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ECO
DELLE VALU VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno X('1V - N. 36
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TORRE PELLICE, 11 Settembre 1964
Ammin. Claudiana Torre Pelliee - C.C.P. 2-17557
Il rinnovamento della Chiesa
La sua ragion d'essere è la missione, ma
che cosa signiiica, oggi, evangelizzare?
Aumenta il nostro patrimonio monumentale
Il momento in cui stiamo vivendo
anche come Chiesa, è dei più interessanti: tutto è in discussione, tutto è
irj movimento; si cercano nuove vie,
si tentano riforme di strutture; e non
si tratta di pura passione del nuovo in
sè, ma della convinzione profonda che
veramente il Signore vuole svecchiare certi aspetti della vita della sua
chiesa. Naturalmente, come in tutti i
periodi di ricerca e di transizione, siamo esposti a errori, a squilibri, e occorre distinguere fra ciò che è pura
avventatezza e Taccettazione del rischio della fede.
Da un lato è profondamente giusto
il richiamo della Tavola, nel suo rapporto al Sinodo: « D’e-sigenssa di un
rinnovamento dev’essere riferito in
modo più chiaro alTopera dello Spirito Santo e alla predicazione della
Parala di Dio. E’ ovvio che là vita spihti:a!e delle comunità non può essere rinnovata soltanito da un cambiarne) ito di strutture o da nuove iniziative di ordine pratico». «D’altra parte — notava anch’essa a ragione la
C. d’e. — Tapprofondimento della vita spirituale non sostituisce il rinnovamento delle struttUire... Vi sono oggi giovani seriamente impegnati, dentro e fuori del corpo pastoirale, che
stentano talvolta a trovare nelle forme consuete della nostra vita ecclesiastica il modo di esprimere adeguatamente la propria fede ; e ciò non per
mancanza di serietà o di vocazione,
ma per il sentimento ohe molte di
quelle forme siano diventate inattuali : non già amiche e venerabili, ma
semplicemente vecchie e logore. Questo sentimento della gioventù va preso sul serio, anche se è solo in parte
giustificato, bisogna accettare lealmente ohe ciò ohe rappresenta il nostro modo di esprimere la fede aitrar
verso la vita ecclesiastica possa venir
messo in questione da ehi, -con fede
e lealtà non minori, cerca oggi un
suo modo di esprimere quella fede
che ci è comune».
Bibadendc il fatto (che troppo spesso rimane solo un conioetto, nella migliore ipotesi) che la « fondamentale
ragion d’essere della Chiesa è l’annunzio delTEvangelo della grazia »,
la C. d’e. ha rilanciato una volta ancora il tema dell’Evangelizzazioiie ;
ma « che cosa significa oggi evangelizzare? I fedeli richiamano alla memcria Topera degli ©vangeaizzatori
delia seconda meta dei secolo scorso
e, saltando le decadi del ’’ristagno
evangelistico”, ricordano la breve sta
gione dei dibattiti e delle pubbliche
conferenze d’evangelizzazione del ctopoguerra»; ma oggi, nel nuovo clima
’’ecumenico”, nel nuovo confronto con
il mondo iaicoi e con la nostra società
largamente secolarizzata? »
<( Noi crediamo che la Chiesa deve
estere presente nel móndo. CI rifiutiamo tuttavia di credere che, per
manifestare la sua presenza, essa debba necessariamente caratterizzarsi in
una direzione politica particolare. Il
criterio ’’politico'' O' ’’sociologico” non
è nè il primo nè Tultimo punto di riferimento per la Chiesa di Gesù Cristo...
Il Maestro passò fra i partiti politici
e religiosi del suo tempo e non alterò
per questo' il verbo della carità e della
verità. Egli venne per servire in modo
totale, con il dono di sè » (Rapp.
T. V.).
Su richiesta della C. d’e., ai^rovata
dal Sinedo, il prof. Valdo Vinay ha
quindi presentato un rapporto sulle
prospettive delTevangelizzazione, oggi.
Tale rapporto, che ha suscitato un
ampio dibattito, sarà pubblicato e
diffuso fra le comunità quale documento sinodale (al posto di un «messaggio » vero e proprio), e ce ne rallegriamo poiché sarà utile strumento di
studio 0 uno stimolo a una ripresa di
ccscienza della re-rponsa-bilità che incombe a ciascun credente, nella co
municne di ricerca e di servizio e di
testimonianza di tutta la chiesa. La
discussione si è infine puntualizzata
su un tema particolare, quello
culto evangelico alla radio, che può e
deve essere reso ancora più funzionale ^ sebbene già si sia in gran parte
abbandonato il puro dosaggio deno
minazionale nella ripartizione delle
trasmissioni, e si .siano a varie npreso affidate serie di alcune trasmi^ion’ al medesimo predicatore; si è giunti al seguente odg. :
« Il Sinodo, ritenendo la predicazione domenicale radiodiffusa
uno dei mezzi più efficaci per l’annuncio dell’Evangelo in Italia, dà
mandato alla Tavola di riorganizzare questa predicazione in modo
che essa sia fatta dal vivo e affidata a alcuni pochi predicatori
per periodi prolungati, affinchè essi abbiano la possibilità di trasmettere un messaggio evangelico
più completo e di stabilire contatti vitali con la vasta comunità dei
radioascoltatori ».
Nello stesso quadro. Tavola e C. d’e.
pongono in evidenza il problema della carenza di vocazioni ai vari ministeri, e a quello P'astorale in particolare Non è improbabile che prima o poi
si impongano nuove forme di ministero. Comunque « il ministero pastorale classico, sia pure ridimensionato in taluni suoi aspetti, è P«r la
nostra chiesa un pilastro fondamentale» (C. E.). Ora, non basta lamentare tale carenza, occorre anche fare
il possibile p>er cercare di individuare
gli ostacoli umanamente rimovibili,
in pai'ticolare quelli di origine economica, e quelli che vengono dalTattua
le « via maestra del liceo classico »,
per cui non di rado si offre comunque
un alibi a giovani che forse, se aiutati
con borse di studio o accolti più fácil
mente anche se non provenienti dai
liceo classico, non sarebbero tentati
di considerare in partenza preclusa
loro la via al pastorate ; al riguardo è
stato votato un odg. che affida alla
Tavola « il potenziamento e il coordinamento delle borse di studio a favori; dei futuri studeniti in teologia, curando, che l’esistenza di tali borse sia
portata a conoscenza delle comunità
nei modi più opportuni ». La Tavola
viene pure invitata a « studiare la
possibilità di borse d’insediamento
per i pastori alTinizio del loro mini
stero, quando questi si trovano Lo
condizioni di particolari difficoltà
economiche ».
Anche alla FUV un incarico:
« Il Sinodo, ritenendo che la FUV
sia particolarmente adatta a svolgere un’opera di ricerca e di appoggio delle vocazioni pastorali in
seno alla nostra gioventù, chiede
al Comitato nazionale della FUV
di dedicare a quest’opera tutta la
sua attenzione e cura ».
Appendice quasi congenita dei pastorato, i trasferimenti! Sebbene ogni
anno Tavola e Comm. d’e. facciano
notare che in realtà le somme così
spese — per lo più inevitabili — incidono per una parte infima (2,5'io
nelTultimo quinquennio) sul bilancio
si tratta sempre di qualche milione
annuo che invita al ’’mugugno” e da
’’buona coscienza” ali’avarizia di non
pochi. Espressione di questo sentimento diffuso è stata la proposta di
un o.d.g. che chiedeva alla Tavola il
blocco, per quest’anno, di tutti i trasferimenti, considerando il fatto che
Tanno prossimo si sarà per forza di
cose una nuova reazione a catena. Era
chiaro che dopo le votazioni già effettuate a Bergamo, a Milano e a San
Germano., un blocco deciso ora sarebbe stato discriminatorio, e come tale
è stato respinto dal Sinodo stesso.
Tuttavia, alla Tavola, che spesso si
sente accusata di un certo autoritarismo, è forse venuta indirettamente
Tindicazione che quest’anno una parte almeno della Chiesa le sarebbe stata grata di un atto di autorità che le
competeva, pur con tutti gli equivoci
e i lati negativi e discutibili che ogni
decisione « politica » comporta.
g. c.
Il nuovo monumento inaugurato nel giardino della Casa Valdese Torre Pellice nel corso dell’ultimo Sinodo. La targa bretnzea, dono dei Valdesi sudamericani, riproduce uno dei bassorilievi che ornano il monumento al colono valdese, La Paz (Uruguay). Foto Pellegrin
Unità e autonomia
La Conferenza del Distrettn Rioplatense
diviene la Sessione sudamericare del
Sinndei, complementare a qnella europea
Sono anni die si parla della revisione costituzionale, in seno alla
nostra Chiesa Valdese, in vista di
una nuova Costituzione Unitaria,
che esprima l’unità essenziale di
tutte le comunità che insieme, ovunque, costituiscono la Chiesa
Valdese, e che al tempo stesso tenga veramente conto delle diversissime situazioni nelle quali gruppi
diversi di tali comunità vengono
talvolta a trovarsi: e pensiamo naturalmente al gruppo europeo e a
quello sudamericano. Proprio in
questi anni, grazie a visite, pellegrinaggi e scambi pastorali e professorali, sono stati fortemente rins,aidati i legami fra questi due
gruppi, che d’altra parte hanno
bisogno, nell’ambito di questa fondamentale unità, di poter vivere e
procedere fruendo di una certa autonomia amministrativa reciproca.
Tale autonomia era già presente di
fatto, ma s’imponeva la sua regolamentazione. Dopo il passo decisivo compiuto nel 1061 (1), un al
La morte di un uomo
La morte di Paimiro Togliatti è stata
forse per molti Toccasione per chiedersi
per la prima volta, seriamente, quale importanza avesse quest'uomo nella nostra vita
italiana contemporanea e quale posto gli
compete nella storia del comunismo mondiale; un uomo di cui è stato detto, con un
po' di retorica giornalistica ma non senza
ragione : « Mezza Italia lo amava, l'altra
metà lo odiava e temeva ».
Non sta a noi, nè ne avremmo la competenza, di dare una valutazione valida del
leader comunista, che ci si accorda nel definire moderato, con una buona dose di spregiudicatezza tattica (e per parte nostra non
possiamo dimenticare il voto delTart. 7 della Costituzione, in questo dopoguerra, confermante il Concordato con il Vaticano): un
uomo colto, un uomo che pur insistendo
sulle vie autonome del comunismo nazionale (almeno in certe occasioni), viveva con
un orizzonte più ampio di quello nazionale.
