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L. 400
Anno 118 - n. 6
5 febbraio 1982
Sped. abbonamento postale
I gruppo bis/70
BIBLIOTECA VALLE3E
10066 TORRE PEIL ICS
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
INTERVISTA AL MODERATORE BOUCHARD
A 50 anni dalle purghe staliniane, a 25 anni dall’Ungheria, a
13 dalla Cecoslovacchia, a 2 dall’Afghanistan, il PCI ha finalmente rotto il cordone ombelicale con l’URSS. Dopo una così
lunga gestazione, c’è voluta la
Polonia per prendere finalmente
atto della realtà del « socialismo
reale ». Così, dopo la Jugoslavia
e la Cina, il mito deU’ÚRSS si
è ora infranto anche alTintemo
del più forte partito comunista
occidentale.
Sul piano interno, tutti hanno
accolto con soddisfazione la svolta eppure, benché sia venuto così a mancare quello che fino a
ieri costituiva la pregiudiziale
anti-comunista, sia la DC che il
PSI appaiono infastiditi di dover lare i conti con un partito
che ha le carte del gioco democratico in regola e che rappre;
senta quasi un terzo del popolo
italiano. Ma se la DC fa il suo
dovere, meno comprensibile appare l’atteggiamento del PSI di
Craxi che prima di essere riammesso nella « stanza dei bottoni » puntava tutto suH’altemat’’va. Ora l’alternativa si è trasformata in alternanza. Nella vicina
Francia, il principale merito del
PS mitterrandiano è stato di
aver portato avanti con chiarezza e con coerenza un processo
unitario della sinistra e ciò con
un partito comunista fra i più
ciecamente filo-sovietici. Sarebbe davvero ben triste che i socialisti italiani intralciassero o
ritardassero la necessaria unità
della sinistra nel tentativo illusorio di rovesciare i rapporti di
forza tra PCI e PSI. Illusorio
perché il PCI non è il PCF: lo
dimostra inequivocabilmente la
attuale svolta. Inoltre è probabile che il peso e il ruolo ricoperti dal PS francese siano di
fatto, in Italia, rappresentati in
gran parte dal PCI.
Del resto, sul piano internazionale, gli interlocutori naturali
del PCI sembrano essere proprio
i partiti socialisti e social-democratici, non perché hanno la stessa linea politica ma perché gli
uni e gli altri sono, nei rispettivi
paesi, le forze che meglio hanno
saputo interpretare, a livello di
massa, i bisogni e le aspirazioni
dei ceti produttivi in società industrializzate avanzate. In tutta
l’Europa, queste forze di sinistra
possono — se sapranno sfruttare unitariamente le loro originalità rispetto ai modelli dell’Èst e
dell’Ovest — dar vita ad un socialismo inedito, pratico, non
dogmatico, capace di dialogare
con le forze di liberazione del
Terzo Mondo. L’Eurgpa ha in
sé le potenzialità per rompere
l’assurda logica bipolare che domina il mondo, e queste potenzialità stanno nelle mani della
sinistra, di tutta la sinistra. In
questa prospettiva, le polemiche
PCI-PSi appaiono piuttosto meschine e strumentali. F sarebbe
paradossale, per non dire tragico, che nel paese europeo dove
esiste la più forte, la più ricca
e originale esperienza di sinistra,
rimanga ad occupare immeritatamente il potere un partito democristiano che rappresenta solo se stesso e le sue clientele.
Jean-Jacques Peyronel
Due impegni per ie nostre chiese
L’impegno per la pace, tema della seconda "settimana della libertà”, e la solidarietà con i fratelli valdesi del Rio de la Piata, sono al centro dell’attenzione delle chiese per il 17 febbraio
— Il Sinodo ha votato un ordine del giorno che invita le chiese a porre al centro della loro
attenzione l’impegno per la pace.
Come valuti quello che le chiese
valdesi e metodiste finora hanno
fatto in questo campo?
— Direi che le chiese, soprattutto i giovani, si sono dimostrati molto sensibili su questo problema. Il motivo non è solo, a
parer mio, il pericolo di guerra
che è molto grave, ma anche il
fatto che per la prima volta dopo
molti anni ci siamo accorti che
settori importanti del protestantesimo internazionale avevano
una posizione creativa di avanguardia su problemi di grande
attualità. Si direbbe che siamo
ora alla fine del periodo delle
grandi novità politiche e siamo
airìnizio di un periodo di mutamenti: gli ecologi, i verdi, le donne. i giovani, i pacifisti. E
questi movimenti nanno come epicentro aree culturali
protestanti quali l’Olanda, che ha
una tradizione di pace da molti
anni o la Germania che aveva
invece una tradizione di guerra.
Così alcuni ambienti protestanti italiani hanno avuto addirittura l’impressione di essere in ritardo sugli ambienti protestanti
stranieri. Questa impressione a
mio avviso non è esatta; è esatta invece la sensazione di muoversi in un quadro internazionale in cui molte persone di ambiente protestante si battono per
la pace e la democrazia. Questo
quadro comprende non soltanto
l’Europa ma anche il mondo anglosassone, le minoranze protestanti dell’Asia, e sono convinto
che questo contesto ha avuto un
Il Corpo pastorale valdese della
regione rioplatense in una joto
di alcuni anni fa. In piedi
da sinistra: Delmo Rostan,
Benjamin Barolin,
Violeta Geymonat de Lauri,
Bertha Barolin, Gerald Nansen,
Carlos Delmonte;
Gladys Bertinat de Jordan,
Nestor Tourn, Nestor Rostan,
Alberto Ricciardi, Mario Bertinat,
Ricardo Ribeiro, Wilfrido Artus.
In basso da sinistra:
Carlos Núñez, Hugo Gönnet,
David Baret, Norberto Berton,
Daly Rolando Perrachon.
Non sono presenti Hugo Malan
e i due pastori emeriti
Carlos Negrin e Juan Tron.
Servizio sul Rio de La Piata
pp. 6-7
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effetto tonificante sulle nostre
chiese. Il fatto stesso che su
giornali laici italiani vengano citati oggi teoiogi protestanti come Gollivitzer sul tema della
pace, è indubbiamente un elemento significativo.
Dobbiamo dunque riconoscere
che chi portò in Italia il Movimento Internazionale della Riconciliazione negli anni ’50 aveva ragione, anche se oggi la nostra battaglia per la pace non
può limitarsi a questo vecchio
pacifismo. Nostro compito è trovare delle nuove ragioni per la
pace e sotto questo profilo auspicherei che non ci limitassimo a
mobilitarci, come abbiamo fatto,
ma che ci impegnassimo a fondo
nella riflessione. Il problema della pace non può essere un problema di sentimenti soltanto, ma
deve essere un problema di rifiessione e di dibattito molto approfondito.
Né fame
né carri armati
— In che senso è stato tonificante ¡1 contesto internazionale
del movimento per la pace?
— Mi pare importante per
esempio l’effetto che ha avuto in
Germania la discussione tra ì
giovani che chiedevano il disarmo e il cancelliere Helmut
Schmidt che rispondeva sulla
base del realismo. La discussione a mio avviso non è stata inutile né sul piano politico, né su
quello morale. Penso che sul piano politico la posizione indubbiamente distensiva assunta dal cancelliere Schmidt è dovuta anche
a questo dibattito interno. Ma
questo dibattito ha anche avuto
una rilevanza evangelica, perché
i giovani citavano il Sermone sul
Monte e Schmidt rispondeva che
col Sermone sul Monte in mano
GEREMIA 22: 29
Ascoltare è ben più che udire
« O paese, paese, paese, ascolta la parola dell’Eterno ! ».
Ho letto una volta di un esperimento di psicologia. Una cavia,
al suono di un determinato campanello veniva liberata dalla sua
gabbia, usciva dallo sportello
aperto e veniva nutrita; al suono di un altro campattello invece, la gabbia si apriva ugualmente, ma la cavia uscendo riceveva
una leggera scossa elettrica. Dopo una dozzina di volte, la cavia
aveva ipiparato, davanti allo
sportello aperto, a uscire o a stare in gabbia a seconda del campanello che udiva.
Mi sembra una parabola del
nostro tempo. Siamo giornalmente colpiti da innumerevoli
suoni e abbiamo imparato a reagire istintivamente per difenderci. Di fronte alla pubblicità non
prestiamo la minima attenzione,
salvo poi trovarci in un grande
magazzino con in mano un og
getto non necessario; di fronte
alla cronaca nera sviluppiamo
per difesa assuefazione e distacco, il che non ci risparmia di esser parie di un mondo ultraansioso; di fronte alla degradazione politica ci difendiamo con
dosi crescenti di scetticismo e
qualunquismo, per poi lamentarci dell'egoismo del nostro tempo. Queste ed altre .sono le reazioni istintive che ci consentono
di .sopravvivere in un mondo cosi
agitato come il nostro. Ma le cose non sono co.sì semplici. L’esperimento continuava con il
suono contemporaneo dei due
caiìtpanelli e la cavia disorientata e tremante rannicchiata in
fondo alla gabbia. Così, spesso
nel nostro tempo il corto circuito di messaggi discordanti costringono l’individuo nella confusione e nella paura.
Quanto bisogno esiste oggi di
un suono autorevole e chiaro al
di .sopra degli altri suoni! Questo
.suono esiste, è la parola dell’Eterno, ma in questa come in altre generazioni non viene ascoltato. Noi e il nostro paese abbiamo certo udito questo suono,
tuia o più volte, più o meno chiaramente, frammisto al suono di
tradizioni diverse, ma ben raramente lo abbiamo ascoltato.
Perché a.scoltare è ben più che
udire. Udire vuol dire percepire
un suono, pas.sivamente, e magari reagirvi istintivamente. Ascoltare significa prestare attenzione, attivamente, e reagire con
decisioni della volontà. E se da
una parte la parola di Dio si impone con la sua forza misteriosa e indipendente, dall’altra essa
richiede, per essere ricevuta —
Franco Giampiccoli
(continua a pag. 5)
non si governa. Risultato: la televisione tedesca ha avuto la richiesta di fare degli studi biblici
sul Sermone sul Monte perché
una fetta di pubblico voleva saperne di più e vedere chi aveva
ragione.
— Dove intravvedi oggi in Europa la via della pace?
— Per esempio in Finlandia. Si
è parlato molto di finlandizzazione, talvolta in senso negativo. A
me pare che da questo paese arrivi una indicazione interessante
e cioè che è possibile seguire una
strada di indipendenza senza scarico di aggressività in questo
caso verso l’oriente europeo.
Ugualmente mi sembra che l’atteggiamento di chi non vuole penalizzare la Polonia non sia un
atteggiamento di cedimento, ma
esprima piuttosto il desiderio di
non ripetere la guerra fredda.
Non penso che la causa della libertà in Polonia possa essere
promossa mediante la fame, così come la causa del socialismo
non è promossa mediante i carri armati.
— Torniamo a noi. NeU’amhito
delle nostre chiese, e anche della Federazione giovanile, ci sono
state prese di posizione per un
disarmo unilaterale. L’appello
che è stato preparato per la settimana del 17 febbraio, la nostra
« settimana della libertà », è ‘invece per una riduzione degli armamenti. Come mai?
— Quando usciamo in pubblico
dobbiamo per quanto è possibile
dire cose che siano nostre, specifiche, e cose che siano condivise
dalla grande maggioranza di noi.
Se così non è, allora è giusto
che parlino le avanguardie, i centri di avanguardia come Agape, i
gruppi giovanili,le riviste. Quando parliamo come chiesa è invece meglio dire cose profondamente maturate. Personalmente
penso che il punto di collegamento tra i problemi morali sollevati dai movimenti pacifisti giovanili e i problemi politici presenti
nell’Europa di oggi possa essere
quello della riduzione degli armamenti.
(continua a pag. 12)
2
2 vita delle chiese
5 febbraio 1982
CONVEGNO FGEI SICILIA IQ mOClÌ bUOIli
per uccidere
una chiesa
DUE INIZIATIVE CULTURALI
La Bibbia e la pace
Presenza protestante
« Vale la pena leggere quello
che la Bibbia ci propone riguardo alla pace? ». Su questa domanda, postaci dai non credenti che
in questi mesi lottano insieme
con noi contro il riarmo, Mario
Berutti ha centrato la relazione
introduttiva del Convegno FGEI
Sicilia, tenutosi a Palermo presso la Foresteria valdese di via
Angiò il 9-10 gennaio.
La risposta è stata positiva,
anche se preceduta da una lunghissima serie di condizioni riassumibili come segue: la Bibbia
ci arricchisce solo se sappiamo
prenderla sul serio, nella sua
complessità, senza caricaturarla
a uso e consumo di idee preconcette e solo se siamo disposti a
giocare la nostra vita — tutta intera — nella direzione che essa
ci indica.
In particolare, il credente è
chiamato ad assumersi in prima
persona la responsabilità della
lotta per la pace senza delegarla
a nessun altro — né a fjartiti politici, né a vertici ecclesiastici —
e senza per altro rimanere con le
mani in mano in attesa del Regno. Solo in questo modo — inseriti cioè in una lotta che coinvolga tutti e che sappia rimanere libera da dogmi politici e religiosi — si può essere fedeli strumenti nelle mani del Signore e
sinceri « facitori di pace ».
Dopo la relazione — seguita,
oltre che da una trentina di gio
vani di Scicli, di Catania, di Riesi, di Palermo, anche da una decina di membri delle comunità
evangeliche palermitane — i partecipanti al Convegno si sono divisi in due gruppi per facilitare
la discussione.
Domenica mattina i lavori sono ripresi con una seconda relazione, sul ruolo degli armamenti
nella politica e nell’economia
mondiali, curata da Paolo Naso
con l’ausilio di una serie di diapositive « sperimentali » che dovrebbero costituire la base di un
audiovisivo sulla pace e il disarmo.
Al termine della relazione i
partecipanti al Convegno si sono
nuovamente divisi, questa volta
per partecipare ai culti della
Chiesa valdo-metodista della
« Noce » e della Chiesa valdese
di via Spezio.
Nel pomeriggio l’assemblea
conclusiva ha giudicato positivamente l’esperimento delle diapositive e l’iniziativa dell’audiovisivo, già prenotato da alcuni
gruppi FGEI. La Giunta regionale ha inoltre ricevuto l’incarico di malitenere i contatti con
gli organizzatori del Convegno
internazionale di Comiso (fine
maggio) e di occuparsi della programmazione del prossimo Convegno FGEI, che si terrà a Riesi
in marzo.
B. G.
1. Andate al culto solo quando
vi sentite — altrimenti sarebbe da ipocriti.
2. La sera siete stanchi — non
andate alle riunioni.
3. Quando vi sposate, cessate
ogni attività in chiesa — non
avete tempo. E comprate il televisore.
4. Non mandate i bambini alla
scuola domenicale hanno
già tanto da studiare.
5. Non accettate nessun incarico — la gente potrebbe pensare che volete mettervi in mostra.
6. Se un fratello agisce male,
non perdonatelo — sareste
dei deboli.
7. Se vi si racconta qualcosa di
cattivo, criticate con virtuosa
indignazione — avrete tempo
di accertare se è vero. Dopotutto, non c’è fumo senza fuoco.
8. Lottate contro ogni novità —
bisogna difendere le tradizioni.
9. Se avete delle buone idee, tenetevele — la vita è lunga e
c’è sempre tempo.
10. Non mettetevi a lavorare nella chiesa finché non abbia dato segni di rinnovamento. Per
ora non avete tempo da perdere — il vostro compito è
un altro: criticare, criticare,
criticare!
VERCELLI — Mentre la nebbia non ha permesso ai fratelli
di Biella e Vintebbio di salutare
il pastore Giorgio Bouchard, la
sera di martedì 19 gennaio, un
pubblico numeroso e attento ha
seguito con crescente interesse
la conferenza del Moderatore:
« I protestanti in Italia: significato di una presenza ».
Richiamata per sommi capi la
storia delle Chiese valdesi e metodiste l'oratore ha parlato del
significato della presenza protestante dicendo tra l’altro: « Ritengo come valdese di far parte
della storia d'Italia. Siamo nati
nell’Italia dei Comuni, siamo rinati nell’Italia di Garibaldi e di
Cavour, possiamo essere oggi un
pezzetto della soluzione dei problemi del nostro paese costruendo la maggioranza del 12 maggio
1974 e del 17 maggio 1981 in un
incontro con le forze del mondo
operaio e della borghesia illuminata »; ed ha continuato: « Diventare protestanti è un modo di
responsabilizzarsi e riformare le
proprie vite; su questo piano non
siamo soli: don Zeno, don Milani, don Mazzolari etc. ». Concludendo ha invitato a « partecipare al tentativo di costruire una
presenza cristiana non sui modelli del passato; l’efficacia cristiana Va conquistata a nuovo in
ogni generazione. Saremo noi capaci di inventare la forma di discepolato nell’Italia di oggi? ».
DALLE CHIESE
Non si allentano i legami con New York
NEVi' YORK — La comunità
valdese di New York e diaspora,
ricorda con riconoscenza la visita e l’ispirato messaggio del
prof. Giorgio Spini l’autunno
scorso in occasione del suo passaggio a New York dopo aver dato un corso di lezioni all’Harvard
Yale e alla Columbia University.
Dopo il culto gran parte dei
presenti, una sessantina circa,
ebbe ancora il piacere di udire
il prof. Spini durante il pranzo
preparato dalle signore nei locali
stessi della chiesa.
Rispondendo a parecchie domande il prof. Spini ci diede molte apprezzate informazioni sia
sul Sinodo sia sulla testimonianza evangelica in Italia.
Fu, a detta di una giovane corrispondente una magnifica giornata di comunione fraterna (fellow ship) sia per i giovani e per
i non più giovani venuti da vicino e da lontano.
Per l’occasione era pure presente la Sig.na Erika Tomassone
della nostra Facoltà di Teologia,
attualmente alla Yale University
per l’anno di studio all’estero.
La Sig.na Tomassone ritornò
a visitarci il 22 novembre per
portarci un apprezzatissimo messaggio in francese sul significato
della riconoscenza in occasione
della festa del Rendimento di
grazie ('Thanksgivingì.
Rinnoviamo al prof. Spini ed
alla Sig.na Tomassone i più sentiti ringraziamenti.
• In occasione della prossima
celebrazione del 17 febbraio, prevediamo la partecipazione di un
grùppo di fratelli della Chiesa
Metodista di Sictilerville nel Sud
New Jersey e la predicazione da
parte del Rev. C. Broth di discendenza valdese dal lato materno.
Sono decedute durante l’anno
1981 le seguenti persone oriunde
delle Valli: Lida Menusan ved.
Sentf.nac, di Ferrerò; Albertine
Grill ved. Tron, di Frali; Etienne
Baridon, di Bobbio; Caroline Janavel ved. Hall (Filadelfia), di
Villar; Olga Menusan ved. Hirn,
di Perrero deceduta nel mese di
gennaio 1982.
Eventi rallegranti
PALERMO — Due fatti hanno rallegrato la vita della comunità in questi ultimi tempi.
Generalmente i matrimoni in
chiesa non vengono celebrati durante il culto domenicale perché
— si dice — l’orario e il giorno
non sono molto adatti e inoltre
nel tempio non c’è abbastanza
posto per la comunità e gli invitati. Ma ci siamo grandemente
rallegrati ( compresi alcuni di
quelli che sostengono i punti su
detti) quando la coppia Aldo e
Karola Maiorana hanno chiesto
che la loro unione fosse benedetta dal Signore durante il culto
domenicale. (Essi in precedenza
avevano celebrato in municipio il
rito civile).
E domenica 27 dicembre durante il culto abbiamo avuto una
« cerimonia più semplice possibile », come richiesto dalla coppia, ma circondata da tanto
calore che solo una comunità di
credenti raccolta nel nome del
Signore può dare. Ci auguriamo
che altri seguiranno questo esempio.
Ci siamo ancora rallegrati perché per il culto di Capodanno si
è unita a noi la comunità de « La
Noce » che come è noto è una
comunità valdese-metodista (anche se quest’ultima era molto
scarsamente rappresentata).
Il culto con Santa Cena è stato
presieduto dal pastore Bertolino
mentre il pastore P.V. Panasela
ha predicato su Rom. 12: 12 soffermandosi in modo particolare
sulla speranza in Cristo che può
— nonostante la grave situazione
che viviamo — essere la nostra
forza durante il nuovo anno.
Ci auguriamo che questi incontri continuino.
Il concistoro rende gloria a Dio
per il buon andamento rallegran
dosi che la quasi totalità dei
membri della comunità abbia
contribuito: questo è un segno
di maturità di credenti in Cristo
che dànno con gioia e il. loro
donare è segno di testimonianza
e del loro amore per la diffusione dell’Evangelo.
Incontro sulla pace
FIRENZE — Al Quartiere 9
(Rifredi) è stato organizzato un
dibattito sul tema « La pace oggi: il messaggio e l’impegno delle Chiese », venerdì 18 dicembre.
Hanno parlato il rev. prof.
Chiavacci e il past. A. Sonelli.
Nonostante la pioggia insistente era presente un buon uditorio, composto in maggioranza da
giovani. Il discorso si è svolto su
linee abbastanza convergenti, in
una vissuta consapevolezza della
gravità del problema, delle responsabilità dei cristiani, della
necessità di un riferimento chiaro e franco all’Evangelo. Ci si
rende conto che la pace richiede
un lungo e costante impegno dei
popoli non solo per frenare la
corsa agli armamenti, ma anche
per creare una reale solidarietà
fra gli uomini, abbattendo i muri
delle discriminazioni, delle oppressioni.
Bisogna risolvere il problema
della fame nel mondo, ma anche
liberarsi da tutti i miti che contrappongono gli uomini gli uni
agli altri, sotto i vari pretesti politici, economici, ed ideologici.
È un lavoro che impegna i credenti con tutti coloro che nel
mondo condividono l’urgenza di
un profondo cambiamento di
mentalità e di strutture. L’Evangelo è promessa di grazia, ma
anche giudizio di Dio e non ci
può essere pace se gli uomini
non sottopongono a questo giudizio la loro vita pubblica e pri-^
vata.
