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ABBONAMENTO
Italia e laipero ■ Anno L. 20—Semestre L. 10
Estero ...•■»» 80— » » 15
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira— La copia Ceni. 40
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Dice uno dei nostri inni (il 136): « La
notte del dolor dmò ben lunga », ma
non è ancora giunto il tenaipo di potere
altresì cantare con quell'inno: « Ma
Falba adduce il sol ».
E’ tornato il sole di primavera a far
schiudieire i fiori sulle terre ancora rispairmiate dagli orribili sconvolgimenti
di questa iguerra; ma non si sono dileguate le tenebre dal cielo di questa povera umanità tormentata. Ritorna il
giorno che ci ricorda in modo tutto sper
ciale la gloriosa risurrezione del nostro
Sigbore, risurrezione che dà alla fede
« certezza di cose che si sperano » ; ma
intorno a noi nulla ancora scorgiamo di
quanto l’anima nostra sospira, nefii’attesa che questa umanità si volga idecisamente al Cristo, a Colui che soltanto è
potente da comuniccu-le una risumeizione che sia veramente degna di questo
nome.
Come cristiani non ci è lecito di essere senza speranza. Il Signore ha i suoi
tempi, che non coincidono sempre con
quelli che xu>i pensiamo e speriamo.
Gesù diceva un giorno ai suoi discepoli:
« Molti profeti e giusti desiderarono dii
vedere le cose che voi vedete, e non le
videro » (Matteo 13: v. 17). I tempi di
Dio sono però come quedii del creato,
che al momento opportuno si manifestano inderogabilmente, così che F astronomo può dirci con sicurezza: il giorno, Fopa, il minuto, il secondo in cui
“comincerà ò 'teTmiherà~ùn’iécÌI^e.~....
E che il Signore abbia ì suoi tempi,
oe lo dice anche un particolare della risurrezione del Cristo: « Risuscitò il terzo giorno ». Il giorno della risurrezione
non fu dunque rm giorno aualisiasi, bensì un giorno stabilito, precisando : il terzo giorno dopo la sua morte. La cosa ci
dà da pensare, da riflettere.
PERCHE’ IL TERZO GIORNO?
Se noi scorriamo le pagine diegli
Evangeli vediamo come Gesù più volte,
parlando della sua risurrezione, abbia
precisato come Egli sarebbe risorto al
terzo giorno: nitida Faffermazione ohe si
legge in Giovanni 2: 19: « Disfate questo
tempio (Egli parlava dei^ tempio del suo
corpo, commenta Giovanni) ed io in tre
giorni lo farò risorgere ».
Altra ben specificata dichiarazione è
quella liferitaci in Matteo 16: v. 21: «Da
quélVora Gesù cominciò a dichiairare ai
suoi discepoli che doveva soffrire, essere
uccìso e risusóstare il terzo giorno ». Ed
al capitolo 17: v. 22 e 23 dello stesso
Evangelo: « Il Figliuól delVuomo sta per
essere dato nelle mani degli uomini; e
Vuccìderanno, e al terzo giorno risusci.
terrà ».
Queste ed altre dichiarazioni confermate poi dai fatti, fecero si che l’apostolo Paiolo potesse scrivere nella 1« Corinzi 15: V. 3 e 4: « Cristo è morto per i
nostri peccati, fu seppellito e risuscitò il
terno 0omo, secondo le Scñtture »; parole che poi ritroviamo nell’antica confessione di fede detta: il Credo degli
Apostoli.
Non troviamo però nelle Scritture nessuna spiegazione del perchè ü Signore
dovesse risuscitaré precisamiente il terzo
giorno.
Molte spiegazioni sono state date. C’è
chi vi ha voluto vedere un’affermazione
trinitaria in quanto il terzo giorno sig^cherebbe la terza Persona della Div^tà, il giorno dello Spinto che vivifica.
C è chi ha voluto scorgervi i tre momenti in cui noi dobbiamo in Cristo morire
al pacato, seppeUine con Lui ü passato, risorgere con Lui a vita nuova.
Evidentemente si 'possono trarre dal
fatto molteplici similitudini; ma il non
Coni €S£lt-t'6ZZd. il !p’6ffTCflèj CÌ pOl*“
ta ad accettane anche gl’infiniti pierchè
senza risposta per la noertna mente;
c’insegha a non naufragare nei dubbi
creati • dalle difficoltà, daUe angosce,
dalle asipettative, .e ored'ere al terzo
giorno. Crediere al giorno di un termine della sofferenza, un giorno di libero
respiroi, un giorno di gloriosa risurrezione.
Non dobbiamo essere come i discepoli, dei quali è 'detto che, quando Gesù
annunziò loro della sua morte ed anche
della sua risurrezione, « rima>sero contristati ». Perchè figgere lo sguardo soltanto in quel che deprime e non portarlo nelle certezze che rianimano? Sì;
molte cose possono contristarci nella
vita, m'a è neoeissario 'rnetterci in quello
stato d’animo che faceva dire all’apostolo Paolo: « Contristati eppur sempre allegri ». Allegri di quella allegrezza, che
non è spensieratezza, ma respiro di completa fiducia nelle promesse 'del Signore.
