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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
VENERDÌ 16 GIUGNO 1995
ANNO 3 - NUMERO 24
DOPO I REFERENDUM DELL'11 GIUGNO
LA PAROLA
Al PARTITI
GIORGIO GARDIOL
128 milioni di italiani che
domenica scorsa si sono
recati ai seggi elettorali hanno depositato nelle urne il loro parere sui 12 referendum
proposti. 20 milioni invece
sono rimasti a casa. L’affluenza alle urne (il 57%) ci
permette una prima osservazione: moltissimi italiani
hanno considerato il voto di
domenica non un diritto ma
un disturbo: le questioni che
erano sottoposte al loro giudizio non erano tali da mobilitare le loro coscienze come
all’epoca dei referendum sull’aborto o sul divorzio. Alcuni referendum riguardavano
infatti alcune questioni «tecniche», di difficile comprensione, certamente più adatte
alla mediazione politica dei
parlamentari.
L’istituto del referendum
da verifica popolare sulle
grandi questioni di coscienza
(l'aborto e il divorzio) si è
venuto trasformando in strategia politica per la creazione
di politiche alternative rispetto a quelle del governo, di
contestazione della partitocrazia, della modifica del sistema istituzionale. Domenica scorsa eravamo chiamati a
una maxi consultazione che
era un po’ tutto questo. Si andavà da questioni mai risolte
dal Parlamento, come quella
della rappresentanza sindacale, agli orari dei negozi, dal
sistema elettorale alla produzione televisiva.
La questione più politica
era quella del sistema radiotelevisivo: quattro referendum, uno sulla privatizzazione del capitale della Rai, tre
sulla proprietà e sulla pubblicità delle reti private. Refe^ rendum che se interpretati
correttamente dovevano essere visti come un tentativo di
fare spazio al mercato, alla
concorrenza e al diritto di
scelta degli utenti. Purtroppo
la politicizzazione delle questioni ha trasformato il sì e il
no in un sì o in un no a Silvio
Berlusconi e alla sua televisione commerciale. Risultato:
circa 15 milioni di italiani sono favorevoli a un sistema televisivo di tipo commerciale,
. un sistema che tendenzialmente non deve essere pagato
dall’utente, e che deve conquistare il mercato commerciale, culturale e politico voluto dai suoi padroni. Un sistema nel quale poco spazio
troveranno le trasmissioni
culturali (o di minoranza)
, perché non fanno «audience».
Ha vinto un cultura, un
modo di concepire la vita,
che non è maggioranza nel
nostro paese ma che è di un
terzo di italiani (appunto 15
su 48 milioni). Silvio Berlusconi e il centro-destra ne sono gli interpreti politici. Gli
sconfitti, i promotori dei referendum sulla legge Mammì
devono riconoscere che il loro errore principale è stato
quello di aver condotto una
propaganda elettorale che è
stata troppo politicizzata e
mossa «contro» Berlusconi e
le sue televisione non «per»
una alternativa praticabile alla televisione «troppo» commerciale. I «paletti» all’iniziativa commerciale in campo televisivo li aveva però
già messi la Corte costituzionale con la sua sentenza.
L’altra grande questione
sulla quale eravamo chiamati
a dire la nostra era quella della democrazia sindacale. Anche qui quattro referendum:
'tre sulla rappresentanza sindacale e uno sulla trattenuta
della quota sindacale dello
stipendio. L’iniziativa dei
primi tre è stata di alcuni
Consigli di fabbrica e mirava
a aumentare il rappòrto democratico tra lavoratori e sindacato. Ma a chiedere di votare sì a questi stessi referendum sono state anche alcune
forze di centro-destra come
Forza Italia con tutt’altra intenzione, quella cioè di indebolire i sindacati confederali.
1 sindacati dovranno perciò
ripensare la loro azione e far
contare di più la loro base. E
forse questo non è un male.
In conclusione mi sembra
che dai referendum non vengano indicazioni politiche per
l’immediato e che tutto sia di
nuovo rinviato alla mediazione dei partiti vecchi e nuovi.
Nel nostro secolo non c'è bisogno di chiesa ma dello Spirito Santo
Annunziare Cristo nella forza dello Spirito
CARMELO INGUANTI
« Voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi e mi sarete testimoni... fino alle estremità della terra»
(Atti 1, 8)
Di quale potenza parla Gesù? Certo
non di quella economica che permette di acquistare tutto ciò che si vuole;
ma neppure di quella politica, mediante
la quale si possono ottenere cose che diversamente è impossibile avere. E neppure della potenza del numero che spesso,
nelle cose di questo mondo, è il nodo delle questioni. Quante volte la forza del numero ha fatto crollare regni e imperi che
sembravano incrollabili! La potenza che
Gesù promette ai suoi discepoli è spirituale, collegata cioè allo Spirito Santo:
non dunque una potenza umana ma una
forza che viene dall’«alto», dallo Spirito,
che è Dio come il Padre e come il Figlio.
A causa dell’irruzione di questa potenza gli apostoli uscirono dal chiuso di una
sala ove pregavano assieme ai discepoli e
alle pie donne e si riversarono nelle piazze di Gerusalemme, senza paura delle autorità religiose e politiche, annunziando
che il Gesù crocifisso era risorto, esortando al ravvedimento e a credere in lui so
lo, unico salvatore: fu questa potenza spirituale a sconfiggere il paganesimo
dell’impero romano e a renderne deserti i
templi. Per questa potenza nacque la
chiesa che non si preoccupava né di forme, né di riti, non emanava encicliche sociali 0 politiche, non pubblicava catechismi, non si nutriva di leggende ma viveva nel timore di Dio e di giorno in giorno
si moltiplicava e i suoi membri venivano
a formare un corpo mistico che viveva
nell’armoniosa varietà dei carismi e delle
vocazioni, il cui capo era Gesù Cristo.
Ogni volta che la potenza dello Spirito
irrompe nella vita di un credente, avvengono cose grandi e imprevedibili. «Voi
mi sarete testimoni...». Il testimone è colui che davanti al giudice racconta ciò
che ha visto e udito: «Quel che abbiamo
udito, quel che abbiamo veduto con gli
occhi nostri, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato
della Parola della vita... noi l’annunziamo a voi» (I Giov. 1, 1-3). Quanti sbagli
lungo i secoli e. specialmente nel nostro
sono stati commessi e si commettono
quando al posto di Gesù Cristo si mettono le proprie idee o ideologie. «La propaganda - ha scritto Roland de Pury - è
la parodia della testimonianza cristiana».
La testimonianza cristiana non è una
propaganda: attinge la sua forza dall’alto
perché non è una nostra risorsa.
Gesù Cristo con il suo grande «mandato» aprì agli apostoli orizzonti tanto vasti
da coincidere con i confini del mondo allora conosciuto: un compito immane, affidato a un gruppo di uomini che forse
non erano mai usciti dalla Palestina, che
conoscevano poco o nulla della filosofia
e della cultura classica greca; e nemmeno erano esperti del diritto romano. Eppure, per mezzo di quegli undici, ai quali
poi si unì l’apostolo Paolo, e con la collaborazione di tanti altri discepoli, il nome di Gesù Cristo, in 30-40 anni fu annunziato in Siria, nell’Asia Minore, nella
Macedonia, nella Grecia, perfino a Roma
e, almeno nelle intenzioni, fino in Spagna che allora era considerata l’estremo
confine della terra.
Nel nostro tempo in cui si levano lamenti per la diffusa aridità spirituale, in
cui si fa vivo il desiderio di una rivitalizzazione delle chiese e il bisogno urgente
di un risveglio spirituale, Gesù Cristo ci
indica la via: chiedere la potenza che viene dallo Spirito Santo per una testimonianza centrata su di lui. Questo è il segreto per un efficace e rinnovato impegno nella predicazione; questo è il più urgente bisogno in Italia e in tutta l’Europa.
Ex Jugoslavia
Per il dialogo
fra opposti
schieramenti
Mentre la guerra nell’ex Jugoslavia continua, due rappresentanti politici dell’opposizione ai rispettivi governi bosniaci (Sarajevo) e serbo-bosniaci (Pale) si sono incontrati
a Pemgia, il 25 maggio, su invito dell’Associazione per la
pace e dell’Arci. Sejfudin
Tokic, dell’Unione socialdemocratica di Tuzla, e Milorak
Dodik, membro indipendente
del Parlamento di Sarajevo; al
termine dell’incontro hanno
divulgato una dichiarazione
comune in 5 punti che riportiamo qui di seguito:
«1) La soluzione dei conflitti va ricercata con mezzi
prima di tutto politici, assicurando la totale interruzione
dei combattimenti.
2) È indispensabile intraprendere ogni iniziativa per
rafforzare il processo politico
per una pace stabile sulla base del piano del “gruppo di
contatto”.
3) L’ordinamento istituzionale della Bosnia-Erzgovina
va previsto come una Unione
formata da più unità costitutive, con l’assicurazione di garanzie costituzionali per
l’uguaglianza dei popoli costituivi in tutta la Bosnia-Erzegovina e di tutti i suoi cittadini.
4) Bisogna assicurare la punizione di tutti i criminali di
guerra, insistendo sulle responsabilità individuali, evitando di condannare interi
popoli come criminali.
5) Vanno ritrovate forme di
collaborazione e di coordinamento nell’operato politico
dei gruppi parlamentari indipendenti del territorio sotto il
controllo dei serbo-bosniaci e
i deputati del territorio controllato dal governo della Bosnia-Erzegovina».
Il documento è giudicato
come un primo passo positivo
verso una concreta iniziativa
di pace che parte dal basso.
Ecoiene
Il Sinodo dei
riformati di Francia
pagina 2
All’ascolto
Della Parola
Lo Spirito soffia
dove vuole
pagina 6
Nuove politiche
per l’immigrazione
pagina 7
2
PAG. 2
RIFORMA
Ecumene
VENERDÌ 16 GIUGNO 1995
Si è svolto a Parigi, dal 25 al 28 maggio, il Sinodo della Chiesa riformata di Francia
Quale idea della chiesa si fanno i protestanti?
GIORGIO TOURN
Il Sinodo della Chiesa riformata di Francia ha avuto
luogo quest’anno nei giorni
25-28 maggio a Parigi. Erano
parecchi anni che l’assise sinodale non si teneva nella capitale, dal 1959, quando si era
celebrato il centenario del
primo Sinodo riformato del
Regno, tenutosi nel 1559.
Già il fatto di mutarne annualmente la sede conferisce
alle assemblee sinodali dei
paesi riformati un carattere
diverso da quello del nostro
Sinodo valdese, in questo
unica eccezione, a mia conoscenza, nella famiglia presbiteriana. Il fatto di non avere
sede sinodale non è infatti solo un dato organizzativo ma
traduce una ben precisa visione della chiesa: popolo di credenti in cammino, non ha né
vertice istituzionale né sede
privilegiata. Il Sinodo 1995 è
il Sinodo di Parigi, quello del
’94 era di Montpellier, quello
del ’96 sarà di Mazamet, le
decisioni sono quelle del Sinodo, realtà che si crea nel
momento in cui si raduna e
decide, che non esiste all’infuori delle sue decisioni.
La minuscola Torre Pellice
non rappresenta certo un pericolo per l’identità sinodale,
non sarà mai capitale né Vaticano e non vedo come sarebbe possibile riprendere la tradizione riformata in una situazione come la nostra perché la
soluzione dell’albergo della
riviera adriatica in bassa stagione è improponibile; un Sinodo non è un eongresso, è un
momento fondamentale della
vita della chiesa, comunità dei
credenti; senza chiesa locale
non vi può essere Sinodo. A
Parigi, le sedute avvenivano
sì in un complesso (cattolico)
previsto per conferenze, ma
organizzate dalle chiese di
Etoile, Annonciation, Auteuil;
ai fratelli e sorelle di quelle
chiese erano affidati i servizi
di segreteria e l’ospitalità e
l’ultimo atto del Sinodo è stato il culto della domenica
mattina nella chiesa dell’Annonciation, con presentazione
del Conseil National (una Tavola molto più numerosa della
nostra, piccolo Parlamento) e
il suo insediamento del tipo
che usiamo per i nuovi membri dei nostri Concistori e
Consigli di chiesa.
Superfluo sottolineare ancora una volta la profonda diversità delle situazioni, e di
conseguenze dello stile, fra le
nostre assemblee sinodali: rapido, decisionale, cartesiano
quello francese, retorico (in
senso classico), emotivo, movimentato il nostro. Se lo stile
è l’uomò, come dice il proverbio, e l’uomo è la sua cultura,
lo stile non si esporta né si
trapianta, è quello che è.
Quello di Parigi non sarà
quello di Torre Pellice, pur riconoscendo che quest’ultimo
potrebbe migliorare non poco.
Prescindendo dagli aspetti
amministrativi, peraltro fondamentali "per una chiesa
riformata: elezioni dei responsabili, delle commissioni, definizioni giuridiche, statutarie, relazioni delle attività
settoriali, l’assemblea mi pare
aver orientato la sua attenzione su due linee di riflessioni.
Anzitutto sul tema centrale
proposto alla sessione: la natura e il carattere del membro
di chiesa. Problema da regolamento! Sì e no, come ha
mostrato il dibattito. Il presidente Bertrand aveva, nel suo
discorso introduttivo, mostrato come al quesito soggiace
una questione teologica: quale idea ci facciamo della chiesa? Molto lucidamente egli
notava come la vita delle nostre comunità è attraversata
dalla tensione fra riferimenti
contrapposti: individuo-comunità, chiesa visibile-chiesa
invisibile, chiesa multitudinista-chiesa confessante.
La possibilità di dare una
definizione dettagliata del
«membro di chiesa» viene
dall’impostazione che si dà a
queste dialettiche. Fin dove
può spingersi la «confessionalità» senza diventare chiusura, fin dove può giungere
una «apertura» che non dissolva la confessione di fede?
è membro della chiesa chi si
sente tale o chi i fratelli dicono tale? dove si colloca la
frontiera fra dentro e fuori?
L’atmosfera assembleare era
di pacata ricerca, di sereno
ascolto, i tempi sembrano
lontani degli scontri ideali,
programmatici del tempo
«chiesa e società», dei documenti impegnati; le sorelle in
fede, quantitativamente poco
presenti ma qualitativamente
efficaci, i giovani poco rap
Michel Bertrand, presidente del
Consiglio nazionale della Chiesa riformata di Francia.
presentativi in un’assemblea
«établie».
L’altro aspetto nuovo delle
giornate è stata l’apertura intemazionale. La commissione
che lavora al rapporti ecumenici ha condotto sin qui una
lucida politica di apertura ad
altre realtà ecclesiologiche.
Sono intervenuti in sessione
plenaria i rappresentanti della
chiesa presbiteriana spagnola
e di Cuba, della chiesa di Renania, della chiesa metodista
di Gran Bretagna. Il problema
della presenza evangelica
nell’Europa del 2000 diventa
presente in modo sempre più
consapevole anche se per ora
ei si muove ancora a livello
di colloqui amichevoli, di saluti fraterni. La riscoperta
della cattolicità della chiesa
in una dimensione non romana è il compito dei prossimi
anni, reinventare le forme di
questa cattolicità prima del
giubileo del 2000 non sarà
impossibile se l’ecumenismo
torna ad essere quel grande
progetto e quel laboratorio di
idee che fu alle origini.
Ai fratelli della Église
Réformée di Francia la nostra
generazione deve molto, come i nostri padri devono la
loro sopravvivenza agli ugonotti del Delfinato: lavorare
insieme diventa indispensabile per il nostro domani.
Il papa dovrebbe recarsi prossimamente nella nuova Repubblica
I protestanti slovacchi contrari
a nuove canonizzazioni
In una lettera indirizzata al
papa le chiese membro del
Consiglio ecumenico della
Slovacchia protestano contro
la canonizzazione, prevista
per questo mese a Kosice, di
tre vittime delle guerre di religione. Il papa dovrebbe canonizzare i tre martiri durante
la visita che compirà prossimamente nella Repubblica
slovacca. Le chiese riformate
della Slovacchia temono che
queste canonizzazioni rechino danno alla collaborazione
ecumenica che sta nascendo
nella nuova Repubblica.
Le guerre di religione che
nel ’600 hanno insanguinato il
territorio slovacco hanno provocato vittime sia da parte
cattolica sia da parte protestante, ricordano le chiese
riformate della Slovacchia.
Per i protestanti, la Controriforma ha portato all’esproprio di centinaia di luoghi di
culto di loro proprietà. Moltissimi riformati sono stati
torturati e condannati a morte,
altri sono stati venduti come
schiavi e mandati nelle galere.
All’inizio del ’600 la popolazione della vecchia Ungheria,
di cui faceva parte la Slovacchia, era in maggioranza protestante, sottolineano le chiese
slovacche. Le violenze deila
Controriforma hanno fatto più
vittime fra i protestanti e, negli anni 1670-1680, hanno
portato all’interdizione delle
chiese riformate.
Certo, la canonizzazione
dei tre martiri di Kosice si riferisce a una pagina dolorosa
della storia della cristianità in
Slovacchia, ma non deve occultare le altre vittime, ritengono in sostanza le chiese
protestanti slovacche. Per cui,
in occasione della canonizzazione dei tre martiri di Kosice
prevista durante la visita di
Giovanni Paolo II nella Repubblica slovacca, esse chiedono al papa di onorare la
memoria di altri martiri che,
nello stesso periodo, hanno
patito anche loro nel nome di
Cristo. Le chiese slovacche
suggeriscono quindi a Giovanni Paolo II di rendere
omaggio ai 24 protestanti
giustiziati dal generale Karaff
'
Bratislava: la cattedrale di San Martino dove avveniva l’incoronazione dei re ungheresi
a Kosice;»un gesto simile potrebbe essere fatto anche alla
memoria delle vittime di Débrecen, in Ungheria, che sono
state mandate nelle galere.
Nella lettera inviata al papa,
si legge; «Le facciamo questa
richiesta affinché la canonizzazione dei tre martiri di Kosice non dia l’impressione
che la Sua Chiesa riconosce
soltanto i propri martiri e
considera gli altri come giustamente castigati».
Le chiese slovacche temono inoltre che queste canonizzazioni abbiano un’influenza
negativa sulla collaborazione
ecumenica che si sta sviluppando nella giovane Repubblica slovacca. Riferendosi
agli scritti del papa in materia
di ecumenismo, le chiese
riformate della Slovacchia ricordano le conclusioni del
suo documento intitolato
«Perché siamo divisi»: le
condizioni di base dell’ecumenismo reale si fondano sul
rispetto reciproco. Le chiese
riformate slovacche auspicano che queste convinzioni
prevalgano durante la prossima visita di Giovanni Paolo
II nel loro paese.
È la seconda volta che il
papa si reca in Slovacchia,
ma è la prima volta dopo la
dichiarazione di indipendenza della nuova Repubblica.
Com’è noto, il mese scorso
Giovanni Paolo II si era recato nella Repubblica ceca e in
quell’occasione la canonizzazione di Jan Sarkander, considerato come un agente della
Controriforma in Boemia e in
Moravia, aveva suscitato vive proteste da parte dei riformati cechi. (spp)
Dal M
Cris
Premio della giuria ecumenica
al film «Land and Freedom»
CANNES — In occasione del Festival internazionale del
film di Cannes, la Giuria ecumenica ha attribuito il suo 21° premio a «Land and Freedom» di Ken Loach. La giuria ha ritenuto
che, in una società che sta perdendo i suoi riferimenti e che dimentica le sue radici, il film di Ken Loach possieda un doppio
merito. In primo luogo invita a non perdere la memoria del passato, che è condizione per aprire un futuro diverso. In secondo
luogo questo film ricorda che, malgrado il pericolo delle ideologie, l’impegno personale, che rende responsabili nella storia,
rimane un valore attuale. La giuria ecumenica ha d’altra parte
attribuito una menzione a «Between thè Devii and thè Deep
Blue Sea» di Marion Hànsel. Da una novella, Marion Hànsel fa
sorgere una parabola con immagini di portata universale. L’incontro più semplice può fare rinascere la voglia di vivere e la
speranza, ha dichiarato la giuria. (spp)
Olanda: una donna alla testa
del Consiglio delle chiese
I problemi finanziari della Kek
La Chiesa di Finlandia rinvia
l'accordo di Porvoo
HELSINKI — Il Sinodo della Chiesa luterana della Finlandia ha rinviato di sei mesi la decisione riguardante l’accordo
ecumenico con le chiese anglicane nelle isole britanniche, dopo che alcuni membri del Sinodo hanno dichiarato che
quest’accordo significherebbe un passo in direzione della
Chiesa cattolica romana. Secondo la dichiarazione comune di
Porvoo, sottoscritta da dodici chiese luterane e anglicane nelle
isole britanniche, gli stati baltici e i paesi nordici, le chiese
membro devono riconoscere il battesimo la comunione delle
altre chiese, nonché l’intercambiabilità del ministero ordinatoTutti i vescovi luterani della Finlandia appoggiano questa dichiarazione e molti membri del Sinodo si sono pronunciati a
favore dell’accordo. Tuttavia, l’approvazione finale della dichiarazione è stata rinviata a novembre per consentire un dibattito pubblico fra i membri di chiesa «della base», ha annunciato la Chiesa della Finlandia. (eni)
Slovenia: il governo contro
la visita del patriarca Pavle
LUBIANA — Il governo sloveno si oppone ad una visita,
prevista per questo mese, del patriarca ortodosso serbo di Belgrado, Pavle. Ritiene che essa potrebbe provocare tensioni etniche e politiche tra la comunità serba della Slovenia e i numerosi
rifugiati bosniaci. Le autorità slovene sperano che il patriarca
potrà effettuare la sua visita pastorale in una data ulteriore,
quando vi saranno migliori condizioni. Il patriarca Pavle doveva
partecipare alle cerimonie per la riapertura di una chiesa ortodossa nel centro di Lubiana, dopo i lavori di restauro, (apic/spp)
UTRECHT — Per la prima volta nella sua storia, il Consiglio delle chiese dei Paesi Bassi, fondato 26 anni fa, sarà diretto
da una donna. E una teologa riformata di 41 anni, Ineke
Bakker, che subentra a Wim van der Zee, deceduto all’inizio
dell’anno. Nell’81 la Bakker ha ottenuto il diploma dell’Università libera di Amsterdam con una tesi sul rapporto tra la teologia femminista e la teologia della liberazione in America Latina. Per dieci anni, dal 1981 al 1992, ha insegnato teologia in
Nicaragua, a Cuba e in Costa Rica. Di ritorno in Olanda, ha diretto l’équipe latinoamericana di una organizzazione non governativa prima di diventare direttrice di programmi radiofonici
presso la Società di radiodiffusione delle chiese Ikon. «È
all’America Latina che devo la mia identità teologica - ha dichiarato la Bakker -. Del resto mi è a volte più facile formulare
la teologia in spagnolo piuttosto che in olandese». Ineke Bakker
vorrebbe che il Consiglio delle chiese porti avanti la sua campagna a lungo termine per eliminare lo scarto sempre più grande tra ricchi e poveri del suo paese. «La nostra società è, come
ha affermato di recente la regina Beatrice, una società “in declino”. Essa si lascia scivolare verso l’egocentrismo e spetta alla
chiesa lanciare un ammoirimento contro questa tendenza», ha
dichiarato. Altro compito del Consiglio sarà di affrontare «il carattere multiculturale della società neerlandese». (eni)
ASSISI — Durante la sua riunione ad Assisi il 19 maggio
scorso, il Comitato centrale della Conferenza della chiese europee (Kek) ha affrontato la delicata questione delle difficoltà
finanziarie dell’organizzazione. «Alcune chiese non danno
nulla» ha dichiarato il segretario generale, Jean Fischer. Altre
danno una piccola somma, «per la forma». Il budget della Kek
per il 1995 è stato ridotto e portato a 1.912.000 franchi svizzeri. L’organico è stato ridotto da 13,5 a 11,5 posti a pieno tempo e il personale ha accettato una riduzione di stipendio del
7%, il che ha consentito un risparmio di 90.000 franchi. Le cifre sottoposte al Comitato centrale dimostrano che il 20% delle
118 chiese membro assume il 100% del budget della Kek. 11
Comitato centrale ha raccomandato che la Kek avvii discussioni con il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) «circa il modo migliore di utilizzare in comune i fondi che vengono messi
a disposizione del Cec per le attività in Europa». 11 Comitato
centrale ha inoltre deciso che la XI Assemblea della Kek si
svolgerà a Graz (Austria), nel 1997, subito dopo il secondo
Raduno ecumenico europeo, che si svolgerà anch’esso a Graz
nel giugno 1997. La Kek spera così di realizzare risparmi importanti per le sue chiese membro. L’ultima Assemblea della
Kek ha avuto luogo a Praga nel 1992. (eni)
3
VENERDÌ 16 GIUGNO 1995
Vita Delle Chiese
PAG. 3 RIFORMA
Verso l'assise delle chiese battiste metodiste e valdesi -1
Cinque anni dopo il riconoscimento reciproco
Reazioni protestanti alla «Ut unum sint»
La novità è il tono
GIORGIO GARDIOL
Éy
i
I primi giorni di novembre
di cinque anni fa hanno visto la celebrazione a Roma di
un «avvenimento» definito
dall’allora segretario generale del Consiglio ècumenico
delle chiese, Emilio Castro,
come «rilevante anche unico
nella storia del movimento
ecumenico»: l’assise delle
chiese battiste, metodiste e
valdesi. Dopo i congressi
evangelici del 1920 e del
1965, è stato quello un momento importantissimo del
cammino verso l’unità dell’
evangelismo italiano. Nel novembre del 1990 i deputati e
i pastori riuniti nel Sinodo
delle chiese valdesi e metodiste e i delegati e i pastori
dell’Unione battista riuniti
nella loro Assemblea, si sono
incontrati in una assise comune per discutere insieme
di teologia, per pregare e per
cantare lodi a Dio.
Bruno Rostagno, commentando su La luce i risultati
dell’assemblea, notava come
questa fosse «fortemente
omogenea» ma che rappresentava l’inizio di un cammino in cui occorreva confrontarsi reciprocamente su alcuni
punti teologici importanti: «Il
battesimo e i frutti del battesimo». Da questo discende poi
la necessaria discussione sulla «costituzione della chiesa».
E noto infatti che le chiese
valdesi e metodiste hanno
una «costituzione sinodale»
mentre le chiese battiste ne
hanno una «congregazionalista»: temi che l’assise congiunta rinviava all’approfondimento delle chiese.
Tra le decisioni positive di
:_queir assemblea vi fu il «ri
conoscimento reciproco» che
affermava che le chiese battiste e quelle metodiste e vaidesi «si riconoscono reciprocamente quali chiese di Gesù
Cristo sulla base della comune comprensione dell’Evangelo, una comune vocazione
di testimonianza e di servizio
nel nostro paese e una condivisione delle posizione di fede (...)».
Con un’importante documento (poi divulgato dal Cec
anche come esempio per i
rapporti ecumenici tra le
chiese) si sanciva così quello
che nella pratica era già avvenuto in molte chiese locali
Battiste, metodiste e valdesi:
il pieno accoglimento dei fratelli e delle sorelle nell’attività e nell’esercizio dei ministeri della chiesa. Strumenti
di questo nuovo periodo di
azione comune in Italia erano
la «collaborazione territoriale» e il settimanale comune
«Riforma» che due anni dopo
sarebbe nato (e che avete sotto gli occhi).
L'assise di Torre Pellice
Dal 1“ al 3 settembre prossimo si terrà a Torre Pellice
la seconda assise delle chiese
battiste metodiste e valdesi
(in gergo chiamata «bmv»).
Si riuniranno in seduta congiunta il Sinodo valdese e
l’Assemblea battista per esaminare il percorso fin qui fatto e per affrontare insieme il
problema degli ordinamenti
ecclesiastici e quindi della
«costituzione della chiesa».
Nel frattempo però il processo di confronto «bmv» si
è arricchito di una nuova lettera, la «1» che sta per luterani. A partire dal 1990 la
Chiesa evangelica luterana
d’Italia (Celi) ha cominciato
a partecipare in qualità di
«osservatore» al confronto
tra gli esperti, e osservatori
luterani saranno presenti anche a Torre Pellice.
