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IV i
Spett.
BIBLIOTECA TAI23ESB
TORRE PELLICB r
(Torino)
DELLE mm VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 46
l'nt ropii Lira 30
ABBONAMENTI
Eco: L. 1.300 per rinlerno | Ero e La Luce: L. 1.000 per 1 interno
L. 1.800 per reitero I
L. 2.800 per l’eMero
Spedii, abb. poiUlc ■ 1 Groppo
Cambio d’indirizio lira SO
TORRE PELLICE, 24 novembre 196Í
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17S51
Lutto nazionale
e Congo
Nel Congo, travagliato da rivalità
di razze e di tribù, dove il compito
deirONU appare superiore alle forze di nomini chiamati ad aiutare la
nascita di un giovane Stato, le cui
ricchezze e miserie destano interessi
ed appetiti contrastanti, tredici aviatori italiani, impegnati in ima missione di pace al servizio tleirONU.
sono caduti, vittime innocenti delrodio di razza, trucidati a Kindu.
Sono stati osservati tre giorni di
lutto nazionale in Italia.
Nel corso di una pacifica missione
nel Congo, un aereo italiano, per
circostanze ancora non ben precisale. ha dovuto atterrare nel Tanganicii. Quattro altri aviatori, membri
del!'equipaggio, sono morti. Anche
essi sono caduti nell’adempimento
dei loro dovere di soldati al servizio (leirONU, per la difesa ed il rispeito dei fondamentali valori umani.
❖ ^ ^
Ci inchiniamo reverenti alla me
moria di questi caduti, addolorati
solo (lui fatto che i vivi non .sembrilu- sempre capaci di intendere il sigili ficaio più jirofondo di questo sai ri fido, mostrandosi incapaci di riniriziure a grette e meschine rivendicazioni di benemerenze personali
o di partito.
Ci inchiamo, ripetiamolo, revereali, al vosfietto di questo sacrificio. E vorremmo unire, in questo
allo il reverente omaggio a tutte L
vii lime innocenti dell’odio di razza,
(i è stato ricordato, in questa occasione, che s’è trattato dell’incontrollabile manifestazione di sentimenti
primitivi di tribù selvagge. Non possiaii’.o dimenticar -che queste tribù
che oggi vivono una vita primitiva
hanno... goduto durante decenni dei
henefizi di un’amministrazione cristiana di una nazione cristiana: il
cristiano apostolico romano Belgio.
Non possiamo dimenticare che
mentre le regioni povere del Congo
sono rimaste povere, le regioni ’ ricche' (uranio!) erano sfruttate dai
Bianchi.
Non po.ssiamo dimenticare la segregazione razziale della ’’calvinista?” Sud-Africa.
Diciassette aviatori ’bianchi”, dicius.selte italiani sono caduti, oscuri
e modesti soldati, nel buon combattimento della solidarietà umana che
non conosce barriere di razza e di
confessioni religiose.
Ci sarebbe piaciuto, al posto di
un monumentale tempio votivo, un
ospedale nella giungla del Congo,
dove, un altro dottor Schweitzer
avrebbe accolto i lebbrosi, nel nome
di Cristo.
Go. Cl.
27 dicembre - 6 gennaio
Campo invernale ad Agape
sulla situazione politica italiana
Dal 27 dicembre al 6 gennaio 1962, avrà luogo ad Agape il tradizionale campo invernale che anche quest’anno sarà dedicato allo studio
di un problema di attualità. Il temane sarà infatti. «Italia 1961, mito e
realtà». Con il conchiudersi delle celebrazioni centenarie deU’unità italiana s’è concluso anche un periodo di ripensamento e valutazione della
vita italiana in questo suo secolo di unità.
Ma quale è poi la realtà italiana che sta dietro alle affermazioni
generose e alle frasi latte dalla retorica? Quali sono le forze che veramente guidano la vita italiana, nel più ampio contestò internazionale?
Agape come sempre attenta sul fatto politico e di costume del nostro
tempo, invita tutti i suoi amici e tutti coloro che si interessano dell’argomento a studiare la realtà italiana.
Dei competenti sulla situazione politica italiana saranno chiaroati a
riierire e ad aprire un dibattito che vorrà essere sincero,, spregiudicato,
approfondito. E di questo si sente particolarmente la necessità, in quantr,
non è possibile che l’impegno del cristiano nella vita politica del nostro
tempo si limiti a delle manifestazioni generiche di buona volontà. Senza
conoscenza dei fatti e della realtà politica non è possibile compiere della
scelte vera e quindi agire in modo coerente e costruttivo.
L’interesse di Agape per la situazione del nostro paese proviene dal
vivo senso di solidarietà e di responsabilità cristiana: affinchè il servizio
dei cristiani non sia vago e generico. Occorre dunque conoscere la realta
delle cose come è vista da coloro che sono responsabili della cosa pub
biica. ■ 4.
Per ricevere il programma e per iscrizioni, rivolgersi direttamente
alia Segreteria di Agape - Frali (Torino).
Consigli
Consiglio al vento, predica al deserto, conversazione con i sordi? Può
darsi, ma sento ugualmente il dovere
di rivolgermi per un istante ai nostri
montanari, poiché sono anch’io un
montanaro. L’esodo verso il piano continua, il flusso verso le grandi città
industriali si la sempre più importans, la montagna si spopola ad un ritmo che solo pochi anni fa non sarebbe stato possibile prevedere. Leggo per
esempio che quest’inverno al Paumarat, in quel di Paetto, comune di Ferrerò, rimarrà solo un vecchio, e pensare che durante la mia permanenza
a Ferrerò vi tenevo ancora delle riunioni nella scuoletta: in pochi decenni quale cambiamento!
Per parecchio tempo nelle colonne
dell’Eco delle Valli, specialmente durante il periodo della mia direzione,
ho insistito perchè i nostri contadini
rimanessero fedeli alla loro terra ed
alle loro case. Mi sono convertito cedendo di fronte alle difficoltà ed alle
esigenze della vita moderna.
Però attenti, per favore.
Oggi la congiuntura è propizia, le
nostre industrie vanno bene, i salari
sono discreti, la richiesta di inano
d’opera è continua, sembra che siamo
Uomini e cose del nostro tempo
La Stampa non vuote grane - Marmidone cerca grane
Questo è il primo fatto.
L’insegnante elementare F. Paolo
Niosi. regolarmente eletto consigliere
comunale di Ucria (Sicilia) ed in un
secondo tempo sindaco del comune
stesso, ha visto la sua duplice elezione
contestata dall’assessore deH’Amministrazione civile della Giunta Regionale Siciliana. Del documento ufficiale
diamo i passi essenziali... a In particolare la S. V. in quanto sacerdote
apostata non avrebbe potuto esser
chiamata a ricoprire la carica di consigliere e quindi di sindaco, siccome
disposto dall’art. 5, comma 3, del Concordato 11 febbraio 1929 tra la Chiesa e lo Stato ». Ciò premesso, il competente Assessorato Regionale ha
« diffidato » il signor sindaco, ex sacerdote (owerossia apostata, com’esso
Assessorato più dottamente si esprime) « a voler riunire entro otto giorni
dal ricevimento (della comunicazione),
il Consiglio Comuiude, ponendo aifi ordine del giorno la decadenza ».
Seguono nel testo le consuete minacce in caso di inosservanza ed inadempienza. Che non si tratti di un
atto impulsivo, dovuto a leggerezza
di un fanatico funzionario imprudente è dimostrato daH’aceuratezza delle
indagini svolte daH’Assessorato Regionale, che si è « premurato » di assicurarsi la documentazione giuridicamente efficiente: il giudizio dell’autorità ecclesiastica.
Il settimanale « Il Mondo » riproduce a questo proposito il certificato
Réfugiés au Congo
Alors que le Ruanda-Urundi se fraie
un chemin vers l’indépendance, les
luttes entre les guerriers Watutsi et
leurs anciens serfs, les Bahutu, ont
provoqué un impiortant mouvement de
réfugiés. Selon les estimations officielles, 10.000 dentre eux ont cherché refuge au Congo et en Ouganda, et
40.000 se cachent au Ruanda même.
Pour aider à nourrir ces sa-ns-abri
que la famine guette, le Co^eil oec^
ménique des Eglises a déjà récoM
20.000 dollars (environ 1 million Pr.
belges) qui ont été transmis à la
’’Church Missionary Society (société
missionnaire de l’Eglise anglicane), à
Kampala (Ouganda). Un précédent
appel avait déjà produit 13.000 dollars
versés par les Eglises de Grande-Bretagn et des Etats-Unis.
M. G. Talbot Hindley, secrétaire
pour le Ruanda de la Church Missionary Society, indique que malgré leurs
efforts, les Eglises ne peuvent ai^r
qu’un petit nombre de ces réfugiés.
’’Quelque cinquante mille sans-abri errent dans le pays, cherchant à le quitter ou à se débrouiller en attendant
que les choses s’arrangent... Certaines
régions sont effroyablement dévastées. La situation empire. Plusieurs
certaines de personnes ont été tuées
ou blessées, des familles séparées, des
maisons détruites... Nous avons ici au
moins 1.500 réfugiés qui ont fui le
Ruanda où est en cours orne purge
systématique contre tous les royalistes. Plus de 700 réfugiés vivent autour
de notre station d’Astrida, alors qu’à
Nyanza, plus de 2.000 de ces malheureux dépendent entièrement de nous
Notre centre scolaire en abrite plusieurs centaines. Et ces chiffres ne
font que croître chaque jour... A Gahini, il y avait plus de 2.000 réfugiés,
mais une bonne partie d’entre eux ont
réussi à passer en Ouganda... Nous ne
savons de quoi demain sera fait...».
«Paix et liberté» (Settimanale protestante belga)
rilasciato dalla Curia Vescovile di
Patti (Sicilia) in cui si « certifica che
Niosi Francesco Paolo (...) ordinato
.sacerdote il 29 .gim’gno 1949, ha deposto l'abito rinunziando al sacerdozio
nel giugno 1957. e che successivamente ha contratto matrimonio civile, e
che pertanto è irretito dalle censure
comminate nei sacri canoni ».
Come forse qualche lettore ricorda (il fatto risale al marzo scorso) dopo varie vicende, la Corte Costituzionale è stata investita della quistione.
Abbiamo rotto il nostro modesto silenzio pieno di speranza, per segnalare come la stampa cattolica, sempre
tempestiva ed accorta nelle sue manovre ad ampio respiro strategico, abbia
archestrato un’azione in grande stile,
sul piano giuridico per dimostrare che
non vi è alcun contrasto tra la Costituzione della Repubblica Italiana che
afferma che tutti i cittadini sono liberi ed uguali di fronte alla legge, e i
canoni del diritto ecclesiastico cattolico, in forza dei quali, un onesto insegnante italiano, padre di famiglia,
che paga le sue tasse ed è elettore,
non può esser eletto consigliere comunale, perchè è « apostata ».
Non lo può, perchè c’è il Concordato, il quale, firmato dal provvidenziale fu cav. Benito Mussolini, è stato
inserito nelle leggi fondamentali della
Repubblica Italiana.
