1
Asmo IX —N. 12. II SERIE ;ìO Gac-so liC«
LA BUONA NOVELLA
' n'' giornale della evangelizzazione italiana
^ 'V\aaPOXAAaz^
Seguendo la verità neUa cariti. — £fes. VI. ìò.
PREZZO DI associazione \ LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per lo Stato [fruico a destinazione] .... £. 3 00 < In Torino airUflQzio del Giornale, via de) Principe
Per la Svìzzera e Francia, id........... „ 4 25 | Tommiiao dietro il Tempio Valdese.
Per l’Inghilterra» id................... „ 5 60 i Nelle Provincie per mezzo di /rmico-buHi
Per la Oermania id................... „ 5 50 ^ stali, che dovranno essere Inviati fi-auco al Di
Non si ricevono associazioDi per meno di un anno. < rettore della Bcro5A Novelli.
All’estero, a'seguenti indirizzi: Parigi, dalla libreria C. Meyrueis, rue Rivoli;
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio; Inghilterra per mezzo di franco-bolli
inglesi spediti franco al Direttore della Buona Novella.
SOMMARIO
Attualità: Il protestantesimo ed il cattoliceBimo nei loro rapporti colla civiltà. 111. MediUuìi/tie
biblica: Il giudice misericordioso — Corrispondenza della flwonaJVoiv’íía ; Firenze — .VoííW« rtllvioge : Pinerolo — Aosta — Firenze.
ATTUAIilTA
IL PROTESTANTESIMO ED IL CATTOLICESIMO NEI LORO RAPPORTI
COLLA civiltà’.
Ili
Il bene è conseguenza del vero, siccome il falso è il principio del
male. Verità essa è cotesta d’indole assiomatica, quindi non ha mestieri di dimostrazione. Ma a tutta prova basta l’autorità infallibile
di Gesù Cristo, il quale diceva ; “ Voi li conoscerete ai loro frutti.
“ Un buon arbore non può portare de’ cattivi frutti, e viceversa. ”
Ma cosa intendesi per bene? La moralità, i lumi, il ben’essere individuo e sociale dell’umanità, giusta i nostri principj, sono gli elementi integranti di esso. Or sono già tre secoli, che si è destata nel
cristianesimo una lotta, una inimicizia, una oppofi^'one intestina,
continua, sorda, ma funestissima ne’ suoi portati. II Cattolicismo e
la Eiforma dicono entrambi alla loro volta: “ Io sono la verità. ” La
2
vevità è in mezzo a me. Comechè ambedue professino opposti principj, è mestieri che o l’uno o l’altro s’ingannino.
Egli è già gran tempo che nel campo della scienza e delle astratte
sottilità, metafisiche distinzioni e teologiche elucubi’azioni i campioni dell’uno e dell’altra si paragonano indarno. L’esperienza c’ insegna che nell’arena scientifica e letteraria, non si compongono le
controversie di qualsivoglia genere siano, ma precipuamente se religiose. Quindi è uopo aver ricorso a maniere più palpabili e concludenti. Il fatto costante, universale, uniforme è il mezzo di dimostrazione più sicuro, e più afiine al genio pratico, attivo, operoso del
nostro secolo. Ove pertanto saranno la moralità, i lumi, il benessere
individuo e sociale, là sarà altresì la verità; ove per ragione degli
opposti, sarà la miseria, l’ignoranza e la corruzione, ivi avrà sua
stanza l’errore.
Io non niego, che la filosofia della statistica sia una scienza non
ancora grandemente adulta, tuttavia debbesi confessare che, fattone
uso perspicace e moderato, basti a condurci a conclusioni solidissime, e ciò tanto più, che le cause contigenti delle civilizzazioni dei
popoli, benché siano indipendenti e sciolte da altre influenze, non lo
sono giammai da quella dei principj religiosi. Oltre che, i luoghi, i
climi, le razze ed altri accessorj perderanno ogni loro importanza,
quando si prenderà l’uomo, ad oggetto di esame, collocato nelle medesime condizioni, e la filosofia della storia venga in ajuto della
disquisizione somministrando il nesso delle cagioni e degli effetti,
dei fatti e delle idee.
Egli è un fatto oggimai esploratissimo a tutti coloro, i quali hanno
loro vita dedicata a serii studj storici, che in ogni luogo ed in ogni
tempo, contemporaneamente alla solenne proclamazione dei grandi
principj dell’indipendenza morale e religiosa, si svolge, si agita e si
compie il gran bisogno dell’indipendenza politica, nel quale, come
in un mezzo, od elemento di vita sociale una nazione ed un popolo
si desta dal letargo di morte, si muove, si eccita a grandi imprese,
ed in breve periodo, di pigmeo si fa gigante. Un giudizio parallelo
fra r Irlanda cattolica e la Scozia protestante, fra la Svizzera cattolica e la Svizzera protestante, fra l’Austria cattolica e la Prussia protestante, fra il Belgio cattolico e l’Olanda protestante, fra le missioni
cattoliche, e le missioni protestanti, varrebbe a somministrarci doviziosissima materia di fatti ed argomenti per la dimostrazione di
questo singolarissimo fenomeno.
So nou che i filosofi ne’ loro gabinetti potranno commettere delle
3
Ingìche incoerenze neH’ordire qualche si.steu)a, e di cotali avventure
sono pieni a ribocco gli annali delle umane scienze, ma i popoli nel
giro de’ fatti sono seguaci d’una logica inesorabile. La fede religiosa
è una delle cagioni più potenti per ¡sviluppare la moralità, l’intelligenza ed il ben’essere d’una nazione, è anzi il fulcro su cui si appoggia tutta la catena dei rapporti sociali. E veramente, qual altra
cagione ci si potrà dare per esplicare in guisa soddisfacente il rimarchevolissimo fatto della distanza enorme, che separa la Scozia morale, istruita e prosperosa dall’Irlanda abbrutita, ignorante e miserabile ? Ambedue sono unite alla medesima metropoli, ambedue
collocate sotto il medesimo cielo, sottoposte ambedue alle medesime
leggi, e tuttavia in fatto di civiltà e coltura sono l’una sì differente
dall’altra. Alcuno dirà per avventura, che tanta varietà di condizioni
debbasi attribuire a ciò che la Scozia è un reame annesso, mentre
r Irlanda è una terra conquistata, e per giunta malmenata di continuo dall’Inghilterra protestante sua conquistatrice e persecutrice.