La pace non piove dal cielo,
ma richiede una vera e propria
educazione e per questo l’Evangelo assicura che Dio è maestro
e guida.
Amore illimitato
PESCARA — « Il vostro amore non sia mai limitato! L’amore di Dio non ha limiti, non ha
divisioni, non ha frontiere. Il Signore si è fatto povero perché
tutti fossero arricchiti. Domandiamo a Dio per tutti noi: forza
per rinunciare al male, serenità
per offrire noi stessi, gioia nelle
nostre lotte, pace per tutta la
terra! Così sia! Vieni Signor
Gesù! ».
(Queste parole di un canto natalizio, pronunciate da due ragazzi, hanno dato l’inizio ed il
tono alla festa della Scuola domenicale di Pescara del 10 gennaio.
Tutti poi si sono alternati con
entusiasmo nella lettura di dialoghi, passi biblici e nel canto
che testimoniavano della loro
volontà di combattere contro la
violenza, l’odio, gli armamenti
per far trionfare l’amore di Dio
manifestato a noi in Cristo. Questo impegno non voleva essere
una « recita » tradizionale ( costumi, scene, parti da imparare,
ecc.), ma soprattutto una «voce » di pace, anche se flebile, in mezzo al rumore di guerre e distruzioni. La chiesa ha
accolto con soddisfazione ed entusiasmo questa iniziativa presa dalla responsabile della Scuola domenicale Rosetta Mannelli
con la collaborazione di alcune
sorelle.
Con questo interrogativo è terminata la conferenza ed è iniziato un interessantissimo dibattito.
Alla conferenza del pastore
Giorgio Bouchard faranno seguito altre due conferenze che il
Centro d’incontro organizza per
il 29 gennaio: « Protestantesimo
e capitalismo » e per il 12 febbraio: « Protestantesimo e lotte
operaie », delle quali sarà relatore il prof. Ugo Gastaldi.
E. T.
Riscoperta
della Riforma
AGRIGENTO — Sul tema « Alla riscoperta della Riforma » ha
parlato venerdì 15 gennaio alla
Sala valdese di via Esseneto il
prof. Tito Salvatore Aronica, docente di storia e filosofia al Liceo
« Empedocle » di Agrigento. Con
questa conferenza, preannunciata da stampa radio e televisione,
è stato inaugurato il Centro di
studi « Augusto Sciascia » la cui
figura di grande cristiano è sta-’
ta presentata all’inizio dell’incontro dalla prof.ssa Gabriella
Bertolozzi Rosati, animatrice dei
gruppi giovanili che hanno dato
vita a questo incontro singolare
e molto atteso sia per il carattere di incontro tra valdesi, laici
e cattolici, sia per la figura del
prof. Aronica, le cui battaglie civili e culturali sono molto note
nell’Agrigentino.
L’oratore, soffermandosi brevemente sui limiti « ideologici » e
pratici di Lutero e Calvino, ha
puntato la sua ricerca sui valori
creativi che hanno mosso la coscienza europea salvando — co■ me dice il Bainton — quel po’ di
vera civiltà cristiana che esisteva ancora nel mondo dopo la
crisi delle due grandi istituzioni
del Medioevo, la chiesa e l’impero. Dopo aver toccato Erasmo,
la diaspora degli eretici italiani,
i gruppi valdesi, egli ha distinto
i destini storici del luteranesimo e del calvinismo per poi ricomprenderli alla luce della coscienza moderna in una visuale
aperta a valori universali quali
la solidarietà e la tolleranza. Il
prof. Aronica ha infine contrapposto la forza sorgiva del « Discorso della montagna » alla
montagna di discorsi teologicodottrinari che sarebbero buoni,
forse, per le diverse scuole ma
non certo per far avanzare l’umana coscienza.
Mai s’era vista tanta partecipazione (specie di ambienti cattolici) nella città più « gattopardesca » d’Italia. E’ seguito un dibattito contrassegnato da un significativo abbraccio (non solo
ideale) da parte degli intervenuti
che rappresentavano vari gruppi
e confessioni, mentre tutti si impegnavano a dare un seguito all’incontro con altre iniziative
centrate sui « centenari » ricorrenti quest’anno, a cominciare
da quelli di Francesco d’Assisi e
di Chanforan del 1532. I pastori
Teodoro Magri e Luciano Deodato hanno ringraziato vivamente l’amico Aronica invitando a
proseguire su questa linea per
coinvolgere anche altri centri nel
dibattito culturale.
G.B.R.
Corali a Pordenone
La Federazione Regionale delle Chiese
Evangeliche del Triveneto intende organizzare a Pordenone, in data da destinare, la I Rassegna Nazionale delle
Corali Evangeliche secondo modalità
che saranno successivamente comunicate.
Al fine di iniziare i preliminari organizzativi la Federazione desidera sapere:
11 se esiste nella vostra Chiesa una
corale:
2) di quanti membri è composta:
3) quali cori ha nel suo repertorio: religiosi, sacri, folkloristici, polifonici:
4) qual è il programma per il 1982:
5) se c’è l'intenzione di partecipare.
Vi si chiede inoltre di inviare, se possibile, una cassetta con incisi almeno
due cori.
Crediamo di aver interpretato anche
i vostri desideri per una manifestazione
che dovrà avere prevalente carattere
di testimonianza e di evangelizzazione.
Risposte a: Casonato geom. Sergio.
Piazza del Popolo, 3 - 33170 Pordenone.
3
5 febbraio 1982
vita delle chiese 3
COLLEGIO VALDESE
Preiscrizioni anno 82-83
In questa rubrica pubblichiamo le
scadenze che interessano più chiese vaidesi delle valli. Gli avvisi vanno fatti
pervenire entro le ore 9 del lunedì precedente la data di pubblicazione del
giornale.
sabato 6 e domenica 7 febbraio
□ CONVEGNO
FCEI-VALLI
TORINO — La FGEI-Vaili organizza
per sabato 6 e domenica 7 febbraio
1982. nei locali della Chiesa Valdese
in Via Pio V, un convegno su « Disarmo
e pace ». Il convegno ha il seguente
programma:
sabato 6; ore 17.15: relazione di Claudio Canal su « Difesa, sicurezza e società »; relazione di Eugenio Bernardini
su ■■ La pace nella Bibbia »; Dibattito.
domenica 7: ore 10.30: culto con la
comunità di Corso Vittorio: ore 11.30:
relazione di Aldo Ferrerò su « Nucleare
civile e nucleare militare »; Pomeriggio: discussione a gruppi; ore 18: conclusione.
Chi desidera pernottare è pregato di
portarsi il sacco a pelo.
Domenica 7 febbraio
□ RIUNIONE MONITORI
VILLAR PEROSA — Alle ore 14.30
presso il convitto avrà luogo la riunione
dei monitori del 2" e 3° circuito.
Verrà esaminato II programma del II
ciclo « la Parola e la storia ». Introdurrà il tema Daniele Garrone. Tutti i
partecipanti sono pregati di portare la
cena al sacco.
La chiusura della riunione è prevista
per le ore 22.
Domenica 14 febbraio
n ASSEMBLEA
PRIMO CIRCUITO
VILLAR PELLICE — Alle ore 15 si
terrà l'assemblea del 1“ circuito. I pastori Sinigallia e Bellino parleranno sul
tema del battesimo. Seguirà un dibattito da cui dovrebbe scaturire una presa
di posizione del circuito sulla questione
della possibile integrazione tra battisti,
metodisti e valdesi.
□ INCONTRO SU
«CHIESA VALDESE E
PINEROLESE »
PINEROLO — Con inizio alle ore 15
presso i locali della chiesa valdese avrà
luogo un incontro aperto a tutti gli interessati sul tema del « rilancio delle
valli ».
L'incontro organizzato dal Cesp e da
Agape sarà introdotto da una relazione
del past. E. Genre su » Problemi e critiche emerse nell'incontro di Agape
sulla proposta della Tavola ». All'incontro sarà presente il moderatore past.
G. Bouchard.
mercoledì 17 febbraio
Entro questa data le chiese del 1°
circuito devono telefonare al pastore
Platone (tei. 944144) per prenotare i
posti sul pullman che partirà alle 19.50
del 20 febbraio da Bobbio Pellice per
trasportare quanti vogliono partecipare
alla manifestazione del 17 febbraio a
Pinerolo.
NUOVO STUDIO
di ARCHITETTURA
Arch.
MARCO DEBETTINI
10066 TORRE PELLICE
Viale Dante, n. 5
Tel. (0121 ) 91363
(con segreteria telefonica)
Il Comitato del Collegio Valdese, dopo aver tentato, senza
apprezzabile esito, di conoscere
attraverso una vasta indagine le
intenzioni dei genitori degli studenti in ordine sia al numero di
probabili iscrizioni sia alla disponibilità di contributi finanziari, ritenendo di non dover lasciar nulla di intentato principalmente per assicurare il proseguimento dell’opera ed anche
per garantire il posto di lavoro
agli insegnanti rimasti al servizio dell’opera stessa; nell’aggiornare la previsione di entrate e
spese per l’anno finanziario 1982
(nel quale incidono pro quota
gli oneri degli anni scolastici
1981-82 e 1982-83), ha rilevato —
come già ripetutamente segnalato — che, ove permanga invariato il flusso dei doni da parte di
amici esteri ed italiani, non avrà
altra alternativa se non quella
di porre a carico degli studenti
la differenza, scoperta, di spesa.
Tale differenza si avvicina alle
L. 900.000 per ogni studente de
gli istituti di Torre Pellice (il
costo effettivo è di L. 1.300.000
circa).
Il comitato invita pertanto gli
studenti, e le loro famiglie, che
intendono iscriversi alla Scuola
Media ed al Ginnasio Liceo (nel
quale — come da autorizzazione
ministeriale che si confida di ottenere fra breve — saranno tenuti regolari corsi di Francese,
Inglese e Tedesco) a presentare
— entro il 20 febbraio 1982 — domanda di preiscrizione alla Segreteria del Collegio Valdese
aperta tutti i giorni dalle ore 10
alle 12.
Sulla base del numero delle
preiscrizioni che saranno pervenute, il comitato, entro fine febbraio, darà definitivo assetto ai
corsi per l’anno scolastico ’82-83.
Saranno disponibili, per studenti che ne facciano motivata
richiesta, borse di studio per il
pagamento totale o parziale del
costo dell’iscrizione.
Il Comitato
del Collegio Valdese
Concorso
Pentecoste 82
Inizia la preparazione deH’incontro delle comunità valdesi deile Valli
Germanasca e Chisone, che si terrà a Frali ri 30 maggio 1982.
UN APPUNTAMENTO; a Frali, una giornata insieme, una festa delle comunità, intorno al tempio di Ghigo e nella accogliente struttura di
Agape.
UN TEMA: Insieme per costruire la pace.
La festa di Pentecoste ci ricorda l'unità creata dallo Spirito Santo.
Come credenti che hanno ricevuto il dono di ■■ camminare sulla via
della pace » non possiamo dimenticare la nostra responsabilità nel
mondo diviso, minacciato dalla corsa agli armamenti.
UNA PROPOSTA DI LAVORO: Pensate fin da ora come si potrebbe illustrare il tema della pace: con una documentazione efficace, ma anche
con disegni, foto e, se ve la sentite, con poesie e canti,
UN CONCORSO: Chiediamo la collaborazione di chi ha talento grafico.
Cerchiamo un disegno simbolico che esprima il senso dell'incontro. Il
disegno deve stare nelle dimensioni del cerchio indicato qui sopra.
Inviateci il vostro bozzetto entro il 28 febbraio, a questo indirizzo:
Renato Coisson - Via Balziglia, 44 - 10060 POMARETTO (Torino)
La Commissione coordinamento
ALLE VALLI VALDESI
Si aU’integrazione coi battisti
PRAROSTINO — Domenica
17 gennaio 1982, nel corso della
Assemblea di Chiesa, la comunità ha completato l’esame del
terzo documento circa il raffronto, l’approfondimento e la chiarificazione delle varie comprensioni del battesimo presenti nelle chiese battiste, metodiste e
valdesi, esame che per altro aveva già fatto l’oggetto di due turni di riunioni quartierali nel recente passato.
La comunità, come richiesto,
ha dato la propria risposta alle
cinque domande conclusive del
documento (pag. 25):
domanda n. 1: NO unanime
della comunità;
domande 2 - 3 - 4 - 5 ; SI unanime ad eccezione di un astenuto per la terza domanda.
Nel corso della stessa Assemblea il pastore C. Tourn ha pure presentato la relazione annua
1980-81 (relazione morale) sempre rimandata per mancanza di
tempo.
Di questa relazione desideriamo attirare l’attenzione dei
membri di chiesa su quella che
viene considerata la maggior difficoltà nella realizzazione dei
programmi ecclesiastici; l’indifferenza !
Cristo non è mai stato indifferente nei nostri confronti e
non ha mai addotto motivi di interesse privato per sottrarsi ai
compiti che il Padre lo chiamava a svolgere!
Centenario del tempio
VILLASECCA — Le operazioni del 1” centenario del Tempio
dei Chiotti hanno avuto inizio.
La commissione nominata dal
Concistoro ha tenuto la sua prima riunione tracciando a grandi
linee il programma che sarà
svolto sabato e domenica 24-25
luglio alla presenza del moderatore, past. G Bouchard.
• Luciana Giacomino e Amato Peyrot hanno dichiarato davanti al Signore e alla comunità
la loro volontà di vivere cristianamente il matrimonio.
E’ stata loro esplicita richiesta voler dare pubblica certificazione del loro matrimonio secondo la liturgia cui seguono effetti
civili.
Il nostro augurio è che questo loro impegno sia mantenuto
fedelmente con l’aiuto del Signore.
• L’Unione Femminile espri
me la propria gratitudine a Maria Tamietti e Lidia Ribet Nofke
che a nome del comitato nazionale hanno fatto visita al gruppo delle unioniste componenti la
sezione staccata dell’Unione Femminile dei Trussan.
Periodo natalizio
SAN GERMANO — La festa
del Natale ha visto i ragazzi
e le loro famiglie uniti nel canto
gioioso di riconoscenza al Signore che ci ha ancora una volta
manifestato la sua fedeltà. La
colletta ci ha permesso di versare una bella somma a favore della Casa di Riposo.
• Siamo grati al past. Gino
Conte di Genova che ha tenuto
il culto di domenica 27 dicembre.
• Parecchi Sangermanesi hanno partecipato, oltre ai Coralisti, aH’incontro musicale di sabato 9 gennaio a Pinerolo. Grazie ai pinerolesi per la loro accoglienza.
• L’Unione Femminile ha il
suo incontro mensile domenica 7
alle ore 14,30. Dovranno essere
presi gli accordi per l’organizzazione del pranzo del 17 febbraio.
Verso il XVII
S. SECONDO — Il messaggio
della Resurrezione è nuovamente risuonato nel nostro tempio
in occasione deH’improvvisa dipartenza del fratello Valdo Beux
di 47 anni, originario di S. Germano. Alla vedova, al figlio ed
ai familiari tutti rinnoviamo la
solidarietà cristiana e fraterna
della comunità.
• I prezzi per il pranzo del
XVII Febbraio sono : adulti
L. 6.500 ; bambini 5-10 anni 4.500;
fino a 5 anni 3.500.
Affrettatevi a prenotare versando l’importo e ritirando i biglietti presso gli anziani ed il
pastore.
Luigi Rossi
TORRE PELLICE — All’età
di 95 anni è deceduto il fratello
Luigi Rossi. Fu cassiere e tesoriere del Comitato Nazionale delle Associazioni Cristiane dei
Giovani d’Italia; membro della
Associazione Mazziniana Italiana di Genova, fu membro attivo
delle comunità di Genova e Torre Pellice e tutti lo ricordano
impegnato nelle giornate sinodali, Fu anche cassiere per molti
anni della Società Banda Musicale di Torre Pellice. La comunità esprime la sua solidarietà
fraterna alla famiglia Rossi come pure alla famiglia Geymet
per la scomparsa di Edgardo
Geymet, di anni 42.
Assemblea
sul Collegio
BOBBIO PELLICE — Sabato
6 febbraio alle ore 20,30 si terrà
nella sala una assemblea sulle
prospettive del Collegio di Torre Pellice. Tutti sono invitati a
partecipare, in particolare i genitori dei ragazzi che frequentano la scuola oggi e coloro che
potrebbero iscriverli in futuro.
Sarà presente un membro del
Comitato.
LUSERNA S. GIOVANNI —
Anche quest’anno la Festa dell’Emancipazione si svolgerà secondo gli schemi tradizionali.
Alle ore 20 della vigilia verranno accesi i falò sulla collina;
alle ore 10.30 del 17 culto di ringraziamento nel tempio ed alle
ore 12.30 agape fraterna nei locali della Sala Albarin.
La sera verrà rappresentata
una commedia a cura della filodrammatica che già aveva esordito nel passato sotto la regìa
di Alberto Revel e che si è ricostituita in questi ultimi mesi
con l’apporto di elementi vecchi
e nuovi.
Per il pranzo del XVII prenotarsi al più presto e non oltre il
14 c.m. presso il commestibili
Malan Chauvie ai Bellonatti o
presso il chiosco dei giornali
Malanot Meynet.
• Questa settimana si sono
svolti i funerali di due ospiti dell’Asilo Valdese: Guido Plavan,
deceduto all’età di anni 87 e Letizia Salvarani ved. Ricci, di 74
anni.
Rinnoviamo ai familiari tutta
la nostra simpatia fraterna ed
il nostro affetto.
Matrimoni
POMARETTO — Domenica
31 gennaio è stato benedetto il
matrimonio di Bouchard Fran
co e Reinaud Marisa di Sestriere.
' • Lunedi scorso 25 gennaio si
sono sposati in chiesa cattolica
a San Secondo di Pinerolo: Berzolla Piero e Volai Paola.
Che lo Spirito del Signore protegga sempre questi due nuovi
focolari e sia loro di guida costante nella loro vita. Agli sposi
gli auguri della Comunità tutta.
OSPEDALI VALDESI
Commiato
TORRE PELLICE — Per limi
ti di età la sig.ra Irma Dagnino
Rampa è entrata in pensione.
Tutti la ricordiamo nel lontano
1969 quando lasciata la nativa
Genova venne qui in valle a dirigere l’Ospedale di Torre. Validissima ostetrica prima e poi come capo-sala con un occhio sempre aperto sulla cucina,, pronta a
afferrare lo strofinaccio quando
si doveva lavorare tra calcinacci
ed i ponteggi a causa dei lavori
di ristrutturazione. La si udiva
ovunque, nei corridoi, nelle corsie, pronta ad accorrere ove vi
fosse bisogno.
Vogliamo quindi dirle un grazie per l’entusiasmo e l’umanità
con cui era venuta da noi e le
auguriamo un sereno periodo di
meritato riposo.
• Abbiamo anche salutato Lina Gönnet che ha retto la cucina con capacità, attaccamento al
dovere e discrezione. Alcuni anni or sono alle sei e mezza di
mattina la vidi appoggiata alle
scale deirOspedale colta da un
grave attacco di angina pectoris.
Le chiesi come mai, non sentendosi bene, fosse venuta al lavoro. Mi rispose che se fosse rimasta a casa, bisognava richiamare
in servizio una sua collega la
quale aveva già dovuto sostituire nel turno domenicale un’altra
collaboratrice assente.
Mi aveva detto con la saggezza della nostra gente ; « Ou prà
ou bosc! », così non si poteva
continuare, per lei, per la sua famiglia, per l’Ospedale. E quindi
la lunga strada dei ricoveri, l’intervento a Lione, le complicazioni e la pensione.
Qui non si vuol lodare nessuno: ma semplicemente dire alcune verità che devono essere
note a tutti, poiché tirano su il
morale di chi si impegna.
v. d.
4
4 Vita delle chiese
5 feobraio 1982
INTERVISTA AL DIRETTORE DELLA FORESTERIA DI VENEZIA
Disponibilità e testimonianza
L’antico palazzo Cavagnis ospita dal 1868, anno seguente alla sua
costituzione, la Chiesa valdese di Venezia. Attualmente, oltre al locale
di culto, 1 locali sociali e l’abitazione del pastore, vi ha sede anche
la foresteria che ha iniziato la sua attività da una dozzina d’anni
Fino a due anni fa l’amministrazione e l’organizzazione pesavano sul
pastore di Venezia, ma la mole di lavoro e il tempo che richiedevano non erano compatibili con la cura pastorale di un’ampia diaspora come quella di Venezia. Dall’inizio dell’81 perciò la foresteria
ha un nuovo direttore: è Riccardo Bensì, che proviene da Agape dove ha lavorato per alcuni anni. ’
A colloquio
con i lettori
— Che differenza trovi rispetto ad Agape?
— Non c’è assolutamente nessuna somiglianza. Agape è la
« frontiera » del protestantesimo
italiano perché individua in anticipo quello che succede e suggerisce del nuovo, mentre la foresteria resta solo un piccolo
strumento che permette alla gente di incontrarsi.
— Qual è la struttura della foresteria e come funziona?
— Il direttore della foresteria
è un esecutore. Il comitato di
gestione è composto da un rappresentante della Tavola, uno
del Distretto, uno della comunità di Venezia, e un presidente
nominato d’uflñcio dalla Tavola.
Il comitato si è già riunito varie volte; ha abbandonato l’idea
di fare della foresteria un ostello o un pensionato di studenti,
ed ha deciso di privilegiare tre
linee di lavoro:
1) dare ospitalità a gruppi
(soprattutto evangelici) sia italiani che europei; si offre cosi
una casa per vacanze a chi, venendo da fuori, fra l’altro apprezza moltissimo il fatto di abitare a Venezia in un antico palazzo sul canale;
2) essere uno strumento di
collegamento e di contatto per
far conoscere la realtà protestante in Italia a chi non ne sa niente ; far sapere che esiste. In questa linea offriamo a gruppi di lavoro un luogo dove trovarsi per
degli incontri informali con
un’altra realtà, cioè quella del
protestantesimo impegnato. Ne
abbiamo già avuti : per esempio
un incontro di psichiatri. Ho
avuto molte richieste dalla Francia, e a livello di vacanza infor
Attività neH’81
Durante quest’anno la foresteria ha ospitato 1740 persone (919
italiani e 821 stranieri) per un
totale di 5.750 presenze (cioè singoli pernottamenti). Fra gli ospiti un gruppo di anziani di Torre
Penice, la Corale di Luserna San
Giovanni, ragazzi del Collegio
valdese di Torre Pellice, gruppi
di giovani evangelici svizzeri e
tedeschi. Vi ha avuto luogo inoltre un precongresso F.G.E.I., oltre a varie riunioni dei giovani
della comunità. Il salone è stato
inoltre utilizzato dalla comunità
per alcune agapi fraterne e per
un pomeriggio comunitario con
lotteria e buffet organizzato dall’Unione femminile in prossimità del Natale.