Ma il processo di ricerca
ecumenica «bmvl» è avanzato anche a livello europeo;
nel 1993 è stato pubblicato
La formazione dei pastori esaminata in un convegno a Ecumene
La prima prova: la catechesi
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_______MARCO SCHAEFERS________
LO chiamiamo «tempo di
prova», il primo periodo
di servizio dei pastori, e per
non pochi di loro la «prova»
consiste soprattutto nella catechesi. È stata quindi una
buona decisione quella della
Commissione permanente
per la formazione pastorale
(Cpfp) di organizzare un semiaario su questa tematica,
che si è svolto al centro di
Ecumene dal 31 maggio al 3
giugno. Il programma è stato
condotto con vivacità dal
prof. Giorgio Girardet; le relatrici, Maria Girardet Soggin
per il catechismo e Sandra
Rizzi per la scuola domenicale, hanno introdotto i rispettivi temi mettendo a disposizione le loro profonde esperienze. La discussione dei
problemi che emergono dalla
prassi si è incentrata soprattutto su due aspetti del campo
pedagogico.
1) Le persone coinvolte. E
fondamentale riconoscere la
centralità dei bambini o ragazzi nella catechesi. Sono
loro i protagonisti, non solo
perché rappresentano il futuro
della chiesa ma già considerati nella loro situazione attuale. Il dialogo deve partire
dalle loro esperienze, dalle
gioie o dalle sofferenze, e
aiutarli a trovare un linguaggio per verbalizzarle. In questo senso scuola domenicale e
catechismo diventano più
luoghi di incontro che di formazione, offrono un accompagnamento ai giovani nel
dare e ricevere reciproco.
Il Centro di Ecumene
Quanto vale per il rapporto
bambini-ragazzi, monitori-catechisti dovrebbe valere anche nel rapporto tra monitoricatechisti e chiesa locale: lo
scambio di idee con i pastori
e altre persone pedagogicamente (meglio) preparate e il
riconoscimento dell’impegno
da parte di tutta la comunità
sono indispensabili.
2) I metodi applicati. Dopo
un’analisi del materiale offerto dal Servizio istruzione e
educazione (Sie) si è passati
alla valorizzazione delle numerose possibilità per evitare
noia o monotonia nella catechesi: la presentazione narrativa dei testi biblici, la drammatizzazione, la produzione
di un giornale, di un calendario, di un audiovisivo, ecc.
L’importanza di un manufatto, di un risultato che si possa
vedere e toccare deriva dal legame tra divertirsi e imparare. Si incoraggiano allora mo
nitori, catechisti e pastori a
scatenare la fantasia nella
scelta dei metodi, a ricercare
una strutturazione chiara e affidarsi alla libertà nel trattare
i vari soggetti suscitando uno
spirito critico.
Nel corso dell’incontro ha
anche avuto luogo un intenso
colloquio con il moderatore
Gianni Rostan sui problemi
specifici dell’inizio del ministero pastorale: un momento
che è servito a stringere il
contatto fra direzione e operatori di base, e a accertarsi che
ci si impegna per un progetto
comune. Tra i membri presenti della Cpfp vi era il pastore
Alberto Taccia, che nelle sue
affascinanti meditazioni mattutine ha ricordato il nostro
maestro, l’unico capace, sia
nella catechesi che nella formazione pastorale, di volgere
«il cuore dei padri verso i figli
e il cuore dei figli verso i padri» (Malachia 4, 6).
un rapporto ufficiale della
Commissione congiunta battista e luterana, si è tenuta
l’Assemblea protestante europea di Budapest (1992), i
metodisti sono entrati ufficialmente nella Concordia di
Leuenberg (1994) e nel 1993
si è avuto un colloquio non
ufficiale tra alcune Unioni
battiste d’Europa e la Concordia di Leuenberg (la Con-'
cordia di Leuenberg è il documento con il quale le chiese luterane, riformate e unite
d’Europa hanno istituito tra
loro una piena comunione ecclesiastica ndr).
A Torre Pellice dunque battisti, metodisti e valdesi (con
la partecipazione dei luterani)
assumeranno decisioni concrete circa il governo della
chiesa, del settimanale comune Riforma, e della collaborazione territoriale. Ma quali
sono i problemi in discussione? Lo vedremo in una prossima serie di articoli.
1 - segue il prossimo numero
Gioia dei Colle
Ravvedetevi!
EDOARDO ARCIDIACONO
lYyr olti di noi non voX gliono pentirsi perché vogliono nascondere il
proprio peccato sotto il tappeto invece di buttarlo nel secchio,per poi gettarlo via per
sempre».
Con questo detto David
Mac Parlane, missionario
scozzese che opera in Puglia
e Basilicata, ha introdotto al
culto di domenica 28 maggio
presso la chiesa battista di
Gioia del Colle un messaggio
particolare, quello del ravvedimento. Il missionario ci ha
ricordato che Dio fece un patto con Abramo:'quello di dare
la terra promessa alla sua discendenza. Ma il popolo di
Dio preferisce dimenticare
quel patto, rimanendo nel
peccato; e per riagganciarsi al
patto, Dio ordina a Giosuè (5,
1-9) la circoncisione alla nuova generazione, come segno
del patto di Dio con il popolo
d’Israele. Per rafforzare questo patto con Dio, il nuovo
popolo,una volta circonciso,
rimane nell’accampamento
per guarire e per riposarsi.
Ma era un riposo fisico o spirituale? Il riposo fisico era
necessario per la guarigione,
ma il riposo spirituale era
fondamentale per la meditazione e il pentimento; pertanto non ci potrà mai essere la
possibilità di ricevere la terra
promessa senza pentimento.
Con Gesù Cristo siamo esortati a lasciare indietro la nostra vita, i nostri interessi personali, affinché ogni giorno
continuiamo a seguire Gesù
per divenire il suo popolo.
La recente enciclica di Giovanni Paolo II «Ut unum sint»,
ha suscitato una serie di reazioni tra i protestanti italiani. Ne
presentiamo qui alcune «a caldo», rilasciate all'agenzia
evangelica Nev poche ore dopo la presentazione alla stampa
del testo dell’enciclica papale.
Maria Sbaffi: «Delusione e speranza»
A una prima, necessa/\. riamente frettolosa,
lettura, quest’ultima enciclica
suscita due reazioni altrettanto profonde: un moto di speranza e uno di delusione. Come non riconoscere la passione autentica con la quale questo papa guarda alla mèta
dell’unità della chiesa e al
problema ecumenico, una
passione che sembra quasi
spingerlo a voler affrettare i
tempi, perché il Duemila veda una chiesa cristiana unita,
o almeno riconciliata, e il suo
pontificato possa chiudersi
con l’adempiersi di quella
che lui stesso considera una
priorità alla quale si sente
particolarmente chiamato come successore di Pietro? Una
passione, anche, che costituisce uno stimolo per tutte le
chiese non cattoliche che
hanno dato vita al movimento ecumenico, sottolineando
già allora il nesso fra unità
della chiesa e credibilità
dell’annuncio evangelico.
E un moto di delusione:
Giovanni Paolo II, ben sapendo quanto il papato sia di
ostacolo nel cammino ecumenico, sembra voler coinvolgere le chiese nella ricerca di un ministero di unità
«riconosciuto dagli uni e dagli altri». È molto, ma è davvero abbastanza, o il fatto di
Maria Sbaffi, deiia Commissione
per ie reiezioni ecumeniche deile chiese valdesi e metodiste
aver prima ribadito lungamente i caratteri irrinunciabili del ruolo di «successore di
Pietro», non pone un limite
invalicabile alla buona volontà ecumenica espressa
nella prima parte dell’enciclica? Ammesso che in qualche
chiesa si sia aperta una riflessione su un possibile ministero simbolico di unità (e
noi non siamo fra queste) la
distanza appare ancora immensa. Forse, al di là dei
passi che noi cristiani stiamo
compiendo, il Signore ci stupirà imprimendo un’accelerazione improvvisa al cammino ecumenico, per vie che
noi non conosciamo».
Domenico Tomasetto:
«La Chiesa cattolica deve guardare
ai protestanti italiani»
T 9 enciclica - ha detto
il presidente della
Fcei, Domenico Tomasetto sembra fornire una lettura autentica del decreto conciliare
“Unitatis redintegratio”: questo è il suo pregio ma al tempo stesso il suo limite, perché
si ha la sensazione che rispetto a quel documento, vecchio
di trent’anni, non ci siano
grandi novità. Certamente apprezziamo lo sforzo di chiarificazione, l’afflato ecumenico
che percorre tutta la lettera, la
sottolineatura della necessità
di una “riforma permanente”
e di ùna continua “confessione di peccato”; ma non possiamo esimerci da alcuni rilievi critici. In particolare, abbiamo la sensazione che alle
grandi dichiarazioni di principio non corrisponda una adeguata “metodologia ecumenica”. Si parla molto di dialogo,
ma esso ha senso solo se è
dialogo fra eguali, se vi è la
disponibilità a lasciarsi cambiare. Abbiamo inoltre notato
una certa freddezza e distanza
nel modo con cui Giovanni
Paolo II parla del rapporto
con le chiese nate dalla Riforma (in particolare con gli an
Domenico Tomasetto, vicepresidente dell’Ucebi e presidente
della Fcei
glicani che, menzionati solo
di sfuggita, sembrano i grandi
assenti di questa enciclica). Il
papa riconosce di aver dato
una priorità ecumenica alle
sue visite pastorali solo nei
paesi in cui la Chiesa cattolica è minoranza e i cristiani di
altra confessione sono maggioranza: ma forse è giunto il
tempo di dare segni di attenzione anche dove, come in
Italia, il protestantesimo è
una minoranza».
TAVOLA VALDESE
Sinodo delle chiese
valdesi e metodiste
Il Sinodo, secondo quanto disposto dall’atto n. 133.della
sessione sinodale europea 1994, è convocato per
DOMENICA 27 AGOSTO 1995
I membri del Sinodo sono invitati a recarsi nell’Aula sinodale della Casa valdese di Torre Pellice alle ore 15.
II culto di apertura avrà inizio alle ore 15,30 nel tempio di
Torre Pellice e sarà presieduto dal pastore Bruno Rostagno.
Il moderatore della Tavola valdese
Gianni Rostan
4
PAG. 4 RIFORMA
m
Vita Delle Chiese
venerdì 16 GIUGNO 1995
Viaggio nella provincia di Napoli per diffondere la Bibbia
Una terra fertile per l'Evangelo
MARIO CIGNONI
La provincia di Napoli è
piena di chiese e piccoli
gruppi evangelici di tutti i tipi, dai luterani alle Assemblee
di Dio (Adi). È una realtà che
la Società biblica conosce da
tempo e ultimamente sono
stato alcune volte nella zona
per promuovere la diffusione
e la conoscenza della Bibbia.
Le Adi sono condotte da
pastori e anziani coinvolti
nell’attività delle calzature,
seguendo una tradizione degli
anni ’30. Grazie al loro impegno la Bibbia è stata diffusa a
migliaia di copie. Le famiglie
sono nomi noti del mercato
della scarpa. Giro in pullman:
a Calvizzano incontro i Melluso: sette fratelli di cui quattro pastori. «Dio non ci chiama solo al pastorato ma anche
a vivere nel mondo», mi dice
Alfonso, che oltre a dirigere
la ditta (80 impiegati) è segretario del distretto Adi e cura
una vasta diaspora pentecostale. Il genero, pastore Di Torio, oltre al mercato delle
scarpe, conosce la storia della
Diodati, bella versione che
legge ogni mattina, apprezza
la traduzione di mons. Martini
ed è sensibile al rapporto tra
fede e cultura anche se, mi dice, è prioritaria l’evangelizzazione nelle piazze con la tenda per coinvolgere tutti.
A Napoli incontro Daniele
Melluso, uno dei pastori. La
sua chiesa (650 presenti ai
culti) si raduna in un ex teatro
ristrutturato due anni fa al
centro della città. Tra una
predica e una visita trova anche il tempo di collezionare
Bibbie antiche. Con Stefano
D’Alessandro, anche lui pastore e titolare di una ditta di
scarpe, si parla della divinità
di Cristo e dell’opera di evan
II Vesuvio e la periferia napoletana
gelizzazione. Nella sua comunità ci sono 400 giovani,
fra scuola domenicale e catechismo, divisi in 16 classi.
Giovanni D’Auria, di Pimonte, della Chiesa dei Fratelli, mi dice che qui non ci
sono chiese evangeliche di
nessun tipo. Giriamo tra paesetti famosi per la loro bellezza, in visita a famiglie di
credenti «salvati» una decina
di anni fa. Ad Agerola, in alto sui monti Lattàri da dove
si gode un panorama magnifico, è pronto un campo per
l’evangelizzazione della costiera. La nostra mostra della
Bibbia è esposta a Sorrento
nei locali dell’Azienda di turismo, tra palme e limoni, con
manifesti dappertutto (corife-'
renza pubblica sabato sera).
«Chi parlerà?», mi informo;
«Ci lasciamo guidare dallo
Spirito», mi risponde D’Auria, e mi domanda di aiutarlo.
Interverrà il pastore battista
Nicola Leila.
La mostra sarà tra breve
trasferita a Positano e poi a
Ravello. Tra i visitatori alcuni
sono interessati ad averla in
sieme a una conversazione
sulla Bibbia: il parroco di Capri e Anacapri, la comunità
carismatica del pastore Traettino a Caserta e una chiesa di
Fratelli a Bacoli, dall’altra
parte del Golfo. D’Auria sta
anche preparando per il 1996
un’altra importante esposizione della nostra mostra della
Bibbia nei locali dell’antico
arsenale di Amalfi: la Bibbia
e la Repubblica marinara.
Sulla via del ritorno mi fermo a Torre Annunziata per
una breve visita a un anziano
e caro colportore della Chiesa
apostolica e finisco a San Sebastiano al Vesuvio dove
Ciancioni, pastore Adi, gestisce una grossa lavanderia industriale. Con alcuni di questi
fratelli, con cui è nata una vera comunione, non si parla
solo di Bibbia ma anche di
fede, della salvezza, di chiese
diverse e dalle due parti sbuca un po’ di orgoglio denominazionale. A uno, che mi pare
un po’ troppo sicuro, dico che
nel giorno del giudizio ci saranno delle sorprese... «Ma
può essere che i valdesi passino avanti ai pentecostali?»,
mi domanda esterrefatto.
«Può essere, può essere, siamo salvati per grazia». «Ah risponde -. perché se fosse
per le opere...».
Venezia-Mestre
Tre nuove
sorelle
JOLANDA SCHENK
A Mestre, la domenica di
Pentecoste, hanno testimoniato la loro fede e sono
state accolte nella chiesa valdese tre nuove sorelle: Noemi
La Fa(a, battezzata e cresciuta
nella Chiesa valdese; Barbara
Young, proveniente da una
chiesa battista americana; Patrizia Marcato, battezzata nella Chiesa cattolica, che ha rivolto a Dio questa preghiera:
«Signore, accetta chi come
me, da un’esperienza cristiana fortemente diversa, ha
continuato la ricerca attraverso percorsi anche confusi,
senza mai abbandonare la fede nel tuo amore di Padre,
fratello e amico. Aiutami a
trasmettere il tuo amore e la
tua Parola ai miei tre figli e ai
miei cari, perché essi possano
essere realmente membri di
quella comunità che li ha accolti con il battesimo come
adesso accoglie me».
Il culto con Santa Cena è
stato celebrato dalla pastora
Laura Leone, che ha messo in
evidenza come dubbi e difficoltà non mancheranno sul
cammino di chi vuol essere
testimone di Cristo, sottolineando però quanto possa essere esaltante e gioiosa tale
testimonianza. Alla celebrazione ha partecipato una numerosa assemblea, formata
dai membri di chiesa, parenti
e amici, da rappresentanti del
Sae, tra cui la sorella Anna
Ravalli-Modoni che, commossa, ha letto un testo biblico e una preghiera. Dopo il
culto un rinfresco ha permesso a tutti di sentirsi veramente
una famiglia che gode di ogni
nuovo membro; un gruppo ha
poi continuato a festeggiare
presso la famiglia La Fata.
Gita della scuola domenicale a Borgio Verezzi
Torino: conclusa la scuola domenicale '95
L'ora della domenica
PAOLA GIAVARA
Con ravvicinarsi dell’estate e delle vacanze la
scuola domenicale è stata sospesa. Come per ogni attività
ecclesiastica che termina per
la pausa estiva è tempo di valutazioni: per quanto riguarda
il corso di scuola domenicale
della Chiesa valdese di Torino, composto da una quarantina di bambini, l’attività
svolta è stata ampia per la diversità di argomenti biblici
trattati (alcune parabole e miracoli di Gesù e, nell’Antico
Testamento, le vicende di
Abramo, Isacco, Giacobbe
per terminare con Giuseppe).
Talvolta, raccontare e spiegare fatti e avvenimenti della
Bibbia ai bambini più piccoli,
che non vanno ancora a scuola, non è stato semplice e le
difficoltà maggiori si hanno
avute nel presentare il contesto storico e culturale nel
quale le vicende sono avvenute oppure quando si è dovutà attirare l’attenzione sulla
volontà di Dio, nascosta spesso dietro «stranissimi» episodi. Altre volte, invece, la fantasia e la curiosità dei bambini fa sì che la comprensione e
"mmMwmsmsmwMmm’SMmmLmMmmmsflm«
Il IV incontro del Comitato evangelico di ricerche giuridiche ha affrontato il tema degli enti ecclesiastici
Il servìzio è rivolto a tuttì^ non solo agli evangelici
DAVIDE MARINI
Il 6 C'7 maggio si è svolto a
Ecumene il IV incontro
dei giuristi evangelici organizzato dal Comitato evangelico di ricerche giuridiche sul
tema Gli enti ecclesiastici.
Daniele Garrone ha aperto il
convegno con una relazione
sul tema «Carisma e istituzione» prendendo spunto dai
capitoli 7-12 del primo libro
di Samuele. Il libro parla di
una grande svolta nella storia
del popolo d’Israele: il passaggio dall’epoca dei giudici
alla monarchia.
Il cap. 7 descrive Samuele
come giudice, cioè come persona a cui Dio affida l’incarico di comandare, di governare e di salvare una o più tribù
in difficoltà. Successivamentè, quando Samuele diventa
vecchio, gli israeliti chiedono
un re perché Gioele e Abia,
figli di Samuele, erano degli
scellerati; il desiderio di
un’autorità stabile comportava però il rischio di sottovalutare la sovranità del Signore sopra il suo popolo. Il popolo comunque è stato ammonito e a ragion veduta, sapendo che cosa fa, sceglie la
strada sbagliata.
Nei capitoli successivi Saul
viene proclamato re e Samuele spiega al popolo i diritti e le prerogative del re: finora chi ha guidato il popolo
era un capo carismatico, ora
invece è un re. Infine si capisce che la monarchia è una
concessione di Dio per una
scelta del popolo, cioè Dio
ratifica una richiesta errata
del popolo.
Diaconia e laicismo
Sergio Rostagno ha poi
parlato su «Diaconia e laicismo». Partendo dal fatto che
esiste una dogmatica evangelica, allo stesso modo può
esistere un’etica evangelica e
una pedagogia evangelica.
Rostagno è partito dalla
teoria del doppio riferimento,
spiegando coma da una parte
di noi ci sia ciò che è riferibile all’annuncio evangelico,
che ha il suo luogo riconosciuto nella chiesa, e dall’altra invece l’azione verso il
pubblico, che ha come punti
di riferimento la società, lo
stato, la necessità, la norma;
a sua volta la norma è provvisoria e rivedibile e noi ci
troviamo sempre in una dinamica senza riposo nel senso
che in tutto quello che facciamo incontriamo sempre varie
contraddizioni che devono
essere affrontate con la critica, la dialettica e il rinnovamento. Analizzando alcuni
passi di Lutero, Barth e Paul
Ricoeur si è visto come sussista una tensione ineliminabile
e che il piano della giustizia
trova in quello dell’amore la
sua fonte di ispirazione, ma
non è la traduzione in articoli
di legge di un assoluto.
Quello che noi facciamo
concretamente è e deve essere erga omnes, deve essere
rivolto a tutti e servire alla
società: solo così, cioè senza
escludere alcuno, ci riuscirà
di essere buoni cristiani. Si è
visto infine come il nostro intervento debba essere emblematico, cioè tendente all’esemplare, anche perché lo
stato non arriva a dare delle
motivazioni forti come quelle
che dà la chiesa.
L'ordinamento valdese
Si è poi svolta una tavola
rotonda sul tema «Progetti di
riforma dell’ordinamento
valdese in tema di enti ecclesiastici», con la partecipazione di Andrea Ribet, Danielle
Jouvenal, Paolo Gay e Marco
Borno. Nell’occasione è stata
presentata una sintesi della
relazione della Commissione
sugli enti ecclesiastici nominata dal Sinodo ’94, in cui
viene evidenziata la situazione attuale e un conseguente
progetto di riordino: individuazione di un certo numero
non necessariamente elevato
di commissioni sinodali amministrative (Csa, come Tavola valdese, Opcemf, Facoltà di Teologia, assistenza
sanitaria e anziani, istruzione
e assistenza ai minori, accoglienza e centri sociali), composte da 5-7 membri di nomina sinodale, situate in luoghi
diversi secondo la distribuzione relativa degli istituti di
riferimento, dotate di personalità giuridica nell’ordinamento statale, che si prendano cura della rappresentanza
esterna delle opere e istituti
che verrebbero loro affidate,
che siano intestatarie del loro
patrimonio, che adempiano
agli obblighi fiscali e amministrativi, che operino sotto la
supervisione della Tavola e
rispondano del loro operato
al Sinodo e nelle altre assemblee previste dall’ordinamento valdese.
La gestione di istituti e
opere verrebbe affidata a un
procuratore affiancato da un
comitato locale, nominati entrambi dalla Csa; gli istituti e
le opere dovrebbero redigere
bilanci preventivi e consuntivi approvati definitivamente
dalla Csa e confluenti nel bilancio consolidato della Csa
stessa; verrebbe fatta salva la
possibilità per alcuni istituti e
opere di non entrare nella
Csa ma di avere personalità
giuridica propria.
Per quanto riguarda i controlli orizzontali ai distretti
rimarrebbe la funzione di indirizzo politico sul funzionamento degli istituti e opere
residenti nel territorio e l’approvazione del bilancio preventivo come strumento di
programmazione delle risorse
in vista della prestazione di
servizi; ai circuiti invece sarebbe affidata la competenza
in materia di testimonianza
sul territorio e l’organizzazione della predicazione in
istituti e opere.
Nel corso della tavola rotonda e del dibattito sono
emersi alcuni dubbi e critiche
al progetto di riordino circa la
supervisione della Tavola valdese, il controllo del Sinodo
(ci sarà, o forse il Sinodo ha
l’impossibilità tecnica di capire e di svolgerlo?), le competenze (c’è bisogno di unità e
allora deve essere solo uno
l’organo che tiene i rapporti
con l’estemo), il bilancio consolidato e il procuratore
(quanto conta il comitato locale?). In qualche intervento è
stata sottolineata la nostra duplice esigenza: interna, legata
al riappropriarsi del nostro
modo di concepire le opere;
esterna, relativa alla gestionalità delle nostre opere, tenendo comunque ben presente
che lo stato conosce meno di
ciò che noi pensiamo.
L'ordinamento battista
L’ultima relazione è stata
quella di Franco Scaramuccia
sul tema «Gli enti ecclesiastici nell’ordinamento battista».
Il patto costitutivo deirUcebi
individua tre tipi di enti ecclesiastici: le chiese, l’ente
patrimoniale e le istituzioni.
Le chiese sono tutte autonome, però nessuna di esse
ha personalità giuridica; per
essere erette in ente devono
chiedere l’autorizzazione all’assemblea generale.
L’ente patrimoniale ha personalità giuridica dal 1961 e
due anni di tempo dall’entrata in vigore della legge di approvazione dell’Intesa per
iscriversi nel registro delle
persone giuridiche; viene gestito da un comitato che è lo
stesso Comitato esecutivo
deirUcebi e ha la funzione di
amministrare le istituzioni
prive di personalità giuridica.
l’attualizzazione dei fatti loro
narrati siano immediate (specialmente per le parti del
Nuovo Testamento): affinché
i bambini imparino meglio
occorre che i genitori riprendano con loro i temi trattati.
Inoltre i bambini, durante il
periodo natalizio, hanno partecipato al culto, accompagnando il canto e, in un pomeriggio dedicato a loro,
hanno inscenato due parabole. La domenica precedente la
Pasqua hanno di nuovo preso
parte al culto con letture bibliche, preghiere e canti. La
■scuola domenicale non è soltanto un’occasione di apprendimento, ma è anche un momento di comunione con altri
coetanei e per i bambini rappresenta anche il primo passo
nel mondo della loro chiesa.
Tramite la scuola domenicale
i piccoli vedono come la
chiesa funziona, come è strutturata, da chi è composta, cosa si dice e cosa si fa. Diventa
quindi molto importante dedicarle attenzione e tempo affinché sia veramente volta alle esigenze dei bambini e che
soddisfi le loro aspettative, di
venendo così uno strumento
di evangelizzazione.
Villa Betania
Corso per
i visitatori
Si è concluso sabato 27
maggio, con un incontro sul
libro di Giobbe tenuto dalla
pastora Teodora Tosarti, il
corso di teologia biblica e pastorale per la formazione del
visitatore locale che si è svolto a Napoli presso l’ospedale
evangelico «Villa Betania». 11
corso su «La visita all’ammalato», organizzato a cura del
servizio di cappellania dell’
ospedale, i pastori Massimo
Aprile e Nicola Leila, si è sviluppato in sei appuntamenti
da marzo a maggio e ha coinvolto come relatori, oltre i
due cappellani, i pastori Luciano Deodato, Anna Maffei,
Paolo Poggioli, e Teodora
Tosarti. Gli incontri, che han-no toccato temi impegnativi
quali quello del cristiano davanti alla morte, il colloquio
con Pammalato, la paura e la
sofferenza, la riconciliazione,
le domande dell’ammalato,
hanno interessato un gruppo
costante di partecipanti, più di
una trentina di persone fra
medici e infermiere dell’ospedale e membri delle chiese
evangeliche napoletane. Alla
fine del corso a queste persone è stato rilasciato un attestato di frequenza ed è stata programmata per il prossimo anno una seconda serie di incontri ciascuno dei quali preveda la presenza di due relatori, un pastore e un medico.
Questo perché ogni tema venga affrontato da angolature
diverse e sulla base di esperienze concrete.
5
VENERDÌ 16 GIUGNO 1995
mM
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
Secondo campo delle donne leader a Rocca di Papa
La ricerca della nuova identità
SI
MERCEDES CAMPENNÌ
■ V
Estate uno studio serio e
impegnativo quello che
si è svolto a Rocca di Papa
dal 12 al 14 maggio, nel secondo campo per donne leader, uno studio condotto con
competenza e bravura dalle
pastore Elizabeth Green e
Adriana Gavina. Esse ci hanno coinvolte profondamente
nei loro ragionamenti, ma
non senza quel fondo di sano
umorismo che ci ha rallegrato
e divertito soprattutto nei lavori di gruppo, nei quali ci
hanno fatto cantare, recitare,
qualche volta scatenare, e
perfino scrivere una lettera
aH’apostolo Paolo, molto rispettosa ma che chiariva con
molto spirito le nostre femminili posizioni.
Il lavoro è stato fatto in
cpllaborazione dalle due pastore, in sintonia perfetta.
Esame della psicologia fem-‘
minile, per quel retaggio di
cui non si è ancora liberata
della millenaria soggezione
ad una autorità incombente
(esame che non si è limitato
ad affermazioni teoriche ma
è sceso alla pratica avvalendosi di grafici e di tecniche
assai efficaci): compito questo di Adriana Gavina. Studio
teologico, Bibbia alla mano.
Con analisi mirata a scoprire
la presenza delle donne nella
storia del Vecchio e del Nuovo Testamento (spesso appena accennata o anche taciuta)
con le deduzioni che ne sono
derivate: compito di Elizabeth Green.
