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(To-.'^hd) Tonn^ rsLLic:
DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa faldese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVII - N. 18
Una copia L> 30
ABBONAMENTI
1 Eco-. L. 1.000 per rintano \ Eco e La Luce: L. 1500 per l’interno | Spediz. abb. postale - Il Grappo I TORRE PELLICE 3 iMg^o 1
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1957
•17557
LA QUESTIONE VITALE I Protestanti francesi
di fronte al dramma algerino
Si è parlato, in questi ultimi giorni, di una questione che molti giudicano «vitale»: U mantenimento
della pace o, per lo meno, dello status
quo nel Medio Oriente, oscurato da
nubi minacciose.
Il piccolo stato della Giordania
stato al centro di molte discussioni
e di una notevole attività politica sul
piano internazionale. In sè, cóme
nazione, la Giordania conta poco: un
milione e mezzo di abitanti sono una
ben piccola entità e sembra davvero
strano che per la sua situazione il
mondo politico e militare debba agitarsi in modo piuttosto allarmante.
In realtà, la posta in gioco non è
tanto la Giordania e neppure il trono del suo giovane sovrano, ma l’equilibrio nel Medio Oriente, con tutti
i pericoli che ciò comporta per la
pace mondiale.
In questo momento, le due nazioni
maggiormente interessate e impegnate in quella dtHìcile situazione
sono gli Stati Uniti e la Russia. Le
confuse vicende in cm^o sono, forse,
Toccasione di una prova di forza tra
questi due blocchi politici e militari,
ambedue preoccupati di esercitare
sul Medio Oriente la loro influenza
con pressioni ideologiche, nazionaliste, economiche, più o meno nascoste, più o meno evidenti. Nessuna
seria previsione può esser fatta in
questo momento sugli sviluppi che
gli avvenimenti possono assumere.
DifHcilmente un conflitto in quella
zona potrebbe esser confinato negli
Stati arabi che già oggi sono sotto
l’influenza o della Russia p degli Stati Uniti. Vi sono troppi interessi in
giuoco, non ultimi il possesso di vastissime riserve di pe^olio, di cui
rOccidente ha bisogno“ e gli Sforzi
che si compiono per disporre dei popoli mussulmani in favore dell’uno
o dell’altro dei due blocchi politici.
Il Medio Oriente, i cui movimenti
hanno ripercussioni assai lontane,
ben oltre i confini nazionali dei ¡pòpoli che lo abitano, costituisce in
questo momento una questione c vitale»; potremmo senz’altro dire una
questione d’interesse mondiale.
o economico quanto d’ordine morale.
Si ha un bel dire che l’energia nucleare è una delle maggiore conquiste
del nostro tempo e che, lungi dall’essere fonte di terrore per gli uomini,
potrebbe in breve trasformare, migliorandola e potenziandola, la faccia della terra. Tutto sta a vedere se,
al cosidetto progresso tecnico e scientifico, corrisponderà un progresso
morale, un senso sempre più chiaro
della volontà di Dio, che è volontà
di giustizia e di pace. La nostra generazione non ci fornisce grandi motivi di ottimismo; e, d’altra parte,
nei piani di Dio come la Bibbia li
lascia intravedere, non sembra che il
futuro dell’umanità possa essere garantito da un sempre più grande benessere materiale, frutto succulento
della tecnica e delle sue infinite applicazioni.
Dietro le grandi parole più o meno
umanitarie del nostro tempo e dietro
le grandi conquiste dell’era atomica,
la volontà dell’uomo rimane sempre
la stessa; orgogliosa, violenta, assertrice dei propri diritti, indipendente
da Dio. La questitìne svitale», peiv
tanto, si pone del /continuo davanti
a noi, non sul piaìko deUa strategia
politica o della saépaxa, umana, ma
sul piano deUa noima responsabilità
davanti a Dio ed a/m uomini. E’ una
questione di ravvedimento e di fede;
è il problema del nòstro rinnovamento in Cristo.
Nessuno di noi sa fino a qual punto o in quale misi^ i cristiani potranno rinnovare il-mondo o cambiare il corso degli et^nti. Ma ognuno
di noi sa che Dio chiama ad essere un uomo « nuov^-» .in Cristo cd a
compiere la propri* srivezza «con timore e tremore ». Dgnuno di noi sa
che, qualsiasi piegq gli avvenimenti
possano prendere, la Parola di Dio
rimane vera nei suoi accenti di grazia e di giudizio. Ni^ possiamo fare
altro che proclamalfa, con la certezza che Dio vigila, iàpn per il nastro
male, ma per il nostro bene. Perchè
gli uomini debbono riconoscere qual’è
la parola che sussiste, dice l’Eterno:
« LA MIA O LA LORO ».
ERM/^NNO ROSTAN
Gli avvenimenti che si svolgono attualmente nelPAfrica del Nord ed i problemi
che ne derivano, sono stati esaminati nel
corso di uno scambio di vedute fra rappresentanti delle Chiese protestanti dell’Africa
del Nord e della Francia svoltosi dal 25 al
27 gennaio, a Parigi, sotto la presidenza
del pastore Marc Boegner, presidente della Federazione protestante di Francia. E’
stata la quinta volta, dal 1953, che rapjwesentanti delle Chiese d’Algeria, del Marocco e della Tunisia, si sono incontrati con
rappresentanti del Consiglio della Federazione protestante di Francia per delle
« giornate di studi nord-africani ».
Ecco in riassunto le conclusioni alle quali sono giunti i partecipanti a queste « giornate » secondo quanto ne ha scritto il settimanale protestante francese « Réforme »:
TentBxionil SBÌBnÈchG
Gesù disse a Pietro : i/attene via da meT^atana, tu mi sei di scandalo CMatteo 16 : 23)
Ma un problema di ancor più grandi proporzioni è stato posto di fronte
all’attenzione dei popoli in quest’ultima settimana, da uomini di fede e
d’azione cristiana.
Dal suo lontano ospedale di Lambarene, nel Congo Belga, il medico m^
sionario Alberto Schweitzer, premio
Nobel per la pace, ha inviato un appello di estrema gravità contro l’uso
delle bombe atomiche. L’appello è
stato successivamente trasmesso in
norvegese, francese, tedesco, inglese
e russo, dalla Radio di Oslo. « Le nùbi radioattive, — egli ha detto, —
sono costantemente portate dai venti attorno al globo e parte del pulviscolo, per suo proprio peso, o perchè
trascinato giù dalla pioggia, dalla
neve, o dalla formazione di banchi
di nebbia o dalla rugiada, cade sulla
superficie dura della terra,_ o ntó fiumi o negli oceani ». Perciò, gli elementi radioattivi presenti nell’erba
dei prati vengono ingeriti dagli animali e trasmessi all’uomo che si ciba
del loro latte o della loro carne, con
effetti degenerativi drf sangue, dei
tessuti ossei e sopratutto delle cellule
degli organi della riproduzione. Proprio in questi giorni, i giornali di
tutto il mondo hanno dimostrato
quanto sia attuale l’allarme del dotL
Schweitzer, diffondendo la notizia di
piogge radioattive, duvute agli esperimenti sovietici, su tutta la Francia. _ . .
Il messaggio del medico missionario si conclude con un accorato appello ai popoli ed ai governi: «Ndi
siamo minacciati dal più grave e dal
più terribile pericolo. In ogni caso,
l’America, la Russia e l’Inghilterra
non fanno che ripetere che è loro volontà raggiungere un accordo che
ponga fine alle esplosioni sperimentali di armi atomiche; ma nello stesso tempo esse dichiarano che non
possono sospendere le esperienze
stesse, fino a che non sarà raggiunto
un accordo del genere. Ma perché i
tre governi non raggiimgono im accordo? ».
