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DELLE
Quindicina!e
deila Qiiesa Valdese
■' Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e latevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
if\nno LXXXin — Num. 11
Una copia L. 20
ABBONAMENTI
Í
Eco: L. 600 per l’interno Eco e La Luce; L. 1000 per l’interno [ Spedi*, abb. postale II Grappo
.. I W A ^{^f\_____1^___a____ 1 ___Bivev TCva
L. 1000 per Testerò
Le 1600 per l^estcro ¡ Cambio d^indirizzo Lire 30,
TORRE PELLICE — 22 Maggio 1953
Ammin. Claudiana Torre Pelliee -C.C.P. 2-17557
SOmA DOVE VUOLE
Appunto: soffia « dove » vuole e
non dove vogliamo noi. Di più ancora : soffia « come « vuole e non come
vogliamo noi.
Questa caratteristica dello Spirito
Santo, così chiaramente indicata da
Gesù nella risposta a Nicodemo, non
è mai abbastanza meditata.
Soffia dove vuole, lo Spirito, non
dove vogliamo noi. Noi cerchiamo di
imbrigliarlo, di catalogarlo, di definirlo, di classificarlo come una qualsiasi specie zoologica, o come una
dottrina fra le tante altre, u La dottrina dello Spirito Santo »! Se ne
parla e se ne scrive a volte con troppa facile sufficenza, adottando una
])osizione di critica che mal si addice al carattere soprannaturale di questa manifestazione di potenza divina
nel mondo. Oppure non se ne parla
allatto, adottando un atteggiamento
(li benevolo agnosticismo .suggerito
lor.se da una certa diffidenza provocata da morbose e poco edificanti
forme di suggestione religiosa.
Ma lo Spirito tuttavia soffia e noi
non ne udiamo il rumore perchè le
nostre orecchie sono attente ad altri
rumori o sono disturbate dal suono
di voci die cercano di sopraffare
quella dello Spirito. Sono forse armonie più moderne che meglio si
confanntì con lo spirito nostro accomodante o che cullano in dolce suono la coscienza che facilmente si lascia cosi addormentare.
lai voce dello Spirito Santo è diversa. E’ come il suono di mille voci
che jiarlano una lingua sconosciuta
che il mondo non può dare e non
può ricevere. Appunto perchè soffia
dove « vuole » non dove pensiamo
che debba soffiare e da quella parte
lo attendiamo.
Non soffia lo Spirito sempre nelle
aule delle Scuole di Teologia. Non
soffia nemmeno nelle Chiese bene organizzate con le loro ordinate funzioni in determinate ore e di limitata durata. Non soffia sempre a traverso la parola di predicatori che anziché ricercare la potenza dello Spirito si preoccupano di rispettare i
(( sacri » dettami della omiletica o le
scialbe suggestioni di una morale cristiana priva di forza, o le elucubrate
teorizzazioni di una spiritualistica
astratta.
Quando lo Spirito soffia ed investe
una creatura, questa ne è tutta pervasa si da essere trasformata come
per una nuova generazione. Non
drammatizziamo neppure; non sempre si verifica una Pentecoste ed è
forse vano attendersi che lo Spirito
soffi di nuovo in modo così potente
oggi come allora. E’ certo però che
oggi si fa poco conto della Terza persona della Trinità e la si considera
troppo come già scontata in tutte le
manifestazioni religiose. Ci si limita
— nelle cose religiose individuali e
cftiléttivèM n# tmd ■dh-or
dinaria amministrazione, senza troppa vivacità, senza mordente, senza
vita. Gesù aveva ordinato ai Discepoli di « aspettare la promessa del
Padre ». Attendere per ricevere potenza, chiarezza di visione, efficacia
Pentecôte 1953
Les Présidents du Conseil oecuménique des Eglises ont adressé le
message suivant aux Eglises membres: ^ j p ;•
”En notre qualité de présidents du Conseil oecuménique des Eglises, nous saluons à nouveau les Eglises membres du Conseil et demandons à leurs paroisses et à leurs membres de s’unir de tout leur coeur
dans la prière pour l’Eglise Universelle, confiants dans la promesse de
notre Seigneur, selon laquelle le Père céleste donnera l’Esprit Saint a
ceux qui le lui demandent.
”Au moment où, en ce dimanche de Pentecôte, nous célébrons La
première effusion du Saint-Esprit sur l’Eglise du Christ, rappelonsnous spécialement la parole de saint Paul: ”11 y a diversité de dons,
mais il n’y a qu’un même Esprit”. Ces mots définissent un caractère
essentiel de l’Eglise et de son unité, un caractère qui est un don de
Dieu. Il y a dans l’Eglise du Christ une merveilleuse diversité. C est
une des joies de notre communauté oecuménique que de découvrir la
multiple richesse de l’oeuvre de Dieu parmi les hommes. Nous sommes
amenés à apprendre beaucoup les uns des autres; iwus sommes inspirés par le zèle des Eglises qui remplissent leur mission d évangélisation
et par le courage de celles qui rendent leur témoignage maigre la persécution. A mesure que notre communion devient plus authentiquement universelle, nous devons être enrichis par les divers dons spirituels que Dieu a accordés à chacun des membres de sa famille afin
(¡u’ils les partagent avec tous les autres. , , i- j
’’Mail cette diversité n’est pas le dernier mot. Au-dela et au-dessus
de la diversité il doit y avoir Vunité. S’il est vrai que tous les dons spirituels manifestés dans l’Eglise Universelle tirent leur origine et leur
U'rce de l’action du seul et même Esprit Saint de Dieu, ils ne s exercent pourtant avec une pleine efficacité que s’ils opèrent dans une communauté au sein de laquelle toute dwision est surmontée par l Unité
du Christ. Nous marchons en communion les uns avec le autres, mais
nous devons aussi prier pour cette communion parfaite que nous ne possédons pas encore. Soumettons-nous au Saint-Esprit afin que nos Eglises
et nous-mêmes soyons renouvelés et que nous soyons en mesure non
seulement de rester ensemble, mfs aussi de progresser
que nous puissions ainsi rendre dans le monde, qui en a si grand beLin, un témoigiuige commun au Christ notre unique Sauveur, a Sa
^''''''’%rioZ!lT7e dimanche de Pentecôte, pour la venue de l’Esprit
sur toutes les Eglises, partout dans le monde. Prions pour qu il nous
soit donné à tous d’apprendre à vivre toujours plus etroitement dans
la communion du Saint-Esprit . AtV,„n!i<rnr!ia
Les présidents du Conseil oecuménique des Eglises. Athéna oras
de ThyaGre, Eivind Berggrav, Marc Boegner, Geoffrey Cantuar, Sarah
Chakko, .John R. Mott, G. Bromley p j Q^nève).
di comunicazione. Questa attesa è
angosciosa, snervante quando si prolunga troppo. Meglio è fare qualche
cosa, come Saulle, visto che il Profeta tarda all’appuntamento. Non
c’è ragione perchè tardi così... Tutte
le condizioni per riceverlo sono state osservate. Proprio?... Ed allora
procediamo pure: ma non lamentiamoci se il risultato sarà meschino, se
questo operare apparirà privo di forza, se il sale avrà perso il suo sapore...
Perchè, attendere con fiducia vuol
dirè credere nello Spirito Santo, credere nella promessa del Padre; vuol
dire sentire il bisogno’ di questo Spirito che nessun trattato, nessun insegnamento umano può dare ma è
così indispensabile ad ogni manifestazione cristiana che voglia chiamarsi tale; vuol dire invocarlo con
tutte le forze, chiederlo come « poveri in ispirito » come mendicanti
della Grazia, sapendo e credendo
che « il Padre nostro che è nei cieli
darà lo Spirito Santo a quelli che
glie lo chiedono ». Ma bisogna chiederlo ogni giorno perchè, come la
manna nel deserlo, può corrompersi.
Ma chi è in (juesta posizione sa
anche che lo SpiritO'^uò trasformare
la sua esistenza, il sùo modo di pensare ed il suo modo d,i agire nella vita e nella Chiesa. Appunto perchè lo
Spirito soffia dove vuole e come vuole e cerca solo la gloria di Dio.
Piuttosto che a Torre Pelliee può
soffiare a Flori^ia ,® a Carlentini nelPestremo limite‘^lla^pènisòla. Può
soffiare in modo diverso da quel che
ci attendiamo... Lo Spirito è libero,
è rivoluzionario; stiamo in ascolto
per avvertirne il suono ed il modo.
Poiché se non lo avvertiamo siamo
spenti, siamo come coloro che non
hanno più orecchie per udire.
Ma lo Spirito soffia... Lasciamolo
soffiare liberamente e non erigiamogli contro le barriere dei nostri pregiudizi, dei nostri sistemi» della nostra mentalità borghese, della nostra
pigrizia. Lo Spirito è movimento, è
dinamica. Quando soffia suscita la
reazione dell’Avversario, suscita lotta, combattimento. E’ la spada che
Gesù è venuto a portare sulla terra
e fino alla Sua venuta questa spada
— che è la Parola di Dio — deve essere maneggiata con vigore, con efficacia.
Altrimenti lo Spirito soffierà là dove potrà scatenare le forze che strapjteranno dalle loro comode posizioni
le Chiese che chiudono la porta allo
Spirito che soffia. E forse è già all’opera in questo senso.
A. Bensì.
Corsi di cultura
religiosa
La Tavola Valdese ha deciso che
anche quest’anno saranno tenuti corsi di cultura religiosa in Torre Pellice dal 3 al 22 Agosto p. v.