Gomune ad ambedue la dirittura d’arrivo, quella di scoprire e di far sentire le donne
capaci di scelte autonome e di
completa libertà nel lavoro
per il Signore e nella società
stessa, figlie esse stesse predilette di Dio. Il ruolo di
Adriana, quello psicologico,
ci ha introdotto in un mondo !
nuovo per noi che si avvale di
tecniche e linguaggi mai sperimentati prima: Sas (senso di
autostima), assertività, momenti appaganti di completo
relax, grafici che proiettano
in sintesi la gamma di sensazioni e funzioni psichiche,
tutto mirante al fine ultimo di
rompere i veli dietro ai quali
spesso noi donne ci nascondiamo a noi stesse.
Bisogna rimuovere i condizionamenti dei retaggi di millenni, che ci portiamo dietro,
i fattori esterni che agiscono
sui nostri comportamenti, le
soggezioni alle opinioni degli
^tri che molte volte reggono
i fili delle nostre azioni. Tutto
ciò perché possiamo piano
piano emergere per quelle
che noi siamo in realtà.
Essere «assertive», cioè capaci di gestire bene le nostre
funzioni, dipende dalla nostra
volontà, dalle scelte che esercitiamo oltre che nel campo
della coscienza anche in quello dell’inconscio; Adriana ha
indicato Gristo come aspirazione suprema. Il credente
non è chiuso in se stesso ma è
fortemente influenzato dal
ihodello che ha; Gristo Gesù.
Le ali d’aquila sono state
i’iinmagine significativa di
tutta la parte teologica del
corso. Ali potenti e amorevoli
che adombrano l'onnipotenza
di Dio e l’immensità del suo
amore per noi, e vengono
menzionate di tanto in tanto
nel Vecchio Testamento con
nna progressiva conquista di
forze di chi è debole e si affida all’amore di Dio. Gosì in
Esodo 19, 4 e in Deuteronomio 32, 10-11, così in Isaia
40, 27-31 dove le creature,
per la speranza in Dio, divengono più forti. E nel Nuovo
Testamento l’immagine viene
Elizabeth Green e Adriana Gavina, le due animatrici dell’incontro di
Rocca di Papa
ripresa nell’Apocalisse per
esprimere forza e sicurezza
ormai raggiunte, il completamento di un progresso avvenuto (Apocalisse 12, 14).
Tutto questo ad indicare il
cammino che deve fare la
donna per trovare lo scopo ultimo di questo progresso e
cioè, nella consapevolezza
dei propri talenti, il Signore.
Pertanto Elizabeth ha sostenuto con vigore che bisogna
far venire fuori dall’Evangelo
altre immagini da quelle già
note, che contribuiscano all’
autostima di noi donne, perché sia ottimale il nostro servizio. Non è evangelico che
le donne restino prigioniere
del messaggio di mansuetudine recepito in un determinato
momento storico, quando non
si riusciva a concepire un sistema diverso per noi. Grazie
a Gesù, all’incontro con Gristo, la donna si alza in piedi,
acquista dignità, diventa «as
sertiva». Se noi soffochiamo
noi stesse, ha detto Elizabeth,
e i doni che il Signore ci ha
dato, ci seppelliamo vive, nascondiamo il nostro talento e
non possiamo rispondere alle
attese del Signore.
Questo è stato anche il significato simbolico del culto
di chiusura, che la pastora
Green ha tenuto la domenica
mattina quando, dopo la meditazione sul passo dell’Apocalisse citato, ha voluto significativamente che distruggessimo gli stereotipi che appesantivano la vecchia donna
che era in noi, per ritrovare
attraverso la preghiera e la lacerazione del vecchiume una
nuova, più libera identità per
una più degna consacrazione.
Grazie a Elizabeth e Adriana per questo corso che ci ha
rinnovate e rinvigorite. E sia
benvenuto il corso scuola di
due volte l’anno per donne
leader a Rocca di Papa.
Catania
Mostra
della Bibbia
SILVESTRO CONSOLI
Una «mostra della Bibbia»
è stata tenuta dal 2 al 28
maggio a cura delle chiese
battiste di Fioridia, Dentini,
Siracusa e Gatania. Tutte le
chiese hanno ospitato la mostra presso i rispettivi locali
di culto, arredandoli con gusto e in funzione delle rispettive situazioni logistiche;
La mostra ha contribuito a
migliorare la «visibilità» delle nostre chiese: a Fioridia e
Siracusa è stato possibile
coinvolgere istituzioni civili,
scuole e realtà ecclesiali sia
cattoliche che evangeliche.
Per contingenti motivi locali
e organizzativi ciò non risulta
sia stato fatto a Dentini e Gatania, anche se ugualmente
l’affluenza di visitatori è risultata accettabile. Sia a Siracusa che a Fioridia, in occasione della mostra, sono state
tenute delle conferenze con
dibattito tenute dai pastori
Leonardo Magri e Salvatore
Rapisarda: a Siracusa era presente anche il vescovo.
Per quanto riguarda il materiale in mostra, dobbiamo
dire che c’è stato un generale
apprezzamento per il notevole numero di Bibbie, sia in
lingue antiche che moderne. I
pannelli si sono rivelati molto
utili per spiegare la formazione e la storia della Bibbia attraverso i secoli: forse in futuro occorrerà farli più grandi, più colorati e più numerosi. A Gatania abbiamo potuto
esporre anche antiche versioni della Vulgata prestate dal
pastore Gereda della Ghiesa
del Nazareno.
Dibattito interreligioso all'Ambrosianeum
La memoria interroga la fede
________SERBIO RONCHI_______
Il 31 maggio a Milano,
presso il Gentro culturale
Ambrosianeum, il folto pubblico presente alla tavola rotonda (organizzata in collaborazione con le chiese battiste,
metodista, riformata-luterana
e valdese, con la Gommissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo della Ghiesa
ambrosiana, l’Esercito della
Salvezza, il Segretariato per
lè attività ecumeniche) con
Piero Stefani (cattolico), Daniele Garrone (protestante) e
Stefano Levi Della Torre
(ebreo) sul tema; «La memoria interroga la fede» non è
intervenuto; e non a causa
dell’ora tarda.
Si poteva solo ascoltare
(non udire) e quindi lasciarsi
interrogare (e interrogarsi)
nella e dalla propria coscienza (individuale e collettiva)
dal dato di fatto che Auschwitz, come ha sottolineato in
apertura Gioachino Pistone
nel motivare rincontro, «è
presente nella memoria dei
sopravvissuti, nelle intolleranze, nel razzismo, nell’antisemitismo di oggi». E allora i
cristiani devono rivisitare criticamente, e in termini radicali, il proprio recente passato
(tragicamente gravido di conseguenze per l’immediato futuro). «Devono perciò saper
ascoltare insieme - ha concluso Pistone - la voce
dell’ebraismo».
Le chiese, che per quasi
tutta la loro storia hanno praticato nei confronti degli
ebrei quello che Isaac ha definito «l’insegnamento del disprezzo», hanno saputo con
fessare il peccato di silenzio e
di omissione, di paura e (talvolta) di complicità a 50 anni
dalla fine dell’annientamento
degli ebrei? domanda inquietante con risposta negativa.
«Le chiese - ha detto Stefani - non hanno capito che lo
“specificum” cristiano sta
nella presenza del credente
nel mondo, che pone davanti
a situazioni limite senza speranza, nelle quali l’umano
cessa di essere tale». E Auschwitz, appunto, è diventata
«simbolo di memoria e di resistenza del limite»; da Auschwitz emerge, dirompente,
«una voce imperativa che
spezza i popoli, i credenti e
che dovrebbe spezzare anche
le nostre coscienze».
«Nei confronti di Auschwitz, dunque, in quale modo i
cristiani - si è chiesto Garrone - hanno confessato il loro
peccato?». Dai documenti ecclesiastici ufficiali della Ghiesa tedesca, succedutisi dal
1945 in avanti, trionfa con
chiarezza l’ambiguità: omissioni, non errori, colpa morale, concorso di colpa; sino ad
arrivare, finalmente, in tempi
recenti a una inequivocabile
condanna dell’ideologia della
chiesa che sottende l’antisemitismo cristiano.
Tale forma di abominio, ha
spiegato Levi Della Torre,
presenta un fondamento teologico e cristologico a un
tempo: «11 popolo ebraico si è
rivelato potentissimo, perché
è riuscito a creare Dio e poi a
ucciderlo». Quindi è in grado
di diventare realtà politicamente, e non solo politicamente, temibile; che, se non
viene distrutta, distrugge. I
«potenti», pertanto, andavano
sterminati.
Ma lo sterminio ha lasciato
la memoria di sé; e quella
memoria, ha continuato Della
Tórre, ancora oggi «interroga
la fede affinché essa si vergogni di se stessa in questo secolo di fedi al tramonto». La
Ghiesa, quella cattolica in
particolare, quanto a motivi
di vergogna ne ha parecchi a
disposizione.
A partire da un preoccupante revisionismo alla Gardini e alla Messori; un revisionismo, «spregevole nelle
conseguenze e falso nelle
motivazioni» che cerca di
giungere al perdono come
ideologia; perdonare per essere perdonati; vale a dire un
perdono con forte «componente narcisistica e di autoassolvimento». Il tutto passando attraverso un monumento
eretto a quella «zona grigia»,
per dirla con Primo Levi,
frapposta tra vittime e carnefici: Pio XII.
La Shoà provoca la fede al
ricordo e il ricordo deve impedire il ripetersi della Shoà.
«L’insegnamento del disprezzo» interroga la fede
mettendola in questione affinché essa ritrovi se stessa;
e, ritrovando se stessa, ritenga legittima e inevitabile la
domanda lacerante di Hans
lonas: «Gome pensare Dio
dopo Auschwitz?». Una risposta potrebbe essere quella
avanzata da Garrone: «Dare
la nostra voce ai sommersi di
oggi, gridare all’interno delle
situazioni limite, pregare insieme con Israele di avere da
Dio una risposta come la
chiedono i Salmi».
CAMPOBASSO — Il 28 maggio, presso la chiesa battista-valdese, il pastore battista Dario Saccomani, coadiuvato dal
pastore valdese Salvatore Carco, ha confermato tre sorelle
valdesi. Con tale atto le due chiese hanno dato un segno
concreto di quanto auspicato dal VI documento Bmv. Al di
là delle diversità delle ecclesiologie e degli ordinamenti
corrispondenti, ciò che è prevalso sopra ogni altro aspetto è
l’unica signoria di Gesù Cristo. Un’esperienza di condivisione come quella di Campobasso ci fa riconoscere che, nel
rispetto di ciascuna identità, le convergenze stmtturali, teologiche ed ecclesiologiche sono per noi divenute reali condizioni di vita e di testimonianza. Scevri da ogni trionfalismo o autosoddisfazione, confessando il nostro stato di peccato, rendiamo grazie a Dio per quanto ci dà oggi di sperimentare e di vivere fuori da ogni schema ideologico o
esclusivo sulla base della denominazione. Vivamente speriamo che Dio, nell’azione del suo spirito, susciti nelle chiese quel desiderio di incontrarsi e di condividere pienamente
la comunione dei santi.
RIESI — Durante il culto di Pentecoste hanno confermato la
loro fede due catecumeni; Oscar Platone e Giuseppe Licata. La predicazione su «O uomo. Egli ti ha fatto conoscere
ciò che è bene...» (Michea 6, 8) è stata tenuta dal pastore
Mühl ich che, in questi giorni, sta per partire con un gruppo
di dieci giovani siciliani (e tra questi i due catecumeni appena confermati) di Agrigento, Grotte e Riesi per il prossimo Kirchentag ad Amburgo. Dopo il culto si è tenuta una
festosa agape presso il Servizio cristiano con i membri della
chiesa e giovani riesini.
CORATO — Domenica 4 giugno la Chiesa valdese ha avuto
la gioia di raccogliersi attorno a due catecumeni che hanno
fatto la loro confessione di fede: Vito Saragaglia viene dal
cattolicesimo, è studente di musica (tromba) e spesso ha allietato i nostri incontri con il suo strumento accompagnato
dalla tastiera; Nella Patruno faceva già parte di una famiglia protestante, laureata in filosofia, fa momentaneamente
la maestra d’asilo: nella sua confessione di fede ha detto,
fra l’altro,* «Vorrei essere parte di una chiesa in cammino,
capace di esercitare il cammino spirituale degli inquieti, di
percepire il mistero, di mettersi in discussione, di ripensare
ia passione della croce».
MATERA — Domenica 28 maggio è stato un giorno benedetto dal Signore perché la Ghiesa battista ha festeggiato il battesimo di quattro giovanissime credenti della comunità. Annunziata Coretti, Angela Coretti, Giuseppina Coretti e
Maria Mola hanno confessato la propria fede nel Signore
con il battesimo per immersione. Ì1 pastore Martin Ibarra,
nel suo sermone, si è soffermato in particolare sulla domanda di Nicodemo a Gesù e sul significato della nuova nascita. Il pastore ha anche spiegato il significato della parola
«battesimo», che equivale a «immersione» e rappresenta il
morire al peccato per rinascere ad una nuova vita. Possa il
Signore guidare la vita delle neobattezzate che come Nicodemo hanno conosciuto il Signore e hanno ricevuto la potenza dello Spirito Santo che le ha trasformate per diventare
nuove creature nate dallo Spirito, (m.p.)
PESCHICI — La Chiesa cristiana evangelica riformata, che
ha aderito all’Ucebi il 29 giugno 1994 con 24 membri, vuole ringraziare il fratello Michele Romano perché è stato il
primo che ci ha messi in contatto con l’Unione battista; il
pastore Carmine Bianchi, tramite il quale abbiamo allacciato i rapporti con la chiesa battista di Altamura; il pastore
Martin Ibarra, che si è impegnato nei nostri confronti rappresentandoci all’Assemblea dell’Ucebi, che poi espresse il
proprio parere favorevole alla nostra adesione. Vogliamo
ringraziare infine tutta l’Unione battista, che non è rimasta
indifferente nei nostri confronti, permettendo l’apertura del
locale di culto. Esso è situato in via Sant’Elia 33; vi svolgiamo le nostre riunioni la domenica (alle 10,30 e alle 17);
il martedì teniamo uno studio biblico sistematico; il giovedì
ci dedichiamo completamente alla preghiera. Invitiamo fratelli e sorelle a visitarci per incoraggiarci a svolgere il nostro servizio in questo paese per far conoscere la parola di
Dio e Gesù Gristo unico Signore e sacerdote, (a.d.n.)
PRAMOLLO — Il bazar organizzato dall’Unione femminile
si terrà domenica 18 giugno.
• Improvvisamente ci ha lasciati, all’età di 75 anni, il fratello Silvio Travers, dei Bosi, che lascia un grande vuoto nella sua famiglia ma anche nella comunità che si stringe attorno alla moglie per esprimerle affetto e solidarietà cristiana e
dirle una parola di speranza nelle promesse del Signore.
BOBBIO PELLICE — Manifestiamo ancora una volta i sentimenti di gioia fraterna agli sposi Fabrizio Negrin e Liana
Davit che hanno pronunciato il loro sì il 10 giugno davanti
al pastore Aldo Rutigliano.
• Siamo molto grati a Sabrina Geymonat, Manuela Monnet
e Andrea Melli, che hanno presieduto il culto di domenica
11 giugno in sostituzione del pastore titolare, impegnato nei
lavori della Gonferenza distrettuale.
AOST\A — Domenica 21 maggio abbiamo avuto la gioia di accogliere al battesimo il piccolo Andrea Peloso. Siamo vicini con tanta simpatia a lui, a papà Andrea, a mamma Irene e
alla sorellina Alessandra.
• Giovedì r giugno, nella sala di attività della nostra chiesa, il pastore Ruggero Marchetti ha tenuto una conferenza
sul tema: «L’uomo, la morte, la risurrezione». I numerosi
presenti, della nostra comunità e della vicina parrocchia di
Saint Etienne, hanno poi dato vita a un interessante e animato dibattito.
• Domenica 4 giugno, Pentecoste, il culto ha segnato la
chiusura ufficiale dell’anno ecclesiastico 1994-95.
PRAROSTINO — Il 27 e 28 maggio abbiamo avuto l’opportunità di avere con noi un gruppo della comunità di Grossvillars. Da parte nostra è stato bello ritrovare gli amici che in
più occasioni hanno ospitato in Germania gruppi della nostra chiesa e la stessa corale di Prarostino, riservandoci sempre una calorosa accoglienza che attendevamo di ricambiare.
• Gon gioia la comunità ha partecipato al battesimo di Marina, di Mauro Genre e Adelaide Di Guglielmo.
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PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 16 GIUGNO 1995
L'AZIONE DELLO SPIRITO SANTO NEL GIUDAISMO - 3
LO SPIRITO
SOFFIA DOVE VUOLE
GERD THEISSEN
L? immagine dell’ebraismo postesilico contraddice r immagine che, come studente, mi è stata trasmessa dai miei insegnanti
ancora negli anni Sessanta,
secondo la quale la nascita
della comunità postesilica segna la fine del vero spirito
profetico. E ancor peggio la
descrizione della comunità
giudaica che si andava ricostruendo come di una comunità «schiava della legge»,
imbevuta di una cultura autoritaria, nella quale lo spirito
profetico rinnovato attraverso
Gesù irrompe come una ribellione libertaria. Oggi so che
questa immagine è una caricatura del giudaismo del tempo.
Anche Mosè
era un profeta
Numeri 11 ci dimostra che
in esso lo spirito profetico antiautoritario era rimasto
vivo. Non è vero che tra Mo^
sè (cioè la legge), i profeti e
gli scribi ci sia un contrasto
insuperabile. Anzi, in Numeri
11 il giudaismo postesilico ci
dice che anche Mosè era un
profeta. Egli protegge i profeti da coloro che saranno i suoi
successori. Contro i profeti
non si potrà usare la legge data attraverso di lui, la Torah,
e ugualmente la nuova esperienza cristiana dello spirito
profetico non può essere contrapposta al giudaismo. Ritorniamo così al nostro punto
iniziale, al confronto tra la
storia della Pentecoste, racconto fondante della comunità cristiana, e Numeri 11,
narrazione che fonda la comunità giudaica.
Per poter fare questo confronto occorre che leggiamo
l’Antico Testamento (uso
questa espressione «Antico
Testamento» senza difficoltà;
in una società dove ci sono
molte cose «antiche» o «vecchie» questi aggettivi non dovrebbero, avere nulla di discriminante!). Occorre saper
leggere l’Antico Testamento
non solo come Scrittura dei
cristiani, ma contemporaneamente come libro degli ebrei;
per troppo tempo lo si è considerato un po’ rozzamente
solo come preannuncio del
Nuovo Testamento. Su questa
linea Numeri 11 potrebbe esser preso come prerappresentazione dell’evento di Pentecoste ma la ricerca storicocritica ci ha insegnato a dare
un proprio valore ai testi
dell’Antico Testamento, indipendentemente dalla loro relazione con il Nuovo Testamento. E dal rispetto per
l’ebraismo e dal senso di vergogna per il disprezzo e la
persecuzione che per. secoli i
cristiani hanno praticato nei
suoi confronti, abbiamo im-'
parato a leggere-questi scritti
e ad apprezzarli anche come
testimonianza di un’altra religione. Tutto ciò è per noi
molto positivo, perché quando ci rapportiamo con l’Antico Testamento, rinunciando
ad annetterlo pregiudizialmente come scritto cristiano,
possiamo entrare in dialogo
con l’ebraismo. Il dialogo con'
quest’ aura religione sta a fondamento del cristianesimo
stesso ed è testimoniato proprio dal fatto che la Bibbia è
divisa in due parti. Esso è assolutamente necessario se abbiamo a cuore un cristianesimo orientato biblicamente.
Non sarebbe dunque un bene leggere Numeri 11 solo nel
senso di una prerappresentazione della storia di Penteco
«Mosè dunque uscì e riferì al popolo le parole
del Signore; radunò settanta fra gli anziani del popolo e li dispose intorno alla tenda. Il Signore scese nella nuvola e parlò a Mosè; prese dello spirito
che era su di lui, e lo mise sui settanta anziani; e
appena lo spirito si fu posato su di loro, profetizzarono, ma poi smisero. Intanto, due uomini, Vuno
chiamato Eldad e l’altro Medad, erano rimasti
nell’accampamento, e lo spirito si posò su di loro;
erano fra i settanta, ma non erano usciti per andare alla tenda; e profetizzarono nel campo. Un giovane corse a riferire la cosa a Mosè, e disse: “Eldad e Medad profetizzano nel campo”. Allora Giosuè, figlio di Nun, servo di Mosè fin dalla sua giovinezza, prese a dire: “Mosè, signor mio, non glielo
permettere!”. Ma Mosè gli rispose: “Sei geloso per
me? Oh, fossero pure tutti profeti nel popolo del Signore, e volesse il Signore mettere su di loro il mio
spirito!”. E Mosè si ritirò nell’accampamento, insieme con gli anziani d’Israele. Un vento si levò,
per ordine del Signore, e portò delle quaglie del
mare e le fece cadere presso l’accampamento sulla
distesa di circa una giornata di cammino da un lato
e una giornata di cammino dall’altro intorno
all’accampamento, e a un’altezza di circa due cubiti sulla superficie del suolo. Il popolo si alzò e tutto
quel giorno e tutta la notte e tutto il giorno seguente raccolse le quaglie. Chi ne raccolse meno ne ebbe dieci omer; le distesero tutto intorno all’accampamento. Avevano ancora la carne tra i denti e non
l’avevano neppure masticata, quando l’ira del Signore colpì il popolo con un gravissimo flagello. A
quel luogo fu dato il nome di Chibrot-Attaava, perché vi seppellirono la gente che si era lasciata
prendere dalla concupiscenza»
(Numeri 11, 24-34)
ste, come un presagio ancora
incompleto dell’azione dello
Spirito Santo. Ci sono senz’
altro delle concordanze e delle analogie. L’azione di Dio,
per esempio, in entrambi i casi si manifesta come fuoco e
vento tempestoso. C’è concordia sul fatto che l’azione
di Dio afferra le persone senza tener conto dei confini sociali e in entrambi i casi questa azione ha delle conseguenze materiali: là c’è la
carne che calma la fame, qui
c’è la comunione dei beni dei
primi cristiani.
L'ambivalenza
delle istituzioni religiose
Numeri 11 ha un suo proprio valore autonomo: si
tratta di una storia più critica
e più realistica del racconto di
Pentecoste. È una storia che
fonda autorità e istituzioni ma
contemporaneamente introduce delle riserve necessarie nei
loro confronti; essa descrive
l’ambivalenza delle istituzioni religiose e anche la loro
impotenza di fronte a impulsi
vitali. Persone che fantasticano di carne e cetrioli non sono in grado di pensare a cose
più alte. Ci dà un’immagine
realistica di ciò che è la responsabilità spirituale, della
disperazione da cui possono
esser colti coloro che hanno
ricevuto da Dio l’incarico di
condurre il popolo attraverso
il deserto della vita verso la
libertà di Dio, quando si
scontrano con i bisogni elementari della gente comune,
che ha tutt’altro per la testa.
Proprio per questo realismo il
racconto contiene un aspetto
consolante: lo Spirito di Dio
non agisce qui tra esseri umani idealizzati, ma tra esseri
umani realmente esistenti,
consumati dall’avidità di beni
materiali, che minacciano di
soccombere sotto il peso delle responsabilità che sono state loro addossate. Lo Spirito
di Dio agisce nelle istituzioni
ufficiali ma sf manifesta contemporaneamente anche tra le
minoranze critiche.
Il protestantesimo
moderno
Permettetemi di collocare
il messaggio del nostro
testo in uno scenario fantastico: immagino Eldad e Medad
in cielo, mentre stanno studiando la costituzione interna
del protestantesimo moderno.
Eldad dice a Medad: «Sono davvero strani questi protestanti! Dove due o tre di loro si radunano formano una
minoranza critica. Fra loro
non esiste una maggioranza,
ci sono solo delle minoranze.
Ognuno di loro vive con piena coscienza di ciò che deve
evitare, cioè ciò che fa la
maggioranza. Sono tutti profeti: profeti dei diritti umani,
profeti della pace, dell’ecologia, di Israele, della liberazione, profeti del Terzo Mondo,
profeti della macrobiotica. E
adesso avanzano anche le
profetesse».
Medad: «Fra loro ci sarà
anche un Sinedrio, competente per tutte le questioni».
Eldad: «I loro Sinedri li
chiamano “Concistori”. Tutto
è di loro competenza, ma nessuno se ne sente responsabile.
Questi Concistori vivono
quindi come una minoranza
particolarmente isolata, che
solo con grande fatica riesce
a spiegare a tutti quali sono i
suoi compiti. Questa minoranza comunque assume sempre l’atteggiamento profetico
protestante, solo un po’ più
smorzato».
Medad: «Ma qualche volta
questi protestanti si ritrovano
maggioranza, per esempio
nelle loro dimostrazioni di
massa!».
Eldad: «Forse pensi ai Kirchentag, dove si radunano insieme più di 100.000 protestanti: ma sono l’addizione di
100.000 minoranze. Li unisce
una grandiosa sensazione: il
sentimento collettivo di minoranza, una cosa che li fa
star bene!».
Medad: «Siamo contenti
per loro. Tutti insieme però
costituiscono solo un piccolo
gruppo nella loro società, con
opinioni che si differenziano
sempre più da quelle dell’intera società. Con problemi
che sempre di più differiscono da quelli della maggior
parte delle persone. Nella loro società c’è gente che muore strozzata dalle montagne
di carne, gente rovinata dal
colesterolo troppo alto perché
non riesce a dominare la sua
ingordigia. E arrivano questi
profeti protestanti della macrobiotica e si mettono a predicare sulla soia e sulle alghe
e anche peggio, sul cibo che
discende dal cielo. Predicano
che l’uomo non vive solo di
pane, ma della parola di Dio.
E cosa dicono i loro contemporanei? “Sono cose che conosciamo già, sono anni che
le sentiamo. Dio e l’amore,
l’amore e Dio, la creazione e
la vita, la vita e la creazione.
Sempre le stesse cose, che
noia!”. Non mi piacerebbe
essere un profeta in questa
società. C’è da inaridirsi spiritualmente, da morire dentro: a nessuno importa niente
di quello che dici, al massimo la considera una idiozia
d’altri tempi».
Eldad: «Ma perché dovrebbero lamentarsi? Dovrebbero
piuttosto esser lieti del fatto
che la profezia è così generalizzata presso di loro. Però
devono ancora imparare una
cosa: la democratizzazione
dello spirito di Mosè significa
anche la democratizzazione
della disperazione di Mosè.
La profezia generalizzata significa anche la generalizzazione della depressione dei
profeti, della loro disperazione per il fatto di essere isolati: Dio da una parte, il popolo
dall’altra».
Medad: «Però questo ondeggiare protestante tra il
pathos profetico e la depressione mi preoccupa. In Israele i profeti erano poche persone. Si angustiavano con i
problemi di Dio in rappresentanza di tutto il popolo. E
questo risparmiava l’angoscia agli altri».
Eldad: «Ma è poi vero che
solo i profeti conoscevano
quest’angoscia. Non era diventato profeta tutto Israele?
Questi protestanti non dovrebbero imparare qualcosa
da noi ebrei? Noi abbiamo
portato avanti la testimonianza dell’uno e unico Dio, anche se questo ci ha relegati
nel ruolo di una minuscola
minoranza fra i popoli. Abbiamo resistito, per secoli e
secoli. Abbiamo resistito anche quando i nostri figli, questi cristiani, hanno creduto di
doverci mettere da parte.
Quando ci hanno trattati con
orgoglio e disprezzo per esser
rimasti fedeli alle nostre convinzioni considerate ormai
superate. E in conseguenza di
questo ci hanno discriminati,
perseguitati, uccisi e nonostante ciò noi abbiamo continuato, come piccola minoranza, a dire al mondo la nostra
verità. I protestatiti sono in
una situazione ben più confortevole della nostra. Per loro è molto più facile di quanto lo sia stato per noi nella
nostra storia plurisecolare.
Impareranno che chi è afferrato dallo Spirito profetico diventa minoranza: ed è una cosa grandiosa saper rimanere
fedeli alla chiamata anche come minoranza. Così come
Mosè rimase fedele alla sua
chiamata anche se nel suo
viaggio nel deserto spesso fu
preso dall’angoscia».