Ora non ci rimane che aspettare il
responso della Corte Costituzionale,
ed osservare, con malinconia rinnovata, il silenzio troppo rispettoso della
cosidetta stampa indipendente, su un
problema che è uno dei più gravi e
delicati del nostro tempo; un tempo
nel quale ufficialmente si esclude dal
contatto ufficiale col pubblico l’apostata!
Marmidone è, se non erriamo, uno
dei redattori del noto settimanale
« L'Europeo » : dirige in quel giornale
una rubrica « I nostri affanni » : una
palestra di sottili esercitazioni, nella
quale discute serenamente ed argutamente con i suoi lettori.
-¥•
Questa volta però ci sembra che
Marmidone abbia commesso un errore. Se abbiamo ben capito il suo ultimo commento alla lettera di G. B.
(Como), sotto il titolo sanguinario :
« Non vogliamo seppellire lo scandalo
dell’l.N.G.l.C. » (Europeo pag. 41 n.
47) il buon Marmidone aspira al martirio (owerossia ad un buon processo
con regolare condanna ad alcuni anni
di galera).
Se ben ricordano i nostri lettori (anche questo risale a quelche tempo fa)
ci fu uno scandalo (uno dei tanti di
questa nostra ffelice ed esemplare Italia demo-quasi-cristiana) nella gestione della Ingic. Ad un certo punto, le
indagini appurarono che anche alcuni
’’onorevoli'' erano implicati in manovre poco chiare, o fin troppo chiare;
notate bene; deputati di tutti i partiti,
senza distinzione di colore. Sarebbe
risultato che questi onorevoli signori
avrebbero ricevuto compensi illeciti
per favorire determinate pratiche.
A loro difesa questi onorevoli signori avrebbero trovato una pregevole
scusante: il danaro non Tabbiamo tenuto per noi; l’abbiamo versato nelle
casse del nostro partito.
Ripetiamolo: onorevoli di tutti i
partiti!
Ora la Camera ha rifiutato di concedere l’autorizzazione a procedere
contro questi deputati! Il silenzio è caduto pietoso anche su quest’affare.
Questa volta il buon Marmidone si
è indignato e grida ; basta con questo
silenzio corrotto e corruttore. Se tutti
tacciono, lui scrive: nero su bianco: e
denunzia l’azione vergognosa di questi deputati, quella più vergognosa dei
partiti che si servono di danaro rubato, del Parlamento che impedisce che
si puniscano questi deputati « malversatori »; si serve di parole grosse e
gravi. Aspetta la punizione!
Ed è qui che sbaglia, perchè lo lascieranno gridare fin che vuole; costituirà, in una Italia che ha conosciuto
solo la Controriforma, un alibi prezioso, a dimostrazione della esistenza
della libertà di stampa, di opinione e
di critica.
Si può dire che con questi sistemi
si uccide la democrazia, che il sistema è in putrefazione e sperare in un
processo; ma bisogna finire col rendersi conto che, alla base, vi è il problema morale: l'autonomia della coscienza morale.
La tragedia del nostro tempo, che
si manifesta anche nell’assenteismo di
tanti buoni ed onesti dalla lotta politica, è dovuta appunto a questa convinzione che in troppi già si è maturata o si va maturando: che il partito
è inevitalbilmente il pa-tìto; che la disciplina del partito costituisce la morale del partito: che si deve solo credere, obbedire, combattere (o magari
commettere qualche malefatta, o rinunziare a qualche principio).
L. A. Vai mal
al vento
diventati cittadini del paese di Bengodi, anche se la medaglia ha il suo
rovescio come ragionevolmente mi si
potrà obbiettare. I giovani specialmente sono attratti dal guadagno, vogliono aver denaro proprio da spendere
senza dover richiedere nulla ai genitori debbono disporre almeno di una
moto, magari per sfracellarsi in uno
scontro, o picchiando contro im paracarro od un albero.
Oggi come oggi non mi sentirei di
formulare l’invito a rimanere nei nostri villaggi montani dove la vita è
cosi dura e l’utile che si ricava dal
proprio lavoro così scarso.
Ma una domanda vorrei porre: credete che questa situazione possa durare sempre? non pensate che il giorno potrà venire in cui, grazie anche
all’automazione, ci sarà una superproduzione coll’inevitabile pericolo di non
poter smerciare i prodotti e di vedere
conseguentemente una falcidia della
mano d’opera. Si tenga poi anche conto della concorrenza: nazioni nuove
si affacciano sul mercato mondiale
con passi da gigante. Il Giappone, per
esempio, già inonda dei suoi prodotti
la vecchia Europa, e quali prodotti,
perfetti ed a buon mercato, pierchè
l’operaio vive con un pugno di riso e
ne è soddisfatto.
Bisogna dunque prevedere una possffiile contrazione del mercato del lavoro, e allora?
Si tornerà, ne sono sicuro, alle proprie case che oltre tutto hanno un’anima, memori della vita dei nostri genitori, dei nostri antenati, i quali le
hanno santiflcate con il loro sudore,
con una vita di fede, di sacrifiio, e ben
spesso di martirio.
Tornare alle proprie case, ma se nel
frattempo si sono lasciate andare in
rovina?
Ecco il punto che voglio far presenté.
Conservate con cura le vostre dimore, mantenete in efficienza i tetti, badate che non vi siano infiltrazioni di
acqua nelle fondamenta, verificate
che non si producano guasti atti comprometterne la solidità.
Passate le vostre ferie nella rustica
casetta, avrete così agio di constatare
quello ohe c’è da fare ; cercate di ispirare ai vostri figli l’amore per il vostro luogo natio.
E i terreni? Questi non se li possono portar via i ladri, e chissà che un
giorno non servano essi pure con sistemi nuovi di lavorazione, con nuovi
prodotti, piuttosto che morir di fame... Manzoni dice che « le tribolazioni aguzzano il cervello». Per i terreni
si erge l’ostacolo del soverchio frazionamento che rende quasi impKissibile
uno sfruttamento razionale. Ad ogni
modo frattanto nei terreni adatti si
piantino alberi, pioppi per esempio
che in 12-15 anni possono dare un reddito, altrove lanci, abeti, pini...
Ma penserà qualcuno: A che pro?
Io non vivrò tanto da averne un utile Noi dimentichiamo troppo facilmente che siamo tutti quanti come cellule che compongono la società; bando
dunque all’egoismo, dopo di noi verranno altri che raccoglieranno dove
abbiamo seminato, come noi mietiamo dove altri prima dì noi hanno seminato. Cosi di età in età, fino alla
consumazione dei secoli, se l’uomo a
forza di intelligenza e di progresso
non avrà scritto la parola fine. L. M.
Evangelizzazione
nei parchi nazionali
americani
1 grandi parchi nazionali o federali sono
una trentina, dal Texas all’Alaska, dai monti del New England alla California. Il mag
giore, quello di Yellowstone, è grande
quanto la provincia di Aosta.
La Chiesa unita di Cristo (riformati e
eongregazionalislil si è presa a cuore una
attività spirituale in questi parchi; vi ha
mandato 159 pastori in servizio temporaneo, i più, studenti deirultimo anno. Olirò la massa ingente di visitatori, vi sono
no almeno 50.0(X) impiegati al lavoro nei
parchi, e fra loro migliaia di studenti che
lavorano come sorveglianti, autisti, barba domenica mattina, ad esempio, al culto elle si celebra in riva al più grande lago
del pareo di Y’ellowstone, presiedono studenti di varie denominazioni, alternandosi
nello svolgimento liturgico. Talvolta si organizza nello stesso pareo, a Old faithful,
una serata di discussioni, oppure nel pareo dì questo o di queU’albergo, affrontando temi da’ltualità. Un pastore, che ha la
respon.sabilità dell’opera, fa nel corso dell'estate il giro di questi punti d’evangelizzazione. (epd)
2
paf. 2
L’ECO DELIÆ VALLI VALDESI
N. 46 — 23 novembre 1961
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UCCIDERE
Il recente veto posto al noto film
(li Autant Lara: Tu ne tueras point,
ha sollevato vivaci polemiche in merito ai limiti della censura. Infatti da
tutti è stato riconosciuto l’alto valore morale del film, la nobiltà dei
suoi intenti, la serietà e la dignità
della veste cinematografica. La stessa autorità competente, nel vietarne
la circolazione in Italia, ha esplicitamente riconosciuto tutto questo,
ma, nonostante tutto questo ne ha
proibito la proiezione nei cinematografi italiani.
In realtà, ancora una volta, le nostre (( competenti autorità » si sono
trovate alle prese con uno di quei
problemi di coscienza che esse cercano ostinatamente di non affrontare per non doverli risolvere. In questo caso si tratta deirobiezione di
coscienza, rappresentata in modo
sconvolgente da un nobilissimo regista.
Fino a che punto la Società ha il
diritto di imporre ad un uomo di
uccidere per difendere gli interessi
di una classe, di una casta o di una
nazione? Fino a che punto un uomo, un cittadino ha il dovere di obbedire alle « competenti autorità »,
quando la sua coscienza è consapevole che questa obbedienza costituisce
un tradimento della legge di Dio e
del rispetto della dignità umana?
Sono interrogativi questi che, proprio in Italia, dovrebbero avere una
profonda risonanza: sul piano poli'
tico-morale l’insorgere della Resistenza ha riproposto in modo che
non ammetteva discussione la domanda antica: fino a che punto si
deve ubbidire al tiranno? Sul piano
religioso l’Italia è pur sempre la figlia prediletta di Santa Romana
Chiesa.
Ed invece il progetto di legge che
dovrebbe dare una sistemazione giuridica all’obiezione di coscienza è
arenato in qualche misteriosa oscurità.
H: ìS
Non sarà forse discaro ai nostri
lettori se ricordiamo qui, brevemente, qualche passo di uno scritto di
Lutero su questo argomento. In questo trattatello : «Les soldats peuventils être en état de grâce?», (che citiamo secondo la traduzione edita da
l ides et Labor - Oeuvres tome IV),
Lutero affronta il problema che ha
travagliato le coscienze cristiane in
tutti i tempi, e che si è di nuovo imposto all’attenzione dei cristiani, e
dei non cristiani in queste ultime
settimane: Fobiezione di coscienza.
Le circostanze politiche erano allora particolarmente critiche: Carlo
V tentava di costituire una lega santa contro i Turchi e contro i protestanti. I principi che appoggiavano
Lutero cercavano di unire le loro
forze contro il comune nemico. Invitato a precisare il suo punto di vista, Lutero rispose con questo trattato di grande importanza, perchè
vi troviamo già formulata nel 1526
la sua teoria dei due regni, così discussa e discutibile.