♦
Quest’ultima, inquietante domanda, richiama i popoli e noi a quella
che è la questione «vitale»: una
questione non tanto d’ordine politico
Più volte ed in più modi Cristo
aveva affermato di essere venuto su
questa terra per dar la sua vita per
noi; ma i suoi-discepoli non sembravano dar peso a queste affermazioni.
Era difficile, per dei Giudei, che
aspettavano un messia Re dei re.
Sovrano che avrebbe esteso il suo
Regno fino alle estremità della terra, afferrare un mnanamente appaiente capovolgimento di scopo! Più
tardi l’Apostolo Paolo, nella prima
lettera ai Corinzi 1: 23, scriveva che
questa cosa era: cc Di scundaio oi
Giudei e per i Gentili, pazzia ».
Per causa di questa incomprensione si può arguire come Simon
Pietro, ad una più specifica e chiara dichiarazione di Cristo sull’argomento, fosse portato a reagire. Glielo consentì forse anche l’infatuazione recatagli dall’episodio che si legge nel br^mo precedente a quello del
quale parliamo; ed è tutt’altro da
escludere, l’affezione fortemente
sincera che il Discepolo aveva per
il suo divino Maestro.
Pietro trasse in disparte Cristo,
quasi volesse non essere udito dagli
altri; la sua naturale impulsività lo
portava ad esprimersi in tono di
rimprovero (così asseriscono tanto
Matteo che Marco). Il Signore, « voitandosi e guardando i discepoli —
precisa Marco — disse a Pietro:
Vattene via da me. Satana; tu mi
sei di scandalo! » (Matteo 16: 23).
In quel che Pietro gli aveva detto: a Questo non ti avverrà maty>.
Cristo comprese che Satana stesso
si era valso di Pietro, per distoglierlo nel sacrificio deUa croce. Per il
Divino Spirito di Cristo non erano
le sofferenze fisiche che l’angosciavano, ma il « jard peccato » ! Impregnarsi delle sozzure, delle brutalità
umane (2 Corinzi 5: 21; Isaia 53:
5). Era la ripugnanza, il senso di distacco dal Padre, che nel Getsemani lo condussero ad implorare: « Se
è possibile, passi da me questo <mlice » ; e sul Golgota : « Dio mio,
Dio mio, perchè mi hai abbandonato? »
Ma il « Vaitene via da me. Satana! » fu il preludio del superamento e deUa vittoria.
Da quanto abbiamo esposto noi
potremmo trarre riffessioni di vario
genere ed utilità; ne accenneremo
r.
una che non siamo soliti di considerare con l’attenzione che richiede.
Il Tentatore fe§e dell’affezione
fente- e sine«ra’fl^ie*Ì*ietro aveva per
il suo Maetro, un mezzo per cercare di disto^iere Cristo dal pompiere il sacrificio di redenzione,
compimento della missione affidatagli dal Padre.
E’ in questo, che sorge tm problema d’importanza. Dunque Satana per allontanarci dalla volontà di
Dio, non si serve soltanto di tutto
quello che in noi purtroppo U male possiede, ma del bene. Così fece
anche nell’Eden: si valse di ciò che
era bello, buono, nutrimento d’intelUgenza (Genesi 3: 6).
Più si ha orrore di ciò che sentiamo essere peccato, più il Tentatore usa l’astuzia d’infettare quel
tanto di ben© che possediamo.
Ecco, ad esempio, il bello infettarsi nell’arte di amoralità e storture di pensiero; la bontà divenire
debolezza; il rispetto della libertà
personale nei bambini, portare a
vederli crescere senza capacità di
controllarsi; l’intelligenza fiorire
l’orgoglio; la religione, inquinarsi
di fariseismo, superstizione, deviazione; lo zelo, divenire fanatismo
fino al delitto; la sincerità farsi spudorata ed a poco a poco narcotizzare la coscienza. E quel che stupisce,
è che chi cade in questi tranelli,
molto spesso è convintissimo di aver
fatto un progresso nell’impostamento del proprio pensare ed agire!
Ci sono questi pericoli anche in
senso collettivo. C’è in questi nostri
tempi un’ondata di sentimenti ecumenici, comunitari, attivistici, per
togliere tante barriere che dividono
individui e popoli e stabilire una
aperta, buona fraternità. Tutto ciò
è bello, buono, intelligente. Ma è
necessario stare in guardia; perchè
se le tentazioni si manifestano per gli
individui, a maggior ragione il Tentatore ha interesse d’inquinare le
comunità e le lettere apostoliche
sono li anche per direi die Satana
non pose tempo in mezzo per portar confusioni, deviazioni e mali
nelle Chiese nascenti. Tornando all’oggi, qua e là si sentono affermazioni e si pubblicano scritti di credenti, che a poco, a poco, senza
forse accorgersene, tendono ad impostare una reRgiosità al minimo
denominatore comune, tratto dalle
religioni più note.
Concludendo, stiamo saldi nel non
cadere nella tentazione, che in modo chiaro distinguiamo come un
male; ma siamo vigilanti nelle subdole, belle, buone, intelligenti tentazioni.
Abbiamo accennato all’Unità cristiana e va bene, ma essa non può
attuarsi che in Cristo (Ev. : Giovanni 14: 20). Non un Cristo a nostro
piacimento, valorizzato in quel che
ci è simpatico e sfrondato di tutto
il resto.
E’ giusto, e secondo la brama di
Cristo, quel che scriveva Paolo ai
Romani: « Se possibile per quanto
dipende da voi, vivete in pace con
tutti gli uomini » (Romani 12: 18).
E questo sia, ma l’insegnamento di
Cristo sia religioso, morale, sociale
e trascendentale non consente compromessi, sentimentalismi, adattamenti, menomazioni od aggiunte.
Esige una fedeltà assoluta.
Ed allora, che fare? Una cosa
dobbiamo: andare avanti nella vta
stretta e nei momenti ardui ricordarci del Salmista che implorava:
« Conducimi alla rocca ch’è troppo
alta per me » (Salmo 61: 2). D Signore sarà il nostro aiuto; ed un
giorno vedremo come neUa sua misericordia, Egli ci avrà avvolti nel
manto non della nostra, ma della
sua Giustizia, (da Isaia 61: 10).
Virgilio Sommani
« Malgrado la partenza di nn c«to numero dei suoi membri, la vocazione delle
Chiese dell’Africa del Nord di rendere testimonianza a Cristo Gesù rimane più imperiosa che mai. Esse debbono rispondere
a questa vocazione collaborando strettamente con le Missioni e restando largamente aperte ai cristiani di ogni denominazione e di ogni nazionalità. Coloro che rimangono nell’Africa del Nord debbono assumere insieme la responsabilità della vita
e dell’azione delle loro Chiese. Che essi si
sentano certi della fedele intercessione e
della solidarietà dei loro fratelli del territorio metropolitano.
« Le Chiese cristiane del Marocco e della Tunisia ritengono che la libertà religiosa continuerà ad essere assicurata secondo
la Carta universale dei Diritti dell’uomo, il
che implica, fra le altre, la libertà di espressione e di conversazione.
« Per quel che concerne l’Algeria, i partecipanti hanno ritenuto di non potersi
pronunciare su una soluzione politica concreta. Essi auspicano però che quella che
veirà realizzata, la cui efScacia dipenderà
in larga misura dal clima di pacificazione
che sarà stato possibile instaurare, potrà
permettere di intraprendere una azione di
ricostruzione e la realizzazione di un avvenire nel quale le parole giustizia, dignità,
libertà e pace, traducono per tutti gli Algerini una realtà vlSB«à;
« L’azione da compiere nd campo ectìnomico e sociale non può essere condotta a
buon fine con le forze della Francia metropolitana, dell’Algeria, della Tunisia e del
Marocco. Essa esige uno sforzo di solidarietà dell’insieme del mondo e particolarmente dei paesi europei. 1 francesi del territorio metropolitano e dell’Afrh» del Nord
dovranno accettare dei duri sacrifici che i
partecipanti alle giornate di studio chiedono di compiere in uno spirito di dovere
civico implicito nella fedeltà cristiana ».
