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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BlBLlCmiA VACDBSB
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CTorinol
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xeni - Num. 30 ABBONAMENTI f Eco: L. 1.500 per l’interno « Eco » e « Presenza Evangelica p | Spediz. abb. postale - I Gruppo 1 TORRE PELLICE - 26 Luglio 1963
Una copia Lire 40 l L. 2.200 per l’estero intano L. 2.500 ■ estero L. 3.700 | Cambio d’indirizzo Lire 50 1 Ammin. Claudiana Torre PeUice - C.C.P. 2-17557
Le soluzioni facili e quelle vere
Ogni cosa e lecita, ma non ogni cosa e utile ; ogni cosa è lecita, ma non
ogni cosa edifica. Nessuno cerchi il proprio vantaggio, ma ciascuno cerchi l'altrui.
Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun'altea
cosa, fate tutto alla gloria di Dio. (I Cor. 10 vv. 23, 24, 31 )
Ogni tempo ha avuto i suoi problemi morali e spirituali. Alcuni ritornano periodicamente alla ribalta e si ripropongono alla Chiesa ©d al singolo
credente con sempre rinnovata attualità; altri sono problemi particolari
di im tempo e di un luogo. Così era
per ciò che preoccupava i credenti di
Corinto a cui l’Apostolo Paolo scrive,
li loro problema non solo non ci riguarda, ma addirittura abbiamo difficoltà a coimprenderlo. Si trattava di
chiarificare se il credente, mangian
do della carne di un animale che era
stato usato per fare un sacrificio in
qualche tempio pagano, compiva un
atto di idolatria e di infedeltà al Signore o no. La Chiesa di Corinto era
divisa su questo problema e chiedeva
all’Apostolo' una indicazione.
Dal problema particolare
alla scoperta
dell'atteggiamento
permanente della fede
A noi capita spesso, di fronte ai pro
blêmi della nostra vita di credenti, di
risolverli nel modo che ci riesce più
facile, o con soluzioni intuitive di cui
non sapremmo però dare una chiara
spiegazione, o seguendo l’esempio di
aitri senza tanto pensarci sopra.
L’Apostolo Paolo ci dà qui una lezione importante. Ci indica come il
credente deve porre i problemi particolari nel contesto più vasto e profondo della essenzialità della sua fede. Non ci debbono essere delle solu
zioni « perchè anche gli altri hanno
fatto cosi », 0 « perchè mi è venuto di
fare così.», ma le particolari soluzioni ai particolari problemi debbono
sempre essere suggerite da una piena
aderenza alla nostra fede in Cristo
Gesù.
La libertà del cristiano
Forse i credenti di Corinto aspettavano daH’Apo'Stolo una parola definitiva, un « sì » 0 un « no », un comandamento che fosse rivestito dalla autorità dell’apostolo : « il mangiare carni sacrificate è idolatria » oppure « non
è idolatria, mangiatene pure ». Se essi aspettavano- una risposta cosi sono
stati delusi. E cosi in ogni tempo ci
sono dei credenti che vorrebbero che
la Chiesa per ogni loro problema rispondesse con un « sì » o un « no ».
questo « è peccato » e quest’altro' « non
è peccato». Spesso anche la Chiesa è
scesa a questa facile soluzione, ma
non è una vera soluzione perchè in
ogni situazione il credente si trova
impegnato con la sua fede personale
e la sua soluzione deve essere pensata
e vissuta personalmente.
L’apostolo dunque propone ai Corinti di partire dal problema di fondo della propria fede in Cristo Gesù:
in Gesù Cristo essi sono stati chiamati alla libertà : « Ogni cosa mi è lecita». Certo questo affermazione .si
presta a dei grossi malintesi : nei nostri tempi di totale decadimento morale e spirituale questa affermazione
dell’apostolo è spesso la regola di vita pienamente accettata e giustificante qualsiasi cosa. La corruzione dilagante in tutti i settori della vita sociale del nostro popolo è dominata appunto da questo slogan « Ogni cosa
m’è lecita». Faremmo però un grande
torto all’apostolo pensando che la
sua affermazione abbia anche lontanamente qualche cosa a che fare con
lo slogan della nostra società. C’è una
somiglianza soltanto esteriore, nelle
parole, ma addirittura una opposizione nella sostanza e nel valore dato a
queste parole.
L’Apostolo afferma « Ogni cosa mi
è lecita » : ma questa libertà va intesa
unicamente come la libertà di colui
che è « in Cristo ». E’ la libertà dal
comandamento capito come costrizione, come peso, come minaccia. Ma a
questa costrizione l’apostolo non sostituisce il libertinaggio (come fa la
nostra società) ma « l’essere in Cristo », il «vivere in Cristo»; Cristo di
viene la nostra gioiosa legge di vita.
Tutto questo potrebbe sembrare a
qualcuno molto teorico ed invece è
qualcosa di molto pratico: di inserito totalmente nella nostra vita.
Cosa significa dunque questo « Ogni
cosa mi è lecita in Cristo »? Significa
che il credente non è più vincolato,
legato a dei peccati che gli cadono
dall’alto, che non hanno per lui nessun significato, a cui obbedisce, forse.
senza che essi rappresentino niente di
essenziale nella sua vita. Non ci sono
più dei « tabù » misteriosi e paurosi.
ma la vita, il creato, tutto ci appare
come l’opera di Dio: di Dio che ci
ama e ci vuole dare sovrabbondanza
di benedizioni. Perciò nella fede in
Cristo ci apriamo gioiosamente e liberamente verso tutto ciò che ci circonda.
La legge del cristiano
Ma a qu^to punto ci appare la
;< legge », il limite, il punto di riferì
mento a cui tutti i nostri atti e le
nostre decisioni debbono essere ripor
tate : la vita del nostro prossimo, la vita nostra, la gloria di Dio. « Ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa edifica ».
Come Cristo è venuto per « edificare », cioè costruire, dare vita a questa umanità distrutta nel suo peccato, così, il credente che vive nella libertà è chiamato ad essere un edifi
catore con le sue azioni, le sue decisioni, con la sua vita. La sua libertà
è limitata dalla presenza del suo prossimo che egli ama in Cristo. Il credente non può dire «io seguo la mia
strada », « io faccio quel che mi sembra bene e basta », no, egli ha sempre
vicino, accanto a sè, davanti a sè il
suo prossimo che egli ama e che egli
deve edificare e non distruggere.
Tornando alle « carni sacrificate
agli idoli» l’apositolo pone dunque ai
Corinti questa doppia linea: 1) non vi
fate incatenare da un rinnovato spi
rito legalista per cui dite astrattamente « questo si. e questo no » : il cibo
in se stesso non è niente. 2) La vostra libertà non sia però scandalo e
distruzione della fede meno forte e
chiara di altri, vai meglio allora rinunciare alla libertà.
In un certo senso potremmo dire
che la mia libertà non deve rendere
schiavo il mio prossimo e uccidere la
sua vita (in seirso spirituale naturalmente).
Ma l’apostolo pensa che questa libertà in cui ci troviamo « in Cristo »
può essere per noi una tentazione e
ricondurci ad una nuova schiavitù;
Perciò egli dice anche « Ogni cosa mi
r lecita, ma io non mi farò dominare
12). Non
prigioniero
da cosa alcuna» (1 Cor. 6
solo il prossimo può essere
della mia libertà, ma a tm certo punto io stesso posso trovarmi ridotto in
nuova schiavitù avendo usato della
mia libertà non per edificare me stes
so, ma per distruggere la mia stessa
vita ritrovata in Cristo. Questa libertà in Cristo non ci appare dunque
come una cosa data e posseduta, ma
come un atto di vita che possiamo
ricevere ogni giorno nuovamente dalla grazia di Dio, nellà ubbidienza della fede. Questa libertà non è una affermazione teorica, ma si incarna co
tidianamente nelle decisioni più svariate della vita di ogni credente. E
queste decisioni forse saranno diverse, talvolta, addirittura opposte in un
credente e in un altro. Ma non dobbiamo giudicare dall’ai^renza.
Se non conosciamp più il problema
« delle carni sacrificate agli idoli »
quanti altri problemi stanno dinnanzi a noi e richiedono che impostiamo
la nostra vita in questa stessa linea:
la libertà del oristiano. Pensiamo alíe nostre prese di posinone di fronte
ai problemi sindacali in cui molti di
noi si trovano direttamente interes
sat i; pensiamo al nostro atteggiamento di frante all’obbiezione di coscienza, pensiamo anche al nostro atteggiamento di fronte agli spettacoli (cinema, teatro, televisione), di fronte
ai problemi sessuali dei giovani e dei
meno giovani ecc. Non è sempre facile orizzontarci e vivere in questa libertà che la parola di Dio ci annun
zia. Un aiuto lo possiamo ricevere da
quello che dice l’apostolo alla fine del
suo discorso: «Fate tutto alla gloria
di Dio». Non si tratta di lare dei
« Tè alleluia! », ma di porre seriamen
te e coraggiosamente la nostra vita e
le nostre decisioni dinanzi a Dio vi
vendóle come atto di libertà riconoscente.
Purtroppo le nostó comunità vivono spesso in una pfetta. morale borghese o di un grido legalismo giudaico e su queste due basi si giudica il
fiatello e ci si scandalizza facilmente.
Siamo contenti quando la vita della
Chiesa e dei membri che la compon
gono scorre piana e senza scosse in
questo accontentarsi della « regola fissa» ormai standardizzata: questo è
bene e questo è male. Abbiamo bisogno che la libertà di Cristo ci afferri
e trasformi la nostra vita in ima avventura ogni giorno nuova e viva, in
una conquista rinnovata di questa libertà nella carità che sfida e respinge le soluzioni facili per vivere vera
mente la vocazione alla quale
gnore ci ha chiamati.
COMUNICATO
La prossima Sessione Sinodale della Chiesa Valdese si aprirà, Dio
volendo.
Domenica 4 Agosto alle ore 15,30
con un culto nel Tempio Valdese di Torre Pellice, presieduto dal Past.
Ernesto Ayassot, e con la consacrazione al Santo Ministero del Candidato Marco Ayassot.
