1
■* S'i ^
f«:
-^KÌKÌ
- /?^.;-_ri*'^ '■ ■' H*»
Roma, 29 Febbraio 1908
Si pubblica ogni Sabato
ANNO I . N. 9
'
LA LUGE
Propugna gl’interessi sociali, morali e religiosi in Italia
o
»,
Q
ÀBBONAMENTI
s
O
Italia: Anno L. 2,50 — Semestre L. 1,50
Estero : » » 5,00 — » « 3,00
' nf
Un numero separato Cent. 5
i
I:
8
I manoscritti non si restituiscono
t§
PIREZIOMC: Vìa Magenta 1Ö
SOMMARIO :
Gli avvenimenti del giorno — Tirando le somme,
di V. Gareetto — Cronaca del movimento religioso — Lord Overtonn, di A. Musxon — Mentre si discute, di E. Rivoire. — Involuzione, di M.
Falchi — Fatti e idee. — Leggendo l’Evangelo. — Arte, letteratura, scienza : Le Ciàcole di Bepi — Attacchi e difese : Il dogma, di
U. Janni — Problemi di educazione e d’istruzione: Scuola primaria e morale laica, di E. Meynier
— Questioni sociali e morali : Effetti di luce,
G. Banchetti— Pagine di Storia : I Valdesi in
Germania, di G. Jalla — La dottrina cristiana
spiegata al popolo: Il Creato, di U. I. —
Informazioni. — Bibliografìa. — Appendice •
Eroine Valdesi, di T. Gay.
AVVISO IMimRTjtXTE
Per inserzioni, abbonamenti, cambiamenti
d’indirizzo eco. rivolgersi al sig. Antonio
Rostan, amministratore del giornale : 107
ria Razionale.
9Vi collciborcifori raccommandidmo fer>
vorosamenfe la brevità se non vogliono
costringerci a mutilare o cestinare I loro
scritti.
ELI flMNIHIEHTI DEL EIOHHO
Con una celerità davvero straordinaria e sbalorditiva, il Senato, per merito dell’ on. Manfredi, ha portato a fine il lungo e ormai increscioso processo Nasi.
La sentenza, elaboratissima (il Senato stette in clausura dalle 9 alle 18,50) e coscienziosamente emessa,
colpisce, più che materialmente, moralmente l’ex-ministro, al quale non valse la meravigliosa e sapiente
difesa dell’avv. Muratori, che elevò la questione ad
un’altezza mai finora toccata, form'ulando i suoi ingegnosi quesiti sul peculato e sulla responsabilità del
ministro nell’ esercizio 4elle sue funzioni controllate
da non meno di tre uffici anch’essi responsabili.
Noi sappiamo che gli illustri e venerandi uomini,
che funzionarono da giudici in questa eccezionale
(che speriamo rimanga unica) circostanza, non erano
animati che dal desiderio vivissimo di far trionfare
la giustizia. Perciò la loro sentenza ci^ trova rispettosi e riverenti : Nunzio Nasi ha mancato, è giusto
che sia punito. Si potrebbe esser tentati di fare un
milione di cementi, salendo in aere più elevato del
comune onde, gli uomini respirano. Ma a che varrebbero i comenti ?
L’Italia ha bisogno in questi momenti di tranquillità per raccogliersi ; dì unione, l’unione turbata
INSBRZIONI
Per linea o spazio corrispondente L. 0,l5
* « da 2 a 5 volte 0,10
« « da 6 a 15 volte 0,05
. Per colonna intera, mezza colonna, qnarto di colonna e
per avvisi ripetuti prezzi da convenirsi.
AnniMISfRAZIOnE : Via Ìlazlooak, 107
malauguratamente da più parti e in diversi modi in
que^ triste occasione, per non, ¡sbagliare strada nelP apprezzare P altissimo giudizio ; e noi fermamente
speriamo che la Sicilia diletta voglia in omaggio al
patriottismo, in cui non è ad alcuna,altra regione
seconda, rimanersene cheta e pacifica e rassegnata.
Noi abbiamo potuto constatare de visu la profonda
pietà popolare determinatasi all’ annunzio della condanna ; pietà che non era disapprovazione al giudizio
del Senato, ma esplosione d’ amore in cospetto d’ una
sventura. Molte signore piangevano al pensiero della
povera famiglia e molti popolani, che pure aveano
poco prima invocato un esempio, rimanevano come
impietriti davanti alla realizzazione del loro voto.
Poveretto, povera famiglia ! Queste le esclamazioni
sulle labbra di tutti.
Il che vuol dire che non si tratta affatto di odio
per la Sicilia o per i siciliani ; ma dice e consiglia
alla Sicilia e ai siciliani di rimanersene dignitosamente quieti : onoreranno meglio la sciagura che colpisce un figlio della terra gloriosa.
Il sentimento di pietà che è nella folla e che, è
nella stampa tutta, senza distinzioni, è fenomeno da
segnalarsi per la sua nobiltà e per la bella luce che
gitta sul nostro popolo, moiirandolo generoso e cortese e mite.
Possa r on. Nasi far convergere la prova al bene
del suo spirito : egli potrebbe fare molte riflessioni
utili sulla mutabilità degli eventi e sulla vanità delle
umane glorie, "sotto le quali spesso son nascoste le
tribolazioni.
E di un altro processo dobbiamo occuparci : quello
condotto a termine contro il generale Stoessel, il difensore di Port-Arthur. Anche qui ci sarebbe da dire :
mutabilità e vanità degli eventi ! L’ uomo, che parve
per un momento un eroe da leggenda, ora è un condannato, su cui è stato impresso il marchio del tradimento ! Stoessel é stato condannato a morte, tutti
10 sanno ; ma perchè ? Non tutti han seguito le fasi
del processo ; or queste ci hanno mostrato che 1’ accusa rivolta al comandante di Port-Arthur era una
sola ; voi avete capitolato quando potevate ancora resistere.
Noi non siamo competenti in materie militari ; ma
ci pare che il semplice buon senso debba dire ad
ogni uomo di cuore che è stato meglio capitolare
salvando ancora qualcosa, anziché capitolare (la cosa
era inevitabile) a distruzione completa, per il solo
gusto di fare uln bel gesto. L’eroismo, pur dal punto
di osservazione militare, deve avere sempre un fine ;
11 sacrificio sterile è inutile e sciocco. Coìhprendiamo
il sacrificio di Leonida spartano e di Leonida Bronzetti, ma non avi’emmo capito il sacrificio di Stoessel,
se l’avesse fatto : Port-Arthnr sarebbe stato giapponese egualmente.
■>' '■ G.
Tiraodo le ^omme
La discussione suirinsegnamento religioso non è ancora chiusa nel momento in
cui scriviamo ; ma ormai si,può concludere
qualcosa, perchè le correnti, nettamente
delineatesi fin dalle prime sedute e fin da'
primi discorsi, non sono mutate.
L’impressione nostra sul contegno tenuto
dal Parlamento in questa circostanza è
eccellente : quest’assemblea, che si dice,
prossima a morte, ha mostrato una vigoria
e una vitalità veramente portentose, e, quel
che è più bello, ha saputo mantenersi lontana da ogni volgarità e bassezza.
Constatiamo, prima di tutto, con grande
e profonda gioia, che il partito clericale^ non
è poi quel-forte e possente,che tutti crédevano e che-le minac^ìe de’ parroci,raccoglitori di firme facevano temere. Appena
appena i clericali hap - balbettato qualche
cosa, con bocca mezzto aperta, con voce
bassa, con occhi socchiusi, con parole non
chiare. La loro fronte non s’è levata e ia
loro anima non si è'manifestata : Fobbligatorietà dello insegn|ipento del eatechir
smò nelle scuole
-Stata difesa ùem
manco da Cornaggia^ àia Cameroni eco...
Dov’è dunque la ^Ìalange de’ zelatori
della fede ? .i
La falange è nel campo opposto,: d’unione di intenti di tuffi i partiti liberali ha
offerto al mondo uno spettacolo superbo e
commovente : la democrazia, divisa e suddivisa, trova il terreno; per riunirsi e serrarsi sotto la santa bandiera della libertà,
quando il momento giunge. Tutto, come si
vede, è bene, tutto è necessario, anche la
minaccia del ritorno aiTorquemada e a S.
Domenico. !
Più commovente è poi un altro spettacolo : le tradizioni italiche, le vecchie trar
dizioni dello Stato italiàno, surto in contrasto e a dispetto del Papato, sono scoppiate
fuori ed hanno afferrnsito il diritto alla vita
ed hanno ammonito ^-'si sono imposte.
Guardate la vecchia destra, che pareva
ridotta da qualche tempo in basso loco e
che si soleva offrire al dispregio delle turbe
nominandola clericale, guardatela ora nel
momento di affermare un principio : essa
riprende le proprie tradizioni di patriottismo,
essa che tolse Roma al papa,- e con mano
ferma, non violenta, esclude dalla scuola il
prete, di cui conosce la malizia antica e
l’astuzia, di cui non ignora i principii sovvertitori e pericolosi, di cui non sì fida.
E, finalmente, io vorrei avere la voce della
tromba ilell’angelo del giudizio per procla
^ ?
■ri
Zi.
■Z
:
s Kì
l'iTi
rS.Jj
I
.•'Z.
P-m
,'v^
- .AÌì
2
;%• — '■ '■ '■ '
' ..Í- •
;> ■>. ■
Í * ■■
LA LUCE
mare quello che più è importante per noi in
questa discussione, airinfuori della politica :
nel Parlamento italiano la fede religiosa,
non inquinata da misture politiche, ha
ricevuto ogni onore ed ha trionfato. Tutti
han reso omaggio alla religione intesa nel
senso suo più augusto di nutrice dello
spirito ; tutti hanno affermato il bisogno
di coltivare lé altissime idealità dello
spirito ; nessun apostolo ha bandito il
materialismo di cinquant’anni fa ; e nissun
Petruccelli della Gattina s’è levato a dire
male del Sacro Libro. Che cosa è tutto ciò ?
E’ il segno de’ tempi ; l’età nostra si volge
nuovamente in alto e cerca e sospira e
vuole essere soddisfatta : ella cerca l’Iddio
sconosciuto ed ella lo troverà presto. "
Ma se esistesse solamente il catechismo
romano, se il papato avesse potuto distruggere il Protestantesimo rivendicatore e
purificatore, la primavera d’idealità che
tutt’intorno sorride non ci delizierebbe co’
suoi profumi.
Vito Gapvetto
Cronaca dtl jllioVlinettto religioso
, ITJLIjIA.
La discussione suirinsegnamento religioso in
Parlamento
La discussione è proceduta con molta dignità e i
diversi oratori che si sono succeduti sono stati non
poco cortesi gli uni verso gli altri. Il che è bello e
degno di un paese civile. L’unico che ha portato
qualche stonatura con le sue intemperanze è stato fon.
Santini, secondo il suo solito. Ma neppur lui é stato
caldo nella difesa de' diritti della Chiesa : si è limitato
a far ridere un poco tutti e a divagare come ha potuto.
Segnaliamo, fra gli altri, i magistrali discorsi degli
on. Fradeletto. e Martini, i quali ebbero il lodeVolissimo coraggio di mostrare aH’assemblea e a tutto il popolo italiano di che lagrime grondi e di che sangue il
catechismo romano, che si vorrebbe introdotto nelle
Scuole. Sopratutto felice ci è parsa la allusione del
Fradeletto alla bruciatura delie Bibbie insegnata nel
catechismo più recente del romanesirao, quello di Pio
X. La difesa deridale è stata fiacca, incerta, quasi
che il famoso blocco clericale fosse sgomento della sua
propria tesi. Il Governo, probabilmente, ne uscirà vittorioso ; ma vogliamo confidare che in tempo non lontano e più proprizio, cioè nella prossima legislatura,
quando le preoccupazioni elettorali non potranno più
turbare il Parlamento, fon. Bava segua il Consiglio
degli illustri oratori che hanno raccomandato la soluzione netta e radicale del problema, presentando una
legge in cui sia consacrato il principio della incompetenza dello Stato in materia religiosa.