Tali corsi intesi alla formazione di
anziani evangelisti, sono aperti a tutti coloro che desiderano arricchire le
loro conoscenze in campo religioso.
Vertono sulla storia ecclesiastica,
sulla dogmatica, .sull’esegesi, .suli’omiletica, sulla polemica, sulla pedagogia religiosa, sulla pastorale.
I partecipanti al Corso possono essere ospitati al Convitto di Torre
Pelliee a condizioni favorevoli.
Per chiarimenti ed iscrizioni rivolgersi al pastore Alberto Ricca, 49,
Via Serragli, Firenze.
mi l RACIONE
MARCO
RICCA
E’ invalsa la consuetudine di considerare come indipendenti, per non
dire antitetici, il campo della ragione e quello della fede.
La fede arriva ad intuizioni di cui
la ragione non è capace e sovviene
alla naturale limitatezza dell’attività speculativa dell’uomo: in questo
senso si parla della fede come di una
facoltà superiore, in quanto è la sola che glossa mettere in contatto l’uomo con Dio, la creatura con il Creatore.
Ma poniamo mente al significato
che la fede ha in campo teologico ed
ai riflessi che essa esercita da un punto di vista psicologico; consideriamo
cioè in che cosa consista la fede ed
in che modo essa possa sussistere come tale.
Primo punto da considerare è il
significato teologico della fede: essa
equivale a fiducia in Dio quale esso
si rivela nella Bibbia, e non in una
creazione della nostra fantasia alla
quale conferiamo gli attributi della
divinità; accettazione quindi di una
verità che ci è data ed alla quale in
quanto uomini non potremmo arrivare. In questo senso la teologia reputa vano ogni sforzo speculativo
volto al raggiungimento della Verità
se Essa non si rivela: quindi inefficienza della Tagione e potenza (Mia
fede.
Da un punto di vista psicologico
poi, la fiducia in Dio si traduce nella obbedienza ai suoi comandamenti, come logica conseguenza di una
legge naturale e non circoscritta nei
limiti dell’etica evangelica. La fede
umana in una qualsivoglia divinità
esprime anzitutto la convinzione dell’uomo di avere nella divinità una
norma di vita che egli accetta coscientemente giacché la reputa una
base verace, un fondamento sicuro
su cui edificare la propria esistenza.
Quindi l’atteggiamento più logico e
coerente dell’uomo di fede è l’obbedienza talvolta cieca (vedi Abramo)
che diventa poi istintiva, immediata
quanto più la fede sarà viva ed operante.
Gonsideramo ora come la fede [tossa esistere. Si sente comunemente dire che essa ammette cose che la ragione non può ammettere, e non ci
si rende conto che la fede stessa non
|)uò esistere se la ragione non reputa
logico l’oggetto della lede. Essa è sì
fiducia, abbandono sereno dell’uonio, in Dio, ma quanti di noi crederemmo che il nostro Dio è un essere
incosciente e finito? Nessuno, perchè sarebbe una cosa illogica.
Inoltre la teologia stessa è fondata su principi conformi alla nostra
logica, perchè non è possibile avere
una intuizione e non inquadrarla
nella razionalità: infatti nello slancio mistico jjrojtrio della fede [»artecipa lo s|)irito nella sua pienezza,
giacché esso esiste « in toto » e non
si [)uò scindere in frazioni. La teologia dà ragione dei grandi problemi
della vita e le soluzioni che essa prospetta ci appaiono rigorosamente logiche; dopo tutto è logico che a Dio
si contrapponga il Male, perchè l’Amore Infinito non può esistere se non
c’è la negazione dell’Amore stesso,
cioè il Male: è logico che sia avvenuta la creazione del mondo perchè
una forza ha bisogno di esplicarsi,
di concentrarsi per essere tale: se
Dio è Amore, Egli ha bisogno di amare. E così via. La mente umana
dà quindi una spiegazione a tutto;
la fede non potrebbe librarsi nel cielo delle mistiche intuizioni se non
credessimo di poter comprendere il
senso e il valore delle cose in cui si
ripone la nostra fede. Fede e ragione sono dunque inscindibili; ma a
questo punto si potrebbe osservare
che se ia fede è strettamente legata
alla ragione, ogni grande pensatore
deve essere uomo di fede: tale era
infatti Aristotele che credeva in mi
dio astratto, disgiunto dal mondo
degli uomini, tale è anche il materialista dei nostri giorni il quale ha
fede nella possibilità che il mondo
possa esistere, anche senza l’intervento di mia mente regolatrice e trascendente. Certo questi ed altri pensatori non hanno avuto come oggetto della loro fede il Dio della rivelazione biblica, ma la cosa non ha importanza in questa sede, dal momento che si vuole solo dimostrare l’inscindibilità della fede come stato di
animo dalla ragione e l’inconsistenza di una pretesa superiorità della
fede sulla ragione. Infatti se la fede
può esistere solo se c’è la ragione,
perchè dovrebbe esserle superiore?
Sarebbe forse azzardato voler identificare l’una cosa con l’altra, quantunque si tratti di due attributi di
un’unica sostanza, la mente, che ha
come scopo la conoscenza.
Dio ha punito chi voleva mangiare dell’albero della conoscenza del
Bene e del Male, ma ha altresì proinèssò “che neH’aldilà ’ « conosceremo » Iddio. Sete di conoscenza: causa dell’umano travaglio ma promessa divina, anelito dell’umanità, che
in essa ha la ragione della sua vita.
Il caso d’Avola
I lettori dell’Eco delle Valli Vaidesi ricordano certamente le varie
vicende di questo « caso ». Nel marzo 1951 il pastore valdese Franco
Sommani (Pachino), accogliendo
l’invito di un gruppo di fedeli ad Avola (Siracusa), apriva, in quella località, un locale di culto. In un primo tempo egli potè svolgere la sua
attività senza incontrare forti opposizioni; ben presto però la reazione
fu decisa ed aperta ed il pastore Sommani venne diffidato dal continuare
la sua attività, in quanto egli non
aveva chiesto, e tantomeno ottenuto,
la autorizzazione all’apertura di detto locale di culto.
II pastore F. Sommani si appellò
all’art. 19 della Costituzione, ma la
autorità competente ritenne di dover, anche in questo caso, ribadire la
sua ben nota tesi, in conformità alle
istruzioni del Ministero dell’Interno
e cioè che: « per tale norma di diritto non è ancora stata approvata la
legge che ne regoli e disciplini l’os
servanza )>.
Ben nota tesi, dicevamo, che afferma valida per tutta la legislazione dei culti ammessi, la regolamentazione fascista, anche se in contrasto con l’art. 19 della Costituzione.
Poiché il pastore F. Sommani non
ottemperi) alla diffida, venne denunciato all’autorità giudiziaria e il pretore di Avola, con sentenza 11-3-1952,
assolveva l’imj)utato, ma la Procura
della Repubblica avanzò ricorso per
cassazione. La Corte di Cassazione,
a quanto riferiscono La Stampa e la
Gazzetta del Popolo, ha preso in esame il ricorso e confermato la sentenza del pretore di Avola, mandando definitivamente assolto il pastore
Franco Sommani.
Non conosciamo ancora il testo
della sentenza; è quindi, per ora,
semplicemente una notizia di cronaca, iwn più nera, per una volta tanto l
2
L’ECO DELLE VALU VALDESI
CORRIERE SUD-AMERICANO
Le Chiese Evangeliche in Cile
In Italia e in Europa in genere si
ila, mi pare, l’errata impressione
che l’America Latina sia un continente interamente cattolico, mentre
la realtà è assai diversa e praticamente in tutti i paesi latino-americani esiste una minoranza protestante attiva. Cile è il paese in cui tale
minoranza è particolarmente numerosa : gli evangelici costituiscono almeno il 5% della popolazione e c’è
chi, contando tutti quelli che sono in
contatto con il movimento evangelico anche senza essere membri di una
chiesa, arriva ad indicare il 10%. La
stessa Chiesa cattolica d’altra parte
avrebbe ammesso — secondo quanto
mi è stato detto — che i cattolici praticanti non superano il 15% della popolazione totale.
I pentecostali
Almeno la metà della popolazione
evangelica del Cile è costituita dai
Pentecostali. Questi si dividono in
due rami, uno dei quali è particolarmente turbolento e produce spesso
delle « iglesias callampa » o « chiese
fungo » che sorgono dalla sera all’indomani, si suddividono si riuniscono e dispaiono con sconcertante
velocità. Di qui è nato un movimento
che vuol imitare 1’« Esercito della
Salvezza » ma non offre le stesse garanzie di disinteresse e serietà.
Alcuni gruppi pentecostali si prestano alla critica per il carattere eccessivamente rumoroso e disordinato
delle loro riunioni, in cui si producono fenomeni che fanno pensare all’isteria e non allo Spirito Santo. In
altre chiese invece il culto è più ordinato ed edificante e vi si alternano
discorsi, preghiere e canti; sulle prime ci si stupisce al vedere un’assemblea di mille o duemila persone tutte in ginocchio per la preghiera o
subitamente in piedi e con le braccia
alzate al cielo e gridando « Alleluia », ma quando si vede l’espressione convinta e sincera della maggioranza dei presenti lo stupore svanisce e non resta che constatare il
fatto che i Pentecostali son riusciti a
conquistare molte anime a Cristo , e
ad aprire una breccia proprio dove
le chiese « benpensanti » erano state
respinte, vale a dire tra gli operai,
tra i braccianti, tra i proletari. Essi
sanno anche — a parte i casi di eccessi — dare alle loro manifestazioni
religiose il carattere popolare che
permette agli umili ed incolti di trovarvi qualche cosa che risponde al
loro grado di cultura, mentre spesso
le nostre liturgie e i nostri inni sono
per le persone meno istruite come
dei bei poemi ermetici.
