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Cìnqaante-dnqaiòme année.
10 Oçtpbrç 1919
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I Rédaction à M. C.'*A, Tboh, paat:;::irem! PeUtcè
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: ne seront’.ptn'^pris ed'cbnndératibn.'
Qae tontes les choses vraies, honnêtes, instes, pares, aimahles«... dignes de loaai«e, occopteit vos pëniêes. (Phi!. XlT, 8).
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SOMMAIRE : Pensieri sulla Santa Cena “
Da puissance de la presse — A nos
Decteurs — Une page de mon Agenda
— Chronique Vaudoise.
PENSIERI SULLA SANTA CENA.
L'Eucaristia.
Nel nostro primo articolo (1) considerammo la Santa Cena sotto l’aspetto di
« Memoriale .
In un secondo articolo (2) la considerammo sotto l’aspetto « Comunione'^.
Ma con cjò non abbiamo esaurito il valore complesso e il significato profondo
della Santa Cena. Ci rimane à considerarla sotto un altro aspetto: quello di
« teucaris/ia ». Ed è ciò che faremo in
questo terzo ed ultimo articolo...
* *
Il vocabolo eucaristia significa: ringraziamento. ‘Dunque, nella Santa Cena,
reucaristia non è il memoriale. Essa non
è nemmeno la comunione. È — inveée —
il sentimento di azione di grazie che dobbiamo provare nell’in/imo del cuor nostro
allorché celebriamo il memoriale e parteèìpiamo alla comunione, é che ésprimiàmo a Dio nelle preghiere della Santa Gehd.
Chiarito ciò, vogliamò ora indicare la
prima origine dell’eucaristia come elemento ed aspetto della Sahta Cena, e rilévarne anche la istituzione divina:
♦ Ì|5
L’origine prima dell’eucaristia si trova
in una èonsuetudine dei giudei allorché
si sedevano a mensa. Essi avevano il pio
uso di ringraziare Iddio perì cibi che sono
dono della sua bontà : « Sii benedetto —
così essi dicevano a Dio — sii benedetto,
o Signóre, per questo pane che tu ci hai
prepàrato dalle viscere della terra... >>.
Quést’azione di grazie a Dio per il cibo
era una consacrazione o benedizione del
cibo stesso (3).
‘L'uso di ringraziare Iddio per il cibo
ad ogni mensa si estese anche alla Cena
pasqiilàé che gl’iàtaeliti óelébraVaqó ogni
anno Ja'.sera del quattordicesimo giorno
dei pkttìo^ mese (Nisan) per Commemorare la partenza del popolo dalla terra
di servitù.
Fu durante la celebrazione della sua
ultima Cena pasquale coi discepoli, alla
vigilia della sua passione e morte, che
Gesù Cristo istituì la Santa Cena. Preso
il pane, egli lo consacrò con l’azione di
grazie — giusta l’uso giudaico ricordato
— per esseré il Memoriale di lui stesso e
del suo sacrificio: «...Avendo preso il
pane «rese le grazie »(eucaris/esas) (4);
e così pure egli « rese le grazie [eucaristesas) (5) dopo aver preso il calice per
darlo ai suoi discepoli affinchè ne bevessero.
(1) Echo del i° Agosto 1919.
(2) Echo del 22 Agosto 1919
(3) Vedi 1“ a Tim. 4: 4.
(4) Due 22^: 19.
(5) Due 22: 17. ‘ *
. Ecco, dunque, Vistituzione divina delt l’eucaristia (preghiera di azione di grazie)
come elemento della Santa Cena. Mi è
accaduto talvolta di assistere a servizi
di Santa Cena fatti dal Ministro estemporaneamente senza seguire una litur, gia; e non di rado ho visto come il Ministro dimenticasse per intero questo importantissimo elemento del rito. Bisogna
guardarsi daU’incorrere in questa omissione ! Gesù, rendendo grazie, prima dì
rompere il pane e prima di distribuire il
calice, c’insegnò senza dubbio a fare d’allora in poi così com’Egli fece. Sopprimere l’eucaristia nella celebrazione della
Cena é rendere questa imperfetta,, perchè ne viene omessa una parte necessaria...
* *
Qui accade di domandarci quale fosse
la sostanza della eucaristia di Gesù, vale
a dire di che cosa Gesù abbia reso grazie.
Certamente, secondo l’uso degli israeliti
ad ógni mensa e secondo il rito della Cena
pasquale. Egli rese grazie del cibomateriale. Ma poiché di questo cibo materiale
Egli si serviva per espriniere e significare
uri cibo di più elevata natura — « io sono
il pane della vita; chi mangia la mia
carne e beve il mio sangue ha vita
eterna » (1) — non v’é dubbio che principalmente Egli rese grazie a Dio per il
cibo spirituale che dà alle anime nella
persona del suo Figliuolo, per la risurrezione e la vità che germinerebbero dalla
virtù della sua morte...
- ■ ; ! L
«
♦ * .... - I
Si osservi — anzi richiamo premurosamente l’attenzione dei lettori su questo
rilievo — che l’eucaristia fu l’assenza del
rito che celebrò Gesù coordinatamente al
memoriale ed al mezzo di comunione che
istituiva. In conformità delle circostanze,
il rito, per quanto solenne, fu breve. Mu¿
breve 0 lungo, ciò che importa qui di nor
tare é che l’essenza del rito, l’elemento
preghiera di esso fu niente altro che eucaristia. Anche questo fatto ha valore normativo. Noi dobbiamo fare quello chq
Cristo fece. Il rito potrà essere più lungo,
le preghiere di esso più numerose, ma noq
è lecito snaturarne l’essenza. L’anima di
tutto il rito, il carattere fondamentale
di tutte le preghiere dev’essere eucaristia.
