1
^ Spett. Biblioteca Valdese
ANNO LXXVII
TOBBE PELLICE ire Pellice. 25 Aprile 1941-XlX
N. 17
I
-e
o
L’ECO
Riguardate alla roccia onde foste tagliati!
(Isaia LI, 1)
Settienian«.!« a«ll« Chi<
Vaici«
Nulla sia più forte delia vostra fede !
Gianavello)
ABBONAMENTI
Italia e'impero .... Anno L. 15 — Semestre L. 8
Parrocchie del Primo Distretto . » » 12 — . » 7
Estero.....................» » 25 — . .15
DircHorc : Prof. aiNO COSTABIL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Peluce
Ogni cambiamenlfo d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
to
o
O
►«
■a
?
Il U É Don è il
Ev. S. Marco 6: 45-52.
Vedere Cristo è una cosa : riconoscerlo è un’altra. I discepoli Lo videro
camminare sul mare ma non conobbero
che era Lui.
La Sua presenza era abbastanza reale ma essi non la realizzarono: era Lui,
ma non riconoscibile.
Vi sono negli Evangeli altri casi in
cui il Signore non fu riconosciuto dai
Suoi. In Giovanni 20 ci troviamo, non
più sul mare, ma in un giardino, e nel
giardino v’è un sepolcii(o, accanto al
quale sta una donna immersa in un
mesto dolore. Nel sepolcro essa aveva
visto deporre il suo Signore ed ora esso
è vuoto. V’erano bensì due figure vestite
di bianco, ma Egli non c’era, e fu in
quell’istante ch’essa vide Gesù in piedi presso il sepolcro vuoto, ma non Lo
riconobbe: e chi ne fa meraviglia? Essa
lo giudicò come noi avremmo fatto,
dalla veste che portava, che non era
più quella che i soldati romani avevano tirato a sorte - e credendo di parlare col giardiniere del luogo, domandò del suo Signore. Per i discepoli sul
mare Egli apparve loro un fantasma ;
per Maria Maddalena un giardiniere !
Sull’imbrunire dello stesso giorno,
due uòmini camminavano sulla strada che mena da Gerusalemme a Em,maus; il loro passo è lento perchè sul
loro cuore pesa un dolore recente che
ha steso sul loro viso un velo di tristezza. Essi son tosto raggiunti, da un
terzo viandante; ma di nuovo Egli non
è riconosciuto, anzi è considerato un
straniero in Gerusalemme, poiché Egli ignora il gran fatto successo in quei
giorni. Un fantasma per gli uni, poi
un giardiniere ed ora uno straniero
qualsiasi, e questo non è l’ultimo esempio che la Scrittura ci ricorda.
Capitanati da Pietro, i discepoli sono
ritornati alle loro reti, pochi giorni dopo la Risurrezione: erano stati pescatori prima della Sua venuta e solo per
Lui le avevano abbandonate.
Partiti colla barca s’affaticarono tutta la notte coi remi e colle reti senza
alcun risultato e verso l’alba, ritornando nella loro barca vuota, essi videro
« Qualcuno » sulla riva. I discepoli però non sapevano eie fosse Gesù. Non
fu che più tardi, dietro l’ordine ricevuto di gettar a destra le reti quando
queste si riempirono di pesci, che uno
di loro ebbe la visione che il passeggero mattutino era il loro Signore.
Quattro esempi presi di mezzo ad
altri in cui il Signore non fu riconosciuto dimostrano che è possibile per
Gesù d'essere con noi e per noi nelle
nostre circostanze senza che noi riconosciamo la Sua Presenza.
L’incidente riferito dal nostro testo,
fa seguito al gran miracolo dei 5 miJa
saziati con cinque pani e due pesci il solo miracolo che tutti e quattro gli
evangeli riferiscono.
Raccolti i resti del gran pasto, Egli
obbligò i Suoi discepoli a precederlo
sull’altra riva mentre Egli congedava
le turbe - dopo di che si ritirò sul monte a pregare.
Nella notte il vento si levò e la barca, sballottata dai flutti, minacciava di
sommergersi ed i discepoli spaventati
quante volte avran pensato al loro
Maestro lontano; e questo è degno di
nota perchè, dopo tutto, Egli aveva loro comandato di aspettarlo sull’altra
riva.
Perchè tardò Egli fino alla quarta
vigilia della notte ? Perchè sì presentò
a loro in tal modo da non essere riconosciuto, e come se volesse oltrepassarli ?
E’ difficile rispondere a tal: domande,
ma il fatto è che sotto una forma od
un’altra nelle nostre distrette Egli si
avvicina e la Sua presenza, anche non
riconosciuta, porta la calma.
Così fu per i discepoli: appena Gesù
entrò nella barca il vento s’acquetò.
Non sempre però la Sua presenza
mette un termine alle nostre angoscie
e svaniscono le difficoltà. L’essenziale
pel credente è di realizzare che Egli è
vicino anche se le circostanze rimangono le medesime.
Con Lui nella barca la tempesta può
continuare, ma rimane la certezza che
non vi sarà naufragio. X.
F. U. V.
Convegno generale
a Perrero
Domenica 27 aprile, ore 15 - Oratori:
Pastori Sigg. P. Marauda e Paolo Bosio
di Roma.
NB. Il Convegno avrà luogo anche in
caso di cattivo tempo. G. B.
Diventare ricchi I
Dovete tutti diventare ricchi : è un
preciso dovere verso la vostra famiglia,
verso i vostri figli; non dovete trascurare perciò nessun mezzo lecito ed
onesto che vi si offra; perciò pagate i
vostri debiti, perchè come dice il proverbio: chi paga i suoi debili, si orricchisce. Ed in primo luogo pagate il vostro debito all’amministrazione del nostro giornale; pagate presto, e, poiché
avete tardato, aggiungete gli interessi,
un dono che dimostri il vostro apprezzamento. Ricordate che il giornale costa, e, che se non rientrano regolarmente gli abbonamenti, es.so deve fare
dei debiti presso la cassa della Chiesa,
il che non è giusto. Dunque pagate, e
diventerete ricchi. Per facilitare i versamenti potete servirvi del C. C. Postale della Claudiana. Dir.
N
Sta per apparire:
A Roma
con San Paolo
di aievanni Rostagne
In uno dei prossimi numeri
del giornale ne daremo più dettagliate precisazioni.
e'.
!D
■ Riprendo oggi la penna per dare alle
nostre Chiese ed alle famiglie Valdesi
alcune notizie dell’attività che ho potuto svolgere durante questo ultimo
mese e per riassumere brevemente le
iinpressioni provate durante la mìa visita a parecchi reparti di militari, dove
ho, anche fatto, tra l’altro, la conoscenza di nuovi soldati provenienti,
dalle nostre. Valli.
