1
ECO
DELLE talli VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
S e t t i m a D & I e
della Chiesa Valdese
Anno f HI - N um. 26 ABBONAMEM 1 f Eco: L. 1.500 per l’interno «t f / o 1) u f*rpspnzn Etftmgelicft » 1 ahh. nestaie - I Grappo
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’MK5- 58 Giugno
Ammiii. Claudiana Torre Pellice - C.C.P 2-1755’
Hanno un papa...
La biania fumala, die ha permesso a molti giornalisti e ai cronisti della RAI-TV
nuovi lirici voli, ha annuncialo alle 11,25 di v^enerdì 21 giugno che era stato no-minato
¡1 successore di Giovanni XXIII, e poco dopo, dalla Loggia vaticana, il card. Otta-Viani
annunciava urbi et orbi die Giovanni Battista Montini era il 262° pontefice romano, con
il nome di Paolo VI. Si era così conoluso uno dei più brevi conclavi della storia recente,
e la Chiesa romana aveva il suo nuovo capo. In nomine Domini, « nel nome del Signore », sarà il motto del nuovo papa; ma noi pensiamo che non basti iscriverlo in un blasone poni ificio per fare del pontificalo quello che non è: un’espressione della volontà
di Dio e un atto di obbedienza ad essa; i cardinali riuniti hanno invocato: « Veni, Creator Spiriius», perdiè li guidasse nella
scelta, nia lo Spirilo Santo non può far
dire alla Parola di Dio quello che essa non
dice, o non è più lo Spirito Santo, è un
« altro » spirito
I biografi si ebizzarriscono, si avanzano
pievj.MOMi. bolo lo svolgersi del regno di
Pap 1 irmetlerà, via via, di in
quali linee realmente si mno.
que saranno, con accentuazioquelle abbozzate da Giovanile del resto sono imposte an!sa di Roma dall’incalzare delsarà probabilmente più riserneirattegigiamento del nuovo
il la scelta fra l’anatema e il
lane una scelta definitiva: ani non possono lardare a riun atteggiamento di chiulte oggi significherebbe per
Itti i campi, un suicidio (a
- peraltro essenziale — che
alla vocazione cristiana e
iioni dell’Evangelo) : sicché aniacercene, come fa l’orbe lerMosca a Washington, da CanQuirinale, constatiamo invece
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con confusione ohe la Chiesa o, w
strappare dalle circostanze della
quello che avrebbe dovuto dare per eh
ra. vocazione.
Il Concilio sarà (proseguito, nello spirito
con CUI e staio convocato: «perchè la
Unesii i-allolka, ohe .brilla nel mondo cojD’C il t.'>sillo alzato su tutte le nazioni
lontane - così Paolo VI nel suo primo
al mondo — possa attrarre a se
tutti gli uomini, con la maestà 'del suo organismi-, con la giovinezza del suo spirito, con ì\ rinnovamento delle sue struttuje» con !a molteplicità delle sue forze ».
Dunque quella ’restaurazione di tutte le
cose in '^>rìsto’, secondo la visione e i dettami delia Chiesa romana, ’Mater et Magistra . La scomunica e il dialogo sono
solo mezzi diversi, da applicare altemalivamenii' secondo Devolversi delle circostanze esteriori, ma costante e ~ sembra
— sempre più lucidamente voluto è Tintento londamentale di ’romanizzare’ il
iUomdo, a sua 'salvezza.
Pensiamo che ogni frase sia stata particolarmente pesata e dosata, nel primo messaggio de] nuovo papa che giunge alla tiara dopo una lunga trafila nella diplomazia
vaticana (1922-1%4), non senza avere, ultimanienie (1954-63), vissuto un’esperienza più pastorale’ in una delle più importanti diocesi italiane, quella di Milano.
Perciò, accanto alle parole di stima comluossa per il predecessore, accanto alPaffermazione che il Concilio occuperà « la
P®fte preminente del nostro pontificato »,
accanto all’appello alla pace e alla eoncor.
dia nel mondo, rileviamo Pinvito ai fratelli separati: «Apriamo le nostre braccia
a tutti coloro che si gloriano nel nome di
Cristo; li chiamiamo col dolce nome di
fratelli; e sappiamo ethe troveranno in Noi
costante comprensione e benevolenza, troveranno a Ro!ina la casa paterna, che sublima e avvalora con nuovo splendore i
t^ori della loro storia, del loro patrimoculturale, della loro eredità spirilua(c)>: la tesi cattolica ormai classica della
integrazione, nella superiore, unitaria sintesi romana, dei vari filoni del cristianeStillo, che solo là troveranno il loro vero
senso e la loro pienezza, 'Solo là diverranno veramente chiesa. E ancora, accanto
3d una sobria ma esplìcita espressione di
ortodossia mariana, un accenno, sobrio aniflesso ma eloquente, alla Curia; «In
s^pecial modo amiamo esprìmere la nostra
s^inia alla Curia romana... ».
Nel complesso, è pro<babile che qualcosa
dello stile di Pio XII torni a regnare in
faticano, dopo la ventata ’kruseioviana’
(ci si passi respressione, efficace!) rappresentata dal regno breve ma intenso di Gio.
^anni XXIII; nia non sono più i tempi di
“io XII, la storia, anche quella della Chieha fatto passi irreversibili: così si fos.
*6 trattato non solo di riformiamo ma di
riforma, non solo di adattamento ma di
rawedimenito !
In campo politico, mons. Montini ha assunto sipesso un atteggiamento che a parecchi può essere parso ambiguo (« L’TEspres.so », prima dell’elezione, aveva inti•olato un suo servizio: «Amleto in conclave »), lontano sia dalla destra sia dalla
hnistra, preoccupato della riconquista del1« masse operaie, ma attraverso le AGLI
(e non possiamo non ricordare qui che è
Sotto il suo governo che la Curia milane
se ha im'posto il silenzio a « Adesso », 'quo
dei batlaglieri fogli della sinistra democristiana). In realtà, un atteggiamento di
cattolica coerenza, perthè ogni « apertura »
va fatta rigorosamente secondo le istruzioni e con il controllo della gerarchia ecclesiastica; si tratta in fondo, ancora, di
un alteggiamenco lattico — sia pure ispiralo da animo .pastorale — non di un vero
spirito di dialoigo.
Terminando, rileviamo alcuni giudizi
che abbiamo letto con stupore in un articolo di A. C. Jemolo, « L’attesa e le scelta » ( La Stampa, 23 gingno). Il noto studioso afferma che i veri problemi che si
pongono oggi alla Chiesa (anche per lui
s’intende: romana) sono problemi pratici,
problemi di scelte, di metodi d’azione:
« l’età delle eresie, dei grandi problemi
teologici è chiusa. Il marxismo, l’ateismo
non pongono problemi religiosi »; c’è da
trasecolare, a leggere queste parole sotto
la penna di uno spirito cristiano che ha
mostralo in altre occasioni, con una notevole libertà di giudizio, di essere attento
e cosciente registratore dei problemi umani della nostra società. Non illuda la piazza S. Pietro formicolante di folla romana,
del resto faguiliare con altri ^tqrici balconi ; non illuda l’iuteressàfa attenzione <xm
cui « tutta l’umanità guarda a questa Cattedra di verità » (così, con qualche esagerazione, Paolo VI): l’ateismo incide profondamente, anche in occidente, e pone
molte domande alle chiese, non solo problemi tattici ma questioni di fondo, fra
cui, essenziale, quella se esse — obbedendo a presupposti dogmatici errali — non
abbiano indebitamente legato l’Evangelo
a una visione del mondo e a un quadro
sociale estranei e perituri (cito a mo’ di
esempio rarislotelismo teologico e il costantinìanesimo politico), se esse cioè non
abbiano spesso, in vari mòdi, deviato ereticamente, facendo à cheiuon venisse più
annunciato al mondo, religioso o incredulo, l’Evanigelo nella sua purezza. L’ateismo
è lì, sempre insorgente, violento o irridente o disperato, quando la fede in Cristo scade a religione, qujuido cioè i cristiani pensano, parlano, ridano come se
Dio e il suo Cristo fosswo morta anche
se pia tradizione. Propria per questo il
vero problema per le chi^e, oggi, non è
affatto in primo luogo Moblema tattico,
dì metodi d’azione, ma «li ravvedimento,
di riforma. •
Ancora, lo Jemolo dichiara « chiusa del
pari l’età dei conflitti con gli Stati: le pretese di questi ad ingerirà in materie ecclesiastiche, il giarisdizionalismo, appartengono al passato. Dove non c’è lotta
contro la religione, contra ogni religione,
non ce n’è contro la CIflesa ». Giudizio
un po’ superficiale, e comunque unilaterale. Veramente, oltre cortina, la lotta antireligiosa non rivela resi^nsabilità ecclesiaslidie? e non esistono forse, specie fra
le giovani nazioni, governi che per ragioni nazionalistiche osteggiano la chiesa?
non esistono forse paesi ìjj cui altre religioni — specie l’Islani — danno segni di
intolleranza e di discriminazioni anticristiane? Ma soprattutto, se in molte nazioni gli Stati non si ingeriscono più in materie ecclesiastiche, si può forse dire ohe
la Chiesa, nel vivere hi sua fede — è suo
diritto e suo dovere — sa sempre riconoscere i limitii che l’Evang^o stesso le pone? che ne è delle indebite ingerenze politiche? della combaituta laicità della
scuola? del concetto sicsso di laicità dello Stato? No, I era dei co'nflitti non è
chiusa affatto, questi s;, ^gono tull’al più
fatti più torbidi e sornM>tt|.
Il nostro augurio e che la Chiesa romana sappia discemere i problemi di fohdo
e affrontarli; ma e un auzuno che, in
bocca nostra, sarebbe diplomatica menzogna se non aggiungessimo subito che vediamo distintamente che questo Roma potrà farlo, solo attraverso la crisi di una
radicale riforma, in capile anche prima
che in membris: la diversa problematica
attuale non ha resa anacronistica — per
quella romana come per ogni chiesa —>
l’esigenza affermata nel XVI secolo.
...e abbiamo, bene o male,
un governo
Se i cattolici hanno un nuovo papa, noi
italiani abbiamo, infine, un nuovo governo; e una punta di malizia spinge a notare la concomitanza, e l’ordinata successione, dei due eventi...
L’on. Leone, ex-presidente della Camera, su invito del presidente Segni, ha costituito rapidamente, in poco più di una
giornata, un gc^verno monocolore democri.
stiano, un governo « d’affari », che cioè
conduca «vanti rordinaria amministrazione, in attesa che sia il congresso socialista, sia quello democristiano, chiariscano
le rispettive posizioni dei due maggiori
partiti della convergenza di centro-sinistra.
Erano infatti fallite le lunghe trattative
per un programma di governo, condotte
dall’on. Moro con i rappresentanti socialdemocratici, repubblicani e socialisti. La
stampa democristiana e di destra ne ha
fatto ricadere la responsabilità sui socialisti, quella di sinistra sui democristiani.
Pensiamo elle le responsabilità siano ripartite fra gli uni e gli altri.
Da una parte. Moro ha fallito il suo tentativo non solo per il no deUa maggioranza del comitato centrale socialista alla ratifica del programma governativo considerato accettabile da Nenni, nia anche
perchè airinterno stesso del suo partito
la destra ha fatto sentire le sue pressioni:
visto che l’ex-,segretario della DC era deciso a fare un governo di centro-sinistra
o a dimettersi (il suo atteggiamento nella
crisi è stalo esemplare), essa ha agito. 11
presidente Segni, proprio nel momento
più delicato dei contatti con i socialisti,
quando afiSoravano decise opposizioni e la
linea di Nenni veniva sempre più discussa
all’interno del P.S.I., e sarebbe quindi oc.
corso più tempo e tatto e serenità per proseguire le trattative, ha posto a Moro la
scadenza di martedì 18 per la presentazione del nuovo governo, dopo aver concesso indugi di settimane; così l’on. Moro ha
dovuto rinunciare.
