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S pet t.
DIJiblioieca valdese
*%ORRB PELLICE
^ ( Torljdo)
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Ecói L.'1.500 per I’iiilerno
' L. 2.200 per Testero
« Eco » e « Presenza Evangelica » 4
inictiio L. 2.500 - eStieré'‘t.“1700 |
Spediz. abb. postale - I Grappo
'Cambio d’indirizzo Lire 5 0
li
Contro #' sontimentolismi voghi
un ecumenismo
Settimanale
della Chiesa Valdese
TORRK PE^^. 18 Gennaio 1963
Ammin. Claudiana T^orre Pellice •' C.C.P. 2-17557
Torre Pellice, 26-27 gennaio
In queste ultime settimane, e anche
ili questo numero, pubblichiamo scritti, documenti, informazioni che, specie in vista della Settimana di preghiera per l’unità cristiana, danno indubbiamente un’impressione complessa,
ricca di contrasti, magari sconcertante. Non è possibile altrimenti, e anzi
molte altre .potrebbero essere le facce
d» questo prisma; dobbiamo cercare di
tenerle tutte presenti, se vogliamo avvicinarci alla realtà, e quinai pregare
per cose concrete, vere, vive.
■ E’ un latto che Tecumenismo sta divulgandoci, e .si potreDoe dire ohe di
venta di moda. Quanto ai valido e
quanto di superficiale e di irrinesso
VI sia in questo, trae conJepna da ogni
elemento deila nostra vita associata,
ili questo tempo di rapide trasformazioni. Cosi leggiamo nella Prefazione
alia recente opeia del prof. v. isubilia
su 11 jjrobiema del Cattolicesimo : « Sut
piano degli stati e dei gruppi di Stati, deile razze, delle cuiiture uno dei
motivi a CUI la nostra epoca e più sensibile è quello dell'incontro, del dialogo, delia .comunione pacitioa e eoslruitiva. Si tratta di una reazione
psicologica alla stancnezza e alia tensione ai due guerre mondiali ravviciijiate nei tempo e del calcolato umore
die, con l avvento delle nuove teonione, it/ s„oi3pio di una terza conflagrazione avrebbe consegjuenze irrimediabili per l'intera umanità? Oppure
Questa ansia universalisiioa ubbidisce
a me i ivi più profondi e meno contingenti, intende .revisionare schemi secolari di rottura, per esprimere una
esigenza creativa di una unità umana
senza precedenti storici?
« ne tendenze umtarie alTopera nelle Oraese cristiane sono dovute a mouvi autonomi, come dimostra li fatto
cne 1 ecumenismo ha storicamentti
preceduto questo movimento geneia*r. degli spinti: d’altra parte e innegabile cne IO spinto ecumenico soggiace a un parallelismo con io spinto
del secolo cne lo relativizza e insieme
contribuisce a concretarlo, in questo
sforzo ecumenico ia questione di fondo, i ne sin'ora non è stata ancora afiromata di petto, e costituita dal dis
senso cattolico-protestante ».
ili fronte a questa questione dì fondo, guaTè Tatteggiamento attuale delle Cinese? La mia impressione può essere anch’essa molto superficiale, tuttavia e assai netta; la ritiessione ,60logica sembra essere in ribasso, e questo in tutte te confessioni. La cosa e
risultata abbastanza cniaramente nei
la prima sessione del Vaticano li, ma
mi chiedo se la situazione sia molto
più rosea nelle altre confessioni. Ad
esempio, all’intemo del Consiglio ecumenico delle Chiese: d siamo tuta
prcfondamerl-te rallegrati del sempre
maggiore inserimento deU'ortodossia
orientale, culminato a Nuova Delhi
nell’ingresso^ della Chiesa Ortodossa
russa nel CÈC. Tuttavia cà si poteva
attendere che questi più stretti e fre
quenà contatti con l’ortodossia orientale avrebbero portato ad rm confron
lo teologico magari violento, per certi
aspetti, ma comunque fecondo; invece non sembra che cosi sia stato, fino
ra: si infittiscono i viaggi e le visite
fra Mosca, Londra, New York, Parigi,
ecc., ma non si ha notizia di contatti
e discussioni e approfondimenti sul
piano teologico; almeno esteriormente è stata messa la sardina anche a
quelTelemento pur cosi «pratico» del
confronto ortodossia-protestantesimo
qual’è il contrasto sul problema della
missione e del proselitismo, che dipende evidentemente da un diverso concetto delia Chiesa. Anche in seno al
Protestantesimo, quante lungaggini ;
e se spesso si ha l’impressione che non
vibri la più ardente buona volontà, è
anche vero, forse, che ci si rende conto in molti oasi che la buona volontà
non basta, mentre d’altro canto non
si è forse capaci di un approfondimento teologico dei problemi aperti fra le
confessioni e le denominazioni.
Insomma, mi pare di notare — so
d’i non essere il solo — un certo « vuoto » nella tensione teologica delle chiese oggi. Blsse fanno, e forse faranno
sempre più, molte cose imieme, ni-a
pensane poco insieme : i Dipartimenti
del CEC che si occupano di assistenza ecc. dilatano sempre più la loro attività, mentre sembra affievolirsi la
voce di quella che fu la spina dorsale
del movimento ecumenico nel srio tra-,
vaglio creativo: « Fede e Costituzione ». Non voglio dire che, in questo
campo, non si faccia nulla, o che siamo sulTbrlo del disastro teologico
(ohe, a più p meno breve scadenza,
sarebbe pure 41 disastro del vero ecumenismo), sarei im profeta da strapazzo! ma mi pare che la situazione
sia degna di attenzione
Come si riempie questo « vuoto » teo
logico? Come sempre, con il sentimentalismo, cioè con quello squilibrio tipico dei periodi dottrinalmente ihorti
o dormenti, quando il « sentimento religioso », T« esperienza » — e sia pure
l’esperienza del dialogo e dell’incontro — diventano i protagonisti della
vita cristiana; quando la Bibbia diviene un manuale di pietà e di morale — magari comunitarie — e non è
più la Parola del Signore formatrice
di coscienze lucide, capaci di disceme
re gli spiriti e i segni dei tempi. Evidentemente, oggi non corriamo il pericolo di ripetere, in edizione XX sec.,
il pietismo individualista o di conven
ticola del XVIII e del XIX sec., ma mi
pare ohe ci sia un pietismo odierno,
comunitario e attivista, che si ta stra
da nelle chiese, pigre nel pensare —
costa fatica! — i problemi delia pròpria fede e le necessarie presp-extive
della propria testimonianza.
Questo avviene largamente sul pia
no dei rapporti « ecumenici »;, il sentímentalismo dilaga, Pàrio qui di sentimentalismo, perchè ad essere sinceri è proorio questa impressione dolciastra di un vago sentirneiito senza
l'erbo nè contenuro che non di rado
ho di fronte a molte manifestazioni
cosiddette «ecumeniche»; altra cosa
è Taubantico sentimento di iratemità
cristiana, pur nella - divergeriaa radiCàie su tante questioni, che sento unirmi a questo o a quel credente d’altra confessione; allóra è lo sguarijo
francamente ricambiato di chi vede
con molta chiarezza tutto ciò che, fino in fondo, ci divide, e che pure crede la comunione dei santi, Tunità in
Cristo, e spera e attende l’unico ovile, nel suo Regno.
Manifestazioni di questo sentimen
talismo mi
i{>
sembiaijo
essere certi
«mea culpa» recitati con contrizione
dà, parte protestante, 'è‘‘ifecitati in un
determinato contesto:’'diòè non quello di un’accesa polemica, ma di una
gara di cortesie ; in aliiire parole, se mi
sentirei anch’io spintó a far presenti
ad un interlocutore .'¿òlemlco o mangiapreti quelle che potìsctoo essere state le malefatte delTlntolleranza prò
testante (e talvolta awhe agnostica o
atea), mi sembra equivoco, nel clima
attuale, insistere dèi ’dialogo interconfessionale su quésto elemento;
volere o no, si tende a fere questo ragionamento: ci sianào<|butti, perseguitati a vicenda, siamPj Pari, cerchiamo
ora di comprenderci'e volerci bene.
Qui si confondono il piano morale e
quello delle dottrine, e non si tratta
di ima distinzione ^Switica, bensì essenziale. : ■ '
Altra manifestazidrie'di' quel sentimentalismo do'gmatièamente non ab
bastanza controlla lò, da pane proleb-tante, mi sembra eàiSère quellaifermare, che si fa da àkàini, cne anche
noi protestanti abbiààib bisogno del
cattolicesimo e che- a noi mancano
elementi che esso ¡lUÒ offrirci, affermazione che .poi non ,,vi|ne però esem
munità conf^sion^.. Riconosciamo
che abbiamo, anche noi protestanti,
noi riiormatì, bisogno costante di questo rinnovamento; riconosciamo di
aver peccato in p^ole e in opere, in
atti e in omissioni, non solo come singoli lira come chiese; riconosciamo
che c’è non poco farisaismo in certo
nostro atteggiamento protestante sicuro di sè; riconosciamo che da elemen
ti cattolici — come del resto anche da
elementi di altre fedi religiose o laiche — ci può venire un indiretto richiamo a confrontarci davvero con
quella Bibbia di cui tanto ci gloriamo.
In altre parole, riconosciamo che
troppo poco abbiamo letto, studiato,
praticato la Parola di Dio nella nostra
vita quotidiana individuale, ecclesiastica, missionaria. Di tutto questo dobbiamo ravvederci; in tutto questo abbiamo forse frapposto ulteriori ostacoli alTunità visibile dei cristiani. Ma
d: una cosa non possiamo e non dobbiamo ravvederci; della nostra confessione di fede, di ciò che i Riiormatori hanno ricevuto dal Signore per
tutta la Chiesa. Possiamo dunque essere richiamati a considerare seriamente se siamo davvero « riformati J»,
se cioè viviamo deila pienfeaa vigente
della Parola di Dio e di essa soltàttto.
plifloata e precisata fAèeva giij*
stamente notare, poco.fa, un lettore). , ,
Invece, proprio quasib éuntjo dev’esì» il prineipio stesso d^la Bifori*ia
la eficè àpertaniente ‘ ■7 secooa^ gli, eleDwnti^fpndamsriit^
sere chiarito. Roma
che essa possiede la totalità delia verità; l’apporto — di'SideTabile e desiderato — delle altres Kri^, nel giorno auspicato ! del grivf .,iìtorno, sarebbe un apporto di'ari|jj^iinento di un
patrimonio però già oosséduto da Roma nella sua interna, mentre tali
Chiese troverebbero Jlnalniente quel
le pienezza di cui mancavano. QuaTè
la nostra posizione? Noi riconosciameche il dialogo fra le Chiese, sulla base della Parola di £>io, può essere lo
strumento principe ‘di cui oggi il Signore della Chiesa! .si serve per riformare e rinnovare la vita di ogni co
rimessi in lùce nel XVÌ' sec. — non
può in alcun modo esser messo in di-.
scussione. Pregando -per,.. Tunità della
Chiesa pur umiliato .p^ Ciò che di
quiesto,^ principio io e là ÌTinla, chiesa
spesso abbiàirio fatto e'-facoiàmo —
pregherò chiaramente affinchè questa
«riforma»-si faccia in, ogni chièsa;,
perchè ogni chiesa àscoltì fiiiàiihénte '
ciò che lo Spirito, da allora, ricorda
alle chiese per mezzo di quei profeti,
umanamente discutibili per tanti versi, che furono i Riformatori, i profeti
del sola gratia, sola scriptura.
Gino Conte
IViino i'<inv(|iio degli
agrieoltiiri delie Vdlli
Agape organizza a Torre Pellice un
primo convegno di Agricoltori delle
Valli, per esaminare i problèmi Che
ogni giorno si presentano più urgenti
ai nostri agricoltori. Lo sviluppo econòmico e le trasformazioni tecniche
impongono ai nostri agricoltori delle
decisioni per le quali non vi è sempre
un sufficiente orientamento. Scopo di
questo convegno è' dùnque di esaminare serenamente la situazione della nostra agricoltura e di prospettare le so
luzioni più adatte e rispondenti alle
esigenze e passibilità presenti.