Ricordo le espressioni di entusiasmo con cui un collega metodista raccontava di aver assistito alla manifestazione conclusiva di una gran riunione pentecostale tenutasi in una
città al sud di Santiago: centinaia e
centinaia di fedeli avevano formato
una colonna compatta lunga otto isolati di case; gruppi di fedeli della
campagna erano venuti a cavallo e
si erano ordinati in testa e in coda
alla colonna, nella quale si intercalavano due o tre bande che guidavano
la moltitudine nel canto degli inni:
autentici inni evangelici, ma col ritmo alterato spontaneamente dalla
folla, in modo da farli somigliare
stranamente ai canti popolari degli
« indios ». In questo modo l’Evangelo è annunciato al popolo col suo
proprio linguaggio e con la sua propria modalità, senza peraltro sacrificare minimamente la purezza della
dottrina.
I problemi del vino e del giuoco
(Cile è il paese più alcoolizzato d’America e forse del mondo) sono affrontati in modo radicale, e l’operaio che si converte deve rimmciare
ai suoi vizi e spesso con quel che risparmia da questo lato riesce a far
studiare i figli. Come si comporta
questa seconda generazione, colta,
in una chiesa di illetterati? Il problema non deve essersi ancora presentato in forma grave, dato che il
movimento pentecostale in Cile è relalivamente giovane, ma mi si dice
che vi sono già diversi intellettuali
pentecostali che lavorano attivamente nella loro chiesa.
Ho letto in un giornale cileno la
espressione « discorso da pentecostale » per indicare un parlare stravagante e sconclusionato, ma d’altra
parte ho anche saputo che gli studenti del 2“ anno di Medicina di
Santiago si son costituiti in società
per un’opera sociale nei bassifondi e
le loro indagini, evidentemente imparziali dal punto di vista religioso,
rivelano che in quei luoghi non vivono gli evangelici: ci vanno sì a
predicare ma, pur appartenendo alla
stessa classe sociale degli abitanti
dei bassifondi, essi non vi rimangono mai, anzi, appena accettato l’Evangelo, tendono a migliorare. E’
una testimonianza degna di nota.
Opere sociali
Il metodo dei Pentecostali si è
esteso alle volte anche ad altre chiese, specialmente ad alcune comunità metodiste, dove ci si inginocchia
per pregare e dove l’Assemblea approva le parole di chi presiede con
degli « Amen » ed « Alleluia » ad
alta voce. Ma son piccole differenze
esteriori, di modo che non mi dilungherò a parlare delle Chiese evangeliche conosciute anche in Italia, come la metodista e la batttista. La
Chiesa Presbiteriana è, se non erro,
la più antica in Cile, con oltre un secolo di vita ed è straordinariamente
somigliante alla nostra, in quanto a
organizzazione. L’unica differenza
che mi abbia colpito è la netta separazione che esiste in questa chiesa
tra i ministeri di anziano e di dia
cono: questi ultimi sono incaricati
della beneficienza, mentre i primi
sono veri e propri! pastori laici; nel
la Chiesa Centrale presbiteriana di
Santiago il ministero pastorale è eser
citato da im anziano; nei nostri con^
cistori in Uruguay la differenza tra
anziani e diaconi e praticamente a
bolita e ci si domanda se non sareb
he un bene che su questo punto se
guissimo più da vicino l’esempio del
la Chiesa presbiteriana.
Le varie chiese evangeliche, del Ci
le sostengono diverse opere sociali o
di beneficienza. Ricorderò in primo
luogo « E1 Vergei ». Il nome vuol
dire « frutteto » ed è ima proprietà
di 150U ettari a 600 km. al sud di
Santiago. Lo sfruttamento di questa
proprietà deve permettere il mantenimento di una scuola d’agricoltura.
Una gran parte del lavoro che si
svolge a cc E1 Vergei » è lavoro di
esperimentazione e l’istituzione è sotto certi aspetti meglio attrezzata che
le stesse stazioni di agricoltura sperimentale dello stato. Da questo,
ft E1 Vergei » ricava una fama ben
meritata, ma succede che l’attenzione prestata al lavoro propriamente
agricolo fa dimenticare a volte ai dirigenti lo scopo deU’opera che è, come dice lo statuto, « far conoscere
Cristo al popolo del Cile, fortificare
la chiesa nelle zone rurali, vegliare
affinchè si applichino i principi! e lo
spirito di Cristo nella vita rurale... »
Un lavoro interessante realizza in
Santiago la Istituzione Eweet. Fondata dalla famiglia di questo nome,
come scuola di ’preparazione per
aiutanti di parrocchia, si è poi estesa ed in parte trasformata in un’opera sociale a favore di madri operaie
che possono portare i loro biiubi da
un mese d’età a 5 anni all’Istituzio
ne dove, durante le ore di lavoro,
i piccoli sono custoditi, lavati, nutriti da personale specializzato. Attualmente l’Istituzione può ospitare,
durante il giorno, circa 80 bambini
ed è il solo istituto in tutto Santiago
che compia un’opera di questo genere. Fondata nel 1926 fu distrutta
completamente, pochi anni or sono,
da un incendio accidentale e solo
adesso ha potuto riparare i suoi danni e riprendere una marcia ascensionale.
Tra le istituzioni di carattere sociale dovremmo menzionarne molte
altre che non abbiamo potuto visitare ; ricorderemo solamente una Maternità patrocinata dalla Chiesa presbiteriana e molto apprezzata, tanto
che la sua direttrice è stata insignita
recentemente di un’alta onorificenza
cilena.
Caratteri
del Protestantesimo Cileno
Un articolo a parte meriterebbe
l’opera meravigliosa (che purtroppo
non abbiamo potuto visitare) che le
missioni metodista e, specialmente,
anglicana compiono tra gli « indios » araucani che vivono nel sud
del Cile.
Dopo poche settimane di permanenza nel paese non posso certo
esprimere un giudizio sul protestantesimo cileno; posso solamente cercare di indicarne alcuni caratteri:
quelli che le circostanze mi hanno
permesso di individuare.
In primo luogo bisogna dire che
qui, come dappertutto, il protestantesimo soffre per le sue divisioni. Esiste una certa collaborazione e un
certo spirito ecumenico tra alcune
chiese, ma altre, specialmente le più
popolari, si dividono, suddividono e
Notìzie dall'Uruguay
Il Mensajero Vaidense del 15 aprile è
consacrato in buona parte alla inaugurazione (dedicaciòn) del tempio di Alférez (Uruguay). Il pastore Ernesto Tron, in una
vivace corrispondenza, informa i suoi lettori intorno a questo atto solenne e coglie
l’occasione per ricordare la storia di questa
colonia valdese, una delle più giovani della
fiorente famiglia uruguayana.
Non sarà discaro anche ai nostri lettori
se spigoleremo qualche dato di questa interessante pagina di storia valdese.
Nasce una colonia
Bisogna dunque risalire al 1939: la
« Estancia » — La Orfilita — è messa in liquidazione: circa 4.500 hettari di terreno.
La Commissione Valdese di colonizzazione
è interessata della cosa; le condizioni per
un eventuale acquisto sono vantaggiose, ma
la distanza da Montevideo (234 Km.) la natura del terreno suscitano parecchia perplessità e subentra allora nelle trattative
una società locale che fraziona il fondo e
comincia a vendere dei lotti. E’ solo con la
fine del 1940 che il signor Umberto Gönnet
e suo fratello Alfredo gettano le basi della
colonizzazione valdese, impegnandosi all’acquisto di 2 lotti.
Il 7 febbraio 1941, 6 uomini, arditi e fiduciosi, Umberto, Alfredo, Raoul Gönnet,
Lauro Ollvera, Daniele Pons, Antolin Morales, prendono possesso del loro terreno;
nasce la cofonia! I coloni si accampano, è
questo il termine preciso, sul terreno; niente casa, nessuna strada, nessun albero; tre
giorni è durato il loro viaggio; portano con
sè gli strumenti del lavoro, il loro bestiame.
Si mettono al lavoro ; sono tempi difficili; il lavoro non rende; la colonia non prospera; da Artilleros, da Tarariras, da Cosmopolita si chiedono informazioni, si viene a vedere e si riparte delusi. Ma i nostri
coloni non « mollano »: giungono i familiari; il primo rancho sorge.
Ma era una comunità
L’archivio familiare che il signor Umberto Gönnet ha messo a disposizione del pastore Ernesto Tron, tra i molti documenti
preziosi per lo storico della Colonia, uno
ne contiene, sgualcito e ingiallito; una modesta pagina di carta: la pagina di un diario: il diario dei primi coloni. Il Mensajero
¡’ha riprodotta integralmente; ci si permetta di tradurla fedelmente:
« In Rocha, zona Costa di Alferez ci siamo riunili, il 31 agosto 1941, quanti ci tro
viamo in questa zona, per rendere il nostro
culto a Dio; erano presenti le seguenti persone: Umberto Gönnet, Elvira B. de Gönnet, Raoul Gönnet, Hilda C. de Gönnet,
Alfredo Gönnet, Lauro Allio, Hilton Tourn,
Norma Baridon e le bambine Alba Helmi
Gönnet e Nilia Gönnet. Il culto ha avuto
principio con la invocazione, poi abbiamo
cantato l’inno n. 2; Raoul Gönnet ha quindi letto il capitolo 5 degli Atti e innalzato
a Dio una preghiera; poi abbiamo cantato
l’inno n. 106; poi abbiamo ascoltato una
meditazione di Umberto Gönnet sopra il
V. 15 del capitolo letto prima; infine abbiamo cantato l’inno n. 13 e Hilda TournGonnet ha terminato col Padre Nostro ».
Nel gran silenzio della piana ostile, questo culto dove tutti partecipano (prendono
parte attiva) ci dà la chiave della storia della colonia di Alferez: bisognerà lottare duramente? Si lotterà con l’aiuto di Dio! Ci
saranno rovesci, delusioni? Si resisterà con
l’aiuto di Dio! Regolarmente, da quel giorno, il gruppo si riunirà per rendere il suo
culto a Dio.