Il fermento pretesco è stato enorme a Roma, come
nelle provincie. Il solito sistema delle firme coatte ed
estorte ha funzióuato per impressionare l’Assemblea
Nazionale ; fortunatamente con niun frutto.
tare una chiesa evangelica, se non fosse fanatizzato
ed aizzato ? E il solito sistema ; lanciare il sasso e
nascondere la mano. Speriamo che i nostri fratelli con
la loro pazienza riescano a scongiurare un conflitto.
Pioggia di scomuniche
Persecuzioni agli evangelici negli Abruzzi
In S. Benedetto de’ Marsi v’ha viva lotta tra cattolici- romani ed evangelici. La turba romanista, fanatizzata da chi dovrebbe educarla, è in gran fermento
contro gli evangelici, i quali finora (per confessione
degli stessi corrispondenti non evangelicy si sono
mantenuti quetissimi e dignitosi. Il paesello è invaso
da truppa, carabinieri, agenti di P. S. mandati colà
per ordine del ministero degli interni, il quale è risoluto a mantenere l’ordine e a far rispettare la libertà
di culto, secondo le nostre leggi.
I giornali hanno parlato del prete locale, come di
colui che avrebbe adoperato ogni mezzo per scongiurare una sanguinosa lotta ; ma noi siamo in grado di
potere affermare •che gli incitamenti sono partiti dalla
sacrestia. Del resto è naturale che sia cosi : perchè si
solleverrebbe il popolo, che "Pure ha lasciato impian
Si succedono una dopo l’altra, giorno dopo giorno
le proibizioni emanate dai diversi vescovi nelle varie
diocesi, proibizioni concernenti,, giornali quotidiani e
periodici d’ogni specie, che si credono intinti della
pece modernista.
A Roma Nova et Vetera è stata interdetta perfino
con manifesti pubblici !
Il vaticano dunque non dà quartiere e continua risolutamente per la via che ha scelta : via d’intransigenza e di regresso.
Cerca di colpire ciò che la modernità ha di più
potente per la diffusione delle idee : la stampa. Ma
per fortuna i suoi decreti sono innocui contro questo
avversario, che ha trionfato su nemici più forti e meglio armati.
Noi ci meravigliamo solamente della ingenuità de’
prelati, che rappresentano simile commedia.
INGJHIL TERJFiA..
Il XIX Congresso Eucaristico a Londrà
Secondo una circolare diramata in questi giorni, il
XIX Congresso eucaristico si terrà in Londra da’ 9 a’
13 di Settembre 1908. Il presidente onorario del Comitato internazionale permanente è il Card. Serafino
Vannutelli ; ma il presidente effettivo è Mgr. Heylen,
vescovo di Neniur. Il comitato locale è presieduto
da Mgr. Burne, arcivescovo di Westminster, ed è composto : del duca di Norfolk, del marchese Rispou, di tutti
i vescovi inglesi. Il lavoro sarà su per, giù quello degli altri anni ; al Congresso interverrà un legato papale.
Questi congressi dovrebbero onorare il sacramento
dell’altare; ma in realtà essi sono riunioni in cui la
politica vaticanesca giganteggia e domina.
MAJDAGASOAFt
Una riunione contro le missioni finita con un fiasco
' I lettori sanno (noi li abbiamo sempre sollecitamente
informati al riguardo) che nell’isola de’ malgasci imperversa la bufera antireligiosa scatenata dal governatore francese Augagneuv contro le pacifiche e benefiche missioni protestanti, che sono state perseguitate
con tutti i mezzi e in tutti i mòdi,
Ultimamente, in seguito alle manifestazioni ferme
e dignitose della Lega de’ diritti deU’uomo, intervenuta in favore degli evangelici in Francia, a Tanariva
(capitale dell’isola) i compari del governatore organizzarono un comizio per esprimere approvazione all’opera di M. Augagneur.
Ma quando si venne alla votazione dell’ordine del
giorno relativo, i buoni isolani (non evangelici, si badi)
si rifiutarono di prestarsi al giochetto e non vollero
votare. Anzi, scesi nella via, essi si abbandonarono a
manifestazioni ostili al sistema adoperato per un voto
volontario di plauso all'azione del governatore.
Perciò la polizia ha preso ad eseguire arresti arbitrari e ad imbastire processi, forse sperando di poter
indurre cosi all’approvazione deU’ordine del giorno che
ebbe tre soli voti !
£ord Otltrtons
Un grave lutto ha colpito la Scozia e più specialmente la Chiesa libera unita di quel nobile
paese. Dopo le dipartenze del Principal Rainy, l’àntorevole « leader », e di Ross Taylor, il sagace e
ingegnoso organizzatore del « sustentation fund »,
la morte di Lord Overtonn è uno dei piq fieri
colpi che potesse esserle inflitto. Quei tre uomijii
che si stimarono e si amarono furono i fortunati
piloti che nella tremenda procella, per cui ebbe a
passare in questi ultimi anni la chiesa libera unita,
la trassero in salvo.
John Campbell White, creato quindi Lord Overtoun da Gladstone in ricognizione dei grandi servigi da lui resi alla causa liberale in Iscozia e della
sua illuminata filantropia, trasse i natali a Hayfield
(Eutherglen) nei 1843. Il suo padre, un procuratore
legale, aveva rinunciato a quella carriera per entrare
nella ditta del proprio genitore, cioè la fabbrica
dei prodotti chimici di Rutherglen, la prima e più
importante azienda di quel genere nel paese e per
fino nel mondo. John Campbell segni le orme paterne
e divenne socio e comproprietario della potente ditta;
ciò gli assicurò un considerevole introito annuo che
non solo gli concedeva la più signorile agiatezza,
ma poneva a sua libera disposizione somme rilevanti.
John Campbell White fu un distinto rappresentante del movimento, provocato innanzi dal celebre
Chalmers in Glasgow, fra gli nomini d’ affari e specialmente fra i giovani, che arrecavano alla causa
evangelica le loro sostanze e le loro doti di gente
pratica.
Sul suo sviluppo spirituale avevano avuta grande
influenza prima la pia sua madre, quindi il fedele pastore di Saltcoats, il Rev : Mae Nab ; ma chi lasciò in lui una impronta decisiva fu il Moody, nella
prima sua visita -del 1874.
11 suo pensiero dominante divenne il progresso
e lo stabilimento del regno di Dio in terra.
Cominciando dalla sfera più ristretta della chiesa
di cui era diacono, in Dumbarton, lo troviamo monitore della scuola domenicale, ed a capo d’ una
numerosa classe biblica, in cui meglio di 500 giovani si raccoglievano e che egli resse fino all’ ultimo. Evangelisti e donne bibliche, da lui arruolati, percorrono il territorio arrecando le consolazioni del Vangelo agl’ umili ed ai poveri. Nel 1892
egli fonda a Glasgow la « Bible Training Institnte » ossia uria Scuola biblica preparatoria, dalla
quale sono usciti già non meno d’ un migliaio di ,
evangelisti e missionari, che faticano in Gran Bretagna od dell’ estero. Oltre al dono del terreno su
cui sorge 1’ edifizio. Lord Overtonn vi consacrò non
meno d’ un milione e trecentomila lire. Le missioni
in paese estero ebbero, in lui un munifico e fedele
amico ; quella specialmente di Livingstonia gli è
grandemente debitrice ; faceva le spese di tre missionari e si calcola che quel solo campo di lavoro
fu beneficato da lui di oltre 1.250.000 lire. Non
minore interesse dimostrò per 1’ India e la missione proseguitavi dalla sua chiesa.
Ci riesce impossibile di enumerare le molteplici
opere cristiane e filantropiche alle quali il nome di
Lord Overtonn è stato associato in Europa e fuori ;
ma non possiamo dimenticare quanto egli ha fatto
per r Italia. Egli amava il nostro paese ed avrebbe
voluto vedere altresì in esso stabilito il Regno di
Cristo, mediante la predicazione del puro Vangelo.
Da lunghi anni perciò il suo nome si trovava iscritto
nella lista dei generosi sottoscrittori a prò della
evangelizzazione d’ Italia.
La vita di Lord Overtoan si può riassumere in
queste dqe parole : « operosità e generosità ». Egli
ha illustrato il principio, che le ricchezze in mano
d’ un savio economo souo una benedizione. Se in
troppi casi il denaro trascina dietro di sè 1’ oziosità, r orgoglio, r egoismo ed il vizio, nel caso suo
è stato invece il mezzo benedetto per spiegare una
meravigliosa attività pel bene, per metterlo in contatto con le classi più desèredate, per fargli gustare la gioia di dare e di dare largamente, per
dargli modo di palesare nobili virtù private e pubbliche. Le sue ricchezze non lo resero schiavo, rimase libero dispensatore delle medesime e ricordando
da Chi le teneva ne volle consacrare la maggior
parte alla Sua gloria..
Aftupo muston
Mentre si discute
Da molto tempo non si assisteva, nella camera italiana, a nn dibattito cosi lungo, cosi interessante e
cosi elevato come quello che da parecchi giorni vi si
sta svolgendo *sull'insegnamento religioso nelle scuole
elementari.
Vuol dire dunque che la quistione religiosa, proclamata morta e sepolta da certi piccoli uomini che
ilon vedono un palmo più in là del loro naso, ha ancora la virtù di appassionare gli animi, anche nel nostro ambiente latino cosi scettico e indifferente. Piac-
3
Í*.:Í'
' •-,. -^'.f • .«■ .'i ~~ ■ ...
l,;-; u:- ;r,
' - •-. ■ ...TA •■■ >. ;• •^■*- •«■ * ■ • •"£. '7-. *—. •
LA LUCE
eia-0'Don piaccia ai corifei deH’incrednlitàj Dio è tuttora e sarà sempre la quistione formidabile che si para
dinanzi agl’individui e ai popoli in un dato momento
della loro esistenza ; e a seconda del modo in cui codesta quistione viene risolta, la vita riceve un orientamento diverso, l’attività viene ispirata da un movente speciale.
È dunque una lotta tra la verità e l’errore, trà la
luce e le tenebre quella che si sta combattendo alla camera italiana e alla quale il paese prende cosi larga parte ?
Si tratta veramente di avviare il paese verso l’ateismo
0 di conservargli il carattere più o meno cristiano che
ha avuto per tanti secoli ?
Se così fosso, sarebbe veramente una quistione di
vita 0 di morte, e l’agitazione dei cattolici, i quali
mandano alla Camera carrettate di firme raccolte si sa
come, sarebbe più che giustificata. Invero, « si vive
seaza padre nè madre, non si. vive senza Dio,» come
dice un proverbio russo. Voler edificare una società
senza Dio è fare opera vana, non* solo, ma scellerata ;
e lo stesso Voltaire opinava che un « popolo ateo sarebbe
una masnada di briganti. » E’ Dio, giustiziar eterna,
che pone la quistione sociale ed è la base di tutto ;
se si toglie Lui, tutto va a catafascio.
Neppure noi, d’accordo in questo coi cattolici romani,
con Fou. Maiorana e quanti altri parlarono nello stesso
senso, vogliamo lo Stato ateo ; anzi vorremmo che in
tutte le branche deU’ammiuistrazione e in ' tutte le
forme della sua attività, esso fosse compeuetrato dallo
spirito del Vangelo, senza colore confessionale, e lavorasse in quello spirito, largo, generoso equanime,'a
edificare la città di Dio, la società novella in cui ci
sia più giustizia e più amore. Ma dato lo stato delle
cose, soprattutto in Italia, quell’ideale non è attuabile
per ora nè lo sarà per un prossimo avvenire.. A noi
basta che lo Stato assicuri a tutti la stessa libertà, lo
stesso trattamento, i medesimi diritti e i medesimi
doveri, senza distinzione di fede, senza prerogative di
sorta.