Non si niega, che alcun che di vero vi possa essere in tale obbiezione ;
tuttavia la differenza degli auspicj sotto i quali sono nati ambedue le
sorelle,e dei trattamenti subiti dalla comune madre non basta ad esplicare la distanza morale, che le separa. Non è poi così grande la preferenza dell’Inghilterra per la Scozia in riguardo all’Irlanda: per l’Irlanda e non per la Scozia, fa essa de’ continui enormi sagrificj ; la condotta di Lei verso l’Irlanda si è grandemente modificata da 50 anni
ad oggi; e non l’Inghilterra protestante, ma l’Inghilterra cattolicoromana ha perseguitato l’Irlanda, giacché sono soli tre secoli che
quella è protestante, e corre già il settimo che questa è conquistata ;
ed arrogi, che la politica d’una nazione non si cangia in un punto,
siccome la conversione morale d’un individuo. Che se la persecuzione
si è opposta allo sviluppo naturale de’ buoni frutti del Cattolicismo
in Irlanda, perché la medesima non ha soffocato quei del Protestantismo in Francia? Luigi XIV non fu così spietato siccome Cromwello ?
Ma poi è canone sapientemente sancito di buona fdosofìa statistica, doversi proporzionare le cagioni agli effetti; ora gettisi, di grazia, un colpo d’occhio sopra l’Irlanda e la Scozia e veggasi come
enorme ed immensa è la distanza morale dell’una e dell’altra. La
forza armata necessaria a mantenersi in Irlanda per la conservazione
dell’ordine, la copia de’ tribunali ed istituzioni giudiziarie per condannare e punire, il numero de’ prevenuti per tre volte annualmente
maggiore di quello dell'Inghilterra, la frequenza de’ casi, in cui è
4
Impo.seibile il giudiiilo a cagione dell’ordinata sistematica cospirazione contro la legge, sono tutti sintomi d’un vizio organico insito
nella natura del popolo di cui in discorso. L’irlandese non ama il
travaglio, quindi non ha zelo e sollecitudine, egli è pàrasita, dissimulatore, intemperante, inclinato alla violenza. La sua indolenza
accresce la sua miseria, e gl’impedisce d’essere industrioso per se
medesimo. A questi costumi irlandesi formati dal cattolicismo, opponiamo quei che la riforma ha creato in Iscozia, e si vedrà manifestamente, che altra cagione vi sia di lunga mano superiore al rapporto
politico dell’Inghilterra con l’Irlanda, la quale condanni questa a
tanta inferiorità. Udiamo in proposito M. Jonnès statistico francese:
“ Ija Scozia è un paese a parte ..... si trova nei costumi quella rigi
“ dità puritana, quella probità scandinava, della quale la Norvegia
“ (paese protestante) offre ancora in Europa l’esempio ed il modello.
“ Il piccolo numero dei delitti commessi in Iscozia rende la testi“ monianza più vantaggiosa alla moralità degli abitanti di questo
paese. ” Howard riferisce, che in 14 anni, cioè dal 1768 al 1782
hanno avuto luogo in Iscozia solamente 76 condanne capitali, delle
quali 56 furono eseguite. Ora avendo a base la cifra degli abitanti,
la quale era 1,360,000, si ha il risultato di 1 sopra 252,000. E con
tali proporzioni si ragioni di tutti i rapporti sociali di quel paese.
Che se alla perfine vogliasi supporre che la Scozia abbia fruito dei
favori niegati all’Irlanda, come, a cagione d’esempio, la protezione
religiosa ; d’altra parte i molti vantaggi d’ogni genere che ha questa
su quella, come il clima piii dolce, il suolo piiì fertile, la posizione
geografica, la forma insulare dovrebbero diminuire questa grande
sproporzione nella prosperità rispettiva dell’una con l’altra. Povera
Irlanda! gli stessi pregi del tuo carattere morale, come il tuo famoso
ardente patriottismo, son volti a tua maggior sciagura. Il prete, il
quale nel cattolicismo romano tiene un posto considerevolissimo, è
dispensatore delle grazie per la confessione, l’operatore della salute
mediante la messa, l’interprete infallibile del sacro Codice ecc., così
abilmente ha confustj l’orgoglio tuo nazionale con il principio religioso, che oggimai tu sei condotta a riporre la tua gloria là ove
le nazioni più civili, o in via di grande civilizzazione ripongono la
loro infamia, o suprema sventura, cioè nell’ilotismo
Gettisi brevemente uno sguardo ancora su la Svizzera cattolica e
protestante, e veggasi se il comparativo giudizio di quelle confermi
il fatto dèli’Irlanda in riguardo alla Scozia. Non si fa questione se
i Cantoni protestanti siano superiori in civilizzazione ai cattolici
5
ttggi giorno. Egli è un fatto tropiK) notorio quindi incontrovertibile;
ma cercasi se questa superiorità esistesse innanzi alla Eiforma, come
si vorrebbe da taluni scrittori cattolici per esimersi dalla logica necessità di attribuirle alla loro fede religiosa. I limiti d’un articolo
non mi permettono di dilatare i dettagli. Legga.*!! Muller, lo storico
per eccellenza dell’Elvetica Confederazione (Muller, pag. 33 a 35)
e si vedrà manifestamente come tutti i cantoni essendo all’epoca
della Eiforma avvolti egualmente fra la miseria de’ popoli, e la
corruzione dei cleri, fra le tenebre più dense dell’iguoranza e l’atmosfera più mefitica della turpitudine e stupida inerzia, la beata trasformazicine di alcuni Cantoni si deve, senza peritarsi, a.scrivere all’introduzione del sentimento religioso nella coscienza cristiana, la
quale era affatto venuta meno sotto l’immenso ingombro de’ Brevi,
Bolle, Costituzioni, Canoni, Eiti, e cento altre formofe della romana
Curia.