Il comunicato si conclude indirizzandosi
alle Chiese del territorio metropolitano,
chiamandole ad « accogliere e facilitare la
installazione dei loro correligionari che
siano costretti a lasciare l’Africa » ed a
« preoccuparsi ancora più seriamente dei
Nord-Africani stabilitisi in Francia ».
(S. OE. P. I.).
UN SALUTO
Il Pastore Silvio Long sta per partire alla volta dell’Uruguay, dopo un
lungo soggiorno in Italia. Durante la
sua ptermanenza in Italia è stato
molto attivo ed ha visitato quasi tutte le nostre chiese.
Mentre egli, con la sua Signora, lascia le Valli, gli rivolgiamo un saluto cordiale e riconoscente.
Il Signore li accompagni durante il
loro viaggio e conceda loro di rientrare nella loro chiesa e nella loro
famiglia con un buon ricordo degli
amici rimasti in patria e con le forze
necessarie per riprendere il loro lavoro.
Buon viaggio, caro amico! Al tuo
arrivo in Uruguay, reca il nostro fraterno saluto ai Valdesi di quelle comunità, unite a noi nella fede e nella
perseveranza cristiana. Red.
VOUS VOUS préoccupez de beaucoup de choses, préoccupez-vous
louf d'abord de l'amour chrélien. L'œuvre la plus excellenle
au monde, c'esl d'apprendre è aimer. Aimer largement c'est vivre
largement.
H. DRUMMOND
2
2 —
L’ECO DELLE. VALLI VALDESI
MATRIMONI MISTI
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{¡uesto artìcolo è dedicato all’esaine del matriinonio misto nella Ohiesa Cattolica
Uffiicialmente la Chiesa di Roma
non permette la celebrazione di un
ntatrimonio nel quale uno dei due
sposi non sia cattolico, o per lo meno
non sia stato battezzato in quella
Chiesa.
Sempre per il fatto di cui abbiamo
già parlato, che il matrimonio è considerato un sacramento e non può
quindi essere amministrato ad un eretico o ad un infedele.
Posizione di principe coraggiosa e
coerente. Senonchè... anche pericolosa
assai, poiché quei molti che non hanno un legame particolarmente stretto
con la loro Chiesa, ma si sentono tuttavia cristiani, accetterebbero di far
benedire il matrimonio in una Chiesa
anche se non cattolica ed il numero
dei matrimoni che sfuggono alla Chiesa di Roma aumenterebbe sensibilmente ancora.
Ragioni di questo genere sono probabilmente alla base deU’istituto del
matrimonio con dispensa celebrato in
sacrestia.
La dispensa, che il parroco richiede
in Vaticano indica il carattere eccezionale della coîicessione, e la, celebrazione nella sacrestia ne fa un matrimonio, in realtà non religioso, nd. quale la Chiesa non dà nulla e non si compromette per nulla, ma può richiedere
agli sposi degli impegni gravi e vincolanti.
L’unica cosa, infatti, che la Chiesa
di Roma concede in questo caso è
la « presenza materiale del parroco cattolico », per il resto ecco quale è la prima « cautela » che il parroco deve osservare :
Specificando che il prete non fa altro
che « assistere » a tale matrimonio, la
bolla papale (Pio VI, 13 Luglio 1782,
in vigore fino a tutt’oggi) continua : «/«
primo luogo (U sacerdote avrà cura)
di non assistere a tale matrimonio in
luogo sacro, e di non indossare alcun
abito portato per i riti sacri, e di non
recitare sugli sposi alcuna preghiera
ecclesiastica, e di non benedirli in alcun modo ».
Non è difficile vedere come si è
avuto cura di togliere ogni e qualsiasi
carattere religioso alla cerimonia, non
solo per quel che riguarda la sostanza
del rito, ma anche solo la sua forma
(paramenti ecclesiastici, proibizione
agli sposi di entrare in Chiesa, ma
svolgimento del rito nella sacrestia
ecc.).
Più grave ancora è la mancanza degli elementi spirituali del matrimonio
per cui in realtà esso non è più cristiano di quello celebrato davanti al Sindaco, anzi direi di più: mentre il secondo è chiaramente civile senza alcuna pretesa religiosa, il matrimonio
in sacrestia, a causa della vicinanza
della chiesa e della presenza del sacerdote, si presta all’equivoco; anzi, si
direbbe fatto apposta per incoraggiarlo.
Ma l’equivoco viene pagato caro
dagli sposi. ;
Che cosa^sono
le “ cauzioni „
Ecco, infatti, il testo delle « Cauzioni che debbono essere date da entrambi gli sposi per ottenere la dispensa dell’impedimento di mista religione o di disparità di culto » :
Per la parte cattolica
Io sottoscritto di religione Cattolica, prossimo a contrarre matrimonio
con... di religione... toccando il S.
Vangelo dichiaro e giuro :
£a Paiola della olla
La felicità
con il procurar la pace
« Beati quelli che s’adoperano alla pace, perchè
essi saranno chiamati figliuoli di Dio ».
■ (Matteo 5: 9)
Il problema delle lotte amane è vecchio quanto l’uomo. Esso cominciò sui confini del Giardino di Eden, quando Caino, spinto dalla gelosia,^ uccise suo fratello Abele. Gli uomini combattevano, allora come
oggi; perchè la lotta è innata in loro.
Qualcuno ha fatto osservare ehe negli ultimi quattromila anni,
vi sono stati meno di trecento anni di pace. Perfino i più ottimisti
sono costretti ad ammettere che una tale frenesia di distruzione è il
segno che qualcosa è sostanzialmente sconvolto nel mondo.
Se un abitante di Marte fosse mandato sulla Terra per scoprirvi
***®”^® umana, la più importante occupazione, dovrebbe
dichiarare ih perfetta buona fede che la guerra è la nostra industria
più fiorente. Egli riferirebbe che le nazioni dei mondo rivaleggiano fra
di loro nella corsa agli armamenti più micidiali ed agli eserciti più
numerosi.
Ma perchè, dopo tanti millenni di vita su questo pianeta, la razza
umana non è dessa più vicina alla pace di quanto non lo fossero le
tribù guerriere della storia antica? — Qui sta il fatto: non possiamo
avere alcuna vera pace sulla terra, iintanto che non abhiam pace con
Dio.
La pace non è semplicemente il cessare delle ostilità, il momentaneo arresto in una guerra fredda in atto; è qualche cosa di più
positivo. E’ una relazione dell’uomo con Dio.
La Bibbia dice : « Ma ora, in Cristo Gesù, voi che già eravate
loritani, siete stati avvicina,ti mediante il sangue di Cristo. Poiché è
Lui ch’è la nostra pace; Lui, che dei due popoli ne ha fatto uno solo...
Poiché, per mezzo di Lui, e gli uni e gli altri abbiamo accesso al
Padre in un medesimo Spirito». (Efesini 2: 13-18).
Ho visto in Inghilterra un quadro commovnte: esso rappresentava un soldato mandato al fronte per riparare delle linee di comunicazione. Il messaggio che doveva essere trasmesso per quelle linee
poteva^ salvare la vita di centinaia, forse di migliaia d’uomini. Egli
trovò il posto dove il filo era rotto, ma non aveva nulla per saldarlo.
Allora, mentre le bombe gli scoppiavano intorno, egli prese neila mano
sinistra un’estremità del cavo rotto e, estendendo la destra, ne afferrò
l’altra estremità, ristabilendo cosi il contatto. Cotesto drammatico
quadro portava come titolo : « Trasmesso ! ».