I membri del Sinodo, ministri di culto e delegati, sono convocati
per le ore 15 nell Aula Sinodale della Casa Valdese, per presenziare
all'apposizione della firma del Candidato all'atto di accettazione della
Confessione di fede della Chiesa Valdese.
Immediatamente dopo il culto, i membri del Sinodo si recheranno
nell'Aula Sinodale per costituirsi in Assemblea, sotto la presidenza del
più anziano di età tra i ministri di culto in attività di servizio presenti,
e procedere alla nomina del Seggio definitivo.
Ermanno Rostan
Moderatore della Tavola -Valdese
Torre Pellice, 18 Luglio 1963.
A PALERMO
Lit
UD
Chiesa Valdese pubblica
maDifesto contro la maba
DaiX^ ivUimo bolléttiino» iVinjcl/iiiViSSioiw
d(d Ciywilglio F>0derid^. deNe Chies'e E’Vimgelk-he d’iNdìn Mralcùmìo <¡u,estn corrispondenza:
In seguilo ai delitti compiuti recentemente dalla mafia a Palermo, il Past. Pietro Valdo Panascia, della Chiesa Valdese
di Palermo, ha redatto e fatto affiggere sui
muri della città il seguente manifesto:
1MZ1.4TIVA PER IL RISPETTO
DELLA VITA UMANA
La comuiiilà Evangelica Valdese, a.ssoeiaudosi con animo rOiinmosso al lutto
(-itlaidino .per l’imima.ne strage avveniU'ta
nei giorni scorsi in seguito agli allentati
dinamitardi di Vi.llabate e Villa Serena,
in eui nove preziose vite umane sono state
slronteale in modo eosì erudele, mentre
il SiF. S.
il profondo
nel dolore.
ESPRIME
se.uso di solidarietà
alle famiglie delle
AUSPICA
che non solo siano prese da parte degli
oiiigaini eompetenti delle misure per reprimere ogni alto di criminalità die con ooisì
preo-ceupante frequenza inisaniguina le vie
e i dintorni della nostra eiltà, ma sopratlullo
FA APPELLO
a eoloiro che hanno la re.spon.sabHiità della
vita dvile e religiosa del noistro popolo,
onde siano, prese delle oP!PorIun.e iniziative per prevenire ogni forma di delitto,
adoprandosi con ogni mezzo alla formazione di .una più elevata coscienza inorale e cristiana, richiamando tutti ad un
più alto senso di sacro rispetto della vita
e alla osservanza delia legge di Dio che
ordina NON UCCIDERE.
Chiesa Evaiiigelica Valdese
umana,
vittime.
La
Pai ermo. 7
luglio 1963.
L'esame di fede
del Candidato Marco Ayassot
Giovedì. 18 luglio si soino riuniti a
Torre Pellice (Sala sinodale) i pastori
viciniori (quasi tutti), in sezione del
Corpo Pastorale valdese per l’esame
di fede del Candidato al ministero
Marco Ayassot. Scarsissimo il pubblico, per intempestiva informazione, ed
è peccato.
Dopo il culto iniziale presieduto dal
Moderatore E. Rostan, il Candidato è
stato presentato al Corpo Pastorale
dal Consiglio della Facoltà di Teologia, dalla Tavola, e da alcuni pastori
che meglio lo conoscono.
Marco Ayassot è nato a Felónica Po
nel 1937 ; ha seguito la normale trafile,
degli studi teologici: dopo il quadriennio’ presso la nostra Facoltà di Teologia, ha seguito per un anno corsi presso la Facoltà teologica dell’Università di Edimburgo. Al suo ritorno in Italia, la scorsa estate, la Tavola gli ha
affidato, per il suo anno di prova, la
cura della comunità di Catanzaro e
diaspora, dove è stato assai apprezzate, insieme alla sua compagna (infatti, continuando l’inirazione alle consuetudini egli si è sposato, l’autunno
scorso).
Alla sessione di giugno ha sostenuto le prove finali presso la nostra Facoltà di Teologia, e ha conseguito la
licenza teologica presentando e discutendo una tesi su « La comunità di
Iona» (relatore prof. Valdo Vinay).
Dopo questa presentazione, sono
state comunicate al candidato le domande sulle quali verteva poi il suo
esame di fede, e mentre egli si preparava a rispondervi, il Corpo Pastorie proseguiva nella « presa di contât
to » con la figura del candidato. Que
sti veniva quindi richiamato nell’aula, e in modo assai diretto', con semplicità e convinzione esponeva il suo
pensiero sulle domande che gli erano
state rivolte: 1) Che cosa significa per
te «Credo in Dio Padre, Creatore...»;
2) L’opera redentrice di Cristo; 3) I!
rapporto fra S. Scrittura e predicazione; 4) La tua vocazione al ministero. Con molta sincerità egli ha riconosciuto — concordando con parecchi dei giudizi dei suoi « presentatori» — la reale difficoltà che rappresenta per lui la predicazione, il tormento per l’inadeguatezza dei propri
mezzi alla grandezza e al vigore del
l’Evangelo. E forse proprio questa sincerità, questa profonda carica di umanità — come qualcuno ha notato —
gli ha procurato la partecipe simpa
tia dei presenti, poiché questo tormento è di ogni predicatore e di ogni
ministero pastorale: sì che è indubbiamente preferibile, in un candidato, questa trepida umiltà piuttosto che
un’incauta, anche se gioiosa, sicurezza; del resto gioia v’era pure in Marco Ayassot, gioia di avvertire limpi
da, anche se contrastata, la propria
vocazione, gioia di sapere ohe il Si
gnore che chiama dà pure forza alla
Domenica 28 luglio
Convegno evangelico
al Colle della Croce
nostra debolezza : « Quello che occorre — egli diceva — è un studio* profondo, attento, in costante preghiera,
per trovare in questa Parola antica il
Cristo vivente e annunciarlo al monde di oggi».
Il voto favorevole del Corpo Pastorale è stato unanime e lieto, invitande soltanto il Candidato a tener viva
in sè la coscienza di umiltà e lo sforzo di approfondimento di cui nel suo
esame di fede aveva dato cosi, bella
prova (e per ogni predicatore questo
esame di fede è ogni volta un richia
mo ad esaminare sè stesso e il proprio
ministero della Parola).
Per la prova finale di predicazione,
che si terrà nei corso di un culto giovedìs 25 luglio nel tempio dei Coppieri, alle ore 10, è stato assegnato
al candidato il testo: Atti 14: 21-28.
E’ augurabile che questa volta i mem
bri di chiesa ptartecipino più numerosi e circondino con la propria soli
darietà fraterna Marco Ayassot, in
questo periodo così importante. Pensiamo a lui, in preghiera, con affetto
fraterno e gli auguriamo gioia e
impegno sempre rinnovati nel proseguire la via intrapresa in ubbidienza
a: Signore.
La seduta del Coipo Pastorale è terminata con una discussione sull’attuale carenza di vocazioni pastorali, carenza che a viste umane pare acuirsi
ancora, nelTimmediato futuro: è un
problema assai grave, e tornerà indubbiamente in sede di discussione
sinodale; ma bisogna cffie penetri e
scuota la coscienza delle nostre comunità, delle nostre famiglie, dei nostri
giovani. Gino Conte
Questo è l’uinico manifesto religio.so
lite sia stalo affi'sso nella città di Palenmo
per deniuaieiare chiaramente i orimiini della mafia. Questa coraggiosa (e rischiosa)
iniziativa delia Chiesa Valdese di Paler
ino è stala commentalia molto favorevol
mente dagli ambienti giornalistici e dal
la popolazione della città. 11 Pastore Pa
nascia, dopo TaffiBsione del manifesto,
ha riceviuto molte atte'Slazioni di solida
rietà e mnimerosi messaggi di i.neO'raggia
meuito. D’altra pa.rte il fatto che la Curia
e rarcivescovo di Palermo card. Ruffin.
non hanmo in alcun modo preso posizio
ne nei confronti dell’a.ltività criminosa
della iitiafia ha .suscitato una penosa im
pressione. La Curia è in questi giorni
oi'i'iipata a illuTiiiinare e imbandierare le
vie cittadine per la celebrazione della festa di Santa Rosalia, patrona di Palermo.
Il Pa.store Panascia invierà nei prossimi
giorni airarcivcscovo di Palermo, card.
Ruflìni, una co'pia del manifesto.
Congresso annuale
deirA.I.C.E.
lì Congresso annuale dell’AfiSociazione
avrà luogo D. v. a Torre PeUice nella
sala deir Asilo g. c. il 10 ago<sito 1963 col
seguenie programma :
ore 9,30 cullo di aperlura
ore lo - Presentazione del tema: « Inisegnainte sotto atxTUsa », da parte di un
iinisegnante, di una madre lì famiglia,
di uno studente, seguito da discussione.
ore 14,30 • Relazione morale e finanziaria del Comilato nazionale, d’seu"*'
isione, elezioni e varie.
Speriamo vivamente che ì colleglli vicini e lontani sì sentano impegnati a
sostenere con la loro presenza il lavoro dell’Associazione: solo con la collaborazione di tutti essa può svolgere a
più largo raggio la sua azione indispensabile per Paffermazione dei nostri
principi rvangolìcì.
2
P»8.
26 lugUo 1963 — N. 30
.ÌÌOqS
Il lemiMiiil della lede
Le statistiche non dicono tutto, ma danno indici assai
significativi, anche per il problema delle contribuzioni
Son è il caso di ” anticipare" sul Sinodo; tuttavia, secondo i dati già disponibili,
risulta che i membri della Chiesa valdese
hanno, nel loro insieme, fatto anche quest anno uno sforzo avvertibile e compiuto
un passo avanti. Ma il problema finanziario, anche per quel che riguarda solo Ir
’ ordinaria amministrazione’’, è lungi dalVesser risolto. Ci pare quindi utile di pubblicare questi diagrammi, pre¡xirati gentilmente dall’Anziano E. A. Beux della Chic
sa di S. Germano Chisone, in base al Rapporto al Sinodo 1%2, e una parte delle sue
riflessioni, che naturalmente riguardano in
modo particolare il suo distretto, le Valli
valdesi.
