1
^fima
'JiS
Elima, il mago (perchè cosi
s’interpreta questo nome), ra
sisteva loro, cercando di stornare il proconsolo dalla fede
(Atti 13: 8).
E’ uno dei risultati più sorprendenti
i-il-' dell’Evangelo che esso venga accolto e
#’produca dei frutti nei terreni più im4’ pensati.
Noi possiamo infatti comprendere facilmente che il messaggio di Gesù sia
’|t accolto in ambienti già preparati dall’opera dei profeti. Ma nulla ci appare più
difficile che un’opera di proselitismo fra
ufficiali dell’esercito e alte autorità dello stato romano. Eppure è quanto ci insegna il libro degli Atti.
'■>, San Paolo era giunto nell’isola di Ci.o prò, accompagnato da Barnaba e Gio•i Vanni Marco. Sbarcati a Salamina, i
missionari proseguono poi per Pafo, dove la loro opera destò tanta eco da giun^ gere alle orecchie del governatore romano.
Sergio Paolo era una di quelle anime,
V come tante dovevano esservi in Roma
medesima, che, insoddisfatte dei veri
culti accolti dal Panteon ro^no, erano
.j'." attratti nell’orbita del monjoteismp e
^ dello spiritualismo ebraico. Giunto a
. Pafo, Sergio Paolo aveva accolto nel suo
■ seguito un certo Elima, una strana figura di ebreo, che alla conoscènza della
.'Sacra Scrittura, univa la pratica di riti
e magie orientali. Tutto ciò aveva fatto
colpo sullo spirito del proconsolo, che
ne ascoltava con interesse la parola,
senza esserne probabilmente del tutto
persuaso.
Un giorno gli viene comunicato che
tre stranieri, tre Giudei, sono sbarcati
neU’isola per predicare la dottrina cristiana, quella dottrina che aveva preso
•- piede ad Antiochia, e di cui quasi certamente Sergio Paolo aveva già udito narlare. Egli fa dunque chiamare gli apo,, steli per udire il loro messaggio è possiamo facilmente immaginarci la gioia
,di queU’anìma che finalmente vede
- chiaro davanti a se, che trova la risposta
a tanti problemi di cui aveva inutllmente cercato la soluzione.
% Ma Elima non tarda .a intromettarsi.
" Dapprima egli ascolta in silenzio, poi si
allarma, quando vede il proconsolo inall’Evangelo, e infine il suo
odio verso gli apostoli non tarda a manifestarsi, e « resisteva loro, cercando di
'i/ stornare il proconsolo dalla fede».
♦ « «
Elima. Questo nome non rappresenta
unicamente un personaggio e iin episodio del passato. Ci guardiamo attorno,
! e sotto nomi e circostanze diverse, la
i storia si ripete. Ancor oggi Elima veglia
al nostro fianco, quando vede in noi
qualche palpito di vita spirituale, e la
sua tattica e i motivi che lo spingono ad
interessarsi di noi sono identici a quelli
dell’Elima di Sergio Paolo.
La sua tattica è quella di attaccare
una fede nascente, quando l’esperienza
non ha ancora permesso di mettere radici profonde. Per questo la Chiesa si
occupa con rinnovata premura del problema dei catecumeni e dei suoi giovani. Voi sentite nel vostro cuore il pri
mo palpito della fede e dell’entusiasmo
cristiano.Vorreste affrettare il bel giorno in cui davanti alla Chiesa solennemente vi impegnerete a seguire Gesù
per tutta la vita. Ma Elima si è accorto
del pericolo , che lo sovrasta, e subito
accorre, prima che voi conosciate meglio
la Parola di Dio, prima che abbiate potuto fortificarvi in essa.
E siccome Elima talvolta si presenterà sotto le spoglie di qualche caro amico, vi consiglio, giovani amici, di considerare con la più scrupolosa attenzione chi vi si mette al vostro fianco. La
separazione sarà meno dolorosa, se cercate di rendervi conto dei motivi che
hanno spinto Elima, o il suo equivalente
moderno, ad accompagnarsi con voi.
Anzitutto Elima cerca di distogliere
il proconsolo dalla fede, perchè se questi
diventa cristiano, i suoi interessi saran- I
no irrimediabilmente compromessi. Sergio Paolo si accorgerà di aver avuto a
che fare con un mistificatore, e non tarderà a liceiiziarlo.
Non occorre esemplificare per comprendere che oggi ancora l’ostilità latente che noi sentiamo nel mondo verso
il cristianesimo deriva dal timore degli
Interessi materiali compromessi. Quanti
Elima o^giorno che. vivono suU’igno- ranza e sul vizio del prossimo! Quando
ci accadrà di imbatterci in uno di loro,
quando udremo qualcuno criticare l’Evangelo e la Chiesa, cerchiamo sempre
di indagare quali interessi materiali sa
iebbero colpiti in lui, rEvangelo
h^ionfasse.
^ Il secondo motivo per cui Elima si oppone all’Evangelo è più profondo, un
rnotivo che ci rivela gli abissi di malvagità nei quali il cuore umano può scendere, e cioè gli uomini non possono tollerare che altri diventino migliori di lo>0. Un giovane impuro e intemperante
aofíre, se incontra un altro che ^ sforasi di non infangarsi. Chi è avaro nóh
può tollerare la vicinanza di chi si contenta del proprio stato. E così Elima si
accende di un odio profondo, quando
scorge Sergio Paolo hberarsi dalle sue
imposture e dalle sue magie, per avanzare libero e redento sui sentieri della
fede.
(' In conclusione, Elima' non ama Sergio Paolo, ma si serve dì lui. E così non
tí amano coloro che cercano di allontaliarvi dall’Evangelo e dalla Chiesa, coJ^ro che si sforzano di smorzare l’enasiasnio del vostro primo amore.
ÿ Non vi amano, e quindi non sono de
^ del vostro amore. Abbiamo il coràgIpio di respingere la compagnia di EliÀa, e noi pure, come Sergio Paolo, la
fetremo sostituire con quella di Cristo
<^esù. Elima cerca il suo interesse, Ge
cerca il nostro. Elima vuole trascinarci in basso' Gesù'ci conduce ‘di vetta in
vetta dove soffia l’aria santificatriee
dello Spirito.
Lui solo è degno della nostra fiducia,
perchè Lui solo è la nostra salvezza e
la nostra vita. R. N.