Scrivo queste righe da una località
d’oltre le Alpi, ancora circondata da
vaste distese di neve, sul cui sfondo
acquistano maggior rilievo i densi e
verdeggianti boschi di larici. Siamo a
metà aprile; il tempo ci è stato, per
alcuni giorni, propizio; ma oggi soffia
un vento gelido che trasporta dai monti
un pulviscolo di neve attraverso il quale penetrano con fatica ì tiepidi raggi
del sole.
In questa località, cordialmente accolto dal Colonnello Comandante e dagli altri Ufficiali, sono venuto a trascorrere la Pasqua, sapendo di trovarvi,
sia pure non in gran numero, dei soldati Valdesi ai quali, nel giorno della
Risurrezione dì Cristo, avrei potuto
' recare il messaggio del Risorto, del
Vivente.
Come può sembrare strano, talvolta,
e poco interessante, umanamente parlando, il compito d’un Pastore o di un
Cappellano militare Valdese! Egli attraversa paesi é montagne, giunge in
località isolate, vi trova un piccolo
gruppo dì correligionari, celebra con
essi il culto tradizionale, mentre altrove la gente cerca, nel contatto con la
Chiesa e nell’intimità della famiglia,
quella comunione d’animo e d’affetto
che è così preziosa per chi la sa apprezzare.
Eppure, a saper guardare quel compito da un punto di vista più elevato,
dal punto di vista cioè della nostra vocazione cristiana e della responsabilità
che ci è affidata, anzi a saperlo guardare dal punto di vista di Cristo per il
quale la salvezza deU’anima nostra deve veramente diventare il problema
fondamentale della nostra vita, come
quel compito ci appare nobile e bello,
anche se le mani che lo adempiono conoscono tutta la loro debolezza ed indegnità!
Nel pomeriggio di Pasqua, in una
piccola stanza, ho cercato di adempiere
quel compito, in mezzo ad un nucleo di
Alvini e di Carabinieri Valdesi mobilitati. Era pure con me un giovane Ufficiale di Torre Pellice.
In comunione di spirito con tutti i
nostri fratelli lontani ho annunziato
loro, traendo alimento dall’Evangelo,
il significato della Risurrezione di Gesù
Cristo tanto per la nostra fede quanto
per la nostra vita pratica. Quindi ho
fatto avvicinare quei giovani militari al
tavolo sul quale erano stati disposti gli
elem,enti della Santa Cena e, dopo aver
letto il racconto dell’istituzione di quel
rito, ho loro distribuito il pane ed il calice, simbolo del corpo e del sangue del
Salvatore, immolatosi per noi.
Quei momenti sono stati solenni; la
fraternità cristiana, ai piedi della croce,
è una benedetta realtà, è la sola, vera
fraternità che non conosce limiti di alcuna specie e che, nell’ora che volge,
dobbiamo più che mai proclamare e ricercare.
Per due altre sere ho potuto ancora
intrattenermi' con quei giovani fratelli
in fede; poi, col sacco a spalle, sono
partito per raggiungere altri reparti
alpini dove, ai soldati Valdesi, è stato
ancora recato il messaggio della Parola
dì Dio, buona, utile, efficace per tutti
quelli che l’ascoltano e la ricevono con
fede.
Prima della festa dì Pasqua, del resto, avevo potuto visitare diversi gruppi di militari Valdesi e celebrare, talvolta, il culto con un’assemblea di circa
130 presenti, come nel giorno del giuramento delle reclute di un reparto alpino.
La sera successiva m’intrattenevo di
nuovo con gli stessi soldati, tutti delle
parrocchie delle Valli; li esortavo a
prendere con sè il Nuovo Testamento,
a chiederlo ai loro pastori od alle loro
famiglie, perchè viene per tutti l’ora
in cui, se non volontariamente, almeno
forzatamente, ci sentiamo spinti ad
aprirne le pagine per ascoltare in silenzio la voce del Cristo, voce consolatrice o atnmonitrice, ma pur sempre salutare. Chiedevo, a quei soldati chi di
loro avesse il N. Testamento quand’ecco uno dei più giovani alzarsi e dire:
« Io lo posseggo. Signor Cappellano! »
Lo guardai, dicendogli: chi te l’ha dato?
E lui: E’ quello che ho ricevuto da Voi
nel giorno della mia ammissione in
chiesa! » Non ho potuto non esserne lieto; egli era stato un giovane mio catecumeno, ed ora domando a Dio di aiutarlo ad essere sempre fedele alle sue
promesse.
« Come avete fatto bene a raccomandarmi di prendere il Nuovo Testamento
e, quando ci avete visitati », mi scrive
un soldato di Prali dal fronte Giulio ;
« nei momenti di riposo esso è la mia
sola consolazione ». D’altronde, non
sono poche le lettere che mi giungono
da soldati Valdesi lontani ed in cui si
sente che la fede in Cristo non è forma
esteriore vana, ma preziosa realtà.
« Ancora una volta, scrive un militare di Villar Pellice sul fronte greco,
il Valdese ha lasciato i suoi monti, il
suo gregge, il suo campicello, per accorrere in difesa della sua Patria. Ha lasciato il suo focolare, forse con un po’
di nostalgia, andando verso un mondo
tutto nuovo per lui, ma egli ha con sè
un cuore ed una fede fondati in Cristo
Gesù, per cui nulla lo potrà sconvolgere ».
Chi può leggere queste parole senza
provare una intima, sentita emozione?
E poiché la fede cristiana, quand’è vissuta, sì estrinseca anche negli affetti
umani più sacri, ascoltate ciò che dice
di sua madre un soldato Valdese di
Massello, pure lui sul fronte greco:
« Voi mi parlate della mia mamma......
si, essa si merita molta simpatia; le lotte della vita furono immense e temo
che questa sia una delle più grandi
prove da sopportare; ma essa la sopporta con vero spirito cristiano, senza
un lamento, anzi è sempre lei che mi
incute, con i suoi scritti, forza e coraggio. Però anche mia madre sa che le vo-
2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
glio molto bene; vi dirò che, ogni giorno che passa, mi accorgo sempre meglio
del significato vero della parola mamma e quanto meschirw sia il nostro
amore figliale in confronto a quello
materno ».
Stringiamo, cari giovani soldati, in
pensiero, la riiano a questo nostro fratello, per i nobili sentimenti che lo animano; e, se abbiamo ancora una mam,ma, diciamole con la stessa sincerità e
con la stessa forza il nostro affetto. Il
suo sguardo, benedicente^ ci accompagnerà.
Dovrei dirvi ancora altre cose; non lo
faccio, per non abusare dello spazio che
mi è concesso.
