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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PBLLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Taldese
Addo XC’V^ - Num. 43
Una copia Lire 4(J
ABBONAMENTI
Eco: L. 2.000 per l’inlerno
L. 2.SCO per l’estero
Spedizione in abbonamento postale - II Gruppo
Cambio di indirizzo Lie- 50
TORRE PELLICE — 29 ottobre 1965
Ammin. Qaudiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
31 OTTOBRE: DOMENICA DELLA RIFORMA
Ragioni durevoli della Protesta
erra il sicrno in cui la « festa
della Riforma » verrà messa in
” sordina nelle chiese protestanti? Verrà il giorno in cui i cattolici,
I senza spostare di un filo la loro posizione dogmatica di base, la festeggeranno con noi? Non siamo ancora a
tanto.
Che significato ha, tuttavia, il nostro ricordo della Protesta del XVI secolo? Quali questioni, quali lotte evocano i nomi di Lutero, Zwingli, Farei,
Calvino e di tutto il nuvolo dei testimoni che in modo più oscuro o addirittura anonimo si sono uniti a loro
nel ricevere dal Signore l’Evangelo riscoperto, nel ricostituire la vera Chiesa d! Gesù Cristo, nel respingere la
falsa dottrina, da qualunque parte venisse? Ha ancora qualche attualità
tutto questo?
¿riotesta contro il cattolicesimo
- predicatore di un evangelo
■adicalmente deformato, chiesa
che n: debitamente si sovrappone al
Crisi- -- la Riforma è oggi più necessa iii che mai. A coloro che, in
ogni Hcttore, inneggiano alle apertura ri: ¡c Chiesa di Roma, al suo impegii.ì ili aggiornamento e di rinnovam uTo. o almeno vi guardano con
evideoie compiacimento, credo che
df bbi-imo dire, senza acredine ma con
In. ni . ■ruma fermezza, che essi illudono sf Stessi; e quando questo avviene
ira 1 1 ranti, lale illusione è segno
partii'oiarmente grave. A quanti si
riempiono gli occhi e la bocca delraggi' inamento e del rinnovamento
rrmfPM credo che dobbiamo ricordare et.' osgi il solco che separa — ogseturirniente, anche se le più addolcite :. ■aaertività sembrano a volte volerlo sorvolare — Roma.^da,lle Chiese
della Riiorma, è molto più 'proforido
che i n nel XVI sec.: il processo
involi rivo del magistero ecclesiastico,
già ( i !■',> avanzato nel ’500, è stato
portir . a compimento al Vaticano I
con iiroclamazione deH’infallibilità
pontipoia (della Chiesa, cioè), contirmanivinte ribadita fino ad oggi, come
ap ben chiaro anche nel corso
dei V lineano II; il processo di sviluppo mariologico è proseguito .sempre por Trionfante, e non mancano gli
studi rii parte cattolica quanto protestante che documentano che la marioioei;;. non è un’escrescenza spuria
seconcìaria, bensì parte integrante delnmpc.si azione dogmatica del cattolicesimo. aei cooperare di natura e grazia: e infine, mentre il cattolicesimo
tritìeniino era un cattolicesimo alle
corde, sulla difensiva, che correva ai
ripari per i disordini più stridenti, il
cattolicesimo del Vaticano II e di
Paolo VI da Gerusalemme a Bornbay
all’ONU è un cattolicesimo in pieno
slancio, sicuro di sè, malgrado _i grattacapi che gli procura mettersi quasi
aH’improvviso alle prese con i problemi del « mondo moderno », un catto
licesimo in decisa azione integratrice
di tutti i valori umani in una segnata
sintesi cattolica.
Il solco si è, oggi, approfondito ; o
piuttosto, poiché Roma nel XVI sec.
ha rifiutato la « conversione »_, ha nfiutato cioè di invertire la direzione
di marcia, come hanno accettato di
fare, a caro prezzo, in ubbidienza all’Evangelo, gli uomini della Protesta,
oggi ci ritroviamo necessariainente
assai più lontani, avendo camminato
per secoli su vie radicalmente divergenti, Naturalmente vi sono stati e
vi sono nel protestantesimo scarti, in
questa marcia, deviazioni a destra e
a sinistra, cosi come nessuno oserebbe contestare che anche nella Chiesa
di Roma il Signore si sia conservato
nei secoli un « residuo santo » : pero,
mentre il protestantesimo è stato via
via in grado di accogliere /l’appello radicale al ravvedimento, l’aut aut fra
Evangelo e pseudoevangelo, il cattolicesimo non aveva, per principio, per
impostazione, questa libertà di ravvedimento. E si è aggiornato, non ravveduto. Alla linea spezzata del protestantesimo, di cui il solo Evarigelo costituisce la continuità e la spina dorsale, fa riscontro la maestosa linea
del cattolicesimo: sempre più lontana
daH’Evangelo.
Purtroppo, questa protesta nei
confronti della Chiesa di
ma — a cui ci sentiamo legati
dalla medesima vocazione dell’Evangelo — deve oggi estendersi a protesta nei confronti di molti « protestanti » i quali, sotto l’azione congiunta di
una scarsa chiarezza teolcigica e di
un forse inconscio conformismo ^
presente secolo, sembrano perdere il
senso dell’ordine dei valori, una visione globale del cattolicesimo e si
Di fronte al nuovo umanesimo di marca cattolica (anche aggiornata), liberale o marxista, e
Dio solo la gloria e in Lui solo la speranza
esaltano per questo o quel fenomeno
marginale, del resto anch’esso non
sempre esaminato in modo sufficientemente critico. Se già ci urta il sentimentalismo senza chiarezza teologica di chi chiede una (apparente)
doppia celebrazione di un matrimonio
misto, o delle donne protestanti (straniere) che al Foyer «Unitas» di Roma si sono unite a donne cattoliche
digiunando per impetrare l'ispirazione del Signore sui padri conciliari impegnati nella discussione dello schema XIII (dimenticando che un protestante può, eventualmente, digiunare come atto di umiliazione segreta
davanti al Signore, non come pratica
pia atta a cattivarsi il particolare favore del Signore); se, dico, già manifestazioni di questo genere ci urtano,
che cosa pensare della partecipazione
di osservatori protestanti alla messa
conciliare mattutina? ovvero alla processione pubblica dietro le « reliquie
della Santa Croce » all’apertura dell’ultima sessione vaticana? che cosa
pensare di certi (pochi, per fortuna)
esultanti commenti protestanti al
viaggio e al messaggio di Paolo VI alrO'NU? che cosa pensare di quei protestanti ohe hanno pregato papa
Montini di rappresentare anche loro
alle Nazioni Unite, con una superficialità dogmatica inqualificabile? che
cosa pensare se certi laicisti sono stati talvolta più severi di certi protestanti nel giudicare la portata di alcune decisioni conciliari, ad es. quella
sulla questione ebraica, in cui si è ceduto alla più cruda ragion di Stato
per non urtare il razzismo arabo, per
quanto complesso sia il problema?
che cosa pensare del fatto che il reverendo priore di Taizé, Roger Schùtz,
ha partecipato a Fossano alla consacrazione episcopale del nuovo arcivescovo di Torino, Michele Pellegrino
( si sarà indubbiamente trattato di
una partecipazione di carattere personale e amichevole nei confronti di
una figura di rilievo qual’è lo studioso
ecclesiastico torinese, eppure...)? che
cosa pensare della passione per le visite del papa? E questa serie di interrogativi potrebbe continuare.
Penso che la Protesta levata allora
di fronte alla Chiesa costituita, da
coloro i quali seppero dar voce all’Evangelo che nella sua esclusività li
aveva riafferrati, sia più attuale che
mai. E’ la protesta contro ogni forma
di teologia naturale, contro ogni sintesi fra Dio e Tuomo che non sia
quella sola voluta da Efio : Gesù Cristo.
C’era un altro fronte contro cui
si levava la Protesta del XVI secolo ; quello d^li « spirituali »,
l’ampio fronte che andava dagli anabattisti « illuminati » dallo Spirito ai
« libertini » del libero pensiero che
scegliendo fior da fiore nella Scrittura si formavano in base alla loro
coscienza un evangelo a loro immagine e somiglianza. Nel primo caso la
coscienza esaltata da ambigue emozioni religiose, nel secondo la coscienza fiera di matura sapienza umana diventava la vera norma, sovrapponendosi ed eventualmente contrapponendosi alla testimonianza scritturale;
in mezzo, l’irenismo erasmiano, sazio
di cultura e incapace del rischio e
delle durezze della fede. Lungi dal
pensare a fronti unici evangelici, i
Riformatori hanno avvertito con estrema chiarezza che si trovavano aui
di fronte a un errore simile e epposto
a quello cattolico , l’indebita esaltazione dell’uomo, l’uomo ecclesiastico
da un iato, l’uomo « ispirato » o « savio » dall’altro ; e aU’irenismo erasmia^
no Lutero rispose : « Avete un altro
spirito ».
La tentazione razionalista, così viva ai tempi del liberalismo teologico
protestante o modernista, è oggi mi:oore, anche se tutt’altro che spenta.
Forse perchè la « sapienza » umana
del secolo presente non è più prevalentemente razionalista, nel nostro
tempo di crisi generale e accentuata.
Ma la corrosione o Tannacquamento
del nuovo umanesimo liberale o marxista, della filosofia dell’esistenza, anche spicciola, intacca molte fedi. La
Protesta evangelica ricorda con recisione che l’uomo non può mai divenire il criterio ultimo deU’esistenza,
neppure Tuomo in crisi, l’uomo problematico di oggi, neppure quando assume la sua più alta e sofferta statura
rrorale. Anche aU’uomo di oggi, così,
presente nelle no-stre comunità cristiane, imbevuto di relativismo dottrinale, di scetticismo ironico o doloroso, di miti politicoHreligiosi di ogni colorazione, l’Evangelo dichiara che il
criterio dell’esistenza, la gerarchia dei
valori, l’ordine di marcia, li dà il Signore di ogni uomo e della storia;
li dà, in modo esclusivo, in Gesù
Cristo e nel suo Regno, nella sua Parda e nel suo Spirito. Affinchè « a
Dio solo sia la gloria».
La Protesta si presenta quindi,
più viva che mai, con un accentuato carattere polemico. E voglio subito aggimigere che. Parola del
Signore e non nostra, l’Evangelo dìiormatore è continuamente rivolto a
tutti, e diciamo pure contro tutti,
protestanti compresi, me per primo.
Tutta la sicurezza (a qualcuno parrà
sicumera) che ho mostrato sopra,
non è sicurezza di possesso, ma certezza della situazione giusta in cui ci
pone l’Evangelo davanti a Dio. Non
soltanto le singole persone « riformate », ma vari lati della dogmatica ri
formata classica devono essere sottoposti al vaglio critico dell’Evangelo ;
per quanto impressionante neda sui
vcif-nza e organicità, il travaglio riformatore di Lutero, di Calvino e dei
molti altri, è lungi dall’aver esaurito
la portata riformatrice deH’Evangelo,
in tutti gli aspetti della vita, ecclesiastica e non; e deve del resto essere attualizzato in ogni generazione.
Ma il criterio indicato dai Riformatori — l’ultima, come la prima. Parola
è di Dio — rimane valido più che mai,
più che mai indispensabile e insostituibile; e l’atteggiamento riformato,
fedelmente, integralmente riformato,
rimane il solo corretto davanti al Signore.