Che la Svizzera moderna differisca tuto celo da quella del 16'^ secolo è troppo pale.se, ma che di questa differenza debbasi accogionare
l’influenza protestante è un fatto altresì da non potersi revocare in
dubbio, quando si considera che questi ammiglioramenti non sono
diffusi sopra i suoi cantoni che in ragione proporzionale di una geografia religiosa, il fenomeno quanto costante ed uniforme, altrettanto
curiosissimo che ne’ cantoni di misto culto si palesa è una dimostrazione irrepugnabile della superiorità del Protestantismo al Cattolicismo. Nella lotta, per la quale pare che a vicenda l’uno e l’altro si
disputino il terreno palmo a palmo, la forza o fisica o morale, la superstizione, il pregiudizio, l’abbrutimento stanno pe’ vantaggi dell’ultimo, come la libertà, l’istruzione religiosa, la gentilezza od urbanità de’ costumi o pubblici o privati, stanno a difesa del primo.
E queste indagini e considerazioni, si potrebbero dilatare senza
parsimonia alcuna in qualsivoglia parte del mondo morale, ma per
non incorrere nel pericolo di tediare giovi portare l’osservazione sopra
un fatto eclatantissimo chc a nostri giorni si consuma sotto i nostri
occhi fuori della periferia della stessa civiltà europea. Egli è un fatto
tutto nuovo. In esso non hanno parte le influenze di vecchie tradizioni, di rivoluzioni politiche o sociali. Le due Americhe, i Stati
Uniti dell’America del nord, e le diverse repubbliche del sud, i primi
di culto Protestante, e le seconde di culto Cattolico forniscono doviziosissima materia al nostro soggetto.
Ad ognuno è nota l’origine de’ Stati Uniti. Gli Anglo-americani,
dice Michel Chevalier (pag. 374, 375), ultimi a sortir d'Europa, cioè
6
dopo che i Spagnoli ebbero assicurato il loro dominio nell’America
del sud, e nell’equinoziale, lasciarono il vecchio mondo dopo che furono interamente formati dalla rivoluzione intellettuale della quale
Lutero fu il Mirabeau, e di cui in Inghilterra Enrico VIII fu il
Robespierre, ed il Napoleone. Noi veggiamo una mano di emigrati
stabilitisi sulle rive della nuova Inghilterra, e nel periodo di appena
.50 anni trasformarsi nella prima potenza del nuovo Mondo. La loro
marina mercantile unicamente seconda a quella della monarchia inglese, i loro monumenti, i loro stabilimenti scientifici e letterarj
rivaleggiano di già con quei dell’Europa. La loro popolazione rispettabile in se stessa, è considerabilissima paragonata a quella degli
altri Stati d’America, sopra le quali esercita per massa ed attività
una gi'andissima influenza. È difficile annoverare i progressi straordinarj di quel faese. Lo sviluppo prodigioso dell’agricoltura, le fabbriche ed il commercio, la fondazione di nuove città, l’apertura di
nuo^d canali, la costruzione di nuove strade. Un villaggio, un tugurio si fa in qualche mese una città importantissima per la costruzione
della ferrovia, per l’aprimento d’un canale, o per la fondazione di un
grande stabilimento (Balbi introduz. p. 63 e 64), E per dir tutto in
un motto : I Stati Uniti sono a capo della civilizzazione, che rapidamente si propaga da un estremo all’altro di questa pai'te del
mondo.
Or cosa oppone l’America cattolica del sud a questo quadro generale dell’America protestante del nord? Eccone brevissimi ragguagli
datici dai medesimi autori cattolici-romani. Nelle repubbliche meridionali d’America, le costituzioni si distruggono di ora in ora per
volontà di qualche dittatore. I popoli dopo una momentanea apparizione nella carriera della civilizzazione ricadono avvolti nell’ombra
della barbarie, e non ricordano neppure di essere stati liberi un
giorno. La società è barcollante ad ogni passo che voglia fare per ire
innanzi, e non presenta che un desolante insieme d’ignoranza, di
disordine e di miseria britannica, gennajo e febbrajo 244).
L’educazione pubblica è grandemente difettosa, e la privata affatto
negligentata; l’agricoltura, fatte rare eccezioni, è in uno stato deplorabile. I malfattori si trovano sino nell’età dell’infanzia; i sentimenti
naturali sono al livello dell’educazione. Appena un individuo è preso
dal mal di lebbra, tosto si toglie alla famiglia per gittarlo in un
ospedale speciale, e colà privo di qualunque esterna communione si
abbandona alla brutalità di un impaziente mercenario; l’infelice vedesi perduto, la disperazione l’investe, il male ingagliardisce e soc-
7
combe, vittima dell’ignoranza e de’ pregiudizj del suo paese ( Univers
Pittoresque au mot Colombie, pag. 21). - ,
Che ne pare di tanta differenza?...... Qiiest’è il portato di una
logica verità quanto semplice altrettanto grande nell’ordine delle
idee, ed in quello dei fatti : Non può essere nella collezione ciò che
non è nella distribuzione. Il Cattolicismo romano annichila l’individualismo sotto r immenso carico della Chiesa. La responsabilità,
l’attività, l’autonomia de’singoli è sacrificata a quella del corpo,
spirito e vita del quale è una fredda geroglifica tradizione, è un formolario scolastico senza significato, una esclusività affatto cinese,
una intolleranza tutta musulmana. E veramente gli americani del
sud sono i cinesi ed i musulmani dell’altro continente. La luce che
su questo nostro basso mondo ci viene dal sole per mezzo della luna
non è nè vivida nè rifocilante siccome quella che immediatamente
ne deriva. Non altrimenti il lume soprannaturale di verità, perde
ogni forza, ogni calore, ogni splendore se non si comunica immediatamente allo spirito umano, ma vuoisi fare filtrare pe’ screpolati e
sozzi organi di una società appartala di uomini, i quali mentre nel
loto di tutte le umane miserie si avvolgono, presumono farsi credere
divini, e con questo menzognero prestigio sostituiscono i meschini
interessi di loro ambizione, e cupidità agl’ interessi veri e grandi
degli individui e della società.
