondo dei nostri ideali, nel mondo
de] regno.
Illusione; noi siamo sempre dei cianciatori, delle cornacchie,
gente straniera che dice non si sa ben cosa. Cianciatori non perchè
parliamo soltanto, come spesso si dice, mentre non è vero che i cristiani abbiano sempre solo parlato senza fare. Gianciatori perchè
agli occhi della gente il problema della fede in (¡risto e del Regno
di Dio sono chiacchiere di stranieri, inutili, stijxTllue.
Abbiamo un bel daffare per rendere moderno, vivo, intelligente il messaggio che portiamo, sarà sempre chiacchiera per gli uomini moderni. E’ questo il destino di ogni evangelizzazione, di ogni
inissone, di ogni dialogo.
Ma è proprio a questi ateniesi scettici che Da do parlerà con
pacato ragionamento, con serenità, con sensibilità estrema; piccolo
straniero balbuziente nel cuore della cultura anls a, parlerà della
« follia della croce » con lucida ostinazione. Non ,1 iversaniente faremo noi, se saremo veri evangelisti. Giorgio Tourn
Sulla crisi del Vietnam
Dichiarazione di coscienza
La dichiarazione che segue è stata
firmata da un gruppo^ di promotori
dell’iniziativa in maggioranza cattolici (inclusi alcuni sacerdoti e due
gesuiti); tra gli .altri firmatari anche
alcuni protestanti che si sono associati (un nome conosciuto: il pastore A. J. Muste, leader dell’International Fellowship of Keconciliation,
Movimento Internazionale della Riconciliazione).
« The Catholic Worker » è l’organo di un movimento di laici e sacerdoti cattolici per un’azione tra i gruppi di proletari e sottoproletari ani^
rieani (ampia opera nei quartieri più
poveri di New York e Chicago); il
mtivimento si articola liberamente, su
basi comunitarie (due fattorie comuni! arie), cooperative e pacifiste; è ovviamente impegnato a fondo nella
lotta per l’integrazione razziale. Rappresenta una voce di minoranza, è
chiaro, ma una voce assai decisa e
poco «malleabile» (come certi cattolici più 0 meno « avanzati » d’Europa,
e d’Italia). Il movimento si muove
sempre su basi strettamente ortodosse, cioè non fa del pressapochismo
teologico (non è stato mai condannato dalla Chiesa).
Siamo lieti di pubblicare questo documento.
Poiché
le risorse militari degli Stati Uniti
nel Vietam e altrove sono impegna
te per sopprimere le aspirazioni di
questi popoli airindipendenza politica
e alla libertà economica,
poiché
disumane torture e insensate uccisioni sono commesse da parte di truppe
SGUARDI SUL MONDO
Panorama
del cristianesimo evangelico
Quest'anno ancora la Rivista Internazionale delle Missioni, organo ufficiale della
Commissione per la Missione e l’Evangelizzaziione del Consiglio Ecumenico, dedica 75
pagine del suo numero di Gennaio ad un
rapido resoconto sulla situazione delle Chiese
Evangeliche nel mondo. Un tale resoconto
è necessariamente superficiale e sommario,
però dà una veduta dinsieme che ha il
suo interesse. Leggendolo si è subito sorpresi
nel vedere come spesso contrastano le situazioni in cui si trovano le chiese in diversi
continenti, ecl anche le reazioni di queste
chiese a seconda degli ambienti e delle circostanze. Accanto al ravvicinamento che si
manifesta in molte zone tra protestanti e
cattolici, ecco in altre il formarsi di gruppi
protestanti antagonisti al movimento ecumenico; accanto a porte che si chiudono,
come nel Sudan, ecco rapidi progressi in
certe zone sud-americane, e così via. Contemporaneamente si osserva come in tutto il
mondo le comunità evangeliche, a confronto
con una società in piena evoluzioni, sentono
la necessità dì cambiamenti di metodo, e
di struttura, ma stentano a trovare la soluzione di problemi spesso molto urgenti.
In un articolo come questo non è possìbile seguire gli autori del rapporto, e parlare singolarmente di ogni paese; abbiamo
quindi raggruppati i fatti menzionati intorno
ad alcuni aspetti caratteristici della vita delle
chiese nel momento attuale.
PORTE CHIUSE
PORTE APERTE
Tutti sanno che i paesi comunisti, e la
Cina in particolare agiscono attivamente contro le Chiese Cristiane e la predicazione del
Vangelo, ma quello che è forse meno noto
è la crescente attività anti-cristiana dellislamismo sia in Asia che in Africa. Al Cairo,
nel 1964, il Congresso Pan-islamico ha lanciato un appello per la creazione di un fondo
per la propagazione dellTslamismo, ed ha
inaugurato la « Casa del Corano », che curerà la pubblicazione del Corano in varie
lingue asiatiche ed africane. Manifestazioni
ostili di musulmani contro i cristiani sono
segnalate in Indonesia e nel Pakistan Occidentale; in varie regioni deirAfrica Centrale e particolarmente nel Sudan forti pressioni musulmane contrastano 1 opera delle
Missioni Cristiane.
Nella Repubblica Israeliana ci sono state
delle manifestazioni ostili contro le scuole
cristiane.
Nel Nepal (India) la Missione Unita sta
sviluppando la sua opera assistenziale, ma
le leggi proibiscono le conversioni e i battesimi. Un pastore, condannato nel 1960 a
sei anni di prigione per aver battezzato alcuni convertiti, è tutt’ora in carcere. Ciò
nonostante, l’anno scorso 8 battesimi sono
siati celebrati clandestinamente nel Nepal
stesso. 36 vicino alla frontiera, su territorio
indiano, e 33 fra i soldati Gurkha in
Inghilterra.
In molte altre regioni, invece, la Chiesa
ha ancora la possibilità di evangelizzare liberamente, e a questa possibilità corrisponde
lo sforzo di certe Chiese, che fino ad ora
non si erano intere.^ate direttamente di missione. per prendere parte attiva all’evangelizzazione del mondo, come la Chiesa Ortodossa
Greca e le Chiese Evangeliche Austriache.
U'altra parte in molti paesi le Chiese indigene stanno organizzando vaste campagne
evangeliche, come nel Togo (nelle province
settentrionali), neH’Honduras (risultato : più
di 5000 convertiti e 110 nuove chiese), nel
Messico (dal 1900 la popolazione è triplicata, mentre i protestanti sono 15 volte più
numerosi) e in vari paesi europei (evangelizzazione delle masse operaie, per mezzo di
missioni industriali).
Parecchie Chiese asiatiche mandano regolarmente dei missionari in altri paesi: dalla
Corea, dal Giappone, dallTndia, diecine di
missionari sono andati in vari paesi delITndocina, nella Malesia, ed anche in Africa (Kenya).
POCHI PASSI VERSO
L’UNIONE DELLE CHIESE...
Sebbene vengano segnalati in vari paesi
incontri e conversazioni in vista dellunione
organica di certe denominazioni protestanti,
i risultati concreti sono stati scarsi nel 1964.
Una sola Chiesa Unita è stata costituita,
quella della Zambia che comprende dei Presbiteriani (Missione Scozzese e Missione di
Parigi), dei Congregazionalisli (Missione di
Londra) e dei Metodisti. Il suo primo Sinodo
si è riunito nel gennaio 1965.
Sembra imminente la unione delle Chiese
Anglicane, Metodiste e Presbiteriane nella
Nigeria, e forse seguirà, ancora nel 1965,
quella di alcune chiese nel Ghana.
...MA MOLTA COOPERAZIONE
In tutti i continenti il rapporto segnala
attività svolte in comune su tutti i piani:
sociale, scolastico, linguistico, ecclesiastico, ecc. Menzioniamo soltanto alcune delle
nuove iniziative promosse nel 1964.
Nel Sud Africa, nel Madagascar, nel Congo (Léopoldville), nel Brasile e nel Messico,
varie chiese hanno fondato delle Facoltà di
Teologia Unite, che hanno sostituito le scuole per pastori. Ovunque era possibile sono
state stabilite vicino ad una Università. Si
spera cosi di migliorare Pinsegnamento dato
ai futuri pastori, ed elevare un po’ alla
volta il livello degli studi teologici.
Nel Swaziland (Africa del Sud) le chiese
evangeliche studiano la possibilità di avere
un loro (( studio » per la preparazione dei
programmi religiosi che saranno trasmessi
dalla Radio governativa.
Due scuole evangeliche sono state fondate
nella Sierra Leone da alcune denominazioni
protestanti.
Vaste campagne evangeliche organizzate
da gruppi di chiese sono in corso nei Paraguay, nella Bolivia e nel Venezuela, mentre
neH’Ecuador è stato costituito un Comitato
per la Difesa della Libertà Religiosa.
Neirindonesia è stata fondata nel febbraio 1964 una Rivista Cristiana, chiamata
« Ragi Buana » (il lievito del mondo) che.
ha già più di 10.000 abbonati. In quel paese
già esiste uii quotidiano cristiano fondato
nel 1961 e che conta più di 35.U00 lettori.
A Puerlo Rico è stato inaugurato un grande stabile che ospita 5 organizzazioni evangeliche, ed è come un simbolo visibile della
cooperazione cristiana in quei paese.
A questa lista molto incompleta bisognerebbe aggiungere tutte le organizzazioni e i
movimenti già esistenti, e quelli progettati
nei vari continenti.
RELAZIONI CON LA
CHIESA CATTOLICA ROMANA
Il Rapporto sottolinea in modo particolare
i numerosissimi contatti stabiliti fra protestanti e cattolici in tutto il mondo. Questi
sono certamente, almeno in parte, un primo
risultato del Concilio Vaticano Secondo.
Ecco un elenco molto sommario ed incompleto.
Nuova Zelanda, ■ Osservatori cattolici assistono ad un congresso protestante.
Australia. - Le Chiese Protestanti partecipano attivamente a una Missione Ecumenica organizzata da una associazione cattolica. Più di 10.000 persone hanno assistito
a questa missione in tre giorni.
Pacifico. - Per la settimana di preghiera
per l'Unità, protestanti e cattolici pregano
insieme. Nelle isole Samoa e Tonga, comitati misti lavorano alla traduzione della Bibbia nella lingua indigena.
Hong-Kong. - Preghiere in comune per la
settimana dell'Unità.
Malesia. - 1.000 cattolici e protestanti partecipano ad un’ora di preghiera in comune.
Madagascar. - Un vescovo cattolico annunzia che i liambini protestanti che frequentano scuole cattoliche non saranno più obbligati ad assistere alla messa.
Maialai. - Su domanda dei vescovi cattolici
lavoro in comune per la traduzione della
Bibbia.
Uganda. - I cattolici (2 milioni) e gli Anglicani (1 milione) formano un Consiglio
Cristiano per una azione comune in vari
campi.
