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Biïlloteââ Vaîieâô
(Torino)
TOHHS F3LLIC3
DELLE VAl£T VALDESI
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Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Qnindicinale
della Chiesa Valdese
Anno LXXXII — Num. 18
Una copia La SSO
ABBONAMENTI
( Eco; L. 600 per l’interno ! Eco e La Luce; L. ^fcOO per Tinterno | Spedia. abb. postale II Grappò I TOTtHF PF.T.T.TPE — 9-I Agogto 19*5^
\ L. 1000 per l’estero | L. |ÌW0 per Testerò | Cambio d’indiriiao Lire 30,— | Ammin. Claudiana Torre Pelliee - C.C.P. 2-17557
Li FESTË DEL XV AGOSTO
Nella Valle Chisone
Bella e buona giornata, quella che
i Valdesi hanno trascorso sotto i ma'
gnifici, ombrosi castagni del Clot
dell'Inverso Pinasca, il 15 agosto di
quest’anno. L’adunata è stata impo
nenie: prima delle 10, come al so
lito, il pubblico ila cominciato ad ai
fluire dalle varie località valdesi del
la Valle, in quell’atmosfera tipica d
cordialità e di famigliarit.i che ca
ratterizza la nostra tradizionale le
sta di mezzo agosto. Tempo splen'
dido, riposante ombra, freschissime
fontane; e sopratntto, bisogna dirlo
con compiacimento, un lodevole raccoglitiK'iito da parte di tutta rasseniblea.
Non tutti sono d’accordo sulla
scelta delle località per le feste del
XV A goslo: e, quest’anno, il Sovrin
tendente ha corso non poco jicr rin
tracciare nella Valle Chisone un po
sto adatto a tutti, giovani e vecchi
C’è chi vuole la festa in basso, ■?. chi
la vuole in alto. Bisognerà cercare
di accontentar tutti, anno dopo an
lità è facilmente accessibile, Fassem
bica è più numerosa e più compatta
Al Clot dell’Inverso Pinasca sarà be
ne ritornare ogni tanto in avvenire
Dopo la lettura della Bibbia e la
preghiera, fatte dal Past. P. Marauda di Poiiiaretto, il programma della celebrazione si apre con la jrredicazioiie affidata al Pastore R. Nisbet.
Il suo messaggio è semplice, fortemente biblico e attuale al tempo
stesso. E’ un messaggio di incoraggiamento che fa del bene; lo si vede
dall’attenzione con cui viene ascoltato. Egli medita la parola dell’apostolo Paolo, « sapemlo che la vostra,
fatica non è vana nel Signore y>. Mol-rii pensano che l’affermazione apostolica abbia un fondamento di verità soltanto se la si esamina in funzione della vita eterna che Gesù Cristo ha promesso a quanti crederebbero in Lui. Ma il predicatore circoscrive l’argomento e parla con efficacia dei risultati di una tc fatica cristiana » entro i limiti di questa vita,
nella esperienza individuale, nella
Chiesa, nel mondo; anche se l’esperienza stessa sembra talvolta rivelarci che i risultati sono, in apparenza,
una cosa piccola e inadeguata. Il
guaio si è che noi siamo facilmente
degli smemorati o dei ciechi che non
Vogliono ricordare o vedere i risultati di un’opera compiuta « nel Signore »: mediante la preghiera, per
esempio, anche se gli esaudimenti
sono lontani invece di essere immediati, anche se la semenza del Signore ha bisogno di un periodo di maturazione; o mediante la fede che è
Una quotidiana « fatica », non vana
però nella testimonianza di milioni
di credenti i quali potrebbero dire
con S. Paolo: « Ringraziato sia Iddio che ci dà la vittoria per mezzo
del Signor nostro Gesù Cristo ».
Dopo la predicazione della Parola
di Dio, ecco la Storia Valdese, la Storia dei Padri. Da vari anni i laici non
salivano più sul palco per un messaggio del XV Agosto. Abbiamo voluto
affidare quest’anno la parte storica
ai fratelli laici e dobbiamo dire che
il Prof. A. Jalla, all’Inverso Pinasca,
si è fatto ascoltare con vivo, costante
interesse, nella sua esposizione storica, da tutti apprezzata.
Si era davanti a Pinasca; era giusto
che l’oratore narrasse le vicende note o per la maggior parte ignote dei'
Valdesi in quel territorio durante i
secoli passati, a cominciare dal 1575,
epoca in cui il Conte di Savoia Racconigi è incaricato di venire a rendersi conto della situazione dei Vaidesi, fino alla sparizione totale del'a
parrocchia valdese di Pinasca, al
tempo della Revoca dell’Editto di
Nantes e dell’Esilio.
Straordinarie vicende quelle dei
Valdesi di Pinasca, in numero di circa 2000, con un piccolo tempio gl
Gran Dubbione, continuamente angustiati, tormentati dai soldati di
ventura assoldati dall’Abbadia di
Pinerolo per reprimere l’eresia, ora
lieti di poter avere un tempio in
fondo valle, al Dubbione o a Pinasca, ora ricacciati su per il vallone!
L’oratore si ferma a sottolineare
2'fre momenti 'particolari della stnria
di quei nostri antenati. Prima di
tutto, la guerra del Birago con lotte
fra cattolici e valdesi, terminata con
la distruzione del tempio di Pinasca per mano dei valdesi stessi, minacciati' dall’autorità. In secondo
luogo, il riftigio che Pinasca offri ai
valdesi risiedenti sulla destra del
Chisone al tempo delle terribili Pasque Piemontesi: era l’unico territorio abitato da valdesi al di fuori
delle terre del Duca di Savoia e fu
da Pinasca che Giovanni Leger lan
ciò alle nazioni protestanti il suo famoso proclama denunziante l’orribile delitto perpetrato a danno delle popolazioni valdesi. Infine, la
scomparsa della parrocchia valdese
di Pinasca, sottoposta anch’essa agli
effetti tragici della Revoca dell’Editto di Nantes. La popolazione esiliò, una piccola parte anche abiurò
per non perdere i propri beni. Ma
il nome di « Pinache » rivive al di
fuori delle Valli, là nel Wurtemberg,
in quelle terre abitate da valdesi
che, per obbligo di fede e di coscienza, hanno preferito l’esilio al
rinnegamento : monito solenne ai
valdesi di oggi, chiamati anch’essi
ad una testimonianza di fedeltà.
Terzo ed ultimo oratore del mattino è il Past. O. Peyronel di Napoli, in rajjpresentanza deBa nostra opera di Evangelizzazione in Italia.
E’ vero che la predicazione del Vangelo deve toccar da vicino anche i
valdesi delle Valli; ma è altrettanto
vero che la nostra presenza in Italia
è risposta ad una vocazione della
Chiesa, nella fedeltà a Colui che ha
detto: « Andate e ammaestrate......
Voi mi sarete testimoni ».
Dopo alcuni accenni ai movimenti
riformatori a Napoli nel passato, l’oratore traccia un quadro della situazione presente dell’evangelismo
partenopeo, con particolare riguardo alla Chiesa Valdese. E’ un « piccolo gregge » anche il nostro a Napoli; ma l’opera della Chiesa ha la
sua risonanza nella città, i culti sono frequentati da molti estranei, le
scuole sono apprezzate anche dalle
Autorità. La situazione di una chiesa evangelica in paese cattolico è
sempre situazione di lotta contro il
conformismo e. la superstizione. E’
anche molte volte situazione di isolamento. I Valdesi ideile Valli debbono essere riconoscenti di avere un
suolo, una collettivi, una comunità di fede e di servilo cristiano.
A mezzogiorno, Fassemblea si disperde nelle immediate vicinanze,
ricche di quattro otiime fontane. Si
formano gruppi di congiimti e di amici attorno alle abbondanti provviste. La conversazione non manca;
non manca neppure, l’ottimo servizio di buffet, affiliato alle lodevoli
cure della gioventù '/aldese di Inverso Pinasca.
Poi, verso le 15, Fassemblea si ricompone sotto i castagni. Presiede
il Past. E. Rostían e la Corale di Pomaretto presta il suo valido concorso eseguendo vari inni e Cori, diretti dal Past. P. Marauda. Quindi la
parola è al Past. A. Lebet, di Praly,
e al giovane Samlro, Sarti. Il loro
messaggio è centrato sulla realtà di
Agape, come centro di vita comunitaria e di camjti che si susseguono
con un denso jtrogramma nei mesi
estivi e ipxeaiaji. iJ*!^ast..J¿8fe«fc-ba
detto con simpatica*dizione che cosa si è fatto ad Agape, come attività
a favore della Chiesa e nel contatto
col mondo ecumenico. Lo studente
Sarti ha richiamato l’attenzione degli uditori sulla chiesa « Corpo di
Cristo » presente ad Agape.