Lento, ma costante, è il progresso della
Comunità. Altri coloni si aggiungono; la
natura ostile viene domata, perchè le analisi, tecnicamente condotte, del terreno,
permettono di assodare che si tratta di terre
adatte, dal punto di vista chimico-fisico alla coltivazione in genere; denunziano soltanto una certa scarsezza di alcuni elementi, ma i concimi chimici non sono stati inventati per niente!
Cinque altre famiglie vengono ora a stabilirsi nella zona. E’ ancora un piccolo
gruppo, che fa da sè, anche i suoi culti.
La Chiesa
Nel 1944 « il dinamico pastore Emilio H.
Ganz », accompagnato da un anziano di Cosmopolita, è il primo pastore che prende
contatto con il gruppo di Alferez; un contatto che si trasformerà in uno stretto vincolo di affetto, negli anni futuri.
Il 15 agosto di quello stesso anno è nominata, dall’assemhlea di Chiesa, una Commissione direttiva, presieduta dal pastore
E. Ganz, per sovrintendcrc a tutte le attività ecclesiastiche; viene aperta una scuola
domenicale; costituita una corale. Si delibera poi di trasformare il primo rancho in
locale di culto; celebrare culti regolari,
quindicinalmente; richiedere la visita di un
pastore almeno due volte all’anno ; ottenere
l’aggregazione del gruppo ad una Congregazione Valdese già costituita.
La vita della Chiesa si sviluppa e si consolida; la collahorazione laica è fondameii
tale in tutte le attività; non c’è pastore ad
Alferez! Accanto alla corale, alla Scuola domenicale, al catechismo, sorgono una Unione giovanile ed una sezione della Lega femminile.
Non c’è ancora un tempio degno di questo nome, in quanto il vecchio rancho, opportunamente sistemato non soddisfa più
nessuno.
E la comunità vivente si mette all’opera!
Vivente: un gruppo di 28 famiglie con un
complesso di 128 individui; 59 membri comunicanti, 41 elettori; 55 bambini alla
Scuola domenicale; 70 i soci della Unione
giovanile; 15 i coralisti! Tutte le famiglie
impegnate direttamente nella vita della comunità: ai campi ed in chiesa!
Tempio
Il tempio è venuto per ultimo, quando
tutte le attività di una Chiesa vivente erano
saldamente costituite ed operanti. Abbiamo l’impressione che il metodo non sia poi
del tutto sbagliato!
Su di un appezzamento di terreno (un
ettaro), dono del signor Alfredo Ricca, è
sorto il nuovo tempio, le cui fondamenta
sono state gettate il 17 novembre 1952. E’
un bello edificio di 16 m. per 8, dalle linee sobrie e decorose; s’ispira al classico
stile del tempio valdese: il Chabas. Adiacenti al corpo centrale del tempio sono stali costruiti alcuni locali per le varie attività.
Il 22 marzo u. s. è stato inaugurato, co
me dicevamo, all’inizio, il tempio. Il pa
store Emilio H. Ganz ha presieduto il cui
to e la parte liturgica, procedendo alla col
locazione della Bibbia sul pulpito; il pa
store Ernesto Tron ha pronunziato il ser
mone inaugurale; « Noi predichiamo Cri
sto. potenza di Dio e sapienza di Dio ». Ap
prezzatissimo un messaggio del Moderatore
Achille Deodato.
Una noia ollimisla
La relazione del Mensajero termina con
una nota ottimista.
Sul piano sociale la colonia è la dimostrazione di una attività operosa; alberi crescono ora dovunque; la strada è aperta; le
tettoie ospitano attrezzi e macchine agricole ; un caseificio è sorto ; sulle rive del torrente Aiguà è sistemata « la spiaggia ».
Sull’ampio piazzale antistante al tempio
« tutto questo simpatico gruppo, diretto dal
pastore Ganz, alma mater dell’iniziativa, fu•so in uno spìrito di vera fraternità ed entusiastica collaborazione, solida base di una
vera Chiesa ». lector.
anatematizzano reciprocamente con
grande facilità. In una piccola città
di 80.000 abitanti ci sono tre o quattro chiese evangeliche, ciascuna col
suo gruppetto di membri, il suo tempio ed il suo pastore; ci si domanda
se non basterebbe un solo tempio e
un paio di pastori, riservando le altre energie e denaro a un’altra località.
Un secondo carattere comune a
molte di queste chiese è che stanno
passando per la crisi della emancipazione: sono state fondate da missionari nordamericani e mantenute in
vita, fino ad ora, con uomini e con
denaro nordamericano; adesso è venuta l’ora in cui queste chiese devono camminare da sole, e ciò non succede senza qualche difficoltà.
Forse appunto per l’influenza nord
americana diverse chiese stanno prestando attenzione alle Scuole domenicali. Ho visitato un Tempio battista in costruzione; l’edificio comprende un sottosuolo, il tempio propriamente detto e, sopra questo, ancora un piano. Credo che di tutto
questo spazio quasi un terzo è dedicato alla Scuola domenicale, in modo che ogni gruppo possa avere la
propria saletta separata; ammiravo,
con una certa invidia, quel bell’edificio pensando alle nostre Scuole domenicali costrette a dividere i loro
gruppi nei quattro angoli del tempio, dove la parola di un moiìitore
disturba quella dell’altro.
Ma il fenomeno caratteristico del
protestantesimo cileno è il movimento pentecostale; movimento che ebbe la sua origine nella prima chiesa
metodista di Santiago e che si è sviluppato fino a raggiungere un mimerò di aderenti superiore a quello di
tutte le altre chiese evangeliche insieme. Se lo Spirito Santo agirà realmente tra i pentecostali, liberandoli
da certe forme stravaganti e da un
certo disprezzo per tutto quello che
è ordine, disciplina e riflessione, senza peraltro spegnerne l’ardore evangelistico, è certo che questo movimento sarà destinato ad avere una
parte di primo piano nel protestantesimo cileno e forse avrà un’influenza decisiva sulla vita di tutto il paese. Aldo Comba.
Contraddizion
In Spagna il Cardinal Segura ha
lanciato un nuovo appello per una
« grande crociata » cattolica contro
il proselitismo protestante. E. L. F.
riferisce, a questo proposito che il
suddetto cardinale domanda all’autorità politica di intervenire decisamente per stroncare ogni propaganda protestante.
« La distribuzione di opuscoli, specie nelle classi più umili è causa di
danni incalcolabili. Essa, inoltre,
costituisce una violazione della Costituzione che interdice ai protestanti ogni forma di propaganda, fuori
dei locali di culto. Le autorità civili
hanno Vobbligo di impedire questa
attività e di punire i responsabili ».
Questo dice e scrive il Cardinal Segura in Spagna.
In Jugoslavia, per contro, la niii
sica cambia. I vescovi cattolici han
no sottoscritto un memorandum ri
volto al Maresciallo Tito. In esso, i
vescovi, pur riconoscendo quanto di
buono ha fatto il regime, rifiutano
categoricamente di a partecipare alla vita politica » perchè (citiamo ancora da E. L. F.) « la politica e le
responsabilità che ne derivano, intendiamo lasciarle a coloro che sono
chiamati tul assumerle ».
E’ chiaro? Se non lo fosse, i vescovi ribadiscono: « Intendiamo occuparci solo dell’aspetto religioso e
spirituale della nostra vita sociale ».
Per il resto, i vescovi cattolici (di
.Iugoslavia) rifiutano qualsiasi trattamento preferenziale, chiedono soltanto la libertà di culto, come logica conseguenza del rispetto del diritto divino ed umano: rispetto che esige libertà di coscienza e di proselitismo : « scuole confessionali, senza
ingerenza dello stato, libertà di stampa, di organizzazione ecc. ».
Questo ecc. comprende, fra l’altro, la distribuzione e diffusione degli opuscoli, e tutto quello insomiua
che il cardinale Segura nega ai protestanti in Spagna: la libertà di cullo, conseguenza logica del rispetto
del diritto divino ed umano!
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
Alcune regole per le vostre discussioni
Esiste una tecnica per discutere?
Paese che vai.
cattolicesimo che trovi
I fratelli chiedono spesso ai Pastori che cosa essi debbono dire, quando, nel fervore di una discussione intorno ad un argomento su cui sentono di aver ragione, viene loro a mancare la dialettica conclusiva che chiuderà la bocca all’antagonista.