Vi ricordo soltanto che ho rivisto, in
un’altra località d’oltre le Alpi, un bel
nucleo di alpini Valdesi con i quali ho
celebrato due culti; altrove mi sono trovato in contatto con dei reparti di Artiglieria e del Genio, nonché con dei
giovani universitari da {soco chiamati
alle armi.
Complessivamente, in questo ultimo
mese di attività, ho avuto la gioia di
presiedere quattordici riunioni religiose
con i nostri fratelli in fede sotto le
armi.
Come già vi dicevo ultimamente, grazie all’aiuto di alcune volonterose persone, ho potuto anche occuparmi dell’assistenza materiale dei nostri soldati
dislocati in località disagiate; il numero
dei pacchi inviati ai nostri giovani sul
fronte greco supera i 110. Essi sono stati molto apprezzati; anzi, un soldato di
San Germanb ha così manifestato i suoi
sentimenti : « Il pacco è stato per me lina vera gioia ; esistendo molto cameratismo ne ho fatto parte ai miei compagni d’armi, i quali hanno gradito il
gentile ed utile ricordo e unitamente a
me ringraziano di vero cuore ». Qualcuno potrà domandarsi come mai il Cappellano Valdese (unico per ora) non
raggiunga anche altre località ed altri
reparti lontani ; posso dire che ciò non
dipende dalla mia volontà, ma da moti-vi di forza maggiore. Ragion per cui,
nella speranza di poter distribuire anche altrove le mie forze, debbo dire con
San Paolo: « Dal punto al quale siamo
arrivati, continuiamo a camminare per
la stessa via ».
Il Cappellano Militare Valdese
Ten. E. ROSTAN.
Nelle prime ore di giovedì della scorsa settimana il
Cotntn. Cado Cytiaril
R. CONSOLE
rispose all’appello del Signore che lo
chiamava ad una vita superiore. La sua
giornata terrestre non fu delle più lunghe - 50 anni - ma fu vissuta bene. Egli
seppe far valere i talenti che aveva ricevuto da Dio.
Come cittadino, egli rese alla patria
-entro i confini e fuori, in delicate missioni ed ambienti difficili eminenti servizi per i quali il Governo del Re giustamente lo apprezzò ed onorò. Aveva
abbracciato la carriera delle armi: fece
la campagna della grande guerra, in
qualità di ufficiale comandante di plotone, di compagnia e di battaglione al
fronte dall’inizio delle ostilità fmo al
1918. Fu ferito in guerra. Per il valore
dimostrato ebbe una promozione per
merito, due medaglie al valore militare,
una croce al merito. Il suo nome è stato
dato, dal comando militare, ad un costone Ji difficile accesso, da lui tolto al
nemitu, in Carnia, nelle vicinanze del
monte Paralba e che è stato precisamente denominato: « Costone Eynard ».
Esperto nelle cose militari collaborò a
varie riviste italiane e tedesche. Per le
sue riconosciute doti militari fu istruttore dì corsi di allievi ufficiali, in servizio al Ministero della Guerra, in servi
zio all’estero, quale ufficiale, presso nostre Rappresentanze, in seguito a concorso, in servizio presso lo Stato Maggiore del R. Esercito, insegnante titolare presso R. Accademie militari, incarico affidatogli in seguito a concorso.
Nel settembre 1926 entrò nella carriera consolare in seguito a conconso indetto dal Ministero degli Affari Esteri.
. Resse come titolare, con tatto e fermezza, successivamente i consolati in Mossul (Mesopotamia), in Batum (U. R. S.
S.), in Costantina (Algeria), in Gratz
(Austria), in Metz (Francia). Era in servizio dal 1936 presso il Ministero degli
Affari Esteri a Roma.
Per gli eminenti servizi resi agli italiani all’estero e per aver onorato altamente l’Italia con le sue doti di abile e
coscienzioso diplomatico gli vennero
conferite la croce di Commendatore
della Corona d’Italia e quella di
Cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Fu uomo di non comune cultura avendo seguito gli studi di legge presso
le RR. Università di Rom.a e di Modena;
a Torino conseguì la laurea di Belle
Lettere. Conosceva il tedesco, l’inglese,
lo spagnuolo, il francese e l’ara’oo.
Nel marzo 1932 fu nominato Console
della M. V. S. N.
Valdese, nel senso elevato e spirituale della parola, egli fu uno dei figli delle nostre Valli che seppero, per la testimonianza della parola e della vita, rappresentare degnamente la nostra popolazione con le caratteristiche che le sono particolari in ambienti e presso gente che ci conosce poco o non esattamente, perchè egli non ha mai nascosto, sarebbe stato agli occhi suoi un’infedeltà,
la sua fede valdese ; e fu questa sua attitudine una delle ragioni, e non delle minori, che gli valse la stima e il rispetto di cui era circondato. Coltivò con
amore la storia valdese: durante un suo
soggiorno in Isvizzera aveva raccolto un
abbondante materiale sui valdesi in esi-'
lio nella repubblica elvetica, ed aveva
in mente di pubblicare un libro, frutto
delle sue ricerche e del quale aveva
già tracciato il piano.
Credente cristiano convinto egli
« camminò con Dio », ciò che gli fece
conoscere il modo di camminare con gli
uomini, che gli ispirò quella coscienza
scrupolosa che manifestò nell’adempimento dei suoi doveri, che gli fece con
siderare ed adempiere come vocazione
ricevuta da Dio i vari ministeri che gli
furono affidati, che gli diede colaggio,
costanza e forza nelle grandi prove che
non gli furono risparmiate, che adornò
la sua vita, tanto riccamente dotata, di
modestia, di bontà: virtù che fecero di
lui un amico, un confidente, un aiuto
degli umili e dei poveri.
La folla che riempiva il tempio di
Torre Pellice, dove ebbe luogo il servizio funebre, fu una prova della grande
stima di cui godeva il Console Eynard e
della viva simpatia della quale è circondata la famiglia in lutto, specialmente
la signora Anita Eynard Mathieu ed ì
suoi due figli. Iddio li sostenga e li consoli nella loro grande prova. g. t.
Per Asilo di Vittoria:
Michele Scaglione, Palermo L. 100,Michele Deodato » 35 _
Chiesa di Torino » 200,
Per Asilo di San Germano:
In memoria V. Pauly, il Sig.
Giovanni Dinner, Bergamo » 20,
Per Rifugio Carlo Alberto:
Chiesa di Torino » 300,
Dott. Carlo Varese, per letto
in memoria E. Peyrot » 2OO,
M. M., Torino » 100,
Sig.a Callieri Boella, in memoria Sig.na Crosetti » 100,
Giuseppina Robert e figlia
Linette Introna, in memoria caro marito e padre Michele Robert » 500,
30,—
» 100,—
» 75,—
» 400,—
» 25,—
Doni ricevuti dai Cassiere
deiia Tavoia Vaidese per Istituzioni varie
Per Emeritazione:
Bice e Roberto Leali, Guidìzzolo L.