Da parte socialista, la responsabilità sta
nelle profonde divisioni interne del P.S.I. ;
alla vecchia frattura, già abbastanza grave, fra gli autonomisti (nenniani) c la
’sinistra’, si è aggiunta una scissione interna dello stesso gruppo degli autonomisti, guidata da Riccardo Lombardi, che al
la riunione del comitato centrale ha posto
la corrente nenniana in minoranza, sconfessando gli accordi che il leader socìplisla aveva creduto di poter stipulare con
i rappresentanti degli altri tre partiti di
centro sinistra. Si può deplorare quello
che a taluno può sembrare un eccessivo
irrigidimento, una nostalgia ’frontista’,
una incapacità di considerare le esigenze
della iDC, che pure aveva fatto alcune concessioni abbastanza importaniti in fatto di
politica urbanistica e agraria. In realtà,
per quello che ci è dato comprendere, il
problema è più ampio e profondo: e ne
è per noi indice il fatto ielle uno dei punti
su cui Nenni, nello sforzo di accordo, avevo ceduto, e per cui è stato sconfessato,
era raccettazione della sovvenzione governativa alle scuole private (cioè confessionali); non si tratta di un punto secondario, ma di un’abdicazione — nelle circostanze nostre — aUa laicità dello Stalo. E
bisogna che la DC, come tutti gli altri par.
liti, dimostri di aver accettato questo elemento fondamentale per la vita democratica di uno Stalo; la cosa è per noi tanto
più essenziale, convinti come siamo che
dietro a tale principio democratico stia,
per il cristiano, la volontà del Signore
della Chiesa che essa sia nel mondo ma
non del mondo, non abbarbicata ai privilegi che può darle una società che a sua
volta si rivarrà di lei privando di nerbo
e di autorità la sua testimonianza.
Programma dei culti-radio
trasmessi ogni domenica
7 luglio. Past. Mario Sbaffi: « Cristo e la
sua Chiesa »
1: luglio. Past. Mario Sbaffi (idem)
21 luglio. Past. Ermanno Rostan : « Vocazione dei discejHili »
2ii luglio. Past. Ermanno Rostan (idem)
4 agosto. Past. Franco Ronchi : «La vita
nella Chiesa »
11 agosto. Past Franco Ronchi (idem)
18 agosto. Past. Sergio Corda (idem)
25 agosto. Past. Sergio Corda (idem)
Le celebrazioDi centenarie
del Gateehiemo di Heidelberg
Per incarico del nostro Moderatore, in risposta ad un invito del Dr.
Julius Bender, vescovo della Chiesa
Evangelica del Bad^, ho recato il sa
luto e l’adesione della Chiesa Valdese alle celebrazioni del Quarto Centenario del Catechismo <ii Heidelberg,
avvenute l’8 e 9 di questo mese nella
famosa e romantica città sulle rive
del Neckar. Organizzata dall’Alleanza
Riformata Mondiale in collaborazione con la Chiesa Evangelica del Bar
den, questa celebrazione ha sonito
di pochi mesi quella tenuta sotto gli
a-uspic} dell’Università di Heidelberg.
Il fatto ohe si sia dato tanto riliavc al quarto catenario di un libro
di catechismo sembrerà strano solo
a chi non conosca la straordinaria
importanza ecumenica di quel volumetto. Pu redatto nel 1562 (perciò
l’anno scorso il nostro giornale gli
dedicò una serie di articoli di Paolo
Ricca) ma redizione definitiva ed ufficiale è quella del 1563. Favorendo la
redazione di questo libro l’Elettore
Palatino Federico III voleva porre fine alle dispute teologiche che laceravano la giovane chiesa evangelica nei
suoi stati. Di fatto il Catechisimo di
Heidelberg ha saputo evitare sia le
espressioni dottrinali eccessivamente
unilaterali, sia le formulazioni spesso vaghe ed insipide delle opere di
compromesso, ed è diventato così
uno dei documenti che esprimono più
chiaramente la dottrina cristiana riformata secondo la Parola di Dio;
molte chiese l’harmo adottato non
solo come manuale di istruzione religiosa ma come vera e propria confessione di fede facendone in tal mode
un vìncolo importante tra tutte le
chiese riformate.
Il fatto che oggi lo si adoperi e lo
SI traduca in nuove lingue (nel 1960
è stata pubblicata in italiano la traduzione del prof. Lo Bue, e recentissima è un’edizione in portoghese) è
solo un segno esteriore dell’attualità
del Catechi.smo di Heidelberg; ma la
vera dimostrazione della sua modernità è data dalla sua capacità di ispi
rare ancora nel nostro secolo delle
decisioni e .delle prese di posizioni vitali da parte della Chiesa cristiana’
è noto infatti che la Dichiarazione di
Barmen in cui la chiesa confessante
tedesca ha preso posizione contro il
nazismo nel 1934 è stata in larga misura ispirata precisamente dalla prima domanda di questo Catechismo.
Considerando l’atteggiamento talora incoerente della nostra chiesa sotto il fascismo c’è da domandarsi se
una maggior chiarezza teologica nell;i classe dirigente valdese di 30 anni
fa non avrebbe potuto fare anche di
noi una chiesa più esplicitamente
confessante. Oggi la nostra posizione
è ancora più complessa: allora infatti la chiesa evangelica trovava dinanzi a sè come unico interlocutore
il nazi-fascismo a cui non avrebbe dovuto dire altro che un « no » chiaro e
tendo; oggi abbiamo due interlocutori, ossia il cattolicesimo ed il marxismo ai quali per motivi diversi dobbiamo dire ora « si » ed ora « no », in
uno sforzo costante di discemere in
che misura lo Spirito del Signore è
all’opera in ciascuno di essi. Essere
confessante (e tale è appunto la vocazione della chiesa) implica dunque
C'ggi per noi un lavoro teologico profondo, coscienzioso, instancabile, senza il quale finiremo per cadere in
confusione e compromessi, peggio
che in passato.
Tornando alle celebrazioni di Heidelberg converrà aggiimgere che anche questa volta il contatto ecumenico è stato incompleto: c’erano dei
rappresentanti tedeschi, francesi, belgi, italiani, svizzeri, scozzesi, nordamericani, ed altri, ma mancavano i
rappresentanti delle chiese dell’oriente europeo, salvo la Jugoslavia; e ciò
sia perchè certi governi comunisti
nella condotta degli affari ecclesiastici sembrano oggi esercitare tra i gruppi religiosi una discriminazione a
danno delle chiese riformate, sia perchè il governo di Bonn ha rifiutato il
visto d’ingresso a quei delegati provenienti da paesi socialisti a cui le
rispettive autorità avevano concesso
il passaporto.
I discorsi ufficiali (la conferenza
del Dr. Niesel, Moderatore dell’Alleanza Riformata Mondiale, su « La testimonianza della potenza dello Spirito Santo nel Catechismo di Heidelberg », la predicazione del vescovo
Bender centrata sul ptensiero della
forza che viene al credente dalla cer
tezza del completo e sufficiente perdono dato da Cristo, e infine la dotta lezmne del Prof. E. Wolf su «Comandamento di Dio e diritti del prossimo del Catechismo di Heidelberg » )
appariranno a suo tempo in diverse
pubblicazioni teologiche ed ecclesiastiche. Non è drinque il caso di tentare qui un riassunto.
E’ invece opportuno richiamare la
attenzione del lettore italiano su un
piccolo particolare che rischia di compromettere la comprensione di tutto
il Catechismo di Heidelberg. La 1“ domanda (quella che dà il tono a tutto
il libro) dice: « In che consiste la tua
unica consolazione in vita e in morte?» Riposta: «Nel fatto che... non
sono più mio ma appartengo al mio
fcdel Salvatore Gesù Cristo...» Ma la
parola consolazione in italiano ha un
significato debole e la sue connotazione principale è negativa: attutire il
dolore, attenuare le emozioni, alleviare l’angoscia, senza troppo badare ai
mezzi cosicché anche una pietosa bugia o una vana chimera possono avere. im effetto « consolante ». La parola tedesca « Trost » (ohe è quella originale) ha invece un senso più forte:
.senza escludere l’idea di asciugare le
lacrime, contiene nerò anche il concetto del dar coraggio, fiducia, forza,
ed in ciò corrisponde meglio al pensiero biblico della consolazione la quale non attutisce' la sensibilità ai mali
della vita, ma dà la capacità di sopportarli additando la realtà futura e
già presente della salvezza. Nel nostro linguaggio bìblico si associa alla
speranza.
La 1“ demanda del Gateohismo vuol
(iunaue d’re che la certezza di appartenere a Cristo non è importante perchè allevia l’afflizione, ma prima di
tutto perchè dà il coraggio e la forza
di vivere in piena coscienza, utilmente e lietamenite la vita che ci è data.
Sarebbe più semplice e più esatto che
la traduzione anziché dire «In che
cosa consi.ste la tua consolazione? »
dicesse « Che cosa ti rende saldo, coraggioso, sereno in vita e in morte? »
Traducetido còsil si è più fedeli allo
spirito dell’originale, e all’Evangelo.
Trascurando i particolari della cronaca delle celebrazioni commemorative menzionerò terminando alcune
delle oersonalità presenti (oltre agli
oratori ^à citati): ìi Praeses Dr. K
Soharf. il Past. M. Pradervand. segretario' dell’Alleanza Riformata, il Past.
P. Conord. recentissimo dottore della Università di Tubinea. Ricorderò
iniflro la squisita osnitalità offertami
dal Dr. Bender quale segno dei suoi
.sentimenti verso la Chiesa che ero
chiamato a rappresentare.
Aldo Comba
Pastori delle Oniversità europee
a convegno in Italia
Si è svolta ad Agape la IV- Conferenza
dei cappellani delle Università europee,
con la partecipazione di pastori prove’
nienti dall’Austria. Finlandia, Francia
Germania, Gran Bretagna, Olanda, Sve
zia, Romania, Iugoslavia, Italia. Assiste
vano pure alcuni delegati di Ceylon, Por
torico, U.S.A. I partecipanti erano in tut
to una quarantina. Il cappellano della fe
derazione universitaria cattolica italiana
che era stato invitato, ha inviato un sosti
tufo che si è trattenuto poche ore, e che
era alla sua prima esperienza ecumenica
La conferenza è stata aperta da un im
portante studio del prof. Giorgio Peyronel di Milano, sul tema: ”/ problemi del
cambiamento dell’università e il compito
degli studenti cristiani”. Sul lavoro e sulla figura del ’’pastore degli studenti” in
una grande università ha parlato il delegato di Parigi, Jean-Paul Mayer. Un terzo
studio è stato tenuto dal Dr. E. Rohland
di Bonn, su ”Il significato teologico di una
comunità cristiana nell’università”.
La conferenza ha infine approvato tre
documenti, il primo sulla collaborazione
tra fìastori degli studenti ed associazione
degli studenti cristiani, il secondo sugli
studi biblici, e il terzo sull’evangelizzazione. Fortemente criticata da certuni è
stata l assenza degli studenti stessi, che
ha gettato su alcuni settori della conferenza un sospetto di paternalismo, ed ha
certamente reso meno efficaci le discussioni.
Il Movimento Cristiano Studenti Italiano, che conta diversi membri nelle nostre
università, era rappresentato dai pastori
F. GiampiccoU e S. Rostagno.
2
pí»»e. 2
N. 26 — 28 giugno 1963
U papato, perdurante eresia
r- 9 TI
Dopo il « numeri ^a‘palè » — così qualcuno l’ha definito —- di due settimane fa
ho ricevuto le reazioni, orali o scritte, di
un certo numero di lettori, perplessi, disorientati} addolorati o violentemente di«*
senzienti per ratteggiamenlo che il nostro
settimanale avrebbe aissunto in occasione
della morte di Giovanni XXllI, perdendo
una buona occasione di coerenza pro-testaiite e associandosi senza spirito critico al coro di lodi per il pontefice scomparso.
