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Roma, 31 Ottobre 1908
SI pubblica ogni Sabato
ANNO 1 - N. 44
LA LUCE
Propugna gl’interessi sociali» morali e religiosi in Italia
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ABBOKAMKKTI
Italia; Anno L. 2,50 — Semestre L, 1,50
Estero : » » 5,00 — « < 3,00
Un numero separato Cent. 5
I manosaritti non si restitniscono
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Direttore e Amministratore : B. Celli, Via Magenta 18, Roma
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SOMMARIO
Guardando attorno. — Invito delPAlleanza Evangelica. — Il conforto delle lagrime, Y. — Per finire, Arturo Mingardi. — Una statua simbolica,
Enrico Rivoire. — Tolstoi, Paolo Calvino. Gian
Giacomo Rousseau, E. M. — liewman, e. r.
lioterelle amene, Nemo, — Galleria scientificoreligiosa : Buler, E, M. — Delinquenza fra minorenni, Enrico Rivoire. — Pagine di storia, Giovanni dalla. — La dottrina cristiana spiegata al
popolo, u. i. — Croce Azzurra. — Bandiera Bianca. — Risultato del Concorso, La Direzione.
Nella Penisola e nelle Isole. — Valdesi d’America. — Primavera della Vita, T. C. — Oltre le
Alpi e 1 Mari. — Cina. — Echi delle Missioni. —
La carità si raffredderà, Lisa Clerico. — Reazione,
G. Fulliquet — In sala di lettura. — A spizzico.
— Beecher al figlio, e. r.
Oaardaodo attorno
(Noterelle e Spigolature)
A Livorno il Congresso della Gioventù Cattolica
papalina, presente il Cardinal Arcivescovo di Pisa.
Chiasso ed evviva a iosa.
Non s’avvedono quei cinquecento giovani di... tutte
le età che il Romanesimo si regge ancora per forza
d’inerzia, ma che è bacato da cima in fondo come un
vecchio mobile tarlato e prossimo a ridursi in frantumi, anzi in polvere ?
* *
A Firenze, il Convegno della Scienza, o, meglio,
degli... Scienziati.
Il senatore Colombo ha parlato della navigazione
aerea infondendo in tutti un grande entusiasmo; il
quale Guido Mazzoni manifesta mediante una poesia,
che — se non vale quella notissima del Monti — è
però bella e di sincera ispirazione come ogni altra
poesia del gentile professore fiorentino.
Trasvoleremo noi dunque su monti e su mari, fino
ai poli f Potrebbe darsi benissimo. Fin d’ora il Cristiano s’inalza con l’anima alle maggiori altezze, in
quelle purissime regioni spirituali ov’è la comunione
con Dio e col suo Cristo.
• «i
Anche l’abate M inocchi ha parlato nel Convegno
fiorentino della Scienza, proponendo che s’introduca
nei nostri Istituti d’istruzione superiore l’insegnamento storico-scientifico della religione, e che se ne
commetta l’incarico a professori ad hoc, o, in mancanza di questi, ai professori delle Facoltà di Lettere
e di Filosofia.
Se son rose, fioriranno. L’Italia, per ora è troppo
scettica !
»
• «
Una notizia concernente lo stesso dotto abate non
ci ha punto stupiti : * Don Salvatore Minocchi depone l’abito ecclesiastico ».
Non partecipiamo alle idee ipercritiche di lui; non
condividiamo le sue rosee illusioni circa alla scienza
definitiva e assoluta', ma non abbiamo mai dubitato
della fermezza onesta del suo nobile carattere, che fa
eccezione tra gli altri caratteri di pasta frolla, i quali
si dan l’aria di rinnovatori del genere umano, nicchiando poi alla prima frustata vaticanesca. La con
dotta del prof. Minocchi è degna dunque del più vivo
e del più cordiale encomio. Oh se tant’altri abati, e
frati e padri e parrochi e prelati d’ogni risma seguissero sinceramente l’impulso del cuore! L’esodo
dalla Chiesa Romana sarebbe continuo, quotidiano !
*
* «
Grazie a Dio, l’esempio del Minocchi non è unico.
Ecco qui, per esempio, la Lettera aperta che il P. Biagio
Angelo Mastrotto ha pubblicata e diretta a c Sua Eminenza il Signor Cardinale Domenico Ferrata, prefetto
della S. C. dei Vescovi e Regolari »; nella quale lettera il Mastrotto, che fino a poco tempo fa apparteneva all’ Ordine dei Minori, espone chiaramente le
ragioni di fede che l’hanno sospinto a uscire dall’Ordine dalla Chiesa (Romana).
Un bravo anche a lui, e l’augurio di poter produrre un gran bene d’intorno a sé, predicando il
Cristo « Via, Verità e Vita ».
*
* *
La Domenica del Corriere ripete ai lettori la solita
esagerata notizia che « nel Regno Unito i cattolici si
contano già a milioni » e chefla Chiesa Romana vi
fa « sempre nuovi proseliti »;isenza darsi la briga di.
soggiungere che chi si converte non è evangelico, nel
vero senso della parola, ma pMseisia oppure riiMaftsfa
della così detta alta Chiesa anglicana, che di sua natura è già per tre quarti papista nelle dottrine e nelle
pompe del culto.
Così si cucinano le notìzie di cronaca dai magni
fogli più avidamente letti nella nostra povera Italia,
che è cieca e vuol rimanere tale.
La stessa Domenica del Corriere esalta il gesuita
padre Remando Waugham, il quale in Londra, non
senza reclame ciarlatanesca, sferza a sangue il lusso,
il giuoco e altre male passioni, attirando folle enormi
di cattolici romani e di protestanti del mondo più elegante alle sue prediche. « Come il Savonarola fiorentino (il Savonarola non era fiorentino, caro Corriere
della Domenica, ma ferrarese). Padre Waughan tuona
specialmente contro il lusso delle donne », eco., ecc.
E credete voi, signori colleglli del Corriere illustrato, che il vostro gesuita sìa il primo e il solo a tuonare? Prima, e ben più eloquente della sua, risuonò
in Londra, e non per qualche giorno o per qualche
mese solamente, ma per trent’anni consecutivi, la voce
angelicamente potente d’un Carlo Spurgeon, che, più
volte per settimana, predicava a seimila persone. Ne
avete mai parlato voi nei vostri fogli liberali ?
Voi paragonate mutatis niutandis, il vostro Waugham a Paolo da Tarso, cioè a S. Paolo ! 1 Ma conoscete voi S. Paolo ?..
Rettorica, Signori, rettorica! Sempre quella maledetta rettorica à sensation, che è « principio e cagione » e effetto al tempo stesso del nostro italico
carattere fiacco e scipito.
«
• •
Due illustri persone sono sparite dalla acena di
questo mondo.
Il cardinale Mathieu, uomo dj lettere, membro dell’Accademia di Francia, amico di Leone XIII, fautore
del cardinal Rampolla, storico ardito dell’ultimo conclave che, come tutti i conolavi, ebbe i suoi bravi rè|roBcene polUiitì dijapettq dell« Spi
rito Santo che — secondo quel che si crede dai poveri di... spirito — presiederebbe, e presiederebbe anzi
solo, alle élezioni papali. Il Mathieu è spirato dichiarando di far sacrificio della sua vita al Papa — col
quale si era rappattumato — e alla Chiesa.
Dio e Gesù contano dunque per poco nel concetto
cattolico papistico.
L’altro illustre che se n’è andato è Giuseppe Biancheri, deputato da diciotto legislature, presidente della
Camera per una lunghissima serie d’anni, unico superstite del Parlamento subalpino, grande patrlotta,
figlio d’un grande patriotta, mente lucidissima, profondo conoscitore delle cose e degli uomini, spirito
profetico nell’ambito della politica parlamentare.
Era credente?
I € conforti religiosi somministratigli » negli ultimi momenti nòn provano gran che.
ipuito deir/ìlleai^za Euap^eliea
per la settimana dì preghiera. (Dalla domenica 3 al sabato 9 gennaio inclusivo)
A tutti coloro che in qualunque luogo invocano il nome del Signore Gesù
Cristo, loro Signore e nostro.
Cari Frafelli, membri di quell’unico Corpo che è V organo dell’unico Spirilo,
Di nuovo un anno st^ per passare e un
anno sta per nascere, e^ di nuovo noi vi
invitiamo, vicini e lontani, alla preghiera.
Vi invitiamo instantemente a dedicare
tutta la prima settimana del 1909 a quella
preghiera unanime, cooperante, concreta,
piena di fede e, di speranza, propria di
tutti quelli che conoscono Colui il quale
ascolta e risponde.
invito.
noi VI
Ovunque giunga questo
scongiuriamo di fare ogni sforzo ed ogni
sacrifìcio, per questo scopo cosi santo e
pratico nel tempo stesso.
Siate presenti, per quanto vi sarà possibile, alle radunanze speciali che verranno
stabilite all’uopo airinfqori di quelle abituali per il culto regolare ’ della Chiesa dì
Dio. Fate che tali radunanze divengano, per
qnanto starà in ciascuno di voi, una vera
forza spirituale, concorrendovi col vostro
dono volonteroso di fede, di speranza e
d’amore, con la preparazione del cuore
e della mente, con lo spirito di umiltà e di
timor di Dio, col convincimento (generato
dalla riflessione e dalla preghiera personale) dei tremendi doveri che vi: incom-
2
LA LUCE
bono in faccia alla Chiesa e al mondo, e
col sèntimento della realtà dell’amore, della
bontà e dell’onnipotenza del nostro Padre,
del nostro Salvatore, dpi nostro Santiflcatore, un solo Dio di verità e di grazia.
Preghiamo voi, alle cui cure è affidato
il buon andamento di tali radunanze di
preghiera, che tutto proceda con quell’ordine e quella edificazione che il Signore
richiede da noi ; che il tempo sia usato
con savia economia ai fini più alti ; che
l’assemblea non dimentichi mai Colui che,
come ha promesso, sarà in quella occasione
presente in mezzo di essa.
Tale settimana dev’essere, con la Sua
grazia, preparata in preghiera ai piedi Suoi,
e dedicata soltanto alla Sua gloria.
Vi fu mai occasione più urgente di questa. per la concentrazione di tutte le forze
in fervida preghiera? Considerate da un
lato — il più oscuro — il profondo malessere del mondo e delle Chiese medesime,
l’incredibile trascuranza della Parola di Dio
e del giorno del riposo dedicato al suo
culto, il lusso quasi pagano degli uni e la
lotta accanita per 1’esistenza suscitata dagli altri, il decadimento dell’istituto divino
della famiglia, la tendenza verso la rivoluzione piuttosto che verso la riforma, la
spirituale fiacchezza della predicazione, la
scarsità delle conversioni, la rarità delle
vite cristiane chiaramente testimonianti
della verità di Dio.