IíÜCET
Si dice e si ripete volentieri che il
protestantesimo non ha dei santi, per
quanto abbia i suoi santi. In realtà questi martiri della testimonianza
della Verità noi li dimentichiamo
troppo facilmente, seppure li conosciamo. E perciò vogliamo riandare nel tempo, e ricordarli sem,plicemente come semplicemente sono vissuti
e morti. E vogliamo riandare al là4l,
in terra di Brabante. E’ il cinque gennaio, di Venerdì; in Brusselle, nella prigione di Stato, è gran movimento di
sbirri, di guardie, di magistrati e di sacerdoti. Si tratta di caccia grossa ; un
sospetto, un eresiarca è stato sorpreso.
Portava nascosto nel seno un Nuovo
Testamento ed alcune prediche di quel
Martino Lutero che, condannato e scomunicato, ardisce di bruciare la bolla
di condanna. Si sa che egli è molto zelante nelle sue convinzioni, che ha moiti amici, che molti ha convinto ; ma ora,
finalmente, è stato preso, e preso proprio mentre egli, con finta innocenza,
sembrava dedito alla sua occupazione di
pelletier..., in un convento, non lungi da
Lovanio. Si chiama Giusto Giusberg, e
due Consiglieri della Cancelleria di Brabante si sono scomodati per il primo
interrogatorio che ha avuto luogo non
appena egli è giunto, debitamente incatenato ed accompagnato da un buon numero di arcieri, in Brusselle. Per facilitargli la meditazione gli hanno scelto
una cella quieta e solitaria, sotto i tetti,
e lo hanno segregato dal mondo che. durante nove settimane, egli contempla
attraverso le fitte sbarre del finestrino.
Poi l’hanno ricondotto a Lovanio, « per
accusare quei di sua conoscenza, come si
diceva » ; vano tentativo che questo
fiammingo è testardo, e sembra ch’egli « sia risoluto di piuttosto lasciarsi
fare a pezzi, che mettere amici e fratelli in pericolo ». Così l’han dovuto ricondurre a Brusselle con alquanto malumore di giudici ed arcieri che speravano di dargli compagnia; ed hanno ìniziato la pratica consueta : l’interrogatorio.
Questi interrogatori dispiacciono maledettamente al giudice, perchè l’incriminato non si difende, ma domanda
semplicemente che gli si dimostri, Sacra Scrittura alla mano, che egli ha torto, che egli ha errato. Ora il giudice non
conosce questa Sacra Scrittura e non
ha nessun desiderio di conoscerla ; d’altra parte il suo sentimento dì equità gli
suggerisce che qualcosa zoppica in questo processo. Così, per metter l’anima in
pace concedono a Giusto una notte di
riflessione ; aggiungono, a guisa di
commiato : «Ma se tu non disdici, tu
perirai ».
E Giusto prega e medita; rinnegato egli non diventerà mai, e Tindomani, di
fronte ai giudici, egli, l’accusato, diventa il giudice; la sua voce forma parole ìnaudite; « ...che se Voi non mi volete
insegnare, nè ascoltare, così procedendo
solo per violenza, contro ogni diritto ed
equità, ricordate che renderete cento,
un giorno, dì questo fatto, davanti al
giudizio di Dio ».
Oh! modesto uomo, chi ti ha ispirato
questo appello ad un giudizio che i tuoi
giudici non conoscono? Non comprendi
che con esso tu hai svalutato il giudizio umano della lettera che *i condanna?
Come eretico sarà brucato Giusto
Giusberg, con giudizio defin'tivo, e «talmente sarà egli tolto d’infra gli uomini,
che ir suo coipo sarà ridotto in cenere ».
E’ precisamente il 5 gennaio 154L
* « «
Ed ora la sentenza è definlt-Va. definitiva l’ha detto chiaramente il giudice,
quasi con una sorta di voluttà, quasi a
ridere dell’appello a Dio. Si: la giustizia degli uomini ha pronunziato úna parola, senza appello; eretico; ha escluso
un uomo dal consorzio umano, senza appello: il rogo.
Definitivamente.
Tutt’^1 più .poiché questo tesitardo'
fiammingo vuole discutere, vengano dei
religiosi e discutano finch’egli vuole,
cioè fino a che il rogo sia pronto. E vengono infatti fi religiosi, e lo trovano
stancò, debole ed assetato, cosa non
strana, nota il cronista, poiché è noto
« che i condannati, vicini alla morte,
sono maravigliosamente tormentati dalla sete, avvegnacchè questa forte apprensione della morte, congiunta ad una
evacuazione di vapori che proviene da
eccesso di dolore, dissecca i loro corpi ».
E se ne partono i religiosi; oramai il
tempo della discussione è passato, è rimasto quello della preparazione per il
Grande Viaggio. Serf'sk’Gafistò^chè una
corona è offerta a chi ha sofferto e vinto
sulla terra; ma pure egli sa che è un
peccatore, ed il suo peccato lo tormenta.
Ed ecco allora, con gli amici che sono
nella cella vicina s’intreccia un dialogo
dì ineffabili consolazioni. Giusto non è
solo; le preghiere salgono intorno a lui,
al Trono di Grazia, ed ora egli comprende finalmente realmente che Cristo
è morto per lui, che per il Suo sangue
è pronta la corona di gloria, ed una
grande pace scende nel suo cuore;
def initìvamenté :
« Io vedo, esclama egli, una grande
luce la quale mi rallegra d’una gioia
che non saprei spiegare; ed altro non
desidero ora che di morire e di essere
con Cristo». o. l.
Sostenitori
Girardon Margherita, Luserna S. G.,
L. 3 - Bertin Caterina, Id., 3 - Mondon
Albino, Id., 3 -' Durand Fiorina, Id., 2 Bonnet Clementina, Id., 3 - Vola Luisa,
Id., 1 - Micol Fernando, Id., 3. - Breuza
Rosa, Massello, 1 - Breuza Augusto, Id.,
3 - Gaydou Teofilo, Id., 1 - Gay Carolina, Torre Pellice, 3 - Caìrus Malan
Lidia, Torre Pellice, 1 - Cocorda Margherita, Id., 2 - Ten. Col. Oscar Berselli
Vercelli, 5 - Jalla. Guglielmo, Prestrane, 5 - Cav. Uff. Arturo Petrogalli, 5 Prof. Arturo Pascal, Torino, 5 - Cleante Rivoìro, Id., 31 - Bellion Matilde,
Id., 3 - Bertolino Tron, Id., 3 - Prof. E.
Rivoire, Brescia, 5 - Margherita Bonjour, Angrogna, 2 - I. G. V., Roma, 5 Dott. Werner, Genova, 5 - Paget Paolo,
San Secondo, 3 - Avondet Gardiol Lidia, Id., 3 - Prof. Grill, Milano, 5 Comm. Prof. Rivoire, Id., 2 - Piazzani
Adele, Trieste, 5 - Charbonnier Grill,
Torre Pellice, 5 - Armissoglio, Torino,
3 - Odin Fernando, Id., 3 - Perrot Long,
Bobbio Pellice, 8 - Grand Susanna, Id.,
3 - Ing. G. Pontet, Lecco 5.