Congo (Léopoldville). - Lavoro in comune
per la traduzione della Bibbia.
SEGUE IN SECONDA PAGINA
annate, fornite di uniformi, addestrar
te e finanziate dagli Stati Uniti;
poiché
noi crediamo che tutti i popoli della
terra — e questo include gli americani e i non àmericani — hanno inalienabile diritto alla vita, alla libertà e
alla pacifica ricerca della felicità,
ognuno secondo la propria inclinazione; e
poiché
noi pensiamo che si debbono compiere passi concreti per porre fine alla
minaccia di una catastrofe nucleare
e degli stermini di una guerra chimica o batteriologica, scatenate per disgrazie o in seguito a un’operazione
di ’’escalation”.
Noi qui dichiariamo
11 nostro rifiuto, per motivi di coscienze, a qualsiasi collaborazione con il
governo degli Stati Uniti per il proseguimento della guerra nel Vietnam.
Noi incoraggiamo
coloro che in coscienza sentono di
poterlo fare, a rifiutarsi di prestare
servizio nelle forze armate e a chiedere di esserne congedati se ne fanno
parte.
Quelli di noi
che sono soggetti a obblighi militari
dichiarano la loro decisione di rifiutare di prestare servizio.
Chiediamo a tatti
di rifiutarsi, e noi stessi ci rifiutiamo,
di contribuire alla fabbricazione o al
trasporto di materiale bellico, o di
lavorare nel campo delle ricerche militari e della preparazione di nuovi
strumenti di guerra.
ineoraggeremo
la messa in atto di altre iniziative
non violente, inclusi atti che implichino disobbedienza civile, al fine di
fermare l’affusso di munizioni e di
soldati americani nel Vietnam.
Nota: Iti firma e la dislribuzione di
questa dichiarazione di coscienza può
essere considerata come una violazione alla legge sulla Coscrizione Obbligatoria, la quale proibisce di consigliare una posizione di rifiuto alle persone
che sono .sotto obblighi di leva. Le pene previste possono giungere fino a .1
anni di carcere e a 5 mila dollari di
multa.
(The Catholic Worker, febbraio 196.5 . pubblicazione mensile, esce a New York da
31 anni).
New York — In un commento critico
alla politica americana nel Vietnam, il period.co protestante americano Christianity
and Crisis chiede al governo statunitense di
cessare i bombardamenti nel Vietnam del
nord e di sottrarsi con negoziati al « ruolo
unilaterale)) che ha nel Vietnam del sud.
L editoriale domanda in particolare: «Abbiamo qualche ragione di pensare che colpendo le basi del nord, si spingeranno i
contadini del Sud-Vietnam a un atteggiamento piu leale nei confronti del governo
di baigon? v'è qualche ragione di credere
che il bud-Vietnam può essere utilizzato come base di resistenza aH’infiltrazione comunista in Asia? Questa infelice nazione esiste
appena come comunità e non si mostra molto capace dt darsi un governo responsabile ».
« il governo americano ignora forse che
il Vietcong rappresenta una rivoluzione indigena nel Vietnam del sud e che l'armamento e la decisione di combattere non dipendono interamente dall'aiuto straniero? Si
e studiato se il comuniSmo può essere moderato nel Vietnam del nord e sottratto alla
influenza del comuniSmo cinese? Non mostriamo ai cinesi che, a certe condizioni,
saremmo pronti a intraprendere una guerra
contro la Cina per distruggere il suo siStema? ».
Occorre infine domandare — conclude
1 editoriale « quali bombe sono lanciate
nel Vietnam del nord, e chi vi uccidono.
Ci si parla di basi, ma non stiamo per di■Strnggere pure centri abitati? ».
Melbourne — Sir Robert Meiizies. premier australiano, ha risposto a tredici vescovi anglicani che una lettera ricevuta da
loro 1 aveva «sorpreso e attrùstato ». I vescovi richiedevano passi positivi del governo
federale australiano in vista di una soluzione
« onorevole e pacifica » del conflitto vietnamita. Il primo ministro biasima i vescovi
per aver chiesto un’azione politica senza
previo esame sul valore dei rispettivi atteggiamenti delle parti in causa. Prima che
una qualunque nazione, ad esempio gli
Stati Uniti, negozi la pace — egli afferma — è necessario garantirsi la cessazione
dell aggressione e della sovversione.
Fra i firmatari della lettera erano l’arcivescovo ^ oods, di Melbourne, l’arcivescovo
emerito Booth e l’arcivescovo Appleton di
Perth.
(soepi)
2
i-’ag. ¿i
N, 15 — 9 aprile 1965
In missione negli Stati Uniti
Un grande paese di fronte ad alcuni gravi problemi di importanza nazionale e internazionale
Quando si viaggia quasi ogni giorno non è facile trovare il tempo di
scrivere per i lettori del nostro settimanale. I contatti si moltiplicano con
le chiese e con le persone, nuove impressioni ed esperienze si aggiungono a quelle di prima e, naturalmente
non posso evitare di leggere il giornale per conoscere quel che accade
nel mondo, in modo speciale negli
Stati Uniti d’America.
Questo grande continente, costituì
to da cinquanta Stati talvolta molto
lontani e notevolmente diversi Timo
dall’altro, si trova oggi di fronte ad
alcuni gravi problemi di importanza
nazionale ed internazionale.
Si può senz’altro dire che il paese
è sotto giudizio aH’intei-no ed all’estero; la vita prosegue normalmente, il
benessere materiale è ancora in aumento, il Presidente Johnson appoggia fortemente la battaglia contro la
povertà e le aree economicamente depresse, le chiese pregano per la libertà e la pace nel mondo, particolarmente per oipera degli Stati Uniti;
ma il problema della piena integrazione dei negri nei diritti individuali
e nella collettività sociale nonché
quello della politica degli Stati Uniti
nel Sud-Vietnam non sfuggono a molti osservatori. A questo riguardo i giu
dizi sono diversi e contrastanti; direi
che olè maggior solidarietà tra gli
americani per una soluzione positiva
del problema dei negri di quanto non
ve ne sia per un cambiamento di politica nel Sud-Vietnam. All’ interne
molti sentono che una nazione libera
e civile non può più tollerare a lungo
una situazione ingiusta verso milioni
di cittadini statunitensi; d’altra parte l’azione politica degli Stati Uniti
nel lontano Oriente è sotto giudizio
aH’estero ed i suoi effetti si ripercuotono anche qui con ritmo insistente.
Ragioni politiche e di prestigio impongono un’azione di forza, ma fino a
qual punto? Il « New York Herald
Tribune » del 23 Marzo riferisce notizie sulle reazioni europee contro
l’uso di gas sia pur non letali, da
parte di truppe sud-vietnamite equipaggiate dagli americani e parla di
un’Europa « irritata che protesta contro l’uso di gas nauseabondi » nella
guerriglia anticomunista. La coscienza di molti è turbata da quanto accade; forse non è male che ciò accada,
perchè molti americani hanno bisogno di ridestarsi nella loro coscienza
da una situazione di sicurezza morale
e di soddisfazione di sè che altera la
nozione dei fatti ed è di cstacolo ad
una chiara, cristiana vamtazione dei
tempi e degli avvenimenti.
Miti e realtà
di una convivenza razziale
Bisogna però affermare che gli avvenimenti atiualmente in corso negli
Stati Uniti del Sud sono seguiti con
impegno da una grande massa di cittadini, anche se è chi-aro che Tintegrazione e il pieno riconoscimento dei
diritti civili saranno l’effetto di un
cambiamento di mentalità, e nem soltanto dell’approvazione di nuove leggi Chi non ha visto gli Stati Uniti o
non ha studiato da vicino i problemi
della popolazione di questo vasto continente, si rende difflciiniente conto
della densità della popolazione negra
e della sua presenza nella vita sociale. Si parla spesso degli Stati del Sud
dove le tensioni sono certamente più
forti, talvolta violente; non bisogna
tuttavia dimenticare Timmensa popolazione negra di Ne-w York, di Chicago, di Baltimore, di Filadelfia e di
Washington; in questa ultima città,
capitale degli Stati Uniti e per molti
aspetti architettonici più vicina alTEtiropa di altre città, i negri superano anche se di poco il cinquanta
per cento della popolazione totale.
Nel Sud è in atto una manifestazione pacifica in favore del diritto di
voto finora negato a molti negri. Si
tratta di un'azione impegnativa e solenne, che può avere aspetti notevoli
cggi e nella storia futura del paese.
Un corteo di più di 4000 persone, guidato dal Pastore Martin Luther King,
in marcia dalla città di Selma verse
Montgomery, capitale dello Stato delTAlabaraa. E’ la marcia delle 50 miglia, a cui partecipano negri e bianchi, pastori, preti e monache, studenti e professionisti, venuti anche da
lontanci. Selma è una città di 29.500
abitanti, di cui 14.400 bianchi e 15.100
negri; le liste elettorali, tuttavia, con
Sono giunto un mercoledì, esattamente il 3 marzo, a Bethlehem, nella
Pennsylvania ospite del Presidente
del Collegio Moravo (Università e Seminario teologico). Da anni i contatti
tra la nostra Chiesa Valdese e quella
dei Fratelli Moravi si sono intensificati anche mediante le mie tre visite
a Bethlehem, cittadina industriale
centro religioso e culturale dei Mora
vi negli Stati Uniti. Ho fatto un culto
e due conferenze nella stessa giornata
ed ho partecipato ad alcuni pasti con
i responsabili del Collegio. i Moravi
rappresentano! anch’essi un movimento religioso della pre-Riforma, per
quanto non cosi antico come quello
Valdese; e bisogna vedere con quale
cura conservano il loro patrimonio
spirituale e culturale, seri25a nessuna
velleità di sopprimere o di attenuare
un nome che è stato loro dato e che
ha il suo posto in quella ininterrotta
catena di testimoni che il Signore suscita di secolo in secolo per l’annunzio della Sua Parola. Bisogna talvolta
parlare con certi « leaders » protestanti all’estero, come mi e accaduto ultimamente con alcuni esponenti nordamericani del Consiglio Ecumenico,
per sentirci dire che il nome « Valdese » dev’essere mantenuto dalla, no.‘-tra Chiesa, per il suo contenuto sierico ed ecumenico. E bisogna lasciarsi interrogare, come è accaduto a me,
dai Fratelli Moravi per confessare
umilmente e con una certa vergogna
la nostra (o per lo meno la mia) insufficiente conoscenza del movimento Valdese nel periodo della pre-Riferma : un iDeriodo che meriterebbe di essere studiato e fatto conoscere al livello delle nostre comunità, tanto sono interessanti alcuni suoi aspetti per
la testimoniajiza religiosa e per la
vita dei Valdesi di oggi.
sulle
tengono- il 99“■'ii di votanti bianchi e
Tl% soltanto di votanti negri. La
marcia diretta dal Pastore King si
svolge pacificamente per ora, in una
atmosfera di simpatia da parte d.i
molti, ma anche tra notevoli centrasti. Non si tratta di sentimentalismo
o di politica di parte; sono in gioco
diritti umani e civili finora negati
dai segregazionisti, ma che non possiamo fare a meno di giustificare tanto sul piano della giustizia umana
quanto su quello della riconciliazione
dei popoli nel nome di Gesù Cristo.