Dal lato più brillante, considerate poi
« il sospiro e il grido » verso cose migliori, la crescente stanchezza di controversia amara ed iraconda, l’aspirazione
verso l’unità e la* cooperazione per il Signore, i pacifici trionfi della Bibbia e della
Chiesa nel mondo non ancora cristianizzato,
i pegni sicuri di un qualche cosa che si
avvicina, che farà epoca : un risveglio, un
Avvenimento !
Perciò fratelli, preghiamo. Che quella
settimana di preghiera, la quale darà principio ad un anno di vita di preghiera, sia
dedicata interamente a Dio e alla Sua causa
/
nella certezza che Egli ascolta ed ama.
Credeteci, cari Fratelli, vostri nell’amore
del Signor nostro Gesù Cristo.
{Seguono le firme di molti Cristiani appartenenti a 95 nazioni e paesi diversi,
dalla Gran Bretagna, al Giappone, al Zululand).
Il cooforto delle lagrime
E Gesù lagrimó. • Giov. XI, 35
Mentre piangolo sconsolati coloro che la morte
di Lazzaro ha immersi nel cordoglio, Gesù che è
« la Risurrezione e la Vita », se ne sta lontano.
Saputo che Lazzaro è morto, egli accorre ; ma ci
• vogliono ben quattro giorni per arrivare. Le sorelle
dell’ « amico » l’aspettano: Marta sulla strada,
Maria in casa. Gesù manda a chiamar Maria, ed essa
in fretta viene ad incontrare il Maestro. « I Giudei
che erano con lei in casa e la consolavano, la seguono ».
Tutta la comitiva s’avvia al monumento. Il pianto
delle dne sorelle e quello dei Giudei commuove Gesù...
« E Gesù lagrima ! » Ecco, come l’amava osservano
gli astanti !
Non vi era stoicismo nelhanima di Gesù. La sua
era vera umanità che sentiva- ciò che sente la nostra
natura. Non volle Egli mai comprimere gli affetti
naturali ; nè educar sè stesso alla dura e fredda
indifferenza. Non si vergognò di possedere una sensibilità simile alla nostra, e non reputò debolezza
il piangere in pubblico con quelli che piangevano.
In quel momento solenne, chi sa se non gli si
presentò alla mente la prospettiva della sua morte
e sepoltura ? il pensiero che fra pochi giorni
anch’Egli sarebbe stato come Lazzaro, un freddo e
rigido cadavere, e deposto nel più prossimo avello
da pochi amici piangenti e, da poche donne desolate ?...
Non bastò a rasserenarlo, in quel momento solenne
il sapere, il sentire che Egli era la « Risurrezione e
la Vita » ; e che, come avea in sè la potenza di
chiamar Lazzaro fuor del sepolcro, cosi egli avea la
facoltà di deporre la sua propria vita e di ripigliarla
poi. In quel momento solenne Egli si ricordò d’essere un uomo come gli altri fuori che nel peccato,
e simpatizzò colle afflizioni degli uomini e fece suo
il dolore umano... * E Gesù lagrimò ! »
*
^ «
i nostri languori, e si è caricato delle nostre doglie,
di Colui che riunisce intorno a Sé in gloriosa
compagnia, tutti coloro che sono andati innanzi a
noi nei luoghi celesti !
« Benedetto sia Iddio e Padre del Signor nostro
Gesù Cristo ; il Padre delle misericordie e l’Iddio
d’ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra
afflizione — acciocché, per la consolazione colla quale
noi stessi siamo consolati, possiamo consolar coloro
che sono in qualunque afflizione ». (2 Cor. II 3.4).
Y.
Diremo noi che, cosi piangendo, Gesù siasi dimostrato debole come una femminuccia, anziché forte
d’animo e uomo coraggioso ? No ! Cotesto modo di
pensare proviene dall’idea erronea che molti si fanno
della nostra natura. Il conforto delle lagrime deve
egli essere negato aH’nomo ? Il piangere, è forse un
privilegio speciale della donna ? Deve l’uomo, perchè
uomo, por freno alle sue più pure e più profonde
emozioni ? No ! Cristo, modello d’ogni uomo, modello di quanto havvi di più alto e nobile nell’umanità, non divietò a sè stesso il conforto del pianto !
E dovrebbero gli uomini esser tenuti come indegni
del loro sesso se, in un lutto di famiglia, versano
lagrime di dolore e di simpatia quali tur quelle
versate da Gesù ?
La lagrima è genuina quanto il sorriso. Chi fa
violenza alla sua natura, insulta il Creatore e follemente pretende inalzarsi sopra l’uomo perfetto,
Cristo Gesù. La fronte che non è mai serena, il labbro
che non sorride mai, ci sembrano contrari alla natura umana non meno dell’occhio che non lascia
sgorgare mai lagrima alcuna ! Per questo rivendichiamo a favore degli afflitti e dei dolenti, il conforto delle lagrime. — Piangere non è peccare. Molti
peccano perchè non piangono. L’uomo non abbassa
la sua dignità, né la donna dà spettacolo di svenevolezza, se piangono al cospetto del pubblico, davanti
ad una bara che contiene le spoglie mortali d’uu
parente, d’un amico.
Gesù non dà colpa a Dio della morte di Lazzaro,
e non dubita della potenza ch’Egli ha ricevuta di
risuscitare i morti : Eppure Egli piange ! E’ un
pianto santo quello di Gesù ; le sue lagrime sono
più pure che l’acqua cristallina ; esse sgorgano da
una fonte immacolata, ch’è il cuor suo. Niuno gli
dica : . Non piangere ! » Lasciate piuttosto ch’egli
dica a voi : « non piangere I » quando il vostro
pianto è vano.
♦
^ *
0 cuor ferito squarciato dalla morte di persona
cara, va’ come Marta, come Maria, come Gesù, al
sepolcro ove l’amata salma aspetta la trasformazione
della risurrezione — e là piangi, ma spera, ma credi !
Noi vedi tu Colui che è la Risurrezione e la Vita ?
Guardalo : Egli piange ! Odilo : Egli grida : « Lazzaro vieni fuori I » — E Lazzaro vien fuori. La
polvere sulla quale tu piangi, fratello mio, sorella
mia, continuerà a cuoprire colui che non è più ;...
ma, spera ma credi! . lituo fratello risusciterà! »
Il tempo verrà in cui la mano che t’inferse il doloroso colpo, tergerà ogni lagrima dagli occhi tuoi...
« Credi tu questo ? »
Se la simpatia umana ha virtù di lenire in parte
il nostro dolore, di render men grave il nostro cordoglio, quale efficacia maggiore avrà la compassione infinita di Cristo, di Colui che ha portato
PE^R PINIRP
Descritta cosi a grandi pennellate la psicologia
della mia anima e la crisi spirituale che mi condusse fuori della chiesa cattolica, dovrei intrattenere
i lettori di La Luce sul modo con cui io potei superare le oijbiezioni della mia vecchia fede di fervente frate cattolico, fino al punto di schierarmi, liberamente e con tutta la pace della coscienza, nelle
file esigue della Chiesa cristiana valdese.
Ecco : io non sarei sincero se dicessi che sciolsi
le molte obbiezioni a forza di erudizione storica e
di disquisizioni intellettuali; esse si dileguarono da sè
per la potenza dei fatti e per un certo innato mio
buon senso.
La è del resto una grande verità riconosciuta da
tutti. Le dottrine e le pratiche cattoliche, se ne togliamo quelle che sono sanzionate esplicitamente
dalla parola e dalla vita di Gesù, non possono sussistere, in un’anima sincera, se non in base del pregiudizio dell’autorità. Il buon senso religioso dei
più si ribella al cattolicismo quale oggi è imposto
dalla Curia romana, ma nel medesimo tempo i più
tirano avanti, perchè suggestionati dal pregiudizio
dell’autorità infallibile della Chiesa e del Papa.
Un giovane, messo da me alle strette su certi
argomenti, mi rispondeva : « Chi comanda fa legge :
i superiori saranno responsabili davanti a Dio della
mia vita falsa ed inutile ».
Gli soggiunsi : « Ma questo, caro mio, non è onesto :
quando il Cristianesimo non debba servire a creare
delle forti coscienze personali, che sentano la propria responsabilità individuale di fronte alla vita,
esso è di danno aU’umanità ».
Il povero giovane assenti e mestamente aggiunse :
« Capisco, ma oramai la mia vita è fallita; altri faranno quello che io non posso fare ».
E credo che egli fosse sincero. Non bisogna esser« troppo crudeli nel giudicare queste povere vittime. Rammentiamoci che la gran maggioranza di
quelli che ancora sono e si professano cattolici, fin
dalla loro infanzia venivano gradatamente suggestionati dal precetto di non riconoscere altra fonte di
verità fuori della Chiesa e del Papa — chi non è
col Papa non è colla Chiesa, e chi non è colla Chiesa
non è con Dio. Non si lasciò intravvedere a loro
nessun altro criterio di verità sulla madre terra, e,
con la massima avvedutezza, si impedì a loro di leggere libri e di conversare con persone che non inoculassero il medesimo veleno.
Con questo sistema la Chiesa rómana a qualche
cosa riesce. Se oggi sembra che nel suo seno si
maturi una crisi, proprio circa il concetto dell’autorità, non bisogna illudersi troppo; la maggioranza
è sempre pronta ad evirare la propria personalità,
per pensare e operare nell’ubbidienza cieca.
Forsecchè il colosso burocratico della Chiesa cattolica non gode le simpatie anche di tanti che non
credono a nulla ? L’imperialismo papale — che ha
1 ambizione di assoggettarsi tutte le umane creature
nel nome di Cristo — fa venire le vertigini a
tanti atei che i problemi umani studiano sui giornali. Ne ho uditi parecchi confessare ad alta voce
che il cattolicismo, come istituzione politica, è una
grande maraviglia; costoro, un minuto prima di morire, torneranno cattolici praticanti e, coi vaneggiamenti della loro agonia, consolideranno la potenza
3
LA LUCE
papale. Sono tali molti che fan professione di liberalismo. Iniqui ! prima di blaterare dei giudizi, entrate nella Chiesa Cattolica, assoggettatevi alle sue
leggi, poi lodatene Timperialisrao e ponetevi, se potrete, la firma colla vostra vita anzicchè colla vostra morte stupida.
Volevo dire che se il fascino del colosso clericale
abbaglia fin anche certi liberali... non è da stupire
che esso possa reclutare molte vittime tra i bimbi e
le bimbe, i quali poi crescono uomini e donne a formare la società dei credenti cattolici, pronti a giurare in verbo magistri sopra qualunque dogma e
precetto venga loro imposto dall’autorità.
A spegnere la fede nel cattolicismo basterebbe
dare la libertà di esame e di coscienza ai suoi membri.
