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evangelica in rete
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
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In caso di mancato----
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Anno IX - numero 19-10 maggio 2002
EDITORIALI
5ijleiaù e etica della vHa
GIOVANNA PONS
.'AH
■ BIBBIA E ATTUALITÀ ■
PREDICAZIONE
E PAROLA DI DIO
«E Dio che ha detto: “Risplenda la
luce nelle tenebre”, ha fatto risplendere
in noi la luce per farci conoscere la gloria di Dio riflessa sul volto di Cristo»
II Corinzi 4, 6
PER quanto possa sembrare strano, l’apostolo Paolo dovette
spesso difendersi contro i suoi detrattori, rispondendo a gente che gli
rifiutava persino il titolo di apostolo.
Così anche nella seconda lettera ai
Corinzi egli apre il suo scritto rivendicando il mandato dmno della propria predicazione. La predicazione
non è la capacità di fare un bel discorso religioso. È qualcosa di molto
di più e sbaglia chi la riduce a una
semplice tecnica oratoria. Predicare
significa portare Cristo alla gente e la
gente a Cristo, far vivere alle persone
a cui ci si rivolge un rapporto nuovo
con Dio. E questo non può avvenire
se Dio stesso non opera sia in chi
parla che in chi ascolta. Il teologo
.Karl Barth usava una definizione ardita e impegnativa: «La predicazione
èia parola di Dio, pronunciata da lui
stesso». Paolo usa in questo testo
espressioni molto incisive per indicare questa presenza di Dio in noi: la
manifestazione di Dio nella nostra
vita è come un luce che si accende
dentro di noi e illumina il nostro
stesso essere. Questa luce non deve
restare nascosta e noi, come chiesa
della Parola, non possiamo rinunciare alla predicazione o anche soltanto
delegarla ad alcuni specialisti. Ognuno di noi è stato chiamato alla fede e
porta dentro di sé questa «gloria di
Dio», come dice Paolo; non ci possiamo dunque sottrarre al mandato
che abbiamo ricevuto.
SI dice che la predicazione sia in
crisi. Probabilmente è vero, in
quanto il sermone classico sembra
surclassato dai moderni sistemi di
comunicazione (veloci, ma anche
così superficiali) che oggi sono imperanti. Ma questo fatto non ci deve
spaventare o frenare, perché sappianro che lo stesso apostolo ha incontrato grosse difficoltà, dato che parla
di un «vangelo velato» alla gente del
proprio tempo che definisce «persone accecate dal dio di questo mondo». Ora va da sé che, evitando di
farci «accecare» a nostra volta, dobbiamo cercare di portare ai nostri
contemporanei la fede che abbiamo
|}cevuto come un dono, usando un
linguaggio comprensibile.
T A possibilità dell’insuccesso certo
•Resiste sempre, unita però alla
gioia di vedere come, in tempi e mospesso inattesi, fioriscano delle
puove confe.ssioni di fede. Il mondo
bisogno di questo servizio (diaconia, la definisce Paolo), ha bi.sogno di
persone che non si stanchino di annunciare l’amore di Dio e lo gridino
nnto forte da coprire il boato delle
Snerre che ci stanno lacerando. Si di'-n infine che altri siano più bravi di
boi neU’evangelizzazione. Probabilniente è vero anche questo; anche se
non sono affatto convinto che si pos*®no applicare i criteri di produttività
^ a predicazione. Ciò che deve rima^nre è la coscienza del fatto che, bravi
j nieno bravi che siamo, il mandato
predicare non è per noi un vezzo
, *nrale, ma ci viene da Dio stesso e
n quindi va portato a termine.
Paolo Ribet
SOCIET/
La pena di morte raddoppia
In un anno le esecuzioni passano da 1.457 a 3.048
ICHIES
Innologia e litargia
di EVA INCELLI VICENTINI
Intervista a Konrad Kaiser, segretario del Consiglio ecunnenico delle chiese
strumenti di riconciiiazione
Ogni religione del mondo ha al proprio interno correnti fondamentaliste che
giustificano o promuovono la violenza. Invece occorre promuovere il dialogo
Konrad Raiser, a destra, con Ermanno Gente in occasione di un convegno aiia Facoità valdese di teologia
PAOLO TOGNINA
IL testo che segue è la trascrizione
dell’intervista a Konrad Raiser, segretario del Consiglio ecumenico
delle chiese, andata in onda alla televisione della Svizzera italiana, il 21
aprile nell’ambito del settimanale
evangelico «Parola nel mondo».
- Konrad Raiser, qual è la sua visione ecumenica?
«La mia visione ecumenica non ha
mai riguardato in primo luogo il
problema dell’unificazione delle gerarchie ecclesiastiche, dei ministeri
delle chiese o dei loro ordinamenti.
Mi sono invece sempre chiesto come spingere persone legate a una
particolare tradizione ad assumere
un atteggiamento di apertura e di
disponibilità al dialogo».
- Qualche tempo fa il Consiglio
ecumenico ha lanciato la proposta di
un concilio di tutte le chiese cristiane.
Quella proposta è stata dimenticata?
«No, la proposta non è stata dimenticata: è stata lanciata allo scopo
di verificare la disponibilità delle
chiese nei confronti dell’idea di un
concilio ecumenico. Le grandi chiese
cristiane hanno però lasciato intendere che in questo momento sono alle prese con problemi che ritengono
più urgenti. Il Consiglio ecumenico
continua in ogni modo a credere nella validità di questa proposta e di
questo modello di unità. Nemmeno
la Chiesa cattolica ha rifiutato il nostro modello di ricerca dell’unità dei
cristiani, anche se il modello di unità
che essa attualmente propone non è
certo di tipo conciliare».
Riflessione sulla fine del campionato di calcio
Allo stadio non ci sono marziani
Dopo il doping, il calciomercato
esorbitante, il disastro finanziario
della Fiorentina, dopo gli errori arbitrali e gli infortuni premondiali, ci
mancavano i tifosi di una squadra
che fanno il tifo per l’avversario. Gli
ultras della Lazio avrebbero gradito
che a vincere la partita dell’Olimpico fosse stata l’Inter: la squadra milanese avrebbe vinto lo scudetto ai
danni dell’odiata Juventus e dell’ancor più invisa Roma. Non è andata
così, ma ci interessa il ricorrere di
una tendenza nota da tempo.
Lo sport è agonismo e vive di toni
«estremi». È un po’ inquietante però
che tali toni si trasfondano in altri
ambiti: la politica (ci siamo abituati), i drammi sociali in tv (i partiti di
colpcvolisti e innocentisti riguardo a
inchieste ancora in corso, da Novi
Ligure a Cogne agli scontri di Napoli
e Genova). Ed è strano che, di fronte
a fatti gravi, alle volte gravissimi, co
me i tifosi uccisi dai razzi o dai coltelli allo stadio, si parli di sport come
metafora della società che sta fuori.
Non ci sono un dentro e un fuori.
Lo sport, lo stadio e la gente che va
allo stadio sono un piccolo spaccato
di società, concentrato in un unico
spazio per due ore; ma non sono un
simbolo; sono elementi di un meccanismo più grande. Alternano copioni violenti e copioni edificanti (la
ricostruzione miracolosa di un atleta infortunato); si nutrono di un miscuglio di individualismo e di faziosità corporativa: cercano di primeggiare su compagni e rivali, e poi rinserrano i ranghi della squadra; niente di diverso dall’aggressività e dalla
solitudine degli individui. Anche in
mezzo alla gente ci si può scoprire
soli e angosciati e (forse proprio per
questo) sbruffoni.. È la nostra cultura, la nostra società; allo stadio non
ci sono dei marziani, (a.c.)
- Che rapporti ci sono oggi tra Consiglio ecumenico e Chiesa cattolica?
«Tutti i principali documenti teologici pubblicati dal Consiglio ecumenico negli ultimi trent’anni sono
stati elaborati in collaborazione con
partner cattolici. Una positiva collaborazione si registra anche nel campo dell’evangelizzazione e del lavoro
missionario: in questo ambito sono
stati promossi progetti comuni in
collaborazione con alcuni ordini cattolici. Per contro la collaborazione
tra Consiglio ecumenico delle chiese
e Chiesa cattolica è più difficile in diversi settori nei quali si affrontano
determinate questioni politiche e sociali: penso per esempio all’ambito
della pianificazione familiare, ma si
Segue a pag. io
Valli valdesi
Solidarietà
con la Cevaa
Le chiese valdesi hanno manifestato domenica scorsa la loro solidarietà
con la Cevaa, destinandole le loro
collette. La condivisione dei progetti
delle 47 chiese che nel mondo aderiscono alla Cevaa si è esplicata anche
con la visita di una «équipe» alle Valli
nei mesi scorsi e si basa sull’attivazione dei gruppi locali di sostegno; altri
legami sono tenuti dal pastore Franco Taglierò che, oltre a essere delegato della Tavola valdese nella Cevaa, è
anche tesoriere del suo Comitato esecutivo. Anche gli scambi pastorali
rientrano nella comune strategia, e
una nuova frontiera, specie nei paesi
africani, sarà presto rappresentata
dalla crescita e cura di chiese che sono composte in larga parte di giovani.
A pag. Il
ECO DELLE VALLI
La provìndale per la vai Pellke
di MASSIMO GNOME
wam L'OPINIONE
LA FRANCIA
E L'EUROPA
Per fortuna della Francia, e dell’Europa, Tonda lepenista è stata arginata
in modo netto e inequivocabile. Fino
alla ■vigilia del secondo turno, ci si chiedeva se il popolo degli astensionisti
(28%) avrebbe confermato la sua disaffezione nei confidenti del rito elettorale
e soprattutto se gli elettori degli otto
candidati di sinistra avrebbero a’vuto
un soprassalto di responsabilità votando Chirac, pur «turandosi il naso». Il
successo plebiscitario del presidente
francese dimostra che la stragrande
maggioranza dei francesi non è disposta a mettere a repentaglio la democrazia repubblicana, iscritta nel loro Dna
da oltre due secoli. D’altra parte Chirac, che al primo turno aveva ottenuto
meno del 20% dei suffidagi (il quoziente
più basso per un presidente uscente
nella storià della V Repubblica), non
può ritenersi il ■vincitore incontrastato
di questa paradossale tornata elettorale che fira l’altro ha dimostrato l’usura
delle istituzioni volute da de Gaulle nel
1958. Ma non è affatto detto che il
prossimo 16 giugno, al secondo turno
delle elezioni legislative, il nuovo presidente francese si ritro^vi con una maggioranza parlamentare a lui favorevole.
Anzi, è possibile che dopo la batosta
elettorale subita dall’intera sinistra per
via del suo irresponsabile frazionamento, si verifichi una volontà di ricompattamento della stessa di fronte a
una destra divisa e a una estrema destra più minacciosa che mai.
Il dato su cui riflettere è la netta polarizzazione del voto al primo turno.
Infatti, oltre all’ulteriore avanzata
dell’estrema destra, esso ha registrato
un successo complessivo dell’estrema
sinistra trotzkista (11%). Voto di protesta estremistica in un clima di generale indifferenza? Senz’altro, ma comunque indicativo non solo di una
crisi delle istituzioni della V Repubblica ma anche di una crisi della stessa
democrazia rappresentativa in una fase storica di profonde mutazioni economiche e sociali determinate dal fenomeno della globalizzazione che, in
Francia come altrove, produce soprattutto disorientamento, precarizzazione, insicurezza, e che accresce il numero di coloro che sono o si sentono
esclusi dal mercato del lavoro, dai servizi pubblici e dalla stessa convivenza
sociale. Ha detto giustamente l’ex ministro socialista dell’economia, Dominique Strauss-Kahn, in un’intervista
pubblicata su La Repùbblica del 4
maggio; «Il nostro errore è stato quello di non avere compreso che i ceti popolari hanno bisogno non solo di assistenza, ma anche e soprattutto di servizi pubblici efficienti e di tutto ciò che
crea il legame sociale, l’elemento comune e rassicurante di una società». E
più avanti precisa che dò che distingue la sinistra socialdemocratica dalla
destra neoliberista non è il rifiuto
delT«economia di mercato» ma quello
della «società di mercato». Che è poi la
grande sfida sulla quale si gioca il futuro dell’Europa, tema purtroppo del
tutto assente nel dibattito elettorale.
La difesa, o meglio la ricostituzione
del legame sociale in società ormai
ampiamente multietniche e multiculturali, è una delle questioni che più
stanno a cuore alle chiese europee e alle loro organizzazioni diaconali. E,
nell’insieme, esse considerano sbagliate le risposte che si basano su un
ripiegamento individualistico, di
gruppo, o puramente nazionalistico.
Jean-Jacques Peyronel
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 10
M^OOJ
«'^Nessuno è mai
salito in cielo:
soltanto il Figlio
dell’uomo.
Egli infatti è
venuto dal cielo.
come Mosè
nel deserto alzò
il serpente di
bronzo su un palo
[cfr. Num. 21,8-9],
così dovrà essere
innalzato anche
il Figlio dell’
uomo, '^^perché
chiunque crede
in lui abbia vita
eterna. "^Dio
infatti ha tanto
amato il mondo
da dare il suo
unico Figlio
perché chiunque
crede in lui non
muoia ma abbia
vita eterna»
(Giovanni 3,13-16)
«^Al principio,
c’era colui che è
“la Parola”.
Egli era con Dio;
Egli era Dio. ^Egli
era al principio
con Dio. ^Per
mezzo di lui Dio
ha creato ogni
cosa. Senza di lui
non ha creato .
nulla. '"Egli era
vita e la vita era
luce per gli
uomini. ^Quella
luce risplende
nelle tenebre e le
tenebre non
l’hanno ricevuta»
(Giovanni 1,1-5)
«“/o vi dico una
cosa: viene un’ora
anzi è già venuta,
in cui i morti
udranno la voce
del Figlio di Dio,
e chi lo sente
vivrà. ^Hnfatti,
Dio è la fonte
della vita, e ha
dato anche al
Figlio di essere la
fonte della vita.
^^Gli ha dato
anche il potere
di giudicare,
perché è il Figlio
dell’uomo»
(Giovanni 5, 25-27)
Leggere anche:
Giovanni 3,18; 5,24;
28-29: 11,25-26
«NON TRATTENERMI... IO SALGO»
Nella decisione di fede in Gesù si concentra tutto il senso e lo scopo più autentico
della nostra vita, della storia e del creato intero. È il messaggio dell'Ascensione
THOMAS SOCCIN
Lf AUTORE del quarto VangeI lo porta sull’Ascensione un
messaggio originale e nuovo rispetto a quello dei Vangeli che
lo hanno preceduto. La diversità fra Giovanni e i Vangeli sinottici appare evidente considerando che Luca scrive due libri in successione cronologica
(il Vangelo, che narra l’opera
compiuta dal Gesù storico, e gli
Atti degli apostoli che narrano
l’opera proseguita da Gesù mediante i suoi discepoli). «L’autore dell’Evangelo giovannico
cerca invece di cogliere e di
presentare in una visione d’insieme, nella stessa prospettiva,
il Gesù secondo la carne e il
Cristo presente. Egli scrive un
solo volume» (O. Cullmann,
Origine e ambiente dell’Evangelo secondo Giovanni, Marietti,
Torino 1976, p. 30).
Questo avviene soprattutto
per le ricorrenze cristiane di
Pasqua, Ascensione e Pentecoste. Luca racconta la Pasqua di
risurrezione al capitolo 24, e
l’Ascensione e la Pentecoste nei
cap. 1 e 2 di Atti. 11 quarto Vangelo, invece, presenta questi tre
momenti costitutivi della chiesa cristiana nella stessa giornata. Si tratta del giorno successivo al sabato: il «primo giorno
della settimana», detto in latino: «dominica dies» (domenica,
ossia giorno del Signore).
11 racconto si trova in Giovanni 20, 17-23: «Gesù disse a Ma
ria Maddalena: “Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli, e dì loro: Io salgo al Padre
mio e Padre vostro, al Dio mio e
Dio vostro”. Maria Maddalena
andò ad annunziare ai discepoli
che aveva veduto il Signore, e
che egli le aveva dette queste
cose. La sera di quello stesso
giorno, il primo della settimana,
i discepoli se ne stavano con le
porte chiuse per paura dei capi
ebrei. Gesù venne, si fermò in
piedi in mezzo a loro e li salutò
dicendo: “La pace sia con voi”.
Poi mostrò ai discepoli le mani
e il fianco, ed essi si rallegrarono di vedere il Signore. Gesù
disse di nuovo: “La pace sia con
voi. Come il Padre ha mandato
me, così io mando voi”. Poi soffiò su di loro e disse: “Ricevete
lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi non li perdonerete, non
saranno perdonati”».
In altri termini: Gesù si presenta a Maria Maddalena sempre nello stesso giorno; le parla
della sua ascensione al Padre; la
manda ai discepoli come prima
testimone della sua risurrezione. Poi, la stessa sera, manda i
discepoli come testimoni della
sua pace e del suo perdono; infine, soffiando su di loro, dona
lo Spirito di Pentecoste.
partito durante la sua incarnazione» (op. cit. p. 35). È lo stesso
insegnamento del prologo di
Giovanni 1, 1-5 (2). Riassumendo con il Corsani; «La vita di Gesù è l’elemento nel quale il quarto Vangelo concentra tutta la
storia della salvezza, dandone
una visione sincronizzata che
abbraccia allo stesso tempo
l’azione del Cristo preesistente
nella storia di Israele, e fin nella
creazione; e, dall’altro lato, l’azione del Cristo glorificato nella chiesa» (Bruno Corsani, Introduzione al Nuovo Testamento,
Claudiana, 1991, voi. I, p. 311).
Riteniamo che la concentrazione e il compimento dell’intero processo di salvezza, nella vita di Gesù, sia il culmine e lo
scopo di tutto il quarto Vangelo.
Esso vuole coinvolgerci tutti nello stesso scopo e compimento
realizzato in Gesù Cristo glorificato, risorto e presente con noi.
Così il quarto Vangelo ci offre
oggi, secondo la sua conclusione, un fondamento certo e indistruttibile quando ribadisce che:
«Questi fatti sono stati scritti
perché voi crediate che Gesù è il
Messia e il Figlio di Dio, e perché
credendo in lui abbiate vita nel
suo nome» (Giovanni 20,31).
all’evento dell’incarnazione di
Gesù (cfr. Giovanni 1,14). Non è
più un’attesa spasmodica della
fine dei tempi, ma è prima di
tutto la decisione di fede presa
oggi nei confronti di Gesù Cristo. Infatti: «La gente domandò
a Gesù: “Quali sono le opere di
Dio? Siamo pronti a farle!”. Gesù rispose: “Un’opera sola Dio
vuole da voi, questa: che crediate in colui che Dio ha mandato”» (Giovanni 6,28-29).
La fede in Cristo, nel quarto
Vangelo, si configura perciò come il riconoscimento della sua
gloria, cioè della presenza attiva oggi di Dio in Cristo risorto.
Nella decisione di fede in Gesù,
presa oggi da ciascuno, si concentra tutto il senso e lo scopo
più autentico della nostra vita,
della storia e del creato intero.
È il messaggio dell’Ascensione,
di Gesù «alla destra di Dio» (Romani 8,34).
Seduto alla destra di Dio
Il IV Vangelo concentra
e sincronizza tutto in Cristo
Preghiamo
Signore e Padre nostro, ci hai mandato tuo Figlio Gesù
per assumersi in croce la nostra disperazione e frustrazione, la nostra solitudine e angoscia. Lo hai risuscitato e
ce Io hai donato perché ricevessimo in lui e con lui, la
tua vita eterna. Hai posto Gesù alla tua destra come Signore dell’universo e gli hai dato «ogni potere in cielo e
sulla terra» (Matteo 28,18).
Signore, ti ringraziamo perché hai dato a Gesù tutto il
potere, sull’universo e sulla umanità, non per giudicarci
e schiacciarci ma per salvarci! Ti ringraziamo perché Gesù esercita il potere mediante la tua Parola di risurrezione e di vita per mezzo della quale egli «intercede per
noi» presso di te (Romani 8, 34). Ti ringraziamo infine
perché la tua Parola ci libera dall’angoscia dei nostri errori e peccati e ci apre alla tua libertà.
Donaci anche oggi questa tua libertà e incoraggiaci a
decidere e operare nel tuo amore, con piena speranza e
fiducia in te. Te lo chiediamo nel nome di Gesù Cristo,
tuo Figlio, asceso a te in gloria, morto e risorto per noi e
per il mondo intero! Amen.
COME mai questi tempi così
diversi nel quarto Vangelo?
Secondo il Cullmann, nel quarto
Vangelo «la rivelazione di Dio
nella vita del Logos incarnato (=
della «Parola fatta carne»), è il
culmine di ogni rivelazione divina. È l’apice e il centro dell’intero processo di salvezza che si è
svolto prima di questa incarnazione e che, dopo la vita terrena
di Gesù, si svilupperà nella sua
comunità. Al tempo stesso, l’intero processo di salvezza si concentra in questa rivelazione culminante, conclusa nella vita terrena di Gesù. Questa profonda
convinzione determina lo scopo
dell’evangelista, il quale collega
dunque la vita storica di Gesù
con la rivelazione di Dio precedente e seguente» (op. cit. p. 31).
Ciò significa che «il Risorto
parla attraverso l’evangelista.
Per mezzo di lui egli (Gesù)
continua l’insegnamenlo im
L'ora viene, anzi è già venuta...
La visione del quarto Vangelo
crea perciò uno schiacciamento delle prospettive storiche
dell’opera di Cristo (cfr. B. Corsani, op. cit., p. 311), e porta in
sé un’attenuazione dell’attesa
del ritorno di Cristo. È fin dalla
venuta del Cristo incarnato che
scocca l’ora della grazia e del
giudizio: «Chi crede in lui non è
giudicato, chi non crede è già
giudicato» (Giovanni 3,14). È attorno all’evento di Gesù Cristo,
la Parola incarnata, che si compie tutto il passato e il futuro
della storia. La frase di Gesù:
«L’ora viene, anzi è già venuta...», più volte ripetuta dal quarto Vangelo, dimostra così tutta la
sua importanza (4, 23; 5, 25; 16,
32). La vibrante attesa del ritorno di Cristo, che troviamo nelle
lettere di Paolo e nei sinottici,
anche se non è stata eliminata, è
cambiata di prospettiva e conserva soprattutto un tono liturgico (cfr. Giovanni 5, 28-29).
La grande tensione di speranza e di attesa dell’ultimo giorno
si focalizza invece sulla nostra
presa di po.sizione oggi di fronte
Gesù alla destra di Dio’* è un
linguaggio metaforico che
va compreso sullo sfondo della
cultura dell’epoca. Chi sta seduto alla destra ha ottenuto
una posizione di potere. L’espressione, tratta dai Vangeli,
significa all’incirca che Gesù
«possiede il potere esecutivo».
Ma che cosa significa allora che
Gesù possiede tutto il potere?
Non è il potere di un sovrano
che schiaccia i suoi nemici sotto i piedi. È forse allora la potenza dell’amore? Certo. Ma
preferiamo un’altra espressione: si tratta del potere della Parola. La Parola lascia liberi; una
chiesa con la Parola non potrà
mai diventare tirannica: in tutti
i tempi essa resterà al servizio
della Parola. Tuttavia la Parola
ha un potere sulle persone. La
tradizione cristiana crede che
Gesù, quale Parola proclamata,
possiede «ogni potere in cielo e
sulla terra» (Matteo 28, 18). È
un potere che rende liberi di
prendere una chiara posizione
di fronte a Gesù e di operare nel
mondo con piena fiducia in Dio
senza lasciarsi paralizzare dal
timore degli uomini.
(*) Tratto liberamente da: H.
M. Kuitert, Im fede cristiana per
chi dubita, Claudiana, Torino,
1994, p. 201-203.
(Seconda, di una serie
di tre meditazioni)
Note
omiletiche
1-a) L'episodio di |
Maddalena, che vuole?'“
care o trattenere Gesù
caratteristico di tutta]'
storia dell'Ascensione èi
tentazione di guardar» ;!
dietro, al passato albi
tempo di una volta mad!
adesso non c'è più. | A
le alla tentazione deiT
scepoli di Atti 1, 11
hanno lo sguardo fisso ]
cielo in cui è sparito G»!
e ai quali gli angelici
dono: «Uomini di Galil»,'
perché state a guarda!
verso il cielo? Questo g»
sù, che VI è stato tolto ed
è stato elevato in cielo ^
tornerà...». È una tentj,
zione antica, sia quella*
voler fermare il temo»
passato, ritenuto erronea,
mente idilliaco, sia divolei
evadere in un futuro nies
sianico inesistente (v.6-7)
b) Eppure Maria Madia
lena è un personaggio
portante: è '
primo ape.
stolo, la prima in assoluti
che, in Giovanni, testimi),
nia del Cristo risorto. Certo, è una donna, priva del
diritto di rendere ufficiaimente una testimonianza,
Ma che importa? Passatoi
primo smarrimento essa
svolgerà in pieno il suo incarico apostolico.
2-a) Apostolo significa infatti: inviato, mandato, ambasciatore. E Maria
Maddalena svolge il suo
incarico apostolico con
scrupolo e fedeltà. Gesiila
incarica di annunciareai
discepoli che (nonostante
il loro tradimento, rinnegamento e fuga, al momento del suo arrestoe
crocifissione) il Dio di Gesù, il Padre, resta sempre!
loro Dio e Padre! «losalpo
al Padre mio e Padrerostro, ai Dio mio e Dio»
stro» (v. 17). Maria Maddalena da vero a postolo porterà loro il gioioso»»saggio evangelico dàiv
conciliazione in Cristo.
b) Sempre nel medesimo giorno, nel Vangeloi
Giovanni, Gesù risortoap
pare e conferma questo
messaggio (ripetutodue
volte), di pace e di perdono. Egli trasformerà così
questi apostoli poco affidabili in persone nuove,
chiamate a loro voltai!
annunciare all'umanitàla
buona notizia della riconciliazione, della paceedel
perdono di Dio.
Concludendo: il messaj
gio dell'Ascensione (tanto
trascurato in generei
spostato alla domenica
successiva, nel calendario
cattolico italiano) diventa
cosi l'appello ai cristiani
liberati dal peso dellcW
colpe, a decidere responj
sabilmente di seguirei
Cristo risorto nei fatti concreti del nostro tempii
evitando fughe
in avanti, nostalgia"
passato o evasioni in m®'
sionismi inesistenti.
Per
approfondire
- A.M. Hunter,
to sul vangelo di ■
Claudiana, Torino, '
O. Cullmann. Oriç'"^:
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ambiente de//'£va_'i9®Ì
secondo Giovanni,
ti, Torino, 1976;
- Ernst KàsemannU
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-Ch.K. Barrett,
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li IO MAGGIO 2002
PAG. 3 RIFORMA
Francia: dopo i risultati sorprendenti del primo turno delle elezioni presidenziali
Le chiese di fronte al fenomeno Le Pen
Prese di posizione della Federazione protestante, della Chiesa riformata, della Conferenza
episcopale e di vari vescovi cattolici. In Alsazia l'estrema destra ha raggiunto il 28% dei suffragi
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dalla presenza del leader
deB’estrema destra, Jean-Matie Le Pen, al secondo turno
delle elezioni presidenziali in
Francia, le prese di posizione
dei leader religiosi si stanno
moltiplicando. Senza dare indicazioni esplicite di voto, i
responsabili protestanti e cattolici hanno tuttavia espresso
la loro preoccupazione e il loro rigetto delle tesi xenofobe
del «Front National».
In campo protestante
«Siamo sconcertati nel vedere un numero così alto di
oostri concittadini riversarsi
sunna candidatura che nasconde una vera e propria
negazione dei valori repubblicani», afferma la Federazione protestante di Francia,
pur riconoscendo la legittimità della libera scelta degli
'elettori. ((Comprendiamo l’inpuietudine ma rifiutiamo l’odio», si legge inoltre nel comunicato. Da parte sua, il
presidente del Consiglio nazionale della Chiesa riformata di Francia (Erf), Marcel
Manoél, si è dichiarato «stupito». L’Erf, che due anni fa
ha pubblicato un documento
di riflessione («La tentazione
dell’estrema destra»), ha lanciato un appello a una «resistenza spirituale e teologica
che comincia dalla nostra
personale conversione».
In campo cattolico
Anche la Chiesa cattolica
siè espressa: «I risultati del
primo turno mostrano una
ladicalizzazione delle scelte
polìtiche e rivelano una crisi
profonda», sottolinea mons.
Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e presidente della Conferenza episcopale francese. Tale dichiarazione, ritenuta troppo distaccata, ha suscitato alcune
riserve. Altri vescovi cattolici
tanno manifestato con più
. nettezza la propria disapprol'azione dell’estrema destra,
tirante una trasmissione televisiva, mons. Olivier de
tenanger, vescovo di SaintHenis, ha affermato che è in
Jean-Marie Le Pen
compatibile essere «cattolici
coerenti» e votare Le Pen.