2
V
t, ,3»f
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
'#
Segnaliamo: La $ap^p, Val d’Ant
grogna al Ctfsti^Uo di jUfont&rof^e,
dramma- storico^ g^aittio
scena si svolge nel castello di Mombrone, al principio del secolo XV, Autore
ne è il pastore Arturo Muston che vi ha
portato la sua passione di studioso di
storia Valdese, e la sua instancabile attività di pastore. ^
Una copia costa L. 2,50; per le Unioni
che ne ordineranno almeno 8 copie; é
offerto un ribasso del 40 per cento, franco di porto. L’opuscolo è in vendita
presso la Libreria Editrice Claudiana, a
Torre Pellice (Torino), e presso l’Ufficio recite della F. U. V. (C. C. P. 1616381,
intestato a Teodoro Balma, che né ha
cj^^to l’edizione.
QRONflC/l V/1LDE5E
AXpRQpNA, (Serre). La nostra- co^
mpnità ha celebrato con gioia il Natale.
.IVfarcplec^ì, 25 dicembre, alle ore 15, un
fpltp publolico gremiva il nostro Tempio in occasione della festa dei bambini
^le Scuola domenicale del Serre e di
Cacet-Rivoires i quali svolsero lodevolmente il loro programma dì canti e recitazioni accuratamente preparato.
Il Pastore ricordò loro l’annunzio che
Xatale reca a ciascuno di noi. La Corale
captò un inno di circostanza. Vogliamo
Ringraziare di cuore tutti quelli che in
mpfio diverso si sono adoperati per la
hupna riuscita di questa festa.
La sera del 31 dicembre, alle 20, nel
tempio del Serre erano raccolte insieme
le comunità del Serre e di San Lorenzo
ed alcuni rappresentanti dellp comunità
?|i Pradeltorno. Il Pastore locale pre^ipp davanti ad un uditorio numeroso e
raccolto sul testo: « il mondo passa via
colla sua concupiscenza, ma chi fa la volontà di Dio dimora in eterno » (I Giov.
2: 17). Il Pastore della comunità sorella
fiypise il suo messaggio fraterno ispirandosi alle parole: « Insegnaci a coniar® i nostri giorni, in modo che acquistiamo un cuor savio » (Salmo 90: 12).
Le due Corali contribuirono alla edificazione del culto con due inni. La Colale del capoluogo cantò l’inno 37 dei
Cento Canti; quella del Serre l’inno 255
deirinnario. Fu celebrata la Santa Cena. Ci auguriamo che l’annunzio della
Parola di Dio rivolto in questo culto faccia profondam,ente riflettere ognuno di
noi e ci spinga a ricercare la sola cosa
veramente necessaria: « l’adempimento
della yplontà d^ nostjpp Diq RUhgra• piamo Vivamente la comunità di IiORenpo pd il suo I^store per la Jorp pprteeipaiipne a quesfc) culto. Un grafie pure
alle due Società Corali. * .
Pradeltorno. Il giorno di Natale è stato celebrato dalla nostra coihunità eoa
un culto. Il Pastore predicò sul testo« Il Fighuol deirUomo è venuto per cercare e per salvare ciò che era perito»
(Luca 19: 11). Il culto fu seguito dalla
celebrazione della Santa Cena. La Corale cantò lodevolmente un inno di circostanza.
^— Domenica 29 dicembre ebbe luogo
nel tempio la festa del Natale per i bimbi della Scuola domenicale. Molti canti,,
molte recitazioni preparate con cura. Il
Pastore, ricordando ai bambini ed al
pubblico la venuta del Principe di Pace,
disse loro che il primo segno dal quale
si riconosce che si è realizzato quest’annuncio è che vi sia tra i membri della
comunità che afferma essere di Cristo
un amore vivente e non finto: « Amatevi - dice Gesù - come Io vi ho amati ».
— Ringraziamo ancora tutti i donatori
che colle loro offerte ci hanno permesso
di potere rallegrare i numerosi barn,- '
bini delle nostre Scuole Domenicali.
^d i corcali rapporti di vera amicizia
da lui mantenuti con molti cattolici e
non pochi sacérdoti vario gfado fu
e. a.
BOBBIO PELLICE. Nella prima
quindicina di gennaio due fratelli ci
Iranno lasciati per la Patria Celeste :
Paolo Rostan, di anni 11 (Rostagni), e
Davide Charbonnier, dì anni 63 (Giornà)
Alle famiglie colpite dal lutto rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia
cristiana. R,
LUSERNA SAN GIOVANNI. Il 10
corrente decedeva in Rapallo, il dott.
Daniele Turin. Era nato a Torino il
2 agosto 1866, ed in quella città j'requentò le scuole elem.entari.
Trasferitosi di poi nel comune di Luserna San Giovanni, frequentò di qui il
Ginnasio-Liceo Valdese e l’Università.
Laureatosi in medicipa, Daniele Turin, esercitò la sua nobile professione
per più di 43 anni nel comune dei suoi
avi ed in quelli vicini, raccogliendo, non
ricchezze materiali che mai cercò, ma
una larga messe di riconoscenza che ebbe la sua tangibile espressione nelle onoranze che gli furono tributate il 16
maggio 1937 in occasione del suo collocamento a riposo e della costituzione
della « Fondazione Daniele Turin .
Valdese sincero e convinto, seppe
comprendere sempre con generosità e
vera cavalleria i sentimenti di chi apparteneva ad altra confessione religiosa
rono fino aU’ultimo U suo vaj|¿to;
Nel campo professionale, forzatamente multiforme, egli prodigò sempre con
particolare compiacimento la sua specializzata competenza nelle cure alla
- -Madre ed al Fanciullo. Nel campo ar®§h mise la capacità musicale
, era spiccatarñente dotato al ser
virio delle manifestazioni del bello. La
musica sacra lo ebbe appassionato cultore; una raccolta di cantici della Chiesa Valdese porta con altre la sua firma.
Il 9 corrente, dalla ridente Rapallo,
ove, da alcuni anni, andava a trascorrere le settimane più rigide dell’anno,
i’anima sua è tornata a Dio, e domenica,
con un funerale presieduto dal pastore
L. Rivoira, informato a quella modestia
che gli fu caratteristica, i suoi resti mortali vennero consegnati alla terra, non
lungi da quella casa dei Malanot dove
passò la sua adolescenza e che tanto volentieri ricordava.
Ci inchiniamo davanti a questa bella
figura che scompare e da queste colonne porgiamo alla Vedova, ai tre figli, alle nuore, ai nipotini, il cui pensiero lo rendeva raggiante, l’espressione
della nostra cordiale e sincera simpatia.
b.