E’ difficile rispondere in modo soddisfacente a questa richiesta. La dialettica è solo in parte frutto di studio
e di cultura; è anche prontezza di
spirito, genialità brillante, che sa
sfruttare le debolezze imprevedibili
deir avversario. Molte volte, un argomento superficiale ma brillante ha
permesso un trionfo immediato, assai più di un lungo discorso improntato alla logica, ma freddo, complesso, e dopo tutto incapace di ’’rivoltare la frittata”. Se poi, fra i contendenti, è presente un pubblico
qualsiasi, la cosa è ancora più delicata. Si possono avere tutte le ragioni del mondo; ma se l’avversario è
riuscito a suscitare il riso, o semplicemente il sorriso del pubblico su di
noi, possiamo ritirarci. La sconfitta
è irrimediabile.
L’esperienza ed un certo genio delia discussione — non diciamo la
scioltezza dello scilinguagnolo •—
valgono quindi altrettanto e assai più
che volumi interi di cultura e di citazioni. Tuttavia, esistono delle norme, semplici e di facile applicazione, che possono vantaggiosamente
essere seguite nelle discussioni alle
quali prendiamo parte. Ne elenchiamo alcune.
Anzilutto, prima ancora di attaccare la discussione, bisogna che siano fermamente acquisiti i seguenti
inulti di partenza (evidentemente indispensabili, non solo per la discussione, ma anche per ragioni di personale convincimento) :
1) bisogna possedere fermamente
alcuni principii fondamentali, sui
quali non si transigerà per nessun
ijjptivp; per esempio, Dio ed il suo
onore, l’assolutezza della Grazia ce
leste, un radicale pessimismo sulla
bontà umana, e così via. .
2) Bisognerà curare di avere, nel
minor tempo possibile — se possibile, in pochi minuti, quando ancora
l’avversario è impegnato nello svolgimento del suo argomento — una
propria opinione personale sul pimto di vista altrui. In im certo senso,
ogni pensiero dell’avversario dovrebbe suscitare in noi una immediata
reazione critica interiore, buona o
cattiva, da condividere sul piano della fede comune, o da respingere in
sede polemica. Qui deve svolgersi
nel nostro cervello, mentre l’altro
parla, una vera e propria ginnastica
intellettiva; qual’è il pensiero dell’avversario che mi piace, e perchè?
quale è il suo punto debole? mi trovo di fronte ad una costruzione logica, o davanti ad un’apparenza di logica, in realtà una contraddizione in
termini, o un assurdo, o un sofisma i*
nell’atto pratico, le idee dell’avversario, se attuate, che cosa provocherebbero? il bene, o il male, o nulla
affatto?
3) Bisogna chiedersi se il terreno
sul quale affrontiamo l’avversario è
il terreno dei principii o quello delle conseguenze (delle deduzioni). Nel
primo caso, sapremo come comportarci, vedi paragrafo 1. Nel secondo
caso, sarà facile rintracciare i principii che li ispirano, per valutarli.
Esempio tipico per questa « identificazione del terreno » è la dottrina della predestinazione. Molti credono di averne mostrata l’assurdità
semplicemente perchè ne hanno messa in luce la durezza di fronte ad ogni
uomo che si senta in coscienza libero
e responsabile .delle proprie azioni
morali. E’ facile mostrare che questo ragionamento è inconsistente. La
predestinazione infatti non è im dogma, un principio o una imposizione
della nostra ragione (che è essa pure
un dono di Dio!); ma è una deduzione della lede, una conseguenza
della vocazione cristiana, una « necessità » che viene data a chi crede;
USI f COSTUMI
Soprannomi di famiglie Masselline
{vedi numero precedente)
Disponiamo ora i soprannomi raccolti, secondo l’ordine alfabetico,
con l’indicazione della data più antica sotto la quale sono stati ritrovati, ma che ha solo un valore approssimativo: perchè tutti, quasi certamente, risalgono almeno alla fine
del secolo precedente od agli inizi
del ’700, dopo il ristabilimento dei
Valdesi nelle loro Valli ed il loro
rapido accrescimento.
Brac, soprannome di una famiglia
Micol, che troviamo alla data del
1725 (Jean et Antoine Micol Brac,
fu Jacques).
Cadet, soprannome di una famiglia Pons, che troviatno già in Arnaud, durante l’assedio della Balsiglia, e che è documentato nel 1737,
tutt’oggi esistente.
Cbatel, soprannome di una famiglia Tron, della Balsiglia (Herre
Tron Chatel fu Barthélemi: 1727).
Cbil, soprannome di una famiglia
Barai, in cui troviamo, nel 1736, un
Antonio, figlio di Antonio.
Grep, soprannome di una famiglia Breuza (Caterine, fille de Jean
Breusa, fu Pierre: 1736).
Gros, soprannome di una famiglia
Pascal, nel 1733, ed oggi di una famiglia Micol,
Janet, che troviamo solo nel 1805,
come soprannome di una famiglia
Tron.
Lie, .soprannome che nel 1730 si
dava ad una famiglia Tron e che
dovette poi passare, verosimilmente
per matrimonio, ad una famiglia Micol, che tutt’oggi lo conserva. Dai
documenti compulsati, si può supporre che lo strano soprannome sia
la storpiatura del nome di persona
Elia, poiché abbiamo trovato, in un
vecchio registro di battesimi, per tre
generazioni successive, Elia di Elia
di Elia. (R!lie Tron d’Elie de Ma
cel ou de la Balsille a fait bâtiser
un enlant qu’ il a eu de Jeanne sa
femme; il est né le 4. e février et
a été présenté par Philippe Tron
Polat et Anne Tron, fille de Barthélemi; il a été nommé Elie ce 10 février 1720).
Polat, già noto come soprannome
di una famiglia Tron, fin dal 1669,
poi per Lutto il secolo successivo, fino ai austri giorni. Nel 1736, un
Antonio Tron Poidat, riceveva il soprannome di Pielle, che ha durato
fino ad oggi, ma passando ad altra
famiglia.
Piouras, è pure un soprannome
dato ad una famiglia Tron (1737),
i cui ultimi discendenti sono emigrati in Francia alla fine del secolo
•scorso od alTinizio dell’attuale.
(Sotto la data del 31 agosto 1754,
abbiamo trovato la seguente annotazione: «est décédé Antoine Tron,
dit Piouras, âgé de 97 ans »).
planches, già noto nel 1737 a Maniglia, come nome di uno dei quartieri della comunità; «So di Plancio ».
Rei, soprannome d’ una famiglia
Breusa, già nel 1633, e tuttora esistente fra i soprannomi del vallone
di Salza, parrocchia di Massello
(Barthélemi Breuse, autrement Rey,
de l’Eglise de Macel: 1633).
Quasi tutti i soprannomi citati in
questa breve rassegna, insieme ad
altri, sono oggi ancora d’uso comune in quel di Massello: segno evidente della utilità e della persistenza dei soprannomi familiari, che si
sono tramandati intatti per varie generazioni e che conservano appunto
un sapore particolare: si possono
considerare come un attestato di notevole antichità e di vitalità speciale, per determinate famiglie e senza
neppur l’ombra di un qualsivoglia
significato offensivo. T. G. Pons
a chi ha fiducia, con tutte le sue forze, neUa potenza e nella misericordia di Dio padre.
4) Bisogna chiedersi se il fatto che
si esamina o il pensiero che si studia
sono una realtà o una teoria. Ogni
teoria può esser discussa e contestata; la realtà è ineluttabile di per sè.
Esempio, il divorzio. E’ facile mostrare l’inconsistenza dialettica di
colóro che sono pro o contro il divorzio. Infatti, il divorzio non è una
legge, non è una teoria, e non è nemmeno mia riforma sociale. Purtroppo, prima di essere nella mente del
legislatore, esso è ima triste, concreta realtà nel 15-20 per cento dei matrimoni male assortiti; ed anche se
uno Stato non lo accoglie nella sua
legislazione, esso è una « condizione » di innumerevoR coniugi definitivamente distaccati l’uno dall’altro.
Possiamo esser contrarii ad una legislazione in proposito; ma la mancanza di questa non riesce certo ad
evitare il grave disagio morale di una
•situazione insostenibile.
IL
Ci sono poi alcune norme che si
potranno utilmente seguire nel corso della discussione. Non importa se
taluna di esse, apparentemente, sembri facilitare il trionfo dell’avversario. In concreto, noi potremo assicurarci una superiorità di stile, la quale indubbiamente varrà a nostro favore. La signorilità della discussione
è mi elemento che si impone non
meno della dialettica più acuta. Ecco
le norme stesse:
a) una chiara definizione di termini di cui ci si serve; i limiti della discussione — i lermini di vocabolario che adottiamo, sia noi che il nostro avversario - - se possibile, fin
dal principio, una comune intesa sull’esito della discussione stessa (ricerca della verità, in spirito di pace,
ecc.).
b) Attenersi strettamente al tema
da svolgere. Questa norma vaie naturalmente per i due contendenti. Evitiamo di uscire « dal seminato »; e
se l’avversario lo fa, avvertiamolo,
aggiungendo che non lo seguiremo
nelle sue più o meno involontarie divagazioni;
c) sforziamoci di rimanere impersonali. I personalismi sono micidiali:
sono una valanga che nessuno può
più trattenere. Del resto, la nostra
causa (che è poi la causa di Cristo e
del suo Evangelo!) come potrebbe
tollerare i personalismi?
d) non dimentichiamo che ragione
significa soprattutto « persuasione ».
Nella discussione non varrà dunque
tanto il saper « schiacciare » l’avversario, quanto il giungere a <c persuaderlo », a « convincerlo », ossia ad
acquistarlo al nostro punto di vista.
