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Anno 112 — N. 34
12 .settembre 1975 - L. 150
SoedSzìone in abbonamento postale
I Gruppo /70
BT B1.1CTECA V ALDESE
10066 TORRE PEIL ICS
ddle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
1975 - ANNO INTERNAZIONALE DELLA DONNA
La liberazione della donna
resta un problema aperto
La seduta serale nel corso della quale
è stato dibattuto il problema della donna, e di cui si dà relazione qui accanto,
non è stata uno dei momenti più caldi
dei lavori ma certo uno dei più significativi. Per il nostro paese e la nostra cultura in generale, i temi femminili hanno
sapore di cose strane e risibili, le suffragette e le comizianti che chiedono libertà e diritti fanno sorridere.
In realtà anche se non tutto è chiaro,
limpido, e da prendere come oro colato,
anche in questo, come in tutti i problemi reali, esiste l’obbligo di valutare evangelicamente le cose. Quale responsabilità
abbiamo come evangelici nel chiarimento
di questa tematica? Molta ed è auspicabile che l’invito sinodale sia accolto dalle chiese come un invito fondamentale e
non con sorriso di sufficienza. Occorre
se non altro essere abbastanza umili da
riconoscere che siamo italiani e come tali
condizionati da tutto quanto accade attorno a noi e dalla nostra stessa educazione. Riflettere evangelicamente significa
anzitutto essere critici con se stessi.
F. W. Marquardt, professore di
teologia all'Llniversità di Berlino
ovest, autore di un noto volume
sulla teologia di K. Barth: « Teologia e socialismo. L'esempio di K.
Barth», terrà una conferenza su:
Gli scritti sociaiisti
di Karl Barth
giovedì 18 settembre a PINEROLO,
nella sala .valdese di Via dei Mille, n. 1, alle ore 21 e venerdì 19
settembre a TORINO, nel salone
delle attività di Via S. Pio V, 15
(locali sopra la Claudiana), alle
ore 21.
Alle 10,30 di sera, davanti a un Sinodo
stanco di una lunga giornata dedicata ai
regolamenti, è stato presentato, quasi come un diversivo, il problema della liberazione della donna e del suo ruolo nel
rinnovamento della chiesa, su cui si era
discusso nel Convegno organizzato dalla
Federazione delle Chiese Evangeliche a
Torre Pel lice, pochi giorni prima del Sinodo stesso.
I sorrisi e la condiscendenza con cui
una parte dei membri del Sinodo hanno
accolto questo breve dibattito sono il segno — ormai classico — deirimmaturità
e del mal celato senso di insicurezza con
cui molti uomini affrontano questi argomenti: le ironie e le battute più o meno
felici servono a eludere il problema, a
negare che esista, a minimizzarlo, perché
ci si sente incapaci di risolverlo correttamente. Per molti uomini l’idea della
loro superiorità sulla donna fa talmente
parte dell’immagine che si fanno di se
stessi, che l’ammettere l’uguaglianza tra
i sessi rappresenta per loro una angosciosa perdita di' identità, a cui si rffìutaiio.
Ma il messaggio biblico dice il contrario.
Nella società dei tempi biblici la donna
era una sorta di animale da lavoro, ma
Adamo (nel famoso racconto della « costola ») riceve la rivelazione che essa è
« ossa delle sue ossa e carne della sua
carne », ossia che essa è come lui pur
essendo diversa, che è altrettanto urnana e non meno umana di lui, che gli è
dunque uguale e non inferiore; e riceve
questa rivelazione con gioia. Ma fino ad
oggi molti uomini la ricevono invece cori
timore ed apprensione, che cercano di
nascondere con l’ironia.
A conclusione della breve discussione
sinodale su questo tema è stato approvato un ordine del giorno in cui:
Il Sinodo
preso atto del documento conclusivo
del Convegno tenuto a Torre Pollice il 21
agosto 1975 sul tema <c Liberazione della
donna e suo ruolo nel rinnovamento della
chiesa »,
invita le chiese a studiare tale argomento nel corso deiranno ecclesiastico,
sulla base delle relazioni tenute nei convegno stesso, * e degli altri documenti che saranno forniti dal Servizio Studi della Federazione Chiese Evangeliche in Italia,
chiede che nel corso di tale studio,
venga esaminata criticamente l'immagine
della donna che la chiesa trasmette mediante il catechismo, la liturgia, la predicazione, i giornali e le trasmissioni radiotelevisive, la nomina e il funzionamento degli organi direttivi della chiesa e in genere la prassi ecclesiastica.
Nel corso del dibattito sinodale era
stato proposto di eliminare l’ultimo capoverso, che chiede di « esaminare criticamente l’immagine della donna »; chi
ha assistito al Convegno, in cui la sostanza di quest’ordine del giorno era stata elaborata, sa che « esaminare criticamente » qui vuol dire « esaminare alla luce del Vangelo ». Mentre l’antico israelita ringraziava Dio di non essere né schiavo, né pagano, né donna (tutti esseri lontani da Dio e inferiori) l’apostolo Paolo
afferma che in Cristo non vi è « né schiavo né libero, né giudeo né pagano, né
uomo né donna »; l’immagine della donna che la chiesa trasmette rispecchia i
pregiudizi dell’israelita o la parola dell’apostolo? esprime la schiavitù della disuguaglianza o il dono dell’uguaglianza in
Cristo?
L’invito a studiare questi argomenti il
Sinodo lo rivolge alle chiese, non alle
unioni femminili. Tocca infatti alla chiesa tutta verificare la fedeltà della propria
predicazione e del proprio modo di agire. Lì dove esiste esiste un rapporto di
discriminazione, tanto chi la impone come chi la subisce è lontano dalla vera
umanità, anche se in modo diverso. Perciò non basta annunziare che tutti devono convertirsi, che tutti devono essere
liberati, se non si dice da che cosa: la
donna da una subordinazione che essa
subisce e che talora accetta e contribuisce a perpetuare, l’uomo da una subordinazione che egli stesso impone, di cui
beneficia e a cui, normalmente, non vuole affatto rinunciare.
Aldo Comba
Donne attorno al focolare. Immagine orinai tramontata.
Credenti in ascolto
deila parola: vocazione da scoprire nel
processo di liberazione attuate.
La logica
del potere
MARCO 10: 32-45.
Dietro la grande, decisione di
Giacomo e Giovanni di seguire
Gesù a Gerusalemme, cioè sulla
via della morte, c’è un calcolo
che è la negazione della decisione
stessa; una speciale ricompensa,
un posto di privilegio nella gloria
di Dio. Un calcolo al quale è difficile sottrarci perché sotto sotto
ci sembra giusto per la nostra
spiritualità, per il nostro impegno nella vita della chiesa, per la
nostra appartenenza ad una tradizione riformata, per aver speso
una vita intera per la predicazione
delTEvangelo.
Ma tutte queste cose di per sé
importanti e valide ci si rivoltano contro come giudizio nel momento in cui cediamo alla tentazione di ritenerle una pretesa, un
privilegio di fronte a Dio.