PINEROLO. Necrologio. Nel pomerìggio di Sabato undici coi’rente, un lungo
corteo funebre accompagnava al Campo
del riposo la salma della nostra sorella
Qriset Maddalena vedova Griot, dì anni
65. Di carattere dolce e affabile la defunta lascia, in quanti la conoscevano,
largo rimpianto. Ai figli Alfredo e Elisa
e alle loro famiglie, ai fratelli Daniele e
Giacomo e a tutti i congiunti rinnoviamo l’espressione del nostro sincero cordoglio e della nostra fraterna e cristiana
simpatia.
RORA’. Lutti. Il sei dicembre u. s. jn
lungo corteo di amici e fratelli di Chiesa accompagnò all’estrema dimora la
spoglia mortale di Morel Carlo, delle
Moulouire, d’anni 71. Ai figli che risiedono quasi tutti lontano e specialmente
alla vedova, zelante e generosa unionista, che curò il consorte durante la lunga malattia, con una fedeltà ed una
bontà esemplare, rinnoviamo l’espressione. della nostra fraterna simpatia.
Il sette gennaio, un altro corteo numeroso, percorrendo il tragitto più lunj go della parrocchia, per una via resa
I difficile dall’abbondante nevicata, aci compagnò la spoglia mortale del nostro
Valdese
Novella di I. LOMBARDINI
(Seguito - Vedere numero precedente)
III.
Partì col padre, subito il mattino
dopo, per tempo, senza aver potuto rivedere nè le sue compagne, nè la parente, e neppure il Pastore che avrebbe
potuto darle qualche consiglio, qualche
indirizzo di persone amiche.
Roberto e Maria l’accompagnarono
per un breve tratto, in silenzio ; i due
ragazzi avevano il cuore oppresso come
non mai dopo la morte della mamma,
perche Giulia era per loro come
Una mammina un po’ inesperta, è vero,
ma che li guidava e li consolava,
quando come ora, avevano una gran voglia di piangere perchè il padre li rimbrottava senza motivo, o la fatica li
fiaccava, o avevano, senza apparente cagione, bisogno di un po’ di conforto, di
un po’ d’gmqre.
Anche questa volta fu lèi, che, vincendq la sua pena, li consolò, dicendo
avrebbe pensato a loro raccomandando di essere buoni e di lavorare di
vòglia, perchè Dio li guarderebbe tutti ;
temendo di non resistere aUa gran voglia di piangere, disse loro di tornare indietro, a casa, alle faccende.
Essi ubbidirono a malincuore. Vedendo che stavano per mettersi a piangere, il padre aveva detto :
— Sciocchi! Cercate di crescere presto invece, che ci andremmo tutti in
città ! Beata Giulia che se ne può stare
laggiù ! — Poi, quando essi se ne erano
tornati, voltandosi spesso a riguardare
la sorella che stava per scomparire dietro una curva della strada, vedendo che
Giulia era tanto triste, aggiunse : — E
tu smettila, sai, con queste storie : Vedrai che è questione di alcuni giorni ;
poi, quando ti sarai abituata, mi ringrazierai di averti portata laggiù, dove
avrai bei vestiti, e divertimenti e
tutto ! —
Ma Giulia non pensava ai bei vestiti : pensava con un gran stringimento
al cuore, e senza saperselo perdonare,
che nel dolore e nella fretta della partenza ella si era dimenticato il suo
Nuovo Testamento.
Avrebbe voluto tornare indietro a
riprenderlo, ma non osava chiederlo al
padre, sicura come era che non glielo
avrebbe permesso. Gli chiese invece,
trepidando, di specBrglialo appena fosse
tornato. Egli le promise, e se anche se
poi se ne dimenticò ; in quel momento
ella se he senti consolata...
...Dal treno, dove è salita a Pineroio,
ha dato un’ultima occhiata ai suoi mon
ti, al suo villaggio che si intravvedeva
sorridere tra il verde cupo dei castag'.ii,
lassù, così quieto e così bello... No, meglio non pensarci, meglio chiudere lal
petto l’ambascia che opprime e fare
cenno di sì, di sì, al padre che si è risvegliato come da un lungo sopore per
dire che la città è magnifica, che la vita
vi è bella, che ella vi si troverà benissimo...
...La città era grande e bella, ma Giulia non poteva godere nessuna di quelle
gioie che il padre le aveva promesse e
che egli rimpiangeva continuamente.
Appena uscita dalla stazione, il grande
movimento di persone e dì veicoli la
stordì; fu condotta, per strade che a
lei parvero interminabili, in un brutto
sobborgo, con alte case squallide tutte
uguali, e di lì, in una casetta spersa tra
officine gigantesche, in un angolo di
cortile nero di polvere e di carbone, assolato e squallido. A un lato della casetta un orticello, con alcune piante
di ròse instristite per l’arsura, che si
disfacevano nei petali esangui.
Le officine erano quelle dove suo padre era stato custode, la casetta quella
di colui che era stato suo superiore immediato.
Il lavoro non mancava tra la vecchia
suòcera, bisbetica, la padrona giovane,
cui, per avere una serva sembrava di
essersi liberata dàlia pena di tutte le
faccende e una nidiata di marmòcchi
petulanti e maleducati, per i quali la
montanara, così impacciata e cosi timida e quasi paurosa, oltre che la serva, èra la vittima delle loro bizze e dei
SUtfoira Federico, d’anni 60, di
1 J’%tti; rf^ito in pochi giorni alla sua
, iE5i^,|lia Ulta violenta malattia. Egli
era lü3?faiaiente conosciuto ed i suoi figìi, che furono per molti anni degli unionisti zelanti, poterono sentirsi circondati dalla cordiale simpatia della chiesa.
Veglia d} Capodanno. Come gli altri
anni, ma con un carattere di maggiore
raccogliménto, una numerosa assemblea
di credenti, sì è riunita la sera del 31
dicembre per attendere insieme l’alba
del nuovo anno. La serata ebbe inizio
con un culto e proseguì in mezzo a fraterne conversazioni e canti. Un gruppo
di bimbi sceneggiò con valentia un episodio edificante. Alcuni minuti vennero
dedicati alla commemorazione dei fratelli dipartiti durante Fanno. Nelle preghiere furono largamente ricordati i nom: della Patria, delle autorità che la governano e dei fratelli sotto le armi.