Ma è veramente questo il significato della lotta
attuale ? Si tratta proprio di fare l’Italia atea o di
conservarla cristiana Forse per quelli che il cristianesimo fanno consistere uell’avere il crocefisso negli
edifizi publici, o nel compiere meccanicamente certe
cerimonie o nel conservare nelle scuole la dottrinella,
alla quale non .si può toccare senza venire accusato
d’insultaie a Gesù Cristo, come è capitato all’on.
Fradeletto, il quale disse delle sacrosante verità. E’
proprio il caso del « ha detto male di Garibaldi !» ; si
vede che i preti ne hanno tratto profitto.
Ma, come lo dicevo otto giorni fa, per chi guarda
in fondo alle cose, la quistione è tutta politica e non
religiosa ; si tratta di affermazione clericale, checché
ne dica con una... ingenuità stupefacente Fon. Salandra
e non già di protesta di coscienze offese.
Che sia cosi, tutto lo prova; la voce della stampa
veramente indipendente e che non ha motivi di dir le
cose come non sonò; gli oratori che hanno parlato alla
Camera, i quali hanno detto quasi tutti o lasciato intendere che di questione politica si tratta ; il rigoglio
veramente commovente di fede e frai genitori che firmano petizioni e fra gli onorevoli che vedono lo spa..racchio delle elezioni, conaen-so mirabile che fa rimaner pensoso chi riteneva l’Italia per una nazione indifferente ; l’intervento presso Giolitti della presidenza
dell’unione elettorale cattolica, la quale minaccia di
combattere tutti quei deputati che voteranno per la
scuola laica e poi,' con nna faccia fresca che hanno quei
signori soltanto, protesta di non aver voluto far pervenire un monito al governo, ma di aver parlato unicamente per imperioso dovere di coscienza ; il fatto che
i demo-cristiani, religiosi almeno quanto gli altri, domandano anch’essi l’abolizione del catechismo nelle scuole
nell’interesse stesso della religione; quelFaltro fatto che
i papisti stessi invocano la scuola laica là dove non
sono in maggioranza, senza paura, allora, che l’ateismo
si propaghi e si affermi ; e infine quest’ultimo fatto
stupefacente, vale a dire che le ore d’insegnamento
religioso nelle scuole si riducano da sedici a venti al, Vanne ! e si aggiunga che quell’insegnamento è dato
come si sa.
Valeva dunque le pena di far tanto chiamo e di
mettere sossopra il paese, quasi chè il suo avvenire
religioso fosse in pericolo ? Ah ! non della religione
vi cale, oche starnazzanti e gracidanti, ma della vostra
upremazia.
E che non si debba trovare un governo e un parlamento, i quali, consci di queste cose e animati da
virili propositi, abbiano a sfatare Feqnivoco e a rìntuz
zare la tracotante baldanza ? 0 grande Shakespeare, qui
avresti argomento per un’altra tüá commedia : « Mach
ado about nothing, molto chiasso per nulla!
Enfieo l^ivoire
L’INVOLUZIONE
Non* parlo della teoria geometrica che fu si feconda
di risultati per opera specialmente di Desargnes e di
Chasles, e nella quale il ragionamento si snoda rapido
e chiaro ; parlo della involuzione di pensiero e della
involuzione di sentimento per ^ui un uomo come il
deputato e professore Stoppato chiede alla Camera dei
deputati di confermare che i Comuni debbono, « in
omaggio alla libertà di coscienza », provvedere alla
istruzione religiosa degli alunni i cui genitori la chiedano..
In omaggio alla libertà di coscienza?
Per quanto io mi sforzi di trovare il nesso, il
filo congiuntivo di questi vari elementi che sono ; un
istituto qual’ è la scuola, nutrito coi danari di tutti,
credenti e -non credenti, e il diritto di credere e di
pensare nel modo giudicato Migliore; per quanto mi
sforzi, quel filo non so scorgerlo. E sarà vizio organico del mio meccanismo logico ; però mi sembrava
cosi naturale di ritenere che la libertà di coscienza
consistesse in questo che nessuno fosse impedito di
professare le idee religiose preferite, nè fosse impedito di insegnarle ai figliuoli, ne fosse costretto a cooperare al mantenimento del culto altrui; mi sembrava
così naturale 1
Bisogna eh’ io mi ricreda. Libertà di coscienza vuol
dire costringere per legge gli amróinistratori — che
sono pure eletti da quei padri di famiglia di cui ora
si accattano le firme — a pagare del denaro pubblico
gente che insegni principi che essi amministratori magari giudicano nocivi ; vuol dire, col laccio del guadagno, reso più forte dagli scarsi stipendi e dal timore
di cadere in disgrazia di tiiannelli comunali, legare altra gente al macigno di un insegnamento che essa in
fondo'al cuore deride; vuol dire dichiarare oppressori
coloro che sono cosi ingenui da ritenere compito esclusivo delle società di fedeli, delle chiese quello di dover provvedere con mezzi propri ad istruire religiosamente i figli aderenti. Questo d’orainnauzi è «libertà
di coscienza » almeno... nel vocabolario dell’ on. Stoppato 1
Ma bisogna essere scupolosamente giusti anche
con quelli che non la pensano come noi, e bisogna
riconoscere che — un pò fortunatamente è vero —
per via di un certo tal quale ragionamento, in apparenza rigoroso, si può arrivare alla conclusione di sancire con atto di parlamento quella che dovrebbe e.ssere la dottrina del Cristo. Infatti si può argomentare
cosi ; il governo è il padre, ed i governati sono i figliuoli ; e come il padre dà, al figliuoli pane ed ammonimeuti, chicche e busse, cosi il governo devedare
ai sudditi la tombola governativa perchè si divertano
e la dottrinetta perchè non si sviino dietro ai socialisti, ai protestanti, ai massoni e simili.
Però F appello alla libertà di coscienza per sostenere F istruzione religiosa di stato sorpassa i limitf
di una cosa superata dalle idee moderne e dallo svolgimento storico cui siamo giunti, esso è tale fenomeno
da renderci pensosi.
Potremmo giudicarlo iipprudenza cinica, se avessimo
elementi per credere F on. Stoppato capace, per spirito, di invocare, deturpandolo, un principio si santo
qual’ è quello della libertà di coscienza. Ma poiché
non abbiamo tale opinione, F appello alla libertà di
coscienza, fatto dall' on. Stoppato, rappresenta una cosi
grave involuzione del sentimento e della mente che,
se lo spirito da cui fu dettato avesse da prevalere in
Italia, certi mezzi di pressura dell’ animo umaio, i
quaèi come vecchi strumenti di tortura credevamo relegati nei musei della iniquità umana, ci apparirebbero
pronti a rifiorire come albero cui la linfa primaverile
inturgidisce le gemme.
Uno spirito colto che, in nome della libertà di coscienza, chiede F obbligo ài comuni dell’ insegnamento
religioso, è fatto che spaventa.
Ben diceva il giornale « La Vita », nel presente
dibattito sull’ insegnamento religioso, ci sarebbe una
soluzione chifira e semplice e rispettosa dei diritti di
tutti, « F insegnamento religioso alle chiese e nelle
chiese », ma, appunto perchè semplice e chiara, quella
soluzione è quella che meno di tutte ha la probabi
lità di prevalere. E allora è facile essere profeti, e
prevedere che lo sforzo d’imposizione che il cattolicismo romano ora esercita a danno dello spirito umano
in Italia, verrà poi esercitato a suo danno quando il
potere sarà passato nelle mani delle classi popolari.
C’ è una logica dell’ errore e del male cui non si può
sfuggire. A
Infine se la coscienza religiosa nelle classi italiane dominanti fosse meno infrollita, F attuale dissidio, provocando F esame e la discussione,'servirebbe a
mostrare altre molte invadenze sociali del.cattolicismoromauo compiute, nel corso dei secoli; usurpazioni che
' attendono ancora di essere rintuzzate, mentre _ ogni
sforzo per farlo sarà dal potere che }e compi battezzato quale una persecuzione religiosa, a testimoniare
con ciò che F insolazione del sentimento religioso cristiano può distrugger? ogni senso dì equità nel giudizio.
IWaiio palehi.
F?iTTI E IDEE
L^educazione dei bambini
Ciò ebe ne pensava Tacito
« Ai prinii tempi della Eepuhblica i bambini
messi alla luce da una madre virtuosa non si relegavano nella dimora lontana di una nutrice mercenaria. Essi venivano allevati nelle braccia e al seno
della loro propria! madre, per la quale la gloria più
ambita erano le cure domestiche e l’educazione dei
figli. A quei tempi per la sorveglianza dei giovani
di una famiglia, si sceglieva una parente rispetta
bile per età e illibatezza di costumi : in presenza
di lei non si usava dire e fare nulla che offendesse
menomamente la convenienza. Questa educatrice sorvegliava • i fanciulli non solo durante le loro lezioni,
ma anche nei loro trastulli, nei loro passi, e aveva
cura che le regole della decenza e della modestia
fossero osservate costantemente.
È cosi che Cornelia, madre dei Gracchi, Anrelia,
madre di Cesare, e A zia, madre di Augusto, hanno
educato i loro figli e ne hanno fatto i più grandi
uomini del loro secolo. In grazia di- questo saggio
sistema di educazione, iiffanciullo, preservato nella
sua purezza e difeso contro, tutte le influenze corruttrici, si piegava facilmente all’azione di tutti i
mezzi ùtili di educazione, coll’aiuto dei quali si cercava di formarne il carattere. E’ cosi che si avevano
degli uomini esclusivamente dedicati alla professione
da essi scelta, fosse poi l’arte della guerra, il diritto
0 l’arte oratoria. Ed ora come sono cambiate le cose !
Appéna nato un bambino, lo si abbandona ai
domestici,: lo si affida per lo più a qualche donna
greca assistita da uno o due schiavi : questi ultimi
sono quasi sempre scelti fra i peggiori della casa,
fra quelli che non sono capaci di alcun servizio più
serio. Le sciocchezze e gli errori di questa compagnia sono i primi esempi che il bambino ha sotto
gli occhi e il cui seme germoglia nel suo cervello ;
nessuno della famiglia pone attenzione a ciò che si
dice 0 accade in presenza del bambino. Ma vi ha
di più. I padri stessi che dovrebbeno inculcare la
modestia e i buoni costumi ai loro figlioli fino dall’età più tenera, sono invece i primi ad approvare
le distrazioni e le licenze di coloro che se le permettono ; essi le incoraggiano perfino, distruggendo in tal
guisa a poco a poco nei loro figli gli ultimi vestigi
del rispetto di sè stessi e degli altri. »
Povero Tacito se egli sapesse come ora, dopo
tanti secoli di progresso, sono rimaste identiche
le cose !
l^ob. P.
^rte, Letteratura, Scienza
Le Cirieole di Bepi
Il Travaso delle idee, il notissimo periodico umoristico di Roma, ha pubblicato in un bello e artistico volume tutte le poesie che, sotto il pseudonimo
di Bepi, Olindo Guerrini è venuto componendo da
un paio d’ anni a questa parte.
Non è un volume di poesie irriverenti, ma di poesie animate da un sottile e sereno spirito d’ironia
- Wi
•;’V«
¿'-'4
- 4-^ vi
-el
• 'íSS
''‘.I’ti
/-A.-l«
‘
•Lja
■m
\ 'Sis
/é
-i.' >4
f ' V
4
LA LUCE
garbata, che talvolta è addirittura patetica e commovente, come in questi versi, intitolati : Confidenze.
Il papa, seduto ne' giardini vaticani, contempla il
monumento di Garibaldi sul Gianicolo.
E1 xe un coloso enorme de metalo,
Drito in posa gagiarda,
Che ¡mobile e pianui sul so cavalo
Volta la testa e varda.
Nel del puro e seren come uno spedo,
Varda la note e il di...
Cessa vnstu- da mi, povaro vecio,
Cessa vasta da mi ?
Casta, come el Signor, roto la pierà
De la tomba lontana
Per vegnirme a veder fin da Caprera,
0 vinto de Mentana?
Vinto ? El vinto son mi che son qua drente,
Povaro carcerà,
E vardo sospirando el monumento
Segno de libertà !
La libertà ! Quanto ti gà soferto
Per farla trionfar !