Ma la Protesta non si esaurisce nel
suo lato polemico. Coloro che fin
dal principio pro-testarono, reser.) testimonianza per l’Evangelo della
positiva signoria di Cristo, loro ragione
di vita, a rischio della sofferenza e
della morte, loro gioia, loro consola^
zione, in vita e in morte, loro speranza. Dio era per loro, nel vivo di
esistenze appassionate e infaticabili,
gettate allo sbaraglio fin dinanzi alle
diete imperiali, alle piazze tumultuanti, o nella pertinacia di un lavoro
che pare eccedere la misura di uomini. una «torte rocca»; e hanno saputo cantarlo, con maschio vigore,
nella piena della loro gratitudine
gioiosa.
Dobbiamo essere, oggi, uomini della Protesta Potremo esserlo, e la nostra Protesta avrà il genuino timbro
evangelico che la deve contraddistinguere, se davvero il nostro Dio sarà
per noi la «forte rocca»; Lui soltanto. Gino Conte
GuglÌGlmo Farei
e i barba
valdesi
Contro il "muro della Riforma”, a Ginevra, la figura di Farei si staglia, un po’ arretrata rispetto a quella di Calvino. La foto è
tratta dal recente volume di Daniel Buscarlet,
”Le Mur de Genève”, che presentiamo in 3“
pagina.
Forse non molti sanno che il poderoso volume pubblicato nel 1930, sulla
vita e l’opera di Guglielmo Fare), contiene un capitolo dedicato ai suoi rap>porti con i Valdesi. Scorrendo la lista
dei collaboratori si legge il nome di
«Jean dalla, pasteur et professeur,
conservateur du Musée Vaudois ».
Mettendo a contributo l’agile penna
di storico del prof, dalla, si è voluto
associare in qualche modo il protestantesimo italiano ad un’opera che
rimane ancor oggi fondamentale per
la piena comprensione del Riformatore missionario. Diffìcilmente si sarebbe potuto trovare ohi più del dalla,
fosse in grado di indicare le circostanze che hanno permesso quel capitolo
della vita del Riformatore che si in
titola « Farei e i Valdesi in Piemonte».
Di questo incontro tra il pastore di
Neuchâtel e i barbi valdesi si può leggere anche in un recentissimo « Guillaume Farei» (1) che unisce ad una
sicura informazione la mole mode.sta
e il pregio di poter essere letto da tutti quei lettori* che spaventerebbero irrimediabilmente le ben ottocento
grosse pagine delTcpera precedente. Il
« Farei ’65 » è stato voluto dalla Chiesa Riformata del Cantone di Neuchâtel ed è dovuto al pastore Edouard
(1) E. Urech; Guillaume Farei.
Chaux-de-Fonds 1965.
La
Urech di La Chaux-de-Fonds, il quale,
fatto curioso, è in possesso di una
lunga e foltissima barba degna in
tutto e per tutto di quella di Farei!
Non è pcs.sibile ritracciare qui il
lungo cammino seguito dai nostri padri nel loro avvicinamento alle idee
della Riforma. Ci basta indicare m
modo assai sommario le circostanze
che portarono alla venuta del Farei
in Italia ed alla sua presa di contatto con i Valdesi.
Al Sinodo del 1526 i barbi erano
presenti in numero eccezionale. Ben
140 di loro si riunirono infatti nel
Vallone di Laux, a monte di Fenestrelle, in una conca ridente ma appartata, ai piedi dell’Albergian. Si
trattava per loro di decidere quale
atteggiamento si dovesse assumere
nei confronti della Riforma. Correva allora voce che Lutero stesse
prendendo contatto con successo
con il duca di Savoia Carlo III, che
in quel momento pareva (ma pareva soltanto) favorevole alla Riforma
suscitando non poche speranze fra
i Valdesi. I nostri 140 saggi decidono che era necessario di conoscere
più a fondo il movimento riformatoci’ così che, fra l’altro, due barbi
si recano a « Noochastel », vi incontrano Farei e ne ottengono la promessa di prendere parte a im Sinodo alle Valli. I barbi sono infatti convinti che sia assai più facile e sicuro parlare direttamente ai Riformatori che affidarsi ad una corrispondenza lenta ed insicura.
Nel frattemiK) Carlo III ha abbandonato ogni benché minima propensione riformata e vieta la vendita
e la lettura di Bibbie e libri eretici
in tutti i suoi territori. E’ l’anno 1532,
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
Ijuel che ne pensano
Il past. Lukas Vischer (C.E.C.)
SULLO SCHEMA XIII
Roma — Il past. Lukas \ ischer, osservatore del Consiglio ecumenico delle Chiese
al Concilio Valicano IL ha espresso la preoc.
cupazione che lo schema XIll sulla Chiesa
nel mondo moderno, attualmente discusso dai
padri conciliari, non tiene conto a sufficienza della nozione cristiana di peccato.
L. Vischer, che dava una conferenza al
centro d'informazione olandese, ha detto che
10 schema, insistendo sulla solidarietà con il
mondo, rivelava una tendenza visibile nella
maggior parte delle chiese di oggi, la tendenza a non accordare sufficiente attenzione
a ciò che la Bibbia dice del giudizio di Dio
sul mondo. « L’Evangelo non riconcilia soltanto il mondo con Dio, porta la divisione
fra gli uomini. L'Evangelo insegna la liberazione dal male, ma non rende meno reale
la lotta contro il peccato ».
Lo schema non menziona <t l’aspetto satanico del mondo, il carattere dissimulato del
peccato non è preso sul serio. La preoccupazione di una nuova solidarietà con il mondo
è lodevole, ma non deve portare la Chiesa
a dimenticare che è salutare mantenere una
certa distanza. Esprimendo la propria solidarietà con il mondo, la Chiesa deve riconoscere la propria colpevolezza. Se le Chiese divise riconoscessero il loro comune bisogno di
ravvedimento, si ritroverebbero a vicenda;
soltanto il ravvedimento darà la libertà necessaria al rinnovamento. Ma ogni cristiano
può confessare la necessità di un ravvedimento solo per la propria Chiesa ». (soepi)
11 doti. Nolde (C.C.A.I.)
SU PAOLO VI ALL’O.N.U.
Ae/e York - - La visita del papa Paolo VI
all’Assemblea generale delle Nazioni Unite è
stata commentata in questi termini da O. F.
Nolde, direttore a New York della Commissione delle Chiese per gli Affari internazionali (CCAI) del Cons. ecum. delle Chiese:
o II fatto che le Nazioni Unite siano pronte ad ascoltare ciò che le Chiese hanno da
dire sugli affari internazionali, come pure il
fatto che le Chiese scoprono mezzi nuovi jier
fare udire la loro voce nel momento e nel
luogo in cui si prendono deliberazioni internazionali. presentano possibilità incoraggianti. L’intelligenza spirituale deve avvivare la ricerca di soluzioni politiche e tecniche ai problemi internazionali, affinchè le
Nazioni Unite possano contribuire efficacemente alla pace mondiale. La presenza di
s. s. il papa Paolo VI, davanti aH’Assemblea
generale, può essere uno stimolo nuovo a
fronteggiare in modo costruttivo i problemi
mondiali attuali sempre più minacciosi per
numero e per intensità.
« Il C.E.C. e la sua C.C.A.I.. da vari anni, hanno reso la loro testimonianza quotidiana nel mondo delle nazioni, sottolineando
che gli elementi essenziali della pace sono
la libertà — e in particolare la libertà religiosa — la verit'a. la giustizia e l’amore.
« L’azione simultanea del C.E.C. e della
Chiesa cattolico-romana apre la via a una
messa a punto di metodi di più stretta collaborazione, e salutiamo le occasioni così offerteci. Si raccoglieranno i frutti del messaggio del papa Paolo VI alle Nazioni Unite
solo se gli uomini e le nazioni, in futuro, cer.
cheranno con assiduità .sempre maggiore di
costruire le fondamenta solide sulle quali devono poggiare l’autentica comunità mondiale
e la vera pace mondiale ». (soepi)
f protestanti inglesi
SULLA CRISI RHODESIANA
Londra — « Un’azione diretta contro il
governo rhodesiano potrebbe diventare una
spiacevole necessità ». se questo governo decidesse di dichiarare unilateralmente l’indipendenza del paese — scrive il « New Christian I). rivista ecumenica pubblicata a Londra. « Non proteggere quattro milioni di
Rhodesiani contro lo sfruttamento deliberalo di una minoranza bianca, costituirebbe un
crimine contro l’umanità. Come minimum,
occorrerebbe applicare sanzioni economiche
ed esercitare pressioni di ordine politico. Pur.
troppo nulla prova che sanzioni economiche
sarebbero efficaci, e l’effetto non si farebbe
sentire in Rhodesia che dopo un anno, o oltre. Sulla coscienza britannica pesa già abbastanza il passato di potenza coloniale della
Gran Bretagna c 1 opinione cristiana incoraggerehhe unanimemente il premier Wilson
ad assumere una posizione ferma o intransigente su ciò che. nel fondo, è un problema
morale ».
La Società missionaria metodista e il Di
partimento internazionale del Consiglio bri
tannico delle Chiese — rileva ancora Farti
colo del « New Christian » — hanno sottoli
neato che in caso di dichiarazione unilate
rale d’indipendenza, la polizia dovrebbe en
trare in azione, dopo consultazione delle N.U.
Per parte sua. la C.C.A.I. ha tr.ismesso ai
presidente Harold Wilson, a Londra, e alle
delegazioni delle Nazioni Unite, a New York,
il testo di una dichiarazione votata in luglio
dall’esecutivo della C.C.A.I., in cui si chiede
fra l'altro con insistenza al Regno Unito « di
fare appello ai poteri costituzionali che ancora sono suoi, affinchè possa essere redatta
una costituzione, accettabile dal popolo rhodesiano nel suo insieme ». La C.C.A.I. impegna il Regno Unito a « resistere con i mezzi
a sua disposizione a ogni tentativo da parte
della minoranza bianca di forzare l’indipendenza ». (soept)
2
pag. 2
N. 43 — 29 ottobre 19G5
DUE NOVEMBRE
----tÌtÌv'I
2z::ziv:
moptii:OTia breccia
« Ilo cercato qualcuno che riparasse la cinta e stesse sulla breccia,
davanti a me in favore del paese perchè non lo distruggessi, ma
SI PARLA DI NOI
IN POLONIA
non l’ho trovato ».
Ezechiele è un profeta originale ;
si corica 390 giorni sul lato sinistro e
40 sul lato destro legato con le funi, si
rade la barba ed i capelli e questi ultimi in parte li brucia ed in parte li getta al vento; Ezechiele mangia un rotolo e poi la potenza di Dio lo afferra,
lo fa parlare, agire con la violenza dello Spirito. Eppure è Dio che lo dirige
e quando Dio ci prende ci fa dire e
fare cose strane. Infatti nella prima
parte del suo libro il motivo dominante, sconvolgente è la predica sulla fine
di Gerusalemme nel 586, mentre nella
seconda parte si delinea la nota della
speranza, maturata nel crogiolo della
prova tremenda in vista d’un rinnovamento radicale che conduce alla conoscenza dell’Eterno.
I due motivi sono dominanti ; la rovina e la restaurazione. Il nostro testo
si collega col tempo del messaggio
della distruzione motivata così : in
Israele si sparge il sangue, si sprezza il
padre e la madre, la domenica è profanata e rimmorahtà dilagante; le raccomandazioni con la bustarella sono
aH’ordine del giorno, i diritti della
vedova, dell’orfano e del povero sono
calpestati. L’inciso che motiva questo
quadro è indicato nelle parole: dimentichi me, dice l’Eterno. Difatti il
Signore « ha cercato qualcuno che riparasse la cinta e stesse sulla breccia
davanti a me in favore del paese perchè io non lo distruggessi ma non l’ho
trovato ». Difatti la breccia che si sta
aprendo, nel segno del giudizio è la
fine della città santa, la distruzione di
Gerusalemme.