In un pensoso elzeviro comparso su « La
Stampa » (« Divisi nella morte », 1” sett.),
A. C. Jemolo ha scritto tra l'altro: « Il
linguaggio dei fogli e della Radio vaticani
alla morte di Togliatti è stato molto nobile;
oggi il cattolico sente di non poter anticipare i giudizi di Dio »; e tale atteggiamen
to riflette fedelmente il tono pacato e con
cibante, pur nella fermezza dogmatica, delT « Ecclesiam suam ». Senonchè, Roma ha
molte facce: il 25 agosto, durante i funerali ¡1 vicariato di Roma fece chiudere la
basilica di S. Pietro e le chiese della zona
attraversata dal corteo ad indicare « ...muta
disapprovazione e grave disappunto per lo
svolgimento di una solenne cerimonia funebre, non cristiana, in Roma cristiana, e
proprio dinanzi alla sua Cattedrale... ».
Mi pare intere.ssunte riportare ques’te note pertinenti di Arrigo Benedetti (« L'Espresso ». 6 sett.): « L'on. Togliatti, cattolico di
nascita e comunista ateo confesso essendo
scomunicato, non era inevitabile il funerale
laico .■* Un funerale laico rattrista meno la
Chiesa se avviene in Romagna o in Lunigiana. anziché a Roma? A Roma, i funerali laici dovrebbero avvenire nelle borgate dove, tanto, stanno le anime perdute?
Avanziamo un altre ipotesi. Non è escluso
Cii7 in avvenire un israelita possa diventare
presidente della repubblica italiana. Qualora decedesse mentre è in carica, la repubblica dovrebbe onorare in segreto il suo
primo cittadino? 0 soddisferebbe la presenza di un rabbiiio, nello spirito di quel fronte unico delle religioni a cui neanche il Vaticano è insensibile?... »
E auspicabile che, in un ripensamento
storico serio, risulti quella che è stata realmente la grandezza e la miseria di questo
uomo non comune. E' innegabile che come
ogni uomo egli è sottoposto al giudizio radicale di cui la nicrte è segno; e in questa
luce mi è parso molto giusto questo giudizio di Eugenio Scalfari, a conclusione di un
suo editoriale (« L'E.spresso », 30-8): «non
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
tro se n’è fatto quest’anno.
Erano presenti in Sinodo il past.
Wilfrido Artus, presidente della
Commissione esecutiva del Distretto rioplatense e alcuni delegati di
quelle chiese, insieme al past. Silvio Long, definitivamente rientrato
in Italia e vivamente ringraziato
per il suo lungo e fecondo ministero' sudamericano.
La discussione è introdotta dal
past. Alberto Ribet. relatore della
Commissione ad referendum, il
quale presenta la relazione facendo
un rapido esame della storia della
formazione delle chiese sudameriean-c; presenta quindi un odg.,
che dopo qualche modifica viene
votato nella forma seguente :
« Il Sinodo, informato che nelle
Chiese Valdesi del Sud America si
sta studiando una riorganizzazione
ecclesiastica che permetta l’attuazione del deliberato del 1961 (A.
S. 45), ne prende atto con soddisfazione e precisa che detta riorganizzazione dev’essere compatibile con
l’ordinamento di tipo sinodalepresbiteriano che caratterizza la
nostra organizzazione ecclesiastica.
« Il Sinodo si riserva di approvare le linee fondamentali della
organizzazione che verrà proposta
per il Sud Ameri'-a. Esso precisa
anche che al centro della nuova
struttura ecclesiastica deve esservi
la creazione di una sessione sudamericana del Sinodo Valdese, composta secondo le norme che attualmente sono operanti nella nostra
Costituzione e avente prerogative
analoghe a (fuelle del Sinodo attuale. In attesa di più precise norme
costituzionali e in via sperimentale, il Sinodo Valdese riafferma
che a detta Sessione .sudamericana
del Sinodo Vfddese spetterà la direzione autonoma deirattività normale della vita delle chiese tmldesi
del Sudamerica nel loro assieme;
detta .sessione sinodale nominerà
una commissione esecutiva che avrà
per le Chiese valdesi del Sudamerica analoghi compiti e prerogative a
quelle della Tavola per le altre chiese valdesi. Alla sessione sudamericana del Sinodo la Commissione esecutiva renderà normalmente conto
del suo operato.
« Il Sinodo Valdese riciìnferma
che tutte le deliberazioni riguardanti la confessione di fede, la costituzione della Chiesa Vtddese, le
relazioni fra le due sezioni della
Chiesa Valdese, la eventuale unione con altre Chiese, non saranno valide se non saranno state approvate, con la maggioranza richiesta
dalla Costituzione, dalle due sessioni del Sinodo nelle loro normali
convocazioni. In attesa della riorganizzazione ecclesiastica delle Chiese valdesi del Sudamerica, per tre
anni, la Conferenza del Distretto
rioplatense funzionerà come .sessione sudamericana del Sinodo Valdese limitatamente a (filanto riguarda
deliberazioni relative alla confessione di fede, alla costituzione ecclesiastica e all’unione con altre Chiese.
« Il Sinodo riconosce all’insieme
dei pastori valdesi all’ opera nel
Sudamerica le stesse prerogative che
caratterizzano oggi il Corpo pastorale valdese, di cui essi devono essere considerati una regolare delegazione; quindi i pastori consacrati
secondo i regolamenti nelle chiese
elei Sudamerica entrano regolarmen
Siamo lieti di pubblicare il
seguente telegramma inviato al
Moderatore della Tavola Valdese :
« Famiglia Segni commossa
per sentimenti solidarietà e per
auguri formulati in occasione
malattia Presidente Repubblica
ringrazia vivamente Lei et Tavola Valdese.
Segretario Gen. Presidenza Repubblica Strano ».
te a far parte del Corpo pastorale
valdese ».
^ L o.d.g. è stato approvato alI unanimità e un caldo applauso ha
associato il Sinodo al saluto rivolto
dal Presidente alla neocostituita Sessione rioplatense del Sinodo Valdese.
( I ) A S 4.5 : ,, Il Sinodo... convinto che
unita di fede e di ordinamento che lega
le une a l^e altre in un sol corpo tutte le
chiese valdesi debba essere espressa con chiarezza nella Costituzione della Chiesa Evangehea \aldese. che è il patto di unione di
elette chiese, consapevole che tale unità debba altresì essere espressa non solo nel documento costituzionale ma neU’organo che cointuisce il comune punto di riferimento delle chiese valdesi, approva in linea di principio il seguente ordinamento sinodale: un
solo Sm^o. espressione del patto di unità
nella fede e nell ordinamento di tutte le
c lese valdesi; il Sinodo si riunisce in due
sessioni, una in Europa e una in Sudameriea, convocate in tempi successivi; le questioni costituzionali vengono decise con voto
concorde delle due sessioni, che operano invece distintamente per gli affari ordinari riguardanti le rispettive aree... ».
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pa". 2
N. 36
11 settembre 1964
L’UOMO
«Così la volontà umana è... come un giumento; se lo cavalca Iddii<,
vuole e va come Dio vuole,___se lo cavalca Satana, vuole e va come vuo
le Satana... » ( Lutero : De .servo arbitrio ).
£ LA SUA LIBERTÀ
Nelle discussioni sinodali sulla istruzione biblica e catechistica e nel Congresso dell'Assodazione Insegnanti
Cristiani Evangelici (AlCE) del 29
agosto a Torre Pellice, ha forse prevalso (nelle conseguenze pratiche, non
nell’intenzione degli oratori) un’antropologia ottimistica di derivazione talvolta illuministica, tal’altra freudiana
(come nel discorso del prof. Jouvenal
al Congresso deH’AlCEj. L’uomo scttiuteso era molto simile alla sua definizione classica: un essere vivente,
dotato di ragione e padrone di sè (animai rationale et compos sui), oppure
era simile a quell’essere freudiano che
è essenzialmente istinto, ma nel quale
ben può prevalere la ragione con la
sua funzione direttrice.
Un*altra dimensione
umana s il peccato
Forse non si è presa sufficientemente in considerazione un’altra dimensione umana : il peccato, che nessuna dottrina filosofica intorno all’uomo può
comprendere nella sua sconcertante
realtà. Il peccato in quanto ribellione
aella creatura al suo Creatore, in quanto egoismo, ripiegamento della creatura su se stessa (homo incurvatus),
incredulità e quindi negazione e rifiuto di Dio, per divinizzare se stessa, il
peccato vanifica l’uomo, lo minaccia
nella sua realtà più vera, lo nega, lo
inghiotte come nel nulla. Dopo il peccato Dio stesso deve chiedere alla sua
creatura : « Dove sei? » (Genesi 3: 9)
Perciò l’uomo a causa del peccato 6
una creatura angosciosamente minacciata nella sua esistenza e verità.
Che cos’è l’uomo? « Ogni uomo non
è che vanità » (Salmo 39: 5). Egli è
8 come l’ombra quando si allunga »
(Salmo 109: 231 e che fra un istante
non sarà più. Così è descritto l’uomo
minacciato costantemente nella sua esistenza da quel nulla orrido, mostruoso che Dio ha respinto nell ora in cui
ha manifestato la sua volontà di creazione e non di caos, di vita e non di
morte. Che cos’è Fiiomo precipitato nel
caos e nella morte, in ciò che è contrario alla volontà di vita di Dio?
Alla domanda : « Che cos’è l’uomo? » Lmtero dà una risposta strana,
c’ne non sembra neppure rispondere a
ciò che si chiede. Che cos’è l’uomo?
« L’uomo essere giustificato per fede »
(homo iustificari fide). Si potrebbe quasi dire che l’uomo non esiste coni“
uomo, l’uomo deve diventare uomo.
L’uomo che vedete è così minacciato
nella sua esistenza (anche fisicamente,
gli scienziati oggi affermano che l’uomo è l’unica specie animale capace di
distruggere totalmente se stessa), così
deturpato nel suo volto, nella sua ani
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 13 SETTEMBRE
Pastore Pier P-aolo Grassi
Chiesa Metodista - Roma
DOMENIC.-\ 20 SETTEMBRE
Pastore Alfredo Scorsonelli
Chiesa Metodista - Milano
ma che quasi non lo potete più riconoiscere come uomo. La sua vera, tragica dimensione non è la ragione (è
forse secondo ragione la sua storia collettiva e la sua vita individuale?), non
è la libertà (appare forse un essere libero nella società che lo determina e
nel confuso groviglio delle sue passioni?), è il peccato.
