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deUa Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXV - Num. Ì7
Un* copia L>
ARRONAIWITNTT l®co: L. 700 per l’intemo | Eco e La Luce: L. 'ÌJ200 per rintemo ' Spedii, abb. postale II Gruppo
/ L. 1200 per l’estero | L. ,1.800 per l’estero { Cambio d’indirizzo Lire 40,—
Í
TORRE PELLICE — 26 Agosto 1955
Ammin. Clandiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
IIJSTIZIA
« Sappiamo che fino ad ora tutta la creazione geme insieme ed è in travaglio, non
solo essa, ma anche noi, che abbiamo le
primizie dello Spirito, anche noi stessi gemiamo in noi medesimi, aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo. Poiché noi siamo stati salvati in speranza.
Ora la speranza di quel che si vede non
è speranza; difatti quello che uno vede,
perche lo spererebbe egli ancora? Ma se speriamo quello che non vediamo, noi l’aspettiamo con pazienza. Parimenti ancora lo
Spirito sovviene alla nostra debolezza; perchè noi non sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso
per noi con sospiri ineffabili; e Colui che
investiga i cuori conosce qual sia il sentimento dello Spirito, perchè esso intercede
per i sunti secondo Iddio. Or noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bene
di quelli che amano Dio, i quali son chiamati secondo il suo proponimento » (Rom.
8; 22 28).
lì nostro mondo è ingiusto! Non solo la società degli uomini lo è a cau,sa dell'egoismo e della malvagità di
quelli che lo compongono; ma proprio nel profondo della natura delrimiverso, delle leggi fondamentali
della vita vi è qualche cosa che funziona male e provoca sofferenza fra
gli uomini.
E’ logico, per esempio, che il nostro carattere, ^quello che per tutta la
vita farà“ di noi delle persone simpatiche o antipatiche, cercate o sfuggite, capaci od incapaci di compiere il
proprio lavoro e tenere il proprio posto, debba essere formato senza che
noi possiamo intervenirvi, nei primissimi anni della nostra vita, quando
non ci rendiamo ancora conto delle
cose e quando, spesso, i grandi sottovalutano la cosa?
Si può pretendere che un ragazzo
a 14 anni, od anche prima, abbia scoperto la sua vocazione nel mondo, che
la scelta del lavoro o dello studio debba dipendere da una questione finanziaria od un capriccio? Non per nulla vi sono tante persone fuori posto
nella società! Tanti operai che si struggeranno tutta la vita per non aver voluto saperne di studiare quando ne
era il momento e tanti laureati che
avrebbero fatto degli ottimi artigiani!
E che dire della formazione della
famiglia? Quale percentuale di sposati avrebbe fondato la sua famiglia
in altro modo, se avesse avuto, dieci
anni di esperienza di più? Non esistono statistiche, ma la proporzione è
enorme. Uno psicologo svizzero nota
che molto spesso i divorziati che vengono a chiedergli consiglio circa la
contrazione di un nuovo matrimonio
danno l’impressione di rendersi conto
della sua importanza soltanto dopo
l’esperienza del primo andato a male.
Dovremmo allora proporre un matrimonio di prova in vista di quello
« vero.»?
E’ pur vero che altri intorno a noi
possono consigliarci ed ammonirci,
farci parte della loro maggior esperienza nella vita. E questo ha il suo
valore; ma solo fino ad un certo punto, ed i fatti ci insegnano che l’esperienza degli altri non ci serve mai
molto, un po’ per puntiglio nostro ed
un po’ perchè è effettivamente impossibile ad un uomo di giudicare al posto di un altro, di entrare così profondamente nel suo animo da leggervi
senza timore di^ sbagliare in ogni cosa.
Così il carattere, il lavoro, la famiglia e molti altri aspetti della nostra
vita portano in sè il segno di questa
fondamentale « ingiustizia » in cui è
immersa la creazione.
E quando soffriamo per questo o
vediamo un fratello od una sorella
nella fede che ne è accasciato, non
possiamo non esclamare con profon
do turbamento: il nostro mondo è ingiusto. Sì, è ingiusto!
La flibbia lo conferma
Il peccato degli uomini non è una
farsa od una realtà da prendersi alla
leggera : tutta la creazione ne è sconvolta fin dalla base, essa « geme insieme ed è in travaglio » (v. 22). Non
solo la società e le famiglie degli uomini, ma le basi stesse della vita sono
inquinate e sovvertite.
Naturalmente il credente non è al
riparo da questa calamità universale.
Non vi sono delle extraterritorialità
celesti nel nostro mondo, luoghi dove
si possa giocare al Regno di Dio. Dio
non compie questo miracolo in favore dei suoi credenti. Se così fosse sarebbe talmente comodo che tutti farebbero almeno finta di credere!
Anche noi « che abbiamo le primizie dello Spirito », tutti i credenti, con
l’Apostolo Paolo sono soggetti a questa terribile legge di solidarietà. Il carattere di un uomo non diventerà automaticamente più dolce il giorno della sua conversione, il suo lavoro più
adatto alle sue caratteristiche. Non in
tutte le famiglie dei credenti la situazione è soddisfacente.
Questa è l’origine della ribellione
di tanta gente. Quando le cose non
vanno, quando tutta la buona volontà
di cui siamo stati capaci e la pazienza
e la perseveranza non hanno concluso
nulla, perchè la situazione era viziata
fin dall’inizio, sembra non rimanerci
altra possibilità se non la ribellione.
Negare questo stato di cose, infrangerlo, uscirne a tutti i costi. Salvarci!
Ma conosciamo bene, poiché la Bibbia è estremamente chiara su questo
soggetto, come finiscono tutti questi
tentativi, queste ribellioni, dove con
cludono le salvezze 'tealizzate da noi,
le uscite che inventiamo per evadere
dalla realtà della nostra vita. Certo si
possono fare molte cose e nutrire molte illusioni. La nosti^ intelligenza o la
nostra astuzia possq^o fornirci mille
e una soluzione. Ma ¡alla fine sarà peggio di prima perchèiltutte queste strade non conducono à nulla se non a
farci sentire più dolqtoso il nostro fallimento dopo aver sognato un istante
un mondo che non desiste ed una felicità che non può essere la nostra.
Nella sua opera « A porte chiuse »
il noto filosofo francese J. P. Sartre
costruisce l’inferno senza elementi sovrannaturali: una stanza e tre persone gli sono sufficenti. Sembra avere
stranamente ragionerà rimpianti, ribellioni e uscite che non portano in alcun
luogo possono bastare!
Quel cbe la Dio
E’ vero: il credente sa, conosce,
ha incontrato qualché-cosa d’altro. La
speranza. Questa situazione non è eterna e la nuova creazione che Dio,
oggi, prepara per noi è quella in cui
« abiterà la giustizia ijt. La speranza è
quello che rende sopportabile la nostra vita, che non permette di diventare un « inferno ». È
Ma può parere poco una speranza
contro tutta una vita'sciupata! E’ vero. Può sembrare poeo perchè la nostra fede è debole e ,hon è capace di
aspettare con pazienza la rivelazione
della gloria dei figli utfii di Dio.
E Dio lo sa, e ne ila pietà.
Dio fa. Lui, qualc|e cosa. La gente non vede riulla, -»iffia sembra accadere; ma Dio agisce, in segreto, ed
opera in modo tale che « tutte le cose cooperano al bene di quelli che
amano Dio ».
Il miracolo è nascosto, ma operante e capovolge ogni cosa.
Il credente non è più un ribelle, ma
colui che può accettare la sua situazione; non il debole che lascia correre, ma neppure più la fiera in gab
COMUNICATO
La prossima Sessione Sinodale si aprirà, piacendo al Signore
DoniGRica 20 agosto alle oro 13,30
nei Tempio Valdese di Torre Pellice, con un culto presieduto dal Past.
Guido Matliieu e la consacr.'izione al Santo Ministero dei Candidati
Signori Vetta Alessandro, Garufi Agostino, Soggin Thomas, Tourn
Giorgio, Costahel Bruno.
Tutti i Membri del Sinodo. Ministri di Culto e Delegati, sono
convocati per le ore 35 nell’Aula -Sinodale della Chiesa Valdese, per
presenziare all’apposizione della firma dei Candidati all’atto di accettazione della Confessione di Fede della Chiesa Valdese.
Immediatamente dopo il culto, i Membri del Sinodo si recheranno nell’Aula Sinodale per costituirsi in Assemblea sotto la presidenza
del più anziano di età tra i Ministri di Culto in attività di servizio
presenti, e jnocedere alla nomina del Seggio definitivo del Sinodo.
Achilij: Deodato
Moderatore della Chiesa Valdese
bia che si rode dall’ansia di rompere
le sbarre.
Tante sofferenze, tante situazioni
che sembrano impossibili, tanti fallimenti possono rivelare un senso nascosto. Non quello che non hanno in
se stessi — sofferenze assurde ed ingiuste — e neppure quello che noi
riusciamo a proiettare su di essi; ma
quello che Dio dà loro per amor di
noi: il senso che Dio dà di nuovo a
tutta la nostra vita.
Ognuno di noi ha i suoi fallimenti
e nella vita di ognuno vi sono cose
senza senso. Dio non ci chiede di
prendere tutto questo con « filosofia »
come si dice correntemente, ma con
fiducia in Lui, nel suo amore e nella
sua potenza.
Ma forse le tue sofferenze, l’assurdo della tua vita è così grande, fratello, sorella mia, che tutto questo ti
può sembrare una facile consolazione, una parola leggera, facile a dirsi.
