1
BELLE
Spett,
BibiiotQca Vari.i3Q
(Torino) ' TOnaS PELLICS
Quindi.cinai a
della Chiesa Valdese
"Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXri — Num. 10
Una copia L, 20
ABBONAMENTI
Í
Eco: L. 600 per ^interno
L, 1000 per l'estero
T I
Eco e La Luce: L. 1090 per Tinterno
L. ioeo per Testerò
-------------------%---------------
Spediz. abb. postale II Grappo
Cambio d'indirizzo Lire 30»—
TORRE PELLICE — 9 Maggio 1952
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Questa parabola è legata ai più
bei ricordi della mia gioventù. Ricordi di campeggi alpini nelle Valli Valdesi nei quali lo spirito si
espandeva gioioso in una lieta comunione fraterna alimentata dalla meditazione quotidiana della Parola
di Dio cbe dava il tono alla giornata.
La parabola dei talenti era di prammatica. Il predicatore di turno ce
la sf)iegava in tutte le sue variazioni cercando di suscitare il nostro
senso di responsabilità nella vita e
verso Dio. « Voi siete giovani, —
diceva — avete i vostri talenti intatti; avete davanti a voi il tempo
per farli fruttare. Il talento della
' vita, della salute, della capacità,
della intelligenza, delle possibilità
umane: badate a come li impiegate
poiché il Signore ve ne chiederà
conto ».
una accomodante tolleranza?
Predicatori della Parola
Alcuni di voi sono diventati predicatori della Parola. Migliore impiego dei talenti non si potev.a fare,
anche se a volte avete l’impressione
che li avreste potuti impiegare più
utilmciìle, considerando la povertà
dei risultati, la modestia della posizione materiale più nei riguardi
della famiglia che vostri, la poca
considerazione e riconoscenza del
mondo. Spezzare rettamente agli
uomini il pane deUa Parola vuoi dire tradurre in pratica la volontà del
Signore dei talenti.
Ho riflettuto su questa parabola
negli anni fatti pensosi dall’età,
quando la incosciente spensieratezza lascia il posto alla matura riflessione e forse al rimpianto per quel
che non si è fatto.
Il Signore aveva affidato i ; alenti
ai suoi servitori. Non erano uomini
comuni che aveva incontrato per caso sulla strada, ma « suoi servitori».
Il talento era cosa sua, di sua proprietà e rimaneva sempre di sua
proprietà anche se affidato al servitore. Questi doveva solo trafficare,
farlo fruttare, perchè il suo Signore
ne avesse un vantaggio, un frutto.
A lui, al servitore, nulla era stato
promesso, ma solo un ordine gli era
stato dato: vai e fallo fruttare. Non
diversamente il Signore Gesù ha
mandato i suoi discepoli: « Andate
per tutto il mondo, predicate l’E
vangelo ad ogni creatura... ». Che
cosa promette? Lotta, diffidènza,
ostilità, persecuzioni, distretta e come premio: una speranza. NuU’altro. E come hanno trafficato questi
depositari di talenti! Quasi tutto il
mondo ha sentita l’influenza della
loro azione. E non erano uomini
dotati di grande cultura, di capacità fìsica, di doti materiali, ma...
avevano ricevuti i talenti > li avevano impiegati bene. « Voi riceverete
potenza quando lo Spirito scenderà
su di voi ».
Le nostre possibilità spirituali
Come li abbiamo impiegati i nostri iaSenti? Li abbiamo impiegati
perchè il nome del Signore sia glorificato fra gli uomini, o abbiamo
portalo il nostro contributo alla babelica torre che non raggiungerà
mai il suo scopo? Oppure il nostro
talento lo abbiamo nascosto nell’egoismo, sia pure ideale della nostra
jVita, della nostra fami
glia, del nostro pacifismo borghese?
Oppure la paura ha paralizzato la
nostra azione e ci siamo rifugiati in
Che sono dunque questi talenti?
10 credo si tratti qui di qualcosa di
ben più profondo delle nostre capa
cità fisiche, ma delle possibilità spi
rituali che sono un dono del Signore
dei talenti, un suo sacro deposito
11 dono della fede, il dono dello Spi
rito Santo, la santità della nostra
vocazione di credenti che ci fa essere « nel mondo » ma non cc del
mondo », servi di colui che « ci ha
chiamati dalle tenebre alla sua meravigliosa luce affinchè proclamassimo la Sua gloria ». Non si tratta di
alimentare la gloria degli uomini
ma di fare risplendere la gloria di
Dio attraverso la nostra testimonianza di vita e di parola. Solo cosi
serviremo Dio e non Mammona.
Penso che la parabola dei talenti
abbia affinità con quella delle vergini. C’è qualcosa che bisogna avere quando il Signore verrà, qualcosa
da presentargli: il frutto del deposito affidato, la lampada accesa, l’olio di riserva, ossia una vita che àl>bia tenuto in considerazione gli interessi vitali del Signore. Altrimenti
si rimane fuori cc dove è il pianto e
lo stri^pr dei dimti^. Non è una immagine presentata come spauracchio, ma è una visione profetica di
cjuel che avverrà.
cc A chi ha sarà dato ed a chi non
ha sarà tolto anche quello che ha ».
Oh, il tormentoso paradosso della
economia divina! cc Quando il Figliuol dell’uomo verrà, troverà ancora la fede sulla terra? » Perchè è
questo che occorre possedere per
ottenere, la fede operante, la fede
in Colui che è venuto e che deve
tornare per stabilire ogni cosa, come trionfale compimento di ogni
promessa di Dio, altrimenti la Parola di Dio non avrebbe valore...
La parabola era dedicata principalmente al popolo d’Israele. Il popolo che Dio si era scelto per affidargli i suoi oracoli, come segno di
elezione divina nel mondo. Non si
può dire che Israele non abbia trafficato secondo le sue possibilità materiali. Basta leggere la sua storia
antica e moderna. Ha messo veramente a frutto i talenti del sim Signore? cc II regno vi sarà tolto c sarà
dato a chi ne può portare frutto».
A chi sono stati dati i talenti ?
per
Casa di Dio ».
gnore delle Chiese f cc /io conosco
le tue opere... Io tilho pesata... Io
ho questo contro diQe... Io rimuoverò il tuo candelie^... Io tA vomiterò dalla mia hoccét... Ricordati di
quanto hai ricevutofed udito e serbalo e ravvediti ». f
Le nostre Comunità appartengono
a qualcuna di queàte Chiese alle
(piali il Signore rivolge un ultimo,
estremo appello, piMma di tornare
giudicare cc coiàinciando dalla
Noi, Scredenti nel Signore Gesù, apparteniamo a cpieste
comunità che sonoi come le nostre
banche nelle quali ^impieghiamo i
talenti cbe il Signeire ci ha dato.
Noi, che a volte nei nostri aff.aii del
mondo siamo accotti, guardinghi,
vigiliamo affinchè qùeste banche non
falliscano, ma facciano brillare la
gloria del loro Sipiore che verrà
per raccogliere il fratto della loro
fatica.
C’è ancora da lavorare nelLi Vigna del Signore. Ricordate la para
ma viene!
A. Bensì
L'opera
dello Spirito Santo
Cristiani attivi e vigilanti
Io penso a queste nostre Comunità evangeliche sempre in crisi, che
segnano faticosamente il passo in
un mondo che non può più fermarsi. Voglia il Signore che non siano
trascinate anch’esse nel vortice delle
passioni del mondo sì da perdere di
vista l’interesse del loro Signore.
Perchè il Signore dei talenti è il Si
Lo Spirito di Dio è semplicemente chiamato Spirito Santo perchè ci ha santilìcQti
e ci santifica ancora. Anzitutto ci introduce
nella sua Chiesa; è là clic egli ci conduce
a Cristo per mezzo della predicazione. Poiché nè tu nè io potremmo sapere la minima cosa di Cristo nè credere in Lui e riconoscertiVeome nostro Signore, se lo Spirito
Santo non lo avesse messo davanti a noi
mediante la predicazione dell’Evangelo.
L’opera della salvezza è certamente già effettuata e compiuta; poiché Cristo ha acquistato per noi questo tesoro con le sue
sofferenze, la sua morte e la sua risurrezione.
Ma se questu'-opera della salvezza fosse
rimasta nascosta e nessuno ne avesse saputo nulla, essa rimarrebbe senza efficacia.
Perchè così non fosse e perchè questo tesoro non svanisse, ma venisse al contrario
rivelato e utilizzato, Dio fa proclamare la
sua Parola e dà lo Spirito Santo affinchè il
tesoro della salvezza possa essere da noi
acquisito. La santificazione operata dallo
Spirito Santo consiste solo nel condurci al
Signore Gesù Cristo per ricevere da l$iU i
beni che noi siamo incapaci di raggiungere
da noi stessi.
Marlin Lutero.
COMUNICATO
In seguito alle dimissioni del Past. Jean Marc Buscarlet la Parrocchia di ANGROGNA SERRE è dichiarata vacante.
La designazione del nuovo pastore dovrà farsi a norma degli articoli 14, 15 e 24 dei Regolamenti Organici. -----
Roma, 30 Aprile 1952 Per la Tavola Valdese:
Achille Deodato, Moderatore.
In seguito alla prossima emeritazione del Past. Luigi Marauda, a
norma dell’art. 164 comma a) dei R. O., la Parrocchia di VILLASECCA
è dichiarata vacante.
La designazione del nuovo pastore dovrà farsi a norma degli articoli 14, 15 e 24 dei Regolamenti Organici.
Roma, 30 Aprile 1952 Per la Tavola Valdese:
Achille Deodato, Moderatore.