Emma Falcone Davio, in memoria della cara Mamma,
nel secondo anniversario
L. B., Gorle
I Figli, in memoria di B. Gar
diol
C. Maggiore
Per Orfanotrofio di Pomaretto :
N. N., Milano L. 600,
Platzer E. e E., in memoria
di Ferruccio Platzer
Michele Scaglione, Palermo
In memoria V. Pauly, la fam.iglia, Bergamo
M. Carnevali, Roma
Canale Ugo e Matilde, in memoria Paolina Besson
Chiesa di Torino
Giusenne Fuhrmann, ultime
disposizioni
Cabella Antonio e Adele, in
memoria di A. Muston
Per Orfanotrofio di Torre Pellice:
Chiesa di Torino
Per Istituto di Vallecrosia :
M. Carnevali, Roma
Per Istituto Gould:
Zemira De Carlo, Taranto
Chiesa di Torino
Liceo-Giuoasio Valdese Pareggiato
di Torre Pellice
» 20,—
» 100,—
» 200,—
» 20,—
» 30,—
» 300,—
» 250,—
25 —
»
» 500,—
» 20,—
» 20,—
» 200,—
Le domande di iscrizione ad esami di i
Ammissione o di Idoneità alle varie
classi del ginnasio e del liceo devono '
essere presentate, entro il 10 maggio
1941-XIX, redatte su carte da bollo da
L. 4 e controfirmate dal padre o da chi
ne fa le veci. Le domande dovranno contenere la dichiarazione che i genitori
appartengono a razza ariana e che non
è stata presentata ne sarà presentata
domanda ad esami presso altri Istituti.
I candidati debbono dimostrare di
essere in regola con i versamenti delle
tasse di educazione fisica per tanti an-'
ni quanti sono gli anni scolastici corri- ‘
spondentì ai corsi che precedono gli esami cui si aspira.
La tassa dì esame deve essere versata presso la Presidenza dell’Istituto
presso il quale si potranno avere ulteriori informazioni.
Scuola Media Pareggiata Valdese
di Torre Pellice
Le domande di iscrizione agli esami
di ammissione alla prima classe della
Scuola Media devono essere presentate
entro il 10 maggio 1941-XIX, redatte
su carta da bollo da L .4 e controfirmate dai genitori o da chi ne fa le veci.
La domanda dovrà contenere la dichiarazione che i genitori appartengono alla razza ariana e che non è stata presentata nè sarà presentata domanda di
I ammissione ad esami presso altri Istituti.
I documenti da allegare sono:
1 - Atto di nascita su carta legale da
L. 4 (legalizzato solo nel caso che l’atto sia rilasciato da un Comune fuori
della Provincia di Torino);
JACOPO LOPARDINI TERZA PUNTATA
Il forzato per la lede
Maccosìto Storico
'Le notizie arrivarono rare, confuse,
contradditorie e sopratutto insufficienti
per le donne, che, come Maria, avevano
visto partire per un’impresa che le persone assennate chiamavano pazzesca ed
irrealizzabile, gli uomini della loro famiglia e del loro piccolo popolo.
Quasi tutti i Valdesi che nell’agosto
erano in Svizzera erano partiti: più di
cento erano stati fatti prigionieri nel
cantone di Uri, e percossi e maltrattati
venivano ora diretti verso il Milanese
per essere consegnati al Piemonte. Altri, che non avevano potuto partire con
Arnaud, si diceva che, in compagnia di
rifugiati francesi, avrebbero tentato una nuova spedizione; ma... e i partiti ?
Che era avvenuto di essi ?
— Che è avvenuto di Giovanni ? — si
domandava sopratutto Maria.
Si sapeva che erano sbarcati in Savoia e che, con una marcia faticosa e
celerissima di appena dodici giorni erano giunti alle Valli.
Si parlava di combattimenti gravi e
sanguinosi al Giaglione, passato il
Moncenisio e a Salabertrano, al pas,saggio della Dora che le soldatesche
francesi avevano voluto impedire: i
Valdesi avevano vinto, il ponte era
stato preso e le perdite francesi erano
state gravissime.
...Ma dopo la battaglia molti Valdesi, stanchi della penosissima marcia di
quel giorno e delle sue due battaglie,
erano caduti, esausti lungo la salita che
menava a Costapiana ed erano stati fatti
prigionieri e condotti in Francia.
In Francia ! era terribile questa parola, perchè voleva dire per i prigionieri la forca o la galera a vita.
... E se Giovanni !... Ma. no, Maria
non voleva pensarci.
Non si sapeva più nulla dei partiti,
altro che erano giunti nelle Valli e che
ogni giorno avevano dovuto sostenere
marcie, combattimenti, insidie. S’avvicinava l’inverno: giunge ancora la vaga notizia che i Valdesi si sono ritirati
sui Quattro Denti della Balsiglia e che
sono lassù come in una trappola dalla
quale, senza un miracolo, non potranno
scampare.
Ecco il pieno inverno: ogni notizia
viene a mancare.
Le donne pregano e sperano, ma che
pena sapere che gli uomini, se pure vivono ancora, mancano di vesti, di viveri, di tutto ! Che sono esposti ad ogni rigore dell’inverno sul monte im
pervio, mentre non si sa neppure se
sia meglio per essi augurare il sollecito
tornare della primavera, perchè, con
essa, giungeranno nuovamente a combatterli le milizie francesi bramose di
farla finalmente finita con quel pugno
irriducibile di eretici che sfidano l’ira e
la forza del potente Re Sole, Luigi
XIV, il Re Cristianissimo, al quale nessuno in Europa ha osato impunemente
contrastare I
La primavera giunge e con essa la
notizia dell’assalto ai Quattro Denti eseguito dalle truppe del generale Catinai, e quella dell’eroica resistenza degli assediati: poco più di trecento uomini contro più dì quattromila.
L’insuccesso del generale sino allora invitto e il suo ritiro dall’impresa; i
preparativi del Marchese di Feuquières
deciso a farla finita con quel pugno di
uomini chiusi sul picco nevoso e che
Tttavia sembrano irridere la potenza
di Luigi di Francia; e l’assalto dopo che
il cannone ha demolito le difese, tutto
ciò arriva confusamente nella Svizzera.
Ma ecco: le notizie si succedono ormai rapidamente: Dìo, con un miracolo,
ha liberato i Valdesi quando sembravano orm,ai del tutto perduti, ed essi corrono liberi sui monti della Patria.