Poiché il parere di questi lettori mi sta
partico-larmente a cuore, essendo il mio
sentimenlo assai vicino al lo*ro, e poiché ve
do che la mia vera intenzione non é stata
resa limpidamente, vorrei ora chiarire il
mio pensiero.
Ricordo che il numero incriminato conteneva un articolo di « Marco » — una valutazione cordiale dei lati umanamente pié
simpatici e interessanti di Giovanni XXIll
—, un articolo del sottoscritto che intendeva chiarire, di fronte al precedente, ohe il
dissenso riformalo sul problema di fondo
del papato non mutava per mutar di persene; infine una notizia relativa a una dichiarazione all^agerizia (( Italia » e a un
Hiessaggio in Vaticano del Presidente della Giunta del Consiglio Federale delle
Chiese Evangeliche d'Italia, past. Ermanno Rostan. Questo complesso ha suscitalo
le critiche di cui dicevo.
A una prima obiezione: «perchè parlarne? » — rispondo che per quanto non ci
riguardi direttamente, un pontificato ha pure una portata tale, nel confronto confes
sicnale odierno, ohe mi pareva naturala
'Tyisogna che i vescovi e persino i
® imperatori lo chiamino
’nostro Signore’ e ’Sua Graziai Questo non lo vogliamo, nè
dobbiamo, ne possiamo, in coscienza, approvare. Lo faccia chi vuole,
ma non saremo noi... Il primato del
papa è un’invenzione umana, non si
fonda su nessun comandamento di
vino. Non è nè necessario nè utile
riconoscerlo. La santa Chiesa cristiana può sussistere senza quel capo e
sarebbe per lei stato meglio se il
diavolo non le avesse mai aggiunto
quel capo.
Lutero, negli ’Articoli di Smalcalda’
cercare di darne una nostra valutazione.
Si —• mi si risponde —• ma allora bisognava
parlarne seriamente, senza lasciarsi prendere la mano dall’atmosfera circostante,
con la sobrietà che si addice al linguaggio
di riformati, puntualizzando il nostro dissenso che rimane essenziale, radicale; tutto quel parlare della « bontà » del pontefice defunto (cosa del resto non così eccezionale) non fa che sviare i pensieri ed i
sentimenti, già fin troppo sollecitati dal
battage pubblicitario, dai veri problemi di
fonda, stimolando quel confirsionismo teologico in cui il protestantesimo nostrano
solidarizza così tristemente con i connazio
rali cattolici.
In effetti, il numero del settimanale esprimeva abbastanza i diversi atteggiamen
ti che anche fra noi si fanno sentire. C’è,
fra noi, chi é stato profondamente toccalo
dai lati umani pifi ccrdiaili e progressisti
di Giovanni XXlTi e che fa passare questa
osservazione davanti a più riflesse considerazioni dì fondo ; c’è fra noi chi conside
ra come un dovere ecumeniio odierno una
cortesia interoonf essiccale a noi fin qui
sconosciuta; e c’è chi più rìgidamente sostiene che non debba mai smussarsi la
convinzione della perversione evangelica
rappresentata dall’istituio pontificale. Pensa che poiché queste posizioni effettivamente coesistono, non fosse inoipiportuno
iasciarle riflettersi sulle nostre colonne; ma
poiché è chiamata in causa la mia responsabilità direzioiiale, e la mia presa di posizione è parsa ambigua, tengo a precisarla.
Penso che fosse giusto ricordare quanta
« Marco » ha messo in evidenza con calore
nel suo arlicolo; c’è stata realmente una
a'.niosfer.i diversa, con il pontificato di Giovanni XXIll, c non c’è ragione di non consilatarlo con piacere: a condizicne di tener
ben presenti ì presupposti politici e so
¿conosco senz’altro che bisogna
jf\ ispirarsi ad una certa moderazione e che un estremismo eccessivo non è nè buono nè utile...
Ma non è ammissibile che con questa scusa^ si lasci passare ciò che è
di Satana e dell’Anticristo.
Calvino, al Duca di Somersei
pratiutto dogmatici di tale mutamento; per
questo non son d’accordo — « Marco » lo
Sa bene — con coloro che «valutano la teologia a favore della « carità », una carità
che senza soda tealogia (fede pensata e rostiente) sarà effusione Timanitaria o mossa
strategica, ma non l’agàpe «ristiana che
non di rado, nel testìmoniare veramente
di Cris;o e di lui soltanto, può apparire
rude e scortese.
Che pensare deH’attuale congiuntura ecumenica? Immagino quali sarebbero o sono
state le reazioni di questi lettori di fronte
a rio che altri giornali protestanti, all’este’-o. hanno pubblicato. Ho volutamente tralasciato di pubblicare i molti messaggi ed
attestati di stima ohe personalità ecumeniche c confessionali, anche protestanti, hanno inviato alla Segreteria vaticana, dopo la
morte di Giovanni XXIll. E confesso che,
personalmenle, avrei preferito che la Giunta del nos^ro Consiglio federale non inviasse il suo pur sobrio e misiirato messaggio.
Si tratta qui di un parere molto personale,
che Dìuò interessare solo in quanto aiuta a
distinguere due filoni che mi paiono coesistere, con quàlcJie frizione, nel protestantesimo attuale; vi è ratteggiamento « ecumenico » (come si usano, le parolle ! I e l’aíteggiamento «confessionale», ecumenico
almeno quanto il primo. Molte personalità
ecumeniche, nei raipporti con la S. Sede si
muovono secondo le linee ormai definite
dei rapporti interconfessionali : per loro il
Pontefice romano è in qualche modo il capo, il « moderatore » di una chiesa dissidente che si tratta di guadagnare alla causa ecumenica: questo pare, toimunque, lo
sfondo su cui «i muovono; e allora si in
viano messaggi fraterni, si partecipa-— come è avvenuto per alcuni osservatori-delegati al Vaticano II — alle celebrazioni funebri, si fa « atto di presenza », secondo le
regole della cortesia interconfessionale, cortesia che diventa però aperta infedeltà alla propria confessione di fede quando il
primate della Chiesa anglicana o responsabili di Chiese protestanti chiiamano il pontefice romano « Sua Santità ». Vi sono invece altri, non meno sensibili airecumeni
smo au'enitico, che vedono in questi atteggiamenti compromessi inutili e anzi dannosi, creatori di confusione all’interno ed
all’esterno, vi vedono una rinuncia a dire
una parola chiara, non equivoca, di fronte
ari una chiesa che per definizione si pone
al di fuori del vero confrento ecumenico,
'i fronte ad un papato ohe — qualsiasi volli assuma — rappresenta sempre un’usurpazione dell’autorità unica e insostituibile
di Cris'-o. Mi è difficile giudicare la pas
sione di aiutare le chiese e i cristiani (compresi i cattolici) ad aprirsi al dialogo, pas
Siene che so forte e sincera in molti « ecu
menici »; tuttavia devo dire con tutta chiarezza che sono fra gii altri e che — sebbene poco congeniale con il mio carattere —
senio fortemente quanto sia necessaria, oggi più che mai, la santa scortesia di Gesù,
di Paolo, di Lutero, di Calvino, di Barth,
la loro parola netta, non diplomatica, il
dissenso espresso con decisione, l’appello
bruciante alla conversione, al ’mutar mente’. I testi dei Riformatori che nel « Breviario per l’tmltà » a cura di Paolo Ricca
abbiamo via via pubblicato, sono stati a
parer mio quanto di meglio abbiamo offerto ai nostri lettori, quest’anno.
L’articoln che ho scritto per il numero
discusso, è stato considerato da alcuni ambiguo, quasi contenesse un si e un no, senza posizione decisa; mi si rimprovera di
aver scritto che, si, il papa è 1’« anticristo » ma, insomma, dopo tntto, buono. Mi
dispiace se sono stato così infelice nell’espressione, ma la mia tesi, assai semiplice
e tutt’altro che peregrina, era proprio l’o[iposta: Giovanni XXIll è stato — a gìudizi-i
di moli — un «buon » papa; ma rimane
1’« anticristo », nel senso che con la sua
autorità di magistero, con il suo « potere
delle chiavi », con la sua stessa persona offerta («questo letto è un altare: ecco la
vittima »1 si è frapposte fra gli uomini e
‘le donne da chiamare aMa fede e il Cris'o,
solo e definitivo Profeta e Maestro, solo
Signore e Redentore, offerto una volta nec
sempre. Tale incameramento ecclesiasti<-o
dell’opera di Cristo, tale usurpazione ecclesiastica della sovranità di Cristo, sono
propri di tutta la gerarchla, della stessa
funzione sacerdotale, ma culminano nel logico vertice.
Si è roncluso un pcntificato, Se ne apre
uno nuovo, e l’Osservatore Romano inneg
già .alla « perennità del panato »; noi rispondiamo che oggi come sempre non oo.ssiame accettarlo, in alcun modo: dire sì al
napato non significa scer'iere fra varie forme di organizzazione della chiesa, significa
dire no a Dio, poiché un Dio che abbia bisogno di un altro vicario che non sìa il Fialio e lo Spirito Santo non è il Dio della
Bibbia. Sicché, se di perennità del papato
Si ha da parlare, è (ben chiaro che per parte nostra si tratta del perpetuarsi della più
grave eresia che abbia colpito la chiesa; e
lo constatiamo con una tristezza che è in
contrasto stridente con il « gaudium magmim » annunciato ad cattolici quasi ad immergerli in un’indebita atmosfera ’natalizia’.
Spero di aver rassicurato coloro che forse
pensavano — un po’ affrettatamente — che
volessimo diplomaticaimente porre la luce
sotto il moggio. Gino Come.
li leur ouvrit l’esprit
Luo 24: 45
Si Lui-même ne t’aide, le sens de l’Ecriture te restera caché. Tu
trouveras bien des explications, mais générales, abstraites, rien qui
soit f.ait pour toi, pour éclairer ta route. Le plus souvent, tu liras vaguement, à demi inconscient, pour tout à coup t’apercevoir que t.a
rétine seule est occupée de ta lecture.
Cert-ains enfants ne lisent bien que si leur mère tient le livre et si
son doigt patient les aide à affronter les mots mystérieux.
C’est auprès de ton Maître que tu devras apprendre à connaître
ta Bible; Lui te révélera le sens profond de chaque ligne; l’éclat de
Son regard rendra limpide la Parole; en soulignant les mots. Son
doigt les inscrira pour toujours dans ton coeur.
A chaque vérité qu’il t’aura découverte s’attachera ainsi comme
un reflet de Lui qui la rendra vivante. Ton esprit sera peuplé de Lui
et non plus de fumée. Tu deviendras toi-même intelligent et clair,
plus éveillé, plus fort, plus ouvert à la vie, apte à lever plus haut et
à porter plus loin un peu de la lumière qu’il te verse, comme autrefois Il la versait à ses disciples.
Comme eux tu sauras lire dans les âmes. Dans ton esprit renouvelé le Saint Esprit travaillera, t’aidant à pénétrer le mystère du
Monde, te faisant contempler le sens insoupçonné des choses, et leur
concours caché à la gloire de Dieu.
« La connaissance de Sa Parole illumine » — disait déjà le vieux
Psalmiste.
(Da Paix et Liberté)
Philippe Vernier.
Noterella su Paolo V
Un vecchio adagio latino, con uno
dei soliti giochi di parole, diceva-, nomen omeri : cioè: il nome è un augurio (o presagio, o vaticinio, che dir si
voglia). Si tratta, come è evidente, di
un detto pagano, a cui non intendo
attribuire alcun significato filosofico.