UN SEGNO.
Se non v’è rm’affermazione, che in
modo definitivo id dica ili perchè Gesù
dovesse risiuscitare proprio il terzo giorno, tuttavia il Signore disse e ripetè
queste parole: « Questa malvagia ed
adultera generazione chiede un segno; e
segno non le sarà dato, tranne IL SEGNO del profeta Gigna. Poiché Giona
stette nel ventre del pesce tre giorni e
tre notti, così starà 'il Figl/mol deliuomo
nel cuore della terra » (Matteo 12: v. 39
e 40).
Un segno, dunque; ma un misterioso
segno.
Ci si potrebbe dire: ma perchè scegliere par segno una delle narraizioni
meno credibili dell’Antico Testamento,
tanto che i più non osano neppure presentarcela 'Come un fatto, ma ce la 'presentan soltanto nell’aspetto di una narrazione simbolica?
Perchè, se un segno doveva essere
dato, non lo si dava in azione o fulminando coloro che avessero osato di porre la mano sul Cristo; o se era necessario, come voi cristiani asserite, che il
Cristo morisse, la risurrezic«ie si manifestasse in m,odo indiscutibile, grandioso, immediatamente dopo il suo reclinare il capo nella morte? La risurrezione
avrebbe dovuto 'essere un tramutarsi,
uno scendere dalla croce, un radioso
passare trionfante per quella Gerusalemme, che se aveva ucciso i profeti, doveva comprendere che non è possibile
sopprimere il Signore della vita.
No, non fu così. E sia benedetto E Signore che ha il Suo linguaggio ed i Suoi
segni, che non sono secondo la mientalità
del mondo, ma secondo la necessità di
colóro che cercano in Lui visione, pace,
■canforto e vita in ogni tempo.
Il segno di Giona è il segno dell’impossibile umano, che si fa realtà nelle possibilità di Dio, affinchè neppure l’impossibile ci turlji, è la nostra fede creda
che: « cu Dio ogni cosa è pos^hile » (Matteo 19: V. 26).
Il segno di Giona è il segno che ci
dice iche quando Dio voglia, il ventre di
un ipesce o la corruzione della fossa non
hanno alcun potere; e che se oggi, per
quanto accade, il nostro spirito si trova
a passare; per momenti che sono come
di angoscioso seppellimianto, non dobbiamo temere; e che 'per la grazia del
Signore Egli ci preserverà da quella corruzione di pensieri e di sentimenti, che
ha invaso tanta gente di questo mondo,
che si direbbe ,non sappia più discernere
il bene dal male.
Il segno di Giona è un’affermazione
del giorno in cui si attua quel che Dio
vuole. Nel caso di Giona, una recalcitrante volrmtà veniva salvata iper 'Compiere la missione d’amore che Dio voleva affidarle. In Cristo è la volontà stessa di Dio, di Dio che gli uomini hàlh creduto di poter sopprimere e che in una
potenza tutta permeata di amore trionfa
per redimere.
Giona esce dallo strano siepolcro esclamando: << La salvezza appartiene all'Eterno » (Giona 2: v. 10). Va predicando
quanto il Signore ha ordinato: i Niniviti si 'pentono ed il loro re così pubblica in un bando: « Uomini e bestie si coprano di socchi e gridino con forza a
Dio; e ognuno si converta dalla sua via
malvagia e dalla violenza perpetrata dalle sue mani » (Giona 3: v. 8 e 9). Ed è
detto che il Signore vide e perdonò. Potesse 'essere così anche ai giorni nostri.
Il Signore, m;entre perdura per la sua
Chiesa 'e 'per ciascuno di noi una situazione angoscia-ia di croce e di sepolcro,
ci aiuti a credere e sperare nel terzo
giorno, il giorno del trionfo della sua
potenza, del suo amore, ¡della sua gloria.
Ci prepari a far di quel giorno che
aspettiamo, il giorno in cui la Chiesa
Valdese nelFinsieme della sua missione,
come nelFopara dei singoli membri che
ne fanno parte, possa e-ser più che mai
consacrata al suo servigio, ovunque e
come il Signore vorrà e la chiamerà, annunziando che il Cristo non è soltanto
un risuscitato, ma' una potenza di risurrezione (Filip'pesi 3: v. 10) per donare
vera vita alFanlma dei singoli ed a quella di un, popolo.
Sul grande obeBsco egiziano di Eliopoli, che si vede in una piazza di Roma
e che gl’imperatori romani come Caligola e Nerone ammirarono, sono state incise queste parole: Christus vincit Christus régnât - Christus imiperat. Potessero essere scritte in ogni volontà ed
in ogni cuore per un tempo di risurrezione. Incidiamole nelle nostre volkmtà e
nel nostro cuore. E’ pur vero che « elianto più il crisitiano opera in se stesso, tanto più collabora alla universale opera di
Dio ». Virgilio Somma/ni.