Ti gà sfidà la morte a viso averto,
El del, la tera, el mar.
E mi, quando i tedeschi comandava
Sovra el nostro teren.
Caro vecio da Dio, mi t’ aspettava
E te voleva ben !
La libertà ! La gò credesta fola
Da trapelar la zente.
Emblema framasonico, parola
Che dise poco o gnente.
Ma adesso ? Ah, come giudico diverso
E come son pentio !
L’ omo conosce el ben co’ lo gà perso.
Che noi torna più indrio !...
Sol me doleva che dei nostri preti
E del trono papal
Nei to discorsi, si... tropo indiscreti.
Ti parlassi un po’ mal.
Ma adesso ? Adesso che cognosso 1’ arte
E me trovo in preson,
In tato no dirò, ma forse in parte.
Ti gavevi rason !
LEGGENDO L’EVANGELO
Ordina che questi miei due
figliuoli seggano l’uno alla
tua destra, l’altro alla sinistra,
nel tuo regno.
{Matt. XX. 21).
La madre dei figli di Zebedeo si è acquistata con la sua strana domanda al Maestro la nomea di madre ambiziosa e orgogliosa. Gesù reprime quei desiderii inconsulti, e allude, con le sue parole che
hanno del tragico, all’ avvenire imminente
pieno di sofferenze, che aspetta non solo
Lui, ma pur anco i suoi discepoli.
Però il grido di quella donna è umano.
L’ ambizione, invero, si nasconde, più o
meno celatamente, in fondo dell’ animo degli uomini. I primi posti ! Ma tutti vi pretendono, e quanti, per ottenerli, non sono
disposti a calpestare i diritti altrui ! I primi posti, non quelli ai quali si ha diritto
con una superiorità naturale od acquisita,
ma quelli che si ottengono, il più delle
volte, mediante bassi compromessi, o turpi
mercati !
Certo vi sono delle ambizioni oneste che
tutti dovrebbero cercare e stimolare : l’ambizione del dovere, del lavoro, del bene,
del vero, del buono, di tutto quello che
ci innalza al di sopra delle miserie della
vita, ai più alti e nobili ideali. Ma invece
che si osserva nella nostra corrotta società contemporanea ? Non si vedono forse
anche i migliori correre dietro a tutto
quello che luce di luce non pura, trascinati dalla corrente mondana verso le fatali ambizioni del lusso sfrenato, del guadagno disonesto, del piacere malsano, preferendo quello che si vede a quello che
non si vede, quello che è passeggierò a
quello che è eterno? Ma se per avventura abbiamo imitato Salome nella concupiscenza dei beni terreni, affrettiamoci a
seguirla nella strada del dovere e del sacrifizio. Quand’ella discerne il piano divino
— laggiù sull’ orizzonte in luogo di un
trono, una croce, strumento di supplizio
tremendo, — non indugia un solo istante,
va innanzi con fiducia e con amore. Ella
aveva sognato di vedere i suoi figli alla
destra é alla sinistra di un re terreno.
Aveva ambito per i suoi figli le grandezze
terrene, non più ora. Il cammino del sacrifizio invece li condurrà ad una gloria
ben più nobile, ben più alta, I primi posti
sì li avranno, ma nel regno spirituale di
Colui che, con la sua morte, diverrà più
grande degli Alessandro e dei Cesare.
Giacomo e Giovanni, ministri di un re
terreno sarebbero ora ignorati e nell’oscurità : ammirate invece quel che sono diventati, calcolate 1’ azione loro nel mondo,
la quale dura tuttora ; vedete 1’ aureola
di glòria che cinge le loro fronti.
Invero Giacomo con la sua fine tragica,
Giovanni con i suoi scritti e F opera sua
di apostolo, hanno dimostrato di essere
degni di sedere, 1’ uno alla destra e l’altro
alla sinistra del figliuol dell’ uomo, in quel
regno dei Cieli, ove i gradi della sofferenza e dell’ amore per Gesù Cristo segnano i gradi della vera gloria.
Adunque al sogno di Salome Iddio- ha
sostituito una realtà di gran lunga migliore. E se essa non fu esaudita nel senso
terreno, ha veduto tutte le sue ambizioni
magnificamente oltrepassate nel senso spirituale. Non siamo dunque sgomenti, quando vediamo i nostri sogni, le nostre speranze crollare. Se noi abbiamo fede, se
noi lavoriamo con perseveranza vera. Iddio saprà condurci verso un avvenire piii
bello e più fulgido, perchè tutte le cose
cooperano al bene di coloro che lo afhano.
E. m.
J)ogma
e altre cose ancora.
È nota all’universale la spavalderia — una spavalderia che spesso emana da coscienza torbida e più sovente da pensiero melenso — con la quale gli sp^accini dell’irreligione infuriano contro il domina, sognando
di ucciderlo una buona volta. Quand’essi ban pronunziata con voce che vuol esser fremebonda o hanno
scritta contornandola di aggettivi squalificativi la parola damma, si ringalluzziscono come se avessero eseguita una sentenza capitale. Contro chi ? Costoro certo
vanno fantasticando che il domma debba essere chi
sa che mostro, una specie di serpente a sonagli; e
sarebbero stupiti di apprendere — il giorno in cui si
decidessero a pensare sopra gli argomenti seri — che
la parola domma significa verità e niente altro !
Sissignori, verità. E perciò ogni scienza — la matematica, la fisica, la logica — ha i suoi dommi ossia
verità prime certe, indiscutibili su cui s’erge il suo
edificio. La medicina crede al principio ignoto della
vita ; senza il domma della gravitazione la fisica generale perderebbe la sua struttura scientifica e progressiva. Le scienze han bisogno di qualcosa di fermo,
senza di che sarebbero fantastiche, cioè non sarebbero
scienze. Cosi è della religione e del Cristianesimo.
L’una e l’altro posseggono alcune verità prime che ne
costituiscono là base. Queste verità prime sono i dommi.
Il domma è la verità uscita dalla bocca del Cristo.
Attorno ad esso si aggira la conoscenza cristiana ; su
di esso poggia la vita cristiana. Pertanto, il domma è
immutabile. Rimovetelo, e il Cristianesimo è distrutto.
«
* *
Altri spadaccini — in veste di nemici del confusionismo — scendono in lizza contro di noi per dissipare le oscurità che andiamo addensando... col nostro
pretendere che il pane sia chiamato pane e il vino
vino. E dicono che domma non significa punto la verità divina quale l’abbiamo nei principii e nei concetti
rivelati dal Cristo... E soggiungono che il domma è
invece l’espressione umana di quella verità, è la formula !..
Leggere per credere. Ah. il confusionismo imperversa davvero ; ed è tempo, gran tempo, di contendergli
il campo totis vìribus. Esso è il terreno di cultura dei
bacilli del simbolismo, del fideismo, del liberalismo
teolrfgico, del razionalismo detto cristiano, e chi più
ne ha di flagelli, più ne metta. Noi abbiamo giurato
di mantenerne immune l’evangelismo italico ; e perciò :
dalli al tronco, cioè al confusionismo !
«
^ 4:
Quale è l’etimologia della parola dogma ì Apro il
vocabolario greco e vi scorgo la seguente informazione ;
che dogma è distillato; da dedogménon, ehQ & volta,
è participio perfetto passivo del vei-bo dolceo il cui
senso risponde a quello del latino videor. Sicché, etimologicamente, la parola dogma significa ; ciò che é
vero 0 è sembrato vero.
Dalla radice dell’etimologia pullulano, nel greco, i
due precipui significati di principio e di decreto. Ma
— si noti — il principale e più frequente è di gran
lunga il primo. Non accade qui far citazioni. Me ne
rimetto a quelle che feqi due settimane fa nell’articolo
sull’essenza del Cristianesimo, ed ora mi basti rievocare Platone che chiama dogmi umani — ta dogmata
ton antropon — gli assiomi o verità prime.
Dalla letteratura ellenica trapasso all’antichità latina, alla lingua madre della nostra ; e che trovo ? Mi
frulla pel capo una reminiscenza di Cicerone il quale
in un certo luogo parla dei principii della .sapienza
che i filosofi — egli dice — chiamano dogmi : qiiae
philosophi vocant dogmata. Ma la reminiscenza non mi
basta. Tengo consulto con un vocabolario che faccia
autori'à : il veccnio e Duon Rigatini. E che leggo nelle
sue carte ? Udite Rigatini : « Dogma, Massima, Dottrina {Gic.) dal greco Aogvc\p ». Non una sillaba di più.
Qui, dunque, in latino — la lingua madre della nostra
— il senso che noi diamo alla parola « dogma » è
non pure il principale, ma l’unico...
•1:
4^ *
Passiamo all’uso cristiano del vocabolo.
François Bonifas, in quella pur confusionaria introduzione alla sua Histoire des dogmes, riconosce che
presso gli antichi Padri (II e III sec.) la parola dogma
esprime « l’idea di una verità divina e perciò assoluta,
incontestabile ». Egli cita, fra gli altri, Ignazio e Clemente, Alessandrino. Negli scritti dei Padri posteriori
la parola « dogma » designa le verità specificamente
cristiane. Cosi Gregorio di Nissa, Cirillo di Gerusalemme, ecc. ecc.
Scambio di tediare il lettore con citazioni che basta
avere additate, a me piace tagliare la testa al tauro
con un argomento semplice quanto esauriente.
L antichità cristiana — è cosa nota eziandio alle
lastre — ritenne per « domma » solamente quello che
fu creduto « sempre, dapertutto e da tutti ». Ora questo prova a luce meridiana che per « domma » la
Chiesa Universale intendeva Videa e non le formale.
Difatti, le formule ebbero un divenire, sorsero occasio- *
nalmente per fronteggiare determinate eresie ; di esse
conosconsi solamente le date. Quindi le formule — elemento umano esprìmente la verità divina — non rispondono né possono rispondere al criterio del qnod
semper. Sola vi risponde la verità divina ch’esse racchiudono : l’idea 1
Il senso antico della parola « dogma » è pur quello
che essa ha oggi. Apro infatti l'amico Fanfani e trovo
5
LA LUGE
<5he il senso prenipuo del vocabolo è quello di dottrina
religiosa vera. Inoltre, tutto il mondo ha sulla bocca la
locuzione « damma di fede ». Ora ninno pretenderà
che la fede s'appunti verso Tespre-ssione umana della
verità — espressione che, indifferentemente, potrebbe
anch’essere diversa da quella che é — ma tutti pensano che oggetto della fede è appunto -e soltanto la verità divina rivelata dal Cristo, Videa che le formule
contengono.
Concludiamo. * *
In questa faccenda, s’hanno, dunque, a mantenere distinte ire cose :
Prima. —^ Il dogma che è la verità cfisti£(na obbiettiva rivelata da Gesù : verità immutabile niente affatto
evolventesi, punto di partenza della vita cristiana e
niente affatto punto d’arrivo come vanno bociando fideisti, modernisti e simbolisti.,
Seconda. — Le formule dommatiche della Chiesa Uuiversale. Sono indispensabili, come il Vaso per conservare il liquore. Senz’esse la Chiesa non potrebbe esprimere le verità che sono oggetto della sua fede e del
suo insegnamento. Opera della collettività universale,
le formule dommatiche sono intangibili da parte delle
Chiese particolari e degl’individui, sotto pena di uscire
dal cattolicisrao e smarrirsi nei vicoletti del particolarismo 0 precipitare nelle aberrazioni dell’individnalismo. Però — tuttoché rivestite di cotanta importanza
esse non vanno confuse col domma, siccome dimostrammo ad iosa. Siffatta confusione giova agli arruffoni che rilevata la non assolutezza delle formule dommatiche e il divenire ch’esse fecero — s’immaginano
di poter affermare la non assolutezza e il divenire del
domma stesso : per spianarsi cosi la via a ridurre il
Cristianesimo in un fumoso sentitnentalismo soggettivo,
vai quanto dire in nichilismo. Il giuochetto dura da
troppo tempo altrove — con quali effetti è noto ! —
e non vogliamo che s’inizii tra noi.