Se. quindi, mi permetto di scrivere
questa noterella su Paolo V, papa di
beatissima memoria, mi spinge solo
un .senso di pedantesca curiosità. Sarebbe infatti assurdo di trovare punti
di possibili raffronti tra Camillo Borghese, romano, cardinale di S. Crisoqono: eletto papà il 16 maggio 1605,
e l’eminentissimg. arcivescovo di Milano. cardinale B. Montini, eletto
papa il 21 giugno 1963.
Nota I. Come è noto, lo Spirito Santo. invocato allora come oggi dai cardinali, è l’artefice di queste scelte, per
cui quando si parla di elezione, si adoperano parole e linguaggio profano
ed irriverente. Rimane da spiegare
l uso delle schede, il ricorso a scrutini,
a maggioranze relative, a schede bruciate... Che un piccolo diavoletto mondano non sia ancora stato esorcizzato?
Allora nel 1605 il diavoletto però
era un vero ? proprio diavolone: Francia e Spagna, per ragioni spirituali volevano assicurarsi un papa favorevole
ai toro niani politici. Cosa nè nuova
nè strana, perchè, come bene dice il
cardinale Bellarmino, lo spirito guida
e dirige la carne, e non viceversa. E.
analogamente, l’autorità mondana non
deve ardire di alzare il suo potere su
quello spirituale, nè deve pretendere
di dirigerlo, dì volersi imporre a lui.
dì volerlo punire: ciò costituirebbe una
vera e propria ribellione, una pagana
tirannìa. Il sacerdozio ha i suoi princìpi che e.sercitano autorità non solo
nel campo spirituale, ma anche in
quello mondano (o polìtico che dir si
voglia).
Nota fi. Disgraziatamente, allora,
gli interessi politici della Spagna e
della Francia non coincidevano; e così, a quanto riferiscono gli storici, si
ebbe Un’elezione njplto contrastata,
tanto più che il papa Leone XI era
morto dopo solo 26 giorni di pontificato. Si formarono veri e propri partiti:
un cardinale noto per la sua dottrina
fu. trascinato a forza nella cappella
Paolina, ma riuscì a liberarsi aH’ultimo momento. Vi erano uomini che avrebhero potuto essere ottimi pontefici
ma, come osserva malinconicamente
uno storico, "nelle elezioni papali accadeva quello che suole accadere anche altrove: che si tien conto piuttosto del fatto di non aver degli avversari, che dei meriti”.
Così venne eletto Paolo V che aveva saputo acqui.stare molta stima e
non aveva nemici dichiarati.
lui considerato come prova detrazione immediata dello Spirito Santo ".
Pertanto fu un implacabile adertore delle prerogative del Papato: contro l’autorirà politica e contro i cardinali.
Inaugurò il suo pontificato facendo
decapitare in Roma un povero diavolo che aveva composto una bio:grafia
satirica di papa Clemente VII: composta, non pubblicata. Tanto bastò per
condannarlo per delitto di lesa-maestà.
Impose l’esecuzione delle decisioni
del concilio tridentino sulla residenza
dei vescovi. Confermò nuovi ordini di
religiosi e di foUgiose. Fece condannare dal S. Ufficio il libro di un gesuita che aveva idee... liberali su Chiesa e Stato, canonizzò Carlo Borre ineo.
Nota III. Una citazione: ’’ Egli volle ridare tutto il suo pieno significato
alla dottrina che il Papa è il solo rappresentante di Gesù Cristo, che io potestà delle chiavi è affidata ai suo
buon volere, che egli deve esser venerato da tutti i popoli e principi, con
umiltà’’.
Collegio Valdese
S-on-o aperte le iscrizioni alla 1“ Media.
Per inforimazìoni rivolgersi alla segreteria
dell’Istituto dalle 10,30 aBe 12. Le iscrizioni verranno cliiuse il 20 luglio.
Era Stato eletto perchè Francesi e.
Spagnoli pensavano di poter manovrare la sua polìtica, ciascuno a modo
suo; i vari partiti vedevano in lui un
amico. Ma diventato che fu papa, rivelò il suo vero carattere. Il fatto di
esser stato eletto Romano Pontefice
senza l'appoggio di un partito ’’fu da
A^ape,
13-15 giugno 1963
Convegno delle donne protestanti
Si é svolto a Frali, l’annuale Convegno
delle donne Protestanti d’Italia e dell’Estero, con la partecipazione di un follo
gruppo di sorelle svìzzere guidate dalla
Sg.ra de Palézieuz; unitosi alle amiche di
Torino e di altre città italiane, è salito con
un pullman a Frali prendendo un primo
contatto con le nostre Valli Valdesi di cui
tanto avevano sentito parlare.
L’accoglienza calcrosa e fraterna di Agape ha contribuito a iniziare il dialogo. Si
inizia il Convegno col servizio religioso di
apertura presieduto dal pastore Girardet.
Gli inni sono tratti dal « Cantate Domino » e cantati contemporaneamente nelle
diverse lingue.
Dopo lo scambio dei saluti della vice presidente italiana Sig.a Ade Varese, svizzera
Sig.ra de Palezieuz, isudamericana Sig.ra
Maggi, presidente delle donne amerìcan*;
in Europa Sig.ra Helser, ha inizio il programma.
11 tema generale del convegno é la « solidarietà » nei suoi diversi aspetti. La signorina Carmen Trobia, a cui è affidata la
Chiesa di Cerignola, sviluppa egregiamente il tema stesso riferendosi in particolare
alla « solidarietà del peccato „ prendendo
lo spunto dalle epistole di S. Paolo ai Romani: c. 5/L'i V. 12-21, ai Corinzi c. 1/15
v 45-49.
Al matlino del secondo giorno si è avuta la presentazione delle partecipanti, svoltasi all’aperto sotto un bel sole caldo. Molto interess.ante lo studio di M.me Rossel,
moglie di un missionario in India e pre
sidente delPUCDG svizzera. Racconto estremamente interessante sull’attuale situazione delle diverse popolazioni legate in
modo notevole a superstizioni di varia specie. Problema della solidarietà tra appartenenti a una stessa casta, e, d’altro canto,
ii pericolo che anche il cristianesimo diventi una casta speciale. Il posto della donna nella famiglia indiana è molto importante; essa sa sottomettere il suo interesse
a quello del marito. Nel 1948 le donne si
trovano per la prima volta a far parte del
Sinodo dell’India del Sud.
Nel pomeriggio, folla numerosissima per
ascoltare l’esposizione del pastore Vinay;
egli ha parlato a lungo delle esperienze
del gruppo composto da lo persone di 5
nazionalità diverse, che lavora a Riesi. l!
n'otivo principale che ha dato origine a
quest’opera é soprattutto : trasferire il messaggio cristiano prendendo sulle proprie
spalle i problemi di queste popolazioni.
Tra le realizzazioni concrete esiste attualmente un asilo già funzionante e un
corso di lingue in via dì espansione; tra
i progetti futuri, un ciclo scolastico com
pleto, dalle elementari alle superiori ; una
emoteca, un ambulatorio per bambini e uti
laboratorio dì analisi, una sruola-c fficina
per la prciparazionc di meicanicì qualificati. Nel campo femminile un laboratorio di
ricamo, ramo nel quale sono bravissime le
donne di Riesi.
Ma la parte più attiva é attualmente un
ufficio di assistepza aperto in ccntinuazìone, con distribuzione di medicine, vestiti,
ecc.
Sarebbe indispensabile il lavoro di una
assistente sociale per le varie pratiche, e
di un avvocato per il grosso problema dell’enfiteusi.
Lo spirito di quest’opera é basato sepraltulto nella Solidarietà verso il prossimo, poiché tutte queste cose non sono fini
a se stesse, ed é necessario soprattutto avere fiducia e cercare di lavorare insieme per
affrontare tutti i problemi. Il pastore Vinay
ha così concluso : « Quello che ci dà forza
é un solo fatto, quello che Cristo é risuscitato, questo vuol dire che il nuovo moudii di Agaioe deve sorgere a Riesi e la battaglia sarà sicuramente vinta ».
Quella sera stessa, la corale di S. Ger
inano Cliisone in costume valdese, diretta
dalla Sig.ra Delia Bert, ci ha allietato con
canti religiosi e folcloristici.
Sabato, ultima giornata d’incontro, .oh
biamo ascoltato il messaggio di Madame
Legler; « Solidali con Cristo ».
Ci siamo irifine raccolte intorno al tavolo della San a Cena, visibile espressione
dfc'i nostro sentimento di comunione fraerna. TE NI
Offerip pei* i rostauri del Tempio
e della Casa Valdese di Rio Marina
in occasiiine del suo centenario
Paolo V volle tradurre, brutalmente. sul piano della politica di quel tempo le tesi di Bellarmino: il sacerdote
ha potestà di giudizio sull’imperatore,
c non viceversa; sarebbe assurdo infatti che la pecora avesse potestà di
giudizio sul suo pastore: così come
sarebbe assurdo ammettere che il principe volesse esigere prelievi da beni o
diritti ecclesiastici.
Questa presa di posizione provocò
reazioni ostili nei vari stati italiani,
che iniziarono trattative per giungere
ad un modus vivendo Con la sola repubblica di Venezia le trattative si
drenarono.
Cominciò una vera e propria guerra
fredda, legata al nome d'> fra Paolo
Sarpi. Paolo V nel 1606 scomunicò
tutto il governo di Venezia, ma ebbe
la sorpresa di dover constatare che il
clero secolare rimaneva fedele alla repubblica! Solo i gesuiti e i teatini la
sciarono Venezia.
Nota IV. Più tardi si giun.’ie ad un
accordo, ma i gesuiti non furono pià
riammessi in Venezia (nella repubblica di Venezia).
( 3° Elenco)
Dolt. Emanuele Quattrini, Perrero 20.000
— Acinelli Carlo Alberto, Rio Marina
183.000 — Unione Femminile Piazza Cavour^ Roma 25.000 — Sig.a Vigliano-Banchetti, Bari 2.500 — N. N., Firenze 2.000
— Nanni Isabella, Firenze 2.000 — Longo
Selma, Torre Pellice 1.000 — In mem. Pa.
store G. Petrai, le figlie-10.000 — Castorina Paolo e Anna, Roma 3.000 — Chiesa
VaMese di Firenze 50.000 — Chiesa Valdese di Livorno 20.000 — Lucilla Jervis, Firenze 5.000 — Angiolina Finozzi, Forano
Sabina 1.000.
Con gratiradine
Ln Commisüone del lì' Dintrelto
Paolo V è il papa della contro-riforma, l’uomo che ha potenziato la controffensiva e la restaurazione del cattolicesimo in Germania. Un grande
papa che ha legato il suo nome a due
opere famose in Roma: vide il compimento della costruzione di S. Pietro
col Bernini; restaurò l’acquedotto ed
i Romani riconoscenti chiamarono
l’acqua: acqua Paola.
Nota bene : Si parla sempre, in questa noterella, di papa e imperatore e
principi e re... In termini moderni si
potrebbe tradurre: Chiesa e Stato!
Ma allora, chissà, anche Paolo VI,
il nuovo Romano Pontefice, avrà ancora da esorcizzare il vecchio diavolone! L. A. Vaimal.
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28 giugno 1963 — N. 26
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Conferenza del VI Distretto
Galtanissetta, 12-13 grugno 1963
I lavori della Conferenza del VI Distretto hanno avuto inizio a Callanissetta, nei
loiali della chiesa, la sera del 12 c. m. con
un culto presieduto dal Cand. Theol. Marco Ayassot e con la definitiva assunzione
in ruolo dell’Anziano Evangelista in prova
Odoardo Lupi.