Il convegno avrà inizio alle 2 del
pomeriggio presso la foresteria di Torre Pellice: alle 3 parlerà il Dr. Pierangelo Bàlzardi, direttore dell’ufficio
tecnico della Federazione Provinciale
Coltivatori Diretti di Torino su : « Lo
attuali leggi creditizie a favore dei
coltivatori».. Seguiranno conversazioni e ulteriori informazioni. In serata
saranno proiettati dei documentari cinematografici relativi ad esperienze
sociali ed agricole.
Domenica mattina alle 9 il Dr. Giuseppe Maspoli dellTRES di Torino
parlerà su : « E’ ancora conveniente fare l’agricoltore? » La discussione seguirà nel pomeriggio.
Nei corso del convegno il Past. Giovanni Peyrot darà Ipforfriaziònj sul?organizzazione dei (VGentres Rùfàux
Intemationaux ».
Si prega di iscriversi presso la . Segreteria di Agape, Prali, .entro giovedì
24. partecipazione completa al convegno (pasti, pernottameiìto) L. 1.300.
iinimiimiiiiitiiimiiiiiiiiuKUiKtmiiiuiiimHiii
l|■llllllll>lllll1III^IIIIU■1l:
di presenza
à Í Poiché ¡intitolo potrebbe trarre in
monito diciamo subito che guestv articolo non sì riferisce ad uri episodio
parlamentare ma trae lo spunto da un
luogo molto più significativo e democratico e soprattutto infinitamente più
seria: il cimitero.
, Lungi dal voler fare dell’ironia intendiàmo soltanto riferire, una nota di
costume perchè siamo anche noi osservatori, non tra quelli invitati ai mai
abbastanza osservato Concilio, ma
semplici osservatori di mestiere.
Talvolta, anche al cronista più consumato che crede di aver visto oramai
tutto cjuanto c’èra da vedere nel campo tragico e comico della commedia
della vita, capita di notare qualche
cosa, tra la farsa e il dramma, che
sembra uscita dalla fantasia di un
umorista in un momento, però, di
umorismo nero. Ritorniamo un passo addietro.
Alle porte di Milano si stende il
grande Cimitelo Maggiore, il più vasto della metropoli, con un numero
di iQtnbe e loculi facilmente immaginabile. Llorganizzazione dei servizi
funziona bene, almeno così sembra;
ma il perfezionamento dei servizi materiali rion è nulla paragonato a quello
dei .servizi spirituali a pro dei vivi e
dei morti: Presentandosi aH’ingresso
del cimitero il visitatore passerà tra
una doppia fila di monache con diverse uniformi ie quali sono in attesa
dell’xybolo a ricevuta del quale distribuiscono .santini e novene a colori con
preghiere é indulgenze, tessere del paradiso, consigli all’uopo. Tutto per
umore dei defunti., Passiamo cdl’interno. Sotto il porticato due o ire tavoli
ni portano vistosi carielìi così redatti:
Prenotazione s.s. Mésse. Ad ogni tavolino siede un sacerdote che raccoglie le prenotazioni, come nelle agenzie ferroviarie o nelle biglietterie dei
teatri. Il visitatore .si avvicina al tavolino, ordina la messa per il giorno
tale,, paga, e .se ne ritorna, lieto di aver
fatto il suo dovere verso, il nutria e
verso il prete.
Migliaia di morti:- ne arrivano ogni
giorno incessantemente, i reparti sì
riempiono da un mese alFaltro dì nuove Umibe, il via vai dei parenti contìnua senz.a posa, sono migliaia aneli’essi e nei giorni di maggiore affluenza
anche il tavolino delle prenotaz.ioni
viene preso ' d'assalto. Non .so quante
messe dicono ai giorno i .sacerdoti,
non cono.sx-o il prezzo di una messa
ma credo che Vada da un minimo di
cinquecento lire in su; non so, in una
messa, quanti defunti stanno dentro,
ma credo che la possibilità di quelle
messe elastiche sia infinita. Andiamo
avanti, spingiatmxti in inez.zo alle tombe.
¡1 morto non appartiene più a questo mondo, ha varcato il grande fiume, è sull’altra riva. Dio soltanto agi.sce SII di lui, nella direzione in cui
fa Sua Volontà .si manifesta. Maledire,
profanare, onorare al massimo quella
to.nba, mm cambierebbero della mìnima parte quella Volontà. Sarebbe
come chiedere a Dio di far lescire quel
corpo dalla tomba. Ma gli affari .sono affari. I parenti, gran brava gente,
hanno stipulato un contratto con un
sacerdote il quale, dietro cotnpenso da
convenirsi al momento della firma,
passerà a intervalli regolari e benedi
rà le tombe. Il cimitero è, come abbiamo già detto, molto vasto; le tonu
he soiw migliaia; va bene, il sacerdote passerà in bicicletta. Una marx) sul
manubrio e una mono alTaspersorio.
Le tombe saranno scrupolosamente
benedette. Chi paga non sarà ingannato: se te messe si dilatavano fino a
contenere un numero imprecisato di
’’intenzioni’', il largo gesto delle benedizioni abhraccerà ogni angolo più riposto. Le cose si devono fare perbene
e compiete. Il parénte troverà sopra
ad ogni tomba un bigliettino di passaggio, simile a quello che i vigili notturni usano per gli abbonati al servizio di sorveglianza.
Viene da pensare alla gioia del parente il quale, trovando sulla to.nba il
regolare bigliettino, constaterà come il
defunto .da in buone mani e il suo
Avete rinnovate
il vostro
abbonamento ?
La... nobile gara di pastori e comunità.-nel -raccogliere, abbonamenti continua ¡'.questa settimana-è àlTalbo d’onore‘Pramollo: il pastóre ha raccolto
e versato 54 abbonamenti, ed anche
questa comunità ha completato tutti
i rinnovi. Grazie! Accoglieremo con
gioia, s’intende, ogni ulteriore nuovo
abbonamento. Sappiamo che in molte altre chiese ferve la raccolta di abbonamenti e la campagna di diffusione: naturalmente ce ne rallegriamo
molto. ECO-I.UCL
soggiorno in paradiso .da prossimo se
non già in atto.
Il santino con le indulgenze al cancello. la prenotazione della-messa sotto l'atrio, il biglietto di ’’passaggio”
.sulla tomba o dentro al mazzo dei fiori. La prova del paradiso. Senza que.ste prove inutile parlare di Dio e della
Verità, ci vuole la ricevuta, la roba
scrìtta, il senso dell’affare concluso.
Nelle sedute parlaitientari vige il
’gettone di presenza” affinchè i deputati e i senatori dimostrino di aver effettivamente partecipato alle riunioni
e abbiano dirittò .alla relativa indennità, L’importante è presentarsi. per
avere il gettone.
Ma l'assistenza, "spirituale” all’ombra dei cipressi e con l’auspicio della
buona fede e del dolore del prossimo
tum finisce qui. Consigli sull’acquisto
dei l<x:uli, sid cambio dei medesimi,
su tombe e monumenti da cotmnissioi.are si accompagnano al biglietto di
"passaggio”. Un servizio nel servizio,
il sottogoverno impiantato atiche nel
regno dei morti.
Forse a compimento di questo.articolo sarebbe opportuno citare alcuni
passi dell'Evangelo contro il nutreatq
delle cose sacre ma non sapremmo da
quale comimiare. Qui c’è mercato,
frode, scherno, profanazione, malafede e ci duole profondamente schierarci in polemica su questo argomento
ma troppo ci urtava il contrasto di
quel mercato nella suprema pace silenziosa, tra le ombre e il biancore dei
marini, mentre intorni} alitava una
presenza invisibile ad ammonire e a
consolare nel solo nome di Cristo.
Marco
2
pag- 2
N. 3 — 18 igemaìo 19íj
11 Cattolicesimo
e' il Concilio Vaticano li
s.o
(o^jÄü' ^
11 Cattolicesimo è definibile una
sintesi di universalismo e di centralizzazione, di sincretismo e di autorità (1). Storicamente si sono verificati periodici squilibri fra i due elementi. Soltanto l’equilibrio fra i due
elementi è veramente cattolico : il
Cattolicesimo è una teologia dell’et,
non una teologia dell’aut (2); sugli
opposti collegati da questo et si verifica un processo non di disgregazione ma di unificazione in quanto la
loro coesistenza è resa possibile nella comune sottomissione alla auctoritas della Chiesa che accogliendoli
conferisce loro il crisma della veritas. Il Cattolicesimo si è costantemente dimostrata capace di stabilire una
teologia del concordato, una teologia del compromesso tra le proprie
premesse autoritarie e le tendenze
delle varie filosofie o i fermenti delle
varie espressioni di religiosità che ha
incontrato durante il suo cammino
nella storia, dalla filosofia neoplatonica dei primi secoli alle correnti del
pauperismo ascetico-mistico del XIII
secolo. Questo sforzo di abbracciare
tutta la realtà, riferendola alla Chiesa, concepita come rin'fallibile rappresentante del divino sulla terra,
ha subito una paralisi o per lo meno
una contrazione dal XVI secolo ad
oggi. Di fronte all’attacco della Riforma prima, deH’Illuminismo poi,
cioè di fronte all’apparire — cattolicamente iinpreveduto — di un universalismo cristiano non cattolico
prima, di un universalismo laicistico
c razionale poi, il Cattolicesimo è
stato colto da una crisi' nella sua capacità di assorbimento e si è contratto su sè stesso, per essere più esatti
su uno solo dei due poli la cui reciI-roca tensione costituisce la sua essenza, il ]volo auctoritas. Il pensiero
protestante nei quattro secoli della
.sua esistenza storica posteriore alla
Protesta, ha conosciuto soltanto questo Cattolicesimo minore, unilaterale e non pienamente cattolico. Oggi
la crisi po.st-tridentina ^in via di supieramento a stiamo assistendo a un
ritorno del Cattolicesimo alla sua
tradizione universalistica. I segni di
questo passaggio sono riscontrabili
nei contrasti che oppongono gli esponenti del cosidetto mtégrismo cattolico agli esponenti delle tendenze di
integrazione ecumenical I primi possono essere considerati come gli ultimi rappresentanti dèi Cattolicesimo minore post-triden^no, i secondi come i nuovi rappresentanti di un
Cattolicesimo a più largo respiro e
l»iù conforme alla sua, naturale ten
nanza nel suo seno a esigenze evangeliche sino a ieri rinnegate o sottovalutate, così da dare adito alla possibilità che gli elementi non evangelici passino col tempo in secondo
piano o siano addirittura eliminati.
Queste valutazioni hanno un fondamento oggettivo oppure si deve dire
che al giudizio cattolico della Riforma come un malinteso corrisponde
ii malinteso del Protestante.simo attuale nel giudicare il problema del
Questa nota critica acuta e .sti” molante, che dischiude ampie prospettive nella valutazione del cattolicesimo odierno, è
comparsa sul n. 4-1962 della rivista « Protestantesimo » : siamo
assai grati all’autore-direttore
che ci ha permesso di riprodurla. red.