La breccia è ancora aperta al giudizio di Dio nel nostro tempo dove i
cristiani « sono diventati come tante
scorie » e non distinguono più tra
sacro e profano, tra ciò che è puro ed
impuro e calpestano i diritti dei poveri: operai d’un cotonificio o contadini desolati per l’annata scarsa, pensionati sull’orlo del suicidio o abitanti
delle Casermette di- Torino, sottoproletari del Vietnam del Nord o emigranti del Sud formano il tessuto d’una
società martoriata dalla ingiustizia dei
Cristiani, paghi del loro benessere e
del loro comfort. Anche oggi il giorno
del Signore che ci consente il rinnovamento dello Spirito è violato e le creature recano sempre più i segni d’una
stanchezza sovrumana, d’un fisico logoro, d’una psiche malata avviati in
una marcia senza speranza, senza gioia, senza scopo. Lentamente si dissipano le energie interiori con i mezzi della
tecnica moderna, cinema, televisione,
letteratura, veicoli d’una morbosità
sessuale trionfante, stimoli paurosi alla violenza. 11 tempo di cercare l’Eterno, di rinnovare tutto l’essere nostro
nel clima della meditazione, non lo
si trova più.
Eppure Iddio chiama ancora i suoi
figli per colmare il loro vuoto, per aiutarli a scoprire in Lui il Datore di
Pace, serenità, gioia, amore per l’altro;
Iddio ci chiama per trascinare nell’azione, per far conoscere l’importanza d’una vita rinnovata dallo Spirito.
Iddio ci chiama nelle nostre comunità
perchè all'inizio di quest’anno ecclesiastico i giovani e gli anziani si offrano spontaneamente per il servizio sociale e spirituale dentro e fuori le chiese; Iddio rivolge il suo appello perchè
verso la breccia si mettano in marcia
creature oranti, investite dalla potenza dello Spirito capaci far conoscere
Colui che ha tamponato sulla croce la
breccia del giudizio nel segno del Suo
Amore.
Nel tempo delle rimembranze del
primo, due e quattro novembre i Cristiani sono soliti affollare i cimiteri
con aria compunta e occhio lacrimoso: celebrano feste di origine pagana
che sfociano nel culto dei morti, nel
suffragio per i defunti; anche gli evangelici si uniformano a questo rito e
lentamente ricalcano la tradizione paganeggiante dove quello che conta è
la forma, l’apparenza, l’esibizione del
proprio dolore che richiede invece,
quando è sincero, discrezione e umiltà.
Per il Cimitero si consumano dei capitali mentre le opere del Signore tra
i vivi languiscono: asili, orfanotrofi,
ospedali, scuole, sono in perenne sofferenza, in crisi, e le stesse persone
per le quali faremo una lapide sulla cui tomba deporremo una corona, mentre sono in vita rimangono
forse sole, oppure sopportate dalla fa
Ezeohiele 22; 30
miglia, considerate di troppo. Serbiamo pure nel cuore le memorie dei
cari scomparsi e consegnamo pure alla
terra che li ricopre un fiore di crisantemo in un giorno in cui nessuno ci
vede; niente di più. I nostri morti non
debbono stare sulla breccia quale alibi della nostra testimonianza per fermare il giudizio di Dio; le attenzioni
per i nostri morti non possono sostituire l’impegno urgente che il Signore
ci domanda per l’opera d’amore presso
le creature viventi. Per non tradire il
mandato di Cristo, lascia i mrrti seopellire i loro morti e tu va e annunzia
il Regno dei cieli
Una grossa breccia del giudizio di
Dio sembra aperta nel mondo : l’uomo
della strada si aflfida fatalmente ai politici oppure si aggrappa alle vanità
del momento anziché correre alla breccia e pregare il Signore in chiesa e nel
segreto della cameretta perchè l’uom.o
ritorni al Signore, ritrovi un po’ di
tempo per invocare il nome dell’Eterno. Questa è l’azione più grande che
il Signore ci domanda: trovare del
tempo che si perde, che si spreca, che
si consuma in un lavoro senza speranza per ripetere coi discepoli : Signora
salvaci perchè siamo perduti; ed il
Signore nel suo grande amore torneà ad avere pietà di noi e non si ri
od.
corderà più dei nostr
peccati.
Sulla « Rivista Ecumenica Polacca » il pastore Andrzej Buzek ha recentemente scritto
un articolo in cui illustra il decorso della
storia del protestantesimo polacco negli ultimi 45 anni : tenendo conto, credo, soprattut.
to della situazione della Chiesa luterana (di
gran lunga la più importante chiesa evangelica di Polonia) TAutore fa notare come
daJfanteguerra ad oggi il numero di protestanti sia enormemente diminuito. Perchè
tutte queste perdite?, egli si chiede. Perchè
prima della guerra la grande maggioranza
dei luterani era di razza o di cultura tedesca: tra il 1920 e il 1939 essi continuarono
a guardare alla Germania come alla loro vera patria spirituale, invece di inserirsi nella
rinata Polonia per darvi una testimonianza
evangelica svincolata dalle tradizioni linguistiche e nazionali del passato. Perciò, con la
seconda guerra mondiale essi furono travolti
nella tragedia del terzo Reich. e nel 1945
emigrarono quasi tutti in Germania o in
America : rimasero gli evangelici dì stirpe
polacca 0 che erano decisi ad accettare la
nuova Polonia come loro autentica patria.
Non sono più molti, dice Earticolista : solo
100.000 (credo sempre si tratti dei soli luterani): ma ecco come egli conclude il suo
articolo :
a Eppure noi, protestanti polacchi, rappresentiamo nel nostro paese una percentuale
più alta che i Valdesi in Italia. Noi dobbiamo sussistere e adempiere il nostro dovere
di fronte alle anime affidate alle nostre cure,
con lealtà verso la chiesa, la nazione e lo
stato, esattamente come i Valdesi, a dispetto
del loro piccolo numero, hanno svolto il
ruolo riservato loro da Dio in seno alla loro
nazione ».
Non so Se meritiamo questo elogio del no.
stro fratello polacco; e non condivido l’accentuato lealismo {non conformismo) che
traspare dalle ;ue righe. Ma mi ha fatto pia.
cere notare che la nostra esperienza minoritaria (che ha anch’essa avuto i suoi problemi di ambientamento culturale se non
nazionale) possa .servire di incoraggiamento
a quei fratelli che, nella nuova Polonia, stanno in questi anni facendo un « punto e a
capo » della loro storia e della loro testimonianza. per ricominciare un’esistenza di chic,
sa non appoggiata su tradizioni, culture e
nozioni del passato, ma fondata solo sul rapporto volta a volta rinnovato tra l'Evangelo
c il tempo presente.
G. B.
BIRMANIA
Nazionaliz/iUzìoiie di ospedali
iiiisMuiian
Rangoon. — Nel luglio scorso il governo
rivoluzionario birmano ha nazionalizzato cinque noti ospedali missionari e licenziato il
personale straniero. Si tratta dell'Ospedale
avventì-.ta del settimo giorno, deìTOspedaìe
caritativo della missione (indù) Ramakrishna
a Rangoon: delFOspedale Ellen Mitschell
(battista) a Moulmein; dell'Ospedale Namhkan nclPalta Birmania (ospedale privato di
ispirazione battista); e delTOspedaJe della
S. Famiglia (cattolico olandese) a Scuth Okkalapa, alla periferia di Rangoon.
Il «Giornale dei Lavoratori«, rigano governativo, scrive: «1 grandi ospedali privati
di recente nazionalizzati hanno reso al pubblico ammirevoli servizi in passato. Ma in
uno stato socialista, che si considera pienamente responsabile in campo medico e sociale, scompare rapidamente la nece.ssità di
organizzazioni private indipendenti. (soepi)
La teologìa nella Chiesa
Un colloquio di teologi protestanìi dei
paesi latini alla Facoltà Valdese di Roma
Siccome Testale è divenuta la stagione
deUe assemblee, dei congressi e dei colloqui, i professori di teologia non potevano
restare fuori da questo movimento, a rischio
di porsi fuori della linea del loro tempo.
Anch’essi, così, hanno il loro colloquio.
Ogni anno, ovvero ogni due anni a seconda
delle circostanze, si incontrano fra colleghi
dei paesi latini per studiare insieme qualche grande problema teologico o alcune questioni di ordine pratico relative al loro insegnamento. Quest'anno tale incontro sì è tenuto a Roma, a fine settembre. Roma! Non
immaginiamoci subito che i teologi protestanti abbiano voluto fare il loro piccolo
concilio, mentre a poche centinaia di metri
si svolgeva la 4''^ sessione del Vaticano II.
Tuttavia la coincidenza è unica cd eccezionale, e ha valso ai docenti la presenza gradita di alcuni « osservatori « delle nostre
Chiese o del Consiglio ecumenico, che per
alcune ore avevano lascialo Tassemblca conciliare della basilica di s. Pietro.
Questo colloquio comprendeva una quarantina di professori di Francia (Montpellier, Paris, Strasbourg), di Svizzera (Genève,
Lausanne. Neuchâtel), di Roma (Facoltà
Valdese), di Spagna e di Portogallo (seminari di Madrid e Lisbona). L’ospitalità era stala organizzata dal decano V. Subilla della
Facoltà di Roma, che tutti hanno calorosamente ringrazialo per la sua organizzazione
e preparazione di quest'incontro, inclusa una
passeggiata archeologica guidata, nelle rovine della città di Ostia, antico porto di Roma,
dove si continuano a compiere scavi.
li tema dell’incontro era forse arduo, almeno per i non-teologì, poiché concerneva
i rapporti ira Dogmatica e Teologia biblica,
con un’incursione nel campo della filosofia
della religione. I tre relatoi'i. i prof. E. Jacob dì Strasbourg (teologia biblica). J. Bosc
di Paris (dogmatica) e G. Widmer dì Genève (filosofia religiosa) hanno presentato
Il Nuovo Testamento Annotato.
Voi. I : I Vangeli sinottici. A cura di Giovanni Miegge, Aldo
Comba, Bruno Corsani, Alberto
Ricciardi e Giorgio Tourn. In
troduzione, commento, numerose appendici, Editrice Claudiana, Torino 1965, p. 274 in 8’s
L. 2.400 bross., L. 2.900 rileg.
relazioni approfondile, che hanno suscitato
conversazioni interessanti ma senza passione. Qualcuno diceva che lutti parevano d'accordo nel fondo, sp,i4 punti essenziali, e che
per animare i dibattiti sarebbe stata necessaria la presenza d¡ tendenze teologiche contradditorie! E’ vero, ma è d’altro lato piacevole avere conversazioni quiete che non eccitano la c rabies teologica », quella rabbia
teologica di cui conosciamo i guai nel corso
dì tutta la storia della Chiesa.
Tuttavia la teologia non è campo riservato
in cui solo i teologi abbiano diritto d’ingresso. Se così fosse, ¡non servirebbe a nulla.
E’ invece un campo in cui la Chiesa intera,
nella persona dì lutti i credenti, ha il diritto
e anzi il dovere di penetrare. Quando siamo
cristiani, studiamo il catechismo, leggiamo
la Bibbia e partecipiamo alla vita della Chiesa. (c facciamo » della teologia, anche se la
ignoriamo. Perciò il problema discusso in
questo colloquio deve porsi, forse in termini
più accessìbili ,a tutti i credenti. Pei questo
ne parliamo qui brevemente.