II mattino seguente alle 8,30, la Conferenza ha iniziato il lavoro con l’elezione
del Seggio nelle persone di : Past. S. Briante (presidente), Sig. E. Puzzanghera (vicepresidente!, Cand. Tlieol. M. Ayassot (segretario). Subito dopo il Capodistretto,
past. E. Cersani, ha dato lettura della Relazione della Commissione Distrettuale, la
quale, dopo un aceeitno al piano di lavoro
6tabili:o dalla Conferenza autunnale di Catania, passa a sottolineare positivamente i
numerosi incontri intercemunitari che hanno avuto luogo, con ottimo successo, durante l’anno. La Relazione mette in particolare rilievo le nuove attività, che in molte comunità sono sorte o, per lo meno, è
intenzione di far sorgere, sottolineando il
desiderio delle comunità di « uscire dal
quadro consueto e foi^ monotono delle
normali attività di chiesa ».
La relazicne prosegue constatando la poca frequenza nelle comunità agli studi biblici infrasettimanali c propone che « la
sensibilità spirituale dei Consigli di Chiesa sappia suggerire altre forme d’incontro
in cui la Parola di Dio debba tuttavia ‘restare al centro ». Un ampio accenno è fatto alle iniziative a carattere sociale e specialmente a quelle di: Palermo, col suo la
A¥VISO
L'iiflìcio della Tavola Valdese
sarebbe lieto di ricevere alcune
fotag.-afìe scattate in occasione
delia Ìnaugu.ra2(ione della,.Cappelle di Villar Perosa.
Chi potesse gentilmente cooperare alla documentazione di
cui ¡a Tavola Valdese ha bisogno abbia la cortesia di rivolgersi al Moderatore - Via IV Novembre 107 - Roma.
voro fra i bambini delle categorie più disaziale; Pacliino, col sempre più sviluppalo lavoro dell’.Asilo; Agrigento, con la
apertur-;! tli un piccolo dopcscuola; Catanzaro. croi ! due nuovi progetti, già in attuazione, (Il un Pensionato per Studenti in
Catanzjin e la creazione di un Villaggio
Evanzi ■. il nella zona turistica deUa Sila,
dove e eì.i stato acquistato, a prezzo vantay_io c I un suolo dji 12.000 metri
quadra !. niic due opere di Catanzaro è
legala ' r'Dera del Team Ecumenico di Falerna, v.ìp lia abbondantemente aiutato la
comuni! ! sia finanziariamente sia con personale. [ ■■ oaragrafo a sè stante nella re!azi Ile ! 1 onera del Servizio Cristiano di
Rie»! e li! i.ommissione Distrettuale sottolinea la necessità deirinvio di un nuovo
operaio In loco, in quanto il pastore Vinay
e sempre più assorbito dal lavoro del Servizio sociale.
Vengono poi sottolineate {e isituazioiii
difficili (he si sono verificate a Cosenza,
dove ori è tornata la più completa serenità,
ma file deve ancora eleggere il nuovo Consiglio di Chiesa; a Vittoria, dove si sono
verificali alcuni contrasti, non ancora saìiali, fra Consiglio di Chiesa e pastore; .i
Tranani-Vbirsala, dove l’opera del Cand
Tbeol. Del Priore, pur essendo stata del
tutto jio.siiiva, non può risolvere i problemi della cura assidua dei numerosi gruppi
della zona, nonostante vi sia stato l’aiuto
del Sig. De Caro, dell’Ev. G. Resini e di
anziani da Palermo. A questo proposito,
la Relazione afferma : o L’ideale sarebbe,
a nostro avviso, che un operaio si occupasse esclusivamente di Trapani e Marsala,
ed un altro di Marzara, Canupobello e Castelvetrano ».
La Relazione termina eon accenni alle
Attività Evangelistielie, Rapporti Ecumenici, Rapporti Interdenominazionali, Convegni del Distretto, Diaconia e Visite della
Commissione Distrettuale alle comunità.
-Alla lettura della relazione della Com
missione Distrettuale ha fatto seguito quel
la delle relazioni delle singole chiese, del
l’Asilo di Vittoria, di Adelfia, del capo
gruppo della F.U.V. e del Gruppo di Ser
vizio Cristiano di Riesi.
Dopo un breve intervallo, si riprendono
i lavori con la discussione della Relazione
della Commissione. La discussione verte,
principalmente sugli incontri di chiese o,
contro le pro'poste di alcuni di dare un tema unico a tutti i convegni, la maggioranza è dell’idea di lasciare alle comunità la
più ampia libertà di accordarsi sul luogo
e sull’argomento dei temi da discutere. Un
lungo dibattito ha noi luogo sugli studi
biblici infrasettimanali Sulla stregua di
quanto affermato dalla Relazione, molti
prendono la parola denunciando la necessità di trovare nuove forme allo studio biblico, di renderlo più « lavoro di gruppo »,
di aprirlo verso Tambiente di fuori. Alcuni esperimenti in questo senso sono già
stati fatti da diverse comunità, senza però
avere i lisultati sperati, per cui si riconosce la necessità di una vita spirituale più
ricca e più vigilante nella preghiera. Sul
tema « Riesi n si sofferma la discussione
per un certo tempo e, dopo varie proposte, si conclude varando la scgnenle raccomandazione alla Tavola: «La Conferenza
del VI Distretto raccomanda alla Tavola
di provvedere, non appena possibile, alTinvio di un coadiutore per il pastore Tul
lio Vinay, sempre più impegnato nell’opera del Servizio Cristiano, coadiutore che
potrebbe essere anche un laico qualificato
a svolgere funzioni pastorali ». Dopo breve discussione sulle comunità di Cosenza
c Vittoria il dibattilo si fa nuovamente più
vivace e prolungato sulla questione Trapani - Marsala, in cui si sente sempre più
urgente la necessità di un altro operaio
residente in loco. La Conferenza prosegue
la discussione della relazione soffermandosi brevemente sulle Attività Evangelistiche
e, in seguito, decide l’istituzdone di una
cassa di diaconia i cui fondi dovranno essere ricavati dalle offerte delle singole coniuni-à e. ohe verlrà ammimistrata dalla
Commissione Distrettuale; tale cassa servirà a sovvenzionare le comunità più povere nei loro problemi di assistenza eh© sarebbe impossibile risolvere sul piano locale.
Infine, la Conferenza .approva la Relazione e passa all’elezione della nuova Commissione Distretluale, che viene riconfermata nelle persone di: Past. E. Corsani
(Presidente), Sig. B. La Rosa (Vice Presidente), Past. S. Giambarresi (segretario).
Vengono fissati i luoghi e j relativi predicatori e loro sostituti, per le Conferenze
Distrettnali autunnale e di fine dell’anno
ecclesiastico 1963-64. Le città prescelte sono rispettivamente Messina e Catania ed i
predicatori Ev. O. Lupi (sostituto Ev. G.
Resini) e Past. A. Garufi (sostitute Ev. V.
Sciclone). La Conferenza si chiude con il
can'o di un inno, dopo aver proceduto alla elezione dei tre deputali al Sinodo 1963
nelle persone dei Signori Nieosia e Puzzanghera e della Sig.ra Giacinto e dopo la
lettura e l’approvazione degli Atti.
Alla Conferenza erano presenti 22 person-t fra delegati e pastori, più numerosi
ospiti e amici. LTn grazie sentito alTEv.
Scirione e alla cemunità di Galtanissetta
per la cordiale ospitalità e a tutti l’auguric di un nuovo anno di attività ricco di
celesti benedizioni. M. A.
i'ulti per tüHsti é lavoratori
a Villar Perosa
Il Concistoro, per rispondere ad
un voto più volte udito neUe assemblee ecclesiastiche e al desiderio cspresso da alcv.ni fratelli di Chiesa,
ha deciso di celebrare durante i mesi di luglio ed agosto in più del cul1„ domenicale con«ue(o, anche un
breve culto nlhltutino, dalle ore 8.311
alle ore 9. Questo orario lo renderà
accessibile ad alcuni frateUi impe
gnati nell’industria alberghiera e potrà anche giovare ai fratelli turisti
di passaggio. Potranno anche approfiiiarne coloro che arrivano col pulniann gran turismo in partenza da
Torino alle ore 7,15 e in arrivo al
\ illar alle ore 8,20. Un altro puL
niann alle ore 9,35 permetterà loto
di proseguire verso Perosa.
li Convegno A.l.C.E. (gruppo Valli), a S. Germano Chisone. Chi desidera copia
della foto la richieda alVlns. Levi Desio, S. Secondo di Pinerolo (To), invietndo
L. 150 anche in francobolli.
Corrispondenza da Catanzaro...
La mattina del 23 maggio alle ore
8,30, la comunità valdese di Catanzaro,
0, per lo meno, una gran parte di essa,
circa 60 persone col pastore Ayassot e la
sua signora, prendeva posilo su uri pulPiann della « Mediterranea » in piazza
Matteoitti, partendo per Novena Mannelli
Il fiercorso di 42 cliilometri è sembrato a
tutti molto breve, in quanto gran parte
del tempo è stata spesa nd -cauito di inni.
L’itinerario era bellfeimo: dopo aver attraversato il grande viadotto della Fiumarella, ci siamo infilati nel tunnel sulla strada dei due muri fino a MarcelMnara, per
poi salire verso Tiriolo e di là, passando
da S. Pietro Apostolo, Semaistretta e Carlopoli, siaimo giunti alle 10,15 nella Piazza Garibaldi di Soveria Mannelli.
La comunità valdese di Cosenza, con il
suo bravo pastore Garuft e la sua famiglia, era ed attenderci nell’ameno luogo
precedentemente fissato per rincontro, in
un bellissimo boischelto.
Alle ore 10,30 è stato celebrato il culto.
Il pastore Garufi, della Chiesa di Cosenza, ha curato la parte litùrgica, mentre il
nostro pastore Ayassot ha predicato sul
testo del giorno. Egli ha, fra l’altro,
dello che noi siamo come i discepoli di
Gesù, pieni di allegrezza, perchè, per
quanto il nostro Signore Gesù Cristo ci
sia stato tolto, salendo M cielo, noi siamo la Chiesa creata e tenuta in vita dallo
Spirito Santo. Oggi ricordiiamo PAscensione di Cristo alla -dcs*Lra del Padre, ma
noi sappiamo che Egli ititercode per noi
e ohe non ci lascia soli; ma Egli stesso
è presente nella Sua Ca^esa. Perciò operiamo con allegrezza e siamo come le vergini avvedute, vigilanti neH’attesa.
Alle 12, raccogliendosi in simpatici
gruppi, cosentini e catanzaresi si sono disp-osli a sedere sotto gli alberi per il pranzo al sacco. Erano presenti, oltre alle due
comunità di Catanzaro e Cosenza, gruppi
della Diaspora- delle due chiese: S. Pietro Magisano, Vin-colise, Dipignano, Scigliano. Erano presomi ; membri del Team
ecumenico di Falerna rimasti in Italia.
Alle ore 13,30 i convenuti sono stati
nuovamente radunati tutti insi-eme ed il
paet-o-re Ayas-sol ha presenlalo e illustra-to
a tuM-i il progetto della Chiesa di Catanzaro per un p-iocolo villaggio evangelico
nella zona turi-stiica della Sila, dove abbiamo acquiistalo un suo-lo di 12.000 metri
quadrati e dove è stato tra-sportato un prefabbricato in legno, die ci servirà da quartier generale per studi e ca-mpi estivi, già
in programma da quest’anno.
Dopo il canio degli « inni nuovi » 333 o
315, la corale di Co-senza ha cantato, iti
modo mollo bel!-o, Tinno numero 100. Si
è poi passa-t'i ad giochi : tiro alla fune, corsa nei sa-cchi e altri s-vaghi.