Cattolicesimo? La nostra analisi non
può che cogliere il sistema del Cattolicesimo nei suoi principi e nelle sue
strutture, quale si è manifestato nella storia dai primi secoli sino ad oggi. Se oggi in esso si manifestano
tendenze che fanno presagire per un
immediato o per un lontano futuro
delle trasformazioni, noi dobbiamo
registrarle, ma sospendendo il giudizo sino a che queste tendenze rivelino senza reticenze la loro natura e la
loro importanza per l’orientamento
ilei Cattolicesimo, cosi che sia possi
bile una valutazione obbiettiva che
tenga conto di tutti gli elementi in
causa, considerati sia singolarmente
sia nel loro complesso. Onde essere
in grado di stabilire se il Cattolicesimo si apre alla possibilità di modifi
che fondamentali e dimostra una capacità di vita nuova, che evangelicamente non può mai sussistere senza i( metanoia », comprendendo per
la prima volta nella sua storia che
l’aui aut dei profeti tra l’Eterno e i
Baal, di Gesù tra Dio e Mammona,
degli apostoli tra la carne e lo Spirito, non vale solo in sede .spirituale
ed etica, ma anche e forse prima di
tutto in sede dogmatica ed ecclesiologica. Oppure se non ci offre che una
nuova versione aggiornata della sua
cf nozione cumulativa della verità »,
per cui in esso « l’ideale conservatore va di pari passo con un accrescimento indefinito di questo tesoro mediante 1’ acquisizione di nuove ricchezze », così da alimentare la sua
« necessità vitale di appropriarsi
ogni valore che risponda nranifestamente ai bisogni degli uomini, affinchè ogni essere umano trovi nella
Chiesa la soddisfazione di tutti i suoi
bisogni e così nessun’anima gli sfugga » (3). V. SUBILIA
CUCCIO e pesco
Anche un enttotlao
filfa ntiora è una coca seria,,,^
Art. Kalholi
(1) W. von Loewenich
zismus . RGG^ III/1206 «.
(2) F. Heiler - Der Katholizismus - Seine
Mee und seine Brscheinuni; • Münrhen
1923, p. 88.
(3) P. Deislringant - Connaissance protestante du CathoJiicisme romain, in; Et.
Th. et Rel. XXXVII (1962), p. 166 s.
Finche si e -trattato -soltainto di qualche
a-gnostieo, o da qualche evaoigelico, o, più
spesso, di qualche « testimone di Geova »,
non si è dato, in Italia, gran rilievo ai processi ad obiettori di cofseieinza, salvo che
in cera-hie e su organi di stampa particolari. Quattro righe sui grandi quotidiani,
e non sempre; condanne da 6 a 9 mesi,
•Rilasso ripetute due-tre volte, e infine i Iribmi-ali miiitari si sbarazzavano degli incomodi mteiloeutori dichiarandoli « inabili
al servizio » per qualche gastrite o per irregolarità psichiche...
Ma questa volta, -nientemeno, si trattava
di tin cattolico mliunte: il doti. Giuseppe
Gozzini (fasciuo dei titoli...), attivista del1 Azione Cattolica, membro attivo del
gnuipipo milanese d-ella Corsia dei Servi,
collaboratore frequente ed acuto di varie
riviste cattoliche « indipendenti », in Italia e all’estero, quali « Adesso » (per ora,
e.x-), M Questitalia », « Eannomie et humanisme » e l organo della corrente sindacalista de, « Rininova-menlo democratico». E,
questa volta, la stampa si è mossa; speriamo r;he si .muova n-ure l’opinione pubblica,
Laurealo in legge, procuratore legale in
U/.-10 studio milanese, ¡1 Gozzini — scaduta
la proroga u-niveiitilaria — è stalo richiamato alle armi, e as.s©gnato al C.A.R. di
Pistoia, dove si è però ripetutamente rifiutato di indossare la divisa e di iniziare il
servizio -militare. Questo avvenne nello
scorso novembre. Il 20 dicembre si tenne
al tribunale militare -di Firenze la (mima
sessione del processo, rinviato subito all’ll
gennaio per vizio pro-ced-urale. E FU genna-io, inai.grailo le testimonianze a favore
del prof. Aldo Capitini (ipresideme, fra
I altro, del Centro per la noniviolenza di
Perugia) e di don Germano Proverbio (del
centro servita milanese), e la difesa degli
av-v. Rosvloni di Roma e Seigre di Torino
(che hanno poi interposto appello), il Goz.
Zini è stalo condannato a 6 mesi di carcere imitiiare. Non era possibile altrimenti.
PROTESTANTE
HtifOOtviAOAlMt fKlNlWtD
SEI DOMANDE AL PASTORE
MA RCEL PRA DER VA NO
Ecumenismo e fedeltà coniessionale
Il Past. Marcel Pradervand, segretario
generale dell'Alleanza Riformata Mondiale, ha risposto ad una serie di domande della redazione de ”La Vie protestante" (ll-l-’63), da cui riprendiamo
l intervista ; l'ultima domanda riguarda
la situazione particolare elvetica, ma
interessa anche noi. red.
Fondamentalmente, e allo stato attuale delle cose, è possibile essere
pienamente, ecumenici, nel senso
della definizione dell’Unità data dall’abate Couturier, « quale il Cristo la
vuole e con i mèzzi che egli vorrà », e,
ai tempo stesso, fedeli alla propria
confessione?
1
Come riformato n-on vedo alcuna opposi.
d<>.nor.> __ » ■ zione fra il vero ecumenismo e la mia fe
denza smcretistica, sviluppatasi per deità ai .principi della Riforma. I riformalo secoli e noi interrotta. Le due ten- tori, infatti, non hanno mai oercato di
e poi interrotta. Le due tendenze non sono opposte, ma convergenti nel mantenere Tima il Cattolicesimo del recente passato, di cui sottolinea l’esigenza autoritaria propria
del Cattolicesimo perenne, nel preparare l’altra il Cattolicesimo delI avvenire, di cui sottqlinea l’esigenza universalistica anch’essa propria
del Cattolicesimo perenne e che consiste nello stabilire nuove integrazioni, così da creare una forma di Cattolicesimo più coerentemente e più
comprensivamente cattolico.
Di fronte a un Cattolicesimo che.
invece di condannare e di scomunicare come ha fatto dalla Bolla «Exsurge Domine » del 15 giugno 1520 contro gli « Errores Martini Luther » e
ilal « Syllabus seti collectio errorum
modernorum » dell’8 dicembre 1864sino ai nostri giorni, .si dichiara disposto ad ammettere e ad accogliere
i valori evangelici della Riforma e i
valori umani della eivilià, il pensiero protestante (tanto quanto il pensiero laicistico) j)rova un senso di disorientamento. Abituato da 4 secoli
— dalle sue origini ! —- a vedere solo lina faccia del Cattolicesimo, la
faccia integrista autoritaria, non è
preparato a valutare l’altra faccia del
Cattolicesimo, la faccia sincretisticouniversalistica, che è riemersa alla
superficie della storia con una rapidità senza dubbio sconcertante, apparentemente senza preparazione precedente. Ceflendo alla pressione di
una speranza quattro volle secolare,
i! pensiero protestante è portato a
formulare una valutazione di tipo
¡»ragmatico invece che di peso teologico ritenendo che il Cattolicesimo
stia per concedere diritto di cittadi
c-reare una Chiesa separata; hanno desideralo ardenitenienite la rifonnia della Chiesa
eri-slia-na tutta quan-ta, (s-u-lla base di -un’ubbidienza più -eoiinplieta alla Parola di Dio.
U-n riformalo -coniseguenle con sè stesso
non può dunque mai essere soddisfatto del.
la -s-iliiiazione attuale. Sa ohe il fine a cui,
oggi i(-ome nel XVI see., dobbiamo tendere è la riforma di lu-lla la Chiesa (cioè anche della Chie-sa riformata), affinchè essa
sia più -lo-t'almeute -soltoimessa al suo Sigu-o.
re e più fedele all’insegiuame-nto bi-blico;
questa ubbidienza conduce all’unità.
Ma il riformato sa pure ohe la ricerca
delil’-unità indipendeinitemenle dal ri-ninova-menlo profondo di tutte le Chiese non po.
tremo giun-gere alPunità. Nella (misura in
cui saremo davvero « in Cristo » saremo an<-ihe « uno ». Per questo l’Alleanza riformala
mondiale lia (messo il problema del rinnovam-en-io al centro dello studio che propone alle Cliiese-membri in vista della sua
19* A.-seiiublda generale ( Frankfurt/M.,
ago.stu 1964). 11 tema di quest’Assemblea:
« Vieni, Spirito Creatore! » è un irithiamo
alla miiseria delift Chiesa. Ci ricorda (pure
che .sol-ta-nto le Spi-ri-lo Sain-lo può rigenerare la Chiesa e condurla alTunilà nella
ledel'là. Raggiungiamo -cosi l’abate Coul-ur.icr, che scriveva nel 1933; « Venga l’unità visibile del Regno di Dio, quale il Cri(-U) la vuole e con i imezz! che egli vorWi ».
2 Si può considerare e incoraggiare
senza riserve una preghiera in comune fra fratelli separati?
La pre-gihiera per l’unità esige che sappiamo per che cosa preghiamo. Posso as
TOBRE PELUCE
Un gruppo della « Miissione dei fiori »
attività flell’Unione Cristiana delle Giova
mi, ha visiva-lo il Rifugio C. Alberto, l’Asi
lo dei vecchi di S. Giovanni, gli Asili S
Giacomo e S. Giu(seppe, -porta-ndo a tulli
ricoverati — circa 180 — un dono; alcuni
haiinibi.ni della nostra Scuola Domenicale
accompaginavano le visilalrici, cantando
i n-ni.
s-ociarmi di lutto oùo-re alla preghiera per
Tunità secondo la I definizionè dell’abate
Couturier; ma non po-sso farlo «c non con
coloro -ohe sono prouiii a pregare -nello stes.
so senso. Cioè 1-a preghiera per l’unità non
può essere incoraggia-lia « senza riserve».
3 Considera l’intercomunione come
una condizione oppure, al contrario, come il punto finale della marcia verso l’unità?
Non posso -die ri-porlare qiui l’essenziale
della di-cihia-razioné adottala all’unani-mit-à
dalla 17* Assemblea -generale dell’A.R.M.
(Priin-ce-to-n, U.S.-A., 19S4); «La Mensa del
Signo-re è sua, non no-stra. Crediamo di
non avere il diritto di rifiutare questo sacramento a ch:un-que è battezzato, ama Ge.
sù Cristo e lo co-nl'essa -coirne Si-gniore e Sai.
valore. Siamo -profon-diamen-te convinti che
il rifiuto, specialm-ente oggi, di praticare
una timile i-nlercomunione comipromette
gravemente la causa deir-unità e fa ap-parire sin-golarmente vane -tutte le nostre parole al riguardo. Non possiam-o predicare
l’Evangelo drila riconcilliazione -senza testimoniare alla mensa del Signore che siamo riconciliali gli uni con gli altri ».
4 Pensa che l’arricchimento liturgi
co nel protestantesimo e la semplificazione della messa cattolica
costituiscano elementi di' un ecumenismo autentico?
Non mi piace il termine « ar-rioohimento
liturgico », ohe è ambiguo. Nel corso dici
miei via-g-gi ho assistito talvolta a culiti sovracearidlii lilur-gicamenle senza essere per
questo « ricdii » dal punto di vista liturgi-co.
La liturgia non può -ohe esprimere la fede della coim-uni-tà cri-stiana adorante. Finché la Chiese sono separate su punti essenziali della loro fede, la lo-ro liturgia non
può in alcun modo av-vidnarle.
5 Oltre ai fattori puramente teologici, l’ostacolo principale all’unità
non sta nell’opposizione di due
mentalità umanamente incònciliabili :
« mentalità protestante » e « mentalità
cattolica »?
A parte i fa-ltori teologici, le cause delle
nostre divisioni mi sembrano -stare -in una
ai.ssol-utizzazione della -storia -delle nostre
Chiese, piuttosto ohe in una « mentalità
cattolica » e in una « mentalità protestante » umanameulc inconciliabili. Chiunque
conoisoe la vita d'elle Chiese prolesla-n-li sa
elle questa « mentalità proteslan-le » non
esiste nella realtà. Vi sono nelle nostre
chiese mentalità assai diverse, e se certi
protestanti sono ancora nelta-mente anti-cattolici, altri -sono da tempo pronti al dialogo con i loro fratelli cattolici. La prima
sessione del Concilio Vaticano II ha rivelalo a quanti ancora lo ignoravano ohe
u-n’iden-l-ica situazione esiste nella Chiesa
romana.