E’ vero. Qgni « predica » può essere
facile a dirsi di fronte a certe situazioni.
Ma Dio sa anche questo. Sa che
non sappiamo credere e neppure chiedergli di darci una fede viva. Per questo ci ha dato il suo Spirito, che intercede per te e pér me, sovviepe alle mie ed alle tue debolezze, ci aiuta
a credere ; nella nostra situazione di
oggi, con tutta la sua assurdità ed ingiustizia; ci aiuta a credere: nei nostri fallimenti e nella miseria della
nostra vita che l’amore di Dio è potente e vero per noi e che, avendoci
chiamati nel suo Patto di grazia, « tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo proponimento ».
Franco Davite
PER UNA BUONA INTESA
Cattolici G Riformati in Francia
I.
Il Sinodo nazionale della Chiesa Riformata di Francia, si è riunito a Strasburgo dal A al 6 giugno 1955 {dico
bene, amico lettore: dal 4 al 6 giugno)! Il Sinodo nazionale della Chiesa
Riformata di Francia dura solo tre
giorni. Solo la piccola Chiesa Valdese
può permettersi il lusso di un Sinodo
che dura 6 giorni. E se non temessimo di esser sospettati di mancar di
rispetto verso le nostre istituzioni ecclesiastiche, vorremmo domandare al
direttore dell’Eco di aprire un dibattito sul modo in cui funzionano queste nostre istituzioni, il Sinodo per esempio, dove, anno dopo anno, dopo
sei giorni, si deve scoprire che manca
il tempo per risolvere problemi di
grande importanza; che si è perso troppo tempo su quistioni locali che sarebbero state di competenza delle Conferenze distrettuali che viceversa si sono occupate di problemi di competenza sinodale; che certi problemi devono esser rimandati ad un altro sinodo, per un’errata impostazione giuridica del problema stesso ecc.
Nella Chiesa Riformata di Francia,
stando alle apparenze, le cose devono
svolgersi diversamente, perchè problemi di grande importanza vengono esaminati, discussi e risolti in tre giorni! Vi deve 'essere un lavoro di preparazione nelle Conferenze distrettuali che permette di venire al Sinodo con
delle idee chiare e di parlare con conoscenza di causa, il che non è certo
molto facile, quando ci si trova in presenza di un sempre più voluminoso
fascicolo di relazioni e sunti di relazioni e quadri statistici dove non è
sempre facile distinguere V essenziale
dal secondario. Ragion per cui ci si
lascia guidare dalla propria ispirazione, dalle proprie simpatie, dai propri
interessi particolaristici o si rimane
persi nel vasto mare e si tace; ed i
problemi fondamentali, quando vengono affrontati, risentono della incompetenza specifica dei singoli oratori.
Ragione per cui troppo spesso il Sinodo nostro assume l’aspetto di un
torneo oratorio dove pochi esperti oratori si esibiscono in una serie di brillanti interventi.
Si dice: ma perchè gli altri non parlano? Ma i poveri delegati stanno mogi, perchè quale eco delle loro comunità possono essi portare in sinodo,
quando le loro comunità non sono
quasi mai messe nella condizione di
saper o poter esprimere un loro parere su un problema di importanza
fondamentale (tranne in merito al problema finanziario, di cui si occupano
anche troppo!)
Comunque, tutto questo è solo detto a guisa di preambolo che il solito
candido lettore può anche saltare di
piè pari, per venire ad un argomento
specifico trattato nel sinodo francese:
il protestantesimo riformato di fronte
al cattolicesimo. L. A. Vaimal.
IL
Preliminarmente studiato nei sinodi
regionali (= Conferenze distrettuali)
questo problema è giunto al sinodo
francese preceduto ' da due relazioni
(una del pastore Gaillard, di Tolosa,
l’altra del prof. Mehl della Facoltà di
teologia di Strasburgo) accompagnate
da tesi che ne riassumevano il contenuto e furono approvate all’unanimità.
Eccone il testo.
« Le mot oecuménisme est aujourd’hui compris dans des sens différents.
Tantôt il désigne la démarche des Eglises qui ont adhéré au Conseil oecuménique, dont l’Eglise romaine refuse
de faire partie. Tantôt il sert à qualifier des rencontres entre protestants et
catholiques. Tantôt il traduit un certain indifférentisme pour qui toutes
les confessions chrétiennes sont équivalentes.
Devant ces risques d’équivoque,
nous affirmons que Jésus-Christ est
1 unique Chef de l’Eglise, l’unique Rédempteur, l’unique médiateur et l’unique dispensateur de la grâce de Dieu.
La foi évangélique que nous professons, fonde sa certitude sur l’Ecriture
sainte, selon le témoignage intérieur
du Saint-Esprit. Aussi attirons-nous
l’attention des fidèles sur les points
suivants :
1) Nous nous réjouissons d’un renouveau biblique à l’intérieur des Eglises catholiques. Ce renouveau ne signifie pas la soumission de cette Eglise à l’autorité de l’Ecriture Sainte, en
matière de foi.
2) De même, les tentatives faites
dans le domaine liturgique peuvent
contribuer à associer plus étroitement
et plus personnellement les fidèles à
la célébration du culte, et à accroître
la connaissance des textes bibliques.
Pourtant nos fermes réserves relatives
au contenu de ce culte, et notamment
notre refus de la messe, demeurent
entiers.
3) Si les laïques de l’Eglise catholique cherchent à prendre une part chaque jour plus grande au témoignage
de leur Eglise, nous constatons que la
conception romaine du sacerdote n’en
est pas pour autant modifiée.
4) Nous sommes heureux de trouver de nombreux catholiques qui reconnaissent et souhaitent, pour le bien
de l’Eglise, le caractère laïque de l’Etat; mais nous n’en restons pas moins
troublés devant la volonté de puissance de l’Eglise romaine, dans le domaine temporel.
5) Des rencontres entre catholiques
et protestants en vue de l’étude et de
la méditation de l’Ecriture Sainte nous
paraissent possibles; mais elles doivent être entreprises avec sagesse et
discernement en tenant compte des indications qui précèdent.
En ce qui concerne particulièrement
la semaine de l’Unité, nous rappelons
à l’Eglise Réformée_que, se souvenant
de la prière du Christ lui-même, elle
doit prier pour l’unité des Eglises; mais
qu’une prière en commun entre catholiques et protestants ne peut être
pratiquée que dans la vérité, après une
loyale explication, de sorte que les
convictions de chachun ne soient ni
affaiblies ni déformées.
Ces remarques et ces réserves ne
prétendent pas juger l’attitude personnelle de nombreux frères catholiques
dont nous connaissons les souffrances
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I —
L’ECO DELLE VAUJ VALDESI
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CENTENARI DIMENTICATI
Morì caOolìco o protestante il Modena?
Non sappiamo precisamente quali
siano stati i primi contatti del Modena coi Valdesi. Sappiamo però
che egli conobbe assai bene Amedeo
' Bert, primo pastore valdese a Torino, ed il suo libro su « I Valdesi »
pubblicato nel 1849: conobbe ben
presto anche il dramma del Govean
su « I Valdesi » apparso nel 1852 e
manifestò anzi il desiderio di rappresentarlo, ma senza riuscire ad ottenere la richiesta autorizzazione.
Non la concesse il Ministro degli Interni Galvagno, per non aggiungere
nuova materia di discussioni in campo religioso a quelle che già erano
in atto per il progetto del deputato
Alessandro Dorella, inteso a chiedere la soppressione della <c Cotnpagnia di S. Paolo » e per le altre biforme che sotto la spinta della pubblica opinione erano indirizzate dal
Governo piemontese verso la conquista delle più alte libertà dello
spirito, quella di coscienza in primo
luogo. Il Govean infatti, in una sua
lettera ad un fimzionario governativo, forse nel 1853, scriveva: « Gustavo Modena mi chiede di poter
rappresentare il mio dramma ” I
V^aldesi ”.... mi rivolgo a te per vedere se siavi modo di poter soddisfare alla domanda del Modena. Ti
mando una copia del dramma peccatore, dramma che mi ha costato sei
mesi di lavoro e 300 franchi spesi in
libri, viaggi e ricerche... questo
dramma non fu proibito da nessuna
circolare vescovile, e vi troverai bensì il libro di Bert, ma non il mio
dramma »... (Collino, Felice Govean... in « Il Risorg. It. », 1926).
11 Modena fece inoltre conoscenza
con altri esponenti del piccolo mon
do valdese della capitale sabauda e
naturalmente di Torre: il pastore
Enrico Peyrot ed il Sig. Gaflfarel
suoi padroni di casa per cinque
ni consecutivi. E’ molto probalme
che abbia conosciuto il secondo pastore di Torino, Giovanni Pietro
Meille, ed il banchiere Giuseppe Malan. E sorge spontaneo il dubbio che
la consorte del Modena, svizzera, dovesse conoscere e frequentare la sua
prima padrona di casa, la Sig.ra Peyrot, nata Philippine Dumas, pur essa svizzera, e sposata al pastore Enrico Peyrot, ministro in attività di
servizio, poi emerito durante il soggiorno del Modena nella valle del
Peliice, e nominato successivamente
giudice di pace e, più tardi, cavaliere della Corona d’Italia.