Tersa. — La teologia, ossia le formule teologiche.
teneste non hanno a che fare con le formule dommatiche che sono il « Credo » della Chiesa. Le formule
teologiche costituiscono una scienza individuale intorno ai dogmi, alla verità religiosa. La teologia è una
speculazione libera, assolutamente libera (salva sempre
1 integrità del domma obbiettivo) mercè cui ogni pensatore cristiano rende conto a se .stesso delle verità
di fede. f •
Grazie a Dio, si ricomincia, nell’ora che volge, a discorrere di religione e di teologia un po’ dapertutto.
Anche le gazzette quotidiane ne vanno pregne. Ma
per ciò appunto scilo anche all’ordine del giorno spropositi grossi e piccini d’ogni fatta. Il serbare cristallinamente chiare e ben distinte le tre predette nozioni
sarà ottimo preservativo e condizione sine qua non
per non ismarrire la sinderesi.
Sanremo.
li. «Janni
Problemi di educazione e d’istruzione
La
[maria e la Morale laica
Gli avversari di un qualunque insegnamento religioso anche se dato nella sua forma storica, non intendono punto che la scuola rimanga senza Idealità,
cioè senza obiettivi ideali, che per lo più fanno consistere nella scienza. Scrive uno di costoro, Francesco
Ciccotti : « La scienza s’idealizza, generalizzandone la
conquista redentrice, fendendola la linfa fertilizzante
dell’ organismo sociale, trasformandola in energia direttiva della vita. Si provveda a rendere la scuola sempre
più e meglio un congegno elaboratore e diffuso del
sapere — insomma la scuola... sia la scuola — ed
essa diventerà una irradiazione inesauribile di robuste
e serene idealità ». Sta bene tutto questo. Ma come
ciò può rendere inutile e superfluo l’insegnamento
delle idealità più propriamente e veramente morali ?
Ed ecco farsi avanti altri e propugnare la morale
laica, in opposizione alla morale che ha il suo fondamento in un ideale assoluto di perfezione, cioè in
Dio. Si dice che la morale comprende due parti ben
distinte : 1’ una chiara e 1’ altra oscura ; 1’ una evidente
per se stessa, e 1’ altra fonti e tema di discussioni
infinite. I principii, siano religiosi o filosofici, ecco quel
che ci divide ; le applicazioni o le conseguenze, cioè i
precetti che ispirano e regolano la nostra condotta,
ecco il punto sul quale 1’ accordo è pressoché unanime. Conserviamo questi e respingiamo quelli. La co.
scienza, il dovere, la giustizia, ecco altrettante no
zioni accessibili a tutte le intelligenze. A che pro fare
intervenire la religione ? A che pro far assidero quelle
nozioni chiare, quei precetti incontestabili su basi contestate, come Dio, il libero arbitrio, l’immortalità
dell’ anima ? Rendiamo quindi la morale indipendente ;
separiamo la religione dalla filosofia: cosi noi porremo
fine ad, ogni conflitto. Ammettiamo pure che questa
distinzione sia fondata ; ammettiamo pure che le basi
della morale siano contestabili e i suoi precetti molto
chiari, noi tuttavia affermiamo che l’insegnamento
morale si appoggierà sempre sopra un fondamento
qualsiasi, positivo o negativo, spiritualista o materialista, noi affermiamo che la morale coi suoi principii
e le sue applicazioni formerà un tutto omogeneo, solidale, indissolubile; questo è vero della morale teorica,
che non si potrebbe isolare dalle sue basi naturali;
questo è ancora vero della morale pratica che s’ insegna mediante i precetti e gli esempi.
Del resto, lo si voglia o non lo si voglia, l’idea di
Dio interverrà sempre anche nella scuola, donde la si
dovrebbe bandire per sempre. Ad esempio non è possibile insegnare la storia senza incontrare nel suo cam
mino 1 idea di Dio. Non si può sopprimere con un
tratto di penna, o ignorare la storia del popolo ebreo,
la cui conoscenza è indispensabile allo studio delle nazioni contem'poranee. Il Cristianesimo stesso — indi
pendentemente dalle sue origini naturali o soprannaturali, poco importa — è un fatto sociale che ha esercitato la sua influenza sulle istituzioni, nelle leggi, e
sui costumi dei popoli che 1’ hanno professato e tuttora lo professano. Come è possibile studiare la storia
generale, senza avere una qualche nozione della storia
del Cristianesimo, e quindi del suo fondatore, cioè,
della persona del Cristo ? E, ancora, la letteratura è
fra i rami dell’insegnamento uno dei più importanti:
j chi può dire il numero delle pagine, segnate da una
impronta puramente religiosa ? E la poesia, sorella o
figlia della religione, che non raggiunge le sue altezze se non nelle regioni dell’ ideale, la si sopprimerà
nella sua sorgente che è 1’ anima umana vibrante a
contatto dell’infinito?
Ora la morale puramente laica vuol dire morale
senza Dio, una morale esclusivamente scientifica, ba, sata unicamente sulla conoscenza delle leggi che reggono la natura, 1’ nomo, la Società. La « morale laica »
sarà la grande, l’unica educatrice, dovrà formare i futuri cittadini e prepararli al combattimento della vita.
Ma questa morale come la si insegnerà ? a quali sentimenti, a quali moventi sarà ispirata ? Temiamo as
sai che allora 1’ interesse, il quale è compagno indi
visibile dell’ egoismo, prenderà il posto del dovere. E
in queste condizioni, quale morale balzerà fuori?
Ora, perchè la morale possa sussistere incrollabile,
bisogna che i doveri da essa inculcati abbiano la loro
base e la loro forza in un ideale assoluto di perfezione,
di giustizia e di santità, cioè' in Dio.
E se ei si dicesse che Dio e una ipotesi, di cui la
scienza non ha bisogno, noi risponderemmo cosi : ^ E’
vero che la scienza, che consiste nell’ osservazione dei
fatti e delle leggi che li reggono, pilò costituirsi e
sussistere all’ infuori dell’ idea di Dio ; ma la morale,
per la sua natura e per il suo fine,, differisce essen
zialmente dalla scienza. Per il fisico che studia le proprietà e le leggi generali dei corpi ; per il chimico che
ne analizza gli elementi, e ne penetra i caratteri in
timi : per l’astronomo che studia ed osserva i corpi
celesti, Dio è una ipotesi, di cui potranno fare a meno.
Ma nella morale l’esistenza di D*io è nn postulato,
una verità necessaria, come gli assiomi di cui hanno
bisogno le scienze matematiche nelle loro dimostra
QUE5TIOWI 50ClflLf E nOR/lLI
Effetti ‘ di luce
Diciamo meglio : effetti della luce.
* La Luce riluce nelle tenebre ; ma le tenebre
non l’hanno compresa », dice l’Evangelista. .
^ Non solo non l’hanno ricevuta, accettata, compresa ;
l’hanno odiata, l’hanno fuggita, ne hanno provato
maggiore orrore che non ne provi un gruppo di
soldati che si veda cascare li in mezzo una bomba
a mitraglia.
Permettetemi di descrivervi con nn paragone
1 effetto che la luce fa sui diversi gruppi delle
creature umane, viventi oggi nel secolo dei lumi,
anzi dell’elettricità.
Sarete andato qualche volta, o lettore, a fare
una passeggiata in una tranquilla strada di campagna,
in un sentiero solitario, in un luogo deserto. In
mezzo alle vostre meditazioni, d’un tratto vi siete
fermato quasi istintivamente, senza saper bene il
perchè. Eccovi li ad osservare oziosamente, eurio^
sámente, un sasso, nn sasso,,comune, ma un po’
grosso e largo. Quel sasso si distingue però da
altri sassi per certi caratteri speciali. Anzi tutto
presenta tracce evidenti di umidità. E’ coperto di
muschio e circondato dall’erba che vi è cresciuta
d’attorno. Evidentemente quel sasso, per uno scherzo
della sorte, è stato da molto tempo lasciato nella
più assoluta immobilità. I piedi degli animali pascolanti nelle vicinanze non l’hanno smosso, le mani
de’ monelli rincorrentisi per la campagna 1’ hanno
lasciato in pace.
Ecco che la sua ora ¿suonata. Voi, rivoluzionario
senza averne l’idea, rimanendo assorto nei vostri
pensieri, mettete sotto di esso la punta del vostro
bastone da passeggio, lo rovesciate e lo buttate in
là ; un azione quanto mai altra pacifica ed innocente,
almeno a vostro credere. Ma guardate invece che
cosa avete fatto ! Sotto quel sasso c’erano due, dieci,
cento, mille animaletti, di vario gener§ e specie.
Ce ne sono di lunghi e di corti ; di. bianchi, di neri,
di gialli e di grigi ; gli uni senza gambe, gli altri
con gambe in grande abbondanza. E tutti questi
animalettì piombano nel più gran terrore, nella
massima confusione : chi scappa di qua, chi di là,
chi si sprofonda in terra, chi cerca di scappare in
un’altra direzione, alcuni si dirigono verso di voi
e se ne avessero la forza e fintelligenza vi farebbero ben pentire del vostro noioso ed odioso intervento. Il motivo di tutto ciò è la luce, quel raggio
di luce che voi, levando il sasso, avete fatto piovere
d’un tratto su quella raccolta di rettili e d’insetti.
Per loro quel raggio di sole è peggio d’un veleno.
Nell umidità stavano bene, uell’oscnrità godevano la
vita ; ma la luce ha portato tra loro il più grande
dei turbamenti.
Non ei meravigliamo dunque quando la proclamazione della verità viene a turbare gli uomini ed
a produrre in loro l’odio per chi accende una lampada neU'oscurità. Tale é l’effetto che la luce per
sua natura provoca tra gli animali amanti delle
tenebre.
G ©Qnchetti
ZlOUl.
Ma, infine, ci si domanderà, di quale Dio si tratterà? Serve quello della religione o quello della filosofia? E ancora di quale religione e di quale filosofia? L’ Iddio che vogliamo mettere alia base della
morale, non è il Dio particolare delle scuole e dei sacerdozii ; ì, Dio, semplicemente, senza definizione e
senza epiteto, tal quale ciascuno lo sente nel cuor
suo, nell’ anima sua ; Dio, di cui il bambino ha arti
colato il nome sui ginocchi della madre ; Dio che co
nosce i nostri bisogni e che vuol essere adorato da
suoi figli con le mani insieme congiunte, dicendo : Pa
dre nostro che sei nei cieli ; il Dio dei deboli e de
piccoli, deir orfano e della vedova ; il Dio, al quale gl
uomini ricorrono con fiducia, nelle congiunture dolo
rose dell’esistenza: il povero nella sua indigenza, la
famiglia che si trova nel lutto, il malato sul suo letto
di sofferenza, il morente sulla soglia dell’ eternità. Ecco
il nome che bisogna incidere per sempre sul frontispizio della scuola laica.
Enitieo meyniep.
PAQIHE PI STORÌA
I Valdesi in Crerninnin
Sin dall espulsione di Valdo da Lione i suoi seguati eransi sparsi in vari paesi, ove il loro numero
andò ingrossandosi sia per l’aggregarsi di nuovi discepoli, sia per l’arrivo di frotte di fuggiaschi scampati alla crociata contro gli Albigesi. Nel 1199'i
Valdesi erano crudelmente pei-segnitati a Metz.
Nel^ 1212, l’Inquisizione, eli fresco fondata nella
Francia meridionale ma che inseguiva ovunque, come
bracchi, la sua preda, scopriva a Strasburgo cinquecento Valdesi e ne mandava al rogo 70, tra i
quali 1.3 preti e 23 donne ; nel 1234 l’Inqnisitore
abbracciava la fede delle sue vittime e moriva come
loro sul fuoco. Quella dotta città vedeva ancora nel
1458 il supplizio d’un vescovo valdese e nel secolo
seguente accettava con slancio la Riforma.