Questa è la mia convinzione la quale io mi son fatta
per esperienza. E lo ripeto: toltene le verità
evangeliche, nessuna delle dottrine e delle pratiche
cattoliche sussiste in forza della propria intima ragionevolezza e della propria veracità.
Esse potranno bensì avere una base naturale, ma
sempre da un punto di vista molto diverso da quello
cattolico. Serva ad esempio la confessione auricolare.
Essa può dimostrarsi utile anche naturalmente, ma
non è nel senso naturale che la Chiesa cattolica la
impone ai suoi sudditi. La confessione cattolica è
divenuta un mezzo — sine quo non — per la salvezza eterna delle anime.
10 ci tengo quindi a dichiarare che non mi è rimasta che la fede nelle dottrine evangeliche, pel
solo fatto che la grazia di Dio mi ha fatto un uomo
libero. Dove è lo spirito quivi è libertà; e la verità
libera gli uomini sinceri dai pregiudizi tradizionali
dei loro simili.
E’ perciò che la Chiesa cattolica è sempre stata
feroce contro lo spirito di libertà — essa conosce
troppo bene che nell’avvento della libertà sarà la
sua fine.
Urtalo ^WìngaPdi.
Una .statua sinabolica
11 racconto fatto dell’amico Càlvino di una visita
alla cattedrale di Strasburgo, mi ridusse a memoria
una bella pagina di A. Réville, letta circa un quarto
di secolo fa, e che trascrivo per i lettori della Luce.
Nella torre del duomo, c’è una statua di pietra
(l’ha veduta il Calvino?) la quale esprime bene lo
stato d’animo in cui si trova talora il cristiano.
€ Sta su in alto, in una nicchia volta verso ponente ;
tiene in mano una Bibbia e guarda intensamente
verso l’orizzonte. L’artista ignoto che 1’ ha scolpita
ha dato ai suoi lineamenti una espressione ineffabile
di attesa malinconica, rassegnata e in pari tempo
soavemente ielice. Quando i raggi del sole al tramonto indorano la vecchia cattedrale e che le case
vicine sono già sepolte nell’ombra, non v’è nulla di
più bello a vedersi di quella grave figura che si
stacca dalla torre per sorridere alla luce che declina.
Con gli occhi fissi all’ orizzonte, si direbbe che
essa veda al di là e che ciò che vede e che noi non
possiamo vedere irradii di gioia la sua fronte pensierosa. Sovente il cielo è nero, monotono ; le nubi
si frangono contro la guglia acuta, il vento sibila
sinistramente e non c’è sempre un sole d oro che
illumini il vecchio duomo. Ma 1’ uomo di pietra è
sempre lassù calmo, immobile, rivolto verso il lontano orizzonte, che egli contempla con quel suo
sguardo pieno ad un tempo di malinconia e di gioia ».
Bella immagine, a me pare, del credente che aspetta, triste forse ma rassegnato e fiducioso, la
consolazione promessa. Guardando innanzi verso gli
orizzonti terreni, cosi spesso oscurati da nubi, è facile essere presi dalla malinconia, dalla tristezza,
ma quando si spinge lo sguardo della fede verso i
lontani orizzonti celesti luminosi, la tristezza viene
addolcita, temperata dalla gioia e dalla speranza.
HnPico
Kit CnanriDlim provetto, in grandi strettezze
CO UWUnyBUuu accetterebbe qualsiasi impiego,
se modeste. Si rivolge er tutti i fratelli nella fede
ttenere il loro appoggio morale. Scrivere all amtrazione del giornale « La Luce » Via Magenta
ima, — alle iniziali Dr E. B.
Mentre migliiiia di giornali van ripetendo le lodi
del vegliardo di Jasnaia Poliana, che ha testé celebrato in perfetta salute l’ottantesimo compleanno,
v’ha chi s’è occupato di guardare un po’ più addentro nell’officina intellettuale, famigliare e sociale dell’autore della Kreutzersonate e di mettere una gocciolina di mirra nello spumante champagne col quale
i suoi adoratori lo vogliono inebriare. Aífof/o Stein
editore del giornale Der Deutsche racconta in base
a conoscenza personale della famiglia, nonché a documenti ch’ei dimostra incontrovertibili, che mentre
Tolstoi in modo così persuasivo sì sbraccia a predicate agli altri il disprezzo dei beni di questa lacrgmarum valle, egli per dare il buon esempio si
spoglia in realtà di tutto, ma viceversa poi fa semplicemente intestare a sua móglie tutti i suoi beni,
cosi eh’ egli può dire di non possedere più nulla.
Per conseguenza egli più nulla può dare ai poveri e difatti nulla del proprio dà, ma siccome egli
'ha molti ammiratori che gli mandano del danaro, egli fa il filantropo a buon mercato col danaro degli
altri. Ch’egli sia un geniale romanziere, un poeta,
un suggestionista ed illusionista senza pari nessuno
lo nega, ma ch’egli possa essere un riformatore politico, religioso o sociale è assolutamente escluso dal
fatto stesso ch’jei non vive punto conformemente
alle massime ch’ei predica agli altri. Si fa volentieri
fotografare da contadino per la pose ma vive in realtà
da grandseigneur cui nulla manca e che di nulla
sa privarsi.
Spinge il popolo russo a muover guerra ai ricchi
e a domandare la divisione della terra da coltivare,
ma fa mettere suH’ingresso del suo bel parco questa scritta : E proibito.
Predica la pazienza ma se i contadini sparano
contro le sue finestre premurosamente invoca la
protezione di quel governo, che egli disprezza e maledice.
Dal che si deduce che dal dire al fare c’ è di
mezzo il mare e che non biàognerebbe mai crearsi
degli idoli.
Paolo Calvino.
Gian Giacomo Rousseau
Un monumento venne inalzato testé in
Francia alla memoria di Gian Giacomo
Rousseau. Disse il discorso inaugurale il
ministro Viviani, il quale, dimostrò che il
filosofo ginevrino fu uno dei precursori più
illustri del movimento democratico di oggidì.
Ultimamente nella eccellente Revue du
Christianisme Social (Maggio 1908) in un
articolo su « Christianisme et Démocratie »
si leggevano queste parole : « ... si potrà
altresì vedere in certe pagine del Contratto
Sociale (una delle opere del Rousseau)
l’individualismo protestante il più puro. E
questo individualismo si traduce soprattutto
con la teoria dell’uguaglianza dei cittadini
di un medesimo Stato, uguaglianza che
risulta dalla legge «espressionedella volontà
generale. ». Ora questa idea è alla base
di tutti i progetti di dichiarazione, della
dichiarazione dell’89 e di ogni governo
democratico ».
Quantunque, sia nella vita che nelle
opere del Rousseau, siano molte le contradizioni, non è difficile vedere che l’autore
AoWEmile non ha potuto dimenticare le
sue origini protestanti. È certo da rimpiangere che il Rousseau non abbia saputo dimostrare, e nella sua vita e nei suoi scritti,
quell’unità che raccomanda i grandi uomini
I ai posteri. Ma se non possiamo vedere nel
filosofo ginevrino un discepolo del Vangelo,
tuttavia di lui rimangono pagine bellisime
riguardo alla coscienza, all’irnmaterialità dell’anima, alla perfezione dei Vangeli, alla
persona del Cristo.
E. m.
La rivista Foi et Vie contiene un articolo assai in'
teressante e suggestivo di Gastón Eiou sui motivi che
indussero Newman a convertirsi al romanesimo. L’autore respinge cosi la tesi protestante della conversione
dovuta ad una morbosa brama di autorità assoluta,
come la tesi romana di una conversione impostagli
dalla visione smagliante della verità intellettuale del
romanesimo. Secondo il Riou « Newman andò a Roma
per altri motivi : perchè egli era più protestante del
protestantesimo e quindi per un eccesso d’individualismo; perchè queU’anima, assetata di santità, se ne faceva un’idea eroica, eccezionale, romanzesca, e insomma
monacale; è questa idea monacale della santità che lo
spinse fino a Roma. A suffragare la sua tesi non dubita il Riou di invocare la pubblicazione della corrispondenza, di Newman che si aspetta ormai da 20 anni !
Quel silenzio ostinato lo induce a pensare che Newman
si sia ricreduto e che le lettere di lui sieno « il velo
distinto di un immenso mistero di tristezza e il segno
che quell’anima ansiosa e solitaria, dopo cercato a lungo
fra gli uomini la sua patria morale — e sempre invano — avesse definitivamente emigrato dalla terra «.
e. r.
ANIKNE
Un vecchio amico mi manda, sotto fascia, « con preghiera di cenno » un giornale del Canavese contenente
un succoso resoconto di un processo dibattutosi dinanzi
al tribunale d’Ivrea a carico di alcuni giovinetti per
oltraggio a un prete.
Il fatto è meritevole del cenno desiderato; ed ecco,
in brevi detti, di che si tratta. Sanno i nostri
lettori della grave crisi enologica che travaglia il
ndfetro paese ; per concorrere, nei limiti delle loro forze
a risolverla, i non sullodati giovani avevano alzato allegramente il gomito a molte riprese e se ne stavano
in mezzo alla via cantando, quando venne a passare il
molto reverendo prevosto di un comune ove abbiamo
anche noi una buona e brava chiesa; un prevosto, sia
detto tra parentesi, assai stimato pel suo carattere e
la sua vita. Intonano i cantori al solo vederlo una ben
nota ed anche assai volgare canzone piemontese, che
al reverendo fa saltare la mosca al naso; per cui s’avvicina e chiede spiegazioni. Gli parvero tntt’altro che
soddisfacenti, perchè il prete recandosi nella vicina 0zegna - presso il castello di Agliè - si dispose a sporgere
un vivo reclamo al sindaco, in attesa dei giovinetti
che vi si dovevano pure recare. L’ accademia, diciamo
così, già prima impegnatasi sullo stradone, ebbe il suo
scioglimento in Ozegna, ove il dabben reverendo, avendo
chiesto nuovi schiarimenti, si buscò una filza di improperi e, quel ch’è peggio, un tale urtone da andarsene a gambe levate nel fosso propinquo. La querela
veniva da sè, come cacio sui maccheroni e fu sporta.
Veramente (e in ciò l’atto del prete concorda con
quello che non è molto scrivevo sulla Luce, cioè che
a toccare un prete s’ offende le religione) veramente,
dico si sarebbe voluto trovare nell’azione deplorata un’offesa al culto cattolico, ma il Tribunale si limitò a
vedere in esso una molestia alla persona, dispensando
poi parecchi giorni d’arresto, e ancora condizionali, ai
giovani imputati che, giova sperarlo, metteranno giudizio.