Cristo, con la Sua morte sulla croce, ha ristabilito il contatto fra
Dio e l’ùomo. « Egli è la nostra pace ». Coloro ch’eran lontani sono
avvicinati... Egli ci ha dato accesso al Padre...
Gesù non lasciò una eredità materiale ai suoi discepoli. Tutte le
sostanze che possedeva alla sua morte, erano : una tunica, che fu data
ai soldati romani; sua Madre, Ch’Egli affidò a Giovanni; il Suo corpo,
che consegnò a Giuseppe da Arimatea; ed il Suo Spirito, che tornò
a Suo Padre.
Ma Egli legò ai Suoi discepoli qualcosa di più prezioso dell’oro,
di più duraturo che il possesso di grandi poderi, di più desiderabile
ehe palazzi di marmo — Egli diede loro la sua pace. Egli dice i « Io vi
lascio pace; vi dò la Mia pace. Io non vi dò come il mondo dà. Il
vostro cuore_ non sia turbato e non si sgomenti ». ( Giov. 14: 27 ).
Nella misura in cui noi conosciamo, e Lui, e la pace ch’Egli dà,
noi potremo procurar la pace... ed Egli ha promesso la felicità a chi
si « adopera alla pace » !
Billy Graham
(«Il segreto della felicità» trad. 1. m.)
1. Farò battezzare ed anche educare nella religione:^ttolica tutti i figli
e le figlie che awb dalla smia unione
con detta mia sposa;
2. Non mi presenterò nè prima nè
poi per un simile atto di Matrimònio
dinnanzi al minisòro di culto non Cattolico; .
3. Esigerò piena libertà per me e
per i miei figliuoli nel praticare la religione Cattolica.
4. Procurerò, per quanto potrò, la
conversione della mia sposa alla religione (Cattolica.
In fede di qu^ta mia giurata promessa mi sottoscrìvo.
Per la parte non l^tolica
Io sottoscritta 'di religione.. prossima a contrarre^^matrimonio con.....
di religione Catfblica, prometto con
giuramento nel Santo Nome di Dio:
1. di far battezzare tutti i figli e tutte le figlie che a-^ò dalla mia unione
con detto mio sposo;
2. Di lasciar libero il mio sposo nella professione della sua fede (Cattolica;
3. Di non presentarmi mai per questo mio matrimonio al ministro di
culto non cattolico.
Tanto promettOi e giuro di osservare nel Nome Santè di Dio, ed in fede
di questa mia giurata promessa firmo
il presente atto.
Questo documento non viene conservato negli archivi della Parrocchia,
ma viene allegato all’atto di matrimonio trasmesso al Municipio e di lì in
tribimale. In conseguenza di ciò la
mancata osservanza di uno solo degli
impegni giurati e sottoscritti può portare aH’annullamento del matrimonio,
anche dopo molti anni, od anche nel
caso in cui vi siano già nati dei figliuoli.
E fatto che molti di noi conoscono
dei matrimoni misti, celebrati in sacrestia, nei quali gli impegni non sono
stati osservati senza che il matrimonio
stesso sia stato annullato, non vuol
dire altro, > se non she; nessuno ne ha
chiesto l’annullamento, il quale, legalmente, potrebbe ancora essere chiesto ed ottenuto! •.
Ma anche a parte questa spada di
Damocle che gli sposi , si sospendono
sulla testa, altre conseguenze gravi e
serie nascono inevitabilmente dalla
firma di questo atto.
Una situazione
anormale
Esso rende insuperabili e definitive
le differenze che esistono fra le due fedi, rendendo vano tutto il terreno comune che la comune fede in Gesù Cristo lascia sussistere anche nel caso di
un matrimonio misto. E tutti noi che
siamo sposati da alcuni anni sappiamo quanto spesso la unione essenziale
è quella della fede e che solo .essa permette di superare delle difficoltà e risolvere dei problemi gravi e delicati
della vita familiare.
Ora, questa unità, già gravemente
compromessa dalla differenza di molti e fondamentali elementi, è assolutamente negata e distrutta dalle «Cauzioni».
Questo può essere particolarmente
visibile nel momento stesso del matrimonio, alla fine del quale, la parte
cattolica, dopo aver nuovamente promesso di fare tutto il possibile per la
conversione dell’acattolico, può essere
ammessa alla confessione e ricevere
la Cbmunione, mentre lo sposo o la
sposa acattolica aspettano... in sacrestia, naturalmente!
. Se l’evangelico è il marito, egli rinunzia alla direzione della famiglia
che sarà, in pratica, assunta dal direttore spirituale per mezzo del confessionale, e potete star sicuri che si farà di tutto per ottenerne il massimo
risultato.
Se invece la sposa è evangelica, essa si impegna a fare ogni giorno violenza alla sua fede per l’educazione
dei figli, ai quali dovrà insegnare pre
1^ ne chandelle qui ne peut éclairer
une pièce risque fort de ne pas
briller dans une autre. Si vous ne
brillez pas dans votre maison, si votre père et votre mère, votre soeur
et votre frère, et même le chat et
le chien qui sont dans la maison,
ne sont pas rendus meilleurs et plus
heureux du fait que vous êtes chrétiens, alors il est permis de se déni amie r .si vous Vêtes.
J. H. Taylor.
ghiere che essa stessa non direbbe mai
e delle dottrine che non ha ritenuto di
poter abbracciare essa stessa.
Dovrà quindi spingere i suoi figli su
quella via dalla quale, non ostante
tutto, essa ha creduto giusto e necessario dissentire.
Quale maggiore prova di questa per
una madre?
In ogni caso si verificherà una inevitabile frattura nel confronto dei figli ai quali si insegnerà che il padre
o la madre sono fuori della Chiesa,
e nella mente del fanciullo la constatazione che uno dei genitori sbaglia
continuamente su certi argomenti distrugge molto facilmente la fiducia che
dovrebbe avere in lui anche per tutte
le altre cose.
Infine, passando dal piano famiglia
a quello più spirituale della propria
vocazione religiosa è ben chiaro che
l’evangelico vi abdica in pieno rinunziando ad ogni testimonianza resa all’Evangelo ed accettando che l’altro
faccia invece ogni sforzo per condurlo
dalla sua parte.
Se questo non è una abiura formale, esso è però una infedeltà al proprio dovere.
Non deve quindi stupire che i (Concistori sentano di dover considerare
questo aspetto del problema alla luce
di una disciplina ecclesiastica, guidati
da un senso di carità fraterna ma anche di coerenza con la fede della Chiesa.
Franco Davite
Diffondendo
la Sacra Scrittura
Dall’ultima circolare del Past. Guido
Miegge, direttore della Libreria Sacre Scritture (Società Biblica Britannica e Forestiera) di Roma, stralciamo queste righe:
Ci sono oggi centinaia di uomini, e anche diverse donne, che rivendono, offrono,
fanno conoscere la Sacra Bibbia, e che costituiscono per noi una fonte di vero incoraggiamento quando consideriamo le cifre
che rappresentano la circolazione di questo antico, eterno e preziosissimo Libro.
Esso si presenta in veste tipografica umile,
e talvolta come un semplice libretto, un
Vangelo, una lettera, talvolta come un migliaio di pagine o più, pigiate in una copertina nera, enigmatico all’aspetto, difficile da decidere ove iniziarne la lettura.
Ma nelle mani di questi venditori va per
la sua via, perchè essi lo portano anzitutto
nel loro cuore; perchè ha trasformato la
loro vita e ha dato ad essa un significato. La
vita è oggi per quasi tutti altrettanto enigmatica quanto un numero di pagine, i giorni della nostra esistenza, pigiate in una copertina nera, le ansietà dell’avvenire comune. Solo colui che porta questo mistero
nel cuore e lo offre al suo prossimo con
atto di fede e di gioia trova il vero significato dell’esistenza.