E tu, Italia mia, togliti una volta d’inganno, fatti saggia all’altrui
esperienza e tua ne’ secoli che precedettero il nostro. Indipendenza
politica, autonomia, nazionalità sono vocaboli ed idee astratte. Unicamente sono veri e supremi beni, cagioni primiere della grandezza
di un popolo, quando s’incarnano nell’ individualità, le quali unicamente esistono e sono la sola base della piramide sociale. E l’incarnazione di cotali idee ed affetti, non vogliono farsi unicamente per
semplice apprensione di mente ; ma la coscienza umana e religiosa
deve avervi la maggior sua parte. Per coscienza poi umana e religiosa s’intende la Rivelazione di quella forza insita nella nostra natura per la quale di per noi stessi, indipendentemente da qualsivoglia
preteso oracolo esterno possiamo percepire anzi sentire i destini che
ci legano al tempo ed aH’eternità, prepararne le cagioni, .sostenerne
gli effetti, misurarne la grandezza ed aspirarne al conseguimento.
Quando gl’ italiani prenderanno consiglio di porre seriamente il
loro interno al contatto del S. Codice, di mettere la loro coscienza
al cospetto non delle decretali de’ papi, o delle sofistiche cavillazioni
de’ teologi, raa a quel del Vangelo, allora daddovcre avrà principio
8
la loro grandezza fatta superiore dal loro genio a quella delle moderne nazioni, ed aggiungerà al culmine del vero progresso, della
vera libertà, e della vera civilizzazione.
MEDITAZIONE BIBLICA
IL GIUDICE MISERICORDIOSO
“ Io ancora non ti condanno, vattene, e da ora innanzi'
non peccar più. ” Giov. vni, 11.
Quanto Gesù è più compassionevole di quello che siano gli amici
di questa terra! In un momento d’irritazione, i discepoli volevano
far discendere il fuoco dal cielo sopra de’ peccatori pertinaci, ma il
loro Jlaestro riprendeli del colpevole loro trasporto.
Pietro, il quale era fra’ discepoli di cuore più fervente verso i]^uo
Iilaestro e che tuttavia il rinnegò, non poteva aspettarsi che severi
rimproveri per la sua mancanza di fede: ma Quegli il quale penetra
nel fondo dei cuori, e ben sa il sincero pentimento del suo discepolo,
gettogli da prima uno de’ più teneri sguardi, e quindi gli dirige il
più dolce fra i rimproveri: “ Mi ami tu ? ” I;a guardia nel libro dei
"cantici, percuote la sposa, squarciagli il velo e la copre d’ingiurie,
ma allorquando essa ebbe trovato lo sposo per innanzi smarrito, questi non fece nè lamenti, nè rimproveri !
Dio è sì lento ad irritarsi e così pronto a perdonare, diceva un
i.iistinto cristiano, che eziandio quando ai profeti veniva meno ogni
[tazienza con il popolo d’Israele, e presentavanlo alla maledizione
divina, il Signore continuava ad usare compatimento verso quel popolo ch’Egli avea scelto per l’amore del suo nome.
La peccatrice, alla quale Gesù Cristo diresse le parole consolanti,
che noi oggi desideriamo meditare, veniva cacciata con disprezzo dai
suoi accusatori, ma se questi ultimi ignominiosamente la discacciano
dalla loro presenza, Gesù le dice: “ Io non ti condanno. ” Qual felicità essa non è mai di cadere fra le mani di questo Dio salvatore,
così pieno^di misericordia, ed il di cui compatimento è senza limiti!
Ma dovremo noi quindi concludere, che Gesù chiuda gli occhi sul
Ijeccato ? Lungi da noi cotal pensiero. Il suo sangue e la sua opera,
fìettelemme ed il Calvario, rigettano una supposizione così empia !
Onde il delitto di una sol’anima potesse venir soddisfatto, il Figlio
di Dio ebbe uopo di lasciare l’eterno trono della gloria, e consumare
9
l’agonìa sopra uu legno infame. Ma questa parola di Gesù è uua parola d’incoraggiamento piena di dolcezza per un cuore sincero, e
pentito ; Egli dice a Lui, che quando i suoi peccati fossero rossi
come lo scarlatto, diverrebbero bianchi siccome la neve, e che quando
sarebbero come il vermiglio verrebbero come la lana, poiché non ew i
limite alcuno al perdono libero, intero ed eterno, che viene da Lui
offerto.
In quella guisa che gli antichi Israeliti, in mezzo alla loro agonìa,
doveano riguardare al serpente di bronzo per vivere, così Iddio ci
(lice : “ Voi tutti ì confini della terra riguardate me, e siate salvi. ”
A canto della croce di Gesù s’innalzerà, di età in età, un’altro monumento glorioso della grazia di Dio, cioè il legno maledetto ove spirò
il ladrone, e sopra il quale sono impresse queste parole dirette ad
ogni peccatore, il quale sente d’essere perduto; “ Essa è una cosa
certa e degna d’essere intieramente ricevuta, che G. Cristo sia venuto
nel mondo per salvare i peccatori.” “ Qualunque siano i nostri peccati, dice Rutherford, allorquando cadono nell’oceano della divina
misericordia, non sono più che come una gocciola di sangue la quale
cadendo nell’oceano, tosto vi si smarrisce. ”
Lettore, forse tu se’ il primo fra’ peccatori, il più grande degli
apostati. Non altrimenti di uu bancarottiere, il quale teme di passare
a disamina i suoi libri, tu forse ti periti di approfondire nel tuo
cuore; tu sei già lì lì per cadere nella disperazione ; la tua coscienza,
e la riminiscenza de’ tuoi innumerevoli peccati si rivoltano contro di
te, e ti gridano: “ Io ti condanno. ” Ma fatti animo, pover’anima,
Gesù ti fa udire una parola più dolce, una dichiarazione più confortante : “ Io non ti condanno, ” Egli ti dice in quest’ istante medesimo “ va, e non peccare più di qui innanzi. ”
Ed eglino erano tutti presi da maraviglia per le paróle piene di
grazia e di verità, che uscivano dalla stia bocca.