Visita. Il signor Erico Rollìer dì Milano, membro della Commissione Finanziaria nominata dalla Tavola, ha visitato la nostra chiesa per perorarvi con
convinzione e valentia la causa della nostra autonomia economica. Parlò, sabato sera, ai fratelli di Mourcious e delle
Fucine e, domenica mattina, presiedette
il culto principale nel tempio. Una riunione pomeridiana a Rumer dovette essere sospesa a motivo di una nevicata
eccessiva che aveva resa impraticabile
la strada. Venne sostituita con una riunione della gioventù tempestivamente
convocata ed ottimamente riuscita. Serbiamo dell’ottima visita il più grato ricordo.
SAN GERMANO CHISONE. Hanno
terminato il loro terrestre pellegrinaggio: Balmas Daniele Alessandro, residente da molti anni al Faetto. E’ stato
sepolto il 1 gennaio nel Cimitero delle
Rue. — Travers Enrico, di anni 68, dei
Bianchi Superiori, deceduto il 5 gennaio. — Avondet Lami, di anni 69, della
Siburna, deceduto il 10 gennaio.
Alle famiglie nel duolo giungano le
espressioni della nostra cristiana simpatia e l’incoraggiamento a cercare in
Gesù le consolazioni e la pace che il
mondo non può dare.
— I culti di fine e di Capodanno hanno
permesso a buone assemblee dì fedeli di
trascorrere nella comunione del Signore
quelle ore solenni della vita. Al culto di
fine d’anno la Sacra Mensa era imbandita e molti vi hanno partecipato. Due
bei cori hanno contribuito all’edificazione. Il periodo delle feste è stato veramente per tutti quelli che hanno ritrovata la via del Santuario un’oasi spirituaie. Ne sia lodato Iddio!
loro capricci, e, quand’erano di buona
luna, dei loro scherzi dei quali la madre sorrideva, indulgente. Per tutta la
settimana sfacchinò senza un momento
di requie, levandosi all’alba, e coricandosi la sera, tardi, tanto stanca, da trovare appena il tempo, prima di coricarsi nel lettuccio che le avevano preparato in un sottoscala, di recitare una
breve preghiera. Sì addormentava subito, di un sonno pesante, e ciò era
bene, perchè almeno non aveva tempo
di pensare e di piangere, avvilita dai
rimbrotti della padrona che non sapeva
perdonare di saper cucinare tanto poco
da costringerla a restar, lei che era la
Signora, in cucina, dalla stranezza della
vecchia, e dalle impertinenze crudeli
dei bimbi, che sembravano odiarla, o
almeno si comportavano come se la odiassero d’un odio che, per essere inconscio, non era meno crude ie.
La domenica mattina, dopo che si era
affaccendata intorno ài bimbi che dovevano uscire, alle camere che dovevano essere riordinate al più presto, la
vecchia le ordinò di preparar.si presto,
subito, perchè doveva accompagnarla a
Messa.
— Ma io non verigq a Messa; io sono
Valdese — disse Giulia con un tremito
héllà voce, che pure era decisa.
Le due padrone, la vecchia e la giovane, la guardarono con una muta arìa di spa,vento, quasi non potessero
credere alle loro orecchie.
—• Una Valdese ? Avevano in casa
una scomunicata
f Segue).
á
3
'_________________L’ECQ VAI^gpI
■' i-ì!f
m
M
m
Í — Insieme colla Lettera Pastorale di
■ Natale è state distribuita a tutte le fa-'
r migli© della parrocchia la circolare del
Comitato Finanziario della Chiesa Valdese. Nel corso del presente e del prossimo mese delle Commissioni nominate
dal Concistoro visiteranno a domicilio
- secondo le direttive stabilite aU’unahimità dall’Assemblea di Chiesa - tutti
i membri comunicanti della parrocchia
per stabilire di comune accordo la contribuzione impegnativa per il corrente
anno ecclesiastico, che per ogni quartiere deve dare come risultato un aumento globale del 50 per cento almeno,
conformemente all’ordine del giorno del
Sinodo.
Una di queste Commissioni ha già espletato il suo compito in un quartiere
con successo. Vi sono dei membri che
arrendendosi, dopo un primo rifiuto, alÍ le giuste considerazioni della Commissione hanno di buon grado triplicata la
|i loro offerta. Altri l’hanno senz’altro
. ..raddoppiata. Non v’ha dubbio che la
Chiesa di San Germano forte di 1.150
i membri, privilegiata fra tutte per le
vane possibilità di lavoro offerto a
tutti, uomini, donne e ragazzi, sarà fra
le prime a raggiungere e superare la
meta prefissa.
— Domenica 12 corrente, sono stati
insediati nella loro carica i tre nuovi
, diaconi eletti dall’assemblea di Chiesa:
il signor Giovanni Baret per la Sugna,
il signor Forneron Alessandro per il Villar e il signor Emilio Martinat per i
: Martinat. Il pastore nel suo sermone ha
parlato della istituzione del diaconato
nella chiesa primitiva, dei doveri e delle
funzioni dei diaconi e della consideraziione e dell’aiuto dì cui' devono essere
circondati nei loro quartieri, e in ultimo
del servizio agli ordini di Cristo che tutti
■ i credenti, anche quelli che non hanno
una carica ufficiale devono adempiere
nella Chiesa.
Il Concistoro arricchito di questi nuovi apporti di esperienze, di attività e di
fede si sente ora più forte per i suoi
molteplici compiti. Ma esso non è ancora al completo. Noi speriamo che il
Signore farà sorgere delle vocazioni per
i posti vacanti.
— Domenica 26 gennaio, alle ore
15.30, avrà luogo un Convegno Interquartierale. Ci auguriamo che il tempo
buono favorisca la partecipazione della
gioventù dei quartieri più lontani.
TORRE PELLICE. Domenica scorsa
il pulpito è stato occupato dal pastore
R. Nisbet, il quale ci ha dato un apprezzato sermone in rapporto con la
presente situazione. Lo ringraziamo del
suo messaggio.
La settimana passata due nostre
: sorelle sono state richiamate dà questo
mondo: la S(ignora Marianrm Cgugn^
(Bescheis) all’età di 84 anni e la Signora Maddalena Cortez (Villa lì all’età di "80 anni.
Il Signore spanda le sue consolazioni
sulle famiglie in lutto.
TORINO. La nostra comunità è stata,
nelle ultime settimane, particolarmente
provata da gravi lutti.
Il 23 dicembre u. s. aveva luogo l’accompagnamento all’ultima dim,ora ter■ rena della salma del nostro fratello A
gosfitio Móntabone, noto industriale della nostra città. Nella casa stessa dell’Estinto fu annunziata la parola della Vita eterna ad un largo stuolo di fmrentì,
amici e collaboratori. Alla Vedova, signora Maria Montabope-Revel, ai figliuoli, alle figliuole ed alle loro famiglie rinnoviamo i sensi della nostra viva
simpatia cristiana.