Questo Libro apre i cuori: dalle molte
lettere che riceviamo vogliamo citare solo
pochissimo. Perchè comunque non ricordare colui che si reca d’inverno su di un
monte dove la gente pratica gli sport invernali e trova, in un osservatorio dello
forze aeree un esperto di radar inteso a
leggere proprio quella Bibbia che stava por
offrirgli, e che lo incoraggia e lo rivolgo
ad altri?
Perchè non parlare della gioia che prova
un altro venditore che sente una voce cantare inni sacri mentre passa davanti a un
villaggio... non è quella la voce di quei
tale che un tempo era dedito al bere e che,
datosi alla lettura della Bibbia ora ha cambiato la sua esistenza?
E chi non si commuoverebbe al racconto
della giovinetta che sogna e ritrova per
quel sogno la Bibbia che i genitori le avevano nascosta nel pagliaio? Con che gioia
se la legge ora alla luce di una piccola lampada !
E che dire del giovane che siede nel rosso tramonto mentre guarda il mare e preg.a
per le anime dei naviganti che hanno da
lui compralo la Bibbia e che ora la leggono
mentre la schiuma della scia si colora nel
cadente sole?
Mancheremmo al nostro dovere se qui
mancasse la nota delle statistiche; abbiamo
nel 1956 venduto ben diecimila volumi c
volumetti di più che nell’anno precedente;
in tutto più di 10.000 Bibbie complete, più
di 6.000 Testamenti e quasi 142.000 volumetti di Vangeli e altre singole parti della
Bibbia. Sono cifre cospicue e noi sappiamo
che vi collaborano molte persone e parecchie organizzazioni; perchè noi siamo soltanto editori e il lavoro della diffusione ci
limitiamo a incoraggiarlo.
Il Pastore emerito Gioiiaooi Crilli
Ci è giunta la notizia della morte
di un vecchio Pastore Valdese, Giovanni Grilli, deceduto il giorno di
Pasqua a Lugano, all’età di 92 anni.
Poche settimane ' or sono tornando
dall’Olanda, il Moderatore aveva
avuto l’occasione di visitarlo e di recargli un messaggio di augurio e di
saltito da parte della Chiesa.
Giovanni Grilli nacque a Prali il
18 Dicembre 1865; compì i suoi studi
presso la Scuola Latina di Pomaretto e poi presso il Ginnasio Liceo di
Torre Pellice. Successivamente si licenziò in teologia presso la Facoltà
Valdese di Pirenzè ed ottenne il Dottorato in filosofia presso l’Università
di Berlino. Conoscendo bene tre lingue, cioè l’inglesé, il francese ed il
tedesco, compì varie missioni rappresentando la Chiesa Valdese all’estero, particolarmente in Germania ed
in Svizzera.
Ci è impossibile in questo momento, e ne siamo sinceramente spiacenti, parlare di lui e del suo ministero
pastorale. Vorremmo che qualche
Pastore anziano lo facesse ricordando qualche aspetto o qualche episodio di una vita così lunga, dedicata
al servizio del Signore e della Chiesa. Ci limiteremo a ricordare che egli
fu consacrato Pastore nel 1893 e lavorò a Milanò dal 1893 al 1895, ad
Ancona dal 1895 al 1898, a Chieti e
Borrello (negli Abruzzi) dal 1898 al
1906, a Pisa dal 1906 al 1908, a Livorno dal 1908 al 1913, a Firenze (Via
Manzoni) dal 1913 al 1915, a Como
dal 1915 al 1923, a Lugano dal 1923
al 1935, nel quale anno venne emeritato.
Come si vede, varie sono state le
tappe del suo lungo ministero pastorale e varie pure sono le chiese che
egli contribuì ad edificare in Cristo.
Da pochi anni il redattore di questo
breve articolo era Pastore quando
Giovanni Grilli entrò nella categoria dei Pastori emeriti; e da allora
in poi non ebbe più l’occasione di incontrarlo. Siamo, però, sicuri che
molti, nella Chiesa Valdese, lo ricorderanno e rivolgeranno alla sua me
moria un cristiano saluto, grati per
l’opera da lui fedelmente compiuta
nella vigna del Signore.
Egli ci ha lasciati, saturo d’anni e
d’esperienze, ed ha certamente risposto alla divina chiamata con la
serena fiducia del credente, la cui
speranza non sarà confusa, perchè
ancorata nelle promesse del Padre
che, in Cristo Gesù, ci ha destinati a
ricevere una eredità « incorruttibile,
immacolata ed immarcescibile, conservata nei cieli per noi ».
Alla vedova ed ai tre figli. Renato,
Graziella e Paolo, esprimiamo la nostra cristiana simpatia ed il nostro
fraterno augurio di bene, nel Signore. Red.
Pro^ Valli
Per segnalazioni terreni, case da
vendere o acquistare, informazioni
varie concernenti le Valli, rivolgersi:
CASA VALDESE
Signora Selma Longo
Torre Pellice
3
I
L’ECO DELLE VAÍXl VALDESI
— S
PER GLI AGRICOLTORI DELtk VÀLLI VALDESI
r
iSi.
In. un libro che tratta delle Alpi
piemontesi, il noto geografo francese Raoul Blanchard scrive a pro
posilo degli abitanti di queste regioni :« ce paysan est peu accessible au
progrès et son individualisme de possédant le mure dans la routine ».
E’ giusta quest’opinione? Anche i
montanari valdesi sono fra questi
contadini che vogliono ignorare il
progresso? Non lo credo: lo dico, non
tanto per conciliarmi gli eventuali
lettori, ma perchè molti sono i fatti
che provano il contrario. Ad esempio, citerò la latteria sociale sorta a
Bobbio Penice, pochi mesi fa.
Non sarà, però, inutile andare a
vedere ciò che fanno gli altri, più avanti di noi sulla via del progresso
Vi invito dunque ad un viaggio: andremo in Austria, al seguito di una
missione di montanari del Queyras,
tanto simili a quelli delle nostre valli.
Andiamo sulle Alpi austriache dove, durante Tinvemo (da 5 a 6 mesi!),
il montanaro è bloccato in casa, spesso lontana dal villaggio. Poche sono
le strade ed impraticabili d’inverno,
sicché le merci vengono trasportate
a mezzo di teleferiche. Per nutrire il
bestiame, il principale alimento sono
il fieno e l’erba conservata in « silo». Per completare il quadro, diremo ancora che piove spesso durante
la fienagione. E se aggiungiamo che
per andare a cercare l’erba il monta»
naro deve talvolta servirsi di corde
se non vuole scivolare nel fondo valle, concluderemo che le condizioni di
lavoro in queste regioni non sono mi
gliori di quelle esistenti alle Valli.
Ma. a differenza di ciò che spesso si
verifica nelle Valli, le terre sono tutte raggruppate intorno alla casa, il
che costituisce un vantaggio non trascurabile.
Miglioramenti
cara tterlstici
Quali sono i più importanti miglioramenti che si possono osservare su
quelle montagne? Ecco la risposta,
formulata in tre punti:
— produzione intensiva delfierba;
— allevamento controllato;
— meccanizzazione.