...’’L’office du glaive est juste en
soi; c’est un ordre divin utile que
Dieu ne vent pas qu’on méprise, mais
qu’il demande qu’on craigne, honore et suive... Car Dieu a institué
deux sortes de règnes parmi les hommes: le premier qui est spirituel et
qui s’exerce par la parole et sans le
glaive, afin que par lui les hommes
deviennent pieux et justes, de telle
sorte qu’avec cette ju.stice, ils obtiennent la Vie éternelle. Et cette justice, il V cul ministre par la parole qu’il
a confiée aux prédicateurs. L’autre
est un règne temporel qui s’exerce
par le glaive pour que ceux qui refusent de devenir justes et fidèles
par la jmrole en vue de la Vie éternelle, soient cependant contraints,
par ce règne temporel, d’être fidèles
et justes devant le moiule. Et cette
justice-là, l’exerce au moyen du glaive... Dieu lui-même est tout etusemhle le fondateur et le. rétributeur de
ces deux justices, la spirituelle et la
temporelle, et, dans tout cela, il n’y
a ni ordre ni pouvoir humain, mais
c’est un fait entièrement divin ’
Nel corso del suo trattatello, breve come sviluppo, ma denso di contenuto, Lutero esamina partitamentc la funzione della « spada »; non
vi è dubbio per lui, coerente alle sue
opinioni, che l’autorità è voluta da
Dio, che il suddito deve obbedienza
al suo sovrano e deve eventualmente impugnare le armi per difenderlo.
E’ una posizione molto chiara che
Lutero ribadisce con grande energia:
non si può affermare che la guerra
sia ingiusta. Che cosa è infatti la
guerra? ’’Lorsqu’on fait une guerre
juste, on châtie, en une seule fois,
toute une foule de malfaiteurs qui
causent des ravages aussi grands que
leur foule est grande”.
E tutto lo sviluppo è ispirato da
questi principi; senonchè, dopo aver
dissertato a lungo sui presupposti
della legittimità della guerra difensiva, sul dovere di impugnare la spada contro il nemico ingiusto, Lutero
non può chiudere gli occhi davanti
alla realtà.
Cioè: il torto, l’ingiustizia non sono sempre dall’altra parte; non è
sempre il governo degli altri che è
ingiusto, ma può esserlo anche il
mio! E come devo comportarmi, di
frante ai miei superiori, al mio governo, se essi sono dalla parte del
torto?
Non ci sembra che il pensiero di
Lutero sia sempre coerente su questo argomento, e ne siamo lieti, perchè possiamo così leggere un paragrafo veramente cristiano e quindi
attuale: ...’’line deuxième question:
Comment agir si mon seigneur a tort
de faire la guerre? Réponse: Si tu
es absolument sûr qu’il a tort, tu
dois alors craindre et ob’ir à Dieu
plutôt qu’aux hommes (Actes 4) et
tu ne dois ni faire la guerre, ni servir, car, dans ce cas, tu ne peux pas
avoir une bonne conscience devant
Dieu. Mais, dis-tu, mon seigneur me
force; il me prend la vie, ne me
donne pas mon argent, mon salaire
et ma solde; de plus je serai mépri
li
sé et déshonoré devant le monde,
comme un lâche, et même comme un
traître qui abandonne son .seigneur
dans la détresse, etc. Réponse: Cela,
tu dois le risquer et, à cause de Dieu,
laisser périr ce qui périt; Dieu peut
te le rendre au centuple, ainsi qu’il
le promet dans l’Evangile: ’’Celui
qui, à cause de moi, quittera maison, domaine, femme, biens, recevra
le centuple”, etc. Il faut d’ailleurs
s’attendre au même risque dans toutes les autres oeuvres, lorsque l’autorité impose l’injustice. Mais si
Dieu vent qu’à cause de lui, on
quitte père et mère, il faut assurément quitter aussi son reigneur à
cause de lui, etc. ”
Fl più oitre un paragrafo anch’esso
non privo di attualità : ’’Mais que.
faire si deux princes ou seigneurs se
font la guerre, et si je me trouve engagé envers les deux mais préférais
servir celui qui a tort, parce qu’il
m’a accordé plu:^ de faveurs et de
biens, que celui qui a raison, parceque je profite moins de lui? Voici
la réponse immédiate et brève: ce
droit, c’est à-dire la volonté de Dieu,
doit passer avant les biens, corps,
honneur et ami, faveur et profit; il
ne faut jms avoir égard ici à des personnes, mai uniquement à Dieu. Et
ici encore, il faut supporter à cause
même de Dieu, d’être tenu pour ingrat ou d’être méprisé. Car il y ici
une excellente justification, à savoir
Dieu et lu justice qui ne peuvent
souffrir qu’on serve celui qu’on aime le plus pour laisser celui qu’on
estime le moins. Quoique le vieil
Adam n’aime pas entendre cela, il
faut pourtant qu’il en soit ainsi, si
Ton veut rester dans la justice. Car
i! ne faut pas lutter contre Dieu, qui
fixe, ordonne et maintient toute justice”. lector
3~tO dicembre 1961
Settimana del libro
La Libreria Editrice Claudiana segnala la sua « Settimana del Libro »
che, quest'anno, è leggermente ritardata a causa dello svolgersi a Milano della Mostra Internazionale del libro. Conformemente alle finalità della Casa, questa Settimana tende alla
diffusione del libro evangelico quale
strumento di testimonianza, edificazione e cultura.
Offriamo dunque queste eccezionali condizioni di vendita ( le richieste che porteranno il timbro postale
oltre rii, saranno evase alle normali
condizioni di diffusione):
1 ) Ai singoli acquirenti è offerto
lo sconto del 20%.
2) Alle Chiese ( invitate caldamente a collaborare a questa diffusione)
lo sconto del 40%'.
E' a disposizione il catalogo aggiornato delle nostre pubblicazioni.
La Claudiana — questa vecchia Casa cara ad ogni valdese — è lieta di
poter offrire tali facilitazioni e ringrazia per le risposte che esse otterranno. ^
Indirizzare le richieste per le Valli
Valdesi a : Claudiana, Torre Pellice
(Torino); per Id altre regioni a:
Claudiana, Via Principe Tomaso, 1 Torino. '
Falso profetismo
Geremia 18: 1-7
Nella crescente tragica complessità che caratterizza il quadro delle
vicende vicende di Geremia — il profeta la cui bocca è jxjsseduta
dalla mano dell’Eterno — l’episodio del suo scontro con' Anania si inserisce apparentemente come la drammatizzazione di un aspetto particolare della missione profetica : quello dela lotta ixmtro il falso profetismo,
cui si allude nel capitolo immediatamente precedente. Ma al di là della
situazione contingente cui si riferisce e attraverso i problemi che questa
perennemente ripropone — problemi dell’autenticità vocazionale, del carattere profetico della predicazione, dell’essenza carismatica della Chiesa
— l’episodio costituisce nel suo più profondo significato un’esemplificazione viva dei due diversi atteggiamenti che l’uomo può assumere di
fronte al proprio destino e alla propria storia, della loro assoluta inconciliabilità e dell’urgenza di una scelta precisa.
Nel rapido snodarsi drammatico — dal dialogo fra i due protagonisti
aH’improvviso gesto di Anania, al giudizio definitivo deH’Eterno —
si è condotti per gradi da un clima quasi pacato di contesa oratoria a un
vertice di tragica potenza: dall’opaca dimensione dei giudizi umani al
« numinoso » del giudizio divino. Ma già dalla prima fase dello scontro.
Geremia, che di fronte aH’Eterno non ha nascosto la sua angoscia assaporando la tremenda inadeguatezza fra la vocazione che gli è stata rivolta e la debolezza della sua carne, ora, di fronte ai sacerdoti e al popolo, di fronte al mondo, rimane calmo, la sua risposta ad Anania, umile
e al tempo stesso piena di dignità, non tradisce terrori, ma solo una segreta fiducia neirÉterno. A questa fiducia si contrappone il gesto del
falso profeta, che con impazienza spezza il giogo di legno con il quale
Geremia faceva della propria persona una vivente esortazione ad accettare il tempo della prova e quindi una vivente allusione airimminente
giudizio di Dio. Ma Anania non vede più in là degli eventi storici in atto,
e perciò il suo gesto, che vorrebbe essere simbolo di liberazione, è in
realtà gesto di forza, di aggressione: «Tu hai spezzato un giogo di legno ma hai fatto, invece di quello, un giogo di ferro ». E’ ancora il vecchio peccato di Israele, il popolo eletto che smarrisce il senso della propria elezione, che cerca il salvarsi da solo sottraendosi alla signoria di
un Dio tanto ostinatamente « Altro » — ed è, sempre, il nostro peccato,
di noi uomini, anche oggi atterriti di fronte alle tremende incognite clic
la storia ci riserba, incapace di cercare la liberazione attraverso la rinuncia alle garanzie e alle sicurezze umane, di scoprire il senso di questa
ormai totale privazione di sciurezza; capaci soltanto di cercare ogni via
per sfuggire all’incontro col vivente Signore della storia : di spezzare
gioghi di legno per foggiarne altri di ferro.
Perciò quella che al popolo poteva anche apparire come una semplice
contesa tra uomini, viene ridimensionata dal giudizio stesso di Dio.
che rivela il vero volto del falso profetismo : « ribellione contro l’Eterno ». E questa definizione così esplicita e sempre attuale nei suoi termini
ci fa comprendere quanto sia vivo, oggi ancora, il falso profetismo. Essi'
non caratterizza più una categoria limitata di persone: ma è un atteggiamento fondamentale da cui oggi più che mai il mondo cristiano pare
contrassegnato: un atteggiamento che significa tradimento di un’elezione, ricerca di compromessi fra l’onore di Dio e quello degli uomini, tentativo di salvare il mondo rifiutando il vaglio del giudizio divino. E noi
dobbiamo chiederci fino a che punto la Chiesa di Cristo sappia oggi riconoscere nel suo stesso seno resistenza di questo falso profetismo che
si oppone a quello autentico, la ribellione aU’Eterno nascosta dietro la
facciata del formalismo e de! tradizionalismo religioso, della predicazione che non fa male a nessuno, del servizio reso mestiere.
Dice il Kraemer : « Dobbiamo sempre tener presente che Israele non
è soltanto il prototipo profetico della Chiesa nei suoi tratti essenziali, ma anche nella sua ripetuta infedeltà e falsa interpretazione della
sua vocazione ». Ed anche oggi, perchè la Chiesa ritorni al senso della
propria vocazione e si apra ad un intimo e radicale rinnovamento, è necessario che sappia riconoscere con umiltà di non aver saputo serbarsi
fedele, di essersi trasformata in un’istituzione chiusa e conclusa nelle sue
strutture anziché divenire il campo aperto all’attività dello Spirito, di
avere spezzato gioghi di legno anziché costituire nel mondo un segno
annunciatore, un’allusione vivente alla venuta del Regno di Dio. E noi
siamo chiamati a pregare e ad operare affinchè essa possa ridivenire, come al tempo delle primitive comunità carismatiche, la bocca posseduta
dall’Eterno, annunciante al mondo il messaggio del giudizio e della .salvezza. R. G.
1 Valdesi 1/isti da G. Garetti
« Vi trasmetto, signor Conte, le poche notizie che m’è venuto fatto di
porre insieme intorno ai Valdesi chiamati dal nostro volgo Barbetti ».