■Alle ore 18 le due comunità si sono accomiatate, ringraziando il Signore per la
beill-a ooc-aision-e d’incontro conicessacd e ripromettendosi di rincontrarsi quanto pri
ma. Il ritorno in puUman a Ca-tanzaro è
stato a-llielato dai can-ti di buona parte
diella comitiva i
E’ già trascorso un anno da quando la
sorella Carpino è stata chiamata alla gloria del Signore. La sera del 31 maggio
1962, inifatti, all’Ospedale Civile di Catanzaro, dov’e-ra stata degente per ben due
mesi in seguito ad una malattia incurabile,
decedeva e il pastore Sergio Ro-stagn-o era
presente per darle un ultimo conforto. La
comunità di -Catanzaro ha perso -con la sorella Carpino una delle sue colonne: essa
aveva conostàu-to l’BvangeJo una dozzina
di anni or sono ed aveva servito sempre
il Signore con slancio e con amore. Immancabile ai culti, era di stim-olo e di
esempio a tutti e non cessò mai di testimoniare deU’Evangelo di Cristo, anche negli ultimi mesi di vita, nello corsie dell’Ospedale. Il funera-le veniva celebrato il
1“ giugno nella chiesa di Discesa Filanda,
alla presenza di tutta la comuniità e di numerosi conoscenti e simpatizzanti. Concludendo : « Non posso non ricordare con
pro'fonda comano-zione il teutpe in cui
procedevo con la folla e lu guidavo alla
casa di Dio, tra i canti di giubilo e di
lode di una moltitudine in festa ».
Nell’annivensa-rio di questo triste evento, rinnoviamo al fratello Carpino Alberto i sensi della n-ostra simpatia, nella
speranza che molti altri credenti possano
camminare nelle vie del Signore come
la sorelli Carpino. Ernesto Scorza
...e da Livorno
Lunedi 10 giugno si celebrava il servizio funebre del fratello Prof. Bruno Bencini, membro della locale Comunità e del
suo Consiglio fino ad alcuni mesi fa, quando con la sua consorte si trasferì a Roma.
Investito da una macchina sulla stradale
Mestre-Venezia, il fratello Bencini veniva
ricoverato nel locale Ospedale Civile e, do
po aver lottato con la morte per diversi
giorni amorevolmente assistito dalla sua inseparabile compagna, dai familiari, colà accorsi, dai medici e col -conforto della Parola di Dio portata dal Pastore Renzo Ber
talot, dalla vicina Comunità -di Venezia,
vi spirava la mattina del sabato 8.
La sua salma, trasportata, a mezzo fur
gone, da Mestre nel tempio di Livorno ve
niva quivi ricevuta dai familiari e dal Pastore e vegliata fino all’inizio del servizio
funebre, al quale hanno preso parte una
buona rappresentanza della locale Comunità, una folla schiera di conoscenti, amici c
colleglli del Provveditorato agli Studi, i
quali hanno dimostrato con la loro presenza e simpatia di quanto affetto il Nostro
fosse circondato nella sua città natia.
Predicando sul testo dii Giovanni 11:25
2t< il Pastore ha -sottolineato il fatto del diverso atteggiamento di fronte alla vita e alia morte, cioè di fronte a Gesù di Nazareth, crocifi.sso e risorto Signore della vita
c della morte, il Signore di tutti e di tutto, pur nella contraddittoria evidenza di
i-iò die i nostri occhi vedono in questo moti
do, in -juesla vita. Solo per la fede di Cristo Ge.sù (questo inestimabile desio di Dio)
si -può credere che in Lui noi viviamo, an
clif don.) la morte, quella vita eterna di
cui Egli stessi ci ha dato la caparra già in
questa vita.
Questa fede vivente (« cliiunque vive e
crede in me ni in Cristo dà un senso, una
direzione e un valore al nostro -pellegrinaggio terrestre, in tutti i suoi aspetti.
Il fratello Bencini lascia alla sua consor
t.‘. ai suoi familiari e a noi tutti come suoi
fratelli in fede una esortazione che egR ha
iproinuneiata in uno degli ultimi momenti
lucidi della sua agonia : « Biso-g-na ringraziare Iddio »!
Questa ultima esortazione è parte indissolubile della sua esistenza, illuminata e
sorretta dalla fede di Gesù Crieto. In mezzo ai molti perchè della ’vita il cri-sltaiio per
la fede sa ancora « ringraziare Iddio ».
Iddio sia ringrazia-to dal profondo per
aver concesso alla compagna del nostro fratello Bencini la forza necessaria per asaisterlo durante i lunghi giorni dell’agonia,
per accettare la misteriosa volontà di Dio
ne> suoi riguardi e per continuare con fede e con speranza il pellegrinaggio che il
Signore le vorrà ancora concedere,
L’Iddio di ogni consolazione il quale ci
consola in ogni nostra afflizione conceda
alla vedova, ai suoi familiari come a noi
tutti la grazia di guardare sempre in ogni
circostanza a Gesù Cristo capo e compitore
della fede affinchè non cj perdiamo d’animo (Ebrei 12: 1-3). 5, q_
'iiimniiiiiiiimiii.ni
iiimnmiiiliiiiiiiiitiiii»
Doni per il Rifusili C;irlo Alherlo
in ini'innriii del Prof, riioviiimi Turin
Prof. Lorenzo Crosciti (Torino) Lire
20.000 — Susetta Artus-Martinelli (Crema)
in mem. di zio Giovanni L. 50.(M)0; in
mem. del caro papà Paolo L. 50.000 ___________
Ren-ata Jall'a-Turin (Torre Pelliee) in memoria del caro fratello L. 5.000 — Marcello e Leopoldo Bertolè (Torino) L. 5.000
— Elsa e Beppe L. 2.000.
I LETTO RI CI SCRIVONO
••.allora badiamo
ad essere presenti !
lettore, da S. Germano:
Tuli altro Hie feticista della deniocrazia, fine a se stessa, sono pepersuaso che essa sia lo stimolo
looneo a suscitare quel senso di
tespoiisabilità, alii-mè sempre scardo, in troppi elementi cui non mancherebbero i carismi.
Creilo però che la lamentela ve’’uia da Firenze sia purtroppo vela, e che la Chiesa vada veramente
'"arso una prassi che minaccia di
non essere più democratica, o quasi.
In un mondo in cui il diritto elettorale è universale e qualificato un
dovere (con delle sanzioni morali
'’Orso chi non Io esercita) noi esipamo che il membro di chi-esa debba fare domanda per essere iscritto
nella lista, dalla quale rimangono
regolarmente esclusi dal 30 all’80%
nei componenti la Comunità.
E gli esclusi, sia pure per negligenza propria, si estraniano dalle
Assemblee, pur essen-do poi tenuti a
aotiomette-rsi alle decisioni della
niinoranza (in veste di ma-g-gioran
za relativa) che spesso non supera
il 10% dei membri di chiesa. Democrazia? Sembrerebbe di no!
In questi giorni siamo stati a
Prali, lutti elettori e delegati dalle
assemblee delle rispettive parroc- |
cbie; durante la di-scuasione dei di- j
versi problemi il Seggio teneva, a
disposizione dei Pastori, un foglio
su cui ciascuno di essi annotava un
nome, quale candidato alla prossima assemblea Sinodale.
Prima della -chiusura, il Presidente proclamava eletti, e quindi
legalmente delegati al Sinodo dalla
Conferenza Distrettuale, quelli che
erano iscritti sull’autografo collettivo dei Pastori.
I quali delegati in questo modo
sono sì eletti ma dai singoli compon-enti il gruppo dei Pastori (i migliori = aristocrazia, o se volete
dal clero), certo non dalla Assemblea (democrazia).
Si dirà che data la com-posizione
della Assemblea, i cui vari membri
non si conoscono fra di loro sufficiente-mente per poter operare una
scelta, al mo-mento opportuno, sembra non vi sia altro metodo da seguire.
l Napoletani
E .il'ora resta provato che occorre una riforma, di struttura, che
metta in con-dizione i delegati dii „„„
conoscersi fra loro. Dovrebbero du- I SOnO ingrati
rare in carica 5 anni come gli anziani. .Anclie perchè possano impa- ,
rare a muoversi e conoscere i vari '
problemi su cui sono chiamati ad ‘
esprimere il loro parere o consi- !
^lln. E. A. Beux I
Inglesi
contro la fame
Lna lettrice, da Londra:
Signor Pastore Giovanni Conte,
Ho letto con una certa a-pprensione la Sua corrispondenza pubblicata -sul N. 23 della « Luce ».
Qui, come Lei sa, se da una parte stiamo fabbricando non solo armi atomiche ma anche quelle batteriologiche, -dall’altra siamo in pie.
na campagna contro la fame.
Vi è nulla che si possa fare dall’Inghilterra per aiutare i membri
della stazione a Lei affidati?
Cordial,mente Liliana Manzi
11 Hasleniere Road
London N. 8
Sosteneteci con le vostre offerte !
Lna r'ollabomtrice. da Napoli:
Rispondendo alla lettera della signora Amilda Bounous-Pons (Luce
n. 23 del 7 giugno! la posso assicurare che suo padre, il Pastore Giovanni Pon-s, non fu dimenticato nelle celebrazioni del centenario della
Chiesa di Napoli. Infatti egli fu ricordato dal Pastore Cielo, insieme
con gii altri pastori che lo precedettero e Io seguirono dal 1863 ad
oggi, sia nella breve conferenza da
lui tenuta nella festa del 17 febbraio, sia nel nostro bollettino « 11
Vincolo », uscito in quella occasione. Se non ne ho fatta menzione
nella mia cronaca del 12 maggio, è
percliè non ho fatto altro che riassumere i vari discorsi fatti in quel,
la celebrazione. Il conferenziere,
prof. Maselli, si è limitato a parlare dei primissimi anni della Chiesa di Napoli e solo alla fine ha no.
minalo di sfuggita i pastori succeduti immediatamente al De Vita,
fra cui anche il Pastore Pons, ma,
ovviamente, per brevità, non potevo riferire tutta la conferenza, altrimenti il redattore di « La Luce »
avrebbe senz’altro cestinalo tutto il
mio già lungo articolo! Spero che
adesso la gentile signora A. Bounous sia soddisfatta e le posso assicurare che nessuno ha dimenticato
l’opera del Pastore G. Pons a Napoli, durante il suo lungo ministero in questa città.
Cordialmente. Fernanda Fiorio
Scrivetemi...
Un lettore, dalla Germania:
Sarei felice di avviare un amiche
vede scambio di corrispondenza con
ut membro della Chiesa valdese. Ho
29 anni e studio attualmente presso
la locale scuola d’economia; a settembre terminerò lo studio e tornerò
nella mia patria, la Renania. Per
conto mio ho imparato l’italiano e
seno in grado di leggerlo; attraverso
vari viaggi ho preso una certa familiarità con l’Italia. Desidererei avere
un (0 una) corrispondente con cui
discorrere dei problemi delle nostre
(diiese, dei nostri -paesi, e anche più
generali. Sarebbe bello che il (0 la)
corrispondente sapesse un po’ il tedesco, poiché ho constatato che ci si
esprime più compiutamente nella
propria lingua materna
Spero vivamente di avere presto
lina risposta
Hans Rudolpli
328 Bad Pyrmont
Kam-pstrasse lo (Germania)
Abb mmo ricevuto
Per il piccolo profugo ustionato:
Gustavo Albarin (Lusema S. Giovanni), ricordando l’amico d’infanzia Emilio Tron, L. 1.000; N. N.
(Torino) L. 500; N. N. (Pinerolo)
« benedicendo il Signore », L. 2.000;
Myosotis (Torino) L. 1.000; Carlo
Tomasini (Torre Pelliee) L. 3.000;
Mari-uccia Rivoira (Angrogna) Lire
5.000; « un’infermiera » Torre Pellice) Li. l.(X)0. Grazie!