Alcuni dati
La foresteria dispone di 5 camere e 2 dormitori, per un totale di 42 letti, e di un grandissimo salone di soggiorno. I servizi sono 4, le docce 3, oltre ad
un locale con 9 lavandini. E’ dotata di riscaldamento centrale
e acqua calda.
Si può avere la prima colazione. I gruppi inoltre possono ottenere l’uso di cucina.
Informazioni
Per informazioni:
Riccardo Bensì
palazzo Cavagnis, Castello 5170
30122 - Venezia
tei. 041 86797
male penso che la foresteria possa fare qualcosa;
3) cercare di creare a Venezia con la comunità delle occasioni che utilizzino questa struttura. Io conto molto sulla comunità, e sto cercando di coinvolgerla, perché la foresteria cessa
di essere un ostello ma si sta
avviando ad essere una parte
della comunità; uno strumento
che essa offre. Può essere anche
uno strumento di evangelizzazione, per quanto modesto perché la gente si ferma per lo piq
pochi giorni.
— Che contatti hai con la comunità? Come pensi di coinvolgerla e che interessamento chiedi?
— Io sono un membro della
chiesa di Venezia. La foresteria
deve essere collegata con la comunità: sono decisissimo a interessarla, perché non ho mai
pensato di lavorare al di fuori
di essa. Del resto è già coinvolta, lo voglia o no, perché la foresteria esiste. Attualmente la
comunità se ne serve per agapi,
incontri, ecc., ed alcuni suoi
membri collaborano: il gruppo
femminile, i giovani, che si riuniscono spesso qua per i loro
incontri. Con loro si è appena
organizzata una piccola mostra
permanente della stampa protestante, con parecchi titoli italiani e alcuni francesi. Stiamo però
cercando di avere un gruppo regolare di collaboratori: sarebbe
necessaria la presenza a turno
di qualche membro di chiesa,
così, che chi alloggia qua abbia
una testimonianza, si accorga
che dietro alla foresteria esiste
una comunità. Per anni c’è stato il problema che la foresteria
pesava sul lavoro del pastore ;
quando sono arrivato ad occuparmene io, ho notato in alcuni
membri di chiesa un senso di
sollievo, e una buona disponibilità. Mi ha però colpito la assenza e la completa indifferenza di
altri. Queste resistenze però devono cadere e cadranno.
— Palazzo Cavagnis è sotto il
controUo della Sovrintendenza
ai monumenti. Come è possibile
salvaguardarne la parte artistica nel via vai di gente?
— La saletta pompeiana è occupata dal mio ufficio e quindi
è sicura. Altri affreschi sono situati molto in alto e perciò non
raggiungibili, come i soffitti.
Tutto il fabbricato però va deteriorandosi per l’umidità. Il bilancio della foresteria è in attivo, e per quanto possibile si
pensa di impiegarne una parte
per la ristrutturazione di questo
bellissimo palazzo.
— Vuoi aggiungere qualcos’altro?
— Penso che la foresteria —
e perciò lo stare con la gente che
essa comporta — sia un talento
che mi è offerto, ma ho paura
di fare come il servitore della
parabola che ha sepolto la sua
moneta invece di farla fruttare.
Vedo che molta gente ospite a
palazzo Cavagnis scopre, parlando insieme, che esistono i protestanti, e comincia a fare domande e a conoscerli. La foresteria è veramente un luogo di
contatto, uno strumento che ha
grandi possibilità ; sento una
forte responsabilità e spero di
spendere bene questo talento.
a cura di
Roberta Colonna Romano
Bagnato da due canali, con un ingresso dalla strada e un ingresso per via d’acqua, un vasto atrio e grandi sale centrali, palazzo
Cavagnis è un tipico palazzo veneziano. È situato ai limiti del popolare sestiere (quartiere) di Castello, ma a pochi minuti da piazza
S. Marco e da Rialto. La sua costruzione è legata aH’ascesa della
famiglia di cui porta il nome. I Cavagnis, o Cavanis, originari di
Bergamo, avevano nel 17° secolo « bottega da merli d’oro » in Campo
S. Bartolomeo, presso Rialto. Il commercio doveva rendere bene se
verso la fine del secolo, dopo il matrimonio con Girolama Tetta, Antonio Cavanis potè comperare, e da una nobildonna dell’antico patriziato veneziano!, un palazzo presso Campo S. Maria Formosa,
« in cao Cale longa, zo dal ponte », come disse in una relazione dei
suoi beni presentata al Consiglio dei Savi. Il palazzo venne poi rifatto. Le spese per l’acquisto e la ricostruzione non esaurirono comunque le sostanze del mercante, che potè donare alla Repubblica,
in guerra contro i Turchi, 100.000 ducati, e ne venne ricompensato
con l’ammissione al patriziato nel 1716. Nel 1784, la famiglia si
estinse.
PREPARATA DALLE DONNE IRLANDESI
Preghiera per tutti
Il 7 marzo prossimo, come ogni
anno ormai dal lontano 1922 verrà celebrata la Giornata Mondiale di Preghiera, curata in Italia
dalla FDEI.
Vorrei innanzitutto sfatare la
leggenda che vede nelle Unioni
Femminili soltanto un gruppo di
donne anziane, un po’ fuori dal
mondo, che si riuniscono per
chiacchierare intorno ad una tazza di tè!
In questi ultimi anni, le nostre
Unioni hanno studiato molti temi di attualità ed approfondito
le loro conoscenze bibliche.
E’ dunque in questo quadro di
studio biblico e di attualità che si
inserisce la Giornata Mondiale
di Preghiera, che non è affatto
riservala alle Unioni Femminili,
né alle donne, ma si rivolge a
tutti i credenti, anche se la liturgia è da sempre preparata da
gruppi femminili nei vari paesi.
Quest’anno, per la prima volta, se non erro, tocca ad un paese europeo proporre la sua liturgia al mondo intero. Infatti è
rirlanda del Sud e del Nord, cattolica e protestante, che ha preparato questo incontro.
Ed è proprio qui che si inserisce il mio appello alle sorelle più
giovani: si tratta di una liturgia
estremamente moderna, nella
quale si parla di ecumenismo e
di pace, di riconciliazione e di
perdono, di riunione per adorare
e di dispersione per servire. Tanti temi attuali sono trattati, gli
handicappati, l’ecologia, il terrorismo, il Terzo Mondo e i paesi
ricchi, la fame e la tecnologia.
Notizie geografiche e storiche
completano la liturgia che è così,
mi sembra, di estrema attualità
e che concerne ognuna di noi,
cattolica, protestante, simpatizzante, sposata o no, casalinga o
lavoratrice, operaia od insegnante.
Le donne irlandesi hanno saputo trovare parole convincenti, basate Su testi biblici scelti e studiati con particolare sen.sibilità
per invitarci a dividere per un
istante, il 7 marzo, e in seguito
nella preghiera, i loro problemi
e le loro angosce, le loro gioie ed
i loro dolori, ma soprattutto la
loro comune fede nel Signore.
Non si tratta dunque di una
riunione per persone di mentalità superata, ma di un momento
intenso di vita comunitaria nell’amore e nella preghiera.
E l’amore e la preghiera non
hanno età!
Etiennette .Talla
SPETTA Al TORRESI
Sig. Direttore
Nel mentre riconfermo la mia fedeltà
alla cara LUCE, alla quale sono abbonato da oltre mezzo secolo, chiedo un
grande favore, sempre che sia lecito!
Farsi promotrice, presso il Municipio
di Torre Pellice, per denominare una
via al ricordo del pastore Luther King,
che considero il più grande cristiano
della storia. Mi sembra che farebbe al
caso l'attuale via Rompicollo... Infatti
salendo verso la collina, la via Ravadera giunge ad un pianoro, dal quale si
diparte la famosa via, che forse ricorda
qualcuno che scendendo verso il Viale
Dante, e pensando più alla bellezza delle montagne che aveva di fronte, che
al terreno scosceso dove poggiava il
piede... dette origine alla fantasiosa
denominazione.
Il pastore Luther King, non ha bisogno di presentazione e di lode! Amò
il suo prossimo... I razzisti non gli
perdonarono questo grande amore; La
forza d'amare, (questo il titolo del suo
libro), gli costò la vita.
Distinti saluti
Sellar! Guglielmo, Torino
UTILE STRUMENTO
Caro direttore,
non c'è bisogno di una particolare
attenzione per accorgersi che su - La
Luce » è in atto la campagna abbonamenti. Occorre decidere se puntare sulla strada dell’abbonamento, o rimanere
nell'indifferenza. Vi è per il membro
della Comunità la necessità di allargare
l'esame per individuare ia giusta scelta. Perché quale che sia il nostro divergere su questo strumento di informazione il giornale serve tutto sommato a fare superare tutti gli aspetti negativi che possono derivare da una comunità che sostanzialmente equivale ad
una diaspora. Ebbene c'è bisogno di
essere informati su ogni avvenimento
che coinvolge il mondo evangelico, in
realtà « La Luce » è un utile e importante strumento di comunicazione, è una
finestra aperta sulla vita delle comunità.
Bisogna convenire che questa voce è
un dono di Dio fatto alle comunità valdo^metodiste, difatti questo giornale
pur con mezzi limitati ha una propria
identità evangelica. Perciò oltre alla
mia personale convinzione constato la
utilità oggettiva di rinnovare l'abbonamento al nostro giornale. In sostanza
si tratta di insistere sulla campagna
rinnovamenti e nuovi abbonamenti per
proseguire nello sforzo di crescita del
nostro giornale i cui segni abbiamo
chiaramente avvertito nelle nostre comunità in questi ultimi anni.
Concludo porgendo un cordiale e
fraterno saluto a tutti quanti si affaticano nel produrre questo giornale, suo
Mario Desana, Torino
PER CHI L’ENERGIA
Ci vengono rivolti molti consigli per
risparmiare energia ma che bel cumulo
di risparmio avremmo se chi gestisce
tale energia cominciasse a dare l'esempio!
Nelle giornate più corte alle ore 7-7.15
incomincia l'alba e alle 16.45-17 incomincia a imbrunire. Nelle città e paesi
vengono spente e accese le lampade
esterne 80-90 minuti dopo l'alba e
prima dell'Imbrunire.
Se capita di passare vicino al cimitero la mattina molto presto e si guarda
attraverso il cancello, si scorge una
moltitudine di lampadine che per tutta
la notte tengono compagnia alle « anime morte ». Mi diceva una volta un
frate che i regali per i morti vanno a
pro’ del vivi e passi se riferito a messe
di ricorrenze o fiori; ma sprecare energia elettrica per i morti e stringere di
più l'Italia in una morsa energetica a
chi giova?
La dottrina cristiana insegna che dopo la morte la vita prosegue, per chi
ha fede, nell'aldilà presso il paradiso
di Dio mentre ciò che è materia torna
ad essere polvere; ha bisogno forse la
polvere, rinchiusa nella tomba, della
luce che non può illuminarla?
Fino a quando la religione, qualunque
essa sia, anche parte del protestantesimo, continuerà ad essere . oppio dei
popoli »?
Di Toro Domenico, Velletri
5
r
5 febbraio 1982
IL MATERIALE BIBLICO DELLA CLAUDIANA - 1
Un libro povero
Non tutto il materiale che la Claudiana mette a disposizione
di chi vuol studiare la Bibbia è conosciuto da tutti. Abbiamo quindi chiesto al pastore Eugenio Rivoir di presentarlo
— o ripresentarlo — nel quadro di questa pagina biblica in
una serie di articoli che inizia con questo numero.
E' uno di quei libri che non
puoi proprio metterti a leggere
perché non sai come passare il
tempo; un libro povero, che non
ha vita autonoma, che serve solo
per aiutare a leggere altri libri,
il primo di una serie che provo
a cercar di descrivere. E questo
è lì, di fronte a me, nella mia
biblioteca, sempre a portata di
mano, sempre utile; un povero
libro con un titolo modesto che
non sempre tutti capiscono. Nell’edizione mia, che è del 1957,
son più di settecento pagine di
formato grande; ma adesso, se
guardiamo il catalogo della Claudiana appena uscito, siamo già
alla sesta edizione. Un libro venduto quindi, che se ne va a spasso per il mondo, sui tavoli di
campagna e di città, dovunque
ci sian gruppi di credenti che
cercan di leggere la Bibbia in comune, affrontandosi e interrogandosi per capire quale è il senso della loro vocazione: è la Chiave biblica, ossia Concordanza della Sacra Scrittura, compilata sulla versione riveduta.
Molti sanno che si tratta di un
amico; ma molti, che cominciano adesso a scoprire la loro Bibbia (un giorno han cominciato
ad aprirla, esitanti, tentando di
capire e non riuscendo bene a capire, tentando da soli e poi provando ad aggregarsi a un gruppo), molti non se ne sanno servire, oppure non la conoscono.
Non è però un libro complicato;
lo scopo è anzi molto semplice
(dice la prefazione alla mia edizione: « Lo scopo principale è
quello di facilitare lo studio del
la S. Bibbia, fornendo, in ordine
alfabetico, un indice di quasi tutte le parole adoperate nella S.
Scrittura, e raggruppando, sotto ad ognuna di queste parole,
i passi principali in cui essa appare »).
Uno strumento di appoggio,
quindi, che facilita i riferimenti,
che aiuta a capire e a trovare
contesti simili, a confrontare
brani, ad intervenire nei vuoti di
memoria. Opera di autori che
non si conoscono, che han passato il loro tempo a elencare versetti, a controllare riferimenti
perché fosse possibile capire meglio la Scrittura; libro di cui non
si parla spesso, con gli angoli
delle pagine consumati da anni e
anni di consultazione; strumento
essenziale per chi affronta l’umile ricerca continua, paziente, accurata della Scrittura (dove si
parla di delirio? dove dei denti?
dove dell’inchiostro? dove della
gente che inciampa o che è indolente o che si ingrassa? quali le
pagine che parlano di Eliezer, o
di Elkana? dove si trova EnDor?).
Può sembrare una cosa banale
e in fondo inutile: ma la storia
degli uomini (e quindi la Bibbia) è fatta di cose umilissime
di tutti i giorni, che a volte si
stentano a vedere e che poi ti
appaiono improvvisamente davanti alla mente e ti aiutano a
capire il senso di un passaggio,
una relazione nuova tra persone,
il perché di un discorso. E mettere una storia in relazione con
l’altra, unire un nome ad una
situazione, ricordarsi che di quel
prospettive bibliche 5
---1»
Ascoltare è ben
più che udire
la parola si è già letto qualcosa
un’altra volta, tutto questo aiuta
a capire situando nel contesto
giusto. In contrasto con coloro
che, secondo le parole di Gesù citate in Luca 11: 52, hanno « tolta
la chiave della scienza (Voi stessi non siete èntrati, ed avete impedito quelli che entravano) »
questo strumento di lavoro è una
chiave posta al servizio di una
comprensione nuova del testo
biblico per un ascolto comunitario. La si prenda quindi, e la si
faccia circolare, come primo volume di una bibliolechina di
gruppo di studio biblico.
Eugenio Rivoir
Chiave biblica o Concordanza
delle S. Scritture sulla versione
riveduta - Editrice Claudiana Lire 14.000.
Corso biblico
Siamo un gruppetto di persone della
seconda e terza età che un po' invidiosi delle conoscenze moderne sulla Bibbia dei nostri giovani, abbiamo pensato di completare gli studi compiuti
nella nostra giovinezza. Infatti, sotto la
guida del nostro pastore, abbiamo cominciato a studiare la formazione del
Nuovo Testamento, cominciando dall'esame di vecchi papiri e codici. Il
nostro è un lavoro di introduzione ai
singoli vangeli, ed alle epistole: questo
studio cl interessa e troviamo che parlandone tra di noi siamo aiutati ad approfondire la nostra fede.
Anche per chi non ha compiuto studi
catechetici ed ha bisogno di una preparazione biblica di base, questo corso
rappresenta un importante inizio in vista di un corso di catechismo vero e
proprio.
(dalla circolare della Chiesa valdese
di Verona).
(segue da pag. 1)
soprattutto se già l’abbiamo conosciuta in passato — l’atteggiamento attivo dell’ascoltare.
Che cosa comporta questo atteggiamento?
Anzitutto disponibilità. Chi è
disposto ad accettare — dal proprio mondo, dalla propria cultura, dalla propria tradizione ecclesiastica, dalla Bibbia soprattutto
— solo le parole che già conosce,
che gli sono familiari e gradite
(a seconda del suo essere religioso o irreligioso, conservatore o
progressista), non è disponibile.
Disponibile è chi accetta di essere messo in questione nel proprio modo di pensare, di volere,
di agire, fin nelle sue più provate convinzioni, di essere come penetrato da una spada a due tagli
che giunge fin nei recessi più
profondi della propria esistenza.
Quando questo avviene, spesso
con un sensct di nudità indifesa,
la parola creatrice dell’Eterno
può venir ascoltata, ricevuta e
diventare forza e fondamento
dell’esistenza.
Inoltre ricerca. Chi ha già
ascoltato in passato la parola
dell’Eterno conosce il canale privilegiato e insostituibile attraverso cui "il contatto" viene stabilito: la Bibbia, come testimonianza di coloro che hanno atteso o
hanno conosciuto il Cristo, il portatore della parola, anzi la parola stessa più completa e profonda che fin dal principio Dio ha
pro:iunciato per noi. E’ quindi
per mezzo della Bibbia che si attua la ricerca della parola, purché una Bibbia non astratta
. me inserita nella vita quotidiana. Perché è nella trama della
vita di ogni giorno — non solo
nelle promesse ma anche nelle
minacce, non solo nell’ordine ma
anche nei rivolgimenti, non solo
nella salute ma anche nella malattia — che si ricerca la parola
di giudizio e di grazia del Signore, ciò che egli intende dirci in
quella determinata situazione e
che è sempre coerente con l’annuncio di amore e di vita che egli
ha espresso in Cristo. Si ricerca;
e allora, pur attraverso la nostra
comprensione e attenzione a
brandelli, si può ascoltare, ricevere e vedere strade impensate
aprirsi davanti.
E infine perseveranza. Non è
con un udire frettoloso seppur
continuo che si ricerca e ascolta
la parola dell’Eterno. Non con
un continuo e querulo questionare, non con una continua e distratta partecipazione ad attività
religiose, non con l’essere stati
disponibili e in ricerca nel passato. La perseveranza, contrapposta alla superficialità, è l’atteggiamento di chi « riguarda ben
addentro » nella parola. La Bibbia usa questa stessa espressione sia per descrivere l’atteggiamento di chi ricerca con perseveranza la parola di Dio {Ciac.
1: 25), sia per descrivere, nel racconto del mattino di Pasqua, il
chinarsi di Giovanni per scrutare
nel sepolcro vuoto (Giov. 20: 5).
Nell’un caso come nell’altro si
tratta di non arrendersi davanti
all’incomprensibile, davanti alla
mancanza di risposta o a risposte fraintese, ma di piegare la
propria esistenza ad una ricerca
perseverante della presenza del
Risorto che è l’unico possibile
senso dell’esistenza stessa.
« O paese, paese, paese, ascolta
la parola dell’Eterno! ». Non dimentichiamo che il paese, prima
di essere la società che ci sta intorno, l’altra chiesa, il vicino, siamo noi.
Franco Giampiccolì
V. RESPONSABILITÀ’
UMANA NELLA STORIA
« Amate i vostri nemici e pregate per
quelli che vi perseguitano ». (Matt. 5: 44).
La grazia, punto di partenza
Spesso il comandamento dell’amore per
il nemico è sentito come illusione moralistica, come una regola, valida per il Regno, che non può essere seguita nella storia.
L’impressione di moralismo scompare
quando leggiamo queste parole nel contesto della storia di Gesù. Nelle beatitudini,
in Luca, il Regno è promesso a quanti
hanno fame e piangono, come gioia e partecipazione al banchetto, ai poveri, in
quanto soffrono. La versione di Matteo
spiritualizza queste parole e le riferisce
a quanti stanno dalla parte di Gesù, nella
prospettiva della giustificazione per fede.
Siamo all’opposto del moralismo, che vede la giustizia della legge ma non la persona concreta per la quale Gesù è morto.
Com’è possibile che il protestantesimo,
costruito a partire dalla grazia, sia divenuto così moralistico? Siamo forse troppo imbevuti di « teologia »? Al contrario,
lo siamo di moralismo, e difettiamo di
teologia, di pietà, di pratica.
Giustizia dell’atriore di Dio
Gesù si stacca dai maestri di morale
non solo perché proclama la grazia, ma
perché la promette ai poveri. L’amore di
Dio include la giustizia. Certo il Regno
è offerto anche ai ricchi, e vi sono poveri
che lo respingono, ma la struttura del Regno elimina la superiorità del ricco: non
potete servire a Dio e a Mammona! Il
povero non è migliore per la sua povertà, ma ha il vantaggio di non essere legato allo status quo. La promessa di Gesù
ai poveri, alle donne, ai bambini, ai malati, agli emarginati del suo tempo, anche
agli odiati pubblicani e ai pubblici peccatori, non è solo un fatto di salvezza individuale.
a cura di Gino Conte
Terminiamo con questo quinto testo la serie degli studi biblici preparatori che
l’Alleanza Riformata mondiale ha predisposto in vista della sua Assemblea che si
terrà a Ottawa nell’estate di quest’anno. Gli studi, che sono stati tradotti e ridotti
da Sergio Ribet, sono stati pubblicati nei primi 6 numeri di quest’anno.