Il 26 ebbe luogo, nel tempio di Corso
Vittorio, il funerale di Eliseo Volpi, oriundo di Bsiri, impiegato in questo Municipio.
Un pensiero di viva simpatia rinnoviamo alla vedova ed ai nunaerosi congiunti
di Felice Turin, di Lusema San Giovanni, deceduto nel nostro Ospedale la sera
del 27 dicembre.
Il 2 gennaio, nonostante il tempo pes■ simo, numerosi parenti, fratelli in fede e
colleghi si riunivano, nel tempio di Corso Oddone, intorno alla spoglia mortale
di Pasquale Minetti, pensionato delle
FF.SS., spentosi serenamente al termine
di una lunga e laboriosa giornata. Il nostro venerato fratello aveva, in un periodo benedetto della sua vite, studiato
con passione i principi cristiani quali ci
sono presentati nelle S. Scritture e la
sua adesione aU’Evangelo era stata la
conseguenza di una ponderata, illuminata decisione: la fede ni Cristo Gesù,
nostro Redentore, illuminò di luce serena gli ultimi suoi giorni di esistenza
terrena. Alla vedova, signora Valentina
Minetti Martinengo, ed ai figliuoli l’assicurazione della nostra solidarietà nella
prova e nella beata speranza della Vita
eterna.
Una prova dolorosa ha colpito la cara
famiglia del nostro fratello Arturo Besson. La figliuola, signorina Paola, dopo
varie settimane di angosciosa sofferenza,
rispondeva serenamente alla chiamata
del Signore il giorno 8 gennaio. La cara
Estinta lascia in quanti ebbero agio di
conoscerla e di apprezzarne le doti di
bontà, di serenità e di umiltà un soave
ricordo. La sua giornata si è chiusa prima che, sul suo orizzonte, fosse tramontato il sole. E la prova dei genitori, della
sorella è veramente grande. ÀI Signore
di tutte le consolazioni domandiamo di
volere, nella sua grazia, colmaire il vuoto
lasciato dalla nostra buona, giovane sorella e di lenire le ferite dei cuori angosciati.
I funerali hanno avuto luogo, nell’intimità della famiglia, il 9 gennaio.
Negli Istituti cittadini sono deceduti
Augusto Vertù, di Torre Peìlice e Alberto Fraschia, di Luserpa San Giovanni.
II 1 gennaio, decedeva l’in^ Roberto
Ehuer, originario di Ulma in
Le famiglie visitate dalla prova hanno
sentita la solidarietà di tutta ìa Chiesa;
possano altresì sperimentare la presenza
consolatrice del Signore, al quale apparteniamo in vita e in morte, nel tempo e
neU’eternità.
— I culti delle solennità sono stati fre.
quentati da un buon numero dì fedeli,
alla Santa Cena hanno partecipato varie
centinaia di comunicanti.
— Le due feste di Natale per gli alunni delle nostre Scuole domenicali - nonostante il momento difficile - sono state allietate dalla gioia intima e profonda
che ci arreca la manifestazione dell’amore di Dio.
I doni, come di consueto, sono stati
graditi da tutti.
KPisim
e divulgato i recanti opuBcoii della
EDITRICE CLA^UDIl^NA.
L. 0,50
0,50
* 1,—
.
TEMPO DI GUERRA................................
L'EREDITÀ DEI PADRI . . . .
CHI SONO I CRISTIANI EVANGELICI
PERFETTA LETIZIA (imminente)
Vibranti di attualità e degnamente redatti dal Prof. Giovanni
Mieggf.
Sconto dfil 30*% a ehi ne acquista aÌttteno dieci copie di
ciascun opuscolo.
Pie»# il f;ipii|ie»
(ÌSeditaaMi prépafàte sui testi del Calendario Biblieo della Chiesa Morati)
Lahedi Lettura: ^Imo li5.
S?e Gennaio Voi, pudriy non provocate od
im i vostri figliuoli, tm allevateli in diaeipUna e in ammonizione dei Signore.
Efes. 6: 4.
Dopo una esortaziohe ai figliuoli «ub<bjjdite ai vostri genitori », l’apostelo pe
rivolge una finche ai padri. Potrebbe dire ài genitori; ma dice ai padri in quanto
rautofità delia madre è coperta da queltà del padre, del capofàniiglia, ed a quiesti tocca esercitare la disciplina.
In ogni caso le nostre azioni provoca^
no delle reazioni; specialmente l’ingiugtizia provoca rirà e l’ira è nemica delio
Spirito di ubbidienza: se volete avere
figliuoli ubbidienti siate scrupolosamente giusti nell’esercizio della disciplina.
A tale effetto lasciatevi ispirare dal
Signor Gesù: « allevateli in disciplina
e in ammonizione del Signore ». Date
loro l’esempio d’essere voi stessi disoiplinati e scrupolosamente obbedienti a
Dio, e quando aveste a rivolger loro
Upa ammonizione, fatelo con quello pirito dì misericordia per il peccatore,
seppure di franchezza contro il peccato,
liie si riassume nell’amore perdohatpre e redentore.
Martedì Lettura: Marco 3: 10-30.
21 pennaio Dinanzi alla promessa di
Dio, Abramo non vacillò per incredulità, essendo pienamente convinto che
ciò che aveva promesso, Egli era anehe potente da effettuarlo.
Rom. 4: 20-21.
Dinanzi alle promesse dì Dio, ci sotto
|ye categorie di persone.
1 - Quelli che le ignorano - o che le
Vogliono ignorare (in pratica è lo stes-,
so, perchè vivono senza Dio).
2 - Quelli che le accolgono con w redulità, sia perchè non possono ammettere che Iddio abbia tanta potenza da
nlantenerlè; sia perchè non possono
ammettere che Iddio abbia un cosi
grande amore per l’uomo; sia perchè
credono di conoscere tutti i segreti ed
i misteri della materia e non ammettono in essa alcim intervento divino.
3 - Quelli che le accolgono con fede, cioè con la convinzione che Iddio
ci ama, anche se per il momento non
comprendiamo il perchè delle cose che
ci accadono; con la convinzione che Iddio è fedele, anhe se in certi momenti
ci appare lontano ed inafferrabile; con
la convinzione che Iddio sa dove vuol
condurci, anche se lo fa per vie che ci
sembrano lunghe e mistefiose; con la
convinzione, insomma, che Iddio può
quello che vuole.
Mercoledì Lettura: Marco 3: 31-35.
22 Gennaio Noi siamo tribolati in ogni
mianiera, ma non ridotti all’estremo;
perplessi, ma non disperati.
2 Cor, 4: 8.
Non tutte le anime nell’angoscia e
nell’afflizione potrebbero unirsi a questa fiduciosa esclamazione deH’apoatolo.