Ma non possiamo nè persuadere, nè
convincere, nè acquistare, se non teniamo presepte che abbiamo dinanzi a noi dei fratelli, da condurre alla
luce della verità, e non già dei nemici da confondere e da annichilire!
e) sforziamoci di rispettare l’intelligenza altrui. Iniziando la discussione, ci sembra ovvio che l’avversario
sia meno intelligente di noi. Ma proprio cosi non è, o almeno non appare giust’appunto nel momento in cui
incrociamo le armi del ragionamento. Sarà allora saggia misura evitare
lo .scherno, il dileggio, il disprezzo
(anche nell’atteggiamento della persona, oltreché nelle parole), che potrebbero facilmente ritorcersi contro
di noi.
III.
Come s’è detto, l’esperienza detterà i consigli migliori a coloro che affrontano, sul piano della polemica
interconfessionale, un avversario
spesse volte sottile, capzioso (gesuitico!), sempre ancorato ad una forza estranea (il magistero della chiesa
romana) che lo salva « in extremis ».
E bisognerà recarsi a quelle discussioni con una profonda conoscenza
biblica, con una discreta conoscenza
della storia della Chiesa, con una fa
migliarità costante con la storia dei
dogmi. E ricordando infine che, se ci
sarà dato di vincere, sarà stato lo Spi
rito di Dio che ci avrà fatto parlare
Indicheremo in un prossimo arti
colo alcuni testi facili a procurarsi
per la preparazione in vista della di
scussione. I’eodoro Balma.
Secondo quanto riferisce il S. OE.
P. I. di Ginevra il rev. padre Léonard ha consacrato alla « Libertà
della fede e la tolleranza civile » un
capitolo di uno dei quaderni che un
gruppo di teologi, filosofi e storici
cattolici e belgi stanno pubblicando
in Francia. Si tratta di una collana
che prende in esame vari problemi
di attualità religiosa, fra l’altro, per
esempio: Tolleranza e comunità umana — cristiani in un mondo diviso.
Scopo dell’indagine di padre Léonard (sempre secondo S.OE.P.I.), è
di dimostrare che l’atto di fede è essenzialmente libero e che ciò comporta, sul piano della convivenza nazionale « la tolleranza civile » o, se
si preferisce « il riconoscimento civile di un pluralismo religioso corrisponde a un dovere naturale della
coscienza religiosa ».
E così padre Léonard è portato a
prospettare un problema di notevole interesse.
« La teologia che postula e rivendica la libertà religiosa, sul piano
civile, come un principio intangibile, derivandolo dalla libertà della fede, può forse procedere oltre e precisare le modalità con cui questo
principio s’abbia da iscrivere nella
struttura dello Stato e nelle sue relazioni con la Chiesa? »...
Non v’ha dubbio per lo lo studioso cattolico che : le modalità d’applicazione variano e debbono variare secondo le diverse situazioni storiche. Lo statuto costituzionale o
giuridico che garantisce la libertà religiosa varia da paese a paese, ai nostri tempi. Egli ritiene però di poter, grosso modo, distinguere quattro tipi.
« // primo comprende gli stati in
cui una religione occupa una posizione materialmente privilegiata; le
religioni non riconosciute non vi godono che di una libertà limitata e
il criterio religioso mette in atto, fra
i cittadini e sul piano civile, una discriminazione che può andar molto
lontano.
Il secondo tipo si riscontra quando si è in presenza di una religione
spiritualmente privilegiata; essa è
esplicitamente l’ispiratrice della legislazione e del governo, salvo, tuttavia, a salvaguardare, giuridicamente ed effettivamente, la libertà
dei cittadini non religiosi o appartenenti ad altre confessioni religiose.
Il terzo tipo è quello dello Stato
pluralista che riconosce sullo stesso
piano le diverse comunità religiose,
sul piano civile, come valori di civiltà corrispondenti a legittime espressioni della libertà del cittadino
e le sovvenziona, eventualmente.
Ultimo, il regime ’’laico” della separazione di Chiesa e Stato, la cui
ispirazione è molto oscillante.
A conclusione della sua indagine
il reverendo padre Léonard osserva
che di questi quattro tipi o sistemi,
solo il primo gli pare « inconciliabile col principio della libertà religiosa, correlativo esso stesso al rispetto di Dio e della fede ed ai diritti della personalità umana... »
Rilegga il candido lettore quanto
dice il reverendo padre in merito al
primo tipo o sistema : Gli Stati in cui
una religione occupa una posizione
materialmente privilegiata.
Evidentemente non può trattarsi
che della posizione della religione
cattolica in Italia! Ricordiamo, fra
l’altro, i 4 miliardi concessi dallo
stato per la costruzione di nuove
chiese, per l’esercizio in corso e per
il seguente! Ricordiamo il trattamento preferenziale in materia di
riparazioni dei danni di guerra alle
chiese ed alle case parrocchiali.
Le religioni non riconosciute non
godono che di una libertà limitata.
Evidentemente non può trattarsi
anche qui che della posizione delle
minoranze acattoliche in Italia! E’
bensì vero che dette minoranze sono
riconosciute (ma non tutte); ma questo non fa che rendere più grave la
situazione! « Esercizio del culto in
pubblico ed in privato; esercizio
della propaganda religiosa; apertura dei locali di culto; riunioni pubbliche su argomenti religiosi; culti
alla radio; uso delle campane; scuole; funerali e sepolture » : sono questi i titoli di alcuni capoversi di una
documentata esposizione di come
effettivamente le minoranze reRgiose acattoliche in Italia non godano
che di una libertà limitata, curata
dal prof. Giorgio Peyrot per conto
del Consiglio Federale delle Chiese
Evangeliche in Italia, e pubblicata
nell’ultimo numero di Protestantesimo. Vi rimandiamo i nostri lettori.
Il criterio religioso (parla sempre
lo studioso cattolico) mette in atto,
fra i cittadini e sul piano civile, una
discriminazione che può andar molto lontano.
Anche qui ci pare che padre Léonard faccia il pmito della situazione
in Italia! Vi è effettivamente in atto
una discriminazione che tende ad
insinuarsi sul piano civile e che può
andar molto lontano! Per ora siamo
ancora soltanto alla fase di... assestamento e, in qualche caso, di intimidazione. (Vedi ancora la succitata relazione siili’Intolleranza religiosa in Italia nell’ultimo quinquennio
—• Protestantesimo — anno Vili n.
1); ma è bene aprir gli occhi perchè
la storia insegna, lo dice padre Léonard, che si può andar molto lontano!
Domande senza risposta: Il Cattolicesimo in Francia ed in Belgio è
diverso dal Cattolicesimo in Italia?
E’ già permesso, ad un cattolico, in
Francia ed in Belgio, di affermare
che il Cattolicesimo d’Italia, romano, è inconciliabile col principio della libertà religiosa e, in ultima analisi, col rispetto di Dio e della fede,
coi diritti della personalità umana,
in quanto correlativi al suddetto
principio
V
lector.
Basta con la Croce
U. P. E. nel suo bollettino d’informazione ha un trafiletto che traduciamo fedelmente:
« In occasione della confermazione dei catecumeni, non mancano i
commercianti che fanno grandi sforzi pubblicitari per incrementare le
loro vendite. Le vetrine sono oggetto delle loro cure particolari e su
questo non c’è niente da dire! Ma
che questi commercianti ricorrano
alla Croce, come motivo ornamentale - decorativo - propagandistico delle loro vetrine, questo è veramente
un indizio di cattivo gusto e oltrepassa i limiti della sopportazione.
La Croce, sacro simbolo della cristianità, non deve essere sconciamente profanata a fini pubblicitari, perchè le vetrine, quando siano sistemate adeguatamente, con gusto e
senso d’arte, non hanno bisogno delia Croce per attirare i clienti ».
Non conosciamo i fatti che hanno
motivato questa energica presa di posizione della Union de la Presse Evangélique (U. P. E.) di Alsazia e
Lorena, ma riteniamo che potrebbe
esser utilmente conosciuta anche fra
noi. Non tanto nel campo delle vetrine (da noi tutt’al più si mette...
l’arte in vetrina); ma in altro campo,
veramente è leóito domandarsi se
questo uso ed abuso della Croce per
attirare clienti o votanti non finisca
con l’essere scandaloso!
Quando si sente certa gente strillare contro l’anticlericalismo grossolano, è lecito domandarsi se certe
profanazioni pubblicitarie del sacro
simbolo della cristianità non sono alla base della nascita del corrosivo
spirito anticlericale.
Quando la Croce serve per attirare
clienti, è inevitabile che i clienti finiscano con il considerare la Croce
come una merce.
quidam.
CONFERENZA 1° DISTRETTO
La prossima Conferenza Distreltuale del 1 Distretto si riunirà, D. V., a Bobbio Pellice martedì 2 giugno, alle ore 8,30.
11 culto di apertura sarà presieduto dal Pastore Lamy Coisson.
Il pubblico è cordialmente invitato La commissione Distrettuale
4
4 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
LA VOCE DELLE COMUNITÀ'
Pinerolo
Domenica 3 Maggio l’Assemblea di Chiesa, presieduta dal Segretario della Gora^missione Distrettuale Pastore Gustavo Bouchard, in conformità alle prescrizioni dei
Regolamenti, ha confermato per un altro
settennio il Pastore Sig. Ermanno Rostan.
11 risultato della votazione è stato il seguente :
Elettori iscritti 192
Elettori presenti e votanti 149
Hanno votato si 143
Hanno votato no 4
L’Assemblea, prima di separarsi, ha votato all’unanimità un ordine del giorno
di congratulazione per il Pastore e di augurio di vederlo presto riprendere la sua
apprezzata attività che tutti sperano feconda per un altro settennio.