Oggi, quando milioni di persone muoiono di fame e altri di eccessi, le beatitudini parlano da sole.
Nel Nuovo Testamento l’arroganza dei
ricchi è fermamente condannata; è una
piccola, ma molto concreta breccia aperta nell’idea di una divisione naturale della società in riéchi e poveri, un segno
dell’ordine di Dio e della sua prossima
vittoria.
Senso e pratica dell’amore
Amore è per noi attrazione, simpatia.
Ma nel comandamento' dell’amore per i
nemici vi è una nozione specifica, ben più
oggettiva, di amore (agape): volere per
l’altro il meglio, e agire in conseguenza.
Amare i nemici, persone concrete che ci
si oppongono, non è avere per essi lo
stesso affetto che si prova per i propri
bimbi, il proprio coniuge: sarebbe ipocrisia. Il meglio che si può augurare ad un
nemico può non coincidere con i suoi desideri. Amare un alcolista è non soddisfare i suoi desideri. Chiedere remissività
agli oppressi in nome di questo comandamento sarebbe fraintenderlo. Il fine dell’amore cristiano, quel che per Gesù è il
meglio, è il Regno di Dio. Amare il nemico non ci esonera dall’esortarlo a fuggire il male, o a impedirgli di farne.
Partecipare alla comunione del Regno
significa libertà nella pratica dell’amore.
Nessun singolo comandamento ha valore
maggiore dell’esperienza deH’amore di
Dio, che si esprime nel comandamento
dell’amore per il nemico. Gesù subordina
perfino la legge di Mosè al comandamen
to dell’amore: « il sabato è stato fatto per
l’uomo »!
Questa norma ultima ci libera per decisioni realistiche, in questo mondo dove
non abbiamo a che fare con scelte pure,
ma relativamente migliori o peggiori.
Paolo ha scelto la sottomissione all’impero romano come possibilità relativamente migliore rispetto al terrore e all’anarchia che aveva sperimentato nelle
più remote zone dell’impero. I nostri padri hanno riconosciuto che era meglio
combattere nazismo e fascismo con le
armi piuttosto che permettere la rovina
del popolo. Oggi preferiamo alla guerra
una pace, per quanto imperfetta. Se non
accettiamo il Regno come promessa e dono, e preferiamo realizzarlo senza compromessi con la nostra giustizia, finiremo per isolarci e separarci dall’amore di
Dio perché possiamo solo condannare il
mondo. Soltanto l’amore che vive realisticamente nella grazia di Dio e conta sul
perdono ha sufficiente pazienza per essere
efficace in questo mondo. Il potere è demitizzato e secolarizzato, se il Regno è
nostro fine e nostra norma. Se in Romani
13 l’istituzione è dichiarata conforme al
volere di Dio per quel tempo, questo non
significa che ogni potere di fatto sia intrinsecamente santo. Vi son strutture di
potere il cui mantenimento produrrebbe
più sofferenza di un cambiamento.
Persuasione e potere
Si può abusare dell’argomento amore.
L’Inquisizione torturava gli eretici per
salvarne le anime, i colonizzatori agivano
« per il meglio » dei colonizzati, certi cristiani nei paesi secolarizzati credono bene
complicare la vita agli atei per dar loro
un’opportunità di riflessione; eretici, indigeni e atei son stati di altro parere,
hanno sentito questi atteggiamenti come
aggressione, che non li ha portati alla
fede ma ad un odio maggiore. Il discepolo, di Gesù deve fare in modo che la sua
specificità, sempre irritante per chi gli
sta intorno, sia rettamente compresa: la
azione deve andare di pari passo con la
comprensibilità dell’intenzione.
L’amore cerca di guadagnare il cuore
dei nemici. Gli Esseni comandavano l’odio
per i nemici, non per aggressività, ma per
una giusta distinzione tra il bene e il
male. La grande scoperta di Gesù, la via
che gli costò la vita, ma si rivelò come
la sola verso la vita, la via di Dio, sta nel
combattere il male in altro modo. Invece
di condannare il peccatore con il male,
condannare il peccato e salvare l’uomo,
separare l’uomo dal suo peccato, con il
perdono, con la giustificazione.
Non tutti rispondono al perdono con
la conversione: si tratta sempre di una
minoranza, secondo la parabola del seminatore solo pochi semi portano frutto.
Ma una persona che veramente crede conta più di molti, obbligati esteriormente
ad evitare il male.
« A chi ti percuote su una guancia, porgigli anche l’altra ». Non è un segno di
debolezza, né una cieca obbedienza ad una
regola morale. È un tentativo comprensibile e meditato di mostrare al mondo che
la nostra specificità non intende minacciarlo ma dargli aiuto, il tentativo estremo di guadagnare gli altri. In ogni situazione dobbiamo considerare quale segno
della nostra sincerità possa essere il più
persuasivo per accompagnare là nostra
proclamazione. Vogliamo vivere di un
Evangelo che non vuole potere, perché
crede che « il regno, la potenza e la gloria » sono di Dio.
La specificità cristiana non deve tuttavia diventare farisaico giudizio su ogni potere. La chiesa deve a volte anche fare
dichiarazioni politiche per amore del prossimo: ma deve contemporaneamente dare
segni convincenti che non sta cercando
potere. Diversamente, mette in secondo
piano la prospettiva del Regno, che dà
alla vita tutto il suo senso.
6
6 obiettivo aperto
SI STRINGE IL LEGAME CON I FRATELLI
**ÌÌ^^**‘^^*^*”® questa doppia pagina alcuni contributi suU’attività
delle Chiese valdesi rioplatensi tra cui segnaliamo in particolare quello
sul Centro audiovisivo che, su indicazione della Mesa vaidense, costituisce la destinazione specifica della colletta del 17 febbraio. Abbiamo
inoltre intervistato il pastore Eugenio Rivoir che è tornato da pochi
mes'i dopo un periodo di lavoro di sei mesi nel Rio de la Piata dedicato
soprattutto alla formazione dei laici.
— Vorresti descrivere brevemente il panorama del protestantesimo rioplatense?
— In Uruguay esiste una Federazione delle Chiese Evangeliche.
Ne fanno parte la Chiesa metodista (situata specialmente a Montevideo), la Chiesa mennonita (di
origine tedesca con alcune comunità di lingua spagnola), la Chiesa
evangelica del Rio de la Piata
(lERP) (di origine luterano-riformata europea bilingue spagnolotedesca, che si estende anche in
Argentina e Paraguay) e la Chiesa
valdese.
Anche in Argentina esiste una
Federazione e ne fanno parte la
Chiesa metodista (a struttura episcopale e notevole carica evangelistica) la lERP, i Discepoli di
Cristo, la Chiesa luterana unita (di
origine tedesca, svizzera e dell’Europa orientale) e la Chiesa valdese.
Non fanno parte delle Federazioni evangeliche l’Unione delle
chiese battiste, di carattere fondamentalista, i vari gruppi pentecostali, ed anche una Chiesa luterana argentina che ha legami con il
Sinodo del Missouri, l’ala più conservatrice dei luterani nordamericani.
La Chiesa valdese
— Come si caratterizza la Chiesa
valdese in questo contesto?
— Ho trovato estremamente vivace la discussione tra evangelici
di denominazioni diverse. Cercare
la propria strada in paesi lacerati
e colpiti da mille influenze esteriori (paesi completamente distrutti
dalla cultura europea prima e
nordamericana poi, e a fatica costruttori di nuove identità) non è
cosa facile; ma molti cercano di
scoprire senso e modi di una testimonianza nel mondo d’oggi. Io
son stato spesso preso — come
ho scritto nella mia relazione finale sul lavoro svolto al comitato
direttivo del Centro Emmanuel —
dalla ricchezza della riflessione
delle comunità valdesi del Rio de
la Piata. Per indicare solo alcuni
degli elementi importanti di questa riflessione, citerò il dibattito
suU’ecumenismo (così diverso da
una comunità all’altra e dove il
termine stesso assume significati
spesso differenti — dibattito accesissimo), il dibattito sulla missione della chiesa (che divide per
esempio le chiese della lERP —
Iglesia Evangelica del Rio de la
Piata — dalle chiese valdesi o me
Centro
valdese
Dietro a questo titolo c’è una
storia interessante e appassionante di più di 40 anni di lavoro pionieristico nel settore delle comunicazioni. Lavoro centrato e determinato fin dall’origine per la
realtà delle comunità valdesi, radicate soprattutto nella dispersione, del Rio de la Piata. Infatti negli anni 40 — mentre in Europa si
vìvevano le realtà drammatiche
della guerra — da una emittente
della città di Colonia, in Uruguay,
si trasmetteva, ogni primo e terzo
venerdì del mese, la « Ora radiofonica valdese »; la trasmissione non
durava un’ora ma 20 minuti, però
era captata fin dalle comunità e
dalle famiglie più lontane, anche
nel sud e nel nord argentino. A
più di 1.000 km di distanza (nella
Pampa o nel Chaco argentini), a
600 o 500 km (come a San Gustavo), oppure nel nord dell’Uruguay,
numerose famiglie valdesi potevano avere con questa trasmissione
un vincolo forte che le univa tra
di loro e con le comunità di cui
erano originarie. Valdesi della mia
generazione, nati nella diaspora,
facenti parte di una chiesa che
per più di un decennio era rimasta senza pastore, ascoltavamo con
grande attenzione le predicazioni
di Silvio Long, Ernesto Tron, Carlos Negrin, pionieri in questa storia interessante e appassionante
delle comunicazioni nelle nostre
comunità.
Con il passare degli anni vennero naturalmente dei cambiamenti.
Non soltanto perché si cominciò
a trasmettere con altre stazioni radio, ma anche nello stile, nella
forma delle trasmissioni radio e
di altri mezzi di comunicazione. È
cosi che ora questo nostro piccolo « organismo » — diretto da una
commissione sinodale — si chiama
« Centro audiovisivo valdese ».
Menzioniamo alcune delle sue attività e dei suoi compiti specifici, a
guisa di presentazione.
Il centro prepara materiale per
cinque programmi in altrettante
stazioni radio dell’Uruguay; generalmente si tratta di trasmissioni
di cinque minuti, a volte anche di
10 minuti; negli ultimi tempi una
comunità sta sperimentando trasmissioni della durata di solo 30
secondi, che hanno dato però segni
concreti di essere ascoltate (e il
cui contenuto è seguito con attenzione).
È chiaro che queste trasmissioni non hanno il proposito di giungere al membro di chiesa più o
meno lontano, sia geograficamente
che spiritualmente, per trasmettergli a casa il « culto radio » in sostituzione di quello che regolarmente ha con la sua comunità. Il nostro obiettivo è di giungere ad attirare l’attenzione di tutti, e anche
dell’uomo che non è vincolato a
una comunità ecclesiale. Giungere
fino a lui, nella sua realtà di ogni
giorno, con l’intenzione di annunciargli un messaggio, una verità e
una speranza che ci sono date in
Gesù Cristo, Signore vivente e risuscitato — e di condividere queste cose con lui.
Speranza
di ampliamento
Tutto questo determina un linguaggio diverso, una forma di
espressione che non è abituale, un
continuo riferimento alla realtà
quotidiana che desideriamo con-.
frontare con la verità della Parola di Dio; e ciò deve avvenire entro limiti di tempo, di mezzi tecnici e finanziari, e così via. È chiaro che facciamo questo lavoro senza nascondere la nostra identità;
al contrario, cerchiamo di fare in
modo che l’ascoltatore in qualche
modo identifichi o almeno metta
in relazione quello che ha ascoltato con la comunità valdese più
vicina o più conosciuta. Questo
implica l’appoggio delle comunità
locali che devono sentirsi parte
impegnata in questo tentativo di
proclamazione.
Oltre ai mezzi auditivi, il nostro
centro utilizza e lavora anche con
mezzi visuali, con le possibilità e i
Le chiese valdesi nella regione
rioplatense. Per distinguere
in Argentina le sedi di chiese
valdesi dalle altre località
abbiamo indicato le prime con
un triangolino. La cartina
più dettagliata dell'Uruguay
è stata pubblicata sul n. 1-2 di
quest’anno. I presbiteri
(corrispondenti ai nostri circuiti)
sono 4 in Uruguay
( 1° Nord Uruguay;
2° Colonia nord e Soriano;
3° Colonia sud; 4° orientale)
e 2 in Argentina (nord e sud).
todiste, le prime generalmente più
rinchiuse in se stesse, le altre più
impegnate in una presenza significativa nel paese), il dibattito sulla organizzazione (affrontato in
modo così diverso da valdesi e da
metodisti, per esempio; i valdesi
generalmente insistono più sull’importanza della comunità locale, i
metodisti spesso affrontano il problema partendo dall’organizzazione centrale, da Montevideo), il di
LA TESTIMONIANZA NEL SETTORE DELLE COMUNICAZIONI
limiti che sono noti. Si prepara
materiale per far conoscere il servizio dei nostri centri assistenziali, per completare il lavoro delle
scuole domenicali, del catechismo,
di gruppi di studio, ecc., per mezzo di filmine, diapositive, cassette
musicali.
Attualmente stiamo preparando
un audiovisivo di 25 minuti sulla
« vita e missione della chiesa valdese nel Rio de la Piata » che speriamo di terminare nel 1982, anno
che dovrebbe marcare l’inizio di
una nuova tappa per il Centro
audiovisivo valdese, la concretizzazione di qualcosa da lungo tempo atteso: il nostro centro di registrazione!
Alcuni doni ricevuti da organismi ecumenici ci permettono di
sperare che nel 1982 ci sia un rinnovamento e un riadattamento di
tutto il materiale e l’installazione
del nuovo centro di registrazioni.
Allora si apriranno nuove possibilità di lavoro, potremo fare esperimenti in altre aree della comunicazione, e raggiungere altre regioni. Per questo dobbiamo prepararci con cura con l’appoggio e la collaborazione di tutta la chiesa che
capisca questo tentativo di proclamazione dell’evangelo con mezzi
audiovisivi. È questo uno sforzo
che si realizza ora con molti limiti e con carenza di mezzi; per es.
11 locale che occupa il Centro audiovisivo valdese non raggiunge i
12 m^ e non ha mobilia adeguata
ed ha elementi tecnici già consumati perché usati da anni: solo
l’affetto, la passione e la pazienza
infatti del nostro operatore tecnico, Lilio Pons, permettono di fare
con questi strumenti cose sorprendenti.
Però la nostra speranza è posta,
oggi ancora, anche in momenti di
crisi, nel Signore della missione
che, insieme alla chiamata provvederà certamente ai mezzi tecnici
e finanziari per poterla realizzare
con efficacia.
David Baret Ribet
battito sulla storia (che è all’interno stesso di molte comunità: vaidesi, per esempio, o mennoniti —
per capire bene come si è arrivati ad oggi e che cosa può essere
dato alla gente di oggi, e che cosa
invece deve essere lasciato cadere), il dibattito sul rapporto tra
fede e impegno sociale (con tutte
le sfumature che si incontrano e
dove le passioni sono evidenti),
o il dibattito (appena accennato in
alcuni casi, ma evidente in tutte
le comunità di denominazioni diverse) sul senso del lavoro pastorale: come formare i pastori, che
cosa significa fare teologia oggi, il
rapporto delle chiese con ISEDET
(la facoltà di teologia di Buenos
Aires, che è gestita da luterani riformati metodisti). Mi rendo conto di aver appena cominciato a rispondere alla tua domanda. Ma la
domanda è vastissima e ci si
muove nella zona del Rio de la
Piata in un clima completamente
diverso dal nostro.
— La Chiesa valdese si sta trasformando da chiesa «agricola» in
chiesa « urbana ». Sarà un’espansione o una contrazione?
— Soprattutto in Uruguay, ma
certo anche in Argentina, la gente
abbandona la campagna. I motivi
sono diversi (la campagna sempre
più povera, con vie di comunicazione difficili, spesso senza illuminazione elettrica, con comunicazioni telefoniche molto precarie —
d’altra parte le scuole sono sempre più centralizzate: esiste in Uruguay solo un’università a Montevideo e molte classi di liceo vengono un po’ alla volta soppresse
alla periferia per concentrare tutto
solo nei capoluoghi di provincia,
ecc.). La tesi che si sta sviluppando in un dibattito interessante che
è attualmente in corso è che ci si
deve organizzare per essere presenti dove c’è la gente: questo lavoro è dunque fatto con un’intenzione non certo conservatrice. Si
ha un po’ l’impressione che i vaidesi, abituati da decenni a vivere
in situazione di diaspora (con tutte le difficoltà di questa situazione
ma con dei risultati spesso sorprendenti e meravigliosi di inventiva e di creatività), cerchino di
costruire i loro strumenti in funzione di nuovi posti di annuncio —
insomma, per gli altri, non solo
per sé. Certo, questo non va avanti senza fatica, dato che i costi sono grandi e la chiesa è in una situazione finanziaria difficilissima.
Un vuoto
che si sta colmando
— Dall’elenco dei pastori all’cpera nel Rio de la Piata ho notato
che il più giovane ha quarant’anni. Quali sono i motivi di questo
vuoto giovanile e come lo valuti?
— Esiste un vuoto giovanile in
tutti i settori della vita del paese.
La situazione in cui si trova tutta
questa parte dell’America latina
è giudicata in modo diverso da osservatori che si fermano un po’ di
tempo; ma tutti sono concordi nell’essere sbalorditi da questa sensazione di vuoto: manca tutta una
fascia della popolazione, appunto
dai quarantenni circa fino ai giovanissimi (gente morta, gente est
liata, gente partita — o fatta partire —, gente in prigione). Siamo
in paesi di vecchi (o di gente matura) e di giovanissimi. Ed ecco
che, fra i valdesi, le nuove leve
fanno capolino: ci sono tre giova
ni candidati in teologia al lavoro
ci sono cinque studenti alla facoltà
di teologia a Buenos Aires, ci sono
tre giovani che si iscrivono que
sfanno; su un totale di 16 pastori
f-f2 professori) attualmente ir
servizio nella chiesa del Rio de la
Piata, mi pare che la percentuale
delle forze nuove, nuovissime, sia
molto alta. Anche nell’insieme del
le attività della chiesa, c’è un no
tevole tentativo di ripresa (cor
tutte le incertezze delle cose eh
coininciano) da parte del giovan:
i giovani si organizzano, si incoi
trano, preparando momenti di sti
dio e campamentos de trabajo; 1
organizzazione interdenominazic
naie evangelica « Comunión y v
da », di cui è presidente Dario M
chelín Salomon (che daH’inizio c
febbraio è in Italia per un perii
do di studio), si è formata pool
anni fa, pubblica un foglietto c
informazioni e organizza e cooi
dina la discussione sul senso de
lavoro giovanile nella chiesa (e ne
paese). Sono solo alcuni esemp
di un lavoro che incomincia...
— I presbiteri hanno una trad
zi'one e un*feéperienza ben più lui
g_a dei nostri circuiti. Come fui
zionano? Cosa possiamo imparar
da loro?
— Esiste, come da noi, un’a;
semblea di presbiterio — ed esist
una commissione presbiteriale. W
sembra di poter dire che c’è un
differenza tra la situazione del pre
sbiterio di Colonia Sud, la zon
dove c’è una certa concentrazion
di valdesi — e gli altri presbiter
quelli della dispersione. Mentr
nel primo caso esistono molte oi
casioni di incontro e forse p6
questo lo strumento presbiterial
non è sufficientemente sfruttate
ovunque altrove le assemblee é
presbiterio sono occasioni di ir
contro e di riflessione. Allora noi
vengono solo i delegati delle chie
se, ma molta gente dai posti ph
diversi si riunisce: è un luogo d
riflessione e di preghiera, ma è ar
che un momento di festa: lì si el£
borano effettivamente programm
e si ricevono proposte. La gent
impara anche a conoscersi, a ser
tire molto concretamente che cosi
7
obiettivo aperto 7
VALDESI DELLA REGIONE RIOPLATENSE
significa far parte della stessa chiesa. Un’esperienza per me estremamente positiva.
Priorità nel lavoro
— Impegno nel campo della formazione dei laici e in quello culturale sembrano essere due priorità
nel lavoro dei valdesi rioplatensi.
Che 'impressioni ne hai avuto?
— Il rapporto tra pastori e comunità è molto diverso che da noi.
Moltissimi gruppi ricevono una
volta all’anno la visita di un pastore, che fa il suo giro e riannoda
contatti e porta notizie e riceve
accoglienza. Ma i gruppi vivono
una loro vita feconda e intensissima. È normale che molte chiese
non abbiano pastore; e si cercano
dei collegamenti. A volte in situazione di emergenza si trovano soluzioni di emergenza; si disfa e si
ricrea. Ecco quindi l’importanza di
corsi di formazióne, di campi di
lavoro o di studio, di luoghi dove
ci si incontri e ci si prepari e si
discuta e ci si conosca. Ed ecco
l’importanza di trovare forme diverse per comunicare nel paese,
tra di noi e con gli altri. I luoghi
di incontro per sé e per un incon
tro con gli altri sono fondamentali, anche tenendo conto che la Chiesa valdese del Rio de la Piata non
possiede un periodico, da quando
il « Mensajero Vaidense » è stato
chiuso per ordine delle autorità e
il suo direttore fermato in attesa
di accertamenti. E sono ormai anni. La gente sta cercando un linguaggio nuovo che aiuti a comunicare, e a dire cose che si possano
capire e che possano dare coraggio. C’è molta gente stanca e sfiduciata in mezzo a questi nuclei
vivi — ed è importante che chi può
dia una mano perché si riprenda
coraggio. Una delle cose' più importanti che ho imparato nei sei
mesi del mio soggiorno è che, anche in mezzo a gente che ha paura,
si può andare avanti con coraggio. Si impara ad aiutarsi; si capisce che insieme si può andare
avanti. E molte volte si va, si fanno cose che sembravano impossibili...
Rapporti coi cattolici
— Che rapporti esistono con il
cattolicesimo?