' CORRISPONDENZA DELLA B. NOVELLA
Difficoltà dell opera — Da che cagionate — Pure l’Evangelo si diffonde — Sforzi nel
seneo dell’ordine — Rimproveri che loro si fanno — Il barone Ricasoli e la separazione delta Chiesa dallo Stato — Il padre Gavazzi e le sue conferenze in Firenze — Scuola femmicile evangelica — Incagli imprevisti.
Firenze 2.*) giugno 1860.
Carissimo sig. Direttore,
31olte sono le cose di che le voglio far parola; epperò .?enz'altro entro iu
materia. L'opera evangelica iu Toscana riveste un' indole speciale, tutta
10
sua.....riflesso, non so se più mi dica del carattere degli abitanti, o della
straniera influenza. Havvi tale una leggerezza di giudizio, tale uno spirito
di settaria grettezza, che davvero non è cosa facile lo spinger dentro a sì
duro terreno l’aratro del Vangelo. Pur nondimeno qualche passo lo si fa.
Da qualche mese a questa parte furono fatte delle riunioni nelle campagne, e questo è un felice avviamento ad una più distesa evangelizzazione del
contado. Un fratello recavasi di tanto in tanto in Pistoja ; una settimanale
assemblea teneasi presso Firenze fuori di Porta S. Nicolò, la quale dopo sospesa una prima volta dalla poUzia, fu da altri riordinata e, se piace a Dio,
continuerà. Nelle vicinanze di Pisa, al Fitto di Cecina, un picciol numero di
persone intorno alla Parola di Dio si aggruppano. Continuano poi i pochi
evangelici di Pontedera, di Sesto e d’altri luoghi a congregarsi ed a manifestare la loro fede. Nella capitalo, benché sianvi molte miserie da deplorarsi, e nonostante il pessimo andamento delle chiese, molte anime odono
la verità pressoché tuttodì, e convien dire coll’Apostolo : “ Peccato che
Cristo sia annunziato con ispirito di contenzione, ma pure è annunziato. ”
Ultimamente infatti, manifestossi in seno alla Chiesa, detta dei Fratelli,
già divisa in due partiti, una nuova divisione, sempre a motivo delle divergenze in materia ecclesiastica e per cose di poca importanza. La frazione
nella quale accadde questa separazione era pertanto la più moderata e la
più vicina ad un sano raziocinio in simili questioni....... Di più lo persone
appartenenti ab antico a questa Chiesa, parevan tutte alla formazione di un
certo qual ministerio preparate e disposte, anzi un’altra volta avean tentato di costituirsi, e fu per l’appunto quel tentativo che provocò la prima
separazione. Eppure questa volta eccoti la diversità de’ pareri, la dissenzione 6 la scissura, affliggere di bel nuovo la Chiesa di Firenze. Queste cose
non le direi nemmeno, se non temessi, come dissi, che tanto per la naturale
leggerezza dei nostri connazionali quanto por la forestiera influenza, non
avesse questo spirito settario e separatista a diventare abitudine ed a rovinar tutta l’opera evangelica in Italia, come nel secolo XVI, pur troppo la
rovinò. — Quella parte che ad un’assestamento della Chiesa era propensa
diedesi invero una costituzione, e questo di certo è un passo marcante nella
via dell’ordine, e di buon’augurio per l’avvenire. Ma due rimproveri a codesta Chiesa son fatti da persone competenti. Le si rimprovera d’ave»diretta una deputazione al RicasoU e di avere impetrato il suo appoggio, a
che deve aver risposto colla solita afi’abilità il Governatore: che “ la Chiesa
‘‘ non ha bisogno dell'appoggio del Governo e non lo deve ricercare, e che
“ preparansi i tempi in cui tutte le chiese saranno dai governi affatto indi“ pendenti. ” Tale massima, uscita di bocca a tale statista, iu tale momento, non ha bisogno di commenti, ed è una gran lezione per le chiese
italiane ballottate da secoli e secoli tra l’anarchia ed il servaggio.
L’altro riinproycro fatto a r|nesta Chiesa ha tratto alla costituzione stessa
11
ch'essa si diede ..... costituzione elementare bensì, ma confusa ed imbrogliata, e dove, sotto il titolo ; Regolamento organico per la Chiesa Evangelica libera italiana, che è in Firenze, i principii della Fede, della Morale e
deWAmministrazione sono mescolati ed intrecciati in modo che difficilmente uno vi si puoi raccapezzare. Ma come ho detto questo è pure un gran
passo verso i principii moderati del presbiterianismo, o dell’unione dell’ordine colla libertà.