- -.S
A
6
i.' -T^^'••>^jw'v •-a ^ ^
y£>‘i
.? •;
Oltre il Reno, i Valdesi si ritrovano in nnmero
notevole in pressoché ogni città della Germania,
della Boemia e dell’Austria ; a loro sembra debba
farsi risalire la più antica traduzione tedesca della
Bibbia, la quale servì a Lutero per quella sua che
è divenuta classica.
Fra tutti importante fn il gruppo che si rifugiò
in Boemia, avendo a capo, secondo la comune credenza, lo stesso Valdo, che vi avrebbe vissuto gli
ultimi suoi anni. I poveri di Lione, nel 1260, occupavano in quella regione quarantadue località, visitate dai barbi sotto l’àbito di mereiai ambulanti o
colportori. Nel 15- secolo, i Valdesi assisterono gli
Ussiti boemi e moravi nell’aspra lotta che ebbero
da sostenere contro, e la tirannide papale e la perfidia ■ deH’imperatcre. Nel 1467 il vescovo valdese
Stefano consacrava il primo vescovo della Unità dei
fratelli Moravi, chiesa che le persecuzioni costrinsero più tardila migrare nella Sassonia e che, malgrado la sua debolezza numerica, dà prova di una
vitalità straordinaria, irradiando la luce delUEvangelo in tutti i continenti, mercè i suoi missionari,
ripieni di zelo apostolico.
Regna ancora molta oscurità sulla storia delle
siiigole comunità valdesi di lingua tedesca e greca,
che dovettero anch’esse attraversare dei secoli di
feroci persecuzioni ; questo è però certo che esse
prepararono, con un lavorìo lento ma profondo, il
terreno nel quale germogliò poi, e crebbe rigoglioso
il movimento religioso della Riforma, quando, alla
voce di Lutero, intiere popolazioni sorsero a protestare contro la corruzione della corte romana, dichiarando di voler vivere secondo la Parola di Dio, a
dispetto degli eserciti di Carlo V
Meno ancora si sa intorno ai Valdesi che si spinsero in Aragona, in Inghilterra e fino in Grecia ed
a'Costantinopoli.
Numerosi furono quelli che, varcate le Alpi, vennero a stanziarsi in Italia ; di essi si dirà prossimamente.
ritenere gl’insegnamenti di vigilanza e di fedeltà contennti in questa dottrina. (Ef. VI. 12-7 ; 1* Pietr. V. 8)
D— Come ha creato Iddio ?
K. — Per la sna volontà !
(Leggasi il Salmo 33)
Ü. I.
Informazioni
la commemorazione della libertà concessa a Valdesi
nel giornò 17 Febbraio 1848.
Oratore fa il sig. R- Malan, candidato in teologia, il quale davanti ad una numerosissima assemblea, composta in gran parte d’italiani, tratteggiòla storia de’ Valdesi dalle origini fino alla lorò
emancipazione, interessando l’uditorio che rimase
contento e se ne usci giulivo e impressionante dalle
cose udite.
Roma. — Domenica sera, all’A.C.D.G. ebbe
luogo una simpatica festa in onore di C. M. Feireri,
Segretario Generale uscente, al quale furono offerti
fiori e un elegante orologio d’oro, frutto di una sottoscrizione fra i soci deil’A.C.D.G.
■ In tale occasione il simpatico Alessandro Marcucci
lesse alcuni passi solienti della « Nave » di G. D’annunzio, deliziandoci con la sua arte di leggitore
coloritissimo. Molti gli intervenuti, molte le signore
e le signorine delle nostre Chiese : l’amico Marcucci
sappia, dunque, che ci farà sempre un immenso
piacere venendo fra noi.
GioV. Jalla
la dottriaa cristiaaa spiegata al popolo
Il Creato
D. _ Che cosa ha creato Iddio ?
E. — Le opere di Dio comprendono ;
a)-^ Il mondo materiale. — Quante maraviglie ci
scopre questo mondo! Quale sapienza e quale* potenza
in Dio, specialmente manifestate a noi dopo che la
scienza umana è penetrata più addentro nei segreti
dell’universo 1
—Il mondo animale, tsnio ammirabile quanto
quello materiale. Pensiamo al maraviglioso istinto di
alcuni animali. Pensiamo alla organizzazione cosi maravigliosa di alcuni piccolissimi esseri, e ci uniremo ai
più grandi scienziati e filosofi per celebrare la .grandezza e la gloria dell’Autore di tutte quante le cose.
cj — li mondo spirituale e morale. — Al di sopra
delle cose e degli animali, vi sono le creature intelligenti. Parleremo più tardi deU’uomo. Ma l’uomo non è
la sola creatura spirituale che esista nell’universo. La
Scrittura ci parla degli angeli o messageri. Questi angeli ci sono rappresentati -come spiriti buoni, strumenti della volontà di Dio. (Ebr. I. 14). Essi sono inter
venuti specialmente nelle grandi epoche della rivelazio
ne. (Lue. IL 8-14 ; Matt. XXVIII. 1-7). L’immaginazione popolare ha spesso esagerata questa dottrina,
giungendo fino al culto degli angeli. È necessario attenerci alle indicazioni fornite dalla Bibbia, e ricordarci
sopra tutto che essa condanna ogni culto reso agli
angeli. (Col. IL 18 ; Apoc. XXII. 8-9).
Tra gli angeli ve ne sono alcuni caduti nel male.
Satana è la creatura libera che cade, è la libertà che
origina il male. Questa dottrina è di un’alta portata
filosofica, come quella che rimuove da Dio la causalità
del male. Dio ha lasciato a Satana il potere di tentare l’nomo ; ma l’uomo è capace, con l’aiuto di Dio, di
resistergli, e Gesù Cristo è venuto per distruggere le
opere del maligno. (Giae. IV. 7. 1* Giov. III. 8). Qui
pure bisogna eliminare ogni idea di .superstizione, e
Il Bazar in favore MVIstituto Qoiild ha avuto,
se non c’inganniamo, buon risultato. Il movimento
di compratoli ci parve animato e continuo nei due
giorni in cui la vendita ebbe luogo.
Nominiamo a titolo d’onore gli amici di Genova,
Siena, Lucca, Livorno, Orbetello, Forano, Palermo,
Siracusa, Bergamo e Roma, i quali mandarono doni
in buon numero ; speriamo che gli amici di altre
città, dalle quali nulla è giunto per il Bazar, vogliano contribuire con offerte di danaro al mantenimento dell’Istituto.
La sera di Giovedì, 20, cantarono i ragazzi dell’Istituto sotto la direzione del nostro valoroso amico Borigliene, a cui ripetiamo il bravo dettogli in
occasione della festa dell’Albero.
La sera di Venerdì, 21, il concerto, a cui pre
sero parte valorosi artisti, ebbe un lusinghiero successo. Suonò splendidamente il violino la signorina
Rossi, accompagnata al piano dall avv. Isacco Carlo,
il quale esegui anche una sonata a 4 mani insieme
con la signorina Scliiavoni. Il sig. Vito Raeli, pianista esimio, ci dette un saggio della "sua buona
arte, sedendo al piano e deliziando la riunione ; infine, per sostituire la signora Alice Schiavoni, che
tutti volevamo sentire ma che era indisposta, cantò
molto bene la signorina Sesti.
La serata terminò con la solita lotteria.
Risa. — Abbiamo sott’occhio la relazione
annua dell’esercizio 1906-1907 delle Scuole evangeliche di Pisa. Abbiamo molto goduto, leggendola, e
ci rallegriamo con coloro che cosi bene conducono
quest’opera educatrice. Ma quel che più ci ha rallegrati è stata la nuova, veramente importante,^ che
il sindaco sen. D’Ancona ha dato da parte di S. M.
il Re un incoraggiamento di L. 100 ìille nostre
scuole. Ciò prova come quell’istituzione sia benevisa e apprezzata dalla cittadinanza.
Alessandria d’Egitto. —{Adelphos. T.y
Alessandria è una città antichissima, morta cento
volte, come si dice comunemente, e'risuscitata cento
volte, ed in questi ultimi anni è divenuta floridissima.
Conta circa 400.000 abitanti. Sono, la maggior
parte. Arabi. Fra questi vi sono 30.000 Greci, e
circa 30.000 Italiani. Poi vi sono centinaia di
Francesi, Tedeschi, Austriaci, Russi, e Britannici :
c’è gente • delle Indie, di Syria, Armenia, Turchia,
Marocco, Spagna, o Svizzera.
Ebbi il gradevole e raro piacere di visitare col
mio amico il Rev. A. B. Grimahii, M. A., di Londra,
fra gli altri monumenti della città, le mine dello
straordinariamente rinomato Serapeum ed i vicini
palazzi, fondati dai Ptolomei . Accanto al tempio
di Serapis vi erano dei bei palazzi con sale di conferenze, di lettura, e di studio. Il tutto insieme era
qualche cosa simile a' quello che ora è di moda in
Inghilterra, cioè : Chiesa ed Istituzioni per i vari
bisogni della Congregazione. In tali sale accanto al
Serapeum fu fattala famosa Versione dei Settanta
dell Antico Testamento.
Ma ora nulla rimane del Tempio e dei palazzi
all’infnori della sola Colonna, chiamata « la Colonna
di Pompei » la qtfale trovasi sempre maestosa ed
immobile, al pari dì fina guardia celeste indicando
il luogo dove furono tradotti nella favella dei greci
(la volgare lingua d’allora) gli Oracoli di Dio, che
dovevano servire all’uomo per la sua guida per
tutti i secoli.
r -«t- .
Borrello. — (S P) Domenica, 16 Febbraio,
la nostra piccola Chiesa era piena dei soliti cunosi
venuti' ad assistere alla benedizione Evangelica del
matrimonio della Signorina Lucia Palmieri, nostra
sorella, con il Sig. Gr.iziantonio Tundo cattolico romano il quale coll’aiuto di Dio, ha saputo vincere
tutte le dicerie delle bigotte che volevano a tutti
i costi lo sposalizio fatto 'dal prete o per lo mbno
quello solo civile.
I nostri rallegramenti e gli auguri piii sinceri
alla giovane coppia.
II Signore li conservi sempre in questa fede vincitrice delle battaglie della vita.
—- (-^^* Curasi') Lunedi 1 < Febbraio,
ricorrendo il 60" anniversario dell emancipazione po
litici e civile dei Valdesi, l’Egregio Signor Pastore
Adolfo Chauvie tenne una publica conferenza sul
tema : / Valdesi e la bancarotta del protestantesimo in Italia.
La nostra bella e spaziosa chiesa presentava
l’aspetto delle grandi occasioni. Intervenne un eletta
schiera di signori e signore in gran parte non evangelici. Si notavano ancora parecchi fratelli della
colonia tedesca messinese,. Della dotta conferenza,
della festa geniale, tutti gli intervenuti riportarono
l’impressione più bella, ciò che attesta come no.i
siano andati perduti i germi dell’Evangelo seminati
in mezzo al nostro popolo e come molto ci sia da
sperare. ’ '
Genova. — Comunicato : Questa A.C.D.G.
invita tutti i sig. dirigenti le varie Chiese e denominazioni del Veneto e della Lombardia a voler
comunicare e nella loro congregazione vi siano dei
iratelli membri effettivi stati danneggiati dalle alluvioni dell’anno 1907. '
In caso affermativo sono pregati a mandare al
più presto possibile : Nome, cognome, condizioni, e
domicilio.
Ogni comunicalo deve portare la firma del pastore della propria Chiesa.
Per la A. C. I). G.
Saiiomoni Liutprando
Ginevra. — Domenica sera 16 Febbraio,
ebbe , luogo nella Chiesa italiana di Via Ami Lullin
DlBLIOQRflFlA
Poesias religiosas y morales de Juan B.