Ci si permetta tuttavia di formulare l’augurio che la FUV si inserisca con maggiore decisione e con
maggior senso di responsabilità nel
programma del pomeriggio, avendo
particolarmente in vista la gioventù
valdese.
Il Past. E. Rostan ha concluso la
manifestazione con un messaggio che
si riallacciava alle manifestazioni
del mattino: l’esigenza di una ope-rosità cristiana fondata sulle promesse della Parola di Dio, l’ispirazione dai sacrifici e dalle lotte del
passato, il richiamo ad una testimonianza vigilante che, nel disorientamento degli spiriti e nella confusione delle pretese verità umane, ci
aiuti tutti ad affermare senza vergogna che Gesù Cristo è la Via, la V^erità e la Vita.
Grazie a quanti hanno collaborato
alla buona riuscita della festa; grazie anche ai proprietari del terreno
che ha ospitato Fassemblea.
Red.
In Val d'Angrogna
Il magnifico castagneto ad occidente del villaggio di Prassuit, nella verde valle d’Angrogna, simile ad un
ampio anfiteatro naturale, ha accolto quest’anno i partecipanti alla ormai tradizionale festa valdese del XV
agosto. Numerasi cartelli indicatori
istradavano i convenuti verso il luogo della riunione, hen delimitato, a
sua volta da cartelli ben visibili e dove un ampio palco era stato eretto per
gli oratori e la Corale. Data la felice ubicazione del sito, non fu affatto necessario ricorrere agli altoparlanti. A cura della Corale di Angrogna Capoluogo era stato allestito un
servizio di posteggio per auto, moto,
scooters e cicli ed i partecipanti ebbero modo, salendo, di ammirare la
veramente magnifica sala Unionista
il cui primo lotto di lavori è già ultimato, in attesa di continuare, tra
breve, il secondo lotto preventivato.
Questa costruzione che è il frutto del
lavóro e delle offerte deUa Chiesa
localé, di Angrognini emigrati e di
affiM lUrnrifó db essere'«ègiiahrta',
nosciuta ed appoggiata da tutti coloro che hanno a cuore il miglioramento e la modernizzazione degli stabili
deUe nostre Comunità alle Valli. A
buon intenditor... poche parole! Un
ricco servizio di buffet funziona egregiamente. Calcoliamo approssimativamente a circa 300G il numero dei partecipanti alla festa.
)1 culto del mattino
Il Pastore di Angrogna Capoluogo,
E. Aime, inizia il culto con l’invocazione seguita dal canto vigoroso di
un inno, dalla lettura della Parola
di Dio (Amos IV 4-12 e Gioele II:
18-32) e da una fervida preghiera.
Poi, dopo il canto di un inno, il
Pastore U. Bert di San Germano
Chisone ha la parola e predica sul
testo lapidario di Amos 4: 12: « Preparati, o Israele, ad incontrare il tuo
Dio ».
Tra due anni — esordisce il Pastore U. Bert — celebreremo il primo
centenario del 15 agosto valdese.
Questa festa non ci lascia insensibili
ed alla quale rispondiamo sempre
con entusiasmo, rappresenta per noi
un incontro, anzi, una serie di incontri tra fratelli e sorelle di una
stessa fede della zona delle Valli, del
COMUNICATO
La prossima Sessione Sinodale si aprirà, piacendo al Signore
Domenica 31 Agosto, alle ore 15,30
nel Tempio Valdese di Torre Pelliee, con un cullo presieduto
dal Pastore Luigi Marauda e la consacrazione al Santo Ministero'
dei Candidati Signori Teofilo Pons e Salvatore Briante.
Tutti'i Membri del Sinodo, Ministri di Culto e Delegati, sono
convocati per le ore 15 nell'Aula Sinodale della Casa Valdese, per
presenziare all'apposizione della firma dei Candidati all'atto di accettazione della Confessione di Fede della Chiesa Valdese.
Immediatamente dopo il culto, i Membri del Sinodo si recheranno nell'Aula Sinodale per costituirsi in Assemblea sotto la presidenza
del più anziano di età tra i Ministri di Culto in attività di servizio
presenti, e procedere alla nomina 'del Seggio definitivo del Sinodo.
ACHILLE DEODATO
Moderatore della Chiesa Valdese
Torre Pelliee, Ï8 Agosto 1952
vasto campo dell’Evangelizzazione e
dell’estero. Ora, l’esigenza fondamentale è che il 15 agosto rappresenti
per ciascuno di noi l’occasione del
nostro incontro con Dio. Bella, certo, la parola « incontro »; ma essa
contiene in sè pure una nota di tristezza perchè ogni incontro è normalmente preceduto e seguito da una separazione. La prima pagina della
Scrittura, anziché di incontro ci parla di « connmione ininterrotta tra
Dio e F 'uomo »; per contro, la seconda pagina della Scrittura ci parla
di « incontro » là dove Dio cerca Adamo ed Èva che si sono nascosti dopo aver spezzato, col loro peccato,
questa comunione. La Scrittura potrebbe essere definita, sotto un certo
aspetto, la storia degli incontri di
Dio con l’uomo e questi incontri si
svolgono sempre sotto un duplice segno del giudizio e della grazia. Così
pure avviene per l’incontro del quale ci parla Amos, il profeta dell’Eterno. L’opera di preparazione alFincontro con Dìo non può, da parte
dell’uomo, che essere compiuta sotto il segno dell’umiliazione che fu
quella del figliuol prodigo e del pubblicano... ma tale incontro deve pure essere caratterizzato daRa fiducia,
in quanto Dio fa sentire al peccatore
tutta la potenza del suo amore. Questo amore — noi lo. sappiamo — si
è incarnato in Gesù Cristo.
Concludendo, Foratore afferma che
nel testo biblico la parola « Israele »
può essere sostituita con l’espressione c( popolo Valdese ». tc Preparati,
o popolo Valdese, ad incontrare il
tuo Dio ».
Storia valdese
Dopo il canto di un inno, al Pastore Bert segue sul palco il Prof.
Augusto Armand Hugon del Collegio
Valdess di Torre Pelliee. Egli si projjone di darci alcune informazioni
sulle condizioni delle Valli Valdesi,
nel periodo medioevale, moderno e
contemporaneo dal punto di vista
dell’istruzione e della cultura.
Riguardo al passato, abbiamo motivo di essere legittimamente fieri a
causa dell’impulso dato dai padri alla istruzione. Testimonianze inoppugnabili di inquisitiwi segnalano che
in un certo periodo deUa nostra storia, tutti i valdesi, adulti e fanciulli,
non cessano, notte e giorno, di insegnare e di istruirsi. Il sillabario dei
nostri padri fu uno solo: la Bibbia.
L’oratore accenna poi alle condizioni difficili, insostenibili addirittura,
nelle quali allora si svolgevano questi corsi di istruzione, impartiti spesso da insegnanti di fortuna i quali
forse sapevano poco, ma sapevano
far ben imparare quel che sapevano
e non disdegnavano di insegnare tea
sutMi di nerbo » talora persino con
grave pregiudizio della salute dei loro scolari! Viene pure ricordata dall’oratore la « Université des ebèvres », cioè il noto « Collegio dei Barba » di Pradeltomo dove i Pastori,
prima di iniziare la loro missione,
effettuavano la loro accurata e severa preparazione essenzialmente biblica. L’oratore ricorda ancora il magnifico impulso dato all’istruzione '
alle Valli dal generale Beckwith coll’istituzione delle numerose scuolette
delle quali molte tuttora sussistono, e
(contìnua a pag. 2)
2
LÎECO DELLE VALU VALDESI
S P I G O L
D’OLTRE
ATURE
OCEANO
Nel numero di Luglio dell’ottima
rivista a Thèology to day » abbiamo
letto una serie di articoli dedicati —
in questo periodo dell’anno in cui i
giovani vengono dovunque consaerati al Santo Ministerio — a vari aspetti del Ministerio evangelico.
Ci è parso utile cogliere, nella maS'
sa delle savie considerazioni di stu
diosi di ogni ramo del Protestpitesi
mo, qualche pensiero degno di fer^
mare l’attenzione non soltanto dei
Pastori ma anche di tutti i fedeli
quali riflettono sui problemi sempre
attuali del Ministerio cristiano.
La prima nota toccata in diversi
articoli è naturalmente quella della
teologia considerata in relazione al
Ministerio del Pastore.
Concludendo un volume sul N. Testamento U Prof. A. M. Himter esclama enfaticamente: « I nostri sono
grandi giorni per la teologia! Gli uomini cominciano a capire che un Cristimiesimo senza una teologia non è
più vero Cristianesimo ».