Dal diagramma A) risulta una situazione di carattere finanziario contributivo da
CU' ogni Distretto trarrà le conclusioni che
ritiene più confacenti alla propria indole.
Vogliamo volgere la nostra attenzione al
quadro B) in ftmzione della nostra appartenenza al 1® Distretto'.
E rileviamo in primo luogo, che i contribuenti di questo Distretto sembrano
ignorare, o quasi, quali sono le vere necessità della Chiesa, oppure, che il valore
della moneta non è più quello di prima.
Dimodoché la media pro-eapite dei contribuent; raggiunge poco più della metà
del fabbisogno della Oiiesa. Plandiamo
pertanto all’iniziativa della Tavola con la
circolare « Decima Cristiana », sperando
che ne vengano tratte le logiche conclusioni.
A qualcuno cui abbiamo rivolto il no
stro invito e die ci rispondeva : « I n’an
¡amai prà » abbiamo risposto che la Chiesa non ne ha abbastanza, proprio perché
noi contribuenti non le diamo ma¡ il necessario. Rendere edotto ciascuno della
enlità di questo « necessario », ragguagliato sulla nostra contribuzione, è forse la via
6oo
A
migliore per raggiungere il pareggio.
Ma questo diagramma B) mette altresì in
evidenza come, ormai, la distribuzione dei
membri contribuenti nelle Parrocchie tradizionali, rappresenti una sperequazione a
tutto danno evidente dei livello spirituale
e deUa coesione dei membri rimasti isolati
in loco, e dell’isolamento in cui vengono
a tro'varsi gli emigranti verso le zone di
fondo valle in cui non c’è organizzazione
ccolesiastica tradizionale.
Seguendo la linea continua che in questo quadro, indica i membri di chiesa (tralasciando Coazze) troviamo dei minimi di
21é a Rorà; 272 ad Angrogna Serre, con
delle quote di 1241 a S. Germano; 940 a
Pomaretto; 833 a ViOar P. Non teniamo
conto di Torre PeUice e S. Giovanni che
hanno, sì, quote alte ma che hanno anche
due Pastori a servirle. La media parroc
<hiale è di circa 540.
Pare evidente la necessità di un ridimensionamento delle parrocchie tradizionali e,
tenendo conto dei luoghi di raggruppamento dei membri migrati daUe alte valli, la
necessaria creazione di nuovi poeti dì « ralliement ». Siamo persuasi che questo non
po-trà che influire beneficamente sullo stato
spirituale dei membri; i quaR si sentono
più vicini alla chiesa e la (rcqnentano maggiormente se essa è... vicina a loro.
Pare che Villar Perosa lo dimostri, ove
ci fosse necessità di tale prova.
Ora ci auguriamo che questo ridimensionamento venga effettuato, poiché a nostro
modesto parere, otterrà 3 risultati cui non
possiamo non tendere: 1) Livello spirituale elevato e... quindi maggiore apertura di
borsa; 2) Maggiore affiatamento dei membri di chiesa fra loro e col Pastore ; 3) Formazione di unità collettiva, atta a proiettarsi in una anione di Chiesa cvangelizzaIrice. Quod est in volis.
E. A. Beux
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cS. VA c5i 'Á '/Sk Á
uiiiimtiiiiimiiiiiiimmimiMii
LO CHiesfl nei moopo
Verso uno statuto per gli evangelici spagnoli? - I botlisii
olandesi abbandonano il Consiglio Ecumenico delle Chiese
Madrid — In un recente comtmicato al
Consiglio della Chiesa evangelica spagnola, José Cardona, segretario esecutivo
della Commissione evangelica spagnola
per le questioni giuridiche, ha ricordato
che durante lo scorso anno il governo ha
concesso l’apertura di undici cappelle protestanti, si è opposto alila riapertura di
altri tre luoghi di culto, ha autorizzato 9
nuove pubblicazioni evangeliche.
Da parte cattolico-romana, la conferenza dei melropoliti —■ ohe raccoglie lutti
i cardinali e gli arcivescovi di Spagna —
sta esaminando un progetto di statuto dei
prolesla-uli del paese, preparalo al ministero degli affari esteri, sotto la direzione
di Fernando Maria Casliella y Maiz. Secondo il vescovo Santo« Molina Zurita,
della Chiesa riformala episcopale, si può
notare qualche miglioramento sul piano
della libertà religiosa, ma i protestanti
non sono ancora stati coneultali circa lo
statuto che si pensa di dar loro.
nuale dell’Unione. Per motivarla, sono
siate presentate le seguenti ragioni: il
C.E.C. sarebbe attualmente sotto Tinfluenza di « lendenzé negative » caratterizzale
da « rimperialismo di alcune Chiese nazionali, un riawicinamenio alla Chiesa
caittoli-co-romana, il pericolo di infiltrazioni marxiste, l’impazienza ecumenica e
una teologia relativista ».
Questa decisione è stata presa contro il
parere della commissione incaricala di
studiare il problema e che aveva deciso
(4 voli contro 1) che l’Unione doveva restare membro del C.E.C.
* In India, secondo statistiche recenti
del ministero degli interni, su una popolazione di 440 milioni di abitanti vi .sono
10.500.000 cristiani (dei quali 6.282.409
cattolico-romani), 46.911.731 musulmani e
366.162.693 induisti.
Amsterdam — L’Unione delle comunità
I>attiste olandesi ha deciso di ritirarsi dal
Consiglio Ecumenico deRe Chiese, accontentandosi d’ora in poi di inviare osservatori alle conferenze organizzate dal
Consiglio stesso.
Questa decisione è stala presa, a debole
maggioranza, nel corso dell’assemblea an
* In Somalia l’Islam è ora religione ufficiale. Il parlamento somalo ha adottato
una nuova disposizione costituzionale secondo cui i soR musulmani sono autorizzali a propagandare la loro religione, mentre la cosa è vietata a tutte le confessioni
cristiane e a tutte le comunità non-islain ielle.
Il problema dei Gesuiti
Sarà riveduta la Costituzione federale elvetica, con l’abrogazione degli articoli anti-gesuiti ?
ri tema è scottante. Il consigliere di
Stato Schiirmann aveva ap^na chiesto, in una mozione al Consiglio federale, « a che punto era » la questione
degli articoli anticattolici della Costituzione federale, ed ecco alzarsi voci
da ogni parte. Ecco i gesuiti all’ordine del giorno.
Si conosce il problema. L’art. 51
della Costituzione federale stipula
che «l’ordine dei gesuiti e le associazioni ad esso affiliate non possono essere accolti in alcuna regione elvetica », e che « ogni azione nella Chiesa
e nella scuola è vietata ai loro membri » ; quest’interdiziane può del resto
estendersi ad altri ordini religiosi « la
cui azione sia pericolosa per lo' Stato
e turbi la pace fra le confessioni».
L’art. 52, d’altra parte, vieta « di fem
dare nuovi conventi o- ordini religioj
si e di ristabilire quelli che sono stati
soppressi ».
Strano destino, quello dell’ordine
fondato da un capitano' dell’esercito
spagnolo, dell’brdine il cui nome stesso è passato nella lingua corrente a
significare l’astuzia e l'ipocrisia, ma
ohe ha dato alla criistianità, ultimamente, uomini quali i pp. Janssens,
Daniélou, Riquet, Beda Tsang, Doncoeur, de Souza, Gélineau e Teilhard
de Chardin.
Ignazio di Loyola fonda la Compagnia di Gesù, nel 1534, per rinnovare
la cristianità e per convert.ire i musulmani. Aggiunge ai tre voti monastici
abituali un quarto: l’obbedienza assoluta al papa. L’ordine è riconosciuto nel 1540 da Paolo III, il quale precisa che i membri della Compagnia
possono essere inviati fra « gli eretici
e gli scismatici». Di fatto, i Gtesuiti
saranno i grandi clerici della Controriforma, anche se è errato dire — come si fa spesso — che il Loyola li abbia riuniti a questo scopo.
Si diffondono in Europa in schiere
ben formate, si occupano di politica
a tempo perso e in poco tempo si trovano ad essere precettori delle principali Corti europee. Il «dispotismo illuminato» si inquieta e i Borboni ottengono che un papa, che hanno aiutato a salire sul trono, abolisca l’ordine: Clemente XIV esegue l’operazione nel 1773.
Quaranta anni do^, marcia indietro. Pio VII ristabilisce l’ordine nel
1814. Avremmo torto, egli dice, « Noi,
pilota costituito di questa navicella
di S. Pietro, sempre sballottata e cacciata dalle tempeste», di rifiutare l’aiuto dei «rematori sperimentati e coraggiosi» che offrono i loro servigi.
Strano a dirsi, è un deputato cattolico ai Gran Consiglio d’Argovia, Augustin Keller, che lavorerà maggiormente, e con successo, affinchè l’ordine dei Gesuiti sia interdetto in Svizzera; del resto non ce l’ha soltanto
con i Gesuiti: «Mettete tm monaco
— dirà alla Camera — nelle più verdi
praterie del Paradiso, e fin dove giungerà la sua ombra non spunterà più
alcuna erba, sparirà ogni vita... Dovete sopprimere i conventi, se volete elevare "il livello dell’istruzione religiosa
del popolo cattolico». Deputato alla
Dieta federale, si esprimerà nello stesso senso. E, dopo quattro anni di nutriti dibattiti, l’articolo contro i Gesuiti è inserito nella Costituzione.
Sarà mantenuto, e anzi aggravato
— nella revisione del 1874 — indubbiamente dalla spinta razionalista, ma
anche in risposta al dogma autoritario e medioevale che Roma ha da poco decretato (1870): l'infallibilità papale.
Ecco la storia antica. Nel 1954 l’attuale consigliere federale von Moos,
che era allora consigliere di Stato,
propone la soppressione degli art. 51
e 52. La cosa fa un po’ di rumore, poi
torna il silenzio. Ecco ora il problema
riproposto. Nel frattempo — bisogna ricordarlo — la Svmera ha aderito al Consiglio d’Europa, il ohe im
'LaWe "
PROTESTANTE
-■ MÉbnowADAtRe nOMWfo
plica per lei, indirettamente, lo sforzo per rispettare tutti i diritti dell’uomo, in particolare la libertà religiosa.