Gli oiiifliìDi di Oidi! Giofdaflo
Vari giornali italiani hanno 'rivolto in
questi ultimi tempi particolare attenzione alla vita ed all’opera del nastro correligion,ario Davide Giordano, che ha
compiuto 80 anni il 22 marzo.
L’Ospedale e la cittadinanza di Venezia gli hanno tributato una deferente
manifestazione di apprezzamento e non
son mancate al grande chirurgo testìmonianze di augurale omaggio da ogni
parte d’Italia e dalFestero da amici, discepoli, accademie scientifiche, ecc...
A tale numerosa schiera desidero
unirmi, malgrado il ooco spazio che in
questi tempi l’Eco mi potrà conaedere,
per ricordare alla attenzione dei Valdesi delle Valli e fuori ,la figura e l’opera
di questo illustre figlio dei nostri monti nel quale il mondo intero riconosce
« uno dei più illustri maestri di chirurgia che abbia l’Europa » (La Sem di
Milano).
Davide Giordano è nato a Cormaiore
in Val d’Aosta nel 1864, ma la suia famiglia è di Torre Pellice. Studiò a Torino ove si laureò in m,edicina e chirurgia nel 1887. Lo stesso anno entrava
come medico-chirurgo nell’ Ospedale
Valdese di Torre Pellice ed era nominato « condotto » per i cinque comuni
di Bobbio, Villar e Lusema San Giovanni in Val Pellice e di Angrogna e
Rorà. Ci si immagini cosa potesse significare per il giovane medico una cosi
vasta zona di attività. Egli percorreva
allora una media di 50 km. al giorno a
cavallo per fare le sue visite e spesso
dopo una intera mattinata di giri e di
visite doveva cambiare di cavallo per
proseguire il suo lavoro nel pomeriggio:
« cambiavo ¡oavallo a mezzogiorno, ma
io ero sempre lo stesso », racconta con
un sorriso di soddisfazione bonaria al
ricordo della sua giovanile attività...
Ma non erano trascorsi quattro anni
che già il giovane medico-chirurgo si
vedeva aprire dinnanzi la carriera universitaria ! Il prof. Novaro lo invitò a
Bologna presso quella celebre Università e 'gli affidò senz’altro compiti direttivi e di insegnamento.
Nei 1894, al. concorso per il' posto di
primario defi Ospedale Civile di Venezia il Giordano riuscì primo fra tredici
concórrenti e si trasferì quindi nella
città lagunare che 'divenne da quelFanno la sede del suo instancabile laivoro ed il punto di irradiamento della
sua ormai sempre crescente fama in Italia ed all’estero.
Essendo assolutamente incompetraite
in materia non mi azzarderà nemmeno
ad accennare alle scoperte scientifiche,
ai nuovi metodi operatorii che hanno
reso grande il nome del Giordano; alcune 'delle tappe che egli ha segnato nel
progrèsso della chirurgia hanno un valore definitivo e resteranno perpetuo
monumento del suo sapere.
Il numero delle operazioni che il ipirofessor Giordano ha compiuto durante
, la sua lunga carriera è di ben venticinquemila ! Quante vite non ha egli strappato alla 'morte, qiuanti dolori umani non
ha egli cercato di lenire in un così gran
numero di interventi chirurgici !
Accanto al lavoro 'del chirurgo operatore bisogna ricordare quella del maestro che raccoglieva attorno a sè numerosi 'discepoli e che nella sua lunga attività di ins.egnante universitario ha formato tutta una generazione di chirurghi di valore.
Il Giordano deve parte della sua fama
ai suoi grandi m'eriti di scrittore di cose
mediche e sopratutto chirurgiche ed
alla sua preziosa collaborazione a congrassi scientifici, società ed accademie.
Tra queste sue attività ricorderò soltanto che egli è stato presidente della Società Italiana delle Scienze Mediche e
della Society Internazionale di Storia
della Medicina, che rappresentò con
onore la chirurgia italiana in un numero grandissimo di congressi internazionali e nazionali e che il VII Congresso Internazionale di Chirurgia lo
elesse suo presidente, massimo riconoscim'snto cui un chirurgo di fama mondiale possa ambire.
Come scrittore di argomenti scientifici il nome di Giordano è legato a ben
366 pubblicazioni: alcune di esse non
indifferenti volumi anche dal punto di
vista della mole libraria, molte dà interesse generale per la chirurgia o la storia della chirurgia come i tre volumi di
« Lezioni di clinica chirurgica ». Un
volume di « Scritti e discorsi sulla chirurgia in tempo di guerra », l’importante manuale di chirurgia del medico pratico, ecc...