Per Gesù, questo atteggiamento è compreso nella stessa logica
dei « principi » e dei « grandi »
che signoreggiano ed impongono
il loro autoritarismo. La logica
del Potere che è il sostituirsi alla
signoria di Dio, la pretesa dell’uomo di costruire la propria salvezza nel suo isolamento da Dio.
La matrice che sta dietro alla
pretesa dei due discepoli e al Potere è sempre la stessa: ribellione contro Dio, sostituirsi alla sua
signoria.
« Ma non è così tra voi ». Quella logica non può trovare posto
nella comunità dei discepoli di
Cristo. Lo sbocco della decisione
di seguire Gesù sulla via di Gerusalemme è ben altro e cioè il servizio che trova la sua motivazione e le sue fondamenta in lui.
Il Figliuol dell’uomo è venuto
per dare la vita sua. La sua vita
è un dono e pertanto è una forza
spesa per conseguire la liberazione dei suoi fratelli. Come prezzo
di riscatto. Il riscatto è l’impossibilità dell’uomo che ha provocato qualcosa di fondamentale e di
irripetibile nei nostri rapporti
con Dio.
In questo avvenimento il nostro
servizio trova le sue fondamenta,
la sua molla. Non avendo più la
preoccupazione di salvarci perché
a questo ha pensato Cristo, siamo
resi liberi di donare fino in fondo
la nostra vita per servire. Il servizio non si fonda su un calcolo
spirituale o politico, ma su quella
vita spesa come forza di liberazione. La comunità cristiana, dunque, è tale non nella misura in
cui esercita un potere religioso, o
esprime una cultura e dei valori
« cristiani », nel nostro caso protestanti, ma nella misura in cui è
una comunità libera di servire, di
aiutare l’umanità a liberarsi dalle forze che la opprimono, spendendosi per questo fino in fondo.
Valdo Benecchì
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I. t
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12 settembre 1975
DIBATTITO SINODALE
COMMISSIONE ISTITUTI OSPEDALIERI VALDESI
Inserirsi nella realtà locale
Un’ora e mezzo di interventi a ritmo
serrato in un'atmosfera a tratti piuttosto tesa hanno caratterizzato il dibattito
sinodale sulla relazione della CIOV. Com'era logico prevedere l’attenzione si è
subito concentrata sul progetto di ampliamento deH’ospedale di Torre Pellice.
Maggiore informazione alle chiese;
maggiore responsabilità
con gii enti locali
Questo progetto era stato presentato
molto sommariamente alle Comunità delle valli attraverso una lettera inviata in
primavera ai pastori ed ai concistori; in
alcune chiese era stato dibattuto in assemblea, in altre soltanto nei consigli di
chiesa. Se ne era discusso inoltre nella
Conferenza del I Distretto ed in questa
occasione era stato approvato un ordine
del giorno nel quale si riconosceva la validità del progetto soprattutto « in previsione dell’assistenza sanitaria ambulatoriale e di medicina sociale ». Si invitava
altresì la CIOV a preparare una documentazione informativa da inviare a tutte
le chiese entro la fine di giugno ed a promuovere incontro pubblici a livello di po
In margine al Sinodo
Al termine del Sinodo abbiamo chiesto
a due deputati che vi partecipavano per
la prima volta quale fosse la loro impressione e come giudicassero i lavori sinodali.
Adriano Morelato, della chiesa di Milano, giovane, fortemente impegnato nel lavoro delle chiese evangeliche milanesi
particolarmente nel settore della ricerca
di un servizio ai minori ci ha detto che,
dopo lo choc dei primi giorni il Sinodo è
ima cosa ottima sotto ogni aspetto. Il
tempo però è poco, anche perché la conoscenza che si può avere dei problemi è
necessariamente scarsa. Almeno la metà
degli argomenti che sono stati affrontati
mi ha colto sprovveduto. Egli, proveniente dal cattolicesimo in cui è vissuto fino
a pochi anni orsono, è stato particolarmente colpito, in maniera negativa, che
ha suscitato in lui tristezza, dalla poca
coerenza che esiste tra i culti del mattino
che potevano essere ottimamente di aiuto per la riflessione, ed il dibattito che li
seguiva immediatamente.
È stato anche colpito, e anche qui non
positivamente, dagli schieramenti cor^
trapposti, che si manifestano anche con
una freddezza di rapporti tra gli uni e
gli altri, mentre rapporti veramente intensi, fraterni nel senso pieno della parola, si hanno solamente fra quelli che appartengono allo stesso gruppo. Così anche si è visto che isu alcum punti di fondamentale importanza il tempo per una
chiarificazione veramente piena è mancato e troppi argomenti sono stati rimandati alle conferenze distrettuali ed alle chiese, rischiando di snaturare il sinodo che
deve essere il luogo di incontro di tutte
le chiese ed in cui gli argomenti di interesse comune devono essere dibattuti. E
peccato che con tutta la conoscenza teologica di cui -dispone la chiesa valdese non
sia posisibile trovare una linea comune.
Questo mi addolora.
Egli spera tuttavia di poter tornare ad
altri sinodi perché in esso vede il centro
della vita della chiesa.
Ernesto Coucourde, uomo di mezza età,
della chiesa di Pinerolo. È stata una bella
esperienza. Il linguaggio non è sempre
molto chiaro per cui si ha qualche volta
difficoltà nel seguire il dibattito. Si accusa spesso che vi siano blocchi contrapposti, ma io non ne ho avuto l’impressione.
Vi sono certo diversità di opinioni, ma
questo è giusto e contribuisce al bene della chiesa per cui tutti lavoriamo.
Il dibattito, specialmente su alcuni temi (in particolare sul giornale unito) è
stato vivo ed abbiamo ascoltato interventi con un contenuto veramente spirituale.
■Troppe volte siamo come una assemblea
parlamentare che perde il suo tempo per
discutere se si debba o no discutere un
certo argomento! E in tal modo si trascurano i punti fondamentali per la vita
delle nostre chiese, come per esempio il
problema dell’istruzione religiosa (scuola
domenicale e catechismo) che è il punto
da cui deve partire il nostro lavoro.
polazione in collaborazione con i Comuni
e la Comunità Montana Val Pellice.
Un progetto più dettagliato, insieme alTinformazione suU’avvenuta classificazione deU’attuale ospedale di Torre Pellice
quale ospedale per lungodegenti e convalescenti, veniva poi presentato su questo
giornale nel numero -del 22 agosto.
Verso un nuovo quadro sanitario
della Val Pellice
Il dibattito sinodale si è svolto alla luce
delle -nuove situazioni venutesi a creare
dopo la Conferenza del I ‘Distretto: da
una -parte Tavvenuta classificazione dell’attuale ospedale con la certezza quindi
che esso si inserisce -nel quadro della riforma ospedaliera. Dall’altra il risultato
delle elezioni del 15 giugno che ha modificato radicalmente il quadro politico regionale, nel senso che ad una giunta democristiana che gestiva il potere soprattutto attraverso le clientele ed il sottogoverno, isi è sostituita una -giunta di sinistra, garanzia questo di un salto di qualità deiramministrazione pubblica e di
un diverso modo di affrontare il problema
delTassistenza e della sanità.