Progressione dell'estrema
destra fra i cattolici
In genere, i leader religiosi
sono stati attenti a non stigmatizzare gli elettori di Le
Pen. «Nel voto captato dall’estrema destra occorre ascoltare le proteste e le paure
di coloro che si sentono insicuri, frustrati e dimenticati in
una società che privilegia
sempre di più la “performance”», sostiene Marcel Manoël.
Un sondaggio, pubblicato
dal settimanale La Vie, mostra che l’estrema destra progredisce abbastanza nettamente fra i cattolici. Il 19% di
essi avrebbe votato Le Pen.
«Tradizionalmente i cattolici,
e in particolare i praticanti
regolari, hanno resistito sempre meglio all’avanzata dell’estrema destra», scrive il
settimanale. Nell’ultima elezione presidenziale, nel 1995,
il presidente del «Lront National» aveva raggiunto il
15% dei votanti ma solo il
12% fra i cattolici.
Da parte sua, il cardinale
Jean-Marie Lustiger, arcivescovo di Parigi, ha vivamente
reagito contro l’utilizzo di parole del papa da parte di Le
Pen. Il leader dell’estrema
destra ha parlato tra l’altro
deir«aiuto di Dio» per spiegare il proprio successo, dicendo ai Francesi; «Non abbiate paura. Entrate nella
speranza», citazioni di Giovanni Paolo II all’inizio del
suo pontificato. «La Chiesa e
i cristiani non possono accettare che vengano deviati dal
loro significato i simboli e le
convinzioni religiosi, al servizio della polemica elettorale», ha detto Lustiger.
Molti responsabili religiosi
sono preoccupati per l’alto
tasso di astensionismo (27,
86%) al primo turno. Alcuni
non hanno esitato a lanciare
appelli per arginare la diserzione delle urne: «Chiediamo
fermamente a tutti coloro
che sarebbero tentati dalTa
stensione di partecipare al voto del 5 maggio. Ciascuno assuma le proprie responsabilità affinché si affermi senza
difetto l’ordine repubblicano;
libertà, uguaglianza, fratellanza», affermano in un comunicato comune le chiese luterana e riformata delTAlsazia, regione in cui l’estrema destra
ha raggiunto il 28% dei suffragi, cumulando i voti per JeanMarie Le Pen e Bruno Mégret
(ex braccio destro di Le Pen).
«Come tutti i vescovi di
Francia, soffro per il mio paese. L’astensionismo è un male per il nostro paese», ha affermato da parte sua mons.
lean-Claude Boulanger, vescovo di Sées, nell’Ovest della
Francia. In alcuni casi, la situazione politica ha dato luogo a dichiarazioni congiunte
di differenti confessioni religiose, in particolare nelle Alpi
Marittime dove Le Pen ha ottenuto il 25,99% dei voti.
Nessuna indicazione
di voto per il 2° turno
Le chiese però hanno evitato di dare indicazioni esplicite di voto contro Le Pen.
«Non è nella tradizione delle
nostre chiese protestanti»,
spiega Marcel Manoél. Da
parte sua, la Chiesa cattolica
riconosce, «dopo una dichiarazione del 1972, la nozione
di pluralismo politico», ricorda lo storico René Rémond.
«Questa volta - osserva lo storico - i vescovi cattolici hanno reagito molto presto».
«Dopo la loro dichiarazione
di pentimento di Drancy, nel
1997 [sulTatteggiamento nei
confronti degli ebrei durante
la guerra], essi si esprimono
maggiormente in pubblico,
probabilmente per non riprodurre gli errori commessi
durante l’ultima guerra», sottolinea ancora Rémond.
Ma mons. Georges Wilson,
arcivescovo di Sens, è stato
esplicito: «Esprimo pubblicamente il mio impegno. Voglio
essere un testimone. Voterò
contro Le Peri e il suo partito.
Bisogna rimettere il “Front
National” al suo vero posto»,
ha dichiarato. (eni)
La «Compagnia Impériale» si oppone alla ratifica del Protocollo di Kyoto
Canada: campagna ecumenica contro società petrolifera
Una campagna ecumenica
canadese è stata lanciata
|nntro la Compagnia petroliza «Impériale», una delle
P'u importanti del Canada,
^ si oppone alla ratifica del
Zntocollo di Kyoto sui cam■znenti climatici.
^ione guidata da «Kairos»
Rappresentanti della camP4Rna, fra i quali Lois Wilson,
presidente del Consiglio
^nienico delle chiese (Cec)
, Chiesa unita del Canaan’ i no partecipato a fine
Pnte all’Assemblea annuale
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1® questioni energetiche
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Kairos (una coaliàilit Pi iih'ose canadesi mo% ® ® a favore della giusti'canaj'^1®*®! chiede al governo
plìp. Ui ratificare e di apli Protocollo. «Il go
verno canadese subisce forti
pressioni da parte delle grandi industrie del Canada, tra
cui la “Compagnia Impériale”, che lo spingono a non ratificare il Protocollo di Kyoto», ha spiegato David Hallman, uno dei militanti della
campagna ecumenica presenti all’Assemblea degli azionisti.
Il parere di David Hallman
Secondo Hallman, incaricato delle questioni energetiche presso la Chiesa unita,
«se l’azione di Kairos è rivolta soprattutto contro la Compagnia Impériale, è perché
quest’ultima, in Canada, è la
più decisamente contraria al
Protocollo di Kyoto». «Gli occhi sono fissati sul Canada,
non perché è importante in
termini di inquinamento ma
per via dei suoi stretti legami
con gii Usa», ha detto Hallman, che è anche coordinatore del Programma sui cambiamenti climatici del Cec.
Kairos sta facendo pressione sulle compagnie petrolifere «affinché, tra l’altro, esse
escano dalla dipendenza esclusiva nei confronti dei
combustibili fossili, per cercare di ridurre le emissioni di
gas serra», spiega Hallman.
Mentre la Compagnia Impériale riconosce che il cambiamento climatico potenziale «può rappresentare un rìschio legittimo a lunga scadenza», Kairos deplora che la
direzione della Compagnia sia
stata finora incapace di prendere decisioni importanti per
diminuire questo rischio sviluppando altre fonti energetiche rinnovabili. Altre compagnie petrolifere «cercano fonti
energetiche per il futuro perché intendono diventare un
fornitore importante quando i
combustibili fossili non saranno più la principale fonte
di energia ma la Compagnia
Impériale non ha questa visione a lungo termine», ha
detto ancora Hallman.
Posizione della Compagnia
Un dirigente dell’Impériale
ha indicato il sito Web della
Compagnia su cui è possibile
leggere tra l’altro il testo del
discorso pronunciato dal
presidente della Compagnia,
Robert Peterson, in occasione dell’Assemblea del 2001.
«Come tutti i canadesi, i dipendenti dell’Impériale hanno a cuore la protezione dell’ambiente», afferma Peterson. La Compagnia «ha fatto
molti progressi nel corso de
gli anni per accrescere l’efficacia energetica delle nostre
attività di sfruttamento» e sostiene che occorrerebbe in
particolare «portare avanti i
lavori di ricerca e di sviluppo
tecnologici promettenti».
Tuttavia, «il Protocollo di
Kyoto è, in materia di politica
pubblica, una risposta irrealistica e inadeguata a un problema importante e complesso: se venisse applicato, farebbe poco per ridurre i gas a
effetto serra, e provocherebbe un torto economico notevole ai paesi sviluppati e a
quelli in via di sviluppo».
«Il Protocollo è un accordo
per restringere l’attività economica, che avrebbe per effetto di limitare la dimensione e la natura dell’economia
canadese. È ovvio che le conseguenze sociali ed economiche sarebbero reali e negative per tutti i canadesi, per le
persone e le famiglie come
per le imprese, in tutte le regioni del paese. Ritengo conclude il presidente - che
sia tempo di voltare pagina
per seguire una via migliore
per il futuro: una via che ci
permetta al tempo stesso di
proteggere l’ambiente e di
assicurare la crescita economica e la prosperità». fenij
DAL MONDO CRISTIANO
Granide sodciisfazione di luterani e ortodossi
Slovacchia: firmato un accordo
tra lo stato e le minoranze religiose
BRATISLAVA — Un grande passo in avanti per il movimento ecumenico: così il vescovo luterano Julius Filo, presidente del Consiglio ecumenico delle chiese della Repubblica
della Slovacchia ha definito l’accordo firmato a Bratislava
l’11 aprile tra il governo e i rappresentanti delle chiese di minoranza (protestanti, ortodossi ed ebrei). L’accordo ricalca il
Concordato firmato nel dicembre 2000 con la Chiesa cattolica (che rappresenta il 69% della popolazione) e garantisce
piena libertà e indipendenza alle minoranze religiose slovacche, nonché il supporto finanziario dello stato per alcune
definite attività a carattere sociale. Íneu/eni)
M Ricevuta delegazione di «Scuola e Costituzione»
Violante: riaffermare
la laicità della scuola pubblica
ROMA — Il 18 aprile il presidente del Gruppo Ds-Ulivo della Camera, on. Luciano Violante, ha ricevuto una delegazione
del Comitato nazionale Scuola e Costituzione, movimento a
cui aderisce la Federazione delle chiese evangeliche in Italia
(Fcei). Tema delTincontro l’insegnamento confessionale nella scuola pubblica e l’immissione in ruolo degli insegnanti di
religione cattolica, prevista da un disegno di legge governativo. Su quest’ultimo punto Fon. Violante ha annunciato l’opposizione del suo partito, che intende riaffermare in ogni sede la laicità della scuola pubblica, approfondendo le complesse tematiche che anche la nuova condizione dell’Italia
come paese multiculturale propone nella scuola. fnevj
Germania; «Settimana per la vita»
Ingegneria genetica: impegno comune
delle chiese protestante e cattolica
BERLINO — Si è conclusa il 20 aprile scorso in Germania la
Settimana per la vita: uria serie di manifestazioni pubbliche
realizzate congiuntamente dalla chiesa protestante (Ekd) e
dalla Chiesa cattolica per promuovere un approccio responsabile di fronte alle nuove frontiere aperte dalTingegneria genetica. Sia il presidente della Conferenza episcopale, cardinale Karl Lehmann, che il presidente della Ekd, pastore Manfred Kock, chiedono al governo tedesco di riesaminare attentamente la legge approvata nel gennaio scorso dal Parlamento che permette la ricerca sulle cellule staminali. (nev/lwi)
Chiesa (luterana) di Norvegia
Rimodellare la chiesa di stato in una
società multiculturale e multireligiosa
OSLO — Sarà il Sinodo della Chiesa norvegese (luterana)
previsto a fine novembre a dare il via a quella che è stata definita una rivoluzione nei rapporti chiesa-stato in Norvegia. Se
il parere raccolto per allora tra le 1.300 comunità sarà favorevole, verrà istituita una Commissione governativa per stabilire nuove regole per una chiesa di stato chiamata a rimodellarsi in una società multiculturale e multireligiosa. (nev/lwi)
Chiesa awentista del settimo giorno
Romania: successo delle conferenze
evangelistiche trasmesse via satellite
BUCAREST — Si è conclusa con un successo in Romania
una innovativa serie di conferenze evangelistiche organizzata
dalla Chiesa awentista. La serie, durata tre settimane, è stata
trasmessa via satellite e su Internet dal Seminario teologico
romeno di Bucarest e secondo gli organizzatori è stata seguita
ogni sera da una media di 55.000 ascoltatori. (nev/adn)
Movimento cristiano studenti europeo
Medio Oriente: forte
solidarietà con i palestinesi
Il Movimento cristiano studenti (Mcs) europeo ha diffuso un documento sulla situazione in Medio Oriente in cui
esprime forte solidarietà con
il popolo palestinese, condannando le violenze a cui si
è assistito nelle ultime tragiche settimane nei Territori
occupati. «Siamo preoccupati per le sistematiche violazioni dei diritti umani e del
diritto internazionale - afferma il Mcs -. Ci sembra che la
comunità internazionale non
denunci sufficientemente tali
violazioni.
Siamo anche preoccupati
dell’immagine, che sembra
prevalere nella comunità internazionale e che viene trasmessa ai media, di uno stato
di Israele che debba difendere la propria stessa esistenza.
Condanniamo la violenza da
entrambe le parti, ma rite
niamo evidente che nell’attuale conflitto è certo il popolo palestinese ad essere
sotto attacco».
Il Movimento cristiano studenti Europa auspica quindi
che i movimenti nazionali
promuovano iniziative di dibattito e solidarietà a livello
locale e nazionale e utilizzino i propri collegamenti con
le chiese e le organizzazioni non governative per fare
pressione sui propri governi
ad intervenire a favore dei
palestinesi. «Preghiamo per
le vittime da entrambe le parti - conclude il documento e portiamo davanti a Dio il
nostro desiderio di pace giustizia. Preghiamo per la cessazione del conflitto fra Israele e Palestina, per la fine
degli inutili spargimenti di
sangue e perché vengano
riavviati i negoziati». (nev)
4
PAC. 4 RIFORMA
VENERDÌ 10 MAGGIO 2flfn ^
Un convegno di studio del Comitato torinese per la laicità della scuola
Ci sarà ancora la pubblica istruzione?
Con la riforma Moratti, la scuola pubblica italiana sembra investita da un profondo processo
di aziendalizzazione e di clericalizzazione che rischia di far affondare il pubblico nel privato
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Tema «caldo» quest’anno
per il Convegno di studio
del Comitato torinese per la
laicità della scuola che si è
svolto lunedì 15 aprile al Circolo della stampa di Torino, e
al quale ha partecipato un
fólto pubblico, particolarmente interessato. «Ci sarà
ancora la pubblica istruzione?
Il sistema scolastico tra unitarietà, articolazione e frammentazione»: questo il titolo
del Convegno che si è svolto
alla vigilia dello sciopero generale al quale hanno partecipato la maggior parte delle
scuole e degli insegnanti.
Dopo l’introduzione di Carlo Ottino, direttore del periodico «Laicità», che ha messo
subito in evidenza il processo
di aziendalizzazione e di clericalizzazione della scuola che
rischia di affondare il pubblico nel privato, è toccato a Domenico Starnone, insegnante-scrittore (suo U famoso «Ex
cattedra» di 17 anni or sono),
fare un bilancio sui «300 giorni del ministro Moratti». Oggi, ha detto, bisogna tornare
a parlare della scuola in modo serio, in quanto la situazione è drammatica. Il tema
di fondo della «riforma» proposta, ha affermato, è quello
del comportamento, tema al
quale la maggior parte delle
famiglie e di non pochi insegnanti sembrano essere favorevoli. Ci si propone quindi di
riportare il controllo morale
all’interno della scuola, e per
questo la scuola pubblica
sembra prendere come modello la scuola privata cattolica. Questo, del resto, viene
confermato dalla proposta di
istituire un «codice deontologico» per gli insegnanti sotto
l’egida del cardinale Tonini.
Il ministro Letizia Moratti
Giovanni Cimbalo, docente all’università di Bologna,
intervenendo sul tema «La
scuola tra Stato, Regioni Enti
locali», ha affermato che la
riforma Moratti è espressione
di un disegno organico del
centro-destra che gioca sulla
frammentazione tra diversi
gruppi sociali, culturali e religiosi, il cui criterio di fondo è
quello della concorrenza.
Questo è il motivo per cui
viene finanziata anche la
scuola privata confessionale.
Paolo Chiappe, presidente
dell’Associazione «Idee per
l’educazione» ha tentato di
fare un bilancio dell’autonomia scolastica, partendo da
un’indagine fatta fra gli insegnanti. Nell’insieme sembra
che tutti i cambiamenti in atto siano vissuti dagli insegnanti in maniera sostanzialmente passiva.
Adriana Luciano, docente
all’Università di Torino, si è
interrogata sul ruolo della formazione professionale, campo molto dinamico in questi
ultimi anni. Ha affermato che
da tempo la sinistra non è stata in grado di fare proposte
convincenti sulla riforma della scuola. A suo parere, il
maggiore problema presente
oggi nella scuola è quello
dell’esclusione sociale. Il 30%
degli adolescenti escono dalla
scuola senza diplomi e quelli
che escono prematuramente
10 fanno con lo stigma dell’insuccesso. Non è vero che la
scuola italiana è una buona
scuola: deve essere cambiata
in profondità, ma sarebbe follia difendere la scuola umanistica contro la scuola tecnica,
0 la cultura contro l’impresa.
11 problema è come garantire
un migliore livello di istruzione, poco importa se fatto dallo Stato o dalle Regioni.
Nel pomeriggio sei persone, in rappresentanza del
mondo dell’associazionismo
(sindacale, culturale e delle
minoranze religiose), si sono
confrontate sul tema «La
scuola tra stato e chiesa, tra
pubblico e privato». Domenica Chiesa (Cidi) ha insistito
sul carattere laico e pluralistico della scuola pubblica, e
sul fatto che la scuola è una
istituzione prevista dalla Costituzione e non un servizio
«à la carte» a disposizione
delle famiglie. Ha insistito
anche sul rapporto tra scuola
e città, come formazione alla
cittadinanza. Marco Chiauzza (Fnism) è tornato su queste tematiche affermando
che occorre difendere la libertà della scuola contro
pressioni eccessive delle famiglie o di gruppi sociali. Ha
poi ricordato le tre finalità
peculiari della scuola pubblica: formazione del cittadino,
acquisizione di conoscenze, e
cultura come bene in sé.
Cosimo Scarinzi (di Cubscuola) ritiene che non si è
difeso abbastanza quanto ha
fatto la scuola pubblica nei
decenni passati sul piano civile e sociale, mentre Chiara
Profumo (Cgil-scuola) è del
parere che alla «Controriforma» Moratti occorra opporre
il regolamento dell’autonomia scolastica nel quale viene
chiaramente stabilito il ruolo
del Consiglio di istituto, del
collegio docenti e della professionalità degli insegnanti.
David Sorani (Gruppo di
studi ebraici) ha insistito
sull’importanza della libertà
(libertà «da» prima che libertà
«di»), che solo una scuola effettivamente laica può garantire, e ha detto un chiaro «no»
a una scuola egemonizzata
dalla cultura cattolica. Dopo
aver ricordato la centralità
dello studio e della formazione per la minoranza ebraica,
nonché la necessaria attenzione alla persona, Sorani ha
affermato che le scuole ebraiche non sono contrapposte
alla scuola pubblica ma in
piena apertura con essa.
Infine Rosanna Ciappa, dopo aver denunciato la sempre
più marcata confessionalizzazione in senso cattolico
della scuola pubblica, ha illustrato brevemente le finalità
dell’Associazione 31 ottobre
di cui è presidente, insistendo
sulla mancata dimensione
della laicità all’interno della
scuola pubblica. Ha quindi
presentato la proposta, fatta
propria dalla recente Assemblea dell’Associazione, di introdurre nella scuola pubblica uno specifico insegnamento del fatto religioso in termini laici. La proposta dovrebbe
avere un taglio culturale di tipo storico-fenomenologico
ed essere centrata non sulla
storia delle religioni bensì
sulle religioni nella storia.
Concerto in San Maurizio a Milano
Musica protestante
vocale e strumentale
Musica protestante, venerdì
19 aprile, a Milano, nell’ambito della prestigiosa stagione di
San Maurizio: a eseguirla il
complesso Fantazyas, giovane
ensemble strumentale e vocale nato per iniziativa del contraltista e direttore Roberto
Balconi (membro della Chiesa
valdese di Milano). Sotto il titolo programmatico Frau Musika (un poemetto di Lutero)
sono state eseguite musiche
vocali per contralto di Schütz,
Buxtehude, Johann Christoph
Bach e la cantata Bwv 54, Resisti al peccato, di J. S. Bach; il
programma comprendeva
inoltre brani strumentali degli
stessi Schütz e Buxtehude,
nonché di Samuel Scheidte
Johann Rosenmiiller. M’inizio e alla fine, come a inseme
i pezzi nel contesto ecclesiale
loro proprio, due strofe (la
prima suonata dagli archi, li
seconda da tutto il gruppo e
cantata da Balconi) del corale
luterano per antonomasia,
Forte rocca.
Un programma così impegnativo è stato eseguito dall’ensemble (due violini, è
viole da gamba, violone, tiaiba e organo) e dal solista-direttore con grande sicureffl,
accompagnato da una partecipazione del pubblico rèibilmente crescente man mano che i brani si succedevano. L’ovazione che ha salutà
Un libro del senatore Andreotti affronta anche le figure di Buonaiuti e di Angelo Roncalli
La chiesa di Roma può rivedere il proprio giudizio sul modernismo?
L’arrivo sui teleschermi del film dedicato a papa Giovanni
XXIII ripropone il tema della radice storica del suo breve ma così
innovativo pontificato. In particolare dell'idea del Concilio Vaticano II, che il papa volle per «aggiornare», in realtà per riformare, la Chiesa cattolica.- Nell'attesa dell’inizio di una riunione di
Commissione Esteri congiunta di Camera e Senato destinata
aU'analisi della questione mediorientale, ne ho discusso con il
senatore a vita Giulio Andreotti, a cui dicevo che il film non
mette abbastanza in rilievo la radice «modernista» del pensiero
teologico di papa Roncalli. Il senatore mi ha allora mandato un
suo libro in oggetto che, credo, merita una segnalazione.
VALDO SPINI
VALE la pena di leggere
questo libro di Giulio Andreotti*, in cui sono descritte
le vicende di quattro giovani
preti allievi, nei primi anni
del ’900, dei più prestigiosi
collegi ecclesiastici, usi a trovarsi insieme nelle ore serali
a Roma per discutere animatamente dei temi inerenti alla
loro vocazione e formazione.
Questi quattro giovani preti
erano Giulio Belvederi, di cui
lo stesso Andreotti doveva
sposare la nipote. Alfonso
Manaresi, futuro autore di un
testo di storia per le scuole.
Angelo Roncalli e Ernesto
Buonaiuti, il maggiore esponente italiano del modernismo. I quattro giovani seminaristi, secondo le testimonianze raccolte da Andreotti,
usavano venire tutte le sere a
fare «la visita al sacramento»
nella chiesa romana del Gesù, e poi trattenersi a lungo
all’esterno discutendo tra loro con grande animazione.
11 modernismo fu condannato dalla Chiesa cattolica
come eresia. Andreotti segue
le biografie dei quattro, avanzando l’ipotesi che due di
loro, Giulio Belvederi e Angelo Roncalli, furono salvati
dalla possibile scomunica essendo stati chiamati alle segreterie particolari, l’uno dal
cardinale Svampa, arcivescovo di Bologna e futuro papa Benedetto XV, e l’altro dal
vescovo di Bergamo, monsignor Radini Tedeschi, e
quindi sottratti alle vicende
che porteranno il Buonaiuti
alla scomunica e il Manaresi
allo strappo con la chiesa e
all’abbandono del sacerdozio. Ai «quattro» nella trattazione, viene aggiunto anche
un altro giovane prete, don
Romolo Murri, il fondatore
della Democrazia Cristiana.
Il libro, pieno di aneddoti sofisticati e gustosi, come quello delle suore che nascondono le carte segrete di casa Savoia, dopo la fuga da Roma
conseguente alì’armistizio
dell’B settembre 1943, per
l’autore ha voluto es.sere l’assolvimento di due debiti,
l’uno alla memoria di Giulio
Belvederi, che fin da giovane
lo aveva fortemente impressionato, prima ancora di diventare un suo parente acquisito, l’altro alla tormentata ma nobile e coerente vi
cenda di Ernesto Buonaiuti.
Ernesto Buonaiuti, scomunicato in modo via via sempre più grave, per le sue opere e per i contenuto del suo
insegnamento al Pontificio
Seminario Maggiore, patì
anche la persecuzione del
«braccio secolare» dello stato
italiano, che con il Concordato si era impegnato a inibire
gli uffici pubblici (e quindi
l’insegnamento negli istituti
dello stato italiano) agli ex
preti. Buonaiuti era professore anche nell’università italiana e gli si voleva fare abbandonare anche questo incarico. Peraltro il coraggioso
e coerente Ernesto Buonaiuti
tolse da solo l’incomodo, rifiutando, insieme ad altri soli
dieci professori, il giuramento di fedeltà al regime fascista: una persecuzione che si
ripresentò anche dopo la caduta del fascismo a guerra finita, quando nuovamente la
Chiesa cattolica invocò contro il suo reintegro all’univer
II senatore Giulio Andreotti
sità il Concordato, con un tira e molla tra chiesa e stato,
che vide peraltro la fine con
la morte dello stesso Buonaiuti il 20 aprile 1946. Il nome di Buonaiuti, testimonia
Andreotti «circolava clandestinamente nei nostri circoli
universitari cattolici essendo
inibito il contatto diretto con
uno scomunicato "vitando”,
verso il quale sentivamo tuttavia una fortissima propensione», appunto per il rifiuto
del giuramento al regime.
Il libro pare essere un invito rivolto alla Chiesa cattolica
perché riveda il suo giudizio
su Ernesto Buonaiuti e su un
movimento per molti versi
antesignano di una riforma
interna alla chiesa stessa. Si
possono, infatti, rintracciare
le origini del coraggio innovatore, nel metodo e nei contenuti, di Angelo Roncalli
quando diventò papa Giovanni XXIII, proprio nella sua
vicinanza giovanile a Buonaiuti e al movimento modernista. Un filone di ricerca
quanto mai interessante.
Semmai una precisazione
va fatta. Contatti tra il mondo
protestante e il Buonaiuti,
colpito nel 1926 da una scomunica così grave da includere questa prescrizione: «I fedeli erano pertanto avvertiti
che rimaneva loro vietata col
nominato sacerdote ogni comunicazione», ve ne furono e
fecondi. Più in generale si
può rinviare agli studi di Pietro Scoppola e di Giorgio Spini sulla ospitalità e la comprensione che il movimento
modernista ebbe nel mondo
protestante italiano ed europeo. Nello specifico, Giulio
Andreotti, scrive a p. 42:
«Quando l’università di Losanna gli aveva offerto una
cattedra stabile per cui si richiedeva abiura verso il protestantesimo, non aveva avuto esitazioni nel rifiutare».
Dalle notizie raccolte, risulterebbe che Buonaiuti in effetti
insegnava a una facoltà teologica protestante, quella della «Eglise libre» di Losanna.
Dopo aver insegnato alla
Scuola teologica metodista di
Roma, avrebbe potuto passare alla Facoltà teologica di
stato, destinata a selezionare
e valutare i candidati al pastorato protestante, ma per
quel compito occorreva essere membri di chiesa, il che,
coerentemente alla sua impostazione, Buonaiuti non ritenne di diventare perché egli
si riteneva scomunicato a torto, fino al punto da continuare a rivestire l’abito talare.
Un testo, quindi, quello di
Andreotti, prezioso per comprendere fino in fondo una
biografia religiosa e intellettuale, quella di papa Angelo
Giuseppe Roncalli, che senza
questi trascorsi giovanili non
si potrebbe comprendere appieno. Forse potrebbe anche
essere l’occasione di aprire
un dibattito su un’opera televisiva, quella su papa Giovanni, che in questa fase del
pontificato di Wojtyla, ormai
anziano e malato, potrebbe
essere importante e feconda.
(*) Gidmo Anorkotu: I Quattro
del Gesù. Storia di un’eresia. Milano, Rizzoli, 1999.
to l’emozionante amen conclusivo dell’ultimo brano dilla prima parte, Jesu, meint
Freud und Lust, di Buxtehude,
si è ripetuta al termine dito
cantata Bwv 54 e dopo il bis.
Come è noto la scena must
cale milanese, in questi annii
è ricca di occasioni per conoscere la tradizione musicalo
nata dalla Riforma: l’iniziafr
va più famosa è naturalmenB
l’integrale delle cantatebachiane proposta dalla
cietà del quartetto»; su'*"
piano diverso, ma anch’esso
qualitativamente assai eletto, si può menzionare Uttj'
vità proposta dalla corale dola Chiesa cristiana prò*® „
te, diretta da Ruben Jais; W
stessa sede è dato di ascw
le esecuzioni organistiche
Alessio Corti. Un concerto
me quello di San
il merito di evidenziare co
genio di J. S. Bach non co
tuisce un episodio isolatOi ^
si inserisce in un
testimoni» musicali 5/
rola di Dio, nutriti dal'® ®“
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a tale esigenza, oltre eh®’ «
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Certo, l’atavica refrat^
della cultura italiana P ¡j
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(ItNERDÌ 10 MAGGIO 2002
Cultura
PAG. 5 RIFORMA
In mostra le raccolte private degli industriali tedeschi Thyssen-Bornemisza e Rau
La passione di due collezionisti
Opere pittoriche dei secoli XIX e XX per confrontare Europa e America. Gustav Rau, come
Albert Schweitzer, diventò medico e apri un ospedale in Africa. La sua eredità all'Unicef
PAOLO FABBRI
C^E qualcosa di religioso
nel segreto impulso che
spinge una persona a diventare collezionista di un qualunque tipo di oggetti. Talvol[jsi tratta di collezionismo
«povero», come quello di scatole di fiammiferi, altra volte
(licose che possono richiede(jun impegno finanziario
enorme, come i quadri dei
grandi artisti. Li accomuna
fesigenza di inserire l’intero
universo nella propria raccol0, mentre diverso può essere
lo spunto iniziale, che fa sempre capo a una qualche forma
di empatia, pronta a scattare
nei confronti degli oggetti
amati, che tendono a diventare simboli di una più vasta
realtà o addirittura dell’intero
mondo esistente. Spesso lo
spirito del collezionista è
quello di possedere le cose
che gli interessano tenendole
perse, ma in alcuni casi accade il contrario e si afferma invece il gusto di fare partecipe
gli àtri della bellezza di una
raccolta, lasciando intuire
l’amore e la passione che
hanno consentito di crearla.