Dieci anni fa il prof. Giordano avendo raggiunto i limiti di età ha lasciato
il suo posto di primario delFÓspedale
di Venezia, rimanendo però nella città
alla quale Egli ha legato il suo nome
non solo per una permanenza di molti
anni ma anche perchè a due riprese egli
ne fu il sindaco prima e poi il podestà
Nel suo palazzo sul Canal Grande,
citi lampie sale .sono in gran .parto occupate dalla ricca e preziosa biblioteca,
egli ha continuato e continua tutt’ora
la sua opera idi scienziato' lavorando molte ore al giorno a scrivere la sua monumentale « La storia della chirurgia
nel mondo », per la quale già da quasi
cinquant’anni egli sta raccogliendo materiale. Due grossi volumi, uno per la
sto«:ii.a generale della chirurgia, Feltro
per la storia specìfica della chirurgia
per ogni parte del coppo umano « idalla
testa ai piedi » formeranno l’opera che
coronerà la firma del chirurgo-scrittore.
Tutti conoscono alle Valli e particolarmente a Torre Pellice Famore che
Davide Giordano ha per il paese paterno verso il quale cosi spesso nel passato soleva tornare sopratutto quando,
quasi ogni anno, partiva espressamente
da .Venezia o da Roma per venire a
Torre Pellice per celebrarvi la festa del
17 febbraio.
Quello che forse non tutti sanno e che
mi piace additare è accanto a questo
« valdismo tradizionale » la testimonian
le
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za che il Giordaino dà d'olla fedie in
molti suoi scritti, mai^ado la^divieesità« ,
di ar^gòmento, e la non inddJffeéiKiÉtìet co-^
i noscenza della Bibbia dalla quale trae
spesso citazioni ed ispirazione © che
spessa commuta con originalità e con
- qUeU’amOToeo'rispetto che è oairatterir
stico dei-valdesi ip^ il Sacro Libro. ’
Al nostro ¿òrreligionario l’augurio di
molti anni di fecondo lavoro chd gli
permettano di coronane la sua opera
sin qui cosi degnamente compiuta con
l’aiuto di Dio. ■ E. Ayassot.
La Scuola Domenicale
Diciottesima iezione - 30 aprile
RISURREZIONE DI GESÙ’
Lettura: Matt. 28: 1-15; Giov. 20: 1-18 - Imparare: Giov. 20: 3-9 - Versetto centrale:
iviatteo 28: 5-6.
Gli avvenimenti più grandiosi e impressio-'
nanti ci lasciano talvolta un ricordo impreciso: sembra Che l’émozione profonda diminuisca la possibilità di fissare freddamente
nella memoria i fatti. I racconti della risurrezione di Gesù ci danno rimpressione di un
accordo fondamentale, ma non è. possibile
conciliarli in tutti i particolari. In complesso
ci ricordano tre fatti avvenuti nella mattina di Pasqua.
lo Le donne al sepolcro. Prestissimo, la domenica mattina, mentre è ancora notte o appena albeggia, le donne vengono al sepolcro
per imbalsamare il corpo di Gesù. Ma trovano la pietra rotolata, e un angelo le esorta
a non cercare il vivente fra 1 morti. Più spaventate che rassicurate, esse tornano ad avvertire i discepoli (Matteo, Màrco).
20 Pietro e Giovanni, avvertiti da Maria
Maddalena coironó al sepolcro. Giovanni, più
giovane, corre più presto, ma si ferma pensoso davanti al mistero del sepolcro vuoto.
Pietro, più impetuoso, entra, e vede i segni
dell’assenza di Gesù. Un ordine delicato regna nella dimora in cui il Figliuol dell’uomo
ha riposato brevemente. Allora anche Giovanni entra, e « crede » nella risurrezione,
prima ancora che Gesù sia visibilmente apparso. Giovanni si contraw>one a Toma, che
per credere avrà bisogno di vedere i fori dei
chiodi nelle mani di Gesù, e di mettere la
mano nel suo costato (Giovanni). Credere
nella risurrezione, anche per noi, significa riconoscere l’impossibilità che il Santo di Dio
rimanga prigioniero della morte, e percepire
la trionfale assicurazione deUa vita eterna
promessa a coloro che credono in lui.
3o Quando i discepoli sono partiti, Gesù appare a Maria Maddalena (Giovanni) o alle
donne (Matteo 28: 8-10) e si fa conoscere.
Cosi la cert^za della risurrezione si spande,
confermata dalla testimonianza delle donne.
Matteo riferisce anche un episodio In qualche modo marginale. I primi testimoni della
Risurrezione non sono le donne, ma le guardie poste al sepolcro per impedire che avvenisse ! Ma questi testimoni sono fatti tacere
col denaro.
Diciannovesima lezione - 7 maggio
I DISCEPOLI DI EMMAUS
Lettura: Luca 24: 13-35 - Imparare: vers. 2832 - Versetto centrale: v. 26.