Nel corso del dibattito alcuni interventi hanno -lamenta-to la scarsa informazione ricevuta sul progetto di ampliamento: ciò ha provocato da parte dei
delegati non -delle valli un’assenza praticamente totale dal -dibattito e da parte di alcuni pastori -delle valli il rincrescimento per la confusione venutasi a
creare tra il problema della classificazione e quello délTampliamento: « ci
era parso in un primo tempo che Ta-mpliamento -fosse necessario per poter
ottenere la classificazione, invece non
era così » è stato detto da qualcuno.
Da altri è stato rilevato che il progetto
non dà informazione di carattere finanziario né sulTentità -della spesa, né
sulle possibilità -di reperire i fondi.
Ma nelTinsieme il -dibattito si è concentrato sull’ordine del giorno votato dalla commissione d’esame e
poi votato quasi alTunanimità (con pochi astenuti) dai membri -del Sinodo,
che affronta il problema dell’assistenza
sanitaria nella Vài Pellice da un punto
di vista globale e che rifiette concretamente la situazione -attuale, cioè la
mancanza di preparazione e di programmazione esistente in questo campo.
Per una gestione popolare
della salute
NeU’ordine del -giorno, -dopo il doveroso ringraziamento alla CIOV per
l’impegno profuso in vista dèU’acquisizione della classificazione, si ribadisce che « r-assdstenza ospedaliera è
compito istituzionale dello Stato » e
che la « gestione di tutte le unità locali dei servizi sanitari e sociali compete alla Comunità Montana », in linea
questo con To.d.g. sulla asisdstenza ai
minori approvato il giorno precedente.
Si danno inoltre alcune indicazioni
precise:
• si invita la CIOV a promuovere con
la Comunità Montana e i Comuni della
Val Pellice i programmi ospedalieri
che dovranno essere redatti al più presto visto che proprio in questo periodo
la Comunità Montana sta preparando
il piano -di sviluppo socio-economico
della valle, nel quale i servizi hanno
una parte molto importante.
• si invita la CIOV a provuovere con
la Comunità Montana ed i Comuni
della Val Pellice degli incontri pubblici a livello -di base, al fine di coinvolgere tutta la popolazione isui problemi della salute, in modo da poter
arrivare ad una definitiva soluzione del
problema ospedaliero (tenendo conto
delle disponibilità attuali e delle necessità) e ad una chiarificazione e maturazione su questi problemi. A questo
proposito, se un lavoro è iniziato per
quanto riguarda gli anziani, non bisogna dimenticare l’assoluta mancanza
nella valle di servizi specializzati nel
campo della pediatria, né il problema
della medicina scolastica in cui si riscontrano pure grosse carenze. Non
bisogna dimenticare il problema della
medicina del lavoro, che deve risolversi ad un livello -decisamente preventivo (di ambiente di lavoro, di dis-locazione del posto di lavoro, di organizzazione del lavoro, ecc.) in stretto col
-legamento e sotto il controllo delle organizzazioni dei lavoratori.
• si invita poi la CIOV e le Comunità
ad occuparsi attivamente di questi problemi inserendosi -nella linea di azione
della Comunità Montana e -dando un contributo -di esperienza e di iniziativa.
E chiaro che Timportanza di questo ordine del giorno verrà valorizzata solo se
non rimarrà sulla carta ma se effettivamente ci sarà un impegno da parte delle
comunità, dei singoli membri, di tutte
quelle persone che per esperienza personale e per concreta situazione di lavoro
sono più a contatto e vengono maggiormente coinvolti da questi problemi. E
perciò necessario un notevole sforzo di
informazione e di -dibattito affinché le
soluzioni per il futuro non nascano nell’isolamento o dalla buona volontà di poche f>ersone, ma siano il frutto di una
presa di coscienza reale su problemi così
importanti come quelli della salute, ricordandoci appunto che l’esperienza storica
che la Chiesa Valdese ha fatto nel campo
delTassistenza ,soprattutto nelle valli, deve inserirsi sempre più concretamente a
livello di tutta la popolazione.
Aldo Ferrerò
Cariche amministrative
Elezioni :
Il Sinodo ha proceduto alla elezione
dei membri della Tavola. Sono risultati
eletti :
Past. Aldo Sbafa, moderatore.
Past. Giorgio Bouchard, vice moderatore.
Past. Guido Colucci, membro.
Past. Gino Conte, membro.
Past. Salvatore Ricciardi, membro.
Prof. Marcella Gay, membro.
Dr. Marco Tullio Piorio, membro.
Nel Consiglio della Facoltà di teologia
sono stati eletti:
Prof. Vittorio Subilia, decano.
Prof. Bruno Corsani, membro.
Prof. Paolo Ricca, membro.
Prof. Franco Dupré, membro.
Prof. Giorgio Spini, membro.
Nella Commissione degli Istituti Ospitalieri Valdesi il prof. Dario Varese è
stato rieletto per un quinquennio come
membro effettivo, mentre al posto del
dimissionario sig. Ilario Coucourde, membro onorario è stato eletto il sig. Renato
Long, anch’egli membro della comunità
di Pomaretto.
Nel Comitato del Collegio Valdese sono stati rieletti:
Enrica Malan, Guido Ribet, Ruth
Tourn, Guido Baret, Franco Sappé, Sergio Gay e Giovanni Conte.
In tema di liberazione
della donna
Il Past. S. Giambarresi ci ha inviato
questa corrispondenza in cui spiega le
motivazioni alla sua astensione dal voto
sull'ordine del giorno sinodale concernente la liberazione della donna. Ci è parso
interessante pubblicarla come stimolo ad
un eventuale dibattito sulle pagine del nostro giornale. Red.
1) Non sono contrario a che si -riveda
nella Chiesa il ruolo della donna purché
si elimini dalle liturgie, dai catechismi e
da tutto il resto ogni residuo pregiudizio
che postuli una pretesa inferiorità della
donna rispetto all’uomo.
2) Ciò che mi preoccupa è lo spirito
con cui verrà fatto questo lavoro e le possibili esagerazioni e strumentalizzazioni.
3) Da un punto di vista teologico, vorrei che fosse chiaro che in Cristo non
c’è né uomo né donna. Non c’è contrapposizione di sessi, ma complementarietà.
Il fatto che gli uomini abbiano dimenticato questo e siano diventati oppressori
e che le donne abbiano dimenticato questo e abbiano accettato di essere fatte
schiave costituisce il peccato dell’uomo
e della donna. Un discorso di liberazione
della donna non può essere che un discorso globale di liberazione dell’uomo e
della donna. Se le donne sono schiave,
dipende anche dal fatto che gli uomini
sono schiavi di determinate mitologie e
pregiudizi che non hanno ragione di essere in Cristo.
4) Dal punto di vista socio-politico, vi
sono due rischi che vorrei fossero evitati. Il primo è che la lotta di classe si traduca nella lotta fra i sessi. Il secondo è
che la crisi in atto della famiglia sia ulteriormente aggravata dalla preoccupazione di essere alla moda e dunque femministi, più che fedeli alTEvangelo.