In altri termini, la liturgia della S. Cena
dev’essere il grande rendimento di grazie
della Chiesa... o
* '
La Chiesa — nota opportunamente lo,
Stewart nel Commento a Luca xxn, 19 —■
« ha sempre osservato questo rendimento
di grazie seguendo l’esempio di Gesù; e
ne conséguita che Eucaristia è uno dei
nomi dati a questa istituzione ». Ciò è.
avvenuto in forza di quella figura rettorica detta « metominia » per cui il nome
deH’effetto ovvero della parte si può ado
(i) Giov. 6: 35, 54.
pe):àre invece, di queljp della causa 0: di
q^^llo dèi tutto,,.Il nome, di Eucaristia
jrer designare luffa la ;Santa Cena risale
nieutemenp che alla Didache 0 pottrìna
dfi Dodici Apostoli ; ed anche pelia Confessione di Fede della postra Chiesa Yolde^e il ¡sacramento della Cena,è phiaruato
-Muearistmi prendendosi ■ la- parte^per-il
tutto, la litufgia -5- espressione dpi senoraàìè./Ì «er ì’hftera
ti8*èb|c|(iry
istituzione. |
Pa più anfica liturgia che si conosca è
appunto quella contouuta,n,ella Didache,
libretto la ^cui redazione è della fine del
primo secolo, ma dì cui le preghiere,sono
certaiuente anteriori, ed hanno un evidepte sapore giovannéo, Sono tre. {preghiere di liefa eucaristia, cioè db,gioconda azione,dit grazie; una periilipane,
un’altra per il .vino, la terza dopo ibpasto.
E così è pure nelle liturgie più sviluppate
che seguirono quellp. .dieUu Didacfie; in
essg l’antica ChiesadUricia al cielo il grido
della sua gioia riconosccnie; la. Santa Cena
é un momento, iie/o . della i sua vita, religiosa. Giammai, in alcuno deii&uoi rami,
la Chiesa ha perduta la consapevolezaa
del valore gioiosa della Cena, ; e perciò
questa è il centro dpi culto nelle festività
in cui il-cuore maggiormente,trabocca di
letizia: il Natale, la. Pasqua, la Feptei■r..y ri . •<!
Considerare la celèbrazione della ¡Cena
come un ricordo della morte di ¡Giesù e
niente altro, quindi come una spe,eie d|
ufficio funebre, sarebbej un, graye errorp.
Perfino nella sera, in cui la Cepa fu istituita — cioè,nell’imminenza della,morte
e nell’ora degli addii quando, per, talidip“
costanze, un velo, iqne.bj-e era, come disteso sopra ì cuori ed, una, pesante tristezza doveva, opprimerli ;—^ perfino, in
mezzo a quella grande tristezza erompe
nell’alcione di,grazie,di Gesù un raggio di
letizig. jChe cosa questa letizia non dève
essere per noi oggi chp, invertite le circostanze, quel velo di tristezza, é rimosso
per sempre? Poiché oggi il ^Maestro non
sta —• come àliora — per morire, fe, risorto per non morire più: Egli vive, vive,
vive nell’alto dei cieli e nelfé profondità
deH’anima nostra, Noi ricordiamp, bensì
una morte, ma tale che non rimane morte,
anzi fu superata dalla risurrezioue ,ed as-,
sorbita nella vita più alta. Non comme-,
moriamo un assente, ma esultiamo nella
comunione col Salvatore presente, non
diciamo con la tristezza nell’anima arri-,
vederci ad uno che parte, ma andiamo at
festoso^ convegno con uno che incessante^j
mente, ritorna. La. nostra Santa Cena ;è
come 1 arcobaleno c^e ricorda,
rasca, ma prelude con gì’iridescenti suoi
colori al puro serepo. V’é, in ciò, una differenza tra la Santa Cena di Gesù e. dei
. r. ■ ■ -1, r '• : '
discepoli la spra del quattordici di, Ni8,a,u
e la nostra; e per questa logica e jnecessaria differenza^ l’eucaristia che,.come
germe fecóndo già si trova iti quella prima
- SantapCeria;!deve avere rteìla nostra il
suo pieho edi.'incòntrastato'risviluppò...
ì. '{i..;. ^ '
. { Erreitèbbe> chi i pensasse iChe la liturgìa
(ideila ¡S. Gena: dovendo eSBCrè'^ per rion
deviare idal rito che celebrò Gesù essenzialmente aucaristicàp debba ,per iciò
escludere là pétizibne,* la-richiesta.Ofei il
contrario che è vero. Difatti,' l’eucaristia
non è solo un ringraziamento' »per cose
passatói! ma anche pérdqiprpmessé di teoàe
juUireit essa ó legata' tnbn soItaMo ad 'Un
ricordo mamltretìì àà^vtn’aspettazione: Or
d’aspettazione desta imn^' il desiderio e
questo s’esprime i nella 'Richiesta, nhella
'petizione, à Dio.'-L’eucaristia non esrffude
dunque la petizione, anzis^ihtegraiinessà.