È questo il caso delle raccolte di due grandi collezionisti, che casualmente si trovano a essere rappresentate
0® in Italia in due splendide mostre. Si tratta della collezione «Thyssen-Bornemisza» e della collezione «Gustav Rau», le quali hanno in
comune il fatto di essere natedalla passione di due
^ndi industriali tedeschi:
Heinrich Thyssen (acciaio),
conia prosecuzione del figlio Hans Heinrich, e lo stesso Gustav Rau (accessori per
auto). L’eccezionale concomitanza di due grandi mostre antologiche di Paul Cézanne e Vincenzo Poppa
consentono raffronti di
grandissimo interesse.
La collezione Thyssen-Boruemisza è stata a lungo espostanella Villa Favorita di Lugano, mentre ora, diventata
questa insufficiente ad accogliere le oltre 700 opere da
Duccio alle avanguardie del
ha trovato una sistemacene nel nuovo Museo di
Madrid, di fronte al Prado,
'TOuna appendice nel Monastero di Pedralbes a Bar®Uona. Circa una sessantina
di opere concentrate fra la
*nconda metà dell’800 e il
pruno decennio del ’900 soddora esposte a Roma (Padzzo Ruspoli) in una mostra
rendidamente organizzata
«aper la razionalità degli in'dmi nelle varie stanze sia
Pdf 1 eccellente sistemazione
'•ei quadri,
Particolarmente interes'e è l'esposizione del paesgio americano, con pittori
Z^e^Albert Bierstadt, FredeU Church, Martin
u Heade, Hugh Bolton
tg poco noti in Italia, che
,i.|P/enentano nel paesaggio
jjJ^°rd e Sud America un
vagheggiato e, pur adotun linguaggio compleslegato dalle ricer5,. ‘.''“luzionarie degli imsionisti, fanno comunHanf'”®®^8ere un alone rol’anicui non è estranea
JUa profondamente reli
'’America protestanball’im parti della mostra,
laSn^'^^ine romantica delalnL rii Goya e Fortuny,
Ptimn rurale di Corot e dei
alTimpres’^rìnoir, Pissarro,
,ith. al post-impressioni
J- _ 1- » I 1 V..OOI Wi I I
Cauguin, Denis, BonWrii fino alle avanpaiaunay, Derain,
„ J/tsky, meritano tutte
Pila
Un dipinto di Goya dalia collezione Thyssen
La collezione Gustav Rau
Pur simile nella impostazione, che volge l’attenzione
alla pittura europea dal ’400
alla metà del ’900, la collezione di Gustav Rau diverge per
la personalità del collezionista. Gustav Rau, morto nel
mese di gennaio scorso, ha
dedicato la prima parte della
sua vita al gruppo industriale
di famiglia e alla collezione di
dipinti, sculture, mobili, oggetti, vivendo in modo estremamente modesto, con l’unico lusso della passione per
l’arte. A 40 anni Rau decide di
iscriversi alla facoltà di Medicina e consegue la laurea;
nella sua mente già sta prendendo forma un progetto che
si avvierà a compimento poco dopo, quando, alla morte
del padre e dello zio, si troverà erede dell’impero industriale di famiglia. Il patrimonio industriale viene venduto
e il ricavato impiegato nell’aiuto di persone bisognose
nel continente africano, prima in Nigeria, poi nella Repubblica del Congo dove, a
Ciriri, fa costruire un ospedale in cui opera fino al 1993
curando un numero enorme
di bambini e persone adulte,
lasciando il suo posto solo
qualche volta per recarsi alle
grandi aste. In seguito emergono problemi di salute.
Le note biografiche diffuse
chiariscono a grandi linee il
grande impegno umanitario
di Gustav Rau, ma non le sue
motivazioni, per le quali è
stato necessario risalire a
fonti tedesche vicine allo
stesso Rau, da cui si apprende che egli era un credente.
per la precisione luterano, e
aveva come riferimento l’etica predicata da Gesù. Nulla
sappiamo di un suo impegno
nella chiesa e di altri suoi riferimenti culturali o esempi
di vita, ma non possiamo fare a meno di pensare che il
dottor Schweitzer abbia influito sulle sue scelte. Ha detto di lui Dietrich Garlichs, direttore dell’Unicef in Germania: «Con la morte di Gustav
Rau ha avuto fine una grande
esistenza. Il suo profondo
impegno nel soccorrere i poveri ha fatto di lui un moderno Albert Schweitzer. L’Unicef farà tutto il necessario
per garantire che il suo
straordinario operato continui a essere al servizio dei
bambini». All’Unicef è stata
destinata in eredità la collezione amata di Rau, per essere in parte venduta, destinando il ricavo all’aiuto dell’infanzia. Nel lascito era
compresa anche la indicazione di una mostra itinerante di circa 120 quadri, splendidamente suddivisi nelle
scuole italiana, fiammingaolandese, tedesca, francese,
spagnola, inglese e nei movimenti impressionista, nabis,
fauve, espressionista, fino a
dopo il 1940 con Morandi.
Poppa e il rinascimento lombardo
Vincenzo Foppa è unanimemente riconosciuto come
il maestro che ha aperto la
strada al Rinascimento lombardo e la mostra che la città
di Brescia ha voluto dedicargli va ben oltre l’omaggio a
un artista che essa considera
suo, per spingersi verso una
sintesi del lavoro scientifico e
di critica svolto finora, gettando le basi per futuri sviluppi di ricerca e contribuendo con lavori di restauro di
importanza rilevante. In uno
spazio espositivo affascinante come il complesso museale di Santa Giulia, si sviluppa
un percorso curato nei minimi dettagli, che traccia il quadro dello sviluppo artistico
del pittore, aprendo preziose
finestre sull’ambiente culturale che su di lui ha influito e
su cui egli ha esercitato il suo
potente influsso.
Si parte dalla Brescia del
’400 con una grandiosa Annunciazione di Jacopo Bellini
in cui trionfa ancora la sublime ed estenuata raffinatezza
del tardo gotico subito temperata dallo sconvolgente
Crocifisso ligneo di Giovanni
Teutonico, di origini germaniche, portatore di una spiritualità che non tralascia l’umanità; si passa poi ai rap
porti con Donatello e Mantegna con opere di entrambi, e
ancora poi all’incontro con il
mondo nordico tra Genova e
Milano, che culmina con il
capolavoro delia cappella
Portinari in Sant’Eustorgio e
si sviluppa nei rapporti con
Cosmè Tura e la scuola ferrarese, mentre il Bramantino
apre una nuova fase con i
suoi studi prospettici, che
Foppa dovrà considerare, non
potendo evitare il confronto
col Bramante (tutto ben documentato in mostra). L’ultima attività ligure per il futuro
papa Giulio II e la vecchiaia di
nuovo bresciana chiudono il
percorso artistico di Foppa
mentre il percorso logistico,
dopo una magnifica serie di
sculture lignee di Pietro Bussolo, conduce alla chiesa di
Santa Giulia, dove alcune imponenti opere del Moretto attestano l’eredità lasciata dal
grande artista bresciano.
Il genio di Paul Cézanne
Da moltissimo tempo non
si teneva una mostra antologica dell’artista che è stato
definito il «pittore dei pittori»
per l’influsso esercitato su
tanti grandi e meno grandi
poeti della tavolozza, dagli
impressionisti ai nabis aìfau
®henta
visione.
ves, dalle nuove avanguardie
del ’900 lungo tutto il secolo
fino ai giorni nostri. A questo
vuoto ha rimediato l’iniziativa di Comune e Provincia di
Roma e della Regione Lazio,
con un insieme di opere che
consente davvero di seguire
lo sviluppo di quel genio
scontroso i cui quadri venivano comprati anche dai
suoi colleghi dall’esordio al
periodo impressionista al periodo «costruttivo», ai rapporti con l’Italia e col Giappone, alle fase finale di intensa passione per la forma.
La mostra è stata splendidamente documentata dal
catalogo della Fondazione
Mazzetta, ricco di ottimi contenuti critici e pessimamente
organizzata nella esposizione
delle opere, disposte quasi a
creare volutamente difficoltà
nel seguire l’evolversi della
ispirazione artistica, con gli
intensi rinvìi dai paesaggi del
1982-85 ai ritratti cubisti di
Picasso esposti recentemente
a Milano, dalle nature morte
allo splendido Morandi e alla
Rosa in un vaso di Odilon Redon nella collezione Rau.
Qui sopra e nella foto piccola due opere della mostra su Foppa e il
rinascimento lombardo
L'«lnfinity Festival» di Alba (Cuneo)
La spiritualità
e il «mezzo» cinema
Si è concluso con la vittoria
del film Solo por boy («Solo
per oggi») dell’argentino
Ariel Rotter VInflnity Festival
che ad Alba (Cuneo) ha presentato, tra il 6 e il 13 aprile,
una serie di pellicole (ben
130) dalle tematiche improntate alla ricerca spirituale.
L’opera vincitrice, ambientata a Buenos Aires, racconta
di cinque giovani che cercano di sopravvivere nel loro
paese, oggi come sappiamo
suH’orlo del tracollo economico e, di conseguenza, della
disgregazione sociale. La loro
quotidianità è fatta dei lavori, delle relazioni interpersonali, di scambi di idee che
nascono dall’intimo di ognuno. Come dice il regista, «un
film sulla gente che cerca di
essere, che sta per fare qualcosa, che è dotata di talento,
ma che inevitabilmente finisce per dedicare il proprio
tempo a qualcos’altro, forse
(...) per bisogno di una ragione di vita o per avere sempre
una scusa per posticipare la
realizzazione dei desideri».
Altri premi sono andati al
film del romeno Sinisa Dragin In fiecare zi Duminereu
ne saruta pe gara («Ogni
giorno Dio cl bacia sulla bocca») e al finlandese Blatnoi
Mir («Mondo di ladri») diretto da Jouni Hiltounen.
TELEVISIONE
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Fcei, trasmesse a domeniche alterne e, in replica, il lunedì
seguente alle ore 24 circa e alle ore 10 del lunedì successivo.
Domenica 12 maggio, ore 24 circa, andrà in onda: «Kossovo:
il cammino della riconciliazione»; «Luterani ; opere sociali e
culturali». La replica sarà trasmessa lunedì 13 maggio alle ore
24 e lunedì 20 maggio alle 10 circa.
Domenica 19 maggio 2002, aile ore 10
in eurovisione dalla chiesa battista di Firenze
con la regia di Giovanni Ribet
Culto evanqellco di Pentecos
«...manderò il mio Spirito su ogni persona»
condotto dal past. Lello Volpe (Chiesa battista)
predicazione: past. Gianna Sciclone (Chiesa valdese)
cena del Signore: past. Bruno Rostagno (Chiesa metodista)
con la partecipazione del Coro delle chiese metodiste coreane di Firenze
e Carrara e del Gospel Choir, diretto del maestro Nehemiah Brown
6
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 10 MAGGIO 20(n
I giustiziati nel 2000 erano stati 1.457, nel 2001 sono stati 3.048 in 31 paesi
La pena di morte raddoppia
Il record delle esecuzioni va alla .Cina con 2.468, seguono Iran, Arabia Saudita e Usa con 139
79 e 66. La metà dei paesi del mondo ( 106) ha abolito di diritto o di fatto la pena capitale
«Deadman Talkin» è una
serie di colonne, scritte da
Dean Carter che è attualmente detenuto nel braccio della
morte della Prigione di San
Quintino (Texas)
1“ ottobre 1995
Eccomi di nuovo qui, almeno fino a che questo nastro di inchiostro non finirà.
Non ho potuto scrivere per
un paio di mesi perché i miei
nastri di scorta per la macchina da scrivere sono scomparsi. Ho barattato un libro
di francobolli per un nastro
di inchiostro mezzo pieno,
così se tutto va bene sarà sufficiente a battere questo a
macchina. È complicato ottenere i nastri di inchiostro e
non so quanto tempo passerà
prima che possa averne alcuni nuovi soprattutto perché
al momento non ho i soldi
per comprarne. Scriverò più
spesso che posso, o quando
posso.
Volevo parlare un po’ sull’amicizia. (...)
A tarda notte, quando il
braccio è un po’ più tranquillo, voglio sdraiarmi qui, nel
buio e pensare ai miei amici.
Ripercorro più e più volte
nella mia mente i bei tempi
che abbiamo passato insieme. Mi chiedo che cosa sta
accadendo nelle loro vite ora,
se sono felici, e se mi pensano. Per quanto riguarda quelli
che mi hanno abbandonato
quando avevo bisogno di loro, mi chiedo che cosa direbbero se fossi capace di chie
dere loro perché mi hanno
voltato le spalle quando avevo più bisogno di loro. Parlando degli amici che mi sono
sempre stati vicini, mi chiedo
come potrei mai far capire loro quanto mi dispiace che abbiano dovuto essere esposti a
questa follia, e quanto mi dispiace per il dolore che hanno dovuto sopportare nel
processo. Come potrò mai
ringraziarli per il loro amore e
supporto? Questa è una delle
cose strane del giacere nell’oscurità e domandarsi riguardo alle cose, diventi bravo a domandarti come trovare un modo per esprimere
quello che senti o pensi.
Infine, mi chiedo cosa dirò
a questi amici che hanno resistito accanto a me tutto
questo tempo quando e se
verrà il momento della mia
esecuzione. Di tanto in tanto,
quando sono disteso nell’oscurità, proverò a comporre
un’ultima lettera per questi
amici. Nelle lettere che scriverò ad ognuno di loro cercherò di trovare le parole per
dire loro che cosa c’è nel mio
cuore, per dire cose che li aiuteranno ad affrontare la mia
morte, e che faranno loro capire come io non voglia che
loro soffrano a causa di questo. Non è piacevole pensare
a questo, ma penso che meritino almeno un pensiero dopo tutto ciò che hanno passato. Di solito io sono un ottimista, ma sono anche realista
e considero tutte le possibi
lità. Così, cercare di comporre una lettera per gli amici è
qualcosa a cui devo pensare
nel caso lo stato mi uccida.
Mi sono anche fatto alcuni
amici da quando sono qui.
Amici fuori, nel mondo reale.
Alcuni di loro li ho incontrati
di persona, ma la maggioranza sono amici solo di penna.
Quando li incontro, loro capiscono quale potrebbe essere il mio destino e offrono
molto supporto. Col passare
degli anni, quelli che scrivevano per curiosità tendono
tagliarsi fuori, ma quelli che
resistono qui tendono ad essere persone sopra la media,
per quanto riguarda forza
emotiva e mentale. Io attingo
molta della forza e questo mi
aiuta ad affrontare questo
posto quando diventa eccezionalmente brutto. Ironicamente, la maggioranza delle
persone che tengono duro
abitano oltreoceano. Sup
pongo che le persone negli
altri paesi non hanno la sete
di sangue che hanno gli americani. Qualche volta mi stupisce quanto amore e compassione abbiano queste persone nei loro cuori, soprattutto per uno che non hanno
mai incontrato dal vivo. Io
spiego loro riguardo gli atteggiamenti che gli americani
hanno nei confronti delle
persone in prigione, e nel
braccio della morte in particolare, e questo li fa uscire
dai gangheri. La nostra forma
di giustizia è qualcosa di incomprensibile per loro, e un
paio di loro hanno anche
suggerito che io abbellisca
ciò che dico riguardo alle nostre corti, polizia e prigioni.
Sembrano non capire appieno che non c’è alcun bisogno
da parte mia di abbellire ciò
che racconto, la verità è più
che adeguata
Dean Carter
Una storia americana di ordinaria giustizia
CATERINA CALDERONI*
Gregory Summers è un
cittadino statunitense da
anni residente nel braccio
della morte del carcere Terrell
Unit a Livingston, Texas, assieme ad altri 465 condannati
alla pena capitale. La sua vicenda, che non si può non
definire incredibile, rientra
evidentemente nelle consuetudini del sistema giudiziario
americano. Gregory Summers
fu condannato a morte nel
1991 perché accusato di essere il mandante delTomicidio
dei suoi genitori adottivi.
Questo nonostante non fosse
mai stata presentata alla Corte alcuna prova concreta della
sua responsabilità nell’omicidio, a parte testimonianze indirette, affermazioni estorte
ai testi dietro la minaccia di
ritorsioni e una perizia psichiatrica effettuata da un medico che non aveva mai incontrato Greg di persona.
L’avvocato attribuito d’ufficio
a Greg, che era indigente, era
un esperto in diritto immobiliare e non aveva alcuna competenza in diritto penale né
aveva mai lavorato a un caso
che prevedesse la pena di
morte. Non fu quindi assolutamente in grado di contrastare l’accusa: la giuria che
decise la sentenza impiegò
solo dieci minuti per emettere il verdetto. Un cronista locale scrisse: «Ho il sospetto
che la decisione della giuria
non si sia basata sulla convinzione che Summers avrebbe
rappresentato una minaccia
per gli altri... Credo che i giurati non siano semplicemente
riusciti a trovare alcuna ragione per volere chp lui debba
continuare a vivere» (sic).
Da quanto fu scritto all’epoca del processo si può
ben dire che questo venisse
celebrato dai mass media prima ancora che dal tribunale:
vi fu anzi anzi una vera e propria campagna diffamatoria
(in cui la parola più ricorrente
era adottivo), alimentata dalla stessa polizia. Greg si è
sempre dichiarato innocente
e si è più volte appellato contro la sentenza ma, naturalmente, senza alcun esito positivo. Il 10 settembre 1997 i
suoi nuovi avvocati richiesero l’accesso agli archivi del
Procuratore distrettuale per
prendere visione dei documenti serviti per il processo.
Sebbene l’accesso a questi archivi sia ammesso dalla legge,
il giudice in carica negò il
permesso. Nel 1999 il caso di
Greg Summers è giunto al
Parlamento europeo, che ha
emesso una mozione contro
la sua condanna a morte. Lo
stesso anno anche la giunta
di Palermo, città che tanto si
era battuta per la salvezza di
Joseph O’Dell, ha approvato
una mozione analoga. Purtroppo anche questi appelli
internazionali sono stati finora ignorati. Per Greg Summers il «count down» procede
inesorabilmente verso l’ora
zero mentre la macchina della morte non intende fermarsi in Texas.
Alcuni legislatori texani
hanno recentemente proposto un piano di moratoria affinché si faccia luce sui trop
pi errori giudiziari verificatisi
da quando la pena capitale è
in vigore in questo stato
(1982). Non esistono infatti
nella legge statunitense norme che permettano di minimizzare il rischi di errori nei
casi che prevedono la pena di
morte e questo a causa della
mancanza di una difesa legale, di pregiudizi razziali o della cattiva condotta processuale. Purtroppo finora essi
non hanno trovato ascolto.
Dal braccio della morte, Greg
Summers continua a lottare e
si appella aH’ltalia e all’Europa affinché lo si sostenga in
questa battaglia per la vita.
Non rimane molto tempo, bisogna agire al più presto e garantire a Greg un immediato
supporto, sia a livello privato
che istituzionale.
* presidente Comitato di difesa condannato a morte Spring for Summers
Per informazioni: Associazione Comitato di Difesa Condannato a Morte ONLUS Spring for Summers - Via Padova, 95 - 20127 Milano - Italia tei 02-26149774 / e-mail:
cateti na.calderoni @tiscalinet. i
t sito web Gregory Summers:
www.springforsummers.org.
La pena di morte nel mondo
106 paesi dicono no
Nel 2001 sono state giustiziate nel mondo 3.048 persone. Il record delle esecuzioni
va alla Cina con 2.468. Iran,
Arabia Saudita e Usa seguono
con 139, 79 e 66.
La metà dei paesi del mondo ha abolito la pena di morte di diritto o de facto. Le
informazioni più recenti in
possesso di Amnesty International mostrano che:
- 72 paesi hanno abolito la
pena di morte per tutti i reati
- 13 paesi hanno abolito la
pena di morte per tutti i reati
tranne per quelli eccezionali
e per quelli commessi in tempo di guerra
- 21 paesi si possono considerare abolizionisti de facto:
mantengono la pena di morte
ma non eseguono condanne
a morte da più di dieci anni.
In totale 106 paesi hanno
abolito la pena di morte nella
legge o nella pratica. 89 paesi
mantengono la pena di morte
ma il numero dei paesi che
eseguono condanne a morte
è sempre più esiguo ogni anno. Dal 1976 una media di più
di due paesi l'anno ha abolito
la pena di morte nella legge o,
avendola abolita per reati comuni, ne ha deciso l’abrogazione per tutti i reati.
Quando la pena di morte
viene abolita raramente viene poi reintrodotta. Dal 1985
oltre 35 paesi hanno abolito
la pena di morte dalla legge o
avendola abolita in precedenza per reati comuni, ne
hanno deciso l’abolizione
per tutti i reati. Tra questi vi
sono paesi africani (Angola,
Mauritius, Mozambico, Sud
Africa), paesi americani (Canada, Paraguay), asiatici
(Cambogia, Hong Kong, Nepal), europei (Azerbaijan,
Bulgaria. Cipro, Estonia,
Georgia, Lettonia, Lituania,
Moldovia, Polonia) e del Pacifico (Nuova Zelanda). Nello
stesso periodo solo 4 paesi
abolizionisti hanno reintrodotto la pena di morte. Uno
di essi, il Nepal, l’ha in seguito abolita nuovamente, mentre in Giambia e Papua Nuova
Guinea non sono state eseguite condanne a morte. Il
quarto paese invece, le Filippine, ha eseguito la prima
condanna nel febbraio 1999.
Se non hai soldi
rischi la pena capitale
La maggior parte delle decine di migliaia di assassinii che
avvengono ogni anno negli
Stati Uniti restano impuniti.
Ma se non hai soldi, hai precedenti penali e hai la sfortuna di cadere nell’ingranaggio
della pena capitale, nessuno
scommetterà sulla tua vita,
colpevole o innocente che tu
sia. E guai a te se sei un negro
come Paul Rougeau! Se non
hai soldi e sei stato scaraventato nel braccio della morte
incredulo, dopo un rapido
processo in cui hai stentato a
riconoscere la presenza della
tua difesa legale, stai tranquillo. Hai tutto il tempo per
prendere coscienza della tua
condizione. Nelle lunghe ore
del giorno, mentre ti aggiri
nella tua cella di quattro metri quadrati, anche se pensi a
tutt’altra cosa il cerchio alla
testa non ti lascia...
Ma nel fondo della notte
può accadere che il cerchio si
allenti, e allora appaiono colori e visioni, fantasie di dolci
affetti, di una vita aperta e libera: una felicità falsa si dilata
e ti prende. Il prolungarsi delle ore insonni ti fa crollare in
un torpore nero. All’improvviso ti svegli con una profonda angoscia. Vorresti fuggire
con tutte le tue forze da un
pensiero vago... ma sei già ritornato in una realtà orribile
che ti opprime... Non c’è parola che descriva la sofferenza
di riscoprire per la millesima
volta di essere un condannato
a morte. La coscienza della
tua condizione ti incalza ogni
giorno. Per mesi, per anni
Sette, dieci, anche diciassetti
anni di questa tortura. Se non
impazzisci, se non cominci a
chiedere di farti morire, se hai
ancora la forza di sperare ti
trovi a fronteggiare una barriera che si stringe sempre
da vicino. Ti accorgi che devi
sempre arretrare. Di ricorso
in ricorso.
Se non hai soldi, ad un certo punto ti nepno pure
vocato d’ufficio: buon pert«
se avrai un difensore volontàrio. Dopo alcuni anni si insi.
nua in te la strana sensazione
che i ricorsi vengano respinti
con sempre maggiore rapidità. Ti senti sempre più solo.
La partita è ormai disperata è
il tuo avvocato ti dimostra
una cordialità sempre piij
frettolosa e formale; molti dei
tuoi parenti ti abbandonano,
ti senti abbandonato da Dio,
Se non hai soldi, potrai ancora contare solo su qualche
appello degli oppositori della
pena di morte che chiedono
per te una grazia impossibile,
che prima d’ora non è mai
stata concessa; ma la speranza è come un’erba che rinasce
sèmpre. Negli ultimi giorni
speri in un miracolo, un'eccezione: non può essere cheti
accada, non vuoi morire! Dopo anni di dubbi e di interrogativi, ecco la certezza: noni
giusto. Con tutto te stesso elevi un grido di protesta, un grido immenso che nessuno può
sentire. Se non hai soldi.
125 £
in
Hjlebrare
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storici!
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Servizio
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Paul Rougeau, giustiziato in
Texas il 5 marzo 1994
Arte, poesia e musica
per Gregory Summers
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SUSANNA CHIARENZI
Sono a casa. Penso al discorso che dovrò fare
questa sera: questa sera vado
in teatro a parlare della pena
di morte ma soprattutto voglio parlare di Gregory Lynn
Summers. Greg così lontano,
Greg così vicino, Greg, in
Texas, stretto nella sua cella
di 3 metri per uno; Greg,
sempre più magro, ormai
largo nella tuta bianca del
braccio della morte. Rileggo
le sue lettere; buste aperte,
controllate e scrutate dall’ufficio postale del carcere; fogli
e parole per conoscere una
storia, e una persona. Rileggo tutti i suoi «grazie». Mi accorgo ora che in tutta questa
corrispondenza non ci sono
richieste; non c’è mai un
«per favore» però leggo «bisogna fare in fretta» oppure
«mi uccideranno entro breve». È il pudore di chi chiede
solo per estrema necessità.
Leggo e mi risuona nella
mente la sua voce incorporea,
come me la sono immaginata
in questi anni. È una voce
sempre diversa dai toni a tratti diseguali; triste o rassicurante, a volte sfinita o coraggiosa, tenera, ironica, cupa,
soffocata o lacerante ma sempre disperatamente umana.
La voce di Greg non racconta
la sua storia: lascia che siano
gli atti del processo a raccontarla. Storia di una vergognosa ingiustizia, una storia che
indigna. Cade da una busta il
foglietto rosso che atte-sta che
la ietterà è stata letta dal «Department of Criminal Justice». Penso che la traduzione
letterale dovrebbe essere Dipartimento di giustizia criminale: già proprio una giustizia
criminale quella che uccide
un uomo per insegnare che
uccidere è sbagliato.
Sono di fronte alla platea
che affolla il piccolo teatro:
abbiamo mandato in onda la
videointervista di Greg dal
carcere; è un video duro, spietato e realistico ma vero e non
volutamente drammaticoo
scioccante. Ho visto il filmato
più volte e sempre un nuovo
particolare mi colpisce;!!
pubblico è in silenzio, attento
e forse commosso. Parlo dei
suoi quadri, della sua inesausta ricerca di verità e di identità. Di lui, figlio adottivo, di
lui, ingiustamente condannato a morte per l’omicidio
dell’unica famiglia che ha mal
conosciuto. Parlo della nostra
amicizia: da buon amico, nonostante la detenzione e la distanza, è stato capace di sO;
stenermi nei momenti difficili
incoraggiandomi o sgridandomi, anche riscrivendo p®
me il Padre Nostro quando
non riuscivo a pregare.
Poi leggo il messaggio che
Greg ha scritto per questa serata. È una serata strana, que"
sta: parole e musica, cjùadn,
sculture e poesie; è la vita che
si oppone con fermezza alle
pena di morte. L’atmosfera
triste, ma dolce, amara rnadignitosa: le opere un po’ ma’
cabre e un po’ grottesche de
licei artistici mi fanno sorridere, ma sono denuncio
nuine, immediate. Quanti colori: mi soffermo sui
Greg. Disegni meticolosi, rti
le tratti finissimi di '
per raccontare i desideri, p
ingannare l’attesa, ma so
di :
lei confort
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stracolmo
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tutti rigorosamente tn
bianco
e nero. Lo stato del Texas
tolto i colori dalla sua i»»® '
Noi siamo qui a lottare p
ché non tolgano i colori
suoi occhi.
Per scrivere a Greg (ii» '5
glese): Gregory Sumrrier
999010 - 12BA9 Po'“" ,/.