Di altra natura e più indipendente fu l’opera momentanea del P. Gavazzi; il quale preso un locale ad hoc, vi tenne delle conferenze sulla storia
del Cristianesimo tre volte alla settimana, nonché delle sedute di edificazione ogni domenica, per due mesi consecutivi. Gavazzi gli è un gran parlatore, epperò grande era la foUa alle sue sedute. Oltre a ciò sentendosi
libero l’oratore di toccare a tutti gli argomenti, di baccicare insieme politica, religione e di fare le più ardite allusioni ; sentendosi per altro libero
il pubblico di batter le mani ad ogni momento, riuscivano le dette conferenze di gran divertimento per tutti. — Ebbene anche quelle avranno fatto
il loro prò, e quando altro non facessero che di contribuire a sradicare certi
pregiudizj, ciò basterebbe, e la riforma italiana audrà più debitrice a quegli
audaci avventurieri, i quali, simili al prode Garibaldi guerreggiano con
passione ma con serio, che noi sarà a quei molli e snervati utopisti, quali
sono i Plimutisti, di null’altro curanti che di forme sotto mantello di antiformalismo, appunto come Mazzini che sempre gridò patria, patria ... e fin
qui per la patria non ha fatto nulla. —^ Sotto patronaggio di alcuni amici
dell’opera evangelica, s’ è finalmente aperta una scuola femminile per l’educazione delle fanciulle di famiglie evangeliche italiane. Quella dei maschi
apertasi sei mesi or sono, novera una trentina di ragazzi, e speriamo che
quella delle femmine ben presto potrà riuscire utile al pari. Se non che mi
viene accertato che la direzione di pubblica istruzione, benché sia libero
l’insegnamento in Toscana, e ad ognuno sia lecito l’aprire privati istituti,
benché la istitutrice di detta scuola avesse profferii i debiti certificati di
condotta e di capacità, ... fece aspettare la necessaria autorizzazione per
un mese e mezzo con grave scapito per la scuola stessa. Nè ciò basta : Pare
che per falso timore o per clericale ispirazione, siasi voluta considerare codesta scuola, come istromento di proselitismo protestante ... e che nel decreto stesso di autorizzazione sia fatta avvertenza alla, maestra “ di non
“ usar di detta scuola come mezzo di proselitismo proibito dalle leggi; "
coll’aggiunta minaccia “ che nel caso contrario la medesima autorizzazioni!
“ sarebbe senza più revocata. ” E tutto ciò appoggia su questa sola unica
considerazione “ che la maestra dichiarossi appartenente alla commvinione
evangelica? Questo fatto dimostra, ci duole doverlo dire, che la vera libertà
d’insegnamento non esist« in Toscana, ad onta delle più belle leggi chc hi
proclamano.
12
La disseminazione delle S. Scritture potè nondimeno farsi con tutta libertà. Tre sono le società che hanno de’ colportori nella centrale Italia, e
questi sono in numero di venti all’incirca. In quanto al numero deUe Bibbie
sparse negli ultimi sei mesi in Toscana, gli è press’a poco di 5,000. Oltre
poi al deposito della Società Biblica apertosi sul far del decorso anno, fu
aperto, due mesi fa, nel centro della città, un'altro deposito, dove tanto le
Bibbie quanto i Trattati religiosi son venduti, e questo non è di poca utilità
per il colportaggio, il quale, senza questo doppio mezzo non riesce fecondo.
Tutte le produzioni della italiana evangelica letteratura in quel deposito
sono riunite ed havvi pure un bell’assortimento di libri religiosi francesi ed
inglesi per l’uso dei forestieri.
Mi è caduto sott’occhio poco fa il primo numero d'un giornaletti inglese
intitolato “ a Voice frani Italy, ” che so esser diretto da uomini capacissimi e devoti alla causa del Vangelo in Italia. Questo periodico pubblicato
iu Edimburgo proponesi d'informare il pubblico inglese del vero stato delle
cose in Italia, e ciò era necessario a distruggere molte illusioni.
Ho inteso finalmente che anche la B. Novella vuol mutar sode e trasportarsi in Firenze. — Una società di pubblicazione esternava poco fa l’intenzione di fondare un periodico italiano-religioso in Firenze per l’inverno
prossimo, ma se la B. Novella costì si trasferisce, sarà inutile averne due e
faremo una fusione, procurando di dare al nuovo periodico, quella estensione e queU’audazzo che alla nuova sua sede si converranno.
O. G. L.
NOTIZIE RELIGIOSE
Pinerolo — Dedicazione di un tempio e consecrazione di due ministri.—
•Ieri, 29 giugno, ebbe luogo, favorita dal tempo piiì magnifico, ed in mezzo
ad un concorso strabocchevole di gente convenuta, nonché da Pinerolo, da
quasi tutti i comuni Valdesi, la doppia cerimonia della Dedicazione al Signore del tempio che la Chiesa Valdese ha fatto erigere in questa città e
della Consecrazione«al santo Ministerio dei due primi candidati usciti dalla
scuola di Teologia di Torve. Un coro molto maestrevolmente eseguito da
un’eletta di giovani, maschi e femmine, nell’atto che il Corpo dei pastori, in
abito ecclesiastico, ed i due consacrandi, facevano il loro ingresso nel tempio, diede principio aH'augusta cerimonia. Salì quindi nel pulpito il sig. professore Geymonat, e con voce commossa, presentando alla numerosa udienza
la Bibbia che vi aveva portata : “ Ecco, disse, la santa Parola di Dio, chc
■■ ])er numerose generazioni e per migliaja d'anime, potrà diventare per
13
“ lo Spirito Santo, parola Ji salvezza e di santificazione, se da una lunga
“ serie di ministri fedeli, essa verrà fedelmente svolta e predicata da questo
■' pergamo, il che Iddio voglia ! ” Letto quindi parte del capitolo primo ed
il secondo deUa prima lettera ai Corinti, l'oratore rivolse all'assemblea una
calda allocuzione, nella quale, dopo dimostrato come sia 1’ Evangelo ad
un tempo sapienza e potenza di Dio, egli esortò i suoi uditori a manifestarlo
tale al mondo colla loro vita, e fece voti perchè tale la manifestasse in
ispecie la nascente Chiesa di Pinerolo, e perchè tale altresì concorresse a
mahifestarlo questo tempio, che la bontà del Signore ci avea conceduto di
erigerli in questa città. — Una commoventissima preghiera di consecrazione a Dio del nuovo tempio, pronunciata dal pastore di Pinerolo, il signor Appia, pose fine a ({uesta prima parte della funzione.