In una sola circostanza a noi nota
il Modena, nella sua misantropia che
andò man mano accentuandosi, esprime un giudizio sui Valdesi o più
precisamente sulla loro storia: che
egli vede come lotta secolare per la
libertà e che gli pare perciò atta a
suscitare nel cuore degli italiani il
desiderio della libertà, e quindi utile mezzo per la lotta contro la tirannide e l’oppressione, lotta che egli
predicò fino ai suoi ultimi giorni di
vita. Scrivendo infatti a Francesco
DairOngaro, il 3 ag. 1850 ed accennando ad una serie di opuscoli che
il Daelli aveva in animo di stampare, il Modena dichiarava in un poscritto: « Nella collana di opuscoli
che si stampa a Capo Lago, starebbe
pur bene un estratto dell’opera di
Bert sui Valdesi; opera che dovrebbe essere più letta che non lo è in
Italia. Tu sei in caso di far bene un
simile lavoro ».
La religione del Modene
Possiamo perciò asserire, con il
Collino, che anche l’interesse del
Modena alla rappresentazione del
dramma goveano, manifestatosi appena pubblicato il dramma, è « una
prova di più che Gustavo Modena,
patriota italiano, volle spesso fare
della sua arte meravigliosa di interprete uno strumento poderoso di
propaganda liberale », di cui dobbiamo essergli riconoscenti.
A mo’ di conclusione di questi nostri appunti sulla vita del Modena
durante i lunghi e replicati suoi soggiorni nella valle di Lusema, [non
ci risulta che egli abbia visitato, sebbene sia molto probabile, quella di
S. Martino, mentre sappiamo che egli attraversò, tornando-'dalla Svizzera, tutta la valle di Pragelato],
non ci pare inutile soffermarci ancora brevemente sulla questione della religione del nostro grande attore
drammatico. Questione che è ogni
tanto ripresa da giornalisti frettolosi o fantasiosi che dichiarano senz’altro cattolico o protestante il Modena, secondo le loro simpatie ed
interessi.
Se per essere « cattolico » bastasse l’essere stato battezzato cattolico
o l’aver dovuto, diciottenne, fare
professione obbligatoria di fede cattolica, condizione « sine qua non »
ai fini di ottenere l’autorizzazione ad
esercitare l’avvocatura; se queste
condizioni fossero sufficienti, allora
si può anche scrivere che il Modena
è stato cattolico. Analogamente, se
per essere considerato « protestante
o valdese » bastasse l’essere stato sepolto in un cimitero per i non cattolici e il non essere stato accompagnato alla ultima dimora col cerimoniale della chiesa cattolica, allora si potrebbe anche scrivere che il
Modena morì protestante, come ha
scritto qualcuno.
Se invece la qualifica di uomo religioso implica una fede ed una
partecipazione personale cosciente
e volontaria alle pratiche religiose
di un culto, se per essere ritenuto
cattolico o protestante occorre accettare il credo dell’una o dell’altra confessione religiosa, e prendere parte attiva alla vita della comunità stessa, allora si può affermare che il Modena non fu nè cattolico nè protestante e non fu neppure cristiano.
Che cosa egli abbia pensato della d)iesa cattolica e della chiesa
valdese è stato esaurientemente dimostrato dalle drastiche citazioni
già fatte. Ma se occorresse ancora
cercare qualche prova della areligiosità del Modena, che sembra in
lui innata ed irreducibile, sarebbe
sufficiente ricordare quanto di lui
scrissero i suoi amici ed i suoi contemporanei, immediatamente dopo
la sua morte.
L’annuncio di' essa sulla « Gazzetta del Popolo » del 22 febb. 1861
ad opera di Mauro Macchi, e Felice Scifoni, accenna semplicemente
al fatto che « colla sua morte si è
.estinta una vita antica » e se parla
del patriota e dell’artista, non fa assolutamente cenno del cristiano o
dell’uomo religioso.
Anche il Direttóre della a G. d.
P. » nel n. del 23 febb. successivo,
annunziando 1’ avvenuta sepoltura
del Modena, lo ricorda come attore,
scrittore, uomo polìtico e cittadino,
ma senza un solo accenno alle sue
convinzioni religiose.
« Il Diritto » dello stesso giorno,
ricordando l’omaggio reso sulla fos.sa del Modena da Mauro Macchi al
suo ingegno ed alla sua virtù, afferma che secondo « la precisa ed esplicita volontà del defunto, non v’erano nè ministri, nè insegne di alcun
culto teologico » e che la cerimonia
fu unicamente civile.
Ed anche il Dall’Ongaro, subito
dopo la morte del Modena scrisse
che « egli morì a Torino la morte
di Socrate... mandando il suo saluto alla libertà, ch’era stata sempre il suo nume ed il suo culto ».
Oltre a queste testimonianze di
parte cattolica, vediamo che cosa
scrissero di lui, immediatamente
dopo la sua scomparsa, i protestanti. 11 sig. Amedeo Bert, ministro
della Chiesa Valdese di Torino, in
data 28 febb. 1861, otto giorni dopo la morte del Modena, scrivendo
al deputato Mauro Macchi, fra l’altro asseriva: « Ad ogmmo è noto
che il rimpianto Modena non apparteneva alla Chiesa romana, anzi
alla comunione cristiana nel senso
generale e teologico ». Fu adunque
la sepoltura del Modena tutta civile,
sebbene fattasi nel cimitero protestante e senza l’intervento di alcun
ministro protestante.
Con analoga aff eriùazione si espresse il secondo pastore valdese di Torino, Sig. Giovanni Pietro Meille, su
la « Buona Novella » smentendo la
notizia comparsa sul cc Lien » di Parigi che asseriva essere il Modena
stato sepolto col rito della Chiesa
valdese, come già s’è visto.
Che più? In nessuna delle 218 lettere del Modena edite finora si legge una qualsiasi ’affermazione del
grande patriota sia in contrasto
con le dichiarazioni qui riferite. E
se il nome di Gustavo Modena si legge sul « Registro^ dei defunti della
parrocchia valdese di Torino », lo si
deve unicamente al fatto che nel 1861
non esisteva ancora lo «stato civile»,
istituito solo nel 1865. Era perciò necessario che i decessi fossero registrali nelle singole parrocchie. E nel caso del Modena quel servizio venne
effettuato, come già s’è detto, non
dal parroco di Borgo Salvatore, ma
dal ministro valdese Amedeo Bert,
che aveva creduto suo dovere concedere ai familiari del Modena l’nso
del carro funebre protestante ed ü
permesso di inumazione nel reparto
protestante del cimitero di Torino
delle spoglie mortali del Modena.
Nessuna illazione di carattere religioso si può trarre da tale stato di
fatto, essendo contrastanti tutte le
testimonianze dei contemporanei e
tutti gli scritti finora editi e la vita
stessa del Modena.
Per noi la questione è risolta dalle confessioni coeve di cattolici e non
cattolici, di avversari e di amici dell’esimio patriota e dalle affermazioni stes.se del Modena di cui abbiamo
citate le più recise ed inequivocabili. Non sta a noi giudicare il momento del trapasso del Modena : Iddio è
il solo giudice delle anime ed è, dice
Dante, il giudice « che volentier perdona »; perchè la « bontà infinita ha
sì gran braccia che prende ciò che
si rivolge a lei ».
Conclusione
Nel concludere queste brevi note
illustrative di una pagina quasi dimenticata di Gustavo Modena, ci pare doveroso ricordare che il Consiglio
comunale di Torre Peliice, in una
sua seduta dell’anno 1898, aveva accolto la proposta di onorare il grande artista, ricordandone il lungo soggiorno nella nostra cittadina, con una lapide. Perchè l’Amministrazione attuale del Comtme (oggi che
l’anticlericalismo del Modena ed il
suo ardente repubblicanesimo non
dovrebbero più costituire un ostacolo insormontabile) non riprenderebbe in esame la proposta di 57 anni fa
e non cercherebbe di ricordare in
qualche modo, d’accordo se del caso
con TAssociazione Mazziniana Italiana, il soggiorno in Torre Luserna
dell’attore drammatico più illustre
forse che abbia avuto l’Italia ed uno
dei più ardenti patrioti dell’800?
Plaudiamo intanto alla decisione
presa recentemente dall’Istituto per
la Storia dèi Risorgimento Italiano
di pubblicare cioè le lettere e gli
scritti di Gustavo Modena, in due
volumi in 8“ di oltre 800 pagine complessive. L’opera, che raccoglierà,
degli scritti dell’illustre attore, assai
più del doppio di quel che fino ad
oggi è stato pubblicato e sarà quindi un degno monumento alla memoria del Modena nel prossimo centenario della sua morte, è stata diligentemente raccolta, in oltre venti anni
di pazienti ed .amorose ricerche, da
Terenzio Grandi, direttore de « Il
Pensiero Mazziniano ». Al quale esprimiamo i nostri fraterni ringraziamenti per averci, con squisita gentilezza, comunicato alcuni dati sul Nostro, dei quali ci siamo serviti in
questa rievocazione centenaria del
periodo di vita torrepellicese o lusernese di un grande italiano.
T. G. PoNS
Orfanotrofio maschile valdese - Pemaretto
Al primo piano del Convitto Valdese di Pomaretto costruito, come
quello di Torre Peliice, per ricordare i Caduti della Valle nella prima
guerra mondiale, è sistemato l’Orfanotrofio Valdese. Dato che, quando
fu ideato, il Convitto doveva servire
ad uno scopo solo e presentemente
serve a tre : varie attività della Chie
al piano terreno. Orfanotrofio al
primo piano e Convitto per gli studenti della Scuola Latina al secondo
j;-iano, si capisce facilmente come i
locali non siano perfettamente adeguati; infatti mentre, per esempio, il
nostro Istituto ha un refettorio e delle camerate grandi, bene arieggiate
e piene di sole, ha la sala di studio
ed i servizi igienici inadatti ed insnfficenti. L’ideale sarebbe avere vm
edificio adibito unicamente ad istituto per bambini; speriamo che col
tempo e con l’aiuto di persone generose questo sogno possa divenire realtà.