6 Molto praticamente, nella Svizzera, in cui risiedono 700.000 lavoratori stranieri nella stragrande
maggioranza di origine cattolica, come
conciliare ecumenismo e evangelizzazione?
Moltiissimi dei lo-vora-tori slra-nieri nel noslro paese, benché battezzati cattolici, sono non soltanto indifferenti, ma spesso
0- stili alla loro Chiesa e non vogliono aver
più nulla a che fare con lei. In ca-si simili
le altre Chiese hanno non sol-t-an-to il diritto ma il dovere di portare l’Evangelo a
questi uomini. La gioia di alcuni fra loro,
die iian-no trovato una vita nuova in Crislo, ne è la prova migliore.
.Non bisogna -che un eciimeniismo male
1- nt'e-so ci i-mpedisca di adempiere al graii-de
coiupito d’evan-gelizzazion-e die ¡1 Siign-ore
fi i-mipon-e.
Marcei, Pradervanb
Non sarebbe stato giusto altrimenti ; an.
cora il 19 dicembre, alla viglUa della prj'
ma sessione del processo, lo stesso tribù,
naie di Firenze aveva silenziosamente ^
tranquillamente condannato a 6 mesi us
«testimone di Geova ». Nè si può dar tor
to ai giudici militari. La legge italiana è
esplicita in merito, e giustamente, già nc[
1919, d ,gen. Ratti, presidente del tribuna,
le militare di Torino, aveva detto: «fi
Parlamtmto faccia una legge al riguatdo
e noi l’applidierenio ». Ma il Parlameni»
ha finora zelantemente insabbialo il prò.
getto presentato da Lelio Basso e da altri
deputati socialieti, die ricalca quello sin.
diato 13 anni fa da li. Calosso e I. Gior.
dani.
Posisia-mo deplorare che sia necessario esser cattolici, in Italia, per cominciare ad
esser presi sul serio. Cotnunque, il Gozzini sta pagando di persona, e q-iian-lo ha
scritto e detto mostra come egli paglii cosci en temente : «La mia o-biezione d| coscienza — scrisse al comando — presuppo.
ne tutta una co-ncezio-ne delF-uomo e dei
rapporti fra gli uomini, tutti fratelli in
Cristo, come traspare dalla rivelazione cristiana di -cui vorrei essere un umile testimone. Ma presuppone anche una vocazione
personale, maturata in me durante lunghi
ami, a vivere il ipiù integra,Imen-ie -possibile quella n-onviolenza evanigeli-ca fondata
sulla legge nuova, che mi comanda di
’’amare il prossimo -com-e me stesso”, e
che si realizza, -come stile di azione e di
presenza, nella re-sistenza attiva al -male
con la forza dell’amoire... Di fronte alla
pace gaudente dei militaristi di tutte le
razze, per me -la pace porta il segno dei
chiodi ed è il bene per cui devo soffrire
di più sulla -terra; si -tratta per ime -di amare "sempre” il prossimo, anche quando è
il nemico militare e l’avversario politico...
Perribè il -resto lo sanno fare anelie i pagani... Le leggi sono opera degli uoimini, e
-per -cambiarle hiso-gna porre -co-ntiiuia-men.
Le sul tappeto il problema, senza stancarsi,
e -soprattutto inquadrandolo in una vasta
rivoluzione della vita civile... ». « lo aspiro a servire la patria, anche in forma più
gra-vosa — ba affermato a Firenze —. Per
due anni ito prestato la mia oipera nel servizio civile intemazionale iti Calabria. Ma
isen-to che tradirei le mie convinzioni religiose, se prestassi servizio alle armi ».
Non è qui -il caso di ri-di-scutere il problema della ’no-niviolcinza evangelica’, problema che non pensiamo possa avere una
soluzione unica. Ma non si può non lasciarsi almeno prendere di petto da questa pre.
sa di posizione -coraggiosa e, comunque,
’profetica’, nel senso ohe indica, al di là
delle struiCture’che consideriamo insormon.
tabili oggi, -nuovi cieli e nuova terra. Ma
questa p-redi-cazione profetica -ci deve poter Venire da ehi presta due o più anni di
« servizio civile », senza che sia costretto
ad intristire nelle patrie carceri. Speriamo,
-con lutto il cuore, -ohe questo nuovo ’caso’
più clamoroso riiporti alla ribalta il problema generale, e si possa ginngere anche
da noi ad una soluzione civile.
(Ricordiamo che sulla siiuazione de
’’Gli obiettori di coscienza in Italia” il
doti. Giorgio Peyrot ha pubblicalo Vanno scorso un ben documentato opuscolo, edito a cura dell’ALRI. Lo si può
ottenere, anche presso la Claudiana, al
jirezzo di L. 200).
libri
Cominciamo con una di quelle indicazioni bibliografiche che generalmente si
segnano in calce alla recensione del libro
(quando, aildiriltura, non si omettono)
"Questo volume è stato stampato... nel mese di giugno dell’anno 1962”: prima del
Concilio Vatiismo II; autore Carla Falconi; Editore: Silva.
"A differenza di tutti gli altri, finora
usciti sull’argomento, questo non è un libro per il Concilio f per preparare il Con ■
cilio o addirittura per influenzarlo), ma
un libro sul Concilio. Insamma un libro
di storia...’ Un libro che si propone di
analizzare le reazioni provocate "prima
dall’annuncio, poi dall’impostazione dei lalori preparatori del Concilio, sia nella Cu
ria che nei teologi, nell’episcopato e nel
basso clero, nei laici militanti e nei semplici fedeli”. Senza dimenticare le reazioni nello cliie.se "cristiane, ortodosse e protestanti. nelle altre religioni storiche e nello stesso mondo laico”.
Un libro di starla viva: scritto da quel
Carlo Falconi, ex-allievo dell’Universilà
Gregoriana, die lia portalo nelle incliiesle
(lei mondo cattolico e dei problemi re-ligio■si la vivai-ilà tiell’esposizione e la cono.“i enza profunda e diretta dei problemi.
PERCHE’ è stato convocato questo Con( ilio Valicano 11, quando il Concilio Valicano 1, che non è mai stato formalmente cliiusr;. sembrava rendere inutile ogni
luturo concilio ccn il riconosc-imenlo ilelLi
iulaJlibi'lità papale «ex cathedra»?
PERCHE’ ci sono state variazioni nella
lorniula di presentazione del Concilio
(cioè del Concilio stesso)? Classico "Con¡ ilio unionistico" o "semplice Concilio di
aggiornamento interno^’’.
In parole povere: cosa voleva il Papa?
cosa voleva la Curia? cosa volevano i car
(liliali
e 1 vescovi
? cosa domandavano
ri ordini religiosi ed i laici impegnali?
C’è stato tutto un gigantesco lavoro di
pteparazionc (che all’allo pratico è risultalo insufficiente: perchè?), di eon-trasli
(del quali l’opinione pubblica italiana è
stata scarsamente informata, e die sembrano essere e.splosi nei lavori conciliari).
Questo volume di Carlo Falconi ita un
gtapde merito; quello di informarci sulla
loeparazione -del Concilio. Ed è dolorosamente significativo per la religiosità italiana dovere, una volta ancora, prendere allo
che l’episcopato iltiliano non è all’avanguardia nel!’iiupo.stazione e nel dibattito
dei pro-blomi dello -sririlo e della \ita delia Chiesa).
Un libro prezioso per l’analisi storica e
per le appendici che offrono una documenlazicne precisa, un ricco ma-teriale di co-nfronto per gli s-tudio-si e per i vari tecnici
e consulenti di materia conciliare (ma non
soli-an o per -loro!).
Timi potranno leggere con profitto l’appendice quinta: Cronologia del Concilio
Vaticano 11. e l’apipcndice Vili: Attività
delle commissioni preparatorie. L’appendice n. IX; Iniziative cattoliche, non priva
li interesse. Apprendiamo che il Cardinal
Bea .( ospite JeH’Asso-ciazione della Stampa es'.era a Ruma » dice, fra l’altro; che
nel 1961 ha scritto 2000 lettere a fratelli
separati — nello stesso periodo ha ricevuto
300 visite di dirigenti di diverse confessioni cristiane — l’unione di 900 milioni di
cristiani è oggi imposta non soltanto da ragioni religiose, imi anche da ragioni puramente umane, come queZ/e relative alla difesa della pace e del bene dell’umanità’’.
Un libro di informazione sul Concilio,
pubblica'o prima del Concilio: informazione cosi precisa e sicura da gettare un
fascio di luce più che necessaria per chi
voglia rendersi conto personalmente dello
svolginienito dei lavori del Concilio stesso.
C. Falconi non è un profeta, ed il miglior
elogio che pos-siamo fare del suo libro è
appunto quello di averci dato un libro ohe
è attnalc oggi, come e più di ieri.
L.A.V.
C. Faìxon'-.: I perchè del Concilio. Silva,
Milano 1962, pp. 277, L. 2.200,
3
63
18 geiuiaio 1963 ■— N. 3
P«i
I
I LEYTORI CI SCRIVONO
IN TEMA DI ECUMENISMO
Il Prof. Soggin precisa la sua posizione
Roma, 7 geraiaio 1963 ^ mente assnnto nei confronti di que- della Messa ed alttrd culti possono
sta nuova posizione del Cattolioesi- urlarci, ma sono vere e ci fanno ap
Caro Gino, 1
Non so se gl’interventi dei letior; de La Luce-L’Eco sono arrivati
aWa fine, ma permettimi comunque
(li fare alcune precisazioni in merito a quanto fio scritto ed è stato
scritto. Non vi è dubfiio tifie i nostri
rapporti col Gattolicesimo stanno entrando in una nuova fase, caratteriz
zata dal fatto'die, dopo alcuni secoli d’irrigidimento da parte della Ofiiesa di Roma (e spesso anclie da parte
nostra) e.ssa sembra sentire ora una
linno'cata necessità d’incontro, di
dialogo. Riprese quindi le linee dia
la Controriforma e le guerre di religione brutalmente interruppero secoli or sono, ci troviamo davanti ad
una situazione die possiamo diiamare di ripresa del dialogo, forse persino di continuazione dal punto ove
fi. interrotto. E’ un processo die si
sta svolgendo più o meno in sordina
da alcuni decenni, specialmente in
paesi ed ambienti d’oltralpe, ma c
appena adesso, con lo prima fase del
Concilio Vaticano II e con la vittoria in essa fase delle correnti cosidelte riformatrici, elle quelle die erano tendenzè di gruppi cattolici di
avanguardia e particolarmente impegnali, Iniiino linone probabilità d’iiiipersi e di (livenire normative/' favorite in ciò proprio da uno di quegli dementi die sogliamo apprezzare di meno nel Cattolicesimo: il suo
apparato autoritario, per il quale una
ricoiivoi-floiie in qualsiasi direzione
non è pii cosa tanto difficile (cfr.
pei e.s. il recente, inusitato scambio
(li cortesie con le autorità comunisie jiolacche).
11 probleiiiij die sorge in seguito
a questo imnegafiile fatto riguarda da
vicino noi ed «1 nostro al'eggiameiiic nei confronti del Caltolicesiino.
Il Concilio è stato in molili punti
rivelatore: dii credeva ancora nel
bluff polcniico-apologetico dell’iiivariafiilità tradizionale del Cattolice
simo (proiposto, se ncn erro, per la
prima velia da J- B- Bossuet) e della sua iiiiil;i interna monolitica, dovi efifie aver avuto tulio il tempo
per ricrcder.si c per vedere invece
un ente in intimo travaglio interiore, nel cui seno opinicni conlraslanli (die vanno da un’estrema destra
-di sapore reazionario ad una-moderata sinistra d’ispirazione biblica, e
con prevalenza di ques';’ultima in
questa prima ¿fase del Concilio), si
contendono iE potere in nome della
fedeltà all’Evangelo e alle tradizicni ecdesiasticlie più pure... Noi, che
pensiamo subito alle nostre travagliatissime assemblee sinodali ed eouraenidie, non poésiamo non dar atto di
questa situazione: la divinità della
Cfiitsa di Roma, sostenuta spesso in
toriìùni quasi doce'.ici, non è riuscita il sopprimere la sua umanità fendanientale,- upa situazione die meri
l? luna la nostra comprensione. La
montagna sta partorendo e, pur non
sapendo cose ne uscirà fuori, speriamo die non sia un ridicolo lopclinc c pregliiamo perdiè gli sforzi riformatori abbiano in seno al Cattolicesimo tutto il successo efie si ineril.-iio e perefiè presto possiamo confi ontarci con un Galtolicesimo impegnalo sul piano ecumneico, col
quale la discussione sia finalmente
possibile e desiderabile. In fondo
mi sembra essere questo il nostro
concetto del « gran ritorno ».