La singolare definizione di Lutero:
" l’uomo essere giustificato per fede »,
significa che l’uomo è veramente uomo
soltanto nel perdono di Dio, nella parola di grazia e di redenzione che Dio
gli rivolge in Cristo. In Cristo egli o
salvato dalla totale perdizione, in Cristo è un uomo nuovo.'In Cristo è quindi anche la sua libertà. Non si tratta
di formale libertà di scelta per il bene
o per il male, per l’obbedienza o per
la disobbedienza, per la fede o per la
incredulità, per la vita o per la morte,
per Dio o per il nulla. L’uomo non possiede questa libertà astratta puramente teorica. Egli si trova sempre in una
situazione concreta, in questa : 8 Chi
commette il peccato è .'■chiavo del peccato >< (Giov. 8: 34). Non è più libero
di scegliere, non è più libero per l’obhedienza al Signore, non è più libero
per Dio. E’ « venduto schiavo al peccato » (Romani 7: 14).
La libertà di scelta, che noi presupponiamo tanto facilmente nei nostri
discorsi morali e pedagogici è un’a•strazionc lontana dalia realtà. La libertà non è una realtà concreta che
nel senso biblico-agcstinano, come libertà univoca per il bene, cioè libertà
per Dio (non per un astratto ideale di
bene). Anche nella narrazione biblica
della creazione l’uomo non. appare dotato di una astratta libertà di scelta,
ma soltanto della libertà di obbedire à
Dio. NeH’ora stessa in cui cede alla
voce del tentatore e crede di diventare
eguale a Dio. egli perde la sua libertà
e diviene preda del peccato e della
morte. Diceva bene Lutero che l’uomo
è come un giumento cavalcato da Dio
o da Satana è servo di questo o di
quel padrone.
La libertà dell’uomo è soltanto in
Dio. La libertà perduta per la disobbedienza è ricuperata per noi dall’ubbidienza di Cristo. 8 Se il Figliuolo vi
farà liberi sarete veramente .liberi »
(Giov. 8: 36). La libertà cristiana non
è la libertà di coloro che eleggono,
ma la libertà degli eletti. Ogni libertà
che si voglia conquistare senza Cristo
c fuori di Cristo non può essere che
illusoria. Che libertà è ancora la nostra, se non siamo più liberi di credere
e di obbedire a Dio? L’uomo non può
liberarsi. Non lo può ribellandosi a
Dio e asservendo il suo prossimo. L’uomo può considerare Dio e il prossimo
nemici della sua libertà, ma in realtà
il vero nemico della sua libertà non è
fuori di lui, ma in lui; lo sovrasta e lo
schiaccia. Il nemico della sua libertà
è il peccato, è l’incredulità, il no detto
a Dio e al prossimo. 8 Misero me uomo! chi mi trarrà da questo corpo di
morte? Grazie siano rese a Dio per
mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore »
{Romani 7: 24-25).
Libertà cristiana
e laicismo
Si osserverà che le libertà civili di
una nazione democratica sono altra cosa, sono valori relativi per la difesa della dignità della persona umana nella
convivenza politica. E’ vero, ma non
dobbiamo dimenticare che l’anima di
tutte le libertà e il fondamento di ogni
dignità umana è la libertà che Cristo
ha ricuperato per noi, la libertà dei
figliuoli di Dio, la libertà della fede e
dilFobbedienza al Signore che nessun
uomo può dare e nessun uomo può
togliere alFuomo. Se questo fondamento viene meno, ogni libertà e ogni dignità della persona umana dovrà necessariamente apparire cosa molto incerta, e in fondo non vera libertà e
non vera dignità.
Non si deve dimenticare questa origine e questo carattere della liberta
quando si parla delle libertà civili e
dei rapporti fra chiesa e stato, specialmente in tutte quelle sfere in cui le
funzioni della chiesa e dello stato si
incontrano e possono venire a conflitto. E’ certamente desiderabile, desideIabile soprattutto per la fede e l’indipendenza della chiesa, che i rapporti
fra la chiesa e lo stato siano regolali
secondo un criterio separatista non
ostile (come negli Stati Uniti), ma voluto dalla stato stesso geloso, per la
sua origine puritana, della libertà della
chiesa. Però non si può dimenticare
che la libertà non ha il suo fondamento s la sua sostanza nelle leggi dello
stato laico, ma in quella libertà cristiana di cui abbiamo parlato.
Un atteggiamento laicista, più o meno esasperato, da parte dei cristiani,
non garantirà nulla se non forse una
più rapida laicizzazione della società
che nel suo laicismo può diventare ben
presto dogmatizzante, come forse mai
lo è stata la chiesa, neppure nelle sue
peggiori deformazioni inquisitoriali. E’
bene che la libertà della chiesa nei riguardi dello stato sia difesa da leggi
savie che la proteggano in qualche modo anche dalla tentazione di ricercare
privilegi in una società, come la nostra in Italia, anche troppo propensa
a concedergliene. Ma la garanzia della
libertà della chiesa in ogni situazione
- - che essa per lo più non può scegliere nè creare, perchè le è data di
fatto — è la libertà della fede, la libertà in Cristo. Se la chiesa è libera
in questo senso, potrà essere chiesa e
svolgere la sua missione anche nella
situazione più compromettente di chiesa di stato e in regime concordatario.
Ma se non ha la sua libertà e la sua
dignità in Cristo, nessun regime separatista potrà difendere quella libertà
che essa ha praticamente già perduta.
La chiesa forse si farà paladina della
sua propria autonomia, si darà da fare per laicizzare lo stato, che eventualmente le sembri ancor troppo clericale, ma in fondo sarà soltanto una chiesa conformista, conforme cioè alla tendenza prevalente nel suo tempo, e finirà col laicizzare se stessa, il suo messaggio, non nelle forme libere delFEvangelo che non conosce preti, ma nel
senso deteriore della parola che equivale a perdere la genuina sostanza della fede Ciò sarà un danno anche per
lo stato. Lo stato laico, in cui la chiesa non abbia più un messaggio evangelico da proclamare come unica parola di verità e di grazia, finirà prima
c poi col diventare una stato mostruoso che pone se stesso al posto di Dio.
11 concetto di libertà cristiana influisce naturalmente anche sul nostro modo d’impostare l’istruzione biblica e
catechistica per la gioventù, e di affrontare i problemi concernenti la confeimazione, oggi tanto dibattuta. Nelle discussioni sinodali ho avuto più
volte l’impressione (erronea) che si
parlasse di questi problemi in termipi che presuppongono una formale
libertà di scelta più vicina a un’antropologia illuministica che alla concezione biblico-protestante della natura
umana decaduta. Si è detto per es. che
la confermazione dovrebbe aver luogo
all’età in cui i giovani si sono ormai
in qualche sottraili all’influenza dei genitori e possono quindi prendere la loro decisione più liberamente. V’è qual
cosa di giusto in questo, perchè il sì
della fede dev’essere necessariamente
il sì del singolo dinanzi a Dio, e nes-’
suno (genitori, parenti, ambiente e sue
convenienze) può sostituirsi al singolo nella decisione della fede. Ma talvolta i difensori ad oltranza di questa
autonomia della persona umana sembrano dimentieare che oggi l’influenza
della a famiglia cristiana » è minima
e in moltissimi casi è nulla o quasi.
Dove poi questa influenza venga a cessare i figliuoli non sono minimamente
liberi di scegliere e di decidersi per ia
fede o per l’incredulità, ma vengono
sempre scelti, da altre forze, opinioni
di moda, atteggiamenti spirituali o non
spirituali, culturali o del tutto banali
dell’ambiente- L’ambiente è più forte
dell’individuo, per cui a un conformismo a cristiano » può subentrare tanto
facilmente un conformismo laicista o
ateo. Chi è libero di fronte a queste
forze che circondano l’uomo, lo formano o lo deformano quotidianamente?
-Abbiamo dimenticato che soltanto
la parola di Dio ci può fare veramente
liberi? che predicare, e quindi anche
ammaeistrare nelFEvangelo, significa
catturare gli uomini per Dio? Non
aspettiamo dunque dai giovani una
a libera » scelta, ma aspettiamo che il
Signore li scelga e li faccia suo possesso. Questo è anche il senso del battesimo. Le preoccupazioni espresse, circa la libertà dei giovani nella loro confessione di fede, sono legittime soltanto se il loro presupposto non è la formale libertà di scelta, ma la libertà di
coloro che sono stati scelti, se si vogliono vedere chiaramente i segni di
questa elezione divina e non già la
determinazione di un’autorità familiare o di un ambiente cosiddetto cristiano a promuovere nuove a leve » di cittadini a cristiani ». Il Signore ha detto
ai suoi discepoli : a Non siete voi che
avete scelto me, ma sono io che ho
scelto voi» (Giov. 15: 16). La confermazione non è che un a sì, amen »,
nella libertà della grazia, a questa parola del Signore. Valdo Vinay
libri
UHURU
Libertà e paura
Roben Ruark. Tautore di a Qualrosa ebe
vale », ambienta questo suo nuovo romanzo nel Kenya, nel 1961, dopo la rivolta sanguinosa dei Mau-Mau. « Uburu » è in boc ca agli -Afn'iani ed ai bianicbi o-ggigiorno in
Africa, E’- libertà! Ma non per tutti ba
lo stesso signifiezito. Per i senza legge, vuol
dire la possibilità di rubare e di uccidere.
Per i cacciatori di frodo, alla ricerca dell’avorio, vuol dire l’assenza di leggi sulla
l accia. Per certi capi politici afrioni, vuol
dire sincerainente il prtegresso «d il benessere del loro popolo, malgrado rivalità ed
ambizioni personali. Per il colono bianco,
è una minaccia alla sua pruprietà, alla sua
donna, ai suoi bambini, a tutta la sua vita
di fatica e amebe alla »ua condizione di
a bwama » (ipadrone) di una schiera di negri urenti ad eseguire i suoi ordini. Per
quanti son già nati in Africa e l’amano < on
passione, Uburu è una vera tragedia: così
è per uno dei principali perBonaggi de] romanzo, un cacciatore inglese, (he ha organizzalo innumerevoli safari per turisli
stranieri, e ama e conosce il paese e gli
animali più e meglio degli stessi indigeni,
ama il negro devoto ohe gli è stato compogmo fedele per tanti anni. Prevede che
gli sforzi della sua fami.glia, diretta dalla
intrepida vecchia zia, per istituire una grande fa'.loria me dello e dare ai (Iperdeirli
possibilità di diventar padroni della terra
ohe coltivano, sono ormai tardivi e destinati all’instuccesso. Anch’egli sarà sopraffaito dall’avvicinarsi dell’autonomia e dai torbidi e dal terrore che la precedono, e vedrà croPare il suo mondo.
Questa è una possente storia di avventuri'
(he non è solo fantasia, ma realtà vissit'a.
E un romanzo violento, brutale in ceru.
parti, pieno dii passioni, ma allo istesso tempo vario, avvincente. E’ stato un a be-lseller » per sei mesi in .America:: bisogiu
leggerlo per meglio conoscere e capire i’cnima dell’Africa nera di oggi. e. c.