Così incomincia una pagina della
« Scelta di lettere familiari » che il
famoso scrittore piemontese scrisse
verso il 1767 o 1768, con lo scopo di
fornire agli inglesi amanti dell’italiano dei testi di pura lingua italica. Come ognuno sa, Giuseppe Baretti (17191789), autore di molte lettere e di
critica letteraria sotto lo pseudonimo
di Aristarco Scannabue, fu uno degli
spiriti più emancipati del nostro settecento, e, con Alfieri, Panni e Goldoni, tra i rinnovatori della cultura e del
pensiero.
La sua curiosità, tutto illuministica, Io spinse ad interessarsi di genti
e popoli, di usi e costumi diversi dai
suoi, e questo spiega come egli dedichi una decina di pagine alla presentazione dei nostri antenati, quali gli
apparvero due secoli fa alJ’incirca.
La lettera contiene al suo inizio una
presentazione geografica dell’ambiente, « paesuccio scabro e montuoso.,
da non ritrovare da veruna banda un
pezzo di piano di due miglia di quadro ». La selvaggia bellezza del paese, che penso il Baretti visitasse personalmente, lo aveva colpito:
« Lucerna e Perosa sono, come dissi, i due luoghi più cospicui nelle tre
valli, che contengono inoltre una buona mano di villaggi, anzi di gruppetti
di case, sparsi qua e là per le parti
più fertili e più accessibili. Nè sono
poche le casupole |e le capanne e i tuguri pastorecci che se stanno solitari
da ogni banda, quale presso una qualche sorgente, quale su questo o su
quel ciglio di colle, quale in mezzo o
accanto a un bosco, e quale nello
spaccato naturale di questa o quella
rupe. Un pittore di paesi potrebbe
quivi trovare migliaia di soggetti fantasiosi e stupendi, onde farne altrettanti quadri. L’ineguaglianza delle alture, le puntute vette, le falde verdeggianti, le cascate d’acqua, i burroni
e i precipizi, gli alberi, le macchie, i
cespugli e le siepi, i contrasti meravigliosi delle parti coltivate con le sterili, e i vari riflessi della luce quando
il sole risplende e le diverse apparenze delle nuvole quando il tempo è
brutto, ed altri infiniti accidenti, somministrerebbero ad un bravo pennello
delle bizzarrie molto singolari e vaghe quanto si possa dire ».
Le notizie che il Baretti dà sulla
storia dei Valdesi sono quanto mai
sommarie e inesatte; gli premeva cogliere l’aspetto reale e attuale della
gente più che la sua vicenda. Basterebbe dire che egli afferma che i Vaidesi avevano passato « tanto tempo in
una pace profondissima », e che l’u
nico episodio che mostra conoscere è
quello relativo alle Pasque Piemontesi. « Lasciaronsi fascinare, egli dice,
in guisa dalla bellezza del disputare
intorno alle cose della religione che
ne diventarono pazzi nè più nè meno
che gli abitanti delle prossime regioni di Francia ». Ad uno spregiudicato illuminista e razionalista evidentemente la « rabies Theologica » dei secoli precedenti non poteva apparire
che come una forma di pazzia pericolosa!
« Il più cospicuo disputante barba
che i Valdesi s’avessero era allora un
Giovanni Legero; personaggio pieno
di Bibbia, e specialmente d’Apocalisse, con una buona dose di Calvinismo sopramercato. Moltissimi sforzi furono fatti da uno di quei duchi
[di Savoia] per indurre il barba Giovanni ad acquetarsi, e ad acquetare i
suoi su molti punti di Bibbia e d’Apocalisse; ma invano; sicché dato ordine con un bando d’averlo o vivo o
morto in suo potere, il barba dovette
battersela dalle Valli, fuggire a Ginevra e quindi rifugiarsi in Olanda... »
dove si sa e^li pubblicò la sua famosa
« Histoire générale des Eglises Evangéliques... », che al Baretti non piacque, e di cui egli dice che contiene
« baggianate ».
L’autore parla in seguito delle tredici chiese delle Valli, del Sinodo, e
della condizione di allora del clero
valdese: « Nel tempo che i Valdesi
erano impazzati, come dissi, nelle dispute e nelle controversie, la più parte di quei Barbi, o forse tutti, leggevano molto ferocemente, oltre la Bibbia, tutte le fandonie che uscivano allora dalle penne eresiarche, come i
nostri cattolici le chiamano [Chissà
cosa direbbe oggi un Baretti redivivo
della ’’feroce” dimenticanza in cui sono tenute la Bibbia e le altre ’’fandonie” eretiche?]. Cessata però quella
mattezza, tanto i barbi quanto i non
barbi, tornarono ad essere ignoranti,
semplici e buoni come prima; di maniera che al di d’oggi gli uni e gli altri sanno però più del loro catechismo,
essendosi dati ad una teologia molto
più proficua che non era quella del
barba Legero: cioè, alla teologia della zappa, colla quale fanno fruttare
molto bene i loro terreni ».
Sembra quasi di leggere il resoconto di un giornalista moderno, non vi
pare? Quei valdesi di duecento anni
fa, ridiventati « semplici e buoni come prima » prechè hanno abbandonato la « mattezza » di leggere la Bibbia, non ricordano straordinariamente i Valdesi di oggi, « semplici e buoni », che non danno noia a nessuno e
che vegetano in una vita spirituale
stagnante che va poco più in là... del
Catechismo?
3
23 novembre 1961 — N. 46
L’ECO DELUE VALLI VALDESI
PM> ì
Giuseppe Mazzini e i protestanti
Maz/ini e gli uomini del Risorgimento - e gli uomini dell’anti-Risorgimento
Mazzini Trinmi/iro
Mazzini fu uno dei Triumviri della repubblica romana del 1849 ed ebbe anelli
rapporti con proleslanli; molli mazziniani
divennero proteslanli dopo la caduta della
repubblica. Il Pastore svizzero Teodoro
Paul, aippcna fu protdamaia in Roma la
repubbli<a, si premurò di recarKi nella
città liberala col proposito di stampare per
la prima volta in Italia la traduzione del
Nuovo Testamento fatto dal Diodati. Non
fu difficile avere il permesso e trovare la
tiposrafia. Le prime tre copie dell’edizione furono offerte ai triunviri che le gradirono. Mazzini nel raccomandarne la lettura ai romani, prese occasione per parlare della libertà di stampa. In attesa della
stampa del Nuovo Testamento, il Paul dif' ideva Bibbie in italiano provenienti dalrAmerica e da Londra. Altro diffusore delle Sacre Scritture fu l’ex frate Giacinto
Achilli elle a Malta e a Londra aveva già
svolto attività di propaganda protestante
con molto successo. L’attività protestante
deirAcbilli durante la Repubblica Romana fn varia: parlò in alcuni clubs popolari
ed influì presso i deputati della Costituente Ardiiini e Agostini che si batterono,
conilo i sofismi di Mamiani, per la libertà
religiosa. Caduta la Repubblica Achilli fu
arrestalo e per la isua liberazione si mosse
molla parie della diplomazia dei paesi liberi.
Dnraiile la Repubblica, fu uominalo
Cappellano Maggiore dell’Armata Repubblicana il Gavazzi, già Cappellano di Garibaldi: altro Cappellano fu Lgo Bassi.
Gavazzi ilivenlò uno dei più attivi dirigenti del proleslanlesimo italiano; figo
Bassi fu fucilato dagli austriaci a Bologna
il 7 Agosto 1849. .Ai funerali di Manara
Bassi pronunciò un’orazione funebre di
la] violenza e cor accenni scismatici laimcnii' foni elle — riferisce il Santini —
Gavazzi rimase sconcertato e finì col disappriivarc ramico.
La protcìsiante Giulia Modena fu nominala alla direzione deirO'spcdale di Sanlo
Spirilo per i servizi d’ambulanza.
Mi'inre i preli ili Roma si ritìnlarono di
celebrari' la messa, il frate Francesco dalrOngaro, che da mesi non celebrava più
niesisa. riitresp a celebrarla. Dirà poi; « Roma mi salvò da! Papa ». Lasciò il Vaticano per il Canipidoglio e prese contatto con
Luigi De Sancliis per promuovere la piropagamla evangelica in Italia.
Cadnla la Repubblica Romana sorretta
dal oo|)olo e coniballula da eserciti stranieri. -Mazzini rimase alcuni giorni a Roma
ais'sislilo col solito amore dalla Modena e
da linci nolo Scipione Pislrucci. Dopo la
ladina della Repubblica il numero dei
mazziniani protestanti aumenta considerevolincnlc; il rancore politico contro il cattolicesimo apre la porla a nuovi atteggiamenti religiosi. Ricordiamo solo due personalilà etninenli: Mazzarella e Reta. Mazzarella diventerà figura di primo piano nel
proleslantenimo risorgimentale italiano;
Rela sarà Pastore della Gbiesa Evangelica
Italiana di Ginevra ed in questa città espilava Mazzini tutte le volle che vi trairsilava. li nome di Reta si trova ancora come
autore nell’innairio in uso nelle Cliieise
Bvangrdicbe Italiane IVedi gli Irmi !i6; 68;
95; lOi): 163; 19,3 e 2301.
Il secondo esilio
londinese
TI seroTulo esilio londinese di Mazzini lia
molle iiiHiiiià col primo, ma senza le difiieolia iniziali. Qiiesla volta Mazzini aveva
notorieià vasta e molte profonide amicìzie.
Si Imiiia presente die fra gili imporlanli
biografi di Mazzini restano ancora due inglesi: la 'Scrittrice Jessie Wliite Mario e lo
scrillore Rollon King.
invece di esaminare il « clan » mazziniano inglese, comunemente tutto prolesian.ie. è il caso dì soffermarci a considera,
re la strana posizione di Enrìdielta Hamillon King verso il mazzìnianesimo. Questa,
prolesUinie e mazziniana, aveva con buoni
versi esaltato ropera di Garibaldi e di
Mazzini e soprattutto aveva esaminata, in
lode dei Maestri, rattìvità dei « Discepoli ». 11 Cardinale Manning in queste poesie
ammirò lo spirilo religioso ed espresse alrauirice il suo parere die riteneva lo spirilo dei versi coinnatìbile con il cattolicesimo. La giovane poeles*sa esaminò allora
« La religione di Mazzini in rapporlo alla
Cliìe-sa CalloUca » sostenendo la lesi, molto ardua, che la religione di Mazzini era
conciliabile col catlolicesimo. Lo studio,
<ol tenlalivo di c.atlolicizzare Mazzini, non
ebbe fortuna: una rivista italiana rifiutò
di pubblicarlo e la rivista callolica inglese
« Dublìiì Review », che pubblicò la prima
pmilala, ebbe il velo del Cardinale Bourne
I LETTORI
ci scrivono
Egregio Direttore
Da numerose persone di ogni ceto
sociale, di ogni partito politico e fede
religiosa ho sentito esprimere profonda gratitudine verso il sindaco uscente, prof. Armand Hugon. Diciamo dunque ad Augusto Armand Hugon, a norne di tutti coloro che lo hanno apprezzato una parola di viva riconoscenza per la competenza, l’onestà,
l’equilibrio, la cortesia e l’imparzialità
dimostrati durante i dodici lunghi anni in cui ha retto le sorti del nostro
Comune. Un grazie di cuore anche a
tutti i suoi collaboratori.