Perciò una preghiera contenente una'ipetizione f i è limài preghieraneucaristica ite
parte da-un divo sentimento di gratitadifie
per.iitbeiwfidi già> ricevati nonché <per ie
promesse ligttardaiMi il futhroi'^sìtche
questo sentimento di gratitudine è là basé
e l’animù del desiderio che nella pétiZiOtìe
»’esprime:; ¡Ecco perehèteon ^esiste liturgià
èucaristiea --ih; sa .comìin'ciare da quella
della Didavhe senza’petizioné;: le< quali
non, afteramio punto; il; carattere feucaristioo delle pifegbiereu;'i; ' ''i'>; ; > i?o,;
Piùi su ci domandavamo) di che ‘ Pòsa
Gesù Cristo -rendesse ■ grazie nell'éucarìh
stia con la quale accompagnò‘la prima
Santa Cena, e ¡cispondemmò che Egli
risse grazie del cibo, s^iecialménte di quéllo
spiritualei del pane di ! vita chesDio largisce ai suoi hfigli. -¡i b Il sin-■ i
Tale ; puret 1 dev’essere' il motivo ' dfeWa
nostra. 1 emaristia allorché ceiebriàmo • là
Santa .Cena. Noi dobbiatrio offrire d Dìo
uno spiritual sacÉrificioidi lode;'dii g#àzié;
di bupplkazione penil pane di ■v'fta' 'ché
Dio; ci dà nella persona 'del suo dilettò
Figlioc! I per l’opera igià ioompihta, per
quella’ ohe si -và i cOmpiéàdO' e ' ehé' in avvenire si compirà! ìnèilan perfezione del
Regno dii-Dio;!,; fi;”-’■<* .U'jvi-m;
1: )■: .uib rie .-Uli !Ì •iioiiì'-'»
Queste ultime parole ci.ricordano che
nefl’istessa guisa del « Memoriale <» e della
« Comupioi>e »,; , aiUiche il’« Eucaristia »-iha
una nota escalologica, cioè in relazióné
CQp Iq cose,fmafi.,Nel,« Memoriale » e ndila
« Comunióne » gabbiamo,tra altro rilevata
questo senso:, il Signore è 1 venuto e eop
lui ha avuto„iu, .qertoi modo principio.<ii
Regno di Dio;.il Signore verrà «! il Regno
di Dio ayifà il spo perfezionameutoi Gam'i
que neU’«jEuoaristia,i»,pon può mancare
la fede e ihrep^imèptoidi grazie per qtteO
sfa, promessa,ùrsieraj« con ia, supplì cazione;
esprimente, B desiderio,da . tale promessa
alinientatOf.;’(i; 1., ; i.ut. ;ìì’ì.
.Nella ¡litprgia della .ipidaeh^-. ii fedeli
osannando ài Fjigliodi David,.liGfiniàaadol
questo,mondo,, acclamando ai,,Regno di
Rio, cop vivid-o ,Of?fuatsiaqino si.trasmet
Sigooie
Maran-atha ».
2
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T~ 'ü .’> Sf
» Ed anche più tardi, nella Chie|a antica,^ aussi quand une certaine inquiétude a pé
jl’àzionc di grazia è nétr^ans ld|eœur,Tet|^ lisant la^’
^lamazione. Qe^sta qt^:ornar^e i creâ niquées nd^elles t^^ieuses, la
'dènti gli vai^m fecoiiftlH in ds^&to ;co^ tatioMrarth|te’d’act
lÉi^lniMipeE^^
titude que le journal, passant sous la diasteur M. .jPkBosiùF coiiti
èS'! ,• 1*;
le niission M^èirifidéMé, «bus
•,cmm in ai
tido festoso ìitiÌcols|i>i|iiieru|ij
'lemme: a Hosanna... Benedictus... Viva,
J |vlva, viva 1 Benedetto Colui che viene
|isl nome del Signore. Evviva 1 ».
t .
rièr^d^dresser toutfs les^'éotfes
des Vallié,^ • deL’ÊVànïeUate,"ôir^^^
OuVôir dü ftioriaë êt/il ii*y a pa$ àfeil' ei àes Colonies. Le premief 'était officiel /^*oc/uaftfé très accentuée: y '
®ÙÎ)Cr uai ip^janJ^. P^St-i Wpn L^;.,tét ie second* offîcieuîi, parfois»îmais inr^ , l.r septembre 1919..
dans sife":," An cours de ces derniers mois j’airen-.
• sont actuellement Ifi)^, ^|i^^^,l4nis .iderniqreiSéance," a délibéré de placer
|ü pnissanee de
niqua
ta^io^l’art^ d’actuffité, on est ,
on^^^téresÉ^, bn seiiemande le po^- I»
quoi de telle ou telle chose, et parfois pondances pour l’Ecùo, à
cest la con^(dét^é«qBiise5 Eéveille,; c’est «i 1 ^fctlur
le besoin de vivre avec des frères et avec ‘ ^
,, , Coppiers - Torre Pellice
Ugo 441^îiW-i,
9
* I^otre' fegiisV Vaudoise a eu jusqu’ici _
(deux»joUPnauii'religieux: La Luce pour une page
*“» nofrè éëùvré ¿’évangélisation et L’Echo " ‘
mon
Nous reproduisons volontiers cet article
une note
ment biblique dans nos Instituts d’ins- Mais, tout compté, j’ai peu retenu de
tructitin sècondaire. Lai Commission de léurs sermons; et je eomprènds mieux
la presse religieuse, outre les deux jour- ceux de nos auditeurs qui nous trouvent
naùx, Avisera â la publication de traités quelque fois longs èt secs, trop en dehors
ces tendu bien des pfédicateùrs différents.
it 1 Angleterre, mais ce sont aussi les deux journaux sous la direction d’un Quelques-uns m’ont captivé, deux ou
eux nations pjus éjfp^ée^,.|^^pjp^^ »«^vljqppae. quilarira»'.outre dette mtóatrbis m;’ontitcuichôî<et j’ai généralement
de .ae ,cons.acrer. à l’enseignes .„bSQUti JeÆ autres .avec .plaisir, et profit.
innuence sur les masses, pénétrant partout et formant l’opinion .publique. Peiidanttla guerre, tandis que en France et
en Italie une quantité de choses étaient
, cachées au grand publie^' aux Etats-Unis
,j«t en, Angleterre'tout le monde était au
courant de, ce qui se passait, même les
plus .¡petits hdétâilsnétaient enrégistrés,
liUais aussi)chacun était à jour des évé. jhepaents et tous'prenaient part aux bon,hes comme aux ipauvaises nouvelles.