La teologia biblica ha come scodo lo studio dei libri bìblici, la comprensione del
pensiero degli autori, la sua interpretazione,
con l’ausilio di tutti i mezzi di conoscenza
che ci sono offerti (studio delle lingue bìbliche. storia, geografia, archeologìa, ecc.) e
tende a isolare le idee teologiche e il messaggio che questi autori hanno espresso, con
Tispirazione di Dio, agli uomini del loro
tempo, e che la Bibbia ci ha tramandato fino
ad oggi. Siccome la Bibbia è una raccolta
dì grande varietà e grande ricchezza, non
tutti i suoi libri ci portano il medesimo messaggio. e si può ad esempio parlare della
teologìa del Deuteronomio, della teologìa dei
Profeti o dei Salmi, della teologia di Paolo,
di Giovanni, di Giacomo, ecc. La teologìa
biblica ha il compito di studiare tutti questi
aspetti del messaggio biblico nella sua varietà e nella sua totalità.
La dogmatica ha un compito diverso. Partendo dal contenuto della Bibbia, si sforza
di classificare e di fare una sintesi del pensiero teologico della Bibbia per meglio coglierlo e presentarlo in vista delTìnsegnaménto e della predicazione della Chiesa. Essa è
dunque alla base delle « confessioni di fede «, e ogni chiesa poggia su una confessione di fede, cioè su una dogmatica. La dogma,
tica è quindi strettamente legata alla storia
dei « dogmi » i quali, nella tradizione delle
chiese, hanno espresso nel corso dei secoli la
fede e il pensiero dei cristiani dì queste chiese, dando al tempo stesso le « regole » di fede.
a coloro che dalTesterno volevano entrare in
queste chiese.
Si nota subito che teologia biblica e dogmatica sono vicine fra loro ma non si confondono. Quali sono dunque i loro rapporti
e i loro limiti reciproci? Il problema ha importanza, perchè accade sovente che questi
rapporti e questi limiti siano confusi, e che
si operino spiacevoli mescolanze. Se il teologo biblico fa parte di una chiesa — coin’è
quasi sempre il caso — possiede già una
confessione di fede e una dogmatica. Nella
sua interpretazione della Bibbia, potrà dimenticare la sua fede? dovrà non tenerne
conto? fino a che punto? Il dogma della sua
chiesa avrà maggiore autorità della Bibbia,
ovvero, se la Bibbia è Tautorilà per lui, lo
condurrà a rinunciare a certi dogmi?
D’altra parte, il dogmatico, nella sua preoccupazione dì sistema c di esposizione dottrinale della fede cristiana, non sarà tentalo di
tener conto della tradizione della Chiesa più
che dei dati biblici? non rischierà dì indebolire la ricchezza c la varietà del pensiero
biblico - che non studierà in dettaglio con
tutte le risorse delTescgesi che non è sua
specialità — per non vedere che le grandi
linee ed elaborare un sistema, forse molto
bello, molto coerente, ma anche mollo personale e un po' artificiale? Al limite, il teologo bìblico cadrà nelTindividualismo dello
scienziato che rimane al di fuori della Chiesa, e il dogmatico nell’autoritarismo delTuorno di Chiesa che decide qual'è il solo
modo d'interpretare la Bibbia.
Si comprende come sia necessario, per
l’uno e per Taltro, lavorare in stretta collaborazione e in un dialogo costante e fecondo. Se la teologia biblica fornisce materiali
che la dogmatica utilizzerà, deve sempre ricordarsi che è anch’essa nella Chiesa e che
non deve, essa, elaborare un sistema. Se la
dogmalica utilizza questi materiali per costruire un sistema che la Chiesa insegnerà
o predicherà nel quadro di una confessione
di fede, deve sempre ricordare che suo compito non è quello di elaborare un pensiero
umano e una costruzione filosofica, ma il
pensiero biblico e il messaggio della Parola
di Dio agli uomini d’oggi. F. Michaeli
Abbiamo letto quest'articolo su « Le Christianisme au XX' siede « (14-10-’65), settimanale parigino della Chiesa riformata di
Francia. Lo riproduciamo, perchè c'interessa
sia dal punto di vista della cronaca, .sia da
quello della problematica che delinea. E’ un
po' peccato che dobbiamo andare a prendere
all'estero queste notizie... rcd.
Campagna abbiinamaoti ItHìB
Ai lettori
Come gli anni scorsi, invitiamo i
nostri lettori che lo potessero a volerci fin d’ora far pervenire, come alcuni già fanno, il loro abbonamento
per il 1966; e questo, onde evitare
l’ingorgo delle registrazioni di alcune migliaia di abbonamenti, in poche
settimane, che causa non poche difficoltà al nostro personale volenteroso
ma non sovrabbondante.
Grazie alla comprensiva collaborazione della Tipografia Subalpina, e
malgrado i continui aumenti ( notiamo in particolare i forti aumenti postali), abbiamo conservato anche per
iì 1966 l’abbonamento per l’interno a
2.000; abbiamo invece dovuto elevare a L. 3.000 (da L. 2.800) quello per
l’estero, appunto a causa dei troppo
forti aumenti postali, confidando che
questo piccolo ritocco non allontanerà
nessuno.
Chi si loda s’imbroda ; tuttavia dobbiamo far notare ai lettori che la decisione di mantenere rabbonamenvo
per l’interno alla stessa quota che in
passato, è proprio un atto di fiducia
rn loro. Lo scorso anno, come quello
precedente, il bilancio del nostro settimanale ha potuto chiudere con un
lieve attivo grazie al cospicuo a musso di doni; il puro incasso di abbonamenti non avrebbe permess-o la cosa;
fi ogni numero a 6 pagine avrebbe
esorbitate dalle nostre possibili là. Infine, queste offerte ci hanno permesù di mantenere un certo numei<» di
invii (non molti) a persone che non
avrebbero più potuto permettersi il
giornale, pur desiderandolo ; speeie
ira gli anziani, ve ne sono per i quali
oggi ancora duemila lire all’anno sono
111 lusso.
Per questo chiediamo, con fiducia,
che i nostri lettori continuino a sostenerci con il loro abbonamenlo e
con le loro offerte: l’uno e le altre
sono per noi un segno ambitissiroo e
rallegrante di solidarietà, malgrado i
dissensi che certo spesso non mancano su questo o quell’aspetto del nostro
lavoro.
E vorremmo chiedere ai lettoli un
altro aiuto : quello di collaborare ssella
ricerca di nuovi abbonati. Infatti, sebbene il settimanale abbia una disi reta
diffusione, essa potrebbe essere ma'.giore. Se pensate che ne valga la pena,
fate conoscere questo lavoro, questo
servizio d’informazione e d’opinione
attorno a voi. La nostra amministrazione, d’accordo con la Claudiana,
offre a ogni lettore che ci avrà procurato DUE nuovi abbonati una copia
scelta di «Il medico della giungla»
di E. Ayassot o di « Che cos’è il Protestantesimo? » di R. de Fury ; e a
ogni lettore che ci avrà procurato
CINQUE nuovi abbonati una copia
del voi. I («I Vangeli Sinottici») del
Nuovo Testamento Annotato; im se
gno di gratitudine per un servizio che
sarà prezioso.
Ricordiamo infine che il nostro lavoro sarà facilitato se tutti si atterranno gentilmente alla norma di inviare il loro versamento sul c. c.
postale 2/17557 intestato a Librerìa
Claudiana, Torre Pellice (Torino),
specificando sempre la causale, e indicando con tutta chiarezza i propri
dati.
Con un cordiale ringraziamento vi
salutano tutti quelli che lavorano per
l’ECO-LUCE
Mentre
stanno
le Scuole
riprendendo
Domenicali
il lavoro
Le nostre Scuole Domenicali hanno comincialo o cominciaii'j il loro lavoro. .Augurando a ragazzi e genilori clic questo
lavoro sia lieto e buono, e ricordando ai
genitori rimporlanza del loro appcrto, vogliamo citare due idee presentate sull'ultimo numero (2./1965) della rivista « La
Scuoia Domenicale ».
QUANDO
1 BIMBI RACCONTANO
Anzitutto, si dà notizia deU’iniziativa interessante lanciata nelle scuole domenicali
belglie: in quest’epoca di « scuola attiva »,
ragazzi sono stati invitati a scrivere una
lettera che descrivesse la caduta di Gerusalemme, mettendosi nei panni di un ragazzo
ebreo contemporaneo che narrasse quegli
eventi dranunatici a parenti o amici, da
Gerusalemnie o da Babilonia. Gli esempi
citati sono vivacissimi, e alcuni veramente
felici. Questa e simili iniziative ptssono essere facilmente riprese.
RISPONDERE
NON E’ SEMPRE FACII.E,
MA SI PUÒ’ PROVARE
« A volte i bambini faiino delle ossservazioni alle quali non si sa. sulle prime, rosa rispondere — nota il redattore della nostra rivista, pasl. Sergio Rostagiiit — Vor
remino raeeogliere eou l’aiuto dei nosit.
lettori, un certo numero di queste osservazioni. e eventualmente sapere cosa si è risposto. Spesso si tratta di domande che a
un adulto non verrebbero in mente e ebe
l'on si imssono facilmente prevedere. E ri
saputo ebe ! bambini pongono queste domande. Annhe nella scuola domenicale.
(I In una ili esse le insegnanti liamm raccolto questi interventi di bambini: Maree:
iosa servivano gli animali ad Adamo.''
Daniele: ma perchè Dio non voleva ibe
mangiassero il frutto di queiralbcro? .'<>
me, si risponde? Daniele, tlopo le tuniche,
l'iiedc: allora Dio li aveva perdonati?
Il Ma i nostri piccoli amici (sono semiire
loro due a parlare) non si ar.onteii ano di
questi seiupliri problemi. Daniele iiilatli e
iniere.ssalo a sapere: Come ha fatto Dio ad
accendere la spada dell’angelo? Mano gb
risponde: E’ un miracolo. L’insegnante
spiega ebe la spada era un segno della collera di Dio; è questa la risposta i he occorreva dare?
(I E passiamo jl campo della logica, con
delle domande da fare invidia a un logico
puro. Daniele: nellarca sono enliati anelle i pesci? Marco: quando sono crollate
le mura di Gerico, come mai la casa di
Raab (he era sulle mura è rima.sla tu piedi? Pare del resto che un intero gruppo di
una scuola dcnienieale abbia passsalo un
(■etto tempo a disquisire se le mura di (-erico erano cadute in dentro o in fuori...
<1 Come rispondere alle domande diifiii
li? Se i nostri lettori lo vorranno, potremo
raccogliere alcune delle domande ebe i
bambini hanno realmente fatto. Cereberemo, con l’aiuto di qualebe persona sensibile e capare, di proporre una risposta.
Meglio, se quabdie amico vorrà mandar n
la sua propria risposta: la inibblitdn-remo.
E il tulio servirà a mettere in roniune le
nostre esjicrienze di ‘tisegnamejilo, r. sarò
utile per tulli ».
3
29 ot'.ct -e less — N. 43
TACCUINO
25 settembre. - Seduta d^vità autunnali; numero esit
della gioventù della comunit
a poco al livello di una unt(
serata leggendo lo statuto
comunità e i verbali delle s
la carica spirituale di quei
pagine logore. Eppure i nomi
Micol Barthélémy, Pons Pié:
reali, uomini vestiti di pann^
ba e baffi, che versavano le
nete in rame con il re gala:
rare le loro sedute. Non sei
sono quelli i loro antenati
zappato! i loro campi e pe
sembravano capire che si t
te. era già lontano, alla sctii
cinema della domenica, agli
di un nuovo anno era dove:
siano antichi ma perchè son|
stro presente.