Ccn molti cordiali saluti
Lina Varese
a continuare la pubblicazione. Il testo completo non è stato mai pubblicato; in parte
si può consultare nella « Biblioteca Universale Sonzogno » (N. 474). Di buono c’è
solo la reazione di una fervente mazziniana contro il materialismo di certi mazziniani.
Mazzini e Quacqueri
Gaetano Salvemini nel suo veeebio ma
pregevole studio eoi Mazzini, esaminando
in un <‘apitolo le influenze immediate e le
influenze mediate di Mazzini, riporta la
testimonianza del grande eoeìalista americano Dolt. Herrón. Eccola: «Vicino alla
co-munità in cui sono nato — sul fiume
Wabash nello Stato di Indiana — c’era una
<omunità quac.quera. Non posso sovvenirmi chi fra costoro avesse una speciale devozione per Mazzini; ma so che per molli
fra essi Mazzini era una personalità sacra.
Non potrei determinare quando ho sentito
paulare per la prima volta di Mazzini, nè
come. Mi sembra di averlo sempre conosciuto. E’ uno dei tre o quattro educatori
della mia vita. Era per me come una presenza reale. Cito il mio caso personale perchè tipico deH’influenza di Mazzini negli
ambienti più insospettali Eccomi fanciullo. sperduto tra una comunità americana
ad as.*5orbire lo spirilo di Mazzini, come
il pan*^ e il vino della mia vita. E conosco
altri uomini e donne, che mi raccontarono
per caso di aver provate le influenze medesime » (pagg. 102Ì.
Il «ciau» niazzìuiauo
d’Italia
Nel « clan » ma/ziniano italiano Taspello Telìgioisn... fu accantonato se non avversato Salvemini notò: «Negale i postulali
teologici, da cui discende il sistema morale e politico del Mazzini... ed ecco che
nula la dtmiocrazìa mazziniana si rivela
priva di haise ».
Mazziniani come Gustavo Modena, Al!>erio Mario e Aurelio Saffi ehe «posarono
protestanti svizzere o inglesi rimasero irreligiosi, areligiosi o di religiosità laica assai
generica.
Non rare furono le eccezioni — a parte
le straniere residenti in Italia come la mazziniana protestante Miss CarriiUiers a Pisa
— di mazziniane proleslanli riiordianio
solo vSetlimia Zannoni di La Spezia clic sposò un reduce delle patrie galere di Papa
Gregorio ed ehlie la sua parte di persecuzione da parie del Governo Sardo. Mazzini nel 1869 le scriveva: «Sorella, non posso lasiiar partire ramico Quadrio senza
mandare una linea di stima e d’affeiio fraicmo a voi buona e devota alla nostra bau.
diera e pronta sempre al sacrifizio. Aecellatela con lo stesso affetto e continuale nell aposlolalo «li quei principii <ilie soli possono fare la nostra Patria grande, onorala,
felice» (Vedi: Risveglio 1924 fas. Ag,*Seit).
Accanto a questa donna mazziniana e
protesiantc mi sia consentito citare il nome di un umile operaio autodidalla che
finirà la sua vita al confine politico, inflittogli dal fascismo per i suoi ideali politici reipubblicani connessi col suo proleslantesimo ohe inoculò anche a me come
ad altri in Palermo: Nino Riì^a die ebbe
l’onore di firmare il manifesto del « Comiiato internazionale per il Cinquantenario
dcr.la morte dì Mazzini ».
La morte ed i funerali
La morte ili Mazzini avvenne in una rasa
acattolica di Pisa. Il grande apo.slolo dell’unità d’Italia, »emendo prossima la sua
liue terrena, aveva pensalo di recarsi a Genova in casa della sorella; questa ebbe
qualidie scrupolo a ricevere il fratello,
L’ulllinia voce protestante che Mazzini
a.scoltò fu quella del suo caro c stimato
amico Mayer. Furono mani ebree a cliiudcre le pupille del grande esule spirituale
che noiritalia unificata, in modo differente
di conte l’aveva sognata, era costretto a nascondersi sotto un tiotne straniero.
I visitatori
della sua salma
I visitatori della sua ksalma furono mollissiimi; tra la folla c’era anrlie lo studente
Giovanni Luzzi die a distanza di tempo,
recensendo il « magnifico », « splendido
volume » «Mazzini pensatore» di Ugo del.
la Seta si lascerà andare a ricordi giovanili; Il Ho .sempre amato G. Mazzini. Crebbi
baiiibino in un’atmosfera mazziniana; e il
libro (he dopo il Vangelo ebbe più di ogni
.diro influenza nell'animo mio giovanile,
fu ’1 doveri dell’uomo”. Nel 1872 quando
Mazzini morì, io, scolaretto ginnasiale, me
ne andai in pio pellegrinaggio da Lucca a
Pisa a visitare la salma del grande estinto.
E anche oggi, ogni volta che torno a Pisa,
qitand’enilro in città, fo un giro vizioso
perdiè voglio passare sotto la casa do-ve
vidi, sublime nel suo pallor di morte, quel
volto die alleile oggi mi sta dinanzi agli
ocelli come se ieri soltanto l’avessi così veduto... ».
La coltre fooebre
La coltre fundw-e per il feretro di Mazzini, nel ara.sporto da Pisa a Genova, fu
quella di velluto nero listata d’argento in
uso per i riti funebri della Chiesa Evangeliva di Pisa. Era Pastore della eoimunkà
in quel tempo uno dei imolti evangelici paIriotli e mazziniani; Paolo De Mielidi.s.
Questi era stato presentalo a Mazzini da
Federico Campanella, aveva partecipalo ai
moli tusurrezìonali miranti a togliere la
di là -di Roma al papa ed era stalo a Pisa
(1867) fondatore della Fratellanza Artigiana di ispirazione mazziniana.
La coltre funebre die coprì il feretro
di Mazzini non tornò alla Chiesa Evangelica di Pisa; i molti eoiitatli di Mazzini
vivo con i proleslanli, simbolieajnente furono conlalti continuali an-ebe dopo la morte del grande italiano.
La morte di Mazzini
a Roma
In morte di Mazzini a Roma si ebbe una
popolare manifestazione di eordog:lio sentilo, in opposizione a quella av\'^nuta in
RarJamenlo aIio fu fredda ed etl)be la rampogna dei deputati Friseia e Fanelli che
avrebbero voluto ben altri omaggi e ebbero softo<*ate le loro voei da quelle della
maggioranza parlamentare.
Alla manifestazione 'commemorativa popolare di Roma parteciparono, con labaro,
la Chiesa Evangelica Libera e la Chi^a
Melodista. Santini, nel suo studio su Gavazzi (pag. 178), precisa che il labaro era
della « FrateLlanza Arlifeiana d’Italia », istituzione mazziniana dì carattere nazionale ;
a Roma c’era una Fratellanza Evangelica n
della quale erano esponenti Conti, braccio
destro di Gavazzi, e Stdarelli.
Mazzipi commemorato
io loghilterra
Quando giunse in Inghilterra la notizia
della morte di Mazzini, la commozione invase Tanìmo delle innumerevoli personalità «die con Mazzini 'avevano avuto rapporti. La manifestazione che ricordiamo
vale per tutte quelle che ebbero luogo.
\ Londra nel Temi^io di South Palage
presso Finsbury Square sì riuniva una Conità Cristiana Libera che aveva, dal 1863,
ionie Pastore tal Moncure Daniel Conway
che aveva avuto legami di amicizia con
Mazzini. Per il cullo della domenica mallina il Moncure aveva già preparalo ed
annunziato il discorso; nella commozione
per la morte di Mazzini il predicatore iniziò col dire: « La notizia lia imposto essa
un altro tema e mi ha ordinalo dì eclissarmi per lasciare che la vita di quell’anima grande che essa (morte) ha ora ridotta
al silenzio, parli essa e c’imparla oggi la
sua lezione... ».
Il discorso, poi puhhlicato. fu trovato al
Brit iseli Museum di l',K)ndra da Giovanni
Pioli (dìe lo piiibhlicò in un mimerò spc«dale di Cosiieiilia liiUo d«Nllca1o a Mazzini.
Mazzioi
e «La Civiltà Cattolica»
, Timo ques|^ aitbliUJio,-ipig-Q
lale nella vasta lellei-fttiVa mazziniana italiana e straniera, se pur sono assai espressive ad indicare la fortuna di Mazzini nel
mondo protestante, acquistano maggiore
importanza messe a ('ontano con la seguente spigoilatura -tratta dalFoCgano magno della Chiesa Cattolica: «La Civiltà Cattolica ».
Nel numero in data 7 settembre 1878
ipag. 604! questa rivista, con fantasiosa
foitna espressiva, presenta ai suoi lettori
una seduta spiritica tenuità a Roma nella
quale è evocato — per intercessione di Sa
lana — 1« spirilo di Mazzini : « La scena
— scrive la rivista gesuitica — fu terribile: evocato li spirilo di Mazzini, apparve
tosto (apparentemente) in persona, eireondalo di fuoco, carico di catene roventi,
gridando disperato: — Io sono all’inferno
ed eziandio all’inferno mi occupo di politica; -- e mandando urla di terrore e di
spavento, terribilmente spariva ». « Sueeesse, continua il periodico, una tale scena
u-roprio infernale ed indeserivibile, ohe
lutti quelli eroi mazziniani si diedero a
precipitosa fuga ».
Mazzianeslmo
e cattolicesimo
Mazzianesimo e jH'olesiantesìJuo in Italia
hanno avuto la «orto comune di restare
forze vive ma minoritarie.
Lo spìrito della Controriforma, die impedì nel sec. XVT il profondo rinnovamento religioso, al tempo del Risorgimento
imbrigliò le forze progressive patriottidie
e fece rùmllare un’Italia materialmente
unita senza l’anima die Mazzini aveva auspicato.
Per il protestante Gangale la grandezza
di Mazzini sta nell’aver rifiutato il Risorgimento (Oline sì concluse. « Il suo esilio
(di Mazzini) più grande non fu quello all’estero ma quello in patria, la sua maggior
grandezza fu nella morte solitaria... L’ItaHa non fu sua figlia, non la riconobbe, e
morì, visionario sublime, solo ».
Il mazziniano Pantaleo Ingusci in una
redazione al « Congresso Nazionale dtílle
Associazioni Mazziniane Italiane » del 1958
affermò: «Mazzini è da un certo punto di
vista il vero sconfitto del nostro Risorgimento » (vedi Voce Repubblicana 28 setlermbre 1958).
Se in Italia mazzinianesimo e protestantesimo restano forze inutilizzate nella vita
nazionale, voci del deserto, e piccole greggi con la coscienza di essere nella verità
storica e col cuore inacerbito di vedere la
nazione calcare vie dift’erenli, in altre nazioni sono forza die determina la vita
collettiva.