Ecco: il duca Vittorio Amedeo II,
stanco di un’alleanza, che è vassallaggio, con il prepotente Re di Francia ha
abbandonato le parti di questi, e si è
unito alla Lega di Augusta, ed ha offerto pace a quei sudditi che egli, dietro ordini francesi, massacrò, imprigionò, cacciò in esilio: i ribelli di ieri sono
i sudditi fedeli d’oggi che combatteranno e morranno per il loro sovrano e ai
quali sarà affidata la custodia dei confini i quali, essi, coi loro petti, renderanno ancora una volta inviolabili.
, (Continua).
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
m
2 - Certificato di rivaccinazione o
sofferto vaiolo - in carta libera vistato
dal Podestà;
3 - Documento di Identità personale,
qualora il candidato non sia personalmente conosciuto;
4 - Tessera della GIL anno XIX o
certificato di iscrizione.
La tassa di esame (L. Ili per i maschi e 151 per le femmine) deve essere
versata alla Presidenza.
Per ulteriori informazioni rivolgersi
alla Presidenza.
,■5^
CRON/IC/Ì V/ILDESE
LUSERNA SAN GIOVANNI. Domenica 27 corrente al culto principale sarà rivolto dal sig. Erico Rollier, un importante messaggio alla nostra comunità.
— Sabato 19 aprile è stato celebrato
nel nostro tempio, il matrimonio del
sig. Nicola Muraglia colla signorina
Margherita Girardon. Rinnoviamo agli
sposi ì nostri migliori auguri di una vita abbondantemente benedetta dal Signore.
POMARETTO. Le solennità della
Settimana Santa e di Pasqua sono state celebrate con profondo raccoglimento e larga partecipazione. Al culto liturgico con celebrazione della Santa
Cena del Giovedì Santo nel tempio e
^del Venerdì' Santo nella Cappella del
Olot Inverso Pinasca, come a quello di
Pasqua, la Corale ha partecipato con
l’esecuzione di cori e di canti di circostanza sotto la direzione del sig. P. Bazzotta. In complesso circa 300 membri si
-sono avvicinati al tavolo della Santa
“Cena. La colletta al culto di Pasqua
devoluta a favore dei nostri Istituti di
beneficenza ha dato L. 172.
Possano le sante impressioni ricevute
Timanere durature e ci spingano ad una
vita sempre più santificata e consacrata
al Signore.
— La domenica 6 aprile, è stata pre-'
sentata al Santo Battesimo Gardiol
-Erica di Attilio e di Bertalmio Lidia
<Rocciateugna). Il Signore benedica
questa bambina ed i suoi genitori.
— Il culto di domenica prossima 27
■corrente sarà presieduto, D. v., dal pastore della Chiesa di Roma (Piazza Cavour) sig. Paolo Bosio. Con piacere gli
diamo fin d’ora il benvenuto in mezzo
a noi e ci rallegriamo di poter udire il
suo messaggio cristiano.
PRALI. Domenica 30 marzo, un folto
uditorio si riuniva nel tempio per udire il messaggio del sig. Adolfo Giampiccoli, presidente della Commissione
Finanziaria della nostra Chiesa. Lo ringraziamo vivamente, certi che la sua
parola abbia lasciato nel cuore di ognuno buoni semi.
— Il culto del Venerdì Santo fu presieduto dallo studente Felice Canal. Un
grazie di cuore.
— n giorno di Pasqua il tempio era
gremito di fedeli, venuti dalle più lontane frazioni per celebrare la Risurrezione del Cristo e un buon numero di
■essi si accostò alla Sacra Mensa.
Quello stesso giorno ci fu il funerale
■del piccolo di due mesi, Ferruccio Léger, di Oreste e di Rostan Margherita.
Ci giunge ora notizia del decesso, avvenuto all’Asilo di S. Germano, della
nostra sorella Martinat Susanna vedova Rostan, di anni 73. Alle famiglie
•colpite la nostra simpatia.
RODORETTO. Il 30 marzo il signor
Adolfo Giampiccoli, presidente della
Commissione Finanziaria della Tavola,
«i ha fatto una gradita visita. Gli rinnoviamo i nostri ringraziamenti per il
suo messaggio profondamente spirituale e per le diverse interessanti notizie
■concernenti l’attuale situazione economica della nostra Chiesa.
Malgrado il tempo cattivo, abbiamo
con gioia visto accorrere al tempio un
buon numero di fedeli. Siamo sicuri
che ogni membro di Chiesa risponderà
con generoso slancio al vibrante appello che ci è stato rivolto.
— Il giorno di Pasqua, il culto fu
presieduto dal pastore sig. Roberto Nisbet. Lo ringraziamo per la sua preziosa collaborazione.
— In quello stesso giorno venne presentato al santo Battesimo il pìccolo
Rino Genre, di Giulio e di Tron Ida, di
Serrevecchio. Il Signore prenda sotto la
sua protezione quel tenero agnellino.
RORA’. La Settimana Santa è ormai
lontana. Tanto attesa e desiderata, è
passata rapidissima come tutte le cose
belle. Già nel corso della settimana, al
cune riunioni, non affollate, ma caratterizzate da uno spirito di particolare
pietà ed intimità, avevano avuto luogo
ed il venerdì santo, il culto nel tempio,
frequentato, come sempre, da un numero esiguo di fratelli, la maggior
parte dei quaU, in compenso, avevano
affrontato reali sacrifici per essere
presenti. Molti, pure, solennizzarono i
sacri ricordi di quel giorno ripristinando una nobile e pia tradizione dei padri: il digiuno.
Il giorno di Pasqua, poi, fu beneficato aa un tempo splendido che rendeva Rorà più bella che mai nella sua meravigliosa cornice montana. Una assemblea quasi doppia di quella consueta affollò il tempio apportandovi
un’atmosfera di festa e di solennità:
particolarmente numerosi, in essa, i
Rorenghi lontani e i soldati tornati al
paese per il sacro anniversario. Abbellirono il culto i catecumeni con un canto di introduzione e la Corale con un
coro di circostanza.
Nel pomeriggio ebbe luogo a Mourcious un altro culto, con la celebrazione
della Santa Cena al quale intervenne
una bella assemblea.
La sera, vari giovani si riunirono nel
Circolo Gianavello per terminarvi la
magnifica giornata nella discussione di
un argomento edificante.
Particolarmente ricordati, nelle fraterne conversazioni e specialmente nelle nostre preghiere furono i fratelli
soldati, lontani per il servizio della
patria.
TORRE PELLICE. Il Signore ha richiamato da questo mondo la signorina
Ethel dalla, di Santa Margherita. Sofferente da qualche tempo, la malattia
fece rapidi progressi in questi ultimi
mesi senza cne la scienza potesse combatterla vittoriosamente. La signorina
Jalla era serena e tranquilla, pur sapendo che a vista umana il male di cui
soffriva era inguaribile. La sua attitudine calma e fiduciosa nell’aiuto dei Signore e nella speranza viva cristiana
che l’animava era ed è una fonte di
consolazione per coloro che l’hanno circondata dì cure affettuose e con la loro
vivente simpatia, particolarmente per
il fratello sul quale, come pure su tutti
i congiunti, invochiamo ancora le divine consolazioni.