Sul piano dogmatico però non dovrebbe cambLÌre molto. Il Cattolicesimo non può rinunciare a due principi fondamentali e distintivi, come
sarebbero per noi la sola fede e la
sola Scrittura: la tradizicne come eIcmcnto costitutivo della rivelazione
ed il magistero ecdesiastico, aocenlialo nella persona del Papa, come
fonte dell’autorità in materia di fede; la inariologia, il culto del santi
e tante altre formulazioni più c mena teologiche c dogmalidte, non sono die logici corollari di questi due
elementi. Va dunque sottolinealo
clic, nonostante lutti i cambi, le riferme e le aperture, rimpostazione
teologica data dalla Riforma ad ogni dialogo C(^ Roma (e quindi an
..-,1..,. 1» rx9 — 1
die la nostra) rimane valida. D’altra parte ci è 'impossibile esigere così su due piedi die il Cattolicesimo
cambi quei suoi due principi fondamentali, senza die cessi appunto di
essere la Chiesa Cattolica romana.
Lungi dunque dal credere efie la nostra presenza protestante possa tra
poco o molto essere resa superata
ed anacronistica da una riforma cattolica, perchè questa, proprio in
quanto tale, non potrà appunto essere «protestante». La nostra posizione sarà quindi sempre valida, come dicevo, ma la presenza d’un Cattolicesimo rinnovato, disposto al dialogo ecumenico cambierà alquanto la
situazione: invece di esserci un urto tra due compartimenti stagni, vi j
ino : una volutamente polemica, l’alirw con forti accenti irenici. Vi sono
na.oralmente varie sfumature intermedie, ma grosso modo le posizioni
SI lasciano ricondurre a queste due,
a/meno sulla carta.
In Italia la posizione è in genere
della prima categoria: secoli di persecuzioni e di angherie, decenni di
clericalismo di Stato, un rifiuto costante d’ogni forma di dialogo han1111 creato in noi una specie di corazza, una psicosi di guerra, di diffidenza e forse anche di timore, sulla quale rimbalzano tutte le nuove
impostazioni del problema. Non vaie qui cercare di diminuire, attenuar; questi elenienti (si potrebbe dire
per es. die andie i Protestanti lian110 perseguitato i non evangelici o
e\angelici di altre confessioni, ovvero che roghi e guerre di religione
ve ne sono stali da ambe le parti,
ovvero die governi deriiali si sono
avuti andic altrove e su base protestante); non basta attenuare quesiu
stato di disagio evidente, nè, meno
ancora, metterlo a lacere, perchè è
evidente che ogni nostro atteggiamento negativo affonda le sue radici nel conleslo storico die ben conosciamo. E’ cosi che l’apertura riscontrala anche presso alcuni ambienti
(allolici italiani (per es. a Milano
eii a Roma) tende ad essere considerata come un’eccezione, non coma
lina /regola e comunque igiuidicala
(on diffidenza, con lunghi processi
alle intenzioni.
In trancia, Cermania, Svizzera ed
Olanda invece, l’atteggiamento .protestante si moslra molto più irenico :
già il maggiore livello culturale del
dibattito è stalo un elemento irjii
teologico notevole, c recenlemeiite
la lunga (da noi aliimè troppo bre)>ei esperienza della lotta couiune
contro il nazifasiosino, poi Cinipos.azione comune di prolilenii come
quelli della de-cristianizzazionc o
dello studio seienlilico della Bibbia
eie. hanno creato certe premesse di
ordine personale (andie se n'jn teol igicho, come dicevo), per iijiia iiiag
giore comprensione reciproca. E’
successo cosi che in questi paesi riunioni anche a carattere ufficiale tra
•i -rappresenlauli delle diverse confessioni religiose seno ormai da tempi aU’ordiiie del giorno e non suscitano più alcuno stupore; così pure scambi di templi o aiuti finanziari reciproci sono una casa normale.
Ques:’atmosfera, unita all’inatteso
sviluppo in senso « riformista » del
Concilio Valicano 11 ha dato luogo
li manifestazioni da parte di osservatori protestanti ed ortodossi e di
ospiti (lei Ccncilio di ambedue le
C(.nfessioni, che si sono lasciate facilmente interpretare come un’adesione esplicita, non solo a certi nuovi concetti ecumenici, ma anche nei
confronti di tutto un sistema, prima
lappa sulla via del « gran ritorno ».
Vari seno stati i corsivi della stampa nazionale ed estera che lianno dato appunto quest’interpretazione a
tali alleggiaiiienti. Ciò non è avvenuto necessariamente in mala fede,
per calcolo: persino una persona che
viene spesso definita « il decano del
giornalismo italiano », Mario Missir:li, dalle cui posizioni poliliclie ed
economiche mi permetto di dissentire, ma della cui integrità morale e
professionale non mi sento di dubitare, ha scritto su II Messaggero almeno un articolo nel quale fraintendeva crassaniente tutta questa problematica, sia dal punto di vista protestanle, sia da quello crtodosso. E,
visto che nella fattispecie non si può
parlare di mala fede nè d’ignoranza
(al massimo vale il termine « insùflirienza teologica ») resta una sola
alternativa: sembra essere entralo
t ella scena un elemento talmente
nuovo, che le categorie tradizionali
(anche cattoliche, naturalmente) non
bastano più per classificarlo. Là dove
noi tendiamo a vedere spesso la mala fede (ma ricordiamoci che l’onere della prova è a carico di chi accusa), non può esserci stalo a volte
un fallito tentativo di classificare e1(menti nuovi nello schema apologetico e polemico tradizionale? NuUa
di strano dunque, se gli osservatori
e gli ospiti si sono lasciali andare a
manifestazioni che a noi sembrano
fuori posto o che la stampa sia <*aduta in fraintendimenti; bisogna però anche notare che da parte cattolica si è tentato di dissipare ogni malinteso. ove fosse possibile (cfr.
SI SE n. 5: 21), su invito degli stessi
oservalori.
Un altro elemento va poi prese in
considerazione: gli osservatori ortodossi possono benissimo partecipare pienamente ad una messa ed inginocchiarsi davanti ad un Vescovo
(anche se Papa), senza che questo
prezzare ancora di più quel miraco
lo dello Spirilo Santo che è 'rEìtiumenismo. Se poi dei Riformati, Anglicani o Luterani si sono inginoic(diìati durante atti dei culto cattolico, compiendo così atti incompatihili con la loro fede, dovranno renderne conto ai loro Sinodi ed ai
Vescovi (non certo a noi). Persoiialiiienle lamento che si siano lasciati
tra.'jporlare a posizioni che si presta
no anche ad interpretazioni diverse
da quelle che essi volevano loro dare, ma trovo ohe si tratta piuUoslo
di una posizione di buon gusto che
teologicamente rilevante; ciò sempre
ohe si tratti di alti di culto dal contenuto evangelico (anche se il loro
canleslo generale è da rigettare),
non di altri. Saranno comunque le
aulorità ecclesiastiche competenti à
giudicare se hanno oltrepassato il loro mandalo o meno.
Le Chiese aderenti al Consiglio
Ecumenico sono chiese a volte molto
differenti: quanto ci separa dall’Ortodossia orientale non è meno di
quello che ci separa da Roma; a
parte una loro maggiore coscienza
ecumenica (anch’essa sviluppatasi
però nel corso di molli anni), gli
C|itlodoski ai-celterebhero senz’altro
rimposlazione romana del proldema
ScriUiira e Tradizione, cerne anche
di quelli) dell’autorità in materia di
fede (salvo respingere raccen'.ramen
10 nella persona del Pontefice). Eppure ci è stalo dato sedere con loro
allo stesso tavolo e studiare insieme
la stessa' .'•criltura e lo facciamo conlinuaniente. Ma se il Cattoilicesimo
hiscerà cadere anche ufficialmente la
pregiudiziale aniiecumenica come
Una forte corrente va aaspicamlo,
non avreninio più nessuna possibilità di negarci al dialogo, al quale del
resto siamo già stali invitati in forma uffiirio'sa. E vi andremo, fermi
nella coscienza delle ncslre differen/,u e delle giuste ragioni di esse, ma
disposti anche ad ascoltare quelle degli ;ihri. E anche se questa corren o
non riuscisse a spuntarla e dovessi1111 rinnnc'iare ad incontri sul piano
ufficiale, non c’è subbio che gl’iii
contri ufficiosi ne risulteranno potenziali comunque. Queste è, credo., un
dato di fatto.
E sorge allora spontaneamente la
domanda: siamo pronti o almeno ci
stiamo preparando? Cosa conosciamo nei del Cattolicesimo, all’infuo
11 di un po’ di polemica spicciola?
\ | sono fra di noi elementi capaci
ih (lisculere un tema come « Sorit
tura e Tradizione », conoscendo i
tendo sia le posizioni caUoliche, sia
quelle evangeliche? Ed il nostro at
Itggiainento negativo per principio
non sarìi un ostacolo inisoniionlabile
ad ogni incontro? Alcuni nostr
membri vivono o vegetano al margine delle cemunità senza alcun im
pegno, vacillando ise trasferire la
propria formale adesione ad un Cattoliresiiiio di massa, ugnalmente po
c-i impegnato, « aiH’ilaliaiia »; di es
Si non possiamo preoccuparci troppe in questo ccntesto. Troppi aillrl
membri però vivono una vita spiri-,
lualiiienle intensa, ma culturalmente
indifferente: « Protestantesimo » non
raggiunge un numero di abbonati
lontanamente proiiorzionale al numero dei Protestanti colti in Italia, a
più d’iuia diecina d’anni un libro
cime Lutero di G. Miegge giaceva
invenduto, anche la nostra stampa
più popolare si trova spesso in crisi
l'erehè i membri di Chiesa non ri
abbonano o si dimenticano di pagare l’abbonamento; quanti fra di noi
posseggono Vlstituzione della Religione Cristiana di G. Calvino, la
Oognutticu di K. Barili o le varie opere di O. CuUmann, ©"wero Commentari biblici e li studiano, o leggono il N. T. sui lesti originali? Co'ine vedi, non parlo più neamhe dell’incontro col Cattolicesimo, ma semplicemente di canoscere noi stessi.
Forse ci dimoistriamo molto (e giuslamen/e) preoccupati per quello che
fenno gli àltri (visite al Papa di responsabili evangelici, atti di culto da
parte di osservatori eie.) senza iute
lessarci troppo di motivare, approfondire le ragioni della nostra fede
e del Ili stro « no » al CaMolicesimo
sul piano dogmatico, e d’inquadrarle nel nuovo contesto di un eattolio,e«tino in rinnovamento che, speriamo, dovrebbe investire anche l’Italia
conte ha già investito l’Amerù-a Latina, tradizionalmente coiiisiderata
un campo particolarmente reazionario (cfr. SISE n. 4: 19). Troppo spesso ci scandalìzziamo se qualcuno di
noi osa staccarsi dalle opinioni regnanti nd nostro seaio, ed esprimete altre che con esse non concordano e periamo non coiiformiste, a
parte lo strano concetto di libertà di
espressione che un tale atteggiamento presuppone.