Frank Bridel, in un articolo notevole sulla «Tribune de Genève» (6
luglio 1963) va oltre lo Schiirmann:
auspica che il Consiglio federale proponga esso stesso l’abolizione di questi articoli e, per dissipare ogni equivoco, che lo faccia per bocca di uno
dei suoi membri riformati, ad es, il
Wahlen. Pierre Béguin, da parte sua,
nella «Gazette de Lausanne» (13 lugUo 1963) riafferma la sua opposizione di principio ad ogni articolo d’eccezione.
Personalmente, penso che la fede
riformata implica la libertà religiosa.
L’art. 51, come il 52, deve, a mio avviso, essere abrogato. Non c’è ragione
di conservarlo.
Ma, è evidente, ci sono in questo
paese molti che la pensano diversamente. Protestanti che pensano che
Fattuale dialogo ecumenico sarebbe
seriamente turbato da un ordine per
il quale l’ecumenismo non è stato sempre la prima preoccupazione. Ma anche dei cattolici, più numerosi di
quanto non si pensi, i quali non desiderano che questo dialogo venga interrotto; o ohe non desiderano — per
dirla semplicemente — che un ordine
teleguidato su tutta la terra si introduca nelle strutture dei vescovadi sviz
zeri.
Il cattolicesimo ha due poli. (Georges Perrin, nella « Feuilles d’Avis de
Neuchâtel» (15 luglio 1963) vi allude
va già discretamente; parlando degli
art. 51 e 52, egli scrive : « quest e disposizioni, di cui si lagna il catt olicesimo politico (forse più ancora che la
Chiesa stessa) ». E’ profondarnente
giusto; e credo che su questo imnto
non bisogna essere troppo discreti.
Ohe il Consiglio federale prenda la
iniziativa di proporre al popolo (’abolizione di questi articoli, perchè no?
Ma bisognerebbe allora che la Chiesa
cattolica stessa, in quanto tale i e non
solo alcuni deputati cattolici) dicesse
prima che il suo espresso de;-;iderio
va nel medesimo senso.
Ciò ci oermetterebbe di vota, con
la certezza che la maggioranza dei
cattolici che andranno alle uro.e voteranno « sì ». In caso contrario noia
sono proprio i protestanti a doversi
battere.
Ciò ci darebbe pure la garanzi i che
le autorità cattoliche elvetiche veglieranno, proprio esse, affinchè, una voi
ta abrogati gli articoli, i Gesuiti non
usino come hanno fatto troppo spesso la libertà che si deve rendere loro. Lo diciamo semplicemente, in questo caso concreto, perchè si tratta di
un ordine la cui stessa regola tai volta
mal si concilia con il rispetto dell’uomo. Freddy Klopfensiein.
R. H. Bainion: La lotta per la libenà religiosa. Il MriR.no, Bologna 196:'>. pp.
264, L. 2.000. Il saigrgio più recenlc dell’inisigne studioso protesta,nte aiUicrioario.
« Laddove non sia garantita la libertà
religiosa non potrà protsperare nessuna
Rberlà civile. I probleoni della libertà
religiosa, infatti, si dilatano fuio a toccare il problenia di ogni libertà c di
ogni diritto ».
I lettori ci scrivono
Demissìone
protestante?
Il Past. Nisbet ci ha scritto facendoci notare che se dal nome del nuovo papa si può avere un’indicazione
sulla politica che questi intenderà seguire, non si può non ricordare che
Paolo III, IV e V furono fra i più
accesi sostenitori e ispiratori della
Controriforma (e ricordiamo la ’’noterei/« su Paolo V”, di L. A. Vaimal, da noi pubblicata). Deplorando
che Paolo VI si sia « fatto adorare,
compiendo un atto condannato dalla
Parola di Dio » e ricordando che ha
subito fatto echeggiare la nota abituale del ’’gran ritorno’’, il Posi.
Nisbet continua:
L’offensiva di pace della Chiesa
Romana si sviluppa dunque secondo
le stesse direttive del suo predecessore: ottenere il disarmo ideologico
del Protestantesimo. Il quale Protestantesimo merita il destino che lo
aspetta, perchè, di fronte a una Cliiesa Romana che ben sa lo scopo che
vuole raggiungere, vi sono dei Protestanti, delle Comunità e delle Chiese che non sanno più quale sia lo
scopo della loro esistenza.
Non tutti, naturalmente. Grazie a
DJo, « anche nel tempo presente, vi
è un residuo secondo l’elezione della grazia » (Rom. 11: 5). Per questo
si può prevedere che una parte del
Protestantesimo, che sta corrompendosi nel suo denaro e nel suo quieto
vìvere, sarà spazzato via. « Ma, coni.; al terebinto e alla querce, quando sono abbattuti, rimane il ceppo,
così rimarrà al popolo, come ceppo,
una progenie santa » (Isaia 6: 13).
Roberto Nisbet
Ministeri
femminili
Leggo su] n. 26 de u La Lu,cc »
la cromica del Convegno delle donne prò testa,mi tenutosi ad Agape il
13-15 giugno scoreo. Poiché jn essa vengono i liuislrati e coniimonlali
favorevoliinente sia lo slud,io ili
Carmen Trobia, sia la relazione di
M.me Rosse!, sia la ronversazionc
di Tullio Vinay, mi dispiiace di
trovare liquidalo con poche parole quello ulte è stalo .senza dubbio l’apporto più significa l'ivo di
lutto l’incoutro, e cioè lo studio
— quasi una predicazione — di
Marguerite Legler sul tema « Solidali in Cristo ».
Con iparole semplici e profoude,
questa teologa, moglie di u.n pastore dii Ginevra e madre di c.inque
figli, ha saputo rendere straordinariamente concreto c vitale per tutte noi un argoimenilo che avrebbe
potuto sconocrlare per la sua ampiezza di orizzonte teologico. Ascoltandola, mi son resa conto per la
prima volta di quel che potrebbe
essere un vero, e ritengo rari,ssimo,
luliuislero pasloralp feniminile.
Una clic c'era
3
ae luglio 1963 — N.
pag. 3
Gli ultimi
degli uomini
La tribù tzigana dei Róms. Ho intervigCaio recentemente vicino al nostro tempio un gruppo di Tzigani della tribù dei
Róms: questi zingari so'no diffusi in tutto
il mondo ed lianno conservato la pura
lingua tzigana; la loro iwovenienza è certamente Toriejite; si differenziano dai
g ManoucJies » e dai « Gitans » per aver
conservalo costumi e riti tribali del tempo antico: hanno- ad esempio un tribunale «Jiiamato « kriss », presieduto dagli
anziani della tribù die decreta sentenze
senza appello, soprattutto per questioni di
carattere morale; nel loro codice orale si
trovano iracee di regole levitidie, per
quanto concerne ]a purezza della donna;
i capi tribù hanno un .potere assoluto, rieonosciuto dalla tribù stessa; i Roms sono vissuti accanto • alle varie civiltà de!
mondo senza assimilare quasi nulla delle tradizioni antiche o moderne di popoli- Sotto il profilo sociale si sono adattati natunalmeute ai tempi modificando il
tipo del loro lavoro : attualmeule esercitano il luesliere del calderaio, oppure si
dedicatili al pit'colo commercio ambulante; ma il provento maggiore lo traggono
dalTarte divinatoiia, molto diffusa nel
nostro tempo ed esercitala sopratlulito
dalle donne; in un clima di scetticismo
e di iniMllerenza per le cose serie dello
Spirito in luagia e le arti occulte trionfano consentendo agli Tzigani di sbarcare
molto bene il lunario alle spalle del civilissimo mondo niodemo. D’altro canto i
Roms lenvcrtiii haiiino rinunziato ormai
a quest: guadagni illeciti: questa decisione irci! qiiindi dei problemi di non facile
soluzione.
Notizie dalla Chiesa
di Sampierdarena
Il past Gustavo Bouchard accanto ai Roms accampati di fron
te al tempio di Pomaretto.
do degli affari col preciso scopo di diventare presto ricco, e godersi poi serenamente la sua ricchezza. Si occupò di
commercio in ferramenta; caso volle che
per questo tipo di attività entrasse in con
tatto ancora con gli Tzigani; un giorno
conobbe una famìglia di eonvertiti elle
gli parlò dell Evanigelo: Palko sorrise ai
loro messaggi e disse loro: Sono nausealo delle cose religiose; non ne voglio più
sapere. Per un anno intero ebbe relazioui con le varie famiglie di convertiti: il
seme della testimonianza lentamente ope
1962 egli viene battezzato dopo aver ricevuto lo Spirito Santo.
La venuta dei fratelli Tzigani è stalo
per noi un arricchimento spirituale: la
loro vita di preghiera ùitensa, di meditaziione dell’Evangelo, la freschezza della
loro fede, Penlusiasnio sano ebe li anima
ridona vita alle nostre comunità irretite
nella tradizione e nel rito. Soprattutto ci
conunuove lo spirito nrissionario che li
distingue: mentre da noi le vocazioni al
pastorato ed aH insegnamento nei nostri
Istituti si spengono, gli operai dei Signore
rava nel suo cuore ; quello che lo impres- sorgono come per niiraòolo presso questi
Inizi iii’7 risvrgìio spirituale. Da un anno aip|). M I l-.viainigclo è petielralo nel cuore tli.lLi tnini tlei Rònis: nm giovane tzigano ((; nome Badia ha incontralo tempo
la a 1-1..ni- un gruppo della tribù, proveniente ¡a I ut ino; erano dei Köms frantesi dii avi vatio udito parlare dcirEvaiigt'h) !.. i.'iciiuon-lc, «ciiza peraLlro conivertirsi; .1 lU'onitro ha condotto i due capiUihu t,iii.-.lo; poi, suc'ccssivaniieiite i
Ruiiiiia I MI'olili ,11 omo Palko, nn professore
non. i.-,:i'.;mo, ex seminiarisla ; il inlracolo
se conia.mio. 11.11.11 parte della tribù ormai
t tO'nqiiist.iia all’EviMigolo. Eppure la iriliu ili 1 li’oiii.s — mi dicliiarava il fratello
Palko 1; scniipre slata la più dura, violenta, ijiiando i Manouclies o i Gilans
gi.u,n.gi'vaiiio in un posto dove sostavano
dei Kiiiins non c’era altra via da scegliere:
pro.seg.iìicc o retrocedere. In pochi mesi
sono scile Ire vocazioni miissionarie che
liuiraiio 1 jioiui seguenti: Papai, Kolè c
S 1 :!o non conosce barriere,
u j tvenziioni: quando lo Spi
e ili preghiera dei semplici c
d.tgla i. iuJi 1 cuori si aprono e Cristo è
'.(naie Guida, Speranza e Salvatore .