Altri lettori ci hanno fatto pervenire la loro gradita offerta di solidarietà per il deficit del settimanale;
pubblicheremo l’elenco di queste offerte, ma fin d’ora ringraziamo di
cuore, augurandoci che altri ancora
vorranno sostenerci. Diversi ci hanno scritto, stupiti per aver trovato il
modulo di c.c.p, interpretato come
un sollecito a versare Vabbonamento ; ci si rassicuri, era solo un invite. a chi lo può, a inviarci un^offerta. e ’'offèrta^* avevamo appositamente fatto stampare in rosso su detto modulo.
4
■pag. 4
N. 26 — 28 .giugno 1963
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
AOSTA
MANTOVA-VERONA
A Verona sono state tenete receniemente due conferenze importanti: una dal prof.
Giorgio Peyrot su « I prò telanti in Italia,
oggi » e una dal past. Repzo Bertalot su
« La Bibibia o ^3 Chiesa nelLattualità ecumenica ». Bingraziamo molto i due oratori.
In genere, la fine dell’anno ecclesiastico
significa un affievolirsi di tutte le attività,
compresa quella giovanile. Invece, mentre
a Mantova sono continuate le riunioni di
studio sul « Sermone sul monte », proprio
con il mese di maggio si è ricostituito a
Verona il gruppo giovanile, costituito di
giovani veri, anche d’età! ci si riunisce set
timanalmente e per il momento neH’ascol
del « Sermone sul monte », con intere!
se del tutto nuovo.
Sono stati ultimamente accolti nella pie
n* comunione della Chiesa, a Mantova Giu
liana Micol, a Verona Giovanni Comba,
proveniente con la famiglia dalla Chiesa di
Boma. Li abbiamo accolti con gioia fra
tema e rivolgiamo loro il più caldp augu
rio per nna vita cristiana impegnata al setvizio del Signore.
Una rappresentanza delle nostre comuni
tà ha partecipato al Convegno di Chiese
organizzato a Felonica Po per il giorno
dell’Ascensions. Una bellissima occasione
di incontro con fratelli di altre comunità
della zona.
♦♦♦♦ ♦♦♦♦♦♦♦♦<»♦♦
Una piscina coperta e riscaldata (m.
13x6), un campo da tennis in cui si
può giocare tutto l’anno, un campo da
gioco in asfalto per la palla-canestro,
palla-volo e pattini a rotelle, un laghetto per il pattinaggio su ghiaccio,
sono ^ queste le nuove installazioni
sportive già pronte per l’anno scolastico 1963-64 al
CONVITTO MASCHILE VALDESE
TORRE PELLICE
Le iscrizioni per una ventina di posti ancora disponibili sono aperte.
Le rette, che comprendono l’uso degli impianti sportivi senza supplementi sono accessibili a tutti.
Si accettano ragazzi che frequentino il ginnasio-liceo, le scuole medie,
le scuole elementari.
Sono messe a concorso tre borse di
studio a metà retta per ragazzi con
ottimo rendimento scolastico.
Si accettano anche per le sole vacanze dal 1° luglio al 31 agosto ragazzi
dagli 8 ai 15 anni ( Soggiorno minimo :
20 giorni).
Informazioni dettagliate subito scrivendo al Convitto Maschile Valdese
- Torre Pellice - (Torino).
BOBBIO PELLICE
COAZZE-SUSA
— La nostra comunità è stata rattristata
daU’ìmprowisa dipartenza della signora
Elisa Gttt Hofstetter,^ originaria di Zurigo,
ma che facdya parte di questa chiesa da
quasi 30 aniii, e mmubro del Consiglio di
chiesa da oltre un trentennio. Ricordiamo
la sua figura serena di credente ohe, fedele
ognora, anche nelle minime cose, ha sa pitto dare una ìtolla ed efficace testimonianza della sua fede cristiaina operante in uno
spirito di servizio e di dedizione al Signore ed alla sua chiesa. Le sue esequie sono
state un’occasione pw annunziare l’Evan
gelo della risurrezione e della vita eterna
non solo ai membri della nostra comunità
afflitti per la dipartenza di una sorella profondamente amata, ma anche ad numerosi
estnmei di ambienti diversi in mezzo ai
quali la signora Gut non si era mai vergognata di -portare una chiara testimoniaiiz.t dell’Evangelo di Cristo.
— Si è avuto anche quest’anno il convegno deEe chiese di Aosta e di Ivrea a Viering. Il past. Marauda ha presiedute il culto e il past. Boudhard ha dato la predicazione della P.irola. In quel culto è stata
battezzata la piccola Alice Durand: il Signore benedica questo agnello della Sua
greggia ed aiuti i genitori, padrino e madrina, a mantenere con fedeltà le loro promesse. Dopo il culto i convenuti, allietati
dai canti del (gruppo ^giovanile, hanno trascorso anioora un paio di ore in comunione
fraterna, grati alla famiglia Durand che ha
gentilmente offerto a tutti una buona tazza di thè.
— La domenica 16 giugno abbiamo ricevuto con molta gioia la visita della Corale
di PomaretJto che, ben diretta dalla signora Grill, ha cantato tre cori nel culto del
mattino che era presieduto dal past. Gustavo Bpuchard che ringraziamo per il suo
messaggio. Indi, nella sala delle attività, la
Corale ha dato un bel programma di canti
che tutti hanno vivamente apprezzato ed
applaudite. Nel pomeriggio, favoriti da un
tempo eccezionalmente bello, i coralisti di
Pomaretto, acoompaignati da di-versi membri della chiesa di Aosta, sono saliti in gita fino ad Entrèves. In fine di pomeriggio,
ad Aosta, si è unita ai Pomarini e agli Aostani una comitiva di una cinquantina di
giovani delle parroocliie di Prarostino e SSecondo, col pastore Peyrot che aveva celebrato la mattina il -culto nella cappella di
Courmayeur. Tutti insieme abbiamo trascorso alcuni bei momenti cantando parecchi inni. Ricordiamo con riconoscenza
questa giornata bella in tutti i sensi: per
la fraternità che ha caratterizzato un così
bell’incontro, per il tempo che ci ha permesso di ammirare le maignifiche montagne
della valle, nonché per la fortuna di essere
prssati, nel ritorno da Courmayeur ad Ao
sta, pochi minuti prima che la strada ve
nasse interrotta da una valanga di decine
di migliaia di metri cubi d’acqua per la
rottura improvvisa del canale di una centrale elettrica.
— Giovedì 20 giugno abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la
spoglia mortale del nostro fratello Ponte'
Stefano fu Timoteo deceduto il giorno 18
giugno alla età di anni 60 dopo lunga e
penosa malattia alla frazione Balmette.
Alla moglie, ai familiari e parenti tutti
esprimiamo ancora la nostra viva e fraterna simpatia cristiana invocando su loro la
con-solazione di Colui che ci consola veramente in ogni nostra afflizione.
Domenica 23 giugno nel corso del nostro culto è stato presentato al Battesimo
il bimbo Michelin Giovanni di Aldo e Davit Evelina (Ciastel). Il Signore benedica
il bambino e conceda ai suoi cari la gioia
di essere sempre fedeli alle promesse fatte
davanti a Lui ed alla Chiesa.
La nostra Comunità porge i suoi auguri
fraterni agli sposi Catalin Giovanni (Via
Beisilia) e Collet Laura (Villar Pellice) il
cui matrimonio è stato benedetto sabato
22 giugno nel tempio di Villar Pellice,
dando il suo affettuoso benvenuto alla
sposa che viene così a far parte della nostra famiglia Bobbiese. c. a.
Riconoscenti a Dio e agli uomini, gli
evangelici Battisti e Valdesi di Coazze, Buspolene, Mompantero e Susa, settantadue
compreso il Pastore sig. Tullio Saccomani,
sono ritornati entusiasti \,^Ua loro gita ad
Angrogna: il tempo è stalo
— Domenica 9 Giugno nel corso del no
stro culto sono stati presentati al Battesimo i bambini Bounous Ivano di Valdo e di
Beux Frida (Garde di S. Germano Chisone) e Sappè Christine di Renato e di Rostagno Jolanda (Boochiardoni). Il Signore
benedica questi bambini ed i loro familiari
— Lunedi pomeriggio, 10 giugno, hanno
avuto luogo i funerali dei nostro fratello
Sculier Enrico Giovanni, (deceduto all’età
di 71 anni all’Ospedale Cottolengo di Pinerolo dove era stato da poco ricoverato.
Alla vedova ancora degente nello stesso
Ospedale in seguito ad un delicato intervento chirurgico, al fiiglio, messo comunale
a San Germano 'Ghi-sone, ed alla sua famiglia, rinnoviamo la nostra simpatia cristia
na e la -nostra fraterna solidarietà.
— Domenica 16 giugno le madri della
nostra Unione, un gruppetto di bambini
della Scuola Domeniiale ed alcuni padri si
sono recati in visita alla Chiesa di Villar
Pellice ed al suo Pastore sig. E. Micol e
Signora, partecipando al culto con la comunità locale e trascorrendo una simpatica
giornata in comunione fraterna. Il tempo
magnifico ci ha permesso nel pomeriggio
di compiere una passeggiata fino al Castagneto per conoscere ed apprezzare il lavoro ehe ivi svolgono i sigg. Lazier. Ringraziamo sentitamente i sigg. Micol, le sorelle ed i fratelli deila Chiesa di Villar Pel
lice per -la calorosa accoglienza di cui serberemo un ricordo benedetto.
La comunità è grata all’insegnante di
Maniglia sig. Raimondo Genre che le ha
rivolto il messaggio della Parola di Dio domenica 16 giugno; lo ringraziamo per la
suo prezio'sa collaborazione.
La Foresteria
«La Roccaglìa»
di Pradeltorno
....................................................................................................................................................
............................................................IMI..................................mi,.......... i. ...............................................................................................................
................................................................................................................................................
Nella Pineta di Chiatona
Convegno pugliese-lucano
Per (chilometri c -obilometri il mare si
adagia, lento, (SuUa spiaggia di (sabbia fine
e abbondiantie. Più 'in là qualobe pilastro
e ciuffi d’erba; poi la ferrovia che oon^umge la città dello Ionio a Potenza e a
Na'poli. Infine una immensa pineta, (die
fasoiu vedere un cielo azzurro e limpido
Zone assolate, e oasi d’ombra: Chiatona
Questa piccola località balneare a podii
chilometri da Taranto è ormai familiare
r * buona parte dela Pu
glia, che qui (si danno ogni anno, da quasi due lustri, oo'nvegno per il giorno del1 Ascensione. Uno scenario stupendo, per
uu incontro stupendo. Taranto, Bari, Mart^ Franca, Leporano, Pulsano, Talsano,
Mottola, Brindisi, Latiamo, Berotalda, Grottaigle... Tanti luoighi lontani e vari riuniti
in Un solo (Posto: magica convergenza ispi.
rata da un unico sentimento di comunion-e fraterna.
Cal-oroiSe s-tretie di mano; iticroioiarisi rapido e diso'rdinato di domande e di ri'sposte; -gran numero di bimbi felici e rumorosi; incrociarsi di pale e palloni vari...
poi, di colpo, tutto tace. E’ l’ora del cuL
to. Lungo -un declivo la gente si siede in
ordine vario, di fronte al Pastore; sullo
riondo dei ragazzetti che giocano, delle
d-une, e il cielo limpido. Le strofe familiari degli inni rimbalzano da pino in pino, e cercano il cielo. Cosi pure le parole del sermone. « Ogni podeelà uni è dat'a in 'dello e'd in <lerra.
Anda'l'e, d'iinique, e anmna'estrato tuttii i
poipoili, battezzanidoJii nel nome dei! Padre,
del Figliolo e dello Spirito Santo; insegnando loro di osservare tutte ]e cose che
Io vi ho comandate. Or ecco. Io son con
voi in ogni tempo, fino alla fine del mondo ».