La Chiesa cristiana non può non
sentirsi impegnata nella condanna
della segregazione; ma la gravità del
problema è accentuato dal fatto che
in molte chiese cristiane, specialmente negli Stati del Sud, i contrasti sono persino violenti e molti settori
della popolazione bianca e protestante sono tuttaltro che favorevoli ad
una totale integrazione dei due popoli in uno solo; nel nome di Gesù
Cristo.
* 9Ì( *
Il discorso- mi porterebbe lontano,
se potessi continuarlo ; debbo invece
riprendere la cronaca del mio viaggio
ed aiutare i lettori a seguire il mio
itinerario da una regione all’altra degli Stati Uniti.
Si tratta d’una cronaca riassuntiva
di due settimane esatte, estremaments occupate da viaggi, da culti e conferenze : in due settimane, infatti, ho
avuto 25 impegni in pubblico nelle
chiese e in altri locali.
Il viaggio a tappe si è svolto quasi
unicamente in aereo, dai grandi aero
porti delle metropoli a quelli piccoli
di cui sono dotate anche le città di
modeste dimensioni.
A contatto con
i|Fratelli Moravi di Bethlehem
Ma è meglio non parlarne, tanto
quella signora è morta e la nostra
Chiesa deve vivere, testimoniare con la
ferza che il Signore le dà. Riparto per
Filadelfia e prendo l’aereo per Chicago, altra immensa città, sulle spon
de del lago Michigan. D’inverno Chicago è una città particolarmente fred
da e ventosa; fa freddo anche la sera
in cui vi giungo, ma dopo poche ore
eccomi nella Chiesa già Valdese, ora
«Waldensian Presbyterian », per una
cena commemorativa del 17 Febbraio
e per una proiezione di diapositive. 1
Valdesi giunti dall’Italia sono ormai
pochi e anziani di età; ci sono- alcuni
giovani discendenti di famiglie Vaidesi e poi altre numerose persone che
ascoltano per la prima volta le notizie della Chiesa Valdese d’Italia. Non
posso ricordare molti nomi, oltre a
quelli delle famiglie Berger, Pons,
Rostan. Ricordo di aver parlato con
un certo Bertalmio Giuseppe di Per
rero. Il giorno seguente. Domenica 7
Marzo-, un pastcre presbiteriano mi
viene a prendere alle otto e rni conduce nella sua chiesa dove presiedo i
due culti alle 9,15 e alle 11; rientro
in città per un po’ di riposo e poi mi
reco in un’altra chiesa, il cui pastore
mi aveva fatto visita a Roma durante
la prima sessione del Concilio Vaticano.
E’ tardi quando il past di Keckley
mi riaccompagna nel centro di Chicago. Ho poche ore davanti a me ;
luned i mattina, alle ore sette, sono
in una stazione secondaria dove prendo un treno che mi porta a South
Bend, a circa due ore di viaggio da
Chicago. Chi mi attende a South
Bend? Un caro amico delle Valli Vaidesi, M. Boyd Nelson, che molti Vaidesi di Torre Pellice ricorderann-D
pensando alTimmediato dopo guerra,
quando i Mennoniti si erano stabiliti alle Valli, precisamente nella casa
che poi divenne Scuola di Agricoltura.
Per alcuni anni i Mennoniti furono
di vero aiuto a molte persone delie
Valli; ricordo che avevano aperto un
servizio sociale anche a Pinerolo, nel
vecchio ospedale, per la distribuzione
di minestra ai poveri della città.
A Chicago
rii/e del Michigan
Gli anni passano, ma i Nelson HI
matrimonio era stato celebrato a Torre Pellice) ricordano il loro soggiorno
in Italia e vogliono far conoscere anche qui la Chiesa Valdese. Trascorro
un solo giorno in casa Nelson, ma
con un nutrito programma: partecipo ad una riimione di Pastori e rivolgo loro il mio messaggio; poi faccio
una lezione di storia sulla Riforma e
i Valdesi ad una classe del Ccllegio di
Gpshen; la mattina presiedo il culto
nella Chiesa del Collegio (un magnifico edificio completamente rotondo,
alla presenza dei professori e di alcune centinaia di studenti), infine ho
un’intervista radio. Il tempo corre;
devo rifare le valigie, salire sulla macchina di Mr. Nelson e viaggiare con
lui e con la sua signora verso l’aeroporto di Chicago. Ripen.so ai Mennoniti, alla loro presenza nella reialtà religiosa e sociale del mondo. Sono in
tutto poco più di 85.000, cioè una minoranza; hanno da 900 a 1000 chiese,
475 opere oltre Oceano, vari operai
impegnati nella « Homo Mlssion » o
all’estero; si sono specializzati in culture agricole e nella costruzione di
ospedali e scuole, oltre a varie case
per bambini minorati. Non occorre
essere una grande chiesa istituzionalizzata per compiere grandi cose; la
nostra piccola Chiesa Valdese opererà bene se saprà operare fedelmente
e se curerà le cose che Dio le affida,
servendo gli uomini alle A^’alli o fuori
delle Valli, in Francia, nella Svizzera,
nell’America del Sud e del Nord, con
spirito di verità e di carità.
;¡! *
Poche ore depo sto viaggiando in
aereo verso lo Stato del Minnesota,
Sorvolo distese di campi coperti di
neve, ma fertili in grano e granturco.
Ecco il fiume Mississipi non ancora
molto- vasto, poi la cupola del « Ca
pitol » di Saint Paul, di fronte alla
città di Minnea-polis.
Scendo dall’aereo e sono accolto
dal Dr. Wes-h, pastore di una grande
chiesa presbiteriana. L’edificio- non e
recente, ma contiene una ampia e
bella chiesa, oltre a molti locali per
attività soiciali.
Piatto unico e studio biblico
[una bella serata]
La sera stessa ripartivo in macchina accompagnato da uno studente in
teologia del Seminario della « United
Church of Christ » a Lancaster, sem
pre nella Pennsylvania. Dopo due ore,
eccomi nella cittadina di Lancaster,
dove incontro il professore di dogmatica, Bela Vassadji, di origine ungerese, che avevo conosciuto alTAssemblea delle Chiese Riformate e
Presbiteriane a Francoforte, nell’agosto del 1964.
Presiedo il culto nella cappella della Facoltà di Teologia e poi riparto.
Se ne avessi il tempo, parlerei più a
lungo dei Seminari teologici apparteii£-nti alle varie denominazioni nordamericane. Sono generalmente situati
in località tranquille, alla periferia
delle città, fatte le debite eccezioni.
Si tratta di ampli edifici dotati di molti ambienti, frequentati da studenti
di vari Stati. Non mancano tra gli
studenti, le vocazioni pastorali tardive e molti studenti sposati sono alloggiati in appartamenti costruiti per
piccole famiglie. Talvolta gli edifici
si rinnovano anche quando, a parer
nostro, non ve ne sarebbe bisogno;
ma ciò avviene spesso a causa di donazioni anche vistose, grazie alle quali il problema finanziario passa in seconda Inea. In questi ultimi giorni ho
letto una notizia impressionante :
una signora di Brooklin ha fatto un
dono di 27 milioni di dollari alla Università di Princeton, nel New Jersey.
Ve l’immaginate questa somma in lire
italiane? Più di 16 miliardi di lire, se
non ho commesso errori! Quanto sarebbe stato necessario un solo milione di dollari alla Chiesa Valdese,
nientre all’Università rii Princeton
sarebbero stati più che sufficienti gii
altri 26 miloni!
Sono atteso la sera e partecipo al
pranzo serale alle diciotto e trenta:
una bella riunione di più di trecento
persone, una magnifica cucina con
tutta Tattrezzatura necessaria, un
servizio- inappuntabile fatto esclusivamente da un gruppo di uomini assegnati a quel compito particolare.
Non si mangia per due ore di seguito : c’è un bel piatto unico ed un gelato, il tutto servito' e consumato in
tre quarti d’ora. Alle 19,15 Tassemblea
si divide in tanti grup-pi per loi studio
di argomenti vari. Partecipo alla riunione di studio biblico con esposizione sommaria del libro degli Atti, molto utile agli adulti per la conoscenza
della Parola di Dio. Alla 20,15 tutti si
riuniscono in chiesa e il Pastore mi
presenta e mi invita a parlare della
Chiesa Valdese: una bella riunione,
in uno spirito- di comprensione e di viva sensibilità, senza molte forme esteriori, ma con chiara volontà di conoscere la Parola di Dio e la testimonianza della Chiesa per la vita di oggi. Ho molto apprezzato il riassunto
di alcuni capitoli del libro degli Atti
fatto dal Pastore; un linguaggio chiaro e semplice, un contenuto preciso e
pratico che tutti gli adulti poterono
comprendere per il loro beneficio.
La mattina seguente torno all’aeroporto e viaggio verso Chicago. Cam
bio aereo e salgo su quello che deve
portarmi a Indianapolis, capitale dello Stato di Indiana. Alcune persone
amiche mi attendono e mi trasportano nelTediflcioi che è sede amministrativa e missionaria della Chiesa dei
« Disciples of Christ » conosciuta anche sotto il nome di « United Christian Missionary Society ». E’ una de
nominazione di data relativamente
recente, aperta verso gli cirizzonti missionari od economici, fraternamente
impegnata anche fuori degli Stati
Uniti, in Asia e nelTArnerica latina;
infatti i nostri fratelli Valdesi del
Distretto Rio Platense seno anche in
rapporto con i « Disciples oí Christ ».
Il Presidente degli Stati Uniti ap-partiene a questa Chiesa cristiana.
La mattina presiedo il culto nella
cappella delTedificio, poi ho una intervista di quasi due ore con la stampa, infine rivolgo la parola ai membri
del Comitato esecutivo all’ora del
pranzo in comune.
Dovrei parlare a lungo di tutti questi incontri che mi hanno fatto conoscere tanti ambienti e tante persone
sul piano dei rapporti ecumenici. Lo
spazio non lo consente e non posso
neppure terminare la cronaca di questo viaggio di due settimane, perchè
riferirò un’altra volta .sulla visita a
due altre. città, dove ho incontrato
alcune persone di origine italiana e
valde.se.