Ma atiiche tra i nostri fratelli d’oltralpe la situazione è sotto molli sensi precaria: abituati ormai a considerare il Cattolicesimo alla stregua
di una « Cenfessione » come le altre, non si rendono sempre conto
dei limiti che la materia stessa loro
impone: die una riforma cattolica
in senso «protestatile » è un coiitroticnso e die pertanto è inipossihiile
hlitrediè ingiusto altendcrla ; che una
riforma cattolica sarà un ritorno ad
«lì Gattolicesimo che, lasciati gli orpelli e le cianfrusaglie di molli secoli, si presenterà come un avversai6i motto jjiù temibile ndla disous
sione. Un avversario lanto forte die
potreme prevalere soltanto se Iddio
stesso lo vorrà. Ma bisogna riconoscere ohe ne varrà la pena; e nella
durezza della lotta potremo forse aiidie amarci fraternamente, perchè
prima senza volerlo, e poi Intenzio
nclinente daremo e riceveremo nicllissimo. Ogni contatto ecume.iico ha
."mito periodi d’imbarazzo, d’od
di lotta, di disperazione.
■ Ecco dunque che solo con l’arrivare alla discussione, airiucontro
avremo già fatto un immenso passo
avanti. Questioni di prolocollo o di
oiiliorliinltà possono essere imporlanI agli occhi del mondo, ma non sono sostanziali ed anche il rischio di
fare una cattiva figura è mio dei
sdii della fede.
Le Valli Valdesi
in trasformazione
Un lettore, da Torre Pellice:
die le Valli Valdesi si trovino in
uno sla-'lio di trasformazione sotto
vari aspetti è cosa da tutti accettata.
Sotto alcuni di questi aspetti si è
piovveduto da parte valdese a prendere nuove posizioni e ad iniziare a
almeno a favorire nuove iniziative
riapndenti in maggiore o minor
misura alle necessità. Ma per altri
iispctti siamo statici, come in attes.i
di vedere i frutti (buoni o cattivi
che abbiano ad essere) di tali trasformazioni; invece di prepararci in
anticipo a fronteggiare gli eventi, esercilando un’azione moderatrice sul
le loro cause o almeno cercando di
ccpirle a fondo. Cosi dicasi per il
problema della popolazione delle
Valli Valdesi che ad un tempo va
diminuendo e differenziandosi. E’
probabile che fra non molto, forse
tra mezzo secolo, alcune delle nostre
« parroccJiie » si avvedano di colpo
di essersi trasformate in chiese di
evangeliizzaziotie fra una popolazione a fonie maggioranza cattolica o
indifferente. Potrebbe non
inutile uno sforzo dei nostri Concistori e degli organi distrettuali per
studiare prima, e agire poi, secondo
(iirettive conte queste: 1) documentarsi sulle successive variazioni numeriche e qualitative di popolazione
in alcuni comuni delle Valli, i più
indicativi al riguardo, mettendo a
fuoco per es. gli anni 1922, 1938.
1918, 1962. 2) Orientare le nostre comunità su questo problema, spiegando la nuova fisionomia che potrebbero venire ad assumere, e quali ne
sarebbero le nuove responsabilità.
3i Impestare su questo binario la
nuova comunità di Villar Perosa,
senza tradizione valdisla ma dotandola di una chiara coscienza di chiesa evangelizzatrice. La sua esistenza
sarebb»; allora lien più giustificala
(sia nei riguardi della popolazione
tircostante sia delle altre chiese valdesi tutte) che non per semplici nelessità di carattere logistico-anagrafico-parroccliiale.
{lettera firmala)
'(.rdialmente tuo
J. Alberto Soggin
Per la scuola nuova
Un lettore, da Torre Pellice:
Ho lette con piacere sul numero
del 4 gennaio u. s. l’articolo sulla
istituzione della nuova Scuola Media
e concordo con le critiche mosse al
nuovo ’piano di studi’, non ancora
’programma di sUidi’. Tuiltavia, non
sono stato in grado di vedere nello
'scritto una parola a favore dell’istituzione del nuovo tipo di scuola
media unica; non dico di quella
scuola media quale è strutturala con
l’attuale conformazione e programmazione, bensì dell’idea che ha dato origine alla presente riforma. Secondo me, ciò che non va è la contiiigeiilc realizzazione, die lascia
moltu a desiderare, non l'idea originarla. Mi pare che l’esigenza di
U'i rinnovamento nelle strutture delrislruzione secondaria (e anche in
quella primaria) sia concordenienle
sentita da pedagogisti e da sociologhì. L’attuale programma di studi
è vecchio di parecchi anni e ne risente! Esso necessita di un’adeguazione ai tempi moderni ed alle sue
necessità. E il movente primo per
una riforma è quello della nuova situazione sociale, venutasi a creare
non solo in Italia, ma anche in Europa. Passato è il tempo in cui la
« Media » era riservata ad una piccola élite, ai rampolli di facoltose
famiglie, le quali non dovevano
f.i eoccuparsi di un guadagno il più
possibile celere da parte dei loro figli. La vita d’oggi è impostala su
nuove matrici e a nessuno dev’essere
preclusa la possibilità di proseguire
negli sludi. Questa è l’idea basilare
ed è lull’allro che da disprezzare,
soprattutto per chi è disposto a rispettare la libertà di sviluppo individuale e, anzi, è disposto a facilituiva.
Ciò che invece è da criticare c
saranno due vasi comuuicanti, che rappresenti più di un atto liturgico, I
vicendevolmente s’arrlochiscono nei ' non certo un’adesione, visto che ciò ^
rteiproci contatti ecumenici. I e pienamente conforme alla loro fe- ,
Qual’è adesso la nostra posizione? de. Le dichiarazioni d’un rappresen- ^
E* facile distinguere due posizioni tante russo sulla solidarietà coi calche il Prolestantesinio ha recente- lolici (a scapito nostro) nei riguardi i
ED IL
FERENTIMO
SUO NUOVO TEMPIO
Agli occhi del viaggiatore in breve
sosta, la cittadina di Ferentino si presenta come località ridente ed ospitale; costruito su mura ciclopiche preromane, il paese è ricco di ricordi romani e medievali ben conserva'ci, tra
i quali spiccano un mercato ed alcune pregevoli opere cosmatesche nei
templi cattolici. Per la nuova autostrada ci si arriva da Roma in meno
dt un’ora e la località, già di per sè
pulita ed accogliente, si presterebbe
ottimamente per iniziative turistiche.
La dhiesa Valdese è presente a Ferentino dagli anni 1948-49, in seguito
all’opera di evangelizzazione nel Basso Lazio, compiuta dalla Facoltà di
Teologia e da laici delle comunità di
Roma. La piccola comunità si è andata consoilidando e sviluppando con
alterne vicende non sempre piacevoli,
ma è ormai saldamente radicata nella zona, con i suoi gruppi nella città
e nelle contrade.
Fino a poche settimane fa contrastava notevolmente col carattere ridente del paese la precaria sistemazione del nostro tempio: la comunità
si riuniva in un alloggio privato che
doveva essere puntellato quando vi si
trovava molta gente, mentre per due
terreni acquistati successivamente
fucri mura era stata prima negato il
permesso di costruzione, per essere
concesso in un secondo tempo, ma con
alcune condizioni a carattere vessatorio. Impossibile risultava d’altra parte
comperare o affittare un qualsiasi lo
cale atto allo scopo.
Un giorno, come per miracolo, il
pastore ricevette un’offeiia per interposta persona: si trattava d’un palazzotto situato nella via Consolare al
n. 220, a pochi metri dalla piazza principale e dalla fermata degli autobus.
Al piano terreno si lasciavano sistemare la cappella, la sala delle attività e lo studio del pastore, al primo
piano vi era un ottimo alloggio completo di servià, ove però la cucina andava ricostruita completamente. II
contratto venne steso nelle ultime settimane deU’anno passato e la domenica 23-12-1962 la congregazione, arile
chita da diecine di elementi venuti
dalle contrade, si riunì nella cappella già imbiancata per il primo culto
con S. Cena, presieduto dal Prof. 'Valdo Vinay e dal Past. A. Bertolino.
L’opera nel Basso Lazio è entrata
coà in una nuova fase. L’edifìcio è
bello, pratico, solido e centrale, e vorremmo farci interpreti della gioia di
tutta la Chiesa presso il Conduttore,
il Concistoro e la congregazione di
Ferentino. J- A. S.
ratliiazionc contingente di quCòlo
piano ideale. Infatti, come diceV'O
poco Bo-pra, ehi vuole verament,: .’ ispe lare la libertà di ogni individuo,
(leve innanzi lutto offrirgli la possi
Hlilà di educarsi nella misura che
gii è neeessaria e nella direzione più
co ni orme ai suoi interessi.
Ora, spostiamo per un istante il
nostro pensiero alla situazione sociale del Mezzogiorno e ancor più
del Meridione italiano e subito vediamo quanto sia ridicolo il programma delia nuova Scuola Media
pei ehi conduce una vita di stenti,
di miseria, di prospettive di sviluppo sociale chiuse. A eosloro, prima
(li parlare di Scuola Media, non solo bisogna parlare di Scuola Elementare, ma offrire loro la possibilità materiale, economica di sollevarsi dal « sonno pesante di una vita primitiva » (L. Volpicelli : «Contro la scuola unica», Ed. A. Ar
mando, Roma, 1960, p. 47). Basti
pensare all’opera altamente educativa, oltre che sociale, svolta da Danilo Dolci -nelle regioni di Trappeio-Iartinieo, oggi iodate anche sui
piano pedagogico. E’ questa trasformazione dal basso, cioè la trasforniazione del regime economico che
10 Stato deve intraprendere prima
di impegolarsi in piani ’nalluabili.
L’altra questi c ne pratica elle più
ha iinipegnato U Parlamento è stato
11 ialino. E altrimenti non poteva
essere, in uno Siato dove la iiressione clericale non esita a farsi oscun nlista e dislaittista quando qualcuno, anche se in nome del bene di
tulla ruroanità, osa toccare il sacro
bagaglio della sua tradizione.
QuaPè lo scopo del latino nella
mova Scuola Media? Quello di dare a tutti -la possibilità di una fruizione estetico-storica del patrimonio
della letteratura antica. E allora i
ben intenzionali riformatori sono
così ottimisti da credere che chi si
dedica al massimo per due anni allo studio del latino po-ssa "godere’ del patrimonio tult’altro elle indifferente di Roma? Le ragioni di
un cosi drastico attaccamento al latino sono ben altre (e non troppo
occulte!). Perciò, adesso ehe Ja tanto sventolata capacità di logioizzare
la mente del bambino tramite l’esercizio del latino è stata psicologicamente confutata, bisogna essere capaci di tagliare nello, di essere chiari fino in fondo e limitare il latino
alle sole classi liceali. Certo die a
chi è stato educato con il latino, a
olii piace — come al sottoiscritlo —
sembra strano dovere abbandonare
i cari ricordi di scuola... e le jiaure. Eppure, in que.sto piano, liisogna concordare con il punto di vista comunista, ii quale giudica capzioso il pensiero del nostro governo
e vede iieH’allnaie marasma della
scuola ia causa stessa delia sua ineffìdeuza.
Non mi seffennerò oltre, in quanto le cause da dennndare sarebbero
molle, come la carenza di aule scolastiche e il disordine dei turni,
l’impreparazione di molli insegnanti giunti alle eallodre chissà come,
la mancanza di materiale didattico
e di personale, le magagne burocratiche, ere. Ma, a dii si interessa di
tali problemi, desidero indicare due
lesti recenti di noli autori: 1. A.
Visalberghi: «Scuola aperta», Firenze, La Nuova Italia, 1960; 2. L.
Borghi: «Educazione e sviluppo
sodale », e. s., 1%2.