vC^la* nous, explique la force morale de ces
deux natians habituées, à peser les événements,, ctmnaissant toujours l ia vérité
sur. ce, qui;, hélas'l était soigneusement
caché au peuple italien. ; . o
(, Aujourd’hui on. a compris, > un ■ peu
tardj que c’était une graw faute, et nous
espérons qu’on se conduira en conséquence.: La. presse c’est l’écho des peuplesy faisant connaître ses besoins et ses
aspimtions,»nais c’est, aussi l’éducatehr des\peuples. Tous îmous en avons
fdlt l’expériencei en nous attachant à ;un
jqqrnal, représentant * Un parti. D’une
manière, insensible,! graduellement, nous
arrivons ù ne .voir, que par ce journal, à
ne fmmprendre que par ce journal. Cela
npus. montre la puissance de la presse,
et nous comprenons I que les gouvernements aient une presse salariée à leur
service,, comme auâsi i nous comprenons
que les, indépendants s'imposent des sàcrihces. d’argent) pour avoir un organe
propre, en faisant triompher leurs idées.
iiSi’jilen est ainsi dans le monde politique,, social« industriel, il p’en est pas autrement dans le monde religieux. Chaque
nuance a ¡son organe, chaque Eglise son
journal,!C’est un bien non seulement au
point de, Vue doçtriuatl, mais surtout ad
point de. vue, ecclésiastique. Il y a une
méthode à. suivre;;un idéal à atteindre,
des besoins spéciaux à examiner, et tout
cela dpit.seifairei en famille. Naturelle*
ment dans le Protestantisme, 'surtout,
les. journaux se multiplient d’une manière
merveilleuse, beaucoup plus*que dans lë
catholicisme, où chaque diocèse a son
organe officiel.’ Chtez tes PtOtèstànts, le
besoin d’éclairer,^ de discuter, d’agir èst
plus intense; vu ta grande variété des
Eghaes. i ! '
La mission de là presse est iürtout importante au'point de vüé de Védiftcûtioh.
Que de personnes ont pris la malheureuse
habitude de he "plus fréquenter d’une‘
manière régulière les cultes. Quelle légèreté Vis-à-vis du dimanche qui est consacré de plus en plus'àux plaisirs moh*
dains ou au travail, oui, au tràVâil, même
aujourd’hui que nous aVôhà les huit
heures, et alors; qui dira un rhot à toutes
ces masses d’hommes indifférentes? Le
journal apporté pat'lé fàcteùr frâucKira
le seuil de là maisòri,* et attendra patiébmentiqu’bù l’ouvre. Ce sera âVéC indifféi-'
rance pour y lire la Chrônîqùe, Ce sera
religieux pour la propagande,' et nous
lui souhaitons un grand succès pour
l'avancement du règne de Dieu dans
notre patrie. Ç. A. Tron,
31 nos Jlecfeuïs.
Chers Amis, ‘
Laissez-moi vous appeler ainsi, car on
n’a pas vécu tant d’àniîéés ensemble
sans apprendre à se connaître et à s’aimer. ■
Le Cher Echo, auquel nous avons consacré une partie de nos forcés, une très
petite partie, nous était devenu très cher,
une partie de notre existence. Le lundi
matin] au lieu de prolonger le repos qui
était parfois nécessaire, on n’hésitait pas
à se lever pour mettre ensemble les nouvelles du jour, composer quelques articles, préparer le numéro de la sémainè.
Pour faire tout'cela, il fallait par force ,
se renseigner, lire les différents journaux
qui arrivaient et dé’France, et de là
Suisse et de l’Angleterre, mais c’était
une joie, car on vivait avec des frères et
dans un milieu qui était devenu familier. D’un autre côté on se transportait
volontiers par la pensée au-delà des
grands oééans pour vivre avec nos frères
des Etats-Unis, de l’Argentine, et Îe
l’UrugUay. Ce n’est pas seulement les
Vaudois de Valdese avec quìi nous vivions, mais avec ceux de Belgrano', d’iris,
de Taratiras, de Cosbopolitâ, d’Ombues
dé LàVallè et de Cblonia ValdenSe. Toutes lés lettres qui ànivaient étaient une
source d’iriformation et de Véritable joie.
Que dirons-nous à ces cèntàines et centèinés d’abonnés de nos différentes Paroisses, surtout de Praly, Pramol, SaintGerbaih, La Tour, Sabt-Jean et le Villar
où lès lectèürs sont si nombreux^ Nous
tenons à les remercier tous indistinctement pour avoir bien voulu vivre avec
nous, en sympathisant, en nous lisant et
en nous Supportant. '
Nous exprimons aussi notre vive reèonnàissâhcé à nos collaborateurs, et
d’uhé mâhière spéciale à MM. les professeurs E. Lo'ngô et J. Coïssoh, et nous
né Voulons pas oublièr la typographie
Coïsson. 1
Nous avons cru exercer un àspotolat
par le boyen du journàl, en nous mettant à ’ votre service, selon nos faibles
forces. Tout ce que'nous avons fait a été
de leurs préoccupations quotidiennes.
Quand on écoute au lieu de parler, on apprécie mieux, sauf exceptions assez rares,
un sermon de 25 minutes que de 35. Et
si l’on écoute attentivement, on sait gré
au prédicateur qui s’est consciencieusement préparé à être court et clair, actuel
et fort; et qu’on sent désireux de donner
abondamment le pain de vie à ceux qui
s’en nourrissent déjà sans oublier ceux
qui n’ont pas encore pris leur place à la
Table du Père céleste.