I lavori del I Sinodo
boia? cc Perchè ve ne state qui ino
perosi? - Nessuno ci ha chiamati ».
Possiamo noi dire che nessuno ci ha
chiamati? cc Andate \onche voi a lavorare nella mia tigna ». Sono
quelli dell’undecima ora ma anche
essi riceveranno il loro cc danaro »,
come gli altri.
Guardiamola la \figna del Signore: quanto lavoro c’è ancora da fare!
E come è necessariq|^gilare affinchè
le volpi non entBÌ^..a distruggerne
i frutti, i pochi frutti che per la grazia di Dio si sono potuti produrre!
Perchè il Signore tarda a venire.
Caro Direttore,
ho letto con molto interesse l’articolo di Gustavo Ribet su I lavori
del Sinodo. Sono certo che tutti sono d’accordo nel rilevare il disagio
di questi ultimi anni e la necessità
di porre un rimedio agli inconvenienti riscontrati.
La riforma proposta dal Ribet è
molto interessante, ma credo che essa complicherebbe ancora i lavori.
A’ mio parere basterebbe’ che tutti i
componenti del Sinodo si compenetrassero dell’importanza deÉa nostra
massima assemblea, del valore del
tempo in cui si svolge e perciò mettessero il massimo impegno, ciascuno per la sua parte, a che i lavori
procedessero in modo spedito e veramente efficiente. Di Commissioni ce
ne sono già parecchie, di fissate dai
Regolamenti e di quelle ad referendum nominate ogni anno.
Ci sono però alcuni punti che dovrebbero essere tenuti presenti e
cioè:
troppi ordini del giorno. La commissione è cc d’esame» suU’operato
di questa Q ^quella amministrazione;
il suo compito è perciò ben definito
e non deve sconfinare in programmi
di governo. GB ordini del giorno dovrebbero sgorgare dall’Assemblea come conseguenza delle discussioni.
Tutt’al più la Commissione dovrebbe fermarsi su due o tre argomenti,
i più importanti ed urgenti, senza
sviscerare tutti gli‘argomenti, e sono
tanti, che riguardano la vita e l’opera della Chiesa. E’ cpiindi necessario
semplificare anche in ciò.
1) La scelta del Seggio o dell’Ufficio di Presidenza. In quésti ultimi
tempi è invalsa l’abitudine che venga eletto presidente il predicatore aì
cqlto di apertura del Sinodo. Questo
criterio è sbagliato perchè un pastore può essere un ottimo predicatore
ma non un ottimo presidente. Per
ricoprire tale carica occorrono requisiti speciali: esperienza di assemblee,
sopratutto indisciplinate come le nostre; conoscenza profonda dei Regolamenti che egli deve sapere applicare affinchè non avvengano lunghe e
caotiche discussioni sull’interpretazione di essi; fermezza nel dirigere
le discussioni alle quali egli non deve mai prendere parte occupando il
seggio della presidenza; autorità e
prontezza nell’intervento quando si
esce dall’argomento, si divaga o si
pronunziano discorsi interminabili.
Necessarissimo altresì che il segretario sia un competente, come anche
colui che è incaricato della redazione
degli Atti del Sinodo. Concordo pienamente nella conclusione del Rihet
a questo riguardo: « Bisogna cominciare col dare maggior rilievo alla
figura e all’opera del Presidente e
deli’Lfficio di Presidenza, preposti
appunto alla organizzazione tecnica
dei lavori.
3) I lavori veri e propri, del Sinodo.
Il Sinodo, al principio delle sue sedute, /dovrebbe limitarsi a fissare
l’orario ed il termine ultimo dei suoi
lavori. Il Seggio poi, d’accordo con
la Tavola e le altre Amministrazioni,
dovrebbe fissare i periodi in cui le
varie relazioni verranno discusse ed
attenersi fermamente e scrupolosamente a quanto stabilito. Lo si fa
in Assemblee più importanti della
nostra; perchè non si potrebbe e dovrebbe fare nel nostro Sinodo? Il
Seggio non dovrebbe permettere che
la discussione di una relazione o di
un argomento venga sospesa per incominciarne un’altra: tutto ciò ingenera confusione, intralcio e perdita
enorme di tempo. Lo so: è questa
un’impresa molto ardua data cc l’impreparazione » di tanti membri del
Sinodo e data cc l’indisciplinatezza »
di tanti altri....
2) Le relazioni delle Commissioni
Esaminatrici. Queste relazioni sono
lunghe, troppo lunghe, specialmente quella sull’operato della Tavola.
Come alcuni anni fa i predicatori
del Sinodo sembravano gareggiare a
chi avrebbe pronunziato il sermone
più lungo, così in cpiesti ultimi anni
ogni relatore è sembrato voler superare il suo predecessore. Troppe inutili ripetizioni di cose già stampate
nella Relazione della Tavola; troppo
soffermarsi su argomenti secondari;
4) Maggiore disciplinatezza nei
membri del Sinodo. E’ un tasto delicato, ma che deve essere toccato. E’
necessario che i membri del Sinodo,
e sopratutto i pastori che devono dare il buon esempio, imparino a discutere, ad essere concisi nei loro interventi, più tolleranti verso coloro
che la pensano diversamente e a prendere la parola quando hanno cpialcosa da dire e non per ripetere ciò
cbe è già stato detto. E su di uno
stesso argomento nessuno dovrebbe
parlare più di due volte e per un
tempo limitato.
Con i suddetti accorgimenti penso
che i lavori sinodali potrebbero procedere più spediti e senza lasciare
quel senso di disagio che purtroppo
si è provato in questi ultimi anni.
Emilio Corsani
Vi sono quattro specie di lacrime; lacrime di ira, di gioia, di dolore e di penitenza. A Dio piacciono queste ultime, perchè
lavano il cuore dalla polvere del peccato,
nemica d’un cuore buono, come le lacrima
che cadono dal cielo in primavera lavano
alberi e fiori dalla polvere del loro nemico, l'inverno.
2
2 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
( •
Le osservazioni del De Nicola apparse nel numero del 28 Marzo a seguito della notizia sulle industrie di
Valdese N. C. meritano di essere discusse e seriamente considerate. Ad
evitare che si possa equivocare propongo che in simili casi si parli di
cc industrie di valdesi » anziché di
« industrie valdesi ». E ciò perchè,
disponendo di un solo vocabolo per
indicare Tappartenenza etnografica
e quella ecclesiastica, non è sempre
possibile far comprendere a prima
vista in quale senso il vocabolo è
usato.
Mi si consenta di osservare che il
nostro giornale si chiama « Eco delle
Valli VaÌdesi » e pertanto, oltre al
carattere religioso che condivide con
l’organo più ufficiale della Chiesa
« La Luce » ha anche un carattere
locale di ballettino d.’informazioni
su quanto riguarda la vita e l’attività di coloro che vivono nelle Valli, o
che da poco o da molto, ne sono usciti. Qualcuno anzi amerebbe vedere più accentuato questo carattere.
Anche questa funzione è utile a mantenere quei leganSi di fratellanza che
dovrebhero regnare tra di noi.
Purtroppo questi legami si sono
oggi molto rilassati e tra i valligiani
delle nuove generazioni molti non
conoscono neanche la consistenza della propria famiglia. E ciò è male
perchè siamo una minoranza che deve difendersi dall’assorbimento dell’ambiente esterno, assorbimento
che porta, come ne abbiamo troppi
esempi, ad un graduale allontanamento dalla Chiesa. Più di una volta
si è parlato su queste colonne della
funzione che hanno le Valli per la
nostra vita religiosa anche da parte
di Valdesi, sia permesso dire, di adozione.
Un po’ di mentalità « insulare »
tra noi, figli di. un’isola montana, è
necessaria a mantenerci fedeli alle
vecchie tradizioni ed è bene che questa- mentalità insulare sia sostenuta
da un po’ di cronaca e questa cronaca spetta propria all’« Eco » di farla.
In quanto ai rilievi ed ai voti espressi dal De Nicola, i legami personali che ho con la classe « capitalista » valdese, pur essendone da un
pezzo fuori, mi permettono di assicurare che i nostri capi d’azienda sono in generale molto solleciti di essere buoni padroni e di agire cristianamente verso i propri dipendenti,
anche quando sono praticamente avulsi dalla Chiesa.
L’esperienza dei più svariati ambienti, nelle circostanze più diverse,
mi hanno fatto constatare che come
dirigenti di aziende o di enti i nostri
godono fama di essere equanimi e
umani, severi ed esigenti alcuni, ma
incominciando da sè stessi, il che fa
tacere ü malcontento ed il risentimento. Fin nelle tristi zolfatare siciliane il direttore che lasciò di sè il
miglior ricordo e che a distanza di
anni era nominato dagli operai con
rispetto ed affetto era un valdese.
Sono poi grato al De Nicola di aver
toccato un tasto che rinforzerò con
un « pedale ».
I nostri padri, aderendo alla Riforma, adottarono anche l’attivismo
calvinista. Ma certo non di colpo,
subito dopo Chanforan; troppo a
lungo essi avevano esaltato e spesso praticato la povertà apostolica, per
adattarsi subito alla dottrina, piuttosto vecchio testamentaria delia prosperità = benedizione. I contatti
sempre più frequenti e intimi con i
calvinisti d’Oltralpe, la fraternità
della nostra Chiesa proletaria con le
aristocratiche ed opulenti chiese
riformate di lingua francese, diffusero pure tra noi questa opinione che
poi, nella seconda metà dell’otto
cento,"^ culminò con la fioritura del
vecchio ceppo valdese di una borghesia danarosa, rigidamente puritana
e forse un tantino farisaica.
nedetti » nelle loro imprese, un sincero desiderio di bene; ma nella prosperità è tanto difficile ricordare
che per il cristiano la vita è « servizio », prima che « successo». E p>ù
che mai si antepone Marta e Maria.