Unit - 3872 FM 350 South
vingston - TX 77351 USA
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7
10 MAGGIO 2002
Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
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Quest'anno si è tenuta a Riesi la giornata del protestantesimo siciliano
Per combattere la violenza
125 oprile, battisti, metodisti, valdesi e luterani si sono incontrati .per manifestare il proprio
Impegno in sintonia con il Decennio lanciato dal Consiglio ecumenico delle chiese
:icoo
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5aiVAT0RE RAPISARDA
I NCHE quest’anno il 25
Aaprilo visto le chiese
aa Sicilia riunite a Riesi per
Sbtare la giornata ciel proMtantesimo siciliano. In una
^jjjata piena di implicaziojtoriche non si voleva ridere chiusi in quello che è
sposto significativo, come
ISe^rvizio cristiano, tuttavia
jjjpre un posto riservato. Si
¡(leva, invece, parlare alla
e parlare contro la vioj. La manifestazione, orlizzata dall'Associazione
le chiese battiste di Cala,jiia e Sicilia, dal 16° circuito
taldese-metodista e dalla
i jiiesa luterana in Sicilia, è
lata organizzata, in sintonia
mldecennio del Cec e del[llnesco, per combattere la
iiolenza. L’appuntamento
Bperle 10,30 al Parco orbalo, dove le corali di Siracusa
(¿Riesi avrebbero cantato
ipiritual, gospel, canti impejiatieinni del repertorio
angelico. 1 canti,’ si era
«ensato, sarebbero stati acmpagnati da letture di brailipci, di poesie e di testilonianze, nonché da gesti
àbolici, come il versamenIdilacrime di donna, così
torneerà avvenuto ad Harare
ricorso del Festival concluW) del decennio delle chiese
in solidarietà con le donne
ittime di violenza. Abbiamo
Mio 0 condizionale perché
mfestidioso e inopportuno
mcjo d’acqua ci ha sconsiÌidal rimanere all’aperto.
Jjiogramma, sebbene con
iiBpo’ di ritardo, è ripreso
idconfortevole salone polilalentedel Servizio cristiano,
stracolmo di partecipanti,
lacheper la concomitante
fresenza di un folto numero
iltatelli e sorelle della SvizW in visita alle chiese sici6. Se nella nuova sistema! tesi è persa un po’ di visiiità(ma poi i riesini avr-ebseguito la nostra manine?), in compenso si
-gnato molto in termiraccoglimento e di par’ fazione corale. Guidato
-! ®tetori Italo Pons e da chi
¡P queste note, si è dato
®aun «culto» con molti
te delle corali e dell’as®hlea, con testimonianze,
pere, letture responsoJlpti simbolici e ì’ascol"thrani biblici e poetici ad
Jptenuto di spiritualità
“«gnificato. Si è potuto
no alla violenza in tutte
’ne manifestazioni e si è
Raffermare la nostra
ssione di fede nel valore
Snificato della croce di
si sono individuati
concreti e si sono gettann significativi per sconPlaviolenza.
-luna e gradita è stata
del Movimento
?Pnto (Mir) che ha allerona mostra sull’attività e
Hi Paggio del Movimento
lijut.’^^’nuesco Locascio, ha
i,]i un gruppo tematiKiej^^'ggio, dopo una
II, ¡‘‘Induzione per temi a
W a 1 pastora Eliana
leiin' , pastore Italo Pons
»,i7*'^t)logo Piero Cavaoiio avuti laboratori
‘ sugli aspetti della
% superamento.
ti(g f‘‘■untati aspetti bs*llltam pastora Al
®®P®tti psicolo«llgp Ploro Cavalieri e
JiciiT °f'^n''occhio), socioiaìia D . Pons) e teologici
tJla n Intensa è
: 0deic5*®‘^ÌPaz'one al laigranu PPl- Da registrare
ffo partecipazione al
* Sar\ u Psicolo
Io persone di
Sano di conoscere
abbastanza sugli aspetti biblici e teologici e desiderano avere delle risposte dagli
esperti di psicologia? Sarà che
la Bibbia e la teologia non bastano più per affrontare i conflitti e la violenza? Sarà che la
breve introduzione di Piero
Cavalieri è stata promettente?
Certo è che non soltanto a
Riesi si è notato questo interesse per la psicologia.
Anche in diversi altri ambiti
delle nostre chiese e dei convegni che si vanno tenendo le
star sono spesso gli esperti di
psicologia; altre volte ci si improvvisa psicologi o psicolo
ghe. Se è vero che bisogna
evitare la presunzione che
spesso hanno teologi e credenti di sapere tutto e di poter parlare più forte degli altri,
è anche vero che la cultura è
fatta di dialogo e i contenuti
della fede, cioè del messaggio
cristiano, non sono irrilevanti
per la soluzione di grandi
problemi, quali quello della
violenza, proprio perché parlano di amore, di perdono, di
riconciliazione, di condivisione, di servizio, di speranza.
Inoltre, ogni cultura seria non
può trascurare di ascoltare il
messaggio dell’Evangelo, an
che se oggi esso giunge attraverso l’infedeltà dei credenti e
delle chiese.
Un grosso lavoro per la
buona riuscita della giornata,
curando la corale di Riesi, gli
aspetti tecnici e logistici indispensabili, è stato svolto dal
pastore Ulrich Eckert e dal
fratello Nunzio Cosentino,
ambedue di Riesi. A conclusione delle relazioni dei laboratori essi hanno condotto
un momento di preghiera e
di canti, che è apparso come
la conclusione più opportuna per una giornata ricca e
partecipata.
L’esibizione della corale battista di Siracusa a Riesi
Lutto alla Chiesa cristiana evangelica di Mondovì
Ci ha lasciato Dora Ochoa Grando
STEFANO SICARDI
Domenica 21 aprile scorso Dora Ochoa Grando ci
ha lasciato, ad appena 52 anni, dopo una lunga malattia,
vissuta con grande coraggio e
serenità. Dora era giunta una
decina d’anni fa nella nostra
chiesa dall’Argentina, a seguito del trasferimento in Italia
di tutta la famiglia. Tanto lei
quanto il marito Giorgio (con
i figli Ruth, Virginia e Paulo)
sono stati tra gli elementi più
attivi e impegnati della Chiesa
cristiana evangelica di Mondovì. Provenivano dalla Chiesa Renovada di Rosario (Argentina) e non solo hanno
portato tra noi la loro fede intensa e profonda e il loro continuo impegno nelle attività
comunitarie, ma ci hanno anche fatto conoscere la loro
peculiare spiritualità evangelica che ha costituito un importantissimo arricchimento
per tutta la nostra comunità.
Ci siamo insomma abbeverati
a un cristianesimo evangelico
di grande intensità, serietà e
profondità anche carismatica
che ci ha aperto nuovi orizzonti di fede e ci ha consentito di conoscere, in incontri di
grande e comune fraternità,
pastori .e credenti della Chiesa di Rosario, venuti in visita
in Italia.
Dora, in tutti questi anni, è
stata uno straordinario punto di riferimento per la nostra chiesa, come monitrice
della scuola domenicale, nel
suo lavoro con i giovani, nella sua capacità di predisporre animazioni, nelle sue predicazioni e, soprattutto, nella
capacità di trasmettere la sua
«fede vivente», nella sua generosità, nella sua capacità
di individuare i problemi da
affrontare, nella sua allegria
e simpatia. Dora si è anche
impegnata appassionata
mente nell’attività ecumenica, stringendo intensi rapporti di fraternità e di preghiera (coltivati da tempo da
tutta la nostra chiesa) con le
sorelle e i fratelli cattolici impegnati nell’ecumenismo nel
Monregalese.
Tanti evangelici, cattolici,
persone che l’hanno conosciuta, stimata e amata, con
profondo dolore, Thanno accompagnata al cimitero evangelico di Mondovì, dove il
pastore Emmanuele Paschetto ha tenuto un culto com
movente e pieno di partecipazione, nel quale è stata annunciata con forza quella Parola di resurrezione che Dora
ha predicato con tanta convinzione e passione nel corso
della sua vita terrena. La
Chiesa cristiana evangelica di
Mondovì si stringe commossa e addolorata per questa
grande perdita attorno ai familiari, al marito Giorgio, ai
figli Ruth, Virginia e Paulo e
prega per loro in questo momento tanto difficile per loro
e per tutti noi.
Dibattito alla Chiesa valdese di Rorà
I bambini e la santa cena
DARIO TRON
CI siamo ritrovati, una sera di aprile, per discutere
insieme della partecipazione
dei bambini alla cena del Signore: era la terza riunione
quartierale «familiare», in cui
ci si incontra in casa di qualche membro di chiesa e non
in una scuola o in una sala
delle attività. I primi due incontri ci avevano portato a
parlare dell’Islam con il pastore Sergio Ribet, e di diaconia e volontariato con la diacona Anita Tron. Questa volta non siamo riusciti a trovare un ospite che ci introducesse al tema (e forse già questo è un segno del poco interesse alla problematica), così
siamo partiti dagli spunti di
discussione fornitici dalla rivista delle scuole domenicali,
che da più di vent’anni tratta
il tema in questione.
Dopo una panoramica sulla
consuetudine e sulla ecclesiologia delle varie chiese cristiane, ci siamo chiesti che
cos’è che impedisce ai bam
bini di partecipare alla cena
del Signore. Domanda doppiamente interessante se
pensiamo che nelle chiese
valdesi del Rio de la Piata i
bambini possono partecipare
alla Cena. Le nostre risposte
non sono state particolarmente originali; ci siamo però
detti che l’esclusione di un
gruppo di persone da una
parte del culto fa a pugni con
un culto all’insegna della
gioia, della festa, dell'accoglienza, della fraternità, della
condivisione, della comunione. In secondo luogo crediamo che catechismo e confermazione dovrebbero essere
slegati dalla partecipazione
alla Cena, rimanendo il primo
il luogo e il tempo della formazione e dell’educazione alla fede, la seconda il momento in cui si diventa membri di
chiesa adulti. In generale abbiamo capito che i sostenitori
di una tesi prò o contro la Cena aperta ai bambini, mettono l’accento su significati diversi, ma entrambi leciti, che
la Cena porta con sé.
Riesi: il laboratorio dei ragazzi coordinato da Daniela Santoro
Giornata degli evangelici liguri
La speranza cristiana
e la globalizzazione
STEFANO COSTA
IN Perù e in Ecuador, come
in Argentina e Uruguay,
l’economia solidale già c’è e
dove non c’è sta nascendo:
quel che occorre è soprattutto un appoggio, morale e finanziario, da parte dei paesi
ricchi. Riuniti a Chiavari nei
locali della Chiesa battista,
che ultimamente si è data il
nome di «Chiesa battista italo-latinoamericana», abbiamo vissuto il 25 aprile una
interessante edizione della
tradizionale Giornata degli
evangelici liguri. In continuità con l’argomento trattato l’anno scorso a Rapallo,
questa volta il tema prendeva lo spunto dalla realtà dell’economia globalizzata, per
interrogarci sulle risposte
che la speranza cristiana ci
può e ci deve offrne, a partire
dal testo della predicazione
che era Romani 8, 18ss: il
creato che geme, come in
preda ai dolori del parto,
aspettando la sua redenzione, la liberazione dalla schiavitù della corruzione.
Dopo il culto introduttivo
condotto dal pastore Eranco
Scaramuccia, e animato con
estrema vivacità dai canti latinoamericani, è iniziata la
tavola rotonda con Antonella
Visintin, rappresentante della Fcei-Commissione globalizzazione e ambiente, e da
due rappresentanti della società civile peruviana che attualmente vivono a Genova:
Ana Torres e Patricia Gabriel.
Dopo che Antonella ci ha
tracciato il quadro di come
va l’economia del mondo attuale, dominata dalle multinazionali divenute incontrollabili e costantemente in
spregio dei bisogni e diritti
delle popolazioni, Ana Torres ci ha informato sulla situazione del Perù, in cui alla
secolare situazione di povertà si aggiunge oggi il debito estero con le sue scadenze
di pagamento di capitale e
interessi: una schiavitù destinata a prolungarsi per sempre, se non interviene da
parte dei paesi creditori una
ferma volontà di soluzione,
tramite accordi finalizzati a
favorire risanamento e sviluppo. Contemporaneamen
te Torres ci ha fatto intravedere la vitalità della società
civile nel suo paese.
Il discorso è stato completato da Patricia Gabriel, che
ci ha dato un’appassionata
testimonianza di quanto
quella società, benché mediamente povera, sia capace
di mobilitarsi nella solidarietà per tenere in vita la speranza (in particolare, per le
popolazioni autoctone inurbate ed emarginate): ne
emerge il ruolo insostituibile
delle chiese, ovviamente la
cattolica ma anche le evangeliche, sempre pimto di aggregazione per il lavoro solidale e spesso unico baluardo
per la difesa dei diritti.
Dopo gli interventi e le repliche si è passati al pranzo al
sacco, nell’ospitale giardinetto nel retro della chiesa. Nel
pomeriggio la parola è passata a Irene Gatti, arrivata appositamente da Crema, a nome di Etimos, la «onlus» italiana che meglio realizza il
proposito di fornire «finanza
solidale» alle microimprese
dei paesi poveri. Dalle sue parole abbiamo appreso come il
credito solidale abbia la capacità di ridare speranza salvaguardando la dignità di chi lo
riceve, e rendendolo indipendente. In ciò sta il principale
impegno di Etimos, che però
avrebbe bisogno di vedere affluire nuove quote di capitale
sociale e così operare in autonomia: attualmente può agire
solo con l’aiuto di Banca Etica, la quale peraltro ha bisogno di strutture tipo Etimos
per operare nei paesi che stiamo considerando. Nell’ambito delle chiese di Genova e Liguria si è cominciato a esaminare la possibilità di costituire una base associativa (è necessaria la personalità giuridica) per consentire un eventuale ingresso in qualità di associazione membro.
La giornata si è conclusa
con i ringraziamenti soprattutto alla comunità di Chiavari per la generosa ospitalità
e la bella accoglienza, apprezzata soprattutto in quanto bilingue e interculturale,
un vero «ponte Nord-Sud»,
tra Europa e Sud America.
Un buon auspicio per proseguire sulla strada tracciata.
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8
PAG. 8 RIFORMA
Vita
Chiese
venerdì io maggio
Convegno a Altamura deH'Assodazione delle chiese battiste di Puglia e Basilicata
Essere battisti oggi
La libertà è il valore fondamentale e fondante della specificità battista. L'organizzazione
congregazionalista è guella che esprime meglio la libertà della chiesa di autogovernarsi
NICOLA PANTALEO
IN una uggiosa giornata di
pioggia rappresentanze di
12 chiese battiste aderenti
all’Aceb (Associazione delle
chiese battiste) apulo-lucana
si sono dati convegno nel locale di culto di Altamura per
riflettere insieme sul senso
più autentico dell’essere battisti oggi. Si è trattato in effetti
di un approfondimento dei
temi deir«identità battista»
dibattuti nel convegno delrUcebi svoltosi a Santa Severa
nell’estate scorsa. L’incontro
è stato condotto dal pastore
Nunzio Loiudice che ha utilizzato in apertura la collaudata
tecnica del brain-storming,
chiedendo ai convenuti e annotando alla rinfusa ciò che si
riteneva imprescindibile-irrinunciabile e prioritario per un
bagaglio spirituale essenziale
da portare con sé in un immaginario volo in mongolfiera.
Per successive approssimazioni ed esclusioni si è pervenuti a un consenso su questa
sequenza per ordine di importanza: Cristo, Scrittura, discepolato, libertà.
Dunque la libertà è intesa
come valore fondamentale e
fondante del battismo e su
questa linea si è sviluppata
l’illustrazione, effettuata con
grande efficacia e con linguaggio semplice e comunicativo dal pastore Loiudice,
del libro del teologo americano Walter B. Shurden intitolato The Baptist identity: four
fragile freedoms, edito nel
1993, in cui le «fragili» libertà
si riferiscono rispettivamente
alla lettura della Bibbia, alla
persona, alla chiesa e alla religione-istituzione. Per ciascun tipo di libertà, la cui
«fragilità» e provvisorietà è da
attribuirsi al veicolo umano
debole e fallace che ne è portatore e testimone pur se esse
sono esercitate sotto la signoria di Cristo, sono stati citati e
commentati passi biblici di
riferimento e sono state analizzate le principali implicazioni per il credente. Così per
la libertà di lettura e comprensione della Scrittura, che
in ogni caso è soggetta alla
centralità di Cristo, si è fatto
riferimento soprattutto a
Giov. 5, 37-40 e a Ebrei 1, 1-5.
Quanto alla libertà dell’individuo («soul» nella fonte
americana) si sottolinea il carattere personale, diretto e
volontario dell’accettazione
del Signore e della confessione di fede come ci è consegnato nella risposta di Pietro
alla domanda di Gesù «E voi
chi dite che io sia?» (Matteo
16, 15). La libertà della chiesa
trova, naturalmente, la sua
maggiore peculiarità nello
spirito e nell’organizzazione
congregazionalista, nella libertà cioè di autogovernarsi
anche per quanto riguarda la
forma del culto, il riconoscimento e la pratica dei ministeri, la politica missionaria.
Per quanto riguarda, infine, il
rapporto con la società la libertà dei battisti si esprime in
una concezione che vede la
chiesa non sopra né sotto lo
stato e neppure con lo stato
ma accanto allo stato, in un
rapporto di reciproca autonomia, rispettosa delle prero
TRASLOCHI
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Un momento dell'ultima Assemblea battista (Villar Pellice, 2000)
gative di ciascuno. I testi canonici sono a questo proposito Romani 13, 1-7, Apocalisse 13, Matteo 13, 24, Matteo 22, 17-21, che mettono
l’accento rispettivamente
sull’obbedienza alle leggi,
sulla resistenza alla iniquità e
alla tirannia, sui limiti delle
reciproche sfere di operatività e sul rifiuto della compromissione. L’esposizione
del pastore Loiudice è stata
intercalata da brevi ma stimolanti presentazioni della
storia dell’innologia protestante e battista fatta da Domenico D’Elia, a cui seguiva
l’esecuzione di canti rappre
sentativi di quelle tradizioni.
Il dibattito nei gruppi costituitisi per affrontare singolarmente le «quattro libertà», attraverso le risposte ad appositi questionari, ha registrato
un forte coinvolgimento di
tutti, che si è tradotto in elaborazioni e approfondimenti interessanti di cui hanno
poi dato notizia alla assemblea riunita in seduta plenaria i coordinatori dei gruppi
Nunzio Loiudice, Domenico
D’Elia, Giovanni Arcidiacono,
e chi scrive queste note. In
particolare il quarto gruppo si
è occupato della laicità come
componente fondamentale
della libertà religiosa e del
rapporto della chiesa con lo
stato, individuando nella battaglia contro l’ora di religione
cattolica e per, invece, un insegnamento storico-culturale
del fatto religioso (una battaglia su cui è specialmente impegnata l’Associazione 31 ottobre per una scuola laica e
pluralista, alla quale è stata
offerta la solidarietà dei convegnisti) e nell’opposizione
alla ri-confessionallzzazione
strisciante della scuola, che è
anche parte della controriforma Moratti con i finanziamenti alle private e il ruolo
agli insegnanti di religione e
che è, comunque, sempre in
agguato nelle cerimonie e
pratiche confessionali ancora
impudentemente vigenti in
molte scuole statali.
Al quesito se sia opportuno
che nel prossimo varo della
Costituzione europea si faccia
cenno alle «radici cristiane» si
è risposto negativamente, invocando per l’appunto un rigoroso rispetto della laicità e
riconoscendo pienamente
l’apporto di civiltà delle altre
fedi, soprattutto l’ehraismo e
l’islamismo. Tra gli elementi
distintivi della testimonianza
di libertà nel contesto italiano, infine, sono stati ravvisati
come particolarmente positivi
agli occhi dei cattolici, per i
quali peraltro il movimento
ecumenico rappresenta una
preziosa occasione di conoscenza diretta del mondo
evangelico, i seguenti segni
del nostro amore per la libertà: la parità dei sessi nel
ministerio pastorale, la libertà
da riti e prescrizioni e l’autonomia delle scelte etiche
(aborto, divorzio, eutanasia).
Si sono impegnati per alcuni mesi nella Chiesa battista
Giovani inglesi in missione a Genova
ERMINIO PODESTÀ
Hanno fatto parte della
Chiesa battista di Genova, per sei mesi, quattro giovani inglesi, tre ragazze e un
ragazzo: Fiona, Hayley, Jenny,
Richard. Sono stati mandati a
Genova in virtù di un progetto missionario denominato:
«Action Team», che invia in
tutto il mondo volontari per
conoscere le esperienze della
varie chiese e hanno dunque
trascorso questo periodo come missionari volontari versando alla Missione una quota in denaro che è stata utilizzata da loro durante la permanenza a Genova.
I ragazzi si sono inseriti,
seppure con qualche prevedibile iniziale difficoltà, molto bene e hanno collaborato
attivamente svolgendo varie
attività. Hanno cantato più
volte gli inni durante i culti,
hanno appoggiato Claire, pastora locale a Rapallo, a tenere i culti in inglese presso la
Comunità filippina, hanno
tenuto lezioni di inglese ai
bambini e agli adulti, hanno
collaborato con le lezioni di
inglese al gruppo «Veri amici», hanno visitato le chiese
battiste di Firenze e della
Spezia e la chiesa valdese di
Alessandria: hanno partecipato anche, ogni venerdì, alla
visita ai senzatetto per le
strade di Genova. Inoltre Richard si è inserito molto bene
in una squadra di calcio,
composta dai giovani della
chiesa, dimostrando di essere
un autentico goleador.
Per la Chiesa battista di Genova la presenza per sei mesi
di questi quattro giovani è
stata una vera testimonianza
e un grande arricchimento.
Al momento della partenza
erano molto commossi ed
Heeily ha detto: «Ringrazio di
cuore il Signore per i giorni
che ho trascorso con voi.
Questa esperienza mi ha fatto maturare molto e spero di
continuare ancora per la mia
crescita di fede». Adesso questi quattro ragazzi dovranno
visitare le varie chiese inglesi
per due mesi per spiegare e
trasmettere agli altri ciò che
hanno vissuto.
Alpini evangelici
a Catania
In occasione dell’adunata
nazionale di domenica 12
maggio, la sera di sabato
11, alle 19, nella chiesa
battista di via Capuano
14, si tiene un culto per
gli alpini evangelici convenuti in città.
Regala
un abbonamento a
f Da un seminario Upl a Verona
Nuove tecniche per
la comunicazione biblica
Sabato 20 aprile alcuni predicatori locali del 7° circuito
e altri membri di chiesa appartenenti alle varie comunità, si sono incontrati a Mestre, nei locali della chiesa
valdese-metodista, per partecipare a un seminario di formazione-animazione organizzato dalla Upl di zona, che
aveva come oggetto il tema
della comunicazione. In un
contesto in cui si vuole imparare a essere chiese insieme
in modo nuovo, e di questo si
discute parlando di liturgia, è
molto importante che la comunicazione reciproca tra
membri di chiesa e pastori e
viceversa possa avvenire in
modo aperto, libero e fraterno, al di là delle differenze
culturali e temperamentali.
L’esperienza dice che questo
non è facile e comunque
spesso non avviene, ma queste tecniche possono aiutare.
Fra gli intervenuti a Mestre,
tuttavia, qualcuno ha mostrato delle perplessità.
Per guidare il gruppo in
questa ricerca è stato chiamato il pastore Sergio Manna,
che ha proposto un corso di
formazione dal titolo «Dall’occhio al cuore, il cammino
della Parola, il bibliodramma
come strumento di lettura interiore». Durante la mattinata, Manna ha proposto due
animazioni che ha chiamato
«l’oggetto parlante» e «la sedia
vuota». Ogni partecipante era
stato invitato a pensare a portare con sé un oggetto a cui
tiene particolarmente. Questo
oggetto viene posto per terra.
Ciascuno, a turno, si presenta
agli altri come uscendo da se
stesso, disoggettivandosi, e
parlando in prima persona,
come se fosse l’oggetto stesso.
Qualcuno, nel far parlare il
suo oggetto-Bibbia, si è commosso; il pastore Manna l’ha
ringraziato perché ha permesso che la sua emozione uscisse e venisse comunicata.
La seconda animazione,
ancora più interessante, ci
permette di immaginare sulla
sedia vuota, all’interno del
circolo, un personaggio biblico a nostra scelta e di interrogarlo. È possibile immaginare
anche la sua risposta o, in
mancanza di questa, l’espressione, l’atteggiamento del
personaggio biblico interpellato; l’interrogante, allora,
cambia le parti e si siede sulla
sedia vuota, identificandosi
con il personaggio evocato in
precedenza che risponde alla
domanda posta. Sono stati
interrogati Caino, Amos, Abramo. Geremia, Gesù, Paolo,
la donna che in casa di Simone il fariseo ha unto i piedi di
Gesù e glieli ha asciugati con i
suoi capelli, e altri.
Durante la valutazione suc
Un
COI
Il a
cessiva. Manna ha avuto»*
do di dirci di avere impa»
il bibliodramma in 0130^
un contesto di cura care«
ria. In quella circostanza, mcor
immaginò Gesù sulla «so
vuota» e volle interrogarlo Iset
perche del dolore. Braci
penano all ospedale di Po^ tticc
celli e questa domandata ¡tranh
sante gh era rivolta dai
malati. Non riuscì a peps, J^uce
alla risposta di Gesù, riusi daresf
vedere solo un gesto e qua Zeglio
gesto imito: Gesù allargav,
braccia e gli mostrava le» , EV
ni ferite. Questa espetieij ---
trasmessa ai degenti, èsq »TEI
utile per la guarigione iai N (N
riore di persone malate^ ,no stai
in quel gesto, hanno troi^ ijioni. 1
risposta anche per sé. )i,urgii
mo chiuso la mattinata tj lelich^
dendoci conto che le anij feddi
zioni a cui avevamo part« „ari de
pato sono utili per la con ¡talian
scenza reciproca, anehej [1922, :
quegli aspetti che rimangoi rati tui
solitamente nascostie^ linten
vorremmo pur esprimere,a Sfteddi
me la fede in Dio elaglij àonid
della liberazione in lui. «¡co: 1’
Nel pomeriggio ci sia® sfa, noi
dedicati a un metodo di lei làoni d
ra e riflessione in gruppllvaldesi
un episodio del Vangelo,
racconto di Zaccheo, secoli
Luca 19. Si tratta di unapiS
tecipazione corale di uoi
e donne che vogliono mi
in correlazione la loro
con la parola di Dio. In baisi
ciò che emerge nel gruppi
possibile preparare una
dicazione. Questo metodo!
fdonale
lica t(
ïoppo
la pere
kù la 1
molto a
taun’e
del can
Dico to
Leçon
lettura e scrittura nasce« Calvine
aeran
#ed
Écaz:
Itero
dell’ass'
ghetti neri dell’apartbii
non è altro che una letturii
teriore di persone cheti
hanno strumenti storM
esegetici; alla fine, peròj^
sicura il past. Manna, ci»
corge che il risultato noniit
senta differenze rispetto!
elaborazione di coloroè
hanno studiato teologia.
È necessario procedereé
la comprensione biblicai^ ito della
testo compiendo «sette pa! ' Sponde
che vanno dalla preghien» fi quest
invito al Signore coniasi da
ci,èm(
zato da
e tegola
musi
’analizzi
Din
Kin
invito al Signore con
presenza per passare a
tura ad alta voce del tesi ledei s
soffermandoci su di essoi
dividualmente e lasciai
che Dio parli a ognuno®
tutti. I passi centrali sonow
e il 6“: si tratta di esprima®'
turno, ciò che nel testpi#
scelto ci ha colpito partico
mente e di discutere su
che ci sembra il Signom^,i,„
glia da noi. All’animatore
sta il compito finale di cM
diñare e, se è necess^J-j^f.^.^
«correggere il tiro», tmi“* ,
passo è quello del'^ ™ a
preghiera individúale! L .
mezzo della nuale tuWP« *
li i*>eha|
della lit
®nnanc
sono esprimere lode,
ziamento, richieste, op X g;.
del canto comune,
. (eM)
5° Stage «Dorotea»
a cura del Movimento femminile battista (Mf^
«
Amare se stesse»
La 2“
Jiirgia p
.»)
24 al 26 maggio 2001
Centro evangelico battista, Rocca di Papa
I lavori saranno guidati dalla pastora e teologa EH®
beth Green.
Letture di preparazione consigliate:
- Bell Hooks, Tutto sull’amore, ed. Feltrinelli) 21^
- Elizabeth Moltmann-Wendell, Dèstati amica'
ed. Qiieriniana, 2001.
Per prenotazioni rivolgersi a:
Vera Marziale, tei. 06-9499014; 06-9496074; opP""*
Gabriela Lio, tei. 06-9333143.