L’aureola di profeta die circonda la personalità di Mazzini rìspenide in realtà soltanto nei paesi di relìgione protestante;
sarebbe assai interessante considerare quanta conferma dell’ideale politico e .sociale
di Mazzini <’è nella democTazia americana, nel laburiismo inglese e nella soifiakleaiiocrazia europea. Cioè nei paesi protestanti. Nei paesi d’influenza callolicu od
ortodossa è invece il conilinisnio a fermenlare e a dominare.
Come Mazzini nei suoi giorni di vita
l^rena ebbe benevola ^accoglienza presso
le coscienze protestanti, così il niazzianesinio resta vivo nel nostro tempo solo nei
paesi protestanti.
Neirilalia cattolica, senza lo spirilo di
Mazzini, con le correnti deiraniirisorgi
mento trionfanti, resta mìnaccio.sa l’oimbra
di Carlo Marx come reazione comprensibile al malgoverno non solo conservatore
ma reazionario e nostalgico delle forme
leoriohe c pratiche del Medio Evo,
Paolo SanfiUppo
I Da II Messiiggero Evangelico)
I Valdesi visti
da 6. Baratti
[continua dalla 2.a pag.)
E’ vero che l’agricoltura delle Valli
suscita Tammirazione dello scrittore;
« E voi, signor conte, vi fareste molto il segno della croce per lo stupore,
se vedeste i molti peiczi di campi, resi
da essi tanto fecondi a forza d’un’incessante industria, da non aver filo
d’invidia alla bella agricoltura dei
Piemontesi ». E descrive quindi i raccolti delle valli, la vita patriarcale, e
dice anche che « le lor donne sono
tutte cuoche assai destre, e che ti sanno fare dei piattellini molto ghiotti
cogli erbami acconci alla loro maniera nel buon burro e nel buon cacio
che s’hanno ».
Viene poi un’affermazione nella libertà di coscienza che è abbastanza
interessante, e che dimostra il libero
spirito barettiano : a Atti di violenza
per convertire i Valdesi al cattolicesimo degli altri sudditi, è certo che se
ne fecero e non pochi nei tempi delle
stolte controversie; ma quei tempi,
grazie a Dio, sono passati, gli è un
pezzo; e v’ha molta ragione di sperare che la moda di voler violentare
la mente altrui a pensare come pensa
la nostra, la moda di voler ridurre a
uniformità ogni cosa, contro la precisa intenzione di Dio che volle tutte le
cose fossero diverse da tutte le altre
cose; v’ha molto da sperare, dico, che
quella m.oda non tornerà più al mondo, malgrado i nostri tanti frati che
vorrebbero pure, se il potessono, obbligare tutto l’Universo d’avere l’intelletto fratesco ».
E in ultimo, il giudizio conclusivo
del Baretti sul popolo delle Valli; è
un giudizio positivo e interessante,
tanto più che viene da una penna abbastanza libera e spregiudicata;
« Conchiudiamola con una parte
del loro carattere morale, senza paragone migliore che non quello de’
loro comptagni sudditi Piemontesi. I
Valdesi sono affatto semplici nel trattare, non ladri, non lascivi, non maligni, non invidiosi, non detrattori non
fuggifatica. Sono economi senza avarizia, umili senza viltà, dolci senza insipidezza. Sono padroni umani, servi
fedeli, amici sincerissimi; sempre veraci, sempre servizievoli, sempre caritatevoili: che Dio li benedica sempre
e li guardi dal tornare a impicciarsi
coi libri di controversia, colla Bibbia
e soprattutto colla Santa Apocalisse ».
Esattamente come essi hanno fatto!
Augusto Artnand Hugon
UUOMO E LA BELVA
Eichmann: un mistero
La società e la coscienza cristiana attendono una risposta decisiva
Sulla mostruosa figura di Adolf Eicbniaiin, (he attende la sentenza del Tribunale dì Gerusalemme, sono apparsi in questi mesi alcuni libri, per i lettori italiani,
degni di segnalazione.
L’editore Sugar dì Milano ha pubbliia
lo di Henri Ludwigg il libro « Io sono
Adolf Eichmann « (la storia di un tedesco)
nella traduzione di Frances<'o Saba Sardi.
Si tratta dì un reportage giornalistico assai
ben documentalo, che illustra la carriera
di Eichmann nelle file delle SS, la sua misteriosa sparizione alla fine della guerra, il
rapimento del criminale in Argentina e le
successive polemiche, rincriminazione giudiziaria in Israele, le testimonianze dei
complici e dei responsabili del più orrendo massacro della storia dell’Umanità. U
libro è scritto con siile scorrevole, per cui
si fa leggere dalla prima all’ultima pagiiìa
col medesimo interesse. L’edizione è ottima dal punto di vista tipografico ed il prezzo (lire 14(M>) accessibile.
Gli LHlore Riuniti di Roma hanno presentato col titolo « Dossier Eichmann »
(traduzione di Laura Gonzales, Roma, 1961pag. 229, lire IfìOO) una seria documenta
zione presentata dallo storico Leon Poliakov. li volume, illustrato da numerose fotografie sui campi di sterminio, raccoglie
tutti gli elementi relativi airattività di
Eicliniann e dei suoi successori nei divers»
Paesi invasi dal HI Reich. Poiché si tratta di documenti ufficiali nazisti, può ben
dirsi che sono gli stessi dirigenti del IH
Reiclì ad aver redatto gli annali dei propri crimini. \ questi documenti eloquentissimi nella scarna prosa della burocrazia. sono affiaii(‘ati tin estratto del famoso
rapporto del doli. R. Kaslner sui suoi negoziati con Eichmann, il testo dell’atto di
ac«'usa del Procuratore Generale di Gerusalemme contro Eichmann, ed una ampia
introduzione di jospli Billig sulla storia
dello slerininio antisemita operato dai na
zisti. Un libro di eccezionale interesse clic
raccomandiamo ai nostri lettori.
L’editore Mondadori ha pubblicato, nel
la traduzione di Luciano Bianciardi. un li
bro che ha suscitato vaste polemiche in
Israele: « E’ lui: Eichmann « dì Moshe
Pearlman (Milano, 1961, pag. 190 lire 1.080)
£ ’autore occupò un posto importante nel
1 amministrazione dello Stato d’Israele (fu
a ('apo dei servizi stampa e radio-televisio
ne), per cui potè raggiungere fonti di in
formazione alle quali altri autori non lian
PO potuto attingere. Di qui appunto le po
Icmiche in Israele, ove vive tuttora il Pearl
lìmi, il quale ebbe modo di conoscere nel
1046 nelle ('ari’eri di Bratislava un compii
(e di Eichmann, lo Sturmfuhrer delle SS
Dieter WisHceny. « Questo libro — avver
lo l'autore — non è In alcun modo una
pubblicazione ufficiale, nè impegna il Co
verno d’Israele », Egli si assume la respon
sahilìtà del contenuto assicurando che « non
compaiono notizie da me apprese quando
ero funzionario dello Stalo » e aggiungendo «‘he per sirivere questo libro diede le
dimissioni dalla sua caric’a, come Russell
quando diede alle stampe « Il flagello della svastica ».
L’opera presenta un particolare interesse
in quanto, correggendo non poche inesattezze divulgate dai giornali, descrive con
particolari inediti i luoghi ove Eichmann si
era nascosto, le fasi della sua cattura, il
trasporto del prigioniero in Israele, la vericr.za diplomatica con FArgenlina e l’ONU.
la sua detenzione in Israele, gli aspetti giuiidi('i del processo di Gerusalemme.
Sull’appassionante vicenda non meno utili sono altri due volumi. Il primo, pubblicalo dall’editore Gino Del Duca, s’intitola: a Ecco le prove' Adolj Eichmann
di Henry A. Zeiger ed è tradotto da Davide Melodia (Milano, 1961, pag. 275, lire
500’,. Contiene l’aggbiaccianle sequela dei
«api d’accusa a carico di Eicliniann e una
serie di testimonianze tratte dai libri e discorsi ufficiali dei gerarchi del Terzo Reicli,
dai verbali del processo di Norimberga, da
documenti segreti del governo nazista e da
deposizioni di :.opravvissiiti ai campì di
sterminio.
11 secondo, edito da Bompiani (Milano,
1961, pag. 327, lire 1.000), è stato scritto
da Quentin Reynolds col titolo « Il ministro della morte » ed è il frutto della collaborazione dell’autore con due giornalisti
israeliani, Zwi Aldubi ed Fi’raim Katz che
raccolsero un ampio materiale sulla storia
di Eichmann. In sei capitoli il libro racconta la cac(‘ia e la cattura del criminale,
le personalità ed i delitti di lui, la sua fuga dopo il crollo di Hitler, il caso giuridi«o essezìonale cosliiullo dal processo di
Gerusalemme. L’autenticità del resoconto
non pare contraddetta dal piglio romanzesco della narrazione die, come dice l’Editore, presenta « nula la storia documentala
e segreta di Adolf FJcbmann ».
Da « L’Incontro »)
Contro la pena
di morte
CANTERBURY. — Recentemente la Camera bassa della Convocazione anglicana
di Canterbury si è pronunciato per l’aboiizione della pena di morte. Nella cattedrale di Canterbury J. A, Robinson, vescovo di Woolwicli, Ila dichiarato, predicando, che non sarebbe dato requie « fin« lìè questa macchia non sarà stata cancellata dalla nostra vita nazionale ». Mentre
ia condanna a morte implica che non si
può tar più nulla per il condannato, «la
lede cristiana afferma che ogni uomo può
essere riscattato... Tulli gli uomini hanno
ricevuto la possibilità di divenire figli di
Dio in (iesù Cristo ».
4
pag. 4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 46 — 23 novembre 1961
TOPONIMI
delle Valli Valdesi
a cura di T. G. Pans
li Marchet, Marquet; villaggio di Angrogna, presso la sorgente del Vèngìe. Nome dì fam. che si trova ad
Angrogna fin dal 1613: Eliseo Marcheto fu Marcheto dei Marcheti dì
Angrogna. Il nome è oriundo della
Francia meridionale. 1674, li Marchetti.
Marca (Sère d’): villaggio di Biclaretto, sotto il Peinineu. Probabil-,
mente dal nome di fam. Marco:
troviamo nel 1578 un Pietro Marco
di Villasecca.
la Maria: villaggio o foresto di Angrogna, verso la Rugnusa. Nome di
fam. che si trova alla Torre fin dal
1530, ove incontriamo im Pietro Maria, consigliere. 1613, foresto eh. la
Maria (Cfr. Morland, History of thè
Evangelica!, p. 363).
Marsili, Marsigli: villaggio all’inverso del Villar. Forse dal nome di fam.
Marsili, provenzale d’origine. Se ne
ha notizia fin dal 1616; delli Marzili, 1631, Marsili, 1635, Marcili.
li Martèl: villaggio di Angrogna,^ su
la cresta che scende dalle Bariole.
Nome di fam. oggi estinta, ma conosciuta in passato in Provenza,
donde, probabilmente, come tante
altre, dovette passare alle Valli.