La nostra famiglia è composta di
22 ragazzi che cerchiamo di educare
al culto del vero, del buono, del bello, per i quali abbiamo cercato di
creare un ambiente di famiglia sano
ed affettuoso dove essi possano svilupparsi e prepararsi ad affrontare
la vita con animo forte. Essi provengono dalle Valli, da Torino, da Como, da Ivrea, da Colleferro, da Ferentino e vaimo dai 5 ai 16 anni.
La vita dell’Istituto si è svolta se
renamente quest’anno sotto lo sguardo del Signore. La salute è stata ottima; ciò è dovuto anche al vitto sano ed abbondante che, grazie agli
aiuti degli Amici, possiamo dare.
Lo studio è oggetto di molte cure
e, in generale, ha dato buoni risultati; quest’anno due dei nostri ragazzi
si sono particolarmente distinti ; uno
che frequenta la prima media, ha
vinto una borsa di studio,..ed un altro, frequentante la terza avviamento di Perosa è riuscito primo assoluto fra gli alunni delle tre classi del
corso. Anche l’educazione religiosa
è coltivata: ogni mattina, dopo colazione, si fa il culto nell’Istituto; i
bambini, poi, frequentano la scuola
domenicale, i corsi di catechismo e
prendono parte attiva alla vita della
(diiesa nella preparazione delle fesle di Natale, del 17 febbraio, e della Madre.
D’estate i nostri ragazzi godono
ottime vacanze: per una ventina di
giorni vengono ospitati ad Agape o a
Boigio Verezzi o a Rorà e vogliamo
qui ringraziare molto sentitamente
il pastore sig. Tidlio Vinay e la Co^nmissione delle Colonie Valdesi di Torino per la loro squisita gentilezza a
nostro riguardo. Nell’Istituto, poi.
le vacanze continuano lietamente con
gite nei boschi vicini e bagni nel
Chisone; in questi .svaghi sono compagni graditi pei nostri bimbi alcuni
gouldini di Firenze che vengono nelle nostre Valli a ritemprare le loro
piccole energie.
Siamo riconoscenti a tutte le per,sone delle Valli, d’Italia e dell’estero, che in svariati modi ci aiutano
con doni in natura e in denaro e formuliamo l’augurio che molti altri generosi donatori vengano aggiunger.si
ad esse.
M. Rivoira
Associations
familiales
en France
Ce fut le pasteur De Pressensé qui
créa la première Union des Pères et
Mères de Famille en France en 1875
ef avec elle, la première colonie de
vacances pour enfants; c’était vraiment pour l’époque être à la pointe
des initiatives sociales.
Depuis les groupes familiaux se
sont développés dans notre pays et
leur rassemblement donna lieu en
1941, à la fondation d’un Mouvement National: les Associations Familiales Protestantes.
Bien que l’action des A. F. P. soit
avant tout spirituelle, les conditions
actuelles de vie amènent ces Associations à apporter aux familles une
aide matérielle importante et efficace placée sous le signe de l’entraide.
[ ne A. F. P. doit réaliser « le Ministère Social » de l’Eglise en harmonisant son action avec celle du
Diaconat « Ministère de la Charité »,
elle épaule les oeuvres de Jeunesse
en les soutenant autrement que par
de bons conseils, elle défend les intérêts moraux et matériels de toutes
les lamilles, elle accueille avec joie
les jeunes foyers qui viennent à elle
el les invite à collaborer dans un esprit d’amitié vers les buts qu’elle
poursuit.
Les A. F. P. ne sont pas sectaires,
au sein des Lnions départementale.-:
el de riJnion Nationale des Associations Familiales, elles travaillent avec confiance et compréliension avec
les groupes familiaux de tendances
diverses; la position charnière des
A. F. P. leur permet de parler avec
autant de liberté avec les catholiques
qu’avec les socialistes. Elles apportent, chaque fois qu’elles le peuvent,
le témoignage des Eglises de la Réforme.
Les A. F. P. ne sont pas chauvines, elles participent aux réunions
internationales des organismes familiaux qui permettent des échanges
bienfaisants avec les « familiaux de
tous les pays, il est indéniable que
ces rencontres servent la cause de la
Paix.
Au moment où tant de problèmes
sociaux sont à l’ordre du jour: Eu- \
lance, éducation, allocations familiales, logements, fiéaux sociaux etc.
il est nécessaire que les familles protestantes prennent conscience de leur
valeur et de leur responsabilité.
L’action familiale est de plus eu
plus d’actualité, nos A. F. P. soni
d’autant plus valable qu’elles traduisent leur activité par les réalisalions concrètes.
La plupart de nos Sections locales
sont à la base de créations sociales
importantes : Groupes de « Castors »
pour les sans-logis. Foyers de Retraite pour les personnes âgées. Maisons
familiales de vacances à la mer et à
la montagne, colonies et camps de
vacances pour les enfants, groupements d’achat de denrées de première nécessité, appareils ménagers collectifs etc.
Ces manifestations n’excluent pas
les préoccupations intellectuelles et
morales, bien au contraire.
Nos Associations Familiales Protestantes veulent mettre en pratique la
Parole contenue dans le chapitre 25
de l’Evangile de Mathieu: «Le
Chrétien sert son Sedgneur chaque
fois qu'il rend service à ses frères ».
N. d. R. — Siamo debitori di questo articolo al signor R. Morley, presidente del Comitato Nazionale delle
Associations familiales protestantes
di Francia. Come è noto egli ha fatto, alcuni mesi or sono, una visita
nelle Valli ed ha avuto V occasiotu"
di parlare su questo argomento in
alcune parrocchie, destando un vivo
interesse in quanti hanno avuto il
privilegio di ascoltarlo. Lo ringraziamo di averci mandato questa messa
a punto e ci auguriamo che la sua
iniziativa non cada nel vuoto.
Red.
CONCERTO
Sabato 27 corr., nel tempio di Torre Peliice, alle ore 20,30 avrà luogo
un concerto di musica e canto sacro
con la partecipazione della corale di
Torre Peliice; all’organo il prof. Ferruccio Corsani. Il pubblico è cordialmente invitato.
3
L'ECO DELLE VALLI VALDESI
— I
Celebrata la festa Valdese del XV Agosto
Nella Valle
Nella Valle del Pellice
-O
La tradizionale adunata del 15 agosto ha visto accorrere non meno
di 3.000 persone al Laus di Bobbio
Pellice.
Anche se sarebbe alquanto arriscbiato di affermare che tutti i partecipanti siano stati guidati dal solo
. desiderio di partecipare alla comunione fraterna di un culto, è doveroso dare atto all’assemblea della sua
compostezza e del raccoglimento in
cui la celebrazione del culto ha potuto svolgersi.
Sotto la presidenza del pastore A.
Gerire, di Bobbio Pellice, il culto ha
inizio regolarmente alle ore 10,30 per
protrarsi fino alle 12,30 (un po’ trop
po, sembra, per un culto all’aperto,
dove gli elementi... distraenti sono
troppi). Dopo die il pastore A. Gerire ha svolto la parte liturgica, il pastore E. Rostan, di Pinerolo, rivolge agli uditori un vigoroso messaggio. Ispirandosi a quella pagina del
Nuovo Testamento che descrive il
nascere della prima chiesa cristiana
a cui « il Signore aggiungeva ogni
giorno quelli che erano sulla via della salvezza », l’oratore tratteggia
quali sono gli elementi costitutivi di
questa comunità che sorge sul fondamento di una vita nuova. Con questa analisi, il pastore E. Rostan si
apre la via ad un caldo appello ad
un rinnovamento di vita interiore che
si manilesti in novità di opere e di
fruili dello Spirito, alla gloria di
Dio. Sm appello che pone in evidenza le molte ombre della vita delle
nostre parrocchie, non per compiafersi nell’amarezza dì un pessimismo sfiduciato, ma per scuotere le
coscienze e destare le anime che così
taci ¡inente si cullano nell’ottimismo
di un farisaico moralismo esteriore.
Al jirof. Augusto Arinand Hugon,
presidente della Società di Studi Vaidesi, è quindi affidato il compito di
parlare al l’assemblea, intorno ad un
argomento di Storia Valdese. Quest’anno l’argomento, anzi gli argomenti, sono naturalmente offerti dalla ricorrenza dei vari centenari di
cui anche la nostra stampa già si è
occupata. Con la specifica competenza che gli è propria l’oratore illustra ai convenuti due di questi centenari : la costruzione dei primi templi nelle Valli (e conseguente istituzione del culto pubblico) e le tragiche giornate delle Pasque Piemontesi (le quali, checché ne pensi il direttore dell’Eco del Chisone rimangono una delle pagine più dolorose
nella storia del fanatismo sanguinario al servizio di un ideale religioso).
L’esposizione dei fatti è ravvivata
da riferimenti e accostamenti alle vicende odierne che, specialmente per
quanto si riferisce ai sacrifici affrontati dai nostri padri per costruire i
loro primi templi, e uscire dalla comoda penombra del compromesso
per affrontare i rischi del culto pubblico, sono molto attuali!
Terzo oratore è il pastore G. Girardel, di Trieste, di cui è ben nota
l’attività svolta mediante i culti radio, a Trieste. Di questa attività, che
non si ispira a settari principi confessionali, ma vuole portare il messaggio dell’Evangelo nella sua purezza, l’oralore illustra le caratteristiche, citando fatti ed episodi.