Mais je retourne à mon poste avec deux
ou trois idées concernant l’ensemble du
Culte public. Non pas que je me flatte
de me corriger moi-même facilement, ou
que notre public les acceptera avec enthousiasme; mais j’estime qu’elles sont
bonnes, et que les avoir présentes à l’esprit nous conduirait à un progrès sensible.
Il nous faut:
1^ Cultiver le sens de l’adoration.
2. Ne pas oublier lés enfants.
3. Faire de la collecte un aefe sérieux.
Les Anglais peuvent nous enseigner
quelque chose à cet égard. Laissons-leur
le soin de Voir s’ils ne pourraient pas,
de leur côté, s’inspirer un peu de ce qui
se fait chez nous. Leur Culte public est
plus impressionnant que le nôtre; et ce
n’est pas seulement le fait de leurs chapelles souvent plus grandes et mieux tenues, des auditeurs plus nombreux, des
heures plus propices ; quoique cela y soit
pour beaucoup. Ils ont, plus que nous,
le sens de l’adoration; ils associent les
enfants au culte, en indiquant un cantique choisi pour eux et leur adressant,
parfois avant le sermon proprement dit,
une dourte allocution ; ils ont incorporé
la collécte dans le Culte même, lui donnantda place d’un acte de reconnaissance
et de sacriflee. Ils la font avec soin et
solennité.
Nous ne pouvons pas faire exactement
la même chose; et, d’ailleurs, la répétition dü même geste, des mêmes formules conduit vite au formalisme et à la
monotonie. La spontanéité a son chatme
et ses avantages. li ne s’agit pas de rompre avec nos traditions, ni de rien accorder à notre tempérament. Mais, qui n’a
constaté combien nous avons peu de respect pour nos chapelles et pour lé culte
que nous y célébrons? Trop souvent les
chosès y vont au'petit bonheur, pour l’incohvénîènt de tous et le maheur de l’oeuvre, ou y vient quand on peut et on s’y
dicté par l’ardent désit d’être utile à , , .
notre peuple et à' notre chère Église que tient comme on veut. Il est rare que l’as
hôüs aimons, mais surtout en vue d’at- ’ ” ...... . - .
tirer les âmes à Christ. ’
Chers amis, eh vous exprimant notre
plus viVe recOnnaîsÈahce, avec un serrement de cœur, tout eh regrettant de nous
dàhs un moment d’enhüi,'ptobablement séparer de vous, c’est aussi avec la cér
semblée soit entièrement formée au commencement ; aussi le début manque d’ensemble,* de recueillement. On voudrait
plus d’adoration et plus de joie ; on voudrait donner plus d’harmonie et plus de
corps aux chants et aux prières. Les en
fants y %sont oubliés, à moins qu'ils se
lÎtSe ra|)peler|qu’ils sont là par
riquâfiur de le.urjfaçon. Quant |à la
lec|(ï, ®est rare q|^n l’élève au|rang
^n Jbtfee culte »iSeux: elle estTaite
à la porte ou pendant un chant, lorsque
la pensée doit se porter ailleurs. |
Ne pourrait-on pas éviter l’écueH des
; lithurgies trop graves ou trop longues,
sans livrer uniquement la moitié dü service à l’inspiration du prédicateur^ Ne
pourrait-on pas mieux tiret parti de bette
.démirheufe, même 4àns lés Assemblées
’ restreintes et compOséeS' en très grande
partie de l’élément féminin?'Même si
, çelà'^éÿait écourter^ de'six pu/^ minutes le sermon, serait-ce mn mal^ J’ai
l’idée qu’il faudrait y associer plus fintibément 1 auditoire ét Obtenir de luijqu’il
‘ dîSêXhaÜté VPlX* « NOtrë'Pêré» Ou même
la (lecture de qaelqaes. passages bien
choisis, comme le psaume xxiii, ou le
coitíbéncement du psaume cm, les béatitudes, le sommaire dé là loi ; telle parole de Christ dans la Chambre-Haute,
épitftSí'Ueuxjmútt lectures bibliques et deux courtes ^priéres, dont une
d’action de grâces et d’adoration, devraient, me semble-t-il, trouver place
avant le sermon. Il faudrait apporter à
tout cela un peu de variété et d’imprévu
pour en chasser la monotonie ; et il faudrait cependant s’en tenir aux chants et
aux versets familiers, pour que chacun
puisse joindre sa voix à celle de ses frères,
sans trop d’hésitation.
Je ne suis _pàs très sûr que la coutume
de faire une petite allocation aux enfants
au culte public soit la meilleure. Mais je
suis sûr qu’il devrait toujours y avoir
quelque chose de très spécialement pour
eux dans nos prières et dans nos prédications. Et ij me paraît très sage de ne
pas le^ oublier non plus dans le choix de
nos cantiques. Quant à la cpllecte^ je la
placerais avant le sermon, pendant un
morceau de musique, ou un religieux silence. Je voudrais la faire précéder ou
suivre de la lecture d’un Ou deux versets,
bibliques ou d’un mot^ ¡de prière. Je voudrais qu’elle fût faite, sinon toujours, par
les trésoriers de l’Eglise, au moins par
des membres les plus recommandables,
et qu’elle devint un vrai moyen de grâce,
parce qq’elle serait un acte de culte réfléchi.
Sans doute, tout cela sans l’Esprit ne
nous , mènerait pas loin. Mais, d’abord,
cela ne nuirait nullement à l’Esprit, au
contraire, Ensuite, cela répondrait à des
besoins qui sautent aux' yeux et que les
prédicateurs, malgré leur .bonne volonté
et parce qu’ils sont placés à un autre
point de vue, sont souvent les derniers
à voir. ( , Th. R.
" •—-—r-r-;-:r. ■' ....—
CHRONIOUE VAUDOISE.
LICEO-GINNASIO E SCUOLA
NpRÎyiALE PAREGGIATI.