Henaldus Martel, doc. 1175. 1674, il
Saretto del Martello.
lu Martinagl: case di Angrogna, ad
occ. del Serre. Dal nome di fam.
Martinaglio, già registrata ad Angnogna nel 1594. 1674, ruata delli
Martinagli.
lì Martinat: resti di case a Prali, fra
le Orgere ed i Pomieri. Dal nome
di fam. Martinat, che probabilmente viene dal nome italiano Martina,
con spostamento dell’accento tonico sull’ultima sillaba. Troviamo un
Martino de Martina, nel 1594, rappresentante della Torre in una supplica al Duca ed un Philippum Martinati, in doc. del 24 ag. 1462, ed a
Prali un Martinato, nel 1578.
id. : villaggio dell’Inverso Porte, sul
costone che scende alla s. della
Combina.
id. : case non più abitate nel territorio di Bobbio, presso Malpertiis.
1« Marturé: foresto di Massello, sopra la strada che dall’Eidiit conduce a Pradidìe. Verosimilmente da
« martoreto », luogo delle martore,
piuttosto che da « martyretum »,
luogo ove si sono commessi atti di
tortura, ove si è suppliziato qualcuno. Nei dipartimenti alpini francesi Martouret è pure nome di luogo
e di fam.
Ma?el, Massài: comune che occupa la
parte superiore del bacino della
Germanasca. Confina con Pragelato, Bourset, Maniglia, Salza. Nome
derivante dalla tribù dei Magelli
(Cfr. Plinio, III, 7), che lasciò pure
il suo nome al comune di Macello,
verso la confluenza del Chisone col
Penice. 1420, Macellum. 1453, Macelli.
lì Macài, Massài: villaggio ad occ. di
Pomaretto, ma sulla d. del torrente,
sotto il Crusas. Dal nome di fam.
analogo, forse derivato dai Magelli,
popolo alpino delle Alpi Cozie,. all’epoca della conquista romana.
1611, alle Macelli. ’
Maceilot, Masseilot: case dell’Inverso
Pinasca, a circa 700 m. di altitudine. Diminutivo del nome precedente.
li Maurin : foresto nella valle delia
Liussa, sul fianco s. della valle. Dal
nome di fam. Maurin, Morin, provenzale, ma anche piemontese. De
Maurinis, in doc. del 1288. Lo troviamo in vai Perosa nel 1655. Dal
cognome lat. Maurus o dal nome di
popolo africano, i Mauri. Lo stesso
nome di luogo si trova nella valle
di Barcellonetta. A Pinasca un Jacobus Maurini è locatore, con altri,
dell’alpe Bodàcol, nel 1462 (J. J.).
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELUCE
— Domeniica 5 novembre abbiam-o avuto
il nostro eulto della ripresa di tutte le attività eoclesiasticlie con la part-ecipazione
di nuimeroisi adulti, dei catecumeni e dei
baanbini della Scuola donienieale. Tutte le
nostre attività sono ora in pieno svolgimento e domandiamo al Signore di concederci un lavoro in profondità, centrato,
per tutti, sulla esigenza del comu-ne ascolto
del meeeaggio che in questo tempo il Signore annunzia alila sua Chiesa.
— Sabato 11 novembre abbianio invocato
la benedizione di Dio sul matrimonio di
Roslagnol Giovanni (Eyssart) e Bertinat
Margherita (Ferrera). G-li affettuosi auguri
della comunità circondano questi giovani
sposi <-he si stabiliscono alTEyssart, mentre domandiamo al Signore di essere l’osipi.
te costante del loro focolare domestico.
— Martedì 14 novembre ha avuto luogo
il servizio funebre della nostra sorella
Pontet Susanna fu Stefano deceduta al Podio superiore alla età di anni 81 dopo alcuni mesi di infermità. Ai familiari e parenti tutti esprimiamo la nostra viva simpatia cristiana.
— Diamo il più fraterno benvenuto nella
nostra comunità alla nostra sorella Gonne!
Dina (Muti di Villar Pollice) il cui matrimonio col nostro Re Augusto di Paolo
( Via Croinwell) è stalo benedetto sabato 18
novembre nel tempio di Villar Pellice.
Sappiamo che questi sposi ¡stanno per reearisi per ragioni di lavoro in Svizzera. Li
seguono i nostri auguri più affettuosi di
ogni gioia e di ogni benedizione nel Signore.
-— La noSi!;ra Unione Giovanile del Centro ha iniziato la sua attività; venerdì 17
novembre il seggio è stalo nominato come
segue: Presidente: Mic.lielin Davide (Laus);
Vice-Presidente: Negrin Stefano (Costa);
Segretario: Berlon (J-iuseppe (Perla); Vice-segretaria: Charhonnier Valentina (V.
Beisilia); Cassiera: Catalin Alice (V. Beisilia). Si è parlato del programma di lavoro e di altre attività; uno studio con discussione ha già avuto luogo. Mentre alten.
diamo -che i giovani dei Campi e del Podio inizino la loro attività, formuliamo per
tntte le nostre Unioni raugurio di un anno benedetto e fecondo nel -loro operare.
I turni di lavoro di molti ¡giovani iclie lavorano negli opifici della pianura assoliigliano le file delle Unioni; si tratta di non
.scoraggiarsi, ma anzi, di serrare le file c
di lavorare compatii e concordi mettendo
ciascuno a frutto i talenti che il Signore
gli ha dati.
— Temevamo fortemente di dover rinunziare quest’anno alla nostra Corale; ma
airultijna nostra riunione il numero dei
Coralisti è aumentato in seguito al nostro
«ultimatum» e così, se pure ridotta di
numero ricetto agli anni scorsi, anche questa atti-vi-tà potrà continuare. Aspettiamo
naturalmente altre voci ohe si uniscano alle nostre per cantare insieme le Iodi del
nostro comune Signore: l’invito è rivolto
a tutti !
— La nostra Scuola domenicale annovera circa una novantina di vispi bambini
che frequentano regolarmente e si preparano sin da ora afia loro festa dell’albero
di Natale. Ci auguriamo che il numero delle monitrici (e perchè non anche quello
dei monitori?!) venga aumentalo onde il
lavoro di recitazione dei versetti venga
snellito.
— E’ in pieno svolgimento il primo turno delle nostre riunioni quartierali e con
piacere vediamo tali riunioni ben frequentate. In esse studieremo insieme la Parola
di Dio e problemi vari comeementi la vita
della nostra Chiesa. Intanto, lentamente
affluiscono le offerte per sanare il deficit.
Ogni famiglia della Comunità sarà visitata
dal Pastore o da un Anziano o Diacono
per porre ogni famiglia davanti alle sue
precise responsabilità di membri di Chiesa.
— Domenica 19 novembre, nel corso del.
la nostra assemblea di chiesa, sono stati
riconfermati per un quinquennio i seguenti
membri del Concistoro: Croi. Giovanni,
Eyssart: Anziano dei Gaims; Rostagnol
Giusepjie, Martinals: Anziano dei Campi;
Miehelin Paolo (Laus) e Cbarbonnier G!o
mmm i ummm
Ch. Bbuetsch - Les Mormons ou Saints
des derniers jours.
J. Robert - Catholiques apostoliques et
néo-apostoliques.
i due primi volumetti della nuova collana « Connaissance des sectes » della
Delachaux-Niesllé, ognuno L. 450.
Vari - U volto del protestantesimo europeo.
Etliz. LICE, Torino 1961, L. 500.
F. Chabod - Storia delVidea d’Europa. Interza, Bari 1961, pp. 208, L. 1.200.
A. CAPiriNì - Battezzati non credenti. Parenti, Milano 1961, L. 800.
P Musini • Katanga, pelli di fuoco. Parma-Roma, 1961, L. 2.000.
PERSONALIA
Si à brillantemente laureato in lettere, con una tesi (li letteratura inglese, Riccardo Gay, ex-allievo del nostro Collegio Valdese. Al neo-laureato
le nostre più vive felicitazioni.
E felicitazioni vivissime pure, anche
se in ritardo, alla neo-diplomata in
economia domestica signorina Vera
Pittavlno.
IL processone, a cura di D. Zuccaro. Gramsci e i dirigenti comunisti davanti al
tribunale speciale. Editori Riuniti, Roma 1951, L. 1.000.
T. Moro - Lettere della prigionia. Borin
gliieri, Torino 1961, L. 800.
J M. Ynger - Sociologia della religione
Boringhieri, Torino 1961, L. 3.000.
Vn seul Seigneur, un seul baptême, quaderno di « Verbum Caro », pubblicato
per il Consiglio ecumenico delle Chiese
dalle Presses de Taizé, L. 540.
.A. Benoit ■ L’actualité des Pères de l’Eglise. Cahier tliéol. 47, Nencbâtel-Paris 1961,
L. 760.
D. Bonhoeffer - Tentation. Labor et Fides, Genève 1961, L. 575.
M. Kohler - Artisans et partisans de la
croix. Neuchâtel-Paris 1961, L. 1.100.
P. Tournier - Les saisons de la vie. Labor
et Fides, Genève 1961, L. 500.
A. Bieler • L’humanisme social de Calvin.
Labor et Fides, Genève 1961, L. 640.
vanni (Abses): rispeitivamente Anziano e
Diacono dell’Alyses-Payant ; .Albarea Giovanni, Giomà: Anziano di Perlà; Miclielin-Salomon (Carboneri) e Negrin Stefano
(Reynauds): riapettivamente Anziano e
Diacono di Romana; Bonjour Daniele
(V. Cap. Mondon), Geymonat Giov. Daniele (Vie. Cortili), Bonjour Paolo (Via
Sibaud), Cbarbonnier Paolo ( V. Maestra) :
rispettivaonente Anziani e Diaconi per i
due quartieri di Villa. E’ stato nominato
quale nuovo Diacono per il quartiere di
Campi il nostro fratello Puy Daniele del
Ciastel. Non si è potuto nè designare nè
nominare un Diacono per il quartiere di
Cairus, nè un Anziano nè un Diacono per
il quartiere del Podio.
Mentre ci rallegriamo con gli Anziani e
Diaconi riconfermati con ottima votazione
e col Diacono neoelelto, formuliamo per
il nostro nuovo Concistoro l’augurio di
una attività feconda e conisacrata per il
vero bene spirituale e materiale deUa nostra Comunità. e. a.
POMARETTO
— Nel corso della settimana prossima
avremo le seguenti riunioni:
Martedì 28 novembre sera avrà luogo
una riunione ai Maurini nella casa del geometra Gino Rostan.
Giovedì 30 novembre avrà luogo una riunione al dot Inverso.
— L’unione giovanile ha nominato il
presidente nella persona di Luciano Ribet
:;d altri due responsabili assiame a quelli
già eletti lo scorso anno, l’uno di Pomaretto Guido Ribet e Claudia Griglio per
Perosa.
L’unione giovanile dell’Inverso ha pure
nominato i suoi responsabili: Elide Long,
Giorgio Barel, Galliano Marco e Emilio
Rostagno.