5) Una donna totalmente liberata che
arrivasse fino al punto di prendere il posto che oggi è degli uomini non farebbe
altro che passare dalla sua schiavitù attuale alla schiavitù che oggi è propria
degli uomini nella società borghese. E
per questa ragione che io preferirei vedere uomini e donne impegnati insieme
nella stessa lotta di liberazione contro
l’oppressore comune, sia esso di natura
culturale (miti, pregiudizi, etc.) sia esso
di natura socio-politica. Nella situazione
attuale, gli uomini, che devono subire
fuori casa tutte le umiliazioni e frustrazioni che sappiamo, si rifanno sulla moglie in casa. E necessario che questo meccanismo sia spezzato, inducendo uomini
e donne a battersi sullo stesso fronte.
Il mettere gli uomini nella condizione
di chi è attaccato da due fronti, dall’esterno e dall’interno della casa, non gioverebbe alla causa della liberazione della donna che in modo molto illusorio e
problematico. In realtà chi oggi ha interesse ad agire secondo l’adagio «divide
et impera » non è la donna ma il padrone del vapore.
Samuele Giambarresi
COLLEGIO VALDESE
Lavoro regolare
Il dibattito non ha certo assunto i toni accesi degli anni « critici » perché ormai la grande maggioranza del Sinodo
avverte che questi Istituti esistono, che
sono richiesti dalle popolazioni locali e
che rappresentano un serio impegno della Chiesa, anche se qualcuno è tuttora
convinto che esercitino un’azione dì retroguardia. Quest’ultima convinzione, trasparente anche in certe osservazioni della Commissione d’Esame, era espressa
in taluni interventi che sollecitavano il
Comitato e gli organi collegiali delle
scuole a prendere in attenta considerazione gli esperimenti, in atto anche in
Valpellice, di « biennio superiore unitario», e consigliavano una possibile realizzazione in tal senso nel Collegio e/o
nella Scuola Latina. Assicurazioni di
apertura in proposito, qualora si uscisse
dall’attuale fase di incertezza sperimentale e le riforme si precisassero più prossime e reali, venivano date dal Preside
del Ginnasio-Liceo e dal Presidente del
Comitato.
Da qualche parte si esprimevano critiche e perplessità alTimportanza (per
qualcuno eccessiva) data alla fede evan
gelica dei docenti nella compilazione della graduatoria aspiranti agli incarichi di
insegnamento o alla confessione religiosa
degli alunni richiedenti l’iscrizione alla
1’ media. Da parte dei responsabili è stato precisato che è giusto, per avere sufficiente margine di sicurezza che garantisca l’autonomia dell’Istituto, attribuire
un congruo punteggio agli aspiranti docenti evangelici; per quanto riguarda gli
alunni, stante in gran numero di domande d’iscrizione, è opportuno dare in primo luogo un’importanza determinante al
Comune di residenza indipendentemente
dalla confessione religiosa, e assumere
un criterio preferenziale solo in un secondo momento, sempre in relazione al
numero dei posti disponibili. È appunto
quanto è stato fatto quest’anno.
A. Donini
Il Sinodo esprime la propria riconoscenza al corpo Insegnante del Collegio e della
Scuola Latina per il fedele servizio svolto
nell'insegnamento in queste scuole.
Il Sinodo, preso atto dell'impegno con
cui il Comitato del Collegio e della Scuola
Latina ha svolto il suo lavoro, lo ringrazia.
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12 settembre
CRONACA DELLE VALLI
alie valli ieri
Sul tema della processione avvenuta ad
Angrogna, e di cui abbiamo parlato la volta scorsa, abbiamo ricevuto da un lettore
questo significativo estratto dal volume
del pastore E. Bonnet, Les temples d’Angrogne, 1882. Non è necessario, pensiamo,
tradurre questo testo, e sarebbe d'altra
parte impossibile senza tradire il senso
di humor e di ironia che lo anima.
Certo l'immagine di questo ragazzino,
■che si stringe timoroso contro suo padre
durante il culto mentre fuori passa la
processione accompagnata da litanie gridate e da scoppi di petardi è l'immagine
■delle valli di ieri e non possiamo che rallegrarci che sia di ieri. Una pagina di
storia comunque che è interessante rileggere oggi a distanza di un secolo per valutare il mutamento dei tempi.
« ...le curé avait pris l'habitude peu charitable d'y conduire sa procession pen
dant que nous célébrions notre culte.
Nous fermions soigneusement les portes,
mais la voix des papistes subissait un crescendo progressif à mesure que ces derniers approchaient du temple des barbets, et que leur zèle s'enflammait.
J'étais alors petit garçon et je me serrais contre mon père parceque j avais
peur de ces grosses voix et des fortes et
fréquentes détonations qui faisaient trernbler les vitres du temple; je ne pouvais
concevoir que le Seigneur prît plaisir a
être loué avec la poudre à canon. Plus
mais la voix des papistes subissait un crepénétrer iusqu’à moi dans l'égiise, et Mr.
Pierre Monastier, l'un de mes prédécesseurs, a vu l'huissier communal, qui avait
la même foi que le curé et que le syndic^
d'alors, entrer dans nostre temple et lui
imposer silence, parceque... la procession
passait...! C'était avant 1848, et nos plaintes étaient fort peu écoutées... ».
Etienne Bonnet, Les Temples d'Angro
gne 1882.
G. Tourn
Tavola Valdese________________
COMUNICATO
In seguito alla nomina del pastore
Marco Ayassot quale pastore titolare della Chiesa di Pinerolo, la Tavola proclama la vacanza della Chiesa di Prarostino, a decorrere dal 1®
ottobre 1975.
La Tavola proclama la vacanza della
Chiesa di Villar Pedice, a decorrere
dal 1® ottobre 1975.
La Tavola proclama la vacanza della
Chiesa di Rorà, a decorrere dal 1®
ottobre 1975.
Preso atto della nomina del pastore
Sergio Rostagno a professore straordinario per la cattedra di teologia sistematica della Facoltà di teologia,
la Tavola proclama la vacanza della
Chiesa di Pomaretto, a decorrere dal
1® ottobre 1975.
La Tavola proclama la vacanza della
Chiesa di Firenze, a decorrere dal 1®
ottobre 1975.
Le designazioni dei nuovi pastori dovranno aver luogo entro il 31
in base agli artt. 17, 18, 19, 20 dei RR.OO.
Aldo Sbafa
Moderatore della Tavola Valdese
Comitato di Rodaxione: Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Mìchelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tuilio Vioia.
Direttore: GiORGiO TOURN
Direttore responsabile: GINO CONTE
Amministraiione : Casa Vaidese, 10066 Torre Penice - c.c.p. 2/33094 intestato a L'Eco
delie Valii - La Luce - Torre Peilice
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semestrale l. 2.500
estero annuo l. 6.000
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per parola.