Tornando dal cielo sulla
ferra forse possiamo tirare le
somme dalla storia di Eldad e
Medad e affermare che lo spirito profetico, certamente non
soffia solo nel cristianesimo.
Esso agisce anche nell’ebraismo. E lì talvolta agisce in
maniera più convincente che
fra noi. Se riconosciamo ciò
possiamo, nonostante tutto
quello che è successo, iniziare un nuovo dialogo con
l’ebraismo. Ci viene solo posta una condizione preliminare: che siamo disponibili a
imparare dall’ebraismo, e che
siamo pronti a riconoscere
l’azione dello Spirito nelle
sue tradizioni e istituzioni.
Lo Spirito agisce
anche nell'ebraismo
Nel nostro racconto anche
il Sinedrio è opera di
questo Spirito. Qualcuno potrebbe dire: ma non è proprio
questo Sinedrio che ha consegnato Gesù ai romani? Questo fatto non è un ostacolo ai
tentativi, fatti con l’aiuto
dell’esperienza dello Spirito,
di gettare dei ponti fra ebrei e
cristiani? No, tutt’altro! Nella
storia della fondazione del Sinedrio, questa istituzione viene vista in modo critico sin
dal principio. Lo spirito di
Mosè non è sempre con i 70
membri del Sinedrio ma può
afferrare anche uomini e donne che stanno al di fuori di
questa cerchia, persone eh?
Giosuè ed altri successori di
Mosè avrebbero volentieri
messo a tacere con la forza,
contro il volere di Mosè. Allora si chiamavano Eldad e
Medad. In seguito si chiamarono Gesù e Paolo. Noi siamo
tutti giudei. Il giudaismo, nella relazione sulla fondazione
del suo organo di governo ha
inserito sin dall'inizio la convinzione che non si trattava di
un consesso infallibile. Sarebbe stata una buona cosa,
se anche le autorità e le istituzioni cristiane avessero sempre avuto la consapevolezza
di non essere infallibili.
3 - fine
(traduzione di
Emmanuele Paschetto)
É
7
•Vv.'
Spedizione in abb. pos1ale/50 - Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
ai mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’Editore si impegna a corrispondere
il diritto di resa.
Fondato nel 1848
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CONFERENZA DISTRETTUALE
Si è svolta sabato 10 e domenica 11 giugno a Torre Pellice
la Conferenza delle chiese valdesi del I distretto. Pastori e
deputati hanno discusso diversi aspetti della vita delle chiese
e iranno poi proceduto all’elezione della Commissione esecutiva distrettuale. A presidente della Commissione è stato
riconfermato il pastore Thomas Noffke di Villar Perosa.
Nella foto: il momento di individuazione delle candidature.
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VENERDÌ 16 GIUGNO 1995 ANNO 131 - N. 24 LIRE 2000
Malgrado la domenica
piovosa, anche alle
'Valli l’affluenza per il voto
sui referendum di domenica
scorsa è stata assai modesta;
addirittura in alcuni casi (e
tra essi Angrogna, Mas.sello e
Bobbio Pellice) non si è raggiunta la fatidica quota del
50%. Dunque poco interesse
sui quesiti e anche una certa
indecisione; eccettuati i referendum sulla legge Mammì,
che hanno registrato una partecipazione ovunque più alta,
anche se solo di pochi punti,
sugli altri quesiti c’è stata
una gran quantità di voti nulli
o schede bianche.
C’era stata, qui come altrove, una campagna elettorale
in sordina, pochi manifesti,
pochissimi volantini; il risul
I REFERENDUM ALLE VALLI
POCHI A VOTARE
PIERVALDO ROSTAN
tato che vede nella maggioranza dei Comuni pinerolesi
vincere il no all’abrogazione
di parti della legge che sta alla base déll’attuale funzionamento del servizio radiotelevisivo, autorizza a dire che
ha vinto il «popolo delle telenovele»? Solo in 8 Comuni
(Porte, Massello, Prali, Pomaretto, Inverso Pinasca,
Torre Pellice, Rorà, Prarostino) il sì ha vinto in tutti e tre
i referendum sulle televisioni; altrove il voto non è stato
univoco (San Germano e Pinasca) mentre il no ha vinto a
sorpresa in Comuni che alle
ultime amministrative hanno
fatto registrare il successo
della sinistra (Angrogna, Villar Pellice, Villar Perosa, Perosa Argentina, Pramollo).
Netto il successo dei no al
cambiamento sui quesiti in
materia commerciale come
netta è stata la vittoria dei sì
sull’abolizione del soggiorno
cautelare. La gran parte degli
elettori ha detto no all’estensione ai Comuni con oltre
15.000 abitanti del maggioritario secco ma nella metà dei
casi si registra invece la volontà di privatizzare Ij Rai.
Netta infine la sconfìtta del
sindacato che, a dieci giorni
dalla batosta sulle pensioni,
colleziona un’altra prova di
sfiducia; il calo di rappresentatività arriva probabilmente
dalla concordanza episodica
di destra e sinistra; il crollo
di consenso è segnalato però
in quasi tutti i Comuni: anche
su questa indicazione, che
viene da poco più della metà
degli elettori, occorrerà riflettere ulteriormente.
S'":
V
Val Pellice
Buone notizie
per le scuole
di montagna
Sembrava un altro colpo
mortale per l’economia scolastica delle vallate alpine; in
seguito a normative ministeriali, nel quadro della razionalizzazione della rete scolastica, il Provveditore agli
studi di Torino aveva comunicato la soppressione di
numerosi posti di insegnante
elementare, specie nelle zone
montane; nella sola vai Pellice, e più precisamente nell’
ambito del circolo di Torre
Pellice, sarebbero ^aitati ben
sette posti. In alcune località
veniva messo in dubbio il
tempo pieno, in altre si sarebbe lasciata una scuola con una
sola maestra, con gli immaginabili problemi in caso di malattia o semplicemente di impossibilità per neve a raggiungere la sede della scuola. Tutto questo ignorando che magari a pochi chilometri altre
maestre si dovevano occupare
di un numero estremamente
ridotto di bambini.
Si è registrata ovunque una
forte protesta per tale provvedimento da parte degli enti locali che hanno formalizzato la
loro contrarietà con atti ufficiali e ottenuto incontri. La
scorsa settimana è arrivata
una buona notizia: almeno per
quest’anno la soppressione
dei posti di insegnante è stata
revocata. Una volta tanto è
stata ascoltata la voce delle
popolazioni montane attraverso i suoi amministratori. Nel
frattempo però sarà importante che Comuni, Comunità
montane, istituti verifichino a
fondo le possibilità di cambiamento, a cominciare dai cosiddetti poli verticali con l’accorpamento sotto una unica
direzione di scuole elementari
e medie dello stesso paese. Il
passaggio dalle reazioni a
provvedimenti altrui a proposte di organizzazione che tengano conto dei problemi dei
cittadini e del territorio sarebbe un importante passo avanti.
A colloquio con Giovanni Mathieu, per 11 anni direttore sanitario dell'ospedale valdese di Torre Pellice
Una struttura misurata sulle esigenze della popolazione
______PIERVALDO ROSTAN______
Dopo 11 anni di lavoro
presso l’ospedale valdese di Torre Pellice, da metà
giugno il direttore sanitario
dott. Giovanni Mathieu lascia
l’incarico; assumerà un nuovo e rilevante incarico di primario all’ospedale Agnelli di
Pinerolo. Perché questa decisione?
«Dopo tanti anni di lavoro
impegnativo e molto coinvolgente credo sia opportuno un
cambiamento, sia per il bene
dell’operatore che della struttura; si è dato tutto quello
che si poteva dare e bipgna
fare nuove esperienze. E importante che arrivino nuove
forze, nuove idee, nuove
energie».
- In questi anni l’ospedale
di Torre Pellice ha vissuto
profonde trasformazioni;
quali sono stati i momenti essenziali di questo percorso di
crescita?
«Di momenti chiave ce ne
sono stati moltissimi; dal
1984 ad oggi la trasformazione è stata radicale. La filosofia che ci ha mossi in questi
anni è stata quella dell’ospe
■I
Il dottor Giovanni Mathieu neii'ospedaie di Torre Peiiice
dale di comunità, cioè di una
struttura attenta alle esigenze
della popolazione, di cittadini da considerarsi nella loro
globalità e non solo con i
problemi sanitari: questa è
stata l’arma vincente che ha
portato a un certo gradimento
della struttura da parte della
gente. Momenti importanti
sono stati la prima ristrutturazione dell’ospedale, avvenuta col solo contributo delle
chiese protestanti italiane ed
estere, le successive convenzioni con la Regione Piemonte con il costante incremento di servizi alla popolazione e la crescita della pianta organica con il continuo riprendere i temi non solo della crescita tecnica ma anche
dell’approccio umano.
Certamente anche sul piano
tecnologico l’ospedale è stato
dotato via via di apparecchia
ture veramente al passo con i
tempi nei settori chiave».
— Im ridefmizione della sanità pinerolese con l’azienda
Usi mette in discussione il
ruolo degli ospedali valdesi?
«Se gli obiettivi generali rimangono quelli del servizio
centrato sulla persona non
penso ci debbano essere problemi né vedo perché la mia
partenza dovrebbe in questo
senso modificare linee guida
che sono state costruite insieme alla Ciov».
- La crescita dell’ospedale
valdese è avvenuta in un contesto valligiano di grande
collaborazione e di scelte
coerenti con l’Ussl 43, di cui
Giovanni Rissane era coordinatore sanitario; quanto
ha inciso, se ha inciso, nella
sua scelta la presenza del
dott. Rissane alla guida
dell’Usl 10?
«L’ospedale è sicuramente
cresciuto con un’attenzione
'alle esigenze della popolazione; questa attenzione era comune alle linee dell’Ussl 43
con Giovanni Rissone coordinatore. Conoscendolo, non
credo che egli modificherà
queste sue convinzioni».
Ai primi di giugno si trasferisce il bestiame dalle abitazioni permanenti a
quelle temporanee, situate fra i 1.40() e i
1.600 m. Là gli animali trovano il fieno
ammassato l’anno precedente e pascoli
comunali più estesi e di più comodo accesso (...). Non esistono però solo i «pascoli comunali», ma i cosiddetti «beni comunali»: quei beni cioè che sono intestati
alle singole comunità, come i boschi, i
pascoli nella zona delle abitazioni permanenti e quelli assai più estesi che si possono considerare come una parte degli alpeggi nelle zone più elevate delle «miande», sfruttati unicamente durante i mesi
estivi. Solo gli abitanti che risiedevano
nei villaggi della comunità avevano il diritto di godere gratuitamente del pascolo
sui beni comunali mentre gli estranei erano tenuti a corrispondere un diritto, una
tassa in proporzione al numero dei capi e
alla durata della loro sosta su tali pascoli.
Prima della guerra del 1915-18, quando le bestie erano già state trasferite alle
IL FILO DEI GIORNI
LA MIANDO
teofilo c. pone
abitazioni estive, accadeva che si dovesse ancora procedere a eiserbià lou bla, a
sradicare cioè l’erba cresciuta nei seminati. E poiché in campagna nulla si spreca l’erba così raccolta, nel tardo pomeriggio, veniva trasportata dal padre o
dalla madre di famiglia con la insostituibile «gerla» da valle a monte, con cammino in salita da 40 a 60 minuti, per essere data in pasto al bestiame, il mattino
successivo.
Alla miando o al fourèst, chi fa tutto è
la madre di famiglia che, oltre ai ragazzi, alle faccende di casa, ai pasti, alla
pulizia, ecc., deve ancora accudire alle
bestie, provvedere al loro nutrimento sera e mattina e, quando i ragazzi sono
sotto i dieci anni, aiutarli a condurre al
pascolo, per mulattiere e sentieri spesso
pericolosi, gli animali affidati per il resto della giornata.
Lavoro specifico della donna era ancora il bucato, la linsìo, che veniva fatto
periodicamente. La biancheria, preventivamente lavata, veniva deposta in un ampio recipiente in legno, la gèrio, una tinozza e vi si collocava sopra lou flourìe,
un drappo che teneva raccolta una congrua quantità di ceneri, sulle quali per alcune ore veniva versata, prendendola da
un grosso recipiente sospeso sul fuoco,
acqua prima ben calda, poi bollente, che
a poco a poco si trasformava in liscivia.
C’era poi ancora da risciacquare tutto il
bucato, farlo asciugare e ripiegarlo in seguito accuratamente, prima di riporlo nel
guardaroba familiare.
(da Vita e folklore nelle Valli Valdesi.
Torino, Claudiana, 1978)
- Lei cosa si aspetta da
questa nuova esperienza?
«Sono fiducioso di trovare
dei colleghi concordi sui temi
prima affrontati, e alcuni
convegni tenuti recentemente
sulla qualità della prestazione
sanitaria mi confortano in tal
senso. Comunque le difficoltà non mi spaventano: basta pensare ai miei inizi
nell’84 a Torre Pellice».
- Quale prospettive ipotizza per l’ospedale valdese?
«Ci saranno alcune problematiche da affrontare. Con il
completamento del prossimo
lotto non si risolvono tutti i
problemi di spazio dei vari
laboratori; un altro punto
chiave sarà la nuova convenzione degli ospedali di Torre
e Pomaretto con la Regione
nel contesto della nuova normativa di finanziamento degli ospedali sulla base dei
servizi. Infine si dovrà lavorare ancora per garantire la
massima collaborazione fra i
due ospedali valdesi e al loro
interne fra le componenti sanitarie e amministrative. In
chiusura vorrei véramente
ringraziare pubblicamente
tutto il personale che ha lavorato in tutti questi anni all’ospedale, così come i presidenti e gli amministratori,
perché mi hanno offerto una '
grande prospettiva di lavoro:
la realizzazione professionale
in molti campi senza calpestare l’individualità delle persone ricoverate ma con grande rispetto per loro».
FESTA
DELL’ULIVETO
Domenica 25 giugno
str. ’Vecchia di S. Giovanni
Lusema San Giovanni
(sala Albarin in caso maltèmpo)
Dalle ore 15 manufatti di
artigianato, cibi tipici, banco-pesca, lotteria, musica e
danze eccitane. >
8
PAG. Il
E Eco Delle ìàlli ’^ldes:
VENERDÌ 16 GIUGNO 1995
A Porte, Massello, Frali, Pomaretto, Inverso Pinasca, Torre Pellice, Rorà e Prarostino vince il Sì nel referendum sulle reti televisive
Tutti i risultati del referendum nei Comuni del collegio n. 19
Rappresentanze
sindacali
' B s o > aa 0> ^ CD " 0> 0» 0> = co *iS ^ o — S Voti
Angrogna 326 44 10 272 152
Bibiana 1356 206 47 1103 530
Bobbio Panica 227 22 4 201 89
Bricherasio 2158 261 61 1836 897
Boriasco 630 71 14 545 239
Campiglione Fenile 573 76 14 483 204
Cantaiupa 1035 99 26 910 486
Cavour 2561 354 80 2127 1061
Cumiana 3499 256 71 3172 1605
Fenestrelle 386 61 10 315 156
Frosaasco 1404 131 23 1250 670
Gatzigliana 297 43 2 252 112
Inverso Pinasca 295 31 9 255 141
Lucerna S. Giovanni 4025 417 101 3507 1683
Losemetta _ - _ - Macello 580 110 16 454 216
Massello 44 3 2 39 23
Osasco 450 58 4 388 175
Porosa Argentina •Í 2090 211 73 1806 917
Perrero 415 40 11 364 188
Pinasca 1521 179 23 1319 "648
Pinerolo 18506 1390 371 16745 8360
Piossasco 8442 458 Í74 7810 i 3688
Piscina 1569 161 41 1367 632
Pomaretto . 568 56 13 499 •253
Porte 502 54 9 439 200
Pragelato - ■ “ - -
Prati 161 22 4 135 69
Prainollo 133 20 7 106 54
Prarostino 529 68 5 456 223
Roietto Í 1011 88 19 • 904 481
Rorà 108 14 2 92 51
Roure 532 ,86' 22 424 211
Salza di Pinerolo 34 4 1 29 16
S. Germano Chisone m 105 26 722 330
S. Pietro Val Lemina 754 92 20 642 327
S. Secondo 1771 155 ài 1579 759
Torre Pedice 2329 177 48 2104 988
Usseaiu 89 15 3 ; 71 34
Villafranca Piemonte 2430 300 83 2047 959
Villar Pellice 499 57 18 424 197
Villar Porosa 2386 220 56 2110 1051
49,9
47,2
53,2
47,9
49,8
No
Voti
120
573
112
939
306
279
424
1066
1567
159
580
140
114
1824
238
16
213
889
176
671
8385
4122
735
246
239
66
52
233
423
41
213
13
392
315
820
1116
: 37
1088
227
1059
%
44.1
51,9
55.7
51.1
56.1
57.8
46.6
50.1
49.4
'50,5
46.4
55.6
44.7
52.0
52.4
41.0
54.9
49.2
48.4
50.9
50.1
52.8
53.8
49.3
54.4
48.9
49.1
51.1
46.8
44,6
50.2
44.8
54.3
49,1
51.9
53.0
52.1
53.2
53.5
50.2
325
1355
227
2155
630
574
1035
2558
3494
386
1403
297
296
4022
580
44
222
2081
415
1522
18485
8429
1570
568
502
161
133
529
1008
108
532
34
853
752
1770
2330
89
2431
499
2384
Q) CD
1 s
48
211
26
270
74
79
106
385
291
64
150
58
34
469
119
3
27
224
40
206
1506
508
187
61
58
24
22
66
102
16
90
6
127
93
133
190
14
335
65
233
ontrattazione collettiva 3
> : ‘s ! = sii o — >g Sì Voti % No Voti % B ra 0 > CD CD CO eos
8 269 165 61,3 104 38,7 ,325 50
55 1089 575 52,8 514 47,2 Ì356 215
7 • 194 110 56,7 84 43,3 227 28
62 1823 962 52,8 861 47,2 2155 296
17 539 281 52,1 . 258 47,9 , 630 83
17 478 212 44,4 266 55,6 574 82
18 911 512 , 56,2 399 43,8 1035 118
83 2090 1137 54,4 953 45,6 2559 407
69 3134 1763 56,3 1371 43,7, 3493 324
12 310 157 50,6 153 49,4 386 65
25 ' 1228 708 57,7 520 42,3 1404 151
2 237 121 51,1 116 48,9 297 61
7 255 168 65,9 87 64,1 295 31
110 3443 2001 58,1 1442 41,9 4027 464
18 443 229 51,7 214 48,3 578 122
3 38 22 57,9 16 42,1 44 4
3 192 92 47,9 100 52,1 450 64
74 1783 961 53,9 822 46,1 2082 239
9 366 201 54,9 165 45,1 412 44
20 1296 861 51,0 635 49,0 1522 217
357 16622 9184 55,3 7438 44,7 18483 1576
176 7745 4491 ■ 58,0 3254 42,0 8434 525
40 1343 702 52,3 641 47,7 1566 197
12 495 263 53,1 : 232 46,9 569 65
12 432 233 53,9 199 46,1 501 62
3 134 69 51,5 65 ' 48,5 161 21
6 105 53 50,5 ,52 49,5; 133 20
8 455 255 56,0 200 44,0 529 68
20 886 530 59,8 356 40,2 1010 . 99
4 88 57 64,8 31 35,2 108 15
20 422 226 53,6 196 46,4 534 85
1 27 21 77,8 6 22,2 34 4
27 699 330 47,2 369 . 52,8 853 131
21 638 349 54,7 289 45,3 753 95
74 1563 825 52,8 738 47,2 ■ 1769 178
52 2088 1228 58,8 860 41,2 2330 199
3 72 42 58,3 30 41,7 89 1,3
78 2018 1069 53,0 949 47,0 2431 368
15 “"419 • 208 49,6 211 “ 50,4 499 65
82 2069 j 1152 55,7 917 44,3 2382 260
US^' SB4tt
3E325 55,3 , 2G113 44,7
8
60
10
63
14
19
17
78
71
13
30
2
7
120
267
1081
189
1796
533
473
900
2074
3098
308
1223
234
257
3443
17 439
I / 39
4 382
70 1773
9 359
24 1281
364 16543
182 7727
39 1330
II 493
11 428
2
5
10
20
4
24
1
22
17
38
58
3
74
16
54
138
108
451
891
89
425
29
700
, 641
1553
2073
73
1989
418
2068
6701« 7111 1592 58316
Sì
Voti %
170
596
110
993
290
225
538
1181
1855
170
724
118
179
2120
63.7
56.1
58.2
55.3
54.4
47.6
59.8
56.9
59.9
55.2
59.2
50.4
69.6
61.6
234
22
209
1037
201
737
9930
4793
732
294
257
90
63
274
526
57
244,
21
53.3
56.4
54.7
58.5
56.0
57.5
60.0
62,0
55.0
59.6
60.0
65.2
58.3
60.8
•59,0
64,0
57.4
72.4
375 53,6
370 57,7
879
1335
38
1075
247
1215
56,6
64,4
52,1
54.0
59.1
58,8
No
Voti %
97 36,3
485 44,9
79 4i,8
803 44,7
243 45,6
248 52,4
362 40,2
893 43,1
Í243 40,1
138 44,8
499 40,8
116 49,6
78 30,4
1323 38,4
205
17
173
736
158
544
6613
2934
598
199
171
48
45
177
365
32
181
8
325
271
674
738
35
914
•171
853
46.7
43.6
45.3
41.5
44.0
42.5
40.0
38.0
45.0
40.4
40.0
34.8
41.7
39.2
41.0
36.0
42.6
27.6
46.4
42.3
43.4
35.6
47.9
46.0
40.9
41,2
34524 59,Z 23792 40,1
■
Soggiorno cautelare
Privatizzazione Rai
B CO 0 Q) 09 li CB ■B » «>=: f B U B = "a 0 — S. g Sì No s 0 ^i 0 ^ B ■B 09 09 = £ 3 U B e = > g Sì No S SS 0 Q) W » V » f s 0 B 0 = =* > Sì No
> eoS CO Voti % Voti % > CO Voti % Voti % > CO io CO Voti % Voti %
Angrogna 328 47 5 276 184 66,7 92 33,3 328 40 5 283 166 58,7 117 41,3 326 40 6 280 100 35,7 180 64,3
Bibiana 1356 173 41 1142 782 68,5 360 31,5 1361 163 39 1159 534 46,1 625 53,9 1356 177 45 1134 378 33,3 756 66,7
Bobbio Pellice 227 22 6 199 126 63,3 73 36,7 227 20 8 199 102 51,3 97 48,7 227 24 6 197 59 29,9 138 70,1
Bricherasio 2158 212 45 1901 1352 71,1 549 28,9 2159 194 36 1929 1003 52,0 926 48,0 2162 241 45 1876 656 35,0 1220 65,0
Boriasco 634 54 13 567 384 67,7 183 32,3 632 50 9 573 309 53,9 264 46,1 , 632 64 12 556 174 31,3 382 68,7
Campiglione Fende 576 70 20 486 308 63,4 178 36,6 574 58 17 499 205 41,1 294 58,9 573 66 22 485 159 32,8 326 67,2
Cantaiupa ' 1035 82 13 940 715 76,1 225 23,9 1041 93 16 932 533 57,2 399 42,8 1037 92 11 934 414 44,3 520 55,7
Cavour 2562 308 69 2185 1483 67,9 702 32,1 2562 293 65 2204 ■ 1143 51,9 1061 48,1 2564 289 68 2207 700 31,7 1507 68,3
Cumiana 3512 244 60 3208 2311 72,0 897 28,0 3513 209 50 3254 1842 56,6 1412 43,4 3514 263 58 3193 1214 38,0 1979 62,0
Fenestrelle 388 52 9 327 235 71,9 92 28,1 385 53 15 317 156 49,2 161 50,8 390 59 7 324 106 32,7 218 67,3
Frossasco 1406 93 24 1289 913 70,8 376 29,2 1409 87 20 1302 742 57,0 560 43,0 1408 112 19 1277 401 31,4 876 68,6
Garzigliana 296 45 2 249 161' 64,7 88 35,3 298 53 3 242 109 45,0 133 55,0 297 55 4 238 78 32,8 160 67,2
Inverso Pinasca 296 28 8 260 200 76,9 60 23,1 297 27 5 265 146 55,1 119 44,9 298 24 5 269 77 28,6 192 71,4
Lusema S. Giovanni 4033 404 109 3520 2482 70,5 1038 29,5 4048 384 87 3577 1940 54,2 1637 45,8 4031 379 78 3574 1193 33,4 2381 66,6
Lusemetta - - - - - - - - , - - - U - - - _ _ - - - - Macello 587 95 13 479 327 68,3 152 31,7 580 75 18 487 243 49,9 244 50,1 578 104 13 461 164 35,6 297 64,4
Massello 43 4 0 39 21 53,8 18 46,2 44 4 0 40 15 37,5 25 62,5 44 4 0 40 10 25,0 30 75,0
Osasco 450 50 4 396 259 65,4 137 34,6 455 39 4 412 211 51,2 201 48,8 453 51 3 399 132 33,1 267 66,9
Porosa Argentina 2095 180 76 1839 1334 72,5 505 27,5 2095 191 68 1836 917 49,9 919 50,1 2092 208 68 1816 556 30,6 1260 69,4
Perrero 418 32 11 375 279 74,4 96 25,6 413 36 6 371 153 41,2 218 58,8 413 32 7 374 108 28,9 266 71,1
Pinasca 1525 153 20 1352 1066 78,8 286 212 1530 179 16 1335 664 49,7 671 50,3 1527 173 17 1337 405 30,3 932 69,7
Pinerolo 18572 1309 303 16960 11881 70,1 5079 29,9 18635 1177 264 17194 9311 54,2 7883 45,8 18577 1257 289 17031 5621 33,0 11410 67,0
Piossasco 8449 452 142 7855 5247 66,8 2608 33,2 8488 340 127 8021 4^9 58,1 3362 41,9 8476 405 136 7935 2595 32,7 5340 67,3
Piscina 1577 155 31 1391 930 66,9 461 33,1 1571 144 35 1392 705 50,6 687 49,4 1570 169 35 1366 450 32,9 916 67,1
Pomaiatto 568 47 11 510 366 71,8 144 28,2 568 42 15 511 mi 50,3 254 49,7 568 52 9 507 128 25,2 379 74,8
Porte 502 57 8 437 308 70,5 129 29,5 504 52 7 445 243 54,6 202 45,4 501 49 7. 445 123 27,6 322 72,4
Pragalaio '■ - - - - - - - - - - - - - _ _ _ - - _ _
Prati 162 22 5 135 94 69,6 41 30,4 163 18 3 142 71 50,0 71 50,0 163 14 4 . 145 33 22,8 112 77,2
PramoHo 131 18 4 109 68 ■ 62,4 41 37,6 132 14 3 115 55 47,8 60 52,2 132 19 4 109 20 18,3 89 81,7
Prarostino 536 35 8 493 353 71,6 140 28,4 539 43 7 489 273 55,8 216 44,2 534 38 8 488 141 28,9 347 71,1
Reietto 1013 73 17 923 685 74,2 238 25,8 1010 66 20 924 554 •60,0 370 40,0 1012 77 18 917 345 37,6 572 62,4
Rorà 103 14 4 85 64 75,3 21 24,7 105 15 1 89 38 42,7 51 57,3 106 15 3 88 27 30,7 61 69,3
Roure 6^ 71 21 443 309 69,8 134 302 534 59 18 457 217 47,5 240 52,5 532 71 18 443 126 28,4 317 71,6
Salza di Pinerolo 35 . 4 2 29 25 86,2 4 13,8 35 2 2 31 17 54,8 14 45,2 36 3 2 31 12 38,7 19 61,3
S. Germano ChisoiM 854 116 20 718 490 68,2 228 31,8 858 101 27 730 382 52.3 348 47,7 857 104 26 727 171 23,5 556 76,5
S. Pietro Val Lemina 759 53 16 690 526 76,2 164 23,8 758 48 15 695 388 55,8 307 44,2 755 57 12 686 214 31,2 472 68,8
S. Secondo 1779 105 72 1602 1125 70,2 477 29,8 .1780 126 36 1618 909 56,2 709 43,8 1777 124 30 1623 506 31,2 1117 68,8
Torre Pellice 2348 168 47 2133 1512 70,9 621 29,1 2350 140 43 2167 1154 53,3 1013 46,7 2341 153 47 2141 669 31,2 1472 68,8
Usseaux 89 10 2'- 77 45 58,4 32 41,6 88 12 4 72 24 ^,3 48 66,7 88 15 1 72 21 29,2 51 70,8
Villafranca Piemonte 2440 290 71 2079 1418 68,2 661 31,8 2436 268 45 2123 1053 49,6 1070 50,4 2444 289 59 2096 694 33,1 1402 66,9
Villar Pollice 499 61 18 4233 285 67,9 135 32,1 m 47 9 443 208 47,0 235 53,0 499 59 16 ' 424 120 28,3 304 71,7
Villar Porosa 2405 208 47 2150 1648 76,7 502 23,3 2396 204 37 2155 1166 54,1 989 45,9 2387 188 70 2129 631 29,6 1498 70,4