La Comunità di Pinerolo-S. Secondo con
questa votazione ha dato una chiara dimostrazione di fede, di consapevolezza e
di maturità di cui abbiamo da rallegrarci
molto sinceramente, in quanto tale votazione quasi unanime ha rispecchiato i sentimenti sinceri deUa Comunità verso il
proprio Pastore non disgiunta dalla esatta
coscienza di quello che è il bene effettivo
della Chiesa stessa. E’ stato un atto di
fede nella grazia di Dio nn rapido
ritorno in salute del proprio conduttore.
Nella stessa giornata, al termine del culto, il candidato sig. Naso, dovendo riprendere la sua attività a Torino, ha porto il
suo saluto alla Comunità. A nome di tutti
gli ha risposto l’anziano Dott. Mathieu ringraziandolo per la sua apprezzata opera
ed augurandogli ogni bene nella sua futura attività.
Diamo un cordiale benvenuto al Pastore
Sig. Elio Eynard, chiamato a reggere momentaneamente la Parrocchia in assenza
del Pastore e gli auguriamo una proficua
attività in mezzo a noi.
Ringraziamo sentitamente il Moderatore
A. Deodato ed i Pastori Roberto Nisbet
e Paolo Bosio per i loro apprezzati messaggi.
Decesso. Dopo breve malattia è morto
il nostro fratello Corrado Gander. molto
conosciuto e stimato a Pinerolo. Al suo
funerale prese parte un largo stuolo di
membri della Comunità, di amici e di
conoscenti che vollero tributare l’estremo
saluto all’Estinto.
Al fratello Geom. Emilio ed alla famiglia rinnoviamo le più sincere condoglianze.
Il Concistoro
Bobbio Pellice
Nozze d’oro. I nostri fratelli Pontet Stefano e Bonjour Costanza (Trattoria del
Centro), circondati da un nnmeroso stuolo
di parenti ed amici hanno celebrato, do
menica 19 aprile, le loro nozze d’oro. Al
cuni amici hanno rivolto ai festeggiati pa
role di felicitazione, formulando auguri per
una vecchiaia serena e benedetta da Colui
che disse; «Io non ti lascierò e non ti
abbandonerò ».
Matrimoni. Sabato 25 aprile sono stali
uniti in matrimonio : Pontet Paolo con
Mondon Anita e Pontet Ernesto con Pontet Maria. Il giorno dell’Ascensione veni
vano celebrate le nozze di Bertinat Davide con Pontet Ida Margherita.
Agli sposi rinnoviamo i nostri migliori
auguri di felicità.
Battesimi. Sono state battezzate ]a domenica 3 maggio: Catalin Marisa di Alberto e di Miegge Giuseppina e Bonjour
Bruna di Pietro e di Michelin Elena.
Il Signore protegga e guidi sulle sue
vie queste bimbe.
Visita. Il culto dell’Ascensione è stato
presieduto dal pastore Gentil di St. Verán
(Queyrasì. Egli era accompagnato da un
suo parrocchiano e da un ingegnere di
Gap.
Delegati. Sono stati delegati alla Conferenza Distrettuale i Sigg. : Charbonnier
Giovanni e Albarea Giovanni e al Sinodo
il Signor G. G. Geymonat.
Prarostìno
La domenica delle Palme hanno confermato l’alleanza del battesimo con la pubblica confessione della loro fede i seguenti catecumeni: Benech Rina, Bourne
Ines, Coisson llda, Forneron Ivonne, Ferneren Laurenzia, Gaydou Albertina, Gönnet Bruna, Godine Paola, Paget Attilia,
Paschetto Franca, Rivoiro Elda, Romano
lose, Bertalot Eugenio, Coisson Marco, Gardiol Adolfo, Gardiol Elio, Gardiol Ferruccio, Godine Italo, Ribet Levi, Robert Pierino.
Possano mantenere sempre la promessa di
servire il Signore.
I culti della settimana santa sono stati
particolarmente frequentati; anche notevole è stata la partecipazione dei fratelli alla
S. Cena. La Corale ha collaborato alla edificazione dei culti, della domenica delle
Palme col canto dell’inno francese « Sur
ton Eglise Universelle... », e la domenica di
Pasqua del coro « H Signor risuscitò », rispettivamente diretti dalla Signora Peyrot e
dal Signor Vicino.
L’annuale Bazar primaverile, organizzato
sotto gli auspici dell’Unione delle Madri,
ha dato buoni risultati: 70 mila lire di incasso netto ! Tale somma ci permetterà di
coprire in parte le spese che stiamo sostenendo questi giorni per i lavori di riparazione alla Casa Valdese di S. Bartolomeo.
Vogliamo intanto ringraziare sentitamente
tutti coloro che con doni e con prestazioni
d’opera hanno collaborato alla buona riuscita di questa manifestazione.
La Colletta Annua volge al suo termine.
In ottemperanza alla decisione presa dalla
Assemblea di Chiesa l’autunno scorso, una
commissione del Concistoro ha cominciato
a passare presso le famiglie (nn centinaio
circa) che alla fine di aprile (data in cui si
debbono chiudere le varie contabilità della
Chiesa) non hanno ancora fatto pervenire
la loro offerta, onde chiedere loro se intendono contribnire o no, secondo le proprie
possibilità e secondo la sensibilità della coscienza e della fede. D’altronde chi vuole
contribuire, non è necessario aspetti che
passi la Commissione!
Atti Liturgici: sono stati battezzati ultimamente: Forneron Renzo di Emilio e di
Pons Elvina (Rosbel) l’8 aprile, nel corso
di una riunione quartierale; Gay Marcella di
Rinaldo e di Paget Clementina (Buffe) il 12
aprile, durante il culto; Bordiga Graziella
di Bruno e di Avondet Franca (Porte) il 3
maggio, pure durante il culto.
Cantate Domino
La festa di canto, per il Valpelli
ce, ha avuto luogo nel tempio di Lu
sema S. Giovanni. Presenti le Cora
li di Rorà (direttrice Sig.ra Bou
chard); Angrogna (dirett. pastore E
Aime); Torino (dirett. Sig.na E
Tiirck); Torre Pellice (dirett. Sig.na
Dora Revel); Luserna San Giovanni
(dirett. G. Alharin); assenti: Bob
bio e Villar Pellice. Folto pubblico,
che ha seguito con attenzione lo svolgimento del programma. Le corali
riunite hanno cantato gli inni n. 128,
145, 181 dell’innario e i n. 26 e 185
della raccolta Psaumes et cantiques.
Le singole corali hanno poi eseguito
un inno a loro scelta, nella prima
parte del programma; nella seconda
parte esse hanno cantato cori di
Rink, Cento Canti, V. Sommani,
Bach, Botnianski.
I canti d’assieme sono stati diretti
dal prof. Ferruccio Rivoir, che ha
pure eseguito magistralmente il concerto n. 1 di Händel, per organo,
nei suoi 4 tempi.
II pastore E. Aime, presidente della Commissione del Canto sacro, ed
il pastore R. jahier hanno rivolto
brevi messaggi ai cantori ed al pubblico.
La bella adunata si è conclusa nella accogliente Sala Alburni, resa più
accogliente dalla tradizionale tazza
di thè, preparata col non meno tradizionale senso di ospitalità sangiovannina e rallegrata dai canti dei
Torresi.
Questa festa, che conclude tutto un
anno di lungo e faticoso lavoro, meriterebbe qualcosa di più che un arido cenno di cronaca.
Lo meriterebbero la Commissione
del Canto sacro ed il suo presidente,
che devono aver, qualche volta, la
al
Scuola Latina
Doni pervenuti dal 1" gennaio
31 marzo 1933
R. C. !.. 1000 — Sig. e Sig.a Augusto
Pastre l500 - Coisson Lami, pastore 1000
— Rostagiio Giulio (S. Antonino Susa)
5000 — Guido Botluri (Torino) 5000 —
Mimi Malbieu 500 — Pons Guglielmo (Poniarello) 5000 — Jabier Enrico e fam. in
memoria Suor Margherita Grill 500 — Cotonificio Val di Susa (Perosa Argentina)
lO.OOO — Rag. Ugo Rivoiro (Torino) 10.000
—• Famiglia Giacomo Bernard (Pomaretto) 3000 — Rostagno geom. Emilio (Alessandria) 1500 — Famiglia Peyran Luigi,
negoziante (Ferrerò) 1000 — Scuola Domenicale di Alstetten (Zurigo) 4.000 —
Paolo Rostan (Pomaretto), fascine legna —
Sig.a Clelia Vigliano-Banchetti (Riesi)
1000.
A lutti i geneio.'i sostenitori del nostro
Istituto giungano i nostri più sentiti, rico.
noscemi ringraziamenti.
La Direzione
La grazia del Signore guidi i passi della
loro vita.
Si sono uniti in matrimonio il giorno 25
aprile Avondet Michele ( Bosc Barbe) e Coisson Ester (Pian). Che questa unione sia benedetta dal Signore e diventi una alleanza
duratura degli sposi con Dio.
Hanno terminato la loro vita terrena per
rispondere alla estrema chiamata di Dio:
Codino Alessandro (Fontanavè) il 3 marzo,
dopo pochi giorni di infermità, all’età di
75 anni; Paschetto Alberto (Baravaiera) il
27 marzo, anche lui dopo pochi giorni di
infermità, all’età di^84 anni; Frayria Giulio Serafino (Gay) piccolo bambino vissuto
per due giorni soltanto su questa terra; Codino Emilio (Cavoretto), deceduto il 12
aprile, dopo alcuni giorni di malattia, alla
età di 83 anni; Simondet Giov. Paolo (San
Bartolomeo) il 17 aprile, quasi senza soffrire, all’età di 94 anni (era il decano della
Parrocchia).