A. La produzione intensiva dell’erba.
La produzione dell’erba viene fatta;
a) su prati di breve durata (2 o 3
anni) che danno i foraggi artificiali con rendimento di 4 tonn. in 3 tagli;
b ) su prati di lunga durata che vengono falciati; rendimento di 3 tonn.
all’ettaro. Da notare che le praterie
sono migliorate più con la concimazione che per semina di sementi adatte. Però si fanno anche studi e
ricerche per selezionare le migliori
sementi.
c) su erbai di lunga durata: è stato notato che la produzione è più
forte sui vecchi erbai (più di 10 anni). E’ da rilevare che la rotazione
del bestiame ha molta importanza:
infatti, i migliori risultati sono ottenuti quando gli animali non sostano
più di 2 giorni nello stesso recinto
(con una superficie di 4 aree per ogni
mucca). Si è calcolato anche che l’erba deve essere mangiata soltf dopo
un periodo di vegetazione dai 20 ai
30 giorni.
d) su alpeggi: in Austria, l’alpeggio non è una ricchezza abbandonata. Anzi, si vedono teleferiche che
vanno dalla fattoria all’alpe: servono per trasportare il fieno, i concimi... (anche nelle Valli, si scorgono
funicolari). Con lo spargimento del
letame, coi concimi chimici e con
cure continue, i risultati sono soddisfacenti.
Dopo aver detto come l’erba è prodotta, insisteremo un po’ sui metodi
di miglioramento dei prati, I montati ari austriaci utilizzano:
a) il colaticcio di stalla e il letame :
Esistono in ogni fattoria dei letamai e delle fosse a colaticcio. Spesso
anche, si vedono installazioni che
permettono di spargere il colaticcio
sotto pressione e teleferiche per trasportare il letame.
Generalmente, il colaticcio viene
mescolato al momento dello spargimento con un letame senza paglia,
molto decomposto, e con 5 volumi ^11
Ad un giovane Valdese di Marsiglia, abbiamo chiesto di riassumere per gli agricoltori ed i
montanari Valdesi le sue impressioni su di un viaggio nelle Alpi austriache. Egli lo ha latto volentieri, malgrado certe difficoltà linguistiche fe
licemente superate, e di ciò gli siamo
molto grati. Vorremmo ora invitare
gii esponenti della Scuola Valdese di
Agricoitura, i tecnici della coltivazione dei prati e dell’allevamento del
bestiame, ad intervenire in questa
conversazione ehe si apre nell’interesse delle nostre Valli. Saranno accolti con favore i pareri di quanti, fra
i nostri agricoltori Valdesi, desiderano
esprimere il loro pensiero. Red.
Montanari Valdesi al lavoro nei campi della Balziglia.
Prati e bestiame nelle zone di montagna
acqua. Questa «zuppa» è sparsa 3
volte: in Marzo, in Luglio e a fine
Agosto, sulle praterie e anche sugli
alpeggi, nella misura di 400 ettolitri
all’ettaro. Invece, è raro lo spargimento del letame solo.
b) la calcinazione: a causa della
frequente utilizzazione di concimi
chimici e della reazione generalmente acida delle terre, si procede alla
calcinazione ogni 34 anni (dose: 1
tonn. all’ettaro).
c) i concimi minerali: sono molto
utilizzati perchè la loro azione completa quella del letame. Un anno su
quattro, si procede allo spargimento
(su un ettaro) di:
150 chilog. di nitrato
400 chilog. di perfosfato
150-200 chilog. di cloruro di potassa.
Riassumendo, diremo che il metodo generalmente in uso per fertilizzare i prati è il seguente (dose all’ettaro) :
1" anno: 10.000 chilog. di letame
2» anno: 1.000 chilog. di calce, più
300 chilog. di scorie
3" anno : 400 ettolitri di colaticcio ( 1
volume di colaticcio con 5 volumi
d’acqua) sparsi in 3 annaffiature;
in Marzo, sulla neve; in Luglio
dopo la la falciatura; a fine Ago
sto, dopo il 2» taglio
4» anno: 150 chilog. di nitrato; 400
chilog. di perfosfato; 200 chilog
di cloruro.
I risultati sono eloquenti: fácil
mente, i rendimenti sono di 7 a 8
tonnellate all’ettaro. La fertilizzazione permette di raddoppiare il rendimento dei prati (da 40 a 80 quintali)
e di triplicare quello degli alpeggi
(da 20 a 60 q.).
Ma non basta selezionare le sementi o spargere concimi: diverse cure
sono ancora necessarie. Citeremo ad
esempio :
— tagliare l’erba al momento giusto,
cioè quando fiorisce: infatti, sarà
migliore -ed il *2* fieno più abbondante;
— in primavera, rotolamento dei prati per evitare lo sradicamento dell’erba dovuto al disgelo.
Dopo la produzione dell’erba, vediamo ora la sua utilizzazione. La danno al bestiame sia in erba, sia in
fieno, sia ancora e sempre più in foraggio fresco conservato in «silo». Infatti, la conservazione in « silo » con
acido formico va sviluppandosi: ogni
fattoria ha costruito 2 o 3 « silo »
dai 10 ai 12 M3. Cosi praticando, si
può anche fare a meno degii alimenti concentrati, e questo senza infiuenza dannosa sulla produzione del latte (media annuale; 3.000 litri).
Dal bestiame
alla fattoria
B. L’allevamento in Austria.
a) organizzazione deH’allevamento ;
Miglioramenti anche nell’allevamento si possono scoprire nelle montagne austriache. Infatti, una rigorosa selezione degli animali viene eseguita in base ad un controllo del
latte, ad uno studio della genealogia,
alla scelta dei tori.
Sindacati di allevatori sono metodicamente organizzati, così come i
concorsi ed anche le vendite all’asta
degli alpeggi.
L’igiene delle stalle e dell’alimentazione, la lotta contro le malattie,
l’inseminazione artificiale : anche
queste sono pratiche delle quali i
montàhari austriaci conoscono tutta
l’importanza.
In quanto all’organizzazione delle
vendite degli animali, in Austria pensano che i negozianti non curano
troppo il miglioramento del bestiame. Cosicché sono allestite vendite
collettive all’asta. Solo le bestie da
carne e di 2a qualità possono essere
vendute liberamente a qualsiasi negoziante. Ma è proibito ad un membro del sindacato degli allevatori di
vendere un animale iscrìtto, se non
tramite l’organismo sindacale.
Notìzie dalle Valli Valdesi
Pinerolo
Un gruppo assai numeroso di fedeli ha partecipato ogni sera della
Settimana Santa ai brevi culti liturgici, per mezzo dei quali sì è voluto
seguire in preghiera e con la lettura
di brani scelti della Sacra Scrittura
gli eventi della Passione di Cristo.
Ringraziamo anche sinceramente le
crganiste per la loro collaborazione
apprezzata, tanto nei culti serali
quanto a Pasqua.
Le assemblee raccolte attorno alla
Santa Cena sono state veramente
numerose, il giovedì, il Venerdì Santo e la Domenica di Pasqua. In occasione di quest’ultimo culto, la Chiesa si è di nuovo riempita; i nuovi
ammessi hanno celebrato in gruppo
la Santa Cena; la Corale, diretta dal
la sig.na Elda Turck, ha cantato un
coro di circostanza.
Rimanga in tutti il benefico ricordo di quanto il Signore ci ha dato in
una settimana di bella attività cnstiana, per l’approfondimento della
nostra comunione con le sofferenze
di Gesù Cristo e con la sua risurrezione gloriosa.
Domenica, 28 aprile, a San Secom
do ha avuto luogo il culto alle ore io
in concomitanza con il Convegno giovanile.
Angrogna (Serre)
Un buon gruppo di catecumeni domenica 14 corr. ha confermato la
propria fede; Coisson Franca (Chan->
foran). Gamba Franco (Figeyrousa),
Long Delio (Ciotta), Miegge Lidia
(Ponte Barfè), Odin Carlo (Serre),
Pons Corrado (Rivoires), Pons Elda
(Rivoires), Ricca Alfredo (Ricca),
Ricca Valdo (Ricca). Il Signore confermi Lui stesso la loro fede, e la
renda perseverante e gioiosa. Il culto di confermazione, come gli altri
culti della Settimana Santa, al Serre ed a Pradeltomo, sono stati veramente culti della comunità, tutta
riunita e raccolta nell’ascolto e nel
l’adorazione della grande opera di
Dio, annunciata dalla Parola e dalla Cena del Signore. E’ stata ima
vera e profonda gioia, che abbiamo
tutti sentito e che nessuna considerazione sulla partecipazione delle
« grandi occasioni » può soffocare e
strapparci. Ne ringraziamo il Signore come del Suo dono, in questo gioioso tempo di Pasqua. La Corale ha
rallegrato i culti della Domenica
delle Palme e di Pasqua con due
begli inni di adorazione : ne siamo
profondamente riconoscenti.