Con la benedizione, il culto è terminatot
* * *
l^n buon intervallo di riposo permette alla folla degli intervenuti di
sciamare allegramente tutt’intorno
nel bosco per consumare il pranzo.
I se facciamo cenno di questo internpizzo è per rallegrarci che anch’esso quest’anno sia stato posto esplicitamente sotto il segno della grazia di
Dio; la preghiera prima del pasto
pronunziata davanti al microfono
dal pastore A. Genre ha avuto il suo
significato di richiamo a troppi immemori !
* * *
Col tradizionale pomeriggio Valdese sono purtroppo cominciate le
dolenti note: non per quanto si riferisce al concorso del pubblico: vi
era un’assemblea compatta; e nejtpure per quanto si riferisce al suo
contegno: ne è prova la sopportazione con cui ha assistito allo svolgi
mento del programma; e neppure
per quanto si riferisce agli organìziatori: hanno dovuto sobbarcarsi ad
un compito arduo, senza aver gli elementi necessari.
Ed allora?
Allora il cronista non sa più cosa
dire: sono anni ed anni (qualcuno li
ha contati: 10) che l’organizzazione
del pomeriggio del 15 agosto è considerata come un peso a cui nessuno
vuol sobbarcarsi, per cui si aspetta
Tultimo giorno per trovare un capro
espiatorio! Teoricamente questo
compito (di organizzazione) spetta
alla F. U. V. che, salvo errore, deve
pure avere nel suo Comitato di gruppo dei rappresentanti della Valpellice, dove, sempre salvo errore, esistono Unioni localmente fiorenti: orbene si domanda l’uomo della strada mentre assiste a certi numeri del
programma: ma questi giovani dov^e sono?
Ci si permetta lo sfogo, perchè la
Chiesa non ha il diritto di perdere
delle occasioni simili. Si faccia un
jiomeriggio serio, si faccia un pomeriggio ricreativo; ma si faccia qualche cosa seriamente!
Allo studente in medicina Marco
Ricca tocca il compito di aprire il
pomeriggio, e lo fa brillantemente;
suo fratello. Paolo, studente in teologia, interessa il pubblico con la de
scrizione dell’attività evangelistica
in Ciociaria.
La Pro Valli tenta poi di portare
una nota di colore con una serie di
interventi ed interviste (ricordiamo
i nomi del pastore E. Geymet, dell’insegnante E. Paschetto, dello studente B. Mathieu).
Un’altra nota di colore la porta la
signorina Acquadoro Checisè, in arrivo dall’Etiopia, via Agape, mentre
il signor Mac Laren porta un fraterno saluto giunto dalla Scozia, via Agape anche lui. Il maestro Ferruccio
Corsani illustra l’importanza del cantc sacro, mentre Adolfo Jouve con
un brillante monologo insegna ai
giovani (e ricorda agli anziani) come
si era giovani, una volta (e sempre)!
E così la giornata del 15 agosto a
Bobbio Pellice è terminata : giornata
jtiena di sole e di gioia (la pioggia
si è fermata a Torre Pellice!), rallegrata dalle note della banda musica■ le di Bobbio Pellice, diretta dal maestro Battaglino, che ha, fra l’altro,
' egregiamente eseguito il Giuro. Il
\ j.'ubblico sfolla e prende d’assalto,
(purtroppo quest’espressione va presa in senso letterale) le corriere, e la
piace ritorna fra i castagni di Bobbio. ^ rep.
TRA LIBRI E RIVISTE
DYNAMISME DU PROTESTANTISME
FRANÇAIS (Textes par: Marc Boegner,
Gabriel Puaux, André Siegfried, Jean
Theys, P. Bourguet, E. Meyer, G. Marchai, Raoul Stéphan, Raymond Weis, V.
Mouchon, Albert Finet — Ed. Fischbacher). (34 pagg. — 210 fr. — franco 260
fr. francesi).
Si tratta di 12 causeries che riproducono
il testo di conversazioni radiotrasmesse dalla R. T. F. su iniziativa del Comitato protestante delle Amitiés françaises all’estero.
La Radio Francese ha trasmesso, già dal
giugno 1954, la domenica mattina, alle 9,05
tutta una serie di conversazioni per far conoscere, all’estero (ed ai francesi), il vero
volto del protestantesimo francese. (Non
osiamo, ovviamente, segnalare questa iniziativa francese della radio francese alla
radio italiana per non sembrar di voler fare dell’ironia di cattivo gusto).
In questo opuscolo sono, come ahhiamo
detto, 12 conversazioni, vivaci e documentate su argomenti di indubbio interesse. Ne
segnaliamo alcuni: Gli Ugonotti in Europa; le caratteristiche del protestantesimo
francese; la stampa protestante; la Società
delle missioni evangeliche di Parigi; la C.
L A: D. E.; le Visage de VEglise Réformée de France; le Luthéranisme en France.
Segnaliamo questa pubblicazione, arricchita di una « Carta della Francia protestante B, che può fornire una utile introduzione alla conoscenza del protestantesimo
francese.
LETTURE BIBLICHE (Casa Ed. Claudiana) (senza indicazione di prezzo).
Sia pure con un lieve ritardo desideriamo
segnalare questo lezionario biblico pubblicato per iniziativa della Tavola Valdese, a
cura del pastore Neri Giampiccoli. Questo
piano di letture bibliche -da Pentecoste a
Natale 1955 segna un notevole progresso sul
precedente. Dal punto di vista tipografico
la presentazione è decorosa. Il contenuto ha
conservato le caratteristiche di serietà che
già erano peculiari del precedente; ma esse
sono state unite opportunamente ad una
maggiore agilità di presentazione. L’abbondanza del cibo spirituale che è proposto alla meditazione quotidiana del lettore, non
dovrebbe essergli fonte di imbarazzo, ma
offrirgli una preziosa opportunità d’arricchimento.
PAOLO SANFILIPPO. L’idolatria nella
Bibbia e nella storia. (Opera evangelica
battista d Italia — Rep. pubblicazioni:
Piazza in Lucina, 35, Roma) — 40 pag.
(senza indicaz. di prezzo).
Si tratta della terza edizione di queste
opuscolo che è diviso in 4 parti. Nella prima è studiata l’idolatria nell’Antico Testamento, in relazione particolarmente al decalogo, alla costruzione del vitello d’oro,
dei cherubini sul coperchio dell’Arca, del
serpente di rame. Nella II parte è analizzato
l’insegnamento del Nuovo Testamento nei
confronti dell’idolatria. La III parte è con
sacrata allo studio deUa funzione deUe immagini nelle catacombe, all’atteggiamento
dei Padri e dei Concili. Nella IV parte Fautore illustra gli sviluppi del culto delle im
magini (latria, dulia, iperdulia) negli ulti
mi secoli.
Questo studio si raccomanda all’attenzio
ne dei lettori per la sua impoafazione pre
valentemente storica che chiarisce gli svi
luppi di una delle più sconcertanti manife
stazioni del culto cattolico alla luce dei fat
ti e dell’insegnamento biblico.
G. BERTINATTI. I sacerdoti (Ed. Claudiana - Torre Pellice - 24 pag. L. 70).
Un sottotitolo specifica: Dalle Caste sacerdotali al sacerdozio universale. E’ un argomento molto vasto ed è merito non lieve
dell’autore d’aver saputo delineare in sole
24 pagine un quadro sufficientemente chiaro dello sviluppo cui accenna il sottotitolo.
Per^mancanza di spazio, l’autore è stato costretto a limitarsi ad un semplice accenno
per quanto si riferisce al sacerdozio pagano. Illustrato brevemente cosa costituisca
l’essenza del sacerdozio israelitico, l’autore
tratteggia lo sviluppo storico del sacerdozio
cristiano, confrontandolo con l’insegnamento dell’Evangelo.
Tutta l’esposizione è ispirata al più rigoroso rispetto dell’insegnamento biblico stesso e pone in rilievo come la deviazione della concezione sacerdotale romana sia strettamente collegata con l’evoluzione, in seno
alla chiesa romana, della dottrina della
transustanziazione.
L’ultima parte è consacrata all’analisi del
significato che assume il sacerdozio alla luce del sacerdozio universale.
ALDO COMBA. Ezechiele ci parla (Ed.
Claudiana - Torre Pellice - 32 pag. L. 85).
E’ il primo di una serie di studi biblici
a cui auguriamo il più vivo successo. Que
Casa delle Diaconesse
Ricordiamo a tutti gli amici della
Casa delle Diaconesse che è loro offerto il mezzo di dimoMrare in modo
ttmgibile la loro simpatìa per l’opera
delle diaconesse partecipando cd Bazar e thè di beneficenza che si terranno nel giardino della Casa, a Torre
Pellice, Domenica 28 e lunedì 29 corr.
* * *
Siamo grati al doti. Mario Jahier,
di Buenos Ayres, che^ci ha dato, sabato 20 corr., una causerie sull’Argentina, illustrata da una serie dì magnìfiche diapositive a colori. Nonostante
l’accanirsi di violenti scrosci di pioggia, un buon pubblico ha potuto godere una vera manifestazione di arte
fotografica e la Casa delle Diaconesse
realizzare un simpatico beneficio pecuniario.
Riconoscente per la dimostrazione di affetto e simpatia ricevute in occasione della
dipartita dello loro cara Mamma e Nonna
Carolina Tourn ved. Peyrot
che il Signore ha richiamato a Se nel suo
92® anno di età, la famiglia ringrazia tutti
coloro che hanno preso parte al suo dolore.