M. Eynard
In questa santificazione del successo è insito più di un pericolo: l’incentivo al materialismo, non solo, ma
anche la tendenza a considerare come reietto, come
chi fallisce, chi non riesce a creare
nuove ricchezze e talora perde quelle ereditate, non sempre per sua colpa. A costoro si offre l’aiuto delle
nostre istituzioni benefiche, ma siamo sicuri che in fondo all’animo
non li disprezziamo, non li coasideriamo meno degni della Grazia?
E, quel che è peggio, lo stesso fallito condivide queU’opinione troppo
di frequente. Gli amici di Giobbe sono sempre eguali, ma i Giobbe moderni non sanno sempre replicare loro come quello biblico.
Purtroppo daWatlAvismo vi è sempre il perieoi® di scivolare nel culto
di Mammona e di giungere a credere
che si possa servire a due padroni,
dimenticando l’avvertimento di Gesù. Dobbiamo onestamente riconoscere in molti dei nostri fratelli « he
Un commenfo
Alcune affermazioni del nostro egregio
collah or atorre potrebbero dar luogo ad alcuni commenti e specialmente quella secondo cui in generale i nostri capi d azienda sono, molto solleciti di essere buoni
padroni e di agire cristianamente verso i
propri dipendenti, anche quando sono praticamente avulsi dalla chiesa ,
Lungi da noi Videa di togliere ad alcuno
il merito di un’opera onesta e comprensiva
delle esigenze altrui nella direzione di una
azienda. Anche questo settore delli vita,
del resto, è sottoposto al giudizio di Dio.
Ma non vorremmo che, per paura di doverci mettere dalla parte degli a pei ai in
certe giuste rivendicazioni sociali, si corresse il rischio di ’’giustificare” sempre i
datori di lavoro valdesi con degli apprezzamenti umani che possono peccare di
’’farisaismo” e di falsa sicurezza morale.
Noi siamo i primi a rendere omaggio a
quanti agiscono da « buoni padroni e cristianamente verso i propri dipendenti ».
Ma con quale criterio dobbiamo noi valutare «l’azione cristianan? A quali con
dizioni si può dire che i padroni agiscono
’’cristianamente” verso i propri dipendenti?
Il discorso potrebbe essere lungo assai e,
forse, alla fine ci accorgeremmo che anche
i nostri capi d’azienda hanno bisogno di
essere ’’giustificati”, cioè perdonati, come
tutti noi, dalla grazia di Dio invece di essere soddisfatti della loro linea di condotta
cristiana. Se si pensa che, per agire cristianamente”, bisogna perdere di vista le
norme correnti della morale e lasciarci
compenetrare dallo spirito dell Evangelo
della carità e della giustizia nel senso più
completo della parola, è bene che tutti noi,
datori di lavoro e operai, procediamo con
molta prudenza nell’esprimere i noslri giudizi e nel compiere le nostre azioni.
Queste nostre parole non hanno alcun
sapore politico nè riflettono uno stato d animo partigiano. Sono soltanto un piccolo
commento di carattere ’’teologico”, si può
dire, ma con l’accento della sincerità.
Si possono discutere e anche disapprovare, se si vuole, certi aspetti del problema sociale, così come oggi s’impone alla
nostra attenzione. Ma, bisogna onestamente
riconoscere che neppure i nostri capi d azienda sono puri e che non c’è nessuna
classe sociale, neppure quella capitalista
valdese che possa essere sicura di sè stessa
davanti a Dio. Anzi, chi pensa di poter
dire: «O Dio, Ti ringrazio ch’io non sono
come gli altri uomini », impari a dire : « O
Dio, sii placato verso me peccatore ».
Ked.
GEROLAMO MOGGIA
Chiare ^ parole per i nostri tempi
Il 11 e 18 marzo corr. anno, si sono adunati i delegati di 29 organizzazioni ecclesiastiche formanti il Consiglio Federale Americano delle Chiese di Cristo, a Buck
Hill Fall {Pensilvania).
Il Segretario Generale del Consiglio Ecumenico ha risposto ad alcune critiche verso
il Consiglio stesso ed il Dr, Nolde (direttore della commissione per gli affari internazionali) ha detto chiare parole sul pre
sente momento.
« Se desideriamo che la nostra casa sia in
ordine — egli ha detto — bisogna ripudiare i procedimenti totalitari in vigore all’interno del paese e mediante i quali si cerca
di combattere le mene sovversive totalitarie... ».
« In secondo luogo, la potenza militare
che ci è necessaria in previsione d una possibile aggressione, deve essere organizzata
in modo da non distruggere nè la nostra
economia nè quella dei paesi che collaborana con noi, e evitare che questa potenza
militare diventi, per sè stessa, un fattore
di guerra ».
« In terzo lùogo, dobbiamo riconoscere
che, nella prospettiva della storia, U nostro
nemico reale non è il governo sovietico. Il
nemico che ci minaccia di distruzione e di
disfatta bisogna cercarlo nella miseria umana, nella miseria e nelle sofferenze dei profughi, nélla degradazione sociale, nella discriminazione razziale, nell’orgoglio imperialista e nell’egoismo... Il bicchiere d acqua fresca data nel nome dell umanità e
non quello « delle materie prime per il nostro programma di difesa » sarà il nostro
contributo più efficace per rimettere sul diritto cammino un mondo sconvolto e disorientato ».
Una delle attività benefiche del Consiglio Ecumenico è quella a favore dei rifugiati, che esistono ancora a centinaia di migliaia e che il Consiglio cerca di sistemare
in terre d’oltremare (America, Australia e
Nuova Zelanda) perchè possano rifarsi una
nuova casa in una nuova patria
Questo lavoro difficile e vario viene svolto da una quarantina di segretari, coadiuvati da altro personale (160 circa) in vari
paesi europei ed extra-europei.
Il Consiglio ha in progetto la costituzione d’una casa per vecchi rifugiati per cui
nessun paese ammette l’emigrazione. Detta
casa dovrebbe sorgere nell’isola di Ilodi.
{da « Il Messaggero Evangelico »).
Il Signore ha richiamato a Se un
altro veterano del nostro Corpo Pastorale.
Profondo è il dolore della separazione. Eppure, abbiamo il cuore pieno di riconoscenza al Signore che
dopo averci dato un carissimo amico
e fratello, lo ha grandemente benedetto fino aH’ultimo istante, e ci dà
ora l’assoluta certezza che ritroveremo il suo spirito immortale là dov’è
salito, nella pienezza della luce e della comunione con Dio.
Lunedì 21 Aprile, egli appariva
pieno di vitalità, e gioiosamente parlava de’ suoi progetti... A mezzanotte, in letto, tranquillamente,
poi s’addormentò. Per sempre. Fu
ritrovato l’indotnani nel sonno .senza
risveglio, ed il suo atteggiamento diceva chiaramente che non lo uvea
colpito la minima crisi. Era partito
serenamente, senza accorgersene. Bella morte per chi, come lui, è pronto! Una grazia del Signore.
Gerolamo Moggia nacque a Pignone (Liguria) nel Novembre 1872.
Di tendenza religiosa, entrò nel 1886
nel Convento dei Minori Riformati
di S. Francesco alla Spezia. Passò
poi nel Convento di Santa Maria del
Monte, a Genova. Terminato il corso
ginnasiale, filosofico e teologico, ricevette gli Ordini Sacri nel 1895. Poi
divenne Confessore nelle diocesi di
Genova, Sarzana, Novi Ligure e Milano. Occupò la cattedra di filosofia
nei Conventi di Sarzana, Novi Ligure e Genova (Oregina). Nel 1898 fu
autorizzato dalla S. Congregazione
dell’Indice a leggere i libri proibiti.
Nel 1900 fu autorizzato ad impartire
assoluzioni per scomuniche. Gli an
ni 1901 e 1902 furono degli anni di
crisi spirituale, di ricerca della Verità.
Era assetato di luce, di verità. Ed
avendo compreso che nella Chiesa
Evangelica egli avrebbe potuto progredire più liberamente e più speditamente verso la mèta agognata, nessuna lusinghiera offerta potè trattenerlo. Lasciò il Convento.
Rievochiamo commossi il periodo
trascorso con lui nel Palazzo Salviaii di Firenze, allora sede della nostra Facoltà teologica. La sua grande
bontà destò in noi un affetto prof olilo che non è mai venuto meno.
Dopo brevi supplenze alla Maddalena ed a Venezia, andò come Candidato sottoprova a S. Giacomo degli Schiavoni, poi a Civitacampoma
Dopo avere ricordato la ben nota etimologia del « paesello », da pomarium, ossia
verziere (perdoniamo al Bisnonno s egli
parla di... mandorli e persino di... ulivi!),
il nostro Autore descrive in stile vivace
l’epoca della vendemmia.
« In autunno Pomaretto è pieno d insolito rumore e movimento, per l’accorrervi
la gente che vi ha campetti e vigneti, e piccoli abituri, onde ricpverarvisi durante le
stagioni dei lavori campestri e dei ricolti...