Madrid 1907. Stabilimento di Idamor Moreno u
2?. Prezzo: 5 pesetas. ,,
Giovanni Cabrera - il venerando Vescovo della
Chiesa Riformata Spagnola - ha riunite m questo
volume, di circa 500 pagine, le principali f
8 morali ch’egli era venuto pubblicando in P®“
e riviste fin dall’anno 1853. Quantunque egli dica dr
7
“ Xf-aí-' : 1
■»'•ÍÍK'-' ■
LA LUCE
non essere poeta ma soltanto un amico della jjoesia,
il prelato spagnuolo è conosciutissimo nel suo paese
come poeta sacro geniale ed ispirato. La'maggior
parte degl'inni che si cantano nelle Chiese evangeliche della Spagna sono produzioni di G.ovanni Cabrerà; e giova aggiungere che sono produzioni di
prim’ordine, conosciute ed apprezzate molto al di là
del mondo evangelico spagnuolo. Abb amo data una
scorsa al volume, ammirando la nobilità e l’armonia
di questi versi, commovendoci spesso a quel soffio
patetico che ne spira : il canto En la muerte de mi
hija Maddalena non si legge senza lacrime. Il volume
ha un bellissimo e molto somigliante ritratto dell’Autore.
Ringraziamo il venerando Vescovo del gradito regalo
che ha vojuto farci con l’invio di questo volume e
per le affettuose parole onde volle ricordare la nostra
antica amicizia. Vadano a lui i migliori auguri di
prosperità ed attività benedetta a vantaggio della
Iglesia Española Reformada che ha le nostre vive,
simpatie, e di cui conserviamo il più gradito ricordo.
J.
Les Vallées pendant la domination française (15.S61.559) — L’institution du culte public — Publié par
la Société d’Histoire Vaudoise (17 Février 1908) —
*
* *
Giuseppe Mauni — La lingua inglese parlata in 22
giorni. Metodo rapido ed economico. 2* edizione.
Prezzo L. 1,25 ; presso l’Autore :
Via Capocci, 2, Roma.
Si può in 22 giorni inparare l’inglese ? Per quanto
questa logicissima fra le lingue sia semplice e facile
ed abbia esigua la struttura grammaticale,, nondimeno
richiede anch’essa, sopratutto per le immense difficoltà di pronunzia, il suo tempo. L’Autore lo sa e
non pretende di aver rivoluzionato il mondo ; mn egli
ha voluto, con metodo rapido e praticissimo, offrire
a’ nostri connazionali che si recano in paesi anglosassoni, la. comodità di fornirsi in poco tempo di un
corredo di frasi e di vocaboli sufficienti per scambiare
due chiacchiere coi loro simili, visto che le lingue
universali ancora non sono tanto diffuse. E possiamo
dire ch’ei c’è riuscito pienamente. Dunque questo
lavoretto offre un substrato sul quale poi si potrà
edificare una migliore conoscenza dell’inglese. E ci
pare che ciò non sia piccolo merito.
Noi raccomandiamo a’ nostri emigranti che sappiano leggere questa piccola ed utile grammatica.
*
* *
Luco e Ombra. — Rivista mensile illustrata di
scienze spiritualiste, Milano — Sommario del fase. 2
(febbraio 1908) —,Dott. G. Venzanoi Contributo allo
studio della materializzazione, (cont. e fine) pag. 57.
— Q. Morelli: Venti anni dopo di Cesare Lombroso,
pag. 69. — La fisonomia dell’anima (F/wersow) pag. 74,
— Ing. E. Passaro : Sui limiti della immaginazione
e le realtà inimmaginabili (cont,) pag. 75. ~ V. Cavalli :
Medio e Spirito (coni.) pag. 82. — Libri in dono pag.
89 -- A. Jounet, F. Zingaropoli: 1\ Cattolicismo e
gli studi psichici pag. 90. — Per la ricerca psichica.
D. I. Ginatta: A proposito di una fotografia fallace
(con 2 illustrazioni) pag. 99. — Fm libri e riviste —
G. Mojoli : Spigolature nei campi di Buddho — Ultra,
pag. 102. — Eco della Stampa. —X: L’Ora — Arse et
Labor — L’unione ^i Pavia) — La sera — L’unione
(di Milano) pag. 107. — Sommari di Riviste : Revue
Scientifique et Morale du Spiritisme — Psychische
Studien pag. 108. — Cronaca — Una conferenza di
Lodge sullo Spiritismo — Eusapia Paladino a Parigi
-- Fenomeni a Torino, pag. 109.
*
.•Ü *
L. M. Calassi — Scomunicato che adora - Firenze,
Tipogr. diretta da Odoardo Jalla, 1908. Prezzo L. 0,05
L’amico Calassi è instancabile. Ecco ora egli ci presenta un altro dì que’ suoi opuscoletti tanto popolari
e simpatici e co’ quali ha fatto tanto bene. Chi ha
potuto constatare gli effetti de’ suoi trattatelli in mezzo
al popolo, apprezza questo uomo e la forma da lui
scelta per arrivare al cuore de’ suoi lettori.
Questa volta non ci presenta uno di que’ suoi dialoghetti che dibattono sempre con acume e con buon
senso una qualche questione importante ; ma ci dà
un discorso (mi sbaglio?), una specie di sermone
scritto, sempre con chiarezza, nel quale egli fa con
calore ed amore appello alla conversione di chi legge,
traendo ammaestramento dal cieco - nato del Vangelo, ch’ei prende come esempio.
APPKNDICE
EROINE YiiLDESI
MONOLOGHI DI TEOPILO GAY
III.
CQmilU (¡uQrIni
(Giovane Valdese di Dronero rifugiata a Ginevra
col padre Bernardino e col fratello Francesco il quale
fu poi distinto pastore delle Valli come pure suo figlio e suo nipote. S’era appena fidanzata con Giov. Luigi Pascale (rifugiato di Cuneo., studente in teologia a
Losanna, nel 1558) quando questi fu mandato come
pastore in Calabria ove un anno dopo doveva esser
fatto prigióne per venire arso vivo a Roma il 15 Settembre 1560 — Ce la rappresentiamo alla fine di
quel mese quando ha ricevuto la fatai notizia, seduta
al tavolino su cui stanno le lettere del fidanzato col
Nuovo Testamento Italiano da lui pubblicato) —
(Lentolo « Historia » 316, 817).
*
« *
È consumato il gran sagrìfizio ! Ei non è più ; ed
io sono vedova prima d’ essere stata sposa! Sia fatta
la volontà di Dio ! No ! non mormorerò contro l’avverso fato, per quanto schianti il povero mio cuore.
Ei ci ha insegnato a dar tutto a Dio, ed io non smentirò le sue istruzioni, nè 1’ esempio suo.
Oh ! com’ è grande, sublime, il mio . Gian Luigi,
cinto dell’ aureola del martirio ! Gli angeli 1’ hanno
accolto in trionfo nei cieli, mentre gli uomini lo bruciavano sulla terra.
E così presto è finito tutto! così presto ho perduto ciò che faceva la mia gioia, il mio sogno di felicità !
Due anni fa, qui, proprio qui, lo vidi giungere un
giorno, bello e ardito a dichiararmi il suo amore, a
chiedermi in ìsposa.
Qual giorno per me ! Lo sai, mìo Dio, che già 1’ amavo nel segreto delUanima mia; e come avrei potuto non amarlo?
La sua maschia figura di soldato s’illuminava di
si soave gioia quando nella nostra chiesa il marchese
Caracciolo o il conte Martinehgo l’invitavano a fare
all’ assemblea la lettura o 1’ esortazione ! Perdonami,
mio Signore, ma giammai mi penetrava tanto l’anima
la tua parola eterna come allorquando l’udiva dalla
sua voce soave. Tutti Io lodavano, 1’ ammiravano :
mio babbo, mio fratello lo portavano alle stelle ; ei
divenne il mio ideale.
Aveva lasciato Ginevra per darsi a Losanna agli
studii del ministero della Parola, ma ogni Domenica
10 si rivedeva qui, attratto senza dubbio dal suo potente amore per la nostra chiesa Italiana.... ma anche
un poco dal desiderio di rivedermi ; poiché non mancava di visitarci... e la sua presenza sotto questo tetto
sembrava illuminar la nostra dimora.
Quando cominciai ad amarlo? Non lo so, ma questo so che nessuno sguardo scese mai dolce come il
suo nell’ anima'mia, ninna voce suonò mai più cara
al mio cuore della sua, nissuno mi parve mai di lui
più nobile, più degno dell’ alto ufficio del ministero.
Aveva egli letto negli occhi miei o indovinato da
qualche stretta di mano, i miei sentimenti? So soltanto che quando una Domenica qui mi manifestò i
suoi, mi parve di toccare il cielo colla mano. Essere
amata da lui che tante prove avea date già di fede,
di coraggio, di devozione alla causa di Cristo ! Non
potei celargli l’assenso del mio cuore. Allora, trasfigurato da gioia novella corse a chieder la mia mano
al padre, il quale, col ciglio umido per santa consolazione, mettendo la mia mano nella sua, ci diè la
sua benedizione. Eravamo fidanzati ! Volgevano al
termine li studi suoi, e terminati che fossero in capo
a 6 mesi dovevamo unirci in matrimonio nella nostra
cara Chiesa dì Ginevra, per andar poi a servir Dio
ove Ei ci avrebbe chiamati.
Ah ! quanto presto succede al gaudio più intenso
11 dolor più amaro in questa vita terrena ! Ci lasciammo tardi quella sera ; e dovea tornare all' alba
a Losanna ed esser fra noi di nuovo la Domenica
seguente. Invece, eccolo di ritorno già il Giovedì. Mi
diè un balzo il cuore. E questa una insperata gioia
o inattesa sveitura? Non tardai a saperlo. La lettera
oh’ ei mi- porse tutto m’ apprese. Il Concistoro di Ginevra l’invitava a recarsi in Calabria come ministro
di quei Valdesi i quali con insistenza lo richiedevano
d’ un pastore. Fra quanti allora si preparavano al
ministerio era stato prescelto lui. Ed egli era volato
da me a chiedermi : Sposa mia, che debbo rispondere? Lo vedo ancor qui dritto cogli occhi ansiosi
fissi nei miei, che da me aspettava la sua sentenza !
Io in quel punto vidi un precipizio aprirsi davanti
a me, volevo gridargli : Sposo mio, no! non lasciarmi;
altri vada laggiù, tu finisci qui gli studi e Dìo ti
darà altro campò di lavoro, ma potrò stare al tuo
fianco. Ma la fiamma dei suo sguardo m'arrestò, e mi
diè la forza di rispondergli : Dio ti chiama, obbedisci- !
Ma la prova era troppa per me, caddi in un mar
di lagrime e di singhiozzi, aggiungendo solo : « Cosi
vicino a Roma andrai e così lungi da me ! » Oh ! con
quanto amore ei mi racconsolò infondendomi un
po’ della sua eroica fede in Colui ohe è vicino a chi
l’invoca, così in Calabria come a Ginevra. Fui forte,
ma il mio cuore presagiva il futuro e nel mio diletto, che per 1’ ultima volta mi stava a fianco, già
intravedeva il martire di Gesù.
Ei partì; quei Valdesi venuti dall’estremo leinbo
d’Italia aveano trovato il tesoro cercato, ma l’avean
tolto a me. Ero affranta ; sol conforto mi era la preghiera ; la simpatia, anzi, l’ammirazione dimostratami dalla Chiesa italia'na. mi umiliava, giacché non
me la sentivo tutta quella fortezza d’ animo ■ che mi
si attribuiva. Ma Dio ebbe pietà di me e con le lettere eh’ Ei dettava al mio sposo per me, mi venne a
poco a poco rasserenando e fortificando sì da rendermi più degna d’ un tanto sposo.
Care lettere, sacre reliquie dell’ amor suo 1 Dio solo
potè ispirargliele così sante, così adatte a temprare
il povero mio cuore per l’immane lotta eh’ egli avea
da compiere.