Nell’editoriale il Prof. G. S. Rendry tratta con molto equilibrio questo pimto. Mette in guardia i giovani
dal considerare la teologia soltanto
come un elemento della loro preparazione preliminare, insistendo sulla
necessità che lo studio accompagni il
Pastore in tutto il suo Ministerio:
« Un predicatore responsabile sarà
sempre lieto e riconoscente di potersi valere dei servizi della teologia....
ma sarà anche ben guardingo nel non
confondere la teologia con la verità:
il mirino col bersaglio!... Io credo
che l’avversione di alcuni predicatori per la teologia abbia le sue radici
nell’errata concezione che la teologia
presenti la sostanza del Vangelo in
forma sistematica. Ma la teologia,
come tale, non può mettere le mani
sul Vangelo per impadronirsene. Solo la fede può far questo... ».
« Perciò, insiste il professore, una
buona teologia è utile per aiutare il
predicatore nell’adempiere alle sue
responsabilità. Ma la responsabilità
rimane sempre del predicatore ». Egli chiama buona la teologia che dirige sempre il predicatore verso la
Bibbia e la tiene costantemente davanti ai suoi occhi: alla Bibbia, cioè
a Colui al quale la Bibbia rende testimonianza : il Signore Gesù Cristo.
Il canonico T. O. Wedel, pur insistendo affinchè la predicazione sia
fondata su di una teologia biblica, e
non consista solo in appelli a base
moralistica, di tipo liberalizzante,
mette in guardia contro il pericolo
di riempire il pulpito di aride discussioni che devono rimanere nelle aule delle Facoltà teologiche.
Molto opportuno è quanto scrive
il Prof. K. I. Forenum sul pericolo
che i giovani studenti arrivino a considerare la teologia come scopo a se
stessa. « Quegli studenti, scrive egli,
possono arrivare a temere il momento in cui dovraimo affrontare il mondo ».
Ai giovani i quali cercano di prolungare i loro studi raccogliendo larga messe di titoli ed onori, anziché
correre a prendere il posto di ministri ed evangelizzatori, egli dice:
« Perchè cercate voi di ottenere quei ■
titoli? Perchè cercate di prolungarti
ancora i vostri studi? Pensateci bene ; desiderate voi queste cose per voi
stessi o per poterli usare per la gloria
di Dio e per il servizio degli uomini?
La cultura sacra è un mezzo utile in
vista di uno scopo importante: ma
quando si comincia a ricercarla per
scopi egoistici, stiamo bene attenti..!
I Ministri colti sono necessari, ma
quando amiamo la cultura per se stessa, abbiamo cessato di essere « ministri » e siamo tornati ad essere solo
« studiosi ».
Una nota molto pratica è quella relativa alla disciplinà ecclesiastica.
In ogni società occorre disciplina
e subordinazione; anche nella Chiesa. '
« In alcune denominazioni, scrive
il Prof. Foreman, la massa dei ministri non arriva a convincersi di avere dei superiori. « Non professiamo
noi la uguaglianza del Ministerio?
Non siamo noi tutti «t vescovi »? Noi
approviamo, bensì, l’organizzazione
della nostra Chiesa e promettiamo
di sottometterci ai nostri fratelli nel
Signore: ma io temo che non prendiamo queste cose seriamente come
dovremmo ».
In generale quelli che ricoprono
nella Chiesa un Ufficio direttivo (al
quale sono stati eletti dalla Chiesa
stessa) trattano i loro subordinati con
molta considerazione e spirito di fratellanza. Ma ci sono in ogni Chiesa,
dice il Prof. Foreman, delle persone
le quali potrebbero essere definite
come (c irresponsabili » le quali non
accettano nessuna forma di discipli
In Val d'Angrogna
Senza disciplina volontaria e volonterosa nessuna forma di vita associata può prosperare.
Paolo Bosio
Non ne ho il tempo...
Lai Parola ,di Dio dice: « Tu ti affanni e t’inquieti di molte cose, ma
di una cosa sola fa bisogno... » (Luca 10: 41-42).
Oggi il tempo è cattivo...
(contìnua dalla pag. 1)
traccia un paragone tea quel tempo
ed il nostro tempo. Il paragone ci è
nettamente sfavorevole, tenendo conto delle debite proporzioni. Esistevano allora alle Valli più di 70 scuole! La conclusione del discorso è un
energico appello alle famiglie valde
Io, al culto non ci vado!
Jacques Kaltenbach
Lei Protestants sur les galères et dans
les cachots de Marseille de 1545 à 1750.
Tn vendita presso l’autore: 12 Rue Dra.
gan - Marseille e alla Claudiana.
TRO I LIBRI
In occasione della inaugurazione del« Mé.
morial Huguenot » nel giugno scorso, di
cui il nostro giornale ha anche parlato, il
Pastore Kaltenbach di Marsiglia ha pubbli
ceto un opuscolo di 45 pagine per rievocare
quella che è stata la tragedia e al tempo
stesso la fedele testimonianza dei protesta»,
ti condannati alle galere dal re di Francia.
Fra questi vi erano anche dei Valdesi della Francia Meridionale ed altri fatti prigio.
nieri al tempo della Revoca dell’Editto di
Nantes. Nel suo opuscolo l’autore descrive
prima di tutto la struttura e la composizione delle galere, poi viene a parlare dei con.
dannati protestanti e delle loro sofferenze,
infine illustra le principali località dove i
protestanti più duri a cedere venivano rinchiusi: Le Fort Saint-Jean, la Citadelle
Saint-Nicolas, le Chateau d’If, l’Hôpital des
galères.
L’opuscolo mostra, nella testimonianza di
quei forti credenti, come veramente « ils
ont préféré les chaines, la prison et la mort
à l’abjuration ».
« Presenza » si pone per compito la ricerca
di una presenza del Cristo nel tempo, nella cultura, nella società, come giudizio e
come illuminazione. Una presenza del Cristo, anche là dove essa non si adorna di no.
mi ufficiali. E ciò in vista di un serio approfondimento della fede cristiana come ve.
rità creduta e impegno di vita. Abbonamento annuo L. 750. Un numero L. 200.
C. C. P. 3-7806 intestate a Enea Balmas,
Piazzale Archinto 6, Milano.
in modo speciale alle famiglie.
dei contadini onde esse si rendano
conto degli inestimabili benefizi che
i nostri istituti di istruzione hanno
reso nel passato e non desiderano di
meglio che rendere oggi alle nostre
popolazioni ed una esortazione ad
approfittare dei mezzi posti a loro
disposizione per dare ai loro figliuoli una solida istruzione e cultura che
non potrà che ridondare a loro beneficio ed a reale vantaggio della
Chiesa Valdese nel suo insieme.
La Parola di Dio dice: «Portatevi virilmente, fortificatevi» (I Cor.
16: 13). •
Non ho un vestito conveniente...
La Parola di Dio dice: « L’uomo riguarda aH’apparenza, ma l’Eterno riguarda al cuore » (I Sam. 6: 7). j
Posso adorare Dio ugualmente a casa...
La Parola di Dio dice: « Quanto è buono e piacwisole che fratelli dimorino insieme. Quivi il Signore ha ordinato la benedizione... »
(SaMo 133: 1).
Il Tempio è troppo lontano...*
La Parola di Dio dice: « Io mi sono rallegrato quando mi hanno detto : Andiamo alla casa dell’Eterno » (Salmo 22: 1).
Adorare Dio nella natura vai meglio che ascoltare un
sermone...
La Parola di Dio dice : « Un giorno nei tuoi cortili, o Eterno, vai meglio che mille altrove » (Salmo 84: 11).
Coloro che vanno in chiesa non sono migliori di me...
La Parola di Dio dice: « Il fariseo pregava così denteo di sè: O Dio,
ti ringrazio ch’io non sono come gli altri uomini... » (Luca 18: 11).
Il Pastore ripete sempre le stesse cose...
La Parola di Dio dice: « Io non mi stanco di scrivervi le medesime
cose, e per voi è sicuro (ovvero è necessario) » (Filippesi 3: 1).
(Trad. dal Messager Paroissial du Sentier - Vaud).
della
Presenza
Rivista trimestrale a cura del Movimen.
to Cristiano Studenti Numero 1
Gennaio-Marzo 1952.
La nuova rivista esce con articoli di E.
Balmas, L. Santini, E. Maggioni ed altri.
Roberfo Nisbef
Conoscete la Messa? In vendita alla Librabia Claudiana e presso l’autore:
Palazzo Cavagnis, S. Maria Maggiore,
Venezia. C. C. P. 2-19254.
II Pastore Nisbet si è accinto alla spiegazione del rito più importante della Chiesa
Romana, sulla base di una precisa documen.
razione cattolica, raffrontata con la Santa
Scrittura. E lo ba fatto ron lodevole competenza, a beneficio di molti cattolici che
si accontentano di assistere alla Messa sen
za rendersi ragione dello svolgimento del
l’azione sacra e degli evangelici i quali han
no bisogno di conoscere le ragioni per cui
respingono un rito che costituisce una gra
Ve deviazione dal culto cristiano primitivo.
Evangelizzazione
in modo speciale dalla celebrazione
Santa Cena.