/.. <1. ...Mioi-e itUe I alli. Qua.ndo ci si
al Si-K-nore non si può godere da
■™li I. icMiiu ricevuto: si parte contenti
.1, lai.,. luiiu'si'Cre agili a.ltri; deve succe,lei. jM , , 1 11 udenti come per la donna
dattc Midu diauMiie che non aippeoa ebbe iiuuvaui quella perduta «chiamò le
■ 11.ine 1: ic .aiiii’iche e disse: Rallegratevi
'0,1,1 |i,.Killt: ho ritrovato la dramma che
e iu a .
l 11.1 IL-ili iziRani dopo aver trovato la
peila ui viiilore sono partiti alla ricerca
dei Imo IraieMii per raocontar loro le
grmiidi , lise che il Signore Ita fatto. Difatii 1 iiosin niiiici Köms sono venuti dalla
1 rullili ,.il per portare ai Röme italiani la
notizia della loro ’conversione; ne.l loro
viaggio haiiino sostalo per una settimana
nelle «lostre Valli vicino al tempio val
dese di Pomiareijto.
« Horribile visu»! una carovana di zingari sosia vicino al solenne, austero tempio poiuariino in prossimità del « dormitorio » dei defunti; qualtTino avrà pensato così. Ma d più si sono rallegrati di vedere che accanito al tempio c’erano fra
telli e sorelle in fede battezzati di Spirito
Santo, felici dii recare la loro testimonianza nelle nostre valli: difatti, i nostri
amici ilianno portato il loro canto e i loro
messaggi ispirati a Pramollo, Rorà, Ferrerò, ViJIar Perosa, Inverso Pinasca e nalurailimente Pomaretto; hanno visitato dei
malati c pregato con ardore per la loro
guarigione. JNon dimentico la sera irasconsa vicino alle « rouilolles », per il culto serale: hauno acceso un falò e poi tutti intorno, graindi e piccoli, in ginocebio
per la preiglhiera : alcuni messaggi e la
colilaboirazione della nostra fanfara lianno
dato un tono lieto alla serata, trascorsa
insieme con varie persone, attraile dal
suono delle trombe.
It neo convertito Palko. Tra le leslimonianze udite nel corso delle riunioni non
diiimenlMilierò quella del fratello Palko:
questo nome è quello nuovo che gli è stato dato al 'momento della conversione;
Palko ha guidalo il gruppo delle due carovane in Italia: egli non è tzigano. E’
Un .cititadino francese che ha fatto i suoi
studi regolarmente; è diventato professore di Latino e inserito nei movimenti
cattolici che s’initieressa.vano degli Tzigani; giovanissimo quindi ha avuto conlail'i con questo umudo di umiliali e oppressi, in qualità di membro deU’azione
cattolica; aill’elà di irenl’annd ha diiesto
ed ot'leniulo di frequonlare il seminario
dove è rimasto due anni. Purtroppo il
caliollcesimo non Ita risolto i suoi pròhloini; anzi ha creaito in lui una frattura
con la religione; egli ha poi abbandonalo qualunque attività di carattere spiriiiiuale. Palko allora s’è tuffalo nel mon
sionuva era sopratt'uUo la fede semplice,
convinceute, direi infantile dei suoi amici; una nolte ebbe una visione ohe lo impressionò; sconvolto fece questa preghiera al Signore: o Dio se in mi liberi dal
demone del tabacco io ti servirò con tulio
il mio cuore. Palko era un grande fumatore ed era c^erto die mai avrebbe potuto
rmiuueiare a quel vizio: il inallino seguente, apipena sveglio, prova a fumare
una sigaretta e la trova amara; riprova
varie volle, ma ad ogni lenitativo sente
un’avversione per il funio. Palko non ha
più esitazioni: Dio «lon è più un nome
ma una realtà operanite. Nel luglio del
iillellerati, questi « ultimi degli uomini »
a confusione della nostra faccia. Benedetto sia dmique il Signore per queste
vocazioni, per il grande risveglio che si è
manifestato presso gli Tzigani c per il
bene spirituale che ci danno.
In clima di coUaliorazione le due comunità di Pomaretto e Villar Pero-sa hanno organizzalo iil giro alle Valli a mezzo
dei loro Pastori e sopraittulto per vivo
inleressamemlo del de. Gherardi. Alle comuniità che hauno gciitibnente accollo i
nostri amici inviamo un pensiero riconosceinte.
Gustavo Bouchard
— Al culto di Pentecoste abbiamo avuto
la gioia di udire la professione di fede del
la sorella Anna Deodato, aUa quale la comunità ha dato un cordiale benvenuto.
La colletta di quel culto ha prodotto la
somma di L. 17.785, ed è stata la migliore
colletta ohe si sia mai fatta ai nostri culti.
— li 9 giugno ha partecipato al nostro culto la Corale di Torre Peliice con altri amici di quella parrocchia: una quarantina di
persone in tutto. AU’ingresso e durante il
culto la Corale ha cantato alcuni inni, magistralmente eseguiti sotto la direzione del
maestro Ferruccio Corsani. La comn-nità
ha poi offerto un rinfresco e il pranzo.
— Sabato 15 giugno i bambini della
Scuola domenicale, che per l’ocoasione erano ¡n 13, si sono riuniti per la festa di chiusura: canti, giochi (rumorosi), tazza di cacao e biscotti, registrazione di canti per il
Galton, resoconto di cassa, e qualche interrogazione sui programmi svolti. Una buona conclusione, dunque, di un anno di attività. Ci rivedremo la prima domenica di
Oltohre, e intanto buone vacanze!
La sera del 15 Giugno ha avuto luogo nella nostra chiesa l’annunziata riunione ecumenica, a «li hanno partecipato i rappresentanti di varie chiese di Genova. Eravamo una settantina, fra cui anche dieci meinhri della nostra comunità. Abbiamo udito
dei buoni messaggi del Pastore della Chiesa
Pentecostale, Arcangeli, e le testimonianze
del diacono Balbi, della Chiesa Valdese di
Genova, e del i>entecoslale Donghi.
— Al culto del 16 Giugno abbiamo pro
ceduto all'installazione del diacono Giorgio
Deodato, alla presenza di un’assemblea discretamente numerosa.
— Alla Conferenza distrettuale di Bergio
Verezzi la nostra comunità è stala rappie
scntata, oltre che dal Pastore dal diacono
Boiardi e dal fratello Puppat. Il diacono
Baiiirtli è stato rieletto a vice presidente
NOTIZIE DALL’ ITALIA
Azioni per* ia pace
Congressi
Il Movimento Inicrnazionalc ilclln Biconciliazione (1) ha organizzato il 17-2-6Ì!
a Firenze il Congresso Nazionale .‘Annuale
della sezione italiana del I.F.O.R. (Intel
nalional Pellowship of Reconciliation). Il
nuovo direttivo risiilla così composto: presid. onorario past. C. Lupo; pres. prof. G.
Graziani; vicepre.s. prof. M. Tassoni; se
greleria generale M. Straciizzi, coniugi L’Aliale, G. Zani.
Si è discussa tra l’altro la strutturazione
del movimento onde stabilirne la migliore
funzionalità organizzativa, dividendo i compiti, esaminando i rapporti tra segreteria
nazionale e centri di collegamento periferici. Nelle immediate iniziative erano programmate :
— un dibattito a cura del gruppo fiorentino, sulla resistenza nonviolenta dei negri
americani ;
— la partecipazione del MIR alla marcia per la pace isvoltasi recentemente ne!1;; città di Roma;
— una conferenza con discussione a cura del gruppo romano sulla neoessiià di
ima legge per il riconoscimento legale dell’obiezione di coscienza (avvocati G. Peyrot, P. Roscio-ni).
— l’organizzazione di un convegno nazionale pubblico sull’obiezione dj coscienza (in preparazione a Firenze).
— in settembre i’IFOR avrà un osservatore in Vaticano nella persona del pror.
Douglas Steere dell’Haver Ford Universit}’ ('Pennsylvania) per l’esame delle propuBìe dell’arcivescovo 'caltolico di Bombay
Mr. Roberts (in favore del riconoscimento
legale dei diritti di coscienza individuali 1
c la dichiarazione del Card. Bea « ... che
la questione sarà discussa nella prossima
sessione coneUiare ».
Campo internazionale
per I problemi
della Pace - Agape
Da due anni Agape organizza a settembre questo campo intemazionale, in collaborazione col MIR, sui problemi della
pace.
Nel 1961 il tema del campo era « Alla
ricerca della pace »; direttore, il pacifista
tedesco Heinz Kloppenburg. Giovani di
venti nazioni, europei, asiatici, africani, americani si sono trovati ¡per discutere e ricercare una risposta al probleina: come te
stimoniare oggi, per l:i pace di Gesù Ori
sto.
Gli oratori (H. Klo,'|>eniburg: G. Girardel; G. Molliira; J. Goss; E. Meuricel
hanno presentato gli argomenti di discussione generale sulla « 1 ¡conciliazione tra le
chiese», il pacifista ciistiano, la testimonianza del cristiano nelSa vita sociale e p.)litica deU’Europa e dell’Asia.
Nel 1962 il tema del Campo (sempre dal
2 al 9 seti.) era : « Il dovere del cristiano
per la pace ». Sotto la direzione del past
Jean Lasserre, si sono esaminati diversi mo
vinienti cristiani che si occupano della ri
conciliazione e della pace. Gli oratori lian
no parlato di disarmo e armi atomiche (E
Rivoìr), del MIR (J. Lasserre), della Con
ferenza cristiana della Pace di Praga (Ja
roslav Ondra), dell’azione di Gandhi (P
Tnrin) e dei cosiddetti « cavaberi della pa
ce » di Freedom Riders in America (J
Barret). Molto positivo è stato il contribu
to di un buon numero di fratelli dell’Eu
ropa Est.