Altri fatterelli, men gravi, ma da registrarsi come
segno dei tempi, vanno frequentemente avverandosi:
un giovine prete è insultato o poco meno da socialisti
senz’alcuna provocazione; un altro al suo passaggio suscita un gridio come un gracchiar di cornacchie e,
com’è giusto, fieramente se ne risente, imprecando
contro la nequizia dei tempi e ricorrendo ora alla Benemerita ora a Direttori di Manifatture, ora, come s’è
visto, all'Autorità giudiziaria.
Brevi chiose per accontentare l’amico.
Che non sia eccessivamente piacevole Tesser vitupe
I rati per le strade, credo sia cosa sulla quale tutti sa’ remo d’ accordo, ed io che scrivo, parlo proprio per esperienza. Ricordo molto bene d’essere stato gratuita-
4
hA LUCE
mente ingiuriato da un prete per istrada in un mattino
di Natale, ma per la verità devo anche aggiungere
ch’egli fu vivamente redarguito da un suo collega ;
ricordo anche frequenti ; insolenze della marmaglia, e
rammento perfettamente quali risultassero esserne (in
seguito ad indagini di uu Delegato di P. S.) i suggeritori e gli ispiratori,
Tutte miserie ch’io vorrei dimenticare e che invece
mi tornano invincibilmente alla memoria.
Chi sono, domando io, quelli che, e dall’alto dei loro
pulpiti come dall’ ombra dei confessionali e dalle colonne dei loro organi non hanno smesso mai di lanciar vituperi all’indirizzo dei liberali in genere, gratificando poi gli evangelici dei peggiori improperi del
loro ricco vocabolario ? E se la generazione, da loro
cosi bellamente tirata su, educata, plasmata, ora contro
di essi ritorce le armi, usando nell’adoperarle i metodi
che le furono inculcati, c’è da farne le maraviglie ?
Ricorrano a chi vogliono, ma prima, via, un po’ d’esame di coscienza e picchino sodo sul petto recitando
il mea culpa, mea maxima culpa.
Noi altri poi deploreremo e magari anche sinceramente, coerenti con i nostri principi ; ma quando senza
troppo fantasticarvi attorno possiamo spiegare le ragioni delle cose, non è soltanto utile ma doveroso il
farlo.
L’adempimento di un dovere può talvolta essere penoso assai, prego però i lettori di credere che nel caso
presente è stato per me una cosa oltremodo piacevole.
fiemo
Ofllleria scientifico-rElifliosa
Un illustre scienziato contemporaneo di Haller,
del quale abbiamo parlato nel numero scorso, è Euler,
fisico e matematico. Egli ha direttamente affrontato
le questioni filosofiche nelle sue lettere ad una principessa di Germania su diversi argomenti di fisica
e di filosofia. Con energia ha affermato la distinzione
dei fenomeni fisici dai fatti dell’ ordine spirituale.
Difese la causa del libero arbitrio con argomenti,
dice il Naville, ingegnosi e profondi, che conservano ancora oggi tutto il loro valore.
Il suo pensiero può essere cosi riassunto : La libertà è così essenaiale alto spirito quanto lo spazio lo è al corpo. E perciò ha considerato il materialismo come dottrina non solo falsa, ma positivamente assurda.
Condorcet, uno degli Enciclopedisti, nel suo elogio di Euler cosi dice : . Tutti i matematici illustri
che oggi esistono sono suoi allievi ; non ve n’ ba
uno solo che non si sia formato con la lettura delle
sue opere, che non abbia da lui preso le formule
il metodo, che nelle sue scoperte non sia guidato
e sostenuto dal genio di Euler ».
Condorcet mette soprattutto in luce questo scienziato come matematico. ' Ma è pure illustre come fisico, perchè ha sostenuto la teoria delle ondulazioni
luminose, in un’epoca in cui tale teoria, fondata da
Descartes, era stata generalmente abbandonata. E
quando Fresnel rimise in onore questa dottrina che
è gran parte della fisica moderna, citò Euler nel
numero dei suoi predecessori.
Euler ha pure pubblicato uno scritto breve ma
sostanziale con questo titolo : difesa della rivelazione contro le obbiezioni degli spiriti forti, il
quale fu ristampato a Parigi nel 1805. H. m.
J)eìinquenzo fra minorenni
(terzo rimedio)
Due ne sono stati proposti (vedi N. 42 della
« Luce *): mettere il fanciullo a scuola, da buoni
maestri che gl’insegnino la morale e. il codice
penale ; condurre il fanciullo « alla scuola di Gesù
e insegnargli il divino codiqe della giustizia e dell’amore ».
Buoni l’uno e l’altro rimedio, ma il secondo di
molto superiore al primo ; e in questo conveniamo
completamente con A. C. G. che scrisse sul vero
metodo di educazione assennate e giuste parole.
Assai più efficace di,quella del,codice penale,fatto
solo per i birbaccionf, é là conoscenza di quel codice divino che è, non la dottrinella, come proclamarono pubblicamente le madri cattoliche di una
città che conosco io, ma il Vangelo di Gesù.
Però a sanare una tanta piaga quale è quella della
delinquenza giovanile, i due rimedi suindicati a me
non sembrano sufficienti. Mi sia lecito pertanto
ricordare un terzo che, per ordine logico e razionale, dovrebbe anzi applicarsi per primo.
Non vorrei venire confuso con quei socialisti superficiali e semplicisti, i quali additano nel miglioramento delle condizioni economiche un rimedio a
tutte le piaghe sociali, una vera panacea universale.
Ci sono dei mali, lo sappiamo bene, che non si
guariscono con impiastri esterni, ma solamente mediante un rinnovamento spirituale, un cambiamento
del cuore ; e codesta non è opera umana. Però il
fattore economico ha pure il suo valore, e grandissimo, a mo' d’esempio neU’educazione della, gioventù, essendovi tali condizioni di esistenza in cui
ogni vita morale o religiosa è impossibile.
Andate a parlare di codice penale, di lecito e
illecito, di bene e di male, di Dio e di Vangelo, sì
anche di Dio, a poveri piccoli esseri che non vedono
mai praticate quelle massime, nè seguite quelle
norme, anzi le vedono ogni giorno trasgredite ; essi
non vi capiranno oppure tutto sarà dimenticato,
cancellato, distrutto appena ritorneranno < nell’ambiente in cui devono vivere ».
E’ dunque queU’ambiente « orribile », ambiente
di miseria e di vizio, che pel primo dev’essere cambiato : e questa è opera dell’uomo. Finché dalla
scuola con il maestro « ideale » o dal catechismo
con il € codice divino », il fanciullo dovrà tornare
ogni giorno neU’ambiente in cui è nato e in cui gli
tocca di vivere, salvo poche eccezioni, vana sarà
1 opera di redenzione, perchè’ l’aria che respira e di
cui va saturando l’anima sua è micidiale ; essa soffoca e distrugge il buon seme che si tenta gettare
nel suo cuore. Togliete il fanciullo, e anche l’adulto,
dalla miseria che avvilisce e abbrutisce ed è cultura feconda di vizi e di delitti ; strappatelo alla
fame, agli esempi malvagi, alle compagnie corruttrici, alle promiscuità vergognose, agli ambienti
materialmente e moralmente malsani ; in breve (1),
mutate le condizioni economiche per le quali tanti
sono fatalmente spinti, fin da bambini, al vizio,
alla corruzione e al delitto e avrete dato un colpo
gagliardo alla mala pianta della delinqnenza fra i minorenni... e fra i maggiorenni ancora.
Allora, secondo ogni probabilità, le lezioni di
morale e le prediche religiose faranno più effetto e
porteranno maggiori frutti.
_______________ Envieo f^ivoive
(1) Gli € esempi malvagi », le « compagnie corruttrici », gli c ambienti moralmente malsani » non dipendono esclusivamente dalle « condizioni economiche »; tanto vero che s’incontrano anche là dove è la
ricchezza o l’agiatezza. Mutare le condizioni economiche non basterebbe dunque. Il problema è più profondo e s’addentra con le sue radici nel cuore stesso
dell’uomo, cattivo sempre, e dove regna l’abbondanza
e dove regna la fame. N. d. D.
PjiqiME PI STORI»
Giacomo di Buronzo e Claudio pasire
Un nuovo Inquisitore, Jacopo di Buronzo, venne
a Pinerolo ed a Luserna, nel 1448, ottenne l’appoggio del clero e di parte dei signori della valle e,
con si validi aiuti, tanto inferocì sui miseri Catari
e Valdesi, che la sua crudeltà, non mai disgiunta
da cupide confische di beni, provocò una reazione
violenta del pari.
Con impeto irresistibile gli Angrognini affrontarono gli sbirri del Santo Ufficio per liberare i loro
cari da atroci torture ; ne andarono di mezzo il curato di quel comune, che venne ucciso, e due dei
signori di Luserna; che ne uscirono assai malconci.
L’Inqnisitore accusò anche i Valdesi d’aver assassinato il curato di Campiglione e ferito gravemente
quello di Fenile, il che darebbe a credere che egli
trascinava le sue vittime nelle carceri di quei castel!bdd!a pianura, dove signoreggiavano i Rorenghi.
È^iì citò adunque tutta la popolazione di quegli(àl¡i'estri comuni a coniparirgli dinanzi. Vi si preséùtàrono, avendo in testa il barba, Claudio Lastre,
che disputò sulla piazza di Luserna col feroce ' domenicano.
Non potendo altro, Giacomo di Buronzo sfogò la
sua rabbia scagliando l’interdetto su tutta la valle.
Non si vede chiaramente quale effetto abbia avuto
quell’arme cosiddetta spirituale, di cui il papato usò
ed abusò nel corso del Medio Evo. Alcuni documenti
parlano di 3000 abiure; onde, con Breve del 16 luglio 1453, papa Niccolò V tolse la scomunica, anche
per compiacere ai Lusernini cattolici cui nuoceva la
necessità di astenersi dal contrattare cogli eretici.
Non sembra però che la cosa sia andata cosi liscia, poiché nel 1457 si parla di 640 fiorini spesi
« nel fare la sua inquisizione e nell’esercitare il suo
ufficio contro i sospetti d’eresia nella valle ».
Partito l’Inquisitore e cessata la costrizione, ognnno tornò a quella fede cui credeva nell’intima coscienza sua. Rorengo e il prof. P. Rivoire attribuiscono a questo periodo, senza però poterne fissare
il momento più esattamente, un biglietto senza data
nel quale i Signori di Luserna affermano di avere
« spesso tentato di estirpare da Angrogna, San Giovanni, Villar e Bobbio ogni peste d’eresia catara e
d’apostasia, ma gli uomini dei quattro luoghi suddetti insorsero contro loro e mossero loro guerra ».
Questo pare un indizio che i Catari erano allora
più numerosi dei Valdesi e ad ogni modo più insofferenti dei diritti contro natura che i famigli del
Santo Uffizio attribuivansi sui loro cari e sui loro
beni.
Giovanni Jalla.
La dottrina cristiana spiegata al popolo
L’Evangelo preparato.