Reg al Tribunale di Pineroio N 175
8 luglio 1960
Coop. Tipografica Subalpina - Torre Peiiice
Luserna S. Giovanni
• In occasione del raduno dell’Ass. Naz.
Alpini che ha avuto luogo domenica scorsa a Luserna, il corpo musicale dell’ANA
di Pinerolo ha fatto visita nel pomeriggio al nostro Asilo dei vecchi ed ha intrattenuto gli ospiti con un concerto bandistico che è stato molto applaudito. Gradita in modo particolare è stata l’esecuzione dell’inno 167 della nostra raccolta.
Il Gruppo locale ha poi consegnato alla direzione un pacco dono a favore dell’Asilo.
• Sabato pomeriggio un mesto corteo
accompagnava all’estrema dimora terrena le spoglie mortali della sorella Griglio Enrichetta Magneti, deceduta all’Asilo Valdese all’età di anni 80.
Alla famiglia in lutto la comunità esprime le più sentite condoglianze.
• Si ricorda ai genitori che la Scuola
Materna Valdese aprirà i suoi battenti
il giorno 15 settembre alle ore 9.
Tutti gli interessati sono cordialmente
invitati ad intervenire.
Rorà
Perrero
Seguendo l’esempio di altri Comuni
della zona, anche gli amministratori del
Comune di Perrero, nel corso di una seduta aperta che ha avuto luogo a Perrero il 5 settembre, hanno nominato alcune commissioni che dovranno affrontare
i numerosi problemi locali: questa decisione è stata presa in parte per scaricare la giunta da impegni troppo gravosi,
ma soprattutto per rendere tutti consiglieri partecipi in modo responsabile della gestione della cosa pubblica.
Oltre ai consiglieri comunali possono
far parte delle commissioni i cittadini
interessati alle questioni da trattare, con
l’eventuale consulenza di esperti. Ogni
commissione studierà i problerni di sua
competenza e riferirà al Consiglio, che
potrà decidere con piena conoscenza di
causa.
In questa prima seduta a carattere
orientativo, sono state ritenute necessarie le seguenti commissioni: Istruzione e
cultura; lavori pubblici; artigianato,
commercio, turismo e sport ; urbanistica
e assetto del territorio; agricoltura e boschi; assistenza sanitaria e occupazione.
L’amministrazione comunale ha anche
deciso di eseguire alcuni lavori particolarmente urgenti, chiedendo alla popolazione un contributo volontario di mano
d’opera, per evitare spese attualmente
insostenibili dal magro bilancio del Comune I lavori comprendono la sistemazione di tutte le scuole prima dell’inizio
dell’anno scolastico, l’asfaltatura di due
tratti delle strade comunali di Riclaretto e S. Martino e il riattamento interno
della camera mortuaria del cimitero di
Perrero, oltre a parecchi altri di interesse locale.
Torre Peilice
• Al culto di domenica scorsa l’anziano
A. Tourn ha riferito fedelmente ed in
modo obiettivo sui lavori del Sinodo, al
quale egli ha partecipato come deputato
di questa chiesa.
• Il prof. Jean Gonnet ha dato nella sala delle attività della chiesa ima interessante serata con proiezioni luminose sui
« Templi di queste valli ».
• Una comitiva di protestanti della Danimarca, guidati dai sigg.ri Deodato di
Pinerolo, è giunta fin quassù e si è interessata ai problemi della nostra chiesa
locale.
• Sono in fase di realizzazione i lavori
programmati dall’Amministrazione Comunale nella sede dell’Associazione Combattenti di Rorà. L’associazione li ha
messi a disposizione per sistemare le aule scolastiche, Tambulatorio ed un locale per incontri.
• Si prevede di avere al più presto questa opera realizzata. Anche il Parco Montano del Eric, realizzato col concorso dell’Assessorato Provinciale alla Montagna
è ormai sistemato, munito di fontane,
panchine, segnaletica è destinato ad accogliere un numero sempre maggiore di
turisti in una località fra le più caratteristiche della valle.
Bobbio Pollice
Nel corso del culto di domenica 7 settembre è stato amministrato il battesimo
a William Moras, di Luigi e Lidia Bon
jour.
Villar Peilice
Sabato 6 settembre, nel nostro tempio,
si sono sposati Franco Giuseppe Vecco
di Angrogna e Vera Charbonnler di Torre Peilice. Agli sposi che stabiliranno la
loro residenza a Luserna San Giovanni
rinnoviamo i migliori auguri.
San Secondo
• Domenica 7 settembre il Culto al Centro è stato presieduto dal past. Giorgio
Tourn, al quale va il nostro ringraziamento! Erano presenti un gruppo di fratelli provenienti dalla Danimarca e una
rappresentanza dei partecipanti al 6® Incontro franco-svizzero-italiano dei gruppi dei « Poyers Mixtes » che si svolgeva
a Luserna S. Giovanni. A questi fratelli
è stato rivolto il saluto a nome della comunità.
• Il Concistoro si è riunito in seduta ordinaria sabato 30 agosto alle ore 21 per
un primo esarne dei risultati del Sinodo.
È stato fissato il calendario per la ripresa delle attività.
• L’annuncio della resurrezione è stato
proclamato a consolazione dei familiari
di Giovanni Bertalot (Appiotti), deceduto il 3 settembre.
Giornata Amici dol Collogio
Oltre 100 persone hanno preso parte
al pranzo annuale degli amici del collegio
presso il ristorante Vandalino.
Al termine del pranzo il presidente del
comitato amici del collegio, dott. E. Gardiol, ha aperto la serie di interventi in
cui sono stati ricordati i vecchi tempi
della giovinezza; alcune poesie si sono
aggiunte a questo momento rievocativo.
Più tardi, nell’aula sinodale il comitato
amici del collegio ha riferito sull’attività
deU’anrio trascorso. La seduta si è conclusa con la riconferma del Consiglio direttivo uscente.
Il tradizionale bazar, allestito dalle signore dell’Unione Femminile, ha avuto
luogo nel pomeriggio di domenica 31 agosto con una larga partecipazione di pubblico.
L’incasso è stato più che soddisfacente
ed ha premiato l’opera di queste sorelle
che si ritrovano ogni mese per preparare
insieme, con un paziente lavoro, i vari
oggetti in vendita.
Ad esse va la riconoscenza della comunità ed a tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita della festa. Un
grazie anche ai vari donatori che con le
loro offerte hanno permesso di allestire
la ricca lotteria.
Ospedale di Pemaretto
L. 20.(M)0:
Poet Oreste, Chiotti Superiori, Riclaretto; In
memoria di Sappè Davide : i fratelli e le sorelle, PramoUo.
L. 36.000:
Modesto Elia, Cercenasco.
L. 40.000;
Gay Aldo, Torre Peilice.