Al silenzio assoluto, tengon dietro un vocìo continuo ; canti e grida sonvi, ora, nella stretta via; asini e muli che nitriscono
e ragliano, carichi di otri di vino... »
Il Bisnonno riassume poi la storia del
tempio di Pomaretto. Avevano i Protestanti, per il culto loro, un vero tugurio rovinato, indecoroso e malsano, cui era loro
vietato di surrogare, o di ristaurare. Se'
nonché, nel 1826, e mercè il fraterno in
tervento dei Sovrani evangelici (?) - Plm
paratore di Russia Alessandro I e il Re di
Prussia, Guglielmo III, vi concorsero ognu
no per L. 6.000 - a mala pena ottennesi
dai Pomarini di potere innalzare un tem
piatto bastevole e decoroso, in luogo sicuro
e sano ».
Accennato all’Ospedale di Pomaretto —
fondato nel 1830 — il Beri discorre della
« Scuola di latinità e di prima rettorica, in
le memoRie oi un Bisnonno
Cap. VI - Pomaretto
cui vengono insegnati da due professori, ai
giovani valdesi che escono dalla seconda o
terza elementare, le prime nozioni della
lingua di Livio e di Virgilio, e del bello
scrivere. Vi fecero appositamente costruire, a quello scopo, due adattissimi locali,
l’uno, il generale Beckwith, nel 1811, e
l’altro nel 1866, lo scozzese rev. Doti. Stewart. In mezzo alla biblioteca si vede il
ritratto a olio del venerabile donatore ».
A sentire il nostro Bisnonno la parrocchia
di Pomaretto era, ai suoi tempi, « una fra
le più floride dei monti Cozi ». Nè c è da
stupirsi perchè — dice il Bert « è sempre ogni parrocchia più o meno prospera,
più o meno languida o vivente, a proporzione delle cure a lei prestate dal suo padre spirituale, ossia pastore. Precisamente
questo è uno dei motivi per cui Pomaretto
trovasi in così floride condizioni »,
A questo punto, il nostro Autore si dilunga sulle principali attività ecclesiastiche
del pastore di Pomaretto e particolarmente
si sofferma sopra una sua iniziativa.
« Stabilivano diggià anticamente i Regolamenti della Chiesa Valdese, che nessuno
dei suoi membri andasse mai a litigare, con
l’intervento di avvocati, causidici c,d altri;
ma facesse anzi comporre la propria vertenza dagli anziani della sua parrocchia...
Ma cadono purtroppo in disuso le istituzioni anche migliori; e il signor pastore
di Pomaretto — per rimediare al male risultante dalle frequentissime liti (!)
ideò saggiamente di costituire, sotto la sua
presidenza, un consiglio di buoni viri per
comporre amichevolmente qualunque vertenza. Ne conseguì fra breve un tale vantaggio che dissero i pretori di quel mandamento non avere essi più nulla che fare ».
E’ interessante notare che — in tal modo
il pastore Pietro Lantaret fu un autentico
precursore degli Uffici di Conciliatura sor
ti parecchi anni più tardi (verso il 1870)
n.'i vari comuni d’Italia. Durante una ventina d’anni consecutivi, il Lantaret fu rieletto a presidente annuo, ossia moderalore.
rollo (Campobasso). Consacrato nel
1908, fu Pastore successivamente a
Grotte, Vittoria, Corato e Bari. Emeritato nel 1935, andò a Zara ¡nesso
uno dei figli. Alla fine del secondo
conflitto mondiale, venne a Luserna
). Giovanni, dove, nei primi anni
coadiuvò il Pastore. Sempre nutrì
grande interesse ed amore per la
Comunità di S. Giovanni.
Era amato da tutti. Il conversare
con lui era un vero godimento della
mente e del cuore. 1 problemi dello
spirito erano per lui una irresisùbile
attrattiva. Aveva sete di luce, di conoscenza. Ma pur essetulo istruito,
colto e sempre assiduo studioso, uvea
un animo semplice, qua^ infantiti}.
Anche ragionando mi più elevati argomenti, alla graiule competenza
univa una grande modestia. Era un
umile.
Quando ci conduceva in preghiera, si sentiva in lui l’uomo di Dio e,
con lui, salivamo verso il trono della grazia. Nell’una e nell’altra delle
Confessioni da lui successivamente
servite con fedeltà, chissà quante
anime egli ha aiutato ad avvicinarsi
a Dio!
Vorremmo dire tante cose di lui.
Ma raccogliendoci nel santuario del
nostro dolore e della fede, pensiamo
alla realtà della ris.urrezione e della
vita eterna: mèta tanto desiderata ed
ora raggiunta dal nostro carissimo
amico e fratello, là dove un giorno
lo rivedremo per sempre. Ha detto
Gesù: « Se uno mi serve, mi aegita;
e là dove son io, quivi sarà anche il
mio servitore; se uno mi servi:, il
Padre l’onorerà» (S..Giov. 12: 26).
O, Bertinatfi
Predecessore del Lantaret — e anche lui
moderatore — fu il pastore Rodolfo Peyran
(1752-1823). « Fornito di non poca istruzione, di molto talento naturale, .li mente
vivace, egli credette suo dovere di dedicare la sua vita al servizio della chiesa dei
suoi padri. Quattro altri di lui fratelli dedicaronsi pure al ministero sacro e lutti
moriron esausti dalla fatica, lasciando le
famiglie nell’indigenza ».
11 Peyran aveva scritto numerosi libri
pieni di brio e di erudizione che — per
mancanza di mezzi — rimasero a lungo inediti e furono pubblicati nel 1826, in Inghilterra, da un ricco Inglese per nome Sims.
Fra gli altri, havvi il carteggio del pastore
Peyran col Cardinale Pacca. Era quel Car
Amedeo Bert
Al prossimo Numero : Perosa.
dinaie Ministro di .Stato di Papa Pio VII
quando l’imperatore Napoleone I s’impadronì di Roma nel 1808. Avendo il Papa
spiccalo una Bolla di scomunica contro Napoleone, questi fece rapire il Pontefice e
trasferirlo a Grenoble, poi a Savona, poi a
Fontainebleau. 11 Cardinale fu anello lui
rapito e condotto a Fenestrelle dove conobbe un valdese, per nome Coucourdc, genero del Peyran. Questa l’origine del carteggio Pacca-Peyran. Uscito di prigione il
Cardinale nel 1814 e ritornato a Roma a non
mostrovisi più proclivo al protestantesimo
che innanzi ».
Cosi termina il Bisnonno il suo capitolo
su Pomaretto;
« Fu il Peyran uno fra i Valdesi -he —
nel 1805 — andarono ad ossequiare, a Milano, l’Imperatore Napoleone, allora fattosi incoronare re d’Italia, quando, alla deputazione valdese, esso rivolse le parole
cotanto lusinghiere sulla storia della lor
chiesa e sul glorioso ritorno con Arnaud,
da me riferite altrove. Fu pure il Peyran
che non poco concorse a fare ammettere,
nel 1805, le povere parrocchie valdesi fra
le Chiese riformate nazionali dell’Impero ».
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI.
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Da un continente alValtro
10 milioni di lebbrosi La Sania Sindone non auienMca?
A conclusione di un’inchiesta durata vari
-anni, il sig. Raoul FoUerean ha fatto la seguente dichiarazione a « L’Acadérnic des
Sciences murales et politiqnes»: « Ci sono
nel mondo almeno dieci milioni di lel>l)rosi; ma soltanto 100.000 sono veramente curati e trattati come uomini, non come dei
banditi ». La lebbra, definita come la malattia più antica del mondo, continua ad
essere un terribile flagello. L’Asia, TAfrica
— con i suoi tre milioni di lebbrosi — la
Oceania, ne sono i focolari più aitivi. Ve
ne sono pure alcuni in Europa, specialmen;e in Norvegia, in Islanda, nel Portogallo
e nei Balcani. Missionari e medici protestanti e cattolici sono in lotta contro quella malattia : il Doti. Schweitzer, in questo
campo, è appunto uno dei più strenui e
valorosi combattenti. (U. P. E.).
Bruciare le Bibbie?
Un bollettino parrocchiale cattolico di
Vienna aveva invitato i suoi lettori a ^*brudare le Bibbie evangeliche^ perchè esse av>
velenano il cuore e lo spirito**.
Il vescovo luterano d’Austria^ il Dr.
May, non mancò di elevare una forte protesta presso le più alte autorità religiose
cattoliche. La protesta non rimase senza
esilOy poiché la chiesa cattolica in Austria
ha recentemente fatto sapere in modo ufficiale che essa condanna ’’simili deviazioni"*
e dà l’assicurazione che un simile misfatto
non si ripeterà più. (U. P. E.).
La Chiesa in Ungheria
Nella Chiesa luterana ungherese hanno
avuto luogo nei due primi mesi dell’anno
dieci campagne di evangelizzazione, ciascuna per la durata da tre a sette giorni. Enumeriamo gli scopi di queste campagne evangelistichè : per la Missione presso gli alcoolizzaii, per le donne, per gli uomini e
gli adolescenti, per i responsabili delle attività parrocchiali e dei gruppi di studio
biblico, per i direttori di corali.
D’altra parte, alcuni cambiamenti nelle
principali sedi ecclesiastiche luterane fan
no pensare, secondo il parere della centra
le gin. vrina della Federazione Luterana
Mondiale, ad un nuovo tentativo del gover
no di Budapest di accrescere la sua influen
za nella Chiesa. Dei quattro vescovi Iute
rani ungheresi, due hanno dato le loro di
missioni: Mgr. Zoltan Turosey e Josef Sza
ho. L’Ispettore laico della Chiesa, il chi
rnrgo Di. Ivan Redk, è pure dimissionario
Al suo posto è stato nominato Josel Dar
vas, ex-ministro deU’Edurazione Nazionale
Il Paslore Marc Boegner
ir Pastore Marc Boegner, per quanto abbia superato da alcuni anni i limiti di età
del pasloraio in attività di servizio, continua a dar prova di una ammirevole dedizione al lavoro ecumenico e a favore della
Chiesa Rii;.rinata di Francia. Egli ha lasciato Parigi in aereo il 20 marzo per un
viaggio di due mesi in Africa. Nel Cameroun, a Douala, ha presieduto la cerimonia di consacrazione di sette pastori negri.