Il volumetto di una settantina di pagine
viene ad occupare un posto di particolare
rilievo nella nostra letteratura ed il .suo
contenuto, esposto con semplicità e con rispetto verso i cattolici romani, riesce a colmare una lacuna nelle nostre conoscenze e
nella efficacia di mia testimonianza che siamo chiamati a dare alla Verità dell’Evangelo.
E’ diviso nei seguenti capitoli: La Messa
— Il principio della Messa — La Messa dei
catecumeni — La Messa dei fedeli — Cano.
ne della Messa — Conclusione.
Non possiamo fare altro che raccomandare a tutti, e non soltanto agli specialisti in
teologia, la lettura di questo libro. Essa li
richiamerà alla esigenza di un culto veramente cristiano ed apostolico e farà loro
meglio comprendere quanto il cardinale
Schuster di Milano ha scritto: « Immaginiamoci un gran palazzo del Rinascimento, il
quale nel decorso dei secoli, per essere stato continuamente abitato, ha dovuto più
volte subire delle modificazioni, dei restauri, degli adattamenti agli usi ed ai gusti
dei suoi inquilini. Ognuno ha voluto
accomodarlo a proprio modo, sicché l’edificio, pur serbando intatte le linee essenziali dell’architettura primitiva, rivelerà una
quantità di elementi posteriori, che faranno
fede delle varie modificazioni da quello su.
bite ». *’•
Terzo oratore è il sig. G. Castiglione, Pastore delle Chiese di Bari
e Corato, in Puglia. Dopo aver espresso la sua gioia di trovarsi nella
comunità dei fratelli egli afferma
che è un « diritto » delle Valli Vaidesi che hanno mandato i primi evangelizzatori nella nostra patria il
conoscere a che punto noi siamo oggi nella nostra opera di Evangelizzazione. La situazione potrebbe essere
definita dalle parole rivolte dall’apostolo Paolo alla Chiesa di Corinto: « Sappiate che il Signore ci haapertp una porta ». E’ vero che attraverso questa porta la massa del
nostro popolo non è passata, e ciò
per varie ragioni: due guerre, due
dopoguerra, due dittature di cui una
trascorsa ed un’altra, clericale, j)resente; ma malgrado gli intralci, le
opposizioni create dagli uomini, pure la porta è e rimane ancora aperta. Legalmente si tenta da varie parti di rendere difficile se non impossibile il nostro lavoro; ma questi intralci non riescono ad impedire a
tante anime di sentire profondo ed
intenso il bisogno dèllà luce dell’Evangelo. C’è una forza contro la quale gli avversari esterni non possono
nulla: è la potenza della Parola di
Dio. Questa potenza non sopporta di
essere imbrigliata o compressa; essa
al contrario opera efficacemente là
dove e quando Dio lo vuole ed è sempre efficace anche se il suo frutto non
è sempre immediato ed appariscente. L’oratore cita l’esempio di fedeli testimoni dell’Evangelo, nelle cui
dimore persone assetate di verità
convengono per studiare insieme la
Parola di Dio. L’esigenza essenziale
è che le nostre Comunità del campo
di Evangelizzazione siano realmente
comunità viventi e non già vegetanti ed inaridite dalla abitudine e dal
formalismo. Perchè il cuore degli altri venga aperto, bisogna che
prima di tutto, il nostro cuore sia
aperto a Dio e quindi al prossimo.
Se questo avviene, allora siamo resi
capaci di servire umilmente, fedelmente, ignorati forse dagli uomini,
ma approvati e sostenuti sempre da
Dio.
L’assemblea ode ancora il messaggio del Rev. David Esler, Pastore
della Chiesa Presbiteriana d’Irlanda. Conveller del Sinodo d’Irlanda
per i rapporti con l’estero. Egli porta il suo saluto ed esprime la sua
gioia di partecipare alla nostra festa. Dopo il canto di un inno ed alcuni annunzi, la riunione ha termine alle ore 12.15 circa. La colletta
ha Eruttato la somma di L. 41.939.
de Peilz. In seguito ascoltiamo il
messaggio rivoltoci dalla sig.na Ramamonjou, studentessa in lettere
proverbiente dalla lontana isola di
Madagascar.
Infine sale sul palco il signor Sundijack, studente in sociologia proveniente dalla lontana Sumatra (Indonesia). Egli ci dà interessanti ragguagli suUa sua patria dal punto di
vista etnico, politico, sociale e religioso e termina eseguendo una suggestiva pantomima illustrante una
ipotetica lotta tra due indigeni.
La dossologia, preceduta dal « Forte Rocca è il nostro Dio » cantato
con vigore dall’assemblea, pone termine al programma pomeridiano.
In complesso possiamo chiamare
questa una bella e ricca giornata per
’a quale ringraziamo il Signore. Bella, si, per il tempo magnifico, per
l’attenzione sostenuta con la quale,
specialmente durante il culto del
mattino, il pubblico ha ascoltato i
messaggi degli oratori e per il canto
vigoroso e sostenuto, scevro di quella esasperante lentezza che talvolta
lo pregiudica del tutto in assemblee
di questo genere; ed ancora, giornata ricca per il contenuto dei messaggi rivolti. Il Signore faccia si die
essi si imprimano nei nostri cuori e
portino frutti abbondanti alla sua
gloria.
Terminando, rivolgiamo ancora
un vivo ringraziamento ai proprietari di Angrogna per averci gentilmente ospitati sui terreni di loro
proprietà ed alla Chiesa di Angrogna-Capoluogo per la lodevoli' organizzazione di questa festa <h 1 XV
agosto così cara al nostro
d
l’IlOI f.
Uno che c’era
XV août a Prangins
Nel pomeriggio
Dopo i numerosi pique-niques
consumati gioiosamente sull’erba o
presso le fresche fontane, il programma pomeridiano ha inizio alle
ore 14.30, con una meditazione sul
salmo 23 svolta dal Pastore Sig. Paschoud, presentato dal Past. Bouchard il quale presiede la riunione
affidata alle cure della F.U.V.
Udiamo in seguito, a due riprese
e con vivo piacere, la Corale di Torre Pellice diretta dall’infaticabile signorina Dora Revel, prodursi nella
esecuzione di 4 cori i quali riscuotono l’ammirazione del numeroso pubblico che applaude fragorosamente
e riesce persino ad ottenere un his!
Sale in seguito sul palco un giovane
svizzero della parrocchia di La Tour
Déplacée de huit jours en raison des
Fêtes de Genève, la commémoriition
annuelle de la « Glorieuse Eeatrée »
a rassemblé. le 10 août,,
historique de Promenthoux, des «A*audois» de Genève et du Pays de Yaud
- voire d’Italie!
Présidée par M. Emile Pasquet,
l'infatigable animateur du Comité
pour l’Eglise et les Vallées Vnudoises
du Piémont, la journée débuta par le
culte. Il appartenait à M. le pasteur
Arnaldo Genre, venu tout exprès du
Piémont, d’apporter à la fois la Parole de Dieu et le message, iiateriiel
de l’Eglise des Vallées Vaudoises;
message vigoureux, clair et direct,
inspiré de -Jean 20 : 27 : « Ne sois pas
incrédule mais crois 1 » Dans le désarroi actuel des esprits heureux sont
ceux qui possèdent la foi et la font
rayonner en un monde voué à ses idoles et dominé par la crainte.
M. .lacques Picot évoqua en ternies
pittoresques les premières c,élébrations du 15 août à Prangin^, puis l’on
entendit le représentant de la Municipalité de Prangins — qui, comme à
l’accoutumée avait généreusement
fleuri le monument dont elle est la
gardienne — et M. le pasteur de Perrot, de la paroisse de Nyon.
La cérémonie officielle terminée,
chacun se rendit pour le pique-nique
et les jeux en une propriété voisine
obligeamment ouverte pour la circonstance aux Vaudois du Piémont et à
leurs amis. Au cours de l’après-midi
M. Genre exhorta encore ses auditeurs à rester fidèles à la foi de ceux
qui furent.
Après qu’un jeune « Vaudois » eut
déclamé l’émouvant poème que lui
inspira la « Glorieuse Rentrée », M.
J. Picot rappela que parmi les nombreux « Vaudois » partis clandestinement de cette plage, à l’aube du 17
août 1689, pour reconquérir leurs vallées, il en est qui ne parvinrent jamais an but. Les uns périrent en combattant, d’autres, faits prisonniers,
furent envoyés aux galères ou froidement exécutés.
La déléguée de l’Italie à la Conférence internationale pour éducateurs
réunie à Bossey, ainsi qu’un instituteur transalpin prirent ensuite la parole.
Et l’on chanta encore des airs du
pays avant de danser un grand « picoulet », point final à cette radieuse
journée toute empreinte de la joie de
ceux qu’animent la même foi et la
même espérance. W. R.