9
CGlOjí 2002
ca
ÌVUtOjJ
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Vita Delle Chiese
Un corso di formazione organizzato a Mestre dal Consiglio del 7° circuito
Innologia e liturgia
Un tema che viene sentito sempre di più in un'epoca di cambiamento. Il culto domenicale
continua a essere la riunione centrale e più frequentata nell'ambito della vita comunitaria
Valutiamo con attenzione
le nuove liturgie
PAG. 9 RIFORMA
¡1 Consiglio del 7° circuito ha organizzato, in due giornate,
"“«a* 0 corso di formazione sul tema «Innologia e liturgia» per le
Ila del proprio ambito. Si tratta di un tema che viene «senti
^garloi ¡0 sempre di più: il culto domenicale è la riunione piùfreEracj untata e si avverte il bisogno di renderla un'occasione di au' ^iPoj ¡$ntico incontro con Dio e con gli altri; la presenza di molti
mdap,i [¡ffanieri, immigrati da tutto il mondo, ci invita pressantemenda alce ¡a« «essere chiesa insieme» proprio a cominciare dal culto, e ci
a pensa tiinduce, inoltre, a interessarci al canto, un po’ perché vorremmo
il. riusti éare spazio ai loro inni e un po’ perché vorremmo valorizzare
3 e qnej ^^gUo l’Innario recentemente pubblicato.
llargava
iva leu ; ÈVA INCELLI VICENTINI
'Perieiu
‘ti’èstj \TELLA prima giornata
loneijj |\| (Mestre, 16 marzo), sodiate d 00 state presentate tre telaio troifl ‘ooni. Per la prima, «Il canto
sé.Ablii Iturgico nelle chiese evan'Mtata leliche», il maestro Nicola
Ifi ania Ifredda aveva con sé i tre in0 pan« 0ari delle chiese evangeliche
'■lacojj italiane dell’ultimo secolo
anche] 1(1922,1969, 2000), caratterizimangoi i rati tutti e tre da un intento
istied linterdenominazionale.
intere, a sfredda ha fatto alcune obien lagiii acni di carattere ecclesioloIni. gico: l’impostazione teologici Siam iica, nonostante le dichiaralo dilea ¡lioni di intenti, sembra più
gruppo, (valdese che interdenominaangelo, frenale. Inoltre la musica in3. secoii Sdica tempi di esecuzione
iunap spoppo lenti, che annullano
diuomii la percezione della parola a
lometh itai la teologia calvinista è
loro vili, molto attenta; infine ne risul• Inbaa ; ta un’espressione uniforme
gnippoi I del canto, subordinato all’u: una pi Unico tono della contrizione,
metodoi 1 le concezioni che Lutero e
nascemf Calvino avevano della musicaerano molto diverse,
ffredda ha citato a esempeazione il testo poetico di
iero Frali Musika: il riforìiatore ha introdotto il canto
dffl’assemblea nella chiesa e
la lingua popolare. Il
basato su testi sillabici, è monodico, è caratterizzato da semplicità di melodia
aiegolarità del ritmo; il respiliblical l'rodella frase musicale corriette paa •■^onde ai versi del testo. Tuteghierai : ¡¡questi elementi richiamano
:onM ila musica popolare. Lutero
parthel
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Rinnovare la liturgia per un culto più collettivo
re alta«! (analizza il linguaggio musicadei testi ledei suo tempo, ma la sua
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'e.i.i'J
concezione è dinamica per
cui, tradotta nel tempo odierno, ci invita a trovare un’equivalente espressione di
semplicità, immediatezza,
intelligibilità.
Leggendo dall’opuscolo del
XVII Febbraio la Prefazione al
Salterio ginevrino, ci rendiamo conto che il punto di partenza di Calvino è molto simile a quello di Lutero: la
musica ha una grande efficacia nell'espressione della fede e dell’adorazione. Proseguendo, ci rendiamo conto
che iniziano i «paletti», i «distinguo», i severi avvertimenti, di fatto repressivi della libera espressività musicale,
gli scrupoli moralistici di cui
paghiamo ancora oggi le conseguenze nelle nostre liturgie. Il merito di Calvino è stato nell’individuare nel testo
dei Salmi una fonte d’ispirazione artistica della lode musicale ma l’errore è quello di
considerare, oggi, questo antico repertorio come normativo per tutta la storia della
chiesa. Si verifica un processo di cristallizzazione di un
canto presunto «sacro», come fosse gregoriano.
Alcuni brevi cenni alla storia successiva del canto evangelico: Bach, Mendelssohn,
Brahms, Stravinskij, sulla base del repertorio storico del
XVI secolo, scrivono musica
del loro tempo, quindi si
pongono in una prospettiva
dinamica. Lo stesso si può dire per gli inni del Risveglio e
per i canti della tradizione
afroamericana: spiritual, gospel, moderno rock cristiano.
La terza relazione, con lo
stesso titolo della precedente, è stata svolta dal past. Andreas Kòhn, che ha posto
l’accento sulla liturgia delle
nostre chiese chiedendosi
come si faccia un culto in Italia, se i nostri servizi religiosi
funzionino, come si debba
articolare un culto le cui parti, il cui linguaggio esprimano
tutto il senso dell’esistenza,
visto che ogni credente ha
una doppia identità di cittadino e di discepolo di Cristo.
Kòhn stesso ha dato alcune
risposte. Il culto ricorda la resurrezione di Cristo; deve essere improntato alla gioia e
non alla mestizia; la chiesa è
un luogo di rinnovamento e
se gli elementi forniti dal culto sono tristi e non gioiosi, il
servizio religioso diventa un
disservizio.
Il relatore ha dato indicazioni sulle varie parti di un
culto come esso si svolge in
Italia, prendendo in considerazione i «fascicoli rosa» prodotti dalla Commissione liturgia per il culto domenicale
delle chiese valdesi e metodi
Coro e ottoni
(foto G. Alabiso)
, Ea 2a relazione («Quale litogia per la nuova realtà di
. liesa») è stata presentata dal
(j W lean-Félix Kamba Nzolo,
Il j ® parlato sul significato
,slla liturgia in generale, afI “toando che il culto è un saItii ™cio di lode (Ebrei 13, 15).
•a lode è intimamente con■ r j, tre parti classiche
P** !!i l’accoglienza, l’a
f ™ito della Parola, la comu** credente
ava, intrattiene una rela
zione con Dio; questo non fa
dei credenti i protagonisti,
perché Dio è l’attore principale. È lui che convoca la sua comunità. L’espressione «rendere un culto a Dio» significa
rendere un servizio a lui, alla
sua gloria, al suo regno che
viene, ma esprime anche la
sottolineatura che il servizio
dei credenti è basato sul dono
di Dio in Gesù Cristo.
La parola «liturgia» etimologicamente significa servizio
del popolo. In essa non vi è
idea di gerarchia, anzi essa
esprime bene la comprensione protestante del sacerdozi
universale dei credenti (I Pietro 2, 9). La conseguenza pratica è che il culto deve essere
assembleare e non gerarchizzato. La sua preparazione e
animazione sono responsabilità corale della chiesa. Purtroppo i pastori hanno il
«monopolio» del culto, ha lamentato Nzolo, che ha ag
”'•0 insieme durante ii cuito
(foto G. Alabiso)
giunto: «I pastori delle chiese
francesi sono ammalati di
“sermonite"»: ma questo è
forse un modo gentile per rilevare un male anche di casa
nostra? Il teologo francese
Laurent Gagnebin sostiene
che il culto protestante è anche e soprattutto una messa,
termine [missa] la cui origine
corrisponde a un verbo [dimittere) che esprime il «lasciar andare», l’inviare. Infatti
il culto o messa, accettando la
provocazione di Gagnebin,
presuppone un’apertura in
senso letterale e figurato:
apertura alla Parola che rinvia al servizio del prossimo.
Il culto spirituale protestante non è sganciato dal visibile, non esclude elementi
simbolici, riferimenti alla vita
quotidiana, la presa in considerazione della corporeità. La
gestualità non è casuale: alzarsi, sedersi, inginocchiarsi,
darsi le mani possono mettere in moto la circolarità e la
trasmissione dei doni. Un ultimo pensiero va al pluralismo culturale. Esiste un’uniformità di fatto, nella liturgia, per le chiese che storicamente si riconoscono nella
Riforma del XVI secolo anche
in Africa. Tuttavia nelle chiese
africane vi è un processo di
inculturazione: vi sono culti
con danze, applausi, urli. Non
è detto che questi culti siano
sempre culti spirituali, tuttavia la festosità può nascere
dalla gioia, dal fatto che la parola di Dio cambia la vita.
ste e chiarendo che la liturgia
di un culto è divisa in tre parti: accoglienza e lode, ascolto
della Parola, comunione in
Cristo. Poi Kòhn ha presentato due liturgie alternative,
pubblicate nel nn. 1 e 2 di Rete di liturgia del 1996. Si tratta del modello proposto da
Paolo Ricca in otto momenti
(o tempi) e di quello proposto da Giorgio Girardet, suddiviso in quattro tempi, senza contare le voci «convocazione» e «congedo», modelli
interessanti, alla cui lettura
conviene rimandare. Qui si
può dire che queste liturgie
offrono aspetti nuovi: una
maggiore attenzione alla coralità, alcune parti preparate
e condivise da più voci e persone, una gestualità di accoglienza ai presenti con atti
meno individuali e più circolari. Il rinnovamento del culto, importante per una testimonianza autentica quale i
nostri tempi richiedono, dipende dal contributo, dalle
risorse dei singoli membri di
chiesa e delle persone che
frequentano i culti.
AGENDA
10 maggio
SONDRIO — Alle 18, al Centro evangelico di cultura (v. Malta 18), lo storico Daniele Papacella parla su «Società rurale e
convivenza religiosa nella valle di Poschiavo (1600-1797)».
CATTUSIIA — Alle 19, nella chiesa valdese (v. Naumachia 20),
si tiene un concerto del coro «Trite cime» di Brescia.
10-12 maggio
'VENTrillA (To) — Trila comunità battista (via Zanellato 53), si
tengono tre riunioni di evangelizzazione. Alle 21 di venerdì,
il past. Francesco Casanova predica su Giovanni 1, 29: «Ecco
l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo»; alle 21 del
sabato il past. Antonio Santos sul testo di Giovanni 14, 6 «Io
sono la via, la verità e la vita», e alle 10 della domenica il past.
Adriano Dorma predica sul testo di Apocalisse 22, 13 «Io sono l’alfa e l’omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine».
11 maggio
BTVRI — Alle 9,30, al Centro sociale evangelico «La Casetta»
(via G. Gentile 106), Inizia il convegno regionale Fdei su «Bibliodramma: le donne e la guerra. Come costruire la pace?»
Intervengono le pastore Patrizia Pascalis e Susi De Angelis.
TRAMONTI DI SOPRA — Tri Centro «L. Menegon», con inizio alle 16, a conclusione del ciclo di incontri su «Liturgia e
innologia», il past. Giovanni Cartari parla sul tema «Cenni
sulla storia e regolamentazione della liturgia» e i proff. Gina
Carrera e Nicola Sfredda danno il relativo apporto musicale.
MILANO —Trile 17, nella sala della libreria Claudiana (via
Sforza 12/a), il Centro culturale protestante organizza una
conversazione del past. Fulvio Ferrario sul tema «“O tu che
annunzi buone notizie a Sion”, meditazione sulla speranza
cristiana in dialogo con la musica di Händel».
CATAlNIA — Alle 19, nella chiesa battista (via Capuana 14)
avrà luogo un culto per gli alpini evangelici partecipanti
all’adunata nazionale di domenica 12 maggio.
12 maggio
ROMA — Trile 16, alla sede del Sae (suore francescane missionarie di Maria, via Giusti 12), Ramos Regidor e Valdo Benecchi parlano sul tema «Globalizzazione e democrazia, diritti umani, solidarietà universale... rifondare la speranza».
MEANA DI SUSA (To) — Trile 15,30, nella chiesa battista, culto di ringraziamento per l’anniversario della fondazione della
chiesa stessa. In precedenza, alle 12,30 al centro «Martin L.
King», agape fraterna (prenotazioni dalla sorella Bolley).
TRAMONTI DI SOPRA — Trile ore 10,30, al Centro «LucianoMenegon», si terrà un culto presieduto dalla pastora Letizia
.Tomassone, a cui segue l’Assemblea di circuito.
16 maggio
TORINO —Trile 17,45, nella Casa valdese di corso Vittorio,
per il ciclo di incontri «La fede disarmi la prepotenza dei mercati», Marco Revelli, Gian Giacomo Migone e Paolo Ricca
parlano su «Militarizzazione dei mercati e guerra globale».
17 maggio
rVREA — Trile 20,45, nella chiesa valdese (via Torino 217), si
tiene un incontro ecumenico di preghiera in occasione della
Pentecoste. Predicazione di padre G. Vasilescu.
18 maggio
BTÌRI -—Trile 18, nella chiesa battista (c. Sennino 25), le chiese battista e valdese e il Centro evangelico di cultura organizzano un dibattito su «Migrazione e multiculturalità» con la
past. Beatrice Grill del Servizio rifugiati e migranti Fcei e la
prof. Patrizia Resta, antropoioga. Modera Nicola Pantaleo.
TORINO — Trile 9, nella Casa valdese di corso Vittorio, inizia
l’T\ssemblea del 4° circuito, ebe si trasferisce alle 11,30 al Mastio della Cittadella per la dedicazione della lapide ai martiri
valdesi del 1686-87. L’Assemblea riprende nel pomeriggio.
20 maggio
MILANO — Trile 18, nella sede del Sae (piazza San Fedele 4),
a conclusione del ciclo di incontri sulla «Charta (Ecumenica», Teresa Ciccolini parla sul tema «La relazione uomodonna come figura di ogni rapporto e comunione».
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica deve
inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni prima
del venerdì di uscita del settimanale.
CRONACHE DALLE CHIESE
CATANIA — L’assemblea della Chiesa valdese ha eletto come deputate al Sinodo Èva TUbert e alla Conferenza distrettuale Maria Teresa Trinisi. Nella stessa assemblea si è
discusso anche del progetto per gli anni futuri, secondo
l’indicazione della scorsa Conferenza distrettuale.
• Ci rallegriamo con Franca e Sebastiano Messina per il
loro 25" anniversario di matrimonio, festeggiato il 24 aprile. Il giorno prima, ad Aci Trezza, si sono sposati Graziella
Tropea e Giuseppe Riolo, ai quali va il nostro augurio.
RORÀ — L’assemblea di chiesa del 5 maggio ha esaminato la
relazione morale preparata dal Concistoro e ha eletto deputati alla Conferenza distrettuale Anna Tourn Boncoeur e Patrik Durand (supplenti Enzo Motel e Umberto
Rivoira); deputata al Sinodo Sara Tourn (supplente Valdesina Tourn).
TORRE PELLICE — Sono stati celebrati i matrimoni di Marco Bellora e Sandra Rostagnol, e di Massimo Minetto e
Micaela Di Stasi. Il Signore benedica queste due nuove
famiglie, e accompagni sempre la vita del piccolo Mattia
Davit, ebe è stato battezzato.
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunciato ai funerali di Carmelina Buffa Rostan, Elena Sappé, Ilda Costantino ved. Paschetto, Maria Lisa ved. Crespi.
10
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 10 MAGGIO 20ojLdÌ 1C
SCIENZA E ETICA
DELLA VITA
GIOVANNA PONS
Sopravvive nella nostra società un’idea di progresso che
ha dominato il pensiero scientifico fino al XIX secolo. Questa
idea è basata sulla concezione
deH’inesauribilità del sapere e
quindi delle sue applicazioni. Il
desiderio di sapere tutto, di aggiungere conoscenza a conoscenza, in una parola: di dominare sulla creazione, ha trovato
un terreno molto fertile nel nostro mondo occidentale e mal si
adatta a essere ridimensionato.
Osserviamo che questo ottimismo tecnologico non è più giustificabile perché il Novecento
ha messo in luce i limiti della
scienza moderna, spostando le
pretese conosci- ____________
tive dall’assolutezza del vecchio
canone scientifico, nato col meccanicismo fino a
Dire che la natura
non è un «materiale»
da perché la scienza e la vita abbiano un senso. Se rimangono
scollegate torniamo alla modernità, che ha insistito sull’emancipazione dell’uomo attraverso
il dominio della scienza sulla natura. Il pensiero postmoderno
invece rigetta U pensiero di poter applicare solo il metodo
scientifico riduzionista (la parte
invece del tutto) ed è a favore
dell’approccio del problema ambientale nella sua globalità.
Anche l’interpretazione dèi
ruolo e della funzione dei «geni»
negli organismi viventi fa riferimento a questi due diversi paradigmi: quello riduzionista e
quello non riduzionista. Secondo il primo paradigma i geni agiscono indipendentemente gli
uni dagli altri, dal
resto dell’orga
trovare la sua q nOStra dÌSpOSÌZÌOne ^ dall’am
non significa
massima espressione nel positivismo, ai princi
pi di probabuità hnundare alla ricerca
e incertezza della nuova scienza
contemporanea. La tecnologia
avrebbe dovuto quindi adattarsi
ai limiti che i nuovi metodi di investigazione ponevano alla ricerca di base in ogni campo del
sapere e invece ha continuato a
sfornare applicazioni pratiche
delle nuove scoperte scientifiche, senza troppo preoccuparsi
dei rischi che queste potevano
costituire per l’umanità ma, con
l’avvento delle nuove tecniche
mediche e biologiche, il campo della ricerca si è allargato,
concentrando l’interesse degli
scienziati sul vivente, di cui il
corpo umano costituisce il punto centrale di riferimento. Questo richiamo a non voler considerare la natura soltanto come
materiale a nostra disposizione
di cui possiamo servirci a piacere per le nostre investigazioni,
non vuole essere interpretato
come una rinuncia alla Ricerca
che ci ha già migliorato notevolmente la qualità della vita, ma
vuole essere un invito alla responsabilità verso la natura, di
cui anche noi siamo parte.
Ci pare quindi di poter dire
che la scienza e l’etica sono da
porre sullo stesso piano, senza
che l’una prevalga sull’altra, in
quanto la scienza trascina l’umanità verso uno sviluppo incessante, potenzialmente positivo, ma per la sopravvivenza
dell’umanità essa deve essere regolata dall’etica. Solo così possiamo parlare di scienza della vita e di etica della vita, due entità
che devono richiamarsi a vicen
biente. I biologi
non riduzionisti
sottolineano invece che i geni agiscono comunque in un contesto e in relazione ad altre parti
dell’organismo, ad altri organismi e all’ambiente. Purtroppo,
proprio mentre gli scienziati
stanno mettendo in dubbio il riduzionismo genètico, questo sta
diventando la base fondante delle nuove biotecnologie, della
nuova industria delle scienze
della vita e del nuovo commercio genetico.
I biologi riduzionisti sono riusciti a elevare il «gene» al di sopra dell’organismo e a ridurre
quest’ultimo al grado di mero
meccanismo. Proprio come agli
albori del meccanicismo l’uomo
si ergeva al di sopra della natura, ora il «gene» si erge al di sopra dell’uomo. Per i riduzionisti
i geni non hanno rapporti interni: sarebbero le viti e i bulloni
che costituiscono la macchina. E.
viti e bulloni non possono evolvere, possono solo essere spostati o riordinati. Invece per i
non riduzionisti i geni non sono
atomi isolati, ma flessibili e interattivi, e il loro comportamento
è influenzato da più ampie reti
all’interno del genoma e dell’ambiente. Tuttavia, nonostante nella ricerca di base il paradigma riduzionista (meccanicismo) abbia aperto la strada al
non riduzionismo (olismo), i
suoi principi governano tuttora
l’ingegneria genetica. Per dare
una svolta alla nostra cultura bisognerebbe tener conto non solo
dei «mattoni» di cui è formata la
«casa», ma anche della relazione
mente-casa, pensiero-ambiente.
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
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Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacques Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan, Federica Tourn.
COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di Croce. Paolo Fabbri, Fulvio Ferrano, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio GardioI, Maurizio Girolami. Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitri, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetlo, Giuseppe Platone, Giovanna Pons, Gian Paolo Ricco,
Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelll, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi
REVISIONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon: GRAFICA: Pietro Romeo
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ifaiia t-'s ordinarlo: euro 57,00; ridotto; euro 44,00; semestr: euro 30,00;
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La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo Idolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrale il 6 dicembre1999).
Il numero 18 del 3 maggio 2002 è stato spedito daH’Utficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, giovedì 2 maggio 2002.
2001
Associato alla
Unione stampa
periodica italiana
Strumenti di
riconciliazione
registrano difficoltà anche nel
campo deirimpegno per la
pace e il disarmo e nella lotta
al razzismo. Addirittura nel
settore dell’aiuto in caso di
catastrofi non è sempre facile
trovare accordi di collaborazione tra la Caritas e gli equivalenti organismi umanitari
delle chiese membro del consiglio ecumenico. In ogni modo, e a dispetto delle difficoltà
legate alla collaborazione,
sappiamo che esiste un’unico
movimento ecumenico. Oggi vediamo più chiaramente
le difficoltà che ci sono, con
maggiore realismo rispetto a
trent’anni fa; non intendiamo
permettere che queste difficoltà ci impediscano di procedere nel lavoro comune che
nel frattempo è stato avviato».
- Quali sono oggi i temi
principali del lavoro del Consiglio ecumenico?
«11 tema centrale dell’impegno del Consiglio ecumenico
delle chiese è e rimane la ricerca della visibile unità e comunione delle chiese. Si tratta di un impegno che richiede pazienza e comporta tempi lunghi. Il Consiglio ecumenico non può raggiungere da
solo questi obiettivi ma ha bisogno, per realizzarli, della
collaborazione di tutte le
chiese. Sono le chiese, in ultima analisi, che devono trovare il modo di riawicinarsi le
une alle altre. Il Consiglio
ecumenico può lavorare affinché gli ostacoli maggiori
siano rimossi e può fornire
alle chiese un linguaggio che
faciliti il dialogo, ma sono le
chiese che devoilo percorrere
questo cammino e sono loro
che devono utilizzare quel
linguaggio. Le esperienze che
stiamo facendo in questi ultimi anni non sono purtroppo
incoraggianti: le chiese mostrano poca fiducia le une
nelle altre, sono esitanti, timorose, preferiscono conservare gelosamente ciò che
possiedono e ribadire le proprie posizioni tradizionali. E
questo naturalmente vale anche per la Chiesa cattolica».
- Che valutazione da lei del
recente incontro interreligioso
di Assisi?
«Quello di Assisi è stato un
incontro preparato fin nei
minimi dettagli che ha registrato una partecipazione
molto ampia. Ogni cosa è stata organizzata in modo tanto
meticoloso da rendere praticamente impossibile un vero
dialogo; l’intero programma è
stato stabilito in precedenza
per cui, ad eccezione del discorso del papa, non è stata
pronunciata una sola parola
in modo spontaneo. Assisi è
stato un incontro con una
forte impronta cattolico-romana che ha sottolineato la
centralità del ruolo del papa.
In questo senso il recente in
UN termine quasi sconosciuto fino a pochi anni
fa è diventato di uso quotidiano nei nostri mezzi di comunicazione: la globalizzazione.
Ci rendiamo conto ormai che
qualsiasi cosa succeda sul nostro pianeta ha conseguenze
globali, mondiali. Basti pensare all’attentato dell’11 settembre. Parallelamente vediamo che le grandi decisioni riguardanti l’economia, il mercato (produzione, consumo,
commercio), il lavoro, l’ecologia e altro investono tutto il
mondo nel bene e nel male.
Nei 150 secondi che mi sono concessi non posso certo
addentrarmi in un problema
così profondo e controverso.
Ma la parola di Dio ci rivela
tutto il male nel quale siamo
immersi; una società (la nostra) il cui dio è il denaro, la
cui legge è il successo e il cui
contro è stato molto diverso
da quello organizzato, sempre ad Assisi, nel 1986: allora
il papa aveva voluto evitare di
porsi su un piano diverso da
quello degli altri esponenti
delle grandi religioni».
- Dopo Assisi sono scoppiati
violenti scontri tra musulmani e indù in India. Bisogna
concludere che i conflitti tra le
religioni sono ineliminabili?
«Tutti sanno che il messaggio della pace e della giustizia
ha un ruolo centrale in tutte
le tradizioni religiose. D’altro
canto ogni religione conosce
interpretazioni della tradizione che rovesciano questi
principi pacifici della tradizione nel loro contrario. Ci
sono militanti fondamentalisti tra i musulmani come tra i
cristiani, tra gli induisti come
tra i buddisti. La tendenza a
legittimare i conflitti ■violenti
è da sempre presente nelle
religioni e neppure incontri
interreligiosi come quello di
Assisi sono in grado di neutralizzarla completamente».
- Qual è l’atteggiamento del
Consiglio ecumenico nei confronti del conflitto in Israele e
Palestina?
terpongono tra le parti in lotta, allo scopo di limitare l’intensità del conflitto e favorire
la ripresa del dialogo».
- Il Consiglio ecumenico ha
condannato l’intervento americano in Afghanistan. Che
valutazione dà oggi della
guerra contro il terrorismo?
«Il nostro giudizio in merito
alla guerra contro il terrorismo non è diventato meno
critico, al contrario, la nostra
critica è divenuta più radicale,
e deve essere oggi più radicale. È ormai chiaro che ci troviamo di fronte a una revisione dei principi politici, etici e
anche religiosi sviluppati nei
decenni scorsi. Al momento
direi che le chiese faticano a
«Fin dal 1948 il Consiglio
ecumenico delle chiese si è
occupato della causa palestinese e ha messo in atto da allora numerosi progetti di aiuto a favore dei profughi palestinesi. Negli ultimi anni abbiamo inoltre seguito da vicino l’evoluzione dei negoziati
di pace, dalla conferenza di
Madrid al trattato di Oslo del
1993, e abbiamo sempre sostenuto, in tutte le nostre prese di posizione, la necessità di
attenersi alle risoluzioni concordate nei negoziati e ai
principi del diritto internazionale. Siamo convinti che solo
su questa base sia possibile
giungere a una soluzione e
perciò abbiamo sempre rifiutato ogni soluzione che rappresentasse una concessione
alle pretese di egemonia di
una delle parti in causa. 11
Consiglio ecumenico è inoltre
convinto che oggi le prese di
posizione non costituiscano
più uno strumento efficace.
Per questo stiamo approntando un programma ecumenico
che prevede l’intervento, in
Palestina e Israele, di gruppi
nonviolenti. Si tratta di una
azione simile a quelle già attuate in altre situazioni, nell’America centrale e in Sud
Africa, in cui gruppi internazionali nonviolenti, composti
da attivisti per la pace, si in
reagire a questa nuova situazione. Eppure non dovrebbe
essere difficile per loro esprimersi e manifestare il proprio
sdegno, sulla scorta di quanto
hanno dichiarato insieme, negli ultimi anni, in merito all’impegno per la pace, soprattutto nell’ambito del processo
conciliare per la pace, la giustizia e l’integrità del creato.
Ritengo che le giustificazioni
fornite di volta in volta dai
belligeranti per il ricorso alla
violenza, e all’uso massiccio
della violenza, non dovrebbero lasciare indifferenti le chiese. Il Consiglio ecumenico
considera la guerra al terrorismo come un problema a cui
occorre dare una risposta; è
evidente tuttavia che non basta reagire con alcune prese di
posizione: occorrono un’analisi seria della situazione, una
riflessione autocritica e la capacità di discernere gli spiriti,
come dice la Bibbia. E ciò richiede del tempo».
- A poco più di un anno dal
suo avvio, come valuta il decennio delle chiese contro la
violenza promosso dal Consiglio ecumenico?
«Lo scopo per cui il decennio è stato lanciato, e cioè il
coinvolgimento delle chiese a
favore di un rinnovato impegno per la pace e per la riconciliazione mediante la predicazione e l’azione nella so
cietà, comincia a essere recepito. Le chiese devono imparare ad affrontare in modo
nuovo e critico la propria storia di violenza e devono liberarsi dalla tentazione di ripetere 0 giustificare errori commessi nel passato. Le chiese
devono dunque sentirsi libere, oggi, di agire veramente
come strumenti di pace e di
riconciliazione».
Paolo Tognina
rfdC--,-ukc f<_ùdic
i’d «Jh'
PIERO bensì
tempo è misurato dall’apertura delle borse. Una società
che è quasi ridicola nella sua
pretesa di esportare questo
modo di vivere nel resto del
mondo come una salvezza.
Questa è la globalizzazione
che è giusto rifiutare. Qual è il
compito dei credenti in Cristo, delle chiese? A Firenze, la
settimana scorsa, si è svolto
un convegno dal titolo «Globalizziamo la solidarietà». Ecco il compito dei credenti:
IL FOGLIO
Funerali ecumenici
Richard Newbury coinJ
menta (19 aprile) lo svolgiJ
mento dei funerali solenni
della regina madre d’Inghi].
terra: «Si è trattato dei primi
funerali di Stato regali ecumenici “globali”. Il servizio
funebre si è svolto sotto
l’egida del decano (anglicano) dell’Abbazia di Westminster, il primate anglicano di Canterbury ha tenuto
il sermone, mentre l’arcivescovo metropolitano anglicano di York ha pronunciato la preghiera di intercessione. Tuttavia, per la prima
volta dalla morte della regina Maria nel 1558, vi è stata
la partecipazione di un cattolico: la prima lettura è stata infatti declamata dall’arcivescovo cattolico. Successivamente, il moderatore
dell’assemblea generale della chiesa di Scozia ha lettole
orazioni tratte dal testo liturgico ufficiale scozzese
(calvinista), mentre il moderatore delle chiese protestanti inglesi non anglicane
ha letto un brano tratto da
“Il viaggio del pellegrino” di
John Bunyan, capolavoro
popolare del radicalismo
cristiano protestante del
XVII secolo». E ancora; «Non
sono stati dimenticati nemmeno i gallesi, dal momento
che i due inni intonati con
partecipazione dalTassemblea (...) sono, in realtà, gi
inni nazionali del Galles».