— Mentre in Argentina il cattoli
cesimo è in sostanza una religione
di stato (per esempio due vescovi percepiscono il salario di generale « per conto » della vergine di
Lujan e di quella di Bahia Bianca,
patrone rispettivamente dell’esercito e della marina), in Uruguay
invece la Chiesa cattolica non è
più chiesa di stato dal 1913. In
Uruguay la società è notevolmente
secolarizzata e la posizione delle
diverse chiese è abbastanza simile per ciò che riguarda i loro rapporti con lo stato.
Un lavoro comune è in corso attualmente a Montevideo soprattutto per mezzo dell’j’stituto ecumenico che organizza conferenze e
dibattiti riflettendo in Uruguay le
tematiche del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Cito gli ultimi in
ordine di tempo: la pastorale giovanile; catechesi e scuola domenicale; la teologia protestante e cattolica nell’America latina.
Problemi aperti e di difficile soluzione permangono i matrimoni
interconfessionali, di cui si è discusso a lungo nella riunione del
presbiterio sud-argentino lo scorso settembre, e l’insegnamento
religioso nelle scuole pubbliche
dell’Argentina.
a cura di F. Gìampiccoli
L'interno del Centro Emmanuel
durante il corso di
preparazione per il personale
che lavora negli istituti
della chiesa di cui si parla
in questa vagina.
L’impegno per la formazione
del personale assistenziale
La formazione di un corso di
preparazione per il per.sonale che
lavora nelle « istituzioni di servizio » della nostra chiesa è una necessità alla quale era necessario
dare una risposta. Dopo un periodo di studio sotto la direzione della signora Adelina Jourdan de
Arias, nurse di grande esperienza e
di vaste conoscenze, si è potuto
aprire questo corso nel settembre
del 1981. Al corso partecipa il personale che lavora negli istituti della chiesa valdese e della lERP
(Chiesa evangelica del Rio de la
Quaderno sul
Rio de la Piata
La Società di Studi Valdesi ha
pubblicato in questi giorni il suo
Quaderno n. 3, 1982 dal titolo « Le
chiese valdesi del Rio de la Piata », un fascicolo ciclostilato di
documentazione inviato ai pastori
Per consentire un’ampia informazione alle chiese in vista del XVII
febbraio. Il fascicolo è a disposizione al prezzo di L. 1.500. Per alcune parti di queste due pagine
abbiamo attinto a questa fonte e
Pe ringraziamo la SSV.
Piata), due tra le denominazioni
che collaborano ai lavori del Centro Emmanuel.
Le lezioni hanno luogo i venerdì
nel pomeriggio e si ripetono i sabati mattina per permettere a tutto il personale che partecipa alle
lezioni di intervenire nel proprio
tèmpo libero. I temi riguardano le
conoscenze teorico-pratiche a proposito della cura e della prevenzione della salute.. lo mi occupo del
settore del comportamento etico e
dell’atteggiamento nei confronti
del paziente; inoltre spiego le ragioni che portano le chiese a preoccuparsi dell’as.sistenza sociale a coloro che sono abbandonati. II dottor Franco Michelin Salomon si occupa delle lezioni sui primi soccorsi, medicazioni (classificazione e
somministrazione). L’infermiera Adelina Jourdan de Arias si incarica
dei temi deH’infermeria e della cura sistematica dei pazienti. Ci sarà
anche una serie di lezioni sulla fisioterapia e la cura degli anziani.
Alcune lezioni sono accompagnate
da esercitazioni pratiche, altre da
materiale illustrativo, come film
c diapositive. I partecipanti vanno
da circa cinquanta a sessanta persone alla settimana. Vi sono membri del personale che lavora nella
casa «E1 Sarandi’», della casa per
anziani di Vaidense e della casa
per anziani di Nueva Helvecia; oltre a questi, due membri del per
Il Centro Emmanuel
Il Centro Emmanuel, situato
nella zona della cittadina di Colonia Vaidense (Uruguay) è da
noi conosciuto soprattutto perché dal 1978 ha organizzato il
progetto del « professore visitante », che ha coinvolto i pastori Bruno Rostagno, Thomas
Sóggin, Eugenio Rivoir in un
lavoro itinerante di preparazione biblico-teologica, nelle
chiese evangeliche dell’Area
Rioplatense, costituendone anche la base, il punto di appoggio e la sede per diversi incontri.
Il Centro Emmanuel fu inaugurato nel novembre 1959 su
iniziativa della Signora Yvonne
Galland, vedova del pastore
Emmanuel Galland, che per anni curò a Buenos Aires la Chiesa Riformata di lingua francese
e tedesca. Molti ne hanno conosciuto il figlio Valdo, quando era segretario della Federazione Mondiale degli Studenti
Cristiani. Ambedue morirono
anni fa in un tragico incidente
d’auto.
Il Centro è una fondazione
autonoma, con propria personalità giuridica, diretto dalle
quattro chiese facenti parte della Federazione delle Chiese Evangeliche dell’Uruguay (Vaidesi, Metodisti, Mennoniti e
Luterano-Riformati). E’ formato da una semplice e moderna
struttura che può accogliere fino a trenta persone; una quindicina di stanze, un salone e
una cappella, disposti sui tre
lati di un quadrato che è chiuso da una fila imponente di cipressi. L’architetto valdese Oronz previde un’architettura
che invitasse al raccoglimento.
Infatti riei primi anni si trattò
di un centro per ritiri spirituali, sulla scia di Taizé. Dopo la
morte della Signora Gailand, il
Centro passò attraverso una fase di difficoltà, in seguito anche per motivi politici. Dal 1978
è stato rilanciato, senza rinnegare la sua origine, ma con un
nuovo programma centrato sulla formazione permanente dei
laici.
Gli scopi del Centro erano
infatti così delineati fin dal
principio : « Essere un fermento di rinnovamento cristiano
con: lo studio della Bibbia; la
riscoperta della validità della
adorazione e del silenzio di
fronte a Dio ed alla sua Parola; lo studio di problemi che
riguardano la vita personale, la
vita della Chiesa, la vita della
società; contatti ecumenici e
ricerca dell’unità cristiana secondo la volontà di Dio; il lavoro di gruppo e la promozione della vita comunitaria; la
formazione generale dei membri di chiesa in vista della testimonianza e del servizio nel
mondo ».
Un’importante funzione del
Centro Emmanuel è stata quest’anno quella della preparazione sistematica, in incontri di
studio e di gruppo, del personale che lavora nei numerosi
Istituti ed Opere della Chiesa
Valdese dell’Area Rioplatense.
Un Centro come questo, condotto da un Consiglio direttivo, da un Direttore e da un Segretario esecutivo di larghe vedute e di solida preparazione,
è per le Chiese ed Istituti dell’Area Rioplatense di grande
stimolo e benedizione, e — cosa molto importante — uno
spazio amato e frequentato con
entusiasmo, anche dalle giovani generazioni.
Lila Baridon Eynard
SI SVILUPPA IL CENTRO EMMANUEL
sonale dell’istituto Nimmo della
città di Colonia, per bambini orfani. I temi hanno suscitato interesse nei partecipanti che desiderano
migliorare le proprie conoscenze e
hanno necessità di un incentivo
per applicare quqllo che imparano
occupandosi dei pazienti di cui
sono rtsponsabili.
Assistenza a domicilio
Questo nuovo servizio iniziato
dal Centro Emmanuel apre possibilità molto importanti per il futuro. Avremmo intenzione negli anni venturi di preparare alcuni corsi che possano aiutare il personale
assistenziale ad occuparsi di anziani a domicilio. Questa è un’idea
che abbiamo studiato con attenzione: ci sembra che si potrebbe
— tenendo conto delle caratteristiche dei nostri villaggi e delle comunità valdesi — cominciare ad
occuparsi degli anziani lasciando
ognuno di loro nella propria abitazione. L’asilo per anziani di Colonia Vaidense, con una popolazione
stabile di più di 100 anziani, corre
il pericolo di perdere le sue caratteristiche di casa per anziani e di
trasformarsi in luogo di semplice
domicilio se si continua ad aumentare la sua capacità di ricezione. Ci
sono più di duecento richieste di
anziani che desiderano essere accolti e questo è il problema princi
pale che la commissione incaricata
di vagliare le richieste si trova ad
affrontare. Ci sembra allora, di
fronte a questa situazione, che sia
urgente preparare un settore del
personale affinché inizi un servizio
di assistenza nelle case degli anziani stessi. Questo deve creare
una infrastruttura di servizi che
possa provvedere agli anziani le
cose necessarie per una vita normale, rimanendo le persone integrate neH’ambiente dove vivono
senza che si produca lo sradicamento di cui soffrono coloro che
devono abbandonare la propria casa (con tutte le cose amate); di lì
andrebbero ad installarsi in una
camera dove non si può portare
tutto quel che si desidera per una
vita che possa continuare a piacere. E’ per questo che pensiamo
che l’anno prossimo ci sia da iniziare una serie di lezioni che preparino delle persone per questo
nuovo servizio.
Più specializzazione
Un’altra nostra preoccupazione
è quella di creare corsi più specializzati. I temi che presentiamo
adesso sono di carattere generale:
per es. il corso sull’igiene serve a
tutti coloro che vogliono ottenere
alcune conoscenze applicabili nella propria vita personale. Dobbiamo però approfondire un po’ di
più le materie che sviluppiamo.
Perciò abbiamo bisogno di più professori che si interessino, e soprattutto di medici specialisti. I nostri
progetti sono ambiziosi, vorremmo che in pochi anni questo servizio del Centro Emmanuel potesse essere efficiente e pratico nello
stesso tempo, nerché un po’ alla
volta si possano trasformare le nostre istituzioni. Ci sembra che questo sia il mezzo ideale per creare
in tutto il personale di servi
zio un sentimento di solidarietà reciproca in modo tale che tutti si
sentano parte di una comunità dove coloro che lavorano si appoggiano l’un l’altro e si stimolano in
favore di coloro che ricevono il
servizio.
La cosa più importante è capire
che non possiamo pensare a un
paziente solo come a una creatura
senza forze che dobbiamo curare,
ma come a un essere umano che
dobbiamo aiutare a sviluppare tutte le sue potenzialità, anche se
molte di esse saranno atrofizzate
dal passar degli anni (come nel caso di un anziano) o saranno latenti in molti sensi (come nel caso di
handicappati).
Servire è un privilegio
Possiamo dire che abbiamo iniziato un .servizio che potrà crescere da molti punti di vista; non sappiamo però ancora se avremo le
forze per poterlo sviluppare completamente. L’esperienza di quest’anno è stata molto positiva; tutti quelli che hanno avuto il privilegio di partecipare a questa esperienza sentono il desiderio di continuarla migliorandola sempre di
più.
Però soprattutto abbiamo potuto capire che servire a coloro che
hanno bisogno di aiuto è un privilegio. Quasi sempre consideriamo
il servizio che facciamo ad altri come un peso, a volte un incarico ingrato e duro. Qra abbiamo potuto
capire che il servizio al prossimo
nel nome di Gesù Cristo è un privilegio che egli ci concede. Vorremmo segnalare ad altri questa
convinzione che c nata in noi studiando questi temi, segnalarla a
tutti quelli che hanno una responsabilità, non importa di che tipo,
nelle comunità cristiane.
Carlos Dclmonte
8
8 ecumenismo
5 febbraio 1982
LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI
Ecumenismo: più lotta per la
pace, meno incontri al vertice
che sulla pace. L’argomento della lotta per la pace, in un mondo votato al riarmo, è rimbalzato significativamente anche in altri incontri ecumenici che non
abbiamo qui spazio per segnalare.
Dopo aver parlato, per anni, dì
ciò che unisce i cristiani, oggi
forse si ha il coraggio di dire
chiaramente ciò che ci divide
senza che questo impedisca un
comune impegno su temi sociali, politici e in definitiva di testimonianza cristiana. Come per
esempio la lotta per la pace: un
tema capace di unificare le coscienze cristiane più di tanti appuntamenti ufficiali del calendario ecumenico.
G. Platone
Finita la stagione in cui i cattolici parlavano di ecumenismo
pensando soprattutto al rientro
degli eretici nell’ovile di San Pietro ne è insorta un’altra, in cui siparla di ’testimonianzfi comune’
come è appunto successo, in
molti ambienti italiani, in occasione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, appena conclusa. Il diagramma
delle iniziative, come vedremo,
è piuttosto piatto. Don Polastro,
un prete che cura la rubrica religiosa sul settimanale del PCI
nel Pinerolese (zona particolarmente ’calda’ dal punto di vista
ecumenico) sostiene che se il
cattolicesimo è in fase di ricompattazione non di meno lo è il
protestantesimo: « il rilancio
della ’cultura valdese’, il gran
parlare che si fa dell’ ’asse culturale’ delle Valli, lo sforzo per
conservare e potenziare le opere
e le scuole valdesi, se da una
parte può far rivivere questo popolo-chiesa, dall’altra rischia di
preparare i tempi di un nuovo
confessionalismo ». Al di là di
questo processo alle intenzioni
proprio a Pinerolo e a Torino,
dunque in un’area in cui i protestanti rappresentano, almeno
numericamente, un problema, si
sono avute iniziative interessanti.
Valli e Torino
I collettivi biblici ecumenici di
Pinerolo e Torre Pellice hanno
coinvolto un centinaio di persor
ne nel dibattito sul documento
ufficiale («Tutti trovino la loro
dimora in Te, o Signore») predisposto dal Consiglio Ecumenico
e dal Segretariato romano per
l’unità dei cristiani. Impressioni?
« Non si sono fatti passi avanti,
ma è emersa chiaramente — afferma iT pastore Ayassot di Pinerolo — la volontà di continuare questo tipo di riflessione tra
cattolici e protestanti ormai persuasi che il vero ecumenismo si
innesca solo intorno allo studio,
all’approfondimento della Parola di Dio ». Anche a Torino un
dibattito su « l’ecumenismo oggi » con il pastore Girardet e l’abate dei Carmelitani scalzi don
Rosso ha raccolto, nel salone valdese (ricuperato dopo tanti anni
al servizio della comunità torinese) un buon numero di persone
interessate. « Ce ne sarebbero
state anche di più — commenta
un giovane della FGEi — se nello stesso pomeriggio l’ambiente
cattolico,ufficiale non avesse organizzato un dibattilo, guarda
caso, sul documento del cardinale Pellegrino: ’Camminare insieme’, boicottando la nostra iniziativa ».
II pastore Taccia l’anno scorso era stato invitato, per la settimana di preghiera per l’unità,
a parlare in Duomo ( « forse ho
parlato troppo chiaramente »).
Quest’anno l’invito non si è ripetuto a quei livelli ma la sua
presenza è stata comunque richiesta nella parrocchia di San
Bernardino dove ha tenuto una
serie di conversazioni sui valdesi. Sempre a Torino, in questi
giorni, un gruppo misto di vaidesi e cattolici ha deciso di riprendere i propri studi biblici
mensili. Nel capoluogc piemontese la settimana dell’unità se da
un lato ha registrato la crisi dell’ecumenismo di vertice dall’altra ha coinciso con la riscoperta
di un certo ecumenismo di base
che, pur tra alti e bassi, mantiene viva la propria riflessione.
Altri incontri
A Milano la « settimana » è
passata in sordina se si eccettuano alcune conversazioni a radio
A, emittente cattolica, del pastore Soggin e del professor Gastaldi su temi ecumenici.
Un incontro ecumenico di preghiera, a Genova, tra il pastore
luterano Lucchesi e don Poggi
non ha convinto granché i nostri
ambienti che invece guardano
con più attenzione al gruppo ecumenico misto, cattolico e protestante. Esso accoglie in questi
giorni, per una conferenza, il
professor Soggin della Facoltà
valdese nel quadro di uno studio biblico continuativo sull’antico testamento.
A Padova Monsignor Sartori e
il pastore Scuderi hanno affrontato, il 21 gennaio, di fronte ad
un pubblico attento accorso per
l’occasione al Centro Universitario cattolico, il tema « Pace ed
ecumenismo ».
A Bologna la locale comunità
metodista pur non condividendo
10 stile della « settimana di preghiera » da anni ormai tiene studi biblici aperti ai cattolici ed
intesse rapporti con ambienti
cittadini del dissenso ecclesiale.
Una puntata a Firenze non ci
permette di registrare grosse iniziative, unica novità la nomina,
a livello interdenominazionale, di
una commissione paritetica che
lavora con una commissione diocesana su temi ecumenici. Quindi se ne riparla per l’anno prossimo. « Intanto per noi la vera
festa ecumenica — sentenzia un
detto che circola in questi giorni in ambienti fondamentalisti
di Firenze — è il 17 febbraio: festa della libertà ».
Tradizionalmente a Roma, la
settimana di preghiera per l’unità non passa inosservata. Quest'anno il gruppo ecumenico che
fa capo alla comunità valdese di
Via IV Novembre ha presieduto
un culto presso la Cappella delle
Suore Francescane missionarie.
Altri appuntamenti hanno visto
11 prof. Vinav predicare nella comunità cattolica di San Paolo
fuori le mura e Paolo Ricca, della Facoltà Valde.se, condurre uno
studio su tematiche del Consiglio Ecumenico delle Chiese ai
seminaristi dell’Università lateranense. Sempre a Roma, il pastore Scuderi, un cultore dell’ecumenismo, si è incontrato
con i carismatici della parrocchia dell’Assunzione ed ha animato un dibattito nella chiesa
di S. Brisca all’Aventino tra catechisti cattolici.
Messaggio da Taranto
A Taranto, venerdì 22, un elegante volantino illusti'ava alla
cittadinanza la liturgia dell’incontro di preghiera che si è svolto nella Concattedrale di fronte
ad un migliaio di persone. Alle
meditazioni del vescovo di Taranto (« nel Vangelo troveremo
sempre per tutti una parola
adatta in ogni circostanza ») e
del pastore Bertalot deH’Alleanza Biblica Universale, fuori programma ufiìciale, si è aggiunta
la lettura ad alta voce di un
messaggio della chiesa valdese
di Taranto che su tutta la questione ha condotto un’approfondita ricerca. Il messaggio, letto
durante la cerimonia ecumenica,
tra l’altro afferma:
« Siamo molto perplessi — e
dobbiamo dirlo con cristiana
franchezza — sulla utilità di celebrazioni come quella di stasera, e, più in generale, sulla stessa "settimcna di preghiera per
l’unità", essenzialmente per due
motivi:
1} senza negare la validità insostituibile e la forza intrinseca
della preghiera, siamo convinti
di non potercene servire per riscaricare su Dio la responsabilità che Egli ci affida di operare
per l’wiità, cioè di lavorare per
il ravvedimento dei nostri cuori
e per la riforma delle nostre teologie in ubbidienza alTEvangelo;
2) riteniamo assai rischiose,
e anzi controproducenti per l'ecumenismo, manifestazioni che,
per la loro carica intrinseca di
emozionalità, per la loro capacità di aggregazione di massa, per
la pubblicità e la strumentalizzazione di cui sono facile oggetto, finiscono con l'essere mistificanti, perché esprimono a livello liturgico una unità che è ancora da costruire a livello teologico, e che non potrà essere costruita se non affrontando tutti
insieme, con carità fraterna e
Con lacerante chiarezza, i motivi
per i quali siamo tuttora separati. La Chiesa Valdese di Taranto — prosegue la dichiarazione
letta nella Concattedrale cittadina — si riconosce pienamente
nella linea tracciata in questi ultimi anni dai sinodi delle chiese
valdesi e metodiste, i quali hanno affermato la necessità urgente non di “manifestazioni esteriori di devozione” ma “del comune ritorno al nudo Evangelo
di Cristo, di fronte al quale ci
troviamo ad essere mancanti, e
gli uni e gli altri, ciascuno nella
sua forma di infedeltà” (1978);
ed hanno ravvisato “nel confronto fra evangelici e cattolici” possibilità fruttuose particolarmente “a livello locale, qualora il
confronto avvenga sulla base della meditazione comune della
Scrittura” (1979)».
Il tema della pace
Infine, l’ultimo giorno della
settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, il 25 gennaio,
a Catania, nella chiesa di San
Francesco si è svolto un frequentato incontro ecumenico
con l’intervento del pastore battista Rapisarda e del pastore Berutti. Due esponenti di comunità cattoliche hanno presentato
una serie di riflessioni teologi
I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
Ritorno anglicano?
Nel suo numero del 19 gennaio
il Corriere informa delle preoccupazioni degli ambienti protestanti inglesi a proposito della
attesa visita del papa in Inghilterra. Preoccupazioni fondate sul
timore che, in occasione di tale
visita, si arrivi ad un accordo,
ormai in fase di studio ben avanzato per il ritorno della chiesa anglicana in seno alla chiesa
romana. I timori sembrano avere qualche fondamento se si tien
conto del fatto che le differenze
tra le due chiese sono più storiche che non teologiche o rituali.
Intanto Jesus di gennaio pubblica un lungo articolo sulla presenza in Inghilterra di un ordine
francescano costituito da anglicani, avvezzi ad usare il saio monacale.
L’attività ecumenica, e quella
associata' per la pace, trova sempre ampio spazio nelle più diverse pubblicazioni,
Su TAvvenire del 10 gennaio e
su Jesus dello stesso mese, il vescovo di Livorno Abiondi ritorna
sulla riunione di Lògumkloster,
affermando che solo la preghiera
per invocare la presenza dello
Spirito Santo può far progredire
sia l’ecumenismo che la lotta per
la pace.
Jesus pubblica anche per esteso un rapporto su guerra e pace
tenuto dall’arcivescovo cattolico
di Cincinnati, rapporto approvato dalla assemblea dei vescovi,
che condanna senza riserve, da
qualunque parte venga, l’armamento nucleare. La Rocca del 1°
gennaio segnala un articolo del
“4- Echi dal mondo
cristiano
a cura di Renato Coisson
Gli svizzeri e la
fame degli altri
(Terre Nouvelle) — La giornata mondiale dell’alimentazione
del 16 ottobre non ha avuto molto successo nella Svizzera Romanda.