Il Réglement è un fasci|;'
te a mano su carta spessa
I primi verbali della societi
porre sia di poco anteriore,
ni estratti :
RÉGLEMENT
ET UNION
■11’
Unione Giovanile per la ripresa delle atti> di partecipanti, esiguo se si tiene conto
età sempre più giovanile, si scende a poco
cadetta matura. .Abbiamo trascorso la
prima Unione di giovani della nostra
sedute. Pochi però sembravano avvertire
:hi testi e la dimensione umana di quelle
segnati in calce al r^olamento : Tron Jacob,
’■’■e, ecc. non sono sole nomi ma esistenze
e camicie fatte di tela casalinga, con bar>ro monete di due soldi, quelle grosse mouomo, per pagare il petrolio onde rischiai:nbravano avvertire, i giovani del 1965, che
he hanno costruito e abitate le loro case e
>rso la vecchia mulattiera fino a valle. Non
pattava del loro passato perchè la loro men>la ohe riprenderanno fra pochi giorni, al
esami, al domani. Eppure proprio all’inizio
TOSO leggere quei testi antichi non perchè
' umani e carichi di insegnamento per il no
olino (19 cm. per 14) di dodici pagine scriteon le righe tracciate a matita, senza data,
ì risalendo all’autunno 1883, si deve supCi è parso interessante ed utile darne alcu
guo
à
ione
(Sella
iue
vecchi
reo:
DE LA SOCIÉTÉ DE LA PAIX
VAUDOISE DE MASSEL
■ni!
Heureux ceux qui procu:
de Dieu, dit le Seigneur de
fèrents pour cette vie, dit 1'
pour juge ceux qui sont les
Aimez vous les uns les
aimé, car c’est à cela que t
si vous avez de l’amour les
C’est dans le vif désir
de la Paix et du Dieu d’ai
l'Apôtre que les soussignés
eü'ets tant matériaux que m
par les différends pour les c
dti Seigneur en implorant s
fraternelle sous la dénomin
lU ise.
CHAPITRÉ
1. ■ La Société a pour
son pouvoir et par des mo;
liition l’esprit de contentio^
et source de misère tempor '
rent la paix, car ils seront appelés enfants
’Evangile (Mt. 5: v. 9); si vous avez des difApôtre St. Paul (1 Cor. 6; 4) prenez plutôt
moins considérés dans l’Église,
autres, dit le Seigneur, comme je vous ai
;!0us connaîtront que vous êtes mes disciples,
ans pour les autres.
l’être reconnus pour les disciples du Prince
lour et de se conformer à l’exhortation de
connaissant par expérience les misérables
.oraux produits par les procès et (matériaux)
iltioses de cette vie, se constituent en présence
la bénédiction sur leur entreprise en société
ation de Société de la Paix et Union 'Vau
§ 2. - La Société a aussi
cire
temporel et spirituel d(!
CHAI
S 3. - Pour être admis ni
révolus; (b) avoir une condì
lï.j-mbrcs qui attesteront de
lc:> deux tiers au moins des
§ 4. - L’admission du ca
la société pourrait cependan
se.'iétaires désireraient de
§ 5. - Tout candidat set
qui pourront lui être adresisi
I paragrafi 6-11 illustrali
■ b-'i, ■ Tè quòte Tifi «ÎiTtestml'
II capitolo III (paragra
ristiche dei membri onorar:
Di grande interesse son
£; 18. - Seront exclus de
1' - Ceux qui auraient
Bible comme parole de Die
2» - Ceux qui auraient
3" - Ceux qui par leur
- Ceux qui auraient
férends à la décision qui ai
mesure d’exclusion n’aura Ij'
nal sera conforme à celle d
5« - Celui qui se serait
quatre (corretto ulteriormi
motif légitime.
CHAPITRE V - EN
de
§ 19. - Tout membre
soumettre à l’arbitrage de_
mité nommé par elle les di:
bre on avec tout autre persi
cas la décision de rassemblai
parties, dans le second elle
§ 20. ■ Comme il n’y a P
produite par la médisance,
comme en présence de Dieu
un mal qui est une vérita
grands obstacles de notre
§ 21. ■ Tout sociétaire
ment de tous les devoirs d
lièrement aux assemblées religieuses.
I capitoli VI, VII, Vili
del comitato direttivo e dell
rali.
Si può fare menzione del
toute la Société sera convo
à son ensevelissement ».
pag. 3
vecchie pagine
I ■ BUT DE LA SOCIÉTÉ
but de travailler et de s’employer de tout
^ens Chrétiens à déraciner de celte populaet de létige incompatible avec l’Evangile
^lle et spirituelle.
pour but l’instruction en général et le bien
chacun des ses membres.
ÎTRE II - ADMISSION
embre de la Société il faut: (a) avoir 21 ans
iiite chrétienne; (c) etre présenté par ueux
la moralité du candidat; (d) obtenir enfin
suffrages.
ndidat a lieu huit jours après sa demande;
it la renvoyer d’un mois dans le cas où les
ilus amples informations sur le postulant,
a appelé à répondre aux diverses questions
iées par les membres de la société.
le rnodauià dell'anirnisftione di nuovi mem
:iren;silmente). ‘.............
12-17) tratta deH’impegno e delle caratte
invece i due capitoli seguenti.
lâ société *
professé ouvertement ne pas accepter la
1 et seule règle de foi; , . „ .
blasphémé le nom de Dieu trois_ fois saint,
conduite déshonoreraient la société;
refusé de se soumettre au sujet de leur diflurait été prise à leur sujet; toutefois cette
eu que dans le cas où la sentence du tribui Comité ou de la Société;
absenté des réunions de la Société pendant
ènte cinq) séances consécutives, sans aucun
GAGEMENTS DES SOCIÉTAIRES
la Société s’engage sur son honneur à se
l'assemblée générale de la Société ou du coItérends qu’il peut avoir avec un autre memne étrangère à la Société. Dans le premier
ou du comité est obligatoire pour les (leux
l’est que pour le membre de la Société,
de plus grande désunion que celle qui est
t sociétaire s’engage sur son hiinneur et
par sa grâce à extir|ier et à faire cesser
plaie dans notre Église et un des plus
avec Dieu.
’engage aussi à s’acquitter consciencieuse.
Chrétien notamment celui d’assister régu
ipnne
;e
:ie
as
tout
et
ible
30
S
,11
(3ommunion
e IX (paragrafi 22-47) trattano delle sedute,
e sue funzioni e di alcune disposizioni genecurioso § 41 « Si un sociétaire vient à mourir
tuée par le Président pour assister en corps
libri
Daniel Buscarlet, da molti anni
della cattedrale di St.-Pierre a Gi
dedicato parecchi de) suoi molti la\
risalto, con poetica sensibilità, all’
sua città, e in particolare alla sua
giosa. Di lui sono stati ad esempio
cali (( La calhédrale de Genève »,
ciladelle de la Réfonne », « Les sta
cathédrale de St.-Pierre à Genève ».
proprio nelLanno in cui ci si è
momenti, se le autorità ginevrine n
in grado proteggere il monumento
petutì alti vandalici, questo nuovo
do lavoro sul « muro della Rifori
tratta di un volume splendido, in ci.
dono con estrema armonia la sobria
tezza del testo, lo splendido risalto d
grafie, specie dei particolari, e la
tipografica.
Come lo dice l’A. stesso. « il niu
nevra*’ è una lezione di storia offerii
merosi visitatori che quotidianamei
no davanti al monumento inaugu
1917 ». portando a termine un im
ha raccolto. Tanno del giubileo v,.
(1909). Timpegno congiunto di n
chiese e movimenti che si richiama
Riforma, e in particolare a quella
pastore
evra. ha
iri a dar
rte della
arte relipubbli(( Genève
de la
Ed ecco,
chiesti, a
on erano
da ristupen
■ina ». Si
liti si fonaccuraelle foto,
nitidezza
ro di Gia ai nuhte sfilarato nel
presa che
calviniano
.lomini e
vano alla
inipron
Centro Evangelico
-P. ANDREETTI,,
A S. FEDELE INTEL VI. IL 1« .NOVEMBRE
Presentazione del Centro dopo i due campi di lavoro ^ololltario di agosto e settembre
e le rifiniture d ottobre.
Progni m in a della giornata:
Ore 10: arrixo a S. Fedele . via Provinciale
n. ì 7.
Ore 1U..50: Culto presieduto dal Pasl. F. F.
Scopacasa di Castasegna (Gr.).
Ore ll.dU: presentazione del Centro: visita
ai lavori compiuti.
Ore 12.30: Pranzo. II Centro offrirà a prezzo modico una minestra calda! Per il resto ognuno provvede personalmente.
Ore 14: Relazione annua e scambio di idee
sullo scopo e futura utilizzazione del Centro.
Ore 1): Sketehes e varie a cura dei giovani
Milanesi.
Ore 10: Tè. chiacchiere e saluti.
Notizie utili:
* Durante le conversazioni si organizza un
programma a parte per i bambini. Portare
vestiti caldi essendo ad 800 metri.
* Pullman in partenza da Como (Piazza
Matteotti . Stazione Nord): 8.10: 9.10; 11.10.
Da S. Fedele: ultimo, ore 17.
* Strade - Dal Ticino; Lugano . Porlezza .
Ostello: Melano o Maroggia - Arogno • Lanzo: Lugano ■ Battello per S. Margherita . Fu.
nicolare per Laiizo . Autobus per S. Fedele.
* DalTltalia o dai Grigioni: dalla provinciale Cernohbio - Mcnaggio. ad Argegno salire in \ alITntelvi.
* I vari servizi logistici sono organizzati
dai giovani di Como.
* Le automobili vanno posteggiate in piaz.
za. La no.stra Chiesa si trova dietro la caserma delle guardie di finanza.
Attenzione! Ci mancano ancora 50 coperte! Chi ne offrirebbe ima o più?
TORRE PEIUCE
Un ottimo colloquio
Veramente ottimo il colloquio pastorale
riunitosi a Torre Pellice il 18 ottobre.
Ottimo per lo spirito fraterno che ci univa. Ottimo per la serietà con la quale si sono
svolti i vari temi riflettenti ì problemi concernenti le varie attività della chiesa. Ottimo
per il vivo desiderio di svolgere un'attività
efficace, sempre meglio guidata dallo Spirito
Santo.
Il colloquio ha così bene iniziato il periodo di a ripresa » delle attività ecclesiastiche.
Purtroppo, il Corpo pastorale non era al
completo. D’altra parte, c’era una novità
simpatica : la presenza di parecchie mogli di
pastori.
Durante tutta la giornata, tutto si svolse
in calma e serenità, malgrado le divergenze
in alcuni punti, espresse sempre con rispetto reciproco ed amor fraterno.
Furono passati in rivista parecchi argomenti indicati dagli ordini del giorno votati
neU’ultiino Sinodo. Così si parlò del Catechismo, della Confermazione. delTinsegnamento religioso nelle scuole, dei matrimoni
misti, dell'ordine del Culto o Liturgia, della
celebrazione della Santa Cena. Naturalmente. si confermò la necessità di compiere uno
sforzo finanziario. Non era il caso di prendere dellle deliberazioni. Ma fu molto utile
lo scambio di idee che potevano indicare una
linea di azione comune.