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Delitti pagani?
Un servizio di Alessio Altichieri da Londra (15 aprile)
racconta della «strage dei figli del peccato», fatto di
sangue occorso all’inizio del
secolo scorso nelle isole Orcadi. Una donna avrebbe
ucciso i tre neonati della figlia: «La ragazza si prostituiva (...) e i proventi erano
ben accetti. Ma il frutto del
mercimonio avrebbe rovinato la reputazione delle
fiera Lamina [madre della
ragazza, ndr], figlia di un
pastore protestante: inconcepibile. Perciò lei prendeva
i neonati e (...) li annegava
in un secchio d’acqua. Dove
li nascondesse, poi, si è scoperto solo oggi». Pare che
i’infanticidio fosse pratica
diffusa laggiù: «...gli abitano
delle Orcadi, che erano state feudo norvegese fino al
1762, erano certamente fedeli alla Kirk, la Chiesa scozzese, ma preservarono riti
scandinavi, pagani, fino al
ventesimo secolo».
Grazie all
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dei valori, se non
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la solidarietà, l’accogn® ,
reciproca, l’accettazione
scolto, il perdono, la ricon
non ci interessa esportare i
nostri moduli di produzione e
di economia; siamo chiamati
alla solidarietà globale verso i
fratelli più deboli che stiamo
scoprendo nel mondo.
Più di 60 anni fa Bonhoeffer
scriveva: «Per chi è responsabile la domanda ultima non è
come me la cavo in quest’affare, bensì: quale potrà essere
la vita per la generazione che
viene?». E un teologo moderno commenta: «Ciò che urge
Razione (...); se non veùfi .
disarmate non solo le ^ '
ma anche le coscienze e
ri, noi avremo sempre ?
fare con nuove forme d' ȓ
lenza e di terrorismo»di fronte alle vittime del
rismo di Pilato, aveva de
la gente «se non vi raweu
(cioè se non cambiate la
lità), tutti ugualmente
te». E questa parola di
appare molto attuale.
(Rubrica «UnfatfO' ^
mento» delta trasmission
diouno «Culto evangelico”
dalla Federazione delie i
evangeliche in Italia «ti
onda domenica 5 maggio!
11
pi 10 MAGGIO 2002
PAG. Il RIFORMA
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Progetti di cinque Comunità montane
Interreg: incontri italiani
Le cinciue Comunità montane itnlisne che stcìnno lavorando
insieme per presentare progetti sul programma comunitario
Interreg III (vai Chisone, vai Pellice, Pinerolese pedemontano,
alta a bassa vai Susa) cominciano a definire le proprie iniziati-^
ve. Sotto la regia della Comunità montana valli Chisone e Germanasca si va alla presentazione dei progetti di settore; il primo approvato e presentato riguarda il coordinamento fra i vari
enti ma ora si entra nel vivo; sul tappeto il settore cultura e
quello dei prodotti del territorio. In agenda la promozione di
fiere specifiche con la partecipazione di operatori francesi ed
italiani e la realizzazione di appositi «menu delle Alte valli»
coinvolgendo i ristoranti dei territori a cavallo delle Alpi.
Week-end di studio a Agape
I nuovi conflitti nel mondo
Un week-end per discutere dei nuovi conflitti, che sembrano
fare della guerra un fenomeno «normale». È questo Tobbiettivo del campo di Agape (17-19 maggio) sul tema «Realtà e immagini del post guerra fredda». Il periodo successivo alla caduta del muro di Berlino appare anche segnato da una forbice
economica che separa paesi, popoli e zone della terra; attraverso la discussione su cinque conflitti degli ultimi anni, Ruanda, Palestina, Iraq, Balcani e Argentina, si confronteranno
strumenti di analisi e posizioni politiche. Il week-end è promosso anche dalla redazione di Gioventù evangelica e vedrà i
partecipanti interrogarsi sul ruolo dei mass media. Per informazioni e iscrizioni, telefonare ad Agape, allo 0121-807514.
J
OMENICA scorsa le
chiese valdesi haniifesteggiato» la «dosica delia Cevaa», un
lo non rituale ma conliso e coinvolgente,
«solo le chiese valdeemetodista fanno
lite a tutti gli effetti
, iaCevaa ma spesso ci
a iMscambi e incontri
ipsrafforzano i rapmtla Chiesa valdese è
iJi#le 47 chiese che
iHljiondo aderiscono
Cevaa, distribuite in
idospeciale in EurolAfricae Sud America.
^Grazie alla generosità
ppropri membri, la TaiWdese per le chiese
teiel’Opcemi in rapKntanza per le chieWodiste italiane verni annualmente una
Iantina di milioni alla
^centrale Cevaa.
acifra che negli ultimi
aumentata proba•®te anche grazie aliliuenti occasioni di
“Kenza diretta deri*aa assise e incontri
hai da noi. Franco
®to, pastore di An'Pa, svolge attualil ruolo di delegatola ed è tesoriere
Consiglio esecutivo
*^Cevaa, «La Ghiesa
® è in generale una
811e che più hanno
™ e meglio conon Cevaa - spiega il
(hgliero -; le occaquesti anni, dalle
Stalla recente visita
*J>Pe non hanno
Wha rafforzare lega
L'équipe Cevaa in visita aiie Valli nell’ottobre scorso
mi già avviati. A Torre
Pellice da anni ad esempio viene realizzato un
bazar per le missioni...».
- Uno dei progetti che
da più anni si conferma è
quello degli scambi pastorali...
«Oggi a Roma, nella
chiesa di lingua francese,
svolge il proprio ministero, in qualità di inviato
Cevaa il pastore metodista della Costa d’Avorio
Michel Lobo; un secondo
progetto si sta avviando
per sostenere la presenza
di numerosi immigrati
ganaensi evangelici a
Mezzano Inferiore».
Pbitr),
- argenteri
■ P'rle australiane
gioielli
1 CO^'
Croci
ugonotte
visitate il sito
www.crociugonotte.com
10064 Pinerolo TO - tei 0121397550
- È pensabile invece un
vero e proprio scambio fra
pastori del Nord e del Sud
sotto l'egida della Cevaa?
«È un argomento su
cui in passato si è discusso, senza finora arrivare
a una conclusione; certo sarebbe impegnativo,
poiché si tratterebbe di
trovare due pastori e le
rispettive comunità disponibili allo scambio, e
per un periodo di almeno due anni».
- Come interpretare oggi il termine «missione»?
«È uno dei dibattiti interni alla Cevaa. A seconda delle situazioni possiamo parlare di vera e propria evangelizzazione, ma
anche di sostegno umanitario 0 di formazione.
Missione è portare l’Evangelo ma è anche diaconia, lotta per la giustizia, formazione personale. I progetti che vengono
sostenuti devono essere
proposti dalle chiese locali, prevedere dei tempi
di realizzazione ed essere
realistici, anche sotto il
profilo economico».
Migliorare le condizioni di vita dei beneficiari,
rompere le dinamiche di
discriminazione e dipendenza; questi sono
gli obiettivi dell’azione
della Cevaa oggi. Una
Cevaa che per quanto riguarda il Sud del mondo
è composta di chiese
giovani e composte da
giovani; un’accusa che
spesso l’équipe in visita
alle valli ha sottofineato
nei veri incontri è stata
quella della eccessiva secolarizzazione, dell’età
avanzata dei membri attivi... Che dire al proposito? Che cosa possiamo
ritenere di quella visita?
«La realtà delle chiese
africane - spiega ancora
Franco Taglierò - è caratterizzata da una fortissima presenza di giovani; in chiese di media
dimensione vi sono
spesso più gruppi giovanili aggregati dal canto,
dalla musica; sono chiese simili alle nostre negli
Anni 50. È una realtà che
ci deve dare speranza;
oggi noi possiamo dare a
queste chiese in termini
economici ma ricevere,
e molto, sotto il profilo
della spiritualità e della
semplicità dell’Annuncio. Le chiese del Sud ci
possono aiutare anche a
capire meglio l’Islam
con cui spesso hanno un
rapporto meno conflittuale. Credo infine che
la presenza dell’équipe
Cevaa abbia contribuito
a far superare le diffidenze verso i diversi e a
lanciare stimoli per iniziative di conoscenza interculturale».
Fondato nel 18481
La tradizionale «Domenica» di sensibilizzazione sulla Comunità delle chiese in missione
La solidarietà con ia Cevaa
te chiese valdesi e quelle metodiste sono da tempo inserite nell'azione apostolica comune
pef mezzo di scambi, sostegno ai progetti, collaborazione con le realtà evangeliche più lontane
ffiRVAlDO ROSTAN
ICONTRAPPUNTOI
NON SOLO
PER I TURISTi
MARCO ROSTAN
La manutenzione del territorio sta veramente a cuore ai nostri amministratori
e anche ai nostri contadini e
montanari? È una priorità,
c’è la convinzione che questa attività, oltre ad essere
preventiva nei confronti di
frane, alluvioni, incendi,
ecc. è Tunica vera base su
cui ha senso costruire tutto
il resto, dalla
ricettività al
turismo culturale, ecc.? Chi
risponderebbe
di no? Eppure,
nonostante i
segnali lanciati
nei tanti convegni o in progetti presentati per attingere ai fondi """**"**
regionali ed europei, si ha
l’impressione che non si
riesca ancora veramente a
decollare. La manutenzione del territorio è un modo
elegante per dire che i sentieri vanno costantemente
puliti e segnalati, che i muretti a secco vanno aggiustati quando crollano, che
il sottobosco va ripulito,
che gli argini dei torrenti
vanno controllati, i prati
faldati, ecc. Tutto questo
costa perché non si può fare un intervento una tantum e tutti sanno che se si
taglia, la roba ricresce subito, dunque o si mantiene
con regolarità oppure tanto
vale non far niente.
La cosa che la gente non
capisce è perché ci siano
miliardi per certi progetti
edilizi, molti dei quali con
incertissimo futuro, e non
per far eseguire con regolarità tutti questi lavori da
coloro che abitano sul posto, creando per loro un
piccolo ma importante reddito e rendendo cosi tangibile il fatto che lo sviluppo
non lo si fa solo per i turisti. Chi sta nei Consigli comunali sa bene come la
maggior parte dei fondi europei 0 regionali siano ottenibili soltanto sui progetti più noti, alcuni positivi
se si riusciranno a gestire
non in deficit, altri inutili
ma di immagine, per tacere
della meteora che gira intorno alle olimpiadi. Il più
recente atto nella direzione
della manutenzione del territorio è stata una delibera
della giunta provinciale
nello scorso ottobre, in seguito alla quale le Comunità montane dovevano individuare progetti concreti.
Per il 2002 lo stanziamento
era misero: solo un miliardo da suddividere in ben 13
Comunità montane.
Lo sviluppo
delle zone alpine
deve partire dalla
cura per H proprio
territorio
Ci sono però altre possibilità, dai fondi del Comprensorio alpino a quelli
della protezione civile, del
Cipe e in futuro soprattutto quel 3% che dovrebbe
ritornare alle Comunità
montane con l’affidamento
della gestione del ciclo integrale delle acque alTautorità di ambito, proprio per
».a. la manuten
zione del territorio. Non
sarebbe urgente, allora,
mettersi veramente tutti
insieme, enti
locali e Pro
vincia, per fare un inventario completo delle risorse e prendere di petto la
questione nella sua globa
lità, riuscendo ad avviare,
almeno in alcuni luoghi,
questa manutenzione? Possibile che non si possa vedere qualcosa di concreto?
Ci vuole contemporanea
mente un passo da parte
dei diretti interessati: non
pretendere che l’ente pubblico faccia tutto ma compartecipare; facilitare le cose dal puntogli vista fiscale
ma anche capire che se l’ente pubblico ti affida un lavoro che ti dà un reddito,
su quel guadagno è giusto
pagare le tasse dovute.
Di cose che si trascinano
ce ne sono molte altre. Ricordate il progetto borgate? Nato e tramontato come
una cometa: più di un miliardo speso, nessuna borgata recuperata. Il trenino
a cremagliera per il Queyras: grandi prospettive, costoso studio di fattibilità,
presentazione pubblica, e
poi? Tutto annullato, rinviato sine die? e perché?
Colpa del sindaco di Bobbio che si oppone? Se è vero
lo si dica pubblicamente.
Ed è possibile che un solo
Comune si opponga a tutti
gli altri che sono d’accordo,
in vai Pellice e in Francia?
Che dire poi della telenovela su viabilità, ponte Chisone, treno e compagnia
viaggiando? pur con tutte
le peripezie è possibile che
debbano passare 4 o 5 anni
dall’alluvione per rivedere
in piedi uri ponte? È possibile che le amministrazioni
interessate, nel rispetto dei
cittadini che le hanno votate, non sentano l’esigenza
di chiarire, con un manifesto pubblico, quando ci
sarà il ponte, quando potranno riprendere il treno, se ancora viaggerà, o la
ventilata metropolitana?
12
PAG. 12 RIFORMA
E Eco Delle ^lli \àldesi
VENERDÌ 101
«DÌI
CENTRALI SUL CHISONE: SI RICOMINCIA A DISCUTERNE — Dopo un periodo di relativa calma ritornano le preoccupazioni intorno alle
centrali idroelettriche in vai Chisone e Germanasca. Alcuni mesi fa ormai la Provincia aveva
inviato un proprio documento ai Comuni e alla
Comunità montana in merito alla costruzione di
alcune, si parla di quattro, centrali sul Chisone,
chiedendo agli enti del territorio di esprimersi in
materia. Fino ad oggi nessun pronunciamento è
stato fatto ufficialmente. Anche per questo ma
soprattutto per fare il punto sulla situazione il
Comitato spontaneo per la salvaguardia del Chisone e del Germanasca ha convocato a Porosa
per la prossima settimana un incontro a cui sono stati invitati gli amministratori della vai Chisone e della vai Germanasca dove è tutt’altro che
risolta la questione della nuova centrale che
l’Enel vorrebbe costruire a Perrero.
L’ULIVO SCENDE IN PIAZZA — Con questo slogan
l’Ulivo pinerolese organizza a partire dalle 16 in
piazza Roma una manifestazione con momenti
di festa e di proposta politica. Guido Castiglia
presenterà lo spettacolo «Il diritto di sognare; parole e musica in libertà»; alle 17,45 Fon. Giorgio
Merlo presenta l’on. Rosy Bindi, già ministro della Sanità; segue intervallo musicale e alle 18,30 il
sen. Elvio Passone presenta Fon. Luigi Berlinguer, già ministro della Pubblica istruzione.
INAUGURAZIONE ESPACI OCCITAN — A margine
del Salone del libro, giovedì 16 maggio, alle 17,30
all’ex caserma Beltricco di Dronero, verranno
inaugurati i locali del museo «Sòn de lenga»
delFEspaci Occitan e sarà presentato il sito Internet «Via Occitana Catalana». I progetti sono finanziati nell’ambito di Interreg 2 e sono volti alla
valorizzazione delle caratteristiche linguistiche e
culturali dell’area occitana. Dal 16 al 21 maggio
Espaci Occitan sarà alla Fiera del libro nello
stand della Regione Piemonte con l’esposizione
delle case editrici dell’area occitana e catalana.
ESPRESSIONE GIOVANI 2002 — Dal 16 al 23 giugno
l’associazione Lapis {Laboratorio culturale Piossasco) organizza «Espressione giovani», una settimana di promozione di giovani artisti emergenti,
con una sezione di arti visive (pittura, installazioni e videoarte). Quest’anno verrà assegnata una
borsa di studio di 500 euro: i partecipanti
all’esposizione saranno selezionati fra tutti coloro
che invieranno entro il 17 maggio all’indirizzo Lapis, via Paperia 12/3,10045 Piossasco: un curriculum sintetico (con anno di nascita e un recapito)
e 3 foto di opere realizzate (nel caso della videoarte una videocassetta Vhs; nel caso di una installazione un progetto dettagliato dell’opera)
con l’indicazione delle dimensioni, del titolo,
dell’anno e della tecnica di esecuzione. Gli artisti
selezionati verranno avvisati entro il 4 giugno.
PER LA PACE ALLA PERUGIA-ASSISI — 11 Coordinamento «Comuni per la pace» della provincia
di Torino, le Adi e la Loc organizzano un servizio
autobus per partecipare alla Marcia straordinaria per la pace di domenica 12 maggio. Si parte
Fi 1 alle 23 circa da Torino corso Bolzano e il ritorno è previsto il 13 intorno alle 4. Per iscrizioni, rivolgersi alle Adi (011-5712811) o alla Loc
(011-535739 e 328-4732976). Il costo è di 30 euro:
riduzioni per i giovani al di sotto dei 26 anni.
SCARICHI: MODULI SEMPLIFICATI — Dovrebbe
esserci l’accordo fra tutti i Comuni della vai Pellice; dopo un vertice fra i tecnici comunali in merito all’esigenza di autorizzare entro il 13 giugno
tutti gli scarichi non afferenti alla pubblica fognatura la decisione presa è quella di utilizzare il modulo semplificato proposto dalla Regione Piemonte. Meno burocrazia, meno relazioni tecniche, meno costi; tuttavia è bene che ogni cittadino i cui scarichi non possono essere allacciati alla
fognatura pubblica si rechino nei rispettivi Comuni. Ci possono essere diversità di situazioni a
seconda del paese e della condizione della casa
(residenza o meno, altitudine, vetustà ecc.).
TEATRO PER ADULTI E BAMBINI — Due iniziative
legate al teatro e alla sua realizzazione, sia questa fatta da attori adulti che da bambini, verranno presentate nei prossimi giorni in vai Pellice.
Per cominciare il 9 maggio, alle 17,30, al Laboratorio territoriale per l’educazione ambientale di
Ltiserna in via Tegas angolo via Volta, verrà presentato «Alfabeto teatro», un manuale edito da
Erickson e prodotto da Marco Bricco per gli insegnanti che realizzano attività teatrali rivolte ai
bambini fra i 3 ed i 10 anni. Sabato 11 maggio
poi, alle 21 al teatro del Forte di Torre Pellice, si
conclude il laboratorio teatrale per adulti con
uno spettacolo al titolo «Venti personaggi per un
autore», con la regia di Marco Bricco.
Dibattito a Porosa Argentina sulle prospettive future
Quale lavoro in valle?
In crisi i settori trainanti dell'economia locale; bisogna
sviluppare il territorio ponendo al centro le persone
DAVIDE ROSSO
Difendere ì diritti
dei lavoratori, rimettere al centro dell’attenzione la persona e
non esclusivamente gli
interessi economici, ragionare con spirito unitario e ritrovare la capacità di essere progettuali
sul proprio futuro. Queste le parole d’ordine che
sono emerse dal convegno «Il lavoro in valle:
quali prospettive?», organizzato a Porosa il 30
aprile dalla Comunità
montana valli Chisone e
Germanasca nell’ambito
del 1° maggio.
L’incontro ha preso le
mosse, e non poteva essere diversamente, dalla
situazione occupazionale
valligiana. «L’economia
delle Valli - ha detto Bertalmio della Cgil - è stata
tessile (oggi non sono più
di 300 le persone impiegate in questo settore) e
mineraria (qui sono rimasti circa 100 persone
impiegate) e soprattutto
metalmeccanica (non
più di 2.000 dipendenti
impiegati attualmente).
Oggi tutti questi settori
sembrano essere in crisi».
Alle Valli, nell’ottica di un
cambiamento di rotta
economica che abbia risvolti anche occupazionali, in questo periodo si
sta parlando molto di turismo e di olimpiadi ma
le cose, come è stato anche ricordato, non sono
né così semplici né così
immediate. «Le Valli - ha
detto Renato Ribet, assessore al Lavoro della
Comunità montana non possono vivere solo
di turismo» ed è certo
che il «settore industriale
continuerà a essere una
delle leve trainanti dell’economia» ha aggiunto
Fon. Giorgio Merlo, che
però ha anche rimarcato
il fatto che la domanda
che bisogna porsi oggi è:
«Come sarà il futuro del
nostro territorio dopo il
2006?». «Occorre - ha
concluso Merlo - recuperare la capacità progettuale sul futuro costruendo quel modello di sviluppo del territorio condiviso che i Patti territoriali purtroppo non sono
riusciti a creare».
La preoccupazione primaria, comunque, rimane la difesa del lavoro che
in valle ancora c’è. In
quest’ottica sono andati
tutti gli interventi e in
particolar modo si è sottolineata la necessità di
procedere unitariamente
nelle iniziative «rimettendo al centro la persona ha sottolineato Enrico
Lanza, di Alp - non avendo paura di sperimentare
iniziative nuove». Sullo
sfondo dell’intero dibattito il neoliberismo e le politiche legate alla globalizzazione viste un po’ da
tutti 1 presenti come meccanismi che finiscono col
generare in molti casi insicurezza e diseguaglianza. C’è poi la questione,
solo sfiorata ma non per
questo dimenticata, di
quello che è stato definito
lo smantellamento dello
stato sociale con la chiusura delle scuole di montagna e degli uffici postali
e i tagli alla sanità. «Quest’anno sembra particolarmente importante il
fatto che cronologicamente il 1“ maggio venga
dopo il 25 aprile - ha concluso il consigliere regionale Pietro Mercenaro
È importante per i valori
di libertà che ciò comporta visto che non è possibile la libertà senza sicurezza sociale ma anche
senza controllo su quello
che capiterà nel futuro.
Per questo occorre lavorare tutti insieme per ricreare quel clima di fiducia verso la progettualità
e quindi verso il futuro
che un tempo c’era e oggi
sembra mancare.
Lo «Sportello» della vai
Un luogo per il
dialogo fra le culti
Li
Attendendo il varo definitivo della legge BossiFini sull’immigrazione,
in questi mesi si è discusso a lungo della relazione
fra lavoro e condizione
dei cittadini extracomunitari. Ma la vita dei migranti non è soltanto riconducibile all’ambito
lavorativo. Ci sono i problemi di lingua, burocrazia, salute e di rapporti
con la giurisprudenza.
Senza dimenticare i legami, cosiddetti «interculturali» con i cittadini italiani: a scuola, sul posto
di lavoro e nel tempo libero. Anche nel Pinerolese sono nati i primi servizi di mediazione interculturale, curati da specifiche figure, i mediatori
appunto: stranieri, residenti in Italia e conoscitori, oltre all’italiano, di
altre lingue.
In vai Pellice lo Sportello di mediazione interculturale è stato attivato
dalla Comunità montana
a luglio 2001 e organizza
incontri sull’interculturalità nelle scuole e attività di informazione per
stranieri
Una copiosa precipitazione su tutto il Pinerolese
Sembra neve ma è grandine
Quella che ha colpito diversi paesi
delle Valli nella notte fra venerdì e sabato scorsi è stata una grandinata davvero eccezionale per durata e quantità.
I chicchi, raggiungendo in alcuni casi
uno spessore di più di 10 centimetri, si
sono abbattuti su Rorà, Torre Pellice,
parte di Villar Pellice e di Angrogna e
anche sulla fascia pedemontana del Pinerolese e in bassa vai Chisone a partire da Porte risalendo la valle fino a Porosa. Il calo della temperatura ha fatto
sì che fino alla sera i grani di ghiaccio si
mantenessero ben visibili sul terreno.
Danni ingenti nelle zone colpite con
distruzione prossima al 100% sulle coltivazioni appena avviate di ortaggi pri
maverili. Più difficili da calcolare i danni al settore frutticolo. Ma anche la
precipitazione piovosa ha raggiunto livelli assai elevati; a Torre Pellice il «solito» rio Rivet è uscito dall’alveo poco a
monte del centro abitato allagando
cantine e negozi in viale Mazzini, in
piazza Libertà, in via Roma. Senza particolari problemi i principali corsi d’acqua, anche perché nella giornata di sabato la neve è ricomparsa appena oltre
i 1.300-1.500 metri. La nevicata è stata
vista con sollievo soprattutto a Inverso
Rinasca in vai Chisone dove si temeva
che il Chisone potesse nuovamente superare il guado di Fleccia danneggiandolo come accaduto lo scorso anno.
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Bibiana,- in ricordo di Margherita Ravano Ollivero
Una fondazione per i giovani
PIERVALDO ROSTAN
POCO meno di un anno fa, e precisamente
il 30 giugno, è stata inaugurata a Bibiana la prima
sala della biblioteca comunale dedicata a Margherita Ravano Ollivero,
una giovane scomparsa
poco tempo prima a causa di un male incurabile.
Per ricordare la ragazza il
nonno, Franz Ollivero ha
dato vita a una Fondazione che porta il nome della ragazza; una fondazione che ha come scopo
primario il sostegno al
mondo giovanile attraverso la creazione di borse di studio, premi rivolti
a giovani che si impegnino nel mondo dell’arte e
della cultura.
Contemporaneamente
Franz Ollivero sogna la
nascita in Bibiana di un
vero e proprio Centro
che offra ai giovani spazi
di incontro, di formazione, di aggregazione.
Dall’inaugurazione della
prima sala della biblioteca, che ospita una parte
dei 10.000 volumi donati
dallo stesso promotore
della fondazione al Comune affinché vengano
messi a disposizione di
tutti, molti altri passi sono stati compiuti.
In particolare Franz Ollivero, che con la moglie
Èva dedica tutte le sue
energie a un progetto che
egli stesso a volte definisce «folle» ma che potrebbe riuscire proprio grazie
alla passione che si coglie
in ogni iniziativa, ha puntato su alcune attività
nella Repubblica ceca. A
un anno esatto dalla costituzione della fondazione, il 12 dicembre 2001,
sono state consegnate a
Praga, ospiti delle autorità cittadine, tre borse di
studio ad altrettanti promettenti giovani artisti
della Repubblica ceca: un
pittore, una scultrice e
una studentessa dell’Accademia di arte drammatica di Praga.
Questo nel nome di
una giovane artista ceca,
lana Rybàrovà, a sua volta scomparsa in giovane
età. Dalla consegna dei
premi è seguito un rapporto sempre più intenso
con le autorità ceche culminato, nell’aprile di
quest’anno, nella partecipazione dei coniugi Ollivero alla cena di gala tenuta al Quirinale dal Presidente della Repubblica
Ciampi, quali membri
della delegazione ufficiale che accompagnava il
presidente della Repubblica ceca Vaclav Havel.
Con lo stesso presidente
gli Ollivero hanno avuto
un colloquio privato rice
vendone omaggi per la
Fondazione europea
Margherita.
Ma l’attivismo di Franz
ed Èva Ollivero li sta già
proiettando più avanti;
per Fanno in corso è previsto il riconoscimento
ufficiale della Fondazione da parte della Prefettura. L’agenda 2002 e del
2003 è già ricca di appuntamenti: nuovi premi
«lana Rybàrovà» a Praga,
l’inaugurazione a Bibiana della seconda sala
della biblioteca, un premio letterario (intitolato
a Giosuè Gianavello) per
giovani studenti universitari piemontesi che
presentino tesi su storia
locale, un premio (intitolato a Mercurio Gattinara. Gran Cancelliere di
Carlo V) per giovani artisti che sappiano rappresentare l’unione fra i popoli europei. Franz Ollivero con la sua fondazione ha coinvolto direttamente il Comune di Bibiana e la Comunità
montana vai Pellice; la
speranza (che in realtà è
una necessità per poter
realizzare le iniziative
previste e il Centro di incontro di Bibiana) è
quella di coinvolgere altre istituzioni, enti e privati che sappiano capire
e sostenere il valore di
questo progetto.
Al mercato coperto di Lusernl
Rimosso l'amianto
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dall’ala del mercato agli
Aitali di Luserna San
Giovanni. La copertura
del tetto, realizzata in
materiale contenente .
amianto, è stata smantellata da una ditta specializzata e rapidamente sostituita. Gli operai incaricati hanno dovuto indossare apposite tute per
evitare l’inalazione delle
pericolosissime particelle. Prosegue così l’opera
di «risanamento» di edifici e immobili che, anche alle Valli, erano stati
costruiti utilizzando materiali per l’edilizia, uno
su tutti il famigerato
Eternit, imbottiti delFallora miracoloso, e ora
criminalizzato, amianto.
L’operazione costitui
rebbe soltanto unii
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La «nuova» provinciale
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INDERE o lasciare:
di venerdì 3
lo in una stracolma
quello
3veni«io u““
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alod feblico dopo mesi di
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volti» rgini di discussione,
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porte petto Perotto, diretrimo ¡tecnico dell’Agenzia
mese ipica, che anche se si
e dal ìnisce «disponibile a
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icenii iBÌe"i migliori possilo intt i,, spiega che una provizisoi nmazione complessii«spot penda velocizzazione
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lasio-Garzigliana,
poiinnestarsi nell’atiàl61 con una rotonSatebbe «riqualificali fratto tra Cappella
irliezona Cascinetta,
realizzando una nuova
rotatoria con via Daneo e
un’altra all’innesto di
strada Caffaro. Niente
accesso diretto in via Vittorio Emanuele arrivando dall’alta vai Pellice: si
eviterà così l’incrocio pericoloso con la stessa
strada Caffaro. Lungo il
tratto Cascinetta-Cappella Merli sarebbero
previste due corsie laterali «di servizio» per i residenti, separate dalla
carreggiata principale;
inversione e attraversamento pedonale consentiti solo in prossimità
delle rotonde.