Certamente l’informazione data dalle, opere di aiuto svizzero
(Caritas, Croce Rossa, Eper) non
si poteva « incassare » facilmente: «Se si cercassero i mezzi di
distribuire equamente le risorse
alimentari nel mondo, nessuno
soffrirebbe più la fame. Ma se
ogni abitante della terra volesse
mangiare quanto gli svizzeri, le
riserve di cibo del mondo intero
sarebbero sufficienti soltanto per
un quarto dell’umanità »!
Aperto un centro di
incontro protestante
(BIP) — Il monastero di S. Isidoro del Campo vicino a Siviglia
(Spagna) uno degli alti luoghi
della Riforma del 16" secolo in
quel paese, è stato acquistato dalla Fondazione « Reina-Valera »,
composta da uomini d’affpii e pa
stori protestanti, appartenenti in
gran parte alla famiglia dei Fratelli, per diventare un centro protestante d’incontro e di formazione.
La Fondazione « Reina-Valera »
si ripropone di trovare i fondi
necessari per il completo restauro del monastero: alloggio per
300 persone, biblioteca, museo,
sale di conferenze, ed aree di gioco e di divertimento nei 30.000
metri quadri del giardino. Il monastero è stato occupato da monaci cistercensi fino al 1431, poi
da monaci geronimiti fino al 1978.
È classificato come monumento
storico.
La Fondazione « Reina-Valera »
prende nome da due traduttori
della Bibbia in spagnolo del 16"
secolo: Cassiodoro de Reina e
Cipriano Valera, monaci del monastero S. Isidoro. La loro traduzione è ancora utilizzata dai
protestanti di lingua spagnola
che la considerano la migliore.
I due monaci, passati alla Riforma, hanno dovuto andare in
esilio e la loro traduzione ha visto la luce prima a Basilea (1569)
e poi ad Amsterdam (1602). Per
queste ragioni storiche, la Fondazione si propone di utilizzare
il nuovo centro per favorire la
teologo Schillebeeckx che muove
altrettanto totale condanna; ed
informa delle iniziative delle
chiese protestanti della Gfermania Est per un servizio civile alternativo a quello militare, iniziativa giudicata « anticostituzionale » dalle autorità di governo.
L’imminenza della settimana
di preghiera per l’unità dei cristiani dà infine spunto a molte
invocazioni ecumeniche.
Madre di Dio di gennaio riepiloga i vari contatti avutisi fra
cattolici e protestanti sul modo
di concepire la posizione di Maria nella Redenzione.
Su TA-vvenire del 17 gennaio
mons. Agresti illustra il tema
della settimana di preghiera:
« Che tutti trovino in Te la loro
dimora» (Salmo 84).
Il vescovo di Padova su La Difesa del Popolo invoca sull’avvenire dell’ecumenismo « l’intercessione della Vergine Maria e del
Beato Leopoldo» (?). E nello
stesso giornale il direttore Alfredo Contran identifica nella mancanza di amore la causa principale delle divisioni fra cristiani.
Gente Veneta del 16 gennaio
ospita, nel quadro delle attività
indette per la settimana ecumenica, un articolo di A. Berlendis,
pastore a Venezia, che presenta
la locale comunità valdese-metodista.
E infine Popoli e Missioni scrive di una richiesta dei rappresentanti di 27 chiese appartenenti alla Comunione Anglicana, per
una intensificazione dei contatti
con la Chiesa Cattolica per « un
maggior avvicinamento tra le due
Chiese ».
Niso De MicheUs
diffusione della Bibbia e la ricerca biblica e teologica.
Sembra così realizzarsi un desiderio di Vaierà che scriveva nel
1588: « Se Dio un giorno farà misericordia a Siviglia, avverrà che
questo monastero divenga ima
università, dove la teologia sia
professata... ».
Minacciata l’unità
della Chiesa di Svezia
(BIP) — L’unità della Chiesa
di Svezia (luterana) sembra minacciata dallo sviluppo del gruppo di Göteborg, che si autodefinisce « Gruppo per lo sviluppo
della Chiesa ».
Questo gruppo si oppone in
modo particolare alla pratica della Chiesa di Svezia di consacrare donne pastore. Ve ne sono più
di 400 oggi.
Il nuovo segretario del gruppo
ha recentemente dichiarato che
la prossima Assemblea Generale
in aprile 1982 sarà decisiva: o il
gruppo rimane parte integrante
della chiesa o tenta di creare un
Sinodo indipendente.
Si stima che il grupoo, di tendenza conservatrice, sia composto di 1.200 persone fra cui un
buon numero di pastori. Il vescovo Gärtner che ne è il presidente, tiene numerose conferenze
pubbliche nel corso delle quali
rimette in causa la politica sociale del governo (leggi sull’aborto,
sull’alcoolismo, sulla droga). Personalmente poi si oppone alla
■ consacrazione delle donne.
9
m
5 febbraio 1982
cronaca delle Valli 9
I CASSAINTEGRATI DELLO STABILIMENTO DI VILLAR PEROSA
Ai cancelli FIAT lunedi ore 5,30
Senza
lavoro
Fra i molti mali che travagliano il nostro paese (droga, corruzione, scandali, mafia ecc.), quello della disoccupazione e dei giovani alla ricerca di un primo impiego toccano fortemente la nostra sensibilità di credenti. Chiaro che al presente il fatto non è
pertinente solo al pinerolese e in
particolare alle Valli. Gli organi
responsabili della regione nello
scorso novembre prospettavano
al presidente del Consiglio dei
ministri senatore Spadolini, durante la sua visita a Torino, la
gravità della situazione. I « nodi » che in Piemonte occorre sciogliere « subito », come ha detto
il presidente della Giunta Enrietti, sono molti a cominciare dalla
crisi dell’industria e dell’occupazione.
Il quadro della radiografia occupazionale del Piemonte, come
il ministro La Malfa ha constatato esaminando in loco il “caso
Piemonte" — al punto da fargli
dire: « Sono angosciatissimo del
problema occupazionale » insistendo poi su l’urgere di « mettere qualcosa in cantiere » (La
Stampa del 27/12) —, è allarmante e non certo per colpa dei responsabili regionali che si sono
sempre impegnati correttamente.
Per evidenziare alcune cifre all'ottobre '81 le aziende viemontesi in crisi dichiarata erano 301;
di esse 166 concentrate nella sola
provincia di Torino. Due terzi
della cassa integrazione coinvolge aziende ed operai e non solo
per la presunta crisi FIAT e dell’indotto ma per le acute difficoltà di grosse aziende (Nehiolo,
Indesit, CEAT, Montefibre, ecc.).
Crisi che non risparmia le Valli. Mentre nel 1961 i giovani in
cerca di prima occupazione erano ri,3% della forza lavoro, nel
1971 salivano al 2,7%, per balzare
al 3,2% nel 1981!
Da una sommaria indagine relativa ai soli Comuni di Bobbiò
P., vaiar P., Torre Pellice, Rorà,
Lusernetta e Luserna S. Giovanni, risidtano attualmente nelle
liste di collocamento 598 disoccupati (442 uomini e 156 donne);
a tale cifra bisogna aggiungere
600 unità disponibili (ex occupati ancora in età produttiva, assistiti, ecc.). I giovani dai 18 ai 21
anni in attesa di primo impiego
sono 120. E perciò circa 1.300
unità.
Situazione grave, ma non priva di soluzioni. Sappiamo che
nuovi opifici industriali ed alcuni laboratori artigiani si insedieranno prossimamente nel territorio di Luserna S. Giovanni (la
nuova CORCOS, la MIB). Con
serietà di impegni da una parte
e dall’altra la responsabile volontà politica che rispetti l’accesso dei disoccupati della Valle
presso le industrie del territorio, allora alcuni settori della
crisi potranno essere equilibrati restituendo dignità e senso
Umano all’attività produttiva.
E’ il nostro voto, il nostro fervido auspicio.
Domenico Abate
■ Hanno collaborato per questo numero: Domenico Abate, Archimede Bertolino, Gabriella Bertolozzi Rosati, Giovanni Conte, Franco Davite,
Dino Gardiol, Adriano Longo,
Carla Longo, Antonio Kovacs,
Davide Mannelli, Luigi Marchetti, Silvana Marchetti,
Paola Manlalbano, Edi Morini, Alfredo Janavel, Bruno
Rostagno, Aldo Rutigliano,
Alfredo Sonelli, Franco Taglierò, Esmeralda Tron, Franco Tron, Dario Varese.
Da M.G. e P.F. del coordinamento cassaintegrati FIAT riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Lunedì 25 gennaio, uno strano
scenario attendeva gli operai della FIAT di Villar Perosa che si
accingevano ad entrare in fabbrica alle 5,30 del mattino. Infatti si sono trovati dinanzi ad un
ingente spiegamento di guardiani FIAT, che nei pressi del cancello della fabbrica controllavano chi entrava; non mancavano
nemmeno i carabinieri, che controllavano la situazione da una
macchina posteggiata a poca distanza dall’ingresso. Come se
non bastasse, il cancello di ingresso, quello da cui entrano
gli autobus dei pendolari e che
permette agli operai di scendere direttamente alTinterno
della cinta dello stabilimento,
era chiuso e tutti gli operai hanno dovuto entrare nello stabilimento uno per volta, passando
da un piccolo cancello posto a
lato di quello centrale
Come in ogni commedia che
si rispetti, non mancavano nemmeno i registi, infatti un paio
di dirigenti dello stabilimento,
che di solito a quell’ora mattutina dormono ancora sogni beati tra i loro guanciali, erano lì a
controllare, dalle finestre dei loro uffici, che tutto procedesse
con ordine.
A questo punto il lettore si
chiederà; ma come mai tutto
questo? La risposta è molto semplice, il 25 gennaio era il primo
TORRE PELLICE
Oltre
un miliardo
di mutui
Nella sua ultima seduta il
Consiglio Comunale ha approvato una nutrita serie di richieste
di contributi avvalendosi della
Legge Regionale n. 28, anzitutto
per accedere a mutui con la Cassa Depositi e Prestiti: di 330 milioni per il 4“ lotto della fognatura di S. Margherita; di 670 milioni per completare le opere di depurazione e canalizzazione nella
zona Appiotti; di 92 milioni per
maggiori spese previste per Tacquisto delTimmobile adiacente al
palazzo comunale.
Ed ancora sempre con la Legge 28 si prevedono contributi per
la ristrutturazione del Cinema
Trento per renderlo adatto anche a spettacoli teatrali e per le
sistemazioni a lotti successivi delle vie Boschetto - Tagliaretto, Inverso Roland!, Inverso Colletto e
Borgate Vigna - Chiorivet - Cianramà - Sartounet.
Il Consiglio ha anche evidenziato il notevole impegno delTufficio tecnico comunale che
con la preparazione della documentazione per queste richieste
e per quelle già approvate nei
consigli precedenti sta dando un
grosso contributo per la sistemazione organica dei problemi di
edilizia, della viabilità e dei servizi di Torre. A. L.
giorno di cassa integrazione per
30 operai della FIAT - MVP e,
evidentemente, la direzione FIAT
aveva paura di un eventuale
« attacco in forze » da parte dei
30 cassaintegrati « assetati di
vendetta ».
Leggendo queste poche righe
il parallelo con la Polonia balza
in testa ad ognuno; il parallelo
tra un paese in cui la classe operaia è stata piegata con la forza militare e il nostro paese, dove la classe operaia è stata piegata a suon di crisi industriali,
licenziamenti, cassa integrazione e ora anche di controlli ’militari’ davanti ai cancelli, è evidente. E viene subito da pensare a tutti quelli che (giustamente) denunciano la repressione del
dittatore Jaruzelski e dicono di
schierarsi a fianco della classe
operaia polacca; dove sono quando nell’occhio del ciclone sono
gli operai italiani? Ci sembra
che non siano molto coerenti e
che in definitiva se ne freghino
degli operai polacchi quei poli
tici che blaterano tanto contro
il regime fascista polacco e poi
sono i capofila della repressione
e dell’attacco contro gli operai
italiani.
Per concludere, dopo questa
polemica contro i « libertari dell’ultima ora », ci sembra importante fare ancora un ragionamento. In una riunione dei cassaintegrati della settimana scorsa, un operaio diceva: « In fondo cosa abbiamo fatto per essere messi fuori in questo modo
dalla FIAT? Non siamo mica dei
delinquenti, abbiamo solo lottato per avere una dignità anche
in fabbrica, per continuare a ragionare con la nostra testa, per
non essere dei numeri ».
E questo ci sembra essere il
senso della pagliacciata di lunedi mattina davanti alla FIAT di
Villar: per la FIAT (come per i
dittatori polacchi) essere delinquenti vuol dire proprio questo:
continuare a cercare di essere
Uomini (e Donne) dentro come
fuori la fabbrica.
POMARETTO
Non ampliare il cimitero
Sabato 23 gennaio, m sessione
straordinaria, il Consiglio Comunale di Pomaretto ha approvato tutti i punti all’o.d.g.
Circa l’istituzione di una addizionale sul consumo di energia
elettrica per il 1982, si è deciso
di dare voto negativo. Il gettito
che sarebbe derivato all’amministrazione dalla sua applicazione sarebbe stato sicuramente utile, forse per i cittadini non sarebbe stato un onere troppo gravoso, forse anche avrebbe potuto essere un tentativo di responsabilizzazione. Tuttavia, all’unanimità il Consiglio ha deciso di
non applicare la tassa ma di indire invece una serie di riunioni con la popolazione a breve
scadenza, per discutere della cosa e per avere uno scambio di
idee sull’operato dell’amministrazione e sui problemi della
gestione di un piccolo comune
come il nostro.
Alla domanda di alcuni cittadini di poter costruire delle cappelle funerarie di famiglia, il
consiglio ha dato parere negativo. Per la risistemazione di cappelle esistenti, purché non si occupino spazi nuovi e si salvaguardino le caratteristiche architettoniche del cimitero, si è
dato parere favorevole. Deciso
anche l’acquisto di un sollevatore montaferetri per il cimitero
comunale. Tutta la questione
che riguarda il cimitero è comunque una questione controversa poiché una parte di esso
è di proprietà della comunità
valdese, bisognerà che essa si
esprima circa la costituzione di
una commissione.
Il Consiglio ha poi approvato
il preventivo di massima di circa 50 milioni per la ristrutturazione dell’edificio dell’ex municipio — attuale Centro d’Incon
tro —. I lavori sono importanti:
rifacimento della cucina, dei servizi, pavimenti, infissi, balconi,
persiane, tetto, gronde. Il preventivo, inoltrato in Regione prima del 31 gennaio potrà beneficiare di contributo regionale.
Con parziale finanziamento della Provincia, il Consiglio ha approvato la presentazione di un
progetto di miglioramento delle
strutture sportive nell’area già
attualmente attrezzata all’Inverso di Pomaretto. I lavori prevedono la sistemazione del posto
di ristoro, di spogliatoi, illuminazione pubblica, costruzione di
un campo polivalente e di pista
atletica. Valutata molto positivamente l’iniziativa della commissione comunale di una giornata dedicata a « 100 anni di lavoro in miniera » e della mostra.
Incoraggiata la commissione a
farsi promotrice di altre iniziative culturali.
C. L.
Corsi di patois
POMARETTO — La Comunità Montana
Val Germanasca e Chisone istituirà
corsi per la valorizzazione delia iparlata
locale. L'assessore Merlo ha riferito
sulle ricerche fatte per avere in ogni
Comune un corso affidato ad una persona esperta nel dialetto e nelle tradizioni della propria valle. Anche se non
è stato possibile raggiungere questo
obiettivo per l’anno in corso, si sono
già impegnati animatori a Pragelato,
Usseaux, Fenestrelle, Roure, Perosa,
Pomaretto, S. Germano.
Servizio civile
TORINO — L’Amministrazione Provinciale di Torino, istituirà un Centro per
il Servizio Civile nel quale saranno inseriti i giovani autorizzati a prestare
servizio civile in sostituzione del servizio di leva.
Il Centro ospiterà giovani che, dopo
aver frequentato il corso di preparazione e informazione previsto in ogni caso
nella fase preliminare del servizio civile, verranno destinati ai Servizi della
Sicurezza Sociale e dell’Istruzione in
qualità di cooperatori.
Distretto scolastico
TORRE PELLICE — Si è riunito il 25
gennaio per la prima volta il Consiglio
Distrettuale Scolastico, dopo le elezioni del 13 e 14 dicembre.
Il Consiglio non era al completo. Non
sono stati ancora eletti i rappresentanti dei Comuni, della Provincia, dei Sindacati, dei lavoratori autonomi e degli
organismi culturali.
Gli eletti nella lista sindacale hanno
presentato una mozione che proponeva
di rinviare l’elezione del presidente fino
al completamento del Consiglio stesso
(mancano ancora 22 consiglieri! e
di eleggere invece un presidente provvisorio. Il Consiglio a larga maggioranza approvava la mozione, con solo 3 voti contrari e 3 astenuti, e procedeva
all’elezione di B. Baudissone quale presidente provvisorio del Distretto e di
P. Granerò a vice-presidente.
Il Consiglio è convocato per il 4
febbraio alle ore 20.30 con all’o.d.g.
l’elezione della Giunta provvisoria.
A. K.
LUSERNA SAN GIOVANNI
Difesa del "privato
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Il consiglio nella sua seduta
del 29 u.s. ha ascoltato una relazione del sindaco .sull’azione svolta contro la chiusura dell’Ospedale Maurizianu di Luserna prevista dal Piano Socio-sanitario
Regionale approvato il 23/12 dal
Consiglio Regionale.
Rimangono ora due possibilità: continuare ad essere un Ente
ospedaliero ma privato oppure
convertire la struttura in poliambulatorio mettendola al servizio
deU’Unilà Locale. Tale ambulatorio (di categoria A) prevederebbe un notevole ampliamento delle specializzazioni nei confronti delle attuali fornite dall’Unità ospedaliera.
Altro argomento che ha acceso le discussioni è stata l’approvazione di uno schema di convenzione fra Comune e le scuole
materne « Asilo Sacro Cuore » e
«Asilo Infantile» della frazione
Luserna. Con questa convenzione
si prevede l’impegno deH’amministrazione di accollarsi per un
triennio l’onere di spesa per un
addetto laico in appoggio al personale religioso. La richiesta è
motivata dal fatto che dati gli
orari di apertura prolungati dalle
7 alle 18, sono aumentate le iscrizioni.
La minoranza prendeva posizione contraria poiché, pur non
disconoscendo il lavoro svolto da.
queste scuole confessionali, riteneva che fosse più corretto richiedere se mai l’istituzione di
un’altra sezione statale con appoggio per l’ampliamento d’orario. La tesi veniva appoggiata dal
fatto che nella bozza di convenzione non vi sono che limitate
possibilità di controllo e di dibattito sia sulle norme di accettazione che di azione educativa.
La proposta che la commissione
di controllo comunale potesse
avere un rappresentante della
minoranza veniva categoricamente rifiutata.
Altre delibere di rilievo: l’approvazione della addizionale sul
consumo delTenersia elettrica e
la richiesta tramite la Legge Regionale n. 28 di contributi per
effettuare ulteriori opere di approvvigionamento idrico e per
proseguire i lavori di costruzione
di un edificio destinato ad attività culturali. A. L.
10
10 cronaca delle Valli
5 febbraio 1982
VAL PELLICE
PEROSA ARGENTINA
Esempi di risparmio energetico Cinema e famiglia
Da alcuni mesi a questa parte, una musica appropriata e
una voce dal tono persuasivo,
invitano i cittadini a risparmiare
energia. Voce e musica fanno
parte della pubblicità al risparmio, messa in onda dalla Rai-Tv,
sulla scia del famoso « signor
venti gradi », morto in seguito
ai nuovi approvvigionamenti petroliferi. Nel mondo occidentale
industrializzato le voci al risparmio suonano sempre in modo
un po’ stonato, perché finiscono
per essere tenui lamenti in un
mare di inviti a consumi e sprechi sfrenati. Infatti l’allarme vien
dato quando i beni a disposizione non sono più sufficienti a soddisfare le continue domande ;
ma appena il pericolo è passato
tutto ritorna come prima. Probabilmente la pubblicità sul risparmio energetico cesserà con
il venir meno delle cause che
l’hanno determinata. Infatti, da
che cosa nasce l’invito alla moderazione?
L’ENEL ha dei passivi di miliardi di lire. Non è comunque
l’unico Ente ad averne, e per risolvere in buona parte i disavanzi rincara le bollette all’utente.
Ma si trova altresì, con dei «buchi » di energia, per cui ricorre
alla importazione dall’estero. I
dati parlano chiaro ; nel 1981 l’Enel è ricorso all’energia prodotta
dalla Jugoslavia e dall’Austria
per la significativa cifra di 9,6
miliardi di Kwh, con un incremento del 58% rispetto al 1980!
La produzione, poi, di energia
« made in Italy » si ottiene per
98,7 miliardi di Kwh con i prodotti petroliferi, per 45,6 miliardi di Kwh con l’acqua (centrali
idroelettriche), per 16,7 miliardi
di Kwh con il carbone... Se si
esclude la produzione di energia
dovuta alle centrali idroelettriche, anche sotto questo aspetto
dipendiamo dall’importazione.
E l’Italia non è un Paese pianeggiante e povero di acque. Solamente che non si è pensato, a
suo tempo, allo sfruttamento intensivo delle risorse idriche e
geotermiche di cui l’Italia è ben
fornita... Ma il petrolio costava
così poco!
Né con Faumento progressivo
dei prodotti petroliferi si è pensato al potenziamento degli investimenti per la produzione di
energia idroelettrica; infatti i finanziamenti sono'^tati dirottati
nella costruzione delle centrali
nucleari, oggi non funzionanti o
quasi, ma domani, per le necessità crescenti, in servizio a pieno
ritmo.
In Val Penice però qualcuno
pensa ancora a sfruttare l’acqua
per produrre energia. Il fatto
non desta sorpresa se pensiamo
alla storia valligiana, che ha visto nel tempo sorgere piccole società e cooperative produttrici
di energia idroelettrica. La novità consiste piuttosto nel ripercorrere una strada già battuta
da altri; strada che si dimostrò
« a vicolo ciiiuso », se pensiamo
alla sorte delle varie iniziative.