Luca solo riferisce nei particolari questo
bellissimo episodio, di cui dobbiamo sottolineare i momenti più importanti.
lo Due discepoli vanno da Emmaus, un
villaggio a 12 km. da Gerusalemme, e discorrono mestamente dei recenti avvenimenti. E’ già la sera di Pasqua, ma la certézza
della risurrezione non è ancora penetrata nel
loro animo, sebbene conoscano i fatti avvenuti nella mattina. Questa conoscenza non
basta dunque a far sorgere la fede nella risurrezicwie.
20 Gesù, si unisce a loro, senza farsi conoscere, li interroga e li consola. Invece di porli
improvvisamente davanti alla certezza sensibile della sua presenza, li persuade a poco a
poco della necessità di tutto quello che è avvenuto, secondo i piani di Dio. Soltanto quando avranno compreso per fede che «bisognava che il Cristo soffrisse queste cose ed
entrasse quindi nella sua gloria », egli si farà
conoscere. La fede nella risurrezione segue
anche per noi la stessa via.
30 La Cena. Riconoscenti del conforto impreveduto che'ricevono dalle sue parole, per
godere ancora alcuni istanti di quella luce
spirituale, i discepoli invitano Gesù: «Rimani con noi.... ». Nell’atto di « spezzare il
pane », Gesù si fa conoscere, e i discepoli si
rimproverano di non averlo riconosciuto prima, per la fervida certezza che le sue parole
destavano nell’animo loro. Non « arde » anche a noi il cuore petr la presenza di Gesù
nella sua parola e nella Santa Cena?
4o Ritornati immediatamente a Gerusalemme, i discepoli trovano negli undici la loro
stessa gioiosa certezza. Anche a loro Gesù è
apparso.
AWIfO
Si avverUmo gli abbonati e lettori de
« L'Amico dei Fanciulli » che detto periodico è stato soppresso con disposizione ministeriale « per ragioni contingenti
in relazione àUa limitazione del consumo della carta ». Ne riprenderemo' la
pubblicazione appena ciò sarà possibile.
Sarà tenuto conto per l'avvenire Ai
quanti già avevano pagato l’abbonamento per U 1944.
’!^A'0oca Valòese
PettHCRO-MAMCìLlA
, . «
Due angioletti sono stati improvvisamente omamati da Dio:'Arturo ferrerò di Alberto (Balbencia), prima ancora di vedere la
luce di questo rnondo, e Franco Gaydou di
Pietro (Bumeifrè), dopo alcuni giorni di violenta malattia. Sulle famiglie cosi diuramente provate invochiamo le consolazioni divme.
— li giorno del venerdì santo, hanno confermato il loro battesimo tredici catecumeni:
Barus Lina, Micol Alina, Pons Silvio e Pons
Liliana (Baissa), Micol Elda e Micol Valdo
(Lorenzo), Peyrot Emma (Crosetto), Pascal
Ettorina (Chiabrano), Pons Artiu'o (Bessè),
Canal Oreste (San Martino), Ferrerò Attilio
(Cassas), Gelato Attilio (Pomarat) e Gardlol
Arturo della parrocchia dei Chiotti.
Il Signore conceda a questi giovani di mantenere fedelmente le loro promesse.
— Il 15 corrente si sono uniti In matrimonio Erminia Ferrerò (Pomarat) con Luigi Massel, della parrocchia dei Chiotti. Dio benedica
questo nuovo focolare che è stato fondato sotto il Suo sguardo.
PINEROLO
La nostra comunità ha appreso con vero
rincrescimento il decesso della signora Barbero, madre diletta della nostra, sorella signora Serafino. La nostra simpatia è assicurata al sig. Barbero e alla famiglia dell’ing.
Luigi Serafino.
— Domenica 16 corrente, Adriana Avondetto di Cialdini ha ricevuto il Santo Battesimo. Voglia il Signore benedire questa bambina, i suoi genitori, il padrino e la madrina.
POMAHETTO
Il culto di Pasqua celebrato con fervore
religioso è stato reso particolarmente solenne
fiaba imponente assemblea, dalla partecipazione della Corale con l’esecuzione di due
canti di circostanza, dalla cerimonia delia
confermazione dei catecumeni e dalla celebrazione della Santa Cena, cui ben 210 fedeli
Hanno partecipato. Anche la colletta alla fine
oei culto devoluta alle famiglie della parrocchia nel bisogno è stata una bella testimonianza di affetto cr.stiano ed ha dato la somma di L. 2225.
Anche il culto della sera di Pasqua con celebrazione della Santa Cena, nella Cappella
fiel Clot di Inverso Pin^ca, è stata una occasione solenne per celebrare la risurrezione del
Salva.ore e per rallegrarsi nella comunione
con Lui.