All’artieolisla, che si erede ’’anziano” e incajiace di capire le ”nouvelles vagues”, le mie scuse per essermi riferito al suo scritto ed aver
pun-tuaiizza-lo, aoceltamdulo, il suo
jìiinto di vista. Roberto Eyruird
4
P**. ■*
Le LesÉiYita
sê Villar
N. <3 — IS- gennai« 19Q
PHABOSTIKO
Al centror.'i H 'cuho di Natale in uni
salone del Ristorante Vinçon, presemi 2(X) persone; a sinistra, la festa dell’albero di Natale in un salone del Ristorante Oliifero, presenti
15t» persone. Attendendo la cappella.
La passerella di fortuna costruita sul Chisone da alcuni
volenterosi per facilitdre l’accesso al culto esalta scuola doi‘
menicale dei fratelli dell’Inverso.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
Vita valdese a Genova
s ..V
VtLÙR nàucE
Aocogliendo rinvilo del Conisiglio Federale delle Chiese Evaiigeilirlie in Italia, la
seconda douieinica di Avvento è stata consacrata aMa in«>ditazione ed alla .preghiera
sul tèma della pace.
Il Consiglio dei Pastori ha organiazatL
una serie di tre Culti ecumenici nel periodo di Avvento,
Al culto di ¡Natale abbiamo dato la noslira offerta per l’opera della C.l.M.A.D.E.
Al Culto dell’ultima sera dell’anno: hanno ipiirlecipato nella leimira della Svacra
Scrittura alcuni anziani e diaconi della (ioti luiiiitù.
— La Scuola domenicale ospita ogni domenica anche un buon numero di piccolissimi; due cateciumene a turno se ne oturupano e così i genitori hanno la possibilità
ili partecipare al Culto.
Un gruppo di bambini è intervenuto anche quest’anno all’AUtero di Calale dell’«spedale Evangelico Internazionale, recando
agli anuiialali una nota di gioia.
— L’Unione giovanile ha nominato un
suo seggio ed ha avvialo una attività Varia
ed intereissanie. Ricordiamo in modo particolare la visita del segretario generale della Gioventù Pastore Franco Giainpiccpli, il
quale ha posto in luce quali potrel>bero essere i motivi fondamentali di una Unione
giovanile evangelica. Ben riuscito il dibattito su « l’eutanasia »; ringraziamo l’avv.
Bruno Bissaldi e il Doti. Angelo Alzetta
per la preziosa collaborazione. Il Consiglio di cliiesa nella sua ultima seduta ha
riconlermato il Dr. Carlo Papini quale rappresentante del Consiglio in seno all’Unione giovanile. Un gruppo di giovani si è
impegnato per un’attività di «servizio»,
che in occasione del Natale ha preparalo
dei pacchi per carcerati e per persone particolarmente bisognose. Con il mese di dicembre hanno avuto inizio delle riunioni
mensili inlerdenominazionali. Sono previste tre riunioni sul tema: «1 giovani e il
servizio cristiano ».
— L’Unione femminile ha avuto anche
quest’anno la grande soddisfazione di vedere coronato il suo lavoro da un successo
superiore ad ogni aspettativa. Il ricavato
deil’eaposizione dei lavori ha superato di
o.ltre 200.00'0 lire l’incasso dello scorso anno. La Comunità riilgràzia vivamente sia
le sorelle più impegnate nella preparazione
ilei Bazar, come pure coloro che hanno fatto pervenire doni in denaro. Anche il lavoro delle Cadette ha portata un notevole
risultato. L’affluenza di una buena parte
della Comunità e di membri di altre Chiese evangeliche della città, è stata notevole.
Noi benediciatoo Iddio per aver posto nel
cuore di tante sorèlle in fede un desiderio
così vivo di servizio nella Comunità.
— Le Conferenze del Doti. G. Williams
su « Protestantesimo ed ecumenisimo » e del
Past. J. Mareihand su « Le Oliiese della Riforma, oggi » sono state accuratamente preparate dal Consiglio di Chiesa. Un manifesto murale ha presentato alla Cittadinanza
la .posizione dèlia Chiesa Valdese nei confronti del problema dell’unità della Chiesa, onde evitare malintesi nel dialogo con
la Chiesa romana e per precisare la nostra
esigenza di assoluta fedeltà alla Parola di
Ilio. I.e Conferenze sono stale annunziaile
da vari giornali e dalla R.A.I. La prima
Conferenza tenuta in italiano ha avuto un
uditorio numeroso, il Tempio era gremite ;
la secouda Conferenza, in lingua francese,
ha avuto Un uditorio più limitato.
11 Cotisiglio di Chiesa, nella sua ultima
seduta ha esaminato i vari aspetti di simili manifestazioni ed è in linea di massima
orientato ad organizzare un nuovo ciclo di
conferenze nella prossima primavera, sempre in coMegamento con le Chiese di Milano e di Torino.
— Le Riunioni quartierali sono state tenute in questi mesi nei vari quartieri della Città ed hanno avuto come argomento lo
studio del messaggio del Sinodo alle Chiese. Nel mese di gennaio si è iniziato un
nuovo ciclo di riunioni su uno dei temi
più vivi ed attuali del dialogo con Roma.
« ScrilMira e Tradizione »; uno degli schemi discussi al Concilio Vaticano II e che
Ila suscitato cosi vivi contrasti è stato quello su « Le fonti della Rivelazione ».
Dopo il cambio pastorale
Comunità di NAPOLI - Via dei Cimbri
Attività di fine danno
-- Il periodo delle festività di Natale e
Capodanno è trascorso per la nostra Coninnità in uno spirito di fraterna, gioiosa comunione.
— Alberi di Natale. Nel pomeriggio del
22 dicembre ha avuto luogo la festa dell’Albero di Natale per gli alunni della
Sentila Domenicale e della Scuola Biblica.
1 nostri ragazzi hanno fatto del loro meglio
nello svolgitnento di un lungo programma
di poesie e dialoghi, intervallati da canti,
ai (inali si è unito il pubblico presente che
Ila applaudito ogni piccolo attore e specialniente l’ultimo iiujiiero del programma: un
ringraziamento al Pastore Ciclo e alla sua
Signora ed a quanti hanno rontrihuito a
rendere possihile la simpatica festa, senza
dimenticare « ll’infalicabrle Peppino Marciano » a cui ogni aiin.j è devoluto M rom|.ito di preparare il IteH’ahele splendente.
M giorno prima aveva avuto luogo nel
iiosl.ro locale di (.ulto la festa dell’Albero
di Ni ale della Scuola Elementare Evangelica, ' scuola interdenominazionale che ha
sede nei ncslrl locali al primo piano. lai
fe.sti<'ciola è lieti riuscita ed è sempre una
buona occasione per far |>ervenire la nostra tesiiiiionianza evangelica alle famiglie
degli alunni, nella quasi totalità cattolici.
- Culti speciali. 1 culti di Natale e Caliodanno sono stati lien frequentati, nonostante il tempo .particolarmente avverso,
.speciabnente a Natale, e la sr,.spensio.ne del
normale servizio dei mezzi .pubblici dalle
12 in poi, ciò che ha reso partieo-larmente
disagialo il ritorno a molti fratelli. Mollo
buona la parlcripazione alla S. Cena.
— Agape di fine d’anno. Per iniziativa
della nostra Unione Giovanile anche qiie,sl amie gi è avuta la ormai tradizionale
« àgape » di fine d’anno. La sera del 31)
dicembre, circa una quacaiuina di membri
di Chiesa ed amici ai sono riuniti nel nostro salone al primo piano, dove hanno gustalo, in perfetta armonia e fraternità, una
cena veramente squisita, secondo varie teslimonianze raccolte in seguito. Inutile dire che la brava cucca era stala .la signora
Cielo, che ha, rijicosBo le meritale lodi. Dotto la cena i, presenti, giovani e noti più
(auto giovani, ihaùno organizzato - giochi
collellìvi e la beila serata sì è chiusa nella
allegria e con piena soddis'azicne di tutti.
-- Attività interdenominazionale. Questa
attività, già in atto da alcuni anni, è stata
ripresa con i culli in comune la domenica
sera, a turno nelle varie Chiese. Nel mese
di novembre questi culli sono stati temuti
nella Chiesa Battista di Bagnoli, in dicembre nella Chiesa Valdese del Vomero e nel
corrente mese si svolgono nella sala di cullo dell’Esercito della Salvezza. Inoltre, nelli settimana dal 7 al 12 gennaio, si è avuta, nelle varie Cliiese della città, l’annuale
settimana di preghiera, organizzata dal Con.
siglio dei Pastori in armonia con la Settimana Universale .di preghiera. Anche quest’anno, inoltre, vi sarà uno scambio men■sile di pulpito fra il pastore valdese e quello melodista, signor Angelo Incelli.
— .4tli liturgici. Nozze. Nel corso di dicembre sono stati celebrali i matrimoni della nostra sorella Carmela Corsi col signor
Ciro Esposito, e dei giovani Alberto Cimino e Rita Monterosso, figlia del nostro fra
lello Monterosso. I migliori auguri.
Funerale. E’ deceduto a .Napoli, il 12 dicembre, il signor Isidoro Odìn, di 92 anni.
Sebbene di famiglia valdese egli era iscritI.) ad altra Comunità, ma era sempre rimasto nn fedele ottimo amico della Chiesa
Valdese a cui s’interessava e alla quale manifestava tangibilmente questo suo interesse. Era molto conosciuto nelPambienle najioletano e molto stimato per la sua laboriosità e rettitudine. 11 rito funebre è stato
celebrato dal Pastore valdese. Alla famiglia
afflitta le nostre sincere cristiane condo
gli.anze.
F. F.
— Da diverso tempo il nome di Villar
PèRice non compare più nella cronaca del
giornale. Chiediamo venia a tutti quegli
amici — vicini e lontani — che hanno rilevato, forse ramiua.ricando.sene, questo fatto. Il silenzio, dovuto non a dimenticanza
ma semplicemente al periodo di « rodaggio » iniziale del corrispondente, verrà senz’altro evitato in avvenire. Cer.oheremc inla ili, attraverso a queste coilonne, di fare
avere periodicamente alcune nolizie della
nostra Comunità a quanti si interessano a
noi.
— Desideriamo anzitutto far giungere al
Pastore Sig. Enrico Geymet, e alla sua Signora, una parola di sincero ringraziamento. Essi hanno lasciàlo ViUar Pellice dopo
quattordici anni di ministerio; la Comuni-tà è loro grata per quanto essi hanno fatto
in suo favore ed unisce, al ringraziamenlc,
una parola di vivo augurio per l’opera da
essi iniziata nel nuovò campo di lavoro assegnato loro- n Signóre benedica le loro
fatiche e conceda loro molte gioie e molte
soddiisfazioni nella loro nuova missione.
— Le diverse attività della Ghi^ hanno
ripreso il loro « via » a principio novembre. L’inizio è stato molto incoraggiante.
Le Unioni Giovanili quartierali — in niuniero di sei —, sotto la guida dei loro solerli Presidenti, tengono le loro sedute settimanalmente, raccogliendo un bel numero di giovani. Le riunioni serali nei vari
quartieri e il culto domenicale hanno sempre riunito un buon numero di fedeli. Siamo grati al Signore delle benedizioni largiteci finora e Gli domandiamo di méttere
in ogni cuore — oltre al senso della propria responsabilità verso la Chiesa — anche la gioia del suo servizio.
—- Le varie celebrazioni natalizie si sono svolte anche qua, come un po’ dappertutto, all’insegna del freddo. La neve non
ha mancato al tradizionale appuntamento
del tempo di Natale. Sono stati cosi accontentati coloro che dicono che senza neve
Natale non è Natale. Già fin dalla vigilia
nn leggero strato bianco — accompagnato
da una rigidità eccezionale — ricopriva le
strade. Ciò non ha impedito ai bambini,
e ai loro genitori, di riunirsi numerosi nel
tempio per la tradizionale festa dell’albero.