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m
Licenze commer
9
1-^. VENERDÌ 16 GIUGNO 1995
------
E Eco Delle %lli ìàldesi
PAG. Ili
IH
A Angrogna, Villar Pellice, Villar Perosa, Perosa e Pramollo vincono i No nel referendum sulle reti televisive
Tutti i risultati del referendum nei Comuni del collegio n. 19
i
Contributi sindacali
« C9 09
c s •ox: II V 09 f 3
> ¿ó'S CO “
Angropa 326 39 7
Bibiana 1359 . 191 45
Bobbio Peiiica 227 25 6
Bricherasio 2159 231 54
Buriasco 628 70 7
Campigiione Fenile 574 74 17
Cantalupa 1037 90 15
Cavour 2564 320 65
Cumiana 3504 239 56
Fenestrelle 388 56 9
Frossasco 1407 116 27
Garzigliana 297 52 2
Inverso Rinasca 299 25 ■ 7
Luserna S. Giovanni 4045 399 87
Lusemetta - - Macello 583 90 19
Massello 44 4 1
Osasco 453 47 3
Perosa Argentina 2099 190 62
Perrero 416 28 8
Rinasca 1528 193 15
PInerolo 18580 1340 312
jHossasco 8466 393 153
Piscina 1570 160 42
pomaretto 568 52 8
Porte 502 47 11
^irageiato - - Prali 161 17 3
Pramollo 132 16 3
Prarostino 536 41 7
loletto 1017 84 15
Rorà 108 14 2
!pure 535 73 13
Balza di Pinerolo 34 2 1
S. Germano Chisone 855 106 21
S. Pietro Val Lemina 758 80 14
S. Secondo 1778 138 32
Torre Pellice 2337 144 62
ìissaaux 89 11 3
Vlllafranca Piemonte 2444 305 65
Pellice 499 66 16
Villar Perosa 2388 209 44
280
1123
1§6
1874
551
483
932
2179
3209
323
1264
243
267
3559
474
39
403
1847
380
1320
16928
7920
1368
508
141
113
488
918
92
449
31
728
664
1608
2131
75
2074
417
2135
67294 5777 1339 60178
Sì
Voti %
151 53,9
601 53,5
94 48,0
1089 58,1
314 57,0
263 54,5
■ 579 62,1
1228 56,4
1931 ,60,2
184 57,0
796 63,0
126 51,9
142 53,2
1971 55,4
278 58,6
16
242
1022
208
707
9441
4430
754
241
217
57
52
262
599
41
230
17
324
404
935
'1161
48
1173
221
1171
41.0
60.0
55.3
54.7
53.6
55.8
55.9
55.1
47.4
48.9
40.4
46.0
53.7
65,3
44,6
51.2
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44.5
60.8
58.1
54.5
64.0
56.6
53.0
54,8
No
Voti
129
522
102
785
237
220
353
' 951
1275
139
468
117
125
196
23
161
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172
613
7487
3490
614
267
227
84
61
226
319
51
219
14
404
260
673
970
27
901
196
964
Sindaco e
Consiglio comunale
56.0' Il
B 3 O Q1 0» » e ra 0) •a 0) 0) = £= 3 'iCS'C >g Sì No e ce o a> » t3 u re 0> O 09 0)=: C 9 u c '•ssiS o — >g Sì No
% > CO A CO Veti % Voti % in A co Voti % Voti %
46,1 326 42 4 280 131 46,8 149 53,2 328 33 5 '290 117. 40,3 173 59,7
46,5 1357 190 44 1123 566 50,4 557 49,6 1356 134 57 1165 433 37,2 732 62,8
52,0 227 25 10 192 ‘ 89 46,4 103 53,6 227 18 6 203- 70 34,5 133 65,5
41,9 2162 232 51 1879 983 52,3 896 47,7 2163 193 36 1934 792 41,0 1142 59,0
43,0 632 66 9 557 258 46,3 299 53,7 631 49 10 572 207 36,2 365 63,8
45,5 573 77 17 479 217 45,3 262 54,7 575 54 13' 508 199 39,2 309 60,8
37,9 1043 89 20 934 , 514 55,0 420 45,0 ■ 1037 73, , 11 . 953 325 . 34,1 628 65,9
43,6 2566 318 67 2181 1129 51,8 1052 48,2 2566 262 57 2247 797 35,5 1450 64,5
39,8 3520 282 66 3172 : , 1657 52,2 1515 47,8 3518 219 49 3250 1259 38,7 1991 61,3
43,0 387 63 16 308 166 53,9 142 46,1 389 55 11 323 120 37,2 203 62,8
37,0 1408 107 26 1275 • 720 56,5 555 43,5 1414 94 21 ■1299 447 34,4 852 65,6
48,1 297 57 2 238 105 44,1 133 55,9 297 50 5 242 84 34,7 158 65,3
46,8 296 ■ 27 9 260 115 44,2 145 55,8 297 21 " 4 272. 91 33,5 181 66,5
44,6 4045 430 88 3527 1729 49,0 1798 51,0 4041 315 62 3664 1376 37,6 2288 62,4
41,4 581 108 18 455 249 54,7 206 45,3 579 79 15 485 190 39,2 295 60,8
59,0 44 4 1 39 12 30,8 27 69,2 44 5 1 38 . 11 28,9 27 71,1
40,0 455 51 5 399 204 51,1 195 48,9 451 39 1 411 151 36,7 260 63,3
44,7 2089 208 73 1808 • 798 44,1 1010 55,9 2100 185 57 1858 ,698 32,2 1260 67,8
45,3 411 39 8 364 143 39,3 221 60,7 413 25 8 380 139 36,6 241 63,4
46,4 1533 211 15 1307 607 46,4 700 53,6 1529; 163 ■ 18 1348 . 411 30.5 937. 69,5
44,2 18648 1326 295 17027 8068 47,4 8959 52,6 18631 1045 235 17351 6360 36,7 10991 63,3
44,1 8515 358 122 8035 ' 3752 46,7 4283 53,3 8483 311 121 8051 2953 36,7 50à8 63,3
44,9 1571 174 34 1363 728 53,4 635 46,6 1568 125 30 1413 525 37,2 888 62,8
52,6 569 58 10 - 501 190 '37,9 311 62,1 567 44 11 512 134 26,2 378 . ^,8
51,1 503 62 6 435 168 38,6 267 61,4 504 42 4 458 137 29,9 321 70,1
59,6 160 21 5 , 134 53 39,6 81 60,4 163 14 2 147' 42 28,6 105 71,4
54,0 132 : 16 5 111 45 40,5 66 59,5 132 16 : 3 113 36 31,9 77 ’68,1
46,3 535 45 9 481 204 42,4 277 57,6 535 31 5 499 178 35,7 321 64,3
m 1015 " 80 ; ■ 14 921 - 510 55,4 411. 44,6 .1013 ' 59' 15 939 393 41,9 546 58,1
55,4 106 18 1 '■'87 29 33,3 58 66,7 108 13 2 93 41 44,1 52 55,9
^ 48,8 . 536 76 19 441: 196 44,4 245' 55,6 ■ 536 56 . : 19 :46Ì ■ 166 36,0 295 64.0
45,2 35 3 1 31 18 58,1 13 41,9 36 2 1 33 17 51,5 16. 48,5
55,5 857 119 21 717 257 35,8 460 64,2 ■ 858 83 17 : 758 211 27,8 547 72,2
39,2 758 62 18 678 347 51,2 331 48,8 758 47 12 699 257 36,8 442 63,2
41,9 1779 138 37 1604 ' 822 51Í ' 782 48,8 1773 ,98 , 28 1647 600 36,4 1047 : 63,6
45,5 2347 172 45 2130 958 45,0 1172 55,0 2345 140 36 2169 804 37,1 . 1365 62,9
36,0 89 12 .5 72 32 44,4 40 55.6 88 8, 3 77 30 39,0 47 61,0
43,4 2438 351 66 2021 1066 52,7 955 47,3 2442 . 244 56 2142 763 .35,6 1379 64,4
47,0. 499 62 16 421 177 . 42,0 244 58,0 '500 50 13 437 176 40,3 261 59,7
45,2 2393 226 42 2125 970 45,6 ■ii.S'-: • 1155 54,4 2391 179 34 2178 715 32,8 1463 67,2
MÚ' 67437 6005 . t320 6011Z l’'" 91130 51.8 «f73 ei6l9 ■ às,:f .':Ì|Z64 63,7
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Angrogna 330 13 5 312 150 48,1 162 5t!o
Bibiana 1367 83 23 1261 553 43,9 708 56,1
Bobbio Penice 229 12 3 214 104 48,6 110 51,4
Bricherasio 2177 88 25 2064 820 39,7 1244 60,3
Burlesco 636 31 9 596 278 46,6 318 53,4
Campigiione Fenile 579 31 12 536 218 40,7 318 59,3
Cantalupa • 1045 , 37 13 995 418 42,0 577 58,0
Cavour 2577 118 43 2416 886 36,7 1530 63,3
Cumiana 3542 96 49 3397 1448 42,6 . 1949 57,4
Fenestrelle 397 15 5 377 158 41,9 219 58,1
Frossasco 1421 46 16 1359 498 36,6 861 63,4
Garzigliana 302 28 2 272 95 34,9 177 65,1
Inverso Rinasca . 303 4 8 291 153 , 52,6 138 47,4
Luserna S. Giovanni 4091 161 59 3871 1812 46,8 2059 53,2
losemetta - - - - - - - - Macello 592 45 14 533 186 34,9 347 65,1
llassello 44 2 0 42 24 57,1 18 42,9
Osasco 458 21 2 435 183 42,1 252 57,9
Perosa Argentina 2133 51 37 2045’ 915 44,7 1130 55,3
Perrero 423 14 7 402 175 43,5 227 56,5
Pinasca 1542 72 6 1464 765 52,3 699 47,7
Pinerolo 18998 375 160 18463 8935 48,4 9528 51,6
Plossasco 8591 132 89 8370 3752 44,8, 4618 55,2
Piscina 1579 71 17 1491 613 41,1 878 58,9
il^maretto 572 18 6 548 : ^ 326 59,5 s 222 40,5
Porte 509 32 7 470 240 51,1 230 48,9
Pragetato - - - - - - Prali 163 8 3 152 87 57,2 65 42,8
Ih^mollo 134 6 ' 1 127 55 43,3 72 56,7
Prarostino 546 18 3 525 299 57,0 226 43,0
Noletto 1026 27 11 988 432 43,7 . 556 56,3
Rorà 108 7 2 99 61 61,6 38 38,4
floure 544 26 13 505 189 37,4 ' : 316 62,6
Balza di Pinerolo 38 1 1 36 20 55,6 16 44,4
B. Germano Chisone 865 26 13 826 393 47.6 433 52,4
S. Pietro Val Lamina 760 18 9 733 304 41,5 429 58,5
B. Secondo 17^ 21 1727 762 44,1 55,9
Torre Pellice 2400 52 26 2322 1194 51,4 1128 48,6
licseaux 89 •n, 2 ■. '3- 84 34 40,5 ■50 59,5
Villafranca Piemonte 2463 145 38 2280 864 37,9 1416 62,1
Villar PeHIea 501 16 8 477 215 45,1 262 54,9
Villar Perosa 2427 56 33 2338 1099 47,0 1239 53,0
Ju
Ì3jPQTìiÌjìÌÌ2ììÌS7,;
C CD 0 0) Q3 0 ^ o> u B g 0> *0 « xs CJ "3 e o — > g Sì
> ¡¿s 00 Voti %
330 10 2 318 156 49,1
1367 76 21 1270 526 41,4
229 10 3 216 107 49,5
2179 75 29 2075 876 42,2
635 22 6 607 301 49,6
578 25 9 544 224 41,2
1045 43 7 : 995 428 43,0
25/7 116- 34 2427 '966 39,8
3538 95 34 3409 1540 45,2
398 14 4 380 162 42,6
1422 41 15 1366 513 37,6
302 26 1 275 106 38,5
303 3 6 294 154 52,4
4095 157 46 3892 1918 49.3 à
592 41 12 539 208 38,6
44 1 1 42 25 59,5
458 18 2 438 188 42,9
2135 54 28 2053 973 47,4
423 13 6 404 197 48,8
1544 .68 .7: 1469 722 49,1
18989 384 144 18461 9281 50,3
8590 115 72 8403 3913 46,6
1576 67 11 1498 649 43,3
572 ■ 16 4 552 339 61,4
510 31 4 475 264 55,6
163 6 2 155 84 54,2
134 9, 1 124 59 47,6
546 15 5 526 309 58,7
1027 28 8 991 444 44,8
109 7 2 100 66 66,0
542 23 9 510 ■ 199 39,0
38 1 1 36 20 55,6
865 35 9 ' 821 417 50,8
760 16 6 738 331 44,9
1797 40- 17 * 1740 819 47,1
2403 43 23 2337 1275 54.6
89 ■,-1.' 86 31 36,0
2464 138 32 2294 918 40,0
501 14. • 9 478 232 48,5
2427 60 22 2345 1121 47,8
No
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162
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109
%
50,9
58,6
50,5
1199 57,8
306 50,4
320
567
1461
1869
218
853
169
140
58.8
57,0
60,2
54.8
57.4
62.4
61.5
47.6
1974 50,7
331
17
250
1080
207
747
9180
61,4
40,5'
57.1
52.6
51.2
50,9
49.7
4490 53,4
849 56,7
213 38,6
211 44,4
71
65
217
45,8
52,4
41,3
547 55,2
34 34,0
311
16
404
407
921
1062
61,0
44.4
49,2
55,1
52,9
45.4
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1376 60,0
246 51,5
1224 52,2
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330
1367
229
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635
578
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302
302
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18967
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2402
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2
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'152
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6
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213
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600
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988
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3389
377
1355
272
293
3863
540
41
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2037
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987
97
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37
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724
1715
2327
85
2279
477
2335
Sì
Voti
157
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%
49.1
46.2
106 49,8
* 808 39,4
282 47,0
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395 40,0
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496 36,6
88 32,4
158 53,9
1839 47,6
193
.23
184
917
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302
429
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19
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m
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56,1
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51.3
49.0
45.7
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53.6
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53,1
10
PAG. IV
E Eco Delle ^lli ^ldesi
VENERDÌ 16 GIUGNO 1995
Torre Pellice: due giornate di studio organizzate dalla «Bottega del possibile)^
Domìdliarìtà è anche saper ascoltare
K**S*e*^H^^**8*BI
VERA COISSON
SERGIO RIBET
Due giornate intense di
convegno, oltre 400 persone coinvolte, da una dozzina di regioni e dal Cantón Ticino, una ventina di relatori
sui più svariati temi; questi
alcuni dati grezzi; ma che cosa stava a cuore agli organizzatori e agli intervenuti, in
questo incontro, definito
«Punto di ascolto della domiciliarità» e che aveva per tema «Il sostegno alla persona
e alla famiglia»?
Erano presenti un po’ tutte
le figure di operatori sociali e
sanitari, ma certamente è stato
un momento di incontro soprattutto per chi fa assistenza
domiciliare, una figura professionale che ha una lunga
storia e poco riconoscimento,
poca visibilità, e che ha colto
l’occasione per confrontarsi.
Il convegno è servito anche
ad allagare il tema della domiciliarità, non riducendolo
alla sola assistenza domiciliare, uno strumento utile, non
unico, in un campo vasto
quanto la vita di uha persona
umana. Qualche esempio: i
geologi Marta Chiarie e Marco Giardino, riflettendo sulla
cura del territorio (anche con
l’ausilio di diapositive) hanno
collocato l’idea della casa in
un contesto più vasto, più ampio, che in altri ambiti avevamo preso a chiamare «salvaguardia del creato».
Il veterinario Maurizio Garetto, per parte sua, ci ha indicato gli animali come risorsa;
non solo, esempio ovvio, il
cane guida per il nonvedente,
ma tutta una sfaccettatura di
situazioni, di compagnie, in
cui l’animale diventa un elemento della domiciliarità,
della casa, del rapporto affettivo che ci circonda, fino a
toccare punte terapeutiche e
valori etici. Accanto a relazioni più tecniche e specifiche sul sostegno alla persona
e alla famiglia si sono collocate quindi relazioni e comunicazioni che aprivano a direzioni inedite, che mettevano a
confronto mondi diversi tra
Per una cultura dell’ascolto
loro, permettendo di riempire
di significati di volta in volta
più ampi o più precisi la parola «domiciliarità». Domiciliarità vista sullo sfondo dell’
Europa, del mondo, delle relazioni affettive, dell’universo delle diverse etiche.
L’incontro è stato per alcuni formativo, per certi versi
operativo, probabilmente per
tutti una conferma della necessità di proseguire la ricerca, ma anche un punto acquisito; i problemi, in questo
campo, non mancheranno
mai, ma vi è gente disposta a
lavorarci con competenza e
tenacia, e ci si sta organizzando perché la ricerca tenga
sempre più conto di professionalità e culture diverse,
non spezzi la persona umana
nella somma dei suoi problemi ma la veda nella sua unità
fisica e psichica.
La seconda giornata è stata
dedicata agli strumenti di domiciliarità (l’ascolto, l’integrazione dei servizi con le risorse del territorio, la formazione degli operatori) e all’
ascolto di alcune esperienze
(l’ospedalizzazione a domicilio, una casa per chi non ne
ha mai avuta una).
«Non è possibile una cultura di domiciliarità senza una
fWMim}
cultura dell’ascolto». Così
Franca Chiarie, vicepresidente della Bottega del possibile,
ha iniziato la sua relazione
ascoltata dai partecipanti in
assoluto silenzio, un silenzio
al quale noi, «professionisti
della parola», ma «analfabeti
dell’ascolto» non siamo più
abituati. Ascolto inteso non
solo come sospensione dell’
attività per essere lì per chi ci
sta di fronte, ma anche come
capacità di comunicazione
con noi stessi, di sentire le
proprie emozioni; un bene di
lusso che non sempre trova
uno spazio disponibile.
Ma l’ascolto da solo non fa
domiciliarità; ci vogliono dei
servizi capaci di integrarsi
con le risorse offerte dal territorio. C’è una gran voglia
di integrarsi, ma come si fa?
Questo è l’interrogativo di
fronte al quale ci ha posti il
sociologo Renzo Scortegagna. Basta modificare la legge o copiare alcune rare avvenute integrazioni? O non
dobbiamo, forse, ripensare la
collocazione della patologia?
La famiglia di sapore antico
che risolveva i problemi di
tutti non esiste più; oggi può,
al massimo, essere considerata il contesto dove il singolo vive il proprio disagio; una
maglia della rete ma poi, una
volta creata, questa rete, da
chi la volgiamo far governare? E come dobbiamo fare
affinché non si laceri al primo strattone?
La risposta a questa domanda ci è stata data dai responsabili della formazione degli
operatori socio-sanitario-assistenziali. G. Arduino (Regione Piemonte) considera il
fondamento principe delle
professioni sociali quello della tutela dei diritti dei cittadini. Il prof. Renga (Università
di Torino) pensa ad una formazione che tenga conto della globalità della persona e
che aiuti l’operatore ad assumere responsabilità.
Di operatori responsabili ne
esistono tanti; alcuni sono venuti alla «Bottega» e ci hanno
raccontato con passione e
competenza professionale le
loro esperienze e ci hanno stimolati ad essere sempre più
creativi; se è stato possibile
dare una casa a chi ha vissuto
decenni in un ospedale psichiatrico, se è stato fattibile
portare l’ospedale a casa di
persone malate di Aids, quante altre belle esperienze potremo raccontare al prossimo
«Punto di ascolto», fissato per
i primi di giugno del 1996?
Qualcuno ha ipotizzato la trasformazione della Bottega in
un mercato, in un fiera, vale a
dire non solo un luogo dove si
compra e si vende, ma una sede dove si espone e si guarda
ciò che altri hanno confezionato. Gli espositori possono
essere operatori, volontari,
amministratori, cittadini: abbiamo un anno di tempo per
preparare la nostra proposta.
La Bottega ha ascoltato attentamente la richiesta di alcune associazioni di volontariato «che la domiciliarità
non resti una parola, ma diventi una realtà» e di alcuni
operatori «che si crei un’area
comune di lavoro dove sia
possibile continuare a imparare» e fa sue le parole di Elio
Tesio che invitava l’assemblea a tener conto dei bisogni
delle persone, ma anche e soprattutto dei loro desideri.
Le prospettive per le sedi di Torre Pellice e Pomaretto secondo il presidente della Ciov
Il futuro «aziendale» degli ospedali valdesi
PIERVALDO ROSTAN
Cori il mese di giugno,
dopo 11 anni, il dott.
Giovanni Mathieu lascia
l’ospedale valdese di Torre
Pellice, di cui era direttore
sanitario, per trasferirsi a Pinerolo, ail’ospedale civile
Agnelli; sono stati anni di
crescita per l’ospedale di
Torre Pellice che ha visto il
direttore sanitario in un ruolo
spesso determinante. Come
si sta muovendo la Ciov rispetto alla sostituzione del
dott. Mathieu? Il presidente,
Giovanni Ghelli, inizia con
un augurio.
«La Ciov augura al dott.
Mathieu un positivo inserimento a Pinerolo, certa che la
collaborazione potrà continuare in futuro anche se su
piani diversi. A seguito del
trasferimento verranno definite le procedure per la copertura del posto; abbiamo
avviato dei colloqui preliminari con alcuni medici interessati, in possesso dei requisiti. Il concetto di ospedale
azienda presuppone un’attenta ricerca del personale, soprattutto ai livelli superiori,
dato che la risorsa umana è la
più importante; questo è specialmente vero quando si
tratta di assicurare continuità
a uno sviluppo che debba rimanere per Torre Pellice e
Pomaretto, negli annali della
Ciov come un fatto di rilevante importanza».
- Quale sviluppo ipotizzate
per i due ospedali?
«La Regione ha recentemente approvato un ulteriore
stanziamento di 2,5 miliardi
per il completamento del primo lotto di Torre Pellice, destinato ad ospitare ambulatori, day hospital, primo soccorso, riabilitazione e alcuni
servizi generali; entro febbraio del ’96 dovrebbe essere
consegnata la nuova struttura.
Anche alcuni servizi ambulatoriali dovrebbero essere potenziati fin da questa estate,
in particolare il servizio di
mammografia per il quale ci
si deve recare a Torino o fuori da questa Usi. È allo studio
anche l’ottimizzazione degli
spazi e in particolare per gli
uffici di accettazione si prevede la collocazione in una
posizione centrale con maggior spazio per l’attesa».
- Anche a Pomaretto sono
previsti altri lavori...
«Con l’inizio del 1995 sono stati ultimati i lavori del
secondo lotto, per 1,2 miliardi, che hanno riguardato
l’ampliamento del laboratorio di analisi, le nuove centrali tecnologiche, il blocco
ascensore, le scale di sicurezza; è stata anche completata
la ritinteggiatura delle facciate dell’edificio. Stiamo ora
completando le procedure di
appalto del terzo lotto di tre
miliardi, già finanziato, che
consentirebbe la realizzazione di un nuovo corpo nel
cortile per gli archivi, la nuova cucina e i servizi generali.
Con un 4° lotto, ancora da finanziare, vorremmo completare gli ambulatori e costruire
una nuova palestra; dovremmo infine creare un’area verde per i degenti e parcheggi
più ampi».
- Sul piano gestionale le
nuove regole parlano di pagamento a prestazione sulla
base di tariffari regionali...
«La situazione è molto delicata perché, come spesso
succede in Italia, viene fatta
una regola ma non vi sono le
disposizioni per applicarla; la
Regione Piemonte ha finora
definito le tariffe per le de
genze ma mancano gli strumenti concreti per applicarle
e non sono state ancora emanate le tariffe per le prestazioni ambulatoriali. Presso i
due ospedali le prestazioni
sono in aumento, specie in
certi settori ambulatoriali; bisognerà verificare nel corso
dell’anno il livello del finanziamento che verrà assicurato dalla Regione».
- Dunque i problemi non
mancano...
«Effettivamente è così; ma
vi è anche da parte di tutti la
volontà di affrontarli, alle
volte con dei limiti ma sempre con impegno. La Ciov è
consapevole di adempiere,
cercando di risolvere questi
problemi, ad un compito suo
proprio non ad altri delegabile. Si è più volte detto che i
nostri ospedali hanno attraversato momenti difficili ma,
con l’aiuto di Dio, si sono potuti superare; anche in questa
fase, sia pure usando una
espressione biblica, “come attraverso il fuoco”, speriamo
di mantenere il buon livello
di questi ospedali proseguendo in quest’opera che la chiesa svolge al servizio del prossimo in sofferenza».
15 giugno, giovedì — PINEROLO: Presso Stranamore, alle
21, Giorgio Toje parlerà di «Volare con il parapendio».
16 giugno, venerdì — PINEROLO: Alle ore 21, presso Stranamore, concerto del cantautore
valdese Tullio Rapone.
16 giugno, venerdì — SAN
SECONDO: Alle 21, nel tempio, si svolgerà un concerto del
coro Turba concinens.
17 giugno, sabato — PINEROLO: Alle 21, presso Stranamore, spettacolo musicale del
gruppo folk italiano Canto vivo.
17 giugno, sabato — TORRE PELLICE: Alle 21,30, presso il salone Opera gioventù,
Alessia Colombari e Simone
Morero presenteranno il loro
spettacolo teatrale «La pancia».
17 giugno, sabato — PRAROSTINO: Alle ore 21, in municipio, verrà presentato il libro
di testimonianze sui ruolo della
donna, del bambino e del vec- ^
chio nella Resistenza.
19 giugno, lunedì — CAVOUR: Alle 21, nel salone polivalente, l’on. Lucio Malan incontra la popolazione.
20 giugno, martedì — PINEROLO: Alle 21, nel salone dei
Cavalieri in via Giolitti 7, Simona Cemtti parlerà su: «La giustizia pe;- i mercati tra ’600 e 700».
20 giugno, martedì — PEROSA ARGENTINA: Alle
20,30, nella sala della Comunità
montana, per il ciclo di incontri
per operatori turistici montani il
dr. Barosio parlerà sul tema:
«tendenze evolutive e prospettive di sviluppo del turismo alpino
in Italia e all’estero».
22 giugno, giovedì — PEROSA ARGENTINA: Alle 20,30,
presso la Comunità montana, si
conclude il ciclo di incontri per
operatori turistici montani; il
prof. Santiano parla su: «Allestimenti museografici, conservazione e fruizione del patrimonio».
22 giugno, giovedì — PEROSA ARGENTINA; Presso le
scuole materne, dalle 17 alle 19,
sarà aperta al pubblico l’esposizione «bambini in mostra?». La
mostra sarà aperta anche venerdì
23 mentre sabato 24 dalle 10 alle
12 sarà visitabile presso il villino
della Comunità montana.
INCONTRI TEOLOGICI «G. MIEGGE» —
Venerdì 16 giugno, alle
18, è previsto presso la casa Peyrot, strada Peyrot
20, Lusema San Giovanni,
rincontro conclusivo su
l’Etica di Bonhoeffer (cap.
VI, coscienza, libertà, vocazione). L’appuntamento
è alle 17,50 presso il tempio valdese di San Giovanni da dove si proseguirà in seguito per la sede
dell’incontro con cena al
sacco. Questo incontro sostituisce quello programmato per il 3 giugno.