Le attuali religioni non cristiane.
D. — Credete voi che, attualmente, la sola religione
cristiana sia vera e tutte le altre sieno false ?
R. — Non è ammissibile che le attuali religioni non
cristiane sieno interamente false. Tutte queste religioni
hanno quale più e quale meno — un elemento divino. Questo elemento divino proibisce di dire che esse
sono interamente false; perciò diciamo che esse sono parzialmente vere. E, siccome non posseggono quella parziale verità religiosa in eguale misura, diciamo anche
che esse sono inegualmente vere. Il Cristianesimo è la
sintesi 0 la sublimazione di tutte le verità che si trovano nelle altre religioni; ed esso possiede in più delle
verità sue proprie che nelle altre r3ligioni non si riscontrano.
D. — Quali sono, dunque i rapporti tra il Cristianesimo e le religioni non cristiane attualmevie
esistenti ?
R. — Il Cristianesimo — come vedremo ampiamente in
apposito capitolo verso la fine nel nostro trattato — è
la sintesi e l’unità della rivelazione divina nel mondo;
perchè nel Cristo è giunta a svolgimento l’essenza spirituale comune a Dio ed aU’uomo; e perciò il Cristianesimo costituisce la suprema rivelazione e la verità
assoluta e quindi definitiva : esso non è una religione,
è la religione definitiva dell’umanità. Le altre religioni
sono quindi, rispetto al Cristianesimo, altrettanti abbozzi. E, siccome il Cristianesimo non è ancora sparso
in tutta la terra, accade che cotesti abbozzi debbono
anche ora considerarsi come religioni preparatorie. L’opera di preparazione evangelica — là dove l’Evangelo
non è perauco giunto — è ancora lungi dall’essere
compiuta; e ciascuna delle attuali religioni non cristiane ha il suo posto in siffatta opera di preparazione
evangelica.
D. — Si vuol forse dire con questo che tali religioni
posseggono una potenza salvatrice ?
R. — Il merito delle religioni non cristiane è di
fornire una base alla morale, di accendere una speranza
nel cuore dell’uomo, di spandere il balsamo di un conforto sulle molteplici miserie della vita, di far sentire
il bisogno di una salvezza, piena, integrale. Ma quanto
al dare aH’uomo questa piena e compiuta salvezza, soltanto Cristo Io può, poiché egli solo attua la piena co-
5
LA LUGJB.
mnnione di vita col Padre, egli solo è il Teandro, cioè
colui nel quale Dio e l’uomo si trovano uniti neU’unione
personale è che la più intima unione possibile tra il
•Creatore e la creatura. Cosicché è per lui che rnmanità può trapassare — attraverso la redenzione e la
compiuta santificazione — neU’ordine divino. Ninno sarà
salvato senza Cristo, ninno sarà condannato senza essere stato messo a contatto con Cristo.
D. — E che sarà allora degli uomini appartenenti
alle religioni non cristiane i quali muoiono senza
essere stati posti a contatto con Cristo ?
R. — Certamente essi saranno messi a contatto con
Cristo, prima di essere salvati o condannati. Se ciò non
avvenne quaggiù avverrà altrove. Non è questo il momento di un’ampia esposizione in proposito, perchè essa
■ci trarrebbe fuori del nostro soggetto. Ci basti il sapere che;
a) Secondo l’Evangelo, il Cielo (vale a dire lo stato
di completa perfezione e beatitudine d’anima e di corpo
nell’eterna gloria) non comincia per l’uomo subito dopo
la morte. Cielo ed inferno comincieranno per gli uomini dopo la risurrezione finale e il’ giudiz'o. (Matt.
XVI, 27; Matt XIII, 40-43: Matt. XXV, 31-46; Giov.
V, 28-29; Giov. Ili, 3);
h) Subito dopo la morte le anime entrano, in attesa della risurrezione finale in uno stato intermedio
nella Bibbia detto Ades, di cui la parte in cui si trovano
i giusti è chiamata nella Scrittura « Seno d’Àbramo »
0 « Paradiso » ;
c) Gesù, dopo la morte e prima della risurrezione,
entrò nell’Ades, e non solo nèlla parie di esso detta
Paradiso, secondo la promessa fatta al ladrone penitente, ma anche in quella parte dell’Ades in cui si trovavano spiriti ribelli. (1^ Pietr. Ili, 18,20). A questi
spiriti predicò l’Arcangelo. Vi è dunque uua predicazione del Vangelo agli spiriti trapassati nella vita intermedia. (1® Pietr. IV, 6).
Ciò permesso, è evidente che v’è tempo e luogo per
coloro i quali sulla terra non furono messi a contatto
con Gesù, di udire la predicazione del Vangelo di Cristo
altrove prima di essere salvati o condannati, poiché
— lo ripetiamo— nè si può essere salvati senza Cristo,
nè si può essere_ condannati senza essere stati messi in
condizione di conoscere Cristo.
E dà ciò apparisce manifesto come le religioni non
cristiane che abbiamo detto costituire la preparazione
evangelica, compiono quest’opera preparatoria non soltanto per coloro a cui il messaggio di Cristo perverrà
quaggiù in terra, ma anche per coloro che udiranno la
predicazione evangelica in altra sfera disposta per essi
dalla misericordia e dalla provvidenza del Padre.
CROCK AZZURRA
_ La vendita di bevande alcooliche nei Paesi
Bassi è regolata da provvedimenti legislativi ; uno
spaccio ogni 250 abitanti nelle città inferiori a 10,000
anime; uno ogni 300 in quelle da 10 a 20 mila; una
ogni 400 in quelle da 20 a .50 mila; una ogni 500 nelle
città aventi oltre 50,000 anime. Ultimamente dei provvedimenti son diventati anche più ristrettivi; inoltre
è fatto divieto di servire liquori ai ragazzi sotto ai 16
anni che non sieno accompagnati dal loro padre; è interdetto il servizio alle donne negli spacci pubblici, e
per sindacare rosservanza scrupolosa di siffatte misure
sono nominate delle Commissioni di sorveglianza.
BANDIERA BIAIMCA
La Correspondance Pacifique reca un notevole articolo di Th. Ruyssen &nVimportanza politica del Congresso di Londra. 11 re, il ministro delle Finanze Lloyd
__ Georges, il Primo Ministro hanno tutti parlato o
nel Congresso stesso o fuori in favor della pace, e questo
fatto conferisce aU’avvenimeuto un’importanza politica
di cui il Ruyssen vivamente si compiace.
— Nella stessa Correspondance, A. Vanderpol, segretario generale della Societè « Gratry » per il mantenimento della pace tra le nazioni, riferisce l’opinione
d’un suo collega, dell’ingegnere Lebaudy, sulla navi
gazione aerea in tempo di guerra.
« Supponiamo che una flottiglia di dieci areostati,
« montati ciascuno da tre persone, trasportino 200 o
« 300 proiettili in tutto, cioè 20 o 30 proiettili per
€ pallone. Si arrischierebbero trenta vite e tre milioni
« di materiali. Ma ciò è ben poca cosa se si pensa a
€ una corazzata che, costando .30 milioni e portando
« 800 uomini, può essere mandata a fondo da una
« semplice scarica di torpediniera. »
Meglio dunque servirsi degli areostati, finché il mondo abbia capito che sarebbe tèmpo di sopprimere addirittura la guerra !
—^’Là triplice alleanza (Italia, Gèrmania, Austria)
spende ora per l’esercito e l’armata'710 niìlioni l’anno
più di quello che spendesse 16 anni or sono !
La Duplice (Francia e Russia) idem !
L’Inghilterra 760 milioni !
Quindi nessuna meraviglia che il debito pubblico
europeo dal 1907 in poi siasi aumentato di 37 miliardi,
e dal 1870 in poi sia quasi raddoppiato ! Ecco le cifre
che la Correspondance ci mette sott’occhio. NeH’anno
1866 il debito pubblico delle nazioni europee era rappresentato dalla rispettabile cifra di 66 miliardi ; nel
1820 era salito a 70 miliardi ; adesso ammonta a iniliardi 148 !
Siamo bene avviati ! !
Non ci sono pervenuti che 8 manoscritti rispettivamente contrassegnati da questi motti ;
1) Laboremus — 2) Fior di verbena. — 3) Cosa bella
e mortai passa e non dura. — 4) E Gesù lagrimò —
5) Dòlor. — 6) Pace a voi — 7) Pensiero — 8) Io,
io son quel che vi consolo.
Tre dei suddetti scritti - tenuto conto del fatto che
dove la forma è meno buona è migliore il pensiero e
viceversa — sono stati giudicati egualmente degni di
premio. Perciò si è deliberato di aggiungere qualche
lira al premio proposto e di dividerlo fra gli autori
dei manoscritti recanti per motto : E Gesù lagrimò
(Pastore Davide Turino); Cosa bella e mortai passa e
non dura (Prof. A. M. (1) ; Pace a voi (Dott. Giuseppe
Banchetti)
Poiché tre sono i manoscritti premiati, non pubblicheremo dei rimanenti se non quello della Sig.ra Ida
Tarini Janni.
Alcuni altri lavori sono stati dichiarati fuori concorso, avendo gli Autori inavvertentemente scritto il
loro proprio nome in tutte lettere a piè del manoscritto medesimo !
Ila Difezlone
(1) Questo concorrente ha scritto nella busta chiusa
il proprio nome aggiungendovi queste parole : « con
preghiera di non pubblicare il mio nome in nessun
caso ». Ne pubblichiamo quindi soltanto le iniziali.
Jldia penisola e>aeUe Jsok
(Notizie delle nostre Chiese)
Ooazze. '
(D. R). — A R... un ridente paese internato fra i
monti, dove nell’estate accorrono molti villeggianti attratti dalle aure fresche e salubri, si è delineato da
qualche tempo un movimento in senso evangelico che
noi speriamo voglia esser duraturo.
Veramente la causa del movimento è una delle più
frequenti ; la popolazione si trova in urto con le autorità ecclesiastiche, perchè quéste non le vogliono concedere un parroco di suo gusto !
Invitato da alcune egregie persone, mi sono recato
colà due volte in compagnia di alcuni fratelli di Coazze,
annunziando da un balcone al popolo, che gremiva la
piazza municipale — e col consenso, s’intende, del Sindaco gentile e liberale — le grandi verità dell’Evangelo.
A lode e onore di R., devo dichiarare di avere incontrato una popolazione quanto mai attenta, rispettosa
e educata. Si tratterebbe fin d’ora di una cinquantina
di aderenti fermamente decisi ad essere con noi. Voglia il Signore aprire i cuori e raffermarli nella buona
risoluzione.