Un particolare ringraziamento rivolge al
dott. Gardiol per le sue amorevoli cure ed
al Pastore Ayassot per la sua assUtenza spirituale.
Luserna San Giovanni 14-8-1955
sto primo saggio ci pare riuscitissimo sotto
tutti i punti di vista: contenuto e forma.
In brevi capitoletti introduttivi viene delineato il quadro storico in cui visse il profeta; la biografia di Ezechiele viene poi
sobriamente tratteggiata; l’analisi del messaggio del profeta forma l’argomento principale dello studio e ci sembra egregiamente corrispondere al titolo del libro: Ezechiele ci parla: parla a noi, oggi.
L’autore cioè, pur non indulgendo a un
certo-genere di interpretazione del messaggio dei profeti, che, a forza di volerlo rendere vivente, finisce coll’abbandonarsi a interpretazioni arbitrarie, o meglio, appunto
perchè non indulge a queste interpretazioni, è riuscito a darci una interpretazione del
testo che è veramente attuale. Questo studio costituisce un utile contributo alla campagna per un approfondimento dello studio
della Bibbia.
VALDO VINAY. Facoltà Valdese di teologia (Lib. Edit. Claudiana - 1 v. pag. 190;
L. 1.000).
In questo volume il decano della nostra
Facoltà prof. V. Vinay ci offre un prezióso
contributo alla celebrazione del centenario
della Facoltà stessa. Al volume egli ha dato,
come sottotitolo: relazione; termine che
non ci sembra del tutto... felice, poiché si
tratta di un lavoro storico di notevole valore, in cui il materiale, raccolto con pazienza, è stato vagliato con sempre vigile
senso critico. Le varie e molteplici vicissitudini di 'questa nostra Facoltà; gli uomini
che vi hanno insegnato e ne hanno fatto
uno strumento prezioso per la vita della
Chiesa Valdese, dell’evangelismo italiano,
non estraneo al mondo della cultura, a cui
non pochi dei suoi maestri hanno saputo
parlare un linguaggio appropriato ; gli orientamenti spirituali e teologici che, vari a
traverso i tempi, hanno ispirato uomini ed
attività; tutta questa materia è armonicamente fusa ed interpretata con una costante preoccupazione di obiettiva valutazione.
Non relazione quindi; ma un vero e proprio saggio: una interpretazione critica degli uomini e dei loro orientamenti, come lo
indicano i titoli stessi di alcuni capitoli:
Sotto l’influenza del Risveglio (dalle origini al 1904): il periodo di Alberto Revel ed
Emilio Comba, di Paolo Geymonat e Lnigi
Desanctis. La teologia liberale — Il rinnovamento biblico per una teologia ecumeni,
ca. Tre titoli di tre capitoli che dovrebbero
corrispondere a tre periodi della storia della nostra Facoltà.
Ma il nostro autore non è schiavo di formule preconcette e non vuole rinchiudere
in schemi prefigurati uomini e idee. Cosi
nel capitolo consacrato alla teologia liberale non esprime giudizi esclusivisti, ma dà
prova di una serena valutazione dello spirito di servizio degli uomini di quel tempo, e delle peculiari posizioni ed orientamenti di nomini per alcuni dei quali il
termine di neo-pietisti è più indicato, mentre il liberalismo di altri non giunse mai a
conclusioni dissolvitrici.
Anche la parte meno « saggistica s del
volume: i capitoli consacrati alla preparazione dei pastori valdeii dalla Riforma àUa
metà del sec. XIX; aUa fondazione della \
Scuola di Teologia (Torre Pellice); aUo
sviluppo organizzativo della Facoltà sono
ricchi di dati interessanti.
Un volume dunque che si raccomanda alla
lettura di quanti vogliono conoscere sempre meglio la storia della Chiesa Valdese
del suo contributo alla causa dell’Evangelismo in Italia. ree.
Nermanasca
In quel di Riclaretto, a Peyro Plano, si è data convegno una compatta
assemblea di fedeli per partecipare
al culto del mattino del XV agosto ed
al pomeriggio valdese. 11 erbnista
non ha che note liete da segnare sul
suo taccuino.
Quattro gli oratori del culto mattutino che hanno saputo mantenere
desta 1 attenzione del pubblico con
il contenuto dei loro messaggi. Abbiamo cosi avuto il piacere di ascoltare il pastore A. Ribet (di Milano)
che dalla campagna per un ritorno
alla lettura deUa Bibbia ha tratto
motivo per richiamare la Chiesa e i
sìngoli membri di chiesa al senso
della loro vocazione che solo può fare di tutti il popolo della Bibbia.
Il pastore A. Comba, giunto dall’Uruguay per un periodo di riposo,
ha portato il saluto dei fratelli lontani, parlando deUa loro opera e della comune speranza in Cristo che ci
fa una Chiesa, dalle Valli all’America del Sud.
Il pastore O. Peyronel ha prospettato ai suoi uditori alcuni aspetti
dell’opera di Evangelizzazione in Italia, ed in particolar modo a Napoli, dove egli dirige quella fiorente
comunità.
Il prof. G. Spini, dell’Università
di Messina, prendendo lo spunto da
un episodio di intolleranza e dalla
ricorrenza dei centenari di cui è ricco quest’anno, con un appassionato
messaggio ricorda che gli uomini dovrebbero pure imparare qualcosa da
questa maestra di vita che è la storia.
•■H 4: *
11 pomeriggio valdese ha quest’anno una sua particolare fisionomia:
si presenta attraente, ricco di ci numeri » che destano l’interesse di tutti. Abbiamo l’impressione di trovarci in una simpatica, grande famiglia
dove vibrano le varie nòte: della edificazione e deUa ricreazione: tutto
su un piano di serenità armoniosa.
Gli organizzatori hanno potuto contare sulla collaborazione degli amici di Agape che si è rivelata particolarmente preziósa e benefica.
Ricordiamo qui, sempRcemente,
i vari numeri : un messaggio del
signor E. Beux, a cui il passar degli
anni nulla toglie del suo dinamismo,
presidente della Associazione Gioffredo Varaglia di lòrino, che illustra l’attività di questa associazione
di uomini e spezza una lancia in favore della costituzione di consimili
gruppi in tutte le parrocchie.
Una novità, anzi, ima primizia:
un gruppo di agapini dà'lettura di
un dramma, in prima assoluta per
l’Italia: saggio prezioso delle possibilità di un teatro religioso, d’ispirazione evangelica; lettura ascoltata con
profondo raccoglimento e salutata da
un commosso applauso. Sono ancora all’opera gli amici di Agape: un
giovane libanese canta alcuni di quei
canti spirituali negri così ricchi di
emotive risonanze.
Per i giovani, naturalmente, c’è
ancora tempo per sgranchirsi le gambe ed ecco una serie di giochi bene
organizzati dare l’avvio ad alcuni istanti (troppo brevi) di sana ricreazione. Poi si ritorna a Valle.
cron.
Società Studi Valdesi
Il pubblico è cordialmente invitato a partecipare all’assemblea annuale dei soci e degli amici della Società, di Studi Valdesi, che si terrà,
domenica 28 agosto, alle ore 20,45
nell'aula sinodale della Casa Valdese in Torre Pellice col seguente o. d.
g-
1) Relazione morale e finanziaria;
2) Conferenza del prof. Giorgio
Spini, dell’Università di Messina sul
seguente argomento: Le romanzesche avventure dell’ex frate Giacinto Achilli.
3) Discussione delle relazioni ed elezione del seggio.
4
4 —
LVOO DELLE ^LLI VAIDBSI
La voce dellë Comunità
Pomoretto
Battesimi. Sono stati presentati al
S. Battesimo: Coucourde Guido di
Arturo e di Long Ida (Clot Inverso):
Long Delia di Edmondo e di Fraschia
Alda (Pomaretto); Bleynat Giulio di
Aldo e di Griglio Lidia (Lausa); Bleynat Laura di Enrico e di Fomerone
Ida (Lausa); Long Claudio di Arturo
e di Gallian Olga (Pomaretto): Coucourde Luciano di Silvio e di Balmas
Liliana (Clot Inverso).
n Signore che ha detto : « Lasciate
i piccoli fanciulli venire a Me », prenda questi bambini sotto la Sua protezione ed aiuti i loro genitori, padrini
e madrine, ad assolvere con senso di
responsabilità il loro compito di educatori cristiani.
Matrimonio. E’ stato celebrato il
matrimonio di Vinçon Enrico Francesco (Reynaud) con Gallian Ada (Paleiset). A questi cari sposi il nostro
più fervido augurio di felicità e di benedizione.
Funerali. Il 20 luglio decedeva al
nostro Ospedale Ribet Tommaso, da
Perrero, all’età di 80 anni. Egli apparteneva -alla chiesa cattolico-romana;
ma prima di spirare manifestava ai
familiari, che appartengono alla chiesa valdese, il desiderio di essere sepolto secondo il rito evangelico. Largo
stuolo di parenti ed amici prendeva
parte ai funerali presieduti dal pastore Luigi Marauda. Rinnoviamo alla
famiglia Ribet le nostre condoglianze.
— Profonda impressione ha suscitato la morte tragica di Giraud Guido
Virgilio, di anni 24 (Fleccia), perito in
incidente motociclistico. Ricordiamo
con vivo affetto questo caro giovane
così stimato, come lo hanno dimostrato gli imponenti funerali svoltisi il
30 luglio; e diciamo ancora alla famiglia Giraud così duramente provata,
tutta la nostra fraterna simpatia.