Infatti cooperative e società furono « assorbite » dal gigante di
Stato, e le strutture, abbandonate e mai più utilizzate, sono ancora lì, come monito per nuovi
tentativi.
Ma i tempi sono cambiati, e
l’intraprendente privato non pare per nulla scoraggiato. Infatti
sembra che il suo obiettivo sia
quello di costruire tre piccole
centrali nell’alta Valle, sul Comune di Bobbio Penice.
La prima dovrebbe sorgere in
località Pralappia, nel vallone
dei Carboneri, mentre le altre
due dovrebbero essere costruite
sul torrente Pellice. L’acqua, parzialmente intubata in località
Mirabouc (lungo la strada che
da Villanova conduce al Prà)
verrebbe portata dapprima ad
una centrale costruita a valle in
località Ruà e successivamente
ad una seconda centrale in località Eyssart. Altre iniziative del
genere stanno nascendo in vallate vicine alla Val Pellice; iniziative per le quali la Regione
stanzia, attraverso una opportuna legge, contributi non indifferenti.
Piccole gocce di energia, è vero! Ma le gocce damo origine
ai fiumi... E ben lo sa l’Enel che
pare interessato all’acquisto anche di quelle poche gocce!
Marco Armand Hugon
Presso il cinema-teatro Piemont di Perosa Argentina, sono
in programma tre dibattiti inerenti ai problemi della famiglia.
Il primo incontro è avvenuto
martedì 12/1 alle 20,30; il secondo
martedì alla medesima ora, è
previsto per il 9 febbraio e l’ultimo avverrà il 9 marzo. Uno degli
interrogativi dominanti è: « La
famiglia è in crisi essa stessa o
sono mutati i valori morali e
strutturali che la sostengono »?.
Ad ogni tavola rotonda è abbinato un film che affronta gli stessi
argomenti e che viene proiettato
il venerdì successivo all’incontro.
Abbiamo visto « L’ultimo metrò »,
collegato alla prima serata, seguiranno « Oltre il giardino » e il noto « Tre fratelli ». Tutti sono invitati.
Su « Tre fratelli », che ho già
visto quest’estate, vorrei dire due
parole.
I protagonisti, un magistrato,
un operaio e un educatore, si riuniscono intorno al padre, in un
paesetto del Sud, in occasione dei
funerali della mamma; ognuno di
essi porta con sé il proprio bagaglio di ansie e di amarezza. Il
giudice (Philippe Noiret) dedica
ogni energia alla lotta contro il
terrorismo e teme di cadere vittima di qualche attentato; l’operaio è costretto a confrontarsi
con un ambiente di lavoro alienante e repressivo e non riesce
più a dialogare con la moglie, di
cui non comprende le esigenze
e le rivendicazioni; sfruttato in
fabbrica, vorrebbe poi trasformarsi in signorotto tra le pareti
domestiche, con tristi conseguenze. L’insegnante svolge con passione il proprio compito e si
preoccupa per i ragazzi disadattati che gli sono affidati. Nella casa paterna, nella saggezza tranquilla del genitore, rispolverando le amicizie passate, i tre uomini si illudono quasi di trovare
una soluzione a ciò che li angustia, un rifugio; ma il miracolo
non avviene, ormai il padre, sereno con i suoi ricordi di felicità
coniugale, le sue giornate scandite dai lavori della campagna e
dai versi degli animali, e i figli,
pieni di impegni, nevrosi, sigarette e caffè, appartengono a due
universi distinti, che possono
amarsi ma hanno poco da dirsi.
A mio avviso il film, poetico e
attuale, ha un piccolo difetto, un
po’ di razzismo « al contrario »:
il Nord, dove i protagonisti si sono trasferiti, viene presentato come un luogo lugubre, pieno di
grattacieli e di terroristi, mentre
il Sud, loro terra d’origine, appare come un’oasi ridente, dove il
grano biondeggia al sole e tutto
è pace; nessun accenno a fenomeni reali come la mafia, la
disoccupazione, Tanalfabetismo.
Purtroppo i problemi sociali non
conoscono confini geografici, e
questo non viene ben evidenziato nella pellicola. Si tratta comunque di un film da vedere, ricco di spunti interessanti.
E. M.
BOTTA E RISPOSTA SU UN PROBLEMA MOLTO SENTITO IN VAL PELLICE
I posti di lavoro a Luserna San Giovanni
Mentre si stanno ultimando gli stabilimenti Coreos e Mib in zona Bocciardino
a Luserna San Giovanni, si è aperta una grossa « querelle » tra i comuni della
valle. I futuri lavoratori dovranno essere scelti prioritariamente tra i residenti di
Luserna o si attingerà da una lista unica di collocamento? Espongono il loro pensiero l'assessore al lavoro della Comunità Montana e il sindaco di Luserna.
Il settarismo
della DC
Vorrei, se mi è consentito, chiarire
la posizione della Comunità Montana
Val Pellice in ordine al problema liste
di collocamento, che ha visto i siedaci
della valle prendere posizione.
Come al solito la D.C. di Luserna si
attesta su posizioni settarie cercando
di stravolgere i fatti a scapito di una
corretta informazione manifestando il
suo livore nei confronti della C.M. Val
Pellice dovuto evidentemente non a
fattori reali ma al comportamento di
chi abituato al potere gestito con arroganza, non è capace di svolgere una
oprposizione costruttiva, ma si limita a
negare anche l'evidenza pur di raggiungere i suoi scopi. Gli ultimi Consigli
di Comunità Montana - USL 43 la
dicono lunga al proposito; quando un
partito rifiuta perfino di entrare a far
parte di commissioni a cui ha diritto
pur di bloccare i lavori dell'Ente mi
sembra che abbia poco spazio per certi
tipi di critica.
Ma veniamo al fatto. Nel mese di dicembre la Commissione del Collocamento di Luserna San Giovanni invia
una lettera alla Comunità Montana perché si faccia parte diligente per l'organizzazione di una conferenza di siedaci
della Valle per affrontare il problema
(jci Collocamento nel suo insieme. La
proposta dell'ufficio è chiara: arrivare
ad una lista unica dei disoccupati del
territorio comprendente i 9 Comuni della Valle.
La Comunità convoca i siedaci e in
quella sede, presenti anche i membri
della Commissione di Collocamento, il
sindaco di Luserna rifiuta la proposta,
ed ora le ‘trumentalizza evitando di dire
che ai sensi della legge sul collocamento (legge 91) qualora a Luserna non fossero sufficienti i disoccupati per coprire
le necessità che le nuove industrie a
vranno, basterà che un Ufficio di Collocamento lo richieda al Comitato Provinciale, e Luserna verrà dichiarata zona
di intensa industrializzazione e il raggio di azione del reclutamento dei lavoratori verrà portato a 150 chilometri.
A questo punto resta da vedere come faranno i lavoratori di Luserna e
della Valle a trovare lavoro nella zona
industriale, che è vero è situata a Luserna, ma è la zona industriale di Valle recepita anche dal Piano Regolatore
Intercomunale licenziato dalla Comunità
Montana ed oggi in attesa di approvazione in Regione. Piano per altro adottato da 7 comuni su 9 e guarda caso
solo Luserna e Bricherasio non si sono
ancora decisi. Forse perché con i loro
PPA vogliono ancora finire di inquinare
le pochissime zone che si sono salvate dallo scempio edilizio che ha caratterizzato le due amministrazioni?
Risulta quindi chiaro il ruolo giocato
dalla Comunità Montana in questa occasione; non volontà di gestione autoritaria del collocamento, non volontà di
prevaricazione nei confronti di qualcuno, ma semplicemente corretto uso delle competenze che le sono per legge
attribuite.
Ovviamente alcuni aspetti non sono
stati toccati perché allungherebbero
troppo il discorso.
Quanto sopra solo per dovere di
corretta informazione. Ringraziando per
la eventuale ospitalità e dichiarandomi
disponibile ad ulteriori chiarimenti porgo distinti saluti.
Mauro Suppo
Assessore al Lavoro della
Comunità Montana Val Pellice
Non discriminare
Luserna
Voglio chiarire la posizione che quale Sindaco di Luserna ho assunto in
merito alla proposta di unificazione di
graduatoria dei disoccupati a livello di
Valle, ciò perché il comunicato di alcuni Sindaci contiene inesattezze che
puntano strumentalmente a mettere in
cattiva luce la posizione mia, quella dell'Amministrazione Comunale di Luserna
San Giovanni, e della forza politica cui
appartengo.
Il giusto ruolo di Luserna San Giovanni (Comune di 7.400 abitanti che
costituiscono più di un terzo degli abitanti della Comunità Montana) è stato
in questi anni dalla sinistra della Valle
più volte misconosciuto.
Più volte da Luserna San Giovanni è
stata denunciata la discriminazione per
la localizzazione della sede SAUB e della sede della Comunità Montana, il disaccordo per finanziamenti indirizzati su
opere di Luserna S. Giov. che Luserna
S. Giov. non riteneva prioritari, la prevaricazione nei riguardi dei Comuni dell'iter delle procedure del Piano Regolatore Intercomunale. Ultimo caso di
penalizzazione di Luserna San Giovanni
e della intera Valle recentissimo e gravissimo è stato l'avallo dato alla Regione contro il parere dell'Amministrazione Comunale di Luserna San Giovanni e dell'Ordine Mauriziano per la chiusura dell'attività ospedaliera del Mauriziano di Luserna San Giovanni che ha
sempre svolto e svolge un meritevole
e valido servizio a favore non solo dei
lusernesi ma di tutta la Valle.
Luserna San Giovanni non ha mai
proposto per contro penalizzazioni nei
riguardi di Comuni o di Istituzioni di
altri Comuni. Si è battuta a suo tempo
perché il piano di sviluppo prevedesse
la continuazione del Liceo Valdese di
Torre Pellice per cui si parlava di chiusura in prima bozza, si è battuta perché le I.P.A.B. della Chiesa Valdese non
venissero soppresse ma potessero continuare la loro opera di servizio a favore della comunità.
Ha sempre operato con ottica comunitaria e pluralista.
Onde evitare che in futuro ulteriori
discriminazioni o incomprensioni abbiano a ripetersi, quindi per tentare una
svolta nel metodo di lavoro, senza mettere in discussione modifiche di maggioranza che sta alle forze politiche formare o cambiare, col conforto della
Giunta di Luserna ho detto:
— no ad un'unica graduatoria di Valle
per il collocamento al lavoro senza
discutere anche di tutti i problemi
della Valle;
— sì subito a considerare prioritariamente le graduatorie degli altri comuni della Valle dopo l'esaurimento
delie graduatorie di Luserna (ciò su
richiesta dei Sindaci dopo il mio
rifiuto alla prima proposta);
— disponibilità ad esaminare la problematica del collocamento in Valle
con gli altri problemi della Valle.
Questa posizione è stata ribadita a
tutti i Sindaci, alla Comunità Montana
con lettera del 28.12.81 prot. n. 11762.
I problemi di Valle da discutere sono tanti;
C'è il problema ad esempio del finanziamento degli impianti sportivi con
contributi che la Provincia ha concesso
o deve concedere, c'è <1 problema dei
fondi dei Bacini Imbriferi, dei finanziamenti concessi o da concedere dallo
Stato sulla Legge 1102, c'è il gravissimo problema finanziario della gestione
della Comunità Montana che rischia di
far saltare i bilanci non solo di Luserna
San Giovanni ma di tutti i Comuni anche
di quelli amministrati dai Sindaci che
hanno firmato il comunicato contro la
mia posizione e ciò può capitare se i
fondi regionali saranno tagliati come
pare e se si andasse a dilatare ulteriormente le spese. (La D.C. di Valle
da tempo evidenzia questo problema
nell'interesse di tutti i comuni; ha da
tempo preso posizione contro il grande
numero di assunzioni e di consulenze).
C'è il problema dei servizi sanitari,
del poliambulatorio, degli interventi per
l'agricoltura e tanti, tanti altri.
In recènti interviste sui giornali locali esponenti qualificati della sinistra
hanno detto quelio che Luserna dice da
tempo e cioè che sulla testa dei Comuni non si può amministrare; che sta
cadendo lo slancio che anni fa distingueva la Comunità Montana Val Pellice.
Ai tempi della presidenza del comunista Bert il clima era diverso e c'era
rispetto delle proposte dei vari Comuni.
È chiaro poi a tutti che l'attuale presidenza dilaziona la preparazione del regolamento dell'U.S.L. previsto dalla legge perché deve definire il ruolo dei Comuni che hanno la titolarità dei problemi sanitari.
Luserna San Giovanni non vuole danneggiare i disoccupati della Val Pellice, non è responsabile delle disfunzioni che ha la legge sul collocamento:
Luserna San Giovanni non vuole neanche che dalla Comunità Montana continuino a essere danneggiati i Lusernesi
sia occupati che disoccupati. Vuole poi
anche ribadire che gli insediamenti industriali arrecano al Comune oneri e
creano problemi non indifferenti.
C è qualcuno che tende a radicalizzare, a dividere la Valle, ciò non vuole
l'Amministrazione di Luserna, né la parte politica che rappresento che è in
Valle il partito di maggioranza relativa.
Un'ultima considerazione mi è doveroso fare. Non sono manicheo né manichea deve essere la sinistra, instaurando un nuovo metodo di lavoro c'é
la possibilità di fare molte cose, di
eliminare incomprensioni e interventi
che sminuiscono ciò che di positivo si
è fatto e si può fare e non è certo poco.
Martina iM" Benito Renato
Sindaco di Luserna San Giovanni
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11
5 febbraio 1982
cronaca delle Valli 11
LE ALTERNATIVE AGLI ISTITUTI PER MINORI
La famiglia affidataria
Sul territorio delle due valli.
Penice e Chisone-Germanasca, ci
sono parecchie famiglie in difficoltà; molti minori necessitano quindi di assistenza e le possibilità in loco non sono che di
due tipi: la comunità alloggio e
raffidaraento familiare. Quando
in una famiglia sorgono difficoltà, due sono i modi per superarle: 1) nasconderlo a tutti, il più
a lungo possibile, e quando questo per una causa accidentale
viene scoperto, cercare di far
fronte con i propri mezzi o con
l’aiuto di familiari. Da questo
atteggiamento si arriva normalmente aH’affldamento familiare
a parenti; 2) andare a bussare
sempre e comunque dall’assistente sociale, delegando a lei ogni
responsabilità. E’ il caso più frequente e il più difficile da risolvere perché si fa poco per aiutarsi da sé. I minori sono spesso
le vittime di queste situazioni.
Tenendo conto di questo, vorremmo esporre qui il nostro
punto di vista, come si è venuto
formando nel corso di anni dibattendo coi differenti operatori
che operano con i minori.
Quando una famiglia si offre
al servizio sociale per ricevere
un ragazzo in affidamento familiare deve conoscere alcune cose
in modo chiaro, altrimenti entra
in una zona di grande rischio:
1“) Non è vero che basta volere
un ragazzo per essere automaticamente adatti per riceverlo. La
realtà che fa di un ragazzo un
essere unico e speciale fa sì che
sia molto diffìcile avere un rapporto vero con lui. Di conseguenza si deve sapere che il ragazzo che entrerà in casa nostra, che con noi dividerà spazi
e momenti della nostra esistenza, non è nostro-figlio. Ha una
sua famiglia che, al nostro sguardo può anche apparire non adatta, ma alla quale è legato. Tutti
sappiamo quanto sia difficile accogliere un ragazzo senza in
qualche modo cercare di essere
per lui il centro dell’esistenza, il
punto di riferimento obbligato.
Questa aspettativa deH’adulto
viene per lo più delusa, anche
nelle famiglie « normali » e tuttavia è molto più facile il rapporto con il proprio figlio che
con un ragazzo diviso tra due
famiglie e che non sa bene come
comportarsi. La differenza quindi tra un bambino adottato, che
diventa nostro a tutti gli effetti
e per sempre e spesso entra in
casa nostra ancora molto piccolo
ed Un ragazzo in affidamento che
non diventerà mai nostro, che
dovremo dividere con la sua famiglia d’origine e che già sappiamo starà con noi solo per un
certo tempo, è molto grande e
comporta disponibilità, maturità
oltre ad una notevole fatica.
2") Si rischia sempre di confondere i ruoli : spesso ci si chie■ de come è possibile continuare
ad avere dei rapporti con la famiglia di origine così incapace
(a giudizio nostro, ma spesso
non del ragazzo) di allevare chicchessia, figurarsi poi il « nostro »
ragazzo. Eppure questi sa che 1
valori di cui è portatore, che il
suo stesso nome e quindi la sua
vera identità, gli vengono dalla
sua famiglia naturale. A volte è
un dramma dover spiegare ad
ognuno che si diverte a doman
darglielo, il perché della sua convivenza con noi ed ecco allora
che inventa qualche storiella atta a spiegare una situazione tanto insolita. Il problema è allora
di capire ed accettare con il ragazzo anche la sua famiglia affinché non sorgano conflittualità
che a lungo logorano qualsiasi
rapporto.
3“) La famiglia affidataria deve
prima o poi misurarsi con la ribellione esplicita o passiva del
ragazzo che idealizza il passato
e rifiuta qualsiasi aggancio con
la realtà. Quando questo avviene è inutile colpevolizzare il ragazzo o la propria azione educativa o la sua famiglia; è meglio
cercare di capire, con l’aiuto di
altri se possibile, se l’affidamento in atto è proprio quello che
ci vuole per lui. Vorrei essere chiara : anche se in alcuni
ambienti lo si dice, non è vero
che l’affidamento familiare è la
soluzione migliore per ogni situazione. Ci sono dei casi in cui
è fortemente negativo e nessuno
deve sentirsi sbagliato per questo: ci sono dei ragazzi per i
quali è necessario un rapporto
stretto con poche persone e
quindi l’affidamento dà il migliore degli esiti. Ma ce ne sono
altri che vivono bene solo in comunità più ampie, e allora va
bene la comunità alloggio.
Per altri ancora non servono
né l’uno né l’altra, perché basta
un temporaneo rifugio presso
parenti oppure è sufficiente avere dei servizi che permettano di
passare molto tempo fuori casg
(tempo pieno ecc.) in modo da
allentare tensioni forti. E’ importantissimo che nelle nostre
zone si creino queste diverse
possibilità di intervento. E’ importantissimo che le persone che
già sono coinvolte o che lo saranno si rendano conto di questi diversi aspetti del problema
ed accettino di mettersi a disposizione al solo scopo di aiutare
nel modo più giusto il ragazzo
in difficoltà.
Carla Beux
RILANCIO
DELLE VALLI
Ho letto sull'Eco delle Valli n. 1-2 la
proposta della Tavola per « un rilancio
alle Valli come questione di vita o di
morte per la nostra chiesa ».
Mi riferisco all'invito del CESP per
un incontro a Agape, nel programma
del quale figurano due argomenti: Asse
culturale e Caratteristiche socio-economiche dell'area pinerolese. I due argomenti sono certamente importantissimi
ai fini del rilancio ma ci chiediamo perché — trattandosi di vita o di morte
per la nostra chiesa — non si è data
la precedenza alla vita spirituale delle
comunità.
Ho anche letto, sul n. 3 del giornale,
l'articolo « Asse culturale » nel quale,
se ben lo interpreto, non si approva
che il rinnovamento spirituale debba
essere prioritario.
Infine leggo ancora, sul n. 3, ohe il
Coordinamento FGEi-VALLI si esprime
in favore della chiusura del Collegio
(e penso anche della Scuola Latina) ritenendo preferibile che » soldi, energie, lavoro e pensiero » debbano essere dedicati a Agape (fondamentale
rispetto alle Vallile alla Facoltà di Teologia (fondamentale rispetto ai futuro
dell'intera chiesa).
La linea di mettere in secondo piano
« il peccato e la morte, l'uomo nella
sua situazione di debolezza » è stata
definita su questo giornale, come la
teologia del mondo, che, si dice, ha
valorizzato molto la riflessione dei
militanti e degli intellettuali ma si spera, negli anni 80, di impegnare anche
la base delle chiese » (Eco Valli n. 28
del 10.7.81).
Gli interventi di cui sopra ci fanno
capire come viene interpretato il rilancio alle Valli.
Faccio parte della base delle chiese
e espongo alcune riflessioni.
Benché il rinnovamento spirituale incontri meno favore perché più difficile
da realizzare in quanto ci costringe a
rientrare in noi stessi, come il figliuol
prodigo, penso che — di fronte alla
questione di vita o di morte per la no
TESSUTI
CONFEZIONI
ARREDAMENTO
Via Duca degli Abruzzi, 2 - PINEROLO (To) - (Telef. 0121/22671)
Nel suo 88° anno di vita il Signore
ha richiamato a Sé il 29 gennaio
Guido Plavan
lo annunciano i figli Evelina, Umberto
e Guido con le rispettive famiglie, il
fratello Francesco e famiglia, i cognati
e i nipoti.
La famiglia, profondamente riconoscente, ringrazia la direzione e il personale dell’Asilo Valdese, le dott.sse
Seves e Peyrot, il past. Bruno Bellion
per le cure e l’assistenza prodigata al
loro compianto.
Un ringraziamento sentito anche a
tutte le persone che in molti modi hanno espresso alla famiglia la loro solidarietà.
Luserna S. Giovanni, 5 gennaio 1982
stra chiesa — esso debba avere ¡I
primo posto. Lo penso, perché tutta la
Bibbia pone l'accento di priorità sul rlchiamo: ritornare aH'Eterno.
La decadenza spirituale delle nostre
comunità è da ricercarsi nel fatto che
noi, valdesi delle valli, non abbiamo saputo resistere di fronte al benessere
del boom economico. Abbiamo ceduto.
Oggi, su questo giornale, si dice di
noi: « la nostra gente partecipa in massa al culti solo in occasioni speciali ».
La notizia è valida per tutte le comunità delle valli.
Noi valdesi delle valli abbiamo dimenticato che Gianavello — nelle sue
istruzioni del Rimpatrio — dà la precedenza al rinnovamento spirituale? Rileggiamole quelle istruzioni. Egli dice
che la vera causa dello stato in cui
si trova la chiesa alle valli sono I nostri
peccati per cui dobbiamo umiliarci e
chiedere perdono a Dio. Solo dopo il
ravvedimento Gianavello dà le istruzioni per la difesa, in vista — anche allora — di un rilancio: riaccendere la
vera luce deH'Evangelo nel luogo dove
siamo nati.