La seconda volta, il parroco di un borgo vicino, scortato, dicesi, dai reali carabinieri, mi aveva preceduto In
R..;!., dove dal pergamo aveva minacciate i nostri ascoltanti di scomunica maggiore; nè mancò un opuscoletto
d’occasione inviato ad alcuni ed al quale risponderemo;
ma, grazie a Dio, il buon senso è prevalso, e quegli
amici hanno dimostrato di non avere della scomunica
più paura che non ne abbia il coraggioso abate Minocchi.
Messina.
I coatti non sono stati mai abbandonati specialmente
dalla Società Biblica di Londra, la quale ha sempre
mandato dei colportori, fra cui in modo speciale il signor Giuseppe Greco, più vicino ai luoghi, a portare a
quei disgraziati la Buona Novella, regalando Vangeli,
che parecchi dei coatti hanno accettato con tutto il
cuore, ammirando sempre l’opera benefica della suddetta Società.
Torrepelllce
Il Numero Unico, dal titolo: Voghera eV XI Congresso Storico Subalpino, reca il ritratto riuscitissimo
e un dogibSD ce'nho biografico del benem erito Cav. Alessandro Vinai prof, nel nostro Liceo Pareggiato di Tòlrrepellice.
Torino
In quel medesimo Numero Unico vediamo con piacere un altro ritratto, che ci è familiare ; quello del
Cav. Past. Paolo Longo di Torino, nostro gradito collaboratore. Piacevole anche il cenno biografico che lo
sconcerne. Perchè il caro ed egregio Collega non si ri
solve a riprodurre tutti i suoi lavori storici francesisu la Luce, vestendoli in lingua nostrana ?
Valdesi d’America
Nella Unione Valdese, B. A. P. descrive il viaggio
del vice-moderatore signor B. Léger attraverso le nostre
varie colonie.
Lo stesso periodico contiene uua lettera di J. Rostan
intornò alla visita che il vice-moderatore ha fatta alla
chiesa di Rosario-Tala, dove il signor Léger parlò nel
beU'idiòma di Dante, non sempre perfettamente capito,
poiché là sua-glida — il pastore Beniamino Pòns
dò vè'tradurre alcuni brani del discorso ih lingua spàgnuola. •* .1 II ;
’ ’ ’ Dovunque ' accoglienze festose.
U- I
PRINIAVERA DELLA VITA
Australia
L’Unione di Melbourne ha celebrato il 25 giugno la sua festa annua, che principiò con la visita
del governatore alla casa dell’Unione in Flinders
Street.
Egli è stato ricevuto dal presidente Dr. D. Montgomerie Paton e dal segretario generale, sig. W.
Gordon Sprigg. Dopo un thè, servito al Municipio,
vi fu un’adunanza pubblica.
« L’opera dell’Unione », ha detto il presidente
« è grandemente danneggiata dalla mancanza di spazio; occorrerebbe un milione di lire per costruire
un edificio unionista degno della metropoli di Vittoria.» - -■ '
Il sig. Sprigg fu caldamente acclamato come nuoto
segretario.
Il sig. Manger, direttore generale delle Poste,
dichiarò che lo stato di Vittoria, spende cento milioni all’anno in bevande alcooliche e la quinta parte
soltanto di consimile somma per l’istruzione pubblica, e che sarebbe cosa saggia se il governo sovvenzionasse una institnzione come l’Unione Cristiana.
L’unione di Melbourne conta circa 1000 membri,
dei quali 200 cadetti.
I giornali politici australiani hanno dato completi
e benevoli resoconti intorno all’inaugurazione dèi
nuovo edificio unionista di Sydney, la quale ebbe
luogo in presenza del Governatore, del primo ministro e d’altri alti personaggi. Questa casa è molto
bella è molto ben arredata.
La posa della prima pietra dell’edificio unionista
a Ballarat ebbe luogo in presenza del primo Ministro, sig. Alfredo Deakin ; il quale pronunziò una
calda allocuzione in favore dell’opera unionista, dimostrando ch’ella non è una società angusta e chiuSa,
ma una società che dà alle chiese dei membri zelanti e pii.
In giugno i signori Gillanders e Jameson, segretari nazionali, ed il sig. Stafford, segretario speciale, hanno fatto un giro di colletta a favore d’nna
casa unionista da edificarsi a Perth ed hanno raccolto più di 80.000 lire. La preparazione della conferenza nazionale, che si terrà a Melbourne dal 14
al 18 ottobre, procede con attività. T. C.
ERGINE VaLDESl
BOZZETTI-MONOLOGHI, L. l.
In questo volume il Cav. Dottor Tèofilo'Gay, pastore a Luserna San Giovanni (Torino) ha raccolto
tutti i Monologhi pubblicati nella Luce e CINQUE
ALTRI DEL TUTTO INEDITI. — Per acquistare il
libro, rivolgersi all’Autore. '
6
6
LA LUCE
OLTRE LE ALPI E I flARl ^
(N'otizie delle Chiese Evangeliche estere)
Svizzera.
(e. r.) — La seduta inaugurale dei corsi della Facoltà
di Teologia indipendente di Neuchâtel ebbe, luogo giovedì, 8 ottobre, davanti a numeroso uditorio, sotto la
presidenza del signor pastore Daniel Junod. Il professore Tbiébaud diede lettura di un lavoro sulla « Missione della Chiesa ». Il prof. Bridel di Losanna prende
a suo caricò il corso di storia della filosofia dato l’anno
scorso dal rimpianto prof. Jean de Eougemont. Il pastore Alessandro Morel di Berna darà un corso di psicologia e un altro di teologia pratica. Per la successione del prof. J. de Eougemont la Commissione degli
studi rivolse un appello al signor Henri Mounier, pastore a Parigi, di cui non conoscesi ancora la risposta.
— Il giovedì, 1“ ottobre, sotto la presidenza del
pastore e prof. Frank Thomas, ci fu la riapertura della
Facoltà di Teologia evangelica di Ginevra. Era inca
caricato della prolusione il nuovo professore di esegesi,
signor Jules Breitenstein, già favorevolmente conosciuto
come predicatore. Il suo lavoro dal titolo : (?esà e Paolo
gli dà modo di far conoscere l’orientazione del suo pen
siero, poiché egli trova un accordo fondamentale fra il
maestro e il discepolo. Conoscendo l’alto valore del signor
Breitenstein, ci congratuliamo schiettamente con la Fa
coltà evangelica ginevrina che avrà in quell’egregio
uomo — della tempra degli Appi a e dei Frommel
un fedele continuatore della loro Teologia.
CINA
Se tutte le copie della S. Scrittura esistenti nel
mondo fossero scritte in lingua cinese, non ve ne sa
rebbe abbastanza per darne una ad ogni abitante di
quel paese, popolato di oltre 400 milioni di persone.
Al costo di 4 soldi per copia, la spesa sarebbe superiore a 64 milioni di lire. Quel grande paese è ormai
posto da Dio nelle mani dei Cristiani affinchè lo evangelizzino. Un missionario che vi ha lavorato 20 anni,
scrive che nulla si oppone in modo assoluto, a che quel
popolo divenga un popolo cristiano, cogli ideali e le
ambizioni dei migliori nostri popoli europei. Nelle isole
Hawaii vi sono molte famiglie cinesi, divenute cristiane,
per mezzo dei missionari, i cui figli parlano tutti l’in,
glese, e la cui vita di famiglia ò simile a quella dei
migliori amerìcani. Più di 400 hanno domandato e ricevuto la cittadinanza americana. L'istruzione, il buon
esempio cristiano, un trattamento amichevole, e.sopra
tutto la grazia di Dio, hanno operato quella trasformazione. Si domanda a coloro che vogliono diventare membri della Chiesa, che sappiano a memoria il catechismo, l’orazione domenicale, i 10 comandamenti, e i 25
articoli di fede e che mostrino di comprendere le principali parabole del Vangelo, i miracoli di Gesù Cristo,
e i fatti principali della sua vita.
Donne cieche della Cina. Nell’annno rapporto della missione Tedesca, che si occupa delle donne cieche, vi sono
storie commoventi di fanciulle piccole e grandi, che
hanno trovato asilo e istruzione cristiana nella casa
della Società in Kantundi fronte a Hong Kong. Quindici nuove allieve furono ricevute nel 1907, che vennero
aggiunte alle 70 che vi si trovavano alla fine del 1906.
Fra quelle nuove allieve vi fu la piccola Shinlin, di
7 anni — Suo padre che ve la portò, disse ch’ella era l’unica sua figlia, e versava molte lagrime nel dirle addio
probabilmente per sempre, poiché nel giorno seguente
egli e sua moglie dovevano recarsi a Singapore. Pochi
giorni dopo, fu portata la piccola Aloi da sua madre,
la quale confessò ché malgrado il suo amore materno
per quella bambina di 5 anni, essa era stata per un
momento in procinto di gettarla nell’acqna, per annegarla. — La sua cecità sarebbe stato nn torménto a
sé stessa, alla sua madre e a tutta la famiglia, durante
tutta la sua vita. Meglio era annegarla per salvarla
da tante sofferenze. —- Mentre agitava quel pensiero
nella sua mente, essa udì parlare dell’asilo Tedesco per
le ragazze cieche. — Subito ella decise approfittare
di quellà opportunità per provvedere all’ avvenire di
sua figlia, e con lagrime di gratitudine, ella la rimise
nelle mani della fedele diaconessa direttrice di qnell’opera. — La relazione parla della gratitudine di quelle
bambine e giovanette e della loro buona disposizione a
ricevere una cristiana educazione ed accogliere la buona
novella di Gesù Salvatore.
Emancipazione delle donne cinesi. Quando la storia
cinese della prima decade del 20- secolo verrà scritta,
lo storico racconterà il meraviglioso risveglio delle donne
della Cina. Fino al principio del secolo, salvo poche eccezioni, la donna cinese accettava come cosa naturale
la posizione di serva dell’ uomo — I savi dicevano che
la virtù della donna doveva consistere neH’obhedire al1 uomo in ogni cosa, e che l’uomo solo doveva servirsi
deH’istruzione.
Il secolo 20' cominciò con tempeste e spargimento
di sangue, e quando venne la pace, appunto là ove la
tempesta aveva infierito fu vista la donna scuotere le
sue catene, e stendere le mani ai beni che fino allora
le si erano ricusati. E ciò che è più sorprendente, i
i padri, i mariti, i fratelli furono quelli che dissero :
« sciogliete le bende dei vostri piedi, e gettate via il
velo degli occhi della vostra ignoranza, siate le nostre
degne compagne, capaci di compiere i vostri doveri di
mogli e di madri ». Cosi parlano ora i savi moderni. Vero
è che non tutti gli uomini parlano in quella guisa,
perchè le nuove idee non ebbero ancora il tempo di
spargersi dovunque. L’impèro cinese dopo un sonno di
molti secoli, va ora risvegliandosi verso un brillante
avvenire.
Affrettiamo a fargli conoscere la Buona Novella del
Salvatore, che Dìo ci ha mandato per illuminare e trasformarè il mondo intiero.