ROBERT RUARK; Uhuru. «Best Seilers» Bompiani, Milano 1964, pagg.
655, L. 2.000.
VINCENT MONTEIL, L’Islam noir.
Editions du Seuil, Paris 1964, !..
3.500.
FRANCIS JEANSON: La foi d’un
incroyant. Edit, du Seuil, Paris 1963
L. 1.150.
La conscience juive. Données et débats, a cura del Congressc Ebraico
Mondiales, Presses Universitaires de
France, Paris 1964. L. 4 080.
L’AJSNUO CONGRESSO DELL’A.LC.E.
La pace e i miti dei nostro secol
La religione nelle Scuole medie
Ha avuto luogo sabato 29 agosto Fannuale
congresso deH'AICE nei locali deirA.silo di
Torre Pellice, gentilmente concessi dalla
Chiesa di Torre Pellice e riempiti dagli intervenuti, per studiare il problema della pace nella visuale deH'insegnante cristiano
evangelico.
La riunione ha avuto inizio con un breve
culto, presieduto dal pastore Sommani, in
cui, prendendo lo spunto dal passo Efesini
2: 11-22, il predicatore ha rilevato come
Taspirazione alla pace sia antica quanto il
mondo, ma non sempre facilmente conciliabile con esigenze vive deiruorao di ogni
tempo: la giustizia .sociale: interessi particolari ed altri ostacoli an'iora. Quello che importa per noi è che nella Parola dì Dio la
pace si trova in Cristo, cioè nella riconciliazione. Non c'è da meravigliarsi che la pace
non sia data in partenza, perchè al di fuori
della riconciliazione di Cristo fra gli uomini e Dio e fra un uomo e Taltro, non c’è
altra pace che quella dei falsi profeti che
dicono « Pace, pace », quando pace non c'è.
Ha, poi, preso la parola il pastore Bruno
Costabel, per riferire le proprie esperienze
nella partecipazione alla recente conferenza
di Praga. Abbiamo, così, potuto renderci
conto dello sfondo umano e folkloristico su
cui si sono tenuti gli studi di cui a suo tem
po il pastore Gino Conte ci ha dato un reso
conto su queste colonne. Un culto continua
mente disturbato da fotogiafi e riflettori ce
lebrato con una liturgia non sempre conforme alla nostra sensibilità riformata; contatti
non sempre facili con persone di tutti i paesi del mondo e dalle più svariate concezioni
riguardo aH’igiene ed al galateo; conversazioni con chi di pace e di guerra sapeva
qualcosa per esperienze fatte ad Hiroshima
ed altri contatti ancora hanno dato modo ai
partecipanti di farsi un prezioso bagaglio di
conoscenze.
Sul tema specifico della giornata ha presentato uno studio introduttivo il prof. Roberto Jouvenal, che è partito da considerazioni ispirate dal pensiero di Freud, Nietzsche e Marx : lo psicologo che ha studiato
con maggior profondità la persona umana
nel suo inconscio e subconscio spiegando fenomeni fino allora inspiegabili; il filosofo
che ha esaltato fino all estremo la volontà
istintiva di potenza e di cui il Prof. Jouvenal ha adottato, almeno nel suo studio,
Tinterpretazione politica; e il filosofo che
sembra, invece, aver tenuto presente soprattutto le esigenze della ragione che non ammette disuguaglianze arliitiarie fra gli uomini. Alla base di Nietzsch{=) come di Marx, sta
la violenza, e Freud vie spiega la ragione,
denunziandone l'aspetto mitico. L’insegnante
cristiano non può aderire a qàieste posizioni,
deve nel suo insegnamento, più che seguire
le direttive di circolari ministeriali che rischiano dì introdurre nella scuola una melensa retc‘rica della pace, denunziare ì miti
che hanno animato la storia bellica, cercando di suscitare un senso di pietà per quelli
che sono stati oggetto dì stragi raccapriccianti (distruzione di liarlagine) e di svegliare il senso critico nel giudizio dei fatti
storici affinchè i giovani si rendano conto
che mai le guerre hanno raggiunto quel!o
che si erano proposte come fine, neanche
quando sono state vinte.
Il Prof. Giorgio Peyronel aggiungeva ai
miti espressi nello studio, quello della verità
scientifica, che spesso, però, può dare un
impulso significativo alla pace : si pensi all'atteggiamenlo d’ moltissimi scienziati americani di fronte alla bomba atomica. Il Prof
Valdo Vinai richiamava ratteiizione del
congresso sul fatto che a Freud manca il
senso del peccato.e che il senso della storia
è Cristo e ribadiva i concetti espressi dal
Prof. Jouvenal alla fine della sua relazione
sottolineando che il metodo di demitologizzare i fatti bellici della storia va applicato
anche alla storia valde.^e. Il Prof Mario
Miegge ribatteva, poi, al Prof. Peyronel che
il mito della scienza va preso con la massima cautela perchè la scienza, oggi, si trova
sempre legata ad un d-ito tipo di tecnologia. che può alterarne notevolmente la fisionomìa.
Il pomeriggio è stato occupato dalla lettura della relazione da parte della Sig.na Ive
Pons; dalla lettura della relazione finanziaria da parte del Sig. Posio; dalla relazione
del Sig. Eynard su di un recente convegno
a Zurigo; da una brevissima relazione della
Sig.na Laura Nisbet svile sue esperienze
missionarie sulle quali ci sembra che sarebbe stato opportuno lasciarla parlare più a
lungo con un po' più di . sensibilità missionaria.
E' iniziata subito dopo, sotto la direzione
di Edgardo Paschetto, la discussione già fat
ta in Sinodo suiroppoitunità o meno che
gli insegnanti di religion-? delle scuole medie siano stipendiati e che il loro insegnamento abbia un valore giuridico. I soci presenti sono stati pressoché unanimi nel negarne l'opportunità, perchè questo porterebbe alla necessità del riconoscimento da parte
delle autorità scolastiche aei testi e dei programmi su cui. quindi, verrebbero ad esercitare un controllo; il voto di religione riportato sulla pagella rischierebbe facilmente
di essere interpretato come voto dì religione
cattolica; l’insegnante verrebbe a sedere nel
consiglio dei Professori e si creerebbero problemi di non facile soluzione in caso della
necessità di una supplenza senza contare le
complicazioni amministrative che ne deriverebbero alla Tavola nel caso che 1 insegnante fosse il Pastore. In merito a queste
conclusioni è stato votato all unanimità un
ordine del giorno.
Il congresso riconfermava, quindi, per acclamazione, il Comitato Nazionale uscente
e scendeva nella sala dì sotto per un ricco
tè di cui ringraziamo gli organizzatori.
Una giornata densa di discussioni, il cui
resoconto, quanto mai riassunto, non può
essere che impreciso e ne chiediamo venia
agli oratori; il miglior congresso A.I.C.E..
Corse, fin’ora, per quanto ricordiamo. c. t.
RICONOSCENZA
Il Sinodo ha espresso la sua riconoscenza al past. Alfonso Alessio che,
accogliendo la richiesta della Tavola,
e pur avendo diritto all’emeritazione,
è rimasto ancora Fanno decorso in
servizio attivo; e al past. Alberto Ricca che entra ora in emeritazione, dopo
un buon ministero svolto in varie nostre chiese ed opere, validamente affiancato dalla sua compagna. Vivo è
stato il rincrescimento per le dimissioni, per motivi personali, del past. Mario Musacchio, e il desiderio che un
giorno egli tomi a far parte del nostro
Corpo pastorale.
3
11 LCltembre 1964 — N. 36
pag
sinodBli - echi sinotiaii - echi sinodali - ecli/ sinodali ~ echi sinodali
Verso il Congresso EvanOelico Italiano
Secondo i! giusto rilievo della
C. d’e., « la preparazione del Congresso Evangelico è oimai in fase avanzata e segue una linea alquanto diversa
da quella indicata dalTart. 22 degli
Atti Sinodali 1963, ohe affermava essere obiettivo del Congresso la creazione di una Federazione delle Chiese Evangelkshe in Italia. Pare invece
che si sia ripiegato sulla ricerca di
una base di consenso per la eventuale
cosiituzicne della Federazione e, nel
frattempo, pc-r im più efficace lavoro
in comune. Sta di fatto però che il
tema centrale del Congretsso, « Il Protestantesimo e il suo messaggio nell’ora presente», non pare implicare
alcun serio impegno sulla via federa
tiva ».
Alcuni interventi hanno sottolineato il fatto che la maggioranza auspica
che il Congreisso sia più ’’aperto” po.ssibile (in pratica, saranno esclusi solo i «Fratelli» inquanto essi hanno
esplicitamente manifestato la loro volontà di autoesclusione); o ancora il
fatto che l’o.d.g. del Sinodo ’63, richiedente la costituzione di una Federazione, era un poco equivoco o comunque avventato; o infine la necessità che sia ben chiarito se scopo del
* Dopo aver studiato, negli ultimi
due anni, il rapporto sulla Testimonianza e quello suU’Unità, deH’Assemblea generale del C1E.C. a Nuova
Delhi, le nostre comunità sono invitate a studiare quest’anno il terzo di
questi rapporti, quello sul Servizio
che come i due precedenti sarà pubblicato a cura della Claudiana (e, speriamo, realmente diffuso nelle comunità).
La costituzione di un vero e proprio ruolo di dipendenti ’’laici” della
lavcla, accanto a quello dei pastori e
degli anziani evangelisti e a quello dei
nostri professori, a parità di re
tribuzioni, si renderà necessaria in seguito all’ofterta di entrare in un tale
ruolo, fatta alla Tavola (e da questa
accettata con riconoscenza) dal doti.
Carlo Papini, diacono della nostra comunità di Genova e membro della
Commisisione Claudiana; dal 1« gennaio prossimo egli assumerà la direzione della Claudiana. L’appello a vocazioni ai ministeri ’’laici” non è senza eco e la Chiesa tutta ne è grata.
” Uno dei temi all’o.d.g., affidati dal
Sinodo scorso a una commissione di
studio, non ha potuto essere affrontato per mancanza di tempo : la posizione della Chiesa di fronte al problema generale della violenza. Del resto
la Commissione aveva presentato soltanto al Sinodo, e non alle comiunità
il proprio rapporto, sicché su questo
come su altri punti la discussione sinodale sarebbe stata probabilmente
disordinata e non maturata e niedit-ata. Sulla traccia delia relazione il problema venga però studiato, quest’anno!
Personalia
Sabato 5 se’dembre si sono sposati a Torre Peilice il dott. Ezio Ponzo
e la signorina Paola Rostan, figlia
del nostro Moderatore. Agli sposi,
con i nostri vivi rallegramenti, rivolgiamo il nostro augurio più cordiale.