— Voglia il Signore pure consolare
la famiglia Cougn-Albarea, dei Grant,
per la dolorosa prova per la quale è
chiamata a passare a motivo della dipartenza della loro piccola Ines. « Lasciate i piccoli venire a me; di tali è il
regno dei cieli ».
VILLAR PELLICE. Settimana Santa. Una discreta assemblea, malgrado il
giorno feriale, ha partecipato al culto di
Venerdì Santo, durante il quale sono
stati presentati alla chiesa i catecumeni
che, dopo un anno di prova, saranno,
Dio permettendo, ammessi nella comunione della chiesa, in aprile 1942.
Al culto di Pasqua il nostro tempio
offriva un eccezionale colpo d’occhio.
Tra la folla che lo gremiva erano parecchi cari nostri soldati giunti in breve
permesso. La Corale, diretta dal sig.
Enrico Bouissa, ha finemente eseguito
il Coro di Pasqua di Bost. La colletta è
stata destinata all’opera di Evangelizzazione.
Visita. Domenica 20 aprile è stato di
nuovo giorno di festa per le nostre congregazioni. Erano fra noi in graditissima visita 40 orfanelle del nostro Istituto di Torre Pellice accompagnate dalle
loro direttrici sig.ne Fini e Coisson.
Sotto la direzione della prof, sig na Revel le piccole visitatrici eseguirono magnificamente un bel coro. La colletta
destinata a favore dell’Orfanotrofio
fruttò L. 200.
—■ Domenica della gioventù sarà per
noi il 27 prossimo corrente. La mattina
presiederà il culto lo studente Aldo Rostain della Società Missionaria Pra del
Torno ; e, per il pomeriggio, ci è annunziata la gradita visita di un gruppo di
giovani unionisti da Torre Pellice e San
Giovanni. Diamo fin d’ora a questi amici il nostro fraterno « bqn venuti ».
J
ANITA EYNARD-MATHIEU, ARNALDO e ITALO sentitamente ringraziano
tutti coloro che nel momento della dolorosa separazione dal loro amatissimo
Marito e Babbo
hanno dato loro prove commoventi di
affetto e di simpatia.
Torre Pellice, 21 aprile 1941-XIX.
il
(Meditazioni preparate sui testi del
Lunedi Lettura: Salmo 125: 126.
28 Aprile Ricordati di Gesù Cristo,
risorto d’infra i morti.
2 Tim. 2:8.
E’ San Paolo che scrive a Timoteo dal
suo carcere di Roma ed è una delle sue
ultime rafccomandazioni perchè egli sta
per essere offerto a mo’ di libazione e il
tempo della sua dipartenza è giunto.
Ricordati !
Parola frequente nell’ora delle grandi separazioni o accanto alla gente che
muore: ricordati di me, non mi dimenticare ! E’ una disperata invocazione dì
chi si sente soccombere e scomparire e
anela almeno a vivere nel ricordo dei
suoi simili.
Ma in San Paolo, ha tutt’altro significato: « Ricordati dì Gesù Cristo risorto d’infra i morti ». E’ come ima parola
d’ordine, una comune intesa a guardare
verso il Vivente che ha vinto la morte
e dona la vita a coloro che credono in
Lui. Paolo si dispone ad andare abitare
col Signore, ma Timoteo, prima, dovrà
ancora lottare a limgo su questa terra,
dove la morte è sempre in agguato: nell’ore dei gravi cimenti, quando la morte ti stringerà da presso, o Timoteo, leva lo sguardo verso il tuo Signore ed
egli ti salverà e ti conserverà per il suo
Regno celeste.
Oggi, fratello mio, ci è stato detto:
« Ricordati », come a Timoteo.
Un giorno, lo voglia Iddio, lo ripeteremo come San Paolo ai nostri cari.
Martedì Lettura: Rom. 3: 21-30.
29 Aprile Così anche voi fate conto
d’essere morti al peccato, ma viventi a
Dio, in Cristo Gesù. Rom. 6 : 11.
Domani forse, oppure oggi stesso, ti sarà porta l’occasione di saziare le brame
recondite del tuo spirito o della tua carne. Appetiti insani si risveglieranno in
te, istinti cattivi, voci inconsuete, lontane che credevi ormai sopite per sempre: il peccato tornerà a ricoprirsi di foglie verdi e di fiori olezzanti per attirarti. E tu, che farai ?
Un novellino, forse, si getterebbe
corpo ed anima nell’avventura, ma tu
hai già troppa esperienza per farlo: il
peccato ti ha sempre deluso e ti ha fatto
tanto soffrire... tu sai dove conduce e
non nutrì più illusioni, la croce te ne ha
mostrato al vivo il raccapriciante spettacolo... Esso non fa più per te, tu sei
morto al peccato !
La tua vita ha trovato un ben altro
orientamento: in Cristo, hai fatto rottura col passato e ti sei riconciliato con
Dio, la tua vita riscattata e nobilitata
è quella di un figliuolo di Dio, il tuo
pane quotidiano si chiama luce, verità,
giustìzia, potenza, santità, felicità... Chi
mai, nell’universo intero, potrebbe concepire una sorte migliore ?
Perchè dunque, meschine voci del
peccato, venite ancora a bussare a un
cuore convertito ? Non vedete che un abisso ci separa, che la morte è passata
fra voi ed il credente ?
Mereoledì Lettura: Rom. 3: 31 a 4: 8.
30 Aprile Or la vedova che è realmente tale e sola al mondo, ha posto la
sua speranza in Dio, e persevera in supplicazioni e preghiere notte e giorno.
1 Tim. 5: 5.
Che contrasto, fratello !
Il mondo, dinanzi all’immagine di una donna in gramaglie che ha perso il
marito, ha creato il tipo della « vedova
allegra » che cerca, attorno a sè, dei
compensi a quanto ha perduto.
Tra i credenti, cclei che ha perso il
compagno della propria vita ed è rimasto solo al mondo, non dimentica il passato e le sacre promesse fatte in un
giorno felice: volge lo sguardo là dove
colui che amò l’ha preceduta. Si afferra con tutte le forze deH’anima sua alle
promesse della Parola di Dio: un giorno, dal focolare spento, tornerà a sprigionarsi, sfavillante, una fiamma; la sedia vuota sarà nuovamente occupata; la
desolazione della casa solitaria si tramuterà in una letizia ineffabile., allora
la morte non verrà più a separare coloro che si amano, non vi sarà più cordoglio, nè grido, nè dolore: queste cose,
son dette nei lunghi colloqui del giorno
e della notte, fra la vedova ed il suo
Dìo.