TORRE PELLICE —
Domenica 18 giugno, dalle 14, presso la Casa unionista, si svolgerà un pomeriggio con la partecipazione dei coretti di Torre Pellice e Luserna San Giovanni che presenteranno
l’attività dell’ultimo anno.
PRAMOLLO — Domenica 18 giugno si svolgerà il tradizionale bazar
dell’Unione femminile.
VALLI
CHISONE - GERMÀNASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale valdese, Pomaretto,
tei, 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 18 GiUGNO
Viiiar Perosa: Farmacia De
Paoli - Via Nazionale 29, tei.
51017
Ambulanze:
Croce verde, Perosa: tei. 81000
Croce verde. Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 18 GIUGNO
Torre Pellice: Farmacia Muston - Via Repubblica 22, tei.
91328
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce verde - Bricherasio, tei.
598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei.
322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì
16 giugno, ore 21,15, Mangiare,
bere, uomo, donna; sabato, ore
21.15, L’assassino è quello con
le scarpe gialle; domenica, ore
15,15 17,15, 19,15, 21.15, lunedì, martedì e giovedì, ore
21.15, Morti di salute.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento ha in programma,
giovedì, un film della rassegna
dedicata all'alpinismo in celluloide; venerdì,' ore 21,15 e sabato
(ore 20 e 22,10), Sostiene Pereira; domenica, ore 20 e 22.10. e
lunedì, ore 21,15. Rob Roy.
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Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. Franco Giampiccoii
Stampa; La Ghisleriana Mondovì
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LISTE NOZZE
11
venerdì 16 GIUGNO 1995
^■»11
rS*
PAG. 7 RIFORMA
Dibattito a «Torino incontra» sull'emarginazione in Italia
|.a povertà è anche una risorsa
• Analizzata dal governatore
(Iella Banca d’Italia, Antonio
/fazìo, da don Luigi Ciotti,
fondatore e presidente del
Gruppo Abele, e da Pierre
Camiti, che dirige la Commissione povertà della presidenza del Consiglio, la «poyèrtà alle soglie del Duemila» non appare più il retaggio
-«naturale» delle vecchie scarsità, ma il frutto di esclusioni
nuove; per combatterla, oltre
alla buona volontà, servono
conoscenza e organizzazione.
«I poveri - ha detto Fazio si dividono in due categorie.
■ G’è chi potrebbe offrire qualcosa alla società, ma non trova« acquirenti, e chi non può
offrire nulla, in cambio dell’
aiuto. Questi ultimi, i veri
esclusi, non sono molti. Un
.ìempo era la comunità, per
quanto povera, a farsene carico. Oggi è più difficile trovarli perché sono isolati, dispersi; ma le risorse ci sono:
è un problema di volontà e di
■' organizzazione». Ben più
grave, secondo il governatore
della Banca d’Italia, è invece
il problema della «disoccupatone strutturale», che si sta
«aggravando» in tutti i paesi
jsviluppati. «Pensiamo che
nel nostro Sud - ha detto ancora Fazio - metà dei giovani
sotto i trent’anni non ha mai
lavorato. Questo problema,
che si può affrontare solo
partendo da ricerche ap‘ profondite e coraggiose, ci
invita a ripensare tutta la società alla luce di una maggiore giustizia distributiva. Libe. ro mercato non vuol dire
' “laissez faire”. Quanto alla
semplice assistenza, nella
"-spesa pubblica si annidano
ancora probabilmente tanti
Sprechi, che le risorse si pofebbero reperire anche senza
aumentare le entrate».
' Ma le cifre della povertà
Vècchia e nuova, indicate da
tierre Camiti, sono impressionanti. Secondo i dati ’93
(quelli del ’94 saranno pronti
tra due mesi) gli indigenti so,, no più di sei milioni: V11,3%
ì-al:
. .
• p. ^ ^
■ .............
Villa Lìterno; il rogo dell’accampamento degli immigrati
Da una ventina d’anni nelle
statistiche ufficiali dei paesi
dell’Unione europea vi sono i
dati relativi alla «povertà». Si
tratta di un tentativo di riflessione sull’evoluzione delle
condizioni economiche delle
famiglie per seguire nel corso
degli anni l’andamento del
benessere e del disagio sociale. Sociologi e statistici non
sono però concordi sul modo
con cui «contare» i poveri:
usare il reddito o la spesa conte parametro? come confrontare i dati ottenuti con
metodi diversi? considerare la
povertà relativa o quella assoluta? Sul piano concettuale
occorre poi capire se la povertà è un processo sociale o
individuale, se possa cioè es
della popolazione italiana.
Fra questi, più di un milione
di bambini: uno su sette. Nel
Sud è povera una famiglia su
cinque (nel Nord una su venti), e dal ’91 al ’93 i poveri
aumentano dal 19 al 26 per
cento. Nelle città meridionali
una famiglia numerosa monoreddito vive in condizione
di povertà.
Fazio, Ciotti e Camiti hanno discusso al Centro Congressi «Torino incontra», il 2
giugno, presentando il bel
volume delle Edizioni Gruppo Abele Li avrete sempre
con voi. Profilo storico del
rapporto tra chiesa e poveri
di Daniele Menozzi, ordinario di Storia contemporanea a
Trieste. «Nella storia della
Chiesa cattolica - ha detto
Menozzi - l’organizzazione
della lotta contro la povertà è
prevalsa a lungo sulla linea
sere definita dall’esterno o
piuttosto non sia una condizione soggettiva e quindi non
misurabile.
Tuttavia dal 1975 fino ad
oggi le stime della povertà
degli italiani si sono attestate attorno al 10-15 per cento
delle famiglie mettendo in
evidenza una tendenza alla
diminuzione progressiva del
fenomeno. Ma se l’indice di
povertà sta diminuendo negli
ultimi due-tre anni si assiste
a una parallela diminuzione
dell’indice di benessere e di
un aumento di quello di disagio sociale (entrambi costmiti a partire da indicatori relativi alla sanità, all’istrazione,
alla cultura, al lavoro, alla
criminalità), {gg}
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della “condivisione”». Su entrambi gli aspetti, l’organizzazione e la condivisione, fa leva l’attività del Gmppo Abele, guidato da don Ciotti, la
cui attività sta per compiere
trent’anni. «11 nostro punto di
riferimento - ha detto don
Ciotti - è sempre stato la strada. Solo se riconosciamo e rispettiamo il vero volto dei poveri, se condividiamo l’incertezza ma anche la complessità
della loro condizione, la nostra azione può mettere al
centro la persona, senza dimenticare il contesto in cui si
muove. Dobbiamo imparare
dalla strada, che cambia continuamente e ci impedisce di
restare prigionieri dei nostri
schemi passati. Oggi sulla
strada aumentano i giovani (il
30% è tra i 18 e i 24 anni,
mentre nel 1970 l’età media
era 65-70 anni) e le donne
(25%), gli extracomunitari,
ma anche le persone istruite
(il 16,3% ha un titolo di studio superiore). E per il 43,5%
la strada è una conseguenza
della disoccupazione».
L’azione dei volontari non
basta, ricorda don Ciotti, senza un impegno sociale e politico: «Il debito pubblico deve
essere ridotto, ma senza penalizzare chi è in difficoltà.
Sono indispensabili una legge quadro per i servizi sociali
e politiche attive del lavoro;
bisogna combattere il lavoro
nero, che spesso diventa lavoro criminale, l’evasione fiscale e mettere il terzo settore, il no-profit, in condizione
di sviluppare tutte le sue potenzialità. La povertà, che
oggi è un problema, può diventare una risorsa e aiutare
tutta la società a migliorarsi».
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Da Napoli la richiesta di una nuova politica per la migrazione
Immigrati, nuovi soggetti di diritto
_________ANNA MAFFEI_________
Un importante confronto
sui progetti di legge concernenti i permessi stagionali,
l’inserimento e la regolarizzazione degli immigrati nel nostro paese ha avuto luogo a
Caserta il 2 giugno scorso
presso la Scuola superiore di
pubblica amministrazione,
nel complesso vanvitelliano
di corso Trieste. L’incontro,
organizzato dal Cidis (Centro
informazione, documentazione e iniziative per lo sviluppo), che ha recentemente aperto una sua sede a Caserta,
in collaborazione con il Forum antirazzista della Campania, ha visto una partecipazione nutrita dei vari soggetti
politici e sociali interessati.
Nello specifico sono intervenuti fra gli altri oltre Gianni Aricò del Forum antirazzista della Campania e Carla
Barbarella, presidente del Cidis, il prof. Bruno Nascimbene dell’Università di Milano,
gli onorevoli Luigi Manconi
e Sergio Tanzarella, primi
firmatari di due progetti di
legge presentati rispettivamente al Senato e alla Camera dei deputati, numerosi immigrati e organizzazioni in
loro rappresentanza, il prof.
Guelfi a nome del ministro
Adriano Ossicini, il vescovo
di Caserta, Raffaele Nogaro,
e rappresentanti del Coordinamento evangelico per i migranti del Napoletano.
Sono stati messi in luce risposte e silenzi del pacchetto
di leggi presentante dalle forze politiche, rispetto ai problemi della popolazione immigrata; alcune di queste validi strumenti per risolvere i
problemi del lavoro nero,
della regolarizzazione e quelli legati al riconoscimento
del diritto d’asilo politico e
umanitario. Manconi e Tanzarella hanno in particolare
fatto partecipi i presenti delle
ragioni che hanno ispirato le
loro proposte, ragioni ideologiche, giuridiche e sociali. L’intento è quello di rendere la figura dell’immigrato,
sempre in bilico fra accattonaggio e pericolosità sociale,
presso la pubblica opinione,
più rispondente alla realtà ossia a quella del membro attivo che contribuisce alla produttività del nostro paese. La
condizione di illegalità infatti
non è condizione di partenza
per quasi tutti gli irregolari
presenti sul nostro territorio,
è purtroppo l’approdo di un
processo di progressiva
emarginazione a cui la nostra
attuale legislazione, con le
sue applicazioni restrittive, in
larga parte contribuisce.
L’incontro si è concluso
con l’adozione all’unanimità
di un ordine del giorno in cui
si sollecitano il governo e le
forze politiche ad impegnarsi
in tempi brevi a
- intervenire con provvedimento d’urgenza che introduca e regolamenti i permessi di
soggiorno stagionale;
- predisporre gli atti necessari alla regolarizzazione mirata degli immigrati presenti
sul territorio, che possano dimostrare di esercitare un’attività in qualità di lavoratore autonomo o subordinato,
nonché di quelli presenti per
ricongiungimento familiare di
fatto, i richiedenti asilo politico e i profughi;
- mantenere fermo l’impegno, nell’ambito della riforma del sistema pensionistico,
per la difesa «minima» dei diritti acquisiti dal lavoratore
straniero durante il periodo
lavorativo;
- concretizzare disposizioni
e strumentazione adeguate
per il riconoscimento del diritto alla salute come diritto
soggettivo dell’immigrato;
- garantire, nell’ambito
della legge finanziaria per
l’anno 1996, la continuità dei
finanziamenti a strutture e
iniziative finalizzate all’accoglienza e all’integrazione
degli immigrati;
- far crescere l’impegno e
la riflessione sulla necessità di
una legge organica che disciplini la condizione giuridica
dello straniero in Italia in relazione, tra l’altro, alla seconda Conferenza sull’immigrazione indetta per 1’ 11 luglio.
Sae di Reggio Calabria
Per lo sviluppo di tutti
FRANCESCA MELE
Con un convegno, realizzato con la collaborazione di altre organizzazipni impegnate sul piano sociale, si
è conclusa a Reggio Calabria
l’attività annuale del gruppo
locale Sae sulla tematica
«Giustizia, pace e salvaguardia del creato». La prima
parte del convegno ha avuto
luogo il 23 maggio con un
incontro-dibattito organizzato con la collaborazione della
Caritas e degli obiettori di
coscienza e con larga partecipazione di istituzioni e assoeiazioni cittadine laiche e
ecclesiali.
Il tema «Sulle orme di
Gandhi, dalla nonviolenza allo sviluppo integrale. L’esperienza delle fattorie al servizio di tutti» è stato trattato da
Marco Nikiforos, segretario
dell’Assefa-Italia e da Vesantha, direttrice del settore
infanzia-donne della stessa
associazione in India, I relatori hanno tracciato un quadro dell’attività svolta dall’
Associazione delle fattorie al
servizio di tutti (Assefa), fondata, nel 1969 allo scopo di
condurre il cammino iniziato
da Gandhi e dal suo discepolo Vinoba nella linea della
nonviolenza per lo sviluppo
integrale dell’uomo. Secondo
la filosofia concettuale gandiana, la promozione umana
non può scindere la preparazione intellettuale da quella
manuale e deve puntare all’
autosufficienza.
Basandosi su questi principi l’Assefa ha avviato un programma di sviluppo rurale
integrato che ha portato alla
realizzazione, a tutt’oggi, di
3.000 villaggi in 6 stati della
Confederazione indiana, organizzati con una metodologia che, nel giro di 15 anni,
consente di raggiungere la
completa autonomia. Centro
propulsore del villaggio è la
scuola, gestita dal comitato
dei genitori che, attraverso
forme «non convenzionali»
di educazione, fornisce una
preparazione culturale e professionale in armonia con
l’ambiente.
Appunto sulla scuola e con
gli operatori scolastici si è
svolta la seconda parte del
convegno, la mattina del 24,
con la collaborazione dell’
Istituto ricerca formazione e
documentazione (Irfed), il cui
presidente nazionale, prof.
Ivan Fassin, ha introdotto i lavori con una relazione su «Le
prospettive dell’educazione
alla mondialità nel sistema
scolastico italiano».
Nel corso del dibattito,
molto partecipato in entrambi
gli incontri, è emersa la possibilità di un impegno attivo
tramite i gemellaggi tra la
scuola italiana e quella indiana e le adozioni a distanza.
Al Sae di Reggio Calabria si
aprono quindi nuove prospettive, che rappresentano un
vero e proprio salto di qualità
nel cammino associativo: dal
dialogo interconfessionale
all’interno del gruppo al
coinvolgimento operativo in
collaborazione con le altre
forze presenti nel territorio.
Risulta d’altra parte evidente
che il cammino ecumenico,
non può limitarsi al dialogo
dottrinario e teologico, ma
deve testimoniare al mondo
l’unico messaggio di Cristo
offrendo il proprio servizio
per la soluzione dei problemi
che travagliano l’umanità.
12
PAG. 8 RIFORMA
' v'’^ • W- tt - *'W,‘..-n\ *► '
VENERDÌ 16 GIUGNO 1995
Il libro di un teologo inglese è un contributo originale alla promozione di un diverso rapporto con gli esseri che ci circondano
Gli animali non sono uomini ma come loro appartengono a Dio
_______FI.ORENCE VINTI______
T mmaginatevi di essere
chiusi in una carrozza
della metropolitana in un ’ora
di punta che dura da 36 ore!
Intorno a voi la gente sviene
a causa della sete, della fame, della fatica. Per terra ci
sono urina ed escrementi. Immaginatevi che il treno viaggi
a 150 km l’ora ma non c’è
dove sedersi né nulla a cui tenersi. Siete sbattuti in giro,
schiacciati e pestati sotto i
piedi di altri viaggiatcrri; se
siete deboli o fragili potreste
non sopravvivere. Ora, immaginate che nella carrozza
con voi ci siano 600 persone
stipate: cinque volte di più
della peggior folla che si possa trovare sulla linea di una
qualsiasi metropolitana di
una grande città... Non siete
contenti di non essere degli
agnelli trasportati attraverso
l’Europa?».
Così recita un manifesto
della campagna condotta dalla «Società reale per la prevenzione delle crudeltà verso
gli animali» (Rspca) e da
«Compassion in World Farming» (Pietà nell’allevamento mondiale) in corso in Gran
Bretagna. C’è chi dice che alcuni dettagli del manifesto
siano esagerati; altri sostengono, viceversa, che la realtà
sia molto peggiore. Si sa per
esempio che i suini, i viaggiatori trattati peggio di tutti,
spesso viaggiano per almeno
48 ore senza cibo, acqua e riposo. Gli animalisti da tempo
protestano contro il trattamento subito dai vitelli i quali, cresciuti dentro delle casse
chiuse, nella penombra e con
una dieta limitata, vengono
trasportati all’estero, nelle
medesime casse, senza che
non soltanto non abbiano mai
visto un prato ma nemmeno
abbiano mai messo una zampa fuori della loro cassa! Motivo di tale crudeltà? la carne
rimane più bianca e tenera e
inoltre, a quanto pare, non è
conveniente che questi animali raggiungano la maturità:
infatti c’è già un’eccedenza
di carne giacente nei depositi
dei paesi europei che non potrà mai essere consumata...
Fra gli animalisti inglesi
quest’anno si è avuta anche
una vittima: il 1“ febbraio Jill
Phipps, una giovane che protestava all’areoporto di Coventry contro il trasporto dei
vitelli nelle casse, è stata investita da un grosso camion
da trasporto ed è morta. I
promotori della campagna
chiedono una legge europea
che proibisca il trasporto del
bèstiame per più di otto ore
di seguito, e contestano una
direttiva approvata dal Parlamento europeo nel 1991 e attuata nel 1993 che non fissa
alcun limite massimo al numero di ore di viaggio e richiede soltanto che sia fornito agli animali cibo e acqua
una volta nelle 24 ore. In precedenza le leggi del Regno
Unito erano molto più severe; infatti prevedevano periodi di riposo molto più frequenti, con controlli da parte
dei veterinari per assicurare
che gli animali fossero in
grado di proseguire il viaggio
Gli incontri, avvenuti nello
scorso mese di marzo, dei
ministri dell’agricoltura dei
paesi dell’Unione europea
non hanno avuto alcun esito e
pertanto gli animalisti non
sono ottimisti per il futuro.
«Il bilancio per quanto riguarda il benessere degli animali nell’Unione europea è
spaventoso - afferma Geoffrey Deckers del «People for
thè Ethical Treatment of Animais» -; è ancora possibile
fare qualsiasi cosa agli animali giustificandola in termini di benefici per gli umani».
Parlare dei diritti degli animali con le innumerevoli immagini di umana sofferenza
che ci giungono da tante parti
del mondo potrà sembrare a
qualcuno per lo meno inopportuno ma possiamo evitare
i’argomento con la motivazione che, essendo il genere
umano unico in quanto possiede la ragione, è superiore
agli animali che vivono solamente con il loro istinto? Peggio ancora, possiamo trovare
dei motivi teologici, come fe
ce Tommaso d’Aquino, sostenendo che, visto che gli animali sono sprovvisti di anima
e che non sono esseri razionali, i criteri etici applicabili agli
esseri umani non possono essere applicati a loro? Sappiamo che la nostra cultura occidentale, che ritiene che gli
animali siano stati dati da Dio
agli esseri umani per il loro
uso e sfruttamento, risale a
questa dottrina: per Tommaso
d’Aquino, come già per Agostino, attribuire dei diritti agli
animali era una pericolosa superstizione. È vero che nella
cristianità del Medioevo c’è
stato anche un altro pensiero,
quello di Francesco d’Assisi:
«... quando egli considerava
l’origine primordiale di ogni
cosa era ripieno di pietà in
abbondanza, e chiamava le
creature, anche le più piccole,
"fratello ” o "sorella ”, perché
sapeva che esse avevano la
medesima origine di se stesso» (Bonaventura, Vita eli San
Francesco).
I pensieri di questi padri
antichi e medievali e, più vicino a nói, quelli di Albert
Schweitzer e di Karl Barth
sul problema del trattamento
degli animali sono presentati
e discussi dal rev. Andrew
Linzey nel suo libro di recente pubblicazione* dedicato
alla «Teologia degli anima
ANIMAL THEOLOGY
ANDREW LINZEY
li». Il libro di Linzey è basato
su una serie di lezioni tenute
agli studenti della Facoltà di
teologia di Oxford nel 1993.
È il risultato, dice l’autore, di
una ricerca e di uno studio
durati otto anni su teologia ed
etica nel campo degli animali. «Il titolo del libro, e l’impegno che esso rappresenta dice Linzey nella sua introduzione - sarà inevitabilmente oggetto della critica...
che la teologia degli animali
venendo al seguito della teologia femminista, la teologia
nera,-la teologia gay e la teologia della liberazione in generale, rappresenti solo una
ulteriore dispersione della
teologia stessa. Una fuga
dalla teologia "vera’’ nelle
braccia delle mode etiche secolarizzate». Ma Linzey mette in discussione coloro che
«tengono stretta la loro fede
trinitaria ma nello stesso
tempo si oppongono, o per timidezza o per principio, a
qualsiasi esplorazione delle
implicazioni di questa fede al
di là dei confini che ci sono
familiari». Aggiunge inoltre:
«lo penso che debba essere
un ragione di rammarico, anche di contrizione, che la comunità di fede, la quale sostiene come verità obiettiva
la rivelazione che Dio ha fatto di sé in Gesù Cristo, possa
aver proposta la sua dottrina
universale [world-affirming]
senza molto di più che un
pensiero fuggevole per i miliardi di abitanti non umani
nella creazione stessa. Che
cosa possiamo dire di una
teologia che si è sviluppata
sulla base di un’incuria morale nei riguardi delle creature di Dio?».
L’autore lamenta il fatto
che, ancora oggi, le chiese
cristiane «che dovrebbero essere in prima fila nei movimenti per la protezione degli
animali, non sono ancora
nemmeno scese in campo», e
critica fortemente la deplorevole scarsità di una seria riflessione teologica da parte
delle chiese cristiane in genere sui nostri rapporti con il
mondo animale: «Pochi cri
•h. '
Lo scrittore di origine marocchina affronta nei suoi romanzi tradizioni culturali e drammi individuali
I molti volti della solitudine nelle opere di Ben Jelloun
________MARCO FRATINI________
.. ly^ e ne vado in punta di
y’ylrJ. piedi. Ho svuotato il
mio corpo e incendiato la mia
memoria»'. Questa la tragica
sorte che tocca al protagonista
di uno dei più significativi romanzi dello scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun.
«L’enfant du sable» è solo
uno dei tanti personaggi che
incontriamo nella sua opera,
ma al tempo stesso è figura
emblematica di un percorso
letterario assai variegato. Vi
si trovano infatti i tre elementi
principali della personalissima scrittura di Ben Jelloun: la
solitudine innanzitutto, a cui
però sono strettamente legati
gli altri due, la difficile conquista-riconquista della propria identità («Nessuno specchio rifletteva più la sua immagine. Erano tutti diventati
opachi. Solo l’oscurità, soltanto le tenebre, con qualche
tratteggio luminoso, lasciavano impronte sugli .specchi», p.
112) e la strenua difesa della
propria memoria, memoria di
un passato che tuttavia spesso
infastidisce e che talvolta può
spaventare più del futuro.
Attorno a questi tre fuochi
ruotano le singolari vicende
di figure fantomatiche, simboli di un’umanità silenziosa,
relegata ai confini della società. Le cause di questa solitudine sono molteplici e possono, di volta in volta, mescolare la mancanza di affetti
(incapacità di riceverli ma anche di manifestarli), la vecchiaia, la malattia, la morte, il
rifiuto sociale. La grande varietà delle giustificazioni finisce per rivelare, a seconda
delle occasioni, un volto sempre diverso.
In Creatura di sabbia, per
esempio, è la solitudine di
Mohamed Ahmed che nasce
femmina e che, per volere del
padre e delle costrizioni di
una società oppressiva, è obbligata a crescere maschio a
dispetto del proprio corpo.
Una situazione che produce
una condizione di vita indefinita e dolorosa, vista attraverso lo sguardo impietoso sulle
tradizioni e i tabù del mondo
arabo, da parte di un uomo
venuto a contatto con il mondo «occidentale». La scelta
obbligata di vivere nell’oscurità della propria stanza porta
lontano dagli sguardi della
gente, in un paese dove una
donna sola è destinata ad essere sempre socialmente rifiutata. Ma il rifiuto sociale si
può manifestare anche in altro modo e fuori dal Marocco, come ci insegna Tanalisi
degli squilibri affettivi e culturali degli immigrati magrebini in Francia^
In Giorno di silenzio a Tangeri (ultima edizione Einaudi,
1994) sono invece la vecchiaia e la malattia i pretesti
per narrare un’ordinaria vicenda di solitudine, in «una
città dove si incontrano /’
Atlantico e il Mediterraneo,
una città fatta di colline che si
inseguono, avvolta di leggende, enigma dolce e indecifrabile (...); è la storia di un uomo ingannato dal vento, dimenticato dal tempo e schernito dalla morte» (p. 3). La
sua solitudine è fatta dalle pareti di una stanza umida e di
oggetti immutabili i quali, anche se vecchi e consunti, sono
destinati a sopravvivergli. Un
uomo che tenta di sopprimere
l’istinto di parlare da solo e
che considera la vecchiaia
«un errore, un malinteso fra il
corpo e lo spirito, fra il corpo
e il tempo» (p. 27).
In ognuno di questi casi la
Una veduta di Fòs
condizione della vita solitaria
e silenziosa si rivela essere
comunque la migliore per ripescare i frammenti sperduti
della propria memoria e riflettere sulla propria identità.
Questa identità, questa operazione di disegnare allo specchio i contorni della propria
immagine, passa attraverso la
ricerca di se stessi negli altri,
nel riconoscimento del valore
fondamentale del sentimento
dell’amicizia: «l’altro, di
fronte, la persona che si ama,
non è .solamente uno specchio
che riflette, è anche l’altro se
stesso sognato (...). Non si
tratta di una semplice storia
di sdoppiamento nella quale
l’immagine di sé sarebbe passata attraverso un filtro, un
esame che- dovrebbe riconsegnarci la nostra immagine
considerata in modo esigente.
L’amicizia allora consisterebbe in questa reciprocità senza
sfasature, guidata dallo stes.so
principio di amore»\
I ) Tahar Ben Jelloun: Creatura di sabbia. Torino, Einaudi,
ult. edizione 1993.
2) Le pareti della solitudine.
Torino, Einaudi, 1990.
3) L’amicizia. Torino, Einaudi, 1995.
stiani sembrano mettere in
relazione la loro dottrina di
Dio creatore con la questione pratica della sofferenza
delle .sue creature».
Questo libro, e in particolare la prima parte che contiene
argomenti teologici riguardanti gli animali e cerca di
stabilire dei principi teologici
per il nostro atteggiamento e
il trattamento degli stessi, è
un contributo probabilmente
abbastanza unico per la materia in questione. La seconda
parte concentra invece l’attenzione del lettore su aree
specifiche di abuso nei confronti degli animali: la sperimentazione, la caccia per
sport, l’uccisione per cibo e
per l’ingegneria genetica. Per
Andrew Linzey anche i movimenti contemporanei per i diritti degli animali hanno bisogno della teologia per aiutarli
a salvare «se stessi dal proprio trionfalismo e dal pericolo di una degenerazione
nell ’autogiustificazione [selfrightecHisness]».
Cercando di riassumere i
pensieri di questo libro, che
offre moltissima materia
nuova di riflessione (e sarebbe auspicabile che fosse tradotto e pubblicato in Italia),
forse si potrebbe dire che al
cuore della questione c’è il
rispetto per il creato di Dio al
quale gli esseri umani sono
legati dallo stesso dono di vita. 11 credente non è libero di
dire che l’animale vale solo
per quello che può servire
all’essere umano. Dio è il
Creatore sovrano e amorevole e, prima di ogni cosa, gli
animali non sono di nostra
proprietà ma appartengono a
Dio: «Al Signore appartiene
la terra e tutto quel che è in
essa» (Salmo 24,1).
«Per l’essere umano autenticamente etico ogni vita è
sacra, anche quella che, da
un punto di vista umano, ci
sembra più umile». (Albert
Schweitzer, Rispetto per la
vita, Torino, Claudiana,
1994, p. 143).
(*) Andrew Linzey: Animai
Tbeoiogy, Sem Press Itd, London, 1994, 214 pp, 15 sterline.
SCHEDA
Ben Jelloun
psicologo
e scrittore
Tahar Ben Jelloun è nato a
Fès nel 1944. Prima di dedicarsi completamente alla letteratura si è trasferito a Tangeri, dove ha conseguito la
licenza in filosofia. In seguito, nel 1971, si è trasferito a
Parigi, dove si è laureato in
Psicologia sociale.