Congresso stesso sarà una confrontazione interna e aperta dell’evangelismo italiano, ovvero una dimostrazio
ne di presenza nei confronti dell’opinione pubblica. Il Sinodo è stato unanime nel chiedere che si evitasse ogni
atteggiamento reclamistico o, peggio,
fclkloristdco, pur riconoscendo che
'.alune manifestazioni di rilievo potranno essere pubbliche, e più «pubbliclie» possibile (ad es. le progettate
conferenze dei p-roff. Subilia e Spini).
E’ stata pure criticata da parecchi la
scelta di Roma come luogo del Congresso, ma... cosa fatta capo ha. Ec.co l’o.d.g. votato a questo riguardo:
« 11 Sinodo invita la Tavola ad
adoperarsi in seno al Comitato
preparatorio del Congresso Evangelico affinchè, nella preparazione
e nell’organizzazione del medesimo, sia decisamente evitato ogni
carattere pubblicitario e sia invece sottolineata l’esigenza di un
confronto interno dell’evangelismo
italiano».
Quindi la discussione si è svolta secondo tre direttrici principali, infficate dall C. d’e. :
1) Federazione. Se si vuole che il
Congres.so sia efficace, almeno come
tappa preparatoria, occorre che i problemi siano veramente dibattuti nelle
comunità, com’è avvenuto qua e là
(poco) ; ed è per questo necessario che
siano al più presto diffusi i docmnenti preparati o in preparazione a cura
delia Commissione nominata a tal
fine fin dal Sinodo scorso. Dovrà trattarsi di un reale confronto, su una
solida base teologica; allora si trai
terà veramente di quello che qualcuno ha chiamato «il primo incontro
del nuovo protestantesimo italiano »
A conclusione, questo o-d.g. :
«11 Sinodo, richiamandosi all’art.
22 A. S. 1963, invita la delegazione
valdese al Congresso Evangelico
ad operare in modo chiaro e rC‘
sponsabile affinchè esso crei le
premesse e le basi per la costituzione a breve .scadenza di una Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia».
2) Composizione. Il progetto fissa i
aelegati in numero di 300, dei quali
100 Valdesi (le spese generali saranno
proporzionaimente ripartite fra le varie Chiese). La discussione si è accesa vivace su questo punto, in quanto a molti tale numero è parso decisamente eccessivo. A parte le spese
questione certo non indifferente — il
problema era dato dall’affrontarsi di
due nrospettive diverse: per gli uni il
Congresso dovrà essere, pur nella solidità reologica del confronto, essenzialmente un incontro, aperto al massimo, di tutto l’evangelismo italiano
teriidente in modo più o meno esplicito o totale a riconoscersi protestante, deve insonama trattarsi davvero
di confronto di ”base”, per quanto
qualificata ; altri temono invece che
tale incontro, per quanto piacevole,
utile e interessante, rischi di rimanere generico e in ultima analisi inefficace nell’affrontare le questioni di fondo e nel tracciare linee d’azione e cooperazione effettiva. Non necessarianiente le due posizioni (che forse si
accusano reciprocamente, e in modo
ingiusto, di demagogia e di autoritarismo tecnocratico) sono antitetiche,
e una loro efficace composizione di;
penderà in modo determinante dai
documenti preparatori e dall’esame
che se ne farà nelle comunità. Comunque, la questione dei numero
non è stata realmente in discussione,
in quanto il Sinodo è stato posto di
fronte al fatto che farlo avrebbe significato boicottare il Congresso stes
sc; pur deplorando un poco il ’’fatto
compiuto”, nessuno ha certo voluto
metteie i bastoni nelle ruote.
3)Delegazione valdese. Risultato ormai stabilito il numero di 100 delegati,
la ccstituzione della delegazione valdese è stata cosi, definita:
« Il Sinodo decide che la delegazione valdese al Congresso Evangelico sia composta nel modo seguen
te: i membri della Tavola Valdese,
due delegati designati dal Consiglio della Facoltà di Teologia, due
delegati designati dal Comitato
Nazionale F.U.V., due delegate designate dal Comitato Nazionale
F.F.V., due delegati designati dal
Comitato Esecutivo di Agape, settantacinque delegati designati dalle Conferenze Distrettuali nella
proporzione in cui i singoli distretti sono rappresentati al Sinodo
Valdese 1964, dieci delegati designati dalla Tavola Valdese. La
delegazione nel suo complesso sarà formata da 2/5 di pastori e 3/5
di laici in linea di massima. La
Tavola Valdese darà tempestivamente alle Conferenze Distrettuali le indicazioni atte a permettere
l’osservanza della proporzione di
cui sopra».
Apperiidice necessaria di quest’o.d.g
è poi il seguente:
« Il Sinodo invita le Commissioni distrettuali a fissare le_ Conferenze distrettuali (in sostituzione
eventuale di quelle autunnali) in
periodo utile e tempestivo per le
designazioni dei delegati al Congresso evangelico e per l’esame dei
documenti preparatori ».
LA CONFERMAZIONE
SOTTO INCHIESTA
Fra i problemi posti all’attenzione
del Sinodo, v’era quello della confermazione. Nella seduta serale consueta,
il Corpo pastorale ha discusso la questione, in base a relazioni presentate
dalla Commissione nominata lo scorso anno. Tuttavia il problema non è
apparso sufficientemente maturo per
una presa di posizione, e all’esame
del Sinodo è stato semplicemente demandato, per quesfànno, il risultato
dell’inchiesta condotta dalla F.U.V.
fra i giovani, in particolare per individuare le ragioni per cui un certo
numero di giovani (è purtroppo risultato abbastanza numerose) si allontanano dalla chiesa prima e soprattutto dopo la confermazione. Ci proponiamo di presentare con una certa
ampiezza, su uno dei prossimi numeri,
il risulLato di questa inchiesta, condotta con cura e rigore notevoli, che
può e deve dare seriamente da pensare a ogni chiesa e a ogni famiglia.
Per ora sottolineamo solo il fatto che secondo l’inchiesta la mag(
gior parte delle defezioni giovanili è
dovuta a indiflerenza, il che dà una
particolare gravità al problema. C’è
chi si allarma quando le nostre chiese generano dei ribelli; ben più dovremmo allarmarci di fronte alila constatazione che esse formano una tale
quantità di indifferenti: da non doimirci la notte, pastori, anziani, catechisti, monitori, genitori!
Purtroppo la discussione sinodale si
è presto iinpantanata in una battaglia
su un o.d.g. relativo a una riorganizzazione dell’insegnamento catechetico
(senz’altro necessaria, ma bisognerePbe piuttosto parlare, forse, di una
nuova imipostazione di fondo), e non
ha fornito, lumi nuovi, tanto più che
si è svolta per la maggior parte in ixna
sparuta seduta serale, stanca e nervosetta. Ne è uscito il seguente o.d.g.:
« Il Sinodo, udita la relazione
suirinchiesta F.LT.V. (A. S. 1963,
art. 15) e in attesa delle conclusioni dello studio demandato al Corpo pastorale sul problema della
confermazione, delibera che, in via
di esperimento, i catecumeni siano,
in linea di massima, confermati
non prima del 17® anno di età, sottoponendo all’attenzione della Tavola, per l’opportuno studio della
questione, l’esigenza da più parti
manifestata che venga predisposto uno schema di programma sui
corsi biblici post Scuola domenicale e di catechismo, che risponda
ai requisiti di un minimo di uniformità, atti fra l’altro ad attenuare gli inconvenienti riscontrati nei casi di trasferimento di catecumeni da una chiesa all’altra ».
Se in certe oomunità, specie alle
Valli, l’indicazione del 17« anno come
età ragionevolmente minirna per la
confermazione destasse qualche stupore o protesta, è bene che si sappia che
stupore e protesta ha suscitato nei
pastori o delegati di molte altre chiese, che da tempo praticano tale norma, il fatto ohe essa fosse ignorata...
* Il SiiU)do Valdese 1964 si componeva di 170 membri, dei quali 164 con
voce delibetrativa e 6 con voce consultiva. Per la pruna volta era presente
una delegata della Chiesa valdese di
New York: la sig.a Emma Beux Long.
Nei numeri 27-28-29 e 30 di questo
giornale è apparso un « quaderno »
cne informava i lettori sul movimento metodista; ringraziamo l’autore e
l’attuale editore. E’ pure apparso un
serio articolo di puntualizzazione riguardante particolari dichiarazioni
dottrinali di Wesley, esatte nella loro
enunciazione mentre relative ci sono
apparse le deduzioni ohe ne avevano
tratte il Niesel e lo Schmidt e che ne
ha tratte il direttore di questo giornale. Certo siamo metodisti e non
zuingliani o luterani c cal'vinisti.
Quello che state leggendo è un notiziario che perciò dovrebbe limitarsi a darvi notizie ; scusateci quindi se
abbiamo tralignato e passiamo a portare a vostra conoscenza fatti e cronache che ci sembrano in reazione
con l’articolo di puntualizzazione sopraeitato.
Esiste un libriccino intitolato « Co
stituzioni della chiesa metodista episcopale italiana » edito nel 1879 (chiesa ohe ha ccncorso con l’altra, denominata metodista wesleyana, alla costituzdene anche dottrinale della attuale chiesa evangelica metodista
d’Italia) dal quale riprendiamo parola
per parola tre articoli di fede fra i
venticinque che raccoglie:
VII articolo di fede. Il peccato originale non consiste nell’essere seguaci di Adamo — come vanamente insegnano i Pelagiani — ma esso è nella corruzione della natura di ogni uomo generato naturalmente dalla discendenza di Adamo, per la quale corruzione l’uomo si è grandemente allontanato dalla giustizia originale, e
di sua propria natura inclinato al male. e continuatamente.
Vili articolo di fede. La condizione
deH’uomo dopo la caduta di Adamo è
tale che esso non può rivolgersi e
disporsi, con le sue proprie naturali
forze ed operare, alla fede e alla invocazione di Dio: perciò noi non abbiamo potere alormo di fare opere
NOTIZIARIO
METODISTA
buone, piacevoli ed accettevoli a Dio,
senza la Grazia di Dio mediante Cristo, la quale ci previene, affinchè passiamo avere una buona volontà, e che
opera con noi, quando abbiamo quella buona volontà.
IX articolo di fede. Noi non slamo
riconosciuti giusti dinanzi a Dio che
per i meriti del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo mediante la fede,
0 non per le nostre proprie opere o per
1 meriti nostri. Laonde la nostra giustificazione per la soda fede è una
dottrina sana e piena di grande co^isolazione.