L’ avevo ammirato quando vidi che l’amor terreno
non gli era di ostacolo ad un intiera obbedienza a
Dio, ma in pari tempo un’ ombra di dubbio m’ assaliva. Il solo amor dì Dio occupa il suo cuore e non
vi lascia posto forse all’ amor per te. Ma quando vidi
che nel suo viaggio, e poi nei molteplici lavori del
ministero, non mancava dì trovar tempo per mandarmi 1’ espressione del suo affetto, mi parve 1’ eroe
ideale nel quale 1’ amor di Dio si concilia col santo
amor terreno e lo sublima. E già lo sognavo in breve
reduce dal campo e carico d’ allori, che veniva a
farmi consorte dei suoi lavori e dei suoi trionfi ;
quando un giorno giunse notizia che T avean cacciato in fondo ad una prigione a Fuscaldo... e il primo presagio del mio cuore s’avverava. Non più a
lui corona d’ alloro ed a me serto nuziale, ma a lui
la palma del martirio, ed a me un velo di lutto !
Son 18 mesi che non vivo più. A Fuscaldo, a Cosenza, a Napoli, a Roma, l’ho seguito ogni giorno,
ogni ora, il mio eroe, il mio apostolo, tentando il
possibile e l’impossibile per fargli avere ‘notizie e
soccorsi ; la nostra chiesa si può dire era permanentemente in preghiera; quali alternative di speranze e
di disperazioni 1 Lentolo che, 1’ anno scorso era qui
tentava confortarmi col dirmi che Dio poteva salvarlo ancora come 1’ avea salvato lui stesso dalla prigione di Roma facendolo evadere.
No! Gian Luigi .non è fuggito,, ha voluto morire.
Lo dice bene la lettera di suo fratello Gian Bartolomeo che tutto fece per lui fino all’ ultimo, e racconta
com’ei morì gloriosamente a Ponte Sant’Angelo in
presenza del papa stesso.
Ed ora, addio, sogni e speranze dì felicità. La povera Camilla non sarà la sposa invidiata del bollente
predicatore, ma la vedova derelitta del martire.
Cari ricordi di lui, siete ora il mio tesoro ; questo
nuovo Testamento eh’ egli tradusse nella nostra lingua e fece stampar qui ; queste lettere preziose che
perfin dal carcere mi fece pervenire, mi parleranno
ogni giorno è Io faran rivivere davanti a me. Si, egli
vive per me ; vive nel mio cuore, vive nelle parole
di Dio che la sua mano ha vergate,*vive nei cieli ove
lo ho accolto Colui eh’ egli ha servito in vita e in
morte, ed ove presto lo raggiungerò per cantar per
sempre con lui le lodi di Colui che ci ha redenti.
Non gli dico addio, ma a rivederci !
Vito Garretto Direttore responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould Via Marghera 2, Roma
Hanno pagato l’abbonamento :
Bureau de Poste, St. Gallen — F. G. Catania ;— A. F. Torino — N. V. Caltanisetta — B. V. Vittoria — C. R. Vittoria — H. M. Adi Ugi i — N. J. M. Cullncu — B. M. Torino — B. E. Curityba — G. L. M. Roma — B. C. E. Bergamo —
W. G. Pomaretto — Bureau de Puste Arogno - Prof. M.
Siracusa — B. L. Siracusa — G, D. Inverso Porte — T. P.
Roccapiatta — Sig. na N. Roma — Prof. L. B. Roma — Bureau de Poste Basel — J. S. C. Piedicavallo — J. C. id. —
P. C. M. id. — M. F. Santià — B. M. Napoli — N. V. Pittsburg — M. B. -enova — G. L. Genova ~ M. A. Genova.
Italian Meeting
AJDUNANZA. SPECIALE
in favore della Benemerita Società Biblica Britannica e F.
giovedì 6 MARZO alle 7 p. m. (ore 19)
nella Chiesa Valdese 107 V. Nazionale
Sono cordialmente invitati i membri e gl’ aderenti
di tutte le Chiese Evangeliche di Roma.
Ì-rS.«
•■--Al
tI
'i
^.-1
-j
.-JA
ài?
vfSl
¿I
v.'Q'-oÌ';
8
'": •:‘. .o;--> ■ ■-- „> . ■■''' '''r^.''•■ -''.-'iV /■'■■X'-'“‘' '.V' ■ ' ' ■ v\-_ ì .- j .- »•% ’ •^i,* ■ . ì j
^ 8 LA LUCE _________________________________________________________________________________________________
Libreria Evangelica
43, Via Cavcvr — HOJMA
JPrixno deposito in Roma delle
pubblicazioni della Tipografia
Claudiana di Firenze.
Vendita di Sacre Scritture in
varie lingue.
Il fatto di Cristo
Conferenze apologetiche
DI
CARMEQIE SinPSOM
Traduzione di Enrico Rivoire
SÄLÄ DI LETTURA E DI SCRITTURA
inni 5ACf^l
ad uso de’ Cristiani Evangelici —
Auova raccolta di 320 inni (testo
con musica).
Un volume legato in tela L. 0,75
FIRENZE
Tipografia Claudiana
51 — Via de’ Serragli — 51
PREZZO : Lire 1,00
■** 6 f
K
S V J ,Vjìt . ■!
S . .. j. /vr ^
' a£ - ;P '
't;:
IL, CA.CA.O TAIjMONE è riconosciuto essere Valimento ricostituente il più nutritivo ed
il più facile a digerirsi.
Qrande /ledaglia
d’Oro
del 1ÆINISTERO
di Agricoltura,
Industria
e Commercio
Diploma d’Onore
Esposizione Internazionale d'Atene 1903.
Altre speeialitA dello Stabilimento
TAIMOHE:
Cioccolato delle Piramidi
Qianduja TalrDOoe
Cioccolatine Talmonc
Pejjert de Reine
Douchée de Partie.
Pli CAPELLI B per la barba
/^UlàllM A.IUEIOnMC nquido rinfrescant«,
Will Nifi A IVlIuwriCi profumato che impe...........................................idei) - ■ ■
disce la cadala dei capelli, li SYiluppa,
li ruffor/a cd ammorbidisce. Si rende
Inodo'rn, profumata al
rlinm cd ai petrolio, in flaconi
da I.. 1,50, I.. 2, ed in bu tiplie da
I- 3.50, 1„ 5 e L. 8.50. Per la spedizione della fiala da L. 1,50 aggiungere cent. 25; per leallrc !.. 0.80.
ANTICANIZIE-MIGONE
E' un ac
_____ _ _ _____________qua soa
venienU' profiiinata che agisce sui capelli e
sulla btirba In modo da ridonare ad essi H
loro rolore primitivo, senza macchiare m* la
biancheria, nè la > elle. Di facile applicazione.
Da ti una boli-glia por ottenere un effetto
sorprendente. Oos a L. 4 la bottiglia, più centesimi 80 pel pacco »'Ostale. % botUgllc per L. 8
e 3 per L. 11 franche di porto e di imballo.
FUCOMA-MIGONE speciale *per dare
ai ra| ( ili 11M bel colo-e biondo oro. Costa L. 4 la scatola più
c ut KO . p, p.,'1'CO |io.stalc, 2 scatole per L. 8 e 3 per L. 11,
fiaai'lii' di po 'lo.
TINTURA ITALIANA SrSrS:
idic serve a dare ai capelli un bel color nero. Costa L. 1,50 il
flacone, più cent. 80 pel pacco postale. SI spetUacono 3 flaconi
per L. 4..50 franchi di porto.
PETTINE DISTRIBUTORE
I>er facilitare la dlstrìtiuzione omogenea delle tinture sul capelli e
sulla barba. Esso è (ru-so as.sai facile e iiermétte, Inolb'a.ecoDomia del liquido. Costa C. 4 più cent. 25 per la raccomandazione.
ARRIGGIOLINA-Mh
^ AIJEf Gen que.<«o preparatosi dà alla
UwImCi capigliatura un’arricciatura persistente, Impartendo pure al capelli morbidezza e lustro. SI vende in flaconi da L. 1,25,
psù cent. 80 per la spedizione. 3 flaeoai per
L. 4, franchi di porto.
li ditte tpemiiti si trofsse da tatti i Profteierì, Faraacisti, Br^ierì
Pir 11 taHR» I consenaziDntiUi PELLI'
EBINA-MIGONE XV
vare alla carnagione ed alla pelle la bianchezza
e la morbidezza proprie della giovcntii. Con
essa .si combattono i rossori, le ienliggini c si
toglie Tabbronzalura prodotta dai bagni di
maie o dal sole. SI vende in fiale con elegante
^ - asiucclo a L. 3, piu L. 0,80 pel pacco postale.
3 fiale !.. 9, franche di porto.
GREMA FLORIS
Impareggiabile per soa
________________ __________________vita di profumo, conserva
ed accresce ia bellezza del colorito naturale, nonché la freschezza e l'eiastidtà epidermica. Un vasetto in elegante astuccio
b. 1.50, più cent. 25 per l'affrancaziont. 3 vasetti franchi di
porto per C. 5.—.
VELLUTIA NARGIS-MIGONE
Per la resislcnza e soavità del profùmo e per la sua finezza ed
impalpahililù, per l'eleganza della confezione, questa polve c
di toieOa è impareggiabile. Costa L. 2,25 la scatola, i iii iv' i. 15
per l'affi'anc'zini.c ,i scatole per L. 7,—, franche di porlo.
Onesto sapone dal pro
JOCKEY-SAVpN ..na. p,„.
fumo penetrante, soavissimo, inimitabile, dà alla
pelle morbidezza e freschezza. Costa L. 1,95 la
scatola (ti J pezzi, più cent. 25 per la spedi
■sù\nri IO WACij ■ I vkAM I T ftA fffanoltl Jt a
ui p |>iu uou. yoi A» spo
zione. 12 pezzi por L. 7,80 franchi di arrso
d'imb^lo.
Per ia bellezza e canservazione dei denti
ODONT-MIGONE
E’ un nuovo preparato In Elisir, Polvere e Pasta, dal profumo penetrante
e ptocevole che neutralizzando le cause
(Pall^azione che possono sobire I denti,
il conserva bianchi e sani. L’Elisir
costa !.. 2 11 flacone, la P Iversi L. 1
la scatola, la Pasta b. 0.75 li tubetto.
Alle spedizioni per posta raccomandata
ag^ungere L. 0,25 per articolo.
Deposito Ben: MIBONE&C.-YliTorino, I2-M(C&IÌ0
eiHERICflH OEHTiST
Pf. JOHN BIAVA, 2’Quintino Sella, Milano.
Diplomato in Italia, Svizzera e New York
Denti senza placche. Otturazioni, Coronein oro. Dentiere. Estrazione senza
dolore.
I peoSion de faniille|
^ « INTERNATIONALE — ^
CASA DI PBIM’OBDmE
5, Via Ospedale-TORINO g
É Recentemente ampliata dì un altro piano
CONFOET MODERNO
»
4
Luce elettrica in tutte le camere
Prezzi Modici ^
Propr. Mademoiselle J. Prenlelonp ^
IL cRisTmnçsif'o
aHrAverso i Secoli
[i l-^rezzo L. 2,00 per l’Italia
V « 2,50 per l’estero
QR0550 VOLOnE
I PI PAQIDE 4Ô0 ^
Ri volgersi all’ Àutoi'e
E. MEYNIER
Casa Sella, \ Borgomiovo
(Novara) BIELLA
ronpn giovane evangelico, intelligente, serio, _ di
Lui'LU sana costituzione, desideroso impratichirsi
ramo carta con breve tirocinio presso Cartiere, Scrivere con referenze : E, Schreiber, via Valeggio21..
Torino.
LA
Rivista Cristiaoa
PepiDdicD Mensile
AI3BÌ >]V
Italia — Anno L. 5,00
Estero — Anno L. 6,00
DlRETTOl^E : Prof. Giovanni Ì^ostagno, 51
Via dei Serragli, Firenze.
fiJVIlWINlSTRRTOÌiE : Antonio l^ostan, 107
Via Razionale, i^oma.
abbonamento cumulativo a
LA Luee
e a
Ln HiiiisTa [RisTiana
Italia Anno L. 6.00
Estero Anno L. 10,00
»• !t. K. ' .'V ¿.'fs-ii.. ■; f ' '“Ç" ' ' 'V" :
■T-Ä.
1
•i
i
'.'it
1
1
'i
'r'd
A ^
ì
^ 1^1