Doue nacque l’â.W.â.S.
E’ tempo di terminare e lo farò rievocando due incontri che ebbero luo
gc a New York alla fine di Febbraio
e alTinizio di Marzo: il culto nella
Brick Presbyterian Church, sulla Park
Avenue, dove una sessantina di anni
fa venne organizzata TAmerican Waldensian Aid Society (il nome di Pietro Valdo è ricordato nella parete della cappella e il simbolo della Chiesa
Valdese si trova sul pavimento, insieme con altri simboli di Chiese Protestanti), e la riunione annuale, un
pranzo ufficiale, della American Waldensian Aid Society nel salone della
Madison Presbyterian Church, alla
presenza di 130 convenuti ,tra i quali
alcune personalità del mondo ecumenico nord americano.
I due avvenimenti hanno servito a
far conoscere la Chiesa Valdese nell’ora presente e dobbiamo render grazie a Dio per gli amici che Egli ha
sempre suscitato attorno a noi. Ce ne
rendiamo noi conto con sufficiente
spirito di gratitudine e di responsabilità? In quale Chiesa Valdese delle
Valli si è voluto ricordare ai posteri
il nome di Pietro Valdo?
Evidentemente la fedo cristiana ci
aiuta a guardare al dilà di quei tempi
e di quella assai modesta personalità.
E possano i Valdesi guardare oltre
quei limiti della confessione della
fede e della speranza, come nella pratica della carità.
Il Signore, tuttavia, si è servito e si
serve ancora di uomini, nella concreta
realtà della storia, per darci un messaggio e per essere con noi. Ci aiuti
anche a ricordarli ed a seguirli, « cir
condati da un .gran nuvolo di testimo
ni... corriartio con perseveranza Tar
fingo che ci sta dinanzi, riguardando
a Gesù ».
Ermanno Rostan
Filadelfia, 23 Marzo 1965.
PERSONALIA
La Doti. Graziella Lupo ha ottenu^ recentemente la libera docenza in
chirurgia Plastica, dopo aver conse
guito già da tempo quella in Chirurgia d’Urgenza.
Questo nuovo successo ben meritato
SI aggiunge a quello di altri Dottori
Valdesi e ce ne rallegriamo sinceramente.
Panorama
evangelico
CONTIMJA DALLA PRIMA PAGINA
Portogallo. - Incontri di Cattolici c Protestanti per discutere problemi comuni e per
pregare.
Olanda. - Incontri vari per lo studio della
Bibbia, convegni giovanili di fine settimana,
articoli scritti da protestanti per giornali cattolici e viceversa, scambio di libri.
Brasile. - Riunioni mensili di esponenti
(leaders) protestanti e cattolici.
Colombia. ■ Attacchi contro i protestanti
in centri della campagna, biasimati dalle
autorità ecclesiastiche della Chiesa Cattolica.
Jamaica. - Riunioni di preghiera in comune, convegno evangelico con partecipazione di Cattolici e Anglicani.
Messico. - Il vescovo di Cuernavaca, Dr.
Méndez-Artico, ha fatto molto per promuovere
migliori relazioni co: protestanti. La sua influenza si estende a tutto il paese.
Canada. - Le migliori relazioni esistenti
fra cattolici e protestanti, potranno contribuire efficacemente al superamento della forte tensione che cpisle in questo momento per
ragioni politiche linguistiche fra le province
di origine anglo-sassone, e quelle di origine
francese.
E difficile stabilire il vero valore spirituale di questi contatti, nè in quale niìsur.ì
essi potranno essere utili per una chiarilicazìone delle relazioni con i cattolici. oppui'T
generare una pericolosa confusione.
VERSO L’AUTONOMIA
Come negli anni passati vengono segnai:,
te aienne chie.se fondale da Missioni eim pee o ameeieane, che hanno as.-iinto I
piena respon.sabilità delTopera di Dio nel! ■
regioni in cui si trovano. Sono di\eni,i'
autonome nel 19f)4 : le Chiese Metodi-"
deile isole Samoa e Fiji, e del Ceylon: li
Chiesa Morava del Suriiiam: le Chii--'
del Basutolanil e dei Barolseianrl, fond:;
dalia Società delle Missioni di Parigi; m
la Corea, Ire Missioni presbiteriane hai:' ■
iraslerito le eongregazioni da loro fon!Ì;ii,
alla Chiesa Presbiteriana della (it>i-ea.
SPIGOLATURE
Neil abbondanie materiale contenuto u :
rapporto, spigoliamo lenninando alcuni ■
si particolari interessanti.
Il problema dell istruzione religiosa ite:: ■
scuole statali è alTordine del giorno in i
[lacsi a maggioranza protestante :
in Inglultcrra, corti elementi poil', ,
esercitano una forte pressione in Pariani'
io per la soppre.ssione di tale insegnamen;
-- Nella Svez-ia un piano per la dimii
zione delle ore di religione nelle scuole
tali Ila sollevato una forte opposizione .
parte di tutte le chiese. Dna petizione e-.,
tro questa diminuzione, preparata da i '
comitato interdenominazionale è stata tirmata da 2.500.UGO persone.
Negli Stati Uniti, una parte delPopine
ne pubblica vorrebbe che la Religione a',. se più importanza nelle scuole e ohe ;l
fossero più cerimonie religiose legaime: '
istituite nelle scuole statali. La maggior;'
za delle autorità ecclesiastiche, sia pro' stanti che catt.)liche, non sono in favi e
di tale cambiamento, perchè temono eie
questo porti a un controllo sempre più gr;; de dello Stalo sulla religione.
Per quello che concerne il problema <.
ziale invece, negli Stati Uniti, sono i di...
genii ecclesiastici che lottano per l’eg:
glianza di tutti i cittadini, mentre ni'i
membri di chiesa li seguono senza enti!-. smo, eppure si oppongono attivamente.
La Chiesa Ortodossa in Jugoslavia è r:è
pegnata in un grande programma di ricostruzione. Nel 1964 sono state costruito : 1
nuove chiese. Alla (ine della guerra JOOn
parrocchie su 2400 erano senza prete iii-lare. Nel 1964 vi erano 500 studenti n ■*
seminari e nella Facoltà di Teologia. 20
uomini maturi hanno abbandonato buoiii
impieghi per dedicarsi al paslorato, aiiprohttando di facilitazioni offerte a cancliihili
già sposati.
Durante il 1964, 80.000 abitanti del .Pakistan Orientale si rifugiarono in India, per ragioni politiche locali. Di questi ben 25,000
erano cristiani. Le chiese locali con Tainlo
del Consiglio Ecumenico, hanno cercato di
aiutare questi rifugiati, che ora però stanno
tornando un po’ alla volta nel Pakistan, il
governo centrale avendo promesso loro protezione e il ricupero dei loro beni.
Per quanto concerne l’Italia, il rapporto
segnala la preparazione del Congresso Evangelico. e i lavori della Commissione Valdese-Metodista, in vista di una più stretta
collaborazione fra queste due chiese. .Sottolinea pure Timportanza dell’opera di Riesi, presentandola come « un esperimento
per portare il messaggio cristiano nella vita stessa degli uomini, nella loro vita sociale, politica ed economica, senza proselitismo,
ma piuttosto cercando di dare alla « polis »
una nuova base, sulla quale costruire una
nuova società. Si ha l’impressione, dice il
rapporto, che questo esperimento aprirà forse nuove vie alla testimonianza cristiana nel
mondo ».
CONCLLSIONE
Quando .si contemplano, come se fosse
dall alto, quei milioni di piccoli gruppi, che
sono le minoranze evangeliche sparse nel
mondo, non si può che sentire profondamente quanto siano tragiche le divisioni e
gli antagonismi che ancora sussistono fra
loro. Voglia il Signore benedire tutti gli
sforzi che vengono fatti, in tutti i continenti, per promuovere una cooperazione
sempre più eifettiva ed efficace fra gli evangelici delle varie denominazioni: sia una
cooperazione basala su un riconoscimento
leale del valore delLopera svolta dalle altre
chiese sorelle, e una fedele obbedienza a Colui che ha affidalo alla Chiesa la Missione
di predicare il Suo Vangelo a tutti i popoli della terra. R. CoissoN
3
9 aprile 1965 — N. 15
pag. 3
Tra i lavoratori italiani
nella Svizzera orientale
L’atlività pastorale, educativa ed assistenziale Ira i lavoratori italiani è svolta prevalentemente in alcuni centri della Svizzera
alemánica, i quali fanno capo alle comunità
di Zurigo e di Basilea e, in misura più
limitata, a quelle di Berna e di Lucerxia,
mentre nella Svizzera ronianda il lavoro è
accentrato a Ginevra, Losanna, Neuchâtel,
Vevey.
Desideriamo oggi offrire ai iet’.ori una
visione sintetica della complessa e multiforme penetrazione evangelica in seno alle
collettività italiane di quella parte della
Confederazione nel settore nord-orientale
del paese, che corrisponde ai Cantoni (Stati
federali,! di Zurigo, di Sciaffusa, di Turgovia e di S. Gallo,
La Cliiesa di lingua italiana di Zurigo è,
forse, la più antica testimonianza del servizio — reso e da rendere — agli immigrali.
La sua costituzione in organismo autonomo
risale al 1890 e quest’anno ci vedrà impegnati nella celebrazione del 75« anniversario. Ormai le prime generazioni che furono il frutto della seminagione sono scomparse: i membri più anziani delia comunità
zurigana vennero alla conoscenza del Vangelo Ira i! 1913 ed il 1930. Li circondiamo
dei nostro affetlo e vediamo in essi il vincolo vivenic che ci unisce ai primi testini «ni del Vangelo in lingua italiana in questa città. Quasi sempre i loro figli, nati e
cresciuti qui, non fanno più parie della
no ìra comunità. Se sono rimasti fedeli,
st)no impegnati nelle comunità di lingua
letl -'oa... altri sono sommersi daU’indifte
con la presenza dei lOO.r.ffO italiani
ne! -oio Canlom' di Zurigo, l’influenza della luminità si è di molto estesa ed intensili« ;;. Oltre alle normali attività, compresa
qn dciruffiiio di collocamento, mettiam.: o cvidetiza solo le iniziative recenti,
dii ;;;.mno incontrato maggior favore.
[ :u:ni 6-7 febbraio hanno avuto inizio ì
CO! : i 1965 per ì coilaboratori con la pre
f, 30 imrlecipanli, svizzeri ed italiani.