Culti. I culti del mese di Luglio sono stati presieduti dal pastore sig. Luigi Marauda. Abbiamo pure ascoltato,
la domenica 14 Agosto, il messaggio
del candidato in teologia sig. Norberto Berton da Colonia Iris, in Argentina. Li ringraziamo entrambi, molto
vivamente, per la loro apprezzata collaborazione.
— Ricordiamo che la tradizionale
riunione all’aperto agli Eiciassie avrà
luogo la domenica 4 Settembre, alle
ore 15. L’ospite di quest’anno sarà il
pastore sig. Ernesto Tron che ha svol
to il suo niinisterio nelle colonie valdesi deU’Uruguay, e che si trova in
visita aile sue valli natie. In caso di
pioggia la riunione si terrà nel tempio
di Pomaretto. Portare I’innario italiano.
Rodoretto
C’est avec reconnaissance que notre famille paroissiale remercie le pasteur Henri Pascal qui durant tout le
mois de juillet a substitué le titulaire
alors en vacances en Suisse. Le cand.
Archimède Bertolino prit sa part aussi en tenant la chaire du temple le dernier dimanche de Juillet.
Peut-on parler de notre harmonium
en ce mois de juillet, alors que la nature chante la gloire de l’été. Son rôle,
de nous aider à chanter la gloire du
Créateur, il ne peut bientôt plus le tenir « ayant subi des ans l’irréparable
outrage ». Déjà l’an passé un fond
pour un nouvel instrument avait été
créé. Cet été, une bonne nouvelle
vous arrive chers paroissiens: Monsieur Henri Garrou de New York, un
ami de la paroisse qui était parmi
nous l’été passé nous a envoyé 54 dollars pour le nouvel harmonium. Voici
le détail de l’envoi qu’il nous prie de
publier: Différentes contributions 35
doll; Mariage Olga Garrou Kosera 10
doll; In Memoriam Mme Clémentine
Rostan 5 doll; Don Henri Pons 4
doll. Prochainement nous donnerons
des nouvelles sur le nouvel instrument
dont nous ferons l’acquisition. Dans
l’attente c’est notre gratitude qui s’en
va vers nos amis d’autre Atlantique
pour la fidélité avec laquelle ils pensent à l’Eglise de Rodoretto. Nous
rappelons aussi à nos membres d’Eglise que la contribution paroissiale
pour ce fond reste ouverte et qu’un
geste dans ce sens serait le bienvenu.
Décès: Les journaux ont annoncé
à tous le tragique accident survenu à
l’un de nos membres d’Eglise mineur,
alors qu’il rentrait du travail. Il s’agit
de Mr. Riceli Luigi père de six enfants qui en montant le trop fameux
« Ecialeiras » s’est tué en tombant
dans le gouffre qui borde ce chemin. Cet accident pose tout à nouveau
le problème d’une route plus sûre et
plus large pour notre population montagnarde. N’oublions pas que 300 âmes habitent notre vallée et qu’une
soixantaine de mineurs font le trajet
quotidiennement. Espérons que les autorités prendront à coeur les voeux
de notre population. Mr. Riceli était
âgé de 53 ans. A la veuve Mme Irène
Riceli-Tron et aux enfants notre plus
sincère sympathie.
Roma (Via IV Novembre)
La mattina del 13 agosto, nella sua
casa di Cisterna di Latina ha chiuso
gli occhi sereni la nostra sorella U balda Salvini, che tutti avremo nel cuore
e sentiremo nella Comunione dei Santi. La sua malattia insidiosa è stata
lunga, scoraggiante; ma la sua fede è
stata forte e vittoriosa. Non un sospiro d’impazienza ma il continuo timore di non essere se stessa secondo la
volontà di Dio. E’ un esempio di dignità cristiana che fa arrossire noi,
pronti alla lamentela e alla insopportazione. Prima di addormentarsi nella
pace del Signore, quando la sofferenza era maggiormente grande ma il suo
spirito pronto e sereno, ha voluto sentire ancora una volta il Salmo 23 da
lei prediletto : « L’Eterno è il mio pastore, nulla mi mancherà... ».
Le cure prodigatele dal marito, il
caro fratello Vincenzo, da tutte le p>ersone a lei care sono state sollecite e
amorose. E lei, sempre grata, ha reso
buona testimonianza alla bontà del
Signore che per mezzo dei suoi figli
opera a consolazione degli afflitti.
« Benedici, anima mia, l’Eterno e non
dimenticare alcuno dei suoi benefici »
(Salmo 103 v. 2).
I funerali hanno avuto luogo domenica 14 agosto. Nonostante la giornata festiva, parenti con un folto gruppo
di amici, fratelli di Latina e di Roma
hanno seguito la cara salma al cimitero. Il pastore Mario Musacchio ha recato il messaggio di fede e di speranza cristiana. QualcUno ha detto: « Non
vedremo più il suo dolce viso. Non
potremo più godere della sua presenza terrena che infondeva tanta serenità e tanta forza in chi ravvicinava ».
Non la vedremo, ma la vedremo nel
Signore, nell’amore di Colui che ha
dato forza nell’ora della prostrazione.
Il Signore le ha detto : « La mia grazia ti basta, perchè la mia potenza si
dimostra perfetta(^ nella debolezza »
(II Corinzi 12 v. 9). Noi sentiremo con
noi la cara sorella in quella potenza
amorosa del Padre che opera in noi.
Al caro fratelkwVincenzo Salvini, a
suo figlio, a tutti i suoi cari le espressioni della nostra, solidarietà fraterna.
Sentano la pace del Signore e l’affetto dei fratelli e amici. La cara immagine materna, che Beato Angelico
avrebbe dipinto in un suo quadro devoto, stia dinanzi a noi, esempio e ricordo benedetto. « Dio non è un Dio
di morti ma di viventi » (S. Luca 20
v. 38).
(M. Moreschini).
IL FICO STERILE Per una buona intesa
L’episodio riferito dagli Evangeli di
Gesù che condanna il fico sterile, è,
come è ben noto a tutti i lettori della
Bibbia, stato sempre argomento di
contrastanti interpretazioni. Ecco come Sundar Singh l’interpreta in una
delle sue visioni:
« Io — narra Sundar Singh — interrogai gli angeli e dissi : « Indubbiamente tutto è stato creato per un determinato fine; ma spesse volte accade che questo scopo non viene realizzato; così fu il caso del fico che doveva portare frutti; ma quando il Signore lo trovò senza frutti, lo fece
seccare. Potete spiegarmi se il suo
scopo era raggiunto o no? »
Un santo rispose: « Senza dubbio
il suo fine era raggiunto e più che raggiunto. Il Signore della vita dà ad
ogni creatura vita per un determinato
fine; ma quando questo fine non viene realizzato egli ha potenza di riprender la vita per raggiungere un fine più alto. Molte migliaia di servitori di Dio hanno sacrificato la loro
vita per ammaestrare ed elevare altri.
Essi hanno perso la loro vita per gli
altri, ma hanno con ciò giovato agli
altri e così adempiuto il più alto fine
di Dio.
E se è giusto, anzi se è un eccellente servizio quello di un uomo (che vale molto più di un fico e di ogni altra
cosa creata) che sacrifica la sua vita
per le altre creature, come potrebbe
esser non giusto il fatto che un’umile
pianta sacrifichi la sua vita per l’insegnamento e l’ammonimento di un
popolo caduto nell’errore?
Con questo fico Cristo ha dato ai
Giudèi ed a tutto il mondo il grande
insegnamento che coloro che vivono
una vita senza frutti e la cui vita rappresenta un fallimento in vista del fine che Dio le aveva fissato, devono
tutti seccare e perire.
La realtà della storia — continua
Sundar Singh — ci insegna che la bigotta ed arida vita del popolo giudeo
di quel tempo seccò come il fico per
la sua mancanza di frutti.
Così ne è della infruttifera vita di
altri, anche se, di fuori, appare ricca
di frutti: una fonte di inganno per
molti, per cui sarà maledetta et annientata.
Ma se qualcuno volesse obiettare
che non era la stagione in cui maturano i fichi, quando il Signore maledisse il fico, e che pertanto Egli non
avrebbe dovuto cercare dei fichi, questo qualcuno dovrebbe ricordare che
non esistono delle stagioni fissate per
compiere buone opere, poiché tutte le
stagioni sono in ugual misura adatte
per compiere buone opere; ed ognuno
deve render la vita sua ricca di frutti
per così adempiere il fine per cui è
stato creato ».
«Amici del Collegio»
Gli amici del Collegio sono convo
cali per la domenica 4 settembre La
festosa adunata degli antichi alunni
del nostro Collegio- rinnoverà .anche
quest’anno, la gioia degli incontri se
reni. Un programma particolarmen
te attraente è stato preparato per es
si, comprendente una misteriosa cac
eia al tesoro, il pranzo in comune
la tradizionale rievocazione pomeri
diana sarà arricchita dalla lettura di
documenti inediti (o quasi).
Por rorfanotroflo maschile
di Pomaretta
Dr. Stanislao Rocchi L. 1.000 — Lilia
Malacrida 2.000 — Emanuele Griset 1.000
— Chiesa Valdese di San Remo 3.000 —
Rocchi Biagio 23.000 — Tito e Guido 1.000
— Alfano Adele 2.000 — Amministrazione
Provinciale 125.000 — Chiesa Valdese (Pz.