Le (iscrizioni alle varie classi, per il
prossimo annp scolastico 1919-20, anche
per gii alunni già iscritti negli anni precedenti, si chiudono il 15 Ottobre e saranno inesorabilmente respinte tutte le
istanze per iscrizioni tardive che non
siano giustificate da gravissimi motivi.
, Giovanni Maggiore.
■ "• »1 »>
Sessione"' autunnale d’esami.
Alunni promos^ alla 2» liceale: ZacCaro Pietro.
Alla 2®' ginnasiale: DonZinO Giocondo,
Donzino Matilde, Geymet Germana, Roland Elvina, Salvarani Letizia, Terziani
Pietro. '
Alla 3® ginnasiale! Antoneììini Giovanni, Arnoulet Arnoldina, Buffa Maria,
3
few
6ognazzo Garaillo, Cognazzp, Massimo, cbe de ia maison paternelles nous ne diDino-Guida Maurizio, Duval Dante, sons pas adieu, mais au-revoir.
ifFuhrmann Aldo, Gamba Emilia, dalla Adrien Cosson,
Mario, Juvalta Corradi'IV^rtina Maria, Lji TOUR. M.m| Lageard a bien voulu
Mathieu Guido, Mic||eK» ^aria,vMprg|ià ;• gjg charger dé ,la,jcollecte extraordinaire
yijSimona, Morglia Lilìia, Mûris Evelina, en faveur des émérites, des veuves et des
Pasquet Graziella, Revel Edvige, Reyel prp^ljpg pour le quartier des Appiots.
R*'Ilda,-Revel Nelly, TerzagÔ Câmilld, Trà- La collecte a été initiée et a déjà don^ié
'/'vers Emma. le résultat suivant : ,M- ^harlpj,Decker,
■ Af|a 4*^ gitìiìasmteì BdÎÇas Germana|| fi-g. fbOG — M. RQàdyÌ^MiKn|par M.
^ Cesaïf- Ri6^f(|p, J-rascliia |)reste,ÿJaéol| e. Vidossich, 900 M.lle dia|lo|Ìe BeckEt^rei %^gMtoiele.;. | ■ | IJ withj^^àQp — M. ^A. Tron^ jisÿur, 500
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'Dino-Guida Ubaldo, Falchi Giulio, Maz- Vidossich, 100 — Total frs. 7.100. ,,
i,zonis Ettore. ^ —A l’Ecole Normale, deux élèves Ont
Anyn^i allg f ^ Liceale: Cib^o ,An- . diplôméî |M.lle Eaa Fra
tonio, Giampicccai Usai jyl^àguzzi Ce- A? *Armànd^Mgôh. Màlheureu
Giàni|)iccòli’' Eisàìl
sare. Veronesi Renzo, Pozzi Ercole, Girando Domenico.
Alla 4® ginnasiale: Gay Benedetta.
' Alla 3“ gifinasiale: Long Aldo.
ni i : , : ili-'
* *
. Scuole Elementari « Comunali
Corso di Tirocinio.
Gli Esami di raatufità .^ licenza
" alementah^t'kanno principiò il 13 corr.
Il Direttore G. Maggiore. ;
sement deux autres n’pnt pas eu cet
avantage. f#
—■ L’Union Chrétienne des Jeunes Filje| a irepris sej séances dimanche dernier,
— Samedi dernier a été béni le ma1:ià|é de M. lÉichel Chauvie des Chabriols,
avec M.lle Marie Madeleine Chanforan,
du piême Iquartier. i; ^
—■ Hier ont eu lieu les obsèques’ de
M. Georges Crichton, décédé à l’Hôtel du
Parc, à râge de 78 ans. —■ Nous regrettons vivement la départ inattendu de ce
bienveillant anglais, àmi des Vaudois,
Ayant fait sa fortune en Chine, il ne
tarda pas, dans sa vieillessé, à tourner ses
regards vers l’Italie, et c’est à Bordighera qu’il se fit construire une villa où
il passait ses hivers. Au début de la
guerre, il préféra venir passer ses étés à
La Tour, et depuis quatre ans nous le
voyions arriver régulièrement avec sa
compagne. Sa place était toujours occupée au culte public et à la Table du
Seigneur. Très généreux, il s’intéressa
CHIESA EVANGELICA VALDESE,
FACOLTÀ DI TÈOLÒGIA. ji
Martedì, 14 corrente, alle ore 15.3bj
nell’Aula Magna del Palazzo Salviatji
avrà luogo la seduta itìàugurale del 65?
anno accademico. Incaricato della prolusione èTl Decaijp, prpf. dott. G. Luzzi;
il quale tratterà l’argomento seguente:
La nostra Facoltà di Teologia ed il suo .
tompito,
Il convitto per gli Studenti verrà riaperto il giorno 13.
Nei giorni 19 e seguenti saià teniita^la ,
Sessione autunnale d’esami.
Firenze, 51 Via dèi Serragli. ‘ j*if fci1vivèment àT’Asile^de Bordighera et il
- •’ ^ ---,-7,-- donna libéralement à toutes nos oeuvres
de bienfaisance et à toutes les œuvres
Per il Consiglio:
Ernesto Comba, segretario.
ALBANIE (Luria). Les deux soldats
artilleurs- Emile Clapier du Pomaret et
Emmanuel P o'ét d& Faët, qui sè trouvent
très isolés en Albanie, désirent par le moyen de YEcho saluer leurs parents et
leurs amis. ,,,
BOBI. Souscription en faveur des émérites, orphelins eiveuves: N. N., L. 5Ò —
N. N., 20 — P. B., 5 —‘M. Bertinat,'10
— J. P. M. Salomon, 10 — David Geymonat, 5 t-*, To/aZ 1rs. 100. , >
COLONIA VALDENSE. Nous tenons
à remercier très chaleureusement M.