Nel 1963, cioè nel prossimo settembre,
il campo prevede una stretta coHaborazio
ne con la « Conferenza cristiana per la ipa
co » con il seguente tema : « Pace interna •
zionale e disarmo atomico ». Un tema che
st preauuuncia di vitale ed urgente importanza, nella scelta che i cristiani sono chia
ntali a fare, nell’era atomica.
Dagli schermi
Segnaliamo un film pacifista di notevole
importanza sul piano internazionale : « La
infanzia di Ivan » affidato alla regia di .\n
drej Tarkovsky, Leone: d’Oro all’ultimo festival di Venezia. Il successo va attribuito
più alla nobiltà del suo messaggio d; pace,
che alla probabilità del suo livello artistico.
E’ la storia dell’infanzia di un ragazzo
rimasto orfano in tragiche circostanze di
guerra e cresciuto tra l’odio e la vendetta
che la guerra gli ha insegnato. Gli stessi
soldati sono stupiti di tale ferocia, poiché
per loro la guerra era solo un’invilabile interruzione della vita e del progresso pacifico deUa loro terra. La vicenda porta ad
inevitabili pensieri di gravità, su situazioni che si sono ripetute e si stanno ripetendo, a riflessioni morali che la figura di
Ivan (con tutte le imperfezioni g critiche
dovute) induce e suscita tra lo spettatore
ohe sa maturare dentro di sè l’evide.iza
ammonitrice delle situazioni in cui la guerra ha trascinato l’infanzia di questo ragaz
CONVEGNO PASTORALE
E' indetto un Convegno Pastorale a Torre Peliice presso la Casa
Valdese per
Venerdì 2 Agosto alle ore 9.
L'ordine del giorno è il seguente:
Culto.
Esame del rapporto della Commissione liturgica.
Rapporto della Commissione sul manuale di catechismo.
Varie.
Un cordiale invito è rivolto a tutti i Pastori ed Evangelisti della
Chiesa Valdese affinchè, con la loro presenza, cooperino alla buona
riuscita del Convegno.
Ermanno Rostan
Moderatore
zo PeiT lo spettatore allento, riflessivo e
cosciente, dietro la pena e la commozione
che suscita il .protagonisla, c’è un motivo
ben più profondo di considerazione: ciò
ohe ha perso quest’infanzia con la guerra.
Dalle scene
Al teatro Mercadante di Napoli, è stala
rappresentata lecentemente, in priot.a assoluta: a La dolce guerra i> di C. Maurizio e
S Merii, con la regia di De Martino. E’
una vicenda di guerra senza epoca e nazione, fuori dal tempo e da'lio spazio, ma
che non termina come lo spettatore crede
con un laconico pianto, ma con un preciso avvertimento per la guerra atomica che
è scoppiata. Si tratta di un’insieme di lesti
poetici e drammatici tratti dalla letteratu
ra mondiale: da Euripide a Brecht, da Apollinaire a 'Puskin, dalle pagine della Bihbi.i (Geremia e Isaia) a Whitman, Sitakespeaere, Compton ecc. dal diario di guetra del pastore abbmzzese, alle lettere di
soldati tedeschi a Stalingrado e ai testimoni spirituali dei piloti giapponesi « kamikaze ». Il testo teatrale è ispirato da una
polemica contro la guerra e dimostra le
miserie e gli orrori di ogni conflitto, in
chiave critica e culturale.
Dalla letteratura
LIBRI PER LA PACE: A. Capitini: La
Konviolenza oggi - Comunità; A. C.: Rivoluzione aperta - ed. Parenti; Aspetti dell’educazione alla nonviolenza (c/o l’autore); In cammino per la pac^e - Einaudi; La
obiezione di toscienza in Italia - ed. Lacaita; R. B. !\anda: M. Gandhi - Mondadori; A. Einstein: Idee ed opinioni - ©d.
Schwarz; A. Schweitzer: Rispetto per la
vita • ed. Comunità; Tu non uccidere - ed.
La Locusta; G. Pioli: La rinuncia alla violenza (Tcdstoi e Gandhi) - ed. Alaya; Per
l’abolizione deUa guerra - ed. Sirie 1954;
B. Russel: E domani? - ed. Longanesi; E.
Reves: Anatomia della pace - Nuova Ita
lia; J. Bernal: Mondo senza guerra • ed.
Riuniti; Anders G.: La coscienza al bando
- Einaudi; Hughes: Una politica per la pace -ed. Nuova Italia; J. Hersey: Hiroshima - Bompiani; G. Clark L. Sohn: Un
piano per la pace ed. Comunità; N. P.
Comnène: Suggerimenti per la pace - ed.
Bompiani 1954; S. Melmun: Un corsa alla
pace - ed. Einaudi.
Notìzie in breve
Roma: In una sala della città sono stali
diffusi film pacifisti, lasciati da un gruppo
di donne americane, venute a Roma, insieme ai rappresentanti di molti altri paesi. per portare un’appello al Papa, chiedendo la condanna della guerra (in particolare quella atomica). Tra il gruppo vi
erano molti ebrei, musulmani e credenti <li
altre confessioni.
Perugia: Seminario intemazionale di discussioni sulle tecniche della nonviolenza:
(J-10 Agosto 1963). Lingue: italiano, inglese. Chiedere il programma dettagliato
alla Segreteria Centro per la Nonviolenza
- Casella Postale 201 - Perugia. p. t.
della Commissione distrettuale ed è stato
designato quale ddegato al Sinodo, insieme all’anziano Rob«to Cavo.
— Sostituzione estiva. Durante il mese di
luglio è stato miovamente fra noi lo studente in teologia Giovanni Lento, già eonoscinto l’anno scorso; da fine luglio a metà settembre verrà un altro studente della
Chiesa Metodista, sig. Gianfranco Santole
ri; si dà loro il più cordiale benvenuto.
Il Past. Nisbet sarà a Sampierdarena in
agosto, ma dovrà occuparsi anelie della
Chiesa di Genova, io assenza del Pastore
Sbaffì.
— Nella comunità è diffuso un questionario per un referendum sulla lettura delle Bibbia, che si spera dia indicazioni preziose in vista della ripresa autimnale.
— Intensa, nei corso dell’amio, è stata
l’attività del "Centro Cristiano di Assisten
OFFERTE PRO DEFICIT
(1) Il MIR, raccoglie persone e gruppi
di tutte le confessioni cristiane; da decenni si adopera per promuovere la pace nel
mondo, attraverso i metodi della nonviolenza; in armonia con le sue finalità, si
propone di ottenere in tutti gli stati il rispetto della libertà di coscienza e opinione.
(2“ elenco!
Diamo un secondo elenco di offerte ricevute in risposta all’appello per il deficit
de] nostro settimanale, ringraziando calorosamente i nostri generosi sostenitori:
Givri Celli (Milano) 1.000; Rocco Giuliani
(Forano) 500; Giovanni Gagliardi (Piacenza'
2.000; Beniamino Amao (Roma) 1.000;
Lidia Lantaret (Firenze) 1.000; SoreUe Cardon (S. Germano Chisone) 2.000; Renato
Painpnrio (Genova) 1.000; Libera Manfrini
(Genova) 5.000; Renato Pozzi (Alba) 1.000:
V'irginia Scimone Panasela (Riesi) 1.000;
Graziella Titta Dreher (Roma) 2.000; Lidia Negretti (Como) 1.000; Gino Ispodamia
(Venezia) 1.000; Dino Ispodamia (Venezia) 1.000; Mila Zotta (Venezia) 500; Nella
Allea Boero (Coazze) 1.000; Enrico Pavoni
(Milano) 500; Augusta Menghetti (Padova!
500; Jenni Cionini (Genova) 500; Giulio
Cesavo (Palermo) 3.000; Filippo Marozzelli (Perugia) 500; Linda Scaccioni (Torino!
1.000; Remigio Baldoni (Padova) 1.000;
Giorgio Giraidet (Roma) 500; Rosa Terribili (Roma) 1.000; Angela Oddone (Roma)
1.000; Bruno Ispodamia (Sampierdarena!
1.000; Vittorio Villi (Venezia! 400; Valdo
Pamio (Roma) 1.500; Enrico Adorno (Milano) 1.000; Dies Malagò (Mantova) 1.000:
Augusto Zanon (Venezia Murano) 1.000;
Angelo Btisetlo (Venezia) 1.000; Elisa dalla (Lusema S. Giovanni) 2.000; Adele Pons
(S. Secondo Pinerolo) 500; Roberto Coissoii (Torre Peliice) 1.000; Giovanni Stallò
(Torre Pelhee) 500; Levi Ribet (S. Secondo Pinerolo) 1.000; C. Alberto Viglielino
(Riclaretto) 1.500; Line Micol (Mantova)
1.000; Elsa Janin e Egle Valluse (Ivrea)
5.000; Delia Rossi (Savona) 5.000; Emilio
Lanieri (Sanremo) 1.000; W. Fritz Bufi
(Aadorf) 5.700; Aldo ÌVache (Firenze!
1.000; Ubaldo Picozzi (iBrescia) 500; Paolo Mancini (Roma) 1.000; Elisa Andrei (Firenze) 2.000; Seba Agostinelli (Sarzana)
1.000; Federica Valeri (Roma) 5.000; Lino
De Nicola (Sanremo) 1.000; Arrigo Beltraini (Reggio Emilia) 1.000; Anna Maria Pasqualini (Genova) 5.000; Rodolfo Gasparotto (Roma) 500; Giuseppe Pagliano (Torino) 2.000; Salvatore Garzia (Marsala!
1.000; Biagio Boccili (Roma! 1.000; Cltadima Barile Judith (Verona) 1.000; LilHna
Beri (Roma) 1.000; Alice Lucchini (Napolil 1.000; Paolo Caruso (Carunchìo) 500;
Luigi Sgarzi (Roma) 5.000; G. S. (Asti!