D. Tarino
ECHI DELLE MISSIONI
Griappone
{e. r.) Dice il Journal religieux di Neuchâtel che la
conferenza di Tokio ebbe le conseguenze più liete.
Essa diede l’abbrivo a riunioni d’evangelizzazione nella
capitale e nelle provincie le quali non solo valsero a
convertire numerosi pagani, ma segnarono un vero risveglio nelle chiese estere. Scrive un missionario :
« Mai l’attenzione del popolo giapponese fu attirata sul
cristianesimo come ora, mercè delle riunioni fatte dopo
la conferenza dì Tokio ».
Nel 1906 fnron battezzati 6.465 adulti. Non è stabilita ancora la statistica del 1907, ma già si sa che
oltrepassa quella dell’ anno precedente.
Il numero dei cristiani (evangelici) giapponesi si aggira intorno a 70.000.
Le unioni cristiane lavorano con indefesso ardore
fra gli studenti cinesi che in numero di 8.000 frequentano le alte scuole giapponesi.
Circa 600 di cotesti giovani seguono le classi bibliche, e 200 sono membri attivi delle Unioni.
Anche gli studenti Coreani e quelli delle Filippine
subirono l’inflnenza -cristiana.
Madaffascar
(e. r.) L’èra delle difficoltà per le missioni protestanti
non accenna a finire. Oltre quelle che derivano dall’ìutrausigenza di quella perla di governatore che è
Mr. Augagneur, c’è pure la grande scarsità degli operai del Signore. Si legge in alcuni giornali evangelici
di Francia un appello del sig. J. Bianquis, a favore
delle missioni in quell’ isola. Valga esso a suscitare
qualche vocazione nelle file dei giovani che intendono
arruolarsi al servizio di Cristo.
“La carità si raffredderà
Il Vangelo, eterna Luce che nessun soffio di
dubbio 0 di negazione è riuscito a spegnere, ci dice
che, negli ultimi tempi, « la carità, l'amore, cioè,
nella sua più alta espressione, si raffredderà. »
Perchè? «Perchè l’iniquità sarà moltiplicata ».
E’ un versetto un po’ misterioso forse, che sofferma l’animo a meditare... Molto si parla ai giorni
nostri di amore, di carità, di filantropia ; eppure
sembra che il mondo sia sempre più sotto il peso
di un gelo invadente. Qualche giornale italiano ha
criticato, mesi or sono, il Congresso Pan-Anglicano
di Londra perchè si occupava troppo di questioni
sociali, di filantropia, di carità, e non abbastanza di
teologia... Tanto poco il nostro popolo italiano è
abituato ad una religione « operante in carità »,
la sola vera, la sola eterna !
Strana critica invero quella di rimproverare ad
una Chiesa il troppo amore, la troppa attività sociale. E che tanto più strana appare a chi legge il
Vangelo e contempla il Figliuol il Dio che « andava
attorno beneficando » ; a chi rilegge le pagine mirabili del sermone profetico... pagine dinnanzi alle
quali 1 anima umana si softerma confusa, non comr
prendendo tutto, ma intravvedendo un’epoca di dolore
e di lotta, dalla quale sorgerà una nuova terra ed
un nuovo cielo !
Ed appunto in quel Sermone profetico, noi troviamo la misteriosa parola : « Perchè l’iniquità sarà
moltiplicata, la carità di molti si raffredderà...» L’iniquità è essa veramente moltiplicata ai nostri giorni ?
Non esageriamo, certe colpe, certi delitti furono più
orrendi nelle età passate che nelle nostre. Ma è
pur vero che se Tumanità ha progredito e s’è ingentilita. e con essa è cambiato il codice scritto, il
fondo dei cuori — ahimè ! — ben poco è mutato !
Noi ritroviamo in certi slanci impulsivi delFanimà
umana, tutta la macchia antica che risale ai giorni
della caduta... Ed essendo aumentate le critiche esterne, son pure aumentate quelle ipocrisie e talvolta
quei delitti che nascondono un fallo, e che sono
assai peggiori del fallo medesimo.
i». *
E la carità ? L’amore ? Un soffio d'amore certo
attraversa talvolta la terra, il grido degl idealisti,
dei sognatori, di tutti quelli che sperano, sia pur
confusamente, una nuova umanità ! Ma quel grido è
forse ascoltato ? Un tempo, in quei giorni lontani
nei quali il Redentore predicava sulle rive di Galilea, una turba di schiavi soffriva e moriva sotto
la sferza del padrone... Il nome è mutato ; ma la
schiavitù è essa abolita ? Non vediamo gli schiavi
del lavoro, di un lavoro mal compensato e male apprezzato ? Gli schiavi della miseria, le madri senza
pane, i fanciulli abbandonati, le giovinette vittime
della società, e del suo peccato ? Ed ancora i proletari dell’intelligenza, più miseri forse degli altri,
le anime belle e conscie del loro valore che languiscono nell’ombra, perchè una civiltà ingrata e
matrigna non sa o non vuole riconoscere il loro
ingegno ?
Certo le voci di amore passano. Ma sono cosi
tenui, così deboli, mentre si forti sono le voci dell’egoismo e delle ambizioni malvagie ! Passano le
voci di amore... ma talvolta tacciono scoraggiate,
perché il mondo freddo e crudele irride al loru
slancio, al loro entusiasmo ! Ahimè! Ai nostri giorni
l’entnsiasmo, l’amore fervido e puro è rimasto privilegio di poche anime nobilissime e solitarie. Gli
uomini corrono, nelle lotte sfrenate per la vita e
sorridono beffardi, quando non oltraggiano.
Eppure la lampada ardente splende ancora...
« L’amore si raffredderà » ma non sparirà del tutto.
Si raffredderà nel mondo che forse non 1’ ha mai
veramente conosciuto ; nelle chiese, qualunque sia
il loro nome, che hanno « perduta la lor premierà
carità. » Ma non già tra il piccolo manipolo di fedeli, spe,sso ignorati dal mondo e talvolta paranco
dalle chiese, che compiono, nella tristezza dell’ora,
l’opera che fu loro affidata dal Maestro.
liisa Clefieo
Poiché la legga del lavoro è divenuta, a cagione
della (trascuranza in cui è tenuta la legge correlativa
del riposo, un giogo odioso e intollerabile, noi comprendiamo le ribellioni del proletariato, la lotta di
classe,^ia brama d’ una|,condizione economica migliore
come sarebbe il? collettivismo. In pari tempo, ci avvediamo che_^il risultato diretto di questo stato di cose
è l’irrompere della sensualità più bestiale e generale.
Noi speriamo che, .se-si riconoscerà la legge del riposo, ne venga una migliore applicazione della legge
delJilavoro, un freno al progressivo imbestiamento, la
cessazione delle guerre sociali e lo studio sereno dei
progressi economici che sono indispensabili e che s’effettuerannOjSenza violenze e senz’ odio.
O. FuUiquet
7
LA LüßE»*
IN SALA Dl LKTTTURA
Wellenheim núYOst nnd West dice tante belle verità
€ m’è grato il vedere che uno dei nostri massimi fogli
quotidiani, Il Giornale d’Italia, le riproduce pei suoi
lettori.
Sentitele anche voi, cari lettori della Luce :
« Accade oggi iin fenomeno opposto a quello che si
verificò nella seconda metà del- secolo decimottavo, e
■cioè che mentre allora Tateismo era in voga nelle alte
classi intellettuali, e la fede religiosa era vivissima
nel popolo ; oggi la scena è mutata, in quanto che fra
grintellettuali si va sempre più accentuando la reazione contro il matedalismo, laddove la irreligiosità si
va diffondendo fra le masse, le quali credono che, per
giungere alla realizzazione dei loro ideali, si debbono,
tra l’altro affrancare anche da ciò che esse chiamano
il « giogo religioso ».
Una plejade di illustri pensatori, tra i quali lo stesso
Wundt, hanno lanciato un grido di allarme su questo
fenomeno.
Wellenheim va anche oltre, e dice : « le conquiste
hanno un valore soltanto in quanto, affrancando le
masse dal servaggio economico, possono porle in graffo di intellettualizzarsi meglio, e divenire un elemento
cosciente e pensante, nel quale il sentimento religioso
ch’è connaturato all’uomo, deve esistere ».
Ciò preme.sso, Wellenheim afferma che per combattere la, irreligiosità, che sempre più dilaga nelle masse
si deve anzitutto riformare Tinsegnamento religioso,
che — qual’è oggi — non risponde alla evoluzione intellettuale, ch’è stata raggiunta nella nostra epoca. E
la riforma — lo si noti bene — va attuata soprattutto
nelle scuole elementari, dove l’insegnamento religioso
è rimasto ancora sicut erat.
E’ qui che bisogna dare il primo colpo di piccone.
■Contrariamente a quanto parecchi temono o credono, la
scienza non conduce all’ateismo,
« Oggi », conchiude Wellenheim, « siamo nell’epoca in
cui la tecnica festeggia i suoi più grandi trionfi. E’
anche l’epoca delle riforme sociali. Ai postulati dell’insegnamento religioso si bada poco, e ciò può avere disastrose conseguenze nell’avvenire. La redenzione economica non è lo scopo ultimo dell’umauità, ma soltanto
un mezzo per pervenire ad una più alta e diffusa intellettualizzazione delle masse, ad un sentimento religioso che più accordi con le CO'flqùisté dello spirito. »
Altre splendide verità si leggono vìGlY Accademie des
Sciences-, ove il signor Joly dice, tra le altre cose:
« La questione morale, la questione sociale, la questione religiosa costituiscono i punti fondamentali del
mondo moderno; e sono la sintesi di tutte le aspirazioni
legittime dei contemporanei.
La scienza e la religione non possono confondersi,
ma debbono esse pure integrarsi a vicenda mercè un
tenace lavorio di rinnovamento : in guisa che la scienza possa preservare la religione dalle superstizioni, e
la religione insegni alla scienza ad essere prudente, e
a non cercar di risolvere con le sole sue forze anche
le questioni che sfuggono alla sua competenza. »
Non meno pregevoli sono alcune delle considerazioni
sull’arte che Giovanni Lanzalone ha coraggiosamente
pubblicate nel periodico Anima Nuova.
Egli dice che « l'arte e la morale idealizzano entrambe la vita : la prima idealizza la vita com’è, l'altra la idealizza come dovrebb’essere : adempiono dunque
due funzioni cosi intimamente collegate, che nessun
taglio di sofisma specioso riuscirà a dividerle in modo
che non sia precario e senza gravissimo danno reciproco: onde è una perniciosa sofisticheria il considerare l’arte come indipendente dalla morale.