1) Iruiìi anni, si è presentala la necessi. :• ih>ppiare il corso (sezione superiore
c . cienieniare). Mentre il corso ele
im ; i t onsiste essenzialmente nello sin(In h-i ^acra Scrittura, delia Storia di
Isf; • delle differenze tra la fede evaiigt'l - r 'luella romana, il corso superiore
' ïule Pcscgesi della Lettera ai Calati,
iozioiìe ai libri neoleslamenlarii, la
M'-- deiia Cliiesa (<*on lettura e valutazione ■: li problema del Canolicesimo »),
noi... ¡lozioni di teologia sistematica.
1. ’.'ìcoragiiiante il notare come non po
di' nici svizzeri seguano i corsi per esser * i grado di svolgere meglio la loro opera ‘ . gli Italiani. Siamo loro molto grati
sia : 1 il servizio ebe rendono sia per Pimpea seno e perscveraiUe — nella loro
speli..ca preparazione.
I «orsi liaiMio luogo mensilmente durante
* ' 1 1 lo Í -.1 s>o'.. fo nella Casa della
Í ( n t 1 ilusa ì Riidlingen
svolto il suo insegnamento a Oxford ed in
altri centri europei. I lavoratori seguono le
lezioni il mercoledì dalle ore 20 alle 22 ed
il sabato pomeriggio dalle ore 15 alle ore
20. Speriamo che un buon numero siano
in grado di sostenere gli esami presso la
Scuola media pareggiala di Torre Peliit\r.
La celebrazione del XVll Febbraio si è
svolta la domenica 21: culto con una partecipazione di 125 presenti, colazione fraterna
con 84 conunensali, pomeriggio ricreativo
con 120 partecipanti: messaggi, cori c canzoni eseguiti dalla gioventù svìzzera di
Bassersdorf e dalla corale della Colonia Libera di Zurigo.
Per limitare gli effetti dannosi della tensione che attualmente pone in contrasto alcuni limitati settori della popolazione loiale e gli immigrati, la nostra comunità ha
intensificato gli incontri tra svizzeri ed italiani, con libere discussioni, con conferenze
tenute dai Pastori di lingua italiana in ambienti svizzeri.
A lar meglio conoscere le esistenze degli
immigrati alla popolazione svizzera con
corre anche il mensile « Voce Evangelica »,
la cui redazione si trova nel Cantone di
Zurijio e che si slampa a Lugano. Chi
dairilaJia desidera seguire questo lavoro
dalle vaste risonanze può riebiedere numeri
di saggio all’Ufficio evangelico • Wiedingstr.
Il - 8055 Zurigo.
Per amor di precisione, segnaliamo infine
che le recenti disposizioni del Governo federale limiteranno alquanto la mano d'opera straniera nei settori delPinduslria,
delPedilizia. Tuttavia i settori alberghiero,
agritollura e lavori casalinghi nelle fami
glie e nelle case di cura non subiscono lestrizioni di sorta. La Chiesa di Zurigo si
incarica di dare informazioni a quanti le
tiesideraiio. Rimane di capitale importanza
il fatto che nessuno può ora recarsi in Svizzera. senza essere inunito del normale contratto di lavoro, con la relativa autorizzi^zi . ne alla residenza. Per le mense aziendali del \ olksdienst. Pufficio si assume tutte le pratiilie inerenti sia al contratto sia
all’anlarizzaziune pei la residenza.
Elio Eynard
I lavoratori stranieri
Una dichiarazione delle Chiese di San Gallo
^ 'Ik ^ ‘ 1 idi del Reno, che
sr rr placidi» medi.
il 7 ai il ■ iciì,.':’ ! (dopo la Pentecoste)
a\ bje«- li I oiso regolare con argoi ’ li spct'ial;. i.^rendiamo l’invilo non
sob/ ieii .n <1; /.ungo, ma anche a quelli
(b i ; i.jnioiii , ^afidibc importante avere
in c,a'i.-)i;irza alcuni rappresentanti
da. !
]! ^ vk; prima esperienza di insegna
mei: : inbhfo e scaturita rimpellente necess -, preparare meglio i nostri lavora
tori - ! quanto concerne la loro istruzione.
La ”1 UÍ ■ i media ebbe inizio lo scorso anno
e (l:> ; ilauiu risultati positivi, talché, ora,
gli iiono diventali circa 40, divisi in
3 ci ; ! ! cienieniare. prima media, seconda
media; La scuola porta il nome di Pier
Matp‘' Vermigli, nato a Firenze nel settemi? :b‘i ]5(K). uno dei più eminenti rifonnaTOii italiani del XVT secolo, spen:osi
a il 12 novembre 1562, dopo aver
S. Gallen, 5 marzo 1965. Il Consiglio delle Chiese Evangeliche (Chiesa Evangelica Riformata) del Cantone di S. Gallo ha reso noto
il seguente appello in merito al problema
degli operai stranieri in Svizzera. In esso si
legge fra rallro:
All attento osservatore non sfugge il fatto
che in questi ultimi tempi sì vadano manifestando in seno alla nostra popolazione sentimenti e movimenti ostili ai lavoratori stranieri. L'operaio straniero non viene più considerato come un aiuto ben accetto, ina come elemento perturbatore e talvolta persino
criminale. Oggi si tende a riversare sulLoperaio straniero la colpa per molti dei problemi che ci affliggono, la colpa per l'esagerata
espansione economica, per il carovita, per
la crisi degli alloggi, per il sovraffollamento
degli ospedali, per il pericoloso processo di
« inforestieramento m che in certe località ur.
baile e industriali ha davvero assunto notevoli proporzioni.
Ma, chiediamo noi ai nostri connazionali,
di chi c veramente la colpa per tale inforestieramento? Chi è che da anni chiama nel
nostro paese operai italiani, spagnoli, greci,
iugoslavi c africani? Chi ha permesso che
il numero degli operai stranieri superasse i
700.000 e quello di tutti gli stranieri in Svizzera raggiungesse il milione di unità? Chi
trae profitto dal frutto della presenza e del
lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori
stranieri in Svizzera? Proprio NOI SVIZZERI!
Chi costruisce nel nostro paese gli alloggi,
dei quali c’è grande bisogno ovunque nel nostro paese? Chi costruisce le autostrade? Chi
lesse le stoffe con le quali ci vestiamo? Chi
ha contribuito a far si che si potessero ridurre gli orari di lavoro? Chi lavora ed ha
cura di noi nei grandi ospedali e negli istituti? Chi svolge in misura crescente nel nostro paese i « lavori sporchi »? In gran parte tutti questi lavori vengono svolti dai
LAVORATORI STRANIERI! Invece di imprecare contro i lavoratori stranieri e farne
il capro espiatorio dei nostri problemi, potremmo fare cose molto più importanti, come svizzeri e come cristiani!
In primo luogo è doverosa Tespressìone
della nostra riconoscenza e gratitudine verso
i lavoratori stranieri per il contributo che
danno allo sviluppo della nostra economia
e all'elevazione del nostro tenore di vita, riguardandoli non come unità lavorative o
forze dì lavoro, ma come UOMINI c COL
Lettera daWAlsazia
Sociologia religiosa
di una ciltà
LABÜUATOR1 e trattandoli come tali, senza
privarli della dignità umana e del diritto
airintegrità del viiieoio coniugale e della
\ita di famiglia. K' necessario che noi svizzeri ci fermiamo a RI FLETTiERE, per poter
dare un conlrilnito positivo ai problemi connes.si con la presenza dei lavoratori stranieri
e per \enire intunlro in maniera degna ai
liuoratori slrsuiieri ed ai problemi relativi.
llobJjiamo ialbtteie sulla tradizione di
AI’ERTFRA elie i-aralterizza il nostro paese
verso il resto delle comunità umana. E' certo segno (I irresTMui-.aliilità, da una parte, lasciar ereseere I rrooomia del proprio paese
(‘OSI tanto oltre i limiti del proprio poten/i;df (■},,■ uon può più funzionare
stMiza la pre-^en/a .li centinaia ili migliala
(b lavoralofi ^| rauì-tì . Ma è altrettanto sbagliato soggiacere . II.i ostilità di moda oggi
contro tulio ciò « Im r straniero e forestiero,
dimeiiticaiulo la ( radi/.ione svizzera di apertura e di sulidancla per il resto del mondo
e 1 imjiulso che «pic-ra tradizione ha dato
alla vita economica - culturale del nostro
paese. Alibianio bi.'-:<.. ;o dì bilanciare la piccolezza della nosha nazione e la ristrettezza
dei nostri eoniiiii j : gando i contatti con il
resto del mondo. Viür.imo bisogno di far affluire i prodotti de! i nostra economia sul
mercatj mondiale, la. misura della nostra dipendenza economica dall’estero è questione
principalmeiife rii moderazione e di autodisciplina. Oggi il contingente di lavoratori
stranieri in i/zera ha bisogno di essere ridotto, ma ciò deve avvenire senza esagerate
perturbazioni ilella nostra economia. Ed a
quei lavoratori stranieri che seguitano a lavorare da noi va riconosciuto il diritto ad
una vita conlbrme alla dignità umana e pertanto bisogna pei mettere loro di essere rag*
giunti dai propri famigiiari.
Un atteggiamento che voglia essere umano
r cristiano nei confronti dello straniero ha
le sue cons(‘guenze : chi dice di si al lavoratore straniero, deve dire di sì anche ai
membri della sua famiglia. Ciò apre per il
no.'^lro paese giganteschi problemi, per il fatto che oggi i lavoratori stranieri ospitati dal
nostro paese sono molto numerosi: problema
degli alloggi, della costruzione di case, dell’assiinilazione, della variazione del rapporto confcs'-^ionale. dei matrimoni misti, ecc.
Ma il rispetto della dignità umana, di cui
\a tenuto conto nel campo deU’economia sia
La domenica mattina, a Mulhouse, è tutto
uno scampanio che giunge da più parti. E
sembra, più che un richiamo ai fedeli, come se ogni Chiesa voglia far udire la propria voce, voglia far sentire la propria presenza, una presenza che non è soltanto religiosa. Perchè come forse poche città al mondo Mulhouse riflette nei vari culti la sua
composizione etnica, le diverse origini della
sua popolazione.
Mulhouse, che oggi conta oltre centomila
abitanti, all’epoca della Riforma era un villaggetto di appena duemila anime. Ma questa piccola popolazione era dotata di un fiero
spirito di indipendenza. Fin dal XIII secolo
Mulhouse aveva saputo emanciparsi dalla
tutela ei vescovi di Basilea e di Strasburgo,
divenendo una città libera imperiale. Una
città ghibellina, potremmo dire.
Eppure la sua situazione non era certo
facile, trovandosi circondata da territori appartenenti agli Asburgo, cioè aU'Austria. E
ancor più difficile doveva apparire, in quella posizione, una sua adesione alla Riforma.
Tuttavia, sin dalFinizio della Riforma luterana. molte persone colte dì Mulhouse si
erano interessate ad essa.