Sotto la guida dei loro monitori e moniirici i bimbi si sono prodotti in un nutrito
ed apprezzato programma di canti e di reelle ed hanno poi ricevuto un piccolo dono
offerto loro daUa generosità dèi membri di
chiesa. La mattina del 25 una imponeme
Assemblea si è raccolta nel tempio per udi .
re il lieto messaggio di Natale e per avvi- cinarsi poi, riconoscente, alla mensa del
Signore. La Corale ha partecipato al culto
con l’esecuzione di due magnifici cori di
circostanza. Anche i culti del 31 dicembre
c del 1“ gennaio sono stati ben frequentaii; nel primo abbiamo ricordato i fratelli
e le sorelle chiamati durante l’anno ad u-na
vita di più aito servizio ed espresso alle
loro famiglie la sincera simpatia della Chiesa,
—■ La Chiesa ha avuto il privilegio di
udire — in occasione dei culli in frances-j
ogni prima domenica del mese — il buon
messaggio portatole dal Sig. Alberto Lazier. .A questo bravo fratello ed apprezzato
collaboratore esprimiamo un grazie mollo
sincero.
— Diverse volte nel corso di queste ulti
me settimane abbiamo dovuto riprendere
la strada del cimitero per accompagnarvi le
spoglie mortali di fratelli e di sorelle die
ci sono siati tolti improvvisamente o dopo
un periodo più o meno lungo dì soffereiiz'j. Ci hanno infatti lasciato: Chauvie Davide, di anni 75 (Sabbione); Michelin Salomon Maria nata Gönnet, di anni 67 (Ciarmis); Gönnet Giovanni Stefano, di anni 74
(Inverso); Janavcl Abramo, di anni 74
(Teynaud); Planchon Maddalena, di anni
86 (Garin); Perron Adele, di anni 80 (Sabbione); Negrin Giovanni Giacomo (Inverso Buffa), di anni 75.
Alle loro famiglie rinnoviamo l’espressione della nostra più fraterna simpatia e
invochiamo su di loro l’aint-j e le consolazioni che vengono dalTAlto.
« Come un uomo cui sua madre consola,
cosi io consolerò voi, e sarete consolali »
(Isaia 66: 13).
— Sono stati uniti in matrimoTiir. : Rocco
Michele (S. Secondo di Pinerohi) e Gönnet
Emilia Margherita (Saret).
Auguriamo ' loro una lunga vita vissuta
(Olii ili Signore ed invochiamo sopra al lor.) locolare domestico abbondanti henedi'zioni celesti.'
— 11 S. Bàttesiino è stato amiiiinlstrato
a Silvia Diivit, di Davide e di Favai Luigia
Il Signore raecompagni con la sua grazia — insieme ai suoi genitori, padrino e
madrina —, e la pi-èpari a diventare un
fedele membro della Sua Chiesa.
— U.na bella .serata —- .con l’esecu-zioiiic
di magnifici cori e con la recitazione di
un dranimia — è stata offerta alla Cemnnità
dalla Coirale.-Quanti non hanno avuto paura del freddo vento e della lemperàtura
iiiolto rigida e sono intervenuti, hanno Iraecorso Una magnitìi-a serata che, oltre a far
loro diinenticàre — almenc per un momento —• il péso delle loro preoccupazioni quotidiane, ha servilo anche a segnare l’inizio
di una iniziativa che si intende realizzai-e
a! più presto: la sostituzione delTannóninm
del tempio. Il nostra armoniuni, in servizio oramai dà molto tempo, come tutte le
cose di questo mondo, risente il peso dei
suoi .inni e d^e sue fatiche ed ha oramai
non solo il diritto, m;!' il bisogno urgente
di un po’ di riposo, La Corale ha molto
ginsitamente proposto- il suo eoUocamenl-o
a riposo ed ha date, co.n la sua recita, il
.suo primo coulribiito per la sua sostituzio
ne Nutriamo fiducia che non solamente ì
membri di chiesa, ma anche molti amici
si rallegrino di questa lodevole iniziativa
e ci dimostrino la loro approvazióne facehdnei pervenire la loro gioiosa -- e speriamo arabile generosa — offerta per questo.
Mentre rimaniamo in fiduciosa aittesa, teniamo ad esprimere a tutti i membri della
Corale, specialmente alla Direltrire Signoi-ii Ciesch, il più vivo plauso e molti ringniziamenti.
-it? Comunità ha celebrato Natale e Cap*,
danno in una atmosfera di gioiosa riconos»enza al .Signore per il dono della salvez.
za in Gesù Cristo e per il dono della viia
e dei giornj terreni, nel quali Egli ci chia
ma a rinascere nella fe^ «.nde eredilare k
I .»»«E eterna i; |
\ Il culto. 'Natale è ata-to panticolariiien.
te belletto per una larga partecipazione
. d'elia Comunità. Nella predicazione, siamo
stati posti dinnanzi al conturbante ia'ia
che U Sidivatore « è vetwito jn casa sua,
1 SUOI non lo hanno ricevuto... » (e quanti
Mflo oggi ancora coloro .che in realtà « non
lo ru-evono »!),.ima siamo anche stati .imsti
dinanzi alla gioia, die hanno coloro die
10 riceyo.no perchè ad essi Egli « ha dai«
11 diritto di diventar figRuoli di Dio ». R
miniéro dei partecipauli alla , Satila Cena
iiou e stato come speravamo, data i’affluen
' ™ '»“»‘'eia di fedeli. La Corale, diretta
dalk Sig.ra A. Peyrot, Jia eseguito un inno a. quattro voci : « Con vivo e santo giu.
1/i.ii » lorniio dalla Commissione del Canto 3acro,. La colleila, a favore dei « Rifn.
giati.di Aligerìa» ha frullaU) 30.000. lire,
iraviaie subito alla Tavola per- rinollro alla CIM.ADE.
La «lesta dcll’alhfsro » 'ha avuto luogo
iiien-oledi, 26, nel tempio pres-sochè pièno
dj Iwiiraliiiii e di genitori. Un ri«-u prograiuiua, di poesie, dialoghi e inni, è stato isvollo per quasi due ore. Atìia fine i
bambini presenti hanno ricevuto un pacchetlino di dolciumi, dono della Coiiiunila. Lo .stesso pacchettino è stato invialo an.
che agli assenti, per un totale di oltre due.
...... p„. ,4,,. Fogliamo ancora ringraziare
I [ n di religione per la preziosa
. .1 4hu...,,,one nella preparazione del pro‘ Je 1 niglie' per la colleWa per ,il
.1.1.1 ei ha donato il magnifii-o ahcie,
. q..«..!! si sono adoperali per la Imo.... li, ,h:.J.Ja manifestazione.
l.....c.,L a 31 dieembre, abbìa.ino amio
I u e ata offerta dal grii.ni|i,, (ilo.1.ui„,o della Unione Giovanili-, eon
hi Icollii (Il un draiiiima .sul quale si jiroiel.
.a... I.i iuie della grazia di Dio sulle inina... |.....^.-,on.. l,raz.ìe ai nostri liriivi allori!
I. ...Ili, ih eapodaiiiio è sialo iiiem. freM..........U elle, a.d e-s. Taiino pas.sali. |forse
aiM-hè per lo stato dèlie strade iniiu-vale e
ghiaeeiatési alla vigilia, ina (-erlo aii.che
perchè molti, 1.1-op.pi, seguendo l’an.ilazzo
del lùonid'o... avevano fatto le ore iiii-.-ole
iiv..7viino i-iposató!). Coiiuiinqu.- una
I ( -I e I lea si è riunita'per iniziare
.... lo Ssoardo del Signore il nuovo an
mo, iucilitando la Sua Parola di Vita .- par.
.. . ..p,.i„l„ iil.li, .Santa Comunione dd .Suo
. ->1 li-u e del .Suo ».angue. La Corale ha .-an....„ 1 ...no .t.Jl (il primo del nuovo fasri. oiu; e II -IO urlila raccolta « Cento C.anli ».
Queste celebrazioni '.non debbono t-ss'ere
fine a sè isl'éSsé, mia una óccasione di più
che Dio ci dà di'meditare .sulla Sna (d azia
e isulla Sua bemiginiià'« che .non viene mai
mèn-o ». PoiSsiamo tutti' vìvere alla Im e c
nella coscienza di questa Grazia. .Amen!
Sabato 12 cori-, ha avuto luogo il si-rvizio funebre del nostro fratello Negrin GiovanÀi Giàcomo fu Stefano dei Giranditiis
deceduto imiprovvisamente ailla età di anni
75 alla frazione Buffa di Villar PeUie.- dove era da tempo ospitato in casa del nipote, Diacono del quartiere di Romana.
Ai parenti tutti esprimiamo la mostra
simpatia. Ringraziamo il Pastore E. Mieoi
per la sua partecipazione al servizio liinchi-e, nel tempio di Villar Pellice. e. a.
A0ALLAR/yrE
Un incontro
interconfessionale
S AB ATO 19 SETTBMBKE
19.30 - Ri trovo. - Pro-sientiizioììi.
20 -Cena.
2il,3/l * PreseiDiaziono rinmiioriè^: Bru
no Ròsiagno e d. Atsn'agilii.
Primn relnzionei « Brève panorama
dei contatti tra' catto'liici e non
caltoliici in qwesiti ulniimi arimi:
lemlalivL, iniziative, realizzazioni, prospettive apcinie ».
Veglia di preghiera.
DOMEÙN l€ A 2 0 SETTEMBRE
H,30 - Colazione. - Piregiliierii commm'e.
9,30 - Seconda relazione: «La isilnazioine
zioiie attuale del Pròtastantesimo in I talli a ».
« Al'rumì afienipi dì iiiini>agno ron(Teto nel mondo:
- Agape, Riasi, Cernirò evangeliro
dii solidarialà di Firenze, Taizé.
— Tesiliimomiàmze, Il Gallo, Las pe.
li!.^ de Jésuis, Clievetogne.
12.30 - Pranizo.
11 • « Giornale parlalo » sul Conciliò
Valicano Ìi: speranze, prospatti.
ve, punti divista di varie persoiiaiità di varie cpnfassioni cristiane.
16,'30 • Pregliieira eomiiinè. - Cliiuis'ura.
FERENTINO
— Dopo circa dieci anni la Comuniià di
.Ferentino ha lasciato la pìccola, ma mollo
ospitale, saJelta per i- culli in casa.dalla fatnigilìa Marra per trasferirsi nel nuovo JooaU sito in via Consolare 220. Ciò è avvenuto Domenka 23 Diceniibre. Per l’occasione
il Pastore Prof. Valdo Vinay è venuto a
portarci il messaggio della Parola.
^ion vi è stata un’ina'Ugurazione vera e
propria del locale (ciò avverrà, Dio volendo, in primavera quando tutto sarà in ordine', ma soltanto un trasferimento.
COLLEFERRO
P^MARETTO
-— La Miissionaria Anita Gay {vresieilerà
queste due riuniouà quartierali: martelli 22
ai Maurini (casa del geom. Gino Rostan);
giovedì 24 a Pomare.tlo, ucl teatro. Le riunioni si lerran.rio alle ore 2(),30; oollelta
l»ro Missioni.
— Dal 20 gennaio nn’apposìta Commissione visiterà le fa.m!glie di Perosa e di
Pomaretio per una culletla .straordinaria
per i restauri della Cappella Valdese di
Perosa. Aoeogliele con gioia i messaggeri.
Il cullo di Domenica 23 dìcemlirc è
stalo ]iresiediir) dal Pasi. Prof. Valdo Vi
iiiiy.
— Il 27 dicembre la ÌM»mnnità si è riunita nella sala delle attività • per ringraziare
il Signore e per dimostrare il suo affetto
alla coppia Doauenieo e Maria Tasselli -thèhanno celebrato il loro 2,5“ anno di matrimonio.- lai riunione è eoininciata coin un
cul o (li ringraziamento al Signore durante
il quale iè stato offerta una Bibbia alla coppia.
— 11 6 gennaio i ragazzi della Comunità,
prejiarali con diligenza ed amore dalla giovane scrella Angela GareJla, lianno portalo
itila Comunità riunita nel tempio, l’annunzio deir.Aiiiore di Dio rivelato in Cristo
Gesù. '
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribnnale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Toi