Nous exprimons à M.me Crichton notre plus, vive. sympathie dans ce deuil
qui vient la frapper si soudainement.
'T' V > . ÿ ? ,
î -HASsEL. iDons èit favèur des pasteurs
en retraite, des veuves et-, des orphelins, et
autres ouvriers de l’Eglise Vaudoise: Giraud Jean, Balsille, frs. 3 — Tron Marguerite, 2 -T- Gaydou Jean, fils, 1 —■
Tron Barthélemi, 1 — Gaydou Jean,
père, 1 — Tron Susanne, 1 — Pons Jules, 17—Micol Dapiel, 1 — Rostan Jeân,
Î — Micol Jean, ancien, 5 — Tron Pierre,
Grangedidier, 5 —- Micol Barth., 5 —
Pons Jacques Henri, 2^— Pons Emma
LoüiSjiJourdàn, cjui .a eu l’obligeance de nuei, 1 — Micol Pierre’de Pierre, 2
bous faire parvenir frs. 154 eh Jàveur de
l’Asile des Vieillards Me St-Germain. Les
donateurs sont les suivants: M. J. Pierre
Long, rigent, frs. 18 — M. Alphonse
Griot, 18*^ M.me Susanne veuve Griot,
18 -7- M. ;et M.me Loujs Jourdan, 100.
: isGOUÉiiAYEUR. Dimanche soir, en
.présence d'une nombreux public et des
autorités de Courmayeur, a “été béni le
mariage de M. C, A, Arnouletf notre cher
évangéliste». avec M.lle< Marie , Berna,
aiixquels à.bus souhaitons là bienvenue
la plus cordiale. •
¥ Après la cérémonie d’usagé, M. Chauvie et Victor Grange âdre^èrent aux
!N; N., 10 — Tron Benjamin, 2 — Tron
Palmari, 0,50 — Poris Pierre, brigadier,
1 — Tron Josué, 5 — Micol Jeah feu
Jean, 5 — Laura Chomel, 5 — Pons Henriette, 5 — Pons Albert, 0,50 ■— Balme
Henri, Robers, 20 —• Tron Michel, 1 —
Tron Henri feu Jacques, 5 — Pons Henri
llu Jacques, 1 — Tron César, 2 — Pons
Henri feu Barth., 2 —- Pons Eugène, 2 —Micol Fanny, 1 — Tron Henri feu Pierre, 5
— Micol Marie, veuve, 3 Tron J. Henri
fed Jean, 0,50 — Micol Henri feu Pierre, 5
— Micol Alexandre feu Pierre, 5 — Micol
Charles, ancien, 10 — Tron Ernest, 20
— j. Tron, 20 -L Gaydou Théophile,
Chabers, 4 — Micol Louis feu Pierre, 5
—, Pons Philippe,. 1 — Micol Jacques,
Ghamp-Ia-Salse, 5 — Tron Jean feu Antoine, 10 — Pons Henri feu Pierre, 5 —■
Micol César, 0,50 ^ Pòns Béhoni, 1 —
1 “
époux des paroles touchantes. Les fleurs
it,k nomtoeux^plibUo Aon, prouvent x““ suü“né; 1 - Pon. Charles, 2
la,grande estime que noufrE çette po- p^yrad Henri, 1 — Micol Alexandre, 1
pùlation,pour son évangéliste^:qui s’ef- w- Pascal Barth,, 0,50 — Breu’ze Aug.,
force de faire -ponnaître la ’ vérité. M. r Salse, 5 — Breuze ’ Hêlènei 5 — Tron
Grangë fait'ffemiarquer due iftpùs voyons «Alexahdté, 3^-y Meytre .Jacques feu
“i 1‘' *'',1* ' ÿi'l 'i ■ PlPTTê’ 2
deux' gouttes d’eàu se confondre èn une, '
et <|[u’ii est beau dé voir Tes mariages
avoir pour basé'l’amoùt de servir Dieu,
dans le même but; dans le même'esprit,
y — Les adieux de M. Chauvie ont provoqué en doua un vïf regret, mais nous
noua Cdftàôlons ên sachant
Meÿtre Henri "feu François,
1 — Meytre Pierre, 1 — Micol Jean feu
Jules, 1 — Meytre Auguste, 2 — N. N.
10 — Le Consistoire, 64,50. — Total
frs.»'300.
Massel, le 25 septembre 1919.
Pour le Consistoire:
Jî-J.'-IU'^Trôn. pasteur. '
PRARÜSTIN. Le dernier dimanche de
I septi^mbré^Mi^lp pasteur;G. Jalla, a fait
ses adieux à la paroisse en, allant occu5 per son nouveau poste de professeur àu
* Pomaret.
V Dimanche dernier,! é’es| M. H. Ber^ talot qui a fait ses adieùx à son ancienne
S paroisse. ï ÿ ; ^ ^ ; T '
RORA. Pour des raisons qu’il est inutile de mentionner, la Vén. Table a jugé
' bon E^àppelèr à; la direction de l’Eglise
¡5 de Eorà M* le pasteur F. Peyronel, qui
? ociy|pMÎ_ déjà ce “poste depuis le mois
d’avril dernier. Nous espérons que les
membres de l’Eglise sauront profiter du
privilège qui leur est accordé, en encourageant leur conducteur et en fréquentant avec zèle les cultes.
SAINT-JEAN. Soirée éducative. L’Alleanza' Nazionale nous à donné," samedi
derriief au soir, dans notre salle Albarin,
uné'ëxcelleiite soirée avec conférence et
magnifiques projections lumineuses sur
le sujet L’Italia antica e moderna nella
sua bellezza, neiVàrte, nella scienza e nella
sua missione di civiltà in mezzo ai popoli.