Ci venne fatto di constatare due fatti particolari. Il primo concernente le diversità
esistenti fra le nostre Comunità per quel
che concerne 1 ordine del Culto domenicale,
specialmente nella celebrazione della Santa
Cena. Non soltanto la Chiesa nel suo insieme ha le sue tradizioni, ma anche ogni comunità particolare ha le sue tradizioni, alle
quali è fortemente attaccata. Si potrà in av
venire raggiungere Tunità? Ci vorrà del tem.
po. Per ora. occorre molta pazienza, con carità.
In altro punto importante; olk'nere che
tutta ìa Comunità s'interessi ai vari problemi
della Chiesa. Purtroppo, non è facile. Ma
è neceisano. 1 mezzi per raggiungere lo scopo? V'è un mezzo eccellente. Mentre molti
che abitano lontano dal Tempio sono spesso
assenti, e le circolari che si distribuiscono
sono forse poco lette, e mentre le assemblee
di chiesa attirano poche persone, un mezzo
rimane: quello delle Riunioni quartierali.
Generalmente, tali riunioni sono ben frequentate. Mi sia però concesso di esprimere
un augurio: che in quelle riunioni i vari
problemi ecclesiastici non soffochino il Culto
propriamente detto. Credo che si potrebbe
fare una meditazione brevissima ma ben con.
densata su una pagina del Vangelo. Fervida
ma breve preghiera. Canto. Poi. finito il
Culto, il pastore si metía sedere e perii molto familiarmente dei problemi che interessano Tandamento ecclesiastico.
Ed ritre alle Riunioni di quartiere, ecco
i Culli dì famiglia, ai quali può seguire una
buona conversazione sui detti problemi.
Questo diciamo per le nostre Valli. Mentre pensiamo che anche fuori delle Valli mol.
te cose si potrebbero fare.
Nel colloquio pastorale, si pensò molto al
Pastore Ermanno Rostan, augurando di cuore che si ristabilisca presto in buona salute.
Giovanni Beriinatti
Domenica 31 ottobre, alle ore 20,45,
riprende la sua attività la Società
« Enrico Arnaud ». Cordiale invito a
tutti!
Napoli: la Scuola Evangelica di Cappella Vecchia
/ nostri ragazzi all'inaugu razione.
Comitato della Scuola e Corpo insegnante.
Da oltre cento anni
un servizio fra i bimbi
IL «MURO»
di Ginevra
ta calvinista: ma non sì volle erigere un
monumento a un uomo, bensì ricordare come la Riforma fu un fatto corale, sia pure
in risposta alla parola profetica Hi alcuni uomini. e tale resta, nella sua universalità.
Daniel Buscarlet ci accompagna così —
valendosi di riproduzioni fotografiche che
danno ai vari particolari del monumento un
rilievo quasi maggiore di quello che sì può
notare in un'osservazione diretta — in una
visita storico-artistica alle varie figure addossale al bastione (quasi a sostenere e difendere la soprastante città alta, con la cattedrale e il Collegio e T.Accaderaia di Calvino). ai vari bassorilievi e alle scritte che li
commentano. Non sì potrebbe desiderare cicerone più caldo d'interesse, dì più soda erudizione. di maggiore penetranza proprio nella sua concisione. La gratitudine alTA.. per
questa bella opera, si estende alTeditorc. che
ci ha dato una vera pìccola gemma.
DANIEL BUSCARLET - Le mur de
Genève. - Delachaux & Niestlé, Neuchâtel - Paris 1965, pp. 137, L. 2.750.
7 Ottobre 196.7. Inaugurazione dell’anno
scolastico, nella Scuola Evangelica di Cappella Vecchia, in via dei Cimbri, a Napoli.
Una semplice cerimonia che si ripete ogni
anno e che fa parte ormai della tradizione
della Scuola.
Eppure, a ogni principio di ottobre, quando entriamo nel salone adibito alla Scuola
Materna, alfolíalo, anzi sempre più affollato!
di grembiulini bianchi e azzurri, scopriamo
in noi una sensazione, che ci sembra sempre
nuova.
Tra le voci e Taniniazione deU'ambiente.
ci accorgiamo di un imjirovviso silenzio che
si è aperto dentro di noi. 1 richiami, gli assilli consueti alle nostre giornate sono d'improvviso dileguali e hanno lasciato spazio
disponibile, che ancora non sappiamo come
verrà colmato.
Forse sono i nostri lontani ricordi a imporre questa pausa, mentre tentano di farsi
strada e affiorare alla memoria. Ricordi dei
giorni delia cartella nuova, della matita
aguzza e lustra come un piccolo gioiello: ricordi di una tenerezza familiare che sì raccoglieva intorno a noi più trepida, più dolce,
ma con fermezza ci consegnava a noi stessi,
al prime incontro col mondo, al primo contatto con responsabilità che avremmo ormai
dovuto affrontare da soli.
Sì. forse questo è il senso della pausa che
avvertiamo in noi.
Ma come ci troviamo di fronte aj bambini improvvisamente silenziosi e attenti, subito ci rendiamo conto che qui, coi, oggi,
non stiamo cercando una nicchia per i nostri ricordi. Semmai, i ricordi, come queste
pareti candide e gaie che ci stanno intorno,
sono soltanto la cornice di un quadro che
aspettiamo di veder prendere forma, in segni
distìnti, davanti ai nostri occhi.
In realtà, stiamo aspettando una risposta,
una conferma.
A questi volti infantili che sono un liscio
involucro appena abbozzato, a questi occhi
che non hanno ancora visto nulla, a queste
menti che ancora conservano lo stupore e la
genuina innocenza delle cose apnena create,
noi. gli adulti, chiediamo anzitutto la conferma di noi stessi, sapendo di non poter
mentire nè camuffarci di fronte allo specchio
trasparente di questi bimbi che ci osservano,
sapendo di non poter parlare che con la voce
più schietta, perchè da questo specchio le
parole rimbalzano e ci giudicano,
E ancora, chiediamo conferma delle nostre
speranze migliori, dei valori ideali in cui
abbiamo creduto e crediamo, chiediamo la
forza che fa superare difficoltà e stanchezze:
e questi occhi attenti, questi occhi ridenti
Ce la concedono con la grazia generosa della
loro fiducia.
I volti cambiano, ogni anno, i bimbi di
ieri si sono fatti grandi, presto non sapremo
più nulla della maggior parte di loro, eppure
quest'oggi come ogni anno, nel fresco incontro del primo giorno dì scuola, noi riapprendiamo. Se Tavevamo dimenticato, che tutto
quanto viene dato con amore è come un seme
che porta con se la ricchezza di umori da
cui trarrà forza e alimento per germogliare
c fiorire anche nelle condizioni più avverse.
Parrebbe una coincidenza, ma è proprio
questa certezza appena riconfermata che si
dispiega e articola nelle parole che pronunce,
rannio ora il Presidente del Comilato. sig.
Andreozzi la Segretaria, sig.ra Rattazzi. il
prof. Del Giudice e il Pastore delia Chiesa
Valdese sig. Cielo, e che formeranno un unico disegno illustrante il senso della scuola.
La scuola come abbraccio affettuoso alle
nuove generazioni, dispensatrice di conoscenza e di umanità.
La scuola come fiume perenne di vita che
idealmente unisce gli uomini di ogni tempo
e luogo, ne salda i rapporti, ne rivela le affinità, ne suggella la fratellanza, quando Tainore (Jella vita c della verità ne sia lo spirito animatore.
La scuola come contributo generoso — fatica. sacrificio, entusiasmo, intelligenza
degli educatori, ingrediente prezioso e indispensabile perchè la conoscenza si irasformi
in elemento vivo e incancellabile.
La scuola come creatrice di personalità libere. consapevoli, responsabili, capaci di far
fronte alTimpegno più difficile, quello di vivere con sincerità e rettitudini di intenti.
La Scuola che ha il suo primo maestro in
Cristo.
I bimbi hanno ascoltato, hanno applaudito. lianno sorriso. Sapevano che tutte quelle
parole, la nostra attenzione, erano per loro,
ma non ne sembravano troppo stupiti, quasi
che il nostro affetto di adulti fosse una cosa
non solo naturale ma del tutto inevitabile,
e la nostra « sapienza » di oratori, celata in
parole che qualche volta certo sfuggivano
loro, un bel frutto che avrebbero addentato
più tardi!
Adesso sono già a] lavoro. ì nostri bamliini: stipati nelle aule che quest'anno hanno
ofl'erto la sorpresa dei banchi nuovissimi, dono generoso deH'Opera Gustavo Adolf. E
quante altre cose non vengono alia Sciiol’
dalla generosità dei suoi sostenitori?
Vorremmo ricordarli tutti e ringraziarli
ancora una volta, accomunando ai benefattori le insegnanti, che prestano con tanto
amore la loro opera.
Infine vogliamo ringraziare la Tavola Valdese e il Pastore sig. Cielo: valutiamo profondamente la comprensione e l'aiuto che
hanno dato e danno alla Scuola, sostenendola
e consentendole di realizzare in modo sia
pure modesto ma concreto, l'impegno evangelico che più d| cento anni or sono le diede
vita. G. R. G.
I lettori ci scrivono
Vn lettore, da Pineroìot
Signor Direttore,
accetto tutte le critiche rivoltemi
da lei e dal signor Gamarra. Ma devo
chiarire qualche punto: non intendevo dare a « imbelle » il significato
di un insulto, ma il significato etimologico di « non atto alla guerra ». Non
atto. cioè, non solo per viltà, ma anche e soprattutto per specìfica convinzione. Chiedo scusa se la parola poteva essere fraintesa. Anzi (forse le
sembrerà strano), per certi aspetti apprezzo don Milani: per quel suo coraggio nell'infìschiarsi del mondo, degli (( intellettualoidi a spasso » (davvero brillante definizione!), che lo
appoggiano.
Un'altra cosa vorrei dire: non ho
affatto un carattere bellicoso. Se « rispónderò prontamente alla chiamata »
sarà solo per senso di responsabilità e
di obbedienza civile. Ma se fra qualche anno il servizio militare obbligatorio venisse abolito, non sarò certo
io ad arruolarmi volontario.
Un'altra cosa ancora: Lei. signor
Direttore, mi dice che Don Milani
non se la prende con la truppa, ma
con il (( sistema ». D'accordo, ma proprio dei soldati semplici parla don
Milani, quando rimprovera i cappellani militari per aver inculcato nella
truppa il senso delTubbidieiiza e delTamor Patrio. Naturalmente non posso che essere grato al prof. Bonomi
delle sue care parole. Vadano a lui il
mio ringraziamento, e al suo avo la
mia stima per aver saputo nel momen.
lo decisivo vincere i dubbi e schierarsi dalla parte migliore (senza che
con questo sia intaccala la mia stima
per quei borbonici che erano sinceramente convìnti di quale fosse il loro
dovere, c lo eseguirono fino in fondo). Cordiali saluti. Gianni Long
Abìiìamo ancora ricevuto, per Tanziano isolato della diaspora: D. G.
{Lus. S. Giov.) L. 1.000: C. T. 2.000.
Ringraziamo e trasmettiamo.
4
pag. 4
N. 43 — 29 ottobre 1965
Guglielmo Farei
e i barba valdesi
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
l’anno del giustamente famoso Sinodo
di Chanforan. U fatto che si sia svolto in una atmosfera così densa di opposizione e di pericolo non può che
farci sentire maggiormente il valore,
la portata e il coraggio delle decisioni prese in quel momento sotto l’im
pulso della parola vibrante di Farei
e della sua incrollabile convinzione
che bisognava seguire fino in fonilo
la via tracciata daU’Evangelo.
Non era certo la prima volta che il
Nostro sentiva parlare dei Valdesi.