Ma non è nè alla Riforma del tedesco Lutero, nè a quella del francese Calvino che
la città di Mulhouse aderirà. La sua vicinanza a Basilea, la circostanza che i due
principali sostenitori della Riforma a
Mulhouse si erano formati a Basilea, favorirono 1 adesione di Mulhouse alla Riforma
di Zwinglio. Fu una adesione totale ed
esclusiva di tutta la popolazione e dal 15
febbraio 1525 Mulhouse fu una città interamente riformata, rimanendo tale fino alla
sua unione alla Francia nel 1798.
Tuttora il tempio principale di Mulhouse,
la grande cattedrale di Saint-Etienne, al
centro della città, con belle vetrate del
XIII secolo, tutta illuminata nelle ricorrenze nazionali, appartiene alla confessione
svizzera di Zwinglio. Ma questa non è ormai più i unica confessione presente a
Mulhouse.
L'industrializzazione della città e la ripresa dello sfruttamento delle antiche e importanti miniere di potassio hanno determinato una forte immigrazione sia da paesi
cattolici (polacchi, italiani, spagnoli, francesi di altre regioni) sia da paesi protestanti ma luterani (tedeschi e soprattutto alsaziani del Basso Reno). Per questo oggi la
maggioranza non è più protestante ma cattolica, con la presenza anche di comunità
luterane.
L’unione alla Francia ha prodotto anche
la formazione di una comunità ugonotta.
Furono infatti il capitano Constantin de
Rocbine e qualche altro ufficiale francese di
guarnigione a Brisach, allora presidio militare, che fecero introdurre a Mulhouse un
servizio in lingua italiana. La città di
Mulhouse, per venire incontro alle necessità
per ì lavoratori indigeni che per quelli stranieri, ha sempre nella Bibbia la precedenza
sui pur difficili problemi del vantaggio e
della convenienza economica. L’amore e la
responsabilità verso il prossimo — e non fa
differenza se questo prossimo è svizzero o
straniero — esigono che vadano rispettati i
diritti fondamentali della personalità umana. E fra questi ultimi vanno ascritti il diritto all’integrità della famiglia e ad un
alloggio adeguato.
(Traduzione di Salvatore Corda di un
articolo apparso sulla Neue Zürcher Zeitung di lunedì 8 marzo 1965, Mittagsausgabe. p. 3).
religiose di questa comunità ugonotta — che
godeva la protezione di Anna di Chàtillon,
pronipote di Coligny e moglie del conte
Giorgio di Montbéliard — mise a sua disposizione la chiesa già appartenente ai
Francescani.
Ho già detto che Mulhouse ha avuto uno
sviluppo industriale a partire dalla fine del
XVIII secolo.* E' principalmente con rimpianto di filature che ha avuto inìzio la grande fortuna di Mulhouse. Ma ciò che v’è di
interessante per noi protestanti nella espansione economica di Mulhouse è che essa
conferma la teoria della formazione protestante del capitalismo, elaborata dal noto
sociologo tedesco Max Weber. I borghesi
che impiantarono le industrie di Mulhouse
erano infatti uomini formatisi alla disciplina religiosa e morale della Riforma. L’atto costitutivo della società Huguemin,
Mantz e C., creata nel 1776 per la fabbricazione di tessuti, comincia con queste
parole di esplicita intonazione religiosa :
« Nel nome di Dio, Amen. Che il nostro
principio, il nostro mezzo e il nostro fine
abbiano luogo nel nome del Creatore di
tutte le cose. Che l’Altissimo benedica le
nestre imprese per la sua gloria, affinchè
esse riescano dì nostro vantaggio secondo
le sue sante e sagge vedute, per il tempo
e per reternità ».
Possiamo quindi considerare i risultati
ottenuti dagli industriali di Mulhouse come una conferma della validità della teoria di Max Weber. In effetti solo la spinta
religiosa, ionestà, la probità e Pimpegno
di questi uomini religiosi possono spiegare il grande successo in una città che, secondo le comuni regole economiche, non
apparirebbe per sua natura in condizioni
molto favorevoli ad un grande sviluppo
economico.
i protestanti non sono più. Elio
già detto, numericamente in maggioranza;
essi che costituiscono
1 elite della città, sono essi che compongolU) la grande borghesia industriale, promotrice a un tempo di molte iniziative sociali e culturali. E così oggi ritroviamo
non m decadenza come spesso è avvenuto
altrove, i grandi nomi del passato.
Contro il rigido principio secondo il quale il successo materiale sarebbe un segno
dello predilezione divina, e inversamente
che i diseredati, le persone senza fortuna
costituiscano i non eletti, coloro cioè che
non meriterebbero il favore di Dio è subentrato alla fine del XVIII secolo il concetto evangelico dell’amore verso il prossisimo e in conseguenza il dovere cristiano
dei privilegiati di provvedere a tutte le
necessità degli altri. Questa diversa impostazione del problema religioso (che oggi
potrebbe esser definito impegno cristiano)
ha dato come suoi frutti opere quali il
Diaconato di Mulhouse e l’Asilo per i Ciechi di Illzach, nonché tutte quelle opere
sociali a favore dei lavoratori (ivi comprese le istituzioni previdenziali e le pensioni
ai vecchi), che possono ben considerarsi
una anticipazione delle grandi conquiste
moderne della classe operaia.
E adesso? Le acque dell’Ill scorrono placide, fredde d'inverno, calde d’estate. Il
protestantesimo a Mulhouse sembra soddisfatto di sè, nel benessere assicurato dal
Concordato napoleonico. Ma tutta la città,
che fu di volta in volta città Ubera, svizzera, francese, tedesca, e di nuovo francese, sembra attenda qualcosa. Di dove verrà ciò che essa attende, come tutti noi attendiamo?
Eros Vicari
I LEYTORI CI SCRIVONO
D’accordo,
vigiliamo
Un lettore, da Ìms. S. Giovanni:
Signor Direttore,
l’articolo di fondo del 2 c. m. a
firma Alfredo Sonellì mette a fuoco
il problema odierno dei rapporti con
il Cattolicesimo.
Per noi Valdesi, che conosciamo
il « comportamento d della Chiesa
cattolica dai più remoti secoli, le parole del Sig. Sonellì hanno valore
fondamentale e le condividiamo tutte.
Possiamo ritenere che parecchi fat
ti, producentìsi or qua or là, abbiano
del buono; ma avanziamo un tantino
lo sguardo a perlustrare se effettivamente la barriera si abbassa, al luogo di comando; perciò scuotiamo immediatamente la polvere dagli occhi,
per essere in grado di veder sempre
chiaro alPorizzonte.
La storia ricorda che per troppa fiducia, ì nostri antenati vennero vilmente ingannati, seppure quel tempo
è lontano; giudichiamo prudente lo
stare vigilanti.
Al Sig. Sonelli vada la riconoscenza
di chi approva il suo scritto.
Gustavo Albarin
Stampa
e radio
Un lettore, da Torre del Greco:
Tra le tante riviste a carattere enciclopedico che da qualche tempo
pullulano nelle edicole, non sarà certo sfuggita ai nostri lettori quella de :
« Le Grandi Religioni illustrate » dell’editore Rizzoli; opera che pur presentandosi in forma divulgativa ci
sembra interessante anche per la scelta del materiale illustrativo, specie
pensando alla nostra Italia cosi
« chiusa » ai problemi religiosi che
non sono dì casa...; pertanto, nelle dispense n. 55, 56, 57 e 58 (con un
totale di 124 pagine) troviamo l’esposizione obiettiva, anche se troppo succinta, dei principali aspetti del Protestantesimo : dal luneranesimo allo
zwinglianesìmo, e dal valdismo alla
Riforma in Inghilterra fino all'attuale fase del movimento ecumenico.
Passando al settore della Radio
chiedo : Poiché neU’elenco delle offerte al periodico « Il Culto Evangelico » contribuiscono molti ascoltatori
non evangelici (la direzione del suddetto periodico conosce l'esatto indirizzo) i quali esprimono il loro positivo consenso al messaggio della Grazia con rinviare spontaneamente una
offerta che è segno di lodevole simpatia cristiana, non sarebbe logico e,
penso, utile che questi ascoltatori
(simpatizzanti) spesso tanto lontani e
isolati in località dove non esiste alcuna comunità evangelica, fossero in
qualche modo seguiti non per opera
di proselitismo ma per appagare la
loro sete di conoscenza evangelica?
Con fraterni saluti
Elio Rinaldi
Partigianeria ?
Da una IcUera del V ir.emoderutore^
(...) Prendo l'oecasionc per dirti
che mi è giunta una protesta per la
posizione anti-americana assunta da
te in un articolo, posizione che mi si
afferma non abbastanza meditata, perchè se è giusto criticare certe attività americane, non è più giu.sta detta critica quando non si è criticato
con uguale energia gli atti altrettanto ispirali da sjiirito di violenza compiuti in precedenza da altre potenze,
che se gridano contro riraperialismo
americano, sono pure animate da una
visione altrettanto imperialistica della potenza politica.
Credo che la critica sia giusta:
dobbiamo elevarci contro ogni ingiustizia. contro ogni violenza, da qualsiasi parte essa venga adoperata. Un
nostro silenzio contro un tipo di violenza ci impone il silenzio anche per
la violenza opposta (...).
Buoni auguri per il tuo lavoro, con
i migliori saluti. Alberto Ribet
Mi pare che nello stesso articolo
incriminato ponevo come un fatto
tristemente scontato Vimperialismo cinese ( denunciato a suo tempo a proposito della pressione sul Tibet, è più
recentemente in ripetuto riferimento
allo stato di violenta effervescenza
centro-africana); la medesima denuncia ho sempre rivolta all'imperialismo russo in tutta VEuropa centroorientale, e in particolare quando i
carri armati sovietici soffocarono la
rivolta di Budapest. Ma come voler
mene se la mia critica si fa particolarmente violenta e appassionata nei
confronti del governo di un paese
che si presenta come cristiano, e come paladino — a parole, come tutti
gli altri — di valori di una società
occidentale che agli occhi degli altri
tenta ancora di presentarsi come una
società cristiana? allora quello che a
lume di buon senso si presenta come
un lento e assurdo suicidio politico,
assume la dimensione di una tragica
demissioiie cristiana. '"In God ive
trust" — confidiamo in Dio — questo motto americano, anche se non
dipinto sulle carlinghe, accompagna i
bombardieri che volano sul Nord Vietnam? (sulle fibbie di certi cinturoni
c'era scritto, una volta, "Goti mit
uns"). Ecco comunque una bestemmia che non ha accompagnato i tanks
sovietici a Budapest ne i feroci dinamitardi del Vietcong. G. Conte
Abbiamo ricevuto
din memoriam y) di Fernanda Long
Menotti, per la Chiesa di Fray Bentos (Uruguay): Emilio Long e figlie Mary e Anita. L. 5.000; Ilda
Revel. L. 5.000: Giorgina Giacone.