Proprio alla sua attività di
indagine e di supporto psicologico nei confronti degli immigrati di origine magrebina
in Francia, è dedicato L’estrema solitudine (Torino,
Milvia, 1988), sintesi del lavoro di osservazione su decine di soggetti a lui rivoltisi a
causa soprattutto di problemi
affettivi e di sradicamento.
La materia è poi stata rielaborata nel più poetico Le pareti della solitudine (Torino,
Einaudi, 1990).
Fra i suo romanzi, oltre
quelli già citati, si può ricordare anche Notte fatale (La
rmit sacrée, 1987, che è il seguito di Creatura di sabbia,
in cui il protagonista Ahmed
è cresciuto e prende la parola
in prima persona).
13
; venerdì 16 GIUGNO 1995
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PAG. 9 RIFORMA
L'ultimo libro del giurista affronta di petto il problema del Concordato
La coscienza di Alessandro Galante Garrone
assiduo difensore della libertà religiosa
AUeUSTO COMBA________
Al chiacchiericcio che imperversa fra g\i «improvvisati e sempre più numerosi
fautori del finanziamento statale alle scuole private» il
prof. Alessandro Galante Garrone contrappone negli ultimi
due capitoli del suo pamphlet
Un affare di coscienza. Per
una libertà religiosa in Italia*
una serrata sequenza di fatti e
ragionamenti, dopo che nel
corso del libro ha espresso ricordi e considerazioni giuridipiie per rievocare le vicende
della libertà religiosa in Italia
da 70 anni a questa parte.
Il suo discorso si immedesima con le sue più profonde
convinzioni e con le sue più
fondamentali esperienze, richiamandosi alla figura é al
pensiero di Francesco Ruffini, l’insigne professore di Diritto ecclesiastico di cui seguì
il corso nel 1927-28 alFUniversità di Torino. Alla morte
di Ruffini, sopravvenuta dopo la,privazione della cattedra, Luigi Einaudi seppe intravedere in quelFaddio la
promessa di giorni migliori.
È in questo caso F ottimismo
ebbe ragione, perché quei
giorni vennero, e nel corso
dei lavori dell’Assemblea costituente il nome deH’illustre
ecclesiasticista venne citato
più volte, specialmente nel
Corso del dibattito che portò
all’approvazione dell’art. 7
della Costituzione.
La,digestione di quell’articolo e di ciò che esso ha comportato sul piano dei rapporti
lo stato a la chiesa romana è
stala molto lenta e continua a
esserlo. Galante Garrone rievoca in pagine appassionate e
vigorose tali vicende e in particolare quella del divorzio. In
proposito egli rammenta la
propria esperienza di «magistrato che per una trentina
d'anni ha lavorato quasi sempre nella giustizia civile» in
una sezione del Tribunale di
Torino «a cui affluivano tutte
le cause di separazione personale dei coniugi», e quindi
conosce bene la dolente sostanza del problema. In pari
tempo dà un’ampia e interessante ricostruzione del lungo
dibattito intercorso sull’argomento fra politici e giuristi,
citando fra l’altro il libro di
un magistrato che si vide
spesso al culto nella chiesa
valdese di Torino, Mario Berutti. Una drammatica vicenda
che infine perviene «al vittorioso epilogo parlamentare
del 1970, e alla sua ratifica
neferendaria nel 1974», eventi salutati con compiacimento
» anche da un fervente cattolico
come Arturo Carlo Jemolo.
Giungiamo al tema della
scuola e ai problemi collegati
^r effetto della pretesa mai
dismessa della chiesa romana
di averne il controllo, in modo
^ fame un suo strumento per
d dominio delle coscienze.
Troviamo anche qui una ricostiuzione di grande chiarezza
e efficacia dal 1871 al 1984,
3nno in cui viene firmato T
«Accordo, con Protocollo addizionale», «che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell’11 febbraio
1929»: in altre parole il «Con<tordato Craxi», documento in
cui un’attenta disamina scoPi’e non pochi punti deboli,
per la cedevolezza dello stato,
rappresentato essenzialmente
dal governo, e con conseguenze esemplificate da ben
note vicende scolastiche.
Una conseguenza indiretta
c assai preoccupante di tale
Alessandro Galante Garrone
cedevolezza è che la medesima controparte, una volta che
ha trovato da zappare in un
terreno morbido in cui avanzare senza trovare resistenza,
cerca bentosto di approfittarne. Ed eccoci allo «spinoso
problema, sempre più dibattuto in questi anni, del finanziamento delle scuole private
da parte dello stato». Un problema che non dovrebbe esistere, perché la Costituzione
prescrive con estrema chiarezza al terzo comma dell’art.
33 «Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo stato». A proposito
di tale articolo Paolo Sylos
Labini ha detto recentemente:
«Senza vuol dire senza e
nient’altro». E Norberto Bobbio: «Il dettato del testo costituzionale, preso alla lettera,
preclude il finanziamento. I
giuristi ripetono da secoli
una frasetta che dice: “In
Claris non fit interpretatio”».
Ma i fautori del finanziamento pubblico delle scuole
private fingono di non capire
queste cose e sono fertili di
fantasiosi sillogismi al loro
scopo. Assumendo come filo
conduttore la posizione di assoluta maggioranza detenuta
in Italia dalla Chiesa cattolica
fra le altre confessioni religiose, mirano a colpire su
questi piano il principio pro
clamato da Roger Williams
alle origini della democrazia
americana: «Il vojere della
maggioranza può contare solamente nei rapporti civili», e
«non sul terreno del libero
esprimersi ed espandersi delle coscienze individuali, delle
fedi religiose, dei culti».
In tal modo la questione
della scuola costituisce oggi
in Italia il piano sul quale viene messo concretamente alla
prova l’esplicarsi del principio della libertà religiosa, di
cui tutto il volumetto rivendica la fondamentale centralità.
11 rischio è che i termini di
questo problema si nascondano dietro una nebbia propizia
alle operazioni di contrabbando. Galante Garrone ha inteso
levare un appello, alto e chiaro, contro questo rischio. Sebbene egli inclini talvolta a dichiararsi affaticato, in realtà
non c’è nessuno oggi che sappia come lui mettersi con tanta energia al servizio di questa
causa essenziale. Ci sembra di
sentirlo martellare le parole
mentre ripete ai molti contraddittori ambigui e enfatici
l’esortazione evangelica: «Sia
il vostro parlare si, sì; no, no;
il di più viene dal maligno».
(*) Alessandro Galante
Garrone: Un affare di coscienza. Per una libertà religiosa in
Italia. Milano, Baldini&Castoldi, 1995, pp 179,£ 18.000.
SCHEDA
La lezione di Ruffini
L’argomento delle lezioni di Francesco Ruffini che Galante Garrone seguiva sul finire degli anni ’20 faceva riferimento alla «libertà religiosa come diritto pubblico subiettivo», espressione tecnica intesa alla rigorosa enunciazione di
quei principi che, garantendo la laicità dello stato, lo rendono a sua volta garante della libertà religiosa. Quei principi,
a partire dalle vedute di Cavour in materia di politica ecclesiastica, erano riusciti man mano ad affermarsi nell’Italia
unita, ma proprio negli anni seguenti, e in particolare dal
1929 al 1931, sarebbero stati sacrificati dal regime fascista
ai suoi interessi di autoconservazipne, mediante il Concordato con la Santa Sede e le leggi ad esso collegate.
Alla fine del 1931, insieme al figlio Edoardo, Francesco
Ruffini fu tra gli undici docenti universitari che rifiutarono il giuramento di fedeltà prescritto dal regime e vennero
pertanto privati della cattedra: scelta drammatica a cui
probabilmente concorse il disgusto per la situazione creata
dal Concordato. Malgrado il conforto dei fedeli allievi fra
i quali, oltre a Galante Garrone, v| furono Mario Falco e
Arturo Carlo Jemolo, questi eventi segnarono per Ruffini
l’inizio di un fatale declino che si concluse con la morte
nel 1934.
A'
Quadri drammatici sugli eretici del XVII secolo
«Fuochi» sulla scena siciliana
GIUSEPPE PLATONE
Un migliaio di persone ha
assistito, martedì 16
maggio, allo spettacolo drammatico di storia valdese
«Fuochi» dell’Assemblea teatro di Torino svoltasi all’aperto a Riesi, in un luogo storicamente significativo: la
scalinata di San Giuseppe. Fu
in cima a quest’ampia scalinata infatti che nel 1871 centinaia di persone, con il sindaco Janni in testa, forzarono
il portone della chiesa cattolica per sentire la predicazione
nella quale «soltanto Cristo
doveva aver posto»: il pastore
Augusto Malan era arrivato il
giorno prima, a cavallo, da
Catania e si trovò a predicare
«di fronte a 450 persone di
cui 150 erano donne».
Gli anticlericali erano allora soprattutto i notabili (strana metamorfosi, oggi sono
quasi tutti allineati al partito
del più forte), liberali, massoni che sognavano la fine
temporale dei papi. In qliell’estate del 1871 si teneva
così a Riesi, tra sussulti cittadini, il primo culto protestan
te. Da allora si è sempre continuato. Certo oggi il clima è
diverso, siamo per il confronto (e non più lo scontro), per
il lavorare insieme (quando
si può) per il rispetto di ogni
credo. Lo spettacolo «Fuochi», impressionante sequenza di quadri drammatici della
storia degli eretici del XVII
secolo, con al centro una storia d’amore «interconfessionale», è riuscito a far conoscere un po’ meglio la vicenda di una minoranza che è
parte viva della città. «Abbiamo visto la lotta dei cristiani contro i valdesi», ha
commentato uno studente
delle superiori che evidentemente segue bene l’ora di religione. Del resto i non avvaléntesi, tra tutte le scuole in
una cittadina di 13.000 abitanti, si contano sulle dita di
una mano. La laicità insomma è di là da venire, ma per
accorciare i tempi anche i
«Fuochi» del bravo regista
Renzo Sicco e dell’intensa
Gisella Bein e degli altri attori servono allo scopo.
La sera prima al teatro
Beauffremont di Caltanisset
ta 400 persone hanno assistito allo stesso spettacolo.
Questa volta però al chiuso e
non si sentiva volare una mosca. C’era anche una delegazione di preti che ha apprezzato l’iniziativa insieme a
tanti altri, soprattutto giovani.
Ospitare la compagnia teatrale torinese, per il Servizio
cristiano di Riesi, è stato anche il tentativo di parlare alla
città di una storia sconosciuta. Lo si era già fatto la scorsa estate con il Gruppo teatro
Angrogna che aveva riempito
piazza Garibaldi di Riesi. La
gente, se c’è un minimo sforzo organizzativo, risponde. In
questo caso hanno risposto
anche le amministrazioni cittadine di Riesi e Caltanissetta
che hanno messo a bilancio il
costo dell’iniziativa.
Conclusione: uno spettacolo può valere cento predicazioni; il problema è poi di vedere cosa succede quando gli
eventuali interessati scoprono
le comunità valdesi. L’impatto può essere deludente, ma
può anche essere l’inizio di
un nuovo cammino. Dipende
da noi.
La Parete calva, luogo dell’ultima difesa da parte degli «apostolici»
RU'LTTE
Dolciniani e apostolici
È uscito il numero doppio (3-4, I semestre 1995) della Rivista dolciniana, denso di studi e di testimonianze. La rivista, che
per ii 50° anniversario della Liberazione è all’insegna del motto
«Vivere vuol dire essere partigiani», si apre con la «preghiera
dolciniana» formulata al culto evangelico tenutosi lo scorso
settembre per l’annuale convegno alla Bocchetta di MargOsio
sulle montagne biellesi, è riporta il testo della conferenza di
Paolo Ricca su «L’attualità di Dolcino» svoltasi nella sala della
Comunità montana di Varallo Sesia. Vi è quindi la seconda
parte del testo di J. C. De Haan sul movimento apostolico, per
la prima volta in italiano (traduzione dall’olandese del pastore
Renato De Lorenzo). Corrado Momese riabilita Gherardo Segarello, controbattendo passo passo la Cronaca di fra Salimbene de Adam. Si hanno quindi i saggi e gli interventi di P. Deimastro («Montagna e mito in Dolcino»), R. Ferrari («Gherardo
di San Donnino: il francescano gioachimita, “Martin Lutero del
1200’’»), M. Deriu («Eugen Drewermann»), F. Federici («L’altro Lutero»), D. Melodia («Il messaggio storico-religioso di
Gandhi»), T. Burat («Davide Lazzaretti, l’ultima eresia popolare italiana»). Osvaldo Coisson recensisce il nuovo fascicolo
sulle eresie uscito nella collana francese «Que sais-je?», mentre
il contributo letterario è dato da una poesia («Medioevo») di
Ali e da una coinvolgente prosa («La strega») nella quale si immedesima Bianca Dorato, nota scrittrice in lingua piemontese
(qui tradotta in italiano). Seguono l’aggiornamento bibliografico e le lettere al direttore.
Rivista dolciniana: abb. £ 20.000, 1 nr £ 10.000. Ccp 10737286 intestato a «Magia studio redazionale», via Lazzari 5, 28100 Novara.
Dir. e redazione c/o Chiesa valdese, via F. di Cossato 9, 13051 Biella.
A cinquantanni dalla guerra
In occasione del cinquantenario dalla fine della seconda
guerra mondiale, la rivista Giano-Pace ambiente problemi globali* ha pubblicato il primo di una serie di tre fascicoli monografici (che costituiranno i numeri del 1995) interamente dedicati all’anniversario. La guerra, l’Onu, la bomba saranno i
grandi capitoli che caratterizzeranno i fascicoli. Apre questo
primo numero dell’anno una tavola rotonda fra storici (Enzo
Collotti, Luigi Cortesi - direttore della rivista -, Nicola Labanca, Andrea Panaccione e Giorgio Rochat), che affronta alcuni
dei temi «conseguenti» alla guerra stessa (l’imperialismo,
l’Unione Sovietica, la superpotenza americana, l’antifascismo e
la categoria di «guerra civile» mutuata ^al saggio di Claudio
Pavone sulla Resistenza), a cui seguono articoli di interpretazione («Appunti per una ricerca sulla guerra», dello stesso Cortesi) e tematizzati su questioni come «Guerre e sistemi internazionali», «Le lunghe radici del razzismo fascista», «La Chiesa
cattolica e la guerra», «Hiroshima».
(*) Giano. Napoli, Cuen, ccp n. 1993280St (abbonamento annuo a
tre fascicoli £ 48.000).
Libiri
Eretici medievali a Parma
Il circolo «Rondine» di Ozzano Taro (frazione di Collecchio,
in provincia di Parma), l’il maggio scorso, ha presentato il
nuovo libro Frati, antipapi ed eretici parmensi protagonisti
delle lotte religiose medioevali (Parma, Artegrafica, 1994) di
Carlo Fomari, chiedendo all’autore di soffermarsi in particolare
su Gherardo Segarello, fondatore degli «Apostolici», arso a
Parma il 18 luglio 1300. Il dottor Carlo Pomari è il primo autore parmense che si sia impegnato nel riabilitare fra Gherardo,
così pesantemente dileggiato e diffamato dal famoso cronista
francescano fra Salimbene de Adam, conterraneo pesantemente
invidioso del largo seguito popolare raccolto dagli Apostolici e
dalla loro guida carismatica. Per il Centro studi dolciniani sono
intervenuti Corrado Mornese (che ha sottolineato come il movimento apostolico, lungi dallo scomparire con il rogo del Segarello, si potrà al centro dell’attenzione europea con il successore fra Dolcino, e sarà ancora vitale a oltre 100 anni dal suo
inizio, poiché nuovamente condannato nel 1374 al Sinodo di
Narbona) e Tavo Burat, che ha ricordato la figura del Segarello
come esemplare per mitezza, pacifismo, poesia e ha informato,
sull’eredità dei movimenti evangelici medievali raccolta dal
valdismo e continuata oggi dalla Chiesa valdese. È intervenuto
anche il sindaco, che ha assicurato l’interesse della nuova amministrazione progressista per ricordare degnamente, con una
stele e delle giornate di studio, l’illustre concittadino, togliendolo all’ingiusto oblio, e per promuovere un gemellaggio con
Prato Sesia, probabile paese natale di fra Dolcino.
14
PAG. 10 RIFORMA
Agenda
MONTEFORTE IRPINO — «La condizione femminile nella chiesa antica» è il titolo di una conferenza che sarà tenuta dalla
pastora Elizabeth Green, conclusiva di un
ciclo di incontri di introduzione al Nuovo
Testamento organizzato dalle Chiese evangeliche pentecostali di Cicciano e Benevento. Per informazioni telefonare ai numeri 081-8248463 o 081-8661366.
BARI — Incontro delle scuole domenicali
di Puglia e Lucania, alle ore 9,30 alla «Casetta» di via Gentile 106. Per ulteriori informazioni telefonare allo 080-333091.
MONTEFORTE IRPINO — Il pastore
Mario Affuso, della Chiesa apostolica italiana, parla sul tema; «Il rapporto Dio-uomo nella quotidianità, prospettiva pentecostal-carismatica; tra realtà e speranza». Alle ore 18 presso il villaggio evangelico di via Rivarano; per informazioni telefonare allo 0825-682698.
COPPIE MISTE E CHIESE LOCALI: È il tema del 14°
incontro franco-svizzero-italiano delle coppie interconfessionali che si terrà a Torre Pellice presso la Foresteria valdese dall’8 al 10 luglio. L’incontro dibatterà «l’appello alle
chiese» di padre René Baupère e del pastore Jacques
Mauty del luglio ’93 (in Riforma 24 settembre 1993 pag.
10), il dossier di Foyer Mixtes 105 e dell’accompagnamento pastorale delle coppie miste. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi entro il 20 giugno ai numeri 0121-501702,
0121-5681508, 0121-795091, 0121-322426.
STORIA ERETICALE E ANTIERETICA DEL MEDIOEVO; È il tema del XXXV convegno di studi della
Società di studi valdesi. Il convegno, sotto la direzione
scientifica del prof. Grado G. Merlo, si terrà presso la Casa
valdese di Torre Pellice dal 4 al 6 settembre. Per informazioni rivolgersi alla Società di studi valdesi, via Beckwith
3, 10066 Torre Pellice, tei. 0121-932179.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,30 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica realizzata
dalla Federazione delle chiese evangeliche
in Italia, trasmessa a domeniche alterne da
Raidue alle 23,30 circa e, in replica, il lunedì della settimana seguente alle 8,25.
Vita Quotidiana
VENERDÌ 16 GIUGNO 199.-;
Il rovescio della medaglia delle vacanze esotiche
Il turismo deve rispettare i diritti umani
GIORGIO GARDIOL
Non è ancora tempo di vacanze. È però il tempo di
pensarci. La lira va giù rispetto alle monete più forti, ma il
Terzo Mondo offre possibilità
di «magiche» vacanze a prezzi abbordabili. Così, allettati
dalle promesse di mari incontaminati, di tramonti favolosi
e di bianche distese di spiaggia, centinaia di migliaia di
italiani anche quest’anno si
recheranno in vacanza in paesi, senza chiedersi cosa succede tra le popolazioni che li
ospiteranno?
Da una decina di anni operano sotto gli auspici del Consiglio ecumenico delle chiese
due associazioni, la Ecumenica! Caolition on Third World
Turism (Ectwt) che si occupa
più specificatamente dei problemi generati dal turismo nei
paesi del Terzo Mondo, e la
Third World Tourism European Ecumenica! Network
(Ten) che si occupa di studiare il fenomeno dal punto di
vista dei turisti europei. Queste due associazioni hanno dimostrato gli effetti nefasti che
il turismo commerciale ha
sulla cultura e sulla stessa salute delle popolazioni interessate al fenomeno.
Ci sono isole come quella
di Bora-Bora nella Polinesia
francese che hanno 6.000 abitanti, ma che ospitano 45.000
turisti. Tutti gli alberghi appartengono alle grandi catene
del Club Med, Nara, Hyatt,
Sofitel. Questa compagnie investono capitali assistiti dai
«fondi per l’aiuto allo sviluppo», non pagano tasse e hanno forti riduzioni sugli oneri
Illuminazione: Giappone
r"
Moc^uette:
Nuova Zelanda
Aria condizionata:
Giappone
Birra: Australia
Whisky: Beozia
Turismo alle isole Solomon
sociali per la manodopera. 1
maori vengono in pratica
esclusi dalla gestione dell’attività alberghiera e si devono
accontentare di agire sul terreno delle manifestazioni folcloristiche 0 come salariati di
basso livello delle imprese turistiche, mentre sono francesi,
americani o tedeschi i dirigenti degli stessi.
Questa situazione è generalizzata in tutto il Terzo Mondo. I governi sono consapevoli che il turismo non è la
migliore soluzione ai problemi dello sviluppo delle loro
società ma non hanno alternative. Gli «aiuti allo sviluppo»
vengono solo in quella direzione. Così dove ci sono problemi alimentari per la popolazione locale, si costruiscono
campi di golf; dove si costruiscono villaggi turistici cre
Telecomunicazioni:
Gran Bretagna Kong
,0ececasca^beaBBl
Rilevatori
antincendio:
Gran Bretagna
Computer:
Stati Uniti
Vettovaglie:
Australia
scono fenomeni quali la prostituzione minorile e nuove
malattie finora sconosciute
nel paese.
La prostituzione minorile è
diventata un problema generalizzato tanto che della cosa
si comincia a preoccupare anche rOnu. Ci sono compagnie turistiche specializzate
in viaggi «erotici» in Thailandia, a Singapore e nelle Filippine, e si moltiplicano in Europa, Giappone e Usa le reti
di pedofili. E una situazione
terrificante. La Ectwt documenta il caso di Rosario, ragazzina di dodici anni ricoverata d’urgenza all’ospedale di
Olongapo City nelle Filippine
in preda a forti dolori all’utero. Nonostante l’intervento
dei medici Rosario muore:
l’autopsia trova nel suo utero
parti arrugginite di un gioco
Auto:
Giappone
(da Contours)
sessuale, parti che si trovavano lì da almeno 5 mesi. Il turista austriaco H. R., responsabile di questo, è stato condannato in prima istanza per
violenza sessuale ma poi è
stato assolto in appello per vizio di forma.
Secondo Ectwt ci sono in 8
paesi del sud-est asiatico almeno un milione di prostitute
con meno di 16 anni. I paesi
«generatori» del turismo sessuale stanno lentamente prendendo coscienza del problema e stanno modificando le
proprie legislazioni in materia di reati commessi all’estero. Cosi in Australia, Germania e Stati Uniti è possibile
essere condannati in caso di
violenza sessuale commessa
all’estero. Belgio, Giappone
e Nuova Zelanda stanno per !
fare altrettanto. S
COL VOSTRO OTTO PER MILLE
AIUTIAMO IL TERZO MONDO
A SCOMPARIRE.
Eccoci di nuovo, per il secondo anno, sulle pagine dei giornali per chiedervi di affidarci l'otto per mille
del reddito IRPEF. E per ribadire il nostro impegno a rendere noto, attraverso i più autorevoli organi di informazione, il modo in cui impiegheremo i soldi raccolti e che arriveranno solo dal 1997. Una cosa è certa: non li spenderemo per le chiese e per le opere di culto, ma li investiremo per opere sociali e assistenziali in Italia e nei paesi del sottosviluppo per far sì che non esistano più paesi sottosviluppati. Siamo, come Chiese Valdesi e Metodiste, impegnati da sempre in campo sociale con spirito laico: costruiamo e gestiamo ospedali e case per anziani, facciamo un capillare lavoro educativo tra i bambini e i giovani, accogliamo immigrati e assistiamo portatori di handicap. Le nostre opere sociali sono aperte a tutti, senza
distinzione di credo, razza o ceto sociale. Inoltre collaboriamo con il Consiglio Ecumenico delle Chiese e con altri organismi ecumenici per interventi nei paesi più poveri del terzo mondo
e in quelli sconvolti da guerre e calamità naturali. Chiunque voglia conoscerci meglio o avere informazioni più dettagliate può scriverci o telefonarci. Saremo felici di rispondervi.
CHIESA EVANGELICA VALDESE - Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi - Vìa Firenze 38,00184 Roma - Tel. 06/4745537 - Fax 06/4743324
15
VENERDÌ 16 GIUGNO 1995
PAG. 1 1 RIFORMA
Ecumenismo
di base
Caro direttore,
vorrei esprimere qualche
perplessità sulla trasmissione
di «Protestantesimo» andata
in onda il 21 maggio. Non
posseggo una seria e robusta
preparazione nell’ambito del
giornalismo televisivo religioso e dunque è possibile
che le mie affermazioni risultino superficiali e inesatte.
Nutro stima per coloro che
lavorano a «Protestantesimo», a cui peraltro ho avuto
l’onore di collaborare (purtroppo una sola volta) per
una trasmissione sulla xenofobia nell’ex Ddr.
A parte l’interessante intervista del pastore Bouchard
sulla Resistenza, che però mi
ha colpito quando affermava
di aver lavorato a Agape con
un ex Ss (poiché un conto è
rfi^nciliarsi con i soldati della Wermacht, sovente costret' ti a combattere, un altro è farlo cón i massacratori nazisti),
ciò che mi ha lasciato perplesso è la scelta di utilizzare
uno spazio così importante
(che appartiene a tutti) per
'raccontare i progressi-regressi
deH’ecumenismo, intervistando a Assisi i responsabili religiosi delle diverse confessio■ rii e facendo intendere che
l’ecumenismo è la scommessa del futuro per un mondo
più giusto e pacifico.
Siamo proprio sicuri che il
conflitto nell’ex Jugoslavia, le
varie guerre nel mondo, le ingiustizie e i massacri perpetrati dai governi siano frutto
delle divisioni religiose? Quale analogia sussiste tra esponenti (un po’ noiosi) delle varie chiese, che si incontrano
ad Assisi in un clima rassicuràpte e rilassato, e i conflitti e
le'iSofferenze nei vari luoghi
«ìaldi» del mondo?
Una volta un grande teolo• go protestante, Georges Ca■(rialis, ci insegnava ad Agape
i tihe «le idee giuste non cadono dal cielo», e che i conflitti
• e le sofferenze degli esseri
umani sono dovute alle in=|^tistizie economiche, al pec
NELL'ANNO DELLA MEMORIA E DEL PERDONO
Non dimentichiamo Hrlanda
CHmSTIME C. CALVERT
L9 anno 1995 è l’anno della memoria, del chiedere perdono, l’anno
in cui ricordiamo l’olocausto, la guerra
nel Vietnam e, recentemente, durante la
cerimonia per la canonizzazione di
Sarkander nella Repubblica ceca, le brutalità, le torture e le guerre giustificate
in nome della fede. Di un’altra tragedia,
i cui effetti nefasti si scontano tuttora,
non ho sentito parlare: la grande carestia
che colpì l’irlanda dal 1845 al 1852.
Nel 1845 la raccolta delle patate, da
cui dipendeva per sfarnarsi la popolazione rurale irlandese, andò perduta a
causa di una malattia detta «ruggine».
Questo disastro innescò una tragedia di
enormi proporzioni che in pochi anni
portò la popolazione dell’«isola verde»
a un calo di quasi il 50% rispetto al periodo precedente. Il censimento del
1871 registrava 4.400.000 abitanti contro i precedenti 8.200.000. Si calcola
che un milione e mezzo di persone morirono di fame o malattie connesse, come il tifo e il colera; per i più fortunati
cominciò il grande esodo oltre Oceano
ma si determinò anche un esodo interno; i contadini cattolici andarono verso
le città alterandone l’assetto sociologico. Belfast, per esempio, prima era stata
principalmente protéstante ma l’inurba
mento forzato e repentino delle masse
cattoliche pose le premesse per gli sèontri a sfondo sociale e religioso che va
sotto il nome di Troublés e che hanno
turbato e insanguinato le contee del
Nord durante gli ultimi 25 anni.