Giudicate voi se in base a queste
notizie è auspicabile o no^ che le nostre due chiese si diano da fare p>er
incontrarsi onde rinnovarsi assieme e
se è giustificato il timore che « per
ora si andrebbe unicamente incontro
a un ulterioire relativismo dottrinale » che pure noi metodisti, anche se
in gemerale meno teoloigizzati di voi,
deprechiamo.
ALTRE NOTIZIE IN BREVE
.A Modena, ad iniziativa del centro
o’i cultura Ezio Vanoni ha avuto luogo un incontro sui problemi dell’ecun^enismo cui hanno partecipato il Pas'iore metodista Sergio Carile e padre
Valentino Ccmeili, condirettore della
rivista cattolica ” Il Regno ” suscitando il vivissimo interesse dei circa 150
presenti, quasi tutti giovani laureati.
Si è svolto alla Mendola un convegno di laureati cattolici sullo stesso
problema. Alla giornata conclusiva
hanno preso parte alcuni pastori
evangelici compreso il pastore metodista di Trieste e Gorizia. La predica
tenuta da un altro pastore nella cappella cattolica ha suscitato tale inte
resse che a gran voce 1 presenti decisero di pubblicarla integralmente su
un quotidiano cattolico. Ed è stata
pubblicata. Nuove vie aperte alla nostra fedele teBitimonianza ? Crediamc di si.
Si è riunito ad Ecumene, presente il
Presidente della Chiesa, pastore Mario Sbaffi, il primo congresso delie attività femminili metodiiste, apertosi
con un culto condotto dalla predicatrice laica Laura Oarrari. La Signora
Rostan ha recato il gradito saluto del
movimento femminile valdese e la sorella Florestana Sifredda ha presentato uno studio suli’educazione religiosa dei ragazzi e le particolari responsabilità della famiglia cristiana,
studio che verrà diffuso in seno alle
comunità metodiste.
Riguardo la manifestazione ferrarese per la celebrazione del IV centenario della morte di Giovarmi Calvino, già a voi tutti nota, oi piace sottolineare che la conferenza commemorativa è stata tenuta dal fratello Prof.
Giorgio Spini dell’università di Firenze, membro dei comitato p>ermanente
metodista. Il moderatore della vostra
chiesa pa.store Ermanno Rostan ha
predicatoi Tevangeio nel culto celebrativo dei mattino e noi metodisti concordiamo perfettamente con quanto
ha detto roratore e sentiamo il dovere di ringraziarloi anche da questo notiziario per averci ricordato che
« L’impegno ecumenico odierno non
consiste tanto nel predicare la Riforma... ma piuttosto neU’annunziare e
attuare nella Chiesa quella fedeltà
esclusiva a Cristo ohe la Riforma ci
ha mostrato pur nella debolezza dei
suoi testimoni ». In questa esclusiva
fedeltà, certi di interpretare il sentimento di tutti i metodisti d’Italia, vi
diciamo « siamo disposti a rinunciare
a noi stessi, a sostenere come un sol
uomo la stessa croce con voi, per seguire Lui ».
Un vostro fratello metodista
I LETTORI CI SCRIVONO
Dopo il “Vicario,, il “Consolatore,,
Signor Direttore,
I giornali annunziano che un autore cattolico ha finito di scrivere
un lavoro teatrale destinato a soppiantare il « Vicario )j di Hochhut.
L'autore è anglosassone ed il titolo
del lavoro è « The Comforter », ossia « Il Consolatore ».
Non intendo entrare nella polemica
storico-letteraria relativa al « Vicario »; ma non posso non osservare
■che siamo, di nuovo, alla esaltazione
idolatrica. Infatti, non v’è lettore
della Bibbia che ignori come 1 epiteto di « Consolatore » (in greco « Paràkletos ») spetti unicamente alla
terza persona della Trinità, ossia allo
Spirito Santo, il Consolatore per definizione. Applicare un tale epiteto
ad iin capo di una chiesa cristiana,
ad un pontefice romano, è far prova,
per un laico, di cattivo gusto; ma
per un religioso è segno di cattiva
conoscenza delTEvangelo. Se Gesù
Cristo vietò ai suoi discepoli di chiamare chicchessia « padre » in terra,
a molto maggior ragione questo divieto è valido per chi volesse applicare ad un essere umano gli attributi dello Spirito Santo!
Io possiedo una immagine sacra
delTultimo Giubileo romano, che raffigura Gesù in atto di benedire il
mondo daU’alto del cornicione superiore della basilica di San Pietro.
Ponendo questa immagine in trasparenza davanti ad una fonte di luce
artificiale (lampadina elettrica, candela) Timmagine di Gesù scompare
ed è sostituita da quella di Pio XII.
Prodigio della tecnica tipografica, dirà qualcuno, ottimistico ad oltran
za. Già. Intanto, nella vetrina del
mio libraio ho già scorto un volume,
di indubbia pretesa storica, sulTargomento di cui sopra, che ha una copertina così concepita: fondo rosso;
sul fondo rosso la silhouette nera
della croce e di Cristo: indi, sovrapposto, in silhouette bianca, il contorno del pontefice Pio XII. Un prodigio tipografico anche qui, insomma.
...E frattanto c’è ancora chi si domanda perchè mai, perchè mai, sul
piano ecumenico, Tenciclica « Eccleslam Suam » e i suoi argomenti sul
primato romano, debbano, o possano, segnare una tappa di arresto! Veramente, me lo domando anch’io.
Cordiali saluti, Teodoro Bulina
In memoria
di Carlo Davite
Un lettore da Torino:
Leggo '^uirultimo numero della dipartenza del signor Carlo Davite. avvenuta il 21 agosto. Conobbi il signor
Davite esattamente dieci anni fa (agosto ‘54). quando era conduttore della
comunità valdese di Susa. Io avevo 23
anni; da tempo non frequentavo più
nessuna chiesa. Mi trovai a Susa con
la disperazione nel cuore e una pistola in tasca... Un insieme di circostanze mi fecero incontrare il Pastore Davite il quale con la sua calda umanità
mi riportò non solo alla vita ma anche
alla fede. Ora sono sistemato, mi sono
sposato e sto per essere padre, ma il
ricordo del signor Carlo Davite, la Sua
umanità, il Suo cristianesimo vissuto
con fede e nelLazione mi accompagneranno per sempre. Desidero inviare
alla famiglia e in modo speciale alla
gentile signora Davite, le più commosse espressioni di solidarietà e rassicurazione del più affettuoso ricordo.
Grazie infinite.
{segue la firma)
Non pratichiamo la discriminazione
Caro Direttore,
poiché ho sentito voci inesatte sul
Convitto — alcune anche in Sinodo
— («In Convitto vi è uno stuolo di
elementaristi: in Convitto non vengono accettati i ragazzi del GinnasioLiceo; il Convitto è pieno di cattolici;
il Convitto è "laico"’, non vi è una
impronta religiosa evangelica« ) la pregherei di pubblicare questa mia per
ristabilire la verità.
Su di un totale di 72 convittori
quest'anno gli "elementaristi" erano
solo 15 (anche in passato non sono
stati mai più di 16. I ragazzi del Ginnasio-Liceo erano accettati sino ai 16
anni e potevano poi naturalmente rimanere fino al compimento degli studi). Di recente, in via sperimentale, il
limite di età è stato portato addirittura ai 18 anni. Però il numero di domande per il Ginnasio-Liceo di alunni. diciamo cosi, "regolari" (cioè non
eccessivamente ripetenti) è stato sempre abbastanza scarso in raffronto agli
altri settori. Lo scorso anno il numero
dei convittori del Ginnasio-Liceo è stato di 15.
I cattolici dello scorso anno sono
stati 20 esattamente. Gli altri erano
della chiesa valdese, battista, metodista. dei Fratelli, dei pentecostali, dei
Testimoni di Geova. oltre 4 indifferenti.
La formazione religiosa interna è
stata assicurata quest'anno da sette
riunioni settimanali della durata dai
30 minuti a un’ora, in cui si sono
raccolti i ragazzi (anche cattolici) divisi in quattro gruppi per età.
Essa affianca per gli alunni evangelici l'istruzione religiosa impartita alla scuola domenicale, al catechismo,
nelle scuole elementari medie e nel
Ginnasio-Liceo.
Oltre a ciò vi è nella vita interna
del Convitto il desiderio e la ricerca
di vìvere i prìncipi deH'Evangelo, impresa difficile questa laddove convergono — e non di loro spontanea volontà — ragazzi dì ogni tipo provenienza e religione. (Ma Fentusìasmo,
dopo tredici anni di lavoro non si ancora assopito!).
Con molti ringraziamenti
Il Direttore del Convitto
Valdese di Torre Peilice
Dottor Franco Girardet
Edizioni Claudiana
La meditazione biblica di Giovanni Calvino sui più concreti
problemi sociali ed economici,
pur nelle mutate condizioni,
conserva tutta la sua profetica
validità.
■
. 1 L’umanesimo sociale
I di Calvino
« '
I
CALvun V
¿CLAlfSIAMA
roEiHO
Traduz. di Giovanni Conte
Pagg. 106, L. 600
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N. 36
11 settembre 1964
4.d A^npp. il 22-23 agosto
Il Congresso F.U.V.
Sabato 22 e domenica 23 agosto, nella
mattinata, si è svolto ad Agape, il congresso
F.U.V.
Circa trenta unioni ciano rappresentate,
con una settantina forse di delegati, che si
riduceva ad una cinquantina per la partenza
di molti pastori e di aicune delegazioni al
sabato sera.
Erano presenti inoltre molti osservatori,
tra cui Graziella Gandolfo e Giampaolo Ricco, della G.E.M., il pastore Paolo Spanu, la
moglie Cristina, Nicola Pantaleo e Sergio
Paolo Ronchi del M.G.B., il signor Turinetto dei gruppi giovanili deH’AMEI, i pastori Eugenio Rivoir e Otto Rauch della
FUGELIS, Mario Miegge e Giorgio Rochat
del MCS.
Il Congresso si eleggeva un seggio efficiente e ^sbiTgalivo : il pastore Alberto Taccia, presidente, il signqr Franco Ferretti,
vice-presidente, Carla Beux, Lidia Longo,
Edda Tron, segretarie.
Si riusciva pertanto a non perdere tempo
grazie anche al buon lavoro preparatorio svolto dalla controrelazione c dalla relazione.
Quest'ultima, presentata dal C.N. uscente
— Giorgio Bouchard, Franco Giampiccoli,
Donatella Gay, Paolo Ricca, Claudio Tron •—
giocava praticamente *r casa, ad Agape,
dove nei giorni precedenti molti dei delegati
al congresso avevano partecipato al secondo
campo della gioventù evangelica italiana,
che aveva già preso in esame, sia pure in
una visione diversa e più ampia, molti dei
problemi che ora si riaffacciavano.