Quali posson essere le ragioni di tale contrasto con r'apostolo ? Ci sembra ravvisarle principalmente in un
diverso concetto della vita e della
morte. Per Paolo, vivere, significava
metter la sua vita a servizio di Cristo
e della sua causa. La prosperità, il guadagno, le cariche, gli onori, egli le reputa quali spazzature e non gli rincresce di perderle per amor di Cristo, ed
avendole perdute egli non ha nessun rimpianto. Se qualcuno confida in Cristo solo per ottenere quelle
cose fa un pessimo calcolo, poiché
Gesù ha detto ai suoi discepoli: « Ecco,
io vi mando come pecore in mezzo ai
lupi ».
Per Paolo, morire, era un guadagno,
perchè era certo di andarsene a stare
col suo Signiore. Quanti, invece, appena sono ammalati, o devono prestare
un servizio peripoloso, sono disperati
perchè considerano la morte come l’annullamento di tutti ì beni che possedevano e di cui godevano, come la massima di tutte le perdite.
Altro che guadagno!
Giovedì Lettura: Marco 4: 1-12.
23 Gennaio Nessuno di noi vive per se
^èisby 'J idi ti# fmiorb pèr ^
stesso; perchè se viviamo, viviamo per
il àfipnore é ife moriathb, mortàìnó per
ìì Sil^hórè; sia dunqke òhe viviamo à
Vibrìviiho, nói Óiamó dèi Signore.
' Robi. 14: 7-8.
Quàiidó yògliamb vìvere sólo a teòtìó
iibstib siatìlo degli egoisti; quahdo VO^
gliamo sofegliére da noi il mómento
della nostra morte siamo dei suiei#:
ma l’egoista è anche un suicida, perchè
perde l’anima Sq^.
La nostra vita e la hostra morte non
dipendono dunque da noi, ma solo da
Dio. Se accettiamo questo principio; si
fa subito nelTanima nostra una grapde calmai: co^i ha voluto Iddip?
Guardiamoci però dal cadere nel fatalismo. Accanto alla volontà di Dio èi
dev’essere anche la npstr^ se la yita
e la morte appartengono a ilio, hòt fol’"
biamo vivere e morire in tal modo da
onorare, da glorificare Iddio. Questo,
sempre con l’aiuto di Dio, lo possiamo
fàr noi.
Id infine, se siamo preoccupati uair
camente di piacere al Signore in vite
ed in morte, nella gioia e nel dolore,
nella salute e niellà malattia; nella prosperità e nell’avversità, non ci mancherà il suo riconoscimento e sentiremo la
sua voce che fcì dirà: « Tu sei mib ».
Venerdì Lettura: Marco 4: 13-25ì
24 Gennaio Ogni donazione buona e pgni dono perfetto vengono dall’alto, discendendo 4*1 P$dre degli aslH luminosi, presso il quale non c’è variazione,
nè ombra prodotta da rivolgimento.
Giae. 1: 17.
C’è in questo versetto come un’eco del
Salmo 136, che incomincia così: Ctle- ‘
brate l’Éterno, pefcìié è buono, perchè
là sua benignità dura in eterno. Esso
continua facendo un lungo elenco di
doni Ch’Egli ha fptto al suo popolo, e
che dimostrano la sua tontà e la sua
fedeltà.
Il Padre degli astri luminosi, non è
solo il creatore del sole, della luna e
delle stelle, ma è anche Colui che manda i suoi angeli, i suoi profeti, i suoi
servitori a portare iì più ì\nnino86 di
tutti ì messaggi; è Clolui che ha mandato in Gesù Cristo la luce da illuminar
tutte le genti.
E tu, che hai tu fatto quando un, tal
dòlio è giunto fino a te? Come l’haì accòlto? Ti sei fatto incontro con. giubilò,
in tino slancio dì gioia e di gratitudine?
L’hai afferrato? Ne vivi? Sei divenr
tato a tua volta luminoso e raggiante
deila sua luce?
G ti sei tratto indietro per rimanere
rifellè tenebre, perchè quella luce tì turbava e ti disturbava?
Di, come hai accolto il perfetto dono
di Dio ?
Sabato Lettura: Marco 4; 26-34.
28 ÒeMnaio Ho anche delle altre pecore,
che non sono di quest’ovile; anche
quelle io devo raccogliere e vi sarà Un
solò gregge, un solo pastore.
Giov. 10: 16.
Il gregge è costituito da un gruppo
molto numeroso dì pecore: esso è custodito in diversi ovili. Solo il pastore
conosce tutte le pecore dei suoi ovili; le
pecore non si conoscono tutte tra di
loro: si conoscono assai meglio tra pecore 'dello stesso ovile.
Or è successo tante volte che le pecore di un ovile hanno creduto di costituire tutto il gregge. Le altre pecorel
oh! quale sguardo dì indifferenza! qua-^
le sguardo di diffidenza! quale sguardo
di disprezzo! forse... quale sguardo di
odio! Ecco tutto quello che le pecore
di un certo ovile hanno dato alle altre.
Il buon pastore però, che ha parlato
di un sol gregge, ma non dì un sol ) ovile, sa che anch’esse hanno bisogno di
esser raccolte e curate dal suo amore;
ed egli vuole che neanche .una delle sue
pecore si perda.
Quant’è opportuno che il Signore ci
ripeta il suo momto perchè diventiamo
più larghi di cuore.
ARNALDO COMBA.
Domenica 26 Gennaio
Leggere la meditazione in prima pagina.
4
11 10 gennaio 1941, si è spento in Rapallo," all’età di 74 anni, il b
DOTT. DANIELE TURIN
rs"' rs;»' -■ -.-tSt ■
. La moglie Maria Màrgiunti; i figli:
Dott. Cav. Riccardo, Carlo, Matteo, colle rispettive mogli Caroly Pizzardi,
Dina Dessy e Lucia May; i cognati, cognate, i numérosi nipoti e cugini ne
dànno, il triste annunzio a funerali avvenuti, r, per espressa volontà del Defunto.^ i '.'> •'-■■T Ì"''"-'f
Luseriia San Giovanni,
12 eghnaio 1941-XIX.
Le famiglie Griset, Griot, Griva, commosse per il tributo d’affetto reso alla
memoria della loro cara
MADDALENA GRISET
VEDOVA DRIOT
ringraziano tutti gli Amici e Conoscenti
che in qualsiasi modo presero parte al
loro grande dolore.
. Pinerolo, 11 gennaio 1941-XIX.'
I figli Aldo, Franco, Vera, Nora, Alma, Roma, Ennio, colle loro famiglie
annumnano con grande dolore la perdita del loro padre
ARTURO MUSTON
PASTORE VALDESE
che nel 85mo anno di età se n’è tornato
*al suo Maestro.