Sono stati confermati durante il culto di
Pasqua: Baret Elsa di Giaccwno, Bertetto Lmo
fu Oscar, Bounous Margherita di Oreste, Costabel Mafalda di Carlo, Costantino Clelia di
Umberto, Coucourde Arturo di Ernesto, Coucomde Eli fu Hans, Coucourde Silvio di Vittorio, Coucourde Nella di Gabriele, Charrier
Gino fu Urbano, Genre Ilda di Giuliano, Lageard Nino di Lili, Long Enrico di Giulio,
Long Ennio di Luigi, Mannino Alma di Luigi, Mannmo Iolanda di Augusto, Peyronel Renato di Giovanni, Pons Arturo di Alberto,
Pons Silvio di Eugenio, Prandini Celina di
Giovanni, Rostan Elsa di Paolo, Ribet Eugenia di Giacomo, Ribet Roberto di Giovanni
e Tron Eli di Carlo.
Il Signore dia a qu^ti nuovi membri di
Chiesa fermezza e costanza nel suo servizio.
— Sabato 8 aprile abbiamo accompagnato
al campo del riposo la spoglia mortale della
nostra sorella Marianna Bernard nata Ribet,
deceduta ai Cerisier! del Podio in età di 85
anni. E’ pure tornata in cielo dopo un brevissimo soggiorno sulla terra la piccola Giorgeita Baret di Alberto e di Albertina Long
(Paiola di Inverso Pinasca).
— Sono stati presentati al S. Battesimo i
cugiitetti Nadina Vinçon di Giulio e di Elda
Rostan, e Guido Rostan di Aldo e di Evelina Barai (Rlvoira di Pinasca).
Formuliamo per i battezzati i migliori auguri di prosperità nel Signore e per i genitori ed in particolare per il babbo della piccola Nadina, attualmente internato in Germania, l’augurio di vedere i loro figliuoli crescere nel timore deH’Etemo.
— Domenica prossima, 30 corr., alle ore 15,
nel tempio, avrà luogo, a Dio piacendo, la
commemorazione del nostri fratelli ultimamente deceduti ai Pons di Pomaretto. L’occas one sarà così offerta a tutta la fratellanza
di m-anifestare alle famiglie nel lutto quella
simpatia che fln’ora non s’è avuto occasione di
manifestare.
PRALÍ
Nel mese di marzo abbiamo accompagnato
all’estrema dimora le salme di Giovanni Stefano Rostan e Daniele Rostan, del quartiere
dei Ghigou. Siamo rimasti addolorati per la
loro dipartita ed abbiamo cercato il nostro
aiuto e conforto nella Parola del Signore che
sola può consolare le famiglie così gravemente colpite. Il servizio funebre è stato ancora un’occasione propizia per invitarci tutti
a vegliare sulle nostre anime, perchè non
sappiamo nè il giorno, nè l’ora in cui il Signore cl chiamerà. Il Signore voglia benedire e consolare qxielli che piangono ed hanno il cuore lacerato dal dolore.
— I seguenti catecumeni di quarto anno
hanno fatto domanda d’essere ricevuti quali
membri della Chiesa Valdese e sono stati ricevuti al culto del Venerdì Santo: Artus Silvio (Indiritti), Garrou Valdo (Villa), Perrou
Enrico (Cougn), Rostan Francesco (Ghigou),
Rostan Guido (Orgere), Ghigou Renata (Giordano), Grill- Èva (Ghigou), Meusari Frida (Ind’ritti), Pascal Laura (Malzat), Pascal Ivonns (Indirmi), Peyrot Nella (Orgere).
Buon numero di fratelli ha preso parte al
culto del Venerdì Santo e della Pasqua.
— Sabato 15 aprile, alla presenza del Concistoro, hanno avuto luogo gli esami di catechismo con risultato soddisfacente per la
maggioranza dei catecumeni.
— Ringraziamo vivamente U capo distretto, signor Nisbet, per la sua visita del 2 aprl
^ le. Allo studente in teologia Giovanni' Peyvrot, esprimiamo pure i nostri ringraziamenti
' per il suo messaggio di domenica 16 aprile.
RODORETTO
In occasione del venerdì santo, abbiamo
ricevuto quali nuovi manbri di chiesa i seguenti catecumeni di qugrto anno: Genre Gui,ao (Campo Clot), Long Paolo (Coste), Pascal
Enrico (Fontane), Pascal Rinaldo (Fontane),
Breuza Olga (Rima), Genre Anita (Campo
Clot), Long Alma (Amaud). Siamo fliduciosi
che tutti manterranno fede alle solenni promesse fatte nella casa del Signore.
Il culto di Pasqua è stato caratterizzato
»dalla partecipazione di buon numero di fedeli alla Santa Cena. Nel poroériggio, nella
, scuola di Fontane abbiamo battezzato la bambina Edda Pascal. La domenica 16 apiUe abbiamo pure benedetto, col rito battesimale, il
bambino Giovanni Franco di Ernesto Tron,
diacono di Campo Clot.
Il Signore benedica la sua tenera greggia
perchè possa crescere non solo in statura ma
anche in grazia.
— Il giorno lo aprile abbiamo imitò in matrimonio Ruggero Marcello Meytre • e Elsa
Breuza, ambedue delle Fontane.