E’ questo il sommario di tutta la predicazione del Regno, e va suddiviso in tre
parti: raffiermazione della Signoria di Cristo ; 1 Oiidiine che Cristo dà 'ai suoi discepnli; promessa (ehe è presenza) di essere
con la Chiesa fino alla line dell’età presente. « Seli Deo gloria », questa la verità
che dobbiamo riconoscere e affermare.
Ha presieduto -il culto il pastore Einesto Naso, di Tarainlo. Quest’anno si è notata, per la prima volta, l’assenza del pastore Castiglione, e di tutta la comunità
barese, -la eui presenza in altro posto è
stata sollecitata dai fratelli di zone più
CAMPO INTERNAZIONALE
PER GIOVANI
(Unione Cristiana Biblica)
età dai 14 ai 21 anni
dal 16 agosto al 6 settembre 1963
a Champfleuri (Grenoble - Francia).
Retta giornaliera; 6,50 franchi (L.
800 circa) e al momento deH’iscriziont inviare 5 franchi (L. 650 circa).
Per informazioni e prenotazioni
scrivere a: Centro VITA - Piazza Invrea 8/13 - Genova.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tiu. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To'
A TORINO
I giovani e Hmmigrazione
„ „— ---------V,--------- clemente, ame
na la passeggiata da San Lorenzo al Serre
e ivi benefica la partecipazione con i fratelli del villaggio e dinto-rnd presenti al
Culto presieduto dal Pastore sig. Costa
bel, specie l’accoglienza anche con il caffè
e do-lce contorno da parie della Clnesa lo
cale. A mezzogiorno, gli albergatori sigg.
Bertin hanno avuto il loro da fare per contentare tutti e ci sono riusciti egregiamen
te. Il pomeriggio, nel Tempio, belli ed anche commoventi i canti e le recite degli
alunni della Maestra sig.ra Berlalot da lei
diretti con la competenza e l’entusiasmo
suoi ben noti, un messaggio biblico del
Pastore locale e diversi Inni. Interessante
è stata la camminata di ritorno per Chanforan. Odine, Albarins con l’interessante
rievocazione storica fatta dal Pastore sig.
Costabel del Sinodo di Clianfo-ran tenutosi
li nel 1532 (lei fermammo ai piedi del mo
numento -che lo ricorda) « deU-e vicende
degli antichi Valdesi che ebbero an-che a
luogo di Culto la (( Ghieisa d’ia Tana », e
in quella grotta entrammo in parecchi e
sostammo, per giungere alla Sala Unionista di San Lorenzo dove, gentilmente, la
Signora del Pastore Taccia, aiutata da volenterose eoiHahoratrici, ci aveva preparalo un’accoglienza particolare anche con
gradite numerose tazze di te e che « thè
gami » ! ! (Juivi (Sentimmo gli applauditi discorsi dei Pastori sigg. Costabel e Saccomani e cantammo alcuni Inni. A Villa
Olanda coin la Famiglia, un ospite originario di Coazze e rinfermiera sig.ra AJlosio Viani nostra sorella di Susa, ci aspettaivano il (Direttore Pastore sig. Colucci e
la gentile signora i quali, cortesemente, ci
fecero visitare la Casa ed il parco e ci parlarono in modo molto interessante di quel1 opera a favore dei rifugiati. A tutti rinnoviamo i più vivi e cordiali -ringraziamenti: è stata una bella, indimenticabile giornata grazie a Dio e anche a tanti cari amici, con la speranza che le offerte, piccole
gocce, fatte alle Chiese e alla Villa visitale siano almeno una piccola -prova della
nostra grande riconoscenza e solidarietà
vi attende : tutti coloro che desiderano
trascorrere giorni sereni in un ambiente confortevole — luce elettrica,
acqua corrente ■— in una località alpestre di notevole beitela hanno ora
la loro casa!
Informazioni: Torre Pellice: Pasquet, Corso Fihme 13 - Sereno, Viale
Rimembranza 2 — Torino: Ribet,
Corso Francia 80.
L’iniziativa di fare qualcosa per gli im.
migrati a Torino non è nuova da parte
della nostra Chiesa e certamente molti
sanno già della recente costituzione del
C.R.I.P. (Centro Ricerche Immigrati Protestanti) da parte di alcuni giovani delTUnione Giovanile di Torino, con la collaborazione del Pastore Jalla.
Questo Centro è nato da una esigenza
di attività pratica, da un desiderio di con.
cretare quello spirito di servizio che è
parte cosi importante del nostro Cristianesimo.
I -membri del CRIP sono lutti giovani
studenti od impiegati che danno volontariamente parte del loro tempo libero, ciascuno -per quello che sente di poter fare
per questo problema dell’imimigrazione.
Essi hanno anche elaiborato un proprio
statuto che fissa le caratteristiche e gli
orientamenti del loro lavoro.
L attività del (CRIP è rivolta verso tutti
i Protestanti immigrati nella nostra Città,
posti dinanzi ai numerosi problemi derivanti dall’inserimento nella vita di un
grande centro industriale come Torino. Il
proposito è di recare a tutti un aiuto morale e materiale, oltreché una calda testimonianza di a'more fraterno.
Per poterli rintracciare tutti, ci si awa.
le per quanto possibile dei registri della
Chiesa, ma soprattutto delle segnalazioni
ohe i diversi Pastori delle località di origine sono invitati ad inviare alla Segreteria del CRIP caso per caso. Cosi per l’ap.
punto è già stato fatto agli inizi deH’attività del CRIP con una circolare ind-irizzata a tutti 1 Pastori Valdesi, Battisti e
della Chiesa dei Fratelli.
La raccolta degli indirizzi, cosi come di
L'Utti gli altri dati che possono facilitare il
lavoro del CRIP è essenziale, proprio perchè si è convinti della necessità che l’iniziativa di andare verso questi fratelli debba venire da noi ; quanti ne vediamo incapa,ei di superare quel senso di solitudine
e di isolamento causalo spesso, diciamolo
pure, dalla nostra freddezza e dal nostro
d i si n leressam en to.
I contatti con le persoue immigrate vengono mantenuti per mezzo di visite in
gruppo, organizzate il più sistematicamente
possibile e durante le quali vengono cercate insieme delle soluzioni ai maggiori
proiblemi, siano essi quello deiralloggio,
di un lavoro, o della difficoltà di inserirsi
nella nuova Comunità una volta lasciali i
loro caldi centri religiosi delle Valli o del
Sud.
A questo proposito diciamo che è per il
momento allo studio rorganizzazione di
una serie di culli quartierali da farsi nelle
case degli immigrati stessi o di altri membri della nostra Chiesa; si darà cosi modo
a questi fratelli di ri,trovarsi fra di loro,
renderai -conto della vita di ciascuno qui,
e forse riconoscersi in grado di fare qualcosa per altri immigrati come loro.
Su di Un piano teorico è vista ancora la
raccolta di un magigior numero possibile
di informazioni sull’immigrazione, su
quanto è stato fatto e si fa in Italia ed all’estero, mentre avvengono già .periodicamente discussioni in gruppo circa i metodi ed i risultati del lavoro comunitario
del CRIP, e riunioni di cullo in comune.
E’ meditando la Parola di Dio che si stabilisce una maggior comunione fra i membri del gruppo e li rende più iimpegnati
e capaci a comunicare con gli altri.
Le attività di collegamento fra i giovani
del CRIP e varie altre persone all’esterno,
sono mantenuti da una Segretaria nomi
avvisi economici
Anna Charbonnier
nata Charbonnier
Malattie
orecchio, naso e gola
Il dott.
Oskar Schindler
riceve per malattie di
orecchio, naso e gola
a POMARETTO (presso l’Ospedale Valdese) tutti 1 lunedì
dalle 14 alle 15,30.
a LUSERNA SAN GIOVANNI
(presso lo studio del dott. Pelizzaro) tutti 1 venerdì dalle
13,30 aUe 15.
a TORINO (via Bistagno 20 S. Rita) martedì, giovedì e sabato dalle 14 alle 16.
lontane. Dopo il 'cullo ha rivoilto un breve (messaggio ai presenti il fratello Nardelli, «l’isolato di Pulsano», che ci ha
detto dei suoi inoo-ntri (leggi: scontri) con
11 parroco del' suo paese.
Poi un pigro pomeriggio, che si è vemuto via via animando con una riuecila
caccia al tesoro e delle gare di corsa. Velo'ce ¡1 correre delle ore. La pineta va sfollandosi, adagio, quaisi con tristezza. Si ripete, con diversi sentimenti, il momento
dei salmi.
Qualcuno si riguarda ammirato il panorama, o almeno cosi sembra. In realtà non
è che si badi piu (ohe -ta-nto alla bellezza
del luogo, ma è che in questo giorno Chiatona noin è più luua località balneare -come
tante altre. E’ qualcosa di difficile da rendere con le paroile... Chiatona: qui si riuniscono da qua'Si due lustri gli Evangelici
di (buona parte della Puglia.
Ora capite auiihe voi cosa ’signifi'ca...
Ma il treno ci ha O'rmai riportato in
città.
«Soli Deo gloria»: queste le poche parole 'ohe al di là di ogni intento di eroiia-ca partoino dalle zone assolate del Meridione ,per arrivare sino alle Alpi.
D. P.
Anno nuovo ! Nuova visione !
Sorto e sostenuto dalla fede e dalla visione di tanti credenti per l'Italia,
l’iSTITUTO BIBLICO EVANGELICO
ROMA
invita tutti coloro che vogliono rispondere alla chiamata del Signore,
ad iscriversi al Corso di Studio che comincerà il 1° Ottobre 1963.
Per ogni informazione e iscrizione, rivolgersi:
ISTITUTO BIBLICO EVANGELICO
Dott. Royal L. Peck
Via Cimone n. 100
ROMA
Corsi di studi per tre anni
Visitate
1 Arti valli
APTIVALLI
• TORRE PELLICE
TESSITURA A MANO DI
TAPPETTI
SCIARPE
TESSUTI MODA
TESSUTI ARREDAMENTO
vi troverete certamente qualche oggetto interessante
TORRE PELLICE Corso Fiume, 6
nata fra i membri stessi del CRIP. Il Ig.
voro da svolgere è moltissimo e non privo di difficoltà; crediamo però che nessu- I
no problema sarà ma-i troppo gra'nde se si
continuerà ad avere l’aiuto e la comprensione deU’imera comunità. Anche per que.
sto ci è parso iniporlante parlarne ai let.
lori della Luce. P. Pigliano
Il Convitto Valdese di Torre Pellice
cerca del personale:
1») Una Signora o Signorina clic si occu.
pi dei bambini delle elementari.
2») Una Signora o Signorina da iinpiegare in cucina. Ambiente sereno e allog.
gi-o confortevole.
Scrivere al: Convitto Valdese di Torre
PeJldee (Torino).
fi entrata nel Celeste Riposo la notte
dal 16 al 17 giugno, in Torre Pellice,
all’età di 97 anni.
La famiglie Oharbonnier e Davite,
con nipoti e bisnipoti, nel dame l’annunzio, ringraziano le persone che si
sono unite al loro dolore e presenziar
to ai funerali avvenuti il 18 giugno a
Torre Pellice; in particolar modo il
éott. De Betttni, t pastori Franco immani e Giulio Tron.
«In Te, o Dio, è la fonte della
vita e per la tua luce noi vediamo la luce». (Salmo 36: 9)
Torre Pellice, 16 Giugno 1963
E’ mancata improvvisamente all’aftetto dei suoi cari
Elda Guinzio Merlini
Lo annunciano con dolore, ma fiduciosi nelle divine promesse della risurrezione in Cristo, i familiari. i
« Io sono la risurreziotic e la
vita. Chi crede in me, anche
se muoia, vivrà».
(Giovanni U ; 25)
Torino, 18 giugno 1963