3
L’ECO DEIXE VALLI VALDESI
problemi di ATT U A L I T A'
L'annosa "crisi., delie Valli Valdesi
L’articolo di Gustavo Rìbet pons
molto chiaramente i termini di quella che chiama la « crisi » delle Valli Valdesi, ma che in realtà è una
situazione determinatasi più di cento anni or sono e preesistente alla
stessa « emancipazione ». Ma per le
nostre Valli, come egregiamente osserva il Rihet, alle circostanze che
caratterizzano analoga situazione pelle zone, montane in generale, se ne
aggiungono altre che dipendono dal
carattere peculiare di quella limitata regione e dal valore sentimentale
che essa ha per la nostra Chiesa e per
l’Evangelismo in genere.
A parte il normale spopolamento
delle zone montane che in alcuni vi laggi delle Valli, se pure non raggiunge gli indici spettacolari della Valle
di Pragelato, c pur sempre imponente, vi è poi il fenomeno della perdita del carattere valdese, fenomeno
del quale chi scrive in oltre mezzo
secolo di saltuari soggiorni e visite
alle Valli ha potuto constatare il progresso accelerato.
L’esempio portato dal Rihet con
la storia della sua famiglia è eloquente perchè riflette quella di molte altre famiglie valdesi. Da simili esempi si ricava tuttavia la constatazione,
che ])otrehhe anche essere consolante, che i discendenti di valdesi sono
nei mondo forse più numerosi di
quanto le statistiche mostrino: ma a
che serve se la loro Chiesa perde i
contatti con essi?
Istruttiva a questo proposito la vicenda della discendenza del Moderatore Pietro Geymet, sottoprefetto di
Pinerolo al principio dell’800, che fu
figura tipicamente valdese e tra le
più isiteressanti della nostra storia
moderna. Queste vicende sono diffusamente raccontate in un Bollettino
della Società di Studi Valdesi di alcmii anni or sono con una dotta monografia del Prof. Davide Jahier. Il
Geymet, alla cui memoria Pinerolo
t ha consacralo uno squallido vicolo e
che Torre Pellice, se non erro, ha
completamente dimenticato nella sua
odonomastica, ehhe numerosa figliolanza; le femmine andarono spose a
uomini in certo qual modo eminenti
nell’ainbiente valdese del tempo e
diedero origine a famiglie che ehhero
qualche importanza nella cronaca
valdese della prima metà dell’ottocento; dei discendenti di queste famiglie che oggi comprendono un considerevole numero di individui, credo che unico residente alle Valli sia
il Prof. Edoardo Longo. Della discendenza maschile, parte abbracciò il
cattolicesimo prestissimo e, per quanto è a mia conoscenza, la parte che
non abiurò è oggi estinta o è stata
assorbita dalla religione cattolica in
seguito a matrimoni misti. INella discendenza di parte femminile si contano ancora membri attivi delle nostre Chiese, ma anche molti completamente estraniati da essa.
Amor del luogo natio
Quando, dopo l’Emancipazione, si
accentuò l’emigrazione, già in atto,
di molti Valdesi nelle prossime città
del Piemonte, continuò per parecchio
tempo la tradizione del ritorno alle
Valli per vivervi in pace gli ultimi
anni della vecchiaia; ricordiamo
Torre Pellice della nostra gioventù
come una città di vecchi austeri e gravi. La vicinanza del proprio centro
d’attività faceva eleggere le Valli oppure Pinerolo come luogo obbligato
di villeggiatura. Alla fine delTottocento la maggior parte delle ville
della collina di Pinerolo erano proprietà di Valdesi, di quella classe di
Valdesi industriali e finanzieri che
aveva raggiunto un alto grado di opulenza. Non si può dire che quest.-i
classe abbia fatto molto per opporsi
a! fenomeno dello spopolamento già
in corso e. dell’abbandono delle terre. A questa classe di magnati che
formava un clan chiuso e rigidamente conservatore, successero, dopo il
loro quasi generale impoverimento,
altri ricchi i quali, anche per essere
disseminati su aree più vaste, finirono spesso col dimenticare di essere
valdesi e sentirono meno acutamente
i problemi particolari delle Valli, e
queste molto spesso non conobbero
affatto. Oggi sembra che ci sia un risveglio nelPamor del natio loco e ciò
dà a sperare che una forma di fattivo interessamento possa suscitarsi tra
i nostri valdesi dotati di maggiori
mezzi finanziari.
Fin dall’anno scòrso segnalai un
articolo del Corriere della Sera in
cui si affermava che è impossibile
per i cattolici comprare terreni a
Torre Pellice. Purtroppo sappiamo
che la verità è tutt’altra e che i prezzi elevati che apposite istituzioni permettono ai cattolici di offrire per i
terreni delle zone valdesi ne rendono difficile l’acquisto ai nostri.
Alcune proposte pratiche
Quindi, in aggiunta ai provvedimenti suggeriti da Gustavo Rihet allo scopo di mantenere l’appartenenza ufficiale alle parrocchie di origine dei Valdesi emigrati, rinnovo le
proposte già avanzate da più di una
persona di mezzi atti a conservare
alla nostra popolazione il carattere
valdese ed a limitare lo spopolamento delle Valli.
1) L’istituzione di una cassa analoga a quella che funzionò per qualche tempo per i cattolici, che provveda ed integri mediante mutui i
mezzi per l’acquisto od il riacquisto
di terre nelle Valli a quei nostri fratelli (e son più di quanto si creda),
che desiderano tornare a stabilirsi
lassù. Non dovrebbe essere impossibile trovare nelle banehe valdesi (se
pure ne esistono ancora) e tra i nostri
capitalisti i fondi necessari a questa
che sarebbe una buona azione oltre
che un non cattivo affare.
2) Incoraggiare e promuovere l’immigrazione alle Valli Valdesi dei
membri delle nostre comunità fuori
delle Valli e specialmente del Mezzogiorno che siano rurali e desiderino trasferirsi. Abbiamo già qualche
esempio di contadini siciliani venuti
tra noi e che trovano gli aspri terreni disdegnati dai nostri montanari,
più sofisticati, molto meno duri di
quelli delle natie montagne. Un tale
afflusso di nuovi valdesi sarebbe inoltre perfettamente consono alla tradizione e ripeterebbe il fenomeno delle origini del nucleo valdese delle
Alpi Cozie raccoltosi da ogni parte
di Europa.
L’etnografia delle nostre Valli ha
tutto da guadagnare da un ulteriore
apporto di sangue nuovo. Chi ricorda le condizioni fisiologiche della
popolazione delle Valli cinquant’anni or sono ricorda anche come, sotto
un’apparente maggiore robustezza,
più numerose che oggi fossero le malattie e le tare ereditarie in una popolazione che da secoli si era coniugata nell’ambito della parrocchia c
cioè più o meno tra consanguinei.
Inoltre questi nostri fratelli che
vorremmo vedere più numerosi alle
Valli trovano nel loro, temperamento
un ardore di neofiti da tempo scomparso tra noi, onde la vita spirituale
della parrocchie madri riceverebbe
un nuovo salutare impulso.
I pregiudizi regionali e le diffidenze di un tempo potenti tra noi oggi
dovrebbero essere se non scomparsi
completamente, almeno tanto attenuati da poter essere facilmente cancellati dalla comune fede e dal comune amore per la nostra Chiesa.
M. Eynard
PER GLI STUDENTI
L’Isolamento dei Valdesi
L’amico Gustavo Ribet, col suo articolo pubblicato nel n. 17 di questo
giornale, pone veramente il dito sulla piaga che rode da tempo la vita
morale e spirituale del nostro popolo, non soltanto alle Valli. Infatti,
c’è una crisi alle Valli, e c’è una
crisi nelle nostre chiese dell’Evangelizzazione; non so se ci sia anche
nelle chiese del Sud America: può
darsi.
E la ragione della crisi, secondo
me, sta in un fatto solo: noi viviamo
isolati. Isolati l’uno dall’altro nello
interno delle chiese; isolati in mezzo
al mondo, nel quale talvolta cerchiamo d’inserirci senza riuscirvi appieno, a causa della nostra elezione.
Non si vedono mai, o di rado, due
Valdesi compiere insieme lo stesso
lavoro, che non sia quello dell’evangelizzazione ; ed anche in questo
molte energie si sprecano per difetto
di coordinamento. La maledizione
razionalistica ed illuministica pesa
ancora tragicamente sul nostro modo di sentire e di agire, sui nostri
ordinamenti, su tutta la nostra vita
fisica e spirituale. La religione, come ci piace chiamare Finsieme delle
nostre vere o presunte relazioni con
Dio, è per noi ancora come per i
nostri nonni, ma non come per i nostri primi progenitori nella fede,
un fatto esclusivamente individuale, che riguarda noi soli, nel corpo
della Chiesa, se non in alcune cerimonie tradizionali sempre meno
cordialmente vissute, ed in una stereotipata atmosfera di corretta affabilità quando gravemente ci salutiamo ogni domenica all’uscita dal
culto.