Certamente, i tempi sono mutati e
noi siamo chiamati a testimoniare in
situazioni diverse. Ma il punto di partenza non è cambiato: è sempre la vecchia storia che il Padre ha dato il suo
unico figliuolo, per chiudere definitivamente i conti con il loro peccato, per
cui ciò che è veramente necessario è
il ravvedimento e la decisione della fede. (Da « Evangelo secondo Paolo » di
M. Hunter, p. 121).
Nelly Rostan
Pro Ospedale Evangelico
di Torino
Offerte pervenute all'Ospedale Evangelico Valdese di Torino dal 1° gennaio
al 31 dicembre 1981:
Brusasco Teresio e Signora, Torino,
in memoria del Dr, C. Varese L. 100
mila; N. N., Torino 2.000.000; De Cassan Domenico, Rivoli 10.000; Bertalot
Martinat Maria, Torino, in memoria
del marito 20.000; Boero Luigi. Torino,
per Reparto di Medicina 300.000; Jahier
Eugenio, Torre Pellice 50.000; Nani Lidia
ved. Berta, Torino 10.000; Nani Vittorio,
Torino 5.000; Antonietta Giorgio e Signora, Bussoleno, per Reparto di Medicina 250.000; Vigliano Giampiero, Torino, per Reparto di Medicina 500.000;
Berzoini Umberto, Rivoli, per Reparto
di Medicina 100.000; Celli Anna, Pomaretto 20.000; Dessy Dina Tede ved. Turin e figli, Torino, in memoria di Carlo
Turin 100.000; N. N. 2,000; Bouchard
Elisa, Torino 30.000; Dominici Versilia
e Nosenzo Franca, Torino, per Reparto
di Medicina 400.000; RIbet Liliana, Torino 50.000; Balmas Elvira e Bruno, Torino 50.000; Coniugi Marchiori, Torino
10.000: N. N. 2.500.
Pro restauri Tempio
di Luserna San Giovanni
Doni « in memoria »
di Bonnet Roberto, Bonnet Albina e
René L. 50.000; di Caffarel Federico, la
moglie 20.000; dei 'loro Cari, Chiavia
Silvio e Marisa 35.000; dei loro Cari,
P.E.S. 25.000; di Rivoira Adelina, Rita e
Piero 30.000: di Jalla-Danna Adele e
Danna Henriette, dalla Gobello Dina
50,000; dei genitori, Fraschia Ida 300
mila: di zio Mario, Archetti Maestri
Giuliano e Lionello 100.000; di Ribet-Rostain Edina, ReveI Longo Rita 50.000.
Incontri Ecumenici
FAMOLASCO — Domenica 7 febbraio
alle ore 15 proseguirà l’incontro del
gruppo biblico ecumenico. Condurrà lo
studio suH'Evangelo di Marco il past.
Bruno Bellion.
Mei . VAI I I
GHISONE-GERMANASGA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica;
DOMENICA 7 FEBBRAIO 1982
Vtllar Perosa: FARMACIA DE PAOLI
- Via Nazionale, 29 - Tel. "51017.
Ambulanza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 74197
USL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 7 FEBBRAIO 1982
Luserna S. Giovanni: FARMACIA
SAVELLONl - Via F. Blando 4 - Lusorna Alta - Tel, 90223.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice; telefono 91.288.
USL 44 • PINEROLESE
fOistretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
(( Isella mia distretta ho invocato
l’Eterno ed Egli mi ha risposto ».
(Salmo 120: 1)
Il 21 gennaio il Signore ha richia*
maio a Sé
Maddalena Caterina Peyronel
ved. Baunous
Nella speranza della resurrezione ne
danno la dolorosa notizia i figli e tutti
i parenti.
Inverso Pinasca, 21 gennaio 1982.
« Vegliate perché non sapete in
quale giorno il nostro Signore
verrà » (Matteo 24 : 42)
E' improvvisamente mancalo
Valdo Beux
di anni 47
La moglie Elva, il figlio Pietro e la
nuora Concetta ne danno l’annunzio,
ringraziando tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore. Un ringraziamento particolare ai coscritti e coscritte di S. Germano.
San Secondo, 29 gennaio 1982
RINGKAZIAMENTO
« Io ho combattuto il buon combattimentOy ho finito la corsa, ho
serbata la fede ».
(II Ep. Timoteo 4: 7)
I familiari tutti del compianto
Giovanni Grill
cav. di Vittorio Veneto di anni 88
esprimono la loro riconoscenza a tutti
coloro che hanno preso parte al loro
dolore. Rivolgono un ringraziamento al
pastore Conte, ai medici dott. De Clementi e Bertolino, ai medici e al personale dell’Ospedale di Pomaretto ed
in particolare al dott. Baschera ed a
tutti i vicini di'casa.
S. Germano Chisone, 30 gennaio 1982
« Il Signore è il mio pastore, nulla
mi mancherà »
(Salmo 23)
II 12 gennaio il Signore ha richiamato a Sé
Roma Gatte!
Lo annunciano, ricordandola con infinito affetto gli amici Graziella e Aldo
Gay con Fernanda e Paolo Revel.
Genova. 23 gennaio 1982.
« Nel giorno ch’io t'ho invocato ti
sei avvicinato; Tu hai detto: Non
temere ».
(Lamentazioni 3 : 57)
E’ mancato airaffetto dei suoi cari
Luigi Ugo Rossi
di anni 95
Addolorati Io annunziano: la moglie
Adele Marauda, nipoti e parenti tutti.
Sì ringraziano tutti coloro che hanno preso parte al dolore della famiglia,
e in particolare il pastore Zotta.
Torre Pellice. 21 gennaio 1982.
RINGRAZIAMENTO
Gesù ha detto: <( Io sono la resiti^
rezione e la vita »
(Giov. 11: 25)
Enrico Garnier e famiglia, commossi per la dimostrazione ricevuta per la
dipartita della cara moglie e mamma
Giovanna Maria Davit
neirimpossibìlitk di farlo personalmente. ringraziano lutti coloro che nella
triste circostanza hanno partecipato al
loro dolore. In modo particolare ringraziano la dott.ssa Michclin, il pastore
Ayassol. i vicini dì casa, i parenti, ì
medici c il personale dell’Os|>edale Civile di Pinerolo, reparto neurologìa.
Villar Pollice, 25 gennaio 1982.
AVVISI ECONOMICI
REDATTORE ECO-LUCE cerca urgentcnienle appartamento in affitto
a Torre Pellice per coppia italo-olandese. Scrivere a Rif. M.B. Redazione
Eco Valli, casella postale, Torre Pellìce o telefonare in tipografia (0121)
91334.
12
12 uomo e società
5 febbraio 1982
IL PROBLEMA DELL’ENERGIA - 2
Le fonti alternative
Otto anni fa, al tempo della
guerra del Kippur e dell’impennata dei prezzi del petrolio, gli italiani hanno sperimentato sulla
loro pelle che il risparmio energetico richiedeva a tutti dei sacrifìci: il governo aveva inventato le « domeniche a piedi ». Si discusse a lungo. I favorevoli dissero che avevano così riscoperto
le gioie della passeggiata e della
famiglia, i contrari dissero invece che erano state una buffonata.
L’esperienza non si è più ripetuta, ma certo a quella stessa data a livello governativo si è cominciato a pensare ad un piano
energetico nazionale che in qualche modo garantisse non solo la
sopravvivenza industriale del nostro paese, ma anche ne prevedesse e in qualche modo ne appoggiasse lo sviluppo. Ed ora
finalmente, fra critiche e discussioni, e dopo sei stesure, il Piano energetico nazionale (Pen) è
stato varato dalla Commissione
industria della Camera e del
Senato. Il punto saliente di questo Piano è la diversificazione
delle fonti di energia, per cui, accanto al petrolio troviamo carbone e atomo e, seppur a livelli inferiori, altri tipi di energie alternative, laddove l’aggettivo « alternativo » significa « sostitutivo
del petrolio », e non, come qualcuno potrebbe pensare, dell’atomo. Vediamo alcune di queste
proposte.
Il carbone
Con un programma definito
« ambizioso ed impegnativo » il
Piano energetico nazionale (Pen)
punta parecchio sul carbone. Nei
prossimi dieci anni, oltre alle
centrali esistenti, dovranno essere convertite a carbone centrali
alimentate ora ad olio combustibile per 3700 megavvatt, si costruiranno inoltre nuove centrali
per complessivi 17 mila megavvatt e se ne dovranno progettare altre per 6000 megawatt. Tra
i preventivi di spesa il Pen, molto saggiamente, inserisce la realizzazione di due terminali verso
cui far confluire le tonnellate di
carbone che dovranno essere importate. Uno di questi sarà allestito nel porto di Trieste ed il
secondo va ancora deciso dove.
Comitato di Redazione; Franco
Beoehino. Mario F. Berutti, Dino
Ciesch, Niso De Michelis, Giorgio
GardioI, Marcella Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto
Peyrot, Giuseppe Platone, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Giulio
Vicentini, Liliana Vigiielmo.
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Direttore Responsabile;
FRANCO GIAMPICCOLI
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intestato a « La Luce; fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 • Torino.
« La Luce »: Autor, Tribunale di
PInerolo N. 176, 25 marzo 1960.
« L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N, 175, 8 luglio 1960
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
Modello di rotore eolico.
Quest’ultimo dato dice parecchio
rispetto a questa fonte di energia: essa non differisce in niente, .salvo il prezzo attuale, dal petrolio. Due realtà depongono però a suo favore: non è più il
tempo delle chiacchiere ma il
tempo dell’azione, se non vogliamo arrivare al collasso della nostra economia ed il carbone permette dei tempi relativamente
brevi di riconversione degli impianti.
Il sole
L’autoadesivo giallo col disegno del sole sorridente e la scritta: « Energia atomica? No, grazie » ha certamente avuto un
grandissimo successo ed ha rappresentato un veicolo eccezionale
per la presa di coscienza di massa, a livello mondiale, sul tema
dell’uso del nucleare come fonte
di energia. Ma purtroppo non siamo ancora in grado di « attaccare la spina » al sole. Certo, molto si potrebbe recriminare sul
fatto che nelle ricerche in questo settore si è partiti in ritardo,
che gli interessi legati all’industria del nucleare hanno di fatto
boicottato ricerche sul solare. Ma
tant’è: questa è la situazione e
da qui bisogna partire. È vero
tuttavia che negli ultimi anni sono stati fatti dei passi da gigante. Solo per restare in Italia, nel
maggio scorso è stata inaugurata
in Sicilia la centrale « Eurelios »
che fornisce un terzo deU’energia
necessaria ad Adrano, una cittadina in provincia di Catania di
circa 30.000 abitanti. Si tratta di
una centrale da un megawatt del
tipo torre e campo specchio (i
raggi solari vengono cioè convogliati dagli specchi verso un punto dove è situato il « bollitore »
che produce il vapore per fare
girare le turbine) ed è costata
venti miliardi. Molti altri esempi potrebbero essere fatti, basti
pensare all’uso che si può fare
dell’energia solare in agricoltura
(serre ecc.). Gli scienziati dicono
che la luce irradiata dal sole potrebbe essere immagazzinata per
produrre centomila volte l’energia che ogni giorno ci procuriamo bruciando combustibili fossili. Tra il dire e il fare, si sa, c’è
un bel salto; ma diverse multinazionali (dalla IBM alla Boeing,
dalla Exxon alla Renault), insieme agli stessi Stati arabi produttori di petrolio, intravvedendo
l’affare, si sono lanciate nella
ricerca in questo settore.
Il vento
La brutta figura rimediata da
Don Chisciotte con i mulini a
vento non ha fermato i sostenitori dell’« energia eolica »; i quali
hanno dimostrato ora di aver
avuto ragione.
Pare infatti, in base a degli
esperimenti fatti, che un kilowat
tora prodotto col vento costi intorno alle 90-100 lire, contro le
80-120 lire che sono il prezzo medio in Europa per l’energia elettrica prodotta con altri sistemi.
Anche in questo settore esiste
però un limite: è necessario un
vento che soffi costante intorno
ai 4 metri al secondo, e questo
da noi lo si ha soltanto nelle isole minori, sulle coste della Sicilia e della Sardegna ed in alcuni
tratti deH’Appennino. In Sardegna infatti, a S. Caterina nel Sulcis, è entrato in funzione nel luglio scorso un impianto pilota
costruito dalla Fiat e che produrrà, con un vento di 11 metri al
secondo, 68 kilowatt. Si tratta
di un’enorme elica con tre pale
in vetroresina lunghe 13 metri
ognuna. Altri esperimenti dello
stesso tipo sono in corso di attuazione, sempre in Sardegna.
La terra
È una mancanza grave che si
sia ancora relativamente indietro
nello sfruttamento dell’energia
geotermica in Italia, dove già dal
1904 sono sfruttati per la produzione di elettricità i famosi soffioni di Larderello, in Toscana.
Non che non si faccia niente,
perché gli impianti di Larderello, producono ogni anno 2,5 miliardi di kilowatt, pari all’1,6%
della produzione nazionale ed
hanno consentito di risparmiare
qualcosa come 600 mila tonn. di
petrolio. Ma i geologi dicono che
in un paese vulcanico come il nostro si può e si deve fare molto
di più: in regioni come la Campania, il Lazio, la Lombardia, dove il calore sotterraneo emerge
attraverso vapori od acque, sfruttando sapientemente questa risorsa, si potrebbero risparmiare
mille centrali elettriche.
Paolo Ribet
INCONTRO PER LA PACE A CATANIA
Le prossime tappe
del movimento
Giovedì 21 gennaio si è tenuto
a Catania, presso la sede dell’ARCI, un incontro tra il Comitato 24 ottobre, il Comitato unitario per il disarmo e la pace di
Comiso e — anche se non previsto ufficialmente dal programma — il Comitato per la pace e
il disarmo di Catania. Vi erano
rappresentate le seguenti organizzazioni: ARCI, Democrazia
Proletaria, Federazione giovanile
comunista italiana. Federazione
giovanile evangelica italiana, PCI,
PdUP. Scopo dell’incontro era di
concordare scadenze e parole
d’ordine per le prossime tappe
nazionali del movimento per la
pace. Ciononostante, si è colta
l’occasione per affrontare anche
quelle contraddizioni di fondo
che hanno portato a un riflusso — per lo meno apparente — del movimento stesso: ambigua posizione del sindacato e
del PSI, caso polacco, eccessivo
peso dei partiti nella gestione dei
comitati.
Qualcuno ha messo in dubbio
la possibilità di rilanciare la lotta per la pace semplicemente organizzando nuove manifestazioni
o assemblee nazionali e limitando il bersaglio alla sola base missilistica di Comiso; si tratterebbe invece di allargare l’interesse
alla questione polacca, a quella
salvadoregna e del terzo mondo
in genere, alla questione degli armamenti anche convenzionali,
dell’obiezione di coscienza, della
modernizzazione dell’esercito e
dell’aumento delle spese militari,
promuovendo convegni. Centri di
documentazione, interventi nelle
scuole, senza illudersi che una
eventuale vittoria sulla questione Comiso risolva la questione del riarmo nucleare. Si tratterebbe dunque di dar vita a
un movimento permanente, pre
parato, convincente, nel quale i
partiti rappresentino solo una
componente, eppure capace di
far sentire il suo peso sulle decisioni del governo.
Qualcun’altro ha sottolineato
pure la necessità di controllare e
di denunciare le manovre segrete
del Ministero per la difesa, al lavoro in diverse parti della Sicilia: Marsala, Catania, ecc. Si parla anche della progettata costruzione di una centrale nucleare a
Comiso; accanto alla base missilistica.
Certo rincontro di Catania non
aveva né la possibilità, né l’autorità di prendere decisioni riguardo a queste proposte. Ci si è pertanto limitati — come del resto
l'ordine del giorno prevedeva —
a scegliere alcune date per le
prossime scadenze a livello regionale e nazionale: una riunione
organizzativa dei rappresentanti
dei maggiori comitati siciliani a
Catania (lunedì 8 febbraio), una
assise nazionale dei comitati per
la pace a Comiso (27-28 febbraio)
e un analogo incontro a Roma
(13-14 marzo), una manifestazione nazionale, ancora a Comiso, il
4 o il 5 aprile, sulle seguenti parole d’ordine: No ai blocchi. No
al riarmo, solidarietà coi popoli
che lottano per il proprio diritto
alla autodeterminazione (in particolare Polonia e E1 Salvador),
No all’inizio dei lavori per la base di Comiso. E’ inoltre previsto
per venerdì 12 febbraio e sabato
13 un interessante convegno a
Messina organizzato dal locale
comitato per il disarmo unilaterale, avente per tema la riconversione dell’industria bellica; interverrà Alberto Tridente della
FLM, che già ha dato il suo essenziale contributo suirargomento al campo invernale di Agape.
Bruno Gabrielli
Due impegni per
le nostre chiese
(segue da pag. 1)
— Siamo dunque alla seconda
« settimana della libertà ». Come
la vedi rispetto a quella dell’anno scorso?
— Molto diversa. L’anno scorso fu la mobilitazione unitaria
praticamente di tutte le nostre
chiese su di un argomento unico, l’Intesa tra lo stato italiano
e le nostre chiese (che tra parentesi non è stata ancora firmata).
Quest’anno moltissime chiese e
circuiti faranno manifestazioni
sul tema della pace, però come
momento di dibattito. L’anno
scorso sull’Intesa abbiamo portato in pubblico una meditazione
di 35 anni, eravamo quindi in un
certo senso al termine di un’epoca e abbiamo affermato in pubblico che il nostro contributo come chiesa alla ristrutturazione
della democrazia italiana è l’Intesa, una linea di rapporti chiesa-stato pulita e seria. Sulla pace invece noi cominciamo in pubblico una riflessione che probabilmente durerà molti anni.
Solidarietà coi nostri
fratelli sudamericani
— DaH’anno scorso, in occasione del 17 febbraio, non cerchiamo solo di dire una parola al nostro paese ma anche di dare una
mano ai nostri fratelli in Sudamerica. Perché?
— Mentre noi ci riuniremo al
pranzo 'o al falò del 17 febbraio,
nel « Parque 17 levriero » di Colo
nia Vaidense, Uruguay, sarà riunita la sessione rioplatense del
nostro Sinodo. Il tema più bruciante sarà questo; dobbiamo
permettere ai pastori di prendersi un lavoro civile dal momento
che il trattamento pastorale è
ormai sceso al di sotto del minimo vitale? In Italia la trasformazione sociale è tale per cui
nelle nuove famiglie pastorali in
casa ci sono due persone che lavorano. In Sudamerica questo ha
minore estensione e rilevanza.
Diverse mogli di pastori anche là
sono insegnanti, ma il trattamento degli insegnanti è enormemente più basso che in Italia. Per noi
il punto è questo: assisteremo
passivamente alla crisi di quei
fratelli o daremo loro una mano?
Alcune misure sono già state prese dal Sinodo; i comitati valdesi
all’estero sono stati tutti informati di questa situazione, per cui
una parte dei doni che prima arrivavano a noi ora arrivano laggiù. Questi nostri fratelli ci chiedono aiuto però soprattutto per
iniziative che sono essenzialmente evangelistiche e culturali.
— Quali per esempio?
— Sviluppo del Centro Audiovisual per parlare alla radio, traduzione in spagnolo delle opere
storiche sui valdesi di Amedeo
Molnàr e Giorgio Tourn. È giusto che noi li aiutiamo in questo
settore, ma mi sembra anche
giusto che noi sviluppiamo una
solidarietà molto maggiore, che
in effetti dal 1974, dall’anno dell’8" centenario del movimento
valdese, è in piena ripresa.
Doni
Eco-Luce
ALTRI DONI
Bari; Castiglione Giuseppe L. 30.000
— Bergamo: Rostain Zavaritt Carla
36.000 — Cerignola: Russo Irene 30
mila — Como: Zuffanti Elena 2.400 —
Cinisello B,: Bogo Paolo 136,000 — Genova: Conte Enrichetta 3.000 — La Maddalena: Lena Ottavia in memoria delle
care sorelle Italia e Marietta 70.000
— Firenze; Ricca Armanda 20.000, Rinaldi Luigi 3.000 — Francia: Sappé Emile 6.250 — Inghilterra: Walker Milvia 20.000 — Loranzè: Cristoforo Almerina 4.000 — Luserna S. Giovanni;
Leger Malvina 10.000, Jalla Renata
10.000 — Milano: Antonio Di Pierre
30.000, Baridon Silvio 86.000 — Pavone
Canavese: Metallini Eliada 7.000 — Perrero; Poét Enrico 26.000 — Napoli: Nitti Emilio 36.000 — Pinerolo: Jannin Paolo 3.000, Genre Hilda 14.000, N. N.
10.000, Costantino Marco 21.000 — Pomaretto: Micol Antoinette 4.000 — Portogruaro: Albano Zaccaro Evangelina
7.000 — Pistoia: Pistone Giacomo 10
mila — S. Maria Capua Vetere: Storino Mario 26.000 — Svizzera: Moret
Emilia 25.000, Fischli Elena 15.000,
Kuhnrich A. 21.500 — Torino: Rochat
Daniele 36.000, Ricciardi Roberto 9.000,
Facciolini Pierluigi 2.750, Sellari Guglielmo 10.000, Petrocelli Nicola 500,
Comba Piervaldo 3.000 — Torre Pellice:
Abate Domenico 1.600, Tron Giulia
4.000, Tamietti Maria e Renato 10.000,
Arduini Ernesto 7.000, Pellenc Riccardo
12.000 — Udine: Buttazzoni Lidia 30
mila — Susa: Vetta Alessandro 25.000
— S. Secondo: GardioI Ada 4.000, Elena Codino 1.200, GardioI Graziano 800,
Dardanelli Anita 3.000 — S. Germano
Chisone: Jahier Davide 4.000 — Vendone: Vio Vittorina 10.000.