Proseguirà poi per Brazzaville, Johannesburg e Ciltà del Capo. Parteciperà quivi
alla solenne commemorazione dell’arrivo
degli Europei, rifugiati protestanti, i quali
nel 18,12 fondarono Città del Capo, oltre a
quella deU’arrivo dell’olandese Jan van
Riebeek, il 6 aprile 1652, cioè del primo
europeo che s’insediò in quella località per
stabilirvi ima base di rifornimento dei battelli della Compagnia olandese delle Indie
Orientali. 11 Past. Boegner visiterà pure la
Missione del Lessouto e dello Zambesi dove hanno lavorato e lavorano tuttora alcuni coraggiosi missionari valdesi. (U. P. E.).
Obbiezione di coscienza
Il Pastore A. Ricbard-Molard, direttore
della « Ecole préparatoire de théologie de
Saint-Gerinain-en-Laye », ha inviato una
lettera aperta al Comitato per il riconoscimento dell’obbiezione di coscienza, in cui
protesta contro « la sorte riservata agli obbiettori » e in particolare contro l’arresto
di uno studente, Albert Lazier, il quale sta
subendo il regime cellulare in attesa di un
processo. Il Pastore ha scritto queste parole: « Noi non professiamo, per la maggior parte, Fobbiezione di coscienza. Alcuni di noi sono persino ufficiali d sou’ufficiali della riserva ed anche membri della
Resistenza. Ma sappiamo che i motivi dell’atteggiamento del nostro amico -sono apolitici, anzi tipicamente morali e spirituali.
Si tratta, ci pare, di una realtà superiore
che lo Stato non può che rispettare, se non
vuole oltrepassare l’ambito della sua azione che è non di reggere le coscienze, ma
di organizzare la vita in comune dei membri della società nazionale ». (IL P. E.).
Esistono, secondo l’agenzia di stampa
U. P. E. (Chiese Luterane di .Alsazia e Lorena), quattro lenzuola di cui si afferma
che siano il sudario autentico di Cristo.
Uno dei quattro è quello di Torino conosciuto sotto il nome di Santa Sindone. Esso
reca sui due lati le impronte di un corpo
umano disteso, lungo m. 1,85, le cui mani
ed i cui piedi sarebbero stati forati.
Dal 1898 in poi, l’autenticità della Sindone si è voluta dimostrare con la fotografia;
molte discussioni si sono fatte e la controversia non ha cessato. Nel suo libro: « Golgolha rivelato dal Sudario di Torino », il
Dott. ,R. W. Hynek, cecoslovacco, ha ribadito con forza l’autenticità della Santa
Sindone.
Ma recentemente, il Prof. Dr. J. Blinzler, di Passau, ha esposto davanti ad una
riunione di preti cattolici la tesi secondo
cui, in hase a dati storici e scientifici molto precisi, la Santa Sinddne risalirebbe
soltanto al XIV secolo.
La tesi del prof. Blinzer è convalidata
dalla nuova e grande enciclopedia cattolica, Dictionnaire d’Archeologie et de Liturgie (Parigi, Letouzel) in cui, alla voce
« Suaire » si afferma che le prove storiche
contro l’autenticità della Sindone sono
«irrecusabili e decisive» Esse consistono
sopratutto nei documenti riferentisi al
processo contro l’artista, il quale confessò
di aver dipinto « la » o « una » sindone secondo l’uso dei tempi.
Per l’Osservatore Romano (vedi art. a
firma di Luigi Fossati dell’ll Aprile) l’esame fotografico e le sue risultanze, per nói
enigmatiche, devono ancora prevalere sulla
documentazione « irrecusabile e decisiva »
degli .scienziati cattolici francesi e tedeschi.
Alla riunione hanno partecipato rappresentanti di 25 paesi diversif e quasi tutte le denominazioni cristiane, ut conferenza ha indirizzato alle chiese uA messaggio in cui
«i afferma la sufficienza completa della Parola di Dio rivelata nelle Scritture e si aggiunge: « Noi cristiani dobbiamo tuttavia
riconoscere che non usiamo le ricchezze
della parola scritta. Ci sentiamo spinti a
comunicarvi questo senso di urgenza che
lo Spirito Santo ha svegliato in noi a fine
di rendere alla Bibbia Riposto legittimo
che le spetta nella predicazione, nell’insegnamento e nella conrànità della chiesa,
come pure nella vita dr famiglia e nella
vita personale ».
Nel 1954 si compirà J1 150» anniversario
del Movimento delle Società Bibliche.
A Buffalo (Stati Uniti) si sono radunati
in conferenza 325 delegati Ìaici di 34 organizzazioni ecclesiastiché ' evangeliche per
discutere Vargomento : Il Cristutno nel lavoro d'ogni giorno. ;
La conferenza è durata dal 21 al 24 feb
braio u. s.
Il congresso è stato inaugurato dal signor
M. A. lÙhitehouse, capo del Sindacato Operai Metallurgici, che ha dichiarato che
bisogna cambiare Latteggiamento che riduce la vita cristiana alla sola domenica,
I pastori devono istruire ed occuparsi di
quello che fanno, fra le domeniche, una
buona parte della chiesig: i laici.
« Non siamo qui per ritirarci dal mondo —^ è stato detto — e per tradurre la vita
cristiana nel dialetto di Canaan. Noi siamo
qui per dimostrare che la salvézza delle anime include anche le opere culturali, economiche e sociali delVymanita. ìpetta ai
governi di creare delle condizioni che diano agli uomini la sicurézza economica e la
libertà. Il compito dei,joristiani, così governati, è di vivere VEvangelo tutti i sette
giorni della settimana ». e. r.
La chiesa e le Olimpiadi
In occasione delle prossime Olimpiadi
che si svolgeranno a Helsinki (Finlandia)
dal 19 luglio al 3 agosto, le chiese evangeliche della città stanno organizzando dei
servizi religiosi per gli sportivi e per 7
pubblico di tutto il mondo che soggiornerà
in Finlandia Per gli ospiti il principale
predicatore sarà il vescovo evangelico Dr.
George Ingle; per i finlandesi, il vescovo
luterano Eclis Gidin. Durante i giuochi
olimpici, tutte le chiese luterane saranjio
aperte per il raccoglimento dalle ore otto
a mezzogiorno. Altri culti saranno celebiati in inglese, in tedesco, in svedese.
Feste di Canto
Seconda rettifica
Le Socielà Bibliche
Il 17 febbraio u. s. s’è aperta, in India
la conferenza del Consiglio dell’Alleanza
Biblica Mondiale, con la partecipazione di
rappresentanti eminenti di molte chiese
cri^iqpg^je^CCjcejiuals..^ cattolico «umana..
Fra gli argomenti di grande interesse figuravano quelli inerenti al posto della Bibbia nell’Evangelizzazione e nella chiesa,
E’ stata invocata una maggiore collaborazione fra. le Società Bibliche e le chiese.
Il giorno del Signore
Si apprende da Hannover (Germania)
che la Dieta della Bas.sa Sassonia ha recentemente votato una legge per la ’’protezione” della domenica. Tutti i lavori sono
proibiti, ad eccezione di quelli che sono
necessari al benessere generale. I lavori
agricoli, pure, cadono sotto l’autorità di
quella legge; si concedono delle deroghe
per i soli lavori di mietitura.
La legge interdice ogni manifestazione
pubblica di qualsiasi genere la domenica
mattina dalle ore 7 alle 11, cioè nel tempo
in cui i servizi religiosi sono celebrati. Le
esercitazioni dei pompieri non sono autofizzate durante quelle ore e si fanno alcune eccezioni soltanto per delle manifestazioni artistiche, letterarie e sociali. La popolazione ha accolto la legge con buona volontà e i servizi religiosi conoscono un’affluenza inusitata. (U. P. E.).
Colonia Balneare "G. P. Meille„
Borgio Verezzi (Savona)
Sono aperte le iscrizioni ai turni maschili e femminili della Colonia Marina di
Borgio Verezzi (turni di circa 20 giorni: dal 24 giugno al 22 settembre), per bambini da sei anni (compiuti) a dodici anni.
Le domande debbono pervenire impersonalmente alla:
COMMISSIONE DELLE COLONIE VALDESI
Via Pio Quinto, 15 — Torino
corredata dei seguenti documenti:
1) — certificato di nascita
2) — certificato medico da cui risulti che:
a - il bambino necessita di cura marina;
b - il bambino è esente da malattie contagiose e comunque trasmissibili;
c - la località di provenienza non è in atto colpita da malattie epidemiche;
3) — certificato di recente vaccinazione antidifterica ed antivaiolosa
4) — lettera di presentazione del Pastore della Chiesa di origine. Tale docu
mento può anche pervenire a parte.
Il viaggio con biglietto cumulativo da Torino P. N. a Borgio è a carico dell’Opera. Le Iscrizioni si chiudono il 31 maggio. La Commissione si riserva di comunicare agli interessati, in tempo utile, la loro accettazione, con l’indicazione del
luogo di ritrovo.