Siamo fiduciosi che nella buona e nell’avversa fortuna i giovani sposi cercheranno la
loro forza e la loro guida nel Signore, datore
di ogni vera benedizione
— Rii^raziamo il signor Nisbet per il suo
messaggio e la sua vìsita tanto gradita.
— Gli esami di catechismo hanno avuto
luogo domenica 16 aprile per i tre corsi e
hanno dato un risultato lusinghiero per buona parte degli alunni.
TORINO
11 Tempio di Corso Vittorio, provvisoriamente
restaurato, è stato riaperto al culto per le solennità delia Settimana Santa.
Data la grande dispersione della nostra Comunità, le assemblee che hanno partecipato ai
culti nelle ultime settimane sono state numerose.
— Nelle prossime settimane si syolgerà, a
Dio piacendo, una serie di con^ereiSze di attualità, che avrpno luogo la dothenica, alle ore
17, nella Chiesa di Corso Vittorio, seguendo
l’ordine seguente: 30 aprile: E’ fallito il Cri-'
stiaiiesimo ? (Pastore R. Comba) ; 7 maggio :
L’inquietante silenzio di Dio (Pastore E.
Rostan); 14 maggio: L’ordine nuovo (Pastore
E. Eynard); 21 maggio: La Chiesa nel mondo
di domani (Pastore R. Comba); 28 maggio:
L’ora della fede in Dio (Pastore E. Rostan).
FORRE P ELLICE
E’ stato celebrato il matrimonio fra il signor Albino Morel (Chabriols) e la signorfna
Rosa Camino. Invochiamo sul nuovo focolare le celesti benedizioni.
— DIPARTENZE. Il 19. marzo scorso ha
lasciato improvvisamente questo mondo il
giovane venticinquenne Enrico Malan.
Il 13 aprile corrente abbiamo accompagnato al campo del riposo la spoglia mortale
della signora Carolina Oudry in Rollini. Provata duramente nella sua salute durante molti mesi, la nostra sorella dledb bella prova
di pazienza e perseveranza, sostenuta dalla
forza divina.
Il 14 aprile. Iddìo richiamò da questo mondo il signor Bartolomeo Avondet, da molto
tempo sofferente. Egli se ne andò sereno e
tranquillo come chi sa dove andiamo e con
chi vivremo.
Il 2Ì aprile, fu chiamato a più alta dimora il signor Luigi Rivoira (Simound), ad una
età in cui, a vita umana, sembrava di non
aver ancora compiuta la sua giornata terrestre. Iddio giudicò altrimenti, e sappiamo che
la Sua volontà è santa e buona sempre.
Alle famiglie in lutto rinnoviamo l’espressione della nostra viva simpatia <Tistlana.
Notizie delle Chiese
Alle Chiese di Torino e di Genova, già danneggiate dai bombardamenti aerei, dobbiamo
aggiungere quella di Pisa il cui pastore, signor Arias, ci scrive che i locali di culto sono
.stati colpiti poco dopo che l’assemblea dei
fedeli si era allontanata.
— Anche a Siena ove si trova il pastore
A. Ribet molti vetri infranti, ma nessun danno serio alle famiglie della Comunità. Buone notizie da Genova, ove il pastore F, PeyroneL rimessosi in salute, si trova all’opera, e
da Sampierdarena dove la Comunità, ben diretta dal pastore A. Alessio sta riprendendo
le attività quasi normali. A Firenze nessun
danno alle Chiese ed ai fratelli. A Milano diverse famiglie sono tornate in città ed i culti sono ora nieglio frequentati.. Buone notizie da Bergamo (M. Moreschini), da Felonica
Po (L. Coi'sson), da Venezia (E. Ayassot), da
Trieste (G, Del Pesco) e da Fiume (C. Gay).
A Como il pastore C. Lupo ha dovutó essere
sostituito per alcuni mesi per causa di salute.
— Il pastore G. Bonnet non ha potuto riprendere in autunno, il suo posto a Sanremo
per motivi di salute ed è stato sostituito dal
pastore N. Giampiccoli. Il pastore D. Pons
dirige sempre la Chiesa e l’Istituto Femminile a Vallecrosia, che è stato in parte sfollato.
— A Roma, i bombardamenti anglo-americani che hanno reso difficili il normale funzionamento del gas e dell’acqua, nonché il
rifornimento dei viveri, norì hanno turbato la
vita delle Comunità nostre che vanno ovonti
con coraggio e ottimismo. Alcune famiglie
hanno avuto l’abitazione danneggiata; quelle
che abitano alla periferia sono state duramente provate e, quelle che lo possono, si ollontanano durante le ore più pericolose, dai
quartieri più colpiti.