L’Apostolo, nei passi che precedono
raccomanda alla chiesa di onorare queste vedove. C’era forse bisogno di dirle?
Sì, perchè noi, così pronti a tendere
l’orecchio ai motivi della « vedova allegra », opponiamo spesso un cuore dì
pietra ai singhiozzi delle vedove sante
che sono fra noi.
» di f^aiBni^li«i
Calendario Biblico della Chiesa Morava)
Giovedì Lettura: Rom. 4: 13-17.
1 Maggio Ma ora siamo stati sciolti
dai legami della legge, essendo morti a
quella che ci teneva soggetti, talché serviamo in novità di spirito, e non in vecchiezza di*lettera. Rom. 7: 6.
Eccoci in pieno nei ragionamenti teologici dell’Apostolo Paolo, così famigliari ai nostri antenati e così astrusi per la
nostra generazione, che preferisce le
novelle del Corriere, o le cronache dei
quotidiani. Eppure, essi esprimono una
verità che, per noi credenti, ha una importanza fondamentale.
I legami della legge sono la religione
d’Israele e di coloro che cercano guadagnarsi il paradiso con la propria giustizia: religione incapace a fare dei santi
e dei salvati, solo buona a rivelare agli
uomini l’orrore del loro peccato e la
profondità della loro miseria.
I redenti del Signore sono emancipati
dalla « vecchia lettera » di questa religione: riconciliati con Dio per una dispensazione della grazia divina, son
passati per un rinnovamento totale dell’essere loro: lavorano ancora al servizio di Dio, ma non più come servì, esausti per una fatica sovrumana, bensì come figliuoli, che, con entusiasmo da
neofiti, lavorano ad un’opera che li appassiona e li rende felici.
Altro che vecchia teologia ! Per noj,
questa, è cosa sempre nuova, più nuova
del film di attualità o del giornale di
oggi. I •
Venerdì Lettura: Rom. 4: 18-25.
2 Maggio E la testimonianza è questa: Iddio ci ha dato la vita eterna, e
questa vita è nel suo Figliuolo.
1 Giov. 5: 11.
L’Apostolo intende dire che questa
testimonianza è stata data dallo Spirito
Santo e dalle prove che hanno dimostrato la messianità di Gesù. Noi possiamo aggiungere che ad essi fanno coro tutti i libri dell’Evangelo e la secolare predicazione della chiesa di Cristo.
Lo scopo della Religione Cristiana è
quello di condurre i credenti alla vita
eterna per mezzo di Gesù Cristo. Questo è sempre stato affermato nella maniera più chiara ed esplicita.
Ciò malgrado, accade abbastanza
spesso di sentire della gente, piena di
saviezza e di sapienza mondana, affermare che la religione è necessaria perchè bisogna che il popolo abbia un freno
ed è utile che, tra gli altri poteri, ve ne
sia anche uno religioso e spirituale. Si
vuol far servire la religione alla vita
terrena e si dimentica che essa deve servire, sopratutto, alla vita del cielo.
Non è della vana dialettica ch’io faccio, fratello rhio, perchè anche noi, chissà quante volte, ci siamo serviti della
nostra fede in vista dei nostri interessi
terreni dimenticando che tutto: culti,
sacre riunioni, attività di chiesa, letture
religiose e preghiere, tutto, deve mirare
in primo luogo a guadagnarci alla vita
eterna.
Sabato Lettura: Rom. 5: 1-11.
3 Maggio Gesù vide Natanaele che
gli veniva incontro, e disse di lui: Ecco
un vero israelita in cui non c’è frode.
Giov. 1: 47.
Vuoi tu vedere questo passo diventare vivente e parlare ? Al posto di « Israelita » metti « valdese » e al posto di
« Natanaele », scrivi il tuo nome...
Comprendo ! Esso può anche diventare estremamente severo perchè lo
sguardo del Signore, che sonda il cuore
e le reni delle sue creature, scoprirà
forse in noi delle cose ben brutte...
Ciò malgrado, esso m’incoraggia e mi
riempie il cuore di speranza. Certo, Gesù non dirà mai: ecco un valdese nel
quale non c’è peccato come d’altronde
non lo disse di nessun uomo; ma egli
può dire invece: ecco un vero valdese in
cui non c’è frode, perchè, al credente, è
data questa gloriosa possibilità di diventare interamente limpido e veritiero
in tutta la sua condotta, persino nei
pensieri e nelle parole.
ENRICO GEYMET.
Domenica 4 Maggio
Leggere la meditazione in prima pagina«.
4
L’ECO DE3XE VALLI VALDESI
^ ^°»OtSo „„A,
NA SAN GIOVANNI CAi»ali>
m TORRE RELLICE
Possedere un sorrìso sempre glo«
vene è respirazione di quabiasi '
persona. Il dentifricio dala dona |
e conserva la giovinezza al sorrìso.
Preparato con cura meticolosa, e- i
s^te da qualsiasi sostanza nociva,
pulisce i denti in modo perfetto, li
rende bianchi come neve, rinfre*
sca la bocce e rende ralito delizio*
semente fragrante
Confie:
ot«
U i: i
zioni m
PASTA DENTIFRICIA
deníi sani
lieto sonriso
CONCESSIONARIA Dt VENDITA^AN^O^ikN^vIltANO
GMedere alla
lilmijalnteUin
il Catalogo 1941
Infermiera evangelica patentata cercasi per opera « Cura ammalati poveri a ^
domicilio». — Scrivere dettagliatamente \
a Enrica Damò - Via Scarlatti, 29 - |
Milano. i.
Prof. Gino Costabel, direttore responsabile
ARTI GRAFICHE « L’ALPINA» - Torre Pellice
Orario Ferrovia TORRE PELLICE - PINEROLO - TORINO
Torre Pellice p.
LusernaS. G. »
Bricherasìo >
Pinerolo ,
Airasca »
Torino a.
4,42
5,
5,47
5,23
5,27
5,37
5,54
6,16
6,58
6,58
7,18
8,02
7,11 9,50 12,47 16,50 18,26 19,53 2 21,10 Torino p.
7,15 9,54 12,51 16,54 18,30 19,57 21,14 Airasca »
7,24 10,04 13,01 17,03 18,40 20,07 21,24 Pinerolo »
7,41 10,22 13,22 17,19 19,05 20,24 21,42 , Bricherasìo »
7,57 10,43 13,^4 17,40 19,26 20,49 22,03 Luserna S. G' »
8,26 11,24 14,31 18,24 20,08 21,34 22,90 Torre Pellice a.