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA - RORA'
Dal 13 al 19 settembre
Dett. PIERO SCAR06NINA
Via Tegas - Tel. 90092 - Luserna S. Giovanni
FARMACIE DI TURNO
TORRE PELLICE
Domenica 14 settembre
FARMACIA MUSTON ( Dr. Menassero)
Via della Repubblica, 25 - Tel. 91.328
Martedì 16 settembre
FARMACIA INTERNAZIONALE (Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Peilice
LUSERNA SAN GIOVANNI
Domenica 14 settembre
FARMACIA VASARIO (Dott. Gaietto)
Via Roma, 7 - Tel. 90.031
AUTOAMBULANZA
Torre Peilice: Tel. 90.118 e 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Peilice: Tel. 91.365 - 91.300
Luserna San Giovanni: Tel. 90.084 - 90.085
a colloquio
con i lettori
Sig. Direttore,
Ho letto sul n. 29 del 25 luglio u.s. l’appello
del past. Tullio Vinay, invitante i lettori ad inviare al ministro dei LL.PP. una lettera pregandolo di rivedere il tracciato di una autostrada
che spezzerebbe una fiorente azienda agricola,
frutto di 14 anni di lavoro di quel centro evangelico.
A me sembra una inutile manifestazione, destinata a non cambiare minimamente il progetto dell’ANAS, perciò da queste colónne vorrei
pregare il past. Vinay a interessare l’on. La
Malfa, vicepresidente del consiglio e parlamentare siciliano di intervenire per far cambiare il
progetto, presentandogli eventualmente un tracciato di variante.
Questo a livello amministrativo di governo,
ma a livello politico, potrebbe venire interessata
la direzione del P.S.I. e mi pare che la Sicilia
abbia un deputato socialista, appartenente ad
una chiesa evangelica.
Potrebbe essere eventualmente interessato anche l’on. Visentini segretario del P.R.I. e perché no, l’on. Berlinguer...?
Cav. Gino Simoni
Non sappiamo se Tullio Vinay vorrà
seguire questo consiglio del nostro lettore; pubblichiamo questo scritto a smentire la affermazione secondo cui imbavagliamo il pensiero dei lettori.
Il Direttore
Piedicavallo
Chiesa quasi gremita in occasione del
culto in lingua piemontese domenica 7
settembre; simpatizzanti, villeggianti, appassionati della lingua piemontese, un
buon gruppo di fedeii guidati dal sig.
Edoard Bert.
Il culto, interamente in piemontese, è
stato preparato da Camillo Brero che ha
provveduto alla traduzione degli inni (14,
134 e 299) di cui ha dato lettura prima
del canto; inoltre ha letto, in piemontese moderno, un brano dell’Evangelo di
Luca. Il pastore E. Ayassot (che, data la
circostanza, non ha voluto fare una predica che desse il sospetto di profittare
dell’occasione per fare del proselitismo)
ha parlato sull’amore di Cristo come è
presentato nei quattro evangeli.
Diamo qui appresso la traduzione dell’inno 14 cantato dall’assemblea in questa occasione.
1) Làuda a Nòstr Gran Signor
Làuda al Signor éd la glòria...
del nostr Sant Redentor
cantoma soa gran vitoria.
Cantoma ansem
e nòstra gòj
dijoma ansem
an tera e an cel adoroma.
2) Làuda a Nostr Gran Signor
dominator éd la tèra,
Dzora j'ale 'd sò amor
san l'ha portane ant soa sèra.
Chiel an sosten,
andé con Chiel an conven
Chiel vincerà nòstra güera.
3) Làuda a Nòstr Gran Signor
sorgent éd grassia infima.
Chiel a Té nòstr onor,
fòrsa, 'I benesse e la vita.
Ant él dolor
a l'é con noi Nòstr Signor
che vzin a Chiel a n’anvita.
4) Làuda a Nostr Gran Signor
Chiel che dal cel l'ha parlane
e nòst Sant Redentor
per nòstr amor l'ha donane
Chiel n'ha quatà
e da tut mal liberà
Chiel dal pecà l'ha salvane.
Centro Studi Dolciniani
Prima del culto il Dr. Gustavo Buretti
ha illustrato il lavoro di ricerca, di documentazione e bibliografia svolto durante l’anno da questo centro studi. Come
l’anno scorso, la seconda domenica di
settembre sarà dedicata alla commemorazione di questo movimento ereticale
che interessa particolarmente le vallate
del Sesia.
AVVISI ECONOMICI
COMPRASI casetta libera acqua luce giardino.
Luserna San Giovanni, Torre Peilice, Pinerolo. Telefonare Torino 394131.
Livorno, 25 agosto 1975.
ASSUMIAMO segretaria pratica amministrazione, possibilmente conoscenza lingue. Offriamo
stipendio, assicurazioni, eventualmente anche
vitto-alloggio. Scrivere : Istituto Gould, via
Serragli 49, 50124 Firenze.
4
12 settembre 1975
NAIROBI 1975
3 - Una pedagogia liberatrice
i fraintendimenti dell insegnamento religioso in Italia - Posizioni dell’insegnante di
fronte al problema - Una vera conoscenza biblica supera gli attuali condizionamenti
«Educare non signifìca tanto insegnare, quanto impegnarsi nella realtà con gli
uomini, imparare a vivere, incoraggiare la creatività. Vuol dire credere in Dio
e nella Sua potenza. Vuole dire liberare l’umanità dalle catene che impediscono 1 irradiazione deU’immagine di Dio. Questo implicherà inevltahilmente un
cambiamento radicale negli ohiettivi, nel contenuto e nei metodi della nostra
opera pedagogica ».
(Messaggio alle Chiese - Assemblea del Consiglio Mondiale dell’Educazione cristiana - Lima, Perù, 1971).
In quale modo la visione cristiana della libertà e della comunità umana suggerisce un rimaneggiamento delle priorità
e dei metodi educativi nella vostra società
e nella vostra Chiesa? Quali elementi dovranno essere particolarmente sottolineati dai delegati dell'Assemblea di Nairobi?
L’Assemblea di Upsala (1968) si è riunita nello stesso anno in cui, in molti paesi, VUniversità tradizionale è stata violentemente contestata. Negli anni seguenti è
diventato evidente che l'educazione attraversava complessivamente una crisi profonda ed universale. L'Assemblea di Nairobi dovrà fare il punto al riguardo. Le
Chiese, in questo campo, hanno della responsabilità da esercitare tanto più perché esse stesse sono sempre impegnate in
un processo di formazione dei loro membri.
Dobbiamo quindi domandarci se la visione dell’azione salvatrice del Cristo non
ci deve condurre ad un rinnovamento totale dei sistemi di educazione e dei programmi elaborati dalle Chiese per la formazione dei loro membri. L’azione salvatrice del Cristo mette in questione tutte
le forme di schiavità dell’umanità, comprese l’ignoranza, l'indifferenza e la impermeabilità. In questa linea tutti gli uomini sono chiamati a sviluppare le loro
possibilità nel seno della comunità.
Non c'è dubbio che l’equivoco maggiore della nostra situazione in campo educativo è dato dal Concordato tra ia Santa Sede e l’Italia deH’ll febbraio 1929.
Ma già molto tempo prima, nel 1923, una
legge sanciva che « a fondamento e coronamento dell’istruzione elementare in ogni suo grado è p>osto l’insegnamento
della dottrina cristiana ¡secondo la forma
ricevuta dalla tradizione cattolica ». Ancora oggi i programmi ministeriali si richiamano a questa formula e le danno attualità sempre nuova.