Un secolo e mezzo fa la malattia delle
patate non poteva essere evitata, ma non
è altrettanto vero per le conseguenze disastrose che portarono all’inacerbirsi degli odi e dei rancori dei cattolici contro i
protestanti e degli irlandesi contro gli inglesi e viceversa. È qui che noi, in quanto protestanti, dobbiamo chinare il càpo
con vergogna. Infatti la Chiesa d’Irlanda
(protestante), che oggi rappresenta una
forza per la pace e la riconciliazione, allora era una forza di repressione e di incredibile sfruttamento. I parrocchiani
cattolici dovevano pagare la decima a
una chiesa di cui non facevano parte e a
un clero spesso assente. Molti dei pastori e vescovi diventarono ricchissimi, vivendo in uri lusso sfrenato. II popolo
stremato dalla fame implorava invano
segni di carità. L’aiuto era sì disponibile, ma a caro prezzò e soltanto per chi
abiurava e abbracciava la fede protestante (vàie la pena ricordare che erano solo
i quaccheri a portare soccorsi).
I grandi proprietari assenteisti angloirlandesi approfittarono per allargare
o creare nuove fattorie, cacciarono dai
loro tuguri chi non riusciva a pagare il
misero affitto. Uño dei signorotti dichiarò che non avrebbe lasciato un cattolico fra Knocknabola Bridge e il fiume di Newport. Così condannarono
donne, uomini e bambini a morire anche
lungo i sentieri, la bocca verde nel tentativo di sfamarsi con l’erba e l’ortica.
Spesso mancarono le forze per seppellire le vittime nei cimiteri e quindi esse
furono sotterrate nei giardini e perfino
sotto il pavimento di terra nelle case.
Questa sembra una storia dimenticata.
In occasione del culto ecumenico della
memoria tenuto nella chiesa luterana di
Milano, il pastore Banse con grande
umiltà ha chiesto perdono per le colpe
del popolo tedesco e della chiesa tedesca per le infamie commesse durante la
seconda guerra mondiale. Che peccato
che nè gli italiani né gli inglesi presenti
abbiano chiesto perdono per le infamie
del loro passato: possiamo noi inglesi
scordare i boiribardaménti selvaggi su
Dresda e su altre città tedesche e il non
bombardamento di Auschwitz quando
già si sapeva del sistematico uso dei forni crematori? L’intervento del pontefice
durante la cerimonia per là canonizzazione di Sarkander è stato criticato, forse giustamente, ma piuttosto non dobbiamo tutti prendere sul serio il detto di
Gesù sul bruscolo e la trave?
cato umano di onnipotenza,
all’ignoranza e alla mancanza di igiene, alla fame. Non
credo dunque che passi avanti nell’ecumenismo potranno
eliminare questi problemi.
Altra cosa sarebbe invece occuparsi degli ecumenismi di
base, degli evangelici che a
Berlino lavorano contro il
razzismo oppure della piccola e fragile Chiesa luterana
salvadoregna, o delle comunità di base cattoliche eredi
del sacrificio di monsignor
Romero.
A Milano i farmacisti cattolici si rifiutano di vendere
profilattici e la gerarchia di
Roma condanna gli omosessuali alla pari di pedofili, tangentisti, mafiosi, ecc. a bruciare nell’inferno per l’eter
Riforma
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fllfomia è II nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
rie! l’gennaio 1951, responsabile Franco Giampiocoli. Le modifiche sono state registrate
con ordinanza in data 5 marzo 1993.
U numero 23 del 9 giugno 1995 è stato consegnato per l’inoltro postale all’Ufficio CMP Nord,
via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 7 giugno 1995.
nità. Tutto ciò mentre il governo taglia pensioni e risorse
per la salute e la prevenzione
e l’Aids impazza in Lombardia, che è diventata la prima
regione in Europa per numero
di sieropositivi...
Se la televisione è un canale
per raccontare le storie degli
uomini e delle donrie che vivono ai margini e al centro
dell’impero con fatica e sofferenza, allora forse sono questi
gli argomenti d’attualità sociale con cui ci misuriamo
ogni giorno; leggermente più
tragici e urgenti dell’ineffabile e assai distante questione
ecumenica ben confezionata
dalle gerarchie delle chiese.
Manfredo Pavoni
Cinisello Balsamo
I malati
di Aids
In questo periodo come credenti siamo chiamati a dare
risposte concrete agli avvenimenti e agli inviti che provengono da più parti. Ultimi in
ordine di tempo, il documento
pontificio sull’«unità dei cristiani» Ut unum sint e il comportamento illogico, quasi criminale, di alcuni malati di
Aids di Roma, Milano, Genova, nonché, guarda caso, il
Tentato suicidio e il suicidio di
alcuni malati di Aids in fase
terminale. Facile l’entusiasmo, facile la condanna, facilissime l’indifferenza per ogni
singola situazione, che piai è
singola perché al fianco di
ogni malato vi sono dei famigliari sconvolti, come al fianco di ogni membro di chiesa
vi è una comunità che cerca di
interrogarsi e rispondere.
Lascio a chi ha più competenza una prima valutazione
del testo sull’ecumenismo
lanciato dalla Chiesa cattolica, riservandomi una mia risposta soprattutto alla parte
riguardante la testimonianza
caritativa comune, che in Italia attualmente è impossibile.
Per quanto riguarda la triste
attuale situazione del problema dei malati di Aids (non
ultimo il triste primato italiano; ben 2.100 miliardi per
nuove strutture sono giacenti
da 5 anni) si lascia che le situazioni ospedaliere degradino e i malati, una volta dimessi dagli ospedali, facciano
conto soltanto sul volontariato e sull’assistenza di qualche
Comune più sensibile degli
altri, senza alcun aiuto economico come invece prescriverebbe la legge 135/1990 (e
l’elenco delle mancanze istituzionali sarebbe lungo).
Di fronte a tutto ciò e dei
diversi sentimenti che si agitano in ciascuno di noi, sarebbe utile rileggere il cap. 1 del
libro di Giosuè, soprattutto i
versetti 7-9: «Sii forte (...)
fatti risolutamente animo,
avendo cura di mettere in
pratica tutta la Torah (...)
perché l’Eterno il tuo Dio
sarà con te ovunque andrai».
A un mancato suicida, questa mattina, 2 giugno, ho accarezzato la fronte e ho dato
up caloroso «ci vediamo domattina»; poi ho abbracciato
il padre, disfatto, che a malapena deve aver tentato di dire
Il clic di prima pagina
Oltre la fabbrica
Una delle rampe elicoidali che portavano le auto Fiat prodotte nello^ stabilimento Lingotto di Torino alla pista
di collaudo costruita sul tetto. Quello
stabilimento, un tempo all’avanguardia, ha cessato l’attività produttiva nei
primi anni ’80 e, opportunamente ristrutturato, ospita fiere, congressi,
concerti. Rimangono però le tracce di
una comunità, quella della fabbrica,
che sembra appartenere al passato.
grazie. Ambedue si rispecchiavano nei versetto 12 del
Salmo 31 : «Sono dimenticato
completamente, come un
morto; sono simile a un vaso
rotto».
Giovanni L. Giudici
Mestre
I santi
nella storia
Riforma del 2 giugno, dedicando un’intera pagina alla
vicenda della canonizzazione
di Jan Sarkander, ha bene
chiarito e precisato fatti ed
eventi generalmente bistrattati dalla stampa quotidiana.
Sarà solo una casuale coincidenza, ma lo stesso giorno 2
giugno, l’autorevole Le Monde pubblica nel suo supplemento settimanale dedicato
ai libri un appassionante articolo di mezza pagina dal titolo L’homme ivre de Dieu
(«L’uomo ebbro di Dio»), riguardante Giordano Bruno,
in cui Pierre Lepape accenna
a un’altra canonizzazione
contestata.
Infatti nel 1929, quando
Mussolini e il papa Pio XI
negoziarono i Patti Lateranensi, il segretario di stato
del papa, cardinale Gasparri,
chiese la distruzione della
statua di Giordano Bruno
eretta nel 1889 sul luogo del
supplizio in Campo dei Fiori.
-Mussolini rifiutò e per ripicca, l’anno dopo, il 'Vaticano
canonizzò il cardinale Bellarmin che condannò a morte
Giordano Bruno. In tempi più
recenti, nel 1984, venne pubblicata sotto la direzione del
cardinale Paul Poupard l’opera Galileo Galilei, 350 ans
d’histaire, 1633-1983 (edizioni Desclée International),
in cui si afferma candidamente che «la condanna per
eresia [di Bruno], indipendentemente dal giudizio che
si voglia dare sulla pena capitale che gli fu imposta, si
presenta pienamente motivata». Ergo, l’uno viene santificato, l’altro si merita la condanna «ad vitam aetemam».
Saranno solo canti di sirene i
proclami di pentimento, le richieste di perdono?
Quanto valgono poi le parole? Nel passato vi sono clamorosi esempi di parola non
mantenuta, di crasso tradimento del principio «pacta
sunt servanda». Ricordiamo
così che Sigismondo, re di
Boemia, incoronato imperatore del Sacro romano impero
da papa Gregorio XII, rilasciò
a Jan Hus un salvacondotto
per potersi recare al Concilio
di Costanza, ove difese invano le sue posizioni. Abbandonato dal suo «protettore» garante, Hus fu condannato a
morte per eresia e finì sul rogo di Costanza nel 1415. Fu
l’inizio, in Boemia e in Moravia, di plurisecolari persecuzioni, lotte civili e religiose,
senza dimenticare la grande
guerra dei Trent’anni.
Tutto questo e altro continua a pesare nei rapporti con
il Vaticano e i contenuti della
lettera del pastore Smetana
vanno approvati pienamente.
Théo G. Keller - Ancona
Balbettìo
Iqbal Masih viveva a Labore nel Pakistan: è stato ucciso
a 12 anni perché parlavà in difesa dei bambini che fin
dall’età di quattro anni sono
obbligati, con la complicità
dei genitori, a lavorare per
l’industria dei tappeti del
Pakirian per il misero guadagno di una rupia al giorno (55
lire). Già Elie Wiesel ne «La
notte», evocando l’impiccagione di un bambino ad Auschwitz, si chiede dove sia
Dio in quel momento e non
può che rispondere: «Eccolo:
è appeso lì, a quella forca...».
Così, vedere Cristo nel piccolo Iqbal Masih è forse un
riproporre la tesi, cara ad
Hans Joñas, del Dio infinitamente buono che, ogni giorno
come ad Auschwitz, rivela la
sua radicale impotenza nei
confronti del male. Giobbe, al
contrario, nel libro biblico
omonimo, si richiama alla
pienezza della potenza di Dio.
Allora? Forse con Hans Joñas
è giusto affermare che ogni
discorso circa il mistero divino è semplicemente un «balbettio»; il nostro pensiero,
cioè, nei riguardi di Dio non
può che essere necessariamente un pensiero «debole».
Domenico Manaresi
Bologna
RINGRAZIAMENTO
«lo alzo gli occhi ai monti...
Donde mi verrà l'aiuto?
li mio aiuto viene dail'Etemo
che ha fatto il cielo e la terra»
Salmo 121,1-2
La moglie del caro
Silvio Travers
riconoscente, ringrazia tutti coloro
che le sono stati vicino e hanno
condiviso il suo grande dolore.
Pramollo, 4 giugno 1995
«In pace mi coricherò
e in pace dormirò»
Salmo 8,4
È mancata all’affetto dei suoi
cari
Olga Budai ved. Theller
Ne danno l'annunzio, a funerali
avvenuti, il figlio Paolo, la sorella
Elsa, i cognati Alberto e Ive, i figliocci, la zia, i cugini e i parenti
tutti.
La famiglia, riconoscente, ringrazia il dott. Giovanni Mathieu, i
suoi collaboratori e il personale
infermieristico dell'Ospedale valdese di Torre Pellice per la professionalità e le amorevoli cure
prestate alla loro cara.
Inoltre si ringraziano la sig.ra
Fiorella Griot, la dott. Giulietta
Griot e il dott. Alberto Lazzero per
l’affettuosa assistenza, e i pastori
Bruno Rostagno e Paolo Ribet.
Torre Pellice, 16 giugno 1995
16
PAG. 12 RIFORMA
Villaggio Globale
VENERDÌ 16 GIUGNO 1995
Presentato a Washington un «manifesto» sottoscritto da oltre 80 personalità religiose
Cè un^alternativa alla Destra religiosa Usa
JEAN-JACQUES PEYBONEL
Dopo i primi cento giorni
della nuova maggioranza
repubblicana al Congresso
Usa, la Destra religiosa conservatrice, grande vincitrice
delle elezioni di «medio termine» nel novembre scorso,
ha presentato il suo programma per i prossimi cento giorni. 11 programma, in 10 punti,
si chiama «Contratto con la
famiglia americana». Come si
ricorderà, l’astro nascente
della politica americana e
nuovo presidente del Senato,
Newt Gingrich, aveva vinto
le elezioni con un programma
in 10 punti intitolato «Contratto con l’America».
Durante i primi cento giorni, ha detto Ralph Reed, giovane direttore esecutivo della
Christian Coalition, la più
grande organizzazione americana di cristiani conservatori
(1,5 milione di aderenti),
«siamo rimasti nell’ombra»
per consentire alla nuova
maggioranza repubblicana di
dedicarsi alla legge finanziaria e agli altri punti del «Contratto con l’America». Il 17
maggio scorso Reed ha deciso di svelare i suoi piani per i
prossimi 100 giorni, chiedendo il pieno appoggio del Partito repubblicano. In primo
piano, la questione dell’aborto e della preghiera nelle
scuole pubbliche. La Christian Coalition è pronta a
chiedere una modifica della
Costituzione pur di introdurre
nelle scuole la preghiera e altre pratiche religiose che
Ralph Reed e Pat Robertson,
fondatore della Christian
Coalition, ritengono indispensabili per la salute spirituale
dei loro concittadini.
La proposta, che dovrebbe
¿i'istian Coalitiui
The TìW^ Tunning!
Ralph Reed durante una manifestazione della Christian Coalition
diventare un obbligo, non è
rivolta solo agli allievi minorenni, ma anche agli adulti di
ogni fede, compresi i non credenti. Su queste due questioni, il «Great Old Party» repubblicano sembra tutt’altro
che disposto a seguire ad occhi chiusi i suoi grandi elettori della Christian Coalition.
Lo stesso Gingrich si è limitato a parlare di «libertà religiosa», dicendo che gli Usa
sono «un paese profondamente religioso» ma che non c’è
«una chiesa di stato». Il Partito repubblicano infatti è tradizionalmente legato al rispetto
della libertà individuale nonché aU’integrità della Costituzione americana.
Una settimana dopo il lancio del «Contratto con la famiglia americana», un gruppo
ecumenico di oltre 80 responsabili cristiani ha reso noto, a
Washington, una dichiarazione intitolata «Il grido di rinnovamento; lasciate sentire
altre voci». Composto di
evangelicali progressisti, protestanti, ortodossi, membri di
chiese afroamericane e della
Chiesa cattolica romana (fra
cui 6 vescovi), il gruppo intende offrire un’alternativa
alla potente Christian Coalition che, dicono, ha strumentalizzato le chiese per seguire
un orientamento politico conservatore e partigiano, abbandonando la chiamata di Gesù
a servire i poveri.
I principali promotori di
questa iniziativa sono il pastore Jim Wallis, direttore della
rivista «Sojourners», e il pastore Tony Campolo, docente
di sociologia aH’Eastem College di St. Davids (Pennsylvania), ideatore di vari programmi educativi per i giovani delle metropoli e amico personale del presidente Clinton. Nel
numero di marzo-aprile 1995
di «Sojourners», Jim Wallis
aveva «aperto le ostilità» con
una serie di articoli intitolata
«Chi parla per Dio?». Il suo
articolo introduttivo, dal titolo
«Un’alternativa alla Destra
religiosa», denunciava la pretesa della Destra religiosa di
rappresentare l’intero mondo
evangelicale. Come dimostra
la stessa rivista «Sojoumers»,
gestita appunto da evangelicali progressisti, molti cristiani
evangelicali non sono affatto
membri della Destra religiosa
né della destra politica.
Una volta, scriveva Wallis,
«il termine “evangelica!” era
una bella parola. Significa
una fede biblicamente radicata e centrata in Gesù, e proviene dalla parola “evangelo”, che vuol dire “buona novella” (...). Ora la parola
“evangelica!” si è così identificata con una particolare militanza politica e culturale
che molti cristiani evangelicali esitano a definirsi tali».
E aggiungeva: «La Destra religiosa predica una politica
che è più nazionalista che
realmente evangelica. Con
l’ascendenza e l’influenza
della Destra cristiana sul Partito repubblicano, la critica
religiosa del potere è stata sostituita dalla competizione religiosa per il potere». E concludeva: «È tempo di richiamare noi stessi e le nostre
chiese ad una centralità biblica che trascende la Sinistra e
la Destra. (...) 1 leader della
Destra religiosa hanno dominato abbastanza... Le questioni della moralità politica sono troppo importanti per essere lasciate ad una sola voce. Nel paese esistono altre
visioni di fede e di politica».
11 gruppo guidato da Jim
Wallis si è incontrato con
Newt Gingrich, con alcuni senatori repubblicani e democratici. Era inoltre previsto un
incontro col presidente Clinton e con lo stesso Ralph
Reed. La dichiarazione è stata
sottoscritta da vari responsabili di chiese, tra cui il pastore
Paul Sherry, presidente della
Chiesa unita di Cristo, e la pastora Joan Brown Campbell,
segretaria generale del Consiglio nazionale delle chiese.
Una lettera del pastore luterano francese Bertrand Meyer, in Ruanda dall'ottobre 1994
«Il sole può trafiggere le nuvole più nere»
BERTRAND MEYER*
La luce del giorno ha ceduto il passo all’ombra
della notte? Espulsi da un
luogo perfettamente adatto alla vita del nostro Centro* per
lasciare il posto ad una quarantina di bambini della scuola media, siamo stati portati
in un altro luogo, inabitabile,
appartenente alla stessa chiesa episcopale, dai pastori di
quella chiesa. Malgrado la
mia opposizione (conoscevo
altri luoghi più adatti) abbiamo quindi lasciato Schyogwe
in tutta fretta l’8 aprile scorso, per giungere a Nyansa,
con i bambini, il personale e
il materiale ammucchiato nei
camion offerti dall’Onu. Siamo arrivati abbastanza tardi
nella notte, con i bambini che
aspettavano, sui materassi per
terra, che gli si trovasse un
posto. Sono stati e sono tuttora ammucchiati nelle aule e
dormono per terra. Non c’è
elettricità né un solo rubinetto
in tutto il Centro, che ormai
chiamo accampamento.
All’inizio, i bambini mangiavano fuori, per terra. È la
stagione delle piogge che, per
fortuna, sembravano aver
scelto il momento giusto per
interrompersi. La sera, il cielo ci ha perfino regalato la luna per iìluminarci. I bambini
e il personale hanno occupato
la grande sala parrocchiale
come refettorio. Non c’erano
più né il direttore né il coordinatore, spariti fin dalla partenza da Schyogwe. I pastori
sono venuti a chiedermi di fa
re svuotare la loro aula; ho risposto che lo facessero loro.
Non l’hanno ancora fatto.
Una sera, i bambini si sono
ribellati: avevano solo patate
dolci da mangiare (non commestibili per un europeo) dopo aver avuto, fin dall’inizio,
soltanto riso e qualche fagiolo, mattina e sera, senza nulla
da bere, malgrado i nostri interventi presso il personale.
Le toilette, intasate, erano
inutilizzabili (sono state ripristinate da poco) per cui i
bambini andavano a fare i loro bisogni dappertutto, anche
nelle aule, aumentando così
la sporcizia generale di questo accampamento. Dopo le
vacanze scolastiche, la scuola
non ha potuto ricominciare:
la direttrice non era tornata,
molti insegnanti erano assenti
e le aule erano di una sporcizia indescrivibile. Dopo una
settimana, i bambini hanno
potuto riprendere il lavoro. A
causa deila mancanza di igiene la loro salute è peggiorata.
Alla malaria si sono aggiunte
l’influenza e le affezioni polmonari.
Il soggiorno a Schyogwe è
finito male. Dopo la morte di
un bambino e il licenziamento
di un animatore che picchiava
i bambini del suo gruppo, mi
sono sempre ribellato contro
tali pratiche, è scoppiata una
rivolta: alcuni adulti, coinvolgendo i bambini, hanno fatto
di questo licenziamento una
questione etnica. Sono intervenuti i soldati: giravano nel
Centro con i loro mitra, simili a quelli che hanno ucciso
molti genitori di quei bambini orfani, sotto i loro occhi.
Una sera stavo andando nei
dormitori, con in mano un
grande sacco di caramelle
giunte dalla Francia. Venni
interpellato violentemente da
uno di quei soldati che probabilmente mi aveva scambiato
per un attentatore. Non potendo rispondergli e rifiutandomi di fermarmi ho avuto
salva la vita grazie a un lavoratore del Centro che passava
da quelle parti e che gli ha
spiegato chi ero.
Anche qui, a Nyansa, ci sono i soldati con le loro armi e
non esitano a intervenire.
L’entrata viene sorvegliata in
per-manenza, i bambini non
hanno il diritto di uscire, anche se accompagnati in gruppo. Non hanno potuto andare
al culto o alla messa di Pasqua, né delle domeniche
successive.
Il nuovo direttore è stato
nominato dal ministro di tutela, senza avvisare i nostri responsabili a Rigali. Mi ha
chiesto con insistenza di rinunciare alle dimissioni che
gli avevo presentato. Ho posto le mie condizioni, che solo in parte vengono rispettate.
Penso di prendere una decisione definitiva nel prossimo
futuro. Se deciderò di andare
via (in questo caso il Centro
verrebbe staccato dall’Associazione degli orfanotrofi JA)
andrò a Rigali. Può darsi che
al ritorno del fondatore Marc
Vaiter’, io partecipi all’estensione dell’esperimento di case famiglia che accolgono tra
dieci e quindici orfani e che
ha iniziato a Ribouyé, vicino
allo Zaire, con allevamento e
coltivazioni che consentono
l’autofinanziamento.
Spero stia per finire la lunga catena di disgrazie: l’arresto e l’incarcerazione del presidente del Consiglio di amministrazione, del direttore
generale, del direttore di Rigali; l’incidente stradale che
avrebbe potuto costarci la vita: me la sono cavata con uno
shock violentissimo alla spina
dorsale, il che necessita radiografie che sto aspettando da
tre giorni, e con il grande handicap della rottura dei miei
occhiali. Su questo punto, la
fede non esclude la vista.
E la stagione delle piogge.
Piove nel Ruanda. «Piove»
anche nei nostri Centri. Dopo
la pioggia, il bel tempo? Sì.
Anche durante il temporale,
il sole può trafiggere con i
suoi raggi le nuvole più nere.
Ne sono certo. Qui, per i nostri Centri, per i nostri bambini, con la grazia di Dio e
con il sostegno delle vostre
preghiere. (hip)
(*) Il pastore Bertrand Meyer
è partito per il Ruanda il 29 ottobre 1994, a tempo indeterminato.
Dopo essere stato pastore della
Chiesa evangelica luterana nella
regione parigina, poi nella regione di Montbeliard, era andato in
pensione attiva. Con altri volontari, si è messo al servizio di questo paese martire.
(De (2); Marc Vaiter è il fondatore dell’orfanotrofio JA, di
cui fa partè il «Centro» di cui
parla l’autore.
^ndo
dal ^
Medio Oriente: verso un'estensione
dell'autonomia palestinese?
TUNISI — Il comitato esecutivo dell’Olp, riunito a Tunisi, ha deciso di accelerare i negoziati con Israele per
giungere, entro il 1° luglio, a un accordo sull’estensione
dell’autonomia palestinese alla Cisgiordania. Lo ha dichiarato il 2 giugno scorso il «ministro» palestinese dell’informazione, Yasser Abed Rabbo, affermando che è «l’ultima
possibilità per l’approdo del processo di pace».
Liberia: Charles Taylor ha incontrato
il presidente della Nigeria
LAGOS — Il capo del Fronte nazionale patriottico della
Liberia, Charles Taylor, è stato ricevuto, il 2 giugno scorso,
dal capo di stato della Nigeria, generale Sani Abacha. «Abbiamo parlato dei problemi che ci hanno sempre diviso: le
divergenze di concezioni e di interpretazioni e le prospettive di pace in Liberia», ha dichiarato Taylor. Con un contingente di 8.500 uomini, la Nigeria fornisce i due terzi delle
truppe della forza di mantenimento della pace in Liberia.
Ruanda: sarà dimezzata la missione Onu
KIGALI — Gli effettivi della missione dell’Onu per l’assistenza al Ruanda (5.500 uomini) dovrebbero essere ridotti
di metà, dopo il riesame del suo mandato da parte del Consiglio di sicurezza. Il vicepresidente mándese, Paul Rugarne, aveva chiesto una riduzione «sostanziosa» del numero
di quei «caschi blu». Secondo fonti sicure, il governo di Rigali non accetterebbe un livello superiore a 1.800 uomini.
Salvador: protesta dell'arcivescovado
SAN SALVADOR — L’arcivescovado di San Salvador
ha accusato le autoritàdi «lasciare fare» un’organizzazione
clandestina chiamata «L’ombra nera», che ha rivendicato
una trentina di delitti di presunti delinquenti e minacciato di
morte vari magistrati. Il modo di operare dei gruppi clandestini mostra che essi vengono formati «dalle stesse strutture
che, in un passato recente, hanno organizzato gli squadroni
della morte», ha aggiunto l’arcivescovado.
Marocco: siccità catastrofica
RABAT — La siccità che sta colpendo il Marocco è una
catastrofe nazionale. Per farvi fronte, il paese ha bisogno di
2,5 miliardi di franchi (circa 825 miliardi di lire). Lo ha detto il re Hassan II in un discorso pronunciato il 16 maggio
scorso. «Metà della somma è disponibile ma il resto deve
provenire dal pubblico» ha aggiunto, precisando che
quest’anno il raccolto dei cereali non supererà 1,6 tonnellate, ossia un quarto di un raccolto annuo medio.
Zimbabwe: minaccia di carestia
BARARE — Oltre 10 milioni di abitanti dello Zimbabwe sono minacciati di carestia per via degli scarsi raccolti dovuti alla mancanza di precipitazioni. Una delle zone
più colpite è il Matabeleland, territorio arido dell’oves.
Russia: bilancio del sisma di Sakhalin
SAKHALIN — Secondo un bilancio provvisorio pubblicato il 2 giugno scorso dal ministero russo per le calamità
naturali, il terremoto che ha raso al suolo la città di Neftegorsk, a Sakhalin, ha fatto 866 morti e 405 feriti. Le autorità
ritengono che il bilancio definitivo potrebbe superare i 2.000
morti. 230 pozzi di petrolio sono stati distrutti dal sisma, e si
sono verificate 16 rotture dell’oleodotto principale.
India: arrestato il presidente del Saces
NEW DELHI — Il 2 giugno scorso è stato arrestato a
New Delhi Kailash Satyarthi, presidente della Coalizione
dell’Asia del Sud contro la schiavitù dei bambini (Saces).
Un industriale dello stato di Haryana ha fatto causa contro
Satyarthi, accusandolo di diffondere false informazioni sul
lavoro di ragazzi nelle manifatture di tappeti.
Usa: Cina^ «nazione più favorita»
WASHINGTON — Il presidente Bill Clinton ha deciso,
sabato 3 giugno, di rinnovare per un anno l’attribuzione alla
Cina della clausola di «nazione più favorita», il che consentirà ai prodotti cinesi importati negli Stati Uniti di usufruire
di condizioni commerciali vantaggiose. «Anche se rinnoviamo la clausola di “nazione più favorita”, riteniamo che il bilancio della Cina in materia di diritti umani sia inaccettabile»
ha precisato Michael MeCurry, portavoce della Casa Bianca,
le cui parole sono state censurate dalla stampa cinese.
Germania: polizia troppo brutale
BERLINO — Secondo un rapporto pubblicato da Amnesty International, i poliziotti tedeschi troppo spesso hanno
brutalizzato e perfino «torturato» gli stranieri nei locali dei
commissariati. Amnesty ha individuato oltre 70 casi di maltrattamenti inflitti dal gennaio 1992. In due casi, i colpi e le
umiliazioni erano «assimilabili a torture». Il ministro dell’intemo ha ritenuto che tali accuse siano «sproporzionate».