Cavour) 20.000 — Gustavo Invemizzi 2.000
— Unione deUe Madri di Villasecca 5.000
— Amadina ed Elena Viglielmo 2.500 —
Borsa dei Poveri Valdesi 500 — Unione
Femminile di Massello 5.000 —■ Elisa Micol 1.000 — Chiesa Valdese di Pramollo
3.000 — Chiesa Valdese di Prali 3.000 —
Unione delle Madri di Prali 3.000 — Unione Madri di S. Secondo 3.000 — N. IN.
1.000 — Il fratello e i nipoti di Peyran
Augusto 2.500 — Scuola Domenicale di S.
Secondo 2.000 — Chiesa Valdese di Genova 53.500 — Comba G. e K. 10.000 — Peroni Armando e Ada 2.500 — C. M. 2.000
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mila — Chiesa Valdese di Messina 1.000 —
Immovilli Francesco 1.000 — Rivoir Melania, in occ. battesimo di David RivoirPellegrini 5.000 — Codino Guido e Claudina, in occ. nascita Ornella 1.000 — N.
N. 1.000 — Gay Giosuè 1.000 — Chiesa
Valdese di Venezia 2.000 — Chiesa Valdese di Sampierdarena 2.000 — Chiesa Valdese di Torre Pellice 5.000 — Unione delle Madri di Pomaretto 8.000 — Maestranze
dello Stabilimento di Villar Perosa, in occ.
17 Febbraio 17.000 — Ugo Rivoiro Pellegrini 10.000 — Fam. Refour 2.500 — U.
G. V. di Pomaretto 500 — Kovacs Antonio 1.350 — Adele Mattone 300 — Adele
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delle Madri di Perrero 10.000 — Lega Femminile Valdese di Milano 10.000 — Persello Dionisio 2.000 — Fam. Giacomo Bernard 2.000 — Fam. Coisson 2.000 — Mimmo, Paola, Mario e Piero 3.000 — Durand
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Fam. Menusan Tomaso 600 — Charrier Fanny 1.000 — Chiesa Valdese, in occ. Festa
della Madre 10.000 — Past. Cipriano Tourn
2.000 — Cassa di Risparmio di Torino 10
mila — Società di cucito di Bergamo 25.000
— Barilaro Fabio 2.000 — Luigia Bertin
500 — Nel nome del Signore 500 — Bertin Claudio e Fam., riconoscenti al Signore 1.500 — A. E. I. 650 — Chiesa Valdese
di S. Germano Chisone 5.000.
In memoria: di Giovanni e Rosa Pons
Karrer. Maria Luisa Pons 400; dei cugini
Enrico e Augusto Pastre, Martinat Luigi e
Maria 1.000; dei loro Cari, Berlalot Ida e
Gina 1.000; dei loro Cari, Carro Beniamino e fam. 2.000; del Nonno, Fomerone
Walter e Elda 1.000; di Emma Leidheuser
e Emilio Gardiol, N. N. 500; dei Genitori.
Long Adelina e Alice 1.000; di Adolfo Decker, J\. jN. 10.000; di Èva, Grill Enrico
500; della figlia Letizia e nipote Dante, Fornerone Pattini Angiolina 1.000; dei Genitori, Ing. Long Arturo 2.000; dei Genitori,
Costabello Dino 3.000; della Mamma, Rostagno Levi 3.500; dei loro Cari, Paschetto
Rita e Pierino 2.300; Simondet Margherita 500; del Padre, Fam. Barai Albino Ì.000;
di Dino Balmas, la Mamma 500; di A. Pastre, Balmas Giuseppe 500; del figlio Fredy
Coniugi Benir-Balraas 1.000; dello zio Sergio, Silvana, llda, Rino Stocco 500; del
Marito, Bertalot Margherita 1.000; di A.
Pastre, Conrad Peter 1.000; di A. Pastre,
Pina Fabroni 500; di A. Pastre, Ferruccio
Avondet ed Elisabetta 2.000; di Adelina
Ballila, Enrico Balma e figlia 2.000; della
Mamma, Vannucci Renato 3.000; del Mari
to, Pastre Regina 1.000; della Mamma, Fer.
rier Aldo c llda 2.000; dei loro Cari. Fam.
Ferrerò 500; di A. Pastre, Ribet Ernesto
500; del Babbo, soreUe Coatantino 1.000;
della Sig.a Italia Ghinzelli ved. Pattini, un
gruppo di Impiegati del Cotonificio W ideniann 4.500.
Istituti Ospitalieri Valdesi: da N. N. rice.
viamo L. 10.000.
La Commissione degli Istituti Ospitalieri
Valdesi e la Direttrice ringraziano, con ri(onoscenza, i generosi oblatori.
Scuola Latina di Pomaretto
Doni ricevuti con gratitudine
dal 1 Maggio al 31 Luglio 1955
Long Roberto (Pramollo) L. 4.000; Costantino Laura 4.000; Geom. Emilio Rostagno (.Alessandria) 5.000; A mezzo Dott.
Teofilo Giraud (Troy. USA): Margherita
Gardiol-Miuol (Valdese N. C.) 6.200; Irma Gbigo-Ro.-tan (Valdese N. C.) 6.200;
Giovanni Tron (Bloomfield N. Y.) 1.860.*
Emanuele Tron (Ul ter Park N. Y.) 3 100:
lJlrii‘0 Gay (Pittsfield Mass.) 3.100; Emiro
Grill (Clilrago 111.) 1.240; Leonia MirolSala (Lenoi N. C.) 2.100; Teofilo Giraud
(Troy) 6.200; Franco in meni, dei nonni
Bourliard .3.000; Avv. vStefano Peyrot 1.000;
Pons Guglielmo (Pomaretta) 5.000; Irma e
Arturo Roslagno (id.) 5.000; Giaiero Valdo e Evelina (Perosa A.) 1.500; Giaiero Er.
nesto e Marcella (id.) 3.000; Laetsch Giovanni (id.) 2.000; Charrier Jenny 500; Eie.
na e Luigi Castagno in meni. Augusto Pastre 1.000; Cliiesa Valdese di Pomaretto
f'O.OOO; Simondi Emilio 3.500; Rostan Ermanno 1.000; Long Emilio in meni, di Bosio-T ong Lidia e Long Marta 2.500.
BENEFICENZA
Beneficenza elargita dalla Cassa di Risparmio di Torino nei Comuni di: Luseriia,
Lusernetta, Rorà per mezzo della Dipendenza di Luserna San Giovanni.
Luserna San Giovanni: Asilo Infantile
« Sacro Cuore » L. 25.000 — Asilo Infantile
« San Giacomo » 20.000 — Asilo per i vecchi 20.000 — Casa famiglia u San Giacomo n
20.000 — Giardino d’infanzia Bellonatti
20.000 — Patronato scolastico 30.000 — Rifugio Re Carlo Alberto 20.000.
Lusernetta: Patronato scolastico 15.000.
Rorà: Patronato scolastico 10.000.
La Cassa di Risparmio di Torino, nella
ripartizione delle somme destinale alla beneficenza per il 1955, ha assegnato i seguenti contributi alle Istituzioni locali:
Torre Pellice: Borsa dei Valdesi Poveri Chiesa Valdese L. 25.000 — Opera Pia di
S. Martino 25.000 — Orfanotrofio Femminile Valdese 25.000 — Ospedale Valdese
25.000 — Patronato Scolastico 40.000 — Ricovero S. Giuseppe per i poveri vecchi
25.000 — Scuola Avviam. Prof. « L. da Vinci » — Cassa Scolastica 10.000 — Soc. di
S. Vincenzo de’ Paoli - Conferenza « B. V.
Rosario » 15.000.
Angrogna: Borsa Valdesi Poveri 10.000
— Opera Pia S. Lorenzo 10.000 — Patronato scolastico 10.000.
Bobbio Pellice: Patronato Scolastico Lire 10.000.
Villar Pellice: Congregazione Cattolica di
Carità 10.000 — Patronato scolastico lO.O(K).
Direzione e Redazione
Prof. Gino Costabel
Via G. Malan — Luserna S. Giovanni
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo con decreto del 19gennaio 1955.
Tipografia Subalpina S. o. A.
Torre Pellice (Torino)
(segue dalla D pagina)
et les déchirements intérieurs, mais
nous sommes contraints de les maintenir, étant donné que ces frères se
déclarent et se montrent aveuglément
soumis au magistère romain.
Notre fidélité à l’Eglise de JésusChrist se manifeste par notre fidélité
dans l’Eglise Réformée de France. Il
nous est impossible d’accepter l’institution romaine, mais nous rencontrons
avec humilité les hommes que Dieu
place sur notre chemin, et nous acceptons de travailler avec eux pour la
seule gloire de notre Seigneur. Nous
leur devons, ainsi qu’à tout homme,
notre prière et le témoignage de notre
foi évangélique.
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Buone notizie ci giungono dagli
S. U. (l’America dallo studente Elio
E. Pellegrin, che dopo aver terminato i suoi studi al nostro Collegio di
Torre Pellice, ha seguito corsi di perfezionamento alla University of America a Washington, di legge, sociologia e giornalismo all’Università
di Maryland, e si è recentemente trasferito a Cleveland, dove ora insegna. Ci rallegriamo con questo giovane che non ha dimenticato le sue
V'alli ed annunzia al Collegio l’arrivo di un professore americano che
vuole portarvi due figli a seguirvi i
COLLEGIO VALDESE. — La sessione
autunnale degli esami di riparazione alle
varie classi della Scuola Media e del Liceo
Ginnasio avrà luogo lunedi 5 settembre,
sei-ondo l’orario affisso all’atrio dell’Islitulo.
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