DIRETTRICI E VIGILATRICI DI COLONIA
Le signore e signorine evangeliche che hanno i requisiti per assumere l’incarico di direttrici e vigilatrici di colonia, possono inoltrare domanda alla Commissione, corredandola dei seguenti documenti:
1) generalità complete;
2) certificato medico di ottima salute fisica* e capacità per il lavoro in colonia;
3) raccomandazione particolareggiata del Pastore Valdese da cui dipende;
4) eventuali prestazioni date precedentemente a pro dell’infanzia;
5) diploma di infermiera od altri titoli equipollenti. Domande sprovviste di
questo documento potranno venire prese in considerazione benevola.
Colonia Alpina di Rorà
della Chiesa Valdese di Torino
Questa nuova opera benefica della Chiesa Valdese di Torino che è stata inaugurata l’estate scorsa, si riapre quest’anno per bambini da 6 anni (coinpiuLi) a 12
anni.
I» turno: 1-28 luglio (femmine)
II» turno : 1-28 agosto (maschi).
Le domande debbono pervenire impersonalmente alla :
COMMISSIONE DELLE COLONIE VALDESI
Via Pio Quinto, 15 — Torino
corredate dei seguenti documenti:
1) certificato di nascita;
2) certificato medico da cui risulti che:
a - il bambino necessita di soggiorno in montagna;
b - il bambino è esente da malattie contagiose e comunque trasmissibili;
c - la località di provenienza non è in atto colpita da malattie epidemiche;
3) certificato di recente vaccinazione antidifterica e antivaiolosa;
4) lettera di presentazione del Pastore della Chiesa di origine. Tale documento
può anche pervenire a parte.
Le iscrizioni si chiudono il 31 maggio. La Commissione ai riserva di comunicare agli interessati in tempo utile la loro accettazione con l’indicazione esatta del
luogo di ritrovo.
VIGILATRICI DI COLONIA
Vedi avviso per la Colonia Balneare.
DIRETTRICE DELLA COLONIA
Cercasi signora o signorina che abbia i requisiti necessari per dirigere la Colonia, durante i mesi di luglio e di agosto. Per più ampie informazioni rivolgersi
al proprio Pastore.
Evangelici a convegno a- Chivasso
ConvertirsiaCristo-Epercliè?
Crisliani al lavoro
La seconda giornata evangelica delle comunità piemontesi ha avuto luogo il 19
marzo a Chivasso, sotto la guida del sovrintendente distrettuale, dott. Alberto Ribet, di Milano. Al Convegno ha arriso un
tempo magnifico, davvero primaverile; la
partecipazione degli evangelici, senz’essere
strabocchevole, è stata soddisfacente e di
qualità; l’interesse destato neUa cittadinanza di Chivasso per la manifestazione, in
parte svoltasi nel nostro tempietto ed in
parte al Salone deUo Sport, non è stalo inferiore a quello deUe grandi manifestazioni
degli anni precedenti; infine, l’accoglienza
degli ospiti di Chivasso è culminata nella
organizzazione di una agape fraterna perettamente riuscita.
Allo scopo di favorire al, massimo l’afflusso del pubblico alla Festa di Canto delle Corali della Valpellice, detta Festa avrà
luogo a Torre Pellice nella Casa Valdese
alle ore 15 precise di domenica 11 maggio.
Le Corali sono pregate di essere tutte presenti alle 14 precise per la prova d’insieme.
11 pubblico avrà accesso alle gallerie alle
ore 14,40.
Ci scusiamo per questa seconda rettifica,
ma d’altra parte il nuovo locale di cui possiamo usufruire per la Festa di Canto si
rivela più ampio e più adatto in modo particolare ad accogliere il pubblico che ci
auguriamo numeroso.
La festa di Canto deUe Scuole Domenicali della Val Pellice a*à pure luogo nella Casa Valdese di Torre Pellice la domenica 18 maggio alle ore 15. Prova d’insieme: ore 14. Accesso del pubblico alla sala: ore 14.40'.
La Commissione del Canto Sacro.
Questi i dati succinti della giornata, ispirata al motto « convertirsi a Cristo — e
perchè? » I culti, le relazioni, i discorsi
hanno infatti avuto tutti perno sul fatto del
ritorno a Cristo, al grande Autore del rinnovamento di tutto l’uomo e di tutti gli
uomini, a colui che solo può produrre nei
nostri connazionali l’auspicato rinnovamen
to degli spiriti.
Fin dalla sera precedente, una riunione
di preghiera riuniva il gruppetto chivassese nella richiesta al Signore delle sue benedizioni sull’imminente Convegno.
La mattina del 19, i primi partecipanti
ad essere segnalati erano gli astigiani, bel
gruppetto compatto (che sarà tra gli ultimi
a ripartire!); poi giungevano a poco a poco, alla spicciolata tutti gli altri. Fratelli
di Torino, già fedeli sostenitori domenicali
della nostra opera di Chivasso, di Ivrea^
con il loro paslore e compagna, di Torrazza, di Aosta, un bel gruppetto di Biella, un
altro bel gruppo di Milano, con il loro
pastore, di Pinerolo con il loro pastore, di
Lnserna San Giovanni, di None. Non dimentichiamo il pastore metodista di Vintebbio, con un gentile gruppetto di fratelli,
presente a dare il tono ecumenico al Convegno.
Poco dopo le nove ha inizio il Convegno,
con un culto presieduto dal dott. Ribet,
pastore a Milano. Il suo discorso verte sull’interrogativo della necessità e dell’opportunità della conversione. Le sue calde parole fanno del bene a tutti i presenti, che
si stipano nella chiesetta valdese del Borgo
Posta.
Segue quello che tutti sono d’accordo nel
dichiarare il « clou » della mattinata : la
relazione del pastore Gustavo Bouchard, da
Rorà, su ■(( La nostra testimonianza in mezzo ai fratelli inconvertiti ».
0
Dopo che si è cantato con fervore, la parola è al pubblico. Salgono sul pulpito
successivamente i fratelli Arnaldo Bensi,
Zeni, Monaya, il pastore Rostan, e qualche
altro. 11 loro contributo alla discussione è
pratico, attuale: bisogna implorare la conversione da Dio, non ritenere di potersela
da sè costruire; sia lo Spirito del Signore
il nostro ' solo obbietto, non la vana, od
umana soddisfazione che proviamo nella
testimonianza verso altrui della nostra fede religiosa!
Si canterebbe ancora., ma è mezzogiorno
passato da un pezzo, ed il corpo reclama
i suoi diritti. Nella vicina simpatica « trattoria dell’alpino », il fratello Di Gregorio
ha preparato un pasto modesto ma succulento. Tutti ne sono soddisfatti, tanto più
che si apprende ben presto essere stato il
numero imprevisto dei partecipanti superiore .ai Ilo... Carletto è giustamente fiero
di ciò; e si aggira imperturbabile tra montagne di piatti ed eserciti di posate.
Nel pomeriggio giunge da Torre Pellice
il pastore Ernesto Ayassot. Nel salone dello
Sport, egli parla sulle condizioni essenziali
per un rinnovamento cristiano, s'intende in Cristo, vale a dire centrato in Cristo
— se possiamo cosi esprimerci.
0
Si dovrebbe ora discutere su quanto si
è udito; ma il pastore Balma, che presiede
preferisce annunciare che dopo la conferenza Ayassot si udranno le testimonianze dei
convertiti. Diciamo subito che l’iniziativa
è sembrata un’audace, forse indebita esaltazione degli aspetti umani che ha la fede
cristiana; ma aggiungiamo senz’altro che,
a cose fatte, tutti ne sono rimasti edificati,
ed hanno in cuor loro, se non ad alta voce,
espresso il desiderio che tale innovazione
— e sia purè con accurata preparazione,
intesa ad evitare inconvenienti che potrebbero verificarsi — venga coltivala e diffusa,
I « messaggeri » sono : Bruno, Alberione,
Zeni, Monaya, Todisco: ognuno ha un particolare « messaggio » da offrire, una speciale visione della rivelazione cristiana da
rievocare, un particolarissimo « segno » del
la presenza di Dio nella propria vita da
mostrare. Mentre essi parlano, alla buona,
senza lenocini, senza falsa modestia, ma
con la consapevolezza di essere stati « afferrati » da Cristo, ci domandiamo nel nostro intimo perchè tanti e tanti nostri fratelli, che pure conosciamo come zelanti,
non abbiano il loro «c spirito di forza », che
Dio ha loro dato.
Ma ormai c tardi. I più lontani debbono
ripartir per primi; gli altri R seguiranno
fra poco.
A sera, dopo le 20,30, il pastore Teod.
Salma intrattiene ancora, chi è rimasto e ha
ancora voglia di ascoltare, intorno agli ultimi e più interessanti casi di conversioni
al protestantesimo. Passano sotto gli occhi
degli astanti le figure di Pierre Emmanuel,
di Padre Padrosa, del gruppo della « Espe
l ance Chrétienne », del gruppo dei « Be
reani », gli ex-cattoRci francesi ritornati al
la Bibbia, le diecine di migRaia di conver
liti del Brasile, e così via... La grazia di
Dio non si stanca di chiamare alla fede gli
smini...
0
I risultati del Convegno? Noi non organizziamo dei convegni per vederne, subito,
i « risultati », Questi risultati, se ci sono,
basta che R possa vedere Iddio. Resta pei
' nostra debolezza umana, l’apprezzabile
conclusione, l’affermazione pubblica della
nostra fede, l’acqua smossa deU’indifferenza, dell’ateismo, del torpore spiritualeQuando questo si verifica in modo visibile
alFoccltio umano, noi abbiamo già il massimo che si possa immaginare, di ricompense. E’ l’approvazione del Padre sulla fatica deUe nostre mani; è la risposta che
ben sappiamo dare:
« non a noi, o Signore, non a noi, ma al
Tuo Nome dai gloria, o Signore! »
Uno che c’era.