500; Famiglia Girardet (Roma) 1.000; Emilio Corsani (Genova) 5.000; Ghalvie Foresti (Bergamo) 2.000; Giovanni Messina (Roma! 2.000; Paola Poppi Meier (Bergamo!
1.5Ó0; Liliana Ventnri (Bologna) 1.000;
Gionnie Scavini (Torino) 1.000; Martino
Barazzuoli (Novara) 500; Armando Peroni
(Genova) 500; Ernesto Pini ('Bergamo!
2.000; Paola Cilernesi (Torino) 1.000; Fernanda Fiorio (Napoli) 500; Giuseppe Ba
glio (Napoli) 2.000; À. M. Dottor Rostai
(Bergamo) 1.000; Pasquale Consiglio CTaranto) 1.000; Silvio Molinari (Genova'
1.000; A. E. Dreher (Cortina D’Ampezzo)
2.000; Ezio Federici (Sondrio) 1.000; Dau
riano Sciama (Monreale) 1.000.
PERSONALIA
Apprendiamo che la « Columbia University» di New York, in riconoscimento degli studi compiuti dal Dr.
Sergio F. Eynard nel settore della legislazione anti-trust americana ed europea, gli ha conferito la laurea in
Giurisprudenza. Vivi rallegramenti ed
auguri.
Il Centro Comunitario di Studio e
di Azione Cristiana di Firenze, diretto
dal Pastore Enrico Paschetto, è lieto
di dare ospitalità agli Evangelici ita
liani e stranieri che debbano sog^ornare a Firenze per ragioni di studio o
desiderino trascorrervi un periodo di
vacanze. Per informazioni scrivere al
Pastore Enrico Paschetto, Corso Italia 29, Firenze.
Lo stesso Centro ha aperto per quest’estate la sua Casa al mare, « Casa
Lieta », nell’incantevole zona di Fiascherino di Lerici, sul Golfo della Spezia. Chi desideri trascorrere un periodo di vacanza al mare in un ambiente evangelico, scriva alla signorina
Maria Lucco, Casa Lieta, Fiascherino
di Tellaro (lii Spezia).
4
pag. 4
26 luglio 1963 — N. 30
libri
DIETRICH BONHOEPFER: Résis
lance et soumission. Lettres et notes de captivité. Labor et Fides, Genève 1963, pagg. 209, L. 1.900.
11 9 aprile 1945, quando il 111 Reich si
sfasciava sotto i colpi degli alleati, Dietricli
Bonhoeffer era impiccato nel campo di concentramento di Flossenbiirg: cosi si concludevano due anni di prigionia nelle carceri nazista.
Bonhoeffer nasce a Breslavia nel 1906
in una famiglia dell’alta borghesia tedesca. Ottenuta nel 1927 la licenza in teologia presso l’Università di Berlino, è nominato vicario della chiesa tedesca di Barcellona; ma prosegue gli studi in vista della libera docenza. Trascorre un anno all’Ul'ion Theological Seminary di New York.
Nominato libero docente all’Università di
Berlino e cappellano di quel Politecnico,
passerà poi a Londra quale pastore di quel
la comunità tedesca. Nel 1935 rientra nel
proprio paese, chiamato a dirigere il seminario della Chiesa confessante di Fin
kelwalde. Privato della sua cattedra di libero docente, nel 1939 si reca a New York
dov’è incaricato dei corsi. Ma alcuni mesi
dopo le minacce di guerra decidono Bon
hoeffer a ritornare a Berlino. L’anno seguente la Chiesa confes.sante lo accaparra
tutto intero e ne diverrà uno dei membri
più importanti. Il .suo atteggiamento coraggioso gli varrà Patresto, a Berlino, il
5 aprile 1943.
Lungi dall’abbatterlo e ridurlo al silenzio, la prigionia sarà per lui l’occasione
di approfondire il suo pensiero teologico e di esprimerlo in numerose lettere indirizzate ad un intimo amico, in saggi e
meditazioni, il cui interesse non consiste
soltanto nella loro audacia teologica, ma
anche e soprattutto nel loro carattere profondamente umano. Infatti gli anni tra
scorsi nella « Casa dei Morti » umanizze
ranno la sua fede, provandola. Le testimonianze raccolte in questo volume — lettere, studi, poesie — sono per questo particolarmente commovcinti : riflettono la lo-tta
del credente sottoposto ai più redi attac
r‘lii dell’avversario.
Nulla meglio di questo libro ci mostra
come Un uomo nella solitudine della sua
cella, e con le sole armi della Parcla di
Dio e della preghiera, riesce a resistere alla disperazione. Non v’è traccia di rassegnazione, di autocommiserazione, bensì anche nei momenti peggiori la certezza che
questa lotta ha un senso, per nascosto che
sia, agli occhi di Dio, poiché per il Bonlioeffer la vocazione essenziale del cristiano consiste nel vegliare con il Cristo nel
Getsemani.
Si può infine accennare che quest’opera,
oltre al suo valore teologico e umano, apre
ad ogni pagina vaste prospettive nel campo della letteratura, della musica e della
filosofia, che hanno costantemente appassionato Bonhoeffer. Si saluta con gioia la
traduzione francese, che porrà « Resistenza
e sottomissione » alla portata di un puhIdi co più vasto.
KARL BARTH : Introduction à la
théologie évangélique. Labor et Fides, Genève 1962, pagg. 168, L. 1.950.
Si tratta dell’utimo corso dato da Barili
all’Università dj Basilea. L’A. non ha voluto fare opera tecnica. Le 17 lezioni di
questo corso si rivolgono al grande pubblico, prova ne sia il fatto che erano state
seguite con il più vivo interesse da molti
non teologi. L’A. stesso dichiara nella
premessa che si può considerare quest’opera un pò il suo « canto del cigno ».
Karl Barth può invecchiare, ma i j riserva sempre delle sorprese, e questa « [ntroduzione alla teologia evangelica » ne è
certo una, tanto per il piano, estremamente originale nella sua semplicità, quanto
per la sostanza di ogni lezione e per il
modo al tempo stesso oggettivo e familiare
con cui avvicina e tratta i vari temi.
Sono quattro serie di quattro lezioni —
intitolate rispettivamente : a II luogo della teoilogia », « L’esistenza teologica », « I
pericoli della teologia », « Il lavoro teologico ». E ognuna di queste serie culmina
in un rinvio a ciò che l’A. chiama ogni
volta una delle condizioni sino qua non
della teologia : lo Spirito, la fede, la speranza, l’amore. Il tutto è preceduto da un
tentativo di cliiarificazione della nozion-e
stessa di teologia : essa è una c( scienza »,
nel senso che ogni scienza cerca di comprendere un dato oggetto o un complesso
d'oggetti, per sforzarsi di renderne conto.
Ma dato l’oggetto della teologia — Dio —
questa può essere una scienza al tempo stesso modesta, critica, libera e gioiosa.
Si tratta di un’ introduzione alla teologia evangelica. Ma il termine non deve
essere inteso in senso esclusivamente « confessionale ». Non ogni teologia protestante
è necessariamente evangelica ; e v’è una
teologia evangelica nel cattolicesimo romano c nell’ortodossia orientale, ecc. « Evangelica » designa qui la continuità e l’unità
ecumenica di ogni teologia di cui si constata l’intento di cogliere, comprendere e
far conoscere, seguendo la via indicala da
lui stesso, il Dio dell’E vangelo, cioè Dio
eh»! si rivela nell’Evangelo per rivolgersi
agli uomini e agire su di loro. In tal senso quest’opera lia una portata ecumenica.
La consigliamo a coloro il cui primo
moto, quando sentono parlare di teologia,
è di alzar le spalle, ma die pure sono rimasti aperti e incuriositi, ai laici spesso
portati ad agire senza riflettere, agli studenti in teologia resi talora perplessi dai
loro studi, agli stessi professori di teologia minacciati dalla spicializsazione e dail’i.mlaincnto. Infine, un prezioso lesto per
gruppi di studio e discussione.
PRIMO ANNO DI VITA
del Presbiterio lombardo
In <'onfonnilà ai maìndato ri-oev-uto nel
giugno 1962 dalla Conferenza de] terzo
di-streHo, la Co lumi spione Distretituale ha
attuato, noirainno e^xdotsia-sd-co teste <*o.nelusosi, un inizio di esperimento di collaiborazione presbiterialo fra le chiese di
Milano, Bergamo, Como, Bresicia. Al Presihilerìo Loml>ardo parteeipa una raippresentanza di ciascuna chiesa (il Pastore e
due nienil^ri di ciascun Consiglio di chiesa), Le quattro sedute indette quest’anno
(in dicemibre, febbraio, aprile e giugno)
si sono svolte a Bergamo, sotto la presidenza del dr. Roberto Isenburg, vicepresidente della Comimissione Distretluale, ed hanno avuto soprattutto lo scopo
di gettare le basi per un lavoro comune
che siperiamo sarà proficuo per le comunità rappresentate. Durante le sedute, i
quattro pastori riferiscono assai brevemente sull’andamento delle rispettive comunità; eventuali prob-lemi di interesse comune vengono discussi; qiuiidi si formulano proposte destinate a creare un più
Btrello rapporto di collaborazione concreta fra le varie comunità. Alcune di
queste proposte sono state vivacemente
discusse e si sipera in una loro prossima
attuazione, di cui daremo a suo tempo
notizia.
Per ora ci limitiamo a segnalare l’avvenuto Comveigino delle cliiese lombarde
a Brescia, nel giorno dell’Ascensione.
Apertosi eoo un culto presieduto dal pastore Alessio con predicazione del pasto
Voce della Bibbia
A VVISO
Avvertiamo lutti i nostri gentili ascoltatori, che a partire dal 6 Settembre, le nostre trasmissioni verranno irradiate da Radio Lussemburgo, su onde medie mt. 208
(Kc. 1439), ogni venerdì ore 6,40.
Le nostre altre ir.asmissionii, continueranno come segue:
T.IV.R. Montecarlo onde corte mi. 19:
ogni sabato ore 13,20 (per lutti) — Ogni
(ìomenica ore 13,35 (per bambini).