Le conférencier, M. Torpede Tronati,
journaliste, en une exposition dense de
faits, claire, et très élevée dans la forme,
illustre environ 15Ò' vues de nos plus •
beaux^ monuments de l’art et de l’histoire de Rome, Florence et Venise.
Le chev. Ramognini ensuite, directeur-commissaire de Y Alleanza, en un
discours de chaude et fougueuse éloquence, vibrant de patriotisme, nous
parla du but élevé que se propose l’Aileanza même, c’est-à-dire faire connaître
au peiïple italien les grandeurs de notre
patrie bien-aimée et les hautes destinées
qui l’attendent moyennant le travail, la
concorde et la noble fierté de ses enfants.
Il fit suivre quatre essais de poésie dialectale de sa propre composition, en pié.mohtais, vénitien et « rontraneico » dont
! quelqu’un de ^teinte ^futuriste accentuée,
dits avec beàùCoùp tì^arUèt'de Verve éi '
qui furent, î très appréciés et vivement
applaudis aussi, bien que l’excellente conférence de s^n collègue M. Tronati.
-Nous espérons vivement que ces messieurs voudront revenir chez nous et
nous offrir, spécialement à la jeunesse,
J une autre de ces soirées ■ si éminemment
éducatives et si intéressantes.
' * Le temps affreux retînt bien.du monde
, chez soi et ce fut regrettable. La recette
S par oblations donna L. 143 dont la moitié
fut distribuée entre notre Asile des Vieillàrds et le Comité local pour , un marbre
à nos tombés à la guerre.
'Nous adressons à Y Alleanza Nazionale
nos meilleurs remerciements.
- ! ,
— Il signor Emilio Decker, laureato
ingegnere con pieni voti nel Regio Folitecnico di Torino, in data 28 agosto s
p. p., si è unito in matrimonio colla sig.na
Lina Decker, del Ponte di Luserna San
Giovanni. La benedizione nuziale ebbe
luogo nel tempio del Ciabas, il 9 del corrente Ottobre.
Ai'distinti sposi mandiamo le più sincere felicitazioni ed i migliori auguri.
TRIESTE. M. le pasteur D. Revel a
•fait ses adieux dimanche dernier à la congrégation vaudoise de cette ville.
* TURIN. Le momént est arrivé où
beaucoup de jeunes- filles vont quitter
leurs familles pour se rendre dans les
villes y gagner leur vie. A toutes, l’Amie,
de la Jeune Fille offre son appui et son’' '
aide.
A la gare de Turin, M.lle Arias est toujours heureuse de donner aux voyageuses
l’aide et les renseignements dont elles
ont besoin.
Aux jeûnes filles de passage,- et à celles qui cherchent une occupation, noue
rappelons le Home, où ay#o la modicité
des prix, elles trouvent un accueil cordial, aide et conseil. ‘■
Par le Bpreau de placement, 'qui est
gratuit pour les jeunes, filles, elles. ont
moyen de trouver une situation, y.
L’adresse du Home , et du Bureau est
toujours: Via Massena, 5.
— Le 25_septembre a eu lieu le mariage de .M.^le capitaine^ ÇAarZes Vertu,
de La .Tour,'aVec Mille ~Marii Crocetti,
de Turin. Nous adressons nos félicitations cordiales aux époux ef aux parents*
Fonds Retraite PÉoars - ifep • Orphelins.
Eglise de Turin frs. 128.793,—
» de Riesi » 150,—
» Rio Marina » 124,50
» Coazze ,» ; 150,» Ivrça, » 209,—
» Florence V. M. » 2.600,—
» Vittoria » 142,—
». Palermo » 100,—
» Brescia » 100,—
» Napoli ,i » 3.462,—
» Sampierdarena ' » 750,-^
» Benevento » 65,—
» Rome » 1.500,—
Gênes » 4.205,—
% Si Remo » 268,—
» Piedicavallo » 16.» Pignerol (l.re liste)» 720,—
Total frs. 143.345,50
Relevé de « La Luge » : 10.me liste.
Eglise de Bobi (l.re liste) frs. ’ 100,—
» Massel. » 300,—
» La Tour (Lre liste)» 7.100,—
Total frs. 150.854,50
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oooooooo-o-ooo-o-o-o-oo-o-o-o-o-o •o-oo-oo-o-o-oò
Fra due bimbi era insorfa una questione
E parevan due cani intorno a un osso.
La mamma li guardava in apprensione.
Ma suII'usgìo però stava a ridosso.
Difficne i il saper chi avea ragione;
Gridavan tutt’e due a più non posso
Per l’acqua di Chinina di MIgone.
Che poi iiniron col gettarsi addosso.
Par che alla madre ll.fatto nsii dispiaccia;
Anzi dir si dovrebbe che le garba,
Che i bimbi ai profumino la faccia.
Per atupor poi restò tema parele^
duande vide venir tanto di baita
Sul mento dalla (Secala «m pralSL
ACQUAL
cHmmnMiGOMÉ
preparata con iistoma'speciale e con ntaterfe di primissima qualità, possiede le migliori virtù terapeutiche, le quali
soltanto sono un possente e tenace rigeneratore del sistema capillare. Essa è un liquido Hnflvscante e limpii^ Sd
interamente composto di sostanze vegehdi. _
Non cambia il colore del capelli e ne impedisce la cadute prematura. Essa ha dato fiud^tl ÙQlMIaR s niddl'
sfacentissimi anche ouando la cadute giornaliera dei capelli era fortissima.
0 SI VMtde tento protumsla che tnodon od al pMrollo da tutti I Farmacl.tl Pralumlafl. Patrucelitarl, Orosltfsrl CMneacirsil a Btsor. C
Depòsito generale dt lillGONE à C. • MHano^ii Orefici (Faveaggio Centràle. 2K