Essi erano numerosi a Embrun, nella
vallata di' Bareellonette, nella Drôme,
nella zona stessa di Gap, quando ancora il futuro riformatore era immerso fino al collo negli errori papisti.
Si può anzi facilm^ente immaginare
che egli li accomimasse allora a tutti
gli oppositori del cattolicesimo, considerandoli detestabili fra tutti.
Ma nel 1532 le cose erano profondamente cambiate. Si immagini questo
Sinodo di Chanforan in cui un Riformatore, salvato egli stesso lall’errore,
esorta coloro che l’hanno fino a un
certo punto preceduto nel cammino
evangelico a compiere il passo decisivo traendo tutte le conseguenze dalla
loro fedeltà alla Scrittura.
Certo alcuni dei presenti non erano
molto disposti a fare quel passo. Essi pensavano che si potevano e dovevano conservare tutti quegli elementi
della pietà cattolica che non erano
contrari all’Evangelo. Evidentemente
essi non si rendevano conto fino a
che punto il cattolicesimo si discostava dall’Evangelo. Si incaricò impetuosamente di tarlo realizzare lo ste.sso Farei. Nemico delle decisioni prese solo a metà, egli seppe perorare
con tanta forza la causa della Riforma, che la grande maggioranza dei
barbi aderì con convinzione al movi
mento evangelico. Alla voce di Farei
si era unita quella di coloro che lo
avevano accompagnato : Saunier,
« prédicant » di Páyeme, e Louis Olivier, detto Olivétan, insegnante nelle
scuole di Neuchâtel. Questi tre uomini avevano attraversato la Savoia, le
Alpi ed il Piemonte rischiando la vita quali buoni « contrabbandieri dell’Evangelo ». Essi parteciparono a tutti i lavori del Sinodo, che durò dodici
giorni (in un tempo in cui i partecipanti non dovevano « assolutamente» partire il tal giorno alla t^!! ora,
ma in cui la cosa principale era l’esaurire Toidine del giorno sinodale).
Il Sinodo di Chanforan non si linntò a pronunziarsi in modo generale a favore della Riforma. Si decise
anche di fornire le comunità Valoesi
del solo strumento veramente atto a
« riformarle » o.^i giorno di nuovo ;
una Bibbia leggibile e quanto più possibile fedele al testo originale.
Già Lutero aveva lamentato questa
lacuna dei Valdesi considerando le
traduzioni in volgare da loro prodotte
come solo parzialmente attendibili.
Tali Bibbie, come tutte le versioni
medioevali, erano tradotte a partire
dalla Vulgata, con tutti gli inconvenienti che questo comportava. Il Riformatore tedesco scriveva : « Nei tempi andati i Padri hanno commesso errori a causa dell’ignoranza delle lingue antiche. Vedete ai giorni nostri
i Valdesi, che non credono all'utilità
delle lingue. Malgrado la loro dottrina sia buona, sono spesso privati del
vero senso delle scritture e non hanno armi contro l’errore. Ecco perchè
temo che la loro fede non possa conservarsi pura».
A ciò si aggiunga che la lingua usata nelle prime traduzioni era ormai
COSI lontana da quella parlata, che i
Valdesi contemporanei di Farei potevano a malapena comprenderla. Certo rimaneva e rimane ai Valdesi la
« gloria » di avere fra i primi indicato la via da seguire in questo senso.
V’è chi ha potuto affermare ohe le
più antiche traduzioni della Bibbia in
francese, italiano e financo in tedesco
sono di origine valdese.
Ma l’osservazione di Lutero era giusta e Farei non mancò di sottolineare
questo fatto e di consigliare il rimedio: rOlivetano ci riferisce infatti
che il Nostro, vedendo le copie dell’Antico e del Nuovo Testamento in
possesso dei valdesi, scritte in una
lingua ormai comprensibile soltanto
a pochi, esortò i fratelli a « repurger »
la Bibbia secondo il testo ebraico e
greco, traducendola in francese. Il
traduttore volenteroso era bell’e trovato; Olivetano era pronto ad accettare un incarico di tale importanza.
I Valdesi furono così entusiasti di
questa proposta che riuscirono a raccogliere il denaro necessario per questa traduzione; e non si trattava di
una piccola somma. L’Urech stima il
valore odierno della somma allora raccolta in quasi venti milioni delle nostre deboli lire!
Dopo il Sinodo Farei e i suoi compagni lasciano le Valli per recarsi a
Gap e a Ginevra, donde sono espulsi quasi subito. Farei si reca allora a
Orbe, Saunier a Páyeme. Ma questo
ultimo e Olivetano ripartiranno ben
presto per il Piemonte, dove l’uno eserciterà la sua opera pastorale, l’altro terminerà la traduzione della Bibbia.
Così Olivetano daterà la prefazione
della Bibbia stampata nel 1535 a Neuchâtel da Pierre de 'Wingle : « Des
Alpes, 12 février 1535». Possiamo immaginare la gioia con cui i Valdesi
ricevettero le prime copie del prezio
so libro, giunte loro attraverso mille
peripezie. E nossiamo immaginare la
gioia di Farei all’idea che la Parola di
EHo potesse « fiammeggiare » alle Valli in tutta la sua purezza!
Il Riformatore non dimenticò il piccolo popolo delle Alni e se ne interessò ancora a più riprese, specie in occasione di persecuzioni e tribolazioni.
« Per mezzo suo — scriveva il Jalla
— i Valdesi del Piemonte si sono collegati alla Riforma ed alle Chiese
Svizzere. Avevano già inviato fin dal
1532, se non prima, dei pastori (...)
perchè si formassero fra quelle Chiese. Fecero in seguito istruire la maggior parte dei loro conduttori spirituali nelle Accademie di Losanna, poi
di Ginevra. Adottarono dunque la teologia e sopratutto lo spirito dei calvinismo, come pure la sua organizzazione ecclesiastica (.-). Sussistettero
così, solo raggmppamento riformato
in Italia, attraverso una storia movimentata e drammatica, mentre scomparivano le comunità valdesi di Provenza, di Calabria o delle Puglie.
« Anche in mezzo a loro la persona
e l’opera di Farei sono giustaniente
onorate ». Non possiamo che associarci a queste parole.
Giovanni Conte
iimmiiiiiiniiimiimiiiiii
ISTIIIJTO ABTIGIMEILI (iLDESI
L'Istituto Artigianelli Valdesi, rimodernato
di recente in occasione del centenario dell’at.
tuale sede, dispone in questo momento di un
certo numero di posti liberi e di alcune offer.
te dì lavoro per apprendisti.
L’Istituto è aperto ai giovani che abbiano
compiuto il quindicesimo anno di età, che
provengano da famiglia evangelica e desiderino avviarsi ad una attività artigianale o
tecnica.
I giovani ammessi vengono collocati presso
ditte della Città esercenti l’attività scelta dal
ragazzo e frequentano le scuole serali di avviamento professionale nel ramo più idoneo
ad ottenere un perfezionamento nel mestiere
stesso.
II funzionamento dell’Istituto è quindi
quello di un confitto in cui l’attività professionale viene svolta all’esterno sotto la vigilanza del Direttore che mantiene periodici
contatti con la Direzione delle Scuole e con
le Ditte presso cui i giovani imparano il loro
mestiere.
Per le modalità necessarie all’acceUazione
e le relative condizioni rivolgersi al Direttore
Sig. Girardi Bruno presso la sede dell’Istituto - Via Berthollet 34 - Torino.
CANTO SACRO
La Commissione del Canto Sacro propone allo studio delle Corali e delle Scuole
Domenicali, in vista delie Feste di Canto della primavera 1966 gli inni seguenti:
CORALI
Innario Cristiano N. 93 (1, 2, 3, 4)
Innario Cristiano N. 331 {1, 2, 3. 4)
Innario Cristiano N. 348 (1, 2)
Corali e Cantici, pag. 5
cc Dal tronco secolare » (1, 2, 3)
Psaumes et Cantiques N. 35 (1, 2, 5)
Psaumes et Cantiques N. 107 (1, 2, 3)
SCUOLE DOMENICALI
Innario Cristiano N. 205 (1. 2. 3)
Innario Cristiano N. 353 (1, 2, 3)
Corali e Cantici, pag. 10
(( Ben può la fede... » (1, 2, 3, 4, 5) *
Psaumes el Cantiques N\ 269 (1. 2. 3)
Psaumes et Cantiques N. 277 (1, 2, 3. 5)
semiminima 100
semimìiiima 84
semiminima 92
semiminima 9?
semiminima 144
.semiminima 108
semiminima 108
semiminima 92
semiminima 100
croma 180
semiminima 100
NOTE ED OSSERVAZIONI
Le Feste di Canto avranno luogo, D. v.. alle date e nelle località seguenti:
CORALI: Val Pellice: domenica P maggio nel tempio di Torre Pellice: Val
Chisone: domenica 8 maggio nel tempio di San Germano. Per la Val Germonasca la
data e la località saranno tempestivamente comunicate alle Corali ed alle Scuole Domenicali interessate.
SCUOLE DOMENICALI: Val Pellice: domenica 15 maggio nel tempio di Lusenia San Giovanni; domenica 15 maggio nel tempio di San Secondo.
Rispondendo alla richiesta di molti, abbiamo portato a 6 il numero di inni che
le Corali eseguiranno insieme. Ogni Corale sarà tenuta inoltre ad eseguire da sola un
inno od un coro, a sua scelta. Le Corali alle quali ciò sarà possibile, potranno eseguire. come in passato, da sole, un inno ed un coro, ambedue di loro scelta.
Per quanto riguarda Vinno francese N. 107 assegnato allo studio delle Corali, i
Direttori vogliano tener conto di quanto segue:
1) Viene soppresso il punto d’organo nella prima battuta della terza e quarta
riga del pentagramma, a pag. 193;
2) a pag. 193, alla seconda battuta della seconda riga del pentagramma, il basso
deve essere cantato: sol-sol-sol, mentre il tenore deve essere cantato: re-re-si;
3) a pag. 193, nella seconda battuta della terza riga del pentagramma il contralto
deve essere cantato: sol-la-la, mentre il basso deve essere cantato: mi-fa-fa.
Le Corali desiderose di ricevere la visita di un membro della Commissione sono
pregate di rivolgersi al Pastore E. Aime, Bobbio Pellice (tei. 91.731).
Al fine di evitare doppioni, i Direttori delle Corali e delle Scuole Domenicali
sono pregati di segnalare tempestivamente al Presidente gli inni ed i cori scelti per le
esecuzioni particolari.
I Direttori delle Scuole Domenicali che desiderano far cantare inni a due voci,
sono pregati di rivolgersi al Prof. F. Corsani, Collegio Valdese, Torre Pellice (tei.
91.433), onde disporre di una parte di contralto adatta al canto a due voci e non a
quattro voci, quale risulta negli Innari.
Le Corali che desiderano avere un determinato numero di copie di un inno o coro
poligrafato con duplicatore ad alcool, possono rivolgersi al Prof. Corsani il quale fornirà loro, a modico prezzo, quanto desiderato. Si domanda soltanto che gli inni da copiare siano leggibili e senza errori di trascrizione.
II magnetofono a transistors con bobine su cui sono registrati numerosi inni, e
con bobina vergine per registrare ed ascoltare eventuali esecuzioni è a disposizione dei
Pastori e dei Direttori di Corali e di Scuole Domenicali, che potranno ritirarlo alla
Claudiana. Vi è acclusa una istruzione facile e dettagliata del suo funzionamento.
Esortiamo ad adoperare questo efficace strumento soprattutto nelle zone non fornite di
energia elettrica. Se, come purtroppo per il passato, il magnetofono non sarà adoperato, esso verrà senz’altro alienato.