Nelle ore oscure, raggi di luce: nella colletta (Ji domenica 12 marzo, il pastore di
Piazza Cavour, P. Boslo, hà trovato una busta contenente L. 5.000 offerte da * un membro di Chiesa » per uno « scopo speciale »; i
culti son ben frequentati; la Settimana di
Rinunzia, nonostante l’assenza di diverse fa
•V ”* > I
miglie ha segnato, sempre a Piazza Cavour,
un confortante aumento. ' ~
Dovunque, insomma, sì prega, si testimonia
si preparano le forze spirituali per l’ara
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della ripresa.
(Dal Bollettino della Chiesa di P. Cavour)
SETT11ÍAN4 Df RiNlItlZlA
4* LISTA
Como (2® vers.)
Massello
Torre PelMoe (3<> vers.)
Torlnq (4° versamento)
Messina (Z<> vers.)
Vallecrosia
Angrogna Serre (3o vers.)
Trieste
Villar Penice
Sanremo
Alessio
Bastia d’Albenga
Lusema San Giovanni
L. 2770,» 1500,—
» 9000,—
» 8500^
> 100,—
» 1905,—
» 118,—
» 3000,—
» 6000,—
» 2350,—
» 210r» 110,—
» 7000,—
DidI tati dal [iiiiin dalla Tarala
In memoria dì T. H. Gay; Enrico Gay. per
Emeriti, L. 1.000 - per Rifugio, 1 (MW - ^
Collegio, 500.
Famiglia Viani De Michelis, in memoria di
Orielda Viani della Mirandola: per Chiesa di
Via IV Novembre, L, 100 - per Istituto di
Vallecrosia, 100 per Rifugio, 100 - per Diaconesse, 50 - per Istituto Pestalozzi, 100.
Società di Cucito, Roma, Via IV Novembre; per Emeritazione, L. 3.000 - per Orfanotrofio di Torre Pelllce, 2.000 - per Orfanotrofio di Pomaretto, 23»0'- per Istituto di Vallecrosla, 2.000 - per Istituto Gould, 2.000 per Istituto dì Firenze, 2.000.
rPér danni; S. Silvianl, Fltune, L. 200.
Per Emeritazione; Famiglia Gasparotto, Roma, II. 50 - Cbauvie Michele, Prarostino, 10 Avondet Maddalena, in memoria cara madrina Avondetta Alessandrina, 50 - Mario RIocL
Genova, 500.
Per Collegio; Gino CostabéL L. 300.
Per Istituto di Vallecrosia: Wiltsch Margherita, in memoria di Alberto Wütsch, Fiume, L. 500 - Bemabei Hertsch, In memoria
di Alberto WUtsch, Fiume, 100 - Colletta di
Natale, Fiume. 226.
Per Diaconesse: Famiglia Gasparotto Roma, L. 25.
Per Società Missionaria Pradeltomo: Famiglia Gasparotto, Roma, L. 15.
Per Facoltà di Teologia: Godino Aldo e Raimondo, Prarostino, per istituenda Borsa in
mem. del Cappellano Alfredo Rostain, L. 50.
Doni speciali; V. Berett&> per I poveri,
L. 320.
Adele Arias
Naia il 7 gennaio 1869 a Mantova da genitori evangelici aveva sempre dato tutte le
sue forze intellettuali e morali alla causa
dell’evangelo; grandemente idealista si era
consacrata fin dalla sua gioventù all’Insegnamento e, dopo poco, ancora ad im’opera di
bene, occupandosi per venti anni dell’Opera
della protezione della giovane nella stazione di Torino, quindi per quattordici anni
della direzione dell’Orfanotrofio Femminile
Valdese di Torre Pelllce; oggi, dopo tre anni
di meritato riposo, è presso il suo Signore 1
Il fratello minore, pastore Attillo Arias, e
gli altri parenti, la pensano e la ricordano
con affetto.
In San Germano, la sera del 14 aprile,
chiudeva la sua lunga e benedetta vita terrena
Giulia Barbero
naia VIdalongo
di anni 87.
Il marito FEDERICO BARBERO, la figlia
ITALA col consorte inp. LUIGI SERAFINO
e i figli doti. ETTORE, ADOLFO e MARIA,
trovando pur nel dolore del distacco motivo
di fede nella divina certezza di uno vito eterna, ne danno l’annuncio a funerali attenuti a
quanti non hanno prima potuto avvertire e
ringraziano quanti già hanno preso parte al
loro lutto con la fraterna assistenza del momento e la presenza al servizio funebre, in
special modo i pastori Bertln, Marauda e
Rostan.
« Fattosi sera, Gesù disse: Passiamo all’altra riva».
Marco 4: >8.
AFFITTASI camera ammobiliata Torino con
o senza uso cuciha ~ Rivolgersi al giornale.
CERCASI alloggio 4 o 5 camere ammobiliate
o vùote — Rivolgersi al giornale.
Prof. Omo CosTAm, Direttore responsabile
Autorizzazione Min. Cultura Popolare N. 10
del 7 gennaio 1M4-X3ÔI
ARTI ORAnCHE “ L'ALPINA „ - Torre Pellico