Sul tappeto ci sono 10
milioni e 845.000 euro
(circa 21 miliardi) stanziati dalla legge 285 per le
Olimpiadi. La proposta
non è la panacea, c’è chi
non ci sta e lo dice ad alta
voce: i primi sono alcuni
cittadini di Bricherasio
che lamentano probabili
difficoltà. Non ci sta la
Coldiretti che non vuole
espropri ingiusti dei fondi. Non ci sta il consigliere regionale Emilio Bolla,
che invoca un intervento
«più radicale». 11 senatore
Bonansea parla di «una
cattedrale nel deserto».
Giudizi positivi, anche se
cauti, arrivano invece
dalla Provincia con l’assessore all’agricoltura.
Marco Bellion, e alla viabilità, Luciano Ponzetti,
dai sindaci di Bricherasio
e Osasco e dal presidente
della Comunità montana
vai Pellice, Claudio Bertalot che, oltre a citare gli
altri miglioramenti previsti a monte (rotonde e allargamento del ponte di
Villar Pellice), sostiene:
«Abbiamo cercato di conciliare la tutela delle attività produttive, agricole e
non, il collegamento con
Torino e la protezione
delTambiente».
La classica rassegna pinerolese
Libri e mostre
per un mese intero
Un mese intero dedicato alla cultura. Questo
è ormai tradizionalmente a «Pinerolo Maggiolibri». Si comincia venerdì
10 alla biblioteca civica,
ore 20,45, discutendo sul
tema «Torino in giallo»
con la partecipazione dei
giallisti Gianni Farinetti, Margherita Oggero e
Claudio Cerasuolo introdotti da Bruno Gambarotta. Si continua sabato
11 al salone del museo
diocesano, alle 17,30,
con la presentazione del
libro «L’età sospesa» di
Ada Ponzi e Gian Vittorio
Caprara. Il 17 maggio
poi, sempre al museo
diocesano, alle 17,30, vi
sarà le presentazione del
volume: «Michele Puniva
introduttore della vaccinazione in Piemonte».
Il programma quindi
prevede una serie di incontri dedicati agli autori.
Venerdì 24 maggio alla
biblioteca civica, alle ore
20,45, gli scrittori Davide
«Amici deirOspedale valdese» di Torre Pellice
Borse di studio per infermieri
È con la dovuta riconoscenza per la
grande passione dimostrata in questi
anni che gli Amici dell’Ospedale valdese di Torre Pellice hanno salutato Elda
Lageard e Adele Theiler Gardiol, che
hanno dovuto lasciare il Consiglio direttivo. Nel corso dell’assemblea di domenica 6 è stato anche votato il nuovo
Consiglio, con la riconferma dei suoi
membri e del presidente, Sergio Nisbet.
All’incontro ha partecipato anche il
presidente della Ciov, Giancarlo Griot,
che ha illustrato in modo molto schietto la situazione della realtà ospedaliera
locale. «Nonostante la fase critica, nelle
parole di Griot c’è uno scampolo di
speranza - dice Nisbet - e comunque
gli ospedali di Torre Pellice e Pomaretto non sono in pericolo di chiusura: a
questi presidi è riconosciuto circa il 10
per cento in meno dei costi di altre
realtà sanitarie locali». È stato poi ricordato l’arrivo in questi giorni di un
nuovo primario, il dott. Brachino, che
lavorerà sui due ospedali delle Valli. La
Ciov ha anche ringraziato Tassociazione Amici dell’ospedale di Torre Pellice
per l’impegno profuso nell’attivazione
delle cinque borse di studio destinate
ai futuri infermieri, (m.g.)
Longo e Alessandro Perissinotto introdotti da Alessandro Barbero discuteranno il tema «Il romanzo
e la storia». Il 24, 25 e 26
alla Pro Loco San Lazzaro
si terrà la 3“ edizione di
Kulturanda, «Incontri con
libri ed autori del Pinerolese». Orario: venerdì e
sabato dalle ore 15,30-18.
Domenica dalle ore 10-12
e dalle 15,30-18.
Infine sono numerose
anche quest’anno le mostre proposte in occasione di «Maggiolibri». Sabato 18 e domenica 19 alla biblioteca ragazzi di
corso Piave, la mostra di
personaggi tratti dai libri
letti in classe dagli alunni
del 3“ circolo didattico
«Volta la pagina e scopri
chi c’è», orario dalle 1518 sabato e dalle ore 9-12
e dalle 15-18 domenica.
Sempre il 18 e il 19 sarà
possibile visitare alla biblioteca civica la mostra
«Pinerolo neU’800: tra
modernità e mondanità».
Chiuderà invece il 19
maggio a Palazzo Vittone, la mostra di fantasie
grafiche e cromatiche del
pittore Nani Tedeschi
sull’opera di Giuseppe
Verdi «li Rigoletto». Orario: domenica 10,30-12 e
15,30- feriali 15,30-18.
Sempre alla collezione civica d’arte dal 25 maggio
al 9 giugno sarà visitabile
la mostra «Cristiano Berti: teatro d’ombre» l’orario è lo stesso della precedente. Il Cesmap invece propone, nella sede al
palazzo del Senato, fino
al 26 maggio la mostra
«Archeologia e arte rupestre del Sahara». Orario:
sabato 16-19 domenica
10-12 e 16-19.
Chiesa e territorio
Prega, lavora e leggi
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CUUDiOTRON
.Mesa e territorio; o se usiamo
JSei verbi, la regola benedettina
?ia e lavora». Il grande filosofo
I dell’Ottocento Soren Kierkeiscriveva «Quando Adamo viveri paradiso il motto era “prega!”
^done fu espulso fu; “lavora!”
wo Cristo venne nel mondo, il
^ divenne: "prega e lavora!”». A
f precisi il Padre Eterno non ha
“tato tanto a coniugare nelle isti®aiper il suo popolo la preghiera
^oro; «Ricordati del sabato per
ficarlo... lavora sei giorni...» Già
^tlecalogo l’indicazione era ben
^ ed era volta non solo all’etica
, , uale ma anche ai rapporti
e addirittura col creato intero:
®atiza preghiera-lavoro era det^^che agli stranieri e al be*■ Tommaso Moro, il santo delia .^^ttolica forte oppositore
politica matrimoniale ed eccle^ del re Enrico Vili, aspettando
I a di morte nella torre di Lonior* «Dammi la grazia,
lir^’ quanto è oggetto delle
|^®Suiere sia anche oggetto delle
^ere». Prega e lavora, ma il tuo
jj coerente con la tua p're
V 9^iedi il pane quotidiano,
por il pane quotidiano, anche
a^ido la morte.
siamo forse anche
|0*armente sensibili all’intera
oonedettina che è: «Prega, laLa cultura è in un certo
^er secolarizzata della
a, ma appunto per questo,
ISO • ®®P’'®ssioni culturali la
I a secolarizzata può capire
icir tendiamo, piuttosto
imitassimo alle espressioni
tg,’."etsonalmente mi sembra
riassumere in due
‘«imediati il nostro progetto.
«Lavora». Per lavorare è necessario
far capire che non intendiamo svendere il territorio e nemmeno accettare l’idea che la montagna non sia di
nessuno, cioè del più prepotente che
viene a farci le sue speculazioni o che
la vuole usare solo con intenti ricreativi. Come diceva Giovanni Miegge, è
«eredità dei padri», ha un valore quasi
spirituale. Anche quando si abbandonano le colture in certi spazi, la destinazione prioritaria resta quella della
produzione del pane quotidiano. Di
pane se ne può anche vendere, ma
non così il campo, né il mulino, né il
forno. Chi ha vissuto l’esperienza della guerra lo sa bene: le attività in vista
dello svago vanno in crisi quando c’è
altrove crisi economica. Si deve ricordare costantemente che la ricchezza
stabile è quella che si produce, cioè
che le economie basate sul divertimento e/o sull’azzardo (borsa, quiz
televisivi, lotterie ecc.) non solo sono
aleatorie, ma anche ingannevoli. Il
prodotto della fatica dovrà prima o
poi tornare a essere valorizzato più di
quello ricreativo e avventuroso.
«Prega e leggi». La chiesa ha responsabilità culturale anche nel campo deH’informazione. Proprio
sull’uso del territorio non è forse mai
stato difficile come adesso sapere che
cosa bolle in pentola. Il nostro giornale è talvolta colpito da questa difficoltà, ma il suo compito resta quello
di proseguire nel suo impegno di
informazione su varie questioni (caccia, modificazioni del territorio per le
olimpiadi del 2006, progetti di centrali idroelettriche ecc.) su ciò si assiste a
silenzi interessati o'addirittura a spudorate menzogne. Questo tanto più
in un momento in cui, non solo a livello nazionale, sono in atto tentativi
preoccupanti di bloccare la libertà
democratica di informazione e di
espressione del pensiero.
Cinquemila capi nel Pinerolese
Caprino è bello
I circa 5.000 caprini allevati nel Pinerolese rappresentano circa un terzo degli animali di questa specie presenti nell’
intera provincia di Torino. Una cifra importante
che sembra destinata a
crescere considerato anche che l’allevamento di
questi animali pare essere in forte espansione su
tutto il territorio regionale. In questi anni sono
nati diversi nuovi allevamenti e la speranza non
nascosta anche nel Pinerolese è che nuovi se ne
aggiungano in futuro andando ad incrementate
questo tipo di attività
agricola in cui la quasi
totalità degli allevatori
poi provvede anche alla
lavorazione dei prodotti
con un ritorno relativamente alto sia in termini
economici sia in termini
di valorizzazione e diffusione del prodotto tipico.
Anche con l’intenzione
di sostenere e di continuare a incrementare
questo tipo di allevamento Pinerolo quest’anno
ospiterà. Eli maggio, la
«Terza mostra regionale
caprina» organizzata dall’Associazione provinciale allevatori in collaborazione con la Provincia e
la Comunità montana Pinerolese pedemontano
oltre che dal Comune di
Pinerolo. La manifestazione, che si terrà in Piazza d’armi, prevede la partecipazione, con inizio
dalla mattina, di un centinaio di allevatori. La fiera, che continuerà nel
pomeriggio, sarà caratterizzata oltre che ovviamente dalla presenza di
capre di diverse razze,
anche da una esposizione di prodotti tipici e soprattutto da una mostra
di attrezzature per l’allevamento.
NELLE CHIESE VALDESI
FESTA DI CANTO SCUÒLE DOMENICALI — Domenica 12 maggio la chiesa valdese di Angrogna ospita la
festa di canto delle Scuole domenicali del 1° circuito.
INCONTRI TEOLOGICI «MIEGGE» — Domenica
12 maggio, nei locali della chiesa di Luserna San Giovanni, alle 18, incontro teologico «Miegge» su «Appello alla libertà, indagine polemica del Nuovo Testamento» dal libro di Kasemann.
1“ CIRCUITO — Martedì 14 maggio, nella sala polivalente di Villar Pellice, studio biblico sull’Ecclesiaste,
a cura del past. B. Del Priore.Assemblea di circuito,
alle 20,30 di venerdì 17 maggio, a Bobbio Pellice.
2“ CIRCUITO — Giovedì 16 maggio incontro
dell’Unione femminile alla Miramonti di Villar Pellice.
Venerdì 17, a Prarostino, incontro del 2° circuito.BOBBIO PELLICE — Domenica 12 maggio assemblea di
chiesa; alTodg presentazione e discussione della relazione morale 2001-2002. Domenica 19, Pentecoste,
culto con santa cena.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Giovedì 9 maggio, alle
21, culto dell’Ascensione organizzato dal 1° circuito.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 12 maggio tradizionale bazar organizzato dall’Unione femminile
verrà anche allestita una mostra di fotografie antiche.
POMARETTO — La scuola domenicale di Inverso si
riunisce sabato 11 maggio. Mercoledì 15, incontro del
gruppo Scopri capacità creative, dalle 14,30 alle 16,30,
all’Eicolo Grando.
RORÀ — La domenica di Pentecoste, alle 10, culto
(con santa cena) di chiusura attività con la partecipazione della scuola domenicale e le famiglie dei bambini; segue il pranzo comunitario per il quale bisogna
prenotarsi da Olga Tourn o Dario Tron entro venerdì.
SAN GERMANO — Venerdì 10, alle 21 nel tempio,
concerto del gruppo di perfezionamento musicale.
SAN SECONDO — Domenica 12 maggio, alle 10,
culto con la partecipazione dei ragazzi del precatechismo e dei catecumeni di primo e secondo anno.
VILLAR PELLICE — Domenica 12 maggio, culto in
francese; al pomeriggio, al presbiterio, incontro
delTUnione femminile.
VILLASECCA — Giovedì 9 maggio, ore 14,30, incontro dell’Unione femminile. Domenica 12 assemblea di
chiesa per l’esame dell’attività dell’anno e l’elezione
dei deputati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo.
fi tempio di Pomaretto in vai Germanasca
SeconiJo l'Osservatorio regionale
Turisti in aumento
La settimana scorsa
l’Osservatorio regionale
per il turismo ha fatto
conoscere, in un incontro appositamente convocato a Torino, i primi
dati di una ricerca sul turismo in Regione relativa
all’anno 2001, avviata a
inizio gennaio, che presenta risultati certamente confortanti. I risultati
presentati infatti sono
più che incoraggianti per
il turismo piemontese.
Nel rapporto si parla di
un aumento in Piemonte
nel 2001 del 5,94% degli
arrivi e di uno dell’8,3%
delle permanenze, con
2,5 milioni di turisti che
hanno passato almeno
una notte negli alberghi o
nelle strutture recettive
come gli agriturismi della
regione. Il trend positivo
pare essere confermato
in particolare per la vai di
Susa e il Pinerolese dove
nel periodo interessato
dalla ricerca sono arrivati
più di 200.000 turisti (il
7,5% del totale regionale)
interessati all’offerta invernale delle vallate alpine rria anche a quella estiva. Dati positivi, sottolineano in Regione, arrivano anche dall’incremento dei posti letto disponibili sul territorio regionale con un incremento in particolare dell’offerta dei bed&breakfast.
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PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle Iàlli ¥vldesi
VENERDÌ 10 MACC
SPORT
PALLAVOLO
La Cerutti Technosquare ha ufficialmente vinto
il campionato di serie C
femminile, girone A, ma
non è riuscita a chiudere
«in bellezza», con una vittoria, la ventiseiesima e
ultima giornata. Con il
Trecate è infatti arrivata
una sconfitta per 2-3 con
parziali di 20-25, 16-25,
25-21,25-15,12-15.
Sabato 11 maggio la
Cerutti sarà impegnata
in casa della Top Wool di
Vigliano con partita di ritorno mercoledì 15 ; nel
caso di parità si giocherà
la «bella» il 18 maggio.
In serie C maschile, girone B, vittoria facile per
la Volley Pinerolo contro
degli avversari ormai rassegnati e senza più aggressività: i parziali parlano chiaro, e rincontro
non è stato dei più emozionanti. Il Uoyd assicurazioni Cuorgnè non
aveva più nulla da chiedere al campionato ed è
stato superato per 3-0.
Palmar San Paolo,
Nuncas Polimatica Chieri e Bbc Pianfei Morozzo
ai play-off: la Palmar sarà
impegnata mercoledì 11
maggio in casa della Toro Valsusa e la gara di ritorno si terrà il 15;
l’eventuale «bella» è prevista per sabato 18. Nel
campionato di seconda
divisione maschile, girone B il 3S Sai Luserna si è
imposto a Porosa nel
derby vincendo per 3-1.
spareggi nazionali per la
promozione al campionato Dilettanti.
TENNISTAVOLO
PALLAMANO
L’under 16 femminile
3S Pinerolo è campione
regionale; nel derby con
l’Atletica Pinerolo il 3S
pinerolo si è infatti injposto per 31-12. Dopo
questa vittoria la formazione allenata da Nazario
Dell’Aquila si conferma
campione regionale: potrà così partecipare alle
fasi nazionali in programma a Civitavecchia.
CALCIO
Il Pinerolo chiude vincendo; dopo essersi assicurato la promozione
matematica già da due
turni, domenica in trasferta a Ovada si è imposto per 2-1 subendo anche un rigore non trasformato dai padroni di
casa. L’Orbassano si aggiudica il secondo posto,
valido per l’accesso agli
Annata d’oro per il tennis tavolo vai Pellice che
sta vivendo ottime stagioni sia fra i seniores
che a livello giovanile.
L’impegno di questi anni
ha portato la squadra,
che ha disputato la serie
C nazionale, a ottenere la
promozione alla serie B:
un’avventura certamente
impegnativa sia per il livello delle avversarie che
per la lunghezza di alcu
ne trasferte ma ormai la
decisione è stata presa.
La squadra è iscritta al
prossimo campionato di
serie B e vi parteciperà
con gli atleti locali che
hanno garantito la promozione. Il prossimo fine
settimana riserverà nel
frattempo l’ultimo ed importante impegno agonistico della stagione. In
campo saranno i giovani
Paolo Geuna e Matteo
Pontet (nella foto con i titolari dello sponsor «Café
Arnaud») che a Terni parteciperanno ai campionati italiani giovanili.
Torre Pellice: al Café Arnaud, sponsor delle attività giovanili del tennis tavolo; da sin. Alessia Berger, Paolo
Geuna, Enrico Bouchard, Matteo Pontet
Due concerti di «Cantavalli», a Pragelato e al Forte di Fenestrelle
Dalle arie irlandesi alle danze barocche
Doppio appuntamento per Cantavalli anche questa settimana. Sabato 11 maggio, ore 21,15, nella
palestra comunale di frazione Ruà
a Pragelato è la volta della musica
tradizionale irlandese con i «Garlic
Bread». «Pane all’aglio», una ricetta
stuzzicante proposta da un quartetto di Lione da alcuni anni attivo
nella riproposta delTIrish Music:
ritmo trascinante e virtuosismo dei
solisti nell’esecuzione delle danze
tradizionali, intensità e passione
nella ripresa delle ballate d’amore
e di emigrazione tipiche del repertorio irlandese. Violino, flauti e
cornamusa, chitarra, basso, voce
femminile, uno stile espressivo dove risaltano le influenze musicali
dei componenti del gruppo, tra
studi classici ed esperienze jazz,
tra raffinatezza e swing.
Domenica 12 maggio, ore 15,30,
al forte San Carlo di Fenestrelle è
la volta delle danze antiche dal Rinascimento all’epoca barocca con
la «Compagnia della gaia danza».
Un viaggio alle radici dei balli che
oggi, in forme un po’ standardizzate, animano le feste eccitane.
Un percorso attraverso l’Europa
dove rivivono le basse danze di
Borgogna e Fiandre, i branles francesi, le country dances inglesi, co
dificate per la nobiltà cortigiana
ma filtrate dalla sensibilità popolare; un repertorio che riflette il
passaggio nella vita sociale dal collettivo al privato, nell’evoluzione
dalle danze in cerchio a quelle per
coppie. Accompagnate dalle sonorità sobrie e suggestive di flauto e
violoncello, quattro coppie di ballerini in costume, una compagnia
nata nel Pinerolese dalla passione
e tenacia di Duccio Gay, danno vita nello scenario unico del forte di
Fenestrelle a uno spettacolo ispirato a una ricostruzione coreutica
rigorosa, ma animato dal piacere e
dall’amore per la danza.
L'ECO
DELLE VALLI VALDESI della Chiesa Valdese
” Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccalo, e fatevi un cuor nuovo e i
Nel mese di marzo si tiene a Agape
un convegno giovanile sull’attività
delle filodrammatiche (così si chiamavano i gruppi teatrali). Interessanti le
conclusioni che emergono dal dibattito seguito a uno studio di Sandro Sarti: il dramma valdese, che era generalmente d’obbligo al XVII Febbraio, comincia a non essere più sentito e apprez2;ato; le commedie brillanti non
possono d’altra parte esaurire il lavoro di una filodrammatica valdese, «il
cui compito è di dare attraverso il teatro un messaggio cristiano o sul quale
si possa innestare una predicazione
cristiana». Sempre a proposito del
XVII Febbraio, nella cronaca di Rorà ci
si rallegra che «la festa abbia perduto,
per fortuna, tutto il suo apparato coreografico. Scomparsi i cortei, le bandiere, le recite dei bambini, la tradizionale celebrazione si è svolta con
estrema sobrietà».
«Industrie valdesi negli Stati Uniti»:
sotto questo titolo il giornale ricorda
l’attività pionieristica di alcuni membri
delle famiglie Garrou e Grill di Frali
nella Carolina del Nord e la creazione,
nel 1901, della prima fabbrica di calze
e successivamente, nel 1914, di una
maglieria, la Waldensian Hosiery Mills,
diventata a poco a poco «una modernissima industria, con tutte le più utili
e pratiche provvidenze di carattere sociale, che fanno di Valdese una città
modello di vita attiva, di progresso tecnico, di opere sociali... grazie alla capacità, alla tenacia, alla onestà dei fondatori della prima fabbrica e alla perseveranza, all’intelligenza e l’abnegazione
dei figli e nipoti della famiglia Garrou
che fino a oggi ha quasi personificato
in Valdese l’attività industriale..,».
Nel numero corrispondente alla domenica della Facoltà di teologia trovia*
mo due intere pagine dedicate ai suoi
compiti e al rapporto con le chiese: Ermanno Rostan lancia un forte appello
per le vocazioni pastorali, Giorgio Peyrot indica i compiti della Facoltà: «È
nel valore che sgorga spontaneo dalla
ricevuta vocazione coltivata nello studio e nella vita condotta con unità di
intenti tra studenti e insegnanti che si
rinviene la caratteristica peculiare della formazione teologico-spirituale che
dev’essere propria di una Facoltà di
teologia». Lo studente Gino Conte scrive sulla teologia «che non è un lusso
per amanti di biblioteche». Luigi Marauda ricorda i tempi della Facoltà a
Firenze, infine Giuliana Gandolfo scrivendo a nome di «due studentesse in
un ambito tradizionalmente maschile»
dice: «Spesso ci chiedono: salirete sul
pulpito? vestirete la toga? Ma pulpito e
toga non sono ciò a cui pensiamo...
tutte le opposizioni e le difficoltà che
ci vengono delineate cadono quando
ci troviamo di fronte alla realtà della
predicazione del Vangelo... Quando la
domenica usciamo con i nostri compagni ad evangelizzare le campagne
del Basso Lazio, vediamo che da parte
di un ambiente chiuso come quello di
questi contadini non si presenta nessuna opposizione o difficoltà al fatto
che siamo donne...».
Cinquant’anni dopo possiamo constatare il buon numero e la qualità di
donne pastore. Se qui si è fatto un passo, non così sui lavori sinodali: scopriamo infatti che mezzo secolo fa un
ampio articolo di Gustavo Ribet proponeva una rifoitna simile a quella che si
sta sperimentando negli ultimi due anni, con le commissioni di lavoro. Sulla
proposta e sul dibattito che ne nacque
torneremo nella prossima puntata.
(a cura di Marco Rostan)
Concerti
La voce
degli organi
«Vox Organorum» è la
nuova iniziativa che la
Provincia di Torino ha organizzato per il periodo
che va da maggio a ottobre, con cadenza settimanale nelle chiese cattoliche e valdesi. L’organo, a
ragione definito il re degli
strumenti, ha trovato sul
territorio della Provincia
diverse espressioni, frutto
del lavoro appassionato
di ingegnosi organati che
nel corso dei secoli sono
stati artefici di vere e proprie opere d’arte. Con
questa manifestazione si
dà la possibilità al pubblico degli appassionati di
musica organistica di
avere occasioni importanti di ascolto.
Dopo il debutto di sabato 4, con il concerto
d’organo di Gianluca Cagnani alla Basilica di Superga, si proseguirà sabato 11 maggio, alle 21 a
Cuorgnè, con Massimo
Nosetti (lo stesso musicista sarà a Torre Pellice il
prossimo 27 luglio): sabato 18 maggio sarà la
volta di Stefano Demicheli a Venaria Reale e
sabato 25 Luca Salvadori
si esibirà a Moncalieri.
Gli altri appuntamenti
nel Pinerolese sono previsti il 13 luglio (Maurizio
Fornero a Fenestrelle), il
3 agosto (Luca Benedicti
a Luserna San Giovanni)
e il 7 settembre (Giancarlo Parodi a Pinerolo).
APPUN1AMENTI
10 maggio, venerdì
VILLAR PELLICE: Il coro del Liceo valdese, con la direzione di Mauro Toscano e Mario Ratsimba, terrà un
concerto nella sala polivalente, alle 21. Ingresso libero.
PINEROLO: Alle 20,45, nel salone della biblioteca
Alliaudi, incontro con i giallisti torinesi Gianni Farinetti, Margherita Oggero e Claudio Cerasuolo, introdotti da Bruno Gambarotta.
CAVOUR: Alle 16, nella sala incontri nel palazzo comunale, incontro su «Medicina nutrizionale biologica: utilizzo dell’alimentazione e dei micronutrienti a
scopo terapeutico». Alle 21, incontro su «Feng Shuj,
l’arte cinese dell’armonia». In piazza Sforzini, concerto dei Ddjeridu.
PINEROLO: Alle 21, al teatro Incontro, «Leogill
Dundee, l’uomo della luna», favola teatrale.
TORRE PELLICE: Alle 20,45, nella biblioteca della
Casa valdese, incontro su «Protestantesimo e letteratura», presentazione di «Sichem, percorsi di teologia
riformata», intervengono Alberto Corsani e Davide
Dalmas.
VILLAR PEROSA: Al teatro «Una finestra sulla valle»
alle 21, per la serata finale del corso «Il patuà: una lingua e una cultura che vivono» organizzato dall’istituto comprensivo Marro, la filodrammatica di Villar
Peilice presenta «Lou moulinìe de Chantorano».
11 maggio, sabato
PINEROLO: Nel salone del Museo diocesano, alle
17,30, presentazione del volume «L’età sospesa», a
cura dell’associazione Nexus.
CAVOUR: Alle 10, nella sala incontri incontro sulla
bioarchitettura; alle 15, incontro sui consigli pratici
sul trucco, sul portamento e comportamento; alle 17,
incontro sulla medicina alternativa. Alle 21, in piazza
Sforzini, esibizione dei tamburini, sfilata di moda.
PINEROLO: Alle 21, nella chiesa di Madonna di Fatima, recital con Giovanni Maria Tenti «Il giullare della Madonna», ingresso gratuito.
VILLAR PELLICE: Alle 21, il Gruppo teatro Angrogna presenta «La bicicletta di Yang».
TORRE PELLICE: Al teatro del Forte, alle 21, il laboratorio teatrale adulti della Comunità montana vai
Pellice presenta «Venti personaggi per un autore», regia di Marco Bricco, ingresso gratuito.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Nella saletta d’arte, dalle 10 alle 12, incontro della Leche League su «Primo
cibo solido».
PRAGELATO: Alle 15,30, visita al nuovo museo del
parco vai Troncea, alle 17, visita dal museo del Costume, aperitivo tipico.
12 maggio, domenica
TORRE PELLICE: Nella chiesa evangelica di corso
Gramsci 24, alle ore 11, nel corso del culto con inizio
alle ore 10, Tom Kakadelis e Bill Frisby, della Missione
operazione mobilitazione, inizieranno un ciclo di incontri pubblici su: «Vivere insieme nella comunità di
fede»; l’argomento di questo primo incontro sarà: «Il
grande comandamento: amare Dio». Alle 20,30, Kakadelis e Frisby parleranno su «Amare te stesso».
LUSERNA SAN GIOVANNI: Prelievi e visite nella sede dell’Avis.
CAVOUR: Alle 9, mercatino biologico; alle 10, apertura del IV Festival dell’acconciatura; alle 14,30 in
piazza Sforzini, esibizione dei tamburini, sfilata per le
vie del paese; concerto di musiche rinascimentali ed
esibizione di danze rinascimentali. Alle 21, spettacolo
teatrale con il gruppo Frittomisto, ingresso 4 euro.
13 maggio, lunedì
TORRE PELLICE: Nella chiesa evangelica di corso
Gramsci 24, dalle ore 20,30 alle 22, Tom Kakadelis e
Bill Frisby, della Missione operazione mobilitazione,
parleranno su «Chi è il mio prossimo?».
14 maggio, martedì
TORRE PELLICE: Nella chiesa evangelica di corso
Gramsci 24, dalle ore 20,30 alle 22, Tom Kakadelis e
Bill Frisby, della Missione operazione mobilitazione,
parleranno su «Amarsi gli uni gli altri con doni spirituali e grazia».