Il Signore consoli coloro che queste separazioni hanno particolarmente colpito e dia
a noi di vivere vigilanti ed operosi nella
fede e nell’amore.
L’Assemblea di Chiesa è convocata per
domenica 17 maggio nell’ora del culto. All’ordine del giorno figura: relazione annua
del Cincistoro ; elezione dell’Anziano per
il quartiere del Collaretto ; riconferma di
quello deUa Crotta; elezione delegati alla
Corfferenza Distrettuale ed al Sinodo. Tutti
i membri di Chiesa che possono sono caldamente invitati a parteciparvi; tutti i membri elettori, in particolare, dovrebbero essere presenti.
11 culto di Pentecoste avrà luogo nel Tempio con la celebrazione della S. Cena; alle
ore 15 nel Tempio di Roccapiatta, pure con
S. Cena.
I culti con l’orario estivo (ore 10) riprenderanno con la prima domenica di Giugno.
Personalia
Sabato. 16 corr., si sono uniti in matrimonio. nel tempio di Torre Pellice. la
signorina Arlette Jouve e il signor Giulio
Benedetto. Giunga a questi due fedeli collaboratori della Tipografia il nostro cordiale augurio.
L’Eco delle Valli Valdesi esprime la sua
viva simpatia alla famiglia del pastore Luigi Murauda per il lutto che l’ha colpita
con la dipartita, all’età di 97 anni, della
signora Anna Peloux. vedova del pastore
Eliseo Peloux. madre della Signora Marauda.
impressione di svolgere un lavoro alquanto ingrato. Lo meriterebbero i
direttori delle corali ed i coralisti
che consacrano al canto sacro tante
belle serate.
Ma per questo « qualcosa di più »,
che non cada nella banalità, occorre
oramai un « critico », un « competente »; qualcuno che possa giudicare con conoscenza di causa, perchè
le nostre corali, un passo dopo l’altro, vanno avanti. Perciò, in attesa
che anche nel campo della critica,
cioè poi della cultura musicale si faccia un passo avanti e che qualche
problema, anche in questo campo,
vengq pro.spettato ai lettori delTEco,
non ci rimane che rallegrarci della
felice riuscita della festa.
rep.
Colonia Balneare ‘G. Melile,
Borgio Verezzi (Savona)
Sono aperte le iscrizioni ai turni maschili
e femminili della Colonia Marina di Borgio Verezzi. per bambini natt tra il 1 Gennaio 1941 e il 31 dicembre 1946.
I Turno; 15 giugno - 7 luglio (ma.schi)
li Turno: 10 luglio • 31 luglio (femmine)
III Turno: 4 agosto - 25 agosto
IV Turno : 28 agosto - 18 settembre.
Le domande debbono pervenire impersonalmente alla; COMMISSIONE DELLE
COLONIE VALDESI — Via Pio Quinto, 15
— TORINO (lei. 68.28.38) — corredate dei
seguenti documenti:
1. - certificato di nascita;
2. - certificato mèdico da cui risulti che:
a) il bambino necessita di cura marina; b)
il bambino è esente da malattie contagiose
0 comunque trasmissibili ;
3. - certificato di avvenute vaccin.azioni
antidifteriche, antivaiolose e antitifiche.
Saranno prese in considerazione solo le
domande presentate dal Pastore della Ghie,
sa cui i fanciulli appartengono.
II viaggio con biglietto cumulativo da
Torino N. N. a Borgio, è a carico dell’Opera. Le iscrizioni si chiudono il 28 maggio.
I.a Commissione comunicherà in tempo utile agli interessati, per ¡1 tramite dei sigg.
Pastori, la loro accettazione, con l’indicazione del luogo di ritrovo.
Agape
ColoDia per ragazzi bisignosi
di aria di montagna
I” TURNO (11-30 giugno)
II» TURNO (3-23 luglio)
Sono ammessi solo i ragazzi e le ragazze
dai 13 ili 16 anni, anche nel 1» turno (contrariamente a quanto già pubblicato).
Venti giorni di aria pura, di molo, di
giuochi, di gite, nonché cibo sano e nutriente sono offerti ai ragazzi che hanno
particolare bisogno dell’aria di montagna
per la loro salute. Ogni assistenza medicosanitaria è loro assicurata, insieme ad una
vigilanza scrupolosa ed affettuosa.
Direttrice è la Signorina Ada Bessone;
Direttore Spirituale il Pastore Augusto Lcbet.
1. Le iscrizioni per i due turni vanno
fatte al più presto alla Segreteria di Agape
- — Perrero per Frali (Torino) corredandole
con al certificato medico attestante che il
ragazzo o la ragazza non sono affetti da
malattie infettive; b) presentazione di persona conosciuta.
2. La quota giornaliera è di lire 300.
A ricevuta conferma dell’accettazione deve
essere ver.sata una caparra-anticipo di lire
2.00fl che non sarà restituita in caso di
mancata partecipazione.
3. I ragazzi sono accettati solo se partecipano a tutta la durata della colonia.
IN VINDITA AllA CLAUDIANA
Cento anni di storia Valdese L. 1.000
E. Comba: Storia dei Valdesi L. 800
Id.: Breve storia dei Valdesi L. 250
.irluro Pascal: L’espatrio dei Vai
desi in terra Svizzera L. 1.200
C. Angeleri: Il problema religioso del rinascimento L. 1.200
G. Jalla: Storia della Riforma religiosa in Piemonte - due volumi - Cad. L. 500
Id.: Les temples des Vallées Vau
doises L. 450
Max Eynard: Pietro e Francesco L. 550
Indirizzare le ordinazioni alla Libreria
Claudiana, aggiungendo le spese postali.
Conto corr. post. 2-17557.
Feste di canto
Domenica 31 maggio, ore 15: Festa
di Canto delle Scuole Domenicali dell’alta Val Germanasca
nel Tempio di FERRERÒ.
Il pubblico vi è cordialmente invitato.
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ORECCHI
NASO - GOLA
Don. DANIELE ROCHAT
riceve in Torre Pellice viale
Fuhrman 1 (presso Dr. Gardiol)
il VENERDÌ’
dalle ore 10 alle 12.
a Torino riceve gli altrigiornù
dalle ore 14^30 alle 16 in via
Berthollett 36 ( GspedaleEvan
gelico).
Direzione e Redazione: Past. Frmanno
Rostan - Via dei Mille 1 • Pinerolo •
Telef. 2009.
Autorizzazione Decreto 27 - XI - 1950
Tribunale di Pinerolo
Tip. Subalpina, s. p. a. - Torre Pellice
La famiglia dell*indimenticabile
Enrico Alessandro Long
commossa per le grandi dimostrazioni di
stima e di simpatia ricevute in occasione
della dipartenza del suo caro, esprime la
sua sincera riconoscenza a tutti coloro che
le sono stati vicino e le hanno prestato il
loro aiuto nella triste circostanza. In modo
speciale ringrazia il Pastore Micol per le
sue parole di conforto, i vicini di casa che
tanto si prodigarono per alleviare le lunghe
pene del diletto scomparso e tutti coloro
che vollero onorarne la memoria intervenendo al funerale.
Fattosi sera, Gesù disse: Passiamo all’altra riva.
(Marco 4: 32).
Pramollo, 3 maggio 1953.
/ famigliari del compianto
Alessio Long fu Giacomo
profondamente commossi per le dimostrazioni di affetto e di simpatia ricevute in
occasione della scomparsa del loro Caro,
ringraziano vivamente tutti i vicini di casa
che tanto si prodigarono e tutte le persone
che, o con scritti, o con la loro presenza al
funerale, presero parte al loro dolore.
Un ringraziamento particolare desideriamo esprimere al Pastore Edoardo Micol per
l’assistenza spirituale e per le sue parole di
fede ed al Dottor Bertolino per le sue affettuose cure.
Pramollo, 22 aprile 1953.
Le famiglie Barai, profondamente commosse per le numerose dimostrazioni di affetto e di stima ricevute in occasione della
dipartenza della loro cara e indimenticabile
Giuseppina Bounous
ved. Barai
ringraziano tutti coloro che con scritti o
con intervento^ si sono uniti al loro grande
dolore, ed in particolare il Dott. De Clementi per le lunghe e amorevoli cure prestate.
San Germano Chisone, 5 maggio 1953.
Gustavo Pegone e Famigliari commossi
per la grande dimostrazione di affetto tributata alla loro adorala
Emma Pegone Charbonnier
ringraziano sentitamente quanti vollero
unirsi al loro grande dolore. Porgono un
particolare ringraziamento ai Sigg. Pastori
i alde-si Ayassot, Jahier, Bertinotti che vollero insieme personalmente assisterla ed
onorarne la memoria. 1 medici curanti Dr.
Debettini di Torre Pellice e Dr. Mariina di
Bibiana.
Bibiana, li 5 maggio 1953.
La famille Gandolfi. Emma, Gabriel, Alfred Emmanuel. Ernest Coucourde el leurs
familles ont la douleur de participer le
décès de leur chère épouse, mère, soeur,
belle soeur et tante
Emilie Gandolfi Coucourde
survenu à Marseille le 5-5-53.
Heureux ceux qui sont dans l’affliction car ils seront consolés.
Mathieu V: 1
Dr. GUIDO AVONDET
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