La domenica sera 3 Dicembre l’unione
della parrocchia sarà visitata da Claudio
Troll.
— Giovedì 16 novembre è stato celebrato
il matrimonio di Rostagno Melchiore e di
Bcun Elena. Che il Signore benedica il
nuovo focolare che s’è costituito alla Sua
presenza.
— Domenica pomeriggio 26 novembre
:ivrà luogo la riunione delle mamme all’Inverso.
— - Le offerte per il deficit continuano ad
affluire: speriamo che entro il 30 si raggiunga la cifra richiesta.
Avete già prenotato
“Valli Nostre,, 1962?
E’ in corso di stampa il calendario
« Valli nostre » 1962. Quest’anno uscirà in tre edizioni: italo-francese, italo-tedesca, italo-inglese. Il prezzo sarà
di L. 400, senza sconto. A quanti si
sono prenotati o si prenoteranno entro il 10 novembre, presso la Claudiana, sarà ceduto al prezzo di L. 300 la
copia. Dopo tale data non sarà più
praticato alcuno sconto. Se avete pa
renti ed amici all’estero pensate anche a loro!
PINEROLO
Potete richiedere questi libri alla Claudiana: per le Valli a Torre Pellice, c.c.p.
2/17557; per le altre regioni a Torino, via
P. Tommaso 1 d, c.c.p. 2/21641.
— L’Assemblea di Chiesa riunitasi il 22
Ottobre ha preso atto, con vivo rammarico,
delle dimissioni del Rag. Adolfo Vola dalla carica di anziano, per motivi di salme.
Le espressioni più vive di rammarico, e
nello stesso tempo di riconoscenza e di affetto, sono state trasmesse al sig. Vola. La
Comunità di Pinerolo gli è grata per il
servizio reso per molli anni con fedeltà e
con carità. A nome del Concistoro, il VicePresidente, Dr. Italo Mathieu, ha manifestato l’apprezzamento dei colleglli del Concistoro, ed ha indirizzato al sig. Vola l’augurio affettuoso di tutta la Comunità.
L’anziano Costante Costantino ha espress.i la riconoscenza della Comunità al Past.
em. Luigi Marauda per l’attività svolta nel
periodo della malattia del Pastore titolare
L’.Assemblea di Chiesa ha nominato il
Rag. Beniamino Grill alla carica di anziano e i fratelli Renato Breuza e Virgilio
Codino, alla carica di diaconi.
Essi sono stati insediati nel corso del
culto della domenica 5 novembre.
L’ Assemblea di Chiesa ha udito la relazione della delegata al Sinodo, Prof. Marcella Gay, cui ha fatto seguito l’esposizione della silnazione finanziaria da parte del
Cassiere Rag. Emilio Codino.
— Tutte le attività ecelesiasliche hanno
ripreso regolarmente.
E’ stato iniziato il ciclo delle riunioni
di famiglia nei rioni della ritlà e nei quartieri di campagna.
Domenica 12 novembre ha avuto luogo nei nostri locali il Convegno dell’AICE;
Lunedì 13 novembre il Colloquio Pastorale delle Valli ; Domenica 19 novembre il
Convegno delle responsabili delle Unioni
Femminili.
Siamo molto lieti di poter mettere i
nastri locali e le nostre attrezzature a di
sposizione delle Chiese delle Valli per in
contri e riunioni di ogni genere. L’ubica
zione della nostra Chiesa rende naturale
questo servizio, e lo rendiamo volentieri
con gioia. Domandiamo soltanto che ri
.ili facilitato il compito e non ci si preannunzino manifestazioni che poi non hanno
luogo, rendendo inutili i preparativi e le
spese fatte per l’ospitalità.
11 Convitto per studenti è al completo,
.sia nella sezione maschile che in quella
femminile.
Chiediamo al Signore la forza e la serenità necessarie allo sviluppo del nostro la
VILLAR PELUCE
il nostro Asilo. — Grazie all’inteiressamento della Pastoressa sig.na Wateher ohe
da allcuni anni è nostra fedele ospite, il
nostro Asilo quest’anno ha il pavimento
dell’aula completamente rinnovato e noi
esprimiamo a questa gentile amica, la no*
stra viva riconoscenza per quanto Ita fatto
per i nostri piccoli i quali, arrivando alrAsilo hanno trovato anche altre novità:
Il Concistoro infatti, ha fatto rifare il
soffitto della cucina che era pericolante ed
ha approifìttato della presenza degli oiperai
per attuare un pro-getto che gli slava a
cuore. Quello cioè di fare, in continuazione della sala da pranzo, un terrazzino seguilo da un moderno gabinetto, in modo
che i bimbi non abbiano più da Si*endere
in cortile. Naturalmente, la spesa è sensibile, ma i tempi moderni necessitano anche di certe comodità tanto utili quanto
necessarie !
La nostra insegnante, signora Ginetta
Vernè e la sua aiutante Giovanna Davit,
non possono più quest’anno, occuparsi dei
nostri bimbi e noi vogliamo, da queste colonne, ringraziarle per quanto hanno fallo, prodiigandosi per il loro bene.
A sostituirle, la Commissione Asilo ha
designato la signora Lidia Frache, già ben
f’onosciuta dai nostri bimbi, la quale sarà
coadiuvata dalle giovani Ida Gaydou e
Amalia Geymet.
A causa dei vari lavori, abbiamo aperto
il nostro asilo in ritardo, ma ora i nostri
bimbi ne hanno ripreso possesso. Sono nu*
nerosi e al loro arrivo hanno avuto la
sorpresa di trovare una grande cassa con
tanti gìocatloili inviati da quella gentile
fata <‘lie è la sìg.na Wätcher!
Matrimoni. — Il 2 seUenibre si sono
sposali nel nostro tempio Davit Bruno e
Charhonnier Amilda. Dopo la lerimonia
è seguilo un siimpalico ricevimento in casa
della sposa.
Il 23 settembre è »tato la volta di Fontana Guido e dì Pontet Any. Le nozze sono state benedette dal Pastore Coslahel,
(iiTgino della sposa. La giornata trascorse
allegra e gioiosa quando, a sera inoltrala,
giunse ad un tratto la triste notizia che la
madre del Fast. Costabel, la signora Giuditta Giraudin, apprezzata insegnante che
era un po’ soiFereiUe, era marnala improvvisamente.
Esprimiamo la nostra viva simpatia a
lutti i congiunti e formuliamo raugurio
che le inevìtabiili prove di questa vita, rinsaldino sempre più l’afFetto che unisce
quelli che restano e in particolare, qui. i
due cari sposi Fontana.
Il 7 ottobre Garnier Ernesto e Gönnet
Paolina lianno pronunciato il loro « si d
nel tempio hellaimenle infiorato dalle compagne di lavoro della sposa.
Il (pranzo di nozze al quale lianno parteciipato il Pastore e la sua compagna è stalo
l’Oiì'Sumato nell’intimità delle due famiglivi
e nella più schietta allegria. La sera poi,
una simpatica e moderna (( ciabra » a mezzo di rombauti motociclelie e rallegrata
dalla presenza di molti amici, dava il benvenuto agli sposi nella loro nuova residenza al Centro.
il 14 ottobre Melli Stefano di Bobbio e
Berlon Caterina celebravano il loro matrimonio alla presenza di largo stuolo di parenti. Il pranzo di nozze ebbe luogo a
Bobbio nella casa Melli ove recamimo un
fraterno saluto alla cara Caterina die lascia al Villar un ottimo ricordo per la sua
serietà e diligenza.
Porgiamo pure i nostri migliori auguri a
Bouissa Luciano del Teynaud che si è uni.
lo in matrimonio con Fenouil Vera nel
tempio di S. Giovanni e diciamo « benvenuta I w alla nostra giovane (sorella.
Auguri fraterni nel Signore anche a Prot
Franco nato all’Artusot ma recidente a
Sanremo che si è ispoisalo con Gelso Franca
originaria di Rorà. Il Pastore Bogo ha benedetto le loro nozze nel tempio di Bordi ghera.
Essi sono venuti a trascorrere la luna di
miele nelle nostre Valli e siamo stali felici
di vederli.
Predicazioni. — In questi mesi abbiamo
avuto il privilegio, ai nostri culti, di udire
la predicazione di vari servitori del Signore.
Il Pastore Giulio Tron venuto a farci
vìsita ion la Signora, il Pastore Allinger
di Pforzheim, il nostro anziano Umberto
Pascal, il direttore del Castagneto Alberto
Lazier„ il Pastore Cipriano Tourn di San
Giovanni, il Pastore Grisdorf di Herrenalb
ohe ci ha dato un apprezzato messaggio in
francese e infine il Pastore Prof. Renzo
Bertalot, appena giunto dal Canada, ci ha
offerto la sua prima predicazione in Italia.
Pier Luigi Jalla da Forano Sabina, il
neo-consacrato pastore, già intravisto una
volta con ì suoi Foranesi era atteso con
particolare e vivo interesse.
A tutti, il nostro grazie riconoscente e
l’augurio ai Villaresi che questi messaggi,
sgorgali dal cuore, siano stati benefici per
ognuno dei presenti.
R0RÂ
— A Magna Josephine die ha dovuto es
sere ricoverata in una clinica di Torino e
a Rosa Morel che si trova aH’ospedale Mail
riziano di Luserna vanno i nostri auguri
più fraterni per una pronta e completa
guarigione.
— Si ricordano le due riunioni quarlierali di martedì 28 novembre ai Rumar e
mercoledì 29 novembre alle Fucine.
— 11 culto di domenica prossima. 25 novembre, sarà tenuto in francese.
— Si avvisano tutti i membri della comunità che le offerte in natura per gli istitati ospitalieri vanno consegnate entro il
2 dicembre. Alle Fucine presso .lean Desol,
al Centro presso il Pastore, ai Rumer presso chi potrà trasportale a Valle.
— Si prega di tener conto che lo offerte
speciali prò deficit vanno consegnate entro
e non oltre il giorno di Natale. Grazie!
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La famiglia Charbonnier, commossa per le innumerevoli prove di simpatia ricevute in cccasione della dipartita della cara Mamma
Ester Mourglia
ved. Charbonnier
ringrazia quanti in qualsiasi modo
hanno preso parte al suo dolore. In
particolare ringrazia la Direzione ed
il personale dell’Ospedale Valdese e
il Dott. De Bettini, per le amorevoli
cure alla cara Estinta.
Torre Pellice, 21 novembre 1961
La famiglia Martinat prolondamene commossa per le dimostrazioni di
conforto ed affetto ricevute per la dipartita del suo caro
Emilio Martinat
esprime la sua sincera gratitudine a
tutti coloro che con scritti o di presenza hanno partecipato al loro gran-e dolore. In particolare ringrazia i
dottori Scarognina e Gardiol, le suore dell’ospedale Mauriziano di Luserna, i pastori Jahier, Bertalot, Geymet,
Genre, Tourn e Beri, i vicini di casa
3 gli ex vicini di S. Germano per la
premura e simpatia dimostrata nella
luttuosa circostanza.
Lusema S. Giovanni, 15 nov. 1961.
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