Tutte le forme di protesta contro questo connubio tra dottrina cristiana e religione di stato, sono buone. Non possiamo certo pensare che il Concordato cada
da sé, se non ci sono dei maestri che rifiutano sistematicamente di sottoporsi
alla sua logica, e mettono continuamente
in imbarazzo autorità scolastiche e religiose. Solo degli ingenui possono credere
che le leggi verranno cambiate senza nessuna forma di pressione e di agitazione.
Sarebbe come se un sindacato andasse al
tavolo' delle trattative lasciando ben tranquilli ai loro posti tutti gli operai che
rappresenta. Chi non vuole una legge deve cominciare a non più servirsene là dove ciò è possibile.
Ecco perché oggi molti non vogliono
più insegnare religione neirambito della
scuola. Alcuni pensano certamente che
questa forma di protesta degli insegnanti crea disturbo nella scuola: in effetti
solleva molti problemi pratici (orari, trasporti, ecc.). (Queste cose sono inevitabili
nella misura in cui si è convinti della
bontà dell’obbiettivo finale.
Si 0 no all’insegnamento
della religione nella scuola?
Esistono invece inconvenienti di altro
genere, che non dovrebbero esser sottovalutati. Smettere semplicemente di insegnare religione infatti è una soluzione
superficiale e semplicistica. Un recente
libro della nostra Editrice Claudiana documenta che l’insegnamento cristiano In
certe scuole ed attraverso certi libri di
testo si riduce ad una povera « filosofia
della vita » per le classi subalterne. I motivi cristiani di soblietà e concretezza vengono utilizzati come sostegno della società attuale, che essi idealizzano. Insegnare religione significa allora macchiarsi di
un doppio « alto tradimento »: tradire il
messaggio evangelico e tradire la gente
che in esso crede.
Contro un cattivo insegnamento della
religione gli insegnanti protestano smettendo di insegnare religione. Ma questa
soluzione non è convincente. Imboccare
questa strada, senza nessuna altra aggiunta, vuol dire scegliere di diventare un po’
più ignoranti, cosa che, per dei maestri,
non sembra corretta.
A questo punto dovrei fare un elenco:
1) Gli insegnanti che continuano tranquillamente ad insegnare religione, inconsapevolmente al di là di tutte le problematiche;
2) gli insegnanti che non insegnano religione, perché è comunque ed in ogni
caso un condensato moralistico-ideale
ad uso della massa; la presa di coscienza della realtà da parte della massa non potrà che farsi contro la religione;
3) gli insegnanti che ancora (o di nuovo!)
j^nsano che il vero insegnamento anti-religioso sia un insegnamento religioso corretto.
Naturalmente esisteranno posizioni ancora diverse. Nel 1929 il filosofo antifascista P. Martinetti approvava l’insegnamento religioso dato dallo stato proprio
per evitare che tale insegnamento venisse dato da una chiesa. Egi vedeva idealmente nello stato il garante della libertà
(per lui la religione era sostanzialmente
libertà ed arte) e nelle chiese i nemici
subdoli delle libere coscienze. Oggi certamente molti pensano in modo opposto:
la scuola costituisce il più perfezionato
apparato dello stato per condizionare le
coscienze; mentre forse, timidamente,
nelle chiese si trova ancora un ambito di
completa libertà di coiscienza, naturalmente a patto che l’ispirazione evangelica sia autentica.
Può esser utile analizzare una per una
tutte queste posizioni. Tutte hanno qualche cosa in proprio favore (la numero 2
non meno delle altre). Tuttavia a noi pa
re che la verità non si trovi a priori né
nelTuna né neH’altra. E vorremmo brevemente spiegare il perché;
Tanto gli stati quanto le chiese ci hanno dato (e continuano a darci) esempi di
dogmatismo nel ragionamento: questo è
asservente, quest’altro è liberante; questo è vietato perché corrompe i costumi,
quest’altro è propagandato, perché li purifica; la religione è proibita oppure la
religione è favorita in base a dei presupposti dogmatici.
Religione e realtà storica
La realtà invece continua a darci esempi che smentiscono il dogmatismo, e per
starle dietro veramente occorrerebbe forse essere solo un po’ più dialettici. Intendo dire che la realtà umana nella storia
è così contraddittoria, che ad un dato momento la religione è asservente, mentre
in un altro momento è liberante e l’ateismo, poniamo, diventa un dogma soffocante. Le posizioni hanno cioè la proprietà di cambiare nel corso della storia, e
tenerlo presente significa essere non più
dogmatici, ma dialettici.
Le posizioni elencate sopra sono tutte
vere in quanto critiche le une delle altre,
e insieme sono tutte false, se prese come
una ricetta che deve risolvere una volta
per sempre il problema per la felicità
eterna delTumanità. Con questo ragionamento io contesto che il contrario delTdnsegnamento religiosa asservente sia il
non-insegnamento religioso e mi sembra
una strada troppo facile quella di im ipotetico insegnante il quale, sottraendosi
alTobbligo di insegnare religione, diventasse agnostico e quindi solo un po’ più
ignorante in questa materia. Questa ignoranza laica è infatti il corrispettivo del
sapere clericale e lo favorisce in tutti i
sensi. Quando invece il laico comincia a
studiare la Bibbia, la chiesa clericale trema, perché sa che la ben codificata dottrina cui essa ha dato il nome di « dog
la settimana internazionale
a cura di tul No viola
LE CAUSE LONTANE E PROFONDE
DELLA CRISI PORTOGHESE
-he Roger Garaudy ha pubblicato, su tale argomento, uno splendido articolo
(«Le Monde» del 20.8.’75) dal quale vogliamo qui riportare alcuni passi significativi.
« Come si è arrivati alla situazione attuale, un anno e mezzo dopo la grande
esperienza nata dalla caduta del fascismo? È. un problema che interessa tutti
coloro che, in Francia e in Europa, vogliono andare verso il socialismo. Le lezioni dell’esperienza portoghese, dopo
quella del Cile, possono essere determinanti per la loro strategia e la loro tattica, così come per la riflessione sul significato del socialismo. (...)
Oggi il Portogallo è minacciato da una
contro-rivoluzione provocata dai nostalgici del fascismo salazariano. La CIA
americana (aiutandoli, come altra volta
fece per i fascisti cileni) fa passare uomini ed armi attraverso tutte le frontiere della Spagna. I “pogrom" anticomunisti del Nord, accesi da certi prelati come mons. Da Silva, che furono i propagandisti più efficaci della dittatura e del
colonialismo portoghesi, dimostrano che
la controrivoluzione, come già il movimento degli “chouans” nella rivoluzione
francese ', può trovare una base di massa negli elementi più arretrati della classe contadina (come, del resto, nella borghesia e nell’esercito). (...)