Male comune al Protestantesimo
di tutti i paesi, si dirà. Si; ed effetto comune di un colossale equivoco
nel l’intendere la Parola, che poi a
sua volta diviene causa comune del
generale sempre più marcato disinteresse del mondo per le chiese. Noi
viviamo isolati: isolati nella vita familiare, che si va sempre più modellando su quella di tutte le famiglie
che non conoscono Iddio; isolati negli uffici, dove ci troviamo assai di
rado, isolati nella coltivazione dei
campi, dove ogni agricoltore deve superare da sè tutte le difficoltà, come
qualunque altro coltivatore pagano,
senza mai una mano amica che lo
aiuti in nome della fede comune e
Il Convitto Maschile Valdese di Torre Pellice accoglie in un ambiente familiare ed evangelico ragazzi di qualsiasi confessione religiosa, dai 6 ai 20 anni, rispettando le giovani personalità e proponendosi
di educarle alla libertà e all’autodisciplina.
Esso dispone di personale qualificato, di ampi e luminosi locali,
di un campo di foot-ball e uno di palla a volo, di un impianto docce
con cabine individuali e del riscaldamento centrale a nafta. Offre vitto sano ed abbondante particolarmente studiato per le esigenze alimentari dei giovani, una sorveglianza assidua nello studio e nelle
creazioni.
Le rette sono modeste e tengono conto delPeta dei ospi
tato.
Per informazioni, condizioni di ammissione e rette, rivolgersi .alla Direzione del Convitto Maschile Valdese - TORRE PELLICE (To-_
rino) — che sarà lieta di rispondere personalmente a chiunque ne faccia richiesta.
non solo per effetto di denaro; isolati nei negozi, dove, ogni cliente è
uguale all’altro nel gesto comune del
pagare la merce; isolati nelle fabbriche, dove evangelici e non evangelici
lavorano ugualmente per un salario
largito da un padrone il più delle volte ignoto, con le stesse forme in uso
nella maggior parte delle imprese di
tutto l’Occidente; isolati nelle scuole, dove i nostri ragazzi sono sempre
più mescolati con gli altri, e durano
fatica — o la durano le loro famiglie
ancora coscienti — a salvare più o
meno la purezza della nostra fede;
isolati sempre, confusi col mondo e
nel mondo, che non vede mai due
Valdesi imiti a compiere un lavoro di
carattere anche economico che non
sia dettato dai soli criteri economici.
Noi non ci uniamo in nome della nostra fede e sulla base delle Scritture
per compiere un lavoro che ci dia il
pane ma sia anche un’obbedienza all’ordine di rendersi soggetta la terra
e di dominare su tutti i suoi elementi. Noi viviamo come tutti gli altri
uomini che non conoscono la volontà di Dio ed il Suo Evangelo, e perciò viene su di noi la crisi, come viene sugli altri uomini.
Se ciò è vero, è evidente che per
arginare il male non basta l’espediente proposto dall’amico Ribet di considerare gli emigrati come « attinenti » o « in forza » alla parrocchia di
origine. A questa proposta mi associo in pieno, perchè mi pare che non
possa produrre inconvenienti; ma
vorrei che non fosse costretto ad emigrare chi preferirebbe, se potesse, rimanere a lavorare all’ombra dei grandi monti natii, che i padri ci conservarono, con la fede, a prezzo del loro sangue; e che chi fosse costretto
a partire potesse essere certo di trovare presso i fratelli del piano la stessa familiarità di cui godeva nella casa dove nacque.
Perchè questo possa avvenire, molte cose bisognerebbe studiare ed attuare che non possono esser dette nel
breve spazio d’un articolo di giornale. Ma intanto due cose mi pare che
possano e debbano esser fatte subito ;
a) considerare e decidere se sia meglio per noi rimanere isolati ed invisibili, come il sale nella pasta o co
me sentinelle nella notte, in mezzo
ad un mondo nel quale avremmo il
compito di preservarlo, finche è possibile, dalla corruzione esterna. Se sì,
non resta che continuare come adesso, cercando solo di volerci fra noi
un po’ più di bene;
b) vedere se non si possa svolgere
nel mondo un’azione più efficace unendo, come i cristiani del primo
tempo, alla fede più ferma un’attività ispirata da essa e svolta in comune, sul piano consueto della attività
umana, ma con forme che per il mondo sarebbero ora nuove, e nelle quali fosse bene in evidenza quello spirito fraterno che dev’essere la conseguenza della fede non finta. In questo caso, bisognerebbe riunire subito
un Comitato d’intesa che studiasse, e
poi attuasse via via, un piano organico di vita morale, sociale ed economica che trasformasse le no.stre
chiese in centri viventi di predicazione attuale.
Lino de Nicola
Lo scandalo
Proprio tra coloro che pur port&fio iu
stesso nome, che si appellano ad uno stesso
Signore, ad uno stesso Maestro, si litiga e
si combatte sul terreno stesso del campo
di Dio, che è ifiliisCb e moh
do aperto a' tniil, anche ai nemici di Dio.
il mondo in cui c’è anche troppo posto per
chi voglia servire la causa di Dio. h si liti
ga col dito puntato sugli altri, gridando alio
scandalo: è scandalo che ci siano altri cristiani che abbiano un diverso sentimento H
Cristo, è scandalo che altri lavorino con
noi senza essere con noi, è scandalo tutto
quello che essi edilicatui sul loro terreno..
Ma non è scandalo che ” il nemico ’ semini sotto i nostri occhi il mal seme dell’odio, dell’ immoralità, dell’ incredulità.
Non è scandalo che alla periferia delle nostre cristiane città la più nera ed estesa miseria fornisca il più fertile terreno alla depravazione ed al delitto. Non è scandalo che
i bisogni del campo di Dio siano cosi clamorosi ed urgenti e tanto pochi siano invece coloro che dicono di andare ed effettivamente vanno. Non è scandalo che su due
miliardi di uomini ben ottocento milioni si
professino crislani e questo mondo sia ancora così miserabile, così pagano, così spietato. Non è scandalo che noi dimentichiamo il mondo e le sue sconfinate miserie per
riesumare e rinfacciarci le nostre, per darci
a vicenda la zappa sui piedi, per gratificarci di polemiche asiose, di campagne denigratorie, di insulti grossolani e nel nome
di quel Cristo che presumiamo di offrire al
mondo come la panacea dei suoi mali!
Non è scandalo che quelli che dicono di
adoperarsi per la pace, la fraternità, la bontà, dimostrino così eloquentemente coi fatti di non saperci vivere, di non saperle realizzare nemmeno nei riguardi di coloro che
pure sono i più vicini, perchè professano
uno stesso ideale e camminano verso la stessa meta!
Da « 11 libero Evangelo »
Nel centenario di :
Luiii Bìlie
L’opera iniziata da Luigi Braille, intesa
a dare ai ciechi un legame cól mondo dei
viventi attraverso un sistema di scrittura
ad essi intelleggibile rimase incompiuta alla sua morte,'avvenuta un secolo fa a Parigi. Col metodo Braille milioni di ciechi
potevano sì comunicare fra di loro, ma solo nell’ambito del proprio territorio linguistico. Fu solo nel 1904 che un grande
discepolo di Braille, U professor Théophile Cari, si accinse a superare l’ultimo ostacolo. Dotato di una cultura eccezionale,
egli aveva compiuto i suoi studi a Basel,
Berlino, Roma e Parigi, e conosceva perfet.
tamente sette lingue. Nell’autunno del
1904 il suo sistema di adattare l’esperanto
alla' sórìttara briliUé era prontos del resto
era bastato tradurre alcuni suoni nuovi in
puntini a rilievo. La prima grammatica e
il vocabolario della lingua internazionale
apparvero nei primi mesi del 1905 e da allora migliaia di ciechi di tutto il mondo
appresero con entusiasmo la nuova lingua,
iniziando corrispondenza internazionale,
scambio di studi, viaggi e congressi. Grazie
alle donazioni della regina di Romania,
Carmen Sylva, e della regina Margaret di
Svezia, apparve il primo giornale braille
in lingua internazionale, ’’Esperanto Ligilo”, che si pubblica tuttora ininterrottamente da 48 anni.
líTEflíllEB mi
Nel 1852 apparve la prima edizione del
« Unele Tom’s cabin » {La capanna dello
Zio Tom), il capolavoro della scrittrice americana Harriet Beecher Stowe. Il romanzo suscitò enorme impressione, tanto che
viene considerato il primo colpo di cannone della Guerra di secessione che scoppiò
poi nel 1863, quando Àbramo Lincoln proibì la schiavitù.
Enrichetta Beecher-Stowe scrisse molti
romanzi e novelle: ma solo ’’Unele Tom’s
cabin” ebbe successo. La sorte dell’infelice
schiava madre che fuggì col figlioletto per
proteggerlo dai venditori di schiavi, l’eroica battaglia del mulatto Marry, la vita e la
morte della piccola Emmeline, St. Claree,
- ecc. erano famosi al tempo dei nostri padri.