I LIBRI
THEO PREISS: La vie en Christ — Editions Delachaux et Niestlé - Neuchâtel.
Questo volume di circa 200 pagine si apre
con una chiara e istruttiva introduzione di
Roger Mehl, che vuol essere al tempo stesso un caldo omaggio alla memoria del teologo francese Théo Preiss e una utile preparazione alla lettura degli studi che seguiranno.
Si tratta, infatti, di una raccolta dei più
importanti lavori di Teologia biblica pubblicati dal Preiss in varie riviste teologiche
e non di un’opera unica su di un determinato argomento. Ciò non toglie assolutamente nulla al pregio di una raccolta che
sarà letta e meditata col più grande interesse da tutti i cultori di teologia biblica
e specialmente da quanti, come il Preiss
stesso, hanno vivo il senso dell’attualità
della teologia e sanno che, nel grande dialogo come nel grande conflitto delle conoscenze umane, la voce del teologo non ha
nulla di anacronistico, anzi s’inserisce nella realtà nuda e cruda dei fatti storici e li
valuta aUa luce della Parola e del giudizio
di Dio. Del resto, anche se si tratta di una
varietà di argomenti studiati ed esposti col
fine acume teologico di Théo Preiss, si può
affermare che essi si ricollegano tutti ad
un unico centro d’interesse: la cristologia
del Figliuol dell’Uomo. Gli articoli sono
talvolta degli studi teologici propriamente
detti, altre volte si tratta di scritti di circostanza: sé diverso è il livello scientifico
negli uni e negli altri, l’ispirazione è la
stessa, si ritrovano gli stessi temi e la stessa sicurezza di giudizio, il medesimo senso delle formule esatte e decisive.
Il-tema generale della « vita in Cristo »
è il filo conduttore che accompagna anche
i lettori nel corso delle loro riflessioni; la
teologia del Nuovo Testamento è studiata
nel suo aspetto escatologico ed etico. Théo
Preiss è continuamente preoccupalo di agganciare il secondo di questi due termini
al primo: il Cristianesimo sociale ha la
sua funzione alla sola condizione che « l’etica sociale sìa. fondata su di una speranza
escatologica ». Al pericolo dì una mistica
cristiana troppo od esclusivamente soggettiva, sempre in pericolo di farci scivolare
verso una forma di auto perfezionismo o di
spiritualismo neoplatonico, Preiss oppone
in termini chiari ed energici l’insegnamento neotestamentario della giustificazione
per opera di Cristo, nostro sostituto e nostro difensore.
Una lettura, questa, che fa pensare, che
irrobustisce lo spirito e la fede.
e. r.
ERNEST CHRISTEN: Schweitzer l’Afri-'
cain — 4.a edizione rinnovata, con illustrazioni inedite. Editions Labor et Fides - Ginevra ■ 24 Bourg de Four — prez.
zo fr. sv. 6,75.
In questi ultimi anni, il grande medico,'
missionario, teologo e musicista A. Schweitzer è stato rievocato in molte biografie e
forse, tra non molto, anche un film ci farà
conoscere la sua meravigliosa attività fi
,1
4
4 —
lantropica e scientifica. La putólicazione
dell’opera del Christen in quarta edizione
non fa che confermare quanto questo libro
sia stato gradito e con quale alto interesse
sia stato letto dagli adulti e dai giovani.
Dopo averlo già additato una prima volta
al nostro pubblico valdese, lo raccomandiamo ancora come « buona lettura » a tutti e speriamo che possa trovar posto in
molte biblioteche.
Cottvttto Maschile Valdese - Torre Pellico
RUTH PAXSON: La ricchezza, il cammino e il combattimento del cristiano
Edizioni Biginelli — Via Vittorio Veneto 120 — Arezzo — pagine 219 - Lire 500.
11 titolo del libro non fa pensare ad un
commentario biblico; invece esso è proprio un commentario della lettera di san
Paolo agli Efesini, cosi ricca di contenuto
dottrinale e di insegnamenti per la vita
cristiana. Divisa in tre parti, che sono appunto la ricchezza, il cammino ed il combattimento del cristiano, l’opera si rivela
utile ad una • buona conoscenza deUa lettera mostolica e ajlo sviluppo della vita
cristiana personale, ojtre che ad una sene
di studi su questa parte del nuovo testamento. . 1,
Insieme con il commentano, 1 editore
invia due opuscoletti: Il contadino sapiente di M. L. Calassi e Credere... e poi? di
E. Aebi.
J J. VON ALLMEN : Maris et femmes d’après St. Paul — Editions Delachaux et
Niestlé — Neucbâfel — fr. sv. 3,90.
Dal 15 luglio in poi il Convitto
Maschile Valdese accoglie ragazzi pei
le ripetizioni in vista degli esami di
riparazione o per un periodo di vacanze estive. Offriamo loro un vitto
sano e variato, un ambiente di famiglia, la sorveglianza durante le ore
di studio e ricreazione, ampi locali e un vasto campo da gioco. In
Torre Pellice, amena località a 516
m. ai piedi delle Alpi, grazioso centro climatico estivo ed invernale, è
possibile trovare esperti insegnanti
in ogni materia di studio per lezioni
private a miti pretese.
. Anche durante l’intero amie scolastico il Convitto accoglie ragazzi
di ogni confessione religiosa, che frequentino le scuole elementari, o la
Scuola Media e il Ginnasio Liceo
classico pareggiato valdese o la Scuola di Avviamento Professionale.
Per informazioni e iscrizioni sia
per il periodo estivo che per quello
invernale, rivolgersi subito alla Direzione del Convitto Maschile Valdese — TORRE PELLICE (Toiino)
— che sarà lieta di rispondere personalmente con ogni schiarimento
ed indicando anche i nomi delie famiglie degli ■ attuali convittori residenti nelle varie città d’Italia per
eventuali referenze.
Il venerdì santo abbiamo ricevuto quali
membri di Chiesa tre catecumeni di quarto
anno : Benecchio Maria Ròsa, Morel Ilda
e' Rivoira Renato. Mentre; ci rallegriamo di
averli accolti nella comunità rorenga, non
cessiamo di intercedere per loro affinchè
siano tralci sempre più attaccati alla vite,
nella comunione sempre più gioiosa col
loro Salvatore Gesù Cristo. La domenica
di Pasqua si è avuto il consueto, tradizionale affollamento dei parrocchiani, una
larga partecipazione alla santa cena ed un
coro molto apprezzato diretto magistralmente dall’Ing. Maestro Rodolfo Windsor,
ospite della parrocchia, per le riparazioni
degli armonium e piano del Concistoro e
di privati. Siamo lieti di esprimergli la nostra più viva riconoscenza per la sua apprezzata collaborazione.
Desideriamo inviare, tramite l’Eco, un
saluto molto affettuoso ai nostri ammalati
rorenghi: Tourn Eli, attualmente convalescente, Wanda Mourglia degente all’ospedale di Luserna, Gianni Tourn B., gravemente infermo all’ospedale di Torino, per
il quale i medici curanti si prodigano con
abnegazione straordinaria, amici e sconosciuti seguono con simpatia il doloroso caso, nel segno della fraternità e della Carità
cristiana. Alla madre che da mesi non abbandona la sua creatura inviamo il nostro
saluto molto affettuoso.
AVVISI ECONOMICI
Nella nota serie dei « Cahiers théologiques » della casa editrice svizzera e apparso questo volumetto intieramente dedicato,
come dice il suo titolo, allo studio dei rapporü matrimoniali, secondo l’insegnamento
dell’apostolo Paolo. Ñon a caso e stato
scelto questo apostolo, a preferenza dei
Vangeli stessi, i» quanto egli tratta nelle
sue epistole di molti fatti attinenti al matrimonio: amore, relazioni sessuali, situazione della coppia davanti a Dio, adulterio, divorzio, celibato, maternità, figliuoli
ecc. ecc. ,
Lo studio del fatto matrimoniale e delle
sue ripercussioni nella vita familiare, ^a
dal punto di vista sociale che spirituale, ha
prèso particolare rilievo in questi ultimi
anni nella mente di molti pensatori, specialmente di molti teologi, preoccupati di
considerare il matrimonio alla luce della
Parola di Dio e di stabilire, per quanto
possibile, una dottrina cristiana del malrimoni(^. Compito ñon sempre facile, ma
pure ricco di interesse. Il Past, J. J. von
Allmen, dottore di teologia, ha affrontato
quel problema e ne ha pubblicato il risultato in sei capitoli così disposti! L homme et la femme devant le mariage La
constitution du couple — La portée typologique du couple — L’indissolubilité du
couple =. Le couple et ses enfants Le
couple chrétien dans le monde.
Lo studio di un tale argomento porta facilmente a delle considerazioni o a' delle
deduzioni anche troppo personali e soggettive. Una nota degli editori lascia appunto all’autore del fascicolo « la responsabilité de certains développements de sa
pensée ». Tuttavia U libro costituisce un
serio tentativo di ricostruire la dottrina'
cristiana del matrimonio, secondo S. Paolo, e fornisce gli elementi per un rigoroso
esame di uno dei problemi più delicati del
nostro tempo. La posizione dell’autore è
chiara sull’indissolubilità dell’unione matrimoniale, che non può neppure essere
dj&finitivamente infranta dall’adulterio ;
contro il matrimunio dei divorziali, contri il disordine coniugale che mette la
Chiesa stessa in un grave pericolo. E’ necessario ricordare che il fascicolo è un piccolo trattato teologico, non un opuscolo
popolare. e, r.