Torino, 14 gennaio 1941-XIX.
Va bene, buono e fedele servitore: entra nellc^
gioia del tuo Signore.
(Matteo 25: 21).
IMI OMAiii mn\
RIFUGIO RE CARLO ALBERTO.
Concistoro Chiesa Valdese, Torre
Pellìce, L. 250 - E. e Aldo Frache, Td.,
20 - In memoria di Enrico Peyrot, Fondazione Letto: Lìly Peyrot Eynaid e
Figli, Torino, 1000; Ing. Emilio Eynard
e famiglia, Bergamo, 200; Avv. Comm.
Cesare Armandis, Torino, 100; Soc. A.
Crunùere, Villar Pellice, 200; Cav. Fernando Pellegrini, Cleante e Ugo Rivoiro, Torino, 3000; S. A. Peyrot e Rossignoli, Id. 5000; Felice Rossignoli, ìdr,
1000; Soc. Talco Gr?ifite Val Chisone,
Pinerolo, 1000; Letta Dapples, Grezzano. Luco Mugello, 200 - Gruppo di soldati in visita, 9,60 - Pietro Michelin, in
’‘memoria del padre, Villar Pellice, 100
Selma Longo, Torre Pellice, 30 - G.
Uff. Rag. Emilio Gardiol, Milano, 2000
- In memoria di Elisa Marauda; le nipotine, Sàn Giovanni, 70 - Giorgma
Mancini, Roma, 10 - G. e A. Vaschette,
in'"'memoria del padre’. San Giovanni,
50 - Marie Ribet, Torre Pellice, 50 P. Rivoir Marauda, in memoria della
Madre, Id., 25 - Sorelle Vicino, Pinerplo, 20 - Elma e Angelo Farina, Tórre
Pellice, 50 Unione delle Maciri, Id.,
30 - Chiesa Evangelica Valdese, Coazze, 70 - Emanuele Genre, Fontane, 10 Chiesa" Valdese Luserna San Giovanni,
100 - In mem,oria di Margherita Rostan
Cesan, 50 - In memoria di Ida Malanot
Fouque, 50 - Charbonnier G. e Agostina, Torre Pellice, 20 - Riconoscenza
al Signore,al Sinodo, , 50 Clementina
Maggiore, Torre Pellice, 25 - Cav. Dionigi Ceresole, Id., 10 - Famiglie Jahier
e Ribet, Id., 100 - Un’amica valdese.
San Giovanni, 20 - Cleante Cocito, Roma, 100 - Anonimo, San Germano, 10 Dott. Arnaldo Malan e Signora, Torre
Pellice, 100 - Adelina Selli, Id., 50 Gönnet Giovanna, Id., 10 - Gustavo
Comba, Id., 50 - Bruatto Lea, Torino,
3,30 - Prof. W. Long Marey, Roma, 25
- oreUe Celestina e Emilia, 20 - Gino
e Giorgina Jahier, San Giovanni, 100 Sara Petrai, I(J., 30.
Il Presidente:
Aw. STEFANO PEYROT.
Cercasi famiglia mezzadri pel San
Martino ’41. Cascinotta 12-15 giornate.
■ Rivolgersi PaQET - San Secondo di Pinerolo.
Donna Alfonso continua la svendita
per realizzo di merce buona a prezzi
imbattibili.
Prof. Omo Costabel, direttore respoiisabilè
ARTI GRAFICHE . L’ALPINA» - Torre Pellice
CMedere alla
UMa itti Ugna
il Catalogo 1941
CASA VALDESE DELLE DIACONESSE
Fondata nel 1901.
Ha per scopo la preparazione di
giovani cristiane, che desiderano consacrare interamente la loro vita al
Signore, curando i sofferenti.
Si mantiene mediante offerte volontarie.
Diaconesse felici 1 Un’ideale lungamente sognato che si può attuare nella
vita delle nostre giovani.
Per informazioni e offerte rivolgersi
al Direttore della Casa
SIG. Past. ROBERTO NISBET
Convitto Valdese
TORRE PELLICE (Torino)
Indirlixi di Chiese Valdesi
Angrogiia
Angrogna
Edoardo Aime.
Bobbio Pellice —
Ricca.
- Pastore : Arnaldo Comba.
(Serre) — Cand. Theol.
Pastore : Alberto
Pastore : Lo
Luserna San Giovanni
renzo Rivoira.
Massello — Pastore : Enrico Tron.
Perrero — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore ; Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore: Guido Mathieu.
BANCO DI ROMA
BANCA DI INTERESSE NAZIONALE
SOC. ANONIMA CAPITALE E RISÈRVE LIT. 347.774.437,83
SEDE SOCIALE E DIREZIONE CENTRALE IN ROMA
ANNO DI FONDAZIONE 1880
170 FILIALI IN ITALIA, IN LIBIA E NELL’EGEO
16 FILIALI NELL’ IMPERO
18 FILIALI E 3 UFFICI DI RAPPRESENTANZA ALL’ESTERO
CORRISPONDENTI IN OGNI PARTE DEL MONDO
TUTTE LE OPERAZIONI DI BANCA
FILIALE DI TORRE PELLICE
PIAZZA VITTORIO EMANUELE II
ANGOLO VIA MAZZINI
TELEFONO NUMERO 62
TOSSI
CATARRI
LE -PILLOLE DI CATRAMINA
BERTELLI HANNO UN POTERE
ANTISETTICO VERAMENTE
IMMUNIZZANTE DELLE VIE
RESPIRATORIE
CÀTPÀMINÀ
BERTELLI
A¥TILIO IflOtJRGLIÄ
TeDSSuSi m K
^ na «» «■ 1» i I i
c
a> 'v A
«I m» am Scili«
LUSERNA. SAN GIOVANNI <AS
fCaisM
li>
Arnaldo Genre (inca
Prali — Pastore
ricato).
Pramollo — Pastore :
Prarostino — Pastore
Riclaretto — Pastore
Rodoretto — Pastore :
Rord — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jahìer.
Paolo Marauda.
Umberto Bert.
Alfredo Janavel.
Arnaldo Genre.
Abbazia — « Chiesa di Cristo » - Culto
ore 16 — Pastore : Carlo Gay, da
Fiume.
Aosta — Chiesa : Via Croce di Città, 11
— Pastore : Vittorio Subilia.
Barga — Chiesa Valdese (da Pisa).
Bari — Chiesa Valdese — Psustore : A.
Miscia - Via Tanzi, 33.
Bergamo — Chiesa : Viale Vittorio
Emanuele, 4 —7 Pastore : Mariano
Moreschini - Viale Vittorio Emanuele, 52.