Questo campo, il congresso evangelico e
il Sinodo Valdese rispettivamente a breve e
brevissima scadenza, davano al congresso
F.U.V. una particolare fisionomia di cui
non si poteva non tener conto.
La controrelazione da parte sua, meditata
e preparata da Luci Deodato, Franco Giacone, Simonetta Angioliìlo, prendeva decisamente posizione su diversi argomenti chiave
quali l’inchiesta sulla gioventù, i quaderni
di studio in preparazione, la linea seguita
da Gioventù Evangelica, e il problema di
fondo riguardo alla vita e al senso delle
nostre unioni giovanili.
Benché un intervento di Luci Deodato
precisasse che era intenzione delia controrelazione indicare un modo di « affossare » le
unioni così come sino ad ora, ci pare tuttavia che la linea delineata dalla controrelazione stessa, fosse quella di rafforzare le
unioni dairinterno, di agire nel senso di un
recupero di forze che »‘i perdono, salvando
quello che vi è di buono. Di qui Taccento
posto sugli studi biblici; su una linea sostanzialmente più tradizionale di G. Evangelica, allo scopo di renderla più accessibile
alle unioni attuali, lasciando perdere Tarrembaggio verso nuovi ambienti: sui quaderni di studio di argomento biblico. Tutte
cose in sé .costenibili, soprattutto quest’ultima : si spera a queste proposito che il pastore G. Tourn possa riprendere a lavorare
al suo progettato ciclo biblico completo. Antico e Nuovo Testamento.
Ma crediamo che della linea indicata dalla controrelazione solo il punto centrale vada veramente e concretamente ripreso: quello di porre al centro deH’attività delle nostre unioni lo studio della Bibbia. Ed in
questo senso i diversi interventi di sabato
pomeriggio, quello del Moderatore, e quello
del pastore Vinay sono stati preziosi per il
congresso.
Il Moderatore, dopo averci rivolto un gradito messaggio a nome suo e della Tavola,
ha insistito sul posto c.entrale che deve avere nelle unioni la parola di Dio.
Il pastore Vinay, che ha parlato su invito
del C.N., ci ha annunziato in un modo nuovo ed estremamente concreto Cristo, dicendoci di alcuni tentativi ed esperienze di servizio a Riesi, invitandoci a riconoscere nel
nostro ambiente la nostra Riesi, e predicando l’evangelo come oppiisto allo spirito di
conservazione, che è proprio del mondo e
del suo modo di pensare.
I lavori terminavano con le elezioni per
il nuovo segretario, ed il nuovo C.N., che
risultavano precisi ed identici a quelli passati. Ricevevano molti voti di preferenza,
pur senza entrare nel C.N. i nomi per così
dire nuovi di S. Bianconi, del pastor Briante, di Odoardo Lupi. Sergio Ribet
lA “tHAIAVÌIXA,,
La « GianaveMa », proprietà della fami
glia del capitano Janavel (1617-16901, è situata sul versante meridionale del contri'
forte che da Rocca Berrà scende sul borgo
d) Lusema.
ri vasto appezzamento dii campi e boschi
era stato diviso in dee parti, di circa cinque giornate piemontesi raduna, dopo l’e
siilo dii Janavel nel 1664 e susseguente confisca dei suoi beni.
Ne' 1961 Ila Pro VailM ha potuto riscattare
la Gianavolla Inferiore, mentre solo attualmente è stato possibile riscattare la Giana
velia Superiore, romprendente tra il’altro,
la rasa natia del rapdtano
E’ ora intenjjione dbUa Pro Valli, in arrordo ron la rommisisdone amministrativa
dell’a Gianavella, dii procedere alla valoriz
zazione della proprietà con la rreazione di
un parrò di coniifere e la siistemazione dell'antira casa di Janavel in un museo ohe
rispecchi gli usi ed a costumi della tipica
famiglia valdese.
La Gianavellp, con i suoi prestigiosi ricordi storici, -cari ad ogni Valdese, diventerà meta interessantissima per il turismo re
ligioso, estero e nazionale, e costituirà la
base Idleale per incontri e campeggi.
La Pro Valli comunica inoltre che la spesa
complessiva prevista per la realizzazione di
quanto sopra è di L. 1.800.000. Essa fa
vivo affidamento perchè tale cifra sia rapidamente coperta dalle offerte di tutti coloro che sono interessati alla tutela dei luoghi storici delle Valli. Le offerte possono
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Not. Pellegrini, oppure con versamento diretto presso la Tip Subalpina.
Saranno via via pubblicati gli elenchi dei
sottoseri.Mori, che ci auguriamo numerosi e
generosi. Lo Pro Volli
La nostra stampa
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SOSTENETELA
diffondetela
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
VILUR PELLICE
— Diverse famìglie della nostra Comunità sono state in questi ultimi tempi visitate dalla prova e dal lutto. Per ben quattro volte infatti, nel corso di una sola settimana, abbiamo dovuto prendere la strada
del cimitero per accompagnarvi le spoglie
mortali di alcuni nostri scomparsi. Il 19
agosto ha avuto luogo il funerale di Berton Maddalena, nata Grand (Centro-Saret),
deceduta dopo lunghe sofferenze all’età di
43 anni; il 21 agosto quello di Gönnet Giuditta nata Roland (Inverso-Fienminuto), di
anni 79, per molti mesi inferma; il 23 agosto quello di Gigne Susanna, nata Michelin
Salomon (Piantà), spentasi alla tarda età
di 93 anni, simile a lume che cessa di ardere per mancanza di combustibile; il 26
agsto quello di Lerton Costanza, nata Charbonnier (Inverso-Fienminuto), deceduta dopo alcune settimane di degenza all’ospedale.
Rinnoviamo a lutti i numerosi fratelli e
sorelle che sono siati colpiti nei loro affetti
più cari l’espressione della nostra viva e
fraterna simpatia e domandiamo in preghiera al Signore di concedere loro il suo
conforto ed il Suo aiuto. « Gesù Cristo ha
distrutto la morte ed ha prodotto in luce la
vita e l’immortalità mediante l’Evangelo ».
(2 Tim. 1: 10).
— E’ stato celebrato il matrimonio di
Charbonnier Stefano (Bobbio Pellice e di
Mottura Laura (Piantà). Inviamo loro i
nostri voti migliori per una lunga vita in
comunione e porgiamo allo sposo, che proviene da Bobbio Pellice, il più cordiale saluto di benvenuto nella nostro Comunità.
— US. Battesimo è stato amministrato
alla piccola Iris Cristina, di Ernesto e Paola
Garnier, del Centro-Saret. Il Signore l’accompagni con la sua grazia, insieme ai suoi
genitori, al suo padrino e alla sua madrina.
— Ringraziamo i Pastori Sigg.ri Alfonso
Peyronel e Marco Ayassot, che ci hanno
portato il messaggio della Parola del Signore presiedendo il cullo nel tempio, e il Pastore Sig. Ernesto Ayassot e il Sìg. Felice
Crespi, che ci hanno parlato in occasione di
riunioni alFaperto.
J numerosi villeggianti ed i diversi Villaresi lontani, venuti a trascorrere tra di noi
le loro vacanze estive, sono ormai quasi
tutti rientrati nella loro sede abituale. Il
cielo coperto e le pioggia di questi giorni
— annunziatrici dell’autunno che sta per
tornare — decideranno anche gli ultimi rimasti a preparare le valigie per il ritorno a
casa. Desideriamo dire a questi fratelli ed
amici quanto la loro presenza a Villar ci e
stata gradita ed inviare loro a tutti, insieme al nostro cordiale e fraterno saluto, i
nostri migliori auguri per un buon inverno.
A tutti diciamo pure: «Arrivederci, a D.
p., un altro anno ».
Si ricorda al pubblico evangelico che il Convitto Maschile
Valdese di Torre Pellice è aperto anche a convittori che frequentino il Ginnasio - Liceo.
Ogni voce contraria è priva di
fondamento.
La nostra Comunità ha avuto la gioia di
accogliere, la domenica 6 settembre, la visita dei pellegrini Valdesi delVUruguay e
dell’Argentina, attualmente in ’’tournée” alle Valli. Questi fratelli e queste sorelle, guidati dal Pastore Sig. Silvio Long, — senza
dubbio a ricordare che da Villar Pellice partirono nel lontano 1856 i primi emigranti
Valdesi ed anche perchè molti di loro sono
originari da Villar Pellice — hanno voluto
dedicare una delle loro tre domeniche alle
Valli. Essi hanno ricevuto al loro arrivo a
Villar il saluto della Amministrazione Comunale che ha offerto loro un piccolo rinfresco nella sala delle attività. Poi essi si
sono uniti ai fratelli villaresi nella adorazione e nella preghiera. Il culto, celebrato
per l’occasione in italiano e in spagnuolo,
è stato presieduto dal Pastore Silvio Long,
che ha portato alla numerosa assemblea un
forte, vibrante messaggio. A mezzogiorno la
nostra casa di incontro fraterno, « la Miramonti », ha accolto i graditissimi ospiti,
insieme ad un numeroso gruppo di vìllaresi, per un pranzo in comune. Pomeriggio —
presenti anche un gruppo di trombettieri
tedeschi, diretti dal M. Sig. Stober, e di
trombettieri valdesi delle Valli — riunione
nel tempio con numerosi messaggi da ambo le parti. Con quanta emozione abbiamo
ascoltato la voce dei fratelli e delle sorelle
venuti da lontano ed i cui nomi sembravano lutti nomi villaresi : Barolin, Baridon,
Planchon, Perrachon, Salomon, Geymonat,
Davit, Charbonnier, Bonjour, Gönnet, Bertinat, Cairus ecc... A conclusione della giornata ancora un breve incontro alla « Miramonti » per una tazza di té e poi partenza dei nostri ospiti. E’ stata una bella gioì*:
nata che ha lasciato un vivo ricordo nel
cuore di tutti. Rrigraziamo questi fratelli e
queste sorelle della grande gioia che ci hanno portato e rinnoviamo per loro, per le loro famiglie e per le loro Comunità i nostri
migliori voti di benedizione.
RODORETTO
— Abbiamo avuto il piacere di avere 'ra
noi alle Fontane il prof. Bruno Corsani con
la iaiuiigliia per un ^periodo di vacanza. Egli
è stato ospite nella casa lasciata anni addietro dal pastore Enrico Pascal alla Tavola. per offrire soggiorno in montagna a Fa
stori e dipendenti della Tavola. Mentre c'
rammarichiamo che fin'ora nessuno si fosse
servito di questa opportunità, ci auguriamo
che per Favvenire es.sa possa essere megli i
utilizzata.