La voce delle Comunità
Pramollo
Un nuovo fitcolare si è aperto ultima
mente nella grande famiglia della nostra
chiesa. E’ quello creato da Livio Jahier
(Ciotti) e Ivonne Beux (Pellenchi), unitisi
in matrimonio il giorno 5 aprile.
Rinnoviamo a questi due giovani sposi
le nostre felicitazioni e l’augurio di ogni
benedizione e di ogni gioia nel Signore.
La sera del giovedì santo è stata presen
tata al S. Battesimo la piccola Ivette di Er
minio e Irene Sappe della Ruata.
Il Signore la benedica e la prepari a di
ventare un giorno un membro zelante del
la sua chiesa.
naldo. Possa essere vera anche per loro la
parola degli Atti degli Apostoli: «Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che erano sulla via della salvazione ». Come d’abitudine, nel pomeriggio di quel giorno, l’Unione delle Madri di
S. Secondo ha offerto ai giovani confermati- un ricevimento di carattere familiare.
Belle assemblee la sera del giovedì a Pinerolo, il venerdì santo a S. Secondo, la
domenica di Pasqua nel tempio ricolmo di
adoratori. Un tempo di grazia da parte di
Dio e. Io voglia ciascuno di noi, un tempo
di rinnovata consacrazione a Lui nel servizio della fede e della ubbidienza cristiana.
Il giorno 26 e 27 Aprile abbiamo avuto
la visita della filodrammatica torinese al
centro di Rorà ed alle Fucine. L’accoglienza riservata loro dagli unionisti dei
due quartieri è il segno migliore dell’apprezzamento per la visita dei nostri amici
di Torino. 11 sabato sera la compagnia ha
recitato al Centro con alcune brillanti coni,
medie alternate da canzoni moderne cantate da Nora Anseimo, vivamente applaudita dai rorenghi. La domenica pomeriggio, alle 15,30, nella scuola delle Fucine,
i torinesi hanno tenuto la loro seconda
rappresentazione, entusiasticamente applau.
diti dal pubblico. Siamo lieti di ringraziarli, in modo speciale Franco Rostagno presidente dell’unione e attore dalle lisorse
straordinarie. L’esito delle due recite completato dalle lotterie gentilmente lanciate
dai torinesi e con materiale torinese, è stato soddisfacente. Li attendiamo per l’estate
assieme al regista Franz.
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Al culto della domenica di Pasqua, otto
giovani hanno fatto la loro confermazione.
Essi sono: Beux Oreste, Bouchard Elisa,
Long Alberto, Long Luciano, Menusan Renato, Peyronel Enzo, Plavan Anita e Sappe
Adriana.
Possano essi rimanere fedeli alle promesse fatte e sia loro concesso di sperimentare
tutte quelle gioie che il Signore largisce a
coloro che lo servono con sincerità e con
amore.
— Il giorno 14 Aprile si sono uniti in
matrimonio nella chiesa di Pinerolo Bouchard Bivi Michele e Chiapperò Rosa. L’augurio cristiano è un augurio di fedeltà e
di solidarietà sul fondamento della fede
in Cristo.
I nostri scomparsi.
All’alba del 16 aprile ha terminato la
sua giornata terrena Plavan Giovanni Pietro, di Pomeano' all’età di 85 anni. Egli
non aveva mai conosciuto che cosa '’tiol dire essere indisposti; il primo male che lo
ha colpito lo ha condotto alla tomba. Per
lunghi anni « consigliere comunale », egli
lascia un vivo ricordo di sè.
Alla sua famiglia ed a tutti i suoi numerosi parenti noi rinnoviamo l’espressione
della nostra viva e sincera simpatia cristia
— Battesimi: Serafino Adolfo di Ettore
e di Garro Renata, Borgio Eros Ferruccio
di Lorenzo e di Ribet Renata, Geymonat
Paola di Emilio e di Balmas Clementina,
Rostan Renzo Remigio di Bruno e di Breuza Livia. « Padri, non provocate ad ira i
vostri figliuoli, ma allevateli in disciplina
e in ammonizione del Signore » (S. Paolo).
— Nell’assenza del Pastore, il culto del
20 Aprile è stato presieduto dal Past. emerito G. Bertinatti che vivamente ringraziamo.
na.
Una nuova libreria
- -Come è stato già comunicato, è stata inaugurata in Roma la Libreria di Cultura Religiosa.
Nel dialogo che si è iniziato fra le confessioni cristiane in vista di una più limpida e unitaria delineazione del mes.saggio
cristiano nel mondo,
La Libreria di Cultura Religiosa
si propone di presentare una visuale critica
del problema religioso nelle diverse tendenze del pensiero attuale.
La Libreria offre agli Istituti di Cultura,
alle Biblioteche, alle Librerie, agli studiosi, sia opere di alta specializzazione teologica, sia opere di diverso livello culturale,
scritte da uomini rappresentativi delle correnti più significative, che affrontano il
problema religioso nei suoi vari aspetti, nel
tentativo di comprendere lo spirito della
nostra epoca alle sue scaturigini più profonde nell’anelito di stimolare delle impostazioni rinnovatrici del vivere individuale
e collettivo.
La Libreria è concessionaria esclusiva per
l’Italia di alcune importanti Case Estere
(Delachaux et Niestlé, Labor et Fides, La
Concorde), depositaria di varie edizioni
(Evangelischer Verlag, Zwingli Verlag,
Gotthelf Verlag, La Baconnière; ecc.) e può
offrire opere della Morcelliana, di Laterza, Sansoni, Bocca, Nuova Italia, Comunità, Einaudi ecc.
E’ in corso di compilazione un elenco
delle opere più importanti che potrà essere
inviato a richiesta.
Nei giorni 29 e 30 marzo abbiamo avutp
tra di noi gli studenti della Società Missionaria « Fra del Torno ». Le notizie che ci
hanno portato dell’opera delle Missioni ci
hanno molto interessato e li ringraziamo
della loro visita.
Abbiamo pure accompagnato alla sua ultima dimora terrena la spoglia mortale di
Jahier Luigia Ved., del Ciotti. Essa ci ha lasciato all’età di 76 anni, dopo una lunga in.
fermità e dopo lunghe sofferenze da lei
accettate e sopportate con molta fede e con
grande rassegnazione cristiana. Per esperienza sapeva che è vero ciò che. diceva 1 apostolo « che dobbiamo entrare nel regno
di Dio attraverso a molte tribolazioni »,
ma con lui poteva ancora dire « noi siamo
più che vincitori, in virtù di Colui che ci
Ila amati ».
Al figlio, che già prima ha avuto il dolore di perdere la sua compagna, alla figlia
ed a tutti i parenti rinnoviamo i sensi della
nostra fraterna solidarietà.
Una bella gita è stata fatta dalle mamme.
Esse si sono recate a Bobbio Pellice la domenica 27 aprile, dove sono state accolte
con molta cordialità e con molto affetto.
Dopo di aver preso parte al culto ed aver
visitato Sibaud è stato loro offerto dall Unione locale delle Mamme un magnifico e
squisito trattenimento. Le poche ore a disposizione sono state presto trascorse, ma
il ricordo della bella giornata passata insieme è rimasto vivamente impresso in
tutti i cuori.
Grazie ancora di tutto cuore, care sorelle
di Bobbio, e arrivederci presto un’altra
volta ancora, a Pramollo speriamo.
— Si ricorda thè il Bazar a favore delle
opere della Chiesa avrà luogo, D. v., domenica 18 maggio con apertura alle ore
15. Tutti sono invitati cordialmente a sostenere questa iniziativa.
— Domenica prossima 11 maggio: Culto
dedicato alla madre ed alla famiglia cristiana. Nel pomeriggio, alle ore 15, le Unioni femminili di Pinerolo e S. Secondo
sono invitate a riunirsi nei locali della
Chiesa per un trattenimento offerto dalla
Unione Cadetta.
San Germano Chisone
Domenica 18 maggio, ore 14,30
Vendita di beneficenza
a favore del costituendo fondo pér
la costruzione della nuova GRANDE
SALA per le attività giovanili e sociali della Chiesa.
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Rorà
Nel mese di Marzo il Signor Aldo Farese, anziano della chiesa di Torre ha presieduto un culto domenicale e anche la
riunione mensile delle madri del quartiere delle Fucine con un messaggio ed una
conversazione essenzialmente pratica e di
grande utilità. Gli siamo riconoscenti per
la sua visita, sempre molto apprezzata
dai rorenghi.
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Pinerolo
La Chiesa ha, vissuto delle belle giornate
in occasione dei culti celebrati nel corso
della settimana santa e frequentati da un
largo stuolo di fedeli. La Domenica delle
Palme, tredici catecumeni sono stati accolti in modo più intimo e più personale nella Chiesa: Balmas Edda, Borno Albertino,
Cardon Laura, Don Bruno, Ferrerò Dario,
Forneron Frida, Geymonat Renata, Long
Marina, Montaldo Pietrina, Paschetto Hda,
Poet Attilio, Romano Ernesto, Stallè Ri
Nel mese di Aprile sono stati celebrati
i seguenti battesimi: Rivoira Vilma di Enrico (Fucine), Rivoira Nelly di Bartolomeo (Fucine), Tourn Liliana di Ermanno
(Rumè), Mourglia Wanda di Amedeo (Fucine), Durand Valdino di Vladimiro (Rumè). Ci rallegriamo che questi due quartieri, Fucine e Rumè diano il buon esempio nel campo demografico mentre altri
quartieri vedono diminuire paurosamente
il numero degli abitanti. Che il Signore
benedica le creature per le quali abbiamo
invocato l’assistenza da alto e sostenga i
genitori per l’adempimento del loro dovere di educatori e padri al tempo stesso.
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