Ascoltate a fatele ascoltare.
« Voce della Bilihia » Casella Postale 105
Modena.
re Giampiccoli, eseo contemplava nel rpomeriggio uno studio tenuto dai pastori
Ribet e Soggiin e dal cand. Bruno Roslagno, sul tema : « La nostra testimonianza
nel momento attuale ». Lo studio è stato
seginiito da una vivace discussione.
Altra realizzazione iniziale del Presbiterio è stata la redazione di un rapportostudio sulla lettura della Bibbia nelle nostre comunità; tale rapporto è stato steso
dal pastore Soggin e dal dr. Luciano Gay,
dopo che ai responsabili delle quattro comunità del Presbiterio era stato inviato
un questionario sull’argomento. La relazione, die è stata ciclostilata e distribuita
andie ai partecipauli alla recente Conferenza Distrettuale, sarà discussa in sede
di Presbiterio nel prossimo autunno, e
quindi, arricchita dai vari contributi dei
partecipanti al dibattito, sarà messa a disposizione delle comunità, in modo da
poter servire come .una eventuale base di
lavoro per l’anno prossimo.
Infine segnaliamo anidie l’iniziativa dell’Unione Giovanile di Como, la quale iia
rivolto un appello alle altre Unioni lombarde per studiare la possibilità di avere
un Presbiterio giovanile, con riunioni
periodidie pure a Bergamo.
La relazione della Coiramissione Distrettuale alla recente Conferenza del terzo distreilto, dopo aver riferito sull’attlvilà del Prsebilerio, conclude; « Ci asteniamo da qualsiasi valutazione, per il momento, ritenemido un mezzo anno di esperimento del tutto insufiìcienae per un qualsiasi bilancio... Si potrà dire qualcosa
quando anche le comunità (e non solo i
Consigli di chiesa) se ne saranno accorte ».
Vogliamo coimunque sotloiineare che
riteniamo compito specifico del Presliilerio Lombardo, come di ogni altro organismo analogo, quello di essere un orga
no di collegamento fra le chiese rapprcsentiate, destinato a potenziare l’opera di
ogni sinigola chiesa con la collaborazione
globale delle altre, predisponendo attività
in comune e dibattendo i probleimi clic
le riguardano. Nou riteuiamo affatto ciie
ad un origano di questo tipo spetti di
prender posizione, non richiesto, su problemi ilie ollrepasgano l’ambito dei suoi
compiti specifici, per esempio sul progei’ctato Conigresso Evangelico e siigii
orienitameniti del Consiglio Federale in
proposito. Riteniamo die l’efficienza e ia
vitalità di un organo come il Presbileirio
siano diirettaimenle loindizionate da una
diiara cointsapevolezza dei limiti del suo
servizio. l. g. .
Premio letterario
per la narrativa
L’Unione Femminile Missionaria
Battista di Roma ha istituito un premio da assegnare alla migliore opera
letteraria per ragazzi o per adulti (romanzo, raccolta di noveUe o altra opera di narrativa), fra quelle che perverranno al signor Pastore Torio Domenico, Via Curtatone 10, Roma, entro il 31 dicembre 1963.
L’opera può essere di qualsiasi ge
nere, ma si vuole che essa sìa tale da
risvegliare interesse sui problemi dello siprito e da propagare i principi
evangelici.
La giuria è costituita dal Comitato
Editori e Librai Evangelici d’Italia »
c da una rappresentanza dell’Unione
Femminile Missionaria Battista di
Roma.
E’ previsto un premio di 50.000 lire
a cui farà seguito, con ogni probabilità, il premio di pubblicazione. Quando avremo raccolto la somma stabilita
ne daremo annuncio su questo giornale_ unitamente ad un resoconto dettagliato delle offerte.
Per i versamenti servitevi del Conto Corrente postale N. 1/18433, intestato alla signora Lydia Schirò - segretaria nazionale del M.F.M.B. - Via Sprovieri, 27, Roma, specificando la causale del versamento. Per la richiesta
del regolamento rivolgersi al signor
Torio Domenico.
U.F.M.B. di Roma
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Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (To'
— Rcrenilemente è stato celebralo il
matrlimoniio di Gemre Giovatmi e Poiit
Carla alla presenza d’um follo mimeiro di
parenti ed amici: di Signore benedka il
focolare che s’è coialituito alla Sua presenz,a e dia gioia vera nella conoscenza della
Parola del Signore.
— In queste settiimane al>l>iamo celebrato il .servizio funebre di Jarqueline
Boninhard Oliva, del dot Inverso, Bcrlolin Giacomo della Faiola e Barel Alessandro dei Ceriisieri ; quest’ultimo servizio
è slato celebralo dal Pastore Enriao Geymel che noi ringraziamo di cuore: inviamo a tutte le famiglie una parola di viva
simpatia cristiana.
— Doiueniica 14 luglio abbiamo avuto
una giornata di iuconlri importanti: al
mattino il culto è stato presieduto dal
Pastore franrese Urbain dell’Ardèche, che
ha conitlotio per due .giorni a Pomaretto,
ospiti del Couvillo un gruppo di ragazzi
e ragazze; nel ponieriggio all’Inverso di
Pomaretto ottima riunione con i francesi
con messaggi, musica e cand: il collega
francese ha tenuto una « causerie » mollo
interessante, il collega Geymet ha dato
un vibrante messaggio mentre le due fanfare di Pomareilto e Villar Perosa hanno
guidato felicemente i canti diretti da Lueiano; la sera si è chiusa la giornata con
un culto all’ospedale e con la prefsenza
ancora dei nostri amici di Francia; il
giorno dopo hanno visitato le Valli guidati dall’irnsegnante Franco Calvetli.
— La domenica 28 luglio avremo a Pomarello una grossa comitiva di inglesi
che trascorreranno una decina di giorni
al Convi tto : neUa stessa dnnvenicm avremo
un aulto in oommne e nel 'pomeriggio unti
riunione fiU'aperto (incoro all’Invejso di
Ponuiretlo.
Ultimamente i nostri culti sono siati
presieduti dal pasl. Gustavo Bouichard,
maestro Gianni .laliier, Pasl. Franco
Giampiccoli, Giorgio Girardel e prof. Alberto Soggin della nostra Facoltà di Teologia. Li ringraziamo molto per i loro
messaggi e per la loro solidarietà con la
nostra comunità privala per un tempo
del suo pastore. Diamo anche un cordiale
henvenulo al pa.slore Guido Mathieu di
Roma che presiede i nostri culli e si occupa della nostra Comunità sacrificando
in questo modo il suo periodo di vacanza.
Inviamo anche il pensiero della nostra
simpatia cristiana al pastore Tourn invocando su di lui le benedizioni del Signore ed una veloce e comipleta guarigione.
Diamo, infine, un fraterno henvenulo
a lutti i masseliini di adozione die sono
risalili in mezzo a noi per il periodo
estivo.
—: Il culto di Domenica 7 Luglio è stalo
presieduto dall’insegnante sig. Long Gino
dei Pellenchi, che ringraziamo ancora .sentitamente per la buona collaborazione.
— Domenica 14 Luglio abbiamo ricevuto
con gioia la visita di una quarantina ili
membri della Chiesa Valdese di Torino Via
Nomaglio, guidati dal loro Pa.slore, sig.
Baldi e signora. Essi hanno partecipato <on
noi al culto e siamo mollo grati al Pastore Baldi per il suo messaggio. Nel pomeriggio, favoriti da un tempo magnifico, i
nostri fratelli hanno potuto godere dal Ciò
le] il magnifico panorama del vallone di
Pramollo e della lontana pianura fino oltre la congiunzione del Cbisone col Pelli
ce; quindi si sono ritrovati all’ombra dei
grandi tigli sul piazzale del tempio per
ascoltare una breve esposizione storica sul
nostro locale di culto e consumare una lazza di tè insieme ad alcuni membri della
no.stra comunità. Ricordiamo con riconoscenza quella giornata per la fraternità che
l’ha caratterizzata e per il bel tempo <he
l’ha favorita.
— Porgiamo un cordiale s.aluto di bentenuto a tutti i Pramollini ed amici di Pramollo che già sono giunti e che tra poco
giungeranno tra di noi per le loro vacali
zp. annuali e formuliamo loro i migliori
auguri per un buon soggiorno ed un buon
riposo nel nostro fresco vallone.
VaeaDze nella «Casa Metodisiati
di S. Marzaiio Oliveto (Asti)
Dal 1“ agosto sono offerti soggiorni nel.
la quiete della Casa Metodista di S. Marzano Olivelo ad evangelici d'ambo i sessi
desiderosi di Irascorrere un periodo di riposo in ambiente religioso.
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loggioi L. 700 per persona. Essendo i p„
sii assai limitati, si prega prenotarsi subilo rivolgendosi a; Evang. Giuseppe .Anziani . Bassignana (Alessandria) - Telef
96.58.
Kieordaiìdo il Fratello
Angelo Farina
Rattristato dalla improvvisa notìzia della
sua morte ma pur consolato dalla certezza
cliL la ?ua vita continua in Dio, desidero
ricordare quel servitore del Signore che fu
-Angelo Farina, deceduto a Torre Pelli(>e
l’8 giugno.
Nel lontano 1925, in un sanatorio in prò
vimia di Bologna arrivò un degente che
subito si fece notare per il suo comportamento e per il fatto che parlava sempre e
scltafnlo di Cristo: il suo unico desiderio
era di farlo conoscere ai compagni. La sua
parola, espressione di una fede profonda
mente sentita, operò veri miracoli in quelramhiente dì sofferenza; a decine si possono contare le persone da lui condotte alla salvezza in Cristo, tra le quali anche il
sottoscritto.
Altre cose importanti egli ha fatto nella
sua vita di credente, tra le quali il libro:
u La riabilitazione d’Israele e il Regno nel
la concezione di Geremia », e un coiumen
lc:rio alPApocalisse purtroppo non pubbli
cato; ma questa aippassionata, cotUinua ed
efficace testimonianza resa tra i suoi compagni resta cLTlamente davanti a Dio, e per
la salvezza delle anime, la sua ojicra più
grande. Arrigo Beinomi.
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