(I) Feriale - (2) Festivo
4.56
5.33
5.57
6,20
6.33
6,36
6,32
7,14
7,39
8,05
8,18
8,21
8,12
8,44
8,59
9,14
9,27
9,30
11,48
12,21
12,38
12,59
13,14
13,17
13,20
14,04
14,27
14,46
14,59
15,02
17.15
17.55
18.16
18,37
18,53
18.56
1
18.31
19,09
19.32
19,05
19,28
19,46
20,03
20,19
20,22
20,36
21,10
21,29
23,50
0,27
0,47
Pinerolo p.
S. Germano »
Villar Perosa »
Perosa Argentina a.
6,30 7,52 10,45 12,50 14,40 16,45 18,25 19,54
6,59 8,19 11,10 13,19 15,07 17,13 18,51 20.18
7,08 8,26 11,17 13,26 15,15 17,20 18,58 20,24
7,30 8,45 11,40 13,45 15,40 17,40 19,16 20,40
Ferrovia Elettrica PINEROLO-PEROSA ARGENTINA
Perosa Argentina p.
Villar Perosa »
S. Germano >
Pinerolo »
6,32
6,49
6,59
7,24
7,37
7,55
8,02
8,30
9,30
9,48
9,55
10,25
12.05
12,23
12,31
13.05
14,—
14,20
14,27
15,05
16,15
16,40
16,47
17,14
17,55
18,13
18,21
18.50
19,32
19,48
19,54
20,19
(I) Festivo.
Autocorriera PINEROLO-ORBASSANO-TORINO,
Pinerolo
Torino
P
a.
Torino
Pinerolo
P
a.
5,40
7,29
7,45
9,11
GIORNI FERIALI
5.13 -t,
6,56 —
9,30 11,20 —
10,56 12,46 —
7,30
8,56
9,15
10,41
13,21
14,47
18,27
20,15
17,
18,26
-,— 18,53 —
-,- 20,42 -,
GIORNI FESTIVI.
Pinerolo
Torino
Torino
Pinerolo
P- 7,10 9,15 13,21 16,54 19,a. 8,53 10,41 14,47 18,25 20,48
p- 7,42 9,30 14,05 17,09 19,27
a. 9,08 10,56 15,31 18,52 21,15
Orario Automobile PEROSA-FENESTRELLE-PRAGELATO-SESTRIERE.
Perosa
Fenestrelle
Pragelato
Sestriere
a.
9,10 19,30 —
9,50 20,30 —
10,21
10,55 -,
(1) Venerdì, Sabato e Domenica
Sestriere
Pragelato
Fenestrelle
Perosa
P
a.
16,05 —,—
16,35 -,
5.20 17,— —,
6.20 17,40 -,—
Torre Pellice
S. Margherita
Chabriois
Villar Pellice
Via Fourca
Bobbio Pellice
Orario Automobile TORRE
15,15
15,20
15,27
15,34
15,39
15,45
PELLICE-BOBBIO PELLICE
a.
8,30
8, Ó5
8,42
8,49
8,55
9.
19,05
19,10
19,17
19,24
19,29
19,35
Bobbio Pellice
Via Fourcia
Villar Pellice
Chabriois
S. Margherita
Torre Pellice
P
a.
(1) Solo al Venerdì - (2) Feriale — (3) Festivo.
6,15
6,20
6,26
6,33
6,41
6,45
11,50
11,55
12,01
12,08
12,15
12,20
15,50
15,55
16,01
16,08
16,15
16,20
3
17,15
17,20
17,26
17,33
17,41
17,45
Orario Automobile PEROSA ARGENTINA - PERRERO - PRALI
Perosa Argentina p.
Perrero »
Prall
9,10
9,35
14,20
14,45
19,30
19,55
fl.
Praii p.
Perrero »
Perosa Argentina o.
5,55
6,20
11,15
11,40
17,15
17,40
Orario Automobile SAN SECONDO - PINEROLO
Pinerolo
San Secondo
P
a.
7,50 11,—
8,05 11,15
18,30
18,45
San Secondo
Pinerolo
P
a.
7.
7,15
1
9,
9,15
18,
18,15
(1) Al Sabato.
Indirizzi d Chiese Valdesi
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) — Cand. Theol.
Edoardo Aime.
Bobbio Pellice — Pastore : Alberto
Ricca.
Luserna San Giovanni — Pastore : Lorenzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Ferrerò — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu.
Frali — Pastore : Arnaldo Genre (incaricato).
Pramollo — Pastore :
Prarostino — Pastore
Riclaretto — Pastore
Rodoretto — Pastore :
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jahìer.
Paolo Marauda.
Umberto Bert.
Alfredo Janavel.
Arnaldo Genre.
Abbazia — « Chiesa di Cristo » - Culto
ore ] 6 — Pastore : Carlo Gay, da
Fiume.
Aosta — Chiesa : Via Croce di Città, 11
— Pastore : Vittorio Subilia.
Barga — Chiesa Valdese (da Pisa).
Bari — Chiesa Valdese — Pastore : A.
Miscia - Via Tanzi, 33.
Bergamo — Chiesa : Viale Vittorio
Emanuele, 4 — Pastore : Mariano
Moreschini - Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella — Chiesa : Piazza Funicolare Culto la 1®, 3®, 5® Domenica del mese
(da Ivrea).
Bordighera — Chiesa ai Piani di Vallecrosia — Pastore : Davide Pons Piani di Vallecrosia (Imperia).
Borrello — Chiesa Valdese (da Carunchio).
Brescia — Chiesa ; Via dei Mille, 4 —
Pastore : Davide Forneron, ivi.
Brindisi — Chiesa Valdese : Via Congregazione (da Taranto).
Caltanissetta — Chiesa : Via B. Gaetani, 50 (da Riesi).
Campobasso — Chiesa Valdese (da San
Giacomo).
Carema — (da Ivrea) - 2® Domenica.
Carunchio — Chiesa Valdese — Pastore:
Liborio Naso.
Castelevenere — Chiesa Valdese (da
Ivrea).
Catania — Chiesa : Via Naumachia, 20
— Pastore : Teodoro Balma, ivi.
Cerignola — Chiesa Valdese (da Or
sara).
Como — Chiesa : Via Rusconi, 9 — Pastore : Carlo Lupo - Via T. Grossi, 17.
Coazze *— Chiesa Valdese — Pastore :
Francesco Lo Bue.
Corato — Chiesa Valdese : Corso Mazzini, 27 (da Bari).
Cormaiore — Chiesa Valdese — Pastore : Vittorio Subilia.
Polonica Po — Chiesa Valdese — Pastore : Lami Coi'sson.
Firenze — Chiesa : Via dei Serragli, 49’
- Pastore ; Emilio Corsani, ivi —
Chiesa : Via Manzoni, 21 - Pastore
Tullio Vinay, ivi.