Alla cerimonia della Consecrazione presiedeva il sig. 3Ialan, attuale Moderatore della Chiesa Valdese. In un forbito discorso, che ad onta del caldo
eccessivo, venne ascoltato dalla sterminata udienza colla più religiosa attenzione, egli, svolgendo l’ultima parte del versetto 8, del Capo 1° degli Atti
apostolici, rao.strò come fin da principio fos.se stato nella mente di Gesù
Cristo lo stabilimento di un Ministerio della Parola il quale , morti gli
Apostoli, ne prosegidsse l'opera, rendendo testimonianza alla di lui persona
e gi-azia salvatrice. Disse della dignità di tale testimonianza, ch’è l’opera
più gloriosa a cui uomo pos.sa essere chiamato; della .sua natura ossia degli
oggetti di cui si tratta di testimoniare, che tutti si conpendiano in un Nome,
G. C. ed esso crocefisso; in terzo luogo, del modo in cui questa testimonianza deve essere resa, cioè con spirito di nuU’altro preoccupato che della
gloria di quel iresti per cui testimoniamo, con carità ardente, con una vita,
che non contraddica a quella testimonianza, anzi ne sia la dimostrazione
più efficace e vivente. — Parlò quindi deH’c;fi'cac?a di una testimonianza
resa in quel modo, e mostrò come fosse reale e grande. — Rivolgendo
quindi, in modo speciale, la parola ai consacrandi, congratulossi con loro
della grazia cui Iddio gli avea fatti segno chiamandoli a rendergli testimonianza in mezzo agli uomini. Certo, guardando alla loro debolezza, essi ra-vviserebbero in questa grazia stessa un motivo di spavento; ma nello stesso
tempo che alla vostra dappochezza, guardate, disse loro a quel Dio che
compie la .sua virtù nella debolezza dei suoi servitori. — Mostrò come fossero loro d'incoraggiamento ed i tempi ed il luogo stesso in cui erano chiamati a questa sant’opera, e gli esortò ad accingervisi il cuore pieno, nello
stesso tempo che di fede, di carità e di umiltà, di un santo amor patrio, chc
agli antichi e nuovi concittadini nostri gli palesasse cittadini anch’essi e
figli al pari di chiunque di queU’Italia che tanto sofferse, ma che poco a
poco risorge dalle sue rovine, ed al di cui intiero risorgimento avrà tanta e
così nobile parte la diffusione, nel suo .sono, di qupll’Evangelo per lo quale
i nostri padri son morti.
14
Terminata la sua allocuzione, e fatto prestare ai consacrandi il giuramento di non mai predicare che le piu^e dottrine evangeliche quali ci vennero dai nostri avi tramandate e quali si rinvengono nelle Sacro Carte, dopo
una fervente preghiera perchè Iddio suggellasse nel Cielo, col suo Spii-ito,
quello che stava per compiersi in terra dagli uomini, il Moderatore scese
dal pulpito, ed unitamente al Corpo dei pastori, stendendo le mani sul capo
dei candidati che stavano ginocchioni, diede loro a nome della Chiesa il
mandato di predicare l’Evangelo, di amministrare i sacramenti, di esercitare
la disciplina, e di adempiere quelle funzioni che son proprie del Ministerio
Evangelico, raccomandandoli alla grazia del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Porgendo loro quindi la mano ridestolli, ed egli il primo e quindi
ciascuno dei pastori diede l’abbraccio fraterno ai giovani commilitoni, che,
d'ora in poi, avranno compagni nella grande opera di pascere la Chiesa di Dio.
Molti visi in quell’istante erano rigati dalle lagrime, e niuno si sarebbe
trovato in quoll’assemblea che non s’assocciasse con tutto il cuore alla preghiera ed al cantico di rendimento di grazie che posero fine all’augusta
cerimonia.
Un modesto banchetto preparato in una gran sala sottostante al tempio
e di cui facevano gli onori le ottime signore del presbiterio di Pinerolo,
raccolse quindi un centinajo circa d' invitati. Numerosi toast vi furono
portati, da varj oratori: alla Maestà di Vittorio Emanuele II, l’ottimo dei
re, alla di' cui lealtà come di tanti altri benefizj, la popolazione Valdese
andava debitrice, dopo Iddio, dell’erezione di questo tempio; autorità
civili ed amministrative di Pinerolo, che il buon volere del Sovrano assecondarono con somma lealtà e zelo, e più specialmente nW Intendente, Barone
Tolosano, al Sindaco Gliiglietti ed al Deputato ex-Sindaco, avv. Tegas; alla
riconoscenza verso Iddio, che ci fa vedere e toccare con mano ciò che i
nostri padri, se si ridestassero dalla tomba, riempirebbe di maraviglia;
verso quei padri medesimi la di cui fedeltà nel confessare 1’ Evangelo
ci ha questa festa apprestata; ed ai lene/attori, la maggior parte nati e
cresciuti al di là dei mari, nell’America, al sig. J. Lennox in ispecial modo
alla di cui generosità la Chiesa nostra va debitrice di questo bel tempio, che
riesce in tal guisa una dimostrazione evidente della Comunione dei santi e
della vera carità che esiste tra tutti i figliuoli di Dio.— Altri brindisi furono
ancora fatti all’/iaZi'a al Conte di Cavour — a Garibaldi ecc..
Al dopo pranzo, fu il torno dei bambini di rallegrarsi. Circa 200 fra loro,
accorsi, nonché da Pinerolo, dai circostanti comuni di S. Secondo, Prarostino e S. Germano, dopo essersi raccolti durante un’ora incirca nel tempio
dove, da diversi oratori, vennero loro indirizzate parole adatte alla loro età
ed appropriate alla circostanza, fatti sedere nella prateria che stendesi a
levante del fabbricato venne loro imbandita, per mano di gentili signori, la
migliore merenda che avessero fatta in vita loro, ed alla quale fecero quel-
15
l’onore che si meritava, interrompendosi dì quando a quando per rallegrare
coi loro giuliyi concenti i numerosi spettatori che fecero loro corona per
tutto il tempo. Terminata la rifezione, il signor Appia, li accomiatò dando
loro una benedizione di cui la memoria, giova sperarlo, li seguirà in tutta la
loro vita.
In quel momento altresì tutti gh accorsi si dileguarono, chi a destra, chi
a sinistra, chi verso i monti, chi verso la pianura, chi in traccia di un omnibus, chi nella direzione della strada ferrata, ma tutti uniti in un medesimo
sentimento di amore e di gratitudine verso quel Dio che ci avea una così
bella festa preparata.