PINEROLO: Al Centro sociale San Lazzaro, dalle 20
alle 22, Guido Castiglia conduce il secondo incontro
di «Bidohcircus», appuntamento con la redazione
creativa di «Vibrazioni», laboratorio teatrale gratuito.
15 maggio, mercoledì
TORRE PELLICE: Nella chiesa evangelica di corso
Gramsci 24, dalle ore 20,30 alle 22, Tom Kakadelis e
Bill Frisby, della Missione operazione mobilitazione,
parleranno su «Amare la tua comunità».
16 maggio, giovedì
TORRE PELLICE: Alle 15,30, nella biblioteca della
Casa valdese, concerto dei pianisti Laura Giordano e
Enzo Fornione «duo Gershwin», musiche di Schubert,
Liszt, Weber, Brahms, De Falla, Gershwin.
PINASCA: Dalle 8 alle 18, per le vie del paese e
nell'area del mercato, «Fera d’ie capiine».
PINEROLO: Nella sede del Cai, via Sommelier, alle
21, serata su «Bolivia Experience 2001», esperienze alpinistiche nella Cordillera Reai. Ingresso libero.
SERVizìì
GUARDIA!
notturna, pretests
telefono 800-2331 l'i
IP
GUARDIA FAR»
(turni festivi con ora
DOMENICA 12 Ma^I
Luserna San Giovai
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Ferrerò: Farmacia Q|
via Monte Nero, tei
Pinerolo: Podio - coi
no 52, tei. 322030
SERVIZIO INFERH
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storia racconta invece che fu ü ‘J'*
■ W) Noi
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Ho tra le mani un pieghevole preparato, presumo, dalla Comunità montana vai Pellice, l’Agess e le Pro Loco dei
vari Comuni: leggo, nelle informazioni
su Rorà, di cui sono cittadino da pochi
mesi, che Giosuè Gianavello, negli anni
che vanno dal 1655 al 1685, dopo aver
tenuto testa alle milizie francesi «si rifugiò nella valle di Luserna e pernottò a
Rorà nella casa Durand Canton, a cui
concesse il privilegio di poter seppellire
i propri defunti nella loro proprietà». La
:amf
stretto da ogni lato cercò
biana e da lì fu fatto
«trova ospitalità presso 1 ex si* ^
rand Canton, uno dei supt%
all’esilio 1689. Il duca trascoff
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ni nel villaggio e lascia in
famiglia che lo ha ospitato, m
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brusapere, G. Tourn-D. Zane
Dario Ì’''®'*
15
Mer
Di 10 MAGGIO 2002
Pagina Dei Lettori
PAG. 15 RIFORMA
i^raiLe opinioni dei nostri lettori sul sanguinoso e lacerante conflitto nnediorientale
stiva I
33lir
Ipresente e il futuro di Israele e Palestina
I Terrorismo no
ìLLICH
Arturo A. Cericola (TorPellice) riceviamo una lettile preliminarmente la>ta lo scivolamento in ore
¡¡¡sime della rubrica tele,n,(Protestantesimo» e poi
nel merito della que,0 mediorientale nei termiche seguono.
Prima il papa va in Israele e
Muro del pianto prega a
¡ede perdono per le colpe
sua chiesa; ma quando
¡atta di difendere il diritto
le e degli altri ebrei a
Ijtere e a difendersi dagli at;chi terroristici dei palestii l’Osservatore romano acgli israeliani di attuare
jaguerra di sterminio e di
ifcocidio contro i palestinesi.
■ giova ‘ala basilica della Natività a
ore 21 etlemme, dove prima peri dell'! lettone l’ingresso a 240
■° Hai lerriglieri palestinesi armati
O'.domi itutto punto, e poi parlano
3' ore! liasilo concesso agli stessi.
ja quest’ultimo non va dato
EROSI ipersone deboli, inermi, inna prJlese e in pericolo di vita, core 21,1 (e donne, bambini, vecchi o
re 21,11 iiti? Non mi pare che guerri21,lSj ieriarmati fino ai denti rienrtedì 1 ino in queste categorie.
idiGrsi Ora, nessuno vuole qui neD _ p, Itele buone ragioni e i diritti
i ha in ii palestinesi, come quelle
a salai agli israeliani. Ma c’è modo
estic; a »do di porli, di farli valere,
,,’eragl Itealizzarli. Mi sia consentiate);! idi ricordare che nell’imme;0, prd iato secondo dopoguerra
0; festiì indili riuscì a ottenere l’in1,18,4t, ipendenza dell’India dall’
edìegi bpero britannico con una
incheìPotta nonviolenta di massa,
a4eiia™|iguendo quindi un risulpolitico notevole senza
¡imento di sangue. Perciò ¡palestinesi non cercano
"fatelo stesso? Perché sacriicaie tante giovani vite di lofto^e figlie quando esistoB vie alternative alla violenza
allamorte propria e altrui?
Mentre per quanto riguarbil bisogno di sicurezza e
bpaura di abbandono e di
^lamento che tormenta e
[oscia Israele e gli ebrei, e
¡¡cui parla in un bel libro
una Nirenstein, un mobconcreto e incruento per
'parlo ed eliminarlo una
per tutte è quello di far
entrare Israele, se lo vorrà,
nell’Unione europea, in modo che non si senta più solo e
abbandonato in un contesto
geo-politico ostile. Quello
che invece non possiamo comunque accettare è il terrorismo, l’uccisione cioè di persone innocenti, inermi, indifese, dovunque e in qualunque modo si manifesti. Perché esso è la negazione di
ogni vita sociale, civile, libera, democratica.
-Ilei
ha il
ovedj
; sayal
ore
Paulel
21.15,
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17.15,
lì, mi
21,15|
DiOl
li
Uomo 0 robot?
Prendendo spunto dal tragico conflitto tra arabi e israeliani, molti sostengono che
tutte le guerre e gli orrori che
avvengono nel mondo siano
l’ennesima prova che Dio
non esiste, o al più che sia
morto. Insomma; un grandissimo abbaglio deU’umanità. A
tale considerazione è necessario controbattere affermando che l’uomo è una dualità,
metà angelo e metà demone.
Bisogna però riconoscere che
di tale dualismo spesso è la
parte peggiore che prevale.
Nel cuore dell’uomo infatti
abbondano l’egoismo, la cupidigia, l’invidia, l’odio, e altre esecrabili qualità, e ciò sin
dalla tenera età. E, dunque un
composto di bene e male.
Grazie a ciò, ha la facoltà di
giudicare e operare liberamente, secondo la scelta dettata dalla propria volontà. Se
fosse composto di ^olo bene,
non potrebbe fare altro che il
bene; se viceversa fosse cqmposto di solo male, non potrebbe fare che il male. Senza
il libero arbitrio, l’uomo sarebbe solamente un robot. È
chiaro, dunque, che di tutte le
sue malefatte, per evitare di
condannarsi da solo, accusa
Dio di essere l’artefice di ogni
male; oppure sostiene che Dio
non esiste; il che è ancora più
grave, giacché è come ammettere di essere lui l’unico responsabile di tutti i misfatti
che si commettono sotto il sole. Il fatto poi che ci siano stupidi fanatismi religiosi, idolatrie d’ogni tipo, falsi credi e altri inconcepibili inganni, è un
differente discorso.
Giampaolo Caria
Quarto Sant’Elena (Ca)
a cura di Ferruccio Corsani
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^ItnusjpF? ^ul''olta poco noto
vald,
troviamo, oggi
difesa G " complainte
lelläi' la che recava il sottotitogT0' tic tnourir (pre
ghiera prima del trapasso); fu
incisa dalla Corale di Torre
Pellice in un ormai esauritissimo Ip del lontano 1969.
Nelle chiese evangeliche italiane fu cantato per decenni
l’inno Oh, beati su nel cielo (già
presente nell’innario «Salmi e
Cantici» del 1879), Un americano, Robert Lowry, ritenne di
ricavare l’inno sacro da una
canzone popolare tedesca che
era d’ambiente rusticano, come
ci dissero giovani tedeschi ad
Agape. Nella famosa Scoria di
San Michele di Axel Munthe è
riferito come fatto abituale (credo intorno al 1900) che gli universitari svedesi canta.ssero per i
loro compagni defunti la lirica
oraziana Inceger vitae scelerisque
purus (naturalmente in latino:
non saprei etm quale musica).
Uno dei più sublimi canti
funebri è a mio parere quello
composto da ]. S. Bach per la
morte di Gesù: è il penultimo
brano (n. 67) della Passione .secondo Matteo; in esso il coro alterna alle frasi musicali dei .solisti un augurio dolce e sommesso
«Mein Jesu, mein Jesu, gute Nache». «Buona notte», è chiaro,
non c’entra nulla: «gute Nacht»
era a quei tempi un modo di dire affertuo.so c gentile per augurare al defunto «riposa in pace».
Mi disturba...
Mi disturba pensare che
posso esprimere le mie opinioni su qualsiasi conflitto
con implicazioni religiose o
razziali, meritandomi al massimo l’appellativo di razzista;
se però ricordo che il primo
kamikaze conosciuto è Sansone o che il primo ragazzino
che lanciava le pietre contro i
carri armati era il grande re
Davide, non sono solo razzista; sono antisemita, che evidentemente è qualcosa di
molto più infamante, quasi
diventassi ipso facto complice di Hitler e dei suoi epigoni.
Mi disturba pensare che questa differenza derivi dal fatto
che gli zingari eliminati in
campo di concentramento se
10 meritavano perché, si sa,
sono ladri, mentre agli ebrei
si rimprovera soltanto un
certo attaccamento al denaro. Mi disturba pensare che il
mondo occidentale accetti
abbastanza facilmente di far
pagare ai palestinesi le colpe
della Shoà. Mi disturba che
dal Vaticano l’azione diplomatica sembri aumentata da
quando nell’operazione di
repulisti israeliana è coinvolta Betlemme.
Mi disturba pensare che sia
così facile trasformarsi da
perseguitati in persecutori.
Mi disturba pensare che
qualcuno nel X>Q secolo e soprattutto dopo l’il settembre
possa ancora parlare, come
Sharon, di confini sicuri; che
paese ha confini sicuri dopo
che gli Usa, che si sentivano
11 paese più potente e sicuro,
tanto da avere minimi controlli al loro interno, ora sono
blindati e sono bastate poche
migliaia di morti per sospendere le garanzie costituzionali almeno per alcune categorie di abitanti?
Mi disturba pensare che
per attirare l’attenzione internazionale sia necessario attaccarsi una carica esplosiva
alla cintura o nello zainetto
per la scuola. Mi disturba
pensare che in Italia la sicurezza esponga i nostri nipoti
«soltanto» a morire di incidenti stradali o per droga e
non perché si trasformano in
bombe umane, sacrificando
la loro vita per un ideale che
però porta la morte su autobus, in discoteca o a uno di
quei posti di blocco sorti nel
loro paese da 40 anni per la
sicurezza di Israele.
Mi disturba pensare che è
questa stessa ansia di sicurezza che determina l’affermazione della destra prima in
Spagna, poi in Italia, ora in
Portogallo e i voti raccolti da
Le Pen, un politico che sembrava ormai fuori corso come
il franco francese. Mi disturba
pensare che se gli Usa, che
pure hanno armato Israele,
non hanno ancora dato il via
alla distruzione completa di
cittadine palestinesi sospettate di ospitare covi di terroristi,
forse questo dipende dal petrolio dei paesi arabi e dalla
volontà di Bush di trasformare l’Iraq in un nuovo Afganistan, in cui bombardano i loro
stessi alleati canadesi.
Mi disturba pensare che
nessuno di quelli che accusano gli altri di antisemitismo
abbia abbastanza fantasia da
immaginare che cosa direbbero e scriverebbero i media
di tutto il mondo se a Ramallah fosse assediato Sharon anziché Arafat, se le cittadine
macinate dai cingoli dei carri
armati fossero israeliane anziché palestinesi. Mi disturba
pensare all’integralismo islamico, ma mi disturba anche
l’integralismo sionista, cattolico o protestante. Mi disturba
pensare che Netaniahu stia
andando a raccogliere consensi nei paesi occidentali per
la politica di Sharon argomentando che in questo modo si diffonde la democrazia
fra quegli arabi incivili.
Mi disturba pensare che
molti daranno credito a questa prospettiva anziché al
monito di Michael Lerner,
rabbino americano, che da
Berkeley lancia un allarme:
attenti ai falsi amici di Israele,
non è vero che per non essere
antisemiti si deve sostenere la
politica di Sharon, perché
«finché non cesserà l’occupazione, la vita degli ebrei in
Israele sarà in pericolo».
Come vedete sono molte le
cose che mi disturbano e la
conclusione può essere che
sono proprio una persona
disturbata. Preferisco però
pensare al segnale di speranza che ci viene dal gruppo di
ebrei e arabi che hanno marciato fianco a fianco per portare alcuni camion di aiuti
alimentari a Jenin, non ora,
ma mentre era assediata dai
carri armati israeliani.
Giuliana GayEynard
Pinerolo
Diaconia valdese
Commissione Sinodale per la Diaconia (Csd)
La Csd avvia una selezione in vista
dell'assegnazione dei seguenti incarichi:
• Direttori/e di foresterie con competenze amministrative, gestionali e linguistiche proprie della conduzione ricettiva. Gli incarichi prevedono la mobilità nell'ambito delle foresterie affidate alla Csd con
assegnazione, dopo il periodo di prova, della sede
relativa al primo settennio e l'inserimento nei quadri della Csd.
• Segretaria/o di direzione, preferibilmente con diploma o titolo universitario e conoscenza lingue, in
grado di lavorare in autonomia e di gestire con efficacia i rapporti interpersonali. L'incarico, a tempo
pieno e con sede in Torre Pellice, prevede occasionali trasferte e l'assunzione, previo periodo di prova, nell'organico della Csd.
L'assegnazione degli incarichi può essere preceduta
da un periodo di formazione.
Le domande (manoscritte) con allegato curriculum
dettagliato vanno indirizzate entro il 31 maggio 2002
a: Csd Diaconia valdese - Via Angrogna 18 - 10066
Torre Pellice (Torino).
Per informazioni: stesso indirizzo - tei: 0121 953122
fax: 0121-953125 - e.mail; csd.diaconia@tpellice.it
m mmedltrice
claudmna
via Principe Tomaso, 1
Torino-tei. 011-6689804
fax 6504394
http://www.arpnet.it/-valdese/claudian.htm
POSTA
Occasioni di incontro
Ci riferiamo all’articolo di Libano Frattini e alla lettera di
Massimo Pagliai, recentemente apparsi su Riforma del 5 aprile, riguardo alla conferenza tenuta alla Spezia da Doriana
Giudici sul tema «La violenza può essere sconfitta?». La présidente della Fdei si è riferita al programma del Consiglio ecumenico delle chiese, che ha indetto il «Decennio contro la
violenza», e ha sottolineato che le chiese devono impegnarsi
ovunque la violenza si manifesti e per la costruzione di una
società più giusta, coinvolgendo il ruolo primario delle donne
e adoperandosi «perché si sviluppi una cultura del benessere
e non del bene-avere».
Proprio dall’esigua presenza delle donne e delle comunità
in genere, fatto incontestabile, Frattini ha rilevato nel suo articolo che le «cinque chiese protestanti di La Spezia non hanno
ancora trovato una capacità organizzativa comune» nonostante i pastori, come dice Pagliai, «si riuniscano da un paio
d’anni, per dialogare e confrontarsi su temi comuni che riguardano la testimonianza dell’Evangelo».
Senz’altro, la strada è sempre aperta avanti a noi e dobbiamo perseverare nel dialogo, ma dobbiamo anche essere consapevoli che le occasioni di incontro vanno sostenute e partecipate dai fratelli e dalle sorelle delle nostre comunità sia che
si tratti di appuntamenti ecumenici sia di manifestazioni organizzate come evangelici. Abbiamo infatti notato che le donne cattoliche erano presenti, mentre da parte evangelica c’è
stata una notevole defezione.
Rossella Saccomani, Anna Sinigaglia - La Spezia
Morire non è dolce
Sono una vostra abbonata, ho letto l’articolo sul n. del 12
aprile dal titolo «L’eutanasia in Olanda» e mi sono posta questa domanda: un credente in Cristo deve anteporre i principi
di laicità dello stato ai propri, che derivano dal voler aderire
all’Evangelo? È giusto davanti a Dio obbedire alle leggi fatte
dagli uomini e adattarsi alla cultura del XXI secolo piuttosto
che ai-suoi comandamenti? La Chiesa cattolica, proprio perché
riconosce il terreno della laicità come interesse di tutti, esprime e non impone il suo parere. È forse vietato proporre il proprio punto di vista per il bene collettivo in un paese democratico? All’autore dell’articolo (perdoni la mia presunzione) consiglio di leggere la lettera del medico Charbonnier pubblicata
su Riforma del 30 marzo 2001.
Ho personalmente assistito negli ultimi giorni di vita una
mia cognata di 50 anni, morta cinque mesi fa, affetta da un tumore diffuso alle ossa; per due anni sottoposta a chemio e radioterapia, non ha espresso una sola volta il desiderio di farla
finita. Mia madre, nove anni fa, aveva un tumore al pancreas
con dolori lancinanti, ha trascorso un mese in ospedale e uno
a casa, aveva tanta voglia di vivere, si è spenta serenamente
senza iniezione letale.
Il più delle volte la richiesta dei malati di farla finita può derivare dal fatto di voler «togliere il disturbo» ai familiari, oppure dal fatto che non si sentono amati abbastanza. II prof. Veronesi ha affermato, non molto tempo fa, che da quando è stata
approvata la legge che consente ai medici la somministrazione
della morfina ai malati terminali, per alleviare i dolori, non ha
più senso parlare di eutanasia. Secondo me si parla ipocritamente di «dolce morte», ma in realtà è un suicidio assistito
perché morire non è mai dolce.
Angela Barbato - Cascine Vica (To)
Una dizione infelice
Tutti gli anni ho l’abitudine di distribuire copie dei rendiconti otto per mille e poi qualche volantino di sollecito a sottoscrivere per la nostra Chiesa, soprattutto nei reparti ospedalieri dove sono stata ricoverata e dove so che c’è sempre una
risposta positiva.
Ma oggi, ricevendo con Riforma il volantino, sono rimasta di
stucco. Leggo: «La Chiesa valdese è una antica chiesa della
Riforma protestante di tradizione calvinista». Punto. E la Chiesa
metodista che cos’è, questa illustre sconosciuta? Forse è quel
che si dice una «cacazzella di mosca» e non vale la pena mettere
due parole di spiegazione in più, oppure c’è un imbarazzo per il
fatto che noi metodisti non siamo di tradizione calvinista?
Magari, qualcuno vorrà spiegare e (lo spero molto) anche
chiedere scusa ripensandoci per il futuro.
Febe Cavazzutti Rossi - Padova
Errata corrige
Due errori di battitura hanno distorto la comprensione
della lettera di L. Ribet «Amici lionesi visitano il Piemonte» (n. 18, p. 15): nella quarta riga, in luogo di «inaugurale» leggasi «culturale» e nella
quarta dal basso della prima
colonna, invece di «avevano»
leggasi «avevamo».
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PARTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
«L'anima mia s'acqueta
in Dio solo»
Salmo 62, 1
La moglie del caro
Romano Prassuit
di anni 69
profondamente commossa per la
grande dimostrazione di affetto ricevuta, nell’impossibilità di farlo
personalmente, ringrazia di vero
cuore tutti coloro che con preghiere, parole di conforto, scritti,
offerte e presenza hanno preso
parte al suo immenso dolore.
Un ringraziamento particolare
ai colleghi Aib di Angrogna e a
tutte le altre sezioni Aib della vai
Pellice, al corpo forestale dello
stato, ai vigili del fuoco di Luserna
San Giovanni, alla Croce Rossa
di Torre Pellice, ai pastori Davite
e Bouchard, alla dott.ssa Seves,
al personale medico e paramedico del Dea di Pinerolo.
Luserna San Giovanni
10 maggio 2002
I necrologi si accettano
entro le 9 del lunedì. Tel.
011-655278-fax 657542.
16
PAG. 16 RIFORMA
VENERDÌ 10 MAGGIO 2003
Un progetto 8%o presentato da un gruppo di donne protestanti facenti parte del Centro creato dal pastore Tullio Vinay
A Riesi, un progetto casa e famiglia per donne maltrattate
Negli ultimi anni il «Servizio cristiano» ha dovuto rispondere a molte richieste di accoglienza di donne sole, violate, maltrattate e in fuga. Sarebbe
quindi molto importante creare una casa di accoglienza gestita da un'équipe specializzata e in grado di ascoltare e accompagnare queste donne
NIANFREDO PAVONI GAY
IL progetto di cui parliamo
oggi è stato presentato alla
Chiesa valdese da un gruppo
di donne protestanti che fanno parte del centro «Servizio
cristiano» di Riesi. Si tratta di
un progetto rivolto alla popolazione di Riesi, un piccolo
paese siciliano in provincia di
Caltanissetta. Negli Anni Sessanta Tullio Vinay, pastore
valdese, poi eletto senatore
indipendente per il gruppo
misto, con un gruppo di giovani protestanti di tutta Europa fonda una comunità ecumenica a Riesi dove viene costruita una cooperativa agricola, un asilo per bambini e il
primo consultorio familiare
di tutta la Sicilia. L’economia
di Riesi, fino ad allora retta
sul caporalato e il sistema
mafioso, riceve una spinta
nuova. Anche i diritti sociali,
delle donne e dei bambini,
con ii consultorio e l’asilo, si
affermano in modo chiaro
per la popolazione di Riesi.
Il ruolo delle donne
neH'economia di Riesi
Un mese fa, il quotidiano II
Sole 24 ore dedicava un lungo
articolo sull’economia e lo
sviluppo di Riesi grazie al lavoro della comunità valdese
e l’appoggio delle chiese protestanti europee. Riesi è un
paese di 12.200 abitanti di cui
circa 6.440 sono donne. I
cambiamenti avvenuti nel
mercato del lavoro e la presenza di manodopera femminile nella nuove realtà occupazionali segnano un cambiamento importante rispetto alla tradizionale economia
Riesi: la casa che ospita i locali del Consultorio familiare
agricola dei decenni passati
in cui le donne ricoprivano
un ruolo di donna-madre.
Oggi molte donne a Riesi sono proiettate nel mondo del
lavoro con un ruolo sociale
che privilegia lo status di lavoratrice rispetto a quello di
casalinga.
L'immigrazione dall'Est
Altro fenomeno nuovo è
caratterizzato dall’immigrazione di giovani donne provenienti soprattutto dall’Est Europa, in possesso di permessi
di soggiorno turistici. Questa
condizione è accompagnata,
come noto, da rischi di emarginazione e disagio sociale.
Per questo le donne evangeliche di Riesi hanno pensato di
proporre un progetto che
preveda una struttura idonea
all’accoglienza di donne sole
o con figli, che possano trovare un punto di riferimento
abitativo e un ambiente sociale adatto a sostenerle per
un periodo di difficoltà e ad
aiutarle a ritrovare una propria autonomia attraverso un
progetto di reinserimento sociale e relazionale.
Questo progetto nasce anche dopo un’attenta lettura
del territorio di Riesi e in generale della provincia di Caltanissetta che risulta totalmente priva di strutture di accoglienza articoiate attraverso un percorso formativo e
riabiiitativo completo. Il progetto è dunque di tipo sperimentale poiché prevede non
solo di fornire vitto, alloggio e
ospitalità, ma anche di creare
una comunità residenziale
dove l’esperienza di condivisione e il sostegno affettivo,
possano garantire un percorso di crescita e di maturazione delle persone accolte.
Gli obiettivi
Obiettivi del progetto sono
dunque:
- offrire un’immediata accoglienza a donne in difficoltà;
- elaboraré progetti educativi finalizzati a promuovere
e favorire l’autonomia personale;
- offrire attraverso l’apertura di uno sportello informativo la consulenza necessaria nei casi di violenza, separazioni, permessi di soggiorno.
Il progetto si volge a donne:
- che abbiano difficoltà di
inserimento sociale;
- che siano a rischio di emarginazione, di isolamento,
di violenza e abuso, di prostituzione, di delinquenza, devianza e sfruttamento;
- che si trovino in condizione psicologiche disagiate
e presentino difficoltà relazionali.
V
Í?*
L'azione del «Servizio
cristiano»
Il «Servizio cristiano» di
Riesi, in questi anni, ha dovuto rispondere a una grande
quantità di richieste di accoglienza di donne sole, violate,
maltrattate e in fuga. Per
questo è ritenuta fondamentale l’istituzione di una casa
di accoglienza gestita da una
équipe specializzata e in grado di ascoltare e accompa
Uno scorcio del Monte degli ulivi,
gnare queste donne. In molti paesi europei le chiese protestanti, che sono la maggioranza, gestiscono direttamente centri di aiuto e di
prevenzione e la comunità
valdese di Riesi intende impegnarsi in questo servizio di
cura e prevenzione. Si tratta
dunque di un progetto non
solo di assistenza sociale ma
che è portatore della difesa e
della promozione dei diritti.
Nel 1976, a Bruxelles, si
riunì per la prima volta il Tribunale internazionale sui crimini contro le donne, a cui
parteciparono circa 2.000
donne che provenivano da
diverse parti del mondo: quel
tribunale elaborò un rapporto in cui il concetto di crimine contro le donne veniva inteso nel suo significato più
ampio. La Corte penale inter
sede del «Servizio cristiano»
nazionale ormai parla della
tratta come di un vero e proprio delitto di schiavitù. In
Italia, vale la pena di ricor-'
darlo, il Dipartimento perle
pari opportunità, nella scorsa
legislatura, ha ottenuto che
nella legge sull’immigrazione
(legge Turco n. 40) fosse inserita una norma di protezione
per le donne che decidono di
sottrarsi ai trafficanti.
Nonostante una maggior
attenzione giuridica la violenza contro le donne è in
aumento; in particolare è in
aumento lo sfruttamento sessuale dovuto anche al grande
divario economico che attraversa il mondo. Per questo,
oltre a un’azione giuridicae
penale, è fondamentale un
intervento sociale ed educaivo che si ponga l’obiettit
della prevenzione.
IL TUO
Al VALDESI, SPESO AL
100%
PER SOSTENERE CHI HA BISOGNO.
CHIESA EVANGELICA VALDESE (UNIONE DELLE CHIESE METODISTE E VALDESI)
GESTIONE DELL’OnO PER MILLE (OPM) ANNO 2001 (DICHIARAZIONI DEL 1998)
RENDICONTO SULL’ASSEGNAZIONE DELL’OPM DEL 1997 - IMPORTO TOTALE INCASSATO NEL 2001: EURO 4.060.444,98
RIPARTIZIONE PROGEHI OPM 2001
Spese gestione 7.12% Copertura deficit 2000
1 valori sono espressi in Euro bV / Spese progetti W / \ in ttaiia ^ ^ ) 61,92%
Entrate
Somme riscosse da Ministero 3.906.076,74
Interessi e sopravvenienze 154.368,24
Totale Entrate 4.060.444,98
Uscite
Spese progetti in Italia 2.521.013,19
Spese progetti Estero 1.092.623,92
Spese gestione 289.828,72
Copertura deficit 2000 167.981,11
Totale Uscite 4.071.446,95
Deficit 2001 -11.001,97
PROGETTI OPM ITALIA 2001
Bambini e giovani
24,75%
Cuitura, pace e diritti umani
14,95%
Occupazione,
assistenza sociaie
7,11% e carceri
Rifugiati, migranti e nomadi
7,44%
ITALIA
Anziani e sanità 1.153.284,52
Occupazione, assistenza sociale, carceri 179.245,80
Cultura, pace e diritti umani 377.013,54
Bambini e giovani 623.995,48
Rifugiati, migranti, nomadi 187.473,85
TOTALE 2.521.013,19
PROGEHI OPM ESTERO 2001
Azione e sviluppo sociale
13,02%
Sviluppo agricolo e lavoro
38,20%
Bambini e gW«
28,25%
ESTERO
Bambini e giovani
308.624j^
Azione e sviluppo sociale
142.283^
Sviluppo agricolo e lavoro
417.33M9_
Diritti umani
84.692¿i.
Sanità
139.684^
TOTALE
1.092.623,92
I PARTNER INTERNAZIONALI che assicurano la progettazione, l’esecuzione dei programmi di intervento e il controllo in loco sulla
destinazione dei fondi sono i seguenti. HEKS-EPER: Organizzazione di assistenza della Chiesa riformata svizzera; CEvAA: Comunità
evangelica di azione apostolica con sede a Montpellier; AGRA: Organizzazione italiana non governativa che opera in Africa e in
America Latina con progetti di sviluppo rurale; COSPE; Organizzazione italiana non governativa che opera in Africa e in America
Latina con progetti di sviluppo; CISV: Organizzazione italiana non governativa che opera in Africa e America Centrale e Latina con
progetti di sviluppo; AIDROM; Organizzazione diaconale ecumenica ortodossa e protestante che opera in Romania.
Per informazioni:
tei. 064815903
email: 8xmille@chiesavaldese.org
www.chiesavaidese.org
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