R o r à
La comunità rorenga ha accolto
con gioia due nuovi membri: Adolfo
Rìvoira e Rosetta Morel nel giorno
del Venerdì Santo, al culto mattutino.
Una numerosa assemblea ha preso parte alla cerimonia, seguita dalla
Santa Cena.
Siamo lieti che il Venerdì Santo
sia sempre più considerato al suo
giusto valore e che la comunità, anziché recarsi al mercato ricordi nella
chiesa la morte del Salvatore.
Abbiamo trascorso la pomata santa con un gruppo di giovani ed ex
catecumeni in un clima di canto e di
allegrezza cristiana.
Domandiamo a Dio di benedire i
nostri cateciuneni e di fortificarli
nella lotta quotidiana.
Il giorno di Pasqua abbiamo potute fraternizzare con molti rorenghi
lontani e trascorrere una lieta serata con un simpatico programma preparato dai bambini e dai catecumeni.
Ringraziamo gli organizzatori della
serata ed il gruppo dei bravi attori
ed attrici in erba.
A tutti i rorenghi e amici di Rorà
inviamo un grazie di cuore per gli auguri inviatici e che ci hanno molto
rallegrato.
Recentemente è deceduto a Luserna Mourglia Cademio dojK) lunghe
sofferenze.
Nella pienezza delle sue forze è
stato stroncato dal male. Il servizio
funebre è stato motivo di testimonianza cristiana per la famiglia nonché per gli estranei.
Inviamo alla famipia la nostra
parola di simpatia cristiana.
b) allevamento all’aria aperta:
Ora, sono quasi certo di far nascere sulle labbra del lettore un sorriso
di scetticismo! Infatti parlerò di un
metodo rivoluzionario; l’allevamento
all’aria aperta, anche d’inverno!
Dopo numerose osservazioni e diversi esperimenti in regioni dove nevica forte e con temperature d’inverno dai —15 ai —20», si è giunti
alla conclusione che il freddo non ha
infiuenza nè sull’alimentazione del
bestiame, nè sulla produzione del latte, a condizione però che gli animali sitino progressivamente acclimatati. Perciò i vitelli passano l’inverno
sotto a semplici tettoie, protetti solo
dal vento e dalla neve. Alle stalle,
tolgono prima le finestre, poi le porte ed infine il muro lato Sud, trasformando così le stalle in tettoie.
Questo metodo, però, presenta un
inconveniente: non per gli animali
(che sono più sani), ma... per la gente
che patisce il freddo.
C. Meccanizzazione della fattoria.
Anche nel lavoro sui campi, si è
dovuto ricorrere alla meccanizzazione. Però per mancanza di strade e
a causa della forte inclinazione delle terre, l’utilizzazione del trattore,
ad esempio, è diflìcUe. Perciò si lavora spesso col verricello: da notare
che il lavoro è fatto di modo che la
terra sia riportata più in alto quando passa l’attrezzo tirato su dal cavo.
Ma quando la pendenza dei terreni
non è troppo forte, si può anche impiegare la moto-falciatrice. Alla fattoria, troviamo spesso im piccolo laboratorio con diversi attrezzi: sega
meccanica, tornio...
Conclusione
E’ finito 11 viaggio. Certo che, per
molti nostri lettori, le cose viste o
udite non saranno state tutte novità :
penso, ad esempio, alle numerose teleferiche in servizio nelle Valli. Sono
un segno, fra tanti altri, che anche
i Valdesi hanno imboccato la via
del progresso che, speriamolo, li condurrà ad un maggiore benessere con
minor fatica.
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tissimo negozio commestibili e generi vari in Luserna San Giovanni.
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4
4 —
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I
Colonie e Campi Cadetti
LE VACANZE
dei vostri bambini
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12 giugno - 3 luglio: CAMPO PER RAGAZZE E RAGAZZI BISOGNOSI DI ARIA DI MONTAGNA — Direttore: Past. Alberto Taccia — Tema: quello dei cadetti — Quota per tutto il campo: L. 10.000
Non è ammessa la partecipazione a solo parte del campo. Età: 13-16
anni.
15 giugno - 3 luglio: CAMPO CADETTI (13-16 anni) — Direttore.
Past. Alberto Taccia — Tema: «Noi e i Cattolici» — 1» periodo:
15-24 giugno; 2» periodo: 24 giugno - 3 luglio — Quota di partecipazione a ciascun periodo: L. 7.200. E’ possibile partecipare ad uno dei
due periodi del campo, come a tutti e due.
Le iscrizioni vanno fatte alla Segreterìa d’Agape, Ferrerò per Frali
(Torino) al più presto possibile. All’atto dell’iscrizione occorre versare
una caparra di lire 1.000 ed in più una quota d’iscrizione di L. 600 per
posta, programma, ecc.
Fer i campi cadetti il limite d’età è 13-16 anni compiuti.
Eventuali facilitazioni possono essere fatte, in caso di bisogno e
dietro raccomandazione di persone conosciute.
Per qualsiasi altra informazione scrivere alla Segreteria di Agape,
Ferrerò per Frali (Torino).
BORGIO VEREZZI (Savona)
Colonia Marina
I. Turno, Maschi, 13 Giugno - 6 Luglio, 24 posti.
II. Turno, Femminile, 9 Luglio - 1» Agosto, 24 posti.
III. Turno, Maschi, 6 Agosto - 30 Agosto, 24 posti.
IV. Turno, Femmine, 3 Settembre - 25 Settembre, 24 posti.
Ogni domanda deve indicare chiaramente nome, cognome e indirizzo del mittente. Le domande vanno presentate alla « Commissione
Colonie Valdesi », Via Pio V, 15, Torino, entro il 30 Maggio, corredate da tutti i documenti di rito. Chi desidera mandare la domanda
prima, può farlo, purché i documenti siano consegnati non più tardi
del 30 Maggio. Possono essere accettati soltanto i nati fra il 1945 e
il 31-12-1950. L’elenco dei documenti necessari può essere richiesto allo
stesso indirizzo. E’ necessario un certificato del pastore.
EGRA’
Colonia Montana m. 1150
I. Turno, Maschi, 25 Giugno - 20 Luglio - 30 posti.
II. Turno, Femmine, 24 Luglio ■ 19 Agosto - 30 posti.
Questa colonia, in zona di salubre clima montano nelle alte Valli
Valdesi, si raccomanda specialmente al ragazzi e bambine delle nostre
chiese di città. Le modalità di ammissione e iscrizione sono le stesse
che per la Colonia Marina di Borgio Verezzi. Le domande e i documenti di rito vanno presentati non oltre il 30. Maggio. Per informazioni e iscrizioni scrivere impersonalmente a « COMMISSIONE COLONIE VALDESI» Via Pio V, 15, Torino (305). •
CASA VALDESE DI VALLECROSIA
Programma estivo 1957:
Colonie Marine: 3-30 giugno - turno misto.
1-28 luglio - turno misto.
Quota: L. 2.000 iscrizione più retta giornaliera libera,
secondo le personali possibilità.
Campo Cadetti: 3-30 giugno: campo ragazzi.
1-28 luglio: campo giovinette, 25 posti.
12-27 agosto: campo ragazzi, 25 posti.