L. 5.000.
« In memoriam » di Ester Moreno,
per VAsilo dei vecchi di Lusema
S. Giovanni, le cugine Gay, L. 5.000.
In segno di solidarietà alla famiglia
Tomassone, di Meana di Susa. che
ha avuto la casa bruciata, N. N.
(Torino), L. 2.000.
Grazie a lutti i donatori.
Assenti giustificati
Un lettore, da Bassignana:
Caro Collega,
a proposito della riunione Pre-Congresso svoltasi a Torino il 19 marzo u. s., leggo sulPEco-Luce che
0 mancavano i Metodisti ». Purtroppo è vero! Però desidero fare una
precisazione per quanto riguarda la
mia personale assenza.
Innanzi tutto devo premettere che
non fui invitato, e questo lo ritenni
logico poiché io e la mia zona di
lavoro siamo collegati con la Liguria
pur avendo sede in Piemonte.
Perciò, pur essendo a conoscenza
di quella riunione, non mi sentii in
diritto e neppure in dovere di parteciparvi.
Piacendo al Signore, io e i delegati delle mie Comunità, parteciperemo alla riunione precongressuale
indetta dal Consiglio dei Pastori di
Genova e che avrà luogo il 19 aprile
presso i locali della Chiesa Valdese
di via Assarotti.
In vista del Congresso Evangelico,
ritengo che sarebbe bene avere — oltre a riunioni di studio dei a Documenti preparatori » — delle « Riunioni di preghiera in comune » aUo scopo di umiliarci tutti quanti di fronte
al Signore per le nostre infedeltà ai
Suoi richiami d amore, e per invocare il Suo intervento nei lavori del
prossimo Congresso, poiché ______ lo
sappiamo — « senza di Lui non facciara nulla di buono »!
Giuseppe Anziani
Non dimentichiamo
ie maglieriste
Un lettore, da Cerignola:
Fra le Opere Varie (vedi Eco-Luce
n. 13 del 26-3-196.5) aggiungerei il
Laboratorio in maglieria di Cerignola.
Sorto nel 1962 si è sviluppato e
in questo mese, per un secondo forte
aiuto della Chiesa Evangelica di Solingen. che ne è la Madrina, è venuto in possesso di altre tre macchine per la confezione.
A mio modesto giudizio, in questo
momento in cui il Mezzogiorno rappresenta il problema di fondo di tutta la politica italiana, l'esempio della
Chiesa Valdese — Chiesa di contadini che offre quel che può: la sala
retrostante 1 Oratorio, per ospitare in
tutto dieci macchine che danno lavoro e pane a una decina di ragazze (una mezza dozzina, imparalo il
mestiere dì magliaia, già lavorano
per conto proprio) — penso che sia
da sottolineare.
Chi scrive trae la sua origine dalle
Scuole Evangeliche di Grotte. A
Grotte, quando ancora non esistevano
Centri profilattici, la Chiesa Valdese
ne aveva creato uno per la piaga
del tracoma, malattia tipica dei figli
degli zolfatari. Ritengo pertanto che
è doveroso oltre che titolo di onore
per la nostra testimonianza, la menzione di questa nostra opera, sempre
per la sola gloria di Dio.
G. E. Castiglione
4
pag. 4
N. 15 — 9 aprile 1965
Solidarietà evangelica a Firenze
Una manciata di farina,
un nu' d’olio o duo stocchi
Tempo di carestìa il nostro, e non
solo carestia di lavoro, di danaro, di
consumi: ma d’umanità. Il cuore del
l’uomo è arido, e le sofferenze, le attese frustrate, sembrano aprire delle
screpolature in quella che fu (o sembrò) una buona terra; e là dentro si
annidano i serpenti. Oggi sentiamo
troppo spesso amaro come un’accusa,
il grido del profeta Geremia: «Male
detto l’uomo che confida nell’uomo! »
Ribellarci? come? contro chi?
Noi viviamo in una società malate
d’una malattia mortale, ed il contagio
dalle mura delle case è passato a tutre le strattare, a tutti i livelli: ognuno pensa a se stesso, frega con di
Ai poveri difficilmente si da la
parola: è piu facile dar loro un’offerta, una bandiera, una tessera, una
bomba a mano o un mitrali povero e qualcuno che non si
vorrebbe: come Dio, il dolore, la morte. Ci sono presenze che ci fanno
star male, ci sono parole che ci fanno
star male. Ma il silenzio dei poveri è
quasi un Vangelo, è la presenza di
Cristo, il Povero: è la condanna dell’ingiustizia stabilita che si chiama
ordine e della ingiustizia che si vuol
stabilire che si chiama rivolta.
(Primo Mazzolar!)
Viviamo una volta sola: qualsiasi
cosa buona possiamo fare per un essere umano, qualsiasi servizio possiamo rendere, rendiamolo adesso. Non
tardiamo, non trascuriamo alcuna
possibilità perchè non passeremo mai
più per quella strada.
(E. Drummond)
sinvoltura l’amico, froda senza scrupoli il prossimo ; ogni gruppo ha delle
mire particolari per le quali non esita
a rompere solidarietà, correttezza, leal
ta Di questo passo, noi ci avviamo
nel caos del Viet Nam: eredi di una
civiltà corrotta dall’ipocrisia e dall’autcritarismo, sempre più rapidamente
ci scaviamo il baratro che pur ci spaventa.
Eppure. Eppure vi sono ancora delle persone come quella vedova di Sarepta (1 Re 17: 8-16) che aveva ancora una manciata di farina, un po’
d’oiio e due stecchi... e donò con fiducia il cibo a chi ne chiedeva. La
prospettiva di quella donna non era
rosea: «mangeremo, e poi morremoi»,
diceva al profeta. La sua ragione le
diceva che, consiunata la misera riserva, non restava che la fine; ma il
suo cuore non era arido, la siccità
s’era fermati sulla soglia di quel tempio che ogni creatura di Dio porta in
sè. « Non temere, va’ e fa’ », le aveva
detto il profeta.
Noi crediamo che oggi, che tutto è
perduto, tutto viva in una promessa
di redenzione, di salvezza, perchè ancora vi sono al mondo delle creature
che non temono, che valutano con
realismo la situazione, e vanno e fanno. Creature che non hanno bisogno
di sperare per intraprendere. Esse vivono per fede, sanno della morte del
loro Signore, ma lo conoscono vivente, risuscitato. « Pino al giorno che
i’Etemo' manderà la pioggia sulla ter
ra », quando nel Suo regno la siccità
sarà finita, esse sanno che quel pane
e quell’olio non verranno' meno-.
Oggi, ogni evangelico consapevole
sa di non avere che quel pugiio di
cose reali, sostanziali, che si misurano secondo la sua fede; ma quel po’
di pane ricorda Cristo in noi, quel po’
dolio ci dice dello Spirito ch’è luce,
nutrimento, lenimento d’ogni giorno
Ed ora, « Non temere ; va’ e fa’ » :
agisci, opera, in casa cua, fra i tuoi
conoscenti, nel tuo popolo. Opera, secondo la savia pazzia della vedova di
Sarepta, che diede allo straniero quante aveva per sè e per il suo unico figlio. Il suo cuore non era nè di sassi
nè di carne; era materiato di carità
fiduciosa.
Noi leggiamo, parliamo delle nostre
chiese, del significato e del compito
delle nostre comunità: ci chiediamo
-se e come potranno vivere. Ebbene,
esse hanno una espansione, proprio
in questo dare il pane allo straniero
in tempo di carestìa. Esse, le chiese
evangeliche, sono povere, deboli, non
hanno che quel po’ che basta appena.
pe* l’oggi: ma esse hanno tutto, possono tutto, se hanno la carità fiduciosa di vivere « secondo la parola ».
Per questo noi del Centro sappiamo,
siamo certi, di operare con quel po’ di
farina e d’olio e i due stecchi che ab
biamo, per il domani della chiesa, e
come espressione attuale della chiesa.
L. Santini
darci uno spettacolo di canzoni moderne. Tale spettacolo si è tenuto in novembre scorso
nei locali di Casa Cares ed ha avuto un ottimo successo, specialmente per i nostri giovanissimi amici. Le offerte raccolte sono andate a beneHcio del Cares e del Centro.
Per Natale, oltre ai numerosi pacchi dono
allestiti, abbiamo avuto, in collaborazione con
l’Esercito della Salvezza, una serata fraterna
all’Asilo Italia dove le sorelle anziane ci
hanno accolto con molta gioia.
Sempre in collaborazione con « l’Esercito » e nei suoi locali abbiamo tenuto il 23
dicembre la « Cena dell’Amicizia » per le
persone sole. Ad essa eravamo ben 72 persone. Dopo l’abbondante e ottima cena si
sono avuti alcuni messaggi di credenti, dopodiché si è dato il via all’iniziativa personale :
ognuno ha presentato un suo spettacolo, chi
ha cantato, i piccoli hanno recitato poesie, altri hanno improvvisato sketches. In ultimo,
naturalmente (accolto dall’ovazione di piccoli e grandi) è arrivato Papà Natale carico
di pacchetti, anzi, ha dovuto fare un secondo
viaggio per portarli tutti. In conclusione è
stata veramente una serata benedetta.
Cna nuova forma di collaborazione si è
aperta per il Centro. Il 25 febbraio scorso si
è tenuta una riunione tra i vari centri sociali
e assistenziali della Città alla quale è stato
invitato anche il C.E.S. In questa riunione
si è constatata la volontà dei giovani di questi centri di contribuire al miglioramento
della Società e si è deciso di collaborare a
questo scopo. E’ sorta .così una organizzazione con la partecipazione dei vari Centri
che sì occuperà dei problemi sociali di fondo di Firenze. Si tratterà di fare indagini
sui vari Istituti cittadini per trovare e
correggere ciò che in essi non va. Siamo
certi che anche questa sarà un’ottima occasione di servizio per il nostro Centro.
Il 1964 ha segnato un avanzamento del
lavoro del nostro Poliambulatorio. Abbiamo
visto aumentare grandemente il numero delle
persone che hanno voluto avvalersi del servizio sia gratuito che a pagamento. Incremento hanno avuto alcune specialità, mentre
uguale e normale è stata l’attività di altre.
Grande impulso, ha assunto il Servizio Medico-Sociale dell’Amministrazione Provinciale.