Ma pochi sanno che il romanzo non fu un
semplice parto di fantasia, ma una crudele
verità dei tempi anteriori al 1863. Esiste
un .secondo libro della stessa autrice che
non è conosciuto da molte persone, ”lu
chiave della capanna dello zio Tom”, In
questa chiave l’autrice pubblicò tutti i documenti dai quali ella trasse il romanzo.
Elisa, la giovane schiava. Emmeline, Holey, e gli altri personaggi vissero: vissero
.sotto altro nome e in altri luoghi, ma vissero. E così pure — a un secolo di distanza — l’opera immortale di Enrichetta Beecher-Stowe continua a vivere per rendere
migliore l’umanità.
(Riassunto dall’articolo scritto in lingua in.
ternazionale dal prof. Ernst Joseph Giirlich, deU’Università di Vienna, e tradotto
dall’esperanto).
4
4 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
La voce delle Comunità
MMumm HI
della Selllnaiia liliale
SABATO SERA 30 AGOSTO - ore 21:
nel Tempio di Torre Pellice: Audizio
ne di Musica Sacra con il concorso
della Corale della Parrocchia di Torre Pellice.
DOMENICA 31 . Ore 10,30:
Culto di adorazione e preghiere in
preparazione del Sinodo.
ore 15,30: Culto solenne di apertura defSinodo.
ore 17: Nei locali del Convitto Valdese un servizio di buffet ed un Bazar
a beneficio dei restauri del Centenario
del Tempio di Torre Pellice.
ore 21: Nella Casa Valdese a cura
deirUfflcio recite delle F. U. V.
presentazione di un Dramma
Sacro.
LUNEDI’ SERA . ore 21:
Nella y;idd«séf- Seduta Annuale
detta Società di Studi VaÌdesi.
GIOVEDÌ’ SERA . ore 21:
Nel Tempio ■ per la serata di evangelizzazione
Conferenza del Pastore
Martin Niemòller.
VENERDÌ’ . ore 17:
Nel Tempio, Culto di Comunione per
la chiusura del Sinodo.
ore 21: Nella Casa Valdese, Serata
Missionaria della Pra del Torno.
Villar Pellice
La nostra giovane sorella Frache Lidia
del Ciarmis) ed il signor Peruggia Guglielmo di Monte San Savino (Arezzo) si
sono uniti in matrimonio nel nostro tempio il 2 agosto u. s.
Molti parenti ed amici facevano corona
alla cara Lidia che è stata per molti anni,
una fervente unionista, e parenti ed amici
pure circondavano il sig. Peruggia che
svolge nel suo paese l’opera santa del colportore e dell’Evangelista. Dio benedica e
protegga il loro focolare!
Il giorno 12 agosto una numerosa assemblea convocatasi spontaneamente accoglieva per render loro le estreme onoranze, le spoglie mortali provenienti da To-*
fino, di Gönnet Stefano (Inverso Sagna),
di anni 35, deceduto in seguito ad infermità contratta in guerra. I reduci recarono
il feretro a braccia. Nel cuòre di tutti un
senso di viva simpatia per la famiglia afflitta e di esecrazione per la guerra mieti,
trice di tante vittime innocenti. Nel tempio, con la liturgia dei caduti in guerra,
la fervida invocazione a Dio perchè stabilisca il suo Regno di pace sulla terra.
Susa
Il 21 corr. nella chiesa di Susa, con una
cerimonia intima e raccolta, si sono uniti
in matrimonio, Tlng. De Filippis Elia e
la Signorina Ciardi Giuliana, entrambi
della Chiesa di Milano.
Gli sposi sono subito partiti per Londra
dove vanno a stabilirsi. 11 Signore li accompagni, non solo in questo viaggio, ma
per tutto il loro terrestre pellegrinaggio.
Angrogna (Capoluogo)
Sabato 16 agosto è stato celebrato nel nosto tempio il matrimonio di Bertot Mario
(Malan inferiori) e Pons Eddy (Martel).
La benedizione del Signore sia sempre
sopra questo nuovo focolare.
Ringraziamo 'divamente tutte le persone
e fami^ie che ini vario modo hanno collaborato fattivamente alla organizzazione della festa del XV agosto nella nostra parroccbia. a,
Rorà
Nei mesi estivi abbiainó celebrato i seguenti battesimi: Rivoirà Aladino di Gualtiero e Rivoira Franca di Eraldo. Che il Signore benedica le creature per le quali abbiamo invocato la benedizione dall’Alto.
Recentemente abbiamo accompagnato al
cimitero le spoglie mortali dei fratelli Pavarin Teofilo della Mouliassa, Grill Edoardo Clemente dei Garoussin, nonché della
sorella Rivoira Marcella in Tourn. I tre servizi funebri sono stati celebrati alla presenza di un pubblico numeroso compreso un
gruppo di fratelli villeggianti. 11 Signore
consoli le anime afflitte mediante la sua
Parola e le rassereni colle promesse di vita
eterna.
Siamo lieti di ringraziare i predicatori
che lianno presieduto il culto nei mesi estivi: Tourn Aldo, anziauo dL.Jfocà"
Cairus di Villar PellìcÌ; Professor Giovanni Gönnet di Roma; Pastore Roberto Jahier di San Giovanni; Studente in Teologia
Aldo Rntigliano; Pastore battista Bruno
Saccomani; Pastore Alfonso Alessio di San.
pierdarena; Pastore Edoardo Aime di Angrogna; fratello Bensi Arnaldo di Torino.
Siamo pure riconoscenti ai villeggianti che
hanno collaborato nelle riunioni in alta
montagna: fratelli Vittorio Laurora, Giordano Bensi, Eros Vicari, Giovanni Gönnet,
Aldo Varese.
Gli incontri del giovedì sera sono stali
tenuti regolarmente con i fratelli e le sorelle villeggianti; sono stati tenuti vari studi di natura biblica, storica nonché di carattere vario. La discussione si è rivelata
sempre animata e ricca di interesse.
Le attività di carattere ricreativo sono sta.
te arricchite dalle recite della filodrammatica rorenga, egregiamente diretta dalla
commissione nomitata l’inverno scorso.
L’avvocato Bissaldi di Genova ci ha vivamente interessati con la proiezione di nuo
Ve bellissime pellicole particolarmente apprezzate dal pubblico.
Nel mese di luglio l’unione delle madri
delle Fucine ha organizzato l’annuale bazar nei locali della scuola, riscuotendo il
plauso dei convenuti e con un incoraggiante successo finanziario. Il bazar del centrò
si è tenuto nei locali della casa comunale,
gentilmente concessa dal nostro Sindaco,
Signor Tourn Maurizio. 11 contributo dei
villeggianti manifestatosi in ogni modo ci
ha vivamente commossi. Al di là del problema finanziario abbiamo realizzato un
incontro simpatico di fratelli e sorelle e una
efficace collaborazione con l’unione delle
madri promotrici del Bazar.
La villeggiatura evangelica rorenga è stata rafforzata coi legami della fraternità c
ncjl segno dell’amore di Cristo. Che il Signore benedica gli sforzi intesi a rendere
ognor più animate di spirito fraterno le no.
stré comunità vicine e lontane perchè siano
una testimonianza concreta dell’amore del
Signore,
Villasecca
Particolarmente provata è stata la Co
munita per i lutti che l’hanno fin qui col
pita durante l’estate : piccoli bimbi e ve
gliardi, fra cui la decana della parrocchia
Abbiamo così successivamente accompagnato al campo del riposo le spoglie di
due gemelli vissuti poche ore: Gardiol E
milio e Gardiol Elena, di Arturo (Trossie
ri); di Giacomino Ilda, 18 mesi, di Etnico
(Linsardo); di Bounous Augusto, 79 ann
(Albarea); di Gente Giovanna ved. Co
stantino, 92 anni (Bovile); di Pons Carlo
83 anni (Mòuràs); e di Peyronel Alessandrina ved. Clot, 64 anni, (Bareo), la cui
rassegna^zione cristiana nella lunga, grave
malattia è stata di edificante testimonianza. A tutti gli afflitti, l’assicurazione dell’affetto e delle preghiere della Chiesa.
A due nuovi battezzati ed alle loro famiglie, rinnoviamo auguri di benedizione
divina: Perro Marina di Ermanno e Léger
Riccardo di Aldo (Villasecca).
Personalia. Un buon uditorio ha accolto
con gioia l’interessante messaggio recato
dal prof, e studioso di Lingue orientali
Valdo Viglielmo (New York) proveniente
dall’Università di Tokio. Mentre lo ringraziamo, auguriamo al colto giovane una
brillante carriera.