L’arte la quale, perduti di mira gli scopi veri e
superiori della vita, s’indugia neiranalisi della semplice sensazione, bestemmia e delinque sacrilegamente
contro la civiltà e il progresso : e se fosse possibile
fare una statistica dei danni morali, politici, economici
che cagiona all’Italia quest’arte, eterna sfruttatrice di
giovani energie, eterno eccitamento a delinquere, ci
sarebbe da rimanerne spaventati! E’ tempo che l’arte,
cessando di essere un perverso e rovinoso passatempo
divenga strumento di salute civile e umana ».
Don Luigi Cirillo continua nel suo periodico Maria
Flagellatrice a... flagellare a sangue il Cardinal Prisco
arcivescovo di Napoli, i prelati di curia e quant’ altri
gli capitino a portata di frusta. Al confronto, rAs/»o
del Podrecca fa l’effetto d’uno zuccherino.
«
» •
■'Í ^
11 periodico Dibattimenti che si pubblica settimana
per settimana in Boma reca due articoli che fanno
pensare tristemente. Nel primo — che va sotto il titolo : L’abitualità a delinquere — è questo paragrafo
raccapricciante :
« I dati statistici degli ultimi quinqnennii 1891-95
« e 1896-900 sono in materia assai impressionanti pel
« loro crescendo. Cosi abbiamo nel 1- periodo condan« nati :
« una sol volta................9,596
« da 2 a 5 84,619
« da 6 a 10...................12,044
« dalla 15....................2,338
« i quali nel secondo sono saliti rispettivamente a
« 116,085 ; 124,713 ; 21,530 ; 4,686. »
Il secondo articolo {Corruzione invadente) contiene
un quadro desolante della corruzione che cresce e un
documento prezioso a dimostrare che il male esiste e
richiede un pronto rimedio.
« Il male, antico quanto la società, viene oggi inten« sificandosi sempre più sia pel disgregamento della
« famiglia che lascia abbandonata a se stessa la prole
« infantile, o le offre i peggiori esempi, ben presto i« mitati e sorpassati... e sia per la gara che vi ha nel
'« popolo minuto a menare vita allegra più che si possa... »
Non dimentichi però il nostro serio confratello che
non basta che « lo Stato si svegli dal suo letargo » o
che « al lasciar fare in materia di pubblico costume
sostituisca la lotta contro il male » La « lotta contro
il male » dev’ essere opera comune di tutti gli onesti
e non deve andar disgiunta dall’ annunzio evangelico
solo efficace lievito di salute pubblica. A tal fine si
smetta una buona volta di intellettnaiizsare Y Evangelo, che è invece la cosa più pratica del mondo ; si
smetta di fare sfoggio di erudizione o più o meno
profonda, e torniamo tutti alle pure fonti cristiane ad
abbeverarci copiosamente. "
*
*
Come mi dànno ai nervi quei signori che sproloquiano delle religioni, come se conoscessero perfettamente ogni religione passata, presente e futura ! Non
alludo all’avv. Vincenzo Morello (Eastignac) che, già
si sa, muove dai soliti preconcetti dogmatici negativi ;
alludo invece al Eag. prof. Giuseppe Brambilla e alla
sua conferenza Nei campi dellq fede. Come stentano
persone come questa a penetrare neU'intimo senso dell’Evangelo e della persona e dell’opera del Cristo 1 Non
ci capiscono quasi nulla! « In origine il cristianesimo
si prefiggeva uno scopo essenzialmente morale » (!!!)
Certo il Prof. Brambilla dice parecchie cose esatte e
giuste specialmente intorno al tralignar del cristianesimo in cattolicismo romano, ma non v’è dubbio, l’essenza del cristianesimo stesso gli sfugge in gran parte.
♦
Il Crawford recita nel Journal of psgchology il de
profundis al materialismo ; il quale del resto per chi
abbia un rimasuglio di buon senso, è morto e sepolto
da bel un pezzo.
Requiescat in pace /
Ma che peccato ! Per anni e anni, il Ferri ed i suoi
amici, e seguaci ripeteranno le scioccherie di un Moleschott : « l'intelligenza, il pensiero sono fosforo »
come se nulla fosse, come se la psicologia moderna
non avesse sfatate queste ridicole affermazioni ; e il
popolo, ahimè, le terrà per verità inconcusse, e chi sa
per quanto tempo ancora !...
_-.ÉL___________________^
A SPIZZICO
In Inghilterra e in America — segnatamente a New
York — è condotta una energica campagna contro
rabuso degli immensi cappelli delle signore nelle chiese.
Il predicatore Myer.s, un battista influente, si duole che
quei cappelli di proporzioni smisurate, larghi come ombrellini aperti e carichi di fiori gli tolgono la vista dei
suoi uditori.
Nella propria congregazione egli potè spuntarla e le
signore sono costrette a lasciare i loro copri-capo nello
spogliatoio.
Le modiste seccate da tale soluzione, strillano ed
invocano... l’autorità di San Paolo !
Ecco un risultato inatteso dell’esegesi biblica, e. r.
[amiiFe moliiliate
Via della Croce, Roma.
(mobilio nuovo). — Presso la
signora Himmel evangelica, 71
Beecher al figlio
La seguente lettera di Henry Word Beecher a suo
figlio, certamente autentica, è tuttora inedita a quanto
dice il corrispondente del giornale La Tribuna di
New Jorh.
« Tu sei », cosi il grande predicatore, « lanciato per la
prima volta solo nella vita. Tu lasci il tetto paterno,
lasci i tuoi cari tutti per seguir la tua strada nel
mondo. E’ questa l’ora per levarti di dosso i difetti
che sai d’avere per acquistare le qualità la cui mancanza ti è stata sempre dannosa.
1- Non far debiti. Procura di evitarli come si evita
la peste. Adotta qual norma assoluta: Niente debiti ! A
contanti, o nulla.
2‘ Sii parco di promesse. Attieni anche le minime.
Chi impegna la sua parola non dev’esser mai largo a
promesse.
3' Sii esatto appuntino nelle tue asserzioni. Precisione e rettitudine. 0 zitto, o la pura.verità.
4‘ Quando ti adoperi per gli altri dimentica te stesso : non cercar che il loro interesse. Benditi necessasario a chi servi, col tuo lavoro, con la tua fedeltà,
con la tua integrità. L’egoismo è fatale.
5-. Fatti mallevadore 4’ku ideale più nobile di quello
che da te si attende. Non cercar mai scusacce con te
stesso ma sii indulgente per gli altri.
6' Concentra tutU la tua volontà sul tuo lavoro
senza lasciartene distogliere mai. Sii logico, saldo perseverante ».
(Le Bon Semeur)
e. r.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
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Domenicale cioè i numeri 286 a 318 sono stati completamente rifatti, essendosi aggiunto
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T-----■ L- 3,50, L. 5 e L. 8,50. Per là spedi*
rione della Baia da L. 1,50 aggiungere cent. 85; per le altre L.Q30.
ANTICANIZIE-MIGONE
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sulla barba in modo da ndoaare ad essi II
loro colore primltlTO, senza macchiare ni la
biancheria, ni la pelle. Di facile applicarione.
Basta una bottiglia per ottenere un effetto
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enserre a dare ri capelli un bel celer nere. Cesta L. 1,50 n
flacone, più cent. » pel pacco peatria. Si spedlseena t flaeeal
I ^ nArfA
per le. 4pS0 frftoehi di porto.
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p« teUltare la dis^buriane omogenea delle tinture ani caprili a
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sistente, impartendo pure al caprili morbidezza e lustro. Si vende in flaconi da L. 1,85,
più cenL 80 per la spedlrioae. 3 flaconi por
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Ftp la bellma c canstmaloaiMiiPELLl',
ÉBINA-MIGONE SU,?
tare alla carnagione ed alla peUe la bianchezza
e la morbideiia proprie della poTcntù. Con
elea si imbattono i rossori, le lentìggini e sì
toglie rabbroizatvra prodotta dai bagni di
■taro 0 dal sole. SI Tende in lai# con elegante
8 ir.l. L. i, franile dlVri; ®’ *■“ ?««<> P»»tale.
CREMA FLORIS viti di ^fumo, conserva
00 accresce la beUezza del colorito naturale, nonché la freschem e I elastici A epldermi^. Ha viaetto in elegante astuccio
^ l’afflrtMoaiorii. 3 vasetti franchi di
porto per L. 5.—.
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Impalpabilità, por l>%aàza della confezione,’ imesta polvere
di tolctU è ImpareigiaWle. Costa L. la scatola, più cent. 25
per ratfrancaaone. 3 scatole per L. 7,—, franche di porto.
Questo sapo■a dal prò*
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fumo pénétrant«, soavissimo, inimttahiie, db alla
pelle morbidezza e freschezza. Costa L. 1,95 la
scatola di 3 pezzi, più «eut. 85 per la spedlilpne. 18 pezzi por U 7,10 franchi di porto e
d'imballo.
Fer II tiflna i cnwiulin M denti
ODONT-MIGONE
d’alterazione che possono subire 1 denti,
li conserva bianchi e sani. L’Elisir
costa !.. 8 il flacone, la Polvere L. 1
la scatola, la Pasta !.. 0,75 II tubetto.
Alle spedizioni per posta raccoinandam
aggiungere L. 0,85 per articolo.
Tipografia Claudiana
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Ai signori EVANGELISTI FRA GL'ITALIANI offriamo qual mezzo provato efficace non meno che i
piccoli Evangeli per attrarre alla verità salvatrice
la diffusione prudente dello ;
L’Amico di Caja
ALnADACCO POPOLARE ILLOSTRATO
pel 1909 — (Anno 56')
Da UQ a S0.0D0 copie annue
vendibili al prezzo ridotto, a tutti accessibile,^di
10 Cenfesinii la copia
Indice delle Materie :
Calendario per l’anno comune 1909. — Calendario civile e commerciale ed ecclesiastico-romano. — Le
quattro tempora. — Le quattro stagioni. — Ecclissi. —
Famiglia Reale. — La luce della Parola di Dio. — I dodici mesi’dell’anno : nascita e tramonto del Sole e della
Luna. — Lunghezza dei giorni e fasi della Luna. — Affari più importanti ed articoletti varii per ogni mese. —
La Tipografia Claudiana di Firenze. —11 Modernismo.
— La musica dei ruscelli. — Cristianesimo sociale. —
Il campo dell’avaro. — I grandi vantaggi dell’ubbriachezza. — Una lettera d’amore. — Il libro più democratico. — Tariffe postali.
Sconto ai Rivenditori :
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Da 101 a 300 » » » 40 »
Oltre a 300 » » » 50 »
Il porto è a carico dei committenti : il pacco di 8
chili {60 centesimi) contiene 75 almanacchi; il pacco
di 5 chili (1 lira) ne contiene 125.
Affrettare le conimissionì al Signor Odoardo Jalla
Libreria Claudiana - Firenze - Via de' Serragli, 51.
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Diplomato in Italia, Svizzera e New York
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