Il Centro, per il suo intenso lavoro di
raccolta e di distribuzione, dispone attualmente solo di due antidiluviani tricicli;
urge la loro sostituzione con un mezzo più
robusto, capace e rapido, oltre che meno
faticoso. Chi volesse dare la sua offerta di
solidarietà a questo scopo può versarla sul
conto corrente postale n. 5/20840 intestato
a Leopoldo Sansone, Centro Evangelico di
Solidarietà, Via dei Benci 9, Firenze.
meomo DI COMUNITÀ EVANGELICHE
Agape, 1-2 maggio 1965
Comportamento religioso
nell'era della tecnica
a cura di Gianni Rnsian
Giorgio Bouctiard e Sergio Rostagno
Vi invitiamo a considerare qual’è la situazione delle nostre chiese in un mondo
in cui il fatto religioso è relegato in margine e diventa quasi un interesse particolare
ed un’occupazione di tempo libero per alcune persone le quali altrimenti sono come
tutti gli altri, con i loro problemi, difficoltà, impegno professionale e familiare ecc.
L’evangelo di Gesù Cristo invece domanda tutto, ma cosa significa questo?
Le nostre chiese evangeliche si prestano a divenire sempre di più dei luoghi in
cui si coltiva una specie particolare di questa a religione », certo con maggiore serietà,
coerenza, purezza di dottrina. Ma qual’è il senso di tutto questo per coloro — e sono
tanti — che non si sentono in modo particolare cc religiosi »? L’evangelo di Cristo ha
una parola per il mondo di oggi, anche per quelli che non sono c< religiosi » e quale?
Sono questi i problemi veramente scottanti che toccano da vicino la vita delle
nostre chiese. Quali sono gli ideali, gli scopi che vengono proposti in questo così detto
tempo della tecnica e della società organizzata razionalmente? E qual’è la posizione
eia funzione deUa predicazione dell’Evangelo, che deve essere riferita alla realtà dell’uomo, ma non sempre vi riesce?
E’ un argomento ricchissimo che non potremo certo esaurire nel corso del breve
nostro incontro ma che pur tuttavia potrà darci un motivo per riflettervi ancora in
seguito.
PROGRAMMA DELL’INCONTRO
i« Maggio ;
ore 11 partenza del puUman diretto a Frali, stazione P.N., Torino, lato partenze
ore 12.45 arrivo ad Agape
ore 13 pranzo in comune
ore 15 • 17 due conferenze introduttive di Gianni Rostan e Giorgio Bouchard.
Direttore di discussione; S. Rostagno
ore 17 tè
ore 17.30 - 19 lavoro di gruppi
ore 19.15 cena, seguita dal culto
ore 21 - 22 seguito del lavoro di gruppo
2 Maggio:
ore 8 colazione
ore 9-10 discussione generale e conclusione del convegno
ore 10.30 culto nella chiesa di Frali
ore 12.30 pranzo ad Agape
ore 13.30 - 16.30 eventuale gita in seggiovia o continuazione dei gruppi di discussione su temi speciali
ore 17 partenza del pullman
ore 19 arrivo a Torino
Quota individuale per rincontro: L. 2.200 + L. 300 d’iscrizione.
Costo del pullman ; L. 800 corsa semplice.
Avvertenze :
1. Il pullman sarà organizzato soltanto se vi sarà un numero sufficiente di iscritti che
ne usufruiranno. Nell’iscrizione specificare se si intende servirsi del pullman.
2. Come sempre si domanda ai partecipanti di collaborare essi stessi per il servizio
dei tavoli e la rigovernatura.
3. E’ necessario avere con sè la carta d’identità.
4. Le iscrizioni individuali si ricevono ad Agape. Quelle di gruppo secondo le disposizioni di ciascun gruppo.
5. Le iscrizioni si chiudono il 24 aprile 1965.
avvisi economici
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
MASSEL
E’ deceduto giovedì 25 marzo a Salsa
Breuza Giovanni Pietro Augusto all’età di
91 anni. Per lunghi anni anziano dei quartiere di Salsa aveva serbato sino a pochi
anni or sono la sua lucidità di pensiero e
di fede rendendo la sua efficace testimonianza.
Sabato 3 aprile decedeva nella sua casa
del Ciaberso Pons Emanuele di 74 anni, da
anni ricoverato a Pinerolo.
Alle famiglie provate dal lutto esprimiamo la nostra fraterna simpatia nella certezza
della speranza cristiana.
Domenica 28 abbiamo avuto il piacere di
accogliere la filodrammatica deH’Unione di
Ferrerò che ha recitato nella sala del Reynaud il programma di commedie e frase
precedentemente recitate a Ferrerò; con grande gioia abbiamo rivisto fra noi gli amici
di Ferrerò e li ringraziamo sentitamente
della loro visita.
La nostra Unione giovanile è stata sabato 3 aprile ospite dell’Unione di Pinerolo,
una fraterna e piacevole serata trascorsa
insieme; gli unionisti di Pinerolo saranno
nostri ospiti sabato 8 maggio.
GORATO
Domenica 14 marzo è stato celebrato il
matrimonio di Rosa Bruni e Giuseppe Giuliani. Tutta la comunità era presente nel
tempio ornato di fiori, per dare il suo augurio ed il suo saluto un poco triste alla cara
Rosa che si trasferisce a Torino, il nostro
Centro Sociale perde così un’altra ragazza
attiva e consacrata. Le auguriamo ogni bene
e speriamo che nella Chiesa di Torino ella
possa trovarsi come in mezzo a noi.
Tralasciamo di parlare delle consuete attività di Chiesa, dei culti sempre ben fre
Buona è stata l’attività del Centro anche
in questi ultimi mesi. Grazie aH’aiuto generoso di numerosissimi amici e fratelli abbiamo potuto fare molte cose.
Per Natale abbiamo potuto allestire 24
grandi pacchi dono, grazie anche alla collaborazione di alcune ditte non evangeliche,
che hanno risposto ai nostri appelli.
La collaborazione con le varie Chiese e
Opere è stata sempre intensa com’è nello
spìrito del nostro Centro; tra l’altro abbiamo
avuto uno spettacolo inconsueto: un gruppo
di giovani amici che costituiscono un’orchestrina di musica leggera si sono offerti per
Culti alla radio-televisione
della Svizzera Italiana
DOMENICA 11 APRILE
Ore 9,15 - Pastore Otto Ranch
Conversazione evangelica
alla radio.
DOMENICA 18 APRILE
Ore 9,15 - Pastore Guido Rivoir
Conversazione evangelica
alla radio.
quentati, del corso di catechismo seguito dalla totalità dei catecumeni, del gruppo giovanile che si sta consolidando, del Doposcuola
e del Centro di Cucito che continuano il
loro lavoro, vogliamo sottolineare l’impegno
evangelico della Comunità che appoggia la
iniziativa del Pastore di rivolgersi alla città
a mezzo conferenze pubbliche annunziate da
manifesti e da cartoline di invito personale.
Domenica 28 marzo, nella serata il Pastore
Corsani Enrico ha tenuta una conferenza sul
tema : « La crisi del cristianesimo storico ».
Discreto il numero degli estranei (oltre
naturalmente i nostri), professori, studenti,
appartenenti alla FUCi ed all’Azione Cattolica, molti dei quali si sono successivamente
trattenuti col Pastore a commentare alcuni
problemi emersi dalla conferenza. Si profila
promettente il dialogo che vogliamo continuare ed intensificare sia con gli ambienti
cattolici, sia con quelli laici, onde far sentire la nostra Chiesa presente nella vita deUa
città e non isolata. E questo sembra tanto
più necessario in quanto la stessa composizione della nostra comunità, essenzialmente
agricola, determina un certo distacco dagli
altri ambienti eittadini. Abbattista
PRAMOLLO
Domenica 14 Marzo abbiamo ricevuto la
gradita visita dei giovani dell’Unione di
Ferrerò, accompagnati dal Past. sig. Lorenzo Rivoira e Signora, i quali ci hanno offerto una simpatica serata, trascorsa nella
comunione fraterna ed in sana allegria. Ringraziamo «anlitamente questi nostri Amici
per l apprezzato messaggio che ci hanno recato c diciamo loro: arrivederci.
— Mercoledì sera 24 Marzo il missionario svizzero sig. E. Panchaud, durante la
sua tournée in diverse comunità delle Valli
con la Signora, ci ha dato un‘inteiessanle
conversazione illustrata da belle diapositive
a colori nell’attività missionaria che egli
svolse per lunghi anni nel lontano Gabon.
II nostro ringraziamento ai Sigg. Panchaud
per la loro visita e per le loro preziose notizie.
— Domenica 28 Marzo è stato amministrato il battesimo a Menusan Roberto di
Renato e di Beux Alma (Ruata). Il Signore
accompagni con la sua grazia questo bambino ed i suoi genitori.
— Un caldo benvenuto a Sergio Beux
di Aldo e di Clot Ermida (Bosi); al neonato ed ai suoi genitori l’augurio di ogni benedizione divina.
— Sabato sera 10 Aprile, D. v., la Filodrammatica dell’Unione Giovanile di Pinerolo presenterà nella nostra sala la commedia: «Un ispettore in casa Byrling ». La
recita avrà inizio alle ore 20,30.
BARI
Ci è pervenuta dall’America la notizia
della morte, avvenuta in seguito ad incidente d’auto il giorno 31 marzo 1965, del
Prof. Vigliano Aldo, di anni 40, psicologo
clinico alla Division of Child Psychiatry
della Università di Kansas City.
Le comunità di Bari e Corato, che hanno
conosciuto ed amato fino da piccolo il caro
Aldo e che lo hanno seguito nello sviluppo
della sua brillante carriera di studioso, si
stringono intorno al padre, Ing. Enrico, anziano del Consiglio della Chiesa di Bari,
alla madre, Signora Clelia nata Banchetti
ed alle sorelle, affranti dal dolore ma forti
nella speranza e nella fede in Colui sul quale
hanno costruita la loro vita di credenti. A
loro ed a tutti i parenti vada !a nostra
affettuosa simpatia cristiana. E. CO.
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 11 APRILE
Pastore Piero Bensì
VENERDÌ’ 16 APRILE
DOMENICA 18 APRILE
Pastore Bruno Saccomani
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Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1968
Cip. Subalpina s.p.a. • Torre Pellice (Toi
RINGRAZIAMENTO
Il figlio ed i familiari della ccn
pianta
Caterina Giulia Cardori
ved. Roman
neU’impossibilità di farlo P'erso: ¡i
mente ringraziano quanti presero ■ ■ te al loro dolore.
San Secondo (Brusiti), 21 marzo L 7
RINGRAZIAMENTO
I familiari del compianto
Alberto Borno
ringraziano tutti coloro che cor i
presenza o con scritti hanno x>' ■■ ■ o
parte al loro dolore e in modo p' :■
colare il pastore Arnaldo Genre.
San Secondo, 9 aprile 1965.
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