— Ringraziamo il prof. B. Corsani ed il
pastore Guido Matliieu per aver presieduto
il culto alle Fontane rispellivamente il 23
ej il 30 agosto u. s.
— Il 2 seUeinbre una rappresentanza della Comunità accoglieva con fraterna gioia
il gruppo di pellegrini delle Chiese d'd
Sud America trascorrendo con loro un temP'. di orofonda comunione. Ci auguriamo
elle malgrado il tenxpo orinai autunnale e
le emozioni di un viaggio in strade di mon
lagna cui non erano abituati essi conserv.
no un buon rico^rdo di questo « nido d’aquile )) tome scherzosamente il pastore Silvio Long ha definito Rodorelto.
— Il 23 agosto è stato battezzalo alle
Fontane Marco Meytre di Ettore e di Olga
Genre. Benedica il Signore e circondi con
la Sua grazia questo agnello della Sua greggia.
VILLASECCA
Convitto Maschile Valdese
TORRE PELLICE
EDUCAZIONE EVANGELICA: il Convitto pur essendo aperto a ragazzi
di ogni confessione religiosa ha per base l’educazione evangelica. '
LE ISTALLAZIONI- una piscina coperta (13x6), tennis, campo di football, palla a volo e palla canestro, ottima posizione di mezzo montagna
LE ISCRIZIONI : si accettano ragazzi che frequentino le scuole elementari, medie, professionali, ginnasio-liceo.
RETTE: per le finalità del Convitto che si rivolge soprattutto al pubblico evangelico, le rette seno modeste. Le attrezzature sportive sono
a disposizione dei ragazzi senza supplementi.
BORESE DI STUDIO: sono messe in palio alcune borse di studio (metà retta) per alunni meritevoli di modeste condizioni economiche.
INFORMAZIONI: scrivere al Direttore Dott. Franco Glrardet CONVITTO VALDESE Torre Pellice (Torino).
k mode (li un nomo
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
volle rinunciare a essere moderato anche
con sé stesso. Togliatti e il partito comunista si sono perdonati troppe volte. Troveranno un’udienza più vasta solo quando
smetteranno di perdonarsi », cioè riconosceranno apertamente questo o quell’errore
ben determinato. Naturalmente, un tale giudizio può sempre essere ipocritamente e
orgogliosamente partigiano; Io riporto qui
con questa coscienza. La Chiesa deve dire
questo; ricordare che chi ci perdona e ci
« giu.stifica » c ci dà la vita è Dio, in Gesù
Cristo, lui solo; deve annunciarlo a tutti,
ai « fedeli » e agli « infedeli »; ma deve
soprattutto ricordare che questo perdono essa non lo amministra: essa non è altro se
non la schiera dei testimoni di colui che
ha detto : « Io non son venuto a giudicare
il mondo, ma a salvare il mondo. Chi mi
respinge e non accetta le mie parole ha
chi lo giudica; la parola che ho annunziata
è quella che Io giudicherà nelFultimo giorno ». (Giov. 12: 47-48), Quale sarà questo
giudizio? La chiesa, ora, per ogni uomo
che muore fuori della comunione con Cristo, visibile e professa, può soltanto chiedersi : « Sono stata, per lui, testimone autentica dell’amore di Dio, del suo Regno e della sua giustizia? »; e non le resterà forza
nè voglia per .:hiudere le porle dei suoi
templi davanti a chi torna alla polvere.
g. c.
. BOBBIO PELUCE
Lutti, — Il Signore ha richiamato a se
il nostro fratello Rostan Enrico Stefano il
25 Maggio, della borgata dei Trossieri; ha
risposto pure alla celeste chiamata, in maniera improvvisa, il nostro fratello Pons Cesare Emanuele, T8 Agosto, nella borgata di
Chiotti inferiori. Residente a Marsiglia, era
venuto alla sua casa paterna per trascorrervi un periodo di riposo, ma la morte l’ha
colto Tindomani, mentre si riposava. Alle
famiglie in lutto rinnoviamo Tespressione
della nostra fraterna simpatia: il Signore
consoli i loro cuori.
ÌSuovi focolari, — li 6 Giugno si sono
uniti in matrimonio: Clot Ermanno con la
Sig.ua Giacomino Elsa; il 20 Giugno, Guglielmet Attilio Alberto con la Sig.na Massel
Violetta; il 24 Agosto, Long Ezio di Pramollo, con la Sig.na Clot Elvina di Riclaretto. Ai nuovi sposi i migliori auguri.
Battesimo, — li 24 maggio abbiamo posto il Segno dei Patto su Peyronel Mauro
di Enrico e Clot Varizia Zita. Il Signore
benedica il tenero agnello che Egli si è compiaciuto di aggiungere alla sua greggia.
— Ringraziamo il Signo? Giosuè Ribet, ex
anziano della nostra ci.niunità, i Maestri
Raimondo Genre e Claudio Tron che hanno presieduto il cullo in assenza del pastore.
Durante i mesi d: Luglio e Agosto
abbiamo avuto le tradizionali riunioni all’aperto: a Bovile, alla Seiletta, a Villasecca,
a Lazarà in comune con la comunità di Pramollo, e agli Eiciassie in comune con la comunità di Pomaretto, tutte assai ben frequentate, soprattutto l’ultima in cui abbiamo avuto la gioia di udire i Pastori Gino
Conte che ci ha parlato dell’attività della
Libreria Claudiana, e Luigi Santini che ci
ha parlato dell’opera evapgelistica nella città
di Firenze. Li ringraziamo di cuore.
— La comunità ha pure avuto il piacere
di udire messaggi da parte di due pastori
della Chiesa tedesca del Baden: in Giugno
nel tempio di Chiotti, il messaggio del Pastore Wacker, e in Luglio, alla riunione alla
Selletta, il messaggio del Pastore Sberle di
Heidelberg. Anche a questi nostri cari
telli va il nostro sincero ringraziamento.
fra
ARRIVI
IN LIBRERIA
EUGENIO ANAGNINE, Dolcino e il
movimento ereticale agli inizi del
Trecento. La Nuova Italia, Firenze
1964, L. 2.500.
JACQUES ELLUL, Fausse présence
au monde moderne. Les Bergers et
les Mages, Paris 1963, L. 1.700.
* Nel quadro delle cerimonie organizzate a
Costanza dalla Chiesa cattolico-romana in
occasione del 550° anniversario dell’apertura del Concilio di Costanza, si è avuta una
manifestazione in memoria del pre-riformatore jan Hus e del suo discepolo Gerolamo
da Praga, condannati al rogo da quel concilio.
Un oratore, K. G. Kiesinger, presidente
del governo dello Stato del Baden-Württemberg, ha sottolineato che era conforme allo
spirilo di papa Giovanni XXIII ricordare
queste due vittime dello spirito della loro
epoca, « che senza dubbio sono state incluse
nella domanda di perdono formulata da
Paolo VI » nel suo discorso d’apertura della
seconda sessione del Vaticano II. Naturalmente gradiremmo confermata da Paolo VI
stesso tale affermazione : sarebbe un’ottima
occasione per precisare espressioni che, pur
volutamente umili e cordiali, ci avevano lasciati riservati nella loro dubitativa vaghezza.
* In un'intervista pubblicata dal ((Kirchenblatt für die Reformierte Schweiz », Karl
B^rtli pur condannando la politica razziale deirAfrioa del sud inette in guardia contro un puro e iie'niplice sligniatizzare quelita nazione, l^na tosa — egli aifernia — è
la coesistenza di tre milioni di bianchi e
di quindici milioni dì negri, e un’altra la
rond-anna a d'Slanzc dì una politica razziale
assurda. « Spetta proprio ai cristiani nordamericani meliere alla gogna il razzismo
sudafricano? Come sj comporterebbero gli
Svizzeri se dovessero convivere con un forte
te numero di non bianclii? qual’è il nostro
'svizzero) atteggiamento nei confronti dei
900.000 lavoratori stranieri che vengono
dal sud ma aono pure della nostra stessa
razza? Una parola vera e giustificata — il
« no » al razzismo tudafricano — c impotente se viene espressa da lontano e senza
verifica. Non basta l’unaniine ripulsa di
prini'ipio ». (soepi)
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Direttore resp.: Gino Conte
— Sabato 8 agosto ha avuto luogo il servizio funebre del nostro fratello Bertinat
Michele fu G. Giacomo deceduto il 7 agosto alla sua abitazione ai Courtilet superiore
alla età di anni 85. Egli era stato colpito il
giorno 29 luglio da una trombosi cerebrale;
un suo nipote lo aveva trovato esanime al
suolo davanti a casa sua mentre imperversava il temporale. A nulla valsero purtroppo
le cure mediche prestategli con tanta dedizione dai suoi familiari (j parenti accorsi al
suo capezzale. Egli si spegneva lentamente
dopo 10 giorni. Ai figli, alla figlia, ai familiari ed ai parenti tutti rinnoviamo l’espressione della nostra viva e fraterna simpatia
cristiana, fidenti nelle promesse di Colui che
ha vinto la morte ed ha prodotto in luce la
vita e l’immortalità per mezzo del suo Evangelo.
Ringraziamo vivamente il Pastore Alberto Ricca che ha presieduto il servizio funebre in assenza del Pastore titolare.
— Domenica 30 agosto nel corso del culto
nel tempio è stata presentata al Battesimo
la bambina Geymonat Claudia Elena Marianna di Carlo e Genre Maria Giovanna
(Torino). La grazia e la benedizione del Signore circondino ed accompagnino sempre
la bimba e lutti i suoi cari Un grazie al Pastore Ricca che ha celebrato il battesimo.
La comunità è grata al Pastore Alberto
Ricca ed al Prof. Emaiiacle Tron i quali le
hanno rivolto il messaggio deH'Evangelo rispettivamente nei culti del 9, del 30 e del
16 agosto. La loro predicazione è stata vivamente apprezzata dalla comunità.
e. a.
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Cip. Subalpina s.p.a. ■ Torre Pellice (To>
« Ed io abiterò nella casa
dell’ Eterno per lunghi giorni ». ( Salmo 23 )
Il 20 agosto nelì’ofspedale Evange“
Ileo dì Pomaretto decedeva la signorina
Lucia Marinelli
Il fratello Michele, i nipoti e parenti tutti nel darne la luttuosa notizia,
ringraziano il pastore Ribet ed il pastore Bouchard per il loro vivo e sen
tito interessamento. Commossi ringraziano pure tutte le signore della Lega
Femminile della chiesa valdese di Milano, che con vero amore cristiano
l’hanno assistita e circondata d’affet
to sino alla fine.
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ce^rcano uirgeuie'ni'einfte una persona
«he sappia scrivere bene a macchiIla per affidarle alcuni lavori, per i
mesi di agosto e settembre (dal 15
agosto).
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