Aosta. — Tentativo di assassinio sopra un venditore di Bibbie.— Sabbato
‘23 del corrente giugno, mentre un venditore di Bibbie ed altri libri religiosi,
da pochi giorni giunto in Aosta, di ritorno da una gita nei dintorni, rientrava
in città, ver.«o le 9 e mezzo di sera, per il ponte di Suaz, venne improvvisamente aggredito da due individui, i quali senza far motto e quando meno egli
se l’aspettava gli si avventarono addosso con tale una furia di pugni e di
calci in tutte le parti del corpo, da stramazzarlo al suolo. Non paghi di ciò
uno di questi forsennati diede di piglio ad un coltello e glie ne vibrò tre
colpi, due dei quali lo colpirono nel braccio sinistro mentre col medesimo
egli cercava di stornare Tarma dal corpo, ed il terzo nella regione delVahdomen, e così violento, ch’ei ne sarebbe stato immancabilmente trafitto,
sen^a una fibbia d’aciajo contro alla (juale volle Iddio che l’arma andasse ad
infrangersi, lasciando sulla stessa ima forte impronta. Solo quando videro la
loro vittima giacente per terra immobile, gli assassini si allontanarono,
giudicandola spenta. Ma grazie a Dio, ciò che credevamo morte non era che
momentaneo svenimento, e potette il povero giovane, riavutosi dopo un
momento, trascinarsi, coU’ajuto di alcuni viandanti, fino al suo albergo,
dove daE’albergatore non che da amici immantimente accorsi, e specialmente dall’egregio dottor Boggio, gli furono prodigate tutte quelle cure che
erano del caso.
L’annunzio di un così vile assassinio, perpetrato a danno di persona
affatto innocua, e che ad altra cagione non può ascriversi che al fanatismo
religioso il più truce, ha destato dolorosa sorpresa in tutta la popolazione
di Aosta. Le autorità specialmente se no mostrano altamente commosse, e
con energìa si adoprano acciò vengano i colpevoli scoperti, e debitamente
frenata la loro audacia.
Firenze. — Un passo verso l'ordine. — Con vera soddisfazione ricaviamo da uno stampato giuntoci da Firenze, per la posta, che, parte al meno
dei nuovi Evangelici di cotesta città, quelli, crediamo, che si radunano in
piazza Barbano — fatti accorti, come lo sperperamento anziché radunamento della Chiesa sia, a lungo andare, parto immancabile di quella rea
tendenza, di cui andiamo debitori ai forestieri, e che chiamasi Plimufisnio,—
16
hanno sentito la necessità di dare alla loro Chiesa una Costituzione ben de
finita, eleggendosi, per amministrarla, degli anziani, degli evangelisti e dei
diaconi. Ufficio dei primi egli è, dice lo scritto che analizziamo, di « regolare.
« condurre e pascere la Chiesa di Cristo. » — « Un di loro poti’à presiedere
« alle adunanze della Chiesa, onde procedano onestamente e per ordine,
« e potrà essere riconosciuto come sorvegliatore della Chiesa stessa, » Ufficio
degli Evangelisti (da prc,ndersi nel novero degli anziani) si è di «. evangelizzare, » fra i non credenti, « ad ogni richiesta della Chiesa, ovunque lo
richiegga il bisogno e stimi la Chiesa d'inviarli. »
Ufficio finalmente dei Diaconi, si ò, « di concerto cogli anziani, di aver
cura deU’amministrazione della Chiesa, » raccogliendone le offerte, provvedendo alle spese occorrenti, e sovvenendo gli ammalati, le vedove, e gli
orfani bisognosi della Chiesa. — L’elezione per parte della Chiesa assembrata è l’unica condizione posta all’eseroizio di queste cariche, da cui però
la sola volontaria rinuncia od il giustificato demerito potrà rimuovere coloro
che una volta vi saranno stati chiamati. — D’infra gli anziani — il numero
dei quali è indeterminato, e « può accrescere o diminuire a seconda delle
circostanze della Chiesa, e dei doni che in essa si manifestano d — sono desunte due Commissioni, ciascuna di tre membri, incaricate, di rappresentare
la Chiesa, la prima presso il Governo, e la seconda presso i varj Comitati
o Chiese evangeliche, così deH’estero che dell interno. Il regolamento di
cui abbiamo riportato le principali disposizioni è intitolato: Regolamento
organico per la Chiesa evangelica libera italiana che è in Firenze.
Come vedono i lettori, uno speciale ministerio della Parola, è fra le cose
che ancora mancano a questa Costituzione, ma di cui ne siamo certi, la
necessità non tarderà a farsi sentire, e la di cui assenza nel presente regolamento è (se dobbiamo esternare sul proposito tutto il nostro pensiero),
affare di circostanza, più che di principj stabiliti.
Peccato, soggiungeremo che in un regolamento nel quale i soli punti
costitutivi avrebbero dovuto trovare posto, vi si rinvenga all’incontro un’accozzaglia di cose di carattere ed importanza assai diversa, e quel che è
peggio, espresse con termini non sempre chiari e precisi. Peccato ancora,
che abbiano ceduto gli autori del medesimo a quel mal vezzo di cui, insieme
a molti altri, andiamo debitori all'influenza straniera, di parlare di una
Chiesa italiana e libera, in Firenze, come se le Chiese che la predicazione
deU’Evangelo fa sorgere poco a poco in Italia, altro potessero essere chc
italiane, e come se Chiese, le quali non hanno l’ombra di un vincolo col
Governo, avessero bisogno di proclamarsi libere ad imitazione di quelle
che, in esteri paesi, dopo aver .subito quel ràcolo per dei secoli, lo hanno
poi infranto. Ma queste pecche, ed altre ancora non tolgono che noi non
salutiamo, come un vero progresso nel senso dell’ordine, e quindi come
un’avvenimento di cui dobbiamo rallegrarci, la costituzione in discorso di
cui ci siamo provati di far passare la sostanza sott'occhio ai lettori.
Domenico GroEso gerente.
TOKINO — Tirngrafla OT.ATJDIANA, direMn ila K. Trnmbetla.