La Commissione comunica che a tutt'oggi, ben 8 (otto) Chiese del Distretto non
hanno versato il loro contributo per il Canto Sacro o lo hanno versato in modo incompleto. Viva preghiera è rivolta alle Chiese inadempienti di ben volere mettersi in
regola.
E’ allo studio il progetto di dare, per corrispondenza, ai direttori che lo desiderano, un facile corso di lezioni di armonìa. Ne daremo a suo tempo comunicazione.
Alle Corali, alle Scuole Domenicali ed a tutti coloro che le dirigono, la Commissione invia il suo saluto fraterno e Faugurio cordiale di un lavoro sereno, fecondo,
benedetto al servizio ed alla gloria del nostro comune Signore.
La Commissione del Canto Sacro.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
VILLAR PELLICE
Ci ha lasciato, per iniziare una vita di più
alto servizio, la nostra sorella in fede : Barus
Anita nata Allio, di anni 60, del Centro-Saret.
La chiamata le è giunta in maniera quanto
mai improvvisa ed inattesa il 20 corrente
mese all’Ospedale Civile di Pinerolo, poche
ore dopo il suo ricovero in seguito ad un subitaneo malore. I Villaresi che il giorno prima Favevano incontrata — come quasi ogni
giorno — per le strade del paese mentre si
recava per le sue commissioni, sono rimasti
stupiti e profondamente addolorati nelFapprendere nella tarda mattinata di mercoledì
la notizia della sua scomparsa. Essi sono accorsi in gran numero — insieme a molti altri
amici e conoscenti venuti di fuori — a porgerLe — in attesa de] futuri incontri —
1 ultimo saluto terreno e a testimoniare, alla
sua famiglia così dolorosamente provata, della loro grande simpatia e del loro affetto.
Questa sorella lascia — insieme ad un vìvo ricordo di sè — un vuoto non solo nella
sua casa, ma anche nella Chiesa alla quale
essa era molto attaccala e alla quale dava
con gioia la sua attiva partecipazione.
Tre giorni dopo abbiamo ripreso la slrada
de] cimitero per accompagnarvi le spoglie
mortali di un altro fratello in fede giunto
al termine della sua giornata terrena : Miche,
lin Salomon Stefano, del Ciarmis. Egli avreb.
be compiuto tra breve il suo 72° anno di
età. ma la malattia che l’aveva colpito da
qualche tempo non gli ha permesso di arrivare a tale traguardo. Egli che nella sua vita
aveva compiuto dei lunghi viaggi, ha dovuto
compiere gli ultimi mesi della sua corsa terrena in compagnia della malattia e della
sofferenza. Aveva accettato luna e l'altra
con calma e con serenità d'animo.
A tutti i familiari di questi nostri Scomparsi — cosi dolorosamente provati — noi
esprimiamo ancora le nostre condoglianze
più sincere e più fraterne. « Dio non è un
Dio di morti, ma di viventi; poiché in Lui
vivono tutti ». (Luca 20: 38).
Culto radio
ore 7.40
Domenica 31 Ottobre
Pastore PIER PAOLO GRASSI
LUSERNA S- GIOVAMHl
ULIVETO
Convitto per minori ritardati
psichici . Luserna S. Giovanni
ATTENZIONE — Il Convitto per
minori ritardati psichici, aperto ultimamente alFUliveto di Luserna San
Giovanni, fa appello a qualche amico
che fosse disposto ad offrire un pianoforte anche usato: sarebbe una dotazione utilissima, preziosa per i] nostro Istituto.
Visite gradite. — Domenica 17 ottobre,
al culto mattutino, abbiamo avuto con noi
un simpaticissimo gruppo della Comunità
Anglo-Afro-Americana di Torino, guidata dal
Pastore E. Ayassot che ha presieduto il servizio bilingue. I nostri ospiti hanno cantalo
e quindi fatto cantaj*e a tutta l'assemblea tre
inni della loro raccolta e la Corale ha dato
il suo gioioso contributo col canto di alcuni
inni. Dopo un fraterno lunch loro offerto nei
locali della nostra Casa Valdese e una rapida
visita « sullo schermo » alle Valli, i nostri
amici hanno velocemente visitato, sotto la
pioggia, i nostri locali Istituti Valdesi di Assistenza.
- - E sabato 23 corrente, nella Sala Albarin, una numerosa assemblea ba accollo con
gioia i venti cantori, in perfette for.na e uni.
forme del Coro Alpino di S. Germano Chisone che, diretti con alta competenza dal
Maestro Dott. Claudio Canal, hanno eseguito, in un geniale programma tripartito, intermezzato da proiezioni a colori alpine e valligiane, 17 cori lutti lungamente applauditi.
La bella serata si è conclusa, per buona tra*
dizione, con un rinfresco offerto agli ospiti
dalla nostra Corale organizzatrice della visita.
Dipartenze. — La Comunità è stata nuocamente provata per la dipartenza di tre suoi
cari membri : il nostro fratello Luigi Bonnet
dei Bonnet richiamato dal Signore, dopo breve degenza in Ospedale, il 20 ottobre, in età
di 85 anni. Il nostro fratello era dis ;cndente
della famiglia pastorale Stefano Bonnet di
Angrogna.
Il 21 ottobre, dopo breve malattia, si dipar.
tiva dai suoi cari Cecilia Luy Ved. Michelin.
Salomon dei Monnet, in età di 80 anni e lo
stesso giorno decedeva in Ospedale a Torino
la nostra sorella Onorina Pous Ved. Danna
dei Vola, originaria dì Angrogna, in età di
68 anni. Alle famiglie provate da queste dolorose separazioni ridiciamo la nostra fraterna partecipazione al loro duolo e alla loro
ferma speranza cristiana.
Nuovo Focolare. — I nostri più fervidi
auguri accompagnano i due cari giovani
Guido Bertin e Paola Grill che hanno con
bora
PERSONALIA
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
LÄViiiMTiiiii mm
PEK LA
lìEIiiii.uv
Domenica 31 corr. alle ore 10.30 avrà luogo J assemblea di chiesa per la elezione del
nuovo Concistoro.
E’ mancata a Milano la Signora Ada
Meille, la nota poetessa valdese. Nel
prossimo numero ricorderemo questa
caratteristica figura; esprimiamo ai
familiari la nostra viva simpatia, con
un grato pensiero per ciò che la loro
cara ci ha dato. red.
Con inua la forte, urgente riihie^la dì la
vo ratori nell’industria tessile in Girmania.
entrata in relazione ecn il nos.ro l ffi< io
di rollocaniento. Lavoratori e lavoratrici
spei ializzuti hanno la precedenza, ma sono accolti anche lavoratori senza qualìhca.
Ho visitalo alcuni conio essi ; attiezzaliira
'ernica nudern .ssinia, alloggi soddidacenli
(per coniugi o per gruppi familiari), anche
• gli ultimi arrivali hanno sistemazioni
alquanto precarie. Donde la preferenza data a coFbi e nubili. In costruzione nuovi
alloggi, disponìbi i l’anno prossimo. Mcn5C aziendali con vitto abbondante (secondo
la cucina germanica'. Promessa di assistenza ^piri.uale, conipatib'lmenie con le po^>ibilità locai'. Assunzione immediata. Suf.
iìciente la carta di identità. Contralto da
stipulare sul posto. Chi è disposto, si tenga
oreiiio per una partenza imniedia.a.
Maggicrj informazioni (invio di prospetti) saranno date dall’Ufficio Evangelico
• Manessestr. 66 - 8003 Zurigo, al quale irli
interessali si possono rivolgere subito, corredando la richiesta » on la presentazione
del Pastore locale. Assunzione entro ’)i'cbi
giorni.
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circonvicina (Banberga, Augsburg) e a
W^angen. Dirigenti ben disposti verso i nostri raccomandati, se serii, laboricsi, impegnali.
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.39.70.21.
« Ho combattuto il buon i onibattimento, ho finito il corsu, ho
serbato la fede.
(2 Timoteo i : 7)
Il 19 ottobre, a Milano, ha cortiduso
la sua fervida fattiva esistenza terrena la noetessa
Prof. Ada Meilb
Con afflizione profonda le fat ,.glie
Meille, Calvino e Pinardi lo cc ri amicano ai tanti che ebbero cara le ìoro
Mamma certi che da quelFescmpio
altissimo di vita anch’essi cor? ameranno a trarre forza di Bene.
Milano, Via Gran S. Bernardo, 11 a.
RINGRAZIAMENTO
La Famiglia Poet e congiunti iella
impossibilità di farlo personali ente
ringrazia quanti presero parte a loro
grande dolore in occasione dei db
partenza del loro caro
tratto la loro unione davanti al Signore nel
vetusto tempio del Ciabas, il 16 ottobre. Fac.
eia il Signore di questa casa, fondata sulla
roccia della Parola, un focolare vìvente
della «ua Chiesa.
Battesimi. — Hanno ricevuto il segno del
battesimo cristiam' nel nostro tempio: il 17
ottobre: Elder Ernesto Gamba di Graziano
e Ivana Goss; il 24 ottobre: Mirella e Marco
Polis di Arnaldo c Clelia Miegge: liosina Parise di Giuseppe e Franca Frignani e Luigi
Roman di Dino c Rosa Raimondo.
Il Giardino d'infanzia, rilucente nei suoi
rinnovati locali e nelle sue migliorate attrezzature interne, (purtroppo ristrettezza di mezzi ci ha fatto rinunziare a progettate necessarie riparazioni all’esterno) ha iniziato col
1” ottobre, sotto la direzione delFlnsegnaute
Signora Franca Parìse-Cougn, il suo 13" anno di vita, con una gaia schiera di 32 scolaretti iscritti
Istruzione religiosa. — La Scuola Domenicale ai Bellonatti e agli Airalì avrà inizio
Domenica 31 ottobre alle ore 9. I corsi di Catechismo si inizieranno sabato 30 con*, alle
ore 15,30 per il 3" anno e alle 16.30 per il P
e il 2" anno.
La Festa del Raccolto
e della Riconoscenza
Con esposizione e vendita dei frutti del
lavoro agricolo, artigiano, artistico e vario
e con ì annuo fraterno ritrovo della Comunilà e dei suoi amici, verrà celebrata Domenica prossima 31 ottoljre alle ore 15 nel gran
salone Albarin delia Casa Valdese dei Bellonatti. 1 generi in natura da esporre e i
doni per il Bufiet saranno ricevuti con riconoscenza a partire da venerdì alla Casa Valdese. Cordialissimo arrivederci a tutti i nostri fedeli amici vicini e lontani! J.
Alberto Poet
un grazie particolare al Dott. Quattrini ohe l’ho curò con vero amo .e, ai
Sdgg. Pastori Deodato, Genre, fìivoira e Tourn che gli furono di con-'orto.
Pian Faetto, 19 ottobre 1965.
RINGRAZIAMENTO
«Vegliate, perchè non sapete
nè il giorno nè l’ora »
(Matteo 25: 13)
La vedo'va Elena Plavan Gönnet, i
figli Almerina e Valdo, e i parenti, confortati nel loro dolore dalla fede in
Cristo e dalla grande dimostrazione
di affetto e di stima resa al loro caro
Remigio Plavan
di anni 53
ringraziano il Dott. Rosa-Sebastiano,
il Pastore Bertin, la Società Combattenti, gli alunni delle Scuole di S. Bartolomeo, i vicini di casa e quanti in
così, grave lutto li hanno circondati
di fraterna simpatia.
Prarostino, 18 ottobre 1965.
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specialista in dermatologia
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