Ed analoglii auguri noi formiamo per
suo cugino, Giorgio Viglielmo, figlio del
nostro Insegnante C. A. Viglielmo, il quale ha ultimamente conseguito con ottimo
risultato il diploma di Geometra.
Pinerolo
Il culto di domenica 31 Agosto sarà presieduto dal Past. Seiffredo Colucci, di Li
Sodefà (di, Sfudi, Valetesi
■-S-- _
La, Sftélfera di Studi Valdesi avrà la sua
assemblea annua lunedì 1 settembre, alle
ore 21, nell’aula della Casa Valdese, col
seguente Ordine del Giorno : Relazione
morale e finanziaria. Studio del prof. Giovanni Gönnet sul Nome di Valdo. Discussione circa la relazione. Proposte varie.
Nomina del Consiglio Direttivo. I soci vi
sono convocati. Il pubblico vi è cordialmente invitato.
In occasione dell’Assemblea saranno ricevute le prenotazioni per la Bibliografia
Valdese, dei prof. Armand Hugon e Gönnet, alle condizioni già note.
Per tutti gli agricoltori cfte, pagarono in
proprio le spese viaggio della gita dell’ll
maggio 1952 l’Ispettorato Agi-arto di Pinerolo pagherà parte della spesa di viaggio
della nuova gita del 21 settembre 1952. I
nuovi gitanti saranno accettati tua dovranno pagare di persona e per intero la spesa
di viaggio. Occorre prenotarsi per tempo
presso l’Ispettorato Agrario di Pinerolo —
Piazza Solferino N. 1.
Ispettorato Agrario di Pinerolo.
Comiinlcati agricoli importanti
Tutti gli agricoltori che intendono acquistare macchine agricole di fabbricazione
nazionale; costruire edifici rurali per abitazione o ricoveri animali o prodotti agricoli od impiantare impianti irrigui, possono
beneficiare della concessione del mutuo fino al 75 per cento del capitale occorrente
al saggio d’interesse del 3 per cento e per
la durata di 5 anni come previsto dalla Legge 949 del 25-7-1952. Occorre presentare
subito le domande all’Ispettorato Provincia,
le deH’Agricoltura - Ufficio Staccato di Pinerolo . Piazza Solferino N. 1
A questo ufficio gli agricoltori interessati
potranno richiedere tutte le delucidazioni
necessarie.
Per il giorno 21 settembre 1952 l’Ispettorato Agrario di Pinerolo organizzerà una
gita istruttiva per gli agricoltori col seguen
te itinerario: Pinerolo — Sestriere — Sali
ce d’Ulzio. Visita Stazione Alpina dell’Isti
tuto Zootecnico e Caseario per il Piemonte
Salice d’Ulzio — Robassomero. Visita temi
ta Comin. Olivetti. La partenza da Pinerolo
è prevista per le ore 7 ed il ritorno a Pine
rolo in tempo debito per far sì che i gitan
ti possano tornare alle loro sedi anche con
le ultime corse del treno, tram e corriere
Don] IMI Pein toDipii di lilppo
(3“ Elenco)
Frasca Michele L. 15.300
Bonin Carolina Ippolito )) 600
Sappei Ettore )) 1.000
Allevot Malan )) 1.1)00
Griot Aldo e Ada » 500
Nicolò Introna » 30.000
Sofia Baldoni » 5.000
Chiesa di Taranto, 2“ vers. » 16.500
Chiesa di Vittoria » 2.000
Mochi Antonia e Marcello » 10.000
Palmieri Vincenzo, Venezia 300
Chiesa di Ivrea » 4.445
Enrico Balma, insegnante eme-
rito )) 5.000
A. Coisson Chentre » 1.000
Ernesto Comba )) . 10.000
Chiesa di Bobbio )) 5.000
Arnaldo Genre )) 5.000
Vittoria Ugolini )) 1.000
Colonia di Vallecrosia )) 8.900
Jacques Barai, Rodoretto » 500
Paimira Cocconi Lui » 6.000
Chiesa di Torino » 200.000
Semele De Fernex » 5.000
Unione Giov. Valdese, Ginevra » 27.750
Scuola Latina di Pomaretto
DONI PERVENUTI
dal 1 aprile al 31 luglio 1952
Peyronel Oreste, Alina e Marina (Napoli) L. 5000 — Clotilde Gay-Tron (Perosa
Argentina) 3000 — Carlo Grill (Pomaretto)
1000 — Speranza Grill (id.) 1000 — Balma
Arturo (Torino) 1080 — Chiesa di Roma,
Piazza Cavour a mezzo pastore Roberto
Comba 5000 ~ Itala Beux-Grill (Torino)
1000 — Bounous Rita (Riclaretto) 2000 —
Bouchard Davide, Lidia e fam. in memoria
mamma (S. Germano Chisone) 2000 — Ilda
Revel (S. Germano Chisone) 1000 — Fara.
Bernard Giacomo (Pomaretto) 4000 — Giaiero Valdo e Evelina in mem. mamma (Perosa Arg.) 1000 — Prof. Teofilo Pons e Si- .
gnora (Torre Pellice) 1000 — Lina Miegge
(id.) 1000 — H. K. Z. 1000 — Concistoro
Chiesa Villasecca 5000 — Colonnello Luigi
Grill (Torre Pellice) "2000.
Per gentile interessamento del Doti. Teofilo Giraud residente a Troy (S. U. A.) ci
sono pervenute L. 30.600, così ripartite:
Dott. Teofilo Giraud él20 — Pastore Ulrico
Gay 6120 — Margherita Micol 6120 — Irma
Rostan 6120 — Leodon Marzullo 6120.
Ai benefattori, vicini e lontani, del nostro Istituto giungano i nostri più sentiti
ringraziamenti, unitamente all’espressione
della nostra più profonda gratitudine.
La Direzione.
AMICI CANTORI
Domenica 3 agostò è stata una bella giornata per i valdesi di Roma che Hanno potuto incontrare i giovani guidati dal Or.
Henry David Gray che è Vanimatore di
una attività gioìJanile della ^'Oneonta Congregational Church'^' di Pasadena, California.
Questo gruppo è partito dalla California
per vedere direttamente le persone e le
situazioni del mondo religioso cristiano in
Europa e nel Medio Oriente. Un^attività
coraggiosa e interessante che rivela la volontà di comprendere il mondo cristiano
cioè rivela la volontà di conoscere di più,
amare di più e vivere di più nella realtà
moderna i principi della fede cristiana.
Abbiamo avvicinato questi giovani e il
loro ricordo ci. è caro. Nei loro occhi c*c
la luce cristiana. Quando ascoltavamo i loro canti, dolci e nostalgici, canti di fede e
di terra lontana, ci sembrava di sentire la
profonda nostalgia che le nuove generazioni, sotto forma di irrequietezza, hanno della verità e della pace di Cristo.
Il nostro saluto al Dr. Gray e a tutti i
giovani amici, che non possiamo mentovare ad uno ad uno. Il Signore benedica le
loro sante aspirazioni. M. M.
Personalia
Sincere congratulazioni e auguri alla Signorina Betulla Pa-tcal, figlia del Prof. Arturo Pascal, laureatasi brillantemente in
Lettere presso l’Università di Torino, discutendo una tesi su: La Riforma protestante nel Marchesato di Saluzzo durante
la dominazione francese nel secolo XVl.
A « pieni voti » si è laureato in medicina e chirurgia presso l’Università di Torino il sig. Gustavo Bounous. Auguri di una
felice carriera che sùi anche una sentita
missione.
Il Prof. Giovanni Gönnet, di Roma, ha
conseguito l’abilitazione alla libera docenza di Storia del Cristianesimo presso l’Università di Roma. Rallegramenti per il titolo conseguito.
La famiglia del fratello Town Giovanni
delle Fucine ringrazia sentitamente le gentili persone che presero parte al dolore per
la perdita della consorte e sorella in Cristo
Marcella Rivoira in Tonro
Vegliate, perchè non sapete nè il giorno
nè l’ora (Matteo 25: 13).
Fucine di Rorà agosto 1952
La famiglia tutta del compianto
Edoardo Clemente Grill
commossa per la manifestazione d’affetto e
di simpatia tributatagli e impossibilitata di
farlo personalmente esprime i sensi della
sua riconoscenza a tatti coloro che le sono
stati vicini nella loro dolorosa circost&nza.
Iddio non è un Dio dei morti, ma dei
diventi, poiché in Lui vivono tutti (Lu.
ca 20: 38).
Garoussin di Rorà, agosto 1952
Cercasi cuoco
La Scuola Biblica di Rivoli cerca cuoco
evangelico. Comunicare pretese e referenze aH’Anuninistratore Sig. F. Lo Bue scrivendo al seguente indirizzo: Istituto Filadelfia — Via Luigi Colla, 6 — Rivoli Torinese.
Progetti - Successioni
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Tip. Subalpina, s. p. a. . Torre Pellice
Direzione: Via dei Mille, 1 -Pinerolo
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