Il gruppo di ufficiali che, il 25.4.'74, cacciò Gaetano e i suoi seguaci, è lungi dall’esser omogeneo: essi hanno in comune
soltanto la collera contro un potere che
li costringeva a continuare una guerra
persa in partenza. I più intelligenti di
loro avevano preso co.scienza di quanto
faceva la forza dei loro avversari, cioè dei
guerriglieri dell’Angola, del Mozambico e
della Guinea: la fiducia e l’appoggio delle masse popolari. Il regime portoghese,
invece, si appoggiava soltanto sulla repressione e sul terrore. Quegli ufficiali
costituirono l’ala in movimento, la parte
dinamica dell'esercito. (...)
Malgrado la spontaneità, il disordine
dell’improvvisazione^, l’inesperienza politica derivanti da quarantanni di dittatura, un popolo cominciava ad orientarsi.
il
a tastoni, verso la democrazia e il socialismo. Nessuna idea precisa, ma una confusa speranza comune. I militanti comunisti (in numero di circa 3000, usciti tutti dalla clandestinità) vi godevano d’un
immenso prestigio, grazie al coraggio dimostrato di fronte alla repressione selvaggia del fascismo. Molti preti resistenti (malgrado la gerarchia) uscivano dalle prigioni come i comunisti e partecipavano, insieme con numerosi cattolici,
al movimento, con la volontà di cambiare la politica del loro paese e di testimoniare per una chiesa rinnovata. I socialisti, i liberali, tornati da un lungo esilio,
tutta quella massa in movimento contribuì a radicalizzare una gran parte dell’esercito, in tal modo che i tentativi del
generale Spinola, per fermare la marcia
verso il socialismo, furono infranti.
Il “riflusso" (chiamiamo così il “punto
di rottura" con le masse) cominciò quan
do le tre principali forze politiche: i
MFA ( = Movimento delle Forze Armate)
il PCP (=Partito Comunista Portoghese),
il PSP (= Partito Socialista Portoghese)’
pretesero, ognuno a suo modo, d'impadronirsi del movimento e di dirigerlo
“dall’alto”, in funzione di “modelli" d’importazione che non corrispondevano alle
condizioni proprie del Portogallo.
Cci ti militari, che signavano un socialismo paternalista (vagamente “peruviano"), s’improvvisarono pedagoghi della
rivoluzione nelle loro assemblee di “dinamizzazione culturale , per inculcare gli
slogans discesi dall’alto’’. Taluni comunisti, come Alvari Cunhal (la cui integrilà e il cui coraggio personale sono fuori
di discussione), erano incapaci di concepire il socialismo al di fuori degli schemi sovietici. Taluni socialisti identificavano il socialismo con l’elettoralismo e il
riformismo della socialdemocrazia tedesca.
Al dilà di tutte le loro divergenze, queste persone avevano in comune Tillusione di poter "far discendere il socialismo
dall’alto”: sia che si trattasse d’un socialismo militare, sia d’un socialismo staliniano, sia d’una delegazione di potere ad
un partito socialdemocratico.
Cominciò allora il sogno segreto di ciascuno: quello di riuscire a metter le mani sull’esercito ».
matica cristiana » può andare in frantumi. Un insegnante dunque dovrebbe, a
mio modesto avviso, correre il rischio di
insegnare religione.
Dicendo questo sono persuaso di gettare una pietra nello stagno. E posso, in
parte, immaginarmi la reazione. Vorrei
tuttavia richiamare Tattenzione sul fatto
che oggi alcune migliaia di italiani hanno
ricominciato ad interessarsi di questioni
religóse. Il che ha provocato da destra
l’avvertimento: lasciate perdere, lasciate
fare agli specialisti, cioè noi, preti, teologi, ecc.; da sinistra è invece giunto un
altro avvertimento: lasciate stare, è una
ricerca confup, mistico intuitiva, tornate
alla sana ragione, ecc. (Raccomandazione
di Ludovico Geymonat nella prefazione
ai Saggi sulla Religione di Stuart Mili,
1972). Ma i laici devono occuparsi di religione.
La possibilità antidogmatica
e liberatoria
_ Correre il rischio di insegnare religione
significa infatti doversi chiedere, (per riprendere la domanda che pone il Consiglio Ecumenico e che verrà discussa anche a Nairobi); che cosa è asservente,
che cosa è invece liberante? La Bibbia
stessa, mi pare, ci offre alcuni spunti per'
impostare il problema.
Se rinsegnamento cristiano fosse la comunicazione di alcune « verità » teologiche o morali risulterebbe solo autoritario e difficilmente sarebbe « liberante ».
La Bibbia invece ci parla dalla prima al1 ultima pagina della questione liberazione-asservimento e ci fa vedere che ogni
tentativo di risolverla al di fuori di una
dialettica reale è illusorio. Un elemento
preso a sé è ambiguo: ambiguo è il Tempio, ambigua la nozione di Terra promessa, ambigua anche la croce.
Nessun elemento di insegnamento dovrà o potrà venir considerato come un
assoluto, o addirittura come un sacro deposito la cui amministrazione va continuamente delegata alla chiesa. Il messaggio cristiano non vuole elevarsi al di sopra delle contraddizioni della storia e
non possiede la parola d’ordine per giudicarle in base ad un postulato metafisico o morale. Tale messaggio è appunto« cristiano » in quanto si situa all’interno
D sopra della dialettica storica.
Poiché nella ¡storia umana ogni sistema
preordinato cade incessantemente in contraddizione, sarà proprio alTinterno di
tale contradditorietà che l’evangelo potrà
far germogliare un seme fecondo. Forma
e contenuto delTinsegnamento vengono
cosi a coincidere.
_________________Sergio Rostagno
Chi è Paulo Freirá
Il Boeing della Swissair arriva a Ginevra: ne scende un uomo alto, che porta sul viso i segni di profonde sofferenze.
Si chiama Paulo Preire, è brasiliano, ma
adesso viene dal Cile. In America Latina non c’è più posto per lui, né per il
suo programma di istruzione delle masse. In Brasile lo hanno torturato ed
espulso, il Cile, dove ha lavorato cinque
anni, gli è ora più che mai ostile. La sua
parola d’ordine è « coscientizzare », dare
una coscienza alla grande massa degli
sfruttati, educarli alla libertà, non per
fare delle persone umane ì servi più capaci ed intelligenti dei padroni. È una
nuova pedagogia, la pedagogia degli oppressi. Non un insegnamento impartito
dall alto a degli schiavi per renderli più
’utili’, ma una presa di coscienza dal basso che si nutre del sapere per affermare
la propria dignità umana. L’educazione
se la fa la gente nella ricerca della libertà, aiutata dai maestri che osano mettersi nella stessa prospettiva e non impongono dall alto i contenuti educativi
della classe dominante.
Il suo insegnamento di fatto mette in
discussione e in crisi tutta la programmazione del capitolo americo-latino. Il
CE(7 gli offre di continuare il suo lavoro
a Clinevra, come esperto di problemi educativi soprattutto in relazione allo sviluppo dei paesi del cosidetto Terzo Mondo.
Nella quarto sezione di Nairobi, i problemi posti da Preire e da coloro che lo
hanno seguito saranno al centro del dibattito.