Quota: L. 1.000 iscrizione più L. 600 giornaliere in
giugno e luglio, L. 700 in agosto. N. B.: Il campo di
giugno è «di riposo», senza programma.
Avvertenze: Tutti i campi hanno l’uso delle installazioni al mare,
hanno una direzione resp. di gruppo, svolgono un programma dettar
gliato. Per ulteriori informazioni: CASA VALDESE, Vallecrosia (Imperia).
Dalla Comunità di Milano
Domenica 3 marzo il collo è stato presiednto dal Pastore Silvio Long il quale ci
ha anche parlato, il giorno seguente, sul
protestantesimo nel Sud America ed in
modo particolare sull’opera della chiesa
Valdese in Uruguay ed in Argentina. La
conversazione è stata notevolmente interessante. I presenti hanno chiesto che fosse
inviato Un telegramma alla Conferenza Distrettuale del Sud America che proprio in
quei giorni era radunata.
Certamente questi contatti fra le chiese
Valdesi del Sud America e d’Italia debbono esser intensificati per il reciproco bene
spirituale.
Unione Giovanile V<ddese.
L’attività dell’Unione ba continuato regolare; si è ultimato lo studio del libretto
di Lutero : « La libertà del cristiano ». In
una delle ultime riunioni i presenti sono
stati messi in contatto col mondo religioso
tedesco, ascoltandq^Carlo Tagliabue cbe ha
imparato a conoscere molto bene nella sua
lunga permanenza in Germania le attività
reUgiose di quel paese. Il suo esposto è
stato molto interessante.
La sezione filodrammatica dell’Unione è
all’opera per la preparazione di una serata
che, ne siamo certi, sarà non meno interessante di quella offertaci nel passato.
La Lega Femminile.
Le riunioni quindicinali del lunedi si
sono tenute regolarmente e con un buon
numero di presenti. Alla riunione di lunedì 19 Febbraio if pastore Sbaffi di Genova ha parlato delle attività delle sorelle di
Chiesa in Scozia: ne ha parlato con la competenza di chi ha visitato recentemente un
buon numero di attività femminili scozze
si. (pudici giorni dopo il pastore Long
dell’Uruguay ha parlato delle attività femminili di quelle chiese Valdesi. Vi sono
molti punti in comune colla nostra attività; indubbiamente però la situazione locale porta anche a delle notevoli differenze.
Siamo molto grati ai Pastori Sbaffi e Long
per le loro interessanti « causeries ».
Nell’ultima riunione la Signora Isenburg
ha parlato in modo molto interessante della Riforma in Italia. Mentre la ringraziamo per questo studio, ci auguriamo che in
altra occasione essa continui ad illuminarci su problemi storici protestanti. Lunedi
15 Aprile la riunione è stata dedicata alla
festa di Pasqua.
Massel
Une assemblée nombreuse et recueillie a participé aux cultes de la
semaine sainte: le Vendredi Saint
pour la confirmation des catéchumènes et le jour de Pâque pour leur
première communion. C’est avec joie
que l’Eglise a recueilli les témoignages de ses jeunes: Bruna Breuza, Romano Breuza, Maria Micol, Sergio
Micol, Enrico Pons, Rosalba Tron;
leurs promesses puissent-elles être
sincères et manifester une volonté
véritable d’engagement dans l’oeuvre
de Dieu.
La chorale à éxécuté à l’occasion
de ces deux cultes des cantiques de
circonstance.
Nous formulons nos voeux de
prompte guérison pour Pons Itala
qui a été, la veille de Pâque, victime
d’un accident.
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Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955.
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Riduzioni per soggiorni prolungati di meno abbienti.
Sono aperte le iserizioni anche
per il prossimo anno scolastico.
Rette invernali ridotte.
Redattore: Ermanno Rostan
Via dei MiUe, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
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Tipografia Subalpina ■ s. p. a.
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Tor“ P. 6Á0 8:il 9.4Ì 13,33 15.25 17,04 19,12 19.42 20,20 20,59 1,20
Torre P.
Bricb.
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Torino
3,48 4,48 5,40 6,38 8,35 12,24 13,24 16,32 18,05 19,50 21,04
4,01 5,18 5,56 6,53 8,50 12,39 13,39 16,48 18,19 20,06 21,19
4,21 5,31 6,18 7,11 9,08 12,58 13,55 17,06 18,37 20,29 21,35
4,39 5,50 6,49 7,27 9,25 13,19 — 17,35 18,58 21,02
5,23 6,32 7,38 7,54 10,— 14,02 14,16 18,26 19,42 21,55
Ferrovia Bricherasio-Barge e viceversa
BÌIÌE: p. 5,07 5,59 8,02 9,32 13,18 15,18 16,52 19,07 20,14
Barge l. 5.24 6,17 8,20 9,50 13,37 15,39 17,10 19,27 20,33
Barge
Bricb.
p 4,40 5,31 6,29 8^7 12,16 MAO 16,08 17,53 19,37
a. 4,58 5,49 6,48 8,45 12A4 15,07 16,29 18,11 19,55
Tramvia Finerolo-Perosa e viceversa
Pinerolo p.
Porte
S. Germano
VUlar P.
Pinasca
Porosa a.
Pelosa
Pinasca
Villar P.
S. Germano
Porte
Pinerolo
fer fest fer fer fest ¡er fest ftr fer fest fer fest fest fer
4^0 4,35 4,45 6,45 7-— 7,55 8,15 9,30 10,15 11,30 11,40 12,40 13,10 15,05 15,05
4,47 4A6 6,04 7,07 1 8,16 8,34 9,48 10,34 11,50 11,58 13,02 13,29 15,22 15^4
4,54 5,03 6,10 7,15 1 8^2 8,42 9,55 10,42 11,58 12,05 13,10 13,36 15,28 15,32
5,25 5,20 6,17 7,22 7(25 8,30 8A0 10,03 11,— 12,06 12,11 13,40 13,45 15,35 15j40
5,35 5,30 6,27 7,32 — 8,40 9— 10,10 11,10 12,16 12^0 13^0 13A5 15,45 15,52
5,45 5,40 6,37 7,40 — 8A0 9,10 10,20 113 D,25 12,30 14— 14,05 15,55 16,0^
fer fes fer fer fest fer fer fest fer fest fer fest
4,45 4A0 5,55 7 - 7— - 8 - 8,10 9,35 9,45 11,45 H,50
fer fer
16,02 17,50 19,25 20,55
16,22 18,09 19,47 21,17
16,29 18,17 19,55 21,25
16,55 18,25 20,02 21,55
17,07 18,35 20,11 22,05
17,20 18,45 20,20 22,15
4,55 5,01 6,05 7,11 7,10 — 8,11 8,20 9,45 9,55 11,57 12-
5,25 5^0 6,15 7^1 7,19 7,30 8,21 8,30 10,— 10,04 12,07 12,09
5,32 5,27 6,23 7,28 7(25 — 8^8 8,35 10,10 10,10 12,15 12,15
5,39 5,32 6,29 7,35 7ß2 — 8,35 8,42 10,20 10,17 12,28 12,22
6,— 5,50 6,45 7A5 7A0 8 — 8,55 9— 10,40 10,40 12,52 12,40
fer fes t fest
13 — 13,25 14,10
13,10 13,33 14,18
13,40 13,45 14,28
13,47 13,51 14,34
13,54 13,58 14,41
14,15 14,20 15 —
fer fer fer
16—16,15 — 17^5 19—21,15
16,10 — — 17,35 19,10 21,25
16,23 16A5 16,55 17,45 19,20 21,55
16^9 — 17,03 17,52 19,28 22,03
16,36 — 17,11 17,58 19,35 22,10
16,55 17,18 17,35 18,16 19,55 22,30
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• (Caserma BerardI)